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fondamento stesso della moderna nazione italiana, che proprio nel Medioevo e nel
Rinascimento affonda le proprie radici.
Vedi, sul testo di storia della filosofia, il contributo di Giambattista Vico (1668-1744) alla
formazione di questo “immaginario collettivo”, in particolare con la sua opera Principi
della scienza nuova (1744), in cui distingueva tre fasi dello sviluppo umano: infanzia (in cui
criterio fondamentale di lettura della realtà sono i sensi), giovinezza (in cui criterio è il
sentimento), maturità (in cui criterio è la ragione).
Sulla formazione e la diffusione del romanzo storico italiano dell’Ottocento esercitò un
influsso determinante l’opera dello scozzese Walter Scott, i cui romanzi cominciarono a uscire
in traduzione italiana a Milano a partire dal 1821. I romanzi di Scott, ambientati in
un’Inghilterra medievale e cavalleresca dai contorni storici per la verità spesso piuttosto
indefiniti, fecero scuola in particolare per la straordinaria capacità dell’autore di mescolare
sentimenti individuali (l’odio, l’amore) e sentimenti nazionali, inquadrando l’avventura
dell’eroe nel più vasto ordito della storia.
Vedi nel testo di storia della letteratura i caratteri dei romanzi di Walter Scott (1771-
1832), in particolare Ivanhoe (1820), forse il più celebre, al quale è dovuta la fortuna di cui
ancora oggi godono personaggi come il re-cavaliere Riccardo e l’eroe-bandito Robin Hood.
Guida al colloquio del nuovo Esame di stato © Edizioni Bruno Mondadori 1999
3 Percorso 24 - Il romanzo storico e verista
“trilogia degli antenati”, un’autentica pretesa di ricostruzione storica: il Settecento del visconte
Medardo di Terralba (destinato da una cannonata turca a vivere temporaneamente diviso in
due parti, una buona e una cattiva), il Sette-Ottocento di Cosimo Piovasco di Rondò (che salito
su un albero a dodici anni non recederà mai più dalla sua scelta di vita arborea), il IX secolo di
Agilulfo dei Guildiverni (il cavaliere che non c’è, vuota armatura animata solo dalla forza di
volontà e dalla fede) sono gli scenari in cui Calvino ambienta le sue parabole fiabesche e
paradossali, alla ricerca di un ordine nel caos della vita, della storia e della scrittura.
Interessante anche la recentissima rivisitazione del genere ad opera di Umberto Eco (1932),
esperto di semiotica (la “scienza dei segni”), che, ne Il nome della rosa (1980), ha offerto un
modello particolarmente significativo di romanzo storico “postmoderno”: si tratta di un
giallo ambientato in un monastero benedettino nel XIII secolo; l’attenta ricostruzione del
contesto storico, caratterizzato da violenti contrasti all’interno della Chiesa stessa, offre uno
sfondo complesso al messaggio di fondo del romanzo, che è un messaggio “semiotico”: la
realtà e i suoi fondamenti (dunque anche Dio) sono segni enigmatici che l’uomo deve
investigare, come il protagonista Guglielmo da Baskerville, singolare figura di frate-detective,
nella ricerca – perennemente frustrata – di raggiungere una verità ultima e definitiva.
Guida al colloquio del nuovo Esame di stato © Edizioni Bruno Mondadori 1999
4 Percorso 24 - Il romanzo storico e verista
Vedi nel testo di storia della letteratura i caratteri della narrativa di Émile Zola (1840-
1902), che raffigura, nei suoi romanzi, degli “squarci di vita” i cui protagonisti, appartenenti
per lo più alle classi medio - basse, agiscono sulla base di un comportamento rigidamente
determinato dai caratteri ereditari e ambientali. Particolarmente significative sono in tal
senso opere come Teresa Raquin (1867) o L’ammazzatoio (1877).
Guida al colloquio del nuovo Esame di stato © Edizioni Bruno Mondadori 1999