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l Antropologia
della morte
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GARZANTI
INTRODUZIONE
Traduz.ione dal francese di
Arnaldo Br~ana, Renata Molinari e Donella Piccioli
a cura di Mario Spinella

Prima edizione: novembre 1976


Perché un libro sulla m orte1

Vi sono almeno tre ragioni, anzi tre gruppi di ragioni, a


favore di una simile scelta. ·
In primo luogo la morte continua ad essere, per eccellenza,
l'avvenimento più universale e irrefutabile: la sola cosa di cui
siamo veramente sicuri, anche se ne ignoriamo il giorno e l'ora,
il perché e il come, è che si deve morire. Da questo punto di
vista la morte appare più radicale della vita: il numero dei
vivi rappresenta infatti, potenzialmente, solo una minima per-
centuale di quanti avrebbero potuto nascer e, ma la morte col-
pisce ogni uomo senza eccezioni, tanto è vero che l'essere uma-
no, come sottolineava Heidegger, è un essere-per-la-morte. Vita
e morte sono antinomiche, eppure si dimostrano stranamente
indissociabili l'una dall'altra : il bimbo che nasce porta in sé
una promessa di morte, è già un-morto-in-potenZA; ma chi
muore ha la speranza di sopravvivere nella memoria di chi
resta e, quando ne abbia, di perpetuarsi parzialmente nel pa-
trimonio genetico dei discendenti. Bisogna dunque affermare
la necessità della morte: e forse la scienza moderna sta risco-
prendo ciò c~e è sempre stato sostenuto dalle civiltà arcaiche.
La morte, per il biologo, è ciò che con sente quotidianamente
la sopravvivenza della specie (se il grano non muore, aggiun-
ge il poeta...) e ne assicura, con il rinnovamento, le possibilità
di mutazione.
In secondo luogo, troppo spesso l'uomo d 'oggi assume- nei
confronti di quella che Paolo definiva « la regina dei terrori ,.
- una posizione equivoca, una curiosa mescolanza di fuga e
Titolo originale dell'opera: neg<;ltività. Già Bossuet, nel suo sermone sulla morte del 1666,
c:Anthropologìe de la mort ~ sottolineava: « t una singolare debolezza dello spirito umano
© Payot, Parìs 1975 il fatto che la morte non gli sia mai presente, per quanto gli
© Aldo Garzanti Editore, 1976
si metta in mostra da ogni parte e in mille modi... I mortali
Printed in ltaly si preoccupano di seppellire il pensiero della morte con la

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stessa cura con cu i sotterrano i morti. » Ed è u n fatto che se l'essere; non le si dà abbastanza perché la si riduce _ad un ayvt.
l'uomo d'oggi sembra sul punto di superare, non certo senza nimento momentaneo; e vedremo più avanti che, per l'uomo
traumi, i tabù del sesso (benché la repressione sessuale, in moderno, i mo'Yti non sì trovano mai alloro posto e ossessiona-
Occidente, rimanga spesso fin troppo evidente) si trova strana- no l'inconscio dei sopravvissuti che si sforzano di scordarli. Ma
mente bloccato davanti al tabù della morte. Parlare della il rifiuto del dialogo ren.de i defunti più crudeli, e soprattutto
morte, si dice, è segno d'uno c stato d'animo morboso, confi- più presenti. Per un curìoS:O paradosso ci si potrebbe chiedere
nante con il macabro ».1 D'altra parte la ricerca del macabro se l'uomo occidentale non tema la mor te perché si rifiuta di
si può definire, sotto molti aspetti, come un comportamento di credere n ell'onnipotenza della vita. Invece il Negro-africano
fuga, come un rifiuto travestito in forma tragicomica.1 c Il - del quale sono noti il modo ricco e originale e ìl fervore
pubblico, generalmente, quando gli si parla della morte si con cui esalta la vita - minimizza la portata della morte fa-
aspetta due cose: l<>) di sottrarsi a lla noia mediante una fo rte cendone un immaginario che interrompe provvisoriamente l'e·
sensazione; 2'>) di trovarsi reinstallato, subit<Ydopo, nella sua sistenza del singolo e risparmia, trasformandola in un avveni·
poltrona , relax • per mezzo di un finale rassicurante. Tra lo mento che riguarda solo l'apparenza dell'individuo, la specie
scrittore e la società esiste una tacita intesa: <Conto su di te, sociale (credenze nell'onnipotenza degli antenati, conservazio-
dice la società, affinché tu mi fornisca degli strumenti con cui ne del Totem del clan grazie alla reincarnazione...): il ch e gli
utilizzare, dimenticare, ritardare, mascherare o trascendere la consente non solo di accettarla ed assumerla, anzi di ordinaria
morte. Ti ho assunto per questo. Se non eseguirai il tuo com- - secondo la definizione di Jaulin - ìntegrandola nel pro·
pito, sarai licenziato (cioè 'non sarai più letto') '· » 3 Il modo prio sistema culturale (concetti, valori, riti e credenze), ma
più maldestro dì negare la morte, probabilmente, è di vederla anche di includer/a ovunque (che è il metodo migliore per do-
come una pura potenza negatrice, di ridurla a una pura e sem- minarla), di scimmìottarla ritttaLmente neH'iniziazione e di
plice distruzione della vita : la morte muta la presenza in as- trascenderla grazie a un gioco appropriato e complesso di sim-
senza facendo dell'essere un non-essere o, al più, un labile ri- boli. In breve, H Negro non ignora la mone; al contrario, la
cordo. ln breve, come diceva così bene V. Jank.élevitch , c mo- afferma smisuratamente (abbiamo appena detto che la inclu-
rire non significa diventare altro, ma diventare nulla o - il de ovunque). Presso di lui, e per lui, c la morte è la vita che
che è lo stesso - diventare assolutamente altro, dato che, se il ·perde, che è stata giocata male. La vita è la morte domata
relativamente altro è ancora un modo d'essere, l'assolutamen- a livello sociale prima ancora che a quello biologico •.3 E in
te altro, che è la contraddizione del medesimo, si comporta realtà, se si osservano i miti, le credenze, i fantasmi e l'attività
nei suoi confronti come il non essere in rapporto all'essere » .4 creatrice degli uomini di ieri e di oggi, ci si accorge presto
Non ci si stupisca che un simile modo di vedere, nonostante la del ruolo privilegiato riservato alla morte, ruolo in cui si
prospettiva rassicurante o consolante delle religioni monotei- esprime la positività di quella che è considerata come l'eterna
ste. limiti la morte all'avvenimento-che-mette-fine-alla-vita. In- e spietata distruttrice: un'opera recente non ha forse indicato
tesa così, la morte occupa nel pensiero occidemale una posizio- come categorie estetiche fondamentali della morte l'evasivo;
ne ambigua: le si accorda troppo perché, si dice, essa annienta il crepuscolare, il funebre, il lugubre, l'insolito mentre il fan-
tastico, il meraviglioso, il demoniaco, l'infernale, l'apocalittico,
l H. Rcboul. Le discours du vieltard sur la muri, « L'information psy- il macabro, il diabolico sarebbero le categorie dell'aldilà? •
chologique -., 44, 4° trimestre 1971, p. 75.
2 E 11 ca5o di P. Léautaud che confida a R. Mallet che gli sarebbe pia- Al tempo stesso, la yita moderna porta in sé un certo numero
ciuto riposarsi sopra la tomba della sua amante per « pensare a ciò che capi- d'elementi (credenze, tecniche, atteggia menti) che obbligano
tava lì sotto •; o di Baudelaire che canta la putrcfuione del cada vere:
c Alors o ma beauté, ditcs à la vermine qui vous mangera dc baisers. • ~
l'uomo d'oggi a rivedere alcuni punti di vista secolari a pro-
anche il caso d i J. Ensor il cui celebre quadro • Autoritratto nel 1960 » rap- posito della morte. Le guerre non sono mai state così micidiali
presenta uno scheletro vestito.
S A. Fabre- Lucc, l.tJ mort u changt, Gallimard 1966, P- 12. · 5 R. J aulin, La mort sora, Plon 1967, p. 64.
4 V. J ankélevitch, Philosophie pr~miè_r,, 1954, pp. .55-56. 6 M . G u iomar. Principt>s d'une eslhilique iU la mort, J Corti 1967.

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né le minacce di polluzione o di inquinamento nucleare tanto Per un' antropotanatologia


drammatiche, né la corsa agli armamenti è mai stata più one-
rosa e pericolosa che ai giorni nostri, in cui lo stesso disprezzo . l proble~i d~lla morte riguardano, a vario titolo, personag-
dell'uomo per l'uomo si fa sempre più evidente (ecocidio, ge- gi molto dtvem tra loro, come: il teologo e il filosofo, lo psi-
nocidio ed etnocidio: recrudescenza della criminalità, degli co_logo •. lo psicanalista _e lo psichiatra; il biologo e il biochi-
infortuni sul lavoro e degli incidenti stradali; intensificazione mtco; 1! demografo e ti SOClologo; il giurista, il criminologo
dello sfruttamento capitalistico che, ossessionato dalla riduzio- e l'economista; lo studioso di estetica e il cr it ico d'arte; lo
ne dei margini di profitto, arriva a commercializzare persino la storico~ il geografo; senza trascurare il prete, il medico {come
morte...). Inoltre, per motivi che hanno poco a che vedere tecnico della salute e come medico legai~). l'assicuratore, l'ad-
con ragioni di carattere economico, all'uomo è tolta la sua detto ai_ servizi funebr.i, gli infermieri, gli urbanisti... Ognu-
stessa morte: muore da solo, all'ospizio o all'ospedale, senza no. cons1dera la morte m generale - sia degli altri che la pro-
preparazione (esistono manuali di comportamento sessuale ma pna - secondo un'ottica particolare, che gli deriva dalla sua
non sull'arte del morire bene): i funerali e i riti fu nebri perdo- profession e (e dunque dal suo codice deontologico), dall'ordi-
no d 'importanza;7 i cadaveri si fanno sempre pii1 ingombranti ne dei suoi interessi intellettuali, dalla sua ideologia o da quel-
e i cimiteri pongono agli urbanisti problemi sempre più com- la ~el ~ruppo cui più specificatamente appartiene. Perciò ri-
plessi. Da parte sua lo scienziato, sottolineando l'insufficienza schaa dt avere, sul nostro problema, un punto d ì vista parzia-
delle tradizionali prove del decesso (arresto cardiaco e della le, interessante e magari originale, ma inadeguato ai fini di una
respirazione), suggerisce di completarle con la constatazione sua esauriente comprensione. Se dunque si vuole uscire, come
dell'assenza totale di attività cerebrale che - verificata da un dice E: Morin.~ dalle c: geremiadi sulla morte, dal sospiro ar-
tracòato piatto dell'elettroencefalogramma - dimostri una dente m attesa della dolce rivelazione religiosa, dal manuale
assoluta mancanza di un qualsiasi tipo di riflesso per un pe- di serena saggezza, dal saggio < patetico '• dalla meditazione
riodo di tempo « adeguato ». Che pensare allora della defini- metafisica che esalta i b~nefici trascendenti della morte o dal
zione cristiana secondo .c ui la morte è la separazione dell'anima gemito sui suoi non meno metafisici misfatti; se si vuole uscire
dal corpo? E come interpretare, se non in termini simbolici, dal mito, dalla faha evidenza e dal mistero fasullo, è neces-
la sentenza dell'Ecclesiaste (x n, 7): « Che la polvere ritorni al- sario copernicanizzare la morte. Ciò significa impegnarsi non
la terra da cui era stata presa e che lo Spirito ritorni a Dio già in una mera descrizione psicologica, ma in una scienza
che l'aveva dato ,. ? Ma si stanno ver ificando anche altri cam- totale che sola potrà consentirci di conoscere contemporanea-
biamenti, ci si offrono nuove prospettive, abbiamo nuove spe- mente la morte attraverso l'uomo e l' uomo attraverso la mor-
ranze: le pompe funebri si trasformano in ser vizi tanatologi- te. ,. E l'antropologia vuole essere appunto la scienza dell'uo-
ci, si edificano complessi funerari (atanei), si inserisce nei co- mç> per ecce1lenza,9 q uella che cerca le leggi universali del
dici una nuova deontologia (trapianti, donazioni di organi, pensiero e della società e considera le differenze spazio-tempo-
traslazioni di cadaveri), ì tanatotecnici limitano gli effetti rali per giustificarle, pur tentando di ridurle a modelli uni-
degradanti della tanatomorfosi facilitando così il lavoro sui versali e astratti, a schemi esplicativi il più possibile generali
morti, la Chiesa abolisce le sue pr oibizioni relative alla cre- senza trascurare, per quanto possibile, di riferirle anche al
mazione... e si profila già, in un ipotetico avvenire, l'eventua- mondo non-umano. Si tratta dunque di situare l'uomo no n
lità dell'ibernazione e della rianimazione. solo secondo i sistemi socio-culturali che - hic et mmc - egli
si è scelto, ma di considerarlo anche come c: momento » (ai
7 A questo proposito l'evoluzione dei calendari si dimostra auai ricca
d'insegnamenti. U na volta il 2 novembre era dedicato alla Festa dei Morti;
in seguito ~ diventalo. più prosaicamente, Giornata dei defunti; oggi ci ~i 8 L'homme et la mori, Seui[ 1970, p. 16.
accontenta di un tennine laconico come • Defunti », la cui asciuttezza fa 9 O, Jiù mode~tamente, tanto il tronco. comune a tutte le scienze umane
pccnsafe ad un ordine nuovo. quanto meno della loro eventuale sinksi.

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suoi on:hi privilegiato) nell'avventura universale della vita. comparativa, poiché cerca l'unità dell'uomo nella differenza o,
L'uomo, paragonato all'animale, è innanzitutto un manipola- meglio, ne costruisce l'un iversalità a partire dagli scarti. Da
lure/C05lrutlore (homo faber) e - saremmo tentati di aggiun- qui la necessità dei confronti. A questo scopo avremmo potuto
gere- un produttore di armi che uccidono: con lui vediamo scegliere fra tre possibilità. Mettere a confronto il rurale (ar-
espandersi, gnzie ad un linguaggio articolato, la funzione lin- caico) e l'urbano: ma così si correva il rischio di non andare
guistica (homo loq11ax): mai la padronanza del rapporto si- troppo lontano, tanto più che è in corso un'urbanizzazione ac-
gnilicmte-significato si era spinta così lontano. Ma fin qui non celerata delle campagne. Confrontare, per l"Occidente, un pe-
si potrebbe ancora parlare di rottura, di soluzione di continui- riodo storico del passato con quello contemporaneo e utiliz-
tà; le differenze rispetto all'animale, benché assai rilevanti, zare una serie di studi preziosi (M. Vovelle, P iete baroque et
non sono tanto d'ordine naturale quanto piuttosto d'ordine déchristianisation en Provence au X V111• sìècle; F. Lebrun,
c1uautitativo. Anche l'animale, infatti, si dimostra a volte ca- Les hommes et la mort en A njou aux X V /l• sìhle et X V /Il'
pace di intelligenza fabbricatrice e non ignora alcune tecni- siècle) ma numericamente insufficienti 11 e troppo poco diver-
che di comunicazione. Resta allora un altro tratto distintivo, sificati rispetto alle epoche e alle zone geografiche considerate.
forse piì1 pertinente: l'uomo, si potrebbe dire, è l'animale che Restava una terza possibilità, quella che abbiamo scelto: apri-
st~jJpelli.sce i propri morli. Si deve parlare, al riguardo, di una re un confronto tra una società arcaica contemporanea sulla
«breccia bio-antropolo,!?;ica » 10 che introdurrebbe un'autentica quale siamo adeguatamente informati (nel nostro caso il mon-
specificità dell'uomo? L'atteggiamento di fronte alla morte do tradizionale 14 negro-africano) e la società industriale, mec-
- e al cadavere- non sarebbe in definitiva quell'aspetto della canizzata, produttivistica (la nostra). Un tale procedimento ha
sua natura per cui l'uomo si sollrae parzialmente alla natura e ovviamente un mero valore esemplificativo e non consente ge-
diventa animale acndturato?11 « Ciò che definiamo la cultura neralizzazioni, ma permette di porre in risalto tutta una serie
di un popolo è, almeno in parte, lo sforzo ch'esso compie per di differenziazioni assai note a livello di credenze, atteggia-
reintegrare nella propria vita collettiva la materialità del ca- menti e riti, sia sul piano degli individui che su quello delle
davere, le ossa prive della carne che rappresenta la vita, per collettività. Ma al di là delle differenziazioni spazio-temporali
.~congiurarne gli effetti distruttivi: alla distruzione nichilista
della natura di cui Darwin dice che uccide più di quanto con- 13 M. Vovclle, Mourir autrrfois, Gallimard-Juillard 1974, distingue a ra-
servi, le società rispondono. controllando la putrefaz-i.one del gione la morte subita, che ha attinenza con la demografia, la morte vùmta,
supporto reale della vita, la carne. La mummia, lo scheletro, che fa parte: della sfera dell'esperienza individual e, e il discorso sulla morte,
che costituisce un documento storico, rivelatore della mentalità di un'epoca.
il teschio, che ne è la più antica metafora, rappresentano me- 14 Non ai deve fraintendere il senso della parola "tradizionale ... In
diante il loro contra-rio ciò che della realtà umana non è più nessun caso essa sta a indicare l'idea di purezza, d'autenticità, di speci-
ficità, colte « ne varietur •, al di fuori dei condizionamenti socio-storici.
visibile né palpabile, le sue credenze, i suoi valori, la sua Con .. tradizionale • si intende l'insieme delle p ratiche che nel corso di una
, cultura>.» 12 data epoca, abbastanza lontana e prolungata nel tempo, sì sono radicale al
L'antropolog-ia tanatologica deve necessariamente essere punto da diventare, oggi, abitudini o addirittura automatismi che:, di conse-
guenza. non si mettono più minimamente in questione; si è prodotto attual-
mente uno slittamcnto semantico dd termine ., tradizionale •: esso comincia
a venire considerato in quanto tale solo a partire dal momento in cui pra-
10 L'espressione è di E. Morin. tiche fin qui convenzionali si dimostrano inadatte o non funzionali in rap-
l l A qu.:stu proposito, si potrebbe aggiungere che tra tutti gli esseri porto all'adozione di un genere di vita relativamente nuovo, causata sia dal
viventi l'uomo rappre~enta la sola specie animale cui la morte è onnipre- contatto di altre culture con tecniche più avanzate (condizioni esterne) che
sentc durante tutta la sua vita (e sia pure solo a l ivello di fantasmi): la da trasformazioni interne di tipo qualitativo o dalla combinazione di en-
sol;.o specie animale che accompagna la morte con un rituale funebre com- trambi i fattori. Cosi akuni aspetti della cultura di partenza, per la loro
plesso c ricco di simboli; la sola specie animale che ha potuto credere, e inadeguatezza rispetto a pratiche nuove, diventano dei settori tradizionali,
spesso ancora crede, alla sopravvivenza c alla rinascita dei defunti; in breve, che talvolta in un tempo più o meno breve deperiscono e cadono a livd!o
la sola specie per la quale la morte biologica, fatto di natura, si trova con- di folclore. Ora, le civiltà. • tradizionali • nc:gru-africane, nonostante l'im-
tinuamente superata dalla morte come fatto di cultura. patto coloniak, hanno conservato - ·in particolare nell'ambiente rurale -
12 J. Duvignaud, Le langtll{l' pndu, PIJF 1973, pp. 275-27fi. una sorprendente vitalità.

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è possibile riscontrare anche una serie di costanti in comune. conte ritiene Marcel Mauss, le prime immagini di singoli indi-
Cosi, per esempio, l'orrore per il cadavere in decomposizione vidui (anche se indubbiamente riserva~e solo a un'élite, in
(mascherato ai giorni nostri dal pretesto dell'igiene); l'asso· quanto sempre più rare dell'insieme di tutti gli appartenenti
ciazione tra la morte e l'iniziazione (soprattutto in caso di a un dato gruppo)? La manducazione del cadavere familiare
guerra); il prestigio accordato alla morte·feconda (rischiare che si incontrava presso i popoli del fiume Sepik, l'antropo-
la propria vita o dare il proprio sangue per la patria, per la logia m istica degli antichi lncas riscontrata anche presso gli
fede, per un ideale politico}; la persistenza delle credenze nel- Indiani Tupi, la comunione cristiana che implica un can-
la morte-resurrezione (l'uomo sopravvive a se stesso per mezzo nibalismo mistico della carne e del sangue del fondatore.
dell'erediJà cromosomica; si preoccupa di trasmettere il pro- stanno ad indicare che la prima metafora, il primo simbolo,
prio nome: spera nell'aldilà, se è nedente); l'impo~tanza ac: nascono da questo sforzo d'integrare la morte alla vita collet-
cordata alla morte-madre (amore per la Terra-madre in cut tiva, e che l'insieme delle rappresentazioni, dei riti e delle
si spera di venire sepolti: « La terra, ,. scrive E. Morin,l5 « vie- credenze consiste nel sostituire le parti molli e putrefatte del
ne dunque maternizzata da un lato come sede delle met~­ corpo con qualcosa di duro, identificabile con la natura, che
morfosi di morte-nascita e dall'altro come terra natale ,. ); ti sarebbe l'osso, il teschio; indipendentemente dai modi eli eli·
ruolo della morte nella vita economica (mestieri attinenti alla struzione della carne •. 16 D'altra parte, non è forse curioso
morte) o nell'arte funeraria (la morte nell'arte e l'arte. nella constatare che··l'uomo moderno ritrova, mutatis mutandi.~. t.a-
morte); .le relazioni tra i morti e i vivi (l'occultismo e lo spi- Juni comportamenti arcaici che aveva già perso? La tecnica
ritismo, la credenza nell'immortalità dell'anima, la comme- della cremazione ricorda ad esempio i r oghi su cui gli IncEani
morazione annuale dei defunti, il culto dc!i santi come sosti· dell'Alaska e gli Alakafufi della Terra del Fuoco ardevano
tuto del culto degli antenati...) sono altrettante sopravvivenze i cadaveri; la tanatoprassi con cui gli Americani presentifirano
c primitive,. - nonostante i cambiamenti dovuti alle difle- il cadavere (è noto l'esempio del Direttore generale defunto
·renti condizioni di vita - presenti nella civiltà contempora- che, seduto dietro la scrivania, riceve l'omaggio dei presenti~
nea (a meno che non vi si debbano vedere, con C. G. Jung, evoca quelle pratiche negro-africane in cui il morto pres.iede
archetipi universali o infrastrutt_ure p_ermanen~i del_l'inc?nscio ai propri funerali; l'ibernazione, che blocca la degradazwne
collettivo). Si possono cosl scopnre, d1etro la d1versttà dt alcu- biologica del corpo mediante la sua conservazione a bassa
ni comportamenti, identiche finalità. Si prenda ancor~ come temperatura, è la nuova forma in cui il morto americano at-
esempio la tanatomorfosi. Contro le conseguenze negauve del- tende la resurrezione; il movimento di propaganda a favore
la decomposizione « tutte le comunità umane reagiscono ten- della cremazione dà un significato nuovo a una delle tecniche
tando di rovesciare i termini della spietata equazione : l'uso più antiche dell'umanità, a suo tempo rigorosamente proibita
della doppia sepoltura che incontri~mo, come attest~ H . H~rtz, dal Cristianesimo e dall'Islamismo; infine il collettivismo mar.
presso numerose società umane chtede alla ~err~ dt co~paere xista arricchisce e approfondisce quel principio di non indi-
un atto d'imputridimento che permetta d1 dtSseppelhre lo vidualizzazione della persona su cui si basava l'ottimismo clelia
scheletro liberato dalla carne per reintegrarlo nella comunità mentalità arcaìca.17
sotto la forma del solo simbolo, capovolto, di ciò che persiste,
cioè le ossa, la parte di terra che è in n~i. Le lll:asc.here fune- 16 j. Duvignaud, op. cit., 1973, p. 275. .
rarie della Polinesia e le teste rattrapptte degh J•varos ten- 17 Il nostro punto di vista coincide ancora una volta con quello d1 J.
dono indubbiamente allo stesso fine. E le mummie egizie, Duvignaud, per il qual~ l'antropologia ., si dedica alla de6nizion~ d~lla coe-
peruviane, messicane non sono anch'esse un tentativo per de· renza e della permanenza interna e logica del marccscibile, della carne_ nella
sua vivente elasticità, del corpo e dd cervello •; o ancora. cerca - d1 r .. p-
beUare la morte? Le raffigurazioni dei morti non sono foue, presentare gli el~menti della rclauone, le imma~i':'i. e le forme de!l'esistenz~
impalpabile, invisibile, ma il cui solo supporto e CIÒ che nccessa~lamcntc s 1
dissolve, c la s"cietà è morta quando tutta la carne è morta •. L antropo
H E. Morin, J:homme e! la mort dàns l'histoir11, Seui! 1971, p. 121. gìa sviluppa dunque un lavoro • che le società selvagge incomincianc> .'~-~.(,'-:..

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Unità-specificità dell'uomo (entro l mtJlgrado il pluralismo PARTE PRIMA
culturale} messa in luce dallo studio della morte, e unità delle LA MORT E È AL PLURALE
c scienze della mone :a : ecco il duplice obiettivo dell'antro-
potanatologia. Allo stadio attuale delle nostre conoscenze qual·
cuno potrà ritenere presuntuosa un'impresa del genere, e avrà
ragione. Ma vale comunque la pena di tentarla. Essa ci dà
almeno il vantaggio di organizzare e sistematizzare quanto
sappiamo al riguardo, e può anche spingersi pi.ù oltre. Il sem-
plice fatto che finora in Occidente la morte SJa stata ~rattata La vita,1 è stato detto, è l'insieme delle funzioni che resisto-
in modo non sistematico e come realtà a sé stante, dtmostra no alla morte. Definizione indubbiamente tautologica, ma non
l'intensità dei divieti a essa connessi.'' Si può sperare che un priva di una sua verità. Dal punto di vista biologico, la resi-
procedimento unitario possa culminare in un'antroposofia,. sin- stenza dell'essere vivente all'aggressione è straordinaria (già
tesi del vivere bene e del bene morire. Conoscendo meglto la e soprattutto a livello degli esseri unicellulari): reazioni di
morte, l'uomo non cercherebbe più di sfuggìrla o di occul- fuga o tattismo; educabilità e produzione di tossine o anticor-
tarla; forse apprezzerebbe meglio la vita e la rispetterebbe di pi; rallentamento delle funzioni chimiche vitali o fenomeno
più anche negli altri.19 di « vita latente » in dipendenza dalla disidra_tazione (fenome-
no di anabiosi che si riscontra tra i Rotiferi, i Tardigradì, gli
Anguilliformì) con o senza produzione di membrane protet-
tive, cisti o spore oppure conchiglie; riflesso di paralisi davanti
al nemico... ecc. Al punto che alcuni autori sono arrivati a
parlare d'immortalità protoplasmatica o hanno preteso, su un
piano più generale, che la morte esisterebbe solo come mero
accidente.
Psicologicamente l'istinto di vita (detto anche pulsione di
vita e, in senso p iù restrittivo, pulsione d 'auto-conservazione)
sarebbe cosi potente da far apparire persino il suicidio, in ul-
tima analisi, come un inno alla vita. Anche se non manca
un certo conflitto tra la pulsione d'auto-conservazione dell'in-
le aoddl industri:;ali - che considerano l'uomo un elemento del mercato
economico, un prodotto di cui ci ai .sbar~u~ ~cicnt~6c:ament.e - ~non~
d"ividuo e la pulsione di conservazione della specie, in cui que-
onn.~i compiere solo mediante le subltma.l JODI "'.fl?oh.che c npara~onc dc1 sta finisce sempre per imporsi, quasi che le manifestazion i
cimiteri, delle camere ardenti c delle tcpolturc 1g1emche • (op. eli., 197! , individuali della vita 1 dovessero cedere immancabilmente da-
p. 276). . · · F · vanti alla potenza universale della specie considerata come
18 Non è (onc :;abbastanza significativo il fatto che VJ s1a m ranc1a un
Istituto della vita ma non ancora un Istituto della morte? . un tutto - teoricamente- immortale.'
19 Malgrado il tabù della morte - o forse proprio per ca usa sua - s•
auiste a una ripresa d 'attualità delle ricerche sulla morte. € da veder~ a~
riguardo A. Codin, La mort a-t-ellt chanté1 in Mori tn Pr~stnce, Stud1 da l L'espressione è di Bichat. Ahre definizioni 1ono anche. più riduttive,
psicologia presentati da A. Godìn, • Lcs Cab. dc Psych. rehg. .., 5, Lumeo per esempio qucll;s del Littré: • La morte t la fine deJ]:;a v1ta •, o quella
vitae, Bru~tellcs 1971. L'autore parla di un • accrescimento spettacolare » deii'EncyclopUie: "La vita è il contr~rio della m~rte •: . .
degli studi su questo soggetto. Tr~ i titol.i recens!tì annualmente In c ~sych~­ 2 San Tommaso dichiarava che c ndotto a cogliere 11 concreto acnnbJlc,
logical Abstract ,. « H numero dc1 lavo~• a~ncas1 .ali~ voc~ < Death) 11 a~gt­ l'animale può tendere solo a cogliere il concreto scnsìbìlc, cioè alla pura c
rava tra il 1948 c il 1964 su una med1a d1 IO htoh (da1 5 del 1948 a1 17 semplice conservazione .del suo eu ere qui. e or~ ». .•
del 1960), per salire bruscamente :;a 34 nel 1965, a 68 nel. 19.68, a. 54 ~cl 3 L'animale che • v1ve scn~a tema di anmcntamcnto » .per c10 stesso ~
1969... l'indice del 1970 batteva tutti i record con U7 tJtoh regaatrau •, « sorretto dalla coacicnza di essere egli la natura medcsJma, c come lc1
pp. 2S3-2S4. eterno • {Artbur Schopenhauer, Il mondo come volontà e come rapprestn-

'5
Ciò potrebbe spiegar~ in parte perché e come le società r l · MORTE FISICA E MORTE BIOLOGICA
si siano costruite dei sistemi di difesa soprattutto a livello di
riti e credenze (cioè sul piano dell'immaginario), in modo da
darsi l'illusione della perennità o da rinviarla, al limite, ad
un altro mondo (sopravvivenza, aldilà).
Resta il problema fondamentale: cos'è la morte? La si può
definire? Ha un senso il concetto di morte? t univoco? Non si
dovrebbe piuttosto parlare della morte al plurale, sia che si
tratti della morte nella sua essenza, sia che si tratti dei modi Buffon, nella sua Histoire naturelle, in termini semplici e
di morire o di far morire? Vanno messi sullo stesso piano l'ani- profondi dichiara : « In natura la morte -questo cambiamen-
male e l'uomo? l'individuo o il gruppo? o addirittura l'istitu- to di stato così profondo e temuto- è solo l'ultima sfumatura
zione? Ecco i principali interrogativi per i quali occorrerà ab- di uno stato precedente. » 1 Tocchiamo qui, di colpo. un pro-
bozzare una risposta. blema capitale: la morte è soltanto Io scotto del cambiamento f
degradazione, sia che si tratti del vivente individuale (nasci-
ta-sviluppo-stagnazione-decrepitudine-morte) o d~lla specie (al
riguardo le scieQze storiche - archeologia e paleontologia,
preistoria, evoluzionismo biologico - esigono da noi molta
modestia), o dei fenomeni fisici (entropia)? Si pone allora
il problema di sapere se l'immutabilità sia il principio fonda·
mentale dell'Essere o d~lla Vita (come ritengono i teologi)
o se invece essa appaia come un termine, quello dell'usura (nel
senso in cui si par la di un astro morto). In ogni caso, come os-
servava Bergson nelJ'Ét,olution créatrice. lingule e foramini-
fere non sono certo consid~rat~ come le forme pii• ricche
della vita.
Soffermarci brevemente sulla morte fisica e sulla m orte bio-
logica ci aiuterà forse a chiarire in qualche modo la q uestione.

a) La morte fisica

Troppo spesso le definizioni che ci vengono proposte della


morte considerano solo l'ess~re vivente animale e vegetale: 2

l In una pro5p~ttiva più pratica, ricordiamo l'atteggiamento d i D'Alem-


bcrt (Lettera al re di Prussia del 29 giugno 1778}: • La morte, figlio mio,
è un bene per tutti gli uomini; è la notte di questo giorno inquieto che si
chiama vita. •
2 Come, per esempio, il Grand Larousse, che vede nella morte « la ces-
sazione completa o definitiva della vita di un animale o un vegetale"; o il
Quillet, che parla di • 6ne della vita. cessazione definitiva delle funzioni
lazionr. tr. it. di Paolo Soavj-Lopez: c Giovanni Di Loren~o. Laterza 1968, corporee • ; o ancma, ma in una prospettiva più soddisfacente. C. Bernard:
vol. n , p . .'174). • Se vule!~imo dire, • srriv<" ..,et l RH. "che tutte 1~ funzioni vitali sono la

t6 '7
ma un simile modo di vedere rischia di occultare, se non l'es- morire poiché l'energia si meccanizza o cosifica i n un p rodotto
senziale. almeno u11 aspe uo capitale del problema. Ci si offrono necessariamente in equilibrio. Tuttavia l'equazione materia-
subito due p rospettive: mentre la prima è relativa al mondo energia conserva la sua validità, così com'è nuca teoricamente
fisico propriamente detto, la seconda ci introduce subito nel-
l'antropologia sociale.
dopo Einstein (E =MO) ed empiricamente dopo i lavori sul-
la smaterializza2ione della coppia elettrone-positronc. T ornan-
d o a Lupasco: "Si capisce allora. grazie alle leggi questa vo lta
l . La morte {tsica i11 senso slullv realmente • naturali . dell'energia, che n on può n on esserci
fenom eni del mondo fisico tendono tutti, ci ~i dice, verso lotta contro la morte da parte della materia vivente in no n
la morte, secondo un tempo d ' usura pii1 o me no lungo che può importa quale settore, dal pilt piccolo e semplice al piìt vasto
andare dal ùilio nesimo di secondo a mil iardi di anni . ~: un' idea e complesso, della biosfera : e che la morte, a titolo costitutivo
che ha potuto affermarsi ne h.:orso del XIX secolo con il secondo della stessa energia, non può no n esistere. E tuttavia abbiamo
principio della termodinamica. Al limite, si tratta di un prin- visto ch 'essa non poteva attualizzarsi in modo del tutto rig~roso
cipio che riguarda l'intero universo, ·a condizione di precisare ed esistere in tutta la sua pienezza e attività, e d<> sempre in
che una si mile morte non ha nieme di d efinitivo (ci sarebbe virtù delle stesse leggi dell'energia, l'antagonismo e la con-
in ciò una base. inattesa e puramente simbolica per l'immor- traddizione della quale impediscono a un tempo all'omoge-
talità?). Si tratterebbe infatti di una morte:, è stato detto, « sta- neità, considerata come fenomeno di mone, e all'eterogeneità,
ti~tica e probabilistica ,. che qualificherebbe solo un « divenire considerata come fenomeno di vita, di realizzarsi compiuta·
puramente a.'iintotit:.:o ». A questo titolo. pretende re che l'uni- mente. li Secondo Princ ipio della Termudinamica e alcuni
verso tenda a lla propria morte sta a indicare soltamo il pro- principi anti-Clausius, derivati dal princ ipio di esclusione, In
cesso di omogeneizzazi<>ne dell'energia. Come scrive S. Lupa- vietano. Lo statuto della morte è dunque il seguente : essa
sco: « :-Jell 'interprctazione del Secondo Principio secondo la è solo il passaggio da una certa potenzialità a u na data attua-
statistica di <:i bùs-Boltzman, occorre anche tene r presente che lizzazione, passaggio immanente alla natura stessa del l'ener·
la degradazioue mo rtale dell'energ ia è il passaggio da una ete- gia, e dunque d 'ogni cosa, ch e però non pub ruai c11mpiersi
rogeneità, che è l'ordine iniziale, a un disordin e mo lecolare. interameìtte... 5
equivalente a un 'omogeneità, in cui l'ag itazione d isordinata Siamo cosi rinviati alla dialettka incessante di eterogen eità
neutralizza ogni avvenimen to.,. 1 E cosi prosegue : "Veramen- e omogeneità e ai processi di contraddizion e e di antagonismo
te, la noz.io11e di morte è relativa: in rapporliYalla vita, l'omo- costitutivi dell' en ergia, dai quali risulta che in ultima analisi
ge11eiv.azio1Je costitu isce 1111a morte. Ma in rapporto a quel «niente può esistere se tutto è om ogeneo. L'eterogeneità ap·
divenire che, secondo il Principio di Clausius. potrebbe a sua pare dunque indispensabile non solo a lla vita, come si è visto,
volta definirsi com e la vita, la vita fisica, l'eteroger~eiZLtUione è ma anche a tutto c iò ch e esiste o può esistere, n on fus.~ a ltro
U1la mi11acda di morte. » 4 Così la vita resta al centro della po- ~e per la nostra rappresentazio ne del mondo. Una eteroge-
tenzializzazione mentre la morte avanza di pari passo con l'at- neità infinita a sua volta n o n potrebbe esistere senza l"omoge-
tualizzazione. O se si preferisce : realizzare è vivere poiché neità in rapporto alla quale definirsi. Per quanto lontano si
significa esprimere il potere energetico, ma significa anche già spinga la diversificazione. se non c'è più qualcosa d a_ dilf~re~­
ziare sparisce anche la differenza, come nel calculo mfmues•·
conseguenza ncnssaria di una combustione ?rgan~ca. rip~tcrem~o ciò che: gi_.ì male in cui la sua infinità la fa dissolvere nell'omogeneità
abhiamu espu~to: );i vita e la murtc, la dostruzume del tcuuh. oppure do-
infinita del continuo. Abbiamo visto che questa ipotesi è una
r~mmo con lluffon: la vita è un minotauro. essa divora l'organismo. • Senza
ricadere negli errori dell'animismo, perché trascurare il divenire delle: ra- mera sublimazione, d'altronde assai utile, dettata dalla logica
diazioni, dell'energia, delle slelle, degli atomi? d'identità ma in realtà impossibile in virtù della logi<:a anta·
3 S. Lupascu, Dr~ rive. de la mathém(Jliqur rt dr la mort. Ch. Buurgois.
l !J7 1. p. l !iG. Il corsivo è nostro.
4 S. Lupasco. op. cit., pp. 166- 167. 5 S. Lupasco, op. rit., pp. 173-174.

r8
'9
gonistica e contraddittoria dell'energia. » 6 Si può allora misu- Un tale modo di vedere le cose interessa direttamente l'an-
rare tutto ciò che divide la logica cla.ssica (solidamente assisa tropologo sociale : non solo c la quiete è la morte • , come
sui principi d 'identità, di non contraddizione e del terzo esclu- ricordava Pascal dopo gli Stoici,l0 ma le società. contemporanee
so), a final~tà puramente riduttiva (riduzione delle differenze rischiano di perire per eccesso di omogeneizzazione, d'identità
c ap~arenta » a vantaggio delle identità profonde), dunque riduttiva.U Perciò la civi ltà mondiale di domani - che non
c log1ca del limite - impossibile nella sua assolutezza - può non realizzarsi come conseguenza della facilità di comuni-
del divenire fisico d 'omogeneizzazione totale e assoluta» 7 o, cazione, della pressione dei media e della potenza. economica
se si preferisce, c logica della morte »: e la logica moderna. ba- delle nazioni · dominanti (nel senso dell'imperialismo) - po·
sata su una dialettica antagonistica (complementarità), nata trà nascere solo sulla base della collaborazione di culture di
soprattut~o a pa rtire dalla riflessione sulle scienze quantistiche, cui si tenga in considerazione soprattutto • lo scarto differen-
e m particolare sulle relazioni d'indeterminazione di Heisen- ziale che presentano tra loro • , per riprendere l'espressione
berg (complementarità delle coordinate geometriche e d inami- di C. Lévi-Strauss.
che della particella - qui l'elettrone - che spingono a su-
perare il principio del terzo escluso: doride la logica d i P. 2 . La morte degli oggetti
~ev:i~r), de~ principio di indiscriminazione (compleme ntarità Parleremo qui, in particolare, degli oggetti manufatti, sia
mdlviduofststema, messa in risalto da Fermi, Dirac, L. de che si tutti di elementi di consumo quo tidiani o di opere
Br?glie, che rende poco probabile l'impadronirsi dell'identità d 'arte propriamente dette. Nella misura in cui questi oggetti
po_•ch~ ~on . è poss.ibile seguire n el tempo la particella), o del simbolìzzano una data civiltà, conservarli equivale a preserva-
prmctpto d esclusione di Pauli (in uno stesso sistema è im- re (qualcosa di) tale civiltà, poco importa se di oggi o di
possibile incontrare due stati quantici identici, il che porta ieri: la salvezza di Venezia o lo spostamento dei monumenti
a ridefin ire la duplice nozione di oggetto e di rete). Allo stes- dell'Alto Egitto - ne parleremo piia avanti - non avrebbe al-
so modo, il carattere altamente dinamico della c filosofia del , tr imenti a lcun senso : tanto è vero che, diceva Goethe, • il ca-
no » di Bachelard (logica non aristotelica, algebra non archi- lr polavoro dell'uomo è durare ». Da questo punto di vista e sen-
medea, fisica no n laplassiana, chimica non lavoisieriana, mec- za tenere conto della loro vulnerabilità (fragilità dei materiali
can ica non newtoniana.:.) ci introduce precisamente nel cuore
dell'antagonismo e della logica di vita non identificante.•
Os.~azioni del genere portano indubbiamente a una nuo-
l
l
t
e usura naturale, catastrofi telluriche, guerre e distruzioni
iconoclastiche), il destino degli oggetti può essere considerato
secondo due prospettive.
NoiJ. possi~ soffermarci a lungo sulla prima, offertaci
va caratterizzazione della morte,' divenuta ormai sinonimo di
'
l
riduzione omogeneizzante per assenza di complementarità an-
t~gonistica : l'entropia e la d egradazione del biologico nel fi-
saco ne sono manifestazioni topiche. Così la mor te c in ter-
l,. dalla situazione degli oggetti nelle collezioni e nei musei; ma
la loro ambiguità merita almeno un cenno. ~ indubbio che
il museo è il c tempio dei collezio nisti ,. e ch e la collezione
mini generali, è presente nell' universo fisico svelato dalla scien- è per il suo proprietario «un essere vivente ». Ma da un lato
za sotto forma di omogeneìzzazione e, nel nostro campo bio-
logico, sotto forma di consumazione e di risorsa limitata d'e-
ilDimonimento del T estamento: • Ricordati. o uomo. che sc:i polvere e pol-
nergia di eterogeneizzazione, che fa cadere il sistema vitale vere: ritornerai • cantato dai cristiani durante: la cerimonia delle Ceneri, nel
nel sistema fisico. » 9 corso della settimana santa, ma anche il processo di decomposizione: del
cadavere: vi e una bella differenza tra il corpo che ai fa abbronzare: sulla
spiaggia c la carogna che imputridisce solto lo stesso sole!
6 S. Lupaaco, op. ci!., p. 204. IO E per questo che !"andare ìn pensione, aggiun~c:remo, è già l'antica·
7 S. Lupasco, op. cit .• p. 168. mera della morte:; c: non è solo per ragioni econom1che che spesso i pen-
R Niente ci impedi3Ce di ritenete che la no~ione di caso trovi qui la sionati cercano • un lavoretto • .
sua origine nelle diverse scienze. l l Vedere: E. Enriquez, L, fJouvoir et la mori, • Topiquc: .... 11-12. Tempi.
9 S. Lupasco, ofJ. cit., p. 169. Qu~ta caduta non spiega solo il crudele modalità affc:Hive: interrogativi, PUP 197.'J, pp. 166 •U·

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la collezione .Privat~ in qualche m odo uccide l'oggetto n ella re la m orte d el sacrilego. Viceversa, ridotta a se stessa , come
lllisura in cua restnnge i l numero di chi lo contempla (e a la si può vedere esposta nella vetrina d i un museo, la m asche·
maggior Tagio ne se il p ro p rieta rio, comportandosi più che da ra è una cosa ... : semplice pezzo di legno, oggetto manufatto
spellatore da speculatore, d eposita a fini di sicurezza le sue di osso o di pelle, di cuoio o di b ronzo ... • .14
opere in una cas~aforte o in una camera blindata); d aH'altro Ma il carattere decisamente mortifero d ella società contem-
law la pa~sioue del colletio n ista «è assai spesso solo un trave- P?ranea è ancora più evidente nell'ogge tto di consumo quo ti-
st imento, una parata per mascherare in chi - è stato favo rito dtano. Per la precisione, ciò che viene consumato et non è l'og-
dalla sorte una quantità di traversie umane. Molti cercano ~etto ma piuttosto il rapporto stesso - significato e assente,
nell'e~per i enta d el collezio nare un clima d i clandestinità e di mcluso ed escluso ad un tempo; l'idea di rapporto si consu-
m enwgua, tJue llo stesso che avrebbero potuto creare se aves- ma nella ser ie di oggetti che r imandano ad essa. Il rapporto
sero a vuto un J e~arne colpevole » ; 1l tra costoro. molti uniscono non è più vissuto : è astratto _e si annulla in un oggetto-segno
a l fet icismo d el l'oggetto una soddisfazione narcisistica appena in cui si consuma •. 15 Mediati dai segni o meglio ancora ve-
velata, talora prossima alla pe rversione sessuale,13 memre la nendo a costituire et un lessico idealistico di segni in cu i è in-
loro mania di ammassare si avvicina indubbiamente all'ava ri- dicato in una materialità evanescente il progetto stesso di vi-
Zia . vere», gli oggetti diventano facile preda d ei media: consu-
Ci sono molli collezionisti di quel tipo ~~' dissimu latorio » mare il segno pubblicitario è già consumare poco o tanto
nei quali Freud avrebbe scopen o la presema di conflitti assai il segno-prodotto così raccomandato. E i n un certo senso non
amirhi o la pregnanza d ello stadio orale. D'altra parte i mu- esiste alcun limite a questa consumazione/distruzione, men-
sei, se da un lalO concorrono indubbiamente alla prcserva- tre la città, luogo privilegiato in cui essa si esprime e si rea-
zione (purtroppo con delle eccezioni) e alla migliore co no- lizza, diventa a sua volta merce e m ercato, d ato che lo spazio
scema d egli oggetti, dall'altro risch iano di cosificarli e d erea- edificato è l'ultimo r ifugio per lottare contro la caduta ten-
liu .arli all'estremo separando il prodotto dalle sue funziun i denziale d el tasso di profitto. La sco perta d i nuo vi m ercat i
e dal le sue orig ini sucio-eco no m iche. C iò è vero iu particolare - soprattutto nel terzo mondo - e la creazio ne di nuovi bi-
pe1· gli oggetti africani e la ragione è semplice : al di fuori sogni - cui provvede la pubblicità - infatti no n bastano più.
d ella danza e d ell'azione ritm ata la maschera, ad esempio, è Ormai et la tendenza a prefuire il supe rfluo a l necessario, il
solo una cosa morta; privata d e lla parola che le dà il senso , miglioramento del tasso d ì profitto a l miglio ramento d e l va-
è solo uua (·m a iuerte. « La d esignazione dà al danzato re e alla lore d ' uso , ha dato vita allo spre(;o assoluto » , 16 con una degra-
m a:)chera un rarau ere sacro la cui profanazio ne può comporta· dazio ne che non è lontana dall'evoca re l'entr<~pia ! E m ediante
lo spreco la nostra civiltà si fa di più in più d istruttrice di og·
12 l\1. Rhci ms, La vie• rtrangc dcs IJiljl'ts. 10/ 11!, 19M , p. 3!1.
getti (in condizione di funzionamento e d'uso}: i • cimiteri
1.!1 • l.'dficicnza dd sistema possenivo è legata d irettamente a l suo d 'auto» - l'espressione è già di per sé significativa - che
caratk n: regr~sivv. l..a regressione è legata ali<: stess_e m~a lita cie.lla per ·
v.:rsiun.:. Si pui1 richiamare l'immagine della pervcrstone m matena d'ol(·
ge tt i con la furma cristallizzata cJel feticismo: ma nulla impedisce di scor- 14 J anhein.z Jalm, M.untu, Seui! 1961, p. 195. Nello stuso ordine di idee,
gere ndl'ambitu ùell'in tcro sistema come, organizzandusi con gl i stessi L V. Thomas, P. Fougc:yrollas, L 'aTi africain et la société sénégalaise,
fini c moda lità, il possc:~su/passione dell'oggetto sia una m udalitù tempu11ta Dakar, Fac. des Lettres, 1967, pp. 195 sgg. Anche J. Duvignaud d parla d el
della pe rversione scssual( . [n efJ etti il possesso agisce: sul discontinuo della museo « immaginario o reale in cui si ordina il mondo morto, in cui ciò
ser ie (reale o virt ua le) e sulla scelta di un termine privilegiato come la che è marcio diventa ossa, archeologia • , Le l angage perdu, PUF 19 7.3,
pcrvcrsinnc scnua lc consiste nel fatto di non potersi apprupriarc: dell'a ltro p. 277.
come oggetto eli desiderio nella sua totalità singolare di pennna, ma soltanto 15 J. Baudrillard, op. cit., 1968, p. 251.
nel diswntinuo: l'altro si trasforma in paradigma di diverse parti eruti( he 16 A . Gor.r, Réforme et révolution, Seui! 196!), p . 146. Vedere anche J.
del suo wrpo, con una cristalliuaz inne oggdtualc su una di esse. La donua Baudrillard, Le miroir de lll consommation, Caaterman- Poche 1973. Le: ri-
non i: più donna ma sesso, seni, vent re. cosce. voce o viso: una parte o cerche di Vance Packard (L'art du gaspillllge, Ca lmann-Lévy 1962) ci forni-
l' altra. a prefc:renza. ~ (.Jean Baudrillard. Il sistema degli oggetti. tr. it. di scono tutta una serie di esempi ben noti di queste: distruzioni costole c inu-
S;n-.:rìo Esposito. Bnmvian i 1972. p. 129). Si vedano anche pp. 11 3 sgg. tili: automobili, elettrodomestici, imballaggi.

2l 23
sorgono nelle periferie delJe città o nelle campagne ne sono, scoste dodici acque, che sorgeranno per sommergere la terra.
tra tante altre, la testimonianza più evidente. E tuttavia quel- Le parole ch'elise contengono veTTanno rivelate e il mondo
lo che ci viene proposto è soltanto un simulacro di abbondan- futuro, pensato da Yo (dio), sarà realizzato. » Gli uomini po·
za: le necessità di alloggi, ospedali, scuole, attrezzature collet- tranno evitare l'annientamento 19 se si saranno preoccupati di
tive restano insoddisfatte, mentre la miseria vieta alle catego- munirsi di piroghe (pescatori), di borracce (pastori), di na-
rie sociali meno abbienti acquisti più che legittimi. Spreco di vette (tessitori). A volte ci si accontenta di affermare che il
lavoro e di risorse -ne riparleremo a proposito della morte mondo, nel quadro delle leggi immutabili previste da Dio,
delle società; distruzione anticipata dell'oggetto prima della è movimento perpetuo, scambio permanente di forze, circola-
sua fine normale; organizzazione di beni rari (come il tempo, zione di poteri e di parole: Dio tiene in riserva l'infinità delle
l'aria e il verde nelle città): tutto ciò caratterizza assai bene anime nasciture che, unite alle anime reinl:arnate, verranno
il mondo capitalista dei giorni nostriY Vi è da augurarsi che a rinnovare indefinitamente la superficie terrestre (Diola del
una società in cui l'accumulazione dei beni prevale sull'accu- Senegal). Perciò il concetto di • fine del mondo » sembra in-
mulazione degli uomini e in cui il valore di scambio prevale sieme assente e privo di senso nella vita tradizionale africana.
sistematicamente sul valore d'uso, introduca con la morte de- L'uomo vive e rivive al ritmo incessante della natura (giorni,
gli oggetti le condizioni della sua propria fine: quella che mesi, stagioni, anni): nascita, matrimonio, procreazione, mor-
si è potuta definire come « il suicidio dell'Occidente ». Cosa te, ingresso nella collettività dei defunti, eventuale reincarna-
ci insegnano, in proposito, le società tradizionali? zione. D'altra parte manca alla maggioranza delle lingue afri-
cane (almeno a quelle che ci sono note) una dimensione
J . Il punto di vista delle società « arcaiche » futura del tempo che si estenda al di là di qualche mese o
Escatologia e significato del mondo costituiscono, al riguar- anno. « La. gente non ripone le sue speranze in un lontano av-
do, due campi d'analisi privilegiati. venire, né si inquieta per gli eventi di un futuro remoto. Non
esistono calendari matematici, ma solo dei , calendari-feno-
a) Morte, rinascita e rigenerazione. L'umanità si è posta meni> che determinano gli eventi umani e i fenomeni natu-
assai spesso il problema della fine del mondo, legata sia all'an- rali. » lD
nientamento finale dell'Universo, sia all'esistenza di un giudi- Tutto un lungo tragitto intellettuale separa le cosmologie
zio finale, sia al trionfo di una religione universale: ed è noto che prolungano l'apocalisse mediante la promessa di una feli·
come il Cristianesimo unifichi' tutte e tre queste prospettive.11 cità futura riservata agli eletti (Cristianesimo) e quelle per
Ciò che colpisce è la rarità delle credenze nella distruzione le quali i cicli successivi della creazione dimostrano la prc-
totale e definitiva di ogni cosa, dato che la morte di un mondo carietà del mondo così com'è e la necessità di prove. reiterate
suppone sempre, altrove, l'esistenza di un altro mondo. Nel- per raggi ungere la perfezione (civiltà dell'A m erica p re-colom-
l'Africa nera si incontrano due tipi di escatologia. A volte si biana: il mondo perisce quando il «sole è stanco»; se gli
afferma che l'universo attuale dovrà lasciare il posto a un uomini rompono i patti che li uniscono agli dei ...). La cre-
mondo nuovo: « Quando la prima alluvione ricoperse la ter- denza nell'eterno ritorno - ben nota ai Caldei e ai Fenici
ra, :. affermano i Bambara (Mali), « Faro (dio dell'acqua) per- e ripensata dai filosofi stoici e da Nietzsche - afferma che
mise che solo l'acqua primordiale si espandesse; restarono na- il mondo, dopo la «conflagrazione universale », rinasce perio-
dicamente come la sfinge dalle sue ceneri a meno che non
17 La coppia spreco/ rardationc è « la maggiore assurdità a livdlo del
modello di consumo nel sistema e nella gestione capitalistici •, A. Gon, op. 19 Gli uomini sono stati spesso ossessionati dall'idea del diluvio. Vedere
cit., p. 147. L. Hcrrmann. La fin du monde dans le Christianisme, in Eschatofogie et
18 Vedere: u jugeme11t des morts, l=:gyptc anciennc, Auour, Japon, Ba- Cosmologie. 1969, pp. 38 sgg.
bylonc, Iran, hlam, lndc, Chine, hrael, Seuil 1961; Eschatologie et Cosmo- 20 Vedere J. Mbiti, L'eschatologie, in Pour une théologie africaine, Clé.
logie, lnstitut dc aociologic, Univ. Librc dc Bruxelles 1969. Yaounrlé. pp. 231 sgg.
emerga. no n meno periodicamente, dal diluvio dal quale era fermazione ùella fine ineluuabile del m ondo segu ita da una
stato precedentemente sommerso. Do po tutto, se bisogna cre- ri-creazio ne non a vesse altro fondamen to. Tuttavia la neces-
dere al racconto biblico. Noè non ricominciò forse come Ada- sità della rigenerazione non aspetta la fine del mondo per
mo, e gli animali dell'arca non ricominciarono come quelli esprimersi. Essa appare innanzi t uno a l i vello dei comporta-
dell'Eden? Quanto all'arcobaleno d ella riconciliazione esso menti altamente simbolici. Eccone qua lcuno, a titolo illustra-
prefigura, ci si dice, la promessa di un'epoca .nuova: ~u~ tivo: gli I uiti riattualizzavano in torma di rito i l combatti-
fatti sembrano avere segnato p~ofondamente gh uom1m d1 mento del Serpente contro il dio T eshup. celehrando cosi la
ieri: i c icli lunari e i ritmi delle stagioni. Alain ricordava vittoria di quest'ultimo e il suo potere di ordinare il mondo;
acutamente nel suo Prupo5 s11r le Christianisme, che la luna i Babilonesi. durante le festività dell'anno nuovo, sahuodiava-
« è un segno di morte e di ricominciamento... La Luna cr e- no in coro il poema della creazione: si dice che in Cina, ogni
scente e calante rapp•·esenta ogni forma di crescita e decre- imperatore che saliva sul trono introduc.:esse un nuovo calen-
scita ,. . 11 tema della rinascita de Ila l una si incontra dovunq ne dario a sottolineare così la fine del vecchio ordine; q uanto
n ell' Africa nera , legato alla notte, all'acqua materna, alla don- ai Giapponesi, essi distruggevano periodicamente i templi shin-
na donatrice di vita e di nutrimento, alla vita e alla morte. toisti, li ricosnuivano totalmente, cambiavano integralmente
E Frazer ci parla, a proposito degli lndiani..•dell' America de~ le decorazioni e rinnovavano tutti i mob·ili allo scopo di espri-
nord, d e l mito del messaggero d ella luna: « La luna sped1 mere la rinascita : il grande tempio d ' Js~ è stato rifatto 59
questo m essaggio agli uomini: , Come io muoio e ri~ivo, ~o~! volte, così come il ponte che vi conduceva e ì 14 templi sussi·
voi morirete e rivivrete'· » Non diversamente dagh lnd1am diari: infine, l'Europa occidentale praticava una volta, nella
della California che dicono: • Cosi come la luna muore e ri- quarta domenica di Quaresima, una t:uriosa cerimonia (l'ulti-
torna, co sì noi risusciteremo dopo la morte. » Quanto ai ritmi ma che si conosca r isale al 174 7, a Padova): quella del taglio
delle stagioni e ai cicli della vegetazione,21 associati a ~olt~ con la sega della • vecchia ,. ; la scena e·ra mimata non senza
alle piene di un fìume,21 anch'essi ispirano . tut~ una sen~ d t realismo e - tra il seri(J e il faceto - evouva chia.-amente
fantasmi relativi al principio • vita-mone-nnasc1ta » . Nella~­ agli spettatori l'annuncio di una nuova v ita, l'invenzione d ella
tichità, numerose divinità legate a questo tema (Adone.' Att1s, Nuova Creatura di Paolo.
Osiride ... ) venivano testeggiate in rapporto allo svolg•mento L'esigenza di r ivitalizzazione si ritrova . sicuramente, anche
annuale d el dclo vegetale. Il che faceva dire poeticame.nte ad al livello d ei riti sacrificali. Per esempio. nell'America pre-
Alain : « Bisogna. in primavera, celebr~re la resurrez1<?ne. » colombiana,2J bisognava «nutrire ~ il sole::. cioè curarsi che fos-
Ciò che si incontra infallibilmente d1etro a queste dtverse se sempre abbeverato dì sangue e sazio del cuore della sua vit-
rappresentazioni è la nozione_ fond~ment~le di ri~enerazionc: tima. Questa poteva es.~ere l'uomo che in tal modo si assicura-
mediante il ritorno al caos pnmord1ale: e probabile che agh va una vita speciale nell'aldilà: si diceva ch'egli accompagnas-
occhi d e i creatori - sicuramente co llettivi - dei miti, l 'af- se il sole d ell'est fino allo zenit, mentre presso i Maya le donne
morte di parto - come vittime sacrificali - prendevano il po-
2 1 A proposito dì un albero - il .balan:a (~cacia albid~) - che in~ertc: sto dello ze nit al rramonto. Ma l'esempio più ripico del r ito rno
il suo ciclo vc:getat ivo (perde le fogl1e nd peTJ?do dell e p1ogge e le np~o­ al focolare rigenerawre resta natura lmente la festa , con i suui
duce nella stag ione asciutta). i Bambara (Malt) hanno elaborato un m it O momenti di parossismo, le sue molteplici licenze (pasti sovrab-
dcll'autoctorìia. L'albcrv. dicono. ricorda l'esistenza di un mondo scomparso:
il bala11za si nutriva a quell'epoca del li.q uido_s~mina~e delle donn~ c~'esso
fecondava, e sopr attutto dd sangue dc:gh uomm1 che m tal .modo rmg1ova-
niva · inve rtiva in tal modo i! ciclo del tempo e facendo nd1vc:ntare bam- 23 •... ciò che in particolare carattcriua la c redenza dei Maya c, più
bini 'gli umani concedeva loro l'equi~alcnte ddl'.immor.talit~. . . ancora, degli Az.tecbi è l'intcllettualizzazione dello svolgimento dd feno-
22 Colpiti pobabi!mentc: dalle p1ene del N1lo, gh Egtztanl credevano meno concepito nel quadro dd computo del tempo, e il su<t legame con
che Osiride, di o della vegetazione. morisse ogni anno all'epoca .dc:l .racc.olto un ritmo determinato dalle scadenu dei calendari astrvnomicì. • A. Dor -
c: rìnasccsse quand<> rispuntava il grano. - con tutta la. fresca v1gona d una sifang-Smets, Fin du monde en Amérìque prholombìennt•, in Eschat<•-
giovinena indefinitamente risuscitata~ (S. dc: Bc:auvmr). logie et co.sm nlogie. cìt., l!Jfì9, pp. 116-!!7.
bondanti, orge sessuali), i suoi_ ~Iu:anzismi fec~n~i, _ l~ su.e di loro un po' come in un tema geomantico compren~ibi le solo
inversioni dei ruoli e delle condiZioni,. le sue prmezaont Jsten- per gli iniziati, poiché la forza del Verbo dipende assai spesso
che.24 Grazie a lla festa il gruppo. logorato dalla routine, si li- dal suo carattere esoterico: i piani dell'esperienza religiosa
bera infine delle pulsioni troppo a lungo compresse e avverte Sono paralleli, infatti, ai gradini della comunicazione: l'ini-
intensamente il sentimento della propria unità, cui attinge ziato per eccellenza è colui che conosce le parole segrete e
un'eccedenza di forze. Così la grande festa annuale del Diepri l'indovino è colui che provoca i segni per interpretarli. La
presso gli Abidji della Costa d'Avorio _esprime conte~poranea­ percezione del mondo si basa su una lettura naturale (il Oogon
mente la rinascita della natura (cornsponde al penodo della osserva il gioco dei bambini per sapere se pioverà: per cono-
semina), la fecondità delle donne e il perdono degli errori scere l'avvenire il Peul interpreta la disposizione degli escre-
(puri lìcazioni multiple, oblio delle ingiurie = rinascita spiri- menti che i buoi spargono nella steppa) o su una lettura pro-
tuale}. t. dunque il rinnovamento per eccellenza del_la nat.u ra, vocata (divinazione per mezzo delle conchiglie, delle noci di
dell'uomo e ddla società che si trova esaltato tra 1 canta, le kola, dello sciacallo ecc.) Il cosmo africano può dunque essere
danze i ritmi indiavolati dei tamburi: o, se si preferisce, è la definito come una comunità di potenze, il piLa delle vohe in·
vittoria della vita sulla morte che viene in tal modo magnifi- tenzionali e suscettibili di esprimersi mediante 110 insieme or-
camente celebrata. ganizzato di segni o di simboli tra loro collegati.lll Questa con-
cezione è stata spiegata assai bene da M . Houis : il mondo
b) Natura , cult1tra e linguaggio. Se il mondo, per l'Occi- è per l'uomo una sorgente importante del suo immaginario,
dentale, è ormai un ambiente sprovvisto di senso, un conte- nel senso ch'esso è « il mondo fenomenico ambientale in cni
nitore vuoto a forza d'essere ridotto a.un tessuto di leggi astrat- egli attinge dei significanti. ma anche quello in ctti legge dei
te, un riceuacolo di vite e di energie sfruttate senza vergo- segni. La natura riAette una semantica fatta d'ordine, ct'armo-
gna e condotto forse a una morte_fatai~ per esau~imento. delle nia e di ritmo. L' uomo vi si integra seguendo questo ritmo •.n
Tisorse,,lj o eventualmente ~r dtstnmone atomtca - ti r.he Cosi non solo la natura - concepita in modo antropomorfico
non mancherà di ritorcersi contro l'apprendista stregone che e antropocentrico - è una riserva di .~igni fkanti, ma l'uomo
pretendeva di domin~rlo ·- -:.esso ha inv.ece, per l'u?mo delle stesso vi si comporta da interlocutore: « la relazione reci-
.. società arcaiche • e 10 partacolare per 11 Negro-afncano, tut- proca uomo j natura pub illuminarsi solo situandosi nella pro-
t 'altra prospettiva. . . spettiva di una relazione semi o logica • . Non si potrebbero
Per adattare il suo comportamento allo svolgerst dea feno- immaginare mezzi più efficaci o pita ctiretti, per una società
meni, l'uomo nero infatti è atten·to ai minimi indizi, alle più fragile e tecnicamente sprovveduta, di quelli comistenti nel-
minute coincidenze che lo informino, in virtù del principio l'ominizzare e uman izzare il mondo (se ne percepisce cosi pitt
delle corrispondenze, su quanto accade nell'invisibile o sugli direttamente il senso e si raggiunge pita agevolmente la cer-
avvenimenti che inevitabilmente si produrranno. t come se tezza) e nell'ilttavolare un dialogo (il linguaggio esprime la
l'universo si riducesse a un tessuto di significati collegati tra soglia umana per eccellenza, e la manipolazione della parola
diventa la tecnica più facilmente manipolabile). In tal mo-
24 Sotto molti aspetti i carnevali ~c:i no~tri giorni . - _c .forse anche i
grandi incontri ippici - posso~o. constdcrarst una ~pcctc d t nt~mo al cao~ 2G Non si tratta di segni vuoti, perché in tal caso sarchhc impouibile
primordiale rigcneratorc. Vi ." mcont~a a ~oltc 1! tema ddl « albero dt stabilire una d istinzione tra la rappresentazione c la cosa rapprcs~ntata. in
maggio • . L'uccisi(>nC u aempllc~mente l cspuh1.one della mori~ prc~cdc. du- altre parole tra segno c significato. E tuttavia il Ncgro-af:icano non ~~
rante la festa, l'a rrivo della pnrna~.cra, eh~ v1ene appunto SLmbohzz~ta d~ distingue o yìuttosto si di~tingue a stento. da!l'oggc.tto. n?mmato: .Pc~ l~t
un giovane albero. ~itor!leremo pm avanti sul tema delhi festa nel suot e5istc, in definitiva. una umtà profonda tra 1! segno, .ti stgntficato c ti ~~~nt:
rapporti con la coppta Y1ta/Mortc. . ficantc. Questa unità. spiega 1l fervore della maggtor parte delle sonda
25 E che a lunga scadenza rischia di finire _inghiottito nell'ammasso dc• africane davanti •ai cosmo: mediante la dialettica dcllol parola, l'uomo cn<'a
detriti: una città come Los Angele1 produce gtornalmcntc 2.000 tonnellate di $Ìiuarsi nel mondo, di comprenderlo e di agire in armonia con esso.
di rifiuti, speno non hiodcgradabili! 27 Anthropolo?,if" lintuiJt ique ck /'Afrìque nnir, PUY 19il , l'· i7.
do il rapporto dell' uomo con il mondo, per quanto prag- Negro-africano, tutto accade come se il mond o fosse retto
matico esso sia, influenza i suoi comportamenti ed c egli da un codice molto rigido in cui ogni oggetto, unito a una
si comporta il più delle volte come un interlocutore, ma un ~tena di_ segni, ~asconde un significato preciso; grazie a un
interlocutore provvisto di un linguaggio adattato funzional- ststema dt analogte che organizza il visibile e l'invisibile secon-
~ente e fo rma lmente alle corrispondenze ch'egli percepisce at- do coTTispondenze immediatamente vissu te o immediatamen-
traverso la sua sensibilità. La natura non si definisce come un te ·concepit~. la coesione tra gli atti della vita quo tidiana e le
insieme meccanico di possibilità, ma come un insieme per mez· forze cosmiche risulta (nell'immaginario) assicurata . Non si
w del quale vengono significate delle intenz.ionalità molteplici . tratta q u i di dare un giudizio di valo re, né di indicare una
L 'uomo.non si piega a delle necessità, ma obbedisce a ingiun- qua lche preferenza, ma più semplicemente di sottolineau il
zioui e prescrizion i cui risponde mediante auspici, lodi e in- divario esistente tra due sistemi culturali. Per l'Occidentale
terrogazio ni . E q uesto dialogo è tanto più ricco quanto più, che cerca rendimento e profitto, il mo ndo è oggettivato, utiliz-
a vanzando in età, egli accresce il cumulo delle proprie espe- zato e forse, a lungo andare, condarmato a morte. Per l'uomo
rienze, cioè d ella propria saggez.za. Tale evoluzione si risolve arcaico 30 il mondo è in qualche modo un suo alter ego, un nu-
in una promozio ne a llo stato di antenato, grazie al quale l'uo- cleo . di forze viventi che bisogna r ispettare ad ogni costo,
mo entra a sua volta nel mondo numinoso delle Potenze. » 21 con 1l quale vengono stabiliti dei rap porti vivi e quotidiani,
Accade addirittura che un gioco serrato di rapporti si intes- umanizzati, discorsivi, e con il quale si vive in stretta simbiosi
sa, nei rnodi del vissuto simbolico, tra la Terrafdonna (la don- - il che risalta sia dall'analisi degli .elementi costitutivi d el-
na è terra, la terra e sposa) e gli antenati, per esempio presso l'io, s_ia dall'uso r_itualizzato delle te~ niche - e che dunque
i Sara (Ciad ). che si rivolgono correntemente ai loro antenati non SI potrebbe dtstruggere se non d•struggend o se stessi. Pri-
per domandare loro di accettare i cpicchi di grano seminati vilegiare l'uomo, situarlo al centro del mo ndo, ominizzare il
e favor ire i racc.:o lti. La semina ha bisogno della collaborazio- mondo ... sign ifica in definitiva salvare l'uomo-nel-mondo, sal-
ne degli antenati poiché la terra è la sposa collettiva d~i vivi vare-il-mondo-nell'uomo (dato che il microcosmo umano ri-
e dei morti. La terra fa parte d ella natura ma è umana pt"r ploduce il macrocosmo). Poiché è questa la verità prima e fon-
il suo rapporto con i morti che, inversamente, vengono na- damentale dell' c uomo arcaico ,. : il mondo è fo nte di vira ed
turalizzat i. Il capo d el territorio assic ura una comunicazione è vita ~sso stesso.J1
reciproca tra i vivi e i morti, in quanto rappresentante d egli
uni presso g li altri, e viceversa . Grazie a lui, la terra dà la sel- di m4ntenim ento e preserv cuione della 1ocietà (la violenza è canaliuat01, o
~e .•! ~olc sub_limata ~al ~im~olismo: «li antenati • sara .. • inghiottono " «li
vaggina al clan e in cambio g li antenati r icevono la pace. Egli mtttall per po1 « vomatarh • m quanto adulti maturi); di fU/Jeramtnlo d'una
è in qualche modo lo sposo d e lla Terra.29 In tal modo, per il contraddizione (la morte e la rinascita iniziatica trascendono l'antinomia
naacita/ morte}. Lo Stambio tra gli antenati che ricevono l'offerta c i vivi
che ricavano il loro nutrimento dalla Terra st,a a dimostra re in c:hc cosa la
2K M. H uuis. ''~· nt .. 1971. pp. !16-87. Anche gli animali rientrano nel natura acculturata (la Terra in cui vivono i defunti) si allei alla cullur4
campo delle rclazaoni signi6canle·signi6cato, e ritorneremo sull'argomento. 1UlJUTuli:: ata_ (gli uom~ni del clan che coltivano o cacciano. c:ucinano...).
G li oggetti manufatti non si sottraggono a questa regola. Presso gli Aunde SO Non sa tratta ev1dentcmcnle di cadere nell'errore dell'irenismo. L'uo-
(Sudan} il veleno mimu ioumcntc preparato • risponde " con un sl oppure un mo nero, privo d i tecriic:be clficaci, si urta a volte drammaticamente con una
no alla domand01 posta senta 01mb1guatà. Senza dubbio non sarebbe in gndo natura ~stile - ~ nota la vita prnosa dci Bosciman i smarriti nel deserto del
di prendere l'iniziativa del dialogo, ma sent~ c comprende le domande che Kalahan - e l~s~ non arriva ad evitare la povertà, ossia la fame. Al
gli vcngonn puste c r isponde uccidendo oppure no il pollo cui viene d01to tempo stcuo anch 'egli è capace - ma soprattutto dopo a ver çonosciuto l'im-
in pasto. Easo è, a utenticamente, un soggetto prigioniero. Vedere E. E. patto del colonialismo c:he ha introdotto il primato della moneta e delle
Evam-Pritchard, Surullnie, oracles et macie chn les Azande, Gallimard culture com~crcial i . - ' di depredazioni irrcvcoibili : intendi di boscaglie,
1972, pç.. S07 c seguenti. Sui rapporti tra magia e incarnazione. vedere pesca e caccaa ec:cen•vc...
pp. 5 11 -5 15. .S l ~a tecni ca ha distrutto _appunt~ questo tipo di immaginario. l n ogni
29 Vedere R. jaulin, La murt Juru. Plon 1967. Il simbolismo ch'egli di- caso. ct sa re~be molto da d1re sull amore per la natura c:osl equivoco
!!piega mediante il gioco di corrispondenze e il senso che attribuisce alle dell uc'!lo occ:Ldcntale che ad ogni fine settimana ragKiunge la sua • seconda
diverse attività 1ociali, dimostra di essere un livello determinante nell'ana- casa • m una campagna fortemente urbaniuata, cioè artificialmente truc-
lisi di una aoçictà. L'esempio • s01ra • indica chiara~ntc un duplice ruolo cata, mcua a morte!
bJ La morte biologica assicurarsi che il sangue non circoii ptu. Ma oggi questi cri-
teri vengono rimessi in discussione. ì. infatti stato possibile
L'Associazione di Tanatologia di lingua francese, fondata riportare in vita (rianimazion~) persone che presentavano i
nel 1966, affermava agli inizi del suo primo manifesto: « La due sintomi sopraìndicati.ltl D'altra parte, se alcuni organi si
morte è la certezza suprema della biologia... La morte di per decompongono rapidamente (le surrenali, per esempio), si
sé ha un carattere atemporale e metafisica, ma lascia sempre constatano anche numerosi fenomeni di resistenza: 37 soprav-
un cadavere del tutto attuale e reale. ,.· 32 È infatti l'aspetto vivenza delle cellule (del sangue, della trachea, spermatozoi·
organico della morte che sembra dover far diment~ca~~ in che) e anche di certi organi (peristaltismo intestinale con e-
parte tutti gli altri suoi aspetti, forse perché tocca d1 .Ptu la spulsione di gas, peristaltismo uterino con parto post-mortem).
nostra sensibilità (ci riguarda tutti), nonché per l'estStenza Nel maggio 1966 l'Accademia di Medicina ha perciò racco-
del cadavere, che ne è l'espressione concreta per eccellenza. mandato un nuovo criterio di prova: l'elettroencefalogramma
Dobbiamo dunque affidarci unicamente alla competenza del- piatto senza reattività registrabile per un periodo di 24-48 ore
l'uomo di scienza, biologo e medico,33 se vogliamo superare la attesta, allo sta.d,io attuale delle nostre conoscenze, che il sog·
concezione popolare (separazione dell'anima dal corpo) o la getto è deceduto anche se si continua a mantenerlo in uno
dimensione empirica (rigidità. cadaverica, ar_resto ~el ~uore e stato di vita vegetativa. Oltre all'arresto dei battiti del cuore
della respirazione. decomposizione) per coghere pw ngorosa- o dei polmoni si esige dunque, adesso, la c morte del cer·
mente ciò che caratterizza la morte.34 ve1lo » .JS
Il problema presenta una duplice complessità. Da un lato la
I . Le prove della morte e la loro portata morte non ha niente di istantaneo; non è un momento ma un
Le due prove classiche della morte sono state finora .le se- processo che si sviluppa nel tempo:.l9 esso si impadronisce in-
guenti: l'arresto della respirazion~ (prova dello SJ><;CChlo po- nanzitutto dei c centri vitali .. (morte funzionale) per poi al-
sato davanti alla bocca o della ptuma posta sotto tl ~aso) e largarsi, senza scampo. a tutti gli organi (morte dei tessuti):
quello del cuore, constatato med.iante l'a~scult.azione;~ a que- ma la sua durata può venire sensibilmente prolungata me·
ste si aggiungeva talvolta la resez1one dell artena del paede per
!6 Parti colarmcnt~ in annegati, uccisi da scariche c:lc:ttriche, in stguito a
!J2 Ma il testo si preoccupava di aggiungere: "ln una società umana, la fratture o in stguito ad anestesia al momento di un intuvenlo chirurgico.
morte e innanz:itutto un avvenimento sociologico. ,. . . 37 ~ noto che capelli. unghie. barba possono continuare a ne•cere per
33 Le autorità religiose condividono interamente q~e!lo punto dt v•st~. un certo periodo; bisogna talvolta radere il defunto prima di comporlo nella
11 Papa Pio xn dichiarava nd 1957: • Spetta al mcdtco dare un~ defim- bara.
zione chiara c precisa della morte c del momento della morte dt U!l pa- 38 Se il sistema nervoso viene distrutto, l'organismo, malgrado certi
ziente il cui decesso avviene in stato d'incoscienza; • d'altra parte P1o xu segni di vita, non è più considerato vivente. A questo livello, prolungare
aggiungeva: .. Pu quel che riguard~ l~ ~omt~t~tione del fatto, la rispoda la vita si,-nifica solo prolungare J'a~onia.
non può venire dedotta da alcun pnnctpto. rehgtoso c morale c, per questo Attualmente, due sono i postulati cui attenersi: la morte dd cervello i:
aspetto, essa non è di competem:a de~la Chtesa. • . . . la morte; l'alterazione profonda del cervello, documentata da due elettroen-
34 Ma una volta di più ci imbattiamo nella plurahta..Cosi. n~n sl .d~ve cefalogrammi piatti, è irreversibile.• n primo r,ostulato appare ben fondato.
mettere sullo stesso piano la morte al momento della n~sc~ta che u, avv~cma Dall'• io penso, dunque sono • al <signor cerve! o appollaiato sul suo uomo'·
alla non ponibilità di vita; la. mort.e cons.egur.n_te ali az1onr. del/ a'!'b1entr l'accordo è generale. Il secondo postulato è meno sicuro. Se un giorno i dali
(come le malanie infettive) che m altri tei!'P' col~tvano pesantc!"~nte ti b~~~ oggi pressoché acquisiti per gli esseri inferiori fossero estesi all'uomo. se
bino e J'adolucente; infine la morte pn m~uch1ament~, .la cut meso.rabtl•ta delle sostanze chiamate stimulinc Cossero capaci di trasformare le cellule:
è tanto più evidente quanto pi~ i p~ogrCMt. della m~dtcma no~ la miJuen- connettive indiffercnzialc in cellule ctrebrali. se queste nuove cellule riu-
uno, a differenza di quel che st ':'er!fica n et. due ca.SI precedenti. . tcissero a ripopolare un cervello disabitato, allora l'elett roencefalogramma si
35 La maggior parte delle soctct.a • arcatche" SI reg()lano .sull~ base d• rianimerebbe e con esso si rianimcrebbero le funzioni del cc:rvello, c la vita.
queste manifestazioni cmp.i r~c~e: arresto ~cl cu~re .e de!la r~sp1r~z10ne ; suc- Allora accademie, comitati, esperti, legislatori e ministri dovrebbero pro-
cessiva comparsa della ng1d1tà ~ad~vertca. L ul~t~o . resp•ro vtene spcs~o porre: una nuova definizione della morte. " J. Bernard, L'hommr cl 'a mnrt,
interpretato come la partenza. del) an•ma o dc:l pnnc1p1~ vttalc; a vo~te, pCT 10 Maitriur la vie, Descléc dc: Brouwcr 1972, p. 162.
facilitare que,to fenomeno. st strappano alcunt capelli dalla somm•tà del 39 Vedremo più avanti in che modo i sistemi socio-culturali hanno svi·
cranio. luppato il tema della • morte in corso • o della • morte nel •uo farsi • .

33
diante la respirazione artificiale.40 Ne risulta che tra la vita nità, diremo qualcosa solo a proposito delle manifestazioni
e la morte totale (dei tessuti) ci possono essere una serie di precoci e semitardive. Le prime si spiegano con la perdita
stadi diversi: la morte apparente, in cui si assiste all'arresto delle funziòni cerebrali, con conseguente scomparsa delle fa-
della respirazione con un rallentamento è6nsistenté dei mo- coltà istintive e intellettive, della sensibilità in tutte le sue
ti cardiaci, non percepibile clinicamente; la morte relativa, forme e della motilità: il corpo resta nella situazione imposta
questa volta con un arresto netto della circolazione, detta an- dalla pesantezza (c immobilità della morte ,. ), c.:ioe c in de-
che c la vita sotto forma di morte reale :. ; infine la morte asso- cubito dorsale. membra semipiegate, la testa inclinata, la pun-
luta, in cui le alterazioni producono effetti cumulativi e sono ta del piede volta all'esterno, il pollice piegato verso il cavo
irreversibili. La morte definitiva comporta l'accelerazione della della mano, la mascella inferiore cadente, bocca ed occhi aper-
tanatomorfosi, che aveva cominciato a manifestarsi già negli ti ».43 Le manifestazioni semitardive, in ·stretto rapporto con
stadi precedenti. Dall'altro lato, il problema è complesso per- gli effetti psicochimici provocati d all'arresto delle funzioni vi-
ch é, a rigore, si potrebbe parlare di criterio della morte tali, riguardano più in particolare: il raffreddamento del cor-
solo al plurale; non esiste alcun indice fotognomonico assolu- po (accelerato nei bambini, nei vecchi, negli infortunati, ne-
tamehte decisivo ma piuttosto un ventaglio di indici presunti gli annegati e negli operati; rallentato negli obesi e nei croni-
- con cause passibili di errore -che si potrebbero ripartire ci); la disidratazione o perdita d 'acqua (diminuziòne sensi-
in tre categorie: sul piano clinico, mancanza totale di riHessi, bile ., del peso nei neonati, comparsa di placche diffuse sul
ipotermia progressiva, apnea definitiva, midriasi bilaterale, corpo nell'adulto); la · rigidità cadaverica che segue al rilassa-
mancanza di risposta agli stimolatori cardiaci: sul piano ra- mento dei muscoli (e in particolare del muscolo della masti-
diologico, arresto circolare all'arteriografia della carotide; in- cazione e dei diversi sfinteri): essa comincia - in un periodo
fine, dal punto di vista elettrico, tracciato piatto nell'elettroen- di tempo variabile da pochi minuti ad alcune ore dopo la
cefalogramma sotto stimolazione, nel corso di registrazioni di morte - a partire dal viso e dalla nuca per e~tendersi succes-
più minuti reiterate per un periodo di 24-48 ore.41 Più esat- sivamente al tronco e a tutto il corpo 44 per sparire, seguendo
tamente, si arrivano a distinguere le manifestazioni precoci lo stesso percorso, 36-48 ore più tardi ; la lividita cadaverica,
contemporanee al c decesso • · le manifestazioni di morte u- che si manifesta a partire dalla 5• ora: i liquidi dell'organismo
mitardiv~ (alcune ore dopo la morte) e le manif~stazioni tar- e il siero si separano dalle parti solide del sangue, accumu-
div~ in rapporto con la decomposizionef putrefazione.4l Le une la.n dosi nelle zone declivi, determinando gli esantemi, placche
sono negative : abolizione precoce delle funzioni vitali (cuore- di colore scuro; 45 infine, diverse manifestazioni tanatoftalmolo-
polmone-<:ervello): le altre positive: riguardano tutte le modi-
ficazioni relative al tessuto cadaverico. Per motivi d 'opportu- 43 nr. s. Rogu . lnlroJuction à Uni' hude sur les ailrr('S d t mori <mrul -
tiqiU.', Congrès FJAT- IFTA. Liègc: 1972. Vedere: anche .J. Ed. Barbicr, Thano-
lologie et Thanatopraxie. Tesi di laurea in medici na. Reims 1969; Ch. Vi-
40 Vedere per esempio j. Hambur«er, La puissance et la {ra{ilité, FIAm- tani, Légi.Jiation de la morl. Masso n l 962.
marion 1972.
41 Il che potrebbe confermare il punto di vista d i Bichat: • S i muore col
e m~morabile la cc:lebre descrizione di lppocratc (De Marbis. lib. 11.
Sez. 5): • Fronte corrugala c arida, occhi incavati. naso llppuntito contor-
cervello. il cuore c i polmo ni. • nato di un colore ncrastro. tempie: compresse. vuote c: rug ose. orcct"hic accar-
42 Ritorneremo più avanti sul problema del cadavere. Ricordiamo tutta- •.occiatc: in alto. labbra pc:ndule. tigomi s profond:lli, mento ru~roso c incar-
via ch'eno • sì polverizza, si diuecca o si li~uefa "· Una serie di insetti tapecorito, pelle secca. livida e plumbea, peli delle narici c delle ciglia co-
- • i lavoratori della morte • - facilitano l azione microbica. In media. sparsi d'una apecic di polvere dì un bianco spento, volto per il resto forte-
e a seconda della natura del terreno, occorrono da 4 a 6 anni per arrivare mente marcato e irrìconoscibilc:. •
allo stato achcletrico. Segnaliamo però che in ambiente argilloso si assiste: 44 Si trova dovunque e comporta un atteggiamento identico: mascelle
a un'autentica saponificazione del cadavere:, mentre in terreno sabbioso o serrate:, mu~coli ddla masticazionc irrigid iti. membra superiori flesse ed in -
molto secco si ha disidratazione c ottima conservazione: c noto il ~ museo- feriori in espansione. iperescretc:mione della testa sul trvnco. Il cuore ~
convento • dd Cappuccini dì Palermo in cui si possono vedere, in uno sce- duro. alla middasi si sostituisce la miosi. e un fenomeno costante. ma d'in-
nario non ~provv1sto di una sua ridicola tcatralità, centinaia di scheletri tensità variabile a seconda degli individui. Segno fondamentale : non si ri-
diuc:ct"ati. Vedere R. Nicoli, Les ciml'tières. systèmt Urminai de l'antlrro- produce più se è stata interrotta. Dr. J. Roger. op. dt., 1972.
{losphht', • Bull. Sue-. de Th.. natulogif! "'· 2. 1974. pp. 21-32. 45 Vanno dal rosao chiaro al bruno uuro" al blu: di scarsa c-Hn~istcnz:J in

34 35
giche: cornea che si appanna, si abbassa e si intorbida: globi . pravvivenza artificiale senza speranza di recupero; unisce al-
oculari molli e torbidi, occhi semiaperti con globi oculari ... ~'abolizione totale della vita delle funzioni di rc:lazione quella
rivolti verso l'a lto e abbassamento della palpebra inferiore;"' ·· delle funzioni vegetative: incoscienza, immobilità, ipotonia.
alla midriasi (dilatazione della pupilla) dd giovane fa con· ~nra totale di riflessi e di reattività motrice o vegetativa agli
trasto l'immobilità ddla pupilla nel vecchio. A ciò si aggiun- ttimoli, incontinenza sfinterica, assenza dì respirazione spon-
gono alcune altre manifestazioni biologiche, di cui ecco le prin- tanea, tensione arteriosa che cade non appena si interrompo-
cipali: ipoglicemia diffusa e del cuore, acidosi generalizzata no le trasfusioni, tracciato elettroencefalografico disperatamen-
e presenza dì albume nelle urine, aumento dell'azoto, d~li te piatto, senza alcun accenno di reattività, infine polso ben
aminoacidi e de ll'acido lattico (che, sostituito all'ambiente al- marcato ma che batte con un ritmo autonomo immutabile. Il
calino dd vivente, spiega le manifestazioni di rigidità), dilata- coma prolungato appare spesso dopo una sopravvivenza arti-
zione rapida del tempo di Quick e incoagulabilità del sangue· ficiale o dopo un coma profondo. Il dott. D. Amiot lo caratte-
(tra la 1• e 1'8• ora dopo la morte). Molte c prove • empiriche rizza nel modo seguente: l'andamento clinico è molto diverso
r ientrano dunque ne l genere di manifestazioni che possono es· ~ai coma precedenti: il soggetto ipertonico, benché incoscien-
sere messe in evidenza solo da tecniche quanto mai raffinate.•7 te, conserva una certa sensibilità. Il respiro e la tensione arte·
Non possiamo non dire qualcosa sulla nozione di coma. riosa rimangono stabili se non sopraggiunge alcuna aggressio-
Quando la morte non si verifica bruscamente, essa è preceduta ne esterna. L'intestino e la vescica funzionano. Ovviamente
da un periodo di tempo in cui si manifesta il logoramento il soggetto è incapace di nutrirsi, ma l'alimentazione può es-
diffuso del sistema nerv()so, mentre il soggetto è ridotto alla sergli somministrata con la sonda.
vita vegetativa. 41 Il malato non può né bere né mangiare (si L'interesse di tale analisi semiologica non è solo d'ordine
disidrata e sì denntrisce); è incapace di muoversi e le piaghe scientifico (ricercare la natura della morte come processo). ma
si moltiplicano su tutti i punti di pressione (carni costrette anche giuridico (soprattutto se è in questione un'assicuraziont:
tra le ossa e il piano duro del letto); i polmoni e i bronchi si o una pensione da sborsare) e penale (per stabilire se la morte
ingombr~no di mucosità ch'egli non è più in condizione di ~naturale o sospetta). Bisogna andare ancora o ltre : il vecchio
espettorare. Esistono diversi gradi o livelli di tale stato. In· terrore di essere sepolti vivi e di risvegliarsi nella tomba con·
nanzitutto, vi sono casi di sopravvivenza artificiale transitoria tinua ad ossessionare molte persone;-19 sono noti gli scritti .m-
con successivo recupero : si ha allora a che fare con un coma gosciati di E. Poe al riguardo e, più vicina a noi, la patetica
con siderazione vegetativa transitoria. L'anoressia cerebrale è lettera con cui H. de Montherlant chiedeva di assicurarsi , pri·
breve e il cervello rimane capace di recupero; tuttavia il qua- ma di cremarlo, che fosse veramente morto. Questo t imore,
dro clinico permane grave: ipotonia, mancanza di riAessi, mi- che ha talvolta l'andamento di una nevrosi ossessi va, non i: sen·
driasi, caduta della tensione arteriosa, mancanza di respirazio- za fondamento, anche se gli esempi di incidenti del genere
ne spontanea, ma relettroencefalogramma piatto è. interval- sono molto rari.~. L' uso dei calmanti e dei bar biturici pu(\ in
lato da attività elettriche. Il coma profondo carattenua la so-
49 L'angoscia di venire sepolto vivo era ancora cosi acuta nel xtx serolo
se~uito a grandi anorrag.ie, sono ~ouo ca~inio in .caso di a.sfissia .da OS· da far nascere una lcgisluione un tantino ridicola. Nel 184!1 E. Bouchut
sido di carbonio. rosa chearo negh annegati, scure m caso de asfias•a •. blu dovette ~erivcre un libro clamoroso - premiato dalrlstituto - per diniparc
ardesia nel caso di talune intossicazioni, dì un giallo verdastru nelle mfc- questi fantasmi.
zioni epatiche... · 50 Disavventura capitata a una giovane in~Jese (• Le Monde. del 15
46 La rigidità fissa il c.adavere . in. questo a~teggiamento fm~sc~era. senz~ aprile 1970) c, più vicino a noi, a du~ francese per i quali era stato dato
sguardo con globi oculare rovesc1atJ ver$o l alto): da qu1 l abetudme d1 il permesso di sepoltura: il primo s'e svegliato all'obitorio, il secondo ha
chiudere gli occhi del defunto. cono il rischio di venire sepolto. Ecco come cc ne: parla • Le Mondc: • dd
47 In Francia, il Ministero della Sanità Pubblica ha raccomandato con la 20 aettcmbre 1970: • Operato lo scorso anno alla gola cd entrato in fase
1 ua circolare n . 38 del 3 febbraio 194& tutta una serie di prove scienti·
critica negli ultimi giorni, jote Carnet, scssanta.sei anni. ex muratore, era
fiche allo scopo di verilìca~e la dia(!los_i di mor~c. stato restituito alla famiglia giovedl 14 uttembrc: dal centro uspcdalic:rn eli
4!1 F:sistnno roma dovut1 ad alfu10m durcvoh del si•tema ncrvoa<>. Nevc:r1 presso il quale era stato in cura fino a quel mnmenlr).

37
etfelti rendere difficile la diagnosi di morte: esso provoca una due tipi di morte apparente : nel primo l'individuo torna alla
specie di ibernazione chimica con ipotermia e caduta del me- vita (e si dice, a torto, che .. resuscita » ) , ma non era morto
tabolismo basale; d 'a ltro nde il ricorso a queste sostanze ritarda bensì presentava soltanto l'apparenza d ella morte; nel secon-
l'interva llo fatidico di 3-6 minuti al di là del quale il cervello do, l'individuo è effeuivamente morto o almeno è in una con-
resta leso per carenza di circolazione : da qui la possibilità di dizio ne in cui la· morte sì rivela come irreversibile, ma presen.
sopravvivere con scorte di ossigeno notevolmente ridotte. Ac- ta una certa apparenza di vita. Il fatto d i mantenere a rtificial-
canto a i morti apparent i che occultano la realtà della vita. ment~ in vita questi morti viventi pone tutta una serie di pro·
troviamo auche i morti apparenti che danno ·l'illusione della b~ em1 deontologici . non ~erto trascurab ili. E in primo luogo
vita. F. il caso d i quei malati che in seguito a un grave trauma d1 .carauere s~rateg~eo : SI occupano letti d'ospedale, apparec·
l) a un tumore, presentano uno stato prolungato di apnea e chtatu_re preziOse e personale spesso in sufficiente per cause
vengono mantenuti in vita (apparente) solo mediante l'appa- perse m partenza e ci(l a carico d i altri malati che non potran-
recchio di Engstr<im: il soggetto resta inerte, incapace di rea- n? a~ere tutte _le cure di cui abbisognan o. In secondo luogo,
zioni motOrie o cardiovascolari, totalmente privo di riHessi d ordme affettivo: aspettare il blocco cardiaco di un malato
(assenza di riftesso della pupilla, della cornea, dei tendini), in i cui globi oculari sono già in stato di decomposizione puru-
stato di raffreddamento dovuto alla perdita di attività museo· lema, le cui estremità hanno aspetto ed odore cadaverici è
\are, principale fonte d ella termogenesi. Ci troviamo in pre- una_ c c~lpevole ostinazione ,. , una crudeltà per la famiglia e
senza di un morto con battiti del polso ben marcati, o anche un mut1le prolungamento dell'agonia per il paziente.~ Infine,
di un caso particolare di « cuore-polmoni artificiali ». Baste- d'ordine morale: malgrado le disposizioni dell'articolo 63 del
rebbe bloccare il respiratore e la morte sarebbe indiscutibile. Codice Pe_nale sll;lle r~sponsabilità del medico, questi sembra
J. Hamburger cita il tragico esempio di una ragazza di li anni del tutto libero d1 ded1carsì a quello che è stato chiamato l' .. ac-
che viveva in questa condizione, con un sistema nervoso e un canime_n to terapeutico • o, al contrario, di interromperlo : gli
cervello rivelatisi decomposti e liquefaui.51 Ci sono dunque basta n meuersi alla propria coscienza; 53 ma fino a che punto
può spingersi in proposito? Bisognerà pure, un giorno o l'altro,
• Per att~nuar~ i sul)i dolori. gli ~ra stata somministrata una forte dose: di rispondere a questo interrogativo .
<·a lmanti. Vedc:ndolu in uno stato di compl~ta inc:n:ia la famiglia che abita
a M arzy (N ièvre), aveva allora fatto cbiamar·e un medico cbe. conoscendo
le ccndizioni del mala to c in presr_nza di un'~str~ma atonia e dell'auem:a 2 · Per un approccio alla morte:
di battiti a l polso stilò. indubbiamente un po' in fretta. un certificato di qualche dicotomia significativa
mort~. Il decesso venne registrato presso il Municipio di Many, ma qual:
che ora più tardi , essendo cessato l'effetto d ei calmanti. tra lo stupore det · Senza valeria approfondire, ricordiamo l'esistenza di una
familiari, Gomez r~ce qualche movimento. distinzione che tende ad imporsi ai nostri giorni e che indi-
• Da allora. Gomc:z si trova in stato critico ma resta morto per lo stato
civile. D~ i passi sono sta ti intrapresi per rìdargli vita <ufficialmente> sui
r~gistri dd municipio. • tinaia di malati sono oggi mantenuti in vita artificialmente, con il cer-
L't:pisodio non ha bit ogno di commenti ! ·" vello già di1trutto ma con il cuore che continua a battere, e mentre miliardi
51 L'autore fa. al riguardo, la seguente riflessione: ~ Lo scopo da rag- di c:c:llulc: mantengono intatta la loro attività. L'organismo umano, quest'im-
giungere, preservare la vita e opporsi alla morte, non dava luogo finora ad mensa colonia di cellule specializzate e non intercambiabili, cessa di essere
eqllivoci, poiché la definizione della morte tra semplice. Ed ecco che la tale solo nel momento in cui le cellule sono morte nella loro totalità? Pe-r
mcrtc non si presenta più come un avvenimento unico, istantaneo, che c~e. cosa d. battiamo: per la vita cellulare o per una etrla agglomerazione
riguarda contemporaneamente tutte le funzioni vitali. Gli stessi mezzi d'azio- m,mn~ale _d• cel.lule, quella c~e compon~ ~'individllo? E. sulla base di que-
ne che salva no ogni giorno. come: si è detto, migliaia di malati portano at ultima. 1po_t~S1, COJ_T~e defimre quc:l mm1mum necessario perché si abbia
all'inattesa conseguenza di cambiare la forma della morte:: essa ai estende a ncora 1l d~r~tto d1 affermare- che un uomo è vivo? • Op. cil., 1972,
nd tempo, si smembra, colpisce: separatamente e successivamente: le diverse pp. 119- 120.
parti del corpo. Dovremo attc:ndHe che l'ultima porzione di te&suto sia irri- 52 Vedere, ad esempio, ìl ·commovente racconto di R.J. G lasse-r. Marie.
mediabilmente colpita per dire: che l'organismo ha cessato di vivere? U n la mori d'une petite fille, Grasset 1974.
deca pitato cui si assicuri arti6cialmentc, com'è possibile:, la sopravviven~a .S! 1_1 che fac~va dire a u~ famoso avvocato di M a rsiglia: • l'uomo è· in
del cuore. dei polmoni c dei reni è veramente morto? Questioni ch'erano 1ta to dt sopravv1ven~a. la legulaziom: in stato di carenza. il medico in stato
teorì rhc vent'anni fa . diventano bruscamente reali dal momento in cui ccn-· di libertà • .

39
vidua la morte clinica, empirica (cessazione del battito cardia- Ma vediamo adesso di esaminare qualche dicotomia signi-
co e della respirazione), ma reversibile; la morte biologica, che ficativa.
in ultima analisi è la distruzione della struttura d'equilibrio Omogeneofeterogeneo. Possiamo ritrovare, a questo livello
che costituisce un essere vivente superiore, cioè la rottura della di analisi, il tema della eterogeneità di cui parlavamo a pro-
sua unità: si tratta di un processo irreversibile dovuto alla posito della morte fisica. Infatti un sistema biologico è carat-
lesione di un organo fondamentale (o vitale); e infine_la morte terizzato da una « eterogeneità statistica e probabilistica do-
cellulare, dovuta ad errore di programmazione o mutila- a minante :t; è dunque giusto affermare che si muore per omo-
zione di origine accidentale: se l'arresto cardiaco e respiratorio geneizzazione o, se si preferisce, per il venir meno del divenire
possono essere eventualmente superati (con massaggi, respi- fisico. Ciò fa dire a S. Lupasco: "' per noi, esseri viventi, la
razione artificiale, trattamento elettrico di un cuore debole .., morte è l'omogeneità... la cellula vivente cessa di vivere quan-
o della sua fibrillazione), la dinruzione delle cellule nervose do l'omogeneizzazione distrugge la sua fondamentale etero-
per mancanza di ossigeno costituisce un meccanismo di morte geneità, e quando l'entropia, in diversi modi, compie progres-
contro il quale la scienza moderna non ha ancora trovato al- sivamente la sua opera :t. La coppia omogeneità/eterogeneità
cun rimedio; 54 d'altronde l'arresto cardiaco-respiratorio deter- riprende dunque tutti i suoi diritti. • Senza il freno e il li-
~ina la morte solo per la lesione cerebrale che comporta. mite, inerenti alla sua stessa natura, che l'eterogeneo rappre-
Il che significa, in definitiva, riconoscere il primato della mor- senta per l'omogeneo e inversamente, senza il freno e il limite
te cellulare e la necessità di riferirvisi per cogliere il meccani- che l'omogeneità impone alla eterogeneità, il sistema fisico
smo generale del decesso.55 si dispiègherebbe in un'ideiuità definitiva e il sistema biologi-
co si polverizzerebbe in una diversificazione infinita; in entram-
54 Una mancanza d'ossigeno di .3-6 minuti basta per alterare delinitiva- bi i casi ci sarebbe una morte attualizzata, due morti di segno
ment~ \~ cellule nervo~e. Certo. la refrigerazione dell'organismo, diminuendo
il censumo di ossigeno ~ l'abbiamo segnalato a proposito dell'effetto dei bar- opposto ma entrambe assolute. ,. 36 Quello che allora si impone
biturici ~ consente di guadagnare un tempo considerevole; tuttavia sarebbe alla nostra rifiessi,.one è un problema di equilibrio dinamico
necessario che ripotermia, per essere efficace, venisse pratkata prima dd-
l'arresto della circolazione. Impiccagione, strangolamento, decapitazione e dunque di mantènimento e di riproduzione, di-conservazio-
comportano allo stesso modo la morte mediante la soppressione dell"irriga- ne e di generazione,57 giacché è chiaro che la rottura di que-
zione sanguigna dell'encefalo; In stesso accade nell'intossìcazione da cianuri, sto equilibrio dà inizio all'invecchiamento e alla morte, alla
che bloccano gli enzimi che veico!ano l'ossigeno.
55 « Quando una malattia è cosi grave da comportare la morte. ciò non perdita del potere d'innovazione o almeno di rinnovamento,
dipende necessariam~nte dal fatto che ]"alterazione degli organi essenziali fino a provocare- al limite- l'impossibilità della conserva-
non ha lasciato abbastanza tessuto sano per conservare la vita. l grandi
deterioramenti distruttivi iono relativamente rari: è aliSaÌ più frequente il
zione.511
caso in cui la morte resta inspi egabile sulla base del solo inventari o d i ciò Interno Jesterno. Sulla base di recenti ricerche, dobbiamo di-
che è stato distrutto. In breve, la morte /un:ionale è la regola anche nelle stinguere, in modo più rigoroso, tra la morte specifica o gene-
malattie basate m lesioni visibili eò estese. Ciò è particolarmente evidente
negli stati gravissimi, nelle intossicazioni da veleni, n eli e infezioni gravi tica e la morte quantistica o statistica,<n pur tenendo ferma la
d1;vute a germi virulenti, nelle ustioni estese, ecc.: in casi del genere, l'esame
dd corpo dopo il decesso può rivelare solo insignificanti alterazioni appa-
n:nti, e tuttavia l'uomo è morto. A poco a poco si è accertato chC: qud tipo 56 Op. cit., 1971, pp. 167-168. Sappiamo che S. Lupasco riporta questo
di morte si spiega non già con l'annientamento delle strutture di un organo dato alle leggi dell'energia: vedere pp. 173-174.
vitale ma con la perdita dì uno o più equilibri chimici necessari alla vita 57 O, semplicemente, dì potere di adattamento: è l'esempio della resi-
cellulare e matuializzati. nell'uomo sano. da un ambiente interno perfetta- denza delle spore e di certi granuli; è il fenomeno dell'ibernazione: sono
mente equilibrato. La malattia ha inCerto i suoi colpi mortali avvelenando gli enzimi di adattamento di cui parla J. Monod (Il caw t la necessità.
il mare intcrnn che bagna le nostre cellule: troppo potassio, o una carenza Mondadorì, 1970). ,
di calcio. o un'insufficiente pressione di ossigeno, o una concentrazione 58 Diciamo 4l limite perché, teoricamente, l'essere non dovrebbe morire
troppo forte o troppo debole di ioni di idrogeno, o un eccesso di questo o ma soltanto tendere ver.ro la morte. La vita è pur sempre la lolta contro
quel corpo awt;~to touico, o unu qualunque dei cento altri squilibri chimici l'avanzala dell'entropia, cioè contro l'accrescimento del disordine infrastrut-
che la malat!ia._....,uù determinare in modi diversi. ed ecco distrutta la bella turale che porta ali equilibrio termodinamico finale ( = la morte).
ccstanza dcll'amhirntc che riunncla le cellule ed è indispensabile alla loro 59 Che. indica lino a che punto le defioizi<mi della morte abbiano potuto
vìta. • J. Hamhurger. nf!. ril .. 1')72. pp. 1i-1!1. evolversi nel tempo e fino a che punto non ci si possa ritenere soddisfatti
nozione di morte cerebrale, dato che il cervello è il solo dei e quindi og_ni organismo costituilo da cellule, è condannato
nostri organi le cui cellule non hanno alcuna possibilità di a morte, pnma o dopo, dall'accum ulazione di errori nel pro-
rinnovarsi.110 La morte specifica o genetica risulterebbe da una g:amma delle m olecole fondamentali. Secondo questa conce-
c assenza programmata di programmazione » che troverebbe ZIOne la morte cellulare sarebbe quindi provocata unicamente
la sua origine nei complessi meccanismi dell'acido desossiribo- da una serie di inc!d~nti microfìsici che avvengono per caso.
nucleico (DNA). Sia che si tratti del genotipo o del fenotipo, Ma _la scadenza stat1st1camente mo rtale di questi incidenti ca·
tutto sarebbe determinato da catene di atomi diversamente suah avrebbe, questa sì, un carattere di inesorabile fatalità.
distribuiti e collocati in quelle macrumolecole in cui si asso- In tal modo la cellula resta ceno a-mortale, nel senso ch'essa
ciano in forma di c d~ ppia elica » delle basi a carica negativa n?n su?isce alcuna usu~a di natura meccanica e che dispone
collegate fra loro da pomi di idrogeno a carica positiva. Da dt un ~1stema _c~ntrale ~~ correzione, controllo e rigenerazione
questo punto di vista l'invecchiamemo e la morte stessa po· che evna ogm mvecch1amento, ma è lo stesso sistema che per
trebbero essere predeterminati geneticamente e la mortalità sua natura e per le sue operazioni non può evitare gli <errori •
delle specie viventi troverebbe qui la sua spiegazioue.61 Il DNh che. prima o poi si accumuleranno fino a portarlo alla degra-
è inoltre la sede delle informazioni necessarie al mantenimen- dazione. Lo stesso fenomeno si ritrova, decisamente amplifi-
to e a lla riproduzione della cellula. C'è infatti un passaggio cato, negli organismi pluricellutari. » 64 Ritroviamo qui, an-
permanente e assai complesso di tali infor mazioni codificate, cora. una ~olta, un proble~a molto antico, cioè quello dei rap-
decodificate e ricodificate dal DNA alle molecole-vita RNA , o porti ~r~ l estemo = .te~m~ della « morte accidentale ,. (effetti
acido ribonucleico, e viceversa.~ Ora, l'alea quamistica può t~llunct co~e le ra_d1a~lOI~l, mancanza d'acyua, di ossigeno, di
favorire l'accumulazione ·lenta ma inevitabile di errori di tra- ctbo; traumt, muttlallont varie) e l'ì11temo = teoria della
duzione che, nel corso del processo dì riproduzione, danno c I?orte nat~r~le,. (che c~msiste in quel divenire genetico di
luogo a mutazioni fondamenta li. Questa somma di sfasature cu1 la vecch1a1a sarebbe tl segno premouitore), senza benin-
finirebbe con l'essere responsabile della degradazione della teso trascurare le modalità - condizioni, meccanismi, effetti -
sintesi proteica, del sistema immunologico e degli scarti qua- del loro ineluttabile incontro.6.S Si puù porre diversamente
litativi e yuantitativi del loro metabolismo.03 c Ogni cellula, questo problema : la mor te è ne<.:essaria, o dobbiamo credere
nella a-mortalità della cellula (o, <.:ome a volte si dice e a torto,
della spiee-aziune tradizionale della scpara~ione dell'anima dal corpo (Cri- nell'a-mortalità protoplasmatica)? Dobbiamo forse ammettere
Jiianaimo), dell'anima, del doppio. del principio vitale c del corpo (So- che al di fuori ?i qualsiasi aggressione esterna - proveniente
cietà negro-africane). A llo stesso modo, • la nozione fisiolorica della m orte
è cambiata nel co rso dei secoli. Ed è pos~ibile che un uomo, considerato dalla natura fisaca o dagli altri esseri viventi, dai batteriofagi
morto nel 1966, non lo sia più nel 2000 • (J. Rostand. te$1o inedito).
60 Da q ui è possibile m isurare tutta la spc:ci6ci tà di quest'organo. Il
potere d i ngeneraz ionc delle altre cellule resta comunque limitato; esso di- 64 E. M orin, L'homm~ et lu murt, Scuil 1970, p . .343.
minuisce semibilmente con la vecchiaia, cosi com e aumenta con questa il 65 J. Hamburger in realtà ci parla di due morti dell' uomo: lot moru
tempo di cicatrizzazione. In ogni caso l'uomo non ba le possibilità d i alcune natura/t. • momento normale del nostro dest ino biuloricu • - proprio come
specie in feriori: verme tagliato in due che completa la metà che gli manca, la cresCJI.a, la pubertà, la. menopausa - e la murte accidenlalt, • che pro-
zampa del tritc>nc che ricrescc dopo la mutilazione... ecc. voca anz1tempo un avven•mento sovrappustu • , come la malattia. Beninteso
G1 Vi sarebbe un limite assoluto alla vita: il deterioramento genetico è sulla seconda che la medi~i'!a può g~ocarc le sue ca rte {flp. cit.. 1972:
dovuto all'impatto delle radiazioni ionizzanti; ma non sarebbe effettivo che pp. 1.15-1 17). Ma .se la vecch1a1a, benche prcdeterminata geneticamente, si
a partire da un periodo di più di 2000 anni. Evitare le radiazioni cosmiche ~cfimase. (fenor_nemcamentc) come malattia (naturale) causa di -.ltrc malat-
r esta uno dei grandi problemi dei viaggi spaziali. tie (acc1dentah), sarebbe a llora possibile lottare contro l'invecchiamento
62 J. M onod, op. cit., 1970. cap. v-vu. Con un alfabeto di 20 lettere gli secon_do quello che è un vecchio sogno dopo Mclchni.koff (Essuis ofltimistes:
acidi nucleici compongono, disfano c ricompongono a ll'infinito q uel mondo Malom~ 191-f), Bogumolctz (C1.1mmrnt prvlun{er la vie, E:dit. Socialcs 1950).
di forme inesauribili ch'è la vita. Met~lm~ov, Vo~onoL. Vc~e.re in particolare: Dr. .f. T. Mayna rd Smith,
6.3 Vedere Leslie O rge!, The maintenance of the accuracy ()/ protein and T op&cs 1n the bwlo~y lJ/ Ag&n(. P . ~· Krohn ed., J. Wilcy and Sons, N e w
its relevance tv aging, • Procecdings of the National Academy of Science •• York, . 19~6 .. D? p~ •l cel.e~re . Siero. d1 .Bo~omol~tz, sì parla oggi di necro-
40. 1963, p . .5 17: B. J. Harrison c R. Hollidey, Senescence and the {idelity o.rmont: d1 stc~t CJt.~·tusstc~, dt ~rap1anta d org~n1; ~ meno che non 5 i prcfe-
of prutein synthesis in Dmsophila, • Nature .., 213, 1967, p. 990. r uca nvolgnu all•bernu1onc m atteaa del nmcdiU m iracoloso!

43
ai cannibali - la cellula e l'animale complesso potrebbero volto. Olrre alla morte .~i.ttematica (risultato del deteriora-
esistere senza limiti? Alla luce di quanto si è esposto sembra mento di un sistema estremamente çomplesso costituito da
che si debba rispondere negativamente e che la morte acci- trenta miliardi di unità-cellule, ognuna composta a sua volta
dentale non sia la sola morte c naturale ,. possibile.66 ")
da milioni di unità, dove la perturbazione accidernale di un
Semplicità fcomplessità. Sulla base del fatto che gli esseri organo particolare riguarda il sistema nel suo comple~so e vi-
viventi inferiori hanno una maggiore capacità di riproduzio- ceversa), esiste un'ulteriore reciprocità di determinazione fra
ne (divisione cellulare i11imitata, enorme proliferazione d 'uo- una moTte genetica (assenza programmata di programmazio-
va: per esempio ne1la riproduzione sessuata dei pesci), di rige- ne) e una morte quantistica o mutv.ionale. • M E ci«'> senza tra-
nerazione (un batrace ricostituisce le membra amputate: ma scurare la morte cerebrale. Infatti l'opposizione semplicef com-
niente del genere si produce nell'uomo, nel quale solo i tes- .,.. plesso ci sembra meno pertinente delle precedenti, dato che
suti epiteHali conservano questo potere), di resistenza alle sfa- la semplicità non è sinonimo di a-mortalità (esistem:a dell'in-
vorevoli condizioni dell'ambiente (fenomeni di c vita latente • vecchiamento della cellula) e dato che !"essere comples.m pre-
o di anabiosi, già citati). ci si è posti la domanda se la morte senta sistemi di regolazione di un'efficacia sorprendente. Dicia-
non sia il prezzo della specializzazione funzionale inerente alla mo tuttavia che la complessità diventa un motivo supplemen-
complessità dell'organizzazione biologica. Og,ni cellula infatti tare per ammettere l'inevitabilità della morte, che si aggiun~e
rappresenta un elemento dell'individuo e la sua sopravvivenza ai motivi precedenti (assenza programmata di programmano-
dipende dall'equilibrio globale del sistema cosi composto. Ba- ne, alea quantistica, accumulo di errori di traduzione). 11_1 u~
sta che venga alterata una funzione vitale dell'organismo, o certo senso va bene che sia cosl, e ciò per almeno due rag1<m1.
che certe cellule importanti sospendano la loro attività prima La prima si riassume in tutte le forme di penuria . Si dice, ad
ancora di morire (le cellule dei centri respiratori, le fibre mu- esempio, che un solo batterio. in condizioni favorevoli, potreb-
scolari cardiache. le cellule cetebrali) ed ecco scatenarsi ine- be sintetizzare in otto giorni. secondo una progre!lsione geome·
sorabilmente il processo di morte. La morte dell'organismo trica, una massa di materia vive nte superiore a quella della
precede dunque per un dato periodo quella della totalità delle terra; ora, c è ben vero che un batterio non produce una terra
cellule .07 e impli<:a la distruzione finale dell'individuo 68 come ogni otto giorni »; dovrà pure, questo batterio, scontra_rsi « ~:cm
entità biologica, o come unità cosciente se si tratta della scala i suoi propri limiti ». Ci si può chiedere se la matena pnma
pii1 alta degli eMeri vivenù. • C.osì l'umanità dovrà affrontare non finirà con l'essere insufficiente c per l'edificazione e il
una morte dai molteplici volti, e mille morti dallo stesso mantenimento del nostro protoplasma • .10 Perc-iò la vita vive
della vita, dunque della morte. Il che vale non solo per il batte-
riofago, l'erbivoro e il carnivoro che distruggono t'elemento
66 L'espressione morte naturale resta equivoca. C h 'essa sia accidentale
o che sia dovuta a cause: interne, la morte resta comunque un fatto di natura. ingerito per ricostruire la loro sostanza specifica, ma anche per
La fcnte della confusione sta nel fatto che:. a volte, naturale ~ usato in tutti gli atomi e le molecole da cui è oggi costituito un esser~
opposi:tionc: ad accidentale, e a volte equivale a necessario. pur giocando vivente; essi sono già stati implicati precedentemente in mi-
sempre sull'ambiruità interno/esterno.
67 Presso gli esseri viventi " superiori " le cellule sessuali sono le sole liardi d'altri organismi e lo stesso processo si riprodurrà in fu.
che f-Otsono sopravvivere a condizione di unirai con i loro omologhi del- turo, teoricamente. senza fine.71 Sia a causa del chimismo vi-
l'altro sesso; ogni esun vivente rientra in tal modo per metà nella co-
stru%ione dell'uovo.
68 Per l'essere complesso. la morte equivale alla distruzione dell'indi-
viduo, mentre per l'essere uniccllulare può esserci scomparsa dell'indivi- 69 E. Morin, ()p. cii., 1972, pp. .'145-3~6. . , . . .
duo senza morte. come accade nella scissione cellulare o nel rinnovarsi della 70 L'espressione è dd Dr. M. Maro1s (Pres!d~ntc: del! Assoetazwne ~~
loro congiunzione. Per il vivente complesso, la morte naturale • ~ dunque Tanatologia), Mfditatìon sur la mort, "Bu\1. L1a1son FIAT·IFTA •, 7. Pans
una legge della c~'llettivìtà individuale. dipendente dalla differenziazione 1972.
cdlulare e dali:~ !imitazione della moltiplicazione di tali cellule dopo un 71 F. interessante constatare: che gli clementi costitutivi della per~ona
pericdo eli crescita 1.1 cui durata cosi come la data di morte: naturale dipe n- presso i Negro-africani sono sottoposti a una n~ova ridìstribu~ione; d'?P"
dono dalla specie considerata •. P. Chauchard. Qp. dt.. 1972. p. 120. la morte entrano nel circuito delle: fone e parteCipano a un nunvn rlc~tmfl

44 45
tale. sia grazie alle leggi di sparizione dei cadaveri. questi co- lo scacco può essere superaLo ~> lo se la sp~cie. per ripn:ndert:
stituenti rientrano nel ben noto ciclo del carbonio, dell'azolO, la bella espressione di Bataillon, c prosegue la sua marùa at-
del fosforo. 72 In yuest'ottica, risulta che « la morte nova il suo traverso un rammino disseminato dai cadav<>ri degli indivi-
posto nell'economia della vita, che diventa serva della vita dui». Il çhe ci <.:onduce a una nuova dicotomia.16
dandole nuove possibilità per nuove prove, per nuove espres- lrtdi{liduo ! spt'ne. Beu ché lt spec.:ie siano mortali- ricordia-
sioni del protoplasma ». 73 Se i l grano non muore - per ripren- mo i numerosi viçol i ciechi dell'evoluzione (scomparsa dei
d ere la form ula evangelica - non c"è piit posw per le avven- d_inusauri, d~gli s~eg(~da l i ... vinti dall'errore del lonJ gigan-
ture creatrici della vira, non ci sono piu né giovineua né mu- tismo) o le d1struz1o nt provocate dall'uomo n - le cose si svol-
tazioni possibili. Non è sorprendente notare (.:h e le culture han- gono come se esse, sul>ordiuando senza fine a st: stesse gli in-
no ripreso questo tema biologico? 7• l vecchi africani, p er esem- dividui che le <:ompongono, riuscissero a lottare eflicacemente
pio, chiedono talvolta di morire per rivitalizzarsi presso gli contro la morte.78 Questo è a tl<:hc.- il destino della cellula, che
antenati e rinascere - in tutto o in parte - nel ventre di una dura solo a condizione di dividersi. E 1\ergson 7~ osservava che
donna del clan (il che prefigura un poco le nostre leggi sull'e- allo stesso modo le sodetà fhiuse - il formicaio, l'arnia, il
redità grazie alle quali ognuno di noi sussiste parzialmente nei termitaio - immobilizzate llt'i loro men:ani.~mi ìstimivi, sa-
suoi discendenti). M. Carrouges 7·1 immagina d'altronde ciù crificavano sistematkamentt' la generazione presente a quella
che sarebbe una società capace di far ringiovanire indefinita· successiva. Ciò vale anch(.• per tutte le specie animali di cui
mente i vecchi (e diciamo volutamente ringiovanire, perché, vedremo più oltrt' in che fosa e per che <:<lSa dì fronte alla
cume diu:~va Seneca, si tratta più che di aggiungere degli ann,i morte - o meglio al morire - la <·hiaroveggenza apparten-
alla vita di aggiung·ere la vita agli anni); uno dei suoi per- ga alla specie e la cecità all'individuo: è solo cou la coscienza
sonaggi ci parla del " rinvio catastrofico della more al ità » ... di sé - si è detto - rht appare !"affermazione di sé, a con-
c (~li uomini si troveranno talmente vicini l"'uno all'altro che traddire la geran:h ia della specie e la sua unicità. Si pttt') fare
si annoieranno a morte. Non potranno più vedersi nemmeno però un'en:ezione a vamag~·io dèll"animale domestico, sepa-
dipinti.» La stessa cosa accadrebbe se la pratica dell'iber- rato dal suo gruppo ~pecifù:o. individualizzato e privato dei
nazion~. facendosi sistematica, inducesse l'umanità a « far ri- suoi istinti originari e dw sa di morire. I fenomeni di regola-
suscitare,. - cinquanta o cento anni dopo il loro deposito zione demografi('a si dimo!'itrauo parti<:olarmente ricchi d 'in-
in camera d'ibernazione- milioni di (pseudo) cadaveri refri- segnamenti al riguardo : l'usignolo, per esempio, depone un
gerati in attesa del lieto evento: chi se ne occuperebbe? chi li uovo in pi ì1 ad uJ,!;ni d ie1·i ~Tarli di latitudine circa: ma la sua
abl>ig lierebbe? chi li riciclerebbe?, o pit'1 semplicemente: chi li
riconoscerebbe? In breve, la vita messa d i fronte a l duplice
76 f; inutile: dire. t:un S. Lupasco, che la morte non è naturale c:on il
dramma della penuria e dei suoi limiti individualizumti, sta prdesuo che sarebbe ncceuariu, 11erchr f ossc: cusì. eh t= l"e.sere vivent~ • l'ac-
utilinando lo scacco assoluto, la morte, per i propri fini. Ma cetti e vi si m n fMrni se non c<m qualchl' piacere: almeno con una totale
indiffncnza. come si risolve un 'equazioni: • (t)p. dt., 1971. p. l 70}. Al di là
dei d ivc:rsi atteggiamenti individuali è infatti necessario cercare le inten-
oncolo~::iro o c~istcnziak Vedere L V. Thumas, Cinq tmais .wr la mort a/ri- zioni nascoste dd la specie.
caillc. Dakar, Far. des Lettres, 1968. 77 F. dt La Grange, LN llnÌmiJ/1.~ ('n phìl, Nathan 1973. Vi si mostra in
7'1 P . Chauçharrl. op. cii.. 1972. pp. '>0-51. che m~do l"istin!" mnrtHcro :- ~~dico " co~m~rciale - d ell'uomo distru~ge
B M. Marois. op. cit. le rpe_c1e ammah: uno de1 cast ptu do loros1 e attualmente quello della balena.
H Si sarà meno sorpresi se si ammette che le culture suno risp<)Ste col- s!ermmata dai pescatori sovietici c giappon~si. Vedere anche • Le Sauvage ••
lettive, re,;ul ... te fantasmaticamente dal gruppo, ad una situazione data. ~;. l 974: Ln 1/JIJI/IIIUX ma/(ldrs d t · f"lwmmc·, pp. .~ti-5 l. " soprattutto P.
Benché si aggiungano alla natura. non per questo sono men1,1 ne/la/della GaH·ar. Chommc et l"allÌmul. :\ . Michd 19i4.
Mtura, proprio ct;me il fattore biologico. Fattore biologico c culturale po - 7/1 lnf atti tut! n fur$C acnlÙt: w mc 5t: vi fosse una sorta di subordina-
trcbbcrt) assai bene, ciascuno con dei materiali differenti, rispl>ndere a una z_ionc de!la sp~d~ • al gr~nde 1: misterioso disegno ddla Vita ., allo stesso
stessa lq~ica sottoslante ed esprimere uno stesso mndello (nel senso strut- tt.tolo per cuo. v c ~ uhordmazione ciel l'individuo alla specie. Vedere Conci-
turalista del termine). · lwm 94, oj1. n/.. pp. 4.~- 4 i .
7.'> I.J•s f!.Ta11ri.l·f!hr.l prodilf,<'.l, Pl nn 19fi7. 79 /.,- rlllt" {rlllli di'liri 11mru/r· ' ' ridia rl"li~imu·. F.d. di Comunità 1947.

47
mortalità aumenta egualmente con la latitudine perché resi- e sicuramente agli inizi del quaternario;11 e l'~sistenza della
ste male alle lunghe notti invernali: si è anche riusciti, in un coscienza, o più esattamente di una coscienza di secondo gra-
recinto, e fornendo u_na quantità sufficiente di spinaci secchi, do, cioè della riH~ssione: da ciò em~rge una differenza fonda-
ad aumentare .sensibilmente il numero delle nascite delle lu- mentale, che divide l'uomo dagli altri ess~ri viventi, e cioè
mache, ma si è subiw manifestato un fenomeno di compen- la sua attitudine alla critica (rimettere la natura in que~tione) .
~zione, il tas.~o rli mortalità: ed esperienze del genere ~ono Tra tutti gli esseri viventi l'essere umano è l'animale pii• socio-
state fatte a nche ron i to pi.10 In breve, la specie preserva gli acculturato (per mezzo della famiglia, della scuola, del lin-
inrlivirtui sottomettenrloli a ~ stessa grazie al gioco dei mec- guaggio, della professione) e quello che pit'1 di ogni altro
canismi ritlessi e istintivi cii cui li ha dotati, e si mantiene si è emancipato, graz\e al potere della ~ua intelligenza. Per l'e-
grazie alla morte rlegli individui che la compongono (mecca- sattezza, ancora una volta si dovrebbe .contrapporre l'uomo
nismi di rinnovamento). ~a se per caso talune unità doves- delle società c arcaiche ,. a quello dell'Occidente.~.~ Nell'Arri-
sero m inacriarla (deterioramento degli istinti, proliferazione, ·ca nera, per esempio, dove la persona .. è prossima al perso-
·scatti diversi), tlOll e.~ita ad aprire un processo di distruzione. naggio (persona = maschera) e si defini~e in parte sull~ base
E l'uomo? In ~uanto spec.:ie animale può solo sottomettersi, dell'eredità sociale (ogni soggetto deriva da un linguaggao pa-
evidentemente. alle esigenT.e della natura e dunque anch'egli terno e materno e reincarna eventualmente un antenato) e del-
si suJ>ordina alla ~pecit' che in tal modo perdura e si rin- l'ambiente (parentela classificatoria ; diade madr~-figl.io · con-
'~·
nova .~1 Ma la specie umana ha due caratteristiche: la sua con- sacrata dal dialogo del corpo: la madre porta il figlto sulla
tinuirà nel tempo. ciato <he es<ia appare alla fine del terziario schiena di giorno. dorme con lui di notte e gli offre il seno
in permanenza: ruolo delle società iniziatich~). la morte è
X() Vedere il COJpitolu Aulla mcrrle e !"animale. Accade che per qunt'ultimo
considerata solo in rapporto all'individuo, parvenza singolare
!a m orte sia prvgrammata cume cunseguenz:a della riproduzione: da qui la e inessenziale. mentre il gruppo sì comidera immortale e met·
rnC'rll! d~!l masc hio dnp,l ratlcl scuua!e tra l~ api. la mantidc religio~a... te in azione tutto ciò che è in suo potere per lottare contro
N on si può che restare •tupiti davanti alla stupefacente prodigaliti della
natura. la vita spende senza uonumie: un'cmiuionc: di liquido seminale di gli effetti dissolventi provocati dalla scomparsa d'uno dei suoi
un uomo contiene .'IIHl.OOil.OOO di spermatozoi (la popolazione dell'Europa oc- membri, soprattutto ~e si tratti rli un personaggio eminente.
cidentale); dieci emissioni. cd abbiamo l'c:quivalentc della popolazione dc!
g :ohu! L"nvaia di una bambina contiene. al momento della nucita, <400.000 Analogamente, qual~iasi sistema culturale che ~i basi sul ra-
o~·u!i . di rui ap~na .f()O vc:rranno cmnsi nd corso dci trent'anni di vita
~tnÌt:'le . della donna, in ra&ionc di uno ogni 2-~ giorni. In' tal modo mi- 82 c .. . non dimentichiamo che un ascrc vivente:, uno solo ma i/ solo. <-
liardi d1 spermatuzoi c centinaia di m igliaia di ovuli vengono sprecati riuscito a 3opravvìvc:r( ~r due miliardi d i anni. dimostrando cosl che po·
JOerché uno. due o tre bambini abbiano qualche possibilità di nascere da tc:va sfuggire a quah.iasi detc:rior~mo:'to. quan~ico. E q~est'cs1crc vivente.
un'unica coppia (Marois). . il primo. è presente m ognuno d1 no• •. •.n . 0~1 . cucrc v•ycntc nel m'?ndo.
. 8! La subordinazionc si verifica a due livelli: successione di genera- Biso'rw ancht dire che questa f~W!t1rlalzta m raoa di'Ila fmmf! ~tllu.la e do-
zmm, certamente, ma anche regolamcnta;ziooc: demografica. Al momento wta alla sua evoluziont. al cambiamento, attravf'rm l11 molllplJCa:Jone e la
dc l!a carestia dd 18 77 .a ~ adra.~ si assiste a un calo brutale della popo- f1roli/era:iont . Ma ciò sta ad indic~rci che nella miri.adc di m!-'t.azio.ni mor-
laz:cne. dovuta alla schJacqantc: mortalità c alla diminuzione delle nascite tali ve ne 3ono altre che al contrano hanno salvatn l ~~sere onll'man o dalla
(da 29 a 4 per l .000 abitanti). La ~ruc:rra potrebbe uscrc: a naliuata in que- morte c assicurato. attravc:T30 la sua diaspora, i suoi sviluppi. le sue. mcta-
sto sc:mo. • t noto che per il biologo la !Utrta è un fenomeno naturale morfo~i c: i suoi progf'essi la sua: continuità~ (E. Morin, nf1. cit .. 1970. p. 345).
che nasconde. dietro mille pretesti diversi cd episodici. uno stato perma- D'altra parte si dice cbc: la terra sarà abitabile per ancor~ 6 miliardi di
nente di aggressività tra gruppi umani. L'aggressività personale. altro feno- a nni : l'umanità avrebbe dunque percorso finora solo una p•ccc>la parte del
meno del tutto innato c irrat.ionale come dimostrano la sua futilità c la sua auo cammino.
ioadeguateua. è fo rse anch'usa un istinto destinato a favorire la morte, 85 M. Mauss, ouervando la • tirannia" curcitata dal gruppo sull' indivi-
rc:golatrice delle densità umane eccessive. Già nella sua Politica, Aristo- duo, ci parla di .. casi di morte causati brutalmente. in modo elcme.ntare.
tele scriveva che la riproduzione anarchica della specie: umana favoriva 'la prcno numerosi individui... semplicemente perch~ sanno o credono (•l che
rivoluzione c il crimine. • (]. Hamburger, np. cit., 1972. p. 13!). Si deve però ~ la stessa cosa) d'essere sul punto di morire • (Trorin gtraeralt' del/n magio
ammettere che tale: rcgolamcntazi one non ha rcfficacia di quella che 1: e altri sa~~i, Einaudi. p. 330).
propria degli equilibri biotici naturali. Dall'anno O all'anno 2000 della 84 L. V. Thomas, Le pluralisme c"hb~t dc la ""ti1m dt P~~sonn~ ~"
nostra era la specie umana sarà pa~sata da 2.SO milioni a Il miliardi di Afrique nnirc traditinnnrll~. in La noti nn d t' persrmnr t'n A/r~qltt' nmr.
individui! CJoiR~ 197., , pp. 31l7 -420.

49
· · · 1 via d'u- Il • MORTE SOCIALE, MORTE D.El l' ATTI S OCIALI
itale umano per preservare gh uomJm ha una so a
~ita, che con~iste nel socializzarli, nell'assut;nere la m?rt~ sul E SOCIALIZZAZIONE DELLA MORTE

. del gruppo per meglio negarla sul ptano del nto. Al


~~:;ario, la società occidentale dei nost~i giorni, p~eoccu~a~a
innanzitutto dall'accumulazione dei bem, acce~era t_} proces~~
. . bb d l ' omo a 1 suot Eantasm1
di indivìduahzzazaone e a an ona u . d
'f . e mortt'fobi Mai più d i oggi l'uomo Sl scontra o-
morti en · . · · · ·. ten-
lorosamente con la morte, la propna e d et vtclm . non. po
do sottrarvisi, la rifiuta; non potendo evit~rla. s~ ne _fa stru- Benché ogni individuo, anche se muore con altri, assuma
Per un paradosso curioso e tuttavia assat faulme~te da solo la propria morte e benché l'esperienza della morte
:~t~~nsibile, una simile società può s~lo dispr_ezz~re la vita come realtà vissuta riguardi gli esseri singolarizzati - dato
P l d'chiarazioni comrane) e avvtarsl alla pro· che evitando l'individualizzazione l'animale ignora il proprio
(nonostante e sue I annientamento o quello del congenere, ad eccezione dell'ani-
86
pria morte. male domestico che sottratto alle specie è individualizzato, e
sul quale ritorneremo - la morte può, in una certa misura,
definirsi come un tutto sociale. Non soltanto- perché la sot:ietà,
tramite la storia, la tradizione e più in generale il ricordo, è
costituita ...;_ secondo il celebre detto di A. Comte - più da
morti che da vivi, ma anche perché l'atto dd morire - con
tutto ciò ch'esso comporta - è innanzitutto una realtà socio-
culturale. La morte suscita infatti, a livello della coscienza
individuale e di gruppo. degli insiemi complessi di rappre-
sentazioni (serie di immagini-riflessi o di fantasmi collettivi,
giochi basati sull'immaginario: sistemi di <.:redenze o di va-
lori, folle di simboli) e provoca dei comportamenti (atteggia·
menti, condotta, riti) di massa o individuali pì ì1 o meno
rigorosamente codificati a seconda dei casi. dei luoghi o delle
circostanze.1
La tipologia delle forme del morire o d ei defunti, il si-

l «Vi sono civiltà della morte, dell'other-woTldliness, come dice Chri~


stofer Dawson, tese verso la morte c soprattutto verso l'ald ila della morte;
civiltà in cui comandano i mort i, in cui domina l'idèa della morte e in
cui la vita è orientata senza tregua verso la morte, cbe le conferisce il suo
senso. E il caso dell'Egitto, con il suo popolo di morti imbabamati nelle nc-
cropoli c con le mummie dd faraoni collocate negli ipogei delle Piramidi...
Esistono inversamente anche civiltà che temono la Morte e si sforzano di
ruuconderla in modo che vi si pensi il menu possibile. Qua ndo la Cina di
Mao Tse Tung fa passare l'aratro sulla tomba degli antena ti. commetlcndo
cosi un sacrilegio inaudito per la terra cinese, oppone una civiltà di questo
mondo ad una civiltà dell'altro mondo. Nelle culture mondanizzatc: la morte
D Il utrefazione all' immaginario "· appare come un incidente in fondo inesplicabile, tr.agìco per gli uni e
85 Vedere anche parte I V:_ .. ~ a P dio culturale la dicotomia indi- banale per gli altri, ma del quale in ogni caso è meglio non pa rlare
86 Spostata dal ter~e~~ h•?lo!~'l~ea a qbendicio del primo termine presso affatto.,. J. Folliet, Phénnménologit? du dt!uil, in Ul moTt rl l'hommc d u
viduo/specie (o collelt•v•ta) ds• r l'uomo delle società tradizionali. XX• siùlc. Spes 1965, p. 172.
l'uomo moderno e del secon o presso
51
gnifìcato dd decesso e dei riti funebri, il trattamento dei l~ morte di Cristo, per le sue consc:guenz~ socio<ulturali, è il
· cadaveri e in seguito delle ossa, i comportamenti di dolore e il upo stesso della morte sociale cosl intesa.'
lavoro funebre, le c professioni della morte 11 (fabbricanti di
bare, becchini, impiegati delle pompe funebri, prefìche, servizi . l · Morte e perdita del ricordo
tanatologici ai giorni nostri 2), la sublimazione di certi defunti Secondo 1 Negro-africani, per esempio, lo stad io finale della
e la nascita dello spirito rdigioso (o semplicemente del culto morte si ve_rifica sia quando lo schelet~o è completamente
degli antenati)... costituiscono altrettanti fatti soci<><ulturali scomparso s1a . qU_a ndo la famiglia del defunto si è estinta o,
la cui lettura, insieme comprensiva e critica, arricchisce il sa- aven~o perso _11 n cordo del morto,4 non è più in grado d i ren-
pere antropologico. de~glt omaggto (e questi non ha più, allora, il viatico neces-
Tuttavia due serie dj elementi meritano un'attenzione par- sarao per. mantenersi nell'aldilà). Questa morte definitiva o
ticolare: la dimemione sociale della morte individuale (che escatol~J~a ~ ~unque ad un tempo sociale (alterazione rlella
chiameremo morte sociale, o escatologica) e la morte dei fatti ~emona. !nd1v1dua~e e soprattutt? colletti va) c metafisica (per·
sociali, sia che. si tratti di istituzioni, di culture o di società d~t~ dell mftusso Vitale per que1 defunti che, trascurati dai
propriamente dette. VIVI, . no~ hanno .P.iù la forza di entrare in relazione con loro ).
Nell. A~nca tra~JZI?nale si distinguono anche gli antenati im-
medl~tJ~ conoscmt1, dotati di un nome, dagli antenati lontani,
a) La morte sociale ~nomm1, che compongono una specie di insieme sincretico che
m qualche modo richiama alla mente la Comunione dei Santi
Si possono considerare come casi di morte sociale (con o dei cris~iani ma che, nel loro caso, resta proprietà collettiva
senza morte biologica effettiva) tutti quei casi in cui una per- della st1rpe, del clan e della tribù : naturalmente nei riti la
sona viene esclusa da un dato gruppo. non importa se per li- loro evoc~zione non è più nominati!va. In tal mod~, alla m~rtc
miti di et~ e perdita di funzione (defunctu.s- e ddunto si ap- esca~olog•ca può corrispondere una sopravvivenza collettiva
parentano) o per atti di degradazione, proscrizione e bando, o ma 1mpersonale (in cui dunque non c'è processo di annienta-
infine perch~ ci si trova in presenza di un processo di abolizio- ".'ento), un po' come in un ossario in cui si verifichi una cu-
ne del ricordo (scomparsa senza tracce, almeno a livello dì co- n osa mescolanza degli scheletri. Alcuni morti illustri fonda-
scienza). - tori di etnie o di stirpi, conservano ovviamente il lor~ nome
Bisognerebbe anche sottolineare, ovviamente, la risonanza ar_ui accade c~e si trasformino in geni (i pangol serer o divi:
politica o sociale, diretta o indiretta, di certe morti: assassini m.t~ s~c?ndane d el. Sen~al sono di fatto solo defunti privi·
politici (Luigi xvr, Duca d'Enghien, dramma di Sarajevo, mor- ~egta~t ;_ •. loro_ altan comspondono ad antiche tombe) oppure
te del presidente Kennedy o di Vassilos Vassikilos - vedere m rhvmaà _(Il celebre Unhulunltulu degli Zulù del Tran-
il film Z, l'orgia del pote-re di Costa Gavras); suicidi di conte- svaal); megho _a ncora l'Ala Tangana, divinità suprema dei
stazione o di protesta: quello di Jan Palach contro le truppe Kono della Gumca, è un essere multiforme che finisce con il
sovietiche a Praga; quello dci bonzi contro la guerra in Viet- conf?ndersi con la totalità dei defunti tribali, divinizzati a
nam... ; morti politicamente recuper..ate: Neri emigrati intossi· parure . dal .m~men~o in cui il loro ricordo scompare dalla
cati ad Aubervillìers, assassinio d'Onrnay davanti alla Re- memona de1 vtventt . I santi cristiani so~o in qualche misura
nault, certi infortuni sul lavoro ecc., le cui esequie assumono
-' Vedere: N.N. lA mort du Clarist, "L1,1mière et Vie • t. xx 101 gennaio-
spesso l'aspetto della manifestazione politica. In questo senso marzo 1971. ' ' '
. 4 Bisogna dunque p~endere in considerasione due livelli: perdita indi-
vtd~le, e so~rattutto .~' ~r~ppo, del ricordo; estinzione del supporto psico-
80Clale. dd ncor~o; l andtvtduo. la discendenza. eventualmente il clan. €
n_olo d altronde l anatema cbrako : • Siano banditi il tuo nome c il tuo
TICOrdo. •

S3
dei defuqti sfuggiti, grazie ai loro merit~, alla morte escatolo- relativi all'antropologia e alla tipologia di ogni defunto...
gica. anche se alcuni tra di loro, oggi trascurati, ricadono nuo- La miniaturìzzazione dei documenti visivi, sonori, filmati, mi-
vamente nell'anonimato dei dispersi.5 crofilmati, a bande magnetiche e c memorie •, ci offre ogni
Ci sono dunque degli stretti rapporti tra la situazione « ar- mezzo per una conservazione corretta e -in volume ridotto...
caica • e quella del mondo occidentale attuale. Da noi gli eter- « Il vero problema è quello della scelta deì dati e della loro
ni rimpianti sono evidentemente solo delle pie intenzioni, così normalizzazione in vista del trattamento di tali informazioni,
come il c Non ti dimenticheremo mai » . Basta interrogare da un lato per quel che riguarda la ricerca analitica delle cor-
la gente o visitare i cimiteri per accorgersi fino a che punto, ..
(
relazioni nell'antbito di una biografia personale, dall'altro per
nonostante i riti annuali del primo e del 2 novem~re, la quel che riguarda la ricerca statistica... Si dovrebbe, appena
maggior parte dei defunti non preoccupi più da tempo la co- .< .
possibile, prevedere e mettere allo studio la costituzione d"i
scienza di chi sopravvive.6 ll rapido calo, ~a una decina d'an- mnemoteche nelle necropolì del futuro, in funzione dell'e-
ni, delle richieste di messe per il riposo dell'anima del c caro s~rienza del passato, dei dati del presente e delle possibilità
estinto » (una recente inchiesta 7 nella regione parigina lo va- di domani. Assai più di monumenti comuni, le mnemoteche
luta nella misura del 70 %) va nello stesso senso. Inversamente saranno degli autentici monumenti psichici che compense-
l'amnesiaco (si pensi all'eccellente lavoro teatrale di Anouilh. ranno largamente la necessaria riduzione dei mausolei, con
Le voyageur sans bagages) diventa, più ancora di. chi abbia un risparmio economico che verrà riutili.zzato per una con-
smarrito i suoi c documenti » (o dell'apolide cui vengono ri- servazione del ricordo più conforme alle tendenze della no-
fiutati!), un morto sociale: non ha più né ruolo, né condizio- stra epoca e della nostra civiltà. Come si vede, questa pro-
ne sociale, né funzione; alle volte è alla ricerca, dolorosa, della spetti va si situa perfettamente entro Ja linea tradizionale:
propria identità. E se passiamo dall'individuo al gruppo. so- ravviva il ricordo del morto, att)lalizzandone ininterrottamen·
lo i morti celebri- dagli eroi politici agli attori del cinema- te le informazioni da lui lasciate in eredità, perfeziona la dia-
si sottraggono per qualche tempo, soprattutto se un monumen- gnosi della morte e dunque il rispetto dei resti corporei con
to o il nome di una via ricordino che sono esistiti, alla f.ona prolungamento, in certi casi, del dono della vita; fa infine en-
devastatrice dell'oblio. E tuttavia i mezzi di conservazione non trare il più umile degli uomini e il più eminente nello stesso
sono mai stati così numerosi ed efficaci (fotografia, suono...) al monumento comune, poiché entrambi sono partecipi della
punto che non è da respingere l'eventualità di una « mnemo- stessa struttura, simbolo del corpo mistico dell'umanità.'
teca per l'anno 2000 •. Ai nostri giorni il progresso nel tratta-
mento dell'informazione e della sistematica rende tecnicamen- 2 . Morte per barldo
te possibile e utilizzabile la memori.zzazione di tutti i dati utili La morte per bando ha un aspetto diiverso a secon.da che si
accompagni o no alla .morte biologica. I condannati a morte
5 t carne se, in un certo senso, queste credenze nonoatantc tutto avca- sono doppiamente banditi, a causa della loro esecuzione, ovvia-
$ero lo stop o di lottare· contro l'inevitabilità della morte c:acatologic~, il mente, ma anche nella misura in cui diventa difficile rendere
cui carattere colpevoliLzant.c per i sopravvissuti (se ve ne sono ancora} è
1uperlluo dimostrare, c tcndusero alla pt:raistenza, o meglio ancora aUa loro c omaggio » perché o la loro tomba resta anonima (la zo-
ri-produzione, del gruppo considerato (clan, tribù... società cristiana). na dei giustiziati al cimitero d'lvry) o pil) semplicemente per-
6 Questa impressione dì annientamento, di vuoto totale:, oasesaiona pro- ché ci si è preoccupati di disperdere le loro ceneri (caso dei
fondamente i viventi. "La vita non gli era mai sembrata più idiota e più
vana. Che cosa sarebbe: rimasto di lui, dd frutti del suo lavoro e della sua
opera quando aveue finito di vivere? Chi avrebbe ancora ~nsato a lui,
chi citato il auo nome, chi si sarebbe più ricordato del suo v1so, del auono 8 H. Larcher, Comunicazione all' Incontro di Montpellier della Società
della sua voce, del colore: dei suoi occhi? Che assurdità questa lotta ch'egli di Tanatologia, giugno 1971.
aveva condotto per i suoi, dimenticiUldo di vivere per se stesso. • Th. Owen, 11 61m di C. Lanzmann, Pourquoi lsrael, ci fa già vedere · una mne-
Cérémonial noctzmu et autres conus insolites, Marabout. n. 242, 1966, p. 50. motcca " d.-uica .. cui aono affidati i nomi dlegli ebrei martiriuati dai
7 Batata au interviste condotte- per nostra ini%iativa da un noatro atu- nuiati. Alla tleua funzione adempiono certi tipi di monumenti comme-
dente tra i preti; l'inchiesta ~ ancora in corso. morativi.

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capi nazisti impiccati dopo il processo di Norimberga). La to all'esilio, volontario o no, in luoghi lontani dal paese natale
pratica della tomba segreta è un fatto assai noto. Il Negro- (« panire è un po' morire» dice una canzone famosa; morire
africano seppellisce clandestinamente il soggetto colpito da lontano è sempre temibile per il Negro-africano), può esistere
mala morte (lebbroso, stregone, donna morta di parto, inizia- un esilio ancora più crudele in meuo alla propria gente (car-
to deceduto nella foresta sacra); recentemente le autorità ce- cere, manicomio, ospizio, reclusione). All'annientamento della
che hanno fatto sparire la tomba di Jan Palach, oggetto di morte biologica, la morte sociale risponde con la cosificazione
pellegrinaggio da parte di quanti non avevano accettato la (X è un criminale, un proscritto), l'anonimato impersonale
fine della primavera di Praga; ma ci si può accontentare, più (i « defunti •; i «senza-tomba ,. : .j « persi nell'ossario ,. ), la
semplicemente, di seppellire il proscritto in luogo inaccessi- soppressione del ruolo sociale mediante degradazione, come
bile (come nel caso di Pé.tain, sepolto nel forte dell'Ile de Ré). adesso vedremo.u
Il divieto di seppellire il defunto nel cimitero degli « eletti »
(soggetti morti di colera, di peste, eretici, scismatici, streghe, 3 · Morte sociale del vecchio:
assassini e attori ambulanti) durame il Medio Evo, cosi come il dalla pensione all'ospizio
rifiuto di portare Pétain a Douaumont esprimono lo stesso in- «Può darsi benissimo che il problema dell'am.iano sia uno
tendimento. Un caso curioso da segnalare è quello di un de- dei problemi più difficili da risolvere nella società di domani.
creto delle autorità del Gabon: il condannato a morte non t possibile che la longevità si accresca considerevolmente, che
viene più giustiziato, ma è privato di tutti i suoi documenti il periodo maturo dell'uomo si prolunghi e che tale maturità
ufficiali ed è escluso dalla comunità: la morte sociale diventa resti senza impiego. » 12 Più di qualsiasi essere umano i vecchi,
qui l'equivalente della morte effettiva.' proprio come i condannati in attesa della loro esecuzione o i
Quest'episodio ci porta al secondo tipo di morte per bando. malati in pericolo di morte, sono dei defunti in potenza; bio-
Il soggetto condannato viene privato soltanto dei suoi diritti logicamente finiti, logorati, socialmente inutili (non produt-
e funzioni: perdita dei diritti civili, degradazione pubblica tivi, modesti come cousumatori), privati delle loro funzioni
(è noto l'esempio di Dreyfus), trasformazione o scomparsa del (si riposano prima dell'eterno riposo), in condizioni economi-
ruolo sociale e dell'attività professionale. Così, a proposito del- che il più delle volte precarie (soprattutto se appartengono
l"esclusione di R. Garaudy dalle funzioni che aveva rivestito alle classi sociali meno favorite) e in una crudele solitudine.
nel Partito comunista francese, R. Escarpit scrive in c Le Mon- Già cercano rifugio nel sonno o trascorrono gran parte del
de », sotto il titolo Un bel enterrement, quanto segue: « Ades- loro tempo a letto o contemplando, seduti alla finestra, un
so che siamo al fumo delle candele, si può ben dirlo: Roger mondo che più non li riguarda.
Garaudy ha avuto una bella sepoltura. Gli è stato persino
concesso di pronunciare la propria orazione funebre.» 10 Accan- La pensione. Sotto molti aspetti, benché la speranza di vita
si dilati e si ritardi l'età in cui si lascia il lavoro, si stabilisce
9 Nel Gabon una legge recente permette infatti al C~po dello Stato di spesso un'equazione tra pensione e vecchiaia, intesa nel senso
commutare la pena di morte in quella dd lavori forzati a vita o di dichia-
rare il colpevole • morto sociale •. In questo caso, il reo verrà segregato sociale del termine. « Quando si smette di lavorare, si riceve
dalla comunità. isolato in un luogo segreto e privato di tutti i diritti, fami- la propria pensione di vecchiaia; quando si è pensionati si è
liari, civili e civici. Verrà considerato come deceduto sui registri dello stato
civile e si aprirà la sua successione nel giorno stesso in cui sarà stato ema-
nato il decreto che gli infligge tale pena. Il t il caso, in un certo senso e a seconda dd tipo di società, del-
IO .. Le Monde •, Il febbraio 1970. «Le Monde • del IO febbraio aveva l'alienato internato (doè due volte alienato); quello dd prigioniero privato
già intitolato l'esclusione di Garaudy: « Les raisons d'un suicide •. dei suoi di ritti civili e politici e « dimenticalo ,. in fon do alla sua celia;
Esiste una certa parentela tra l'espulsione da un partito politico, da una quello del defunto che fino a ieri si gettava nella fosse com11ne, o che veniva
setta segreta o da una réligione (scomunica). Essa precede a volte la morte privato della sepoltura; quello dell'Africano senza progenie né funerali, al
reale: suicidio, esecuzione capitale. Infine, si è parlato a ragione di " tre quale non viene tributato alcun culto {il caso da noi definito come • morte
morti • del generale de Gaulle: il ritiro definitivo a Colombey; il suo escatologica •).
decesso; lo scacco ddl"uoR alle elezioni presidenziali dd 1974. 12 R. Mehl, Le vieillissemenl et la mort, PUF 1956, p. 133.

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dunque considerati vecchi. » 13 Molti aspirano ad andare in trovano: l'isolamento, l'abbandono, 17 la prostrazione. In real-
pensione,14 ma il sogno si trasforma spesso in incubo 13 a causa tà il pensionamento c è vissuto dall'uomo, generalmente, e
di ciò che perdono: il loro ruolo sociale, soprattutto se occu- in modo più o meno consa~vole, come un vicolo cieco esi-
pavano un posto soddisfacente o importante, i loro compagni stenziale; il personaggio sociale dell'uomo gli viene ritirato
di lavoro, gran parte delle loro risorse, 16 a volte il loro alloggio, da un'istituzione che gli appare altrettanto ineluttabile e in-
soprattutto se non hanno i mezzi per pagarlo; e a causa di ciò giusta che la morte - e che d'altronde egli vive talora come
una morte - fonte di angoscia e di intensa frustrazione ».
1.3 H . Reboul. Uieilli.-, Projet pour vivre. Le Chalet SNI'P 1973, Lyon, Ora, il personaggio sociale (e in particolare la professione) è
p. 9... A . M. Guillemard intitola la sua tesi: La rttraite, une mort sociale fondamentale per l'uo mo c tanto essenziale quanto lo è il suo
(Mouton, Pa ris-La Haye 1972). .-Non pensavo che al momento della pen-
sione: si chiude la porta dd proprio ufficio e poi si torna a casa c poi è nome per individuallzza rlo e identificarlo, per permettergli
tutto 6nito. Si aspetta il carro f uncbre che vi porti a t cimitero, • dichiara di esistere per l'altro, per soddisfare infine la sua volontà d i
no.::n senza amarezza all'autore uno degli intervistati. La Commissione di
Studio ~er i problemi della vecchiaia e numerosi geriatri (R.J. Van Zonne- potenza». E c'è di più, perché a lla perdita degli interessi vitali
vdd, L. Binet, j.P. Vignat) assimilano vecchiaia e pensìonamento, esatta- «si aggiungono l'abbando no delle abitudini, il cambiamento
mente come le Assicurazioni sociali. di struttura e di ambiente, la rottura affettiva con i compagni
14 In Francia gli operai edili c quelli addetti ai lavori pubblici vanno in
pensione: l' ll,6 °/o per smettere di lavorare, il 34,6 °/o per raggiunti limiti e con l'atmosfera particolare del lavoro, l'allontanamento del
di età c il 6.3,3 °/o per motivi di salute. Far valere i propri diritti alla gruppo da cui si sente respinto perché troppo vecchio; que-
pensione può corrispondere talvolta a una " sanzione disciplinare •, come sto rifiuto è vissuto come perdita della virilità e comporta
nei casi recenti del Generale de la Bollardière o dd Generale: Stehlìn.
15 Ecco du~ testimonianze entrambe eg1.1almcntc eloquent i. un sentimento di impotenza e di colpa. , Non lo si vuole
Il pensionamento è funte ambivalente di speranz.e c di gratificazioni ma più '• ' non è più capace'· Il soggeuo che invecchia deve af-
soprattutto di angosce, d'aggressioni. di frustrazioni. « Implicando la nozione
di limite. di non ritorno, la pensione è il segno irrevocabile ed evidente frontare tutti questi problemi, questo suo venire messo in
della vecchiaia. Essa implica inoltre l'idea di attesa, di perdita dell'inte- questione, e per di più deve riorganizzare la propria perso-
grità: non si è forse • raggiunti> dai limiti d'età c dalla pemionc cosi come nalità nello svago e nell'inazione più o meno totali: ma la
si i: col piti da una malattia o da una infermità? In breve, la pensione appare
come una sorta di allegoria che putccipa del tempo e della morte. • (J. P. mancanza di un'educazione al tempo libero compromette assai
Vigoat, uj1 . cit., 197.3, p. 57). spesso questa riorgan izzazion.e.,. 18 Talvolta la sola via d 'uscita
• Ora. quel che colpisce è che le condi~i oni in cui - in situ.uione di
pensionamento - la vita sociale non si riproduce:, non sono situazioni mar- da questa situazione è, per il vecchio, il rifugio nella ps1cos1,
~ti oali. Non si tratta di dali iti> del sistema, ma di un processo generale
di una grande regolarità. Non è la marginalìtà, l'assenza di cooperazione
nell'ambito della produzione collettiva, che conducono alla n egazione di 1972, meno di IO F a l giorno il che:, è facile indovinarlo, incide sull'ali-
qualsiasi esistenza sociali!. Sono invece un dato posto nel processo di pro- mentazione: (• ci .ai rifà sul pane • è una formula cbe si sente ripetert
.!uzione, una data pooizione nell'ambito dd iÌstema culturale, che condu- spcuo) e sull'abbig liamento (si rileva una diminuzione delle spese dall' l l
;:uno inevitabilmente alla morte sociale. Per le: claui sociali sfavorite, la al 19 •!o). Segnaliamo, a titolo indicativo, che nel 1962 i pensionati rapprc-
pen~ione equivale alla morte sociale, secondo un proces.~o generale di cui aentavano 1'8,40 °/o del prodotto nazionale lordo in Germania con il 4.96
abbiamo cercato di definire le articolazioni principali. Si potrebbe tuttavia in Francia; nel 1967 le: cifre erano rispettivamente del 9,2 °/o e del 6,52 °/o.
obiettare che ·il vuoto sociale che abbiamo chiamato morte, dato che: il Si aggiunge a dò il fatto che le pensioni sono .risCO$~C trimestralmenl~ e
socioh:gu può cogliere la morte solo nel vuoto, nell'• auenza > (assenza di che ciò spesso prende alla sprovvista chi era abit.uato ad essere pagato ad
att ività snciali, ecc.), comporta come contropartita una saggezza c un'inten- ora, a settimana, alla quindicma o al mese: " Ciò esige un adattamento $enza
sità di vita interiore che gli strumenti del sociologo non consentono di co- precedenti che obbliga a una ginnastica dello spirito per equilibrare in
gliere:. Tuttavia ci è sembrato, nel corso della nostra ricerca, che la pen- mt>do acrobatico un bilancio caiguo • , sottolinea H. Rcboul, op. cil., 1973.
sione-ritiro, anziché essere una pratica improntata a serenità, venga invece pp. 96-97 (da qui l'uso di acquistare il carbone durante l'estate, perché
vissuta dagli interessati in modo conflittuale c talvolta persino in modo costa meno!).
drammaticCJ. Per chi la vive, la pensione-ritiro è un periodo di crisi segnato 17 Secondo A.M. Guillcmard (inchiesta effettuata tra i sussidiati della
dalla vita lavorativa c bloccalo dall'orizzonte della morte. ,. (A.M. GÙille- casaa pensioni inter-imprese), l .S 0/o sono isolati da qualsiasi relazione; il
mard, up. cit .. 1972. p. 234}. Vedere « Gérontologie 74 ~. n. 14, aprile 1974. 50 •;, degli operai alla catena ha solo ' contatti alla settimana. Secondo
16 N cn soltanto sono diminuite assai sensibilmente le risorse abituali (a alcuni ricercatori del CNRS 1'8 °/o degli adulti ignora se i loro genitori sono
65 anni in Francia il lavoratore parte con ·un tasso di pensione del 40 •to vivi o morti.
per il regime di base e del 20 °/o per le pem;ioni complementari), ma molti 18 j.P. Vignat, Le vieiUard, l'hospice c la m ort, Masson 1970, p. 58.
hanno appena di che vivere: 2.300.000 pensionati ricevevano ancora, nel L'autore ha dunque auolutamentc ragione di aggiungere: • La pensione rap-

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la somatizzazion~ - eventualmente il suicidio 1' - o quello infine, la c perdita dell'interesse esistenziale ,. . Secondo P . \'i-
sprofondare esistenziale che è generalmente l'ingresso in un gnat,22 sono tre gli elementi che vi contribuiscono: c la perdi-
ospizio. ta del personaggio soc:iale » (pensionamento, dunque perdita
dell'impiego e diminuzione del potere economico) che rap-
L'ospizio. Nella prospettiva che ci interessa, l'ospizio è insie- presenta il vissuto in particolare per ruomo e per certe don-
me la conseguenza della morte sociale e il suo strumento più ne socialmente mascolinizzate; la difficoltà o l'impossibilità
raffinato. Esso agisce su un duplice piano, istituzionalizzan- «di riorganizzare la propria personalità nell'ozio, aggravata
do l'alienazione del vecchio e decolpevolizzando le famiglie, dalla mancanza di un·educazione agli svaghi ,. ; c il restringi-
' eh~ possono così sbarazzarsi con buona cosci~nza dei parenti mento vitale » che rinvia alrisolamento e alla riduzione del
divenuti ingombranti,:w e insieme la società, poiché è essa che campo d'azione per· ragioni economit:he e mediche. Queste
crea l'istituto assistenziale: al punto che si è potuto dire che condizioni già di per s~ drammatiche sono ulteriormente ag-
l'ospizio assorbe assieme ai vecchi l'angoscia e il senso di gravate dalle condizioni di soggiorno dell'ospizio: separazio-
colpa del gruppo. I motivi per cui i vec~hi entrano all'ospi- ne delle coppie, incomprensione e durezza del personale non
zio 2 1 sono dovuti a tre situazioni che i geriatri hanno chiara- qualificato, sorveglianza invece di cure (la carenza di medica-
mente messo in evidenza: la c riduzione dell'autonomia • do- menti è talvolta drammatica), accresciuto senso d'inutilità o
vuta alla diminuzione dei mezzi fisici e intellettuali che le scar- di abbandono, e solitudine morale completa, contatti frequen-
se disponibilità economiche non consentono di compénsare ti con la morte (c'è spesso, negli ospizi, un eccesso di morta-
mediante l'acquisto di servizi; l'c isolamento ~, che racchiude lità, soprattutto nei primi mesi del ricovero). Ciò dipende dal
in sé un gran numero di elementi (perdita d~ll'impiego e del fatto che l'ospizio non è un·istituzione con scopi terapeutici
decoro familiare, scomparsa del congiunto, dispersione e al- o di riadattamento; è un c colatoio,., un c prendi-tutto in
lontanamento dei figli o soltanto degli amici, diminuzione del cui si piazza tutto cib che è irrecuperabile, tutto cii> da cui non
senso della famiglia e abbassamento del gudo di tolleranza C''è più nulla da sperare, sopravvivenza d'una concezione fata-
nei confronti delle alterazioni di comportamento di un vec- listica e passiva dell'handicappato e dell·inadattato » ;23 o pitt
chio da parte di una società centrata soprattutto sui giovani); semplicemente un « moritoio ,., un·antìcamera della morte,
la mediazione privilegiata che tra~forma la morte sociale in
morte biologica.
presenta, letteralmente. un ritiro degli investimenti -.nel senso frcudia~o -
dai diveni oggetti 1ui quali il sog~etto, costruendo 1\ suo mondo soc1ale c
professionale..li. aveva proic:t~ati. T~tt.a !"economia ps.i~hì~a si t~ova. rima~ 4 . La morte socialmente -riconosciuta
neggiata, mob&iltata c: deve ttcostru1rs1 un nuovo equ1hbno graz1e a nuov1 La sola autentica morte è quella socialmente riconosciuta. 24
investimenti. In tal modo verrà messa in moto un'angoscia di grande impo-
nenza e si potrà manifestare tutta una serie di perturbazioni più o meno
Ciò non riguarda solo il problema delle manifestazioni o delle
prove della morte di cui abbiamo già parlato, ma anche e so-
«Ta~~· Ì suicidi sono più numerosi nei due strati più estremi deUa JOCÌc:tà: prattutto l'autorità che è abilitata ad autentificarle sul tri-
tra le ciani molto povere (soprattutto per rarioni economiche) e tra coloro
cbe occupavano un posto in vista, di comando o di responsabilità (per ra- plice piano della realtà della morte, della natura esatta delle
gioni psico-socìologiche : sentimento di vuoto, d·impotcnza. d'inutilità). sue cause e infine delle circostanze di luogo, dei mezzi e
20 Basta analizzare gli argomenti più frequentemente invocati: • Sarà delle modalità della sua realizzazione (soprattutto in caso di
al sicuro., • ci sì occuperà di lui •, ~non soffrirà il freddo •, • si farà
degli amici., • i bambini non lo infastidiranno più • . • andremo a visitarlo morte sospetta, di morte violenta, di crimine o di suicidio).
una volta al mese • ... . Il certificato d'i· morte interessa personaggi assai diver~i. come
21 Infatti all'ospitio non si entra, vi si è collocati. Vedere R. Fc:sneau,
Lrt vieillflrd el sa mori à l'hosfJice. • Bull. Soc. dc Thanato. ,., 2, 1974,
pp. 10-20; M.L. Llouquet. Les trois morts du vieillard en hospice, • Bu\l.
Soc. dc: Thanato. .,. S. 1974, pp. 75-96: si tratta di volta in volta df"ll'cntrata 22 Op. cit., 1970, pp. 60-61.
in otpi~io o dcllà morte vicina, della vita in ospizio o della morte socio- 2-' T.P. Vignat, op. cit .. p. 126.
pskolo,;ica: infine del morire vero c proprio. 24 l>er la Francia. citiamo ~li articoli 77-!10 del Codic~ civile.

6o 6t
i demografi (indici di mortalità, di morbilità, di divenire della tratti di malattia contagiosa, di epidemia o di decomposizione
popolazione), gli assicuratori (la natura della morte riguarda rapida, senza pregiudizio del diritto di o rdinare la sepoltura
l'acquisizione ~ l'entità del premio), i poliziotti e i magistrati entro le ventiquattro ore (stabilito dall'articolo 77 del Codic.:e
(si tratta di morte naturale o di un crimine, di un suicidio, di civile).
un incidente? 25 Comunque sia, è necessario che • giustizia sia In breve, certificato dì morte e permesso di sepoltura con-
fatta » ), i medici e i diversi responsabili della sanità pubbli- sacrano ufficialmente la « morte socialmente riconosci uta »,l'
ca, gli impiegati. d~i servizi municipali e delle c pompe fune- così come il cim itero e la tomba sanzionano, dopo i funerali.
bri ». l medici incaricati per delega del municipio a redi- la ·morte biologica.
gere l'atto di morte (c medici di stato civile », c medici dei
morti ») i n Frane.: i a esistono solo in qualche grande città e re-
gistrano appenà il IO '}'0 circa dei decessi.ll> Il certificato di b) La morte de.i fatti sociali
morte, debitamente registrato dall'autorità competente sulla
base del certificato medico, consente il rilascio del permesso Come tutto ciò che esiste, i fatti soc.:ìali sono soggetti alla
d'inumazione necessario per mettere in moto il processo dei legge del tempo: nascono, si sviluppano, tocl:ano il loro apo-
funerali; o eventualmente lo impedisce se vi siano dubbi o in- geo, ristagnano, declinano ~:: spariscono, a volte senza lasc.:iare
dizi di morte violenta: il Procuratore della Repubblica, in tal tracce.
caso, viene fatto intervenire e può essere richiesta l'autopsia
giudiziaria;17 può anche accadere che si decreti la deposizione l · Ciò che dicono i mass media
del cadavere in una bara provvisoria e d'urgenza nel caso sì Lo studio dei mass media si dimostra, a questo proposito.
ricco di insegnamenti ..I'J Si è infatti arrivati a parlare - senza
1!5 Vi è <jUi da prendere in considerazione un duplice aspetto, civile c cadere per questo necessariamente (e senza evitarlo sempre)
penale. Se si tratta di decesso dovuto a un infortunio &ul lavoro o a un
incidente stradale. o di decesso dovuto a una infumità pensionabile' o a
nel facile tranello dell'organicismo (che assimila il sociale a
una malattia professionale che comporti il diritto di una pensione per la un essere vivente autentico, con le sue cellule. i suoi tessuti,
famiglia, il ruolo del certificato di morte è fondamentale. Ritorneremo più i suoi o.rgani, le sue funzioni} o nell'uso ec.:c.:essivo della me·
avanti sull'importanza del medico 6scale, a cavallo tra fun.~:ioni civili e pe-
nali (ricerca delle cause e condizioni del decesso). tafora di morte delle islituz.ioui. Assai .~pesso la stampa ci in-
26 Troppo spuso, in Francia, il medico si limita ad attestare i l decesso o trattiene sulla morte del senato (o del parlamento), della
la morte; non esiste ancora nc.ssuna regolamentazione o legi.slazìone rela- chiesa, del piccolo commercio,» dell'artigianato <l dello .~frut-
tive al certificato di morte, né alcun personaggio ufficiale analogo al « Co-
roner .. britannico. Inoltre, la statistica francese comporta ancora una per-
centuale c:lcvala di cause di morte non s~dficate: 10,6 °/ e nel l 969 (cont ro spctt~. il Procuratore della Repubblica può recani sul pust u con una per-
il .S,l 0/ o per la Germania e lo 0,8 per l'Inghilterra) ; il ventaglio è il se- sona in ~trado di coadiuvarlo.
guente: 1.• 'l• sen.ta alcuna menzione diagnostica, 6,8 °/o con menzione di 28 Vedere Ch. Vitani, Législulitm de fu Mort. Massun 1962, cap. 11.
sintomi e stati morbosi mal definiti, 2,4 'l• con richiamo alla " senilità-.. L'autore fa presente la complessità dci singoli casi particolari: persone non
27 L'articolo 77 del Codice civile francese riguarda l'Ufficiale di stato identificate; data del decesso non stabilita: dccessu supravvenuto in seguito
civile. Questi può accordare il permesso di sepoltura solo sulla base di un cer- a violenze; condannati a morte; decessi in on·asiunc di viaggi: personco uc-
tificato redatto dal medico cui avrà dato l'incarico di stabilire il decesso. cise sul campo di battaglia; morti in consegucnta d i cataclismi: presunzione
Sulla base di questo articolo il medico, personalmente, non ha alcuna respoo- di decesso e scomparsa; tutori d'incapaci; stranieri: feti c nati morti; pen-
aabilità. Un altro articolo si preoccupa della morte sospetta. Si tratta dell'ar- sionati; scomparsi in casi di guerra; ufficiali superiori e membri della lcgion
ticolo 111. In questo caso, è un ufficiale di po]i;,;ia che sì fa assistere da un d'onore ... ccc. Consultare inoltre: Mtnl nature/Il' t'l mtJrl vi"lnile. Suicide
medico per stabilire lo stato del cadavere e verificarne l'identità. Nemmeno ~~ sacri/ice: rendiconto del IV Congrcsao della Società f ranccsc di Tanato-
in questo articolo dùnquc si parla né dell'atteggiamento de! medico in <juc- logia, Masson 19 7Z, parte 1': La (erti(icut Ìtm du dht!.1: c. nella parte 2',
stione, né di quello che non sia stato spccificatamente designato a constatare M. Margea e Dr. Cb. GiKnoux: Suiride et ASJurufiCt'.
il decesso. 29 Vedere. J. Potei, Mori à VCJÌr, mori ù IJI'Ildre, o~3clée 1970.
Il Codice di Procedura penale e la sua circolare di applicazione si 30 Per esemfio: Mort lente d'uni' rl'ligirm, è il titolu di • Le Monde •.
preoccupano inoltre della constatazione di decesso, o comunque della sco- a proposito de confucianesimo giarponesc (3 luglio 1969): La mort de
perta di un cadavere. Si tratta dell'articolo 74 il quale precisa che <juando I'Eglis~ è il titolo di un servizio dc • Nouvel Observatcur. (30 giugno t
un cadavere è stato scoperto, se la cama della morte t sconosciuta o so- 6 luglio 1969). Le miridp des fu•tit.l rommn(untJ è l'espressione scelta dal
tamento agricolo, o addirittura d'una città;31 la letteratura non tevi. Questa nazione sta cadendo in un dolce sonno. Ma è un
fa eccezione: un libro assai noto si intitola Le suicide des dé- sonno di morte. • Per ricordare la morte delle libertà uni-
mocratìes. l l e un altro La morte della famiglia. 31 Si parla, nello versitarie, gli studenti di Lovanio a Kinshasa (Zaire) s'erano
stesso senso, della morte di taluni progetti politici: morte del comportati nello stesso modo nel 1971, Quanto al cinema, e in
sistema parlamentare (a proposito del regime presidenziale);. particolare quello barocco. ha illustrato a sua volta il tema
morte del « socialismo dal volto umano ~ (a proposito dell'as- della morte, quella d'una città, di un'epoca, di una cultura.16
sassinio della primavera di Praga) o del • socialismo legalita- Citiamo per esempio Citiz.en Kane d'Orson Welles, in cui si
rio ~ (a proposito della caduta di Allende 34 in Cile); morte assiste alla morte di un personaggio e d'una cultura: il museo
della rivoluzione (sono ben note le opere di F. Gigon sulla di paccottiglia del palazzo di Xanadu è in realtà « il simboli-
Cina: Vie et mort de la révolution culturelle, o di J. Ferniot smo di una incapacità creatrice. t il saccheggio di un'Europa
sugli avvenimenti del maggio 1968: Mort d'une révolution); che invece fu creatrice, l'illusione d'una cultura di cui ormai
• morte della partecipazione -.., morte del regionalismo, morte ci si limita a raccogliere le rovine», come scrive M. Bessy nel
di un giornale l'l e addirittura morte della libertà di espressio- suo Orson Welles.n O i capolavori di Losey: Il servo, Ce-
ne. Ad esempio, diverse compagnie teatrali (Théatre du So- rimonia segreta e soprattutto Eva, che ci fa assistere alla du-
lei!, de l' Aq uari um, Compagnie Vìncent-Jourdheuil, Ensem- plice decadenza di un uomo e di una città: una Venezia in-
ble théatral de Gennevilliers) per protestare contro il Ministro vernale, grigia, senza vita, « che sta marcendo nella sua mel-
della Cultura hanno organizzato, il 13 maggio 1973, un cu- ma e si sta seppellendo nelle sue acque », simbolizza una cul-
rioso corteo funebre con corone, becchini, bare, tamburi e tura morta; in Losey, la decomposizione d'una società si espri-
musica funebre, discorsi, un simulacro di sepoltura (quella me sempre mediante la decadenza dei suoi eroi. Oppure L. Vi-
della libertà d'espressione) e lancio finale di palloncini (inno sconti che definisce il suo celebre Gattopardo in questi termi-
alla libertà di creazione artistica). Una partecipazione di lutto ni: • Il mio film è dominato dal senso della morte, della mor-
bordata di nero eTa affissa sui muri della capitale. Tra le scritte te di una classe, di un individuo, di un mondo, di una certa
innalzate dai manifestanti -·alcuni dei quali, oltre ad essere mentalità, di certi privilegi. Nulla è cambiato, ma tutto è di-
vestiti a lutto avevano il viso coperto da una maschera bianca verso. • Nell'opera che ha dedicato a Vi.~conti {Édit. Univer-
assai drammatica - ve n'era una assai suggestiva: • Sveglia· sitaires), Y. Guillaume sottolinea, sempre a proposito del Gat-
topardo: « Il principe non è solo un aristocratico, né soltanto
" Nouvel Ob~~rvat~ur ... n. 471 (nov. 1973), p~r la sua cop~rtina ... V~dr:r~ il simbolo di tutta l'aristocrazia o della vecchia Sicilia. Con
anch~ R. Hosti~. Vie et mori des ordres religit'ux, • Concilium 97 ... Mam~ lui muore definitivamente l'uomo. L'orizzonte dell'Occidente
1974, pp. 21-30. . . .
31 Un dt'Jlin inéluctable1 La mort de Venue. ~ un arhcolo a s~nsa:zson~ resisteva dall'epoca ellenica, da Roma e dal Rinascimen to...
di • L~ Mond~ .. (26 luglio l 969). Ved~re j. J acob~. T he. deat h and l!fe_ o/ Ma la disperazione rende il mondo insignificante, l'Universo
gn•at citin, Random Housc, New York 1961; E.A. Gutkmd, The Twalu~;ht antropomorfico si decompone, gli oggetti proliferano e a poco
o/ citin New York 1962; S. Salkoff, L'ltalie des villes du sile_nce. Mort
d'une ville cammune, ciclo 111. Paris-Sorbonnc 1974; G. Beau, V1e ou mort a poco prendono il posto dell'uomo. • Ricordiamo, in un'otti-
du Larzac, Solar 1974. ca peraltro diversa, il notevole cortometraggio di A. Resnais
32 Cl. Julien, Grasset 1972. Vedere anche R. Giraudon, Démenc~ et mort
du thhitrt", Castcrman, 1971, H. L~siré-Ogrd. n d suo l.ib~o Le. s~ndiCat daru e Chris Marquer, Les statues meurent aiHSi, che evoca la du-
/' erttu·prise parla a lungo della v sta c della mori~ d et smdacatJ. plice fine dell'arte negra (distruzione iconoclastica o legata al-
33 D. C~oper, Einaudi. 1972. Un'intera collana di Calmann-Lévy ~ con- l'ingiuria dei tempi; ma soprattutto commercializzazione de-
sacrata a " Nascita e Morte .. _ .. . .
34 Vedere A. Touraine. Vie ou mort d~ C,h1lr popula1re, S_eusl 1973. gradante) e si prolunga in una riflessione sulla morte: « Quan-
35 La scomparsa d i u~ settimanale 1tahano fu annunciala cosi: "' La
morte della Fiera Letterana ...
Non dimentichiamo, per finir~. certe ~spr~ssioni corr~nti. co~e .~ sep~~l­ 56 Per maggiori precisazioni su questi temi, vedere P. Pitot. Cinéma dr
lirc la propria vita di s~apol~ ~ o «seppellire le proprse 11lusum~ ... L at- Mort,~dit. du Signc, Parit 1972.
teggiamento nei due cass (: dsverso: feste e orge da un lato, tnstczza o .n Sc~rhers, p. U.
rasscgna1ionc dall'altro.
do gli uomini muoiono entrano nella storia; quando muoiono scita-morte-rinascita delle realtà sociali si trovino strettamen-
le statue, entrano nell'arte. Chiamiamo cultur!l questa biochi- te associate, per esempio nell'Africa nera. Presso gli Abure
mica della morte... Un oggetto cessa d'essere vivo quando lo della Costa d'Avorio, per fare un caso, c un quartiere nasce
sguardo vivente con cui lo guardiamo cessa d'essere vivo.,. Jl e muore come un essere umano; affinché i suoi membri lo pos-
Ma la processualità della morte non è ne<:essariamente irri· sano abitare la generazione che l'ha abitato deve accompagnar-
mediabile o piu semplicemente totale. Sussistono dei dubbi lo nell'aldilà ».4l Gli Abure praticano infatti una cerimonia
- il libro del prof. Zamansky, Mort ou résurrection de l'Uni- denominata Epwe-atwé consistente nel demolire radicalmente
versité?, suscitò molto scalpore al momento della sua appari- tutte le case, senza eccezione, vecchie o nuove, abitate dalla
zione - ; si propongono delle alternative: CJumger ou dispa- generazione pre<:edente. È un'operazione che si compie solo
raitre,19 L'utopie ou la Mort!; 40 dei salvataggi sono ancora pos- quando la generazione .precedente, nell'unità residenziale rap-
sibili. Insistiamo su quest'ultimo punto. I media propongono presentata dal villaggio, non conta più di dieci o venti membri
spesso, in realtà, delle soluzioni più o meno efficaci, più o circa; allora la nuova generazione ricostruisce, sugli stessi
meno drastiche per salvaguardare valori, princìpi, istituzioni luoghi, un nuovo villaggio, esprimendo così, simbolicamente,
e opere d'arte con delle te<:niche di cui qui non possiamo la permanenza nel cambiamento, la vittoria della vita sulla
evidentemente occuparci. Si registrano una serie di spettacolo- morte.44
si successi, soprattutto nel campo del patrimonio artistico e
della sopravvivenza delle civiltà scoinpaTSe. Come nel caso dei 2 . Come e perché muoiono società e culture
monumenti dell'Antico Egitto: per la prima volta nella storia Da Montesquieu, che meditava sulle cause della grandezza
dell'umanità sono stati messi al servizio delle immagini dei e della decadenza dei Romani, ai polemologi dei nostri gior-
morti c gli immensi mezzi che finora erano stati messi al ser- . ni, sociologi e antropologi hanno riflettutto spesso sulla morte
vizio dei vivi . Forse perché la sopravvivenza di quelle imma- delle società o delle civiltà: c Civiltà, noi adesso sappiamo che
gini è divenuta per noi una forma di vita,., dichiara A. Mal- siete mortali ,., esclamava Valéry in Regards sur le monde
raux 41 che aggiunge: • il più umile tra gli operai che salve-
ranno l'effige d'lside e di Ramsete ti dirà ciò che tu sai da regna suJ101 storia delle: · civiltà, questo Tesor~ s<!pravvisauto oppone il su_o
enigma solenne. D.d potere c~e fece: &orgcre l Eg1tto dalla no~tc della_ pre1~
sempre e che sentirai ~r la prima volta: • Si tratta solo di un aroria non resta niente; ma al potere che ha fatto aorgc:re 1 coloss1 ogg1
atto su l quale non prevalgono né la negligenza delle costella· minacciati, i capolavori del museo del Cairo, ci parla con una voce altret-
zioni né il murmure eterno dei fiumi : è l'atto con cui l'uomo tanto alta di quella dci maestri di Charlres e di Rembrandt. Con gli autori
" di queste statue di granito non abbiamo più in comune nemmeno il senti-
strappa qualcosa alla morte •. ,. 42 Può anche accadere che na- mento dell'amore, nt quello della morte - c: forse neppure lo stesso modo
di guardare le loro opere; ma davanti a quelle opere, l'accento degli acui-
tori anoninri c dimenticati da due: millenni ci sembra cosi invulnerabile: al
gg Non si parla forse, nello ttesso senso, di morte dd cinema, del t~tro, , ·auccedc:rsi degli imperi quanto può ctscrlo l'accento dell' amore materno • .
della musica ... o quanto meno di un dato cinema, di un dato teatro, d1 una {pp. 55-'56).
data musica? Si ricordi anche. nell'eccital:ione del maggio 1968. la dichia· 4S G. Niangoran-Bouah, Le villagl! aboure, c Cah, lk Afric. ~. 2 maggio
razione di .J .L. Barrault: -. Jcan-Louis Barrault è morto •! 1960, p. 86. Ogni società conosce:, comunque, • tempi morti • in cui si • vive
S9 Chanf!er ou disparaitre. Plan pour la survie, opera collettiva, Ed. al rallentatore: .. : quando si verifica il decesso di una persona importante
Goldsmith, R. Alleo, M. Allaby, J. Davull, S. Lawrcncc, Collection Bcologic, nell'Africa nera, il villaggio puo • cessar di vivere • per un'intera setti-
Fayard 1972. mana; da noi, durante le vacann, le citta si vuOJtano e diventano città
40 R. Dumont, ~uil 1973. morte. Sul tema vita-morte- rinascita segnaliamo un'usanza sempre più fre-
41 Oraisom funèlrres, Gallima.rd 1960, pp. 51-58. • CJ,Utnte, propria delle società commt.rciali che, per sottrarsi al fisco, d~po­
4'l A pagina 60, Malraux cosi conclude:: • Resurrezione gigantesca, di. cui sJtano il bilancio o dichiarano fallimento per poi rinucere altrove sotto
il 'Rinascimento ci appariroà. assai presto un timido abbozzo. Per la pnma altro nome!
volta, l'umanità ha scoperto un linguaggio universale dell'arte. Ne scn· 44 • Le case muoiono nello stesso tempo in cui muoiono coloro che le
tiarno chiaramente la forza, anche se ne conosciamo mal<: la natura. ~ una hanno ccstruite c rinascono - nello stesso luogo c nuove - per coloro che
foru che: senza dubbio nasce dal fatto che questo Tesoro dell'Arte, di cui succedono. Nei Carpazi non muoiono soltanto le case:, ma anche i cimiteri, •
l' umanità prende coscienu. per la prima volta., ci n:ca la più sfoll{orantc: ocrivc V. Chcorgbiu nel suo notevole romanzo La maisnn tk Petrodava.
vittoria delle: opere umane: sulla morte:. All'invincibile <mai più> che Plon 1961.

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. Bisogna peraltro sottolineare che, il più delle V()lte, .le cause
actuel. Infatti: «Se il problema della morte caratterizza_Ia filo- interne sono strettamente dipendenti dai processi esogeni di
sofia occidentale moderna da Hegel in poi, è perché. s~ tratta distruzione (volontari o meno). Se gli Esquimesi studiati da
di un'epoca di rivolgimenti e rivo~uz~o:ni, in cui le ctvtltà ~p­ Gessaio riescono - ma per quanto? - a sopravvivere assimi-
passiscono e in cui l'imminenza dt ctv1ltà. nuove e sc~nosctu­ lando la cultura occidentale, numerosi altri gruppi o scom-
te, temibili per le loro strutture di massa, n .~a tem~re l or~ del paiono, corrosi fisiologicamente dall'alcool e dalle malattie, o
nulla. Sentiamo crollare le nostre civiltà e ltdea dt ~voluz10ne si trovano interamente assorbiti nella massa degli invasori: cosl
non riesce più a sedurci: d sarà ancora. un domant, un avve- gli Ainu (studiati da Leroi-Gourhan), dopo aver conosciuto
nire, o questa accelerazione del tempo ~· condurrà forse verso con i Giapponesi un periodo di prestiti (con o senza implica-
l'abolizione della storia (come annunetava Courn~t) o verso zioni tecnologiche), poi un periodo di simbiosi tecnico-econo-
quella stabilità e quel noios.o appagamento temuu da Prou- mica basata sulla complementarità, sembrano ormai avviati
dhon e da lui definiti la , stesta eterna > del gener~ uman?? in pieno verso una fase di simbiosi di colonizzazione; i soprav-
E contemporaneamente abbiamo della morte che vtene un e-. vissuti hanno solo due vie d'uscita: o sopravvivere nella degra-
.
spenenza . . d ramma t'tca.,. ·~
ptu . . .. . dazione e nella miseria, o diventare Giapponesi! Indubbiamen-
Ciò che spiega Io stato di degenera~tone dt. alcuqe soctetà te, condizioni climatiche difficili (Sertaò, Kalahari, Terra del
contemporanee è un gioco comples~ dt caust; mterne (nat~ra Fuoco...) possono accelerare il processo d'annientamento; ma
del gruppo in via d'estinzione) e dt cause estern_e (m~dahtà non dimentichiamo che queste popolazioni erano però giunte
del contatto con un'altra cultura fortemente dtstrutuva). l a un indiscutibile grado di adattamento (o di accomodamen·
gruppi, sottolineava in modo assai pertinente R: K: ~erton, to) ecologico e a una effettiva armonia (sociale) interna. Ed
si decompongono spesso «perché non hanno ?btett!vt ~ fun- è proprio questo duplice equilibrio che viene spezzato dal con-
zioni autentiche, o perché non son'? pi~ constder~tt dat lor? tatto brutale con il gruppo dominante, con la conseguenza di
membri come mezzi validi al raggmngtme~to ~et loro fi:01 • moltiplicare i rischi di. morte o almeno di decrepitudine. ~i­
0
ancora perché non suscitano più un'idenuficallo~e affetttva stono diverse tecniche di distruzione delle società e delle cul-
sufficiente •. 1n realtà le società demogra~camen.te ~tdotte, .pro- ture: massacrare o assimilare, respingere o parcheggiare nelle
fondamente divise trafcontro se stesse, mcapact dt mutaztone riserve, utilizzare o sopprimere, se del caso sterilizzare.'7 Gli
propria 0 d'apertura sull'alt.ro, ~carsamente dotate del senso
dei loro valori socio-culturah o, tl che è lo stesso, che sento1_1o
dolorosamente la loro precarietà o inan~tà, per po<:o che sta- fiDiti e ogni anno diminuiscono gli Arunta in Australia e i Negritos nelle
Filippine, gli Aleutini in Alaska e gli Ainu in Giappone, i Boscimani ncl-
no decimate dall'alcool, dalla tubercolost, da~la stfi~tde: s~e~~ I'Atrica dd Sud, e i Polìnesiani nelle Hawaii. Anche in caso di pace im-
provenienti dallo straniero, o che si tro~ino m ~a~ta dt vtctm mediata nel Vietnarn, la cultura vietnamita è già distrutta dagli stessi
intraprendenti e potenti, hanno gr~ndt _probab.tlttà, a meno mezzi impiegati dagli Americani per la distruzione delle culture dei pelli-
rane: la violenza militare, la fame, la malattia e la padlìcazione. • P. Farb,
che non si verifichi un miracolo, d t e~ttngue.rs~ a b_reve. ~a­ Ùs lndiem, Es,rai sur l'{>volutions des sociétés hnmaines, Seuil 1972. p. 355.
denza. Non esitiamo ad affermare che t Fuegtm e dtv~rst. m- Vedere inoltre ]. Emperaire e A. Laming, La d isparitirm des demier.r
digeni della Terra del Fuoco, i Ve~~ah .di C~yl~n, glt Amu
Fulgiens, c Diogl,ne •. 8, 1954. pp. 48-82.
Un caso tragico di società che muore: çaduta della natalità, condizioni
delle isole Yeso, Sakalin e delle. K~nh, gh ln.dtam della. Ba~sa •di vita precarie: (sì tratta di nomadi cacciatori privati delle loro armi, se-
California e del Brasile, alcum rntcro-grup.pt della Pohnesta, dentarizzati con la forza, costretti a vivere su un suolo roccioso e arido}.
abbandono dei tratti culturali sr.ecilìci e originali... ci è fornito dagli lk
· ht'ano d'essere prossimamente cancellatt dalla carta come dell'Uganda. Vedere C. Turnbul, Un peuple de fauves , Stock 1973. Deplo-
nsc
lo sono stati ieri gli indigem. delIaTasmama "...* revoli aia il titolo ridicolo c grossolano dell'opera, sia una specie di partito
preso letterario di tipo impress;onista che va a tutto detrimento della causa
difesa.
45 R. Mc:hl, Le vieilliuem~~t e! la mor~,
PUF 1956, pp. 61-~2. velocit/1.. 47 Si può infatti arrivare fino alla sterilizzazione:! 126.000 donne tra i
46 Vì sono èullure primitive che oggi stanno sco.~paren o a
« . 15 c: i 49 anni sono state sterilizzate a Portorico grazie a un piano lìnan~
· I Tasmaniani sono dc:fimhvamente scomparsi. 1iato dagli USA, e altre: 200.000 donne sono in pericolo d'c:ssc:rlo a loro
°
accelerata nd mond mtcro. Fuoco, studiati da Darwin. sono virtualmente
Gli Yahgan ddla T erra del

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ln.d iani delle foreste del Brasile erano milioni, oggi non sono modo il male più grave di cui soffrono attualmente i Bororo
più di un centinaio di migliaia; il professor Darci-Ribeiro ha deportati nella riserva Teresa Cristina (sud del Mato Grosso)
calcolato che al ritmo attuale di annientamento, non ne re· non è forse tanto l 'esiguità dei loro territori, la scarsezza ..di
sterà più nessuno nel 19801 Ed è in realtà un autentico selvaggina e di pesce (boscaglie e fiumi erano stati saccheggia-
etnocidio 41 quello cui si sta assistendo in questi ultimi ven- ti illegalmente prima del loro arrivo), o la. preoccupazione del
t'anni, perpetrato con la complicità del Servizio di Protezione ~ governo di c trasformarli in allevatori » (cacciatori, pescatori,
degli Indiani. Norman Lévis.., ci ha fornito il racconto, quasi agricoltori assai abili da sempre, non si intendono assoluta-
incredibile, della politica di sterminio condotta per esempio . mente di bestiame), quanto la proibizione rigorosa di danzare,
contro la tribù dei Cintas Largas in prossimità ddle sorgenti . cantare e fumare loro imposta dai missionari e l'impossibilità
del fiume Aripuaiia: bombardamento del centro del villaggio di praticare i loro riti funebri. 51 Si ha ragione di chiedersi se vi
nella giornata del Quamp (grande festività dei vivi e dei sia morte più orribile di quella che priva un popolo della sua
morti, con rappresentazione recitata dei miti) con ricorso ad identità.52 Studiando il processo di negazione culturale degli
assassini prezzolati capeggiati da uno psicopatico sadico e ma- Indiani Motilones che vivono alla frontiera del Venezuela
niaço sessuale. L'altro metodo di distruzione non è meno effi- e della Colombia, R. Jaulin afferma molto opportunamente:
cace, anche se viene usato in una « prospettiva generosa •· La c L'etnocidio non riguarda soltanto l'aggressività umana, ed
politica di insegnamento coatto, detta a volte di c riduzione •, è alla riflessione sulla persona individuale, , psichica ,, che si
degli Indiani della Bassa California tendeva, secondo i missio- deve l'assimilazione del riferimento al buon selvaggio (e in
nari, a salvare le anime e a insegnare al gregge l'agricoltura, modo complementare al Bianco cattivo) da un lato, e dall'al-
l'allevamento, le arti, i « sani • valori della civiltà giudeo-cri· tro la spiegazione dell'etnocidio. La negazione dell'altro si ri-
stiana. Le prime conseguenze furono il generalizzars~ di infe· ferjsce·qui a un sistema sociale, può essere fatta con estrema
zioni importate (vaiolo, rosolia, tifo) e il diffondersi"di diarree gentilezza, come dimostrano mille missionari le cui imprese
e dissenteria dovuto alla polluzione delle acque. Ma forse an- non sono state meno complementari delle diverse forme di tale
cora più grave fu per gli Indiani l'abbandono dei loro ante-
nati, degli dei, delle credenze e di tutti i valori delle loro tra-
collettiva: LA peuple tsquimau aujourd'hui et demain, Mouton 1974 c il
dizioni, mentre le donne, sotto il pretesto di vegliare alla . uotevolc libro di P. Clattrct, Claroniql44 de$ lndinu Guayaii, Plon 1972.
« purezza dei costumi » venivano separate il più possibile da- Sì cita il caso di un gruppo d i Indiani famelici che percorsero 300 chi-
gli uomini ; si giunse addirittura a rinchiudere durante la lometri a piedi. per n:carai a aupplicare, invano, il • comiaario" per potu
compiere i loro riti. La recente apoliazione ad opera del Governo del Mato
notte, in prigioni infette, le vedove e i celibi.SI Allo stesso Grouo ddlc terre uon « rccintatc ,. c non • cataatatc " precipita i Bororo
m una diatnmonc ineluttabile.
51 Inumazione provviaoria nel centro del villai(gio; quando la dc:com-
volta. f: facile parlare, ~ campo 1n~ciale, di aukidio .e di om~cidio, d! mort~ poaizione ~ anru:ata, ti acparano le ona daUa c.arne, le ai dipinge e decora
naturale e di morte accadentale, da morte lenta e da morte &mprovvaaa... Sa con amore; dopo di che 1i effettua. nella forcata l'inum<t.zionc definitiva e
$!:greta.
ricordi il film tragico; Le Soleil du Corulor.
48 Sull'c:tnocidio, vedere: P. Farb, op. cit., 1972. in particolare pp. 296 52 Vedere al riguardo i notevoli atudi di J· Berquc:, Déposses~ion du
•gg., !01 agg.; Père Caron, Cané d'lndiem, • 10/(8 ".• 1971 ; J. Monod, l!" mande, Seuil 1964, c: L'Orinai. second, Gallimar 1970. Sarebbe interessante,
in quctta ~,>roapeltiva, atudiarc il potere di distruzione del colonialismo tullc
riche cannibale, • 10/18 ~. 1972 e il doasic:r collettivo raccolto da R. Jauhn,
De l'ethnocide, « 10/18 ,., 1972. civiltà afnanc:: dc:tacralina.zione del potere, introduzione di nuove cono-
Può accadere che il popol~ oppreas~ conservi la propria cn~rgia e lotti acen&c (mau media, acuolc), clfetti dcll'induatrialinazione, dell'urbaniuazione,
ostinatamente contro la propna dtstruzJOnc. Vedere:, per e•emp•o, R. Mau- deU'introduzionc della moneta. c delle: culture induatriali, senza trascurare
ric:s, Le Kurdist411 ou ia mort, R. Laffont 1967. . . .
l'inflwao del Cri•tianetimo. l movimenti di contro-acculturazione {millcna-
49 Vedere: anche Vilma Chiara, Le processus d'extermmat1on des lndaens riiiJJlo, profdiamo, meaaianeaimo, aincrctismo..., ideologie della • negritu-
d11 Brhil, • Les Tcmps Modemea .., 270, dicembre 1968, pp. 1072-1079. dine •} 1ono atati proteste più o meno violente, più o meno riuscite, contro
50 Homer Asdunan, The Centrai Desert of Baja California: Demo· l'•licnuione e l'aaaauinio culturali. Conaultarc: al riguardo G. Balandier,
graphy and Ecology, "Ibero-Americana •, 42, Berkeley, Univ. of Californi.a Snu tt Pui.mmce, rur 1971 ; V. Lantcrnari, Movimenti religiosi dì libertà e
Prc:ss e Cambridge Unìv. Prcss, 1959. Vedere inoltre Cl. Vanheckc, La poll- di salwz:a dei popoli oppr111i, Feltrinellì 1960; L.V. Thomaa, R. Luncau,
tique ir~tUglniste au Brésil, • Le: M onde .., 28-29 ottobre 197!1; infine, l'opera Anthropol(lgÙ/ relÌ(ÌetUII d' .4/rique noiTI, Larouaae 1974.

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negazione, e le contraddizioni tra queste forme hanno alimen- centrico ritenendosi unica portatrice di Umanità. Ritorniamo
tato sempre e soltanto la cronaca. • 53 a R. Jaulin che ha capito assai bene la dialettica di questo
Negare l'altro (sia che si tratti di un individuo o di un falso incontro: « Non soltanto non c'è simmetria, ma l'Altro
gruppo) non significa solo rifìutarsi di vedere in lui il prossi- si vede in qualche modo negato il possesso di una relazione
mo, e neppure il simile; significa, anche e soprattutto, sia con se stesso, gli è proibito d'inventare la sua propria esisten-
ignorarlo tracciando su di lui un segno come se non esistesse za, e quando lo si maschera con le nostre maniere (con la no-
(il che potrebbe essere definito come comportamento di tra- stra relazione con noi stessi) non è perché lo si autorizzi ad
sparenza o di abbandono), sia ridurlo alla condizione di og- • agire verso di noi, e in funzione dei nostri propri modi, così
getto - cosa o animale -che si utilizza (schiavo, proletario come si agisce verso di lui, ma semplicemente per induderlo,
sfruttato, oggetto di godimento sessuale), sia distruggerlo (don- come un oggetto che si manipolerà, nel nostro mondo. ~ solo
de la ricerca aggressiva dell'altro nell'eroto-sadismo, la sop- in seguito, quando l'altro servirà ad 'estendere il nostro mon-
pressione fredda dell'altro perché « infastidisce • ), sia infine do, ch'egli verrà autorizzato a usare le nostre maniere ma,
assimilarlo (cioè permettergli di elevarsi al nostro livello, con- questa volta, in funzione dell'altrui. Egli sarà un soggetto se
vertirlo per darsi buona coscienza). Qualunque sia la tattica nega; da oggetto conquistato diventerà una , persona, conqui-
(o la strategia), ci troviamo in presenza di un numero limitato statrice. » I.a più grande difficoltà, per l'uomo dell'Occidente
di procedimenti. Per sfruttare meglio l'altro (sottrargli le ter- è forse quella di cessare di credere nel carattere assoluto e nel-
re, utilizzare per sé la sua forza lavoro, fruire eventualmente l'unicità dei suoi valori. « Una civiltà universale può essere
delle sue donne), basta negargli il titolo d'uomo e rifiutargli solo una civiltà del dialogo, senza il quale l'universo umano
il diritto di somigliarei: permettere a un Indiano di soprav- esploderebbe; e il dialogo è possibile solo se ognuna delle par-
vivere e di vivC"re liberamente, -significa implicitamente rico- . ti, se ogni civiltà si rifiuta di pretendere alla totalità. ,. 54
noscere a un altro il diritto di essere come noi e ammettere in Perciò l'antropologo e il sociologo non si accontentano pm
tal modo che noi non siamo il prototipo dell'umano. E se si di analizzare le Società e le Culture; essi si interrogano anche
comincia a perseguitare l'altro o soltanto ad alienarlo, il pto- sulla finalità, consapevole o no, delle loro discipline;ss sanno
cesso diventa irreversibile; l'altro diventa un rimprovero vi- indignarsi e protestare energicamente contro la distruzione dei
vente della nostra condotta sado-distruttrice; massacrarlo si- loro simili, sia che si tratti di gruppi lontani -società « arcai-
gnifica cessare di vedere nel suo boia, cioè in noi stessi, un che:. del Terzo Mondo- sia che si tratti di culture regionali
distruttore per vedervi solo (ipocritamente) l'araldo della {pre- disprezzate da governi abusivamente centralizzatori: minoran-
tesa) Civiltà. ~ curioso osservare il parallelismo rigoroso tra ze curde, gitane, neri animisti del Sudan ...56
la morte dell'individuo e quella del gruppo; e così come la Mai le scienze sociali sono state così lontane dall'accademi-
cattiva coscienza della classe dirigente risulta dal fatto ch'essa smo sterile e pedante, mai sono state così vicine a quell'uma-
universalizza (e atemporalizza) il suo proprio schema di valori, nitarismo rivoluzionario che vuole demistificare gli stereotipi,
allo stesso modo la società dominante rinnova lo schema socio- riabilitare le culture giudicate (indebitamente) inferiori, di-
fendere le etnie o. le popolazioni oppresse, alienate e sfrutta-
53 R. JaÙiin, Lo Paix bianche, Seui!, Paris 1970, p. 408. In senso ana- te, contribuire alla formazione di una civiltà universale in cui
logo D. Ccoper. ofr: ci t., l ~i2, ha potuto. scriver_c::. ~Nel primo mondo, tutt~ tutte le culture saranno rappresentate e rispettate. • La diver-
le merli sono degh assassm1 mascherata da SUICidi, a loro volta camufhh
da legge della Natura. Nel terzo mondo, tutte le morti sono più semplice- ·
mente degli assassini. Il mascheramento non è necessario. Come mettere a 54 Op. cit., p. 424. E dunque non ha più, secondo noi, cattiva cosdenza.
morte, con compassione, gli assassini, o meglio: come mettere a m~rtc ciò 55 V~dcre .. Lcs Temps Modernes '"· n. 293-294, dicembre-gennaio 1970/
che in essi si as~assina? Forse mostrando loro. con la dovuta contro-vLOlcnza, 1971, dedicato parzialmente al tema Anthropologie et . fmpérìalisme,
la natura del Iom proprio suicidio? Cio suppone uno svelare se steui nel pp. lll!l-1201.
cono del quale l'io chr si svela è un io che mostra la nostra propria !i6 Sulla rivalorizzazione in Francia delle civiltà basca. bretone. provcn-
mr.rtc. Non ci si scopre davanti agli altri, innanzitutto pHch~ questo gesto nle, ecc. cfr. R. Laffont, La Révolutiora régirma/iJtP, Gal\imard J.961; Dho-
· significh~rebhe svelare sé a se stes~i. ~ (p. 140). foniJer la France, Gallimard, 1971.
sità delle culture umane è dietro di noi, attorno a noi e da- ~olo), J~ s~tta rì_vohwonaria dei Livellato ri (nel xv1u secolo
vanti a noi. La sola esigenza che possiamo far valere nei suoi m Ingh1lterra), ~l cult<? dei Cargos in Oceania (nel xx secolo )
confronti (creatri<.:e per ogni individuo dei doveri corrispon- . ec~. haf.lno ~utu ~r l appunto una tale origine. Malgrado i
denti) è che essa si realizzi in forme ciascuna delle quali sia retterau falhmenh delle loro profezie, i Testimoni di Geova
un contributo a lla maggiore generosità delle a ltre. » SI non hanno disarmato; anzi, le trovano sicuramente confermate
in tutta una serie di disco rsi politici, tecnocratici o scientifici
) . L 'ossessior1t: dell'Apocalisse 51 dei n~str~· giorni. Pe'_luria alimentare,410 rarefazione dell'acqua
Nell'agosto del 197~. 60.000 testimoni di Geova si riunivano e dell OSSigeno, esaunmento delle materie prime necessarie a l-
a Parigi, nello stadio di Colo mbes, per proclamare l'imminen- l'industria (si è gi~nti addirittura, per certi prodotti, a fissare
za della fine d el mondo (per il 197-5): guerre, fami, epidemie, delle date). polluz10ne crescente, ecocidi, zoocidi e terricidi,
vandalismi e c:t:imini violenti, polluzione non controllata an- demografia galoppante,61 urbanizzazione forsennata e anarchica
nunciano la bauaglia di Armageddon, con la quale Dio an- c<:>n recrud~cenza della criminalità (droga, i teppisti di Aran-
nienterà questo mondo corrotto e tutù i sistemi unici ( = Sta- cw meccamca... ), corsa sfrenata agli armamenti con rischio di
ti). c Solo i puri verranno salvati e resusciteranno solo co- ~onfla~~~one universai~ e pericolo atomico: 6l sono questi
loro che hanno saputo testimoniare. J tempi sono stretti. • Ji 1 . tem.' ptu _corre~temente e più c sapient~mente • difesi ai
Il fatto non è nuovo: c'è già stata l'attesa del giudizio finale gt?rm _nostn .. A CIÒ .si aggiungono la c degradazione dei costu-
dopo l'incendio di Roma, le persecuzioni di Nerone, la caduta mi », 1l decimo de1 valori (borghesi) tradizionali, la caduta
di Roma: p()i la grande paura dell'anno mille (passati mille
anni, di<.:e san G iovanni, Satana sarà messo in libertà), la gran- 60 Tema s~iluppato . a più ~iprcsc da R. Dumont, c in particolare con:
d e paura del 1789 all'epoca della rivoluzione, quella del IS.n Nous ai/Qns a la. Fam~ne, ~cuti 1966; Paysann~ries aux abois, Seui! 1~72.
seguita a u na terribile epidemia di colera. quella del 1871 La fa~e. che ~a ~nv~.shto dt recente il Sahcl africano vi ha mietuto nume-
roae Vtthme. L Etiopta da aola ne ha avute circa 100.000.
che unì la provincia contro i comunardi, quella del 1914... ?l La lcttc~atura su que_sto punto sovrabbonda. Cit iamo a titolo indi-
e persino del maggio 19681 Ogni grave calamità, epidemia, fa- cativo l~ colleuonc ~ E:colo&-tc • pubblicata da fay.ard , e in particolare: P. c
me, guerra, s<.:onvolgim_e mo tellurico (vulcanismo. terremo· A; Ehr!Jch, Po~ulatson: ressources, environnement, 1972; f . Frascr Darling,
L ab~nda'?cr devastat~u:e, 1971 ; _- Tbc ~cologist •. Changer uu disparaitre,
to ... ) provoca delle psicosi collettive. Allora le popolazioni 1~72, c l opera coll~tt1va Halte a la cruwanu, comprendente uno studio di
osd llano tra l'angoscia e l'aggression~ incontrollata. Donde -Jd Dclaunar. Enqwde sur le Club de Rome e uno studio di D.H. e D.L.
ancora una volta l'evasione nell·immagi.n ario: l'instaurazione eadows, J. Randc:rs, W.W. Behrc:n•. Rapport sur les limites de la crois-
umce, !972. t noto, d'altrond_c, che i lavo!i del ...•T (MaS»chusetts) c del
sulla terra del regno di Dio : « La distruzione di Babilonia, Club d.t Ro~a c~mport:-no. d1 fatto, alcum erron di programmazione e di
è Slato detto, è la Gerusalemme ritrovata. » I diversi movi- calc~lo che mnhdano an parte le loro conclusioni .
St è _cosi parlato ~i 9~ttro a~v~rt!menti. aiJ_'u~anitl contcmporanca :
menti millenerastici (Avventisti, Testimoni di Geova, Mor- ~uello di Freud (li_ c!u_agr? ~ella CIVJlta, Borm&hten 1971) che insiste sul
moni, Santi d egli ultimi giorni), il c Regno della Nuova Ge- atto eh~ le forze hb•d~nalt r1mosse dalla nostra società repressiva si accu-
rusalemme • (creato da Th. Munzer in W estfalìa nel xvi se- m~lano . '" n_t~do c3pl?s•vo; quello ~ella minaccia atomica dopo Hiroshima:
glt Stah Umu, da s.oh, possono ann1cnt~re Il volte l'intera umanità; quello
~dl:t de!D~I{ra~a galoppan~e che favonscc due specie di mali: la fame e
! a(~esstvtta; m6_ne lo avtluppo anarchico dc:ll'mdustria, fonte di grave
57 C l. Lévì-Strauss. Ruce et Histoire, Unesco, 1952, p. 49. tnqumamento c: dt spreco delle materie p rime.
.'>li Vedere N. Cohn, Les (analiques de l'apocalypse, julliard 1962. 62 Vcd~rc piu in particolare R. Cla.rltc:, La course awr armum~nt.s uu 14
59 Crc:ata nd 1874 negli Stati Uniti con il nome di * Zion's Watch- teclr'!~ratte d_e la guerr~. ~euil 1_97!; A. _Lcgauh e G . Undsey, Le feu
tower sucicty ... la setta ha l. 700.UOO adc:renti o « Testimoni •. sorta di ".ucleat~e, Se~ul 197.!. t c_unoso c muemc Significativo constatare che al di
• vedette • che avvertono i loro (rattlli dei pericoli imminenti, prendendo l~ dc!l ouessJonc dc! p~nc'?lo nucleare, ciò che scnsibilina di più l'uomo
alla lettera la visione dell'Apocalisse che annunciava la fine del mondo c d ogga non. è tanto al nsc~ao di un conflittu Est-Ovest (dato che la coeai-
!'avvento della parusia: • L'Angelo prese il drago, l'antico 3trpentc che c stenza p~cafica sembra u~acurata) 9uanto_ l'eventualità di una guerra tra il
il diavolo c Satana c lo incatenò per mille anni. E avendolo gettato ndl'abil- Nord c Jl Sud: paura ~~ vedere 1 pacsa attualmente dominati c sfruttati
~o. lo chiuse c sigillò... finché questi mill.. anni saranno trascur~-i. dopo i ~enza _al~una. vergog~a c m _preda all'inflazione demogrilfica r ibellarsi contro
quali rluvrà essere rimesso in libertà per un po' di tempo. • • paesi raccht: dopo al "pcncolo giallo" il pericolo • terzo-mondista ,.,

74 75
verugmosa delle pratiche religiose e le reiterate crisi econo-
miche, indice d i un crescente malessere.6J c Può' capitare di affascinati dalJe loro nuove Gerusalemme (Bangkok, Katman-
tutto,. dichiara l'economista fTancese Ch. Roux. c Noi orga- du, Istanbul), o di ritrovare la sedicente felicità primitiva
niuiamo il caos ,., replica il suo collega inglese G. Tather. come l'eroe del film di Feraldo, Themroc, che trasforma in ca-
E in realtà i motivi di timore sembrano oggi più terrificanti verna il suo appartamento, diventa cannibale e si dà senza
che all'epoca dell'anno mille tanto più che, questa volta, la tregua alle~ioie del ~sso; e neppure di proibire l'aumento del-
tecnica stessa, presa nella sua propria trappola, rischia non la natalità (la crescita zero di cui parla Sauvy) che avrebbe co-
solo di d imostrarsi impotente nella limitazione dei suoi mi- me effetto principale quello d i compromettere le possibilità di
sfatti, ma si trova sul banco degli accusati. Non è però il caso decollo dei paesi d ominati. Si tratta invece di concepire delk
di fare i profeti di sventura.~ La crisi è fin troppo evidente e utopie creatrici, ~unque audaci : rifiuto totale dell'imperiali-
molte • nuvole nere • si addensano all'orizzonte. Ma niente, smo, ridistribuzione mondiale delle riccheue, aiuto disinte-
assolutamente niente ci vieta di riaffermare ciò che diceva R. ressato (=giustizia} al Terzo Mondo, soppressione degli arma-
Glaber nel IO~~. dopo i sinistri presagi apocalittici: « Il cielo menti, arresto vigoroso della polluzione e dello sperpero (ri-
cominciò a ridere, a rischiararsi e si animò improvvisamente di spetto della natura, primato della qualità della vita)... ecc.
venti propizi. ,. 65
Se gli uomini d'oggi e di domani saranno abbastanza lucidi
per credere nell'utopia e abbastanza generosi per incarnarla, c) Socializzazione dd la morte: l'istituzione e il codice
si può sperare che la paura dell'anno 2000 sarà altrettanto
vana di quelle che l'hanno preceduta. Non basta attendere t noto, dopo Durkheim, che il diritto è il fatto sociale per
l'ipotetico ritorno alla terra promessa in cui, secondo l'Esodo eccellenza; espressione diretta della coscienza collettiva, e!SO
(m, 8) • scorrono il miele o il latte», o di :~eguire gli hippies la cristallizza in formule (leggi, regolamenti). Ma la legisla·
zione può essere in anticipo su tale cosciema collettiva (è il
~ Il u.crosanto dollaro si trova a sua volta in gran pericolo, benché caso del decreto ~he autorizza in Francia la cremazione), o
sia stato ì1 simbolo del succcuo dell'economia cApitalista. in ritardo (l~e -s ull'aborto), o rappresentare solo la volontà
64 Tanlo più che la ptriodicità dei fantasmi apocalittici e lo Jcacco
delle previsioni relative alla fine del mondo incitano alla tpeianza. Lt
·della c/4$$e dominante (fatto essenziale, trascurato da Durk-
strutture mentali imma!in01lc dall'Occidente nd lontano medio evo indub- heim). L'istituzionalizzazione della morte ha una pluralità di
biamtntc ai agrctolano; ma niente: ci impedisce: di crtdcrc alla possibilità di modi: passeremo rapidamente in rassegna i più tipici.
crurc: un ucmo nuovo dotato di u~ nuova sensibilità c tale: che: ~nsi
ormlli ai propri problemi su scala planttuia. Vedere pc:r esempio H. Kahn
e A ..}. w.enc:r. L'anno 'lO()(), n Sa~giatorc 1968, pp. .5513 c S!fg. l · Morte e trasformazioni socio-giuridiche
65 • Ma dopo tutto que1t'upcnenu non ba niente di decisivo. Altre L'influenza della società sul fenomeno morte è tale da deter-
epoche l'banno fÌà fatta. Il crollo di civiltà secolari di cui noi non scor-
giamo il dcmant non tigni6ca sc:mpliccmcntc che il tempo degli uomini ~ minarne la codificazione giuridica.66 Se si cons-iderano solo le
soltopo$10 alla legge: del c Muori c divieni> (Stirb rmd Werd~). Ciò che società occidentali, e in pa·rticolare quella francese, si può ve-
indubbiamente viene distrutto dallo spettacolo della storia conrtmporanc:a
~ l'idea in!enua ~i unll civiltà in costante -progresso e cht evolve scnu rot-
dere assai chiaramente il senso in cui si è sviluppata o si evol-
tun. da una forma a un'altra, che non cessa di integrare gli elementi posi- ve la legislazione funebre. Innanzitutto la razionalizz(uione:
tivi e considera o~ni propria vittoria come una vittoria sulla morte. Do- la morte si spiega scientificamente. « Gli sforzi di razionaliz-
vrc'mmo as.,a i sc:mrlicc:mente riconsiderare la filosofia della llorill trasmes-
saci in trcdità da xtx secolo t sostituire all'idea di evoluzione qutlla di zazione delle società per subordinare la fatalità della morte
rivcluzione, di rottura, di morte apparente. Allora la storia ritroverebbe: alle necessità della vita in çomune hanno influenzato nume·
per gli uomini la sua virtò tonica, allora la nostra coscienza dtlla morte
perderebbe la '"a virulenza. Se una simile ipotesi può c:ncre presa in èon·
rosi aspetti della legislazione. La dichiarazione di morte allo
siderazione c se la coscienz.a. che abbiamo avuto 6nora della morte consente Stato civile è obbligatoria e il medico contribuisce per parte
ancora un tale trafugllmcnto, è perché non abbiamo ancora individuato
un'tspcricnza 1peci6ca che ci mostri la morte come legata ll orni pro!clto
umano. • R. Mchl, op. cii., 1956, pp. 62-Sl. 66 Vedere Protection des droits de /'homme. 8• table ronde du CIOM~ .
Gcnèvc 1974.

77
sua a lla elaborazione dell'atto di decesso partecipando, al tem- In Francia, la difesa dei diritt i d ell'ind ividuo è garan tita
po stesso, alla statistica m ortalità-malattia del servizio sanita- dalla legge 15 nov. 1 ~87 che stabilisce che ogni uomo in ara-
rio.»." In s~condo luogo, la laiciuazior~e : si tratta della preoc- do_ d i fare t~sta~lento può regola~e in vita le modalità dei ~nr
cupazione d1 desacraliuare i riti e le credenze fu nebri. In un pn funerala e dtspor re del p ropno corpo dopo la morte preci-
prim~ t~mpo, il decretO del 23 prati le dell'anno xu proibiva sandone la destinazione.70 La libertà dei funera li (; sancita d ai
qualslast sepoltura nelle ch iese, templi e sinagoghe; le sepol· due articoli seguenti :
ture «devono avere l uogo in un terreno neutro, in cui tutte • an. 2. Non si potranno, nemmeno per via di decreto,
ie famiglie coabitino senza alcuna d iscriminazione... • . In u n st_a bilire i~l ~le un . m odo prescrizion i part icolari da applicarsi
secondo tempo, con la legge d el 20 dicembre l 904, la Chiesa al fu nerali, m rag10ne del loro carattere civile o religioso.
perde ogn_i mon~polio relativo a i .servizi e.sterni 61 delle pom- c an. 3. Ogni maggio renne o minoren ne emancipato, in

pe funebn che nentrano nella pertinenza dei com u n i a titolo condizione di fa re testamento, può regolare le condizioni dei
d i .servizio pubblico. In nome dell'ìgier1e vengono emanate suoi funerali, i n particolare per ciè> che rig uarda il loro <.:arat-
delle no~me precise relative al trasporto dei cadaveri (soprat· tere civile o religioso e il modo della sepoltura. »
t~t ~o se 1l soggetto è morto di malauia contagiosa), a lla pro i- La legge punisce congiuntamente il non-rispetto d ella tom,
b~none di c?st~ui~e abitazioni o di scavare d ei pozzi a meno ba (articolo 360 del codice penale,71 reprimendo il deliuo di
dt 100 metn d1 d1stanza dal nuovo cimitero... L'articolo del violazione di sepoltura) e della memoria del defunto (articolo
5 gennaio 1921 arriva ad esigere che le necropoli siano circon- 3 de Ila legge del ~9 luglio 11:\88 sulla stampa. che sanziona
date da una recìnzione alta non meno di l metro e 50 raffor- la diffamazione o l'in~·iuri a contro la memoria d ei morti). Ma
zata da uno schermo di spini o di alberi sempreverdi. Questa i testi di legge prevedono sempre dei casi particolari. Così il
paura a volte pato logica del cadavere dimostra ad usura che decreto del 20 ottobre 194 7 dispone:
l'uomo moderno, cartesiano o positivista.,' non ha esorcizzato « ... negli ospedali indicati su una lista stabilita dal Ministe·
del tutto le sue paure ancestrali, anche se le maschera con la ro d ella Sanità Pubblica e della Popolazione, se il primario
coper.tura della scienza e d e ll'igien e! M. Colin ha perfetta· di servizio g iudica che l'iuteres.se .scieuli{ico o terapeulico lo
meme ragio ne di sottolineare che disposizioni apparentemen- richieda, l'autopsia e i prelievi potranno e ssere e ffettuati sen-
te mo lto oggettive t radiscono solo c le scappatoie inconsce. za indugio, anche in mancauza di autorizz.azio ue da parte della
gli alibi nevrotici destinati a sottrarlo all'angoscia della mor- famiglia. In tale caso il decesso d ovrà essere stato constatato da
te » .111 due medici dell'ospedale che dovranno impiegare tutti i pro·
cedimenti r iconosciuti validi dal Ministero della Sanità Pub-
2 · L a morte e ii codice blica e d ella Popolazione al fine di assicurarsi della realtà
N umerose disposizioni giur idiche specificano i diritti d ei della morte.
defunti e i diritti e i d over i dei sopravvissuti, esprimendo in c Essi dovranno sottoscrivere il verbale d ella constatazione

tal modo la cont inuità della società. Vediamo qualche ~mpio. del d ecesso, indit:andone l'ora e la data.n

70 A condizion e di rispettare: l~ p rescrizioni dd Codice civile (libro m.


67 M. Colin, L'ar~ihropolo"ue et la miJrl, in Mort el Fuiie, • Puspectivc art. 11, comma v) che riconuscono questi tre tipi di testa me nto : pubblico. olo-
p&yc hiatriquc • .. ~~~. 2. 1~70: p. 8. .• • . . grafo, mistico.
6H Con serv 1.::1 tJterm s1 mtendc tutto cJo che e m d ls pen&a bi le alle ese- 71 Se ne e parlutu a lungo. di recente. a prop-osito del • furto .. delle
quie, al trasporto del corpo. alla fornitura del carro funeb1'e, della bara, $poglie dd Marescìalln Pétain.
d egli automezzi per il funerale. Assieme al servi%io esterno può esaere ani· 72 L e prescrizicni reli g iose son•> fn~quenti in tale cumpo. L'lsla m, per
curato un scrvino intem o, non soggetto a monopo lio, e che comprende tra c5empi<>. ctigc il rispetto del cnrpo c ciel cadavere (Corano. S. xxx. versetto
l'altro la guarnizione delle bare, il personale di direzione dei cortei, il 30); perciò stesso ne pn•ibisce la mutilaziunc o l'abl azione ~ l'incincri-
trasporto al di fuori del territorio dd comune, i diversi processi di consu. mento. Solo di recente (Papa Giovann i XXIII n d l9tì4 ) il Cristia nesimo ha
vazinnc dei cvrpi, ecc. abolito la prnibizi<>ne cll"lla cremazione, ronsirlcmta fino acl a llora una
69 Op. cit .. p. 7. • pratica pagana~ .

