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Appunti sulla modellazione di

un solaio in cls.
Luca Facchini

Indice
1 Descrizione del problema . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 1
2 Modello del solaio con soletta e travetti . . . . . . . . . . . . . . . . . 2
2.1 Definizione del modello di base . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 2
2.2 Modelli successivi . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 7
3 Modello iniziale con piastra ortotropa . . . . . . . . . . . . . . . . . . 7
4 Risultati e confronti . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 11
4.1 Soluzione ottenuta con appoggi sui bordi perpendicolari ai travetti . . 12
4.2 Soluzione ottenuta con appoggi sui bordi paralleli ai travetti . . . . . 14
5 Modello finale con piastra ortotropa . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 16

1 Descrizione del problema


In questo rapporto si riferisce sulla modellazione di un solaio convenzionale in cal-
cestruzzo mediante una piastra composta di un materiale ortotropo fittizio che, me-
diante una corretta definizione dei parametri meccanici, possa descrivere in maniera
soddisfacente il comportamento del solaio effettivo.
Il solaio preso in considerazione ha una pianta quadrata di lato 5 m ed è formato
da una soletta in calcestruzzo dello spessore s = 5 cm irrigidita da travetti di lar-
ghezza t = 8 cm posti ad un interasse i = 50 cm, per un’altezza totale del solaio
h = 25 cm (vedi la figura 1 nella pagina seguente).
Il sistema di riferimento globale viene scelto in modo che l’origine coincida con il
centro geometrico del piano medio della soletta, la direzione Z ortogonale al piano
medio rivolto nel verso opposto alla posizione dei travetti (quindi verso l’alto), l’asse
Y parallelo ai travetti e l’asse X a completare la terna destrorsa.
Per tarare facilmente le rigidezze flessionali della piastra ortotropa nelle due
durezioni (parallela ed ortogonale ai travetti) vengono prese in considerazione due
condizioni di vincolo, costituite da cerniere su un bordo della soletta ed appoggi
sul bordo opposto, vincolando una volta i bordi perpendicolari alla direzione dei
travetti, e l’altra i bordi paralleli ai travetti. Queste prime due condizioni di vincolo
facilitano la determinazione dei parametri meccanici del materiale ortotropo fittizio.
Inoltre, possono essere considerate altre condizioni per validare il comportamento
del modello equivalente; ad esempio:

1
2 Modello del solaio con soletta e travetti 2

Fig. 1: Schema della sezione del solaio

- due bordi della soletta perpendicolari fra loro vincolati da cerniere sferiche e
gli altri due bordi vincolati da semplici appoggi verticali;
- tutti i nodi sul bordo del solaio (quindi, sia quelli della soletta che quelli dei
travetti) perfettamente incastrati.
In realtà, le condizioni di vincolo di un solaio effettivamente posto in opera sono
intermedie fra le condizioni analizzate in questo studio.

2 Modello del solaio con soletta e travetti


Per prima cosa viene elaborato un modello strutturale per il solaio, formato da
elementi che schematizzino la soletta ed altri elementi per i travetti.

2.1 Definizione del modello di base


Si parte da una mesh di base per il solaio di 5 × 5 metri di estensione: la mesh viene
definita sulla base delle seguenti considerazioni:
• gli elementi della soletta non possono essere più larghi di 50 cm in quanto
devono essere opportunamente collegati agli elementi che descrivono i travetti;
• gli elementi dei travetti non possono essere più larghi di 22.5 cm, misura data
dall’altezza dei travetti effettivi, maggiorata della metà dello spessore della
soletta.
Alla luce delle considerazioni riportate, si cerca di definire elementi che siano
più simili possibile a quadrati, per evitare problemi numerici derivanti dalla distor-
sione degli elementi stessi. Quindi, la dimensione che condiziona le altre è senz’al-
tro l’altezza degli elementi che descrivono i travetti, per cui si scelgono le seguenti
dimensioni per la mesh di base, che nel seguito sarà denominata mesh 06:
• travetti: elementi di 25 × 22.5 cm2 ;
2 Modello del solaio con soletta e travetti 3

• soletta: elementi di 25 × 25 cm2 ;

Materiale: calcestruzzo C25/30:


E = 25 GPa ; ν = 0.2
γ = 25 kN/m2 ; G = E/[2 (1 + ν)] ' 10.42 GPa

Elementi: sono stati utilizzati elementi bidimensionali per modellare separatamen-


te la soletta ed i travetti (vedi la figura 3 a pagina 5); in particolare:
• Soletta: è soggetta sia a flessione nelle due direzioni che a compressione (co-
stituisce l’ala superiore dei travetti), quindi viene modellata con gusci sottili
(quindi secondo il modello di Kirchoff-Love) di spessore s = 5 cm

