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Fede e storia

Prima parte: per la formazione del docente.

1. Il santuario.
Definizione che ha dato il Codex Juris Canonici, nel 1983, nella parte III del libro V,
dedica al santuario i canonici 1230 – 1234. Il can. 1230 “ col nome di santuario si
intendono la Chiesa o altro luogo sacro ove i fedeli, per un peculiare motivo di pietà, si
recano numerosi in pellegrinaggio, con làpprovazione dell`Ordinario del luego”.

Independentemente dal proliferare o meno di monumenti, condizione essenziale


perchè un santuario possa essere riconosciuto come tale è che sia meta di pellegrinaggi
e che i fedeli vi si rechino per un peculiare motive di pietà. Dice queste autore non
existe santuario senza pellegrinaggio.

A spingere il fedele a muoversi da casa propia e ad affrontare disagi, più o meno grandi,
è il fatto che la meta del suo pellegrinaggio è il ‘segno memoriale’ di un evento sacro
dove, una volta giunto, spera di poter entrare in dialogo con Dio o con i soui santi.

La memoria rimanda a un intervento divino fondante che va dal mistero


dell`incarnazione –“Dio che si fa uomo tra gli uomini”- fino alla treandria, cì sono luoghi
della memoria che rimandano a Gesù Cristo alla Madonna ai Santi.

E luoghi legati ada avvenimenti straordinari, dove el sacro si è manifestato


personalmente (epifania), o in forma impersonale (ierofania).

Nel maggio del 1999, c’è stata una novità rivoluzionaria: il Pontificio Consiglio della
Pastorale per i Migranti e gli Itineranti ha emanato un documento su Il santuario,
memoria, presenza e profezia del Dio vivente, prendendo ufficialmente posizione su
questo fenómeno dello Spiritu. Il santuario vi è definido “tenda dell’incontro con Dio
vivente”. Riprendendo poi un’espressione di Giovanni Paolo II “pietre miliari che
orientano il cammino dei figli de Dio sulla terra”.

La prima geografia del pellegrinaggio cristiano è gerosolimitana; quindi, nel tardo


antico, alla meta dei luoghi biblici, si aggiunse il pellegrinaggio alle tombe dei martiri,
presente in quasi tutte le province dell’Imperio.

Il pellegrinaggio in Terra Santa è una conseguenza del desiderio di un ritorno alle


sorgenti per rivivere, la visita dei Loughi Santi, il messaggio e il cammino della salvezza.

La costruzione della colonia Aelia Capitolium 135, il Santo Sepolcro fosse astato coperto
di detriti, el pellegrinaggio a Gerusalmme è attestato fin dal II secolo; i primi pellegrini
furono dei vescovi, Melitone de Sardi e Alessandro di Cesarea.
Mentre la prima celebre pellegrina fu Elena, madre di Costantino il quale succeduto, nel
306. Nel 326, Elena, ormai anziana, intraprese un pellegrinaggio in Palestina, per
visitare i luoghi santificati dalla vita terrena del Redentore.

La scoperta della Croce e del Santo Sepolcro suscitò un grande entusiasmo e così
affluirono in massa pellegrini. La croce fu posta nella basilica del Martiryon e chiusa in
un reliquiario d’argento dorato, che veniva anualmente mostrato il 14 settembre (festa
dell’esaltazione della santa croce).

Lo stesso imperatore Costantino si adoperò poi per la costruzione della basilica della
Natività a Betlemme, dell’Ascensione sul Monte degli Olivi, basiliche che dotò e poi
ornò di ori e di gemme.

Possediamo racconti di viaggio: come quello di Paola che, nel 385, arrivò in Terra Santa
con S. Girolamo. Il racconto della monaca Egeria che, sulla fine di quel secolo, partì dalla
Galizia e dopo 13 mesi giunse in Terra Santa, dove si fermò per tre anni. Si andava per
conoscere i luoghi santi dell’antico e del nuevo Testamento, ma anche per visitare i
sepolcri dei martiri e incontrare i monaci, veri santi viventi. Egeria visitò gli insediamenti
monastici della Tebaide, al Sinai, al Nebo, in Mesopotamia e presso il santuario de S.
Tecla.