79
c Il primario redigerà un verbale constatante i motivi e le versitarie sono in stretto rapporto con le cattedre di medicina
circo!itanze dell 'opera~ione . » legale), gli atanei o tipi moderni di c Case dei Morti » che si
Anche i sopravviventi vengono fatti oggetto di una relativa occupan_o ~el~'« indispensabile passaggio tra il luogo del tra-
sollecitudine, come è dimostrato dalla legge del 5 marzo 1 94~ passo e 1l c1m1tero •,., i crematori (la Francia ne possi~de sol-
c:he codifica l'attività delle imprese private che concorrono at tanto Il , più 2 gi~ in programma, ma la Gran Bretagna ne .
servizi esterni delle pompe funebri: . . . . ha 2~, !a ~e~~ma federale ne ha 65, la Svezia 63), infine gli
«art. 3. Sono proibite tutte le offerte dt servtzt fatte 10 oc- ossorz e 1 crmrten, alcuni dei quali possiedono una fossa comu-
casione di un decesso allo scopo di ottenere sia direttamente. n~ e u~a zon~ monumentale riservata ai c caduti in guerra ».
sia mediante intermediario, rordinazione di forniture fune· R•cord1amo moltre l'importanza accordata ad alcuni monu.-
rarie o l'organi.zzazione dei funerali. t ugualmente pro.ibi~a ~enti, ~i una portata simbolica e di una potenza evocatrice
qualsiasi trattativa sulla pu?blica via o in luogo o edtficto mdubbu~: monumenti ai caduti, archi di trionfo, musei e cat-
pubblico o aperto al pubbhco. . . . , tedrali, ricordi dedicati ai defunti ...16
«art. 4. Le forniture soggette a monopolio tndtcate datl ar-
ticolo 2 della legge del 28 dic~n:'bre. 1904, co~ì ~ome. l~ con· 4 · La protezione civile
cessioni nei cimiteri, tasse mumnpall, permessi dt pohlla, do· Anch~ la J?rotezione ~ivile, e in Francia l'o rganismo perma-
cmnenti bollati, e(:C..... non potranno dar luogo ad alcuna nente dtparumentale da soccorso collettivo, meglio noto sotto
maggioTazione dei pre1.zi indic~ti nelle ~a.rìffe ~fficiali_ ad ?Pe· la ~e~om~nazione di Piano oRsEc,77 si colloca in una prospetti-
ra di intermediari, sotto pena, 10 caso dt mfraz1one, d1 ~n am: va utttuztona.le.
menda che superi al minimo di _dieci volt~ e _al masstmo dt t curi~so c?e si siano dovute attendere delle grandi cata·
cinquanta volte le svmme indebttamente n ch.•este. » • strofi naztonah - come quella del maggio del 1897 del Bazar
Questa legge ebbe l'e~etto di f_ar regnare m ~~~nCia una de la Charité (in cui bruciarono vive 130 persone), le ino n-
maggio re decenza tra le tmprese d1 pompe funebn. dazioni della Regione parigina del 1910 e queJle del sud-est
del 1930 ecc.-. infine le catastrofi della Seconda Gu~rra mon·
} . L'istitm.ione come regola e come edificio diale (nel nostro paese ci furono circa 100.000 vittime civili)
La Società non si è limitata a elaborare una serie di rego· - per prendere coscì~nza della necessità di rafforzare i m ezzi
di protezione collettiva.. t l'incendio d~lle Nouvelles 'Galeries
lamenti spesso comple~i- e _a ~olte ~in~ìosi : e~ h~ anche
creato tutta una sene d1 ,.~lztllzzom-edtficiO: gli ob1torr, le sale
d'allJop.~ia (cl iniche o d' inscgnament~, os~liere, . giu~izi~­ 15 L'atanco. non soltanto attenua 1~ diffi coltà inerenti all'habitat moderno
(tt~c. piccole. so_B'~tti busi. :.cale ~trctt~ _grande promiscuità) che rendono

cevere le persone decedute da morte vtolenta, 4 nelle ctttà unt-


rie), le camere ardenti, gli ist~tuli med~co-lega; l (desu~atl a r!· delteati c scomodi 11 t rasporto c l espOSIZIOne del cadavere, ma facilita il
l~voro, del l~tto: ".In effetti, l.'inll:~pr~t~zionc dd la parola ataneo suggc-
rtscc l evocazJol_lc do. un luogo •n cu1 SI 1gnorano le sofferenze c gli orrori
d~lla morte c m C';'l la siena morte ~ cancellata. t la casa dove il sog-
fiOrnare _conse':lte dt sormontare !a morte, di soffocare ~li effetti della tana.
73 Vedere L'ur~tanisation dcJ funéruillcs rn France, opuscolo .edito in l?morfoSJ c dJ attenuarne la ptctosa afflizione. Per ti credente è anche
francia sotto l'c,;ida. dc:II'Ass(>ria7.ionc europea delle Imprese dt pompe l,apertura v~~" on.a ?Otione di immortillità. La morte non esiste più nel-
funebri. 1970. . . . . . . · M d' L 1 d' l ata~co. ~ ltmmortaht_à che attende la creatura. • J. Ed. Barbicr. ThtmU-
74 Ecco, a titolo ind1<:allvv, le altJVtta dcii lshtulo e tco esa c t tolorte et _Thanatopra:cu!, Fac. Ml!d. dc Rcims, 1969, p. 54.
Linne: 7? Se t! lato es~chco (col!lc nel caso di numerosi monumenti ai morti)
· - -------·----- --- 1963 1964 1965
.... lascta spesso a des1derarc, ct sono pc:rò anche eccezioni notevoli. Il museo
19112
- -- .. ..... .--·----·-·----·-
466 530 S26 583
__ __
\966

S6S
,.
1967
,.,_
(1()9
d'Hiroshima,, per cs~mpio, dedicato a ~vloro che perirono a causa della
bo'!lba ato~tca, col~tsce per la sua sobnetà. per la forza di evocazione, la
cartca emotiva, la nsonanza tragica.
Corpì depO~Itatl
-- - - · · -· --·-·· -- -.. - - - --· -···- 77_Ricordiamo qui l'eccdlcntc sintesi di tale i1tituzionc dataci da F.
20l 199 194 170 294 41 3 Gabrtcl. ,Vedere Pmblèmts de fJmtection civile, • Bui!. Soc. dc Thanalolo~ic ..
AUU'P\lc tlfcttuate l, fcnnato 1970, f 1-F9.

Bo
_di Marsiglia, nel 1938, che spinge il Parlamento a votare una I U · LA MORTE1 L 'ANIMALE E L'UOMO
legge che rende obbligatori per i comuni stanziamenti . per
la lotta contro gli incendi, ed è soltanto nel 1959 che vtene
creato il Servizio Nazionale per la Protezione Civile (dopo le
catastrofi, di Rueil e delle Landes).
In una parola, si tratti di rappresentazioni, di modelli, di
definizioni di ruoli o di regolamenti, il gruppo ha segnato pro-
fondamente con la sua impronta tutto ciò che riguarda la mor-
te, al punto da fanie un fatto sociale per eccellenza. E stato detto che n on si sarebbe mai parlato di « genere
umano • se l'uomo non fosse staro il suo proprio classificatore.
Niente di più vero. Ma l'uomo, dotato di intelligenza e di
linguaggio, non ha mancato di rivendicare una supremar.ia che
si esprime non solo nelle sue credenze (lui solo crede in Dio
e possiede un·anima!), n ei suoi modi d'essere e di esistere (lui
solo ha capacità artistiche, morali, religiose, sdemifiche!); ma
anche nel_ l 'atto del morire, del quale tuttavia è noto che ap-
partiene a tutto ciò, che vive: non pretendeva Bergson che
l'uomo sia il solo essere al mondo che sa di dover morire?
Cosa può insegnarci, al riguardo, l'an alisi della situazione
animale? A questo livello ci si aprono due strade: quella del-
l'etologo che studia l'animale in se slesso: queJla dell'antropo-
logo il cui punto di vista è necessariamente antropocentrico
(o addirittura, a volte, antropomorfico).

a) l dati dell'etologia

Consider iamo innanzitutto il sapere etologico. temi prin-


cipali che meritano di venire presi in considerazione sono sei.'

l · Mortalità o a·mortalità'!
R itroviamo qui un vecchio problema: la morte è un fatto
naturale o il risultato di un accidente?

a) Durata media della vita. ! piuttosto difficile valutare la


durata media della vita negli animali: d'altra parte, circolano
al riguardo una serie di leggende difficile da convalidare, in

Ringraziamo vivamente il nostro collega R. Chauvin. etologo emi-


nente, professore all'Università Duurtes, che ci ha. comunicato i preziosi
documenti da noi utiliuati da p. 84 a. p. 97.
b) Alcuni fatti contt4rbanti. Alla domanda: • la morte è un
mancanza di prove valide.1 Presso i mammiferi e quelle specie fatto ineluttabile?» la risposta .è indubbiamente affermativa.
selvagge di cui è nota l'estrema vulnerabilità nei confronti dei Tuttavia R. Chauvin riporta alcuni fatti conturbanti sui quali
pericoli che li minacciano, l'elefante raggiungerebbe i 57 anni vale la pena di soffermarsi.
(sarebbe superato solo da una specie domestica, il cavallo, che I batteri e i protozoi conoscono la scissione senza fine (se le
arriverebbe a 62 anni): vengono in seguito lo scimpanzt (37 condizioni di ntilrizione e le circostanze esterne lo consentono)
anni), l'orso bruno (3 1 anni), il leone (29 anni). Tra le specie del loro o rganismo in due parti; il che toglie alla morte - co-
domestiche, il cane arriverebbe a 34 anni, il bue a 30, il gatto si come del resto alla nozione di individuo - qualsiasi senso.
a 21. Ma si tratta di cifre c record 1t e non di medie. Tra gli Si può racilmente sostenere, fuor di metafora, • che i batteri
uccelli, se il canarino può vivere 24 anni e il piccione 35, il da noi attualmente coltivati in provetta sono lo stesso e unico
pappagallo c ara 1t ha il privilegio di superare i 60 anni (64 batterio che vive dal paleozoico ».4 Si sono potuti ottenere, per
anni). Infine tra i rettili l'alligatore vive solo fino ai 56 anni; esempio, più di 70 generazioni di batteri nel giro di 24 ore;
in cambio, le tartarughe sembrano detenere il primato della ma già Woodruff aveva realizzato a suo tempo 13.000 genera-
longevità : 123 anni per il genere Terrapene e 177 per la tar· zioni d'infusori e Metalnikov 9.000 nel giro di 22 anni.s
taruga gigante... Ciò che colpisce in questi dati è la diversità Una simile resistenza alla morte non riguarda solo gli e~çeri
delle possibilità di durata della vita: da alcuni giorni (effi· a organizzazione semplièe. Alcuni esseri viventi a struttura
mere, come nel caso delle farfalle adulte) o mesi (27-30 per il complessa presentano un processo di crescita teoricamente in-
ratto bianco) a più di cento anni. La stessa varietà si ritrova definito : non invecchiano o, quanto meno, aumentano soltan-
nel mondo vegetale, in cui si passa dalle piante che durano to la loro vulnerabilità alle aggressioni · t eli uriche: è assai
uno o due anni ai baobab e alle sequoie giganti che superano noto il caso del luccio e della carpa. D'altra parte è stato de·
più secoli. Sembra che la durata della vita sia in parte legata ~ritto l'e~empio dei pogonofori, animali degli abissi. molto
alla statura (per esempio l'uomo vive più a lungo dei mammi- degeneratt, adattatisi all 'oscurità e al freddo e la cui crescita
feri della stessa struttura) e più ancora al sesso: in Francia, è estremamente le!lta: vivono al riparo di un tubu la cui velo·
nel 1901, c'erano 99 uomini e 214 donrle al di sopra dei cento cità di sedimentazione è di un millimetro ogn i 250 anni, il che
anni ed è noto che, presso alcune specie di insetti, i maschi di· ~i darebbe per un tubo di 75 cm (alcuni tubi raggiungono
ventati inutili vengono cacciati o uccisi.1 tl metro e mezzo) 250.000 anni; ed è poco probabile che uno.
stesso ricettacolo possa venire utilizzato da piLI di un animale.
Al limite, si potrebbe parlare di a-mortalità (teorica).
2 L'eldante vivrebbe 200 anni. alcune tartarughe SOO!
Il problema della durata della vita rinvia n~sariamcntc a quello della Anche i fenomeni di anabiosi non mancano, a loro volta,
vecchiaia, che ind ubbiamente esiste nell'animale superiore, cane, cavallo. di sorprendere: si tratta di una sorta di • resurrezione • che 'ii
Kimmia... Steinach de1crivc il topo vecchio. tra i 18 c i 2j mesi, come un
essere sporco, apatico, ma~. sprovvisto di pelo. Per quel che riguarda g:li
orKaniami inferiori, il problema si complica e si potrà parlare di vecchiaia zione. in a ltri termini una deprogrammazione programmata • piuttosto che
solo per analogia: sfinimento della farfalla in capo a qualche giorno, albero come un prcccsso detuminato: é l'accumulazione di errori nel programmO\
che cessa di fiorire c di dare frutti, perdita di vitalità delle colture d'infu- d~lle molecole di· base (somma statistica di molecole quantiche) che detcr ·
aori (ti tratta piutto1to di . oscillaz.i.o nc ~he di perdita propria~c~te ~etta)~ mm'! fat~Jmentc (ncccuuiamente. abbiamo detto) l'esito fatale. Vedere E.
invecchiamento . della. Sf?CCte che 11 venfica, a ca_u~a dcl!a ra.nta de1 SUOI Monn, Lhomme t't /a mort, Seui) 1970. pp. 313 e 3-11.
rappresentanti. 1 fath d• dc,encracenza o l appanz:10ne d1 cas1 apertamente 4 La formula ~ di R. Cha uvin.
teratologici... E difficile dire qualcosa di più al riguardo. Vedere anche 5 Si pot~e~bcro e~ocarc qui i fenomeni di moltiplicazione asessuata. l
l'articolo di M.J. Dudcux. L'animai vieillit-il mieux que l'homme,, .. Le fenoment dt rtproduztone per talca c per margotta cun~Ì$Iono fondamenta).
Monde ., ! -4 novembre 1974. mente in una moltiplicazione indefinita delle cellule che riproduconò non
-' Presso numerose 1pecic viventi si assiste a una morte programmata tanto un nuovo individuo quanto un frammento dd l'antico; lo $lesso accade
in relazione con la scuualità. • Sono innumerevoli le piante c gli animali n_ella riprodu~ìonc asessuata degli animali inferiori: divisione n gemma-
che muuiono in seguito alla formazione dei semi, come le anguille dopo il ZIOne, formaz10ne di colonie c fenomeni di rigenerazione. P. Chauchard,
loro viaggio di riprodutione nel mar dci Sar,assi o l'ape maschio dopo il La Mort, PUF 1971!, p. 57. Trapianti c: mc:tastasi cancerosi pntrebhero venire
volo nu&iale. • Niente del genere per l'uomo in cui la morte andrebbe piut· esaminati in tal scn.m.
tosto definita come- una • deprogrammazionc alla fine di una programma·
vt:rifica dopo la scomparsa apparente d 'ogni metabolismo. Il teressante nelle esperienze di Becquerel è l'intervallo di tem-
ra~o pii1 famo~o è quello dei Tardigradi, animaletti nerastri po estremamente prolungato durante il quale sembrano con-
che vivono nel muschio dei tetti e a prima vista non hanno servarsi le possibilità di reviviscenza. Secondo questo autore,
n ieme di particolarmente notevole, a pane l'incertezza di se al vuoto completo si aggiunge l'azione d'una temperatura
dassihcazimu: dato che hanno qualcosa dell'insetto e del ragno molto bassa (dell'ordine d i - 190"), il citoplasma si stabilizza
pur senza essere né l'uno né l'altro. In co_mpen_so, dal ~umo integralmente e le possibilità di reviviscenza diverrebbero illi-
di vista fisiologico, presentano una parttcolantà constdere- mitate. t evidente che, in tali condizioni, non è del tutto
vole: q uaudo li ~i lascia seccare in un'atmosfera ~igorosam~nte escluso che organismi di questo tipo possano esistere sul pia-
priva di umidità si trasformano in poco ~em~o m un_a ~mu­ neta Marte, dove le condizioni sembrano meno dure di quelle
scola paglietta nerastra in cui nemmeno ~~ mlCroscopto nesce realizzate nelle esperienze di Becquerel. Si potrebbe inoltre
pii• a individuare alcun tessuto cellulare. l:Ì si può conservare ammettere che la vecchia teoria della panspermiasi, che suppo-
i n questo stato per tm anno e pìù. Se allora li si m ette su un ne l'inseminagione della terra primitiva ad opera di germi
lou·lio di carta umida, nel giro di qualche minuto riassorbono provenienti dal cosmo, dopo le esperienze dì Becquerel non
acqua e fuggono. Ma Rahm sì è spinto anche più oltr~: _ha sembra poi tanto inverosimile. Si posso,no immaginare assai
messo questi an imali essiccati in tubi ermeticamente ch_tust ~ bene organismi vaganti per anni o secoli su delle polveri in-
pieni di un gas inerte, o anche sotto vuoto. ~)opo par~ccht a~m tersiderali o dei microaeroliti che a poco a poco cadono sulla
i Tardigradi, rimessi in presenza d'acqua, s1 sono « ngonfiau » terra.
c sono ritornati in vita. Rahm mise allora i suoi soggetti in Ancora piit curioso, se possibile, ci sembra lo stato di com-
aria liquida a - 19()'• per un periodo di 25 ore: e i~fine ~ pleta inattività di una parte dell'organismo mentre tuuo il re·
-- ~~~" e a :t.<.'I'O assoluto per tre ore, e senza u~.:ctderlt! Altn sto funziona. Questo fenomeno è stato osservato da Carayon
SIWCYt'llÌ sono stati mamenuti per pi t'a di ~O mesi a - 180" in un insetto Emiptero che dur ante l'inverno sopravvive senza
~e~;:.t venire danneggiati e senza pregiudizio per la loro revi- alimentarsi; e per buone ragioni, dato che tuni i suoi organi
viscema. Queste esperienze ci pongono subito un problema addominali sono essiccati, non hanno pii• strutture cellulari
ddil·ato: i so~ometti erano morti, o erano vivi? È assai impn~­ riconQscibili e sono ridotti a un cordone nerastro. Invece i mu-
babik d1e il funzionamento o, come si dice, il « metaboh- scoli d elle zampe sono normali e permettono a ll'insetto di spo-
smo " • po~sa sussistere, sia· pure per poco. a qualche grado al starsi.~ le condizioni migliorano, gli organi addominali r itro-
di sopra ddlo zero assoluto. Inoltre, alcuni autori hanno fano vano le strutture e il funzionamento normali.
osservare a Rahm che la reviviscenza non è possibile indefini-
tamente: se !ii protrae indefinitamente il periodo di vita rallen- 2 · Dalla morte accide11tale alla morte regolata
tata, essa non !ii produc.:e più. Rahm obietta che a una tempe- La potenza della vita si dimostra stupefacente : G . Bataille
ratura così bassa non può prodursi nessuna reazione meta- parla addirittura di c prodigalità • .6 Nelle esperienze di Metal-
bolica: è fisitamente impossibile ; ma si possono verificare degli nikov citate più sopra, al momento dei trapianti delle culture
incidenti fisid (morte tellurica) che danneggiano il supporto venivano conservati soltanto alcuni soggetti, altrimenti in 7
di tali reazioni, cioè il citoplasma, a un punto tale che una vol, anni se ne sarebbero ottenuti (teoricamente) per un volume
ta riumidifìcato esso non può più rimettersi a funzionare. pari a dieci volte quello della terra! È nota, d'altronde, la pro-
1'. Hecquerel ha ripreso più recentemente tali esperienze sot-
toponendo le cavie a un vuoto estremamente spinto (a livello
6 .. Si tratta di un moto tumultuo~n. che in ogni istante rammenta l'esplo-
di vuoto interplanetario) in modo che non possa piit esservi sione. Ma l'esplosione incessante non cessa dallo sne rvarlo, c: la vit<t pro·
(lcll'acqua. Ora, dopo sei anni, i diversi organismi (e non solo sc:gile a una condizione: che: quegli esseri che essa ha generato, t; la cui
i Tardigradi ...) ~ottoposti a queste condizioni estreme possono forza esplosiva sia vanificata, cedano il posto a nuovi esseri. i quali entrano
ndla ridda con forza, rinnovata. » (Gcorges Bataillc, L'rmtisma. Sugar 1962,
dì nuovo riviwre non appena li si riumidifichi. Ciò che è in- pp. 68-69).

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li fici tà di alcuni animali: il ratto, la eu i gestazio ne dura 21 di autoregolazione che. fa dire a Calhoun che la minaccia di
giorni, genera da 2 a 5 volte all'anno d~ 5_ a IO t:>ic~o li; i co- sovrappopolamento aveva c programmato .,. il sistema nervoso
nigli d'Australia in assenza di predaton st molt1phcarono a centrale dei maschi contro la riproduzione. Siamo cosi di fron-
milioni e rovinarono gran parte d ei pascoli; se nessun ostacoln te a fenomeni conturbanti, i cui meccanismi restano misteriosi
ne impedisse la progressione, una coppia di _merluz~i potre~be e che i partigiani della pianificazione delle nascite in ambiente
popolare nel giro di qualche anno la totalità deglt oceam.. umano, d esidererebbero davvero conoscere! '
Tuttavia le cose si svolgono come se la natura (o la speCie)
avesse ideato dei freni per questa demografia galoppante. Al- 3 · L 'animale si suicida'?
cuni esempi bastano per convincercene. Tra gli sgomb~i, ~l Il caso così spesso citato dello scorpione (o del cobra) che si
99,9% dei giovani (o delle uova) spariscono nel corso det pn- punge a morte quando è circondato, per esempio, da un cer-
mi 70 giorni di vita: allo stesso modo, il 99 % delle uova_ o ~hio_ di fuoco~ o se si. concentrano ~ul suo dorso i raggi solari
larve di salmone muoiono nel periodo compreso tra la nascita med1a~te una l_ent~, e soltanto un mito o comunque il risul-
e la migrazione verso l'oceano, m entre il 79 % dei sopravvis- tato d1 osservaz1om affrettate o di interpretazioni romantiche.
suti vengono distrutti prima di ritornare a deporre .le uova Oggi si sa che il dardo relativamen_te molle d i (Juesto aracnide
nei fiumi; il 77 % delle lepri non supereranno la pnmavera non potrebbe forare il guscio e nemmeno la membrana ('he
successiva alla loro nascita; tra la maggior parte dei piccoli congiunge gli anelli di chitina; inoltre, il veleno così secreto
uccelli nidicoli studiati da Lack, appena il 45 '7o delle uova ge- non ~a alcuna azion~ grave. s~ll'animal~, nel qua le provoca al
nerano dei piccoli che arrivano all'età in cui lasciano il nido; masstmo _u~ _legger~ mt~>rp1d1mento (ncerche di Hourne).
questo tasso si abbassa ulteriormente tra i nidifughi che si Sul su1cad1o degli an1mali do mestici, eseguito mediante an·
spostano dal momento della nascita: il 15 % diverranno adul- negamento o caduta nel vuoto, circola tutta una serie di
ti, il 70 % periranno prima di riprodursi : l'R? -85 % delle aned~oti, a volt~ hizzar~i a volte commo venti ma sempre so-
uova covate non produrranno cosi uccelli adultt. spetti. Senza considerare li carattere gratuito delle testimonian-
L'insufficienza alimentare, l'intervento dei predato ri, i mol- ze raccolte e . l'impossibilità di verifìcarle, bisogna ammettere
teplici c cataclismi tellurici ,. non sono le sole cause di que- ~he la ~~ggun parte di .questi fatti, quando esistono, sono
sto fenomeno di equilibrio biologico. Ricordiamo l'esempio 1mputablit o a balordaggmi e a errori d'interpretazione. o a
d ei criceti, questi piccoli roditori scandinavi che, generalmen- alterazioni mentali.9 In compenso sembra che no n siano rari i
te in numero ridotto, a volte sono presi dalla fregola della casi dì animali che sì lasciano mo rire per inedia, e in partico-
riproduzione : a llora, senza che si cono~a la ragione esatta di lare i cani dopo la scomparsa del lo ro padrone, o del cane 0
tali processi, a centinaia di migliaia e compa_ttam~nte v~nno
a gettarsi in acqua. l lavori di ]. Cal~oun sm_ sorc1 appa10no c~~. diventando troppo numerose. vengono decimate da epidemie di dissente-
altrettanto significativi per quel che nguarda tl ruolo prepon- na che lh _tal modo ne regolano la d emografia. Grazie a ta li fluttuazioni cidi-
derante della specie sull'individuo. Egli mise 8 sarei (4 ma- che (nesctla .... ma lattia) la loro popolazicmc si mantiene stnbile. Presso nu-
mc_ros~ ~peci ~ d_i uccelli il rifiuto all'accoppiamento: la lim itazì on~ del numero
schi e 4 femmin e) in un recinto di 9 mq in grado di acco- de1. nada, la d astr~w:me vuluntara~ delle uova {a meccan ismi che ispirano
glierne 4000 ; le condizioni di tempera~u:a ~r~no ideali, l'ali: tal~ co:nport a menl• Cl rcsta~o ovv•amcntc sconosciuti) e l';uione dei prcda-
mentazione e l'acqua erano abbo ndartu, 1 mdt .eTano separa~• tcn umscono, ari un medes1mo fine, auto cd d crogeneraz:ione. Stupefacente
pctere della specie o della natura.
e confortevoli. Due anni piìt tardi si contavano 2000 sorc1. Pot, 8 In realtà_ l'ani_ma~c si. dib~tte. cerca eli fuggire e muore m ffocato dal
bruscamente, i maschi cessarono di procreare. Oggi (l'esperien- calore: .l .movam enh d•sordmata che compie hanno accrcdi tatn la leggenda
del 5Uicidao.
za è cominciata nel maggio 1968), sopravvivono solo 15 fem-
. 9 Vedue ~- ~cshaies, Psyrh"logie du .w irìde, PUF 1947, p. 275. Si tratta
mine.1 Ci si trova qui in presenza, nuovamente, di un processo da _un cane v•t.tama, c_on i suoi pad roni di un incidente d 'auto. rna senza
· feratc ap~arcn_h. lnquJeto, aggressi vo, si getta poco più tard i dal secondo
paan~ e sz ucnde. Dcshaies invoca una psicosi traumat ica commozionale cd
7 Nello stem• ordin e di idee. segnaliamo il caso di quelle scimmie insulari emoz1ona!e.
del gatto loro am1co; s1 tratta in questi casi di depressione capitargli di riposarsi in prossimità di una polla d'acqua men-
reattiva (c patologia del lutto a livello canino», per ripren- tre zebre e antilopi gli passano accanto tranquillamente...
dere l'espressione di G. Deshaies), anche se i racconti che se ne
fanno mancano il più delle volte di oggettività e gli errori a) I comùallimenti rituali o l'aggre.Htvilà domala. r. necessa-
d'interpretazione restano possibili.10 « Non si tratta, evidente- rio segnalare gli inevitabili combattimenti tra animali. Gli uni
mente, di un suicidio nel senso che generalmente si dà a questo tendono a proteggere la specie contro l'animale predatore (ve-
termine nd caso dell'uomo; l'animale non si lascia morire sa- di K. Lorenz), gli altri a provocare la paura e la fuga nel·
péndolo e volendolo. Ma questa , depressione reattiva > può l'animale della stessa specie che non rispetta i limiti del ter-
essere abbastanza profonda da comportare la morte dell'anima- ritorio (di riposo o di ca<.:cia o di accoppiamento). Nei due
le, e dunque capace d'inibire l'istinto di conservazione. » 11 Il casi le armi possono essere diverse: si cita spes~o quello del
fatto che si tratti di animali domestici, dunque " umanizzati », cervo che, attaccato da un carnivoro, si dil'ende con le zampe
« individualizzati », deve essere qui considerato attentamente: anteriori ma utilizza le corna solo nelle risse <:he l'oppongono
vi ritorneremo pii1 avanti ... a un altro cervo. i:. importante insistere su quest'ultimo tipo
di combattimento che si è soliti definire riluak poiché sem-
4 . L'animale dà la mortel 12 bra obbedire a delle regole estremamente precise cui si sotto-
Gli zoo in cui gli animali vivono in condizioni repressive mettono i protagonisti evitando che la lotta dege11t:ri iu massa-
estremamente artificiose 13 non costituiscono un terreno di os- cro (il che, va detto, accade spesso nell'uomo). Evochiamone
servazione valido per rispondere a questa domanda, come brevemente lo seenario. Abbiamo già souoliueato rhe nel ca-
è stato assai bene capito da K. Lorenz; tanto pii1 cbe i com- so di confhtto con un animale dello stesso genere l'animale ri-
ponamenti di fuga sono impossibili per l'attaccato. Certo la corre talvolta a un'anna specifi(:a diversa da quella utilizzata
natura impone ai carnivori il massacro della preda, ma basta contro un individuo di una specie diversa. Inoltre, prima di
avere frequemato, come noi abbiamo fatto, le grandi riserve arrivare allo scontro fìsico, (:"i: la fase ddl'imimidaziune: i due
africane per convincersi che il leone, per esempio, attacca ~ nemici » si g·uardano u>Tl fissità , gli on:lu negli occhi (cani,
solo per fame, senza odio né collera; una volta saziatosi, può gatti, galli, scimpanz(:... ); spesso si fermano a questa fa~t. Bi-
sognerebbe aprire qui una parentesi sui casi di simulazione
IO t· questo il caso del gatto di un diplomatico francese residente ne!( li di morte tendenti a sviare l'eventuale nc:mico. I casi di omo-
Stati Uniti e poi ritornato in Francìa. Dopo la sua partenza, l'animale morfia e dì omocrornia sono assai noti e rappresentano degli
rifiutava sistematicamente di mangiare. Quando gli si diedero gli ali- esempi permanenti di difesa (l'esempio dei fasmidi è signifi-
menti ai quali era abituato, vi sì getto sopra letteralmente per divorarli,
ritrovando così il suo sistema di riflessi condizionati legati a un dato tipo cativo). Ma esistono casi di immobiliz.z.az.ìuru: riflessa che scar-
di nutrimento. tano alla minima percezione del pericolo. il pericolo della
Il A. Brion, P. Citrone, Suicide et autumuti/atiuns chez les animaux, in
A. Brion, H. Ey, Psychiatrie animule. Desclée de Brouwer 1964, p. 310.
morte, mimandola. L'animale predatore annusa il (falso) ca-
12 Sia che si suicidi sia che uccida l'altro, l'animale ci pone una sola davere e passa oltre. Ciò non va sempre interpretato in termini
questione: ha coscienza di ciò che dà la morte? di finalismo. Già :Fabre citava l'esempio dello .'iCarite gigante
13 ~ stato fatto un confronto tra lo zoo e l'ospedale psichiatrico.
che, senza essere minacciato, può assumere l'aueggiamento. di
lo" Ospedale psichiatrico immobilità mentre lo scarite liscio, assai pilt debole e bisognoso
Autorità Zoologi Autorità - Psichiatri di questo meccanismo protettivo, ne è totalmente sprovvisto.
Guardiani ,. Infermieri Rabaud ha dimosrrato, d'altra parte, che l'immobilizzazione ri-
(Pubblico) - Animali (Pubblico) - Malati Hessa utile a certi anropodi (i G lomeri in particolare) si di-
mostrava nociva ad altri (Nehria, psammodi, Brachyuus cre-
Vedere H. Ellenberger, Jardins zoolugique et hopital psylhifltrique, in
PJychiatrie animale, sotto la direzione di H. Brion e H. Ey, De.clée de
pitans). Nel corso del combattimento vero e proprio, appaiono
Brouwer 1963, pp. 559-578. poi dei meccanismi di distensione. « l.ln primo , sistema di
controllo > permette all'animale che ha la peggio nel combat-,
tim«=nto di , tagliare > i propri segnali di aggressione: il gallo · Chauvin ci segnala che nel combattimento dei ratti osservati
a bba.~~a la sua cresta rvssa e le sue caruncole, la schiena ar- ~a. ~amett, il vint~ non muore per le ferite subite (che agli
cuata del gatto riprende la sua forma normale. L'animale m1Z1 non sono gravt) ma· ~r lo choc emotivo causato dal fatto
riconosce così la disfatta imminente, ma questi segni possono che non ~uò fuggire. ~'altra parte gli attacchi del suo ag·
essere insufficienti per bloccare in tempo il vincitore. Un gressore dtventano raprdamente furibondi e vanno a l di là
S«ondo meccanismo entra allora in azione: l'animale vinto ~el codice dei colpi pe_rmessi e vietati : è appunto perché
presenta al vincitore la parte vulnerabile del proprio corpo. l attaccato non « dà la nsposta che occorre .,. , cioè la fuga. E
Questa posizione di sottomissione può essere assunta mentre l'attacco raddoppia in furore, un furore nel qua le forse entra
l'animale , taglia • i propri segnali di aggressione, o intervenire un cert? spavento davanti a un comportamento anormale:
solo pit't tardi. Così il lupo, in questo tipo di situazione, volta è smarnto e la sua repentina aggressività è un prolungamento
la testa e offre la vena giugulare ai denti dell'avversario. La del suo scompiglio.
cornacchia presenta la volta non protetta della parte posteriore
della testa al becco del rivale. E il cane, come chiunque può b) Gl~ animali m ortiferi. Ma non è sempre cosl, ·e la « sag-
notare. si m ette sulla schiena, offrendo cosi il ventre e la gola gezza ammale • può spesso sbagliare.
a l vincitore. Questo cerimoniale di distensione scatena nell'av- Da questo punto di vista va tenuto pre~ente il fatto re de-
versario una reazione altrettanto positiva di quella dei segna- mografico, e in particolare la densità della po po lazione: J'am-
li d'aggressione. Il suo effetto è d'inibire l'aggressione e mi- '?assame~to renge. aggres~ivi - come accade, d'altronde, per
lioni di an imali gli devono la vita di fronte a un avversario l uomo. S1 tratta .d• un mezzo c immaginato .,. dalla natura per
della stes.c;a ~pecie: l'assalitore, a volte dopo un ultimo gesto regolare la cresctta demografica? Niente è così difficile <:ome
di trionfo come un colpo di dente o di zampa, abbandona pron~nc.iarsi su t~le fatto. ~ ben vero che Verheyen ha segna-
il combattimento. Questo atteggiamento ta~cia all'animale vin- lato l eSIStenza ~·- comba~umenti mortali tra gli ippopotami
to la possibilità di battere in ritirata flno' al proprio tenitorio, del fi.ume Semhk1 dove SI contavano 2087 paçhidenni su 3~
o quella di ammettere ch'è sceso di un gradino nella gerarchia km d1 percorso. èioè un animale ogni 15 metri ... Ma è evidente
del gruppo. Nell'un caso e nell'altro la sopravvivenza della che ~ fiumi africani non sono di solito popolati da un tale
specie e dell'individuv si trovano assicurati.,. 14 L'animale che contmgente di ip~>potami e che questi sono allora piit pacifici.
fugge dopo il ritua le di sottomissione non è mai inseguito, o Un altro esempw è quello che ci viene forn ito dalle renne
l'inseguimento si riduce a un simulacro. Quando la fuga si dell~ Lapponia. Inde~lite dalla fame - là non hanno pa-
dimost.ra impossibi le, iu una gabbia o nel recinto di un giar- scoh -:--- _no n h.an~o pu:•. la forza di difendersi dai giganteschi
dino zoologico, accade che l'attaccato « muore di paura '"· R. ston~1 d.'. co~t: s1 nfensce che in tre villaggi del Nord della
Svezia pm d1 30.000 bestie sono state in tal modo uccise e d i-
l 4 R. Clarke. l ..a rmtru à la mmt o u fa trrhnocratie de la ,(llerrc, Seui) vorate negli ultimi anni. Ma è probabilmente il ben noto com-
19i2. pp. 242-24., , R. Chauvin ci ricorda che i negozianti di pellicce fanno po~mento degli insetti sociali che ci avvicina di piil alla $i·
grande attenzione a lle cicatrici che deteriorano le pelli: essi 3COprono
as!ai pr~~tu eh~ in u':la pcll.c: ?i lcn~c. per esempi~, l_c cicatrici; che _sono le tuaZton~ umana. Le formiche schiaviste attaccano altre specie
tracce dt vecch1 colp1 d artJghu u d1 vccch1 mon1. SI tnlvano tutte m certi per raptre le loro larve che. una volta se h i use, costituì ranno una
punti (per esempio sulle spalle) e mai in altri (addome): e che sono locaJiz. manodopera assai utile. I combattimenti si concludono con
zate ful/u summal tJ in :Qne pow vufrwrabilì perch~ protette dal grasso e
da llo q :essore della pelle, senza cont3re un ampio st rato di muscoli (le un'auten_tica s~rag~ all'in~erno ~i u~a stess~ specie: l'ape che
spalle); in compensCI, n'!" si vede che ro~a impedirebbe al Icone di squar- penetra m un arma stramera vtene Immedtatamente immo bi-
tiarc il ventre tlcl suo Tlvale wn un colpo di artigliu; eppure non lo fa. Lo
ste~sn avviene tra gli elefanti di mare i cui maschi si danno a feroci com-
l~zzata dalle guardiane specializzate e uccisa all'istante. Segna-
battimenti a rnlpi di denti. Ma si colpi"ono solo sul collo, uni ben pro- ltamo anche l'implacabile massacro delle api maschio (fuchi)
ttth: e dt>ve le piaghe c i<'atriznno rapidamente. E si potrebbero moltipli-
care gli t$empi ...
alla fine ~ell'estate - descrittoci dagli specialisti R. Grassé c
R. Chauvm - : o vengono privati del nutrimentn (C'he non

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possono procurarsi da soli) e gettat i fuori dall'arnia (m or iran- Hrasile (ch e vigila con una attenzione gelosa la propria pro-
no di l reddo durame la no tte); o vengono uccisi co n un colpo genitu ra, ne favorisce lo schiudersi, agita. le pinne per fornire
d 'an llco . Analogamente, quando poco prima della sciamat ur a la corrente d 'acqua ossigenata necessaria all'incubazione) di-
nascono le nuove regine, queste si battono a morte - davanti vora avidamente i propri piccoli quando abbandonano il n i-
alle operaie che non intervengon o -·- finché ne sopravvive una do."' Citiamo inoltre i casi dì cannibalismo puerperale osser-
sola; i: questa la sola occasione in cui le regine usano il loro vati tra gatte, cagne, vacche, giumente, coniglie, lepri, ricci,
aculeo (per trucidare le altre regine), dato che uon se ne orse brune, porcelline d'India, furetti, tassi, scrofe: la placen-
servono n é coutro le operaie n é contro l'uomo (le api regine tofagia non si ferma in questi casi al livello della placenta e
possono venire manipolate senza p ericolo). Le formich e sem - d~l c:o:d'?ne ombelicale, ma riguarda a nch e il neonato. A que-
brano ancora più crudeli: esistono delle specie in cui la regina sti cass basognerebbe aggiungere quelli di cannibalismo riguar-
non puù fonda re essa stessa un nuovo fo rmicaio ma ha bisogno danti gli adulti : il tema della sessua lità con giunta all'al imen -
dell'aiuto di un 'altra specie, a volte del tutto diversa ; ma ac- tazione è esemplifi cata assai bene dal caso sorprendente della
cade ch e la giovane regina parassita si introdtH:a nel formicaio mantide religiosa che decapita i l masch io durante l'accoppia -
stranie ro in cui la cosa più urgente pe r lei è cercare la regina mento - l'ablazio ne dei centri inibitori favorisce una più
legittima: l'avvicina allora di soppia tto e la decapita. Dopo intensa e prolungata esecuzione dei movimenti spasmodici del
di che le operaie alleveranno la sua cova. E quando saranno coito (è l'illustrazione del " principio di piacere » degli psicoa-
morte di veu :hiaia (poiché non c'è più una regina che produca nalisti)- e lo divora dopo !"orgasmo. Mai, forse, Eros e Tha-
delle g iovani), allora la regina parassita sarà pronta a ricomin- natos sono stati così intimamente associati, come avremo occa-
ciare allrove la sua aggressione sempre impunita, dato che le sione di vedere più oltreY
opnaie della regina che va ad ammazzare non intervengono. Stando a P. C. Blin e a J. M. l'avreau, 1 ~ si possono avanzare
(l Una volta di piÌI sarebbe pericoloso confrrmtare t roppo da numerose sp iegazioni. Carenza di carne presso il porco o il cin-
viciu<> i comportamenti degli uom in i e delle formiche, benché ghiale che restano, n o n ostante tutto, car nivori. o c.:arem.a d i
la lcntalit>IH: alle volte sia irresisti bile. Si arriva a ch iedersi calcio o di po tassio. D iverse alterazioni ddl'apparaw digeren-
se l'ap parizio ne della vita in società complesse non sia inse- te, tra cui la costipazione. Patologia puerperale e più in pani-
parabi le dalla crudeltà e d all'aggressione contro il pro pr io colare mammiti, erosioni mammarie, scr epolature dei capezzoli
simile. In ogni caso, tra le formiche e tra gli uomini, p er chi (la scrofa divora soltanto i porcellini che succh iano le sue
è vcnulo mc:nu alle leggi della comunità (e come sono rigide mammelle posteriori screpolate). Fallimenti nei primi contatti
tra gli insetti!) la fuga non è più una giustificazione assolu- madre-figlio, quando la madre, per esempio, toglie la placenta
toria » ; 15 sarchbe curioso interrog·arsi a questo proposito sul e strappa il cordone ombelicale: « Sia ch e il piccolo sia trop-
senso equivoco che la morale (umana) dell'onore assume in po debole per gridare e allontanarsi, sia che la madre troppo
tahme c:in:ostanze! ansiosa led a il moncherino ombelicale p er un eccesso di at-
tenzione favorendo così l'insorgere di un 'ansa imestinale, sia
c ) IL cm m il"rlismo auiniale. Il cannibalism o animale, anch e
se poco frequente (lupo non man gia lupo, afferma la saggezza
16 Ci imbattia mo qui nel pro blema d e ll'm fan licidio anim<~lc ~lu: sc.:mh•a
po po lare), tuttavia t•siste. Alcuni ucc.:elli divorano le loro u o- usere sempre in essenza cannibalesca. Già Buffon citav a il . caso di qu elle
va. e in pa rticolare le galline « mang iatrici d'uova e .strappa- cince che becca van o il cranio dei propri p icwli p er nutrirsi de! lllro ccr·
piume ». Il lun:ìo, l'anguilla, la carpa si nutrono d ei loro vello (vi p osson o essere deì casi di infantìcidio cannibaksço <~nçhc t ra gli
uomini: .ne ripa rle remo più avanti). Vedere L . Bertin, Gli animali e la !or()
avanotti : le trote sono golose clei loro nati; il pesce acara del v1ta, Istituto geogra fico Dc Ago$lini i 9S$.
17 Così come r itorneremo sul tema morte/nutri m ento illustrato qui dal
racconto p oet ico d el pe llicano.
l.i 1-1. C hauvi n. l-<· r.omporlrm1·nt wl"iul dtc: Ics (lnimaux, PUF l 961. Sul- 18 lnfanticidr 1!1 nmliib,./i.r me jJuHpérui . in Psychìatrù• rmimu/1'. op.
l'animal r rh c ag,~: recl isce l'uo mo . ved er~ P. (;:ISc:lT. op . rit .. p p. fiS- 76. cit.. 1964. pp. 2'i 7 -Zli.~ .

95
che il piccolo presenti un'ernia congenita: in tutti questi. casi tiwlare dell'aggressività medesima? Bisogna concludere che
la madre non ha la possibilità di distinguere tra l.e anse mte- si tratta d 'una abolizione di in ibizioni attive allo stato nor-
stinali-e il cordone ombelicale e può strappare le VIscere al suo male? In questo campo sussistono tutta una serie di punti OS<:tl-
piccolo senza rendersi conto delle co~seguen~~ :e; oppure, se ri, malgrado i parametri siano m eno numero.~ì dte prc!iso l'uo-
non si stabilisce « comunione fonolog1ca audttlva reoproca , mo, che s<:oraggiano ogni ulteriore an:ostanwnro. » 1"
tra la madre e il neonato (otiti parassitarie dei conigli; voce
troppo debole del piccolo): la madre placentofaga non è in- ~ . Il comportamento dmJtmtì ai cndmlf1"Ì
formata abbastanza presto per arrestarsi e non distingue la Si sa ancora assai poco su l comportamento del l'animak da-
carne del suo piccolo dalla placenta e dal cordone o':l1belicale. vanti al cadavere dei suoi simi li . .Fn:o alcuni esem pi che pe-
Alcune situazioni anormali, sia nelle condizioni di VIta (addo- raltro non consentono di ricavare una conclu~ion~ valida in
mesticamento e stabulazione che compromettono i comporta- gen erale.
menti naturali), sia a ·livello pskologico: madre ansiosa che Tra gli insetti sociali , api c form iche. i morti vengono di
non ha più latte, madre malinconica o gelosa (co~e cap~t~ solito buttati fuori. Le rormidte hanno pen'> andte tlti « depo-
per esempio tra i gatti e i cani d"mestici quando gli uomm1 siti » in Ctli abbandonano d etriti e cadaveri; sembra anl i che
si interessano troppo ai pi<:coli e trasnnano la madre che fino sia una certa sostam.a, prodotta senza dubhio da un ini7.io di
ad allora era stata vezzeggiata). Senza trascurare i casi di re- putrefazione, a incitare C(uesti iusctti a portare i loro cong;('tH'ri
golamentazione demo~raf-ìca come l'equi\ìhrio biologico delle al «cimitero». Pii! pratiche. le termiti divorano i cadaveri:
acque (grande prol ihdtà dei pesci « che -~arebbero con_d anna- così non c'i.• niente d1e va<ia perso per la società! ·
ti a morire di l'amt: se cton·ssero an:ontentar~l dd nutnmento La questione è più deli(:ata ron gli animali sup(·riori. Di
messo a loro disposizione dalla natura " · Se la specie è minac- l'a tto, si ignora quasi tutto ~~~l « nunportamc.:nto di mo rte"
ciata di sterminio, l'aggressività cannibalesca scompare). La tra i mammiferi (ammesso che c.sista ). Semhr;, eh<' i ve<:chi si
pluralità e soprattutto la diversità degli argomemi ve~ifi_cano i5o lino per muri~c (per qua le motivo ?) nella hoscaglia. o al-
due eme: da un lato l'elemgeneità dei fenomeni deS<.Ttttl (al- trove: le belve ((:he attaccano solo prede troppo RÌo\'ani, trop-
terazioni del comportamento. errori nel prot:esso di riconosci- po anziane o malate) le fauno a pcui rapidamente. Semhra
mento del neonato da parte della madre, casi di regolamenta- t·he vi sia quakhe tentativo. vago e rudimentale, di aiutare
zìone demografica); dall'altro, impossibilità di domina:e il.pro- il simile ferito a rialzarsi (tra le scimmie o gli elefanti. per
hlema: oppure entrambi i fenomeni. « Qualun.que sta l'tnte~ esempio). Ma am:ora una volta non sappiamo niente di preciso
resse delle inlormalioni t.:he ci apporta l'etologta, esse non c1 al riguardo.lll
comentono di andare molto lontano nell'interpretazione del Un <.:erto numero di uccelli che vivono in gruppi impor-
..:annibalismo umano. Il fondo animale dell'uomo deve forse tanti, non solo non prestano aku na cura ai reriti . ma am:i li fi-
qualcosa al cannibalismo delle bestie, ma come saperlo? Due niscono e li divorano. Il pinguino non se ne O(-cupa per niente:
ordini di r ìHessioni a questo punto si scontrano. Da un lato i corvi e le gazze si d irigono verso dì loro lanciando un grido
il cannibalismo anima le sarebbe, a prima vista, <naturale·· speciale cht" fa accorrere tutto lo stormo. Ma tra le (·ornacchie
dato che nessuna dif esa sembra lìmitarlo. D'altro lato esso si c vokrà al soccor.~) )) penin() nel nem ico del giorno prima.
appare provorato da ce~ti c~mdizi(~namen~ì artifici~l.i o. ~ato: mentre tra i corvi sì approrttterà clcll:l sua disgrazia per fin i rlo.
logici che rendono canm~)aU alcum gruppt o a~culll t~dt~tdut Se il ferito si dibatte. le ~<tll e entreranno in grande: a~italio-
che in condizioni nonnalt non lo sono. Infine, ti canntbahsmo
può adempiere, in cas~ estremi, .a ìm~erat_!vi. specifici (_ma~teni~ '1!1 it Green, Ri•nlilt: 1111 funla.! ll/1' ti~t·. in lJt•.<tim du rrmni/)(J/imlr. • Nou'
mento di un tasso d1 popolaziOne m hmttl determanau). Sa vc!le Rcvuc d~ l'\rrhanaly~e •. {), :111tunnn !'Ji2. pp. 2~ -2'1.
tratta dì un comportamento in rapporto con un aggravamento ZO Nel mattatnio l'anim:tlt• ~cmhra p iì1 scnsihi lc all"odor!' fnrt(' c clo l-
cia~lr~ rh·l S<tns:uc (d~1 <JUÌ il _riflcs.<o di fu~.:~) <h c alla vi ~ta dd .-adavnt·
indì!Terem~iato dell'aggres!'iività o di un orientamento p1l! par- prnprtanwnte •\et l n (( . _ Dcshau.:s. nf•. n / ., 19~ ', p. l 11:2).
ne; se non si muove. gli gireranno attorno con gra_nde c~r­ malati o gravemente feriti, si sdraiano per non pi la risollevarsi
co~pezione. Quanto alle sterne (uccelli di mare che vtvono _m in uno stato apparente di " rassegnazione » (ricordiamoci del
gruppi molto numerosi), volano in tondo attorno a un ferno poema di Vigny dedicato alla morte del lupo) e rifiutando ogni
che si agita, si disperdono se non si muove più; r:na se ha un~ cibo.
. Ma in . realtà non esiste alcuna osseTvazione sistemati<:a
grande macchia di san gue, non mancano di fìmrlo. P resso 1 o ng·orosa m quc..'Sto campo.
gabbiani, una morte improvvisa provoca la dispersione silen:
ziosa dell' intero gruppo... Le differenze nei comportament ~ b ) U11'ipotesi ardita e fmttuosa. Si può aggiungere qual-
animali sono enormi. cosa? In via ipotetica, seru.a dubbio. E. Morin distingue al ri-
In breve. non sembra che l'animale conosca la pratica del guardo un doppio settore : l'uno di chiaroveggenza di fronte
cimitero, nonostante l'esempio del « deposito » delle formi- alla morte, l'altro di cecità, ma tendenti entrambi all'adatta-
che e benché si parli di " cimitero degli elefanti » in cui, mento dell'individualità alla specie. Per molti aspetti la rea-
effettivamente, si trovano numerosi scheletri: ma si tratta piut- zione dell'individuo in pericolo di morte diventa una reazione
tosto, in questo caso, di un luogo in cui l'animale va a morire: di difesa della spet:ie che- come abbiamo sottolineato - dalla
piuttosto che di una sepoltura propriameme detta. In ogm fecondazione alla scomparsa subordina sempre a sé l'indivi-
caso, La tecnica dd seppellimento o dell'inumazione non ap- duo.12 « L'istinto, che è un sistema di sviluppo e di vita, è an-
partiene al mondo animale e sembra dover _ess~re solo_un'a~­ che un formidabile sistema di protezione contro il pericolo
tìtudine spetifìcamente umana ... come torse 11 hnguaggw arti· di morte. In altre parole, è la specie e non l'individuo che co-
colato e La fabbricalione delle armi! nosce la morte: ed essa la conosce fino in fondo. T amo più
in quanto la specie esiste solo mediame la m orte dei suoi in-
6 . L'animale sa di andare a morire! dividui: questa mone , naturale . è mau:hinala nel cuore stes-
a) Uu problema difficile. La coscienza d~lla m~>tte ~ell'a­ so degli organismi individuali: in ogui caso g li individui mori-
uimale è uno dei problemi più ardui: presenta mfattl due e
ranno di veC<:hiaia ... Ed perché La specie è , chiaroveggente ,
aspetti. L'animale sa di dover morire o, se sì preferisce, h~ nel suo difendersi dalla morte che l'individuo anima le è cie-
coscienza dell'ineluttabilità della morte? Sarebbe quanto mat co alla morte medesima. Se l'animale è cieco all'idea della
imprudente prununciarsi su questo punto, 'anche se si ha _spon- sua morte è souinteso che non ne ha né cosd cnza n é idea.
taneamente la tendenza a rispondere negativamente. L'anamaL~ Ma la mancanza pura e semplice di coscienza i: l'adattamento
ha coscienza della morte imminente? Circa il decesso del Sl- dell 'individuo alla specie. La coscienza è solo individuale e
mile, le risposte divergono a seconda dei casi. Ambigua presso presuppone una rottura tra l'imelligcma dt:lla specie. cioè l'i-
le scimmie (vi ritorneremo più avanti), essa sembra pill ch ia: stinto, e l' individuo. » 23 Poid1é la morte equivale alla perdita
ra nel ratto che porta via e allontana il cadavere d ' uno de1
componenti d el suo gruppo ed ev~ta _di m~ngia~e il cibo ~he
suoi occhi, tra il !(Tano. erano fissi su dì me e indovinavo, OJ'ora verso il suo
ha provocato nell'altro le convuls1?m ~eli agom~ (da_ qm la petto tremante, i battiti accelerati dei suu cuore. Ho ancora il t iwrdo di
necessità di utilizzare, nella deratttzzazwne, degh antt-coagu· quel topo ficcatosi tra il mio cumo:lino e il muro. e ìmnwhili1.1.alu dalia mia
Ianti che provocano delle emorragie interne senza sofferenze torcia elettrica: mi iaiH··ava gli stcs~i ~~uardi spaventati e il ruorc aveva
gli stessi ritmi accelerati. » S. Lupasco, LJu rhH'. cle ltl matfdomaliqut• cl dt• la
spettacolari ). Ancora p i Ì1 delicata è la risposta alla domanda : mort, Ch. Bourgois 1971, p. 171.
l'animale sa che sta per morirel Sì, in una certa misura, se si 22 E. Morin. L'fwmmc et la muri, Seui] 1970, pp. 5.3-51!. Vedere P.L.
pensa all'atteggiamento del cane, del gatto, del cavallo.. } 1 che, Landsbcrg. op. cii.. 1951, cap. 1.
23 E. Morin. ojJ. cit., pp. 54-S.'i. L'autore precisa inoltre: • Quanth> !ili
individui di una stessa specie si attaccano reciprocamente, ciù avvi~nc solo
in caso di lotta sessuale. cioè di selezione a vantaggio della specie, o a
21 «Non esiste animale, per umile ch'esso sia, che non fugga la morte e rigore nel caso di lotta dovuta all'insufficienza di cibo. il !'he vuoi dire
vi soccomba nc:l tremore c nel turore. Mi è sempre rima5ta impressa nella ancora selezione, o quando certi elementi •ono divenuti inutili alla pro-
memoria dei miei quindici anni la quaglia che avevo fHito a caccia... : i creazione (api maschio) ... •
dell'individualità, niente di strano che l'animale sia cieco ·alla credenza nell'immortalità. Nessun uah... uah... funebre ha mai
propria morte. così come lo è a quella dell'altro, come ha significato ( tu vivrai nell'altro m ondo •. ,. 111
dimostrato Zuckermann a pro posito dei babbuini.lA La chiaro - ~arre cosl. il pr<_>blema è _già un oltrepassare i limiti ncces-
veggenza apparterrebbe dunque alla specie e la cecità all'in- sana~ente nstrettt d~ll~etologia pe.r toccare le sponde affasci-
dividuo. Il rapporto individuo-specie costituisce così il punto nanti, ma ~ors_e u~op1shche, de li antropologia: come stupirsi
d i riferimento privilegiato per capire il problema della m o rte ~e la spec1e s1a cteca alla morte degli individui , dato ch e ne
animale : c L'animale è caratterizzato dall' affermazione della VIVe ed è tale c appunto per difendersi contro la morte ,. ?
specie sull'indivjduo. Perciò, nella vita animale, l'intelligenza
deJla specie è , lucida , di fronte al pericolo di morte, mentre
l'individuo è , cieco , a lla propr ia morte o a quella di un
altro,., scrive ancora E. Morin.
In ultima analisi sarebbe dunque l'individualizzazione che
caratterizza l'uomo e in particolare l'uomo della società mo-
derna a spiegarci la moltitudine cii fantasmi ch e questi im-
magina in pre!ienza d ella morte. Ed è appunto nel la misura in
cui è stato reso domesti<:o - e umanizzato di conseguenza -
che l'animale .~i rappresenta la propria morte o quella del-
l'altro. c Si potrebbe allora dedurre che la morte-perdita-d'in-
dividualità concerne l'animale quando l'ordine della sua spe-
cie è stato alterato. per esempio dal processo di addomesti-
<:amento; l'addomesticamento sbarazza l'animale della tiran-
nia vitale, lo allontan a dalle attività d ella specie, lo , indivi-
dualiua , in un certo senso e lo lascia disponibile di fronte
a ll'essere piil indivirluali7.2ato: l'uomo. Non c'è dunque, se
no n coscienza, a lmeno sentimento e traumatismo provocati
d alla mo rte-perdita-d' individualità se non quando la legge del-
la specie è alterata dall'affermazione di una individualità. .Que-
sti ca.<;j· eccezion ali ci dimmtrano e contrariis che la morte ap-
pare solo quando vi sia promo zione dell'individuo in rapporto "'·
a lla specie.:zs ,. ~così c he l'animale d ome.$tico arriva a lasciarsi 26 E. Morin, op. cit., !970. p. 5 7. S. Lupasco sostiene, al rigu.udo. una lesi
morire senza fare il nel·essario per mantenersi in vita, e si cita originale. • A dire il vero se l' animale, esatlamcntc come i vegetali dd rc,to,
al riguardo il comportamento commovente del cane che si la· non vuol~ morire è pcrch~ n on fnlÒ morire. Le potenzialità biolo!fiche rhe si
allualiz.za~o in lui s~biscono regreuioni e nuove potenzializzazioni, nelle
scia morire dì fame sulla tomba del suo padrone... Ma, in aggress1om esterne e mte~ne delle attualizzazioni antagonistiche: anti-vìtali.
ogni caso, c questa promozione perturbatrice, se. si manifesta Eno allora conos(e non gu\ la morte ma la vita. poichL. con oscere significa
nell'animal e, nnn pu(l, in mancanza d 'una , coscienza di sé •• t:llcrc la sede dei pr~ccssi potenzializnti. nel medesimo tempo in cui
.conosce la morte, che Simultaneamente esso tenta di r ipotcnzializzare. Nel
arrivare alla co~ci ema dt'lla morte e, a maggio r ragione. alla con~ di tutta la sua esistenza, l'essue vivente è immerso nella morte. che
lo. c1rconda da ogni dove c lo penetra dovunque. N c ba in tal modo cu-
lticnn c conoscenza nella misura in cui la potenzializza e senza saperlo !a
.24 S. Zuckc:rmann cunstata che " le scimmie e gli antropoidi non ricono- rigetta, con ciò stesso, ndl'oggctlività esterna. La intende. la vede, la sente .
scono !a morte:. rlato che reagiscono ai Iom compagni morti come ~e fossero ma serua intendere che la intende, senza vedere che la vede ... senza la cu-
vi vi ma pa~siv i ~ . (7/t(' s"cinlli(r nf m flnlrry.< tmd nf>rs. London l!H 2). adenza della coscienza c la conrucenta della conoscenra. Ci/1 ch'o:sso co-
z.; K Morin, np. rìt .. !9ìU. p. .17. oosce, innanzitutto e dovunque - tutto il mondo fisico csternn - t la
morte. Solo, rum ,a di conoscerla. • ''P· cit., 197 1. p. 1111.

roo lO t
PARTE SECONDA
LA MORTE DATA, I.A MORTE VISSUTA

Se l'antropologia della morte vuole superare la descrizione


oggettiva dei comportamenti, atteggiamenti o riti, si trova di
fronte a una duplice e simultanea astrazione: la riflessione teo-
rica pura dell'uomo vivente, anche quando pensi di «avere
questa o quella volta, sfiorato le ali della morte », per dirla
con il poeta; 1 e il vissuto-impossibile, 2 cioè la sperimentazione
totale della propria morte, di cui si ignora se è possibile (il
morente vive la propria morte o muore la propria vita?), ma
di cui sicuramente non sì sa nulla (dato che se si ritorna in
vita ciò significa che non sì era morti e se si muore veramente
non si torna più in vita! J Restano un certo numero di sosti-
tuti: la morte che s'infiigge, a volte con gioia (il far morire),
la morte dell'altro che si sente con sollievo o in un clima
d'infinita tristezza e si tratta di un essere caro, l'angoscia per
la propria morte; e l'idea che ce ne facciamo: assenza./ presen-
za, rottura/continuità, incremento/ distruzione... (il morire).
Il che ci rinvia necessariamente alla nozione di persona, ai
rapporti tra Eros e Thanatos, al mondo delle rappresentazio-
ni e dei fantasmi. ..

l Si veda, ad esempio, M. Genevoix. LtJ mort d c fm)>, Plun !9i2: ~An­


ch'essa (la morte) è stata la nostra spaventosa compagna. M<t ci si abitua
anche al terrore. Finché ci colpiva d i lato. ci inganna va m o su l su n conto·
era per noi come uno spettacolo drammatico e swnvolg<.:ntc: cui rcagiv:• "l<·
con aspreua e con tutte le forze de! nostro corpo vivente. Non avrebbe
potuto essere divcnamente. Ci immilginavamo al posto dell'uomo abbat-
tuto come se ciò fosse possibile. f: impossibile, potevamo solo immaginarlo.
Ma la morte ci incalzava da vicino ancora vivi, ci ingannava in modo
orrendo, ed era peggio... Perché, questa volta, ta morte mi aveva vera-
'ment<: <sistemato> », pp. 151-152.
2 Come diceva Epicuro: • Se mi trovo là, essa (la morte} non c'e; s~
c'è, io non ci suno più ... •
3 I discorsi sull aldilà della morte suno più che ddudc:nti. Il figlio de-
funto di Belline, entrato in comunicazione con il proprio padre, parla di
• suoni •. • onde •, • vibrazioni •. • invitati di luce ,. __ , B~lline, Lu troi•ù:me
oreilfe. A l'icoute de I'Au-delà, Laffont l'l72, pp. 13.3-1$7_
l · IL FAR MORIRE

Come se il dover morire non bastasse, abbiamo anche a che


fan~ con il lasciar-morire e il far-morire.
Vediamo innanzitutto il lasciar-morire. Su ci rca 400.000 es-
seri umani che ogni notte in mancanza persino di un tugurio
per riposarsi si installano sui marciapiedi di Calcutta, all'al-
ba la polizia preleverà ~W.OOO debilitati, febbridtanti e agoniz-
zanti per trasportarli al moritorio in n ai vivranno (decente-
mente?) le loro ultime ore. In Occidente, abbiamo ben altri
modi di lasciar morire, o di incitaTe a lasdarsi morire. f: vero
ch-e da noi non c'è pit't il pericolo della fame, ma il tabacw ...
l'alcool...! L'alcoolismo, per esempio, direttamente (cirrosi)
o indirettamente (traumatismi biologici che riducono le pro-
babilità di vita, accidenti diversi legati a ll 'ingestione ahmiva,
incitamenti al delitto. demenza... ) è in Francia a l terzo posto
tra le principali· cause di morta lità. subito dopo le ma lattie
cardio-vascolari e il cancro, con ~0.000 morti a ll'anno: e rig uar-
da da vicino da 5 a 6 mil io~i di pen<me. Fin dagli in izi ciel
~olo lo statistico J. Hertillo n 1 ann unciava che la Francia
avrebbe potuto scomparire d isonorata : « la storia avrà il di-
ritto di dire ch'essa è morta di due vizi ignuhil i : il crimine
di Onan e l'ubriachezza! ». (~uanto ai rist:hi mortiferi ciel
tabacco, benché non siano statisticamente determinati. no n
sono meno gravi: cancri. malattie cardiache. disturbi nervo-
si ... Tuttavia la pubblicità favorisce il consumo di alcool e di
tabacco, e ciò perché alcool e tabacco sono fonti eli profitto.
Sempre il sacrosanto profitto! Ma è un huon calcolo? F. leci to
dubitame! 2

l L'a[co,fisme et le moyl'm de le combattre. Lecoffrc 1904 _ p. ZZ9. Nel


196.'1 suno morte in Francia, per alcuolismo, 20.722 pe rsone; nel 1%4 : 19.!/?r;
(di cui 5.021 per etilismo acuto e \4 .055 pu cirro~ i epatica) . Su 100.000
abitanti. 40 muoir;no per etilismo a cuto c 65 per c irrosi, nel M orhihan:
rispettivamente -~-'i e 5.~ nel ciipartimcn to delle Cfitc~ riu Noni c .'i!l ~ -IO
nd Fini!IÌ're.
2 Solo per i ! 1972. in Francia, l'alcoolismo è cnslatn al pa~~c 50 miliardi
~la è forse e soprattutto su l far-morire che dobbiamo iusi- Lauto distr uggono la vegetazione 6 ma anch e - risalendo la ca-
~tere, audu: !le le vittime dell' uom o mortifero sono di n atura tena alimentar: .<er~e: erbivori--. carne e latte -+ uo m ini)
lllolLo diversa. Ccn:hiamo di pa...sarle rapidamente in rassegna. --:- ac~resw no t n scht dt cancro primario al fegato; 7 la crate-
nzzaziOne del suolo (circa 50 milion i di buc.:he, di t:ui alcune
della profo ndità di 8/ 9 metri, tali da modi ficare sensibilmente
a) La ttatlira aggredita: l'ecocidio le condizio ni idrauliche, da imerrare in profo ndità lo strato di
hu.m~s e . mo1ti,rlicare i focolai di malaria)... sono queste le
La di:.truzionc th parte dell' uomo dell'ecosistema coinvolge pnnctpalt tecmt:he di di.strtUione. Anche in questo caso si
a tllt tem po 'luella d el nostro pianeta (ter r icidio) e quella di tratta sempre dello stesso sistema : lo spreco delle riu:hez.ze
a h:uni animal i ch e la popolano (anirnalicidio). na turali e delle r isorse produttive; e n o n è molta la distant a
ll terrir.idio si presenta sotto una luce diversa a seco nda che ch e separa il «consumo » dalle c merci » mor ta li : le armi in
si tratti di un risultato oppure di un mezzo. Abbiamo già par- tempo di ~uerra, ~li a~imeuti in tempo di pace - di cui ci
lato dd primo a proposito d e lla polluzions,3 dello spreco, d el- par la un hbro usctto d t recen te, L 'alimentation suicide.'
l'esaurimenw delle risorse vitali (acqua, aria ... spazio) o tecni- . t una situazione che suscita tre tipi di realion e: il rtatura-
ch e (m aterie prime). Esso è il frutto di una logica implaca- lzsmo conservatore che protegge la nostra vera n atura contro
bile, as~olutamente u nica nei suoi d iversi aspetti: la logica ogni nuova aggressione; i l ualuralismo rivoJ uz.ionario ostile
tanatocratica, basata sulla ricerca del profitto come motore del- a qual.siasi repressione r ivo lta. co~tro l' uo mo e la natu,ra (ad
lo sviluppo, sull'accumulazione del capitale come sistema di esempao Marcuse vede nel capttaltsmo una .. <.:àtastrofe dell'es-
crescita, sul m ito della fe lic ità (o dell'opule1ua) come esigenza senza u~ana ~; è dunq ue n ecessario, ci d ice, polverizzare il si-
di prud uzione j con sunw, sulla corsa agli am1a menti come (at: stema d1 segm che permette di monetizzare la vita sotto fo rma
ture di dissuasione ...~ Il terricìdio si traslotma in mezzo ogm di s~l~r~ ~ d.i. me_rci e ì~v~m_are ~no ~pazio e un tempo senza
volta in cui esso o pera per fin i militari: è il caso della g11erra posstbiltta d unf:l1ego ne d1 p •eno uu p ll"go); il 1Jalnralismu p er-
t't:ologiGl 5 di t:ui il Vietn am è stato di recente insieme vittima verso che, per n trovare un'esistenza autenticamente n aturale
e banro eli prova. La distruzio n e sistematica delle dighe per d i· trasgredisce a tutto cìù che esiste.9 '
strugget e le risaie, con il rischio di provocare inondazioni al
momenw delle pien e partiollarmente violente, dei fiumi ; lo . 6 Q,uc~ta venne gravemente danneggiata a .:o~uu dci bumbanlam!'nti
spargimemo massiccio di erbicidi e de'folianti, ch e n on sol- m cendca n al napal.m, delle_ bornb~ t ipo " Da isy C utter . ( IILU ll:l/u) di 7
tonnellate che. srad•ca no gh alb~n su un raggio di ·lOO metri. del livella-
mento mecuntco e,ffcttu~lto ~ed !~ntc; bulldour ~ti g~ti (opc:ruione • Rome
O?w •). Furono cose anm cntatc p tu d1 350.000 ettari di foresta.; !'~,ile strato
d i f ran( hi (::!.'• ~io do: Il t sp cst medi che). l costi diretti o indiretti che ne d~ hurn~s ~cnn . la s~a co~ertura. abit~a.le res iste m ale a ll'acqu a piovana e
r isuhanu ammontano a circa IO miliardi. O ra. nello stcuo anno, le imposte a1 venti . vtolcnt t.. r t ragg~ s~lan s~enh~uno i mìcro-organismi. C11me ri-
5ull'alc...,) luruno di un mili:~rdo 300 milioni. Lo Stato ci perde ... ma i mer· sultato st ba~no t fe!lomcnr dt latcnzzazmoe. il suolu diventa cretoso.
canti di vino c i gu<1dagnano! Chi avrebbe il coraggio di dire che lo Stato _7 .In partt colar~ cl «fattore aran cia • che conti ene diossina. so~tanza
non é al loro servitio? chtmlcamentc stabol~ operant.c a dosi infinitesimali. L a quantita d i diussina
3 Questa puil cssc.-re di rettamente mortifera. Il recente film giapponese C?sparJa s':'l pae_se s.' val uta m 500 kg. Nelle :rone dcfuliate i cancri c patiri
M imwutla raJ.Iprcsen ta al riguardo una terribile requisitoria. SI sono Qumt upltcatJ!
4 In n :..lt.l il capi talismo munopulistico • ~i ~ impegnato in una guerra Il .G. M.:na1dié: Fayard 1973 (acido ascorbi co n d vino . 20 m iliardi di
l'onlru la natura, si:. conino la natura dell'uomo che contro que lla esterna. gcrmt per . cm d t latt e, DDT ca.ncerugeno, salumi con n itriti a lo ro volta
l n l'atti le esigenze di un sempre più intenso sfruttamento _si urta nn contro can cerogene .. a cqu.a dc:p~~ata che rende cartliaci ...). Senza trasc urare il .:on-
la >lessa nalura, in quanto seti.: e luogo degli istinti . d i v ita che lottano sumo ~:ccesstvo d t . medrcmali n ei p aesi capitalist ici; vedere · Ch. Lcvinson.
l'<ontru gli istinte d 'aggrcssi<~ ne " d istruzione . E le es1gc.:nle d el lo sfr';ltta - Les trusts d_u mé~r.mment, Sc:uil 1974; j.- P. D upuy , S. Karstnty. l .'ill'uusirm
m~nto riùu~:\IOO .: sprecano progres5i vamente le risorse: più la produttc ~it~ tb~d~muceuttque, riHd.; H. Pradal, Guidt· drs ml dicam l'lllJ IN p/11 ., rouranl<,
r apit:.listica ::l Umcnta e p iit diventa distruttrice. f;: una delle .manifestaz•on•
•tdle cuntr;;dd izioni in te rne dd c.:a pitllismu. • H. Marcus.,, 'T n btmt• d11 Cl11b 9 Cl. Rosset, L'AntÌ·IIIflure, PUf 1973 .
d1: tObJt'TIIUl i 'UT. 1.'1-6- 1!17:.!. • Nuuvtl Observateur "• .'197. giugno 1972. ~! .problema rifi~ti m"ritercbbt un lyngo discorso. Al centro .tcll'no-
d.ei
.'> R. Cl:orkt. / . 11 1 t~/IT.il' ti la nwrt, op. cit., 1972. pp. 179 sgg_ postzlone pmduzwne/dtstruzinn~ cunsumista - illus trazion e sens ibile ridia

ro6 JO']
Non è necessario ritomare su ciò che d~fferenzia la messa
a morte dell'anima le nelle società negro-af:tcane e ne~ mond? b) L 'omicidio collettivo
occidentale;IO tuttavia è importante sottohneare che. lD <?c~•­
dente l 'animal icidio o zoocidio è parte integrante dell ecocad~o. L 'uomo è il solo essere della natura capace di distruggrre
Secondo O. Ka:nig, 11 da circa venticinque anni l'uo~o ba tn- consapevolmente la propria specie. D i questa potenza morti-
gaggiato un'autentica guerra all'ulùmo_sa~gue con _• l _m~nd~ fera bisogna vedere d ue aspetti : la guerra e il genocidio.'s
animale, sia per gioco (safari, spettacoh) sta per 6~1 gmdtca~•
c utili ,. (bestie c pericolose :a che è neces.c;ano ann~entare, bi- l · La morte e la guerra
sogni alimentari, abbigliamento e om amento.,.) e stcuramez:te Ci inter rogheremo più avanti sul senso delle pulsioni di
« reddi tizi,._ Ne risulta spesso la scompa_rsa di a lcune specte : morte e sull'incontro di Eros e Thanatos: si è comunque ten-
le balene azzurre, nel giro di trent'anm. d~ IOO.O?O ~~ sono tati d i credere che la gioia sadica di uccidere si avvicini per
oggi r idotte a un migliaio! 12 Qu_est? stato dt c_ose SI dtmostr~ molti aspetti al pi~cere sessuale: « A.llora, in un'orgia furio-
tanto più pericoloso in quant? st d~strug~on? m tal mo~o glt sa, il vero uomo si sbarazza della sua continenza. Gli istinti
equilibri biotici: poiché ognt specte costituisce una « n.serva troppo a lungo repressi dalla società e dalle sue leggi ridi-
vitale,., con la sua scomparsa prolifera o scompa!e un alt~~ ventano l'essenziale, la cosa santa e la ragio ne suprema. ,. ·~
specie, e cosi via, indefinitamente, con consegue~ze tanto pm Non è dunque a torto (;he R . Caillois n ha pututo avvicinare
dannose in quanto ancora ogg~ sia~o- ben lo~tan~ dal_ c.;nosce- l'ebbrezza della guerra all'esaltazione della festa. Simile agli
re il ruolo biologico esatto dt tuttt 1 grupp1 ammah. ~nz~ insetti sociali, l'uomo dimostra d elle singolari propensioni per
d imenticare che il futuro, forse, può riservarci l'ev~ntuahtà d~ l'aggressività mo rtìfera (spesso gratuita) : fabbricante d 'armi
una carestia per l'uomo, considerando. che le ~P~·~ che ogg1 per eccellenza, egli è fra tutti gli animali quello clie uctide di
vengo no a llevate artificialmente con gh orm~~~ s1 ~•mostrano più e meglio,ta ll potere distruttivo delJa guerra in materia di
fragili: non possono sopportare né il freddo ne_ ti razt o~mento vite umane è comunque i l pilt efficace. Consideriamo soltanto
e rischiano, al limite, di rappresentare un pencolo ahmentare l'esempio de ll'ul_tima guerra mondi~le: essa è costata a ll'uma-
per l'uomo che le consuma.•• n ità più di 16 milioni di morti e dispersi !iolo tra i militari
(e precisamente 16.687.000, d i cui 5.318.000 per le potenze
dell'Asse e l 1.369.000 per gli Alleati). Ed è noto che il numero
d Il
mcrte e e cose - . . d Il r
lenta, simboli . partir~larmcntc •.cspra31':'' c o ~plec(o' l m
fona lavoro 10 sp;uiO) e del! tncguag!Janza :!OCI3 C l pal .
:e
i rifiuti sono i cadaveri moltiplicati dalla societl opu-
ateric prime in
il volume 'dci
. J" • .
delle vittime civili fu particolarmente elevato (bombarda-
menti, campi di concentramento, rappresaglie varie}. s t onu:-
d
rifiuti aume~t;.mo secondo la gerarchia ascendente delle a!!St d~G·~ d;'
l .::-
fiuti si accumulano inoltre nelle periferie: l"!on. è_ raro ~~ .cr)c e 1 c1 l a - NE NEl. COMPLESSO UN TOTALE DI 24.290.000 VITTI.\IE. Secondo
tazione popolari elevarsi . in mcuo a muccht d1 unmon tztc ·
1O Vedere la parte pnma . . 15 « Ritengo derisoria, • sottolinea G. Stcinc:r, • qualsiasi teoria della
11 Un paradis à notr~ pnrtr. Flamnunon 1.973. • . cultura e qualsiasi analisi delle condizioni pre~enti che non mettano al
l2 Vedere anche F. dc La Grange, Lts ammaux en fuml, Nathan 1972; centro i meccanismi di terrore che fecero morire, dagli inizi della Prima
P GaJcar ap. cit.. 1974. d' · · t ente ,; guerra mondiale alla fine della Seconda, vuoi per la fame vuoi per i massa-
· 111 Sia~o stati testimoni, nel Scnt'gal, t un Clipencnza es remarn - cri si•tcmatici, 70 milioni dì esseri umani. • (La culture contrr l'hammr.
ìficativa Per snlvaguardare le coltur~ nella vall~ del lium~ S~~cg~l ~ Seui! 197.5).
g~to inve~lato un dispositivo molto cfftcace per dtstrugs.e:t 1 mtl_tODI .d• 16 E. Jiinger, La guerre notre mère, Paris. 1934, p. 30.
~angia-miglio (piccoli uccelli) della zo_na : ~o':flbe elle ap o evao~ tn ar •t 17 L'hnmme et le saar, Gallimard 1950. pp. Zl 8-Z.H .
Q Il' no non ci furono più i mangta-mtglu)... ma nemmeno 1 racco_1 1, 18 La t.uure, • Anthinea •. 4-.S, aprile-giugno 19711; arti coli di G. Bou-
· tt'• che abitualmente venivano d ivorati ... ~ai mangta-
ue_ an - d ag l'1 tnsc
anntentatt thoul, J.P. Charnay, B. Mondar. J. Monnerot. U . Njì'uyen, J. T ularrl.
.r • Il tema della guerra t stato a mpiamente utiliua to anche dal cinema e
IDI~l\ltdcrc i diversi numeri della r ivista _- Sau_va~c • ~uhblicati sotto dalla letteratura. Vedere J. Siclier, A.S. Labartlle, l mogr.f de l a .<r:ience
l. · · d• l Nouvcl Ob~ervat~ur " · Non dn~cntlcbtatno moltre che art- fiction, Cerf 1958. cap. vm. Sullo sfruttamento rldla gunra e del grMciciio
~h1 ::~usptCl
\! ~ione
• ;J.nnienta le· sptc•e · 1·t (pesn· ne•• fiu m't avvelenati) che
. antma
1 ad opera dei media: ~tampa, canzoni, radio. televisione. vertere j. Potei,
~ lor:, ~~~~~"diventano veicoli di gravi malattie (puci che contengono mer- Mori d voir. m ort à t•endrt', DcscUc:: 19i0, pp. 64-74. E l'opera già cita-
curio) per gli uomini r hc $C ne nutrono. ta di R. Clarice, Lrt. cqurse à la mDrt ou la lt:rhnncratìt' d,. la guerre,
Seui( 1972.
I08
1 .. :\. (~etliug 19 nell'intervallo 18~0-1859, qel corso di 92 guer- .È dunque necessario affermare che la guerra è un'istituzioue
re, vi furono HOO.OOO morti, ossia lo O, l 7u della popolazione s~c~ale a.ltamente mortil'era, esen:itata da organismi sociali
mondi a le: nel l 'i ntcrvallo 18o0-1899 nel corso di l 06 guerr<:, vi ddlerenztati e con una finalità plurivalente il c ui aspetto pri·
furono 4,1i milioni di mort i, cioè venne sacrificaw lo 0,4% mu~dtale potrebbe essere la çlistruzione del patrimonio demo·
della populazioue mondiale : dal 1900 al1949, in 117 guerre, grafico: aumento subitaneo della mor.ralità : d iminuzione del·
i moni furono 4~ milioni, pari al 2, 1 % della popolazione l~ natalità; ~ liminazione polarizzata sugli uomini nel pieno
totale; dal l!t50 al t999 - emrando nell'universo delle pro- v1~ore ddle forze, con modificazione ddléi piramide delle età
iezioni - ci saranno, mantenendo lo stesso ritmo, 406 milioni a favore delle persone anziane e delle donnt'. Ma la guerra
di morti nel corso di 120 guerre, pari al l O, l <(0 della popola· aerea - e a maggior ragione la guerra atomica - e la mobi-
zione mondiale: infine, nel periodo dal 2000 al 2050, in l ~O litazione delle donne attenuano, nei confhui moderni, que-
guerre, le vittime 20 sarebbero 4050 milioni, pari al 40,5 % st'ul~~mo asr;>etto; in1!ltre, oggi è noto <:he il vincitore può ave.
dell<t popolazione globale. L'esplosione demografica, la fame re JHU perdite del vmw (uRss 7 milioni e mezzo, Germania
e la polluzione, l'abisso creato tra paesi ricch i e paesi poveri, :l milioni). In breve la guerra gioca, mutalis mltltiudi.5, "Wl
il pericolo dell'olocausto atomko e della corsa agli annamemi ruolo .~imil~ a quello ~Lelle crisi r.co11omù:he: quando queste
che oggi si va estendendo pericolosamente al Terzo Mondo e~pl.odono, d valore dct prodotti si abbas~a e i capitali si assot-
uoJl<Jstaute i ht·Hi:fici eH'etti dd la " distensione », potrebbero ughano. Tra gli altri effetti, <:ome ha visto K. Marx, la crisi
dare una selltbùmw di veritrì a queste sinistre previsioni. So· produce una contrazione del capitale c.:irrolante. Allo stesso
praHutto se si prende in considerazione il fatto dell'imprevisto modo, quando scoppia la guerra il valore della vita umana (che
possibile : bomba atomica che esplode per sbaglio, capo di è a.nche ~m el~mento costitutivo della vita economica) dimi-
Stato paranoico che preme il bottone rosso.,. Oagl i inizi del J~m~ce e ti capitale umano tende a c.:omrarsi. Secondo l'espres-
secolo ~IO · persone su 1000 sono morte in guerra o per cause siOne popolare. in tempo di guerra . la vita non costa nien-
belliche, nmtro le 15 del secolo pre<:edente; le perdite inflitte te '· » 21 Le cose si svolgono come se una nazione non temesse
all'umanilà d a lla sua nascita dalle diverse guerre si srimano di i.n~accare peri_o~icamente.' .e in modo sensibile, i propri ef.
a più di .~l miliardi e mezzo di esseri umani! Infine, P. Sornkin, f~tttvt de~ograhct, a condiZione che le perdite del nemico
studiaudo il «volume della guerra», <:ioè il numero d'uomini st~r~o constderevoli (tanto più che sarà possibile, dopo l'armi-
ch'essa coinvolge, ha calcolato un indice di cui qui si riporta, sttZlo e la pace, massacrare le forze vinte o prelevare schiavi o
per la sola Eumpa. la significativa evoluzione: xu e Xlii secolo prigi(!lli~ri ) e che trionfino l'ideologia e •1 potere egemonico
0,:?; x1v secolo O,liH; xv secolo 1.04; xv1 secolo l ,HG; xv11 se- del vmn~o:e. La guerra avrebbe una o: funzione , ( ~ possibi·
colo 2,1; XVI II ~ecolo 1,8; XIX secolo 1,1; xx secolo 8,12 (ma le c?me ntt ~ne _Bout?oul,22 parlare a questo proposito di liqui·
questa cifra risale a prima della guerra del 1940!). daz10ne penodaca dt un surplus demol?,'rafico in termini di
concentrazionefscarica (struttura esplosiva)? O sostenere, que·
19 l. Getting. liulting tlw i11(lati,mary S/Jira/ "f dcuth, « Air force/ sta volta con Caillois,21 che la guerra costitui!;Ce il « fenomeno
Spao: digc:st • , aprile 1%.'\. Vedo:rc inoltre: M. Klart, U!ar uJilllfJUl end, A.
Knopf. Ncw Yt.rk l!lì2. Si tratta della più bella analisj mai te.,tatil finura totale che le solleva [le soòetà moderne] e le trasforma intera·
~ullit burucratiaaziunc Jdl;~ gunra. L 'autore: lraccia un clcncu incredibil- mente dando un taglio - con terribile contrasto- allo scor-
mente lungo (.: ;~ppassinnantc) ddll' tuniche clahurute pn mautcnne sull" rere calmo del tempo d i pace.,. ? Comunque sia, questa isti-
wntrullu !t• sot'il'ltÌ $nl/osvìluPfwte. Dalla guerra elt•tlroniru alla forma·
;;ione di nti'Tt't mui, da/f'rulth-.<lraiTU'Til/1 di w/dati alla gunra nel deurlo o
in alta IIIIJJtla~nu aliti rirerw qua.<i irreale del " ram/w di bulta!!;lia allto-
matiz:ulo "' ~ra~ic a un fant.,:;tico complesw di controlli ddtroni<ei Wa- 21 G .• Boutht~ul.. Le f,/,f-mm.u:nc-gul'rrt', P;~yot l9fi2, p. l Hi (trad. it. Lr
shington ~~ulro:hbc. con<;srcre immcdiatam.:nt~ e in. o~ni dettaglio (con le uerre. El!•mentz dt jJ()/nnoJ,g •.n . .Long~n~si 19SI). Sull'• umanizzazìone dd-
rapprcsag te d1 dtvcrsu grado tla S('atenarc) qualstàt~ muv1mcnto sospetto fa guerra •· vedere le rnnvenz1ont t.ldl A1a ( Pl99: l 907) e le 4 Cnnvenziunì
in non impr>rta quale parte dd mondo. di Ginevra del 1949.
20 In gunra non t'i ~ono vittime innnccnti, afferma va nun a torto ].-P. 22 G . Bouthuul , u/J. rit., p. l 22.
Sartrc. 23 Op. cit., 19.~11. p. 218.

IlO l! l
tuzionalizzazione della morte si accompagna sempre a un si- . 2 ·_ L:'etnocidio e il genocidio
stema di valori particolarmente pregnanti (onore, gl~ria, sa: ~ coppaa_e~noc1~10_/genocidio ci fornisce un caso particola-
crificio, amore della patria, grandezza umana, culto det cadut1 re dt stermm1o cnmmale che può sia coincidere con una
sul campo di battaglia ...), suscettibili di ~~~uov~re. le mas- guerra ~era e pr~pria (ieri in. Vietnam e nel Biafra, oggi i
se, di galvanizzarle e di condurle al sutc!dlO-s.ac:lficto nella massacn perpetratt nel Mozamb1co dai Portoghesi), sia inserirsi
più grande euforia... Senza trascurar~e le ~olossah nserve fi.nan: nel qu~dm di una gunra (Hitler e gli ebrei tra il 1940 e il
ziarie che vengono spese per la preparanone e lo svolgerst det 1944), sia non av~re con essa alcun rapporto (è il caso più fre-
conflitti! quente). « Osserv1amo una volta per tutte: l") che i due termi-
Spreco d'uomini, spr eco di ener.gi~ e di tempo, spreco d'in- n i ~i .g~nocidio e di etnocidio sono stati forgiati sul modello di
telligenza e di idee, spreco finanllano, spreco delle forze na- omi.Ctdw, parola nella qua le si identificano due sostantivi la-
turali: ecco l'eco no mia della guerra!2>4 t.tm: h?n:ìcida. (concreto), l'assassino, e homicidium (astratto),
l ~ssass•m.o: ess1 potrebbero d unque designare al tempo stesso
gh assasstni collettivi perpetrati contro certe razze o etnie e
contro le loro culture e qualificare i popoli conquistatori che
24 L'importationc: d'armi pesanti è passata nel mondo, in milioni di
dollari usA a p reno costante ( 19611), da 220 nel 1950 a 8110 nel 1960, a se ne rendono i'esponsabili : 2'>) che però puù am:he trattarsi,
1320 nel 1966, a 1720 nd 1967. Tra il,1950 c il 1970 il valore. t.o tale delle qua!ldo v.i sia co~pev~Jiezza (e noi pensiamo che vi sia, perché
esportazioni è au~enta t.o del ?OO Ofo. Cio r~pprtstnta un . tasso dJ mcremento al~rtr~'lentt n?n c.' umrebbe pii1 alcuna preoccupazio ne umana
annuo del 9 Of0 , CJoè d1 quaSI due volte l aumento mc:d10 annuale del pro-
dotto nationa\e lordo dei paesi sottosviluppati! La tabella che segue fa e msteme sc~enttfìca), di genocidi o etnocidi dov11ti a impm-
vedere il costo per gli Americani, in vite umane e in dan~ro, delle guerre d~nz.a o a_d . 'gnora~ua; .e ch e, di conseguenza, è utile forgiare
cui hanno partecipato. Cifre che. vann.o confrontate con ti numero totale
dei soldati uccisi per l'assieme dct belhgcrant1: 8.5.~!L~ l .S durante la Gran: glt aggettiVI genon dano o elttocidarìo (a imitazione del lati-
dc Guerra; 24.290.000 durante la Seconda; 1.86~.697 . ~ura~tc: .la .guer_ra d• no hom!cidnrì~ls) per qualificare taluni fatti o comportamenti
Corea . Nd corso ddla guerra victnamila sono statt uccu1 ~Il meJ~c.a 1 .0~0.(~ che sfoc1an o dt fatto nel genocid io o nell'etnocirlio senza c:he i
militari, di cui 150.000 su dvictnamiti e 850.{){){} nordvtelnam•h. c .'~'?rh
sudvietnamiti. La guerra di Corea aveva provocato .1110.000 mort1 •. ~,,..,}, ~ popoli dominan-ti l'abbiano voluto. E. nella misura in cui so-
militui (2,8 °/• della. popolazione totale), la guerra dJ s.pagna .un mJhone .d• stituiremo la conoscenza a ll' ig noranza, contribuiremo a lla ri-
morti (4 "/o della popolazione totale).- Il conf11ttn vtctnam1ta . ha ucnso
510.000 civili. il 4.6 Ofo della popol:monc; con 1l suo totale th 1.560.000
cerca dei rimedi per questi mali che potrebbero non e!ò~ere­
morti, è la guerra civile più micidiale di tutta la Storia. a. d i~erenza d:I~'omicidio una volta perpetrato - fatti compiu-
ti e trreparahil1. » 2~ I molteplici odi tra etnie, razze, cla~si so-
Guerra ci.ali, partigiani convi.nti di questa o quella ideologia, settatori
Guerra Seconda Guerra del
Gra11de Guerra d1
d1 Guerra mondiale Corea
Vletnam dt questa o quella reltgione, i conflitti d'interessi economici, la
Secesslone (dal 1961)
credenza nella superiorità assoluta d'una data civiltà... incitano
) anni ~ sempre gli uomini di un dato gruppo a distruggere quelli
4 anni 1Bmni 3 U111l 1l •nnl
2/ 3 da u~ altrq g r.uppo definito come nemico. Si tratta d unque, in-
nar:uttutto~ d1 un problema di « gruppicidio ,.. Nel passato,
11.800.000 327.000 sn.ooo
Sold•ti Impegnati 1.100.000 2.400.000
tah fnr~mo le guerre di religione, le crociate, gli djihad mu-
53.~ 291 .557 33.629 4S.890
Solùtl uccisi . 234.000 sulmam, la lotta contro i Catari e poi contro gli Albigesi, i po-
103.284 31)1.450
Feriti in combattimento 382.000 204.002 671).846 grom anti-ehraici: e, più vicino a noi, il Ku-Kiux-Klan tenden-
88 144 1.87S 93 Aiuti
C~to (In miliardi) . militari
748
2.'i M. Bataillon, Génocide "t ethnocide initial, in De f'etlmocidr., 10/18,
Aiuti 1972, pp. 292 sgg. Vedue anche dello stesso autore, Etimologie rt M arxismr.,
economici • La pen~ée » , 17!, ottobre 197., : G. Ravi5-Giordani, Ethrwlogie et pulitiquc.
27
U P'"(lb{nnf' di' l ethnoctdl', pp. 1011-1 17. J. Suret-Canale. Dr la coltmiJfllirm
------ au g.fnoridt', pp. 149-l .'l7. ·

H2. Ir3
te• all'an nie ntamento simultaneo degli ebrei; dei cristiani e so- n uove armi particolarme nte micidiali ~r i civi li:m distribu-
prattulto d ei n egri neg li Stati Uniti. Il mo ndo ~ontempora­ zione di cibi avvelenati (di preferenza d olci per i bambini )
JH:o conosce purtroppo simili genocidi ; la « soluz ~one. ~na~e ». o di ab iti co ntaminati dal vaio lo; sterilizzazione obbligato·
immaginata d a H i tler che cancellò dalla carta (, m1hom ~~ ria...J 1 Bisognerebbe cen o disti nguere l"atteggiamemo d el
ebrei :.~.<> i ;lOO.OOO assassinati (Hutu dai Tu utsi n el B~rund1 , boia sado-masochista ch e si compiace dell'ago n ia della propria
Tulll~i dagli H u tu nel R wanda) iu nom e di un vecchto anta- vittima 32 d al tecnocrate ch e obbedisce a degli ordini o a u n
cronismo t ribale lorncntato subdolamente da alcun e potenze ideale, ma d ecid e fredd amerne lo sterm in io : R . He iss c F.ich-
~nanicrc; i !•00.000 neri animisti c cristian i a nn ientati n el mann, erano, nella loro vita privata, del t uuo irreprensi b ìli! .u
<.:orso d i un 'azion e selvaggia cond otta dai leader b ianchi isla- Ma il r isultato non è m eno eloq t~e nte. Nt:i genocid i di questn
mil.zati del :'"'ord c padroni del Sud an; il m ilione circa di tipo si potrebbero genera lizzare, m ulu.l is rn 11 taudis. i seguenti
Jho scomparsi n ella stupida guerra ch e op_pos~ Bia~rani e _Nì: tratti caratteristici descritti da E. A. Shil.s a p roposito d ci Na·
1-{Criani. esacerbata dagli · i nteressi petroh fer~ occ ~dentah_; 1 zisti e degli $[a linisti : 34
20.000 I ndian i massacrati in B rasi le dal 1!}5H tn p01 semphce- c a) Esclusivi tà e osti lità del grup po prati<:anu:nte verso tut-
m entc perché possedevano ter re ferti li agognate d al ~adrone ti gli altr i gru p pi. nettamente d istiuti.
Biancn. o perch é <x:cupavano territori r icchi di pet roh o, ura - c b) Esigenza di una suttl>lllissione assolu ta al gruppo consi-
uio o m etalli rari.27 Sarebbe fi n troppo facile allungare questa derato come l'u nica e autentica fonte di ca mbiamento po~itivo.
lb ta si n istra. l n realtà csìswno due ti p i di « genoddio ». • c) T endenza a classificare le persoue secondo caratteristi·
Il primo perseg u e la di.~truz ion e fisica dd « u (:llliCI) »: l pro- che selettive e a fo rmulare i g iudizi di • tutto o n iente . sulla
t:e<limen ti utili aati variano p er efficacia: con<"en tra7.JOn e tn base d i q uesti ultim i (inte rvengono q ui form ule: tipo : • lena
in cui le rnnciizion i di vita assic urano u n eccesso st rao r-
"o·heui ..
dinario dì mortalità: tecnica dei fo rni crematon m essa a punto
cap italista,, , O rco bolscevic.:o ., • Spia imperiali~ta ., • Cii am-
b ienti terro ristici • ecc.).
da R. llei')s:u espulsione sistematica con privazion_e d i terre
t:: di risorse vi tali abituali e cond anna a un genere dt V tta asso- 30 N ella loro impresa di g m ucidiu in \'ictn<~m !("li Ame ricani misero tt
lutallll'llte Huovo , fonte di psicosi collettive: a utentica caccia punto ccmgegni distruttivi ?i ra r+~ po_te nza sao.lir 01: la !Jum ha • ronouul ":
a ll' uomo,29 <:on il con corso saltua rio dell'aviazio n e, come nel un congegno a fra mmentazw ne le cu1 schcg~e. u v vull c· do un o strato d•
plaJtica. non erano reperibili med ia nte i raggi X: l.t hnmba • :man;ts •
raso de i ho mha rdam enti a l n apa lm avvenuti n el 197 1 ai con - formata da m igliaia di biglie racchiuse entro un a parete in m<'la llu lc.a;-
finì ll<Tid en tali del PerÌJ e d ella c,))o m bia : u tilizzazione d i gc ro; la bomba • ragno • munita di molle che lanri:~ nu fili invisibili fin,
a !S metri (cd e~plodc se se ne tocta anche un o sulu): un ubicc "antica rro •
in grado di perfo ra re 15 mm di cvrana <1 lilJ <m .Ji cementu, d i penet rare finu
a 1.50 m soltu terra c svilu ppare un c.1lnre di 3111111' al mumcntu dcll"csplo-
}t; Sm 1.a t r:~:ocura re l(~ stcrminiu cldl'élitc pvl~cca: f(l~sa c:o~un~ ~ie~pita
sione. Vedere Crimes de guart' umclricains uu Vil't-Nam, l nst. se. juritl.,
dag li ulli cia li rnMsacrah a Katyn . Vedere S. f nedlander. L an.turmrtzsme Hanoi 1968.
na:i, .>;~uil 1971. · l 31 Ricordiamo c he le Na2ìoni Un ite hanno :~dottato il !l d icembre 19-l X
27 Dci tre mi lioni circa <.l"lnd iani che vivcvanu in Br;utl e ., a mnmento una con venzione sul genocidiu. Vedere inoltre l'accorcln d i L nn d ra d~ l
cicli;~ stM ~("<lpcrta. (oggi ne resta no appena d:t 7~ a ~0-~llU: la (ruyana. fr~n­ 1945 c la risoluzione del 13 febbraio 1946 ddle N a zi,mi Unite sui ~ Crimin i
~c:~c ha l:iO(I l n tl i.mi miracolosamen te sopravvts~ull ao 15.000 c he l abtta· cont ro l'umanit à '"··· di uoa rara e conturbante inutilità.
vann al mumcnto d dla conqui5ta. 32 Era g ià il caso dd D r. t'ctiot. Nei fumi crcmat nri nazisti c'erano
·1s Ricordi amo il ro manz.o d i R. M crlc, l.u mnrlf' è il mio m!'slil'Tl'. Erli- posti di onerv:nione dello stes)u genere! . .
turi Riuniti 19.;(>, nel qu:tle sono dcsçritte le tecniche ~i R .. Heiss:. l'intenso 33 Memor abile il casu d i quel fana.lico che, d u ra nte la Rovoluzan nc dd
fi lm rli A . Rcsnais , Natio• l ' ll(•hbia <: la raccoll a d i teshmon1an~c d 1 L. Sau- 17M!!, piangeva a calde lac rime la morte d d propri•• !{allu mandatulu sulla
rd . Lt·J Cum f1S do· la Melfi , f:d. Ruuff l!Hi7. forca carretta te d i • nt:mici •!
Z~ Tra le tcstitnonia nzc di stct"m ìnio, cit iamo que ll e d ì Lars Person, .':14 E.A . Shils, A utlwritariarrism : Right awl Lr-/t, in Studio in t/r(' SOl/W
• Der Spie gel ., 4H, 1!llì!l, V_. Chia ra-Schultz. in « Lcs tc~.fs n:~dcrncs " · and method fi{ thl' Authoritarìan Pt•r.wnalit y, Glencoc. 111.. T hc Fn:c P rcss~.
oli<"tmbrc l !)h~. V ed ere Mc uno..,r, Lr chanl de Stlbacr>. D cnnc 19h!). V eder t 1954. Sul te ma piuttosto loguru delln j:ucrra che esalta. arricch isce. sviluppa
auchc E. g ai lby. Ghwcidt• tlu Hrhil1 in • Le Monde Diplomatiq ue ». aprile l'am icizia. ~ incontro d"es~eri messi a nudo che si ritrnva nu nella so:onplirità
1!172, l'· :28; c sooprattulto: cnllettivu. l..c litiTI' blant" dt> l ~tlrnm itlr 1'71 Amr- d el loro cuore: • . vedere:: il ruma nzn (idinta) di R. Barbcrcll. A bros lr ra·ur ,
nqm-. Faprd 1972. Laffonl 1!172.
sopra. Ricorderemo soltanto che dovunque l'lndiano c doveva
c d) Rappresentazione del mondo come scena di u_n con flit- v~stirsi alla bianca e sostituire al perizoma i nostri orpelli ri-
to permanente (per esempio: , la guerra tra le class1 '• • la SO· dicoli e inadatti; mangiare alla bianca; sostituire alla terra fre-
pravvivenza del più adatto., , la ~igi lanza pe:manen~e • e~~-). sca, eh~ si può pulire facilmente, il cemento freddo, subito
c e) D isprezzo per i sentimenti dt tenerezza, 1 legamt famth a-
sporco e la lamiera ondulata sotto la quale si soffoca; produrre
ri , la tolleranza verso i , nemici •, considerati come una debo- alla bianca, dimenticando la caccia e il raccolto per radicarsi
lezza nel quadro della lotta del gruppo che esige un impegn o tra le vacche e le piantagioni ... La civiltà indian a non doveva
e una durezza totali (• un buon bolscevico., , un vero sol- esistere: no n importa se n e morivano, Dio li avrebbe sicura-
dato •). mente ricompensati "·36 La riduzio ne dell'Altro allo stato di
c f) Credenza nell 'e~istenza di mene cospiratrici ostili! o nni-
oggetto o d i merce è tale che si può ancora, come • ai buoni
. presenti, e nel loro controllo camuffato anche su aspettt della vecchi ·tempi dello schiavismo,. comperare e vendere l'lndia-
vita assai periferici. Donde la credenza complementare n ella no.37 R icordiamo ancora, nella stessa direzione, gli effetti del
necessità di smascherarli e di penetrarli per ottenere un con- turismo, fattore per eccellenza di destrutturazione delle cul-
trollo totale, dato che il proprio gruppo è l'oggetto di tali ture originarie ormai artificializzate e oggettivate dal folklore
mene e pub sopravvivere solo se le manipola per contenerle, e senza alcun vantaggio economico, ovviamente, per coloro
per mezzo della violenza, se occorre, e giustificando la violenza che ne rappresentano il futil~ ptc:ttesto.31 ·
con la logica. Nella sua duplice forma di distruzione fisica o pacifica, l'et-
« g) Ideale di una società senza conflitti e pienam:ntc armo- nocidio è il crimine commesso dalle ideologie c dominanti ,.
niosa, realizzabile solo con il trionfo finale del propno gruppo. (europee o americane) incapaci di interpretare la differenza
il solo che ne possieda la chiave. " . . se non in termini di ineguaglianza, e che v~do no nei confron-
Sarebbero questi i tratti classic.:i dell'c ortodossia» totah· ti del « dominato • solo due atteggiamenti po~sihi li : l'an-
taria : cambia soltanto « la scelta dei simboli persecutori etei nientamento e l'assimilazione. Vi è in c.ib. per l'umanità, un
nemici ,. , cioè etei capri espiatori. comportamento suicida, tanto è vero che lo sguardo d i sim-
patia posato sull' « Altro-diverso » resta il solo mezzo per com-
n secnneto ripe>rli genocidio, per il fatto di essere più paci- prendere la nostra società. Accettare che un popolo o un grup-
fista, non è meno di~truttiv:o, anche quando si nasconda dtetro po sociale vengano assi~ i l a t i, sfruttati e ~ maggior ~agi_one
la maschera (ipocrita) etella buona pamla: saremmo anzi ten- annientati, equivale a provocare la propna morte. stg mfica
tati di dire : soprattutto quando si m~hera in _tal ~odo. morire della-morte-dell'altro.
t : occidentaliuazione forzata, la conversiOne obbhgatona al La nostra epoca è forse l'era degli olocau~ti? Guerre, ge·
Cristianesimo c o11 la sua esigenza di far scomparire gli antichi
dei, lo sradicamemo delle feste e dei riti, il lavo ro forzato S6 Vedere l'opera colldtiva , U livre blanrhc ..., O/!· ri6. Anche: la p~li­
(sia per la morale ~h e per ~ pr_?fitti!), _la po_liti~a .di_fra~cesiz­ tica di eliminazione d egH z.ingari si svilu~;>pa d a noa secondo qucs~o !•Po
zazione ... hanno fiotto per hqutdare glt Indtam s1 lvtcoh della di etnocidio. Vedere F. B{)te y, Le pertplc l,l tan, Privai 1971: c la tes1 dt E.
Falquc au Les Manorrches, Payot 1971. .
Guyana.l' Si è già detto dei misfatti delle tecniche ~i assimi~ 37 Secondo M onsignor Valancia, arcivescovo colombiano. nella re g111ne
}azione - ossia di alienazione - e non è il caso d1 tornarc1 d i frontiera tra la Colombia c il Brasile alcuni tr affi ca nti di gomma hanno
venduto 75 Indiani per la somma di 1-40.000 franchi. "Le Monò c • 6-7
luglio 1969. . .. . .
35 Vede re: H.H. Jackson, . Un 1j~cle ~e déslwnnt'ur, • 10/ 1!1•, 1 ~72; . P. 38 Il turismo appare come • una delle rmprcu : pru nefaste c prù dr-
C lastrcs. Clmmiqur de.• Jndums Guaya~'· Plon 1972; B. Lelong, Sltuataon atruttivc di cui possano essere: vittime le popolazioni tribali. Può condu rre
histori.qtltl dcs /ndiens df! la /or~l per11vu:nne, « Lc:s temps modernes ,., solo alla distruzione, alla mcndicità c: a lla pros tituzione . . Lo sfruttamento
'116 novcmhrc: 1972 pp. 770 -71!7 : Darcy Ribciro, L'en/antement des peii/Jies, di un gruppo primitivo, inconsapevole del ruo~o _che: ~li . st ~a s~ol ~e~c, ad
Cc:r'f 1970. Il ~cncr:11c: 8 andc:ira de Mc:lo. Pn:sidcnte dc:lla fondazi~nc na- opera 'di finanzieri che lo consegnano a lla cun outà d t rt ccht ozou~ t. c: una
zionale dcii'I ndiauo (rtii'IAt) dichiarava recentemente: .. Non SI pu_o tullc:- delle forme più vili dc:l!o sfruttamento dell'uom o sull'uomo. • ] . H urault.
rarc che l'assistenza agli Indiani sia d'impeòìmc:ntn allo ~viluppo naz1ona le. • Le /nit p11blic, Hì marzo 1970.
Allora tutto è permc~~o. si <"api~re!

u6
nocidi, massacri di tipo diverso sono forse il contrappunto ne- sia possibile anivare a quel punto! Si cita spesso l'esperienza
cessario di quella civiltà giudeo-cristiana che faceva dire a Th. realizzata negli Stati l lniti da Padre Milgrom. Alcuni stu-
Gauthier: « Meglio la barbarie che la noia ,. ? t questa l'ipo- denti erano stati incaricati di sottoporre ad elettrochoc un
tesi di un grande saggista contemporaneo, G. Steiner: c l ~i­ certo numero di loro compagni . ln realtà non c'era corrente,
flessi di genocidio del xx secolo, la dimensione implacabile del ma le vittime, che ne erano state avvertite, dovevano emet-
massacro provengono forse da un trasalimento dell'anima sof- tere dei lamenti tanto pi tt orribili quanto più l'intensità della
focata che tenta di ritrovare , l'aria libera '• abbattendo le mu- wrrente (in apparenza) aumentava, fino a raggiungere un pa-
raglie della folla che l'opprime. Anche a prezzo d~ll'annie~­ rossismo insostenibile. Obbedendo incondizionatamente al lo-
tamenw. La calma della città dopo la tenipesta d1 fuoco, 1l ro venerato maestro e c:redt.'udo di agire nell'interesse della
vuoto dei c.:ampi dopo le esecuzioni in massa, soddis~ano ~n­ scienza, i boia (fittizi) obbedirono a tutti gli ordini, compresi
dubbiamente un bisogno oscuro ma fondamentale d1 spaz10, i più estremi. Che cosa avrebbero fatto se fossero stati preven-
di silenzio, in cui l'io possa gridare la sua potenza. ,. 39 Che la tivamente condizionati da un'ideologia, se fossero stati· preda
tendenza mortifera derivi da una vendetta dell'animalità im- _di una psicosi collettiva, o se avessero dovuto çedere alla pau-
bavagliata dal ricatto dell'ideale borghese: ch'ess_a sia « ~na ra?~
riedizione della Caduta.,., « l'abbandono volontano del Gtar- f!: questa la lezione dell'esperienza: chitmqw: può divet1tare
dino dell'Eden », c la politica della terra bruciata abituale tm boia, come a suo tempo ci diceva Resnais alla fine del suo
nei fuggitivi » ,14 è anche possibile o quanto meno verosimile, film Notte e nebbia. Analizzando più in particolare i crimini
benché insufliciente. C'è, nell'atteggiamento di Steiner, una nazisti, H. \'. Di<:k.s H ha dimostrato ch e i criminali non ave-
pretesa eu l tura l istica <:ontesta bile, a n che e soprattutto quando vano niente di particolare : e<.:cellenti c ittadini, buoni sposi
si tratta di autocultura. e padri di famiglia esemplari, burocrati zelanti, piccoli borghe-
La spinta repressiva - e in defini~i~a dis~ruttr.ice --;- del si mediocri e conformisti. Al processo di Norimberga,44 tutti
nostro sistema socio-culturale non puo tnfattt vemre ndotta invocarono la loro buona fed~ e si dissero vittime della c tra-
a lla sua c dimensione monoteista », dato ch'essa nasce dalla gedia dell'obbedienza ,. .•5 « il dramma dell', autoritarismo .
sua ricerca sfrenata della produzione j consumo e dunque dal· non è quéllo di esercitare il potere in mudn • patriarcale .;
la riduzione dell'uomo allo stato di strumento / oggetto. Al- consiste piuttosto nel modo in cui la di~tribuzione ineguale
lora salta il solo ostacolo capace di mettere un freno alle del potere viene percepita dai dirigenti e dai diretti. Essa ob-
pulsioni di morte - pres:nti _in ~iascuno dr. noi, còm_e è_ s~at~ bliga gli uomini a vivere secondo uno schema di collusioni,
dimostrato da freud - ooè tl nspetto dell eguale dagnaa d1 ronsistente nell'assunzione a modelli di ruoli derivati dai li-
tutti in tutti. velli arcaici più carichi di odio e di angoscia della relazione
J . L' Uomo mortifero presenterò alcuni fatti, disse il papa Braschi a julie tte ... , per dimostr;uvi
Se accantoniamo la psicologia e la situazione sociale o fa- che in ogni epoca l'uomo provò il mauimo dci piaceri nel distruggere la
miliare dell' uomo che uccide,41 sì può e si deve ch iedersi coT!Ie natura c che i suoi simili provarono lo stuso piacere nel pcrmcttcrgliclo. •
In }lllielle ou. la pru1phité du virr•, IX - x , pp. IS7-Z03. Il pretesto per un
massacro può comunque essere futile :· si dice che Nerone fece sgozzare
39 La culture cm1tre l'homme, Seui), 1973, p. 62. 12.000 uomini nel circo perché qualcuno a veva schernito on suu cocchiere!
40 lbìd., pp. 55-56. . . . . Vedere N. Chateld, Sade - Sy1tème dt' i'agrtmion, Aubicr 1972.
41 Vedere per esempio: L. Radzmowtcz, ldeoiogy and cr~me, Educat10nal · 42 Il libro di R. Conquest, La 'grandi! terreur, Stock 1970, è ri velatore
books, Londra !966; l Pinatel, Criminologie, ~· 111 del Trait~ de d_ro~t ptnal al riguardo.
et de criminologie, Oalloz, 1963; H. Mannhenn, Comparative crammology, 43 Op. cit., 1973.
Routledge and Kegan Pau!, Londra 1965; E.H. Suthcrland, I?.R. Cre&scy, 44 R.W. Coopcr, Le procis de Nurcmbe-rg. L'hìstoirc d'un crime, Ha-
Principes de criminologie, Cujas 1966; D .M. Downes. The delmq11ent wlu· chc:lte 1948; P. Papadatos, Tht' Eichman 'friui, Stevens and Sons, Londra
tion. A study i11 Jubcultural theory, Routle~g_e and K~gan Pau!, Londra 1964. •
1966... infine il &orprendent~ lav_oro t~atralc d t E. lon~sco, _T~CII~ sanJ gages: ~5. ye~ere E. Muller-Rappard, L'ordre supérieur mililaire et la respon-
Gallimard 1 9.~11. Sulla gio1a d1 uccodere, vedere gh acnth d1 Sade: • Vt sablltle pmal du .ubordmme, Pedone IYo.').

u8
d 'oggetto... Come individui, nemmen<> i rappr~ntanti più l · Il diritto di uccidere o la pena d i m orte
estremi del sistema potrebbero venire designati come pazzi . Tra~uriamo per il momento quel tipo di morte così spe-
In modo analogo alla follia, questo sistema consiste nella pron- cificamente sacrilega e tuttavia feconda c~e è il deicidio, o sa-
ta collusione a polarizzare i ruoli di potenza secondo lo sche- crificio del Dio, luminosamente descritta da Frazer nel suo
ma onnipotenza ..... sottomissione abietta, continuamente pro- Ramo d'Oro, per limitarci al costume« giuridico-morale ,. del-
iettato dovunque sia possibile... Gli uomini con cui mi sono l'uccidere.
intrattenuto illustrano soprattutto la tragedia dell'obbedìenza, Senza voler entrare nel dettaglio delle discussioni e delle
come uno degli aspetti del ruolo polarizzato che esprime la re- polemiche sollevate da questa spinosa questione, introduciamo
lazione d'oggetto sado-masochista. Se i bruti sono dei vigliacchi. due osservazioni fondamentali, mettendo innanzitutto in luce
allora gli uccisori sono veramente terrificati dalle lo ro vitti- il cara ttere arcaico e magico di tale pratica. Come sottolinea
me, cioè dalle parti di sé proiettate. Ed è for~ in questo che assai bene C'.olin: «•La conda~na a morte riguarda, più che una
consiste la follia , nel livello .in cui cacciatore e preda sono in- determin.ata categoria di individui. una determinata categoria
terscambiabili nell'immaginazione.. ,. * di situazioni; si potrebbe infatti ritenere che il verdetto capi-
Niente è allora più facile che trovare un capro espiatorio tale giochi il ruolo di un certo analizzatore selettivo e che nella
disumanizzato, demonizzato in qualche modo - l'Ebreo o promozione dei condannati a morte si ritrovi una certa fisio-
l'Arabo, il Negro, il debole... o ieri la strega - e perseguire nomia monolitica: per esempio , il perverso inaffettivo, amo-
la sua ineluttabile distr uzione. Si ritrova in ciò l'essenza della rale, incorreggibile,; ma le cose non stanno così, perché la
relazione paranoica persecutore/ perseguitato. c La ricerca del- condanna non colpisce un dato tipo d'individuo ma un dato
l'amore, dell'immagine paterna e della sua approvazione gra- tipo dì situazione e in particolar e le situazioni a co ntenuto af-
zie ad un comportamento virile ,. sfociav~ così c in una devo- fettivo e passionale dotate di rilevante signifi<.:azione ma~ica :
zione e subordinazione appassionate ,. verso i dirigenti che queJie in cui vengono trasgrediti i tabtl an<:estrali. • 411 Citiamo
c preconizzarono ciò che la Iom immagine-nazione aveva solo più precisamente in questa prospettiva : ì crimini a significa-
mgnato in modo colpevole :. . Condizioni di vita mediocri ba- zione edipica (i1 parricidio, l'infanticidio...) e le perversion i
stano talvolta per operare un simile transfert dell'immagine sessuali (lo stupro e l'incesto), l'assassinio del capo (r e, presi-
paterna: in tal modo la loro costellazione di morte latente si dente) o del prete, i crimini a risonanza magica (incendio, av-
snhlimava in c offerta ma.~ochistica d'obbedienza •· velenamento ecc.). t probabile che le esecuzioni-spettacolo (ve-
di gli esempi recenti della Nigeria, della Guinea e dell'lrak)
si avvicinino a <:(t1esto contesto magico-saclico.
c) La morte singola Ricordiamo in secondo luogo che nel corso della storia le
motivazioni che hanno giustificato l'applicazione della pena
Il far morire può essere diretto se si uccide l'altro o indi- capitale si sono evolute. Nell'antichità prevalgo no, due tipi di
retto se si fa tutto il possibile perché l'altro giunga a soppri- motivazione : la legge del taglione (occhio per occhio, dente
mersi (suicidio per disperazione o costrizione fisica). Così esi- per dente) e la necessità di placare gli dei offesi: l'esecuzione
stono dei tipi di suicidio 47 che somigliano stranamente agli era pubblica e assumeva volentieri l'andamento di uno spetta-
omicidi: sono i crimini mediante sostituzione del boia. colo a sfondo sado-masochista. Con il Cristianesimo la pena
Il tema dell'omicidio individuale ci apre un ·ventaglio di capitale diventa innanzitutto un mezzo di espiazione per il
prospettive di cui possiamo abbozzare qui solo le principali. suppliziato' e di intimidazione per le folle che assistono alla
messa a morte che, henìnteso, è , liturgicamente codificata ,_
46 H.V. Dicks, Les meurtres collutifs, Calmann-Uvy 1973, p. 330.
47 Paderemo ancora del suicidio o az.ion~ del darsi la morte. L'aborto c 411 La mprt el lt>J loi1 humaine1, pp. '3.-5- 136, in La mort el /'ftomme dr~
rcutana5ia rappre$entano a loro volta espressioni dd poure d i urcidere. XX• sihlt>, Sp~s 1965.

120 I2t
Infine nell'epoca moderna la messa a morte - a parte qual- ·'Considerando solo la Francia, le inchieste dell'I.F.O .P. indi<:a-
che eccezione - ha perso il suo carattere pubblico. riguarda no una certa evoluzione nel senso dell'abrogazione:
unicamenre i soggetti comiderati responsabili~ e cerca (teo-
ricamente beninteso) di stimolare (= rigenerare) il condan-
Siete favorevole o contrario alla pena di morte~
nato (il che rappresenta una sopravvivema dell'espiazione),
di intimidire quami potrebbero essere temat i di infrangere
le leggi (eventuali criminali di diritto comune o politici) e a
1- 11 ottobre 1969
0 /e .,.
luglio 1%2

soddisfare la giustizia. Si deve porre il problema pregiudiziale


di stabil ire se si tratti veramente di una pena: bisognerebbe Favorevoli .H
per esserne convinti c intraprendere uno studio approfondito
Contrari _ . 46
sulle condizioni in cui si svolgono le esecuzioni. .. tln simile
studio non è mai stato realizzato ».50
Non si pronunciano 9 20
Nel corso della storia la vecchia controversia tra c abolizio-
nisti • e « conservatori • si è manifestata incessantemente, e a 100 100
volte in modo violeuto. Periodicamente essa ritrova momenti
di vivace attualità: i crimini nazisti, le purghe staliniane, l'e-
secuzione di C. Chessman nel 1960, quella di Bontems e Buf- Gli uommt si dimostrano pw favorevoli (~7 %) al mante-
fet recememente in Francia, hanno riproposw il problema ~• nimento della pena di morte delle donne (2t! %)- I giovani
e molti paesi manifestano la loro incertezza al TiguardoY al dì sotto dei 35 anni sono i più ostili (64 %)- Ali 'interno
delle diverse categorie socio-professionali, gli agricoltori si di-
stinguono per l'elevata percentuale (4 1 '70 ) con cui auspicanu
_.!1 Ri5parm:a clunqur i bambini. ma anche gli oggetti con~idc:rati fino a il mantenimento della pena di morte. L'apparteneuza ai diver-
ieri culpc:voli (e che venivano di~trutti) c gli animali. La pena di morte
1-cr gli animali cadde in disuso durante il xvm secolo. L' ultim o c.1so di si settori politici non comporta sensi bi li variazioni d i opì-
l.'ui n~sti ricordo è quc!lo di un cane giudicato c giusti~iato per avere: par- nione.D
!906.
tc:cip.l~o a un furt•> con assassinio. a J?c:lmont, iu 5_vi_z zc_ra, n.e l La_c:JUestione fondamentale è di sapere se la pena capitale
St mvuc;mn, :. favore ddla pena dt morte. tre ttpl dt ragwna:
A rgomenti pruttci: esercttt o meno UJ'\a funzione di intim idazione e se la sua sop--
- € un castigo radicale: il criminale viene: el iminato per sempre:: nes-
suna cvasionc è pouibilc: non ci sono più problemi di detcntione.
· - f. una puni-zione speti3Colare, csemplilrc. Cile, la Cina, Cuba, la Spagna. la Francia, il Lib;mo, la Polonia, l'vR.Ss...
Argomc·11tu logico: punire il crimine con il crimine (• occhio per occh!o • ). Nello stesso giorno in cui la f ra.ncia condannava Buffet c Bontcms, la Corte
Ar;:•.m cntu nwrulr: una società çoliziesca. gerarchizzata. ha bisogno rli Suprema di Washington dichiarava la pena di morte incostituziunalc. ille-
s:~nzioni per onantcJ)cre l'ORDINE che protcgre gli individui. La pena di gale c la rifiutava come c punitionc crudele e insolita . __
m orte è prohdbilmentc necessar ia pcr auicurarc un certo equilibrio. 53 In compenso un'inchic.st.l più recente. realiuata, è vcru, m c•rcol-
50 E H . Sutherland, D .A. Crcssey. op. cit., 1966. p. '177, nota 12. B. Shaw stanze particolari (caso Bo ntems-Bulfet) dà i scgucnti risultati a proposito
d iceva: " L 'assas$inio mediante la forca è la forma p iù esecrabile di assas- di 9.ucsta domanda:
s inio J)(!n:hé ha l'appn : vazionc della società. • !Jualc delle due seguenti opinioni è piu vic ina alla vostra ?
5 1 Anche in q uc:1to caso i media hanno potuto svolgere un ruolo di primo l) La legge che mantiene in Francia la pena di morte c dà al Presi-
piano. Il libro d i A . K<·estlcr, adattato da A. Camus e apparso nel 19.S7 dente della Repubbl ica il diritto di graz:ia ~ soddisfacente per il 63 °1o;
cc·n il titolo RNlt•xirms sur la pr.ine capitale. fece scalpore tu stesso ac- 2) Bisogna abolire la pena di morte in Francia.: 27 "lo.
cadde con certi film : Siamo tutti assassini d i A. Cayatte, '{uttu una vita Segnaliamo per inciso che un simile modo di procedere: i: equivoco. ln-
di C. Ldouch, e soprattutto L'impiccagione di Nagisa Oshìma che attacca, nanzitutto non dà. alc un posto agli indecisi (non ci sunn "non rispusto: •
in tnudo imitme drammatico e caricaturale, i ta.bu religiosi e sociali. pcuibili). Anche la formulazione ddle domande lasc ia al~uanto a dc~idc­
52 Basta un solo esempio : quc:llo dell'uRsS. Abolita dal governo KerenJky rarc. 1_-.a prima è vaga, invoca il Presidente della Repubblica c !ìniscc l'IJn
Jurantc la rivoluzione, la pena capitale venne ripristinata nel 1919, abrogata • soddiSfacente • - La seconda è asciutta, laconica; si sarebbe duvutn dire:
nel 1920. ristabilita nel 1922, soppressa nel 1947, rcìntrodotta nel 19,SO. Tra • Abolire la . pena di morte come negli altri paesi del Mncatu comune;
i paesi in cui vige ancora la pena di morte citiamo: tutti gli Stati africani, sarebbe sodd1sfacentc. • te rispos te sarcbbern allura state divc:<Jc: e prnha-
l'Afganistan, l'Australia, la Birmania, il Canada. la Cambogia. Ccylnn, il bilmcnte più esatte.

122 123
pressione comporti necessariamente una recrudes.:enza del cri-
mine. Sembra che si debba rispondere negativamente. Su 167 ~e una specie di teatro in cui marionette dai gesti meccanici
condannati a morte in Inghilterra e assistiti dal pastore Ro- st _fos~ro- urtate le une con le_altre: Sotto gli occhi di un pub-
berts, 161 avevano assistito a esecuzioni capitali.~ Negli Stati bhco. Jnste~e. beffardo e ostile, gwdici, avvocati, testi, gen-
Uniti, se si confrontano i tassi di o micidi tra stati analogh i darmt,
· . tutu s1 . trovavano là agitati • assurdi• fin o al m omento
·
quanto alle lo ro principali caratteristiche geografiche, etniche, m cut entrava an scena la mone facendo scompari re tutta quel-
culturali ed economiche, le differenze tra gli Stati che ammet· !a genr~ nella ~to~a. Questo -carattere derisorio della cosa
tono la pena di morte e quelli che non l'ammettono non sono mdubbtamente mt ai utava, ma niente poteva cambiare il fatto
significative. 11 risultato non varia stabilendo confronti anche c~e aveva~o aff~ontato l'odio e che l'odio ci avrva travolti. , 9
nell'ambito di uno stesso Stato.ss Analogamente in Francia ~1sogn~ d n lo .chtar~mente : la pena di morte è un crimine. ed è
- dove esiste la pena di morte - la criminalità non è infetio- 11. pe~~10re dt ..tut.tt perché assume l'impronta ipocrita della
re a quella del paesi del Mercato Comune in cui la pena di gt~st.IZia. Co~ e ~m.golare questa pretesa di volf'r uccidere il
cnmme con Il cnmme! sa
morte è stata abolita. L'esecuzione non intimidisce le masse
più di quanto c purifichi ,. il criminale: offre piuttosto qual-
cosa di irrimediabile; essa è, come ha detto qualcuno, c la pa- 51. (!p. ci.l. , l 9~3. P· l fì8. Lo stessi) a uture in.1 i~tc anche sutrarhitrarietà
che esprime .u~ai piu· la volont' -'c l
rete, la parete liscia » . c Detesto il crimine, espressione uma- del d1nttu d. dr grura . · " " · ·
prmt:INC' c1•c un h.'1•
s~gno 'gJUst;zJa: pp. 1112-184. Lo stesso atteggiameotn ·,n A •ta l / "
na e imbecille dell'infelicità. Una società che non fosse aber- n11: de l " ·
.
d L T
a, ,eme t' mo!t· a ab~c ~~~ndc 19ìZ: ~ Da che dipend e la ~na
· " 1 ' • , , ,_
rante dovrebbe preoccuparsi continuamente del crimine, co- da morte . Da u~ pres1~cnte assar p1u repressivo che indifferente 0 h~nc-
me del cancro o della tuberc()losi. Ma si confonde il crimine volo,J da tt un · catttvu
Q ·testimone . · da.l caso'···· li c~so " • v1• d .IC.,. 1.c A $.~ 1sc · sono
rna C ~·0:1... uen espc.r tc.nza C~Jge UOOI conclusione : i: jJ caso ch e in!Jiggc
con i criminali. Si imprigionano i criminali, li si uccide an- a pena l morte. na ~!m !le pena non ha alcun rappurt•• cnn la giusti~ia'.
che. Nel Medio Evo si tenevano i lebbrosi lontani dalle città, pp. Il .'l. l 21. 84. Al eu m romanli insistono ~u quc~l<l ·1 sr1 ~tto · A (" · · 1 ·
mnrt c t 111 p p • ~ · - •:lrve. •...
• " " ~~ mtmtrr. n;$• es- orkct l !J.'>:I; G. Simcnnn. l tr,timtm 1· M _
li si obbligava a portar~ dei campan~lli, come il bestiame, per dadon l!){, 1 ccc. · • nn
poterli sentire arrivare e allontanarsene in tempo. In giro non 5.1\ Brcvcmentt. cr~n k ':lustre ragioni co.ntro la prn01 di morte (al tli là
dcll a rg~'?cnto leologu:~>.: Dw dà la vrta. Ju1 ~nln puc'1 toglicrla ): fu prtlf1 dr
si vedevano lebbrosi ma la lebbra era sempre là, attiva, ne l- 1 1
mor r c tn11t1 , . , no n c c aumento della crim in a lità q r1 1 · ·
l'ombra. Quando si tratta del crimine, questa lebbra della no- (co":'c dimus!ran~ le _sl~tistichc); la peni! di morte rap~~~s~~~~, :~ ~:ppnmc
stra società, siamo ancora al M ed io Evo ,. ; così paTla R . Ba- brJtta/e: punisce .J cnmrnc con il crimine il eh<- è illo"'ÌCI . l·1
è un crimine in pii1 • la d 1. · . " ' · • rcna 1 muri c
crflHQrtt•

d inter, l'avvocato di Bontenìs.~ lnoltre è giusto preoccuparsi 1 d 1. •t0• : pc~a ":'?''"· per l 1 ~u" carattc:-re ddinitivu, nrga
~ J!:nl d"'!'0 11fl : l 1 cnmmalc p•u pnvcrso ha in •1: delle nn••i h ·1 J ·1 1 ~ , ) ·,
del clima in cui si svolgono i processi criminali. t un punto sul rc ~ ca 1lo: c
. . .
c 5cmnrr · · · · ·
,. · per pnncrpro, rccnf>crnblir se c-r('<klmo eh.: fu<•mn
,.... "
quale Badinter ci dà un'altra testimonianza piena d 'angoscia.
11
_! 1~ C!flC . ~I<GEL';' F. ".F.~TJA; la pena eli morte: viene decisa da un nr~a-
51

nJsmc goudrz,ano m cu1 le tlrlwlr··r mnanr ~uno pos··b· t· · ·


bT · h . ~·. · ·• 1 l l ; l J;"IUral! SUO I>
c Cib che gravava su di me nelle settimane che seguirono il
processo era l'ossessione di quest'odio, messo cosl a nudo e di
influ
f tf cr~a d'· nbb a nn~ ~na lu c! d•ta ;u~o luta c una ronn~LCil!il tt>lalc dci
/ ' c c.. c v re . c.ro gmrl•r3:rc; 1 nostri rritrri in matl'Til? d1 crimim· wno
111
~~~nt1.. u':l crlmtnale polehcu o una spia po~sono venire wn1incrati come
cui non riuscivo a liberarmi. Il processo stesso, via via che si 1
eror, l cnmmc passionale commuove· alcune a z ioni "'r•v1·
tismo sr.no . , · 1c menu duramente ·• rtcla.marc 11 "pcn1 ~
·1
come • prossenc-
allontanava n el tempo, assumeva nel mio spirito un aspetto cr· · J f·llnl
d · · . • " " <1·1 mort c per un
singolare, caricaturale, stridulo. Le udienze mi apparivano co- rti::~n~ic .a ~~a.rd . r•ruo~tnb m un mnnòn. in cui ~i uc~idono ogni giorno mi-
o . , m lVI Ul ~un. 1 o mbardamenl1 " la fame: il mf•rconi11TIIl dd rri-
~tn1t t' r.omplrssn : SI .d•vcn.ta rrimina!i in u n certo co ntcstn familiare e so-
54 La Cancelleria francese chiede un boia: 5~0 candidature. Uno dei eta
rtd c e n on a causa dr certJ crnmc1
d1. • · . . .. ~O ml..· Ali
nrn. Cflffl(' par1OTI' dr· TI',I (IIIII.IO/ii.
pottulanti segnala, nel suo curriculum. la " propria a bitud ine a sgo.u:are 1
,un ntmmale? Sr ha ti. d~nllo d.' l'l11<1RI!? In una parola. la cna di
cani c gatti •! J.P. Joffroy, 20 tétts à couper, Fayard 1973, p. 314. morte [: '!n ~o~np~Jrtamento dt duf'.-ra:.wne in una ~ncictà in ra pacc ~i cdu-
55 Ma non baata confrontare la criminalità in un solo paese prima c ca!e. g '. mdtv1d~1 c he la compongono. Poiché è la società r h 1 ·
dopo la soppr:cssione della pena di morte. dato che l'evoluzione nasce nella crrmmalr. E:s~ h sopr,rìmc perché è incap:li'C di assumerli ò" ~ pl roc ul~c t.'
mag~ior parte dci casi d a una molteplicità di fattori c J'aboli1ione è un
ataurdo c o d trl.5o.r " ti n cnmma · · 1e puo, emendarsi s·, • ' TIC"< urar r. •
o t M · h. . . · • puo' fa me un uomo
fattore tra molti altri. Vedere E.W. Suthcrlnnd. op. cit., pp. 308-361. nc:Ps o . . a conh.n11o a r redcrmr cosa s1 pui> {are eli un unmn ~enza lf<ta
56 L"vrécutio"· Grauet 1973, p. 115. E· o11•et. operaro. · ' · ·•
Vcdt>re J F.gcn, l.'ahallnir snlrnnd. G . Authier 1!17.'1.

125
Tuttavia, per l'antropologo, questo c rimine ha un senso: da qui la ben nota insicurezza delle città americane.~' Si di-
esso temle a compeusare l'angoJcia della morte poiché esprime sti~g~~no~ secon~o il r~v~rendo ~· v .ernet, .sei categ~rie di
un potere: quello di dare la morte, di disporne in qualche om1ctd10. ~er .d tletto: e Il .caso d t c h t assassma per ptacere:
modo. di LOglierle così ogni carattere misterioso e trascenden- ~r co~tammaz~one, perché t l sangue ch iama sangue: si tratta
tak t:. una posizione capovolta rispetto a quella del medico, dt que1 soggetti che, dopo un primo crimine, entrano in un
che detiene invece il potere (limitato, come si vedrà) di con- P.rocesso di. decadenza ineluttabile assassinando c senza pensar-
s~rvare la vita : ma che ha comunque. con questa, un punto Cl • e no.n ~pendo più c do~e sono »; per impulso, cioè per
iu comune : la morte può essere dominata, c addomesticata • una speCie di atteggiamento mcontrollato, violento, irrifiessi-
dall ' uomo, sia nel caso che la dia sia nel caso che la impedi- vo; accade che dopo la pulsione morbosa, letteralmente sfinito
sca. Si tratta di uu atteg-giamento quanto mai rassicurante. ma il.c~imin~le si add?rmem.i accanto alla sua vittima; per pregiu:
a che prezw! dtz1o: è d caso det duelh, della vendetta, del delitto d 'onore
Da qut.'sto punto di vista la pena di morte si avvicina an- di tutt? ci~ che rie!'ma in un codice particolarìstico; pe;
cora alla guerra che, a sua volta, permette di superare l'an- codardta : ~ten.tra~o .m ~uesta ~ategoria quei delitti, volgar-
goscia della mo rte autorizzando « la familiaJ:ità con le spoglie mente dettt abtetu, dt cut sono VIttime esseri vulnerabili o sen-
degli uccisi : si spingono wn il piede q uei resti miserabili, za ~i.fes~ (ba~bini, ~ensionati,. tassisti, donne): infine, per
con amichevole indifferenza», diceva R. Cailloìs. Per questo sqwltb.n.o: è ·~ cas? dt persone tmpulsive ma psicologicamen-
motivo J'eseruzione capita le è uno scorcio emozionante del te fr~~~h., degh ~ptlettìci o ~pilet.t.oidi, dei pervertiti, dei pa-
campo dj battaglia : « l l , parossismo sociale , rappresentato r~~otct , l ~salta.Zlone patologica, ltdea fissa, la falsità del giu-
dalle (·orti d'assise s'identifit:a insieme a una piccola guerra e a d12to (raz10nalumo morboso), caratterizzano spesso il clima
una piccola festa : c'è l'atta<:( o e la difesa, ci sono le r egole del mentale di questi crimìnali.61 Bisognerebbe inoltre analizzare
gioco, il c:er imm.•iale del <:ombattimemo, la serietà, la gravità, le moti~azioni. ~h.e tr~>Viam~ alla base dei delitti passionali
l'odio. il <:odice delle ingiurie d1e ac:crescono l'avversione uma- ~amorosa o poht1c1~; dt quelh che hanno lo scopo di facilitare
ua fino a permettere il g<:stu mortale. » 5'1 Un comportamento 11 furto o neutralizzare un ostacolo (un rivale, un marito
in quakh(" modo arcaic·o. ma sempre attuale. una moglie, un testimone imbarazzante), o soltanto la vendet:

2 . L'omicidio
6.1 Negli Stati Uniti, negli ultimi sette anni, il numcru dci cr imini vio-
Si dice ch'esse> i: il primo d~i crimini, vecchio come il mon- l~nh. t aumentato del 57 'lo. A Londra, le rapin e a mano armata sono
do: cvot:a Caino che uccide Abele. L 'omicidio, volontario o d 1t C1 volte più numerose di dieci anni fa. Diamo a titolo indicativo c iol-
premeditato, distinto dal saniCìcio, cioè dall'uccisione rituale tllnto per la Francia alcune cifre.

(vedi più avauti il tema della morte feconda), si incontra sia


Suicidi Omicidi
nelle società arcaiche - benché in una proporzione netta·
mente inferiore CQ - che in quelle o<.:cidentali. Sembra co- 1965 7.3S2 378
1966 7.668
munque che queste favoriscano singolarmente la criminalità : 1967 7.~~
346
470
1961 7.41)7 465
1969 7.411 47S
.'i~ M. Colin. 11(1. cit.. l9fi.S, p. 151.
60 Ncli'Af ri(a nera ci suno tre tipi di omicidi che non comportano col-
pcvoleua: l'uccisione di un ladro. d'uno stregone. di un uomo (o donna) 62 La fJrévt7ltion des crimes ck .1ang in La prévention, infractions
adultero. Ma negli atnti ha usa (Nigeria, Niger). ogni ucciJione esige una contre la vie humaine et l'intégrité de la personne. Collettivo, Cujas . 1956,
~anzh1nc, tuttavia sol() il capo può clcddere di un'esecuzione capita le. Vedere Il, pp. 177-204.
P. Bohannan (cur.). Africun homicidP und suicide, Princeton Univ. Press 6!1 Uccidere cd euere uccisi si apparentano. u~cidcre l'altro è distruR-
[C)fìO. T ralasciamo qui evidentemente i • cr imini rituali •, che non vengono ~erc la. catti~a immarinc di aé in lui. Uccid ersi, è in. parte un annientare
cunsiderat i <"rimini, c i • crimini immaginari • (stregoneria) i quali. benché l altro an 0 0 1. Vedere 8 . Caateu lA mort de l'autu Privat 1974 pp u::
67, 166. • ' • . ..v,
immaginari, vcngonu puniti severamente.

127
ta ~e soprattutto il possesso (Otello): uccid ere, è stato detto,
è un è modo fondamentale d i possedere la propria v ittima" .
Ci sono perù omicidi che richiedono una con siderazione pani-
colare: infanticidi, parriddi, regicidi.ll.'i E b isogna ino l tre se-
l ter_npo_rresso i Maya). A volte si t ratta di una pnJ11a (i l sacri-
fic~o ?J lsa~co~: a .vnlte d~ una compensa1.ion e per placare g li
rlet (1l s.·Knfioo dt Ifigenia); a volte di una vendetta o di una
~acchinazione politica (il massauo degli Jnuocenti. b enché
gnalare che il delitto c si vende bene " o è c ben visto •: l'e- m questo caso nor1 si possa parlare di d elitto •·ituale).
lenco dei film di successo in cui ·si assiste a morti violente Oc~orre tllla J:>recisaz_inne l<:nnino logica ."' Si t<·ncle, per e-
portate a compimen to o ra in modo ab ietto ora in m odo simpa- sempiO. a u~arc 1l tcmune di ftglicùlio (ado ttato dall"llm·scn
tico è interminabile. Anche se in definitiva la morale viene ri- nel c~m;o. d1 ~~~~ recen~e con~c-~~o su l fan ciullo martire) per
spettata. il piacere morboso d ello spettatore appare evidente. de~ntr~ l_uccrs10ne _d et barnbuu acl opera d ei geni tori (!i r~,;.
Evasione? Sdoppiamen to? Cataui? Veramente bravo chi lo sal d_e t d_d_lt~t mmme.,s~ .neg li Stati l!niti nel l!ltì()! ) e crue llo ~li
Citiamo, trala!ìciando gli inevitabili film polizieschi o di guer- l!IJr.ncull_o pc~ qu_aldìcare l'omicidio di un minore, sempre ad
ra : Bonnie an.d Clyd~. Le /Joucher ... tanto per parlare solo dei opera dct ger~Jton, m entre il lermint~ d i i11Jantù:idin viene ri .
film proiettati di recente in Francia...6t> ~r~~to csd~ISt~amcnte ai neon<Jti,M umani o animali (ricordar-
~~ C IO che st rlu:eva nella r pa rtt: a proposi to dd cannibalismo
J . l .'itlfanticidio puerpc:ra le). Jn r ealtà se l'infantit.;idio i: d eterminato da cause
Nel senso pw ampt(l del termine l'infanticidio ha assun to c.he_ SI ~·o11o:~ro~o a h hastanza beuc - prcscrit.ioni re ligiose e de-
!ìpesso, netta ~toria dell 'umanità, una. forma rituale,67 sia si- httt n~ualt o d :auniha l ismo,71' nt'l passato: soppressiont.: dei
~tematica (offerta dei primogeniti, come si verifica ancora nel· neonati anormalt, vendetta, gelos ia." n rces~ it ù di nascondert:
l'Africa nera, ad esempio in Liberia). sia episodica (come un sbag lio,72 motivi enmmnici. c quesco in tuttt: 1<.- (')>Och e : J
tlllC)

bi CiM N c~n . JliiS~iamo. p~r . man~anza . eli ~pazi11• pa ri :~re dd lo ~pino~u pro-
6-4 Si troverà un esempi11 curioso di crimini di vendetta in un"atmosrera 1
~f!!a ' d i a hnr!" tn CU I s 1 ucndc pnma rlclla n;n 1 ila
altamente magica in H. de Rda mora. T.t'J yeu.x bleus de la m nrl, Galliera . IJ.I ~ ~ult c ~~ urr~<l_ono k kunhin <". c·um1· n dl"llrah io prd~ lnmi 1·a. a vo li<'
(
1
1972. Vi si racconta la storia della vecchia Mamu51ta, orribile ma dagli 1\~ai!Jblt· f.: 001 ~~ ti l!"·~ tu u<-cupalo d ;ci /i.r.li cspo>~li nc.t:l i antH·hi r:tc"1 •m li
occhi •traordinari. che perseguita implacabilmente e non senta sadismo i c~c: um~•l": <.""·. ~.rh p<>) . In numernsc rd igioni cl t"! l"A (ri ca nera - per
Nazisti che avevano stuprato c ucciso le sue figlie. J. Morcau incarna a s ua mnt1v1 rdl_t:lll<t. rnafH"I. ecnnnrn 1~i " lriulu~iri r hc· no n i: <lUi il r;l'c• eli •t.cr
volta il ruolo di una donna che vive sulo per sterminare coloro che. invo- a vec!er~ - . SI lccndc:va unn cl o:1 ,::-<·mc ii i. la ha mhina '~" :~c·c·uppi ·lla ., u n
lontariamente. le avevano u cciso il marito (La sposa in nno). ba mh111o. " ti ~t·rund u nato . " il più cld>nk { ' lr ( V Th · 1'. {)• · 1
Dakar l 'lliS. · • ·· · urn.c~ ·' c w a.
65 Bis ognerebbe inoltre tenere presente r .. organised crime " · cioè la
rete criminale: particolarmente bene organiuata negli Stati Uniti, che è d i~s '".c~crc: .o.f,Tf".t d"t~T!:!iir•t'J. in n r.•tin tlu rannilmlismr. • Nou vcllc Rn·uc
!"erede elci gang~ter de~li i nizi dd secolo. Vedere J. Susini. La bureaucra- ~ y~hanaly~t .~ 6. l.ltZ. pp. ::!-l'l Sf!f!. Il p rupositu del p a nici} dcii"anno
tÌJation du c-rime. Rr"t•. de Sr. rrim. rt dr droit pfonal cumparé. 1966, pp. l 16- mtlle, C.lahcr Cl mf~onna rh~ m•n l.'r<l r.m>. per pl:~carc la fam ~. eh~ ,.j si ri-
128 c !"ottimo film di Rosi , Ludty Luciano. Vedere inoltre E. Jamarcllos e G. v.olg-c~.sc a un ham_hm(). lu SI atl ira"c in dispa rte per u iTriq:!i una mdJ ,. !c)
SI urn dc~~c per dc~·nrarlu~
Kelleos, Lr crimr r l In criminologie. Marabout, c G. Guttmacher. · La psy-
clrolofie drt mf'ulri,, Pur 1965, 2 tt., 1970. , 71 Le dnnnc llli,ipnucJ ( ~araguay) urridt·vanu ta lora i p m pri fif,li pcrchf.
Non diremo niente del fratriridio. in mancanza di documenti validi. Se ntn pote nti; .lVt" Tt: rarp.>rh St"<5uaft cnn i) marit n dur01nl c \";d latt;un ~lllll
omettiamo la morte accidentale (in occ;uione dei giochi, per esempio), il tcmcvann rl essere ·trad•t c. ·
f ratricidio propriamente detto sembra ass<~i ram. benché miticamc:nte venga 72 dRaf:azz~ hllrj!"hesi eh~ t~ovandosi incint e non n.<:mo n (~ ahurtirc 0 ,:.
consideralo come URI' dci primi crimini della gelosia nc:Jia storia dell 'uma- " bb_an '.'"a.r c _Il ncunalo :~Il a~stslcnz:~ pubh lica.
nità (Ahele ucciso da Caino). t3 S.t <.f cU cnguc _un inf~l.nliridi ol dirt"lltJ (urcickrc il l1.1m hinc>): ÌJitfirl'f/o 0
66 E~iste un'autcnti c:a " irrur.ione mitita c cu ltura le dell a morte,. per tr: nmdl.~Sifl~r· (l;~~<:>;n mo nre per manranr.a di ci hn o di cure. ahltand 11 n·1n ·) .
riprendere l'espressione d "E. Le Roy-Ladurie a proposito dei 6\m ultravio- l" h . . •",.nto
tnnne 11 (s1 tr·1tt

• ! Il · ' •
~ 1 e a /{li erra : m questo r;1su si dovrehl11· l'"ri:Hc.: c1 i
·
'tacrun d•n).tl \ ed;rc. E. ci c { :rrc ff. lr~tr:JI!IIr(Ìtlll n la friiiiÙNIIII.f!.ic·. \ ' a nc\,·n-
1
lenti: Fre"ch co" nrct ion. Dirty Harry, Arancia meccanica...
67 Il culto ciel Dio Anu a Sumc r comportava la m tssa a mor te d i bam- p: 5•. r u xc cs 1.141~. P. Au!?ry. / ,n ltbr n ruln. ·· :\rrhi vf~ ck l"a n tlu·o pnlol!"it•
bini. I Fenici. i Cartaginesi; i Cananti. i Sefardili. i Roabiti bruc iavano i Cflmtn~ 11~ et C1CS SCI Cnrc~ pt~ nalt~ • . 11!'lJ .
loro neonati. e n oto il testo biblico in cui l"eterno dice a Mos~: "Tu mi I crtm •ni ~~nlro l."in.fa~zia .w n o ancora rilrvnnti. ;\d cst·mp in in !n~hil ­
1trra. nt 1 _l!lr .... la Su~lclil rli prt•vt·n 7.innc dcii·· ~ru-'Ait ··, n···t r t" l -
cunsacrerai tutti i primogeniti tra i figli d"lsra..!k ~ia uomini che bestie. h b ' · (I . ' . . ~ • "' • • con run ' t <"l
perché mi appartengono... Tu conserverai per !"Eter n o il tuo primoge- am tn.t a su,, s lts.a C~ l.\ lcnza <' clnqu cnh: 1) ha l"~aminal•> 11 41ì l 4 c·ui ,.
d enunc.talo .~9. 22."\ rapi f.1mi~rl i<t! · '
nito ... "

u8 J2<)
- il li haic ili io implica i n vece una ~ituazione piit complessa 4 · Il parricidio e il matricidio
dato che il bambino, essendo vissuto per un certo periodo, è• Sarebbe difficile mettere sullo stesso piano il parricidio (o il
stato oggetto di attenzioni e di cure. Se nd caso dell'infantici- matricidio) fantasmatico, così come si presenta al livello dei
dio, chi trucida (.> il più delle volte la madre, anche se vi sono miti ?a o dei sogni, o la pulsione mortifera diretta contro
de Ile coppie c rimi n alì e anche se spesso sono i parenti che fan- il padre (o la madre) che coinvolge probabilmente tutti gli
no sparire il cadavere, nel caso del liherì<.:idio opera quasi sem- esseri umani a un dato momento della loro esistenLa, e l'attua-
pre ed t•sclusivamente la madre e accade spesso ch'essa in segui- zione del uimine propriamente detto. Ciò che lo psicoanalista
lo si suiùdi. Situazione patologica (demenza precoce o sempli- ammette come normale 79 o addirinura benefi<:o (nel campo
cemente psi<osi confusionale o psicosi maniaco-depressiva nella dell'immaginario, ma niente è qui più reale d ell'immagina-
madre, an: essi di collera esplosi va nel padre al momento del- rio), il moralista e il penalista invece lu riprovano nel caso
l'atto), gelosia morbosa (i.~ l'esempio di 1\ledea (:he, per vendi- in cui vi sia l'esecuzione del fatto.
(:arsi dell'infedele Ciasonc, suo sposo, massana i bambini avuti È nota l'importa ma che Freud attribui all'uccisione - im-
da lui). condizioni di vita partinJlarmente penose... bastano maginaria -del padre;M> accade addirittura che questi) tema
per nmdurn: a simili azioni.
L'ìmerpretazione della psicologia della madre - poiché
7X Il riferimento al parricidio originak si r i trova 111 numcrusi miti
nella maggior parte dei casi (: di lei che si tratta - è ben negro-africi.tni. Questa ucci~ione immaginaria è il più ddlc volte in ,;trdto
lontaua dall'essen: unanime. Alcuni 7~ hanno visto in questi rapporto ron l'origine della fìliaziunc (matri- u p<~tri l incare). Eccu due esempi
as~ociati alla fine Jclla patrilincarità.
delitti la prova di Llll amore materno cc(·essìvo ed esclusi-
vo (nmvinzione < he solo la morte puil evitare alla vi n ima
Tshipimpi Nkongul o
un destino ncccssarianH·ut(' infcli< e). :\Itri 7' si iutcnogano sul-
l'eventualità <:hc un tale altruismo non mascheri semplìeemen- padre uccisu dal figlio zio matcrnu u u iso d<~l nipote
tc l'incapacità dc Ila madre di stabilire dei rapporti con il uterino
bambino (blocco atfeuìvo). Si è potuto (:omunque rilevare che lesta assuciata al luonJ della testa associa t <l a l runro d ell'ar-
folgore (stagione ddle piogge) cobaleno (~tagi•mc ~{·rea)
madri del genere, vere e proprie « manti di religiose », aveva- cnpo bruciato corpo scpolt<> sott'ilnjua
no avuto un'infanzia particolarmente infelice: 76 da qui l'am-
bivalenza dei loro componamenti. Esistono infme ossessioni Vedere L. d e HcL!sch, Le roi Ì1•re fili l'urigiul' dt· /'P.tat. G .. l!imard 1972.
d'infanticidio nelle donne lra i ::!:'"1 e ì :.1:1 anni, passive verso ?P· !l!l, 101!. l Il, 1!19.
7!; Il tema della madre possessiva rosi rome i Lmt"smi omoscssu;di c
i loro bambini e i l gru ppn (non protestano mai) c che ave- mortiferi ch'css;~. provoca ispirano tutta l'opr:ra d i Arrabal (k;~.tro <' film:
vano subito un'educazione rigida. Le idee di i nfanticidio e la Viva fu nllwrlc, ]'irai coni!IU" un chcva/ {ouì. Il dramma di Arrah;~l lu di
avere una madre rhc-ntm-lascia-;~.lcun-pn~to-al-pad r e. pq~gio a11<'<>ra : e h~ è
paura di sprofondare nella follia esprimono congiuntamente rcspcnsahdc rlclb sud mori~ (ora. nit·ntt' i: più sti· uttur~nk pt•r la furma-
la loro ostilità nei riguardi dci genitori e la punizione per tali ZJOJ~e del _ragazzo dd vcdnc-il- proprio-padr~-guardare- il-fallo-dcl-prnp rio-
sentimenti; se il passaggio all'atto si verifica solo raramente, figlw); •::: meltrc una ·madre altamente c:tstratricc dH· dJ./o tog-lie il fallo
dd fighe, a suo piacìmcnto. Da qui i mnlt~plici fantasmi di Arr;.,b.tl: pul-
l'ossessione sembra invece frequente e d uratura.77 sioni mnrtif ere. madre che rarchiud~ il figlio nel t or n morlu dù·ss:. ha cvi-
ra t o. ident i fieaz i o n e- dc 1-figl io-con-l a -madre- che-In- genrr <t-mo ri<>, f c cnn di tà
orale ~ gestazione anale, uccisione della madre. cannihalismn redcntore c
7~ ( ;_ l'.:rrus.>cl, l."lwmif"idr· altruislt• dl"J mNancoiÌtJIICS 1·1 do fwrst 0cutt:s, pr<"cesso rl'incrnporazinnc, desider io di ritornare nel ventre m"!t·rnn ... ecc.
Far Mé.t Potris l '!"1 Anche l'opera rli Hervé Bazin, hmrht a <m livello meno intenso. si polrcbh{·
i·.'i T ....br.ter', ·[/;e· /JSyclwfwtlrology o/ infanticidr•, " Acla p~ychatrica leggere un po' in questo scns<> (Uifn•ra in f!U!;nrl, Martelln W.'ll); Le malri-
Scandinavia •. i!J(ìi, p. H. moinf', Seui! 1%7).
71i M.C. Dcrnaid, E.G. Winkler, l'.<yrhofJutlwlogy o/ in/antindr . .J. Clin. .. lìfl C~c l'ucri~i~:nc sia reale o immaginaria. ciìo nr•n cam hia niente per
exp. p~ychupath. 1!/.i.i, p. u;. Sull'infanticidin pupctrato dal bamhin(), vc- lmconsc1o. Il tema Jcl padre odwso c autoritario <"he si d~sidera u n i<lere
d~n· In stuJiu di G. Sa~ny. Mnatriùc ù tm~e am. Lt• cus M<1ry Bdl, D~­ ()che si uccide fu largamente utilizzato riai mass medi~: citiamo per ~s~mpio
nol'I-Gonthin 1974. il romanw di ]. Chesscx, L'orco, Rusconi 1!"174, e il film <ii ). Chabrnl, Qw•
7ì J. A juria..:-u<:rra . .Hrmud tf,. f'-'yrhiltlrù· de /'ertf_.lnt, Masson l'HO, p. 991. lu béte merne. ·

qo 131
venga recitato (ritualmente) in alcune cerimon~~ negro-afri. matricidio) perpetrato da soggetti rcla tivam~nte giovan i ,~$ tra
cane: pre.~o i Bwa d ell'Alto Volta, per esempto, nel cono i 18 e i 20 anni e anche meno, e in condizioni particolarmente
d ell' iniziazione (quella d el Do), i giovani iniziandi co~ batto- . drammatiche o crudeli. A volte il parricidio resta inc:ompiuto
no a colpi di bastone contro un adulto mascht!rato - stmbolo o viene mancato perché le inibizioni giocano fin o all 'ultimo;
del padre o meglio del fratello primogenito, d~to ~he assa i a volte viene realizzato in modo selvaggio e accanito : per ar-
spesso nell'Afr ica nera ci si imbatte nella sostttuz10ne d el rivare al suo gesto, l'assassino fa spesso violenza con tro di sé
padre, inattaccabile perché rappresenta l'antenato, con il p~i ­ brutalizzandosi;86 a meno che n on ricorra, come preferiscono
mogeni to 11 - per poi farlo cadere brutalmente. E tuttavta fare le donne in simili circostanze, al velenl>.17
il parricidio effettivo viene considerato uno dei crimini più Il significato dell'uccisione del padre (o della madre) si di-
mostruosi e sconvolgenti perpetrati dall'uomo.32 ~ C'è sempre, mostra assai complesso . c La maggior parte dei parriddi, scri-
nell'atto di un uumo ch e uccid e il proprio padre o la propria ve J. d e Ajuriaguerra riprendendo un 'analisi di .J. A. Or.ho-
madre, qualcosa che ci impressiona e ci pone un enigma: co· nisky, dicono che durante il loro gesto esiste in loro un sen-
m 'è possibile che un individuo spezzi dei legami unanimemen- timento. di dereaJ!zzazione che a volte va di pari passo con
te considerati intangib ili e sacri attentando alla vita degli es· un'autentica spersonalizzazione. Il passaggio all'atto, qualun·
seri che gli sono più vic ini ? »~., L'idea del parricidio era tal- que ne sia la durata effettiva, non si situa nel tempo ma al di
mente inconcepibile per l'illustre Solone ch'egli non aveva fuori del tempo. La morte dell'altro perde il suo carattere
previsto alcuna punizione al riguardo: <~ Non ho mJi pensato di spaventosa realtà carnale ed è solo la realizzazione magica
che una persona possa esser e così .maturata da commettere un del desiderio di morte. In generale, il parricida ricorda male
simile delitto. » Mentre si deve c.:redere all'universalità della l'atto omicida e prova difficoltà a rac.:contarlo. Per loro (i par-
uc~i sion e (immaginaria) del padre&>~ il parricidio di fatÙl, sta n- ricidi)... uccidere l'altro non vuoi dire ~olo uccider lo, ma
do alle statisti<·he, è un delitto raro (e tanto pit'1 nel caso del distruggerlo, farlo sparire, annientarlo, l:ancellarlo magica-
mente dal mondo degli oggetti. D a allora, uccide rlo significa
attr ibuirsi il dirino di esistere, ma al tempo stesso l'esistenza
Rl .. N ei f:~ntasmi, la rivalità eclipica può essere posta nel rapporto con dell'altro è indispensabile a lla propria esistem.a. la morte dd-
il padre - cun un' immagi ne .del pad re più o m eno. riousorbita ..in qu~ll 3
ddl':~ut•Jrità collettiva - m:l e come se lo st"nnt ro d1retto con l 1mmagme l'altro mette in causa la propria vita. Distrug~en: l'altro si-
dd padre si;~ o impo,sibile ." senza vi;) d'us~ita c_ lo. s i debba sp~stare . su gnifica nel medesimo tempo distruggersi. l. A. Ochonisky ritie-
:~!tre imm;~g1m per potergh trovare un;~ v1a d usc1ta percornb!le: CIO~
u n"uscita che pcrmctt:~ al soggetto di a~umere un posto di uomo orlla
ne che il parricidio appaia come la morte dell'al tro. imma~i n e
s<:rictì... linchc l'imma~tine paterna t inaccessibile alla r ivalità. son o i <fra- speculare della coscienza di sé. Esso è, ~ r eccelle nza, ci!\ che
telli • a venire wstituiti come rivali . .. M.C., Ed. Ortigues. Ordipc africain. è nella sua etimologia primitiva l'c uccisione del sim ile ». del-
P lon 11)(>6, p. l 26. l'eguale d i sé ed è in qu esto senso il modello di tutti gli
112 Sarà però bene e vitare quals iasi ~iudi:tin s ist;omatico. In pagine luci.
diuimr M. FouC"ault ci des<"rive cnmc fosse soggiogato dal pa rricida dagli assassini. C iò spiegherebbe la con~iunzione di parridd io e
occh i rossi (MfJi. Pirrrr Rivihr. nyant égorgr ma mhc. ma samr et mon suicidio... Il duplice movimento d ella d istruzione d ell'altro e

frhl'. U n ras d l' fmrriridf' tm X l sièclr. G all ìmard 1973). Il lib ro permette
di se stesso si trova spesso realizzato nel parriciria. per il quale
di valutare tu ttn ciò che d iv ide i d iversi d is corsi: il m em oriale d i P .
Riv ière e il contenuto dei suni interrogatori. le tcstimoni a nxe racc:ultc dal . l'uccisione dell'altro è ancora un miridio. ,. M
J'auturitfl giudiziar ia. i d iversi · rapporti medici. gli atti giudiziari r edatti
p r ima dc!ln fine del procc~~o. Foucault segnala l'esistenza di • slittamcnti
Ji senso ~ c d i contraddizion i (pp. 2!15 sgg.).
II.'J Mmc O chonisky, C11ntrihutinn à l"fludr drs fmrricides. à prapos de 8.~ Vedcrt D. Bardonnel. o(•. l'il .. 1!16.'!. p. Z.S4. Il parric ida del film· rli
1~ obsrrvations cfj,,iqztl'.f. Ri:u sunlo in:. Dr. Bardonncl. Con,1idhations sur /t C. Cha brol. Q11e la bhe meurl', ha appena 17 a n n i.
f1arricirlt·. Chro11iqut' de criminolige clinique in: Rev. Prnilt>ntìairt' et d f 86 Mmc Ochonisky, in; Bardonncl. op. cii .. p. 2:)4.
droit p~nal. t 963. In francia furono giudicati, tra il \9.'}2 c il 1969. 36 pa r· 87 Sull'esempio di Violette Noziercs che fece parlare di ~é i ,l(i orn:~li
ricidi. cirlè 29 per og ni 1000 cri minali. intorno al 1934 e venne " immortaL1ta • d a una canzone auulutamcntc shl·
84 • C hi fra d i noi n on sì è augurato la morte del proprio pa d re. • pida c presuntuosa.
scrive Do~tocvskìj ne l fmlrlli Knrama:ov. HR Op. rit .• pp. 467 -46R

1J 2 l J3
5 . L 'u.xoricidio Nella region~ dei Grandi Laghi a fr icani l'esistenza della
Si uatta ddl 'uccision e dd cungiumo, che il termine di uxo- regalilà m agi(:a si basa sul fatto (;h e il re d eve situarsi a l di
ricid io ddiuisn.' assai male dato dt'esso riguarda solo lo sposo. fuori dd circuito delle a lleam.c matrimon iali c della società
lk (.;redf disti ngue molto g·iustameme glt· omicidi utilitari COilllme: ad esempio ilt·ìtual(• d ' iuvestitura luud:t (Zaire) com-
rh<: pennettt HH> ad uno d egli sposi di sopprimere l'alt~o per porta l'accoppiamellto dd capo con la son:lla per pot er r ice-
« rilarsi u ua vit a » e i tlditti jJasJÙmali, come !lll t'ill pro- Vt'rt r a u cllo dlc è: il simbolo dd suo pot~re. Eg l i appartiene
vocat i ad csClllpÌt> dalla gelosia ..w :-\el primo caso l'assassinio cosi, bench é in parte òiviuizzato, alla categoria d e lle nm: im-
- a meno r hc non venga scoperto - è preferìbile al divorzio P_lll'C, d~gli cst:remcmi: il so\'rano ,. assunlc: la duplice full·
p nch(~. lllascberando u na siwazione contlittuale, pennette a t lion e dt mantenere !"ordine giuridi!'o pura apparendo come
mp~rstitc di c'OII.'>ervare i heni grazie alle leggi sull'eredità llllil pericolosa r iserva di forza diunisiaGt. , ~~ l•e rci(t parliamo
c dunque lo stesso tenore di vita di prima o quasi.lll Assai qui di amùivalc:nta magiGL Cosi come il sovrano può acce-
spt.-sso con la complit:ità dell'amante, sì prderiscc ricorrere al d ere alla carica regale solo a umdiziouc d i com piere un'im-
vdcnu pen:h i: salva. le appan::nze e storna la ditlidema d ella presa troi(·o-magica - per esempio J'incesw ..__ allo stesso
viuima pur rag~iungendo immaucabilmetlle lo scopo; ma pos· modo, divculato vecchio, deve morire, dato ch e la perdita delle
sono aw:h e \'l'Il i r pre:;i in considera:~ione anche ~e p i Ì1 rara- sue forze:: nnuporta (magicamente) qudla d elle forze del regno.
!Hell te ).;l i i m:idt·ntì st rada l i , quelli di caccia o di pesca e il Questa m essa a morte non è un crimiuc; possiede al t.:ontrario
ricor.-11 a ull a~sass iuo prezzolalo. un valore di salvezza.Y>
Dì dillir ilc va lut<aioue sono i delitti pas~ioua\ì, tanto plll Il regicidio (deuo auche a volte tir;mnicidio) è:, n d senso ri-
che a volte c'i: l'iutt:n•ssc:- -·- poiché la legge è pii1 comprensiva stretto dd termine, l'uccisione d el re (e per esten sion e di un
uei loro ri<rua n\ i '1 - - a mascherare da del ittu IJassiona le ogni capo importante). :\nch(• q ui (;. d e (;rccff sottolinea la d iver-
~ .
as~:1s.~i nio : st udiando il caso delle donne che avt•vano assass1na· sità tra il criminale poi itico « <he desidera vedere il mondo
to i Iom marit i, P. Cannat h a ritenuto di poter c:onsiderare dopo il propri<> ge~to e desirlc:ra 11011 solo evi tare la morte m a
nnut· passionali uou piìt dd lO ~~~; , dei de~iui così rubric~ti .~
2
benefìciare direttamente o indirena meute del nuovo ordine d i
!\ou l: sigu ilicativo constatare come l 'opmwne pubbhca s1 dl· cose così creato» e commette un crimiue 11 tili1ario (come Hru-
mostri assai pi ì1 severa con la donna che uccid~ il marito _di to), e il niminale passimw.lt~ puro che si saaihca a una cau sa
quamo lo sia n ei çonfronti del marito che ucode la moglie? .. ch 'egli considera come superiore, c ui la vita è impossil>ile
On:mre vt'd t:re in questo fenomeno una sopravvivenza della se la vittima continua ad esistere c.: che il più d e lle volLe s i sa·
situazione: essenzialmente ineguale ua i due sessi. crifiça al proprio inconscio» ( Ravai llat.:).~~<> I n emrambi i casi
troviamo quasi sempre almeno implicitamente, u n r iferi mento
6 . Il rt:gicidio alla m orale.
Hisog;ua dist in guere l' uccisione rituale del pnnc1pe o del C h e questo tipo di uimine sia opt•ra di 1111 solo indivi-
capo d <;l regit:idio propriamente deuo.93 duo (Ravaillac), di un individuo che esprime un movimento
collettivo (Charlotte Corday) o di uu g-rup po (morte di L ui-
gi XVI sulla forca), la vittima spesso importa più come sim-
~·; Ufi. cit .. pp. 341 -:l H . bolo di u·na causa o di un potere (la tira nnia, il fascismo)
'ltl A ma)igio r ra;;i••n~ s~ ì: stata s11pubt;1 dt rcctnte un'asSICUrazione
sull~ vita. Oucsli umici<li u ti litari si inc•mtrano spesso n d !e t ,,mpagnc, J ove
" trcltta di ~a l varc la f a tl<lria. !J4 L. de Hcusch, A.fju·rt,· de la .l'urru/iti· du fwllvll i r 1'11 t1{rirJIIl', in: 1..
<J l A rundi1.ionc ,·hc non sia premeditato. dc Heusch c altri, Le /Nuvoir et /io .•(lcr(o, lnst. d c sodo!. Solvay, Bruxel-
!P L,._ , m1·1utno'·rn d1· { ,•u r muri. in ~ Rev. ptnit~ntiaìre d le droil pé· les l !lfi2, p . !57.
11 ,1 \ :. J9!>.'1, p p. < i4- ~ l. V cJ<:rc a nche: R. Hcrren, Cmztributimz <Ì l'étudl' 1111 9:) C'è qui la punizione (simboli ca) dcll'iii<'Csll>. l.o S('l'll~rio> rimanda
m curlri' ile l'i'Jmux, .~ Rcv .. lnt. dtJ><~l~c~ criminelle "· 19.?9, pp. 244 s~g: infa tti a l mito edÌp)co.
•J:l I n rini')Uc amll. ncgl• Stati mlt, sono slatz "'"assmah Ire uonum 96 Op. cit., pp. 345 sgg. Vedac anche l'ecç~ l knle upcra eli J. Chabannes,
politic-i tli p rim•• piano, tra cui un Presidente! L1·s Régiddcs, Pcnin 1969.

•.H

che come singolo individuo. Se nel regicidio utilitario l'inte-
J genetiche (epurazione della razza) ed economiche (Rli infermi
l
resse generale maschera male le pret.ese indi~idu.al_i ~ell'uc~i_so­ e i pazzi costano cari) e che ricorre alla «morte s<:ientifica ., ,
re (significativo il caso di Rasputlll), nel! ornlc!d!o pohuco f è invece un autentico comportamento criminale, difficilmente
disinteressato il rifiuto della tirannia sembra dominante. Ma distinguibile dall'etnocidio o dal genocidio. Bisognere bbe in
occorre, con Régis,'17 di!>tinguere i veri regicidi dai falsi: quelli r questo caso parlare piutthsto di distanasia.
vogliono distruggere un uomo per <:iù che egli sta facenrlo Un altro ~un.to degno di attenzione è quello della morte
o vuole fare (Ravaillac, Ch. Corday): gli altri sono innanzitut- dovuta a un mcz~e~le. Se i progressi sorprendenti della tecrli-
to al servizio di un'idea generosa, o delirante, e per essi non ca n~n hanno ehmmato le catastrofi naturali particolarmente
ha importanza, al limite, chi puù essere la vittima purché si mortilerc (come il terremoto in Turchia, gli spostamenti di
tratti di persona in vista (Cor~ulotf, l'assassino dd Pre~irlente terre ?el P~rù, il ciclone nel Pakistan, per an:ennare solo ad
Doumer; Lee Harvey Oswald,. l'assassino del Presidente Ken- avven_1men_t1_ r~c~nti), senza trascurare le grandi epidemie 0 le
nedy stando al rapporto \Varren). Per i primi. il regicidio i: un carestie rmod1aii provocate dalla siccità, dalle inondazioni e
fine in sé; per i secondi è solo uu mezzo. dall'inn~ria degl! uomini (come nel Sertaò brasiliano), questi
p_rogress~ h~nno m ~ompe~so moltiplicato i rischi di morti ac-
7 . Gli altri modi di uccidere Cidentah. F. a maggwr ragwne se prendiamo in umsiderazione
L'ertfanasia (omicidio commesso per pietà) e l'orlolanasia l'eventualità - non impossibile - di un'esplosione nudeare
(omicidio per sospensione di u~ra, dovut~> ~~~~ ~t~sso moti: per errore. Fu il Presidente Kennedy a dichiarare, il :!:) settem-
vo), benché sollevino una serie d1 prohlemt gwnd1n e morali bre 1_961, rlalla tribuna deli'oNu: « Oggi, ogni abitante di que-
estremamente complessi sui quali ritorneremu,Q~ non potreb- sto pianeta deve pensare al giorno in cui esso sarà inabitabile.
bero venire consicterate come (:rimini veri e propri. Osserviamo Ogni uomo, donna, bambino vive con sopra la sua testa. so-
tuttavia che l'eutanasia di stato o geuerali::zata ((ome il gran- spesa a un filo, la spada di Damode di un olocausto nucleare
de programma di eutanasia di Hitler) ispirata da ragioni eu- scatenato, non importa quando, da un incidcrtlt~. da un calcolo
sba~l_iatu o da t~n g~slo llì follia.» "" l\'on l'acciamo akuna sup-
postztone; cons1denanw ctb che avviene qui e adesso.
97 Lrs rrgicidrs dans l'hi<loirr et drm.< {,· fni·.<mt. in « An·h. dt 1':\n-
throp. crìminclle et de• .se. f('n,alcs •. l ~<ì(), l'P-, -" ·~g: _ . lnnanzitutto p;li infortuni sullavoro."JJ Essi sono. in Francia,
9S Vedere per cscmpw: . Gravtm. Le fJTot'l'l rll' l ,.,lfwnri.HI', m « Rcv. parti~ol~rm~~te _n,umerosi (I_ ogni 7 secondi), particolarmente
Pé~alc Suisse ., 19!14, pp. 121 sgg.; M. Rateau. L't•utluma~it• el sa réglrmrn- mort1fen (p111 d1 2000 decess1 all'anno; l morto ogni 40 mimt-
tation p/nalr. • Rcv. de clroit pC:·nal cl clc ,-~iminn!ogi~ ~. J~;G-1-l'.J!ioi, pp. ~~
sgg.; infine il n. !ìB del 27 marzo l ~~4 d~ ~ Mcdu:mc et hyg•mc ~: " Il ti) e di.spen~io~i (2.'! mi.lioni di giornate di l.woro perdute, 101
problema importanl!; t: quc•to: non c c ch1 non .s• renda .contn che pur oltre a1 costi d1 ospedaltzzazione: l milione di feriti all'anno
cncandn una sc>luzinne umana. una soluzwm' ragJOncvolc, r estremamente e le spese di pensiona:mento per invalidità). Nel 90 ot dei casi
prrkolnso, per non dire di piu. dischiurkrc questa porta ~.(p. 4!1\)._ Lc'i~erc
anche: l. Barrèr~. E.t. Lalou. L.r do.<.~wr. nm/ulent~l'l t/,, l, ~11/hrma•:r~ (Stock la responsabilità è a ttri bui bile a l datore d i la voro ; manca t a
(J

1962) e la puhbhcaz10ne collett<va ,!!;la c<lala dc.l UOM~ (C.mev.ra 1.114). applicazione delle norme di sicurezza, cademe infernali che
Un'inchiesta americana {l'liO) tra 41S mediCI dello Stato <h Washmgton
indica che il .19 °/o eli loro pratic_hcrchhc u~'« ~utanasia pass_iva ~ (per a~ten­ provocano la perdita del senso di vigilanza; ma bisogna anche
sione terapc:utica) a richiesta dc• luro pazu:nh ".delle .ram•ghe.. ~c la legge
riconoscesse la valìdità di tma tal.c d~Jm;mda: d 4?"'" ~pera m_ un.a mo-
difica dc:ll'atleggiamentu sono-mec~IC'! ~~ tal sc_nso: '·' 31 lo ~usp1ca moltre ~9 Il C?TSÌvo _è no.1tro. P. quasi un mi raco!o rh e n on si sia ancora
una modifica legislativa che autnrt:lll l eutanasia att•va per. ! ,raz1eniJ .fon- venfìc.alo .11 pcg-g1o. Vedere gli esempi citati da R. Clarke. L,1 nmrw d la
dannati: il 72 "lo dichiara che, se ne ".vessc ,la. .rcspnns_ab•l•la,. « Jl.rat!ch_e: mmt, s~ull 1972:, ]>)'. ,'ili sgg.
n:hbero un'eutana~ia passiv~ a.stcncndosJ dal~ ut~hzzarc. 1 mct~d, d•. d:al~s1 100 Si dovrehhcro contabilizzare anc:h c l'li infortuni dnm~stici. Vedt·rc
renale permanente (rene ar~ofìc1_ale) nc1 ~a':'-11 rh urem1~ cromra •: t! ,,l !~ M. B~ckett, Lc.f aaidrnfs dt)mc.<tìquo, ~ Cahicrs rle santé puhlique ~.
OMS, (,cnèvc 19fi7.
auspica la crcazinnc di « Cnnsog!. ~upcrwr~ della samta : CUI sottoporre 1
loro casi di coscienza: il 90 "io dc• med1c1 approvano l aborto per cau~e IO! _Se. si considera la totalità delle conseguenu e dei d~ n n i si arriva "
mediche (inclu~e quelle I('Cnetid•c): i l i.~ 0 /o lo approv~nn anche per cause 80 m.'h':m di giornale/ anno perdute, equivalenti <!!l'attività rli 2Sfl .<t"hili-
ernnomirhe o s<H'iali (verkrc • Le M"nde -. '! apnle l()tfl). mentJ d, 1000 ~al<~riati cia~cuno.
cou:.ida an• la pratica de\le ore straordinarie che aumentano la Bisognerebbe insistere auche sulla mortalità dovuta ai meL-
:.L;tlh hella ( l'~:.~m pio d ~i camionisti degli autotreni è ~en n~ zi di trasporto che è, a dir poco, allarmante: è fo rse su q ue-
H••· ~t· l.t l n.-qu~tll<l di tptesti infortuni sembra esse~sL. slabt- sto terreno che ruumo si trova piì1 sprovveduto nella sua
lillat.t iu cuuM:guema d ell'aumento seHsil>ile delle atttvttà_te r· lotta comro la mone. f\:el 1953 i decessi Lausati dagli inci·
zi;u i'-· IIIJII p~rit"<Jiose, il loro numero in òhe a.'\5o1utc contmua denti stradali rappresentavano il '!.7 %, delle morti acciden-
iuW1 1' a lll:tllll.:ucr!li assai e levato e la g ravità delk loro con~e · tali e l~ decessi s u 1000; nel 1959 la proporzio ue era rispeui-
"lll'llll' t H H l an:e una a d iminuire. Così. nel l !Hifì, si sono a vuti : va.ménte del :n '7<, e del 17 %. per toccare ud 19G5 i l 36 %
~.1 ~:! in cide n ti mortali (di <.:ui !{54 nell'edilizia c n ei lavori e •l 25 <J'v· Ecco qualche altra cifra doquc::nte. Nel 197'1, nono-
pullhl i< i . o.;~ ia il ;)!l<;{.): ud I!Hìi: ~. 11 ·1 (Milì, 41 %): nt:l stante la rampagna d ' infonnazioni, le stalilltich e, la pul>l>licità
l ~~~i~ : :!.\1:\~ (X:!~. IO 1' ; , i: uel l Yl)~l : '!...2'!.7 (KY~. 40 '/ 0 ); n d e i piani di sic ureua stradale, si chl>e ro iu Francia 104 m o rti
1~1/U : :!.~· l 'i (X!I!I, lO ''·~); nd l!li l : '!..:1~3 (Y'!.l , 41 %). ~e l per il week-end della Domenica delle P alme, l ~i~ a Pasqua
I~Hì!J il 11\llllero tutah: dc~ li infortuni :.u1 lavoro toccò la ctfra e 208 in occasione del l <> maggio. c l morti della dome nica
di I.US[I.·I!tl (X.xl ";. <ki S<&lariati); nel 1971. 1.11 5.24!' sono il tributo pagato alla festa . Pa~qua, w u i suoi incidemi
(K.I '';.l. Il La~!IO ' li gr;n ità delle iuvàlidità temporanee (I .T .) stradali statisticamente messi in evidema, i.: aur h e la stagione
l: J'i llllit t: di gravità ,l<;llt: invalicliti permanenti (l.P .) sono moderna delle parche », ci dice E. 1\'lor~ u.'w E se ciò riguar-
;uttllc.:ntati : ~~·mameute il primo, rapidamente il secondo. Si dasse almeno solo le vacanze pasquali! La tavola seguente in-
osscni la situaLionc allarmante nd seuore· dell'edilizia e dei dica, sempre per la Francia, la cifra dei feriti (akuni d ei quali
Lnot i puiJbliri : !)~l d eressi n e l l !J7 l : tre operai muoiono in paraliaat~ cr ud~ lmtnte per tutlu il resto dei loro giorn i) e
ll"tli g[,,rnata la\'orativa e risdtiano di morire iu tm im:ideme quella d es morti conhontate con i d ecessi dovuti a incidenti
tl~ll~ voli l' p i i1 d .1e in t}ua lsia si altro settore produttivo. Si ferroviari (solo ai passaggi a livello). Si ysserverà faci lmente
n atta. 11\ Hl dime utirhiamolo, di uno .;traro soòale partico lar- !'.aumento costante delle due prime cifre e la lo ro sproporzione
lll l ' tll r ;o,lavoritu : :.alari ha:..~i. ~t u i mana di 49 ore, akoo lismo, n spetw alle altre .
.tlt.t p<.-n cutuale d i lavoratori immigrati supersfrultati ...ul.l Se
1:.t m da Jlu q~ ia viene al secoud o po:.Lo (:S5l decessi), in pro· Str:lda
portiom· è perù assai m eno pericolosa del piccolo settore delle
(Tt.tlllH .h c, del vet ro c de lle cave (al seco ndo posto per la gra- Feriti M urti Mort i
vit:'t ddle l. P.).
1964 21H.OOO l 1.1 U.'>
19ti.S 290.000 12. 1!i0 1:.?
t u~ C 'i: ~upr.sllutl\1 i l risch io Ji rad.:rc. Aggiungiamo anche le_ pncu mu-
1966 2!!0.000 11.1511 t :~
n m iu•r (inab tiuni di pulv~rij c 1~ d.:r rn.stus1 : I'~U 1 /v d elk mala llu: p ru l es-
•t.
siuna li : pt:r ti f oll ~tlllu d u vutt: .sgl i cczeJni d d n:mì:~to {SU •;a d d h: ma la t·
1967 301.000 l ::l .'>li.~ (l
19611 312.000 l~ 2;4
'"' l'' ' l et$u.n :. li rinow•sl'Ìult- d.sll.s .. Sécurité soCiale •). Si va luta che •l n u· 1%9 311.000 l~ lil}4 o
111nu .I,., ~ l.s\'tll.llurt del ccmcntu • culpiti sub1to da irritazioni d ella pelle
athllh.l!l l .Il .'>U •:u. T r.J d i loru 1l :?!i •:o. .s cin~ue a n n i tbll'inizio d d lavon•.
1970 33H.OOO 15.0.-'iO o
ha un.• "n~i!Ji l inazwnc dcll.s pelle, "rio( un ·allergia c r un ica; d i questi, il
1971 3:'iU.OOO Jfj 212 o
IO 0 " \'ctlt,nu inlim: l,, lut<• a llcq(Ja cnmplit:.lfsi in rlcrrn;~tilt- (infctt iv.s) rhc
1972 3K!!.067 16.ti1 7 ?
il più d..J k vuhc <li vcn ta t·n•nir:t. In Fr.mc ia. l'articolo 4% dd Cmlice ddla
Si,·urcaa >l•(' tak h.s trat·ciato una tahdla dd lc manifestazioni murbo~e d u-
ViJk .\ lllll>)>i<aziulll acute o n onichc {44 vuci) presenti nei lavoratori cs p•>- N el 1 96~. l'equi valente di una citt;'t come Bea une vi t'ne can-
, ,; Ji>ir u almc ntc all'~u i <•Uc Ji a!>I.'II!Ì rl<Kivi di origine pmfession:J.!c ; un a cellato da lla carta: nel 1972 quello di una ciuà com e ~faza-
l;tla·lla delle info.:1. ioui mÌl'r<~hichc d i uril{i nc prulcssiunak (Il vuci) ; iolinc
uu.r tal•.:lla d dlc aff.-zioni dovute a ll'ambiente o a manoinni parlit·nlari
ridoicslt: dall 'ncnl zionc del la vuro (7 v od : cem~nln,. aria compressa, m ar· IO.~ I ;F.Jpril du lcmpJ, Grasse! 19()2, p . 1.'\.'i. L'oMS prevede un'ecatombe
tt:lli pm· uJna tki . runwri, alta tcmp~·ratura ...). s~nmdo l'uMs ci sa r cbbtr•l annua di 2.~0.000 m o rti e IO milioni di feriti nel mondo intc11, Bisogna
pi i1 d i IUll 0\10 u ourti ;all';.mno nel m onJu in sc!\ttito> a tali arcirl~nti. Veclert leggere assolutamente !'eccellente opera di J. F:.b rc e M . Marhad. St"f'! "'l
i l 11 di lug lill· l l!•>sto rli • Santé du M on de • , (omève l!l74. l'autumohilt• en t(llt' .<I Ìtm. Mucure dc Frdnre 197.'1.

l j !)
met. l comm~n ti sono superA ui, 1~ anche se i sondaggi fatti al
r iguard o sono deludenti. Un numero d~ «Notes ~t.ét_u_des d~·
cumentaires,. 1J5 rivela eh~ il 45% degli au tomobthstJ mtervt-
f hanno un'idea precisa e ch e il 16% le sopravvalutano. Alla
doman da: «Chiunque pub avert un incidente .~trada l e: lei ci
pensa? spesso? qualche volta? di rado? ,. , il 4 7 '70 degli auto-
stati sottovalutan o queste percentuali, ch e_ il 37 % le dimezza- mobilisti risponde « spesso,.; il 37 % c qualche volta l!>; il
n o (!i4 % giovarti, 3!1% più am:iani). che tl 16 % soltanto ne 15 % « di rado ». 11 testo m ette anche in l uct gli atteggiamenti
fata listici e magici verso i rischi d ella strada: il 61 % degli
automobilisti pensa che l'affermazione c t. assodato ch e c'è
104 Se si c3lc:ol3 su l miliardo di unità di traffico (per unità/chilometro della gente segnata dal d estino e veramente sfortunata cun l'au-
di traffit"n intrndc:ndo il · trasporto di un viaggiatore o di ana tonnellata
di merce su l chilnmctro) si ottiene il seguente bilanc:ìo europeo compouato tomobile • sia c piuttosto esatta »; il 37 % la trova « piutto~to
del(li infortuni st rada li e ferroviari. falsa" ; il 2 % n on ha nessuna opinion e . L'atteggiamento fata-
listico è p it'1 freq uente n egli automobi listi a01.iani (iO %) che
Su ada
MOMI F~rili Morii F~rll1 nei giovani (!')l %). Inoltre, il 48 % degli automobilisti hanno
-- - -~·· ---- - - -- - - - -- un san Cristoforo nella loro vettura e il 20 (7o possiede un
84 872 0,17 1.3 amuleto o un porta-fortuna. Il 19 % desidererebbe trovare una
.... -·-·--··---- rubrica « sicurezza·auto ,. n ell'oroscopo del loro ~iornale. L' im-
Ecc<• un a ltro indice: :mni di vita perduti in relazione: alle cinque prin- portanza numerica dei morti e l'incuria negli eventllali
ciyali cau~ e di rlcn:ssu per le persone tra i 20 e i 2~1 anni di età ntgli
Stati Uniti nd I!H5. boiajvittime riasmmono assai hen e una situ azione più che
........--..··----- critica. I costi sono pesanti: ne l l !'172 le ~pese d 'investimento,
Causo di decessu Numero Annl di vita di man utenzione e di po lizia stradal e h anno rag,~iunto -
dei dece:ni perduti
...... - ..... --------·-- - - - - ~empre per la Francia - i IH miliardi e mezzo di spesa: i
<>Jinl ••nere d'Incide nti . . . . . . 12.646 634 .498 morti e i feriti sono costati a l J.>aese u n a somma .~uperinre
Incidenti d,wutl o ><ocull a mntnre • 8.401 4 21.460
(20 mi liardi di franchi. per l'esattcna) d estinata ad aumen -
Tumori matl~nl 2 .765 136.629
Cardiopatoe . . l.'I\IJ 98.067 tare eli mo lto se le si aggiungono le spese ronnmtitanti (pol -
omicidi 1.883 93.4.12
'Suic1do 1.4l!.S 7l.l61 luzio uc, ore di lavoro perdute). Solo le lacr ime u on sono mu.
Oi<Jii allra c:>us:o 8 .761 4H .4M9
T01al~ . . . . 29.533 J.470.-t96 netizzabil i. Ma 1:' vero che l'auto ha dato allo Stato, nello stes-
so anno, introiti per 21.290 mil iardi. di cu i 17.050 in tasse
Funte:: P.tab - Unis. Drpartment of H ealt. Education a~rl _Welfar_c (19'ill). su i carburanti!
Acciclc:ntal lnjury 5tat iSIICS. Washington. Govcmmr:nt Pnntmg Off,ce.
Rapporto capitalista rla u n lato, spreco sema limite dall'al-
lfl.'i • Un:. clc:lle rliff•coltà incontrate nello !clud~o degli incil!c!'ti strada!.
dipende dal fatto r hc. hcnt"hC: n~meros_i . sono relativamente ~an _ m rappo>rtu tro: ecco il paradosso d ella civiltà mortifera! llua società che
al vol ume rc.nsiderc:vule dc:lla c.rculazwne; 1! che ten~e. a ..:•usll.fìt"are. sfnr- preferisce i beni materiali all'uomo che li pn)(luce : <·osì si
tunatamcnlc. l'attcggiamt"nto assai diffuso c poco proptZilJ alla sccurrzza C'h~ pre~nta il mondo' dccidentale conte m poraneo. M<~ è anche
si esprime nella furmula : < F: impos~i_hile che c_i~ capìt! a m~>. Il uumcroo ~·
('hih•mcl ri JlCf("ll f\11 in media da ogm automob.JJsta pro ma d~ C~SCTC f ~n lo l~ • una società in pezzi r igidamente riuniti ,., ritlcs.c;o « ch·lle
un incidc:nt ~· è impressionante. Se _si _esaminano le prestazmno <.l cKI• ~·ssen fratture d 'una moltitudine di individui. a pezzi ndla loro per-
uman i ~ull3 slratla da un punto d• v osta astratto - pc_r ~scmpou çer . cer-
care di det erminare quale mecca!'ismo po_tn:~be soshtu.m: v_::m13i;f~ 'osa­
-~ona profonda. Lo spezzettamento della vita C'he. di~~olve l'iden-
mentc il lfUÌ<btnrc - si resta p>em dt ammtrazmnc:. Ncf(h Stato_ Un_Jh. ne~ tità non i: n ient'<~ltro d1e la strutrur:l dell.1 o;chiwfrenia ,._•<v-
J9.'i!l. un automobilista percor reva in media 600.000 chtlometn pr•ma d1
inr.aJ>J)arc in un im:idente nbhastanza ~ravc da comportare. la morte o una
invalidità permanente. A una m~_clia _di 50 km/nra ~iù_ cormponde a 12.000 106 M. Mc~lin. l.'/mmmc invew~. E~~ai. La porte ouvcrtc. 1973. p. 15.
ore di ~uida. Poi eh~ il_ lemp<~ •mt"cga_to cl~ _un •nc•c.!e~te pe_r ~ ~rcnd~re L'autore denuncia insieme il fascismo del dcnam in vc~titll di 11n val11rc ~im­
corpo, si ::~ggìra in m cella a l cl t solto dc1 _rlo)cltcJ secon~•· • gutrla!or1 pòSSJC· bulico virtuale e il fascismo di coloro che ~i C(HUid<!'rano dd si!:'nMi ciotati
duno in appa rcnw un notevole. potere d_1 C(lnccntrazwn.e. ~ l..(,.. N t.\rman. di un'essenza superiore. Ne risult a che per quc~t"· uomo\ invertito• ~ il fa-
IA•.t aaitln1t .• d,· fu TrJII /1', OM~. (,enèvc 19h2.. p. Il: l mc~ta (stampa. c•nema.
scino nella mnrt<- procura più ,r:inia del la vita. c il ~adi~mo pit'l clcll'amr>r<!'.
td~vi~io.n~·... ) non hannn mmunque pu~o l_nccas10ne d1 ~uttan1 ~u questo
Ci .•i incammina coosì v.-nn la .. mc>rte de l Cn·atMc • (p. l 70). riooè dc ll'un mr•.
pa~ 1•.. 1n privi lc~iatn! Vedere: J. l'otcl. op. CII., 1970. l'P· :S.~ sgg.
St>tJJ.a arrivare a tanto, si deve tuttavia ammettere ch e questa 11 far morire riassume tutte le pul!>ioni m ortikrc- dcll'uo-
tH li.IOilt' di r ottu ra o di frattu ra ci sembra essenziale. Ogni ua- n~o: o micidio, ~lnocidio e gew.Kid io, guerra. I l potcr -tlcci<lcrc
'\Cita . t' stalU detto. è separazione. lacerazione : perdita dd la chvc uw presto lUI diritto e addirillura un du\er-uccickrc. Co-
pbn·uta e od cordone. taglio con la madre ... Tuua la vit~ me dice un vecchio proverbio: il cadavere dt'l ucmic·o ,a sem -
iucunsria od)' \111111() è ossessionata dalla ricerca di ci<'> che p;h l~rc di . buono! Po<:o importa ch e :.i spic).\hi la g-uerra ( 'Oli il
HI.IJH:a c ch e l'altro, t••rse. possiede. « In o~ni incontro . inte- )jJ_m hollsmo ~essua l e delle armi . Ulll la b ipani1.ionc ddl'inuu;t-
rum,llhl ,i pone. lmpliciw. questo n:riproco , in terrogatiVO • :_ g lllt_cld paclrc ora odiaro ( = il lll'lllit;o) ora amato e \'enerato
, Lui Ici ha quel <·he mi manca?, , \'uole o no prt'tHlemu (-= ti Cap(~j O I~H'l~Ìante J"i~lcutilicai.ÌCJilt' JlH'C'OCC Coli J'uRgerto
J_ual~agw t~Hcnonaato, noè con un processo paranoico di-
1
qua lrosa di ciù rhe vi ì: di pii• segreto nella m ia sostanza?,'· )l _\17
Q.ut·:.ta angol;(·ia londamemale di ~ru~trazionc. dt~ll~l~'e dt odto ft-ll~J vo, dltalll.no tal \'olta procco;so mauiacalt•, du~ dc~ lermiua
rimoSS<I (colpt·vulczza), instaura paura e aggres~tvlla c_he _no~l un s_cnt imt·ll~o _JMrLi_colare eli mmipo telti'it. 11" ~ia , h.: la g uerra
possono unn e<;plodere periodicamente; donde ~e pulstoJ\1 dt· tspnma un •~ttuto 11111ato di aggrl'~:-iont·, sia rhc corri~ JX111da
stnmive di sé. indubbiamente, m a, a nche e di più. dell'altro. a una « moda! i tà psin 1tica originaria n d la (·ostitulione della
La società tradizionale. con le sue propensioni per l'immagi- realtà », 111 la reah;'t dci risultati pu rt.roppo no n caml>ia. " Im-
nario, nm il suo rispetto dell'uomo (~fruttato talvolta, mai_og: magi nata iudi\'idualment e ma 1 IIII,HIIIata rol lt•tti\'alllcnte »
gcttivato}, con i suoi meccanismi di liberazione delle pub1olll la guerra dimostra forse· una cosa: l'uomo 11011 si ama ma
(leste, ritmi ... }, n)llserva invece un ceno e{plilibrio e i nimini :tllla IK('idere. E per g iusti ficarsi trasforma in erui colon; che
s;HHI relativauu:nre rari, a ppuntO perché si traua di una socie· li'Oj>po Spl'SSO lllliOiono (>l'l' llÌCIIl<.' C in lll ' lllÌCÌ Cll loW <:he
tà. centra li~ ~ull'uomo . l.e civiltà occidentali invece so11o alla vunle mass<l<'r:ne. Facile dil'otomia l' dw aggiusta a)\o;ai lwne
riarca Iloli t a m o di cii> c he manca ddf uomo (i l taglio) lplan- le rose!
to di ciù ch t astrattanH· IHe - cioi: artificialme nte - manca l.'~ ltro. ucciso, c hi i:?_ Il diverso, il dissi mik, il lomano (in
all'uomo (!J;Ii oggetti. i prodotti). Da allora è ntressario sfmt· r~al!.a o anche. pn le cstgcnze ddla causa. in modo immagina-
t art' l'ahro, farlo pmtf urrt:-cnnwmare. ridur! o allo slal~ d! n_•')~ l.a pa_ n t· malvagia el i noi th(.' uoi p~·r-.eguitiamo implaca-
11u·rn·.1<"' 1'\on n J.ullo piì1 valvole di sicur ezza per le pul.~tolll bdmc me (m questo c:ho l;:~ morte c ht• _,j d;\ ('q n ivale a lla morte
(la MlrtÌ t:t d e l \n·e k-euc1 11011 sostituisce la fe~ta , il ca1nevale ch e> ci si dà. o o;uicidic,)?
n ea ~olo u na litti1.ia afl,itazio ne). Non c'è d unque da stupirsi t:'.. veramen~c dil_lic-i le prontm•·iarsi. 1\:oi pc·lt)o,i:uno l utta\'ia
se l'istinto molti(t'fo riprtll(le il sopravvento : Il c far-morire :a t·he Il g~st11 da un:ade•:e sia un pro1·csso di difl·~a del Mlggeuo
i: la print:ipall· correlazione clti c far-produrre» . c La metah- ch e un td~. un tclllatl\'o eh « salvart- il proprio oggetto d 'a -
sit.l d iu:- : m o ne: la sta t i~lira che è !>o lo ca \rolo dire : morta· more me~talllt' _una modalità paranoica,. _ R iprendendo J'ar-
lit;'t. >• Il prohlc111a cht "i pone c contro la speculazion e ~ il gomcntazto~H:: th Fornarì, secondo il qualt la perdita della
~q~ut'llh' . ( lw -.ignifìt a uni.w (tltlÌ ed ora )? Ì11 che m odo/ madn· ecpuvale a ton:an.· i limiti etc( nielltt' R . ~f enahem
pt·n llt;? " "" scrive con molla fìn<"zza : « l~ 111orLe e la g uc,:ra sono rivolte
contro il n emico. contro colui ch t- i: t:aricato del ricordo di
tutte l<' perdire 11 1 e di Llii.Lt• le angusn·. i\la ·noli si trana sol-
IO i M. Or;ti'n". l .u m ~~TI rl Jllli.• ttfm:s. Fay;nd l9oì . p. Il i. .
Ili\ L>. l)çi,-ulc. F (;u,·ry h.111nu snllul incato che il • corpu pn>dultovo •
i: .Jio,cnl.ll•> U ll lll,i:,lllll Ì)h:l'lrufi~L..tto di mctfio~zÌonc tr.1 t! corpo UÌIII<>gÌn> t
il n.rpu <ut·i:tk tkt cui poi<:• i c pruprictà si appropria. L 'invesl imcn tct c ldl~ d s i. cqu i_valc in quakhc mod o :1 vrni r c ann ot'nlo~ li chH· ,·ull(•. ,. ,ta l llll)lllc •l fu
l ur '~ prnch111ivc acl upcra ddlc forte parassitaric ntcn:antili distrul(l(~ mcluttah_J!~ ddla m•lrk e da ll'altro . • B. C;1slct~. oJ•- fil .. l!)ì-t. pp. ::?2-.'14.
l'uun~n ,. la ""''ictà (vt•ckrc /.1• onfH jmuiuctif, Repi:rt:s 19i,q, , park 1: Il li l enr.a h(:n nuta dt Moncy-Kyrlc.
l.'imlil'irlur~li•alirm rlu "''/'·' {lr111/11cli{) . Vcdrrc an .. hc L \Voli. ldMlogu• t'l Ili ~-. Mt•nal~(·nt. l.a mori t~f•l,.;,,,iJh·. t.tlit. Univcrsilaircs l !)i!l. p. 104.
flrmlttt/wtt. :\nthr<•pu~ 1972. . . .. . . . 11 2 _E 1~ parllrolare dall_a perdita ddla mluirc . l .'ah rn. invt•stitn in nwdu
l t~l F C:hat.-1 1·t. l.u tiNTI . uvtmlllgt•s r l mrmwr.llrtll.f. l csto mcd oto. • Es- 'f!lnl:lgm~nu <lcllo~ t'ulpa cl1 l<1lt• p.-rrlila acl npt>r:l .d d prurc~sn JI:IT.tnuirr1
,1-rc '"I'"P"Hi .tll',lJ:~rrs.<ivil a ddra ll ru. c·i.,(- st"nlirsi minacciati 1fc:s~rrt ur- d 1vent.1 l nggl"ttu rl:t rfistru~g-•·r(' ·

!.p
tanto di distmggerlo perché è il male: si tratta, uccidendolo, f( • I L MORIRE: DAL RAPPRF.SF.NTATO AL LA RAPPRESEN'fA7.10111E
di trionfare della morte ,. _lll Uccidere l'altro è farlo morire
al nostro posto. La dura (ed assurda) legge d ella guerra 11~ è:
«o io o lui ! » Allora. tanto vale che sia lui. ..

Il morire, che unisce in un dramma spesso condiviso <.:hi sta


per morire e i suoi familiari ed amici, suscitando compor-ta-
menti, fantasmi e a volte costruzioni mentali altamente elabo-
rate, è forse quel che vi è di più spaventoso nella mo rte. Se
è vero che tutti siamo destinati a morire, è anche vero che non
si muore mai nello .~tes.~o modo e che la morte non è conce-
pita dovunque nella stessa maniera. A seconda che .~ i sia testi-
moni o ppure attori, il dramma non viene concepito né rap-
presentato o vissuto secondo gli stessi modelli.

a.) La mortr. spoJtata (i dati d emografici)

. Tutto accade come se, oggi, la morte si fosse spostata nel


tempo (si muore più vecchi, soprattutto le donne) e nello
spazio, (situazione privilegiata dei paesi ricchi).

l · l tipi di mortalità
Non è il caso, dato che cic) ci porterebbe troppo lontano, di
fare il bilancio comparativo della mortalità nel mondo se-
condo le età, i sessi, gli ambienti socio-professionali o le cause
del decesso. In pratica ci sono tre t ipi principali di mortalità.
tlna mortalità endogena «che corrisponde al modo in cui si
spegnerebbe un gruppo di esseri umani sottratti agli incerti
113 Op. cit .. 19i~. p. 105.
114 La ~uerra è assurda anche da un altro punto di vista. Essa non tende dell'esistenza e in balia delle sole forze biologiche,. , una
infatti unicame.nte alla distruzione di uomini (infanticirlio differ ito) ma si mortalità da civiltà 1 do vuta al fatto che le diverse forme di so-
;~,vvicina anche all o spreco. a l sacrificio che G. Batailk definisce come «nodo
di mnrte », espressione • cl<'! l'intimo accordo tra la morte e la vita"· Pu
molti aspetti la corsa agli armamenti ricordi! il pntlatcl~. nel senso che l • Quando si pcma alle mala ttie dell 'uomo del!<': nu~tre civiltà. ~archhe
ohhliga ogni partecipante a fare di piì1 (ciclo di prndigalità) per intimidire una (orma d~mentart di correttezza accettare d i fare delle distin7.Ì~>ni, di
l'altro. Si tratta. come è stato d eth1, • eh un gioco di morte pe r esaurimento non me ttere n t Ilo stesso ~ace o quelle che ~ono le fonseg-uenzc felici tki mec-
economico reriproco • n an~ura di "gioco a somma nulla "~ affinché la par- canismi del progresso: per esempio il fatto che, in stguìto al prolun,amcntn
tita continui, il vincilnrt paga la posta del vinto a costo di venire, questa della vita umana. cmcq;ano i prnhlemi dei soggetti anziani e quelle a ff n ioni
volta. \confitto: il vincitore di una j!"Ucna si affretta a soccorrere il ,vinto e la cui incubazione è lenta o la cui ezit>logia si accumul a con gra nde len-
l'aiuta a riprender~i anch~ se qut~t i. talvolta. si trasforma in suo concor- tezza.
rente {c~. : U~A c Giappone). Bi~ognerchbt isolarc lt ma la ll i<' che il mond<l moderrw rivela p11r sc~za

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cic1à dispongono in misura magg ion· o minore di mazi per tnollrlo , dal r i!\c hio di in cidenti). Nell'adultu la mortalità en·
lt•llaJ<: nmtro la morte a seconda rlt'llo stadio di wi lup po ddlt dogena si av;14iunge spcs);o a ttuella d ovuta ai mali della civiltà
loro ~<'ielllt' m t-dic he e a senmda ctell'importanta tki fondi (abitudini d i vita. società monifere). Nel vea:hio, infine, la
l h 'esse po~s.mo d evolvere alla ..:l lutc- puiJh lka . ~c u :ta nascu- dimenti(:ama da parte rlt-ll 'organi~mn ddle po~sihilità insi te
ral!· cen e abillldiui cu ltu rali (l11J a d d rorpo. dil·tt"tÌl.a, liMI nel patrimonio genetico e la carenza d ei mercanismi che vi
dd tahacco. <kll'akool. .. ì : inh ne. una muri t • 111 ode11/alt' llt'l provvedn11o fann o si dw la m o rtalità endogena divellli il fat-
'l'USo p i it tllllpÌt> del termine dw " d n i\a dall'itutnJtro del· to re più importaute {senesccnza) m a non e'ielusivo (fr agilità
l"org.mismo n m un agt"nte deleterio imprt·vi,.,tn " .1 l modi di an reM·iu L.a rli lruntt' agli agenti deleter i . incickm .e spesso g ra·
t e~i~tc n:ta alla mut tt' o;oJto. pt•r cii> ' l t'"-" >· diH·r, i '' st:-nmda vi della munc )IO(:ia)e): resta r umuntpte 1111 fa tto che nella
<ki Ll ~ i : c:vitan· l'mn mtt t> n>ll il la tt11n· clelt-l e rio ( ig iene, quarta et à (7o-; ;, a nni) si r isn111tra un tassu di mortalità che
!'>l>pp n :ssinllc cl{•i \'c:tlori dlt' .tppo nano a~elll i pittogeni. come somig lia a quello immediatame nte ~lllTt'~"ivo a l rouccpime nto.3
l<.· tdllO'.arc o i ~orci ne l caso ck l b Jualari<t o d dla pt:Mt:: r e n- Pe1· il denH>grat(, la cli lll(oltà sta assa i spcs~u n dl'i lld i\'idua-
d erlo inolre nsivo (vard nazim u· con produt.intH' di a m i-rorpi): ziout~ prrcisa del la tllorlalit;\ c ndo~ena e d d la mortalità eso-
o sopprimt·n· g li dfetti moni lài (uso di 1111:-dil'inali). C iù sup· gena, daro d1t' e m rambe si imrecciano r et:iprocamt"nte. {' n
pone o\·vianu:lllt' clw le socìet;l t·ousitlerate nella totalità d ei bambino nnwr<: per una malformat.ione cong-cuita? Si c:onsicle -
loro strati (o <:lassi) soria l i n >tH>scano q lll'St i 1111' /I.Ì, l i i m pie· ra endogena la sua mortt•. ~·l a quaudo si viene a sapere dte
g-hìno <"OJTt'ttamente t• 1i o;appiano ut ilia.<Ht'. Inoltn·, e in durante la gTavidauza la m a dre ha avuto la rosolia, allora si
pa nir olare nd caso ddla mortalità da ~ · i,·~lt;Ì , un'ìnlormazio- chiama in causa l'ap;ellle palO).\'t'llo. l rn'iutlne n za è sullicieme
IW sanitaria lw u fat.t.a diventa 1111 1m·ZJ.t> dfit·an· di lotta ant.i· per far morirt' tlll vt•n ·hio (ap;entc t>sogen o): ma (:iù non di-
nwnilt>ra c he p uù talvolta arrivare act ('sigen· una' riforma pend e anche dal t'atto dtt' i l suo or~anismo logurato h a perso
t••tale tki modi di vita (su l piano alim t'lll<ll't'. c·on1'l: noto, o ogni ca paòtà cti rea;,ione. aum entando l.'usì la p ropria v ulne-
p er evi tare ~li infortuni). ;\'on dinH'Iltil'h i <ttllo i l ruolo Ìlllpor- ra bilità (agt>nte t' tHlog;eno)( Al livt'llo ddle atti vità lavorati ve
t;mtc d1c 'iJWila alla c h trurgia. sia dH· ~i t rani di porre rime.-· g li di'eHi seletti vi e g li drett i lq~ati all'(•sc.-n:izi,, d ella pm-
dio ai di~wrhi ime rn i (tumori. ranni ... ) sia •• <jUt'lli esterni kssio ne sono o;pesso divt:rgenti : u n clato mestiere è: pi i1 m u r -
(incid e nti). C i sono inoltr<' dt"i m o m enti dt"ll'esistent.a iu c ui tif<•ro di un ahro. e ~la hrnc: ma non dip<·nd t dal 'iogo-etto
l'i ndi,·id uo pn·st·llla una maggior<' l ragi l i t;ì : adattamento del (attitudin i hsich e. irnel le uual i, p rt-ssioni so<·iali) scev;lie;e,. ,pro-
lew all'ambiente matern o duralltt' la gesLaJ.iom· (moninata- prio quel mcst iert• invece: di un a ltro! :\uche la separazion e
l tt;'•l: rraumatisllli al mome tHo <iella na ...d ta (morta lità in- tra enmomicu e c u lturale n o n 'cmpre t: facilt:, dato c h e le abi-
fami lc ctu lo~cua ) : i primi lll<''iÌ di vita (mortalità in fa ntile t udin i rli vita possono legarsi strettamt· nte alle omdizion i e
t''ill~en a raltonata. nei paesi "sotwsviluppari "· rla ll 'in< idenza al livello di vira. Ndl'u Ks~ c n q.~·li t : .... .., la clilfnt·nza nelle pos·
'ipe~'o d isast ro~.a d t'Ile, ~ven.<trllt'Jtltl e. 1111 po · dov unqut• nel sibilità di vit.a i: pressodié irrile\'ante, b enc hé il pocere d 'ac-
quisto nei due pa esi abbia u n ra pporto di l a l. Perch é la
,11/crlt· rrt·.,lt": pt•r l'Scntt>i" Il' dilfic'ultà di ada llam~ntu <li 1:dun•· fotSIÌtuzioni mortalità inrantilt: è pii• elevata a f'\ew York c:he a Hong
li'' lll"l.ich,· ,, di n·r li hanol i<appati ai mooii di vi ta nwclc rni. c· ~Cjl:Jr:Hc qut·sti Ko ng? Perché, comparati vamelllt~. uegli LISA la m o rtalità tra
fatti d.d h: rooo sq( UCIIl C partic••lari del nostro modo di vit a ( 111 :1 J tlie prur~~­ g li insegnanti è dell'BO 17<.. quella clei lett e rati d<!l iH c:;... quel-
s i •~nal i u ino·idml i aut o>muhi listi<·i) u dalle cnnSCRt.o•· nzc di <thit udini O.:a$Ual·
llll'nlc: assol'iat.: a ll<> sviluppo do: lla nostra civi llà ma cho: llool\ ne snnn forse la dei giudici e d egli avvocaLi d el 7 1 c;{,, que lla dei ch irurghi
~1rutturc o >slitulivc c <' ht• pot!rchhaoo csscrnt IH'rfcllamcnlc di~snri;•tl~. w mc n el 6.1 (h• mentre sCCIHh~ a l .H cf{, lra g·li ingegn eri e al .~l:!<;.;,
)H:r o:sc mpio il l'\liUumoo tld tabact'o ... " H. l'(quign<>t, La .< cil'n ((' chrmgt•-1-
d/, · lo t•it·i in : :\luilrÌ.WI' '" tJ/1'.~. n.·sdl:c dt• Broouwcr 1!!72. p. 3 1.
2 Vctlcn: J. B<>lll'l{t'ois· l'ichat, t:.uai mr la nwrtlllilt: bioi•J)';Ìiftlr' dt• 1'/wm- .~La mortalità dei primi uomini, per quel tan to eh ~ )Hissunn sa pc rnc lo
JJII' . in " l'o p ulat it>n • . :;, lug lio-scllt'mhr" 1!1.'\2 : Pour /11/(' ahiqtll' til.' 1'1111 studì..,~o dipreistoria e l'an t rop(llogu. uv~t•hhc <:u nusciutu ;{ stadi: la nasc ita.
~IJ/111. in /.11 f rllll(l' I'<Jlllt•mfu~roillc. /.n dodrilll'.>. / ,t' < idh-.1. l.t·s fa i/.<, 4 lt. tra gli Il c i ') anni c intorno ai 20-2.'> anni (çnm c si può r icostrui re dalla
M.m." '" I!Hii. mancata sutura <Ielle <l $U cranichr: ma a 25 anni si era già verchi! ).

q6
tra gli scienziati? La m o lteplicità dei fattori che entrano in
gioco rende estremamente aleatoria la possibilità di cogliere
f
l
ralizzazione
h . · dei vaccm1: r- ru-r esemp1'0 ' Je 0 nd a l e d''10 Huenza
le cause esatte e non per mette ipotesi di nessun genere. c e SJ regJ~tran_o ~nr:ualmeme açceleran o la mortalità solo di
u n? ? ~ue de~Jmt d1 p~nto ; vanno però r ic.:ordate le recenti
2 · I l mondo dem ografico d'oggi revt vtscenze d1 f~bbre gtall~ e di colera che n o n molto tempo
Il mondo d'oggi è caratterizzato da diversi aspetti che, in fa ~anno me~so m _allarme ti mondo intero (contagio median.
u n 'ottica semplificatrice, si potrebbero ridurre a cinq ue cate· te .'_.traspo~tt aeret). I c~>nftitti armati, pur essendo più rari
gorie principali : la d iminuzione del tasso di mortalità, il suo (dtCia~? p1Ut~ost?. che st sono spostati nello spazio) e soprat.
spostamento qualitativo, il miglioramento delle possibilità d i tutt? PJU brevt (c e una bella differetl7.a tra la guerra dei 100
vita, il mantenimento dell 'ineguagliam.a di fronte alla morte, a~n~ e quell.a dei G g iorni!) non per questo sono m eno miei·
in fin e l'i nvecchiamento della popolazione, in particolare nei dtah : tuttavta, .non va dimenticato che le possibilità di reni-
paesi cosi detti sviluppati.• pero sono c~nst~erevolmente aumentate; il deficit causato in
Eur?p~. d a li ~ltrma guerra era praticamente colmato cinque
Indubbiamente, nonostante le speranze che q ualcuno ripo- ~nm pu1 tardt: La mortalità dovu ta alle abitudini di vita si e
ne n ell'ibernazione, l'uomo resta mortale. Ma il passaggio mve<.:e ac<.:rescau_ta: l'a lc_oolismo, la «grande abbuffata» (è:
degli uomini sulla terra, dal m omento della nascita, tende stato dttt~ ~he. t f:ancest si scavano la fos.~a con i loro denti
sempre più ad uniformarsi nella sua durata, mentre le forme mentre nultont _d 1 a ltr i esseri umani sono minacciati dal!~
d'organ izzazione sociale sonn governate (o modificate) in mo· ~ame): le_ mala~ue _da civiltà (c_a ncri, tn!mhosi wronarka ... ), ?;ji
di d el tutto particolari dal n uovo and amento d el corteo dei mfortum sul .lav01u . o d el traffico
(~pranutto m_ ~tappone) · mt'naiJ"tà,7 1a po11IIZIOll
· • la ('Ti · t:
v iventi. Il calo del ta.s.~o di mortalità. soprattutto nei paesi in sono le (:ause principal i di tale au-
v ia d i sviluppo, è stato spettawlare nel corso degli ultimi de· mento, che P.<~ro non f~ena sensibilmente la cres<:i ta globale
cenni, passando in media dal 2~ y,, nel 192 1 aii'H,9 'f,, nel 196 l : della ~>polazro~~ rno~d1ale. Se nei pac~i sviluppati il <'alo d el
a Costar ica, per esempio, è pas~ato dal 23 ~!,., nel 1920 al 7 7< ,. tas~ 1h mortalua. si . accomp agna a -Ila d"lmlllulJon
· · e proKram.
nel 1962 e al Messico sono bastati appena 50 anni per passare mata d.ella na~lt.ta.' le _cose vanno diversamente nei ' paesi
dal 40 al lO 'f,.,. La S(omparsa- relativa- delle «tre Parche • sot~o-ahme~tatt :. ti Messtco, peJ; esempio. ha un tasso d i na-
di cui parla A . Sauvy è incontestabilmente l'elemento princi· talità che s1 aggrra sul 50 p1 e le nazioni del T erzo ~fondo
pale di un simile calo, ~ul quale vale la pena di soffermarsi. conoscono auualmente un aumento del '1.'1 m h .
Le grandi carestie sono scomparse in Europa a partire dal ' ) dd · . - J '<'• c e c.:omporta
' ra oppi() della popolazaone nel giro di 20-:W anni.9 Ne
xvm secolo; ma nunostante la rapidità degli aiu ti sono ancora
parossistiche in certi paesi come l'India e l'.\frica.5 Le epide- =~i·~.in~j~ d i Giovanna ò'A rco la Francia nnn aveva più di IO milio::~i di
mie,' invece. sembrano e~~ere ~late domate grazie alla gene·
l' i Si_ dice che: la pe.pola.zione .cuna nel xvu ~crnlo { 11 ,~c ~tabilizz.tta cb! .
auasstnm. cnn un tasso dJ mort1 per omicid"111 d 11 o 7 ''' M
r"o · d' N y k · . c o · ' " annuu. a alcuni
4 Lavori di A. Girard c R. l'ressat. che segu iremo da vicino. 1
~~c;; ej
1
or raJrg!ungono a t giorni nostri lo 0.27 •to.
.'i Ogr;i 450 milioni di uomini (Europa c soprattutto America dd N ord) . ntro o d~l~e na.~cltc, e pratica deg li aborti sono mezzi h ·
si nutrono bene:; 650 mili nni (u Rss in particolare:) si sfàrnano: 2.400 milioni •,.ss,~urarr Ila stah•l•zzaz~anc demografica . Citiamo ino ltre p•r .l a (~!ln•nolt.' rc.r
az1cne dc g(•V . t · · . • ~ ·l ~ • ogg1,
sono sntto-alimc:ntati c: tra quc:~ti 1.000 mili<mi suno sempre vicini alla fame. sposars· lì h ·. frno . ma Tlm~m~ lar?•,vo. impo.l si bili tà pr r ~li ~t udenti rl i
Se dal 194.1 gli abitanti dci paesi ricchi hanno aumentato da 36 a 44 g la '·. n~ c rcq~c:ntano l un.vc:rs1ta c:, per j membri ti el 3 r - d"
lo ro rationc: di proteine. quc:~t;r ~~ è abhassata eia Il a !! g nella maggior :;;~fsirt'. d t tre figi• }al terw rictvono le rondoglianze. •11 qu:~rt~ ;;~ogonc:
parte del mondo.
(i La peste nera ciel 13411 (u un 'ecatombe ben piò cruddc: - fatte salve il ~u~i a~U:c~::~~ pl.arla;eh.d i un pdrimho .lfmstàml'nltJ rit' m ogm/ÌcrJ. Nonu•tan tc
le: p r(1pouionì - dci rnassacri del J!J!~9-19H (guerra c: genocidio degli chrd). . . . . · '· vccr . IO mnn o a cessato dt c:sscrr il i · J "
l A~ t a, pot l Amcnra latlna e infine I"Af . h '· fi . t)p usr popo
Resta il fatto che: la popolazione f ranccse 1: oscillata, tr a il 1.~00 e il l 720. d .Ire, d c 1 peso! dcKii' uomini: su 100 natin caR•c c: òucne Clan r 1 ~1 al· o. r.1
su una media che si pu•'1 valutare tra i 17- 19 milioni di abitanti. nm una l· 1 · ( · s• f'\1 '
Mondu ,. : alla fine del scc:olo se . . · ·~ v~ onn a ucc: nd « Tcrw
crescita nulla. Anche il hriganlaKgiu e la criminalità giocavano un ruo lo pcrà iJ 75 •J& d . (" . . . SI manllc:n_ c Il ntmo alln:l fc. C$<11 rag~rrup-
nun trascurahilf. Da qui téllv11lta dci cali di P"P"lazinnc impressionanti ; -' Il
1/ 10 ne: c~ • uonun.. Ora. su 12() J>anl rfd mondo !IO d evono dividersi
e sue n~oue . ·
risuila, per l'umanità, una demografia galoppante: al ritmo L'Afr~ca, ad esempio, è sono-popolata (densità IO, den sità
auualt", i :~ miliardi e mt'ZZO d 'oggi diverrebbero, nell'anno mcmchale 21 ), mal popo lata (polari:rJ.azioue cet:es~iva :.ullt: co-
:wuu, li-7 miliardi. All'angoscia ùi fronte alla morte del pas- ste ..~elle _l:ittà. ne lle oasi e nelle vallate fluviali ). sull:l strada
salll :.i svstituirà forse l'angoscia davanti alla vita nel futuro dell mflaztm_•c demografica (creS<:ita del :!.ti % : p revhione d i
(esaurimento delle risorse, minacce di una guerra Est-Ovest un ~addoppto della ~JP? Iazioue u el g iro d i :~o auni, <iuadru-
cui abbiamo acn·nnaw precedentemente). Si può facilmente pla tn 50): ora, propno ti c costo demograhco » re::ude ctiflicile
iut uire <Juanto cluvrà essere profondo il cambiamento nelle ogni politica d ' inves1imemi c scava perkolmantc:nte il fo~~to
m entalità per adattare le strutture socio-economiche alle nuo- tra paesi ricchi - che consumano da soli i 'l f:J delle ria:hez-
ve w ndizioni demugraficht che rischiano, in certi paesi del ze n~ondial i_. pur costit uendo appena l i ~ dell' umanità _ e
T crw Monclo, di diventare esplosive se non si bloccano i mec- paest poven.
cmi)tlli ime1 n :lliunali gcn erawri dello sviluppo (paesi domi-
Seconda caratteristica del mo ndo contemporan eo: la mor-
natili) e dd sottosvi luppo (paesi d ominati), ossia del d ominio
te ~i è _spo,slata, ron la r idllzione della disper~ione dell'età nei
e dellu sl'ruuamcnto (imperialismo, capitalismo periferico). E
defunti. Co,u e osserva :\. <;irarcl,l' " c:euw an n i fa in Francia
inoltre: l'umanità potrà. nutrire tuui i propri figli (sopral-
il 20 %. ctclJe morti riguardava11o i .sugo·eui di meno di un
Lutto se i paesi rit:c.:hi wminueranno nella loro politica di spre- o
ann o e li 12 u,;1 qudli compresi nella fascia da l a 15 au11i. Ai
co)i' E seppellire degname nte tutti i propri morti? Nel caso
gior'l:i nostri le proporzioni son•J rispettivalllente di 1·1/ 2 %-
in cui si dc::tc.:nutlli un"inAazioue di esseri viventi, l'umanità
Constdera ndo l'altra « estremità della vita » riscomriamo lo
non risd1ia di svaluriz2arc l:iù che rappresentava il pregio della
vita? Il pericolo n un è sole> <tuantitativu ma anc.:he qualitativo. 10
stesso

andamento:
. • .~ .
llll sero lo fa solo i l
. l
:u,
0 {, cl e i ù~ced uli erano

arnvau a1 h.1 an m: ogg1. G m IO h anno superato i 70 anni


l il ~ L1 pc.:rsis i<"IHa Jc.:ll'auualc tassu di cresc ita - che è dell'ordine del
e l / :l gli 80 memre, nello stc,~o tempo, l'età media dei d ecessi
2 ., .., :mnuu - wuJurrc.:bhc.: a panire di!l 20.'>0 (ciui: in assai meno di un si è sp(~stata eta i . :~ ti ai (ÌH anni ». :\el x v 111 .~eco lo il 2:) % dei
sc<·ul<)) .al Ul\a pupolazinnc mundì"ale di .30 miliardi, dieci volte Jupe- n eunatt nu11 a1nvavauo all'età di llll anno, il -10 ";, n on arri-
rio.r.: a qu.·lla eld 1'11111. Sollt> questa spinta bastcrebberu rueoo di quattro vava ai 5 armi , il SO<~;. 11on è: mai arrivato ai 20 anni. c Attual-
secol i pc:h hO: l"a•• ic.:me <l d le terre emerse siano popolale con una densili
duppia d i q udl.1 n,.;~; usscrvabilc a Manhattan, il q uartiere più popoloso di mente, più d e lla metà degli uomini vinmo Imo a 70 anni
l'icw Yurk. t-: d 'altra parte. pe rché arresta re q uesto aumento intorno al e un quarto fitw ag-li HO. pi t't della ntetà delle doune arriva ai
.!4011.1 Fr.J tre scnoli la jl<)pula~iune mondiale. proseguencJu con l'attuale
ritmu d i cr.-so·i ta , pe r supra vvi vue avrà dovuto utilizzare e consumare tutta 75 anni e Llll quano arriva f1uo agli XO. » Tttttavia. in tuue
(.,. m.ataia ùd nostru gl.>bo : nel senso rigoroso dd termine la fine del le età, la probabilità di morire dopo (ptesta età è pi t'1 e levata
mundu - dd nostre. mundu - s i situerà cvsì nell'anno 27U{). Ma. se si vo- per gli _uomi~t.i dte pt•r l ~ donne : p iù s i :.a le:: ndla pir:uuide
gliomu sc~tuirc anrura le conseguenze: logiche d ovute a ll'attuale: tasso di cre-
scita . h.IStc:rc:hhcru J ltri ntt 11 secoli pc:r ott~nuc: - vc:rsu il 3.SOO - una d elle eta c:: pHt aumenta d Humero cklle ,·cdove. umwstante
l" pt l.1zium• mondia le IJ cui $ula massa sarebbe: eguale: a quella d c:l nostro con tinuino a na-;n·n· piì1 bambini che bambine.
piam·l..t {gi.ì con suma ta , è vero..) : ciò sìgm6c a supporre ch e nel ( ra ttc mpo
l'ingcj.,rnn,it:.. ddl:l nn•tra s pecie le avrà permesso di co loniuarc nume- Anche le probabilità di vita souo mig liorate .rlobalmente,
passando in Francia 11 dai j~ anni dd l ~OU ai tìH d~l 1!:!GO, be n-
rtosi ;litri pian eti c di cs~:rcitarc su quelli il suo appdito. E cosi via: l'inc-
lullabilc trcs(:i iJ immaginaria della popolazione potrebbe svilupparsi sgra-
no.n:hiandn, tlì sist~ma solare in sistemi! sola re, intere zone della galassia. ché l'età massima raggiung-ibi le abbia lllt tetto iuvalicabile
E indtrc ... Gli attual i tassi di ("rt:scita della popolazione mondiale custilui-
snuw un mvmtmtu, una pa•·tic:ularità d~lla nostra storia. No n p os sono du-
r;u-c.: a luu,.;u senza portare.: a una qua lche impossibilità, a. una qualche i più l(rand io~i che l'uomo si sia mai :ts•cfl'I\Jlfl: ahlwa.arc l"evoluzione
çataslrc>fc. Ma. c~>ntrariamcntc a Malthus, ai giorni nostri abbiamo ancora ch1·. in ljUakh<· deet: nniu, perm<:tlcrà d i ~I:JÌlll e uarc la pupol;1zinne mondia-
il diritt1• di pcn~arc che la slc~sa cat.utrofe non c fatak c c he nella popola- le. • J.M. l'uunin, l.a /mjmialwn 1/Hmdialt', ::icuil l ~Jj l , Pfl· l :!ti- 127.
zion" umana opera una segreta saggezza c-he la p orta a proporzionar~ . Il /\ . <!•ra rd. La lw.ow d t • la mor:m Ili' u ·'<'·' r <JII.H'<JII<"J:t n, m~ditv.
l2 (n hanna. Ira d l ~'>;; c: il l~JùS. le p rol;ab ili lil ui vlla alla nascita
grussu 1111ulu. la. n~sdta alle risorse. Nel pcggion dei casi sono può
possibi li fhllitich c che. gtudi~ins3mentc: applicate:, possono favorire tale a,-
sono aumentale oli olln mesi p t.: l" g li ut-mine (da tii anni c o mes1 a lilS
anni e :l mesi) e d i un anno c selle- mesi (JCI" 1~ d u nnc (cJa H an ni a i5 anni
giu•l:un.:ntu c rcali:t.t.lrc senza ercessivo ritardo il cambiamento di regime
dcmugr~firo ucrur rt·ntc. E induhbiamcntc un simile cambiamcnt11 è nno fra
c 7 me~i), stanrlu ad A . Girard . l'o::r q u d tantt) d1 c reclilo che si può accur-
(IlO anni): se gli uommt vivono in media più a lungo non t~, ~on.ostante ~ggi superino ~uell~ del passato, come la pelle
per questo la longevità umana si è altrettanto accresciuta. dt z1gnno contmuano tuttavUt a ndursi a mano a mano che
L'accrescimento ctelle probabilità di vita dipende innanzitut- si avanza nell'età. Le differenze relative a lle età e ai sessi snno
to, infatti, dalla fortissima riduzione della m<.irtalità nella pri- evidenti anche nella se~uente tabella:
ma infanzia: a partire dal xix secolo, l'aumento - a partire
dai 50 anni - è di 5 anni per gli uomini e di IO per le don- - - - -- ..· -·· - ·- -- - -
ne; a 60 si riduce rispettivamente a 3 e a 6 anni; a 70 è di Su perstiti 011le età incl icatc , in Fr ancia, prr 111.00 0 nati vivi
appena l e 3 anni, ed è nullo a 80: ci si scontra in qualche
XVI !l sec. IS!il<- 1!10:3 l !160- l !)64
modo ai limiti estremi della vita:
entrambi
i .sçssi Uomini Oonue Uomini Donne

l'rnbabilità di vita alle diver~c età in Francia dopn l'Impero Na.1cite 10.000 10.\JOO 10 .000 10.111)11 10.00!1
l anno 7.67:> ~ ..'lhi !i.63.') !l.i ;i i 'l.~ l:i
- -·-··--·--··· ·-···-· ·· -·--·-- - -- - - - - - - -- -- - - - :i ~nn i :"i.SS\ i. i!!!) ~ . IJ:iO !1. i 1U ~) . ;i.;
Uomini Donne IO an n• :i.510 i .'>'H i .Stil !Ui ~~ q, i fiO
20 :tnni .'i.Ol! 7.2~9 Ì }> :.!.~ !Ui:.?l! 9.ilJ
30 anni 4.3S2 fi.ili.) i .007 !J.-th<l !J.fi:i2
56 anni (iO anni iO anni sd anni 50 anni 60 anni 70 anni 110 anni 40 anni
so anni
.Hi!/4 li.lfi4 !i. ~;~'; !). 2.~~ . 2'
~~' ~, ."r)

'2.97 l .'\.:l Nl .'i.S:l!! !i. i :~~ !l.·~·'•l


l 805 - \R07 IR,\ 1.~.0 9,0 1),7 1~.9 13,3 9 ,2 6,8 (i() anni ~ . l :l() 4 ..1:!0 4.!!H i ..S/!1 .~.fi76
1860- 186'2 20.0 l.~.s 8,7 -"
:Jt..., 20,8 14,4 9,:} 6.6 iO anni 1.177 2.747 ,q .40.'1 :iA(i'.! i ..~'l~
1.9~5-1937 20.1 ~.~.s S.7 5,7 23,3 16.2 IO, l 6,3 so anni
___ ......
1960- 1964 2.~.1
____ ,_, __
! '> .l!
,
9,9
·--- - - -- - ·
5,4 28,3 19,8 12,3
, ____
..
6,5 S.'i anni
34i
119
Nii
.~04
Ui9
.'iO:I
2 ..'i0:.?
l .lli:i
·U2.1
:.? ...~} 7!'

F<mtc: A . Girarci, 1JfJ. cii. Fonlt-: A. Girard. "l'· n'l.


·- · - ··- - - -
Questa tahella dimostra assai bene che le probabilità di vi- Bisogna anche rile\'are un quarto ptmto, w l IJ uale ritorne-
r~mo: l'~11r/juagliam:.a davtl11l i nl/11 morle. 1•1 Se ne po~sono in-
dare a calcoli r iguardanti puiodi storici molto l~ntani_ da noi, i dal! for-
dJ<:are d1versi aspetti anche situandosi unic.amente a li\'ello
nitici da Duhlin . Lutka e Spicgelman (Len.l!,ht o/ L t/t') dtmostrann assa1 bene di malattia e di mortalità. Occorre anzitutto tenere presenti
i progressi compiuti da ll'umanità attraverso le:: divr:rsc epudtt: le cause del decesso : sappiamo, art esempio. che gli infortuni
su~ lavoro C~tin v~1lgono_ soprattutto gl i operai pnn1 qualificati
Periodo Luoao
Autore
·del calcolo
Media
(anni)
e 1 ~anovah, e m parttcolare quelli dell'edilizia: e che le ca-
restie e le carenze dovute alla sotto-alimentazione e alla mal-
Inizi dell'et~ del ferro e del
nutrizione riguardano ~oprattutw i paesi del Terw Mnndo.
bronzo . . . . . Grecia Angel 18 Sembra comunque <:he l'inflncm:a sodale sia pi!'t rikvantc.
Inizi dell'era c ristiana . Roma Pearson 22
Medio Evo . . lnJ!.)Iil\erra
Breshiu
Russe!
Halley
33
JJ.S
a tutte le t'tà, per la. m<.>rtali tà esogena amirh(· per q udla
1687-1691 . .
Prima del 17R9 Massachusetts • endogena. (malfnrmaztolll, debolen.a con,genit.a, seuescenza).
New Hampshire Wi~~\esworth 35,5
~~~8-1854 Inghilterra e Nessuno tgnora che la mortalità infantile è pitl elevata nelle
Galle• Farr 40,9
1900-1'102 Stati Unili Glover 49,2 campagne che nelle dttà - lo sct~rto a umenta se pas.~iamo
1946 . . . ' . . . . . . Stati Uniti · Grevi!le 66,7
A~1iunalamo uno del pii:! re-
centi e mi~llorl n sultati r<'·
ai strati: 13 L'espressione è .~lata utilizzata ptr la prima vnlta. a qu~nl o semhra.
l'Hit-1965 . . • . . Svezia 73,6 da L. H~rsch .. L'ini·gqfjt,: df't' anl la mori t/'aJ!rh In ,r/ali.f liqun dr la 1.•ilf1•
dr l'rm.<, Pans 1920. Vedere cRwoc. Lo ;,":.~a/il,; t'n F rrmu. I'~ ris !974.

l~'
))
dalle t.in:'t occidcutali a quelle dcll '.\frica u --· e negli str;lti che se questi ultimi--:- benché la Iom evoluzione proceda nel lo
:.uòotli pt it o;lavorìti . Ma andu: ili quc~ti Gtsi i fauun , u cto.sli stesso senso - no n Sl trova no a identici livdli :
co ntat1o più per la lllonahtà c:.ogc::na che.: per qudla c::ndo)!.~:lla,
onnt: sugg-t· tt ~cc· la st:gu~llle tabella:
Probubi!ùti di vita al IIWIIU' IIIIJ ddlu tW.II'ila
in Ire pani a parlin, dal 1~00. pn ,· n t r;unhi i S<·>si

Sl'nia Gran Brc L1g-n :t Fr ata·ia


Mun.dità ---------- ··-·· ··
Mort a lita infantile
aJulta Intorno al IXIJO :l'.,O 34.0 :-1 1,0
Catq;u ric
Ml~ill •('nli l'S~ i <ll"tJi !:HO 411.0 :~!1.11 :l!J.O
Cla .•sifita 11\(il) -IO.C. ~ 1).1) 4~ .0
\ 'al u n: "i u Clussilica
lli!-ill 47 ,0 4:?,1)
- -- ---- . - - - - · . -·.. ---------·- ------ I!Jtltl ,
..... ....
~ (Ì,$
-1 2.X
-l!i,ì
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. .
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Qu.tdl'i Mtpcrhll i l<i. l 2 l'l:.W !;!),() .r>:,.(i :*- ··..,
l' t oolc>~Ì~>tl l lihcra lc l t,,t; l!H IJ !i'I.Ì <i1.11 !>!J.O
!Ju.tcln i ut .-rtm·,Ji l ~. l
.)
.3 19.'i0 711,11 li!i,:'i fi.1.(i
lll.W)'lliiTllÌ , . . . . . 1,\ ,.'i l l !Jij(/ 71 ,(i W.ll (i~,l)
Opnai qu;dili, :lli t:
Colt il',tton i dio,·u i .
Lt)'Ì opo.:r<ti ,. .
'1."·.4

Op<'rai s pt·ci;lli~zato
-'··'
:2\1. ~
.F unte: Sauvy. L1•s limite.•· di• la vù· lw11wilu·. l'ari s l 'l!il.
S.tlan.tt i ;t~-;rinoli .~ l, i
1\·l.JJlO\·,ol i . 411,:>
. l1 n 'altra forma di iueg-uag·l ìanza n t i abbiamo "ià accl'unato ~

nguarda le c.:acegorie .~o<.io-proft-s,iona li e dutHjul·. di nlltSl'·


gueuza, k das~l sociali. l fatti nu.·_,,j in luce dalla ,,·gttt"lll.t:'
labdla sono aùuastanLa eloqw:nli .
:\hhia mu già visto l'ine~uagli .tlll:t scwndo le età e i se:;si •s
che seml>ra dt pend<:'l'l', mulalts nut l aucl ls, svprattutlu dalle pru-
prict:l spcl.ihr hc ddla SJH'cie umau a (senza perahru trascurare M11rtuliltÌ i11 Franl'ia Ira il I!J.i.i "' il ( 1/. rfJ.
l'inllucuL.a ùei !attori ullturali e sociali). Segnaliamo adcsso Supe r st it i a i li ..t nni per o~ni l.tlOII u• Hi oini d i ;,_., """'

auche l'iueguagliam:a - questa volla quasi uuic.:ameute di ca ·


l. lns~gnanti dd settore publolicu . . .
raucre socio-cullurale e soc.:io-economicu - che divide i paesi Prof~ssi ~,ni libaal i c quadri supaiuri
« sollo·svi l u ppati » ( mona lità pitt devata, soprattutto iubnti- Il. C lero cattuli c11 . . . . . _ _ . .
Tccniri (settore privato) . . . .
le, proba u ilità di vita limitate) dai paesi indmt rial iaati, 1" an-
8
uadr~ ~ nlermed~ (settore pubblico)
Il l. uaùn mtcrm~ÙI (settore pnvatoì . . . . .
H ln Scn cg-:tl l b;mohino su :.! n toll raggiunl{e l'età di :J anni. A l>abr, Capi operai c uperai qualifì~ati {sl'tlorc pubbli co)
k l""~i !. i li ta 1li v ita w nu d i hO anni . c:ontro i 3~ ddla sa vana. Coltivat uri di retti . . . . . .
1.~ :'\,·~: li !-~ tali U niti lu s<'a rlol i: 1ii vltu anui poiché la probabi lità di vita Impiegati (settore pubblico) . . . . .
i: di bi; .111ni c li tnt·si pa ~: l i u u tlltnl c di H anni c l mese p er le clomnc. Imprenditori ddl'imlustria c del cum mcrcio
:\d C.c n~J:t ,;-l i ut•noi no pmsouu •IH:rare di \'ivcrc li!i anni c: l n1t:se c le Impiegali (~etturc privato) . . . . . . .
cloolln<· ; :, _; ; in t; iappum :. rispcttivamc:nt<: li.L~ c !iC., I: in Belg io ti7.1i c i'I.!J; IV. ~pe~ai sp~cializzati (~cttor<: pultb l ico) .
nc:lb (; n lllania fctl<:rak ti7.ì c 'H.'l : in Italia <.i!ì,--1 e H; n d Lu5scmLurgu Cap t operac ( operai qu alificati {scltcm: privato)
liS,/ ,: 7--1.!1; in Sviu.:r~ iiU ,. 7.'!.~1; in (;rcd a 7U,ì e 74.4. Operai _S Fcia lizzati (settore privato) . .
lb L;t m;t)j!;Ì nr pao ,,. elci pa<·si africani c asi;lll•i prt·scnl;_cno Ull:L p n•il:t - Salartatl agrl(·ul i
V. Manov;~l i . . .
hilità di vita ~tlll'<Jra uggi inl'ninrc ai Hl a.nn i. In lntli" c"a i: di -~l anni
c !J mni pcr ,d i uo!llini c di 40 :.nni c (i m esi per le rhmn~ (condizioni diffi. Complessivam(nfl'
(ili t!i m :.tcrui t :J). \'icn·nsa gli S\' cd csi Jhlsso no spaarc tlì vivere ì l a nni
c: s llh:s i t: i :"ut'\''-·gcsi 7!• anu1 c~) nu:si. S·J leJU~J bazniuni l'l.~ na~t 1)1\0 :.:. S.h: ~ont~ : G . Calo! c M. Febvey, La nwrlalilt: diffhc·lll idlc· .<uivanl /,· m ilù·u
dcl l 'l:.Juat<~r c. ~~ scrnnd;~ dci l•tng-hi 110.: lllltol io n n da ">Il a l.',U ~ntro il primo waal, m " ttudcs et conjonctures •. Il , l'lli.r, .
~1u1u di \'Ìta.