• Travetti: sono approssimativamente in stato piano di tensione, per cui vengono


modellati con membrane di spessore t = 8 cm

Vincoli: in generale, i nodi posseggono tutti i gradi di libertà, ma dato il problema


particolare possono sostanzialmente:
• Nodi della soletta:

– abbassarsi (spostarsi lungo Z);


– spostarsi lungo Y per effetto della compressione della soletta;
– ruotare intorno a X o a Y per l’inflessione della soletta;

• Nodi dei travetti (quelli non collegati alla soletta):

– spostarsi lungo Y e Z
– ruotare intorno a X;

Alla luce delle precedenti considerazioni:


• si permettono solo i gradi di libertà elencati (spostamenti lungo Y e Z, rota-
zioni intorno a X e Y ) in generale per tutto il modello;

• si vincolano le rotazioni intorno a Y dei nodi dei travetti non collegati alla
soletta;

• si vincolano gli spostamenti lungo Z e lungo Y di un bordo della soletta;

• si vincolano gli spostamenti lungo Z del bordo opposto della soletta.

Carichi: viene definito un caso di carico Permanente pari a 10 kN/m2 uniforme


sugli elementi della soletta in direzione −Z

Controllo: viene scelto un punto di controllo nell’origine che corrisponde al centro


geometrico della soletta. Qui viene controllato l’abbassamento del solaio.
2 Modello del solaio con soletta e travetti 4

Fig. 2: La schermata di definizione del materiale


2 Modello del solaio con soletta e travetti 5

Fig. 3: Le schermate di definizione degli elementi del modello


2 Modello del solaio con soletta e travetti 6

Fig. 4: Le opzioni generali di calcolo con i gradi di libertà adottati

Fig. 5: Il modello base del solaio (mesh 06).


3 Modello iniziale con piastra ortotropa 7

Fig. 6: Il modello mesh 02, con elementi della soletta di 50 × 125 cm

2.2 Modelli successivi


Il modello di base fornisce risultati approssimati sia in termini di spostamenti che
di sollecitazioni; per questo si studia la convergenza della soluzione sia in termini
di spostamento che di sollecitazioni al diminuire delle dimensioni degli elementi
utilizzati.
In particolare, gli elementi costituenti la mesh di base vengono suddivisi in un
numero intero di elementi in ambedue le direzioni, ottenendo due ulteriori meshes
che utilizzano elementi di dimensioni pari a 1/2 e 1/3 di quelli della mesh di base,
denominate rispettivamente mesh 07 e mesh 08.
Inoltre, sono state definite meshes con elementi più grandi della mesh di base,
sacrificando la condizione di ottenere elementi più simili possibile a quadrati, come
quella mostrata nella figura 6. Queste ulteriori meshes utilizzano per la soletta
elementi di larghezza pari all’interasse dei travetti (quindi, 50 cm) e di lunghezza
via via crescente, mentre i travetti sono stati modellati con elementi di larghezza
costante e pari a 22.5 cm e di lunghezza via via crescente, secondo la tabella 1 nella
pagina successiva.
Le condizioni di vincolo sono state aggiornate via via che la mesh veniva modi-
ficata.

3 Modello iniziale con piastra ortotropa


Utilizzando un materiale fittizio si cerca di elaborare un modello numerico di una
piastra ortotropa che possa descrivere bene il comportamento del solaio effettivo
descritto nel paragrafo precedente.
Le relazioni necessarie per determinare le costanti elastiche del materiale orto-
tropo fittizio sono riportate da diversi Autori; nel seguito viene fatto riferimento alle
3 Modello iniziale con piastra ortotropa 8

mesh Solaio Piastra ortotropa


dimensioni elementi dimensioni elementi dimensioni elementi
soletta [cm] travetti [cm] [cm]
01 50 × 250 250 × 22.5 250 × 250
02 50 × 125 125 × 22.5 125 × 125
03 50 × 83.3 83.3 × 22.5 83.3 × 83.3
04 50 × 62.5 62.5 × 22.5 62.5 × 62.5
05 50 × 50 50 × 22.5 50 × 50
06 25 × 25 25 × 22.5 25 × 25
07 12.5 × 12.5 12.5 × 11.25 12.5 × 12.5
08 8.33 × 8.33 8.33 × 7.5 8.33 × 8.33

