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‫ ן‬paragogico ed energico

Si riferisce all’aggiunta della ‫ – ן‬nun – ad una parola, come un suffisso o un infisso, per
contrassegnare una categoria grammaticale specifica. Per esempio, il suffisso nominale plurale
aramaico che corrisponde all’Ebraico ִ‫ים‬-īm, i.e., ִ‫ ין‬-īn, coinvolge la ‫( ן‬mentre il suffisso ebraico
coinvolge la ‫)ם‬. In una fase pre-biblica del sistema verbale ebraico sembrerebbe che la ‫ ן‬avesse un
chiaro valore semantico, ma nell’Ebraico biblico i suoi numerosi usi restano incomprensibili.

I. IL PRERIODO PRE BIBLICO


Sulla base di prove comparative dall’ugaritico, l’arabo ed El-Amarna Cananita, gli esperti hanno
concluso che il suffisso ‫ ן‬sul verbo yaqṭul (fanno parte a questa classe i cosiddetti Verbi di II vocalica
con radice biconsonantica – sua peculiarità è l’inserimento della vocale lunga intermedia che generalmente è
la –û [ad eccezione di una quindicina di radici che hanno –î e appena tre che hanno la –â passata in –ô. La
radice così composta appare all’Imperativo e una parte di media -î all’Infinito Costrutto]. Facciamo alcuni
esempi:

ּ‫ נו ו ע‬- ‫ע‬
‫ח‬ ּ‫ נו ו ע‬- ּ‫ור‬
‫ צ ו‬- ּ‫וס‬
‫ נ ו‬- ּ‫ות‬
‫ מ ו‬- ּ‫וב‬
‫ש ו‬ ‫ק ו‬
‫ ש‬- ‫ום‬
sorgere - ritornare - morire - fuggire - assediare - oscillare - riposare

[I verbi di media –û o –î in cui il futuro si forma sui temi verbali attivi rispettivamente yaqṭul
e yaqṭil (propriamente yaqûl e yaqîl), sono tanto di azione (in maggioranza) che di stato].

ּ‫ יינו ו ע‬- ‫ע‬


‫ח‬ ּ‫ יינו ו ע‬- ּ‫ור‬
‫ ייצ ו‬- ּ‫וס‬
‫ יינ ו‬- ּ‫ות‬
‫ יימ ו‬- ּ‫וב‬
‫ י ישש ו‬- ‫ום‬
‫ייק ו‬ (media –û)

[I verbi di media –î sono parte di azione e parte di stato:

‫דין‬
‫ י י ִ ו‬- ‫דין‬
‫ִו‬ Imperat / inf. “giudicare”

‫בּין‬
‫ י י ִ ו‬- ‫בּין‬
‫ִו‬ Ipr. / inf. “intendere”
ּ‫ י ישִשית‬- ּ‫שִשית‬
Ipr. / inf. “porre”
ּ‫ י ישִשיר‬- ּ‫שִשיר‬
Ipr. / inf. “cantare”
‫ יילָין‬- ‫ לָוןו‬- ‫לָין‬
ִ
Ipr. / inf. “pernottare”

‫ שש ו‬- ‫שִשים‬
‫ י ישִשים‬- ‫ום‬ Ipr. / inf. “porre”

‫לָיץ‬ ‫ לָ ו‬- ‫לָיץ‬


ִ ‫ י י‬- ‫וץ‬ ִ Ipr. / inf. “deviare”
è stato usato per distinguere le forme indicative dalle loro controparti modali, per esempio, la 3 a
persona plurale yaqṭulun era indicativo, mentre lo yaqṭulū corrispondente, era modale

1
(specificamente, precative). La ‫ ן‬posto a volte quale suffisso allo yiqṭol nell’ebraico biblico, sembra
derivare da questa ‫ ן‬indicativa e si chiamerà paragogico cioè, la ‫ ן‬posto accanto al verbo. Si verifica
nello yiqṭol forme che terminano con –î (2a fem. sing.) o –û (2a/3a masc. plur.), per esempio:

‫מעוןן ו‬ ‫האאא ל ו‬
‫לָה ו מללא ישמש מ‬ ‫האותתוותּ י‬ ‫אמממינו ו ג עּ ו ם‬
‫ם לָ ִשמש ןנאי י‬ ‫אם־ללא י עּ א‬
ִ ‫ה מי יה‬
‫ומ י‬
‫ לָ מקולללך י‬...ecc
Vi era un ‫ ן‬infisso che avrebbe potuto precedere i suffissi dell’oggetto fissati allo yiqṭol e forme
di verbo imperativo, come ancora rappresentato nei suffissi regolari –ennū, (per esempio ‫מעון ו‬
‫– ישמש מ‬
vostro Dio) – Io richiederò a voi (Dt 23,22), ‫שנ וו ו‬
‫( ימדרּ מ ת ל‬l’impuro) deve (non) viaggiare attraverso
essa (Is 35,8), e il suffisso –nhū, per esempio ‫נהו ו‬ ‫מ מ‬
‫מ מְל‬‫ארּו מ‬ ‫“ ו עּ א‬ed esalterò lui” (Es 15,2),
‫נהו ו‬ ּ‫“ י עּ ע‬egli (non può) passarlo (Ger 5,22), ‫נהו ו‬
‫עבּ מרּ רְ מ‬ ‫עבּ מרּ רְ מ‬ּ‫“ י עּ ע‬non la sorpassano” (ibid).
Quest’ultimo rappresenta ciò che è ampiamente indicato come ‫ ן‬energico (con l’attinenza del
precedente dibattuto), un morfema che ha aggiunto l’enfasi di un certo genere al verbo, o,
possibilmente, una sfumatura modale per le esortazioni e i desideri (specialmente in 1a persona).

Entrambi questi suffissi devono essere contrapposti con forme suffisse senza la ‫ ן‬infissa in
questione, come ‫ו‬ ‫“ ו עּי עּ ו א‬e lo fece passare” (1Sam 16,8).
‫עבּ ִ רארהו‬
I fattori che condizionano l’uso di –ennū, suffisso dell’oggetto, originariamente sono stati di
carattere puramente fonologico che si verificano dopo le vocali brevi –u e –a, in modo che lo
yactulu indicativo e il volitivo (entrambi con le vocali finali brevi) egualmente prendano il ‫ן‬
suffisso, mentre allo yactulù (con la vocale lunga) prenderebbe il suffisso in –h. Con questo, i due
formarono un paradigma suppletivo, senza alcuna differenza semantica. Prima del suffisso –h (e
presumibilmente prima del suffisso –n) un ‫ ן‬energico poteva creare instabilità.

Nel ‫ ן‬energico non fu limitato all’uso dell’oggetto, ma potrebbe essere stato aggiunto a una
forma verbale. In questo caso potrebbe essere identificato morfologicamente “paragogico” perché è
un suffisso, benché il relativo significato sia paragonabile a quello del ‫ ן‬energico. Nello sviluppo
dell’ebraico, le terminazioni del ‫ ן‬dopo le vocali brevi erano contratte (o assimilate), seguite
dall’elisione delle stesse vocali brevi. Ma le tracce restano nell’ebraico biblico. In quello che oggi è
chiamato Imperativo allungato e il Coortativo, la –ă finale seguita da un dagesh forte può
rappresentare un precoce –an finale, con la ‫ ן‬assimilata alla consonante seguente e la iniziale breve
–ă allungandola ad -ā (forse a causa del suo essere sottolineato), in modo da non essere contratto
del tutto.

‫ציד[׃‬ ‫השיושלדה ו מצצו וידה רמלי ) צ‬


‫ציידה( ] מְי‬ ּ‫קשמש ל תתך י ו מצ צןא ע‬ ‫תּיןה שישא־ י לנא כ צללליך י ו‬
ּ‫תּללָ מי מרך ו מ ע‬ ‫ע ו‬
ּ‫ו מ ע‬
‫תּמבּ ירּ לכ מצך נ עּפ מ מ רשי‬ ‫עבב ו‬
‫ורּ ו‬ ‫לָה בּ עּ ו א‬ ‫ה מ צבי י‬
‫אה רמלי ו מאו א תכ י‬ ִ ‫א ה בהבּ מ ו‬
‫תּי ו מ י‬ ‫עתממים כ עּ ו א‬
‫אצלשרּ י‬ ּ‫ט ע‬‫מ מ‬ּ‫עשצשה־ מ ןלי ע‬ ‫ו עּ א‬
‫מ ו‬
‫ותּ׃‬ ְ‫א מ‬
‫רּם י‬‫בּ מ ו ל צט ל‬

2
Ora prendi le tue armi, il tuo turcasso e il tuo arco, esci fuori nei campi e prendi
per me della selvaggina;
poi preparami una pietanza saporita di quelle che mi piacciono, e portamela,
perché io ne mangi e l’anima mia ti benedica prima che io muoia.