Durante la persecuzioni, ordinati dagli imperatori romani contro i cristiani, v’erano stati
martiri e in oriente e in occidente, dove la Chiesa di Smirne, a distanza de un anno dai
fatti, narra il martirio del proprio vescovo Policarpo (156 o 167).

La cristianizzazione edilizia che Costantino aveva iniziato in Terra Santa,


monumentalizzando i luoghi della memoria de Gesù Cristo, fu proseguita a Roma dallo
stesso Costantino e successivamente da Teodosio con la costruzione di basiliche sulle
tombe degli apostoli Pietro e Paolo.

Come hanno dimostrato gli scavi esguiti tra il 1940 e il 1949 sotto la basilica de S.
Pietro, questa fu da Costantino edificata in modo tale da far insistere l’altare maggiore
sulla tomba del santo.

A Roma urbs sacra perchè quivi hanno trovato il martirio gli Apostoli Pietro e Paolo e
un numero di martiri tale che nessuna altra città dell’imperio può vantare.

Il pellegrinaggio ai sancta limina degli apostoli al ricordo delle virtù, dell’eroismo, dei
prodigi compiuti dall’eroe, si facevano preghiere e riti liturgici: così il sacrificio del
martire venne íntimamente legato al sacrificio del Signore rappresentato e celebrato
nell’Eucaristia.

A partire dal IV secolo si moltiplicano le invenzioni di corpi santi, ritrovati spesso a


seguito di sogni o di pretese rivelazioni miracolose. L’esempio dato da sant’Ambrogio
che ‘miracolosamente’, il 17 giunio 386, rinvenne i corpi dei martiri milanesi Gervasio e
Protasio, trovò molti vescovi emuli.
Il culto dei martiri è una delle radici che hanno fatto poi fiorire il culto dei confessori,
delle vergini, dei vescovi, dei monaci. La venerazione delle loro reliquie diede luogo a
due forme di pietà: alla monumentalizzazione del luogo, dove era stato rinvenuto un
corpo santo, cioè ad un santuario con la costruzione di un martyrium, di una basilica ad
corpus, di una ecclesia ad corpus.

Il bisogno di un contatto físico, per beneficiare del potere taumaturgico che si sprigiona
da quei corpi santi, pratica che ha come referente evangelico l’episodio dell’emorroissa.

Fondamentalmente, per l’uomo del Medio Evo, du poi il fatto che Roma, oltre ad essere
il lougo memoriale di tanti testimoni della fede, è anche la Sede di Pietro, di colui che
ha il potere delle chaivi e dei suoi seccessori.

Furono i monaci irlandesi – dove il cristianesimo, ad opera di s. Patrizio (+493), un


bretone che, eletto vescovo, nel 457 si recò nell’isola per convertiré gli invasori – a dire
il vi, nel 951, con s. Colombano, a un forte movimiento che, dall’Inghilterra, ben presto
si irradiò in tutta Europa.

Peregrinaggio e penitenza furono i due binari su cui marciò il movimemto penitenziale


che caratterizzò la spiritualità medievale. Nell’Europa medievale vanno dunque
ricercate, a partire dal VI secolo, in tutta l’Europa occidentale, ascesi che considerava il
pellegrinaggio come un’estensione del sacramento della penitenza, quale medicina
spirituale per i peccatori pentiti.
Da parte loro, missionari orientali, proveniente dalla Siria e guinti nel sec. VII in Italia,
per evangelizzare gli invasori, andavano diffondendo il culto delle Vergene; ma non era
ancora giunta la stagione dei santuari mariani.

Era accaduto che, nel 638, Gerusalemme si arrese al Califfo Omar e così la Palestina fu
islamizzata. Tuttavia il pellegrinaggio cristiano, come fenomeno di piccoli gruppi, dove si
intrecciava religione popolare e religione colta, pur in mezzo a molte difficoltà, fino al
sec. XI l’occupazione di Gerusalemme da parte dei Turchi 1076 – si trasformò in
pellegrinaggio armatp: la prima crociata non fu, infatti, una guerra santa, ma una forma
originale di pellegrinaggio al quale, al grido di “Deus lo volt”, partecipò tutta l’Europa.
Mentre II annesse al pellegrinaggio per la prima volta nella storia un’indulgenza di
remissione di tutte le pene.

