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Prólogo de
Luciano Vandelli
Fernando López Ramón
CEU
Universidad
San Pablo endesa
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C O L E C C IÓ N D E D E R E C H O A D M IN IS T R A T IV O
Director
JOSÉ LUIS PINAR MAÑAS
Catedrático de Derecho administrativo
CRISIS ECONOMICA Y
CRISIS DEL ESTADO DE
BIENESTAR. EL PAPEL DEL
DERECHO ADMINISTRATIVO
_ /
Actas del XIX Congreso Italo-Español
de Profesores de Derecho Administrativo
Universidad San Pablo-CEU,
Madrid, 18 a 20 de octubre 2012
PRIVACl DADO. _
________ ____LXACCESO
DER 2009-13184
+ CEU En
Universidad
San Pablo endesa
Madrid, 2013
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Coordinador
José Luis Piñar M añas
Catedrático de Derecho Administrativo.
Universidad CEU-San Pablo de Madrid
Prólogo de
Luciano Vandelli
Profesor Ordinario de Derecho Administrativo. Universidad de Bologna
Fem ando López Ramón
Catedrático de Derecho Administrativo. Universidad de Zaragoza
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DERECHO ADMINISTRATIVO
COMITÉ CIENTÍFICO
Juan Carlos Cassagnc
Catedrático de Derecho Administrativo. Universidad de Buenos Aires
Jean-Pierre Duprat
Catedrático de Derecho Público. Universidad Montesquieu-Bordeaux IV
Domenico Sorace
Catedrático de Derecho Administrativo. Universidad de Florencia
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Libro financiado por el Ministerio de Economía y Competitividad, Proyecto de
Investigación sobre «Protección de Datos, Transparencia, Seguridad y Mercado».
Referencia DER 2009-13184. Investigador principal. José Luis Pinar Mañas.
© Editorial Reus, S. A.
C/ Rafael Calvo, 18, 2o C - 28010 Madrid
Tfno.: (34) 91 521 36 19 - (34) 91 522 30 54
Fax: (34)91445 1126
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Al Maestro, Eduardo García de Enterría
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PRÓLOGO
1I
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Prólogo
Luciano V a n d e l l i
Profesor Ordinario de Derecho Administrativo
Universidad de Bologna
Fernando L ópez R amón
Catedrático de Derecho Administrativo
Universidad de Zaragoza
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PRESENTACIÓN
Reivindicando el Derecho Administrativo
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Presentación
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Presentación
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Presentación
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ESTUDIOS
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CRISI ECONOM ICA E RUOLO DEL
D IRITTO AM MINISTRATIVO
L u c ia n o Va n d e l l i
Profesor Ordinario de Derecho Administrativo
Universidad de Bologna
1 ... una sovranita che nel contesto attuale richiede una complessiva ridefinizione,
secondo la sollecitazione avanzata da J.-B. Auby (La globalisation, le droit et l'Etai, 2 ed.,
París, LGDJ, 2010, spcc. p. 143 ss.). Cfr., nclfambito di un dibattito assai ampio e complesso,
gli studi di S. Cassese (tra gli altri: Ohre lo Stato, Roma-Bari, Latería, 2006: Globalizzazione
del diritto. in XXI secolo. Roma. Istituto delle Encilopedie italiene, 2009. p. 7 ss.; Nel labi-
rinto delle globalizzaziotti, in Riviste trimestrale di diritto pubblico, 2007, p. 921 ss.), di G.
della Cananea (v., anche per riferimenti, Al di la dei confini statuali. Principi generali del
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Luciano Vandelli
diritto pubblico globale, Bologna, il Muí ino. 2009). Significativamente, del resto, si é paríalo
di una «sovranita cooperativa», concepita «moins comnie une sphére d'autonomie, exclusive
des autres institutions, que comme une capacité d 'agir sur la scéne internationale, incluant
un devoir positif de coopere r en apportant une contribuíion active au développement de la
communauté internationale»: cosí, recentemente. Y. Aquila, Un nouvel Etat. in European
Review o f Public Lawy 2011, vol. 23, p. 33.
2 Cfr., in particolare, Forientamento assunto il 4 agosto 2011 - comunicato al Governo il
giorno successivo con lettera firmata dal Presidente Jean-Claude Trichet e dal suo successore
Mario Draghi - in cui, ricollegandosi agli impegni assunti dal vértice dei capi di Stato e di
governo delParea euro, ¡1 Consiglio indica alcune misure essenziali per assicurare la sostenibi-
lita della finanza pubblica (da adottarsi - si precisa - con decreto legge, seguito da «ratifica»
parlamentare entro la fine di setiembre).
