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Simone Caffè Simone Caffè Italy Archivio articolidi Simone Caffè

NTC2018-VS-NTC2008

Sono trascorsi dieci lunghi anni dal quel lontano 14 gennaio 2008 che dette i natali alle cosiddette Norme Tecniche per le
Costruzioni, “affettuosamente” definite NTC08. A distanza di dieci anni, a seguito di numerose vicissitudini ed
avvicendamenti burocratici, ma soprattutto presa coscienza della pericolosità sismica che vessa, ahimè costantemente, il nostro
territorio (anche in zone a cosiddetto “basso rischio sismico”), sono state definitivamente sottoscritte le Nuove Norme
Tecniche per le Costruzioni (D.M. 14 gennaio 2018), d’ora in avanti definite NTC18.

Una riflessione è doveroso farla: non sarebbe stato più efficacie introdurre definitivamente il Corpo Normativo Europeo,
ovvero gli Eurocodici, piuttosto che rivisitare una norma già in essere, cercando di farla “collimare” in modo sempre più
aderente, al quadro normativo europeo?

Personalmente sono stato da sempre un fautore degli Eurocodici, trovandoli più esaustivi, completi ed innovativi, rispetto alle
numerose Norme che si sono avvicendate in Italia dall’emissione dell’O.P.C.M. 3274/2003, tuttavia, in questo caso specifico,
approvo la scelta Ministeriale di emettere un testo di “transizione” che assimili i dettami dei vigenti Eurocodici, ma che, al
contempo, prepari il progettista all’avvento dei Nuovi Codici Europei, ad oggi in fase di revisione, e che dovrebbero vedere la
luce entro il 2020.

Leggi anche NTC 2018: il decreto è in Gazzetta Ufficiale NTC 2018, le nuove Norme tecniche costruzioni

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NTC 2018: norme tecniche a confronto - eBook

La guida già aggiornata alle nuove Norme Tecniche Costruzioni: un prontuario che confronta punto per punto il decreto le NTC
2008 e le NTC 2018, con il testo integrale del decreto e un focus sulle novità.
Simone Tirinato

Wolters Kluwer

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Progettazione statica delle strutture in acciaio – §4.2 – NTC18

La progettazione in campo statico delle strutture in acciaio, aveva già subito una notevole rivisitazione con l’introduzione
delle NTC08, passando dal metodo di verifica sostanzialmente elastico riportato nelle CNR – UNI10011, a criteri di
resistenza più raffinati, figli della classificazione delle sezioni trasversali delle membrature, ed in completo accordo con
l’Eurocodice 3. Sebbene l’approccio elastico, sia sempre consentito, ed in taluni casi vivamente consigliato, le verifiche di
resistenza in campo plastico, per sezioni trasversali compatte (Classe 1 e Classe 2), risultano maggiormente coerenti dal punto
di vista dello sfruttamento delle risorse ultime del materiale e conseguentemente: economicamente competitive.

Le NTC018 non riportano modifiche sostanziali per quanto concerne la progettazione statica delle strutture in acciaio,
ricalcando i dettami del D.M. 14 gennai 2008, salvo limitate differenze di minor conto. Si nota al paragrafo §4.2.4.1.4 una più
esaustiva trattazione dei fenomeni legati alla fatica dei dettagli costruttivi; parimenti al paragrafo §4.2.8.11 si riscontra un più
ampio approfondimento riguardante il precarico da assegnare ai bulloni ad attrito. Resta ahimè incompleta la verifica nei
confronti della torsione secondaria (ovvero da ingobbamento impedito), in sostanziale accordo con le limitate prescrizioni
che gli Eurocodici stessi, forniscono in materia.