1 55
A 60 anni si osservano, nella distribuzione di questa c ge-
rarchia :. d elle mortalità, quattro gruppi: Categorie
Probabilità rli vita Suptrsli1 i
« Il primo, a longevità piu elevata, comprende gli insegnan- socio- profcssi.,nali ---- -- -·---- a i .) :-nn i 11 •.,.
a 35 anni a 60 anni viventi a :t-.
ti, il clem cattolico (singolarmente vicini l'uno all'altro), le
professioni liberali, i quadri superiori e i tecnìcì, con 18,6-
17,4 anni di probabilità di vita. Nel secondo gruppo si tro- Insegnanti (settore pubblico) 40.11 1M :lì2.
Professioni liberali . . .
vano i quadri intermedi del settore pubblico e privato, g li Quadri superiori 40,.'1 t:U
o~rai qualificati (settore pubblico), gli impiegati (settore Clero cattolico . 39.2 17,4
pnvato), i commen:ianti e gli· artigiani con 17,2-16 ,9 anni di Quadri intermed i (settore
pubblico . . . . . . !Jil.9 17.0 5flì
probabilità di vita. Nel terzo gli impiegati (settore pubblico), Tecnici (settore privato) . . .'19.2 J 7.~ 517
i capi operai. gli agricoltori e gli operai specializzati (settore Quadri intermedi {settore: pri-
vato) 17.2 490
pubblico), per i quali le probabilità di vita a 60 anni oscillano Operai qualificati (settore
tra i lfi,4 anni e i 15.9 anni. L"ultimo gruppo, nettamente di- pubblico) 38,2 l i .O 4111
stinto dagli altri perché le probabilità di vita si trovano al di Capi operai (settore: privato) 37.6 16,.~ 4:.9
Agricoltori . . . . . . 37.2 16.0 443
sotto dei Li anni, comprende gli operai qualificati e speda- Impiegati (settore privato) 3 7,7 17.0 46.1
Jizzati (settore privato), i salariati agricoli e i manovali. Si Commercianti, artigiani . !31.6 1(\.9 4(ì4
Impiegati {settore pubblico) 37,3 16.4 4.>0
osserverà che lo scarto nelle probabilità di vita a 60 anni tra Operai specializzati (settore
chi è più e chi è meno favorito è di 3,9 anni; a titolo di con- pubblico) . . . . . . . 36.3 1!5.9 417
fronto rimrdiamo c:h "csso era. nel periodo 1955-'65, di 3,H anni Operai qualificati (settore pri-
vato) 35,2 14.9 .~74
per i francesi dci due se~si. » 17 Operai specializzati (settore
'!'Je deriva ch e: un insegnante di :!5 anni ha n
probabilità privato)·
Salariati agricoli . .
34,9
34.9
l !i.O
14,9
su 100 di arrivare ai iO anni, mentTe un manovale ne ha sol- Manovali 3B 14.7
tanto :iO. O anr he <:he la mortalità di un manovale di 35 anni Popolazione ma3Chile 36.0 15.9
c:on-isponde a quella di un insegnante di 47 anni, mentre un
insegnante in pensione di 70 anni ha la stessa mortalità di un
-----------------·----- --- _
.. . ..

Fonte:: G. Desplanques, A 35 ans /es irutilrllf'llrs nn( pnrorf' 41 am rì


manovale di (i2 anni. Si pub porre il problema anche diversa- viure, !Rs manoeuvreJ, 34 ans seulement. • F.w. et Statist. " · 49. 1973.
mente, sonolineando le probabilità di vita a 35 anni e a 60
anni e tenendo presente il n u mero dei superstiti a 75 anni su
ogni l 000 soggetti dì :~!i anni, come nella tabella alla pagina sa). In compenso, la lesione vascolare cerebrale provoc:t un
seguente. decesso su tredici fra gli insegnanti contro uno su venti t r a
La variante socio-economica come fattore di mortalità dif- i manovali. La cirrosi epatica colpisce i manovali .~clte volte
Ferenziale appare dunque evidente; il quoziente di mortalità di piu degli operai specializzati.1s Se poi consideriamo la città
a 3 5 armi varia per esempio da l l l 000 a 3,5l l 000 passando di Parigi, nel 1960 e nel 1964 i morti peT tubercolosi e per
dai quadri superiori e dalle professioni liberali ai manovali.
Anche il fattore «cause di morte » merita di venir preso in 18 € stato segnalato che • l'assieme ddle cause di decesso in forte corre·
considerazione. Tra i 45 e i 54 anni più di un decesso su sette !azione con l 'alcoolismo rappresenta da un terzo a un quarto dei dcces•i
per i quadri intermedi. tecnici, impiegati di ufficio. per rag~iungerc o su-
proviene tra i manovali (che hanno, con gli operai agricoli, perare: la metà tra i salariati agricoli e i manovali • . G. Calut e M. Fehvcy.
il record dei suicidi) dall'alcoolìsmo, che invece incide per uno La mortalité différentìel/e mivant le milicu Jocial. in « E:tudes ~t Conì(>nf·
a sedici tra gli insegnanti (la cui mortalità è tre volte più bas- tures •, Il, novembre 1965. Le malattie da • civiltà • (tumori maligni.
soprattutto lesioni vascolari cerebrali, malattie delle: wrunarie. trnmh,,,;).
ignorate: o rare in Africa, colpiscono senza notevo li differenze tutte le cate-
17 P . Lnn~onc. L'im:galit; dt·vrmt lu mort, • Popu\. et sodétfs •, 64, gorie profusionali, con una recrudescenza non trascu rabil e. perh, tra i
dic. 1973. quadri supc:tiori {malattie dei PoG).

J57
;d, u<>li"nLo lurono lo O,\ ', nel '\.VI circondario. borghese, con-
l
"l~J~IIP!P uou
u
tro rÌ'IWilÌ\~lll:cnlc lo o.:l e lo O..'l ' , lll"l X\'lll, qua!ilicuo. pn
lnt<Jtli u!<HÌÙ. (U!lll' prnletario. 1 ' \'aie la pcua dì ~ottolin~::are
.JsncJ
~sn-cJ

.unv g:L;, i
<hl' malall i e c mortalità colpiscono di pii t chi lavora uel set- ..-t'l 01"") t - . . \'": •-"": --
....... ,..i
"'""": :;r:

lolc privato :lll:.tiché in quello pubblico (condizioni difhcili "''" ~ :i. ~ ~g 7~ :~ ;-~ ;. ....,.. """" ~
l'i'l
..;,'-T

1\i assllmiotle, mag)..(iori dillicoltà di carriera). l.a tabella della


g
0'. lr-" ~
pag·ina segueutc i.: assai significativa. 01"')
...... ·:r
IY":: or;
l ....
r. ~
l ~,
~~

!\h la dìlferema di reddito non è il solo fattore responsabile


d. i questa mortalità di tferenziale: « né gli insegnanti né i l!)l:l p.ll!.l
mcmhri d l'l clero sono dei privileg·iati della sorre: i coltivatori ..,. "!llqq-~;
•-"",
<liretti, i commen ianti e gli artigiani a tìO anni hanno una
;~p:Jf!-'J-l.l
prohahi lità di vita (Ili e lfì,fl anni) inferiore a quella degli ~ll~(IUSl:A .:JU<l ! ~;l"}
opnai qualiftcHi, rispetto ai quali dispongono di un reddito
superiore. Dci fattori pitl , culturali> -come il livello di in-
l'mmazione (' la rapadtà di prevenzione. variabili a seconda
dq,;-li ambienti sociali (si è visto uep;li Stati llniti il ruolo
importante dt:i livdli di studio) - influiscono profondamen- 0 ;41 c: r:"! '-1" ..-:"1 ~ ... . ~"':"~
.r..
te su!lt• perceutual i. r danni dell'alcoohsmo. sia direui sia per ~. -· ~~ ~·
-:;.;" ./'
1":'1 --:-' • '
........ 4
-=~ ...,. <;l":

la mnrtalit:t indotta dovuta all'alcoolismo e agli eccessi di al-


ruol. giocano qui uu ruolo i m porta me. M a bisogna anche ag-
).!;Ì tmg-cre cb c Lt koolismo è spesso una scappatoia da una vita
senza orÌlll~nte e senza speranza ».z;1 l.'alfennare, così t:ome
è vero, rhe le diUeremc tendono a ~-idursi e che il ventaglio
ddla Iom di:-.pcrsione si va restringendo non vuoi dire però
che h: iueguaglianze non siano ancora molto sensibili e scan-
dalose. l.a tabdla d1e proponiamo riguarda la mortalità infan-
tile (nali'lq.(ittimati) in Francia per le generazioni 1950-1951
."'
·.;::
-~

-~
l 'J Qu•·sL;, in<'gu;q;l i;mz:l scrondo circondari parigini rin·hi e poveri
~ ~ - ~ ~ ~ ~ V• -· ~~ cC'f &.~ l-.. ~
non ris;ak ,,,j og~-:i:
- ---· - - - - - - - ~----· _,_ .------ - ·---

Ta>Si di mortali<'~, çorretti


per 1000 abi\anli Percentuale
di calo
Cir~..·onùari
(%)
\817 18~(1

·--·· ---·--------
AJ.d.-ti (I. 11. Ili, IV) .. 24,9 18.2 27
M~dt lV, "t'l 1 vn, x.Xl) • • • 21.3 25.1 8
Po,.·crl ('VIli, IX, Xli) . 36,5 33,7 8
- - - - - - · · ----
1-'onu..:: E. Vedrcnnc-Villencuvc. L"int1lUlill Jooc:;al~ devant la mort dons 1.::~ pr,miirr
moi1ii- d~ XIX t .ùi'·d~. G: Populatj.on ~. 4. 1961.

~IJ P. l.onj.;<>nc. ofJ. cit., J')73, p. 3.


e 1959-1960, secondo la categoria socio-prof~ionale del dipendono dalle differenze socio-economiche (paesi ricC'hi do·
padre. minanti / paesi poveri dominati ; classi ricche do minantifcla.ssi
povere dominate). 11 caso dei lavoratori stranieri suscita indi-
D iminuzione gnazione : essi costituiscono delle isole di povertà morale. fì.
1950- 1951 ~ica c materiale che sono a ltrettante fonti di vergogna per le
in ' /•
società r icche che li sfruttano. Si pu{) dunque concludere di-
Industriali, quadri supero nn. p n>ft li· cendo che « siamo ancora ben lontani dalla scomparsa della
lioni intellettuali 23, 1 l 1{,0 44
Professioni liberali l !l.l 1.~.3 30
mo rtalità ~ociale. apparsa come fenomeno agli inizi <lell'indtt·
Quadri intermedi e tecnici 2:;,7 14.3 H ~trializzazione ».12
Insegnanti . . . . . 21i.:\ 14,!i 45
Quadri intermedi amminis trativi c
impiegati 17_9 40 L'ultima caratteristica d ella ~ocietà contemporanea è il suo
30.0
Artigian i c commerci;mti .~:;,'l 19.0 46 invecchiamPnlo demngmfiro che rappresenterehl>r, si dice.
Coltivatori (diretti e salariati a,r:ai- il prez.zo del pro!Vesso. La proporzione tra le diverse p;ene·
coli) 44.9 2!>.!1 43
Operai 4~.7 24,9 49 razioni viven ti nello stesso periodo si è infatti modificata :
di cui manovali (iJ.i 35.2 H c quella dei giovani è diminuita, quella dei vecchi è aumen·
minatori K0,4 .~4.7 '17
T otale: H. l 22.4 41\ tata con lUI movimento a bilancia centrato sulla proporzìnnr
degli adulti divenuta assai più stabile ,._lJ La causa non è da
Fonte:: M. Cro~e . L11 morlulitl irt/rmtilt· •·n Frano· tt•f,n lr mì/Ìr'll .wrird. impntar~i al prolungamento medio clelia vira né alla Gtdttta
Congrh internatiuoal d e la JW)ltdation. Ottawa. 21-26 agostu Hlfì.~. Liì:gc del tasso di mortalità 14 ma alla ridmionc della fec,ndità: l'e-
1964. pp. 263- 2!16.
sempio d el (;iappone è a questo proposito signift(';'ltivo : è
come $e i giovani fossero ~lati sostituiti dai vecchi~ (~li effetti
t incontestahile che, nell'inten:allo di questi dieci anni, il della nuova situa7)one- a parte i problemi relativi alla pro-
ritmo di diminuzione si dimostra sensibilmente analogo per duttività, al costo della vecchiaia (pension i, cu re. o~pi1i) c alle
tutti i gruppi. cioè tra il 40 e il 49 %. tranne che per le profes- possibilità creative (meno sviluppate nel vecchio) - sono stati
sioni liberali, :lO 0;{,, che in partema registravano il tasso più me~~i assai henc in luce da J. Fourastié : ".-\Ila fine del X\'11
basso e per i minato ri che. con il 57 lj'0 , registravano il tasso secolo la vita di un tipico padre eli famiglia. sposato per la pri -
piil elevato. La tenden1.a generale alla diminuzione si accom- ma vo lta a '27 anni . po teva essere s(:hematizzata <·ome !'eg uc :
pagna ad una r iduzio ne delle differenze fra gli estremi che nato in una famiglia di 5 figli, ne aveva visti solo la metà arri-
passano da l a 4 a meno di l a j, Ma chi potrebbe pretendere vare all'età cii J!) anni: aveva anche lui 5 figli ... di cui solo '2
che si tratti di ('guagliam.a? Non si possono mettere sullo stes- o ~ vivi al momento della sua mo rte.
so piano le ineguagliauze « naturali » - come quelle dell 'età .. Quest'uomo. che viveva in media fino ai ;i~ anni.. .. ha visto
e del sesso benché anche a questo livello il ruolo d elle condi- co~i morire nella sua famig lia diretta (senza parlart· deg'li 1.ii.
zioni di vita non sia per niente trascurabile 21 - e quelle che nipoti e cugini consanguinei) una media di !l pcr~one. tra
22 R. Pressai. fi/J. cir.. p . .S.S.
~l 1.~ ma.l(ljÌO~ m nrtalità d ~gli. ur1mini è '!"a c~ra~t.cri~~ic.~ tipica delle 2g A. G ìrard . In Franc ia, intorno al 17S9, si contavano il (Ì "i• di scs-
s<•ctetà mdustnah : la d onna v1 VI VC rla 6 a r anm plU dd l twmo. mentre santenni; oggi t•ssi ammontano al 1 .~ Oio c presto arriveranno ,, l 20 °/o. N et
le si aftribui~cc, come compone nte bioln~ica. un vantaggi o femminile di 2 197$ la Francia conterà 25 per~one anziane su 100 adulti se l'età di d emar-
anni! • cazione è di li!; anni c .~8 ~c: è di f)IJ. Nel l'l~U, ci saranno ultrc 7..'> 00.000
I n Francia. il rappMio unmo/dnnna va prati.camentc da 1/ 1 a 66 anm: persone con piÌl di 75 anni, di cui !1.000.000 al di sopra dci 9.'> anni.
1.05.'i.Ifi0 uomini. 1.!11 Uf>O donne (da 65 a fì<l anni). 24 In realt:\ la diminuzione della mortalità ha avuto uo'inllucnza limi-
P;ma 01 1/3 dopo gli R:S anni : 1'21!.340 uomini. 336.1100 donne (da !\4 tata sulle ~trulturc Jdlot popolazi<lnc; c.. .a si tradu~c p iutt<>s to in un ~ua­
a 94 anni). da,;no el i vi te umane a tutte le età. ( On una luro imp..rt;~nza Tl'l.ttiv:t q u~~ i
Supera il terzo a 9S ~ nni c oltre: 4.21ì0 uomini. 14.~~0 d<tnne. coAiantc.
cui uno solo dei nonni (v;li altri tre erano mo ni prima della della mortalità, non c'è piit bisogno di mettere al mondo tanti
~ ua Jta:.l·ila), i dm· ~~·n itot·i c tre dei suoi fi~li . ligli per avere la possibilità di nmscrvarne v ivi almeno 2 u :~ :
.« O ggi ... l:t !\Ìl\laziune tipi<·a di un uomn di :-,o anni i: la se- d'altra parte il r incaro d el ('ostu della vita c il prolungamento
g m ·m(' : tl.lto in una tamiglia d i :~ lig-li. ha sposato a 2f) anni rlegl i sturli spingono, per ragioni enm mnidte, a frenare le na·
1111,1 rag.rua di ~-1. scitc. Nello stesso !lenso agisce anche la ridu:tione dc:ll'intluema
" Cii un it·i lutti rig uanlatw i <lllatlru nonn1. E fiiiC!\t'uomo delle credenze religio.st:. Al limite si deve temere - com'i: forse
di ;,o aun i ha inolrre nna po:.-.ihilitit Mt dm• 1li vivt!re ancora H nso che minaccia il (;iapp<lne - che una popolazinnt' t rop-
piiJ di ~li élllllÌ . po vecchia veda abbas~r~i peri w l n~1mentc il proprio tasso d i
" Ieri. in tllt ca.;o su clut:. l:lmon" dci ft~li n ei primi anni 1li n ar.alità : 26 un popolo tropp<~ vecchio uun è forse un popolo
' ir:t li l.tf t:\ a .. pari re p r ima del loro paclrt', mcnlt'(' la metà che muore ?
<kgli .tltri lip,li Vt'dt·va mm·ire il pmprio padn• pt·ima di es.o;rre lu breve, « l'avo non è: piìa un'eccezione, un essere mira-
di vcnlat i lllòl)!.giort·mti . L'età medi ~t d ci figli alla morte dd co losamente dimenticato òalla morte e che si venera,» ci dice
primo tki lorr, ~t·ni tor i l'Ll rli l·l anni. Domani. il figlio • tipi- A. ( ; irard ." Nel seno rlella famigli:t .~ono nmtemporaneamenlc
co. a\T;'• .~,:, o ()() ;umi al momcnto della morH· dd padre: il presenti tre generazioni successive. " Ndl'cc.:onomia, i pen.<>io-
l'o udo t•n·di t a rio dd patri m o n io !ami l i art' resterà quasi costa n· nati rischiano di dive marc:- numerosi qualllo la popolazione
lt'lllt:llle di proprietà di uomini c donne al eli sopra etei GO attiva, e inoltre il potere resta a lungo n elle mani dt~gli an-
a11n i: circa la metà dd k rìccht·zze priva t e rli una nazione sarà ziani. " Da questi p()(:hi tratti si può misurart' il mnsiderevole
li l' Ili' Jllall i di \'t'Cc h i di piì1 di 70 anni. » !.; carnbiameuro intervenuto in molte caratteristiche della vita so-
l .'antorc sotro!iut•a inoltre che IH'l passaw ~li uomini di ~.i· ciale n egli ultimi due sccnli comt' conscguema della diminu-
;",<J anni « slipul:n ·:uw unioni dw n:nivano im.e rrolle solo cl:tl· zione rlella mortalità. Oggi ogni bambiuo, o quasi. ha ciavanti
la nwnt·. m a che duravano in media me11o di venr'auni. 0Agi a sé una , vita hio!ov;icamenL<' completa •. ro11 l'inl'a11z.ia, l'a·
i ~ioYani ... s'impeguan o ancora, in linea di principio, pe r tutta dulescenza, la maturità e la vecch iaia, mentre in altre epoche
la v ila : 111a iu qu<'Slll caso p<'r 1.in·a t in(1uant'anni ,. . L'aumen- unà sorte del genere era risnvata ad t•!\igue minora1ne. •
to dd tas~o di divoni potn:hhe trovare <pti llll<l d elle proprie Ciù comporta probabilmeme la nen.~o;ità cti una deontolo-
r:t~ioni . :\nche lo ~)'t'Zll' lt amemo della diM:endenza familiare gia ch e A. Girard ha messo assai bene in evidc:IIL:t : « La so-
, emhra ÌtH.·\·itahilc· e rischia di comportare. come verlremo pi ì1 pravvivenza e lo svolgim e nto di tutta una (arri era n o n scmo
:tvanti, l'abbandono c l'<lccantonamen to dt'i ven:hi. Le conse- piia il risulr.ato di un qualche ca.so benefico, ma una specie di
~ll l'li/C •mila ft•n,tulità o;ono fin troppo note. In F.uropa duran- diritto. I meui di lotta contro la mone conqu i:.tati d al l'uomo
L(' 1'~1 ( ' Xli ~CI'Oln -- COIIH' o~gi in .\ frÌ('a - appena i) !10 °{, gl i impo ngono dei doveri e innanzittllto <tue-Ilo di fare quanto
tl(•i 1wnnaLi a r rivava ;•l l'adole~cet.lZa. OgF,i. data la riduzione gli è possibile per assicurare la sopravvivealla di tulti. L ' indi-

26 D . Smith c D . H ccr (Cu ntrihuted l'apers. Sicinr y C:unf.-reun: . .-\usl ra·


1·, /h la 1•Ì1' / rmlii Ì111111t'llr (Ì la t•ir f'opulat iu n • . lugliu-
l t ' r/w u t·, • lia, 2 1-25 agosto l 967. pp. 2lì-3G) _ç i $un o <'hic:sti. rin•rrcnrlo alla tecnica
s.:llc·mhn· l!l.'o!l. • i·: inuuag iuall ilt·, con il pn>l u n!;Jtn~nlu d i tal..- r:vuluzH mr, della simulazione, quale d oveva c>sl!rc la fc:cundit à nc:ccs$aria JH:rch~ un
1111 .tvvmi r.: in r ui IU!IÌ g-li uom ini sctr..-hla·ru \'ill imc. ~ tllrv limiti 1li età uomo sposato sia sicuro (al 9.'> 0/o) che uno1 d.:i suu i li~li ~11pravviva ultrc il
a l.t.ast;uua ris lrl·tti , d'una sob motbllia. l'usura ... l nt>sl.r i antenati mori- sun 65" aniversari<l. • Cun una probahilità di vita a lla nascita di :w anni.
van<>... fruslrati della rn..-tà ddk loro possibi lit à. Noi •iamn sulla via di occorrerebbe che la ('(>p pia avt:s~c 10.4 nati viven ti: ne bast;mn so>lo .C, •.-'i
sfrutl.trll' fino in fnndn. Fuminnari della vita, ri!(:niamo 11i avere dirillo al cun una probabilità oli vita di 50 anni e soltantu I.!J con 74 anni. In tal
nmtru ljllartu ,]i _,..,.,du. Ma i nostri l'nllq~hi pensr~nn Cl>nfusam enk rhe modu la semplice rircrca della sopravvivenza di un clist'cndcntc masrhin.
nei si al•usi S(' indugiamu a ra~·~iunl{r:rlo. Ln Statn arrivcrit f,,r~e a isti- quando il padre arriva a 65 anni, nun ì: più suffi('Ì(•nte aol a~skumrc. dal<t
fll Ìre 1111 .<ist~ma di <·•nupc nsazioni: risarriml.'nti ai murti prematuri. penali r.· la debole mortalità dci paesi induslriali avanzati , la so! tituzionc intcgrak
za ziunc ai ril ;trdatari. Sart:hl•e solo un nwdn per <:slcnclcre e (odifi<'arc al- delle generazioni; gli stessi c3lrnl i eli llccr c Smith dinw~trano r hc il tasso
n ulo: pr;IIÌdn· già in ,·.,rsu: da una (Mrl<' la !:'iurisprud~ nza inl'ununistìra. netto di riproduzione. •·on l'<Jbicttìvo dc ii;~ sopravvivenza cl ~! fi){lio da noi
dall':tltra la surll· d 1.: viclll' riSl'T\'at a ai Vl'rrhi. ~ (A. Fabrc- Lul'~. La "'"'' a considerato. si $Ì iua tra 2.1 e 0,9 a scrnnda A(' l livello di murtalità. ~ (R.
t-1/llu.~ i . ( i.1llimanl l 1/li(i. p . !l; .) Preuat, op. cii., p. 1)0).
viduo vede invece che gli vengono conferiti una serie di diritti, ta ed esorcizzata grazie all'espressionismo nordico che supera
all'adolescenza e atristruzione, al lavoro e allo svago. alla pen- \ di gran lunga, per < riuscita ,, l'orrore stesso della realtà. Tutte
sione, a tutti i beni che la società gli mette a disposizione. le ci_viltà, .de~l'Oriente come dell'Occidente, sviluppan o modi
Di conseguenza l'individuo rimette alla collettività la cura del- parttcolan dt <onorare i defunti '· Lo straniero può sentirsi
la propria salvaguardia e la difficoltà sta forse in una specie di sconcertato dai riti africani, o asiatici, ma anche dalla freddez-
sostit111ione di responsabilità , .71 za sorridente di un !11neral party delia N uova Inghilterra. Gli
Un cambiamento profondo si è dunque determinato sul uni restano prigionieri di cosmogonie primitive, gli altri di
piano demograhco e continua a svilupparsi. I paesi sottosvilup- un modo di vivere che pretende di uegare la morte. »
pati imboccano la via già percorsa dalle nazioni industrializza- . È f_ac!Ie. per R. Jaulin, contrapporre il sistema sara (Ciad)
te, ma con due differenze: iniziata più tardi, la loro rivoluzio- m cm -~• ass1ste a una presa di possesso dei morti ad opera dei
ne demografica (calo della mortalità) si sta realizzando brusca- v!vi (ai defunti _viene riattribuita l'organizzazione per lignag-
mente anziché lentamente come in Occidente: essa inoltre non giO, terreno, umtà esogame residenziali e di consumo rappre-
si accompagna (o non ancora) a un controllo delle nascite con- sentate dai quartieri) al sistema bari (Amazzonia) in cui gli
comitante, con due conseguenze che la differenziano ulterior- scomparsi non vengono né tesaurizzati né disposti secondo
mente dai paesi industrializzati: da un lato le difficoltà del l~ casate n !e abitazioni. Restando sempre nel quadro delle so-
decollo economico (lake off); dall'altro il uon invecchiamento ctetà «arcaiche »,sì possono distinguere- nm R. Bastide 29 -
della loro popolazione (mantenimento del tasso di natalità). due tipi dì società. Le .~ocietà ad arricchimento progres,çivo del-
Gli effetti di una situazione del genere sull'equilibrio mondo la personalità, in cui si passa dalla condizione, inferiore, di
sviluppato/Terzo mondo cominciano già a farsi sentire. adolescente a quella di adulto, poi di am:Ìilno e infine al gradi-
no piti a_lto di_ antenato e in cui la morte è soltanto una tap-
P~· o~bhg~tona, nell'ascemione dell'uomo: e le sqcietà guer-
b) Morte rappresc,,tata, morte comt~ rappre.~entaz.ione nere m cm, al contrario, la morte più desiderata è quella che
puù colpire in piena adolescc.-nza nel corso di un combatti-
L'analisi del fattore demografico ci l'a intravvedere la ne- mento. Solo il guerriero pu(1 infatti innalzarsi alla condizione
cessità di accordare un posto preponderante al sistema socio- eli immortale: se non muore, la sua condizione sociale potrà
culturale. E in realtà la morte di sé e dell'altro, a volte « fan- sol{? degr~~ars! con il ~;>assare dell'età. Ma anche in queste
tasmatica • e a volte « rappresentata », e il più delle volte sia sonetà mthtan, ad ogm modo, chi muore in un incidente,
fantasmatica che rappresentata, sono inseparabili dal contesto chi è stato ucciso delittuosamente o chi si è dato la morte
socio-eu lturale in cui si esprimono. con il suicidio si trasforma in un'anima vagabonda, che si tro-
va sulla terra per perseguitare i vivi con il suo odio.
l . I pregiudizi culturali Il confronto può anche venire proposto ad un altro livello,
Essi appaiono già al livello dei funerali. « Sarebbe troppo che in questo caso contrappone le civiltà senza macchinismo
facile,» scrive 't\L Cnlin/8 «caratterizzare lo svolgimento iste- alle civiltà tecniche di tipo occidentale. Coloro che si è soliti,
rico delle esequie napoletane, in cui il dolore si manifesta in beninteso a torto, definire come « primitivi » generalmente
modo spettan>lare, con l'intervento di prefiche mercenarie, di non vivono nella paura della morte perché n on attribuisco-
catafalchi monumentali e di carrozze impennacchiate. Là l'an- no, diversamente dall'uomo d'oggi, un molo importante al-
goscia mediterranea si estingue nel gioco: altrove verrà supera- l'individualizzazione della persona. Come sottoli neava giusta-
mente P. L. Landsberg, la loro mentalità partecipatìva impedì-

27 Op. dt.
28 La fflfJTl cl (c.! lni.< humainf'.f, in [,a mnrt et l'fwmmc du xx· tièclr. 29 A traver.< la civiliJatinn. in Lr srm de la mort, • J;:changcs ~, 911.
Pari!. novembre \970. p. 12.
Spes 196.'i. p. I.R
St:t:loro di c: consumare la mo rte ndla categoria della separa- loro dovuto è .c esteriore » e c istituzionalizzato ,. . i': d l'uomo
zione e della derdizio ne ,. .JJ occidentale i de funti, vanamente esorcizzati, si trasformauo in
Ci<'> potrebbe spiegare la solidità dd loro equilibri? psico- anività interiori d d l'uomo o, per usare il liuguaggio de~li
logiw e la rarità delle nevrosi e dei suicidi,31 con~ra.nament~ psichiatri e degli psicuanalìsli, iu famasmi, in « forme osses-
a quanto accade in Occidente. Inoltre, nelle sooeta « areai· si ve dt:ll'incouscio ». Nell'un <:aso abbiamo t lll d ialogo d a cu i
che » la mone non suscita il sentimento di assenza e soprat- l'uomo trae un ~ra nde beneficio: nell'altro, il monologo senza
tutto' d'insostituibilità, dato ch e sono previsti meu.:anism~ ~i fine, sterile, d e bililante. Infine, n elle socic:uì tradizionali il
sostituzÌ<>Ue o di compensazione : adm.ione frequente del crnm- lutto viene rigorosamente codi fica t o (: h111zional izzaLo. (;l i Ila-
nale dlc prende il posto della sua vittima; !.evirato e sororam, luk della Micron esia, una volta fìuiti i funerali, smettono su-
cioè presa in carico della vedova del prop~·w frat:llo q~ando bito di p iangere e di desolarsi. :\icntc di silllik da noi, dove
questi scompare o della sorella della propna m~he se .s' resta nessuno è preparato al suo ruolo di luuo «al tptalt: non si ha
vedovi ; re iru:arnazione parziale o totale, reale o stm~l~ca , che il diritto di pensare in amicipo » : da qui Ltnsietà (fonte di
presentifica il defunto; ruolo più a mpio della fatmgha e. s~: colpevolezza) e l'ossessio ne di nou s\'nlgere ben e il proprio
praHutto d e lla paternità n ominale.. in virtù ~dia ~ uale gh Zll ruolo. c: O ccorre meaere:: iu luce b comraddizione ehc esiste
sono padri c le zie diventano madn ... c: matn~ont fantasma. ~ [Ta l'incoraggiamento alla dipendenza esdusiva e l'assenza del-
per dare una progenitura al d~fu~Ho e di cu1 ~arleremo ptu la tecnica di sostiwzione delle persone n<::l lutto, tra tm sistema
avanti ...J2 Lt:' società industriah VlV<HlO mvece m un quadro che favori sce l'ambivalenza. l'oslilità e la colpevolezza, e l'as-
ristrettu (famiglia nudeare) e il principio di individu.azione ~enza nei riti e nei ruoli di ogni Illez:w di espressione per
rende impossibile o impensabile la so~titu.zione .automa~tca del questi moti afi'ettivi. :\ guesto l'iguardo, molte società sono
defunto, i l dH• provm:a tutta una serte ~~ g;ca.vt trauml. . Ahra meglio organin:ate della uostr;J. Le perso n e: iu lutto,» affer-
d ifferenza capitale : in Africa , per esempw. se. e vero che.' mor~ mano Volkan e \l ichael. " sono le viu ime iuYolonrarie del
ti occupano llll grande posto !lella vita ~~ ~le, U_tt';<'~ta esst
stanno al loro posto - cume dtce R. Basllde 3 - cwe tl culto
nostro sistem a !(O<'iale imp1·evidente. » .u

1 · / .a morir~ ndla st01·ia 11nunw


3U E.u ui .wr /'l·.~t,hir·nc•· d" /u uw.rl. Seui! l!l.'l ~. ~ap. 111. . . . L ' umanità h a r illc:ttuto continuameute sulla morte, sulla
31 Antrc.polu~:i. criminalisti, ps1ch1atn c rnorah5tl "."" mancanu d'. ms~­ sua origine (dai miti negro-africani alla teo logia cristiana essa
stere sui misfatti della società tecniw-ìndustr iale {o d1 consu":lo) sull equ1:
librio ddl'uòiM o:.l'uggi e in partic<>l~re ;u)~'individuo urba~·u~u~o. ~~~}• è dovuta il più delle volte a un errore dell'uomo), sulle sue
Stati Unitì. per csc:mpìu, si registrano ~~ med1a !i~oyoo. tent:~t1vl .d'. ~u1 ~1?u! cause immediate::, su l suo significato, sulle s ue modalità e sulle
J.ll'annu. In qud paese, {be illcun1 CIIOSlderanu pnVlkg1ato, la ~nm•nal1ta e sue: conseguenze. E. Morin 35 ha avuto il g·rande merito di avere
aumcllt:lta dd 1!1 ~!o durante i primi mc>Ì dd l9blj ~al?purta~: al.lu _stesso
pai1odn dell'anno prec..,o:.lente (crescita dd. 2 1 °/o nelle .c•tta d1 pm. d1 2.,1l.tl00 saputo tracdare un ampio afhesco diacronico articolato in tre
ahitanti contru il J:l "l• nelle wne rur<~ll): durante 1! P.n mu. tnmestre clt-1 tempi:
1969 il numero dei furti è aumentato del 17 4/e, mentre: s1 regu.tra.v a, pa~al­
lclamcntc. un aum c:n tu deKii assassini ( 1.) 4/o}. e d<; Ile ~ggn:~~u~m ( l!! •,.)... (;li uomini d elle società arwiche sonn stati iunanzitullo rol-
[l ~ m.:tlc: di vivere:,., u difficoltà ad assicurars• la v1ta dt ogm g10rno (fon!e piti a livel lo di immag inario dalla w magiosità della mone:
di comportam.:nti suicidi di cui alcuni, veramente:, ~ot~cbhcru esser~ cons~ ­ hanno perciò coll(:epito una mo lteplicità di riti per fre::nare
derati sol u cum~ d rammatici <>ppdli di socco rso) e l'ms•curezza quas1 quoti-
diana dell'esistenza (recrudescenn d.ci furti. della c.rimin~!i~à. pau~a. del il contagio suggerito dalla pun-efazione del cadavere e iusieme
domani. ossessione della guerra atomu:a) sare bbero gh scotti mevttab1h del
pn•~:rcsso h:cni ru e dell_'ur,banil~J.zionc:? . . . . .
Viceversa. nelle soneta af ncane trad1uònah, tutto s• svolge • ome s~ .H). Stoetzèl, l'.! icu/t,giu socit1il'. Armando J!/(ì.J , pp. 1L'i-116. L'autore
que~te avessero mo!tiplicatu i mezzi per assicurare la salute mentale dcgl1 sOitolmea a rag ione r he le emuziuni provate durante il lutt o nella n ustra
individui c l'(quilibrio psirhico della collettività.. so.cieta •non si spi<:ganu dunqu.., né per una se mplirc prescrizione sociale.
32 Vedere la parte IV. n~ ~emphcemcnte per un comportamento umanu uni versale. Esse dipendono
33 Rtdigirms <J/tiluines et .<lructure de G'iviliJatiun, « Présence africaine », dalla nu•tra struttura suCÌiile c culturale che agisce: su i nnstri sentimenti • .
tit;, 196H. pp. Hl:Z-105. 35 Op. cit., 19 70.
per favorire i l .pf\~aggio del defunto nel mondo degli spiriti. flitti rifletteranno quelli umani .,. . I doppioni ormai ~patira n­
Ripugnando loro l'idea di una d istruzione d efinitiva e totale, no•. mentre pr~nderà tutto il suo senso la nozione di spirito.
per loro la morte poteva essere solo una morte -rinascita o, in cos1 come- d altra parte - la nozione di anima. l .'immona-
certi ca~i. una morte materica. Da qui ridea che i morti vivono lità autenti~ (spirito) sostituisce ormai l'amortalità (doppio)
altrove rli una vita loro propria, come se fossero vivi. Riasm- e prendono •l VIa, da questo m o mento, le reli~ioni di salvel ·
menctn Frazer, \ 'a léry ~rive: « Da1la Melancsia al ~ladaga~ar, za. Al momento della morte l'anima lascia il corpo. evita i de-
dalla !'\ igeria a Ila Colombia. ogni t ribtt teme, evoca, nutre moni e raggiunge il Paradiso: l'ideale platoniw, la ricerca
o utilina i suoi rlefunti: è in rapporto con loro : attri buisce della salvezza dei Cristian i. la ricerca as..:etica del Nirvana o
loro un ruolo positivo nella vita, li subisce come parassiti, li dell' Uno-Tutto nei sistemi di pemieru orientali illustrano as-
accoglie com e o.o;piti piì1 o meno graditi, presta loro bisogni, sai bene, senza esaurirla, questa tenclent.a.
intt'llZioni. poteri. • (Valéry, J>dfaa à la cmi11te dt:J morls). Infine l'epoca moderna, in tu i l'uomo no11 si last ia piit inva-
l defunti non sono, c.:ome si è spesso preteso, uomini disincar- dere dagli spiriti (e a maggior ragione dai duppi) e non dà più
nati, puri spiriti . Si tratta piuttosto eli doppi o, se si preferi- alcun credito né ai miti né ai riti. Nel nome d ella scienza
sce, cti spettri ciotati eli l'o rma, di fantasmi che usualmente (come in Marx) o forse pitl semplicemente per Sllperarc la
accompagnano il vivo rlurante tutta la sua esistenza, popolan· propria angoscia (come in Nietzsche). egli proclama solenne-
done i svgni, prolungandosi nella sua ombra e con tl potere mente la morte di Dio. 1 progressi delle scieuzc e delle tecni-
di essere una parte del s11o corpo (il sesso, per esempio). Il che, _lo sviluppo dello spirito crìl ko, il dispiegarsi dell'indivi-
Ka egizio, il i{(~11Ì11S romano. il R.r:phai'm ebrain1, il F·r evoli o dualismo e della concorrenza. pretesi da un mondo in cui il
Fravruhi persiano sono in realtà dei vivi invisibili che amano rendimento e il profitto sostitui~c.:onn g li antkhi valori, la·
e odiano, .~otto protettivi o vendicatori, sono sempre molto ~ciao<:' l'in.dividuo solo. La salvezza, se esiste. p u ì1 essere solo
esigenti: e <:cm loro bisogna fare i conti in permanenza . m lUI , cos1 come la morte è la sua morte (·h 'egli de\'e affron .
. Seguono ~li uom ini d elle soci~tà metafisiche nelte <111ali si tare senza l'aiuto di Dio. • A partire dalla sen111da metà del
assiste ad una sc:para1.ione radicale tra vivi e defunti ed allo XIX secolo, com incia una crisi dt'lla morte... Se, dnpo Kant ed
stabilirsi, all' interno del mondo dei morti, della distinzione Hegel, tutto è • detto • sulla morte, tutto ni> t h(' puù venire
tra morti anonimi c grandi morti (o antenati) alcuni dei quali detto sembrerà a lla coscienza in crisi senza alnm rapporti)
accederanno al t itolo d i dei. t. così che l'uomo è giunto a con · con la morte medesima. 11 concetto di morte non i:: la morte.
cepirc l' e~istema di c morti mai nati ,. e di c viventi mai mm:- ed è questo che è terribile... r .a mnne, che rode il proprio
ti • . (~li alliC'na<i superiori diventano in tal modo creaton, concetto, roderà allora anche gli altri concetti, scalurà i punti
immortali. c Nasce coo;ì, dal doppio al dio, passando per il d'appoggio dell'intelletto, rovescerà la verità, annienterà la
morto-antenato-dio, la rlivinità potenziale del morto, ma attra- coscienza. Corroderà la vita stes.~. liberando ed esasperando
verso tutta una serie di selc1.inni severe che separan o i morti- angosce bruscamente prive di freni. In questo disa~trn d el
antenati e i morti-capi dagl i altri morti. i grandi antenati pensiero, in questa i.mpotenza della ragione davanti alla mor-
dai piccoli antenati e gli dci dai grandi antenati. Nel suo svol- te, l'individualità giocherà le sue ultime risorse : essa cerrherà
gimento la storia del pantheon divino sarà il riHesso della sto- di conoscere la .morte non pitl per via intellettuale ma annu-
ria umana. Dalla società della pesca alle città marittime, dai sandola come una bestia per poter penetrare nella sua tana :
clan agli imperi. gli dd trionfanti - totem antichi dei clan e _ce~cherà di allontanarla appellandosi alle p i li brutali forze
vincitori - diverranno i padroni rlel mondo. Selezionato dal- da Vtta. Questo scontro paniw, in un clima di angoscia, di ne-
la ~ucrra e dalla vittoria, prodotto da molteplici sincretismi vrosi, di nichilismo, assumerà l'aspetto di un'a utentica crisi
successivi, il pantheon unificato degli dei, che raggruppa at· dell'individualità davanti alla morte. Ma quesla crisi dell 'i n -
torno a~li dei maggiori gli dei-clienti e gli dei-vassalli, riflet- dividualità n on può essere · astratta dalla crisi ~enera le del
terà l'unificazione sociale allo stesso moòo in cui i suoi .con- mondo contemporaneo. Se anche supera CJUesta c.ri~i . pr.r le su('

t68
Ì1Hpl ir:viuu i antropologK te
. l r ·lll({"' ."''' d ua· lità .. pt•() venin: a sua
·· nto > pos.sibik
ne pura o deve essere soltanto l'esperie nza in evit:tLile e in-
siem e unica del « mor ire »?... Sono questi, probaoilmeme, i
\ulla :.u pc:rata (anunesso che Vi sta '~u~~ ~ ~n'~. » O ~•n· la
dd l'rohkma ) ~olu nd :.uperamento ddla dL~tsft. . dpplla por principali inter rogativi che l'uo m o si i: po~to nel corso dd
Il )l·t·· Vl:rra. t<>tlorata
. • . pen ·l lé a l 1 uon l' . . . -
e t .t·1·lntata, tempo. « Il tema della me>rte corre lu n go la storia secondo
• 1 ~ .::~ • • . ·J • h pra'l.'il nvo·
l ~ . una curva d te va dall'esterno all' imerno, d a lla fil osofia alla
l ' l., "cl··l l'l'lletv ia J>rau ca del! uo mo » e petc te,· .
• •
. '
· n ~
.1 · •L>L>e che fa rse sa· (•• 1 ;u X ). () •' 1 'il ve< ra 1 o· fenomenologia, da un p roblema a naliZZdto oggeuivamente a
ltll.lllll;ut.l uuu '· JHC . · ·'bT à a rome la n e· un dramma vissuto in teriormente. ~l a nou sarebbe inutile
111. il non ·~~·u :.o non t.:ome una lilla po:o.'l l Il 111 . l
~ . . ' . . . • ·l)' Ili it:lll<Hllt."IHO Sl'll - la couvergema d t lle due vie di apprO<cio per riM:hiarare un
~:llÌIIIIl' t h-Ili' mie pos.~tiJillta,_ ('(.H~l~' 8 qu~ ~l l' l ri ddk III ÌC
avven imc:m o cbt> alla f111e 1.i sottrarrà a ' l uah.ia1.i ch iarim em o,
pt t: po,.,-,ihi le delle m ie pos~lbdt t~ che e a . <t ";~ no ·tra vita
., ., . . . l'·tltl'<lll<k "c: du bbtamo mon re, « ' dato che si entra sempre da soli nella propria mun e e ch e
I K-•~\ • u Jl,t ». ' · • . . · li :, . e J>er- allora ogni barlume di coscieuLa (: ~pento. Poiché l'angoscia
111 111 1) ., St'lho J >~· rd t i· no n v'(: soluzlu m: at S\101 pro> e rm_
• d eterrrnuato 11 dell 'ign o to era insopportauile. le fi losofie t radizional i hanno
l ·. . l ·iu u ilictto .o;tt'~so dei problenu nmant 111 .
• · • • •
..
< Il •1 ..::..•.,.li'
., • • . . . . . n re ti 11 o~tro es:.e· cercato di esorcizzarne l'iru eusità a ll'ettiva cori tutta uua serie
" )· OJ>J>UH: sara nell atto 1 assllt c: .
\ l .· · ·' '
l ( t
~ · · ·à d ·l la morte di spiegazioni rnitiche o razionali. Per con verso le filosofie mo-
J:('·pn-la-mortt• rht: trovc::remo J'aJ~tentt<.:tt· : . at','.~ 's:re aute n-
. .. 'l ··a della vtta uman.l . « . ('-~ .• ', . , fon· derne .in cui prt>domina la fenomenologia, chi udtndosi nel-
l'SJ>I' I IIlt' la ~ll'lllllll ,l S t'S~
l'ambito della l~osciem.a, si identificano co11 la sua angoscia a l
tÌ('o per la lltol'l{' , rioi.: la lil_li~e.:ua d~l\a tempo~~ ~~~~i~t;o-o·er).
(\ .ttlll'llto nascos to della stonuta dcii uo mo »1,.( . dt',.,f">E'ro~ punto da smarrire qualsiasi punto di rife rimento oggettivo
' · · 1· ·t che abbia una q uakhe validità di fronte a Ila ragione. Per q ne-
Il \l'IlO d H', <Jj(~ l !'O )t- puJSIOIH ( '. ITIOI e,.O
\II(OlHTO ·•
.\ . . . . bo)ica
. Tlnu·ttos noli vogliamo attnbmre llll 11\tenzwue sn n . sto motivo llll approccio fi losofico uunplessi vo no n dovrebbe
t ' • ·. . . . . · . 1 · . irano tallto le w>stre osses- trascurare n essuna acquisizio ne storica, !Jllr si t uandosi nel-
a tlllli <JIICI !liiSU'I J:utt.hllll l. te IS_P . . J•JI IHOI'lt:, in
l'ambito di una m eta fisica ddl'essere. D ' a lna pa rte, pro prio
,..ioni che i uostri c·ompo namentl : ~·~ pa_l~r_a \~>il~tà nel fem-
folHlu. i: 1.1 paura per la no stra p top t la ll t C\er~ questa metafisica sembra e!isere iu ~ rado di spi e~are l'ango-
scia de lla m one defin endo il risch io tragico ch e la suscita e
Jo (S F reud ). · · 11 ·, \e d ella scoprendo cnn cii! 1111 su pt:ramento del ht ntont•. » "'
<..o-.1·. , . .· . •
prt )~t t::."t v.llllc.: 111t . .
• ta com prcnstolll' uue eu 11"
.. , . u i tbl teo·
' In un certo senso si pub affermare che: il fi losofo comempo-
. 'l'Il'' .,,··t •.•· ... <j\lt'lla elaborata dal sotggl • po
IliO! li' t..' S < " ' ' • " • • • ' l . ;)
. la l rl
\ o~o . t: O~l-!,1 l . r(). Che:
l \))>!) •
cosa n lll~t:('·"a
n q u c:;t H ttmo. raneo interpreta i problemi ctt'lla mo rte soprattutto c:om e sedi
di un conHitto di idee: .1'7 si po!i.mno infatti individuaTe due
; . / .n nwrft• ill t rllettual m e111t- cu mpresa . ? correnti di pemiero anritetit-he )tt\ pmLlema della morte,
.· . r. ben e o a monre bene
Filu-,olart• ~i~n lftt·a .Jmpararc:: a vne
.
e . . -1· -so- ogmma delle quali 'ne modifica la prnhlematica romantica.
. . . per-la-morte o un es.,c:te-per
l.' tllllllo l' )oollaulo un e~sete· a
. . . tle legata La prima corrente si presenta soliLalllente come un r innova-
pr;r n· •tH'll /.:l~• La lllol LC• si
••
prese! t la come
. una pnvano
. . )' come mento del t rag ico e tende a ll'ateismo: H egd (JJic.:cola e vera
... f 'llllÌlà (materializzaz.tone , COJllf>OSIZIO lle .. ·• mo n e). Freud (pulsione di morte}, Lucan (morte d el padre e
a Ila 11mll.t 111 ~ . . ... t quale con d 121one castrazione), BalaiLle (morte ed erotismo), Sartre (c morire è
la pu n izion e dt un t·t-ro~·c: (o ~ ome~ 1 pe~ca o ce al Niente pri-
di redent.iom:J? conll: llherazto i_H· t.he ~o~~~u r la via travt'rSa
sempre un di piit ») rappresentano a m eravig·lia ctuesta posizio-
ll l· lrdi ·lle (l' t : uu-TIItW hramann:o ), o n ve a, p e Il te ne. La seconda corr e nte tende invece a llo smante lla mento fì.
· · · · -;. tr gna ved ere ne a mor
dt:l!':lll~ost:ia. l'cssema cieli ~.ssere .. ~~o d · l ., pe;. en:t:lleoza?
losnfico del problema d ella morte, sia m ediante la ri fl essione
. . , .. . il Mtstero tnson a )J e · etita (« L'essere stato» come è cmH:epito da ll'amore d el Traiti
b \ (:rua snptlll~.l o .. · . . . limeu to (è stato detto r he
0<-cotTl' parlar~. 111 '-)~·opo~tt<.l.' ·(·! \tal . l l f llimento sogr;et·
nella morte si tde nuhr:wo l asso utezza <_e a l iuttosto 36 R.H ., Ll'J intenog(ttioru fi/d{osophiques. in Errcycl"fiut•dia UniversaliJ,
tin> <' l'assolutel.za dd fallimemo oggetuvo),tto l~<.? 'st>pectlla~io· alla vnce • M orl "• p..~63.
.· ..O· ). 1• li<') essere
di l'i llliO\';trlll.'lliO t mtnl I}~H • ogge o ~· · · 37 Suggerimento di C.B. Clément.

'ì"
des vertus, V. Jankélevitch), sia ~ediant~ la .peri&:as_i ~i un'e~­ schera ». Essa confessa « assai semplicemente tutto il suo piatto
nologia militante (la morte del hnguagg10, l etnoCid!o. m L~vt~ empirismo .,. e fallisce ogni volta che si tratti di definire ... cìù
Strauss o in Jaulin). E indubbio che le forme tradmonall dt che sia empiricamente questo al di là della morte hiologica ,. .
pensiero continuano a sussister~; a~Khe se leggermente J?O· Si devono dunque distinguere nettamente i filo sofi lucidi, per
dificate dal contributo fenomenologtco (Husserl), personahsta i quali no n esiste una prohlcmatica ~ella morte, e quelli che
(Mounier, Maritain, Lacroix), ~sistenziale (_il problema della si t rovano imbrigliati da inthrogativi di carattere duhhio, co-
mia morte: Marcel, Jaspers, Kterkegaard; 11 problema della me per esempio"'dalla coppia morte l immortal~ tà ? H trarl izin-
morte dell'altro: Landsberg) o dai dati scientifici (Rosta n~, nale riferirsi alla morte « no n sarebhe la • trappo la svelata ,
Theilhard de Chardin). Ma non è altrettanto sicuro che espn- così come il riferirsi al lavoro e a l ò esiòerio sarchht> la
mano la specificità della nostra epoca. ~:iò. è ta_nto_ più vero ' trappola occulta , che pennetterehht> all'ord in t· speculativo
quando si consideri che le due_ cor~enll _sopra l'_l~tcate. sono di costituirsi <:ome un discorso di Stato? " ~
all'incirca contemporanee al penodo ~~eu~ la.medtc~na d ~v:an· Rappresentarsi la morte non è solo un viverla in immagine,
guardia - quella che. ricorre ~i trapta~tt d orgam e uttltzza nei nostri sogni, ossessioni, pulsioni, per desiderarla o rifiutar-
i processi di rianimazione - st trova dt fronte ad una nuova la (morte fanta.lmatica). o per integrarlt~ in un sistema fìlosn-
« definizione ,. della morte: l'immagine della morte da un la- fico (morte inlellt>llllalmeule i11le.1a): è anch<· un materia\i7.-
to sparisce nelle_ sue forme terri~canti -~ ~all'altro, dispersa in zarla con frasi, forme, colori, suoni ...
una relativizzaz10ne crescente, st fa ptu mcombente.
Ci si potrebb e chiedere, d'altra parte, ~e il problema_princi: -1 · La morte come immaginr
pale non sia il seguente: qual è la funzione ~ella noz~~ne dt Il tema della morte, di cui st~ppiamo dte posto abhia nei
morte nella costruzic}ne del pensiero speculauvo? O, pw esat- media, si presta inòubbiamente e in modo partico lare ad una
tamente, perché la morte è costan_temente p~esente nel ?iscorso storia dei « sintomi <:ultmali "• per riprendere l'espressione
speculativo e perché, su questo ptano, non e oggetto d1 repres- di Panofsky. 11 In modi diversi, a seconda òei luoghi e delle
sione? F. Chàtelet azzarda un'ipotesi clamorosamente confer: epoche, la morte ha ispiraw gl i artisti: in particolare poeti.
mata da un'analisi approfondita di Platone: s~ l~ filos<?~a St scultori, pittori <-J e musicisti, mentre il cinema e il teatro con-
occupa pii• della morte e me~o di altre _questlont e~pt~tche temporanei le devono piìt di un capolavoro. Sia che si tratti
della stessa importanza (come ti lavo!"o o tl sesso), c ct_ò _d• pen- di ideali1.zazione (l'opera d 'arte, è stato deuo, è un equ ilibrio
de dal fatto ch'essa ha dei conti da regolare con la rehg10ne ». al d i fuo ri del tempo), di e!ipiazion e (si tratta d i eson:iz.z.are
Le coppie di opposti mortéf immortalità., divenirefeter~ità, fi. le proprie pulsioni di morte o d i liherarsi delle proprie ango-
nitezzaf infìnito permettono in realtà alla filosofia « dt usare sce), di presentifìcazione (si l:erca di manten ere presente nd
l'empirico a p roprio profitto», di confiscare _la realt~ ~el _mo· pensiero degli uomini il ricordo delle tatastrofi naturali o
rire per concettualizzarla ed . erigerla a. n~zto?e pnvt~egtata. . quello dei morti illustri). tutto va bene purch é Ja morte pos-
Per la speculazione filosofica il vantaggtO e .~vtden~e: al _fatto sa esprimersi in tutte le forme rlc:ll'armonia: posseduta (bello.
d ella morte cosi interpretato c propone un tmmagme dt rot· solenne), cercata (sublime, drammatico. tragico), per.c;a (comi-
tura ontologica, intellettuale ed affettiva che faci!ita l'operazio· co), o negata (bruttezza). Parlando d e ll'estetìc~ rlella morte
ne di cesura indispensabile per accedere all'or~~ne fìl~sofico ,. in una tési notevole, M. Guiomar ha potuto inventt~ria-
per il quale la morte diventa in qualche modo l ~mmagme stes·
sa 0 meglio c il simulacro della cesura ontolog1ca •: Ma pr~­
3R F. Chatelet. Lu mnrt. Av"nlage.f. Jnconvfni<•nt.r. Test<) inedito.
prio in ciò consistç l'estr~m~ debolezza del pnx:edamento, 1l 39 EHois d'icrmrJ/o.II,Ìe. Galhmard 191iì.
suo c inconveniente» pnnctpale. Operando cos1, la fìlos?fia 40 K. Raeck, giovane pittore tedesc.,. aveva esposto a Pari~i n el set-
tradizionale, c quella del sapere racchiuso nei libri e co.nstde- tembre 1973 (Biennale dei giovani. Mu~eu d'arte mo derna) un an,::nlo di
cìmituo con cadaveri in putrefazione, pie tre tombali slahbrate c radenti
rato come un'istituzione incontestabile e onnipotente, st sma- Jo!lo l'edera e i funghi velenosi.
n· ' 1 ttna -;cric òi t'alr'go·rit· irrml(~diale u ttal.llrali "tributarie si ~ratta ~~i racc~gliere e di segu.irc " alcuni sogni colllempora-
" traduttrici di una semplice con~apevolezza, più o meno pro- ne• tra l1mmagme ancora cosc1ente, de.sta, della morte Maca-
loud;t, d ' nna ;\fo rte in evitabile, riconosc iuta (·ome fatto biolo- bra e le raffigurazioni ripugnanti che provengon o dalle eli
giru o al piì1 come u u 'invisibile astrazioue. senza impeg no della Paura c.olleniva, fino a ll'imprigionamento ouirico nel-
mc1.di~ ico » (i l Crepuscolare, i l Funebre, i l Lugu ùre. l'l nsoli- l'inconscio pers<:'n~~e d~i traumi e dei lransfen poetic i, attra-
to): ddlt- ruft•grn·ir (alllcL~tirht' tlell' Aldilti in c ui« la coscienza vers~ una ~emm~mhzzaz10ne d te diremmo ipuagogù·a, allo sco-
ch e r i vie11e data si arrin:hisce di im magini della Mon e o del po d1 preCisare m tal modo u na cldinizione della .Morte desi-
'>1111 domiu io q uando l'autore si proitttla nell'Altro Mondo o derata,_o di t~na Morte desiderosa dell'oggetto stesso creato co·
1 r a-;lunua in f:tuo artistico i fantasmi flgl\rativi t 110 dd la sua me rafhgur~zwne del~a Mu~te, e dtt.• ha qualtosa, a un 1empo.
visìo ue ddla \lortt' e del suo d o minio » ( il Macabro. il Dia- del s~ppel ltrnento ps•cologtco IH>Uumo c del sogno ad oc.:chi
b(Jiim, il Famastico generalizzato); infine una serie di ratego- aperti •_-43 Cos~ _l 'esteti.{:a <~ella morte c i imruduce in pieno nel
rir ntt'!nfrsidu· (o olllologichf') con le quali ~< l'autore svela nel c_uore ~~q uel~ munagmano t:he !_'antropologia, in una prospet·
suo comportamento di vivo uua visione del nHmclo vincolata tl_va ~tvers~, m~ontrerà. nece.~san.amei~te; e, come !'antropolo-
a riì1 ch'cg·li sarà, r> quanto meno dalla sua COIH't:7.ione dell'Al- gta, l estetica ntrova l et en1a c!JaleUtGI dello scambio \'ita-
dilà o tki rapponì tra la. \'ita e la Morte» (i l Demoniaco. Mort~ an!mato ~a~ ". Husso e ri flu sso della ma[eria unnipresen-
l ' lukn;a le, 1'.\ pocalitti(o ). Insistiamo sul 1'11nebre e sul ma- t~ e d1 ~u& non Cl s.• h~era », per esprimerci cm1 la bella espre.~­
C l bro. Il Funebre esprime pro ba bi l m e nte la nostra ansia in- S10ne d1 J. ~L Le C léz10.44
COI IS<' i a de Ila morlt:. « 1\' el Funebre, la M orte non è né il ri-
fiuto t kii'FvasÌ<llH', n(· la tentazione morbosa ciel Lu~uhre, né 5 · La m.o rte come rapprr•setlla:.ione
Il m.islt'ì'll du: inebria l'lmolilo, né J'orror<> d ella decompo· L'opera d'arte, e_ ci() in parti<:o.larc rig-uarda le ani plasti-
si1.iPllt' ~l ac.tbra, nè una promessa apocalittica dì eternità. F.s- che, offre la morte m spettacolo, s1a a fi n i di edificazione 0 di
s:l ~· il ritorno accettalo alla terra-madre- che reimegrancioci protesta/s sia a fi ni di carattere l llCiicu. .Ma sono soprattutto
nt'l solu dominio t:clliHIBt' a t utto c.:iù che vive ci identifica con
. 43 P. G~i01oa r, (ht rhll' dt· l'il·rrt·; qud ques rtl:IS<jUt·s vivanks et ma t~­
la uo-;tra essen:r.a. » Il Memt'n lo fJI/lvis eL. è funebre e non nels dcs pn:scnces de la Murt d a ns nus hant isc ( •>nl<:m pora im:s. Testo ined il 1
lll:trahro, poiché lestimonia l'obbligo n aturale. logico. ciel ri- H L,:cx~ase matéri~lli!, Gall im:Hc.l 1971. pp. ;!S -;?!}. ' '
to rno. Il ~f acahro si d ifferemia nel sensù <t rhe vuole essere 4.5 .C t sJ nco_rda ~ · colo~u. quas1 21JIIO. d 1e si ~r;mu ò isksi a l suulu a
~anr, un ma.tlln~ dt maggw del 1!17 1, sui grad ini dd Sacr<'-lliur. lungo
IloH i l riconoscimemo di un ciclo con tinuo ma a l contrario l'e- Il Pcr~-l.achal~C, !" ?nu levard Bla n iJUo " a lla lluuc aux c.i l lt-<: duV<'V<IIHI
~press inne eli uua sorta di iato tra la perfezione c\e l vivente e il evocare le, fuctla;~:JOm . . 1 rastrcllanu:nl i. i massa.-r i dd I><>J>olu francese du-
c td:Jvt•n • o lo s{:ht:let ro ;. esso non percorre un c.:ido, ma lo rante_ l~ C<.>munc. • Mt ('Ti\ stat~• chieste~ un dipinto sulla C~omu 11c per u n;1
cs~IZtOnc a Brux~ll<:> .. In scgutlo. ~tud tanclolo. lJUandn sn•pcrsi l'ampiezza
s pl'ZZ:l. La tomba Balhiani, al Louvrc. m esc:ola in una stessa d~ll avvenn~entn {l affiJ?tCZ:ta delle vortualità ri vdatc c l'arnpic7.za del mas-
o p<·ra " la wttura di queslo ciclo n e i suoi due piaui. in c ui si sacro), P.uteJ. valutare fino a .eh~ puntu una pillura-pinura. r;.tcrhius;t ,r.-Jt;,
sua .cnnucc. •n ~n lull_!ru spcnal >z:za t to. nun polr:s.>c, pn la sua slc:ss 01 natura
cotJtLtpponguno il viveme e il cadavere srarnific:aLO. Essa non espnmere qucst. ('SP!•>Sirlllt'. di _vit.:t . di llll>rli, i Inno erh i. la ]o.roo s opravvi ~
d:'t spieg:tzioni: sottopone la nostra ragione acl 1111 a.'isurclo ine- venz.a li~'.' a1 !:"'"n.u nust~t. ~~. o c<:urreva .la stra1la. Allu stn.<" mucln in cui
sorahi !e » _4.2 Quanto al 1\facabro. esso a p pare come una perso- avrco ~hhnal~> d~o cu.lun . uloltz~al la canea dr:mtmatic• dc:i ]uo1g-hi segnati
d~ quet trag1r! cplsuòt ddl~ lntla tra le ,·Jasst: '" smsibilizzaziont· della ro-
nificaziotu: della mone. ?\la il Macabro, in Slrelta connessio- snc~za pubblica nella settimana Jd cenlcnario ,J<,j massarri: infin e J'im-
11(' mn il \lalt>flco, ì.: pnu·pito n ella dupliu? direzione espressa magme dd. C;tdavere. comt immagine multiplkata dei ,·ada,·•·ri (ron il .sow
effett.o reahsttc.u. ~un la gent ~ <'hc vi c.;unminava supr01) r~ins~ritu in una
cla ll 'aflinità !emmillik della Pit>tra e c\dla Donna. In breve. realta (ti metro Charonnc 11 ol houl cva r d 1.\l;tntJUi, nel ginrnn <~nnivcrsario
d dJ~ .Comune) che dava, per intc~~tionc fra tutte qu~ste n >s<'. b parelio>lc:.
la V>S~cme esa,pe~~ta del! nnmmsola dd la rcgrcssi.,ne... eu m \:h be a dichia-
41 p,;,,.;Jwt tfmu• nthhiqru· tlt• la muri. Ln modc.t dr f•rh~nrr. In rare l autore E. l ognon-T~.rncst («Le Mondr: ... :? l d ircmbrc: I'Jì.·~).
,,.,·..,.""'·' im"!Ò'w""· lt· srui/ rlf' I'Au-dt•ltì. Corti 191li. pp. Il sg~. N d IYi:? si tenne ~l Grand Pa lais, per l ! g-iurni. una m ostra d el pii! ore
4~ Of•. r·it. l%7. pp. J.'>i -1·)~. E . Ptgnun-F.rnest rkdH·ata a ll a m cmnr> a dci morti in inr ìd (nti sul Ja,·C>ro.
i mass media ch e vanno presi in considerazione considerando ce scimmiesche di vecchie, corteo i n nero dietro a un carro fu .
l'e5tensione del loro potere. La morte come spettacolo non è nebre,. #l com~ in Cléo ~alle cinque alle sette (A. Varda).
un fatto nuovo : dalle antit:he arene d ove i cristiani subivano Oppure è una nvolta prosstma all'orrore o alla deri~ione, come
il martirio alle carrette rivoluzion arie o alle esecuzion i capi· que lla evocata da Buiiuel : il cadavere d i un bamb ino buttato
tali pubbliche dei nostri giorni. (Sudan, lrak. ...), per non par· ne!Jo scarico pubblico (/ {lgli d ella violenza); le lumache che
!are d ella tauromachia, gli uomin i hanno 5empre amato saziarsi salgon o !òtrisciando lungo le cosce sanguin anti della ragaJ.Zetta
della morte d egli altri. La tèlevisione ha perme55o a milioni stuprata (D iario dì una cameriera); il bimbetto in lacrime
di spettatori di assistere all'a.~sassinio di Kennedy. c Eravamo che_trascina ~n immenso sudario sopra la città appestata (Na·
te le·prescnti. Abbia mo tele·assistito alla tragedia... Vi abbiamo umn). Nel cmema barocco (Losey, Visconti, Ophuls ...) si assi-
tele·partecipato. Non si trattè> di uno spettacolo di mera parte· ste so alla tr iplice decadenza fisica (morte della carne), mentale
cipazione estetit:a. L'assassinio turbava e implicava il m ondo (declino dello spiri to) e sociale (decomposizione dell'ambien-
pol itico ma anche tutti noi in generale. Ci fu però un'altra te) in un ~ondo di ~eve, di pioggia. di burrasca o di fango, in
cosa, e il primo elemento in or<:\ine cronologico fu quest'altra ~no s:cena~to . ~ove tnonfano tal uni tipi di forme (spirali, ova.
(Osa: la morte hrulale di un nmtro prossimo. » t6 Accanto a l~) e m . cut st ~ncon trano sempre scale, orologi, specchi , si in-
<tuesta morte trasmes.~a in / w n immagini (che diremmo per im· SISte su 1 soffi tu e sulle facciate, regnano .la festa e la follia, la
magi11i) si situa la morte « immaginata,.: non si finirebbe più maschera e la menzogna. O si ricorre allo sfruttamento del
se si volessero rkordare tutti quei film 47 che, da vicino o. da sangu e, del sesso, delle pulsioni aggressive (in Arrabal); O, al
lontano, direttamente o indirettamente, hanno per tema la c~ntrario, come in quella straordinaria tragedia ch 'è il film
morte. Il loro potere di suggestione non consiste solo nel sen· dt Bergmar:' Sussurri e grida, è l'immagine di una pietà subli-
timento di pre~enza (immagini di morti, di messa a morte, di me e straztante: Anna, la generosa, culla nel le sue braccia.
riti ... ) ma an(he nel fatto t:he la morte è presentata per mezzo ~aldandola C(~n. il suo seno nudo e greve. Agnese, la ragaz.
di immagini rhe ~>no anche segni: è l'irruzione strana. in un zm~. morta... E s1 potre~bero moltiplicare gli esempiY
quadro s()nt nmo e fantasmatico, di un onirismo che n on per· S1 potrebbe tentare dt abbouare tutta una semiologia d e lla
mette di distinguere la realtà dalla finzione (.~leeping beaHl)' morte, che ci consentirebbe di capire in quale forma la morte·
di H arris): lJuando non preferisca esprimersi in un mondo spettacolo viene data in pasto alla società dei nm~u mi. Bis0 .
(arcerario per mezzo di mo lteplici st:ene di cannibalismo" gnerebbe anche aggiungere, accanto alle immagini pla~tirhe o
perpetrate da morti·viventi dalle facce spaventose (La notte filmiche che sono già state indicate, i fumetti (ci sarebhe molto
dei morti viventi. di G. Ro mero). Oppure è « una città piena da dire su Tarzan l'immortale o sulle produzioni emtico·ne·
di vita ma che la morte marchia con la sua impronta : ma.~che­ crofile tipo Outre.Tombe,52 che ha avuto anch e tirature di
re negre. travestiti da studenti, negozio di pompe funebri. fac- 60.000 est"tllplari !) e, naturalmente, il teatro, la narrativa i..t
poesia... ·
46 1::. Mo ri n, Unf' t Nf.- tra,.Mif' nmhicainr: f aunssinnt d11 Prf.sidc·nt
Ci si impongono, a questo punto. una serie di interrogativi.
Kntnf'dy, .. CommunicatiCins ... 3. p. 77. I.n che ~su~a l~ spettatore si identifica con questo o quel-
47 Film di guc:rr:\, cfi violenza. di terrore o film a te-si. Sappiamo che il l eroe? Dtfficde n spondere, tanto piil che an<:ora non è.· stata
cinemn barorw ( L•J~ey Vis<"unti ...) ha clatu alla morte un nusto di primo fatta nessuna inchiesta in proposi t o . Resta i l fatto d1e t a ltuw
piano. Citiamo ancora Susmrri e grida di Bergman, Cléo da/lf' cinq11e alle
uttc di A. Varda. per citare solo dei capolavori. Ci sono anche, beninteso.
film con intenti scientifici o che per !o meno cucano di esM:re informativi:
Cimrtièrn da n.! fa Fa/ai.fr (.J. Ruuch~. sulla mori~ dogon), La mnr/1.' vi.! t a 49 J. B1•urdin, T élhiné. scheda n. 405.
da/l'ar/Ì.f/a {usA), F~mi'Tali 1rll'aràvru.mm Snr;t.• j O~lllllt'nko. trimatc de/1(1 .'>O P. Pitiot. Cinéma dr. mort. E.<qiiÌJ$1' d'un /,aroquc rinr;matorr,mphiqu('
rhir.•a (Jr/odoSJrt rl Au.flraltn (Austraha). l rcHtuml funrran n<'i monda op. ci t.. 1972. · '
(usA). 51 Vedere. per esempio. Ch. Zimmer. Au cinrmn . • Toi qui m~un ~ ·
411 In particolare in Pa!olini (Porci/r) o in Arrabal (Andrò ram' un ca- Lm~Ìhl' ~t Vir. «La mr>rt •, xrrr. 19fiX, mascgio-,iuKno HHì4. pp. 1ì -ZH. . ·
vflllll (m:=r~).
.>2 Edtlo da Elvtfrance. Pari! xv' .

rn
immagini h a nno un potere di persuasione innegabile. J. R o- affa mati dd Biaha o di Calcuua! 5~ Il fa u o è ch e. do po tutto,
<:hereau soHo li nca, a proposi w dd lihn di C. Ldouch T utla la morte d egli altri ci riguarda solo imlireltamcntc.:;"' l'ahro
una 11ila che.- a l morHcn to d ella setnenza: « Avrà la testa ch e muore (al n ostro posto ma nu n n ecessaria m ente Jl(~r no i)
tagliata ,. . il brivido ì: inevita bile: « L 'effetto, b isogna am- no n è: il "'t.u » ma il " lui »: « La mone <~Ila l\:r za persona
meu n lo, i.: p rodig ioso, solfocautc: si sente l~ man nata su ll~ è la mnrtl' Ìll generale, la mo rle astratta e auo n ima ... , u n up;-
prop ria nuca . Si dice a se stessi ... • ciù. domam. pot reb he capt- getto come l llt altro, che si desnive e analizu... c.: cile rappn:-
tar<." audu: a m t •. » S.l l ln "altra domanda ì: \a s<..--guentc: quale sen t<t il massimo d e l l"og~ettivi tà priva di tra~i cit:"t. » 51 Hiso-
impatto ha n no sopratw no s ui giO\·an i. i lilm d i_ g uerra, d i gna anche ammeuere che, smarrila ndla totalità dt•gli altri
vio l<."tlla. d i assassinì? E ancora n ella rappresentaZione del sa· messaggi d alle origi11i rosi ditwnt:, l'immagi w~ ddla mortc prr-
do-masodlismo b isogn a vedere un incitamento al uimine o un tk considt>rt•volmrnlt• il suo Jmlcrt'. " 1.\·cc<."Sso di ~a tu razion e
mezzo p er r inllLover.e t'orme eli aggn:ssività latente? Vi si cerca d ' i nfor ma~.ion i e di innna~ini da c ui i: miuaceiato il consuma-
!"evasione dalla ban a lità quotidiana. lo sdoppiamento che d à tore, in qualche modo lo anestetizza . Il co n sU JIIO cki m essagp;i
un se nso alle nostre p u h io ui di morte, la catarsi che ò lìb~ra d i morte lo impegna scarsamente e assai d i rado co mporta cmt·
dalle nostre o~scssiuni o una soddisfazione puranu:nte estetica seguc:nzc di rarallere pratin1. " '~ F se (·api1 a allo spettatore
(un bel crimine i: be llo! )? Tanti spettatori, tante risposte, le- televisivo Iii indignarsi davanti alle morti trafo!;irhe ch e gli
gate si;1 alla u atu ra d e llo spetlacolo che a l momclllo della sua ve ngono presentate, molto probabilnwnte h- dimt·ntidwrà non
fruìz ione. J. Pnttl h a caratterizzato assai bene le id(:e-lorza del· a ppena le imniagini saranno snllnparst·.'" Infine. 1111 altro aspet·
la nwne·sÌ)ettacolo. t'·: i nn anzitutto uno .'1/)l'f/w o/o Jn:rm~u~n: to che J. Potei rncrte in evideu1.a: i 111ort i du· r'i 1'1'11!{0110 fatti
l<': ogni g ionlo ci o lfre la sua razione d1 catastroh, <h cntntlll VF.d en• so 1w quasi .\('///p rr lo 11.1 ttllwl i t'olit'/1 i t 'ttlfll ' lli r. « Le e·
t ' di gtterre. di v ite in pericolo, di annunri di morte ... sema sperieuze ricche e miserabili degli uomini d a va nti alla morte.
parlare d ei fìl m t h e pa rlano di morte. Non mam:a cert1~ la tutta la tavolozza dei sentimenti e dell e cn·d t·n:t.<' umane, si
srelta : OJ..\nuno di noi puù sregliersi il tem;t che più ~11 ~~ trasformano in uuo ~peuarolo ptrmant·tHc r rollett j vo estrc-
addice: « i ma.H uwd itt ditrondono i 11 ?;Tande varietà t utta una mamr.ntc vario ma inotfensivn. »:'1 I 11 fo ndo, i.~ n :t t u rale che una
serie di messagv;i di morte tra i quali ogmmo p uò sce~liere <:ivi ltà ch e teme la mo rte e la dispc usa volt•lllie ri . <1 voltt· se ne
secondo le sue p n :feren ze. Ci viene o Herto og ni t ipo di mo rte sazi in modo sad o -masochista (sd o ppiame uto o catarsi) e a
vio lenta. individua le e <·o llettiva : n on c'è atteg-giamento d a- volte la r id uca a un'infor m azio n e che sol leva udlo spettato re
vauti a lla morte c he non venga rlcscritto; si sta h i l iseo no le· una c uriosa mesco lau1.a di ì ndi~nazione. di .~odd isfazione (s i
gam i t ra la m orte e l'amo re-passioue, il denaro. la po litica, la trana d i u n a m o n c, d ata o vissu ta. per procura) ~ di molle
sessual it à. il riso, la fel i<:ità, la paura, la f~ta... ».~ ~ta inol- indifferenza.
t re : J"anLO-spettaeolo ch e t:i si nmcede a st:t:onda d e lle c irc.o~
stanze. d ei propri gusti e d ella p ropria fonnazìo ne, è per d1 .~:> • ... l! falln eli cn·nacot no n vil"IH: con~umatu scn mdn i l ritu n:rimu.
piia cmt.wmalo trau quillamenle in modo iuoffensivo, in con- nia le ridia t ragnlia n1<1 " tavo b . n(•l m l·t rù. <·nn i l caffcb tt c. l murt i della
<·n ,naca. hc1xhé del lutto n:a!i a uiffcn:nt.:~ dci morii dd \COlt ro .-iu: S<>llO si-
dizio ni d i t.:m nodi tà se n on eccellenti almeno di riposo. di non mula t i. su nn peri• più lo n1ani da l lctt nrc d i ljU:ln lc> n on lo sianu i murt i sha-
lavoro, a casa propria. o in una sala oscura, o durante un kcspcarian i dallo spettatore.» (E. M u rin. [ ,",•.•f>r it d11 l l' lll j t.l. op. d i ., p. JS4).
viag-gio in aereo. Curiosa e par:ufmsal e $Ìtuaziouc q Ile Ila del la :'i(i C i si intcrc>>:.t ;olia morte dciLdtro sult ~mt n se lu ;un iamo. n •si r nm<:
n si interessa alla nl,st ra prupria morte sulo ·~ ~i ama ~e sl cs.~ i .
famiglia intenta a m a n g·iare allegramente ·a.ttorno a una tavola .~ 7 V . Jankc levilch, L11 mort. Flamm<triun l 'lfìfi, l'P· 2~ sgg.
hene imbandita m entre il piccolo slhermo diffonde .scene atro· .')Il J. Po tc.-L "''· r il .. p. 15.~.
59 • c;;, rlipcndc .t.J fatto eh~ b qualità d e lhi spcltat'lllo ,·vi t;t e sviri -
ri della ~u erra i n \'ietnam o le immagiu i strazianti d i ha m bi n i lizl;> l.ullc k n•ns<·gucnze prati<:hc <kll;~ parlcCÌIIal Ì(lllc no n ('.i: ri sc hio . .,,·.
i mpe~:nu per il pubblico cht si trova fuori p cri r.o!o c funr i campo. • E .
Morin. Il r ÌIIt "11W ,. l"immaginrnin. Silv;~ l 'lli2. p . l :!':).
.-•.~ • La C r .. ix •. 7 fcbhrai•• l 'Hi!J. (ifl OfJ. t·if ., p . 1:14. Vcdcrt J. Trul"hct. So/t• .w r lo m o l'/ ·'fwt'/atlt• dmts l o
'>4 J. Pr1te l. :'vlm l ,j tmir. mort fÌ , ,,.,.,}"·· Dcsdé~ 1970. p . 1:)1. /itl h a l llrt' frrmf lli .<r· du XVI/' .IÌI;dl'. ~ T o piquc • . 11- 12 . ., 9H.

1 79
L'importanza accordata ai m edia e il ruolo non trascu ra- 111 • l VOLTI DEL MORIRE·: MORTE CONCEPITA E ~tORTE Vl.'iSlJTA
bile che vi svolge la morte riguardano ovviamente ~olo la
t iviltà occidentale. Le esecuzioni ca pitali p ubbliche che 5Ì
svolgon o n ell'Africa n era tradizionale no n solo non sono im-
maginarie o per immagini. m a reali e dunque d 'ordine diverso
(messa a morte satrifìcale; teatralità recitata e vissuta d ei fu-
n erali e dei riti iniziatici). ma hanno anche un'intemìont! o fi.
nalità diverse (ritorno simbo l ico alla violenza fondatrice. tec-
niche di scongiuro contro il dolore n di discono~imento del- Non_solo .la _morte ma anch e il morire è al plurale : per il
la morte... di cui ci si occtiperà a lungo p iù avanti}... ~odo ~~ cm viene concepi~o. i.nn~nzitutto, e poi per il tipo
d1 espenenza che, sempre 10 nfenmento all'ambiente socio-
In questo primo approccio del morire ci si sono presentate culturale,' esso suscita, con delle modalità divene in cui rie-n-
diverse id ee-forza. l nnami t u tto , se
tutti muo iono, n o n tutti tran~ criteri empirici, giuridici, morali o religiosi. P rima di
muoiono a lla stessa età. nello stesso modo. egualitariamente; si esamu~are qua!che aspetto, ~econdo n~i essenziale. di q uesta
delin ea ami un'evoluzione che introduce n e ll'umanità con- plur~htà è.p~ro oppc:muno m ornare su1 problemi della morte
temporanea modificazioni profonde. Analogamen te, attraver- degh uomm1 e deglt oggetti.
so le diverse epoche. il morire ha suscitato una grande varietà
di rappresc:-mazioni, ch e sono alla base- delle diversità di at-
teggiamenti: ma sotto questa diversità c'è un tratto comune: "· uomini, gli oggetti e la morte
a) Gli
pur nm capacità di astrazione ineguali , la morte è sempre sta-
ta oggetto di ri flcs~ione, o eti sistematizzazinn e. M a questa l rapporti degli .u omini e degli oggetti di fronte al m orire
morte c intellettualmcntt.' in tesa ,. no n esclud e la morte c per posson o essere visti' in modi d iversi.
immagini ,. ch e si proiett.1 ~mo fom1a di prodotti art istici. a La p~r~i~a di un. essere caro cambia assai spesso il signifi-
loro volta çondizionati dall'ambiente e dall'epoca; e meno che cato p~t~lttvo degh ~e~ti , .c he d iventano p iù visibili, più
mai la esclude ai giorni no11tri. q.uando la morte per immagini palpa~1 h e a ~olte dens?~' e ancongrui. c È la rivincita degli
è spettacolo tra a ltri spettacoli, messaggio tra altri messaggi. ogg~tu ,,. sost1ene A. Pha1J pe.2 c Non vi è più vita propria. ma
Se abbiamo parlato fi nora delle varietà del morire, lo abbia- la VIta dura. • E S. de Beauvoir,3 ritornancio.in tassì dalla clini-
mo fatto esclusivamente sul piano delle variazion i del suo ca dove sua madre sta morendo, è improvvisamente sorpresa
condizionamento nello spazio e nel tempo.6 1 Ma esiste anche dalla c l ussuosa arroganza di un mondo in tui non <·' (: posto
un'alt ra pluralità, che si 'iitua nel cuore st~so del morire ·e per la morte;. ~a essa stava in agguato dietro q ue lla facciata,
dei modi di viverlo. nel segreto gngtastro delle cliniche, degli ospedali, delle c.:ame-
re chiuse. ·E più non conoscevo altra verità,.,
61 Sc:C!mdo Ph. /\riè~ c~i~lc una pcriodiz.zazionc nella mmle occidentale.
Certi oggetti. come que lli toccati d a vicino dai defunti.
Dal VI al· xn secnlu la mortr tlit·nr addrmrr5licata. i clcfunti sono familiari. a~sumono una dimension e particolare. Ora si tende a sbaraz-
l'uc mo n:~ta p<~dronf della propria morte c que.t.a non interrompe la conti-
nuità dcl!'e~~erc . Tra il xrr sernio e la fine del xv predrJminano l'amore
visccrah: per le l.'e~e. la vulrmtà rfc~~erc c di u~cre di più, il ~emo rlelb .! Da qui le variazioni n ello spazio ina anche: nc:J tempo: • Nell'l'poca tra·-
bingrafia: è !\:foca della mtJrlr' dì ,,,;_ A partire dal xvt secolo il defunto di.Z:Ionalc la mort~ era al centro della vita cosl come: il c imite ro ~i trovava
affar-cina ma i dmite-rn a hhanduna il çwtro delle: città. la m~;~rtc è a un al ce.ntr? _del_ villaggio: • di ceva Fourastié. Ni ente dc! )ttnc re ni gi(lrni
trm(Jo uirina r lontana. rott11ra r wntin11itù. !.11 morte d cl/'nltro, ri fiutata n.ost~1 : ct~•t.cn e defunti ~on? stati . a ll onta.nat i da~l e c ittà c da ll e prcoccupa-
pateti<:amc:ntr:: (luttu rumorn~n. culto del cimitero). caratterizza 'il secolo IIO~t quotldtane. E tuttavra 1 mortr ossesR•onano d n ostro inronscio più che
XIX. O~.~~:i la morii' i imwrlita : rifiuto del lutto. rifi uto dei defunti: l'uomo ma ..
non i: più padrunc: della prnpria morte: c: ci si affida ai professionisti (pompe: 2 Lt tempJ d'un sor1pir, Julliard 1963. pp. 114 sgg.
funch ri , se-rvizi t~n~tl•l"~riri) per or.~~:aniuarc: i diversi riti (testo inedito). ·' Una morte do/ciJ.rima. E inaudi 19i.S, p. i .;; vedere anche p. 711.
zaH c n e a l p i li presto, sia per confermare l'a nnie ntamento d e l licam e nte) g-razie al fatto c h e lo possedia m o, c imroicttaudolo
llto 1to t: liher;u·e l'ag·gressività dd !>uperstite uei suoi con - in un lavoro di lutto. c.:ioi: integ rand o lo in una serie in c ui
l rollli. :-.i a perda l: la loro presenza sottolinea l'assenza do lorosa esM) <lavora. a rapprescmat si n mtiuuanacmc iu ò do <jllt:·
!lt-ll'co;.,crc ;uuato: n e ll e società c arcaic he» accade spesso che sta a~o;enza e il suo ripresentarsi al di f uori di tale assenla, noi
'lllcsta "nimparsa f di!>truzione degli abit i e d~l i u ten sili e a risolviamo l 'avvenimento a n~uS(:ioso ddl'assenza e della m orte
\"ultc dell'abitazion e rlel d e fu n to • siano l'indice e la conse· reak. D a a llo r a, grazie agli o~geui . uoi lau·iamo su noi \tessi,
~lll'llla dc:l Iom carÌCt) eccessivo d 'impurità, relativa all'a no- nella vita quotidia n a, <1uel lavoro di lutto cht- ci con:.cute di
IIIÌa della mone. Ora li si con serva preziosamente (o pietosa- vi\"erc certo n.>gressivam entt•, m a pur sempre di vivere. ,.~ A
llll'lllt:l, cu11 un'illimi tata tenerezza che può arrivare fino al q111.:~to propo))itu l'uomo dellt• socif.•tà arc.:aiche c <JUcllo dd
cu ho dcllt.: tl"ii<lui e.~ « f: noto,» scrive a ncora S. de Beauvoir, mondo ou:identale son o a n cora di vi-;i eia tlll lussato. Entram bi
« il pott·rt" d<:j.;li o){gcui: in loro la vita si pietrifica. piìa presen- çaptauo, è ve ro, una c virtù » nd l"ogKclto. il primo sotto la
te d u· iu qual.o;ia:-.i ~:uu m orllen to »: t: p it'a avan ti conclude: "i: caulione ddl'ancestralità, il secondo ., otto lJtlt:lla della moder-
.inutik prctciiCicl c eli integrare la morte alla vita e d i com· nità tecnica. Ma nel primo caso si tratta ddl ' immag~Ht del Pa-
portar~i in Illudo razionale di fronte a una cosa che non è r a· drt> com e potenza, n el scnmdo di que lla del Padre com e potere
zionalt:: ognuno si tragga d'impin:io come può, nella confu- t valore. Cercare le moda lità proteltivc pit'a p1,tellli ed efficaci
sione dei pro pri Sl'lllime mi » .6 n o n equivale a mettersi alla ri<:en :a di 1111 libro raro o ddl'og-
l'uù (lunquc <.•sislcn:: un fctici~rno degli ogge tti ch e al limite getto unico: og-nuuo lotta f.:ontro la morte a modo suo! In
si tras!unu;ull ) ìu sq .;ui, iu pott'llle rhe si sostituiscono al loro ogni caso i seri limiti alla proprietà privata rìst:omrahili nel-
uso ini~.ial e. C:ìl) ch e in realtà l'uomo' trova negli ogge tti. l'Africa nera (dove il pitl delle voltc è sostituita dall'usufrut-
« tton l: !'assintrai.Ìont: di poter sopravvivere, ma di vivere to), se acnescono probabilme nte il poter e rnagicu d e ll'ogget-
tl'out iwwn:.i ilfHuo~.uo ddlu propria e.sistt: r~za t:olltirwamen le to « feticcio », fanuo anch e d iminuire i l numero di <·oioro c he
.\1'1111/llo 111111 tlludnliltÌ <'idica e controllata c tli Sll jJt:m u : dun- lo possiedono. Solo J'Ou:idente conosce qud tipo d ' uomo par-
lf"': _,im/mlinwl!'nlr l'l'sisln1 ::..a n-alr il CIIi s<,olp;t'-rsi i·rrt:versi- ti<.:olarc ch'è: il co llezion ista. quest ' uom o-morto « <.:he soprav-
hilt• gli .,/uggr. »' Pe n :iù il depresso rea~is<.:e 111alt.' di fronte vive letteralmente a se stesso in una ('Oilezi one <·he, già in q ue-
a ll 'og~t>tto pl·rdul•l·Che-l'abhanduna: egli ne vive la perdita sta vita, lo ripete indefinitamente al di là d ella m o ne. iute-
un po' nella m od aliLà d e ll'ann iem amemu di ~é.4 Poid1é « l'og- graudu la morte sle.~a uella 5t:rie e ur.l ciclo ... Se ogni 'tKgetto.
J!,t' /1() t; nò di t'llt nui fau iamo il Hoslm lullo- nel senso ch'es- per"la su a f unzio ne (pratica, c.:uh urale, sociale), è la m ediazione
.,o rappre:o.l'llla la uostra propria morte ma su~rata (simbo- di 1111 voto esso è a nche. cume termine fra altri del gioco c he
abbiamo appena descriu o. l'esponente di un desiderio, c he è
-1 Il f.,uu <· >Ì>hlll:.ticn se si natta di m<J la mvn<. l'cr esempio tutto cio
r h l: n .:uanl;l il k hluusu vicnc d a to a lle fi_.mmt:. l'ele mento c he fa muovere, sulla catena in fin ita dei sig nificati.
.S V.:dac 1'. Fnli<la. l.u rdiqm· d /,· lruvuil du tlt-uil. i n - Nllt: Rcv. d" la ripetizione o sostituzione inde fi nita di se stessi attraverso la
l'sych;~nal v,.,• • . .!. C:.allimard 11HU.
o,,_ ;
ti it .. t !lì:.. J). !1~. 1':: :~ncura (;. BraS5cns a immaKinar c:. q uando
morte e al di là di essa. lln po' per lo stesso compromesso
<.ent.l , 1:1 nc:,t:d,.:i.t dcll \u.m o d1r si figura d opo la propria mo rte il succcJ- se i sogni h anno la funz ione di assic urare la continuità del
s<>ro: dee si inli l.t Il- sue palltuf~>k fuma la sua pipa, entra tra le lenzuola nd sonno, gli oggeLti assicurano quella .della vita :..'0
lt:Uo tlclla su.t am.1la.
7 J. Baudrillard. li si.ltt'TIW dc·~li uggcttì, Bompiani 1972. p. 125.
H 'l'ra i dcprrssivi c i mclanconici, infatti, la perdita dell'oggetto ~ vis- 9. J. Baudrillard, u/J. cìt., p . 121i. [La tratl. it. è: s ta ta rivis ta d a noi.
~uta f n'<JU<:ntclllcnt.- come annientamento di sé cd equivale a una morte. n.d.t.] .
Vnlerc per cs<·mpi•J il sagg-i o di S Narht e P .C. Racamicr, l.t•.< r:/11/.1 IO Ibidem. [La trad. i t. è stal:l .rivista d:1 n oi. 11.d.t .] Per dimn~trare
di·Jm·.~si/s. iturlc fHyc-luowlytirf/11', rapporto al XXI C()ngresso lnt. di Psi- come la collt!ziunc possa essere un !(i()CO cnn t_. morte (una passione),
.-~,n;disi . Cupcnag h,·n ( t 9.; !1). riprcS<J (açcresciutu) in S. N acht. l. a f>rht•llct: dunque (simbolìcamc:ntc) più forte d~ Ila nwrtc. _ l'autn~" _ricorda . q~csta _s to -
d u J•.>yt111mllly.Hc, l';tris, J•trr 196.~. çap. IX ria di Tristan Bernard. Un uomo f;11:cva cullc:z wn~ dt fil-(h : kglttJmn. tll c-
" Suno mort o,~ grida l'Arpag<me di Muliè:cc quando gli vtcnc: rubato il gìttimo, adotli\'n, trovatello . ba~tardu... Un giorno li riunisce in ~>c.rasiont
( ufandto! di una fe sta. Q ualcunc> a llora ,~tl i •lire: • Ne m3n<'a uno. • "Quale!,. « ri
Senza ritornare sul problema della morte degli oggetti (di- b) Le form e dd morire
struzione/spreco), occorre dire qualcosa sulle pulsioni improv-
vise che assalgono, ad esempio, alcuni collezionisti diventati . L~ r.lura~ità. delle forme del mori re concepite riuùnda, a
bruscamente iconoclasti.11 Se nella loro raccolta manca un pex- tltoh dsvers1, sta alla rifiession e teorica pura. sia al con tenuto
zo che è impossibile trovare o acquistare, se qualche altro pos· ~i talunc esperienze, come le credem .e popolari. Si impone
siede oggetti più belli e soprattutto più rari, la cui mancanza mnltre con estrema frequenza il riferimento alla durata, al va-
in tal modo svaluta quelli ch'~ssi possiedono, se lì colpisce una lore, alla legalità, all'immaginario o al siÒlholico. Ci sofferme-
delusione particolarmente traumatica, allora questi uomini remo in particolare su dtl(.: aspetti fo n<l;uuentali : l'atto del mo.
cercano nella distruzione della loro collezione il sostituto del rire e il stto sig-nificato ma d limiteremo per i l momento ad
proprio annientamento. C'è in ciò una specie di autolisi c per esaminare solo il primo. 1•
rimpossibilità di non riuscire mai a circoscrivere la morte », N.on .ri~orncremo sui rapporti individtH.>/ specie - o piutto-
secondo l'espressione di J. Baudrillard. 12 E ci si può chiedere se !ito tndtvtduo mortale jspecie inunonale - già esaminati a
la rabbia dei distruttori d'idoli (abbiamo conosciuto, n ell'Afri- proposito della morte biologica o ddla morte nell'animale.
ca n era, missionari che bruciavano gli oggetti del culto animi- l :ind i vidual inazione eccçssi va - uonostante i fatti dì i nevi ta-
sta per insediare. il Cristianesimo e c far morire il vecchio uo- bite socializzazione, sia pure a livdlo eli lingua~gio - l'i spie-
mo » e a ltri che, più accorti ma non menu vandali, li ven- ga, c.·ome ahbiamo già detto, l'os~essiot l e e i l rifiuto dr:unma t i co
devano ai musei europei!) non si àvvicinì, poco o tanto che della liH l l'le del I'Occidenta le, d i ver~a m c mc da quanto a n ·iene
sia, allo squilibrio del duca de la Meilleraye che massacrò a nel Negro-alrìcano. Tultavia vanebbe la pena di rit!ettc-re un
colpi d'ascia le statue ereditate dalla nipote di Mazarino p er- momento sulla distinzione jm/,blir·o .' privato. Don· si llltlore?
ché erano nude. E che dire del gusto per gli oggetti che hanno Da soli o davanti a dii? E ci sono ddk morti pubhlirh t· (f'u.
a che fare da vicino con la morte, come crani,13 corde di · im- cheu che grida davanti al plotone di esec uziotH.:: « lmhccilli.
piccati,14 armi del delitto... ? Fascinazione? Esorcismo? Difficile muoio per voi » )? Qualumo ha detto d l(' nd XVII secolo era
rispondere. Certo è che la pulsione mortifera ossessiona siste- m~Jito pi(t fac~k morire.uobilmcllt<.•, dato dH: ~i mt~riva in puh-
maticamente tali comportamenti. Viceversa, il rispetto ecces- hltco. « Ilo v tsto. " snn·cva ;\·1 ontaign(', « multi mort•nt i a~se­
sivo per l'oggetto, privato della sua funzione (anch'esso d e· diati dà tutte queste p resenze. Tama premura li soffoca »: la
funto nel senso etimologico del termine} può avvicinarsi a quel sua opinione era diversa: 17 " \'iviamo e ridiamo tra i nn-;tri
gusto latente della morte che ossessiona lo schìzofrenioo.15 cari, ma andiamo a morire e a imbronciarc i tra gli t•st r:mci " •
dato che per lui morire è "un atto co11 1111 solo pcrsoUaf,rgio "·
6~lio postumo. • Allora il collezionista impenitente mette incinta la moglie Questo dramma della presenza/ assenza è stato espresso in im-
e si suicida. magini dì una rara intensità nel film dì Hergman S11.H11rri ('
Il Vedere M. Rhcims. op. cit., 1963.
12 j . Baudrillard, op. cit., 1972, p. 128. grida e in quello di M. Pialat, La g11eule OIWC'rlt•. f:: vero che si
1.5 Un celebre studioso ddl'cpilcssia possiede, nel suo stuiJio a Marsi- ptu'l morire da soli davanti agli altri, ed css<>re ricchi di pre-
glia, una straordinaria collezione: di crani naturali, dipinti , incisi, forniti, c:
senze-ricordi nella solitudine!
di teste rattrappite:.
14 • C'è chi c:ollc!iona, come sir Thomas dc Tyrwhitt, corde: di impiccati.
Possedeva quella che venne usata pn impiccare sir Thomas Blunt che. sotto a) l'era morte o pse11do-morte
il regno dd re d'Inghilterra Enrico rv, fu condannato al supplizio dei tra-
ditori, cioe a venire impiccato senza che morte ne segua e ad avere:, da vivo, Nel mondo occidentale questa dicotomia si pone solo a pro-
strappate e bruciate: le interiora. Una notizia biografica accompagnava ogni
corda. ,. M. Rheims, op. cit., P• 49.
15 L'oggetto conservato che-non-serve-a-niente-se-non-ad-esistere puo es- 16 Il pmhlema dd sìgnificatn ~arà trattato nella p;u·tc m . Veder~ l. !.cpp.
sere: considerato un oggetto morto. ~ il caso, per certe casalinghe, della La mori l'l .1c.1 my.1tht•J, Grasse! l Dfi(ì. cap. v.
tavola da pranzo sulla quale non si mangia mai c che, tutt'al più, si fa 11 ~ il caso, in una pro.~pcttiva un po' diversa, di J. -P. Sartrc: • Con la
vedere discbiudendo la porta. Essa è solo uno stupido pretesto per 3po!ve· mia mu~tc lo SRuardo ricll'altm mi fissa nd pass:1to. mi tra•f,nma in ng.
rarc: e Juddarc. ~dtn, m1 c-o'lfìca in qualche modo. Dunque è J.•sai m<"glin murir~ rb wln. ~
jJtJ,ito dci diversi tipi di conta, ed è inutile tornarvi sopra.'' mento di esistenza: c Essa n on appare mai cu111c annienta-
n ·ahr:J p arLt•, n ouostante taluue espr~iuni lenitive (c dor· men to: il termine ku-fva designa a aKhe • lo svc:n imc:n to . ed è
uw "· « 1·ipo:o.a ») :-.appiamo òistingu e re assai bene la morte un fatto t:h e deg li Ndembu mi didtiaranmo piia volte d ·csscre
dal ,,H li ti). ( :(·rtt• il sonno coudi viclc con la morre ringres~o • murti
. • e di essere stati riportati iu vita vrazit: n a un n•~uari wrc
in uua .;pn it.· di twnientamr.11lu (ldla coscie11:;;a e il d o rmiente (c h 11nl111ki). L'espressione d tc forse !lÌ avvi(·ina di p iù a l !.e ttsu
puù aut hc.: sogua rc.: d i mori re,<>di essere morto come n el ., sn· ndemh u è , avere u n a sim:ope , : la nto n e è u11a , sincope '•
9
" I l () a\)( rh i apcni )) di t al uni maiali mcntali } Ma relettruell· un period o di im potenza e di pas~i vi l:, t1·a due monH:nti di vi-
;.,dalt,~• anuna n'glie scic:ntilicalllcllte le differente t ra i due ta.» 21 D 'altra pane. memre il pritl("ipio vitale (il nytinuì dei
~t:u i c ~~~g~ctlÌ\'a mcllte !>.1 ppiamu di avere davanti a no i a lt ri Dogon c dei Bambara del Xfali) è strctWillt:llte legato a l corpo
ri\\ eg li <: a h ri ~01 111 i . C,!ualllo a <p u:ll'orgasmo che viene Spe$SO durante !"esistenza normale, le auilllt' e in pa nit."olart: le anime
d dutito <'ome c piccola morte» g li mam:a, per essere uu·a u- lc::~gere (ani me·m:cc:lli deg li anlropo logi. o111 hrc doppi) pos- 1

tcnt it a mortl·, c il vissuto escatologico ». " Il soggetto com inu a sono sfuggi re - per la bon:a . le narki, ~l i 11n·n .h i. i (·a pcll i -
ad t'~nt· pt-ttctralo dalla couvi ruiune del ritorno immine n(e sia clurame l'assopimemo o il sonn o (dundt· l'all Ì\"ità <ki so~ni
allo ~Ialo di vq~lia e a l dinamismo personale:, e ciò g li rende e la lantast icheria), sia sotto l'intlueu:t,;t di uno di< >t" , di un t rau-
an·e tt;d,ih: o <h-~iderahik l':umientamcuto. Solo la cv nvi11:io11r ma psich iro o dell·a.zione malefica dello ~t regon e (clondc.- lo sve-
dl'//'ir rt'l't' l',,i{,ilt' tlà la dìnu: usionc:: monale autentica.)) !tt C'i: nim(:nto. la ma lattia mentale:, la sostitul i ou~ di auimc estran ee
~tllt h e . h e n i n teso, il gio<.:o d ella m o n e simulata, che si trova al- a quelle personali: per e.~empio i Ton~a (..\l'rira dd Sud)
l:t b.tse <li lilla sni<· di procedimemi teatrali assai noti ((:o m e VÌ\Iono u e l timore d'essere p~)ssc-duti dall e auime cki loro vi<:ini
ira l ' nlprnw, la cotlllllt:dia di Be n .J ouson resa celebre da Ch. t n emici. g·li / .ulit). Lo sveHillle JII o, il "mtw. la catal<·ssi pus·
l>ulliu ) e di c ui i tcall'i dei btHakvards hanno usato c abusato sotlo simulare taluni raraueri dcll:t moJ't(·; ronH· questa, es~i
pt'r lini l udici D <·omit:i . derivano eia una fuga dell"anima o di pi ù .tii Ìill t' (so lo la pc:r-
.\ l a n t l C:\ "' ckll":\frica u cra . pe r esempio, la dislinzio nc: ntanenz.a dc:l principio vitalt- spiega ptrdu.'· il rot po n111tinu:t
pui• '\cuahran: piia sottik. La morte qui si avviciua a lla ma- a respi rare ed è caldo): umu.· (J IInla so11u - allo :-.lesso titolo
l.lttia lli<.'J tt.;tle. a certe forme d i poso;essio~le, allo sveu inae n to cle lia ma lattia meutale - :-.Lat i di :uuuuia (:o.cparaziou e dal
t" a l :.oll llll. Tra gli r\demuu (Zambia) la m6 r te è defi nila come gruppo). sin~olarÌZ1.41HÌ, che rigtianlaun !"individ uo, c dun-
çamhiameuto di condizione sodalc, e insieme come cambia· q ue r appal't:lll<l ; l:Oillt' (}UC:Sta ~~~~· i t :ttlo II('Ì familiari, tranue
quando si u·aui del sonno, a tteR)!.Ì<UIIe tlli d i difesa e reintt·
l ~ !'..~,c.o mn I·.Jr l.cn: <li muri.: su lu ici nwd•• mclaf o rin> a p roposito dci gratioue ciel l"ind iviòuo in seno a l grupp() (conaportame n ti di
vo:tdll dc~l> u~pit.i. <h-gli i nternat i a v ita nelle prigioni o nei man Ìl.•>m i. c a tipo matentc). di rassicurazione, selllimellli <li sollecìwclinc:-).
m.o,.:,:u•r r;1~iunc cl.-1 rmubm;ali a nwr tc in alt<."lia dd r esecuz in ne . O ft~rsc
l!u caso particolare <:i viene offerto dall ' inr ubo, ..:omt: nell"e-
hi•.t.,;ncr.:hh\· piuttusto par lare in Lsli c:~si di murle in attesa. u di m orte
'(uri.tl,· sempio rlegli H a usa {Niger) d esniuo da J. Ro uch. «. L' incubo
l'l l.<t ' ludiu del snpw nei suni r:~ppurli non la 1\lOTic {sngn:trc la mnrlc. è.· !"incontro del biya (anima) w n quak; •sa di te rrificante : il
il '"""' .e ll oihuitu cl.JI i{TU(lpo al ~u~nu ùi morte, sognn l! pn:moni~oone di
nH>rh·) tlt•n t- no ;IÌ ~ta\11 rcalizzatu sistcmati ram~ntc. D. Coupcr ( Ln 111111/1' riS<"hiu è gravissimo, il biya spavcutatu può non fare più ri-
,/,-1/, /aiiiiS:.(Ì II . Einaudi l !lì~} l'i Jà un esempio curioso: • Un uu1nn. un mc· torno. Nell 'i n..:ubo certe forLe dd male, ('om e i t yar/ww m a n .
•lin1. Sll;{llc\ 1'111: sla,·a mustrand •l la slrullura ana!umira della sua le~l:l ad giatori di biya, le a n ime delle d o nne morte di p·anu, i fauta -
1111 );tuppu eli ~turlmti di m•·•lidna. Nel sognu egli si tagliava la testa.
l'ai>P"~~i·"'" ~ul t.:rrc tlu ,. la la!,'liava a mdà. col mum che gli robva lrn- smi di uomini morti per accidente o del itto possono impadro-
t.ITill"lll c !(iÙ dalk na ril'Ì. Slli<-l;(:tVil quincJÌ dellagliatamente }a cunfìgut:l·
tinm· cld t·c·rvcllo ( la sua m~nl c) a ffascina to <: mn piena cuonprensione . Con
.-alm:o. a l l,lnl;w:.ova pui la r ,·~~t a cnn un caldo. !{Ìorosamcnte, c s i addcntrav~ :!1 Vedere V.W. Turncr. Lu rifl.ui{irflfiull do oml f'ur.l dali.< !t• rilud
n>ag·g"iu n nctttc ndla propria murt c. volgendo lo sguardo all'indietro sull~ nd1•mbu, in E. Sr:Hlburey. C. Geertz. F:s.wi.1 tl"ttulluo{l•llo.~i<· rdi~:ir•lt.~ •·· G~i ·
tuta lit :"• d ell a pn>pri;! vita ultimata.» (p. l :l 1). limard 1972, p. Il.~ . Sui rapporti m urte -w mw-t·a t a les~ i n d Jl<'nsil·r•• WÌ C'II·
2U ,1 . (:uil laurnin. Orii(Ìil!' f'l d hw/ ufl/11'1/l!'lll du H'Jtlimf'llf dt· lu mori. in tale . vçdere p~r esempio C. LuT". l.u r•it• f'l la l/tori tlruu '{t'lwlllmJ!. '{H·u.

/ .il 111"11 N ,.,,111111/ (' "" .lo: .<ihlt·. Spcs 19hS. P· 7ti. • Ethn•>psychn logi( •, 1. marzo 197::!, pp. éo!l sg~
nirsi dei b iya incontrati in tal modo: il d ormiente terriijcato detto (egoista o anomico, per dirla con Durkheim) e il sui -
si sveglierà senza anima e morrà pochi giorni più tardi . » 22 cidio a ltruista, o sacrificio? ls Sembra proprio di no. L'esistcn
Incontriamo anche qui quel potere di evasione nell'immagina· za di suicidi collettivi in cui l'imitazione e la pressione snciak
rio imputabile, più che al sincretismo delle nozioni, alla preoc· giocano un ruolo preponderante; la r ecrudescenza del tass11
cupazione di dare sicurezza all'io e al gruppo : la pluralità d e- dei tentativi di suicidio (i~terici) e dei su icidi riusòti (melan-
gli elementi costitutiv i della persona (anim e, forza vitale o conici) nelle società industr iali;211 il fatto ch e tra gli aspira li t i
soffio vitale, principi reincarnati ...) rende più facile una tale suicidi n vi siano soprattutto adolescenti e donne e tra i suicidi
partecipazione. Il che non vuoi dire che il Negro-africano igno- riusciti uomini e adulti maturi; o ancora il fatto che il mas~i ­
ri la m orte autentica. I Buma dello Zaire distinguono l'ogpa mo di suicidi si registri durame i mesi in cui i giorni sono pit'l
nsila (il morire per davvero) dall'ogka-ibtt (il morire per sca- lunghi (festa della vita insopportabile per chi è angosciato)
logna) e anche, diversamente dai Ndembu, dall'ogpa nki (sin· o in occasione di crisi economiche (il pericolo che scuote i l
cope). L'indice della morte autentica è, secondo loro, il m u- gruppo viene in questo caso introiettato), mentre i su icidi son o
z.iem mumatirw (il respiro è tagliato) che precede l'okwak mu- rari d u rante l'in verno o le guerre (il pericolo è esogeno, estra-
ziem ( tirare il flato = re.~pi rare con d ifficoltà). neo al gruppo: ed i:. questo che bisogna difendere); il fatto
che il ~uicidio dell'adolescente voglia t>ssere innamitmto tllla
l1) La morte data e la morte che ci .si dà protesta contro il gruppo e i suoi valori: infine il fatto che no n
Abbiamo parlato a lungo del far morire (morte data/rice- ci si suicidi nello stesso modo nelle diverse tlassi sociali e n elle
vuta) a proposito delle pulsioni mortifere. Ma capita anche diverse professioni (gli artisti assai raramente si fam1o saltart:
che l'uomo si dia la morte (oppure ordini ch e gliela si dia). le cervella: un efebo inglese assai no to preferì spararsi nd-
Suicidio e omicidio sono legati? Bisogna ammettere, con W . l'ano), o a seconda d elle età 28 e d ei sessi ...1'1 sono altrettanti
Stekel che « n essuno si uccide senza avere desideralO la mor-
te dì quakuno? , 2-' O n>n Monelli e Ferri che vi riscontrano 25 E . Durkheim. Il .wiritlirJ. un:T 19fi!l. Vedere anche M. Gorrcix c M .
« dne effetti d 'una stessa (.:ausa che si esprime ora in una for- Zimbacca, e tude mr 1-r suicirlr' . Masson l%!\. N .N .,Suir irlr ,·t mn.<.< mt·dia.
ma ora in un'altra senza peraltro essere in grado di assumerle Ma~son 1!172.
Ci stmo mol ti modi di dar~i la morte: uccidcr~i. farl i urridcrc vnlunla -
entrambe contemporaneamente »,giacché il lluicidio è in qual- . rìam cnte. lascia rsi uccidere. lasciar~i nwrirc (rifiutn .ti •·un·. di nutr i-
che rnoclo un « omicidio modi fi(:atn e attenuato? » 24 M a si de- mento) ... per no n parlare dc:~l i ~trumcnti di mork ut iliT.7.ati: armi da f unrn .
ve veramente porre sullo stesso pian o il suicidio propriamente armi hianr.he (hara-kiri}. imp1ccaginnc. anncgamenl c•. astissia. a pri rsi le vene.
pr~cipitarsi nel vuoto, pro vocare un incidente d'aut n...
2fi Eccn alcune cifre riguardanti la Francia: I!IOO- I'l l4 . da ~ a 9flllll
22 Lr1 rl'iigirm et la ma.r:ir drs Songlmy, P Uf 19611. p. 21i. suicidi all'anno; 1914-191 8. da 4.!ìtì0 a .r,noO: 1919-1'1:'!~. da S a ~ltHlll;
2.3 Vtdere anche S. Freud, Lutto e malinconia. in Metapsicologia, New- I~HO- I!J4 :i , da 4200 .t"-4500; 19·Hi- HJ.i9. da>! a .~~00 : !!J!ì0- !%i. 1la li a iOIIO.
ton CumptPI\ Italiana. 1!;70. Ricordiamo però. con M enninger, che il suicidio 27 Dr. J. Furlos, Ln .<dnr .«>eia/c dr la murt. l'ti iiT unr i1rlrodll( f ion ti
t incluso nr ll'imti nto d'auto- di5truzione. L'atto del sui cidio contiene psico- l'uPfJrodu• praf!.maliquc des t c'ntat ivcs dr .wicidr. Tesi. Lyon l!li4 .
. logic<~mcnt:: il .rl.csidcr:,~ eli u cc~dc:rc e il deside~io d'essere: l!c~i~o e ~i mo- 28 Il tasso di 5uicidio aume nta con l'età (tentativi e suicidi propriamente
rire, che: r1stab1 hscono , legami prorondt tra l auto-aggressJvlla e l etero- detti sono eccezionali prima dei 15 anni) c rag~iung.: il massinl<l nel le clà
aggressività e rappresentano i due a~petti d'uno sttsso problema. più elevate (c non a 40-:'i() an ni cume le çifre asst>lutc indurrt·hhern a
24 Vedere: M. Halbwachs, Ln (att5l'.< du micide. Alcan 1930, pp. 295-!118. credere).
Fine alla fine del XVIll secolo non si parlava di suicidio ma solo d i omicidio 29 Sempre in Francia ( 19fì0 c: 1970) su .'i11110- 6.'H7 suicidi si nmtann
di s~. il che stava a sò ~ni ficare che si trattava di un crimine. Oggi. poiché 2Si3-281.' suicidati. ~f: vero che le dunn~ fallìsçono piÌI spesso.) Conv im:ioni
il suicidio non è piÌI un delitto penale. il lmtativo rli suicidio non vic:n( religiose più profonde, att:~ ccamento più vivo alla vita familiare. potere rli
pcrsc~ui tn dalla leggc. Tuttavia la mutilazione volontaria è. punita dal co- rassegnazione c: di resistenza :~Ile sofferenze pii1 grandi: sonn questi ~("li <tr-
dice militare franc~se del l 'ì{i.'i (Artt. 398-399-400) c: l'aborto c ancora repres· gomcnti che vengono più spt.lso indicati per spiegare il tassn di suicidi pii•
so dal codice penale. anche se è ~taio commesso dalla donna su se stessa. La basso tra le donne. Si parla anche del pudore che le ind urr<:hhc a tcmt:rt'
provoça1.i unc e l'aìutn al suicidio non provocano alcuna 5anzione; ma si puo d'euere esposte all'obitorio: comunque sia, l'epidemia di suicidi tra fc .!un -
venire incrimin;tli (delitto Ji om issione. Art. 63) per astensione colposa ne di Mi let venne blocrata da un 'ordinanza la quale stiltuiva ··he le tho n m·
,e 5 i è a (on<•sren7.a di un progetto di suicidio, c a maggior ragione in eh~ si fossrrn date la morte sarebbern •tale cspnstc nude su Il ;o puhhlica
presenza di un tentat ivo di suicidio. pìazzà ! Meglio anmra, sembra che le dnnne • si prcurrupino più ùcgli Il<>-
prol>km i ammpologìc i im porta nti . l n altre parole, ò trovia- leat.r ak di J.-l'. Sanre, .\l orl i st•n:.u /om /){1); g li (p.,·r· itdo)·.l ll i·
mo in p n:scnza di u u p ro ble m a estrcmamellle complesso e c id l fJ/1 /J/Jlicìlari (la st.dlina mi scu tJo s\·i u ta d l l' v uo h· a ttira I l·
che prcsl:Jlla nwllc::'pli<:i aspetti. !\un si p uò infatti m ette re su el i s(· J'attl'IILÌou e j ... ecc.
sul lo :-.lt:sso p iano il s u icid io-pr~·-puiJt•mle legato a ll a d epressio· :\ . Fahre-l .un: ha fatto \Teie r e assai h <·JH' in r h c l·nsa la
u c l' all"ip<•remmi vità (senza tra scu ra re l"ereditar ic:tà e il c om- m o rte di SotT~lle (('V;1sin n e. n u ismo. pu hhli\·it;'t , <Ht tusudd i~fa­
po rl;Jillc llto ck i g~::n ito ri ). il suicidio tlt•ll'adolesaule c he è as- zio n t:j11 si dilh-rellZi da q ud l:t di Cristo .
sai p i il u na sco111parsa c1d persu naggio socia le che dell'io fisico, C o m e .'io{_T al!·, ( ;csÌI va nJHsapevoh Hl'tll\· in nmtro al p ro -
u na n·azion c di u cgaz ionc n e i n m h onli del g ruppo p iu ttoslO p r io d est i no: po tre hhe sottr a rg-lisi, ,. t u lla\·ia l'accetta . \ l a
dll' uu ' ag~ressi otH: contro di sé: il .wiridio de lla maturità d e· n o n vi (: in ('it\ alnma forma di provocaziollc. a l cotlna rio:
r ivautt· sia da cause bio log ich e (alcoolism o , m alattie) sia d a ( :csìt dic hiara dH· il s11o rq.~tllJ 11u n (· d i l)lll'Sto m o tJdo. d1e
c<wst· s('riali ( fallimt~nto ;tlfcu ivo o cronomir o ): e infi ne il su i- si d e ve pagare i l t rì huto a i Romau i e tiare a C t·sa n · q nello
rid i (} dd J'c·r·chio. frequentemente legato alla sensazion e di vuo - d 1c l: di Cesare. D ive rsame n t(• d a Sonat e:·. ( ; ò ÌI no n vuole cs-
to. a l sc m inH·n to d ' inutilità e d 'a hhandouo, alla d isp er azione scrt: co mplice d e i suoi boia, m a vit.ti111a d e lla lo ro m acchina-
p t'r la m c diocrità or;.;an ica o so c iale. Biso~nerebhe ino ltre di- zion e. « Sacrifichianu' 1111 ~allo a F.sc u lapio » , tl ir l· Son a te rhe
sting uer(' i suic itl i e h ~· d icono 110 alla vita e qudli. proha h il- v uolt' m orir e . « Padre mio, se possib ile a llo n t;ma da m c q u esto
mem<· lrl'(jllé tHi. r h t: l<· diu mo ~i: o i .'iuicidi dichiarati t que lli ca lict' a m a ro '' · propone il Cristo, p ro p1·io p c-rch (· sa di clm•n
canwllaLi d a incidenti (caso dd!' .\mericauo che, sottoscritta morire. «Siamo ben loutani dall'oq.?;o g-lio sonatìro. 1~d cam-
un·assicu r=tt.imH: sulla vita, pr{'ndc l'aereo nel quale ha d e posto l;o de Ila pura trasparenza: L\jil'llle si i m mol a a lla p ro pria
.ma h o m l>a); qut lli in c ui si sopprime se stessi e qudli in c ui ;\l issiou e. » Bisognerehhe irwltn· d i~t i llg m·re aud H· tra i! sui-
si muore· pe-r itllt·rposla pt:r sona (come nd {:aso dell 'uo m o trop· cidio fa llito a ltlt'n liu) (Dr il·u l.a R od H: lk lo ha t(·lllato a tre
po cod;ndo pn uccide rsi d H· ass:ts.'iina qualnmo per veni re po i ripn.•se, voleva dttlll (Ue mor ire). dal sui1 idio r h l.' (· ~n l o u ll 'invo-
proccs:\at1 1 l' g-i ust iz iatu: o dd disperato <ile f<l in m od o di fa rsi G tl.ÌOil t eli socrmo;o (g-li aspiranti su ir it l i ciH· 11011 arriva no a
uccickn· eia uuo scothlsciuto iu cou trato su una pa nchina. l:o- su it:idarsi n o n souo m ai r ecidivi ). llo pll ll lllo. p u ù darsi a n-
na· n l'l rar nullu d i F. .-\ llu:t•, /.on slo ry ) : IJ i suirirli-m e.Hagg io ch e ch e il Slli<·idio sia un rinH~d io a l suic idio : JIUJI ~(lstcn~·va
(com e ll'll:lli d i J. l';tladt e d ei bom.i durau tc la g uerra in R . C re n :l: " l.'ms('ssione dd su ic id io 11 0 11 ~· fo l'S(' il m iglio r t'
\ ' il·tn a m ), i Hririrli-II::.Ìml t' (i kamikazc .IJ d urante l'ultima gue r· rimed io coulr o i l suic id io?·» () C io ran: " Sl'll/.;1 l'ir\e;1 dd
ra j. i .w irid ì-j11ga 11 t' <'W>Ìul lr' Il' cui mo t ivaz.io u i sou hc n d i- suicidio m i s:u·e i a m man a to d a te m po ! »
V t.' L '>t.' (J'iu ld in · S(:bian:i:tlll d a l peso dell \·sist cllta: c'è chi vuo- :\nche 1'.\fr ica nera c i o lrn · una p luralità d i iHtl'lli'iuu i e rli
le evitar)i tl't·sst•rc t:~ po~to al p ubblico )udih rio: l). Lava ) : e espression i su icide, ma iu uua p ros pc-tti ,·a n tlturak diversa .
chi d cSi1lc.:ra fin irla Co li la tlt:g radazio ue h iuiog Ìca e J' ~~: o rrure Qu i si pllt'> parlare di suiòdiu attivo , ;t tli\·,, ' passivu, passivo.
imo n nwnabi l<· » i., piratog-li dal mowlo: H . de M o nthe r· Il suicid io a i/ Ìl•tJ suppone kt partt.TipMin n t• d ir etta c immt'clia-
la u t. .. ): i sllirirl ì·sfra lr•J!:i•l ( il resi sll'lllt' d1e vuole soitrarsi alla tam e nte dlil·ace cll'l soggdtu che ~ i cl;'t la IIIOrt t'. \ 'i si possono
to rt ura pL'r tÌIIlntT di fa n· delle n mfessioni, co m e n el lavoro d istin guere due aspetti . ( :'i· irmaiii.Ìtutto il ·; uic:id io 1·g-oisr.a . 1~

mini del p1Tst i ~ i n d t l" a vran n o u na vo lt;.o mo rte ndla S<>Cidà : a) più d egli
uomini cn.·:tno i m ~u i r h e 111111 ddurmo.~no '' imhrutl isco no il J,,ro tisk1•: .~ l 0 /1. !ÌI .• l '!tifi . p. 1·1!1.
ing•· n scnnn v.:lt-ni. s i :tn lh :!<:Hio. si asfissiano con il gas. si ta glia n o le ve ne, .'J-2 Ricurd i:Hn" dt<" p n E. Ourkhc· im (" /' · r·il.) . il .mi.·idin qua lilica l'a llo
,...,... : lo i pi ù <k.~ l i lWTniui !t- < l onn~ lasciano kttn~ e dorum~nti d u: spie- pa ll t~zzo elci qu"k un individ uo s i ,Jà v ol, nl :oria mt·nle l.t lll,.rl.:. Il sui cidi"
g.mn i va lid i motivi r h c avn- ano pn mettere fine ai Iom ~i nrni. • C.R ì: d et to) llltrni.,lo qu;mdn il soggcll o ri n tlmi:l all a \"Ìta pn <pir iIn d i dn·, _
Fu~·nl t''· .. R~v . lnl l'I"Il. d e l'olin: crimindlc ~. 19lil. pp. IH - 14~). zion<· ver~n b cnlkrt iv ilà: il suicidio m 1olll ico r isn l1 a da un;~ d i""·g a ni zt..l-
.HJ Suir id io s;tn ifì ri o in ,·u i la tcatralità si rungiun!(c :t! cor;oggio: prim~ zinnc pa rziale o tLt un in!ldw lina·ntn 1klk rq;ok ,·.,(l ,., , ;n·: q ua nln :tl
okl b parlt·n za .~ i riun ivan o a ha uchettn. \\~titi di biamo. i l ro i M~ d el suic:idin '"/;" Ì.I /fl. i: <jllt·ll n dw im plir;t :ol n•nl rar io i l n 1hu n ag,·o.Ilo d i s~.
lu ll ~>. , j 'l'".~ l iav;u1n cl ~ i J.,ro bt:ni tnrt:ni . Al momt:nl o di sal ire su!t ';~creu Rirurd ia mo d a· per Durkht·im b frt·IJIH"m:t rki ' uit' id i v;u·i:o in o·;tgÌnn~
~ i 4 'Utlst·.~nava l l)(fl 1ll1 ' Hrna hiarh"tt fh•s.ti 11;\t~l a J'affog"Ji,· rc le lut~J ('CJlt:ti , inve r.<a <ti l(r:u ln d i intq;:ral.ÌIIIW d e lla ~·wit· l il r d igi n~a . tlmucsTÌ I":t ,. poli-

l l j!l H) l
come r isultato di una situazione in cui l'io , a torto o a Tagione, bene alla loro missione terrestre ma sentendosi o rmai inutili,
si trova in rotta, in felite, malmenato, socialmente svalorizza- desiderano ardentemente ritrovare i lor o antenati, ed even-
to; umiliazioni, accuse gravi (di st regoneria per e~empio), de- tualmente reincaJnarsi. Una forma oggi scomparsa di q ut·sto
biti, impotcma o sterilità, liti F;Tavi, mancato adattamem o a suicidio anivof passivo, ma in questo caso con morte violenta,
un nuovo genere di vita (soprattuuo nell'amhiente urbano), si applicava al guerriero che durante il wmbattimcnto era sta-
persecuzione legata alla nmversibne al Cristianesimo o all'l- to immobilizzato da una ferita: temendo soprattutto di cadere
slam (quasi esci usi vamt!lltC n d l'ambiente rurale tradizionale) vivo nelle mani dei nemici. si esponeva volontariamente ai lo-
sintetizzano i prind pali motiyi di comportameuti su icidi da ro colpi o chiedeva ai pnlpri fratelli dì finirlo. In tal modo
noi riscontrati. Segttc il su icidio-vt"ndetta o suicidio offensivo no n evitava .~olo la vergogna d'essere catturato, ma era anche
- il " samsonic-suicide » fl e~li .\uglosassou i - risnmtrato da ~kun> che gli antenati lo avrebbero accolto favorevolmente
~1. D. J etfreys Jl in t !ganda e da noi presso gli Ashauti (C;ana, e ch e i s uperstiti avrebbero celebrato la sua memo ria. A que-
c;,sta (L\ vorio) e i l>iola (Scnegal). li soggetto si dà la morte slo livello, l'oblazione si basava su u n interesse bene inteso.
non solo per mettere in imbarazzo i superstiti (pena causata Infine il suicidio pa.uivo che. culturalmente. potrebbe cor-
dalla scomparsa fit> IJ'esscrl' cuo: ~ventuali accns~ di stregone- rispo ndere a un suicidiofo mitid io. ci rinvia. così onne il
ria tra i vicini, seguite da sanzioui a volte penose), ma anche suicidio mistico di r igenerazione, all'immaginario. 11 soggetto
per nuocere loro nm piì1 forza, trasformandosi in spirito che e in pericolo (inibizione. blocco e insieme dcdsione volonta-
si aggirerà per il vi lla g~io. pcrscguitandonc gli abitanti (ah- ria) pe rché si considera già morihondo:·14 egli è « vittima,. òi
biamo nmosciuto una « re~ina" animista a Casamance, nel un agente estraneo, per lo pil'1 invisibile che - dal di fuori
Se ne~al. dw mina<:riava di s uicidarsi per «venire poi ogni p er sortilegio o mala sorte. o dall'interno per stre~oneria (si
notte a fare il solleti(:o sotto i piedi dei suoi sudditi ,. che non dice c.:he lo stregone «divori ,. il doppio, o il principin vitale,
si mostravano abbastan7.a gen erosi di doni), o tldu n t i che si o l'an ima: i.· il fantasma di divoramento degli psicoanali~ti ) o 'ie
n:incarnano pÌÌI volte per morire nei giorni seguenti: il che del caso per posses.'iione (lo spirito d1e po,sied e « c;l\·aka » la
rappresenta. per la famiglia. 1111 fatto altrcuan to in famante sua vittima : ·nel Niger . d elle donne possedute si dice che sono
che doloroso, accompagnalo t a l n>lta da serie mi n<u:cc da parte le « ~ìume nte di Dio ») - lo sp inge irresistibilmcntf' a las<·iar-
dei vicini (l'anomia lihcr;'l se mpre, ndlo spirito dei Negro- si mori re. Si posson o trovare dtte o p poste mot ivazioni per spie-
africani, temìhili wrremi d'impurità). garcì l'atteggiamento del l'agente distruttore. Da \111 lato l'n-
Il s 11 iòdio ati h•o/ f>rt.Ui.Jo implica contcm poran eamente una dio, la vendetta: secondo i (~iso dell 'l' ~anda, per esempio. i l
decisioue volontaria da parte dc l soggetto ch e vuole mori re suìcìctio è sempre prov(x:ato dagli spiriti maligni c:h e rostrin -
(e the eventualmente si lasc:ia morire di fame) e il contributo gono la·ioro vittima a darsi la morte: e un po' doVtlllC]Ue m•J .
òella sua n·rchia c:h e an :ousente tanto più volen tieri ai suoi 1':·\ frica n.t>ra il t:omportamem o suicida dipende dag li stre~oni
d esider i quanto più sono cnuformi alle manzc. Questo suici- d tvoratun rlt amme. ~ra anch~ !"amore: tra i \Volof e i Lebu
dio semi-egoista e semi-a ltruista t:he. contnr iamente a l suici- del Seuegal pub accadere rhe il Rab (genio ancestraleì c:he
dio egoista non compo rta uua morte violenta, caratterizza a n - ama <JUesto o (j llf'llo dei suoi .~un:essori « venga ad abitarlo ,.
Litutto il comportamento d ci \'cech i (ad e!'iempio presso i Dio-
la) c.:he, sazi eli giorni c av('ncio' agli on:hi cii tutti ad empiuto .!!4 ~ qu.et t·ht· ahhiamo çhia1nat11. in mancanz<~ di un term ine migliore.
la ~orte '" att~sa (morte-ncl-momcntu-di-farsi). A pparentemenlt• r unm"
eol.r)ltu s.cmbra normale. E tulta~ia ha for~e già pero;o sia una dell e ptuprit
tica. f". per qucstn eh.: i prt~tcstanti ~i danno la morte pÌtl ~pcs~o elci callo- ammc. ~•a un !rammento dd prmdpiu vitale. Talvolta lo !a t:"d i: là che si
lici. i cdihi più <lei maritat i, le coppie •enr.a figli piì1 <li quelle che ne ~itua il su icidio passivu di cui parliamo: il piiJ delle vnhc lu ignora. Presso
hanno ... l Serer del Senegal. il Kmwfw/ (un vivo ~ià morto) o uomo in t invÌI•. ma
33 M.D. .Jcffrcy~ . Sam.w nic- wicidr. or mìcidt· n( rl'vrn~t· amon~~: A(ri- thc lu sa. si sforza •p~sso di tr;ucinare con s~. per gelosia. per am~>rc ,
crzm, • African studìcs ~ . L1•ndra. s~~ttcmhre l!}l;i . In P . Bnhannan (cur.). P.e r vendetta. <dire persunc. s.., fa ll isre. l(li capita di anticipare rora dd-
Afriwn hnmiritlt• nnd miridt•. Prìnr~tnn Uni\'. Prcss 191ìn. l c•ito fatale : ~i •ui<-itla.

JQZ
1· lo ÌIH'Ìll <o.-;i a rag;g;iung;nlo Hl•ll'aldib (che i: spesso un natura: altrettanti fatti o aspetti che l'Occidente nusconosce
:tino :ddiqua): la persona posseduta diventa anoressica, rifiuta ma che caratterizzano il mondo ncg-ro-alricano. Le nmsc~ uenzc
di panecìpare alla \ÌLa quotidiana e finisce per an:onst·mìre di una situazione dd genere scmo t'Videnti. :\nali ~Li e psichiatri
a l Lthbandollo dd mondo dei vi v i.'1 Il problema i.· sapere ~e sotto l i ueano ali' unanimità e sen1.a riservt~ che n d l' .-\1 r i(:a ne-
1111 tak attq~gi;uucuto (patologi<o secomlu l'ottica degli On:i- ra, sia nel caso di psicosi che di nevrosi , i temi d'indq{nÌt~·,,
deHtali) devt: oppure no venire dassihcato tra i suicilli ~e­ d'int:apacità, d'auto-accusa di colpevolt::ua souo assai rari se
nmdo l'unica specifici dei :'\legro-alric.ul-i. _\ seconda che po- non asst'HLÌ. Il llllllll'Hl poco elevato dì autolisi è spieg·ahilt- pro-
Hes.-;imo la dum;111da a Stlp,gcui « tradizionali » o acquisiti <tlla babilmente um la quasi inesistenza di sindromi mdanconiche
mode• uit:t (acndtlltati dalle t:itt~lj. la risposta putcva essere (il t:he non esdude dJ(' si n•rilichino st:lli depressivi auteuLÌ·
del tuuu neg:Hiva nd primo ctso, o pusitiva nd seomdo. ci,:~o imerpretati quasi sempre in tnmini di aggressività rep;rt-s-
(:i il d te iuoltrc • olpi.-;n· l'antropologo afrìcauista, se traLt- sa, dì ddirì di JH'I'Sl'CUzioHe ). Ora, pur St'lll.;;l poterlo aft'erman~
.;ci:ullo i ~uicìdi :,;u ~ iticali, i: il h:tsso rasso d'autolisi rispt·Lto con assoluta n:·rLcna (si u·atta di ipott:si assai plausibili, in via
alle ( ifrc europee (dal ~.:{ ddl'lrlancLt al :!4/ 100.000 della di couferma) la rarità ddlc sindromi melauconiche puù venire
Dauimarct, nm una media di 1/)_ l'cr il pnimlo 1960-l9!ì!'l attribuita a un certo numero di trani •;pecitici dei sistemi so-
ahbianw: /.ambia o.q:J: l 1g-atHia (' Kt'nya O,!n: ;\iig·l.'ria 0,\JO; t:io-c ult ural ì negro-africani. La rig-orosa i nserziont' dd l' i n di vi-
Costa d·.-\ vorio, l bhoml'y, (;an a lUI!; Tanzania f' (;a bo n O,HO; duo in una rete ristrt'Lta di gruppi (lamiglia allarg-ata. lig-nag-
'it·nc!-!,.tl (" .\!:Ili 0./K. !.1· dithcolt;l dcll'indticsta c la ripup;nama g-io, dan, etnia, associa1iouì di\"erse. classi di et:L.1 limita lt•
:t " parLllt' di questl' cose» non bastano a ~piegare tassi tanto inclìna1.ioni a li' i n di vi d uazi< me. all' is< Jlantc!lto t' al la deri\'azio-
llllldesti. l 1 ua societ:'l 4 he integra l'individuo, vcg;lia su di lui ne ntelannmict. In una prospeuiva non pil1 sol inlo:.;ic:t o psi-
lll'Ì tllollll'tlli nitit i tklla su:t t'.~Ì~Ll'll/<1 (riti di tran~izione), si co-sm:io\ogi('a ma psicoanaliti• a, la rari t;, rh-il t' n·g-rcssioni pre-
Lt t :u i(o della 'tu malattia c in panicol:trt: tklle ~ue turbe f{ellitali di tipo orale (tosi JIIIIIH'tost· ìnven· nella HJeLtiJ<onia),
psichidte. tuoltiplita _k \ie dì sa!Vt'l/.:1 sotto forma di compor- legata prohabi lmeutc all'intcusità. alla durata e alla specificità
t:mt~·uLÌ tr:IIHltti lliu:mti o di i'titu/.ÌllllÌ equilibratrici (giovi a- dei rapporti madre-figlio, cosi <·onu· la lll<lll< ;uua di 1111 supt'r-
l i t:'t dd p:ut'IILtd<), r!;ollc ft·st•··; t' \('tk Hl'Ila plTSnll:t un essere lo interillriuatn da n rora le alricaua o; i bas;1 pi t't -;ull'etermwmia
che partl'cìpa alla \'Ìia dq~li alni uomini, <lep;li animali c della rh e sull'a utntll HIIÌa. sull~t 1t'g< d~t anz idu~ sul desid,·rio o l':t-
spira:l.Ìone, sulla pressione p i ulloslo <·h e 'ili Ilo slatH io, sulla ver-
gogna anziché sulla ndpevolcua ) potrebbero ~iustitìcare in-
.'~-. l{i1r~.v:.L1it!! IJ!li i l~·nt.llll'ni dì l~tn •• tcHl~•ni;l (li c·ui p~trLJ.V.t ~1. Mauss
(I 1-orio -~··w·w/,· dd/a lll<!~ia ..- ali ri .w.~.~i. Einaudi l !hi.'>. pp. 1311 SI\!;'-)- La rluhbiamenle l' l'\elltua l it;ì dt·lla depressione ·persecuzione, ma
t.IIJ.tlolll.llll.! rìuni:"'~ e, ,., \'Jctlt' d •.:uo, E "r.l:li di ru• ..rtl- c-aus.d1 bnlfa.tmt..:JJh:·. anche costi tu i re t m o -~barramento dii< an· n Jlltro le sindromi
in ma>dn '-'lt·nn·uT~lrC. prl's.... •} IHtll\rro:-.i iudividui. Hl,t Sl'lll[)tin.•nH·ntr: pc..:rcb~ melancnnichl·. ;; In li ne. sul pia no le n< HllcnoJ, )gico e cultura le.
s~tpt:V.lUl~ n t:rrdt·v~lllP (i] d1e i..· ltl s.trs.s.u) da· st;n·.ann tuon,•tulo ... f: pt'n\
chiaro .-l1t· "' l'indiVLdu" i· :uum:d.1to ,. crl'<k <ii slun· pn morin·- anrbe ~r
b nul.!tlia -«·.-.. nd" lui i· C;<uS.tta tlall:l sln·g<m~ria di qualnrn ;dtru o pn 3CìQuest'attarr~mentu al g-ruppo •:pic~-:a perche'- b m:J,t:,<fi n r pari<' d ei sui-
ptTCllo di ...,~·- Idi t'ntnnJissL~~~~t' u eli •nnisslc.nh:}. si pul• "nsf\·nt'Tt' ~-h~.· i: l'idt:J rieti lwnno pt•r rau~:t 1"11H<Ht': <!,·bit i. illl['lll t'lll.;\ s.:s sualt puhb lit'~n1(' 111 <' l't'.;:l
dd la lltal.ttll,l ..[,.. ~ i~ 'rnelZII·f<Htsa > dd r"-gioll<lllll'll!o rusritontl' " suh- nuta, t:sscre ing-iuriati dav"-nli a tt-stimoni. ost'tt' culti in lb;.:ranlt' <!clillo
n~nsciu. (:<•n')ith-ri.ltnn ahluque _... uh.J i (i.lS[ in cui il ~ng-gdto t:h~: 1nuon: nun di mcnwgna davanti ai cong-iunt i_ .. 1-:no due _,h.rio· rivt·lat rio·i: un:.. g iovane
c"lTdt.: 11 n P !l sa di t'S'i~ l,. m~~ l,lh•. l' si c n.~• h· 1nnrÌh•)ndo sol n per {."i.lliS(.' nd- 'P"''-' si;:~ fan·mlo il kt!;no m·l fiume. McntJT sta com't' rsando a n imetta-
lt [ 1i\'t' ~H '-"<"i se. (]la·:-. Tu !\Lltn cnitKitll' gr.•nt·ralrncnh· ron una. rull Uht di t'o· mente <·on un lòlm:tntìno. il principe olcl k :.eque. non si :u·.-org-,· che su;1
lHllni• lh.'. !-.id p•:r llht.~i~t. sÌJ ptT plTI'atu. n!n le putr:nzc delk ~·osc sacre. la suon~ra a !l raversa il fiume in piro~;a ,. la Vl'<le ll Uob. Qu:ondo n<· pr~ndc
nli prcs<'nt<t. n .. rm;dna·l1t<·. lo sostic·m·. I.:J. r<><rÌ<"IlZ<l i· allor;t [ot'-linl~llk n,<-inlza si ;tnnega. Un T"'·uln. .-h e nun <: in ~-:r:tdo d i pag :ll·~ ln slreg·nne
in\'.ts:t d.t idt·t· l' :"'l'lltiu~"·nti chl· ."iuno inlt'rJHll.'lllr.' d'urig·inl' rullt.'Hiva t' 11011 eh.: •·anla puhh)i('~lll<'lll<' k sue Indi, si impicca: scn.ndu u n'ahr" vnsionc
,.,~H·lulnl\o ~thun llt.tlt•sst·r"· fi.'·;ico. L'~tnalist non arriv~l ;J. cn~-rlier~· alc-un dc- si ta~tia J'on:nchio l' l'offre al suo l'r~<IIIOI'~ .. ~<T.
,,.-nl" di ,.,.J,.n~;·,_ di srdta. o anrh~ oli irkalizzctzionc volont:tri" cb p;~rte _q7 V,-dne al riguardn M. Dinp. 1'. Mart ino, Il. Cutlornh. Si!!."Ì/Ìtl/li"n f'l
dd p:ozi,-nT<· o :onchc· di Jurl•.• mentale individu;tle, :d di fuoai dt'\l;t -"'!!!!C· t•lllt•llr tifo /u fu•nh'ti/Ùm d<m.< In ndlurr.l a{rirainn. Cnngrì:s oh· l'wl'hi:ttric
,t •nn<.' col ktt 1\'<t >lc·ssa. Qw·,;t'individ<t<> si .-n·rie in•·:mL1In " si ne rh- in p t(· l'l de N<.'uroL d<' l.guc Fst'. Marsiglia I !J()~; t-t_ Coltmnh c Zwi,;.:,.lskin.
f'ato. ,. muon· p'L'r q\a·~ln mn1Ìvn. ,, P<_l•(/ti(J/rira m A {rirfl, l-linira{ <1114 wrùJ( f>.<ydllnlry fimi t lu· f~roblnn 1 ,f

H))
intervengono due altri fattori che agiscono nello stesso senso c) Morte reale o morte immaginaria 42
c in modo assai efficace. Innanzitutto la nozione di quadro spa- Nelle società tradizionali di tipo negro-africano il r~ dove "
ziale forma una serie di corrispondenze e partecipazioni; nel è innanzitutto inclusivo. Accanto alla morte biolouica n o reale
S\10 ambiente, che raramente gli è estraneo grazie ai messaggi si articola la morte recitata ritualmente. Questa rnnrte simn-
che ne riceve e che sa interpretare, l'uomo si trova situato lata- ma sarebbe meglio parlare di illusio nismo che di simu-
alla. perfezione: non dimentichiamo che l'universo negro-afri- lazione, benché possa esserci anche simulazione - assume spt:s·
cano è un tessuto di significati.38 E in secondo luogo, e anche so caratteri teatrali. !\~el Dahomey, per e~empio, ciurante certi
più, la concezione particolare dell'organinazione d el tempo riti vodu 43 assistiamo a un gioco sacra le. pi•'• o meno consa-
in cui il presente si dilata facendosi gravido del passato ma pevole anche se codificato rigorosamente. che si conclude o in
annunciandosi già pregno di avvenire, in cui la durata lineare, uno stato di ebetudine e di ipnosi o in un .~on no profondo
esplosiva, fiancheggia il tempo drcolarc che, intes~uto di ripe- e in una rigidità cadaverica che danno l'i llusione della morte
tizioni, giustifi<:a il ricorsn all'eternità del mito. Tempo ne· autentica. A volte seguono riti che rirordano i funerali.
cessariamente al plurale : tempo degli uomini, delle donne, In realtà la morte, nella misura in c ui implit:a la prova e il
degli dei; tempo mitico e tempo storico, tempo cosmico c. tem- viaggio, la purificazione e la sublimazione, p1u'• essere consiòe·
pi sociali - e che si puè> facilmente m~~tere tra paren.tes• (~o­ rata come una iniziazione: vicever~a l'iniziazione comporta
me dimo~tra il film di .J. Rnnch sul11mperatore det Most,n sempre una messa a morte seguita da una re~urrezione recitata
sui riti invertiti che caratterizzano le !"este delt'interregno). In ritualmente e (:ollettivamente rappresentata. Come sottolinea
una parola la mancanza di individuazione,«l i limiti dì un G. Balandier, J"iniziaziune appare come un'istituzione <:he per·
super-lo perfettamente differenziato e interiorizzato, una so- mette di morire simbolicamente per rinascere. o meglio per
lidarietà. familiare o di villaggio rassicurante e attenta, fanno nascere a una specie di pienezza. « l.'inizìazione nun è la ~com­
si che il Negro-africano viva assai meno i propri drammi e si parsa del vecchio uomo, ma di un e~sere che aveva scarsa esi-
trovi ben armato am:he socialmente per resistère alla depr~s­ nenza e poca consistenza. c.:he fa posto a un essere realizzato in
sione di tipo melanconico, e pertanto in grado di ~>ttrarsi alla tutta la sua pienezza. La pienezza fi~ica, dato che l'ini7.ia7.inne
fascinazione del suicidio.•1 dà adito, in generale, alla vita sessuale e alla possibilità eli spo·
.~rsi; la pienezza sociale, perché l'iniziazione è assai spes.m iui.
ziazione alla comunità e rappresenta una sorta di apprendi.c;ta·
m.t'fltaiht>nlth in Africa, V:mcouver 1964 : Drpressive stntes in an A/ricnn to della società e delle sue leggi; e inoltre acces.c;o anche alla
community, First Pan A[rican Con[~rcncc. Ahcokuta (Nigeria) 1!1;)4; M.C. t pienezza rituale, dato che senza l'iniziazione non si di.~porreh­
E. Ortiguc:s. <Edipe a/ricain, Plon 1966.
38 L.V. Thomu. R. Lunc:au, Ln rrligioru d'A/riqul' nt~irr. Dcnoel. be delle C'onoscenze che permettono di venire integ-rati nella
fayarrl, t96S; Antllropolo~e de~ relis:irms nrgro-~{ricajns .. Larouue 1974.
39 L'arrivn del governatore mter~~mpe la cen~oma n~uale. ~el -:c~e~dl.
Qullndo il governatore se ne va, l1m~eratore. nvcst~ gh ab1t1 uff1c•al1 e 42 Introduciamo la distinzione seguente:
riprende la cerimonia ncl punto esatto 1n cu1 l aveva Interrotta.
40 Questa mancanu d'individu~zione non c! auto r!zza in a lcun modo a Immaginario strictu Sl'nSII : appar(nza, immaRi nc ~cnsibi lc.
ricondurre la pc: nona al pcrsona,g10 c a "!!"!t~ID.r .rag~o~e alla . m~schc: ra. Il fantasma individuale;
possesso di un nome segreto che: ~res~rva l mt!m•ta . dcii 1.0 e gh nscrva una Immaginario Simbnliw in srnw lornniono : mnndo del l inguag,;io c rld
putc di libertà, il cara:ttc:re relat1vam.cnte. un•cu d1 .ogn! s~g~tt_to ~cl co~­ lato srn.m de.1irlcrio lt:galo alla lc:~tgc del Padre;
fluirc di un complesso gwco d1 demc~h. (_amma, doppt, pn~c1p•. v1tah, .nom1): lmmnginale: rituale simbulku c operativo proprio del grup-
Ja promozione s~~iale codificata ~a~l !nlllla~lll.ne, la. determmaz10nc dc:1 r~oh po in riferimento ai fantasmi collettivi (miti) .
e degli statuti, l Importanza dtll ongm~ (ctn~ca, d1 casta ccc.). rendono 1m· - - - - - - . . - - -- ·-
pemnbile una tale riduzi(me. . . . . . . • .
41 In Occidente. al contrano. 11 srnod10 anom1co c dovuto a ll3 disloca- Ritorneremo più a lungo su quest(.) punto nella parte rv.
zione anarchica della società (l'i':Jdivi~~o. 1: an~osci~to, reso ins~curo, no~ 43 Vedere, malgrado certe riserve, il film J.-L. Magneron. Va~~riiJu. Il
potcndosi a~tr;rapparc a niente) : 1l wrcz.dm. q;01~ta e do~.uto. ~Il ecc~sso ~· o._c~d.a':'erc" tr:~~portato in un lenzuolo hiancv non presenta, in rcaltii. al cuna
individualinazionc. dunque dalla desohdan zzaz1one del! md•v•duo msuffl· r~g1d1ta cadaverica. com~ mostra il film : i: piuttosto di~artiwlat" . il rh c è
cientcmentc integrato nel gruppo. normale dato rhc- « la morte .. sta per arrivare.

IQ'J
\ ita rd i){iusa. , 4-1 Si traua appu111o di qudb dw noi c.:h iamia- c i\lam a VIIJa dtm _: Mam li ha risparmiati». (;li iniziali ri-
JIItl III Urll:' -.i m bulica. I : i11iziazioue St'rer (St:negal) riproduce tornano alla vita, (:i lìi congratula co11 lon>, si catu:J in !ore>
culi dti:tl"l'/./.a lo schema mo rte·resurrezioue. l ~'\ mo rte è sim - onore. Il ndut è fi nito. Il secondo ril<) simholiu.crà ciù che il
h,,Jiuata dal seppdlimento de~li i11iziati dd Ma m, simbolo primo ha realizzato: è l'abogtlah, il ·l>agno r iwale che si svol-
della tribt't, dl'l suo passato. ddl e sue tradilioni e del suo gerà nelle prime ort" del lunedì s11 tut !ol!'IIIÌcaio. l.'alwgdah
i tt( 't·~sallt t movituetllo di vita 1:.: di mortt'. Il rito ancestrale si è la purificazione delle mac.:c.:hic morali ddla loro vit;t passata.
svol)4l' di solito ndla nollc tra la tlomt·uica c il lunedì. momen- Tutta la n: n<~re rhc ì: stata mt~ssa sui loro visi in segno di
to sano pn i Snt·r. l futuri iniziati 11011 sanno ciii che li atten· lutto e tunc le impurità dei loro corpi vengono an:uratamemc
d e. l>il'ti'O il recinw tkl 1/(lut in c ui si trovano g-li iniziati. asportate. Il ritorno al villa~I{Ìo, clovt· li attendono parenti cd
i sd fw, rioi· i Imo survcg l i a t i, prcpa ra no un a tenda m o bi le ah a amici, è trionfale. Adottano spesso nuovi nomi <.:' indossano
da dttl' a tre tlletri e imcramen t.e rir11pcrta di pnìzomi, in mo- abiti nuovi, pt:r lo più l>iauchi , a simhol q.{,gian: la Imo llltrt."/.·
drt da uasnmdere col u i dH' la muoverà. l ' t'r~ccoudo .'i.t'l/Jc verrà za. A volte l'anno fmta di no n ricuuosn·re i membri ddle hn·o
pustu acc;uno al .\lam t' a~i t erà una frusta che emetterà sibili famig l ie : no n sono forse appe na n ati suc ialnaeutc? 45 Così, lllt.'·
teni licami . C ii iui1.Ìati calll:mo fin o alla met<'t della notte per diante l'azione simbolica e la ripdi:tiooc:: rituale. p assiamo dal
prt'para rsi a rivivere. D 'improvviso sì sente tltl sibilo suiòente. dato all'agito, dal bio logi(·o a l sociale:. l.a mo rlt~ n ·alt•. ind ivi-
:\'d \illa~g-io c'l: il tt·rrore. l'\ es~ 1111o osa uscire. l raA·az:li ven- duale e inòividualil.Zalllc ( l~ immaginaria poidu': rÌ~11anb l'ap-
gmtt> allilll'ali :t una n·na dist a u za 1lal ;\/am, accanto ap;li stre- parenza), viene suhila; vicc.·versa, la mo·r ltt SÌfi/./Jo/iuL i: collel-
golti c ag·li anziani che li ÌIH'Ol'a~g-iano. Durante la nr>lte il ti va, comunitarizzaute (per q ucsto qui parleremo, a111iché di
.\/11111 , t',)ll il ~llo mo\inwuto otHiulawrio e il ~rido rhe emet· immaginario, eli immagiwlir). Cou la prima c.· i si trova, Hollo·
Il', all~:nisn· a Vl'detlll. Il prÌtllo iniziato vienl' n111dotto dal stante tutto, dalla parte ddJ;t uatura, ma C()ll l'alna ci si in-
:ilio st•UJt· \·iciuo al .\lam . '-;parist'l' nel ,\lant. l 1na pausa, poi troduce uel cuore stesso della cultura. llwltre, mc:utn· Lt 1111·
n plode l:t llltlitia : "' Mam nd11dtì11 : il ,\ lam l'ha d ivorato». scita biologica ·- eh~; avrà 1111 vero st'nso s.tx,:iale solo dopo la
l lallllJUri camhiano il ritmo. l nt·ulili supplicmo: « vor », presentazioue d el bambino al villag-gio, l'imposizione del nome
<jll:t k tlllu ~rida ; ~ 'FIÌSi. ,\1 11/ll ....:.: l'ÌSpannÌalo , ~(alll ». rutt i e soprattutto l'inizi:uione - sfot'ia pri ma o poi e neces.~aria·
ctpiSI'otto che: J'iuiziato si nova tlt'lle mani del ;\Imn che rap-
prt·st·m:t la di\iuità sulla terra, l'assoluto, il dominio sociale. -l:!i V eden: H . G r avrancl. /{il n d vi,. ''" .<w i/·1•' dH·: In San . in .. Afri-
l ' uo dupo l'altnl :-;li iniziati \'l:trgono d1iama1i vicino al i\lam que Documents ,., Daka r :i:?. !!)(iO. Sul!:. lllc>~a a mori ~ (r itua le l' sin1bo l if a)
dei figli pn:ssu i Kulla dello Zairc. cumultarl' 1.. •k llcu sc h. 1..- rr•Ì Ì> •rr· "''
pn c.:sst:n: poi sl'pulti c n:tsrosti 1111 po' pi(t luntano. Infine si l'urigi1u· 1lc l'f..lal, Ga llimard 1972. pp. 131!- 1411.
ritrovaun tuili dietro 1111 alh<"ro, ma il loro spaveuto i: tale che Abhi<~mo t.kscritto nui stt-ssi il <·asn 1ki Diola dd Smq;al: I..V. Th om,ts.
Ci1111 eswi.s sur la mr~rt 11/g,m-t1{riwilw. lhbr l!oliS . l'n•>S<• i Bcdik :s~n~­
si uTduuo di'et t i vautcutc a11n i ~ mati. f a q ucsto punto che gal) nel giorno ddl'inili;tzione i j!iov:~ni si preparano :t nwrir,· un rirqsr,·re .
cspltHh-, dopo d messav;gio di mon e, il messaggio di gioia: quandu v<:rranno Sl' puhi si m lurlicamt·nll'. il lol'u t'ullu. parll: rkl l'lll'J'" che
rontiene import;mti ekmntti cu>ti1utivi della pt•r •una. vnrà t;t~:"liatu c
jOSIÌtuitu. La partcx ipa1.Ìorre dc:! noqoo (: s ! raonli nari a >C la s i ~iud ica sull:t
-1~ Vi.·, m •ul d ,·it•ili.w tiom , 111 MnilriJrr la t •ù·?. D<"sd~~: dc Brtl UW(f base delle m u.!ilicaJ.iuni \'~l(t.'ta! iv~. l .'inizi:tzim u: i: :.p~sso vissula n>m <' uu:t
l,,,! l'· xl. nro rte, anche dal ~ruppu che piang-e nolui d••· ow n i: p iù. :\Il a scuub cld b
'.\ d .. r.· a 11d1 ~ L.\'. T hcnna s. J:,:/rc rt lt• [m railfl'. " Fan!J.SillC et for- 5avana i l g iova ne: in iziato n·irnpa rcrà anr h t·. 1:oichc~ sta n;;so·cn du. g li alli
maiÌ••ll ... .t Dunutl 1 ~17:-ì. pp. l\1.~-1.~!1. Il l'atho iniziati,·n ha cluvuto avere elementa ri dell'esistenza.
1111~ )H!rlat,; universale. (;;;, Apulciu (L,· Mt'ltmwrfmi. X l , ::!1 } tliccva nd Il La malatt ia e 1:! luapia sono a nche dd k llless~· a mori ~ simbul i che t'
<n·. d .L '' proll""ito tkll'iuiziazi un<· a i mi.Ht:ri <l'l>is: «L'atto stesso Jell'ini- rinascite. L'ammalato, e in partirolan· il m abt u mcntak. <· •·olui rh~ ha
zi;u.ion,· ra p presntta una nwrl ,. v•olont:u ia ,. una s;,lv~aa otkmoti con la avuto il privilq{io d i c•musc~n' un<t nuov;t csistt•n1.a l ' d~t·. l( r:tzit• a " ' "'sta
gT;, zi:c l uu ortali rh~. giunti ;d tnmin~ ddl'csistcnza. l'amlllinano ~ ul $Uolo esperienza, si i: arri~rhitu di uu nu o vo sa p n e t: del pnlt'n· 1nap,·ut i,·.,. 1\loltt
ol• •v,· liuisn· la hH't' . a condit.ion~ d lt' si pns s:lll<> 3ffidar(' loro senza timore tecniche tcrapeut ich~ traclizion:~li ('()ffiport:~no una .. mt'ss.t a mOT"k . dr\
.~ l i .w g-u.•t i S<'){n·t i dd la religioni~. vt·n~o:un<• alli rati dalb poll•nza t! ella d~J ma!atu che viene r~almo:nte sepolto (<· il raso dd lldtu'f! rl.:i \\"nlf ,. Lehu
a ki stessa . eh,~ li fa rinasn·rc in qtlalcht• mudo pa dfdto ddla sua pruvvi. nel Senegal). Vedere L.V. Thom:u. ,·1roilomfm/"!!.Ìt• r•·li.~it·lllr' m'gr11-11{rirairu·.
dc..·n1.a 1..: ,,prt: lu•'o. rt·n.it:ndo turu la v;ta. una nuova •:arrit"r:t- ... i.arOU!SC J 1)7 ·l.

I QQ
mente nella morte fisica, la morte inizialica- che è prevalen. (l'ideale, l'immaginale) e del comportamento accomunante
temente maschile anziché uterina ed è sempre collettiva e col· (union~ comunitaria), il Negro si sottrae parzialmente alla
letti vin.ante - permette al gruppo, ritualmente e dumjlLe naturahtà della sua condiz.ìone, cioè alrinevitabilità della mor-
simbolicamente, di rigenerarsi mediante una ri·nascita social· te biologica.
m eme rappresentata; in questo caso gli uomini possono « par· . ~iti analoghi si applicano anche alle ragazze. D'.1rante l'ini·
tori re" :46 l'ambivalenza della donna si esprime con la messa al l i aZione al culto di possessìone (i l Bori delle don ne ha usa del
mondo di bimbi incompiuti, di figli non circoncisi e di figlie Niger), l'impetrante si fumiga due volte al giorno con scorTe
non escisse; ormai i: l'uomo che dà la completezza e si fa an. diverse ed escrementi di elefante: si ritrova q u i il tema della
tenticamente procreatore. Ciò riguarda la quasi totalità delle morte del corpo (mangiato dai vermi) e della nascita, dopo
società negro·africane e si potrebbe riassumere con lo schema le ultime prove, di un nuovo corpo finalmente degno di ao:o-
seguente:~ gliere gl_i dei. Dopo sette giorni dì ritiro, di penitema c di
apprendistato, verranno dati all'iniziata i suoi islwki, d ivinità
1:-lniVJil!:O COMt:NITÀ che presiedono i destini umani e le attività fondamenta li. I.'ul.
timo giorno il musicista sgozza un pollo .m un termi taio: il
Nascita hinln~ica (utcrina) - Morte inìzìatica (rituale) sangue _co~a negli orìfizi mentre le viscere vengono attan:ate
~ alle cav1glte dell'amarya (iniziata). Costei saltella a piedi tmiti
+- Rinasçìta iniziatica (rituale)
Morte hiolngica (ritorno alla terra·
sopra il ~olio sacrificato, si~bolo di quel vec<:h io corpo dal
madre)
quale ha tmparato a separarsi durante i ser.te giorui della ~ua
" avvenimento suhitu .,_ rito istituzinnalizzato iniziazione.-43
• campo clell'immaginario (la mor- .,_ campo ddl'immagìnale (i giochi l Jn al~ru aspetto di ~orte simbolica, a m:he se meno spetta-
te c.-ncanc l'ar;parenza indivi- simbolici permettono al gruppo
di opporsi all'a•petto dissolvente
colare, nguarda le tecmche del lutto. Coloro che assistono ai
tlualr).
clelia muri~). funerali di un membro della comunità devono morire con il
de~unto. Tra i Buma deJlo Zairc le donne si tolgono gli abiti
NATl:RA est rotolano nella polvere per assumere il colore dei morti (ar·
gìlla). L'anziano del villaggio proclama il lutto: «Che nessu.
Si può cosi valutare l'importanza dei mezzi ideati e messi no mangi, che nessuno lavori! " Gli abitanti del villaggio so-
in opera dalla società negro-africana per conservare la propria migliano così al morto, che ha smesso di lavorare c di man-
unità e permanenza. Se nella morte reale (fisica) l'individuo giare. Inoltre, tutti devono dormire fuori come il morto che
(apparenza) rimane passivo e si confessa vinto, nella morte sim· si trova davanti alla casa mortuaria. Queste pratid1e, così co·
bolica il gruppo (realtà autentica) dimostra il proprio potere me la reclusione a causa del lutto, aiutano gli individui e i
d'auto·generaJ.ione. In virtù del simbolo o del percorso utopico gruppi a lottare contro gli effetti dissolventi della morte e a
conciliarsi il favore del defunto. Il partito·presu collettivo non
impedisre all'essere individuale di esprimersi o di espandersi.
46 Vedere LV. Thoma•, L'hrr d la paraì!rr, op. cit., 1973. L'individuo, inserito in una cultura in cui domina la strut·
4 7 Ricordi" mn alcuni tratti delle civiltà negro-a[ricane: per esse !"accu-
mulazione de!<li uomini (omocentrism_o c omomorfis':fl<> cosmnlo~!ci). preval:
tura del sistema simbolico, ritrova in via secondaria un ·auto-
sul!'accumulaziom· rki beni (clonomla della penuna); sono p1u ncche d, nomia concettùale nell'oscillazione del legame tra il simbo-
segni e simboli eh t rli ·~ggetti, P?Ìché gl_i ogg_ctti. so.no essi ste.ssi - così li_zzante e il simbolizzato, totalmente impregnato di immagina-
come la natura - tessuh di segm c J, sJmbob; SI dimostrano moltrc. per
riprendere J'espre~sione di G. Balandier, più pre.o~c~pate " d~l ~c:nso .dell'im· no, che, J. Lacan definisce come una relazione con l'immagine
presa collettiva che della potenza della collcttlvlta •. Un Simile cl•ma po·
teva essere solo propizio al!a fioritura e all'espansione della morte simbo-
lica di cui l'uomo rc•ta l'epirentro c che costituisce l'impresa collettiva per 411 J. Monfuga-Nicolas, Ambìvafr"rt· t"! ruftr rlr fmur.o i,n. Anth m pn>
ccce!l~nza·.
1972.

200 20T
•ldl'alt ro fu u danu:utahu t:n tc dct~rm i nat a dai rapporti narci- sa h ile d lt' si fan ta sm a o i rm uag-ina . » -'1 1"\oi ig u o r iamo t utto
~Ì!>liÒ _,. che l' in dividu o intrattien e co n se st esso : l'a ltro vi si dd.la 11nslra llll)l'te -- cosi co m e.: della 11ustra n a-;d ta - il luo·
"Lr uUHra iu tc n n iu i di somig lia nza ~ d'om~ouwrl-ismo, e o g n i go, J'o r<t, j ) (.0 111«:: C' il pt:r ché: la Ila~( ita ahltt'IIU CÌ r invia a l
i nuna~i u~ m~nt,lle d el la u :altà vi ~i ~e~na « illusi?n e ». d esid erio d c i uostri gen itori , ma la mo rte: c Il soggetto entra
F la civiltit L>< t:id e u t a lc? :-.lon VJ s t u u:u m r a nu~ me cht• so- nd giocl) co me m orto. Sc:condo la fon n ulaLion t· d i tlll ~iovan c
llliul i ai riti di messa a murte si m bolica sq~u ita d a r inascita. paranoi1o: . 1.:-~ m orte è tcrrihik pt·n.·lu:· no n ,j ,;c, • e pt:rch é
:--.: t ta m o rte dd C risw che si r innova ud sacriftc.:io d e lla f\f essa, n o n sì sa eh~ ~i i: rnon i. l ..a scena p rim ari.t è i ! luogo o il
né il r ito dd la prirna comunion t: (ch e pera ltro, come è noto, tempo irrinm uscibilt' c d i~·on oM:i ulo del .\'~t llfl'i n c u i h a o r i-
~i .\ La d ir ad a ndo) t:orrisp<mdo u o in q ualche m odo a qua lcosa )!;Ì IIt' il .'-,oggt•tto: da t JliC!>lo .\'11lla indfallik . d a <)llt"\lo • pri-
dt~ pu trcl.Jbc rÌt:(ndan :i un'a ute mica in i..Liazio n e.10 !\iun ò si m a , Stll do e a'soluLam cuu: ~t:<.{H'to l.t c ui prupri~là i.: di n o n es-
puù d u n<lU<-' p i1'r porre su l p iano dd r ito on:hesn ato d al g mp- M: re po~~c:l uto d .t IH •.:.cuw. ,. 11 l .:t mc ii i c iu tnta~ iuari:t 4:.· dutH JIIl"
po l : pe nsa to com e uua nc:gaziottt.· d e lla mmte,. ma su q uello il m mlcllo d i tttttc k m orti au u al i. passat e o po!>sihi li , m a è
dd k p rolomlìtà d e llo psichism o._ C ii• t:~Jc I'Oc<.: ~d t:n_t e ~a. per· andtt: 1111 modello eh ~ è: la u,cgazio11e 1li qu;tlsiasi aute uti<:o
.
s•>h,,.li v il·tH: l'l'StituiLO --- s~.:hemauzzato, •
uupovenlO,
• .
m drvJdua-

ni(Jcid lo poidté q uesto ni <·Hlt: lltlll d in · nie nt e, g·lì basta d 'es-
l i:uatu --·· dalla psicoana l isi. :\-t ortt: uu m agt n an~ e lllor~e stlll· sere il nil'lltt: o, st: si prt'krì~c c , riù l"ilt' m anca. \ ' in·w:rsa la
ho lica n on h :111110 p ill orm ai lo st esso ~ensu : «Se la pnma ha lllllrll' si mbo li1:a d:"t llll scuso a lla v i t a anra v(.'rso il \ 't·rho d d
la funz ioue d i u u a m asch era e d ' una vuota parola a tto rno a lla padre dduuto « d w tù uda );J hliazio lll' tllt:clìaut t:' la lt'" "'t' in-
morte du: co n s~·rva il suo sq~relo. la seconda ì.: k gal::t al \' erl.Jo ll'odona dalla sua n tol'le . :\ panirc da qut!Sla morte ~ Ìtllho "''"' lica
<h-l l'ad n· n wrw ch t' fond a la lcg,g·e e il D eside rio . Essa d à 1111 ch 'i· la , murt ~..: tkl pad rl' . l'aln·sso al simbo lico e a lla pa ro la
senso a lla vita . a q ue lla vita di c u i f re ud <:i d in· : • Sl· v uo i d ìn:n t;1 possi bi le. » ._, I l Pad rt: lllo rto l'ond :t la roer t'lli'.:t ta nto
sopj.>o rlart· la vita. sii pronto ad arcell:tre la 1.11ort~ •· » .~
1
d d Sll~l-(c.:tto c he d el di.~curso. f·. .m questo sfo nd o di m·~a t i vi tà
( .a m o rte imtua~i u a rìa i: la morte u u m ag111at:a cd c q ue lla a ttiva - l'assenza / presen za dd J>adn: mo n u - c he in fatt i si
dd J' :tl t l'O, ht•Jl i lltCSII, d a to Chl' la IIO St l'a sf uggl' :&l llll~trO !o~UaT· fonda il d esiderio dd f1~liu o dcl l:1 l1g lia, poich ~· q uest a volta
d· 1 : " L· i<k .&dd la p r upria mortt> è i m pcu sah i le. l l pe nsit'TU l'assenta i: n o m i na t a <.' l "ig noranJ.a VÌt'llt' infine rinm os<.:itu a
<lw no li ~~an.·mo p iù noli p u ù ~sser(' pensato. 1:: ,!ill <JUt'Sto impen- <·om e tale. « l.'a<.:<.:t'"-'io a lla pa rola c a l d èsiè.lerio si di m osLra
poss i hi l ~ solo tJIIamlo la mon e 11mr d t'\'t' più <.'SSl' l"l' né d o m a la
né sedotta , poiché i: d i ve m a t a la l.e~gc. :\~!las~ i n a re. su i<:idar-
4!J • t\uwrc rivulhl •1ll' imm.oginc ol1 ~c slc~•i- il 4u:olc: st r ut cur". cio che
LHJil tlo:•i.: n.. ~ullu il nume ùi.. f:lso: cldlu spe•·chio: putn:onmu .ll·q~~>tarc la si, \'en ir~ as.,a..,,inati StillO altr ctta u ti tcnlati"i di d ominarla.
ll•l)lo.1 uml~ , 0 \o :.ttra•·cr)•> l 1mmagmc J ltrui d1.: 5.1rd1be. preCisamente. l'i llusion e di potnll' dare u n ' i111ruagiu c, u no '<·o pu. tm:1 has~.
qud l.& •li nui •lt:)Si. . . .
R 1cnrtliamu 1·h.: il ft•mJ dcllu spccch lll ner sum rap1~url 1 C<•n 1:' mo~tc
. . di chiederle lilla flll r Lion~· u 1111 wn it.ìu. !\:on ~i muo re n(· p ro
m mpa lt" m·tl.u ncnh· nel t in.:m a h~ J"ucco. ( l.usc:y, \"is~onh. ~ - Ophuls). ~c ­ nt'· c-o n n o , e IH.'II l llh'l h l per . n ieutc· •. R es<t o;imhulira , la mor-
Knali.unll .wchc il caso di Or/ru d t j . C<>ct ~au:. " G h sp~·cc.h • ~un~ l.c yortc te i: la le~gc , il o;olo padroll<' . .'\cn ::ùen· al si mbolismo sig n i lil";t
J llr.&v.- 1 ~, 1 1, 11u.1 h v~• e vi.:n c la morte. ~ cl1ce Scgcstc. b m d fet ll .c att r a -
v.·r><> ~:l i • pndu (u le pu rre -spccchìcra_) ch_e. Sc:gc>lc, Ori.:••· B.:ro:ntCt' c la riconmct'n · l' immag·inariu cotHc tal(·, 'il'~hnlo <·om~ mi.~lifica­
M m Il· s i 1it•>lli(Ì un~-:ooH> nel rrumtl11 <l e li Alcl tla . ziotw. » •> Qul'sla im e r pn:taziou e l;u:aniaua c i cottsem e così di
:.o La m••rlt st ut i<":~ dd C r isi•• l"u re a le c nt>n ra i~JH~so:nt<~ta: vol uta dalla rilrovare il posto tln:u pa to d a ll'inuna)!;Ìilario (.~l r it:lo .H' l/ SU) c
vi tt ima " nun ~uhi t a tla esso! : !.& r csurr cziune. p~r (~.:su. " " '.' t: un~. prn~o­
ziont' , u n r;1111 hi:unc nlo <li pa s<malità, ma una rc: ullq;ra.zll•lle pur spmla pi \1 a ncora d a l simbolico. c ui l::t m o r te n ec essarialllt'llle ri n via.
n<' l !:r uppu ... (,Juantu a lla tm:~.< a. ,.; rin~ia çt>n la <·omumunt a l fantasma t u n 'in terprt'taziou t• ch t' p H 'Ll'lldt• di t's.o;e r ve ra . rua d tc i: ac-
dd l'i tH·orpnJ'az inn t• cannihalcsca. su l'UI nt~rn~remn.. ,.. ._ ,.
.i l C . ( ; ui·r in. (;. R tL.i J~tha ult , .Uort . WUI,Ipmu~·· •} m or i .rym!J,, /." flli'. • l s~­
\'hnlul('it· m<·d icak <:1 s.·.c:no·cs humames apphqut:n a l;~ sante ~ . .'1 , t. -· .i·2 G. (;u~rin, C. Ra im ba uh. p. (i l. J. l. a<';ln. F.oil .• . S.:uil 1% \i. p . .'\.'>1.
S;l G . G uérin. G . Rai111bauh, oj1. t'il .. p . ti.'l.
1!)711. l' · (;4 , ' li d ' .
S. Fn:uJ , C oll.ii l !i-rtt: i u lli ulluali ,;u/lu g u erra c· lu //I<JT/1.' . m IHigW .H l bidnn.
.f,-/1,. c ir•ilt<Ì. Hnrilll(h i,~ri l !li l . 5.~ l bidnn .

20 2 203
cessibile solo alla coscienza di qualche raro specialista della ne'> alla vita. Nel corso di questa esperienza di morte ebbe della
psicoanalisi; per gli altri è un vissuto-confuso e non necessa- propria vita una visione totale: sterilità radicale ne l futuro co-
riamente operativo. Anche il Negro-africano vede nel Padre me nel passato. Due anni dopo, fece una mostra di pittura che
il genitore, il rivale edipico e il legislature (il rappre);entante ebbe un enorme successo e mi sembrò in completa contraddi-
degli antenati = la Legge), ma è il gruppo che si fa carico zione con il suo modo di vita precedente. Questa trasformazio-
di assumersi l'organizzaztone dei suoi fantasmi per mezzo del ne poté avere luogo solo perché aveva avuto un huon <nHn-
mito e del rito. Il Verbo, quello de~li antenati, organizza i de- pagno , e perché aveva , viaggiato , abbastanza lontano attra-
sideri individuali e immagina una serie di comportamenti so- verso il terreno straordinariamente presente della morte. » '"
ciali dì cui l'uomo dell'Occidente è del tutto sprovvisto. Oc- Senza negare il valore sperimentale di tali evasioni - provoca-
corre anche sapere, si chiede Lacan,56 di che morte si tratta, se te -verso l'immaginario (strido Sf'nsu) ma anche scilla ilht-
« quella che porta la vita, o quella che la porta via ». La mor- dersi sulla loro portata scientifica, dobbiamo però ammettere
te simbolica che dà un senso alla vita è, sicuramente, « quella di trovarci in presenza di nn tentativo individuale di Hirtare
che la porta ,. ; ma è falso aggiungere « perché niente esi.~te con la morte per ricavarne una gioia autistira che non ha
se non su uno sfondo supposto di assenza »; 57 in Africa è al niente a che vedere con le teutichc negro-africane in cui in-
contrario l'onnipresema simbolica della totalità degli antenati vece la droga è il mezzo per realizzare a fini liturgici una data
a giocare un ruolo preponderante; e il rito vissuto -cioè in- condizione (delirio allucinatorio, rigidità cadaverica. cata-
scritto negli atteggiamenti, nei ritmi, nei cami e nelle prove plessia). "·
subite - ha effetti psico-suciali particolarmente efficaci. Riprendendo l'espressione di (~_ Balandicr, si puil ritenere
Un altro aspetto della mone immaginaria (strie/o sensu), che ogni civiltà sia un « ingannare-la-morte » per cen:ar di rag-
diverso dalla morte simbolica (immaginaria ma in via secon- giungere così la propria amortalità (= persistenza nel tempo).
daria), potrebbe essere citato a proposito del sogno di cui ab- E cib pu<'> farlo in due modi: sia che organizzi le forze collet-
biamo già parlato 58 e anche, a maggior ragione, a proposito tive che si oppongono alla morte (rito iniziatico) sia che ma-
dell'uso della droga. « Un uomo che aveva preso dell'LsD subì scheri la morte (diversione). giodti nm essa (droga. gim:hi
nel corso di tale <viaggio, un'esperienza completa di crocifis- violenti) o la proietti ver.~o le profondità dell'inconscio (mor-
sione. Cadde all'istante di traverso su una sedia, con le brac- te e parola vuota)- N el primo caso (società neg-ro-africana), la
cia aperte, per diventare la croce sulla quale, come tutti noi, morte reale viene trascesa mediante il rituale simbolico; nel
era inchiodato. Il suo viso si fece bluastro, poi nero, ed egli secondo (società occidentale) si slitta dal collettivo all'itH!ivì-
non era più sintro che il ~.:uore gli battesse ancora. Tra te duale, dal simbolico all'immaginario (strie/o .lrnw), chi rito
braccia della persona che gli era accanto, gradatamente, ritor- « liturgicamente corlificato » all'anarchia dei famasmi indivi-
duali_I>O Un haratrn dunque separa i dul:' universi culturali.
56 J. Lacan. tcrits. Seui! l'lli6, p. iliO.
57 J. Lacan. ofl. rif .. p. 3!ì2. d) i\1 ori t' islanlanea o mori F pmgrt'HÌVIl
SH Non dimentichiamo il caso dell'c;vasione allucinatoria. «Durante la
secnnda guerra mondiale. alcuni naufraghi rifugiati su una zattera nel Pa- t. la morte un avvenimento istantaneo. improvviso, senza
cifico ehbern nei loro ultimi istanti (lo racnmtù un sopravvissuto) delle allu- spessore né preavviso, che mette t ermi ne hruscameme a Il' esi-
cinazioni euforiche. Uno di luro credette di vedere una nave ospedale ine- stenza, come ae<:ade per esempio nei casi di iucictenti gravi
sistente. Un altro si outtò in acqua dicendo che andava a fare un bagno.
Alcuni minatori della Ruhr hloccati da uno scoppio di Jl:risu hanno avuto o di un in fano particolarmente violento? l.· i n t errog-a t i v o non
come ccnseguenza delle <grazie' analogh~. ~ A. Fabre-Luce, La· inorl a
rfumgé. Gallimard 1966. p. !l''- Vedere anche il lìl.m di Cayatte. Oc,hw flrr
"cellio (allucinazione ddl'uomn condannaln a monre nel desertQ: scorge la 59 D. Co<1per. o fl. ci t., p. 132.
città tanto sperata). . , , . 60 Secondo noi, la posizione lacaniana del simholn (Leg-l{c c Mnrtt' d<'l
Nell'uttimn romanzo di s (,rnussard. c,·fniii'"Uie deJ vnJUnll, l'lon 1974 Padre. Parnla del Padre e accesso al Desiderio) si situa a met;Ì strarla tra
il condannato vede la prnpria mnglic e le parla pnma dell'esecuzione l'immaginario e ciò che noi chiamiamo l'immagimt!t·. il ,.,; v;li<lrt' "P""'t;,.,.
~i .volge a livello del )!'ruppu.
(pp. 31111 ·~g.).

:ws
.,
c d1ia ro, puir h C: non dit:e di c he lllort e si. tratti: __m~1_rte appa- i suoi ".~ensi si c h iud ono gradatame n-te », le s tH: funzion i si ri -
n·11 t t·~ rt'lati va ~ a-.sol ula~ morH~ dini<::.t o tk l tessullr C.1 SI \"lto lc duconu. l e~ ))U~ forze diminuiscono, l;t «sua inunag-in:ll. ionc -;i
ri d 1ialll:u·t· llliÌCIIItl'llt<: a l modo in cu i SI prescma? R itrovia· smussa e b e n presto si annulla ,. r etHitndu pn•caria <..tuaL)Ìasi
1110 111 qucsw r aso tuua una serie di passag'gi nella . l~erdi ta speranza di C!,:catività."' Analog:unc ntt.' il di materio (n1enopat1·
d l'i l;1 n1st:ienza rome nel caso tld com a . D'alt1a parte, Sl t: d èllO sa, andropausa) o « monc della h •condit :'t » ptu·, essen· vi~stltn
giust.a!ll<:lllt:: « l.a morte t·oncepila come iusorgeuz.a re_nd_e im- in ceni luoghi o in cene epodtt.' come uua tlli>I"LC tanto d o lo·
pussihik op;11 i cnnstatazione, poiché llt' sospende qu~thl:tSl po_s· rosa~-~ quanto ineversibile. Il che c i pmta alla st..·conda allt'l"·
sihil it:l. » :--,·,,j Iloti di< iamo che: ì.: illlpossibile vivc:n.· la pn,pna uariva: preudere in nmsìderat.iont• i si~t(·mi udturali. Ci iur-
llhll k, ula St·mplin·meJilt' che: 110 11 possiamo_ nmtunic~~-e ad hattìamo a llora iu un duplice problema: la natura della morte
:dni i dat i di r;de t·spt·ricll/.:l Tl<:lla sua unalua, lan_t~' pu~ cht' e la m orte Collie avv<~Tiimeuto. :\lo11 ~- a n <·o r a il m o mento di or-
b r olSCit•lll.a v:tci lla !ll!llto prima <kl « punto lllo rlu blOio~lC~I » c uparc:i della natur:l della m o rte : din•m o semp li<:c mente d H :'
t· Hit·Jit t ' pt· nllt"ll<' d i fissa rlo nm p n.•cisitmc. Dal JHIH\Il ti! vtsla se la morte si ddi n iM·c COIIIt" u na fi ne <· mt a di s ttllJ.ÌotiC illlC·
ddb •osc it·uz:l, « la morte 110 11 .'i<llo ( oincidt:.' nm il mo r ire, lllil graie. se 110 11 degli elemcuti clell"io ch e possouo ricompors i
e.~"t' ll/.lal llll'lll<.' i· il n w ri rt'. cio i: ( j Uclla pane dd!' l'spcrtenza Il heriormelllC:: in lllO<lj lliiO\' Ì <J ll:tlllo tne llo dd)' io ("OIHC tOl<l ·
liiii;Uia d1 c noi n•~tdi:uuo o coordinia mo alla morte. ~: ('hiaro lità consape vole, si puh in tplal<:h t· m odo parlare di mort(.'
che l"inl nprcLtiÌ<IIIe istantaneista ddla ~llortt' pnù e~se r e ut i- istantanea; se inv<~n· la mone è solo 1111 p:tssa~g-io, una nuna-
li11.;1t;1 c ontro> la P"~'ibilit;i di tm'espl'l"ll'IIZa aulctlltra clt·lla l.ione, una t ra~formalione della pe r s11 11a. allora la mort e
111ort c ~olo l>t·r l"lll'Llo d'una coufusioue tra la spil·g-:tl.ioue fi sita diventa un pn1cesso iudefinito. che a su a volt;1 i: b soHIJlla di
dt 1• ip,liOI/1 [il 111\1 !1'11::.11 t' /11 l"rJrlljJI"I' II.\ÌOW' jJSÌlu/up,Ìn~ li/1/('~ t /1- una molLitudint.' di prucessi: t ' i111pona poro, pn il momcm•J,
n l , .' 1 Tuu avia. ,. in-,i'itialllll s u qw:stn JHillll>. quest <·sp (TH.'Il· t:h'eN J sia dd iro (e lt•nto r i10rno) o li ltl·art::. Insistiamo invece:
za [lliS'iihik riguarda solo un ceno l_w n;orso dcii:• llHH"t (•, e 1_11111 ~ul b conct·zìont· della mone come a vvcuime uw. :\:d quadro
il ) 1111 pror nso tnt:de; iuo lln· i).llllll"l:llllo tutto d t tah~ <''iPl:ru· n : delle scKÌetà lle~m-a hictu<· tradizion;1li lit tllorte si colloca in
/.a , d ato 1 IH.: lll"S'ill ll d c fulllt l - 11<:11111\('llll l .azzaro Il .J (:n~t< l •~ Luttt• le fa si dell'es istenza . l .:t nast·ita ì.: uua ltlorte rispello alla
rl' h a rireri to e daw dw ì· più dw probabile ch ' t~~sa 111111
lh' vita cl.·g li ant("'nati : la compa1·sa d ei d t..· tni i: 1111a mora e ri .~ pctto
sl'n·a :t Sicché. dato rht· a l ri~uanlo la cnscÌt'TlZa un11 <i
IIÌt' lllc alla vita cosm ira: il matrimCinio. ]Wl" La do;11n:1. ì..: 1111a m o r-
d in· gran 1 Ju·. c i ITst;mo due alt ernati ve. l.a prima si confo •uh: te rispetto a i suoi co1stmui t• ai Slll>i clt:i nd sisl<"ma patrili·
< .,,, l"aLU:g·~· i :tTill"llto dd biolo~o. (' l'aiJbi;uno gi:'t •i~ta : <.'~Sa n nc.·are (lo stt-s.m vale per l'uomo n e l sistema matrilin('ar('):
diJJII)'ilra ~~ · it·lltilita!IH·nr<" che la m orte llllll i· 1111 alto m a 1111 l'ini:tiazione « uccide , la CJ('alura itll"Olll pi t H<~ p;ra1le ai riti
pr<~(T~so dw. in ti!Lt c<'rta misura. (:OnliiHÌ:t ayart i_n· dalla ll:t· silÌlholirì; la vecchiaia illhu(· i: lilla nwr t t• rispt.'t lo alla potell-
-.;cita . Ci:'t Bil hal. (l SO:!) :t\"1'\':t lll t·~so 111 n lino d LtUo c he za clelia l"eroudit:ì . :\la, per 1111 g-inro diakttìco , la v ita \·ie ne n·-
l' t toiH<• " IJl\IOlc per dett;lg li »,'' dH• dnrantc. la ~11;1 Vt.'n'h i:t i:t

6~ O c-çorrc vnlcrt" un r:tppurlo simholiçu t r a q ucst.• morte a l drll:o~l io c


la s u t.hlivisiunc che: il pnvcrso fa ddl a pt·r~ulla ;wldl:t o su(,, dt·sidl.'ritl:l.
;;t 1. (; uollau m in . Ori~ llll" ('( rlh,,·(uf•fu"/llt"lt l du .11'/ll inll nf dt• fu 1/111rl , in rirlun·nd.,Ja a un;1 so:ric d i o~:gd li fl't ia i: se~~''· St:l lll. ,·,.s,-.-. v<·nl r c. capo:ll i...
/ _,, m:.r/ 11 {it ..mllt· · t!u .\" .\"' , i,'dr. Sp~s I!Hi:,. p. ~~- . • lh qud l'i s1:1111t: (• l>!;l{dlu. n>sti tul in • ol i una st· o·il· d i noi il dcsidt•ri<• i nvt·n -
h..! 1·: ,~,, ,,, 1 1<-11<> ,.(,.· in ;tl,·uni i oa·id~nti 1:1 viii Ìill;l h;o pullllo vnl~rsl tuo · taria diversi dementi, ,. il st1o sÌ!-[IIilir;11o rt·alt: " "" i· piiJ la pt•rson;• ;,mala.
r ir 1· , . so~pr:.-· v i vl"J"L /'>Lo in <juesli <":t> i r\· l'c,pait,l\1.;1 di una lll /11'1.- r lo c """ ma il sog-gctl () Nl t·ss" nella sue~ '"1-'!'dti vii i! <larr isistira, doc /'llllai.,n;o -ao-
,. ~.-radut :o ,. ; [ , ui ~'""ll·nuln i: sl.lln rq:-n l.1111 .mll;. l""'" dd!.- ;o p [l:trcm:t· tizza ~,· sl ~sso rentl.:nt!" il rappnrt" d ":unnr~ 1111 dialngu non >c slnso .. .
d.dl,1 , .. [ , , ionnt.tgi n:lli"'". dd "'1-:.t:"l"ltn. ~ i tr;~ ll :J [>Ìi> dell:o paura d i tnorin• (Jc:an BalHlrilla rd, Il .~i<lt"/11{/ dq~li og.~o·lli. o p. t'il.. pp. 11'1-l:llt).
, h c· ckl '""'"' ro· ;>n•pri:monote de t t n. . · . lìS Ncll'A frka nna l:t donna skrik vit·nc ba ndita dal /:"ruppo: os;~ i:
Id N,·]L ,II>hit .. okll"nog.nli,mu - :od t ' <"l"l" ZI<<I\t" del!<- cdlult- ,.,.,.,.\,r.\11 - m urta -"'" ·ialmnJ/t•. l l Jnilt rim11nio eli . prvva ba .l p t·sso come scopn , 1ud lo d i
~ 1 jo.;Tiluisc·,,: ln l' Hl'tti un rinnov;.tmt.•nlh (H'nna n<~nrt: per •.:ui pt'rdi;un•) ! ' ritrd· ..:oggiarc la f.-colnditi! oh-ll:t l'utur" 'l"""· 11\t:J\trc l•1 sln ili t:l - n t·lle c:II\Ìt·
vi:ollln 2 mi l it~ni c 1111"11." di l' lol!uli f ()SS i :!1 suondn: kJst;.mn 'i .'{Ìnrni P" " <·hc no n pratica1w questo tipn rli u ninnc pn·,·o·nt iv.o - <li•..-n t;l uno tki prin-
.. ,,,.,,hia n· p•·lk • . c 2 pt· J'du·· l'q >Ì it· lico into·~tÌn<llo- <i l r;osfnr mi intt·gralno~·•ll•·· cipali nootivi eli divorzio.

20']
•. cadaver~ pote~ziale » possiede ancora t utti gli aspetti del-
66
cuperata, p ii• r icca, pii• viva, a ogni nuova fase ; la n_ascita è
una benedizione perché p ermette all'antenat~> (~nt?lo~tcamen­ l.uomo VIVO. Pu? essere questo, infatt i, Io stato norma le del-
te o simbo licamente) di reincarnarsi e alla fa mtgha dt godere I_ U ()ffi () <h e eff_ew ~a~ente sta_ p~r morire: presso i Dogo n (:\11 ~­
i benefici degli dei: la comp~r5a dei de~ti _e, l'a~tribuzione dd h), per_ esempto, l antma lasc1a ti corpo d el futuro defunto, va
nome 67 introducono Ja nascita alla soo altta (tl poppante-ac- a sog~tor_nare n ella cap a nna delle d onne che hanno le m e-
qua, come d ico_n o i -yenda, o _il p<>f_>pan~~-c-"~m!co a~partiene st_ruam~m, ~assegg ia nella c savana ,. ch e si trova a sud del
oTmai allo spazw soCJale d el vt11agg w ); l _mlllaztone ~ol'l_lp~rta V11lag·g~n e nt? rna, ne lla casa f~mil~are - a volte anch e dopo
una ri-nascit a simbolica (l'accesso alla ptenczza) assat pw ·~ ­ un a n no- af!inche la mo~r~ fìstca s1a consumata. O può a ndte
portante e significativa della nascita uterin~ ; il matnmonu~. es~ere .la per~colosa cond1Zione dell'in dividuo la cui a nima
condizione d ella procreazione, assicura la vtta del gruppo, Il o 1_1 CUI doppto s~>~o stati c d~ vorati » d allo « stregone » ,. d H·
suo prestigio e il suo rinno va rsi n_tediant~ l'all_e anza ~ra da~ ; pnma o pt~l fin1ra per monrne. com 'è credenza d ei Ba-Ila
il vecch io, benc hé biologica mente mdcbohto, dtvent~ t~ Sagg w ~ella Rodesta, deg li Agn i d ella C osta d 'Avorio, dei Diola e d ei
per eccelle nza e l'lniJiatore . i l « condu.u o_re d ella t~tbu " (ge: Serer d e l_Senegal. Nel p r imo caso !"a nima a b ban do na il corpo
rontocrazia): q uanto alla mo rte. essa e l at to per_ ~l q uale St del « delt~ntu » perché l'uo mo, virtua lmenre, è morto: n el
nasce, - il cadavere viene spesso d isposto n ella posiZione fetale secondo, l uo mo sta mor endo perché la sua anima !"ha ahhan -
- come ricompensa supre ma, a lla vita del l'antenato.~ . rlo~ato o perché si è cc d esostam:ializzata » . Infine. Io stad !n
t. appunto l'esistenn o l'inesistenza di questa rel_a1.1one dta- t~lumo de~la morte si verifica o qua~d~> lo scheletro è co111 ple-
leuica a d i vide re i l mondo oc:cidenta le d alla soctetà negro- tarnente -~comparso o q ua ndo la tan11g lta cie l defunto si è: e.~ti n ­
africana. Oa no i la naS<:it a,001 il ba ttesimo, l'inizia:lione (o m e- ta o ~1 ua~~o, _ave~do pers~ il ricordo del morto, no n p 11 i, p[il
g lio ciit c he ne resta : « prima com u n ion e ". « festa delle ma- farg_lt sacn _fìcJ: SI tratta d1 u na m orte escatologica chf", come
a~b1amo g1à detto, n o n corrisponde necessariamente ad un a u -
70
tricole ,. ...) o i l matrimonio espello no l'idea della m ortc: e
d 'altra parte la vecchiaia_e la ':llorte non ha n_n o piit alcun _ra p - m e~tamenro ~otale e de ~nitivo, e che appunto per qu~~to
porto con la na~it:a: 7 '.n trov~amn d~mque tn pre~enza d1 u~ a?bla r:no. defì.ntto com~ soctale. 72 Esistono dunque, nella m orte,
processo irreverstbtle s1a sul pea no det mumen t t-chtave (temp t dtverst ltvd!J. Presso 1_ Ba- ~ongo (Za ir e) la morte è in p r imo
forti ddl'e~i stenza) sia su que llo dd suo andame nto generale lu(~gc~ t~rrestre_: _le a~ume s1 perdono n e lla savana e n egli ac:-
(nasrita ~ ad o k sc-ema ~fase aciul~a ~ vec~~ ia ia _ : morte ). quttnnJ l u ngo 1 fìum1 : sun :essivamente, in nn tempo pi it 0 m c-
Se poi consid eriamo la morte in sé, 1_ N ~gro-a fnca nt o parla n~1 no hreve a seconda dell' imp<>rtanza d ei r uo li so<:ial i, le a u imc;-
di morte-che-si-sta-fafendo (mo rte ltl IStan za) nella quale ti muoi~t~o d i n uovo: q uelle d e fie donn e, d ei hambin ì. ò ei can i
favo~lt~ dei _cac~i~tori in capo a q ualch e mese ; quelle dl~;~l i
66 LV. Th oma•. R. Luncau. A nlhro(ml".~ir· n·li{!.iCII.(C Tll~l?:"'-1//riwinC'. uomrnt ordman m capo a qualche a nno: q ue11e rlei no ta h i 1i
Larnu.•sc lq74. l - • · f ·1 cf dur~_no per cinque/dieci anni: per pit'l d ecadi quelle d ei cari
fì7 F: nel m nm~ nto in rul a ppaiono i. rlcnt~ d1c a mort a 11\a m anll e 1- e pn_• a lun~o anc~l~a sopr~vvm_m~~ le a n ime ctei grautiì capi
minuisc~ no tevolmente. Pt>r q ul'stn mot1v" SI at kndc q uesto momento p er
inteE(rare il hamhi no-cnsa ndla vita. sociale. , .. . e det gr~nd r han?rt.J; solo t fì g h tir M ' Ba nga la, la rlo n na dai
&'l L'antenato che entra m un c~1 sh:re •c n1.a fine c un c-oncentra to d t vita nov~ sent progemtnce di t u tti g li Yombe, sono immortali. Sc-
spirituale. Se il 1•adrc JlctlCTil • il nc•;~a_t.,, l'anknato. ç.artcc•pa ~ que~ta ~nahamo c~e ~uesta ~orte defin itiva r igua rda la prr.Hma, no n
co-fecondazione c la suo:t par k ~ la pm nnpurtantc. L antcn:~tu puu fnrn1rc
a numerosi n~nnati r~ncrgia vitale ncressana alla lnm compar.1a . t dunque: l essere, potche le amme emi " dist rutte,. .~i foudouo nt lla .~11 .
di per sé fonte di vita. . . . . . , . .
('9 Tranne n el rasu m cu1 VI s1a mnrtahta o ffillrlc rl cll.> par~oflcnte.
;O La madre .. mantidc r<:li~ima • vive il m~trimoniu ·~cl figlio com~ unil d / 2 La. st~ssa Co$a si _dice _in Occidente, in pa rt icolare nel CJSll di un
morte: pe r lo mcnn avverte un dcsi rlnio inc,onscin_eli ucc;de~c la nuor~ eh= ~ unt~ m g •us ta_mcnte dlmc:ntlcat_o. o_ se non si (: fa tta giustizia. Cn~i. a
le toglie: il ~un .. fa llo prdcrito1 • : t utto cw . hen1 n tnn e v1s~uto a hvd lo propns1to rl~J g 1ovane h ceale m • ~tuws~ ment e a.~~assinato (• Lr M<•nde • .
fanta.~maticol. 2p~-29 g en ';'a1o . 1973). ha pututn usare il tit(l ln : /,11 !l'o mda m o rir di / t'tm-
71 Anrhc- •c ·" dice d•·l g n l11M> rhc • r itorna a11"infanlia • . lrTrt> Th rt~rn.m. l'· 16.
~tanza dei geni.73 Presso i Serer (Senegal) quando l'anima più_corporale. Ma dichiarò che la terza morte, quando sarebbe
lascia il corpo ci troviamo in presenza del kon o paf (morte arnvata, sarebbe stata l'ultima. Diverse sindromi morbose com-
latente o in istanza); poi si ritira definitivamente : allora il portano fenomeni del genere, la cui struttura vissuta induce
soffio vitale si spegne, il corpo marcisce, il defunto raggiunge il paziente a parlare di una successione di morti. Come quan-
gli antenati a Sangomar, a sud della Punta di Palmarin (morte . do prova, con uno stupefacente sentimento di certezza, la sen-
fisica, morte sociale); infine sopraggiunge il ngel bagtan, quan- sazione che soprattutto i suoi organi si trasformino. È la pri-
do non esiste più nemmeno lo .scheletro o quando il ricordo ~a ~o~te. Poi gli organi si deteriorano e muoiono. Il soggetto
del defunto è dissolto; il morto allora soggiorna a Honolu. s1 dtchtara allora MORTO-VIVENTE . Investito fino nel profondo
nel centro della terra (morte escatologica). Gli antenati im- d~l su~ io ~a q~esto terribile sentimento vissut<>, uno di que-
portanti, a volte divinizzati (Pangol), si sottraggonò a que- stl pazienti ragtonava così : « Essendo già mor to, non posso
st'ultimo stadio. Nella morte definitiva, o non ci sono più su· p~ù morire, sono immortale.» Nella sua coscienza malata egli
perstiti per sacrificare in onore del morto (Serer), oppure il vtveva con terrore una condizione che si potrebbe definire co-
d efunto non ha piu abbastanza forza per mettersi in contatto me di VIVENTE- MORTO. Vanno ancora segnalati i catatonici a
con i vivi (Ba-Luba)... Credenze del gener~ mirano, inconte- .: facies da morti ». Durante il loro stupore questi malati han-
stabilmente, a svolgere una funzione rassicurante, tant'è vero no il se~timento di essere dei morti viventi. D'altronde alcuni
che questa " trasposizione logica di un ·avvenimento che si di loro si avvolgono nelle lenzuola come in un sudario e se ne
sottrae alla logica » diventa un mezzo terapeutico di lotta stanno immobili per intere giornate.
contro l'angoscia. Di ciò, ,nelle nostre società occidentali - L'oppo_siz~one morte istantanea/morte progressiva riappare
a parte beninteso la speranza nell'immorta.lità dell'anima - nella disunz10ne murte che si prolunga/ morte improvvisa. L'a-
restano solo frammenti d i credenze. " gonia varia da qualche ora a qualche mese, o a qualche anno
La nozione di morte progressiva che si articola attorno al come nel coma profondo. L'uomo infatti impiega un dato tem-
« punto morte ,. ~ decesso constatato dal medico - e poi at· ~ per morire .(sappiamo anzi ch'egli comincia a morire a par-
torno ai funerali o ai r iti di lutto che consacrano la separazio- ttre dalla nasCita), allo stesso modo in cui impiega un certo
ne dei vivi dal defunto, sia a monte (morte in istanza). sia a tempo per nascere. Tuttavia l'inevitabilltà della morte pro-
valle (morte come transizione, trasformazione, appello a un gressiva non impedisce che esista anche la morte istantanefl:
nuovo destino o nell'aldilà o nelratdiqua per me;fZO della re· .,. Per la medicina, ciò che ha ricevuto il nome di morte istan-
incarnazione, e forse mediante la criogenizz.azione), può anche tanea è la morte che non è preceduta, o che è stata preceduta
venire vissuta, a livello di fantasmi, curiosamente sotto form:1 per un periodo di tempo troppo breve, da fenomeni morbosi ·
di fasi diverse da parte di certi malati di mente. Ecco un caso e inquietanti, » sottolineava Brouardel nel l ~95: e aggiunge-
assai tipico riferito da J. Susini.74 In una prima fase, il malato va, per definire questo tipo di decesso : « Incidente imprevi-
divenne l'oggetto di un'indescrivibìle sensazione di sdoppia- sto in una malattia sconosciuta che si è sviluppata senza desta-
mento, ch'egli assimilò a una prima fase di morte, e più pre- re attenzione. » Ci sarebbero in realtà tre tipi di morte istan-
cisamente alla « morte spirituale -.. Questa fase durò nn an- tanea: quella provocata dall'iucider1te (persona schiacciata da
no. Successivamente subì una profonda modificazione del suo un veicolo o uccisa da un obice in guerra) e che per questo
stato, ch'egli qualificò come una seconda morte, questa volta fatto è esogena; quella che dipende da 1ma causa iutema che
improvvisamente entra in al t o come lo u·atto di im grilletto:
cedimento dell'apparato circolatorio (malattia delle corona-
73 l Buma dc:llo Zairc: parlano di « morte: assoluta • {magpa ngpa ipe) o
di • seconda morte: " che sorprende colui che ha preso la forma di un ani- rie, embolia polmonare, cardiopatia reumatica, endocardite
male selvaggio c viene abbattuto da un cacciatore. t • la morte dopo la batterica, pericardite acuta... ). del sistema nervoso centrale
quale: nun reita piq niente di lui ... (emorragia meningitica o cerebrale, meningite purulenta acu-
74 L'étre lunnain devant lo mort. Le chagrin et le druil, • Bull. Soc.
namttologic ... [, aprile: 1967. ta, rottura dell 'aneuri.~ma), delle vie respiratorie (pneumonia

210 2ft
lombare, tub~rcolosi), del sistema gastro-intestinale (emo rra- si trova di fronte a una sincope prolungata con stato d i morte
gia ga_5tro-intestinale massiccia. pancreatite acuta emo rragica, apparente. Alcune scosse muscolari, qualche soprassalto iso-
peritonite acuta), o dell'apparato urinario (pielonefrite acuta); Jato o alle volte una convulsione generalizzata accompagnano
infine, l'eJecuzione capitale. Alcune mort i istantanee possono la distensione d elle jugulari, la cianosi si accentua.. i movi-
dunque essere assolutamente imprevedibili (incidenti), par- menti r espiratori si distanziano sempre di più e il dramma si
zialmente prevedibili ma a scadenza del tutto igno ta (certe ma - conclude. Questo fenomeno morboso è identico in tutte le
lattie), o del tutto prevedibili (condannato alla forca): il deno- morti, ma negli altri casi si prolunga nel tempo : nella morte
minatore comune è l'immediatezza del decesso e la coscienza subitanea è invece rapidissimo e soprattutto interviene in
limitata dc:l morente. Tuttavia, da un punto di vista medico modo inatteso in un soggetto apparentemente in buone co n-
e legale - una volta tanto d'accordo - si tende a restringere dizioni di salute o che reca in sé delle infezioni che ignora e
la nozione di morte subitanea a qualsiasi morte naturale che determinano la brutalità della morte, che penetra così nella
sopravveJ\ga in un soggetto in buono stato di salute apparen te sua malattia. :a La morte istantanea, che rappresenta il IO %
(o in cui quanto meno lo stato fisico deficiente sia nettamente delle .morti naturali, sarebbe dovuta (inchiesta Burch, 1967,
spropon:ionato rispetto alla morte) e che prov.ochi un'agonia 8.000 casi) per il 51 ';10 a un'affezione cardiaca (trombosi, in-
molto breve - 15 minuti circa - e dunque sia tale da sor- far to, aneurisma), per il 18% ad affezioni polmunari, per il
prendere i conoscenti e si effettui contrariamente all'aspettati· 14% ad affezioni del sistema nervoso cen trale, per 1'8 % ad
va del paziente. Si può dunque definirla come : c Qualsiasi affezioni del tubo digerente...
morte che risulti da una causa non traumatica in una persona
che non era ricoverata all'ospedale o impedita in casa propria e) Morte dolce o morte violenta
o che non era incapace di funzionare normalmente nella co· Tra la morte dolce e quella violenta esiste spesso, stando al-
munità 24 ore prima della morte, poiché l'intervallo tra il meno a chi assiste il morente , una dicotomia. La prima carat-
sopraggiungere dell 'avvenimento fatale e la morte deve essere terizzerebbe la morte senza agonia apparente in cui, dopo
inferiore a lle 24 ore. li ( L Kuller e collaboratori.) Tenendo gli ultimi momenti di lucidità, il defunto sembra assopirsi per
conto del breve per iodo di tempo che intercorre tra la compar- poi riposare definitivamente nella morte, senza che il suo viso
sa dei disturbi~ la morte, nonché della presenza e dell'assenza presenti alcun rictus o smorfia di dolore. c Questo pover'uomo
di un testimone, si distinguono tre possibilità: meno di 2 o re privo di istruzione, • scriveva il pittore G . Rouault a proposito
con testimone, da 2 a 24 ore con test imone, meno di 24 ore del padre, c ha avuto nei suoi ultimi istanti una ta le umiltà,
senza testimone. Finché la causa del decesso non è stata defi- tanta dolcezza e bontà che non trovo paro le per esprimere
nita, la morte è sempre sospetta. J. Loriot 15 descrive la morte ciò che ho provato. Ho avuto come l'impressione di scoprire
improvvisa, che il più delle volte si sovrappone a lla sincope un'ammirevole opera d 'arte sconosciuta e incompresa. Que-
nel modo seguente : • Il soggetto ha una obnubilazion~ psi· st'uomo così silenzioso e sem plice durante tutta la sua vita e
chica nel caso in cui t'interruzione della circolazione cerebrale persino chiuso in se stesso, è sbocciato nel mo mento in cui mo-
duri da ~ a IO secondi ; a 20 secondi compaiono l~ v~rtigi ni : a riva. li' Troviamo evidentemente, in una descrizione del gene-
~O secondi la sincope è evidente : il soggetto perde brutalmente r e. un'interpretazione assai soggettiva 76 e giudizi di valore che
coscienza, impallidisce, il suo corpo si affloscia, il battito del probabilmen(e ne limitano la portata. Tuttavia, vedremo piì1
polso scompare. Nel giro di meno di un minuto entra nello sta- avanti che, per il cristiano convinto che ha vissuto un'esistenza
dio della sincope durevole con pausa respiratoria; più oltre, ci di carità e crede nella Resurrezione del Cristo, la morte è un
dono di sé che si esprime nella serenità. t. proprio una mone
15 Appmche stalistique l'l malihe d'aulrJfJsin médico-Jégales (Considé-
riJtion.s sur /~ suicide et la m n rl mbitf"). Tesi dì dottorato ìn medicina, 76 La morte assai dolce di cui ci parla S. de Beauve~ir è in realtà una
.Parigi l !HO. p. 119. morte a troce. V~dcrc Una mnrle dolci.u ima. np. cit.. pp. 1!-t -H.~ . 9 1.