Tab. 1: Dimensioni degli elementi del solaio e della piastra ortotropa.

relazioni riportate nel testo di Timoshenko e Woinowsky-Krieger1 , in particolare:

t (1 − α3 )

s = 5 cm
⇒ α = s/h = 0.2 ⇒ ρx =
h = 25 cm i − t (1 − α3 )

Scegliendo l’altezza della piastra ortotropa uguale allo spessore s della soletta,
le costanti elastiche del materiale ortotropo restano definite dalle relazioni


 Ex = Ecls (1 + ρx ) ' 29.72 GPa
Ey = 12 Ecls J/(i s3 ) ' 1012.71 GPa


νxy = νyx =0 

 6 J t
Gxy = Gcls 1 + 3 ' 44.56 GPa


is
Nella definizione del materiale bisogna ricordare che i parametri meccanici devo-
no essere espressi nel sistema di riferimento materiale, le cui direzioni sono indicate
con gli indici 1, 2 e 3 nella schermata relativa.
Come si vede dalla figura 7 nella pagina seguente, i parametri che non interessano
(ed in particolare E3 , G13 e G23 ) non sono stati modificati rispetto al materiale
isotropo. Il peso specifico e la massa del materiale sono stati modificati in modo da
ottenere lo stesso peso e la stessa massa del solaio effettivo: considerando che un
solaio del tipo di quello analizzato può pesare circa p = 3 kN/m2 , per far sì che la
piastra abbia lo stesso peso è necessario imporre un peso specifico del materiale pari
a γ = p/s = 60 kN/m2 ed una densità di massa pari a ρ = γ/g = 6.12 t/m3 dove g
è l’accelerazione di gravità.
Successivamente, è possibile specificare l’angolo formato dal sistema di riferimen-
to materiale con il sistema di riferimento locale degli shells a cui questo materiale
è associato specificando il valore della variabile material angle nella schermata di
definizione degli shell (vedi la figura 8 a pagina 10).
1
S. P. Timoshenko, S. Woinowsky-Krieger, Theory of plates and shells, 2nd edition, Mc. Graw-
Hill int’l editions, Engineering mechanics series
3 Modello iniziale con piastra ortotropa 9

Fig. 7: La finestra di definizione di un materiale ortotropo


3 Modello iniziale con piastra ortotropa 10

Fig. 8: La schermata di definizione di uno shell; si noti la finestra material an-


gle dove va immesso l’angolo formato dal S.d.R. materiale e il S.d.R. locale
dell’elemento.
4 Risultati e confronti 11

mesh Solaio Piastra ortotropa


n. di GdL abbassamento n. di GdL abbassamento
01 198 0.4580 cm 21 0.6172 cm
02 354 0.6801 cm 65 0.7329 cm
03 510 0.7211 cm 133 0.7543 cm
04 666 0.7354 cm 225 0.7618 cm
05 822 0.7418 cm 341 0.7653 cm
06 2331 0.7548 cm 1281 0.7699 cm
07 9061 0.7609 cm 4961 0.7711 cm
08 20191 0.7623 cm 11041 0.7713 cm

Tab. 2: Abbassamento del punto di controllo del solaio e della piastra.

Analogamente al modello del solaio, sono state elaborate 8 diverse mesh suddivi-
dendo la piastra in numero crescente di elementi; in questo caso il compito è facilitato
dal fatto che, non dovendo modellare i travetti con appositi elementi (ed i relativi
nodi), non si è più costretti a definire alcuni nodi del modello in corrispondenza
dell’attaccatura fra la soletta ed i travetti.
Quindi, la mesh più grossolana considerata nel modello consta di 4 elementi
quadrati di lato 250 cm, mentre la più fine consta di 3600 elementi quadrati di lato
8.33 cm; le mesh intermedie sono state definite secondo lo schema della tabella.

