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Geografia Urbana
Le città modificano moltissimo l’ambiente e il paesaggio. Sono località in cui è concentrata l’offerta di beni
e servizi rivolta a una domanda di utenti distribuita sul territorio immediatamente vicino, chiamato
hinterland o area di gravitazione. Nonostante le loro differenze, le città hanno in comune diverse
caratteristiche:
Città nucleare = addensamenti urbani i cui confini coincidono con quelli municipali
Città estese = sistemi territoriali di vario tipo, per la maggior parte multicentrici, formati da diverse
municipalità vicine. Sono considerate il prototipo delle città moderne.
Conurbazione = espansione di più agglomerati urbani vicino che si sono fusi l’uno nell’altro
Area metropolitana = più agglomerati vicino separati da spazi non urbanizzati, con relazioni fra loro
Non c’è consenso su quale debba essere l’estensione o la densità specifica di una città perché venga
definita tale, ma varia da paese a paese.
Le città si sono evolute da un nucleo, chiamato spesso “città vecchia” o “centro storico”, andandosi poi ad
allargare. Di solito è la zona che ospita le cariche politiche ed economiche più importanti. Nelle zone
periferiche troviamo i quartieri residenziali e industriali.
L’uso delle automobili ha portato alla creazione di sistemi territoriali urbani, caratterizzati da un’espansione
La città è anche un ecosistema urbano (tenendo a mente che con ecosistema ci si riferisce all’insieme di
animali e vegetali collegati fra loro e il loro ambiente, costituendo relazioni necessarie alla sopravvivenza di
tutti). Questo perché la città necessita di continui scambi di materie ed energia con l’ambiente naturale e
terrestre. Il problema si pone quando l’ecosistema urbano crea uno squilibrio energetico, prendendo
dall’esterno più di quanto dia, ed espellendo più di quanto l’esterno possa assorbire. Per evitare un surplus
che distruggerebbe tanto l’ambiente umano che quello esterno, le città devono impegnarsi per rispondere
ai requisiti della sostenibilità ambientale urbana, la quale tiene conto dei cicli naturali (come quello
dell’acqua, dell’uso energetico etc) e della produzione di rifiuti (scarti organici, riciclaggio, inquinamento
ambientale causato dal traffico etc etc). L’impronta ecologica è un indice statistico utile, che misura quanta
superficie terrestre e quanta acqua la popolazione urbana ha bisogno per produrre le risorse che consuma
e per assorbirne i rifiuti. E’ calcolato anche tramite la sottrazione dei prelievi-consumi che la città effettua
(attraverso importazioni di materiali ed energia e le emissioni di rifiuti) a spese delle risorse mondiali. Viene
espressa in unità di area, corrispondenti a quanto il pianeta può produrre con un ettaro della sua superficie.
Il risultato viene diviso per il numero della popolazione, ottenendone l’impronta ecologica media. Per
assestare il livello dell’impronta ecologica, è necessario ridurre i consumi compattando l’edificato,
riducendo il traffico automobilistico, rendere più efficienti gli impianti di riscaldamento, riciclare e trattare i
materiali non biodegradabili etc. Un’altra pratica utile sono l’agricoltura urbana e a filiera corta.
Visto che l’ecosistema urbano è perlopiù artificiale, l’alta concentrazione di popolazione e le loro attività
possono avere un effetto negativo sulla qualità di vita degli abitanti, soprattutto nella loro salute. Ne è
prova il fatto che negli ultimi anni, nelle maggiori città europee, la vita media si è abbassata di due o tre
anni rispetto alla media generale dell’Ue, anche se tale differenza varia molto da paese a paese.