You are on page 1of 27

NON EDIZIONI IL CAZZARO DI 65C02

Al vertice della tensione


Al ve rtice della te nsione, ne l bacino de l Nilo, un dramma climatico intre cciato nell'insolubile
questione de lla sovrappopolazione in Africa!. Ne l bacino del Nilo, dove , come , quando tutto
com inciò ne l 2050.

Chip65C02
18/02/2018
✔Note Legalesi.
Il webmaster 6502 & Terminetor Magnetico ha costruito una distopia con
uno spaccato romanzato ambientato da qualche parte nel continente
Africano, durante le fasi iniziali delle Guerre Puniche II e della WWIII
intorno al 2050, l’obiettivo del racconto é intrattenere & far riflettere
il lettore.

In nessun caso sono collegate all’autore le persone, enti, organizzazioni


e quant'altro citato direttamente od indirettamente nel testo. È
importante tenere presente che ogni riferimento esplicito od implicito a
fatti o persone, enti, organizzazioni, eventi, circostanze future o
presenti o passate che taluni lettori possono riconoscere od associare è 2
del tutto casuale ed immaginario. L'ebook.pdf è no-profit, l’autore non
persegue nessuno scopo di lucro o profitto diffondendo online il
materiale assemblato. Il volume è liberamente stampabile in tutto od in
parte, è inoltre distribuibile senza alcuna limitazione legale, purché
non ne sia alterato il suo contenuto e siano rispettate le condizioni di
Copyleft(by-nc-nd)

A tale proposito ricordo che questo documento non è un sito


d'informazione e nemmeno un risultato di un prodotto editoriale, l'ebook
in PDF non contiene immagini di qualità, per cui la resa grafica
dovrebbe essere alquanto limitata. L’ebook dovrebbe essere facilmente
stampabile ed intuitivamente rilegabile o spillabile in un vero libro già
correttamente impaginato. Le immagini non dovrebbero essere coperte da
copyright, le ho trovate con google.images e le ho lasciate in RGB e
convertite in bianco e nero a 96dpi per complicare la stampa, le ho
inserite usando il diritto di citazione. E’ possibile che altre foto
reperite con google.images io le abbia sintetizzate artificialmente
mantenendo l’RGB per gli scopi letterari, oppure degradate in scala di
grigio, invocando il diritto di citazione. In ogni caso le fotografie
restano di proprietà dei loro legittimi proprietari bla, bla, bla... Non
è "garantita al limone" la resa grafica ed il processo di stampa di cui
ogni utente ne assume la piena responsabilità.

Il webmaster non si assume la responsabilità della completezza


dell’informazioni pubblicate, dei problemi, danni di ogni genere che
eventualmente possono derivare dall'uso proprio od improprio di tale
file, dalla stampa, dall'interazione e/o download di quanto disponibile
online. Tutti i marchi, loghi, organizzazioni citati direttamente od
indirettamente sono di proprietà dei loro legittimi proprietari bla, bla,
bla... tutelati a norma di legge dal diritto nazionale/internazionale,
bla, bla, bla... legalmente registrati ecc... sì insomma dai!, non dite
che non avete capito!.

✔ Testo ottimizzato per una fruizione digitale in PDF


✔ Testo ottimizzato per la stampa in fronte retro
✔ Testo ottimizzato anche per la stampa “non in fronte retro”

“al vertice della tensione ” stampato 18/2/2018 (v1.0) è in COPYLEFT(BY-NC-ND)

➜ http://creativecommons.org/licenses/by-nc-nd/3.0/
6502 & Terminetor Magnetico
Indice

Prefazione: breve introduzione alle Guerre Puniche II ….… pag. 4

Capitolo 1: I pozzi erano secchi …….……………….……………..… pag.12

Capitolo 2: Operazione Ramses …....……………….……….…….… pag.15

Capitolo 3: Il Nilo è degli egiziani …..……….….……….……….… pag.16

Capitolo 4: La battaglia per il golfo di Aden ..……….……….… pag.21 3

Capitolo 5: La cris i è innescata ………….….……...……..……...… pag.23


Prefazione: Breve introduzione alle Guerre Puniche II

Sono sintetizzate in poche pagine, senza costringere i lettori a


leggersi gli Scenari Strategici su WWIII & Guerre Puniche II, una
piccola introduzione sulle future Guerre Puniche II:

►Intorno al 2050 gli africani saranno 2.4MLD


►Se 1 africano su 2 africani migrerà per climate change, allora:
• 1.2MLD di africani saranno in movimento. 4
• 1.2MLD di africani resteranno stanziali.

Non é detto che tutti gli 1.2MLD d’africani in movimento, si


dirigeranno verso le coste bagnate dal Mediterraneo nel NordEst
Africa, tuttavia è indubbio che la grande maggioranza punterà
quella zona, per delle banali ragioni economiche e demografiche:

→la Tunisia: perché con curva demografica bassa, con correnti


marine di superficie favorevo li verso Sicilia, Sardegna, pers ino
Tirreno centrale, nonché territorio d’interesse dove passa il green
stream.
→la Libia: perché con curva demografica bassa, un paese ricco
con montagne di denari in c/c esteri, giacimenti di petrolio, gas,
praticamente senza confini difendibili dato che ci sono moltissime
oasi, con stabili rotte da sud a nord.
→l'Egitto: perché il paese ha il fiume Nilo, nonché il grande
bacino artificiale d’acqua dolce Nasser, il canale di Suez che é sia
scalo portuale per migrare a nord, sia snodo strategico-militare e
rapida porta per il golfo Persico e l’Oceano Indiano.