In sintesi, dall’ebraico e lingue concomitanti gli studiosi ricostruiscono almeno tre tipi di ‫ ן‬per
l’Ebraico pre-Biblico:

1. Il ‫ ן‬suffisso che distingue i verbi indicativi dai verbi modali;


2. Il ‫ ן‬infisso fonologicamente-condizionato che formò un paradigma suppletivo
con ‫ ה‬come suffisso oggetto dei verbi;
3. Il ‫ ן‬energico che potrebbe essere infissa prima ancora di un suffisso oggetto o
suffisso direttamente al verbo.

2. EBRAICO BIBLICO
Anche se la loro derivazione morfologica sembra relativamente chiara, le funzioni delle varie
forme della ‫ ן‬nell’Ebraico Biblico appaiono diffuse e sono difficili da categorizzare. Le forme con e
senza il ‫ ן‬paragogico coesiste con un significato apparentemente identico, suggerendo la distinzione
della ‫ ן‬non più strettamente morfologico o fonologico. Confrontare le forme altrimenti identiche che
significa ‘tu (pl) con morire’ nei seguenti versetti:

‫מללמנ וו וו מצלא תִּג מ ורעו ותבוו‬ ‫אלָואמהים ללא תּמְוא מ‬


ִ ‫כלָ ןו‬ ‫א ה למרּ א‬
‫הג י וןן י‬
ּ‫ך־ ע‬
‫בּתּוו מ‬
‫א לשרּ מ ו‬
‫עץץ א‬
‫ה צ‬‫פ מ למר י י‬ ִ ‫וו‬
‫מ ו‬
3 ‫ו‬
‫מתּמְון׃‬
ְ‫תּמ ר‬
‫פן־ ו‬ ‫ול‬
ma del frutto dell’albero che è in mezzo al giardino Dio ha detto: “Non ne
mangiate e non lo toccate, altrimenti morirete”.

4 ‫מתּמְ ו‬
‫ון׃‬ ְ‫תּמ ר‬
‫א י תשה לָמְוא־רמוותּ ו‬
ִ ‫ה‬
‫אלָ־ מְי‬
‫הנ י ו י רחשש ל‬
ּ‫מרּ ע‬
‫ו צ עּי יא ל‬
Allora il serpente disse alla donna: "voi non morrete affatto;

(Gen 3,3-4, presenza di due forme di supporto col ‫ ן‬paragogico)

‫כן׃‬ ‫עשש ו‬
‫ו־ מְצ‬ ‫ותּו וו עּי עּ ו א‬
‫רּי ל רכם ו מללא תּיתמ ו‬
‫מצנו וִדבּ מ צ‬
‫א מ‬ ‫תּי מ לביאו ו צ‬
‫אלהלי ו מי צ י‬ ‫קוטוןן ו‬
‫ה י‬
ּ‫חי לכם ע‬
ִ ‫א‬
‫אתּ־ א‬
‫ומ ל‬
Poi conducetemi il vostro fratello più giovane; così le vostre parole saranno
verificate e voi non morrete. Ed essi fecero così.

(Gen 42,20. Senza ‫ ן‬paragogico)

‫לָין׃‬
ְִ‫חי מ‬
ִ ‫תּמ‬
‫מה־ ו‬ ִ ‫תּוו תמליד ו ולָ מ‬
ּ‫א י רשה ע‬ ‫מה־ ו‬
ּ‫בהווי אוצאמרּ לָ מ י ראבּ ע‬

3
Guai a chi dice al padre: “Che cosa generi?”, e a sua madre: “Che cosa
partorisci?”

(Is 45,10, con ‫ ן‬paragogico)

‫פ ינ עּןי ללא תּילמחילָו ו‬


‫מ ו‬ ְ‫תּי י תראו ו נ מ ר‬
ִ ‫אם־י מהו או יה מ לאם‬ ‫האוו מ ן‬
ִ ‫תי לָוא־‬ ּ‫ע‬
Non mi temerete? dice l'Eterno, non tremerete davanti a me …

(Ger 5,22a, senza ‫ ן‬paragogico)