4 Risultati e confronti
Con l’aumento del numero dei gradi di libertà i modelli forniscono stime degli spo-
stamenti e delle sollecitazioni il cui andamento, riportato in funzione del numero dei
gradi di libertà, è crescente e mostra un asintoto orizzontale.
Questo comportamento è spiegabile considerando che la scelta degli elementi del
modello, dotati di certe funzioni di forma, si traduce fisicamente nell’imposizione di
un qualche grado di vincolo sugli spostamenti del modello; in altre parole, scegliere
certi elementi invece di altri equivale ad imporre che gli spostamenti strutturali
seguano determinate funzioni (le funzioni di forma degli elementi scelti) invece di
altre. Aumentando comunque il numero di elementi, si riesce a descrivere via via
campi di spostamento sempre più articolati e complessi, e quindi ciò equivale alla
progressiva rimozione di tali vincoli. È evidente allora che, rimuovendo sempre più
vincoli, gli spostamenti tendono generalmente ad aumentare.
Alla luce di queste considerazioni, il valore asintotico è un limite ideale che
rappresenta il valore teorico della grandezza esaminata, che non dipende più dalla
mesh utilizzata.
Per studiare la convergenza della soluzione possiamo definire i seguenti simboli:

• d = lunghezza caratteristica di un elemento, ad esempio la lunghezza per un


elemento lineare o una diagonale per un elemento a quattro nodi;
4 Risultati e confronti 12

Fig. 9: Confronto fra l’abbassamento del solaio e quello della piastra ortotropa

• p = grado del più elevato polinomio completo presente nella funzione di


approssimazione;
• 2 m = ordine della derivata più alta della quantità incognita presente nell’e-
quazione differenziale che governa il problema
Definiti i parametri precedenti, possiamo in generale affermare che se non vi sono
singolarità nel problema posto, gli errori di discretizzazione sono infinitesimi degli
ordini seguenti:
• O(d(p+1) ) nella rappresentazione delle quantità incognita (in questo caso, l’ab-
bassamento del modello);
• O(d(p+1−r) ) nella rappresentazione della r-esima derivata della quantità inco-
gnita;
• O(d2 (p+1−m) ) nella rappresentazione dell’energia di deformazione;
SAP2000 utilizza elementi a quattro nodi e 24 gradi di libertà: 12 gradi per il
comportamento a membrana e altri 12 per il comportamento a piastra (nell’ipotesi
di Kirchoff-Love). Non avendo informazioni precise sulle funzioni di forma utilizzate,
si può ipotizzare che il grado del polinomio completo più elevato sia p = 1 o p = 2;
quindi, l’andamento dell’abbassamento in funzione della dimensione degli elementi
utilizzati sarà approssimato o da parabole o da cubiche.

4.1 Soluzione ottenuta con appoggi sui bordi perpendicolari


ai travetti
Come già detto e come risulta chiaramente dalla figura 9, all’aumentare del numero
dei gradi di libertà l’abbassamento calcolato con i due modelli tende ad un valore
asintotico, che è il valore teorico dell’abbassamento del punto di controllo.
4 Risultati e confronti 13

Fig. 10: La convergenza dei due modelli; le curve a punto-linea rappresentano le


regressioni paraboliche dei risultati numerici

Facendo riferimento alla dimensione d degli elementi utilizzati riportata nella ta-
bella 1 a pagina 8 e agli abbassamenti dei due modelli nella tabella 2 a pagina 11, si
vede che l’abbassamento dei due modelli (dove la dimensione degli elementi d e l’ab-
bassamento del punto di controllo w sono espressi in centimetri) viene approssimato
bene dalle parabole di equazione:

• per il solaio, ws (d) = 0.7625314 − 0.0000049 d2 ;

• per la piastra ortotropa, wp (d) = 0.7714598 − 0.0000025 d2 .

La bontà delle approssimazioni è evidente dall’esame della figura 10.


Quando la dimensione degli elementi utilizzati tende allo zero, gli abbassamenti
tendono al loro valore teorico, che per il solaio vale w̄s = 7.625 mm e per la piastra
w̄p ' 7.715 mm; la differenza relativa fra i due valori può essere stimata mediante la
relazione
w̄p − w̄s
∆=2 ' 0.0116
w̄p − w̄s
e risulta quindi intorno all’1%, suggellando così la correttezza della taratura delle
costanti elastiche del materiale ortotropo fittizio in direzione Y parallela ai travetti.
Resta infine da notare che il valore asintotico dell’abbassamento del solaio viene
fornito dalla piastra ortotropa con la mesh 04, caratterizzata da 225 gradi di libertà.
L’eccessiva deformabilità della piastra dovuta ad un errore sulle costanti elastiche or-
totrope viene in questo caso controbilanciato dal leggero eccesso di rigidezza dovuto
ad un numero ridotto di gradi di libertà del modello.
Risulta comunque importante il risparmio di memoria permesso dal modello
della piastra ortotropa, conseguente ad un numero di gradi di libertà notevolmente
inferiore a quelli richiesti dal modello del solaio.
4 Risultati e confronti 14

Fig. 11: Il modello base per il solaio appoggiato sui lati paralleli ai travetti.

mesh Solaio Piastra ortotropa


n. di GdL abbassamento n. di GdL abbassamento
01 198 29.4111 cm 21 21.0296 cm
02 354 29.4206 cm 65 24.9727 cm
03 510 29.4182 cm 133 25.7029 cm
04 666 29.4135 cm 225 25.9584 cm
05 822 29.4100 cm 341 26.0767 cm
06 2331 29.9564 cm 1281 26.2344 cm
07 9061 30.0025 cm 4961 26.2739 cm
08 20191 30.0116 cm 11041 26.2812 cm

Tab. 3: Abbassamento del punto di controllo del solaio e della piastra.