Progettazione antisismica: novità delle NTC18

Va subito premesso che le Nuove Norme Tecniche appaiono, già a una prima lettura, più chiare ed esaustive in materia
antisismica, rispetto alle NTC08. Definizioni come “domanda” e “capacità’” di una membratura (o di una struttura nel suo
complesso), sono sapientemente introdotte già nei paragrafi introduttivi ed ampiamente descritte via via che ci si addentra
nello specifico contesto della progettazione antisismica delle differenti tipologie strutturali. La prima grande novità delle
NTC18, riguarda la possibilità di progettare qualsiasi struttura, con un comportamento “dissipativo” o “non dissipativo”,
specificando in quest’ultimo caso, che la “domanda” derivante dall’azione sismica non dovrà tener conto in alcun modo, delle
non linearità del materiale.

In altre parole, se le NTC08 consentivano la progettazione antisismica in campo elastico unicamente per le strutture in acciaio,
le NTC18 estendono questa possibilità anche alle strutture in calcestruzzo e miste acciaio – calcestruzzo. Sarà quindi
discrezione del progettista accorto, avvalersi o meno di questa “ghiotta” possibilità, tenendo sempre presente che una
progettazione elastica, sebbene indubbiamente “sicura” se correttamente eseguita, può risultare antieconomica in siti ove
l’intensità sismica di progetto sia ascrivibile alle cosiddette Zone I e II (e sovente III).

Qualora si opti per una progettazione strutturale “dissipativa”, le non linearità del materiale potranno essere prese in
considerazione attraverso un modello elastico lineare con riferimento ad un fattore di comportamento “q” maggiore dell’unità,
oppure attraverso modelli non lineari attraverso adeguate leggi costitutive. La progettazione in duttilità (che sia alta CDA o
media CDB), dovrà essere necessariamente governata da criteri di “gerarchia delle resistenze” al fine di salvaguardare le rotture
ed i meccanismi fragili e convogliando la dissipazione energetica in zone specifiche degli elementi duttili.

La salvaguardia degli elementi fragili si raggiunge progettando gli stessi in modo da risultare “sovraresistenti” rispetto ai
relativi elementi duttili. Tale requisito risulta soddisfatto qualora si progettino gli elementi fragili in modo da equilibrale le
azioni ad essi trasmesse all’atto del raggiungimento delle capacità ultime degli elementi duttili, moltiplicate per un adeguato
coefficiente di sovraresistenza γov, volto a modellare forfettariamente il tratto incrudente della curva di capacità, che fa seguito
alla formazione della prima cerniera plastica.

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In merito ai valori del coefficiente di sovraresistenza per le Strutture in Acciaio γov, le Nuove Norme Tecniche risultano
più stringenti rispetto alle NTC08:

γov = 1.25 per gli acciai tipo S235, S275 e S355

γov = 1.15 per gli acciai tipo S420 e S460

Le NTC18 specificano altresì che la domanda calcolata con criteri di gerarchia non dovrebbe in ogni caso eccedere la domanda
calcolata in caso di comportamento non dissipativo, definendo quindi una sorta di “elastic upper bound” oltre il quale non
avrebbe senso spingersi con le sollecitazioni di progetto. In altre parole, se la progettazione secondo i criteri di gerarchia,
conducesse alla definizione di un campo di sollecitazioni agenti sugli elementi fragili, maggiore di quello che si sarebbe ricavato
applicando uno spettro elastico allo Stato Limite di Salvaguardia della Vita (SLV), si verificherà la resistenza delle suddette
membrature, con riferimento alle sollecitazioni riferite allo spettro elastico SLV, ovvero a quelle desunte dall’analisi,
moltiplicate per i valore del fattore di comportamento “q”.

Un importante spunto di riflessione viene offerto dall’interpretazione della Tabella 7.3.I, nella quale vengono definiti i fattori
di comportamento “minimi” da utilizzarsi sia in caso di progettazione con comportamento dissipativo, sia nel caso di
progettazione non dissipativa.