Allo stesso modo i suffissi in oggetto in contrapposizione al ‫ ן‬non può essere condizionato
fonologicamente così come mostrato negli esempi sopra, tutti con la terza persona maschile
singolare nella forma dello yiqṭol ּ‫̶ עב‬ ּ‫ ר‬se è un Qal oppure un Hifil.
Incapaci di spiegare la diversa distribuzione della ‫ ן‬nelle sue forme riguardo ai suoi motivi
morfologici o fonetici, gli studiosi hanno suggerito una vasta gamma di altri fattori potenziali, tra
cui il seguente: il ‫ ן‬paragogico può generare contrasto o una sorta di qualità avversativa tra le
aspettative circa la sua asserzione (Hoftijzer 1985); può avere un significato modale, segnando un
livello di modalità tra quello delle forme di volizione (come lo Jussivo o l’Imperativo) e l’Indicativo
(Zewi, 1999); può riflettere una semplice regola sintattica (o fonologica) a volte applicata
erroneamente a causa di ipercorrezione (Kaufman 1995); essa può rappresentare un arcaismo
imparato (uno studioso partecipa nell’unicità della sua persona e il carattere insostituibile della sua
conoscenza) come una questione di stile (Williams 1972: 84–85; Rainey 1990); o può
semplicemente indicare enfasi generica (GKC §47m; Joüon and Muraoka 1993:§44e).
Si nota spesso nel tardo ebraico biblico (per esempio l’ebraico in Cronache) sembra cancellare i
casi del ‫ ן‬presenti nei passaggi sinottici nel 1° e 2° libro dei Re in cui suggerisce che la stessa
appartiene alla fase classica della lingua. Grazie allo studioso Rainey’s si acquisisce maggior fiducia
allorquando questi sostiene che “il suffisso accusativo col ‫ ן‬segna l’imperfetto indicativo, ma non
distingue tra i due suffissi oggetto col ‫ן‬. Secondo la sua comprensione circa il sistema verbale, i
verbi con ‫ ן‬suffisso sono contrassegnati come il lungo yiqṭol (imperfetto), e i verbi con il suffisso ‫ה‬
sono contrassegnati come il breve yiqṭol (il preterito [tempo passato] wayyiqtol e lo jussivo). Questa
distinzione può essere notata negli esempi riportati in Deuteronomio e Giobbe, soprattutto in
Deuteronomio ‫דרּ משלשנ וו ו‬
‫( י מ‬Dio) ne richiederà - indicativo, e la forma in Giobbe ‫( ימדרּ משצשהו ו‬Dio)
non cercarlo – jussivo.

‫שנ וו ומיהליוה א‬
‫אלָו לןהיןך‬ ‫א א רחרּ לָ משעּשלָ מ ותמוו מְִ ו‬
‫כי־ יד ו ןר ישש ימדרּ מ ת ל‬ ּ‫אלָוללהיך י צלא תּמ ע‬
‫לָיה ילוה א‬
ּ‫כי־תִּ צד ירּ ןנללדןר ע‬‫מְִ ו‬
‫טא׃‬‫ח מ‬
‫ה יציה בּ מרך מְצ‬
‫עלימך מ ו מ י‬
ִ ‫מ‬ ‫מְצ‬
Quando fai un voto all'Eterno, il tuo DIO, non tarderai ad adempierlo, perché
l'Eterno, il tuo DIO, te ne chiederà certamente conto e tu saresti colpevole; (Dt
23,22)

‫רּה׃‬
‫ה מְי‬ ‫תּוו ה רפע י‬
‫ע ליליו נ מ י‬ ‫אלָ־ ו‬
ּ‫עלָ ו מ ע‬
ּ‫מ י תמ ע‬
ִ ‫ה‬ ‫אלָ־ימדרּ מ א לשהו ו א‬
‫אללוו עּו‬ ‫האה ו‬
ּ‫וא י מְמהמהי צח ישלשך מ מְע‬ ּ‫ה ציוום ע‬
ּ‫ע‬
4
Quel giorno sia tenebre, non se ne curi Dio dall'alto, né splenda su di esso la luce!
(Gb 3,4)

Il numero delle suggestioni scientifiche riflette i molti modi (apparentemente estranei) del ‫ ן‬nelle
funzioni ebraiche bibliche. Quello che segue è un tentativo (a) di separare le varie funzioni delle
forme e (b) una sintesi che potrebbe spiegare la grande variazione all’interno delle loro funzioni.