2tl
.
,,
senza sofferenza che S. de Bcauvoir desidera per la propria - Il gio~ane .~·· 19 anni.• tubercoloti~o, viene colpito da
madre e per se stessa mentre l'assiste, dato che non vi è niente f ;
u_n acc:esso d t ddmo con anstetà pantofobaca. Muore per infe-
di peggio che soffrire la morte dell'agonizzante. c Ma perché ztone mtercorrente, calmo e disteso, canticchiando una canzon-
tormentarla, » d ice ai medici, c se è perduta? La lascino mo- cina alla moda : c Mexico... • . ·
rire in pace. » E più avanti precisa: c Nella gara di corsa tra Quanto ~ll'urlo del morente, cosl simile a quello del neo-
sofferenza e morte c i auguravamo ardentemente che questa ?~to . (asfissta le~ata ~lla rott ura del cordone ombelicale), non
arrivasse prima. Eppure, quando mamma do rmiva, col viso e tnsteme un gndo dt sofferenza e di sollievo? Il che faceva dire
esanime, spiavamo con ansia, sulla liseuse bianca. il debole a 'M . Basquin : c impegnarsi sul tragico della morte sarebbe
moto del cordoncino nero cui era appeso il suo orologio: la per ~e . uo'.i~~gnarsi assai d i più sul tragico dei comporta-
paura dello spasimo finale ci torceva lo stomaco. » n Resta però menu n peutt~t, ma è qualcosa di assai più particolare. • 19
un interrogativo, tanto insidioso quanto drammatico: ci si può La morte v10lenta non implica necessariamente· sofferenza
fermare alle apparenze? Un viso calmo e riposato esprime ne- così come la morte dolce non è una morte senza dolore. Vio:
cessariamente una morte dolce? E basta una facies torturata lento, infatti, si contrappone soprattutto a naturale. Secondo
perché si esprima nel morente una sofferenza insopportabile? il Lar~usse, la morte viole~ta è dovuta c a ll'impiego della for-
Le modificazioni del tono muscolare sono sufficienti per appor· za o dt qualche brusco acctdente •: colpi, ferite, traumatismi
tare nel.l'espressione del viso delle perturbazioni che troppo d'or~gine c~im~nale (assa~sini, uccisioni) o delittuosa (omicidi,
facilmente si è portati a interpretare proiettandovì i nostri co!p_a e ferue mvolontan), o può anche derivare da un atto
fantasmi. Non si sono visti, nella maschera dei torturati, ap· SUlCtda, o da un incidente sia fortuito sia causato da uno sba-
parire dei sorrisi inaspettati (come noi abbiamo potuto vedere glio della vittima medesima.
nei visi dei Biafrani caduti in mano al nemico)? c Ci sono bea- c In breve, la murte violenta è quella che non deriva da una
titudini, » osserva A. Fabre-Luce/ 1 c che esprimono regressioni evoluzione normale delle leggi naturali relative a lla malattia
intellettuali e terrori che esprimono crolli nervosi. Tutto ciò o a lla degenerescenza ma che deriva invece dall'intervento di
non è veramente <segnato •. Uomini colpiti dallo steSso ma.le un e lemento estraneo e brutale. » ., Secondo l'art. 8 1 del
si somigliano nei loro u ltimi istanti. » Tutto sommato, non Codice civile : c Nel caso di segni o tracce di morte violenta
è azzardato credere che ogni morte comporti i suoi istanti di o di altre cir~ostanze. che la facessero sospettare, non si potrl
dolcezza (euforia finale di chi ha sopportato sofferenze atroci) ~roced.er~ all mumaztone se non dopo che un ufficiale di poli-
e di dolore. C i sono fenomeni di remissione pre-agonica, in zta as:sast1to da un dottore in medicina o in chirurgia, avrà
particolare in certi deliranti cronici, che sono insieme com- steso 11 verbale sullo stato del cadavere e de lle circostanze rela-
moventi e misteriosi (crollo delle barriere psichiche? regres- tive... » A seconda che si tratti della morte violenta di natura
sione a uno stadio infantile?). J. Dehu c i ha comunicato le due c~iminale, della mone violenta di natura sospetta, della morte
osservazioni seguenti: v~olenta che esclude ogni seguito giudiziario (suicidio 0 in-
- Z., colpito da psicosi allucinatoria cronica, aggressivo, c~de~lt~ dovuto a un ~rrore della vittima), le modalità sul piano
insulta ogni giorno la giovane infermiera, le scaglia contro gtundtco saranno d tverse. Bisognerebbe ricordare anche le
dei sassi e si abbandonerebbe a vie di fatto se non intervenisse morti violente dovute ad attività ludiche : giochi del circo sotto
il personale. Nel corso di una bronco-polmonite, a 65 anni, Nerone e oggi le corride.11 Più in generale si può dire che lo
parla amichevolmente alla sua c nemica» ... Il contatto si sta·
bilisce facilmente, come tra un padre anziano e sua figlia ... 79 Le viuant el l'humain. Débat, in MaitriJer la vie1, Desclée de Brou-
Muore qualche ora più tardi... wer 1972, p. 70.
80 , . Montreuil, M. Scrvoz, Les intervenlions de polie~ en matÙre de
déces, m Mort nature/le et mort violn~le, Suicide el sacrifoce, Mauon 1972,
77 Op. cit., pp. 28 c 72. p. 58.
78 Op. cit., 1966. p. 12&. 81 Il rischio di morte violcnt.- è allon .U1oluto per l'anim.-1~. co1 l come

214 ,
sport ha dei rapporti simbolici con la violenza e la morte. dei re bantu. La morte in se stessa è sempre violenza (e i ro-
« Ci si imbatte innanzitutto nella violenza. ì. una violenza r e- prassalti ~el morente la potrebbero trad-urre) ed è per que~t ·>
golata. Ci si imbatte in seguito nella morte. P. una morte rap- che_la ~1età, .allo scopo di preservarsi da questa violenza con-
presentata. Dunque non si tratta più effettivamente della mor- tagwsa, ·~la .tl ~efunto, gli crea attorno il vuoto, moltiplica
te. In altre parole. scopriamo nello sport un esercizio di anni- le precauz1ont, ncorrendo al doppio gioco dei riti funebri e
potenza nel quadro di una anti-società e un'esperienza d'im- dei comportamenti di lut~o. Sembra che in ciò vi sia una 1e~ge
mortalità nel quadro di un'ami-religione. Si può legittima- fo~damentale guant<_> un~ve~sale, ~ proposito della quale R.
mente parlare di anti-società. C'è una regola che riunisce co- Gtra~d ha forntto sptega.ZIOOJ particolarmente esatte: « Quali
me in ogni società, ma questa regola -che già stupiva Ana- che s1ano le cause e le carcostanze della ~na morte, chi muore
carsi - è il contrar io delle leggi della comunità, poiché auto- si trova sempre - di fronte all'intera comunità - in un
rizza la violenza e la innalza a valore. Si può parlare anche di ra~p<Jtto an.al<)g? ~ quello del capro espiatorio. Alla tristezza
ami-religione. Si vuole, come in ogni religione, salvare la pro- de1 . sopravv1ssutt s1 mescola una strana mistura di spavento
pria anima, ma quest'anima si può riuscire a salvarla solo e d1 conforto propizia di proponimenti di buona condotta.
obbligando altri a perdere la propria. ,. az Ci si può chiedere La ~orte del singolo appare confusament6 come un tributo
se i giochi con la morte propri di certi sport (alpinismo, corse che st deve pagare affinché la vita collettiva continui. Muore
motociclistiche o automobilistiche) non comportino insieme a l- un solo essere e la solidarietà di tutti i vivi si trova rinsaldata ...
la ricerca dell'esaltazione di sé un desiderio inconscio di di- La vittima sacrificale muore, sembra, affinché la comunità
struzione : anche quando !ii proclami, con quel glorioso cam- minacciata di morire nella tua ·totalità con lei. rinasra alla
pione che fu F. Cevert, che « il solo eroe è colui che vince fecondità .di un ordine culturale nuovo o rinno vato. Dopo
e sopravvive. Non ci sono eroi morti ,._ Ma aggiungeva: « bi- avere semtnato dovunque i germi di morte, il dio, l'antenato
sogna essere pronti a morire ad ogni corsa ,. . o l'eroe mitico, morendo essi stessi o facend o morire la vitti·
· Mort( c violenza ne11a guerra, morte e violenza nel genoci· ma da loro designata, recano agli uomini una nuova vita. Pe:-
dio, ma morte e violenza anche nel sacro. In realtà non c'è ché stupi~si che la morte, in definitiva, venga per<:epita r.ome
sacrificio - animale e umano 13 - che non si svolga nella vio- sorella pnmogenita, !le non addirittura come sorgente e martre
lenza o non supponga un'atmosfera collettiva di violenza: l'ab- di ogni vita? " ~·
biamo già visto a proposito della morte dell'animale immolato
agli dei o agli antenati: vi ritorneremo a pro posito del dei- f ) Buona o mala morte
cidio," della morte feconda, o dei rituali di ringiovanimento La morte concepita non è solo una realtà intellett ualmente
in tesa: a poco a poco essa si investe di legalità, di normatività
si v~dc nei combattimenti dci galli. e l'inh:ro pubblico che ba bisogno dì
e di~enta il cen~ro di .giudizi di valore apertamente espressi.
viclenza ~ che la r~clama.
8'l B. J~u, 'Toult"-puiuanct rl immortalit; ou /es arrière-pauées du sport, C1ò traspare gtà al h vello della distinzione morte "orma le i
• Ethnopsycbologie •. 1, marzo 1972, p. l.l. morte sospetta. Se ogni morte violenta è, almeno per un certo
· 8S La morte violenta dd fabbro. dello stregone. dd mago e in generale
di ogni p~nonaggio che passi per godl!re d'una qualche affin ità part;colarc: tempo, anche sospetta - finché le sue cause non sianc> chiara-
con il sacro, può situarsi a metà strada tra la violen:r.a collettiva spontanea mente definite o identificate - essa tuttavia non e~aurisce tutti
c il sacrificio rituale. Da quella a questo non c' è alcuna soluzione di conti- i casi possibili' di morte sospetta: M un decesso apparentemente
nuità.. Comprendere questa ambiguità significa p~netrare piu a fondo nella
comprel'lsione ddla violenza fondatri ce. del sacrificio rituale c del rappo~to naturale (una crisi cardiaca, per esempio) può diventare so-
che unisce questi due fenomeni. Vedere L.V. Thomas, R. Luncau. op. nt.,
1974.
84 La morte rituale d~gli dei era nota agli antichi: crocifissione {Odeo, 85 R. Girard,' L'! uioll'rl.t:e et le .sacr~. Grasse! 1972. pp..~.~3-3.'i4 .
Baal, l ndrtl): smembr.ame~to (Osi~is): i'!'pi~cagion~ (Attis). Con Atlartc:, il . 86 Secondo l articolo 74 dd Codtce d1 Procedura penale francese. si tratt:J
rituale si evolse: imp1ccagtone, pot croctfìsstone e. mfìne sm~mbramenlo. La d1 una morte che non appare naturale c. pur non prese.ntanclo neces.~aria ­
morte rituale del Cristo &i rifà, in una certa misura. allo stesso ,;ioco di mente l'evidenza di una morte crimin,a le.. tuttavia è suscettibile di nceultarc:
credenze c eli atteggìnm~nti ~imboiÌci. gli elcml'nti di un crimine o di un rlditto.

216 217
spetto se le informazioni raccolte possono far pensare a un av: ma di uno str~gone che gli abbia divorato l'anima o il suo
velenamento. Il sospetto può addirittura coinvolgere ~efunu doppio? non è qualcuno dei suoi parenti che l'ha fatto perire
già sotterrati che bisognerà disseppellir:e (fu questo ~l ca~. mediante un sortilegio o il veleno? il defunto è stato punito
a suo temJX>. delle c vittime • di Marie-lkstillrd). Le sttuazao- dagli dei per aver~ infranto un divieto o più semplicemente
ni che fanno pensare a una morte sospetta sono numerose : doveva morire? Il carau~re sospetto si lega anche di più a
rracce di violenza sul cadavere,87 circostanze del decesso." infor· quella che più avanti chiameremo la mala morte. Di conse-
mazioni arrivate alle pubbliche autorità ~ testimonianze, lette- guenza è importante fare tutto il possibile per stabilire la cau-
re anonime. In una parola, c il sospetto procederà spesso da un sa esatta del decesso: divinazio ne, interpretazio ne dei sogni,
ventaglio di indizi (nel senso più largo del termine) _cos~ituito confessione obbligatoria e soprattutto interrogatorio del cada-
dalle prime osservazioni dell'inquirente (constataziOni fatte vere.91 Allora i colpevoli potranno essere puniti e i geni o gli
sul corpo: tracce diverse di violenza, posizione del corpo, sta- antenati soddisfatti, mentre si porrà un termine al terribile
to degli abiti, ecc.; constatazioni relative all' c a~~ieme »: con- potere di disordine e d'impurità provocati da una morte -le cui
dizione dei luoghi, tracce di lotta, ecc.), daHe pnme constata- cause o modalità non siano state spiegate.
zioni mediche (sia del medico di stato civile che di quello La distinzione buona morte l ma la morte propriamente detta
richiesto dall'O.P.J. sulla base dell'articolo 81 del Codice ci- è al culmine di tutta la deontologia negro-africana. La buona
vile) e dalle diverse informazioni raccolte altrove (denunce, mor~e- è quella che si compie secondo le norme previste dalla
vod pubbliche, ecc.) ...tll • . tradlllone: condiziòni di luogo (morire nel .villaggio); di tem-
La posizione del Negro-africano et appare molto dtversa. po (morire quando si è molto vecchi, quando si è compiuta
Certo, ogni morte è naturale nel senso che è stata voluta o be?e ~a p:opri~ m_issio.ne e si hanno molti figli per piangerei
permessa da Dio : 90 c Colui che ha foggiato il cranio è il solo e farct de1 sacnfic1); dt modo (morire senza sofferenza, senza
che lo sconquassa », ci dice un proverbio bantu. Ma il fatt~ infortuni o malartie infamanti, nella pace,91 senza rancore né
che questo o quello muoia, e a maggior ragione quando no~1 ~~ risentimento). Essa non provoca l'intervento pericoloso, per-
tratti di un vecchio, resta sospetto: non potrebbe essere vtttl· ché terribilmente contagioso, del numinoso: essa può essere
• naturale • o c rituale » (morte simbolica, dunque rappresen-
87 Un cadavere viene trovato sui binari della ferrovia dopo il pa.ssag&io tata al momento dell'iniziazione; morte sacrificale, dunque rea-
di un treno... ma i polsi c le caviglie r"cano lr<t~ce di . legacci d_i eu! li le, sanguinosa): essa è necessariamente una bella morte. La
scoprono dci pcui vicino <ti cadavere... Un altro V1«1e ntrovato dmutlco- buona morte, si dice, è bella e dolce perc hé conduce presso il
lato sullo. strada, giust11 al di sotto di una finestra aperta dd 1~0 appart_a-
mento al 5" piano... ma l'esame del corpo rivela _la pres~za d1 un_a fenta c padr~ • e gli antenati. c Morire è dire al proprio padre :
so~pctta all'addumc. Il adavcre di una doma v1ene ~ npescato • 10 mare eccom1 », cantano i !>igmei. c E che io muoia improvvisamen-
dopo una nuotata puramente casuale. stando a qlallto d ichia..ra il m;,arito...
ma l'esame del corpo rivela l'esistenza di trac_ce _che. ~urtano a credere _che e~ per ~~n~ere nella rivelazione della bellezza • . Senghor fa
la vittima abbia sostenuto una lotta (e.scmp1 nfenll da J. Montreu1l c dire allmutato.'1 La mala morte, essenzialmente anomica, di-
M . Suvoz). . . . . . . . s~nsatrice d'impurità e di disordine,~ appare come rivelatrice
IS!I S per esempio ~sospetto,. che 1l ca~averc_ d1 un_ 1mp1ecato abb1a 1
piedi a mezzo metro dal suolo quando no? SI trov1 sotto 1! suo corpo né una
sedia né- uno ·~;,ab ello né un _a ltro ~ob1le od ~gg:ctt~ che . possano . eue~e 91 Veder~ la parte IV: Dalla Pttlrefa:iunt~ all'immaginario.
serviti al disperato (uno di no• ha vusuto una s1m1lc 1potes1 : la _se~'" ut~­ S2 Ci d: mori~e . in r~~ola con _g li dci, gli antenati e gli uomini, dunque
li:r.uta dal disperato per impiccarsi era stata. sp'?s~a~a d<11 pnm1 teah· nella pace che da ti sentimento dt 01ppartenenza aJia comunità. "E: un buon
moni !) ... E: anche • sospetto • che una persona s1 su1c1d1 con una pallottola figlio, non mi ha infastidito, non ha mai infastidito gli altri, ha fatto i
nella nuca. Occorrerà tuttavia essere diffidenti vc:no i suicidi camufh.ti da sa~rilici _alla. ,nascita. dei suoi figli • : e questo l'addiu di un vecchio al pro-
crimini. . priO fìgbo ~ta vecduo c che la v1ta ha colmntu di successi.
119 J. Montrcuil, M. Servoz, La inttrventions de police en matièrt de 9.'J " ... C est le long chemin de la Guinée
dich in Mort nuture/Jt l'l rrwrt violente... , op. cit., Masson 1972. pp. 68-69. La mort t'y conduira
90 Sia come conseguenza di una colpa umana, sia a _causa d! una fa!•a Tcs pèrc10 t'attendent tana Ì!Dpatience "• S!:rive il poeta J. Roumain.
manovra (Pt'rll<'rled m~ssagt). Vedere L.V. Thoma.s. Ctnq essau, op. Clt., 94 Il cadavere, nelle culture ant1che, è stato aasai spc:no s~onimu di
19611. lordura. Il );,atino funesltu aignifìcava sporcato dalla prc:1cnza ddla morte.
della collera degli de i. Essa colpisce gli individui che hanno di morire vicino ai suoi, nel villaggio, in armonia con gli an-
commesso uno sbaglio grave e si manifesta perciò in circo-· tenati. t per questo che la morte istantanea è spesso temuta
~tanze speciàli brutali (con il fulmine, per annegamento), or- dato ch'essa prende alla sprovvista non importa chi, non im-
ribili (impiccati, lebbrosi) o insolite e in ogni caso anormali porta quando né dove, privando-l'uomo-in-qualche-modo-del-
(donna incinta, partoriente, iniziando durante il periodo del la-sua-morte:~ vedremo più avanti che il vecchio negro-afri-
ritiro). Essa riguarda anche gli individui socialmente pericolo- cano si sforza appunto di conoscere il giorno e l'ora del suo
si o male integrati, o troppo sìngolarizzati (alcuni pazzi, gli trapasso.
stregoni antropofagi, a volte i re troppo dotati di nul,llinoso). Anche il mondo occidentale conosce la contrapposizione
Infine, anche sparire senza discendenti è un morire di mala buonafmala morte. Secondo la tradizione cristiana, ad esem-
morte: nessuno potrà pii1 sacrificare in onore dello scompar- pio, la buona morte è innanzitutto la morte serena e accetta-
so; privo del viatico necessari~ per il grande viaggio verso ta.96 Essa presuppone tre cose. Innanzitutto la credenza nel mi-
l'aldilà, il defunto non diventerà mai antenato: il che rappre- stero pasquale, mistero di morte e resurrezione per eccellen-
senta veramente la rottura-annientamento. Modi di vivere, si- za, dato primario dell'adesione: « Se il Cristo non è risorto, »
tuazione nel gruppo e imprevisti congiunturali devono così proclamava san Paolo, « la nostra fede è vana. Allora tanto va-
essere tenuti presenti n ella valutazione della natura e del va- le mangiare e bere! » Quindi la completa coerenza tra vita
lore del morire. I Nawdeba del nord Togo parlano di tre individuale ed esigenza della carità:'7 in questo caso si è certi
specie di defunti. Chi durante la sua esistenza~ è stato buono, di morire testimoniando il Vangelo e con la ferma sperama di
pio e muore in tale stato ucciso da un malfattore, o da un vedere Dio. Infine, il soccors() di quest'ultimo: nei Dialoghi
mago o uno stregone, o semplicemente richiamato dagli an- delle Carmelitane, G. Bernanos ci dipinge il dramma di una
tenati, vivrà felice in compagnia di questi ultimi. Chi non ha giovane ~uora che trova nella grazia divina la for1.a di superare
condotto una vita irreprensibile e non ha onorato abbastanza la paura della morte che le lacera il ventre: tra lei e la sua
gli antenati ma ha commesso colpe riparabili, sarà cacciato _n el compagna, ci dice, è avvenuto un « transfert mistico di co-
c campo vicino ai demoni • dove conoscerà i peggiori tormenti raggio •. Ciò perché la buona morte presuppone anche d ignità
e non potrà partecipare ai sacrifici e alle offerte in favore de- e distacco : 98 quando l'agonia sopravviene con i l suo corteo
gli antenati; ma dopo l'espiazione li potrà raggiungere. Infine inevitabile di mali e d'angosce, il moribondo dovrà offrire
l'essere fondamentalmente malvagio, come lo stregone, se vitti-
ma di mala morte conoscerà nel Kpam Lonttm una vita defi- 95 T .E. l.awrwce, in l u tte pila1tri dd/a .wggc::Z(I (Bompi:tni 1%3.
nitivamente errabonda in preda alle peggiori sofferenze. 2 voli.) ci descrive assai bene la preferenza degli Arabi per la morte lenta
Questi due volti della morte, l'uno comune e abituale (mor· che permette alruomo di abituare il proprio spirito e di trovare curaggio c
rassegnazione.
te dolce e buona), l'altro anomico, eccezionale, dunque ango· 9;') A. Camu~. ci parla de Lo morte fclic:e. Rizzoli 1971: pace del cuore.
scioso, concepito e vissuto come un annientamento, un essere- indipendenza finanziaria. padronanza del tempo, ne sono le principali con-
nulla (mala morte), ci rinviano all'essenza stessa del Negro-afri- dizioni. Sulla mork cristiana vedere Notrr vi!! et nolrr. mori. di R Mc:tl.
!ICE. Paris I !i68.
cano che esiste solo tra gli altri per mezzo degli altri e par- 97 • Me-ri<:, sarò la tua morte! Mo rte, sarò la tua vittoria! Di cnns(',t:ucnza.
tec:ipa all'universofdell'universo. Al di fuori del gruppo, se- durante la nostra vita noi d iamo tutto, se non tenianu; niente per noi. s~
mettiamo tutto dò che abbiamo c siamo nc:l circuito ddlo sr<~mhio. della
parato dagli esseri e dall'universo cosmico, vot~to alla propria parteci~azione. della co_munione. anche ~razie a . noi la morte vurà rifon-
solitudine, egli non è niente, più niente. Da qui la necessità data. ,. J. Cardonncl, Duu eJt mr~rt en }t•Jus-Chrul. Ducros. Bordeaux 19lii.
98 Il disprezzo ddla morte assume forme impreviste: è noto l'atteggia-
mento stoico di Buffet o l'esempio di quei condannati a morte che :~ve~ano
Lordura materiale (soprattutto a.\ momento della tanatomorfosi) e, ancor dipinto il proprio collo dicendo a l boia: seguì te il segno (A. Cnyatte.
più, lordura morale sono all'origine di co,tumi come la toeletta del cada- Siamo tutti assassini). In un racconto cinue, il secondo condannato a
vere (che a volte veniva bruciato, esposto al sole, annegato: donde il ruolo morte scorge una formica sulla quale è schizzato il sangue del primn c-nn-
dd fuoco. dell'acqua purificatrice) e di diveni tabù (oggetti appartenuti al dannato apptna giustiziato. • Crede di cavarsel<t. • egli dice 5nrridcndn: .. m:t
defunto). no. si annegherà nd mio sangue. •

220 Z2t
tutto cii> nelrumiltà e nell'amore, a titolo di espiazi~ne. L'ac·
Y'a tant d 'amour
De souveuir
cetta.zione del trapasso nella serenità ~ nell~ rass~gnaz1o.n~ n"!n
impediscono al cristiano di sperare d1 monre dt vecchtata, m Autour de toi
Toi, la Mamma. 101
mezzo ai suoi e d'una morte cosciente e dolce, a coronamento
di una vita esemplare o che com~rti alme~o. una ro~tura Il desiderio di civettare non manca: l'esempio di Manine
totale con le sue azioni passate se ha v1ssuto un es1stenza dt tur- Caro! è rimasto celebre ... ! «Se prevedessi per tempo la mia
pitudini (è la lezione del ladro buono ~ul Gol~ota). Resta mo.r te, direi: , Mettetemi quest'abito perché lo amo in modo
il fatto che si teme soprattutlo una morte ~m.prov.vt~a, ~he pu? particolare. Pettinatemi. Fatemi il trucco. Voglio essere bella!
sorprendere in peccato mortale e rendere _tmposst.blle tl pent~­ Non so come sarò pitl tardi, dopo qualche lempo... dopo qual-
mento.w L'invocazione c A subitanea et tmpr~vt~ mo~te, h· che settimana sotto terra, ma comunque sia, per me, per la
bera nos Domine ,. occ.upa infatti uno dei pnmt postl nelle m ia immagine, voglio che tutto il pubblico e tutti coloro che
litanie dei Santi. mi hanno conosciuto conservino l'immagi!l.le di questa Mar-
Che ne è, oggi. di q uesto ideale? L'affie~olirsi delle cred~nze tine '· ,. 102 Alcuni giudicheranno superficiale e meschino un
e delle pratiche religiose, le me~amorfost del sac:o: lo shtta· simile atteggiamento. Avranno torto: i tanatotecnici d'oggi,
mento dall'immortalità (nell'ald1là) alla a-mortahta (su que- su cui r itorneremo, lavorano sia per il restauro del cadavere
sta terra) rendono precario, se non insolito (a parte qual~h~ che per la sua conservazione (cancellazione della tanatomor-
generosa eccezione), un simile. modo di . ve~e~e.' Non Cl Sl
00
fosi); sia per l'estetica che per l'igiene. Il rispetto per il defun-
crede più, non pii1 di quanto s1 creda all o~nbtle q~ad~o d~l­ to, la preoccupazione di non traumatizzare i superstiti e di fa-
l'uomo che muore in peccato mo rtale, con ll demomo che g1.à cilitare il lavoro del lutto, sono intraprese generose; non so-
viene per prendetlo circondato da zolfo e catene... (vedere 1l no modi per negare la mo rte, come si è (falsamente) preteso,
celebre Sermone sulla morte del peccatore). ma modi per trascender la o, per dirlo più familiarmente, per
Colpiscono anche altri mutamenti qualitativi. Sembra, per addo mesticarla.
esempio, che si dissoci la bell~ morte _dalla bllona mort~, _e l_a Un aspetto nuovo nel ribaltamento delle prospettive potreb-
prima (che ricorda sotto ceru aspetti la mala morte dt ten) be essere anche il pro blema della morte sott ratta. Si tratta, più
tendere-bbe oggi a sostitu i~si alla second~. Questa comporta che della morte mancata (colui che d'improvviso sì smarrisce
sempre lucidità e preparawme. rassegn~10ne e amo~e (c.Tu in una confusione profonda, in uno sbandam ento insieme fisi-
sei il Padre mio e il mio Salvatore, nmetto la mta amma co e mentale : chi, dopo tutto, è assolutamente sicuro di far
tra le tue mani ,. ), speranza nell'aldilà. L'altra, vic~versa •. s~p­ riuscire la propria morte?) della morte-che-ci-viene-presa. c Mi
pone una cena incosci~nza _(una _morte ~che_ non Sl trascma », hanno rubato la mia agonia • , dichiarava un malato che i me-
che arrivi all'improvvtso, ca faceta monre dt sorpresa e sen.za dici avevano fatto sopravvivere secondo lui troppo a lungo e
sofferenza ... e il più tardi possibile); inoltre, mir~ all' immedta- senza il suo consenso; il che ci ricorda il celebre detto di R. M.
to presente, si concentra nell'atto stess~ del .mor.tre.' può al. c~­ Rilke: c Voglio morire della mia morte, no n della morte dei
so permetter.e di tracciare un breve btlanc~o dt ~tò c?~ l es•: medici! ,. Un tempo ci si preparava la propria morte, il pro-
stenza offre dì positivo. (~li uni sperano d t monre vtcmo a1 prio sudario, la propria tomba, a volte mo lti anni prima del
loro: è quel che canta C h. Aznavour in «Mamma» . decesso. Si dice che Car lo v, vestito a lutto davanti al catafalco
che avrebbe dovuto contenerne le spoglie, si mise un giorno a
lls sont venus, ils sont tous là
Avec d es présents pleins le bras 101 "Mi piacerebbe: morire nel mio letto, circondato da tutti i familiari
in lacrime, • dichiarava L. de Valmorin (• Journa1 du Dimanche •. 28 di-
cembre 1969).
99 • Vegliate e pregate P~rch;
~ ~ non conoscete né il giorno né l"or<t, "
102 "France-Soir •. 8 febbraio 1967. H giornale pubblicò una foto del-
dicono i testi sacri. l'attr ice .. vestita di rosa e di visone bianco • .
100 Vedere la parte m.
.,
223
:22:2
pregare per il riposo della propria ani~a dep~mendo poi_ nelle dicano la creazione empirica di uno stile di morte in cui la di-
mani del prete il cero acceso che la stmbohzzava. ~on, per screzione appare come la forma moderna della dignità. :. Ieri
davvero questa volta - ma la cosa aveva ancora amportan- pubblica, oggi privata o addirittura clandestina, la morte idea-
za?- tre settimane più tardi! Ieri l'uomo c sapeva che_stava le ha decisamente cambiato di volto.
per morire, sia che se ne accorg~sse spon~n~~mente, sta ch_c
fosse necessario a\rvertirlo • : ogg• accade al ~tu _delle volte a) g ) Morte feconda o mort~ sterile
contrario: « il • non sentirsi morire • ha sosututto f!~l nostro L'opposizione buona j mala morte ci rinvia alla dicotomia
linguaggio corrente il < sentendo la propria morte _v!CI~a > del morte fecondaf morte sterile che a quell'opposizione è stretta-
xvn secolo • .101 La morte sottratta, la mala morte dt aen, tende me nte legata. Anche se le due contrapposizioni non coincido-
~ggi a diventare nonostante numerose eccezioni ~ 04 il ~od ello no interamente : certe morti feconde sono profondamente am-
se non della buona morte, nel senso vero e propno dell espres- bivalenti (il deicidio, ad esempio), mentre altre morti consi-
sione, almeno della morte convenitmte. . • _ derate buone (dçcesso clandestino di un soggetto modesto) ap-
Un altro tipico cambiamento ci porta a nprendere l ~ppost· paiono sterili agli occh i del RJ'Hppo.Hll>
zione pubblic:o j privato. J e~ i la buon ~ morte e~a ne~essar~amen­ Indubbiamente c'è una morte sterile, socialmente in utile.
te pubblica. « Così come s1 nasceva m pub~hco. st mon~a an- derisor ia, priva di senso (com'è addirittura ogni morte, -;ec:on-
che in pubblico, e ciò _non ~igu~rda~a solo tl Re - CO"_l è b~~ do .J. P. Sartre). Secondo il Negro-africano è questo il caso
noto dalle celebri pagme dt Samt-Samon sulla m~rte dt L01g~ della morte del bambino (è poco pilt di niente, la sua scom-
x 1v _ ma ogni individuo... Dal momento i~ ~ut q~alc~no s1 parsa non tocca veramente il gruppo; in quakhe modo il c cul-
trovava a letto , ammalato ,, la sua camera SI nemptva dt g_e n- po è nullo» ) e soprattutto dell'adulto (sul quale la società
te, genitori, figli, amici. vici!'i, mem~ri de~le confratermte. ha inve!itito molto e c:he dunque le è costato molto per n iente.
Le finestre e le imposte vemvano chiUse. St accende~ano le dato che non può entrare nel circuito della produzione). Per
candek Quando i pa~.~anti incontravano per s~rada 1l prete I'Occ:identale è il r.aso della morte gratuita o inutile : quella
~h e portava l'estrema unzione. l'uso e _la devoZione volevan<> del manovale c:he muore cadendo, quella del soldato (:he ha
che lo seguissero nella camera del monbondo anche se questo perso la guerra.un n quella dovma all 'a~!>urdità delle nHaHrofi.
era loro sconosciuto. L'avvicinarsi della morte tra.sformava la Morire sterilmente è morire (futilmente) d i 11Ù'11lr. o pi ì1 an-
105
camera del morente in una specie di luogo pubblico. ,. Cu- cora per ni ente o nn 'IOFI-morire-pt>r-r:iò-in-<·ui-Ji-<redr. : l'idea
riosità, solidarietà. familiarità con la morte sa mescolavano s~n: di Patria. di c:ui non neghiamo la nobiltà. è assai spesso una
za che fosse possibile sapere cosa fosse più impo~tante. Oggt -~~
preferisce la dandestinità : «Si m~ore... <:luasa dt nascosto, ptu
106 Sulle morti fecunde: profeti. martir i. r ivoluzionari .... vertere A . lan-
soli di quanto Pascal non potesse tmmagmare. Qu_esta clande- aon, Mouri r p our le f>t"u/Jle. Cerf 1970_
stinità è l'effetto del rifiuto di ammettere fi_n o m fondo ~a lOi Memorabile: la copertina di un settimanale di sinistra che presentava
morte di chi si ama e dell'eclissi della morte dtetro la malattta il disegno di cadaveri israeliani cd egiziani, scarponi contro scarponi - si
vedono solo questi che d'altronde si somigliano (stessa situazione derisoria
che ci si ostina a voler guarire. Essa present_a a~c.he u~ altro e inutile) - circondati da mosche, con la scritta in caratteri cubitali : Primo
aspetto che alcuni socio)o~i ~mericani sono nusc1~1 a sp_r~a~e­ bilancio. l morti hanno perso la guerra! • Charlie Hebdo ... 15'2. L'i ottobre
1973.
Là dove noi siamo tentati dt vedere un sotterfug~o. esst c• m - Sul tema delle rivoluzioni perdute. delle mascherate p olitiche. dci morti
per niente. vedere il canto di rivolta c d'amore di F. Xenakis. Et alnrs lrs
IO~ Ph. Ariè:~. La mori invtr.!l>t . ./ .c rhu'!gemc~t dcrs nttitude.• d"'.,va'!l la morls. J!leuruont. Gallimard 1974: • (Lei) gridù loro che se non si a rrivava
mort dans ft~s Jociflés nccidtntnlcs, • La Ma tson DH~U • . 101. Cerf. l tnme- al più presto al cessate il fuoco sarebbe caduta una piog,l!ia di s:J.n~u~
<e allora, signori. lo so: i morti pian~eranno i morti). • (p. 43). Vedere an-
stre 1970. po. 60. 6.'1. . · ff · · " ln
104 Molti vecchi snno pronti per e n ':"onre :. t lo~o .a art so!~~~~ rc,., oll • che pp. 84. 9!1. • Pensò anche ... (che) stava per morire prima di vedere il
le esequie pagate. i sudari attendono. nel! ~rmadw. g1à ti nnme e mc1so su a cessate il fuocn. che anche questo avrebbe fatto parte della co$<!. mancata e
tomba cfln le due prime ci[re dd millenniO: 19--- anche che veramente non ;IVeva nessuna importanza aggiungere questa fe-
!05 Ph Ariè5. np_ cit.. 1970. pp. fil . fì..S . rita a l rnsarin rli ferite ckHa stata la sua vi ta ... • pp. 11!1-\l.~

22'5
maschera che nasconde gli interessi finanziari internazionali. S:OCiali) o nd gioco violento. ~morte feconda è dunque quella
In ogni caso eroismo (buona morte) e sterilità possono _ess~re eh~ ac~orda un p~ez~o a_lla vua nella misura in cui si è pronti
sinonimi . A cosa si deve essere più sensibili : alla fecondttà tn· a rasch aarla. Ma st nschta la morte per ragioni molto diverse:
dividuale di una morte o alla sua eventuale sterilità per il per a~o.re, per estasi, per vanità, per masochi.smo. per follia,
gruppo? Oppure alla situazione inversa? In dati mo~enti ~el­ p_e r. f~hcttà.... •. Per amore del rischin in sé, come nell'alpinista,
resistenza ceni interrogativi non possiamo non porcelt. Il pwt- Ctoe tn defillltt~;<t pe~ amore della vita, per goderne pii1 inten-
tosto-morire no n ha talvolta più senso del v ivere-ad-ogni-costo? samente e per mebnarsene a pre--ao della stessa vita ... D'altra
Che ragioni devono prevalere : quelle del (mal) vivere_o 9uelle pane. la . n:to_rte si _r!~hia per i , valori •- Non solamence per i
del (ben) morire? A condizione dì aggiungere: per eh t st muo- valon ctvtct stabdut e comandati dall 'eroismo ufficiale, ma
re? Per chi si vive? E perché? . anche per dei valori nuovi, rivoluzionari, che si devono instau-
Di fatto, si è soliti definire innanzitutto per negauvo la ra_re ·_nella _s~cietà, per dei valori schern i ti, ignorati, miscono-
morte sterile in contrapposizione alla morte feconda, quella sctutt . Vamm an~rà al sup~Jizio, sorridendo, semplicememe per
. . 103
che esalta, fa più grande e trascen d e l a con d mone um~na .. affertnare che Dw non esiste. L ' uomo infine rischia la morte
Praticamente ogni morte riuscita viene vissuta al~~no da1 s~ot per il _ p~opr_io valore d ' uomo, pe: il suo onore e la sua , digni-
come morte feconda tanto per il defunto: andra an paradaso, tà ). s~ nschta la mun~ ~er 1101.1 n~negare le proprie idee e per
raggiungerà i suoi avi. .. , quanto per i superstiti, ad un tempo non n_?negare s~ stes~~· •l. c~e c p<H spesso_la stessa cosa. Quesli
rassicurati ed edificati. Si spiega così la morte serena del vec- • ~al~n • tondatt dali mdtvtduo e che lo lundanu, sono ricono-
chio negro-africano di cui ci occuperemo più avanti, o la mor- scJutt COI~ e superi~)ri alla vita: dominano i l tempo e il mon-
te serena del cristiano convinto di cui abbiamo parlato più so- do, so~o unmorta.h. Per essi l'individuo trast.:tna o disprezza la
pra. Ma la m orte feconda tende preferibilmente a presentarsi ~ropna morte, questa . p~lve_re. di cui par_lava s_aint-J u.st. Egli
come morte violenta : quella del martire buddista che per SI afferma e, affermandosi, st supera. st dtmenuca, dà la vita
scomparire sceglie il fuoco purificatore,109 quella dei primi cri- ?e! la • propria • ~erità, per. la • ~r~pria , giustizia, per il , pro-
stiani nell'arena o degli url a l tc=mpo delle conquiste musul- pno • onore, per 1! • propno, dantto, per la , propria , liber-
Possedendo inn~nzitutto un valore di esemplarità, la
110
mane: quella dell'eroe sul campo di battaglia (almeno agli oc- tà. •
chi dei patrioti convinti : ritroviamo qui, una volta di più, morte feco~d~ - poco ~mporta se apre le pone del paradiso,
il relativismo dei valori nello spazio, nel tempo e nelle classi ~rm_ette dt ntrovare gh ~ntenati o sfocia nella gloria - pri-
vtlegta _sempre la mone vto lenta; come uegli esempi che Plu-
108 Abbiamù g ià parlato della ~ccundità della morte dal P:'mto di . vista t.uco _et propone_ nelle Vite degli uomirti illustri : Demostene
della ~ua 6nalità, nella nostra pnma parte. t ancora E. Mmkowski che succh1a tl propno bastone, che contiene il veleuo; Otro ne si
!CTivcva (Le T emps vecu, in L'Evol. Psychiatrique, 19~3. pp. 122-_12~):
• Cosa può conferire tutta la sua d ignitl alla vita se no.n la morte? ~~ p1Ù, getta . dall'alto sulla propria s·pada dopo avere allontanato il
Iii morte fa nasce re la nozione di vita: lo fa mettendo fine a questa v1ta cd s~o hber~o. affinché questi non venga sospettato di averlo uc-
è 1olo essa che lo fa. • CISO. Pende, è vero, muore nel proprio letto. Il carattere a
109 Vedere A . Landes. Contes el Liff,('ndes annamites, 1885. pp. 402-•03.
.. Nella provincia di Nghc an si trova la montagna Hòng Linh (...). In volte te~t~ale o quanto ~~no spettacolare di questo tipo di fine
qu~ta pagoda viveva un b~nzo di nome Nguyln dang quang che vi ai _trova: (hara-km, bonzo che st tmmola con il fuoco) dimostra assai
va in ~nitcnn da più di 50 aoni. Sotto il regno di Mi~h mang rannu~se 1
99 anni. Da unnai molti anni, essendo su! punto di arnvarc: alla perfezione bene ~he ~na m?rte. del genere è portatrice-di-un-messaggio-
(thanh Phit), non mangiava più riso accontentandosi di frutta e di tt... P_er-glt·alln. Nell Afnca nera è questo il caso della morte che
Quando ebbe: cnmpi_uto i .9~ anni, i _fedeli_ in,nalzarono Ul_l n~go alto dice~ st pretende dal Vecchio Maestro della Lancia tra i Dinka del
tuoc ... Prima di app1ccarv1 1l fuoco, 11 sacnfico per sette g1orm e sette notti
ai Budda dei ditci punti dello spazio. Al settimo giorno si diede fuoco al
rogo e in mezzo alle fiamme si aentl ancora la salmodia del vecchio bonzo
finché non venne raggiunto dal fuoco... ,. V 110 E. Morin, L'homme ,el la mort dmiS l'J.istoirt". Corrc!a 19.5 1, pp. 62-63.
Veder~ inolt re Ch. Bourrat c altri, Le suicide par le feu, in Mort Mtu- edere anche: J.-Ch. Hal!e, F. Cevcrt, La mort duns mon co11trat. Flam.-
rt ll, l'l lfiOrt vifllmte, op. cit., 1972, pp. 147-153. marion 1974, pp. 221-223, 241-247.

:u6 227
Sudan e che rappresenta, lo vedremo più avanti a proposito del stesso Dio. Poco importa se quest'ultimo crimine ha per con-
decesso dei vecchi, una vittoria della comunità: affrontando seguenza un'« eccedenza di natura » (introduzione dell'agri-
la morte e afferrandola con fermezza, egli insegna al suo po· coltura, per esempio, secondo M . Eliade) o un c completamen-
polo qualcosa sulla vita. O è il caso, in Oriente,_ dell'~sempio to di cultura » (partecipazione a un mondo immaginario, sen-
del Bonzo che perisce nelle fiamme: « Immolarst con t l fuoco za contraddizioni né conflitti, cui accede l'iniziato mediante
è un modo di dimostrare che ciò che si sta per esprimere è della l'e~tasi: secondo L. de Heusch), o ~ soltanto esplicativo (sacri-
massima importanza. Non c'è niente di pi1'1 doloroso del suici- ~cto d1 un gemello Nommo nel mito dogon della Volpe pal-
dio per mezzo del fuoco. Dire qualcosa men~re si sta provando lida), serve da archetipo nei riti iniziatici (come ci viene ricor-
un tale dolore significa dirlo con un coragglO, una franchezza. dato dai lavori di Frazer) o diventa condizione di salvezza.
una determinazione e una sincerità estremi.m ,. La morte fe- per l'uomo nella Redenzione ; ci troviamo in presenza di una
conda implica dunque il pitl dell~ v~lt~ l'id~a di s~rifici? vo- 1dea forza del pensiero religioso. E si deve ammettere che an-
lontario o almeno accettato, o· dt cnmme ntuale. Cos1 per che la morte brutale di un Kennedy o di un reverendo King
esempio, nella quasi totalità dei_ gcrifi~i, si mette_a morte l'ani- ha assunto, agli occhi di molti uo mini, l'andamento di un
male in riferimento, come abbtamo v1sto, alla v1olenza fecon- sacrificio rituale con forti componenti mistiche.m Ci sono dun-
datrice.m Periodicamente si immolano anche esseri umani: que morti feconde che giovano assai più ai superstiti che al
sacrifici di !sacco e Ifigenia; offerte di cuori di uomini o di vero e proprio defunto! Se la morte è agli occhi di molti solo
donne agli dd presso i Maya, per nutrire il Sole; olocausti in una distruzione parziale, è perché si desidera conservare qual·
occasione della costruzione di una città, di un palazzo, di un cosa: allo stesso modo nel sacrificio si dà per ricevere, o alme-
bastione, per assicurare la propria perennità nell'antico Daho- no per non perdere tutto! Grazie al sacrificio, basandosi in
mey, o sulle tombe degli antenati regali per dare loro sollievo modo immaginario sulla legge di morte-nascita, l' uomo vi in-
e rivitalizzarli nell'antico impero del Monomotapa. oppure sedia la propria immortalità e utilizza, in modo magico o ri-
ogni volta in cui un grave pericolo minacci il gruppo (i Bam- tuale a seconda dei casi, la « forza nascente di vita • che è la
bara del Mali sacrificano un albino perché lo ritengono legato morte per i suoi fini vitali. In ciò E. Morin, assai giusta'mente,
alla potenza delle acque; le diverse parti del suo corpo vengo no vede un nodo di morte.11' Si può definirlo schematicamente
abbandonate o consumate seèondo regole precise); messe a come uno spostamento di forze mistiche realizzato dalla po-
morte rituali dei re quando le loro forze declinano o degli tenza sacra suprema grazie al rintercessione del genio (even-
stregoni, dei fabbri troppo dotat~ di numin~ ... Si J?Ol~ebbero tualmente degli antenati) per intermediazione del prete (sa-
citare esempi e ragioni a non fimre. 114 Infine, tl sacnfic10 dello crificatore) e per la soddisfazione del fedele (.u c rificante) e dei
Ili • Viet Nam Maguine • , 5, 9, 1972. p. 32.
112 Vedere per esempio J. Franltlin, Crimel riluels et magie n oire, Payol 115 Vedere più avanti ciò che diciamo del de icidio (parte 1v).
1972. 116 • Dinnta C!nl aMai Sp4:'SSO un transfert purificatore che devia su
11~ Vedere il capitolo sulla morte dell'animale. Leggere: M. Douglas, altri (schiavo o ani~le) la n!':cessità di morire. Può esprimere anche la
De fa Sf,/lillllr t , Euai sur ~s notions de pollution et de T abou. Mupcro pr~occ~p~z!one onessiva. di _sott_ran! a~ taglione, . ci ~è al castigo provocato
1971, p. 188 ; R.C . Lienhardt. Di':'inity mul Experience, Odord 1961. . da1 cnm1n1 c dalle calhve mclma:uom. In effetti la Sll"uttura del taglionc
Effettivamente: • 11 rito è VIolento, certo,_ ma è sempre una . Vt~lenza ctige che noi paghiamo con la nostra morte non solo le nostre uccisioni
minore che fa da riparo a una violenza pcggzore; cerca sempre d1 nann~· reali ma anche i nostri desideri di morte. Il sacrificio, che fa espiare il
dare la più grande p11cc conosciuta dalla _co_munità,. qud_la ch.e, _dopo .!.'uc~J­ ca~ro es!>iato~i~ al nostro posto, dà il sollievo dc:ll'eapiazione. l capri espia-
sione risulta dall'unanimità intorno al_Ja vtthma esptatona. D_Jntpare. 1 rnlll• ton sacr\licah m Israele o ad Atene durante le Targelie, cosl come i mas-
smi malcficì che si a ccumulano ~on!muamcnt!': ndla ~omumt~ c . ntrovar.e sacri, hanno lo scopo di purificare la comunità, di attirare sulla vittima la
la f rcschezza delle origini sono un umca e st&sa rosa. Sta che l ord me rcgm. l?r~ur11 !'1-ortale.. Vedremo d'alt.r,undc: . che quanto più l'angoscia della. morte
sia che già sia alterato, conviene riferirsi sempre ~Ilo s~esso. ~no~cllo,, oc- Il JspeaSJrà n eli uomo, tanto Jizu cgh avrà la tendenza a scaricarsi della
corre ripetere sempre lo stesso schema, que!lo_ d1 og~t c~1s1 vJtto~toaa· pr_o pria morte sugli altri, mc ianh: un auassinio che sarà un autentico !a·
mente superata, la violenza umana contro la vtt!lma eap1atona. .. J. G1rard. cnfido inconscio. Potremo scoprire in seguito il significato nevrotico d i que-
l a ui11lena: et l t ulCrf, Crasset 1972, p. 149. sti auauini sarrificali. çhe tend•mo a liberare l'auassino- aacrificatore dal-
• 114 Parleremo altrove del aenso del cannibalismo (parte 1v). l'imperin <Iella murte... E . Morin. <)/1. rit .. l<t.'>l , p. 107,

219
suoi congiunti. Il sangue della vittima, precedentemente pu- . h). M ?rle fi~ica e morte spirituale
rificato, sparso sull'altare libera la forza ':'itale che contiene Abbtamo sostitUito dehberatamente, nel sottotitolo, l'c e ,.
e nulre le potenze numinose direttamente' poste in allarme all' 4C o ~ perché, al~e.no per quel che riguarda l'origine della
dalle paro le del prete. Si assiste così contemporaneamente a ~orte, e la m?r.te sptntuale che g.en~rò la mo.rte fisica: la colpa
un circuito antologico (nutrizione delle forze numinose che dt Adamo, Ct msegna la Cenesr, nvelò ali uomo ch 'egli era
in cambio rivitalizzano i fedeli mediante il cibo di comunione} e nudo I.JI e mortalé.
e a un circuito verbale, parole rivolte dal prete al genio che La morte ~ica concerne il corpo; essa raggiunge il suo ac-
intercede presso Dio, la cui risposta segue lo stesso ~rcorso, me, come abbtamo detto, con la putrefazione e il suo tennine
ma nt:ll'ordine inverso e raggiunge il fedele passando per il con la riduzione dello scheletro in cenere. Non è inutile sotto-
genio (l'antenaw) e il prete. Così il sacrificio risolve a suo lineare ch'essa comporta due fasi: l'arresto della vita (morte
modo il problema della violenza. Non ha la funzione c di pla· del cervello) e llna lenta trasformazione c he si traduce in ter-
care le violenze intestine e impedire ai conflitti di esplode- mi~·li di « digest_i~ne » :. l'azione dei batteriofagi innanzicutto,
re »? 117 Non ci si scusa con l'animale di doverlo immolare? pot qu~lla deglt msett1 necrofagi, gli oscuri ma efficaci c la-
Non si dice che solo Dio può reclamare delle vittime? Che voraton della morte » (solo i cadaveri che sono stati cremati
lui solo « si diletta del fumo degli olocausti •? Per proteggersi s! sottra~gono a queste mutazioni; al di fuori di questa ecce-
dalla sua propria violenza, l'intera comunità deve ricorrere · ZIOne, ctò che volgarmente si chiama la polvere o le ceneri
a vittime the siano al di fuori di essa. Il che suppone una è sol_o il .prod~tto di p~ocessi digestivi). A maggior ragione se
duplice sostituzione: c la prima è fornita dalla violenza fon - cons.ldenamo. 1 cadav~n divorati dai rapaci, dalle i~ne (quan-
datrice che sostituisce un'unica vittima a tutti i membri della do st tr~tta dt c~daven abbandonati ali 'aperto) o dai cannibali
comunità; la set:onda, la sola veramente attuale, sostituisce alla n~rofih ~ bemnteso i vivi uccisi per ragioni specificamente
vittima espiatoria una vittima sacrificabile •.116 Infine, ultimo ahmeman.
punto importante: i morti possono assicurare la fecondità La morte .spirituale (non abbiamo trovato un termine mi-
dei vivi. f;', questo il caso degli antenati nell'Africa nera: che gliore) è inseparabile dalla rollltra di un divieto, anche se a
si reincarnino o no, sono sempre all'origine delle nuove nasci- volte l'umanità deve la sua esistenza a tali rotture; furto del
te e sono 1om che le donne sterili supplicano per mettere al fuoco o dell'acqua ad opera dei demiurghi, deicidio iniziale,
mondo dei figli. Non sono forse gli antenati responsabili della come ~i ~ostra~o nu.merosi miti negro-africani; dalla colpa,
vita e della morte? Allo stesso modo si possono oggi vedere del· come 1l nfiuto di sacnficare,121 o d i pregare; infine dal peccato
le donne, soprattutto povere, che visitando il museo del Cairo, (anche se il peccato diventa il mezzo della Redenzione: c Fe·
passando di sala in sala finiscono per accarezzare con la punta lice colpa, dice un salmo, che ci meritò un tale Redentore :a:
delle d ita i sarcofagi e le statue, dato che le antichità agizie c Il peccato, anche il peccato serve, » [arà dire P. Claudel a D.
avrebbero il potere, si d ice, di vincere la sterilità. È lo stesso Prouheze, l'eroina di Soulier de Satin). Furono le colpe degli
spirito con cui ci si reca in pellegrinaggio verso le antiche uomini a essere responsabili, ci insegnano sempre i miti ne-
necropoli faraoni<:he: la statua è posata sul suolo, la donna gro·africani, dell'allontanamento delle potenze numinose crea-
la scavalca per sette volte avanzando e indietreggiando, la im· trici (una volta il cielo e la terra si toccavano) e ciò rappre-
merge nell'acqua, beve di quest'acqua e ne conserva il resto
per lavarsi.119 Entriamo con ciò in un'ultima contrapposizione. 120 • Essere nudi, • dice il1aggio dogon Ogot~mmeli,. tignifica essere sen-
za parola. » Ma l'essere senza parola è parzialmente un cncre morto. Ve-
dere L.V. Thomas, Cinq tssais, op. cit.. 1968, cap. 111.
121 Nell'Africa nera, c:hi non sacrifica e non partecipa al pasto comu-
117 J. Girard, op.cit., 1972. p. SO. nitario si de-for:a e periace: il Cristiano che non partecipa all'Eucarestia
lUi. 1. Girard. op. cii., p. 21. ~on _muore fìsicamente. ma non. conoscerà la vita .e terna (• Chiunque berrà
119 Veder~ : Cer.:s Wissa Wau~rf, Pratiqun rituelles et uiimrntaires deJ il m1o sangue e manger-à la m•a carne avrà la v1ta eterna. • dice il Cri-
Coptes, Paris, CNRs-Le Caire 1971, pp. 147- 148. sto) ; dunque morirà nell'aldilà (sarà dannato).

230 231
s~nta una prima mort~ (spirituale) - provocando cosi la com- dividualizzazione attraverso la mediazione del capo faro· l' .
è b d. d . tg ta .
parsa d~lla morte (fisica) tra l'umanità.m Ormai, ogni man- c su or man osr a lui che le sue spose saranno salvate; esse
canza grave suscita la vendetta d~gli dei e soprattutto degli v~ngono salvate come spose. Non ci si converte ali'Islam indi-
antenati e dei geni, dato che gli dei, troppo spesso lo ntani, vtd~almente ma collettivamente. 114 ,. E più ancora dal Cristia.
non si occupano affatto degli uomini. Non c'è altra spiega- n~s~mo, ~he facendo i?tervenire l'idea di peccato, di colpa in-
zione della morte, e in particolare della mala morte; e da qui divrduahzzata o megho ancora interiorizzata, dà tutto il suo
le due cons~enze che g1à conosciamo : non c'è morte vera- pe~ alla nozio~e ~i colpa: con esso la persecuzione fa posto
mente naturale (a parte forse, e con riserva, quella del vec- ali auto,-determmaztOne us mentre la salvezza diventa il pro-
ch io); è necessario sapere chi è il colpevole (i l genio, l'ante- do tto dt un processo strettamente individuale.
nato, lo stregone, il nemico, lo stesso defunto) per ristabilire . Non possiamo evidentemente entrare nel merito delle dot-
l'ordine. La morte spirituale provoca così miticamente la mor- tnne della caduta_ll$ Ma soffermiamoci un istante su quella
te necessaria dell' uomo ed empit icamente la morte di X o di Y. c~e ha. segnato profondamente il mondo occidentale, sul Cri.
Ma questa colpa può essere involontaria e restare a lungo sco- staan.estmo. ~er il Cristiano la morte è il salario del peccato
nosciuta al soggetto che ne è vittima. Assai spesso, nell'Africa « p01ché la Vtta creata da Dio è una vita di comunione. Rifiu-
nera, non si muore per avere commesso una colpa. ma social- tare la comunione significa in defi nitiva rifiutare la creazione
mente si è commessa una colpa perché si muore. E poiché e il su.o orie~t~m~nto comunitario, fatti a immagine della
la morte fa pensare alla colpa. questa deve assolutamente ve- comumone tnmtana. La morte è il segno che l'uomo è chiuso
nire scoperta (interrogatorio del cadavere, divinazione, confes- all'altro e a Dio •. 127 C:erto, la colpa originale di Adamo puc'>
sione forzata ...). Per questo motivo predomina, più che la col- css~e la~at~ dal battestmo. così come il , peccato mortale. che
pevolezza, il riferimento a un meccanismo proiettivo di perse- ucc~de l anama, e dunque spegne qualsiasi ~piritualità, può
cuzione che mette in causa l'altro mortifero.w Siamo, come ve~ne can~ellato dalla contrizione e dall'assoluzione. Ma
è stato detto, in una civiltà della vergogna inva:e che in una chtunque sta sorpr~S? dalla t_nor~e (fisica) in stato di ~ccato
civiltà della colpa. Nella misura in cui il fantasma de ll'ucci- mortale (morte .sptntuale). nsc~•a .la dannazione eterna per-
sione del padre viene e luso, il processo di identificazione con ché .h~ s~esso d essere fìgho d1 D10. Il peccato è, in ultima
il legislatore non arriverl fino al s~o termi.ne: l'is~nza. critica anahst, l assenza voluta, la solitudine prescelta l'amore r ifìu-
della coscienza, il super-lo, avrà btsogno d1 appoggaarsa a rap· . hé l a morte del Cristo redentore ha
tato. 1211 p OlC ' salvato, una
presentazioni esteriori. c Nelle società • animiste ' tradizionali, volta per tutte, tutti gli uomini, coloro che tuttavia non pm-
la condizione dell'individuo è immediatamente determinata
dal riferimento alla totalità sociale, come abbiamo spiegato 124 M.C.• E. Ortig~es, op. cit., 1966, pp. 266-267.
con il tema dell'Antenato ineguagliabile, dell' Albero del vil· 125 ~· Auge, Ln v1e en double, DQttnrato di S tato, Scienze umane, Sor-
bona, g!ugno }9?-'· L'autore. fa vt-dcre come il profeta A . Atcho. distrug-
laggio, della solidarietà/ rivalità tra i fratelli. » t: da allor~ &'t'ndo • • fc~acca ... persegu1t~~do Jc strc,be, imponendo la confessione ...
possibile misurar~ gli sc.o nvolgimet_Iti recati ~alle. n~o~e r~h· deetruttura l~ c~n~cz1one ~rad•.z•o.nale della personalità suscitando la ricerca
del . pr~lìtto mdlvJduale, antenonuando la colpevolezza personale, svilup-
gioni. Dall'Islam mnanzatutto, che mtroduce 11 pnncapao d m- pando al senso del peccato.
~.' l
126 R.H., us inteTTO{atiuru />hilosoplliques, in Encyclopaedin tmiv ersaliJ.
alla voce • M ort ,. , pp. 359 sgg.
122 Vedere L.V. Th11mas, Cinq essais, 11p. cit., 196!1, cap. m; H . Abra· '
127. Ch. Du9uoc, La mort dan~ le .Christ. De la ruptrae à la communion.
'
ham111n, 7he tJTigin o( Death. «Studia Ethn11graphica Uppsallen• ia •, 111,
U ppsala 1951. La morte ~ in dfe~ti più che la punizi~ne de~!~ col~~· il suo • Lum1~re et vt~ •,. 68. xm_, f!l~ggm-gJUgno 1964, pp. 73-74.
risultato inevitabile. Per questo 11 ~ potuto parlare d1 qual1ta edlf>lca dd-
., _ 128 Ecco ~n ott~ma delinJzJone della morte per il cristiano: • L'uomn
l'origine della morte. . y•ve !a propna lì~1tez~a naturale come angoscia e come morte nella misura
123 • Il scns11 di colpa ~ poco interiorizzato. o costit~it.o •.n. qua':'to t.ale. m C~J non la ~<>g!•c paù come. mediazione di grazia per una Immortalità di
E; come se l'individuo non poteue sopp.orta:e d1 pcrc~p•r•• d•v•so: mt~nor­ Glon~. Essa SI nducc. per lu1 a un puru sradicnmento dal mondo. dive-
mente mobilitato da desideri contradditton. Il <cattivo) è sempre srtuato nuto mg~nr:~vclmcnte 11. ~uo t~tto. Ora, solo D io e non raltro uomo né il
al di fuori di mc, appartiene. al domin.io dcii~ . ~atalità, della sorte. della mondo ne lt~tera u~an!ta. puo colmare l'uomo. Se l'uomo vive dunque nd
voluntà di Pit•. » M.C. E . Ort1~uu. c.Ed1pe nfr~rnan, Plon 1966, p. 128. mondo nel r1fìuto cl1 D1o. la fini:' che lo strappa a questo mondo ctiventa
.;"·
:1

sono non morire per il mondo potranno però r~vivere i~ Dio: ·' volge tutto l'uomo, assalto dall"esterno, distruzione, accidente,
« La morte che apparenteme~te distr~gge ogm comumone e decrew del destino che ~la sull'uomo all'improvviso, così co~
una sorta di metamorfosi o d1 passagg1o: essa strappa al pec- ·' me la sua (morte personale '• operata dall'interno dalla sua
(.;ato e alle condizioni limitate della carne facendo entrare nel- stessa azione, è al tempo stesso riduzione all\mpotenza più ra-
l'universalità attuale della comunione divina. La prova è nel dicale, azione e passione contemporaneamente. t ir&,possibile,
Messaggio rivelato, nella Resurrezione _della carne. ~ morte in ragione dell'unità dell' uomo - per poco che la sì prenda
non è abolita, ma i\ suo senso è rovesClat<> : segno ~h assenza, sul serio -suddividere tra l'anima e il corpo dell'uomo que-
9
essa è uno schiudersi alla presenza assolutaY » Denvando dal sti due aspetti di una morte unica e ridurre così la natura
peccato, che è rottura di comunione, divisione, vie~e superat.a propria della mone umana. » 12
dalla fede vivente che è inserimento nella comumone con. ~l Due idee fondamentali diversificano la morte spirituale del
Cristo. Il peccato, sorgente di morte fisica e di morte spm- Negro-africano tradizionale da quella del Cristiano: la colpe-
wale, per colui t:he vive sinceramente e pro~~nd3:mente la s~a volezza interiorizzata e il doppio mistero della Redenzione e
fede, spera ndl"amore divino, p~atica _la canta, d1ven~a, grazte dell'Eucaristia: assenti nel primo, questé nozioni danno tutto
alla mediazione del Cristo resuscatato, 1l pegno della vlta eterna il suo senso alla fede del secondo. A condizione, beninteso,
nell"a ldilà. « Perché ci sarà piit gioia in C ielo pe~ u~ solo che il Cristiano d'oggi continui a testimoniare il Vangelo.
peccatore pentito, ci dice il Vangelo, che ~er 99 glUst~! Ma Ora, vedremo più avanti che l'attaccamento ai valori cristiani
per questo bisogna credere n eli~ Resurreztone del Cnsto. e è in forte declino. Una civiltà del rendimento e del profitto evi-
nell'autenticità del suo messaggiO d'amore: la « ResurreziO- dentemente nGn poteva che voltare le spalle a una religione
ne è un'autentica seconda creazione » yo D'altronde, se.nza la della carità: ed è grande il rischiG che ~i questa, tranne gene-
Resurrezione l'Eucarestia sarà vuota; e senza l'Eucarestla no.n rose eccezioni, resti solo un'ipocrita facciata come pretesto per
f'è vita spirituale. Ci sono dunque, per_ l'uo~o, due mortl: uno sfruttamento forsennato de Il' uomo da parte deil" uomo_
una morte spirituale 131 e una. morte ~no~og1ca: « ~~- quan- Ma questo è un altro problema.
to persotw spirituale, l'uomo st ade'"?p1e 1~ ~ssa dallmterno Non si può parlare di morte spirituale senza citare il suo
e attivamente, continua a generars1 da se 1n . accordo con contrario, la rinascita spirituale. Se nell'Africa nera tradizio-
la sua vita anteriore. si prende radicalmente lll man~, ra- nale la prima evoca innanzitutto l'insufficienza di alimentazio-
tifica la sua c.:ondotta passata grazie alla quale ha real!zzato ne e di circolazione di forze, il rifiuto del gruppo e la mancan-
se stesso, raggiunge la pienezza del suo essere pers~mal~ hh~ra· za di pace, la rottura di divieti e la non partecipazione al lin-
mente vissutO. l.}'altra parte, come termine .della v1ta bwloga~a, guaggio, singolarmente simbolico, espressioni tutte che al li-
...
la morte è al tempo stesso, in modo ineluttabile e tale che com- mite finiscono se non per congiungersi quanto meno per so-
vrapporsi, la seconda consisterà nell'ottenere un sovrappiù di
nccc:uariamc:ntc: per lui la sua pura angoscia . P~r qU<sto si pu~ ~ire. che. la forza, di nutrimento, di linguaggio, di partecipazione al grup-
morle nd sensll propriamente 1pirituale del tc:rmme. è per prmc1piD nu:~t al- . po o alle potenze numinose: sacrificare ai. geni e agli antenati,
lro che la finitaza ddl'uomo, colpita dall'an~malia. del ~ccato eJ.nvata,
per quest1.1 motivo. del suv compimento prc:v1slo d1 giona. • GXX ar!~l~t,
conoscere il linguaggio delle cose nascoste, comunicare con il
Muri t•l péché. murt et !'ésurru tion, in La mo!'t. de l'homme du . • nec ~· gruppo (pasti, canti e danze), poter pronunciare le parole che
pp. 216-217. Vedere, dello st~:sso auto..e : Victoar~ sur la mort. m Chrom- danno la vita, o sbarazzarsi verbalmente mediante la confes-
que sociale de F!'aTICe, 1962. sione del male. da cui si è posseduti (nominare sta qui per pur-
129 Ch. Duquoc. op. cit .• 1964, p. 75. . • , D
130 G Martelc:t RéJurrectivn. Eucharest1e et genese de l homme, c- gare la colpa mediante catarsi e reintegnrsi nel gruppo dal
sdéc 1972. Vedere ~nche P . Grc:lot. De lo mort à la vie étemelle, Cerf 1971, quale la colpa aveva escluso). sono altrettante tec:niche d'es-
pp 13~50. 42-46, 62-68. . . . senzializzazione. L'iniziazione è, da questo punto di vista, una
·1:31 .. Allo ste!lso modo in cui il Cristo resu1c1tato è_ assa1 ~eno con.tcnut_o
nel mondo di quanto il mondo iia da lui contenuto, st p~ò d1re che _11 Cr.t-
stu ~ assai meno il pane cd il vino di quanto l'uno e l altro non t1ano ID 132 K. Rahner. Le c.larétien l'l la mmt. in Desdée dc: Brouwc:r .. Foì vi-
lui ... ,. (G. Martelc:t. op. tit .. 1972). vantr: ... 1966, p. 31.

2-34 2 35
.'lutentica ri-nascita spirituale: tutte le tecniche sopra citate Si deve però ricoO<>SCere che esiste un Cristianesimo meno
vi concorrono : sacrificio, linguaggio e simbolo, comunione t' austero, ~he accorda alla corporalità un posto non trascurabi-
partecipazione, confessione e ottenimento di un nuovo nome. le.. A cht afferma che si deve credere nella resurrezione del
accesso al sacro nelle sue dimensioni pit'1 segrete e misteriose... Cnsto anche se nel c Santo Sef'Olcro ,. se ne fosse trovato lo
Bisognerco:bbe inoltre aggiungervi il possesso benefico provoca- ~heletro, mo lti ~eolo~i oggi replicano che una tale posizione
to dall'adorcismo (in opposizione al possesso malefico, fonte e as~urda : 1~ resurrezwne ha tr~formato il cadavere in curpo
di malattia mentale che suppone, per realizzare la guarigione. glono~ .ed e que~to n~rpo ~lo~toso che è apparso ai discepoli
un vero e pro prio esorcismo realizzato in pubblico) o dalla rein- per pot mnalzars1 al ctelo il gtorno dell'Ascensione. Non oc-
carnazione. Tutto ciò comporta una valorizzazione del corpo. corre di più per riabilitare, agli occh i di alcuni, la necessità
- -- che si manifesta in modi diversi : il dialogo per contatto tra del ~orpo come mezzo di salvezza, al posto della sua distruzio-
la madre e il figl io di cui abbiamo già parlato; le tecniche dd ne : ti te~a del~a resurrezione universa le presuppone, di fatto,
corpo al momento dell'iniziazione (le prove spesso crudeli, una tale tpotesr.
gli esercizi fisici per realiuare la padronanza di sé); il ruolo _Per coloro che. sempre più numerosi, non danno invece
importante attribuito alla danza e ai diversi atteggiamenti po- ptù alcun peso all 'im~aginario cristiano, la rinasèita spirituale
sizionali; i fatti di maternizzazione e rassicurazione che si ma- non ha a lc~m senso : ~ una credenza arcaica o, peggio ancora,
nifestano in occasione delle terapeutiche collettive (il corpo un modo dt. sfru_ttam~nto immaginato e sapientemente orche-
viene accarezzato, frizionato, con saliva, latte, olio)... Si fa- di strato ~a ch1 detiene d potere.llS Ciò che viene chiamato « fal-
tutto affinché l'immagine del corpo, o meglio ancora il vissuto s~ cosctenza ,. (cattiva coscienza se ci si situa sul piano del
corporale, dia alla persona interessata una base solida. Non è v~s~u~o) è appu~to la trasformazione in valori universali, defi-
significativo che la divinità dei Dinka si chiami c la carne "? mttvt e assolutt delle norme, inventate · a un dato momento
Che il campione di lotta sia esaltato? Che la maggior parte dei dell~ sua stor~a da una classe dominante allo scopo di assicu-
casi patologici registrati nell'ambiente urbano, dunque in sog- rarsa la propna egrmunia e r iproduzione. L'idea di alienaz.io-
,.~~~ d ..
getti acculturati, siano precisamente turbe dello schema corpo· ne te n e. a ~<~sttt~tre non se~za motivo quella di peccato : la
rale? Che la peggiore infamia per una donna sia l'avere un colpa ~on_ e ptu un o~esa a Dto ma all'Uomo. La morte spiri-
c ventre sterile ,. ? ll.l tuale SI n?~ce orma• ali 'intossicazione (incosciente?) dovuta
Come siamo lontani da certi atteggiamenti cristiani impe- alla pubbltntàcalla propaganda e all'indottrinamento ufficiale
golati in quel neo-platonismo per cui il corpo è sinonimo di fatto in _no_me di questi pretesi valori. Denunciarli pubblica-
pesantezza, di gravità, d i putrefazione e di peccato! In nessuna mente: mststere su~la loro portata contingente e sulla loro·
parte dell'Africa è evidentemente possibile trovare una defini- precanetà, mettere m luce il loro intento strumentale a bene-
zione della morte spirituale che la faccia coincidere con la ficio di coloro che _li _ha~no inventati ieri e li manipolano
morte dei sensi e più in particolare del sesso. Va tuttavia rile- (subdolamente) oggt stgm~ca promettere non rinascita spiri-
vato che_per il Cristiano, cosl come per il Negro-africano, tuale ma un nuovo umanestmo: quello che rifiuta ogni forma
mutatis mtttandis, la comunione, la confessione e l'espiazione
sono le fonti privilegiate della ri-nascita spirituale; e che vi è
più di un punto in comune tra i fantasmi d 'incorporazione
. Bisc~nerr:bbe inollre, rr il Cristiano. ritornare al problema dc.-lla gra-
Zia (abatualc:. sacri6ca_nte . _L'i.dea di peccato (e di morte c<~me salario del
pc:cca~o) tende: ~ ~cnzrc:. c:hmznata dai nuovi rituali funebri protestanti e
rappresentati dalla possessione e dal pasto eucaristico.114 cattol!' ' · ~entrali mnanzttutto - segno dei tempi ! - sulla quiete dei so-
pravvJslutt.
13!i Vedere: 1: Baby, Un mrmde mei{/cur, Maspero 1973. G. Mury, L'rn-
U$ L.V. Thomaa, R. Luneau. Anthropofogil" re/igif'ltSI' d'A/rique noire, lerrPmf'nt,_11n ~oml dt; vuc mar.'Ctste, • Concìlium /J2 • , Mame 19611. pp. I.'i!l-
op. cit.. 19H. • . . _ . .. . 1$6. G. ~ttardz, .o/J. cz~-· •. Co!lciliu.m 94 "• M_a mc 1974, pp. 129- J.'!.i.
· 134 In realtà l antmiSta non • man~ta" la carne del ~uo Dto p1u dt 1 ~6 Sta eh~ st trath ~~ altenazton~ colom01lc o operaia, ~i parla sempre
quanto non ne • beva,. il sa.n gue. E~li consuma una vittima offerta nella l~ hngua dd\ altro (colut che aliena e domina), ai pensa con le: sue id ·
51
quale la parola rlel genio raffurza il numinnso e la car;ca vitaliuantc. vtvc: •econdo le !!UC: norme (morali) di condotta. ce.

237
di sfruttamento dell'uomo da parte dell'uomo, l'ecc~ di tesa intellettualmente o immaginata assume, ancora una volta,
lavoro e il super-profitto, lo scambio ineguale e la rob?t.tzza- la forma del plurale. Per questo rnotivo abbiamo cercato di
zione degli spiriti. È singolare constatare che una po~azton~ precisare un certo numero di c duali» piÙ! o meno concordan-
del genere, di cui il marxismo si è fatto illustre ~ vahdo d~­ ti, i cui termini si escludono o al contrario s'intersecano: morte
fensore, venga oggi parzialmente diffusa -:- con t_n. meno 1l dolce o violenta, subitanea o progres~iva, normale o sospetta,
materialismo e l'ateismo- da un gruppo dt cattoliCI progres- sterile o feconda, materiale o spirituale, buona o cattiva... Ma
sisti. Ci sia consentito di citare questo testo rivelatore: c Pio a seconda dei luoghi, delle epoche, dei sistemi socio-culturali
XII ebbe una volta, in un'omelia pasquale, un'espressione de- e anche d egli individui (a loro volta differenziati a seconda
gna di nota: , Oggi bisogna far resuscitare il Cristo con una del loro strato soc.:iale, della loro ideologia, del momento del-
resurrezione autentica. , Commenterei cosl: bisogna spezzare la loro esistenza), Je varianti sono numerose e non è sicuro che
tutte le tombe in cui sono chiusi .gli uomini viventi- poiché i termini in questione abbiano sempre lo stesso senso. La no-
esistono diversi modi d'essere morti. Quando il Cristo affer-
ma : , Andate a dire a Giovanni quel che avete visto: i ciechi
vedono e gli storpi camminano, i lebbrosi sono guariti e i sordi
sentono, i morti ·resuscitano ,, ci si attende a questo punto
che l'enumerazione finisca; ma egli aggiunge: ' La Buona No-
ll stra ricerca poteva dunque avere solo una portata limitata: cer-
care di sbrogliare un groviglio quasi inestricabile, sottolinean·
do le differenze e le rassomigli:anze che dividono e uniscono il
Negro-africano e l'Uomo occidentale, e l'unità dell'uomo nono-
stante le diversità degli uomini ...
vella è annunciata ai poveri, (Mt. 11, 4-5). Che cosa può si-
gnificare tutto questo se non che nei poveri_ che_accolgono la l
Buona Novella, che cioè scoprono la forza mfìmta della loro c) Morte e persona
solidarietà, vi è qualcosa di più forte dell'avvenimen~o mau:-
riale di un morto che resuscita? L'evangelizza21~ne dea poven, La morte tende a distruggere - in modi totali o parziali-
segno del Regno, è legata alla resurrez~one,- La~oria~o a l_ibe~ l'essere (livello ontologico) o l'esistente (livello psicologico =
rare gli uomini d'oggi da tutte le loro fatahtà: e la h_be~azaone persona; livello sociale = personaggio)? Certo il defunto (de·
profana e radicale degli uo~ini eh~ ~imostr~ la specifiCità del,. functus), nonostante il ricordo che può lasciare, è colui che
la fede. Supponendo che glt uommt sopp_nmano la mor~e, ~ non ha più una funzione (negazione del personaggio); è inol-
cioè che la vita venga prolungata fino a1 duecento anm, a1 tre colui che ha perso la coscienza di sé e si dimostra ormai
duemila ai diecimila anni, ancora non basterebbe dato che incapace di relazioni con il mondo e con gli altri (negazione
l'uomo ~ontinuerebbe a vivere ne llo ste5so modo. Non mi ba- · della persona). Il cadavere, questa presenzaf assenza dello
sta affatto avere una vecchiaia interminabile, una senilità fe- scomparso che sta entrando nel ciclo infernale e irreversibile
lice: la resurrezione non è l'immortalità. In altri termini, della tanatomorfosi, è il segno immediato di questa duplice
noi non avanziamo verso un altro mondo : non c'è il cielo, non negazione; c Ti ho amato troppo per accettare che il tuo cor-
c'è l'aldilà, non c'è nient'alno, ma c'è l'approfondimento to- po sparisca e proclamare che basta la tua anima e ch'essa vi-
tale di ciò che noi siamo. Non un altro mondo, ma un mondo va, ,. scrive A. Philipe. 1~ c E poi, come fare per separarli, per
altro. Spingere il mondo fin? al suo r~dicale venir .messo ~n dire: questa è la sua.anima, questo è il suo corpo? Il tuo sor-
comune, braccare l'uomo prtvato per 1 avvento dell uomo m riso e il tuo sguardo. il tuo modo di camminare e la tua voce
comunità: questo è, precisamente, il passaggio dalla pesantez- erano la materia o lo spiritO? L'uno e l'altro, ma inseparabili.
za alla grazia. Questa è la Pasqua. ,. 137 • • Gioco talvolta a un gioco orribile : quale parte di te si sarebbe
Come sistema di rappresentazione la morte conosctuta m- potuta strappare o mutilare senza che tu finisca di essere que-
st'uomo particolare che amavo? Qual era il segno, dov'era il
Hi ]. C 01 rbonnd et coi!J.bora.teurs, Dil'u est murt en ]ésus-Christ."tP· cit.,
1967, pp. l.'iU-1 5 1. l 38 A;. P h il ipe, op. cit., 196S, p. 6 l.

2 39
limite? Quando avr ei detto : < N on ti riconosco più ,? li r.ità cos~ica e _sociale; e~so è autenticamente (per riprendere
. La morte appare dunque come separazione nellafdella per- 1 espresstone dr E. Sounau ~e L~s divers modes d' existence)
sona: essa pone egualmente il problema delrannientamento « so~~so li . Secon~o. un~ dtaletllca temporale gli elementi
o della sopravvivenza dell'io. Ma in che forma? d ell id _possono avvictnarsi o allontanarsi, disperdersi o agglo-
merarsi senza ~a~no p~r la persona totale. Nello spazio, talu-
a) La morte e la persona nell' Africa nera ne componenti SI localizzano volentieri al di fuori dell'indivi-
l) La morte e gli clementi costitutivi dell'io. t inutile enu- duo (albero, stagno, altari) sia temporaneamente sia definiti-
merare gli elementi, a volte così numerosi o disparati, che si vamente. Dunque, alcuni elementi dell'io risiedono al di fu ori
ritrovano alla base della personalità negro-africana tradizio- ~ella perso~a che, tuttavia, ospita particelle ontologiche o en-
nale; bisogna anche specificare i legami che li uniscono e che tità s•.mbol.IC~e estranee: accade cosi che, grazie all 'alleanza
la morte per l'appunto distrugge in modo spesso anarchico. catarttc~, VI st_a del Boz? (M~li) in ogni Dogon (Mali) e del
Si deve parlare di corr ispondenze? di partecipazione ontolo- ~o~on tn ogm Bozo. Glt stesst sostrati neotici mancano di sta-
gica o soltanto esistenziale? di legami simbolici o analogici? b~ l~tà, _dato c~e pos~ono accrescersi o diminuire. Sono possi-
o più semplicemente di sintesi organizzata. in cui ogni ele- bth de1 cambiame_n u, per esempio tra l'anima (ni) e il doppio
mento adempie una determinata funzione? Allo stato attuale (~ya), •~el _caso d_e , ~mbara (Mali). Si organizzano sostituzio-
delle nostre conoscenze, niente può essere affermato con cer- nt parztah (patti dt sangue, patti di unione nella morte) e si
tezza e addirittura sembra che il Negro-africano non abbia operano dell~ ~~ta.mo_rfosì .fond~men_tali, _soprattutto al mo-
superato la fase puramente enunciativa : il Diola (Senegal) ~ento d elle mtztazlont nell ambito d1 soCietà segrete (nnmi -
afferma di essere a un tempo enil (corpo), yal ,(anima) e buhi- m-l~~p~rdo). Queste partenze e q uesti a rrivi, per niente innnn-
num (pensiero): il Mina (Dahomey) sostiene che il suo io è pattb•_h con_l~ presa di coscienza di sé, fanno sl che la persona
insieme sé (anima, soffio vitale), jele (antenato reincarnato} e non s1a ma1 mteramente viva (livelli nella morte) né intera-
kpoli (segno dell'individuo; il suo destino è in qualche modo mente morta (livelli nella vita), ch 'essa sia sempre se stessa
rivelato dal Fa); lo Yoruba (Nigeria) afferma dì avere un ara e altra da sé, che sia sempre qui e contemporaneamente altro-
(corpo), un emi (soffio vitale), un ojiji (doppio), un ori (spir i- v_e (v~gabo~dagg~o dell'~ni ma, doppia localizzazione etei wor-
to-intelligenza che si trova nella testa), un okon (spirito-volon- tl). Ct trovtamo mdubb1amente agli antipodi del monadìsmo
tà che risiede nel cuore) e un insieme di forze secondarie, come leibniziano. Queste credenze gettano una nuova luce sulla c.om-
l'ipori tra le d ita dei piedi, l'ipin ijeun localizzato nel ventre... pr_en~ione d~ l pr? blema d ella morte: pluralità dei suoi as}Jetti
Inutile allungare la lista. 1 ~ e tns1eme dtverSità dei destini post-mortem.
Da questi fatti si può indurre che la persona negro-africana Il nome e la morte. Cambiare nome consacra la scomparsa
tradizionale, forse a causa della proliferazione di elementi co- d ella vec~hia personalità. quella del « vecchio uomo ,., a· pro-
stitutivi - da imputarsi non solo ai rapporti esteriori (accul- fitto del! essere nuovo ngenerato dal rito iniziatico: 'lccade
turazione) ma anche c soprattutto a un aspetto essenziale del addi:ittur~ c~e. il_ cam.bi~mento nominale provochi traumi
suo pensiero filosofico: la preocc upazione d i ricchezza, l'esi- gravt nell equtli.br1o pstchJco (al momento del battesimo cri-
genza di varietà, il rifiuto del vacu1tm formarum - non ci si stiano, per ~semp~o). -~uai all'individuo che, per indisnezio-
presenta mai come una sintesi rigorosa nel senso occidentale ne o goffaggme, nv~h 1l suo nome se'greto; la sua persona d i-
del termine. L 'essere non viene concepito al di fuori dell"alte- venta da allora particolarmente vulnerabile poiché pronuncia-
r e il nome signi fica agire sull'anima. La mone della persona
c~mporta spe~so la «.morte del nome :., che non pub più ve-
139 Un tale pluralismo non ha nient~ di singolare. Ved~r~: A. Pollak- mre pronunctato da1 membri del clan ; e se per disavventura
Eltz:, El conrcpto di' mu!tiples almas y algunos rilfiS /unt!bres entre los nl'·
gros américano.f. Caracas 1974 ; M. H. Harner, Ll'.• o mFs des Jivarn.c. in M id- qualcuno della stessa schiatta ha il medesimo patronimico del
dfl'ton, Anthropolngir• rdigirrur . Laruusse 1974, pp. 11.~- 1 22. defunto, deve cambiare etichetta sociale (Dio la). I n fìne .~a p-
piamo che la morte sociale ed escatologica si verifica quando i Gun parlano di Yt:, c grande ombra, ombra chiara e lonta-
i vivi hanno perso il ricordo (= perdita del nome) del morto na ~· .eh~ ~e~ue coJ~tin~amente il corpo, anche di noue quan-
e quando quest' ultimo si dissolve nell'anonimato degli an- do~ mvlSlbtle, e d1 We.sagu, c ombra opaca » , il nucleo stesso
tenati. dell ombra, messaggera che annuncia a Màwu (Dio) il tra-
L o spirito e la m orte. Si sa poco sui rapporti tra lo .spirito passo dell'uomo. l't: e Wbagii, spesso confusi, ritornano ge-
e la morte, tranne che il cadavere (e non il defunto, come neralmente all'essere supremo nel momento del decesso sen-
vedremo} perde qualsiasi capacità di riflessione e di parola. € za cessare di sorvegliare rigorosamente i vivi. '
per questo motivo che la follia è simile alla morte : entrambe L 'anitM e la morte. Sappiamo che si deve assolutamente
sono sin golariuanti e traumatiuanti; entrambe creano, nel parlare di anime al plurale. Perdere momentaneamente l'ani-
gruppo, un sentimento d'emergenza che si concretiu.a in un ma leggera, apparentata talvolta all'ombra, non ha niente di
rafforzamento del consenso sociale. Il destino dello spirito si grave poiché questa è la condizione normale del sonno (pseu-
confonde a volte con quello dell'anima ·(animus), ma può an· ~o-mo~te), ~el sogno che !"accompagna o semplicemente della
che dissociarsene senza che sia possibile indicarne la ragione. fantasuc~en~; a~~he se, du~ante le sue pcregrinazioni, l'anima
Tuttavia non bisogna scordare che nell'aldilà, se il defimto ha le~s:er~ nschta da tmbatterst nello stregone o in molteplici ne-
perso la forza del potere, può però guidare i sopravvis~uti_ poi- nuca: ~ trau~i del.l'incubo che ~sprimono questi incontri pos-
ché possiede pur sempre la forza del sapere; ma per g~ud1car~ son~, '? certi cast, provocare al trapasso. Si devono inoltre
la propria situazione e valutare il comportamento de~ propn a~tnbUI_re ali~ part~nza tempo;anea dell'anima leggera gli sv~·
discendenti non deve anche restare pienamente cosc1ente? nm1enta, le smcopt, certe folhe e gli stati cataleuici così fre-
Il doppio e la morte. La twzione di doppio si dimostra par- quenti .n~i r!~i della morte simbolica. Quanto all'anima pesan-
ticolarmente complessa. Se con il doppio si intende l'animale te essa c al pn1 delle v~lte la sola responsabile della morte pro-
totemico (I'Eruuttm diola, per esempio), la parentela di de- (;ess~~~~ ~ mo~te-ch~-s~-st~-facend~. Vi sono diverse possibilità.
stino tra l'uomo e il suo doppio simbolico è evidente: la morte ~glt mm del! ag-mua 1l/mdon de1 Fon (Dahomey) abbandona
dell'uno comporta irrevocabilmente la scomparsa dell'altro ti <:or~ per raggiungere il Dio Mawu alcuni giorni o alcune
(partecipazione omologica ed esistenziale). Da qu! il di~ieto ore pnma della morte effettiva. Tra i Dogon, l'anima abban-
rigoroso di uccidere il proprio c totem • e a magg1or ragaone don~ il proprio rivestimento tre anni prima de11a morte fisica
di nutrirsene (malgrado certi sacrilegi rituali): Quando il dop- per mtraprendere un lungo viaggio, visita la ca.sa delle donne
pio coincide con l'ombra lo si può avvicinare all'anima leggera in stato mestruale, girovaga nella savana e si riposa sotto l'al-
o all'anima-uccello: quando l'ombra si accorcia secondo gli ~r~ go~u (che ~u crea~o per primo e servi di riparo agli uo-
Zulu (Nata!, Transwaal), la morte si avvicina; il doppio c si mJJH pnma dell mven21one delle capanne). l Pigmei (Africa
contrae allora in qualcosa di molto piccolo»; il cadavere non centr~le~ ~redono neli 'esi_steaua delle l'ate, anime viaggiatrici
conserva più c che un'ombra minuscola che sparirà con !ui • - che sa dtsmcarnano per tmpadronirsi di altre anime e sotto-
Infine, il doppio si definisce anche come elemento fondamen- mettersele; i corpi, privati del principio vitale a causa dei loro
tale dell'io : è questo il caso del dya dei Bambara (Mali), che malefi~i, ~niscono_ prima .o poi per perire. La morte dunque
è insieme soffio, c gemello dell'essere umano •· c ombra ~ul non v1ene concep1ta al d1 fuori della separazione dell'anima ·
suolo., c riftesso nell'acqua» ... ecc.; bisogna vedervi, in de- pesante - sgozzata da Amma (Dio), dicono i Dogon - dal
finitiva, sia un'ombra che un principio vitale e un'anima leg- corpo, mentre la dissociazione del legame che unisce le diverse
gera che viaggia durante il sonno (sappiamo che ~uesto si av- anime interviene solo secondariamente.
vicina alla inorte), abbandona il corpo al momento del de- La morte e il principio vitale. Il principio vitale, a volte
cesso e si reincarna in forma invertita (il dya diventa ni, cioè non differenziato dall'anima, è sufficiente per conservare la
« anima », e il n i si fa dya). In pratica esistono divers~varietà vita umana, in particolare durante il periodo della morte-in-
d'ombre o di doppi. Nel Dahomey. ad esempio. i Mina, i Fon, processo. F. come se la vecchiaia coincidesse con l'indebolimen-

2.p
to di questo nàmd, mentre la morte c~nsiste ?ella sua rottura subisc.;e la morte perché questa risulta dalla scomparsa del
con il corpo. Al riguardo prevalgono, 10 prauca, ~re c~edenze · principio vitale che lo animava o dello spirito che lo soste-
Per gli uni il principio vitale abba?-dona per pnm.o •l corpo neva; persino il .~uo nome, la sua imegna e il suo emblema
dell'uomo (è il caso dell' hunde degh Songhay del N•ger), n:'en- sparir~no. L'anima, sia che abbandoni il corpo attraverso la
tre l'anima continua a restare attorno al cadavere. Per gh al- bocca, i capelli, gli orecchi o le narici - il ln1zima, come di-
tri l'anima si separa dal corpo prima c~e il. principio vi~ale umo i Bantu ----;- abbandona il mondo della c ultura per ritor-
se ne allontani (Dogon, Serer, Ba-Ila, Ptgmet). Infine, ult1rna nare all'universò della natura (dissoluzione nel wsmo). Cer-
eventualità, l'anima e il principio vitale abbandonano con- to, non si tratta di una rottura brusca; il corpo - per poco, è
temporaneamente il loro rivestimento. car~al~ ~l ~omen~o vero - potrà presiedere ai propri funerali e sarà oggetto di
della morte effettiva (Diola). Benché 1l pnl_lopw VJta~e ~·a attente l:ure; successivamente alcune sue parti nobili diver-
spesso unico o meglio unificato ess? p~rò .nsul~a ~alla . n u- ranno talvolta oggetto di culto (tibie, cranio): viene anche as-
nione di numerose particelle provemen.tt ~at ge':u.ton• .P?• cb- sicurata una parziale sopravvivenza ereditaria (ògni uomo, di-
gli antenati e dall'essere incarnato, dagh ahmentt mgentt, dal- cono gli Ashanti, ha il sangue della madre e le ossa del padre);
le iniziazioni subite. Ora, la morte ha l'effetto di provocare infine. non è da escludersi che, in forme sublimate, mbi~a
uno spezzettamento seguito da sparpagliamento e spes.~o da re7 i tormenti del dolore ( « inferno • ) o viva le gioie della ricom-
distribuzione all'interno del clan. Il mrgbe o forza. vitale det pensa (• paradiso • ).
Pigmei si dicotomizza: una parte s.i inte~a nell'an.•ma~e tote-
mico; l'altra viene raccolta dal pnmogem.to che st ehm~ sul 2) lH orle, per.sona e divenire. La ·m orte neg-ro-africana si de ·
proprio padre con la bocca apert~ in mo~o da rac~ogherne finisce innanzitutto come una rott11ra di equilibrio fra gli ele-
l'ultimo respiro (= anima). Tra gh Ashanu la fo~ vatale pro- numti costit utivi dell'io, seguita o meno dalla distmzione im-
veniente dalla madre si n•incarna in linea femmmale e quella mediata o progressiva, totali' o parziale d'tmo di essi (corpo,
del padre in linea maschile, mentre il soffio vitale emanante doppio, om!Jre,· everlltutlmnlle anime; raramente principio vi-
da Dio vi fa ritorno... . . . tale o spirito). Puè> così esservi una perdita ontologica, alme-
n'corpo e la morte. Non .si può non essere.colpm.dalla Sltu~­ no apparente; rr.<l la morte, se è distruzione del t 111to o della
zione (relativamente) passtva della corporeLtà nell escatolo~ta somma degli elementi costitutivi dell'io. non appare mai come
negro-africana.'., Dovunque il corpo appare un po' secondano: distruzione di t uflo poiché la maggior parte degli elementi in
questione possonu avere, sia globalmente (ed è questo il caso
140 Fatto tanto più 1orprendente in quanto il corpo. come abbiamo detto,
è speuo valoriuato e si fa dì tutto per assi.curarc: un e~cclle?tc schema co~­ piì1 frequente), sia in modo distinto. un nuovo destino, ag-
porale. Secondo la tradizione, il corpo è d1 sabb1a o d1 arg1~la. In che mi- glomeranciusi per esempio in un altro modo con altri elementi
sura si parlera al suo soggetto .al rnomc~to d,ella ~orte? D1 una ca~a che per realizzare una nuova persona. La morte n on è dunque la
crolla restano i materiali che sono entrati nel! or~1z~a.z~one nccessana p~r
dame la combinazione strutturale globale. I matcnalt d1 queJ~a <:asa .. o 1n negazione della vita ma piuttosto un cambiamento di condizio·
modo iù essenziale • la materia,. di questa casa. è la terra d1 cu1 è Impa- ne, un passaggio in.sieme ontologi<:o ed esistenziale, una rior-
stata. Òra, non sarà. la terra a venire distrutta in questo crollo, essa resta
come una sostanza imperitura. Lo stesso accade per la sosta~za ~e,U~ ma~
ganizzazione degli elementi della vecchia persona (separazione,
lerialità corporale. Tutto ciò che. è f!laterialc s~mbra che SI O!lgtm c St aggiunta o scomparsa; distruzione o ri-creazione). Q uesto cam-
ccmpia nella terra, cioè la matcna st • aop~avvr~e,. nel suo r.Jto.rno .alla biamento suppone di fatto una continuità temporale d'ordine
t era Nella putrt:fazione del corpo SI rcahua la aostanz•ahuazJOnc
sosl anJa- c · . . • b'l' t .·
del materiale, condizione neces1a.na per 11 nsta 1 1men .o tm~agt_na
· rio del
- onto~ogico o almeno la somiglianza che ne è l'aspetto simbo-
l'equilibrio pflst-mortem. Perché come si potrebbe altnmentJ sp1~ga~e. che lico. Il reverendo Tempels ha sottolineato con chiarezza che:
un corpo anolutamentc annicnt~to poss.a appar!en~re .ancora a un md~v1duo e: Ciò che sussiste dopo la morte, tra i Bantu, non viene desi-
semplicemente trasformato ncll altra v1ta? .N 01 ntemall'!o che, per. m!'~n­
derc alle nuove esigenu di uno stato sptntuale .o _num1.noso, nelllmphct!o
dell'immaginazione fon corrisponda u~a sostan:uahzza.z1one della ma_te~1a
corporale, c che a ciò serv.a la sua deliquescenza reak Q.uC$.t a sostanz~a.lu:­ B.T. Kossou, s; d Gbe. Dynamiqur de l'uùtn~u chtr /es Fan. Tesi di dot-
:r.azione del corpo conferisce alla deliquescenza reale un st~1ficato pos1hvo. torato. Parigi 1971. ciclostilato, pp. 272-H.
gnato con un termine che indichi una frazione dell'uomo. Ho c'è molta differ~nza; non h~ perso né il dato né la possibilità.
im~so gli anziani nominarlo come < l'uomo stesso •• c lui stes- ~-sua sopravvt_venza è ovv•a. appunto perché è garantita dai
so ' • àyt: mwi11e. » 141 Senza dubbio non si tratta di un caso estre- ntl... 11 seppelhmento segna così l'inizio di una nuova vita...
mo. Senza dubbio ci sono delle distruzioni reali: quando lo La mor_te non è u':l fatto, ma una condizione diversa da quella
stregone « divora l'anima li ; 142 o nel caso di mala morte (anima della Vlta... La dtfferenza tra la condizione precedente alla
mangiata da una iena o che muore inghiottita dal poto-poto, mort~ ~ la so~ravvivenza non ~ più sorprendente di. quella
l'acqua del fiume, o nelle fiamme) ; o ancora nel caso di inca- che d1stmgue l età adulta dall'esiStenza che precede l'iniziazio-
pacità dei superstiti a fare dei sacrifici ai mani che per questo ne a_lla pubertà... Ma ~sseruialmente la morte è solo un pas-
no n pos~mo accedere alla condizione di antenati (per questo saggto come un altro e tl defunto non è un individuo cancella-
non c'è niente di peggio del no n avere figli). Ma, nella maggior to dai ruoli ... t al più qualcuno che ritorna e, più in gene-
parte dei casi, il cambiamento significa sia la permanenza della rale, qualcuno che è presente. li
vita che la sua estinzione. Ciò che sussiste della vecchia condi- _ Si_ potrebbero d_istingu~re, _schematicamente, tre organizza.
zio ne nella nuova non viene co ncepito presso tutte le etnie .z tom fondament.ah del dtvemre post mortem : un sistema ci-
nello stesso modo (anime o frazioni di anima, doppio, spirito, clico con reincarnazione di fatto, un sistema lineare con rein-
principio vitale, ecc.). Tuttavia il nuovo è assai spesso una ri· carnazione nominale o formale, un sistema misto che deriva
petizione simbolica dell'antico; la vita nell'aldilà è identica da entrambi e li complica.
alla vita su questa terra (i morti mangiano, bevono, ·coltivano Un esempio del primo ciclo ci viene fornito dai Serer del
i turo campi e addirittura - benché il caso sia molto raro - Senegal. ~io_ ~a creato per l'uomo due corpi, un corpo nel
in certe circostanze si riproducono!): il neonato richiama i mondo dei vtvi e un corpo nel mondo dei morti. Il passaggio
tratti dell'antenato che reincarna (il figlio nit-ku-bon dei Wo- dall'uno a_Il'~l~ro av~ie?e secondo fasi intermedie che per il
lof del Senegal), l'anima purificata e il corpo sublimato c somi- mondo de1 vtvt commctano prima della nascita e finiscono in
gliano» all'anima e al wrpo del vivo, ecc. Riproduzio ne inte· ·modo ambiguo, con possibilità diverse, per- ritornare al mon-
graie (identità na i Bantu), affinità antologica (identità par- do dei morti e ricominciare H ciclo: Nel caso specifico la mor-
ziale : Diola, Le bu, Wo lof) o simbolica (partecipazione: do- te, al di l~ de ll'aspetto del ritorno ciclico, non è affatto una
vunque nell'Africa tradizionale) o semplicemente appartenen- distruzione ma un recupero di tutto e soprattutto dell'esperien-
za, caratterizzano questa continuità fondamentale che si tra- za umana vivente, persino fisica.
duce socialmente con l'adozione dello stesso nome quando la Un esempio del secondo sistema, lineare, è quello dei Ban-
reincarnazio ne sia stata riconosciuta. In un certo senso, lo slit- tu. Il defun!o viene_designato _con tre parole: bugingo = du-
tamento verso l'immaginale 1~ - concezioni escatologiche a rata ~ella Vtta; buuma = umone del corpo e dell'anima ne-
volte descritte con molti dettagli e ripetizioni simboliche ri- cessana per pr~urr~ ~n vivente, ~n kiziJ'TUJ (uomo o animale);
tuali - compensa la durezza dell'evidenza (putrefazione, as- magara = la vata spmtuale propna dell'uomo. L' uomo viven-
senza). « Colo ro che sono morti non sono mai partiti ... J morti te è un muzima = persona viva e cosciente. Quando arriva la
non sono sotto terra... I morti non sono morti li, declama un morte, bw:ima arriva al suo termine, kizima cessa di. esistere
poeta. Nessuno ha descritto e spiegato meglio di Van der l'ombra si dissolve, il corpo marcisce. Mu.zima, esistente dota:
Leeuw questa concezione che sembra si debba applicare a tut- to d'intelligenza vivente, si trasforma in muzimu., esistente do-
te le religioni cosiddette arcaiche: « Tra il morto e il vivo non tato d'intelligenza priva di vita. Muzimu 'non apparterrà mai
p~ù al mondo. dei vivi, pur restando in rapporto con la sua
Hl Tcmpds (R.P.). La philosophie bantotl, Prés. Mric., 1949, pp. 37-3S. d1scendenza e pur potendola far beneficiare della sua forza
l ~2 Modo di persecuzione corrispondente al fantasma di divoramcnto V:itale. L'a':ltenato che entra in un esistere senza fine (immorta·
della psicoanali1i. come si è già detto. htà, etermtà) è una concentrazione di vita spirituale; se il
143 Van der Leeuw. La rt/igion dans son eutnce et ses mani/estatìo,u,
Payot 1955, pp. 206-207. padre genera il neonato, .l'antenato partecipa a questa co-fe-
condazione e vi prende la parte più importante; l'antenato può dei mani); alterazione progressiva dell'essere e della forza del-
fornire a numerosi neonati l'energia vitale necessaria alla loro l'essere (= forza di vivere), compensata dall 'accre.~imento del
comparsa. L'esistenza dei defunti è sottoposta alle loro rela- sapere (antenati anonimi esplicitamente venerati ); accresci-
zioni con i vivi : colui che non potesse pii• intrattenere que- mento della forza d'essere con esaltazione della memoria indi-
ste relazioni sarebbe completamente morto e, non potendo viduale e collettiva (antenati nominati e particolarmente ve-
sfuggire a una diminuzione antologica dell'essere, si fonde- nerati).
rebbe nella comunità anonima dei mani il cui ricordo si è can- 3° - La morte in definitiva colpisce solo l'individuo o ap-
cellato dalla coscienza dei vivi. parenza sensibile (immaginaria) e non l'essere fondamentale
Un ultimo esempio, quello dei Diola di Casamance (Sene- partecipante che è il gruppo, il quale dispone dei mezzi sim-
gal), è partecipe di entrambi i sistemi : la vita è l'unione del bolici (immaginali) che gli assicurano la permanenza.
corpo, dell'anima e dello spirito. Alla sua morte il corpo mar-
cisce nel cimitero, ma il suo doppio continua ad esistere. Il b) L a morte e la per.sona in Occidente
doppio, o corpo sublimato, si unisce alla parte integralmente Due differenze fondamentali oppongono a prima vista la cul-
buona dell'anima e dello spirito e accede al paradiso, o alla tura occidentale a quella negro-africana. La prima si appaga
parte integralmente cattiva dell'anir_na e del_l~ spirito e ~g: di un dualismo che contrappone la corporeità allo spirito, che
giorna netrinferno. Quel che resta d1 tale umta duale (amma può, in una prospettiva materialista, ridursi al primo termine
+ spirito) dopo la separazione della parte buona o cattiva o quanto meno intrattenere con esso un rapporto di condi-
può reincarnarsi in modo plurale. zionato a condizionante, mentre la seconda moltiplica gli ele-
:t difficile, per uno spirito occidentale, analizzare secondo menti costitutivi della persona (pluralismo coerente). Nel se-
le sue categorie tutti questi sistemi senza amputarli di gran condo caso (Africa nera), senza negare la specificità di ciascun
parte del loro significato e della loro forza. Si tratta di una to- io.144 la mentalità partecipativa si impone su tutto ci(> che
talità conheta, esisttnziale, che appartiene soprattutto all'or- può impedire il • consumo della morte sotto la <:ategoria della
dine del mito: la coscienza intellettuale non può coglierne tut- separazione t4S e della dereJizione », per riprendere l'espres-
ta la sostanza. Tre osservazioni riassumono l'e.~nziale di quan- sione di P. Land.sberg: 146 è per questo che il rifiuto e l'orrore
to abbiamo appena detto: della morte sono sfumati e che la collettività fa il possibile
)o - Ogni morte comporta una distruzione parziale, una li- perché essa venga accettata e trascesa. Ma nel primo caso (Oc-
berazione parziale e una ricomposizione parziale degli elemen- cidente) prevale invece l'individualismo, cioè Ja cos<.:ienza acu-
ti costitutivi dell'antico vivente, che verificano cosi il modo
specifico di composizione dell'io.
2° - Lasciando da parte le modificazioni del corpo (conser- 144 Ogn i persona è infatti una sintesi originale e quasi unica di elemen ti:
l'adozicne di un nome segreto, le tecniche di promozione, la definizione del
vazione, trasformazione, trasfigurazione, alterazione, annienta- ruolo arricchiscono la spec.ificita ddl'io, come si è già sottolineato.
mento ...) è possibile introdurre - non fosse che per facilitare 145 La separatione ~iste ma in modo a pparente: i defunti restano vicini
la comprensione dell'escatologia .......: le distinzioni seguenti: e posson o reincarnani; il villaggio dei morti si sovrappone a quello dei
vivi.
distruzione antologica di alcuni elementi dell'io, dunque della 146 L. Livy-Bruhl lo sottolineava assai bene: • O anche potremmo dire
persona come sintesi con scomparsa concomitante del ric~rdo che il sentimento che l'individuo ha ddla propria vita coinvolge un
~entimento di sìmbiosi con gli a.ltri membri del gruppo, n patto però di
del defunto; morte definitiva totale (mala morte) o parztale, non intendue con questo una esistenza in comune tipo quella degli ;Jnimali
a un tempo biologica, sociale, metafisica; indebolimento del inferiori che vivono in colonie, ma volendo semplicemente alludere a delle
ricordo del defunto dovuto alla progressiva scomparsa dei di- esistenze che si sentono in una dipendenza inevitabile. costante c rniprnca.
Questa, d 'altronde. in tempi normali, non è formalmente sentita. proprio
scendenti (antenati anonimi venerati implicitamente) o alla perché è costantemente presente, come la pressione atmosferica. • L'autore
assenza immediata di superstiti con perdita di forza per il mor- conclude: ~ La partecifaziune dell'individuo a l corpn sociale è un dato im-
mediato, contenuto ne sentimento che egli ha della sua esistenza. • l qua-
to dovuta a carenza di !>acrificio (morte sociale. o metafi~ica, dPrni, Einaudi 1952. pp. 137, 139.


ta dell'io rafforzata dall'ideale di concorrenza - appreso già dal Cristo) per i figli di Dio. S'instaura cosi il regno della
nella scuola sotto forma di competizione - e dalla lotta per morte della morte poiché il soggiorno all'inferno o in para-
la vita tipica della società consumistica o del p~~fìtt~. In diso è definitivo.'.. Questa è almeno la credenza popolare,
questo caso è inimmaginabile una pers~na ch.e rec~t 1_n ~e ele- nell'ambiente giudeo-cristiano, di chi è più o meno fedele alle
menti estrand (la credenza nelle leggt dell eredttaneta cro· lezioni della Chiesa.J.f'J Non pochi teologi si sforzano però di
mosomic.:a non incide minimamente al livello di coscienza; uscire dai sentieri battuti e dalle affermazioni semplicistiche.
l'alienazione fa spesso dimenticare al soggetto di essere nien- Non basta, effettivamente, affermare che c'è separazione dell'a-
t'altro che un prodotto-oggetto al servizio dell'ideologia ~o.mi­ nima dal corpo. Restano degli interrogativi: c questa sçpara-
nante), mentre elementi suoi speci fici si situerebbero al d1 tuo- zione è dovuta a un diuamismo profondo dell'anima, ch'essa
ri delle frontiere dell'io. sarebbe destinata a perfezionare! O è un semplice avvenimen·
Se tralasciamo le tesi del monismo materialista che ci rin- to che la colpisce, iu contrasto con le sue tendenze essenziali?
viano interamente alle interpretazioni della morte biologica Nella descrizione cl~ica dellà morte non si dice niente al ri-
già esaminate, la concezione dualista tradizionale ripon~ la guardo. ,. 150 Lo stesso concetto di separazione è osc.:uro. c Così,
morte alla separazione dell'anima e del co!po.~ Quest' ul~1mo quattdo l'anima è unita al corpo, si trova manifestame71te in
verrà votato subito dopo il decesso alla dtstruz10ne ( « R1cor· rapporto c:ou quel tullo di cui il corp o è solo una parte, con
dati, uomo, che sei polvere e tornerai polv~re .•. si canta. il me~­ tutto ciò che fa l'unità del mondo materiale. Ora, né la meta-
coledì delle Ceneri), ma la prima verrà gJUdtcata, pumta o n- fisica (si tratta di una metafisica swlastica della materia prima
compensata a seconda della vita che ha condotto, o anche s_ol- o di una metafisica che utilizza il concetto assai analugo d'« in-
tanto in rapporto a l momento della sua comparsa dav~~u a dividuo» màteriale) né alcuna filosofia della natura di tipo
Dio (c stato di gruia ,. o di c peccato mortale » ; contnz10ne specu lativo possono considerare que.~ta unità dell'universo ma-
sincera 0 mancanza di pentimento). Ma. a l mo_m ento della _re- teriale come un insieme puramente logico di oggetti singoli,
surrezione universale, i corpi potranno paneopare al desu~o o come una pura risultante dell'interazio ne esteriore di tali
delle anime : corpi ordinari per i reprobi, corpi c glorios~ » individui. È impossibile, in questo contesto, determinare con
idealizzati. sublimati e trascesi (il cui modello viene formto
r. 4H Atteggiamento c be alcuni giudicheranno rc:prcs~ivn e non se n~ a
ragaone.
149 Qunta r<lpprcscntazione della morte cume sc:paraz itmc dell'anima d:.d
147 Se: la persona. per il Giudeo-cristiomo. è un mist? .di ani~a c corpo. corpo i: d'uso cosi naturale, a partire dai primi P.adri della Chiesa lino a l
in cui quella domina questo, la morte presenta mo!tcpltcJ aspctll: la &e{'~· catechismo di Gasparri. per esempio. " che ci è: necessa rio considerarla. -tal
ra~ione dei due principi, ovviamente, (morte propnamentc detta); l_o_ sv1ll· punto di vista l eologico, come la descrizione classica della morte. Essa
mento dell'a nima o la sua domin:uione da parte del corpo (morte 5p1ntuale. formula d'altronde qualcusa che: è essenziale alla morte. Evoca innanzi·
peccato); la mutilazione del corpo (morte rinviata o piccola morte a seconda tutto un fatto innegabile: il principio spirituale d i ·vita, l'anima, si situa.
dei casi). Avremo occasione di _ritor!'a_re sul t.ema del C(_)r(Jo (o. d~J cadav~re) in virt~ della morte -.per dirla vagamente c con ogni possibile r iser-
mutilato. Diamo tuttavia alcun• rapad1 esempa. Il bambmo :'sumda la fenta, va - tn un rap~crto dtvcrso nei confront i di ciò che siamo soliti chia-
per quanto leggera usa sia, a una niccola morte. Se sa deve cred~r~ a mare il ccrpo. L anima non sostic:m: più la forma dd corpo come realtà
Freud, il bambino avrebbe coscien.za della morte solo dopo_ la fase c_d1p1ca: indipendente, opposta al rato dell'universo e in possaso della propria
lil pilura di morire è puramente e s~mp~icemente la paura d1 _p~rdcrc. •l p~nc intima legl:l'e di sviluppo. Il corpo non vive più c noi possiamo e dobbiamo
{illlgoscia d i ca1trazione). Altro punto tmporta~te, la scssual•ta: .. L uo":'~ è affennar_e 1R qucs\o senso che l anima si separa dal corpo. D'altra parte. i:
un apparire ... ci dice Groddeck, • che a.~cede ali usere solo nella _m,or~e: l cla- una ventà di fede (cd anche di mcta6sica) che l'anima 1pirituale perso-
culuiunc-castrazionc: che lo espelle da nuovo verso la sc:ssuahta.. •l. pene. nale. nlJn scompare quando si dissolve la forma del curpo ma conserva. ben-
L'uomo raggiunge, l'acm.e del piac~re. - l'i1ta':'te and~og'illo - nell'eaacula: c~é tn un mod o d'es:;cre. ~el tutto diverso, lu propria vita personale e spi-
zione: l'esaere e l appanre non comc•dono ma1 per lu1, se no~ ,nella mor.te. n tuale. Allora, la dc:srnzaonc della morte comt: separazione del corpo e
mentre la donna raggiunge l'acme del piacere nel parlo, caoe a_l .tcr~a~e dell'anima esprime chiaramente, nel suo modo immuginario, questo ateuo
di un lungo processo simbolico dura':lte il qu.ale la p~rsona femmmalc ndl· fatto, dato che la parola <separazione> evoca la sussistt:nza ddl'c:lemento che
venta individuo ed i: dualità androgma grazae al figho fallo nella sua ma· è_ $tparato.. ~nduhbiamente, da questo doepio punto di vista . questa dt.,a:-
trice. Anche per la donna l'acme è aim?ltane~mente .la mor.tc: nel momento Zlone tradtlaonal e della morte si giustifica pienamente:. • K. Rahner. Lr·
del parto viene respi!'ta. dall'csse_re ~~~ ~ppanre. • E.aculazJon~ c parto so- chrétien el la morl, - Foi vivante• 21 , Deaclée de Brouwer 196G. pp. 17-18.
no, da molti punti d1 VISta, mutalazaom!
'' 150 K. Rahner, tJp. (il., 1966, p. 18.

: '
maggior precisione, sul piano categoriale, la natura metaempi- avvi~in~ e ciò che all~:mtana i~ punto ~i v~t~ cristiano dal pun-
r ica di questa unità real~-ohtologica del mondo •.u1 La morte to dt vtsta n~o.africano:_ CI Ò che h avvtcma: stretti legami
è infatti innanzitutto « abbandono della forma corporea e ap- tra corpo~ am~a e tra amma e cosmo, corporalità del defun-
parizione di una relazione pan-cosmica dello spirito • ,152 ter- to. non dtstruz~one _de~l'ess.ere; ciò che li allontana: peccato
mine biologico della storicità vissuta e compimento dall'inter- e col~evole~za mtenonzzatl, assenza di reincarnazione. acces-
no della vita personale; essa è dunque per l'uomo c ciò che so ali e~ermtà. La morte . crì_stiana non .è affatto un semplice
pone un termine definitivo al suo stato di pellegrino. Median- passagg1o da una ~orma d1 eststenza a un altra, che della prima
te la morte l'uomo. proprio in quanto persona etico-spirituale, ~onserv_erebbe « 1l carattere essenziale, cioè la temporalità
si compie definitivamente e si orienta, senza ritorni, verso Dio mdefimtamente aperta •; per il fedele essa è invece l'inizio del-
o se ne allontana a seconda dell'opzione fatta nella sua vita l'eternità, per quanto si possa parlare di un inizio deiJ'eterno.
corporale • . m Privata del corpo. l'anima intrattiene rapporti Creata l:intera realtà, l'~~iverso s'incammina progressivamen-
piia stretti c con quel tutto di cui il corpo è solo una parte, te verso tl_suo stato definitivo, nella e mediante la persona umJ.·
con quel tutto che fa l'unità del mondo materiale ... l'anima na, matenale e insieme spirituale, di cui costituisce in un cer-
che si apre così al tutto, abbando nando nella morte la sua to senso il 'corpo •· Ma ciò nella misura in cui il compimento
forma corporea limitata, comincia a svolgere anch'essa un ruo- realizzato dall'interno è contemporaneamente, sulla ha~c di
lo determinante nell'assieme dell'universo, e ciò nella misura una misteriosa unità dialettica, un'irruzione subitanea, 110
in cui questo costituisce il substrato dell'esistenza personale arresto forzato imposto dall'imprevedibile intervento di Dio
degli altri esseri composti di corpo e di spirito... 1M E se i1 pec- nel giorno di quel giudizio che nessuno conosce.m.,.
cato è una conseguenza della corporeità, non si è forse portati · La concezione cristiana. ingenua o teologicamente profon-
a pensare che « il castigo del peccato pr~uppone anche, come da, non esaurisce l'atteggiamento dell'Occidente.'51 Per i non
condizione della sua stessa possibilità, una certa ' corporalità • credenti. ad esempio, la morte è sinonimo di annientamento
dell'uomo dopo la morte, anche se questa dovesse ~sere di un di tutta la persona. I conforti della filosofia e della religione
ordine del tutto diverso? • m E la resurrezione della carne non contano poco, e poco importano l'ironia della coscienza che
implica l'unione o meglio il compimento nel corpo glorio- supera la morte, l'immortalizzazione metaforica dell'amore, la
so: c Se la mor te, considerata come un termine positivamente sfida della libertà o il ricorso a Dio. La morte è una certez-
ricercato come scopo, significasse la completa liberazione del za, una certezza di fine. t la fine di una storia individuale
corpo. l'assoluta evasione al di fuori di questo mondo, non nell~ quale si. trova iscritta l'esistenza, il solo tempo vis.mto
si riuscirebbe a capire come mai l'anima sia tesa tutta intera dali uomo OCCidentale. Non lo consola il fatto d'essere stato
verso la resurrezione del corpo come verso un elemento posi- e dunque d'es~ere stato un istante d 'eternità che lo salva pe;
tivo del completamento dell'uomo e del suo principio spiri.
tuale personale. » 156 Questi passi indicano chiaramente ciò che 157 K. Rahner, ofJ. cit., p. 31. Allo Ucsso modo c'è una bella differenza tra
la n~zione di corpo sublimato di cui ci.parla a vo_lte. il_ Negr~-afri_cano e quel-
la d! corpn glonoso dopo la resurrez1one su co1 Cl mlrattlene rl Cristrano:
151 K. Rabner. o/J. cit .. p. 19. • Poach~ parlando dello stato rlorificato del corpo. la rivelazione non afferma
152 K. Rahn~r. fi/J. cil .• p. 65. &Olt~to che il . c~rpo d~ll'uomo è in uno stato di perfetta plasticità, nei con-
153 K. Rahn~r. op. cit .• pp. 211. 29. fronti dello spmto sovrannaturalmcnte divinizzato c in pienu pouusu della
154 K. Rabncr. ofJ. cit., p. 24. • Non si tratta qui dci soli dati immediati «razia. Es..a irui_n~a ~che ~e. in . qualche modo. la forma corporale che
della fede, secondo i quali la qualità morale dell'uomo individuale (finito) permette allo spmto dt man1festarsr concretam~ntr: resta, nnnostante il suu
inOuiscc sull'atteggiamento di Dio nei confronti del mondo e di tutti gli altri stato concreto, capac:e dì entrare e restare, liberamente e senza ostacolo ir
individui. Si tratta anche di un"azionc immediata, intcma al mondo. che rappor~o con. ogni cosa. Il_ corpo glo~ios~ sembra, diventare cosi 13 p'ura
esercita sull'assieme dell'universo ogni persona particolare, a partire dal espressaone dt questa rdauone con l auu:me dcii universu che è propria
momento in cui con la morte essa diventa pancosmica e si apre all'universo della penona glorificata. • K. Rahner, pp. 27-2S.
secondo una relazione: realc-ontologica. • . ISR Ve.d~re, per cs~mpio, M. Zcraffa, Personne et fJ~rsrmnagt>. l :rTJofu-
15.S K. Rahm:r, li/J. cit.• pp. 26-27. tao!' es~hel1qut! du réalim~e romoncsq11e Nr Occidnat. dc /9'!() a JQ.)!J.
l 'i6 K. Rahncr, op. fit., p. 27. Klandu1eck l96Q.
sempre dall'inesistenza eterna, né d'altra parte il morente pos- derà infine all'eguaglianza davanti alla morte e dopo.L6.l
:;ìede sempre la virtuosità del filoso(o. Resta l'umile _scommes- E tuttavia la fine dell_a vita non comporta, almeno per un
sa di Pasca! e l'ultimo « giuramento» che ne è la nsposta. Il ceno t~mp~. la sopp~ess10ne totale della persona. Ci sono re-
marxista va anche piì1 o ltre : " l figli di una società socialista g?le glllnd1che prec~se, che abbiamo già segnalato, le quali
impareranno per tempo che il concetto di un:a_nima. distinta d1fendono la memona d el defunto se questi viene diffamato:
dal corpo non puc'l avere n essuna realt~. Lo sptr~w ~ •l cuore, • ~i gi?r~i no~tri si raccomanda il rispetto d el cadavere per-
un tempo isolati arbitrariam ente con tl m~me dt a~1ma , ~on? che noa nspett1amo la memo ria d ei defunti e perché vi è in -
un aspetto particolar e d ell'esisten_za ma~enale degh essen .~•­ compatibilità tra un atteggiamento irrispeuoso d i fronte al ca-
venti. L'anim a è una forma specifica d1 adattamento dell In- davere e un sentimento reale di p ietà nei confronti del suo ri-
dividuo viveme a l mondo esterno ed è inseparabile dal corpo cordo. Se onoriamo l'uno è impossibile che disconosciamo la
come lo sono il diritto e il rovescio di una medaglia. Quando di~nità dell'altro ... Ai nostri giorni la pietà con siste soprattut-
queste idee elementari saranno penetrate fin dall'infanzia nel- to m un sentimento intimo di rispetto per la memoria del mor-
la coscieuza degli uomini, il problema della morte sarà spo- to. Essa comporta normalmente. ma non necessariamente, 1'in-
gliato dai misteri e dai terrori di cui è stato circonda~o, in par- violabilità del cadavere. » lbJ In ogni caso il diritto del defunto
te per ignoranza e in parte per interesse. » 1911 Da _que~to p~m_to alla prote2ione della sua memoria im plica anche il diritto sul-
di vista l'immaginario neg-ro-a l'ricano e l'immagmano cnsua- la sua spoglia futura: lt\4 a: Decidendo della destinazione defini-
no vengono entrambi respinti come alienanti: la morte è un tiva del proprio cadavere, l'uomo non dispone di un bene. Fa
termine n ecessario e insieme ineluttabile. Nessun uomo wt- al contrario una scelta ispirata da considerazioni d· ordì ue mo-
tavia esiste invano: eg·li è l'an ello di una vasta catet~a. la . ,-u~ r~~e. Q~esta sua scelta è in relazione con la sua personalità
sola funzione e Òi lavorare per migliorare le condlZlOOl d1 pw profonda e lo impegna interamente . Essa consiste in un
esistema ddl'uma uità : • l'opera d ella nostra vita part~colare: atto di volontà che conferma o rifiuta in modo definitivo un
per modesta che sia. è utile e continua nell'opera ~he 1 _nostr~ modo di vivere,_ una concezione filosofica o religiosa, un com-
simili hanno intrapreso (:on noi.» t.o In una soctetà m cu1 portamento sonale. » 16" Cosi ogni uomo, o ltre a l diriuo di re-
l'uomo non sìrutterà più l'uomo, in cu i il rendimento e 11 p ro- g<_ll ~re i _Pr?prì funerali con l'inumazione, possiede anche il
fitto n~sseranno d'essere le molle fondamentali dell'esistenza,· dtrttto dt ~tsporre la cremazione della propria spoglia mortale
i conltitti e gli incid enti diminuiranno progressivamente via o quello d1 donarla per usi medici,1116 sia per autopsie che per
via che si sarà appreso a lottare consapevolmente _cont~o _le
.162 _Il che non impedisce che gli uomini illustri abbiano diritto ad .un
cause t:he li determinano: la società letifera che 11 Cnstta- omaggll) Posi mr>rlem più importante, simboleggiato spesso da . un monu-
nesimo non ha saputo impedire, che anzi in una certa misura menti~ o a"!che solo da una l~pide commemorativa. Il panthcon e il mauso-
ha protetto se n on generato, sparirà _c~ntemporaneamen~e al leo dt Lenm sono due esemp1 ben noti.
< l ~3 R. Dierkens, L_~.< dro_ilf sur le co~ps t'l le caduure dc l'lwmme, Mas:;on
sistema tanatouatico ch e regge le redm1 del potere un po do- L..Gu, fp. 141, l46: C10 benmte.so pone 1! problema dell'autopsia, sia a scopo
vunque nel m<_>ndo. Ma ad un ~~ggiore ~ispetto per la vit~ penale che. S~1ent16co (Ditr~eus •. pp. J_(ilj.J77), o quello del recupero dd
di ognuno cornsponderà la seremta davanti alla morte, comp~­ post,o nel_ nm•tero. quando ~·a scaduto li tempo della concessione (deposito
nell OS$ano col.lctttvo). Abb1amo _abbozzato il prublem01. nella nostra prima
mento ultimo dell'esistenza individuale. E se le sofferenze da- parte a propo~Jt_o d~lla morte soc1ale c ddla socializzazione della morte.
ventassero intollerabili, si considererà « un suo inalienabile 164. f: pos~tbllc, m Francia, _Prcc_isan: mediante il testamento le proprie
volonta relativamente alla destmaz10nc dd· pmprio corpo dopo il decesso:
diritto fare appello a un medico perché ~o add~lf.m~nti del l~gge del_ 15- 1_1:1887. Questa volontà. dice il codice. • ha la stessa forza
suo ultimo sonno » . 1~1 L'eguaglianza deg·h uom1m s1 esten- d1 una d1spostz1one testamentaria relativa ai beni, ed è sottopusta a lle:
atene regole quanto alle condiz.iuni della revoca. ,.
165 R._ Dierkens, op. cit., p. 134. ·
·n J. B...b y. U11 1/I!Jntie mdllt•ur. in Recherche marxìste, Masperu 19i3,
...,, . !66P• f~tto non tutte ,le leg:is.lazioni so_no_ conc~rdi su questo punto: il
pp. 143-1 44. d~r~tto JslamJco pe~ ese~p1o pro_Jbtsce 9uals•as1 muttlazionc: del cadaver e. Il
HìO J. Baby, op. rit.,' p. \40. Vedere G. Mury, !96!S, oJl. cii. dtr_Jtto alla cremutone e stato nc:nnosCJuto solo di recente dalla C hiesa cat-
161 J. Baby, up. cit., p. 144. tohca (vedere, pn quel che concerne l'atteggiamento di Ruma, Codic-e ca-

2 55
cessioni di organi. e trapianti. 1fT Resta però inteso che J'uomo no con una credenza nella distruzione totale dell'essere, della
non è veramente c proprietario • del proprio cadavere, che persona, del personaggio...
dunque non potrebbe rappr~ntare un elemento della sua ere- L'unità delle preoccupazioni universali davanti alla morte
dità e che, d'altra parte, possono sorgere dei conflitti tra le e la prodigiosa diveTSità della rappresentazione eh 'essa suscita
ultime volontà del defunto, quella della sua famiglia (ad e- sono sorprendenti. La varietà delle forme del morire è indub-
sempio a proposito della cremazione o del dono di organi) e in- bia, si tratt~ ~elle cause del decesso (morta lità endogena. eso-
fine quella della società (autopsia giudiziaria, scadenza delle gena, da ct vii~) o dei giochi intellettuali ch 'esso provoca
concession i nei CÌf!Iiteri...). Le soluzioni di queste diverse op- (morte conceptta o rappresentata; morte intellettualmente in-
posizioni variano a seconda dei sistemi giuridici considerati. 161 tesa); avremo d 'altronde l'occasione di ritrovarla più avanti
t ancora il rispetto dei ·defunto che spiega la proibizione della a pro posito degli atteggiamenti di fronte alla morte.
viola:tione di sepolcro, 169 fatto abbastanza insolito ai nostri gior- Ma questa pluralità ci nasconde una relativa unità temati·
ni ma riportato all'ordine del giorno dalla rocambolesca avven- c~ anche ~e. il modo di concepir~ i.l ver? se~so di ogni coppia
tura di cui furono oggetto le spoglie del Maresciallo Pétain dt ~ppostt st sposta a st:conda det ststemt socio-culturali esami-
nel 197:1. ~atJ : ver~ morte o pseudo-m<;>rte, morte istantanea o progres·
È difficile fornire una ri5posta precisa o soltanto univoca alle sava (sub1ta~ea o nel suo farsi ), mo rte fisica o simbolica, mor·
diverse questioni po.u e pii1 sopra sul divenire della persona o te dolce o vtolenta, morte data o che ci si dà, buona morte
d el personaggio, dell'essere o dell'esistente. Tanto più che i (o bella) e mala morte...170 Inoltre ne escono, in modo irrefu·
fantasmi collettivi possono immaginare non importa quale tabile, una serie di nozioni chiave relative al vissu/.o-mncepito
forma possibile di sopravvivenza: persona integrale nella sua . del!a m or~ e: as~enza/ presenza, con.t inuitaj cambiamento, sepa-
condizione abituale, o sotto una forma diminuita, degradata razron_e /dtstruz~n~e, permanenza ~~ una realtà untologicaf cou-
o, viceversa, sublimata in un corpo glorioso; frammenti della servaztOne_ prnvvtsona del solo ncordo, passaggio inrlefiniti-
persona, essenzialmente principi spirituali o vitali che ritrn· vamente rmnovato / accesso finale all'eternità. mediazione / fine
vano la loro coesione iniziale o si redistribuiscono in modo ultimo ...
inedito in nuovi esistenti : semplici tracce materiali che per Se infine il c~mfronto tra l'universo negro -africano e que llo
un certo tempo tengono vivo il ricordo (tombe, reliqu ie, mo- d.el ~ondo occtdentale (nonostante l'universalità d elle os.~eli·
numenti) e funti di deontologia giuridica che spesso coinddo· swne tanato~ogiche attra~e~S? il tempo e lo spazio) ci appare
sempre pertmeme, ormat s1 1mpone una nuova distim.ione so -
nonÌ<'o 120j ~ 1204. par. 1, nonch~ 1'/rutructi" S. Officii: D, cadavuum cre-
cio-culturale tra l'Occidente • tradizionale » - r he arlerisu~
matitml"). La l~!isla1ione sui trapianti è ancora quanto mai complicata in
molti Paesi ~ cio n~ limita eccessivamente J'applica,ion~. cioè, più o meno. alle norme e credenze del (~iurleo-nistiane­
167 Può capitar~ che quoto sia il so lo diritto riconosciuto a un co ndan- si_m o - e quello che non vi crede pitt, e in parti<:olare il mar-
nato a morte.
16A In Francia il decreto dd 20 uttobre 1947 che modifica il d ecreto del x.~sta;. Forse ~re~be pi1~1 rigoroS:<' e adeguato contrapporre nun
31 dicembre 19-41. istituisc~ una procedura d 'urgenza che permette ai pri- g•à. l 1mmagu~ar~o cnsuano (><:ctdentale all'inuuaginario negro-
mari in servizio presso gli ospedali di dfettuare s~nza indugio. dopo
l'accertamento della morte. prdievi anatomici quantiu riten~ono che un
a~nc~n? « an~m1s~a », 9u~nt~, piuttosto c:ontrapporre entram·
interesse scicntificu u tc:rapcutim lo esiga, c se l'osp~clale in questione è; b1 gh am~ag.n;tar~ (C:nst~am. Ne~ro-africani) ai tentati vi ph't
iscritto su una lista che' si trova presso il dipartimento. o meno nusc1t1 dt negarh (Marxtsti ).
169 F: questo lu scopo dc:llil le&gc n . 56-1.'127 del 29-12-19.'>6 in Francia :
lnrrazion i alle lc~gi sulle inumaziuni. articolo .'160 dcJ Codice penale: • Sarà
Prima di occuparci di questo nuovo problema ciohhiamo
punito con la pngiunc da .'1 mesi a l anno e con un'ammenda da .100 NF però approfondire l'anali.~i del morire.
a 11100 NF chiunque: si sia reso colpevole: di violazione di sepolcro o di se-
poltura; senta pregiudizio per le pene Cllntro i crimini o delitti c he vi si
aggiungessero.,. Occetrre tuttavia segnalate eh~ l'articolo 360 resta alquanto l 70. Il che ci rinvia a un incrocio pluri-disciplinarc in cu i si incontra no
impreciso puirhé nnn dclini,ce ciò che è una sepoltura c: dì con~cguenu dovr le?logra . e nlo~~6a. srie.nze biologiche e medic he. dcmo l:'r:tfi a crJ estct ic:~.
cominci la violui u nc:. Vedere Ch. Vilani. Lf~iiintirm de la muri. op. cit .. P;'• cologta e dmttn. ~OClOiugia ~ antr~>pt>l.>gia ... ( vedere la nostra lntrcHiu-
~•one).
1962. pp. 9(1.((11,
IV . i .'EsPERlE1"7.A DEI.I.A MORTE: REALTÀ, LIMITE a) LA mia propria morte

. c Non esiste... morte... Esiste soltanto io ... che sto per mo-
nre, » mormora Perken, l 'eroe de La via dei re.• Così la mia
propria morte mi riguarda direttamente, come eventualità lon-
tana, certo, se sono giovane e ben portante, ma anche come im-
mediatezza angosciosa.5
.l Curiosità malata od ossessione metafisica: poco importa'·do-
« L'Essere umano e appena nato, » scrive M. Heidegger, potutto, dato che vi sono comunque delle persone preoccupate
c ed è già abbastanza vecchio per fare un morto. » 1 Quest_a ve- di vivere pienamente i loro ultimi istanti. È questo il caso, ad
rità (metafisit:a) inc.:ontestabile, verificata dai dati delle sct~nze esempi~, ~i M. Jouhandea u: «Tengo alla mia morte più che
biologiche e cunslatata dalla demografia, ~a un senso su_I p~ano a quals1as1 altra cosa al mondo e non vorrei, costi quel che
del vi!>SlHo? l La lentezza con cui si orgamzz.ano le funz10m su- costi, esserne derubato o che mi fosse trafugata con l'inganno.
periori della vita mentale e dunque delle forme organi_zzate Un dramma sen:ta epilogo non è perfetto. La prova è patetica
della coscienza vieta di credere ad una eventuale espenenza ed è là che voglio vedermi. » 6 Abbiamo già. riferito la testimo-
della morte del bambino in tenera età? D'altra parte, cosa si- nianza di quel malato che, tenuto lungamente in vita dai me-
gnifica una simile esperienza? Ed è possibile? E in caso a.ffer- dici, si lamentava d'essere stato derubato della propria ago-
mativo, a quali condizioni? Bisog~a mettere s~llo stess~ 1:uano nia: riferiamo anche il caso del moribondo che, rifiutando il
l'esperienza della nostra morte e d1 quella dell altro? Ct s1 può calmante che gli viene offerto, dichiara co n sangue freddo :
fìdar:e di rivelazioni del genere? c Nessuno mi priverà della mia morte. » t. forse questo stesso
Se: tutti d<>bbiamo morire, se in certi casi è possibile morire desiderio di vedere la morte in faccia che spinge il condan-
per l'altro o al suo posto, in compenso dovrò ~ene, un giorno nato a rifiutare la benda sugli occhi prima di ve nire fucilato,
o l'altro, morire la mia-vita. È dunque questo 1l probl~ma: se o Buffet a chiedere di venire ghigliottinato sulla schiena in
posso, in una c:erta misura, vivere-la-morte-dell'altro, ctoè sen- modo da veder cadere la mannaia. Infine, il desiderio di mo-
tire dolorosamente gli ultimi istanti dell'ess.er~ caro, provare rire da solo. senza parenti ed amici, può nascere da questa
sollievo per la scomparsa di chi odio, godere ~dicam~n~e de~la stessa tendenza: quella di evitare che l'altro crei un diversivo
tortura mortale inflitta spesso gratuitamente a una vttt1ma m- che impedisca di vivere integralmente l'ultimo istante di vita.7
noçeme... posso veramente vivere-la-mia-propria-morte? Non Quest'esperie.n za del vissuto della morte si basa su una pri-
c'è qui una contraddizione in -termini? La mort~ dell'~!t:o
riuni•ce gli uni e glì altri! » O ancora: • La morte vi~ne espulsa da! complcs-
non potrebbe essere, in definitiva, il solo approccu~ poss~bil: Jo dci più lontani parenti? •
alla mia stessa morte? E tuttavia, « la morte deglt ahn m1 4 A. Malraux, La via dei re, Mondadori 1952, p. 199. Vedere: S. Galo-
peau, A. Ma/rara t!t la morl, "Arch. Lettres modcrncs •. 2, 97, Minard 1974.
lascia vi vo » .3 5 Quella morte sociale che è rappresentata dal pensionamc:nto c d i cui
parliamo ne!Ja L parte ei traduce a piu o meno lungo termine in un di&tacco
1 Sein rmd Zeit, (trad. it.: Essere e tempo, UTET 1969}. Halle, Nicmeyer, completo, un ripiegamento autistico td è vissuta come un a cconto del gusto
amaro della morte propriamente detta.
1927. p. 245. . li' . l
2 Rivedere ciò che a bbiamo detto a propostto de amma e. 6 Réllifxions sur la vìeìllesse et la mort, Grauet 19.'>6, p. t20.
3 M. Gcnevoix. La mort de près. Plon 1972, p. 60. . _7 l! d1s~rezzo per la m~rte può anche essere scmplicc:mentc: una .. difesa
La morte. comunque sia, è refHenza a sé e all'altro. Il ~~~a della moT'1 tlbtuzJorahnata dalla •oc1ctà contro la paura stessa d ì morire. Di modo
condivisa è stato messo assai bene in evidem.a da R. ]auhn, Gens du su.l. che è difficile interpretare con sicurc:ua l'atteggiamento dello Spartano o
gens de l'autre, 10-18, 1973, pp. 422 agg. L'autore affronta chiaramente 1! qualsia•i altro che gli somigli • (]. Guillaumin). Vi sono frasi celebri dì cui
dibattitD: • La morte si consumerebbe . in comune quandu r_aggruppa delle ai i~ora la 1incerità: .. Temo la morte meno d i quanto la desideri. Vorrei
persone: dalle identità distinte (parenti e familia ri) c amvate eventual- m~ITirc per curio~iti • (G. Sand}. • Mi si luci morire, non ho paura • {A.
mente da 11riuonti diversi! • 0 : • Poiché la morte è innan~ilutlo rcfer~nza ~ Gade). MemorabLie, comunque, la favola di La Fontaine, La morte e il
lé. trasformerebbe dei luntani parenti in parenti 3lrctti nel mnmentu m euL laglialegna.
ma verità: la mort~ non è un'c unità esistente • · Come dke ·M. ~ ìon~ ev~are l'idea della m~me, come per esempio una fuo·
Oraison :• c Esiste solo il fatto che noi mcniano. Essa è esclusi· ~l!Ctta _di ~n~e nel bambmo : il tale, che r esiste impavido
vamente un fatto, e più esattamente un fatto che ci capita, co- , at colpt, pm p1ange lamentosame nte per una piccola graffia-
me si dice: un fatto personale. ,. Ma chi può testimon~are sul tura M è noto che molte ragazzine vivono non senza angoscia
proprio con fronto con il morire~ Colo~o c~e .h":llll;o c v1ss":to • l'arrivo delle loro prime mestruazioni u ma ci vuole ben altro
la morte? Né Lazzaro' né il Cnsto, d1 cu1 et s1 dtce che s1ano ~parlare di un autentico sentimento della morte.
resuscitati, ci hanno lasciato alcuna testimonianza al riguardo. ~ il malato colpito da una malattia grav~? 11 Non dimenti-
1 defunti che si pretende comunichino con i vivi? ~ curioso, chi~o che molto. spesso i familiari nascondono, e a maggior
ma essi ci parlano sempre d 'altro, come abbiamo sottolineato, ragtone nel caso dt un bambino. l'eventualità della morte. In-
e in particolare dell'universo in cui vivono. I comatosi che dubbiamente il paziente è inquieto, si aggrappa al minimo in·
ritornano in vita?10 Ma, oltre al fatto che non erano veramente d~zìo (c Forse sto per m orire dato che siete qui tutte e due,,.
morti, la loro incoscienza era tale che non r icordano nulla; ~tct la madr~ di S: de ~eau_v~ir al_le proprie figlie) ma spera
manifestano sì, dopo l'infortunio, comportamenti di regressio· sop~attu!to d1 guartre. L avv1cmars1 deJla morte può anzi non
ne e meccanismi d i difesa con insonnia e violenza dei sogni, ventre vtssuto come tale : c Non essendo mai stata malata • ci
ma non ci dicono niente sul loro morire. Paradossalm~nte dice Bernanos a proposito della sua eroina Mouchette: • il
ci si deve accontentare di quel che dicono i vivi... che hanno freddo che la penetra è una sofferenza leggera, un fa~ti dio simi-
creduto di vedere 1a morte da vicino! le a tanti altri. Questo fastidio non ha niente di minaccioso,
In realtà, per l'essere pienamente in vita•. la propria .m.orte non evoca alcuna immagine di morte. E d 'altronde Mouchette
non ha alcun senso : c ... la morte non m1 aveva mai mte· ·pensa alla morte come ad un avvenimento bizzarro, così im-
ressato. Non facevo i conti con lei, solo la vita importava. probabile e inutile a prevedersi quanto potrebbe esserlo, per
La morte? lJn appuntamento ineluttabile ed eternamente man- esempio, la vincita favolosa di un terno al lotto. Alla sua età,
cato, dato che la sua presenza significa la nostra ass~nza. Essa morire o diventare una signora sono due avventure altrettanto
si installa nel momento in cui noi cessiamo di essere. O lei o chimeriche. • 14
noi. Possiamo in pi ~na coscienza andar le d i fronte, ma possia· 11 V«~hio. no~ è vtono alla morte? Sappiamo che muore
mo conoscerla, non fosse che per l'istante di un Jampo? » si per gradt, vta v1a che le sue fone si indeboliscono o che la
chiede ad ~sempio A. Philipe.11 Certo, alcune esperienze pos· sua lucid ità si va spegnendo. Qu~st'impr~ssione d i degTadazio-
ne non risparmia gli adulti : c La vecchiaia m 'infetta anche il
cùore... L'imminenza della fine e la fatali tà della decadenza
8 Op. cit., 1968. p. 2!l. . • .
9 • SI. tutto and rebbe assai bene se ntm c1 fosse l angosc1a della morte:, • scoraggiàno le"'m ie rivolte: ma anche le mie gioie si sono im·
avrebbe dettn L uuro r«uscita to! Si deve concludere. stando a questa leg-
genda. che la paura d i morire sussis te . anche dopo morti? ,.
10 • Chi h<~. attrave rsato esperie.ruc dd .genere conserv~ so!o que~t Im- . l? Alcu':'i ad'!lt i non superano queste angosce infant ili. U na sincope, o
pressione, più o me no bene ass!m~lata, o .'! b.uco nero d! un amnc11<~. - rl n6.uto. d J fars~ e.\tra~e del . '<l!'~uc, ne: sono. in uomini per ;litri aspetti
dctah dJ coraggto. mamfesta;uom Ja rvate. Bcnch~ vi siano delle differen~e
quanto mai conturb<~.nte. <N on m1 r•~ordo .P IU mente. a partare ~al momento
in cui la vettura ai è parata da vanti a .noa; cd ho nprcso coscJenl~ a ppena di intensità. non esiste soluzione di continuità tra queste: ;mgoscc: infa ntili
tre g iorni dopo l'incid ente_. a qul\nto m a ~ s~ato detto. > F rase relati va mente e le: gra ndi nevrosi tanatofobe. ·
ba nale ... Ma ripreso COSCienza. che vuoi . dJ_re? Cosa ~ a~cad~to nel rra.t- 1-' Vede.n : per e,empio l'opera (deludente) di J.F. D evay, 'T roi.< moi.1
tcl1\pc? N euuno ne sa niente c nessuno e m g-rado dJ dJ~C: ment e; ma ~~ /lour motmr. La Table ronde I!Ji l , et il Lu:urt' d i A . Ma lraux G a!liniard
ogni caso cip non hn niente a c~c vcdue. con la morte pm~hé, appunto, SI 1974. •
tratta di un intervallo. E cosa puo voler a.re, o comportare:. Jl fatto che non 14 ~- Bernanos, L, llflttvellc li_ìstoirt• dr Mmt~ltt>Ur. a:uv rf's rom nnesques,
si possa in circostanze del .genere ripr~nder.e una cosc~cnza ~~naapcvole ~ella La Plé1adc 1~61, p. 271. (Trad. 1t.: Nu11VII .1l11na dr Moncltrl/t•, M ondadnri
propria durata solo g raz1c a lla tesllmomanza degh a\tn . ~ M. Ortuaon. 1946.) Segnahamo anthe Il lavoro poco nutu ma assai ri cco di L . Atlan,
op. cit., J9G8. pp. !1 -32. ~·. Fugur 1m le mal de la tcr~t·. in cui si m?st~;tn~ dei bambini ai quali
11 Op. cit., 1963. p. 14. Più a yanti l'autore aggiunge; • Non avevo ~ai •• msegna ~ so~are la loro v1ta e C'h(, convrnt1 d essere diventati vecchi.
~uardato alla. mort.l: con a ltr.et.tan.ta disinvoltura _di come quando ero rellce. accctta!'o d, monrc ~enz_a alcuna d ifficoltà . OccMre dunque prevedere una
Vivere n munre m1 tra qua~' mdtfferente. • p. b4. educaz1one del bambmo m tal senso.

200
pallidìte. La morte non è più un'avventura brutale e lontana; ai fianchi, ci ingannav.,~ 1
ora turba i miei sonni; da sveglia ~nto la sua ombra fra me e spettacol d · ......o su ·suo conto ·· era r-r n.o
no&· uno
il mondo: è già cominciata. Ecco quel che non prevedevo; co- as rezz o rammauco e sconv?lgeme. a l quale reagivamo con
p a e con tutte le forze det nostri co 1. . . N
mincia presto e rode. ( ...) Quel che più mi addolora (... ) è di potuto · 1 · · .. rp VIVa. on avrebbe

l
non sentire più in me desideri nuovi: muoiono prima di na- essere a tnmeutt. Ct tmmaginavamo al posto dell'
a bbattuto come se la cosa . f . . uomo
scere in questo tempo rarefatto che adesso è il mio. , 15 bile potevamo l . _Cl osse stata possab&le. È impos.si· .
Sentire le proprie forze indebolirsi. pensare spesso alla mor- • . so o ammagmarlo Ma la .. .
pres.so, ancora completamente viv.i ili d m~rt~ Cl stnngeva ~a
te e forse alla propria, aggrapparsi disperatamente alla vita ne terribile ed era . ' u en OCt con una linllo-
o aspirare al riposo definitivo, sono tutti atteggiamenti assai credu to d 'e;sere stat!~~~~~o~ punto c~e, il 24 settembre, ho
noti, ma che si situano ben lontani dalla morte. Al limite si menti assai duri S . f . morte e o attraversato dei mo-
possono considerare espressioni di stati depressivi o maniaco- portabile Perché. e st osserlo prolungati, sarebbe stato insop-
depressivi più o meno accentuati, ma che non hanno assolu- . . questa vo ta la morte m·
vedermi veramente a ' .. t aveva costretto a
tamente niente a che vedere con l'esperienza della morte. pallottola che rimb< lzposto >. M t tngannava. lJ miagolio della
C'è anche il caso d i uomini ben portanti attorno ai quali a ava era stato come · M
ero stato abbastanza lo zimbello una nsata. . a ne
si aggira la morte. Ma il caso dei condannati a morte in attesa uçcidermi. ·Più tardi uand pe_r pensare che vemsse ad
dell'esecuzione non può in realtà dirci nien~e di preciso, al- sceme, ciò ·h : q .0 ~e~u~t salvato ed ero convale-
meno su questo piano. L'angoscia ch'essi possono provare,16
pur essendo angoscia davanti alla morte imminente, non per
vario tra 1/ c~~~~~~~o~vad 1 nuea uu:u~i n01~ era il mio cal-
tembre E mi risv r· e er _u n ma quet pocht secondi di set-
questo è un'esperienza della morte in senso stretto; d'altron- . eg tavo anstmante Se la
realmente tutto sarebbe stato di · · ~~orte avess~ colpito
de, il tipo di morte loro riservato ha tutta la brutalità del- tra vedere un r d · . verso. È l •mmensa dafferenza
l'immediatezza e dell 'irreversibilità, e blocca qualsiasi possi- di. Jl grande i!v~d~ :~::hd~ ed essere visti da grandi invali-
bilità di testimonianza.'' La situazione del soldato in guerra Ja mia baTella attraversavav~; ~e stesso.__Quando, il Z5 aprile,
dovrebbe essere, in linea di massima, più interessante. C i sia stavano in piedi davanti all' ~ ·e;·~oevre, delle donne. che
con~ntito di citare a lungo un testo di M. Genovoix. L'autore testa e rientravano non ap;sclo .e e loro ca_se voltavano la
ci ricorda che la morte è stata spesso il suo spaventoso campa• mandante e I e Lab na mt avevano vtsto. Jl mio co-
gno. « Ma anche allo spavento ci si abitua. Finché ci colpiva gito aJJo stes~ lllod o~~ malgra?o . l'_ami~izia, avevano rea-
l . . o. t erano t vtva, glt uomini in >. d "
l.S S. de Bcauvoir . La /or:u di'Ile cose, Einaudi 1966, p. 622. .a c~t compassiOne immag inava male la . . . . . l .le_ t,
10 ptedi com'erano ~ u rr:t•a angoscta, v1v1 c
16 Ricordiamo i test i di Naud c Badintcr, di J. Egcn, già citati. 1 h .
R. Enr ico. in un cortometraggio sorprendente. La rivière du hubou, cerca attorno a un mori~ d q. e l c e cap&~a con l vivi che piangono
di farci vedere cosa passa per la testa del condannato a morte nel rnoment9 è colui che se ne va~ o. a ;amento del t rapasso il più sen•no
del suo 1uppliziu. Vedere anche V. Katcha, Luis.ser mourir /es aulres. Julli:ud
197!J. Anche le te~timonia.nzc dci suicidi rnilnati o salvati sono assai vaghe: testimoniarlo Pr · · pere e ne sono convinto che ho "·oluto
· opno per essere stato vicin 1
o non ricordilllo niente (come i comatosi non erano veramente morti) o ili
contrnio ricordano le atroci sofferenze subite; alcuni confenano addirittura
ch e questo momento estremo non h . d~ a trapasso, 50
di avere ilvuto una terribile paura di morire e di avere lottato dispc:rilla- la luce di questa certezza a ~•ente 1 spaventoso. Al-
mente per sopravvivere. Nicnt'illtru". < non . ò fi sono convintO che se è vero che
17 In realtà. l'immediatezza della morte è relativa. «Tutto ciò può durare è en:~t!'uim ssar~ • la morte, ciò vale da lontano, quand'essa
qualche minuto, alcune ore, anche in soggetti senza tace: la morte non c
immediata ... Per esempio tutti gli clementi vitali sopravvivono a lla deca-
ni~e di ' magm~ta, e_quando quest'immagine s'impadro-
un essere tn cu& tutta la fo . l '
pitazione. Al medico resta 1olo questa impressione di un'orribile esperienza, intatta. » " Non rza Vlt~ e s è conservata
di una viviaczione micidiale seguita da un seppellimento prematuro. .. Pie- che sfiorare la occorre altroyer persuaderst una volta di più
ddièvre et Fournier, Communicatiun à la Faculté de Médicinc. Citato da morte non equrvale a morire.
J. E~en, up. cit., 1973, pp. 140-141 . Ci aono tuttavia delle ~orprendenti de-
scri%toni del trapa..o nell'aldilà. Vedere J. Prieur, Lt>s témoins dc l'invisible, · 18 Op. cit., 1972. pp. 151-154 Il cbe · ·
Fayard 1974, pp. 161-171; ma quale <:redito attribuirvi? Indubbiamente cauld, pre.r.a a prestito, ·lembra . ct ncorda la frase di La Rochdou-
ncuunol guardare 611amcnte la morte. .. ' da Cervilntel: • Come il sole, noo ai può
c~rto, dinanzi alla mort~ ineluttabile si devono distinguere illustre esempio di questa ricapitolazione che conferisce alle
due casi. a seconda che ci venga offerto prima di morire un « cose della vita •. anche a1le più modeste, un sorprendente
breve rinvio o che si muoia di colpo. Nel primo caso l'_indivi- rilievo.21 Re~tà o allegoria?
duo che sa di essere irrimediabilmente condannato può all'im· Per sperimèntare veramente la propria morte occorre dun-
provviso cambiare il proprio modo di vita. Memor~bile al ri· que trovarsi in punto di morte e sapere di esserlo, due condi-
guardo è il film di A. Kurosawa, Vivere. L'eroe, colptto da can- zioni che per loro natura mancano della ripetibilità propria
cro, cerca in un primo tempo di stordirsi, poi scopre il vuoto degli esperimenti scientifici. Di fatto questo preteso c speri-
della propria esistenza : « ~- un cadavere vivente, è morto da mentatore., ch'è il morente si trova assai di rado - e forse
venticinque anni. • Allora fa il possibile, _c~ntro tutto e ~antro addirittura mai - nelle condizioni ouimali di ricettività e di
tutti, per trasformare in parco per bambtm un angolo msalu- lucidità.22 D'altra parte qualsiasi esperienza suppone un certo
bre, e dunque lavo ra per la vita. « Mi capita di pensare a~la distacco verso il vissuto e la morte è precisamente l'abolizione
mia morte, dice l'autore, e mi spaventa l'idea di poter monre di ogni distacco così come d'ogni vissuto. Sì puù senza dubbio
mentre ho ancora tante cose da fare nella vita. Ho il senti- vivere un certo percorso che porta alla morte, ma non la sua
mento di avere vissuto assai poco ed è un sentimento doloro_- totalità. Abbiamo già segnalato che l'agonia psichica non coin-
so. , 19 In termini più positivi, l' esperienz.a-della-mortt-c?e-sz- cide necessariamente con la morte biologica e che l'istante di
rischia per una causa che sì ritiene giusta (a torto o a ragwne, quest'ultima - ammesso che ci sia un istante del genere -
d'altronde) porta a volte a una simile rivel~ione di sé. Tant'è si sottrae il più delle volte alle nostre indagini. Ci si scontra
vero che l'oo: essere-con » si eRprime solo nell'tmp~no, nel com- con una verità banale: posso parlare della mia morte so lo
battimento (vittorioso o vano, poco importa·, al limite) con- se sono vivo; non posso più parlarne proprio perché sono
tro questo o quel volto della morte.20 • • morto. La mia morte è un avvenimento di tipo particolare:
In !;econdo luogo è vero çhe l'uomo, morendo, ncapttol~ possiede un « prima ,. cui si integra ma non un « poi ,. cui
tutta la propria vita, fa un ultimo bilancio dell~ _pr~pn~ est- aggrapparlo e in tal modo rende impossibile qualsiasi diRCorso
stenza, come fanno credere quanti sono sf~gg.Jtl ~' mtsura al riguardo: « Non po~so parlare di un avvenimento se è sol-
alla morte al momento di un incidente? t dtffictle nspon~ere tanto una rottura; ne parlo nella misura in cui, a partire da
"c<m un sì o con un no, anche se il cinema ha potuto darct un

21 Si tratta del film di Cl. Sautd, LI'J chaSt.'S dr la VÌI', realizzato sulla
base del notevole romanzo di P. Guimard (stesso titolo, Denoti 1967). An-
1q S. Ezratty. Kuro.1awa, in ClassÌlfues clu .ciné'!'a, .~d. ~nivcnitaircs. che in Bergman la morte proietta una nuova luce sulla vita passata. Me-
t!ì64. p. !}3. Molto significativo anche 1! caso d• ,Clco, l m~c:!1ce c commo- diante il sogno, il ricordo o una visione: • essa sorge nella calma presente.
vente eroina del bellissimo film di A. Varda•• C/eo ~alle cm~llt o/le ~eite. fa nascere tutte le avventure vis~utc:. introduce il dubbio sulla Slll!lia rlell;t
Cléo sapendo che sta per morire di cancro, s1 sente Improvvisamente mo~- · coscienu, fa precipitare il terribile problema • Chi sono io?>. • • T Hécine • ,
ridit; non tanto dalla fatalità della propria mor~e quanto dalla_ propna scheda 356, p. 5. Vedere in particolare Il ~ettimn sigil/11 c Il p<Hto di'Ile
nullità di donna e di cantante. l'rende allora_cosc1C~~ _d~l propno vuoto, /ratole.
cerca cl i cd mario c si salva. Vedere j. &urdm, • T decmc ,., n. l 06, sche- · 22 Spesso il moribondo ignora ciò che gli accade. " Eccola Il, presente,

2~ ~
0
da uesta la lezione che ci dà uno dcgii eroi di La spera~ra. di ~- cosciente c dd tutto ignara della storia che stava vivendo. F.: normale non
sapere quello che avviene sotto la nostra pelle:. Ma a Ici sfuggiva anche
q M on da don· 1'1· :>'6• p • "'AO-• .. Per Jaime • • che aveva ventue1 D annt, l'aspetto c:atcrno dd proprio corpo: il ventre ferito, la fistola. le materie
M a l raux, 11
u sta fraternità nella vita c nella murte era ,1 Fronte P?polare. c ( immondè che ne colavano, il colorito livido della pelle, il liquido che trape.
q c · ·
orgamzzaz10m npe· ra'Jc n~l!e
• ~ nua!i
, aveva . tanto . più speranza m'l quanto
p non !an. dai pori; con le mani quasi paralizzate, non poteva esplorarlo c:, quan-
ne aveva nessuna in coloro che da. ':'an ~ec~b govcrnava~o .' suo a~sc. do la medicavano, le facevano tenere la testa rovesciata indietro. Non aveva
egli conosceva soprattutto quei < m1l1tant1 d1 base~ anomm1 c pronti . a più chiesto l•1 specchio: il SU() viso di morente non esisteva per lei. Ripo-
sopportare tutto. che rappresentavano la _st~ssa ~evo1:ione del!a Spagna; m sava c pensava, a una distanza in6nita dalla sua came in putrefazione. con
pieno sole e sotto i proiettili dei falangutl, spmgendo 9ue!l enorme tra
che portava ver~o i hattenti il loro compagno morto, cgh combatteva ne1 3
lc le orecchie piene del rumore delle no!trc menzogne, tutta racculta in un:~
speranza appassiunata: guarire. • Simone de Beauvoir, ·Unn mllriP do/ci.rsi11w.
pienezza del suo cuore. » cit., p. i·l.
questo avvenimento, posso mettere assieme dei significati fino una finestra su questo assoluto. La mo rte non ci rivela nulla
allora in sospeso » .n _ _ . che su_di noi stessi e da un punto di vista umano; ,..ta non pona
Parlare cosi significa già scivolare dal dato pstcologtco l_m- dunque ad alcuna trascendenza; in essa non si trova alcuna ri-
mediato (vivere e pro vare la propria morte) al dato meta~stco velazio ne. i-~ _q uesto il paradosso verso cui siamo spinti, r isul-
(provare la propria finitezza davanti alla morte). L'espenenza tato necessano dello shttamento dal vissuto al senso : la leo-o·e
ritrova allora il sig nificato. Se l'uo mo è l'essere-per-la-morte, del tu~to_ o niente; sia _che la morte resti onnipresente per fo~l­
come sostiene H eidegger, vivere significa già esplorare i fragili dare l esistente quaggtù o nell'aldilà, sia ch'essa si rid uca al
limiti de ll'esistente: vivere aute nticamente significa rifiutare rf_schio dell'istante_ senz~ sp~ssore. T~tto un mondo separa
la fuga davanti all'angoscia; se l'uomo è creatura di Dio _ed è ltdea che devo monre e 11 c VIssuto-conc epito • della mia m'>r-
destinato a raggiungerlo come pensa il Cristiano, l'esper~enza te : i_~ ult1ma_analisi, non la concepisco pitt di quanto la viva;
della mo rte è insieme quella de l peccato e della rede~non:. al p tu posso 1mmaginarla. R itorniamo a M. Oraison: 29 • Dal
Un simi le modo di vedere, d i c ui non neghiamo la no btltà, di- momento in cui io mi concepisco, son o insieme soggetto ed
luisce sotto molti aspetti l'esperienza della mifrte, poiché que- oggetto del mio_ pensi~ro. Se <mi concepisco morto., solo l'og-
sta, in particolare in Heidegger, sembra correre lungo tutta getto avrà camb1ato da apparenza mentre il soggetto sarà, se co-
I'esisten:ta. Ma vi è anche un atteggiamento opposto. Secondo sì_ si può dire, ancora più affermativo. Per essere più esatci
J.-P. Sartre, in rea ltà non si d à alcuna esperienza della m~>rte, btsognerebbe dire che mi è impossibile concepirmi morto. Al
poiché questa e solo un assurdo incidente. • Così, la contmua pii1 posso immagi11armi tale. Ma a ben guardare, la cosa è an-
apparizione del caso nei miei progetti non può essere colta ~he più illusoria. Ciò che posso immaginare c la mia agonia o
solo come mia possibilità, ma, al contrario, come l'annulla- ti r:nlo cadavere, che io guardo con l'immaginazione. ma non
mento di tutte le mie possibilità. Così la morte non è la mia •_1'1_0 c~ e non _c'è più •· In realtà mi riesce radicalmente impos-
possibilità di no n realizzare più ~n.a pres_enz~ ~el m~n??· ma ~·btle '.mmagmare di non essere più appunto perché lo sto
è un annulla mento sempre poss1bale d~1 m1e1 poss1bth, che ~mmag~na ndo . Posso immaginau che PIOJI esisto più ; non posso
è al di fumi de lle miè possibilità. » )4 Questa mort~ non_ po· 1mmagware che non ci sono più. È una contraddizione piutto-
trebbe che: essermi estranea; in nessun caso posso n vendtcar- sto sconvo lgente, nonostante tutto : so che morirò; non posso
la come mia : 25 non può essere a ttesa « perché è ciò che si ri-· temere tale fatto come un avvenimento , come dice R ic~ur ;
vela come inscopribile. ciò che disarma tuhe le attese. » z• ma non posso temerlo in nessun modo come un taon essere
È che in definitiva c noi moriamo per soprammen:ato. »
17
dea:, io ' ·» Ritroviamo così la mo rte-spettacolo data a / per
L'assurdità della morte la priva di q ualsiasi contenuto esisten- altn come nel caso già citato di Carlo v che assiste alla
ziale, essa è il nulla che non insegna nulla : c Anche se la mor- pr~~ria ~essa _funebre oppure si fa trasportare, quando va
te fosse un passaggio aci un assoluto non umano, bisogna dun- a nttrars1 defìmtivamente in convento, su una carrozza che so-
que abbando nare ogni spera~za di considerare la morte come miglia stranamente a un carro funebre;» ma anche spettac.:olo
che ci ~i dà. a se stessi sul piano del sog no e soprattutto della
23 P. R ico:u r. Dh larati011 QllX joumées univeTSitaires aavril 1965. Ve- fantasttchena.11 Spettacolo che in entrambi i casi suppone de-
dere l. Lepp. up. cit .. 1966.
24 L'emtr! e il nulla. Il Saggiatore 1972, p. 646. 28 j.-P. Sartrc, op. cit., p. 64 L
25 J. -P. Sartrc, op. cit .• p. 641. " La mia mo rte, • 1crivc a nche S. dc Bcau_- 29 op. dt.. 1968. P· s•.
voir. c ferma la mia vita solo dopo che. sono morta, c per lo sguardo alt':'l'· SO B11ogne.rebbe tenere presente l'ottimo lavoro di H . Basic e j. Lhotte
ma per me viva In mia morte non è ; il mio progetto l~ attraven;a senza IO• Les lroìs _m.o rts d'~mile Gauthirr. L'eroe si chiude in can, accende dc:JJd
contrare ostacoli. Non c'è barriera contro la quale la m1a .trascendeqza _venga ca!ldelc, SI veste d1 nero e ccme un cadavere sul catafalco riposa nel nro-
a urtare in ~ieno slancio: essa muore di ac: steua, come 1l mare: çhc: \'lene Il pno lett.o. Q uesto gio~o. con la morte gli varra l'ostili ti di tutto il villag~io l ...
percuotere una spiaggia liscia, _che 5Ì ferm:l e non va oltre. ,. Ptr una mo- 31 R1cntra. un . po 10 q':'etto s~cttacolo l'atteggiamento dei vecch1 che
rale (lell'ambiguitd CJ Pim) e Cml'a, Suga r 1964. preparano MIOUZ!Oaamente 1 propn f uncrali o dei dcprcaaivi che imma~>"i ·
26 1.-P. Sarlre. up: cii ., pp., 655-656. nano a _lungo l'organizzuione del loro futuro suicidio prima di fuggire nella
27 ) .- P. Sartre, up. cit., p. 658. ,morte 1l terro re che inconsciamente cna ispi ra lor o.
gli attori: i parenti, gli amaca, i vicini di cui si spi_ano le m~­ quella altrui, tanto più che in questo caso se ne può moltipli-
nime reazioni, lasciando cosi libero corso ai nostn fantasmi. care !"esperienza? Passiamo qui, indubbiamente, da un dover
c Quando mi immagino gli altri davanti alla mia mor!e - o morire a una morte incarnata. « Ciò che era mostruoso era che
la mia morte davanti agli altri, il che è lo stesso... - ctò vuol tu dovessi morire. Stavo per restare sola. Non ci avevo ancora
dire che divento • colui-che-vede-senza-esser-visto >. Assisto al- pemato. La solitudine : non vedere, non essere visti ... Tu fosti
la scena del mio seppellimento, per esempio, e vedo gli sper.t~­ il mio pitt bel legame con la vita. Sei divenuto la mia conoscen-
tori del mio cadavere o della mia bara. Ma è elementare e pn- za della morte. Quando arriverà, non avril !"impressione di ri-
mordiale che a partire da quel momento io mi situi come chi congiungermi a te ma di seguire una via familiare che tu p;ià
guania gli altri che non mi vedono mentre li guardo e c~~ cono~i ... Adesso la morte mi preoccupava. Ci pensavo attra-
vedono di me un residuo senza consistenza. Non possono pw versando la strada, guidando l'automobi le. lln raffreddore ri-
veramente temermi: non sanno più dove sono; sono diventa t~ schiava di trasformarsi in una congestione, una leggera perdita
invisibile; ma io, io guardo... :. .u L'esperienza della morte SI di peso poteva significare una grave malattia. • Jl La commo-
conclude in un voye11rismo che per essere immaginario non è vente confessione di A. PhilifX esprime con delicata finezza
meno malato. Il che ci spinge a distinguere due tipi_di imm~­ tutti gli aspetti del dramma costituilO dalla perdita dell"esserc
ginazione: una fondatrice, recettiva, tale da confenre alla SI· amato.J.S Così l'altro si sottrae a nt>i . Non c'è piit comunione
tuazione presente c un significato personale certo per_ la co- possibile tra questo corpo senza vita e il mio corpo vivente:
scienza • e un'altra invece irrealizzatrice, affabulatona, che la presenza del suo cadavere significa per me la scomparsa de-
comporta c una credenza meno radtca " le, meno a t l.
ermattva. »
JJ fìn'itiva del dialogo. Ormai so di essere solo e vulnerabile : solo
La prima si avvicinerebbe al simbolo e all'im~al'?i~ario, la se· perché l'c altro infedele .. mi ha abba ndonato ahbandonancio
conda si confonde facilmente con il fantasma mdavtduale. il mondo dei vivi ; vulnerabile perché mi ricorda che anch'io
devo morire.
I.a ~omparsa dell'altro amato comporta innam.itutto una
b) La morte dell'altro impressione di vuoto e insieme di prcsen.m f assenza. l .'assenza
diviene qui una ~noda lità della presem:a: « I.: aS-'ìt'nza, all<t
Chi di noi, nel corso della sua esistenza, non si è . trovat? lt'ttera, è l'esistenza-che-non-è-là, resistenza (altrove ) di qual-
più di una volta di fronte all'altro-che-muore? Il bambmo ~fn­ cosa o di qualcuno; un'esistenza, se così si pui> dire, ch e volta
cano assiste assai presto, come vedremo, all~ s~ttacol? soctale le spalle e guarda altrove. :. n Il cadavere - questo « cor po-
.della morte '(ultimi addii al defunto, partectpa21one aa .funera- oggetto • reificante per eccellenza - che conserva per un cer-
li). ~ nella nostra società si risparmia al ~io~ane la v.a.sta del to tempo la sua apparenza umana (nonostante forse gli spasmi
cadavere· dispensandolo talvolta anche d~ll asststere. an. ~numa· dell"agonia), soltanto ieri oggetto della mia disperata tenerez-
zione, egli tuttavia sa molto bene che l altro non e pnt là. 11 za,311 esprime assai bene questa ambivalen7.a: sono anr.ora, fin-
vuoto dell'altro, non è questa la morte? 34
3~ Bisogna citare numerosi romanzi: J. Romain~. Mmt dt' qurlqu"un.
a) Ciò che ci rivela la morte dell'altro Gall1mard 1970; R. Peyrelitte, L n moTL d un!' mbt'. Livre d( poche 1'1ìll:
N . Moati. Mon en/ant, ma mère. Stock 1944; Cl. de Leusse. L I' dt"T711rr jour
Quel che non può darmi la mia stessa morte me lo darà dt juillt>t, La Tablc: ronde 1970: J. Zibi. Ma. Mercure de France: tl)i2: l'. l.
Rcmy. La mnrt tle Floria TMca. Mercure de France 1!174 : :tj. . (;las~r. op.
~2 M. Oraison. OP,· cit., 1968, p. 35. cit., 1974: J. Merric:n, La mort ieune, Livre de poche 1973.
33 Vedere J. Gutllaumin, op. cii., p. 78. . . . . S6 A. Philipe, op. cit., 1963, pp. ll0-84. 154.
34 N on· sempre è facile far capire: al bambmo. S. ~rcud cJta 1_1 _caso d1 37 M. Oraison. op. cit., 196!1, p. 98.
un bimbetto di cinque anni al quale ai .è ap~cna comuntc~ta _la notJz1a della S_8 • Avrei voluto che ogni impronta rc,tauc iscr itta sul mil) corpo. che
morte di suo p3 dre. • Capisco bene che _papà c morto, • cgh d1CC,: ma pcrch~ ogm carezza Ìmpcdi!se alla putrcfazione d'impadronirsi di te. !.ottavo con-
non rientra per il pranzo? .. Vedere B. Castcu. ~a morl de l aulrl'. Eua• tro l'impussibile. Ero vinta perch~ tu cri vi nto - ma tu ignuravi la tua
SUT ra~grnsivité di' l'en/nnt el de l"adolescmt, Pnvat, 1974. diJf;~tta.,. scrive,-~. Philipc, pp. l 1-12.
ché resto là, legalo stranamente a lui e tuttavia l'altro amato lo e fars_i perd~mare (io sono qui e lui non c 'è più = egli era)
~ s<:omparso; il suo corpo inerte, freddo, senza sorriso né parola l
ma che t~pedtsco~o pur sempre all'altro d'essere nulla, il che
m'e lo r icorda ad ogni istante e tunavia egli mi invade.39 Ma l s~rebbe mtollerabtle; egli non c'è più, certo, ma resta accessi-
quesLo corpo tra poco mi sfuggirà totalmente: co n i segni pre- t btle_per m_ezzo del pensiero : l'altro reale-assente diventa l'al-
tro-r~m~gmato-presente.~ Non ~i sono solo i r icordi; spesso
~
c.:onitori della tanatomorfosi cessa già d 'essere corpo-umano:
cess~rà ben presto d 'essere mio e per me quando l'addetto questt st m~sc?Jano a un do ppto gioco di rimproveri come
alle pompe funebri lo nasconderà per sempre nella bara e, l que!lo c~e st ntrova ne~le sedute d 'interrogatorio del defunto
qualche: ora pitt tardi, in fondo a una buca.4.1 Così, inesora bil- nell Africa ~era: Qu~lh che ven~no rivolti allo scomparso:
mente, la separazione si conferma ma lo scomparso pu() soprav- t c Perché m_ • hat lasctato, non tl trovavi bene qui, » piange

~
vivere sotto forma di immagini. o di ossessioni, soprattutto du- la vedova_~tol!. « A ~ol~e ce l'ho con te perché sei morto, » di-
rame il luuo. Ricordi di volta in volta cercati .o respinti." c~. A. Phthpe. c H.a• dtsertato; m 'hai la sciato. » Quelli che si
a seconda d ello stato d 'animo del momento, e che o ra insisto· nvo~gono a_s~ stesst: non si è riusciti a impedire all 'altro di
no sui difetti dello scomparso come . per meglio difendersene monre... gh st sopravvive... è lui che è da compiangere... per-
(dopu tutto era c:oJl) ora lo idealizzano 42 per meglio perdonar-

.~!J • .l';o, tu nuo sei qui, tu sci laggiù. nel gelido niente. Cos'è accaduto'~
l
~
c~é non sono morto al suo posto... ? Capita anche che si cerchi
dt scusare la morte o di scusare se stessi : dopo tutto, il piit in-
felice è chi resta.45 ·
l Questa mesc?Ianza di .auto-accuse e di rimproveri spiega per-
Cvn il favore: di che rumore. di quale udurc, di quale mistt:ri6sa anucia· f
~iune dì idee sei sdvnlato in me·~ ché la separazione è VIssuta come infedeltà, come indicava
Mi batte> con lt: c sono ancora abbastanza lucida per capire che proprio
ques ta è l;~ cusa più mostruosa, ma in questo preciso momento non sono ~· ~·- Lan~~berg.., Accostamento che peraltro non è esente da
abbas t :mz;,. f o r t.: per !asciarti invadcrmi. O tu o io. Il silenzio dcIla staLua hmttt. c L mfed~ltà è pe~ _noi il più straordinario approccio
urla più del più vivo clamvrc. F.. il caos nella testa, il panico nel corpo. della morte. Ne• ..due cast tl corpo scade al rango di oggetto,
Ci guanle~ in un p.usato che n on posso situare. Il m io duppio si stacta da
mc c: ri fit c iù che: facevo allora. ~ A . l'hilipe. pp. 46-47. ma nel caso dell mfedeltà quest'oggetto resta uno strumento
40 ~ Adc:u o so che cos'~ un cimitero, come altri sanno ciò c he sign ificano al servizio di un'intenzione. t ciò che noi proviamo dicenj o,
le lapid i che, nelle: strade di Parigi, dopo !"occupazi one, indicano c he un
rcsistcnlce s(ato abbattu to c vi ritrovano un volto defo rmato d a lle pal- '
ln tto le. una poua di sangue, un corpo d isteso. • A. Philipc, p. H l.
41 ... - Càpit.a che i r icordi mi invadano, li c hiamo, do ma ndo loro aiuto t l Le ac~ute. spiritiche so.n o un .po' ];a caricatura d i ta.le ;atteggiamento.
per vivere, ritorno ve rso d i mc e frugo il passato. • · A . Philipc. p. 59. . « pp. cll.,__P· 59. Lil mor te dc_H c.uerc amato può essere negata d i fatto
• Inutile lottare fron talmente, bisogna fare u na manovra d i d iversione. m. c;au estre~J , vedere per eaempto G . Marcd, Homu Viator. Aubier 195<4•
q uel che si d ice d iscr.usi c che di solito mi fa orrore. Esco c cammino. senza ViJhen de _L hle- Acbm. Vera, in Contes cruds, CEuvres, t. 2, 1922, pp. 19-
plnsarc a niente, in fuga davanti a mc stessa. H o bisogno -dell'a ria sul .5-4 ·Vedere moltre G . Gugam, L'amour et la mort, Seui l 1959.
m io viso. d i terra ben so lida sotto i miei piedi. D imentica re tulto, fare il f5 .• Quand~ p;a~lavamo dd la. !'"orte, pe.nsav~mo che il peggio fosse so-
vuo to, • A . Pbilipc, pp. 132-133. V edere anche Y . Baby. LA> juur et la nuit, p_rav~Jvere ali altro , non lo so p1u, cerco e la r1Sp osta varia ;t seconda dei
G rassct 1974. g10m1. Q,uando. Unil _folata di primavera m i prende alla ro!a, quando
42 • Certi g iorni la realti mi sfugge. Questa felicità c questa bclle&za ruardo VIVere_ l noatn ba!'"~ini, ogni VOlta cbc toCCO Ja bcllez.ta deJJa vita
so no esistite? Sono state: il nos tro nutrimento quotidiano? Il mio pensitro e che per ~n !~tante ne g1o1sco senza pensare a te - poiché la tua auenu
allora si rifiuta d i fissarsi, sorvola il passato, evita le asperità, si disin· non d~ra dt _p1u - penso che di noi d ue il più sacrificato sei tu. Ma quando
carna. Possiedo ormai solo un sogno c d elle cen eri, ciò che fu si sottrae c a~no r 1aucchaata ~alla p~na, diminuita c umiliata, mi dico che avevamo ra-
scopro cume nasce la famosa idealizzazione, quel ricordo compiacente che a gJon~ e . .~he m~nrc 1: n1ente. Mi contraddico senza tregua. Voglio c non
p!Jco a poco schematiua c prende il posto della verità, questo tradimento voglio p1u aoffnrc dcii~ _tua aaaenza. Quando il dolore è troppo inumano c
tanto piu agevole perch( la presenza non è più là per contraddire l'imma- semb~a aen.za una pos.ub_de fine, .vo~lio ve~ire calmata, ma ogni volta che
gine soave che ai forma nello apirito. Raggiungo la falsa serenità ma mi tu '!l' laachJ u_n po dJ nposo, m1 nlìuto dJ perdere il nostro contatto di
1aac1arc. c e. 1 nostri ult1mi giorni e i nottri ultimi slfuardi sfumin~ a
allontano dalla vera saggezza che è ardore. intelligenza e lucidità. Ti chia-
mu e mi butto nel passato per non perderti. Sola nella nostra stan~a tra- van~ag~10 d1 una certa serenità e di un · amore della vita che mi ri prende
icorro lunghi momenti a fissare i luoghi in cui amav~ intrattenerli e gli _ a m1a maaputa. E a~che, s~n~a mai ripoaarmi, senza fermarmi, oscillo da u~
oggetti che amavi toccare, cerco la tua impronta, ti tiro fuori dall'ombra e p u nptoh _a. un altro pnma dt ntrovare un equilibrio minacciato senza sosta. •
A. l 1!PC, Pl?· l 04-105.
a poco a poco ritorni. Parto da un ricordo preciso, questa macchia chiara
1ul muro ... • A . Philipe, p. 12 1. 46 L exfun ence de la mtJrt, op. cit., p. !9.
dell'infedele , Sarebbe stato meglio se fosse morto davvero! ' •
suggerendo in tal modo il fatto che il suo corpo non ci rivela
un'assenza assoluta, ma un'assenza che si ride di noi e ci sfida 47
e che è dunque, in sostanza, un modo doloroso e parad~ssa le
della preserua equivoca, poiché si serve di un corpo per na-
r di tradursi a mia insaputa nel mio proprio comportamento.52
R. Allio, nel suo film Pierre et Paul, mostra in che modo la
morte di Pau! porta Pierre a interrogarsi sul padre che fino
ad allo ra conosceva male, e più ancora sulla propria vita. Alla
luce della morte del padre, si « vede nel punto e~atto in cui si
scondt:rsi invece che per rivelarsi.41 Inoltre, l'infedele e persino trova nel meccanismo sociale, preso in teramente dalla vita d 'og-
il traditore possono sempre pentirsi, la loro , morte, può non gi. Per lui è un trauma doloroso che gli farà perdere progres-
essere definitiva, mentre l'assenza del morto è disperata : pre- sivamente il dominio di sé e la ragione ... Qua ndo si ca pi~e che
sto il corpo steS.'IO testimonierà con segni non equivoci ch'esso si muo re e che la morte è una fine. diventa molto importante
ha perso ogni un ità, che no n è piìa nemmeno un oggetto. L'in- ~apere che cosa sì farà della propria vita, com e si vive, ci6 che
fedele è un assente solo per me, il morto è un assente per gli altri fanno di noi, q ual è il peso di ogni istante. È a questo
tutti. ,. ., punto che ci si accorge di essere sfruttati. l l sistema di sfrutta-
La rivelazione d ella morte altrui di cui le c Spoglie • (il ca- mento si basa sull'oblio della morte ,. .~J Questa r ivelazione di
davere) contin uano a indicarmi la presenza mi fa wglìere inol- sé provocata dalla morte altrui è particolarmente evidente nel
tre il « fondo dell'esperienza mortale,., per riprendere l'espres- primogenito io primogenita) obbligato da!Ja scomparsa del
sione di P.L. l.andsberg, cioè la nozione della finitezza del- padre (o della madre} ad assumere nuove responsabilità.-.. Che
l'uomo: la morte prende corpo e volto, si incarna nella carne dire di più? Si è preteso che la morte altrui ci insegnasse qual-
del cada vere.-'~ Non soltanto cambia, lo si è già detto, il si- cosa di importante sulla nostra propria .morte.55 Non ci sono
g nificato delle cose e degli oggetti che ci circondano, ma rischia forse delle morti modello che bisogna imi tare, buone o belle
anche di metamorfo~are la mia stessa vita 51 o quanto meno morti che vorremmo far nostre, o male morti che ·Vnnemrno
evitare?~ Ma la morte dell'altro non mi rko rda soln che devo

47 Il cadnvcrc: che schcrxa c d1rla i: •Ialo desniltn in modo drammnt;c~


.c tuttavi3 milliziclsO da E. J nncsm n d suo lavoro Amhf~r 011 rnmm •nt 5'rn 52 • Parlai a Sartre della bocca dì mia madre, c-ome l'avevo v ista al
d l-bnrraJur. Tlth itrr l . Gallim a rd 1954. Il cadavc:u: (un bambino ucciso matt ino , c d i tu tto quello cbe v i leggevo: ghiottoneria rc$pÌnta, umiltà q uasi
pnch é g ridava:' l' amante d e lla donn.1 .l~SaMinato dal maritn tradito? non scrvilc:. speranza. ango~cia. c una solitudine - quella della sua mortr.
lo si saprà m.li) c:nntinua a crc•rerc: ininterrottam~ntc: per 15 anni. uccupa QL'tlla d el la sua vita - che ri6uta va di riconos~crc se stessa. E la miot
tutte le stanze lldl'appartamcnto. cost rin~·c la famigl ia spaventata a una be c:ca - IJli d isse poi lui - n on mi obbc:diva piu: avevo posato s ulla mia
vita d i clausura c lini~cc: per sali re al ciclo con il suo carndicc/vittima (a cci a la bocca di mamma, c ne imitavo. mio malgrado. la m imica.. Tutta
Mai il rantasm.l dd corpo- rifiut ato-ch e-si-vendica è stato esplicitato mcglòo. la sua perso na. tutta la sua esisten za v i erano materializzate c la compas-
4'1 Ciò che ricoròa l'attc~giamcnlo dell'amante feticista che rifiuta la l sione mi straziava. • (Simone de Be auvoir. Unn mflrlt' d fllcissima. cit..
rivelazi one della pcn:1~n3 totale ritotgliando il suo corpo i n zone cro~c:ne.
49 R. Mehl. Lr uicilli.ssrmrnt rt la mnrt. PUr 1956. p. Gf>-67.
50 • Mi augur:1vo che il min cor po " "" mi vc:nis~ meno, ma rhc: mi
( pp. Sl-32).
!iS Vedere R. Allio, • T é lérama • 10011, Il maggio 1969.
5:f Capita che la morte ddl'altro spinga l'adolescente a trovare rifugio
venisse in aiuto . Mi agl(rappavo a lle pareti della mia vita. M i forzavo a nell attn s essuale. Nel celebre film 7 nntr 7.itll di R. Enrico. lot giov"ne
guard3rc il vuutu. La mn rte aveva il tuo viso, l'ho dunque intravista, quasi studc:ntcssa fugge improvvisam~ntc dalla lugt~bro: cam era in c ui sua zia.
contcmpl.lta. l,'addiu a u n morto è una cosa inimmaginabile per chi non ., a .( llntZZ<l. • Va a trascorrere fuori una notte slr3 rHI, il nai shoccn è in
l'ha vis~uto, n iente può ren dernc: ennio. t o spirito sì arresta quando l ucca i quella ! ensual ità che è spesso una protesta della vita cuntro Iii !(uerra. con-
limiti dell'orrore ; nra. è da Il che tutto comincia. " A. P hi lipe, p. 118. tro la m orte. * (Cl. M. Trémois, • T~lerama • . !HO, p. 511). Ero~ tenta eli vin -
!i l "Scrìvu. F: cnme ~c spacc:a~si ~enza fine un capello. Il 61 o che tiro cere Thanatos.
mi conduce d ;, te. r.nn avanzo in un labirinto, sono le ~pirali di una con- :;,; • In ero là, forte, ben portante, vedrò la prossima estate, v clini r.re-
chiglia. Tento di <~rrivarc: n] CU(l rt di noi stessi. Quando credo dì av('rlo scerc i n ostri bambini. Come ~an) di fronte alla murte? In verità, la ~ola
raggiunto. mi acrorgo ch'era soln una tappa, che bisogna andare ancora VCilta in vita mia in cui mi trovai in pericolo. n on 3vevo trovato la cma
oltre. attraversare spui eli ricnrclì c sen•azioni, spugliarmi ogni vo lta dì a~omincvole, ma _si trattava solo di una possibi lità e dunque ero stata al
un involurro e che ~nltanto ~nsl arriverò in quel mondo che presagisco e ioco. avevo l_anc1ato_ un_~ sor:ta di s~clmmc:ssa .. CCtll dd ~.umenti d'af)gosc•a .
de~ idero. Sono S(>la a •apcre i miei . f;~llimenti e le mie vittnrie: non res ta f vero. ma mentt' do p1u, noentc d 1ntollcrabolr. Era p111 fad le a~'umerh
niente. né colonna v crtehrale. ne carne. un acido tutta diluito, il filu (- ta - per se ch e per rhi ~i ama~ N.,n lo so. N ient e è: ('nmparahìle oggi . ~ A. Philipc.
gliato. m oo una pìaub m a('rhi a infnrmc in cui qualche nervo ,; contrae pp. IOi - ltl!\.
invano. • A. Philipc. p p. 1.~2- l.ll.~. !i6 E(cn un esempio di mnrtc: • C(ln~nla nte • c it ata c!:t S. Drhu. de!la Su -
morire: in un certo senso essa è anche un poco la mia morte.
incidente d'auto... L'eccitazione è atipica 1- 1'de d t·
Lo è tanto di più quanto più l'altro era per m~ un essere unico · 1 b ' l" · • ... e sono e aran.
e insostituibile. t anche su dì me che piango quando piango t1, a 1 t , s1 teme
. un'evoluzio ne sch izofrenica ... ma . d urante
sull'altro. O più precisamente; vivo la morte dell"altro come una_co~versaztone ~ull 'argomento, quattro mesi dopo il lutto,
assenza radicale; c non vivo tanto la mia morte quanto il mio F: st d1mostra cosctente: c Sul momento ciò non mi ha fatto
morire »; ormai so di avere cominciato a ny>rire-la-mia-vita m ente..: fo~ se l:ave~i vista, ma adesso realizzo... Detesto il
vivendo-la-morte che m i colpisce. • Finché no n ho conosciuto n~ro... 1 m1ea _gentton sono sempre in nero ... La Morte è il
la morte di un a ltro, ch e era presenza per me, finché ho visto lll~nte... La vtta è la gioia. » Occorre osservare che due' anni
solo uomini che muo io no, posso concepire la morte come se ~nma .F. ha avu~o, a.~u~to di un incidente, un episodio iden-
f
av~ un'origine al di fuori d i me, come un avven imento Nco. · Sa tratta. d t u n 1stena scatenata dal trauma d. e11a morte.
u
possibile della storia oggettiva che un giorno verrà registrato e li oss~rvaz10ne seguente il trauma e mo tivo fa r ivivere 1111
allo stato civile. » Ma con la scomparsa dell'altro che mi priva traumat1Smo banale. ~ .a signora C., a 16 anni, perse brusca-
delle relazioni che unendo mi a lui definivano me a me stesso mente _la madre, che tu s:polta tra l'osti lità dei parenti, e ciò
e dunque facevano par~ di me, che mi priva anche d el .suo !a colpt ~IlO)to. A ~6 annt, suo marito è vittima di un leggero
sguardo in cui m i ritrovavo meglio che in u no specchio, allora t~fortumo s~J lav~ro. La signora ne è scon volta e delira. Al-
provo l'interiorità della mia propria morte . c Da allora colgo l ospedale VIene_ dtagnnsticata una nevrosi istern-fobica. Una
anche ciò che io stesso posso essere per l'altro -.e ciò che lung~ c~nversazt<me sulla morte della madre porta a un rapi·
sarà la mia morte per me stesso. Perché infine sono una persona ~o m~g~1oramem~ d elle su~ turbe. Il_processo di perdita appare
solo se sono capace di questa intercomunicazione con me stes· con <:h.tarez~a net. due cast_ seguenti. La signora D., 50 anni,
so che è l'esiste nza. La m orte mi appare aHora come l'impossi- contadma, e colpa ta da nevrastenia. Insiste su d elle contrarie-
bile comunicazione di me con me stesso, la mia scomparsa co· tà, come .1~ r i unificazi.o ne fondiaria che l'ha privata della sua
me coscienza. » n Da questo punto di vista si può dire che l'al- • terra pau bella. ». ~I n lungo c:o lloquio rivela un vecch io
tro, morendo, muore g ià la mia stessa morte. trau.ma.: una fìgl_ta. d a ZO a nni morta di cardiopatia dopo 10
La mo rte dell'altro può dunque agire con diversi meccani- anm d1 lotte e dt Interventi ch irurgici : ed è lo stesso medico
smi, come lo choc emotivo o il process_o di perdita. I casi pa: che. ~a curato ~ua_ figlia che si è truvaw a presied ere la ricorn-
tologici, per il loro effetto di amplificazione, sembrano al ri· postztone .ro_n~tana ... l Il secondo esempio è il seguente : la si·
guardo particolarment~ significativi. J. Dehu fornisce g li e- gnora ~· e _a~ ~ve agitazione isterica <:on aggressività e mi-
sempi seguenti."' Lo ch oc emotivo svolge un ruolo d etermi- · nacce d ! SUJCldto da quando il marito le ha comunicato la ne-
nante in F. ( 16 anni} che perde una sorella di 20 anni in un cessità di cambiare appartamento. c Non è che l'altro sia me-
no bello », ma no n può risolversi al cambiamento. Si tratta a
prima vista, di una donna infant ile e futi le. t un avvenime~to
cietà di Tanatologia: • La mamma era entrata nella morte, mcrco!edl sera, fortuito a rivelare il senso del suo compottamento. Dalla fine-
circondata da tutti i suoi figli . Il suo ultimo messaggio non fu mai triste.
Poi ella disse arrivederci a tutti coloro che lasciava... aenza dimenticare il stra della s~~ cam~ra la signo ra F. vede passare una giovane
pronipotino, nato due giorni prima... Il auo viso esprimeva la pace... Se post:encefahuca, p1ange, evoca la propria figl ia mo rta a 15
n'~ andata a vedere Dio fucia a faccia con papà che l'attirava coal forte-
mente da t ei meai a ... L'eroe di Quond /inira la nuit1 di A . MartineTÌe uoo ~nm men~r: stava ~r. c lasciare la casa • per essere ricoverata
lta la gioia di una aimile madre -di I l figli, serena c fiduciosa fino alla 6ne. m una chnaca spectahzzata. Le condizioni dell'ammalata mi-
«Egli aubiace .. e la moglie si chiede: « Ho derubato Jcan della sua Morte? ,. gliorano in modo spettacoloso d opo quo.:sta presa di coscien-
La menzogna che ha portato" avanti per pieta durante tutta la dolorosa ma·
lattia, « questa morte aottratta • , i: come un abisao d'ombra, • i mesi grand- za... O~se~vazic:>ni clin~che pi~ approfondite potrebbero speci-
guignolachi che l'hanno preceduta mi torturano sempre, ,. dice la donna. ficare 1 dtverst atteggaament1 legati alla perdita del genitore
57 R. Mehl, op. cit., 1956, pp. 67- 70. · o a quella del congiunto; vi ritroveremmo senza dubbio il
~ J. Dehu, [A mort el la /filie, in • Bui!. Soc. Tbanatologic • 1. 1901S
pp. 31 -.~4. d oppio processo d i choc emo~ivo e d i perdita, ro stesso seppel-

2 75
limento nell'inconscio 'dd trauma," gli stessi ritorni derivati tem~, il senso.nuovo assunto dagli oggetti, il richiamo al pa5-
e spesso immaginari alla coscienza. ·In breve, la morte i\ltrui sato vtssuto assteme...
sembra effettivamente determinante nell'organizzazione del Varie considerazioni limitano però un tale vissuto. t indutr
vissuto affettivo di ognuno (vi ritorneremo a proposito c\el bio c~e, nei casi più tragici, si può-morire-òella-morte-dell'al-
lutto e del dolore).
Ma da ciò siamo condotti a riflettere sulla validità di que.~ta
l tro, st_a natu:almente, per simpatia e desoJazione (come nelle
veccht~ coppte molto ~nite), sia ricorrendo al suicidio e per di-
c esperienza,. , l speraztone: ma non-sa-muore-l'altro, dato che l'altro muore
sempre da solo, di fronte a me e prima di me. La morte altrui
b) Portata di urnz tal~ c esperienza ,.
t indubbio che la morte dell'altro rivelata come asserua dal
t può e~re per m_e solo« l'~perienza--:- estremamente comples-
mondo e da noi stessi, come infedeltà alla nostra c comune vo- l sa e daversa- da un cambtamento radtcale nella mia relazione
con l'altro e dunque, in una certa misura e a seconda delle cir·
cazione di viventi in questo mondo ,. assolva a un ruolo fon- costanze, di un cambiamento di me stesso. Noi infatti siamo,
damentale nella nostra presa 'di coscienza del morire e del do- f realmente, solo nelle e mediante le molteplici relazioni con
ver morire (l'esempio dei vecchi all'ospizio lo dimostra espli- l'altro. E questa esperienza di s~ essenzialmente relazionale
citamente); essa costituisce forse il percorso più autentico per
penetrare in profondità la morte: «t la morte altr~i che in
t ch'è l'esi~tenza, è assolut~mente incomunicabile: se posso avere
qu~khe tdea della relaztone dell'altro con me, non posso aver-
t
parte fa vivere in qualche modo la minaccia dall'esterno all'in- ne m alcun modo <l'esperienza-vissuta-da-lui>. Si può pensare
terno; con l'orrore del silenzio degli assenti che non rispon- che solo la sua morte permette all'altro di conoscermi infine
dqno più, la morte dell'altro penetra in me come una lesione c~si ~ome son~, ~egJi~ di quanto sia possibile a me stesso.
del nostro essere comune: la morte mi t tocca • poiché sono Dtret che, al hmtte, btsogna che l'altro muoia per potermi
anche un altro per gli altri e infine per me stesso, estraneo a fil}almente capire. » 61 Ci sono inoltre morti che mi toccano, co-
tutte le parole di tutti gli uomini. • eo Ma anche a questo pro· m~ quc=lla dell'essere amato con il quale vivo in simbiosi e la
posito si può parlare solo abusivamente di esperie~~a del\a cut scomparsa mi mutila e mi angoscia; ma ce ne sono anche
morte. Le testimonianze più volte citate d 'Anne Phthpe (L e altre che mi lasciano del tutto indifferente. Intanto esiste un'a-
temps d'un soupir) e di Simone de Beauvoir (Urnz _m orte .dol- nestesia dovuta all'egoism'o e all'usura dei sentimenti. c Jn una
cissima), per commoventi e si'n cere ch'esse siano, ca appaaono fam~gli~ che co~osco molto bene, la nonna, d opo la morte d el
soprattutto (e la seconda più della prima) come med~tazionì mant~: attese smo a novantaquattro anni che i suoi tre figli
sulla morte di un essere caro (rispettivamente il manto e la le monss~ro, ~no doP? l'~ltro; ora, passati tre anni, aspetta la
madre) piuttosto che sul ti_more_vissuto della _mor~~ dell'alt:o : morte dea suot due mpott; dopo di che ha ancora un nipoti-
vi si ritrova la paura, pOL la nvolta davanta all meluttabtl~. no: Può aspet~r~ a~cora un po'. Nel frattempo gli altri mem-
l'angoscia provocata dall'agonia ~el moren~_e. lo st~. senti- bn della famt~lta st ~cupano di lei, la rivoltano dopo ogni
mento d'impotenza, la stessa cosctenza delltrreverstblhtà del attacco per evttarle ptaghe da decubito, la lavano, la imboc-
cano e si lamentano incessantemente di quanto è difficile. Nes-
suno la pi~ngerà, e tutti fingeranno di non essere segretamen-
59 Per esempio tra i poveri che non ha~o la fo~a. di lamentani. • Ma- te contenti perché è morta - ma solo sollevati per il suo t

tilde e Caterina non piangevano.: la lor~ ~ta qu~ttdt~a è talmente fattll bene •· ,. 62 E infine ci sono defunti sconosciuti, senza volto
di dolori eh· eu e ne sono immumuate. C t 11 amo nmesst. a sedere . e ho. ca-
pito che 1a fine si avvicinav!J.. Ben presto essa sarebbe. rtmas~a qut,_l.rn~~­
c~n i 9uali si hann? solo rapporti astratti : tutt'al pit't mi ca~
diabilmente sola. mentre noi avremmo fatto ritorno a1 ~ostn eserciZI sull_J ptta rlt deplorare ctò che accade ·toro: cosl come ve ne sono
corda tesa della vita. ,. O. Lcwia, UnL' mort dans la /amtlle Sanche:, Galh-
mard 1969. p. 159. . . , .
60 P. Ric<Eur, Urait el fausse angoassl!, m L angoust' du ttmfn prrunt 61 M. Oraison, op. dt., 1968, p. 90.
,., lt d~oirs de l'npril. Neuchltcl 1954. p. 90. 62 O. Cooper, La mortt dt>lfa /omif,lio. <'it., p. 12!1.

2 77
altri la cui morte invece m i rallegra : la morte del tiranno. considera la morte deJJ'altro, anche se orribile, come un p rivi-
quella del nemico o del boia.6l legio: il che lo induce a commettere l'c assassinio altruista •
i
La patologia del contatto con (la morte d e) ~ ·al_tro presenta l
l dei propri congiu nti e dei propri fig li : • È così felice •• dice
molteplici aspetti. C'è la fermezza d~ll'e:oe d_l ( •.. ~ernanos. Isabella quando viene a sapere che la sua unica figlia s'è an-
M . Ouine : murato nella propria sohtudme d1 acetato_. vuoto r. negata... Ma qualche settimana più tardi tenta di gettarsi nello
d'<'f,1lÌ semimelllo, non sen_te nie~te e no~ impara mente! .. stagno : c Non ho più speranza di g uarire ... È colpa mià, se è
Un altro, come Petiot o il voyeur d1 Auschw1tz, nduce la morte it morto ... adesso, sono io la p unita. •
dell'estraneo a uno spettacolo di cui saziani.òS Capita altret· l· All' esperienza mancata per carenza si contrappone l'espe-
tanto con lo sch izofrenico il cu i vuoto affenivo senza conte· rienza mancata per eccesso di ricettività. Se ci si sofferma un
nuw reale provoca una totale indifferenza: c Avrei preferito istante a scorrere il curriculum di uno psicopatico, si trova
venire chiamato al commissariato per aver sgraffignato qualco- spesso come punto di partenza di una ricaduta o di un accesso
sa, » dice un giovanotto che ha ap~na ucciso suoceri. l~'in~­! la mo rte di un congiunto, mentre una causa del genere no n
pulsivo riduce l'altro allo stato d1 oggetto: e capace d1 d~­ viene quasi mai indicata dall'inter~sato e la famiglia, interro-
struggere freddamente, gratuitamente, _com~ quel_la d~mna su: gata, si limita a dire: c n on g li ha fatto niente». La morte
mata d a tutti che, un bel giorno, soppnm e ti manto, 1 tre figh dell'altro suscita uno choc affettivo inciso profondamente nel-
e l'unico nipote come ci si sbarazza di ~n di~i.nto div~nuto l'inconscio ma che affiora alla coscienza solo sotto forma di fan-
inutile o ingombrante;~>~> allo stesso modo m cut 1 c buom mo- tasmi simbo lizzati.
nac i » delle leggende tentoniche conficcavano allegramente Esiste anche un altro atteggiamento di fronte all'altro, parti-
dei pali nel cuore delle ragazze accusate di vampirismo c per- colarmente degradante per chi lo pratica e orribile per chi lo
ché non erano vive ,. . Il demente uccide senza saperlo perché subisce: la morlt: sperimentale. Importa poco che assuma la
vi è in lui d iscon oscimento della morte : c L'ho soltanto spinto maschera della tortura o quella d i una pretesa ricerca scienti-
tm pn', » dice la signora Y. che ha ammazzato il maTi~~ a colpi
fica: in entrambi i casi si tratta d i saggiare i limiti della resi-
di bottiglia, nel coTso di una sbronza _a ~~e._ 5_e n e a_nda~ stenza umana. Cosi, n ei campi nazisti, i d eportati diventavano
a d ormire e si è svegliata solo quando 1 VlCIOt, L":'~reSStonat~ spesso dei' c Musu lmani »: i l termine designava coloro che
dal silenzio della casa, hanno fatto arrivare la pohzta. Per _1e1
arrivavano all'ultimo stadio dei morti-vivi. Non solo erauo
si tratta di un incidente: c t così, (: cosi. • 67 Il melancomco
ormai ridotti a pelle e ossa, ma la loro decadenza psimlogica
andava di pari passo con quella del corpo. Il musulmano
c cammina adagio, con lo sguardo fisso, inespressivo. a volte
63 I l tanalucn.tc uccide con tanta più facilità pcrchf ~a a che fare s~lo
Cl:n ddl e liste o dti r.umeri. come si è segnalato a proios1to dd l ~r monre. ansioso. Anche l'ideazione è molto lenta. L'infelice non si
Eichmann diceva di R. Hous ch'egli considerava i suo comp1to • un:& alza più, non si ricuce i bottoni. t abbrutito e subisc~ tutto
necessità sgradevole c burocratica·! . . passivamente. Non tenta più di lottare. Non aiuta più nes~u­
La profondità ddl'c:sperieru:a dell_a mo~te . varia a seconda che. •.1 tratti
d ' uno straniero dd tutto estraneo, dt un &tmtlc ma lontano, ?clv1ctno che no... ,. : a la morte psicologica fa così presagire una morte fistca
peri• m i è indifftrcnte c di q uello con il quale invece mi idcntJ6co. . imminente. Allo stesso modo nella tortura si tTatta di sapere
64 .. S1.r.o vuotu... non c'è in mc: né bene: né male, né alcun~ contraddt·
ziunc, e la KÌuslizia non pulrebbe ra~çgiungermi - sono fuon porlata - fino a dove ci si può spingere : l'essenzia)e, per appagare la gio -
queste, probabilmente, è il senso aulenttco della parola pc:rd.uto. No~ assolto. ia del sadico, non è forse eh~ la vittima resista il pitì a lungo
0 condannato, no.;tate bene: ma perdult), sì, perduto, smar:•to, fuon portatOJ.
c fuori causa. • G. Bernano~. (Euvrt•;; mmannques, op. c1t., 1961, P· 1577. possibile? Il boia ci tiene troppo perché muoia: ma la odia
(Trau. it.: Il Jignor Otli~e. Monda?ori _I!H9.) . . abb~stanza per impedirle di viver~!
6.~ Si racconta che Gtllc~ dc Ra1s. mpote dt Du Gucschn. godesse:: ;uani
più della mur~e che dd do~o!e. .
66 La stun01 dc• • Dod1ct Cesan • tlì Svetonio ci descrive pe raonoggi
68 R. Waitz, 7 rmoignagts strasbourgl'ois, p. 490. Citato da L. Saurcl,
del ~tenere. Les camps ck la murt, Rouff 1967. p. 15 1.
hi Escm1>iu rnmunicalu da J. Dchu.
La diversità delle es~rienze della morte altrui appare anche
nella varietà dd l~ami affettivi che ci univano allo scomparso
T
l
l
padre 71 - c la scomparsa de l prec.:edente nella lista di coloro
che sono destinati a scomparire ·,., secondo l'espr~ssione di R.
e nei momenti in cui c i si situa : prima della morte q uando Allio - è quella che è vissuta probabilmente con maggiore
si sa che o rmai è fatale, durante l'agonia, durante i funerali e ambiguità: di quale padre si tratta (reale, immaginario, idea-
il lutto, molto più tardi. Non potendo entrare nel merito deHe le)? Qua~e immagine se ne ha (padre castrator~ o alter ego. pa-
situazioni affettive o temporali, bisogna limitarsi ad alcune in- dr~ onn1presente oppure onniassente)? A che età lo sì perde?
dicazioni. Nel caso della morte del congiunto l'identificazio ne In che modo se ne è assunto o risolto l'assassi nio simbolico?
con la condizione mortale è solo indiretta e si impone la no- Sono tutte questioni che, con le risposte che suscitano, orien-
zio ne di scomparsa. A seconda che la coppia fosse o no unita, tano i nostri atteggiamenti. Non è ~rò azzardaw ritenere che
la morte viene vissuta come ferita o mutilazione m - l'espres- il passaggio dal padre immaginato-mortale a l padre vissuto-
sione c perdere la propria metà » assume in questo caso tutto morto permetta al figlio di compiersi pienamente : o rmai egli
il suo senso - oppure come una liberazione, . anche se una si sente uomo perché, a sua volta, padre e mortale. Da questo
certa ambivalenza può essere riscontrabile in entrambi i casi.70 punto di vista la morte del capo che assai spesso incama il Pa-
Se si tratta di un vecchio, non è insoliro che il superstite abbia dre e la Legge si avvicina alla morte del padre.74 Anche in
un solo desiderio - soprattutto se è condannato a vivere da questi casi il vissuto è diverso, a seconda che ci si identi fichi
solo- cioè ricongiungersi allo scomparso: c Mi resta solo di con il capo (si ricorda ancora l'immagine della folla delirante
raggiungerlo nella morte; ,. 71 a meno che non sopravvenga una che assisteva alle esequie. di Nasser, del suo Rais) o che que11ti
totale indifferenza, come nel caso degli idioti, ad esempio. TI incarni la tirannia (esecuzione di Luigi xvi): può anche diven.
decesso del figlio 12 è sentito diversamente dal padre e dalla tare del tutto neutro (decesso di Luigi Filippo). ·
· madre, a seconda dell'età del defunto, del sesso, del sistema La morte dell'altro presuppone, per chi abbia un qualche
socio-culturale cui appartengono, senza trascurare la natura e effetto, anche due altre condizioni. Innanzitutto e!isa è al sin-
l'importanza delle proie1.inni, compensazio n i, aggression i ri-" - golare e rifiuta l'eccesso. Il Grandguignol fa ridere perché ac.:-
mosse di cui il figlio poteva ~ssere stato oggetto. La morte del cumula gli orrori. Nell' universo dei lager, diceva giustamente
E. Min kowsk i. c non c i sono più morti, ma solo cadaveri. Non
69 A pro~ito ddl'oucrvazionc di H vedove, Murray Parkes (• British
è pFt il regnQ,della morte, è il regno del cadavere. » 71 Niente
Medicai Journ;~,l ~) consta ta l'aumento del 63 °/o delle consultazioni dopo è meno _emozionante, in (IU ~to senso, del w~ste ro : c Cl i assas·
la mort e dd marito durante i primi sei m esi successivi al d ecesso. per i J/4
del campione. Mo lli di tali consulti anvano come causa d elle maniFesta-
zioni psichichc come: ansia, depressione, insonnia, perdita d ell'attività... 1S E dci suoi sostituti possil>ili: lo zin pa terno n matc:rno c il fratello
Murray Parkcs conclude : • Fino a duecento anni fa il dolore veniva con- maggiore nell'Africa nera.
siderato come causa di morte. t d ubbio che si accetti una d iagnosi simile 74 Abbiamo ! Ìà sottolineato l'uso che ) . Lacan ha fatto d i tale tema a
nel 1968. • Conclusione ecceuiva: ci è stato segnalato il caso di u na vec- proposito della morte simbolica c della mo~te immaginaria. Nell'Africa ne ra
chia sipora di 8.S anni, r icoverata all'ospizio per agitazione il giorno ddl:t la morte dd padre è tanto più -.mbigua in quant<l rinvia a ll'Antena to c:
morte del marito; due ~tiorni dopo era morta. n~n 1em.p! e vi~c vi~~ta come co!"dizi~:mc d.i realizzationc di s~ (nei sistc-
70 R icordiamo l'esempio di A. Pbilipc, op. cit., 1963, p. 74: "Tu -dor- !'ll ma!nlmcan 1n CUI ti padre SOCiale c lo 110 utcrinG). Vedremo anche che
mivi c tuttavia non osavo ruardarti, ti lanciavo delle occhiate d i sfugr;ita. 1n ~fnca l~ mo~e .d~l no~o con il quale il nipote intessc rapporti affettivi
Mc ne: stavo immobile, medici c infermiere andavano c venivano, faceva nu asta1 strett1 ( prmc1p1o dcii a!tcrnanla dclh: gcneralioni) serve: da pretesto
il loro lavoro c io mi auguravo la morte. Che aTTivi presto come il fulmmc ad ationi truculcnte (parentc:la per scherzo).
o come un ladro. Era dunque questo l'amore? Essere d isposta a tutto per· 75 L'o!!n~prcscnza · d ci cadaveri -: "c'erano dappertu tto cadaveri, era
cht tu viva c un'o ra più tardi augurarti la morte? Stavo supplicando che ~olle... ~~ !t po.tev~ seder~ ~opra •: d1ccva .una deJ?ortata - è la prima le-
non li svegliassero. Dov'Ùa il bene c dove il male? • ZIOne de1 c.a!"P' dt ~term1mo. E ss1 erano moltrc d regno del marciumc: e
il «Non ci si ricongiunge nel niente:, • sottolin~a M . Oraison, p. 96. della 'l.'orc1t1a..La s1gnora X . deportata a 20 anni. scrive; • Restituita. da
72 La morte del figlio viene vissuta dal padr~ più drammati camente: n~i 25 ann1, alla vzta normale, conservo il desiderio di morire puli ta ... Tra-
sistemi negro-africani e islamici, in cui la morte della figlia non ha alcuna s~orr~ ancora t~Uc le mie .not~i a l campo... Il miu incubo ha preso, in que~li
importanza. La perdita del • bebé-acqua • presso i Bantu passa inosservata, g~nrm, una vanante: la d1rc:z1onc del camp<~. per ragioni di economia. nu-
tranne che per la mildrc. Non la finiremmo più se: vu!c:,imo accennare a triva i deportati snpravviuuti (On i cadaveri d~i clepnrtati m orti ~ (J
Dehu). ... ·
tutte le: varianti.

l
sini e i regolamenti di conti, o addirittura i massacri collet- con la stessa parola tra i Ndembu dello Zambia); essa mi de-
tivi, hanno un bel moltiplit.:arsi: non ci mettono mai in pre· finisce c reificandomi :a in uno stato che pone un termine a
senza della morte. Gli uomini cadono all'ingrosso o al detta- tutte le mie speranze: per questo la morte di un giovane è la
glio ma non muoiono mai. Come birilli, permettono solo più ingiusta, la più drammatica, la più temibile di tutte le
di addizionare dei punti. I morti servono solo a mascherare morti. E tuttavia il contatto con la morte modifica chi vede
meglio , la grandezza dell 'impresa'· La morte non esiste né morire (l'esempio di Paul già citato ne è una prova), così come
come fatto fisiologico né come valore tragico. » 76 chi ha corso il rischio di morire o sa di dover morire (come
La morte dell'altro, inoltre, conta solo se vi sono presente la giovane donna Cléo): sia ch'egli si stordisca nell'alcool,
e se la mia partedpazione è autentica. Ora. ai giorni nostri nel sesso o nel piacere; sia che, al contrario, esprima una di-
e soprauutw in Occidente,n assai spesso l'uomo muore solo, o mensione d 'una gravità insospettata in 1ui e operi per il bene
in presenza· di estranei insensibili e non coinvolti nella. su~ di tutti. Così, nella Morte d'Jvan llijè, Tolstoi ci dipinge un
morte: in Francia il l O % degli adulti ignora se i loro gemton funzionario che credeva di avere sempre fatto il bene; sapendo
sono ancora in vita! Ed è appunto questo timore d'essere sor- di trovarsi in punto di morte, un c lampo » lo salva : si accor-
preso da solo dalla morte che ossessiona il vecchio, per pau~a ge che ·la sua vita di c virtù» era stata uient'altro che un c as-
di non essere curato se cade gravemente ammalato (angosc1a surdo conformismo •. Ne Il padrone e il servo, lo stesso autore
di morire prima del tempo) o ancora peggio d 'essere.. sorpreso ci fa vedere il c padrone » che, preso in una tormenta di ne-
come cadavere in statu eli decomposizione. E poi l'uomo muore ve, decide di c cambiare tutta la propria vita »: dando prova
solo se lo si inganna o se si resta estranei al suo destino. A di una c mctravigliosa debolezza », riscalda il proprio servo
questo live1lo la morte altrui non ha pii• akun signific.:ato vis- in cui .scopre improvvisamente un uomu come lui e lo salva
sut<).11 perdendosi ...., Allo stesso modo anche la morte può trasfor-
Bisogna attribuire alla morte un'inn~gabile potenza di di- mare il defunto medesimo mediante il ricordo, ora svalorizzan-
strw:.ione fseparazio1le ma anche di tra.sfìgt~razione. Già la mor- dolo sistematicamente, ora al contrario idealizzandolo: c Dio!
te, ed è c in questo ch'essa è terribile "• trasforma la vita in Com'era grande! » dice Enrico ut dopo l'assassinio d i Enrico
destino;79 mi conferma che sono mortale e mi sorprende, così di Guisa. L'essere amato si trova allora rivestito d 'ogni virtù;
come sono. cioè incompiuto. Il negro-africano ha un bel dire e ciò si verifica in modo particolare nd c.:aso dell'er(X che in-
che è maturaziune (maturazi()ne e morte si esprimono spesso carna c ritualmente » là potenza del gruppo di cui c ~rsonifi-

76 .. L~ W estern • , 1 0- 1~. p. 59. RO L'esempio di Perlten ferito a morte è signi6c:ativo. André Malraux,
77 Ndi'Africil nera l'uomo non muore miiÌ solo, tranne appunto nc:1 LA via dei re, ci t., pp. 166-167 : .. C redeva alla minaccia piu cbe alla
casi di mala morte. morte : incatenato alla propria carne c insieme diviso da cs.s a, come quegli
111 Ecco due testimonianze significative di S. dc Bcauvoir, up. cit .. 1972: uomini che venivano annegati dopo averli legati a cadaveri. Era talmente
.. Avviene molto di rado che l'amore, l'amicizia, il cameratumo vincano estraneo a quella morte in agguato. dentru di lui che di nuovo si sentiva in
la solitudine della morte: a di1pt:tto delle apparenze. anche quando tenevo faecia a un combattimento: ma lo sguardo di Claude lo ricacciò ne l proprio
la mano di mamma tra le mie:, non ero con lei: le mentivo. Poiché l'a.vevano corpo. C'era in «JUCIJo •sguardo una complicità intua dove si urtavano la
sempre ingannata, questo supremo _inganno mi era ~dioso..Mi rendevo COII_I- 1traziante fratern1tà del coraggio c: la compassione, l'unione a nimale degli
plice dd destino che le faceva VIOlenza. Eppure, m ogm cellula dd mw easeri di fronte alla carne condannata; Perlccn. benché gli si andas~c: afle-
corpo mi univo al suo rifiuto, alla sua rivolta: cd anche per questo mi bi< &ionando piu che a ogni altra crutura in pa.uato, sentiva la propria morte
prostrata la sua sconfina. (pp. l 00-1 Ol) come se gli fosse venuta da lui. L'affermazione im~Jeriosa era meno nelle
• Ed anche: ae avesse vinto la morte, che mistificazione odiou! Mamma parole: dci medici che ~Ile palpebre: c-h\' Claude. ora, aveva abba»sato istin-
ci credeva a~:canto a aé. Ma noi già stavamo dall'altra parte della aua sto- tivamente. Tornò lo spasimo dd ginucchio, con un rillcasu che fece c:untrarrc:
ria. Genio maligno e 1>nnisciente, io conoscevo quel che stava per avvenire, la gamba: si formò un accordo tra la &offerenta c la morte, come se l'una
mentre lei ai dibatteva lontaninima. nella solitudine umana. Il suo accani- fos.e diventata la preparazione inevitabile dell'altra; poi l'ondata di dolore
mento a guarire, la aua pazienza. il suo coraggio, tutto era insidiosamente si ritraue, portando via con st la volontà ~:hc: le era alata contrappoata, c
minato. Nun l'avrebbero ripagata di nessuna delle 1ue sofferenze. • (pp. 56-!>7) non lasciò cb ... il patimento sonnacchio•o. in agguato: pc:r la prima volta
79 J. Delhommc. Tt!mfu #!l dl'slin, ns4j .sur André Malrtu~;~~, Paris. 195-'i, cre•ccva in Pnlr.en qualc:usa di più fori~ di lui. contru la quale non preva-
p. 91. leva nessuna spcrarua. Al\("hc: contro d i riò. tuttavia. hisol(nava luttarc... ..
ca il valore sociale fondamentale lt : 11 la società che si sente divisione fondamentale o di un pretesto invocato dopo i mas-
improvvisamente colpevole di non avere meritato un capo co.sl sacri per legittimarli? Difficile saperlo. Resta il fatto che, tenuto
prestigioso lo porta alle stelle attribuendogli virtù che non conto beninteso della debolezza relativa dei lo ro mezzi di di-
aveva o semplicemente esagerando quelle che aveva.12 struzione, i c primitivi • si comportano esattamente come co-
t forse questa la verità primordiale rivelataci dalla doppia loro che si ritengono i portatori della vera civiltà.
c esperienza ddla mo rte • , quella propria e l'altrui. Al d i fur>- La posizione dell'uomo di fronte alla morte in r ealtà non
ri di ciò, la pluralità delle situazioni e la disparità del lo ro può non sorprendere. Egli analizza con finezza e profondità:
significato non ci autorizzano a ricavarne in~amenti precisi. introduce sottili c distinguo • tra i tipi, le forme, gli aspetti
Dopo tutto l'esperienza della nostra morte, così come quella del morire: moltiplica fantasmi e costruzioni metafisiche al
d 'altri, ci dice assai poco sulla morte stessa, al di là del suo riguardo, di cui abbiamo dato solo una pallida idea: li arric-
singolare potere di perturbazione e dunque di succes.~ivo ag- chisce nell'espressione artistica e in meditazioni religiose spes-
giustamento e di relativa riorganizzazione. Entrambe le espe- \() commoventi; in breve, cerca di salvarsi dalla morte, sia
rienze, e soprattutto la seconda, rivelano, in compenso, in mo- quaggiù sia in un mondo surreale, immaginario, nell 'aldilà...84
do particolarmente sottile e sfumato la psicologia interpersona- E tuttavia uccide! Seppellisce pietosamente i propri morti. Ma
le. Sicché è possibile ipotizzare che in Occidente il sentimento fabbrica le armi che distruggono. Lotta, biologicamente e sul
d'individualismo più spinto rende quest'esperienza, probabil- piano medico, contro la mortalità che fa decrescere con suc-
mente, più interiore, più fuorviante e tale che lascia l'uomo cesso, ma crea così una società in cui l'affollamento rende ag-
assai più sprovveduto: i meccanismi di superamento di tipo gressivi, omicidi e infelici. Fa tutto il po~~ibile per raggiungere
negro-africano (maternìzzazione, rassicurazione, presa in cari- l'opulenza e la felicità, ma la civiltà dei consumi disprezza
co da parte del gruppo, rituali simbolici di traslazione della · l'uomo c bestia per prudurre jcomumare ,. e turba il suo com-
morte e di scongiuro del dolore) sono da noi crudelmente ali- portamento davanti alla morte.
senti. Certo il Negro-africano « tradizionale,. e vita tali eccessi e
E se conside riamo gli atteggiamenti, sarà lo stesso? la sua posizione al riguardo ci è sembrata tanto ~ana <)uamo
c Mi meraviglio di sentirvi lodare quel che ho in comune ammirevole. E tuttavia non si tratta di una caratteristi('a na-
con molti a ltri capitani ed è inHuenzato anche dal destino : turale imputabile a una qualsiasi speçificità. ma piìt semplice-
mentre trascurate d i dire ciò che vi è in me d i meglio e di più menu di un atteggiamento corri11pondente ad un'infrastruttu-
importante: cioe che nessun A teniese ha mai portato il lutto ra socio-economica (società di penuria, carenza di tecniche, po-
per colpa mia. • Ll t questa l'incredibile dicotomia da nti la vertà df oggetti ... ). In un ambiente urbano industrializzato,
maggio r parte degli uo mini è presa nei confronti della pulsio- sottoposto agli imperativi della produzione, del rendimento.
ne morti[era: ci sono quelli che si devono rispettare e quelli della concorrenza questo bell'ideale si truva già contestato.
che si possono rar morire o che addirittura si devono far morire Infine, ci ha colpito un altro paradosso : la ricchezza delle
perché no n sono c come noi •, cioè dei nostri. Si tratta di una concezioni della morte « intelleuualmeme imesa ,. (sistemi
teologici, metafisici, mistici, a -seconda dei casi) contrasta sin-
golarmente con la povertà che invece caratterizza le forme vis-
111 S. Czanowski. Le èullf! dn hhm. Paris, 1919, p. 27. sute del morire.45 Né l'esperiema della nostra mo rte n!!- quella
112 Sembra che la morte del generale dc Gaulle • abbia riattivalo la
dimensione carismatica dell'eroe e ravvivato il carattere naturalmente emo-
tivo dell'nbbandono al capo in cui il popolo investe tutta la sua fiducia. 114 Tutte le consolazioni sono consentite: • Chiult se vivere non 1: mn-
L'adesione ha ritrovato la sua intensità. primitiva c le qualità personnll rire e !e, d'altra parte, morire non è vivere, .. diceva Euripide (frammento
dell'eroe, la au11 chiaroveggenza, la sua autorità, la sua inle~triti\ sono ap- dì un dramma andato perduto). Vedere J .·P. Sartre. Lt.l Mr1ts. Gallimard
parse nella loro dimen!i onc str~ordinaria. _Il pellegrinaggio ~ _un_'~ccasione 1964, )). lli2 (trart. it. Le parole, Il Saggiatore 196t!).
ner ricreare la comumtà. emoz10nale e ntrovare 1~ fede pnm1t1va », F. 85 Ciò vale sia per l'Occidente che per il Negro-africano. Non dimen-
Raphaél , Lt f1;ltrinagt à C11lomhty, <:Is tv 197.!1. p ..~.'15. tichia-mo, d'altra parte, che ogni morte t uni ca. P. Guimard. op. ( i/ .. !91li.
Il., Sono le ultime parole di Pericle. r.ì descrive ad esempio la mt/r l l' vndf' del suo ern(', pp. Hi2 ~1{/l.
della morte altrui ci offrono rivelazioni profonde, degne di PARTE TERZA
interesse; esse ci informano solo su noi stessi. Da questo punto GLI A"ITEGGIAM.ENTJ FONDAMENTALJ DJ IERI E DI OGGI
di vista le descrizioni dell'Aldilà della morte,86 sia quelle ne·
gru-africane che quelle dell'Occidente, si dimostrano estrema-
mente povere. La morte - anche se può servire alla specie
- non è forse l'ostacolo assoluto che pone fine alle nostre pre-
tese? La grande sconosciuta! c Come la luna, • dice un prover-
bio pigmeo, c non se ne vede mai la faccia nascosta. ,.
Forse è un po' arbitrario separare atteggiamenti ed esperien-
ze. Il fatto che queste .coin volgono in maniera diversa gli in-
dividui, a seconda del loro sistema socio-culturale, della loro
ideologia o del loro c carattere » , che giungono a c trasfor-
mare • il soggetto che le subisce, le ricerca o le fugge, indica
quanto risulti difficile segnare dei confini. L'insonnia, per
esempio, che sotto molti aspetti appare come paura di essere
sorpresi dalla morce,1 deriva in eg.ual misura dall'atteggiamen·
to e dall'esperienza.
Tuttavia la sfera d'influenza dell'atteggiamento ci sembra
'l'
pitJ g·enerale e soprattutto più vasta. Di volta in volta parlere-
mo dell'atteggiamento di fronte al cadavere,1 poi al cospetto
del morente, e infine davanti alla morte. Akuni esempi tipici
attireranno in seguito la nostra attenzione.

l Le testimonianze angosciose dai campi di ster minio lo moatrano cl:.iara-


mente. Lo stesso vale: per i condannati a morte che, nella loro cella, non
dormono tranquilli se non nella notte tra il sabato e la domenica, mentre
gli altri giorni non riposano bene se non dopo il sorgere del giorno; il fatto
è che: le esecuzioni avvengono all'alba e mai la. domenica, il giorno del
86 Vedere: M. Vovelle. op. cit., 1974; J. Prieur, op. cit., 1972; P. Misraki, Signore e non del boia!
L'exphienu d4 l'apr~s vie, Laffont 1974: P . Brunei, L'évocation dcs morts 2 Le salme non sono infatti cadaveri. ma morti che dormono. che ripo-
et la descmte aux enferJ, Soc. d'edit. d'Ens. Sup., Paris, 1974 : l. Lepp, sano. Il soggetto di un film, peraltro molto interessante, è stato rifiutato per-
op. cit.. 1966; ... ccc. ché poggiava su fenomeni di tanatomorfosi.
.
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'

I · l MORTI E I MORENTI

I morti o i morenti, cioè le prime vttttme delta morte, su-


scitano in chi sopravvive una varietà di atteggiamenti o di
comportamenti spesso assai complessi e che trovano le loro fon-
ti nelle profondità d ell'inconscio. Spesso la loro ambivalenza
non appare solo a livello delle manifestazioni ma anche a li-
vello delle motivazio ni. siano esse riconos<:iute o nas<:mte.

a) Atteggiamenti di fronte al cadavere

Quando si vuole evocare o raffigurare la morte, si pensa più


volentieri allo scheletro che al cadavere. Quello è piìt confor·
tante di questo: in Mellsico, in occasione delle feste commemo-
rative del defunto, si mangia volentieri un cranio o una tibia
di zucchero. 11 cadavere, al contrario. spaventa.

a) Significati del cadavere


Se il contatto molteplice e prolungato con il cadavere r en-
de insensibili- si tratta, l'ahhiamo detto, di coloro che hanno
vissutu i campi di sterminio,1 o piìt semplicemente, del me-
dico legale, che seziona i corpi a scopo scientifico o giudizia-
rio - lo stesso non si può dire per l'uomo « comune 1> nella
situazione quotidiana.
Per un medico legale in realtà, piit che un problema ana-
tomopatologico, la m orte diviene una questione di identifi-
cazione. La conoscenza dd metodi che utilizza a q nesto sco-
po ne fa un esperto in criminologia, istruito sulla pratica
della semiotrca descrittiva, antropometrica, dattiloscopica. L 'i-
dentificazione di tutti i segni particolari, la determinazione
l'

l Un giovane superstite di Hiroshima cos1 st esprime: • I cadaveri si


riducevano a oggetti, merce da trasportare,,. e conclude: • Non avevamo
più emozioni. ,.
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della specie, della razza, del sesso, della taglia, dell'età.,. dei scuno di coloro che ne subiscono la fascinazione c il cadavere
frammenti ossei, l'obbligo a una pratica costante dell'osserva- è lì a fornire la prova della sorte che attende ogni uomo; il ca-
zione scientifica. La gravità di queste perizie giudiziarie non davere d imostra che l'uomo non può sfuggire. a lungo andare,
dovrebbe essere sottovalutata. Se, come è stato scritto, il me· alla violenza,. in agguato. Jl tabù che si impone a chi si trovi al
dico legale giunge a far c parlare il cadavere •, senza alte:~re cospetto del cadavere, è un indietreggiare, un respingere la vio·
la verità e senza ... • forzare la testimonianza • , la responsab1htà lenza, un separarsi dalla violenza. » 4 Proprio per questo, e lo
che egli ha nello svolgimento delle cause penali, nell'entità vedremo, t'a nascere nell'uomo stati d 'animo ambivalenti : ri-
della sanzione, per quanto spesso egli resti in _dispan~, _è tale pugnanza o rispetto, desiderio di conser varlo intero o di muti·
da far fremere. Dall'ord ine che gli c esperta » stabthscono larlo, cure minuzic)se in cui avvolgerlo o abbandono sistema-
nella successione delle ferite, dall'orario che fissano, dalla de· tico ...
terminazione della direzione di un11 certa traiettoria, dalla Sembra che l'orrore ispirato dal cadavere sia un fatto uni-
posizione reciproca degli antagonisti eh~ d~ ~ssa si può rica· versale.s c Diffida di ogni cadavere, » proclamava M. Schwob.
vare, risulte rà molto spesso la natura del cnmme, con o senza Fatto naturale (tutti i morti danno luogo a un cadavere, tuui
premeditazione, nella condizion e o no di legitti ma difesa, CO? i cadaver i imputridiscono, questa è la legge universale), o pu·
o senza l'intenzione di procurare la morte. Basterà. questo dJ· nizione degli dei (è la colpa che porta alla morte; la· putrefa·
stinguo a determinare una condanna limitata n el tempo, a vita, zione del cadavere è l'a bominio del peccato), il risultato è lo
o addirittura a morte. èerto, tali esperti non sono addentro a stesso : il cadavere suscita orrore; l'ineluttabilità della putre-
tutte le disposizioni del codice, ma non dimenticano mai il pe· fazione e il riassorbimento negli elementi propri dei grandi
so che pw'> assum·ere, in un banale rapporto, questo o quel cicli naturali (fosforo, carbonio, azoto) non costituiscono che
qualificativo, o quel dubbio, o quella constataziOne. E ancor una medioç.-e consolazione. "Da un lato l'orrore legato all'at-
p iù, debbono _d are la ~erità t~ell'i~passi bi~ità. S~re bbe fa lso taccamt:nto per la vita ce ne a!Jontaua, dall'altro, siamo attratti
concludere qu1 su una tmmagme dt ata.-ass1a ston ca ... da un aspeuo solenne, e insieme terr ificante, fonte d i grandis·
t interessante prendere atto del fatto che fra le numerose simo turbamento».~ Per i Negro-africani, la decomposizione
opere consacrate al problema della mor te, il cadavere è ~imo~­ diventa nell'immaginazione il segno della impurità per eccel-
so quasi sistematicamente.z Si tratta di una pura e semplice d ~­
mentica nza? Non lo crediamo, perché il cadavere, per defim-
zione, c'è; forse « n iente,. per molti ma soprattutto c peggio 4 G. Batuillc. L'erot ismo, Supr 196?, p. 47.
5 A volte, è soltanto un ~roblema di ostilità o di mancanza di rispetto.
di niente • poiché il f!J.tlo di esserci sottolinea proprio che co· Ecco ccnte j. Egen (L'abuttorr solenne/, G . Authier 1973, p. 143) ci descrive
lui che l'animava non c'è più. L'attualità pesante d el cadavere, il comportamento di fronte al corpo Ili un ghigliottinato: "Gli aiutanti,
espressa dall'odore che ne emana, diventa d'altra parte il punto con le unghie cerchiate di sangue rapprcso. afferrano il corpo dd giusti-
ziato c, senza neppure liberarlo dei lacci infami, lo buttano bocconi in una
centrale di numerosi problemi, il principale dei quali r esta bara dalle ani sconn~ssc che assomiglia ad una cassetta per le uova. Il loro
pur sempre quello di' cui parla lonesco: c come sbarazzarse- capo, il boia dalla camicia azzurro chiaro ... prende la tata mutildta c: la
dispone in senso inverJo al corpo, sulla spalla sinistra , gli occhi rivolti al-
ne , ,l Questa dimenticanza a noi sembra teleol~gica: si ttat~a, l'alba nascente. Ncssuuo ha cercato di ricostruire un'apparenza di corpo
molto semplicemente, di un atteggiamento d1 fuga. Per eta· umano. Nello staso tempo, l'a ddetto alla macchina butta, su quel volto
da~lì occhi 61si nd vuoto, la prima palata di segatura imbevuta di sangue.
l~merge la sua pala. nel paniere di vimini che l'ai utante inclina per faci-
2 Il vocab1>lo cadavere, per esempio, non compare nel dizionario della litare lo svuotamcnto. La bara ai co'!mo. come un<J pattumiera. Tutti sembrano
morte di Ch. Sabatier. comprendere che i carnefici non saprebbero che farsene di quei mucchi di
3 Vedremo più avanti le difficoltà che il cadavere pone all'urb~ni.sta a! segatura gil solidificata. Dopo il macello, lo squar-tamento...
giorno d'oggi, _veglia del_ defunto, corteo ndl~ strade, posto al CJmttcro... 6 G. Batail!e, op. cil., 1967, p. 50. Il cadavere può suscitare anche altri
In ogni caso. 1! nuovo ntuale funebre cattoh co e s1>prattutto protestante: sentim~n~i. « La soddisfazione nel Cl>ntcmplare un cadavere:. C'è qualcosa di
tende a r imuovere il cadavere; vuoi non parlandone più, vuoi dinociando tranqu1liluante, qualcosa che dà un temo di p~>tenza, che dà gioia. Il vivo
l 'inumazione cd il rito religioso (non più cadavere nel tempio), il defunto che osserva .un morto,. ai sente superiore. Ed è vero perché egli è. ,. (F.
viene a ridursi all'immagine del ricordo. Dard, Intervista con l • Exp reu • .) ·

,
lenza, quella della morte, e forse ancora di più quella della c'è,. vera o immaginaria, altre sono le sue origini_ c Non c'è
causà della morte (la trasgressione). In realtà la maggior parte ragione di vedere, nel cadavere di un uomo, qualcosa d'altro
delle pratiche funerarie risparmia ai sopravvissuti un conta- di ciò che si vede nell'animale morto, un capo d i selvaggina
gio: quello del decesso (riti, lutto soprattutto, che frequente- abbattuto, per esemp~o. Il rifiuto e lo spavento provocati dalla
mente termina con l'apparizione dello scheletro), più che quel- vista della avanzata putrefazione, non hanno in sé e per sé
lo della decomposizione che ne è il segno. È stato detto giusta- alcun senso inevitabile. Ecco che ci troviamo d i fronte ·ad
mente, « lo stato morboso nel quale si trova lo <spettro> al una serie di atteggiamenti artificiali, relativi a manifestazio-
momento della decomposizione non è che la trasposizione fan- ni dello ste~so ordine. L:orrore che proviamo per i morti è pa-
tasmatica dello stato morboso dei viventi :. ;7 d'altra parte il rente prosszmo del sentimento indotto in noi dalla vista degli
cadavere più ripugnante non è necessariamente quello più escrementi "f.tmani. L'accostamento avrà anche più valore, iu
avanzato nella tanatomorfosi, bensì quello che è conseguenza quanto noi troviamo in genere qualcosa dì analogo per gli a-
di una brutta morte (annegamento, folgorazione ...); e comun- spetti della sensualità che definiamo osceni. I condotti sesmali
que il più pericoloso resta quello cui nòn sono state rese le evacuano liquidi escrementiz:ì: noi le chiamiamo • parti vergo-
dovute onoranze (lo« spettro maligno » legato al cadavere in gnose», e le associamo mentalmente all'orifizio anale. S. Ago-
putrefazione, continua a perseguitare i membri della sua fa- stino insisteva particolarmente sull'oscenità degli organi e della
miglia e del suo villaggio). Ai nostri giorni, in Occidente, le funzione riproduttiva. « Inter faeces et urinam nascimur,,., di-
preoccupazioni igieniche tendono ad imporsi in eguale ~isu­ ceva: « nasciamo tra le feci e l'urina. ,. Le nostre materie feca-
ra; esse non sono prive di fondamento, evidentemente, po1ché li non sono oggetto di un divieto formulato mediante regole
i batteri compiono la loro azione a milioni, a maggior ragione ~ociali meticolose analoghe a quelle che riguardano il cadave-
se si tratta di morte provocata da epidemia: di qui le precau- re o il sangue mestruale. In complesso, però si è formato, per
zioni (spesso desuete e inefficaci) prese dal legislatore in merito transizioni e scivolamenti, un ambito della sporcizia, della
al trasporto dei defunti; di qui anche il gran c~nsumo di ~l­ putrefazione e della sessualità le cui connessioni interne riesco-
coolici specie fra le classi povere,6 per proteggers1 dal contagao no evidentissime. All'inizio, certe contiguità effettive, esterior-
del male e anche per stordirsi. Dietro l'indiscutibile verità si mente, oggettivamente, furono certamente alla base di que-
cela il pretesto: c compendio di tutti i fetori della città... il ca- st'ambito del sentire, ma la sua esistenza non per questo cessa
davere riscatta col suo esilio tutti i rimorsi dell'urbanista -,.9 dal proprio carattere soggettivo. La nausea infatti varia da in-
Comunque la paura del pericolo di infezione non inte~ien_e dividuo a individuo, e la sua ragion d'essere oggettiva ci sfug-
(forse a torto, ma questo è un altro problema) se non _m II1:•- ge sempre. Il cadavere che fa seguito all'uomo vivo, non è più
nima parte nel disgusto ispirato dal cadavere: se mmaccta nulla o, per lo meno, quello che proviamo è un senso di vuoto
e lo manifestiamo venendo meno. ,. 10 "In ogni caso è bene ag-
7 E. Morin, op. cit. 19.~1. p. 17. . giungere che il cadavere può suscitare altri sentimenti oltre
8 Vedere particolarmente O. Lewis, Un mort dans la famllle Sanchet,
Gallimard 1973. Ecco qui un esempio: • Gaspar è ritornato ubriaco. Invece
di C{lmpra re le sigarette, a v eva speso il denaro che gli a v evo da~o in alc.ool.
Il bere J'avova ·reso un po' folle. Nel vedere la gente assorta _m pre_ghu:ra IO G. Bataillc, op. cit., 1967 p. 66. (Il corsivo è nostro). Un caso molto
intorno alla bara, ha detto: ~Che fa qui tutta questa gente? V1a, uscramo. > pafticolare e proprio quello del cadavere o piuttosto dello scheletro che 0~­
Nessuno gli fece\caso. <Gasp~r, un po' di rispetto _per il ~ada vere di mia aessiona il vivente, gli .ti impone in maniera quasi patologica. La storia
.zia, per piacere.> - ~Certo srgnor Roberto, ha rag10ne. > s,_ ca!~ò un mo~ dell'uomo che parte in guerra contro il suo proprio scheletro è stata rac-
contata molto bene da R. Bradbury (Le Pays d'Octobrc. D enocl 1971.
mento e poi ricominciò. <Usciamo di qua. Che co~a ~olcte VOI tuth? Qua_ndo
ua viva nessuno veniva a trovarla ed ora lutli p1angono. Farabutti. Ipo- pp. 78-98). • Uno scheletro! Una di quelle cose articolate, bianche. una di
criti, levatevi dai piedi!> • Non fategli caso.> dicevo loro. < g rimasto f!~Ol~o quelle cose secche, ripugnanti, fragili. dagli occhi vuoti, il teschio, le d ita
colpito dalla morte di mia zia. anche se non tanto quanto me, c pc:r d1 p1Ù tremolanti, una di quelle cose agitate da un rumore stridente:. • « Do po
ha bf:vuto. > Subito dopo se l'e presa con mc.,. p. 93. . atroci dolori, l'uomo si libererà dd suo scheletro e diventerà medusa. in-
9 Dr. M. Colin, L'rmthropolo!r,rre et la mort, in Mort et folU!, da • Pu- tatta nella pelle gelatinosa, sul tappeto della sala da pranw, una medusa
spectives psychiatriqucs "• 28; 2, 1970, pp. 9 sgg. çhe rispoude quando è: chiamata! ,.
al disgusto e all'orrore: l'insensibilità, la necrofilia., la pietà il cadavere può, in certe circostanze, cedere il passo all'amore
e il rispetto. per il "cadavere. Citiamo la tendenza part.i colare dei necrofili.
c Esistono. in realtà, dei limiti alla ripugnanza che il cada- Erodoto ci dice che in Egitto le donne belle o celebri erano
vere suscita, e che non sono solo quelli raggiunti dai profes- affidate agli imbalsamatori solo dopo tre giorni dalla loro mor-
sionisti, dagli impiegati alle pompe funebri ai medici che te, quando la putrefazione incipiente limitava gli ardori amo-
fanno l'autopsia o agli imbalsamatori (oggi gli addetti alla rosi di costoro; 11 alcuni godono nel fare l'amore sulle toml;le
tanatoprassi). Infatti questi manipolatori del cadavere non so- o nelle cripte, consumando carne avariata come preliminare;',
no esseri privi di sensibilità o incapaci di embzioni. « Effetti- o. ancora più semplicemente, come dic.e vamo sopra, trovano
vamente è necessaria una lunga pratica per potersi avvicinare ptacere nella lettura di fumetti dove si vedono donne nude
quotidianamente ai cadaveri più orrendamente putrefaui, ser- che godono sfrenatamente aH'obitorio, impossessandosi dei ses-
bare il proprio appetito intatto quali che siano le vivande, e si maschili più rigidi. l pigmei d 'Africa conoscono una forma
infine sognare cadaveri o carnai senza per questo dover dire di iniziazione che consiste, per il neofita, nel vivere in fondo
che si è trattato di un incubo. Esiste in questo ambito una a una fossa per sei giorni di seguito, schiacciato contro un ca-
sorta di senso professionale che porta al limite rimpassibilità. davere, bocca contro bocca;. altre popolazioni introducono nel-
·Questo limite non scivola mai né nell'orrore da urt lato, né le loro bevande inìziatiche il liquido che cola dal morto in
nella carità dall'altro. Una sorta di estetica della misura per- decomposizione. Per molti il cadavere dell'essere amato resta
mette di abbandonare questi corpi deceduti a una dimensione una cosa sacra. Se numerosi spiritualisti non hanno che di-
extraumana, a un mondo trascendente ove noi non abbiamo sprezzo o indifferenza per la spoglia mortale - come del resto
dimora. La belk:tza, il dramma, la miseria, le tracce di soffe- avevano per il corpo vivo - , e non danno valore che all'ani-
renza, risvegliano ne ll'operatore il medesimo riHcsso affettivo ma, se altri, pensando che la morte ponga termine Qefinitiva-
attutito, non specifico. Per l'osservatore superficiale, il medico mente alla persona, confondono il c resto » con il c niente » , 14
legale ma~hera talvolta la tensione vc>rso il superamento della ce ne sono, al contrario, che avvolgono il morto di premure
propria sensibi lità attraverso un ostentato cinismo, o humour e vogliono evitargli il più possibile l'oltraggio della decompcr
n4Cro. AJ di là del cadavere quotidiano, banale, che l'abitudine sizione (cremazione, imbalsamazione, cure tanatopratiche). Ve-
ha privato di ugni fo rza di suggestione, la morte di dimensioni dremo che il defunto negro-africano, vestito con i suoi abiù
eccezionali tras(unna l'operatore stesso in un'• ombra •· appa- pitì belli, circondato dai simboli della sua ricchezza o della
renla mutevole, transitoria e ingannevole della propria real- sua posizione sociale, presiede lui stesso, non senza solennità,
tà. Essa disinurna il medico legale che le si vorrebbe avvici- ai propri funerali; e si sa il valore t:he i cristiani danno alle
nare cou tro ppo discernimento. La presenza di Ofelia sul ta- reliquie, proprio come l'uomo primitivo che consacrava un
volo anacomico fa scattare una reazione affievolita stranamente culto ai cranii; i marxisti stessi non sfuggono alla regola,
identica a quella provata all'autopsia di otto cadaveri di bam- nel momento in .cui sfilano « pietosamente • ne lla piazza Ròssa
bini uccisi dal piatto di funghi velenosi. È difficile conoscere a Mosca, davanti al corpo imbalsamato di unin. Lo splendore
fino in fo~do le ripercussioni di questo 1/.ress nelle zone cre-
puscolari dd subconscio, così strettamente legato alle regioni
illuminate della nostra coscienza. Ma, tranne che a rischio di 12 Forse ci si ricorda di quel fabbro ferraio che, nel 1886, comp:~rvt
davanti al tribunale sotto J"accusa di necrofilia: "Che: volete. • disse, • ognu-
immergersi in un delirio, è impossibile in una simile attività, no ha le 5Ue passioni. La mia è il cadavere! ~
, partecipare, a queste mor'ti sul piano affettivo, come ci si 13 Vedere per esempio: A. Bastiani, Lts mauvais lieux de Paris, A . Bal-
lllld 1968, Pt>· 43-54. M. Dansel, Au Père Lachaiu, Fayard 197S, pp. S-10.
aspetterebbe naturalmente da ogni essere umano messo bru· 14 S. De Beauvoir, qualltunque dichiari di non voler ritrovare aua mam-
scamente in presenza di una morte anonima.» 11 L'orrore per . ma morta, prova qualche rimorso ... • Mi rimproveravo di aver abbandonato
troppo in fretta il 1uo cadavere. Soleva dire. cd anche mia sorella lo dicevilo:
Il Dichiaraxionc: che ci è stata fatta da un rinomato medico legale, il • Uo cadavere n on è più niente. > Era tuttavia la sua carne, le aue oua, e
Dr. Feineau, della Société de Tbanatologic. per qualche tempo anche il suo volto, • op. cit., 1966, p. 91.
delle tombe avrebbe senso se i c resti • che racchiudono non ticolari ,. .17 Al di là di questi pochi dati, tutto il resto è fan-
ave$Sero alcun valore? Ciò che si teme soprattutto è la putre- tasia o ipotesi. 1' In compenso, le società protostoriche e stori-
fazione: per ragioni di d~oro- oggi più ancora in nome del· che sono state e sono ancora l'oggetto di ricerche appassionanti
J"igiene - . di fatto per obbedire a pulsioni inconsce e oscure. nel ~a~po della tanatologia, e a questo proposito è già stato
Ma, sia che uno metta un freno alla tanatomorfosi, o che. po$5Jb!le produrre una documentazione particolarmente ricca.
consunta la caTne, appaia lo scheletro duro e bianco, a simbo- In effetti og?i gruppo, ne_l cor~o della sua storia, ha saputo ela-
lizzare la purezza ritrovatà (.è in questo momento, affermano .. borare un ststema orgamco dt credenze e di pratiche che gli
i negTo-africani, che il defunto diviene antenato e che cessano è proprio e fa parte essenziale della sua cu ltura. Anche l'ah-
le pratiche di lutto), ciò che r~sta del defunto diventa prezioso. ~andono d~l cadavere agli animali aveva un significato rituale
In breve la spoglia mortale c non è una semplice cosa, essa di· '". Mongoha e presso i nomadi del Tibet (dove in aknni casi
venta oggetto di piet~ da parte degli altri, è verso di esso che eststevano persone - i ragyapas - che ufficialmente avevano
si rivolgono gli onori che a volte sono stati negati al vivo. l'.i nca~ico di g~tta~e i ~zzi di cadavere ai cani), pres.so i Cam-
Un altro si ricorda che sono stato un essere vivo, un soggetto, ctadah del!~ Stbena e t Parsi dell'India (le cinque dakhma di
ed è percit'> che, reso attento dalla misteriosa solidarietà che Malabar Htll a Bombay sono ben conosciute).
unisce i soggetti, si inchina alla mia esistenza compiuta per Prima di tutto c'è la toilette dei morti, diffusa quasi uni-
rercare di afferrarne il senso e forse il mistero. • 15 ver.s~l~en_te. Così i ~usulmani conoscono tre operazioni es·
senz~ah: ti ghusl o tmlette propriamente detta, il kafn o av-
b) l comportamenti nei confronti del cadavere: volgtmento nel lenzuolo monuario, il tah11it o imbalsamazio-
dagli atteggiamenti alle tecniche ne, spesso realizzata dalle donne (associazione simbolica cun
Sempre, da che mondo è mondo, il defunto è stato oggeLto la toilette del neonato). Ci sono poi i compurtammli tl !:i con-
di attenzioni particolari rivolte al suo cadavere. In realtà sap· fronti ~ella decomposiz_io_rte, che sappiafllO ess~re molto spesso
piamo poco sulle società preistoriche. c t praticamente certo fonte d•. o.rr?~e, e certo d t spavento : fatto che è all'origine dei
che i neanderthaliani venivano sepolti, ma il fatto è poco con- moltepliCI n ta.della separazione (tabù n ei co nfronti d i <·hi ma·
fermato dagli scavi. Nel paleolitico superiore, la sepoltura è neggia_le spoglie d~l morto, messa da parte o distruzione degli
un dato certo: anche l'uso dell'ocra lo è, ma con minore preci- oggetti appartenuti precedem~mente al defunto, tabit dei nn-
sione, e il morto conservava i suoi ornamenti personali. » 14 mi..) . A volte ci si sforza di sopprimere la putrefazione: cre-
L 'interC$Se religioso l~gato alle spoglie uman~ s~mbra ptobabi- maz.tone _del cada~ere con la conservazione delle ceneri (co lum-
k, ma le prove archeologich~ restano ancora t~nui; due denti f,arra det Romam, urne funebri degli Zapotec.:hi in !\fessiw),.
montati a ciondolo, un frammento di mandibola, il cranio di o con la dispersione delle ceneri (Koriak in .Siberia; in India
Mas-d'Azil con i suoi occhi finti, i c fori ,. cranici, il cranio i Ghat - o roghi - divisi secondo le caste, sono posti vicino
musteriano del Monte Circeo. « solo documento d~lla sua epo- ai corsi d'acqua o vicino al mare dove saranno gettate le ce-
ca che ci tramanda un cran io sottoposto a manipolazioni par· neri); atti di endocannibalismo, necrofagia rituale degli India.
~i d'Ameri~a e dell'lnsulindia o dei Negro-africani;" in fine
zmbalsama:uone e mummificaz.ione (antico Egitto, Indiani del
15 R. Mehl, op. cit .. 1956, P'· 119. Vedere il singolare romanzo di H . Had·
dad, Un rivt dt glaet, A . Miche! 1974. l 7 A. Lcroi-Gourhan, ibid.
16 A. Leroi-Gourhan, Lts relil{_ions de la préhistoire, PUP 1964. Le tombe 18 • La sepoltura ncanderthaliana non testimonia solamente una inter-
del Monte Carmelo (40.000 anni), della Cappella dei unti (45.000 anni); ~zione della morte nella vita umana, ma anche modifìcazioni antrnpoln.
del Monte Circeo (35.000 anni) sono vere e proprie u:poltur'e : il defunto si g1chc .che hanno permesso e provocato questa interruzione. ,. E. Morin, Le
trova nella posizione fetale (morte = rinascita?) e a volte, come in una tomba parad1gmt pndu: la nature humaine, Seui l 197.1!, p. Il U.
irachena. ci sono perfino delle tracce di ~ol!ine (giaciglio di fiori ?); le ona . 19 ~ank .ha ?imost~ato. che l'abbandono dei cacl.lvcri agli avvoltoi (ln-
sono spennellate d'ocra (esequie funebri:); delle pietre proteg.vono le SJ>O· d•a). a1 cam (T1bet, SJbena). alle iene (Africa), non è che un transfcrt del
glie che, più tardi. •aranno accompagnate da armi e cibi (morte = via.l{gio?). cannibalismo funerario.