Differentemente dalle NTC08, nelle quali la progettazione non dissipativa implicava inderogabilmente l’utilizzo di un
fattore di comportamento unitario, le NTC18 conferiscono la possibilità di utilizzare un fattore “q” maggiore dell’unità (ma in
ogni caso minore di 1.5) anche nel caso di progettazione non dissipativa, con riferimento agli spettri SLD ed SLV. Le Nuove
Norme Tecniche ammettono in altre parole un “limitato” grado di danneggiamento (e quindi di dissipazione energetica),
anche per strutture progettate in campo sostanzialmente elastico e per le quali “non siano necessari particolari accorgimenti
costruttivi”. Questa importante novità, se riferita in particolar modo alle strutture in acciaio, potrebbe condurre ad un notevole
risparmio in termini di peso.

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Nella Tabella 7.3.II sono riportati i valori minimi di base del fattore di comportamento q0, differenti in ragione della tipologia
strutturale adottata.

In merito alla scelta del corretto fattore di comportamento “q”, le NTC18 suggeriscono che: “qualora la domanda in
resistenza allo SLV risulti inferiore a quella allo SLD, si può decidere di progettare la capacità in resistenza sulla base della
domanda allo SLD in luogo di quella allo SLV”. Ovvero, nel rispetto del carattere “prestazionale” tipico delle Norme Tecniche,
si lascia al progettista la scelta (ahimè ardua), di progettare o con le ordinate spettrali allo SLV o con quelle allo SLD qualora
queste ultime risultino superiori a quelle allo SLV. In quest’ultimo caso il progettista potrà optare per utilizzare un fattore di
comportamento “q” che scali le ordinate spettrali elastiche allo SLV, fino ad ottenere valori di Sd(T) analoghi a quelli ricavati
per lo spettro SLD.

Il paragrafo §7.3.6 offre al progettista un’ulteriore novità rispetto alle NTC08, ovvero la possibilità di progettare strutture
non dissipative, senza applicare né i criteri tipici della progettazione secondo la capacità (Capacity Design = Gerarchia delle
Resistenze), né le regole specifiche dei dettagli costruttivi tipici della progettazione antisismica. Quanto riportato nel suddetto
paragrafo, rappresenta forse la novità di maggior peso rispetto alle NTC08, per le quali anche le strutture progettate in modo
non dissipativo dovevano rispettare i dettagli costruttivi propri della Classe di Duttilità Bassa.

Progettazione antisismica delle strutture in acciaio – §7.5 – NTC18

Il paragrafo §7.5 delle NTC18, è interamente dedicato alla progettazione delle strutture in Acciaio e sostanzialmente
ricalca quanto già riportato nelle NTC08, con alcune modifiche non trascurabili.
Si è già precedentemente parlato delle modifiche inerenti il coefficiente di sovraresistenza γov che, nel nuovo testo assume
valori maggiori rispetto a quelli riportati nelle NTC08, andando pertanto a penalizzare la domanda in termini di resistenza delle
membrature fragili cui si applicano i criteri di Gerarchia delle Resistenze.

Il paragrafo §7.5.3.2 introduce in modo esplicito le verifiche di duttilità, da attuarsi unicamente nel caso di progettazione
dissipativa, analizzando la misura della deformazione per i diversi meccanismi duttili previsti per le diverse tipologie strutturali
considerate:
• elementi inflessi o presso inflessi di strutture intelaiate: rotazione alla corda;
• elementi prevalentemente tesi e compressi di strutture controventate: allungamento complessivo della diagonale;
• elementi sottoposti a taglio e flessione di strutture con controventi eccentrici (elementi di collegamento): rotazione tra
l’elemento di connessione e l’elemento contiguo.

Si rendono espliciti i criteri per l’individuazione della domanda in termini di duttilità e la relativa capacità delle membrature. In
particolare, quando si desideri individuare la domanda in termini di spostamento eseguendo un’analisi lineare con fattore di
struttura, vengono fornite, al paragrafo §7.3.3.3, le indicazioni per la valutazione degli spostamenti ultimi. In analogia con le
NTC08, il progettista può tuttavia evitare la verifica esplicita della duttilità strutturale purché si attenga alle prescrizioni
riportate nella tabella 7.5.I, relativa alle classi delle sezioni trasversali in ragione del fattore di comportamento e all’applicazione
delle regole di dettaglio per ciascuna tipologia strutturale.