Vi sono altre ragioni Strategiche sul perché la fantomatica realtà di


Chartago sia attesa sulle coste NordEst dell’Africa, bagnate dal mar
Mediterraneo; ma non è questa la sede per evidenziarne le ragioni.

Stimando al 2050 circa 140MLN di nordafricani resistenti (egiziani,


tunisini, libici) tali popolazioni del nordest africa se la dovranno
vedere con 1.2MLD di sub-sahariani in movimento.
E' vero che l'Egitto é oggi pesante militarmente (ha una grande
eterogeneità d’equipaggiament i di terra e d’aria, che non aiutano
nel tempo a mantenerli in efficienza, a causa dei diversi costi di
manutenzione e bassa standardizzazione). Tuttavia, si suppone che
anche domani l’Egitto sarà pesante militarmente, ma 1.2MLD di
combattenti, sono
140MLN : 1.2MLD ossia 7difensori : 60attaccanti

5
L’Egitto disporrà di atomiche tattiche in futuro?!
Non credo proprio, il rischio che la NATO perda il controllo di tali
armi (come quelle che sono state dispiegate durante la guerra
fredda in Pakistan), è troppo elevato. Non è credibile che la NATO
accetti una proliferazione atomica in Egitto sviluppate per vie
esogene od endogene. La Libia del colonnello Gheddafi avrebbe
voluto la bomba, ma ebbe ad ottenere solo armi chimiche!.

L’Egitto entrerà nell’Unione Europea e/o nella NATO?!


E’ possibile ma è alquanto improbabile.
L’Egitto non è una democrazia e soprattutto non esiste alcuna
strategia europea per disattivare la bomba demografica Africana ed
i problemi di climate change nel Mediterraneo. Non esiste in UE,
nemmeno un interesse ad allargare la UE ai paesi del Mediterraneo
del Sud. E non vi potrà mai essere nulla di simile, s ino a quando gli
stati europei non devolveranno le competenze della difesa e della
politica estera agli Stati Uniti d’Europa, creando USE Navy, USE
AirForce, USE Army, con un segretario di stato europeo che non
abbia diplomatici europei di politica estera, tra le palle!.

Aiuteranno gli Europei i popoli del nordest africa a difendersi da


un'invasione di terra di dimensioni bibliche, composta da sub-
sahariani (armati o semplice bomba umanitaria?)
Non credo proprio!, il nuovo punto d’equilibrio sulle coste bagnate
dal mar Mediterraneo nel NordEst africa, in ogni caso sarà avverso
alla NATO, perché non ci sono risorse nell'area per sostenere
1.2MLD di persone oppure 900MLN di persone!.
E tutto questo, senza articolare ipotesi sulle potenziali
strumentalizzazioni gengiskane, su tale tipo di processo endemico
in Africa, che potrebbe essere un’interessante opportunità per
progettare una diversione strategica di WWIII, ingaggiando gli
Europei da Sud, qualora fossero dei Defenders della repubblica
Zarina. Quindi, stimando 300MLN di morti per i sub-sahariani per
conquistare l'area di Chartago, il numero di africani deceduti solo
per l'emersione di Chartago, si aggirerebbe sui 440MLN ossia:
6
300MLN di morti sub sahariani +
140MLN di morti dei resistenti nordest africani.

Ovviamente non sarebbero finite le Guerre Puniche II, ma queste


sarebbero solo l'iniz io!.

Infatti sul Nord-Est resterebbero accatastati 900MLN di persone


ossia i sopravvissuti (1.2MLD-300MLN). Queste popolazioni
necessiterebbero di migrare, non essendoci risorse vitali sufficienti
per tale massa di persone, nell'aerea di Tunisia + Libia +Egitto.

Nell'universo pessimista
E’ il più probabile, per un osservatore
moderno. La repubblica italiana si sarà
dissolta, la penisola italiana sarà immersa
nel nuovo medioevo, con almeno 6
partizioni diverse, con 6 monete-coupon della disperazione, con 4
posizioni politiche diverse, di fronte alla massa sub.sahariana in
movimento. I regni mafiocamorroidi stringerebbero accordi con
Chartago, agevolando la migraz ione Sud→Nord. Confrontare con
Guerre Puniche II nel Nuovo Medioevo.

Quindi, in cifre si può stimare che solo al primo anno di WWIII,


potrebbero arrivare nella penisola italiana (priva di filtri militari
navali, priva di filtri militari di forze di terra) tra il 5%-10% dei
sub-sahariani che saranno accatastati nel nordest africa. Ciò
equivale ad un urto di 45MLN-90MLN di persone, che armate con
armi leggere, un po' di APC ed un po' di tank, effettueranno pulizie
etniche, nonché escaleranno il conflitto contro la NATO, con il "virus
degli elefanti".

Non ci vuole un genio militare per capire che sia la penisola italiana,
quanto quella greca, se saranno colonie di Chartago, finiranno
nuclearizzate dalla NATO, che applicherà la ferrea logica militare
delle porte stagne, per salvare l’Europa!.