Direzione o movimento. Il ‫ן‬ paragogico può indicare la direzione o il movimento, simile a


direzionale (o locativo) ‫ ה‬anche se è senza una destinazione esplicita:

‫קם׃‬ ‫הי יןה מ לכי תּמְצלָ צלכוןו צלא תּצלָ מרכו ו צ‬


‫רּי מְי‬ ‫מצ מ תירים ו מ י‬
ִ ‫עי א לני‬
‫ה ל רזה בּ מ ו צ‬
ּ‫עם־ ע‬
‫ה י‬ ‫ו מנ יתּעּ מ בת י ל‬
‫אתּ־צאחן מְי‬
E concederò a questo popolo favore agli occhi degli Egiziani; e avverrà che, quando
ve ne andrete, [uscirete] non ve ne andrete a mani vuote (Es 3,21)
La direzione non dev’essere geografica o spaziale, ma può essere comunicativa, come ascoltare
qualcuno o litigare con taluno:

‫מעוןן ו לָ מקולללך י‬ ‫האאא ל ו‬


‫לָה ו מללא ישמש מ‬ ‫האותתוותּ י‬ ‫אמממינו ו ג עּ ו ם‬
‫ם לָ ִשמש ןנאי י‬ ‫אם־ללא י עּ א‬
ִ ‫ה מי יה‬
‫ומ י‬
Ma, se essi non crederanno neppure a questi due segni e non ubbidiranno
[ascolteranno] al/la tua voce (Es 4,9)

‫שה‬
‫ם מו ל ל‬
‫ה ן‬ ‫ו־ צילנו ו ה רמים ו מנ ִשמש ל תתה ו ל עּי יא ל‬
‫מרּ לָ י ל‬ ‫תּנ ו‬
‫מלרו ו ו מ‬
‫שה ו ל עּי יא מ‬ ‫עם־מו ל ל‬ ִ ‫ם‬ ‫ע ן‬
‫ה י‬ ‫רּבּ י‬
‫ו לעּיי ל‬
‫אתּ־מיהמְיוה׃‬ ‫תּמנ עּרסוןו ל‬
‫מה־ ו‬ ּ‫מלמדי ע‬ ִ ‫רּיבּוןן ו‬
‫ע יו‬ ִ ‫תּמ‬
‫מה־ ו‬ּ‫ע‬
Allora il popolo contese con Mosè e disse: “Dacci dell'acqua da bere”. Mosè
rispose loro: “Perché litigate con me? Perché tentate l'Eterno?” (Es 17,2)
Questo può essere confrontato con l’imperativo allungato, che può denotare movimento o
direzione verso o per conto di qualcuno o qualcosa (Fassberg 1994:13–35; Shulman 1996:65–84). Il
‫ ן‬paragogico e ‫ ה‬paragogico, quindi, condividono questa funzione.

Aspetto. Come Rainy ha dimostrato, il suffisso oggetto con il ‫ ן‬può indicare l’aspetto
imperfettivo (nei suoi termini, indicativo imperfetto, non jussivo o preterito).

‫נה ג מ ונ מְרְבּ מ מ לתי ליוום ו וג מנ מְרְבּ מ מ רתי‬


‫ק ל תש י ו‬ ‫מי ימ ר ודי ו‬
‫תּמבּ עּ מ‬ ִ ‫נה‬
‫חללט י ו‬
ּ‫א ע‬ ‫אללליך י י‬
‫אנו מ לכי א‬ ‫תּי צ‬
ִ ‫ה א לבא‬
‫טרּ צפ יןה לָוא־ צ‬‫מ‬
‫לָה׃‬‫לָ מְיי מ י‬
Io non ti ho mai portato gli animali lacerati dalle fiere; ne ho subita la perdita
io stesso [di esso]; tu reclamavi da me ciò che era stato rubato [richiesto] di
giorno o rubato di notte. (Gen 31,39)

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Anche se Rainy chiama così il ‫ ן‬energico, può essere prudente riservare il termine “energico” per
i casi in cui il significato stesso sia evidente. Poiché l’aspetto imperfettivo non si qualifica come
energico, questi possono essere semplicemente chiamati ‫ ן‬suffissi.

Modalità. Il ‫ ן‬paragogico può anche indicare modalità deontica (proibizione o permesso di


compiere determinate azioni), come in obbligo o permesso.