297

...
Perù, Navaho). Ora ci si contenta della decomposizione natu- del Ciad sarà esaminato più avanti.23 Il tema dei morti che vi-
rale (a volte la si facilita: torri del silenzio dell'India). Abbia- vono nelle viscere della terra sembra in ogni caso universale:
mo poi la pratica della sepoltura (Cina, Europa e A~erica è il « villaggio-sotto-la-terra • di cui si parla nel Kenia; è lo
contemporanei, paesi semiti, Africa nera e bianca, Mediterra- Sceol degli Ebrei (c sei arrivato alle porte dello Sceol? Hai
neo dassico); le tombe sono allora di una varietà infinita: tu- visto quelle porte nere e tenebrose?» ~ canta Giobbe) ... Solo
muli, piramidi, grotte funerarie naturali o scavate, cesti o gli esseri troppo impuri non possono essere inumati; essi
stuoie appese agli alberi (in Africa soprattutto)? v~re e pro- .. sporcherebbero » la terra (streghe, lebbrosi, certi criminali
prie dimor-e... In breve, poiché lo stadio di putref~z~one è fo~ in Africa nera). L'inumazione del cadavere o ritorno all'acqua
colaio di impurità, si capisce perché da una parte ct s1 sforza dt elemento femminile per eccellenza è un dato molto antico:
accelerarlo (esposizione al sole, al fuoco), di rilardarlo, (tana- ci si chiede se la prima piroga scavata dall'uomo non sia stata
toprassi) o di eliminarlo (mummificazione, cremazione), ~i te- una bara e un primo navigatore un cadavere.45 L'Indù depone
uersene lonta11i (isolamento del cadavere); e perché d altra i suoi morti in un tronco d'albero scavato e lo abbandona in
parte gli esseri asociali (streghe, criminali) sian~ p~ivat~ dei mezzo al Gange. Certi Pigmei deviano il letto di un corso
funerali (comumati dalla decomposizione) e de~unat1,. ~ dtve~­ d'acqua, interrano il defunto, poi fanno ritornare la corrente
tare larve erranti, fantasmi inconsolabili, morti ossesstonanu, nella direzione iniziale. Ancora di recente i marinai gettavano
o vamptn. . . in mare i corpi dei defunti durante i loro lunghi viaggi. Quan-
Il destino del cadavere si trova così legato agli t: elemenu ,. to ai Negro-africani, spesso essi abbandonano i loro neonati
principali. Il ritorno alla madre terra sembra il ~iù diffuso alle acque del fiume, ~erificando così il loro carattere cosmico,
nell'Africa nera e in Occidente, poco importa che tl contatto (il semplice fatto che i Venda dell'Africa del Sud parlino di
con questa sia diretto, o che il cadavere sia deposto ·dentr<? bambino·acqua si rivela già significativo). E tuttavia la morte
un feretro un'urna 211 o dentro una tomba, solo, o con armt per annegamento (vendetta del dio Nommo, dicono i Dogon)
e viveri.11 : Quando' uno ha accettato i pri~i sog~i dì ÌJ_lti~i­ è sempre una morte cattiva, ed è ìmportante..aUora strappare il
tà, quando ha guardato la morte nella sua dtmen~IO~e dt nfu- defunto ai geni dei fiumi o dei laghi, per potergli dare la se·
gio, essa (la terra) si rivela come un grembo,~ ct dtce G. B~­ poltura conforme alla tradizione. Il ricorso al fuoco resta for-
chelard. A partire dal neolitico la grotta che vtene m~rata dt- se l'aspetto più ambiguo delle tecniche utilizzate. In certi casi
22
venta una vera e propria sepoltura; secondo la Genesi Abra- deriva da un c incontestabile movimento ascensionale,. quel·
mo sotterra Sara nella caverna di Macpela, in terra di .canaan, lo procurato dalla fiamma purificatrice; e per numerosi popoli
e più tardi Giuseppe farà lo stesso con suo padre Gtacobbe: la cremazione era riservata ai nobili o per lo meno ai ricchi
così la grotta è essa stessa la tomba natura!~, t: ~uella pr.eparat~ (lndù); ma può anche verificarsi l'inverso (in Giappone solo
dalla madre terra • (M utter Erde). Non st fi.mrebbe dt. esami- l'Imperatore ha diritto ad essere inumato). In altri casi, al
nare tutti i simboli che legano fra loro terra, ?o~n~, ant~nato, contrario, è un modo rapido per evitare le «inutili lungag·
cibo, nel loro rapporto con la morte: l'esempto ttptco det Sara gini del ritorno in polvere», per disporre più rapidamente di

20 Come presso i Kotoko dd Ciad. '~ Il 23 Vedere la parte IV dell'opera. Leggere inoltre di J.P. Bayard, Lu
21 Le popola:ioni africane dedite alla pastorit.ia mettono ancora ne a. symbolique dw mond.e soulerrain, Payot 1973.
tomba un feto di bovino che crescerà c nutrirà. il defunto nel suo lungo 24 Giobbe, xxxvm, 17. Vedere anche di Mircea Eliade, Il mito del-
viaggio verso l'aldilà. falchimia, Avanzini e Torra<:a 1968; Traité d'Histoire d.es religions, op. dt.,
22 x.xm e XLIX. M · d · 1 f p. 220. .
I Do~ron della scogliera dì Badiagara nel ah epongono ' oro mor.Ì 25 Ritroviamo qui il vecchio tema della barca funebre di Caronte. t.
negli anfratti della roccia: li tirano su con una .lunga corda. (v.edere ~ probabile che l'albatro cantato da S.T. Coleridge, The rime of the ancie11t
be!lis&imo film di J. Rouch, Cimctières dans la Falaue): Questo c1m1tero di- mariner, (trad. it. La ballala del vecchio marinaio, Einaudi 1964), incarni
sposto in alto ricorda gli in-memoriam del mondo occidentale.- un grande morto, 1pirito del mare.
una cenere impalpabile, meno aderente al _ricordo • .211 Le gi ~­ zioni che i cadaveri debbono subire a .seconda dei luoghi, delle
stificazion i non mancano, dalla « tradizionale paura delle ep•· epoche. 29 delle situazioni (età, origine sociale, sesso, tipo di
demie fino alla meschina preoccupazione d i vedere i morti morte).
occupar e uno spazio vitale così pr ezioso per chi resta. • 17 Altre consuetudini meritano attenzione. La posizione del ca-
Quanti innocenti sono .stati sottoposti al pubblico supplizio davere nella tomba, per esempio, è interessante: come un feto
del rogo che offri va il triplice vantaggio di sbarazzarsi del col- (urne precolombiane, uomo di Neanderthal o di Grimaldi ...);
pevole (eretico. strega, recidivo), di purificarlo purificando il bocconi, come le donne adultere de'g li ultimi secoli: in piedi,
gruppo. di soddisfare le pulsioni sadomasochiste delle folle come certi militari o uomini politici (Cleme.nceau) o gli eroi
che assistevano allo spettacolo... E che cosa pensare dei forni del Far-West, pistola in pugno; la testa mutilata posta in sen so
crematori nazisti che non potevano n emmeno rivendicare u na inverso rispetto al corpo (gh igliottinato), sul dorso, la testa
intenzione purificatrice? Si trattava di sbarazzarsi al più presto girata verso la Mecca (mu.sulmani)... Ci si pu<'> porre altrimen-
dci «nemici potenziali ,. dell'onnipotente R eich.u L'uso del- ti il problema della trasformazione del cadavere. Si presentano
l'incineratione è poco praticato nell'Afri'ca nera : sembra che quattro eventualità che sono in stretto rapporto con la tanato·
questo procedimento sia r iservato unicamente ai lebbrosi morfosi : abbandono, conservazione, distruzione, idealizzazio-
(presso i Diola del Senegal, dove c'è un'associazione fuoco-fab- ne. A volte si abbandona il defunto al sole, a i rapaci, ai carni-
bro-lebbra: è il fabbro, sacerdote dell'altare consacrato al ge- vori, talvolta per vendetta o e.spiv.ione, non senza avere in
nio signore della lebbra che brucia il cadavere in segreto, poi
tutto quello che apparteneva al defunto), eventualmente a cer- 29 Verlasi l'esempio della cremazione. Apparsa in Italia nel peri()do
ti notabili (fumigazione dei capi presso i Mbiem e gli H u ndu preistorico. si sviluppò sotto la Repubblica e nei primi due sc:cnli del-
l'Impero. Si effc1'tuava (stando a Servio) sopra dei roghi. Venivano urucinti
dello 7.aire). Dopo la terra, dunque, le caverne, le grotte mu- 1cparatamcnte i personaggi importanti o i ricchi. i poveri invtee in gruppo:
rate. le cripte (basta vedere le nostre cattedrali o le nostre ba- dieci cadaveri di uomini, i più grassi sotto; e per accderare la combustione si
siliche), senza dimenticare le catacombe - , l'acqua, il fuoco, agg;ungeva un cadavere di donna: • la femmina. essendo più calda. riani ma
il fuoco • (Kirchmann, Funérai/les dt's Romains , IR7'2).
ecco l'aria. Può trattarsi sia d i una forma nom1ale di sepol- Ma questa pratica fu abbandonata. più a causa dcii~ spes~ che pro ru-
tura a fior di terra (popolazioni tibetane, certi eschimesi) o in rava cbe per motivi religioai, ed ~ra diventata rara n~l secolo di Augusto
alto (cima di un albero, palco ferale, torre del .silenzio, come 53 a.c./ 14 d.c.). Dopo la caduta dcll'lmptro Romano. i Cristiani non abo-
1 irooo il rogo; qu~sto non era in contraddizione con la Genui. l martiri
accade in Asia e in Estremo Oriente, molto raramente in Afri- bruciati non vengono affatto privati dd la r isurre1ione della carne: questa
ca), sia di un rifiuto volontario di sepolt ura, sanzione molto implica solo un miracolo ancora più grande. Eppure Carlomagno. nei Capi-
tolari. proibl sotto pena di morte la crcmuionc e la r iduzione in cenere
grave, riservata, nell'Africa nera, alle vittime di cattiva m~rte. delle ossa, nel 789 (è l'unico testo giurid ico pubblicato sulla cremuione 6no
In breve inumazione (terra), immersione (acqua), cremaziOne ·al secolo XIX). Da allora il rogo venne riservato agli rr~tici . in espiazione
(fuoco) ed esposizione (aria) riassumono dunque le trasforma- dei loro peccati. Questa pr atica di mandar~ al rogo gli stregoni. anche nel·
l'cccidentc cristiano, è una sopravvivenza del timore d ello spirito dei mnrti
cbe si ritrova nelie religioni primitive. nelle quali il fuoco è destinato a
sopprimere ad un tempo il corpo c il fantasma dello stregone. t soltanto
26 Questo senso di distruzione appariva nella_ seguente form~la . di M. nel 1800 p• floreale. anno VIli) che un Prefetto di Parigi. Frochnt. auto-
Schwob: • Bruciate accura tamente i morti c spargete le loro cencn ~~ quat- rina la cremazicne dd fig lio della Marchesa di Condorcet. vedova di un
tro venti. Bruciate accuratamc:nte le azioni pusatc c eliminate le ceneri. • deputato girondino. Nel secolo XIX, nel mondo occidentale. la crcm:~zione
27 M. Colin. La mort et les lois humaines, in La morl et l'homme du, venne di nuovo proposta come solutione finale. Nel l/l1 4. dopo la batta-
XX' sìècle. Spes 1965, p . 120; c L'laomnu: du XX' siècle, Spes.1~65, ~· .130: flia. di Parigi, le truppe tedesche fecero bruciare quattromila cadaveri a
la cremazione fu utilizzata soprattutto dai popoli guerr1en , pnvo d1 Montfaucon con l'aiuto di fascine d i leg-na. T ale operazione durò una rlir-
terra arabile o di sabbia, o che desideravano riportare in patria i resti dei cina di giorni. Nel 11!76, fu costruito a Milnno il pr imo fornn: nel P!7~.
soldati morti. Questo fu il caso dei Gre~i, dci Giapponesi. d~i Me~sicani, padre Gorini fece costruire una « cappella crematoria • vicino al villaRgio di
dei Romani e dei popoli abitanti .nel Pac1fìco del Sud. In. G rec.1a la muma- Woking in Inghilterra; un altro venne costruito nel 1879 in Germania. a
zionc c la cremazione erano praticate entrambe durante 1l penodo Preelle- Gotha: poi a Washington e a Filadelfia; c nel 1879 in Francia venne indetto
nico, poi a partire dall'epoca Omerica questa d!venta la regola. . un concorso destinato a trovare la miglior tecnica di cremazione. l dihattiti
211 t in termini di utilità che R. Hèiss pose li problema de lla « soluztonc alla Camera furono appassionanti. e 3i affrontavano prohlc:mi di urbanistica.
finale • . Vedere R. Merle, La morte è il mio mestiere, op. cit., 1956. di i&iene e soprattutto di morale.

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precedenza facilitato la decomposizione: corpi tagliati, crani e anche il corpo glorioso del resuscitato, di cui Cristo ha dato
schiacciati con pietre (Tibet). Oppure lo si conserva nella ai cristiani la più bella immagine.J.4
terra, nell'acqua o in un orcio vicino a casa. Per lo più la sua Dunque il cadavere interviene direttamente nel rito. Noi
integrità è rispettata (lslam); ci si accontenta allora, almeno sappiamo che in Alrica nera presiede ai suoi funerali, che
oggi, di ritardare la tanatomorfosi (le tecniche della tanato- è l'oggeno di un interrogatorio minuzioso e, se si tratta di un
prassi a questo scopo prelevano liquidi e gas con l'aiuto del vecchio, non è ridicolo affermare che resta al centro della fe-
trequarti e iniettano per via sanguigna un prodotto antise~tico sta. Morire lontano dal villaggio CÌivien~. it;t questa prospet-
che non determina la disidratazione). Ma ci sono cadaveri che tiva, una situazione grave. Tale è forse il paradosso della
vengono mutilati: JO in nome della giustizia (gh,igliottinato), a morte. c Per quanto essa incarni il principio di realtà nella
fini scientifici, giudiziari o terapeutici (autopsie, prelievo d'or- sua assoluta crudeltà, non può essere significata che fantasmati-
gani per trapianto); per impedire al defunto di reincarnarsi camente. Il <cadavere '• in realtà, cosi difficile da 1\(lntinare
(in Africa nera dicono: c il morto ha troppa vergogna, non (il corpo, le spoglie, i resti ...), non è più che un vuoto signifi-
oserà più ritornare • ); infine per onorarli meglio in più luo- cante, terribilmente funzionante, senza soggetto fenomeni·
ghi a un tempo (caso di gTandi uomini; reliquie di santi lette- co. » 33 Perciò la Chiesa fa venire questo corpo nel tempio,
ralmente distribuite). Così ci sono cadaveri che vengono ri- vicino all'altare. V'è in c iò una tendenza rassicurante e gène-
dotti: l'imbalsamazione tradizionale implica una eviscerazio- ratrice d 'angoscia. Rassicurante perché il morto è là ; angoscian-
ne totale seguita da riduzione per disidratazione (mummifica- te c nella misura in cui questo discorso della , presenza , "mor-
zione, teste rimpicciolite degli Indiani Navajo).31 Oppure il tuaria è totalmente altro ed estranep, inass.imilabile, impossi-
cadavere è distrutto, sia per cannibalismo rituale,12 sia per in- bile, per quanto ineluttabile, nel porre la differenza assoluta
cinerazione. Si presentano allora due alternative: le ceneri pos- in una freddezza minerale, se così si può dire, poiché alla mor-
sono riposare, pielOsamente conservate, in urne; oppure venire te' non si oppone niente, almeno niente che la renderebbe
disperse ritualmente - gli Indù le abbandonano ai fiumi sa- inte lligibile. Ma soprattutto significame d i un discorso senza
cri 33 - o come sanzione per evitare che le si onori - le ceneri soggetto e senza contenuto, il , cadaveTe '• soprattutto quando
dei suppliziatì d i Norimberga furono gettate dall'aereo, in è esposto nella scena rituale della cappella ardente o della
qualche parte sull'Atlantico... cerimonia religiosa, tiene a coloro che gli stanno attorno un
Il quarto modo di considerare il processo di trasformazione discorso che è come il discorso dell'altra parte di se stessi e
del cadavere non deriva dalla tecnica, ma direnamente dalla rinvia selvaggiamente ciascuno alla sua originaria individua-
immaginazione: è la credenza nell'esistenza del corpo sublima- lità. » lo .È questo il motivo per cui, se il corpo viene a .mancare
to, rivitalizzato, ringiovanito di cui parlano i Negro-africani;

30 Ci sart:bbc multo da dire sui fantasmi suscitati dalla perdita di un M H . Rcboul. ci ha fatto notare che molti vcc<"hi si figurano i loro
membro dd corpo in seguito ad un incidente o ad un"o~terazione cbi'r urgica. corpi dopo la morte come leggeri, sottili, aerei ..., il che costituisce una
Una parte di me ch.e sono vivo può venir anche seppdlita (o bruciata) in certa forma di sublimazione.
qualche posto. 35 J.Y. Hamelinc, Quelques incidences /JS)Ichologiques de la scènc rilucl-
~l Per l'imbalsamatore egiziano almeno abbiamo la distann dei secoli les des funéraillt!s , "La Maison Di eu,., H) l, 1970, p. 90.
che ci permette di apprezzare l'efficacia del procedimento; lo stato di con- 36 J.Y. Hamelinc, up. cit., p. 92. L'autore aggiunge: " Da questo punto di
$Uvazione era tale che una radiografia ci ha potuto mostrare che Tutan- vista, non è certo azzardato avanzare l'ipotesi che la cerimonia di tipo ecclc-
kh.a.mcn mori di t~bercolosi polmonare. Distanza che manca per poter giu- aiastico (da sepoltura in Chiesa)., come si suoi dire), per la tr;umutazionc
dic;;are le nostre tecniche moderne. simbolica, fortemente culturalizzata ed c:ccezi.. nalmente incisiva che opera,
32 Questo tema sarà e'aminato nella parte IV. nell'integrare il aignincanlc-cadavcre in un sistema rappresentativo (mitico),
33 Colui che _conduce l~ cerimonia funebre fa sette volte il giro intorno formulato ritualmente, contribuisca in q_u alche modo, per usare l'esprcss_ione,
al r~go. Ra~cogll.c: le cenen, le b~fUil nel Gange o nel fiume sacro più vicino. rigorosa nella aua. apparente rozzezza, d1 D. La.gache (1938, pass.) a ucc1dere
Tuth quanti a5sJslono fanno po• un bagno purificatore. Il terzo giorno il il morto nella commemoratjone che se ne b .
prete raccoglie le ossa calcinate in un vu o che comegna ad un membro • L;;a morte r ituale verrebbe così ad assumere la morte reale, a suo modo,
della famiglia; c costui getta il tutto nel fiume. c ad accentuare il lutto. Cusi si potrebbe s:piegare il potere <catartico)

', '. ,
,.
(c morto in mare -., c d isperso ,.), non si manca di trovargli oggi pit'1 sfumata (limiti imposti dall 'auto~ia gindiziaria, dal
un sostituto: la pietra sulla quale ha posato il capo al mo· recupero ddl~ concessioni, da ll'eventualità di trapianti); d i
mento del suo d et:es.~ presso i T andanke (Senegal) o un sas- qui ancora il rispetto per la memoria dello scomparso, se non
solino col quale è stato strofinato il suo addome presso i Dio- rivolto al suo corpo (per le ragioni che abbiamo enumerato),
la (Senegal), se la morte è avvenuta lontano. Ci si accontenta almeno alla sua fama; il costume n~o-afr1 cano che consiste
anche di un cenotafio, come già presso i R omarii e Greci, o nell'interrogare il cadavere per conoscere la causa del decesso
come si fece in Francia per quanti morirono nelle deportazio- e ristabilire l'ordine che la colpa commessa dal defunto ha
ni.n t in questo spirito che un solo cadavere ne può simbo- potuto turbare, r ientra nello stesso ambito; il cadavere è an-
lizz.are migliaia d 'altri (il milite ignoto), o che i Dogon "del cora vivo, il defunto resta lucido, bisogna che tutto sia norma-
Mali hanno r ifatto più volte nel loro paese, i funer ali di M . lizzato per rispettare la sua memoria e rendergli il culto do-
G r iaule, morto e sotterrato a Parigi. Un caso particolare di vuto. Sullo stesso piano, non possiamo no n ricordare la stupe·
trattamento del cadavere ci è dato dal costume malgascio, che facente complessità dell'apparato giuridico concernente il tra-
è il seguente. sporto {nazionale o internazionale) dei cadaveri, le condizioni
Quando un uomo muore durante la festa del fandroama e dell'inumazione e della riesumazione (a titolo privato, in vi-
non può, per quest\1 circostanza, essere inumato secondo i riti, sta di una eventuale canonizzazione, a fini giuridici, o semplice-
quando muore di vaiolo e deve, per questo, essere sotterrato a . mente nel caso che si tratti di recuperare la concessione), le
parte, quando perde la vita troppo lontano dalla tomba ance- modalità dell'incinerazione, il problema degli obitori o delle
strale, sarà esumato allo scadere di un certo periodo nel corso camere funerarie, il diritto di disporre del cadavere a fini te-
della stagione secca, trasportato in processione (famadihano) rapeutici o scientifici...40 Un fatto comunque non manca el i
e deposto nella definitiva sepoltura familiare. c La parola fa· colpire l'antropologo : malgrado la disparità del destino che
madihana è spesso tradotta con rivoltamento dei morti; questi, attende i diversi cadaveri, se sono poveri o ricc hi, o a seconda
si dice, a volte si stancano di riposare sempre dalla stessa par- che siano accettati o rifiùtati dal gruppo (mo rte buona o cat-
te. ed è necessario girarli periodicamente. In realtà il fama- tiva morte), soggetto tenuto in grande considerazione sociale
dihana, quando non consiste nel trasporto da una tomba in o emarginato (gli eretici, gli attori, i condannati a mo rte), è
un'altra, è un atto particolare di culto dei morti che consiste pur sempre la nozione di un ità e di identità dell' uomo univer-
essenzialmente nell'aggiunta di un nuovo sudario .al di sopra sale che si impone, specialmente se seguiamo il bisturi del me-
dei vecchi. Per questa operazione è necessario , rigirare , il . dico legale: c la prima incisione, • dice il dott. Fesneau, • mo-
morto perché il lomiJamentt lo avvolga completamente. ,. Jt stra lo stesso muscolo in tutti i cadaveri, e il cervello di quel
Indubbiamente il cadavere continua ad essere parte delta poeta. il seno di quella venere dello schermo, non differiscono
persona, da qui r inviolabilità della sepoltura, ieri aswluta, per niente, visti dall'altra parte della pelle, da quel li di un
criminale bestiale, di una stracciona coperta di escrementi e di .
pus. Solo la pelle è sporca. Sotto la pelle comincia una sorta
ddla cerimonia funebre e, paradossalme nte, la sua dimensione: di sollievo e
di eguaglianza fisiologica. L'osso di uno assomiglia all'osso di
c consolazione • •, p. 94.
37 La colonna dell a Butiglia fu prima di tutto un cmotafio in memo ria l·
dci combattenti dd 18,0. Ne!l';tntichità un cenotafio cdebrc fu innalzato
a C orinto, in onore dc:ll:l bella cortigiana Laide, morta in Tenaglia: si rusto attraverso il quale scorre la linfa, ed il terzo assomiglia al frutto
vedcvll un leone: (L<~ide) che teneva fra le zampe antr:riori un montone (gli che arrivato a maturaziom: si staccherà dalla pianta (nascita). Per lo pi1'1
uomini che aveva dominato). cordone e placenta vengono intcrrati nella boscaglia: costituiscono la pnrte
S8 R. Dccary, La mMt rt !es cout11mes {rmhaires à Madagascnr, Mai- ~natura~ dell'uomo (il cordone è celeste c ma3chilc; la placenta terrestre
sonneuvc: et Larosc 1962. p. 77. e femminile), in opposizione all'uomo culturale che vive: a l vi llaggio. Può
39 M olto spesso, nell'Africa nera, placenta e cordone ombe licale fanno IUcccderr: che vengano loro porta te: dc Ile offerte. La placc:ntn ç connessa
parte integrante della persona. L'insieme placc:nta, cordone: c infante viene anche all'idea di gemellarità.
paragonato ad un albero. La prima in funzione di radice poiché è atlr~­ -40 Rimandiamo ai notevoli lavori d i R. Dierkcns e Ch. Vitani già
vcrSO questa che il feto si rad ica nel, seno materno, il secondo ricorda 1l ; d lati.
·'

·,
un altro, i tubi digerenti si assomigliano fra loro allo stesso una certa gioia.45 c Talvolta, quando, vinto dalla nostalgia.
modo, in tutti i cadaveri, il bolo alimentare ~ nello stesso dalla mediocrità e dalla asprezza di un mondo che trovavo già
stadio di digestione; informa semplicemente il medico legale troppo geometrico, me ne andavo solitario a passeggiare nel
sul menù e l'ora dell'ultimo pasto. » Su questo punto è giusto cimitero. questo luogo m'ispirava a tal punto che arrivavo a
atfermare come fanno le favole che il re e ti pastore sono uguali scrivervi delle poesie o semplicemente ad annotare le mit:
davanti alla morte! 41 impressioni. » In effetti è soprattutto l'aspetto storico del Père
Lachaise che qui è preso in considerazione e non la pietà verso
c) Il problema dei cimiteri 42 i defunti: c Io m'inventavo un mondo ideale dove la morte
H cimitero ha un ruolo 'del tutto episodico nelle culture non era che un pretesto a questo ideale. Io vivevo gli alben
negro-africane tradizionali: si può dire che il culto dei morti e le vecchie pietre. vivevo il passaw e il r ispetto del passato
viene reso esclusivamente sull'altare degli antenati; non ci si più che la morte e il rispetto della morte.,. 4o Un'inchiesta
reca al cimiteru se non al momento della sepoltura, gli uomì· realizzata a Stoccolma nell'aprile del 1969 dimostra che la n e·
ni nel cimitero degli uomini, le donne in quello delle donne. cropoli evoca sempre qualcosa dì più che un ~emplice luogo
In Occidente. la situazione si mostra più complessa: assistere di sepoltura. « Essa fa vedere che il <.: imite ro è un l1wgo simbo-
alla messa per il « riposo dell'anima ,. non impedisce, almerio lico dalle molteplici signifìcazioni, non solo un terreno dove
nelle campagne ancc)ra cr:istianizzate, la visita settimanale al si visitano alberi, siepi e pietre. ma anche una rappresentazio·
cimitero e la preghiera sulla tomba tenuta ben pulita e ornata ne delle visioni, dei sogni, che l'uomo porta nel suo cuore
di fiori. In città, tranne che per i decessi più recenti, non si e che spesso non riesce a formulare. n cimitero è un simbolo
fa visita alle necropoli se non una volta all'anno, il 1° è il 2 . carico di emozioni, che suscitano ora paura e malinconie, ora
novembre, più ptr routiu~ che per convinzione; nella maggior una calma riflessione. Ma è anche un simbolo spirituale com-
parte dei casi l'ostentazione prevale sulla pietà.4J La visita ai plesso che suscita ed esprime ciò che l'uomo ha provato e pro·
cimiteri diventa più importante se si tratta di cimiteri-parchi, va ancora nel suo cuore a differenti livelli: questo simbolo
luoghi di passeggio e di distensione: se ne · Jlpp'rofitta allora produce emozioni profonde in cui la siwazione precaria del-
per raccogliersi eventualmente su una tomba." Se alcuni vanno l'uomo sul sottile promontorio del tempo l<l afferra. » 47 In una
al cimitero solu di controvoglia e spinti a forza, altri vi trovano 45 Non pa.rteremo affatto dci necrofili c suprattuttu degli c:rotomani che
frequentano i cimiteri, inseguendo nello stcuo t empo Eros c Thanatos.
• Per l'os.scrvature attento. il cimituu dd Phc Lachaiu si inscrive in testa
41 Lt!s morts uni tuus la mrllll' fuuu. e il titolo di un cell'brc romatuo di alla lista dei centri dell'erotismo • : prostitute, omoscnuali. romantici che
Boris Vian. Ch. Bourgois 1973. . . . . celan~ i loro amori nell'~nterno delle <". tppclle, in efJ etti, sarebbero qui nu·
42 Il luogo di sepoltura sembra g10care un ruolo d1 cap1tale 1mportacua. mcr(;St. M. Dansd, op. ot., 1973, p. 32.
[ 5sere seppelliti al villaggio, fosse anche in maniera simbolica, e una ne- 46 M. Dansd, op. cit., 1973, p. 7. • l o amo molto i cimiteri, mi donano
cessiti anoluta per il NegTo-africano tr;uli1ionak Questo ritorno alla ma· riposo · cd un senso di melanconia . Ne ho bisogno. • G. de Maupassant,
dre attraverso la terra (mitl• di Demetra) si ritrova in Europa. Ln tombales. Vi sono anche coloro che detestano i cimiteri: • 11 cimitero
·U Un'inchiuta penonale attualmente in fase di spoglio, riguardante non è che un campo di battaglia dove i cadaveri sono mal seppelliti e dove:
1000 sogl!etti adulti del dipartimento parigino, ci offre questi dati: il .Sl'{• le tombe sono imaosturc • (R. Judrin). • Non portare in te il cimitero, •
non va (o nun andrebbe) al cimitero che al momento di un funerale. 1l raccomanda M. Schwob.
" 0 /o ci va siftcmaticamcnte una volta l'anno, il 12 °/o va più di una volta 47 B. Gutstaffon, Il cimitero: luugo tli medittJ:iunc. In MIJrt rt pr;.
o frcqucntem.e nte. il 4 °/o non ci è mai !ln~ato! . . sence, Lumen vitae, Bruxelles 1971. pp. 86-87. Alla domanda: in una lista
H Non ci sono che tre o quattro Cimitero-parco 1n Franc1a. Comunque di 60 vocaboli scegliete quelli che vi sembrano carattc:riuarc il cimitero, si
le balie conducoo!) i bambini al cimitero di Montparnaue (unico punto om- .ottengono i seguenti risultati:
bn:ggiah) e tranquillo dd posto). Si è detto del Père Lachaise che è .molto LuoiO di rirordi . 69% Prato . .. .
di più di un cimitero. • un giardino so1pcso dove l'eco del tempo nsuona Parco , . . . 19% IsOl i • . . ,

____________
aulla taatiera del ricordo del barocco e dell'insolito •· Con i suoi 12.000 Giardino . , • , 12 % Luoao d i riposo
Radura . . • . IO%
alberi, easo sarebbe .. il più vasto. più storico, più religioso, più romantico, - ~-·-·· ~-··· . ... .. ··-·
'' .,
più arioso, più insolito e più erotico dei poggi dominanti Parigi • · M. il 76 •lo non sarebbe contrario ad abitare vicino al cimitero, il 15 •Jo farebbe
Dansel. op. rit .. 197~. p . .3. obiezioni.
parola. si impongono due conclusioni: il senso del cimitero va p~nso « le ~ssa calcinate di Hitler sono state fatte sparire per-
al di là della semplice connotazione della morte; il cimitero ché convemva allora alla politica sovietica tenere in circola-
non è più ricercato come un luogo di pietà, ma come un luogo zione il suo fantasma. 11 corpo di Mussolini è stato nascosto
di passeggiata.... p~r qualche tempo per una ragione inversa: l'Italia lo teme-
Non si può parlare dei cimiteri senza dire qualche parola va, a maggior ragione perché essendo stato appeso p~r i piedi,
sulla differenza di destino che separa i morti onorati dai morti aveva una vendetta da compiere. » s1 Se gli uni hanno dir'itto
condannati. Il ritorno delle ceneri di Napoleone 'r,'" a un grado al Pamheon, gli altri giacciono anonimi nella zona dei condan-
minore di quelle del Re di Roma, fu vissuto da certuni come nati, al cimitero parigino di lvry: niente qui che indichi la
una festa nazionale; e si sa l'importanza che riveste il pelle- prese?za. di resti umani: « t nudo, è grigio. è piatto come un
grinaggio alle tombe; quella dell'Imperatore agli Invalidi marc1aprede. » Questo luogo dove si nasconde il cadavere, è
(uno dei luoghi più visitati di Parigi) o del grande misti1=o a su~ volta nascosto: lo stesso guardiano « si presume che non
(cristiano o musulmano...). del leader politico (De Gaulle,50 sapp1a ».
Lenin), dell'artista rimpianto (E. Piaf, G . Philipe). l~ com- Perché tutto -ciò? « tl mistero si svela facilmente. Il sep-
pellimento dei criminali fa emergere, come la loro esecuzio-
ne, un comportamento primitivo e ciò ha un senso magico.
Per quanto riguarda la manutem:ionc: delle tombe da parte della fami- Non si uccide l'omicida solo per punirlo, lo si uccide anche per
glia si ha il seguente quadro: placare l'indignazione collettiva sollevata dal · suo crimine.
18-45 anni + dl 46 anni
·Quel crimine che di fatto non si può cancellare, si cerca di can-
cellarlo magicamente, attraverso la soppressione del crimina-
Molto Importante . . 12 59 le. Così si spinge quc:sta soppressione al massimo. Si vuole
AbbutaMa lmportatrte 27 26
Senza opinione . Il l annientare il giustiziato, immergerlo in un oblio infinito.
Poco lmpottatlto
Noa lmponatrtc .
55
35 1 Allo~ si. get_tano i . suoi resti in una buca, la si colma, si pa-
reggta, SI sptana, SI cancella ogni traccia e si raccomanda il
48 Anche i cadaveri degli animali sollevano problemi: « Il Syndicat sil~nzio al guardiano del cimitero. Solo un'osservazione: un as-
fntercommunal à Vocations Multiplcs, che riunisce 18 comuni della Re- sassino che vuoi fare sparire il cadavere della sua vittima non
gione, ai accinge a mettere in servi~:io una cella frigorifera nella quale agisce in maniera diversa. » ~
verranno depositati gli animali sacrificati dai veterinari.
" Le persone o i veterinari che avranno dei cadaveri di animali potranno
portadi al Deposito Municipale intercomuna\c: di Poìssy e gli utenti do- d) Gli inevitabili cambiamenti 53
vranno pagare una tassa di:
- 8 franchi per un gatto, Una volta, in Occidente, si arrivava a riesumar~ un cada-
- 13 franchi per un cane. vere per poi es(>orlo sulla pubblica piazza, se si veniva a sapere
• Per la rimozione dei cadaveri degli animali. il Syndicat lntercommunal ·che-il morto"era un crimina ~e impunito, o anch~ se aveva
ha atipula.to una convenzione con un'organizzazione specializzata.• • Le Cour-
rier Républiain •. YvelineJ, il 23 gennaio 19H.
49 La Chiesa degli Invalidi fu aperta al rubblico per 8 giorni di se-
a-uito; vi sfilarono almeno 200.000 persone, C03 si dice. Malgr_a do il freddo quei < templi all'aria aperta>, uno di quegli eterni rovc:ti ardenti celebrati
terribile si fecero code di parecchie ore. Non manca l'irriverenza: • E tutto d~ M. Barrèa, la cui presenza inaspettata getta in un paesaggio agricolo, au
quello ché restituiscono di tutto il carbone che ci prendono, » dissero certi ~~ un terre!'o complcta!llentc a~bandonato a!le piccole noie della vita pra-
Francesi quando i Tedeschi restituirono le ceneri dell'Aiglon durante l'oc- tica quottdiana, una " tmprovvcsa ventata d1 mistero e di solida fierezza ,.
cupazione. (p. S56). Veder~ M. Barr~s .. La colline inspirée, Paris 1966, p. 275.
50 Vedere spccialmcnlc: F. Raphacl, Le Pèlerinage d Colombey, CIS LV 51 A. Fabre-Luce, op. CJt., 1966, p . 49.
1973, pp. S39-356. Il pellegrinaggio a Colombey e la fedeltà dell'umile 52 ]. Egen, op. cìt., 1973, pp. 12·1.3.
gente • sono una prova che l'epopea prevale sulla politica e che la leggenda . ·,· 53 Sopravvivono inoltre molteplici pratiche antiche. E: cosl che a Bethune,
trasfigura il Generale De Gaulle in un eroe della Provvidenza, dove la la c Con(réric: dc:s Charitablcs dc Saint-eloi,. assicura gratuitamente il tra-
statura non ~ più tanto quella di un padre protettore quanto quella di un sport~ dc! morti alla c~its~ c ~oi al cimitero. T~le pratica data dal 1168.
salvatore quasi divino. La sua tomba diventa allora per la gente uno di .•' . per v1a d1 un voto degli ab1tanh fatto durante un epidemia.

309
provocato malefici dopo la sua morte.54 Questo procedimento quello che essa era stata cosi a lungo, la notte in cui s·ann1.,1lla
non sussiste più al giorno d'oggi in cui l'esumazione è prati- la vita, in cui la malattia stessa si confonde, viene dotata ormai
cata solo a fini legali di identificazione o di ricerca delle cause del grande potere di schiarimento che domina e mette in luce
del decesso e non in una prospettiva di giudizio. Di fatto è insieme lo spazio dell'organismo e il tempo della malattia...
vero che il cadavere cessa di identificarsi totalmente con la Il privilegi~ dell'intemporalità, che è probabilmente come la
persona e di appartenere interamente a Dio. coscienza della sua imminenza., si cangia per la prima volta
Nella sua Nascita della clinica, M. Foucault ha mostrato in strumento tecnico ed ha presa sulla verità della vita e la na-
come si sia attuata un'autentica rivoluzio ne per quanto riguar- tura del suo male. La morte è la grande analista che mostra
da l'atteggiamento nei confronti del corpo e il modo di con· le connessioni dispiegandole, facendo balzar fuori le meravi-
cepire la malattia : si tratta ormai di faTe dell'organismo un glie della genesi nel rigore, nella decomposizione : e bisogna
utensi le che si può riparare, e dei mali organici un processo lasciar vacillare la parola decomposizione nella' pesantezza del
prevedibile e padroneggiabile e non il segno del destino. Ci sì suo senso. L'analisi, filosofia degli elementi e delle loro leggi,
consenta dì <:itarlo a lungo: • Nel pensiero medico del xvm trova nella morte ciò che invano aveva cercato nella matema-
secolo la morte era insieme il fatto assoluto e il più relativo tica, nella chimica, nel linguaggio stesso: un insuperabile mo-
dei fenomeni. Essa wstituìva il perno della vita ed anche dello prescritto dalla natura; lo sguardo medico troverà ormai
quello della malattia, se era nella natura di quc::st'ultima di sostegno su questo grande esempio. Non è più lo sguardo di
essere farale: a partire da essa il limite era raggiunto. la verità un occhio vivo, ma lo sguardo di un occhio che ha visto b
raggiunta e perciò stesso oltrepassata:· nella morte la malattia, morte. Grande occhio bianco che scioglie la vita. » .•. «senza
giunta al termine della sua cursa, taceva e diventava cosa di dubbio operare una simile conversione era un compito ben
memoria ..Ma se per caso le tracce della. malattia intaccavano arduo e parado~sale per }Q sguardo medico. Una immemorabile
il cadavere, allora nessuna evidenza poteva assolutamente di- tendenza, vecchia quanto la paura degli uomini, volgeva gli
stinguere ciò che derivava da essa e ciò che dipendeva dalla occhi del medico verso l'eliminazione della malattia, verso
morte;. i Iom segni si incrm:iavano in un indecifrabile disordi· la guarigione, verso la vita: non poteva trattarsi che di ripri-
ne. tanto che la morte era l'assoluto a partire da cui non c'è stinarla. La morte restava sulle spalle del medico, la grande
pii1 ')lé vita né malattia: -le sue disorganizzazioni erano come minaccia cupa in cui s'annulJavano il suo sapere e la sua abi-
tutti i fenomeni morbosi. L'esperienza dioica nella sua forma lità; eSsa costituiva il rischio non solo della vita e della ma-
primitiva non rimetteva in questione questo ambiguo con- lattia, ma del sapere che le interrogava. Con Bichat, lo sguar-
cetto di inorte. » ... • La vita, la malattia e la morte costitui- do medico si impernia su se stesso e alla morte chiede conto
scono or.a una trinità tecnica e conceuuale. La vecchia conti- della vita e della malattia, alla sua definitiva immobilità del
nuità delle ossessioni millenarie che situavano nella vita la loro tempo e d~i loro movimenti. Non doveva la medicina
minaccia della malauia, e nella malattia la presenza ravvici- aggirare la sua più antica preoccupazione per leggere, in ciò
nata della morte è rotta; al suo posto si articola una figura che testimoniava il suo scacco, ciò che doveva fondare la sua
triangolare, la cui sommità superiore è definita dalla morte. verità? » ~ La nascita di una medicina positiva con la media-
Dall'alto della morte si possono vedere e analizzare le dipen- zione della chimica anatomica, permette così di passare dalla
denze organiche e le sequenze patologiche. Invece d'essere morte-subita alla morte-Studiata. Si può vedere in questo cam-
biamento di tendenza un tentativo c teso più a cercare il senso
della morte che a sopprimerla. Essa non è più considerata come
54 Secondo alcune informazioni raccolte presso i Dogon (Mali), il marito
di una donna morta mentre era gravida, deve estrarre dal cadavere anCt)ra un elemento esteriore, come < un accidente '• ma la si vede
caldo il feto, sia per salvare il bambino se è ancora in tempo. sia per
conoscerne il sesso, ma soprattutto per punirlo per aver ucciso la madre; in
seguito deve abbandonare il villaggio come un criminale per non ritor- 55 Michd Foucauh. Nascita della clinica, Einaudi 1969, pp. 162, 166 e
narvi che trenta giorni piu tardi. 168. Vedere a.ncbe pp. 221 -22•.

310
in.scritta nella natu r a d elle cose e accessibile, in una certa laser ! Il cambiamento d i senso ci colpisce ancora di più. Non
misura, alla conoscenza: per giungere a ciò è stato necessario sopravvive né l'idea della san zione, n é quella della purifìca-
superare un certo spavento; ciel resto questo si inserisce nello zione (anche se il giornale dei fautori della crem azione in
sviluppo generale ciell'atteggiamento scientifico. La <paura Francia si chiama « La fiamma purificatrice., ). Vediamo piut-
magica , delle , forze della natura, è vinta dal bisogno di sa- tosto un modd.rapido, efficace, scientifico di sbarazzarci del ca·
pere». davere 59 in condizioni ottimali di igiene e di sicurezza evitando
Non solo sono cambiati gli atteggiamenti verso il corpo e la tutto l'orrore della tanatomorfosi. Inoltre la cremazione risol·
malattia, ma altri comportamenti vedono il loro senso cam· ve il problema dei cimiteri ipersaturi delle gràndi città, dove
biare radicalmente: e se restano tali non è più per le stesse l'appropriazione privata d ella concessio ne po ne all'urbanista
ragioni. È il ca!\o cidla toilette dei defunti . « Una volta era de- problemi complessi: IIJ al contrario la modesta urna <:h e con-
stinata a fissare il corpo nell'immagine ideale che aveva al tiene le ceneri occupa un posto ben piccolo. Ci si può appella-
momento della morte, nell'atteggiamento di chi giace, le mani re ad una terza ragione, il rifiu to della sopravvivenza: è il mo-
incrociate, attendendo la vita del mondo che sarà. È nell'epo- tivo per cui i massoni e i c razionalisti :. preconillavano l'av·
ca romantica che si è scoperta la singolare bellezza che la morte vento di questa tecnica che, anche se era stata autorizzata
dipinge sul volto umano e le ultime cure tendevano a liberare legalmente da) l[, novembre 1957 ha dovuto attendere Papa
questa bellezza d alle brutture dell'agonia. In un caso come Giovanni xxm e il l D64 perché i Cristiani potes~ero pren-
nell'altro ci si proponeva di fissare un'immagine di morte: un derla in considerazione. Solo i primi due a rgom enti <:i sem-
bel cadavere. ma pur sempre un cadavere. » s.~ Oggi la toilette brano accettabili: la riduzione in cenere (ricordiamo « tu ~ei
mira piuttosto a mas<:herare gli effetti distruttori della morte polvere e polvere ritornerai •) non rende impossibile per i Cri-
che deforma il viso, <:ome vedremo più avanti. Lo stesso vale stiani la resurrezione dei corpi. certo no n piìt eli quanto l'a!i·
per l'incinerazione che sostituisce alla combustione lenta nella
terra, la co mbustione rapida col fuoco.s7 Le tecniche si sono 59 t la volontà del defunto eh~ prevale, e se non ha precisato niente
del tutto e volute: ci vc>gliono da due a tre steri di legna, in da. vivo a tal riguardo, la famiglia è libera di richiederla. Ciù non avviene
India, per cremare un cadavere all'aria aperta e in pubblico, in Belgio: se- il defunto non l'ha richiesta csplicitarnenle. la crcmatione non
t>Oirà aver luogo. Al contrario, in Inghilterra, l'ultima volontà ùel defunto
e l'operazione dura dalle tre alle dieci ore, da noi l'utilizza- non è imperativa (Pio11s hopes) c la famigli a può decidere quel che vuok
zione dei rorni (a carbone. a olio combustibile. a gas, elettri- 60 In .Francia avvengono quotidianamente 1500 decessi. Q uando la popo·
ci), riduce l'operazione a una o due ore, spesso meno; 58 si lazione del nostro paese ragg1ungc:rà i 60 milioni, ci troveremo ne lla neccs·
sità di procedere a 2.500 inuma zioni giornaliere. Ora, i cimiteri delle grandi
prende in wnsiderazione anche la possibilità di utilizzare il città sembrano ipersaturi. L"aumento numerico delle città da una parte e
l'accesso alla pn>prictà di terreno nei cimiteri (aumento di numero di ti to·
lari di concessioni) dall'altra, fanno sì che • i vivi cnntenclano ai morti dci
56 Ph. Ariès, La mmt illvrrsèt•. • La maisun Dieu • , 101. Cerf 1970. p<»ti diventati troppo cari • . secondo la formula di L. Saurct.
pp. 73-74. • Attualmente la città di Parigi ha a disposizione 600 ettari di cimitui
57 Un celebre farmacista, Alphonse Allais, ìmma~ina nel suo libro Viv" (un poco più di 2 mq per ogni Parigino); tmendo conto delle concessioni
la vie' di t rattare il cadavere con !"acido n itrico ~c:r trasformarlo in " Ful- recuperate, si dovrebbe prevedere u n aumento annuale dell"l 0 /o; nel l9XO
micotone"· Si potrebbero così fabbricare fuochi d artificio. la capitale dovreb~ disporre di 1000 ettari di cimiteri, ossia un poco più òi
58 La crcmazinne vien fatta in d ue tempi: la camera crematoria vien~ 1/8 della sua lluperficic:! Non si potrà evidentemente contare su un01 diminu-
riscaldata a 60<r' o 7011' prima di ricevere il feretro che 9i infiamma appena zione della mol'lalità: se la fopolazione diventasse centenaria. la mnrlalità
introdotto. Si attiva la combustione con una corrente d"aria, riscaldata su panerebbe soltanto dal 12 a 10°/o. Tale è la situazione. Cbe cosa ~i puil
di U'l ricuperatore di calvre. La temperatura Ja!e a 9.'i0' o l 100" C c questo fare~ Ingrandire i cimiteri? Nelle grandi città, il prezzo dr! terreno e lto
periodo co,rrisp>ndc a lla perdita di gas del corpo. poi si abbassa gradual- csigen~e della vita urbana si oppongono a tale: soluzione. Proibire le cnn-
mente e la rumbusticnc termina. Una buona combustione si deve fare con cessioni in perpetuo, limitarlc a 15 anni al massimo e realizzare una rota-
il minimo di fumo c di odore, ed è; per questo che all'uscita si immette un~ zione dci corpi su una media dai 12 ai 15 anni? Si dovrà senza dubbio
-JUantità di aria destinata a favorire la combustione dei fumi. Certi forni combattere contro l'opinione pubblica per arrivarci, ma tenuto conto rlc:l·
sono equipagRiati di camera di combustione dd fumo. A Bcnarn si bru- l'incremento demografico e particolarmente: dell'incr c:mc:nto dcmngralìco ur-
ciano 50 cadavui, spalmati c<>n inn:nsi t hurn>. senza interru:l'i<me durante bano, non costituirà un rimedio skuro. Re!lano allora due altre suluzioni:
le 24 ore. moltiplicare i. cimiteri-parco in prcwincia: favorire la crt'muinnc.
'-;.
senza di tombe non impedisca la venerazione dei defunti : 61 rio della criogenizzazione (mantenimento dei corpi cosi come
nei nuovi cimiteri sono previste de lle nicchie per depoTVi le sì trovano al momento della mone, nell'azQto liquido a
u rue contenenti le ceneri, a meno che non ci si contenti di - 192") che è c conservazione • e c speranza • non nell'im-
• camere delle rimembranze • con semplici targhette nel ruo- mortalità nell'al di là, ma nell'a-mortalità qui sulla terra. la
lo di pietre tombali. Malgrado le attività dell'associazione incinerazione (come è confermato da un'inchiesta in fase di
dei sostenitori della cremazione,62 l'incinerazione (diffusa nei spoglio) è vissuta come una seconda morte, del tutto irrime·
paesi anglo-sassoni, nonostante le reticenze americane) fa po· dia bile e molto colpevolizzante, « una smania di uccidere •,
chi progressi.6l Di fatto la sua adozione si scontra ancora con una « volontà di distruggere l'altro finché non ne resti nien-
molti ostacoli. Citiamo fra gli altri gli interessi dei marmisti te... ».
e dei fioristi. le resistenze degli ambienti giudiziari (l'impos- Altra modificà capitale: le tecniche di preservazione. È in-
sibilità di riesumare), e soprattutto un lungo periodo di in- discutibile che i primi stadi della tanatoJinorfosi rendono peri-
t~rdìzione che ha creato r iflessi condiziona.ti e soprat~utto dif· coloso il cadavert; (è altamente senicq) inso pportabile (per il
fidenza. Rileviamo d'altra parte la possibi'iità di un trauma suo colore, i suoi odori, i suoi flussi) e incompatibile con la vi·
particolarmente gravido di conseguenze per alcuni : al contra- ta familiare (vivi che dividono con il defunto un alloggio
piccolo: questa promiscuità rischia di alterare l'evolversi del
dolore e può essere traumatizzante per il bambino). Ma non
61 Di fatto, le ceneri vengono raccolte in un'urna sigillata c: piombata
·Che: porta, ind$o su una piastra metallica, il numero dell'atto del deceuo. si saprebbero mettere sul medesimo piano i procedimenti de-
La massa delle ceneri ha all'incirca il peso di l kg e meuo. La loro desti· gli imbalsamatori di ieri, che miravano alla conservazione
nazione i: la stessa del cadavere: inumazione in una sepoltura; colloca- eterna, in teoria. di qualche morto privilegiato 64 grazie ad una
zione in un colombario; oppure in una proprietà. privata. La rcgolamenta-
:~:ione in materia di lra~porto delle urne, però, ~ la ·stessa che: per un cada· tecnica di eviscerazione, e quelli dì quanti praticano oggi la
vere. Per esempio, ~ d'obbligo affittare · una carrozza intera ~r far viag- tan.atoprassi, che non cercano di arrestare la tanatomorfosi ol·
giare: un'urna per ferrovia, proprio come per un cadavere insalubre nella tre le esequie,65 rispettando sem pre l'integrità del cadavere
barii. In Francia, n onostante i rari c dia<:rcti « parchi delle: a-imcmbranzc ~
n on e permesso spargere le: ceneri poiché esse, dal punto di vÌ5ta del legi· (non c'è mai eviscerazione}. sopprimendo le tracce de lla mor-
slatorc:, ltanno le steuc: caratteristiche del cadavere:; mentre in Gr.m Bn:- te su l viso (non più lividi, non più palpebre cadenti, guance
tagna ~ di Ilio corrente disperderle sia nc:l mare che nella campagna.
62 La Fédération Nationalc: dc:s Sociétét Françaisc:s dc Crérnation è stata incavate, ghigno ...), in qualche caso dedicandosi ad una re·
fondata il lo gennaio 19SO c:d t atata registrata il 21 febbraio 1930 con ì1 staurazione del corpo (se c'è cancro del volto, incidente, bru-
n . 167.599. In Francia, i fautori della crcmuipne (5000 penone, un gior- ciature, suicidio per mutilazione), e come principio sono al
nale: dal titolo ricco di simboli, pubblicazioni regionali) non si reclutano
aemplicc:mente tra coloro • che: vivono nel terrore: della morte, dc:l risveglio servizio di tutti.66 Rispetto delle regole igieniche, ma rispetto
nella lc:rra, degli ossari c: dei loro sinistri brulichii di larve » (R.H. Hazc-
mann. Presidente: dc:lla Fédération Françaiac dcs Sociétés Crematìstes), ma
raccolgon o a nche • persone: animate dalla preoccupazione: di non essere peri- 64 Come in Francia, dal xv al xvii secolo: i re, imbalsamati, vestiti di
colose .d~>fO . la . morte • (igiene c salubrità) c di non • ingombrar~ inutil· porpora (come a l momento della consacra~ione) riposavano su un letto
mente 1 Clmtt~n » . di cerimonia. Nella stanza venivano inoltre imbandite: le tavole: per un
611 La Francia conta 9 c rematori e 2 in fase: avamata di progettazione. banchetto...
I fa utori della cremazione sono raggruppati in 22 auociazioni, ddle quali 65 Accade che la prcscrvazione dura anche q~alche settimana, a volte
una douioa di recente creazione. Le crem.a.zioni in rapporto ai decessi in qualche mese se il soggetto era $allO c se l'operazi()nc è stata fatta in tc:mpo.
Francia coatituiscono l'uno per mille. All'estero, il Regno Unito, con i suoi 66 Se: le: operazioni ~i tanatoprassi (lf!). sonu ~iiJusc: nc:gl~ Stati Unit!
204 crematori, si vanta di aver teoricamente economizzato l'equivalente: di e r iguardano dal 70 ali BO 0/o d et cada ve: n m Sv·c:z1a, la loru 1mportanz.a c
600 campi di football; la proporzione delle cremazioni in rapporto al nu- più modc:ata in Francia (all'incirca il 5°/o dei morti); ma il loro aumento
mero totale dei decessi era del 34,7 °/o nel 1960; contro il 53,20 Ofo del t in nc:tto progresso: .nd 1964, 2570 1FT; nel 196S, 12.158; nel 1972, 20.~70;
1970. La ~orvegia ponic:de _32 crc:ma!ori: la Svezia. con 63 cremalori, opera nel 19ì4, piì1 di 25.000... esse: vengono soprattutto effettuale: nella rc:g1une
la cremaz1one del 30 'l• de1 deceduti; la Germama Federale è dotata di mediterraneo-corsa (9600 nel 1972), nella Linguadoca - valle dd Rodano
65 crematori; in Danimarca la percentuale è del 36 °/, dci morti con 26 cre- (6900). In altri luop;hi il numero degli 1FT ri~ulta ben minore: nella region~
matori; in Svizzera con 29 crematori vengono cremati il 30"/o dei defunti; a di Lione: 52. nell'Ovest 250. A Parigi si contano 2560 IFT per il 1972 c
Zurigo la cremazione gratuita è molto diffusa e l'associa:idone locale dei fau· 2600 per il '73. L'incidente a~reo avvenuto nel l 9·72 in seguito allo sciopero
tori della cremazione si è sciolta, ~stendo v~nuto meno il suo 1copo. dei .. deviatori del cic:lo • e nel quale penero la vita dc:i pas&eggeri spa-

315
anche del defunto venerato nel suo corpo, preoccupazio ne di nord e le cerimonie arcaiche del lutto tradizionale. Allo stes-
evitare ogni grave trauma ai sopravvissuti, facilitando loro il so modo i nuovi riti funerari creati dagli Americani sono un
travaglio del lutto, riassumono i due motivi fondamentali del- compromesso fra la loro riluttanza a no n segnare un momento
la tanatoprassi.67 Questo ci rinvia alla questione della esposi- di sosta solenne dopo la mo rte e il loro r ispetto generale del-_
zione del cadavere: il suo scopo immediato è queUo di rap- l'interdetto sulla morte. ,. 10 li fatto è che l'associazione T ana-
presentare un superamento della morte che facil ita, lo vedre· toprassi-Athaneo rimane la sola maniera che resta all'uomo
mo, il decorso del lutro. Ai nostri giorni, il fatto che spesso inurbato di celebrare funerali decenti; e 5appiamo che i fune-
si muore fuori della propria casa e l'esiguità degli alloggi Tali costituiscono per i vivi un mezzo di equilibrio indiscu-
rendono difficili le veglie funebri. Da qui le creazion i delle tibile.11 Questa è d 'altra parte la lezione che ci offrono, al loro
c Funeral Ho me,. _ La « Casa dei morti,. , o c Athaneo ,. , per- livello, i Negro-africani; ne riparleremo. A condizione di non
mette di offrire ai defunti un ultimo soggiorno circondato di cadere nell'aspetto teatrale, ne lla messinscena sdolcinata e nau-
attenzioni discrete e rispettose, e ai loro congiunti ratmosfera seante che ci offrono certi c funeral d irectors ,. americani, di
riposante e confortevole di un ambiente dove tutto sarà adat· non trasformare un atto di pietà e anche di igiene mentale,
tato alle drcostanze della grande separazione... La fam iglia pro- in operazione economica sostenuta da una pubblicità inde-
vata dal lutto è alleviata, in grande parte, da certi disagi ma- cente e chiassosa 72 e di prolungare .il soggiorno nell'ataneo,
teriali e morali che le sono così penosi nel momento del do- attraverso la cremazione, siamo dalla parte di questa nuova
lore. Non si t.ratta certo di un sotterfugio edonistico, come ri- « way of deat h •, nella misura in cui risolve positivamente
tiene a torto R. Caillois,M né dì un modo di rifiutare al defunto i problemi che pone oggi la morte.
le sue condizioni di morto, facendone un «morto-vivente:., e La messa in discussione di un comportamento tradizionale
tanto meno di negare la morte stessa, come pensa Ariès;69 ma incontra necessariamente resistenze che esisto no anche all'in-
piuttosto - in maniera che alcuni potranno giudicare teatTa- saputa del soggetto; e possono assumere un aspetto diverso, a
le, e che lo è, qualche volta, - di un modo di trascendere seconda che si formuli una critica teorica sulla tanatoprassi, o
la morte, fatto che, ad un tempo. costituisce un atto di pietà che il soggetto sia nella situazione di lutto. Infatti, in questo
all'indiritto del defunto, una maniera di rispettare il dolore caso la critica si lascia influenzare da motivi affettivi; da q ui
dei vivi, compiendo le azioni più efficaci richieste dall'igiene. la tendenza ad essere intransigenti e ad usare schemi concet·
c 11 soggio rno alla Funeral H ome è un compromesso fra la de· tuali stereotipati e idee precostituite. Q uesta resistenza, scrive
ritualizzazione recente ma rapida e radicale dell'Europa del

gnoli. vide per la prima volta in Francia un prefetto {quello d i Nantea) . 70 Ph. Arià, op. cil., 1970, p. 82.
rendere obbligatorio il tr;attamcnto dei cadaveri. 71 J. Mitrord, Tlu American WOJ o/ death. Simon .and Schustcr. Nc:w
67 e pur vero che a volte vengono commcssi certi ceceni : si rimp rovera York 196.!1 (pubblicato in fran("csc: da Plon. nel 196.S, La mort à l'améri-
coifte), ricorda il fatto squente : " Re<entcmentc, un < funeral d irector> mi
giust<amente agli Americani di t ruccare troppo i loro morti. • l volti dci
vostri cadaveri sono altrettanto artificiali dci sorrisi delle vost re commcsac. .. ha r<~crontato il c:uo di una donna che ha dovuto aottc)porsi ad un tratta-
Vedere E. W ;augh, 1he Loved Orw, Chapman and H ill 1950, (lrad . il. Il mento psichiatrico perché i runcra li di suo marito erano stati fatti con un
caro estinto, Milano 1967). Il costo di un 1FT equivale ad un ten:o del preuo <c:uket> (noi parliamo di bara) sigillato, aenza. né esposizione né ricevi-
mento, cd in un altro Stato. senza la sua presenza... Lo psich iatra confidi• al
medio di un feretro. duneral dircclor> che, in qucll'occa.sionc, egli apprese molto sulle consc-
6!1 c Il trapasso non deve intimorire, non in virtù di un obbligo ~ora~e
che ci impone di superare la paura che esso provoca, ma perché ~ JncVJ- fUtnzc della mancanza di una cerimonia nd corsu dci funerali . L01 malata
tabìle e non esiate nessuna ragione di h:merlo. Semplicemente non bisogna verme curata e guarl, c giurò che non avrebbe mai pi1? assistito ad un <me-
pe~asarci né tantomeno par larne • (Quatre essais de sociologie conlempo- moria! typc service > (rapida commemorazione del morto). »
72 Ci viene: in mente il famoso slogan : « Morite, noi pensiamo a l resto. •
rain.r, Perrin 1951). O ancora l'annuncio segucnte: "The dignity and intcgrity of N ... Funcral
69 .. Non è più la morte che viene celebrata nci saloni delle Funcral
Homcs, ma la morte qu~tsi trasformata in qualcosa di vivo dall'arte dci suoi coata no movc... Easy access. Private parking for over 100 cars. • Ecco
tecnici ,. (lA mort inversh, • La Maison Dic:u,. 101, Cerf 1970, p. 62). O dunque i morti che: entrano a loro modo nella società d ci consumi. O piu t-
ancora: • L'idea di fare di un morto un vivo per cc:lcbrarlo un'ultima volta tosto 1ono i vivi che: consumano i morti commercializzandoli. Tale rcifka-
ci può apparire puerile e auurda,. (p. 83). zione. per il fatto di avvenire posi morlrm. non ~ certn meno di~gustu~a.

"'·
il Dr. llarbier, assume la maschera di una opposizione intel- degli antenati) dall'altra il rigetto della morte (ignorato dal
lettuale e nel discorso si ~anifesterà attraverso reticemè. Gli negro-africano, che la accetta per meglio trascenderla attra-
indizi di queste reticenze si rilevano nella mimica, nel venir verso il rito).· A volte esse si escludono: in Inghilterra, per
meno del controllo del linguaggio, nell'uso di neologismi o in esempio, l'incinerazione è diffusa per ragioni igieniche, certo,
un eloquio che si fa teso o sempre più veloce, o ancora disio· ma soprattutto perché si crede « che essa distrugga in maniera
caurato. Si ricon·.:swno differenti artifici nei quali la reticenza più completa, che allora si sia meno attaccati a ci<'> che resta
prende forma. La negazione: consiste semplicemente nel ne· e meno tentati dì fargli visita » :7• ora si sa che in Inghilterra
g·are l'esistenza della tanatoprassi o nel concepirla come una l'interdetto sulla morte è accettato completamente. A volte
chimera. È propria di persone che hanno uno scarso bagaglio esse coesistono, quasi ponendosi in conc.:urrenza. Fra i Francesi,
~oncett~ale e si rivela irremovibile. La dilazione: il soggetto per esempio, il culto delle tombe, l'abbiamo detto, eccetto l'u-
finge d1 non capire, ribalta o devia il senso delle parole. Le sanza del 2 novembre, perde d 'importanza (abbiamo i cimiteri
i11!errogazioni: l'inter locutore formu la ipotesi plausibil i con- più brutti, ma an che i peggio tenuti in Europa); d'altra parte
cernenti la finalità o la strategia dell'operazione e chiede che il rigetto della morte guadagna terreno, malgrado la ripugnan-
l'Al_t~o .s~elga fra queste ipotesi. Le accuse: si basano su pro· za nei confronti della cremazione e i progressi della tanatO·
po~IZlc?m fals~ e fanno il processo alle intenzioni sulle interpre· prassi : numerosi fra i nostri' contemporanei ignorano se i loro
t~wnu propne ~el l'accusatore. L'ironia: è sempre un atteg· parenti sono in vita e non si vedono quasi più bambini ai fu.
g1amemo aggreSSivo che può assumere una maschera di b ene- nerali.7s Quanto agli Stati Uniti, dove la tanatoprassi diventa
volenza. La cormivem.a: il soggetto presuppone un'intesa, e sempre più diffusa, dove in una certa misura si ostema il ri-
non esplicita il suo pensiero, lasciando all'Ahro il compito di fiuto dell'incinerazione, dove già si vedo no esempi di cadaveri
completare le sue frasi, le sue costr uzioni pseudologiche. Se si criogenizzati, si assisle oggi a tentativi di rottura dell'interdet-
teu_ta _u~1a polemica col soggetto di tali reticenze, gli interlocu- to della morte. c Ci si può domandare se le due [endenze che
ton fin1sconn col trovarsi nella posizione di due paranoici e a noi sembrerebbero contradditorie, non si avviino a coesiste·
col costruire una situazione in c ui una persona sarà elimina· re mo lto tranquillamente, nella maniera pill irrazionale... La
ta, e nessun discmso potrà essere compreso. Non è possibile stessa persona che avrà vergogna a parl are della morte, o di
che ci sia trasmissione di idee, conversione, nessuno uscirà un morto troppo recente, andrà senza comples.~i al cimitero
vincitore da quesw scontro. Questo tipo di relazione ha in sé a mettere fiori sulla tomba dei suoi genitori, prenderà le sue
il germe dell'insuccesso e quello della ripetizione all'infinito precauzioni per assicurarsi una tomba solida, a tenuta stagna,
della medesima scena.73
74 Ph. Ariès, La vie el la morl chcz les Frar~ çuis d'uujaurd'hui, "Ethnu-
Cosi due tendenze ci sembrano caratterizzare l'uomo occi- psychologie,. t, 1972, p. 43.
dentale. Da una parte il culto delle tombe (in Africa quello 75 Nell'A frica nera, i bambini vengono direttamente messi a confronto
ccn la murte come evento sociale: assistono a i funerali sulla schi~na della
loro madre o come d anzatori-part ecipanti quell i che sanno già ca mminare,
~3 !-=- p ressu chi si risn!ntrano tali reticcnze? Innam.itutto i medici osp e- così ccme l'abbiamo constatato centinaia di volte; abbiamo conosciuto dei
dahcn temonu ~he '. corp1 vc:ngano loro sottratti rapidamente dagli addetti ragaui c delle fanciulle che, dall' età d i 7-~ ann i, perrorrevano a !,iedi una
alla ta~atoprasst. pr1ma che: abbiano potuto eseguire delle: verifiche clinico· decina di chilomet.-i per vedc:re il cadavere dd loro nonno o dia loro
a_nato~lll che, secondo la legge. Tale eventualità non ~ affatto rara, c i loro nonna.. Soltanto l'ingresso al cimitero è loro prt>ibito. E: sorprc:n:lc:nte come
t1mon potrebLcro> essere: giustificati. Esiste: un altro elemento c cioè: che i da noi si risparmia ai fanciulli la vista del morto e la partecipazione a t
medici no_n amanu affatto che altri, non medici, possano occup~rsi dei corpi. funerali, quando nello stesso tempo si compran loro dci giocattoli che sono
Non cred1amo che tale atteggiamento sia immutabile. Si trovano detra ttori armi in miniatura, o quando gli si permette di guardare: dci 61m dove le
ben più accaniti tra enti professionisti della morte: che non hanno affatto uccisioni si accumulano. Forse questo è il paraduuo dell'Occidenlc:: ieri si
vcd~tt pr.ospct~iche sulla_ loro professione e restano_,. invischiati nc:lla loro moriva in pubblico e si faceva l'amore nel segreto del!e alcove. Al giorno
routmc:: 1 u_ttav1a, non v1 è alcuna reale speci6cità professionale u sociale d'oggi si muore di nascosto. si cela il cadavere, ma il sesso invade tutto.
per tah retJ~en~c:: ed è d~! tutto _naturale dal momento che la tanatolprassi Eros ha ucciso Thanatos. Ma il risveglio di Thanatus rischia di eucre pii1
anumc un s1gndìcato nel! mconsc1o collettivo. doloroso di quello di Eros.
dove i suoi eredi fisseranno il suo ritratto smaltato e indele- o se ne ha vaghi presentimenti; se il decesso avviene in casa,
bile. ,. 16 nella strada o nell'officina, nel c mo uroir ,. come in India,
all'ospizio o all'ospedale...., Va da sé che non ci è possibile en-
.
" trare nei dettagli d i queste d ifferenze. Comunque alcuni temi
b) Comportamenti al cospetto del morente potranno essere sviluppati. D iciamo subito che sappiamo molto
poco sul rapporto vivo / morente nell'Afr ica nera. T utt'al più
Analizzando i com portamenti al cospetto del morente, ci tro- diremo che, eccetto i casi d i cattiva mo rte, non si muo re mai
viamo più che mai in pr esenza di una pluralità d i tendenze soli : ciò sarebbe inco ncepibile. Si muore in og ni caso in pre-
difficile da padron~g iare . Non solo incontriamo delle varia nti senza di a ltre persone : parenti, amici, vicini, tutti quelli che
in rapporto ai luoghi, alle epoche, alle condizioni di vita.77 alle sono informati d ell'ineluttabile scadenza , vengo no a rendere
ideologie - differenza fra credenti e atei - ma bisogna pren- omaggio al defunto, soprattutto se si tratta d i u n vecchio (solo
dere in considerazion e anche i diversi tipi di morte: bella o gli intimi e qualche amico sonò presenti per un ad ulto : il
brutta, violenta o improvvisa, con o senza coma,11 come pure. bambino che muore in tenera età non è a!>sistito che dalla
del resto, bisogna tener conto della natura dei rapporti che madre, dalle zie, dalle sorelle). Morire all'ospedale resta un
si avevano col defunto: estraneo, amico o parente; essere fatto raro, soprattutto urbano; morire all'ospizio per un vec-
amato, soggetto odiato, semplice cliente; i tipi di personalità chio è ancora inconcepibile. Quanto al medico (tra nne in
che ci si trova di fronte : caratteri 79 e anche funzioni : medici, città, evidentemente), è sostituito qui da llo « stregone ,. , dal
preti e infermieri ... Inoltre ci si comporta in maniera diversa «guaritore ,., dal c prete animista "• senza dimenticare l'inclo·
se <.: hi ·sta per mo rire è un bambino, un adulto, un vecchio : se vino ...
sta soffrendo o ppure no, se sa che sta per morire, se lo ignora
a) Il m orente e i parenti 11
76 Ph. Arie•. 19i2. p. 44. La morte di una persona cara, a maggior ragione se si tratta
77 Il caso dc:i poveri è stato me!.so in luce da O . Lewis, op. cii .. 19 7!!. dell'essere amato, comporta atteggiamenti molto ambivalenti,
Ed eccon e un esemp io (p . 92): • Q ualche: tempo dopo , ne arrivò un a ltro,
tearmiglia tu. uhria cu c con la barba lunga . co n u na tuta d a lavoro p iena di
b uchi, c s carpe d elle quali nun e ra rimuta che la p a rte: s u periore . L<
d tmne p orta vano dci ve1titi che e ra no f a tti d i p eni rattoppati co n pene. c 80 Coloro che assistono alla m orte s on o nume rosi: i pubblici uiTiciali che
pu r cosi era pussib ilc ved ere sotto la loro pclk A l momento di en trare: consta tan o il. dcccS!.O d e l ghigliottmato ; i p reti cd i medici, d ei qu ali è
n ella stan r.a, si ricop rivano la te1ta con il loro scialle o con u n p en o d i un ~· la vocazione; i parenti, soprattutto se la mo rte è avvenuta. a casa :
velo ch e 3.vcvan o pilrlato. Arrivavano, a1co!tavano la storia della mo rte Sii Infermie ri c d il persona le di servizio qua ndo il d ecc:MO a vviene a ll'ospe-
dj mia t ia Guadalupe. facevan o u n sc~o della croce, recitavano u n Pad re dale; i curiosi in caso d i incide nte c p r ima che la polizia a b bia ricoperto
N ostr o c un Ave Maria c ripartivano. U scend o, mi d ice vano: • H ombrc, il mor ibon d o con u na ccperta... Infine i sadici, sicuramente. ch e vi trovanu
no n p osso dart i d i più. ma prendi almeno questo, > c mi ten d eva n o q ualche ·ltna (ioia !.Cgrcta (• Hai l'er ezione?,. gridò in faccia al Procuratore - fu -
centavo s o un meno peso. Pe r loro. era priva u i d i un bicch iere di a cqua- ron o le su_c ultime parole - poco pr ima di sal ire sul pa tibo lo!) c g li s~­
vite , ma lascia van o tutt i qualche s oldo per la ve cchia signora che aveva rirnentaton della morte se~aci d ella to r tura , ( pre tesi) r icercato ri che pra-
loro offe rto ospitali t• nella sua p iccola cna. A vevo il cuore stretto d al ticano la vi visezione o fanno delle i niezioni p er misu rare la rcsiste nu d el -
d olore . N o n si ra ccog lieva certo m o lto denaro, ma la loro sin cerità era l'u omo alla morte o a lta ma lattia. .. : si deve mo r ire a co lpo sicu ro. ma len -
e viden te . N essuno d i lu ro versò lacrime d i coccodrillo. ,. Scmplicitl, gene- tamente! (Vedere la tesi d i V. N aquet sulla tortura!)
rosità. n a turalcua sono le cara tteristiche di tali comportamenti. 81 In Ù ccidcntc non esiste più la m orte in pubblico. O r mai, son o so l<> i
71! La morte buona m o lti pl ica le .ationi di sollecitudine ver~u il mori - conp:iunti che stanno attorno a l morto. N el quartic rc, la m orte n on è JlÌÌI
bondo; la mo rte cattiva c la mo rte infamante (csccutione capitale) genera n o un •vvcn imcnto se n c n per i v ici ni di casa e i com mercianti a ccanto .
indifferenza, d isprezzo, ma anche, acbbcne più raramente, pietà . La mor te • Tuttavia si sono create altre solidarietà che In morte c hia ma a una
improvvisa o violenta avpp rime ogni rapporto vivo-morente; un coma che conferma: solidarietà profc!sionali con la classica delegazio ne d el repa r to u
si prolunga per mesi atten ua i sentimenti, produce stanchezza c rende im- dell 'u~icio ; solidari~tà sp~cificam~nte socia li, tutti i. g ruppi dci quali f accv.1
p ollibilc la comunicuivnc: il moribondo cosciente che fatica a m ori re M · parte 1l defunto o a• qual1 appart1ene la sua fa migl•a, dalla società s/mrtiva
tcnua. l'a ngoscia che suscita. ma prolun~a lo stato di malc:!!erc. lino alla sezione dci vecchi combattenti, c he ve rrà, a l completo, con c ha n-
79 Q uc&ta ~ la differe nza che sepa~a A. Philipe (dolcezza, emozion e. amo - dierc. ,. J. Follie!. Phhwménologie du d euil. p. 180 . io L fl mm t rt /'hrmmtA
re r: altruismo. tìncua) da S. Dc Bcauvoir o R. Pcyrefitte (obbiettività, du XX' siùltt, Spcs 19G5. Vede re inoltre A. P hi lipe. /d ltl-hfl.f. l'lillrur.<.
lucidità . a ffettività con t rollata. egorcntrismo ...). Gallimard 1974.

320 Jll
testimonianza dello smarrimento provato e della sua profo~­ niera assoluta che il moribondo ignori quanto sta per accade-
dità. T enuto sospeso a lungo tra la speranza 1! la disperazione, re: c è proprio chi dice la verità a mentire... io sono contro la
vivendo di illusioni, il parente non può sopportare questo verità, contro la verità con passione... per me .c'è una legge
stato: a li' ignoranza preferisce infine l~ certe~za, ~o~se anch! più importante di tutte, è quella dell'amore e della carità 111 • ·
qudla dd decesso. Giunge anche a tm.magma~st tl _male, Dobbiamo spendere qualche parola sul bambino.19 Secondo
a spiare i più piccoli segni,13 tutto questo m un chma dt fatale i lavori di M. H. Nagy,90 che restano autorevoli, si distinguono
impotenza. Pian piano si augura che la morte venga p~esto
14
nel bambino tre stadi nel timore della morte. Prima dei cin-
per sollevare il morente e anche se stesso; ma qualche tstante que anni, la morte è un fatto reversibile, progressivo, tempo-
dopo desidera ritardare il più possibile l'~ltim~ re~piro. ~?" raneo, che si collega (probabilmente sotto l'influenza del Hn-
si. perdona al moribondo di tenerci ~eg:'-t1 a lut, dt_ con~tzu:~­ guaggio dell'adulto) a una partenza, a un viaggio o semplice·
nare 'a nostra vita: e subito dopo lo st nmprovera dt laseta~ct:
Ci si laS<:ia affascinare da ricordi della vita in comune; p01 Cl
mente al sonno. Il defunto continua a pensare e a sentire, ma
in uno stato di immobilità che gli è imposta dall'esterno. Il
si sorprende a immaginare J~cidamente quell~ c~.e sa~à l'~si­ bambino reagisce con un sentimento di pena, come davanti a
stenza senza di lui ...15 Forse ctò che tormenta dt pm cht asstste una separazione, una limitazione della vitalità. Fra i cinque
il malato è il fatto di dovergli costantemente nascondere la e i nove anni, la morte sempre determinata esteriormente,
verità, fingere davanti a lui.llò In effetti questa è la de~ntolo~ia comincia a personificarsi, c scheletro mietitore », « principe
dei nostri giorni, proprio l'opposto di quanto accade m Afnca degli spettri », • re degli angeli •. essere invisibile che si spo-
nera, o di quello che si faceva da noi in altri tempi, quando sta in gran segreto, di preferenza di notle e che ri"es(e a ve·
l'uomo sapeva che stava per morire sia che lo sentisse, sia che dere solo coloro che sta per portar via (sempre secondo le
qualcuno lo avesse avvertito.87 Tale deontologia esige in ma- immagini apprese dagli adulti): in questo stadio si opera una
confusione fra il morto e la morte. Adesso la morte diventa
~:;2 • Mi sdraiai accanto a te ~ feci finta dì dormire: ffi(Cntre leggevi. Ero
a tu pc:r tu co l mo~trn. Come è .un .<:a!lcro? Una mas~a _dura. Facevo u_n o
un dato ir·reversibile, una • sottrazione » senza possibilità di
sforzo per ricordar-mi i film .scu:nllli~l che !lvevo. VISti. ~edevo la VJta ritorno. Il defunto continua a vivere, ma altrove, un po' alla
intcnsa delle cellule. la loro mnorab1le proltfcraz10ne ... Vmcono tull c l e maniera di quello che faceva un tempo, ma in modo sbiadito
battaglie. E tutto avveniva quasi sotto i miei occhi,_ al riparo de~la t_u a
pelle liscia e innoccnle. Nel silenzio ~c:!la sera. m1 scmbra~a d1 ud1tC e dilatato. E questo fatto, polarizzato in maniera indifferenzia·
quc$t'allivìtà di termitaio. l'_ignobì!~ ?fhcma. che lavora. venttquatt~o ore . ta, non è «necessariamente inevitabile» ; in ogni caso il bam-
su ventiquattro c tanto meg!w c p1_o m fretta q~anto pm. bello c giOvane bino lo allontana il più possibile (« quando sarò vecchio ,. ).
è i 1 terreno. Scnza che tu lo sap~sSI ~ senza che 10 potessi far nulla. men-
tre ti guardavo, la tela d~lla tua mort~ si teneva senza rumore. • A. Dopo i nove anni, si produce un ultimo cambiamento: la
Philipc, Bri'Ve crmw un JOJ/Jlr", Mondadon 1964, p. 711. . morte è vista come un processo endogeno, totalmente irrever-
1:13 .. Oggi cri vivo. Un giorn_o di p i~. Come sarebb~ venuta,_ la morte~
Quale ne sarebbe stato il segno? Lu sp1avo,_ entrando m un .u~uverso sc.o-
sibile, che afferra l'uomo c: dall'interno » e risponde a una
nv5ciuto. Avrei saputo leggere'? Tu cri la m1a sfinge • (A. Ph1hpe, op. (Il.,
p. 7 1). rispose brutalm~nte il contadino di T olstoi alla borava donna che gli chi<:de
8~ A. Philipe, op. cit., p. 62. . sue notizie... Coal come niente era più temibile di una morte 1mprovvisa,
ll:'i • La dolcena dell'aria mi fa sognare ciò che è ~tat? e et? eh~ niente era J:lcggio re, a qucll'ep4.1ca, di una morte alla quale non ci si poteva
sarebbe se tu fossi vivo. So che questo sogno prova la m1a mcapac1tà d1 preparare. Per questo la morte conos<:iuta c a ccett ata non. poteva che euere
vivere il presente. Mi lascio trascinare da q_uesta corrent_c scn~a guardare pubblica.
troppo lontano o troppo .in fund?· Aspetto ti mom_entu m eu~ trovcr~ la 88 V. ]ankélévitch, .. Médccìnc: de France • , 177, 1966, pp. !J-16. Ved~re
forza. Verrà. La vita m1 appass10na ancora. Voglw salvarm1, non hpe- dello stesso autore: La Mort, Flammarion 1966.
rarmi di te • (A. Philipe. "P· nl., p. 149). 89 Si troverà un eccellent~ studio su Il Jl:nw della morte nei bambini -
S6 " E stava per morire. Lei lo ignorava, ma io lo sapevo. In nome. suo, Tappe nell'organiwuione affettiva e lo sviluppo no:ionale (articolo di A.
non mi ra"cgnavo. • • Ci aveva fatto pro~cttere a me c ad altre am1che, Portz), nel lavoro collettivo: Mort et présenu, studi di psicologia presen-
di aiutarla a fare una morte santa. Per ti momento, quello che vuole è: tati da A. Godin, " Cah. de psyc. relig. •, !i, Lumen vitae, Bruxelles 1971,
essere aiutata a guarire. • S. Dc Bcauvoir. up. cit., pp. !\0 e !\6-87. pp. 14.'!-16().
117 R•1landu • senl~ che la morte lo prende tutto •: T ristano • sentì che 90 The chitd•J theorieJ conceming deuth, • ] . Genetìc. Psychol. • . 7.'!, 19411,
la sua vita si pcrcleva, com prue che stava morrndo. • " La - morte è qui, • pp. 8-27.
legge universale (fenomeno organico); si definisce come una apparir~ delle r~azioni secondarie: agitazione, riso immotiva-
frustrazione, la cessazione di tutte le attività psichiche.91 Davan- to, comportamento regressivo (disorganizzazione nel gioco, bu-
ti alla morte dell'altro, che comprende più o meno chiara- limia, encopresi, masturbazione...). t in que~ta relazione al-
·mente, secondo l'età, il bambino prova allo stesso tempo un l'altro, particolarmente con la c Legge del padre Jt - che
senso di abbandono e di colpa. L'impressione di abbandono il bambino prova nel riconoscere il desiderio per la madre -
connota il vuoto affettivo e la disperazione d'essere perduto che appare l'angoscia della mutilazione (castrazione), dunque
e di dover restare solo: il bambino si preoccupa subito di sa- della morte. A meno che questa angoscia, come lascia intende-
pere se lui e altre persone non stanno per morire. Compensa re M. Klein,93 non sia che il risultato della c violenza della
questo con fantasmi di unione con il genitore morto, nel- ~ulsio~e di morte • all_'interno del corpo; io questa ipotesi
l' c aldilà lt, particolarmente. Quanto al senso di colpa, sia pu- l ossesSLone della castrazwne non sarebbe altro che una difesa-
re latente e difficilmente verbalizzabile, non è meno reale, con~ro-l'an~oscia-~rovata-al}'interno-del-proprio-corpo. t pro-
nella misura in cui nello stadio nell'onnipotenza narcisistica babilmente a parlare dal VISSUtO corporale ch e jJ rantasma en-
il desiderio della morte dell'altro, proprio come quello della. tra in a.zione. _« Vidi allora che es.-.a (l'angoscia) era legata alla
sua immortalità, è sufficiente a determinarne l'attualizzazione. contrazaone dt qualcosa nel ventre, e un po' souu le costole,
Spesso si desidera la morte dell'altro, la cui presenza è fru- e anche alla gola, mi sforzai di rilas~armi , di distendere il mio
strante. Si trovano allora fra i bambini c temi reiterati di pu- ventre. L'angoscia spari. Tentai di pemare ancora in questo
nizione severa per atti di aggressione, e allo stesso tempo ten- stato, alla morte, e questa volta fui invasa da un sentimento
tativi di disconoscimento, d 'annullamento e di riparazione che nuovo... che er~ vicino ad un tempo al mistero e alla spe-
possono accompagnarsi a una paura latente di vedere il,geni- ranza.94 Il bambmo ammalato che soffre del proprio dolore e
tore morto ritornare a cercare la sua vendetta, paura che s'i ma- dello smarrimento dei genitori pema allora alla sua morte
nifesta attraver~ terrori notturni e incubi Jt . 91 Possono allora possibile, sentimento ancora vago, a uno ~arso livello di co-
noscenza; pensa alla mone, ma non sa che cosa sign ifica mo-
91 Ciò richiede qualche prccisuionc. • P.cr il bambino che scofrc la rire.
morte cna non è tanto la morte che esso non concepisce - c che de resto
coatit~iace un concetto <impensabile> per tutti noi - qua~to piul~o~to una
K~rla di fruatra.&ionc delJ'argreasività muscolare c dellaggrcsuv!tà af- b) Il morente e il medico 9S
fettiva maggiore delle ;a~t~c. Sul piano eh~ il bambino co'!lprendc 11 tratta Affrontiamo, ancora una volta, un problema di straordina-
dunque di una immob1llla for-zata, che u. prolunga mag1ca~e~lc per u~
tempo molto lungo. c d i un'assenza dcii essere amato {qumd1 paura d1
ria gravità le cui soluziòni possono variare a seconda che sj trat-
cutruiune affettiva che ai prolunga anch'eua per molto tempo •, F. Dolto, ti del medico generico, del medico d i famiglia che talvolta ha
Psicoanalisi e ptdiatria. Bomp~ani 1973, p. l!H. . ., assistito alla nascita del defunto. ha conosciuto i suoi geni tori,
92 Dr. Ajuriaguerra, op. nl .• P·, 842. yeder~ G . Ra1mb~ult, A l r:couu
des en/ants malades, in Mor~ t!l presmce, op. c1t., .19?1. "C1ò che turba d!
più i bambini. è un sentimento di abbandono. Em 11 senlon~ abbandonati
da . tutti colore che non vogliono parlare, che non sopportano d1 padarnc con avr.l luogo; alla separazione, alla solitudine. Diventato il luogo ddi'Altro,
loro. Un senso di colpa dci genitori che ~on ~cce~tano la !f~Orte d~l loro e1la aa che coloro che restano non sanno niente. Egli li lascia di fronte alle
bambino. accresce la sua softercm.a. Certi gcmton hanno mcluso 1l loro loro carenze...,,. pp. 105-106. Vedere anche J. Hassoun, Entrc la mori f'l
bambino nel sistema dci loro duidcri c delle loro aspettative, in m?do che /11 /amilk: l'npau crècll~. Maspuu 197!1. pp. 32-34, 49-.SO.
il bambino nr.n ha mai avuto un'esistenza autonoma.. c·~ il tipi) da ma~re 93 R. Jaccard, La pulsion d~ mort cll~z Mèhmie Kleìn, l'Age: de l'bommc
che non può mai accettare la morte del figlio c che VIene_ veramente colp1ta 1971, specialmente il cap. m. Vedere anche F. Dolto, An&oscia di mortr
a morte. Sono que~!i bambini: a volte •. che ai trovano .m mez~o a coloro ed llfl&oscia di castrozionc, in Psic·oanalisi e pediatria. cit.. pp. 137 - IH.
che si ribellano. C1o che colpascc dlcthvamente è che ti bambmo quaudo !H R. Daumal, citato da R. Mcnahcm, op. cit., 1973. pp. .JS-46.
muore possa pensare che la sua morte inverta l'ordine delle cose. Akuni ,. 95 Vedere 9pecialmcnte il n. 3, t. 2, 1970, della rivista • Psychologic:
lottano, ma all'ultimo momento sprofondano in quella che a qual~u"!o sem- .•·.h m~dicale •. che riassume i lavori ddl'incuntro della Pasqua l!)iO a Lione.
bra una specie di ~ndifferc.nz~. Ma quando_ si p~rla con lo~o, ca s! rende ,l''
Piil particolarmente leggere gli articoli : MMecin, ma/ade el mort di j.
cl'nto che si tratta m effetta d1 una presa d1 cosc1enza; cosi 1! bambmo che Guyotat; Le médecin /ace au mourant di H . Porot; Le mtdtcin dl'"ant la
muon: viene utiliuato da ciascuno secondo la propria carenza. Qu~nto a ,.
~-
mort vialt'nlt dì G. Pasca1cs; PrrJbtimes psycholo&iques et éthiquts posh au
lui come tutti i morenti, si prepara per qualche cosa che, per lu1, non
• mJdecin pnr les c011rluites suicidairts di L. Crocq.

~.
o dello specialista, primario dell'ospedale. Il medico è il ~ec­ cisione della mia diagnosi! ,. Il che non costituisce niente di
oico im~rturbabile o l'amico che sa commuoversi? Il morente eccezionale: e vedremo come dei ricercatori californiani han-
è un cliente, l'occasione, fo rse, di una prodezza ta=nica, o l'in- no insistito sulla importanza di prognosi rigorose per l'equi-
felice che si d eve aiutare? librio della vita ospedaliera.97
Senza alcun dubbio, il medico non è soltanto il tecnico del- Un tipo di decessi pone ai medici dei problemi particolar-
la salute. Cosi è soprattutto il e: medico di famiglia», - co- ~ente deli~ati: la_ mor~e violenta, provocata da un'aggressione
me il prete, per quanto quest' ultimo veda sgretolarsi _il pro- mvolontar~a (mc~d_e~tl sul ~avoro, incidenti automobilistici)
prio ruolo,96 - la persona che mantiene con il malato m:ura- o volontana (omt.:tdt, assassmi, guerre). In entrambi i casi si
bile, in seguito con il mo rente, un tipo di rapporto paruco_la- ~oc~ano campi che sono ancora troppo spesso tabù, sui quali
re, spesso fonte di domande angoscio~ (almeno per alcu!'1 l): e dt buon gusfo tac~re: aggressività mal contenuta, sfrutta-
Per esempio, deve tradire la fiducia del malato (ed anche d1 cht mento fallico, certamente, ma soprattutto altamente econo-
gli sta vicino) nascondendogli una malattia il cui esito s:trà mico dell'automobile... In questa prospettiva il medico non
certamente mortale, mantenendolo nell'illusione di una im· h~ , forse dei doveri verso l'aggredito, l'aggressore, la colletti-
possibile guarigione? O deve invece prepararlo a morire, a or- vtta? E che cosa pensare dell'aggressività diretta contro .se steo;-
ganizzare lucidamente la sua morte, o perlomeno ad acceL· so, ossia dell'atteggiamento suicida? Non vengono forse calco-
tar la? lati i~ Frat!cia .a!lnualmel_lte ben 14.200 tentativi di autosop-
Può accelerare la sua fine ineluttabile e porre termine a sof- presstOne nuscttl o no (il 50% dei quali tra adolesc.:enti)?
ferenze inutili rifiutandosi di curare o mettendo in atto una Frequenza c:he induce lo psichiatra a domandarsi se il suicidio
eUlanasia positiva? In quale misura la situazione di per~colo non sia più diffuso delle psicosi e delle nevrosi, altrettanto
monale favorisce tra il curante ed il curato un • meccamsmo c naturale » quanto l'atto di collera istantaneo e violento! Non
narcisistico speculare .. ? E se è vero che oggigiorno la morte va trascurato il ruolo della società: non si è osservato che
tende ad abbandonare la c.:asa per l'ospedale e che, malgrado durante i 268 giorni di sciopero dei giornali di Detroit, i sui-
l'apparato scientifico di cui la si riveste (forse sia ~r dare _sicu- cidi S?no dimin.uiti del 40 %; e che durante le agitazioni po-
rezza al malato che per aggirare l'angoscia del med•co), è dtven- polan del magg1o 1968, quando era possibile spaccare e incen-
tata c selvaggia » e, per dirla con P h . .Ariès, « a~nt~ dal m_on- dia~e, il numero dei tentativi di suicidio era diminuito di 3/ 4;
do familiare di ogni giorno». Una nuova fonna d1 dtalogo sa va e~ mfine che i suicidi sono rari in Africa dove tutti i tipi
formando nell'ospedale dove il medico di famiglia è sco~­ di diversione e di sfogo sono possibili: feste sauileF;he, crudez-
parso per lasciare posto all'« emi.nent~ spe~ialìsta », ~o n le ~n­ za licenziosa della bestemmia, trattata come una facezia, col·
fermiere e gli interni come tesumont. Pu6 ancora tl medaco loqui con i capi tribù e confessioni ...? 91
in questa « industria di cure •, che funziona co~temporanea· Il Dr. L. Boisseau-Ludwikowski nella sua tesi De la voca-
mente come un laboratorio ed un'impresa, esercitare un « po- tion médicale pone il problema in·termini di e: potere • . e: Il
tere ~nefico illimitato: quello della sua simpatia o del suo male è nell'altro, ,. dice, c è lui che ha tono. Il buon diritto e
affetto »? Per esempio, che cosa rappresenta per lui un mo- la verità sono dalla nostra pane, noi siamo i guaritori, poiché
ribondo che appartiene ad una classe sociale particol~rmente sappiamo e possiamo. » È per questo che l'appartenenza al
disagiata : l 'altro? il simile? il prossimo? il numero d•. un ~et­ «corpo medico », gelosamente protetto dal fin tro ppo celebre
to? l'oggetto della propri~ ,bo:ia?: _c ~h.' il. 13 ~ell'epattte vara· c Ordine dei Medici », con i suoi privilegi che richiamano
le? Non gli avevo dato plll dt qumdtct g10rm. Notate la pre- quelli degli iniziati, dove c il sapere sostituisce l'accostamen-

96 Nella nostra inchiesta riguardante la circoscrizione parigina, Ao.l~ il


9 4/o dei moribondi hanno l'nuistenza del prete, il 13 °/o avra':ln_o dmtto 97 B.o : Gla~e:r, Al. Strauss, Time /or dyin&. Chicago 1968.
ali'E5 trcma Untionc. ma 1'80 °/o otterranno una sepoltura rchg1o.a. "2 98 L.V. Thomas. Société a/ricaine et santé mentale, in Psychopathologie
\'uaam:a, - ci viene detto. a/ricaine, D<akar, 8, 1969, pp. .555-394.
to drammatico», gioca un ruolo di capitale importanza. Ora attraverso un percorso tortuoso) o in certe usanze (il para-
questo sapere sulla vita è più ancora un sapere sulla morte. vento che cela il cadavere); e poi l'evitare che «permette di
Solo il medico è abilitato ufficialmente 99 a dichiarare che il sfuggire alla circostanza » e del quale la profilassi costituisce
soggetto è deceduto, 100 il perché e il come; 1ot soltanto il medico probabilmente il migliore aiuto. La quiete della morte fa par-
è inoltre in grado di spostare la scadenza della morte, o alme- te, ugualmente, delle attività mediche: c: La morte è qui, chia-
no di tenerla sotto controllo, situazione che non risulta priva ramente, l'oggetto della ricerca. Vogliamo dire che se anche
di ambiguità né di paradossi, dal momento che, difensore della il suo orientamento è eziologico, patogeno, anatomopatolo·
vita del proprio paziente, non gli può impedire di morire gico o terapeutico, l'attività non può svolgersi che alla condi-
un giorno o l'altro. Tutt'al più, negoziando con la Morte, zione di trovarvi prima di tutto la morte. Se non si trova vi è
egli non fa che rimandare la scadenza finale per constatare in- un errore sulla persona: il medico è giocato.» Il che pone lo
fine l'esito fatale.n12 L. Boisseau-Ludwikowski, 103 nella dialettica scottante problema della responsabilità: sebbene talvolta ri-
complessa dei rapporti malato-medico privilegia taluni aspet· vendicata dal medico di fronte alle autorità ospedaliere, per
ti.104 esempio, questa gli viene più spesso attribuita, soprattutto ai
La negazione, innanzitutto, che si inserisce già nella pianta nostri giorni, dal malato (o dai suoi parenti), che imputano al·
degli ospedali (l'obitorio è sempre in disparte e vi si arriva l'errore ogni grave fallimento del curante. Così il medico si
lascia invadere da un «sentimento permanente di colpa senza
99 Ovvero ptr delega del potere ottenuta dal potere, unico giudice in rapporto con la situazione cui si fa "riferimento ». In ogni ca-
ultima istanza; torneremo sull'argomento. •
100 Vedere quanto abbiamo detto sui certificati di morte. so sembra difficile per il terapeuta evitare il meccanismo del
101 Talvolta dovrà. ricorrere all'autopsia; questa ~ quasi. sistematica ~ci transfert, dal momento che, in definitiva, • è sempre la ma·
paesi come la Svezia, molto frequente neglt USA c m lnghtlterra, eccezto- scllera del malato che il medico fa portare alla sua morte ,. ,
nale nei paesi latini. Per il ·medico legale la morte e innanzitutto- il cada-
vere, inerte quanto imbarazzante, ma al quale la società eonferisce uno la maschera tuttavia di una morte innaturale, quella di un ca-
statuto giuridico di cui il meno che si pussa dire e che risulta equivoco. Se dave·re insensibile che viene sezionato... In questo balletto
le prescrizioni del codice civile proteggono indiscutibilmente una reale pro-
prietà extrapatrimoniale del nostro corpo, il diritto penale non conosce tragico tra il medico e il mondo dei malati, non deve il primo
affatto dei limiti alla utilizzazione scientifica del cadavere per provare giu- pagare il suo potere (relativo) sulla vita e sulla morte ricor-
ridicamente la verità. L'autopsia resta sempre una forma di prova scienti- rendo alle nozioni (per lo meno ambivalenti) aggressivo-remis-
fica oltre che giuridica di un tipo particolare, dal momento che la mutila·
zione che porta con sl: distrufge la prova... t indiscutibile eh.- di fronte al sive di dedizione, di sacerdozio? Giacché, e lo sottolineiamo,
cadavere che <fa parlare>, i medico leg:alc obbedisce ad una deontologia spesso è la sua propria morte che in ultima istanza il medico
fatta di intuizioni più che di regole. ~ l,luesto corpo a volte mutilato, SO·
vente scor:osciuto, del quale si deve scoprire l'identità. o penetrare il mistero riscontra in quella dell'altro, e specialmente quando pratica
del suo stato, non (: per lui che un ripugnante oggetto o il rispettabile resto l'eutanasia: « non soltanto la morte della nostra· funzione pa·
di ur~a persona umana? Deve trattenue per sl: certi segreti che il dialogo
con il morto, nudo di fuori come di dentru, gli ha rivelato? Egli t:, u: lo tema di salvare il malato, attraverso l'impossibilità di portare
preferisce. il servo incondizionato di una gerarchia rolitica c giuridica che a compimento tale funzione, ma anche la nostra morte che si
lo paga per sapere. « Se l'esperto legale, • ci dice i Dr. Fesnau, • conosce tenta di ridurre nell'altra. ,. Ire Cosi fra il malato che ha com-
male le disposizioni del codice, non dimentica mai l'importanza che può assu-
mere in un rapporto banale tale o tal'altra constatazione. Deve, ancora più,
offrire la verità nell'impassibilità. •
102 La morte del paziente prova a volte il fallimentn del potere me· 105 Dr. P. K\ein, La mort en ce jardin, lesto inedito.
dico (errore diagnostico); essa ne verifica sempre i limiti naturali. I limiti al « potere • del medico si manifestano in un'altra maniera:
103 De la vocation médicale ou la mort dam l'rime, testo inedito. la vulnerabilità. di fronte al suicidio. particolarmente da parte dello psi-
104 « Per rassicurarsi sulla propria immortalltà. il medico deve ritrovare chiatra {quest'ultimo infatti non vive che con dei • morti ~ degli esseri
la propria angoscia nelle suppliche del malato: <Dottore, faccia qualche cosa divenuti «altri ,., «senza funzione,., «viventi altrove,.). Sono state formu-
per mc.> Quando tuttavia la morte sopraggiunge, viene considerata come late diverse ragioni: satura:r:ionc della relazione con l'alt, o, rispetto della
un oltraggio personale: , Come! Ha fatto questo a mc! Il paziente non deve eonfonnità. all'immagine del medico che non potrebbe essere malato. abban-
aver seguito le mie prescrizioni ali a lettera>. • R. M enahcm, La mort afJ- dono frequente da parte dci suoi colleghi del medico che si suicida o si
privoisée, f.:dit. univ. 1973, p. 63. ammala, scarto tra le norme sociali c le situazioni concrete.
preso che si avvia alla morte e il medico che gli nasconde la come medico :. . Ed è nominando il Rab (genio ancestrale) che
sua malattia mortale, chi è il più ingannato? 106 possie<!e o « cavalca :. il proprio malato, che il terapeuta wolof
Situazione resa ancora più ìnestTicabile dal fatto che c No- o lebu (Senegal) a vvia il suo paziente sulla via della guari-
minare la Morte e manifestare la sua presenza è lasciar libero gione... Tuttavia, tali osservazioni agnostiche non sono proba-
c.:orso al suo Potere! » Non meno equivoca si rivela la relazione bilmente che il risultato di un problema mal posto, perché po-
medic.:o-malato mentale, dal momento che l'osservazione fa en- sto puramente in termini di negazio ne. Dopo .tutto, la morte
Lrare quest' ultimo nel c mondo asettico » dell'~ltrc;>• quando dell' individuo non è forse, per .il gruppo, condizione d i so-
invece è il processo inverso che doVTebbe complers~: la com~ pravvivenza? « Nel bridge. » ci dice il Dr. J. P . Klein, « qualJ
prensione - nel senso dei fenomenologi --:- del Sistema d~1 cuno deve fare il morto. carte in tavola, perché la partita con-
valori del malato legato alla propria stona ed al propno tinui..., ciò che in noi ci appartiene, muore senza dubbio, ma la
ambiente trasforma in modello operativo i dati ~osografici che sopravvivenza avviene attraverso i legami intrecciati tra l'in-
fi nora non erano che uno schermo. In verità la potenza del me- sieme degli esseri dei quali abbiamo fatto parte e di cui la no-
dico (potenza magica che la diagnostica e la cura materializ- stra morte assicura l'evoluzio ne dinamica. »
zano) non è forse se non una lusinga, un'illusione di potenza; In uno studio di notevole valore. il Dr. Sarano definisce
e il limite del suo potere ha sempre lo stesso nome: la morte, tre diverse posizioni del medico verso la morte, - che sono
morte fisiologica o morte mentale (follia). poco importa in de- le stesse che il medico ha verso i malati, o le stesse· dell'uomo
finitiva. Tutt'al più, nel migliore dei casi, la prima sarà ri- verso la vita: prima di tutto la posizione non autentica, nar-
mand:na e la seconda conoscerà soltanto una attenuazione. Co- cisistica o paternalistica (facile alla commozione, ottimista o
me lo sdamano dì cui parla Lévi-Strauss. il medico è un ini- lacrimevole); in secondo luogo la posizione oggettiva, tecnica,
ziato i cui rapporti con la malattia restano ambigui: lui che le critica, demistificante, efficace; in terzo luogo la posizione di
dà un nome, è a sua volta nominato da questa. « È nell'atto riacquisizione - o al di là di quel distacco obbiettivo intro-
stesso dì denominazione della malattia che egli è riconosciuto dotto con il momento critico - , posizione c post-critica », se
si vuole, che consacra una volontà di comunicazione, di comu-
nione con l'altro}W Cosi passiamo dalla soggettività primaria,
Wo .. La vittima non è sempre quella. che si cred~. H~ letto ~n una
riviita medica iuglt:sc due storie significative. yn medaco d•c.e . ncglt, ente- curiosa, estetica, paternalista, all'oggettività fredda, imperso-
mcnte ad un uomo spacciato congedandolo: <Me darà sue noh;u e. >. L uomo nale (quando va bene), infine alla inter-soggettività vera (og-
ri~pondc : <Legga il giornale.> Sapev a. Un altro malato domanda m quale
mvm.:nto la sua morte avrebbe: portato meno scompiglio all'ospedale e gettuale) che si verifica «attraverso la risposta dell'Altro, at-
muore !"indomani all'ora d ichiarata. Il medico che ra cconta questa storia . traverso l'dlì<:acia stessa della richiesta, della offerta 1oe ~ . Que-
aggiunge: <Non abbiamo mai nputo. il ~u? •egret~. > " . A. Fab~e-Luce, sto dono di sé va evidentemente più lo btano della pseudopar-
o(l. c:it., J!Jti(j, p. 20'.2. l~dlo stesso ordme d• tdec, un m ch1esta realina.ta a
Shc:ffidd sulla fase finale dd cancro sottolinea i fatti seguenti: l'Il 0/t dci tecipazione dello spettatore (esteta, dilettante) o del tecnico
malati sapeva che stava per morire, il 14 •io lo intuiva, H 7-5 °/o lo ignorava: coscienzioso: • Costituisce inoltre un'azione, ma che mi coin-
Esiste un doppio interrogativo: l" Dicevano la verità/ ~on cercavano d1
illudersi ingannando J'intc:rvistatore; 2" Da un punto d1 VISta morale i l può volge fino al midollo ... Vera relazione terap eutica, nella quale,
jlOrrc una dvmanda sint!lc, che il malato stesso s~esso ~ifi_ut~ . di porsi·~ Il ·
Dr. Da~gcnt, citato da Fabre-Luce, 196fi, p. ·203, nvc:la 1 hm1h della men: 107 T roi1 regards du médecin sur la mori, " La mort, Lumiè:re et vie: "•
.zogna, che ~ pure d"aiuto al moribondo... Ci aono penone che sanno d• XIII, 68, maggio-giugno 1964, p . 9. Ciò corrispondt: il:condo lui al triplice
avere un cancro e c:he nun osano dirlo. Esse chiedono a l loro medico di approccio del malato mentale: pseudo~partecipazior~e p~icologica, viscerale
rispettare tale silenzio fino al giorno in cui, guarite ormai da tempo, par- d teatrale dell'alienato che vive in un altro mondo (come la morte) ; non
lano stnza alcun turbamento del loro cancro come d i una vecchia cono- partecipa:: ione dello stadio tecnico, come nella psichiatria ·classica, medicina
scenza. E si accorgtono allora che tutti si erano messi d~ccordo: T utti lo di oggetto, obiettiva, tecnicistica che si. avvale di una tua pia esogena (tran-
sapevano. Nc~sun~ aveva oliato pron':'nciare il v~cabolo <ca~cro > .e. tut t~ si quillanti, timolettici); vera partecipazione, infine " quella che pericolosa-
è risolto bene cose • (p. 202). • E po1 nelle · conte, quando 11 avvu:ma l ul- mente si impegna in un dialogo con l'Altro (il morto, più che l'alienato, è
tima ora si circonda con un paravento il letto del moribondo; egli ha visto l'Altro assoluto), eaige uno aforzo immenao, l'accettazione di un grouo
questo paravento inton1o ad altri letti che l'indomani erano vuoti: egli sa,. scacco • (p. l O).
(Siroone de Beauvoìr, up. cit., 1964, pp. 135-U6). l 08 J. Sarano, op. cit., p. 11.

330 331
dice Balint, il medico mette in cura se stesso, si dona in nu- nuovo, i limiti già descritti della esperienza della morte. Ma,
trimento terapeutico, lasciando che il malato lo invada, su- come dicexa Bernanos, « per trovare la speranza, bisogna es-
peri la barriera della sicurezza 109 :.. Tale ultima tendenza che, sere andati al di là della disperazione"·
lungi dall'escludere il sapere ed il tatto propri della seconda, ~-

al contrario li implica, li estende an,che, non è affatto sempli- c) Il morente all'ospedale 112
ce. Presuppone da parte del medico spirito di devozione e di Se in Francia (1967), il 26% dei morti sono deceduti all'o-
sacrificio; esige che veda nel moribondo (o nel malato grave) spedale (contro il 63 % in casa propria), negli Stati Uniti la
non un cliente redditizio, 110 o il pretesto per una comunica- cafra supera il 50 '7o, escludendo le morti dei vecchi in ospi-
zione a una « Società scientifica », ma un uomo che si deve zio.m .
salvare dalla morte, al quale si deve insegnare a morire bene, B. Glaser e A. Strauss, in uno studio di grande risonanza
perché, forse, egli muore al suo posto. Il che presuppone inol- (Awareness of Dying), dedicato ad un ospedale della baia di
tre che il medico non sia sopraffatto, che non abbia l'obbligo San Francisco, hanno dimostrato che lo schema comportamen-
dì obbedire agli imperativi di rendimento dell'ospedale, che. tale di _coloro che attorniano il morente (medici, personale
abbia a disposizione un personale devoto, capace e numeroso. ospedahero, eventualmente parenti ed amici) dipendeva dalla
E anche se tutto ciò fosse realizzato, non tutto sarebbe tutta- risposta alla domanda: il morente sa che sta per morire? A
via risolto. c Che cosa può significare questo sforzarsi di dia- tale ptopos~to, gl.i autori ci propongono cinque tipi di risposte
logare, questa ricerca di una risposta? La morte, il morto, non o c stadt dt cosctenza " (awareness). C'è quella che essi chia-
rispondono - ecco l'esempio tipico di fallimento di una re- mano c closed awareness »: c il non saper niente " e che essi
ciprocità. Il demente ci oppone un muro meno impenetrabile: definiscono: « Vi è il caso del paziente che non si accorge af-
il medico, al prezzo di uno sforzo paziente, giunge a de-diffe- fatto che la morte è imminente, mentre invece tutti coloro che
renziarsi fino allo stato <orale, del bambino. A questo pun- lo circondano lo sanno. ,. C'è quella che chiamano « st~spected
to, la irriducibilità dell'alienazione è assoluta. Landsberg ha
sottolineato l'angoscia di tale assenza: l'assenza di risposta. 112 Vedere part;co}arrnente, oltre la Némésis mfodicale di llliçh, op. cit.
-:- B. G~ascr, A. Strauss, Awareness of Dymg, Aldme 1965; "JirTU> /or
Quest'uomo è ancora presente col peso insopportabilmente Dymg, Aldmc 196/l; The discovery of Grounded 'fheory, Aldine: 19fì7.
greve del suo corpo (del suo cadavere); presenza sconcertante, - Q. Sudnow, Passing on, Prenticc: Hall 1967., N.Y.
dal momento che egli è assente. Non risponde. Io sono solo - }'q_ Herpin, ttudcs cumparées des problèmatiques de la sociologie amé-
ricaine, Doctorat 3" cycle, Paris Sorbonne, 1971.
- e non sono solo - in compagnia del morto: Ambiguità. - G. ~oru, T !re p~rnvgraphy of death, « Encountcr ,., ottobre 1955;
Smarrimento. Se un morto non fosse che una cosa, io sarei solo Death. G11e{ cmd M01m~mg in Cvntemporary Britain, New York, Doubleday
in questa stanza: sono con qualcuno. Persistenza illusoria? Il- 1965 (vedere la rc:censwne fatta sulla « Rev. franç. socio!. • 7 (4), 1966,
p. 539).
lusione ottica.» 111 Ritroviamo, sotto una nuova forma questa - H. Feifcl, The Meaning of Death , New York, Mc Graw-Hill 1959.
volta, i limiti del c potere " del medico di fronte alla morte - The_ Dying Patient, edito da Orville G. Brim, Jr., Howard E. Free-
man, Levme and Norman A . Scotch. With the editoria! consultation of
dell'altro (anche limiti della scienza dunque), e tocchiamo, di Greer Wi\liams. New York, Russe!\ Sagc Foundation 1970.
- A. Boudart, L'hopita/, une lwslobiographie, .. La Table Ronde ,., 1972;
M. Berger, F. Hortola. Mourir à l'hOpital, "' Le Centurion .., 1974.
109 J. Sarano, op. cii., p. Il. « Il medico ~:hc: affronta la morte fantasma- 113 Si dovtc:b?e parlare dcl!a morte all'ospizio, che potrebbe in appa-
tica deve poter aiutare colui che affronta la reale morte biologica. • R. Mc:- renz~ par~g_on~rs1 3: quella n eli ospedale, se non fosse per le gravi carenze
nahcm. op. ci!., 197.3, p. 68. · . che 1 .ser':1z1 d1 assiSten~a _spesso rudlmcnt':lli ~~esent,ano. Vi si nota spesso
110 Vedere la critica lucida e severa del Dr. J.-Cl. Polack, La médewu la sohtudme, lo stato d1 d1pendenza, con, m pm, un alta mortalità. t sem-
du cafrital. Maspc:ro 1972. br~to c_he la morte dci vecchio «per quanto considerata naturale, sottoli-
III J. Sarano. op. cit., p. 12. « Vi è nell'esperienza decisiva della morte nei la 1mpotenn del personale çurante c, come tale, lo spinga ad adottare
del prossimo, un qualche cosa come il sentimento di una infedeltà tragica da un certo ccmpcrta_ment? f~nc:bre rigu~rdo al divenire fisico dci pensionati.
parte sua, cosi ~:ome ne~ risentimento dell'infedeltà si espuis~c la ~ort~. suggerendo loro d1 cap!ta-llz~arc un p•c_colo gruz_zolo des~in~to ·alla loro se-
<Sono morto per lui, egh è morto per mc: ... > • Landsberg, Essa1 sur l e:x.pe- poltura •. H. Rebuul, Crmdu1tes funerat res du VJe11lard a l hospice, op. cii.,
rience de la mort, op. cit., 1951, p . .39. 1971, p. 455. Torneremo sull'argomento.

3J2 333
awareness • : c sospettare qualcosa» e che definiscono : .c Vi ta), nel~a forma (scivolam_ento_ ~atura.le verso la morte; miglio-
è il caso del paziente che sospetta ciò ch e gli a ltri sanno e cer· r amen_tt ed ~ggravamentt, cnsa- e morte istantanea), con gli
ca quindi di avere una conferma o una negazione di quanto atteggtam~ntt del malato (speranza e abbattimento, sollecita-
suppone.» Vi è quella che chiamano c mutual pretence awa- zione e disin te~esse, rifiuto ed accettazione, collera, patteggia-
reness • : c come se nessuno lo sapesse », e che definiscono : mento, depressiOne...). c Il percorso dd mo rente non è tanto
c Vi è il caso in cui tutti considerano il -~ziente in punto di la formcr che lo stato fisico dd malato assume di fatto fino a
mone, ma ciascuno pretende che l'altro non faccia altrettan - terminare nella morte; è la forma di uno sta.to fisico del ma-
to.» Vi è quella che chiamano « open awareness a : c Lo san· Iato, la rapidità del suo evolversi, qual i sono anticipate dal
no rutti » e che definiscono: c La situazione nella quale il per- personale, dal medico, dalla famiglia, eventualmente dal ma-
sonale e il paziente sanno entrambi che egli deve morire e si lato stesso. » 116 Anticipazione resa necessaria per assicurare l'or·
comportano riconoscendolo apertamente_. »C'è que~la che chia· ~niuazione del servizio (casi urgenti, cu re intensive, utilizza-
mano c discounting awareness • : « Il problema non si pone • ZiOne delle ' apparecchiature, sorveglianza : si deve sapere in
e che definiscono : c ·.La situazione nella quale non si può pren· qual_mom ento il ta~e malato diventerà oggetto di tali inter-
dere in considerazione quello che il paz1ente sa» (i prematu- venu). I momenti critici (c criticai jun<:tures • ) di questa
ri, i comatosi ...). 11~ Più esattamente a partire dalle risposte alle c p~ognosi . de ll'orga~izzazione • comportano otto punti: l ) il
due domande ch iave (Chi sa che cosa? Con quale certezza?), p~t~nt~ y1_ene ~efimto c~me morente; 2) il personale e la fa-
Glaser e Strauss si sforzano di tracciare « mòdelli tipici di svi- mlgha maz1ano 1 preparativi per la morte; il paziente stesso, in
luppo » della interazione tra i diversi attori, basandoli sugli effetti, sa che deve morire; 3) ad un certo momento, c non si
stadi dì coscienza (che_d'altronde tendono a evolversi in altri può più ~are niente • per imped ire la morte; 4) il paziente può
stad i). Si suppongono allora: l ) Una descrizione di ciascuno spegnersi molto lentamente (più settimane) o molto rapida-
stadio. 2} Le condizioni sodo-strutturali di ciascuno stadio . mente (q~a_lche ~:>ra). Questo ~iodo s i a llunga fino agli ...
3) L 'interazione tipica che caratterizza ciascuno stadio ·(tatti- 5) ... ulttm1 1stant1; 6) la veglia del moribondo: 7) il momento
che e controtattiche). 4) l mutamenti nella interazione quando della m?rte; 8) dopo la morte: essa deve essere pubblicameme
si passa da un t ipo di stadio ad un altro tipo di stadio. 5) l denunctata e legalmente registrata. Tutto ciò ci rimanda ad
modi con i quali i diversi « in teragenti » manovrano (enge- una domanda di importanza capitale. La morte è certa? Se sì.
ener) le trasfo rmazioni d ello stad io. 6) Le conseguenze che un quando? Se no, in quale momento avremo la certezza della
processo di interazione particolare può avere sui d iversi inte- ~orte . o. de~la _g uarigione? Vi sarebbero inoltre quattro tipi
ragenti, l'ospedale e le interazioni future.m _ d1 anttc1pazaom: morte certa, tempo determinato; morte cer-
Nel lavoro T ime for Dying, G laser e Strauss si interessano ta, tempo indetenninato; morte incerta, ma tempo determinato
aJ « percorso del morente • . Le o perazioni (curare, nutrire, pe_r sapere se il mala~o morirà; morte incerta e tempo indeter-
lavare e cambiare, visitare, prevenire e preparare a) che com- mmato per sapere se ti malato morirà_ m
piono i diversi attori (medici, personale, malato, famiglia, Nel caso in cui l'anticipazione non vi sia stata, si instaura
eventualmente coroner, cappellano ...) n on si concatenano mec- lo stato_di cr!si, a vo_Ite di e~erg~nza; in effetti, il personale
canicamem e: la loro logica si basa precisamente sul percorso os~~ltero st _nova m una _srtuazwne nella quale si devono
del morente, variabile nella durata (morte improvvisa o len- mobtlttare _raptdame~t~ ~e nsorse dell'osp edale per una azio-
ne tempestava. La cnsz st produce, al contrario, a llorché tale
mobilitazione di risorse non è possibile q uando è necessaria.
114 B. Glascr, A . Strauu. op. cit., \965, p. 107.
115 Nella terza parte dell'opera, vengono trattati dei problemi partico-
lari: ri~pttto al paz1ente (come annunciargli la sua morte), r ispetto alla fa- 116 N. Hcrpin, op. cit., 197 1, p. 211.
miglia (la famiglia sa o non sa?), o al personale dell'ospedale (che cos't 117 Cap. 111 : ~cfini1.ione !niliale ~c! percor110 del moribondo. Cap. IV.
che ;avviene quando le infermiere aanno cht" non vi è più alcuna sper;anza Cap. v : pcrcono d t morte rapuia... antac1pat;a come tale. Cap. VI : ... io llttesa.
di Sillvare il paziente?) .. Cap. VII : ultime settimane, ultimi giorni.

334 335
Si crea allora una disorganizzazione del lavoro; appena il per- late della morte, ammetterla cosi nei rapporti sociali, non
sonale si è ripreso, persiste la rottura , nello stato emotivo '• è più come una volta vivere nell'ordine quotidiano delle cose;
quell', umore, tipico, intangibile, ma reale che esiste in ma- significa bensl provocare una situazione eccezionale, esorbi-
niera caratteristica in ciascun servizio.111 :. La rottura « dello tante, e sempre drammatica. La morte una volta era una fi-
stato emotivo,. turba il buon andamento dell'ospedale: il gura familiare, e i moralisti dovevano renderla orribile per
medico esita, non sa che decisione prendere; gli infermieri fare Fatna. Oggigiorno, è .~ufficiente soltanto nominarla per
esigono consegne precise che non si possono dare all'istante, e provocare una tensione emotiva incompatibile con la regola-
perdono momentaneamente l'equilibrio; i congiunti, se ven- rità della vita quotidiana. Un accettabile , style of dyìng , è
gono a saperlo, supplicano, protestano, assalgono il personale, dunque quello che evita le , status forcing scenes ,, le scene
a volte giungono a minacciare, e aumentano così la difficoltà che strappano il personaggio al ruolo sociale, che lo violenta-
e la confusione. Quanto al malato, se è cosciente, la sua dispe- no. Tali scene sono le crisi di disperazione dei malati, le loro
razione aumenta, alimentata dallo smarrimento di coloro che grida, le loro lacrime, e. in generale tutte le minifestazion'i
lo circondano. Bisognerà percorrere un lungo processo per ri- troppo esagitate, troppo rumorose, o anche troppo commo-
neare l'ordine emotivo indispensabile al buon funzionamento venti, che rischiano di turbare la serenità dell'ospedale. ,. 120
del .~ervizio.' 19 Così si pone in termini « burocratici ,. un pro- In definitiva, il morente non ha che due diritti, quello di es-
blema affettivo in cui la sicurezza del personale e dei medici sere discreto: non sapere che deve morire, o se lo sa, non farlo
finisce per aver pii1 importanza della preoccupazione del ma- capire ( « fare come se non lo sapesse » ), in modo che il perso-
lato. Al limite è preferibile un malato che muore all'ora pro- nale possa a sua volta « dimenticare che lo sa ,. ; quello di es-
nosticata che quello che elude tutte le previsioni, guarendo sere aperto e recettivo ai messaggi che gli si inviano e di ob-
o morendo più presto o più tardi del previsto: tale guasta- bedire alle previsioni. « Vi sono dunque due maniere per mo-
feste mette in discussione il senso stesso dell'istituzione ospe- rire male, l'una consiste nel ricercare uno scambio di emozio-
daliera: si fa beffe della sicurezza della diagnosi (quindi della ni, l'altra nel rifiutare la comunicazione. ,. m
prognosi), disturba le interazioni armoniose del sistema degli Da questa rapida analisi emergono tre temi che meritano at-
« interagenti ,. . Con tale ingranaggio meccanico, al servizio tenzione. Di fronte al suo parziale insuccesso di fronte alla
solo del buon andamento dell'organizzazione e del prestigio morte che non può sempre evitare, della quale conosce malgra-
del primario, il morente ha dunque il ruolo di vittima, o di og- do tutto solo l'esteriorità, si è detto del medico che era al ser-
getto. In una tale prospettiva, la brutta morte diventa la mor- vizio della vita: di qui il suo rifiuto frequente dell'eutanasia
te-c-he-melle-in.-im /Jarazzo-i-vivì ( « embarrassingly graceless dy- negativa (a maggior ragione positiva), la sua ripugnanza verso
ing )O)). « Se i medici e le infermiere (queste con maggiori re- l'aborto, il suo « accanimento terapeutico" (di cui parleremo
ticenze) dilazionano il più a lungo possibile il momento in cui a proposito della morte biologica). Tutto ciò lo autorizza a
avvertire la famiglia, se sono contrari ad avvertire .il malato «distogliere lo sguardo,., a passare vicino alla morte, a·« ba-
stesso, è per timore di venir coinvolti in una catena di rea- rare con l'angoscia ». c Il certificato di decesso consacra tale
zioni sentimentali che farebbe loro perdere il controllo di se
stessi: a loro, così come al malato o alla famiglia. Osar par-
120 Ph. Aries, op. cit., 1970, p. 66.
121 Ph. AriC:s, op. cit., 1970, p. 67. Dovrebbe scomparire, per riprendue la
118 N. Herpin. up. cit., 1971, P- 214. formula di V. Jankélévitch, « pianissimo e per cosi dire sulla punta dei pie-
119 Glaser c Strauss, op. cii., 1965, p. 1!!5. Altri due concetti giocano un di •· Sì invoca inoltre per legittimare un tale comportamento la necessità di
ruolo importante in questa inchiesta: quello di • carriera di esperienu • mantenere intatta"'ta resistenza al male. In effetti, non è stato provato che in-
{expt>riential career): si tratta delle esperienze personali passate, attraverso le formare il malato, sia pure del peggio, abbia un effetto distruttivo. Spesso si
quali le infermiere, in particolare, interpretano gli avvenimenti di cui sono produce il 'contrario. Tanto che gli americani tornano sulle loro posizioni cd
testimoni; e la nozione di social loH, partendo dalla quale Strauss e Glaser oggi tendono ad informare gli ammalati di cancro di quanto succede loro.
rendono conto del differente investimento emotivo del personale a seconda Non si può fare a meno di kggere: E. Kiibler-Ross, Or~ deoth and dyir~g, Mc
delle "qualità sociali • del morihondo {N. Herpin). Milb.n, New York 1969. ·

337
forbita correttezza amministrativa. Quando il medito ha do- brio psichico rischia di non trovare più la sua realtà. Non vi
vuto gettare le sue armi, gli si chiede un certificato. Lo si at- è niente di più morboso dell'atteggiamento di chi trova mor-
tende a pranzo. E poi, che altro avrebbe potuto fare? Non è boso parlare della morte (come ieri del sesso). Come i bambini
forse il ministro della vita? Ad altri il ministero della mor- non nascono sotto i cavoli e le bambine sotto le rose, così i de-
te. ,. 122 Ma ci si dimentica che il prete non sempre ha gli stru- funti non partono in viaggio o non riposano nel cuore del-
menti per adempiere a quest'ultimo ministero, d~ quando l~ l'Eden in un giardino fiorito! A forza di dimenticare i morti
credenze religiose si sono attenuate: ora, gli ate t hanno da- si finisce per rendere un cattivo servizio ai vivi.125 Noi vi rin-
ritto, come gli altri, a morire degnamente. Dirò di più, un ~ate tracciamo una nuova debolezza della società dei consumi.
atteggiamento ci respinge agli antipodi del rispetto della vaa, Infine, ultimo punto importante: si deve dire all'uomo con-
e non è necessariamente presso coloro che sistematicamente dannato tutta la verità? Ma è proprio asso.luta? Non sì deve
rifiutano la eutanasia, l'aborto o difendono l'accanimento tera- sperare nella scoperta scientifica che porterà, se non la guari-
peutico, che la vita trova i suoi difensori migliori. Dopotutto, gione, almeno una ripresa? Tale argomento, peraltro spesso
c il tecnico profano non è che un ministro della morte, se non ripetuto per impedire l'eutanasia, non è privo di verità; non-
comprende che la morte è in ~no alla vita, manifestazione del- dimeno, lo stato di avanzamento del male è tale che l'eventua-
la vita, parto ~ella vita. ~ proP.rio questo che il medi~o te~­ lità di un rovesciamento della situazione ~embra ben improba-·
nico ha disimparato: che egli è artefice di una stessa Vtta, sta bile sotto molteplici aspetti.
come ostetrico della morte che come ostetrico della vita; che Le ragioni invocate per dire la verità o per tacerla non sono.
sia l'una che l'altra appartengono alla stessa Vita, sono nelle sempre disinteressate: accre~ere la gravità del male ed accele-
stesse mani. Forse barerebbe di meno, e ci aiuterebbe a barare rare il processo della morte per • farla finita», incitare il mo-
di meno, se imparasse di nuovo !'invisibile legame del visibile ribondo a fare un testamento che si spera favorevole nel primo
e dell'invisibile e l'inappreuabile utilità di una • conoscenza > caso; nc;m disturbare l'ordine, come nell'esempio americano
della morte per meglio realiuare un'opera di vit~ •. 123 citato sopra, nel secondo caso. Le ragioni, ringraziando il cic-
L'altra questione riguarda quanto gli Americani chiama- lo, possono essere dettate da generosità. Si deve dire la verità
no "' acceptable style of facing death ,. , o • acceptable style of per rispetto verso l'eventuale morente, perché possa preparar-
living whìle dying •· Accettabile per chi? Per il 'morente? Sen- si con tutta lucidità, per aiutarlo a morire nella maniera mi-
za dubbio, ma innanzitutto per l'entourage : è per questo che gliore. Ma si tacerà la verità per risparmiargli l'angoscia se
si evita di avvertire il moribondo su quanto l'attende. Ammira- sembra troppo fragile, o perché non è bene turbare la sua
bile sollecitudine di una società dove c...lui che sopravvive è . intimità: c Con quale diritto mi dite questo? Chi vi ha dato
quello che conta, a condizione che possa produrre .e c.onsu· il diritto di ammazzarmi? • rispose Freud al medico che gli
marel Questi lo si vuole talmente preservare che st glUnge rivelò la natura del suo male incurabile: in effetti, l'aveva
a risparmiargli il lutto (ci torneremo sopra), che non è forse sospettato, « ma non voleva che gli venisse detto esplicitamen-
il miglior modo per combattere contro gli effetti dissolventi te neppr~re venendo lo a sapere prima degli altri». Interviene
della morte! Che la liturgia di oggigiorno cerchi di consolare un _riflesso di difesa in questi diversi atteggiamenti, non sol-
quelli che restano, tanto meglio: non è di per sé un male, al tanto .da parte del medico o del parente, ma anche da parte
contrario! Ma che si rifiuti di fare allusione a ciò che gli suc- del malato : un uomo che, per esempio, pur co~oscendo la pro-
cede,ll4 significa sprofondare ai limiti dell'assurdo; e l'equili-
doglianze a qualche frase affrettata, non e che manchi di cuore, che: non
122 J.
Sara.oo, op. cit., 1964, p. 16. •ia commoato, al contrario è perché è cmo~:ionato, c più è emozionato, più
123 J. Sa.rano, ibid. nasconderà il suo sentimento e apparirà freddo e indifferente:. ,. Ph. Anè1,
124 "t vergognoso oggi parlare della morte. c d.ci .tuoi . atrazi, come io op. cit. 1972, p. .f3.
altri tempi era ver,gognoto parlare. del .sesso e de1 suo1 p1~cer~. Quandu .q~al­ 125 C'e chi pone il problema ddl'aiuto o assistenza al morente. Vedere
cuno ai allontana da voi percb~ 11e~e m lutto, o. ce~ca d1 ev1_tarc. la ~m•ma P. Sporken, Le droit de mourir, DCllclée de Brouwer 1974, c il o. !H di
allusione alla perdita che avete tub1to, o cerca di ndurrc le 1nevJtabìh con- "Concilium • . gii citato, Mamc 19H.

., 339
pria malattia e la sua gravità, non dice niente perché non vuo- 11 · L'UOMO DAVANTI ALLA MORTE
le danneggiare la sua carriera (è il caso di quel cantante ame-
ricano che un giorno rivelò di aver avuto un cancro), e anche
per non gettare la famiglia nella disperazione, fatto che rende-
rebbe la sua situazione ancora più intollerabile. Non dimenti-
chiamo, inoltre, che il malato dubita del proprio stato più L'atteggiamento dell'uomo di fronte alla morte si valuta al-
spesso di quanto si immagini, mentre invece arriva a mostrare meno sotto due aspetti. Ci si potrebbe accontentare di sapere
di credere al peggio proprio per obbligare gli altri a rivelargli se pensa spesso alla morte oppure no, se pensa alla sua più che
tutto. Nascondere non è sempre facile: si rimane in balia di a quella dell'altro; se ci sono delle circostanze che favoriscono
una gaffe, di una svista, di una indiscrezione che rischia di far questa riflessione (malattia, morte di altri, la notte piuttosto
perdere la fiducia tanto necessaria del malato verso coloro che che il.giorno...),.-Forse importanti differenze potrebbero ma'ni-
lo curano o l'assistono. Il progresso dell'informazione medi- festarsi su questo punto a seconda dell'età, del sesso, della con·
ca, la molteplicità degli articoli di volgarizzazione complicano dizione sociale, delle ideologie, della appartenenza ad aree
ancora il problema: in tutti i casi, i . più accorti sapranno culturali diverse... potremmo ancora chiederci in che modo
presto penetrare questo mistero e capire se si è loro mentito l'uomo reagisce di fronte al suo «destino mortale», e, pit't
o se si è detta la verità. In breve ci sono tre comportamenti particolarmente, quando questo si impone con brutalità. In
possibili: la verità, la menzogna, il silenzio. » « Ma la verità effetti, sembra proprio che si dimostrino possibili due diversi
può non essere accettata, la menzogna può non ingannare, e comportamenti. « Sulla base di un primo moto di rifiuto e di
il silenzio può essere più eloquente e più vero della verità.,. Ilo\ protezione narcisistica, si· manifesta un bisogno radicale di vi-
Il miglior modo di fare deve tener conto solamente dei singoli vere, di vivere ancora e così di tenere lontana la morte. In
casi. Prima di prendere decisioni su questo punto, due condi- questo bisogno psicologico di ritardare la morte, la psicologia
zioni devono essere rispettate dal medico: « sapere con certezza esiterà a riconoscere un vero desiderio' di vivere in eterno, di
che il suo malato è condannato e sapere esattamente ciò che vivere senza fine, quali che siano le variazioni introdotte sul
il malato si aspetta da lui. » Se è relativamente facile rispon- tema dell'immortalità da pensatori di origine diversa ... Sulla
dere alla prima domanda, non è così per la seconda, visto che base di un secondo moto, pregnante nell'esperienza dei valori,
ciò che « il paziente si aspetta dal medico non corrisponde e tanto più accentuato quanto più questa esperienza sarà stata
sempre a quello che gli chiede » .127 Ciò che si deve assoluta- ricca, si sviluppa un desiderio, quello di vivere meglio, di
mente evitare è il rifiuto dell'informazione elevato a regola '!'Ìvere altro. Compiersi i.n una vita , compiuta, non è soltanto
assoluta. H. Reboul ha ben dimostrato che poteva esserci in· un gioco di parole... Rinunciare al , corpo di morte> sorto
teresse, negli ospizi, a non mascherare la morte dell'altro: i dai nostri bisogni narcisistici, è desiderare un nuovo modo di
vecchi sopravvissuti amano sapere, preferiscono assistere agli essere al mondo. A ogni lutto di un altro essere amato, questo
ultimi momenti dei loro compagni, re_standone magari addolo- desiderio è ravvivato. Accettare la propria condizione mortale,
rati, ma certamente riconfortati se tutto è andato bene (è il in questo senso, significa essere stimolati al massimo a tra·
caso della morte bella o buona). sformare il mondo. » 1
Le strutture socio-culturali intervengono in questo processo
126 R. Menahem, op. cii., 1973, p. 65. in maniera evidente. Nella misura in cui le civiltà ad accumulo
127 R. Menahem, op. cit., pp. (;6, 67. Vi sono malati fragili ai quali non di uomini dominano di più la morte attraverso il simbolismo,
bisogna dir niente per tatt~ c delica.tczza, e ma.lati c~raggiosi che ~c:vono e
vogliono sapere. Vi ~ colui che .. Vi_c:ne a patt1 con ~l carattere vJolc:nto t
distruttore della morte come: se c:gh facesse parte di un commando della l A. Godin, La mort a-t-elle chang;?, in Mort et priJence, • Les Cah.
morte:,., creando un clima dì aggressività reciproca (medico, malati vicini), de P1ych. rei ig. ~ 5. Lumen vitae, Bruxelle9 1971, pp. 251-252. « La mori<"
o colui che partecipa in modo_ passivo alla. propria !'lo~te (avvicìnarsi ai #: spavento~a per Cicerone, desiderabile per Catone, indiffermtc: per So-
suoi desideri è diventare comphc1 della sua 1mpresa d1 dtstruz1one). nate,. sottolìneava già Montaigne.

34I
tutto act:ade COQle se la molteplicità dei tabù riguardanti l'esito direttamente nei Campi Elisi per divertire colà con i loro
fatale proibisse di fare della morte il tabù per eccellenza. Il . .~
giochi le anime semplici e oziose! • Una notevole differenza
pensiero della morte resta frequente soprattutto nei vecchi, separa forse il medic·o dallo psichiatra su questo punto. Il me-
ma non è molto traumatizzante, salvo di fronte all'eventualità diço generico, oppure il-chirurgo, c hanno un contatto perma-
della cattiva morte, e i bambini ne fanno conoscenza molto nente e_sempre informate con la morte; lo psichiatra, special-
presto.2 Al contrario le civiltà ad accumulo' ~i beni si ·sforzano mente quando.è psicanalista o psicoterapeuta formatosi a que-
di scacciare il pensiero della morte,3 Diniego supremo: ora essa, ·sta disciplina, è soprattutto a confronto con l'angoscia dei suoi
se è respinta, spaventa di più ·quando si presenta e rischia malati, angoscia che rappresenta sicuramente uno spostamen-
anche di diventare ossessionante. Non è forse topico constatare to, o una attualizzazione dell'angoscia della morte. Ogni ma-
che là dove il lutto è una pratica generale isùtuzionalizzata lato in trauamento psicoterapeutico porterà presto o tardi
e codificata, praticamente non si riscontrano c lutti patologi- immagini latenti o fantasmi inconsci inerenti alla morte, sia
ci », al contrario di quanto avviene in Occidente dove si fa di perché il suo vissuto ad un certo momento del trattamento
tutto per impedirlo? 4 comporta un'idea di morte... , sia perché durante il trattamento,
Ugualmente operante si rivela la distirùione tra il normale una persona cara è scomparsa ed egli si
sente mortale così
ed il patologico. In effetti, la c follia» resta sovente associata come può sentire mortale il suo psicoterapeuta •.~ L'atteggia-
ad una forma di morte, specialmente nelle credenze Negro· mento fenomenologico ci appare, in ogni caso, come il metodo
africane tradizionali, dove la morte del « folle ,. è l'oggetto ideale per cogliere la relazione con l'esistenza; esso permette
proprio come quelle dei • biotanat! » (i suicidi, i morti in di apprendere il significato profondo della pluralità dei com-
seguito ad incidente, c gli imbarcati a metà strada ») di riti portamenti. In effetti, davanti alla morte, l'alienato può com-
funerari parziali o particolari. · portarsi in maniera diversa. li maniaco si eccita, ride, volge
E ricordiamo il pensiero di Erasmo a questo proposito tutto in beffa: .: Quando uno è morto è L. » 11 nevrotico os-
quando scrive nel suo celebre Elogio della pazzia: «Per tor- sessivo abbina questa paura a idee fisse morbose: " Il nero, è
nare alla felicità dei pazzi, dopo aver passato la loro vita in laido. » L'epilettico si attacca a Ue cose, sprofonda nel mistici-
mezzo ai piaceri, senza il terrore e il senso della .morte, vanno smo, si perde nel cosmo, aderisce all'aldilà. Lo schizofrenico
frantuma l'angosci'a attraverso una· lontana c Spaltung », una
2 L.V. Thom&s, Mor-l labou et tabous de la mort, .. Bull Soc. Tbanal. • fossilizzazione, metamorfosi che fanno di lui «un morto viven-
1975 (in corso di slampa). te », un • verme di terra •; egli è già c: quel non so che cosa
3 S. Freud segnalava, per esempio, in ConsUùrazioni aliiUili sulla guerTa
e la morte, cit., pp.33 c 199, c~c "il solo modo di parlare della morte, è di che non ha neanche un nome •. L 'istinto di morte che si trova
negula • · negli impulsivi perversi o l'idea fissa della morte che ossessio-
4 ln occasione di un·inchiesta realizzata dall'htituto francese della pub-
blica opinione, su giovani franc~i dai 15 ai 29 anni, nel 1969 per il gior- na certi nosofobi e tanatOfobi nevrastenici, la paura della
nale .. La vie catholique ... si sono avute le seguenti risposte alla domanda: vita che caratterizza diversi anoressici,6 la non identificazione
• Siete turbati, a volt~. dall'idea della morte? • ddla morte da parte del demente, la guarigione preagonica che
'l•
- Si, molto . 7
- SI, abbastanza 26 5 M. Burner, Le fJJychiatre, le psycholhérape-ule et la morte, • Paycho-
- No, per niente . . . 67 logie médicale... ,., op. cit., 1970. 2. 3. pp. 371-372.
E se: l'idea della morte vi turba: 6 A proposito di uno studio su alcune: ragazze anoressiche, G. Raimbault
- E: per paura che tutto sia finito? . U h ritrovato la pregnanza di un fantasma di identificazione con una IJ!Orte
- ~ per paura dell'aldilà? . . . 25 che bisvgna situare in . una situuione familiare dove le tracce di decesso
- t per paura di e~~ere giudicato? . . . . . , . 15 '
~.
non hanno potuto essere simbolizzatc. " In questa prospettiva l'anoressia
- ~ per il desiderio di raggiungere finalmente la felicità? . 15 appare: ad un tempo COI'fle un significante parentale di cui l'anoressica è
- E: per un altro motivo? . . . . . . . . . . . 31 il luogo, e .::ome messaggio dell'anoressica per far capire il suo desiderio,
Stranamente, si può conatatare una grande differenza fra il numero p01:o mìscono5ciuto da lei steasa c: dal suo ambiente familiare. • Le thème de la
elevato di quanti credono in una vita etern• e la frequenza dei funerali mort darn l'anore;~~;ie mentale. « Rev. de Neuropsychìatric infantile», 1971,
rcligioai. 19 (Il), pp. 643-649.

343
conoscono qualche volta i deliranti cronici, i suicidi quasi Il R. P. Devoyod, cappellata alla • Santé • , si è sforzato di
sempre riusciti dc::i melanconici e molto spesso mancati degli capire lo stato psicologico dei condannati dal momento del
isterici, il lutto patologico e le reazioni del malato· mentale verdetto a quello della grazia o all'esecuzione. La decisione
r·.
alla morte altrui (choc emotivo, associazione con processo dei giurati provoca spesso uno choc terribile, anche se le vitti-
di perdita materiale o sociale), in modo particolare quella del me (usiamo questo termine di proposito) non sempre realiz-
coniuge, del parente prossimo, il comportamento di fronte al zano l'orrore della condanna.
cadavere, le pulsioni mortali... ci sembrano segni rivelatori Riportiamo qui alcune delle testimonianze da lui rac-
altamente ·significativi, che d'altronde aiutano meglio a com· colte: c Le mie pi ime impressioni furono piuttosto vaghe e
prendere l'uomo in generale: Su tale punto, lo psichiatra si av- · confuse. Del verdetto non afferrai che pena di morte... al-
vicina all'antropologo sempre preoccupato delle situazioni so- lora vidi subito e n:olto chiaramente una testa rotolare in
ciali. 11 termine alienato, riservato certo agli psicotici, non è un fiotto di sangue rosso zampillante... a dire il vero, tutto
di per sé rivelatore? L'alienato è l'altro, lo straniero, l'essere ciò non mi toccava personalmente, avevo l'impressione che
a parte che il gruppo respinge (perché non obbedisce alle si trattasse di un altro, nessuna paura mi assali. Tuttavia, sen-
sue regole), l'alienato a un secondo livello quando lo si rin- tivo che qualcosa era successo in me, senza che ne prendessi
chiude nei manicomi 1 o negli ospedali psichiatrici (morte so- veramente coscienza: una specie .di malessere, un vuoto, una
ciale) in attesa che si decida a morire davvero (morte fisiolo- leggera debolezza che si diffondeva nel mio organismo... ,.
gica), con gran sollievo dei vivi. E più avanti: • Finalmc;nte solo! Non è cambiato niente... se
non che questa sera avrò delle catene alle mani... Niente è cam-
biato, sono sempre lo stesso ... ma la morte è qui! Non è più na-
a) Per un nuovo approccio ai comportamenti scosta in un angolo sconosciuto, affidata al caso, ma ha preso
il via con me... • Durante un nuovo periodo, questi uomini
I diversi comportamenti dell'uomo davanti alla morte ci per· o queste donne pensano intensamente all'esecuzione. Certi
. mettono di specificare un certo numero di c tipi • o di c for- la richiedono, la esigono perfino, come Buffet che scriveva
me • che si aggiungono agli aspetti della morte c vissuta • o in tal senso al Presidente Pompidou e immaginava ad un
c compresa • analizzati altrove. Ci sia permesso esporne i prin- certo momento di morire sul dorso per poter meglio veder
Cipali. cadere la mannaia; 9 ma per la maggior parte contano sul ri-
corso in cassazione: poi, se questo viene rifiutato, sulla grazia
l . Il condannato a morte del presidente: la aspettano, come Bontems, con un misto di
La difficoltà dell'impresa deriva dal fatto che ci si deve speranza e di angoscia.10 Nel frattempo. i condannati si sfona-
imbattere in variabili multiple: modo di concepire la morte,
psicologia del morente a seconda del suo carattere, prossimità vc:ntc:: c Ciò che Philippt" compi in quel momento !Upcrò tuttn ciò che un
o lontananza della morte, natura dei rapporti con gli altri. Se anocato può sperare di raggiungere per la difc:u. Impcdl all'<lrrore di en-
trare:, chiuse: Bontc:ms alla paura. all'angoscia. lo protesse: contro tanta
noi prendiamo il caso del condannato a morte, per esempio, isnominia come: una madre protegge il figlio. E Bontem5. ma~neli7.7.<~to da
le reazioni al verdetto, poi all'avvicinarsi del supplizio, infine questa tenc:re1!Za, quella roua. che Philippe r ivc:nava su di l UI, fO;\Iinuav;J
a sorridere. .. R. Badinter, op. cit .• l 9i~, p. 216.
negli ultimi minuti che precedono l'esecuzione, sottendono 9 .• L'istinto della morte ponedeva Buffet. lo trascinava, lo portava verso
una certa evoluzione, e delle varianti collegate alle basi tem- la !'higliottina. La morte esercitava su di lui un fascino evidente. Buffet
peramentali, caratteriali, affettive del soggetto e alla personali· aveva sempre sgozzato le: aue vittime. L'alleanza simbolica del coltcl!o c
della morte era radicata profondamente in lui... Dopo il rasoiu, il pu~nak
tà dell'avvocato difensore.• col quale aveva ucciso. il grande coltello si preparava a sua volta a 5gu1.zarln
con un colpo secco. Era l'apoteosi segreta c attesa" (Badintc:r. np. cii ..
7 Vedere Ch. Delacampagnc:, Antipsychiatrie, Les voies du sacré, Gras- 197~. I'· 89).
set 1974; R.D. Laing, Soi tt les autres, Gallimard 1971. IO Si veda il commovente: racconto di S. Groussard, np. cit., Plon ì9i4.
g L'avvocato di Bontems tenne una condotta particolarmente: commo- pp. !23-329. !131-S$7, 341 , .380 sgg.

345
no di distrarsi, di leggere, di discutere; ma non hanno il diritto coraggio stupefacente, di una dignità che impone l'ammira-
di lavorare; le visite sono ridotte al minimo (nessuno psico- zione. u Alcuni provano atroci paure; certo riescono a nascon-
lo6o, né educatore, né operatore sociale possono incontrarli: derle, ma dei tic li tradisco no, 14 a meno che, presi da un furore
soltanto il prete o l'avvocato): mangiano, ristabiliscono così improvviso, non si dibattano come forsennati 13 o cadano in
l'equil ibrio sul piano degli appetiti elementari {per lo pili crisi o lamenti inumani e grotteschi.~ Questi momenti di rara
ingrassano: regressione manifesta allo stadio orale). Non deb- intensità drammatica che associano carnefice, pubblici uffi-
bono forse essere in forma , c come delle bestie a l co ncorso » , ciali (a taluni, il caso è frequente, vien da vomitare) e vitti-
il giorno dell'esecuzione? Non solo essi perdono ogni inizia- me, sono a volte percorsi da atteggiamenti di derisione, ridi-
tiva, ma sanno di essere strettamente sorvegliati, meno per il coli, che aumentano la indecenza del massacro.H Il fatto è che
timore di un'evasione che per paura che si uccidano. Si fini-
sce, al limite, con il solleva-di dal loro stesso cr imine, dal senso
l .'l "Ora accade una cosa incredibile. Invece · dì crol!are, l'apatico, l'in-
di colpa, dal diritto ai rimorsi, poiché diventano degli oggetti: consistente jacquc11 Fresch si tira su, allonU.na la disperazione c si sottrae
l'assenza di coscienza nel condannato sostituito alla vittima co- alla voragine. Aiutato dal suo avvocato e da un amico religioso, inizia una
stitu isce un fenomeno estremamente grave sul piano psico- lenta, dura, prodigiosa risalita. Qualche settimana prima della sua morte
raggiunge quella che i mistici chiamano la gioia. Rifìuta il regime speciale
logico, • segna la regressione etica al livello della premorale dei condannati a morte, il vino. le sigarette e tutto quello che potrebbe ad-
sadica delle nevrosi •. 11 dolcire la sua sorte. Informato dell'esecu:~:ione, venti ore prima, trascorre la
sua notte dd Getzemani a scrivere a quanti ama • (J. Egcn, up. CÌI., 1973,
Viene allora a una terza tappa, questa è molto breve, mol- p. 154) ... • Avendo vegliato e· pregato tutta la notte, Jacques è: in piedi
to penosa; la grazia presidenziale diventa a leatoria; l'idea quando i messaggeri della morte entrano nella SJ.Ja cella. Il suo viso non
e&prime la gioia... egli t ... come intriso dì sofferenza. Jac:qucs Fresch abbrac:cia
del suicidio si fa ossessionante; i condannati passano attra-
il suo avvocato senza dire una parola. Si comunica con lui. Poi, sempre
verso fasi di esaltazione presto seguite da profonde dispera- in silenzio, sempre nel dolure, si lascia legare, portar via, d~capitare,.
zioni (• Attraverso, " scrisse uno di loro al R . P. Devoyod, (p. 155).
14 ]. Egen ci parla di un ·uomo che cominciò a battere i denti m~ntn
• un periodo di terribile depressione. Come fin irà... Ieri mi so- gli ai strappava la camicia. • Un ticchettio atrcce che si (aceva piu forte
no messo a singhiozzare... in fondo io pago » ) . Mo lti scrivono, col pa.,are dei accondi, fino a raggiungere una violenza ìncontenibile nel
riten:ano volentieri l'effetto letterario (come se si facessero tragitto fino alla (or ca . Fu la mannaia a mettergli fine .,. (op. cit., 1973,
p. 117). • '
dei « funeral i poetici •l): « Il nulla mi offr e il suo mistero, 15 « Sovreccitato, l'infelice si getta sul procuratore che ha richiesto la
mi impone la meditazione ... l o cammino in una cella, il rumo- tua testa e trasfonna in campo di battaglia la cancelleria della prigione • ;
ai ric•ec: a gettarlo al suolo, a legarlo c il furioso passa infine wtlo la
re delle mie catene che battono sul pavimento a piastrelle JUnnaia U. Egen, pp. J$9- 140 ).
risuona fino nel mio cuore »; o piuttosto danno prova di una 16 Questo t il comportamento della vedova Ducoumeau. La si esorta ad
sincerità commovente; cc Il grande gio rno è arrivatO. lo vi ~ere coraggiosa. "Ella risponde con un urlo. Si getta in fondo alla cella.
Custodì e guardiane sono costretti a trascìrulrla lino alla cancelleria. G rida
chiedo di non preoccuparvi più. Ho abbastanza sofferto sulla acnza interruzione, piange, impreca. Il cappellano riesce a calmarla un po.
terra e, nel fondo, sono conten to ... • 12 Infine, un mattino sin i- ed ella ascolta la meas.- gemendo, accasciata su una sedia, fra due donne
che la ao•tengono... Al momento della sua toilette, si dibatte con tutte le
stro. all'alba, il condannato è svegliato ~ruscarnen~e: gli si sue forze. La camicia e il vestito sì strappano da ogni parte. l guardiani
comunica l'orribile notizia. I più si comportano come degli debbono aiutarci a metterle i lacci. D ... le taglia i capelli sopra la nuca,
automi, con gesti gravi ma meccanici. Altri danno prova di un scolla il vestito. Lei urla ininterrottamente. Urb ancora con la testa già
dentro al lunotto. Poi c'è il cozzo sordo, che non· rassomigli.a a nessun altro,
e aubito dopo il silen.zio. Non ho mai sentito un silenzio coiÌ impresiio-
nante ... » Ricordi di G . Martin, aiuto-boia.
11 P .M. Colin, up. cit., !96.S, p . 142. Un cambiamento sintomatico aD- 17 • Quando vede tutti ~uegli uomini neri attorno a lui, l'infelice com-
r:arc a livello dell'immagine che il gruppo si ra del c_ondann~to: durante prende. li terrore riempie li auo · sguardo. Poi un immenso squallore. La
1! processo si parla volentieri dì • comportrmento bestiale • d1 « mostro •· 1ua bocca non emette alcun suono. Sono i suoi occhi che gridano ... Mentre
Dopo il verdetto l'uomo si cinge dì prestigio; deve sostenere un ruolo: di- lo trascinano perde una ciabatta. Vedo il suo piedè accartocciarsi sul pavi-
venta "un detenuto di riguardo •, • dovevo mostrarmì coraggioso • ··· • ero mento freddo... Perché è delicato... Perché si ralfl'redda per niente... Allora
un altro, un personaggio sociale • . perde la testa ... E la :-oita ~h e sta pc~ p~rdcre è così presente in lui, cosi vio-
12 Lettera di Bontems ai genitori, del 28 novembre 1970. lentemente pruente m lu1 da Cargil due questa cosa enorme. <Non voglio

347
all'orrOTe della morte si aggiunge a volte il senso dell'ingiusti- lorosa, di cui il cancro sembra monopolizzare tutti i simboli:
zia: è forse perché avevano oscuramente voglia di ucciderlo certe forme di morte spaventano anche i più coraggiosi. Cosi
che i guidatori di taxi, i giurati, la folla hanno visto in Libdi- Ch. Bemadac osserva, a proposito di coloro che conobbero
ri, il -. Nord-Af ,., l:n criminale; «non si uccide chi non ha l'orrore del treno della morte: • noi ci eravamo impegnati
ucciso», ripeté instancabilmente, come un automa, il vecchio nella Resistenza sapendo che forse andavamo alla morte, ma
padre di Bontems... 18 • la cosa più atroce era morire asfissiati, impotenti di fronte ad
Le variazioni dell'atteggiamento del condannato osollano una condanna a morte che avremmo accettato più volentieri
dunque, secondo la natura del soggetto, «dalla reazione di ~a­ se fosse stata pitl brutale, piìt violenta, più eroica ~> .211 Una di-
tastrofe ,. • « dallo sconvolgimento delle strutture persona h ,. stinzione concettuale .più rigorosa ci porterebbe a distinguere
fino a coincidere « con la forma cieca e opaca della pulsione tra la paura di morire e l'ansia della morte, tra lo stato di an-
o del tropìsmo verso il Niente», ci dice il Dr. M. Colin, che sia e il tratto (permanente) o stato ansioso, tra la paura, il ti-
distingue, inoltre. tre tipi di comportamento: « l~ ce~t~~i more, l'ansia e l'angoscia propriamente dette nei loro rap-
l'annuncio di morte trova profonde risonanze, echa sUicada; porti con la morte;21 ma questo ci porterebbe troppo lontano,
mettono in moto un processo autopunitivo, masochista (fan- proprio come del resto l'analisi approfondita dei gradi di pau-
tasma di castrazione, erotizzazione della sanzione, condotte ta- ra Z2 e le varianti caratteriologiche.Zl
natotmpiche, direbbero gli psicanalisti) ,. : è un suicidio per de- Fatto universale per eccellenza,. la paura della morte resta
lega; vi è poi il comporta~ento dei ~ond~n~ati che prolunga la dunque un fenomeno normale a condizione che non diventi
forma di provocalione, d1 sfida soc1ale, ms1ta nel loro caratte- ossessiva o troppo intensa. ln mancanza di studi precisi in que-
re_ (« paranoico ,. ): l'esibizionismo non ne è escluso (versante sto campo, non si può andare molto al di là degli apprezzamen-
isterico, mitomaniaco): è il condannato • glorioso ,. o « tea- ti qualitativi. L'inserimento nel gruppo che si fa responsabile
trale,., che piace molto al pubblico; per altri, una certa forma dell'individuo mostra che la paura della morte resta • modera-
di sensibilità, di iperestesia emotiva - produrrebbe il piacere ta,. ·nell'Africa' nera;14 l'individualismo più forte dell'Occiden-
morboso, il sentimentalismo lirico e romantico (• L'alba con tale, la debolezza delle sue derivazioni simbolico-immagina-
le sue dita di fata squarcia il velo della notte », tratto dalle rie in generale, rendono questa paura più viva, spesso pitt in-
lettere di un condannato a 'morte)."
2Q Le train de la mort, France-Empire, 1970, p. 189.
2 . Dalla morte che spaventa alla morte che affascina 21 A causa delle ambivalenze: latenti tra vita e morte, amore e aggres-
sività; libertà e paura, liberuione e colpa, essere e nulla, • l'nnsia è uno
a) Paura della morte, la morte che fa paura. Se tutte le morti etato affettivo che si riscontra ad ogni svolta dell'esistenza c sotto tutte le
fanno paura, ve ne sono alcune, come a?bia~o d~tto, che forme della condizione umana • (H. Ey); diviene angoscia quand<;> la CQn-
frc;.;)~;amo co;, l'immagine reale della mcrte reale dell'altro, subita come
sembrano più ~emibili di altre. I Negro-a~tcam, sp~CI~lment~ una frustrazione per noi e . come una aggressività. colpevuliuante da parte
i vecchi, temono molto solo la morte catttva. Tutu gh uomt- no•tra (M. Marois).
ni provano· ripugnanza per la morte orribile, degradante, do- 22 A questo !ICQpo si sono potute concepire delle sc;ale legale a test:
. LATI> (scala di Lester "tQ measure attitudes tow~rd's ~eath • ). FOns (~ue­
stionario di Boyar • fear of death scale ,.), ltDAS dt Kalt&b (• dcath anx1ety
scale • )... _
prendere: freddo! Non voglio prendere freddo.> Si gira, mi laoci.a uno 211 Si distinguono cosi i rimoventi, coloro che curano i temi ansiogeni
sguardo puduto sop~a la spali~ dc:i guard!ani: ~La mia ci~batta, stgnore, attraverso la rimo%ÌQne, e i sensibi/izzati, che, per difendersi con tro l'ango-
dite kro di rendermt la mta ctabatta... > L avvocato raccoglte. la pantofola acia mettono in atto piuttosto i processi di proiezione, di costruzione rea-
perduta e la rimdte nel piede di quel morto vivente. Qualche: tstante dopo ... zionalc, di intdlettualizzazionc. Le risposte che pongono un tasso elevato <li
tutto il freddo del mondo entrava in lui" (J. Egen, pp. 11_7 ·118). . paura .?el~a mort~, sono più frequenti. fra i sensìbilinati-non rimossi _che
18 « Dete!to. le vittime, quando rispettano i loro carnelict, • fa due no~ presso 1 rtmovenh. Vedere K.G. Magnt, La peur de la mort: explornlln,u
senza ragione J.-P- Sartrc a unQ dd protagonisti della _sua opera l uquestrat1 sur sa nat11re et ses c:uncnmitancts, in Mort t't presence. op. cit. 1791,
di A/tona. pp. 129-142.
19 M . Colin. nf>. rit .. Spcs 1%5. P- 147: 24 t.V. Thomas. Cinq eunis ... , op. cit.. 1968, soprattutto la partr 1.

349
sostenibile. Il ruolo delle credenze religiose a questo propo-
sito resta particolarmente ambivalente: in un senso esse ridl!- Paura di monre Paura di lasciare un dovere incompiuto
(paura della morte, so- (bambini nu111 ancora cresciuti).
cono la paura sopprimendo l'idea di annientamento~ ma pos- prattutto della cattiva Osscsde:n~ del dolore fisico (spasmi dd-
sono accrescerla in relazione all'incertezza dell'aldilà, salvo morte) l'agonia): da qui il tema della morte
bella o morte istantanea.
beninteso per colui che resta-attaccato in permanenza alla let- Os~c.ssiunc do:ll'aguuia p~icologica : so-
tera ed allo spirito dei dogmi o dei comandamenti.lS Sembra litud ine, d isperazione, vacuità (dr. l o-
nesco).
difficile negare l'esistenza dell'angoscia della morte nel_bam-
bino,16 particolarmente in certi malati. Un problema nmane Paura del dopo-nwrlt• - Angoscia dcll'imputridimcnto,Z. della
sempre: si rratta veramente di una angoscia davanti a.lla mort~ carOJ,'lla (cfr. Baudclaiu:).
o di una c esperienza vitale di annullamento • ? Se 1l bamb1~ lncertcua ddl'aldilà: vi conosceremo
ancora il dolure, l'ineguagliam;a iociale.
no assimila sempre cosi bene, su questo punto,_ quello ~he gl~ il l(•rmento? l'i
può rivelare l'adulto, questo c risvegliatore d1 angoscta » d1 Gc:ksia verso chi sopravvive. Cl dimen-
cui parla Guillaumin, non è forse perché in lui è latente un ticheranno~ Come si dlviduaano i! no·
siro patrimonio? JO
tale schema emozionale? Anche se, come crede Freud, non po- o~sessiont: del nuJia.31
tendo rappresentarsi la nostra morte, l'inconscio fa una scom- Inquietudine per quanto concerne i fu -
nera li necessari per acc~dere allo stato
messa sull'immortalità.27 di ancest ral it.à (N egro- \lf ri cani).
Le ragioni della paura della morte, paura normale e paura - - - - ---·-· ... ·-·-··"" - - - - - --·· -----
patologica, si riducono a tre categorie riassunte molto bene Paura dei marti Paura dci fantasmi (mani non pl..cati)
nella tavola seguente. soprattutto in Africa nera.Jl
Paura dei - biotan<Iti "

2.S H . Feifel. O/der per.wns look al rleath, ~ Geriatrics" 1956, Il.


pp. 127-130. Tht· meaning o/ death, Mc Graw Hill, Nc:w. York. !9S9. l_! Fra questi tre piani il primo evidentemente gioca il ruolo
riferimento alla magia è necessario p~r . putcr SP'.c gare ~erti attegg,amentt. più grande: per lo meno è questo che viene immediatamente
" La paura della morte si manifesta chn,camcnte m mamcra costante. come
espressione di auspici d i morte rimossi c~ntr~ gli og_getti d'amor.e. Cosl menzionato nelle nostre inchieste neg-ro-africane, e soprattuuo
come i temi di morte e di castrazione (o nduz1unc equiValente dcii o~gc:tto (cioè a un grado più inte nso) nelle nostre inchieste occiden-
amato) sr.no strettamente legati, una angoscia relativa alla sop~_avv•venza tali. Vi si -mescolano elementi altr\IÌ!;t ici (non avere compiuto
indefinita della penonalità, esprime costantemente. !a. paura ~ell t'To'Poten~~
come castigo... Ci si può anche chiedere se la fac1hta con cu1 cc:rtt erudttt
affermano, per Cl!., che dopu la morte ~on c'~ niente,_ non si ~pieghi con 28 Risparmiata a coloro cbe si fanno cremare.
impulsi analoghi, eventualmente opposb. ma . conformi a que!lt. dd pen- 29 Il mal inconico teme la morte cnmc teme la follia c la danna~ionc.
siero magico. ,. R. Laforgue, La pnuée mag1que dans la rel1gw n, " Rev. Ma è sopratwtto dcll'etemità che ba paura. pc:rchC: non vi sarà allora più
française de psychanalyse • VII , 1. 193-t, pp. 24-30. alcun limite alle sue sofferenze.
26 • ... sembra dunque che il sentimento di .ciò che ~ la ~orte, . nas~a 30 A volte la mc:rte 5uscita malcontenti. discordie, liti per quanto ri-
abbastanza precocemente nel bambino, in oc_canor:'e del! angosc1a pnmana guarda l'eredità: si ricordano gli esempi dati da O. Lewis in Une mort
che: rappresenta la paura da parte del baCJ?bmo. d1 perdere la ma~r~ ; sem- dans la famille Sanc/1e:: a volte opera riconcilia~ioni spettacobri: Lama~
bra che l'angoscia s1a vissuta nel momento m cu1, addormentandoSI, t! bam- strc os~crva che ad Ardèche, la' gente in disaccordo da parecchi anni con il
bino partirà vnso qud regno ignoto da cui si chiede se potrà mai t?rnare. ddunto o i suoi nc\n esitava affatto a venire ad offrire i propri servigi.
Ma, tranne casi particolari, questa idea non è attuale. nonosta~te c1ò,. nd .31 Soprattutto in coloro che si fanno cremare.
bambino, c questi ci scherza sopra, non senza sollevare la nprovazwnc .32 La paura dci morti c dei cimiteri moltiplica i fantasmi nel bambino.
del mondo degli adulti,. (j. Duché). . . . . • I morti non vogliono rimanere aottoterra. Quando li si mette nella fossa
27 Nelle pagine: Il nostro mudu d1 connderare la morte. (m L. Mus~ttl, comune. questo li irrita; tentano' d i uscire ma non ne banno la forza, tranne
Freud. Boringhieri, pp. 2.~0-243). Freud fa rilevare come s1a del tutt~ tm- che con le loro ungme ed i loro denti cht hanno continuato a crescere dopo
poisibile, per noi, rappresentare la nostra morte; ogni volta che ci proviamo, la loro morte. Allora scavano nella terra con i lunghi denti gialli c le
ci rendiamo conto che vi assistiamo come degli spettatori. Questo fatto unghie adunch e r dure come quelle dei C inesi, cd un giorno. quando riescono
ha portato la scuola psicoanalitica a dichiarare che nessuno crede. al!a pro- ad uscire appena un po', muoiono di nuovu, e ripiombano in polvere dentro
pria morte e che ciascuno nd suo inconscio ~ pcnuaso della propTJa Immor- la terra, lasciando i denti e le unghie p iantati in superficie cd e wsì che si
talità. j>UÒ trovarli ... • J. J can-Charles, La mnrt madamr , Fla mma rion 1974, p. 137.

35°
la propria missione : Negro-africani, e da noi soprattutto i Cri- Ahimè!, tutte le sue invocazioni non servono a nulla se
stiani e i Marxisti : un po' dovunque il fatto di non aver por- non a moltiplicare la sua angoscia e la sua morte.
tato a compimento l'educazione dei bambini) e motivazioni ll"E: c Miriadi di morti. Essi moltiplicano la mia angoscia.
egoistiche (ossessione deiJ'agonia fisica e psichica, ancora più lo _sono la_ loro ag~nia. La mia morte è sterminata. Quanto
pregnante in Occidente). Sono, al contrario solo gli argomenti umverso s1 spegne m me. ,. (p. 148).
egoistici che prevalgono per quanto concerne il dopo-morte Invano to rna allora verso il mondo d egl i oggetti, ' 'erso il
e la paura dei morti: fatto che verifica molto bene il carattere s~le: « ~.ome fare? Non è possibile, opp ure ne~suno vuole
altamente autistico dell'angoscia di morte. Per mancanza di a•utarmJ. Io stesso non posso aiutarmi. O sole, o sole mio.
tempo e di spazio, non prenderemo in esame che il primo e il aiutami tu, fuga le ombre, dissipa la notte. Sole. sole. risrhiara
terzo piano, ~nza poterei dedicare. per le st~\e ragion i, ad tutte le tombe, entra in tutti g li angoli bui, in tutti i huchi ,
uno studio esauriente. penetra in me. Ah! i miei piedi cominciano a ralfrctlrlarsi.
Nessuno ha descritto m eglio di Io nesco - Il re muore n - vieni a scaldarmi, enrra nel mio corpo. sotto la m ia pelk. lll'Ì
l'angoscia della morte nella solitudine e nell'abbando n~. In- miei occh i. Riaccendi la lo ro fiamma vacillante e fa ch' in veda.
vano il re Bérenger thiama i moni: c No, no. Lo so, mente veda, veda. Sole, sole, mi rimpiangera i? Caro sole, huon sok
mi dà sollievo. La letteratura mi stordisce e mi svuota. Ah, là, difendimi. Isterili~i e distruggi il mondo ìntiero se occorre
là, là; là, là, là, là. (l.arnentazioni. Poi, sem.a declamare, come un piccolo sacrificio. Che tutti perisl:an() purché io vi\'a (~ter­
se gemesse dolcemt:nle) O tutti voi, legioni e legioni, che siete namente. anche solo, in un deserto senza frontiere. Mi mt:tten'l
m orti prima di m e, aiutatemi. Ditemi c~me avete fatto ~ mo: . d'accordo cnn la .<>olitndine. Custodi rù il ricordo d e!{li altri
rire, ad accettare. Insegnatemelo. Che tl vostro esempto mt c: li rimpiangerò sincerameute. t. meglio r impiangere clw es-
conforti, ed io possa appoggiarmi a voi come a grucce. a sere rimpianti. D 'altronde, nou lo si è mai. l.u<·e dt•l ~iorno.
braccia haterne. Aiutatemi a varcare la soglia che voi avete aiuto! • .
varcata. T ornate per u n istante in questo mondo. venite in Non è più il caso di sperare qualche cosa dai sistemi fi loso-
mio soccorso. Aiutatemi. voi che avete avuto paura e che fici, religiosi, politici , d i fronte a l «grande Male • . Questa
non avete voluto. Come son o andate le cose? Chi vi ha soste- ~ la lezione che si ricava. in ] eux de ma.uacrr..-" rlal Consigl io
nuto? Chi vi ha tra~inato, <·hi vi ha spinto? Avetç avuto paura dei Dottori : Quinto Dottore: c Si muore quando si vuoi pro-
sino alla fine? E vo i, che eravate forti e coraggiosi, che avete prio morire. Ma q uesto , voler proprio, è u n volere comples-
acconsentito a morire con indifferenza e serenità, insegnatemi so.» Terzo dollore: c Se si muore, è perché si vuole n :ramente
l'indifferenza, insegnatemi la serenità, insegnatemi ta rasse- cedere alle forze del male. La morte è la reazione. Questa non
gnazione.:. (pp. 146-147) _ . deve turbare le forze del progresso :t (p. 8~). Tutte le azio ni
Poi i suicidi: c Voi suicidi, insegnatema come sa deve fare umane sono dunque vane: « lo non prometto che il male spa-
per ottenere H disgusto dell'esistenza. In~natemi la ~ietà: riTi, ma prometto che il suo significato sarà ciivcrsn ,. , dice
Qual è la droga che occorre prendere?» (p. 147). l~fìne 1 mort1 l'oratore (p. 75). Noi siamo tutti presi in trappola c come dei
felici: IlE: c Voi morti fe lici, quale volto avete vasto accanto topi» senza speranza di paterne uscire!
al vostro? Quale sorriso vi ha placati e Fatti sorridere? Qual è Infatti, ogni uomo, poco o tanto, ha paura della mor te, ma
l'ultima luce che vi ha rischiarati? » normalmente la respinge, non fosse altro che t:ol lam:iarsi nel-
JUI.If.TTF:: «Aiutatelo, voi, miria_di di ~efunti. » l'azio ne che aiuta a vivere meg lio, a costo di ritrnvarla (se non
cuARDIA: «Oh. Crande Nulla, amtate tl re. » (p. 148)... si è preparato a morire bene) al momento della scadema finale.
Ciò che caratterizza la paura patologica, è contemporaneamen-

3!J Eugènc [onesco, Tralrr•, 2 vo!l .. Einaudi 1967-611. vol. Il pp. 115-l7l.
Vedere anche. l. !.cpp. "''· rit .. G rasset 196~. cap. n . !4 Gal\imard 1970.

352 35.~
le la sua acutezza e la sua persistenza. Così il uevrastenico noso- dico conosce questa malattia, 3) essa non è mortale. Niente
foho e tanatOfouo vive costantemente con il terrore della pro- au_menta l'angoscia di questi malati, quanto i molteplici c esa-
pria morte. J\la le incidenze di questo stato po:;sono ~sere dif- mt complementari •: analisi, radiografie, in tui credono di ve-
ferenti secondo i casi. Lo confermano le tre seguenu osseTva- dere l'incompetenza del medico, incapace, di tatto, di dar loru
ziuni cliniche. l'unica certezza che li imeressi : ., Non si muore di tale malat-
La sihrtwra il.. R3 anni, in cura ~ ~i~t di l ~ anni. L 'ipo- tia. » Questa' paura esiste, sicuramente. a gTadi diversi nei ma-
condria di fro nte alle lot:alia.aziom ttmeranu . le angosce la~i organici e attirerà l'attenzione dello psicopatologo solo se
n otturne, disturbano la famiglia con incessanti_appelli al me- esiste una sproporzione manifesta tra l'affezione e l'angoscia
diw c l'impossibilità, per sua fi?l~a. di u_na Vlt~ munda_na. l vissuta.35
p;uai sono iniliati <:on la paura clt wvecchtare. o; fu puot _far~ · La pauTa dei m~>rti sembra essere quasi wtalmente stompar-
ancora la c:iveua , tu ... » rimproverava alla lìg-lia. Piace~e dt c_u• sa dal mondo occtdentale, pedomeno da quello urbanizzato.
la malata non si priva alfattu. malgrado i suoi 70 annt. A ~·a­ In A_frica l'osse~sione d~i fantasmi l6 rimane a ssai forte : per
scuna visita, ella domanda ansiosamente: « Sto per monre, costnngere certt rlefunu a non tornare:- piì1, si mutila il loro
dottme? • Malg rado la molteplicità delle malactie invocate, t~davere prima di inumarlu, si rompono per esempio i femo-
lo stato somatico è magnifìw e una frattura a l ~ollo d_el fe- n , si strappa un orecchio, si taglia loro una mano: per ver-
more, a 7;{ anni, impedisce solo temporaneamente 1~ movtme~~­ gogna, per impossibilità fi sica, saranno costretti a restare dove
to alla Signora B. Durante ~na recente conversazwne, la S_•· sono; 37 se si tratta di morti buoni, nou c'è c.:he un mezzo : assi-
gnora ll. pone una volta di piLI la stes~a domanda. Ha H:l a_nm! curare loro funerali degni. I morti piLt temuti suno senza alcun
La siwazione è imhara:u.ante. • Verro al vostro ce:.·nlenano! »
Ma <)Uesta dilazione, per quanto fuori dal comune, non la
dubbio i c biolanali », coloro che muniunu di morte violenta
prematuramente: guerrieri, Ja suit:irli. v i ui me di incidenti; t>
.
tramptilli:aa .. E-: l'ineluu.abilità di un.~ m~rtc, an~~e se _lo nta-
na, che oppnmt: questa malata. 1_-a Stg~wr>a A., h.J am_u •. è !Il !\ ~ _Du..:umcnti. forniti da Dr. J. Dchu. V edere anche J. Oc:hu. Lo murt ~-l
nna da più di vent'anui per dtsturbt neur~-veget.auvt con la f<,.ltt, • ,Bui~ . Sue. T~an~to. • , l , 1966, pp. 3 1-5 -f.
36 Ncllan~lc~ Grcoa, o fantasmi ave-no diritto a Ire giorni di prc-
nosofobia. Perde, in condizioni atroci. un manto teneramente st:nza nel!a cotta.. ~er~odo consod~ra~u n~~a~tu. Tutti si sentivano a d isagio.
amato che la viliava parec(:hio. La Signora A. si ritrova sola, Il terzo gu rno, so mvotavano tutt1 gla spmh ad entrare nelle case: si serviva
senza un e?ltouruge premuroso. Si teme uno S<:ompenso ~~~­ loro '!na pa.,pa apposilamenu p_rep_arata; poi, quando ai pensava che il loro
ap..,ctato fos.se stato appagato. ss diceva loro con fcrmcua : • Amati spiriti,
vrotico; ella rassicura il suo medico con una frase sbalordltl· avete mang1ato e bevuto: ora andatevene. ..
va: c Ciò che mi aiuterà a tener duro, è che ho paura ~ella ~7 Nella Nuova Guinea, i vedovi non uscivano se non muniti di una
mone... » Quindici anni d opo muore d~. snunpenso cardtaco. solsda. clava pe_r difendersi. co~tro l'Ombra della consorte scomparsa. Nu-
merosa tch~lctn, ~olto anhdu, sonu stati scoperti accartocciati come se
La vigilia della morte essa n on aveva ptu paura... faceva pro- fc.~se~o stato _leg_ah saldamcnlc:. Nel Queensland. si romj)evano le uua dci
geui per tornarsene a casa. F. stata la paura della mo:te a t_enere mort1 a colpo ~~ ra!ld~llo, poi _si raccoglievano l c: ginocchia all'altezza dc: l
meolo; per limrc: ss ncmpsva ~l loro ~tornaco di sass.i. € sempre la stessa
in vita la Signora A. È la stessa paura c~e ma_nuene tn un pa.ura c_he ha _spmto alcun~ tnbù a sistemare pesanti mani sul petto dci
letto il Signor S., :~o anni, giovane uomo tntdhg~nte c~e ha cadavcrs, a cb•udere crnu:tlcamc:ntc con dci lastroni pe~anti le caverne, a
mal tollerato la mone brutale per sincope carrlaaca d1 s~to terrare ugualmente le urne c le bare. Vedere ]. Susini, L'hre hum4 in de-
vant la m<ITt, le c~agrin ei le deuil, "Bull. Soc. Tbanato. • • l , 1967, e
uounu. Cliniramcnte, egli prcsema angosçe isteriche con chtu- L.V. Th_c;ma~. o/'- al., 19?8.
sura della laringe e tachicardia. llna s~r~. ~iene ~atto ~·~rgen­ _S8 D1 q~' l usan~ . dt ~ru~edimenti speciali prima del combattimento.
· tcs1 a ~congmra~e ~~~ e~ettt ùs un.a tale mnrtc. Nell'untica Cina, il coman-
za un elettrocardiogramma. G li speuahstl cardwlogt s1 suc- d~~te m ~apo ss ncopnva ~on gl1 abiti funerari (fatto che lo sottraeva ai
cedono al suo capezzale. Dopo viene ch_iama_to in co~sulto VIVI) . UsclV~ allora dalla ctt.ta a_ttravcrso una ~reccia prodotta nella porta
lo psichiatra. Prima di qualunque .terapia, btsogna ~p1~gare No~d. propn<? come la apo~;l• ~ d1. un ~orto usc1va dal Tempio degli Ante-
nati. Prcuo 1 Bambara (~ah). 1l re mdossava una veste-sudario tagliata
numerosi punti per calmare l'angoscia del malat?: l ) 1 ~tstur­ n.c lla atoffa c~n la quale st fanno i lcnzunli funebri. il che doveva prcmu-
bi dichiarati sono in rapporto con una ., malattLa •, 2) 1l me· ntrlo contro l evento mortali'. Con que$ta cr:rim()nia di • invocazione alla

354 355
ancora quelli ai quali la società rifiutava un funerale decente: della morte: -12 lo .(tupore scettico ( « no, non è possibih: , ); la
innanzitutto i suicidi,39 i commedianti, i saltimbanchi. Un'altra rivolta ( « perché proprio io? -..: « Dio non esiste se io devo mo-
categoria di « biotanati » è costituita dagli assassinati, soprat- rire -.. ), la depressione, la disperazione ( « sono spacciato, che
tutto quelli lasciati senza sepoltura: per lungo tempo si è cre· orrore "; « piuttosto morire subito "): il compromesso ( « che
duto che si trasformassero in vampiri; si sono egualmente attri- mi si lasci ancora qualche mese ... »: «nessuno può morire al
buiti loro i fenomeni di follia e di possessione. Il comporta- mio posto? ~> ); la (lepre.uione con fasi di silenzio interiore e la-
mento attuale verso i grandi criminali (ceneri disperse; zona menti sulla perdita degli altri e le proprie perdite; infine
anonima nel cimitero) potrebbe sembrare, a ben guardarlo, l'accettazione ( « poiché bisogna ... ! ,. ). Questa angoscia, sotto
come una sopravvivenza di una tale tendenza, il che conferma diversi aspetti, «si insinua nella nostra vita; e la sola maniera
in parte l'obbrobrio che ricade sulle loro famiglie (meccani- di farvi fronte, in modo da trovare le nostre vere ragioni
smo di rigetto, sorta di lutto permanente in cui colui che porta di vita, è di provare a smascherarla per evitare che tutte le no-
il lutto è letteralmente rifiutato dal gruppo: non gli rimane $tre paure, tutte le nostre angosce siano attratte nella sua
che un solo mezzo per ritornarvi: cambiare nome). orbita, fatto che non mancherà di essere utilizzato per altri
Malgrado la moltitudine e la. ricchezza degli studi consacra- fini; l'angoscia di morte, angoscia estrema, non deve servire ad
ti all'angoscia della morte, non sempre riusc;iamo a vedere in ·. alimentare tutte·le nostre paure, malgrado il fascino che puc'l
che cosa consista:~ ciò che invece sappiamo, è che esiste a tutti esercitare, perché è contemporaneamente il fallimento e il
i livellì,41 nel bambino, nell'adulto, nel vecchio, presso il pri- trionfo della nostra onni potenza :o •4·1
mitivo e nell'evoluto, e che può divenire ossessionante. A sua
volta essa suscita atteggiamenti diversi davanti all'imminenza b) Paura della vita e fascino della morte. Se l'angoscia della
morte sembra tanto più potente quanto più si è inattivi ·(suor
morte • era il gruppo intero, attraverso la media~ione dd c_apo carismati~o,
Bianca dei Dialoghi delle Carmelitane"" muore « meglio ,. che
a prendere la morte su di sr. Una morte violenta, cosl • prev1sta », « organiZ- la madre superiora invischiata nella paura), che pensare di
zata ., non scat~nava più l'irruzione del numìnoso c placava l'ira della vit- certi soggetti per i quali vivere è un problema? I"annre.u ico ha
tima (Susini). . .
S9 Ncll"antica Grecia si tagliava loro la mano destra. La loro volontà dt perso il gusto della vita, è perciò che rifiuta di nutrirsi (re-
morire si pensava, svelava l'odio per la vita e i vivi. Himmler ha fatto gressione per paura della vita che conduce lentamente ma ine-
eco a tale paura arcaica, quando, durante la gu~rra, fece seppellire con le _luttabilmente verso l'ultima scadenza). L'istinto di morte si
mani legate i soldati che si erano suicidatì!
40 In una prospettiva psicoanalitica la si paragona a volte alla paura osserva specialmente nell'impulsivo perverso, presso il quale i
della trasgressione dell'incesto: • Il ritorno alla Madre-Morte, _de.siderata. tentativi di suicidio possono essere molteplici (si puè> parlare,
ma proibita, poichf: ella è una delle figure della madre gemtnce. • R.
Menahem, op. cit., 1973, pp. 91. 97. Il che introdurrà una differenza tra la a questo proposito, di un vero e proprio « Hirt-con-la-morte "),
paura dell'uomo e quella del!a donna. tentativi che per il fatto di essere reali e di portare la morte,
41 Herbert Marcuse rifiuta la tesi secondo la quale la paura della morte non di meno, e non senza ragione, sono vissuti in modo perse-
è un fenomeno ancestrale. Per lui non è che un fenomeno storico. Thanatos
(l'istinto della morte) opera sotto la direzione dd principio del piacere ·cutivo dall'entof~rage. Questa ossessione del suicidio appare
(Nirvana). Quest"ultimo principio è indirizzato verso uno stato senza biso-· in certe famiglie, il che ha potuto far pensare se non ad una
fr"i. La soddisfazione dei bi~ogni porterebbe un abbassamento di tensioni ereditarietà, almeno alla contagiosità della pulsione di morte.
mtcriori sufficiente perché il principio dd Nirvana, che è alla base della:
pubione della morte, sia soddisfatto. Il valore istintuale della morte sa- Ecco due diversi esempi, fornitici dal Dr. J. Dehu.
rebbe cosi modificato. La morte, come tutte le altre nece9Sità, potrebbe
essere considerata da ciascuno come un fenomeno biologico e vissuto in
modo razionale e indolore. La lib~razione ddl'uomo comporta una libera-
zioce dalla sua paura della morte (Eros e civiltà, Einaudi 1967, pp. 24!1-248). -42 Vedere E. Kiihler-Ross, op. cii., 1969; A.D. Wcisman, On clyìng and
Noi pt:nsiamo, al contrario, che la paura ddla morte è un fallo universale dl'ftyìng, Beh. Public. !ne., New York., 19i2.
e generale ~ che la storia non vi interviene che nella sua specificità. Cosi, U R. Menahem, of•· cit., 1973, p. 45.
la civiltà negm-africana, secondo noi, è molto meno ansiogena di quella 44 G. Bemanos, Dialnr;hi de/lP CarmP/ÌtanF, Mnrcelliana l !ì.>~. pp. Yl-S4.
vcci!l~ntal~. nella sua forma odiema. 61, 6S-66, 126, 176 e 19.'!-196.

357
La famiglia M G è così schematizzata: da parte di membri differenti della iqu.ipe ha provocato un
arresto momentaneo delle peripezie, dopo il 1967.
F. nonno Più grave appare « la follia di morte » della famiglia C ..
alco\iztato
suicida a 60 anni Delle 5 _figlie, 2 sono sposate, 3 restano a casa. G. entra in cura
da me per una sindrome schizofrenica grave con dissociazioni
l --------~
._________ e impulsi suicidi. Ella parla inintenottamente di sua sorella
\ . Una figlia , signora M. E. che non le scrive più. La notizia ci giunge, E. si è gettata
. Un figlio . (sposata con M. a\colizz.ato) dall'alto della scogliera. Nascondiamo quesro decesso a G.,
su1c1da a 20 annr
r-· ----·--
\ ·- -·
1
la cui ansietà si accresce. La famiglia cessa di venirla a trovare.
G. sta meglio, poss!amo annunciarle progressivamente la mor-
].P. M.L. te della sorella. È allora che la cadetta fa un tentativo im-
19 anni 15 anni
studente: studentessa pulsivo di suicidio per ingestione di medicinali. L'internamen-
to si impone. La madre pensa di divorziare e imputa al padre,
., · comincia nel 1966, in troppo rigido, la reazione delle figlie. N. non è schizofrenica,
La storia. per oo che c1 concerne, . ~ . l
. 11' d . M 40 anni noto akohzzato. r.. mco . ha soltanto ceduto al contagio dell·ambiente. Tutte le situa-
occaswne de arresto t •• • . · I5 ·
ato di aver avuto rapponi çon la flghastra M . l:·· , anni, zioni non sono, grazie a Dio, così drammatiche.45 •
P . · · ·d· ·h non. e stato mo·. Insistiamo sul problema del suicidio: ogni 90 secondi « un
~l. L ha fatto un tentativo di smo, IO, c e
tivato dalle aliou i del patrigno, ma e stato c?mplnt~J pier pro essere umano mette fine di sua volontà ai propri giorni, in
'l . . d ' . ·ire (·on del ragazzL nterna- qualche parte del mondo » . In Francia vengono dichiarati al-
tcstare contro la prot )lnune 1 ust: · · d lT ·
to il patrigno. ella ritorna a casa sotto la sorvegltanzal ;. n- meno 20 suicidi quotidiani e ve ne sono di sconosciuti e di
. · li .a d ' M L era morto a coatzzato, mancati. Fra tutte le cause di ·decesso, secondo l't Nst:t:, dai
bUinle dei llllllon. paure 1 ' · · ' . . ·h
· · 1 -( 1 precedenti st d'
nota am: ·.e 15 ai 19 anni, i suicidi occupano il quarto posro, e da 20 a
4 uaurio lei av~va due anm. n que:. F e il
• :
suictdw
l'akolismo del nonno materno, . . l uno
. d ' ztoì 24 anni il terzo posto: quanto ai tentativi, si parla di' 20.000
.l(lr,~ (per evitare il servizio militare in Algena, SI lSSe_. forse di 40.000, ma sfuggono alla statistica, altrimenti corri-
ne l · ....
M ritorna al focolare, sotto nostra sorveg·\'tanz~ · ·. è . allora
. . che sponderebbero a un 40" o a un 20" della popolazione che nasce
'l .
1 nonuo, '"
rhe pe!lsava di avere la custodia dei Olpott, Sl ntrova · i ogni anno. Questo è il dramma: due volte piLt importante di
SOlO e SI liCCI e.
. . ."d J· p ·• che fino ad .allora . · f
preparava l suo
. t ta quello dei decessi per cardiopatie e leucemie messi insieme.
esami, insensibile ·alle burrasche famth~n, a un ~eno end : Quaranta volte più grave della morte per poliomelite. Fatta
1
tivo di suicidio e chiede aiuto e protenon_e 3 Jnbr:;n\equ~~ ! eccezione per il suicidio-sacrificio (in qual misura?), il suicidio
minori per J>oter lasciare la sua burrascosa tam_tg ta. ., '. anoriimo o egoista pone, in definitiva, due tipi di problemi:
le nel l·rauempo ha passaw mo l tt mest
· · in clintca' per . un. mter- quello della pulsione di morte, e quello dell'angoscia. Secondo
vento, chiede il ritmno del figlia~tro: ~uest u~t~mo n~orn~: J. Laplanche e S. Leclaire: 46 et: , La pulsione di morte , è quella
I a sì nora M. inghiotte dei barbttunCI perche tl. ma~tto n forza radicale di solito congelata e congelante che affiora nel-
fi.uw f·eredità (con debiti) del padre. Dorme due gtornl sen~ l'istante catastrofico o estatico, proprio quando la coerenza or-
che nessuno s'impensierisc·a . Va tuttavia all'ospe~ale. Al _suo n · ganica del soggetto nel suo corpo appare per quello che è, in·
. . ·· d l 'eredità nevropauca è evtdente. nominabile o indicibil_e, sincope o estasi, mentre urla la sua
tomo una cugma $1 ucca e. . . . . . 'l l
Il ritmo accelerato della successione dei f~tt1 ru.:hta_ma t mde ~­
d È facile parlare di ricatto e dt benefict secon an.
45 Vedere: "Buti. Soc. Thanato. ... l, 1968. pp. 31-54. Lc:ggere anche R.
ramma. qui appare come la risultante occasionale di uno Crevcl, La mort difficile, J.-J. Pauvert 1974.
l •a morte, • l · de a turno
stato di tensione permanente al qua e Clasc~no _ce. . . : 46 L'inccmscìent; une étude fuychanalytù(_ue. i:n· L'inconscient, oos: Paria
1966, cap. 111. Vedere: inoltre J. Laplanche, J.B. Pontali&, Enciclopedia della
Una psicoterapia intrapresa su ciascuno det pnnnpah atton .Psicanalui, Laterza 1968.