7
Quanti morti italiani per Guerre Puniche II per pulizie etniche e
nuclearizzazioni NATO, nell’universo pessimista?!

• Il sud italia alleato dei chartaginesi non subirebbe pulizie etniche,


dato che sarebbe alleato dei chartaginesi.
• Il distretto umbro-maremmano: stimato a 7MLN circa
• Il distretto orientale: stimato a 11.6MLN
Totale≈17.6MLN

• Le attese sono che il distretto piemontese sia solo marginalmente


sfiorato dal fenomeno. Non perché questo sarebbe capace di
resistere all'urto militare chartaginese, ma perché i chartaginesi
attaccherebbero la ex_jugoslavia, virando ad Est, in seguito alla
diversione strategica di WWIII. I cartagines i userebbero la penisola
italica come colonia e proiezione verso l’Est Europa. Obiettivo
cartaginese: minare la proiezione Europea ad Est, in sostegno della
repubblica Zarina, saldando diversione con necessità migratorie!.

Difficile valutare il numero di morti nel coacervo di piccoli stati della


ex_jugoslavia, Austria, Ungheria, Romania, Bulgaria, Repubblica
Ceca e Slovacca, per guerre urbane & epidemia di “virus degli
elefanti”.

In ogni caso é fuori di dubbio che nelle guerre puniche II saranno i


sub-sahariani a versare più sangue all'altare di Chartago:

►perché i sub-sahariani perderanno le Guerre Puniche II, finendo


nuclearizzati dagli europei sia nelle co lonie (italia e grecia) sia in
terra di Chartago, dato che l’Europa salverà se stessa a colpi di
B61.
(900MLN-90MLN)*0.8≈648MLN stima neutra dei morti sub-
sahariani, accatastati nel nordest africa del mediterraneo, per
morte sotto le bombe nucleari tattiche europee, risposta militare
non convenzionale all’attacco cartaginese con il virus degli elefanti,
in Europa.
90MLN*0.5≈45MLN stima neutra dei decessi sub-sahariani per
8
nuclearizzazione della penisola italica, greca, ingaggi in paesi
ex_jugoslavia

►perché i sub-sahariani e nordafricani, perderanno circa ≈400MLN


di morti durante l'emersione di Chartago.
Totale≈693MLN

Obiettivamente cosa sono 11.6MLN di morti italiani per pulizia


etnica chartaginese, contro i circa 693MLN di morti sub-sahariani?!
Niente!, le pulizie etniche nella penisola italica sarebbero
appena 1.67% dei morti delle Guerre Puniche II.

Nell’universo atteso
E’ il meno probabile per un odierno
osservatore. Esiste un limite di 2.5MLN di
moto barchini alla produzione di Chartago
(con un potenziale rischio di un tetto
massimo stimato a 7.5MLN≈3*2.5MLN) generando un reale e
futuro rischio di una massa salpante annua minima di almeno
2.5MLN di natanti pari a 15persone*2.5MLN≈37.5MLN di persone
all’anno, spalmate su un battlegroup quotidiano salpante di 6850
piccoli mezzi con 12 nodi di velocità media.

I buonisti di oggi (e domani), delirano di tenere le frontiere aperte


in modo costante nel lungo periodo. A mio avviso, questi pazzi
aprono la strada alle Guerre Puniche II, dato che faranno passare il
concetto in africa, che ai sub-sahariani basterà migrare in Europa
per risolvere ogni loro problema. Tutte le risorse europee (che sono
scarse e suscettibili d'impieghi alternativi e concorrenti), finiranno
in modo esponenziale per essere stanziate prima sull'accoglienza.
Poi saranno tagliate, a causa delle migraz ioni interne alla UE per il
“severe weather” nel nord Europa, causato da climate change e
blocco della corrente del Golfo e per danni di mini-uragani
mediterranei del Climate Change in Europa!. Il lavoro dei missionari
in Africa andrà in vacca: per assenza di risorse dall’Europa all’Africa
e per climate change in Africa (a prescindere da ciò che potrebbero
9
decidere di fare i gengiskani!).
In ogni caso, non ci saranno risorse europee da spendere in
Africa per aiutare queste persone, non si userà la leva del cambio
Euro/monete africane decuplicando localmente gli aiut i stanziati in
Euro, per politiche di controllo nascite, quindi l’Africa sarà lasciata
all’iniz iativa Cinese. Questa non sarà percepita come minaccia, non
avendo i gengiskani una storia colonialista alle spalle.

Quindi detto in due parole: non ci sarà alcuna mitigazione delle


Guerre Puniche II da parte dell’Europa.

Chi fa la parte del cattivo in questa apocalittica storia futura?!

Sono forse oggi i “buoni” i cattocomunisti italiani, che


vogliono spalancare le porte dell’europa senza soluzione di
continuità, aprendo le frontiere a flussi sub-sahariani, che saranno
esponenzialmente crescenti nel tempo, prima o poi porteranno ad
un’inevitabile chiusura dell’Europa, scontro e nuclearizzazione del
nord Africa, da parte dell’Europa.