‫ני׃‬ ‫סּרפוןו לָ ִרּ מצאוותּ ו‬


‫פ י מְי‬ ִ ‫תּמ ל תכם צלא תּו‬
‫א ו‬ִ ‫קו רט ין‬
‫ה י‬
ּ‫חי ל צכם ע‬
ִ ‫א‬
‫אם־צלא י צ בארד א‬
ִ ‫עבּ ילד יך י‬
‫אלָ־ א‬
‫מןר ל‬
‫ת יא ל‬
‫ו עּ ן‬
Ma tu dicesti ai tuoi servi: “Se il vostro fratello più giovane non scende con
voi, voi non vedrete più la mia faccia” (Gen 44,23)

Questo può essere considerato ‫ן‬ energico allorquando di seguito lo stesso ne indica divieto o
mancanza di permesso.

‫הצמו ו‬
‫עשש ןו ו מללא יו לויכלָו וו מ י‬
‫נהו וו עּי מְִ ותּמג י ו א‬
‫עבּ מ תלר מ‬
ּ‫חק־עוו רילם ו מללא י עּ ע‬ ‫תּי חווןל ג מ ולב ו‬
‫ולָ לָ עּ ליים י‬ ִ‫מ ו‬ ‫אשלשרּ־ ה לש מ‬
‫נהו׃ו‬
‫עבּ מרּ מְרְ מ‬ ּ‫ג עּ ריליו ו מצלא י עּ ע‬
che ho posto la sabbia per limite al mare, come statuto eterno che non
oltrepasserà mai? Le sue onde si agitano ma non prevalgono, rumoreggiano
ma non la sorpassano | (essi non devono passare su di esso) Ger 5,22

Marcatura tematica. Una funzione alquanto diversa è stato suggerito riguardo al ‫ ן‬paragogico,
vale a dire, può servire come marcatore tematico, un dispositivo editoriale che contrassegna una
determinata clausola del tema del testo. Un testo è considerato coerente se contiene un tema che
unisce tutta la sua struttura. Quindi, un marcatore tematico è qualcosa che segna una clausola come
parte di un tema secondario o terziario, ma pur sempre parte del tema principale unificante del testo.
Questo uso del ‫ ן‬paragogico come marcatore tematico sembra piuttosto evidente in Gen 3, 1-7, nel
contesto immediato di cui il soggetto da morte apparente svolge un ruolo abbastanza ridotto.
Piuttosto, il tema sembrerebbe aver a che fare con la dimostrazione del serpente nel suo essere
astuto con la donna nell’ingannarla; questo può essere abbastanza probabile. La presenza del ‫ן‬
paragogico sui verbi del morire suggerisce un’inversione:
a) la morte non è un tema secondario
b) è il risultato dell’inganno del serpente
c) risulta essere il tema primario
d) l’inganno del serpente è semplicemente il mezzo narrativo che introduce il tema primario
Il vero tema del passaggio è l’origine della morte, il serpente e la donna sono gli strumenti che la
inaugurano.

‫מללמנ וו וו מצלא תִּג מ ורעו ותבוו‬ ‫אלָואמהים ללא תּמְוא מ‬


ִ ‫כלָ ןו‬ ‫א ה למרּ א‬
‫הג י וןן י‬
ּ‫ך־ ע‬
‫בּתּוו מ‬
‫א לשרּ מ ו‬
‫עץץ א‬
‫ה צ‬‫פ מ למר י י‬ ִ ‫וו‬
‫מ ו‬
‫מתּמְ ו‬
‫ון׃‬ ְ‫תּמ ר‬
‫פן־ ו‬ ‫ול‬
ma del frutto dell'albero che è in mezzo al giardino Dio ha detto: “Non ne
mangiate e non lo toccate, altrimenti morirete”. Gen 3,3
6
‫מתּמְ ו‬
‫ון׃‬ ְ‫תּמ ר‬
‫א י תשה לָמְוא־רמוותּ ו‬
ִ ‫ה‬
‫אלָ־ מְי‬
‫הנ י ו י רחשש ל‬
ּ‫מרּ ע‬
‫ו צ עּי יא ל‬
Allora il serpente disse alla donna: “voi non morrete affatto” Gen 3,4