359
·..: ...
richiesta di una parola per velarla e so~tenerla. ~osi ~a puls~o­ alla comprensione del suicidio. Nei suoi rapporti con l'anO'o- 0
ne di morte affiora senza mai mostrarsi. Ma n01 ved1amo gtà, scia, .il suicidio, questo c male di vivere», non appare privo di
senza potervi insistere qui, che costituisce questa • roccia)' :il ambivalenza. Se a volte si confonde <:on il fascino della morte
fondamento del complesso di castrazione; che permette, tn (anoressico, impulsivo soprattutto) resta, per lo pil't. in stretto
quantO limite inqualifìcabile e rig?~osame~te inqu_alifica~ile, rapporto con la pulsione di vita. Si potrebbe a buo n ragione
lo sviluppo e l'organizzazione degh 1mpulst sessuall; che t~fì­ definirlo corg~ il fallimento d ella comllnicazio11e, e ad un dop-
ne .s usuta impeno!)amente lo sviluppo e la struttura del lin- pio livello. H fatto che gli appelli a lla c S.O.S. Amitié ,. venga-
guaggio. ,. Sotto l'influenza del c laca.n~sn.lO ~ · esis~e ogg~gi~rn~ no rivolti verso le ore 18, nelle stazio ni per quelli che non
una sensibile tendenza a parlare d1 1stmt1 o dt puls10na d1 hànno piit il coraggio d'affrontare il cupo ritorno alla baracca
morte invece di pulsioni o d'istinti aggressivi. C iò significa che di periferia, il venerdì sera per coloro che vedono nel week-
ci sì attacca di più alla realtà della morte? Non solta~to se~~ end «un gran vuoto deserto,., l'inverno quando le notti non
bra sia cosl, ma si ha a volte l'impressione che la ps•canahs1 " finiscono più, in primavera poiché il suo rifiorire non è utile
« ha· offerto un nuovo mezzo di difesa o di fuga per permettere che a chi può parteciparvi, ci mostra bene quel <:he accade ai
all'uomo di non guardare in faccia al suo destino ,..47 Accade soggetti (il più delle volte. urbanizzatì) psicologicamente soli,
sempre che la dialettica lacaniana privileg~ando i.l ~i~bo~ico a disagio nella loro pelle e più ancora in un mondo che non li
e l'immaginario, dalle ricchezze certamente mesaunbth, fimsce -, .
accoglie più. D'altra parte, il suicida aspetta da altri conosciuti
in una certa misura per trascurare il reale ridotto ad un resi- .e soprattutto anonimi~ una conferma delle sue ragioni di vi-
duo inconfessabile. Senza dubbio, noi non neghiamo affatto vere o di morire: « che si parli della fu nzione di appello del
il valore operativo del concetto di « pulsione di morte » . Tut- · suicidio o dell'effetto desiderato, è una manipolazione degli
tavia, rendere conscio ciò che era inconscio (in quale misura altri la cui posta è l'angoscia della morte. Si è notata l' esisten-
è mai 'possibile?), signifì~a. fare esist.~re sot t? .un'altra for':"a za di un fantasma dell', essere salvato ) che include il salvatore
nello psichismo çi(, che vt s1 celava. cw c_he v1 s1 trova~a ~tuvo invocato. La soluzione dell'atto dipenderà dalla risposta di
ma non riconosciuto. Ma sembra nondtmeno che no1 Cl tro- ql~esto salvatore invocato » .:o A vo lte, è ~ufflt:iente un sempl ice
viamo di fronte ad una nuova forma di misconoscenza, « fatta contatto fisico (una stretta di mano, una pacca stilla spalla,
di una sorta di cmnpliòtà tra quelli che si suppone sappiano una carezza) o uditivo (il suono di una voce a l telefo no, una
e quelli che cercano, apparente~ente l?er far~ familiarizzar_e chiacchierata su non importa cosa. un po' co me in una cura
l'essere umanu con la morte, lasCiando mtendere che non est- psico-terapeutica). Questo spiega il surcesso del « S.O.S. Ami-
ste, wme se le leggi dell'inconscio divenissero quel.le dell'esi: tié » in Francia o dei « Samaritain.s " in Cran ·Bretagna (dove
stenza!• La pulsione di morte aggiunge solo poch1 elementi rispondono 24 ore su 24: ovunque in questo paese il suicidio è
diminuito, ma nelle 15 città do ve non c:'è l'a~sncia?.ione. è au-
47 J. Fovez-Buuto nier, u: prob/i:me dr la m11rl et li'J JCÌI'TICI's bumaines,
mentato del 20 %!). A volte, purtroppo. è pit't complicato:
testo incclitn.
4X J. Favez-Bnulonier. ibid. . . . . . . . . . c Colui al quale si rivolge tale richiesta, per lo più non for-
Si tratta. sicuramente del Stlletdw. mdwtduale, opp.u~r: . del m1et~IO co~ta­ mulata come tale, non puù o non vuole comprenderla. Si tràtta
gi(I.W del quale parlava già Durkhetm e non del. s_ut.ctd~o collettiVo. V1en~
in mente l'espressione di Che Guevara: - Il su>cJdlO e ~~ .dovere degl! per lui di rimettere in questione la propria angoscia di morte,
intellettuali, in quanto dasse. ,. Peraltro esistono '• g.en~s~ICldl » p~e~so gh
Indiani. i Negri. gli Ebrei, per sfug~ire. a. pers~cu;uom ml?llerabJh; Cos~
49 Ciò che ripugna di più al suicida. è la manipolazione. Benché avesse
come esistono .lllicidi-s{!l'/lawlo: nell antlc_httà '·' avv~sava ti pub~~~co, .sl
pag;~.va il hig\iclto (il denaro andava agh e~ed1~ e l aspJra.nte. sutcJ.da, Jn de!iderio di attentare alla propria vita. la rcligima di Didcrot non l'ha
mezzo agli ·urrà. c t. mpiva il suo atto. Il sruculw-sport de1 . g10v~m bene fatto perché sentiva rhiaramente che le altre sorelle dc~ideravano la sua
degli anni intorno al 111.~0 o il SJii('idicJ-schiaffo-al-borghese ~~ ceri! surrea: morte: «Quando ci si toglie la vita forse si cerca di far disperare gli altri
listi erano un po' una for~a di sp~ttacolo. Lu stess? com.P?rt~me.nto •• . ·"'· e la !Ì conserva quando si crede di dar loro ~udrli~fazione: snno moti c-he
si muovono molto sottilmente dentro di noi. In t>t•riiiÌ. io non vit•tvo _,,,
ritnlVa in quella annunciatnce amerzcana che dav.anll a m1.hnnt dt ~ele­ .~
spcttatori si è rcrcnt ~mcnte sparata una pallottola m testa: St tratta d1 un nrm perché eSJe .fÌ augurnuunl! lu mia mor/1•. •
50 R. Mcnahem, op. ,·i t .. l QH. p. 111.
• ~uiciciio in diretta », cli~~e prima di morire! ·;'
i suoi desideri, i suoi timori; può essere inoltre l'evocazione di ravv~cin~re la mor~e. e~ .il gioco: gioco cotl la vitu (cascatori,
idee suicide che egli stesso ha avuto. In .tutti i casi, vi .~ una corn~on automob1hsuo), gioco cot' il deuaro (si è sovente
mobilitazione di angoscia che può tradurs1 nelle forme pm sva- sottohnejlto l'aspetto di morte di coloro che si rovinano alla
riate, dal rigeuo all'intervento intempestivo. • Si Del resto, roule~te). Se la morte più crudele e più ingiusta, resta, setlza
accanto ai suicidi maniaci, preparati minuziosamente, senza ~ubbto, quell~ d~l bam~ino, proprio il suicidio infantile (pra-
dubbio, volti alla distruzione ineluttabile del sogg.ètto, ve ne t~camente m~1 pnma de1 10-12 anni) d appare il piit dramma"
sono altri, i suicidi aleatori, più numerosi, che lasciano al caso uco. .J.
de AJuriaguerra, riprendendo uno studio di Bender,
la responsabilità di rispondere sì (la .mone) o no . (la sop~av­ ana~tua .tale .com~rtamento .così: c Jl bambino ha reagito
vivenza). Il suicidio si lega al risch1o ( « Non s~ . sa ~a1 »; ad una sttuaz1one •.nsop_por.~blle tent~~do di. sfuggirla. 11 più
.. Scampa chi merita' di vivere »l): in questo cons1ste 1l suo d.elle volte queste sauaz1on1 mtollerabilt consistevano in priva-
aspetto ordalico.12 Molti incidenti automob'ilistici potrebbero ~aone ~·am?r~, o perlomeno il bambino pensava che l'affetto
benissimo essere tentati suicidi: si preme brutalmente sull'ac- fosse. msuffiClente per rispondere alle sue necessità che, in
celeratore e si attende nell'angoscia il verdetto, a meno che qual~he caso, erano particolarmente grandi a causa di una in-
a livello inconsdo non si faccia tutto quello che normalmente sufficienza organica o di una carenza sociale. Tale privazione
si deve rare per evitare la collisione. Per quanto riguarda gli ha .provocaw tend.en~e aggressive dirette principalnlente con-
Stati Uniti, su 55.000 incidenti stradali mortali per anno, tro coloro che gh nfiutavano l'amore. Sotto l'influema del
~.000 sarebbero dei suicidi; in Francia, su 16.000 incidenti, si sens? di colJ:la,5' qu~ste tendenze aggressive venivano a rìvol-
conterebbero da 8 a 10.000 guide suicide! Ancora in Francia, gerst contro ~~ bambmo stesso. Le tendenle aggressive possono
da un campione di 33 persone predisposte al ~uicidio, la fre- essere accrescmte a causa di fattori costituzionali, una idemifi-
quenza d egli incidenti era di . 2,7 contro ~·~ ~~ un altr~ cam- c~.i one con u~ ~enitore aggressivo o co:"l altri membri aggres-
pione di 27 persone non predisposte al smc1d10. E non e forse SIVI della fa1mgha ... La tentazione di uccidersi costituiva allo
egualmente significativo il fat.to eh~ H . ~e Montherl~nt, d~l stesso tempo una rappresaglia contro !"ambiente e un sistema
quale si conosceva la ferma nsoluz10~e dt .amm~zzarst, abb1a pe.r .o~tenere una maggior quantità di amore. La morte per
insistito, in una lettera, sulla necessità d1 venficare se era s~ac ldlo rappresentava parimenti una. riunione con l'oggetto
veramente morto, prima di procedere ai funerali: segreta spe- dJ amore, nell'amore e nella pace. Per i bambini, i suicidi che
ranza di sopravvivenza? Dunque è ver~mente dall' .. est~rno ., fanno seguito a delusione in un affetto sono, così, tentativi di
che il suicida aspetta le ragioni per v1vere o pet: morue (t~ ~iguadagnare l'oggett.o d_'amore che, nel senso più profondo,
prossimo, il caso, Dio). Il che permette, una volta ancora, d1 e ~~~re uno. de1 gemton. » 54 Forse più complesso ci appare il
sutc~IO degl1 adolescenti (Haim) e delle adolescet1li (Porot).
51 R. Menahem, op. cit., 197$, p. l ~4 : ~ed~re ~· Lc.~p, op cit., 1 96~, cap. ~11. Ogm adolescente c manipola l'idea della morte, ed è per lui .
Non vi è: niente che r iveli questo SUICJdiO-nscbJo p1u della vccch1a tecn1ca un modo fondamentale di definire la propria esistenza ~~o, è
rus~ della piatola a tamburo ~ roul cttt russa). . . · stato detto. Ma il tentativo di suicidio appare particolarmente
52 • Esiste un numero conSiderevole d1 persone <nonna h> che non fanno
tutto quello che l: necessario pu evitare l'incidente, • nota M. Rocbe . fra i soggetti il cui schema corporale non è perfettamente
• Come se ai trattaue di suicidi inconsci. <C'è stato un .momento nel quale strutturato (carenza della funlione di anticipazione, rifiuto del
avrei potuto evitare l'incidente, ma non l'hu. fatto, • ncon~e. uno ~ca m·
pato. c La guida pericolosa è sovente dctemunata .da mot1~1 tncoos.c : che passato vissuto come fr ustrante), e che presentano sovente
sono legati alla 11tuuione particolare nella .qu~le s1 trova l automo?Jhs ta, 1 una certa i'?~atu:ità affettiva, una carenza dell'immagine pa-
afferma d'altra parte il Dr. Delteil. Qu~sh, IO un~ rccent~ rdazJ?ne al terna (famtgha d1sgregata); e fra coloro che si rivelano im-
congreuo di medicina del traffico, descnvcva con 1! suo hnguagg1o: ' Il
conducente che forma con la sua vettura un insieme originale, nato dalla
fusione dell' uomo e dcUa macchina, animato. dalla liberazione di pubio'?i ·. 5S Soprattutto quando la madre lamentandosi dcll'atteggiame.olo del bam-
iatintuali ampliate dalla potenza dcll'automobJ!e. > lmomma, la vettura. agi· bi.$10 :•e n~ esce dicendo: c Tu mi uccidi, .. "Mi spez.zi il cuore, • • Vuoi
rcbbe come un riauooatorc dell'incoo.Jcio. Il Dr. Freud non l'aveva previsto ,. fann1 monre? 11 ... ccc. Vedere B. Castcts, op. cit .. 1971 c 1974.
(• Le Point .., 2 ottobre 1962). s• Manuel de PJychi4trie de l'm/ant, Maason 1970, p. 483.
' :'

potenti c a strutturare una vera nevrosi ,. oppure a fare una contagio, ma piuttosto perché ciaSE:un detenuto c è pronto
scelta: s5 la condotta suicida costituisce . prectsamente quest? a riconoscersi in un atto che mette sotto accusa il sistema pe·
c appello al destino ,. che solo decide se si deve continuar~ ~ ~~­ n itenziario • , per usare l'espressione di G . Deleuze.57
vere o se è preferibile morire.. Può accader~ _ che . un suJCtdto Gli atteggiamenti di fronte al suicidio sono variati molto
mancato diventi il mezzo di r innovamento nvalonzzante (c se a seconda dell'epoca e dei luogh i. Talvolta esaltato,$& talvolta
non sono mo rto, vuol d ire che devo vivere » ). Così, secondo deprecato," il suicidio il più delle volte è sospetto per la ~ ie­
Nacht e Courchet. il suicida. in certi casi. pur avendo la mo rte tà che tuttavia non lo giudica nello stesso modo eo a seconda
come fine. comerva il senso d i un gesto eminentemente vitale~ che si tratti di qn uomo ·ordinario (condanna) o di un sog-
poiché si integra in uno schema di comu~icazio~e con. ~h getto eccezionale (ammirazione); l'analisi de i r itagli di stampa
a ltri, add irittura di comunione; l'interpretazione pstcanaltuca relativi a lla mor te di H . de Mo utherlam si rivelano, su q uesto
vede in esso una ricerca della sicurezza o riginale del seno ma- punto, carichi d i senso : solo gli eroi hanno il diritto di esplo-
terno, la fusione con l'uggetto di amore inte~iorizzato .. l~ altri rare i « luoghi proibiti ,. (secondo la e1ipressiune di .J. Rigaut).
casi non è la distruzione della persona fis1ca che st n cerca · Tra i principali rimproveri rivolti al suicid io, tre ci sembrano
ma que lla della persona sociale, si tratta di un suicidio s~ci~le, fondamentali: è un affronto verso coloro che ci amano, special·
. 'i
0 almeno con una pretesa sociale, mentre dal pu?to dt v~sta
mente i genitori che ci hanno do nato la vita: è: una grave man.
morale è un attentato a lla società. L'adolescente st aggredisce canza verso la società che ha molto investito n ella for mazione
per aggredire il gruppo nella nozione che questo ha del rispet· dei suoi membri (istruzione scolastica, apprendistato professio-
to per la persona. . . . . , , nale, difesa pubblica... ); è mettere l'impatto sul libero arbitrio
Anche il v ecchio conosce tl sutc1d1o. Come l adolescente
viene messo a confronto con il suo corpo e con il suo ambiente, 57 G . Dcleuze, Suicide el pr.i$on, • Lt Mun cle • . M novembre l!Jì2.
ma contrariamente a ll'adolescente, è in declino, decadenza In prigione il suicida: • l ) a ccusa le: fa llaci promeue dì r iforma fat k
dall'amministra~ione penitenzìaria. dopo le dure ri vnlte del 1!171 /i2: 2) ac-
0 deterio ramento fisico, intellettuale, affettivo, relazionale; la cusa il <meccanismo penale >. che: non lascia a ltra altern at iv:~ oltre la reci-
mezza-morte è il suo stato: la morte è il suo destino a breve · dività a un qualsiasi ragauo di vent'anni condannato pu furtu d'aut o:
scadenza, le sue p()ssibilità socio-economiche sono ~idot!e· la !) a~cusa la gìustì:zia penale. che riempie le: prigioni di • o.ldinquenti mino-
renni>; la metà ~ci dett::nuti ·non hanno niente da fare in prighmt::. dire il
solitudine è sovente sua compagna e a volte l'angoscta e 1 fan· Dr. Fully. dopo ti rapporto Arpailbn&c: 4) accusa infine un si,kma che, al
tasmi della morte s'i impadroniscono di lui. Se- il suicidio del· di fuori dt::lla pena di morte. che bisognerà pure abolire ha a ltri modi di
uccidere spingendo alla morte:. " ·
l'adolescente è un tentativo disperato di comunicazione con 58 Cosi Montaign~ : « !:a morte volontaria è la JliÙ hc:lla. La vita dipcn.
gli altri. quel\~ del vecchio consum~ l'impossib ili!à o l'inuti· dc dalla volontà dt::glt altn. la morte: dalla nostra • (llnt• ltJIIIumr dt' l'llr dr
lità di ogni comunicazio ne. Un ulumo caso particolarmente Cta).
c Il auicidio. • scrive ancora A. Camus nella sua ccorrispondenza. • si
angosciante è que llo dei suicid i in ~rigione (37 ~si. ~n Fr~ncia p~cp":ra nel scgrdo dci. cuore co_me una grande ope ra cf arte . .. E non si ~
nd 1972: di piìt, 4.2, nel 1973), sp~talmente per tmp~~cagto~e: ~;~unh a parlare con ti surrealu ta J. Rìgaut elci suiciclin n•me "voc-a-
:~t~one • ?
c L'impiccagione è la morte regma del detenuto, l1mmagme . 59 . Per l'Europa crist iana il suicida « era a l livello del più ba!~n dci cri-
stessa della vergogna, della colpa•. dell~ ~ast~iòne, del sesso ·~ m•nah,. (A. ~lvarcz. ~P· cit.•. ~97 1 , p. ~8) : • il .tcrr~r~ dci suicidi dura più
beffeggiato e distrutto. Scorrazza tn pn.g~one 11 fantasma del· : T • . l~ngo del timore dc1 vamp1n c degh stregont • (rbtd.). Trall:~ menti spe·
~•ah erano. pr~visti. per i sui cid~ c i tentati suicidi (palo confim:ato attraverso
l'impiccagione : orgasmo supremo, abohz.10ne dell~ s.o~er~nza. 1l corpo; tmptccagJOne per ~h.• avcv.a tentatv di . sgozz.arsi: cadavere fatto
della vita e dell'io. t per questo che tantl detenuti SI tmptcca- scendere dal.la .fìn~stra c?n l a1uto dr una pulcgg1a. p01 hruci3to: rarlavcrc
no. ,. Sl- Se suicidi di tal tipo si moltiplicano, non è tanto per 101pcso per t .P•edr, trascmalo nelle strnde, brucialo. poi gcttnto sui letamai:
cadavere muh!ato. la mano seppe!lita a p.trte... ccc.).
60 A. Bayet aveva mirabilmente dimostrato (Le m icide el la mnra!t•.
55 L'adolescenza è ìn effetti l'età dci • sempre •. d,ci • P.cr la vita •: d~i Alcan 1922) come una morale rigida cundanna !enza appello H suicidio. ~
.. mai •; è inoltre l'età dell'appellc al des~ino come l ordalza, prov~ g1ud1-
ziaria il cui il pre~unto colpevole, se era mnocente, doveva usc1re mdenne '1 (. come una mora!~ elastica ~e non lo giustifica può almeno spiega rlo. Vedere
•"
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;:
·;. '•
anche M. Yan Vyve. La mort volonlaire. • Rev. Philos. d~ l.ouvain. 191):!:
dalla pcricvlo'a prova a cui era saitoposto.. L. Meynard. L, <11Ì<"idr. PUF 19.'i4.
:'\6 S 11i<"idrs dr prison, lnto!érable 4, Galhmard 1972, p . .U. :~.

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di daswuo. che oltrepassa cosi i propri diritti (la pena di mor- timore della morte è normale, dal momento che la morte toc-
te non .tppartiene che al « potere», solo esso può e~rcitarla), cherà a ciascuno di noi e che la nostra inferiorità nei suoi
rimt'tte in discussione t utta .la società (voler monre non è confronti è reale; non sappiamo che cosa essa farà di noi, se
forse trovare la morte più attraente dellavita, sfuggire la vita non che porterà alla scomparsa del nostro essere così come
che il gruppo ci riserva?), e soprattutto ricorda così che la lo conosciamo. La paura della morte è anch 'essa dovuta a fat-
murte è propria all'uomo.61 • t~ri • razionali '• ma normalmente non può comparire che
Ritorniamo all'ambivalenza della morte che affa.scma. Che d~ fronte al suo m.a~i~est~rsi imminente. Ma l'a11goscia non
il suicidio sia un linguaggio, una maniera disperata di espri- dtJ><;nd_e dalle posstbth mltlacce esteriori . La prova di ciò è
mere qualche <.:osa a qualcuno, a un genitore, a un amico, a cosutulta dal fatto che queste minacce non diventano attive
un defunto stesso nella persona di un sopravvissuto (la sposa che quando esse trovano nel bambino dei sentimenti in disac-
può rappresentare la madre), n iente di più vero, e tuttavia, cordo con ~a s~a ambizi.•~ne immaginaria " ». Immaginaria è
abbiamo detto, è ur1 fallimento della coml~nicazione (il che la parola g msta. Tutto st 'svolge ~ome se l'angoscia di morte
spiega la percentuale dei recidivi: 20 % per coloro che sono al non _foss~ ~ffatto di_morte, ma di castrazione. Questa angoscia
primo tentativo, ~O % al teno tentativo). Che il suicida voglia magtca e, m effetti, c un • timore magico • al servizio delle
la propria scomparsa non viene posto in dubbio, e tuttavia pu lsioni ge~itali ses_suali respinte da un Super-Io mosso dal
il suo atto appare spesso diretto cor1tro l'altro che si vuole col- complesso dt castrazaone e che cercano, come è usuale in tali
pevolizzare, fruslrare irrimediabilmente.l>2 Fuga davanti all'in- casi, un esito sul piano a nale od orale». È il meccanismo
sopportabile, la disperazione individuale o collettiva ( « gena- s~esso della f<?bia e· c si dovrebbe parlare di fobia della morte,
suicidio ,. ), la sofferenza o la tortura, il disonore, la solitudine, umore ossesstvo della morte, quando dal punto di vista dioi-
a seconda dei casi, dunque ri/ì11lo di vivere, o piuttosto di vive- co un soggetto organicamente sano teme di morire ~».
re male; il suicidio costituisce anche, sotto tutti gli aspetti,
un mezzo per aggrt.~pparsi alla vita e fuggire l'angoscia della c) Lo. morte domata. Molti pregiudizi devono essere dissi-
morte: i suicidi non desiderano non essere, bensì non vivere pati. Si è ritenuto che certi popoli manifestassero una reale
più in tali condizioni; è il motivo per cui pr ima, come abbia- familiarità nei riguardi della morte: non vi era che da osser-
mo detto, il suicidio era la vita rischiata.61 vare la distensione con la quale essi ne parlano o il loro
Noi non insisteremo mai abbastanza sull'inevitabilità della comporta~cnto ~erso i funerali (confusione, lazzi, ri~e. pranzi
paura della morte. Perfino il Negro-africano, dd quale abbia- abbo?danu •. ubnacature). Questa è stata la nostra prima im-
mo a più riprese e non senza ragione vantato la saggezza in presstone dt fronte alla morte africana : abbiamo compreso,
materia, teme la morte, specialmente la morte cattiva. & Il molto t~m~ dopo, che non era vero affatto, e che queste ma-
. schere hcenzwse, oscene o soltanto spensierate nascondevano in
61 A volte ci vuole poco per modificare: le tendenze. Il Werther di Goe- verità comportamenti o riti di rara complessità e di grande
the L' Analomie de la méluncolic di R . Burton (Analisi del xvu Jecolo)
fav'orirono r.ella lo ro epoca una vera recrudcsccn.z:a di suicidi. P?rtata. simb?lic~. L'~~orismo stesso serve a celare delle prese
6Z Ricordiamo il caso del "5uicidio-sansonico • già citato. "Voi u- d1 cosc1enza mdtscuubllmente drammatiche." Non è gratuita·
prdc cosl quanto vi odio tutti • · scrive una fanciulla prima di. uccidensi. mente che li! morte viene domata.
.. La mia morte vi perseguiterà fin dentro la vostra tomba, • sc.nve u n ra-
gazzo nella stessa circo&tanza. .
63 M. Oraison ha lucidamente messo in luce que'sb idea (op.· est., 19611, 64 F. Dolio, Psicoanalisi e pediatria, ci t ., p. l S 7.
p. 52): • Non credo .sia paradossale dire che, psicologicamente parlando, tut- 65 F. Dolio, op. cit., p. IH.
to si svolge come se il soggetto che si uccide non aveue che questo meno 66 Stell.aD suono di campana in O . Lcwis a proposito dci Sanchez: • Vi
negativo per affermare di esistere... Egli 'ente la sua vita cosi fortemente •?no degls autori che hanno scritto che i Messicani non danno valore alla
neg-ata, o miiconoaciuta, a livelli e per ragioni infinitamente diversi, che non VIta. c che •an~o affrontare la morte. Vi ~ una 8'ran quantità di racconti,
può più affermare il proprio <io> se non mostrando attraverao il proprio tto~•e ~ canzom su questo aoggctto, ma vorrei proprio vedere questi celebri
suicidio fino a che: punto arriva il suo dominio. Al limite, dimostra che 1~r1ttors , al nostro posto. soppo_rta~e le terribili aoffercnz~ che: noi so.,por-
può uccidersi; uvvcro che esiste fino a quel punto. " hamo, c: vedere: se: sono npac1 · ds accettare la morte ds qualcuno con il
Se la paura della morte e normale e n ecessaria, non è meno la morte alla paura rldla morte : c tu)Ol;ire n ella mone. una
vero che l'uom o (o la società) tenta di sbarazzar~ne. La l ut~ volta per tutte. l'angoscia della m orte • · ci d isse tma volta un
contro l'angoscia o soltanto la paura della morte mette m disperato. L'atto di un:idere. inhne. sia d 1e p rovenga dal
movimento taluni meccanismi di difesa che saranno l'oggetto gruppo {pena di m o rte ) o eta !l'individuo. vuole esllere una fn~a
della nostra quarta parte. di fro nte all'angoscia d i murire :61 l'abbiamo sortolineato. it~ll ·
Il processo pi tl topìco dello spirito uma~o resta sen~~ dub- tile ritornan:ì sopra.
bio la mitologir.zaziot~e, specialmente nel sts_tema trad!Zlon.~ le Ahbiamo <:itato il testo di R . l>aumal nel q uale l'autore fi.
con i l gioco comple~so dei rit i che essa susc~ta ; o ancora l m · n isce per accorgersi c he l'angoscia clel ia mc•rtc era legata « ad
tellettualizz.azione, specialmente n el procedtmento filosofico: una con t razio ne eli quakhe t:os<~ nel ventre e un pn· ~otto le
a questo riguardo il pensiero di H eidegger: che rib~l~ t'angu· nmolc e a nch e nella gola » . Que~to c i cor!ctun: a porre di nuo·
scia per fame il fondamento dell'essere. n~ opp<>s•z•.o~le alla V!~ il p.r ohlema del corpo. l.c1 psicanalisi non g li ha empre Ja-
preoccupazio ne. all' inq u ietudine, per ~~l.to ve~er~1 11 . ma~­ ~Jato 11 po~w ch e merita : il m rpo in verità non è <.he rappre-
chio (o piuttosto il sostegno) d ell'autentactta, cost l t~u ste d m1· u n tato nel discorso e no n verameute presente: e a ta l punto
glior esempio ch e si possa immaginare di <juesta ~rattur_a lo- che uno iato esiste sovente tra una « parola òi.~in.:arnata • e un
gico-affettiva . Ed ecco ancora, un ceno m~mero d~ ~ezz1 pe_r c corpo-oggetto» che m anipola no biologi e mc:rlici. Fu ~Tande
eliminare l'angoscia d e lla morte. L'esaltazwne rehg10sa coSti· m ~ri to di (~rodrleck AA aver an:ordato a que~to corp() il posto
tuisce il processo w nosci uto p i Ìl ~ntican.Jen~e:. ~a . ted.e eh~ c.he la giurleo-cristianità l{IÌ aveva rifìutato. Di qui la necessità
solleva le montagne, l'ascetismo, gh slann m1sttc~, d btgottl· d ' a.çcoltare qutlj che dice il corpo stesso (m i mi<: a, espressione
smo, la persecuzione relig!osa e ico~o~lasta _so~o lormc: molto delle emozioni) o quello t'he si dice rli !w di l11i . ."'e i Negro·
differ enti di questo atteggiamento dt fuga. Se e vc:ro, ~:ome: la: at'ricani hanno sempre avuto la sa):!;gen:a cti va lorizzare il cor·
scia intendere \ \f. Bmroug h s, Il pa$lO 1111do. ch e la llroga c c po (l'ahb:amo già <!n:cnnato l' ripetuto), l'OtTiclelllale sembra
tutta la lotta fra il tempo e la m orte, la lotta ~.:u ntro ~1 11 tempo infine rlovergli ritrovare il .~ uo ruolo es.,tto (r il a~'a mento. e·
vuo to riempito solamente tlall"attesa della mo~u.• ~· ·~ ~roga~o ~pressione corporale ... ed a nrhe. sotto tm·angulaziwu: di lteren·
ri~hia (è ancora un g ioco di azzardo) la sua vna tns1~1da. per te, la tanawpras.~i). Per l'ap punto. oggi tahmi ~i i nterro~ano
quakhe istante eli estasi nella qu.ale i l ~empo ~.:he st dilata ~u l fatto di sapere se la sofrol ogifl puù aiutare l'uom o a mo·
gli don a l'i ll usione di allontanare mdefuutamentc: la ~adenza rire hene. allo stesso modo che gli insegna a p:trtorìre -;çnza
fatale. Il ricono al/n mori~ pub giocare u n r uolo eq\ll valente,
Iii Non vi è n iente d i piì1 a fTiigg~nle e dc:gracla nt(' Ili U ol t· sit ua1.iuni
sia che d si d ia la morte. sia che si uccida l'altro. Certi tipi di a vvilenti nd lc: quali gli uumini. folli d i angusri3, murti d i \etc c di Lttic L
suicidi, tutti ff>rse, se h isogna credere a Schopenhauer, espri- vcngnn presi improvvi!amenle rl31 rlesicl~riu di :1mmauarc.. : • quello dlt
è succc.-s~n ai miei piedi i: inimmaginabile Il fig!iu salta ~ul r u rpo di ~u••
mono innanzitu tto, rlranfmaticamente, le esigenze piil pro- padre. La paura m i inrh imla a ll3 p3r<'te . T uttu ·inl n rnn . a llri s i ha lln nu. , ;
fonde del loro voler vivere, salvo c:he qualcuno non preferisca lcannann. ma ;., n .:n verln che quc~la ~rC'na. sullo eli mc. Il fighu ~i ch in.1
sul padre. P iange. Il su o cnltdlu affoncla n el curpn. di lania la carne. Il
sorriso sulle lahhr3 s:1pen1lo1 rhc questa. perso~a nn n è .o~bliga ta a .mnr ir~. ventre è 3pcrtn. Si arranisr~. Poo i a lfooncla le due mani nt·lle vist <:rt·.. ~trap­
Non l! che una g ron3 mcntngn3. A miU ~vv1so. nun v1. c n~~ntc d• . p;ut•: pa... si co pre il capo... c ~i p~~sa t~tl'i1~tomu al <'111!.. gli i~ t C',Iini: l~istnl~"
clllarmc::nte piacevule nella morte e nnn ". certn p~rchc ~~~ ~ .cclchnamn 1 In sguardo. s~nto questa fn llla sahrc: m me. Ho l lmprtsSJunc cl• VJVcrt· l
m11rti ~·on delle fc31C () p e rché no~ .man!?l~mo nel lcs.ch J riJ z.uc~hero 0 miei ultimi sccundi... Piang•J. .P rc~to. ~urruco. H u sete Il fcrrn mi hruci;~ .
pc:rrh~ giuchi:unn con <legli srhdctn m m1matura. che c per n o 1 una. cosa Q~csln rumun: . . q':'c!lc ~;"rida. Questi colpi... Bisngna rimane••· in piedi. Se
familiare. Fnr~e la v~tTh ia gencra~iunc il'VCVa una fì],•stlli3 che cons•stcv.'l mr ahhas.• n. se m 1 stend e:. snnn mnrtn. F. cl ì: in quC'SIO monncntn f he un~
nel nun dare grande impnrtanza a.lla morte. ma sec~mdo mc t:ot;~ era _che il hnlliglia, pi.,mh~ sulla mia testa. la mia tempia dc~tra è: aptrta. Fcri t,1 larga.
risulta to di una rcprcss1unc loro 1mpo~ta dalla Chtesa. La Cht.cs:J. h con- luT.tga. ,r~nfo:mb Un rivoln rli Ranguc innnrla il mio volto ... Cado in g innc-
dannava a i lorn stcs~i ucchi facendo credere che non erano m cnt.e ~ che chm.. f. 1l ncrn. comtll<:lu... ~ (Ch. Bcrnada1-. l ,t• traiTI dt• fa Mori, Fran!'c·
nun sarebbero urivati a niente su qucstn terra. che sa rebbero stah n rnm- Emp1rc, 19ìtl. pp. 124- t :?.'i. Vedere ancltc pp. 1 3.~ -.~«ì. 1-l!).,:;n, J:",;{, l.~ l -~!.
pcnsati n ell'eternità.. Avev~no ~~~ . spiri In completamente nv])rcsso .. e.t cra!1" 19.'1-94. 20'2-2 10. 211l-4t ...)
p rivi di ngni speranza <: d1 n~tm 1llu•mnc. OvvcT<> cranu dc1 mnrt1 v1vent• • (ì)l l.t' liim· du (Il. Gallimarrl t!lf>i : La 11mfrulic. turi r•/ fr• !ymlm/1·. (i;d -
(fl/1. ri l .. ! !17~. pp. ili - 77) limard t%'1.
dolore. Non è impossibile immaginare una scienza corporale 111 • LE GJlAN'DI LINEE DI UNA EVOLUZIONE
del morire bene; per costituirla sarà necessario molto sapere
e molto coraggio per lottare contro i pregiudizi/"*
Altri atteggiamenti provengono dalla diversiot~e, dalla ne-
gazioue, dalla semplificazione o dal ~ilenzio. Per alcu.ni bisogna
stordirsi, non importa con che mezll, nello scontro vwlento (lo
sport: gioco della violenza regolamentata, teso a rappresentare
la morte, abbiamo detto; la corrida: uccidere il toro, è uc-
cidere la morte, ma è anche rischiare di morire); nei giochi di Gli atteggiamenti di fronte alla morte, ai morenti, ai de-
azzardo (il desiderio di morte spinge il gio~atore, .la ~ì~cita funti (cadaveri, mani o antenati «scomparsi »), non hanno
è vista come un sovrappiù di vita); nella festa m fine, mdJvldua- mancato, in Occidente,1 di essere teatro di metamorfosi im-
le o collettiva (si rischia la propria vita nel carnevale per me- portanti. I progressi spettacolarì della scienza e della tecnica,
glio vedervi come si brucia l'effige della morte, ~·esube:anz~ la riorganizzazione di certe strutture sociali, in particolare la
e l'anarchia della festa rimandano d'altro canto a1 tempi pn- famiglia, l'istituzio ne di una civiltà capitalista industriale ba-
mitivi, a Cronos quando l'uomo ed il gruppo possono alla fine sata sul rendimento e sul profitto, hanno comportato trasfor-
risorgere). Le altre tecniche prevengono pill che sopprimere mazioni fondamentali: desacralizzazione, desocializzazione,
l'angoscia della morte. La negazione coindde con un tipo ben nuova concezione della malattia, della morte, della salute, pri-
conosciuto di lutto patologico per :ifiuto _di c~edere alla m~rte mato dell'economico; rafforzamento del tabù verso la morte
dell'altro che l'onnipresenza traslonna m v1vente autentiCO. ed il lutto ... altrettanti punti importanti che hanno potuto
La semplificazioue (scomparsa dei funerali e soprattutto del far c redere all'esistenza, oggigiorno, di una mo rte « inver-
luuo sulla quale to rneremo) e il silenzio (rifiuta .di parlar~ tita » .2
della morte e dei morti), caratterizzano bene l'Ocndenta1e d1
oggi. Si resta colpiti dal fatto che i malati, s1?ecialmeme
certi malati di mente, quando li si interroga. formscono sulla ' l · Desacralizzazione
morte risp<>Ste ben pÌù acute, originali e penetranti, di quelle
dell'uomo norma{e. Il paradosso è solo apparente: « La paura · L'aspetto misterioso del morire e della mo rte, l'intensità
della morte è normale e bisogna difendersi. Ed è a livello del delle emozioni che suscitano, l'incertezza del / nell'aldilà ba-
processo difensivo che si gioca tutto: è l'equilibrio tra i mezzi stano, forse, a spiegare in che cosa e perché la morte venne
messi in atto e il periodo rappresentato dalla mone. Se l'an~o­ catturata dall'immaginazione religiosa. Nell'Africa nera, di-
scia della morte è intensa, ci si servirà di mezzi staordinana-
meme costosi per proteggersi. Si dovrà mobilitare una quan-
tità enorme di energia, e tutto ciò a detrimento degli investi- l L'Africa, a sua volta, è entrata nell'era delle mutazioni accelerate: la
doppia spinta del Cristianesimo c soprattutto dell' lslam, l'industrializza-
menti positivi orientati verso la vita, la cr~azione. È una sot- zione, J'occidc:nlalizzaz.ìone e l'urbaniz.zaziom:, alterano sensibilmente i com-
traz.ione di energia che fini sce per dare spaziO alla. morte nel.la portamenti t radizionali. Non possiamo dilunga rci su ~uesto punto. ma non
t enguato affermare che si assiste a una occidentahzza:zionc della morte
vita. • 10 Fare silenzio sulla morte è una ben cattiva strategta, africana. Vedere L.V. Tbomas, R. Luneau, Anthropologie relit;i.eust' op. cit.
poiché niente è più angoscioso dell'ignoto o del nascosto, se 1974. ' •
2 Comportamc.1to estremamente ·ambivalente:. .. Sul piano psicologico, la
giunge a ridestarsi. nos.tra epoca sembra voler respinger~ l'id~a della morte, ma su! piano onto-
l~giCO la .prende. veramente sul seno. D altra parte, non sarà proprio per
69 La minaccia divina: ~ tu partorirai nel 'dolore» ha fatto sl che la CIÒ che SI accanuce tanto a r ifiutarla? • P. Schooncnberg. Credo alla vita
Chiesa si sia opposta per lungo tempo al parlo indolore. Ora la morte: non eterna, .. Concilium .., 41 , p. 89. Sulle antiche usanze francesi ,; veda
è forse viuuta come sanzione? M. Bouteiller, Lll mort el les funérailles, in lA France et les Français,
70 R. Mcnahe.m, op. l'il .. pp. l 57 - 158. Encycl. de la Pléiade, Gallimard 1972, pp. 95- 100.

370 371
viene la cond izione di un rito di passaggio col susseguirsi ine- ~he il dom~nio della Ch~esa_fu tanto più potente quanto più
vi tabile dei sacrifici. dei procedimenti divinatori ed incantato- 1l popolo VIveva nella m1.sena, a un tem po rassegnato e disar-
ri, delle pnrificazio ni , delle consacrazioni e delle di~sacrazioni mato di fronte alla morte. Parimenti M. Vovelle l ha potuto
che questo presupp.1ne. La stessa cosa si verifìd, in :Europa. F. parlare, a proposito della Provenza n el XVIII secolo, di pietà
Lebrun, studiando la mo rte nell' Angiò nei secoli xvn e xvm, barocca c o esuberanza della messinscena macabra » ;• è l'età
sottolinea: « La !lofferenza e la malattia sono mandate da Dio aurea delle pompe fu nebri con « giro della città ,. effettuato
per punire gli uomini dei lo ro peccati e per avvertirli che deb- da un corteo che qualche volta comporta una orchestra am-
bono fare penitenza finché c'è ancora tempo. Quanto alla bulante ( 13 bambini poveri= 12 apostoli + Giuda; q ualche
morte, anch'essa ca.~tigo voluto da D io e scadenza ad un tempo volta 2fì = l ~ ragazzi+ 13 fanciulle) e le campane che suona-
imprevedibile ed inevitabile, è il passaggio da questa , valle no a distesa ~lurante l'inumazione; è anche l'epoca delle «se-
di lacrime , alla vita eterna, passaggio infinitamente temibile, polture e lettive » {scelta, a seconda della ricchen~a. ovviamen·
poiché al picwlo numero degli eletti si o ppo ne la folla dei te, di una tomha in convento. n ella <"hiesa parrocchiale, v icino
dannati e nulla puù pregiudirare la senten:r.a del Giudice So- all'altare di un santo... per beneficiare di un numero di indul-
vrano. Co~ì. di lronte a lla malattia ed alla morte, il grande genze o di grazie che una simile vicinanza non può che ap-
rimedio è la pn.:ghi<.-ra: t: i santi giuorano un ruolo capitale di portare; è infine il periodo in cui si moltiplicano, così come
mostrano i testamenti/ i legati o le donazioni pie, le' richieste
mediatori: essa sola puù ottenere dalla misericordia divina la
dl messe per il riposo dell'anima del defunto, le invocazioni
.~al vezza d e i corpi e d elle anime, essa sola può accorciare il sog-
alla Vergine, le offerte di ceri ...
g iorno nel pur.l{~ltorio d elle anime prigioniere.» Non si insi-
Abbiamo già detto come, ti proposito della morte sociale,
sterà mai abbastam.a , in questo pwblema, sul ruolo del clero si era impostata una duplic~ 'Corrente di razionalizz.azione e di
relativamente istruito rispetto alle masse; nei tedeli essi vede· /aic_izza_z.ion~ della Y_TJOrte : ora è la preocc upazion e di igiene
vano dei minorenni irresponsabili sui quali bisogna vegliare: e dt sp1egaz10ne raz10nale che la implica. o ra è il desiderio di
c Come una mamma particolarmente severa che tiene in pu· togliere alla Chiesa i suoi numerosi privilegi . in mater ia di
gno i suoi turbolenti e numerosi bambini con la paura d ella funerali. Così Vovelle ha dimostrato ch e a cominciare d all'an-
punizione, riservandosi di mostrare lo ro la sua tenerezza quan- no 1750 la Provenza conosce un importante movimento di
do sono malati o smarriti, la Chiesa sì serve senza posa ddla dec.ristianizzazione: 8 la socializzazione relig i<>sa e clericale del -
paura della mo rte, del giudizio e dell'inferno, come strumento la morte ne suhisce un contraccolpo. « La sepoltura elettiva ,
pastorale e mezzo per mantenere o Tiportare i fedeli sulla retta conosce una netta regressione,9 che si deve imputare sia alla
via. Catechisti. predicatori, missionari sviluppano a gara da·
vanti ai loro udito.rii di bambini e di adulti, il tema del casti· 5 M. Vovelle, Piété bamqz~ et dùhrist·ianisalion l'n Pmvt•nu uu XVIII'
1iiclc, ~lon 1973.
go e del piccolo numero degli eletti e attingono a un medesi- 6 Specialmente la toilette del morto. che der iva piu da un rit" magni-
mo fondo di immagini popolari, senza solido fondamento teo- loquente e barocco che dalla cura del coq;o.
7 Lo s!udio dci. testamenti, autentici "libri illustrat i della morte'"· s:
logico, le stesse descrizioni reaHstiche dell'inferno e del giudi- moat~a qu1 molto. ncco_. 500.000 documenti di qu.:stu tipu ..:onscrvati fi no acl
zio.l ~ solo al letto di morte del cristiano che la Chiesa ac- ora, 1ntuessano !l puwdo suddetto. Indubbiamente, il soggett o che fa te -
condiscende a mostrare un viso di fiducia e di amore. • • t vero stamento deve ncorrere 9 volte su IO alla penna notarilc: nondimeno il
tcatamentn ben riassume le preoccupazioni religiose della gente ddl'qwc:l.
H Lo stesso acca_de, secondo F. l,ebrun, nell'Angiò, tra il 171ì0 c il 1ii:..
dove ha luogo un 1mportante movimento di laicizzazione. Smettono di Farsi
3 La « predicazione clelia morte ~. quale è stata concepita dalla fine del l~pptlli~c ~d!a chiesa (pri~~ ancora c he r .or.dinanu real e del 177ti In proì-
xv secolo fino a metà rlcl xx secolo, è l'oggetto di severe critiche d~ parte bi&S~)! 1l ctm~tuo non e pm un .ccnt~o d1 mc~ntru, un foro, un lu ug-o <li
di un teologo ccmtcmporan~~· il . padre R~guet. _(nel lavoro collethvo Le prcg~1e~a o d! festa, ma uno. spaz10 eh!Uso e ,rc:cmto (la grande ,hi u~ura dci
M ysthe dc la mori t·l sa cd cbralwn, Pang1 l9.Jiì). · . mort• h colp•.s,ce come c_olp1s~e i vivi. e i santi!); nei testamenti. n<m si
4 F. Lebrun, LC'S lwmmes et la mori en Anjml aux xuu· et XV/Il' Slècles, raccomanda p1u la proprca nn•ma a O to o ai s.anti ...
Mou tun 1971. pp. 49.'1- ~94 . 9 « Si ohiettuà che la fine della richiesta .di sepoltura nella tomba di

373
~
l
reazione giansenista che rifiuta tali credenz~ in nome ~i u~a ' n~ mort_ e-sacr? scmbr~ decisamente ~larizzata; comunque og-
concezione rigorista della grazia e dell'umo~e _con . D10, sta gt essa ~t llt:.tntfcsta duaramente. lln ' mch ic~ta intemazionale a
alla perdita di rilievo del senso del sacro (dmunuz10ne del- realizzata in alcuni Paesi occidentali fornisce, malgrado l'as-
l'importanza dell'aiuto soprann~turale . dop~ la . morte). ~ l nu- sem:a delle naziuni socialiste, risulta ti r icchissimi di significato.
mero di messe richieste, a maggtor rag10ne se s1 tratta dt c la- Ed eccone una sintesi (vedere la tavola della pagina seguente).
sciti per messe perpetue », conosce ugualmente una caduta ra·
dicale. Lo stesso è per le invocazioni alla Vergine (dall'SO al- Bisognerebbe ancora, per essere piit completi (come fa la no-
n~5 % nei testamenti all'inizio del XVH I secolo al 2~-30 '7<! alla stra inchiesta personale tuttora in corso), imerrnp,<trsi sull'im-
fine del secolo). Manifesto declino a loro volta det legau c~e portanza attuale e il sig,11ificato d ella richie~ta del prete, del-
un testatore destina ai suoi parenti membri del dero, e ctò l'estrema unzione. dei fun erali religiosi, dell e messe per il ri-
ad un tempo in seguito alla diminuzione delle vocazion~ e in poso dell'anima del defunto. La tavola dte segue rileva chia-
seguito al diminuito rispetto .vers~ il pre~e. Per q~.a1~to _nguar- ramente le ditlerenzc l lSA-Elll o pa (o aucora paesi cattolid,
da il c Povero •. d 'ora m pm egh non ncorda ptu tl s1mbolo paesi protestanti, i secondi sembrano maggiormeme attaccati
dd Cristo sulla terra, non è più considerato come il mediatore a certi valori tradizionali), la dispari1à fra credenza in Dio
privilegiato per convogliare vers? l'al~il~ i meriti di q_uelli che (sempre fortissima) e la credema; nel cielo, nell 'inferno, nel-
l'hanno " elemosinato • (la cantà cnsuana personahz.zata. la- l'altra vita, nella n·:ncarnazione, che:: nettamente va perdendo
scia il posto alla carità ufficiale e anoni~a). In ques~a -~amera ti! i evo. Infine noi sappiamo che la semplificazione e l'unif<Jr-
si assiste ad un cambiamento più ampw della senstbthtà col· mità (relativa) dei riti funebri religiosi sembrano aver messo
letti va: c Si è prodotto un cambiamento più ampio di cui la un limite alla pompa di altri tempi.ll Se ne possono immagina.
dec;ristianizlazione non è che uno degli aspetti. Per i Proven- re le conseguenze: o: La coscienza della morte ha scavato il
zali dd xveu set:olo, l'immagine della morte è cambiata. Il com- suu soko iu tuue le civiltà: il crescente squallore che ne pro-
pless<• dei gesti, dei riti nei quali questo passaggio veniva assi- mana, nel prncc:-dere della dissacra~ione c:on l'avanzare della
curatO, come delle visioni alle quali rispo~devano. si è modi-
ficato profondamente. Non si sa se J'uor:no é lasciato più solo,
. 1:? Sui ci~u ltat i d ì quest~ inchiesta internazìun:tlc ( IO pa..:sì euro pei}...
meno confortato dall'aldilà nel 1780 ptuttosto che nel 1700: ~tguardante la . ucdenza nd l ;~)d tlà, v~dc:re P. D duu~. Qui rruit à /'au.-rlelà,
ma ha deciso di non farc i più aflìdamento. • 10 m M ori el frt•st-tl~f', "' L<.'"li Cah. d o: l' sy ch. rd ig . " • L umc:n vitac:. Bruxelles
A dispetto di alcune fluttuazioni contingenti,11 la separazio- 1!:71 , f-P· 17-SK. L autore conclude che da u na v cnttna d 'anni il numero di
p.;rs<.ne ch e di ("<}llo ,;; c redere ad una vita dopo la m uri<: decr~scc: c si stabi-
lizza prubabìlmcnlc all'incirca intorno alla mctiÌ della popolazione adulta.
famigl ia di una ch iesa, più ancora c he .u!la p~o":a dc~ distac:c:o di fronte a La manc anllt d i f~de, in questo campo , si è im/>osla in maniera d ive na
dc:voz:i on i radicale. è un indice molto posltavo da nnunna a~ W1a certa fon':'~ ma si i: imposta in tutti i paesi, in tutt e le con cssion i religiose tutte 1;
di vanità (lo sanno bene i veri devoti, che dumanda~o dt euer e seppcll~h età, tutte le pro fessioni, ivi compresa , s~mbrcrcb!Je, quella dct' pastore.
nel cimitero}, oppure di ripudio di una _visione magtca. della sepolt~ra m Vedere anche~ Sundages •, 1-2, 1%Y, pp. JO!J- 1 IO. •
prouimità degli altari da do ve scorre tl fio~to delle md_ulge oze. !--argo- l~ • La Cht~sa stessa, nelle gnndi c_it là, p er m otiv i fin tro ppo evidenti
mento, valido in questo caso, guadagn~ maggtor pes~ se '' prende m con· ~a d uvutu mc; ~tfì.carc le sue 11:!ilflzc_ ed . ti .P~e.lc: non può più a e<·um pagn a rc
•ideruione il cerimon iale della morte: 1l marcato dechno del le p ompe fune- ti ~efunl<> a l CJ mttcru; per una specte da dtVlSiulli: del lavoro, le: u lt ime prr-
bri barocche, segno maggiore d ella a n tica CÌ\•iltà prove!l~a}e. comp~1rta un~ gh!ere sulla foss<~ svett.~no ad un p rete sped;~li:r:za to. g eneralme nte vecchio
valorinuionc: antag onista dcll'aspira.zione alla semplt~t.ta, dci nfiuto d~ o. mfermo ; o pp ure ~<.: l " e ancora il co rteo c se il prete ne: fa pa rte. si trtltta
ogni vanità mondana: questo non è fone un progresso ptu che un regresso. d1 un c~rteo motonzzat<~. s?~gctto alla dup lice l egge d d la vduc:ità e della
M, Vuvelh:. up. cit., J). 612. carcola.zw!'."· che ;'"'On pt.Hl. ptu spuslarc c:he un pi ccolo nume ro di persone, i
10 M. Vovdlc, op. cit., p. 614. . . p;ucnh .P.tu strc>.ltl. Pc.r dtverse intluenze, il rituale ilei lutto ~i è accorciato
11 Rìcordiamu 1~ pompe rep~bbhcane (morte da V: Hugo. nel _1885), lu e semp!alicato; l segni ester~~>~i si riducono suvcntc ad un simbolo, il pez-
spostamento di pietà dalla Chtesa verso le necropoh (ossano d1 ~ouau­ zctto. d t cr~spo eh~ glr . u?mmt portano sul l oro v est ilo. Je donne stesse ri.
mont), l'lrrìgidìrsì del lutto per le ~.onne . (velo l~ngo = 6 mes1, velo nunctanu a1 ,lfrand t vclr mgomhranti sui traspur1i pubbli ci. l c imiteri tcn-
corto = 6 mesi, crespo = l armo e ptu; po1, dopo l uso _del nero, quellu d_on.o ad allont.a narsi dai centri urbani e a dive ntare giga11tcsc:hi , come le
dc:l gdgio o dd viola; la proibi~ione di rappnrtt 5essuah per due o tre ~ti! a delle qua h fo rmano le appendici . • l. ··uHt t. P/ti>nmni!nt~lagie du d eu il
•n La Mort t't I'Honmll' dw XX· siù l1•, ~pes l!ll.i.1, pp. 179- ISO. '
anni ...).

374 375
società industriale, contribuisce a rendere affascinante e triste
CREI>t:TF.,.. insieme l'ora presente. » 14 •
Alcuni, tuttavia, si interrogano sull'eventualiu\ di un rin-
novamento del sacro. Se in un certo senso, e piit c:he mai.
la morte è considerata come un termine, una fiue, tutt'al pit't
un viaggio (lo splendido balletto /_e voyage di Béjart lo espri-
me molto bene), se attraverso il canale dei media si riduce ad
uno spettacolo, a una somma di int'ormazioni che eli_minauo
----- -~-- ---
il« tremendum » per non conservare altro che il « fascinans »,
nondimeno vi appare un certo transfert del sano, se hisugna
In Dio:
sì B i7 l'li 7'1 114 lìO 73 credere a ]. Potei. « I mass-media, per il fatto che tavori.~cono
nn '!l Il ]O 13 Il 2fì 12 una vita mitica intorno alle persone scomparse. creano una
non SI pronunci;u~o 6 1:2 !J 8 5 1-t 15
zona saCra »; grazie ad essi « morti che sart>bbero state in
IOU 100 \00 IIJU 100 100 100 <terza persona , cioè sconosciute, anonime, ;tstratte sono diven-
Al par01.!iso:* tate morti < in seconda persona ' • quelle di uomini più vicini.
si .14 4.3 54 so 4.~ GO Il:) ai quali si era già prestato attenzione. Cene attese al momeu-
no '27 4! 31 41 42 20 Il
]:) 1.'> 9 l :i 20 4
to dell'agonia di persone in vista, come Gio\'anni XXIII. il car-
non st prnnunciano 19
dinale P. Veuillot, Eisenhower, introducono una nota sacra
IUU 100 )(l() 100 100 )()() J()() 1011 intorno alla morte.» 15 l funerali solenni di I>e (;aulk. quelli
Alla vita dopo la mort~: commoventi di Kennedy, quelli deliranti <ii i':asser, dove mi-
sì 3.C. 41 !iIl 50 .~A .',4 73 gliaia di uomini abbracciarono la bara singhiozzando, potreb-
nn s:-ì ~-'' s:. 41 47 25 I!J
bero, in un certo "'senso, riavvic:inarsi al sa(:ro, e lo stesso vale
nnn s1 pTonunr•ann 1:? 14 !"> !) l :i 21 s
per diverse rappresentazioni artistìche. 11' !\·la tutto questo ha-
)()() !Ofl 100 100 11111 100 100 1011
sta per affermare che « attraverso i media si attua una iero-
A Ila rcin<arnazionc: fania e una dislocazione del sacro »? 17 ~o n lo crediamo. :\
sl 23 25 IO 12 14 20
55 i2 tì4 meno che non si riduca il sacro all'atmosfera di so\Tabhoncian-
no 62 :i4
non st pronunnano 15 21 !H 16 29 Hì za affettiva in cui esso si esprime ahitnalmeme: tkl resto ci sa·
rebbe molto da ridire sulla personificazione dei defunli illu-
IliO ](l() 100 100 100 \00 100 100
stri: se essi sono alla seconda persona piuttosto che a11a terza,
All'inferno: è nella misura in cui muoiono al nostro posto, o più semplice-
si 22 23 2:) 28 17 .% 65
iO 58 fì2 61 71 4.~ 29 mente ancora, ptr darci un fremito. Cic'> non ha nulla di meta·
no
non SI pronunciano Il Hl ).~ Il 12 19 (ì fisico! Nel suo notevole studio, Dauif:rrJ drmf' ures, 1 ~ il noto
100 100 100 100 !00 100 100 !Ot1
14 S. Acquaviva, L'eclissi dd 5lJUfl ndfrt civiltà indmlrialf'. Cnmtmìt;',
Al diavnln: 1966',/. 21. Vedere Ch. Delacampagnc, <~f!. cii .. 1~174, ca pp Xl. xu.
sì 17 21 25 29 2:i 21 38 GO l S' . Potei, op. cit.. 1970, p. 21 l.
no 76 (;() ti2 57 69 GR 44 .lS 16 A proposito del suo balletto [_,. VoyaJ!e. che tratta proprio d!'ll;t
non si pronunciano 7 19 ~.~ 14 lì Il 111 5 morte, M. Béjart scriveva: «Tutta la danza che ~i i.wla o che non pC~rte­
cipa, sia pure inconsciamente. del sacro è una danza inutile. t;l~rliata fuori
1110 \00 100 100 l 00 100 100 100 dalle sue radici. Una danza che non è l'c.<pressionc di una man i f.-sla~iont·
del sacro, che è l'opposto di una comunione. t, una danza vuota c pri,-~ tl i
s~nso. ~
'' f'. poo.sihilc <hc in Fra1~da l'usn. ~cl !ermin~ Par~dis. più preciso d~l 17 J. PoteL op. cii .. p. 212.
trrminc Ciel (Hmvcn). che <: stato ullluzatn negl1 altn pacs1. abbta cnntn- l~ R. Auze Ile. Drrn ih r.~ dnm•urr.1. C m1rt' {JfÌ<m. rmnfw .< il im1. ,.,:(/li <ti/ io n
buìto alla singob.rità dei ri~ultati francesi su questo punt•>.
architellu-urbanista, R . Auzelle, si interroga a sua volta su un 2 · Desocializz.azicme
cvt·mu;.~ le ritorno al sacro. " t·: importante fare in modo che
il timitero, queslO angolo di terreno dove si dorme, seguendo S~ il reli_gioso p~esenta soveme una dimeusione sociale (le-
l'dimulogia, non sia , profano, o considerato cume tale; nel gami streUt tra reltgare e- religere; presso i Uambara del Mali,
qu<d caso, i.: sempli(emente u n deposito, un l uogo di elimina-
J.iune d i uua t.:ategoria particolare di rifiuti ». Al contrar io,
<icH· ost'H.' 1111 luogu d i rau:oglimem o. Ciù imp lica una ristrut·
turazione d'iusieme. «Non ci si deve piil accontentare dì una
l~
l9 stesso_ ten_n ine; ~ las_iri »: yu ol dire legame e rei igion e). )a
desauahzzazwne nsch1a d1 portare con sé una clesocializza-
zione. Ciò_ è stato_ messo in rilievo più dj una volla n elle pagine
precedenta, spec1almente quando abbiamo ri~,;onl ato che al
giorno d 'oggi l'uomo muore solo, senza ~,;be la sua morte sia
.~
porta, sia pure lliOIHJmcmale, dì un loculu per le famiglie
e di un ullicio per il conservatore. t indispen sabile che diversi con_osciut~, ·o a rigort;, ddvanti ad un anonimo personale ospe-
l
clcmemi funziouali twvino posto nella composizione del cimi- dahero. Se, nell'AfrKa nera rurale, 1~ morte rigu arda non
tero, creando t.:osì il luogo di cerimonie che segnala e mette r .~olra~•to ~a fan~iglia in senso lato (stirpe, oppure c:lan ), ma an-
in ri lit:vo l'imponama di questi riti di passaggio ».H .Sala per 1 dte ti vlilagg10 e questo panccipa auivamente ai funerali
tuui i eu lti, atalll'l ' · dtmenti fun ebri sobri, disueti, eleganti,
in ;, nucn i a con i l paesag·gio (armonia, calma, serenità) non
l (<:anti e danze, t:ostruzione di un « inctro » o S<:avo della fos-
sa, interrogatorio del cadavere) e ai riti dd lutto; da noi si è
san.: bLero suflìciemi: «per raggiungere l'autenticità del carat-
tere sacro bison·na, o
come ~ i faceva del tu Ho naturalmente nei. ~ sci_volati senza dubbio alcuno dalla mone pubblica al decesso
pnvato, dalla morte che riguarda tutto il villagg-io a quella
CÌIIliteri parrocchiali , far sì che la comunità dei monì si trov1 dH: non to~,;ca che i parenti prossimi, 211 qualch e amico e i ~,;olle­
radunata. L'ossario collettivo composto da tutto un insieme ghi di lavoro. Ieri il defunto alfrontava la mort<~ in an:ordo
di msari individuali permette non soltanto di realizzare la le· con il gruppo. intero (anche se viveva in solitario r itiro d a-
gislazÌollt: .~ UJ recurero delle COilttSSioni, ma anche di riunire van ti a Dio); oggigiorno viene privato d ella sua morte aura-
ìn uno stesso luogo, benché souo forme differenti, le genera- vc:rso la vo)ontà d~lla sua fan_Ii~lia: tutto avvie11e <:ome se egli
ziuui ch e si sun.:cdono in uno stesso territorio. » Il cim itero ) dtv~mass~ « un _nmH~re, _un n tardato m e ntale di cui si ocnlpa-
diven terd..1Le dulll}lll', com emporaneauwnte, il luogo delle ce- l no Il comuge o 1 gt-nllorr, sep;nandolo dal llHmdo » .21 I l rifi uto
rimon ie l'uueb ri c d '<·sposizione del ddunto, cosa divenuta l
dilli<:ile udle fitlà d 'oggigiomo, il luogo per eccellenza d el rac- ::!li R. Auzdle, op. cil., 1913. p. Ì1.
coglimento c del ricordo, un'opera d'arte in rela:t.ion e con i l
u:istl":o pcnnall<:lll<' •Iella vita e della morte ch e contribui-
r 2 ~ P h; Ariès, op. ~-it., !970, p. ?"'· L 'autore preci~;~~ l'unmo <kl scwndu
Med~u J::vo e . dd Rmasnm.,ntu (m contrappusiziun~· all'uomo del primo
Mc:dw_ Evo, dt Orland_o, cbc sopr.tl;'vÌvc nei CIJn ladini di ,.,,fstoi) teneva a
rebbt> a ma.,nifirarc.
.... Ta le 1mtrebbe essere il sacru prufauo di parte~tpare alla pwpna morte, pnché vedeva in tale ntvrlc un momento

l
cccezwnalc nel quale la sua individualità riceveva la sua forma definitiva .
domani ch e si adatterebbe pienamente ad una a-mortalità ter- Nc,n era ti padrone della sua vita se non nc:lla misura in cui era il pa-
restr-:. quella dt'l rkordo (la mnemote<:a dell'anno 2000 im- dro~c della su" morte. La su_a morte apparlcncva a lui, 5Vlo a lui. Ora, a
maginata d al Dr. Lan.:hcr ·e della quale abbiamo parlato pri-- partlr_e d~l secolo. xv H, ha finito di cs~rcitare da suh> la sovranità sulla
j>ro~n~ v1ta,, c, d1 conseguen~a. sulla prupria murtc. L'ha divisa cu11 la
ma), ma a nche (jllt:lla del r ìposu e della pace. tam1g!ta. Pnma, la sua famiglia era esclusa dalle decisioni gravi che
dovcv_a prcndu~ in vista della morte, e che prendeva da sulu.
e: d cas~ d et tcstam~nll. Dal xlv sècolu all'inizio del x vm secolo, il
t<:~ta_mento e stato per Ciascuno un mc~~o ~pontanco per ~sprim<:rsi, c co-
SIIl~lva nell_o ~tesso _tempo un segno d1 d1ffl<h·nla - o mancanza di fi.
duc1a - nc1 nguar?'. dcii~ propri_a. famiglia. Anche il kslallltl\to ha per-
duto la sua carattenshca d1 ncccss•ta m orale e di lcstimonia.n~a personale e
c~l~mS\1 quan~o! n d xv m scçolo, l'alf etto fa m ilia re ha trionfa tu su !la
du àml'lih<• (<~11lt'III/Joi'(Jill, R. Auzdle édit., Paris 1965. Questo libro è d1ff1denza tradJ~Jonale. d~ l kstat"n verso i $UOi credi. Tal ~ diffidenza è
dot;~tu di una straordinaria parte iconQgrafìra e di disegni di D . Jankovi c. st_ata, <~;l co~tr_ano. sustl_tUI!a da un_a fidu~ia assulu.ta 'he non ha più bisogno
l!) R. Au~cllc. L1·s cim~tihc5 intf'rwmmunau~ l't {c rl'lour au 5acré, ~~ lcst1 sc~1ttl. l.e ~~~m~e vnlo~ta . orali sono diventate, mollo più tardi,
.. Bull. Su(:. Thanatulogic •. 2, 19i3, P- 25. sacre per 1 sopra vv1ssut 1 eh<' s1 nh.-ngon •J nr1n::1i impegnali a rispettacle

379
del lutto nella sua duplice dimensio ne psì<:n logica (la morte detto, le forze vivificanti d ella natura, facilita il rinvigorimcn-
diviene tabù) e sociale (ormai r iguarda solo il nucleo "?atri- to d ella co llettività: è un'autentica rigenerazione.~ Ieri la fe-
moniale) va, certamente, nello stesso senso... c Anche l arre- sta affermava ancora «il destino tragico dell'essere» <:be ~i
tramento del , costume '• come norma di apprezzamento delle immolava: u11 yrigio nicro ubriacato (fatto che ri<'orda il bic-
cerimonie da compiersi per i riti di passaggio. della .mo~·t~, sa- l chiere di rum o'fferto da noi a c:hi sta per essere g-higlinttinatol
rebbe altresì testimonianza, ci dice Vovelle, dt una mdavtdua- nelle kronie di Rodi. uno schiavo che si impi<:cava o crO<: ifì~­
lizzazione delle scelte religiose, meno subite. nel quadro dei geva nelle feste babilonesi dopo che, durante k festivit;Ì, avev::1
romportamenti di gruppo rispetto al passato. » 22 • preso il posto del re, e poi usato ed abusato delle sue conc ubim~
{!n altro eminente storito, P. Chaunu, dopo aver ncordato (dando così l'esempio d ell'org ia, della lus.mria): ai p;inrni no-
che ·a partire dal l i40-17 ;,o soprag?i_uuge I.a « ~~ntestazione stri, durante il carnevale, basta un fantoccio che simholiZla a
delle pompe » con tuui i loro cortei mtermm.aht~J, le proces: seconda dei casi il re, l'inverno o Ja morte : in se~uito viene
sioni dei poveri, dei penitenti, dei portaton d 1 t?rce e ~~ bersagliato di colpi. bruciato o affogato.}{>
c drappi mortuari blasonati ,. . sottolinea che. d opo al l 9:i0, ti Esistono alcune analogie tra la festa e Ja morte: tu tte c due
processo dì desocializzazione sì è cunsiderevolment.e a~~~lerato sono passaggi. trasformazion i d ell'essere, e sopraltuUo, :;c pre n-
al punto che il morire diventa t~n atte~ totalmente mdtvaduale, diamo in considerazione l'Africa nera, sup~ramcnti d i sé, me·
come negli usA. « La morte, , dice. « c subentrata al sesso ~ella glio ancora condizioni di ri-nas<.:Ìta, di ri-gcnl~razione: pt'r
, zona d'umbra,, Nella pratica sociale della_ Nuova ln~htlter­ questo la morte cii un vecd1io implica ~emprc. ndl'.\t'rica
ra, proprio come il nuovo romanzo amencano (ved1 John rurale animista, paros~ismo, sperpero, licenziosit:'1. pnfino or-
llpdike) ha ben colto, è la morte_ che è oscena, dell.a morte ge. Quelli che sono stati a ragione (·hiamati i « hanrhetti di ~e­
le convenienze vietano la deploraz10ne: e la soppressume del polt.ura" (riparleremo d ei legami tra il nutrimento c la mmtc
lutto e dei gesti che l'accompagnano porta ad una tensione nella IV parte). che si possono ancora ritrovare" nelle c unpagne
insostenibile, che moltiplica le depressioni nervose in coloro francesi, dimmtrano che la m orte si integra nm la fcst:l t• nm
che sono colpiti dalla m o rte di_ un e~ere ca:o, reprimendo la vita. l.n stesso dicasi per i cortei <:he. mentre permetto no
ogni possibilità di una espresswne hberatnce della soffe- a ceni sopravvis.s uti di esibirsi (valorinazione dd SI!Crl·ssn in -
renza. ,. 2.1
Un altro modo di avvicinare questo fenomeno della de-;o- re, il tempo viene sospeso, le lice nze suno prrm~~sc. (co rrispn!Hh·r~·hhc· ro. ~ i
pen~a. al tempo di decomposizione del t·;oclavcre del re), i poveri prendono
cializzazione-individualìzzazione è quello della festa. Con i_suoi per un momento il posto dei ri cchi t: gli sch iavi qud lo rk i pad rnni. l-
scatenamenti paros$ÌStici , gli sprechi di tempo, d enaro, viveri, proprio il caos originale! ·
a volte anche d'uomini (a Rio ·ogni carnevale comporta da 20 25 • L'eccesso dunque non si limita acl accompagnare la festa in rnrul"
costante. Non è semplice epifenomeno rlell'agitazinne rhc ~ssa sv iluppa. f
a SO decessi) i suoi ritorni al caos primordiale, i suoi rove- necessario al surce~so ddle cerimonie celehrate, parto;o:ipa alla i<>I'IJ .<anta
sciamenti di valori 24 e di gerarchie, la festa incoraggia, si ç virtù e contribuisce come loro a rinnovare la natura u la ~•><' it·UL l'r<>prio
questo sembra essere in dTctti lu scopo delle feste. Il l t'ITI JH> na ur isn·.
spossa. f: lui che fa invecchiare. rhc a vvia versn la morl t:. d~t· t' n!ls uma :
alla kttcra. Da parte: sua, il morente è _ con~inlo . di pote r fa.rc assc:gna: è il st'nso ste.<su nella radice dalla quale vengono tra tte in J.: T('.:n n l iu
mento senza in<Juictu<linc:: sulla parola dc:o suot, ca_n Tale fiduc oa, nat~ net ira nicu le parole che- lo d esi,:nano . Ogni anno 1<1 vc~clazinnt' si rinmn-a c
secoli xvn c xviii, sviluppata n el scn•lo x!X. e (hvc:ntata una vera ahena- la vita sociale. rome la n atu ra, inaugu r;t un n uo vn c id o . Al! .. ra t ullo c ii>
zionc nel secolo lO'- ' che esiste deve rìnnuvar~i. Si d evo: rid;orc inizio alla crcazin m: dd m u nrlo. "
22 M. Vovclle, op. cit., p . 612. R. Caillnis, L lwmm.t· t'l lr sarré. Gallimard l <Wl. p 12S.
23 P. Chaunu. Ln mort réhabilitéc'l, "Lcs lnformations • , 1392, 17-1-1972. Z6 "Da quando un'effi gie so~ tituiscc: la vittim;o um~na . • rlirc R. C::, illoi s.
p. ~4 - In compenso, noi ,non .s,eguia~~ !"autore ~uando ,opp~ne • la morte c i! rito tende a perdere il ~uo valore d i espiazione c fcrt ilìt:'t . • Si rilrovan"
piatta • individuale. tutt a l p1u famd1are dc:l g1orno d ogg1•. alla . « mor_te anco ra sopravvivenze di questo nel caso di alcune rnt:rti n·kbri dt:! gi"rt"'
epidemica che socialir.za • (a Marsiglia ne,l 17.2~. 1000 .dccen 1 al gmrno •_n d'oggi. specialmente quella di Sadi- Carnot. l.a città di J.i,nc ,·onnbh,- :tl-
una città di 9:>.000 ahitanti). Il mondo _d oRgtgwrno ~~ h a fin troppo abt- lora una vera festa-snmm•>ssa della durata di 411 ore. \'ccl rrc M. B·. r th,·nnd .
tuati ali~ mnrti in serie: gu~rre. gcnondo, cata,trolì dtvcrse. . L. Rorhe, L"as.<n.uinat d11 Prhidr•1t Cnmot. " Rcv. Lynnnai~c tlr m<'·rlt•ri nt· ...
2-1 Durante J'inte rrcgnn tra la morte del re c la procla m a zwnc del nuovo Bimillénairc dc Lyon , 19:~8 .

J&>
divHhialc). favoriscono im1anzitutto la t:oalescenza sociale: i
l 3 · .Morte e rendimento
fum·rali di l'iasser OHI le grida, i singhiozzi, le imprecazioni,
g-li sroug;ìuri ,·ollcttivi, i cori «che ritmavano i movimenti dd f La maggior caratteristica del mondo ocòùcuta le capitalista
corteo cnme st· il corpo fosse ancora vivo», quelli di P. Over- e quella di ridurre qualsiasi aspetto del l'attività umana al suo
lH:y. l'eroe di sinistra delle oflirinc: R.enault, durante i quali l· valore di uso, vale a dire «: di valmarc iu termini di mercato
grida , fischi. culli collcuivi «contribuivano a dare al corteo ( e di produzione l'incidenza di una emozione, le modulazioni
il su" Ltr;tller e 'eli festa faua di simpatia spontanea », si cari· l di una passione amorosa, il rendimento di un soguo. Se que-
( sta tendenza venisse a prevalere uel 1l ominio di tlll .:akolo
cauo clc llo sLcsso senso: la morte diventa un simbolo e« il do- l
lore si Lr:1sforma in una speranza di vita migliore ». 21 Ora. generalizzato, la minaccia valutativa del .~isle ma sociale assu-
utalgrado quald u~ cn:ezione. l' uomo d 'oggi ha perso visibil- merebbe un aspetto molto pii1 concreto e, raggiun~endo le fin-
mente il sl~W." della festa. L'asprezza delle preoccupazioni quo- zioni di \Vells, Huxley o l.overcnth, rostrÌIIKerebbe gli Stati
tidiam:. la curllmcl'l:Ìalizzazione del tempo \ibero (questo può a calcolare il prezzo di una gelosia, l'ammortin:am emo dell'an·
defìuìrsi um1e il lt'tnpo llt'Ctssario al rin~igorimento della goscia, il tasso di interesse di un delirio allucinatorio. \'errt'h-
forza bvoro cd at consumo dei beni previsti per tale periodo), be organizzata una nuova borsa intorno a nuovi valori, attinti
1\:vasiollc fuori della <:iuà al momento delle vacanze. la non nel campo del piacere, o meglio, della gioia. equivalt:nte g;eue-
iutq.;razioJH' col ~ntppo che caraueriaa sempre di più i sog- rale dell'economia libidinale della città. » 2'1 Così si parla co-
~l'ttì urban in.at i, s11no a ltn: llanti !attori socio-culturali rh e stantemente del « toslo della vita »: le assirura:tioui non man-
spiq~·ano b perdita dd senso c\(:1\a lesta (che, l'abbiamo sot· cano di calcolarlo ( 110.000-1 :,o.uoo F. ). ma i 11 modo ncccs-
tolìsu·ato, sostitnc la vita del p;ruppo) e della « festa dei tra- sariameme variabile a seconda d t'i casi: 1111 aduilo formato e
passati » (dl<' Ji~JilÌ(la l'angn~cìa ddla morte). f: a~tcora lecito padrone (?) della sua forza lavoro vale piit di llll bambino; ma
riavvi1 iuan· ()II('Sla rclaliva ~parìzioue del senso della lesta <JUesti offre più potenzialità di uu vecd1 io che C•>ttsuma poco
couuo la quale insorg'Otlo tutti i movimenti di protesta hippy e produce ancor meuu. :\1. .\lac Nam<tra Gtkt)lava che. in caso
e di siuisua, ;1 qu(· i. movimenti nuovi nei confronti della mor- di guerra atomi ca. sarebbe stato suflirielll(~ risparmiare ~;~ ci t·
te elci quali si cnustata lo sviluppo spccialmcnle negli Stati tà americane: sarebbe stato troppo disp(.·udioso proteggente
l 'ui1i, 1lon: la pratica <\{· Ila ìhemazione ~embra dovuta alla di più ; 23 sarebbero bastate per ripopolan..• r a pidamèntc il
knna credenza di ;11cuui nei progressi imminenti della riani- paese e avrebbero costituito llll motivo sufli<:il· llt<• di dissua.
m;tJÌom:. « l .a sdrammatia .azione della vita e della morte stes· sio ne (?) per far sì che i l n cm icn uon tenL1sse una tale eca-
sa priva quindi la festa delle sue funzioni essenziali : scongiu- tombe. Churchill, ci ri<:urda Fabre-Ltl(:c,.IO non (: stato autoriz-
rare b pau ra di scomparire propria alle società come agli uo· zato a panecipare allo .sbarco in Normandia. perch é la sua mor-
mini . » '!}. te sarebbe stata troppo pesante per gli alitati ; quanto ·ai chi-
rurghi che operarono il Presidente Johnso n , volontariamente
:.lì \\'. Fril(ho:ff, Ft' lr'S imHIII IIIIblr ·s, « Après demain » , 157, ottobre 1973, lasciarono nn calcolo rilevante che avrebbe potuliJ in seguito,
p. :' J. 1.:1 1'csta, in d f d ti . • oppun~. alla p~uspcttiva ang<~sci.ante d,dla rot-
tura d, ._. ,·nra, dd la <.;uak non s1 sa ne 1! g10rno ne l ora, l afferma- a mandato scadum, causargli gravi noie, 111a a l momento il
lÌOllt' trionfante ddb vita prcs<~ntc. L'esultanta dì _< ess~re i?s.iem~ ora~ cuore poteva cedere: non si poteva risdt iare la morte del Pre-
;paz;.<l vi:1 la paura di ~sst•rc S<' p:tra li. c~m1e se tale 1stante pnvileg1~to d1 sidente! Certamente il Negro-africano teme anche lui la morte
,·mnuni""~ ~ di !(Ì(>ia avc.:ssc arrestato Il corso normale ~dia .stona .dd
mnndu. Si pui1 anomcttt-r<'. in ogni caso. che la festa, csorClS':flO 1mm~chatu di un adulto (o dì un capo), non dà alcun valore a quella di un
, "ntro 1;, paura dd la morte. e, londamcntalmente, sog-no d t un umverso
dun la mort e stcss;~ (l'unt'izionc pn eccellenza) sarebbe bandita.» D. Léger,
/.a /r'lr· d la mori , in Lo· Sl'/1.<, "f.:.:hangcs ~. r18, 1970, pp. 14:15. . mercantile dove si fa di tutto per celare la morte: ci~•vc: questa i: ~ utentica­
.'S D . J.<:~t·r, ufJ. l'it ., p. lh. Dato che l~ fes.ta . - che s1a te!ebrazwne ment( inconl'~ssabite·~ Vedere su questo punto W . Frighuff. 11{1. C'il. Ved~re
dd!a viLI. d ella p;~ura.u clelia morte o che 1mphrh• allontanamc:nto, parte- anche A. Villada.ry, f'i-ie et vie IJU"tidicmu·, f.d. Ouvriì:rcs. 1958.
t'Ìp:tzionc o irlt'!ltÌiil'al!nnc: pon1 importa - è prima di tutto. nmfesoirm.e ~ 29 ]. Cl. Polack, La mtldrcinc du capita/. Maspcru l !Ji:?. p. 3il.
Jihtra~.iouc del! ango~na d1 morte, <.;ualc nwlo potrebbe avere lll una soc1eta .'JO Op. cit., l!.lliti, pp. 33-.H.
bambin o in ten era età, s i ralleg ra per quella d i un vecchio ch e deve fare per m ettere un freno a certe rivenrlic.uioni po-
d iventato inu tile, m a non !\Ì abbando na mai a sordidi calcoli, polari. Attraverso l'autentico spreco / consumo d ei med icinali.
n o n arriva m ai ad un ta le disp rezzo dell'uom o; è an che capace, il profitto ritrova i suoi d iritti, allo stesso m od o in cui la morte
a bbiamo detto. d i' azioni a nti-economiche a l mo m ento dei fu- si recupera economicam ente attra verso il traffico d ei funerali.
nera\i.31 Ritorniamo, a questo proposito, a .J. Cl. Polack: «La E. \Vaugh, nel suo rom:mzo ,/ pamphlet Il caTo r.st i nlo.\> ha fu -
medidna permette e favorisce lo spostamento che disconosce stigato la maniera con la quale si poteva. ron il pretesto di far
i beni collettivi d ella prevenzione per alimentare la massa dei COlla gradita agli « abbando n ati » (i sopravvissuti ), vendere nel
consumatori indiv id ua li di , oggetti di salute , (d entifrici mi- «felice campo di riposo» (il dmìtero) posti w stosi il c:ui prez-
ral:olosi, vitamine salvat ri<:i. armdisiaci e ( taglia-fam e>, stimoc zo aumenta «a seconòa della loro vicinanza ri ~petto all 'opera
Jan t i e tranquillanti, riviste , mediche '• ma~~aggi, saune, ap- d:arte » ( « Il nido am oro!\o » vicino al « Bacio » eli R otiin ,
p recchi a rag-gi uhra-vio letti. el·c ...). Poiché essa rap presenta «L'a ngo lo dei poeti » vi<:ino alla statua d 'O mero, « 11 riposo
J'operatnre ideo logifo <ii q uesto spostamen to, la m edicina en- del pellegrino,., il meno co~tmo perché è p rop rio vi<:inn a l ò e-
fatÌZJ.c'l }'equazione t: he l e~a la guarig ione all'atto di consu- posito d i carburante d el crematorio! ... e<:c.) : ci m mtra inoltre
mo, vale a dire a ll 'acquisto di un bene. Raccog lie la snà stra- tutte· le vili seduzioni realizzate dalle assistenti dei « Celesti
tegia nd campo chiuso d el , colloquio singo lo '• della relazio- Po rpurei ,. per proporre ai vivi la « Sistcmaziou e prima ciel
ne , medi(o-malato .. struttura nodale dello scambio terapeu- termine» (vendere il « cofano" = la bara. la ronce~sintw.
tiro mediato attraverso le , cure , cd il denaro, la prescrizione il mggiorno della « tamera del sonno » =-= Luanro. la « si-
e gli onorari. La prcvem:ione suppone un'inversio n e delle fina- stemazione» = funera li : il « termine» t·he d esi):!;ll<l, senza
lità soci al i dd la pro d uzionc: il mercato capi tali sta affida alla ombra di dubbio, la m orte):- o di quella sorta di irnh mg-lio11i.
medicina la strada o bbli1{ata eli una economia. d ella morte. La accorti ma po<:el scrupo losi. ch e riutilizzano un ('i m itc•ro saturo
completa utilizzazion e d elle ~.:onoscenze m edich e n el campo di per trasrormarlo in t m asilo per vecchi .
una pratica tcrapeutica non alienata esige la morte rli questa Qualsiasi solm:io n e d i un talt· o rdi ne d i rose è rc.~a rliflicile
enmomia di sfrutl a rnen ro .. J> ·' 1 dallo sba lordit ivo po tc:rc di ret:upcro d d « sistem;~ )1, Dal mo-
Cosi, dava nti al costo c al re ndimentcl, si eclissa ogn i poli- mento che i malati e i d efu nti non sono la sola parte in ('ama.
tica dH· sarebbe a l servizio dell'uomo. l.a medicina del capi- come lo ttare co ntro g li i ncirlenti mortali d o vuti all'automo -
tale "cura ,. cìù <:h e perm ette l'efficienza economica, piìr che hile q u;~ndo ci si d cvt• stoJttrar(> con i trust .w che fa h h ricano
lottare (:ontro la morte. malgrado le roncessioni strategiche le automobili, quelli clei petroli e lubrihcanti. ddla gomm a
e de l vetro. le imprese d ell 'elettronica c della radio. i C'ostrut-
tori di strade, gli assicu rator i ... ecc. Certamcnre, ridice ancora
.~ l [: pa quc~to d1c i ~uvcrni <tl'rìcani di og~i pro ibiscono i fu~tcrnl! .f. Cl. Polack. «le istitmioni della Sanit;'t possono n ondimeno
t roppn dispcndi~tsi (Scnc!(al. G~~in ca .. Cnsta d'A":'c no), 1l che n on ha lmp~­
dito rhc il p rt:SI!lentc H c:uphuuet- Bo1gn y seppellisse cv~ gran p~mpa la ~~a celare l'eflloresceuza delle malattie che la socic>tà nra o fa-
materna. f:: proprio del Principe! .Ugua! n~entc~ a. part 1re dal giU~nn 1912. vorisce, ma questa compensazion e prcnrlc_ n ecessariameutc la
nella Co n:a del S ud. non più vcs!J trad1z1o n a h dt lu tto e due ghtrlande al
massim n j><:C pi;m,~tere ~rli scomparsi. ~.c. ~isure .di austerità il'IStaurat.c ~e~
forma im posta dalle leggi del mercato. e si moncti7J.a in cure
eliminare lo spr~n· cnlpisconu pc.r p nm1 1 mu r t 1: I n. seco.ndo lu?go, .' v 1V1 individ uali, inetiicinali e g iornate dì r iposo. d<'h itam ente n111-
nei loro fc.tcggiamenti millcn:m . come le cenmontc d1 matnmomo. In
tale orcasinne è' pr..ihito inviare partc<:ipazioni ~ta~~ate: Lo stesso per ~~~
inv it i a banchetti. La legge r hc impone que~te rcstri ZIOnt comprende und1c1
artirnli. P;~ri a!{~rottar d i cig-lia davanti a tutti i t ipi di cerim onie e r iti 33 OJt. l'il" pp. !\S-60. Da q ui la f1Yo/r'.' ·'imwli::a:Ì"II<' d d la IO(IrlC.
familiari tra i 'lll"li. oltre alla morte e al matrimonio, i p\'11 noti riguardano .~4 E che pensar~ dei .. m rr(.'(m /i di morir'"· quelli r hc tr:lg"!(OilO \1 ma>
i 1 n!lto d L· g-li antcn:•ti e la cclchra•Ì11he dd s.cuant ~s imu anniv~rs~rin. f.: simo prufìtto vendendo le armi mi cid iali. L'lnA"hìltnra ha appena equip.• ~ ·
vero che qunte feste m a n dav a no allegramente m rovon<~ una famogloa. Ma. gi:lto una " nave cspnsìzinne" dove si trovano sia a ,'{randcz~a nal ura lr d H
m;ilgradn la severità d L· !le ~anzinni previste (finn a l2SO dollari di a m· in miniatur<! le armi pill moderne c la fa salp01n· pe r i pMtÌ .J,·I Te w ·
mL·n cb ). si avrà sicnramçntc mul ta resistenza. Mnnd11. Le vendite. pare. sarcbhcro crcsc·iutc •li un terzo in 1111 an no ! \ 'te!.- "
.~2 O!•· rit .,. 1!17:2. p. 47. ~ncor;t : f .a Frann• tm/iq uan l tl'armr <. Ma.~pn<>. l 'ì7 4.
..
tabilizzate, fonti multiple di un consumo supplem~mare e di M . Bloch chiama la seconda epoca feudale (all'incirca il xu
nuovj profitti (industrie farmaceutiche, alimentan, apparec- secolo) che. attr;tverso i medid ebrei, la medicina conquista
chiature sanitarie, letti e mobili d'ospedale ecc...).l5 Ecco dun- l'Occidente; ma si dovrà attendere il secolo xv perché il ruolo
que (;he la vita e la morte non hann~ più se~ i~ sé: esse non del medico sia socialmente riconoS<;iuro: a q uell'epo(:a rc:stava
valgo no che per il loro posto in .un mgranagg10 mfern~le che ancora solo al servizio dei grandi di questo mondo che poteva-
funziona solo col ritmo del rendamento e del profitto: 1l nuo- no pagare! « Per quanto sia e.o;igua uua clientela medica ri-
vo senso del sacro della mone, in una tale ottica. non ha che stretta a l re e ai prinrìpi. è apparsa, nella struttura mentale,
un nome: il denaro. l'idea di una possibile lotta contro la morte. Se non è diffusa
nei costumi, esiste, almeno allo stato di caso psicologico, per
i teologi . San Tommaso di Aquino vi si sofferma brevemente.
4 . Morte e scienUl Egli si chiede se è lecito prodigare delle somme considerevoli
per estendere i limiti della vita umana dal momento che il mi-
Una volta la morte era un decreto del destino contro_ ~l q~a~ nimo ricorso alla medicina era allora molto costoso. Non vi è
le era impossibile e impensabile ribellarsi. ~u_tt'al_ P'~\ Cl sa
sforzava di coglierne la scadenza attraver~ le dtvm_azwna o ~a
6 forse sproporzione <:olpevol~ t,ra lo sforzo compiuto e lo scopo
raggiunto, che resta una defo rmazione del corso no rmale del
consultazio ne degli oracoli. Senza dubbao la magia ~teva m mond<>? Ecco un problema che non si porrebbe al giorno d'og-
certi casi intervenire favorevolmente, mentre pre~h1ere e sa- gi. ,. Y1 1!. vero 1:he non si è .~uperato il fossato che conduce
crifici rischiavano di provocare il tanto atteso mtracol~. Ar- dalla morte subita aHa morte padrour.ggiata (o compresa) se
rivato il momento fatale, non c'era più che una sola soluuone: non a partire dal momento in cui il desiderio degli uomini
favorire la separazione dell'anima e d el corpo.17 Se lottare con- di prolungare la loro vita ha suscitato la ricerca empirica. Il
tro la sofferenza andava bene, lottare contro la morte ~arebbe che implicava che il corpo venisse o_rmai considerato come un
stato il più grave dei sacrile~i. Come giustamente d~ce ~~­ utensile riparahile, punto di applicazione ddle scienze. c Le
Ariès, tra la guarigione auton zzata e la morte _consentt~, ~SI· forze della morte. come quelle della vita, divenivano allora
ste un margine. « Ed è attraverso questo margme che st è ·~­ docili alla volontà e alla previsione dell ' uomo. Così, 11011 è per
tradotta la civiltà moderna con tutta la sua attrezzatur_a tecn~­ caso che i tassi di mortalità sono variati, cosi come quelli di
ca e mentale di lotta contro la morte. Ma per lunght secoh. natività. ,. 40 Crosso mndo, la diffusione della medicina conob-
questa zona intermedia tra quello che era per~esso e quello be due tappe: con la prima (fine xv11-in izio x vrn secolo) i l ri-
che veniva difeso dal Destino, è re~tata trop~ nstretta pe~c~é corso al medi(;o precede l'efficacia della medicina: con la se(on-
qualsiasi rappresentazione estra~ea al ~ecchto fondo tradtzto· da, il progresso scientifico si rifiette su quello della terapia
naie potesse insinuarvisi. » l4 t p1ù pree1samente con quella che (fine XVIII-inizio XIX se(;olo). menne questa risponde ad una ri-
chiesta sociale accresciuta e di gran lunga più esigente.••
35 Op. cit .. p . 47. - occ Sì è cosi arrivati al periorlo attuale nel quale la morLe diven-
36 Pu esempio, si poserà • sull'acqua di_certe sorgen11 sacre u~a cr .
r..ua con r~mi dj ~alice. Se la croce. galleggia, la morh: non tarder~ mo1to.
se al contr~rio. la cr<><:e affonda, il termine è ancora ab~astan:z:a ontano: 39 Ph. Ariès, "/1· t·it .• p. :i!t~. l'craltrot qu~sta si pone a proposito dci tra-
sa~à tanto più lontano quanto più rapidamente essa aff~ndera. • (A. L~ Br~s_). pianti cardiaci.
37 Mettere un ciottolo sulla testa del malato: comp!ere un pcllcgrmagKI<J 40 Ph. Aril:s. ofJ. c il., p. 3X7. Vedere anche il ! ibro cit'a to di M. Foucault,
c:r affrettare la fine del moribondo. O, come 10 . A~nc.l. strappare qualche N ascitu dr/la rlinira.
~a dio dalla sommità dd capo. Alcune popol~z1ont Dlalgascc mettono ~~ 4 1 • La civiltà p.-rla il medku. E: per questo che:: le tappe dc:lla pratica
aS:Obo di manioca in mezzo al fuoco che hruc1a nella capann:l mortuana, medica . cuincic.lunn più u menu con l'c~pansiune della sensibilità moderna.
f.
anima del moribondo fuggt via quando. il ga~b? ~copp•a.... Le Bras c•!a Una pn ma spmta SI colloca alla fin e del x VI/l secolo ed all'inizio del XIX.
la frase di lln morente: " Hanno dimenticato d1 apnrc l~ finestra, la 1ma f: sc,~tuita da un pcriodn più o meno di st.:ui. Ricordiamo che abbiamo cun-
anima non può andars~ne! • E: quella che si potrebbe ch1amare una morte atatato questo stcnu rallentamento :1l tempo del nostro studio sull'esodo
rurale. A quci J'epo(a, si c avul<J come un ripicgamcnto sul 11assato. un
uiututa. S · 383 tempo d'arrutu rlell'cvoluzinnc. Pui il inovimentu è ripreso nella seconda
$8 HistoirP drs P''lmlatimas Jran(uW.'S, eu1l 1971, p. ·

386
ta u na malattia come un'altra : non si sa ane<>ra guarirla, ma ci che le _idee do~te del p iù a lto pot~r.e d i influenza sono quelle
si ·lascia intendere che l'amortalità è concepibile.47 Ne deriva che spzegano l uomo assegnandogh tl suo posto in un de~tino
l'eminente r uolo del medico di cui abbiamo detto che si ba~a nel seno al qua~e !a su~ angoscia si dissolve 43 •; specialmente,
su due pilastri : il sapere ed il potere. Ma. dopo t utto. questo saremmo tentati d1 aggmngere, la sua ango~ia di morte.
ruolo conosce delle serviti1 : esso stesso si è desacralizzato, de-
misti ficato. mercantilizzatn. Il malato esige da l mediw,-dietro
pagamento, che lo guarisca : se questi commette un errore, lo 5 · Urbaniz.zazione e cimiteri
si persegue a norma d i legge. disavven tura capitata a pi ù d i un
ch irurgo, specialmente negli ultimi anni. Il medico , invero. ha t _L'aumento della popola1.ione (soprattutto urbana), il mi-
trovato il modo di difendersi : nei casi di contestazione, invia ! gltoramento delle condizioni di conservazione dei caciaveri""
il cliente all't>spedale: in que:o;to c:aso la burocrazia fa da che ritardan~. il rec~pero .cit-i posti occupati, l'arn:ntuata pr~­
schermo a qualsiasi tentativo cii individuare l'errore e di perse· f f~renza ~er l '.numazto~te m terreni in cotH:essione rispeHo al-
guirlo legalmente! Questa desaual izzazione della medicina,
dopo tutto. non fa che tradurre o c.~pri m ere ta positività del
l l mumaztone m terrem comuni. pongono il delkato prohkma
dell'uti lizzazione dei cimiteri. l morti, non souo mai stati così
procedimento biolog ico. Cosl. J. Monod, dopo aver ciimostrato
che la macchina vivente presenta tre proprietà essenziali, la
teleonomia. la morfogenesi autonoma e J'invar iabilità ripro·
duttiva, e ch e la terza precede sempre la seco nda. respinge, in
quanto o bbediscono a lla « illusio ne antropo<:e ntrica », il vita·
l i~gombranti,.,per gli urbanisti. Un tempo i defunti riposavano
p•~ment~ nel cu<:'re della città: dilendere la propria ciw\, era
prn~a ~ ~ tutto d~fen.dere i propri morti ; poi i cimiteri furono
resptntt a lla penfena («Nessuno potrà c:mttuire :llcuna abi-
tazione né scavare alcun pozzo a meno di 100 m<:tri dai rHto.,.·i
cimiteri, .• proclamava una vec:chia legge fram:ese). Oggi, le
lismo meta fisico di un Bergson. il material ismo dialettico di nn
Marx, u il progrt>ssismo scientifico cii un Teilhard. per non necrop~h u:bane son.o sature : a llerl inu-Ovest, si devono aspet-
conservare che due ttrmini. il caso e 1:\ neees'ìità: • Il caso pu- tare set ~e~u~a~e ~n~mt d~ trovare posto in uno <(llalsiasi dei
ro, il solo caso. libertà assoluta ma dcca. i..· alla rad ice ~tessa centosedaCI czmiten; tn (>•appone, sulu i me mhri clelia fami-
del prorligioso edificio dell 'evnh •7.ione. » Ca ~o (di cui d i mo~ glia imperiale possono essere s~polti a T okvo; a partire dal
stra la c ricch eu.a della fon te ,. ) e m:ressici ci cond ucono agh 1985, e malgrado le sue 145.000 tombe, il ci ;nitt·ro di Arli 11 .. .
antipodi dd !limhol•~ rituale o del sacro: « Ma si vede bene ton, a \.Vashington, no n potrà riccvt·re d te Presidenti o milita;i
decoratì.45
Ingra ndire le necropoli si rivela impossibi le : la mancanza
metit d el secolo XIX, limitato al l'inizio, sembra. ai nunvi b~lrghesi nati di spazio, il costo favoloso ~c! ter:en! mb.a ni , v~ si oppongo-
dalla Tivolu zione industriale. dal prugresso tcçnìco, d~llo .' v!luppo delle
c&ttà. La mnssa semhra ancora chiusa alle forme nuove d 1 cJv1lra che provo-
no,46 senza dimenticare le ciJfti(oira ril ordme ps•culoRico.47 .Si
cano il riconu al medico. Essa resta quindi ad unn stadio prcmcdic~: cnmc
se fosse Matn ncccssar~o, affinché la j)opula~iunc tutta intera, n 4uasr, ado~­
lassc la ~cnsibilit~ mnderna. che i suni st ra ti più arcaici venissero da- 4.~ Il. c~s.o c la ncccssittì, Monùadori 1970. Sl~c~ialmcn tc i r ;1pp. t. 11, v r1.
strutti. E , si sa. 4ucsti sono andati in rov ina in scguitn alle cri~i dr.:moj!T:I· H L ull lrzr.a:tmn~ della plast&ca cvme rrvt·~trmcntu ddlc h.trc pu n..- un
ficht cd c cono mirhc degli anni '611 c ·xo. Sultanh1 allora le campagne sono p~oblcma : rall~nta tl rumo della tana tomurf.,,i. il c he rrlarda l'cven tuaht i1
state: ripulite della popolazione fatta .di pirrola gente. povcr.a e legata aHe d1 recuperare ti terren o. . ·
consuetudini, prcssu la quale soprav~rv~va':'~, con twac1a le 1d.cc del tempo . ~; Veder~ ~ .. P~nahii:rc. [.(' fJrobl,~,,, d n fÌm l'lii\N'.I rn Frtlll<t' , {' 11lfua-
passato. La scnmparsa delle pnpolatrom ptu radacate al~e anlr!·h e st r~lt!-'rc iltl' t'l us rilfft.crtlto, .rn « Bull. Sul'. T hanalo. ~ :i luj{li11 !!li(), CI ·CIH.
ha tolto J'ultimn o~tacolu che .sa ?pponcva a lla pcnetratr~ne d! u~ nv1~t~ 4b.ln dfcttt! quasr ~vunquc i murti l'arria no via i vivi: ,1 Vilkncu vt'-
tccnil'a. Infine il cnlpo dt grazra c sta to datv dal gran m1~cugho d1 u om rnr lc- Ror. ~n ca mp iJ .spc~~hv" ha soppL.antalo il dmih'rn prt·vi ~ t u; l'inl."randi.
c di id~c clte ha accr1mpagnaln c fatto seguitn a lla guerra del I!H4. O rmai m~nto dr qudlu d1 V mccnncs ~ ~coJttparso n cl1;1 /.11{1 di Fontcnav :' Saint-
si ;usislc a un'enuata in hlocco del mondo d i quelle masse che aveva no per M~chcl-~ur- Orf:'C ha optato pn dc,ll'li a llu~:~i; l'<tol m.tr;l((a A ~li i1a :·o~i 1- .
mo ltn tempo aderito ~l pa~satu. ~ Ph. Arii:s. n p. cit.. _P P· ~!li -.'IIJII.. , ~h1~to l c~tcns10ne del cimitt'm di Chni~y.Jc-Rni. c Ru.< n v-<e~u<-lluis ha p n·-
42 Quc~ta mediralr.::a:.wnr co.mparc .nel n~nvo nt ualc cattcrhcn: l t•.•trr- lcrrto coatruirc un ospedale... t'Cl'. ·
m!l un:iont· diventa lun:Jtonl' dn rruzlall grmn. 4ì • Tutti vogliono una tomba , m<~ ncssum• .< i augura rl i "vere una ne -
de\'()HU pruiLirt: le concessioni pe r petue? Li~nitarle a 10-.1 ~ a~­ sen~ibil meme, marmisti 51 e fior isti, malgrado l'inevitabile man-
ni? :\ JMrtC: il lcHLO c he si r ischia d i incon trar{ v_ive up~smo~u, tcnunento degl! a ttuali_ òmiteri per tm ~uakhe tempo, non
il 1 iuuo ùi cn:M:ita dd le ciuà rendc:rà pret:ano tale nmed10. manche ranno d_t oppors1 ~ ta l i spostamentì. lnfine·gli urbanisti
St· nui :.c.:artianw !"eventualità dt:lla c.:remazion e;" la pratica dovran no sçegltere tr <r. p u't soluzioni possibi li, il che non sarà
dd l"us.,ario colletti vo permettere bbe di g uadagnare u no spazio a lfano facile. Si dovrà o p tare per i cimiteri "" l"attacielo ,. co-
prnimo : ma tt.·uuto c.:onto d ella menlali_tà_ attu ale, q~esta so· m e a Rio ~e .Ja~teiru ;z (~ a R ozzano? P er le ~et:ropuli S<;~ter­
lmionc ha po< h e probabilità d i imporsa m un pruss1lllO fu · ral.l_ee_ t.'h t' l archt tetto ~IC<?Ias l.~~o u x aveva già immaginato,
turo, spcc iahuc:lllc ueii'Occidt:lllt lattuo.~ R est a allora un a ul- alltn tzw del XIX se<:olo, tsptraudost alle cataçomhe romane, alle
tima solu.tiont: : costruire i dmitcri imercom u n ali lontano maslaba egìziaue e a lle IH::uopoli d'Etruria? Per i c imiter i. che
dalle città (terreni abbandon ati e pow ca:i). M~ ~imango~~ f :· _S auret ci descrive t:osì: " Per alcuni , :.i puù trauare di uua
am:ora uuJut.·wse difhcoltà. Se, per obbed1re agh 1mperauv1 V1swne del tutto passegger a ; pt'r llle, < he ho visto le realiaa-
della pianili«lliuue urba1~a. J'alluntauanu:1~t? dei ci~uitcri L_uo- zioni di altri paesi. (.: 'è, effettivamellle. la no.tione d i creare un
ri dalk çiuà diventa u u a imperiosa nec.:ess1ta, sul p1an o pstc~­ veto pat co naturale, e, per precisa re iu qulkhc: tHCJdo il senso
logiLo il problc:-mil si dimostra pii1 delicaw_: il fatto è ~h~ il et· da da~e a _4~1esto terllline, mi' penlletto di spiegarvi come io
nu tc:ro « oH n: t' la cosa vale a ut: h e per 1 non crede nn, una vedo d um1tero-parco: utta vasta t'!>t~usiouc di terreno, de-
sona di Ll:rapi~. u na cata rsi. una pmih~a1.i~ne : _la pace,_ il_riti- tcrmi n at~ in funzione dei b iso)çni, terreno, l>t possibi le, già
ro lo uta no d a lll lW i l r unHm~; la m c:dttaZJone m un omttero dot~to d1 wne boscose, a va llo n i, sc:n:ta p e nclen:te ec.:u:ssive:
si 'rìvl: la rosi come t Ili , r ituale rdigìuso > dell'uumu secolariz- ognt ruscello in esso in_duso sarebb e il l..ten venulo, in qua n to
zaw ... » .~' Tuttavia . ,- ;appiam o ch e proprio in città i cimiteri perm e tt ~·rc: b bc a llo ra_ dt r eahaan· delle su pt:rliri d 'arqua 0 di
:souo sempre lutno frequen tati: solo gli « h a u itués » sarebbero m grand tre qud le esto;te nti . Iu lll\'lW agl i spali verdi e t ron-
t 1 x.:cati dal p rovvcdimc:nto. Del re!>tu, ~1lt_n: a_l l atto che le spese dosi, le t_o m be ço~tp~rirebbero. personal izzate in superfide per
dd ~r;hpo rtu al momento dei l uncrah nsd11anu d 1 a u mentare mezzo rl1 las~n: d t p 1elra o di bronzo pmate per te rra oppm-e
per menu dt lastre o noci infisse nd terreno. Akuui recimi
sono sparsi iu meuo ai bosd1etti . Rappresen tano inumazioni di
:nlp••li :.ullu Jc suc !iuestn:. Il cimitero urad ita. di_ M":rsiglia, sulla. cullin;a
di "l roi:. J.ucs, c ~u11<1 o~c:cusa da più d i tre _;anm, d_1 tnbunale 111 tn~un;ak
fam iglie importami, di comunità rc:ligio~e o ci vich e çhe h an·
• t-; 0 11 pu:.)u , 0 ppurc:u ~ Ji sent i n· le pregh1erc. de1 . mortr m.:ntrc _gu~cu _a uo ~esiderato raggruppa re i loro defunti, pc:r un omaggio
hm·~c • , 11~ticnc l<~ Signura Mir c:ille Ruu<Jueltc. 1l cur par_cu. cos~cggt3 ~l ~~- parttcolare. In lontanan za, un m a usoleo, costruzione dalle li-
111;tn·11. l.a futur .t nl·c r opuli della Valeu tinc:, !"Iella pe_n lt:rra. d• Marsrgha,
si Sl ul\t t .l gi a .:un un comilatu d i dif~:.a pnma ":ncor~ d • av~~ tro vato n ee pu~e, _rennette a _co_loro ch e desiderano potersi ract:oglier e
dci rrcdiu .. (M . Gcvq;<s. Lu Frauu 1111/llt{Ut' de5 cm•l'li<'TC' 5, • L Exp-ress • , davanti a 1 Iom mortt, m tp u:l recinto. di lario in tutta sere-
.'i- 11/ 11/ l'l i :l).
·Hi Si puù 11111 nai(Ìna n: qud che sart·b()c J"ingombro se: si dovesse genera-
Hità. Qua e là dei tumuli, bordati con muri, permettono di
liz.z:arc la uio~:cni•:r.attvno:. . . . . scorgere lastre verticali dove sono inci:.i i nomi dì roloro che
4'1 L 'utllrzur.iunc: d ell'ossario colleltrvo non sr puo ce_rtal?e.nte verrfic;arr riposano !n tali loculi. Q ui , _i viv•. proiettali da una galleria
che .1 !i •J (i an ni d;lll'irwmazium·. m.1 urta contro le abttudmt delle. sepol-
turc individuali . Cn:.i il Munic!pio d i ' ~arsi~tl ra segnala c_h e 20 a~nr fa coperta_. st raccolgono davanti a coluro c he li hanno preceduti
vi era una clumanda 01 runccss10nc o""' IO ~cpolturei ogg• l su 2 .. "La nella vtta terrena. Lo ntano. nella vasca, i cign i compiono evo-
s c:pnhur.1 in tc:rr cn n rumunalc ~iventa l'cccetlunc: • ; ctasc~no vuole: ti suo
appari.Jm c:nlu. la ~ua seconda v1lla _e; la sua • quarta n:s1dcnza,. (tom~11).
Il f.Jttu è tanto più preoccupante m qua~Lo la tomba 1.h ce~e:tto n co- . 51 Non s~premm~ _lrascur;~re la loro inllucnza. Nel J!l72, a Tnlosa. il
p~rta J i \11101 l..stra. Ji. 1~ic:tra llO!l ~a c;hr: . r tt ardan: la decomposlz•?'?-e. Dal ) ~~ndac;ato der marmtsh m nome della. libertà inJivicJu.Jle. i: riuscitv a far
d is~nH 1 rc :.Ltualt- d~1 VIVI per 1 c•m•tcn (s• va sempre dr meno a VISitare le ann~l~ rr nel Con$ig-lio di S_t~tu un'o rdinanu munkipa lc dtc imponeva mu-
( umb~) ci si puc't a ugurare un possibile c~mbiamenti1 dd comportamento su
qu~sto pu nt u! ~ nwltn di ~ficil~. afferma rlo. , . . _
l d el!• d, tombe troppo s<:mpltcl c truppv J_isuclc: semndo il ~uu t;> udiz io .
. .~2 La ch1a m ano la • catt.:drale dd ~rlcnzio ... Ma rsiglia possied e a nche
1.
;)0 Il. Gustaf ssun. l. c• rmlt'lu·rc. lre11 de lllt'dltlllllm . m Mori _cl Prun1ce.
studio tli psìc"I•J);Ì3 presentato da A. Godin. "Cah. de Psych . ccl•g. •· Lumen l rl sucJ. • H .L.M. dei mo~ti • (i piani di gallerie: !iOOO scomparti). Nizza ha
p refe.rrto u na • necropolt a lvtare •: muretti d i calcest ruzzo <"<llltcnenti IU.OOO
vit:1c, Bruxdlcs 1971. pp. ()5-!lti.
l locuh nnurrano tutta la cvllina . ·

l
JQT
luzioni mentre gli uccelli, tra gli alberi d ei boschetti, parteci-
pano al grande concerto della natura. So bene ch e alcuni mi
rimproverano una visione tanto idilliaca. Ma, in effetti, è lll
pura e semplice constatazione delle reazioni che si possono re-
r Si. dev_e diff~ndere_ la pratica delle don.,~z.ioui di orgrmi per tm-
p~~nlt e la WllcesJ~Otl~ del cadavere fJer scof>i scit~nti{ici? t !n'in-
c testa svolta dali I.F.O.P .. nel gennai i 1 lfl(ì"' 1 . .
che il (jlj <>1 d 11
. · to
m legato . una
e e persone contattate an:euerehbc di 1 ·
part d l l
°{e - ln, la mdtcato
asctare
gistrare accanto a un individuo che visita un cimitero esistente . e ~ oro corpo per sal va re un ma lato in
cosi concepito. ,. 53 ll cimitero-parco, finché la cremazione non grave
lJ · penwlo · (contro tl 70 Q/o degli l i S ... e!'"()"' l l R
l< " ·'" · '' 1 c c egn o
sarà generalizzata, è forse la soluzione ideale. Non dimenti- mto). DI fatto, le do~a7.ioni di questo tipo, totai;~ente i~H}-
chiamo che a Parigi, il Père Lachaise e il d mitero d i Mont- rate nel nost~o paese lìno al I~HM . conoscono dopo t<ll <.' data
parnasse restano luoghi di passeggiata di gran richiamo; ugual- un appren:ahde
tal . . · aumtnto.. La Facoltà • cl't '~-l<fti<IIla
. l " . · . t le Il a clp•-, ~
mente i cimiteri-parco di· Mentone ( « Parco delle rimembran- ~· p<:~ esempm, ha registrato 4!' donazioni nel lqfì'' ~ H I
l!lh;l, hh uel 1%4, !lr1 ne l t()fì=-,. ~ 11 lll'' ~ 1
t

ze • ) o di Clamart. attirano ogni domenica numerosi visitatori. .· : -· .) nt'.1


t 1 t)(i • , r. r • · · · · "· ' c o n a lo t 1 111 tl'tpt' ll;tt
! ne 11.é l h,d 37 ,.J · 11) erano
·. uomini
. .- ··r, Mt e, {i< 1n 11 ... ._ (<·
e {ì'' ·• ,
_ .lo c: norm;t e
1
Si tratti della morte vera e propria, d ei defunti e dei loro J pere·~ ' .·opo l fiO .anm, _et. sono f>lÌI donne che uomini' . L'età
cadaveri, o semplicemente · dello star-per-morire, avvengono · med1a du donaton • uommt
. . . era d1 fi l ann 1· (<.:on · f ' 1)1 ·
molteplici mutamenti, specialmente - ma non unicamente -
f eh q ue Il a ct e.Ile cionatr:n ci l.fi4 :1 ( ~ - 1~ '') 1 , 'J(ì r:
un ':J' c, . annJ)
' ·. . . ' . - · ·- · ·C - ' · ' pt' I"1>0II t' d te·
nel mondo occidentale. Il secolo XVIII sembra aver giocato, anno preusato la loro pro fessione ·· ·<
' c111(, cos1
- • npart1t.e:
• •
su ques[O punto, un ruo lo cardine; ma, dopo la fine della se- f
r
conda guerra mondiale, il cambiamento si è ancora accelerato, i Uomini
del tutto polariZ7.ato n el medesimo senso. Si assiste ad una "• o Don nl' " n

nuova d eontologia? Fin dove si arriverà in tal senso? f.: ben t Funzionari. irnpic~rat i 2.J Funzìuuari~·. impi<')!iltt· .
difficile pro nunciarsi. C ii uomini d 'oggi. in ogni caso, si pon- - -- -
gono numerosi interrogativi. Si detrr. ammettere l'eutanasia? f ''
Un'inch iesta realizzata presso 41 R medici dello Stato di \Va- '
shington fornisce risultati interl'ssanti: !ili su cento pratich e-
rebbero, all'occonenza, un'eutanasia passiva (astensione tera-
peutica) se la legge li autoriz1.asse e se il malato condannato
(o la sua famiglia) la r ichiedesse: :n su cento si augurano una
l - - --
Malati
-----------· ---
14 Malalt'
1·'.•

m odifica legislativa in questo senso, :i l su cento vorrebbero la


t Artigiani l !l

creazione dì consigli superiori della sanità per esaminare i Operaie .


dossier dei malati irrewpcrabili. Si rlt~t'e {avori1·e lo svilllf>po
della cremazione? Si sa (he questa viene ad urtare contro osta- Div_e r~i: (cmnmcn-ianti. \ Oil!a - Div~r~c: (n)fnnu:rcianti. ronta ·
coli d'origine diversa <:ui abbiamo precedentemente accen- dtnl, detenuti. clero) . . . li dtnc. l'di 16n~{·) . . . . Il
nato. Certo il progresso di q uesta tecnica, ch e risolverebbe fel i-
cemente il problema dei cimiteri e lo stress della tanatomor- Queste ci~re. tenuto ro~to ~lei campione statistico, non pos-
fosi, resta, in Francia. particolarmente lento. Nel I 9fì0, 1054

l
sono a_ver~ <.h~ un valo re tr~dJCati ..·o. Si n oterà spt·cialme nte il
incinerazioni (728 a Parigi) su 517.000 decessi (= 0,203): nel b~s~o mdlCe d t presem~a det comrnerdahti ('~ n; -) 1 · <:unta-
.
196!>. l~2fi (di cui 7~)1 a Parigi) su 540.000 decessi (= 0 ,226): dm (O~ c") .. · ; (•. e (et
t • l / o e 1 Importanza dell'ambiente urbano.s-~
nel 196H. 15D (9·!8 <! Parigi) su 550.000 decessi (= 0 ,275).
54 A. Ddmas, Lc clrm d 11 rurfH . rl
au l•roiJ/ùne dr matf.ri ·/
d,.,- ,"l!afll,.( . •>" 0 l 11l1<•n
. _
rtmft'ni/Juromr
53 L . So1uret. Lt•s cimclihf'5·f)(lrrs, • Bull. Sue. Than.1to. •, 3 luglio 1970, . r r
amllmmqut·. • Uull J\ \ 1 -
rsumone, Paris-Orsay, 2 -li aprile J96i, pp. 1-i iÌ. ssuc. : na omtste~ • . !i~'
Et-E7.

393
.. ·~'
Sembra dunque che si debba assistere ad un certo muta- rigenerare il senso della festa che rivilalizza il gruppo ed assi-
lllt:lllUd6 comportamenti concernenti la morte. Comporta- cura la sua coalescenza ( « Noi nou ne vogliamo sapere di una
menti 1U'i coufronti dei cadav~i prima di tutto, dato che l'ha- società nella quale il rischio di morir di fame si scambia con-
bitat moderno pone con acutezza il problema della salute pub- tro la certezza di morir di noia, • proclama una scritta murale
blica ·e che i cimiteri sono ingombri (si dovrà particolarmente del maggio 1968)... tutto ciò non è forse più utile, dopo tutto,
ripensare a l problema delle concessioni). _Ma a~che co':'p?rla- che conservare i defunti grazie al freddo con la motivazione
melllu vt>rso culoro ch e restauo: la creazwne dt atanet, l este- che un giorno si sapranno rianimare, guarire e forse ringio-
Li(·a monuaria che elimina il volto ghigname della morte v.a~ire? La ibernazione, supponendo che sia tecnicamente pos-
o l'orrore del cadavere che si svuota e si gonfia,55 la trasforma- Slblle, solleva una doppia difficoltà. Prima di tutto che cosa
zione d e lle pompe fu nebri in servizi tanatologic_i rendono mi- si farà di quei milioni di cadaveri resusçi tati? (;hi li nutrirà,
gliore il «rapporto.,. e favoriscono il « travag~w d~l lutto», li vestirà, li riconoscerà come « parenti »? Poi, è probabile che
il che compensa la relativa sparizione e sernphficaz_IOne d~lle creature destinate a vivere eternamcme e !lenza riprodursi non
pratiche di ieri (grandi cortei nelle strade~ ~utu. m~e~~~~a­ mancherebbero di estinguersi da sole. (.;()me diceva (;. Pi-
uili e rigorosamente codificati, numerose VISite at ctml.ten ... ckering;sr « Nella misura in cui l' uomo segna un progresso
abitudini diventate incompatibili con la vita moderna). Altre sulla scimmia, ciò è dovuto a lla morte. Per il meglio e per
prospettive vanno più lont~no ancora nell'abol~zione. degli il pegg io, una nuova specie non può cominciare che con una
stereotipi e nella t.:omparsa dt un~ nuova tavola dt va.lor~. Op- vita nuova. »
poni alla soffr.renz.a inutile quanto assurda (donde ti n schto Lottare collettivamente contro l'augosc.:ia ddla morte, certa-
dell·eutanasia positiva e negativa): lottare contro .la s~nescen­ mente, ma più ancora contro la negazione della mone e la di-
za anticamera della morte (si tratta non tanto dt aggtungere suguaglianza d ella morte, questa dovrebbe essere la regola
d~&li anni alla vita quanto piuttosto la vita agli ~nni, di~eva d'oro della antroposof·ì a.
un saggio del\· Autichilà; non si insegnat~o .nuovt trucchi ad
una vecchia scimmia, aggiunge un pruverbw); far fronte comu-
,,e co 11tro la guerra e la laualocraz~a,56 esige~e .l'a~olizi~ne.della
peua di morte, jreuare l'acceleraztm.le de~!' zru;tdentt (d autO·
mobile o sul lavoro), e l'espand~st dell rnqt~mamento, co~­
batter<~ la fame che colpisce i tre quarti dell'umanità e le ah-
mentazior~i as.\ll?'de che suno fatali al resto (il Francese si sca-
va la tomba con i denti, si d ice); favorir€ l'eguaglianz.a ~ei
sessi (di qui lo spinoso problema de~l'a_~no) e di tutlt: _le ca-
trgorìe sociali davanti alla n~orte e. a1 n t_• post·mor~em (tl c~e
implica. inoltre, la soppresssone dt ceru monopoh funeran),

5 7• L'ultima visione del defunto sarà quella di un volto calmo non alte·
ralo. d:lla sofferenza, non deformato dalla disidratazione. Sa.r~ il ':olto che
si i: sempre conosciuto e non quello spaventoso della morte. . L estetica m or:
tuaria sdrammatìna la situazione. Permette alla melancoma dd lu.tto. d1
dttcrminarsi con un minimo di angoscia c di ripugnanza .. (Dr. BarbLcr,
ofJ. cii., p. 6). h · ·d
~ ~ ... Qualch e cos~ p':JÌ' e dev~ acc~dere: c e./a morte p~osm~a .uccr ·~
J
po St'mJl're, in rm uruco ui(mic d1 wJcunza siorzca e co/lett!va utmio dr ,.
morti' eire lo ge11era e reciprocamente Mort~ alla '!'.orti!. l u/t1ma ~arola
1 •1/a Filosofia . • M. Scrres, La Thanutonatre, "Cnhquc •, '298. t=:dJt. dc
11 57 Citato da G. Rattray Taylor, La révolution biologique, La/font l!ìo9,
Minuit, marzo 1972, p. 227. p. 161.

394 395
PARTE QUARTA
DALLA PUTREF ~liONE Al.L :IM l\·1 AGl:'<ARIO

L'antropologia della morte si articola tra due assi: dà un


lato il cadavere, destinato n ecessariamente a lla pntrefal.ione.
o almeno al progressivo annientamento qualora le tecnic:hc
di conservazione lo preservino dall'orrore della decomposizio-
ne e, dall'altro, quell'insieme di wstruzìoni mentali - fan-
tasmi individuali e collettivi, sistemi di rappresentazione, eli-
versi meccanismi eli difesa in risposta ad aspirazioni profonde
- in cui consiste esattamente l'ìmmagi11ario. 1:hc ricorre ahi-
tualmente al simbolo come meòiatore strumentale privilcgia-

i to.1 In (ffetti si verifica quasi costantemente uno scambio


dialettico « tra le p ulsioni soggettive e assimilatrici e Je inti-

l mazioni oggettive provenienti dall'ambiente cosmico e socia-


le ,. _ Assistiamo in tal modo ad una «genesi reciproca che
oscilla dal gesto di pulsione all'ambiente circostante materiale
~sociale, e viceversa ». 2 Anche a questo proposito la differcnzél
tra sistemi culturali di riferimento (tradizione africana-mon-
do occidentale) sarà estremamente significativa .
.1,

'

t
l
i
i
t l • Le leggi della. rimemorazione c del riconoscimento ~i mhol iw. inf<~ lt i.
sona differenti nella INn essenza c nella loro manifestazinn~ rla lk le~t~:i
della reminiscenza immaginaria, cioè di!ll'ecn elci sentimento o dclrimpront;t

l
istintiva (Prìigung). anche se gli elementi che le prime <>rganiuann wmr
significanti sonu presi a prestito dal materiale rui le scm ndc tbnnn ~i,::ni ­
licazione. » ]. Lacan. Lo rosa f1Jrudinna ,. altri urilli. E ina udi l !)7~- p . l l'i_
2 G. nurami. / .r .lirullurc ontrufwletgirln· rlr.l/'imma.e;inarin. D t·cblo l!l7:t

l
397
I • LA MORTE E I L LINGUAGGIO :
INTRODUZIONE A UNA TA!\"ATOsJo:M IOLOGIA

Considerali dal punto di vista sociale, la morte e i riti che


la r iguardano rimandano ctirettameme alla relazione signilì-
cante j significato. "f: n ecessario distinguere:: innanzitutto tre
campi principa li: la dirneusione .1imbolica, la dimemior1e pa-
mdigmatica, la di mnlSirmt~ 5intagmalictL La prima procede per
sostituzion e metaforica (simbolo) o meton imica (spostamen-
to): si vedano soprattuuo i simboli dei comporr:unenti e dei
rili - in particolan: quelli iniziatici e l'algebra rituale dei
t:unerali - i simboli d elle vesti e dei sel-\"ni clislintivi d el lutto,
quelli dei canti funebri, delle statue, delle tombe e delle ma-
schere... La seconda melle in l'isalto o pposizioni significative,
dualità pertinenti: morte lmona ( l'aHiva: stt>ri le l feconda (sa-
crificio, morte sul tampo di battaglia): bioloA"icajr ituale (ini-
ziazi ow~) ; reale/ fantasma tira (immortalità. reincunazione...)
a queste vanno aggiunte, in un'altra prospettiva: Ero$/ Thana-
~ l O:): rouura Jcominuità; Mdinefdisordine: purofimpuro; so-
pra la terra fne lla terra; fuori dalla casajdentro la casa: cibo
çrudofcibo cotto ; rapidità fl entcaa. La terza (olkp;a gli ele-
m enti presenti al livello delle c;redenz:e e / o a quello dei riti
senza trascurare il rapporto con il sistema della cultura conside-
rata e con le sue principali içlee-forza. Ogni etn ia, ogni popolo,
ogni c:hiesa possiede così il suo sistema d ella morte insepa-
rabile dalla sua eosmologia, dalla sua teogonia, dalla sua psi-
cologia.
È possibile anche rifarsi alla disti nzione saussuriana, lin-
guaggio, lingua, parola, o, se si prefeTisce, porsi di volta in
volta allivello dell'intera umanità, di una soc:ietà particolare,
dell 'individuo. Il ling11aggio della morte è innanzitutto la sua
irrefutabilità universale carica di significazioni. la somma dei
segni clinici e cul~urali c;he esprime la sua preserua (detesso);
è ino ltre l'inevitabilità dei comportamenti funebt·i, insieme
che, in una certa. m isura, costitui!K:e u n si.sterrta sctondario e
derivato all'interno del sistema d enotati vo, come direbbe Grei-

399
mas.1 La lingua della morte ci immette direttamente nella spe-
cificità negro-africana, o asiatica, o occidentale, o latina ... e n el
pluralismo etnico (o societario). In effetti ogni gruppo per-
f
l
i
municazione orale: innanzitutto la divìnaz.ione che si realiz-
za sia mediante l'interpretazione dei sogni ispirati dai defunti,
sia attraverso certe « provocazioni » (si e!iaminano le vis(:et·e
cepisce la morte attraverso gli schemi di pensiero e i valo ri l
l
delle vittyne sacrificate, i frammenti d'osso che vengono usati
che gli sono propri: i miti che giustificano o spiegano, i ritmi per la div inazione ecc.). C'è poi l'int~rogator;o del cadavr.re
dei tamburi o la struttura delle melodie funebri, la forma d el- per conoscere q ua le maleficio abbia cam ato la morte, quale
le tombe e i modi di inumazione, gli ahiti da lutto o il loro colpa segreta abbia comme55o il d efunto. R ivolgend ogli tali
colore (qui bianco, là nero. altrove ms.~o), lo stile delle condo- domande, i sopravvissuti raggiungono un doppio scopo : sma·
glianze, l'atmosfera dei funerali , variano non solo a seconda scherano lo stregone la cui attività om icida è nna minan:ia
dei modelli socio-culturali, ma anche a sewnda delle epoche. perpetua per il gruppo sociale, e insieme mostrano ;ill'indivi-
Le disuguajl;lianze di ruolo e di status si wlgono con facilità duo appena morto che ~i preoccupano di vendicarlo. Si pre-
nel discur~o rituale o liturgico, in Africa nera per esempio : muniscono così anche contro la (:o liera ch e i d efunti ~enz'altro
funerali segreti d e i re o dei grandi sacerdoti, funerali glorifi- manifesterebhero qualora non fosse fatta giustizia. Infine, cer-
canti dei vecchi, o funerali tristi dei giovani, funerali vergo- ti mistici e certi deliranti ossessivi « intrecdano » con i loro
gnosi, clandestini, fonte di impurità e di anomia degli stre- morti dialog-hi di un tipo particolare che li incitano spes.~o
goni, delle donne morte di parto, dei lebbrosi, dei reprobi a compiere q uakhe importante missio ne per i l h e ne dell'u-
che rimarranno senza sepoltura e non diverranno mai ante- manità.
nati. Semantemi e morfemi sot:ìali ci rivelano così diacronica-
mente i segreti di una semio\og;ia funeraria. Evochiamo infine
la parola d ella morte cioè la denominazione personale della a) La morte e il ling~taggio nell'Afnca 11era
morte, quindi la forma individuale del discorso di fronte al
decesso propr io o altrui. nella quale ciascuno manifest~ senza Se è vero che ogni fatto sociale è un linguaggio, la morte
dubbio il suo statw; o il suo ruolo o la sua classe sociale. m a negro-africana, per il complesso g ioco di creden ze che presup-
atH:he il proprio carattere : indifferenza completa, o sollie'-'0, pme. per la riu heua e la varielà d e i riti cui dà origine, ptr
lutto conforme alle regole del gnìppo, relazione nostalgica con l'insieme dei mezzi concepiti e p raticati dal gruppo come pal-
l'oggetto, nevrosi nan:isistica, psicosi allucinatoria...1 senza di- liativo alle dolorose conseguenze provocate dalla perdita di
menticare c le ultillle parole » i silenzi, le grida e i sussurri. uno dei suoi membri, ci rimanda ad u na sein iologia antro po-
Costituisce un oso particolare il dialogo con il morto che
si manifesta sotto diverse forme.] Nelle società c arcaiche ,.
è lecito, al sacerdote o allo stregone. « evocare » gli spiriti e
c sollecitare le forze vitali » dei defunti , i quali, per una sorta
lJ logica di cui al momento presente possiamo soltan to delineare
una traccia. Cna semiologia antropologica d ella morte d ovreb-
be in ogni caso procedere sia dalla comunicazione sia dalla
signif1cazione, dato che questa trova in quella il suo fonda-
di risonanza simpatica. non manc:ano di rispondere al loro n o- mento. L. P. Prietu sottolinea, giustamente, «che la semiolo-
m e dal momento che è stato pronunciato (tecniche ben n ote
agli odierni medium). Vale la pena di ricordare tre tipi di co·
l gia della significazione dovrà trovare nella scmiologia della
comunicazione un modello multo più appropriato di quello

l Senza dimenticare l'oppnsizionc spreco (di potcnzialità)/cconornia (di


mezzi). l'errore quantin• di tradu>iomc a [i,·clln 1>:'-IA·R:'<A... già citati.
lJ fornitole dalla linguistica e che, se finora si è servita, per av-
viare le proprie ricerche, di concetti tratti dalla linguistica cii',
è avvenuto soltanto perché non esisteva una semiologìa della
2 Per non irritare i lingui•ti. dohhia.mo rÌ<"onosccre l'csistcnz:l di una
distor~Ì(lne introdotta da n(oi. In tffetti. i primi cluc termini. lingual{'ìÌO e
comunicazione sviluppata a sufficienza»: Lin~uaggio della
lingua. sunn çnlti in modo metaforico. il tcrzn invece, parol:l, a livello
reak 4 Sf.miologic, • Le langagc », Plt:iaùe. Ga\limard 196~. p. 94 . . Vedtrt
!l Citiamo due live lli : fuulart• n/ m"rto dopo il dccr~so (vedere A. Philipc): anche A. Schaff. lnrrodu~irmc ulla snnrmtim. Erlitori Riuni ti 1972'; (;. M<~u­
dialof{art' (l)n i defunti ncll'aldilà · (vc.!cre .J. Pricur). nin. lntrodurlimz rì !tt .t~'mi(llr!gÙ:•, f:ditions de Minuit 19i0.
}
t
morte, simbo lica dei riti, potere creatore o negat~re de_l ve_rb~, t delle diverse c sostituzioni simboliche ,. nella tecnica terapeu-
wmunicazione dei morti e dei vivi ... questi sono 1 tem1 pnnCl- ~ tìca d el N'dop, danza di possessione praticata dai Lebu; cosa
pali da mettere in evidema. normale dato che, sotto molti aspetti, la malattia mentale cor-
rispo!lde a un c d ifetto di simbolizzazione,. a c una faglia
1 . ll veruo l la vita, la morte 5 che st contrappone alle basi della struttura ed ipica ,. , secondo
Nelle cuhure tradizionali dell' Africa nera, la preminenza la formula <li Lacan. E poiché il nome non soltanto d esigna
del linguaggio è indubbia, così come. la sua capacità di creare ma, almeno in parte, costituisce l'essere. agisc.e sull"anima, la
t! simetizzare : presso i Dogon ( M~h), come del res~o preSS? provoca, la costringe a un'azione, la racchiude in uno stato,
molti altri popoli, il nome individuale esprime . l"amma . ('K_I· niente di strano che la perdita del no me rischi di p rovocare
lww-say), memre l'epiteto provoca la .for:'t.a vttale (11~ma), profondi turbamenti nell'equilibrio della persona. Se è esatto
" evoca un passato, accerta un presente ... cht~m~ ~m au~ futu- ch.e il ~onfe.ssare le proprie colpe facilita l'estirpa:tio ne d el male
ro, (S. de (~anay). La parola è. insien~.e. pnnnp1~ ~eli essere e tl remsenmento del colpevo le nel gruppo, se è vero che no-
e mezzo dell'agire. La religione negro-afncana. tradlllonale po· minare lo spirito che possiede o "monta,. il malato porta alla
trebbe essere defluita il modo di trasmettérsz del Verbo, ma guarigione, inversamente il non formulato (o il non formu-
possiamo andare più in là. La malattia .--:- ~entale ~ no - labile) resta fonte di angoscia ed è vissuw come tale. Secondo
n o n soltanto indebolisce, distrugge l'equdtbno delle forze :- quanto scrive E. Ortigues: 7 c. Il cacciatore di stregoni utilizza
dunque rarmonia sociale - ma resta a m•he i1!separata e In- le stesse forze pericolose ch'essi usano, c'è un'affinità fra il veg-
separabile dal linguaggio simbolico. Non abbtamo fo~se se- gente e chi pratica la mag·ia nera. Il rituale d'iniziazione .~ot­
g nalato in un altro studio 6 che per i Lebu d~l Set~egal e suffi- t~pone. l'adolescente a un interrogatorio e g li fa prometlere di
ciente identificare il Rab (antenato che poSSiede tl m~lato) e rmunltare alla stregoneria, ma contemporaneamente gli ante-
nominarlo per far sparire il distur~ ps!chi~o? Il c~tama~lo n~ti ~tes!i divorano simbolicamente il giovane iniziato. L 'am-
per nome fa entrare il Rab sconos~1uto m s1st~ma s1m~ohco bi~Ult~ d~nque permane. l defunti, come gli stregoni, sono
preciso, socialmeme regolato, dov~ tl suo P?sto ~ conos~lU t? e ghiotti. L altro apportatore di male può essere sia uno stre-
gra1.ie al qua le l'individuo stesso st trova rem~nto ne~l ~rdt!le gone sia un antenato di cui si è trascurato il culto e che recla-
.'il>Ciale e culturale. t nota, d 'altronde, la funzmne det ntmt e ma quanto gli è dovuto. Gli estremi o p posti oscillano intorno
a~la medesima questione: , l'Altro , sia egli morto o vivo, spi-
• R. guardu al piano della morte nella letteratura orale !'egro-africa.na. nto errante o metamorfosi animale, l" Altro rimane nella sua
pt.~~i.t~o citare : H. Al:lra h amsson, 'The orìgìn ul qc.atlt, ~ ~t~dta .~thnogra6~a
Up~alic:nsia ,., 111 , Uppsala 19:H ; D. Zahan, R eitglo'_l. spm.t1~al1lt et peruet essenza colui che dà il segnale d ell'angoscia finta nto che rima-
1
,jncc:im·s. J>ayot 1!171 , cap. 111 ; L.V. Thomas, Cenq essau sur la . "!ort ne inno minabile, sottratto alle regole simboliche del Costu-
· · Da •·aar l"'"' ,.p • L V Thomas R. Luncau, Les R~llgJoru
" l ntuuu•, """• ~ · 111 • · · ' -1 d - Jf m e. •
tfAiriquc 11 uirc . • Textes et traditions ucrés • , Denoco-Faya~ . 1969;
V incent, M nrls. Tf'llt'nanis. surciers d'après /es Jnoverbes bl'tl du Sud
11u•rcmn, • Cah. E t. Afrie . • , !4, IX, 1969: Vedere anche G. Moore,
rr

e a) Il verbo fona di vita e forza di morle. L'dncacia d el ver-
imu~oy 11 { deulh in A!ricun puetry, « Afr~ca • . xxxvm, I_: 1968. .
6 Ant/ac;puluy,iu religieuse d'A/ricJUC nu1re, ~aroussc 19t.4. Cume . a?bta~u bo nelle culture negro-africane tradizionali è un dato mani-
scri tto sopra, per il Negro-africano tutto è languaggto: ~ u~m~ d1vt~ncGl! festo. t attraverso la parola che, secondo i Diola di Casa-
parlante privilegiato in un mondo che è una . tr~mil: dt stgmfì~an~t. l
mance (Senegal), Dio ha creato il mondo e comanda la piog-
a nima li possono e ntrare nel campo delle rc:lauom s•gntficanle-stgn.•ficato,
sia che il lor o cumportamcnto permetta. di i~tcrpretare un avvcmm~nto gia: è ancora il linguaggio ad intervenire nella evocazione del
assalo i""oratu o mal conosciuto (per gh lro d1 Boum Le Grand nel C1ad, Boekiin (genio) da parte dell'uomo di Dio da parte del
~ fatto che nottetempo una iena scavi una tomba è segno. che il defunto. nun Boekiin, e non c'è alcuna cerimonia animista senza un rituale
ha condotto una vita irreprcnsibile), sia che cs~o annu.nca un grav~ peru:ol~
(una civetta che ulula per ~ Dio~a de! Senegal, de.•. c.amalcontl surpretl orale (magico o religioso). È il caso in particolare delle formu-
durante: l'accoppiamento pe r 1 Mos1 de\.1 Alto· Volta.:. md1ca~o che la mor~t
si aggira nel villaggio...). Tant? che s1 è potuto d~re che ti Negro e ra ID
una situuione d i • dialogo contmuo con la natura • . 7 E. Ortigues, u mythe /ragmenlaire, testo inedito.
le orali che accompagnano i sacrifici, nelle quali si incontrano questo punto ritorneremo), o entrare in comunicazione con
paro le profane e parole sacre: le prime sono semplici segni i mani e gli antenati, o prevedere la morte. Tuttavia sarebbe
che legittimano la finalità del rito o ne spiegano il risultato; fuorviante credere che la forza sia unicamente nel linguaggio;
le seconde si rivelano efficaci sul piano ontologic.:o (hanno più ~sauamente il l inguagg;o è il seg no t:he rende manifesta
il potere sia d i ridestare. di mettere in moto delle forze, si<'l l'azione dell' inHuenza vitale e la fa conoscere ad altri; o . me-
di sacralizzarc) od operanti sul piano esistenziale (enunciano glio ancora, è quella forza che, come un catalizzatore, mette
un fatto o un ord in e .~ero). Questo potere stupefacente si spie· in moto le altre forze : per questo motivo il Negro. n elle cul·
ga con facilità : il verbo è la maniera d 'essere privilegiata. ture africane tradizionali, ha l'as..roluta convinzione che la pa-
C he sia profana, magica o sacra, la parola i: si m ile al re.~pi ro rola può uccidere a distam.a (strego neria).
(ed è allora su llo ste.~m piano d el nàmti) ma racchiude un sen-
so (e procede allora dallo spirito). Questa duplice partecipa- b) lluome, l'e.ssere e il destino. In un certo senso si pnò dire
zione sp iega pen:hé essa resti l'impulso primo che rio rga nizza che il nome, soprattutto per le culture afrit:ane tradizionali,
le potenze vital i in equilibrio instabile. Forza, parola, ritmo è parte integrante della per~ona. So prattutto il nome perso-
ed emozione asmtwmo. qui valore di sinonimi. La fil osofia afri- nale esprime o qualifica chi lo porta attraverso una frase con-
can a è senza dubbio una filosofia dell'oralità, di una oralità d ensata e simbolica; fa da guida al suo ritratto : di origine con·
che non è solo d ella lingua, ma che organizza le potenze vitali creta non nomina ~oltanto, ma spiega. ~: pitl che un segno:
in nome della loro spontaneità o della loro riuscita (essere è diviene una rappresentazione simbolica; ili n~ tra riassumendo.
rì usci re). In un certo senso. è e5atto dire ch e rivela l'essere. Cosi, pro-
Il Ver.b o, essendo una forza, non può non intervenire nella nunciare il nome rli qualcuno, aggiungiamo noi, vuoi dire
conce:tione .d ella morte. t evidente, in effetti, che se la parola agire sull'anima, pro\-'ocarla, c.:u.~tringerla ad un · a~ione, rac·
è abbastanza forte racchiude il potere terribile di ucddere. chiuderla in uno stato. Il nome presenta varie dimensioni.
Cosi, i Sara dtl Ciad fanno distinzione tta il T Il, la bocu, le C'è innanzi tutto it nome ugrelo conosciuto soltalllo dal sa-
pawle nelJ'ana. e il .V adji, il verbo. la verità per ecx cllenza. cerdote, dal padre e dalla madre: esso del imita • il muro inva·
c·Il Verbo ha un ca rattere psicosociolo_gico di realtà ch e ~li licabile della proprietà privata dell'ego ,. : ignorato (o quasi)
conferisce una grande efficacia . L 'imprecazione uccide quan- dal gruppo, salvaguarda l'intimità della persona eh~ lo po rta.
do è abbastanza violenta per dare alle parole che ne proced on•> Vengon o poi i n omi della famip,lia che specifi! auo le d ue linee
esistem.a suffiriente e caratteristiche di Nadji. l\a~ta. per gi u- d i discendenza, specialmeme fra i Dogon ( ~fali) e collocano
rare. assicu rare 11 h c il proposito espresso è N adji. Quanto si in tal m odo il bambino nella collettività. Il uome personale.
d ice su una to mba, su un mo rto, ha questa stessa forza. Male- usato abitualmente, pronunciato da tutti, qualifica la persona
dire è un as.~assin i o : generalmente occorre, affinché l'effetto sia $0ttolineando un avvenimento storico, una co incidenza fo rt ui-
decisivo, che l'imprecazione venga da un membro della fami- ta. uno stato d 'animo dci gen itori al momento della procrea-
gl ia . ,. • Per questa ragione bisogna evitare di ascoltare, a nt he zione o della nascita. un aspeuo del fisico o del carattere elci
involontariamente, le parole proibite alle quali non si è ini- bambin o. Infine i t w m i iu i'! ial iò. assumi nei r iti rh e segnano
ziati; si deve ino ltre diffidare dei giuramenti fatti alla legge- le svolte fondamentali, esprimono via via le nuove tapp e della
ra, delle maledizioni o degli anatemi che possono provocare personaliLà sociale.9 () nome dd hambino pttil :tn<:he ricoroare
brutalmente il dece~so, ma divengono anche mezzi efficaci per l'esistenza de!l'attlena/o reiucamato. Si veda l'esempio d ei Ven-
sbarazzarsi di uno spettro trof:>po ingombrante! Il linguaggio da (Rbodesia): « l! nome dl:'l hambino. conferitogli poco dopo
assume ancora un ruolo non -trascurabile ogni volta che oc- l'uscita dalla <:~panna eli reclusion<~. i: ::uH:he un mel.W per de-
corra interrogare il cadavere prima del seppellimento (e :m
9 Possiamo qui parlare di "'"llt'-irlditr. L' ind ire. di re ;1nrora Pricln
(Srmiologie, op. rit., p. 95). i: • un Cat111 11err cpihil.e che ci fa ronu~ccrc qual·
!l R. jaulin, l.a mnrt sara, Plon 1967, pp. 23~-Z.H. con di un altro (Catto) che n on lo è • (pr rccpihilr).
terminarlo e per assicurargli una protezione, mettendolo in stesso patronimico del defunto può essere indotto, come abbia-
rapporto con gli antenati. Il nome può collegarsi a un avveni- mo detto, a cambiare questo appellativo sociale. In breve, la
mento importante che abbia coinciso con la sua nascita, ma è morte dell'individuo deve comportare la morte del nome.
più spesso il nome di un antenato rivelato dai frammenti d'os- ~ Finché il nome dura, dura anche chi lo porta; usare il suo
sa. Si stabilisce allora un legame particolare tra il bambino e
questo antenato, del cui amuleto (shitslmgulu) egli porta il no-
me. AJ momento di attribuirgli l'amuleto, i Venda pronuncia-
t' nome vu?l dire r ichiamarlo dal regno delle ombre. Inoltre
dato che tl nome del defunto trasm'ette il contagio della morte
(nome e nomì~ato cos[ituendo un tutto unico) i sopravvissuti
no il nome del bambno e pregano il suo antenato, dicendo : che lo pronunCiano saranno comaminati allo stesso modo che
< Ora sei risvegliato, rinforzato, ritornato, noi ti domandiamo t ~ tocc~ero il c~d~v_ere o usassero oggetti che gli erano ap-
di restare con questo bambino che noi chiamiamo con il tuo p~rtenu~·· La protbmone può essere perpetua; ma spesso è li-
nome. , Tale nome cambierà dopo i riti iniziatici della pu- muata sta alla durata delle cerimonie funebri, sia al periodo
bertà, ma costituisce realmente per il fanciullo una protezio- del lutto. Alla soppressione temporanea o definitiva del nome
ne e un sostegno. Sembra tuttavia che i Bantù considerino ~el defunto, ~i accompagna, da parte dei sopravvissuti, la pra-
questa relazione non come un'autentica reincarnazione, ma uca del catpb•a.~ento dell~ro nome in modo da ingannare uno
come un mezzo per rafforzare la vita. » 1° Capita infine che il spettro o lo. spmro malvagto che si crede responsabile del de-
nome abbia un'efficacia propria: infatti M. Houis ha potuto cess~, o .anche per evitare, grazie a questo sotterfugio, la con-
riswntrare presso i Mosi (Alto Volta), l'esistenza degli Yuga tammaztOne della morte. ,. 12 Tuttavia va ricordata l'eccezione
che sono segni antinomici della morte. ~ I contenuti di questi più clamorosa: quella che riguarda gli antenati assurti ad un
messaggi si impongono ai genitori. assicurano la vita. La mor- impor.t ante g:rado di sacralizzazione (guerrieri, fondatori dì
te dei bambini in tenera età viene attribuita al fatto di non clan) mvocau sempre attraverso il loro nome.
essere stati in grado di trovare gli Y ttga adatti . L'indovino è
l'intermediario indispemabile per la r icerca dei nomi, non r
l
t import.a nte altresì fare distinzione fra ciò-che-non-pub-es-
sere-detto (ti che comporta diversi gradi : discrezione, silenzio
proibizione di dire, impossibilità di dire) e ciò-che-v iene-detto:
perché li conferisca lui stesso, ma perché rivela il coman-
do delle Potenze agli umani. • ' 1 T ali credenze comportano l in-altr4-forma. Per annunciare la morte del re, il Baule della
alcune conseguenze, di cui citeremo le principali. Il cambia-
mento di nome consacra la sparizione (= la morte) dell'an- l Costa d 'Avorio dirà: « il re ha male a un piede» e il Diola del
Senegal : c la terra è rotta ». Esiste così tutto un codièe verbale
tica personalità, quella dell'c Uomo vecchio • in favore del
nuovo essere rigenerato dal rito iniziatico: accade che il muta-
mento di nome alteri traumaticamente l'equilibrio psichico
ll che è necessario rispettare. Ecco, a titolo indicativo, l'esempio
dei Fon del Dahomey.

(in Africa, la follia è assi!Ililata talvolta alla morte). Allo Morte del re: • E: notte,.
Morte di un ve!lerabi!~, di un dignituio: • Se (principio trascendente
stesso modo ciò che convenzionalmente viene detto ~ morte della p~rsona, d~stmo) gb ha steso la stuoia • (sottointcndc • gli ha pre-
sociale » o c morte escatologica» si verifica quando i vivi parato r1 letto da morte • )
hanno perso il ricordo (= perdita del nome) del defunto Morte di un vecchio, non dignitario: .. Ha rotto la sua pipa • (imprevisto
e tuttavia vero) o • Se ne è andato verso casa •
e quando questi si confonde nell'anonimato collettivo degli an- M_orte di un giovane: • La malattia ha cambiato mano • (è i11 urticu/o
tenati. Infine, la morte della persona provoca spesso la c morte mortu)
. Morte di un bimbo di pochi giorni: .. Si è voltato . (ha fatto mezzo
del nome » : questo non può più essere pronunciato dai mem- g1ro)
bri del clan; se per caso qualcun altro della famiglia lo ha Morte 'di un gemello cui l'altro sopravvive: • Se n'è andato nella fo-
resta ... » ecc.

IO J. Roumeguèrc-Eberhardt, Pensi'e et societé africaints, Mouton 1963,


p. 28. 12 H . Webster, Le 'fabou, Payot 19.$2, p. 18f. Vedere S. Freud, Totem
Il Les n11ms i11dividuels chez /es Mo•i, rrAN, Dakar 196S, pp. 24-25. e t4hù, Boringhieri 1969, pp. 92-9S.

.,.
c) La parola catartica. Accanto al verbo che spiega l'origine il nonno era l'amico più caro del nipotìno, ma bisogna rider-
e le cause della morte (racconti mitici), accanto al verbo che ne e non prendere sul serio la sua morte. Tutti i giovani entra-
divene ~ul duplice piano dell'evasione e della rappresentazio- no allora nella camera del morto, ridono s~uaiatamente, 5i
ne (favole, racconti, indovinelli, enigmi in cui la morte occupa abbandonano alle facezie: è necessario che l'ultimo incontro
un posto non trascurabile) accanto al verbo che esalta (canti in dei bambini con il nonno sia una festa che ricordi loro le re-
lode dei defunti durante i funerali o le iniziazioni): va collo- lazioni allegre e familiari che avevano con ll.ti qnand'era in
cata anche la parola catartica. Di fatto la falsa geni tura assu- vita. Inlìne, all'uscita dalla capanna del morto, ragan:i e ra-
me nn andamento rituale soprattutto per la morte dei nonni. gazze si recano dal capo del villaggio e si fanno beffe, talvolta
È questo il caso dei Bambara del MaliY I bambini picmli, ra- feroci, degli alleati della famiglia venuti all'annuncio della
dunati nel grande oc vestibolo,» dove si svolgono le cerimonie morte,_ perché ~.i loro regali non bastano ». Senza dubbio,
importanti del gruppo esclamano a gran voce (tre volte per questo atteggiamento ha un 'innegabile funzione catartica, eh(!
un uomo, quauro per una donna) e cantano: «Avere dei non può non ricordarci la varietà dì termini gerg·a\i con cui
bambini, fa pensare al filo della conocchia, si rompe, un altro l'Occidentale indica la morte e le ripetute soste al bar eh' e~l i
riprende il filo. » Dopo una visita al terreno riservato al de- talvolta fa al ritorno dal òmitero. Questa « purificaziune » nel
funto riprendono: « Og·ni p;iorno x (il defunto) dice che fa senso aristotelico del termine è tanto più significativa, in
freddo. Op;gi i: <osi., !.'allusione ì: chiara, nessuno potrebbe quanto, secondo il principio delle generazioni alternate, non-
risentirsene e l'atmosfera ì: di festa. Durante un nuovo spo- no e nipoti formano un tutto unico. 1• Prendersi gioco della
stamento verso la capanna rle l morto, i n tonano: « Eh i, figli dei morte del nonno, con l'approvazio ne benevola del gruppo, cor-
morti, il hll(:o i: anche per voi. La tomba non ha un proprie- risponde in definitiva a prendere le distanr.e dalla propria
tario solo. Sui bordi della tomba c'l: fango. Essa è larga. Essa morte e quindi a rassicurarsiY
è lunga.» Se si tratla di una donna, alla (plarta visita_ al ter-
reno riservato a l\ a defunta, si <:anta: « Denti, denti, i denti di d) La morte spiegata: illing11aggio del mito. Nell'Africa ne-
x, i suoi denti sono çome i denti della iena. Per quanto l'osso ra, il mito costituisce il referem:iale privilegiato ·- l'equiva-
sia )1;rande nm i suoi denti di iena lo macinlla tutto, » è una lente del dogma rivelato per i cristiani - summa organica
~atira d<·l vecchio che passa il tempo a S)1;rarHKchiare: alla lunga del sapere essenziale e contemporaneamente principio orga-
ni(•trte n·siste ai suoi denti simile in questo a quelli della iena! nizzatore dei riti. Insieme di an:hetipi stabiliti ne variel ll r, nel
I .e rag·a7.zt' eutrano nella capanna del morto, ridono e piango-
tro: « l .;r nostra schiena i..· spezzata » (anche la donua <·he ha ap- l.f Due generazioni che si susseguono hanno molte rattinni d 'ani<~!'"·
pena perso un bambino cli<:e che la sua schiena è spezzata: nismo; due generazioni alternate formano un tutto unico. Così il capo di
un villaggio ha come proprio rappresentante qualificato non il figlio. f<>r-
il himbo era la .11/IJ schiena, la sua discendema) mentre fuori malmcntc escluso da ciò, ma il nipote. Sarà questi a sostituirlo nel ra•n
si sparano colpi di fuci!t~ e i ~im:ani cantano per l'ultima volta: che non possa presenziare ad un sacrificio per il villaggio.
« \fadre mia, Dio ha inlranto il mio sostegno, e'è da ridere.» 15 Che ~osa pensare infine del linguaggio esemplare dcll'esccu~ione-
1pettacolo • intimidatoria • U) e catartica insieme? Gli esempi ogl('i si .n•>l-
N ella sua cuncìsillne questo canto non manca di sorprendere: tiplicano, dal Sudan alla Nigeria. Recentemente, m·lla capitale di quc~t'ul­
timo stato, otto uomini legati a dei pali di legno hanno dovuto att endere
per un'ora in pieno sole la loro esecu1ione, che avvenne senza che fo~set"
l 3 Dobbiamo questa in[o)rmaziune al nostro amico e collaboratore R. loro bendati gli occhi. Bisogna dire che, sorridendo come facevano. alcuni
Luncau che prepara un'opera sul matrimonio presso i Bamhara. Precisiamo dei suppliziati davano l'impressione di avviar~ i a una festa non alla morte.
che il mud,:n tlwn, o sch~rzo per la morte del nonno. non si riscontra mentre il pubhlico nigeriano sembra appassionarsi sempre più a questi
quando si tratta di un hisnonno. In <juntu caso non c'è post01 per la fami- spettacoli anacronistici: ultimamente hcn 30.000 persone si pigiavano pn
liarità; il bisnonno si comporta n m il hisnip!>te come farebbe ron. il proprìo applaudire le dieci salve necessarie per finire i condannati di Lagos. Ve-
figlio, e cii> esdude ogni scherzo. F..rsc perché il bamhino annuncia. venendo dere • Jeune Afrique ~ • .'i(ifl, ~(i settemhre J9i l. Si I>UÌ• forse vcd<:rc in
al ·mondo, la prossima morte del vecchio? li fatto è che il decesso di un questi sinistri costumi una sopravvivenza dcstrutturat<J delle urci sinni ri-
bisnonno non suscita alrnna allegria. Lo stesso accade tra gli Agni della tuali del passato: decapitazioni in Cnn,.-: o. suicidi reali bantu... ' Non In
Costa d'Avorio. pensiamo,
{;raude Tempo di cui parla ~fircea Eliade, il mito non poteva Effettivamente sembra di trovarsi in presenza di due temi
nou pronunciarsi sull'origine della mone nell'umanità. Secon- mitiò primordiali, sui quali sono possibili infinite variazioni.
do uno dc~li schemi più frequenti in Afrit:a nera, la morte Il primo (tipo « di Giobbe ») implica una responsablità del·
umana ta la saa comparsa a causa di un doppio messagg1o in- l'uomo: colpa, errore di giudizio, nonru rauza. nvolta ... u sen•-
viato da Dio agli uomini, oppure di un unico messaggio sfortu- plicemente scelta sbagliata tra il male e il bene egualmente
natamcme travisaw per la sbadataggine o la stupidità di uno possibiiÌ ; l'altro (tipo «di Edipo» ) introduce (come elc:rnen-
tki messagge ri . ., Quali che siano le variabili'lra l'immortalità e to di spiegazione) il caso, il «destino », 111 questa seconda alter·
la morte, è scwprc quest'ultima che vinc..:e. In questo mito due nativa ispira un minor numero di raccollti rispetto alla prima.
personaggi .~ono i termini f1ssi: la divinità e l'uomo. Altri due Così nel gruppo «di (~iobl>e » ritroviamo il tema della scelta
termini formano una coppia opposta d'animali. Sembra che sbagliata (prova di discernimento), queli o della colpa (in par-
la coppia pitl rappresentativa sia quella della luc..:ertola (anima- ticolare per pigrizia) e soprattutto la uou souomi~sione a D io
le rapido) e dd camaleonte (animale lento) e che per una serie (d:.sobbcdienza diretta: viola:tione di un divieto) ... Torniamo
di trasfonuazioni e di varianti si possa facilmente passare al primo caso. Per i Lolo (Africa Orientale) e i Tnmbwe
all'altra coppia simile formata dal cane e dal caprone. Anche (Zaire), ad esempio, Dio offre all'uomo la scelta tra due pacchi.
quando porta il messaggio di vita, il camaleonte resta respon- Il più grande contiene beni di consumo, il pitl piccolo la vita
sabile: della llHlrtt~ degli uomini, sia che non riferisca tutto il eterna. Le donne hanno scelto il primo c: da allora gli esseri
messaggio, sia < he, per balordaggine, si lasci superare dal suo umani muoiono. Pigrizia o Hcmcuranza souu colpe che produ-
compagno (all'opposizione lentezzajrapidìta si aggiunge, o si cono effetti drammatici. Ne Il' Africa centrale un mito ampia-
sostiwisce. a seumda dei casi, l'opposizione intelligenza/stu- me me diffuso ran.:orna che gli uomini donuouo quando Dio
pidità). AccanLo al tema dd ~messaggio corrono» - l'espres- annuncia l'immortalità: soltanto il ~erpc:ute che sente il mes-
sione è di Frazer ··- che regola la questione della mo rte senza saggio diventa immortale. La ~isobbediem:a a Dio (funo, omi-
prendere in considerazione un intervento dell'uomo stesso o la cidio, trasgressione di un divieto ...) t:ompona, come inevita-
sua costituzione omologica , vi sono ahri motivi che sì rifan- bile punizione, la morte dell'antenato c que lla di tuua la sua
110 ad una colpa (speòalmeute della donna): menzogna, !urto, discendenza, e <tuesto ci ricorda il tema bibliw della wlpa di
trasgressione di un divieto, disobbedienza agli ordini di Dio... :\damo e del peccato originale. Il secondo tipo («di Edipo ->)
o ad un elemento costitutivo della natura umana (soprattutto si articola, grosso modo, in due sono-insiemi. O la morte
la sessualità ). :\Itri miti spiegano non tanto la comparsa della è dovuta a un puro caso. per cui né Oiu né l'uomo ne hanno
morte, quanto il fano che colpisca uomini di tutte le età e non colpa; ma questa possibilità è piuttosto rara : oppure, ed è il
più, come all'inizio, soltanto i vecchi carichi di anni; o ancora caso cii gran lunga più frequente, rirorna l'idea del messaggio
giustificano la cecità della morte (racconti sull'origine delle corrotto, ritardato, interrotto, o mal trasmesso a causa d ella
malattie) o la sua inftessibilità (nessun uomo potrebbe opporsi natura o della volomà dell'animale messaggero: la responsa-
alle sue decisioni). Andrebbero ancora ricordati i temi della bilità della morte non risale neppure qui a Dio o all'uomo;
immonalità del serpente (che cambia pelle e ritorna giovane) non ì: neppure dovuta ad una sorta di fatale: mercanismo ma al
in opposi:tionc:: alla condizione mortale dell'uomo, dell'c albero camaleonte, al caprone o al cane ... 19 .'\1 di là della molteplicità
della vita» dH' ridonava all'uomo la giovinezza (mito dell 'au· dei racconti mitici uegro-africaui sull 'origiue della murte si ri-
wctonia), dell'albero della conoscenza e molti altri ancora .. Y scontrano schemi narrativi relativamen~e poco numerosi ed
omogenei.
lu Vedere ndla parte 1 Ji questo libro il cap. m, dcJiçato alla morte
dell'animale.
l7 Vedere Cf. H. Baumann. Schi.Jp{ung und Urzl'il der Ml'1ud1en im 18 M. Fortes. Ot,dipus and Job, Cambridge Univ. Press 19:'\'J_
Mytlws tler ufrikani""lu·n Vo/kl·r, Bcrlìno 1936; H . Abrahamsson, 'Jhe ori- 19 Vedere V . Gorog-Karady, Noirs el bluncs. Lc•ur rufJ/JOrts ci travers la
gin uf [)('atlt, • Studia Ethnogralica Uppsaliensia •. 111. Uppsala 1951. Littéruture orale africaine. Tesi del 111 ciclo. um:: 197.:1. pp. 4.3M sgg.
2 · Come si parla con i morti? Ma se la risposta è ancora negativa l'asaba (colui che inter-
Dato che i morti sono, in un loro modo particolare, vavt roga) pone un'ultima domanda:
che continuano in un altro mondo un tipo di esistenza corri-
spondente alla loro situazione, tra di essi e i loro successori Tatu !ule luketr
possono stabilirsi numerosi rapporti. Dunque dovevi morire oggi?

a) L'interrogatorio del cadavere. In linea di massima, il de- Allora il cadavere avanza: la sua risposta è affermativa. Toc-
ca poi ad un'altra persona fare il kasab. Talvolta questa si ri-
cesso, anche se normale, non è mai gratuito: è punizione di
una colpa, intervento di un • feticcio ,. adirato, risultato del fiuta e scappa: allora i portatori con la bara sulle .~palle inse·
maleficio operato da uno « stregone mangiatore d'anima,., guono di corsa il fuggiasco tra grida di disapprovazione e lo
costringono infine a rispettare la norma. Succede che il morto
vendetta di un nemico. È necessario quindi interrogare il ca-
rifiuti di rispondere. soprattutto quando gli viene chiesto se
davere per ristabilire l'equilibrio delle forze turbate e liberare
sia stato uno stregone. Il cadavere allora è sballottato da tutte
così il gruppo dalle nefaste conseguenze aell'impurità. Vedia-
le parti, « scarrozzato,. nel villaggio, spesso tra l'ostilità di
mo ad esempio i Diola del Senegal.20 Il rito (kasab) è abbastan-
tutti, e tutto ciò finché « stanco », come dicono, non si decide
ze stereotipato: in piedi davanti at portatori, la persona desi-
a confessare. 21 Di conseguenza, l'indietreggiare (kttsolo) e l'a-
gnata interroga il cadavere.
vanzare (kakil) esprimono l'opinione del morto, mentre la ra-
- Totu lult' luket~ pidità dei movimenti indica il grado di veridicità della rispo-
t la fiue de Ila vi t a? sta: un movimento rapido «è veri.~simo », un movimento
!Hnntr l~aydr uu1hukyr wan uki~ lento • è abbastanza vero ,. ... Il kasab nmtinua talvolta cnn
Chi ti ha ucciso? Sei morto per colpa di qualcuno? u_na vera e propria orazione al morto, che ptH', essere pronun-
Mrmtt• kukot'yi kum11ki?
Ciata da un parente o da un amico. « colui che sa parlare , .
- Hai forse disobbedito al llorkiin regale?
- Manlt• Hufi/a humuki? Si spiegano le ragioni per cui il morto è stato ucciso o ha deriso
Ti ha preso l'H tdìla? di lasciare la vita terrena per raggiungere gli antenati. Ma l'o-
Mali/t· Rnnkult'm humukir ratore non manca di esaltare le qualità del morto e, per esten-
Ti ha preso il Hankulem? sione, della famiglia, con toni spesso ditirambici. Il P. Taste-
Mrmlt• KuJwlung lrumrlkr',1
Ti ha pre.•o il Kuhulung? ecc.
vin 22 ci riferisce un tipico esempio dei discorsi interminabili
che tra i Diola si indirizzano ai morti. l: n uomo ava 1m', al
Questa enunciazione dei geni, simile a una litania (Kuhoe- centro della piazza e improvvisò un discorso di una straordi-
yi. H ufila, Bank.ulem, Kuh ulung.,.) può durare a l ungo. naria efficacia. Per una mezz'ora ci incantò con la sua dizione
Se tutte le risposte sono negative (indicate dall'indietreggia- e con l'armonia dei gesti, ampi, disinvolti, e spesso commo·
re del cadavere) si cambia il tipo di domanda: ve_nti: gesti. che .costituiscono un elemento del lingua~gio.
Rtcordava a1 gemtori in lagrime ì meriti della figlia e i pro·
Mnntr an amuki? ba bili_ motivi per cui. aveva deciso di abbandonare la patria,
Ti ha ucci~u un uomo? ecc cosl gtovane, a 16 anm dopo neppure un anno di matrimonio.
Quando si era ammalata non si era risparmiato nulla pur dì
20 Qui il segnale prolunga l'indice. "Si pulÌ definire il segnale come un
guarirla. Enumerava i medici consultati. le loro prognosi.· i ri-
indice artificiale. cioè come un fatto (percepibile) che fornisce un'indica-
zione e che è: statç~ prodotto espressamente per questo » (L.J. Prieto. Messa- 21 Se è stato un Borkiin offeso a provocare la rnl;rl<:, i parenti ùd <k·
ges et signaux, p('n 1961i. p, 15). funto dovran~o implo;rarne il pe_rdono co~ offerte e sacrifici. Se il nri[H'volc
L'interrogatorio dd cadavere t ben noto ai Lobi, ai Baule, ai Kisi ... e un uomo, st mettera m moto rl meccamsmo normale della ~tiusti?.ia_
Vedere L.V. Thomas. f../np cuutume a/ricairrt': l'inlerrogation du cadavre, 22 Comm.ent il parli', in Le M onde Noir. • Prés. A fric. "• ~-9, Seuil.
• Bull. soc. Thanatologie •, 1, giugno 1972, 1.c.-2,~.c. Parigi 1950. pp. 62-63,
medi prescritti e che avrebbero d ovuto essere efficacissimi. ~oro movim~nti . E non c'è nessuno dei presenti che oserebbe
Non potrebbe darsi che l'avesse sedotta un suo antenato della tmpugnare 1lloro verdetto, neppure, è presumibile, la vittima
(;uinea portoghese? 23 E infine, per provare che lui non c'en- innocente di una loro eventuale macch inazione.
trava, mostrò le belle pezze di stoffa che aveva comperato per R icordiamo che certi comportamenti sono anch'essi mes-
lei ... Una o due persone del pubblico si alzarono per aiutarlo saggi indirizzatj ai d efunti per infonnarli delle intenzioni degli
a reggere il Lessuto blu scuro e permettere all' uditorio d i ap- « oratori » viventi. Per i Fon del Dahomey, spargere al suolo
prezzarne il valore. Quello raccontava dove l'aveva compera- un po' di vino e di fari na [a sapere agli antenati che sono in-
to. il viaggio che aveva dovuto compiere, il prezzo che aveva vitati a dividere il pasto. Un esempio interessante dì questi
pagato. Talvolta, durante il discorso, sollecitava da parte di segni comportamentali ce lo fornisce una testimonianza ri-
un ascoh atore di rango un 'approvazione che gli era subito ac- portata da B. H olas : « Lo hà t1yon è l'anima del morto che
cordata. Infin e, l'oratore faceva portare il tessuto sul catafalco dopo il seppellimento rifiuta di andarsene al nyamatti (sede
e ne metteva un altro e poi un terzo ancora più bello. Gli sotterranea dei defunti) perché i suoi funerali non erano
succedettero cinque o sei tribuni, l'uno più eloquente dell'al- stati celebrati a dovere. Allora disfa la stuoia nella quale il
tro, almeno a quanto sembrava, e conclusero i loro discorsi con suo corpo era stato precedentemente avvolto, l'arrotola sotto
lo stesso gesto di generosità. Dopo di ciò il corpo fu portato il. braccio, rizza i baffi per far paura e se ne va a spasso dì
alla fossa dentro un'amaca da due becchini. Soltanto alla fine gaorno, soprattutto verso mezzogiorno. Tutli quelli che escono
di questo interrogatorio si può sotterrare il morto. Ha rego- a quest'ora della giorna ta devono prendere una foglia verde
lato i suoi ultimi affari, ha dato l'addio ai « geni » del villag- o meglio un ramo fronzuto, come segno che mostri allo hri
gio. I vivi, sapranno, se occorresse, vendicarlo. Egli può dormi- nyon che chi passa non ha nulla contro di lui. Così si potrà
re in pa(;e. 1~ essere risparmiati. In caso contrario lo ha nyon farà del male
Che cosa pensare di questo rito? Non si può scartare l'ipo- a chi non abbia rispettato questa norma, gli parlerà, gli si
tesi di un accordo tra chi porta il morto e chi gli parla mostrerà, e, ritornato a casa, lo sventurato diventerà cieco o
(ast~ ba) ma non ne abbiamo nessuna prova. Nel comporta· muto. • 25
mento di c.:hi interroga non (;'è nulla che faccia sospettare
dei segni con venzionali che i portatori potreb~ro interpreta- b) L e manifestazioni significanti d ei morti. l dehmti si ri-
re. Resta un'altra possibilità: sarebbe uno dei portatori a dare, velano ai vivi in molti modi: sia nei sogni, organizzazioni d i
in modo impercettibile per i presenti, il segnale dell'avanzare significanti che bisogna decifrare; sia apparendo loro (segni
o dell'indietreggiare cui gli altri tre si adeguerebbero con una privilegiati) sotto forma umana o animale ( ogni soci eta ha
sincronia incredibile? Sembrerebbe, in ogni caso, che tutti riferimenti socio-culturali, qui il serpente, là il camaleonte...);
questi uomini abbiano un'anima sola che esegue fedelmente sia infine manifestando la loro gioia con una pi!>ggia di bene-
la volontà del defun to, tanto perfetta è la coordinazione dei dizioni o la loro ira con malefici : siccità, malattia, epizoozia (a
questo proposito si può ripetere del cosmo africano e degli
23 l Diola sono infatti stanziati dal sud della Gambia ad nord della
Guinea- Biuau. ·" · eventi che vi si svolgono che sono trame di significanti da in-
24 C i sarebbe t utta una semiologia del gtilO rituale da definire e da terpretare). I vivi, a loro volta, possono provocare i defunti
caratt erizzare. Su questo punto vedere A .J. Greimas, Du snu, Seuil 1970,
pp. 49-91, e il n . l O dd la rivista • Le langage "· 1961.! (Pratique et langage
e costringerli a manifestarsi. Due tecniche meritano di essere
gt•studs). Si tra tta ovviamente dì ge.sti globali (quantu all'informazione tra- ricordate : i nn anzitutto l'interrogatorio del cadavere già ci-
smessa) che sono sintesi, per dirla come i linguisti, • non di un enunciato,
ma di una situazione di comunicazione verbale • . N on vanno dunque con-
ftui con il linguaggio dei gesti che sono segni rappresentativi di secondo 25 Le culie de Zié ~ EUments dc la rt'ligion ko11o, Han, Dakar 1954,
grado (linguaggio dei sordomuti) o, se si preferisce, segni di segni, mentre pp. 114- 115. Bisogna dunque distinguere tra i segni dinamici quelli che
i ~esti gl<~bali sarebbero segni di primo grado. Così, per esprimere cordo- .. ' ai rivolgono ai destinatari (segna li, segni di riferimento) e quelli che riguar-
glto, i Diola del Senegal tengono le mani sulla testa. con le dita unite e i dano gli emittenti (segni comportamentali). Vedere M. Houìs. A nthropologie
gomiti in avanti. Vedere M. H ouis, op. cit., 1971. pp. 99 •gg. lintcuistique de /'Afrique noire , P UF 1971, pp. 98 sgg.

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tato e poi la divinazione (esame delle viscere d elle vittime sa- segna la separazione, l'allontanamento e la òispcninnc. feri-
crifiCate - dd fegato soprattutto - impiego dei frammenti sce l' unità dell'essere umano lenti parti costìtutiv<' si trovano.
d 'osso , come il buia dei Thonga dell'Africa del Sud ecc. ..). con l'arresto della vita, n ella disgregazione e nella co nf11sione.
Si può andare ancora più in là e parlare, come i Dogon, del ' La morte offre all 'uomo l esperiema del dissolvimento. !\la
VeriJO dei morti: c Il defunto non ha pitl cereali; non ha pill essa, dato che riveste nn carattere di necessità st·m.a òistrng·
acqua, né sangue, è essenzialmente , arido , e questa aridità gere la speranza di vivere, obbliga ogni mortak a uno sforzo
caratterizza anche quanto di , parola> gli resta. Al momento in continuo ed inconsCio di concentrazione del s11o essere s11 _.;c
cui si disperdono e poi si raggruppano gli elementi della per- ~tesso come se la vita fosse confu~amente percepita ll<·l r;u\u-
sona, i kikin1t (le anime) delle parole seguono quelle del- narsì e nel convergere ... Così si mani festa secondo i! pcnsiC'ro
l', ego, ; i quattro elementi della parola si disperdono con bambara, l'autentica natura del silenzio. Esso è: kg;:llo ;db
quelli del corpo; i l solo che rimanga è il vento. È. lui che vita: è fonte di vita perché tehòe alla mnserva1.innt' d!'! r <·si-
< porta a spasso, il hikirw del mo rto quando gli vien voglia stenza, che ò'altrondt' garamisce. ,. lJI
di lasciare la sua sede nello stagno e di manifestarsi ai vivi, in
particolare nei 5ogni. In questi spostamenti, l'anima del de- J ·Approccio a 1111a semiologia ddla morir nf·~ro -africmw
funto porta coli ~é quanto le rimane di , parola .... :~> La parola Abbiamo parlato a ltrove - a prnposi to dci simbnli ---del-
dei morti è come un vento che dà l'emicrania, tappa il naso l'algebra rituale dei fun erali. sopratluttn fra i Bantu. e <Id
e le orecc.:hie. comportamento caric.;o di semi d~gli ini1.iati <luì'arnc la loro
c Violenta e pericolosa come il vento, la parola dei morti ri-nascita e il loro ritorno al villag~·io dopo il SO){~iomo nd
è altrettanto inconsistente; essa è vuota e spoglia di significa- bmco sacro. Accontentiamo<:i. per il momento. di analiuare
to, perché non ha piir , cereali .... Ma il carattere nefasto di -:
diverse opposizioni pertinenti. Il pensiero africano essemial-
questo verbo vien e ~oprattutto dalla sua aridità che è. la stessa mente pan9=ipativo, ch e si tratti di ontolof1;ia. eli wmporta-
del vento. Come il clel'unto stesso manca completamente d'ac- menti tecnici o di att ef,t~iamen li rituali, opera. rig-11ar<lo alla
qua-., L'arirlit;'l ckì morti ra ~ì che ahbìano sete: ... «per dis- morte, molteplici acc:ostamenti . \ 'aie la pena eli sc~nalarnc al-
setarsi, riS<·hi:mo eli , here. l'acqua e il sangue. c ioè la vita degli cuni: giovani j ven·hi e soprattutto neonati / anten:lt i. vi \ ' Ì 1
e~seri umani. I .a parola del morto dissecca proprio come la morti, personej mascht:re: tutto ci!'J signifìca la «:ontinnità spa-
, parola <:attiva , (che contiene, ricordiamolo, un eccesso di zio-temporale (:he caratteri1.1.a la vita e la sm:iNà rl<:i vivi. ~on
vento e di fuoco). Dà fame e sete e può arrivare a provocare la c'è quindi da ~tupirsi se il simbolo. operatore cii conci lia7ioni
morte. Penetrando a ttraverso gli orifìzi del corpo dissecca tutto per eccellenza, riveste un nwlo essenziale nelle <:recll!"m:e e nei
l'essere... , A loro volta i defunti temono la cattiva parola che riti.
aumenta la loro sete e il loro tormento.216
a) Opposizioni cultwrali-lofJologiche
c) Il .silemio.n La parola dei morti, la parola dei vivi non • Basso (pianterreno: residcnw di rhi aa v itm).!alto {domi-
devono farci dimenticare l'importanza del silenzio : proibizio- nio di chi è vivo ora). davanti / dietro , dt:slra / si ui.Hm ... che òi-
ne eli parlare davanti a un cadavere nctn anco ra lavato, di pro- stinguono per e~empio l'habitat del Betammariht· (o Somha-l
nun<:iare il suo nome, di rivolg-er~i ad una vedova nei giorni ciel Dahomey.29
immediatamente suu:essivi alla sepoltura, di discutere o di • Cimitero-IJOscaglia (wll llra )/('(1/Jatlnl'·llìllng{!.i ( n tllrna ): b
{:antare in un cimitero. « Più di ogni altra cosa, la mor~e boscaglia, dominio dell'ignoto è anche il dominio dci harnhiui-
26 G. C:tlamc-Griaulc. Etlmolo.rt.i•· rt lallgal{c - La fwrole eire: lrs Do-
grm. Gallimarcl l !'l6.~. P.P· llfi:!!9. . . . . ~8 D. Zahan. Rclitòon, sfJirilualitr et fu·nsr:,. t~{riminr.t, Pnynt l 'lill.
·n Ricordiamr> 1 var1 tabu vcrhah, snprattutto quelh che nguardano 1l p. 185.
nnmc dei morti (<"nmuni o reg-ali). costume qu~sto che a ~uo tempo creò 2!! Vedere in particnlare P . Mercier. l:ltnl!italinn tÌ iltl ,l!.'' dmr.< l'Aiar flrfl.
cliiTi('nltà ;\ll'introtlll7.i•' ne tlelln stato civile. • r.t. Dahomécnncs •. x1. Portn Novn 19.H.

'
ao1ua, come dicono i Venda della Rhodesia (bambini-cosmi- sull'altare del clan. Si può inoltre stabilire una corrispondenza
ci) e tah·o lta degli antenati essendo, invece, il villaggio o la tra la boscaglia (cimitero) e il villaggio (luogo dei vivi), fra
naltlra-addmnesticara (cultura) la dimora per definizione di chi l'interno della casa e ciò l:h e vi sta al di. sotto (se vi si seppelli-
procrea (adulti. iniziati). La boscaglia si d efinisce anche come scono il morto o la placenta), corrispondenza che simbolegg-ia
il luogo dove ri!;iedono le anime dei defunti non ancora as- lo stretto legame esistente fra l'ego-vivente e l' ego·lll(lrto.32
surti al ruolo di antenati, e degli spettri che non lo saranno
mai, mentre il villaggio resta la sede d egli altari degli ante- u) Opposi:ioni rrou tupologiche. Alcune sono di ordine ar-
nati e dei t:ulti loro prestati. Infine si introduce una nuova chetipico: tale l 'opposizione rapiditti. j l,:utez.z.a di cui abbiamo
opposizione significativa tra la boscaglia parzia.lrmmte cllltara- parlato a proposito dell'origine animale della morte;.l3 altre
li:zata (cimitew) e la boscaglia norr culturalizzata (luogo qual- implicano giudizi di valore come la dicotomia buona morlt'.:
siasi dove si gettano i radaveri degli stregoni, d ei fulminati, cattiva morte, oppure morft' steril(~ / moTti' fecundu desuitti
degli annegati, delle donne morte di parto, dei lebbrosi. .. ) .30 nella prima pane;"' (l ancora rimall<laH.o all 'opposizione nat 11-
• Sulla terra / udla terra; nella casu f frwri della casa. Basti ru fc ultura, iwiivùi11o Jromrwitù, appar,e u::.ajsimlwlu; tale è !l
l'esempio degli Iro del Ciad studiati da C. Pairault: «Subito senso profondo della coppia morti' rea h~' morte simbolica, che
dopo il parto il neonato è deposto al suolt> e gli viene tagliato è ritualizzata soprattutto durame le t:erimuuie iniziatiche ..1~
il cord<;ne mnbelicale. Dopo una decina d'anni, un fanciullo Esaminiamo bre-..emente due •>pposizioui che pot remo definire
naro in quest~ tondizioui è chiamato a ' morire yondo ,; du- strutturali -funzionali.
ranle le prove cl'iniziazione. partecipa con i suoi coetanei a un Rolii'HL.!conf:'nlliliÌ. !.a wortc i.: un cambiamento di stato
seppellimento simbolico the prelud~. fuori del villaggio, alla (rottura). m a <juesto caml>i:u11ento sill,nitica la permanenza dd-
rinascita d'una nuova promozione al rango di adulti. Più tardi la vita (contin uità) tanto quanto la sua distruzione. Ciù d1e
per la stessa persona viene l'epoca del matrimonio; che è con- della ven:hia condizione ~uss iste nella nuova, varia secondo
~umato sul luogo della nascita. I n fine giunge la morte, il tem- i modelli socio-culwrali dei vari popoh (auime, doppi. prin-
po di seppellire il cadave re sotlO il suolo del recinto in vicin~n­ cipi viuli). Tuttavia. il nuovo è molw spesso una ·r ipetiz.ioue
za della rasa. Ogni passaggio quindi si assimila o si oppone simbolica dell'amko: la vita nell'al di là resta identica alla
ad un altro a seconda del modo con tui l'individuo si situa vita di quaggi i1 (i morti maugiano, bevono, <:ohivano i campi
rispetto a lla terra (sulla terra/ sotto la terra) e alla casa (nella e in cene (:irco;;tanze, benché la cosa sia molto rara. ad(tiritttna
casa/ fuori della. casa). Inoltre la nascita presenta in se stessa si riproducono!): il ueonato ricorda i tratti dell'ant~naw che
un'ambiguità sintomatica. daw che· nessun bambino viene si è reiucarnato in lui - è questo un mezzo, secondo i \Volof
sulla terra senza che siano in-terrali gli annessi fetali: qual-- !' e i Lebu d el Senegal. per riconoscere il bambino i.Vit k11 bon;~
siasi interpretazione si dia a questo gesto, va notatO che esso il l'anima purificata e il corpo sublimato assomigliano all'anima

l
equivale immediatamente all'inumazione di un morto. » 31 In e a l corpo del vivo ecc... Riproduzione integrale (identità per
conclusione, la nascita implica una venuta quaggi ù ed una i Bantu), affinità ontologica (identità parziale per i Diola.
inumazione (quella della placenta e del cordone ombelicale, i Lebu, i Wolof) o simbolica (partecipazione in tutte le cul-
autentici doppi del vivente), mentre la m orte comporta- ne-
cessariamenre - una inumazione e un oggetto-ricordo (reli· 32 Prtndercmo in c~ame più avanti (çapitolu sul sìmholu) J'npposi<innc
T erra 1wn colliuula - Tuga;:a twrgine - cilw crudo / 'Fnra coltivata -
quie, ceste degli antenati, statuette...) posto nella capanna o dunna incinw (o giti muttre) - ribo cotto.
33 Park 1, capitolo 111.
30 Il .::.ul;~vcrc. come regola generale. è inumato: questo ritorno alla 34 Capitolo lX.
terra-madre (luogo di n:sid~nza degli antenati) che provvede il cibo, come 35 Parte IV , capitolo 11 .
diwno i Sara del Ciad. avvienc secondo forme diverse che non possiamo 36 Bambino an(:rmalt posseduto dallo spirito di un antenat n. Vc:dcr~
qui ricllrd:H~. Z. Zcmpleni, J. Raba in, L'Eu{wlt N it ku bon. Un tabll•uu p>yc'hofJathnlo-
:H C. Pairault, Boum u Gra11d. Uillui!.C d'lro, Parigi, {nslitut d'Ethno- gique lraditirmnel chr·; /es Wo/of l'l Ics Lt·brm du Slnégal, • Psyçhopa-
lugie, 1966, pp. 321 -.'lZZ. thologic africainc .., 1, 3, 1965, pp. 329-342.
ture africane tradizionali) o semplicemente appartenenza ca- dividuo. Ne risulterebbe molto attenuata la contraddizione tra
ratterizzano una continuità fondamentale tradotta sul piano la generalità della morte e la nozione di morte come acciden-
sociale dall'imposizione dello stesso nome quando vi sia rein- te. L'antinomia continuità-rottura cela dunque una più pro-
carnazìone riconosciuta. Tutto avviene come se il ricorso alla fonda opposizione tra l'individuale - cho è apparenza sen-
utopia (l'immaginale) e al rito- concezioni escatologiche de- sibile - e il collettivo, o substrato antologico propriamente
scritte spesso con forza, ripetizioni e particolari simbolici - detto. ,. 38 La morte diviene allora mediazio1Je t ra l'individuale
compensasse la durezza dell'evidenza (decomposizione, assen- e il collettivo, considerato in quanto ha di più solido, la co-
za). « Quelli che sono morti non sono mai partiti ... I morti munità degli antenati. Ci si potrebbe anche çhìedere, in una
so n so t t o la terra... I morti non sono morti » , canta i l poeta. prospettiva di psicoanalisi esistenziale, se la comunità degli
1\'essuno meglio di Van der Leeuw ha descritto e spiegato que- antenati non sia la forza trascendente, ipostatiz.zata, della co-
sta concezione, che sembra propria di tutte le religioni cosid- scienza del gruppo, una proiezione nell'utopia (mondo idea-
dette arcaiche: « il morto si trova press'a poco nelle condizioni le) del desiderio che il gruppo ha di perdurare senza fin e; seb-
del vivo; non ha perduto né il dato né la possibilità. La sua bene occorra, a questo livello, riprendere la distinzione tra
sopravvivenza non si discute, precisamente perché i riti la ga- antenati recenti, sempre nominati e che possono reincarnarsi
rantiscono... la sepoltura segna il principio della vita nuova... nei nipoti, e gli antichi antenati, ~eneralmente anonimi, tran-
La morte non è un fatto, è uno stato, diverso da quello della ne i Grandi Fondatori. l « morti-t·he-rinascono riflettono piì1
vita ... La differenza fra lo stato anteriore alla morte e la soprav- direttamente una negazione della morte. {J na negazione, cioè
vivenza non è affatto pit'1 sorprendente della differenza che pas- un modo per < fare come se , la morte non esistesse per la fa-
sa fra l'età adulta e l'esistenza che precede la iniziazione alla miglia. In questa famiglia immortale J"individualità sarebbe.
pubertà... ma es~enziahnent'e la morte è un passaggio come un· al limite, soltanto un accidente della specie. L'albero sacro,
altro, e il morto non è una persona radiata dai ruoli... p morto, l'animale del clan non esprimono forse la nostalgia dell'eterno
al più, è qualcuno che torna e in generale, qualcuno che è ritorno, l'impossibile identificazione con la specie vivente im-
pre:sentt:. » .Il l .a stessa <:osa si riscontra se, tralasciando il piano mortale (identificazione , fallica , o , totemica , )? La struttura
escatologico, consideriamo il problema al livello della socia- del tempo e il significato dell'individualità si decidono dunque
lità. La morte di un individuo - specie se giovane e vigoro- ne11a duplice referenza alla mmte sul piano simbolko (antena-
so - è sempre percepita dal gruppo come un grave colpo alla to legislatore) e sul piano immaginario (il rito rno cidico. ,. ~9
propria coesione e alla propria persistenza. La coscienza collet- Si potrebbero citare altre opposizioni pertinenti o signifi-
tiva tiene sopra ogni altra cosa alla sua unità e alla sua perenni-. cative: Ordine (sociale, antologico, assiologico) connotante la
tà; al limite, si può affermare che il gruppo si vuole immortale. vitafdi.sordine (sociale, antologico, assiologico) specificante la
Oltre che con i mezzi rituali di cui dispone (i morti vengono morte... La morte in effetti è vissuta come disordine, sìmbo~
resi presenti, specie con l'evocazione verbale o con altre tec- leggiato dall'aTTesto delle attività nel villaggio, dalle vesti la-
niche rituali, gli antenati sono invocati nelle preghiere e nei cerate di quelli che piangono il morto, dal fango sul viso e dai
riti sacrificati), esso assicura la propria salvezza anche con gesti incongruenti dei danzatori durante i funerali ... ecc. Ciò
il ricorso al simbolico. Jaulin ha perfettamente espresso que- può essere spiegato in molti modi: -la morte - specie se col-
sta idea scrivendo, a proposito dei Sara: « In un certo senso, pisce un adulto - interrompe la vita di. un lavoratore u.tile
la morte appare come una privazione esistenziale - ess~ndo al suo gruppo, che su di lui aveva fatto a più riprese investi-
l'esistenza quella dell'individuo - e non come una neganone menti lunghi e costosi (educazione, in iziazione, attribuzic'lne
essenziale. La vita. nel senso pitl pieno. rion è individuale e de- di un ruolo e di uno status): procede da cause nelle quali in
rivata, e la morte agisce sulla manifestazione secondaria, l'in-
37 La relii!,Ìon dans son es.•ence el us manifestations, Payot 1955, 58 Lo mori SaTil. • Les temps moderoes ,., 129, 195 i. p. 460.
pp. 20i -208. 39 M.C. e E. Orti~ues. Oedipr africain. Plon 19m>. pp. 88-89.
grnere trionfa la liberazione sregolata. del numinoso, soprat- l ·· Confronto Africa-Occidente
tutto se si tra na di cattive morti ; inoltre, fin ché il cadavere Cerchiam~, tuttavia, di situare il linguaggio occidentale
no n è completamente decomposto, nel villaggio' regna l'insi· della mo rte m rapporto a que llo negro-africano, che abbiamo
c ur~zz.a : impurità di chi porta il lutto, fonte di contaminazio- appena descritto : ci soffermeremo su due livelli d 'analisi.
ne; rischio di vendetta da pane delle anime dei defunti, tanto
più pericolose perché invisibil i ... ~)Livello delle credeuze e degli alleggiame11Li. Civiltà della
1tupurità-cadav e1·e in decomposizione-prosec uzione del lul- scrtttura e non dd1'oralità, <:iviltà della tecnica piuttosto che
to-r:sc:lusione di chi i: in lutto f purezza-st·heletro scam ificato- ~el Verbo, il mondo occidemale non a ttribuisce più la stessa
cessazioue del lutto-reintegrazione di chi è in lutto. Questa f?rLa alla ~arola, che resta soprattutto mezzo della co.nunica-
dualità esprime molto bene non soltanto le idee-fo rza delt't"- ztOne e V~IColo del sapere e della ideologia.
scatulogia (passaggio dalla decomposizione a llo scheletre. in Innanzttuttu, la fu nzione metafisica di innesco di forze è
coim:ideuza con il passaggio dallo stato di mani a quello di que~ta volta secondal'ia. Oggi no n si dice più, come diceva un
antenati), i tempi principali della durata (tempo mitico degli tempo l'~v~~gelista:. c ~n principio era il Verbo» ma piutto-
antenati, tempo concreto quotidiano dei viventi, tempo con- sto « _A~l m tzto era l Azwne ». Tranne il caso, naturalmente
creto escatologico dell'al-di-là dei morti) ma anche i princi- ~he n SI po_n ga n_ell'ouica cristiana per la quale conservano u~
pali momenti dei riti post-mortem (tempo di lutto e cessazio- sens~ la R1velazwne della Parola (creazione divina) e la po-
ne dt>l lutto, inumazione e riti commemorativi ... ). Ne è un caso t~nza d~l _Yerbo sacrar,nentale (soprattutto nel Battesimo, nel-
particolare l'opposizione positivo (vita, rituale per accostarsi)/ l_Eucansua, nella Pemtenza, fon~i pt~ ec~ellenza_ ~ella vita spi-
t1egativo (morte, rituale per evitare). r~t~tale). In tal modo, nel pumo 11l cu1 psJ<.:oaua!ISl 41 .e teologia
Queste diverse opposizioni, sia che proceùano da segni rap- st m contrano, D . Vasse pu<'> scrivere: «Dare la viLa è l'atto
presentalivi o dinamici, o facciano riferirl).entu allo spazio, al della Pa~ola di Dio nella creazion e, ma è auche l'atto della pa-
tempo o a l<Ko relazioni (velocità o rapidità, rottura o con- r?la dell uomo nella morte. La separazione radicale da se stes-
tinuità), alla na tura della morte o agli atteggiamenti che pro- Si nel dono del~a- vita _i~ cui _la _
P resenza s i manifesta come rap-
voca, mantengono un valore d'espressione, e contemporanea- ~rto u~u ale d1 tùenllta e d1 dtfferenza si realizza per Dio nel-
mente un'intenzione dinamica, nella misura in cui fa nno sor- l atto d t creare e, per l'u~mo, _nell '~tto ,di morire... Per que-
ger~ e organizzano il rituale. Se approfondite convenientemen- s~o, alla luce della sua R•velaz10ne 111 Gesù Cr isto, la Parola
te, )e collegate ad altre probabilmente ancora da scoprire, ~­ st offre alla riflessio ue: in Dio come dono della Vita che si
prallutto equilibrate, esse potrebbero (a condizione che sia d~ ne!la n_ascita e nella creazio ne; nell'uomo come dono della
veritkata la loro pertinenza) servire come base per la costru- Vna che st dà nel_la mo rte e nella consumazione dei tempi ~o.o
zione di un linguaggio della mone negro-africana (= antro- ~es!erebbe ~a spa~gare perché l'uo~o a b bia sempre avvertito
potanawlogia semiologica). tl b1sogno dt a.ssocaare la parola al duplice mistero della Vita
e della Mo rte e quamo di mistificante e di confortante insieme
possa e~rci in un tale atteggiamento! Ormai, al di fuori della
[J) La morte e il littguaggio nelle società occidentali prospettiva religiosa (parola che ridona la vita nel Sacramen-
to, parola che dà· la ~orte quando c~m essa si commette pec-
Diremo molto.poco riguardo alla mo rte e a l linguaggio nelle c~to, paro_l~ che scaccta lontano da D10 nella scomunica), non
società occidentali, perché quanto di essenziale si potr ebbe ri- s1 crede ptu alla parola che dà la morte o la vita; del resto gli
cordare è già implicito nella trattazione precedente.40
41 Vedere. a questo proposito, J. Lacan, !.criJr, Seui) 1966; l : pp. 159
sgg, n: pp. 242 sgg.
40 Abbiamo detto in che cosa il suicidio. per esempio, aia inlieme .. lin- 42 D. yasse, La prér~nce réelle ou /'effct d'ur~e parole dans le Iieu d e
!\'Uaggio . e fallimento,. della comunicazione. Vedere anche, nella parte 11
M
la mort, tn Mort et presence. • Cah. de Psych. Relig. • 5. Lumen vita.e
di questo libro, tutto ciii eh~ riguarda la morte rapprcJcntata. Bruxellcs . 1971, p. 282. ' ·
anatemi e le imprecazioni non si usano più e non significano l'intcrvento di Malraux per celebrare un martire della re!li ·
nulla nel mo ndo d 'oggi ; così come non vengono usati i nomi stenza, J. Moulin ) n on vi riveste molta importanza. Allo 'ltcssn
c propizi a o c antinomici a d ella mo~te. Quanto al_le ~arole modo non esistono p iù significami privilegiati che manifellti-
catartich e, esse sono ugualmente assat rar e. Forse Il n corso no la presenza del defunto fra no i. Certi autori ci parlano rli
a termini di gergo per indicare la morte e il morire, di cui indizi r ivelatori : rotture e rumor i insol iti, una porta che 'lÌ
abbiamo già parlato,.u potrebbe ricordarci, per la sua funzion e chiude, una finest ra che si apre. o~getti ch e cadono. sparisco·
esorcizzante le relazioni sch erzose; ma fra i due a t teggiamenti no, riappaiono improvvisamente, tlll vento imprpvvist>. tutte
sussistono certe differenze. A parte il fatto <:he il gergo è lin- man i festa1.ioni che indic:hcrchbero la. presenza dd dd untu.'-1
guaggio di un gruppo sociale mo lto circoscritto, in ogni caso Talvolta sia dircttamcute, sia attravcno una ter7.a pt'nona.
il suo uso resta strettamente individuale e non si inserisce af- chi sopravvive pretende di allacciare un dialop,o <:nn chi è
fatto in una prospettiva rituale. scomparso. L'ex vt·~covo eli California .J. Pìk<.·. st• .~ i pliÌI crt··
L ' interrogatorio del cadavere evidentemente non si pratica dergli, sentì su o figlio, suicidatosi un anno pri111a ...' parlarJ?,li
più, dato che, per noi. il ddunto • non è pit't ~; t.uttavia esi~ t: auraveno la voce di un medium. anch 'egli pastore. Belline.
genze della giusti.z ia possono rendere necessan~ m alcuna cast ;.
dopo venti mesi di silenzio, riuscì infine, a quanto <"i disse, a
l'autopsia, ma il medico legale, se fa parlare t l morto, opera percepire la voce del suo unico fì~lio deceflllto in ~rl(uÌ to a un
sul piano scientifico e il linguaggio non ~·entra più. Tutt.avia incidente, sotto forma prima di pn:sema invisihik. poi di vi.
talvo lta si t:ontinua a parlare alla spoglia m ortale e a nvol- brazioni sonore e luminose:
gerle dei rim proveri ${)tl0 l'impeto dell'emozione. Re~ta_no l~
l o: 1\lichd. tua m ;nlre mi chiede spc:~'o c·omt• :1\'Vt:II!-(O i h' le no,tn· ro-
orazioni funebri. In a ltri tempi erano d overose e Tuctd1de ct munica1.ioni.
ricorda l'atteggiamento eli Pericle a q uesto proposito. At~gus~o 1\fichcl: Dì' alla m:tmma che tu cmc:11i ddlt· orul<'. l o k p<'ro·l' pi•<n.
a dodici anni pronunci(> l'elogio funebre della nonna, T abeno h>: C't tlunque una Jun~he1la tl'cmdai'
a n uve quello d i suo padre, e Caligola giovanissimo quello Michcl : .'ic: tu ,-uoi.
della bisnonn a. Piia recentemente Bossuet, Bourdaloue, Flé· lo : ~ou è ..:•!tanto il dt·sidl·rio diC' ho tli te>llltlllic .on· t nll Il' :o uc:arT
le rispo,tc?
chier. Mascaron divennero celebri per le loro o razioni in l\li1.hd : Il el:·si•kri<> crea !.t hm~o:ht·ua tl'mada. Tu l1.oi 1rm·a 1" la hm·
occasione delle morti dei grandi di questo mo ndo. Questa abi· gh.:T.La d 'unti<~. l o '""" tt· c 111 ~t·i 111<'. t utlt• k mic: ri'(l("l c: el ipc:u•lun"
tudine, ormai desueta dopo il xvm secolo, si limita attualmen· d:llh: tul' dom:m clc:.
te ai discorsi ulnciali al cimitero: l'eloquenza (se si eccettui Io: Dipr u elo nt>?
l\fi(hc:l: lu P""-'" dirti so ltauto tiit d ac ~ci capate di tra~ct il'er e.
43 Ricordiamo qualche altro esempio. M orire si ~ice_: c~epare. rimancr:ci.
sbuirc schiattare. schi:~ntarc: o anche: allungare • ptcdt, andare al d ta- Si trattava in questo c:aso. cn11tamiuat.1 di\ dati scit:ntifìci
volo, ;ndarc all'altro mondo. :~ndarc: ad ingras~rc: i cavuli. dar gli ultimi (lunglu:n a (l'uuda ). clc·lla « dliareznt rli ast·ollo » , lq~ata al
tratti. stender le gamhe .. tir~r le cunia. t irar~ il calzino •. cac~rc: le g~a~pe. c terw urt-cchiu ».cui alludono. ~ulb scorta ch •i \ '<•cla . utm tc-
far l'ultimo vi:tJ!gio. l<lsna rn la pelle. levar l mcomodo, ndur~1 al. lumtcmo,
rom~rsi l'osso del colln. anelare " Palra•su. f:u lagutto •. us~! r d1 c~Ua co~ m~i tl''>li t'Solericì " saai. Si tratta uguahtl('lll<' dt'~li " <hpiti d i
le gambe innanzi. rcsta.rci se·uu. anelare nc:-1 num~ru dct pou. .1ndare agh luce ,. tonti di <.'!moscenza incarnata. principi di gioia e tli vita
alberi pinuti ... ccc. . . . _ . . e q u indi cner~ia. T urw ciii(· commovente, mi., tiu•. <· nm l mo
Tipicamente f ranccsc c 5cnza ro.scuntro m ''?ha m• ~. ! espressiOne < ~asscr
sa pipe> [trad. it. oumpcrc la ptpa>] _ehc cs1stcva g•a nel!~ mazar•_nate: imieme! 46
, c auer son tuyau > [trae!. it. c ro1_11perc Il l~anccl_lo)) ). Tu~t~v1a al eu m SO·
stengono che sia nata quan.d(l d mat~mat>rn E~lern mon,. rompendo .la 44 Vedere, ati rscmJ.:u, M . (~bun. Ditlio.~ur·.• m•r·t· lr·.~ m'''ul. fay:ord 1!li 1_
pipa che aveva in hocca. Scccmd n _un al1ra vcrs10nc. fu l attore ~ crct~r H M . r.:bnn, u{1. rit .. 11ii l . cap. l /.11 ,lc''<lll<'r' r/1• f'h•/-rJIII' l'ilil'. \'l:clcrt an -
che, mentre intcrprela\'a la parte ~lt .Jcan B;nl. nm un~ supcrb;a ptpa. m che 1'. Misrak i ç ). l'ricllr, "''· rit.
bocca morl $ull3 s~cna, prnvaneln ol tlupl•cr tl•o,placcre eli rompere la p•pa 46 Belline. La· ln•i.l ir:m,· or('il/1'. R. Laffonl l 9i'2. pp. l :~:l- 1 :Hi. ll ì~e>gm··
e di ~orirc.• R. ~hhati(•r, l>idimmair(' dt· '" mml. A . M iche!. I !J~i . p. 47~. rcbhe citare ;n~rhe il <::\S'l <h-i murti rh e e:nn.unirann p n 111('1.Z•> dd • la"" -
Al posto di ucddcrc. ;tltrc .c sprc"inni se>n<>: accoppare. fare a p~7.7.1, lini parlanti~. AutuSU!;'gestiunc? t\lludnazi\'IIC C'<> l klliv:~ :• Tnut•• pn.<.<n-
far la festa. br la pelle-. !1ccclm~ . lrcd<lar"- rare ~erro ... •',. lano? l'tohabilrn<·n!t' lutt 'c l re k Cl/Se insieme.
Sarebbe n e<:essario sollevare anch e il problema delle ma- b) Livello delle oppoJiz.ioni pali11e11t i. P roprio a li vello
sdtl'H!. (~ueHe ultim e r ivestono, i u Afri<:a, una triplice funzio- de~le ~pposizi.~ ni pert_in enti, n~lla n!isura _in ~:ui at~ingono agli
ne : rappre~emano i defunti nel corso di varie cerimon ie, W · archeupa dell m couscao colletuvo. o appawu o panKolannente
p1·auuu u per quanto r iguarda l' iniziazi<me; di{e~dono la )or~ netti i punti d i incontro tra i dut siste mi culturali. Così ri-
inuna~inc dalla distruzione perché la loro anama n on ern troviam~ in O ccid ente, mulatis mutandis. l'opposizione buo-
SL"IILa fm e; proteggono il m ono dagli spiriti malefici. In Oc- na (o p auttusto b ella) mortef cauiva m one, morte: feconda /
r itkllle k masdtcre, faua eccezione per il carnevale, n on son o morte sterile, morte di un giuvau e/ mone di uu vecchio, mort~
più portate dai danzatori; servono soltanto staticameme a ri- reale/ morte simbolica. ~l a già a <iuesto livello il senso dei riti
nudare L" a rend ere presenti: è quel>to il caso d elle « maschere si dimostra assai differente. In Europa la morte di un vecchio
l uuehri » dtc ci cottscn•a no , spesso in modo d iscutibile (assai no n è piia un avvenimemu fo ndamemale d1e bi celebra nel-
uoto (: il caso di N apoleone), i tratti dello scomparso, oppure l'esultanza collettiva; e presso di u oi quanto sopravvive del-
d<.'i busti dei gTand i che si trovano nei musei o nelle p iazze; l'iniziazione ha totalmente dimenticato la m essa in scena sim-
uou c'è.· piit akun problema di identificazion e tra ~a tnascher::t bolica che con duce dalla morte rapprc:sentata alla rin ascita;
e J"anteuato th'essa rappresenta, tra la maschera e ti danzatore e per di più se il Negro-africano, per lHllare cont ro i danni
che:: la port;a.~7 d_e lla morte individualizzame, attiva dei processi regolati so-
Forse:: ciù in cui piit si avvicinano il !\:egro e l'Occidentale ~ ctalmente, in Oc<:idente assistiamo iu Vt:l'e a fenomeni d ì desa-
i: la pratica dd silem:io. Il ~ilenzio è u_niversalmente . legato cra lizzazione legati alla morte. L'opposizio ne h abitat d ei m or-
a Ila morte. E wttavia, an<: h e m questo, VI sono molte dtfferen· ti / habitat d ei vivi non soltanto si (: lau a pit'l rigida (allon -
zc. Il « minuto di silenzio » <:he osserviamo per commemorare tanamento d ei cimiteri dalle città) m a ha perso anche il suo
un avvt~uim e u to drammatico o il ricordo di un defunto non ~arat_te_re. d~al:tti<:o: i ~efutlti non son o più ù eì mo·r ti-presettti,
ha p t·r noi alcun sig-nificato metalisico; e noi restiamo rispet- 1 « vtcmtss1ma » ch e tc::<:ondano la terra u sposano le d onne,
tusamelllt• in silenlÌt> durame le c::sequie, 411 mentre il Negro- ch e comandano n ella buM·aglì a ma si as!>oggettano alle re..ole
al ric.:a11o u ·kbra. specialmeme per un ve<.:chio, funerali tumul- suJl'alta re d el villaggio: divt:ntano piuttosto dei uwrti-rifi~tta.
t uo~i con cami, t•itmi di tamburi. col pi d i rucile. Solo il lutto, ti, sia nello ~pazio sia n ei riti: l'Africa no trascura le tombe m a
in cmramhi i casi, c i aiuta a com prendere che cosa sia un offre sacrifici sull'altare degli au ten:1ti, I'Otcìdemale le orna
• dolore muto •. accuratamente di fiori almeno una volta all"anno, le l ustra
o~tentatamente: ma fa celebrare sempre di menu messe per il
nposo d elle anune.30 L 'opposizione ,ordine / disordine ha perso
4; V ~o lere J.L. Bo:douin_. Lt·s !llr~<JIIrs. PVF 1967, ~~- 89 sgg. molta della sua asprezza. La morlt' è indubùiamcnte vissuta
-IS J{i~on!iamo i cclebn \'USI d1 V. Hugo scolp1h sulla tomba di due come _u na gra~e an_untia, produce indubbiameme un profondo
bamhini nel cimitero di G raville-St-H unorinc:
N.1turc d'où tuul sort, nature où tuut relombe smarnmento m ch1 ha perso una perso ua cara. ma nun provoca
Fcuillcs, mds, doux rameaux, quc l'air n'oso: dfleurcr nessuna perturb azione nel circuito <it· gli esseri-fora, non sca-
Ne faites pas dc: b ruit a utour de cttte tombe ...
... Latssc:t l'cufant dc•rmir et la mère pleurer. tena nessuna irruzione di potenze numinosc anan.:h iche, tut-
(N .,tura Ja cui tutto sorge. natura io cui tutto ~icade. f oglic, nidi, dolci t'al più comporta una risisternazione dc::lla vita sociale dc:i so-
rJmi, eh~ l'aria non usa sfiurar<', non fate rumore 1ntorno a questa tomba ... pravvissuti. Il fano è che l'impurità, per l'Occidentale, si li-
lasriatc dormire il J,imbo e piangere la mad re.)
OFJHll'<: quelli di P. de L a Tour Du P in : mita al fet?re del ~adavere: d i qui la pt:eocwpazione per quel-
Vous ir<:l vcrs le scuil grand ouvcrt de la mort la che abbtamo chiamato la morte asettKa; essa ricade soltanto
Avcc une àmc haute et gorg~e de silenct. in parte sul sopravvissuw : ecco quindi l'abba ndmw dei riti
(t\ ndrdc: verso la porta spalancata ddla morté con un'anima alta c
(:(,Ima di silo:n zio.)
49 Sembra tuttavia t'hc gli Olandesi osseryino mal_volenticrì i pochi ~~­
nuti oli silcnziu in mcmt~ria dei 200.000 morti dell'ulhma guc:rra, alla vigi- .50 Si può dire che per I'O(cid~nta lc il nmtc:nc-nlc (to mba, niptaì tinisc~
lia della loro festa naziona le. con l'c-nere più importante dd contenuto.
di lutto su cui avremo occasione di ritornare. In definitiva, per la salvezza e la vita eterna (mito-dogma· della Redenzio-
queste di fferenze restano strettamente legate alla concezione ne). Inutile insistervi sapendo qual è la loro imponam.a nella
della coppia interruzione/ continuità. L' uomo dell"Ahica pri- civiltà cristiana, anche se bisognerebbe soffermarsi su l grado
vilegia la continuità (sociale e metafisica, o ntulogìca o esisten- di credibilità (decrescente) che rivestono per gli uomini d"oll;-
ziale): I'Occ:idemale, anche se credente, e tanto pii• se non lo è, gi. Quanto ai riti, sono lingue rigorosamente codificate che
si mo~tra piì• sensibile alla ro ttura: per il primo !"a l d i là è il riproducono in maniera simbolica le idee-rorza dei miti-dog-
vk ino e il sìmitè. per il ~econdo è il lontano e il totalmente- ma e manterl'gono vive un certo numero d i .c.:reclenz.e fondamen-
altro. Così. riFor ,_;, ntlo il simbolico <tll'immaginario, l'uomo tali, in particolare quelle riguardanti la necessita d~lta morte.
moderno sdia lettizza in q ualche modo le coppie di opposizio- la sopravvivenza nell' Al ·di là, la R esurrezione finale. _ An-
ni pertiuenti, le riduce a giustapposizion i di termini opposti; drebbero interpretati in tal senso la m e~sa funebre. i canti
tutt'a l pit'• ndl<t s11a lotta umtm i danni della morte si sforza che !"accompagnano, la solennità c.:he la c ircnncla. Consideran-
d i attenuare la loro inwmpatibilità o di ignorare la loro esi- do l'evoluzione di questo rito n el tempo. c sc)prattutto la pii1
stenza. recente liturgia cristiana, vediamo come essa si semplifichi,
perda mistero (canti non più in latino. ma in volgare ), il fe-
2 . Per 1ma ,çpecìfit·ìlri del lit~guaggio occidetitale della morte dele è chiamato a parteciparvi più direttamente, spariscono
La morte è un linguaggio o un antilinguaggio? Non si po- (almeno in parte) certe pompe. <:i si preocwpa di rivolgersi
trebbe affermare con E. Morin che essa diviene, per eccellen- pii1 al vivo che al defunto esprimendo così molto bene il mu-
za, il mmore (11ois~) che interrompe ogni cumunic;azione e ren- tare di atteggiamenti cui accennavamo sopra. Se a tutto cit')
de impo~sihile il messaggio? O, meglio ancora, che è il « ru· aggiungiamo la soppressione dei cortei, il distacco per la mag-
more as~oluto , . vale a dire il contrario di ogni linguaggio? gior pane degli attori tra il rito divenuto pesante fardello
Non hiso~~:na, a questo propo.~ito evocare il silenzio definitivo sociale e le credenze che lo fondano, il piccolo numero ùi per-
de l defunto. qudlo di fronte al quale si arena qualsiasi pos- sone coinvolte (tranne il caso di funerali nazionali o rlelle
sibilità di dialogo? Non è tale, lo sappiamo, il punto eli vista esequie-spettacolo riservate a un defun to celebre) si potrà fa-
del Negro africano. e. da noi, quello degli spiritisti ! Ma tutto cilmente capire la differenza tra i funera li occidentali e quelli
<.:iù non impedisce il discorso su lla morte o rigua·rdo ad essa. delle culture africane tradizionali .
Il linguaggio relativo alla morte è strettamente connesso
a) La pluralità dei linguaggi della jsulla morte. Richiamia- con la attività professionale : il medico, il prete, l' impiegato
mo, a titolo informativo, il duplice registro dei m iti e dei riti. delle pompe funebri - dal maestro di c.:erimonia al becchino
An<.ht: I'On :ide nte ha i suoi mni, talvolta miti-racconto, tal al- - non ne parlano allo stesso modo. Abbiamo già ricordato le
tra miti-do~ma. inseparabili questi ultimi dalla Rivelazione espressioni sofisticate e banalmente eufemistiche (:he E . l Vaugh
della Parola. poiché il Cristo stesso è Verbo di Dio.51 Alcuni mette in bocca ai mercanti di sepolture d'oltre oceano c caro
di questi si sforzano di spiegare l'apparizione della ~orte (mi- estinto "' (defunto) «caro abbandonato ,. (sopravvissuto); « fe-
to-racco nto della colpa di Adamo ed Eva), di esprimerne il lice campo di riposo,. (cimitero)... T alvolta c'è meno poe~ia:
senso profondo (peccato originale), ricordando le condizioni nella trasmissione televisiva c Panorama » (:?7-2-1970) il fab-
bricante di bare intervistato parla «di una certa (:ategoria di
.51 A m eno che non presentino la creazione come conseguenza dell' immo- imballaggio"· lJna volta di piil i funerali entrano nel circuito
lazione dd Vivente primordiale (Gigante, Maschio cosmko, Dca madre. commerciale; in effetti è un problema di « modelli » (dì ba-
Fanciulla mitìca); senza dimenticare, naturalmente, le trasformazioni del
Cmmibale, di cui parla Mircca Eliade. che sugna di ritrovare l'epoca be- re), di « tipi ,. (di cerimonia) di « grnppo commerciale» dì
nedetta in cui, prima ddla sua decadenza, l'uomo era immortale e si nutriva c agenti di vendita », di « rappresentanti » , di « assistenza do-
dei f rutti di un sulu albno. Snnu diffuse in Europa. soprattutto nell'Euro- po la vendita» ...
pa cent rale. numen><c leggende, racconti puramente ludici, che suno forse
miti degenerati e trattano dell'origine della morte. Il linguaggio sulla morte o a proposito della morte risponde
a diverse intenzioni e ognuna di queste esige una lettura sia come partet:ipazione,57 sia come anr11mci sui giornali men-
appropriata. Citeremo soltanto le principali. Innanzi ~utto il c~e la radio o la televisione intervengono soltanto se si natta
linguaggio speculativo sz dello studioso (biologo, med1co, an- dt personaggi celebri o di avveuimenti strao rdinari (c·atastro-
tropologo), del filosofo o del teologo, streuamente legato al- fi, incidenti, assassinii, pirateria aerea ...). La pagina de i ne-
l'ideologia S3 di chi lo parla (credente o ateo, idealista o ma- c~ologi è.spesso assai iuteressame e varia: quella del Figaro è
terialista). V"è poi il lir1guaggio ludico 54 con lunzioni di rap- dtversa nspetto a quella dell'Huma7lilé o dell'A urore.l<! Una
presenLaZione, di catarsi o di evasione, ora serio (i!~ttuisce, co- inchiesta <'!a noi condolta a P!·oposito del qumidiann « LI" M on-
munica un messaggio). ora gnt uito (diverte), di volla in volta de» (111 trimestre dd 197:1) ha 111esso in evidenLa tre tipi di
Lonario o crudele, edificante o sarcastico,u drammatico o co- fonnu lazione. 59 Le prime sono, nella loro aS<·iuttezza, puramen-
mico, demistificante o bislacco:s.. è il liuguaggio dello scritto- te enunciative: «apprendiamo,. o .c et viene comunicato il
re, dd romanziere, del poeta o del dran!maturgo, dello scul- decesso di ». « ci viene partecipa w il decesso di » ... " ci si chie-
tore o del pittore, de l cineasta o del resPonsabile di trasmis- d e di comunicare », « ci si chiede di partecipare » ... Le se-
sioni televisive. t di una var ietà illuminata: vi è m olta di- conde hanno un tono affettivo, da lle molteplki gradazioni:
stanza tra le edificanti crociJìssioni della pittura italiana e le xvz «hanno il rammarico» o il "grandissimo rammarico di
contestatarie figure tombali di E. Pignon-Eruest, tra il grarld- a nnunciare » u "d.i part~dpare »... ; xn hanno la p(~tw o « la
guignol e il teatro di C laudel. tra le nasmissioui di J. C. Aver- grand issima pena di ... »: " hatJuo la trisle:r.::.a », " la grandissi-
ty e i film di 13ergman ... Citiamo ancora il ling1taggio informa- ma trisì.ezza », o « partecipano ni.~temenw ch e ... »; xyz ,, hall-
tivo che si presenta sotto diverse forme. Abbiamo già parlato no il dolore », « i l ~Ta ndi ssi mo dolore », « l'inuneuso dolore »,
del liuguaggio wmmerciale e pttòblù:itario - d el tutto sco- il " profondo dolore», « l'inconsolabjJe dolore » di ... ; quakhe
nosciuto naturalmente al Negro-africano - che fa entrare volta si parla di « d ~:;.:ess,) », qualche volla di « sn>mparsa »,
la morte in un rapporto d'affari e stimola la con<.:orrema (gio- qualche altra di .. pe1dita » o di « pe rdila uud ele » ... Lt.: ulti-
co di premi c di ~conti ; materiali n uovi : bare in poli.stirene); me aggiungono l:tta d;mensioue religiosa (.c Il Signore ha vol u-
fina liuato al reddito, invita allo spreco (tar acq u1stare la to chiamare a Sé » ...; « x è entt ato n el gaudio d e l Signore »;
bara più cara; vendere g li a<.:eessori più stravaganti : calzature, «x che D io ha chiatnatu a Sé» ... ccc ), d1e talvolta si riflette an-
abiti speciali, poggia-testa per defunti). L'annuncio del deces- che nella citazione di un versetto di salmo, d i litania o di una
so che, in Africa, viene dato attraverso messaggeri particolari formula evangelica. Succede anche che si ricordino i legami
e soprattutto attraverso il rullare di tamburi, si presenta qui con il defunto ( « t utti co loro che l'hanno conosciuto ed ama-
to », c parenti o amici », c compagni o comm ili[Qni ») e che
52 In Africa ~i presenta come linguaggio specifica mente ur..tlc dd rac- si in v~ ti a prendere parte al ~olore degli intimi ( « doman-
conto millco o cume sapere con•ervato dai vecchi saggi, maestri del sapere
profondo c comunicato durante le iniziazioni.
53 Abbiamo già parlato dei manuali scolastici c del loro modo di pre- 57 Sarc:bbc: intcrc:ssank analizzare le partccipaziuni: forma c dimensione:.
sentare la mortt dell'uomo c quella dc:l l'animalr (l-'arte 1. C':lp. 111). stile c: presentazione, formul,uione c cuntcnulu ... ree.
54 Il linguaggio ludico. riferito .a lla morte è: assai pu~o. diffu~tl i~ Africa: ~8 ~ sla~o po~sib~lc calcolare: l'impur.tanza.. d~llo. spazio . occupato nei
il suo ambito è qucJ lo dc1 racconti o ddlc favole, degh mdovmelh o .dc:~h van gu; mah da tJ tola, fotografie c artlcoh dcd1cato a1 defunti. l'er la setti -
enigmi, dci proverbi. Quanto alla morte-spettac-olo essa ha. lo sapp1amo, mana da l l~ al 14 aprile: 1969, considrrandu IO giumah parigini si n!ticne
valoJ"e di rituale (iniziazionc. catarsi dci funerali) . un totale d1 46.iH cm1, andaodu da 9157 per il • Figaro ... a 522 per
55 Rabclais avrebbe detto in punto di morte: • Tirate il sipario, la farsa • Combat" passando attravcr"l 63!il • Frallt'e-Suir - . h2:?\l .. l'arisicn Li-
è finita. .. Più seriamente avrebbe poi aggiunto: • Vado a cercare un gran bér~ •, 4'297 • L'Aurore • , 2445 " L'Humanité - . 2:.?:.?:> • La Croix .... Se si
Forse. • c'.llcola la supafìcie riservata ai morti in rapj;urto alla supcrfic:ie totale de l
56 Grimod d~ la Reynii:Te mandi) agli amici una parte<:ipaz ione che !P."r.n~lc:, si ottcn~~:ono le cifre se~u cnti :, •. 'aris -~uur • (~.!)2), • PJrisirn
annunciava la sua morte. Il giorno dci funerali essi trovarono, in una stan- L1ber.c,. (2.57), • figaro • ( 1.93). • francc-So1r • ( 1,6ti) •• Le Mondc. (1,.S4),
za parata a lutto. una bara ricoperta d'un drappo nero. Allora un servi- • Pam-Pre,se • (1,46). "La Croix • (1,44), • L 'Aurore ... (1.42) . • L'HL1ma-
tore annunciò: • l sifnori suno ~erviti . ~ lnfatll, in una sala da pranzo nité • (1,.'11!), • Ct1mbat" (0,4.~) . Vedere J. Po tei, op. cit .. 1970, pp. 20-23.
trasformata in cappe! a ardcntL. un Grimod buontempone aspettava, se- 5~ Statistìçamente la proponinne (: questa : 1 gruppo ( 19 Ol/ 0) , n gruppo
duto a tavola. Si ris( molto ddlo achcrzo, ma il pranzo, d icono, fu lugubre. (H 010) , 111 gruppo (lì Ofo).

43° 431
etano di prendere pane alla loro pena e alla loro speranza .,. ). pacità, ad ogni capacità ~condo le sue o pere ,. : c L'età del-
Questo annuncio l unebre che spesso sostituisce la partecipa- l'oro n on e nel passato. e ndl"avvenire • ; si p uù leggere ~ulla
zione ( « il presente avviso ~rve da partecipazione ,. ), è tanto . tomba eli Enfantin): alcune esaltano, non senza esagerazioni.
più importante quanto piit in vista era il detun to (si ricordano il d efunto (• All"anima m mi<.:ale, all ' incomparabile lsotta, al-
tutti i suoi tiwl•: qualche volta si riporta anche una rapida la geniak e divina Fe lice Litvinne ,. : si trana di una celebre
biografia), q uanto più numerosi sono i familiari (la lista è cantante sepolta al Père Lachaise) o invocano per lui u na ri-
completa), g li amici ~ i parenti acquisiti. Vengo no general- compensa degna delle sue virtù (sulla tomba di G. Besançon,
me nte indicati luugo e data delle cerimonie, tacito invito pilota, si pub leggere que~ta formu la : c Piac:cia a Dio di do-
a parteciparvi a me no ch e no n si specifichi che tutto avverrà nargli in nn cielo ancora p iù bello di quello deg li aero-
• nella più stretta intimità,. (succede allora che la morte sia nauti, la ricompensa delle sue virttl • ). Sulla tomba d i uno
annunciata ad csettuie avvenute. con rinviu, prima, di una scienziato posson o essere riportate le sue scoperte (J . Peltier ),
parteci pazione agli intimi). Spesso nell'annuncio si inserisco- ~u quella di un poeta alcuni dei suoi versi (A. de M usset), su
n o delle raccomandaz.inni : si invita a • unirsi, nel pensiero, quella di un ideologo la professione di fede (Enfantin)... ecc.
alla famig lia »,HJ c a pregare per l'anima del defunto,. ,_a non T alvo lta si parlerà di epitaffi anti-epitaffi come quel lo scritto
inviare « fiori n é corone ».~ 1 l rn ultimo aspetto del discorso in- da Passerat per se stesso: « Amici dei brutti versi n on appe-
formativo potrebbe rig uardare le iscrizioni tombali. Abbiamo ~antite la mia tomba ,. ; po~siamo infine ricordare ch e la com-
già a(:cennato a lle formule commoventi e ridicole che si pos- missione d'inchiesta sugli epitaffi censun'l nel 187i questa
sono trovare n ei cimiteri dei cani e di animali domestici in iscrizione funebre piena di dubbio realismo: • Pa~santi ... A
genere. Sulle tombe deg li uomini, le iscrizion i son o abbastan- pre~to! » 62 Accanto a l l i n guaggio specu \ativo, al l udic:o e al-
za uniformi (c:ugnone, uume, data di nascita, di morte, even- l'informativo si pone quello ch e si potrebbe chiamare il li11·
tualmente la lntugralia). spesso con (Jttalche precisazion e sul guaggio di circostanut. Questo si basa soprattutto sugli atteg-
modo d ella morte (c morto piamente », « morto per la Fran- giam enti: gesti globa li di lutto così i m portanti in Africa nera
cia» ... c m orto per un in6dente » ...) . (~\ i epitaffi, un tempo e che da noi stanno scomparendo (no n si usano piì1 abiti neri.
privil~io cle lia nobiltà. si trovano anche ai nostri giorni, b en - veli ~r le donne o altri segni distintivi ; non e.~istono divieti):
ché raramente, e mer iterebbero un libro tutto per lo ro (si sta formule e comportamenti di condoglianza spesso stereotipati
svolgendo a ttualmente u na ricerca in Francia). Ve n e sono di ed eliminati dal nuovo r ito cristiano (il contatto fisico della
tocfanti, di romantic i, ch e alludo no alla brevità d ella vita, stretta di mano o del bacio tende a sparire, almen o in cittàt
al potere del l"amore più forte della morte, alla durata del r i- senso profond o infine dei canti, delle preghiere e dei riti fune-
cordo, alla speranza di ritrovarsi in cielo (spesso si citano dei bri, sui quali ritorneremo.6J
poeti, specie V. J lltgo. I.a mart in e, Musset): a ltri, dec isamente 62 Si p osson o trovare n umerosi e spesso cu ri1•si esempi nel libro già
sentenziosi, fa nno appello a un ideale laico (c Uguaglianza citato di M. Dansel. Au Phr Lachaisr, fayard 19 47. St puc'• consultare
dell' uomo e della donna »; c A ognuno secondo la propria ca- &oche R. Sabatier (op. cit.). M . Vovellc (op. cit., 1974). D. Stanimirovitch.
Un ari populaire à présmt disparu, • C ourric:r Unc:sco " • settembre 19i4.
pp. 17-20.
60 Questo appare !li solito in occ~ionc _di cerimonie co'!lmemor~tive: 6S Bisognerebbe tentare tutta una analisi scmantica d e lle: f ormule: l~gate
" Per il ... annivcrsano della m or te d1 ... st ch1edc un pcns1cro am1co a alla morte (con doglianz e. canti c: preghiere:. maniere di parl;uc: ddla m<>rlc:.
tutti coloro che l"h:mno cunusciuto cci ama t&' ~: • si ch iede un pen5icro pie- dei defunti, modi di esprimere credenze ndl"aldilà), in sé e in rapporto
tcsn il ... per il ... anni.vcrsa;io di .... • ccc. . . . . . alle: classi sociali c agli ambienti socio- culturali. Il metod o <.lcll"<malisi
fil Il lmguaggio 1lct fion. mentc~cb~e una lunga. ana_l!sl {« nc_1 fior~ t! ·gerarchica di L. Guttman. come dimostralo da J. Maitre (La Smulago sm
dono di vita riappa rvc, •. scnvcva. \ :tlcry ne! suo _C,mt·.twrr Mam~). F10~1 lf's attitllde5 rc/igirusn dcs Frcmçais, « Rev. franç. de Socio. • , 2. 1961.
biam:hi pe r i A"Ìovani , fion culorat1 (soprattutto ross1 o v•llla ) p er gh aclultr. pp. 14-UJ) e da A. Martins (L'analyse hiharchiqur dl'.l altiturlc.c rt•/if!.Ìl' ll.tr.< ,
La scahi1·sa. d ai fiuri di un .cupo vioktto, è stata detta il fi.?r.e delle ve~ovc. • Rc:ch . . Socio!. de Rdìg. •.• 11 , gcnnaioJ.iugno 19(H , pp. 7 1-91), :1ppa~c assai
E: n<: ta l'im portan?.a. da nn •. del l("arnfano. dtlla r<;sa. dtl l ms e del cnsan- fecondo a questo propos!IO. Ve dere: . M aitrc e A. Martins. Siati.<tiqurs
tcmo nell" rnronc funehri. In Afric1 non ci "'"" fiori per i morti (tranne sorinlngiqurs rl l'nlrt'tirn.< qunlitoti/f. in Mort et f!rhrna. np . ci t .. !!lì l.
rhc in amhicnle urbano acrultur:tto). pp. 5!1-84.