Oppure oggi i “buoni” sono quelli che appaiono duri con


l'immigrazione clandestina e restano inascoltati sugli Stati Uniti
d’Europa, l’unico veicolo istituzionale europeo, con cui sperare di
raggiungere tardivamente l’universo ottimista, per provare a
sminare l’attrattore caotico guerrafondaio delle future Guerre
Puniche II, nelle quali saranno soprattutto i sub-sahariani a
perderci. Confrontare con “Remington Ride” pag.5

Mentre il lettore interessato, se vorrà, potrà sviluppare le analisi di 10


Guerre Puniche II & WWIII consultando la collana Scenari
Strategici, gli altri meno interessati al topic, potranno dilettarsi in
questo breve romanzo distopico.

La fabula della saga Battle for Chartago, si snoda a ritroso


nel tempo, questo ebook è il prequel di “Battle for Assuan”.
Incontreremo letterariamente il co lonnello gengiskano Shao (padre
del “memorandum la Stella Verde”), nella Situation Room al Cairo
osserveremo lo Stato maggiore egiziano. Il picco lo Kumi e la sua
famiglia, il rivoluzionario Abasi, introdurranno il lettore sul campo,
durante la fase iniziale del processo della levata di Chartago,
quando all’orizzonte era già visibile la WWIII in Asia.

Buona lettura!
11
Capitolo 1: I pozzi erano secchi.

12

Asad tornava a piedi dalle sue colt ivaz ioni, queste erano tutte
secche e morenti, le fatiche di anni, erano state spazzate via in
meno di una stagione, presto sarebbe restato loro solo un pugno di
sabbia arida; il deserto e la savana secca avanzavano inesorabili,
ormai avevano raggiunto il villaggio!.

Asad era seguito dai suoi due figli: il ventenne Kamau ed il


quattordicenne Lutalo, entrambi erano arrabbiati, preoccupat i, si
sentivano impotenti davanti a quello che stava succedendo loro,
silenziosi camminavano in colonna dietro al padre, per ordine di età
decrescente.

-Quanto durerà l’acqua nei pozzi?!- chiese Kamau.

-Prima dell’inizio dell’estate i pozzi saranno secchi: lo ha


confermato anche Onkono. Potremo usare i pozzi ancora per
qualche mese, ma dovremo razionarla- rispose seccamente Asad.

-Padre- chiese Lutalo -ed il nostro campo?! e tutte le nostre


coltivazioni?! E poi se i pozzi dall’estate saranno secchi, nel villaggio
cosa faremo?!-

-I campi sono distrutti, noi dovremo tornare a vivere di caccia,


dovremo ritornare nomadi, dovremo razziare per sopravvivere! -
rispose Asad con voce aspra e dura, poi il padre si voltò per
guardare negli occhi i suoi figli, quindi aggiunse con tono imperioso
–Kamau, Lutalo, quando siamo a casa, prendete i vostri AK47, oggi
ci uniremo alla falange del nostro villaggio, andremo dagli Otsi ad
80km, per razziare loro, tutto quello che potremo portar via!-

Quando Adenike vide ritornare dopo appena mezz’ora il marito ed i


due figli, vedendoli impugnare i propri AK47, la donna scoppiò a
piangere, coprendosi il volto con le mani, ma non ebbe il coraggio
di dire niente al marito. Asad e Kamau s’avviarono senza dire una
parola, verso la piazza del villaggio, dove si stava radunando una
poderosa falange armata, composta anche da tribù e clan alleat i, 13
che avevano lo stesso problema.

Lutalo s’avvicinò alla madre per confortarla, accanto a lei la


diciottenne Emefa era silenziosa, impastava l’ult ima porzione di
miglio, con la magra scorta d’acqua che ancora era disponibile in
casa, nelle due taniche di plastica da 10 litri.

-Perché andate a razziare al villaggio vicino?!- chiese in lacrima


Adenike –Perché non andate a coltivare il nostro orto?!.- disse la
povera donna, mentre stringeva forte, le mani di Lutalo.

-Madre- disse Lutalo –I pozzi sono secchi!. Non c’è abbastanza


acqua per coltivare i campi. Potremo attingere acqua dai pozzi solo
per bere, ma questa durerà solo per poco tempo!-

- Lutalo- disse Adenike – ascoltami!, torna nei campi a coltivare le


piante!. Le piante hanno bisogno d’amore, prosperano solo se
diamo loro attenzioni, poi ci ripagano con cibo e prosperità!. Lutalo,
le armi portano solo morte e distruzione-

-Madre!- esordì Lutalo –I pozzi sono secchi!. Con l’aiuto dei villaggi
vicini, ci stiamo raggruppando per fare qualcosa!. Altrimenti, presto
moriremo tutti di sete e di fame!-

Adenike strinse le proprie mani ossute sui giovani polsi di Lutalo,


ma questi si divinco lò rapido, mentre guardò la sorella maggiore
Emefa, la quale teneva lo sguardo rivolto verso il basso e non disse
nemmeno una parola. Lutalo corse via come il vento, per
raggiungere il padre ed il fratello maggiore, che lo stavano
aspettando con impazienza, nella piazza del villaggio.
Nel frattempo Kumi trascinava sopra un piccolo carretto di metallo,
un piccolo impala morto, ed era aiutato dal suo amico Usutu. Lutalo
si fermò a salutare i due bambini, chiedendo loro dove avevano
cacciato l’impala.

-L’ho ucciso io!- disse fiero Kumi, agitando nell’aria il suo arco di
legno.

–Ah! si?!- disse Lutalo – allora dove sarebbe la tua freccia,


14
conficcata nell’impala?-

-Non c’è la freccia, perché l’ho già ripresa!- rispose Kumi, indicando
il picco lo cesto che portava sulle spalle, in cui vi erano riposte varie
frecce.