1 Raccomandazione adottata dal monitoring team della BCE il 29 aprile 2012. Sugli
cffetti di una misura di questo tipo non mancano, peraltro, valutazioni divcrsc. Cosí, secondo
la Ragioneria generale dello Stato, questi effetti sono alquanto limitad, considerato che Fam-
ministrazione delle province (non potendosi immaginare di tagliare le funzioni e il personale)
costa circa 130 milioni Panno, su una riduzione complessiva della spesa programmata entro
il 2013 di 13 miliardi. D’altronde, sempre secondo la Ragioneria, il decreto di fine 2011 che
ha svuotalo di funzioni le province avrebbe compórtalo gia un risparmio di 65 milioni di curo
(v. Corriere della sera, 30 aprile 2012).
4 Su questo punto, i dati che riguardano 1*Italia sono impietosi: si calcóla che i danni
porlati dai fenomeni corrutlivi all’economia nazionale ammontino a circa 60 miliardi, a cui si
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Cris i económica e m olo del D iritto amminisírativo
occorre aggiungerne altri 100. se si considera l’evasione fiscale. Importi davvero impressio-
nanti che segnano il contesto in cui ci collochiamo; e che sottolineano una rilevante dehole/./a
del sistema italiano; ben conlermata, del resto, dalle graduatorie intemazionali sulla corruzione,
che assegnano all’Italia imbarazzanti posizioni. Cfr.. ad esempio. la graduatoria curata da Tran-
spareney International, che da ultimo colloca il nostro Paese al 72° posto (partendo dai Paesi
a minor tasso di corruzione, tra i cjuali figurano anzitutto vari Slati delFHuropa del Nord).
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Luciano Vandelli
5 Cosí, ad esempio, si apre il d.l. 6 dicembre 2011, n. 201 (c.d. “manovra Monti”).
f>D.l. 13 agosto 2011, n. 138 (c.d. “manovra d’estate”).
7 D.l. 6 luglio 2011, n. 98 (c.d. “manovra correttiva”).
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Cris i económica e m olo del D iritto amminisírativo
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Luciano Vandelli
profondo delle diverse discipline. Cosí, nel contesto della crisi económica, si
afferma, anche se non semprc in maniera csplicita, l’idca secondo cui, mcntrc
Feconomía, e la disciplina che la studia e coloro che la praticano, rappresen-
tano la risorsa csscnzialc per uscirc dalla crisi, il diritto, la corrispondcntc
disciplina e quelli che la praticano siano in definitiva un freno, una zavorra,
un peso intollerabile in una fase di recessione.
Cosí, in un quadro difficile e problemático, una sfida di fondo va poncn-
dosi al diritto amministrativo e, forse, al diritto nel suo insieme, esigendo
risposte cfficaci ed adcguatc a questioni che si stanno ponendo in termini
pressanti: conseguiré la semplificazione di rególe e procedure, alleggerire il
carico che grava su imprese e cittadini, razionalizzare le competenze delle
istituzioni amministrative, conseguiré livelli adeguati e tempestivi di realizza-
zione delle infrastrutture, individuare efficaci modalitá di collaborazione tra
pubblico e privato, conseguiré effettivi livelli di garanzia, attraverso autoritá
che siano realmente indipendenti, autorevoli e dótate di poteri incisivi.
In questo senso, il diritto amministrativo e le pubbliche amministrazioni
devono cambiare, elevando i propri livelli di efficienza nella migliore utiliz-
zazione di strumcnti, istituti, procedimenti, mczzi. Per conseguiré livelli piü
avanzati nel funzionamento delFamministrazione, ncH’esercizio dei poteri
pubblici, nella tutela dei cittadini, nella capacité di realizzare gli interessi
pubblici general i.
Non si tratta di obbiettivi inediti: al fondo, sono gli obbiettivi di sempre,
che oggi occorre perseguiré in un contesto profondamente mutato. Sono gli
stessi per cui il diritto amministrativo c nato; c sono gli obbiettivi che ne
hanno falto e ne fanno un fondamentale strumenlo di civilta.