432 433
b) A proposito di qualche aspetto importante. Il lingu aggio sono ugua li di fronte alla morte, si dice, Cen amenre tutti gli
t raduce benissimo il d iniego d ella morte d i cui si è spesso par- uomin i. di q ualsiasi origine e di q ualsiasi condizione, devono
lato. Pe r evitare il trau ma della mo rte, l'uomo occidentale uecessariamente m orire e la tana tom orfosi è la stessa per q ual-
sr-essu evi ta d i pronunciare il nome: "scom parso », .c m anca- siasi defunto (bench é oggi com e ieri l'imbalsamazione non sia
to , . « vittima » son o termini sostitutivi ricorrenti, a meno a lla portata di [utti). E tuttavia la d iscriminazion e sì insinua
che u o n si preferiscano formu le tranqu i lliuan ti: ( « è parti- n ella m orte con altreua nta perfidia che altrove. A b biamo g ià
to », « riposa » ), confortan ti (" piam ente deceduto », « chia- a l ungo esamin ato 67 la ineguagliam.a di fronte alla speranza
mato a Dio», " h a affidato la sua anima alle mani d el Signo- di vi ta e alle for me dì morte: inutile quindi riw rnarvi. Cer~o.
re», « ha raggiunto gli angeli », se si tratta di un b a mbino) o ci sono stati degli sforzi ~odevol i n on solo per sradicare l'in e-
~cmpl icememe enunciative («non è p iù », « ci ha lasciato »). g uag·lianza d opo la mo rte, m a anche per l-otta re contro l'inegua-
Se la morte si fa minacciosa o in eluttabile, si parlerà di "esito glia nza che porta la m orte, ·non essendo oggi l'immortalità r i-
fatale », « tragedia », « d ramma », "catastrofe », «accanirsi servata ad u n a élite ered itaria; m a t u tto ciò non basta p er
della sorte » . Va an ch e n otato l'uso d i perifrasi per evitare d i parlare con Fabre-Luce di una dem ocratiu azion e d ella morte!,~~
parlare d el cadavere, benché questo sia l'un ica manifestazio n e l .a situazione d ei lavoratori. itnm igrati ci mostra con evidenza
d ella. p resenza/ assenza del defu nto: 64 si tratterà allo ra di « spo· il fa llim en to d i uu ta le proposito. c Per m ostrare lo scandalo
glie mortali » per una person a importante, ma per u n m orto basta enumerare le vittime del fuoco i n pochi mesi: u n b am-
o rdinario ci sì contenterà di " co r po » o anch e d i « feretro ,. , bino italiano di dod ici an ni e suo fratello maggiore scoperti
sostituendo ançora una volta il pi lt no bile conten ente al pii1 aslis_~ìati a l Blanc-:\f esnìl. Il giorno prima, a Évreux., tre don -
pertu rbante cuntenuto. Molto spesso si resta in un' im precisa ne, mog li di lavo ratori j ugoslavi, e una b imbetta m orte in una
vaRhezza, passando sotto silenzio le tappe e le o perazio ni inter- baracca d i legno. T re m uratori portoghesi asfissiati a T rappes.
medie ( ... x è decedu to a ll'osped ale... Le eseq uie avranno luo· llna piccola algerina br uciata nella ca panna di I l metri qua-
go n ella chiesa d i ... Le spoglie sarann o sepolte nella to mba di drati d ove abitava tutta la sua fam iglia. A Camb rai, due ba m-
famiglia » ... « Il corteo partirà dalla casa d el m orto » ... ). bini marocchini carbon izzati, e a Villeurb anne, tre b ambini
O b bediscon o al la stessa logica i termini rli gergo usati con spagnoli bruciati vivi n ella loro rou lotte . La stessa notte face-
una finali tà ..:atartica o le consolanti associazioni evocate d alla vano ) a stessa fine tre p iccoli a lgerini. E la lista continua:
parola cimitero (riposo. prato) che abbiamo g ià citato .05 q uattro bambin i spagno li bruciati vivi n elJa Val d 'Oise, altri
Inoltre il linguaggio della morte prende spesso ai nostri quattro asfissiati a Chaville, due jugoslavi in Moselle, tre por-
giorni la torma dì un ling~taggio di r:lasse.66 Il re e il pastore toghesi a Noisy-le-Gr and, un bambino algerino a Nanterre
ecc. » 6~ Stud iare le polemich e a q u esto pro posito è assai istrut-
6-t l't>ssiamo ricordare il dc:tto di Bossuet: quanto resta del vivente:
qua ndo questi muore • non ha più nome: in nessuna lingua-- In Africa si 67 Vedere la parte 11, cap. 11 di quuto libro.
ricorn: a perif rasi soltan to quando si tratta dc:l decesso d i un re o in caso 6!ì Op. cit .. 1966, pp._ 41-42.
d i cattiva morlt:. 69 G. Mauco, " Le Monde • . 2.3 marzo 1973.
ti.) Sappiamo che si ev ita di parlare di morte al m oribondo e al soprav- Quando cin9ue Negri africani muoiono in un incendio di bar_acche a
vi~sul<>. Nel nuovo rit ua le funt rario protestante. la morte è ~<Jltanto « se- A ubcrvilliers, l opinione pubblica reagisce. Ma soltanto poche ccntmara di
gnalata », il d efunto ~ ricord ato». la liturgia « psìcologìzzantc c rassìcu· lo ro compatr ioti verra nno sotto la neve a salutarli p rima del trasfe rim ento
ra tltt » . Il medico ~i rifugia in un linguaggio altamente tecnico. Mai, nelle a ll'Ist ituto di med icina legale. A l m omento d.ell'~numazione. la folla è an-
n ostre chiese. i sc:rm •mi sulla mor te sono stati tanto scarsi e banali. Si può cora perplessa quando la cerim onia si svolge secondo i riti musulma ni:
parlare. in quest o casu. dì linguaggio prrdut<Jl forme velate d i bianco portat e da q uattro uomini ch.e metluno a n udo la
f)(i V i sono certamente incguaglianze in Africa nera. di ongme ·però non n:tice rua d ella socic:tà francut: ad accettare un'i mmag ine della morte non
ecc.; nomica (tranne che: in citt.à). ma culturale. Son u lega te ili modo di conferme alla propria, anche nelle circostanze più d1>lornse. Vedere M.
mo rire (buona e rattiva morte), a llo statu~ sociale (IRQ(tc d d bamb ino e del Marie , Par-delà le miroir. On croit parler des immigri-$ ulor5 qr/t:n {ait ...
vecchio; m l'-rte di u na persona comune, morte del re) e al diverso accesso Tesi di Dottora to d el 111 ciclo r..P.H.F.., 1974: • r cinq ue negri mo rti asfissiati
alla concJ izi,me di antenato (i d efunti senza d iscendenza n privi di funera li ìn una catapecchia d i Aubervilliers. come tre anni dopo gli otto morti arabi
r~~terannn clcgli sp~ttri c .:ipariranno). di M a rsiglia, ricordano c.:he, al d i fuori della logica m anifesta dell 'appara to

434 435
tivo. n 21 gennaio 1971, un bambino portoghese viene trovato ni, i braccianti agricoli, i vagabondi, i poveri ' abbandonati
morto: si dice che è stato divorato dai topi. Immediatamente senza bara in fondo alla fossa.n La morte anzithé rendere
la faccenda è strumentaliuata a fini politici dai partiti dì si- gli uomini uguali. conferma cosi le differenze sociali tra loro.
nistra, PCF e PSU in particolare: il bambino è « stranie- c 11 cimitero da noi t: il riflesso della nostra società, frammen·
ro » e il topo c francese ,. perciò bisogna mettere in difficoltà tata in gruppi, stratifìcata in classi, ripiegata in se stessa, es-
il Potere. Poi si viene a sapere per caso che il bambino è stato senzialmente endogama e non aperta verso l'altro : (;00 le sue
morsicato da un furetto (portoghese stavolta) allevato dai suoi separazioni (nel mezzogiorno: zona cattolica, zona protestan-
genitori. Allora tutta la faccenda è messa a tacere; la morte te, talvolta zona ebraica): ai giorni nostri. l'angolo dei mu·
del bambino non era che un pretesto... Non c'è bisogno di sulmani, la zona dei combattenti, i monumenti delle grandi
commenti ... L'ineguaglìanza pesa anche su un altro piano: famiglie, le tombe più modeste... della classe media, le fosse
quello dei riti e dei cimiteri. Nonostante alcune lodevoli ini- spoglie con una croce di legno dei proletari: i vivi si servono
ziative (abolizione delle classi nella Chiesa cattolica, aiuto dei loro morti come di una lingua per esprimere meglio il loro
agli indigenti e assunzione delle spese per i poveri da parte status, il loro posto nella società, la loro as.senza di comunione
dei comuni ... ecc.) sono ancora evidenti le differenze per quan- con gli altri.,. n Infine la disuguaglianza si manifesta in, un
to riguarda le «pompe funebri,. e le èondizioni d'inumazio- terzo modo: .-ci sono morti di cui si parla (immortalati dalla
ne,10 e si sa molto bene, per esempio, che la bara è tuttora parola: ~< Aluini non muoiono completamente,,. scriveva N.
« la partita più redditizia del monopolio, quella da cui i con· Feld sull'« H mnanité " a propmi to di M. Thorez, « perché la
cessionari, ma anche le imprese pubbliche, traggono i vantaggi loro opera immensa continua a farli vivere. E Maurice _sarà
pitl considerevoli •·" Quanto ai cimiteri evidentissimo è il con noi, finch~ il Partito vivrà •) e morti d i cui non si .parla
contrasto tra certe tombe di un lusso insolente e un semplice più (morte escatologica); e così ve ne sono alcuni di cui ~i
tumulo limitato da pietruzze e ornato di una modesta croce cdc:.bra periodicamente l'anniversario e altri la cui tomba
di legno. esempio catiC3turale ne è il Camposanto di Milano. sbrecciata è presto invasa dall'erba incolta. Akuni -~ono cele-
La discriminazione è anche topologica: in Guatemala i ricchi brati anonimamente . (la «Comunione dei Santi,., corrispetti-
hanno il loro mausoleo al centro del cimitero; intorno ci sono vo cristiano degli «antenati collettivi,. dell'Africa nera) altri
le tombe degli indiani istruiti ed arricchiti; infine, ai margi- personalmente. E:;iste anche la tendenza a considerare divisti-
camente i personaggi in vista per la loro .funzione, se appena
di produzione, avvtnimenti brutali (portatori di una parola selvaggia)
fanno irruzione nell'ordine sociale: che produce tutta una serie di anti-
abbiano conosciuto nn destino tragico (Kennedy, Luther Kingì
corpi per neutralinarne gli effetti. Da parte: del govc:rno: dopo Auber- a meno che non si vogliano celebrare le loro origini modeste.
villiers è avviata la politica di soppressione delle bidonville: discorsi e (E. Piaf: « La ragazzina di strada J>, « La figlia della miseria,.
c visite> di Chaban-Delmas, creazione dd GIP, sblocco di fondi speciali...
dopo le uccisioni di Maniglia il p_residente della repubblica Pompidou che sòccombe « dopo aver louato tutta la notte • ). Si ritrova
manda un messaggio di simpatia a Bumedic:n. Ma anche le organizza:~:ioni qui quel culto dell'eroe di wi abbiamo già parlato a proposito
di sinistra che: <mettono i.n guardia l'opinione pubblica>... e reclamano l'ap- del pellegrinaggio a Colombey. A q uesto proposito i meni
plicazione: immediata da parte dd pubblici poteri della legge del t• gen-
naio 1972 contro le istigazioni c la d iffamazione a danno dei lavoratori di comunicazione di massa giocano un ruolo preponderante,
immigrati (sic), organiuano una giornata nationale di solidarietà, pcrrhi sia nella scelta del personaggio da immortalare, sia per il modo
<il raz:zìsmo divide. il razzismo uccide>. • di conservarne il ricordo. Fra un secolo, De Gaulle, Churchill.
70 Il caso di u.n a porto~hesc quasi rovinata dalla sepoltura del marito
morto all'ospedale è stato crtato nel maggio l 970 da un deputalo d~lla Val Stalin, Giovanni xx1n, ma anche Y. ·cagarin, F. Coppi, M.
d'Oise; questa trasmissione televisiva fece molto scalpore.
71 J.P. Clerc, Lts obsèqr1cs, wmmcrcc ou uruice public, • Le Monde ~, 7'1 Si sono anche contrapposti i rimilrri a 11rrzz•1 rmico (Thiai~. T!agncux.
23 ottobre 1970, p. 26. Ivry), prolungament<.> degli m .M. e i c!mirrri "l'roi.< IJtlarlirr.c <> Stmwritninr
Anche gli Indù meno fortunati non possono aspirare all'incineraz:ionc e de Lu:ce (Mcntparna~se, Pere Lachar.•e. Montmilrl ro.:); L. D nucct. 1!174.
i loro cadaveri sono abbandonati agli animali o gettati nel fiume. Da noi, p. 128. . . ~
c'è molta differen'a tra l'umile bara d'abete e il feretro di quercia con 73 G . Bastide. l.r .INIS dr In mnr/. • ~changc.• ,., 911. P.Hijtl l !l, O. pp.
maniglie e crocefisso di gran prez:zo. · 11-13.

437
~louroe, E. Piaf saranno ancora insieme per i figli dei nostri vità: si muore e poi? Po i) niente!; a lla rivolta: fascino d ella
bì!>uipot.i, gra:cie aBa magia del film o de t. ,nastro magnetico; morte individuale nel suicidio o della morte wlleuiva (suici-
molti altri, e non meno importanti, non avranno questa for- dio cosmico di N. von Hartmann; l'uomo contemporaneo ne
tuna.74 ha la possibilità grazie alle armi nucleari); o all'impegrw nel-
l' assurdo: c In precedenza si trattava di sapere se la vita do-
J . ,\,forte giustificala> mo1'le ingiustificabile v~sse avere un senso per essere vissuta. Appare qui al contra-
Jl linguaggio della morte ci riporta am:ora a! problema del no che essa sarà tanto meglio vissuta in quanto non avrà al-
Sl'Uso. daw che l'uomo si è sempre sforzato di sptegare la morte cun senso; » 71 scriveva A. Camus. Marre giustificata o morte
o almeno di ved~re se essa era giustificabile. Data d1e esiste, ingiustificabile non impediscono a ll' uomo di cercare discorsi
dato che la sua negazione non è mai assoluta - tutt'al pitt esplicativi e i ragionamenti su cu i si basa l'assurdo assomiglia-
oniene di minimia:arne g li ~ffet~i . di dare a ll'uomo la possi- no stranamente, nella struttura e neirorigine, a quelli che
l>ilità dì tra~c:nderla, di ridurla a un passaggio o a un muta- giustificano la ragione! La spiegazione è semplice, ed è ancora
lll t'ntu du: rendono possibile un'altra vita, di considerarla una A. Camus a darcela : c l o continuo a credere che questo mondo
pmva che ora innalza l'uomo ora lo condanna - è necessario non abbia un senso superiore ma so che in esso qualcosa ha
dire Ju:nhd esiste. l miti, i dogmi religiosi. le « rivelazioni )l senso, ed è l'uomo perché è il solo essere che esige di averne. » 7~
tentano, con magg·iore o minor successo, di farlo . ln tal modo Linguaggio della morte, linguaggio dei morti, linguaggio
l' uomo è si<:uro che morirà, ma soprattutto ha la illusim1e di a proposito della morte, sono questi i tre temi che abbiamo af-
sajn' H: pnché d.evt: mmire.15 Le ragioni panicol!lri della morte frontato: Abbiamo poruto esaminare quanto su questo punto
tli x o di y cadono allora nel campo dell'empirismo, regno separa e quanto avvicina l'Occidentale e il Negro afti<:ano
lki tecnit:i: l'indovino (Africa nera); il medico, l'ullìciale di gra~i~ a una. com~n~ infrastruttura j ncot;sçia. In. entrambi i
.• tato civile (Occidente)... cas1 st tratta mfatu dt regolare, per mezzo dell'onmpotenza del
Per il Negro africano, la morte quotidiana, familiare, abi- verbo, aueggiamemi e comportamenti, sia che d si familiariz-
tuale, ~i integra benissimo in un sistema d i pensiero, trova zi con la morte, sia che çi si premunisca contro di essa. Questo
sempre un senso o una legiuimazione, ma per I'O(.;cidemale linguaggio non è fatto semplicemente dì paro le e di frasi, ma
nou è colli. Nurherosi pensatori rifiutano di prendere per anche di silenzi, d i incantesimi, di interiezioni, di gesti e di
buone le rag ioni addotte per g iustificare la morte. La morte, mimiche. Frutto dell'intelligenza speculativa, è più spesso im·
si d iu·, w me la :vita, è assurda, ma la morte ancor p iù della pregnato di fantasmi (individuali o collettivi), in relazione con
~oita, perché arbitrariamente rende impossibile il mio compi- il sistema socio<ulturale; poco importa che si affidi alla voce
mcnro perché, culi le parole di .J.-P. Sanre, c noi moriamo o alla scrittura, al gesto o agli atteggiamenti. Tutto ciò, riman-
.sempre per soprammercato » .-u. Tale assurdità porta alla passi- da, naturalmente, all'immaginario. Ma l'immaginario per ec-
cellenza non è forse il simbolo?
H \'nlcrt' M. tlc:rr, Lu nuulH'llt' ìmmorlulitè, "Le PHerin du 2<Y siècle •.
l.i -G- !9ai9: • $i ruù pensare, din:, che cosa sarebbe la nostra relig ione cat- lioni d'altri maiali si sgonano contc:mr:raneamente a me nel macello non
tolira se la !elc:visione fosse esistita quando il Cristo era sulla terra. • mi fa trovare più piacevole: il filo de coltdlo sul mio collo lartloso. • O
i!l,Ragiuni rel i gios~ (colp~ o trasgrc:ssi?n~. p~czzo ,dc:l p~c~atn). _ragioni ancora (n. 42, 6 lieltcmbrc: 1!171}: "Ma no, brava gcntc! Sì esiste per caso.
binlu~;iche (t.c:oria dc:ll snvecch•a.ment~), rag10m pS!colo~schc (u.tmto d1 '!'orte Si è mortali per caso. Per il primo caso, non c'c:ra nic'nte tla fare. Per il
m ~· rt!ucl)... Il marx ismo non e cos1 lontano dalla p51canal!SI come s1 po- accondo, fìnchf! c'è vita! ... Purché ci si muova! E tutti insieme! • Vedere
trebbe credere poiché si tratta di forle di distruzione: che non sono deri- l . Lepp, op. cit., 1966, cap. v.
vale: non sono rapporti di produzione che li rovesciano, ma sarebbero al- 77 li mito di Sisifu, Bompiani 1966, p. 1!1!. L' autore aggiun~e : "Vivere
trettantu primitivi t fondamentali di questi. Vedere D. Domarc hi, up. cit. i! dar vita all'assurdo... L'esperienza assurda si scosta dal suiCidio. Si può
7ti Il tema della morte ingiustifìcata e ingiustifìcabile appare chiara- credere che il suicidio sia la r ivolta, ma a torto, poiché esso non rappre-
. ment~ in Cavanna (" N(>n l'ho letto, non' l'ho visto, ma ne ho sentito par. stnta il logico sbQcco di questa, ma è, anzi, eaattamente il suo contrarìo, a
lar~. » • Charlic H cbdo •. 40. 23 agosto 1971): «Nascere per morire, che causa del consenso che presuppone. Il suicidio, come i l aalto, è l'acctlta-
fes&uia! F: cosl. bi~ngna passare i, tutti i ragazzi ci so n passati da che mondo 'ìone dd prnprìo limite • (pp. 8!!-89).
t mondo. E allora? La loro rassegnazione non mi riguarda. Sapere che mi· 78 Lettres à un ami al/t'mand. ,

439
~ ·

Il · l.A MORTF. F. J SIMBOLI I problemi della morte giocano sui due piani: la morte
compresa intellettualmente e rappresentata valori1.1.a il primo;
la morte vissuta e ritualinata si appropria invect- del secondo.
Metteremo ancora una volta a confronto l'atteggiamen to ne-
,:~;ro-africano e la po:\i7.iont• on:idcntale. 1

aj La simbolica negro-africana J
La forma piìt ricca del linguaggio resta senz'altro il simbolo,
nozione polisemka per eccellema.1 Effettivamente sembra si La morte appare universalmente come un simbolo, quc·llo
debbano prendere in considerazione due poli maggiori che della finitezza (apparente per il negro) dcll'csistenz."l indivi-
sintetiuiamo nella tavola seguente: duale. I no ltre, si tratti eli racconti mitici o di pratiche rituali.
essa rimanda inevitaùilmente ad una totalità organ ica di sim-
Simbolo scientifico Simbolo S(JCÌo-rdigiosn boli che permettono non sohant~ di spicf?;arne l'orig-i ne. eli
5ottoJinearne la presenza, di e~primerne ~li aspetti, le moda-
Iconicìta Debole l'orte lità, i momenti, m a anche, e sopratt11tto, di superarla. Ci sof-
,.
Non valuritzato Valorizzato
fermeremo soltanto su quest'ultimo punto, ma è prima ne·
Refcrcnte
cessario riHcttere sul senso e sulla portata cii.'! simholo. n me-
Funzione Indica Suggerisce !!;lio della simboiÌ(:a rituale negro·afri<·ana .

Sistema rlj rcgolaziunc Operar.iene logica Rito, azione vitale l . A fJ roposito del _çimbo/o
'à) Cmmotazio-ne simbulic:a. Segno rapprescnr:atin> di secon-
l Etimologicamente, simbolo .significa "segno di ricunu~cimentu formato do grado, il simbolo uon <.~che uua idea astratta. perché presup-
dalle due mr:tà di un oggetto spezzato che vcnguno accostate; più tardi, pone una 'lialorizzazioue dd rcfen·me. Se il nJlorc hiaiKu .:~ il
~cgno qualsiasi, gettone, sigillo, insegna, parola d'ordine • (Lalandc, V oca·
bu/(lire tuhniqup rl crilique de phil"wphi!'). J>c:r simbolo si int<:<ndc: anche ~egno che simboleggia il lutto (n:fnentc), t:iù avvi eu c in fu n·
- ciò che rappr<.-senta qualcus'altro in virtù di una corrispundcnza analo- zione di una scala di valori in cui il bianco entra in un para-
gica. Si dice: l" degli ekmenti di un logaritmu rigoru"" i simholi nume·
rici, algebrici: 2" eli ogni segno roncreto che ~V«Ichì (per rapporto naturale) digma con altri colori.~ St~nu di valore (socia le) per tu:d-
qualche cosa dì as~ente u di impossibile percezione: lo ~pdtro simbolo della lenza, il simbolo couticne atH h e uu'inncgahi k mrù:a a{frlti<•a
realtà • (Lalandc). ·
Bisogna cnmiderare un certo numero di tlistint.iuni : a) Il simbolo dìlrc-
riscc tlall'immaginc n ~''o(:;~zione a"u("iativa di due rcalta concrete: il sim-
bolo è l'asst:ci;~ziunc di un'immagine concreta con un'idea astratta. ché possa di.vcnìre tmblcma: la fenice. simbnlu d~lla r<'5urrczionc per gli
b} Il sim hulu nun si r iduce a schema (che è svltanto una ~emplifìc:'llionc antichi, i: diventata emhlema di sorictà d' assicuraziuni!
logica} per chi· ha In smpo di t radurre dati non materiali in dati s~:nsibili: l n6nt. non bi5ogna metter sulln stesso pian11 ~imhui<J c .1llcgoria : que<ta
perviene alla comylcssit.i piuttno.to che alla .~cmplilicaziunc. si limita a fornire un'apparenza ad un"idea astr·;uta mentre il simhnl" i:
c) Il simhnlo nun i: il segno legato alla cu~a da una convenzione arbi- vissuto, possiede una ri~onanza affettiva, trae tbl ,·uncrch• uno divcr•'-' sir:ni-
traria. perrh(· ~upp.: nt· un ;~utentico k!':unc tra l'oA"gcttu c !:1. co•;t che tale ficazione... ·
oggetto significa. Scrundn J. l'ia!!"ct: « Un ~imbolu implica un legame di 2 Dal momento in cui un simbolo r rapprcscntatoo. css<> si inscrivc ìn-
scmìgli;mz:t Ira significante e si,l(nifìrato. mentre il segno è < arhitrariu, e ·, htti in una cultura c11nsidcrata • rome un ìnsic·mc di si~lcmì simh~>l iri tra
riposa ncn·s.~ariamcntc ~u di una i·nnvcm.iunc. Il sc~rnu non può dunque cui si situano in primo p iano il linRuaggio, le rrgnle m a trimoni~li. i Llp-
cr:struirsi eh~ ·m·ll' ~m hill' della vit~ S1•ciak. m('ntrc il .• imholn pnil rssere porti er<'nnmici, l'arte. la sci~·nr.a. la religion~ », Cl. Lévi - Stra us~.
clahoratn . dal!'in•l_ividu<.• isula!'.' (<ome avviene nel Riorn rki himhi in 11iù 3 Nella sturia dell'umanità si risnmtra un campo simboli<'o lc.l{;~fo al);,
tenera dot) ~ (P.•Hu/".~''' ddl mtd/i,!!JII:a. Barhera 1!170).· N~turalmcnte la morte, di una immensa, per non dire sorprenrlcnlc. ricchelza.
n<;stra attcnziunc ~i '-'Jlpunteri.. qui sul simhulu rullcttivo :
11 simhnlo non va ,·unfus(> run 1\·mhlcma (rhc ~ .~ol tanto un segno} bt>n-
' ..' 4 Vedt>rc M. Houis . .411/hrofml"fi:ÌC' linr,ui.<IÌtfl"' dc /',·lfritJIIl' ,,.;,.,·. !'IT
1971. pp. IIJU sgg.

441
v emo:z.io nale e questo tanto più facilmente in quanto è di postulante) entra in gioco secondo regole lì turgicamente co-
solito sovradetenninato. Si prenda ad esempio la cera mica dificate.
Yorul>a (Dahomey. Nigeria) consacrata alle divinità (Vodun)
e agli amenati : essa e un insieme di simboli, innanzi tutto sul h) Dialettica simbolica. Ogni simbolo, o meglio ogni azione
piano de lle furme (aspetto generale, jlUsa, piede, collo, coper- simbolica, rinvia inoltre ad un ceno numero di opposizioni-
chio); poi grazie agli ideo!,rrarnmi e ai piuogTammi di cui è chiave.
riv<"stita. Inoltre, ogni vaso rituale è contemporaneamente : un Suggerimenlo f uc:cultamerltO. Il simbolo s':lggcrisc.e proba·
recipierlle sacro, a livello del segno, destinato durante il rito bilmente pitJ di quanto spieghi. La sua funz10ne ag1sce forse
a « ricevere » l'antenaco; il riassrmto di zm. testo verbale, quin- pi ù al livello degli impulsi e degli affetti che a . quello dell'in·
di veicolo di infon nazioni riconoscibili soltanto dagli Ìfliziati; tdligenza vera e propria. Di. q l! i l'importanza del ~ensibile
il p1111to di parlem.a di 111w serie dì atteggiameuti, di una coe- come « r ivelatore ,.: - Ma ti sunbolo solleva solo m parte
rente e codificata totalità di r isposte da parte di coloro che la maschera. Esso « cela svelando e rive la cdando ». Sotto
« leggono,. il simbolo.5 Ecco dunque che il segno equivale al molti aspetti si può ammettere che nast:<~nda : ~ ci<'l v~le sop:a~­
supporto materiale della signif1cazio ue, diventa un campo emo- tutto per chi n0n lo « legge» 6 (lo stramero, l altro, 1l no u Illt·
t ionale specifico che permette ai membri 'del gruppo di ricono- ziato), ma anche, almeno in pane, per c'hi vi fa rifer if!lento.
scersi e al gruppo intero di sancire la propria unità e, proprio Infatti dice molto, ma non tutto; è una forza che tenta d1 supe·
in tal modo, di riprodursi. Così la simboli<:a africana è essa rare una grande debolezza; cosa c.:he faceva dichiarare a G .
stessa un linguaggio, ma non un linguagg·io qualsiasi; vuole Gurvitch che il simbolo appare ogni volta che « hisogna nm·
~ssere l'c:spre!.sione di un dramma, que llo delta vita, della lo tta frontarsi con degli ostacoli ».
nella quale sono di fwme Vita e Morte. In breve, ogni sim- Se, in un certo senso, possiamo d ire de l simbolo che rivela ,
bolo implica : un'all11Sione al sapere, procedimenti mnemotec- è altrettimto giusto aggiungere che « misteriaa ». Proprio q ue-
nici, unità di accumulo che racchiudono un massimo di info r- sto mette in evidenza il suo scopo ierofanico: dice quamo ba-
mazion i; mw referem.a al valore, o piuttosto ai valori fonda- sta per stabilire un contatto con il nnminoso, per favorire uno
mentali della colleuività, quelli che ne assicurano la soprav: scambio di vita e di energie vitali tra l'orante e le potenze,
vivenza e la riproduzione; una (malità all'interno del rito, ma non abbastanza perché la conoscenza sia perfetta, totale,
coesivo qual è (sul piano formale e insieme su que llo del vis- immediata (nel senso più pieno di : senza mediazioni) e, a
suto) dei suoi momenti-<:h iave, assic urandone così l'unità, la maggior ragione, definitiva; dà sempre il desiderio di andare
totalità vivente e quindi la riuscita; una struttura d'azione più lo ntano per att ingere l'invisib~le, ri ~lud i bil~. l'.il~effa~ile.
in seno alla quale ogni « attore » (viventè"o antenato, sacer- Jn un'ottica più realistica. vale a d1re a h vtllo d1 uultuaz10ne.
del simbolo, vanno messi in risalto tre piani di referenza: 7 l) il
dote o fede le, officiatore od offerente del sacrificio, iniziatore o
senso manifesto di cui il soggétto è pienamente consapevole, e
che è in rapporto con gli scopi espliciti d el ritua le, 2) il senso
5 La maggior parte dci simboli è, in effetti. sovra-dc:terminata. Dopo latente di cui il soggetto è solo in parte consapevole, ma di cui
gli oggdti (ceramiche vudun, a d esc:mpiu), ecro i colori. Cosi Luc dc pnò divenire all'occorrenza pi~name nte consapevole, 3) il serl-
Heusch (in Essau d'Ar~thropologie religieuse, Gallimard 1972) scrive a pro-
posito dei Ndcmbu dello Zii re (p. 82): il nero è: l ) la cattiveria o il .111 nascosto di cui il soggetto nmane del tutto mco nsapevole e
male. le cuse cattive: 2) non aver fortuna ; S) soffrire o essere nella disgra-
zia; • ) cs,erc malato; 5) la stregoneria, infatti se si ha un fegato nero si
può uccidere qualcuno, si e cattivi ; al contrario se sì ha un fegato bianco, 6 E . Ortigue' già segnala va che l'asen~a dell~ funzione .simbolic.a deve
si è buoni. si ride coq gli amici, si è forLi tutt i insieme, ci si aiuta l'un • essere cercata nell'amhito di una omologlil .tra rl . fatto ~.t>c1a.le .cd ~l fattu
l'altro; 6) la morte: 7) il desiderio sessuale; Il) la notte o l'oscurità. · linguistico, in una zona. intermedia tra la psJcologHl. dell1mmaglllarw e la
L() stessù si può osservare per quanto riguarda il fuoco. il sangue ... Ve- vcritil del concetto"· Le diuollrs et le symho.lf, Aub1~r 1%2.. p. , 191. , .
dere, dello sksso autore. Lt> rfli ivre 1111 l'origine de l' l!tat, Gallim:.rd 1972. 7 V.W. T urne r. T re simbuli del passag.t,w nel ntualt.' <J• CirconciSione
pp. 201i-20ts, 215-216. 254-2!ifi. degli Ndembu, in AA.VV_, Il ritualt> nei rapporti wai, Roma 1972.

443
che rimanda probabilmente alle esperienze della prima infan- simboleggiate. Il simbolo è dunque nn linguaggio che rende
zia (forse addirittura prenatali) condivise dalla maggior parte la persona umana solidale da un lat_o con il Cosmo e dall'altro
dei membri della so<:ietà in questione. con la Comunità di cui fa parte, proclamando direttamente
Drammatizzazione/sdrammatizzaz.iot!e. Il simbolo rituale, agli occhi di ogni membro del gruppo la sua « identità col-
per rlefinizione, si is~rive in un processo drammatico, precisa- lettiva • profonda. Introduce una circolazione tra i diversi
mente in quello messo in scena dal rito, sia in modo realisti- gradi della realtà; tende « a integrare il tutto in un sistema»,
co (simbolo primario\, sia in virtù di un codice decisamente «a ridurre la molteplicità ad una situazione unica » in modo
,~soleri('o (simbolo di secondo grado). A questo proposito l'a- da renderla contemporaneamente la più trasparente possibile.
nalisi dei rituali iuit.iatici e runehri d sembra particolarmente Ma, proprio per questo, esclude: effettivamente la società afri-
preziosa, perché sottolinea in che cosa il simbolo permette di cana è caratterizzata da tutta una serie di opposizioni: re i non
superare la contraddizione morte/nascita. L'uccisione simbo- re, nel clan/fuori del clan, maggiore/ cadetto, uomoj donna,
lica del neofita nell'iniziaz.ione, il rituale simbolico di scambio iniziato/non iniziato, casta/non casta ... ciascun elemento di
nei h111erali e nc;oi riti post-mortem, verificano senza possibilità una coppia di opposizioni possiede, naturalmente, simboli
di equivoro come le diverse forme e forze sociali siano atti- propri, per mezzo dei quali si d istingue, ma talvolta anche un
T'li"' dagli attori su un cl n p l ice piano: quello del! 'espres- linguaggio segreto attraverso cui si protegge. Allo stesso mo-
sione. che, facendo ricorso al l:odìce simboliro, dà l'avvio a do, la simbolica introduce una differenziazione tra ciò che
una lung-a e complessa catena di significanti, e quello dell'in- appartiene alla schiera del profano e cìù che appartiene a
terpretazione che, tramite il \laestro del rituale, proscrive il quella del sacro, tra gli oggetti che riguardano il clan (o
disordine. In effetti, mentre mimando la morte (biologica) il l'etnia) e quelli che gli rimangono estranei: estremamente
rito iniziatico si fa neatorc di vita (sociale), rappresentando i ·istruttiva, a questo proposito, è l'analisi dei sistemi di dassi-
nmAiui o le tensioni permette di sublimarli: sdrammatizzan- ficazione ben noti agli africanisti. t. precisamente questo il
do b morte la rende piì1 sopportabile o meno reale. ~nso operativo profondo del simbolo, che riassume i dne poli
hllFf!.TaZ.imw / esc/usi<me. Il si m ho lo, catalizzatore di riti, uni- dell'esperienza religiosa per eccellenza: i" as~icurare i contatti
sce in ~una « n'unnnità spirituale» gli individui che lo com- con il numinoso (funzione iernfanica); zo realizzare l'armoni;,
prendono.~ Questa hmzione unifìcatrice agisce a due livelli: della società (soluzione delle temioni). In entrambi i casi si
l" sottolinea l'appartenema a una rlata collettività del sog- tratta di realiz{àre un codice in grado di garantire, per ripren·
getto che comprende il simbolo: 2'' è l'elemento che definisce dere·l'espressione di C. Lévi-Strauss, « la convertibilità delle
un sistema di stretti rapporti tra il simbolo in sé (di cui ab- idee tra i diversi l ivelli della realtà so{:iale ". C ircola::.ioue
biamo deuo dte è polisemìco e sovradeterminato) e le realtà (cioè gioco di po~~ibili sostituzioni) e accumulazione (o. se si
preferisce, sovradeterminazione), diventano così opera7.ioni-
chiave. Si tratti di rappresentare la situazione presente, di
s Si può prnspetlart'. senza tema d'~rcsia. che il ~imbulo religioso ~sprima evaderne almeno momentaneamente, o rli raggiungere una
lo sforzo per infrangere le anguste frontìcnc di questo ~ f~ammcnto • che c catarsi (rituale di festa, rituale di inversione) ci se-mbra che
l'uomo per ricollegarlo a qualcosa che l_n sorpassa. '.~ partt~olare l_e potente
numinosc. Il termine simbolo non rKh1ama forse l1dca ri1 n-um/iCtl:wne? per il gruppo una delle soluzioni piit efficaci sia il ricorso
In un certn senso. ed è merito di Cl. Lévi-Strauss l'averlo sottolineato. la all'immaginario - e a maggior ragione al simbolico (che ci
sorictà tutta è simbolica e il pa•saggìo dalla natura alla cultura sottintende
necessariamente la capacità di servirsi del simhnln .......: senza la quale non può appare come un immaginario strutturato collettivamente da
esserci società. Tuttavia. la debolezza dello strutturalismo per quanto ri- regole canoniche e quindi socialmente operativo). Atting-en·
guarda il nostro argomento, è il f_attn. rhe limita !1 suo interess~ alle. regol~ do il proprio dinamismo dalle riserve pulsionali dell'incon-
di circolazione dci simt>Olì: scamh11> d1 donne nel! alleanza matnmomale: d1
oggdti c di henì nei rapporti cwnomicì - che rosa c'è dì più simbolico dd scio individuale o collettivo, tale processo giun11;e ad espri-
" denaro •., - di pamlc e dì. f_r~s! n~l linguag)l'io.. Bisogn~ procc,lcr.e ol!re mere « in termini concreti e familiari cib che è nascosto e im-
~t si vuole avne quakhe possJb1l1ta r], trnvarc la sJgmficaz10ne - co!tcep1b
o vissuta - de!l'azìone simbolica. prevedibile •. e aiuta così l'uomo ad addomesticare ~ le for-

444 445
lt' st:l va~·gt•
e capricciose del la natura. » L a fede n el potere del Va segnalata, innanzitutto, la sorprendeme unità semancico-
V(•rho, nell:onnipotcnza degli antenati che assicuran o al grup- simbo lica delle pratiche rituali tradizionali negro-africane,
pi> l'armonia e la stabilità, nella n:altà di un mondo umaniz- messa in evidenza da numerosi autr!lpolog-i: « Si potrebbe
zato ~.: ominia.ato, in genii a ntropomorfi ... costituiscono alt-ret- tracciare u n costante parall<-lismo tra i rit i a~rar ì che assicu-
latlli atte<'t!Ìam
,.,, cnti o altrettanti fantasmi immaginari, funzio- rano la crescita dei vt-getali colt ivati. o i riti sociali grazie
nali ad uua società senza scrittura e priva del dominio tecnico ai quali la comunità umana si perpetua. Tra i riti di nascita,
sulla natura. Es'ia può rosì giungere a rassicurarsi, a confi- i riti di morte e i riti di inizia:t:ione le an;llogie di struttura so-
dare in ,;è, a crcd<~t-e n e lla possibile incarnazione dei propri no laUtO imJX>rtalltÌ che 11011 e possibile studiarli ~eparatamen­
d esideri. (·; <JII('sta la ra~ione per cui il simbolo non è m ai te. » Se n a.o;cere è morire ndl'al cii là, se mori re è nasc<.'re per
isolato, e si· p uù parlare di catene, di gruppi, di sciami, o di l'al di là, cs!)ere ini7ia.ti, di,:ianto noi, i: iu'iieme morire e ri-
rostellazioni simboliche. E senza arrivare a dire che la retorica nascere quag-giìt. « Tutto i: co llegate~. tuttu (.· coordinato, e
dt:ll 'innu;tginario ha una ftmzioue essenziale di eufemizza- sullo sfondo di questo edificio si delinea la cosnH>gonia, quak
~.ione, si d eve sem'alno ammettere che essa riveste un emi- è t rasmessa dai miti. , 12
IH~llt(~ ruolo /}(' dagogi1 o (s1)prauutto in una società senza scrir- Veniamo ai riti funebri propriamente detti. alcuni d e i quali
wr;t. dove h a una indisc utihi le funzione mnemo nica, evitan- suno simbolit:amente rappresentati d urame l' inìziazio n e. Essi
òo di in~o1111Jrare la memoria) e poi nn cfticace ruo lo terapeu- segnano prima di t utto il passaggio dalla morlc (quag-giit ) alla
1i co (incanala le pu bioHl i, devia le violenze, dà un senso ai sin- ri-uasdta (come antenato, ne ll 'al di là). Comportano tulta una
tomi e lacil ita la guarig-ione). E soprattutto, perché trasforma serie di atteggiamenti di fro nte al cacbvne, all'essere del de-
il moudo S('condo il drsicterin dell'uomo! funto, a c hi porta il lutto, alle pe1·sune, infiue, della famiglia
.e dc l vi Il aggio. Schematit'amemc, si _è s<JI i t i di vi<ler l i in ll'e
:?. R it 11a k dd /a morte e simbolo momenti diacroniri: i riti di 51'fmm::.ionr· rlw assinaauo la du-
f: .o;uprattlllln al livello dd riw che la morte ci introduce plice cesura vivenci/ddlllrti . persone iu luun ;' villa;4g·io: i riti
proprio al n·u tro dd calllpo simbolico. Per marH:anza di tempo di margi Il t' che coincidono con i l periodo di trasformazione
non din~uw uulla degli «ogg-etti» o dei <i; lnoghi » che ricor· (cadavere iu decom posizione ~ scheletro puro: , WilÌ ~ante­
dano ai viwnrì la presenza dei morti (in particolare quelli nati ); i rìri in fine d i n:i u ft>g m::.iour: i morti ra~~iuugono
d ella fami~lia e del dali ), ne specificano il sesso 9 o i l rango, 10 c;ra ~Ii antenati, memre chi e ra in luuo tl)rua alla vi 1a nor-
o, pit't semplicellll'lllc, 1H: con servano la memoria.' 1 Insistere- male.
mo inven· i11 partinl\are sui riti funebri e sui riti di lutto che
sono loro strettamente <:ollegati. Senso profondo dei riti j11m~bri. Si puù d ire che i funerali
negro-africani sono un mom cuto di r innovamento della so-
'J l ùdunti k<otuku tC iad) o:ranv un tempo deposti a ccoccolati in una giara cietà. Ci t roviamo di frome a un dramma straziante dai mol-
d t taracutta il cui ru~do veniva riempito di co:neri provenienti da sacrifici Lep)ici auori (tutta la famiglia, o il vi llap;gio, vi partecipa,
e <·hc v~niva rifoperta con una g rossa ciotola r?vc~ci<~ ta sigillat_a s ul~a prima,
imbucc<~tur;t o:ontro imbo.:<·arura. Il sesso n a rnchcato dalla gtara mfenore. bambini compresi, per lo meno a livello di « spettacolo»), che
l'cr ).., J,mn ~ s i r;.o.pp rcsentavano i seni con due protubnanze e il sesso con può durare da un giorno a ttna settimana. Per i Dogon del
una mezzaluna. Tre prutubcranu permettevano di riconosce re il cadavere
d i un uomo. D'iiltrundc. k cifre magiche son o due per indica re la donna e
tre per indi<":H.: un uom n. stoffa rossa. V i si piantano delle ar;Jl'h idi che qualsiasi passante potrà rac-
lO T omhc di re . di <api, spc.~so sepolti in luogh i speciali. co~licre. Per ricordare il luogo. SJH:SS<• invaso dalle erl.c. vi si dcpong<>nO
l l Stitluelle funebri. ceste degli ;mtenati (Fang del Gabon). diversi rcl i- der blocchi di tcrm itaio . Ricordi ~m(• anch e il ruolo dd!'a/1)(,-o: nei miti
quiari (Ba-T cke, B:1-Kota), Presso i Buma dcii n Zaire, le donne dopo il (quello del bulrm:a cl ei Bamhara del Mali. çhc feeondava le dnn n.: c nu-
pa ri<' scelgono una bifon·alionc e vi seppelliscono gli anness i fetali dei tren dosi del sangue degl i esseri umani li ringi ovani,·a c risparmiava loro
gcnod li. Questa blfon:azit:nc (mafuma) simboleggia la posizione di parto. la mor1e); nei ri ti (il tronco cavo del baobab serviva di •qwltura nel Se-
l.:1 terra madre vi arcoglie ne llo stesso m ud u i ge mell i defunti. Su d i un n egai agli stregoni serer}.
llT mitaio le donne n llllinano rlei bastoncini cui ~ attaccata u na striscia di 12 P. Emy, L 'c11{ant r l !on milicu rn rlfriq11r niJirr. Payot 1972. p. 230.

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Mali, ad esempio, si tratta di confermare il fondamento del- In secondo luogo segnaliamo l'accumularsi di riti carichi
l'etnia, di ricordare, come ha colto molto bene M. Griaule, il di simboli emozionali quando più vivo è il d olore provato dai
radicarsi della società nella succ~ione del tempo, nel tempo sopravvissuti e nei momenti cruciali del divenire del defunto:
dell'inizio che non è mai stato abolito. Tutto avviene come se, funerali propriamente detti e talvo lta cerimonie per l;~ rì ne
nonostante una certa apparente noncuranza, si rinforzassero del periodo di lutto, o feste d 'anniversario. Quello che viene
solennemente i comportamenti prescritti (i rapporti fonda- chiamato (spesso a torto) « secondo funerale » ha lo scopo di
mentali tra gli individui), si ricordassero, rappresentandoli .'· « propiziare l'anima» . Tale rito comiste essenzialmente nel-
ritualmente per mantenerli e rinforzarli, i fatti primordiali l'integrare l'anima del defunto nell'insieme delle anime degli
che giustificano l'esistenza del gruppo. La morte di un indi- antenati, la cui forza vitale è fissata n eli 'altare. o « a metter
viduo, tanto più se si tratta dì un personaggio importante, fine al suo vagabondaggio». C'è qui un ' anal o~ia ron i riti
diviene per la società presente pretesto per autenticarsi e ac- di possessione: 15 la tecnica , per questi, non nmsiste forse nel
cordarsi un sovrappiìt di vigore, al fine di meglio durare.13 passare dalla possessione .~uhita e anan:hica (da cui l'esorci-
Se vogliamo cogliere la profonda portata dei riti funebri, smo) a una possession~ rego lata basata su un diaJC)go (da cui
sarà bene mettere in evidenza alcune idee-forza. l'adocismo), come confermano le tecniche ciel Bori h ausa (Ni-
Citiamo innanzitutto lo stupefacente assembramento di per- ger). del Lup serer, del Ndijp wolof (Senegal)? :\Ilo stesso
sone, simbolo della coalescenza sociale provocata dai fune- modo, con ìl rito funebre. si sostilllisce al vag·are cklLlllirna
rali, soltanto, ovviamente, in caso di buona morte, e in parti- (fonte di disordine e di perimlo) la cktermìnazioru.' di uno
colare se il defunto era vecchio, ricco e celebre. Tutto avviene statuto fisso, ritualmente cocti ficato. La ft>tle rwlla vinì• ope·
come se la società volesse provare a se stessa che la sparizione rativa del simbolo si rivela qui c:hiarame11tc .
del trapassato non ha alterato gravemente la sua unità di co- La frequeJlZa delle tccnil:he simboliche per S('()ngi nrar·c b
munione, c'è inoltre l'intenzione di smentire duramente la sofferenia e affermare il proprio cli~preuo di front<• al la morti'
morte in quanto forza dissolvitrice. mentre il defunto consta- è di capitale importan1.a. Si tratt;~ , questa volta. tli t'\' Ìtan· il
ta, non senza soddisfazione, l'interesse che il gruppo gli por- carattere traumatizzante <ldb morte in qua lllo fatt o indi\'i·
ta. • In effetti, la società còmunica agli individui che la com·: duale. Si utilizzano allo ra meni mo ltc·pl ici. eh<· haTlllo JWr lo
pongono il proprio carattere di perennità: dato che essa si più una funzione di spostamr'llfo del la mort e.'• f.: ~tato notato.
sente e si vuole immortale, non pnù normalmente credere che diciamo noi, e quasi generalmente. dH.· le c·c·rimoui<.: ~ono p iì1
i suoi membri, quelli soprattutto nei quali si incarna e con ravvicinate nel periodo in t:ui il dnlore i· più illt!•nso: le per-
cui si identifica, siano destinati a morire: la loro distruzione sone della famiglia si riuni~rono per bere, m;mgiare, rantarc
non può essere che l'effetto di una sinistra macchinazione. ,.•~ le lodi dello scompano. il che rnstituisct' un modo per prolun-
13 Bisogn~rebbe parlare anch~ di qudlo che viene chiamato il ~ se-
gare la sua esi~tenza quaggiìL Così vengono offerti sanilici per
condo funerale • , una sorta di cerimonie d'anniversario che coincidono per vincolare l'anima del tn<lrto « a pa~sare nel motuio deg li spi-
lo più con il ristabilimento dell'Ordin.e (di qui talvolta la raccolt~ dd cra-
nio, simbolo di resistenu di purezUI ntrovata ed eventuale base d1 un culto
preciso) ; fine del lutto (chi era in lutto viene reintegrato nella collettività}; 15 l Malgasci praticann un ritu assai interessante: Il fmmlifr. nal<> in
fine dell'errare (il deFunto port;". a tr:m~!ne i~ grande viaggio ,c ac.cc?c allo paese sakalava, è un cultu d i possr:ssiunc durante il quale la JH't~un:o dei
stato di antenato). Nella fìnal1ta del nto nentrano ancb~ l omaggJo ruo re o dc:~tli antenati illustri si rcincarna in q uesto n quel nH'mlH•> d ell"
al morto e il pretesto di ritrovaui per i membri del clan (o del villaggio). comunità, eccettuat i quelli della propria fami~,:lia . c J,:t;oi.Ìc a <IUt'~l" tr;1 .
Ricordiamo che tra i Bamil.:ké del Camerun. cinque giorni dopo il decesso mite dà oracoli. prescrive rimedi, rimprovera i tr:t~!(rc~~~~ri ~ ri.-cvc !,·
bisogna lavani le mani in un decotto dove suno messe a macerare tu: piante: offerte di tutti. Bisogno di cumuni.:arc '"" ~:li antt:nali e po·t••ll'fUp;•ziom·
La prima significa che bisogna p('rdonarc. la seconda che vanno abban- di m~glio realiuare la pmpria vili! lt·rren" animann IJOCSI<> r ito. cht• non
donati propositi di fare il male, la terla che si deve i\Ugurare a tutti fe- soltanto è sopravvissuto alla ~parizionc dci r~ sak<\l;~ va ma ~i (· ;111d>c d if-
licità. Si tratta qui di un simbolo di purifìcazione-rìconci!iazionc. fuso un po' dappertutto nel Marlagascar.
14 Hertz. Cnntribution d une étude sur la rt'flrésrntation cnllectiue de la' 16 Tra i Dogon il morto vic:nc seppellito ;,~vvolto d i hcndr . tr:m nc rin-
morl,. Ann~c sociologique •. x, 1905-1906, p. 124. Vedere ancora: Socìologie dice destro che sporge per dare: l'imprcssiunc ,·hc si" vin>, c· a nclw pn
religìeu.l(' et folklore. PUF 1970, pp. L-8S. indicare l'eventuale rcsponsahilc d<" llil sua mnrtc.
riti » ( l'incon~cio ? ) senza provocare danni : bisogna che dopo non dimentichiamo lo, si altacca sempre all'ind ividuo; essi per-
k esln:nH: m l<lranze il defunto, carico ùi doni, si risolva a mettono a l gruppo d i recupcrat·e l'un ità c la stabilità scosse
compi ere il suo destinu post-m ortem . per un istante. I culti deJle reliquie (la parte simboleggia il
Ciò r he colpisce. in tutto ciò, è lo sforzo di rend ere presente, t u tto) rientrano in tale finalità: si tratta, per lo più, -;ia di
in modo reale o simbolico, lo scomparso. 17 Per questo il mo rto oggett i appartenuti al defunto, le arm i in particolare. sia di
(soprattutto fra i Dio la dd .Senegal) presiede spesso ai propri ~imboli capaci rli « provocare una presenLa », sia di ossa: so-
f11nnali. rivcstiw degli abiti più bd li, seduto maestosamente, p rattutto i çrani e in secondo luogo k tibie; di qui la vìgile {'U -
in modo da dare l'impressione di essere ancora vivo. Non si ra cnn la quale i Ba-Teke e i Ba-To ngo (Congo e Zaire) con -
deve Vl'dne, in 4JUesta omsuetudine, un meccanismo di supe- servano la « cesta deF;Ii antenati ». Così le popolazion i del
ramcmo del l;~ mone? t l n m ezzo concepito dal gruppo per Gabon custodiscono in vari modi le loro rei iquie: i n reliquia-
ag-ire contro il dolort>? Altri comportame nti hanno lo stesso ri dì swrza o rli fìhra (.'«.:atole rla IJyai d ei Fang, tigoudo d ei
scopo. lnfatt i sufcede, iu particolare presso i 1\I osi (Alto Vol- Mitsogo d e l Gabon), di cui le più grandi restano ndla (:asa,
la), cht.> un parc: n te della persona deceduta, prderibi lmeme le più · picc.:ole possono essere trasportate; poi nelle capanne
u l.ta donna, iudossi gli omamemi' del morto, imiti i suoi ge- per le reliquie (le ig(mdjil dei Mpoug-we del (;ahon ) ndle
-~t i, i l suo modo d i parlare, i suo i diletti lìsici, porti eventual- quali i crani, spesso colorati di rosso. sono disposti su cti un
men te i l suo b astone o la sua lan('Ìa: i tigli del defunto la chia- letto da parata, rico perto a sua volta eli stuoie di rafia viola
mano « padn.· ». le spose «marito». (;ti Yoruba (Nigeria, scuro: infine negli altari ini:tiati(·i speci<· quel lo del Bu•ili t:he
l hbmll('Y.i hanno b consuetlld i ne che un uomo mascherato racchiudono i crani degli antenati.
simbolt'~gi i! d efunto, rassicuri i vivi sul S\1)<) nuovo stato e pro- ll n "altra tecnica voh a a rendere: presenti i defumi è quel!&
m~Ha loro utùtbholl(lante dis<"endenza. Vi sono i n t:it'> proce- delle maschere. Queste sono general mente cti}>iute di bianco.'&
d imenti simbol ici rli rinnegaJ~H·ntu o di inrorporazione che colore dei defunti (è (j uesta ta ra~i one p~r cui sì considerano
prott:g'!40llo dall'estinzione della persona lità, dato che la morte, talvolta Jl;li Europ<.'i •~ e g-li a lbiui r ome alll<:llati reincar'nati).

17 t ì u •·u mt ;•. rtamcnl<> sÌ1>11 k <· risn> nt rabil ~ prcssn al~un.i Mal!(a~ci,­ IR l! hi anl'n, infatti. c spc:ss<l il C<l ltort· .Ici Juc>rti e della m••l'lc. In tal
" Rin•ll o<'hi<~ mu i l (';ulav.:rt· ndla di s(cndcma.; Il g rllppo dt dosccnd~nt l c mndu serve: a n che ad allontanare la morte c, per estensio ne, !t- disgrali c:
c'ustruit<l ~ ulb finzium· dt·l la prcs('ma d t:l('li antenati rhc m ediano tutte le simbnlq;gia la rnm·tc:- cle li a morte:. L'uso che Il<' vi~· n fatto ne:! ha g n•J dci
rda~ioni tra i pare nti ; il ··aJavnc divt'l~!a un simile mcd iaturt: p{·r.suna l i:t- neonat i. n~:ll:1 cura del(li ammalati n dlc fc:rm<· di scnng-iuro delle disgrazie
t.atu, <JUindi nt.JI si p_u<• r<Hfll>l"t:n tkrc n .o .:~t: n_c av;v•~n.- s~ n un m n·fr.- - snprattutln durante cerinwnic eli rogazit>n,· ndlc q uali si asperguno i
rt:l\7<1 a l la c·o t:l t'IIZa ,11 qutsla prcsnll.a htll~la. Essa c " "struJLO. sulla ncga: t:ilmpi già St.mina t i nm arqua mi sta a d arg-i lla bian<a preparata da una socie -
li une tic Ila rcHiurJ. provocata . J;dl'.' nwrle: la nq~az i pne dc.:!la SC(>aral iOll~ ~~~ tà d i iniz~ati - fa pensMc che <jUcS\:J m01teria ( l'ilr.:illa bia.nca) punicda una
qu~~tu m~ mlorn dd g-r upp•• l amtl~are dar sum: qu e~lo n lì~ t~ dd l~ n_•tluro.~ virtì1 cu r a tiva dalk n••tcvnl i prupr i~til.. Suvcnte nei ri ti di ini~iaziune. r i fe ·
pruvnrata d,t! la m n rt<: e<:lll!lllrla 1! ~rpduars1 d ~ 11a •·.un rhr.w nc th d• $ccn - rise" il R. P. Mveng. il h iancn i: il <·olort> della prima fase, ljUtlla d ella lutta
clcnti. 1;, li nr.inn<' dh· sia al b hasc della com utliCilZione mkrna Jd h gnagg1o contro la muru. Tra i Ba-Pe\ld~ d ello Zairc i m;>c.~tri-iuiziatori dd rito
i: c-o.~tru ita i ntorn" :. <j ut:>ta cundilinnc comun~ nella •tuale si truvano int~­ M ugong" s11nn letteral mente imbi a ncati cui Jwmba. Ag li occhi de l novizio
f(l'ati vivi ~ n~t.rl i: sembra un çrrurc far~·. ~egli a~knat i dei padri dc!C_nto_ri tremante essi sono l'immagine vivente degli s piriti d egli antenat i. Ricor-
tldrauturitj, assulul a, ~ssi hiillllll una po~ • ~ •une Ù1 dlsccndcnt l, ~ propnu tn diamo qualche altro fatto: le vedove ndiki (SI!ld C:aml" run) s i dipingono le
<(UCStil ,·c.ndiliom· manlt:ill~ono un pust n . p1·ivilc!{~atu nd r~p(lOrto con l~ gambe d i hianco: i Fati (Nord Camerun) a vvolgono il cadavere (tranne le
di"initi.. . .wtcntic-a dch:ntnn: dd pntcrc : 1n essa s1 conserva 1l legame Ira 1 mani ~ i pi~di) di stri~ce di cotone biiinco; le p ersone in lutt o naudela
vivi <' i morti ; il. li!;naggio ntln puù es istere t:h c KrilzÌe a questo perp~­ (Nord Tt)go) si disegnann sulla fronte. d a Lilla tempia all'altra, una riga
lllarsi, ul di là ri di<.< 111orte, dd pcrsun;~g-)iin dd discendentt. l\ scppe ll•- bian ca ... ecc. Ma avviene a nche ch e i defunti ~i ano d ìp10ti d ì nere) (Ba-Sun~ec:-.
mcntu h<~ c·ome srupo l'assi<·urare questo pcrpetuar,i . Il murlo c posto ndb Okmba , Ba - Wuana. Ba- l'cnde dd lu Zain:) o di ro!>So {Bom a. Ba- Yaka
;it uaziunc tli Frca·r.:azi•.nt· d a cui emer,~:c: i l disct·n.t•:nte. a ttr averso questa d e llo Zaire). o eh~ vengano a vvolti in un peri.znma hlu sruro (D iu!a).
n uo va nascit:J, la su;a r:sistenta si pcrptlut·rà , c sa n della stcs~a natura di 19 Un racconto moll o noto nello Zaìn: narra t hc i primi Europei fu-
q utl!a che aveva udl a sua vi ta terrena. Così la mortr è superata attra- rono salutati col nome di eroi tribali da poco 5co mparsi. Inolt re, i l cada-
vnsu u n a nuova na«· ita, l' la funùi ;.dune dì d isccncJçntt: ch e vien e con- vere che rimane ndl 'ac:qua diventa biancastro: donde l'assimilazion~ che
•:~rvata pcrmd k il papduarsi del le_g~mc tr;:~ i_v_ivi c questo morto; pcrrio• avviene talvol ta. come p resso i l'igm~i. tr3 l'uom o h ianro e uno spirito
l csistl'nta Slt:s.s;~ ddla dJSt·c:ndcnza <!I V1t:ne posstbll<' • . G . Althahe, OpfJtt'S- acqua tico. Nulla impedisce all'immaginario l<>cale di :usuci;~.re l!'li uomin i
sitm d libhuticm drms l'imni{inairl', M aspem 191)!), pp. H2- 14 .~ . bianchi che « snno usciti riall'a(qua • a certi a llrihu~i dell'l divinità .

4'50
Possono anche assumere forma animale (la maschera d'aspet- risc~io di non poter divenire antenato e di precipitare n el ci-
to animale « non rappresen ta un animale morto... rappresen ta clo m fernale della mor te escatologica.
l'a nti-volto di un an tenato ,. ),20 oppure riproducono fattezze Pot~e.n"!l~ descrivere a_ltri comportamenti di difesa. 50prat-
umane la cui somig lianza con il modello non è affatto essen- tuttn 1 mezzt per comumcare con gli antenati, ma questo r i
ziale (a l contrario, la suggestione simbolica è più importante port~rebhe troppo lon ~no. Sembra, in ogni raso. che q ueste
della somiglianza fedele. d'altronde ipotetica se si tratta d i un tec111che per padro n el!"_g1are il dolo re proteggano efl1caccmente
lontano a ntenato). Più esattamente, la maschera ha una poten- la comunità d alle sindromi melannmic·h<·. co!ia cl'altronrle con-
za evocatrice soltanto se è denominata ( potenza incantatrice fermata dalla rarità dei suicid i in Africa nera.:U
del verbo) dal sacerdote o d all'artista o se è portata. dal dan- Di _fronte al~a mor~e, ~unque. sono m nfepibili due atte~l{ia­
zatore. Ogni Africano « è pienamente cosciente che sotto la menu. Tnnanzttntto ti ptan to, a t:ondizione di obhedire a ca-
maschera c'è un essere umano. La m aggior parte degli spetta- non i culturali ben precisi : manifestare in modo palese il do-
tori possono anche riconoscerlo dall'andatura o dalla figura. l?r~ no_n pt~Ìl .es.~ere fatt~ da chiunque o in u na forma qual-
Ma si crede possihile condurre lo spirito del morto a incarnar- s1as1; d1 qm l emtenza dt prefit:he: « PitJ che non i vivi è il
si, finché dura la danza, possedendo il danzatore masch era- morto che è necessario ingannare con lacrime di coccodrillo
to. , 21 T alvolta non si tratta dì maschere ma di statuette; i e gr~da d i c ircostanza. Così il ses.<m forte tace. senza pama del
Mina del T ogo e del D ah o mey wmiderano presenti i lo ro monbondo, mentre le d onne urlano atterrite >'> _2.1 L'altra tec-
defunti sotto forma di figurine di legno che vengono vestite nica, e q uesta decisamente sim bolica. si rivolge non tanto a l
e lavate, e a lle quali ~i o ffre da bere e da mangiare com e se si morto quanto alla morte. Essa consiste, soprattutto pres~o i
trattasse di persone veramente vi ve. Infme i riti volti a ~con­ Diola,2' nel mostrare il d isprezw più totale o solta nto una in-
g iurare la sofferenza prendono talvo lta una forma inattesa. il ciifferenza canzonawria: di qui le aLioni parndistiche, i c·o m-
cui scopo principale è quello di jlssicurare una discendenza al portamenti da burla. i travestimenti r idicoli. le g-rida CYioiose,
m orto. Infatti, presso i Nue r (Sudan), p resso parecchie popo- g~i schi~>ec~1i di _di ta. le c~ngratulazioni ossequios<', le m~Jhepli­
lazioni Bantu e akune dell'Alto-Volta e del Dahomey, se il CI facezu:. 1 salu ., u u n p1cd e solo: le pirot•tte. le m a~chera r e. il

defunto t: sem.a fig li. un membro della sua famiglia, preferi- tutto in m ezw a un baccano assordante (ro lpi cii fuc ile uno
bìlmente suo fratello, si accoppia con la vedova (matrimonio dietro l'a ltro, frenetico rullar eli tamburi, canti). Soltanro i
fantasma): i figli che nasceranno da q uesta unione appat'Ler- parenti str.etti restano irnmohi li, solen nemente inespres~i vi.
ranno a tutti g li effetti al delunto (pater ma non genitor). mentre le vecchie, con gravità, r isparmiano al l'<tdavcrc l'i li -
continueranno quaggiit la ~tta esi~tellJ.a , lo rassicureranno nel- giuria delle m osche. Tutto avviene com e se 1'.'\lt inmo osten-
la vita futura. l .o stesso accade se muore una donna: il suo tasse d i 11011 temere la morte (ne annulla simholicam cme i
sposo avrà d elle relazioni ses.~ua li con la sorella della defunta; danni rifiutando di prenderli sul serio), ma dillitlas.~e elci rnor-
i figli che verranno a l mondn avranno la morta come madre
(mater) mentre la genitrice rimarrà nel suo ruolo di zia mater- 22 L . V. Thomas. L'rllmologuc dnmnl la mori, in M or t 11alurr-llc· ,., llltlrl
violente. Suiciclc d mcri{ra•, op. cit., I!Ji2, pp. 157-11!5.
na; non si tratta in alcun caso di vero e proprio matrimonio Il ri corso agli antenati resta presente nelle tecniche di guarigione di nggi.
come avviene nel }evirato e nel sororato. Bisogna vedere in • La prcstn~a vivtnle dello spirito degli antconati, lcgittiman.!n la ~cicn1.a
d egli psicotcrapeuti moderni o tradizionali cd il loro plltcrC'. <onl'r ri~cc ad
questo costume non soltanto un modo di onorare il morto, ma essi l'umiltà d i rdì· hanno bisogno le pulsioni inihitc d el malato JlC'r riw-
anche e soprattutto un mezzo per a5sicurargli dei discendenti larsi apcrtamcnt~ . • M. Makang Ma Mbog. Cnn/icma rl rhtslfln<'t'.' tllllt.< !r
lr~itement d es mai aclcs ,., fl.!ychu{IOf tJ/tigic afriwint•, • P~ychuvatnlogit' afri .
che offriranno sacrifici per lui ; altrimenti correrebbe il grave came • · v m, 3, Dakar, 19i:2. p. 424.
23 R. Jaulìn. La mort w ra, Plon 19fìi, p. Zfi.
24 L.V. Thomas, /.r.! Dio/a. 2 ti., Han. Dakar, )9:iS. Vcd~rc anrhl' ln-
20 ]. Jahn. Mrmtu, s~uil 1961, p. 194. tmnu{I ÌtJn rì /'Ethno- 1/umattJICII(Ìr. "Et hno-psyt"hlll!>~ic • . r. mano l'l;:.
21 U. B~ie r, Tlte Eg11 cult in .\.-igtria, Lagos 1956. pp. 103- 123.

451 453
to la cui anima vaga nel villaggio nei giorni immediatamente la classe dei vivi e la classe dei morti (o pii1 esattamente il
)\e;;ucuLi al trapasso; donde le cure prestate al cadavere (toi- tempo dei vivi e il tempo dei morti). Quindi, facciamo l'in·
lent·. vestito o ùenrle, numerosi perizomi. cibo): donde la pre- ventario delle altre scehe di valori concreti utilizzati d al rito.
sentazic!lle d elle o fferte e all'occorrenza il pianto. E dato che Vediamo che queste scelte suno espresse da una serie di imer-
le donue e i bambini, perché più fragili , corrono un pericolo detti, o di tabù, che inceressano tutti i campi della vita : l'ali-
pitl grave, sono g li adulti iniziati a scavare la fossa , a prepa- mentazione, l'unione dei sessi, l'agricoltura , l'allevamento,
rare il fe retro, a trasportare il cadavere al cimitero: alle donne l'abitazione e anche l'utilizzazione dei nomi (vocabolario).
tor('ano soltanto i lamenti ; quanto ai bambini si accontentano Questo inventario, per conseguenza, interessa tutti gli ambiti
di ~uardare.15 della vita collettiva e ci porta a descrivere uu d eterminato stile
Ancora uua vo lta dobbiamo sottolineare il posto privilegia- dì sensibilità e di wmponamento. Una vo lta terminato que·
lo che spella alle pratiche simboliche. Jl simbolo, infatti, non stO inventario, consideriamo la dupli<.:e t rasformazione:, il du-
soltanto anima, 11t:l senso pregnante del termine, il rito, ma plice passaggio dell'entrata nel lutto e dell'uscita dal lutto.
ha anche il potere di suggerire le verità che riguardano diret- Ciò che crea l'unità di questo rituale, ciò che rimane wstante
tamente il gruppo e, agendo efficacemente. l'unione con ciò in tutta l'o perazio ne, è il fatto che la famiglia tribale vi è
che esso sig nifica. Gli esempi no n mancano. Tra i Dogon le considerata come un tutto immutabile, eteruo, immortale,
donne :llzano le braccia al cielo per indicare la loro tristezza; continuo. L 'individuo nasce e muore, ma la famiglia tribale
raschiano e battono il terreno con una zucca bucata per espri- non muore : si identifica con la vita. Questa famiglia immor-
mere l'assurdità e il disordiue della morte. Vi sono cumbacti- tale ha bisogno di integrare il succedersi ddle s~uerazioni per
memi 111imati rhe rappresentano amic he low:, ma suggerisco- affermare la propria permanenza. Le si pone dunque il pro-
un innanziwuo il t:ombanimen w iucessame della vita e della blema seguente : dato che la m o n e le infligge una pc::rdita,
morte. Quando il t adavcre. avvo ho in una <.:operta (che è vale a dire introduce nel sistema un seg no negativo (« - » ),
anrh ' es~a un in~ i eme di simhuli) arriva sulla piazza, traccia quali trasformazioni bisognerà compiere per putcre, ali~ fi.ne,
meandri che riproducono g li s<:hemi esplicativi del genio recuperare un segno positivo ( « + » ), un guadagno d1 vtta?
.\'u 111mo (n ·rho) e il percor~o esitante c:: tortuoso dell'anima La soluzione è questa: la morte ha iuttud()ttO un segno nega-
<.: hc dovr:i incamminarsi a M uuga (Paradi:.o ). La simbolica, tivo; ma siccome all' interno del sistema tutti i termini sono
infatti, racchiude un certo potere. Essa è - co me è provato solidali, non se ne può modificare uno senza che il cambia-
dalla .;ua etimologia - Llll modo di accostamento, un legame mento si ripercuota su tutti gli altri: si comincerà dunque
c: h e g iusti fica o -;piega. col generalizzare il segno negativo grazie ad una seri~ di inter-
detti che colpiscono l'insieme d ei ..:ampi : voca!><>la~w ~nome
del morto), alimentazione, s(era sessuale, lavo n agnc<>h , a l ~e­
h) R iti d i lutto e morte simbolico vamento, abitazione (si svuota la capanna). Ma, generaliz-
zando la negazione sul piano reale, si giungerà alla morte di
l .'ttlgrlml rit11ale del lutto: r iti bantrt. Con molta profon- tutto il gruppo. .
dità F . Ortigues, in un testo inedito,Y> si è dedicato a uno stu- Da qui parte una seconda operazi~ne destinat~ aù iuvert1re
dio snutlllrale dei riti mortuari bantu. Ne riportiamo l'essen- il movimento. Quale sarà il punto d1 partenza d1 questa nuo-
ziale. Vediamo innanz.itmto, elice l'autore, che la forma gene- va serie? Al momento della morte si è sostituito al fuoco do-
rale di <luesti riti ruota attorno ad una opposizione centrale : mestico un fuoco rituale : fuoco J.) j fuoC(l R. È una metafora
di grado zero : il fuoco è trasposto dal reale al simbolico. O~a,
::!.~ Si tratta soltanto d e1 parenti stretti del defunto. Donne e ragazzi de! come dicono i linguisti, il grado zero è quello che mette m
vi!Ja,çgio Jlartecipa no infatti ai canti c alle danze.
26 E. Ortigues. La rw tion d'ir•rnnscienl t'l la pl'I'ISÙ nwderru. fotocopiato causa la totalità del sistema. Questo fuoco rituale sarà dunque
inedito. Dakar I!W2. alimentato durante i sette giorni di lutto. L'uscita dal lutto

455

' l'
arriverà a generali1.zare l'operazione di sostituzione: alimenti cino la tecnica simbolica riguardante le qnes~ioni della m orte.
d i hase (latte, farina, fagioli)fcolo re bianco (caolino). L' u sd· è bene in sistere sulle differeme di fatto e eli intenzione che
ta dal lutto è t·hiamata c imbiancare» : si imbiancano gli uo- 5eparano l'iniziazio ne e la m orte fisica.
mini, le greggi. l'acqua lustrale, per purificare la capanna; si ·" Jnnanzitutto l'iniziazione è opera rlella collt>uivit;t cht preiJ-
beve il lane rituale, si mangia in comune. si compie l'atto de coscienza di sé e rafforza la sua vital ità. è un d ecreto nmanu.
sessuale, si reintroducono i tori nelle mandrie, ecc ... In breve, è oRDt:"E. l .a morte fisica, al contrario , non pui1 e'ìsere c-he 11na
il va lore n egativo che si era general izzato sul piano del reale vendetta de2:li dei, a m eno fhe non sia il risultato dt-i male·
è trasformato sul piano simbolico in valore positivo grazie "
fici d i uno stregone, o d'nn mago. o del (·omportamt'nto òd•t· .
alta rivitali7.7.:l7Ìonc di tutti i senori : a limentare, sessuale, tuoso della 'Vittima; per q uesta ragione ~· percepita <·ome una
agricolo, dell"allevamento. dell'abitazione, ecc ... Con questa anomia, un disordine, un incidente. aspetti dlc> si aggiungono
sorta d "algebra rituale. la fam iglia, con siderata come un tutto, -.
tanto profondamente al suo carattere univers.1 le t:he risch iano
attesta s imhol it:amente la sua perennità di vita. Tunavia il ·' di farlo dimenticare. In secondo luogo l"ini7.Ì:l7.ione rimanda
rituale el i lutto ottiene semplicemente di spostare la <:ontrad· al simbolo. Non soltanto non porta ad una morte effettiva -
clizione; la m orte non è stata eliminata sul pia no reale, ma ne offre il simulacro rappresentato ritualmemc:- -- ma anche il
soltanto ne~a ta sul piano simbolico. Perché l'operazion e riesca contatto con il numinoso chi!' c~~a suscita. tmn pw\·ora assolu-
è stato necessario pa~are un certo p~"ezzo : è stato necessario tamente l'assalto furioso d elle fort.t: impure, am.i diventa una
ammettere implicitamente che la vera realtà della vita non promozione da cui traggono vanti'I~)'(Ì ,gli iniziati per primi <'
era individuale ma collettiva. Logicamente, ciò vuoi dire poi la collettività intera. Dalla morte rappresentata alla morte
<:h e la societ<Ì trihale i: trattata come una spede vivente ana- trascesa molle sono l c vie possi h i l i. ne inct i eh iamo h ren ·mcntc
lo~a alle spcrie animali, nelle quali ut1 individuo pui> sempre le principali: . . . .
esser e sostit uito eta 1111 altro. Se il nostm ragionamento è esat· 1 simboli ddla mori e mfi{Hf'J~nlttll/ : n St offrono dtversJ
to. rlo hhiamo trovare nella ~ocietà in questione la prova di comportamenti espressivi che hanno lo scopo d i ricordare lo
questo pmwlato. San:bhe f.-.cile mostrarlo in un particolare stato d i morte : catalessi e rip;iòità caclaverica provncate chi·
ti el rituale : ut>l parallelismo costante tra gli uomini e le man· l'ao;sun7ione di « ml·d icine ,. , talvolta lllluri 11auseahondi dd
ctrie l:he ."<mo fonte di rin:hezza e di prestigio. Basta soffer- cadavere in putrefazion e ottenuti <·nn vari tipi tli oli e un-
marsi su una prova assai evidente : il re di questa etnia è con- guenti, ecc .... tanto è vero c he il simholo yrimar ~n. si rifluc.c
siderato come i l c Signore Vaccar o • universale, Signore d ella a un inequivocahik realismo.11 l.a separannu c. glt mtercietu.
vita. Ora. questo re ha u n doppio, un Toro reale e vivente (divieto di chiamare con . i l sile> ~10111e il. postulantc). l"uso. rli
c h e si ritiene regni con lui. Quando il re parte per la guerra. un linguaggio speciale, g!t scher11 p esallt t c k prm·~ che luso-
ad e~em pio. è i l Toro c:he lo sostituisce. Abbia mo qui un caso gna subire senza bauer ci~l io (ucrisionc l~ clla .'·cn:h•a pt:rsnna:
t ipico di woppiamenr.o de.l la . rappresenta~ione: Tale sdopp~a­ inizio d ' annientamento del corpo che tm pllt·a t i ciolo rc) s1
m en w è que llo c h e h locca t l s1sterna. lo d uude m uno sdopp•a- presentano come modi più S(~ttil i .per c·spri mer~ la . morte.
mentl) immaginario che si ripeterà indefinitamente. 1 simiJOli m isti (morte +
nmuntn ). l.a reclusJOnc. ad esem·
Alorl.t~ 1: riww·itn ~u·r rituale iuir.iatico (morte simbolièa). pio, tempo proprio per la p111· i~ raz i nn~ <' il ringiovanimento
O gni ini1.iazione irnpli<:a necessariamente l'uccisione simboli· del neofìta, richiama insieme sta la Vtta cl~ \ rarla\·c r c ndla
ca rlel postulante, c quindi la sua rinascita. Alla morte flsi.ca tomha. sia l'attesa del feto n el seno d ella m:\cl re. l ."o m bra d(' l\ ;-t
indivirluale oppone clunque la morte rappresentata. segutta foresta, la capanna oscura, il sollt>rraneo. la grotta (o;imholo
da una riu ascita attualinata dal gruppo e per il gruppo, tra-
mite la ripeti7.ione simbolira.Z7 Prima di esaminare più da vi- • L'hommc ». luglio-settembre l !li ::!, pp. ,~~- 1111 (~ i tr.1IW dci :'l'li~<> vìr l-
namiti). · · 1
2M Il lìl m Vmtdou di J.L. M a~rncron. n~nost_:~nt c ~,..1.c~< urul'l ec ~""'
'! i Su eli un pian•l :1~~ai vtctn'l. vedere ]. T.<:moinc. lnilintion du m11rl. 3pirito d iscutihile. ha offerto. :t quc~to prnpo~l!n. II'TIITI:tf:tn• mt>lt<> ~u):'gt·~t"·c:.

45i
frequ~ute d~ll'utero) esprimono fantasmi ben no ti; l'iniziato ca pretto, indumento tradizionale dei Sara (Ciad), indossato
che, w me il few, serra il pugno, piega la testa sulle ·ginocchia, ancora durante lo Yondo (iniziaz.ione), una pruva dd fatto
mentre tlll vdo gli copre il capo, o la fanciulla Venda (Trans- che non si vuole adattarlo al t.:ontc:sh> moderno. Inoltre, la
waal) ch e assume la posizione fetale, muta, immobile, le brac- nascita rituale non è individuale. « Nati colleLtivamente, i neo·
cia inaodate sul p~tto, ra rmicchiata sotto una coperta (la liti ~ono tutti fratelli gemelli: us<:ili <:ontcmporantamente dal-
plac~nta) o ir~m~ersa in un buco pieuo d 'acqua (le acq ue della le viS<:ere della terra an<:tstra\e; non sono piLI i figli di una
matm:e) _cosuwrscono anch'essi dei significanti nou equivoci. coppia, ma d e ll'intero gruppo cianico n c:mico. La nudità sim-
l prucedJCuenti di inghiottimento: l'iniziaw è c ingh iottito ,. holeggia allora la fraternità ch e lega ormai tutti gli apparte-
da un mmtr<~ siruboleAA:iato. da un rorn~>. una t enda e un nent i alla stessa classe d i età : infaui. attraverso di c:ssa, indi·
uomo travesmu che lo mgma e lo rigeua adulto. Cosi, nel cano rhe non hanno più alcun segreto v;li uni per gli altri,
rituale So11-si (« amro della morte »), l'adolescente ewondo nessuna menzogna, che nulla li separa, <:he :.uno pronti ad
(Camerun) deve attraversare, nudo e strisciante, un sotterra- esporsi e ad abbandonarsi senza difesa all' iuiziativa dei loro
neo tem:bru~o e misterioso, una specie di stretto e lungo budel- comp:tgni, a rinunciare tra di loro a lla barriera, alla prote-
lo irto d i spine, con qualche rar~ apertura che permette all'ini- zione fisica e socialt- <~ostituita dal vestito. La nudità evoca
ziatore di colpirlo e di far senti re lugubri suoni ... questo il anche i bagni e le puri ficazioni <:ui sono regolarmeme sotto-
preuo cb e va pagato per rinascere alla vera vita: « Penetrare posti durante il periodo di iniziazioue. E~sa rappreseu ta imie-
nel ventre del mostro - o t!Sscre ~imbu li camente , seppellito >, mc l'asessualità, l'innocenza del bambino , e la vita sessuale
o essere rinchiuso u ella capauua iniziatita - - equivale a una cui introduce la malurilà sociale. ».u Poi, al momeuto ddl'u-
regressione ndl 'indisti nto primordiale, nella notte cosmica. s<:ita e dopo essere stati sott<iposti ad un hagno lu~trale, gli
t :sc.:ire dal ventre o dalla c.:apanna tenebrosa, o dalla • tom- iniziati si vestono con indumenti nuovi, espressione insieme
ba • iniziatica. equivale ad una cosmogonia. La morte inizia- della pureaa ritrovata e ddla viuoria della viLa sul la morte.
tica reitera il ritorno esemplare a l Caos, in modo da rendere Pui> anche avvt·nin: 1·he la loro riappariziont! sia vissuta come
possibile la ripetizioue della <:osmogonia, da preparare la nuo- una reincaruaziun e: non hanuo forse preso i l nome di un
va naS<'ita ... ~ importante antenato?
l .simuuli lidla rirwsc:ita ( morte trascesa). Citiamo innanzi- Jn ceni casi il scuso dei comportamenti francamente reali-
tutto la nudità. Entrando nel rednto sacro, i neofiti abbando- stici non lascia alcun dubl>io:l' R auuicchiato tra le cosce di sua
nauo i luru vestiti : sono nudi come i bimbi appena nati, ma madre l'iniziato vagist:e come il neonaLO: in seguito fa fiuta di
anche come i primi uomini alla «nascita dell' umanità ».JO succhiarle il seno. Spesso, mostra di twn riconoM.:ere piì1 i mem-
« Attravers() g li indu111emi di foglie e di fibre che essi spesso bri ddla sua fallliglia: simula una perdita totale delle cono-
indossano iu segu itO, riproducono un altro stadio del l'evolu- scenze acquisite 1 ' e r iapprcndt- (apprendimento simbolico)
zione della ..:ult ura primitiva, significando con questo mezzo
che sono i figli dd mondo selvaggio, della boscaglia, quindi
32 P . Emy. •1[1. cit., J!J72, p. :!.3S. . . .
in definitiva dell'altro mondo. »J1 R. Jaulin vede nella pelle di 33 P a ~scmpio, tra i Kikuyu d d Kcma ,. una ~onna d eli~ f .J~·~l ~a dd-
l'iniziato - pr(feribilmtntt sua madre - Simula 1l parto. Ella .e umt.:~ .'""
un b udellu di montone a l fìKiio allungato !ra le sue 1\oliUbe •.n .POSIZH>.ne
Z9 M . Eliade, Il sacro c il prr1/a.w, Boringhicri 1973. V~dere anche G . fetale; geme come se partorisse; pui, dopo d parto, to('c.a al .figh.n. V~fi•r~
Durand. op. cit. finché vien tagliato il cordu11t <>mhcli<-ak La capanna 111 <:UJ ~;h mtz•all
30 • Euere nudi, è ~:ssere senza parola, • dichiarava Ogotemméli a Griault! hanno soggiornato dul'antc il periodo di nt iro v.ienc allura d.:utolit~, bru-
(Dù:u . d't'ali, ~~ ed., Fayard l!}66, p. 77.)... " Il perizoma. è sln:llu ... pereh~ ciata o intcrrata proprio come la pl.J.<:cnta: ccl'o m qucst<> un ahn• s1mbolo
non s1 veda d seuo della donna. M;t esso fa nascere in tutti il d esiderio di rottura con il passato. Vctlc:rc J. Kenyatta, Au /lll'(l du M tml Kettyu,
di vedere quello che c'è sotto. Ciò dipende dalla parola che il N ommo ha Maspern 19fi(l. . . .
messo nel te:;suto. Questa parola è il segreto di ogni d onna... . 34 Gli iniziati lobi dd l'Al tu· Volta, dopo tsser stah lavati ncll arqua dd
SI Vedremo che la nudità puo anche simb<>leggiarc iJ. lutto. P. Erny, fiume, spalmati di f angn c divorati si ml)()li camcnle dalla : bestia mitica ~.
op. cit., l 972, p. 238. rientrano al villaggio wn la testa r:uata c parlano una lmgua ~cgrcta.

45Q
tutto ciò che già sapeva: linguaggio, tecniche, m'ezzi per sod- nati protettori. E, dato che il mal e esi.~ te, hic et 1/l tnc, meglio
disfare i propri bisogni elementari... Per questo gli viene allora fondarlo metafisicamente o miticam ente (ch e <.· lo ste~­
sempre conferito nn nome nuovo; simbolo diretto della sua so), quindi giustificarlo generalizzandolo . :\n·etta~lo .o esl?ri-
personalità. Ritroviamo qui tutta l'importanza che riveste la merlo n on è già un po' superarlo? Fatto sta che ti dtsordme
regres.'iion e allo stad io d ell'infanzia e del significato simbolico antologico rappresentato dalla m orte si trad uce i n un rl.isonline
t:he vi si w llega (bambin o .= nascita, purezza; ma anch e. com e sociale (separazione, do lore e lutto). anch 'e'iso sug~en t~1 d alla
per i Bambara. la morte). Durante l'iniziaziune, scr ive P. Ver- sconcertante e sistematica con fusione t:h e rarattenz1.a t fune·
ger , il novizio è immerso in uno stato di ebetudine, di ato n ia rali o dalla generalizzata anom ia l h e s'imtaura per u n certo
mentale; il s11o sp irito sembra v uoto di ogni r icord o, egli ha periodo dopo la morte d i un r e. . . .
d imenticato t utto... N el corso delle cerimonie, quando il Dio Insistiamo su questo punto: an ·anto a un ril.wnlmr.. d 1
ha la.<;t:iato con la trancr. il corpo dell'iniziato, questo si com- espressione to di conferma) che ricord a i_n c~t c n~sa <·on ststc
po rta C<>me un bambino in tenera età, ride per un nonnulla, la forza disgregante della mnrte, si (:o lloca ti d r,w n/11/ t' d1 s ltfH~­
si e.~ prime con termini puerili, passa da uno stato di allegrezza ramento o per lo meno di recnpero. Infatti il disordine clelia
infanti le a periodi di srontrosa rassegnazione. Qualche volta, morte sarebhe irrimediabilmente rovinoso se il g-mppn non
ma questa eventualità è più rara, quando gli iniziati teorica- ~ropo~esse qualche soht~i<.ll~\ l' ~r fargli .P ~ r<\ne forzarli.strn~·
mente morti e seppelliti nel bosco sacro rientrano nel villag· uva, dtverse snno le possthll1ta nelle qualt ti stmbolo 11m a clh-
gio, sono considerati come spettri, cosa rhe provoca sempre caòa. È ci1'1 che potremmo chiamare la lt:a t mlitrì Jim/10/im.
un panico tra finto e reale. La derisiolle. Ne abhiamo ~i ;\ trattato. Spessissimo. durant('
i funerali. la morte è scimmiottata ritualment e: di qui i com-
i . Trmaliw simbolica portamenti aberrami. p; l i a.tteg-~~a.m c: nti hu.rks~.h i od . n.sccn i. i
A partire dap;Ii esempi desnitti e dai campi passati in rasse- travestimenti v. ridicoli, i rltscnrsl uu·oe r e ntl. l. mtc::mtta dram·
gna (concezio ni della morte. principali riti. simboli primari matica di tali atteggiamenti es<·n ·i ta un ' innegabik lun1.ir mc
d ecisamente realistit:i. simboli operativi, entrambi provvisti , il catartica. l 'n caso partico lare di rlcrision e potrt'hbe es~c:: re la
pi•'• d elle volte. d i una cari(·a emozionale: il simbo lo rimanda nudità. Le donne hakoni (Zaire) <Juan rlo suno in lu tto im los-
sempre a d ei va lori). si po sso no mettere in evidenza alcun i te- sano soltanto un copri-sesso di rnglic. Per i Hu m a (Zair c) clenu -
m i partit:ol:umente importanti : disordine, impunta, sessu~­ darsi in pubblico può avere tre sensi : e~sen· in lutto. essen·
lità, violen za, rentpero. d ietro i quali si profila un tema um- colpito dalla follia o. per u n a d orma. insu ltare un uo mo :·"
co. la red e n ella (n en·s..aria) vittoria della Vita sulla Morte!
la KJ~arazione costituita d alla mor ll'. hannu la po~~~h i lità ~li :•~~ng.1r~i ..Jj.
a) Il diJo rdi u e. La m orte n on appare forse co_me la .Pitt vertamente e partecipare così a mu lte nuove c:n t1la pc:r.nmlicatc.
36 Certe popolazioni malga~cc (Nord di '!:lln:llavc ) rtcorrnno. dur01ntc
drammatica forma d i disordine? Quella che co lptsce chiUn- j funerali. a un buffone (l>akeza ). Qu~stÌ ~~ "_l•ISdtcra da ra~tl ;um~. da
que ovunque e !;empre? Quella <he distrugge l'unità dd gr~p­ animale (si avvolge il corpo e la testa 1h pdh rl1 hu_cl . 1l~m~. rulc. po:1_nJ!~:
mima e racconta la vita del d d untn. ~.ch~r1.a cn~ lu1. lu tn\'t!a a •; •e;::ltar:'.'
pu e separa t:oloro che si amano? Quella che mette .un ~erm~ne perché ..- durmc da truppu tempo • . p o t il ma nlpa rc. rlcll~ c.a r nc. lutto n o
a quanto c'e eli pit't prezioso, la Vita? Certamente il dt!!ordme agitando una specie di sonaglio d i hamhi1. l n que5tl r;s ol1 •• ;1hhaml o•na , a d
d ella morte sarebbe scanc\aloso se non portasse qualche van· una descrizione immaginn•a del ~c~~(> d e l d cfuntn (uomo n •lon na) .. I·.d t
atesso non smttte di mangiare c non s i in te rrompe se nnn pn lu.,ro;:arr
tag-gio : rinnovare i viveuti,l1 acnescere il numero degli ante· coloro che assistonn se non piangon.u o nun ri~onn: .se~~''· cii"!· d,·funl "
reto presente, derisione- della morte ~· trovano qu.t untlo. V cdcrt' l·. l· ;uH>Il\';
Ftuìna. T radition rcligù•uu t'l clumgrmt•nt .w rw/ d n m '"''' <m"m•owu/ 1·
!!!i Ciò uo avvenire in ,livcrs.i m01li. ~er .1~stituzirmc: è i,1 tema. del sue. vil/ag~oiu malgachc. ~~~i dd 111 cic:l•~· Pari~i - S..rhona. l !l i ~ . .. . .
ced ersi dcl~c !(Cncrazioni. Per rt•mmrna:•~m,·: •l ~efu?to pun cffethv.a mentc !l7 Una donna in lutto $i veste d t cordu:cl!c (1JtrffY• IIll11dJmrlr) l' <h r...
riml~(erc - scconrlo re~olc che non po~s•amo .qUI sptcga.re - nel nt~ote o o~lie (ovay-misin her,pa). Porta s~tltanl ~t un ~opri ~c~s.o (nw.mljirw ). l .'a spe llo
nrlb nipnte. si a tl>t:tlmcnt~ o panialmenle: Sia . ont.ol.oJncamenlc o slmho- di una donna ìn lutto nnn ha nulla d t crn iH' It. A~ l 1 ucrht ,,,., Bu m.1 n >rd t·
li cam cntc. Per r iorgnni::a ; wne: gli dement1 costitutivi della persona. d opo celle e foglie non costitui~rono un a hit u . O i r.uno c ht' q uc:l l.l pn so n.1 i· d ive -

.;6o
talt~ raiTrc)Jllc~ è esso stesso p rofondamente siguifirativo e no n ne i Barotse capovolgono le piroghe funebr i così com e gli
sorp:·enck a ti a no c h e i l disordine p renda qui la forma di u na Egitia ni m e ttono fuori poslo i mobili . Vgualmente, per sotto -
lll:u u lnta re~rt.-sswne (nudità d el neunaw. dell'uomo a lla n a- lineare l'arb itrar ietà della morte, nume rose popolazio n i del
snta, dell'u ma n ità). Dahomey eseguono le danLe fun ebr i in senso (:o m rario rispet·
L.'iuut: r.~iotlt~. Fan: lc: cusc a r ovescio o all'indietro o cou la to alle dan ze a b i tuali. Infine, non dimen ti«.:hiamo che rituali
~n~u~o ~~ n.i.sm~ i.·. 11~1 tra~to. cara tteristico dei riti t uut.-bri. Que- d 'in versio n e de i ruoli (lo schiavo d ivit.-ne r e, l'uo mo obb edisce
!ill.: ~IIHI ~JOI II <eJJlllOJ~ral r de lla norllla prendo no a~petti di- alla do nna) con una l ibe razio ne sen za freni d elle pu lsioni,
v~r:.L l porlaton fie! lcrctro w l u (Africa del Sud) e n trano a con il rigetto dei controlli so<:iali. nm la soppressione delle
ntroso _ne~la .rapau na. :\Ila morte di uua N audi (1\.t:r\\'a, T a n · rego le e la. sop pressione etei tempo. si veri ficano durante F,l i in-
l~nta) 11 hgi Hl maggiore porta abit i rove~iati, ahitudine r.he terregni dei sovrani dell'Africa occid entale e cen trale.l'l
ntrovwu.ru tra i Kikuyu l'. i Masai ( Ke nya). l ~ n Susu (G uinea), La d etenn i11az.iou e volontaria. Presso i D iuka (Sud a n) pro-
<tuaud o è Vt•dovo, mette 11 h erretro t:apovolto, me lltrc: uomini prio per lo u are contro i r isch i ~~Ila morte, con tro l'ignuranza
c: donul' haro~a prendo no r ispettivamente gli abiti del sesso del tempo e del luo~o in cu i essa coglie. i l "Sign ore d ella
~>J~posto. _l'r~ssu i Ba m bara ( Mal i) i l gesto di a b luzione: durance Lancia ,.. domanda che si meua fi ne ai suoi giorni. I l rito che
1 lur1era~z \ l(' lle falli) nm la mano siuistra, il dd unto è vesti to regola questa mo rte è fond aLo sull' id~a che la vita di u n «Si-
a r:on·srw (h· tasche del ho uiJou sono messe d ietro, il <:m·done gnore d~ll a La ncia» no n deve sfuggire wu il su o ultimo re-
d e1 pau talo ui è a uuoclaro sulla schi~na) perché appaia chiaro spir o; è necessario dunque c ustodire la vita nd corpo. aflin-
che { 011 l.t mon e llltlo ha cambia to senso. l!! Per l' idc::m ic:a ragio- ché il suo spir ito sia trasmessu al sucrc::ssorc per i l bene della
comu nità .40 :-.Jon diverso è il fine dd su icidio m i~tico di r ige·
~~~'".· <:~Ili C u~l o.~uimalo: >dva Ji,·o (mu:mir).. Fuglic c.: cordic:c.:ll<· (n rrva tu rc d i nerazione che r iscontriamo tra i vecch i D iola, i q uali deside-
11~11<} suno 1l. H'~"~' .J~IIa ~u~ trilsforrnaZI!Jl~c in n_atura .. Rotul,mclosi per rano r itrovare i loro an tenati t"d evell(ualmeme reincarnarsi,
h: rr<~ l~ .d.mm" .~cru J1 UllJ T>I alla tcrr:... ~•alzata$ !, si getta dc.:llu polvere
s.u l.l o.~_sdu.~.n~ . l. •.nsulto fh.c .una donna fa a d un uom •> quandu duril.ntc una
lttc SJ svcst~ davant• a l~ 1 c ~·un,.dcratu gr;,vc. In pratica basta mina cciare una ~arte perche i: considerato sempre ,·ivo. c dal l':~ltra a t"au~a de ll a sua
ljUCSI<~ .·gnt.u <'>ll_cn~·· . c l uumu cui è ri_volto si nu.:ttc in s ..lvu prima c he b femminilitd. che è quella della Terra. l simulal'ri rea lizzati dalle donne. in
HIJlolc;ua ~· ~c:.. Juzt (M. l lo_c~c:Kgcr, ,\ orme• r t jlftJlitJIW.< wciaiN c!U';: In rclazi11ne d i • alleanza cata rtica " con il dd unto. sunu necessari per ricor·
' " " ' '· tC:SI 1l1 dull ur;1tu. l'ang1, I!J_ij, p. 17:3). dare che: egli era insieme uomo ( prima della ~ua introniuatinne) c c!ouna.
Vo·r:c.:r~J~c:c Mp.,w. jc~!re.y~, fu11~·w/ ~~~~<'.rJi~m~ in Africa, • Arch. f.
1
Ddla d ç nna e dell a terra c:gli ha l'amhiguit;.: t puro come la tcrr<l colti-
. . . . . .' " ·..' .I·I.J. Pl~· -9-~' · l r~ll~h~ '.'nlllt SI rllrnvano nc~:li t:~ A duvc vato. c la madre rccunda, impuro C<>mc la hoscaglia ~t~rilc: c la du rma in
a( In:,• c c;~ l~•.llu l ~ ~cndutJ per 1 mori• S I mhlan11 11 si a bhotlorH:no a rov~scio period o mestr ua le. Il f:~ttu che alla sua morte le d o nne a b biano il d iriltu
v~: une • '-'~'"P'•u•. llt.l • . 6~l 0..-iu0..·n(o·luglio l!l(j(j ,.,,. ~- sg , l" · di prendersi gioco delle maschere c. altro.~verso queste, della morte. Cl scm·
• • !J )' • ' . • rr· J l l:· lllVCfSJUDC
puo auc. c s"ll" mc::~rc l ambiguità d i ("crti pc rsunal{f>-1... Q11...1nJo 10 11 bra ! Ìgnificativo (G. Cal:lme-Griaulc, Etimologie 111 lungugr. Lu fJUruh• che;
<~:~rch:) ~--~·u~IO c: si . ccl.:b~a il s.uo tl~ma (fine dd !urto}. avviene u na ~!,';~ les lJugon. Gallimard 1965. pp. 2!.l!l-.~UU) .
do rCtVt:Su;.~noclllu •In ruult tra t sess1 Qud "iornu si di . J J S9 In ucca!lionc: della morte c.li u n re si verifica cffcttiv"mcnte un disor-
colhid • • • • " • ~c:, c.: u nne sono
c.-a 1c co1~1~· uununt c H11 uun.ini come donne. Dato eh 1 ·· dine sistematico e istituzionalizzato, cun ro,·esciamcntu delle gerarchie: c
valore oc:~sun llllt'rÙcllu. ~~ donne giovan i c vc:cchie d ci vi lla ~~n ù l~ ru ritorno al caos p rimitivo, t h e ccs~a alla fine dell'intcrregno. Sottolinea in
Ogol t . d 1 lbru ~srgu<llhl una ruriusa parudi.l di danze masc~:;.,tee\ c~~ thc cosa la murtc del capo porta a quella c.lc.:l regno. ~ende possibile un.:J
diVC.:rliiJ spdl;~lur.' stJJw )(.l volta ~jli uumìni. Non potendo a v ·r. . 11 liberaz;cne ca tartica delle pulsioni (funzione c:quilibratricc:}. P ermcltc in -
vere masdl ·r. l' . . t c ;Hccsso a c
fin e al gruppo di rivitaliuar~i . Si tratta in q uesto casu, <lVvi:smcnlt. d i un
due .>1 ·l·· l ~•.cl.. ~~ ll·."<'t(•Jllll"n 1ano c' mutarlt·. cun a c(css .. ri di furluna. Così
. , c . '"" l J a ~~ a .con . un peno th s toffa rapprcscntouw le corna disordine perfettamente cont rollato. ]. Goody sottolinea che presso i Gonjas
d1 un
S' , ,
anttlup<· u le• orc.:cchu::
• •
d1
.
una lepre' Un lung U 5 t C 10 d'l 101g · 1·IO e· 'l l (Nord Ghana}, quando moriva il capo. il mcrcat11 di Salaga (cl·ntro com·
"'!:' • "' nuù 11 /1 111 fnum " · La rn;~sçhera • fanciullo.~" è richiamata dalh1 mcrciale assai importante) • d iventava u n a utentico manicumio. Ln invadc.:-
pdtmatu r~ (t·apc:lli intf\•rc:iati nrnati di perle.:) c d a un...,.r~zio · vauo dci giovan i che r ovesciavano i banchi d ci venditori e ne ruh•n ano le
Jl ladru ntual. \:· ) ·o-na purta unu stracno . blu in tumu alla · " tc:sta sounpen
M
1 · zoma.
t merci. P er tre giorni il disordine continuava, mostrando drammaticamente
c: u.ua. - ~c1ahul:a pr~·sa in _prc,ti lo dagli uomini. Per rap presc:nÌarc 1~ ~bi
5
le cunscg ucnu de lla prolunga ta :lucnza di re: e di" regnu... Permetten do
(• ra.!lazz';'. pc.:ul •) , un pc:r1:wm a stra ppatu nel mczzu (ch e · · · 1· contemporaneamente l'espressione pubblica d el risentimento incvilabilc çhe
prttlsa lmfotmawrc:) è infilato dalla test• ' Om• una t P';'l sadra n~ucJlo, l'auto rità provoca io coloro che: SllllO csclwi dai P<>~ti di rc:sp<msabilità •
.' r ~ ' ~ UniCa a gwvanc
Ì:olno c s1 1~ orc:a un bastone cume uo cavallu. cc('... L'inlcrpr~t;uione d a ta (Thr Over Kingdom nf Gnnja, p. 179).
a segucn c: non punono encrc i maschere ai f une ra li dello H ogon, da iO M. Dougla s, De la Souillllri', Maspcro J9il , p. 18M.
.~>:' •

cioè riprendere posto nel circuito cosmico/ vitale. Si tratta in le mangia sporcuaa, escrementi. ,.•1 Disordine e impurità ca-
entrambi i casi non più di averla vinta sul disordine, ma di ratterizzano il pensiero negro africano riguardo alla morte.
impedirlo , meglio ancora di negargli del tutto un sen so, tanto n rituale nyaknsa che consiste nell'accettare volontariamente
è vero che un disordine previsto n padroneggiato simbolica- la corruzione del ca<lavere permette a coloro ch e lo seguono.
m ente (;e~'ia di esser vissutd o pensato come disordine. non di evitare la .m orte, ma di sfuggire alla pazzia; o, se si
preferisce, no n rifiutando i simboli d ella m orte, ci si sottrae
h) / .'impurità (sporcizia e follia ). Una delle forme pii1 g ravi ai suoi effetti p i1'1 nefasti . " Abbracciando volontariamente i
di disordine è !"impurità, e la morte-disordine necessariamente simbol i della mone. p rendono delle misure prufila ttiche con-
vi conduc:e. Non è impuro so ltanto il cadavere, ma anche p;li tro i suoi effetti. La rappresentazione rituale della mo rte li
oggeuì appartenuti al defunto (talvolta saranno brucia ti) e le protegge, non certo d alla morte, ma dalla fo llia. In a ltre occa-
persone che l'hanno toccato da vicino (di qui i riti di lutto). sion i evitano g li escrementi e la sporcizia; non farlo sarebbe
Solamente la fine d ella decomposizione e l'apparizione dello foll ia per loro. Ma di fronte alla morte, rinunciano a tutto ciù
scheletro metteranno termine a questo diffondersi di sozzura. e arrivano ad affermare che, come i folli , hanno mangiato del-
Quanto a lle persone in lutto, non potranno riprendere una la sporCIZia, per conservare così la ragione . Diventerebbero
vita norma le se non dopo aver subito una prova di penitenza pazzi se trascurassero il rituale che con siste nell'accettare V• l-
seguita d a p uri ficazìoni. lontariamente la corruzione d el corpo; ma se compiono qtt::>·
Per vincere la morte (o la follia) si può ricorrere a diverse sto rituale restano sani di mente. ))~3
tecniche simholit:he. in particolare spostare l'impurità o assu- In ogni modo, il cadavere in decompo,çiz.ione divìr·m: 1m
m erla. A le uni procerl i menti di ehminaziorte /spostam ento pos- mezzo fu:r il rilo i11izìalico!4 t qnesto il caso d ei Pigmei stu-
sono so.rprenden~. Tra i Thonga dell'Africa d el Sud, la vedova diati dal R.P. Trilles: « lTn cadavere umano... è legato all'ap-
c:erca di sedurre nella boscaglia un uomo e sfugge violente- prendista stregone, petto contro petto, testa contro testa, bm:-
mente all 'amplesso prima della eianalazione: ormai sarà il ca contro bocca, e i due corpi sono calati con precauzione in
partner insorldisl'atto a portare l'impurità della morte; se fondo ad una fossa ri(:operta po i di rami. Per tre interi giorni
c l'uomo. al contrario, si r itira dopo l'emissione ddlo sperma, il neofita resta in <]uesta posizione, capita ch e impazzisca pri-
lascia con quesl.o c respingt> da sé la sozzura ch e ha contra tto ma dello scadere del termine. Seguono poi per lui tre ~?;inmi
nel contatto ~.:on i l muco contaminato della vedova. • ' 1 J>er dì prove durante i quali nella sua capanua, ma sempre legato
as.tnmere l'im[mrità. i !'Jyakusa {Malawi) osser vano un costu- al cadavere che intanto va in putrefazione, no n pu(> mangiare
me curioso. Per loro sporcizia signi ftca fa ngo. rane, escre- e bere se non ~ervendosi della mano del morto!... Poi con il
m enti. « Q uando i pazzi mangiano la spon:izia, è come la spor- coltello delle iniziazionì, taglia il polso e prendendo la mano
cizia d e ll:1 mo rte. i suoi escrementi sono il cadavere... I morti, del cad avere esegue una nuova danza. Questa mano è in segui-
se non sono separati d a i vivi, rendono folli questi ultimi. • to fatta seccare, ed egli se ne ser vi rà ormai per alcune opera-
A tutto si ricorre per evitare la polluzione (sporcizia, contatti zioni magiche. ,.•s
con la donna in periodo mestruale...). E tuttavia, d u rante il
lutto rituale, essi gettano ,immondizie sulle prefìch e: « Le im- 42 M . \Vil~un. Rituul tmd . Kin$hif> among tlu: Ny"k usa, Lonòra. i!J'.i.
p. S3.
mondizie sono quc11e della morte: è la sporcizia. Ch e essa 4$ M. Dougla~. Dr la Souìllurc, op. cit .. . PP· l lìS-1 89.. ,
venga fin d'ora. Che non venga pìtl tardi, aAìnché non divenia- H Talvolta n nn si pntcva essere a ccu ltt m una sncteta seg reta se n,.,n
portando un certo numt:ro d~ test e tagliate: il na.nio ha rosi dunque un
mo pazzi. » O ancora: « 0loi ti abbiamo dato tutto, abbiamo ruolo iniziaticn (è il caso de t Sa/am/1<1.<11 del Kas:u. ncll_o Zatr~. per cele-
ma ngiato la ~ pon: izia gettata sul tuoro. Perché chi diviene fol- brare questa promt,zìo;te si usava un~ mas.che r~ speciale, 1! Sfihmln:ku) . .
4S R.P. Trillcs, L'omr r/('S Pygml'l!.f d Afnquc. f:d. du Lerf. l an~l. In
una prospettiva lievemente differente. si ~uò citare_, il ca~o delle ved ove
kirdi del noni Camerun che devono d o rmir(' per p1u not!J nella capann~
-l i !{, Cai lloi~. l:ltommr rl lr· wcn;,.Gallimard l'HO. p. 1Si. rlove rimane il cadavere r1cl marito. c<m le gamhr- rlivarit:a le. allun~ate .<u
.,
c) M orte, nutrimento, sessualità. Dato che n o n si potrebbe va estratto e tagliato su una pietra piatta. Si v~r.sava il ~an~ue
coru:epire la vita senza il nutrimento che la mantiene e la di un pollo sacr ift<.:ato sui yezzi. imm~rsi pm 111 un hqUldo
ses.<;ualità che n e: è in sieme la fom e e l'espression e per eccel- fatto di diversi in gredienti. l presenti consumavano ntual -
knLa,<o l'uomo non poteva non evm:are, a proposito d ella mente il m iscuglio cosi ot~enuto. .
mone, le categorie dell'alimen to e d el sesso: cosa ch e, sotto Infine i l ruo lo primordiale degl i amenati non è forse quello
molti as~tti, costituisce un mezzo simbolico per trascenderla. di dispensare vita e nut rimento ai sopravvissuti? Fat~o sta ,he
Vita , morte e nutrimento. Vita, morte e nutrimento sono i Sara del Ciad conosomo uua fondamentale duahtà: terra
11011 coltivata-mgaz::.a vergine·cibo crudo f lt:rw coltiv~ta-dmma
kgati strettamen te e in vario modo. Effettivamente si muore
per inanità, per man canza di forza e di nutrimento, o se lo iuciula (o già nwdre}-cibo cotto. Per qncsto R . Ja~lm ha po:
stregon e d ivora l'anima (canni bal ismo immag-inario). tuto scrivere di loro: • La donna terra genera. et ho per gh
Rammentiamo ch e i riti funebri , con i l oro sacrifici, forn i- uomini vivi che ricevono dai m onì il diritto clt averlo; . allo
s~.:on o innanzi tutto il viatico n e<.:essario perché i defunti rie- stesso modo la d onna umana partorisce fi gl i che son? .anc~e
scano a superare le prove che li attendono. D 'altronde, ogni nutrimento per la ~ocietà: ciel reslO essi sara n no ucc~s1 e m-
sacrilìdo cruento non termina con un pasto di comunione? p,hiott iti ritualmente d aj.!;li a1_1ten aL.i e dalla ~erra per nnascere
Many;iare in comune la carne della vittima non soltanto ac- e svilupparsi secondo una -dunensw.n e danu.:a. A. quesw pro-
cresce la forza vita le del fedele, ma sancisce simbolicamente posito tra i fig li e il <·i bo c'è una evtdente a~alogaa: la ~erpe­
l'unità del gnippu dei partecipanti. Di qui anche l 'abitudine tuazione della vita: il cib o permette a una vtta umana ~h per~
di lasciare, nella tomba. u na riserva di cibo: le etnie pastorali, pewarsi fino alla morte c. i .fi~li permct.~on~> alla ~acta d1
come aubiamo detto, seppelliscono t alvolta il cad avere con un perpetuarsi in 1111 tempo 1lht~1 tato . l) _L . m sJeme terra-mo:te
feto d i bovi11o f h e genererà l'animale necessario al sostenta- forn isce anche i l cibo crudo. 111 oppostzwn e alla donna-vua
mento del ddunw. Auche la n ecrufagia ha c.:orne scopo l'assi- t· h e prepara i 1 p~sto. nel. villag~i<.'· Que~ta . t~rra-~posa non
4(

milazione simbolica d elle forle vive che animavano il cada- cucina il ci ho: glr an unali sdvattn ~l !lO o fi cru crud1. La lerra
vere prima della morte e che risiedevano soprattutto n el fe- è dunque la sposa naturale dd clan t' prcr~de la sp~)sa uman~ :
gaw, nel cuore e nel cranio." Si sostiene anche che il tempio il rapporto tra lt' due è. com.e tra rlue pol1 oppo~t-~, e tutta.vt~
bwili d ei Fang (<;abon) è costruito sulla spoglia di un capo è ('omplementare: la pnm a l' naw~alc:. endo~-anHt:a e matnh~
ven eraw che aveva avuto stretti rapponi con l'antenato fon- cale, la seconda ntlturak. esogamKa e p:nnl<Kale ... Il nutn·
dature. Il cadavere veniva esumato di nùtte, il cuore gli veni- mento cr udo va verso la forma vi vente d l· Ilo o;pn:'\0· ma .la ter-
ra lo riceve dalla sua fo rma morta. gli a.ntcnall, c~te lurono
un tempo fratell i, m ariti, fig~i viv~nti. La ter:ra e. la .spo~
ùi una ~tuoia ùc:po)ta sopra il grat iccio dov~ si trova il defunto; la loro
va:;ina c spalmata di un liquido magico a base d'ulio. primordiale dei capi dehn~ti, a1 qu~h sono \ega.t~ l\llt t gh altr~
~(l D i qui dc:riv01 il ruolo /1rivilegiato della donna/ madre che dona la mo rti del clan, cosi come tl rapo VI Vente ~he. nspot~deudo d e1
vita c: pruvvc:ùc: il cibo (essa a )alla c cucina). Insieme al sangU<' , vl!icolo di morti, è responsabile d ei vivi. » 48 Nutm~1ento, ~1ta, n~o~te,
vita per ccccllcnr.a, talvolta cibo (i Masai del Kenya ~rivono di sangue e di
latrc), c a llll sp l!rma (prc:ssu i Massa dd Camerun il campo viene fecondatu donna. terra, amenatn costilllisc:ono un art•c?lato gwcl~ dt ~~~n­
cominciando d~ una masturba~ionc: rituale del proprietario; il liq uido •emi- boli particolarmente ~inamici, dato . C~l~ • sr tr~tta ?~ ~llnr.e
naie è raccol to in un sulco a forma di vulva, poi accuratamente rinchiuso),
il nt~trimrt~/Q occupa un posto importa nte non soltanto nella vita q uo ti- d elle spose af,!;li antenati, perché quesu 111 cam~JIO assu:unno _t_l
d ia na, ma anche: nc:i sistem i di pc:nsic:ro negro-africani (classifica-lioni). nutrimento dei vivi. Tra i Sara, d'altrondt", d m ome nto plll
47 A nthc il pasto cannibalir.o rimanda al mito a ntro pologico che perio- solenne e più commovente dell' iniziazion e. è :~em:.,,ttro la ma-
dicamente: concretizza; trasmc:ttc: ai partecipanti qualcosa delle forze natu-
rali c t:~ncr:di ,·hc f urolll> all'urigine ddla creazione dell'uomo c del suo stit:az.ione in com un e d i una pallottola d1 nbo, snn bolo d el
perpdu;H$Ì: si tratta, in qualche modo, di un a tto di propìziazione; o me- trionfo della vita sulla mor te.
g lio, di una m~ua nera in cui il pane c: il 1rino sarebbero effettivamente la
came c il sangue (H. Gastaut. Le crùnt• objet de culte, objet d'art. Marsiglia
1972, p. !H). 4!\ La mMt Sllrfl. op- cit., JQii7, pp. I·H - I ..G.
Jlampirism~ e l~cantropia .. L'i~maginario collettivo fa ap- Il vampmsmo, che consiste nell'incorporarsi il liquido es-
~llo an0e at temt del canmbahsmo, del vampirismo e della senziale alla vita, nel far passare da un contenente all'altro
hca~tropta. A parte i casi reali di necrofagia - si ingerisce il liquido vitale, è in ultima analisi un modo di tipica aggres-
pa:z•almente o totalmente, crudo o cotto, il nemico insieme sione orale basato sulla suzione.12 I Dogon del Mali riten-
?<ftato/.am~to (o ammirato) per d istruggerlo e incorporarlo _ gono che la Grande Maschera, emblema della società delle ma-
ti canmbaltsmo,., come abbiamo già sottolineato, si confonde schere, beva il sangue delle do nne e dei bambin i (analoga-
con la credenza nella stregoneria, o fantasma di divoramento mente it Faro dei Bambara si nutriva dell' umore vaginale
per eccell~.nza~ la cui funzione regolatrice sul piano sociale delle donne che fecond ava e c\el sangue dei vecchi che rin-
non ha ptu btsogno di essere dimostrata.so Al di fuori della giovaniva). L' uomo, dicono ancora i Dogon, che mettesse su)
necrofagia r ituale, delle credenze nella stregoneria le pulsioni suo capo. (come si fa d'una maschera) l'emblema della società·
cann.ibaliche. si esprimono spesso nella letterat.u'ra o rale in degli uo mini sarebbe colpito dalla pauia e no n potrebbe piì1
mantera denvata.51 Soffermiamoci in partico lare sul vampiri· saziarsi (fame nevrotica). Ricordiamo che anche l'affondare
smo e sulla licantropia. n~lle sabbie mobili è una variante del modo di aggressio ne
per suzione e testimonia l'intrecciarsi delle pulsioni orali e
•9 « Mc:tafor.~ dell~ sc:ssualit~. il ~annibalismo può, nel linguaggio co~­ genitali. Lo .~t~sso è per l'a~negame~ to, ~b e può .essere colle-
~{'jfc:, dare un 1mmagmc: ~ccess1v~ dt. •.m erces.o ammis!ihilc: (nell'ordi ne gato al vampmsmo. P~esso 1 Dogor:t, Il i\·,o mmo. ~tgn~,re delle
c .. a ten~re:u.a, p~r esemp~o). Nct hmJtl e nei racconti fornisce più speuo ..... acque, durante la stag10ne delle p1ogge e. assetato eh sangue:
dn lGmCagtnc m~u~elunt~ d1. un eccesso intollerabile. In racconti nnahzzati ~·'i
a · ala"!e-G~Jaule. ti divorare t figura della sessualità n on socializzata perciò trascina nelle. acque .coloro <:h.e Si avventurano suglt
. c<_>al com~ de1 su<_>l pen~oll o .delle s~e san~io':li; l'cnd~çannibalismu _ man- argini.sl Con la sua lingua btfl~a f~,ra 11 setto nasa.le delle sue
g•~re ~e1 par~.nh - Vt cspr!m~ u~ cndoga~ma ccc~ss1va, cioè l'incesto. che
mma~cu~ dalltnlern<_> la so~u:ta: l esocan~ubalismo - mangiare od essere vittime i cui corpi si vedono n~ahre alla mperfìcte dopo che
man~•.al.t d.a ~strane• - d~r•va al. contran o d~ ~n a esogamia troppo spinta
che mmacct~ li gruppo .sonate d a li cstuno: è l umone imprudente: con qu~Jio
ne ha bevuto il sangue. Si dice anche ch e i l cadavere dell"an-
e
elrano .•trantcro che l ore~ scdu~tore. ~ metafora dd cannibalismn dunque
negatO sedotto dal Nommo ha il naso e l'o mbelico tagliati
serve •n q~esto caso a .c!rcoscn vcre 1! campo delruninnc accettabile: in (~imboli di castrazione)._ . . .
mezzo tra 1 !lon spo,~b1 h perché troppo vicini c j non spos,abili pe rcht Quanto alla )icantropta, e~ rarattenz1.a ti ~>tere d t trasfor-
t~oppo lontam. M~ p~o servir~ ad ~•primere anche: altre OIIPOSizinni nltrc
cd ?uella tra conhu&• pc:rm~s1 c coniugi proihili. Opposizione dell'umano .. marsi in animale carm voro. Sempre ~econdo • Dogon, la for-
c e n on uman o c .c: .si tratta d i far coi!lcidcre - scnz'a ro vucia rlo _ con mica avrebbe r icevuto da Amma (Dio) l'arte cii tra!ifonnare
q uel!a tra co'!'mts.tlbllc_ e non commcshbilc. O pposiziunc p o litica cd ecu. tutti coloro che pa.s.~nn .m i formicaio. In tal modo l' uomo che
nom1C11 tra ~h1 dehcne 1l potere. c chi .rli è soggetto, oppnsz1.ione di cui ur
Pj.ragon.c: .aln:nentare .formula l'm.sopportahilc tensione:: il capo ui pappa,
J • UOf!~l"!· d •cono B.IJ Hadjcrai, c: non son o certamente i soli ad affe rmarlo fortuito cd involontario, e più maqr;inalmcnte dal crudo ~l cotto. cl~mcn~o
(i_,M os• d1~ono. che, ti re ~ rna_ngia il regno>); all'occorrenza, t: l'ag,~tres.sività d'altronde che: nnn si verifica· in tutt i i ca$Ì • (Unt' a{fmrr d~ /a.mzl.ll'. m
~IU . che l o ral!';à• 1l d~1deno di assorbire. ad essere metafo riztata ,.
· oNuJllon, Mamer~s de table, manihcJ de lil, in Deslin1 du rnnnibniiJme
i Dtstiru du Cannibalisme. • Nouvelle Rev. dc: Psycha~al ys~ • . ;,, Gal.lm~;ard·
19i2, p. 176). Un altro aspetto imporl3ntc: è la necessità . d t .una mtdl;t;r;Jonc
" ouv~Jic Rcv. de Psychanalyse • , 5, Gallimard 1972, p . 15. ' che faciliti o im~diKa il ~ivora!"cnto .. • .11 solo ~Ho d• . dzvoramc,nt~ eh~.
50 ~~ veda ~.V. Thoma$, R. L uncau, Anlhropologir. rt>li~eù•usc de f"A/ri- come sembra, fa a meno d 1 ognt m edJaltOnc e S I compte, se cus1 s1 pun
que n oJTe, o p. c1t., 1974. ' d ire, <direttamente>, è l'inghiotti"'::entn ~cl figlio da .parte della ":'ad n:. In
. 51 Le ~avole si rivelano istr utt ive a que11to proposito. E il caso, per cscm- tutti gli altri casi l'elemento med1aturc: .c ura la cuc1'_la ( pre pa razt on c: ela-
P!O, del Ctclo d e lla « m~dre venduta • in cui la iena, figlia malvagia, man- boratissima del pasto d• Atreo), .or~ l a lhcro: è ranle vcd.ere . che ~c la
~~~ la mad.re o la s~ambza co';! del cibo ( == paura ncvrotica dc:l!'insufficienu. prima opera all' interno. de!la f~m.zgha c po rta acl una cu~g1unzlfmc totale
fihmentarc , donde mcorporazJ<_>ne. dd la fonte prima di nut rimento). Classi. {la vittima del pasto d1 Atrc:o c mtcramc:nte w nsumata). il secondo opcr.1
. ca.n~o le r~~.v.ol.e s~C:O!'Jdo. c~Jien puramente formali, G. Calnmc-Griaulc all'esterno e porta ad una disgiunzio~c: (l'a!bero imp.ed iscc il divnramento) .
"!dtvld.ja tre hp l, prmcapah: l o~c? divoratore, la madre mangia trice u m an. 11 cibo in quanto bene di scamhio puo anch esso se~ v• re:. da ekmc~tn mcrl•a-
~·j:a,f ~ns.to d Atreo (= 11gm mvolontarìa consumazione di un m embro torc, con risultato positivo o negat1vo. il seco~da d.~· ,casi: • (r1p . .'1.1.. p. 201).
~ a a.m1gha d.a parte. dc~lì altri; 9ucsto aspetto comporta la menzione 52 V edere: F. Miche l- Jones. Dunlumr. gnnf'il.rlle. ln-:H'."(IIrJittr ~·t nm~• ­
~1Quna . prcpa.ra_zJonc ~ulu!ar•a dett~gl1~ta: condimenti aggiunti al! a sa lsa). wlence cl!ez le5 Dngnn. F.tude t'llmn(1Jychanalyt1que. tcs1 del 111 Clcl<>. l a-
uestJ tre h p•, c:Jammah m quest ordmc, mostrano una progressione rlalla rigi. 1973.
natura a lla cultura, dal cannibali~mo cosciente ed abituale · al cannibalismo 53 Vedere il film di J. Rouch, Cimrtièr~ dnm In Ft~lniu.
lo sa, .scavalca il formicaio e si trasforma in pantera; dopo ma muore simbolicamente (orgasmo) • dando la vila • . La
aver divorato gli animali dei suoi vicini o aver commesso altri donna si offre .e riceve: la sua parte attiva è liruitata al pa~to
piÌI gravi misfatti, riprende la sua forma primitiva rotolandosi che prepaTa per il marito e "il fig lio.:n Qu.indi . la .copula, ~nn­
sul formicaio. Fabbri e guaritori, personaggi ambigui per ec· cipio della vira, equivale - almeno a h vdlo dt fantasnu -
cellenza, ope rerebbero tali trasformazioni. a c una perdita di immortalità » ..sa. Cosi l~ morte è nellafdel,la
vita, e q uesto fano, in u na certa nmura, g111ngc a n ega~le un e-
d) Eros e Thauatos. Il ricorso alla sessualità e ai suoi fanta- sistenza propria, nella misura in cui l'uomo --- contranamen~e
smi no n poteva no n intervenire nella dialettica dei simboli, alla mantide - si assu me nonostante tuuo senza danno 11
dato che il sesso si trova nel cuore stesso dei misteri della vita coito e ne esce vinc.:i tore, soprattutto se te dà un ventre » = fe-
(stretta associazione latte, sangue, sperma). IL tema d ella man · conda la sua d onna! ~
tide religiosa, la cui importarua per i Bantu, gli Ottentotti, i Ritorna qui il tema dell'impurità: sappiamo infatt.i che,
Boscimani dell'AfrÌI.:a dd Sud ~ è ben nota, associa suggesti- fra i Bantu ad esempio, l'accoppiamenw nella boscaglia con
vamente e strettamente il cibo, la sessualità e la morte, poiché uno straniero (purché lo spenna non penetri nella vag ina)
la femmina decapita il maschio a ll 'inizio del coito, wsa che libera la vedova dag li interdetti da cui è stata col pita e le
favo r isce e prolunga l'un ione (principio d i piacere), poi lo rid à il diritto a l matrimonio. llgualmeute, nel rito klamba
divora dopo l'orgasmo.s5 D 'altronde il collegamento bocca / ndhalw, gli sposi devono congiungersi nella ?~scag_lia, .ma
vagina appare sen za ambiguità in un gran numero di simboli 'a nche in questo caso l'uomo fa atten zione. a nurarsl r.nma
nel corso del r ituale in iziatico.56 No n è fors~ signìfìcativo che dell' emission~ dello sperma. « Il scuso del n to a ppare Chiaro:
l'espressione « piccola mon~ » riferita all'orgasmo si ritrovi uomini e do nne del villaggio sono stati n HHaminati dalla
tam o in Africa che nel mondo oc:cidentale? morte nella {ome d ella vita. Devono ctuindi farne uscire la
Torniamo all'~sempio dei Buma:· l'espressione «dar da sozzura senza che questa ris(~hi di infettare. qualcuno 'c he po·
mangiar~ • indica due t:o$e diverse: dare il cibo e darsi nel-
l'atto sessuale. visto sempre da parte della d onna. Con il pasto
l'uomo si fonifìc.:a, nell ' unione sessuale .. muore nel corpo 57 H . H ochc:ggc r, up. cit., p. 16:>.
5!S S. Freud, L 'fu c l'Es. Boringhieri 1!176. . . .
della donna • (ofJpa m tmwur a mukar). E, secondo la logica 59 L' unione Ili Eros e Thanatus ~i esprime talvolta on modo cunoso. Cos1
del sistema, ch i rifiuta il <:ibo offertogli da lla donna, fa sape- ].P. Clere ( Les 11mcururrs d'Erus et dr! ·rh.ar~atos uu IL·s l<~mbt•uux V(' : " de
Mudagascar . .. L'Afri quc li tté ra1rc c:l Mhshqu~ •, 1•. 1968, pp. '2 sgg.)
re che non l'ama. Tuttavia, la c: parte priyc ipale » è auribuita puÒ scrivere: • ~~ centrar! O dci primi pcr~onaggJ Sl"Ortr nc:J ~C:~IIllO f uncbre,
all'uomo : nel rapporto sessuale è l ui che c: dà il bambino •• quc1 ti non sono 1mpacc1atJ da alcll!l velo 1mponuno. ~ castLta sembra lor~
scono1 ciut;a: oggetto di peccato, p1Utlo5tu. l personag'' che lo $Cu ltore h~
lasciati soli ad affrontar e l'eternità sembrano anch e affermare: con ges~1
54 Vedc:re, ad esempio, J .H . J unou, Mc:eurs d coutumt·s des Bumuus. molto espliciti, ch e ' le un iche cose serie a questo m onÙ~> s~no l a more c 1l
P ayut 1936. t. 2, p p. 290 sgg.; M . Quatrefages, Croya11cc el suf,~·rstitiom piac~:re che duna> (Stendhal). Le . donn~ ~~:mbrano <~ffnre 1 l~ro sem sco-
tles H uttt-ntots t'l dn Bmhimmu, in j uumal des •av<mt.s, 1'136. p. 21!3; C. perti a chi vorrà prcndali; do:gh u,mnull tc~gono on rnan~ ol . loro ~cs.:~o
Mdnhuf. Arclliv fiir Religiumwissclucl!aft, xxvm, 1930, pp. 313 sgg. Descri- tmisurato, mostruuso. a1~chc: quando c s.cryu v•g•~rc. l :c r~>pp1e. ~~ abban.du-
zione: del Capn di 8uuna Sptr.1nza tratta dalle memorie di Pic:rrc Kolbe, nanu alla festa dci sensi. in pose semplici n l_asnv!: do ~u1 le p1u fanlasmsc:
Amster~am, l.i42; pp. 209 sg~. Consultare (( note d ella parte 1. cap. 111. sconfinano ndl'acrubazi01; rumc: l'uomo v.estr t o solo d1 u n cappello llpo
5.~ C1 SI domanda se, ot(apitando il proprio partner maschile prima dc:l- <felt ro> burlc:sco in tal\' c ircostanza, che ~~ anpresta a dell orarc una d onn~
l'accoppiamcnlo. la mantidc « non abbia come sco po di ottener~. graz ie ritta in equilibri11 sulla t lSta. Tra queste C<~ppi~ ~ '!'a~c, s~mbrano cssers!
a ll'ablazione dci centri inibitori del cervello, un'esecuzione m igliore e pro- venuti a posare: grandi uccelli in legno. spcc_1c d1 1h1S ol cu1 num~ l?cale e
lungata dci movimenti spasmooici dd coito. Cosicché. in ultima analisi. <mijoa >. Alami ~onu isubti. _ma p~r .la m:.ggmr parto: srmu aC<.OJ>pLatL, mure
larebbc il principio di piacere a comandarle l'uccisione del suo amante, di hiJmirwm, alla maniera dcgh uom101, eumc v uuk la _leggenda. .Un. gruppo
cui. per sovrappiù, ~ssa comincia ad assorbire il wrpo durante lo stesso a tto di tre mijoas uniti sta accanto ad _u,~a stra na festa tnangula~e, 1 r u1 , p~ota­
ddl'amorc • (R. Caillo is, Le m ythe t'l 1'/w mmf!, Gall imard 1972. p. .-;3). gonisti sono una donna e due uum1111. E: ques~o 1l ~o l o cscmp1o nel. c.u~~ter~
.56 Vedere L .V. Thumas, L'i:tre et le (Jnraitrc. in Funtasme t'l Fr1rmation. di Soascrana . L'atmosfera di questo luogo. tnfa~ta , è .. sen za possrb li1ta d1
/n(tmJcit'nl ('/ culture, D unod 1973, pp. 103-1.~9; B. Bcttelheim , Le ferite paragon e. mo!to più .un'egJta:t~o~c: della fccon dauune. ua pure senza mono-
simboliche, Sansoni 1973. tonia, che un esaltaziOne del VIZIO. •

471
trebbe .soffri~ne: P~r quest? l'unione sessuale ha luogo ne11a nati. Probabilmente sembra impossibi le uccidere il padre per-
boscaglia c. 1~ hqu1do semmale è ~parso fuori della donna. che egli rimanda a un concetto plu'rale grazie all'as~imi la7.ione
Que~ta em m1one e~terna del liquido .contaminato costituisce padre, zii, anziani de1la famiglia o del clan . Contrariamente
prec isamente la purificazio ne. Prova ne è il fatto che se qual- a quanto avviene in Occidente, la legge nnn potrebbe evocare
cu.no, ~er debolezza o .per.vecchi~ia, n~>n p~t) emettere sperma, il c Padre » unico (in senso lacan iano). Infatti l'educazione
gli altn non cessano d a ch1edergh con mqllletud ine ~e ci r iesce. africana è impersonale, non procede dalla volo ntà individuale,
rn caso negativo si interrompe tutta la cerimonia. Diventa ma dall'o rdine della trasmissione secondo <:anali geronto·
nefasto pon are a termine il rito e l'impotente è sotto messo cratici. Nel villaggio, inoltr e, tutti parte<.:ipano all'educazion e.
a~ un severo digiuno, al fi ne di fargli recuperare la capacit~ ogni uomo potrebbe essere padre e ogni donna madre. l.a
d1 espel.lere la sua. sozzura. » 60 Similmente, presso i Dogon buona madre (al contrario della cattiva madre <·he si last ia
_(Mah), Il vedo.vo d1 una donna morta di parto deve « tagliare sopraffare da reazioni emotive), è a ppunto quella che trasmet·
1~ seuo ». {= vwlentare) a una donna nella boscaglia se vuole te le regole della società in modo sereno, rome se non vi par·
n sposarsa. l.e Sl.le forze malvagie (diffuse dallo sperma) che tecipas5e; e ciò in certo qual modo raffo rza la spersonalizza.
hanno causato 11 decesso della sposa sono così scaricate nel zione di una legge che esprime l'unità del gruppo, la volontà
~f:'sso?i. una ~onna stranier~ al villaggio. Secondo i Dogon, degli antenati, lo spirito del mito. Dato che l'acC'esso alla po·
mfattt, t~ manto ~ conserva m sé una parte del pro prio speT- tenza non mi è imped ito da chi mi ha generato, non servireb·
ma considerata come . gemella di quella c~e dona a lei (alla be a nulla uccidere il padre: la legge d11: mi domina 6·1 e ch e
sua .~posa) •. ~d eccezione del vedovo. solo t l pazzo si accoppia è dappertutto ha origine altrove. Chi sopprime dunque per
nella bo.sca~h a. Il ~omportamento del vedovo imita, a scopo acquistare la forza? Se vuoi divenire potente come il Padre.
profilatttco, la follia : «Un crimine annulla l'altro ».61 antenato, al NegTo africano non resta che raggiuugc:re <.hi i:
f.'. difficile parlare della morte senza introdurre il tema della già morto. In questo modo di accettare l'incompiuteaa e l'im·
castra1.!cme. ~sse~do questa una ·forma di morte parziale. La potenza, in questa maniera di ri~olvere n :ctipo, si possono
ra~t~<tz lone st pl~O superare solo accettandola; non si può ben forse trovare le ragioni profonde che portauo ad accettare la
m~lnre ~e non s1 è ben vissuta l'inevitabile esperienza castra- morte. t indubbiamente una traccia su r ui. come dic:c l l.
tnce. In tal modo la morte dell'altro rimanda necessariamente Co1lo mb,64 meriterebbe di soffermarsi.
alla propria morte. Simbolicamente la castrazione vuoi dire
mancanza d i an:e.'l.ro alla potenza. Così. ogni uomo nasce in- t) R ec11pero e rigennazionr.. I riti runehri. in realtà, cel e-
~ieme incompiuto e impotente. La castrazione conno ta quindi brano la vita, 'dato che si sfnnano d i r estituire cio'l dH~ la mo n e
ll ruolo del padre onnipotente - il vero padre, l'antenato ha fatto sparire: da ciò le tecniche, di cui si è tratt,'ltn, Jl(:r
o un Iom sostitutu - che vieta di possedere la potenza. t rendere presente (tioè per recuperare) l'oggetto perclnto. e tl
proprio que~to divieto (su l piano sessuale, il padre sbarra al costume ancç>ra frequente di seppellire il cadavere <·on una
ragazzo la v1a verso la madre) che costituisce la c catastrofe riserva di cibo o un feto di bovino per a.c;sic urargli la soprav-
simbolica ». Nelle società africane sappiamo che l'uccisione vivenza, o almeno per nutrirlo durante il suo lun.l{o viaggio.
del padre, a.~sociato all'ineguagliabi le a ntenato, è pre!;soché c l vedovi in lutto cercano, attraverso il Iom dolore, la pw·
impossibiJe.6 l Altrettanto impossibile è competere con chi è pria rigenerazione. Sono stati colpiti, si n asco udo~o pe.r evi-
maggiore di età e tentare di superarlo; l'antenato del resto tare nuovi colpi. Furse hanno torto n ella loro <lisgraz.ta. In
si raggiunge soltanto quando si diventa a propria volta ante- ogni caso no n devono spar ire anche loro, p<>r la sopravv1vcma

fiO R. Cotill ois. n{l. cit .. 1970, p . 185. 63 Non dimentichiamo che le relazioni per ~rh cnn rk opn,no. a qu~~t n
fi l Vtdere F. Michel-.fones, o{l. cit.. 1973. proposito, un ruolo di compensazione: )a fami~iarità Oll0l1Ì·nip<>ti sdramm:l-
fì~ Abbiamo tutt:1via citato un caso rituale di uccisione: simbolica del tizta infatti la diptndenza padr~-fìgho. maggoore·cDclt'tlt>.
fratello m aggiore (Bw:t rl~ll'Aito- Volta durantt l'ini~ialiune al Do). ()4 Oirtttnrc: clelia cli nica neuru-psi chiatrit·a rii Fann - D:~br

472 473
dei figli e d t'){li altri membri della- famiglia. Non si tratta di tutti per assicurare la ~ontinuit~ .d el clan o deleoo~ comando
tregar~ la morlt·, llla di accettarla comt! condizione della rige· (Yoruba, Fon, Bamileke); sono utll•z.za ~e m~sd~ere, _ statue~te
nerazione. ,. Ci troviamo di h-om e ad una doppia integrazio- 0 a ltri oggetti c he si ritiene rappresen tino _l unnà det morti e
ne : r e-integralione di ch i è in lutto nel gruppo. imegrazione dei vivi, degli uomini, d ella terra e del c_1elo (asé_ d el Dah:>-
d el dduntu ne!Ja grand e famiglia d ei morti e qu indi degli mey); il cranio è sostituito d a u~a testa ds legno n copena m
al\lenati. Per q ue~ta ragion e si suno potuti p aragonare i fune- pelle d 'antilope ( Ekoi) o da_lla ptetr~ su lla qu~le ha posato la
rali al matrirno uio (integrazione della sposa) con i suoi canti testa del defunro durante 1 funerali. e che ncev_e da a~lora
e le sue danze. con i suoi rallegramenti e Je sue lac:rime, con il t utte le o fferte (Bedik): si crede nella st~eg<_>nena, sost1tuto
suo r icco pasto (iua le; i funerali mostrano d e lle indiscutibili immaginario del cannib~lismo _(fanta~ma d t dt~oramento). In-
funzio ni lerapeutirhc, ch e consistono contemporaneamente terviene spesso la catarsi, la cu1 funzwne esorctzzante n':>n ha
« nel t:ollocare la morte al suo vero posto :. e nel riconoscere piìt bisogno di dimostrazioni_: possiamo . trova~ne mamfe~t~­
i l defunto per que llo che è con le sue qualità e con i suoi zioni sign ificative n el fatto d1 ~s~nmere nnpu_n tà e ~porClll~
dift:ui : per questo !)Ì celebra per lui. un banchetto d'addio, (Nyakusa) nelle forme di . dens10~e (atte~gt_am~n~t o~ent,
perché g li antc lléHÌ possano accog lierlo nella loro società. In comportamenti fac~ti dei Dwla), n e1 proces_s• d1 e~ammaz~onef
h reve. la morte t' l:l vita « sono cosi t:ollocate nel q nadro ge- spostamento delle .vedove thon ga che v?g~t~n~ nsposars1,, n~­
nerale delle cose perdute c:: J·inovate. Questa genera lizzazione gli stretti contatti <.:on_ il_ca~a.vere per _1 m1Ztaz10ne ~ nell abi-
dd feuom cno d e lla lllo rte <:outribuisc:e efficacemente a ren- tudine di ra<:cogliere 1 hqutdl pr-odt~ttl da.lla. carne 111 decom-
<lerlo meno insolito e intollerabile, e a mostrare a chi è in posizione per mescolarli al ~asto. d t com ~n10~e.. _q uanto al-
lutto che quauw gli accade è soltanto un fatto banale.,. os l'evasione o meglio alta suiJl!.rrtazw~le (o. t~eahzz_altOI_le): es~
Cosi la si mbolica opera secondo un piccolo numero di pro· si manifesta nei c.:anti di lode e negh elogt funeb~1, ne~ dtvem
cessi (dell'ordine della metafora, d ella metonimia, della sined- simbo li di rinascita che caratterizzano la m orte s1mboltca (n o-
d oche... ) di cui ecco i p ii1 topici. Il pi ìt importante fra tutti è mi. abiti ...). nella metamorfosi del defunto in antenato tal-
il ·r info rz.twlt' IIIO f rcuJ.doppùmwnto: lo si puù definire il ri· vo lta assurto ad uno stato divino... . , .
lles;;o di difcsa per eccellenza del gruppo di fronte: aHe forze Disordine, impurità, follia, nutrimento: sessu altta, per~tta
clistruuriei d ella morte. Si e~prime nowdamcme nel reudere e recupero ... si uniscono intimamente a ltvel.lo fanta~mauco,
direttamente presente il ddunto che presiede i propri funera- comportamentale e rituale, per penneu~re all _uomo dt .~ffron­
li, o a nche in c uriose manifestazioni di disordine in forma sia tare la morte e di padroneggiarla grazte a l ncorso all _tmm~­
immediata (la <.:unfusione d e i riti funebri ) sia simbolica (l'in- ginario.· Si tratta non tanto d i negarla (cosa dd tutto trre~h­
versione:: il fa re tllll\l a rovescio). La sostituzion e è un 'altra stica) quantO di rÌ-COilOscerJa e di f_ar! le . Strumento della Vlt3..
tecnica per evocare la persona; a sua vol ta si realizza attra- Talvolta la si «scimmiotta » .per nuntmtzzarne la portata. t~l­
verso molteplici c:spres.sioni ch e vanno dalla raffigurazione vo lta la si rappresenta rit~a~mente nell' iniziazio n e per. megl~o
personalizzata all "astraLione formale, da una presentazione che deviarla e metterla al servmo del gruppo : talvolta l_a s1 prov~­
::thbracria la totalità. allo spostamento e alla sostituzione di ca per aumentare }a carica di vitalità della -~omun1tà: donde
una parte pr ivilè~Ìat:l per il tutto. Vediamo qualche esem- il sacrificio, di cui abbiamo parlato, dd « Stgnor~ ~d!a Lan-
pio: una persona, rivestita degli o rnamenti del morto, deve cia ,. ; d onde i rituali di rigenerazione dei re non p n v1 rlt ~ruen­
m imarne fatti e g('Sti ; :,ono m nservati i reliquiari e soprattut- ta violenza;67 donde l'uccision e di re . stregont, maght, fab,
w i crani d egli antenati, talvolta con l'obbligo dì possederli
66 C · 1 maschne ddla aocietà segreta Nr~kJrw_,. ud ~angwa rappre-
sentava~~~ si~bvlicamcntc le teste di nemi ~i ~ht ognr guerneru doveva nc-
65 Makang Ma MllOg. L•·.j {uni-rui!lt·t ujrì<uines r omme JIJVrlwt hha/IÌe cc:uariamc:nte offrire per ent~n: ndla svncta. . ,
dc·s deuìls fJutlwlugÌtJUC"S. • PsydWJ)atholngic ;lfricainc: "• 2. Dakar 1972. 67 E ueslo il caso. descritto prima, dd celebre n tu regale· dcii lncwu1a
pp. 201-:215. degli Sw~zi nello Ngwanr (ex Swaziland). r hc romporta la mcs~a a mort~

474 475

bri cioè di personaggi che, per la loro funzione, mostrano
61 : è fecondo dato che permette al gntppo di ripro~ursi le all"ind)i-
,.., . d. (e di sfuovire cosi a ll'angosna del a morte. .
un'affinità con il sacro; donde infine i deicidi ...69 Abbiamo r V1dUO l sperare r.>n- , • '\
. S . b fi .,· dt. una tale impresa sono reah. tuttavta l pen-
altrove 10 mostrato come la religione tradizionale dell'Africa e 1 ene c . . · E 1r
.. . ne o-africano si mostra incapace dt darne ragl<~~e. .
nera sia centrata sulla vita e consideri bene ci('> che la raf· sa~o . gr . roposte procedo no semplicetnente dalltmm~F;l·
forza, male quanto la diminuisce. Per questo il rito - qui
~~zz~~~ ~~to. Ma ripetere !"operazione basta._ r:agttlataca·
compreso .naturalmente il rito funebre - è innanzi tutto r soddisfarsi a questo pen siero, per C UI Cl ~ono sol-
quello che dona e accresce la vita. Di qui la necessità di recu- mentte,du~ soluzioni: la simbolizzazione o la mortel • t:. ne·
perare nella grande famiglia la totalità dei defunti, soprat- tan o · d 11 arne tormentata
. ctle l'e•sere
cessano "' ttmanv traa-ga a a sua c · T l è
tutto di quelli ormai assurti allo stato di antenati: la società n.
. . bolo sema il quale o rmai non saprebbe vtvert'. a e ,
dei c viventi invisibili ,. - i moni - si affianca spesso a _11 stm . . l. _. . l a-e dei Padri: il simhnln o la ?\Ione.
quella dei c viventi visibili ,. - gli nomini del clan o del nell'umatllta, a utll a eg-~"
12
lignaggio. Questa un ione è così stretta che in Kenya, per Parla o crepa . "
esempio, il c villaggio-di-sotto-terra " (habitat dei morti), ri·
produce. come abbiamo detto, le diseguaglianze sociali tipi-
c) Il _ç im.lwlo e la m m-le m occidc•ule
che del c villaggio-sulla terra • (ll mondo dei vivi). In breve,
emerge in tutto ciò r estrema valorizzazione della vita e il de· . am i principali della rit:erca: qllello. dd re-
siderio costante non di negare la morte, ma di m ellerla al suo Due sono 1 c P · · · · boltrhe · e
. simbolica: ouel\o deHe assocta7.l~lnt mn_ ·.
posto, che è il mezzo migliore per trascenderla. Resta da vede· spr~sstOne . . .-l, rlella morte SI trova ttl qnakhe
r e se un tale atteggiamento potrà mantenersi. nello spirito ·n quest'ulumo caso • tema . . l .
~odo abbinato ac\ altre realtà, qt~ali il J1:IO<"O, Jl potere. a ses-
naturalmente e non ne lla lettera, a contatto con la modernità.
In questo ottimismo e in questo umanesimo negro-africano sualità. i l ci bo.
colpisce il ruolo fondamentale del .~imbolo e più specinlmentt
l. 1.",-sfJu.uiotle .~i mlwl ira . .
della simbf>lica rituale. Alcuni potranno giudicare irrisorio" . . l l. . . ù cont:cpi re a c\ ne Il \'d lt che
s1m >o t{a ~~ P" .
tale pr<>cesso o addirittura alienante nella misura in cui si . • L' espressume
• • "J imhu!o ra01~\1Hll0 1 ·1 ·
('( l Sllll-
nutre di fanta~mi e volta le :spalle al procedere oggettivo dello tratteggeren::;n!;t~~·~n~;~~~-~li~t~:l pl ima c\ i t.utto ··he lo nw_l /t:
studioso. Tuttavia, dal punto di vista psicologico, il processo
:
bolo rapp~~- . l .l s·J mholo della nostra . u:ltura es\('lli'tal-
sl .....s~a

i::• UUI
l"> •
SI?Tt JO O, ·
_. ·lla rnlpa romme<>sa l'a
.J j .
pnliiO
mente mortale. conseguenza l •C: • •
simbolica dd re tramite una vacca che ne è il sostituto: !"animale ~ improv-
visAmente ucciso a colpi di pugno dai guerrieri in una curiosa atmosfera di
violenu. collettiva. . t t ·n-di tu 19i 1. l ..l ~inlllCil ic:~
• 1 a"mcnllllrt' es c• t , • •
6R Questa morte violenta « ~uò situarsi a met.à str:~da tra la violenza 72 E. Ortigucs. L0 l'rnsl~ ,.l" . d ile: forze stesse della l"ita. " ptul·
collettiva spontanea c il sacrificro rituale. Da questo a quella non c"/:: asso- cosi concepita rapprcsc:nt.a esa taz,one _c:•:lnlesca nella t.JU:.!<: hl vit:l c la
lutamente soluzione di continuità. Comprendne quest<~ ambi~uità vuoi dirr tosto è !"espressione • di quella ~<>t~a lP~· ' l fc>n' .. ~mtnln cliaklliw cle!l'c~i -
. ( Jl' lt a rostrtutscnnn ' uw . • • 1
penetrate oltre nella comprensione della violenza fondatrice, del sacdficio morte. una dr ronlc a 3 r : · l .o· es•• JHCccdc la vttlnn:l. "
rituale c del rappurto c he unisce: questi due: fenomeni • . R. Girard. La vio- Jlema. E qucsl~ l o tt
vittoria della
a ofM ' t iu~to dire c he la simlwlira da• ;t Il'~~~~~l-"
c çhc un prc U<~HI. ·'"
. ~ · 1 mc>1uln• Ma C'~" la eh l""
lenu et le sacré. Grasse! l !li2, p. !!Wl. . Vrta· 11sulla· .oerte. ·
; sunt ;tvvcrsan l ll ' ·
69 Vedere R. Bastide:. 'T rnis t'Xemf1lt'J dr dit'11x aHassinh m A/riqut'. in i\ nc.me del sum a c:a11 e "~ 1 l t" 1 t:~le Chiam:l a ll n lott;t: n\1\ la
Lo mort d11 Christ. "Lumière et vie •, IO!. t. .xx. gennaio-marzo 1971. Canta 13. granclc cpo~~-:t clcl hm,stro <p~~~·t~;,.,~' cpi.nirin ·~ (F.. M"Vcn!(. t: uri
pp. 711-fl!l. la villona; è r~ana. c a~c c. e 50
70 Anthropologic rrligirrw• africainr. Lamusse 1974. d"Afri~uc noìn•. M~mc 1%4 , P·
70 )· .
n: 1 m l·r,
~an·1 ·.m·
' 1 cii sut/Ìtu•ifllrt".
• t\cl\"am·
. .
71 Alcuni :~utori restano scettici .\ ull'dficacia del procedimento. « I nsom-
· ·
·r
73 IS(Ignc:rebbe poter nchl~maC ~~ S Prou (l.a nru.u r do Ht•rtumlmr.
ma la morte è mascherata. Mascherata da ll'insieme dci segni <:he si ol'pon· bito della narratiVa. pc:~ c~Cm!~ICJ, . n. ·l odo (orrib ile) Thér(5c: c l.:wn·
~ono ;dln distruzione elci snrialc. Ciò costituisce probabilmente un Circolo Calmann-Lévy 19?3) Cl. dcscnv~ Hl 1 q~~ci:. un ur.tmo) sanili<::lno un~. cnni -
(delle quali si lascra rup~rc che ann ~
vizioso. Ma anche il simhulismu è un circolo vizioso che rimanda a ciò che
cerca di superare e oltrc:pa~sa quel che vuole ritrovare. " J. Duvignaud, Ln ~ia che avcva murso. Il racconto c l que' a 1 t rnortc ;~nin,_.t,• ~i ~m titlll•< ,. a

mori. ('l a{Jrh. CISL. l. 1971. p . 29.'J. quello clel!'omiciclio (pp. 242 sgg.).

477
uonw. dichiara il cristiano; ma è anche rivelazione e introdu- te erano le divinità associate alla morte: Zeus, Atena, Apollo,
dato che, second<_l l'esoteris_m o, le iniziazioni compren-
::.toJu: Artemide (Diana), Ares (Mane), Ades ( Plutùne), Ecate, Per·
dono sempre uua fase <h morte pnma della partecipazione alla sefone. Ma l'attenzione si concentra sop:rauutto su Thanatùs,
nuova vita (c possiamo ritrovare questo elemento in alcuni figlio della notte e fratello del smmo, "' fc:roc:e, ìmensibile,
rit! della n~assoneria ). Non è significativo che il Dispater (di spietato » . Da ricordare anche Eurynomos, genio che, secondo
nn parla Cesare nel De Bello Gallico) sia insieme dio della Pausania, « h a la funzione di divorare la carne dei morti e di
mone e « padre della razza »? Resta il fatto che Ankou , alle- }asciarne soltanto le ossa »; era dipinto « di colore blu, ten-
goria bré'tone della morte, è senza dubbio una sopravvivenza dente al nero come le mosche che si attaccano alla carne »;
della figura rhe guidava i morti della danza macabra me- inoltre, « mostra i denti e su l seggio su cui i: assiso è stesa
dioevale. una pelle di avvohoio ».71 Si riconneuono all'iconografia della
morte i giganti, i titani e, piìt vicino a u o i, l'orco, forza cieca
aj Il simho/o raffigurato. Esiste un' importante iconografia e divoratrice, vinto nel mo do che sappiamo dallo scaltro Po lli-
legata alla morte, di cu i abbiamo pitl volte parlato; è interes- cino. Immagine del tempo che si genera e si divora da se stes-
sante, connmque, constatare che la celebre testa di morto con so? Raffigurazione " deformata » o "' pervenita » del padre
le tibie in<:rociate è divemata, per tutti g·lì individui urbaniz- castratore? Simbolo che condensa i fantasmi cannibali? Mo-
zati di oggi, il simbolo del periwlo: 7• e ciò traduce efficace- stro «che inghiotte e che sputa», luogo delle metamorfosi da
mente un ordine di fantasmi e di preoccupazioni di cui si è cui la vittima esce trasfigurata? t_ molto difficile pronunciarsi
spesso trattato in questo studio. L'icoQografia relativa alla sul senso dell'orco: probabil!ncu tc <iuesto personaggio leg-
mo1:re. (:~msi_ste pe~ lo_ più. in _all~gm:ie. fredde e impersonali, gendario rimane altamente suvra-determ i nato.
d_eb1tnn rl_t'l lor~' SJgmftc~tl - pnnc lpah s1a alle stampe popolari La presenza della morte, o pimtosto dd morto, può u leg·
s1a alla rnnologta. Insensibilmente si « sliua » dal simbolo al gersi » in molte occasioni: negl i a bit i di lutto, oggi in via
SC!!,l lo con valore 1li pura informazione. Cosi, tradizionalmente, di sparizione, che consistono qui in vdi e V(''òliti prima neri e
la mortt' viene rappresentata da una tmnba o, pi\1 spesso, da poi scuri (grigi. violacei), là in vesti bianche come in Gìap-
Hl IO «scheletro annato d ' una fa lce » ;75 eventualmente - ma pone;71 nella procedura funebre (parame mi neri davanti alla
questo og·gi è sempre pii• raro - d a una divinità che tiene un casa del morto o alla chie!òa, drappo n ero sulla bara o sul cata-
u~11llo tra le mascelle, da un genio alato, da due ragazzi uno falco, ceri a<:cesi, canti speciali) ... l cimiteri, a loro volta, adu-
h1anco e uno ~lero, da una danza macabra, da un serpente, da nano un gran numero dì simboli : basti pensare alla loro
•m anuuale psu:opompo (cavallo,76 cane... ). Nell'antichità mol· estensione, alla posizione, alla cura o alla trascuratezza di cui

. i4 Si tratta di ispirare prudenza o di suscitare paura. Viene: in mente che scompare Erion il cavallo di Adrasto. Allo stesso modo Brimo, la dca
m questo $ènsu la bandiera dei pirati schiumatori dei mari. Attualmente i greca della morte, su ddle monete è raffigurala mentre monta a cavallo. Altre
sulda li dc:l • 17" lanceri ~ in Gran Bcrtagna (soprannuminati • i 6gli della culture legano anmra in maniua più esplicita il cavallo. il Male c: la Morte.
morte o del la giona-) portano ancora un budg~ in cui una l~ta di morto nell'Apocalisse la Mor te cavalca un cava llo livido, Ahriman, come i diavoli
sormunta la formula • o la gloria • . irlandesi. porta via le sue vittime: su cavalli: per i greci moderni, come p<r
H Sulla morte come 'ensura nell e: serie delle: immagini dei tarocchi ( lS" . Eschilo, la Morte ha per cavalcatura un nero corsiero. Il follr.lurc: e le: tradi-
a!t·anc) del laro)cno) o come la t• casa oroswpica in astrologia. vederr il Dit- zioni popolari germaniche c anglosassoni hanno conservato questa signilic3-
lw~l~tlll'(', rln_.rym/Jult's, Sc:hgers 1974, K - Pit:, pp. 241-244. zionc: nefasta e macabra dd cavallo: sognare di un cavotllo è: segno di morte
1!1 • t..samuuamo dappnma la scmanlica così importante del cavallo vicina. • G. Durand, Les structaacs anthmp~J/ugiqul'S de l'imaginuire, Bor-
rton iu. Es~o è l<1 ca:valca~u~a Ji Ad e c di Posidonc:. Quest'ultimo. sotto la das 1966, p. ?9. Un esempio C'uri oso c: con t urbantc di manif estazionc della
forma th st ~llonc:, st avv1cma a Gea, la Terra Madre, Demetra Erinni, e morte: ci è dal" nel 61m di R. Powel, The Aspllyx, 1973 (macchia misteriosa
l(cncra k trinni, due puledri demoni della morlc. In un'altra versione iulle f uwgrafic) .
della lc~g-~n<~a. è il mem~ro virile dì Ura!lo, tagliato d~ Cronos il Tempo, 77 "Pc:ric:gcsi della Grecia"· IO. pp. 21!-.~ 1.
~h c prH< rt a 1 ,_lu~. tlern.ont tppumor6. Vedaamo profilarsi dietro lo st:~llonc 78 Il bianco, nella Bibbia, è colore: di resurrezione. Nel rituale del
mf~rnalc una sagmfìcaz10nc sessuale: c terrificante insieme. Il simbolo sembra 1614, che 5n!tanto ora f: stato modificato, il nero era riservato ai funerali
c
a p1:.t cc:rc moltiplicarsi nella leggenda: in un baratro consacrato alle Erinni degli adulti c ìl bianco a quelli dei bambini.

479
sono o.~!l:elto : si puù aggiungere la divisio ne in zone c r icch e 11 dell'acqua. Innanzi tutto acqua ch e ~orre, immetgine dcll:t
n« povere» , ufficia li o private, il senso delle iscrizioni che vi morte: la vita ci sfugge com e l'acq ua d i un torrente: « La
si possono l e~gere. e, sop rattutto i significanti che vi si incon- morte e un viaggio, il viaggio i: una morte. Tutti i fiumi sfo-
t rano : simboli relig iosi (cristiani, musul mani, giudaici...), ciano nel fiume dei morti ,. dice (;. Barhelarrl," c sappiamo
simboli b ici (libero pen siero, massoneria): la croce, la mezza- che dalla barca di Caronte az al vas<:e llo fantasma cantato eia
luna, la colo nn:t spe7.7.ata... bastano infatti ad evocare tutta una Wagner , l'acqua e la morte sono sempre state collegate; ma
serie d i associazioni. Allo stesso modo la scanità degli ossari c'è anche il mistero dell'acqua nera di cui n ou sappiamo <:o-
e l'a lto numero d i cmu.:essioni familiari rivelano a perfezione, gl iere la profondità e che ricorda i l sangu e. signore (tclla vita
mme abbiamo inclit·ato, il sentimento dell'appropriazione e d ella morte. soprattutto il sa n~ ue m est ruale.
privata. Bisog na ammettere che questa pluralità di « sim- Non dirnentk hiamo . sempre a proposito dd L<: ma dd-
boli • spesso d eg~nera a semplici segn i con un valore mera- l'acqua, i racconti del diluvio o oc isto li'ii d iluviale • per r i-
mente cnunòativu o informativo, e suggerisce u na semplice prendere f'espressioue di ( ~. l)uranci,A' dtc: ha111111 Sl'rllpn! pro·
lettura-traduzio ne r h e fa scarsamente appello al pia no del- fondamente segna lo rim:omdo cicll'unmo: le pnltir h l· orgia-
(
l'affettività. co m e dovrebbe in vere accadere se si trattasse di stiche. effettivamente, commemora11o ritualmente i l cl i tu vi o
·~..
simboli autentici .i"l Jn rmnpenso, l'architettura funeraria cori. come ritorno al caos ch e deve rigeu erarc l'uma n ità . .\i m /m li
serva forme espressive che rimandano m eglio alla simbo lica. del f uocu, elemento òi grande a m h i va le ma i 11 q u;tJilo me-
R . Anzelk n e ha bene enucleati i temi princ.:ipa li: iscrizione diazione onìrica.84 rhe è divoratore (le c<:nni fhc lascia
rul pt1(:.mg{{iO rl.a f)(IT/f' di rm'nrchitdlura, ora scandita, messa sono i suoi esnementì) e qui ndi distruttore per ec:cdkma (il
in ·risalto dalla VC"g-ctazione (solennità), ora sommersa nella fuoco uccide, il fuoco punisce. sul rogo o n cll'infenw ). ma
vegetazio ne (integ razion e, cancellar.ione, cliscrer.icme); m otivo imieme purificatore (brucia le immondizie t· ì t:aclavcri , lihcra
f>redom.i11alllr d,·i 1tol11mi: nrizwnta le (riposo), verticale (re- nell'incinerazion e l'an ima. princ.:ipio immortale. dal suo invo-
surre1.io ne), rom hin ato (opposizione. riflessi): li11ee ori.uon- lucro carnale ; t rasforma l' uomo del purg-atm·io in nc:tlllr:t di
tali (sta h i l ità). r•t•r/ irtlli (slancio spirituak), o bliq 11e (tristez- Dio). Principio sia di spiritualizza7.ione g-ra:tit· ;11la luce. sia
n ). comb it~nlr (o ppo~iziuni ); 11al11m dei malninli : pietra ([or·
7.a, durata), caln•stm7.ZO (elasticità, resisten7.a). mattone (colo- 111 L"rflU et {(' r rvrs. J. C orti 1!142, p. lft2. V:t ricnrd.lla l"•mpt>rl;lll7:t elci
re, decoro), legu o (calort>. elasticità); m odanatura : vigore e lfl'lla oniricu c: \elterario rlc:l marinaio murlo in mare (veelc.:rt'. a d t·srmJ>it•.
sobrietà ( per~nn iu'1 ). fineu.a sem a Ieziosità (spiritualità); in- Oceanu No:x di V. Hugo). G . Bachclard c i ricorda :tnrhc (o/l. t i l .. p bi)_ che
sul piano cosmico il cig~o è sim l>o lo. in~i.c:mc ni l uce· m llc ncqu~ c olt . nn
fine pa.uag{!.io : ;~ perturè st rette (raccoglimento. intim ità), aper- inno alla mm·te . .. Esso e veramente 1l m1ltl d el sole murt·ntc ~ Su ll a Si m-
ture largh e (acmglien:r.a. comunione).. . ecc Bisogna ammet- bolica delle conchiglie in rd.uion e con la corte , vedere M. Eliatlc. /mtl.~t'J
tere che « l'a llegoria della morte ha la linea oriuonta le come !
tl symboln Gallimard 1952, cap. !v· ~upra llu~tu p p. il\- l !Xl.
82 • Tutto ciò che la morte ha d• prsanh:. d1 h:n t•>. c am·hc mo, tr,•ln rb ll;•
traduzion e grafica, la barca a fondo piatto come imbarcazione 6(Ura dì Caronte. Le barche ctlriche cl'anime sono ~cmpr~ sul punto eli
e le. figure gi;Kcnti sui m o numenti sepolcrali come effigie. :.80 atrondare. Stupefacente immagine in cui si s ent e che l..a Mo•rl c lcm.: d i
morire. in cui l'annegato teme ;mcora il nau fragiu! La murt c l- un viaJ:.I{Ì<• <'hl·
La sim bolica n ella morte non si esaurisce con l'allego ria ico- non finisce mai. è una prospett iva infinita di periculi. Sr il pc~n d,,. so -
nografica, ~li a treggiamenti e i comportamenti, l e usanze ri- vraccarica la barca t: cosl grande. è perché le anime S<•llu roolpcvuli. La haro:·.1
guardanti il vestiario, l'aspetto delle n ecropoli ... ; comporta di Caronte va sempre al{fi inferi. Nvn esiste n nrc;hicm rldb le·li rità. - (;_
Bachc:lard. oft. cit .. 1!142. p. IOK.
anche i l rinvio al livello piie personale d elle scelte dell'incon· 8~ G . Durand. -r.p. ci t .. p . .1.SK.
scio, supporto d ei nustri sogni e dei nostri fantasmi. Simboli 114 "v'crl ne (;_ Bachelard. La fHirmmaliJi dt·l {1/fJOo. D ctlnln I Hi:l . C.nn
il fuoco ritroviamo non soltanto la morte. b. vita spirituale. il c;dnrc. 11101
anche la sessualitil c l'am<•re; « I. 'amnr<" i: la prima i pn! (;~ i ~çi cntilio·.~ per la
79 La croce in particolare ha perso multo dd suo potere simbolico (morte riproduzione oggettiva del fum:u.,. A p roposito deLl a • ritm<•a.na lisi ,. dd-
cld Cristo e soprottutt u promessa dì resurrezione) e si è ridotta a motivo l'attrito, l'autore sottolinea ch e ~i prova un elokc ca l•>re <•l(~('lt l''" • c. cnn·
ornamentale. tcmpe;ranc:lmcntc. la calda imprcssi nn~ di un ~st'rci1.i rl piJ<TVtllr • . LcK~:trc
RO A. Auzcllc, op. cit .. 1965, pp. 371-3i2. J.P. Bnyard. l .fl Jymlmliq•tr d11 /t'.u. Paynt l !l i.~ .
di su blimazione gr;uie al calore, il fuoco è di volta in volta bile parlare d e lla simbolica spaziale legata alla morte se1ua
focolare, fu me di vita che anima la casa e cuoce gli a limenti. an:ennare ai fantasmi susçitati dalla luna. Collegata ai m estrui
po1 ~nza imaior e d1e infiamm a il mistico e divora dal di d en- {un 'espression e popolare· francese d efin isce le regole " mo-
tro il m:w iaco sessuale, (OJHiizione del sacrificio... Simbuli mento della luna »;·per il Maori la mestruazione è la .: m a-
ddla 1/:na materna. meao d ei so&rnì di riposo Ili suggeriti dal- lattia lunare »; i DioJa del Seneg·a l pa rlano del sangue me-
l'isomorfismo culla-sepolcro. « Se la vita altro non è cl,e il dì- struale t:ome dell'« acqua della luna»), essa è aw.:he nn refe-
stacco dalle viscere ddla terra, » scrive i\Iin.:ea Eliade « la rente privilegiato per evocare la mor te e la rinascita. • Il
mortt' si riduce ad un ritorno a lla propria casa... li d esiderio simbolismo lunare appare dunque n ell e sue molteplici epifa-
lanto frt~q ueme cii essere sepolti n d suolo della patria è sol- nie come strettamente legato all'ossessi one del tempo e d ella
tanw una forma profana d e li"au tortonismo mi~ticu, del biso- mmt.e. Ma la luna, 11011 solo è il prilllo morto, ma anche il
gno di r i{'llfrarc in ca~t propria. >>"' Questo complesso del primo mo rto d1e resuscita. La luna è d u n<tue allo stesso tempo
ritomn alle viscere dd la terra-madre (lalvolta sposa u so relll) misura dd tempo e promessa. esplicita ·dell'eterno rilonw ...
ha perso multo della sua portata simbolica il ~iorno in cui si La lezione dialeuica rld simbolism o della luna non è più po·
sono escog itate iufinitc precauzioni perché il cadavere n o n wc- !emica e diairetica come quella ch e si ispira al simbol ismo uTa·
chi la terra: c·è senz'altro molta ditfcrenza u-a il Mu ~ulma no nico e solare. ma, al OHHrario, sintetica; la luna è insieme
che dc..: ponc il dehmtn sulla nuda terra avvolto nel lenzuolo morte e rinnovamento, o.-><·urit;\ e chiarena, promessa . aura-
fun e b re c l'Occidentale che lo fa riposare iu un feretro imbo t- verso e per le tenchr~. e non pi tl r icerc.:a ascetica della purifi-
tiw 1·a!ato in tondo ad una tomba di cemento dalle spesse caz ione, de Ila st:pa razione_ » $lj
part' t i ~ E infine i sim/)Oli dr/l'aria t' dellu spa::.iu. L'aria in se Naturalmente ci sarebbero mo lt i altri arch etipi inconsci e
stessa 1li vi eu e ìnuuagine d e lla vita ( « L'aria immaginaria è di portau t:nivt'rsall' che potrebhero trovare posto in questo
l"om1otw dw <:i fa crescere psichicamentc » ) d c ll"auima, del studio. La loro n awra e il loro St'll'io no li cambiano, sia che si
respiro. ma ;md1e della collera (<( Il veuLo nel suo en :csso è ;tc<:om cntino d i alim~ntare. sogni <: fa ntasticherie, sia che si
la t.ollc..·ra dte (~ dappertutto, ch e nasce e riuasce per forza incarninu in opere letterarie, dl-ammatiche, poetiche. Mentre
propria. r he g ira e si rovescia » J. In relazione alla coppia le loro funzioni variano secondo k disposi1.ioui mentali d i
\' ita / ~l onc. l'aria ev()(:a il processo asn·sa ,'discesa o, se si pre- colui che vive. crea. legge i l simbolo: evasione, rappresenta-
ferisn~. la Vl'Hica lttà ascendente e la venicalità discendente. zione, catarsi, la loro esistenza prova una cosa sola. cioè che
Di volta in volta i.: condizioue dello slàn<:io verso l'alto (spi· nell' universo delle immagini-segno o delle immagini-simbolo,
ri walizz:tziont', l i beraz ione, tema cristiano dell'Ascensione del la coppia vita-morte appare onnipresente.
Cri.Ho t> ddl'asmm.ione della vergine t\-faria) e della ricaduta,
del precipitare verso il basso (sonno, soprauuuo morte): « Il b ) Il simbolo e il rilo. Quello ch e a nostro parere era il
ciinamismo positivo della vcrticalità è così netto c he si può processo simbo liw principale, tanto fo ndamentale, cioè, quan-
~nuuciar<: (l ut.·sto aforisma: chi non sale, cade. L' uo mo. pro- to eflìcace, la "simbolica rituale-.. è riscomrabile in O<:ciden -
prio in quanto uomo, non p uò vivere o rizzontalmente. Il suo te? H a lo stesso se nso ? Perseg u e le stesse finalità (accesso al
ri poso. il suo sonno, è per lo p ii• una (;aduta . .,P Nun è passi- numinoso, soluzione d elle teusiuni)? Va detto innanzilllttt>
che nou conosciamo più n iente, nel nostro mondo, che cor-
\ .·. Vc,ll:n· Il mit11 dcf(ufchimia. cii. Si consulti anche l'opera già citata risponda, del tutto o in parte, a qud rito così ricco, così inten-
di J.l'. BayarcL l.u symlwliqu~: du mrmdc .wuta min, Payot 1973. G. Durand,
of'· C'ii .. sultul i n~:a eh~:, pr~:sso numerose culture, in Srandinavia per esem-
pio. • il mala to o il mort"ntc è rinv igorito dal st'ppdlìmento u dal .\ emplice anche Puétique dc /'Es pace, I'U F ! 957. La simboliça dell'ascensione è vista
pJssa~~:io nd huco di una roccia'-· allo stesso modo da M. Eliadc, op. cii., 1952. pp. 59-64.
~li "fra/1 altl di si rnia rll'llc· rd igioni. Iluringhi eri l !);!4. p. 262. 88 C. Durand, op. clt., pp. 337-331!. Sul legame tra luna cd acqua, vedere
~i l.o: tre citazioni riportate a pruposito della simbolica dell'aria $<>no M. Eliadc, 11p. cil., 1952, pp. 164 sgg. Sul bestiario della luna vedere G. Du-
prt"S<." 1-b G lhchdard, L'air el lo sangts, J Corti 19-B. pp. 19-20. Vedere rand, ap. cii., 1969, pp. 359-369.
.~amente drammatico, così potente contro la morte, che è l'ini- dono pubblicamente di giustificare la masturbazione,· nessuna
z~azi~me. dominio. dell'immaginale per eccellenza;'9 abbiamo voce si leva per riabilitare il lutto: «L'infelice sopravvissuto
hqtudato anche CIÒ che poteva passare per una iniziazione deve nascondere la sua pena, rinunciare a ritirarsi in una soli-
(senza _rappresentazione della morte, naturalmente) la «prima tudine che lo tradirebbe e continuare senza una pausa la sua
OJmumone solenne »! Restano quindi due aspetti del rito, il vita di relazione, di lavoro e di svago. Diversamente sarebbe
lutto e i funerali. escluso, e questa esclusione avrebbe ben altre conse~nenze che
. s_a~pia_mo che il lutto riflette insieme l'inadattabilità degli la reclusione ritHale del lutto tradizionale. A Il ora era accet-
mdtvJdm alla morte e il processo sociale di Ti-adattamento che tata da tutti, come t! na necessaria transizione e comportava
permette ai sopravvissuti di alleviare la loro sofferenza. Per comportarnentf• anch'es~i rituali. come le visite obbligatorie
ciò le società negro-africane ne hanno fatto un'istituzione con di condoglianze, le (( lettere cti consolazione», i «co nforti"
un ~~~mplesso gioco di regole, di divieti, di atteggiamenti sim- della religione. Oggi ha le caratteristiche di una samìone ana-
bohn; accadeva lo stesso da noi prima della rivoluzione indu- loga a quella che colpisce dli è socialmente rtecaduto. i ma-
striale. La reclusione, in particolare, ha (o aveva, secondo i lati contagiosi. i maniaci sessuali. Essa respinge gli affi i tti im-
casi) una duplice funzione: mettere «al riparo dal mondo» penitenti tra gli asociali. » 91 Certamente, come abbiamo detto.
il dolore rtegli intimi, permetter loro di « attendere come il anche il Negro-africano ptH'> vietare il pianto, ma concepisce.
malato a riposo l'addolcirsi delle proprie pene , : in secondo in cambio, meccanismi simbolici di compensazione che sono
luogo: e c~ù ~em?ra al_trettanto importante, « impedire ai so- totalmente snm1parsi da noi. Tutt'al più. il culto delle tombe
pravvtssutt dt dtmentttare troppo in fretta lo scomparso», - che in Occidente ha spesso messu in disparte il culto dei
esdurtendoli quindi per nn periodo di p~nitenza dalle rela- morti, sostituzione ig:norata dai Negro-africani<~-~ - conserva
zioni sociali e dai_ divertimenti della vita profana,90 poco im- in certi amhienti un'importanza primordiale.•-• Vari altri <:am-
por~a a tal propost~o che questa reclmione sia fisica (come in biamenti si sono veriftcati. Così le manifestazioni pubbli<:he
Afnca o da 1101 pnma del xtx secolo) o soltanto morale: essa di lutto (inversione del tempo e dei ruoli S(){:iali come in Afri-
allora non protegge tanto i moni dall'oblio quanto afferma ca, arresto delle attività, bandiere a mezz'asta ... ) .~m m di mi-
« l'impossibilità _dei ~ivi di dimenticarli e di vivere come pri- nuite con lo svilupparsi della società industriale. Abbiamo vi-
ma della loro dtp;~nna ».~ 1 ~-. stato proprio (;, Gorer, in un sto, in Africa, per la morte di un <:apo. periodi di lutto òi più
articolo <:he ha avuto grande risonanza, 92 a sottolineare il cam- di 30 giorni, per la scompar.~a del generale De Gaulle è stato
biamento radicale di atteggiamento nei confronti di chi soffre proclamato un lutto nazionale di sette giorni in Egitto e nel
per un lutto; e questo in meno rti una generazione! Ormai è Senegal, ma soltanto di un giorno in Francia! Inoltre, il lutto
sconveniente ostentare la propria pena, o anche lasciar capire tocca un numero sempre più l'imitato di persone: 'lò ormai non
che si puc'J provarne: « Non si piange più, dice l'autore, se
non in privato, così come ci si spoglia e .~i riposa in privato »; 9!1 l'n. Ariès. oJ>. dt., 1()70, pp. 77-7'il.
proprio come la masturbazione (o: as if i t were an analogue 94 Pressu i Malgasci. il culto (di ostentazione) delle tomhe non esclude,
ma sostiene il eu lto d ei morti.
of mastnrhation » ), la soffer~nza è un atto vergognoso cui ci si. 95 ~ Nel cimitero di Nizza, le vecchie tombe - autentico museo - sono
ahhanrtona solo nel segreto dell'alcova. E se alcuni oggi deci- minacciate dai piccoli cartelli, previsti r!all'inchicsta pubblica. che ne an-
nunciano la prossima distruzione! Cinquant'anni fa non si sarebbe osato. si
sarebhe temuta la reazione dell'opinione pubblica. La sensthilità riguarcln ai
8.!1 Forse con la sola eccezione. molto relativa. che riguarda la masso- cimiteri e .ai mortì si è attenuata, soprattutto nell'ambiente intellettuale. che
neria. Gli scherzi alle matricule al momento dell'ingresso nelle scuole di costituisce oggi una sorta di classe di potere. In regressione qui. la religion e
insegnamento superiore. nell'esercito <> in certi club mondani non sono più d~' morti· sopravvive ancora, specie nell'ambiente popolare. nei ceti mcdi
che una parvenza di iniziazione. non troppo intellettualizzati. Si spende ancora denaro per le tombe c i mo -
91) Ph. Ariès. ofJ. cit., 1970, pp. 77-1R. numenti funebri. Le visite sono sempre frequenti, le tombe seffi[)fC fiorite.~
91 Ph. Ariès. op. cii., 1970. p. 70. Ph. Ariès. op. cit., 1972. pp. 40-41.
92 The frornography o{ dmth. 1965; ripreso, in appendice, nel libro di 96 Benché talvolta interi gruppi si sentano colpiti clalln. •n<Jrte dell'eroe:
.G. Gurer. Dl!utlt. (l;rif!/ and mourning, New York, Doubleday \965. Gagarin, De Gaulle o Churchill, Giovanni XXIII, f.dith Piaf.
ri~uarda che i più stretti parenti del defunto (lutto privato). 1969) si articola in quattro momenti : 98 « Il saluto di fede ,\i
Infine sono mutate le sue manifestazioni: non pili reclusioni e parenti del defunto» vuole essere un rito di accogli~:nza che
ascetismo come un tempo, mutilazioni ,corporali, digiuni lun- ricordi il banesimo o il matrimo nio: il sacerdote partecipa
ghi e penosi, cominema forzata per molti mesi o per molti alla pena dei sopravvissuti, prodiga Io m parole di consolazio-
anni ... , non pit't abiti neri o altri segni distintivi. Simbolica- ne, parla di speranza. Segue « la l:del>razione della parola •
meme. il rifiuto del lutto, quale si manifesta attualme1ae da che è insieme« parola di Dio sull'evento della mone »e« pro·
noi, appare come una nuova forma di diniego della morte. clamazione di fede della comunita ,. : vengono scelte letture
Questa volta nou è più messo in causa ~t)ltanto il simbolico, che vertono in particolare sul mistero pasquale, la resurrezio-
ma ;u ll:he l'inunaginario.~7 ' · ne dei morti, la pietà verso i morti, la sp~ranza di ritrovare i
( :he cosa ci insegna, su questo punto, il rituale funebre? defunti uel regno di Dio, la grandczr.a della vita cristiana;
:\ella sua dimensione profana, maurieue segni d 'ostentazione · spetta al ministro· del culto adattare la o le leuure alla natura
che sotwlineano pesantemente le disparità sociali {cerimo nie dei presenti; a sewnda dei casi si pu\> aggiungere a questa
pi ù o meno importanti. bare più o meno cuswse, malgrado la seconda parte un 'omelia. Viene poi «il sacrificio em:aristico :»
perdita d'importanza ufficiale delle " pompe» ), le sue refe- che insiste sull'aspeuo " non soltanto propiziatorio ma pasqua-
rem:e simboliche primarie peril si impoveriscono: spariscono le della messa » e che ha veramente senso soltamo per i cri-
i para meuti, i carri fuuehri sono sempre più disadorni (ten- stiani convinti; la messa d'altronde puù essere celebrata anche
denza già accentuatasi nel passaggio dal tiro a cavalli all'auto- non in coincidema con il ~t:ppellimento. Infine c'è • l'addio al
mobile), cuse entrambe da non rimpiaugere; inoltre si sem- defunto o ultima raccomandazione di questi a Dio ,. che so-
pliti<:ano lt: condoglianze, e i cortei diventano impossibili nelle stituisce l'antira assoluzione, o almeuo le conl'eriS<.·e un senso
<:ittà modcme: e ciò potrt:bbe essere considerato un danno. nuovo. Si tratta ora di sn:glit:re 1111 rauto conosciuto da tutti
;'l.!onostantt: alcuni tentativi lodevoli (giovani « beccamorti » i presenti, ripreso da tutti e che esprima • il passaggio dalla
ve.~titi di grigio, nobi ltà d egli atanei), tutto avviene come se si comunità terrena a quella dei Sami e degli angdi *· Pro prio
dovésse fare in fretta, scomodare i vivi il menu possibile: non nella misura in cui hen esprime • la valnlirtio della <:omunità
bisogna che il morw faccia perder tempo, quel tempo di cui uistiana :. si mamerrd. rusanza di aspt>rKt:re il corpo di acqua
tanto spesso si dice che è denaro! Vediamo, ora, la dimen- benedetta, o di incensarlo. Da quesw nuovo rituale derivano
sione re ligiosa. Effettivamente in Europa occidentale si sono alcune panicolarità. Innanzi tutto. aHa fissità della liturgia
potuti oss~:rvare tre tipi di funerali. Nel primo (Francia, precedente succede una gTande e lasticit.à che permette di adat-
Italia), l'aziune liwrgica principale si svolge in chiesa (messa o tare il rito, in particolare la scelta dei <:ami. dei responsori e
semplice assoluzione). Nel secondo (paesi anglosassoni) avvie· delle letture o il tema dell'llmelia. alle caratteristiche dei pre-
ue al cimitero. Il terzo, assai pii1 raro (lontananza dalla chie- senti (cristiani convinti c 'militanti, non praticanti, non cre-
sa o cklle necrupoli; abitudini locali), la colloca nella casa. denti). Sparisce la supremazia del sacerd(lte (questi p u() anche
Le esig·enze della vita moderna tendono attualmente a privi- non essere presente se, ad ~sempio, lltlfl si celebra la messa);
lt:giare il St;condo modo di celebrare, soprattutto nelle città in compenso i fedeli sono invitati a partecipare più auivamente
dove esìswuo acanei con una cappella per tutti i culti, spesso al rito, a prendere l'iniziativa ddk preghiere e dei canti. Il
adiacente ai luoghi di inumazione. La nuova liturgia dei fu- r1to viene- semplificaw, viene reso, almeno in pane, eguale
nerali (l' Onlo exsequ ia m rn, presentato in Concilio ai vescovi per tutti (soppressione delle classi), spogliato del suo mistero
nel l 96l:S. fu approvato e promulgato dal Papa nell'agosto dd (spariscono quasi dd tulto i canti in latino, ~ono conc~eta­
mente spiegati i testi, i rili. gli atti: ad ~:sempw l'aspers1one

97 J>cr convincersene basta leggere il quadn1 che P. Rozenberg cl offre


del lutto e J~i su(li Lmtasmi in Lt' rumantimll' anglais. Le dtfì des vulné- 98 P.M. Gy, Lt' trouvnm riiru•l romui" dt•J {llnÙaillt·s, ~ La. Maison-Dicu •,
rablcs. Larou,;~e 1973, capp. 111 e v. IO l , Ccrf 1970, pp. l:i-:J2.

·.
òe~ corpo. ~he ~ic?ròa il ba ttesimo ), umanizuuo (accogl ienza rità , dd predicatori d'un tempo) ~ iano particolarm ~~te r ~c:
òe1 sopravv1s.mtJ, 1mportan za d ella consolazione); il sacerdote chi di elementi figurali o mitici immediatamen te uu laLz.aluh
usa paramenti hianc.:hi <.:h e indic~no speranza, o purpnrei per in tal sen so. ,. 101 Risulta da tutto ciò che il r ituale çristiano
espnmere la _fede: sono accettati anc.:h e i divorziati, i bimbi dei funerali, n onostant e interessanti r ifo r me, non ha sapu to
~on batteT.J:att, i morti destin~ti a lla cremazione (alcuni p re- con ferire al sim bolo la giusta importanza. E non pott>Va e.~sere
tt - a nch e se pon) numerost - accettano anche i cristiani altrimenti, d ato ch e ci troviamo di fmnte a un romprornt·sso
~orti sc:om uni_<·at_i): tt~tti .· quest i sono indubbiamente atteg- per permettere al C ristia n es_imo di rip;od_urs~ in un mondo
g•a ~e~tl fl uov•: Smtoh netamo infin e u n 'abitudin e frequente che ha precisamente paura rl1 gu a rdare 111 lacna 1:1. morte.
t:a 1 nformaton òel X\'1 secolo che è stata rival utata n el nuovo
ntuale: « _ t parso ~e n e, p u r lasciando t u tta la sua importanza 2. L e associazioni Jimboliche
a lla p~eghlt.'ra per d defu nto. come prescrive la fede cat tolica. Accanto al simbolo d 'espressione di p r imo o sernnclo g raclo.
accoghe~e anch e. per esempio per la sosta alla casa del morto, ora simbolo d ella morte, ora morte come c;imbolo. SI collocano·
l~ prt>g~ tera per wloro che S<)IJO n ella pen a, e un elemento di diverse associazion i, dì volta in volta sempl ici arro~tamenti o
r_mgrallamentl~ per q u anto l'amore d el Sign ore ha potuto rea- azion i rituali. 1(12 L 'esame della sitmtlione negro-a fr icana ne ha
ltl7.are n ella vrta del defu n to. » 99 Sr, tog lienrlo mistero, si ha fornit o un campione: le une si rit roverauno, mutati.~ ~l t/Imi·
u n a pe rd ita notevol(.> a l i vello di eflicacia .~i m bo l ica 100 _ il dis, nel campo simbo lico occident;:t le (m orte e scssu alt ta. ~or·
~i mbolo, a n ostro pare_re, nasronde tanto quanto suggerisce_ ,. te e nutrimento): le altre spariranno: la morte resa asett tea,
l~ C:Ontpt>~ SO .~ ~ pa:teclpazione dei fedeli (e CJll eSt O CÌ rimanda per esempio, elimina com e inm ncepibile il le~a ~m: « mo rte·
a t run erah a l ru:a n t) dovrebbe trasformare la pa~sività dell'as- sporcizia ,. per conserva re soltanto rl dato realtst 1cn « mortt"·
semblea di una \'Oita in azione simbo lica i tJrontestabilm en te
p i i• efficace: a ronò i1.ion e. ovviamente. {:h e la fede cri~tiana sia 101 J.Y. Hamclì~e, up. cil:· 197~. pp. 9!i-Qf>. Vccl cr c f!li :truci inlo·rru~alivi
r~ille e pr~1fonrla , ~-ht> l'in.teriori7..zazione del modello religioso di j. Potd, u.r tunrra1lln Ut~r f··~r?, Cc rf 1973. . . . . . -.
102 U n caso particola.rmencc ..mcercssant: d1_ a~sn~ o n1unc 5omll<ll or.l <
.~Ja aut~nt t Gt: ed c pmpr_JO qn_esto che oggi è sempl'e pit'• pro- offerto dalla socittà Are-Are dcii osola M:!laola (•so le S:tloommc). Vc,d~rc D.
h lemal u:o. l noltr<'. al renmmu ale fun ebre u n i"<·e vari dati te- Dc Co et, L'lwmme. vol. v m . quad. 2. l!lfi~ ; vnl. x. IJ~l:HI l . l.l tO. Le
matic.i dottrin;tli (~a l vt>zza. resur rezione. snlidarie!tà con i l C ri- rime ~~ve unità d i monda {cc ne sont• vc':'h9uattr~>) :us!c~r:tnn. ,b n unu ·
~icilZionc vivi-defunti. sono elementi di mcdlal•~mc .~•mhnlon: c cw _~~rnndn
sto) e figura1.ioni religio'ie (cielo e infemo, vita e morte eter- uno schema rigoroso. Le unità 9 c i per cscmpw n.mh '''"" 1 n mllollo rda-
ne: passagg_io , di~tora r_rei c:icli). ch e « possono es.'ier fatti propri tivi all'omicidio. Se a d d clan A uccide b del dan B. "':1 mcmbr.u del cl,lll
A conteKfla il cadavere a un membrn elci ~lan B C'ht:, .m c:tmhw, <l_à u na
d_a t S(?ggett~ !ili cii un p r;m o prevale ntemente immaginar io: e~i certa qu;mtità di mon e te (Jiwa); 1'nffcn s1>rc C l guadagn a tn dc1~a rn e l·~~csn
TIS(:h tano, tn ta l caso, d i ma.Kh erare ed evitare i l principio d i '; 0 prestigio. Il conOitto. per essere r isulto. si spusta sul p1~nn. ~;>ulohco:
simbolico, perché aveva causato un pr~)fonrlo di_s;:~n·u~rlo t~a l VIVI. c ~~~
realt~. favorendo il rinforzarsi di un mondo-del-soggetto irrea- tra i vivi e i morti. Per ristabil ir~ il. co~senso s•.m.oolt<"~'· bosugna mo•n~t~z­
le e fantastico e a!;.'iai spesso connotato d a una grande a m bi- u rc l'atteggiamento degli antcnilh, ~nchc non ;.!d•_v~nh ra.vnrcv~tlc. uloloz·
zando le unità a datte (9 e 7). Se cap•ta ch e un mclovuluu 51 lTII''' .Hl _c~scrc
vale~~a. ~ fa~i le constatare come , sia l'iconografia cristian a l'unico sopravvissuto della sua gcnt a logia . . sarà ohblt~t~tn a. J~ppdhrr la
trarltzHmale , sta a nche i dogmi fo ndamentali relativi alla sal- monet.a n ella tomba di uno dci su oi antc:nah. Questa ccnmo111a c .1cwmp'_'·
vcu..a, alla -~pravvivem:a, alla rè!•nrrezione ( le , grandi ve- a ta da un rituale: che ha lo scopo di porre la mo neta sottn la cus~ud~a
~i d efunti. La m oneta. ritirata cosi dalla circolazione. pe~clc. l~ sua_ SII("':
6cu ione simbolica :' i morti non ponnno più dialogu~ ct~n • VIVI. Infine. gh
antenati sono festeggiati solo per due o tre gencrauo n1 . c. durante !Jutslu
99 P .M . Gy. of!. ril ., 1970, p . 29. periodo, si in carnano nell a mon eta. Dnpn questo la5so . do te m p•~· per c;·le:
IO<~ • Si puoi _pcnsa;c ~hr. in. m•~lt i casi .. una catechesi dettagliata, o una b~·ue nuovi antenati. essa d ovrà passare per altre mam c l'am i~IOHC ~-,,, do
esl;'locJ!a pru fe~swne d1 f.c•!e ... m _chono. a d1spctto d egl i sforzi in te lligenti d i signilìcazione simbolica. G li scambi. c~rimoni ali ch e avven~nnn m ca lo f,·"e
eh• ope~a n d ca~1~o ~c11 !f1 0SO, d1 ~ssolv~re soltanto u n compito ri do n dante, trasforma no i vivi, una v olta morti. _1n moneta. «Tutto ~ o svolgt• cmnr s~.
elementi superfit1a h d t _u n a npera7.1onc: sz;nbolica il cui funzionamento è più lasciand o ch e: glì uomini fa cciano 1! percorso da ll a vota a ll a morte. d
c~ntralc. • J .Y. t-lamclinc:. Quclqm·s lnCidr nr e.• p.1ychnlf/f{Ìques de l a sc~ne sistema d i scambi cerimoniali giungesse ::1 t r:uformarc allra vrr~n u n a ~n11:
nturllr de.r /11ni·mi/lo. (lp. cii., 1970, p. 95. di consumazion i ... la vita in moneta. •


decomposizio ne ». A lcune associazioni san~ già state rico rda- d ecisamente anteriore al mo mento del d en•sso, come se si
te: ad esem pio le relazioni topologiche. La siuistra è spesso trattasse di rappresemare il defunto so tto un aspetto g iovane e
legata alla morte e al male, in opposizione alla destra. Mo lti favorevole (alla stessa maniera, fo rse, d e lla [anatoprassi).
dei crani ddle sod età an.:aiche che sono stati tra panati (per Da ( jUÌ anche la !itrelta connessio ne Al orlr. t: Pot.ere. In L a
farn e usci re il principio malvagio) presentano un fo-ro sul mort, 1\-l adam e, .J. Jean-Charles ci racco nta com e, a nove anni,
lato sinistro; mo lteplici so no i riti in c ui ci si accosta al morto provasse un ceno piacere ne ll 'uccidere con una St:ure tre ana-
da si nistra. soprauuuo nell'Europa centrale...103 O anco ra, la troccoli ma lati che erano stati atlidati alk sue cure: « Mi rl·
coppia Morte / Silenzio. Il morto è colui che tace, che no~ cordo soprallutto che avvertivo il uisugno urgente di vedere
parla pi ì1 o che si costringe a tacere (le teste_conservate d e1 se ero capace d i dare la morte, e gli a natroccoli non erano che
defunti si presentano spesso con la bocca cun ta come presso u n. pretesto. La loro lllorte n u n mi fornì nessuna risposta. Mio
i Navahos, o sigillata con spine, ad esempio la testa-trofeo padre non aveva piamo .sch~acciando sotw la sua pesam e scar-
peruviana) che fa sì che si parli al suo posto (idealizzazione pa la testa minuswla dell ' uccellino. Egli era sicuro d i avere
o deprezzamento d el d efunto : reinterpretazione talvolta ten· ragione. » All'origine stessa de Ila nus tra presa di coscienza
denziosa del suo pcusiew ). Si diffida sempre di chi potreb be del potere si trova il potere di dare la morte: la superiorità
parlare d o po la pro pr ia morte (scoperta di testamenti, di let- dell'adulto sul bambino consiste nel fatto (.:he puù u<.:'Cidere
tere ignorate::). lnfm e il rispetto per il morto comporta, come senza rimorsi, perché decide di aver ragioue. Forse è questo il
abbiamo d etto, il minuto di silenzio. Pic't in generale questo senso della can:ia: il l·atTiatore smeltc:: di an:rc:• pa ura della
fatto ci introduce nuovamente nel tema dell'oralità. Ricordia- morte quando uccide ("' la paura di mo ri re:: viene (:Oli le brut-
mo: il carattere ambivalente della bocca associata al nutri- te iutiuenze o il compagno che guida lroppo veloce » ). Abbat-
mento-vita, a l bacio cannibale, alla vagina demata; il comples- tere:: la preda e per lui annientare (simboJicarrH.'Ille) quaulO
so di divoramemo (l't:mrata nello Sheol avviene auraverso. la ostacola la sua poteuza: « La sua i Il uso ria virilità è misera-
gola spa lancata di un mostro che inghioue i reprobi); la poten- bilmeute penetrata uella canna del suo (ucik. Eg li spara con
za della parola fonte di vi_ta (messaggi~ del Crist_o) o di morte: il suo membro, e si sente poleute nel constatare d 11: esso è
Citiamo a nche l'asso(:iaZLone vecduaw / decrepztezz.a: da cu1 capan: di uccidere come d i fare ba1u bi n i. » llk> Società, mo rte e
la mitologia spesso psendo-scientifica del ringiovanimento (dal
potere sono co.'iÌ, spesso, un iti . Rirurdiatllo il potere-scieuz.a
siero di ilogomo letz all'eterna giovinezza dell'abate x o Y), raf-
del medico nella sua relazione <:<JII il malato e il morente; il
forzata, oggi, dalle tecniche estetich e: il ri fiuto d i inve_cch i~re
potere disc:r<::t.ionale d el politico che proibisce d i uu ;idersi o
si unisce stavolta a l r ifiuto di mor ire, dato che appanre gw·
d i uc<.:id cre (rìfiuw dell'omicid io, d d suicidio. ddl'aborto) ma
vane vuo i d irt: eludere la morte. 1<H A q uesto proposito va os·
che uccide (guerra, pena di morte) o perdona (d iritto di gra-
servato come, ogni volta che n ei cimiteri si mette una foto-
zia presid enziale) : in q uest'ottica, J.P . Vcrnant ha potuto ri-
grafia d el defumo sulla tomba, si usi sempre una negativa
condurre il complesso di l~dipo a una lotta per il governo di
T ebe, mentre la ~essualità si riduce a un mezzo di potenza;
103 M olto sressn, in A frica e in çina, la ~inistra rimanda . all' uomo. ~.i
vuole, incon$ciamente, indicare che l uomo da la morte mfin,tamentc p1u
allo stesso modo la società costruisce i suoi immortali (dagli
della d o nna? A bbiamo g ià detto che il potere (legato alla morte) non ha lo accademici agli eroi detemori del potere che accedono al
stesso senso per i ra ppresentanti ?ei due sessi. . .. Pantheon), u i suoi disperati costretti - ne parleremo più
10~ • D d resto noi a bbia mo l età del nostro q>mto, del nostro cuore. t
in ce rti casi i ca pe lli grigi significano una . menzogna, p~,;gi_o~e di . qudla avanti - al dranuna dell'autofagia: c Ogni d ominazione è
della tant o do.:pr~cata tintura. Nd caso suo, s1gnore. SI ha 1l du1tto d1 recu· fondata ·sul timore della monc; il potere istituziona lizzato si
pera re il colore na turale: d t i capelli,,. fa dire T. Ma nn al. parrucchiere che
ringiovanisce il prota g onista di La murte a Vene:1~, ~maud1 1954, pp. arroga apertamente il diritto di vita e di morte sui membri
lll - 112, il pot!ta innamo rato Aschenbach. • Come raf1to .~n un so~no, c_on·
fuso c spave nta to. ,. (p. 11 3) ~schenbach se ne .ando. L mdomam monva.
Si veda a nche il meraviglioso film che L. V1$contJ ha trattQ da questo testo.
. •.. I O!> J. Jean-Charl~s, ufJ. cit., Flammarion 19i4, p p. 161 sgg .. 128 sgg.

491
della comunità che si sottomette alle sue leggi. ,. 106 ·Torniamo simbolicamente. • 109 Ma il lucido r iduce il tragico: la violenza
un'altra volta alla relazione Morte-Sport- Violenza. N ella sua è codificata da regole precise (quelle del juòo, del ru~by ...);
tesi ricca e originale, B. Jeu ha dimostrato che lo sport, auten- l'incertezza dell'esito è limitata dalla preparazione psicologi-
tica sostituzione simbolica, riassume in definitiva, a livello del ca, alimentare, fisica, oggi di alto tecnicismo; la morte re~ta,
vissuto, la metafisica (la morte) e la politica (la violenza); o, per Io più, u_n a morte «. tr~sposta ». rappresenta~a _co~e sp~t­
se si preferisce, l'al-di-là (la sovrasn uttura religiosa) e l'a l-di- tacolo, e ta vita s•rà rest1tt11ta al perdente perche s1 m1sun m
qua (l'infrastruttura eco nomica delJa sncietà) : · « Lo sport con· altre competizioni (cosa che non sempre ~vveniva_ nelle ~r~ne
serva attraverso la storia un carattere sacro che testimonia la romane). « Cosi lo sport rivela la sua natura aml)lgua d 1 stm-
serietà òelle sue cerimonie. La gravità di Olimpia e quella bolo. La sconfitta non è una vera sconfitta. La vita è messa in
dello ~port moderno dipendono eta! fatto che lo sport, in linea gioco non nel senso che si rimette al caso la decisione fra esse·
di massima. è una meditazione vissuta sui problemi della vio- re o non essere, ma nel senso che tutto ciò viene trasposto in
lenza e della morte. Sono dunque gli stessi temi ad ispirare un fittizio gioco teatrale.110 Nello sport si è protett_i c~ntro l~
nel profo ndo coloro che si dedicano allo !ipo rt o alla fi losofia. morte reale. La cosa è tuttavia presa molto sul seno sta d aglt
Per q uesta ragione la riAessione sullo sport non riesce mai a spettatori sia dagli attori. Quest~ rn_o rte simb_olica, in nn _lassn
mantenersi nella sfera eli uno studio sulle attività fisiche ed di tempo determinato, uno la tnA 1ggerà ali altro .. A ch1? l: a
esce subito òa questo quadro per sfociare sull'insieme dei pro- raffinatezza intellettuale della messa in ~cena sport1va non chs·
blemi umani. Lo ~port è un fatto di cultura, non un fatto di sipa ma a nzi crea la tragedia. » 111 Tragedia, l'abbiamo dett.~.
natura, e rappresenta un fenomeno teologico-politico. :o 107 LO che tra.sparisce n~.i giochi d'azzardo, che ~on ~ppart~ngon~) pau
sport è inseparabile dal tragico per la violenza sublimata o al campo dello sport: chi non è stato co lptto da1 volti t~a·
reale (qudla dello sforw, q uella del combattimento nella tau- gici, dev~stati. dall'_angosci.a di morte, d~ certi ~ pu~t~t~n . ~
romat:hia), per l'incerteu:a òel risultato (lo sport commercia- che rischtano 1 bem e la VIta nelle sale d1 baccara de1 ca~tno.
lizzato e truccato 1~ non è più ~port), per il frequente rischio Paradossalmente « la psicologia dei giot:atori mostra eh~ (; il
di morte (nell 'arena, in montagna, sui circ uiti automobilisti- desiderio di morte a spingere il giocatore. Si sa bene - il
ci). Nello :\port effettivamente « è in g ioco la morte. Il fatto calcolo delle probabilità non lascia dubbi in proposi_to - ch_e
è che non piace morire, neppure simbolicamente. All'çx:cor- il giocatore deve ~~rde:e. È <:lue_sto che r~nde tl p;toco e(:CJ·
r ema ~ • preferirà crol lare fisicamente piuttosto che morire tante non è che un Jllus1one dt tnonfo, ma e anche questo che
dà u~ sapore inestimahi le alla vincita, segno del destino. ,. m

106 R. Menahem, op. cit.. 19i3, p. 99. L' autore di ce anche (p. 98): «Il t09 B. Jr:u, op. c1t., 1972, _p. Il?. . . . .
fondamento di ogni potere è la paura della morte; stare dalla parte del 110 In francese esis_te ~u1 un m~raducJbllc g1<~cn d• parole hasato sul-
potere è stare dalla parte della vita, perché il disporre ddla vita di un
altro ha come corollario la speranza insensata e non formulabile di sfuggire
l'ambivalenta del termme JOUer =
g10catorr: o rccttare (n.d.t.).
111 B. Jeu, op. cii., 197 2. p. l Il.. . .
noi stessi a lla mort~. precipitandovi l'altro."· ·- L'autore sottolinea ancora come s1a mteressante un ancddot? r~portato da
IU7 Lr• .<pori, la mort. la viole11ce, l!:dìt. Universitaires, 1972, p. 201. Il Diogene Laerzio a proposito di Chitone. Chilonc mc1rì • a_ P 1sa ~o~o aver
carattere sacro dello sport - in via di sparizione a causa del professionismo, abbracciato il figlio vincitore ai giochi olimpici nel pug1lato. E~l • . mur1.
dd sue> insuimentu nd circuito economico (profitto, pubblicità), ddla fab - dicono, per un eccc"o di gioia che la sua deholcaa c la sua _ve~cht_a•a _n on
briçazionc a rtificiale degli at leti con cure ormon iche - appare ancora nella gli ermiser o di sopportare:. Tu~ti co~oro che era:no _p_rescnh at ~'"'~' In
solennità delle cerimonie cui fornisce l'occasione (t rasmi55ione della fiammi con!ussero alla tomha ron gr:md1 onon •· Questa ~·pehz_JO~c ciel tema n vela
olimpica. inni nazionali. alzabandiera, incontri notturni...). Nello tport, che, al di là dd personaggio celebre: es.•ste . u~ a uoct~I.Zinnc na.t urale. tr~
d'altnmde. si ritrovano' residui di totrmi zzazione (nel rugby i Canguri in- morte e giochi . • Morir.e asststend? at gwch1 c he~cfìco t~erchc 1 _ll'H~Ch t
dicano ~li Australiani. i Kiwi i Neozelandesi. mentre i Francesi sono i riproducono la morte c m questa CJrroslan~a ~a realta comcule ron il s•m-
Galli) ; sopravvivcnze di tabÌI (pro ibizione di toccare il pallone con le mani J:.nlo . .. Anche il gioco infantil e andrebbe anah zzato nello stesso scmn, ~pc­
nel gioco del cakìu); uggctti feticci accuratamente sorvegliati (putichc, cialmcnte quello del ragazzo: ~ioco violento . mn r~golato. sos.h!uto cil·l la
palloni. racchette ...). violenza reale. gioco nel quale c !pesso qu.e~tJO~c d t morte (.. Se: t mor h •.1 •
J(J.'I Usu di anfetamine. di steroidi anaboliuanti (ormoni maschili sin- ·Ti ho ucciso!-.); aspetto che sembra quas1 mes•~tcnte tra le rag-azze.
t<:tici). risultato noto c preparato in anticipo... 112 R. Menahcm. op. cit .. l9iS. p. 100.

493
Bisognerebbe a ncora r icordare le associazioni svilup pate dalla Ci sarebbero molti altri cam pi da esplorare, nella lettera-
fr.mtrucit!u:.a: potere d d pensiero, magia della tecnica, possi- tura, nel cinema, 119 nell'a ntropologia: i nsisteremo soltanto a
b ilità di far rivivere uomini moni da secoli, di incarnare forze titolo indicativo su due temi che ci sembrano particolarmente
vitali di potenze extraterrestri, di vivere d a cinque a dieci rivelatori: quello del c ibo (cannibalismo) e q uello d el sesso
volte

piì1 a . l uug·o
.
di oggi.
.
b enché gli uom ini restin o sen~r>re
l
(rapporto tra Eros e Thanatos).
cos1 aggressiVI e pronu a dare la mortc. 113 Dobbiamo anch e
cog liere, sempre al livello d ella leneratura fantastica , l'asso- a) A proposito d el cmmibalismo. A u.c h e se le nostre società
ciazione 11ita-luo·i'morte-tenebre com e appare. ad esempio, in si rifanno all'antropoemia pìù che a lla a ntropofagia, 120 non va
M alpt:rtuis di .J. Ray: «N el ch iarore della lampada, una ma- trascurato il ruolo che può g iocare il cannibalismo. lnnamitut·
no decrepita e pallida come un cero solleva un foglio q ua- to è importante richiam are una distinzion e fond a1ilem alc fra
d ralO. h :c() la con slataziou e dd decesso e il permesso di inu· l'endo-. l'esa·, e l'autocannibalismo. Così i Fatalekas delle Isole
mazio n c. in regola, tuui i n ordine e debitamen te firmati da Salomon e avevano la t radizione di mangiare i loro morti per
me. » 11~ C(>SÌ la morte connota la nolle, cioè l'angoscia e il a llontanarli, e insieme per prumuoverli al ran go d i antenati:
mistero che g li archetipi inconsc:i riferiscono ad essa, così co- si parla allora di endo-cam1ibalismo. Al coutrario. glì Indian i
me le si associano t·eni colori della valenza n otturna: tinte Tupi divoravano i prig ionieri nemici per meglio annientarli
biancastre, livide, pallide (le tinte degli spettri') in cu i predo· e recuperare la loro forza vitale (e in tal modo anche q uella
m ina uo bianco, blu, viola. Per J. Ray la vita umana assomi- dei loro stessi antenati 12' che i n eniiò avevano a loro volta
glia auch e ad una l.:andcla, una fia mma che: si consu ma la divorato): si tratta questa volta di eso-ca mdbalismo. 111 Quanto
no tte:. Malpertuis appare come lo spegnitoio, il soflio nefasto,
i l male t.:h c cor rode la vita : « Spegn e sempre le lampade: sof- 1 19 P . l'itiot, ndJ'eccdlent e librelto già c itato (Cinfma dc la mori.
fìa e stringt' le loro fi amme sino ad t:!iti ng uerle. , 11·1 La notte EJquiue d'u•l baroque cinématogra{ique, f:dit. su ::iigne 1972), h;~ colto con
grande acutezza le associazioni dd cinema IJ.Hoct:o cnn la morto:. Tra gli
malcfi<'a uccide. l'uomo (cattivo) <:h e porta la mone spegne clc:mc:nti plastici privilegiati cita: la 5cal inala. il soffitto. l;~ facciata. l'ovale.
la l Ul.:e: • F: bèllo, v celere la l ucc... M i soddisfa come se avessi la villa: e tra gh elementi tematici prende: in considerazione specialmente:
man~iato e bevuto. » 116 Si t rovano cosi un ite coppie diverse: ì quattro clementi (soprattutto il fuoco, la neve. il vento, l'at:qua) . .tu
spccchiu, 13 menzogna, la maschera, la festa c la follia. Sccundo lui,
vita / morte, h u:c / no ne, benejmale (spirito delle tenebre). E .. l'opera barocca è fondamen ta lmente tragica perché conduce inevitabil-
t uttavia la notte, il male, affascina no: « fiu dal m io ritorno mente: a lla morte, e noi continuiamo a cretlcrc L·he la pr~scnza. come ter-
alla vita, sentivo che.· mi mancava l'en;ìtame sensazione delle mine inelu ttabile. della morte, ~ia l'impulso primo del trag ico ~ (pp. 31-.H).
120 Effett ivamente L évi-Strauss contrapponç le società ~ che vedono
tenebre, dell 'angoscia, persiuo d ello spavento. » 117 Ognì u omo nell'assorbimen to di certi individui dotati dì pericolose fo rze, il so lo moù o
.si sen te a llora nel.:essariamcnte con tam ina to: « Sono così buo· di neutra lizzar e queste ultime e anche di m eltcrle a loru prufillo: e quelle
che, come la noslra, (... ) hanno scelto la soluzion e inversa , consistente nel-
no e mi h anno messo nel p rofondo della notte con qualcuno l'espellere: questi esseri pericolosi dal corpo sociale. tencndoli tem poranea-
dte spcp,-ne sempre le lampade! »m mente o definitivamente isola ti, (... ) in stabilimen ti destina ti a questi>
scopo • ('Tristi tropici, li Saggiatore I!J(ò0, p .Hti}.
121 Donde un cerio endo-c<:~nnibalismo indiretto!
113 l.a lcttcr.:uura su questo p u nto è .:.abbondante cd csig-crel.hc un lun::o 122 I n Africa , e n do- ed eso-cannihalismo cocsistuno talvolta in sc::no alla
studio. Citiamo p~r cst·mpio: R. Zcla~ny, L'ilr clt·s m c rts, Jai Lu 1971; stena etnia. Cosi i Diola del SrncK<ll divoranu il cuore c il fc:,.ato dc1
j. dc Fast f.u IIIIITI :surgif du rzrun(, Flcuvc nuir J')H ; N. Srhachncr. L'lmm- nemici catturati, per assimilarne la forza c il coraggio (.:so-cannibalismo).
/JL(' dis>riCit\ .)'ai Lu I~Ji:l: c soprattutto: R. Barjavcl. Lr· gmnd srcrc/, Ma conoscevano una S(>cirtà nccrofagica (XrnWI!'a) che praticav a un endo-
l'r~ss..:s d c la ritt- 1!173: R. SilverL.:rg. Rh urrt•ctimu. lvlarabc',ut I'Ji4; M. cannibalismo nell'ambito dd v illaggio. Si può cnllcgarc a ll'eso-canniba-
M ou ri<:r, (;cuiiimuh, Ga ll im:l.Td 197-!. li.smo la tecni ca dc:ll'allattamcnto: tramite il seno. il neonato che poppil
114 .J. !by, M ulf!I'Tiui.l , Suga r 19lìli, p. 24. • divora~ la pwpria ma dre. Per l'appunto, l'attività 'sìmbolìca • ha in izio
l 15 .J. Ray, op. cit., p. :?::l. con il primo oggetto in grado di ~ostituirc il sen(). Oggetto che sarà c n on
l l li .J. Ray. i biti. N<>n climenti<hiamo c he T hanatos è il figlio crm a f ro- sarà il seno, oggetto transìzionale.. Così la rclaz i11ne o rale cannibalica a p·
dito d e lla notte. pare come strettamente legata all'attività amorosa distmttrice, incorporatrice
Il i ]. Ray. ibid. dell'oggetto perdu to. Essa è dunque sostanz ialmente rccupnatrice. Il HIU
111! J. Ray. op. rit. p. 29. {ìlle è qr1ello di non lauìarJi abbandonare daJl'tJg:l!.elto. cMÌ come di non

494 495
a l l'a 11 f o-can n i baiismo, questo non può essere che parziale : vivanda di produzione loc~le. • 127 Ai giorni nostri, si puì>
n~ordersi le labbra, mangiarsi le unghie o qualche frammento citare l'incredibile avventura di una squadra di rughy (c I
d1 pelle; secondo Martchenko,m nei lager siberiani, alcuni de- compagni cristiani • ) il cui aereo precipitò sulle Ande : 1 se-
tt nuti arrivarono a lacerarsi lembi di carne e ad inghiottirli ; dici sopravvismti furono costretti, prendendo infinite precau-
in un certo .çenso l'ulcera traduce sul piano somatico un in- i.ioni (si acwrdarono tutti fra di loro; evitarono di mangiare
consçio desiderio di divorarsi. Ma r opposizio ne più tipica è la carne di un parente), a cibilrsi dei cadaveri conservati in
quella che segna la separazione tra cannibalismo reale e can- buono stato dall 'altitudine ( - 20<>): « Per poter ~o pravvivere .
nibalismo immaginario. confessò uno di lo ro, dovevamo superare ogni ostacolo, sia di
Il cannibalismo. in realtà, esiste nelle nostre società 124 sol- ordine religioso ..:he biologico... non si poteva cadere in pec·
tanto in maniera « st:lvaggia :o e senz'altm episodica, e la sua r.aw di suicidio... sì pensi ai trapianti cardiaci! ,.ua Segnaliamo.
portata simholit:a si rivela nulla. l casi di caunibali.smo pato- inoltre. l'esistenza di tendenze larvate al cannibalismo, insepa·
logico si presenta no sotto tre forme. La prima rleriva dalla rabili da lla tirannia. 12'1 Nei bagni penali staliniani in Siberia,
necrnfi li a (necrofagia spesso accompagnata da relazioni ses- ~e bisogna credere ad:\. Martchenko . •:~~ alcuni depo rtati getta-
-~uali . iu spet·ie nei ci miteri . di cui parleremo più avanti ): la rono frammenti della lorn carne in faccia· al carnefice o li
seconda si avvicina ai cnmpo namenti di automutilazione ed mangiarono: « Non si t·iesce a cop;liere la specificità sema al·
eventualmente di autofagia <:he compaiono in certi stati psi- cun termine di paragone delle pratiche di auto·cannibali'imo
cotici e soltanto alla lontana si possono definire cannibalid: nell'universo concentrazionario sovietiro. se non si insi!ite in·
la terza si osserva, - o meglio si osservava, poiché non ne ab- n anzi tutto sul fatto che, fondamentalmente, queste pratiche
IJiamo quasi esempi immediati - in soggetti deboli, a mag· !iOno prodo tte, attraversate da parte a parte, inv e.~tì te piena·
gior ragione se vivnnn in situazioni sociali precarie.'lS Il can- mente e acl un grano assoluto. estremo (divorare !ie stessi) d:tl
nibalismo d 'c<:cezione si riscontra negli esempi di canni/Mli· sistema politico stali niano in quanto tale: totalitario. cioè, al
Jmo da p euurin : si ti·aua di rimediare all'insufficienza di punto di annettersi anche i p i Ìl arcait:i fantasmi del soggetto
cibo.126 Durante le carestie di un tempo, ..:i(') dovette verificarsi perché !iervono alla distruzio ne del suo stes.~o corpo. • m l .'aut•>·
pil'1 volte. R . ( ; Jaber , nella già citata Cronaca dell'anno 1000, cannibalismo emi intt.'SO d conduce ques\a volta all'intenn
ci riconferma che al mercato di Tournus, un uomo espose in del processo simbolkn: atti di protesta rome questi. o e~pri ­
vendita della carne umana. «rome se .~i fos.~e trattato di una mono la necessità di ritrovare una identità rifiutata (mangiar-
si, è stato detto, « è ric:onoscersi oggetto di affetw • ): o mira-
abbandonarlo. Una volt01 incorpon.t... l"oK~t~'tlO è fis.sato. auimilato. fatto no a superare il despota nella tra~gressione (atteggiamento di
proprio: .ti tlivl'nla l""t.f.t'tlu f>rr rwn pcrdrrlo • . A. Grr:cn. Cannibali.1mt: sfida): o, più semplicemente, costituiscono un ri fiuto di accet-
rialitr ort / anto.smr agi. in Drstins tL, cannibali.tmr, • Nouvelle Re,·. de Psy-
chanalysc •. 6, 1972. p. .SO. Il bambino in questo caso mangia la mad re-
tare passivamente il proprio annichilimento da parte cii un
ma non 13 uccide, ncll'infanticidio canniba!icu la madre uccide il bam- altro (liberalione nel /con l'immaginario).
bino per mangiarlo.
123 Citato da R. O;~doun, Du cannibalisme cflmmc statk suprhns du .sta-
lini.Sm l', in Dt>stim d11 cannibalimlt', op. cit., 1972, pp. 269-2i2. 12ì C ii uempi rli cannibalismo 001 penuria tiCJn mancann nella letteratur;~
124 In Africa il cannibalismo .i l'lvaggio, o da p~nurìa. in pratica non antrcpologica. .
esiste. In ct,mpen~o ha m;~gginr importanza il cannibalismo reguloto. Tal- 121! Veclcre la commovente testimonianza di P .P . Rcad. Lrs Survn•rm!.l.
volta r:uo deriva dall01 magia (talr: è il caso del K11sanga già citato), tal- Grasse! J!>i·t Altr~ttanto famoso è restato !"esempio dei passc~tgcri rlclb
volta costituisce un processo religioso as,ìmilabile al culto degli antenati. o nttera d ~:lla Mcdwa.
al culto dei crani. 129 lmpadrontndnsi di ogni potere. il tiranno ai pone- :~1 eli sopra delle:
12.~ Se ne trova qualche esempìn sotto il titolo Ogre.1 d 'arcllivr.<, in Dr- leggi. cancellando clgni di!lanu tra de'i e. bestie.. E.~c.lu5t1 t1•si dall_a c?mu-
stins du cannibalismr, up. cil., 1972, pp. 249-267. nità può impunr:mr:ntc commettere adulteno, p:Hr_tcJdto, ~ndo-canntb«h~mn.
126 Le forme di cannib01lismo esistenti nel paleo!ìtico non sono imputa- Al limite. ogni potere ~ cannibalico: « Il tiranno dtvor3. St nutre clelia carne
bili a carenze alimentari : In prova la presenza di ossa d'animali ritruvate dei sudditi ... • succhia il sangue dd popolo •.
accanto a scheletri umani: si trattava piuttosto di pr;~tiche rituali: allo ISO Mtm lrmoi~:rnzgc. Scuil 1!)70. pp. 141 -1 42.
stato attuale rldle rirerche non ~i pun dire rli piit. 1~1 R Oadoun: 11/J. cii ., 1972, p. 27 1.

497
lu compenso, il cànnibalismo simbolico ha giocato e giuoca schema del racconto è assai stereotipato: il morto esce dalla
ancora llll ruolo di primo piano u ei comportamenti occiden· propria tomba per nutrirsi del sangue della sua vittima, che
tali . A ditl'erema di un cannibalismo reale (si mangia diretta· attacca di preferenza alla gola : questa a sua volta muore e va
meute l'allro, o una pane dell'allro, vuoi per nutrirsene, vuoi ad ingrossare il numero dei vampiri; si moltiplicauo le meta-
per iucorporarsi quanto <tuello ha di migliore, la forza vitale; morfosi (di S<Jlito in belle fanciulle); possono operarsi delle
attl·g~iamento in cui entrano imieme l'odio: distruggere l'al· sostituzioni (P. Féval narra la storia orribile del vampiro
tro, c Ltmort~: farlo vivere in noi), si assiste, nel mistero euca· d'Uzel, cadavere calvo che si nutriva delle b elle chiome tolte
rist ico, a un c'WIli ibalisnw cii .1ost i111:::.ùme (i l pane rappresenta alle fanciulle che uccideva ...). Lo stesso tema (il vampirismo
il rorpo tkl Crislo, il vino il suo sangue). fome di \'ita per dà la vita al morto, la morte al vivo) è illustrato da parecchi
en:ellenza : «In verità. in verità, vi dico: se non mangerete film: li sangue e la rosa (Vadim), P er piacere ·non mordermi
la carne del figlio dell'uomo e non berrete il suo sangue, non sul collo (Polanski)...m Il cinema. tuttavia, in alcuni casi de-
avrete in voi la vita. Chi mangia la mia carne e beve il mio scrive esplicitamente quei fantasmi ostili dei vivi uei confron-
san)l;llt: ha la vita eterna. ed io lo risusciterò n ell'ultimo gior· ti dei morti che il mondo attuale tende a rimuovere. F. questo
no. ,. 112 Questa incorporazione mistica costituisce una relazio· il messaggio trasmesso da G.A. Roméro in L a rtolle dei morti
ne reversibile (i l Cristo è nel cristia no e viceversa) che riman· vive11li: persone appena morte, i l n1i cervello è stato riatti-
da a l Padre celeste, da cui procede il Fi~lio. lJn fatto impor- vato da una misteriosa radiazione proveniente da un satellite
tante merita di essere sottol ineaw: t: Si fa silenzio sulla distnt· artificiale di Venere, si trasformano in bande criminali che
ziottt~ til'l prodo/lo iugnìto. Da un lato, è: chiaro che questo attaccano i vivi e lì uccidono selvaggiamente, bevendone il
invito ì.· cmtiàJ;a/ore del lutto. Dall'altro, l'eliminazione della ~ngue o mangiandone la carne. Vengono attribuiti loro un
violenza, la maucanza di allusione all'uccisione del Cristo in aspetto orribile e un'andatura pcsame e len(a (sono d ei mor-
questo momento conferma l'annientamento della pulsione ag- ti); temono il fuoco e li si può m:cidere sol tanto fracassando
~ressiva. La distruzione del corpo di Cristo~ sia pure tempo- loro il cranio o piazzando un proiettile di pistola nel loro
ranea e seguita tlalla resurre:tionc - non è menzionata. Analo· cervello. L'esercito e la polizia ne avranno infiue ragione, c
gamente ìl te!;to tace a prop()sito della distruzione subita dal tutto rientrerà nell'ordine: i morti vivemi. uccisi una secon.
pane durante l'incorpora:ticme. » u.l Ritroviamo qui dunque, da volta, lasceranno i vivi tranquilli. 1ll> L'associazione morte·
in una prospettiva altamente sublimata, l'unione Vita / Morte/ nutrimento è stata illustrata in due film d i rara intensità tra-
nutr!mento·in gh iottimenlo. Vi sono altrft, forme di cannibali· gica. Uno è La grat~de abbuffata (M. Ferreri) dove i protago·
smo immaginario, ma esse agisnlllo, questa volta, non pitt a nisti, d egli uomini quahiasi, si danno deliberatam ente la mor-
livello d ella simbolica rituale, ma soltanto sul piano della te, in parte per m ezzo del sesso, per altro iu primo piano, ma
rappresentazione. A pane la mitologia (Satumo eh~ div~ra ~ soprattutto con l'eccesso di cibo, e finiscono nella c:dla frigo-
suoi figli, Atreo che offre a Tieste un banchetto m CUI gh
vengono imbandite le carni dei figli ...), citiat:no in partico~are
Marabout 1969: R. Vadim, l vumjJiri tra twi, Fdtrìndli 1%0. Vedere 3nchc
lt• fiabe di Andcrsen (la strega Baba-Yaga gh1otta d1 bambme, la pubblicazione parigina intit.ulat;~ VumfJirdlfl. , . . . .
la Strega-Bambina che divora i genitori) o di Perrault (Polli· U!i Citiamo anche Il vamp~ro d t C. Th. Drcycr: l Canmba{l d 1 L. C3vam ;
cino) e soprattutto l'abbondante produzione letteraria consa- Racconti immorali di V. Borownyk (bagno rigcner;~lore <li sanhue um;.ou) ;
2022: i w pravviuuti dì R. Flcischer (vecchi U<'.cisi ~ lrasfontlati in çibo).
crata al tema del vampirismo. 134 Riguardo a quest'ultimo, lo 136 Elementi sostitutivi dd vampirismu o dd cannibalismo sono riscnn-
trabili nella pittura. Viene in mente la predilezione di Suulinc p.:r i ~ buui
scorticati • (Amsterdam, Grc:"noble. Buffalo}: si faceva mandare intere c:..r-
1!12 Giovanni 6, 52-58. casse, palpitanti, che irrorava di sangue fresco quando comincia vanu a
1.~3 A . Grecn, op. cit., 1972, p . 35. Non ùimentichiamo che l'ostia va corrompersi; dopo Rembrandt, Goya e Géricault, dipinse cosi • la fosforc·
inghiottita senza ess~rc masticata. scenz.a della morte nel scnu slC$SO della vita • (non dimentichiamo che
134 Shuidan Le Fanu, Carmilla. Denoel 1972: P. Féval, Le clu~valiu Pitagora considerava il fatto di mangiare carne di !m~ un sacl'ilegiu altret·
t.~,t:brr. seguito da La ville- l•umpirc, Marabout 1970; Les drames de la mori, tanto grave che mangi are il proprio prossimo).
rifera come quarti di bestiame da macello. L'altro è Andrò di vaÌutare in q uale misura i film di vampiri, ad esempio,
come ~m cavallo pazzo (Arrabal) in cui il personaggio princi- tendono all'evasione. alla rappresentazione, o alla catarsi . C'è
pa~e dtvo:a per amore .m il cadavere del suo amico, e poi colto poi un'altra differenza: l"immaginario striclo sens~t predo-
da1 dolon d el parto rmasce sotto le sembianze del defunto... mina indiscutìbilmente sulla simbolica: fatta eccezio ne per il
l fantasmi umani, Jung ce l'ha insegnato, sono universali. mistero eucaristico, non lasciamo quasi mai il livello primario
In realtà, per I'O~cid~ntale come per il N egro-africano, vita/ delle pulsioni e dei fantasmi: d'altronde il rifiuto del canni-
~(>rte, amor~/ od~o ( tnseparabil i da Il 'incorporazione-rigetto), balismo non ha più, in Occidente, valore di regolatore sociale
e~bo consentJtofcdlo vietato... sono strettamente uniti. E il matrimo niale (no n si mangia e non si sposa uno qualsiasi, in
cannibalismo non è altro che l'espressione trionfante dell'o- una maniera qualsiasi), rimane soltanto l 'interdetto della car-
ralità. Il bacio, ad esempio, manifestazione erotica assai rara ne umana. Infine la preoccupat.ione del profitto (accumula-
nel~'Africa ~era: è un inconsapevole comportamento canni- zione dei beni) non poteva non esprimersi anche · a li ve Ilo
b~ltc? (bacct? d a~ore, ma anche bado di morte come quello d ei fantasmi e dei comportamenti. 1<40 Eccone una dimostrazio-
dt Gwda~): st c ~tvora· · con gli occhi l'altro concupito, poi, ne che provoca se non altro turbamento. Infatti, una nuova
un~ volta conqutstato, Jo si copre di baci divoranti (alcuni forma di vampirismo ha fatto la sua apparizione in questi
arnvano al morso). D'altronde, come ha detto così bene S. ultimi anni ad Haiti : nel tuore del quartiere povero di Port
F_reud, L1l uno stret~o legame si stabilisce tra copulare e man- au Prince aveva sede l'« H emo Caribhean Company of Haiti "' .
gure: donde la stmholica di inghiottimento, il tema della Durante tutta la settimana, dalle fi del mattino alle IO di sera,
vagina dentata, il paralleJismo tra pn~ibizioni matrimoniali i poveri venivano a vendere il loro sangue a tre dollari il li-
e proibizioni alimentari ... Così il cannibalismo rimanda anco- tro,H1 a questa operazione lavoravano in continuazione sedici
ra alla coppia lo Stesso / l'Altro (opposizione endoj eso) e at- infermiere. «Se gli haitiani non vendono il loro sangue, <~osa
traverso questa al rapporto narcìsistico, sia esso " indifferenzia- volete che ne facciano, ,. dichiarò cini<:ame nte uno de i medici
to • o c <>ggettua)e,.: «Tutto un gioco di r elazioni tra l'in- responsabili dell'affare. Buon affare in realtà, il sangue. tar-
terno~ l'esterno, il vicino e il lontano, fissa rapporti di distan- colto memi)mente in una misura variabile dalle sei alle dieci
za otttmale tra la vittima e i suoi consumatori . •139 Tuttavia tonnellate, congelato e spedito in Enropa, assi<:urava un )?;Ua-
il mondo occidentale ritrova una certa specificità. Innanzi tut- dagno netto dai centocinquantami la ai duecentodnquanta-
to nel fatto che l'osses.~ione della morte e le puhioni morti- mila franchi al mese.'<ll Il cannibalismo puù manife~tar~i in
fere vi sono più sviluppate (i film di Ferreri e di Arrabal sono forme meno direttamente realistiche di questo commercio di
assai indicativi a questo riguardo, e più ancora quello di G.A. sangue. NO'rt si mangia pitt l'altro, lo si spin12;e a consumare
Roméro). Bisognerebbe condurre un 'inchiesta che permettesse beni, servizi, segni e se una parte dell'umanità muore di
fame, l'altra si scava la fossa coi denti (La grande abfJII!fata).
J.n • C 'è- più di un modo di amare qualcuno, fino a fare un tutt'uno con 11 fatto è che in Occidente si verifica sempre un passap;gio
~ui. L'antropofagia è uno di questi. Abbiamo visto çhe non polrtbbe tssert dall'essere all'avere. La società capitalistica incita all'appro-
mterpretata se ncn. com~ _u n fantasma agitu. Ma lÌ può ... divorare qualcuno
e svuotarlo senza 1l mtmmo contatto con lui, tramite soltanto il tipo di priazio ne-consumazione: e. come diceva G . Marcel, « quel <:he
rdazione che con lui si i~tratticne. Chi ama di più, chi odia di più dell'an- possediamo ci d ivora,., l'avere finisce per distruggere l'esse·
tropofago o .dell o p$1Cott.co? ~asc~remo !a do~anda senza risposta.,. A . r e; le pulsio ni di inorte, così forti oggi, forse non hanno altra
Green. op. (lt., 1972, p. :'l. St puo m~n.gtare l altro per amore e odio (le:
due ~ose. van~o spesso .ms1eme), per dertstonc, più raramente per distrazione
{ston e d• lup1 rnannan) o per voglia.
_t38 ~- Freud, Tre saggi sulla _tru.ria srssuale, in Opere. IV, Boringhieri 140 Vedere in particolare: F. H a<:ker, Aggrrss ion , viulrnrr danJ le m nnrlr
19ill.n, e
una bc:!la ra~n:r:za non 81 dt_c e forse nel linguaggio çorrente che moderne. Calmann-Lévy 1972.
• bella da rna.ng•are • '~ Quante madn non hanno ripetuto, davil.flti al loro 141 Bisognava anche esercitare una certa sorveg-lianza per ev itare che
ptccolo tutto nudo: • Se potessi, ti mangnei!,. In un senso simile: ~i bevono lo steuo individuo tornasse troppo s pesso.
le parole di un altw; _chiedere notizie è si mbolicamente nutrirsi dell'altro. 142 Vedere A. Jaubert, Le.< vampius du Tirr.< Mrmdr, in ~Le N ouvc:l
139 A. Green, op. ol., 1972, p. 31. Observateur "• 17 settembre 1973.