-Non ci sono buchi, tagli o lesioni sul piccolo impala!- rispose


ridendo Lutalo, che sfoderò un sorriso bianchissimo a 34 denti.
Kumi abbassò lo sguardo, non disse niente, lasciò che suo fratello
Lutalo gli scompigliasse affettuosamente i suoi irsuti capelli scuri.

Usutu intervenne nella discussione –L’impala lo abbiamo trovato già


morto di sete – Usutu si voltò, indicando una direzione a nord, oltre
i confini del villaggio – era vicino al ruscello, ma questo ormai è
senz’acqua, ed è pieno solo di una putrida melma!-
Capitolo 2: Operazione Ramses.
Tutti i Mig_29M egiziani erano stati dispiegat i in segreto, in due
diverse basi sudanesi: una vicina al confine etiopico, l’altra
prossima al confine ugandese.

15

Una parte di questi velivoli erano stati equipaggiat i con serbatoi


supplementari e missili aria-aria per il combattimento aereo, altri
Mig_29M erano invece dotati di grosse bombe a guida laser,
serbatoi supplementari, ottimizzati per distruggere al suolo i pochi
aerei etiopi ed ugandesi. Il piano della prima ondata di piloti
egiziani, era di penetrare lo spazio aereo nemico, in modo veloce,
dalla bassa quota, per cogliere alla sprovvista i velivo li ugandesi ed
etiopi, ancora fermi nelle proprie basi, distruggendo i velivoli al
suolo.

Gli altri Mig_29M egiziani, sarebbero decollati dalle due bas i


sudanesi con un breve ritardo, avrebbero avuto rotte diverse, in
quanto erano stati equipaggiat i con serbatoi supplementari e
numerose bombe a guida laser e pod ottici-laser. Quasi tutti i
velivoli erano stati ottimizzati per effettuare un bombardamento
massiccio e chirurgico, sulle due dighe di Hidase e Bujagali.

Solo un terzo dei restanti Mig_29M era stata dotata di serbatoi


supplementari e missili aria-aria, impiegati co me scorta in alta
quota, ai Mig_29M destinati al bombardamento delle dighe. Questa
seconda forza aerea, sarebbe stata utile per ingaggiare i pochissimi
aerei etiopi ed ugandesi, qualora non fossero stati tutti distrutti al
suolo, e se qualche coraggioso pilota, avesse tentato di bloccare il
bombardamento egiziano sulle dighe!.
Capitolo 3: Il Nilo è degli egiziani.
Nella situation room al Cairo, c’era in riunione permanente il
presidente egiziano, il ministro degli esteri, il capo di stato
maggiore, i comandant i dell’esercito, marina, aereonautica,
discutevano circa il da farsi, sulle crisi po lit ico-militari che erano
detonate in Africa, dopo l’operazione aerea egiziana Ramses.

16

Gli egiziani con un possente raid aereo, avevano sia annientato le


poche forze aeree dell’Etiopia e dell’Uganda, quanto e soprattutto, il
raid egiziano aveva distrutto le diga etiope di Hidase, la diga
ugandese di Bujagali. Il possente raid aereo egiziano, era stato
svolto impiegando tutti i Mig29 egiziani, che erano decollati da due
basi poste nel deserto del Sudan, grazie alla collaborazione del
governo sudanese, che soffriva degli stessi problemi egiziani.

Operazione Ramses: il Nilo deve essere libero (da ostruzioni), il Nilo


è degli egiz iani. I Sudanesi anche se non erano egiziani, si
sentivano egiziani, avendo peggiori e più gravi problemi idrici degli
egiziani, in quanto le dighe sul Nilo Azzurro e Bianco, avevano
ridotto la portata del fiume. Il climate change aveva cambiato la
quantità e la distribuzione delle piogge, le alte temperature per
climate change procuravano una maggiore evaporazione, oltre ad
alt i fabbisogni d’acqua dolce, sia per uso familiare quanto agricolo.
Tra Egitto e Sudan, si contavano oltre 140Milioni di persone e non
potevano contare su una costosa e crescente quota d’acqua
mediterranea desalinizzata!. Il Nilo doveva essere libero da
ostruzioni, il Nilo era degli egiziani e doveva restare degli egiziani.
La prima e l’unica diga che poteva essere posta sul Nilo, era quella
di Assuan, con il suo bacino artificiale del lago di Assuan. Gli
egiziani, non avrebbero mai tollerato la costruzione di altre dighe a
monte di Assuan, specie se queste avessero ridotto la portata del
grande fiume egiz iano.

17

-Le popolazioni del corno d’Africa, per ritorsione hanno invaso il


Gibuti, da cui bloccano il transito marittimo presso il golfo di Aden?-
chiese il presidente egiziano mentre scorreva il rapporto.
-Sì!- rispose il capo di stato maggiore – gli insorgenti usano
artiglieria e tank. Hanno molti barchini, con truppe dotate di
mitragliatori ZSU e lanciarazzi RPG con testate HEAT. I barchini
salpano sia dalla costa gibuta, quanto dallo Yemen, che non si è
opposto alla costruzione di un caposaldo, per bloccare lo stretto di
Aden-

-Una risposta flaccida, inutile, inefficace: direi che questo stupido


problema è facilmente risolvibile dall’Egitto - rispose ridendo il 18
presidente egiziano.