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EL DERECHO ADMINISTRATIVO ANTE LA CRISIS
L o r e n z o M a r t ín -R f t o r t il l o B a q u e r
Catedrático Emérito de Derecho Administrativo
Universidad Complutense de Madrid
1 Sigo, así, en las presentes páginas, la línea de reflexión iniciada en mi trabajo. Crisis
económica y transformaciones administrativas, «Revista Española de Derecho Administra
tivo». 153 (2012), 89-108.
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Lorenzo Martín-Retortillo Baquer
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El Derecho Administrativo ante la crisis
' Me remito, así, a mis trabajos. De mi jornada, expuesto en nuestro Congreso de Bari
y Lcccc, y recogido ahora en mi libro. Méritos o botín y otros retos jurídicos de la democra
cia. Editorial Aranzadi, 2000, 309 ss., y Un puente de cuarenta años, en El nuevo Derecho
Administrativo. Líber amicorum Enrique Rivero Ysern. Editorial Ratio Legis, Universidad de
Salamanca, 2012.
f Pueden ver sus diversos recientes trabajos que cita en su tan sugerente «tribuna», Con
tra los tópicos por las ideas. «Revista Española de Derecho Administrativo», 155 (2012). 13
y 15.
4 De recordar así su intervención en el VI Congreso de la Asociación Española de Profe
sores de Derecho Administrativo, celebrado en Palma de Mallorca, en febrero de 2010.
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El Derecho Administrativo ame la crisis
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«soto voce» de que no se sabe si podrá hacerse frente a la nómina del mes
que viene. ¿Cómo han podido producirse esos desfases? ¿Cómo se gastó esc
dinero? ¿No había manera de controlarlo? ¿Nadie responderá por ello? Con
el inri, aquí también, de que frente a las desaforadas, no faltan Universidades
que tienen arregladas sus cuentas. Deben las Comunidades Autónomas, desde
la de Murcia a la andaluza, siendo manifiesto el agujero de la catalana (que
algunos pretender que pase desapercibido jugando al gran ordago). Deben
los Ayuntamientos. Y debe el Estado. Es muy fácil luego echarle la culpa
a ese personaje que se denomina «el mercado», pero antes debería venir la
pregunta: ¿qué hemos hecho para caer en sus manos? Hemos gastado de más,
sin tasa, y ahora hay que devolverlo, y para devolverlo hay que pedir más
dinero, pagando por el crédito lo que nos pidan.
G. Pero hay otro aspecto, del que se habla menos, que a mí me parece
muy relevante. La globalización representa una ampliación hacia arriba, des
bordándose límites y barreras exteriores. Pues bien, hacia abajo, hacia aden
tro, el progreso y las invenciones —señaladamente la capacidad de transporte,
tanto colectivo como individual— , han conseguido que, casi insensiblemente,
todo se quedara pequeño. La combinación de las distancias con el tiempo
necesario para salvarlas, ha producido el efecto de un sorprendente empeque
ñecimiento de las magnitudes geográficas: todo se ha quedado sorprendente
mente pequeño. España es mucho más pequeña de lo que era hace bien poco;
mi provincia es hoy mucho más pequeña y lo mismo sucede con mi municipio.
Y es que para calcular las distancias hay que tomar en cuenta no sólo los
kilómetros, sino preponderantemente el tiempo requerido para abarcarlas.
Por poner un ejemplo fácil: cuando yo era niño, para recorrer la distancia
de 90 kilómetros que separaba Huesca del Balneario de Panticosa, el viaje
duraba desde las 8’20 hasta las 14 horas, en una combinación que implicaba
cambiar de tren, con una tercera etapa en autobús. Hoy ese trayecto se hace
en coche holgadamente en una hora de puerta a puerta, ¡y vaya la diferencia
en cuanto a comodidad! O, pensando en la dirección sur, el viaje de Zaragoza
a Madrid podía durar toda la noche, pongamos unas siete horas, lo que, con
el AVE, se alcanza en una hora y diez. Ello me lleva al recuerdo del famoso
canon napoleónico en relación con su gran demarcación administrativa, el
departamento: su extensión debía venir predeterminada por el hecho de que
desde cualquier punto pudiera viajarse a la capital, y retornar, a lo largo de la
jornada. En caballería, por supuesto. ¡Imagínese hasta dónde+ puede llegarse
hoy viajando todo el día, con mucha más comodidad además!