Con la liberazione de Gerusalemme sec. XII, i luoghi della memoria del Cristo tornarono
ad essere frequentati dai Pellegrini, sorsero Ordini cavallereschi: accompagnare i
Pellegrini in Palestina, proteggerli contro ogni assalto, curarli nelle malatie, ma anche
difendere la causa di Terrasanta contro L’Islam.

Scopo dei pellegrinaggi era quello di raggiungere un luogo dove la potenza divina aveva
scelto di manifestarsi mediante miracoli. L’interese maggiore dei fedele era per i luoghi
dove si custodivano reliquie e ciò a motivo dei miracoli, le reliquie svolgevano, per il
fedele della Chiesa d’occidente, la stessa funzione che avevano le icone per il fedele
della Chiesa orientale.
Nel frattempo, il culto all’Arcangelo, avevano fatto di S. Mechele arcangelo, il patrono
della nazione e, del santuario garganico, venerato dai Longobardi l’8 maggio, in breve
si diffuse. Con il miglioramento riprese vigore e le strade cominciarono ad animarsi per
la presenza di lunghe teorie di pellegrini che attraversavano l’Europa, S. Michele
Arcangelo al Gargano e Mont-Saint-Michel; Gerusalemme e Compostella e, come
comune Roma.

Contextualmente, l’aspirazione aun contatto diretto con il divino incrementò la


devozione all’eucarestia, dando origen al rito dell’elevazione, il cui scopo è quello di
mostrare ai fedeli l’ostia nel preciso momento in cui si compie il mistero divino.

A partire dei sec. XI – XII, cominciò a verificarsi tra monachesimo e pellegrinaggio: ai


valori tradizionali del pellegrinaggio fu contrapposta la stabilità e l’obbedienza del
monaco.
L’introduzione della statua, obliterare santuari o una capillare diffusione di santuari
mariani ad apparizioni della Madonna, o a semplici riappropriazioni di statue. Ci fu così
un proliferare di santuari, regionali o locali, la cui storia si è iniziata a scrivere da non
molti anni in qua.

Roma il Gubileo indetto da Bonifacio VIII (1300), la stragrande maggioranza dei santuari
cominciò a dipendere dalle indulgenze papali.

Fino al sec. XIII era prevalso il pellegrinaggio di espiazione o di richiesta: si andava al


santuario pes soddisfare la penitenza imposta – dal confessore, in foro interno; dal
giudici civile, in quello esterno.

In seguito però i fedeli presero l’abitudine d’invocare i santi, o la stessa Madonna,


restando a casa propia e promettendo un pellegrinaggio nel caso che il loro voto fosse
stato esaudito.

Dell’età moderna continuarono a proliferare racconti di apparizioni e di mirabili


traslazioni. In età tridentina, nella storia dei santuari, si registra una svolta: il tentativo
di passare dalla sacralizzazione alla sacramentalizzazione; ma il tempio dove ci si
appresa ai sacramenti per conseguiré la salveza.

L’epoca moderna cessano le grandi migrazioni e il pellegrinaggio, a prevalente indirizzo


mariano (Guadalupe, Czestochowa, La Salette, Lourdes, Pompei, Fatima).

A patire dal maggio 1999 l’intera problemática connessa a santuari e pellegrinaggi è


estata affidata al Pontificio Consiglio della pastorale per i migranti e gli itineranti. Sul
santuario dichiara che rifflettere “sulla natura e la funzione del santuario può
contribuire in maniera efficace ad accogliere e vivere il grande dono di riconciliazione e
di vita nuova che la Chiesa ofre”.

2. Le edicole nella storia en ella pietà


Scrive l’Apostolo Paolo che Cristo è immagine del Dio invisibile (Col 1,15), dove il
termine immagine descrive la relazione tra il Padre e il Figlio.
Il termine icona, che in origine servì a descrive la relazione tra il Padre e il Figlio, fu in
seguito assunta per indicare anche la rappresentazione artística di Cristo nella forma e
nei colori.

I modelli sono quelli della fine dell’antichita, ma con la peculiarità di isolare, dai cicli
narrativi, alcuni motivi creando così, a partire dal VI secolo.