-C’è anche un secondo problema: il Sudan ci ha chiesto aiuto.


Colonne di militari e soprattutto milioni e milioni di civili, stanno
invadendo il Sudan, provengono sia dal corno d’Africa, quanto dal
centro Africa e dalla zona dei grandi laghi. In sostanza, sono tutti
rivoltosi della fascia sub-sahariana. Si direbbe un’insurrezione
contro il Sudan, un’azione che prima o poi, si potrebbe tramutare in
una minaccia anche per l’Egitto- rispose il capo di stato maggiore.

-Ci sono almeno 2000km, tutti di sabbia, che separano i confini


dell’Egitto da questa marmaglia. Noi egiziani siamo oltre 110Milioni-
rispose ridendo il presidente egiziano – Se e quando, questi stupidi
rivoltosi, arriveranno a tiro dei nostri fucili, allora noi egiziani ci
porremo il problema di sparargli addosso, mirando al bersaglio
grosso!- disse ridendo sarcasticamente il presidente egiziano.

Il capo di stato maggiore rispose – Signore, dovremmo approntare


un piano, considerando l’eventualità che queste genti, prima o poi
arrivino in Egitto, passando dal Sudan. Forse, sarebbe opportuno
aiutare il Sudan a contenere l’invasione di sub-sahariani, inviando
un contingente egiziano in aiuto dei sudanesi.-

-No!- rispose secco il presidente egiziano – Non voglio impegnare


truppe egiziane fuori dai confini nazionali!.-

-Signore, avevamo promesso assistenza militare al Sudan, il quale


ci ha concesso l’uso di due basi aeree, proprio per l’operazione
Ramses- disse il ministro degli esteri.
-Non m’interessa!- disse il presidente egiziano che continuò - Oggi
non è conveniente per l’Egitto, impegnare truppe in Sudan. Stiamo
già motivando al mondo l’operazione Ramses, come un atto di mera
sopravvivenza dell’Egitto che è anche in favore del benessere del
Sudan.

La risposta sub-sahariana a Ramses è stata 1-l’invasione del


Sudan 2-il blocco del Golfo di Aden. Per la crisi del Golfo di Aden,
manderemo un distaccamento anfibio, per liberare il Gibuti e tenere 19
aperto il traffico marittimo da/per Suez. Useremo la mano pesante,
questo sarà anche un deterrente contro chi pensasse di aggredire
l’Egitto!.

Sicuramente otterremo anche la solidarietà degli USA e degli


Europei, forse anche un contingente militare NATO, affiancherà le
nostre forze anfibie, per tenere aperto il canale di Suez!.

I popoli del corno d’Africa saranno sospinti in una posizione isolata,


dovranno subire passivamente la realtà dei fatti. Il golfo di Aden
sarà mantenuto libero, il corno d’Africa dovrà rinunciare alla diga di
Hidase, ed a tutte le altre dighe future, che potranno ostruire il
corso del Nilo azzurro.

L’azione di ritorsione che è stata scelta dagli stupidi sub-


sahariani, li ha posti in una posizione internazionale che produce
solo biasimo, ed ostilità del mondo. D’altronde, Etiopia ed Uganda
non avrebbero potuto fare altro, questo era stato previsto, in sede
di pianificazione del raid aereo Ramses.

Per quanto concerne aiuti militari egiziani al Sudan, io non ho


intenzione d’inviarne!.

Ci sono oltre duemila chilometri, prima che il problema


sudanese divenga anche un problema militare egiziano!. Il Sudan è
un arido cassone di sabbia, privo di risorse, un utile stato cuscinetto
per l’Egitto. Lasciamo che la grana dei rivoltosi sub-sahariani detoni
nelle mani dei sudanesi!. Se inviassimo truppe egiziane in Sudan,
potremmo dare l’impressione che l’Egitto voglia applicare una
politica di potenza in Africa. O peggio, che stia tentando
d’annettersi il Sudan.
Questo indebolirebbe la nostra tesi, della stretta necessità di
sopravvivenza dell’Egitto, nel nostro raid aereo in Uganda ed
20
Etiopia!. Invece, ci limiteremo in modo civile, a sostenere
attivamente le richieste d’aiuto e tutte le proteste del Sudan
all’ONU, per una richiesta di un’operazione internazionale di peace
keeping. Inoltre, sosterremo la giusta causa del Sudan contro gli
insorgenti sub-sahariani, davanti al consiglio dell’Unione Africana!.

Giocheremo la palla in modo diplomatico, come piace all’Occidente-


rise il pres idente egiz iano, che concluse sarcastico – lasciamo che si
sparino tra loro, più ne morranno e meno nemici l’esercito egiziano
avrà in futuro!-
Capitolo 4: La battaglia per il golfo di Aden.

Tre sottomarini egiz iani classe U209 navigavano in formaz ione a V


in immersione nel Mar Rosso. Erano in avanscoperta a protezione
della picco la flotta egiziana: il loro scopo era scovare potenziali
minacce nemiche sotto il livello del mare. I tre sottomarini egiziani
non ne trovarono, così si posero in stazionamento silenzioso a
poche miglia dall’entrata del golfo di Aden, a presidio dell’entrata
nel Mar Rosso, per impedire che eventuali mezzi sottomarini 21
nemici, tentassero di minacciare la flotta egiziana.

