Professional Documents
Culture Documents
sezione I
1. – M.A. convenne in giudizio la moglie P.F. , chiedendo accertarsi che un appartamento ed un box
auto siti in (…), alla strada (omissis) , acquistati dalla donna in comunione con il fratello P.M. ,
costituivano, per la quota spettante alla P. , oggetto di comunione legale tra i coniugi.
Premesso di essere separato dalla moglie, sostenne che l’acquisto, effettuato con atto per notaio De
Martino del 4 febbraio 2003, era stato compiuto in costanza di matrimonio, con la conseguenza che,
non avendo egli partecipato alla compravendita e non avendo reso la dichiarazione prescritta
dall’art. 179, secondo comma, cod. civ., gl’immobili erano entrati a far parte della comunione
legale, ai sensi dell’art. 177 cod. civ..
1.1. – Con sentenza del 6 novembre 2008, il Tribunale di Bologna rigettò la domanda.
2. – L’impugnazione proposta dal M. è stata rigettata dalla Corte d’Appello di Bologna con
sentenza del 13 ottobre 2011.
Premesso, per quanto ancora rileva in questa sede, che dal rogito notarile e-mergeva
inequivocabilmente l’avvenuta effettuazione dell’acquisto con denaro fornito dal padre della P. , il
quale era intervenuto direttamente nell’atto, dichiarando, unitamente alla figlia, che il corrispettivo
era stato pagato con denaro ricevuto a titolo di donazione manuale all’espresso fine di procedere
all’acquisto dell’appartamento, la Corte ha ritenuto corretta la qualificazione della fattispecie come
donazione indiretta, essendo risultata l’esplicita volontà del donante di aiutare la figlia ad acquistare
l’immobile in un momento in cui il rapporto coniugale era verosimilmente già in crisi; rilevato
infatti che il giudizio di separazione era stato instaurato pochi mesi dopo la compravendita, ha
precisato che, a differenza del caso in cui il donante abbia inteso beneficiare il donatario mediante
una somma il cui reimpiego sia rimasto estraneo alla sua previsione, la somministrazione di un
importo in denaro per l’acquisto di un immobile rende configurabile una donazione indiretta del
bene, il quale, anche se acquistato in costanza di matrimonio, resta pertanto escluso dalla
comunione legale, ai sensi dell’art. 179, primo comma, lett. b), cod. civ. A tal fine, ha ritenuto
sufficiente la dimostrazione del collegamento tra il negozio-mezzo e l’arricchimento del soggetto
onorato per spirito di liberalità, escludendo che il comportamento del donante dovesse articolarsi in
attività tipiche, e reputando irrilevante la circostanza che dal rogito notarile risultasse l’avvenuta
corresponsione del prezzo in data anteriore alla compravendita; ha aggiunto che per la validità della
donazione indiretta non era necessaria la forma pubblica, essendo sufficiente, ai sensi dell’art. 809
cod. civ., l’osservanza delle forme prescritte per il negozio tipico utilizzato per la realizzazione
dello scopo di liberalità.
3. – Avverso la predetta sentenza il M. propone ricorso per cassazione, articolato in due motivi. La
P. resiste con controricorso, illustrato anche con memoria.
P.Q.M.
La Corte accoglie il ricorso, cassa la sentenza impugnata e rinvia alla Corte di Appello di Bologna,
anche per la liquidazione delle spese processuali.
Ai sensi dell’art. 52 del d.lgs. 30 giugno 2003, n. 196, dispone che, in caso di diffusione della
presente sentenza, siano omessi le generalità e gli altri dati identificativi delle parti.