Allo stesso modo, in Genesi 18 assistiamo a una sovrabbondanza di ‫ן‬ paragogico (‫סּרּון ו‬
‫ח מ‬‫י עּ מ‬
mancano e ‫צאון ו‬
‫מ מ‬
‫ י יו‬si trovano - per cinque volte) e queste suggeriscono che il tema del testo non è
semplicemente la questione se la rettitudine potrà essere trovata in Sodoma e Gomorra. Invece delle
due città essendo primarie e la questione della rettitudine secondaria, le ‫ ן‬paragogiche suggeriscono
ciò che la tradizione più tardi ha tramandato: la questione principale è se la giustizia potrà essere
trovata in tutti e ovunque sulla terra. Sodoma e Gomorra è soltanto un test-case riguardo alla terra,
al mondo. Solo in tal senso ciò rende più senso alla storia e restituisce una centralità riguardo le due
città.
Come terzo esempio esamineremo Deuteronomio capito 1 dove si nota un gruppo di tre verbi
con il ‫ ן‬paragogico circoscritte in una sezione, circa la necessità di una leadership oltre a quella di
Mosè.

‫ני־למאישש מ צכי‬ ‫פמ צ‬‫מ ו‬ ‫מלעוןו ללא תּיןג ו‬


ִ ‫ורּ ןו‬ ‫קו לט ין כ עּ וג י ודוןל ו‬
‫תִּשמש י‬ ‫משמשאיפט כ עּ ו י‬ ‫לָמְוא־תּעּןמכירּו ופ י תנמים בּ עּ ו ִו‬
‫תּיו׃‬
ְ‫ע ו ִמ‬ ‫מ מ‬ּ‫א רהלי ו ושמש ע‬
‫קרּ ִצבוןו צ‬
‫תּעּ מ‬
‫מללכם ו‬
ִ ‫ק לשה‬ ‫א לשרּ י מ‬ ‫ה יד ובּ יןר א‬ ‫לָאלָו מ להים תה ו‬
ּ‫וא ו מ ע‬ ‫משמש י רפט צ‬ ‫ה ִו‬
ּ‫ע‬
Nei vostri giudizi non avrete riguardi personali; darete ascolto al piccolo e al
grande; non temerete alcun uomo, perché il giudizio appartiene a Dio; il
caso che è troppo difficile per voi lo recherete [porterete] a me, e io lo
ascolterò. Dt 1,17

‫עשמְש ו‬
‫ון׃‬ ‫תּעּ א‬
‫אצלשרּ ו‬
‫ה מד ובּ י רמרים א‬ ‫ה מ תהוא א צאתּ י ו‬
ּ‫כלָ־ ע‬ ּ‫אתּמ ל רכם בּ י ו א לעתּ ע‬
‫אצ עּ צלוה ל‬
‫וי א‬
In quel tempo io vi ordinai tutte le cose che dovevate fare. Dt 1,18
Questi versetti si trovano alla fine di una sezione secondo cui oltre alla leadership di Mosè, si
pensava o si discuteva sulla necessità di nominare altri giudici vv. 9-18. La sezione s’inserisce in
modo goffo all’interno di Dt 1 la quale si preoccupa e occupa, in modo esclusivo, circa la
concessione (e perdendo) la terra di Canaan. All’interno di questi versetti non v’è menzione della
terra, ma l’enfasi è piuttosto posta sulla necessità della leadership e per l’efficacia del Consiglio dei
giudici. Ancora una volta, sembra possibile che, mentre si potrebbe supporre che il tema principale
fosse ottenere la terra, con un tema secondario ciò lega alla responsabilità dei giudici e alla
correttezza nel giudicare equamente e imparziale, vivendo nel paese. Per tal motivo le ‫ ן‬paragogiche
ancora una volta suggeriscono un’inversione (ne indicano anche direzione e modalità). Il
Deuteronomio tratta solo in secondo luogo sulla terra stessa, ma in primo luogo sullo scopo della
donazione del paese: in modo che gli Israeliti vivendo in essa, possano giudicare giustamente e in
modo imparziale gli abitanti.

‫אלָו ל רהיך י נו א צתן‬


‫אשלשרּ־מיה יצוה א‬
‫רּץ א‬
‫הליא ל‬
‫אתּ־ י‬
‫חי לןה ו מי ירּ עּשמש י לת ל‬
‫תִּמְ מ‬ ּ‫תִּרּ מ תד יף לָ מ ה למ ע‬
‫ען ו‬ ‫ל צצלדק ל רצ לדק ו‬
‫ך׃‬
‫לָ מְי מ‬
7
Seguirai interamente la giustizia, affinché tu viva e possieda il paese che
l'Eterno, il tuo Dio, ti dà.