Quattro fregate egiziane classe Burke, aprivano la rotta di


superficie, erano disposte a V ed erano seguite dalla nave di Assalto
anfibio Mistral e da due LCS. La nave d’assalto anfibio era colma
elicotteri Apache, Mil- Mi_17, Tank M1 Abrams ed APC EIFV e
tantissima fanteria egiziana. Era notte inoltrata, quando la flotta
egiziana si fermò nel Mar Rosso, a poche miglia dai suoi obiettivi.

I quattro destroyer classe Burke attaccarono usando il pezzo


principale: obiettivo la piccola cittadina etiope di Assab, ed il piccolo
paese yemenita di Moka. Esplosero rapidamente tutti i pochi pezzi
d’artiglieria Howitzer che erano stati collocati dai rivoltosi lungo la
costa etiope e yemenita. Il fuoco navale egiziano poi si spostò sulla
città: le cannonate iniziarono a piovere come grandinate d’inferno,
demolirono capannoni, case, palazzine, ecc... La gente dei villaggi
prese a scappare verso il deserto, per allontanarsi dalla costa e dai
due paesi.

Dalla nave d’assalto anfibio egiziana, decollarono poi 6 elicotteri


Apache da battaglia: tre erano diretti ad Assab gli altri erano in
rotta per Moka. Gli elicotteri Apache incominciarono a ronzare sopra
i due piccoli centri abitat i, co me valchirie di morte, nella notte di
tenebra, distrussero con una letale rapidità tutti i pochi carri armat i,
i blindati, i trasporti truppa etiopi che si celavano in città, per
sottrarsi al bombardamento navale. Poi, gli elicotteri da attacco
presero a distruggere con le loro mitragliatrici pesanti, tutti i battelli
e barchini, che erano ancorati nei due picco li porti

Il BMP di Abasi era sulle co lline prospicient i la cittadina di Assab, i


flash delle esplosioni, i cupi co lpi d’artiglieria, le luci degli incendi,
svegliarono sia Abasi, quanto tutto il suo plotone.
22
Mentre gli elicotteri Apache ronzavano come calabroni mortali,
lanciando razzi anticarro e facendo crepitare le mitragliatrici
pesanti, giunsero dall’aria anche tre elicotteri Mil-mi_17 che nei
pressi del porto, fecero sbarcare della fanteria egiziana. I Mil-Mi_17
poi tornarono sulla nave anfibia, per far sbarcare altra fanteria
egiziana!. Al largo nel Mar Rosso, con il binocolo Abasi intravedeva
le luci della grossa nave d’assalto anfibio, da cui s’approssimava
alla costa un LCU, per far sbarcare due tank M1 Arams, sulla
spiaggia bassa e sabbiosa.

Non era il caso di raggiungere la cittadina Assab per combattere,


disse Abasi. Non c’era gioco per loro; le forze egiziane erano troppo
potenti. Gli elicotteri da battaglia Apache, i tank M1 Abrams, i razzi
anticarro degli elicotteri Mil-mi_17 avrebbero annientato il loro
trasporto truppa, poi tutto il plotone sarebbe stato falciato dalle
mitragliatrici egiz iane.

I rivoltosi a malincuore, agganciarono il rimorchio al B MP, quindi


Abasi ed il suo plotone fuggirono nell’interno dell’Etiopia.
Capitolo 5: La crisi è innescata!
Era il tramonto al villaggio di Kumi, erano trascorsi ormai due giorni
dalla razzia che era stata perpetrata ai danni dell’ignaro villaggio
vicino. C’erano state sparatorie, alcune perdite, ma tante erano
state le persone morte o mutilate nel villaggio razziato, per punire
tutti quelli che avevano tentato d’opporsi.

Manica corta o manica lunga?! Era questa, la domanda più


frequente, che la falange del villaggio di Kumi, aveva violentemente 23
imposto alla popolazione del villaggio che era stato devastato!.

L’elicottero gengiskano era seguito da altri due elicotteri Mil-mi_24 i


mezzi ronzarono minacciosi in cerchio, al calar della sera, sopra il
villaggio di Kumi. Il grande frastuono aveva attirato l’attenzione di
tutta la gente del villaggio, che corse subito a prendere le armi,
temendo una punizione governat iva, contro la truce razzia che era
stata perpetrata.

Invece, i megafoni degli elicotteri gengiskani, dissero che venivano


in pace, portavano armi e munizioni, cibo ed acqua potabile ed
aiuto militare. I gengiskani avevano a cuore il futuro degli africani,
volevano che fossero liberi dall’oppressione capitalista, i gengiskani
desideravano che i sub-sahariani potessero forgiare il loro futuro
con le proprie mani, in Africa!.

Due elicotteri continuarono a ronzare sul villaggio, solo uno


atterrò: era quello che portava il co lonnello Shao, il militare scese
scortato da tre militari pesantemente armati di mitragliatori PKM. Il
colonnello Shao chiese del capo villaggio, poi con le sue mani, il
colonnello gengiskano scaricò un grosso fusto di metallo, mostrò
che era acqua potabile ed offrì il dono, in segno d’amiciz ia al capo
villaggio.

Kumi osservava silenzioso, dietro la tenda logora, con la bocca


spalancata e la testolina riccia che usciva dalla finestra senza vetri,
della sua casa fatta di mattoni di terra.