Il termine icona/immagine ha come sinonimi: cona, da icona, che è il corrispettivo di


immagine; maestà: inizialmente diffuso in tutta Europa, il termine servì ad indicare il
Cristo in Maestà, cioè in trono. Per analogía il termine maestà fu usato anche per la
Madonna.
Se, dalla tecnica o del materiale usato, l’attenzione si sposta sullo stesso oggetto di
culto, abiamo termini come: crici, crocefissi, crocette, se l’immagine, posta in
venerazione è una croce, con o senza crocefisso. Mentre il termine Madonnelle si usa
per indicare un’idicola con l’immagine delle Madonna.

A Roma, ad esempio, un primo catalogo delle Madonnelle venne redatto nel 1853 da
Alessandro Rufini che contò un totale di 2739 edicole, delle quaili 1421 mariane. La
Madonna vi era venerata sotto 67 titoli.

Lo studio di questi manufatti in realtà è assai laborioso: richiede la conscenza di varie


discipline e tecniche e comporta il rilevamento della posizione geografica, la ricerca
storica, la rivelazione dell’ambiente sociale, l’inchiesta sul campo per conscere le
tradizioni, il culto.

È quanto se legge nella vita di santa Maura, verso la metà del sec. IX, che più volte
aveva contemplato le tre immagini poste nella cattedrale di Troyes: un crocefisso, una
Majestas Domini e un’immagine del Bambino in collo alla Madre.

Dal punto di vista artistico questi manufatti sono considerati, da molti, espressione
d’arte minore; mentre, dal punto di vista religioso, costituiscono un’importante
testimonianza di pietà e del gusto popolare lungo un arco di tempo che, dal Medioevo,
giunge fino ai nostri giorni.

La stragrande maggioranza sono edicole di tipo privato e pertanto sono strettamente


collegate alla devozione del committente. All’origine si riscontra: un ex voto per grazia
recevuta, una petizione, un vivo senso di ringraziamento, una morte improvvisa, la
memoria di evento storici particolarmente significativi.

SECONDA PARTE

Didattica della storia Scheda per la visita guidata di un santuario: L’esempio di S. Maria
della Quercia.

1. Nascita del santuario


Il santuario della Madonna della Quercia sorge a seguito di una ierofania, nel 1467,
anno in cui a Vitervo infuriava la peste. Analizzare il racconto di fondazione (il miracolo
del viandante che, incappato nei briganti, ricorre all’immagine della Vergine posta su di
una quercia e ha salva la vita) e mostrare la rappresentazione eseguita da Michele
Tosini 1569 – 1570.

2. L’immagine miracolosa
Si tratra di un’immagine dipinta su una tegola quadrada e rinvenuta appesa a una
quercia. Rappresenta la Vergine con il Bambino.

3. Monumentalizzazione dell’immagine miracolosa


In alcuni casi la mariofania o la ierofania dà luogo alla construzione di un edificio capace
di accogliere i relativi Pellegrini.

4. Documenti d’archivio conservati al Museo del santuario


I documenti sono dal 26 agosto 1467 al 1585.

5. Visita al museo del santuario


Si segnalano:
 Ex - voto del secolo XV
 Ex – voto del secolo XVI
 Ex – voto del secolo XVII

6. visita al secondo Chiostro della seconda metà del secolo XVI, con miracoli della
Madonna della Quercia.
Da quanto sopra si evince che la Quercia, sorta come santuario anti-peste, in un
prosieguo di tempo conobbe il ricorso per scampare dalla malatia e dall’anemia.

7. Custodi del santuario


Trattandosi di un santuario della religione civica, la presentazione dei rettori spettava
alle autorità comunali che, su intervento di Paolo II, presentarono al vescovo diocesano
religiosi della famiglia dei gesuati. Attualmente il santuario è in mano a una comunità di
sacerdoti diocesani.

8. Santuari ‘ad instar’.


A frequentare il santuario, oltre ai Viterbesi, furono anche pastori al seguito di greggi in
transumanza. Ancor oggi è attiva e frequentata la Madonna della Quercia di
Morrovalle, santuario eretto nel secolo XVII, sul modello viterbese e attualmente
custodito dai Passionisti.

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