4.2 Soluzione ottenuta con appoggi sui bordi paralleli ai


travetti
Il modello base del solaio è stato ottenuto dal modello mesh 06 precedente sempli-
cemente cancellando gli appoggi dai lati perpendicolari ai travetti e ridefinendoli sui
lati paralleli, come illustrato nella figura 11.
Quando gli appoggi sono disposti sui bordi del solaio paralleli ai travetti, si nota
subito una deformabilità del solaio superiore a quella attesa; infatti, dimensionando
la piastra ortotropa con le relazioni viste (che tengono in qualche modo conto della
presenza dei travetti), si modella una piastra che subisce abbassamenti ben minori
del solaio.
La ragione di questa discrepanza va ricercata nel fatto che nel modello di Ti-
moshenko e Woinowsky-Krieger si tiene in qualche conto del fatto che la parte di
solaio interessata dai travetti (nel caso corrente, 8 cm su 50) presenta una rigidezza
flessionale molto più alta della soletta. Nel modello FEM, la presenza dei travetti,
4 Risultati e confronti 15

Fig. 12: La stessa mesh del modello precedente, ma senza i travetti.

Fig. 13: Il modello del solaio con gli shell modificati per modellare il comportamento
flessionale dei travetti nella direzione loro perpendicolare.

così come sono modellati, non ha praticamente influenza sulla rigidezza della soletta
e di tutto il solaio in direzione perpendicolare ai travetti. Se si considera un modello
con la stessa mesh 06 ma senza travetti, come illustrato nella figura 12, si ottiene
un abbassamento del punto di controllo di 29.7635 cm, differente solo per lo 0.64%
dal valore ottenuto con la mesh con i travetti, quindi in pratica coincidente.
Questo vuol dire che, nel modello considerato, la presenza dei travetti non ha
praticamente influenza sull’abbassamento del solaio.
Per tener conto della presenza dei travetti, almeno in via molto approssimata,
sono stati considerati altri tre modelli dove i travetti, per simulare la loro inflessione
intorno all’asse Y ad essi parallelo, sono stati modellati con elementi thick shell
(quindi, alla Reissner-Mindlin) di larghezza 8 cm e spessore 25 cm, come illustrato
nella figura 13.
È interessante notare che con questi ultimi modelli si ottengono abbassamenti del
punto centrale del solaio molto simili a quelli ottenuti con i corrispondenti modelli
5 Modello finale con piastra ortotropa 16

mesh Solaio Piastra ortotropa


n. di GdL abbassamento n. di GdL abbassamento
06 3822 25.2268 cm 1281 26.2344 cm
07 6191 25.2542 cm 4961 26.2739 cm
08 12871 25.2592 cm 11041 26.2812 cm

Tab. 4: Abbassamento del punto di controllo del solaio e della piastra.

di piastra ortotropa (le differenze sono circa il 4%), come è chiaro dalla lettura della
tabella 4.

5 Modello finale con piastra ortotropa


Dall’analisi dei valori limite degli abbassamenti del solaio e della piastra ortotropa,
si ottiene che questi risultano:

• Appoggi perpendicolari ai travetti:

– Abbassamento limite solaio: 0.763 cm


– Abbassamento limite piastra: 0.771 cm
– Rapporto: 1.012 (differenza pari a circa 1.171%)

• Appoggi paralleli ai travetti:

– Abbassamento limite solaio: 25.263 cm


– Abbassamento limite piastra: 26.287 cm
– Rapporto: 1.041 (differenza pari a circa 4.052%)

In base a questi risultati, i moduli elastici del materiale ortotropo equivalente pos-
sono essere corretti (ma è facoltativo: una differenza inferiore al 5% per l’ingegnere
è quasi trascurabile) come segue:

• E1 = Ex = 1.01171 E1,iniz.

• E2 = Ey = 1.04052 E2,iniz.

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