Risulta tuttavia penalizzante l’introduzione della limitazione riguardante il rapporto tra la forza assiale di progetto NEd e la
capacità a sforzo normale Npl,Rd (funzione dell’intensità dei momenti flettenti agenti sulla membratura), che deve risultare
inferiore a 0.30, per colonne primarie facenti parte di sistemi a telaio, nelle quali si preveda la formazione di zone dissipative.
Riguardo infine l’applicazione dei criteri di gerarchia per la determinazione della domanda in termini di resistenza delle
membrature cui sia richiesto un determinato grado di sovraresistenza rispetto agli elementi duttili, si evidenzia uno
scostamento sia rispetto alle NTC08, sia rispetto all’attuale testo dell’Eurocodice 8. Tale aspetto riguarda sostanzialmente la

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definizione del fattore Ωi. Detto fattore, nelle precedenti norme era rappresentato dall’inverso del tasso di sfruttamento a
flessione di una determinata membratura, nella quale si attendeva la formazione di una cerniera plastica:

Nella formulazione delle Nuove Norme Tecniche, il fattore Ωi viene definito in modo analogo al fattore αi, riportato al paragrafo
§6.1 dell’O.P.C.M. 3274/03:

Tale formulazione, sebbene decurti il numeratore per effetto del momento dovuto ai soli carichi gravitazionali, decrementa in
modo sostanziale anche il denominatore, con un complessivo aumento dei valori di Ωi, rispetto a quelli che si sarebbero ricavati
con l’approccio NTC08/EC8 con riferimento ai medesimi valori sollecitanti e resistenti.

Essendo Ωi un fattore che incrementa la sollecitazione sismica derivante dall’analisi [rif. §7.5.4.2], risulta evidente che tanto più
il suddetto rapporto tende all’unità, ovvero tanto maggiore è lo sfruttamento flessionale delle membrature duttili, tanto minore
sarà la domanda, in termini di sovraresistenza, richiesta alle colonne primarie facenti parte di un telaio. Per contro, tanto
maggiore risulterà il rapporto Ωi, (sebbene si debba considerare il minimo tra tutti gli Ωi calcolati), tanto più gravose saranno le
sollecitazioni di progetto agenti sulle colonne, che sovente, con la formulazione delle NTC18, risulteranno assoggettate a
domande in termini di resistenza superiori a quelle elastiche:

Quanto sopra conduce inevitabilmente a prediligere la progettazione di strutture in acciaio a comportamento non dissipativo,
rispetto a quella a comportamento dissipativo, almeno per siti ove l’intensità sismica non giustifichi determinati accorgimenti
atti a garantire i medesimi requisiti in termini di sicurezza a fronte di un considerevole contenimento dei costi.
Le restanti parti del paragrafo §7.5, risultano aderenti a quanto riportato nelle precedenti NTC08.

Conclusioni: punti di svolta e criticità delle NTC18

Le NTC18 rappresentano un punto di svolta rispetto alle precedenti norme, consentendo al progettista una maggior libertà
discrezionale e conseguentemente progettuale. L’introduzione della progettazione di strutture non dissipative con un

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coefficiente di comportamento diverso dall’unità (sebbene limitato al valore 1.50), consentirà di realizzare strutture più snelle
ma altrettanto performanti sotto il profilo della sicurezza.

Per contro, la progettazione in duttilità delle strutture in acciaio, appare spesso molto onerosa dal punto di vista
computazionale, trovando un collo di bottiglia laddove si riscontrino domande in termini di sovraresistenza maggiori di quelle
elastiche e pertanto ci si debba attenere a queste ultime al fine di realizzare una progettazione che non sia fondata su un
controsenso logico. Resta inoltre aperto il problema legato alla sovraresistenza delle connessioni, già in essere nelle NTC08 (e
nell’attuale versione dell’EC8), che ad oggi sembra non essere superabile a meno dell’introduzione dei cosiddetti “giunti pre
qualificati” per i quali si stanno già attuando numerose campagne di sperimentazione in tutta la Comunità Europea.

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