È degno di nota che il ‫ן‬ paragogico non funge solamente da marcatore tematico, ma un
addizionale ‫ ה‬rende i verbi del lungo wayyqtol funzionanti allo stesso modo, come in 1Sam 1,7 e
17,42. Ciò può suggerire che le altre ‫ ה‬sui verbi nella forma del lungo wayyqtol dovrebbe essere
considerate paragogiche, mettendo in essere un paradigma suppletivo con il ‫ן‬. Nell’esempio di
1Sam 1,7 il pianto di Hannah è implicitamente paragonabile al pianto degli Israeliti come riportato
nei precedenti capitoli dei giudici, con molti confronti conseguenti da fare tra il loro pianto (per la
perdita di Benjamin, a causa della malvagità) e Hannah (non per la sua rettitudine, ma per mancanza
di bambini). Lo scopo del confronto è quello di cominciare a contrastare l’ormai tempo passato dei
giudici e la loro leadership malvagia, inaugurando in tal modo un nuovo tempo a venire introdotto
dal figlio dei giusti Hannah e Samuele.

‫כלָ׃‬
ּ‫תִּבּ מ ל רכה ו מצלא תּוא מְע‬
‫נה ו עּ ו‬
‫ע ל תס י ו‬
ִ ‫תּעּכ מ‬
‫עלָותּיןה בּ מ ו א לביתּ מיה לו יה א רכן ו‬
‫מ א לדי א‬
ִ ‫ש ה שיש י לנ ה בּ משיש אניה‬ ‫ו מןאכ ן י עּ א‬
‫ע תל‬
Così succedeva ogni anno; tutte le volte che Anna saliva alla casa
dell'Eterno, Peninna la molestava; per cui ella piangeva e non prendeva più
cibo. 1Sam 1,7

3. CONCLUSIONE

In sintesi. I vari tipi di ‫ ן‬sono stati analizzati per indicare:

1. direzione o movimento (tipo di locativo)


2. aspetto imperfettivo
3. modalità
4. marcatura tematica.
Anche se a prima vista e completamente estraneo, queste categorie di fatto corrispondono a
diverse fasi del percorso evolutivo di un verbo e al modo presente-tensivo, dando espressione al
locativo assumendo aspetto imperfettivo generico ed eventualmente svilupparsi in forma modale
(con molte altre fasi possibili in mezzo) (Bybee ed altri, 1994). Quando una forma è in transizione
tra i significati, questi sono associati spesso con un certo genere di evoluzione del discorso, come si
evince, per esempio, nell’aramaico moderno (Kann 2000). L’so del ‫ ן‬paragogico come indicatore
tematico si adatta bene come categoria evolutiva del discorso. Può essere possibile, allora, che i
diversi generi del ‫ ן‬siano in effetti tutti relativi, in quanto rappresentano le fasi inerenti allo sviluppo
dell’attuale verbo in tensione (yiqtol o l’imperfetto).
Più volte il ‫ ן‬è apparso in distribuzione complementare con ‫ ה‬formando insieme un paradigma
aggiuntivo. In ebraico pre-Biblico la ‫ ן‬e la ‫ ה‬suffissi per gli oggetti erano condizionati solo
foneticamente, mentre in Ebraico Biblico sono venuti ad appartenere a diverse coniugazioni. In
Ebraico Biblico, il ‫ ן‬paragogico e la ‫ ה‬paragogica sembrano essere allomorfe (variante di un
morfema determinata dalla parola precedente o dal fonema iniziale della parola seguente per
esempio le forme dell’articolo singolare maschile il, lo, l’) indicando sia la direzione o movimento,
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modalità, sia la marcatura tematica. Entrambi sono derivati dalle forme del ‫ ן‬di un ebraico
precedente. In conclusione, l’uso del ‫ ן‬sui verbi ebraici-biblici era un tempo centrale circa il sistema
verbale, distinguendo sistematicamente tra Indicativo e modale, segnando la coniugazione energica.
Nella fase biblica della lingua la ‫ ן‬è molto meno diffusa, ma, quando presente, sembra conservare le
funzioni corrispondenti alle varie fasi dello sviluppo della coniugazione Yiqtol (prefissa).
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