501
orig ine. E se non si mangia pilt l'altro, lo si utilizza, p erò, sia -t· 145 Si dovrebbe a r igor di log ica, parlare di una duplic~
f l l. • • l' . d
che lo si costringa a svendcre la sua forza-lavoro (super-lavoro st·ssual ità; una sessualità di ripruduzione e u na sessua na l
e super-p rofitto), sia che si usi del suo corpo (sado masochisruo piacere; entrambe per vie dive rse ci po rtano alla morte.
dei uazisti che utiliuava no capelli, grasso e pelle del~e loro
vittime per fabbricare pa rruc.:che, saponi, paralumi) o che lo ~) La semtalitil di riproduz.iow.:. Nt:lla ~rima parte -~el~'ope­
si w stringa ad autodivorarsi (esempio dei lager siberiani). sia ra al> biamo mo~trato in che cosa e perche la m.orte sta,. m un
infme che si invada la sua vita interiore (violazione della certo senso, indispen~abile al per~etuarsi .e ~l nmw.varsl. dè~la
c.:oscienza da pane della pubblicità e della propaganda: "mi vita.146 Se il grano non muore...! Vt_e ne (OSI nmossa l an_lblg_u ltà
mangiano il cervel.lo » escla mava nou sema verità uno psico- fondatueutale: la morte dell'individuo e la sua partec.:lpallOne
tico davanti al bombardamento dei mass-media ). Bisoo-na fare
u n ' ultima osservazione. A p roposito delle cuiture : rcaiche, ' uro che si preCÌJIÌlÌ a qu:~.si centotren ta. a.!l"ora, il Bac~o
verd e c come un m d 11 - 1 d" R be ·ca • L"um
diciamo m olto spesso che sono « divoranti » o c cannibali ,. : incoro nato di s i n e riempie lutto il caJJipo e ~ v osua <: 1 ~ .c .. · . , •
ve rso è dionisi:Co) pensa con pro fonda pcrsua s1one me~tre mtgloa1a d1 l_am~
q ua ndo si t ratta delle nostre società ; ci atte<Trriamo
on volentieri · · d- jrj ment n: le ·sembra ch e le [;.tccoano u na sob p•aga
st a cca msconu su 1 ~ • . U · d 1 · ·n i ·u rato
a viuime : n o i siamo « d ivorati» , <.cannibalizzati ». Chi di- dalla uale il suo amante si clpande in lc:1.. n v_1~o . ~ . sor nso ~ '. s · i
sta ei i nghiottir !a {e la co ntempl a cun un ...!legna mfimt<~; cl~e e ~l pu
vora è sempre l'altro! .\la l'altro così definilO resta, in ultima una ptristcua senza limiti). un visu u ma nu o sovrumano, l ul hmo, 11 vcru
an alisi, la proiezione (inconscia) della nostra parte ma lvagia. viso forse dcll:univ.~rsu. ». . . . . .. 1 . . ·. to al tra vesti -
Solo chi vuole essere canniba le accusa gli altri dì una tale a r. L 'id ent1fìcazwne d1. omiCidiO ed a tto sessua.: J.>socta
·1 ;; . h' ente tra gli latmùl d d la Nuova Gumca. Du rante una
pratica. t smu appare c 1aram .. , . .l t"t d d nna alza
cerimonia eaez.ional<: (N uve n), lu zio ddl onll.c u. a, ves > ~ a _ o . ' .
1 sotta ne per mo~trare un {rutto aranc)\)nt: mfìlalu ndl <1no ( - d >lun d e)Ì
S~asc~~ ia con una donn" vestita d a uomo e che. ncopre, _nd ra.~p•lrto, l
~) Aucora Eros e Tluwalus. Se l'oralità, come abbiamo sug- 1 ~rtivo maschile. Allo ra tutte le d onne dd v1!laggto ~~ sdr_aiA&~O n u de
gento, non i: concepibile senza la sessualità, Eros c i conduce ~u~o~: sca v alcate dall"omicida tagl iatnrc d i teste. che ":"Vota d1 guar~ar~~
di.ret~amente a_ Thanatos. 14J F. sorprendente constatare che CJUe- ("no n vuole v ednc: in noi il piçcolo postu a ttr.a verso CUI nascon~1 .' gra n ..•
uomini • • dicùno le don n t'); ma la sorclb dd l o nund a , al ty ntraTiv. tu« a
sc ultimo termme n u n appare mai negli scr itti di :Fre ud : ben- gli organi g enitali dd le donne:, SOflUttuttu, 4u':"!h d d la moghe ; dd _suu fra-
ch é, seomdo cptanto r iferisce Joucs, l'inventore d ella psica- tello ma giure, d icendo: " Una v ul va. " "N_o. ros~;>ondc la d onna l~cca ta.,_ ll~
• fn fine l'eroe spacca co n un n ol po do l a nn a una nassa posta ~av~n.ll
nalisi l'abbia spesso :ultlpera to nella conversazion e. Il fatto è ~f1~\ua capanna ( = vulv;~) e rie nt ra in c:asa. _Per mezzu dd_ ses.su, l ~miCl­
che, sia in A l di là d d p ril1cipio del piacere (lemeits des dio in dividuale diviene collettivo; d a to r hc ngu;.trd.a tutto 1l vlila_ggoo (al
Lustprim.ips) sia in Aualisi fiuita e iufinita (Die eiUUiche uml ritorno dd cacciatore di teste, il corp o d c capttato ~ uc_c1so s_ombohcamcn:~
d un u omo mascherato che rappresenta appunto 1! vdlaggw) e. non P
die uner~dlich'' A nalyst'), Fre ud, riprendendo Empedocle, met- s:ltanto l'autore matniale; quc:st'ultimo è,_ in qualche: .~oc.lu, dJscolp_ato.
te piuttosto in comrapposizione Amore e Discordia (= distru- R"cordia mo che la testa riportata al villaggw v1me sc~rlllhcata ; 1l cran1o è
zione). E tuttavia l'an:ostamettto Sessualità-Morte ì: profo nda- d~posto su una pietra innalzata. sim~ulo suvr~-d~termmal<l che. rappresenta
l'antenato ddl"omicida e il fallo. S1 v eda ( •. Bateson , l.(l rn/>mume d11
mente radicato nell'inwnscio collettivo, sia al livello del lin- N aven t dit. de Minuit ICJ7J. . . . . . d Il'
guagg io (orgasmo 1 ~ p ic.:cola morte), sia sul piano dei Esis't ono ancora riti durant~ i. quali ~ m<~rto suno . ri'":Jtah~za~• .a ac-
co piamcnto d ei vivi nd corso d 1 urge n tua h . I n lnd•'-~ o f ~~pol1, V>Vanda
rit~nuta afrod isiaca. giuocano una parte prepunde rantc n dl offerta rituale
143 Il sesso e la morte non possono non e vocan• r alberu. f. ben n ol o il a i mort i. · · · b ·
simbolo fa_ll~ro ddra_lbero -pad re (V . Hugo •. in La Lé!f<'nde dt•s sih/(!s, parla H 6 Ric<..rdiamo ch e cs ;ste spesso un a corr~lalwne tra v1ta .r~ve c ~n-
d ell a • reltg-.osa uczoone d el gran cedro emi co » J: L albero, in u~ni raso. (: tensa fecon d ità (topi. nmig li); e tra lt•nl:"ev >ta e scarsa {econdJta (~qulie,
spesso a ssociato al cimitero. In Israele suno stati piantati, vi cinu a Gerusa . elefanti ... uuminì) ... Talvolta la morte san cisce l'att~l scssual.e (maschi .delle
lemme , sei milioni di alberi corrisp ondenti ai s~i milioni di Ebrei uccisi ap· d opo il v olo nuziLtlc anguill e dop <> il loro voaggw do nprod~toonc).
durante la guerra. A~chc: se in un mcdu un po· troppo _hiolog~zzante,. Freud n~ ha tutt.av1a ~~:
144 Il_ titolo d.d. fil':" ~ì Vadim, g ià citato, resta pieno di sig nificato: una spi egazione assai interusante: l c~puls10ne _dei prodotti sessuali ndl alt
~~ mour~r d.e plawr (t1t. otal. Il sang11e e la rosa). Bisognere bbe rilegger~ genitale corrisponde press'a poco a lla St"'parazoonc. del soma e dd gcrmcn.
ti finale del libro di A.P. de Mand iargues. La molocyclette, G allimard per questo la completa soddisfaz ie n e scss.ualc s.om.tgha alla morte, per ~u~
1 ~6-'.· .1>· 2~-i: l'eroina, che ':lluore in un incidfnte stradale, prova sensa- slu tra gli animali inferiori l'atto g enerativo c omnde con la mo rte (A/
,Jlom m ( Ul amore e sesso SI uni scono in immagini eloquenti . ~ La parete dR/ princìpio del /JÙUWI' . N cwt(on CQmp to n ltahana 19 71).
alla con~rvazione della specie. La morte dell'individuo, • uni- diverso ordine ~Jteriore, di cui sono entrambe condizione. »t'il\
ca difesa contro la m orte totale,. spiega dunque la necessità Da un lato, dunque, le cellule della ri~roduzio ne l~ernll'~l)
della riproduzione: c Non potendo egli stesso riprodursi conti- fanno nascere un altro esistente mentre tl soma. entrando m
n_uamente, si riproduce in altri che gli succedono. •"7 Riprodu- decomposizione, diverrà la condizione di nu<?ve l?resent.e bio-
ZIOne non dell'identico, ma del simile per specie, riproduzione logiche : c la vita è sempre un prodotto del rltsfactmento della
che porta in sé la possibilità del cambiamento e dell'evolu- vita. Essa è in primo luogo il frutto clelia morte dH: k fa
zio!Je, dato c he la ~pecie pnè> così procedere con pro ve conti- posto, in second o luogo della p~trefazio~~ che segtu: al_la mor:
nuamente rinnovate, e liminando, per selezione. le stirpi non te e che libera te sostanze indto;pensabtlt alla formawme dt
vitali ._ Questo è u_n o ~e.i sensi-chiave da attribuire al principio nuovi esseri. ,.m
freudtano della rtpetmone.148 In tal modo la v-ita trova la sua
origine grazie alla meòiazione del sesso e si compie nella d) La sessualità di piac(Te. I.' uomo occupa .un J~osh.) a part<:
mort~ già anticipata clall'insufficienza sessuale {impotenza del tra tutti i viventi nella misura in cui prefenSt:e tl ptarcr<> dt
vecchto). In un certo senso, dunque, la morte esclude la viu, seminare alla gioia di raccogliere. La sessnal_ità ~i p~a~ert>
ne è addirittura il contrari o, 1.oo~ donde i molteplici tentativi dd- (principio del desiderio che spinge a ricerca~e tl cot~o) fimsce
l:il:'lmaginario per tras(erire su un piano dialettico tale oppo- per assumere maggior importanza della nprocluz(()ne pro·
stztone, o per trascenderla. Pit'1 in particolare, la morte dd priamente detta. . . .
soma (morte delle cellule che vivono insieme e muoiono se- A dire il vero, su questo ~rgo~ento. l ~ posJZIOlli s~no w~­
paratamente, come dice Richet) ot appare simmetrica all'uovo traddittorie. La tradizione gtUdaH:o-cnsuana, che wtlu ppa t l
e allo spermatozoo; queste cellule isolate, isolatamente non tema del peso del corpo, fonte ~i peccato e di wr~uzione. con-
vitali, sono nel loro comportamento esattamente all'opposto danna· il godimento, che constd~ra p<~rtator~ d • morte .. La
della morte cellulare. La loro unione farà nascere un'organi- morte diventa il castigo del peccato, ed m parw:olare d_cl_l alt.n
smo contenente miliardi di cellule destinate a vivere insieme sessuale in quanto fonte di ~iacer~ : do~ il pe~cato ongmal~.
nel campo di incluzione clelle luro congeneri. Così la feconda- Adamo ed Eva si accorsero dt ~ssere nudt! Con~tnen~a e mort_t·
zione e la morte implicano, secondo Jankélévitch. l'idea di un ficazione, al contrario, portano a Ila ~o~te de1 se~1s! ( « gra~1c
all'abitudine alle piccole morti quotidiane • ). caoe alla V lt<l
14i M. Oraison. 11p. cit., 19f•l!, P.· 115. L'autore precisa a ncora : • L'istinto per eccellenza, quella dello spirito. Secondo Gi~vanni ( :riso -
di morte san·l>lu~ allura cumc un istanza dd l'< lo>. nella sua lotta contro storno è stata la sessualità a provocare la mortt! th Ad_a t~l<l, (·osa
il ~e~p~ c~e ~o ~a precisame!lto: <morire •: cioe soffrire della pro p ria morte.
Glt < tS hntt d1 vita > suno. d t contro. log1camento: legat i alla so:ssualità nel che rimanda in un certo senso alla colpevolezza ed•ptca . Ah-
senso freudiano di costituzione dinamica sesmala della realtà umana . .. biamo già detto, d 'altronde, che la paura della mor~e wnnota
H!! Ciò ripropune il problema del tempo: • So: il tempo è strettamen te il timore di trasgredire il divieto dell' incesto: c Il ntc~ru~> alla
l~gat~ alla_ ~orte. è che la morte ~. come . lui. strettamente lega ta alla
lt~rta "· dlc~tarav_a J. .~er.sch nei . suoi _Entrdl~~ sur le ltmps, Parigi 1967. Madre-Morte desiderata ma proibita perché, » come t:• d ta R .
Un legame dtalethco s ~ntrncluce. m fath, tra l a 1stenza irreversibilc instau- Menahem.'~ c è una delle figure della Madre-_G enitrice. ,. Ct:'r-
rata dalla nascita che, lo sappiamo. è rottura dell'unione con la madre. e il
desiderio d_el _r itorno indietro (cioè_ all'o:sistcnza indistinta nel seno materno). to la Redenzione renderà possibile la resurrezt.o ~e ; ma _mm po-
Questo è '!UI.c~e fortemen~e do:st~erato e non .meno fortemente respinto trà impedire la morte dell'uo m o perché quesu c ormat creatu-
nella lotta 1Shnt1va contro l angoscta. Tutta la nostra esi~tenza si gioca tra
due rotture: quella della nascita e quella della· morte. E in questo inter-
v_a!lo il campo d'azione, per il mcgliu e per il peggio, del principio di ripe- 150 D . Fro:snuu, lA sexualité ('t la mr1rl, • Bull. Sue. Th:\Mto. "• 4. 11}71,
hztone!
p. 06. . '
149 • Ciò non toglie che la vita Jia lo. rondanrm t /'(•sclusirmc della 151 G. Batai\le, op. c1t., 1967, pp. 63-64. . . . •
mort~. ~a vita no~ tollrrt1 la morte: reagisce ad c~sa con l'orrore. e l'uo- Le vie della natura ci sembrano strane: ora procede con parSlf':'uma (umta
mo " ntrae terronzzato non solo dt fronte alla distru%ione del suo simi- delle vie uretrali e. seminai i nell'uomo, sessualme.nte ~eno perfczwnatn clelia
le m~ anche al cospettu della putrcfazione destinata a rimettere in cir- r\onna sotto questo aspetto), ora con spreco. l abb1amo drllo a prn p•><tln
colo 1 componenti le carni disfatte - G. Bataille. L '~rr~tismn. Sugar 1967, dell'animale.
p. 64. 152 Op. cit., 1973, p. 91.
ra di peccato. In compenso, nmnerosi autori si sforzano di de- oramai passati e vissuti come n ormali .w t come ie fossimo da-
m isti ti~:are tjllt."sta posizio nt." e vedono uell'alicpazio ne sessuale vanti a un bilanciere che osdlla tra due poli. uno negativo
il p riucipio stesso della ci<:graci:uioue dell'uomo. lAJ stato clas- (il sesso è la morte), l'altro positivo (il sesso è la vila). È vero
liÌsta, stnmdo \V. Reich, dà origine insieme sia allo sfrutta- che nel primo caso la mune dd corp-o è un accidente storico
melito che alia repressione sessuale. Se la disposizione alla (il peccato di Adamo); nel secondo un insormontabile dato
rì volla liberatrice resta possi Lile nel primo <:aso (bisogni ali- naturale.
lllt'lltari ). essa Ilo n lo è più nel secondo, perché la soddisfa- La nozione di deviazione sessuale, da cui non sono immuni
zione del bisog·no sessuale si .~outr:.t con le barriere dell'inibi- gli animali (omosessualità di cani. gatti e scimmie; stupro
J.ione mora le. Si Vt(ta lo _,;ch ema che segue. 1.' interdizione ses- delle api maschio ai danni delle operaie, che hanno, in realtà,
sualt agisce dunque sulla poteu1.ialità alla rivolta: essa « mo- soltanto degli organi genitali atrofizzati) è dunque relativa.
di ti ca !itrutt 11 ra l mente l'uomo et'onomicameme oppresso in Tuttavia sì possono citare alcuni esempi, riguardanti i rap-
modo tak che questi ag isce, ~t'me e pensa nmno i l suo ime- porti tra Eros e Thanatos. Così t:erte pulsioni morbose, lo ri-
resse materiale. li d1t: t>fJIIÌvale <ld u na assimilazio11e alla hor- cordiamo, trascinano molti uomini verso i cimiteri : danze
~hesi a . » 1 ~)
notturne in costume adamitico, consumazione di carni crude
e avariate come sostituLione di un bancheuo necrofagico,
masturbazioni reciproche davanti ad una tomba aperta dove
giace un cadavere in putrefazione, sodomie multiple, atti
sessuali compiuti sopra le tombe o, pitl .spesso, in piedi («A
che serve un letto? Gli animali non si sdraiano per riprodursi.
Allora? » confessa un ha!Jitué), audeli flagellazioni , talvolta
me!lse nere... caratteriaano la maggior pane di questi sabba
notturni i cui protagonisti son o in gen ere. la circostanza m e-
rita di essere sottolineata, esponenti d el • bd mondo •. Inter-
rogato, uno dei partecipanti n e dà un' imeressame giustifica·
7.ione: l( Su di un cimitero, dice, aleggiano delle forze ... Forze
inutilizzate... Tutti quei morti, alc.:uni dei quali erano giova-
Cosi l'uomo uou VwJ!e piit, ìu cambio di una promessa (il· nissimi, spesso in buona salute ... Le forLe si sprigionano da
loro e possono essere captale... Ebbene! È proprio compiendo
lusw:i•~'l di vita (~piriluale) nell'aldilà, mutilare quaggiù, la
totahta del prupno e~st're (corpo e sesso). .\leglio ancora, la i gesti de 11'amore eh e pmsia m o ree u pera re q ue Il e forze, inte·
lotta per la libera:tiom• divi~ne condizione di vita e di com- grarle in noi ... » l!it>
pletcaa: « Solo la liberazione della disposizione naturale per
l'amore puiJ, u·a ~li t."sseri umani, dominare la loro distrutti· 15!> W . Reich, u1rivoluzione sessuale. fcltrindli 1963; La luLte SC'xut-lle
vità sadica . » E wui quei componamemi che, ieri, erano con- de> jeurzes, Maspe ro 1972: H . Marc use. Erus e civiltà. cit.; Ch. Dclacam-
pa~ne. op. rit .. 19H, capp._ v c VI . • • . •
sidera ~i gravi _!h:_viazi ~mi (masturbazione, omosessualità e p e- l.~i Vedere A . Bashan1, Ln mauva•s ltf'll-'< de Plms. Balland 1968.
ù eras_ua) o <:r•muu (aborto, 1S4 m etodi. anticoncezionali) sono pp. 43-55; M. Dansd, Au pùe Lachaise. Fayard l!}i3, pp. 37-$9. La nc-
crofilia ha a vuto i suoi processi celebri. Abbiamo già accennato al caso dtl
sergente Bertrand (1848) che violava i cadaveri da lui dissotterrati a tale
l .iJ Ma!,:riulimJ<' dialnlÙ/ue. mutùiulismt• histonqut' rl psychtmalystt, scopo al cimitero di Monlparnassc. O ancor:~, Olppena pnma della guerra del
~La p~nsc~ muli~ •. !~iO, p . .'>tì. Vcd ~re anche L'irrujJliuu d<' la mmalr 1914, l'esempio di quell'inserviente n ell'obitorio di un ospedale parigino che
St'XIII'lll'. Payol lllì!. tlargiva i suoi favori alle defunte ancora tiepide. Essendosi comporta.to da
1.~4 Ui~<·,l(ola vcdac, in qu~sta pratica. la sopr;~vviv~n2a di un antico eroe durante la guerra, fu reintegrato, ma vtnne installata una cella f rigu•
custlUllc: <]U~·Iln di nlf rirc in olo('austo l't:mhrion~ ad un.,_ divinità onni- rikra! Abbiamo precedentemente ricorda to l"esistenza di parecchi fumetti
putcntt' ~ pubblicati da Elvifrance. N d • Coffret des Macchahées • si auisce alla
.·.

In una pro!ipetti va as.<;ai differente si collocano determinati e la morte, sono numerose. • Si puil addirittura stabilire una
c?mportamenti isterici davanti alla morte reale o immagina· cert3 co rrispo ndenza fra le lo:o basi fisiologiche. pa ra~onand~,
na. Non potendo, per mancanza d i tempo. descr iverli detta· innanzi tutto la morte somattca (la morte rlel corpo) al.l:t ~rs­
gliatamente, ricordiamo l'atteggiamento d egli o~~si di Lou· sualità organica. poi la morte, psic:hica. a.ll~ sessua lt tà P.sK~tc~.
dun, delle streghe di Salem ts7 o quello della folla ai funerali il genocidio alla genetica, infme ti sutetdr~l e le. mortt r nmt~
di Nasser... Non dimentichiamo che le r eazioni isteriche ci nal i a lla sessual it::ì psichica. ,. Questa al\uswnc et permette dt
rico nducono, poco o tanto, a lla sessualità. Sono state comun.' ritornare alla castrazione. L'essere umano conosc:e rlu.e a~1go·
que analizza te in q uesta prospettiva gli stati di panico n evro- sce : quella clelia wttnra-ilascita 1~ e quell~ .deil~ ~uttla~tnn~
tico di certe unità co mbattenti americane {benché selezionate sessuale, reale o fantasmatica. In eutramht 1 ras~. l .e~penenza
al momento dell'arruolamento) durante la guerra in Viet· è vissuta come una perdita : perd ita reale del t nn1 ta maòre·
Nam. bambino ~a~ nella nascita, perd ita possibile (leg~e del padre,
Non abbiamo prima osservato in che cosa la g uerra com· tanto piit mutilante in qua ~to ~et~pre personaltzzata, c:n!ttra·
porti una dimensione sessuale? Non è forse significativo che riamente a quanto avviene t n Afnca nera~ , nr lla ré\stra1.1one.
dopo un periodo di continenza il riposo del guerriero con· la prima di tutte le morti.161 ~ .anche la . .Plll c.~ ~~de!~ .quando
sista precisamente in una sessualità sfrenata ed esasperata? 131 consacri effettivamente la spart7.tone ciel\ ttlt~~t.ltà fi~u.a, men·
lnfìne, ultimo aspetto delle deviazioni che dovevamo ricor. tre la morte propriamente ~et~a. p u (, .nutnrst d~.l fant.~si~la
dare. i comporta menti sado-masochistici: alcuni si sottomet· della madre-d-posseduta. Se pm ti ~ocilm.ento ~csst~~le .<.. tal-
tono a impiccagioni o soffocamenti non portati a termine pt:r volta temuto come godimento portatore ~~ . morte: ç w a\\ tene
ritrovare sensazioni erotiche (questi atti sono quasi sempre perché esso e~prime, e in d() Frelld '.H>n st c sha~ltato, un .pro·
accompagnat i da eiaculazio ne; capita anche che, per sbaglio, cesso di perdita simile ~lla castr.awme. Parafrasan~<~. Croci·
conducano alla morte), altri si auto-mutilano (acsezione degli deck. diremo che (al limrte) per l t~omn ~ssere ~ app.ntr(' 1~o11
organi genitali), altri co mpiono crimini sadici (stupro, squar. coincidono nell'acme ciel ~odi mentn (l'clacu~anont' ) ma pi u t-
tamento, talvolta smembramento) ai quali periodicamente e tosto nella morte.'62 Quanto a lla donna, ella. 111 qualche modo
con una certa co mpiacenza viene dato ampio spazio da qual· muo re due volte. rlurante l'o rgasmo, (perdtta ) ; al n~ome~tu
che giornale scandalistico. del parto (separazione). l\la il parto-rottura dii la vtta . .et.ea
l fantasmi dell'amore e della morte no n ossessionano sol· un essere stmt· ·1e. Per ·naltesto · 1a morte è fo ts(' • JfleHo tenui
. H .le
.
tanto soggetti lìqui librati o vittime di u na situazione socio- r la donna che per l'uomo; per ~ues~o. l .u omo, uet nll
politica degradante. Come indica il do tt. Fresneau, le occa- pe. · t . · dell' .~"' fr 1·.-' ·3 nera' ' 'si sforza
IOIZJa ICI . .
d t definm;t. come «· parto-
·
sioni di contatto, di somiglianza. di posizione tra la sessualità riente ,. . L'investimento libìdico della <"astrazwne pnu agtre
a due livelli : il trofeo fallico, ma anche la testil·trofeo così
• pulizia • di cadavni femminili; si fora il v~ntn: enfiato di una m orta :
dando fuoco alraalazione d i • g;u mditico " si simboleggia il distacco
d~ll'anima... Ancor peggio re la collezione d'c Outre T ombe • praenfa, in un 0 · D • V edere anche F. Lehuycr. Pour 11nr n11i110nce sans
numero, donne nude in fregola che cavalcano i cadaveri. scegliendo i più . 159 p. c!t.. ::~. R nche ~r la madre dato eh.: r on el p:~rlu r e•.:•
virilmc:nt~ dotat i e i più irri~tiditi dalla morte:. Catani? Soddisfazione di ulolenct, Sc:u•ll!t~73. d~~gti~~ a(ba ml>lrao = f::tllo nell:l matrin): cll:t è allur:~.
la aua perso na 1 a an , • •
desideri sado-masochisti ci r imossi? • d ice Groddeck "respinta dall' essere vu~o 1 appa n rc • .
157 E: un po· quanto avviene nel Vudù negro-africano e nc:gro· americano cOm160
~ .' 1' bù'
11 Negn>-af ncanu. a l :tm n e o , w d tt mpens:l
· •
quc.ta
· l rr)ttura
l. l'n m · un
(Antille:, Brasile). 1 t tra i corpi della madre t dc1 la m >~ no: ' • ~·..r-
158 Stupri di donne o atti di automutilazione sessuale non sono ra ri in ~~a.\lgb~~~f~~ cr~s~:Jll:;;~s•~ al dorso della madre, suc( hiando il 5\"nO :1 vo-
tali . c~rcostanze. j:; i~ prcuo che . bisogna pagare .al!a vio!enz:~ . Ciò appa re 1 t · di notte le si an:iamhc:lla su! ventre. \
bcnrutmo nel film d1 Arrabal, V~t~a la Munte. v, SI vede. nella le! ta di un on~~·l Donde il costume arc:~ico di castrare certi defunti rc.r cnn~:~cr;um• ~
bambino, il sesso del padre torturato e poi ucciso in una prigione politica morte definitiva e· assicurarsi in tal modo che essi non r1turncrannn m<H
durante la !t'lerra di Spagna. Simholicamente strappato ad un toro, questo
pii'.. d' 1:1 ditT<'rcn~a Ira i sc~•i p1>ìrhC:
viene portato sanguìnolento davanti .alla folla conquistata. Vedere a nche la 162 Per lui in cffetti la mnrtc. .tst ru~gc
sconvolgente Storia di O. d i P. Réage, Bompiani 1975. si risolve nelr• Es. l'eterno fcmmmmo "·

500
frequeme ndle società arcaiche.163 t.. ora curioso rimarcare che i rapporti tra l'amore e la mone restano ambigui. _Per alcuni
i grupp i sociali « che hanno preso posizione sulla decapitazio- non ci può essere vero amore che ne lla morte: è t l tema ro-
ue sono and1t: sensibiliaati e intolleranti nei confront: della man tico per ~cc~lleuza, quello ?i
Tri_stall(l e _ l~na, di ~om~~
ca-;traziunt-. Que~ta è considerata come igno miniosa e immora- e G iulietta, dt Ftlemone e Uauc t. degls amanti dl ~layc::rhug...
le, lllt'lltrc sembra molto difficile presentare i fondament i mo- Quest'amore a d ispeuo della mone. .o_che c~is_te .)oltauw_ ~~ di
rali eh ~ rendo no illecita la castrazione (nel quadro del diriuo là della mo rte, potrebbe a\·crc tuu.a na una nsonama pttt ge-
rcpre~~tvo degli Stati) fmché lo jus gladii non è contestato dai nerale: « Il momento dell'eros rimanda a l mumeuto della
moralist i. Il diritto alla mutilazione della testa implica e in- morte e gli amori wagncriani r iftcll<H\11 il d ramma universale
gi(Jba q udlu alle ltllllilazioni parziali, indipendentemente da della vita degli esseri spec.:ializzati, » scrive ad esempio E. Mo-
ogni giu~tificaLio u e in nome dell "efficacia. In q uesta prospetti- rin. '~7 Ma è altrettanto vero r hc l'atto d 'amore ha anche un
va, la ~re lt a del modo. abbastanza insolito, può apparire rive- odore d i morte. Nessuno tneA"lio di C. Uataille ha compreso
l,u rice dd dt'sirlerio inconscio di sfuggire all'angoscia di ca- questa intima unione di Eros _e Than~tos, ~oprattutto al mo:
strazi.,me, sentimento estremamente primitivo che, tuttavia, mento dell'orgasmo: « Ella m t vtde: m l}llel ·momemo seppt
no n t.· fad le estirpare dalla sfera affettiva dell'individuo. D'al- che il suo sguardo ritornava dall"im p<.>ssihil c c: vidi in fondo a
tronde, il trofeo falliw riappare sapientemente dissimulato sot· lei una fissità vertiginosa. :\Ila radice la pieua che l'inondò
lo le fo rme pitt stiliz:t.ate; si rizza nel bel meno della capitale, eruppe nelle sue lacrime: le lacrime sgorgavatw dagli occhi.
pe reutw iame m e gi u~ti ficato delle raffinatezze c ulturali dell'ar- L'amore, in quegli occhi era mortu, ne emanava un fredd~
cheologia egiziana, accoglie a Lione la statua propiziatoria di aurorale, una trasparenza in c ui kggevo la morte. E tuuo Sl
Camol , mu proporzioni più modeste rispetto alle pretese fa- legava in quello sguardo eli sogno : . i nuyi _n udi. le dita che
raonich e. " ~ 1
schiudevano la carne. la. mia angusna e tl rH.:ordo della bava
La sessualità si alimenta di desideri, ma si sa che, simboli- alla bocca, non ç'era nulla l:he non comribu isse a quel cieco
camentt•, ogni desiderio è sessuale. o almeno i: in rapporti scivolare nella morte. » 1.,. Cosi la sc~sualità d i piacere realiua
molto su·eui ron la sessualità. Desiderio e divieto, pulsio ne
di vita t pulsioue d i mone, questa è la duplice inseparabile 166 • I poeti spesso hanno avuto l'intuitinne di una SC!l''' ct.t afJJilità tra
l'amore: e la morte ; ulvulta hannu identificato il cump!mc:ntu d~l pcrfet~o
polarità del nostro vissuto q uotidiano.165 Anche in questo caso amo re con la morte:. N el romanz:o di Trislano ~ lsutla,_ l amnrc, d1 prova tn
prova, s'avvia al suo compimento c questo ~umpom~ntu c . an eh~ una passmne.
in delinitiva una morte. La perfez1one ~ am~•rc: c m~nrc J an:•orc. _Qu~to
lfi:l Vedere H . Ga~t:tut, up. c ti .• 1!17:!. tema dell'eterno romanticismo non espnmc m rcalta nulla d1 arbitrano:
~~~ D r. M. Culin. ufl. fil ., in La m vrt et /'lwmme du XX• siècl~. Spes p«ché l'amore è: la forma s uprema dd mi~ inco1~tro con l'altru. Cuntc~po­
l !Jti.'>, p. ~-~~- r aneam ente non può n on essere la forma d t rcl~1~ne nella qu?lc scupna.m~
. 1!;:, L>i. fro n te alrtu. Curz.l v ita le unificante, la pulsiune di morte è guanto vi è d'imp ossibile nel nostro pmgdll~ d_1 mcuntr~re l a ltro. Pcrchc
l ult una rssuru pe r d~:s1gn.uc un log os che sarebbe nceeuariamente mulo se 1 amore, per essere autentico•. sup~onc eh~ st n~unus_c~ m ~odo aasoluto,
SI rid .:ccs~~ al suo stato limite, al puro m ovimento pred icativo che fa senza nessun tentativo ipoc.nta dz ncluz~one. l allc n~a . ~di altn~. ~JD<ll'c
J::usarc, attravc r~o la rupula, tutta la sostanza d i un termine nel termine qualcuno vuoi dir e amarlo ne~la sua rad1~_ale ~og~et~IVIta. ~be _nscbJa_ 01d
vicino ... Vale .1 cl ire c:hc il conllitto dell'ego e della pulsionc:, della difesa c ogni istante di es5ere la neganon~ ùdla mta, d1 J1~n1fìca_re ti m10 .~nmro­
del fant.l~ma di Jcsid~riu, n on è né la sola né l'ultima forma d ell'opposi" tamento. Amare qualcuno vuul ~·re ~ncora. donar" a I~1 : c n?n c c: for~c
lÌon~ l ra lq;amt c li berazione. A livello inconscio, nd fantasma - almeno un mo mento in cui il dono di se: puo s1gmfìcarc morte. Proprul sull<~ v1a
)C lu si vuole rapprc~cntarc d ivc:rs:unentc: c he come .. pura • c:nc:rgia dell'in con lro con l'allro, la morte p u ò fare la sua apparizione. Essa è real-
lib.:ra - hisoFna che si trovi un' a ltra polarità più fondamentale:: pulsionc mente questo sfondo minaccioso dcolla scoperta dell'alterità delle persone. •
di v it" t puls1onc di morte. divieto c desiderio ... R. Mc:hl, Le vieilliJSement d lu. mort, np. cit ., P U F 1956, pp. 28-29. Vedere
As,c:nl.a di ol(ni inconsrio, com<: di (Jgni mazzo la rosa. la morte vi ,; anch e: [. Lepp. op. cit., 19!i!i, pp. 166· 197.
r i_trova fune come la sua lo~ica più radicale ma anche più ster ile. M a t la 167 Op. e~t ., 1970. p . 313.
v_11a che_(:ristllliZl_.l i primi oggetti cui si. attcacca il d esiderio priJna che vi 168 Madame Edwarda, « 10/111•, 1!.173, p. $4. In La lnfJfl (op. dt.), G.
SI a~nn 11 • penstcru ~ (J. L01planchc:, Vtc et mort e11 psychanalyse, Flam- Bataille ci mostra una donna che, dopo la morte d_cllo sposo, ti abban~Oiloil ad
m:tri!>Jl 1970, pj>. 2 15-:! Hì). Da consultare anche B. Castet5 (op. cit., 1974, orge: sfrenate di sesso e di alcool. Ella dunque: .s' d.ì._ la mort~ per ~Jtro.-ate
pp. lìì sg".) sul 'inscpa rabilità dd desider io d 'a more dal dc:sidcorio d i morte:. il marito defunto ... " Per giungere: al fond o dcii cstast, dove Cl perd1am0 nel
Ricordiamo l'c:ccc:llcnte film di L. Cavani, Il portiere di notte (19H). godimento, dobbiamo sempre pornc: il limite immediato: l'orrore. Noa 101-

51 0 5l1
.,
il più sottile gioco possibile con la morte. Un gran n umero di definito. II fatto è che, dobbiamo ripeterlo, il Negro-africano
racconti si hasa proprio su q uesta collusione fra amore e mor- sembra aver esorcizzato perfettamente il tabì1 del sesso e quel-
te: il mito di Persefone, i m isteri d i Eleusi, l'« Arlecchino» lo della morte, q uesta « doppia oscenità ,. che perseguita l'Oc-
rlella commedia òelrarte italiana, chiamato dalle donne in cidentale...
punto di m o rte pen:h(· le sp6si ...169 Le associazioni con la morte (o a proposito della morteì d
l legami tra Eros e T hanatos compaiono così a l livello del introducono così n el campo d ell'immaginario e del simbolo m
vissuto (piacere e godimt"nto: 170 orgasmo e piccola morte, coi- un modo innanzitutto vissuto e spesso inconscio: e.~~e in sisto-
to erotico. o pornog-rafico): della rappresentat.ione (in opere no t u tte su di u n unico tema: l'opposizione v ita-'morte. L"ele-
d i n arrativa c sa?;gistic:a, pitl raramente in dipinti): infin e della mento d i mediazione u tilizzato (cibo, se.~~o. violenza, potere)
comprension e con le riAession i psican al itiche. 171 Nei prim i due significante O" significato secondo i casi, si divide dialettica-
casi quasi non superiamo lo stadìo delle assocÌa1.ioni primarie mente t ra i due termini dell'antinomia... Questa è la prind-
in cui il simbolo anirna soltan to il percepito-vissuto (così gli pale am bivalen za dell'immaginario: introdurre la vita nella
occhi di Edwarda evocano la morte). La psicanalisi rende pa- mo rte .o la morte nella vita per meglio assicurare il tr ion fo
lesi le ragioni profonde del rapporto t ra la vita e la m orte, che della vita sulla morte. Pert h é l'attaccamento alla vita non
sono b en in teso dell'ordine dell 'immaginario (senso comune) è forse mai così forte come a l m om ento in cu i si ris(:hia di
o del simhnlo (senso laran iano), mai in ogni ca~o dell'immagi- perder la. Ma capita a llora che il prezzo da pa~are sia più
nale. Am:he in ci() vi sono alcune differeme tra l'Occidentale pesante dì quanto si sperasse.
e il Negro-africano. Per q u est'ultimo una m o h o maggior liber-
tà sessuale, u na valurizzazione del cor po e del desider io, una n simbolico è una tension e t ra il segno (percepito, rom-
costan te preoccupazione d i r iprod ursi spiegano il legame co- preso) e il vissu to (dalla pulsione inconscia al rito minmiosa-
stante t ra sessual ità di piacere e sessualità d i riproduzione (an- mente regolato attraverso gli atteggiamenti e i comportamen-
che se è talvolta ignoto l'esatto rapporto tra il coito e la gesta- ti). Segno che rimanda ad altri segni, il cui senso ha potuto
zione), la rarità delle deviazioni sessua li. e soprattutto dell'a- perdersi nel corso dei tempi (rotture, sincret isrni), che i siste-
borto, l'inseparahi lità eli forza, cibo e sesso, la possibilità di e li- mi possono svuotare della sua sostanza, m a ancora segno uma-
m inare l'im p urità e la morte con un rito sessuale nettamente no u niversale, ch e ogni cu ltura può specificare secondo le
proprie esìgenze.172 Il vissuto della morte e l'angoscia. che(ché
tanto il dolore degli altri <l mio pcrsorwtle, avvicinandomi a! momento in
ne dica Marcuse, sono sempre esistiti ; ma n on è più lo stesso
cui l'orrore mi al! errerà, può farmi pervenire allo stato di gioia che si il modo di temerli. E sì è trascinati a dire che barattando il
confonde col delirio, ma n<,n. esiste neppure forma di ripugnanza della quale simbolico con l'immaginario p u ro e semplice,m I'On:iden tale
io nnn discerna l'affinità col desiderio. Non già che l'orrore si confonda con
l'attrazione. ma qualura mm possa inìbìrla , di9truggerla, l'orrore ra fforza
l'attra7.Ìnne. Il pcric(>lu pualizza, ma, se ~ meno forte. può eccitare il de~i­ 172 t:; questo il caso del Cristo, «questo morto vivente • vindtorc della
derio. Noi pcrveniamu all'cstasi, solo nella prospettiva, sia pure r~ota, della morte, divenuto Godspel, lésus sufu•r-slar ... Vedere in pr_oposito l"ìntcrcs-
morte ... " {La maim n d "Edwarda). sant~ opera di M. Oraison, jhus-Christ. ce morl vivanl. Grassct 19i~.
J(i!l Mac Clclland. stud ia ndo il complesso di Arlecchino, ba mostrato che 173 Ecco una testimon ianza di questa opposilione tra il rito africano ( in
le donne che sapevano tli morire avevano preoccupazioni erotiche maggiori questo caso afro-americano) e il più K hematico rito occidentale. "Nono-
rispetto a lle altre donne r icoverate in osp~dale. Vedere R. Menahem, o/Ji stante che i çomportamenti europei ed a fricani siano simili. la carica sc-
cit ., 1!)73, p.:~<) c Ar/("(fiiÌn. L"amiJitr d la mort , T opique. op. cit., 1973, pp. mantica trasmessa dal gesto afr icano è infinitamente più ricca. pii1 profonda-
229-2.36. mente umana d i quella trasmessa dal seppellimento europeo: il ~est\> eumpco
1iO La dist inzione non è sempre facil~. Come scrive R. Barthes, Le plai- consegna un corpo inerte alla terra inerte. polvere che ritorna p•>lnre. Il
sir rfu tc:de : Piacere/ gudimcnto: termìnologicamcnte, ciò ancora vacilla, mi gesto africano, al contrario, resta, ·almeno finora, alla grander.z<l de ll'uomo:
areno, mi iml~roglio. , 1':' o~~:n! _mod_o cì sarà sempre un margine di indcci- il corpo. hench~ separato ora dal suo spirito, resta sempre q1>clla cos~
siGnc ... Il gocJ.mento c on-dic lbllc, ontcr-detto. diversa da tutte le altre cose dell'universo: una parlicctla dì rn:H(ria inerte
l i l Dopo le opere già citate di Freud, d i Marcuse, di Laplanchc, va che era stata portatrice di una coscienza umana. l tamburi rullono ~cn1.~
ricordato l'ccccllcnle lavoro critico di N .O. Brown, tros et Thanatos. De- posa. Intorno alla bara si ver ificano casi di possessionc. Infine il m rpu di
noci 1972. Joao è riconscgnato agli Egun.s e la bara scende lentamente n~lb lorn
agisce a detrimento del suo equilibrio psichico. L'ambivalenza te... , credere, cioè, nella scienza e nella tecnica. Ora. come dic<"
si manifesta già a live llo del corpo e d elle sue rappresentazio· M . Oraison. c la aitica scientifica dei • miracoli ) aiuta a non
ni. L' uomo delle società industrializzate, nella sua sto t i.t, ha cadere più vittime dell'inganno del . meraviglioso . pitt o me-
perduto per due volte il proprio corpo, la prima a causa delJa no magico, ma a rercare. piuttosto il senso che i racconti, sim-
tradizione giudaica<ristiana e della sua teoria del peccato, la bolici o meno, vogliono esprimt.>re. ,.m Malgrado il rinnova-
seconda per colpa del processo capitalistico: meccaniizazione mento del campo simbolico riguardante la morte (mezzi di co-
e stereotipia di gesti in fabbrica o in una centrale telefonica. municazione di massa. letteratura, cinema), malgrado l'appor·
riduzione del corpo a forza-lavoro, a .una merce come un'al- to così fecondo dc::lla psicoanalisi che mette a nudo i meccani-
tra.1M Di conseguenza il ling'uaggio del corpo attraverso la smi simbolici dell'inconscio, l ' uomo ocrid emale si è in gran
cui mediazione si manifestano le pulsioni vitali non esiste più parte privato della dilesa dei simboli : i miti sono rari o dege-
se non in maniera derivata : sfrenate-.aa sessuale. frazionamen- nerano in scial be ideologie. le creden ze' " metansiche ~ si sem-
to feticista, impresa sportiva, evasione verso l'estetismo (fortu· plificano o suscitano sqrsa adesione, i riti !>Ì formalizzano e
na degli istituti di bellezza). Soltanto a livello di spettacolo ~oprattuno perduno mistero ( =
dt.>simbolizzaziune), rispetlare
(si vedano i Ballets du XX• siècle) l'uomo contemporaneo un periodo di lutto divellla difficile a causa del rifiuto della
danza la mone. Come siamo lontani dai funerali negro-africa- morte, l'allegoria scientifù:a entra pericolosamente in mncor-
ni e, probabilmente, anche da· ciò che avveniva in Europa in renza con il simbolo rappresentato e vissuto, i rapporti uma-
pieno Medioevo! si
ni commercializzano ... Pl:'rdita dei segni, ma soprattuuo per-
Certo, bisogna adattarsi al proprio tempo, seguire la correo- dita del senso d ei segni, datu che ormai l'uomo mette al centro
delle proprie preocnt pazìon i non se stesso ma la r icerca del
dimora, la zolla di terrl del cimitero divcRuta, grazir alle ferventi invoca- profitto, non l'umano ma il prodotto, non il valore d 'uso ma
zioni. terra d'lkur, dimora degli spiriti. Un secondo rito che si ~vo.lgc alla il valore dì scambio. t;: quindi giusto dire che il capitale sim-
$Oglia del cimitero civile dci Bianchi procede dalla steua convmz10ne IC· bolico si convene in capitale economico, per riprendere l'e·
condu cui b. parte di terra· che accoglie il corp<l di un uomo non è ugu:~le
a nenun'altra conosciuta: questo rito si chiama ugu. la cerimonia dd spressione di P. Bourdieu/1~ laS<:iando l' uomo indifeso di fron-
• permesso>. Con canti c con diverse preghiere, gli iniziati invocano i loro te alla morte. a questa morte che Jo spaventa più <:he mai, e
rispettivi Orixa. Do~andano loro il rerruen~ Jl<:C .Pulcr c~tran:: ( ~ul !a terra che egli rifiuta . 177
degli EgunH . • J. Z1eglcr. La murt a Gume1a. tit'ments d unt' thetme dr la
mort duns leJ thiocratieJ de la diaJpora africaine du Brhil, • L'homme et la
socit'té • . 23. 1972, p. 165. (Orixa = divinità, égun= spiritu dci murti.)
IH • Una certa ideologia dd corpo testimonia un'azione collettiva contro
l'angoscia fondamentale suscitata ~~la ,proble~atica incumci": della cas~ra:
ziunc. l temi. oggetti c parole, fdJCCl d uso um~cnalc pr?postl dalla soc•cl~
industri~izzata (borghese o socialista burocratJca) funuonano come scgn1
itcrativi privilegiati del diniego di cui parla Freud: dispo1ti come altre~­
tiUltc tentazioni, soluzioni o strumenti jXr quoto mcccamsmo finora conii·
dcratu < morlx>so > c individuale. questi segni-feticci'? suggcriacon~ l.a possi-
bilità di un diniego collettivo. socialmente 1fruttabtle. La trasmtmonc dd
codice ha i suoi canali privilegiati, sopriiltutto quando la <scienza> fornisce
una garan~ia difficilmente ditcutibik La moda si lascia decifrare, transige
c cede, segue il suo corsn di capriccio c di interessi. Al contrario. la medi-
cina, tramit~ una pratica che 1Ì unisce ncccnariamentc ad una pedagugia, 175 f ésuJ·Chri.<t, rr mort vivanl, op. ci t., l 973. p. Jìu.
sostiene un sistema di rappresentazioni del corpo compatibile con il tistema 176 EJquisu d'unl' tMmie de la fJTatique. Droz 1972. p. 21i.
dell'economia, con l'Ordine c i valori della classe dominante. Il corpo è 17i Nulla di più signifkativo a questo prO!)OSÌto. come abbiamo ~ià detto,
forza-lavoro c merce. Il feticismo della merce, nucleo ideologico dd discorso della sperann ncllil • sospensione criogenica-· Vedere R.W.C. Ettin~er,
dclla borghesia. non è altro che la struttura di linguaggio che maschera il L'homnat' nt- il immorlr-11, Laffont 19(i4; o, anche, A. Rosenfeld. L'homme
pluJvulvr(. li feticismo del corpo nasconde la COJtrozione. La medicina tra- Jutur, Gra~~et l!ìiO. In tal modo l'immaginarìo scientifico (aleatorio: non si
mu:tte questa doppia rappresentazione nella qualt si celano imieme i se_gni è anc<'ra tn:vato il meno di risvegliare ques ti morti congelati; si ignorano
di uno sfruttamento sociale e gli effetti inconsci di una carenza. • j.C. ~tli eff el ti ciel rreddn l danno delle cellule: cerebrali : costoso: a ttualmentc
Polack. li/J. cit., pp. 60-61. 5500 $ + 1000 S l'anno di mantenimento) ha soppiantato il 1imbolo rituale.
lJJ • CREDE NZE .E ATTEGG fAMENTf CONFORT ANTI: pia (mondo ideale) del desiderio che il g ruppo ha di peniu-
l JlUE CAM PI OF.J.I.'I'..fl\I A(;JNARJO rare ·senza fine. Sebbene occorra, a questo livello. riprendere
la distinzione tra antenati recenti, sempre nominati e che pos-
sono reinr.arnarsi o rinascere nei nipoti, e gli antichi antenati,
generalmente anonimi, tranne i (;randi Fondatori . l « morti
che rinascono ,. riflettono più direttamente un superatnt:lllo
ddla morte. Così intesa. la morte si definisce n))ne trausizio-
ne. passaggio, cambiamento di stato: essa è anche prova ini-
L'imrnagi?ario, pro babilmente perché risponde alte più ziatica (per il defunto che, avanzando nell"aldilà, deve vin-
profonde es_Jgenze de~l'inconscio, si esprime contemporanea- cere molteplici difficoltà, e sforzarsi di meritare il suo sta,us
mente. sul ~1ano de~ ~wuto-rapp1·estmtato (fantasmi~ creden- di antenato) o, se si preferisce. rinascita; diviene infine con-
z~ e smenB teologiCI o filo.~ofìci) e del vismto-agito (pulsio- dizione di rinnovamento (il vecchio impotente potrà reincar-
n l -:-+ .teud~nze, comportamenti -..,. rituali spontanei o codifi- narsi in un bambino) e fonte di fecondità (morte rituale:: dd·
<:at~ lttur~pcame.nte)..AI ?ilà delle differenze spaziali e tempo- l'animale) a scopo religioso (sacrificio umano, croci.fissior~e di
rali. po~sono evHienztarst 1111 certo numero di archetipi. Cristo). Tant'è vero che, come ha mostrato Ju ng, Cl trovtamo
in presenza di un archetipo universale che stmttura il pen-
siero « arcaico» (Matesi, Polinesiani, Amerindi. Esquimesi).
a) Crnlenu. sistl·mi di pensiero organizza la coscienza onirica, arricchisce la creazione lettera-
ria o artistica e dà un senso alle pratit.:he dell'occultismn, dello
Il se':flpl.ice fatto ~he ~uguste Comte, padre incontelltabile spiritismo e della liturgia cristiana di oggi.
del Posr tlv!smo, ahbJa potuto scrivere che l'Umanità e ra com.
pmr~ ~it't c.Ia mo rti eh~ da viventi, mostra chiaramente che gli b) Dalla morte negazione alla negaz:io11P. del/n mori t'. La
umnmt (l am~opologta comparata ci dite tutti gli uomini) morte, nel suo aspetto di negazione totale dell'essere. non era
hanno conreptto ed elaborato sistemi di credeme, talvol ta di ignorata dalle popolazioni arcaiche. Q11este. tuttavia, sembra·
una wmplessità prodigiosa, per pre!iervarsi dagli effetti dis- vano vedervi una sanzione, la più grave di tutte. che colpiva
~olw-nti . della morte.. Sembra che si abbiano di mira tre scopi gli individui colpevoli, ad esempio, di stregoneria: coloro ~:h,e
m partrcol~rc: ras~rc:ura~e l'f lomo. rivitaliuare il gruppo avevano subito una «cattiva morte », non conforme. nne,
~:o.n~olto e lmf>?~eJ:tto da1 decessi, normali:a:are i rapporti tra alle esigenze del costume (annegati o fulminati. donne morte
1 nvt (mondo Vlsthtle) c i morti (mondo invi~ibìle) . di parto, soprattutto in Africa) ; o anche le persone eh<'. non
avendo figli i quali offrissero sacri fìd do pc~ la. lo n~ . mon,: .
l. A lumi temi principali non sono riuscite a inserirsi nel mondo degh avt (.\ fru:a. C1·
. ~) Mort~·apparenza f' morte-rinascita. tlno dei procedimenti na. Insulindia); oppure, infine, gli individui appart e~1enti a
classi inferiori (antico Egitto). t<: importante, tuuavta , non
plll efficaci per conte.~ tare gli effetti annich ilenti della morte
confondere l'assenza di un luogo spec ifico per i moni. con la
è quello di farne un annientamento della sola apparenza sen-
morte·annichilazione: infatti, i Kamba del Kenya, se anche
sibile. <:ioi: dell'individuo. La morte diviene allora la media.
abbandonano i cadaveri. credono però che gli spit·iti dei mor-
7.i.on~. tra !.'individuo t' i~ ~ollett.ivo, considerato in quanto ha ti si insedino nei caprifichi, e non mancano, all'or.correnza. di
d1 ptu ~ohdo. ~a commuta degli antenati. Ci si potrebbe an- onorarli; capita anche che costruiscano .loro minuswle capan-
mra chl(~dere. m una pro.~pettiva di psicanalisi esistenziale, se ne perché possano proteggersi dalle intemperie. . .
la f~Jmtmità degli a.ntenati non sia la forma trascendente, ipo· Dalla morte negazione integrale dell'essere alla negaZione
statJZZata della COSi'H'n?.il citi gru ppo. una proie1ione nell'uta· de1la morte non c'era che un passo, e alcuni pensatori dell'an-
lic.:hità occidentale lo hanno compiuto. N essuna filosofia è an- Feuerbach, c una chimera, dappoiché essa non esiste se non
data più in là nel negare la morte di quella di Epicuro, noi- quando non esiste più. ,.J
ché, per questi, la morte nou è IIÌetJte. Fondendo il materia-
lismo di Democrito e l'ilozoismo, egli riduce l'universo ad un c) Sdrammalizza::.ìone della morte. Atteggiamer\to filosofico,
iusieme di atomi indivisibili ed eterni, ma diversi per misura certo, tua che non manca d i con cretizzarsi nel comportamento
c per peso: L'anima umana, che n o n è se non un incontro canneto, La sdrammatizzuione della morte fu ampiameme il-
fortuito di awmi rotondeggianti e localizzati nel petto, non Lustrata nell'Antichità . Nou è forse la posizione di Socrate?
potrebbe dunque- proprio come il corpo - aspirare a una Egli sceglierà di morire bevendo il vdeno per convincere i
qualsiasi forma d i immortalità. Secondo punto importante, il suoi discepoli ch e la morte non ha nulla di spaventevole:
timore della morte è ingiustificato: « Abituaci a pensare che c Io uedn o cittadi ni di Atene; io credo agli dei come nes-

nulla è per n u i la mone 1 poiché ogni b ene e ogni male è suno dei miei accusatori: e l.ascio a voi e al dio che giudichiate
nella sensazione e la morte è privazi6ne di questa. Per cui la di me nel modo che per me e per voi sia per essere il miglio-
retta umoscetua che nieme è per noi la morte rende gioiosa re. » 4 Non è forse, ancor di più. la posizione degli Stoici? Per
la mortalità della vita: nnn aggiungendo infinito tempo, ma Seneca, ad esempio, l'esistenza di q uaggi ÌL non è altro che una
togliendo il de.~iderio deH'immonalità ... Il più terribile dun- propedeutica per l'al di là. e: Come il gre~ubo materno .ci
que dei mali, la mone, non è nulla per noi, perché quando tiene nove mesi non per sé, ma per prepa1·arC1 a quel luogo m
ci .o;iamo .noi non c'è la morte, quando c:'è la morte noi non cui poi veniamo a lla luce già in grado eli respirare e di resiste-
siamo più. Non i: nulla dunque, né per i vivi né per i morti, re all'aria libera, così attraverso il periodo che va dall'infan-
pen.:hé per quelli non c'è, questi non .~ono p iil » (lettera a zia alla ven:hiaia, diventiamo maturi per un altro parto. Ci at-
Meneceo). Eliminare il rimore della morte per meglio apprez- tende un'altra nascita, un altro ordine di cose.» La m orte non
zare le gioie della vita, ecco la .saggezza epicurea: e: Ti ho pre- rleve spaventan:i più di quanto faccia la nascita; essa non è
venuto, o Fonana, e ho preparato le mie difese contro tutti i altro <:he la nascita a ll'eternità: " Lascia serenamente le mem-
tuo i segreti auacchi. E noi non ci daremo come prigionieri a bra ormai i n utili, e abhaudona il <:orpo in cui hai già t roppo
a lungo abitato ... Verrà il giorno che ti staccherà e ti t rarrà
te o a qualsiasi altra circostanza; ma quando verrà per noi il
fuori dalla coabitazione con questo sconcio e fetido ventre. » 5
tempo di andare, sputando disprezzo alla vita e' a quelli che
vanameme le si avvinghiano, abbandoneremo l'esi stenza, gri-
d) Dall'amo1talità all'immortalità. Essendo la morte. so~o
da.u do ad alta voce in una g loriosa canzone di trionfo che noi
eccezionalmente distruzione totale dell'essere. sembra assat d1f·
abbiamo vissuto bene. ,.z Di conseguenza, tutto cessa con la
fusa la credenza che la persona (o piuttosto i suoi costituenti
morte, e il timore dell'aldilà n on è che un timore vano. Si è
privilegiati) abbia la .possibilità d.i p erdurare. Questa amor~a·
potuto dire di Epicuro che non soltanto aveva atomizzato il lità che frazer defi ntsce come « tl prolungamento della VIta
cosmo, ma che aveva anche e soprattutto annientato la morte: per un periodo indefinito, ma non ne~ess~riam~nte eterno,.,
« La morte non è: in sostanza che un fantasma, » dirà più·tardi è generalmente concepita dalle popolan?m tecmcamente arr~­
trate unicamente sul modello della VIta presente. I mortt,
nell'aldilà, mangiano, bevono, provano sentimenti, sono ca-
l " Plliché la morte è il vero scopO" c termine doHa nostr:~ vita, da qua!- paci di passioni, e perfino si riproducono! La morte, infatti,
(:hc anno ormai io mi sono tanto familiariuato con quc$!a che è la vera c
migliore amica dell'uomo, da non sentirml più spaventato dalla sua imma-
gine. ma anzi profondamente tranquilliuato e consolato! La morte è la
chiave che ci schiude la nostra autentica felicita • (ultima lettera dì Muzart 3 La morte e l'immortalità, C11rabba 1934, p. 7_7.
al padre. 4 a11ri le l 7N2). 4 Platone, Apologia di Socrale, traduzione d1 M. Valgimigli, Laterza
2 Citato da ]. Choron, La morl ft la pnuée occidentale, Payot 1969, 1966. .
p. 49. .; In M . Hadas. Thr Stoic Ph1losophy of Sene<a, Doublcday 1958, let-
tera 102'.
sì definisce, ricoi"diamolo, come un passaggio, una transizione, t. così che possiamo leggere queste due parole scolpite sul sar-
una sorta di vita che prolunga, in un m odo o nell'altro, la vita c:ofago di Seti l a Tebe: «Resurrezione, Etern ità"·
individuale. Essa, in questa prospettiva, non è un'idea, m a I n nessun altro luogo forse come in Egitto il diritto all'im-
«un'im magine, » come direbbe Bachelard, «una metafora del- morta l ità è stato r iconosciuto agli uomini con tanta fede c
la vita, un mito, se si vuo le. • 6 Questa cred enza è presente iri convi n~ione . Inizialmente r iservato soltanto ai faraoni. fu
modo particolare nelle culture animistiche dell'Africa nera : poco prima dell 'anno 2000 esteso a tutti gli Ef1; iziani. La morte
anime o frammenti d'anime, principi vitali, doppi, possono, non solo non distrugge l'anima (/m) ma neanche il doppio
infatti. essere amortali, si conservano con modalità estrema- (ka), ·che sembra costituire quauto vi è di pit't profondo nella
mente differenti e possono stringere con il vivo rapporti molte· personalità d ell'individuo, pur essendo remanazione di un hn
p1ic i e svariati.' Tuttavia, ci sembra di essere di fronte ad una fami liare {vi si è vista l'individua lizzazio ne del ;\lana). Questa
credenza universale: Ka degli Egiziani, Eidolon d ei Greci, fede ru:ll'immortalità spiega probabilmente la cura minm.iosa
Genius dei Romani, Rephai"m degli Ebrei, Frevoli degli anti- volta a lla conservazione de l corpo che in nessun caso poteva
chi Persiani, corpo astrale degli spiritisti moderni. rappresen- essert: mutilato : di qui le tecniche di imhalsamazione e di
tano elementi che sfuggono alla distruzione. mummifi<:azione, di qui la deposizione del del'ullto n ella« casa
d'eternità » con al imenti, abiti. figurine a tutto tondo (con-
L'umanità, t uttavia, ha conosciuto in periodi differenti, a
cubine, sd1iavi, 11chebti (.:he ~volg-essero a ll'ocnJrrenza i diffi.
seconda delle società e d e lle ere di civiltà, un m utamento
. ciii compiti imposti dalla divin ità). Il nome del rleltmto (che
profondo.8 lnnanzìtutto, il mondo d ei vivi e quello dei de-
fa anch 'esso parte della sua personaì è scolpito sul rno11umemo
funti si differen ziano pi ù nettamente nello spazio (localizza-
funerario, e òù permette ai sacerdoti e ai pa~santi di evocare
zione dei morti), nelle modalità di vita (i defunti perdono
lo scomparso mentre un geroglifico (uccello con testa umana)
cert i t ratt i antropomorfi) e nei rapporti (le manifestazioni
ricorda l'anima d e l defunto che vola accanto a l sole. SOf:!;~Ì orua
dei morti si fanno p iù discrete). In seguito, alcuni defunti n~ll e oasi o risiede sotto terra. l miti stçssi a iut;uw a lll~·g-lio
privilegiati (fondatori di clan, capi) raggiungono lo stato di comprendere q11esta volontà di sopravvivcr.e e questa ~n mfi­
grandi anten ati, poi di eroi civilizzatori o di demiurghi, infi- nata fiducia nella vita pitt forte della m orte. 1:: uota la rnèr:ni.
ne di divinità propriamente dette, creatrici, onnipotenti, che glio~a leggenda di Osiride, ~aggio ~ovra no che faceva rq.{nan·
n on stmo mai nate e che mai m oriranno. Infine il tt doppio» la giustizia e assic11rava nel suo impero, esteso su tutta la ter-
si interiorizza. si spiritualina e diventa un'anima immortale. ra, l'armon ioso sviluppo d elle arti e dell' industria. Il fratel lo
Seth , geloso, lo massacra e d ivide i l suo corpo in quattordici
pezzi che getta ai quattro angoli dell'universo. Isidc, sposa t'
6 E. Morin. op. cit .. 1!.170. p. 22.
7 L V. Thomas. Cinq eHais..., up. dt.. 196R.
sorella di Osiride, ran:oglic le sparse memhra del m arito. ridà
H • Una volta non si moriva. - è stato detto; più ~altamente: la mo rte loro vita e, d istesa su l corpo resu scitatn, fonn·pisce llll f·i~lio.
aveva cumc: cau'a un principio malefico estraneo. Cosl il d estino colldtivo Horos, che più tardi vendich erà il padre. Osiridc, dio IJ(~IIÌ·
veniva, per riprendere l'c:sprc:ssionc di A. Fabrc:-Lucc (op. àt., 1966, p. 80),
sco m posto • in una serie di disgrazie particolari ... ciascuna delle quali gno e rispettato, regna ormai sull'impero dei morti; · \'Ìt·nc
pa rc:va evitabile. In cambio si dimostrava immortale: la collettività che pro- rappresentato con i uatti di un uomo dalle rarni colm \'t:nk
seguiva verso il proprio destino al di là dell'inesorabile successione dci pro- (simbolo della vegetazione o vita). avvolto in una \Tstc luue-
pri tn(;mbri. dascuno dci qua li non era se: nnn un pallido riflesso dd tutto
collettivo. Poi in u n secondo tempo 1!: anime dei capi, degli eroi fondatori bre (çhe·ricorda la morte). Cosi la morte più orribile c disiu-
ebbero accesso all'immortalità indi viduale poichè si riteneva che: que.•ti tegrante pni> essere vi nta. « l ndimenticah i le vittoria che si cf-
penunaggi privilegiati incarnassero l'anima collettiva dd gruppo. mentre
gli altri mc:mhri de lla <Ollettivi tà continuavano ad accontentarsi dell'immor- .. r"onde sugli uman i. Che gli uomini imitino il dio t·ht· llltlHH',
talità ro!ltttiva. - L'estensione demvcratica d ell'immortalità a tutti gli indi· che partecipino alla sua passione, che si a llìdino a lui , nel
vidui si r~a.lizzo fune grazie: all'oppos.izionc della famiglia patriarcale, in corso delle cerimonie di mistero in cui il dramma di\·inn <.·
quantn umta della nu.,va struttura soCJale,. (F.M. Cornford, From religion
In f•l•ìl•m l{>hy. Ncw York. HaTJltr 1957) . rappresentato e tli.wtlo: allora conosceranno. al di (;ì del la

. 520 521
._,.
mortt'. l't·terna giovinezza. il cor po glo rioso e imperituro, la r.ome il tempio invio labile ed eterno dello Spir ito Santo. .,.
\<.'J:l immo nal ità . » 9 Per questo gli eletti avranno dopo il g iudiLio univehale un
l .a hlo.~oha ~ reca. a s ua volla. ha fatto d ell'immortalità della corpo risplendente, perché ciò che i: stato quaggiù un taberna-
anima una id~a -l'orza d ei suoi sistemi : il Fedone e il Fedro colo vivente n on può mai scomparire del tutto. Certam ente,
di l'latollt: ~ono fl)rse i pitl grandi inni alla gloria dell'ani- la prova della m orte ì.: qolorosa, o spaventosa. ma i ni.stiani
ma 1 lw 110 11 IJUÙ pe ri re. f.. nolO, d 'allronde, il precetto b u.ddi- hanno quanto basta a vincere il ti more. Pen ;h é. dice an cora
sta: « l .'uomo no li è:, <.:ome la banan a, un frutto senza n oc- Pasca! : « Senza G esù la morte è abominevo le, ma con Lui è
ciolo, il .m o corpo comiene un'anima immortale.» l defunti una cosa santa, dolce e gioiosa per il vero <.:red en te. " Se mo-
non 'iono forse. per i Kabili , g li « ilakherter1 »,cioè le «genti rire equivale a valutare quanw si perde u la perdita in sé,
lll'll'ctcrn ità,. ? Ba..,ti, in fine , ricordare in quale m isura i fi lo· l'animale m uore m eno di noi e la pian ta m eno dell'animale.
snf1 ,. ;piritualisti f' le religioni .'\alvific:h e (Isla~ , Cristianesimo Se la stima si basa su ciò che si guadag n a, n ulla uwore m eno
., uprattuttn ) abbiano svil uppato e approf~nd tto la . credenza d e ll'uomo. Questa riduzione al no n e~se rt:, ch e la mone è,
ncll'imntotulità ddl'anima, aggi ungendovt una n onon e nuo- diviene il m ezzo adeguato re~" riscattare il perduto attraverso
va. la rt'SIIITt:Liunc. la mediazione della morte d d Cristo (morte feconda, quamo
nessun'altra), perché questa è "l'azio ne totale della vita del
t:) J.a n•s~trrcz. io tt (1 dci morti, mediazione per la _vera vila: Cristo, l'azion e decisi va dd la sua li bcrtà. la piena i ntegrazìmte
l .'an itlli smo d e lle società arcaic:he, a h biamo deuo, s1 sforza d1 del suo tempo totale nella sua ctemità umana. » Ju tal modo
n~ga l'l' la ~ ~ 1ortt' <:olleg-andola ad una pri -.:azione esisten ziale, la morte è simultaueamente « il culmiuc d ell'estrema impo-
l't~sis t t' llla ('.'isendo qut:lla dell' individuo, piuttosto ch e ad una tenza dell'uomo» e «la più alta azione d ell'uomo ». 11 Il pec·
uq~:•Ji<~nt' esstn1ia le: distruzion e (~d, tutto a~par~nte che è cato ha introdou o la morte, ma la R ed enzione (morte vinta
l'l o, n.ai distruzione tli tutto. Pe r 1 Negro-afncana, ad esem- per eccellenza) permette di trascenderla e la m orte diventa il
p io, 1:1 'iw nd ~cuso p iù f1 ~r.te w~n è individua~e o .~eri_v~ta, e passaggio necessario per raggiuugen· Lmteuti{·a salvclZa costi-
la u:on t a~isre sulla mamleslaZtOne secondana, lmd1 v~d uo. tuita dalla vi~ione di Dio. Il tema dd b risu rrezioue dei corp i
Couq: lr-i ametllt. divena~ ~a posi~i.one d~i _fì!o:wfì_ e ~e1 t e~ che saran no accompagnati dai ruh o « solli sotti li ,. costituisn~
lo~i do.·< i~:t:.u·llt<' pcrsoualtst1. Nt:llunposslbthta dt drmentl· allo stesso modo un' idea fondamentale deli' Jslam: anche iu
ca rt: la mollt' e i suni effetti annientan ti. non resta loro che questo il ritorno (ma'iid) presupporrà, durante il giudizio
una ~o la ~\'l'lll ua l ità, la risu rrezione : 10 « I vostri morti vivran- universale, la resa dei conti (hisa/1) c la pesata (m him ) d e lle
no. i loro rorp i ri!lu~<· ite rannn », p rofetizzava Isaia. La risur- azioni umane: « C h i avrà raggiunto il peso di un atomo d i be-
reziolll' d ei corpi non t; forse l~ creden~ p i Ì1 co_ns~lame, dato ne lo vedrà ; ch i avrà raggiunto il peso di un atomo di male
d 1c riabilita il corpo c l'assooa al desuno dell amma? Come lo vedrà » (Corano, 99, 7-~). C reden ti e infedeli dovranno
seri vn•a B. Pasral a proposito della morte del padre (lettera passare sul ponte d el Siral, « sottile come un cape li1J e taglien-
a Ila M li t'Ila (;d berte, del 17 ottob re 1651 ) : « Non consideria- te come una lama » (hadith). gettato sul la parte superiore d el-
mo dt•H<ple più la morte w me d~i _pagani, _ma co~~ d~i cri: l'inferno: D io aiuterà i giusti; i reprobi ,pio mberanno nella
)\tiau i. rioC:· nm la ~1:.eranza ... perche e lo spectale pnvtleg10 d et geh enna. Ma, contrariamente al cristian esi mo, neii'Islam no n
rri-;tiani . !'\on nmsideriamo pii• un (Orpo come una carogn a c'è redenzione e la visione d i l>iu (ru'yat Allah) twn sembra
infett.l per('lté la na tura ingannatrice così lo configura: ma costituire, salvo eccezioni, l'essem:a dell'ctcrua beatitud ine.'~

!l E. Mnrin. of'· ,.;,., HJ70. p. 200. • . . . Il K. Rahncr, citato da Fl. Galwri au, in il1tavit•w Sllr fu mori, Ldhicl-
Il! l.o:gg' re C h. Kannrng icsser, ,Poi cn 1~. rcwrrcc!wn, R~'Jilrrrc/! 011 rle
111 f1,i. B,:;u 1 ('h~uc I!JH ; T1m. H.C. Van E1!k, La rrsurrrctw11 d rJ 'rlorl~
leux 1967, p. 102. ,
( /11·: In J•ht .< afm.il,.li<tU<'.f , Bcau ~hcn( 1974 ; Cl. Tresmnntant, lntroductwn a
12 L. Gardc:t. L'l•lam. religùm et cmnmwwutt:, De~cltc dc Bruuwcr 1970,
pp. 9!i- 107. Vc:J ~rc anche J.P., L't•sp/ mmt• rl'ligù•" -''' mlll'/ t'/ rh ,,,..,;,l,
(a 1/,:,,/oj!iC' <lnrtil' tUH' . Seui! 1974.
sottn la voce • Mo rt • . Encyd"pat'tiia U rlivf'Twlis.

5ll
52 .)"
{J l .a fusioru~ nell' Uno- Tu tto. Le tesi fondamentali d el l'abisso dell'al di qua e de11'aldilà rispetlo alle metamorfosi e
Brah manesimo potre bbero così riassumetsi: identità dell' io alle manifestazioni, l'abi.'~So dell' unità e dell'indetermina7.io-
profonciu (ntman) e del principio fondamentale dell' universo ne: è l'abisso della realtà prima. anteriore a llrah man stesso:
(IJraltman): trasmigra7.ione delle anime (samsdra) in rapporto per dirla altrimenti, questo nulla è l'e~se re pu ro a~~l luto • ."
di retto con gli an i delle e.~istenze a n teriori (karman); la sal·
vezza (m okJha ) consiste nella liberazione del karman poic.hé Tali sono le principali credenze con fortant i concepite dal-
il perpetuo ricominciare l'esistenza è un perpetuo ricomincia- l'umanità n el corso della sua storia •~ e sulla l' \IÌ trama s i sono
re la sofferem.a. Cosi, a l di là del m ondo delle apparenze P. potute ricamare infi nite variazio ni. Per il mo mento .abhi:tnln
delle es i.~ tenze inrli vidualizzam i, bisogna raggiungere il vero parlato soltanto delle concezioni della morte e abb1amo tra·
a~~oluto : l'tilnmtJ-/Jmhman, d ato che « quanto è nel fondo d el- lasciato i grandi sistemi mitici e la y;rand issima varieta rli wn-
l'uomo e quanto è ne l sole sono una sola e -medesima cosa •· cezioni teologiche e filosofiche. Tutto <.:Ì(l conferma a qual
Per giungere a ll'immortalità (nel Brahma), bisogna distTUK· punto gli uomini abbiano quasi sempre rifìu~ato di nedert'
gere in ~é ogn i evenwalità di desiderio. « Come i fium i, dico- all'assoluta negatività di quella che Paolo duamava la " r e-
no le Upa11ishad, confluiscono nell'Oceano e, perdendo il loro Rina dei terrori ,. .
nome e la loro forma, diventano l'Oceano stesso, cosi il sag-
gio, liberato dal nome e dalla forma, si perde nell'essenza 2. L 'O ccidente oggi
radiosa rlello Spirito, al di là dell'aldilà. Chi conosce Brah- I sistemi di difesa contro la morte co nosci o ti eta II'Orciòen te
man, l' Essere Superiore, diviene Brahman lui stesso. » d'oggi procedono - di ~olito sommandosi ~ sia d allil !t'de
Se il Brahmanesimo ha di mira il sequestro dell'Essere, il
Budd ismo si strappa piuttosto dal timore del divenire : c Là. 14 E. Morìn, ""· rit .. 1951, p. 236. . . . ..
J.'i Bis.,gnercbbe anche ricordare a tema d~ll d crno ntomn ~e1 femn
la sostanza scn1.a causalità; qui. la causalità senza sostanza. •'l e dci Caldc:i (è l'immagine della fem ce ch.e nmuce d;~ l !~ pn•pne . ren,•n l:
Per i l Uudcta esistono soltanto degli stati che si ~uccedono per illustrato dai filosofi. dagli Stoici fino n N•ctzschc e a (,uyau: 'S1•nv gh
costituire u n moncio e un io illusori, mentre la sete d 'essere ammali che prores3ano quanto Zarathust~a a veva dcttn. ma Zarathustra
steuo non vuole più intend~re l'Eterno R1tomo cnme lo ca n tan" le hc.~t •c :
«che r on<i uce cii rinascita in rinascita accompagnata dal pia- <Vedi. noi sappiamo ciò che t':l i!'!cgni: c~e !~ttc le cu!c: et~rn:uncntc nh•r-
' ere e dalla hramusia che trova qua e là il proprio piacere,. nano c noi con esse, e che no1 s1amo sta h g•a. etcr!'c v_uhe. ~.. tutte l~ ~us~
Cl•n noi. Tu inRgni che:: vi ~ un anno p-ande del d•ven lfe. un 1mmens1!a ~~
non puù d u• getu~ rare sofferenze e tonnenti. l.a saggezza. que- anno grande: esso. come una clessidra. clc~c se'!'pre dì nuu vu ~nvc~na rs':
~ta volta. non p uc'l es~sere a ltro che c l'annientamento del de- per potere. sempre di nuov_o . scor~e.re c 6m rc: d1 . ~corre: r.: ; - s1cc~c tut.'.'
siderio, l'annien tamento rlell'odio, l'annientamento del turba- questi an m sono a se stent 1dc:nhc1, nelle co1c p•_u g rilncl• ~ome .n~ Ile: p•~
piccole. - sicché anche noi. in o~ni anno grande. u:tmo a no• stc5~a ulcnlaca.
m ento • e in ciil si ri50lve il Nirvana. Dato che la vita, dun- nelle ecu: più grandi come nelle. pi~ piccole. ~ se tu. Z~rathustra. o ra
que il de~iderio. comporta necessariamente la mo rte, e che la volessi morire (...) ma le tue beshe h prega no d a no n mura re ancnra! T u
rina!ieita (reincarnazione, metempsicosi) non fa altro che rein- parlcrati senn. t_rcma_rc, ~nti ~on un sol_li cvo di beatitud ine (...) Ec~u che iu
muc io e scompa1o. duesh, e m un ~thmo sono un nu~ Ja. Le ;~_mmc: ~ono
trodurre la sciagura di liÌtlere-per-morire, il Nirvana appare mortali come i corpi. Ma il nodo d1 cause. nel quale Hl suno Jnlrc:coillo.
com e una protesta nmtro l'inevitabiliù della morte (indivi- torna d i nuovo (...) lo torno di nuovo. con questo sole. cun ~ucsta ter_ra. n•.n
questa aquila, c~n q~es.to sc:rp~nte - non a una nuovo1 Vll3 11 a ~·ta ~~ ­
duale e individualizzan te) : ormai « il torrente dell'essere è ar- g!iore o a una v1ta s1m1le; - 10 to rno etc:r.~a m.entc: a q uesta .~t.css~ Hltnt1ca
restato, la rad ice del d olore è distrutta, non c'è piì1 rinascita • · vita, nelle cose più grand• e anche nelle pau .PICcole, .affmch~ 10 ~nsegm d!
l n tal modo, e ma lgrado presupposti metafisici di versi, nuovo l'dc:rno rilorno di tutte le cose ... >. L eterno rt!llrno 1n N1etr.s\'hc e
diverso da quello degli lndù c dei Babilonesi ; certamente. m~ n u n i.· per
Brahmanesimo e Buddismo rifiutano l'esistenza individuale a nulla simile alla rcincarnaziòne e alla rivitalìzzazione - ~u~tanza ft•r7.a
vantaggio della grande vita cosmica (il che non può non ricor- dti pensiero. africano-. Innanzi. tutto, per Ni etzs~he l.'ani~a è m~)r\al e. inoltn·
l'interpretazJone dcii eterno ntorno data dagh an1ma h nom r ~sattamente
dare la morte materna). Il «nulla" del Nirvana. « è dunque quella di Zarathustra che:, ,_alla fine del Convalcscc.nte. .nnn . du:~ 111t ntc:
((i si rc:nde conto che. nell mtesa tra Zarathustra c 1 su01 an1mah. ~~ nta
un fraintendimc:nto. come un problema che gli animali non wmprc n rlronn.
l ~ O!clenherg. I.r 8mufrflm, Alcan 196~, p. 2Sl . nnn cnnoscono> ~ (G- De!euzc. Nic'/:uhr rl In flll il"·' "/dtir. np. ril .. p . .~1).
cnst1ana (morte e peccato; liberazione e Redenzione, R esur- modalità concrete dell'esp~rienza: « La certezza che l'uomo
rezione e vita eterna), che, come è noto , subisce attualmente non è un semplice meccanismo, ma ha un'essenza spirituale ed
una doppia. crisi (contestazione dei dogmi e dell'autorità ec· è destinato alla sopravvivenza, ci è data da due tipi di prove :
clesiastka; sensibile calo della pratica e della frequenza ai sa- le prove indirette, derivanti da fenomeni come quelli di tele-
cramenti), sia da una mitologia popolare che si ri fà spesso ai patia, chiaroveggenza, premonizione ecc... e lt> prove dirette
dati d ella scienza (sopravvivenza del singolo nelle sue opere: provenienti da manifestazioni mediani<:he verbali o stritte, da
immortalità sociale, fama, tecnica delle « times .capsules »; apparizioni o da visioni, o anche da certe allu<:iuazioni. Al
oppure. ma in maniera parziale in conseguenza della ridu- momento attuale, siamo in grado di affermare che umi questi
zione cromosomica, nella propria discendenza: legge dell'ere- fenomeni fann6 parte dell'eredità universale dell"uouw. Cia-
ditarietà). contaminati con i vecchi archetipi dell'inconscio scuno di n oi può essere testimone - .~i a purt:' J.>t'r caso. Alcune
collettivo (timori del cannibale, onnipresenza di Thanatos p ersone non vi prestano attenzione (' li rifiutano re legando! i
dal cuore di ferro e dalle viscere di bronzo, tema della crea- n ella categor ia del , bizzarro '• d ell() , strano.. dd , curio-
zione legata all'immolazione di un vivente primordiale: dea- so >, ecc ... T unavia altri sono con maggior frequenza oggetto
madre, fanciulla mìtica, maschio cosmico, gigante ...). N urne- di questi fenomeni e vi attribuiscono maggiore importanza.
rosi sistemi filosofici fondati sulla nozione di sopravvivenza e l o mi sono convinto della loro verità ormai da mo ltissimo
di morte armoniosa sviluppano anch 'essi questa esigenza di · tempo, essendone stato io stesso l'oggettto e il testimone q uan-
conforto. 16 Il ricorso al ricordo d iviene un mezzo efficace per do riguardavano parenti o amici. Proprio studiando ohbiet·
assicurare il nostro « desiderio d'eternità ,, secondo la for- tivamente ttttte queste prove si i: fondata la mia convinzione
mula di F. Alquié : "t il ricordo che aiuta la risurre2.ione: i ch e l'uomo sopravvive dopo la m one. Le m ie esperienze per·
morti restano di questo mondo fin tanto che li custodisce la sonali furono tanto dirette c.:he indirette. Seppi che l'uomo era
nostra memoria. » 17 La proposta del dr. H. Larcher, di cui capace, in determinati momenti, di trascendere lo spazio, il
abbiamo prima parlato,11 mirante a creare una mnemoteca, va tempo , e talvolta lo spazio e il tempo insieme, e <:he era vera-
interpretata nel senso d i un'esigenza di immortalità in seno al mente un essere spirituale: rapace di sfidare la morte. »l() « Un
gruppo sociale. po' dappertutto nel mondo si ritiene che i defunti siano in
La credenza che i defunti sopravvivano è profondamente grado di manifestare la loro presenza (o la loro collera) attra-
radicata presso alcuni Occidentali/1 vissuta stavolta secondo le verso fenomeni cosmici, eclissi, temporali. tempeste, siccità... : 11

16 Non vanno dimenticati a questo punto gli interessanti lavori di filo- piricamente probabile; d) non solt;:mto logicanu:ntc po~sibi k, ma anche em-
sofi come Nédoncelle. Mounier, Maritain. I loro apporti mostrano che l'im- piricamente provata ; e) logicamente necessaria (p. 2H).
mortalità non comincia con la morte, ma. con la nascita perché « l'essere per 20 H. Addington Bruce, Puurquoi je crois tÌ la Jllroivance, in M. Ebon .
la morte • è soprattutto un • ·eucre per la sopravvivenLa •: E la_ vit~ si op. cit., Fayard 1971, p. 231.
trasforma in sopravvivenza proprio attraverso la durata VISSuta mtenor- 21 Ecco due testimonianze:
mente che procede totaliuandosi. Nella creazione, l'attività UJ?l~na si ins~r~ve - « La maniera con cui un morto viene trattato non ~ senza corrclaziont
visibilmente attraverso la permanenza.. Allora soltanto ogm Istante d1 m- con quanto avviene nella · natura: "fciamàsù Koà, imprudentemen te bene-
teriorità degli uomini immersi nello spazio-tempo li fa rientrare un po' detto da uno zio utcrino. può provocare un'alte:razione nella ulute biologica
di più nell'immortalità. del popolo, così come l'errato orientamento di ·chi giace nella tumba rischia
l i Belline, op. cit., 1972, p. 14. di ccmportare perturbationi mctc:orologiche. Un disordine naturale può
In A( rica nera cì ~;arebbe, in questa prospettiva. una duplice immortalità: quindi currispondere ad un qualche torto a danno dell'ordine culturale: che
un'immortalità individuale che è quella degli antenati con un l"ltlrne, 3Ìano prc.scrive il pesto dei defunti in seno alla società (o. c (a lo stesso. l'atte;:-
essi recenti (che sfuggono alla morte escatologica) o illustri (re, capi. fon- giamento dea vivi di rronte ai dcfunt i). In un caso preciso, abbiamo anl·he
datori di clan). t un'immortalità collt:ltiva (antenati lontani e anonimi). n~;tato il rapporto stabilito tra un'anomalia de lla natura ed un esempio di
l 8 P arte 1, capitolo 11. morte violenta: si tratta dell'eclissi del 2 ottobre 19;/9, a proposi to dell a
19 Seçondo C.J, Durasse, ci tato da Nils O'.J acobson (La vie après la quale corse voce più tardi. a Boum Kabir, che era cuincisa con J"uccision;:
mori, Presses dc 1a Cité 19i3). vi sarebbero varie possibilità: la sopravvi- di quaranta negri a Dii.rfour. Inversamente una pioggia benefica può mani-
venza può es.sere: a) logicamente impossibile; b) logicamrnt~ possibile ma festare ai vivi la soddisfazione di un morto seppellito da dicci anni. » (Cl.
empiricamente impouibile. o almeno poco probabile; c) logicamente cd em- Pairault, Boum Le Grand. lnst. d"F.tno .. Parigi 1966. p ..'H2).
ciil dimostra a qual punto l'uomo sia disposto a far di ogni - e in questo senso si accosta al Super-Io - porta la consola-
erba un fascio, chiaramellte appigliandosi alla minima coirÌci- zione tra gli Occidentali. Ma ciò che, per i primi, è ammes.m
denza.21 I fantasmi operano anche sul piano a llucinatorio: si collettivamente, diventa, per i secondi, l'eccezione (restrin-
odono voci, grida. rumori e scricchiolii. si percepiscono soffi ed gimento del campo dell'immaginario). ll Negro-africano, in-
odori, luci. sagome itHlistinte (qualificate allora come ecto- fatti, c comunica • facilmente con i defunti del clan (evo-
plasmi). Senso di una pre'ienza, dialogo con se ste~.~i (o piutto- cazione, divinazione, scambi di cibo e di donne, dialogo nel
'ito om una parte i~norata di se stessi assimilata a ll'altro scom- corso dei sacrifici ...);~ l'Occidentale, al contrario, puù farlo
parso) e anche. si dit-e, dialogo con il morto stesso,u diretta- soltanto se possiede uno sp«iale dono : 211 c Ho praticato que-
memc o tram ite llll meclium (la persona che si manifesta sto sdoppiamento che è una ripetizione generale del feno-
dotata in tal senso viene ch iamata c comunicatore » = c:omu- meno che viene chiamato morte e che conduce verso la pilt
ll i cutf'IIT, ecco le siwazioni su!ìcitate dall'immaginario . Il ruolo grande Vita... In questa m editazione, che è una disponibilità
benefico del defunto non è meno evidenziato : fonte di ric- ad accogliere il sovra-sensibile. si sviluppa anche il t erzo
chezza. di pare. cti Fecondità per le donne e per la terra tra i orecchio ... Per noi, si tratta di suoni non figurativi. Assomi-
Negro-africani. moltiplica gli avvertimenti, i comigli utili 24 gliano a quella musica delle sfere segnalata dagli astronauti ...
Secondo la tradizione del Tantra 17 vi sarebbe in cii'> una mani-
·• Il venerdì 19 mar'o alle quattro dd pomeriggio, J n;w rese l'anima a festazione (... già in parte degradata) del Verbo pr.imordiale.
Dìu alla Clinica di San Paolo. Ndlu stcuv momento, unn tempesta !COp-
p"lava su Caxia~. il tuono rombava sul Mirili r i lampi squarciavano il cielo L'avvicinamento dei due mondi è un fenomeno di risonan-
sopra Gomeia. Il fatto è confermato da numerosi testimoni che abitano a za. • 21 Già a questo livello, la comunicazione con il defunto
Caxias. O ra. a qualche c hi!omctrrl di distanza. a Riu dc Janeiro, dove ci scivola talvolta dalla relazione personale a una sorta di misti-
truvavamo qucllu stc~~o giotrno, il cielo era perfettamente sereno c splen-
den te . lansan .•i m :mifcst1i una ~cconda volta qualche g iorno dopo: durante cismo cosmico, una (pretesa) rive lazione del mo ndo in sé...
il fu nerale civile del <c>rpu rli Joan. un tcmpurale scoppio sul cimitero di Cosa che non esclude i tentativi che fanno appello. in qualche
C>lx ias. la rolla &i f!cllèl in ginocchio c salutò con ~rida di gioia. ilttravc:rsn
il c-ielo ape rto. il ,~t<"stu di l.msan. • (] ZiéKlcr. L" muri ò Gom,:ia. • l "H o m - modo. alla scienza: spiegazione della telepatia con i feno-
mc e t );) soriété • . 2~. 19 i2. p. 16 1.) meni elettromagnetici, effetti fisiologici della meditazione per
22 Di qui la scumpa rsa c il ulrovamc ntu dj oggetti pe r supposto inter- il tramite dell'ipotalamo... ecc. N~urolugi, psichiatri, fi~id elet-
Vt' nto dci mnrti. d i qui l"mtcrprctaziune delle prev isioni. dei messagg i
Vede re M . Eb on, np. nl .. J!>ì l.
23 • l'iù in Jlarticn lare. <Jgni persona cara alla quale ci siamo legati In questa sopravvivenza non c'era nulla di ~oprannaturalc. Natur<~lmcnte
mnltn in timamen tt> r i impcl(na. ci trasforma _ Una parte del nostro esse re (e disgraz:iatam~te), ciò si è diradato con l andar del tempo . • Vcrcors.
men ta!<: è cost ituita rla SU" 3pp..rtu. dalle sue idee, dal suo mudo di ragio- rbid. ·
nare. <li rc3girc. In ta l modu si può benissimo con cepire che un cerv ello Si a ttribuisce spdto ai ddunli la rivelazione di avvenimenti passati
,:art ic:darmen tc scns ih ilc s ia c·<~pace . sotto !"effetto di una grande tl!nsione (poatcogniz:ione} o futuri (preco gnizione ). . . . . .
cmnti va , d i raggiunge re una .~urta d i d icotomia. che:. ptr un m n mcnto, isola 25 Abbiamo descritto tutte queste mamfestaz•om n el n ostro libro: Cmq
<l:llrin sicme del cervello questa part e impregna ta. p las mata dall'a ltro, c la ruais ..., op. cit.. p. 968.
d ist;~cca tantc1 da permettere:: il dialugn tra queste d ue parti eumc tra d ue 26 Di qui le p cn:czioni extrase!'soriali di tipo aia. visivo sia . udit ivo.
s piriti d isti n ti, in mndn ta le che !"altro rivive n ella parte cc).d separata. c '17 L ' e1prc:ssionc • terzo orec chiO • usata da Belltne appariten e al tan ·
nC'n sdra:11o $Ì esprime come avrebbe fatto un tempo ma anche come lo lriamo tibetano.
farcbhc realmente ncllc nuove condizi oni che immaginiamo per lu i. Il dia- 211 M. Choisy. in Bdlinc. op. cit., 197'1, pp. 1119-l!JO. Vedere anche R.
lugo è cosl hcn piìc eh<· un illusurio d ialogo tra sé c ~é. ma un vero dialogo Brown. Eu rommunication «VU l' Art-~ft>fù. fai lu 197 1. Si tratta in questo
tra sé c l":~ltro. in quanto !"essere amatn continua in questa maniera a caso di relazioni assai personificate, Liszt, Chopin. Bcrlioz:. Montcvcrdt.
vive re. c flrt••t"!!'UC in noi la ~ua vita individuale. la sua vita intellettuale c Schubert • banno sceltn • l'autore per comunicargli certi brani musicali che
scn~ibile. c per cosi c!irc: si sviluppa ancora pet conto pro pr io. E in questo, desideravano far pervenire ai vivi. Di fatto l'inconscio di R. Brnwn gli
rea lmt:nlc c oggettivam ente. <- il .wo .1/Jirito che facciamo snpravvivere in ha ispirato pezzi che non si discostnno molto dalle: opere dci compositori
n"i dopo il suo annirnlam~ntn. ~ Vtwors, in Belline, oJI. cil .. 1972, pp. !:!94 -295. dtat-= ...• La mia sola speranza è che il mondo intero ri conosca un giorno
:24 ~ Quante v1>lt\· in pa~satu hu cnsl intcrwgato mio padre c ho intese• questa musita come una vera (comunicazione>. c questo perché non sia
la sua v•·cc indimtnticata darmi consigli spesso contrari ai miei desideri, ma stata vana la fatica dci compositori • (p. 1118). Va dette~ c he R. Brown non
quali hcn sapcvn che la sua sag!fcr.za. in simili circostante. avrebbe dato alla nvcva che una modesta formazione musicale.
m'a imprU!Ienza. In quel mumc·nto non ero in rhe rispond evn a me stesso. Gli esempi di xenuglussia (parlare una lingua straniera scn1.3 3vcrla im-
m~ lu i .H tr~vc~u mc·. lu i 1l <"UÌ spiritn viveva pienamente grazie al mio. J•ar.lt;l) avrchbcn• identica clriKinc .
tronici hanno potuto, negli usA e nell'uRss, ottenere il ri- mortalità in cui si ripete instancabilmente il desiderio. Ven-
conoscinu:nto ufficiale e sovvenzioni per le loro ricerche sul gono percorse quattro tappe concettuali: la rinuncia, attra-
« para-norma le » (telepatia = percezione extra-sensoriale del · verso la quale l'essere psichico esce dall'istantaneità delle rea-
la psiche <> del comporcamemo altrui ; metagnomia = perce- zioni per apl"ire dinanzi a sé il tempo; la riparazione, la cui
zione extra-sensoriale di oggetti, di avvenimenti; psicocine- esigenza è commisurata all'intensità della rinuncia e che, con-
si = azione che interviene su oggetti - sposramenti pet·- esem- trariamente a quest'ultima, è funzional e ad un lo già costi-
pio - o esseri viventi, dovuta ad un'influenza psichica ecc.). tuiw: J'intemporalità, che non è quella di un essere immobile
Ma sta già sorgendo una controversia a proposito delle onde e inalterabile, ma la caraueristica di un prototipo infantile se-
alfa che favorirebbero la comunicazione non verbale.29 L'im- parato, che trae esso stesso dall'indistruttibile pulsione la for-
maginario, e non è questa una delle sue caratteristiche meno za necessaria per il proprio instaurarsi anacronico (l'intem-
importami, seme spesso il bisogno di una giustificazione, sia poralità dell'Es si riflette nell'immortalità, oggetto di credenza
che la crei direttamente (mito) sia che utilizzi quanto già esi- e fondamento della riparazione); infine la ripetizione, la cui
ste (scienza). co.~trizione significa insieme il ritorno alla costanza, voluto
I n certo qual modo, la psicanalisi ha reso di nuovo attuale, dalla mone psichica, la persistenza iimmurabile del desiderio
facendone un "esigenza fondamentale ddl'inconscio, la vec- arcaico e la proiezione mitica della riparazione nell'altro, e
chia uozione di immortalità. Ispirandosi agli aspetti più con- migliore, m ondo. La rinuncia resta all'origine della psiche
troversi del pensiero di S. Freud, e non considerandoli più (o della storia) e diventa la condizione del passaggio ad una
come en:eruriçi rispetto a lla psicanalisi razionale (o « scien- organizzazione più differenziata e pi Ìl <:omplessa. « La costel-
tifica » ), il Dr. Dayan JO ~i tratta come il centro problemat1co lazione delle tensioni di cui l'Io è sede appare allora come l'e-
a cui freud si è lentamente avvicinato e che getta luce sul spressione della forma e d ell' intensità delle rinunçe successi-
resto: vale a dire l'inconscio e il desiderio co-determinati sia vamente imposte all'Es dall'ideale dell'lo. » La rinuncia, in-
reciproçamellle sia dalla comune origine pulsionale; le istan- separabile dalla censura, « .~i iscrive nel registm dell'intempo-
ze dell'apparalO psichico, la cui progressiva differenziazione rale c tende alla morte della pulsione stessa ». Si presentano
è correlativa alla prova della rinuncia e alla istituzione della allora due possibilità, di wi la seconda sembra la pill utiliz-
Cultura: il dispiacere, la realtà e il fantasma in rapporto ai zata. Cosi, nella melanconia, il Super-lo diventa « una pura
quali si determina l'attività del soggetto nel suo insieme. ln cultura di questa pulsione » e la incanala «contro l'lo e ciii
quesw centro problematico si colloca la morte psichica, la che esso rappresenta ». Ma il Super-Io si riferisce soprattutto
cui posizione è inversa rispetto a quella della morte fisica: alla ripetizione, e ne viene introdotta un'ambivalenza: 31 la
interna e principiale e non certo esteriore e terminale; imrin- morte psichica e imieme la possibilità di immortalità (l'anima
seçamente legata all'immortalità e non opposta ·affatto ad essa. ritorna a Dio). « Ciò facendo il Super-lo si appropria l'energia
M. Dayan si sforza allora di mostrare come l'inwnscio postuli della pretesa all'immortalirà caraueristica dell'intero inwn-
insieme questa morte che tende a estinguere la libido, e l'im-
!11 In DiUnmzu (' ripeli:ioll(', G. Del~ule vede nella riduzion< ddla
morte alla determinazione oggettiva del! il materia. la manif csta~ i(>ne di
29 Lo psichiatra Nils O'jacobson ci ha fornito un"eccellentc sintesi di quel pregiudizio secondo il quale la ripetizione dtve ITovar~ il suo prin-
4

tutti i lavori di questo genere: La vie après la mort, op. cit., 1973. cipio ultimo in un modello materia!~ indifferenziato, :1l di là degli ~ posta­
!lO Mort et lmm"rtulitè dans f appareil psydtique, .. Penpectives psy- menfi c mascheramenti di una d iffe renza seconda <: opposta (...). La mo rte
chiatriques • . 21i. Mort d (olic, 11 trim. 1970, p p. . 81-!19. L ' autore sotto- non appare: nc:l modello oggettivo di una rnatcri;~ indifferente inanunal'l.
linea che la psicanalisi non ha scoperto né l' inconscio né il desiderio: • essa alla quale tornerebbe il vivente, ma è presente nel vivente. come: espe-
li ha uniti in modo tale che non è più possibile ormai concepire l'uno senza rienza soggettiva c differenziata (Mnita di un prototipo~ (Il Mul ino l'li::!.
l'altro. Essa non ha neppure rivelato la morte o la follia: fa comprendere pp. 1!!3-18-:). Malgrado certe: formulazioni, non sembra tuttavia che Freud
che Ja prima, eretta ·a principio, è all'origine del processo che conduce alla abbia prts<, cu•ne modello della ripetizione il ritorno alla materia. ma piut-
seconda; rd a.nche che il non &enso postula contemporaneamente la morte tosto il • Nirvana ,., che ammette un'assenza di tensione in un siskm" in
c l'immortalità.. Sia qui che là una nuova relaziçme tra~figu ra i term ini ai stato di equilibrio hencbé "'anima!Q» , Ciò non toglie che l;~ nwrtt ~~~ichi,·;~
quali la psicologia c la metafisica erano prima legate. ,. p•:ssa essere concepita divenamcute.

530 53I
sc:io e compie l'opera di riparazione in cambio della rinun- la Madre catttva finirebbe per distruggere il Padre, fonte del-
Cia. »,Nessun dubbio che questa riparazione sia illusoria: l'Ordine e delta Legge.l3 Il simbolico dello spostamento pro-
~ nel_I • al_tro • mondo non vi sono più pulsioni per raccogliere prio dei miti di ieri cede decisamente il passo all'immagina-
•l.' nsarc1mento:. non c'è pil! desiderio che possa essere esau- rio del diniego che caratterizza il mondo occidentale di oggi.
dito. » ~ tuttavta ,.essa è ~ecessaria all'apparato psichico che Se il bambino, ricollegandosi in questo a numerosi archeti pi
se ne alu~enta. L mcon~c10 no? è~ dopo tutto, l'eterno para- arcaici, afferma spesso che i « morti rìdiventano piccoli » t:
dosso? «. St sc~rgono cos1 le rag10m per le quali, a parte ogni che « ricrescono » (cosa che ·le credenze negro-afri<:ane met·
• ~redul~tà '• l essere umano alimenta e configura, attraverso le tono in scena tramite il gioco delle reincarnazioni o delle rela-
dtve.rse tstanze del _suo appa_rato psichico, l'inestirpabile affer- zioni per scherzo nonni-nipotini), l'adulto ci parla piuttosto
manone della sua trnmortahtà. Invano si denuncia con Freud di immortalità a pezzi separati: la tecnica dei trapiami di or-
un'ill~sìone senz_a av~enire,_ una vita senza desiderio, e soprat- gani serve come base scientifica a fanta..,mi di questo genere.
tutto tl lavoro stlenzaoso dt una forza psichica che fa di cia- A dire il vero, non c'è affatto unanimità per 4uel che riguar-
scuno un colpevole o un folle. Nell'immortalità la memoria da le modalità di sopravvivenza. Ne abbiamo già citate alcune
~ell'~omo 'realizza > un'impossibilità_: ma~tener;ì per sempre nel corso dell 'opera.~ Schematicamente, si pos1;ono delineare
tdenttco a se stesso - poter tutto dtmenttcare e tutto ricor- due tendenze, la prima tende alla riproduzione dell a persona
d~re. È precisamente quanto fa, lungo tutta la vita, l'incon- tale quale è stata, o trasfigurata, ~ublimata. idealizzata: la se-
scto,_c_he sotterra il.passat_o e non ne perde nulla.» Da questa conda interpreta lo stato dopo la morte in termini metaforici
anahst, breve ma ncca, st trae la conclusione che il carattere e si parla allora di parola, di energia, di armonia... 15 Così
inveterato dell'illusione religiosa, affermato e deplorato da Madame Guyon affermava di non potersi rappresentare la
Freud, non è altro che il sintomo di una tesi informulabile sopravvivenza se non O)rne le gocce di pioggia che.' cadendo
dell'i':lconscio, ben più generale e profonda, e che lega indis- nel mare, si fonrl•·no ne lla totalità delle acque. mentre la re-
solu~dmente l'immortalità alla pulsione di morte. 5\Jrrezione è sir~lik all'evaporazione che riforma le gocce. Piìr
_t.. 1m~rtante n?n mettere sullo stesso piano le teorie r.1 eta- vicino a noi, F. Dotto diçhàara che la parola no11 pu1'1 mo rire
fistche nguardantt l'immortalità e cene concezioni moderne e tuttavia noi ignoriamo dove vada il suono de lk IH)stre pa-
che si sono basate su un diniego della morte, sull'illusione role: c ~; molto possibile che si scoprano un giorno degli a p·
della «continuità indefinita della vita~>. Tant'è vero che si 'è parecchi e che si sentano i suoni emessi dal pr incipio del moli-
potuto parlare di una autentica « nevrosi dell'immortalità» do ,. ; lo stesso accade per lo spirito. La risurrezione non i.· per
c~e si sviluppa come una « tossicomania ».n Si passa così, l'ab- nulla la riproduzione totale di un corpo (:he mangerà, dige-
b_tamo detto, dalla morte ontologicamente naturale e necessa-
na alla morte accidenta]e, e si instaura una nuova tecnica: '33 J1 tema è stato analizzato b~nissimo da G. Mendcl e C . G1.a:dcn~v.
quella de~la criogenizzazione. « Noi moriamo soltanto di igno- L'angoisse at"mique et /es unlra/es nrccliwires. Payot 19i3. .
ranza e d1 ~rut_tura . La m~rte non è altro che uno stupore del 34 Hiprmdendo C.J. Ducasse, Nils O']acob•on d istingue dnqut rwssihili
forme di sopravviv.tnza; ma la sua descrizione difetta, se non ;~ltm, rl1 chia.
sapere, » Cl dtce uno det personaggi del romanzo Emma- rc:zza (op. cit., 1973. p. 274).
nuelle (p. 159). All 'immortalità nell'aldilà si sostituisce l'e- 35 A me no di non rifarsi all'immagine dd riposo. del sonno . Ecce• rome
E. Z o la, in un'opera p oco n ota. descrive il risveglio d i Lazzaro: ~ Era cusi
vent~alit~ di una a-mortalità quaggiù. Questo atteggiamento dolce, all' inizio, quel gran sonno nero, quel gran """" " ~crua sn~ni., . "
va d1 pan passo con la paura di morire, che non è mai stata Maestro, perché dunque mi hai SVCJ!:liato? Avevo mille e mille anni da d or-
tanto angosciante, e con certe nevrosi ossessìve sone intorno mire. Rivivere ... Non ho pagatu .!l h soff er.,nza il mio tcrrihi lc dd•ito eli
vivente!' • Quando gli chiedono 1 >1· c•>~a ha visto. Lazzaro rispon(k : ~ Ni cn-
alla paura atomica. Questa ci rimanderebbe a una «scena . te, niente, niente. Ho dormÌtQ. L 'm:mrnsità nua, l'infinità del silcnzic>. M,,
primitiva,. vissuta secondo « la modalità pregenitale ,. in cui se sapeste come era dolce n on essere !JÌÙ, dormire nel nulla as~o luto . • Cesc'>
allora rimanda I.azzaro al suo sonno • felice p H sempre ncll'ctcrniL'• "·
Citato da M. Schumann, in La m•nt nr:f' dt· lmr frrofm· 11ir, F;1y;ml 1'17~.
32 L'espressione è di ]. Susini. op. cit. pp. 147- 148.

532 53 .~
rirà, morirà un'altra volta. c Ma questa armonia straordinaria ranza che la memoria sociale conserverà di Iom delle ÌIIUll.l-
che è un corpo umano, è il simbolo di una società che deve ar- gini esemplari...
rivare a polarizzarsi verso il proprio desiderio; desiderio che
la parola abbia un senso totale. Questa è la risurrezione; e la
prova che il Cristo è resusdtato sta nel fatto che noi ne par- b) Atteggiamenti e riti
lialllo oggi: si può parlare soltanto di ciò che è. » 36 Prolunga-
meu to inddinito della nostra esistenza - tema spesso r ipreso Non è il caso di r itornare a parlare degli atteggiamenti
dalla f;mtascienza 17 - possibil ità d i risuscitare i morti accu- simbolici che abbiamo già descr itto nei capitoli precedenti: ri-
ratamente: <:onservati nel / dal freddo, 38 sopravvivenza in altre tuale dei funerali, morte rappresentata nelle tecniche di inizia-
persone per mezzo dei trapianti, immortalità del nostro c esse- zione, procedimenti per scongiurare la sofferenza, mezzi utiliz-
re-parola »,esistenza in quakhe luogo dopo la morte sotto for- zati per rendere presenti e defunti, comportamenti di lutto...
ma di onda, dì radiazione, d i energia, di psiche... ecco i prin- ecc. Invece, tratteggeremo brevemente la morte del Dio, glì at-
cipali fantasmi confortanti che l'immaginario di oggi aggiun- teggiamenti dì front.e ai defunti, i fenomeni di partecipazione,
~e (e talvolta sostituisce) all'immaginario di ieri ..N A meno di il culto degli antenati, il comportamento dell'uomo moderno.
nou appagarsi, come fanno i più saggi, di una vita terrestre
ben spe.c;a. al servizio dell'umanità, <:ar~;zando lasegreta spe- l. Qualche atteggiamento significativo
a) La morte del Dio. Possiamo soltanto rapidamente parlare
.~()
/.h;r· (J.f yduma/y$1<' d~ri-licmu·: Françoiu DtJ/to, ~ICI - Informations di uno dei più ricchi archetipi dell'inconscio collettivo: l'uc-
tathuli<juc:~ intcrnatiunales •. HO. 15 febbraio 1974. 'pp. !.S- 16.
37 ~~nza essere, in s~nso proprio, un'upera ùi fant ascienza, il roman'o cisione rituale del Dio, che ricopre una funzione di impor-
.-li C.F. Ramuz. PréSl'nn · d !• /(1 mtJTt (Mermod 1947) dcsrrive la d~truzionc tanza capitale nelle antiche religion i misteriche, che si r itrova
tldla ter ra in seg uito a un incid ente d e lla gravitazione. Pui fa assistere alla
ri-nascita di coloro chr= snno testimoni dd mond•> nuovo: • l loro occhi. le in numerosi riti africani. e che serve di appoggio al Cristia-
km <;rccchie s1mo state: cambiate; e ssi hilnno nullvaro•:nlt !!ppre5o a sentire; nesimo (Redenz.ione e Risurrezione). Il terna del Dio salv~­
<" si so.nu messi a guardare lungamente. d<Jpo cssnsi volti a dtstra, a sinistra:
Jil'atulc: è stata la luro meraviglia ... ~ (p. 200). l~ggert soprattutto: R. Ba r-
tore che muore, è vendicato e poi resuscitato è, in effetti,
lave/ !"1'- cii., 1!1_71:1) c R. Silverberg (ofJ. di., 1974). Nella prima opera gli antico quanto il mondo. Osiride, divinità egiziana ben nota,
uomm• no>n m uowno ptù, nella seconda vengunn resuscitati i morti da muore in un'insidia tesaglì da Seth (o da Tifone), ma la sposa
t"·'" tempo. (lt Zelazny. o(>. cii.. 197 J. fa rivivere pcrsunaggi morti ormai
ti;~ SC<ulÌ!) Iside e il figlio Horos raccolgono i suoi resti dispersi e gli
.~X « Quale ca k a all'entrat;~ dei frigoriferi. ~ nut:l, non senza ironia. A . ridonano la vita. Il suo equivalente greco Dioniso-Zagteo è as-
L.tbr~- Lu<'c: • Quali tent ativi d i curruzione (clc:gli imbabamatori) per sfuggire
alla n orrutcvnc {clelia came 1). ~ull•> . c iò si ripete. Nell' antico Egitto, biso· sassinato e fatto a brani dai Titani per ordine di Era (essendo
K""'· a cs~~rc faraone. a lto funzii>Danc> o cortigiane> per avere il d iritto di egli il frutto di un'unione illegittima di Zeus); ma, anche in
<fi,·cntan: u~a ~ummia. Domani i ricchi {in regime liberale), i capi (in
rt::;•utr _totah~anu) .. avranno in. anticipo la garanzia dei congelamenti più questo caso, Apollo (o Atena) raduna le parti separate del
pnlctt1. Ma '· mcgbo comervat! a ll a partenza non e detto che saranno i più suo corpo e risuscita il giovane dio. Esempi del genere sono
dcstdcrat t ali arn v o. Qualche t1 ranno scomparso tra la venerazione del suo innumerevoli. Nelle culture tradizionali dell'Africa Nera se
pc.pdu nc n usr irà dal frigorifew che pcr essere immediatamente trascinato
in giu~iziu. ~-a ri~ur~ez~one ~u <fU.esta !ton-a diverrà altrettanto pericolosa ne conoscono parecchi tipi. Nel mito dogon (Mali), il Dio
·ld!a rosurrczw ne. d1 1cn. nell aldda w (pp. 86-1!7). Aroma sacrifica uno dei gemelli Nommo, getta i pezzi del ca-
:~!J La c redenza n ella sopravviven za può prendere anehc la forma di
eaa ~cu'?l ~l~S~a nel senso pascaliano del termine. Dopo aver cercato di dimo- davere ai quattro punti cardinali 40 p er puri6c~re la terra in-
~trarc l ut1lttil rlt una tale credenzil. Nils O'Jacnbson dichiara: " Se la fed e sozzata dall'inceslO dello Sciacallo, rendendola così adatta alla
nd!;; ~ "1;-r:.vv innza arricchisce la vo~tra e~istenza, è già molto importante.
v.., ."vn.•stc:. tutto da guadagnare c n1tnk ùa perdere: se avete torto, se la
co ,sc1cn~a , v1c n me n? <'<>n la m Mie, non lo saprde mai. Ma ~e avete ragi one
e b _c~>socnza per~~ste, allora .Potret.e probabilmente adattarvi con mag~eior •o Va notata la prrmanenta del fantasma dd corpo fatto a peni e Id·
facilita a questa v•ta ncll'aldtlà. v, n sarete preparati in anticipo. (op. tato ai quattro angoli del mondo. Ricordia mo d'altronde che Thu!LU
nl.. I~H. p. 2~6.) (Siria ), Baòll e Adone (Francia) sono anch'essi d ivinità risorte.

534 535
vita : Amma risuscita poi Nommo e con la sua placenta co- leggia la vittor ia definitiva della vita :sulla mortt•. Ma questa
stru i~e l'arca che port~rà giù sulla terra gli antenati primor- vittoria non impediS(.:e che l' uumo muoia : t 110 11 può essere
diali. Dal mito a-storico d e l Nommo (che precede l'arrivo de- c1iversamente, poiché il Regno di D io uo n è di questo mon-
gli uomini) si passa a l mito sto rico con la storia di Shan go , re do! Sotto qualsiasi forma ~i pre enti. il d eicidio realizza nn
d'Oyo in Nigeria : costretto ad uccidersi {aveva • stancato ,. i rlrammatico compromesso tra il potere clell\wmo • che vuolt-
.m oi sudditi con continue guerre). resuscita come D io giusti- farsi simi le a Dio • e l'onn ipotenza d i D io. l 'rridert il Din
ziere. C itiamc) ancora l'esempio di R yangombe: punito con o ppure. uccidendosi. conquistare per ~é e per la comunità
la morte (aveva d i.o;ohhedito a sua madre andando a caccia ). qualch e cosa del potere di D io cmt ituisre s«>mpre un proce-
o ffre la pmsihilità di una salvezza mistica agli uomini e alle dimento rli cui l'uomo ritien e di t ratTe il ma~simo \'<tntaggio.
donne che si salva no dalla condizio ne profana attraverso il A maggior ragione se Dio perdtma e sa lva l' uomo . L' imma-
rituale iniziati<:o k ubandwa da lui inventato... ec.:c. 41 Quanto ginario d i salvazione raggiunge qui il suo rulmine piì1 presti·
alla morte del C.risto, 41 la riflessione teologica le conferisce gioso, ma probahilmente anche piìt aleat.nrin .
paren;hi sensi a seconda dell'immagine che ne viene data. Si
insiste sul profeta, su l leader carismatico che prom ette la libe- fl) l morti e i vivi. Le varie pratiche r lte e~amiuert"mo pre-
r;uione del p>polo? • A questo livello la morte di Ge~ÌI è del suppongono, ovviamente, che i òehmti no11 siano annientati.
lutto umana, e Iloti differisce dalla morte di ogni uomo giusto. che in qualche mndo 44 permangano e che sia ptlssibile, in di-
Per que~ta ragione ciascuno puù ritrovarsi in questa mo rte. » verse occasiuni. entrare in contatto <.:o n loro. Tra i morti esi-
Si ved e invece il \1essia promesso che opera la riconciliazione stono senza dubbio delle distinzio ni : ci sono, com e abbiamo
annunciata dalla Bibbia c instaura il Regno di Dio? Ma il detto, i morti buoni e i morti <:attivi. quell i ch e vegl i;mo sui
Cri no 11on vo leva affatto rovesciare la condizione storica degli vivi e quelli che cercano di vendicarsi. qudli che hanno avu-
uomini : • Non ha a~ito come ci si aspettava da un Messia to diritto a funerali completi e <tuc lli che non li o uerranno
salvatore. La !\ll il morte trasfcnma il messianismo. F. qu ~sta tra- mai. infine i morti illustri e i morti qual ~i a,i . gli ano nimi ...
sformazio ne è g ià liberazione. Non ci roglie la n ostra respon · Queste differenze determinano. l'abbiamo già la~ciato capire,
sahilità n ell 'instau ra1.ione delle promesse profetìche. Siamo i una pl uralità di atteggiamenti. Si ved a l'esempio de~li F.do
nw>peratori c'li Dio: egli non c i concede il Regno, cioè u na della !'.:igeria.45 « Bisogna fare una prima c1islimione tra quelli
fraternità v i.'l.~llta davanti a lui e in lui, per imposizione. • Si çhe ch iar.1ereì i morti • non integrati • (. spiriti dci morti •
tratta infine ciel Figlio di D io, del Redentore, del (;rande R i- eli diverse specie) e i mnrti cui e stata data una pmi?.ione
conci liatorc? Allora, ~i dirà, il Cristo no n è morto soltanto
• a causa dei n mtri peccati ,. , ma c per i nostri peccati ,. : non
solta nw c a causa n nslra », ma • per noi •; per q uesto p erdo na Prtaux. ._ Problèmcs d 'hi5toirc: d u Christianismc: • . 2. Bruxelles 19iJ-1972:
ai suo i crocifissori ! La morte del Figlio esprime innanzi tutto J.B. Trcmc,l, L'ago'!Ìl' du Cllrì>l~ • Lum.ièrc e t v~e • . 6M. 1'164. pp i!l- 104. M
Or:~ison. Jrsus- Chrut. cc mvrt v1vnnt , Grauet 1!,7!1.
l'amore di Dio Padre per le sue creature. e la sua resurrezione H V i è una buona dose: di rifiuto d e lla morlc in questa rrcdc11zOJ. chl"
si Fa promessa di vita eterna : c f: morto per i nostri peccati. trova la propria origine nello smarrimento a_ff etti v~ pruv.ucatu d~lla perdita
resuscitato per la nostra gi ustificazione. »"3 Così Gesi• simbo- dc:ll'csscr e amato. «Bisogna che: 01 ltrc: madrs. altn pa~n 1~rova1t Cllmc not
lo siamo, sappiano quanto vicini e vivi siano col<>rO Ùt cut b. _uu~ld(' •ag-
gczza a fferma che non sono più. Eni " ""' per ~l!mprc. MBellmc. "/'· nL
1972. p. )9. ~Morto per sempre:. chi putrehhe dirlu '~ • scriveva M . Prnu~t .
41 R. Bastide. Lt·.l tlit'II X uwtHmr's, in La mart du Christ . - Lumiert c:t 45 R.E. Bradhury, Lcs pera. Ics ai~th rt lrs r.1{> r it.1 dr·.r mori.! drm.• la
vie •. 1Ol . t. xx, marzo l !17 l , pp. 71>-SN. rcligion Edo. in EJ.IOÌ.f d'antltr(lprt/ogit• rrli,~;irrtH'. Gallimard 1972. Pl'
42 Numerosi tw lugi parlano di una seconda morte dd Cristo. 3 p ropo- - l .'i7- !.'il<. " '
sito dello profanazion e c:uo;ari~tica. La lettcraturà ci fa talvolta assistere ad inconlrì morti/v ive nti : mnrtt>
43 Si vcdn C h. D uquoc. 'fhéo/11gie brève de la mort du Cfl ri.1l, in La che ritorna sulla terra per vcndi ursi. ama nti sc parilti che s ì ritrnvano
nwrt d u CltrÌ.II, op. ci i .. 1971. pp. li'\ sgg. Si consultino anche: P . G rel ot, nell'aldilà ... Vedere, ad esempi o. T h. Owcn, np. r it .. 1972. O anrhe J·T
,,/ 1 • rit .. Ccrf 1m 1: J. llaclnt . Lt·j thl-olo.~ìo dr ln mnrl t/(• Diru. in J. Sartre. Ln jrux w nt {flil.l, c: il 61m di J. H(>ugh, !.o mnwtn dr·.• domnn.

537
, costituzionale , in rapporto ai vivi, per mezzo di un atto periodo che segue le esequie, il morto è spesso cacciato, re-
volontario di reintegrazione. Queste due categorie sono in re- spinto (si è fatto di tutto perché non ritorni a perseguitare i
lazione di imerazione con i vivi, ma si distinguono l'una dal- sopravvissuti), d-i menticato. ll'altronde lo si era, t:aritatevol-
l'altra per gli atteggiamenti e i comportamenti dei vivi nei mente, preavvertito: « Da oggi non hai p i LI genitori. né mo-
loro confronti. Generalmente, mentre le relazioni dei •:ivi glie, né figli , tu non sei più del villaggio »; dopo avergli
con i morti integrati hanno una forte e solida componente mostrato i suoi per un 'u ltima volta, dopo un ultimo giro nel
morale, le relazioni con gli spiriti dei morti si definiscono, villaggio ed una visita ai suoi campi, era stato condotto al ci-
quasi tutte, in termini di opportunismo. Gli Edo riconoscono mitero, spesso per una via traversa per indurlo a non ritor-
che i morti integrati si comportano con giustizia nelle loro na·re (se era morto male, gli si erano anche forat i gli occhi e
richieste ai vivi, i quali sono moralmente òbbligati a sottomet- spezzate le gambe). Il culto dei morti (o sol tanto il rispetto dei
tersi alla loro autorità e ad offrire loro sacrific i; pensano an- morti) non comincia che con la fine de Ila de::composìzione e
che che i morti integrati possono accordare a q uanti rendono l'inizio della condizione dì antenato. Si puù misurare, a questo
loro il culto indiscutibili benefici, come la salute e la prospe- proposito, tutta la difi"erenza con il pensiero cristiano che non
r ità. Gli spiriti dei morti, d'altra parte, possono avere giusti conosce una simile fase di rifiuto.
motivi di risentimento nei riguardi dei vivi, per la semplice L 'esistenza dì un rituale di seppellimento, che abbiamo
ragione, ad esempio, che gli eredi hanno trascurato di compie- detto costituire un comportament() specificamente umano, si
re i riti che li avrebbero trasformati in antenati e in anziani rivela ricca di senso. "' Mentre la tomba ci seg·uala la presenza
nel paese dei morti; agiscono allora spinti dalla collera e dal e la forza del mito, i funerali ci segnalano la presenta e la
risentimento, senza che li trattenga il minimo spirito di ge- forza della magia. l funerali. infatti. sono riti <:he contribui-
nerosità. l morti integrati non solo r icevono offerte espia- scono a operare il passaggio all'altra vita in modo COtlVeniente,
torie, ma i n loro onore si celebrano anche rituali di ringra- cioè proteggendo i vivi dalla irritazione del morto (donde forse
ziamento e di espiazione. Ma gli spiriti dei morti non si può il culto dei rnnrti) e dalla decomposizione della morte (donde
far altro che c comprarli ». Citiamo qui soltanto tre tipi di forse il lutto r he isola i parenti d el defunto). Dunque è un
morti integrati, ciascuno dei quali é associato a uno s~cifico intero apparato mitologico-magico che emerge nelr h?~o .sa-
campo di autorità. Questi campi si distinguono l'uno dall'al- pitms e si trova mobi litato per affrontar_e la morte ... l nt1 della
tro per il contesto nel quale si esercita l'autorità (famiglia e morte esprimono, riassorbono ed esorcazano nello stesso tem-
lignaggio; comunità territoriale e associazione; stato); ma an- po un trauma provocato dall'idea _di annient~memo. l t_u ne-
che per la configurazione dei principi (età, discendenza, citta- rali, e q uesto in tutte le società. d t ho~"? s~fn e?ts conosciute,
dinanza, ecc.) sui q"uali si fonda il diritto di esigere obbe- traducono contemporaneamente una cnSl e ti suo superamen-
dienza e favori . L'atw per mezzo del quale questi tre tipi di to; da una parte lo strazio e l'ang~sci a, dall'~ltra ~a ~~eranza
morti vengono integrati fa parte di una complessa serie di e la consolazione. » 46 l i l stes.'>O avv1ene per g·ll altn nu fune-
riti mortuari e successorii, i quali per gli Edo hanno·tre fun-
zion i principali : l ) Garantiscono al defunto un posto legitti-
mo nell'erinbhiu (paese dei morti), tenuto conto dei diversi 46 E. Morin. Le paradigme pudu: la tlfllure humai11r, Seui! 1973_. P·. Ili :
status di potere che ricopriva al momento della morte; 2) Ri- L'auturc aggiunge molto pertinc.-ntemc:ntc:: • ,Tutto sta . dun,uc: a_ •!!d•carct
che la coacien.z.a della mortt: che emerge nell homu saptnu c coshtuJ ta dal-
formulano e regulano le relazioni che il morto ha con certi l'intcr;uione d i una cuscien~a oggettiva che ricono.tce la morlalità.. c di una
viventi grazie ad un stesso status; 3) Operano, prefigurano o çoscienza ~oggettiva che afferma se non l'immortalità. almcn_o ~na ~orma
simboleggiano la trasmissione di questi status a uno o più di permanenza attraverso la morte ... Tutto sta dunque a md•c.arc• che
l'homo sapiens viene: colpito dalla morte come da una catastrof c Lrrcpan-
eredi.» bìlc: che: crea in lui un'ansia particolare, l'angoscia ~ l'orrore. d~lla mort_e.
Gli atteggiamenti verso i defunti sono strettamente colle- che la prucnza della morte diventa _un . pro~lema VIVO,, che c 1oc: travagha
la sua vita. Tutto sta ugualmente a mdiCarCI che quc:st uom~;> non 5olta~to
gati, in Africa nera, al ciclo della tanatomorfosi. Durante il ri fiuta questa morte, ma si rifiuta di ammdttrla, la ~upera, la ns.,Jvc: nel m•tn

539
.,
hri : !i~condo funerale, rovesciamento del cadavere, cenmome teste rimpicciolite (senza cran io), teste di legno riv~stite di
d"annivcnario... pelle..... - poco importa che si tratti di oggetti cui viene- n
Così, non si insisterà mai abbastanza sulla valema altamen- no conferita una personalità - hanno ricoperto nella Moria
te sovradeterminata, che, d a ll'uomo primitivu in po i, è legata della umanità un ruolo fondamentale , tantC> su l piano reli·
al cranio, simholo per eccellenza della pulizia in opposizione giuso quan to su q uello magico. ricordando la vittoria della
alla sporcizia della carne in decomposizione, della persistem.a vita sulla morte.«'! Il costume di raccogl iere i crani , d ocumen-
in o p posizione alla precarietà delle parti molli; sede. prima tato fin d al paleolitico, ancora attuale in Afr ica e ttel Tihet ,
della morte:, dell'anima. del linguaggio (attrnverso la bocca), non è rimasto estraneo all'Occidente cristiano. Infatti. no n
dello sgt~ardo (attraverso g li occhi) o anche del sesso (bocca, fosse altro che per rendere ma nifesta la precarietà delle cose
o eventual e orecchio = va~~; ina ): oggetto comodo per la sua terrene, la ChiJ:'J~a, in passato, ha spesso accumulato cran i nelle
forma : lo si è utili1.zato come coppa per libazioni sa<:re, come catacombe e negli edifici sacri (convento dei Cappuccini a
cassa di risonanza per tamburi liturgici, come maschera in Palermo. chiesa di Santa Maria d ella Conce1.ione a Ro ma... ).
certi r ituali in cui entrano g li antenati, come piede per seggi t ben no ta l'importanza del cranio di S. Giacomo (sttlla sua
u troni ri1;ervati alle personalità di grande importanza, come autenticità la sicurez.za è scarsa!) nel pellegrinaggin a Santiago
trofeo 0 esprimente la potestà sul nemico morto che, forse, di Compostella! 50 Non dimentichiamo infine di citare i cosid-
ci si è incorporato (di voraudone il cervello) ... Crani nudi e detti c memento mori », talvolta autentic i crani ma piìt spesso
disseccati, <:rani colorati od ornati di conchiglie, crani accu- miniature d'argento o d'avorio, « ornamenti cfobhligo della
ratamente dipinti o scolpiti o decorati a mosaico, crani rimo- pietà femminile» - nell'età del classicismo (xvn e xvr n seco·
dt"llati (rreta, cera, resina, pasta vegetale) o ricoperti di pelle. lo) si riteneva che ricordassero all 'uomo la vanit;ì dell"esisten-
za; altri esempi, i cran i dì zucchero che i Mcssicau i consu·
c
c nd la rn3gia . Ora cii> eh~ jlrofondo e cssenl ialc:. nnn ~ soltanto la coesi- mano in occasione d egli anniversari della morte ( il nome del
slcma d i (IUc~lc 1lue cnscientc:, i: la loro union e lò rbida in una d<:~ppia co- defunto vi è accuratamente inciso): le masrhere hmt-hri o i
~<.icnza : sthhcnc ht Cl>mbin:uinne t ra quest~ d ue coscie nze sia estn:mam cn!c busti che, nelle piazze cittadine, negli ed ifici p uhhl ic;i o nei
variah•lc a ~nund:1 d egli individui e delle società (c11mc d el resto anche la
m isuri! in tui la vita si impregna di mori.,); nusuna delle due annulla rcal- musei ricordano i grandi del passato... altrettante prove di m ·
m~ntc raltra. c: tutto 3Ccadc CtJmC: se J'uumo fosse un $Ìmu\atore nei confro nti me sopravviva un costume fra i più antkhi d e lruman ità .
rli se ~lt"'"· Ull isterico. SeCOndo rantica dcfìniz.ionc clinica. cbe trasforma in G li atteggiamenti nei confronti etei morti sono innan:r.itut-
sintnmi uggelt i vi ciò che pruvicnc dal suo turbamento soggettivo.
• Tra 1.1 visione oggettiva e quella soggettiva si troJva dunque una spac- to relazion i di cortesia, di riguardo, di deferenza: rli qui k
catura. che la morte apre finn ;~.llu strazio. c che viene riempita dai m it1 c visite ai cimiteri (rarissime in Africa òove. <.:ome sappian m. le
dai riti della sopravvivenza. che atTivano infine .a integrare la morte ..
(pp. 111 - 112).
41 Il trolcu assomiglia, in un certo senso, a un oggetto-ricordo: t un 4/1 Vedere H. Gastaut. f.to crune• .,bjr·t tlr rultr. ,hjrt rf11rt. Nbn1glia .
.-irordu unino ((l quasi) orcssenz.a collettiva ( e non più prrsonale) che colloca
in un a p••~i7.ì une fa vorcvule nel gruppo colui che l'ba conquistalo. Ricurdn 1972. . l"
-49 Questi crani possono esser( nascu~ti in .u n l.ucu lr• o 10 u.n .re ~-
prcsti!(ic·sn, cnta.mcntc,. ~i~.:hé impli ca una vittoria. tvtale ~ul~'altru. r!dottu quiario, e~posti •. in un luo~o speciale. aperto a ~ull.l .o. ns~rvalt> a. o·erte Òll:llt:
~·rmoli a lla m~rt:c dtl vmc1t ure. M oltu spesso nun vo ~. a l limite:. quas1 nc:;;- lari. meu1 su d t uno scudo ( al fine d1 rendere mvu1btlc 1! ~uerncw). portalt
sun.:l differcnz.l tra il culto dci t rufd ( ne mico vint o c poi incorporati/ nel su un'arma t ura che rappres(nta il corpn umano (~njlrattullo 10 N unva
gruppo) c il rultu del . cran!r• degli, a.n tmal i del clan. Questo ~attu _ì: r:ncnv . Guinea) ...
ci rcnscri llo c meno a n!tcn d1 <JU<~nlo s1 potrc:hhc credere. Nun d•menttchlamn .SO A partire: dal xv seco lo in Baviera, e a ncura .rcccnt(':"e~ t c nel
che rc,crcito francese nel l HiX versava dei premi a chiunque portasse teste Sal:tkammc:rgu t in Austria. ogni 15 anni le tomhe d(\ peccnl11 C1m 1tcr u rlt
di ribelli della Nuova Caledonia: le teste dei musulmani fedeli alla francia Hallatatt venivan o aperte: i crani raccolli c puliti, le a ltre ossa cl d l n schc-
f urnno spesso c•poste in A lgeria. Durante la guerra in Biafra o in Victnam. .letro accumulate in una cripta. I crani erano poi dccor~ti: a.,re. l ihr~ rl ~
alcuni gi<,rnal i rifc ri r~1nu ~p isodi dì soldati.. che hrandiv<~;no co~ osten_taz iont preghiere, verme (vanità d elle c11se). rosa per una fane~.u ll<l ... ccc~ Qum<h
la testa del nemico. R 1cord1amo .nfìnc che l mtercssc: per ol craniO costltul nel vi s i inscrivevano il nome, la data di nMdta c que ll a d 1 m <>rl<:. Cosl prc·
x1X scrnln l"uss~·~s i\lnc d ci • frenologi • alla ricerca delle localizzazioni cere- parat.i, v enivano rer qualc~e tr~po esponi in. ch~esa . Vedere Il. Ga,tau t.
brali. Vennero nod prnf:~n:~te le lom!>c di Th. Brnwn, E. Swcdenbnrg. .1. op. czt .. pp. 7-S. I culto dc• cram era anetora v1vn m Brc:ta.~rna . uno qoaran-
H ayrln ... Oupn 1.1 m i tnltogi" rd iginsa la mitologia sci(ntifi,a. tba rli anni fa.
necropoli sono trascurate; frequentissime in Madagascar dove è indispensabile per rivolgersi con qualche speranza d i riu-
il culto delle tombe fa trasparire il rispeuo per il morto); di scita alle potenze dell'al di là.54 Forse vi sono anche pill pro-
qui le numerose offerte sull'altare degli antenati; di qui le fonde ragioni affettive. Assai significativo ci sembra, a questo
preghiere e le messe. 51 Sentimento di colpevolezza - ogni uo- proposito, lo straordinario racconto di H. James. 55 Il prota-
mo si sente, poco o tanto, responsabile della morte dell'altro, gonista della novella, tremendamente sconvolto per la scom-
forse inconsciamente augurata - sincera pietà, desiderio ·di parsa della fidanzata, letteralmente os~essionato dal suo ri.
conciliarsi i favori dello scomparso, necessità di obbedire alla curdo - «Si svegliava alla sua festa di rimembranze tanto
tradizione, sono i motivi di un tale modo di'rare. È stato messo consapevolmente quanto si sarebbe svegliato al mattino delle
in evidenza molte volte, specie dopo Lévy-Bruhl. l'aspetto uti- sue nozze • 56 - costruisce in una chiesa un c. tempio dello
litaristico di questi comportamenti. In Oceania, colui che ri- spirito •, l'illumina di candele. lo adorna di immagini e di
sultava vincitore in un combattimento era tenuto a portare fiori, e spesso vi si reca in raccoglimento. Si tratta per lui di
il lutto per la sua vittima. onde evitare la vendetta di questa un atto innanzi tutto caritatevole: « Aveva formato a poco a
o dei suoi wngiunti: 52 ahbiamo già parlato degli atti di canni- poco l'abitudine di enumerare i suoi morti: aveva capito pre·
balismo miranti ad incorporare il principio vitale o le qualità sto nella vita che c'era qualcosa che si doveva fare per loro.
del defunto mangiato; 51 nelle società senza scrittura, è neces- Stavano ·lì nella loro essenza semplificata e intensificata, la
sario essere sempre in buone relazioni con i vecchi deceduti loro conscia assenza e la loro pazienza espressiva, lì così in
perché essi restano i depositari del sapere tribale (in Africa persona come se fossero stati soltanto r esi muti. Quando ogni
nera si dice anche che il loro sapere si accresce con la morte): percez.inne di essi veniva a mancare, e ogni suono dì essi ces-
infine la mt:dia7.inne dei defunti, perché « li si conosce bene •. sava, era come se il loro purgawrio fosse veramente ancora
sulla terra; domandavano tanto p<Ko. poveretti, che otteneva-
no ancoril meno, e morivano di nuovo, morivano ogni giorno.
5 1 • L e. scuntp:ITSII st~sw continuerà ad tsscre associato alla vita fami -
liar~ p.>iché si larà cdehrare p~r lui una serie di messe, immedÙltamente
per via del duro tra ttamenw della vita . Non avevano n essun
dopo d dcrc~50. poi ptr un periudo di nove (Paesi Baschi). trenta (Loìra . servizio organizzato, nessun posto riservaw, nessun onore, nes-
Atlanticn). quar:tnta !(inmi (Vosgi), infine • al termine dell'anno> e ad ogni sun rifugio, nessuna sicurezza. Anche la gente ingenerosa
anr.inrsilriu. Dal XI II s~cn!o si dicono messe d'anniversariu e nel XII secolo
il urviziu cl'annivo:r~ariu al SignQre appare a titulo di canune feudale in provvedeva per i vivi, ma perfmo (l uell i che erano detti i più
raccolte di consududini (soprattutto nel Berry}. Pregare per la salvezza generosi non facevano nulla per quegli altri. Così, da parte
dello scomparso evita inoltre. se si è superstiziosi, che questi ritorni a tor- di George Stranson, si era formata con gl i anni una risolu-
mentare i sut>Ì aceti cnn male6ci, qualora si prolunghi il suo soggiorno in
Purgatoriu; li!lvnlta il mortu appare anche in sogno per chiedere che si zione di fare qualcosa almeno lui, l'avrebbe fatta, cioè, per i
compia un pc:lkgrinaggin da lui promesso ma non realittato. Infine la sua suoi pr~pri - avrebbe fatta la grande carità irreprensibil-
pre~enza si perpetua per interposta persona dato che il suo nome è già
stato trasmesso - o lo sarà - a qualche disc!!ndcnte. • M. Boutdllier,
mente. Ogni uomo ne aveva dei suoi, ed ogni uomo aveva,
La nwrt l't "'-' funhrlil/,·s, Pléiade: La France el les Fra11çais, Gallimard per soddisfare a questa carità, le ampie risorse dell'anima. »51
1972, p. !l!l. ' L'altare divenne msì il .w o altare e ogni ceTO (che corrispon-
52 Abbiamo già ricordato.questo tema della vendetta della morte a pro-
posito del su1Twmir-suicid<•. Si dice che anticamente i Cinesi si impiccassero
alla porta dci loro nemici, che. in India. un Bramino non esitasse a gettarsi
in un voz:<n pe r suscitare gravi difficoltà ad un vicino ... S4 ~ stata anche utiliuata come arma da guerra la paura provocata
Ohre a l 61m di Romno. La notte dei morti viventi, già citato, un altro dalla visione: della morte violenta. Nella Cina feudale. ad esempio, degli
film, è imperniato sulla vendetta del morto, L'abominevole dott11r Phibes, di ·· ardimentosi votati alla muri e venivano mandati a sostenere ir• un certo
R. ~ucst. Il prulagunista perseguita le dieci persone (= !O piaghe d'Egitto) senso le sorti del combattimento. Al cospetto del nemico, questi eroi si
c~r: egl.i ritie.nc. r.es~oma~ili della morte di sua moglie e per (ar ciò ricorre tagliavano la gola gettando un gran grido. E da questo suicidio collettivo
az castzgh1 bzbhc1: 1 top1. le uvallette. lr: tenebre, il fcrru ... si sprigionavano degli spiriti Curiosi che si attaccavano come una sorte
53 Ai gi<>mi nustri e attivo un commercio clandestino di crani tra la nefasta al nemico terrorizzato • (J. Susini. op. cit.).
Co~ta d'Avuriu c: il Ghana, paese in cui vengono utilizzati durante riti 55 L'autd tl.-.< morls , Stnck 1974.
magici. Un tempn le trapanazioni avevano diversi scopi : ottenere rlcgli amu- .~6 H. J ames. op. ~"!t .. p. 21 .
kti. I(Uarirt i l>"~serluti. divorare il cervello. .-,7 H. ]ame~. 11(1. r1t., p. 23

543
deva a un morto conosciuto) il simbolo di un vow... Allora l'anima che rivaleggia con gli dei, caratterizza sol'ra tl(ltto le
la sua vita si fece pii1 leggera: «Gli piaceva pensare a questo popolazioni mongoliche e amerindie, la possessione i: più tipi·
effetto quando se ne stava lontano, convincersene di nuovo camente africana. Possiamo qui metterne in evicicma due ti pi
quando gli era vicino... Questi tuffi raggiunsero delle profon· principali. Il primo vede il soggetto invaso da una potenza
dità p itl tranquille delle profonde caverne marine, .. C'erano ostile, pericolosa, che bisogna respingere con 1111 esorc ismo, t>
delle ore in cui si sorprendeva quasi a desiderare che çerti dei semplicemente neutralizzaTe. Cosi i Thonga (:\ frica del Sud)
suoi amici morissero per poter çreare con loro dei rapporti più temono, come ahbiamo detto. di essere po'iseduti dag-l i « spÌ ·
squisiti di quelli che, per forza di cose, era possibile avere n ella riti ancestrali ,. degli Zulu, loro vicini. l .a lll#llattia. c soprat·
vita. R iguardo a coloro dai quali si è separati dalle lunghe wtto la malattia mentale, ha spesso un "origine eli tal gettt:~rc.
curve del globo, tali rapporti non potevano essere altro che un Il secondo, al contrat io. deriva dall'epifania: l<~ potenza che
miglioramento; li mettevano senz'altro a portata di mano. possiede esalta ed arricchisce il posseduto, mentre l"esorcismo
C'erano naturalmente degli intervalli nella costellazione, per· cede il posto alt'adorcismo, fenomeno facilmeme ri~mntrabile
ché Stranson sapeva che poteva pretendere di agire solo per tra i Songhay (Niger), gli Yoruba (Ni)?;eria), gli Ftiopi di
i suoi propri, e non tutte le figure che passavano davanti ai Gondar. Certo, le due forme si esprimouo spesso - almeno
suoi occhi nella grande oscurità meritavano un ricordo. Cera prima dell'intervento del gruppo socialt elle est irpa l'anima
una strana santificazione nella morte ... »5.'! Quakuno potrebbe estranea (primo ca~o) o ne consacra la preseuza (scrondo casol
giudicare patologico questo comportamento; esso offre almeno - attraverso comportamenti simili (rtisorrliui psin>nwtori.
il vantaggio di mostrare. ingrandita sino alla caricatura, l ~on­ isteria, catalessi, ebetudine. mutimw o logorrea. ecc.1 e. i n
nipotenza dell'evasione nell'immaginario e la portata terapeu- entrambe le situazioni. la collettività si sentt' u~ua lmtnte coin·
tica d el rito. Isolato, sperso nella società. delu~o dagli amici. volta, tant'è vero che il bene e il mal(" sol11 rarame11te si cmnu·
il protagonista di H . .fame.~ ottiene una sovracompensazione nicano all'indivirtuo isolato. Tuttavia. te"log;it'amellte. la di-
alla scomparsa dell'essere amato attraverso una comunione con stinzione è importante. L"a~·giunta eli una uuova anima pro·
i defunti ritrovati. e ne prova un ~rande confo rto, una gioia voca la disor~anizzazione totale o parziale Òt' Ila persoua lità
indefinibile fatta di luminosità e di musica. « Immergendosi » nella c possessione malefica "• ma accelera la sua promozione.
nella morte rituali:l1:ata Stranson ha rentperato gusto per l'e- la vivifica nella« possessione benefl<:a ». \'a com unque snttoli ·
sistenza! neato che la possessione con o s.enza trance. sia essa attt'"ggia·
mento mistico, tecnica terapeutica (secondo lo sdtema: pm-
c) I fenom~ni di partecipazione. Varie le forme di relazioni sessìone--+ esorcismo--+ fissazione (lei genio in uu altare-+
privileg iate tra individui da poco defunti e vivi, concepite dal- --+ adorcismo), o pura teatralità. somhna dal campo qui stu·
l'immaginazione per lottare contro l'azione perturbatrice della d iatO, dato che l'individuo pui> es.'iere « a hitnato » o « monta·
morte ; fra queste rivestono particolare importanza i fenomeni to • come dicono gli Hausa (N iger). anrhe eia un"entità di-
di partecipazione - reale o simbolica - quali la possessione versa dal defunto.
e la teincarnazione.59 La reincarnaziot!e. La credenza n e lla reincarnazione dei
La possessione. Se lo sciamanesimo, o viaggio mistico d el- defunti è condivisa dai fedeli di numerose religioni « oricn·
tali » (Ofiti dell"antico Egitto, Pitagnrici. Manichei. alcuni
511 H. James. op. cit .. pp. 35. !17. Neo-platonici) e asiatiche (Brahmanisti); essa svolge ancora. in
59 Ve ere L.V. Thomu. Cinq enail..., op. cit., 1961!. Un co~tum~ parti- Africa nera, un ruolo preponderante.ro Infatti. <:hì i: morro da
colarmente: interessante i: il patto di unione nella morte:, frequente tra i
Bantu. Attraverso lo scambio dd sangue:, assicura la fedeltà assoluta dei
congiunti c: l'indiuolubìlità della loro unione. Chi la rompe morirà inevita- 60 Credenza riscontrabile pr~ssu alcuni Occidentnli che pcn~ann rli pnkr
bilmente. Gli sposi talvolta ~ì impegnano a morire: lo stesso giorno: • Po- r:cordare una vita anteriore. Vedere. in partkol:~re. l . St~ven~on M D ..
tremo soltanto riunirei. ~ La coppia continuerà dunque: la propri:~ esi- Iwrnly ca.rr.• wgg,•Jiivr o/ rrincnrnntion . • The america n ~ori~ l y l'or p.<ychi ·
stenza nell'aldilà. cal rtstarrh •. Nc:w York \974 _

544 545

.. _
poco tende a rinascere nei propri nipotini, a differenza d<_gli d) Il culto degli antenati. Non vanno messi sullo stesso
aute::nati fondatori, il cui posto simbolico è saldamente segnato piano il culto degli antenati· - attività rituale, canonic:a, rego-
alla base dd codice o ddla legge comune; « questi morti-che- lata dalla liturgia, autentica istituzione - e il sentimento
r inascono riflettono più direttamente una denegazione della della presenza dei morti, soprattutto di quelli recentemente
mone::_ »61 Sia e::ssa simbolica (cioè nmninale) o reale (cioè deceduti. Anche se il d efunto non possiede un altare, anche
o ntulogic.:a) la reiucarna:tioue ha come fi ne principale quello se non si offrono sacri fie i su l suo era n io, egli resta spesso prt:·
di assic urare, nonostante le interruzio ni della morte, la con- sente: popola i sogni dei sopravvissuti. l morti sono allora
tinuità clelia vita so<:iale, e insieme il suo rinnovamento (colui considerati viventi di un genere particolare. dei quali occorre
che ri-nasce solo eccezionalmeme è la riproduzione di quel che tener conto, co n cui si deve venire a patti e sforzarsi di avere
è Slato) t: il suo eventuale arricchimento (pen:hé il neo-naw relazioni di buon vicinato: non si po trebbe, a <ruesto livello,
ha una for:ta vitalt> superiore a quella del vecthio). Essa per- parlare di religio n e Jlric lo seusu. Allo st~.:sso modo è impor·
mette iuoltre di rimllegare più intimamente il mondo di tante separare, da una parte il culto dei morti - rispetto
<tuaggiù a IJUello dell'al-di-là. dato che lo stesso soggettO per sarebbe il termine più esatto - che si manifesta in particolare
lo pii1 si reincarna molte volte. o indefinitamente. Tra gli attraverso i comportamenti di tipo materno {matemage) du-
Ashami del (;hana. i.· il « sangue » a rinasc:ere nella discenden- rante i funerali, la cura di cui vengono circondate le reliquie,
<r.a uterina, mentre il ..: principio maschile» raggiunge gli an- eventualmente base di un autenti~.:o rito, o le diverse tecniche
tenati e l'anima ritorna al Creatore. Tra i Kik.uyu del Kenia, per allontanare i mani ingombranti, e, dall'altra parte, il culto
S()\t.anw l'« anima c.:olleuiva » che partecipa del phylum so- degli antenati propriamente detto. Questo atteggiamento, sta-
ciale si reincarna. mentre l'altra anima sì volge verso gli ante· volta chiaramente religioso, di fronte ai morti si fonda sul-
nati .bl l'idea antichissima che l'uomo è un elemento del divino, sia
Si possono ricolleg-are alla reincarnazione i casi di metem- esso fatto a immagine di Dio, o abbia ricevuto dalla divinità
psicosi (o reincarua1ione andte in forme animali o vegetali). un'entità spirituale ch e costituisce la sua autentica sostanza
Bisogna vcdne, in questa unione uomo-animale, la prova di vitale, o anche discenda direttamente dalla divinità attraverso
una slretta allinità che caratterizzerebbe tutti i viventi umani la catena dei suoi antenati e parteci pi al divino grazie al mi-
c no n umani? F. possibile. Tuttavia la reincarnazione in un racolo della generazione e della nascita. « Questo semimenw
animale appare talvolta come una punizione, talvolta come un di un legame tra la divinità e l 'uomo conduce logicamente a
p<.-riodo di purifìcazione, o, molto semplicemente, come una certe credenze riguardanti le rela2ioni tra i vivi e i morti )t
tecnica per « rendere preseme ,. iJ defunto ai vivi. (A.E. Jensen). Il culto d egli antenati è la più antica relig ione
praticata dai Cinesi. Mille anni prima della nostra era, quan-
do i tessitori rivestivano un ruolo sociale preponderante (la
donna possedeva la casa, i l marito era innanzi tutto un gene-
6 1 M .C. ,. E. Ortigucs, op. cil .. 1966. pp. 88-89. ro), potevano reincarnarsi i soli anteJlati materni, a cui si
62 Al.Jbiiimo potuto (Cinq t•uais.... op. cit., 1968) individuare, per quanto
riguarda 1':\frit;~ ncn.1, quattro tipi principali di credenze nella reincarna- indirizzava il culto. Quando, più tardi, assunsero maggiore
l iOnç ' l") la rcincamazione propriamente detta, che è una riprodu~ionc importanza i fabbri, si verificò una profonda mutazione a fa-
del ddunto; 2") la reincarnazìnne partecìpaliva, che è una parteci pazione vore degli antenati paterni, il cui ric::ord<> è costantemente
()1\lo lugica dd vi\·~nte al sangue, all'anima (o a uiY'fra mmen tc) d'anima o
ad una delle anime), .all'ombra (o ~d. un~ parte de ll'ombra). al principio celebrato da tavolette poste sui loro altari: le oH-erte sono
VJlule (o :~d una JlC~rzwne del ~rmc1p10 vttale~. uppur~ ad una somma di deposte dal patriarca del gruppo familìarè. L'antenato è il
lutt1 <tucsh clementi appart<"nut• ad uno o p1u def un h , del! o stesso u di
div~rsu sesw; 3") la reincarnazione nominale che può presentarsi associata
modello da imitare e ogni volta che un vivo porta a termine
a.lle altre forme. o da. sola; .4") infì~e la reincarnazione simbolica preferen- una impresa, è all'antenato che ne va il riconoscimento. Infine,
~•ale (;H'C?s~am.c~tu d1, un v1vo e d1 un morto .come pre~so i Sara) o glo- ogni uomo si sforza di avere numerosi figli per essere onorato
bale (ugm md1vtduo e allora un complesso dt forze v1tali originate dal
gruppo). r.ome di dover~ quand() avrà raggiunto i defunti. Lo scintoi-

547
~mo. o relig ione tradizionale dei Giappo n esi, (;onferisce un zare J'eyuilibrio delle forze spirituali perturbato dalla prima
posto privilegiato ai lwmi, n ~piriti dei defunti. Infatti, i kami morte mitica, per assicurare l'ordine thetafisico e sodale e rige-
della famiglia. del clan, del villaggio e della nazio ne (spirito nerare il gruppo: è questo lo scopo del culto d e li'A wa o del
òegli antenati dell'imperatore) popolano il ciel(). g li alberi. grande ."ìigi (chiamato a torto culto della Mo rte ) che fa inter·
le pietre (antura). g li a ttrezzi agricoli. gli ute nsili da cudna venire le maschere fondamentali: 2" assicurare la continuità
(cultura): presiedono alle gioie e alle pene dei loro successo- del phylum sociale in relazion e con la filiazione cianica: è
ri, li ricompensano e li castigano se occorre: in cambio hanno l'oggetto del culto del Birw, che <:i introduce nel cuore del
bisogno degli uomini f he fadlìtano loro l'esistenza (offerta « totemisn.o »: ;~o favorire la fecondità della terra attuando.
di nna .~pada ai guerrieri, di uno specchio alle donne). l lwmi t ramite il gran sacerdote hogon. il rito della semina (donde i
piia illustri. o alme uo piit pmenti, a~.:cedono al rango di divi- riti agrari): il culto del l .f: be ha in questo la sua fina lità es-
nità e sono oggetto di ntlti diretti. :'\nc:he g li Jsraeliti dell'epo- senziale: 4" mo ltiplicare i contatti e mantenere una buona
ca primitiva pensavau o che i loro morti vivessero neiJo sheòl, armonia tra i vivi e i morti, la società visibile e la società
dove si interessavano alla sorte dei figli e dei nipoti': Geremia invisibile, e permettere l'unità (coesione) e la permanenza del
evocherà ancora . sul luogo di sepoltura di Rachele, i suoi villaggio : in tal senso va inteso i l culto del WaJ{t~m : !i" soddi-
«amari singhiozzi )) ((;eremia xxx1, l!>). Cii Ebrei nomadi,- sfare i bisogni materiali, domandare per sé e per la propria fa-
in opposizione ai sedentari che onoravano di c:ulto i Baals- miglia ricchezza, salute e ~oprattutto pace: in questo consist e
veneravano gli dohim, cioè ~li spiriti dei morti dotati di po- il <:ulto che ogni Dogon celebra sui suoi altari pe rsona li in
tere sovrumatlo e di vasto sapere. Senza ridursi. come quaku· rela1.ione diretta con il principio di vita degli antenati . .-\ que-
no ha creduto, all' « a nte~trolatria », e neppure all'« ancestTi· sto proposito .;!,'« ancestrismo ,. dog011 presenta un SI)Tpren-
smn »,l'animismo n e~ro-africano riveste uu'importanza reale: rlente oJmpenòio di tutte le attività religiose : in op;ni caso , se
sia chr si evochino i morti in maniera anon ima e collettiva anche il sacrificio. qualsiasi esso sia, nnn si indirizza al Dio
(antenati lont;~JJi ) n ch e li si interpelli per nome {ante_nati .im- Supn:mo (Amm(l), ciù n on toglie che questi costituisca lo
mediati, antenati m it ici divinizzati che possono essere ti pnmo sfondo di ogni attività c ulturale, come è provato cfall'esame
uomo. il demiurgo o il m aes tro associato a Dio nell'atto crea- d e ll<" formule di invocazio ne .
tore, un amenato tribale assurto al pantheon): sia c he il culto
~i indirizzi all'antenato come unico destinatario (numerosi 2. l mnrfì l' {a lli fa mndn11a
gruppi Bantll, Kabre del Togo, Zulu dell'Africa del Sud) op- 1\·lolti nt1 e comportamenti da noi appena dtati non sono
pure a Di n attraverso la mediazione deli 'antenato (Ba Kongo pi Ì! risumtra bìl i nel mondo on:identale od icrno : possessione.
deli'Jnkisi. Bwa dell'Alto-Volta, Serer del Scnegal), o al Ge- reinrarnazione, culto deg·li antenati ... , c <·i(l restringe st•Hsihil-
nio, cioè alla divinità seconda rreata da Dio per il bene del- mente la g·:mnna ddle re lazioni vivi-defunti. \ 'ann o accostati
l'uomo, tramite l'ant enato (Diola); sia che si trani solamente il c ulto de~li antenati e quello dei .santi? ~·1 L 'analisi di questo
di invocazioni verhali, di cerimonie sacramentali o di offerte para~one ci porterebbe troppo lontano. Basterà qualch e ra-
!iempl ici, individuali o fami liari. con o senza spargimento di pida osservazione. In entrambi i casi lo stadio della CHH S<lcta-
sangue; sia che soltanto l'uomo possa impugnare il coltello 7.ione non è alla portata di ch iunque, ma sembra pii• taci te di-
sauiflcale o che la don11a possa partecipare a l r ito, eventualità ven ire a•· tcnato che essere heatifìcatu o canonizzato. lu en-
invero abbastanza rara; sia, infine, che si celebri il culto su di trambi i <:asi, si ha a che fare <:on intermediari in grado d i
un altare, una tomba. una pietra inalzata, un reliquìario, in
un luogo stabilito d e lla boscap;lia, in un posto qualsiasi, ecc. 63 Alcuni preti arricani. per lini missionari (costitui re una chi(.'S<I Gl\t (l-
Per farsi un'idea di che cosa significhi il culto d egli antenati. lica autenticamentr negra). hanno stabilito stretti legami tra la Cnmuninm·
basterà esaminare nn esempio: quello dei Dogon ( Mali). Jlos· dei Sa nti c la comunità degli antenat i. tra l'unione vita le hanlu <: l'uni tà
ecdc~i01lt>. Vedere V. MulaRo. Un t•i.• atJ' a/rirain riu rhr i <IÌflni.wu·. • l'n'<.
siamo distin)'{uert> cinque funzioni principali : l" riorg-aniz- afric. • 191ì~.

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irllt'rt:edere presso le potenze sacre, benché gli antenati agi- m o caso, il tema della morte feconda esaltata da Ra iner Maria
scano spesso in prim a persona, interven endo frequentemente Rilke in Jl librv ddla pova là e della m ori t::
uella .vita m açt'riale e sociale del gruppo. In entrambi i casi,
«Dà, o Si&n ore, a ciascuno la sua morte!
ci ~i lrova in p resenza di « modelli ,. da seguire, moddli libe-
La m orte ch e fiorì da <!uella vita .. . :a
ramente scelti nel Cristianesimo, lll<K.klli imposti dalle leggi
dd clan n el l" « An imismo». I n entrambi i casi, sono possibili l l problema lonùamentale ch e si pone è al lora q u ello di
d eviazioni ri,pct lO all'ortoòossia, qualora l'intermediario fini- sapere quale posto occupi oggi, nella vita q uotidiana, la me-
sca col ~ostituirsi alla di\'iniLà. deviazione faci lmente accettata ditazione su questi morti illustri , santi cau olici o eroi nazio-
ut:ll'ouica africana, formal mente condannata nella prospeui- nali. Sembra dec isamente che ci si t rovi ormai in presenza di
va criHiana . (;Ji antenati che rappresentano soltanto il phylum atteggiamenti episodici; in ogui e<1su. il culto dei :..lnti e
clanko ~ e tri baie sono per lo p i t' l onorati collettivamente e q tu:lto. ~JleSSO connesso, delle reliquie sembrano accusare una
sono rari i lp! artieri, le conc.:essioni, o le " capanne ». che non sensibile dimin uzione. Si riwrna allora alla profonda differen-
abbia no un ahare d ove ofhire sacrifici in loro onore. In Occi- za che separa la t.:ivihà n egro-africana dalla civiltà occidemale!.
dente, i sami sempre invocati hanno una portata universale, La prima & simbolica. i morti c i vivi custituisumo un'unica
«cattolica» (arH.:h e se o~·ni paese può avere i suoi preferiti! ): comunità e q uesttJ tanto p i ti t'aci l mente in <pianto il defunto
si possono certamente consacrare loro cappelle e innalzare rimane il vicino, ch e pmrà rciucarna1·si o possedere un soprav-
preg-hi ere, m a sempre in stretta connessione con i l culto reso vissuto da lui sn:llo. La se<:onda. al colllrario. è piuuosw uua
a Dio (messa, sacram enti) e soltanto C:ristiani m olto devoti rìvillti di'Ila rof/1/ra : la mmu:, diceva R . Bastide, vi è conside-
nmservauo su di ~<:. o in casa, (luakhe pia immagine del loro rata «come: il coulrario della vita "· non vi si :Kcenano il d ia·
santo veneralo; il culto ~:ollcuivo in on ore di tutti i santi si logo e la simhi osi .~·~ I11 Afr ica, sono g-li antenati a fcc.;ond are le
veri fica solo il i" novembre (ed è, iu verità, una << festa co- donne e aò assicurare la h:<:ondità clt:i campi : in On:ideme.
mandata » ). cioè la vigi lia del «giorno dei morti ». In Occi- sohamo la Lccnira puù soddisfare i biso~ni materiali e o rga·
dente si è m aggiorm ente semib ili n ei confro nti degli eroi in· n izzar<• la produnività. J'er l'africano il tempo è contiuuità, ri-
dividualizzati e abbia mo g ià osservato in qual Ulisura i modelli produzione ripctitiva : da 1111i ì: vi!>.m iO con•e distruzione, o al-
laici facciano concorrenza, uon senza successo. ai mo d elli por· meno cu;ue di,cou tinuità : " noi ahhiamo t:~on· inat o i morti
tatori di un mcssagKio religioso. Se non si può parlare di culto
(ma i pelley;rin a&gi a Colombey o al mausoleo di Lenin non !i(j }(.-lig iun.• u /riru ; 'II'S t'l Sll llflllln d.- < w l li>llllmi, • l'r;·s afric. ,. 60.
ne sono lonta u i) è certamente venerazione quella accordata L!;bK, pp. 10 2-107. l...:1 psican:..tis i h:1 mu~•· in lurc multo bene il ruolo d d lc:
ad alcuni defunti, personaggi invidiati , o perché di moda imm agini. patcrr:a o materna. rhe OJS(."liSio nano cuntinuamcntc l'individuo c
ne d<.tennin.ano la condc tta, multo più sicuramente c automaticamente: di
(certi cantami, certi auori cinematografici ... ) - atteggia.men- quanto racciano gli Eguu estc:riorizuti cl egli Yuruba. Il IJ:&drc: che abbiamo
to in realtà non M:evro di feticismo - o pen:hé la loro eststen- ucc iso, la madre che abbiamo inccs tuus.uncn te dc:~idc:rat3, talvolta il fra-
za r isolve m1 problema capitale, quello del « sacri ficio asso- tello o la sorella, costituisco no altrc:tt:lntc: im.ago che, dalle prufondilà dc:l
nostro io. reggo no le: 61a dci nostri geui - quei gest i che nonoslantc ciò
l uto » e del «ru olo della nostra l ibertà n ella nostra morte,., noi c:tcdiamo liber i. Cio che determina il nustro comportament o è c:sprcs-
secondo la formula di J. euitton.M Ritroviamo, in quesùllti· sionc: non tanto d ella nvstra volontà quanto di quella dci Morti cbc suno
restati in n_oi, nascosti non più sot:o maschc:r~ di legno o costumi di paglia,
ma nelle ptcghe del m,~t ro essere •gnoratu; d1remo c he s~ la struttura delle
!i4 R. Bradl>ury. ad esempio. ha. sottolin~ato . ~umc, . presso /$"li _Eùo d~\ civiltà africane: è quella dd tlialogo, la struttura della società occidcnt<alc: t
Benin (Nigcrio.), la comuni.tà orgilnlça ~eglt sptntl dct de~unh _:dletta \a quella dd monologo, ma del munulngo dc:ì Morti. Freud ha colto bene le
çumunità sociale dc:i vivi<! funzwni nello ~tesso modo. (r1p. nt., 1912.) . anakgic: tra i fenomeni religiosi e i fenvmeni pulsinnali da lui descritti nd
6) Pustfazionc al libro d i M. Schumann. Lr1 more n1•e dr• it•ur proprt• v 1e. propri pazio1ti ncvrotìci. Ne ha concluso. a to rt o, clte la religione n.uccv.a
op. cit., l!JH, p . 174. Tn)viamo qui il tema drll'oblazionc t·he viene celebrata... dall'osstssi one. ne era l"es terior izzatione o l'i stìtuziunalizzazione. l tenniqj
• l o vivu ora le ultime settimane. gli ultimi giorni della mia vita. Ah! come vannt) rovesc iati, hisugna d ire che pr\lprio perché !"Occidente ha abbandtr
v?rrci che quc~ta ~ ita ~er.~issc a qualche. ~osa ! Come vorre i p<>terla offrire.~ natu il culto. esterio re cd ist ituzionaliHato, dei Morti, questi sonu divenuti
dtch tarava C.andht a M . Schumann (p. l b). fo>rme osscosive d el n ustf'l) inc-onscio.

ssr
che ci volgono verso il passato e rischiano di farci fallire l'av- Possiamo trarre, a proposito degli atteggiamenti verso i de·
venire" · La paura della mo rte finisce con il farci trascurare i funti, due conclusioni. La prima: se, in Africa. i morti occu-
mon i stessi; g ià cacciati ieri dal centro della città e respinti nei pano un posto importante nella vita sociale, sono anche, come
cimiteri periferici, fi niscono ormai con l'essere espulsi dal no- è stato detto, al loro posto; il culto reso loro è " esteriore ,. c
stro ricordo. 67 C'è da temere che i defunti si vtmdichino ve- c istituzionalizzato ,. , il dialogo con lo scomparso arreca effe! ti
nendo a perturbare l'in conscio d egli imprudenti sopravvissuti. sostanziali tanto all'individuo quan to alla collettività. In O c-
I .a recrudescenza delle psicosi e delle nev:osi 61 non ha forse cidente, al contrario, i defunti wno respinti. trascurati, per-
diversa origine: il r ifiuto di collocare i n\orti al giusto posto ché simboleggiano la nostra m orte personale che vogliamq.
(o. se si prererisce. d i guardare in faccia H problema d e lla ignorare, perché sono il nostro passato e a noi interessa sol:
uost ra origine e del nostro destino). U n rovesciamento di pro· tanto l'avvenire, cioè l'azione e il profitto; se si rende loro un
spt.>ttiva nel rapporto morti / vivi si manifesta anche in u n a ltro culto, lo si fa individualmente, q uasi morbosamèu te, alla ma-
m odo. Ieri i morti venivano ufficialmente (esistenza di riti pre- niera dello Stranson di H . James, o per obbedire ad un for-
ri~i) a vi!iitare i vivi: questa credenza che è stata spunto di in- malismo sociale, il giorno dei mor ti ! Ora questi defunti ch e
teressanti temi letterari,rfl <:ontinua ad essere accettata in qual- non è possibile escludere impunemente, si interiorizzano sotto
che luoA'o. ad esempio in l\Iessico.70 Oggi sono i vivi, compie· forma di fantasmi ossessivi inconsc i. Per aver Jiq uidaw il sim-
tamente padroni della situazione. che vanno. spesso in modo bolismo rituale senza prevederne dei sistemi di sostituzione,
formalr.>. a visitare i defunti. · assistiamo allo sbocciare di un immaginario anan:hico spesso
al limite del patologico.
Quanto alla seconda osservazione, essa ricorda che le n·la-
f)j Nd l~ S11cidà antiche i morti riv~~tivano tale impo~tanta che n on
~si~tevann. o csi~tev~ no puc-hissimt>. morti e storia passata. zionì con il defunto, specialmente durante il periodo di lutto
h~ Ahhi ilmo già citato Lr.• mourht'.< dì J.-P. Sartre e Lr fl'(lllS du U{l- psicologico, sono in diretta connessione con il tipo di rapporti
li/>llt" Ì"'" rli P. C!aucld. intrattenuti con il vivo che egli era. A. (~odin ' 1 distiùgue. a
fi!l Ndla r dchrazione d~l Giorno dei Morti. uno degli elementi essen-
«
ziali Òt· ll a acden7.01 pnpolare nella t•rrindad era che le anime dei defunti. questo proposito, tre atteggiamenti : a) Relazione in n ti pre-
prim;~ lfurllc rl"ì hamhini. p o i quelle degli aclulti, ritornassero nella loro domina il narcisismo, quando l'altro era presente soprattutto
l;un iglia rispd!ivamrntc il l'" " il 2 novembre:. Questa credenza è diffusa
wprattuttu tra i pov,·r i. mcntrl'. man mann che si sale nella scala sociale per soddisfare i nostri bisogni. L 'esperienza di separazion e si
~.t <Tnnu m ica. tcnd c•n n il prcva lt:tc le: credenze cattoliche più ortodosse. connoterebbe di una Fmstrazione più o meno ribelle. h) R e·
Qucstu fati" (• ra ci lmcnte vc:rifìrabile grazie ad uno studio comparativt• tra !azione contrassegnata da una predominan te aggresJiva. Un'e-
la t•t·rimlml tlci J>an aderus dove abitava Guaddu pe c: la Casa Grande dei
figli Sanch c:z. Ai Panade rns il IJI 0 /o dci capifamiglia credeva al r itorn o dc:i sperienza di desiderio si ca richerebbe in tal caso di colpevo·
murti rì.~ ru:Uu a l .14 °/o n ella Casa Grande. Nenuna delle due vuindndrs leua, tanto più profonda e d u revole <}Uanto meuo conscia,
tuttavia cuncc>rdava sulla natura dell 'anima, sul modo del suo ritorno, sul- meno riconosciuta era l'aggressività. C'è chi passa delle ore
l't•ra di arrivo c di partenza. Nei villaggi mcssicani tradizionali. dove pre-
valeva l"inlluenza ind iana. venivano presentate: c inque off~:rte a ll'anima alle esequie di persone alle quali, quand'erano vive. non
attcs<~ nel Giorno dci Morti: un cero per rischiararne la via, acqua per avrebbe concesso un quarto d'ora di attenta convers;uion c ...
sm~~rzarne la sete, fiori per onoraria. cibo per placarne la fame e incenso
per guid~rla a l suo a ntico focolare. Nella vecindnd dci Panade ros una c) Relazione in cui domin erebbe una componc'rlle d'amore.
percentuale multo più alta di famiglie dspettava questa tradizione che in quando i legami di attaccamento amoroso (da cui no n t: neres-
qutlla d t lla Casa Grande. Sembra d'altronde che ci sia un ordine di spa- sariamente esclusa l'aggressività) si sono evoluti fino a raggiun-
rizi•>nc ddle offerte man mano che si sale nella scala sociale. Il primo a
srarire era l'incensu. poi il cibo, poi i fiori. Le offerte di acqua e di ce ri gere il riconoscimento completo di un d estino e di una liber-
eran o le più persistenti • (0. Lcwis. ofJ. c-il.. Gallimard 1973. pp. 33-34). tà c altrui». Potremo ipotizzare che l'esperienza di una mor-
ill A tt ...a lmente si assiste tuttavia ad una recrudescenza deg li intcrrO··
ga tivi r iguardanti il destino dupo la mQrte. • Che cosa c'~ dietro quest"ansia te come questa unisca la riconoscenza (rendimento di grazie)
ucscente? Scm hra che. nella nostra epoca d'abbondanza •. il fermento reli- per il cammino percorso insieme ed un modo nuovo, interìo-
gioso. i disordini razziali, l"inst<~hilità dei governi e il contrapporsi di nì chi-
lìsmn c dugmati~rno açu i.~ça no l"intere~se per quc!to problema... - M . Ebon.
oJ>. rit.. l !-171. pp. 7-X. 71 La mort a-t-elle changé, in Mort t'l J•rht:n((', op. cit., 1971 , p. 241i.

552 553
ri:aalu, di presenza dello scomparso. In tal caso, il lutto accet· dua lizzazione, l'unità del corpo viene ad opporsi a questo
t alO con d u<:e ad un uileriore incontro con l'altro, scomparso, sdoppiamento e )'uomo s.i seme mortale. »72 Allora, o cerca
iu e u i le in una~ i n i del passato insistono sulle figure simboli- di dimenticare tale circostanza, o i nsev;ue la sua ossessione
che di un' unione " fiuale », e giung·ono a facilitare l'anticipa- di sopravvivere, se è credente, nell'aldilà, se non lo è quag-
zivuc clelia morte per colui t·he continua a vivere. « ldealizza- g iù, e in varie forme : criogenizzazione, immortalità per pezzi
7.ione del tld u111o o svalutazione de Ila su a immagine, r icerca o separati, immortalità nel r icordo ... Dall 'immunalità all 'amor-
ri (i uw dd ricordo, desiderio di vivere come-se-egli-fosse-pre- talità si snoda tutto il <.:ammino che conduce dd simbolo al-
sente o torpore e disperazione possono essere interpretati l 'immaginario.73
soltanto in rappono a (}Uesti atteggiamenti tipo. » La morte è un dato oggettivo - che si può cak~lare in
percentuali (o in tassi) appropriatamente calcolate - vissuta
L'analisi delle credenLe e de~li atteggiamenti confortanti soggettivamente come fenomeno di perdita e che ha come ter-
11011 fa allro che confermare i risultati di quelle svolte a pro- mine naturale la decomposizione del cadavere.
posito dd linguaggio e dd simbolo. Da una parte, la ~rpren­ L'inconscio umano non ha mancato di reagire davanti a
cle mc compkssilà, la slllpdacente ric<.:hezza dei mezz1 conce- questa perdita e a questa putrefazione, di moltipli<.: are ranta-
piti dall'immaginario per o rgan izzare la so~erenza, lottare con- srui e sistemi, atteggiamenti e riti, t rasformando la perdita in
tro il dolore della separazione e l'angosCia della morte: _cre- nuove presenze e la putrefazioue in un processo di sublima-
denze. sislellli di pensiero, liturgia d ci riti. tecniche per ntro· zione. t questo il ruolo attribuito all'immaginario, e cht: viene
vare i morti l! n.:eu pt::rare q uamo di benefico il loro nuovo sta- concepito in termini di livelli o di stadi. lnnamitullo appaio-
IO puc't ;1v<~rc per i sopravvissuti, si strutturano diversame~tte no determinate forze pulsionali che la psiçanalisi ha lumino-
senmdo le aree c ulturali. Dall'altra, abbiamo po tuto mlsu- samente rivelato. Vengono poi le immag ini, le rappresentazio-
r:Hc lo sctrto ch e. nonostante numerose analogie neUe situa- ni, le associazioni-chiave che talvolta ricorrono al ~ linguag-
l.ioni, separa una sOl:ielà « arca.ica » ~al ,_nond~ .occ.ide.ma.le. gio del corpo », tal volta a q ne llo del1u " spiri w ». Con queste
:'\ el primo caso, il campo del\'unmagmano p:lVIIegla il hn- introduciamo i sistemi dì simboli che sottendono gli arche-
g llagg;io del si m bolo, a< cena la morte p~r meglio_ trasce~derla, tipi del gruppo considerato e giungono a trame rituali litur-
fa cic:·l defunto l'alter-ego, rifiuta di aprrre una dicotomia asS<?- gic:amente codificate (l'immaginale).
l ura fra il mo1Hlo di quaggiÌI e l'al-di·là. Nel secondo c~~· 1l Lévi-Strauss ha mostrato assai bene in che cosa w nsista
registro dd simht•lico si riduce. la p~ur~ 'Ei~l~a mor~e, ~zme~? l'efficacia simboli<.:a.7' Infatti, l'immaginario richiede la pro-
per en.:ellc:nza, si accontenta di medial.Wlll tm~agman~, pm pria attualizzazione perché, in un certo senso, la contiene. Mi-
vidne alle pulsioni che al rito rappresentato e vtssuto, s~a che sero se si sostituisce all'azione che suscita, anima o accompa-
si rifiuti l'eventualità del morire, sia ch e si resti at~accatt a so- gna, esso è profondamente benefico ogni qual volta la com-
pravvivenze impoverite d ei gra~di miti, s~a che si_tenti ~i le· pensa quando essa è impossibile. Ci puè> già essere liberazione
gittimare wu il ricorso alla suenz.a <.:~ru_ ~u~g~la.menu che nel f per mezzo dell'immaginario.
non sono se non mediocri surrogati d et nt1 dt 1en. Nel pas- L' interesse dell'analisi d el caso negro-africano, consi.~te nel
sato. i compll'tamemi confortanti erano a_l centro d ella ~ita e fatto che esso mette giustamente in rilievo l'esistenza del-
l' esioem.a eli immortalità wstitui va la p n ne. i pale garanzta, la l' immaginario di salvazione: riti come i fu nera h e, forse an-
cert;.n.a aSlioluta, e poco importa ch e essa si traducesse nella
possibile reincarnazione, ne ll'eterno ritorno, nella {usi~ne co~
72 R. Mcnahcm, op. cit., 1973, p. 31.
)'LI no-TuLW. nella vila ancestrale o n ella contemplazwne dt 73 Ieri l'uomo aveva il s~nso e il gusto della vita interiore. ~Se (medi-
Dio. i-: vem che l'individuo organizzato in modo plurale (ani- tate) la vostra morte sarà più voluttuosa della vostra notte di nozze. Un
ma e corpo. per semplificare) poteva contare sul g~uppo . i~1 Sant<> muore due volte al giomo ! • (Sani Kirpal Singh}. Oggi J'uumo non
ha più il tempo di coltivare l'interiorità .
cui si imer i va. Oggi no n è piit cosi: « accentuandosi lmd1v1- 74 Antropolugiu struttura[,•, Il Saggi<1tore 19 i.S•. pp. ZI0-22'J.

554 555
che di più, I' iniziazion~, mostrano in qual modo la m orte pos- quaggiù ...). Ma, a parte il fatto che in questo campo la scien-
sa essere accettata e coll~ttivam~nte tra~esa. Il mondo occiden- za promette p ii1 di quanto mantenga, non d im entich iamo che
tale, come abbiamo detto, no n conosce questa saggezza, m algra- essa è ancora t roppo ~pesso volta alla morte. In L 'tfl ltf~r. / ) i r ll
do il tema cristiano della Resurrezione e d ella Redenzione. e l le Diable, \V. Reich 78 stende a questo propositl.l un bilan-
Infatti, dai riti funebri (esequie e lutto) ai procedimenti para- cio ch e p~ende il tono di una requisitoria : m orte m illt~ra le.
psichici per entrare in re.! azione .con. i tra~assat i, const~tiamo (concezioni del vuoto, della co nservazione d e ll'energia, dell'e-
un impoverimento del hnguagg10 stmbohco che sancisce la tere inerte), morte biologica (morte sperimentale come quella
perdita di importanza dì questo tipo d_i i~m.agi_n~rio, ~i.ut­ ? dei Nazisti ), morte iutellellltale. '(i rrigid ime n to delle forme
tosto la sua riduzion e ad alcuni meccamsm1 dt dtntego. 7 L tm- duttil i e vive in modelli m eccanici ed astrtttti). 1'\on i..· fnrse
maginario d i rappresentazione agisce su due piani dilferent~, significa tivo che la pit't grande teoria scìentiftca· d ci tempi mo·
da una parte quello informativo e ludi~o fortem~nte. contamt- d erni, la teoria atom ica. prest i il proprio nome all'arma pi il
n ato dal circuito economico, e che susctta nel pubbhco fanta- distruttrice mai conosci uta ? I n ogni caso, uessuua guerra è
smi diversi a seconda della natura del messaggio e della ri- mai stata tanto sòentifica. sul duplice piano fisico (anni m i·
cettività di ciascuno (sado-masoch ismo, compiacim~nto narci- cidiali) e psichico (intossicazione e propaganda),·quanlr) qud-
sistico, evasione o catarsi); dall'altra parte quello dell'imma- la in Vietnam...
ginario poetico, spesso molto ricco,71S o semplic~mente della Impoverimento del linguaggio tipico della morte, restrin·
fantasticheria.77 L'immaginario di concezione, di essen~a teo- gersi del campo .~imbolicn, rifiuto dei riti. elusione del lutto.
logica o filosofica si divide fra opzioni profondamente d1verse, incertezza delle credenze <:onfortanti, è questo il se~no (n l'ef-
classica o moderna per i teologi, materialismo marxista oppure fetto) dello smarrimento che l'uomo m.:cidentale prova ogg;i.
spiritualismo cristiano o at~o per i filosofi: senz~ ~imen~icare N on poteva essere a ltrimeuti dato che per lui. in genere, il
la corrente struttural ista o tspnata alla ps•canahst: ogm dot- • potere» vince sul « senso », il «profitto 1> sul rispetto <lrlla
trina si sforza. a suo modo, di risolvere il problema della mor- perso na, la paura della m1)rte sulla gioia di vi\'eT('. Fiud u:· il
te; senza tuttavia riuscire, tranne forse il marxismo e il pen- valo re di scambio preva rrà a scapito del valo re d 'm o , l'uomo
siero cristiano, a interessare le masse popolari come fanno i resterà incapace di ben vivere come di heu m orire. Fo rse per
miti negro-africani che si incarnano nei riti e dirigono gli atti questo h a perduto il desiderio della festa ~
della vita quotidiana. D'altronde, bisogna anche. ammettere
che queste diverse concezioni non. ha~no affatto ru~novato. né
soprattutto approfondito le ~uest1o~t fon~amentah ~he ~ uo-
mo si è sempre posto. Resta, mfine, l atteggwmen to scre'";ttfic?,
nel quale alcuni ripongono tutt~ le l?ro ~peran~e (vttto~ta
sulla vecchiaia e sulla m orte. cnogemzzaztone, 1mmortahtà

75 Nella sua tesi d i dottorato del 111 ciclo (Parigi x , 1972), A. Gauthiet
(La doublc stratégi1· du (Jo_litiqu.t·) contra.ppon~ a~a~oga~entc: l~ s~cie~à tra-
ditionali a valenza ~imbohca e le S<>c1eta cap1tahshchc: mdwtnab onen~ate
verso l'immaginario. Le prime ri~petlano _l'm>mo e c~no~cono ,for:ne. sos.tltu -
tive della violenza. Le seconde. che: praticano volcnhen la d!scnmm:"z1one,
l'esclusion e, la repressione. ruutan~ into,rn? ad _una regol~ I"!Perattva, la
c<mscrvationc dd potere nelle mam dd\ ohgarch1a (stratc:g1a d1 classe por-
tatrice di dominio). . . .
76 Vedere:. ad esempio. le belle poesie d1 P. Neruda, d 1 Ph. Jaccottet..
c: soprattutto la notevole raccolto. 'Toi, [)ét•sst' de /'univeru/, di F. Zamaron,
P arigi l ~ltii. 711 Payot 197.~. Vedere R. Dadoun. Une viJion nouvrllr d,· lo ,f f'i (·n a. in
7i Vengono alla mente: i lavori di G . Bachdard. • Politique Hc:l>do •. IIZ. 7 gennaio 1974.

557
SI PUÒ CONCLUDERE?

Quellu che auuiamu detto

li nostro lavoro Ì! incompiuto ... Sia p er la vastità dei campi


in esame. sia per l'insu(fic.:ienza dell'analisi, esso non copre
' utte le dimensioni del proprio oggetto, e non ne dà una spie-
gazione sufficien te. In tali condizion i a dH· c.osa pub servire
una conclusione? Que lla che propo niamo no n d1iud e un di-
battito; diciamo piuttosto ch e g li dà tlll nuovo avvio.
lln filosofo - ~criveva in sostanza H . "Bergson - ha detto
una sola cesa in tulla la sua vita; non ha mai smcssu di ridirla,
ma ogni volta in modo diveno. Sotto m o lti aspeui . avviene lo
stesso per l'antropologo. Che si rratti d ei tipi o d egli aspetti
di questa morte, che si sappia offrire volti diversi,. degli at-
teggiamenti che essa susdta nei confromi suoi, dd mo rente,
del c:adavere, di chi porta il lutto e d ei defunti, che s'i tratti
infine d el modo in cui viene concepita, rappresemata, imma-
ginata, subita, cercata. fuggita, trascesa ... abbiamo sempre ri-
preso lo stesso discorso: c'è una società. che rispetta l'uom o e
accetta la mo rte : quella africana; ce n 'è un'altra, portatrice
di morte, tanatocratic:t, ossessionata <' terrificata d a lla morte:
quella occidentale ...
Il libro che avete letto non è una sintesi di quanto si sa e
si c rede sulla morte, cosa che .~arebbe- prematura allo stato
a ttuale. delle ricerche: ma piuttosto una raccolta di dat i, arti-
colata in quattro pumi : la morte al 1)lurale: mone vissuta,
concepita, rappresentata; atteggiamenti davanti alla morte e
a i morti ; la morte tra la putrP.fazione e l'immaginario. Tutto
ciò si tematiz.za su d i un'oppc,:,izione ch e qualcuno potrebbe
ritenere scelta arbitrariamenle: Africa « tradizionale • / mondo
occidentale. Questo libro non pretende di enunciare una teo-
! ria, tanto m eno una teoria originale: suggerisce, più modesta-

l m ente, un'ipotesi che speri"a mo abbia un forte valore euri-


stico. Paragonando il mondo negm-africano e il mo udo indu-
ll 559

J
strialiuato d ell'Occidente, pensiamo di aver messo in rilievo ~ Filosofia della vita l' dr/la morlt•
questi ambiti di correlazioni :
Tematiea Civiltà Civiltà
negro-af ricaoa occidentale
r Tema generale
Atteggiamento di fron- Promozione della vita Disprezzo della vita:
Civiltà Civiltà
te alla vita. sotto tutte le sue rnrnlc società che pnrta lo\
T ematica nc:r;ro-af ricana occidentale (biologica. sessuale. 'Pi- morte (uccide o lascia
rituale). morire).
Rispetto del corpo : rit- • Attcg~iamcnto equivo-
Tipo di società o di . Società ad accumula- Società ad a«:umula- mo come linguaggiu co nei confronti dd
civiltà. t ione di uomini. zionc di beni.. del corpo. corpn.
Ricca in segni e sim- Ricca in og,;c:lti e tec-
boli. ntca.
Attcr;giamento davanti Morte accettata e tra- An~~:oscia più o meno
Economia di sussisten- Profitto, abbondanza. alla morte. scesa. Sposlamc·ntn (al repressa. Dinirr,n (al
za; penuria ma primato spreco; società di con- limite nevro~i) .
sumo; primato dd va- limite psicosi).
del valore d'uso.
'lore di scambio. Integrazione del la mor- Fuga davanti alla mnr-
te come elemento ne- 1<' tmtologica a favore
Attcn~ione ai rapporti Tanatocrnzia burocra- cessario del circuito vi- delta mMil'-acridrnll'
personali e ricerca quo- tica o tccnocrazia.2 tale (realtà ontolugica). che la scienza · potrà
tidiana della pace.' eliminare·.
Spirito comunitario. Esaltazione dell'indivi - Morte ideale: • buona • Morto ideale: " bdla ~
dualismo. morte. morte.
Senso della continuità Senso della rottura:
c dd dialol!'o; ruolo dd ruolo della · scienza,
mito, dd tempo npe- della tecnica. del tem - Atteggiamento verso il Atteggi<~mcnto materno Si muo re snli. per lo
titivo e dd tempo esca- po esplosivo.
morente. c rassicurante. Se ne ra p iia all'osptcl;-llc Né
tolo~~: ico. carico il gruppo. aiutn. né as•istcnza.

Atteggiamento rispetto
---------------------------
Importanza dd lutto c l.nttu cvit:.ln.
----
Nc,sun
Significato dell'uomo. Al centro .dd mondo. Considerato come pro-
~i defunt i e ai soprav- dci riti. Numerosi tabi•. t.lbll.
La creatura più pre- dotto, merce, produtto-
vis.•uti.
ziosa ma altamente so- re-consumatore. lndivi- Onnipresenza dci mor- M ortu nsse~~ionantc "
cializzala. dualiuato e alienato. ti. Prc:Hi~tio dell'ante- morto• respinto
Valorizzazione dd vec- Vecchio svalorizzato, nato. Eventuale rci ncar-
chio. trascurato. nazionc.
Cimitero non importan- Cimitero trascurato o
te, ma culto degli an- fet icismo clelia tomha.
Natura dell'immagina- Preponderanza del sim- L'immaK'nario prevale tenati.
rio. bolo c del rito simbo- sul !imbolo; sparizione
lico. dd rito simbolico.
Pc:da,~togia della morte. Permanente, dai primi Nessuna petlagngia uf-
a.nni d i vita. fì cia lc.

1 Vedere L. V. Thomas, R. I.uncau, Les religions d' A/rique noire, De-


nr>el. Fayard 19G8:, A ntllrofJologit~. relir.J.eus.e a{rica.i'le. Laroussc 1974. ·
2 Ricordiamo l eccellente stud1o. g1a ntato. dt M. Serres, La Thanatn- Certamente, per e~sere pitl precisi, hisognerehbe continuare
cratie, • Critique • . 298, marzo 1972... • L'irrazional~ dcl\~a~te inyadc il la ricerca delle mediazioni che giustificano e spiegano tali
sapere, in ciò che è sfuggito al suo autnrontrollo. Allora l1sttnto dt morte
circola liberamente... • (p. 2 1S). accostamenti (passa~gi di tipo psicologico, sociolop;ic.:o ed et:o-
.. Il problema attualmente è qudlo di dominare il dominio e. non più la nomico insieme) e non accontentarsi, come troppo spesso ah-
natura. l! male è che i ~i~nori sono sempre quelli di un tempo. D1 un passato biamo fatto, di constatare le correla1.ioni. cosa che non ci fa
vicino e lontano, di semrre. Che sono là grazie alla morte e per la morte ... ,.
(pp. 217-2111). s11perare il livello delle impressioni. Inoltre, andrehbrrn i~ti·
tuici paragoni tra gruppi diversi dì società acl acnuuulazione volta di pitJ riscontriamo una profonda differenza tra il mon-
d'uomini (in Asia, in Oceania soprauutto, n {ra p;li Indiani do africano e quello occidentak Nel primo, il gruppo si fa
d 'America) per precisare come questi risolvano il problema carico dell'individuo dalla nascita alla morte, lo integra nei
della morte, senLa limitarsi alle sole sudetà negro-africane. differenti stadi sociali, moltiplica i riti di passaggio, assume
l !n alrro momento di paragone dovrebbe raffrontare il mondo _ con lui atteggiamenti materni e rassicuranti in caso di ma-
capitalistico occidentale da noi spesso descritto e l'universo lattia, dà una regola alla sofferenza, organizza funerali e lutto.
sori a lista : 1 non c·c akun dubbio che l'u RS<.; o la Cina, (·he Nel secondo, invece, l'individuo si trova isolato di fronte ai
hanno scelro l'ateismo e il materialismo rovesciando una lun- suoi problemi (insicurezza, angoscia, traumi vari): egli muo-
ga tradiLione religiosa e spirituale. possano offrire, su que.5to re solo, non è più circondato di simboli e di riti confortanti,
argomento, dati originali da sviluppare. lnfiue, all"interno del anzi non è previsto nulla per facilitare il travaglio del lutto...
mo ndo rapitalistic.o europeo, sarebbe possibile tare una di- Con l'inconscio poi, e per questo ab biamo continuamente
stimione tra i paesi latini cattolici e i paesi anglosassoni pro· parlato dell'immaginario. delle pulsioni (fonti di bmasmi vis-
testanti. che hanno reagito iucontestabilmente meglio, anche suti o rappresentati) ai sistemi mitici, teologici, metafisici, del-
se con «tuakhe eccesso, di fronte al duplice tabì1 del sesso 4 le reazioni spontanee ai rituali liturgicamente codificati. Di
e della morte, come dimostra chiaramente il loro atteggiamen- qui la dimensione privilegiata in cui la psicanalisi si trova in
to a proposito dell'aborto, della eutanasia, dei trapianti di or· rapporto al timore della morte. Di qui ant:he l'ipotesi che
gani, dell'incinerazione, dei nuovi tipi di cimiteri. del\a tana- ogni cultura potrebbe senz'altro essere in sé (o nello spirito
toprassi ...5 ·, dell'antr.opologo che la ricostruisce) uoa maniera dì illudersi
t Tn altro punlo ~u cui l'antropo-tanatologia getta luce è la che mantiene il gruppo nella propria speranza di indistrutti·
duplice relazione che la morte instaura con la collettività. e bilità. E ciò riconduce a porsi, in uà certo qual modo, il pro·
c.:on l'iucolll;(:io. Cou la collettività, prima, che socializza la blema del senso dell'antropologia ; o, se si preferisce, del suo
morte <·on il gioco ddlc credenze e s<>praltlltW dei riti. « Il oggetto specifico. Per un curioso paradosso, i veri problemi
doppiu -.eppellimento, l'incinerazinne, il cannibalismo rituale, della morte (come ieri q uelli del sesso) sono generalmente
J'inumazi(lne. la mummif1cazione sono alnettanti mezzi per svuotati dall'antropologo, mentre gli insiemi socio-culturali
negare l'esistenza di questa forza naturale senza la quale la che egli studia minuziosamente esistono soltanto come mezzi
vita sarebbe impossibile per la specie umana, perché l'essere per velare, ~r occultare la morte (o il sesso). c t per noi più
pochi è la condizione stessa di una sopravvivenza che implica facile e più comodo costruire dei sistemi. Ma allora non ve-
l'eliminazione fisica di un gran numero di viventi ».6 Una diamo più come le società lottano contro ciò che le distrugge.
Questa polemica continua è probabihneme più importante
::1 In linc:a di fr incipio, il socialismo porta ad una società ad accumula-
che la ricerca della coerenza e dell'equilibrio traducibile in
ziu nc d 'uom ini. . tu lta via ind isculibile che l'uRS!; c. in misura m ino re. la fo rmule matematiche. In ogni caso è più concreta, perché ci
C in a entrano nel circuito produttivistico c mantengonu il mito della confronta con istanze alle quali non possiamo non rispondere
pruduz.ionc.
4 Cosa che non esclude il procCSS«l di rccupero da p.1rte d el sistema. e di cui le c culture » costituiscono forse la protesta perpetua-
Ccrt.tmcnle. con la contraccc:zivne. che elimina la gravidanza come sanz.ionc mente incompiuta. Non si può sfuggire alla drammatizza-
«Iella • culpa,. c: separa la scssualità dalla riproduzione. l'idea del peccato zione sociale che deriva da questo conlliuo in cui le forze del-
seuuale ha perduto credibilità. Ma in cumpens<• il sessv si vende bene
(rivi~te rrutichc o pornogrn6che, film dello stesso genere) e, utili:c~ato a fini l'c Es • e il simbolo si mescolano indissolubilmente. » 7 Non
puhhlidtari, ra venderei F. staro detto giudamcntc:, la società del pmfittn e è dunque eccessivo o presunt~;~oso ritenere che l'antropologia
del l'~n<um.-i trova il proprio vantaggio in un sesso liberato. Quanto alla non sia altro, al limite, che una antropo-tanatologia nascosta.
m(:rtc, non ha atteso la soppressione dd tabù per entrare nel circuito com-
mcrc i:dc. l,noltre, e pensiamo di averlo messo in evidenza, ogni antro-
5 Rtstcrc:bbc da vedere se le società euro\Jcc.' dd ~assalo, non ancora
industrializzate, erano o no società ad accumu azione d uomini!
6 J Duvignaud. /.11 mori et aprh, op. cit., l !167, p. 2!14. 7 J. Duvignaud. op. cit., 1971. p. 295.

l
4
pologia della morte deve essere comparativa, e si avvale neces- mento al caso africano non ha, per noi, se n o n valore di illu-
sariamente degli apporti di proce.~'ii pluri- o inter-di~ci plinari. strazio~e: ~istono società che per llaggezz.a ef o opportunità
l.a principale insufficienza d i numerosi studi intrapresi at- hanno mtelhgentememe trasceso il tabt't della morte. Cit) non
tualmente a proposito della morte naS<.:e proprio dall'aver vuoi dire che l'Occidente debba imitare tale modello, cosa.
tras,:uratC) questa òuplice esigenza. b~ni~teso, né possibile né auspicabile per evidentissime ra-
Esaltare, come abùiamo fattn a più riprese, il caso africano g10n1 . Ma, fondandosi sull' idea-forza <.:he una civiltà ad accn-
sif;nifi('a semplicemente riconoscere che in quest'area cultu- mulaz i~ne d' uomini riesce . a mettere d 'accordo. il r ispetw
rale i problemi legati alla morte sono stati risolti il meglio della vtta (non soltanto dt quella umana) e l'accettazione
pos.'iibile negli interessi dell'individuo o del gruppo: e non della morte, il mondo industrializzato duvrebhf' poter inven-
è un caso che queste società collochino l'uomo nella loro LO· tare una società nuova.
smologia al ce1;tru del mondo e nei loro riti al cemro d elle
loro attenzio ui. Ciil non vuoi dire affatto che diamo di esse
un· i m magi n e irenica. L'Africa conosce le in egna~! i;mze socia· f:he fare?
li, la gerarchia ò elle ca.~ te, lo .~fruttamcnto dei cadetti da parte
dei primogeniti. la povertà e l'alienazione cierivanti dalla trat· B isogna prima di tutto comprend ere meglio le caratteri~ti­
ta degli schiavi prima e poi òal ~istema çohmiale e dalle su~ <.:he della vita. Ora questa, come ci inseguano i biologi. si
conseguenze. t. comprensibile anche perché e come, in una svolge secondo qu;lttro registri: l'unità, la diversità, l'i nter·
situazione di povertà di oggetti e carema di tecniche. essa sia di pendenza, J'incompiutezza. / _'un i là in na m .i tutto, eh e iunm·
giunta a wm:epire sistemi di p(nsiew. cii miti e cii riti la rui triamo al livello della struttura (elementi tostitutivi dt:lla
funzione terapeutica cii conforto ~ eh consolazione è innega- cellula: citoplasma fondamenta le, cromosomi, acidi nudeici)
bile. Rimane il fatto <:he l'Africa « traòizionale » <:i offre un e dei meccanismi di conservazione e eli propagazione : .. i\'on
esempio di soiU7.ione dei prohlemi della morte: esempio <:he vi è un caso in cui non sì manifesti la se~s11alitA , perfino a li-
probabilmente esiste presso altre pnpola7.ioni noli inciustria- vello di batteri : al momento dell 'accoppiamento l'acido n u-
li7.zate, che forse i: esi'itÌto neii'F.uropa òel pas.'iato.1 Noi ci ri- cleico viene iniettato da un batterio all'altro. l pigmettti n·-
ril'eriamo all'Africa • traclizionalt: ,. che resi~te in parte alroc- spiratori sono costruiti secondo il medesimo sd1ema ò alla do·
ddentaliz7.azioue. e non ac~ un'ipotetica Africa, pre tesa « pu· ·rofilla a ll'emoglobina. Ed è lo stesso ormone che comanda
ra "· integralmente • antL"ntiça ». che è', lo sappi;:uno bene, il canto del gallo, la parata nuziale del pesce e le manif~ta­
un mito risihile. l>'altroncie. in amhiente urbano industria- zioni di sessualìtà dell'uomo. :» 10 Poi la dive,·sitti: t':>sa si espri-
lizzato, i modelli c>e<.:inentali òi disprezzo per la vita e di paura
della morte cominciane' :l prevalere, in stretta connessione con radicale; prr:nde allora maggior coscienza della morte. 4! ccrc·a la certnza
il primato del profitti) e a rapporti utilitaristic:i. A meno che o di un:~ rinascita collettiva, jn una prospettiva s tnrira. u di una risurrc·
non si impon~ano. in questo universo in mutazione. .'iolnzionì z:ion~ individu~l~, in una prospettiva reli~ios:~. Non cih: rtÌ qui se n1111 un
mov1mcnto rehg10so nuovo che ho avuto l occasione tli studiare nel G~bun
originali che non sono piìt quel!e dell'Africa di ieri e non nel pcricdo. in. cui mi trovavo Il, il cultn bwiti : tutti ~li adepti eli qu~sto•
sono quelle dell'(kridt·nte di o~~i. 9 In una parola. il riferì- !flOVJmcnto ITJ~1ston~ sul fatto.- risiede in 9uesto la giuslifiratiunc ciel lnru
1mpegnu ~hc e ~n Impegno ltbero. voluntanamcntc dcciso - che essi ~<• lio
là per ag1rc affmché la morte non esista più, affinché la nascita ne (>renda
Il s~ n~! ritrt:vo. no sopravvivente o lra(·ce in micw-gruppi: ZinKari. Ebrei il posto. In una società disfatta. in una società in crisi. in c ui la mnrtc
d'Alsazia. diverse comunitil ... !emhra cingere rUtto d 'assedio, le persone ~d il senso clcll'aziune <u lkttiva.
9 • In quuta situaziune di società in crisi. in cui cias<:uno c t •Jt\i si tro- la mol'tc pc.nc dfcttivamcnte un grave probl~ma c la salvezza, .quella della
vano chiamati in c!lusa. il rapporto con l~ morte nnn c pii1 so!l.mto l'occa- persona come quella dell a civilta, diviene la. grande Alida. » G. l\alandi~r
~ione di una ~fida alla continuità, alla persisknza della snrictà c della cul- Vie, tn!lrt rt civilisation. Maitri.1er la vie.~. Dcsclé~! dc Brouwer 1972. fl· ~Q:
tur:~ ; esso diviene l'urr3sinne di un inlerrn!{ativn sulla pcrst•na c insiemr: lO !':f·.
M?rois: La va/r11r .dr /q trii': t~mni,(nagt> d'nn /Jill/o[:.i.<t f'. Srirnrc·
sulla soci~tà. Vurrti i n~i~t nvi. prim3 di ccndudert su questo aspetto. Quan- rl .cnrrrtr: !lmlllllt dr lr1 v1r, ~ Humanosmc: c:t Entrc:prisc • . -~-~. 12. 1•1;q,
do la sucielà si svuol:l rlo \l!nsu. l'individuo si mette in qu~:stiu:lc c in mndo p. 49.
me nella varieLà d elle specie, e più ancora, forse, in quella della caccia, dell'urbanizzazione intempestiva, dell'uso di in·
degli esseri umani (si calcola che, in teoria, da una coppia setticidi e n>ndmi (:himici, (rifiuto dello zooddio), pen:hé la
possono nast:ere 250 miliardi di individui differenti); 11 parten- vita è una e le sue espressioni sono interdipendenti. Va r ispet-
do da un alfabeto di 20 lettere la vita sa costruire un numero tata la diversità non soltanto delle specie animali, ma anche
indefiniw di viventi « unici ». L ' interdipende11:za: traduce nel delle raue, dei popoli (rifiuto d el genocidio. dell'etnocidio)
tempo e nello spazio i legami di solidarietà che chiudono i vi- e delle culture (rifiuto dell'etnocidio culturale) e assicurata
venti in una stretta rete di connessioni bio logiche e vitali. Es- la qualità della vita evitando la massificazionc, l'habitat da
sa ~. prima di t uno, diacronica: le form e superiori procedono caserma, l'unifonuazione ideologica (rifiuto della soci età to-
dalle forme inferiori, ci dice l'evoluzione; i cadaveri decom· talitaria, o concentrazionaria, della produzione di massa ste-
posti souo terra diventano occ:asione di nuove promesse di reotipata), perché la vita esige precisamente la plmalità delle
vita nei cidi del carbone. ddl'awto, del fosforo; 12 per non di· forme e la loro insosLituibilit:ì. Infine si deve fare in modo
menticare k complt:sse leggi della ereditarietà. E poi sincro- che l' uomo sia disponibile per uuovt" avventure non soltanto
nit:a: è nota l'esistenza dei fragili equilibri biologici: ìl vege· biologiche (la vita resta uu « g-rande progetto )) ci dice J.
[ale grazie a ll'assimilazione dorofilliana si rivela indispensa· Monod) ma anche e soprattuuo sot:iali e ndturali (suscitare
bile' all'animale fornendogli le materie organiche che questo la creatività).
no n è i n grado di sintetizzare ... Infine l'incumpiutezz.a: non La mone, b eninteso, non potrebbe sfuggire a un capovolgi-
solo nulla lascia supp(lrre che l'evoluzione sia terminata, ma mento delle concezioni e rleg-li atteggiamenti. « Ho pensato
l'azione ddl'uomo (radiazioni, alimenti nuovi, effetti delle (parafrasando un detto dì Marx) ch e l'uomo dovrebbe innan-
medicine 1J delle droghe ... ) può essere condizione di impreve· zi tutto tentare di trasformare la morte per comprenderla. Tra-
dibili (e forse periwlose) mutazioni. sfomlarla. cioè separarla da tutto tiò che, in essa, è soltanto
Va dunque insraurata al pit'1 presto una politica della pita, il ritiesso della nostra ignoranza e della nostra debolet:t:a. La
o meglio di rispeuo per la vita . Bisogna salvaguardare l'am- coscienza di aver contribuito. per <JUanto poco, a questa uma-
biente evi cando la distruzione dell'eco-sistema naturale: cosa nizzazione d ell'inuluano mi sosterrà, ne sono sicuro, n el mo-
che presuppone l'eliminazione della polluzione e d ello spreco; mento in cui io stesso morirò, stupidamente, d ella morte della
il ricidaggio delle risorse non rinnovabili (rifiuto dell'eco- nostra epoca. » Il Conoscere megliil la morte vuoi dire ammet-
cidio); la protezioni.' degli anima li in via di estinzione a causa tere la sua n ecessità per il rinnovamento della vita, la sua
irrefutabilità (non serve a uulla, a questo proposito, accarez-
Il ~ Si assis(c allora acl un fenom(no straordinario. Quando gli spenna· zare delle false speranze), le sue ingiusrizie (quelli che muo-
lozoi si form.l.llo si v~de <d micru$cupi o che i due: cromnsomi di ogni coppia iono troppo presto, quelli t:he muoiono male, quelli che
si uniscono in un'ultimo.~ stretta (utliva prima della separazione definitiva.
E o.~l mnm~ntu eli questa stretta. che i biologi chiamano crossing·ouer, di vengono uccisi per il profitto... ); i suoi drammi (la separazÌ•)-
questo t'lljumbcmeut. (hc un frammento di un cromosomo passa ndl'altro e ne, la perdita) i dolori che provoca (l'agonia), per meglio
viceven.l; di rnodu che essi sono ormai diversi per sempre. Ognuno porta prepararsi ad essa, per non nmrire inutili illusioni, per cer-
un rico rdo> dcll'altru. Esistono decine: di mig liaia di poss ibilità di scambio.
In tcoJ·ia IO milioni di tipi diversi d i spermato:wi possono nascere da un care di ' ri'tardare l'inevitabile scadenza; e questo a vantaggio
testìculo c W milioni di uvuli d<~ un'uvaia. In realtà il numero totale degli di tutti gli u omini senza distinzione di razze o di classi so-
uvu! i di un'o vai<~ è di ìOO.UUO. • (M. MaroiJ, op. tit .. p. 51.) ciali. ConoSt:ere meglio la morte, significa riportar/a al suo giu-
12 Per quest<> ahbiamo spessu ripetuto che la mvrte non è lo scucw usso-
luto : al cvntrario, eSsa tr~>Va un proprio posto nell'• economia della vita sto posto, evitando sia il rifiuto di prenderla in considerazione
dato che il dra.mm<a della vita ~ la frattura tra la sovrabbondanza oellc (diniego), sia la fascinazione ossessiva che ci fa perdere di
potenzialità c la penuria dci ma:ui. la vita r~cupera lutto ... In questa econO·
mia di penuri<t, il riçiclaggiu ì: l;~ ro:gola ~ (M. Maruis, op. cit., p. f>S). Valu· vista la lotta per una vita migliore, sia infine l'evasione verso
tiarno il dupli ce errore dd So$tcnitori dd!'immortalità terrestre: l'igno• .. nza fantasmi di consolazione (narcisismo) o di compensazione
delle leggi biologiche. i! diniego psic<>tico ddla morte. In una prospettiva
esistenziak l . Le:p p (op. ci t .. 1961j, pp. 112-114} insiste sull'importanza ca-
pitala: dell'uuwrt' ddlu uiJu per $apc:r a cn::ttarc: degnam.:nte la morte. 13 A . Fabrt- Luce. "''· cit., 1966. p. ~14.
(comportamenti che poTtano morte). In tal modo ogni uomo, cosa che Y. Illich sembra ignorare, che la r ivollllione implica
vincendo il din iego della morte, deve avere il coraggio e la la presa del potere sull'apparato produttivo da parte degli au-
lucidità di contem plarla senza paura. « Soltanto penetrando tentici produttori.
nel passo stretto e terribile possiamo prendere pienamente In effetti, ripensare simul tan eamente il problema d ella vita
coscienza di una tendem.a di speranza vitale che è neces.'l<lria- e quello della morte ( « la fidanzata della morte è la vita , .
mente la nostra. La morte la contraddice, senza paterne trion· ci dice un proverbio malese pieno di saggezza e di profondità),
fare. Bisogna Comprendere cib, poi ritornare al _q uotidiano - presuppone un duplice processo. Prima di tutto va operata sul
senza dimenticare la verità intravista. " 14 Non SI tratta assolu- piano del vissuto un'autentica e radicale conversione di men-
tamente di uccidere l'immaginario (l'uomo non potrebbe talità: dem\tizzare la paura, a maggior ra~ione l'angoscia,
farne a meno, com'è confermato dalla psicanalisi), ma di rige- della morte e rendere vani i fantasmi d a essa suscitat i. Cosa
nerarlo, di costruire nuovi simboli, di inventare nuovi lin- che sottintende, a somiglianza di quanto avviene in Africa
guaggi... . . . nera, una presentazione al bambino della morte spiegata come
t il caso di parlare, nella grande nvoluz10ne soc1ale che fatto naturale e necessario, una socialin;a1.ione d ei riti (fune-
tutto ciò richiede, di « convivialità ,.? «Io definisco società rali e lutto) visti nella loro funzione terapeutic:a, una rivaluta-
conviviale, ~ ctice Y. lllich,15 « una società in cui lo strumento zione del corpo come strumento privi l e~iato della vita e del
moderno è al servizio della persona integrata nella collettività trapasso. A questo riguardo, dovrebbe far parte dei program-
e non a l servizio di un corpo di specialisti. Conviviale i: la so- mi scolastici a tutti i livelli di inse)l;namento una ed ucaz.ionr-
cietà in cui l'uom o controlla lo strumento... ,. Nella misura in della morte considerata nella totalità nelle !ill t' dimensioni
cui la convivialità è « la libertà individuale realizzata n ella re- (biologica, psicologica, sncinlogica. <'<'onnmic;l. .. ).
lazione di produzione in seno ad una società di strumenti _effi- Occorre, poi, una giusta valnta7inne ciel i :~ nminnt' di jJot erl':
G\CÌ ,., <:he si oppone cosi alla struttura elitaria della soCietà quello dei genitori nei confronti ciel h:lmhitH•. elci m<>dicn nei
tanatu·hurm.:ratica e tanato-tecnocratica, bisogna rispondere confromi del malato, rle\l'wml• l polìt iro lt("i 1 ouh onti dei
affermativamente. Così si deve, per esempio, respingere la pro· <:ittadini. llemiti7.Zare il pnrc·rc llt'lk ~m· pratidw (integra ·
liferazionc gravm;a di • ~pecialisti ., produttori «di m iglior zione, partecipazione. reprt>ssionr:-. ci i riti o cl i m• n·1e ... ·). n t · i suoi
salute,., a solo vantaggio d i una m inoranza, che degrada il pa- discorsi (irlt>ologie). nei s11oi f<•lld;u•w ut i ( nornw. ,·a\ori 'ii;J·
trimoni() gen etico di tutti moltiplicando il con sumo di farma- hìliti una volta per l liti<' . <" < ht• 'lwssu tr:ldllnlllo soltallltl le
ci nel modo propostoci da un'istituzione medica nettament~ posi7ioni della dasse rlmnillalltt'), è: ti\llln pÌÌI neccs..,ariu in
capitalistica. Ma se è esatto che lo strumento (nel ~nso lato eh quanti> og11i potere, nJOH' abhiantu c1t"tto t· r ipetuto. si fonda
• macch ina ,. e di c istituzione») deve essere controllato dal· sulla paura della morte.1" l.a conversiont- de-lle mentalità (so-
l'intera <:ollettività, e non da un' élite dominante che lo tra- vrastruttura) implica dttn<jHe 1111 vìnlemo attacco distrnuivo
sforma in strumento di dominio, se è pertinente affermare alla società del profitto. Perché c'è una manift-sta wllusionc
che racc:umlllazion e di nuovi «strumenti-rimedio ... per CÌCJ tra un sistema politico ch e sfrutta l'uomo ridotto alla sola hm-
stesso non controllabili (rendere sempre pÌll complesse e mol· zione di produttore-ti produttore, lrattato come prodotto e
tiplicare le istituzioni può divenire. una nuova strategia_ di strumento di consumo, e il fatto che <j u esto stesso sistema
dominio nelle mani della classe dommante che le conceptsce fondi il suo sfruttamento sulla paura, dunq ue ~n l diniego del-
e le manipola), dunque non «conviviali "• non fa altro che la morte. Lottare per una vita migliort'. senza sfruttamento·
accrescere la possibilità dì catastrofe. non è pen) meno vero,
16 Vedere anche R. M e nahem. •1{1. rit.. 1!)7.'~ . .J.M. Oomcn<l<'h insistt" sul-
14 A . Fabre - Luçc. "''· rit.. pp. :-116-.'1\i. la necessità di un ritorno al tragko i!lnnriltn na,o.tli impt·ri (l., Nf'lour ""
!.i L<~ rmwit•ioliu'. s~uil l 'lo-~. Tragique, Seui! 1973).
appropri:ui,me dd dominalu da parte del dominatore, per I Nl>IC.E
u ua .wcit•tà twuva c:h ~ prdt:risc:c l ' accu mula~ione d' uomini, a
quel la d i beni , vuoi tlire nt~ llo stesso tempo rifiutare il tabù
,Iella morte iu quamo Jllediazione d el pOLere «.:he opprime. 11

l ì Qu~sta dupl1 CC lotta per uno >tesso idtalc di liberazione non soltanto
non i: cma farilc, m:1 rischia anche, nel contesto attuale, di lasciarsi recupe-
ra re: • culuro .:hc rivendicano la p roprietà dei mo rti della Comune, dei
mc.rti d i Kr,.nst:>dt, dci m orti del ':36, dci mo rti dd '68, li guardino bene, e
$opr<~ttultu li isolm o d .. i n.C)rli per incid.:nte sul lavoro, dai morti sulla
str:.~da. da i murh d i vecchiaia , perché essi sono molto più morti d egli altri.
cssi so n10 d ivc:nut i d ci segni. non s1mboli ddla morte dd sistema, ma segni
jl\.SÌ tivi del l'.iZH>!H; rivuhuiunaria c he gioca sino in fonde) il gioco dello
schtma culturale 5t:condo cui la mc1rtc è l'interdetto fondamentale • · Que {il
la uwrt U'J juur.1-df. ~ Utopic », l" trim. 1972, pp. 26-27. Esiste, in effetti,
un mudn di apptt>pri;.ui•me d ei m orti, dei propri morti che introduce una
ce~ura periçolosa tra v iventi c defunti (o piuttosto tra una classe di viventi
e una dam: di d d unti), csscnrlo qu esti niente di più che oggetti da utilit -
zar.: <"011'1~ (inK.tnncvoli} p rc:testi per v.l lorizzare quelli ...
Introduzione 5

PARTE PRIMA • LA i\IORTE Ì'. .\1 I'U . IUU

1 • Morte fisica e morte biologica li


a) La morte fisica li
b) La morte biologica :12
n . Morte sociale, morte dei bui sociali t: -;oci <t lill<t~iora;
della morte 51
a) La morte sociale
b) La morte dei fatti sociali
c) Socializzazionc della morte: [' isti lil!ÌoJW e i l !. odi n· l '

111 . La morte, l'animale e l'uomo


a) l dati dell'etologia

PARTE SI::~O~[)A. L\ .\tORTE 0.\TA, L\ \,.IOR'IF \I..;..., L T\


Il br morire 105
a) La n;ttura aggredita: l'emcidio l 06
b) L'omicidio collettivo 109
c) La morte singola l '.!0
11 • Il morire: dal rappresentato alLI rapprcscnt<~~ione J.l5
a) La morte s.postata (i dati dcmogra fi<"i) 1·~5
b) M orte rappresentata, morte rort!C ra ppre~entazionc Ui·l

m l volti del morire: morte roncepit;t e morte ,.j,~ut a IHI


a) Gli uomini. gli oggetti c la morte JtH
h) Le forme del morire 11'{:1
c) l\ l orte e persona
1v . L 'esperienza d ella morte: re altà, limite
\
258
a) Lt mia propria morte 259 f
b) L a morte d eli 'altro 268

PARH: T I:.RZA · C U ATI"l:CCLAMENTI .fONDAMENTAU


DI l l::RI E DI OCGI

1 • J morti e i more nti 289


a) :\ u<·ggiamen ri di fro nte a l cadavere 289
h) Comp nrt:uuc!Hi al cospetto dd moren te 320
Fini to d i stampare:
11 l.'uvmo dava nli a lla mo rtt: 341 il l O novembre: 1976
:1) Per un nuuvo appro{'cio at comportamenti 344 dalla Aldo Garzanti Editore: s.p.a.
Milano
111 • Lt• grandi lince d i una t:voluzione 371
59917
l) J )csanal i1.1.a .ti un e 371
:!) l k.~ocial ia.;JI.i o ne 379
11) ~l onr L' rt:ndimento 383
·l) .\lont· c scie nza 386
5) lJ r h a ni u;llÌOIIC C cimi teri 389

1 . La 111uru:: c il li ng uagg·io: introduzione a una tanato·


:.emiologia 399
a) L a monc c il linguaggio nell'Afr ica n era 401
h) L1 mon e c il ling uahgio nelle società occidentali 422

11 . L.:1 mon e c i ~imboli 440


.t) La siml>Ulit.:.I nt·gro-alricana 441
b) R iti d i lutto c molle .;imlw!ica 454
t") J1 simbolo c la monc in O ccidente 477

w . Credenze c aucggi:uuèJHÌ <:oulortanti: due campi


d ell'immaginario 516
.t) C rcd cn.cc, \i~tcmi di pcmicro 516
h) Atu:ggiamc nli c r iti 535

Si può concludere.:? 559


Quello che abbiamo detto 559
Che fare? 565

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