Questi grandi elicotteri gengiskani con grandi luci accese che


24
illuminavano il villaggio, ronzavano come calabroni minacciosi, ma
già tutta la gente del villaggio vociferava che i gialli avevano
portato armi e munizioni, ed erano potenti alleat i: solo il cielo, gli
aveva mandati!.

Il colonnello Shao, bevve in segno di rispetto una bevanda che gli


fu offerta dal capo villaggio: le armi che per t imore erano state
impugnate dagli uomini del villaggio di Kumi, furono riposte. Danze
ed applausi di gioia, strinsero il grande elicottero verde che era
atterrato!. Il colonnello Shao dette ordine di far atterrare anche gli
altri due elicotteri, da cui furono scaricate altre armi, munizioni e
numerosi altri fusti d’acqua potabile!.

Tre soldati gengiskani sarebbero rimasti gratuitamente nel


villaggio di Kumi, come consulenti militari, per insegnare all’uso
delle nuove armi, per addestrare alle nuove tattiche di
combattimento, tutta la tribù e tutti gli alleati del villaggio di Kumi.

Il colonnello Shao, invitò poi il capo villaggio a partecipare co me


suo traduttore personale, alla conferenza di pace che si sarebbe
svolta all’Unione Africana. Il capo villaggio accettò con onore, poi il
colonnello Shao fu invitato nella casa del capo villaggio, per
conferire in gran segreto.

I gengiskani non erano membri del Consiglio dell’Unione Africana,


ma partecipavano come osservatori, in quanto avevano mo lti
possedimenti in Africa orientale, erano quindi interessati alla pace e
prosperità dei popoli africani!.
__________
La situazione presso il consiglio dell’Unione Africana era in stallo. Il
colonnello Shao silenziosamente seduto in terza fila, era una
maschera di ceramica cinese: totalmente inespressiva. Ma solo chi
lo conosceva bene, dall’intensa luce che brillava nei suoi occhi,
avrebbe potuto inferire che il militare gengiskano gioiva soddisfatto,
dello stallo politico che aveva sapientemente organizzato. Il
colonnello Shao agendo con sagacia ed arguzia, muovendo
silenziosamente le fila da dietro le quinte, teneva le redini delle
25
marionette che popolavano buona parte del consiglio dell’Unione
Africana.

All’ONU, l’India aveva posto il veto ad una missione di “peace


keeping” in Sudan, timorosa che qualcosa di simile fosse stato
deliberato in Bangladesh. C’erano scontri quotidiani tra India e
Bangladesh, ai confini. Mentre un numero crescente di boat-people
del Bangladesh, venivano respinti dalla flotta indiana, che era
schierata davanti al Bangladesh, per bloccarne i flussi migratori via
mare.

Gli effetti del climate change si facevano sentire in tutto il mondo, i


paesi del primo mondo erano focalizzati all’accesso delle risorse ed
alla mitigazione dei propri danni, impauriti o disinteressati non si
curavano delle crisi che si molt iplicavano sul pianeta, come effetti
del climate change.

La crisi Sudanese, era solo un’altra crisi che era detonata dopo
quella del Bangladesh, dopo i numerosi tumulti militari sui confini
del Sud Africa. Poi c’erano crisi umanitarie per uragani, cali delle
rese agricole, carestie e shock idrici. Incremento del prezzo delle
materie prime/semilavorati, tensioni finanziarie, ed ogni altro
problema che s’era intrecciato in modo insolubile, dentro gli effetti
del climate change.

I problemi più grossi erano in Africa: il problema della


sovrappopolazione era stato cronicamente ignorato per molti
decenni, adesso era intrecciato indissolubilmente con gli effetti del
climate change, creando problemi militari, a cui nessuno dei paesi
del primo mondo era disposto a mettere “boots on the ground”.
Inoltre i gengiskani avevano coperto l’eco mediatica della crisi
sudanese, giocando la sagace carta della “Conferenza Mondiale sul
trasporto del Ghiaccio Antartico”. Questo meeting politico, con
interventi scientifici, aveva subito catalizzato i riflettori del
I°mondo, marginalizzando lo stallo diplomatico che era stato
silenziosamente pianificato dentro l’Unione Africana, dal colonnello
Shao.

Il Sudan era stato invaso dai sub-sahariani, gli egiz iani non 26
avevano fatto niente. Nemmeno il mondo aveva mosso un dito per
aiutare il Sudan. Gli altri stati africani stavano andando
gradualmente in pezzi a causa delle crisi da climate change. La
nuova posizione d’equilibrio nell’Unione Africana sembrava precaria
ma apparentemente stabile: era stato però innescato un processo,
che presto avrebbe condotto alla nascita della Stella Verde!.

Le mosse successive del co lonnello Shao sarebbero state quelle di


coordinare una conferenza segreta, coinvolgendo tutti i capi sub-
sahariani. Obiettivo della stessa, convincerli ad applicare con la
forza, e con le armi fornite dalla coalizione Baoista, una nuova
politica in Africa che riallocasse in modo diverso, le numerose
risorse che erano state drenate dagli sporchi capitalisti, fagocitate
dai cani arabi in nord Africa!.

Non sarebbe stato solo in questa complessa missione: un colonnello


rakistano e sumerico, lo avrebbero aiutato nell’impresa!.
27

You might also like