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El Derecho Administrativo ame la crisis
nos sugiere la certera constatación de Otto Mayer? Hay que decir de entrada
que se acabó la serenidad que el Derecho administrativo producía. Un dato
bien palpable a la vista: en Italia van a desaparecer por Decreto-Ley la mitad
de las provincias. O, allí mismo, el gran problema de la financiación de las
regiones hace dudar acerca de la funcionalidad y virtualidad de su futuro. Pero
dejemos los problemas de Italia para los amigos italianos. ¿Qué sucede aquí
en España? Impresiona el panorama, y no sólo contando con el gran fardo de
la deuda, que nos atenaza, y que hay que abordar sin falta cuanto antes. Ello
nos ha abierto los ojos y ha evidenciado no pocos aspectos problemáticos en
los que no se había querido reparar, por más que no faltaran voces lúcidas
que reclamaban atención y sensatez.
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que por ahí habrá que comenzar, pero tengo muy claro que, en no pocas
ocasiones, municipios mayores, contiguos, podrían funcionar perfectamente
como un único ayuntamiento, capaz de abordar la gestión municipal conjunta
con el consiguiente ahorro, sin mengua de la funcionalidad. Lo que no es, en
absoluto justificable, es quedar anclados en el pasado por pura inercia o por
injustificables intereses partidistas.
B. Sabemos que sobran cientos de organismos, que no tienen justificación
alguna, cuyas funciones pueden ser desempeñadas a la perfección por otros
similares. De hecho, las carencias presupuestarias han hecho que comenzaran
a desaparecer no pocos de ellos, sin que sucediera nada, salvo los consiguien
tes problemas laborales derivados de la prisa y la improvisación y de no haber
preparado debidamente las cosas.
C. Al contemplar la realidad en nuestra sociedad de la honrosa y encomia-
ble dedicación política, que hay que encomiar sin falta, con la más enérgica
condena a las descalificaciones globales que tanto gustan de practicar algunos
periodistas generalizado lo que son supuestos indignos muy concretos, que
para nada reflejan el comportamiento de la clase política en su conjunto,
donde abundan las personas que generosamente entregan muchas horas a su
labor —quiero recordar que yo mismo, como ciudadano, asumí mi dosis de
participación política (como senador en la Legislatura Constituyente y estoy
seguro de que actué con honestidad y lealtad, tratando de defender el interés
general)—, se llega a alcanzar la firme sensación de que sobra clase política
que vive a costa del erario, de que hay demasiados políticos innecesariamente
profesionalizados. Lo cual, por supuesto, nada tiene que ver con la corrupción
ni con otras lacras. En la megalomanía de estos años, nos hemos pasado,
cuando en realidad el presupuesto no puede alcanzar a sostener ese exceso
de políticos. Es decir, sobran cargos. Quede claro que me refiero a políticos
que viven de la nómina, lo que para nada debe ser óbice para potenciar en la
mayor medida posible la participación generosa de los ciudadanos.
D. En otra dirección, constatamos que no se sostiene ese campar desacom
pasado y, tantas veces, competitivo, cuando no agresivo, que han venido practi
cando las Comunidades Autónomas, en demasiadas ocasiones sin sintonización
ni coordinación, cuando no con la más absoluta falta de lealtad, que estaría en la
base para el correcto funcionamiento del sistema. Vengo insistiendo desde hace
tiempo en la idea de que el tener competencia en una materia para nada impide
el intentar concertarse, por ejemplo a la hora de la elaboración de las leyes.
Es un hecho real, la intensa comunicación que se vive hoy dentro del Estado
—que se ha quedado pequeño, insisto— , con la abundancia de desplazamientos
entre unos territorios y otros, por diversas razones: negocios y trabajo, turismo
y segunda residencia, vida familiar, acontecimientos culturales y deportivos,
regreso periódico al lugar de origen de la familia, estudios, atención médica.
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El Derecho Administrativo ante la crisis
etc. Todo lo cual hará que la legislación de un territorio pueda afectar muy
sensiblemente a los ciudadanos de otros territorios. Pues bien, sabido es lo
poco que se ha pensado en intentar facilitar la tarea a los ciudadanos, cuidando
la legislación y tratando de aproximar soluciones7, considerándose en cambio
a sí mismos los líderes autonómicos como «pontífices máximos» que en nada
7 Valga, a modo de ejemplo, una remisión a mis afirmaciones —de 1991— sobre la
protección de los consumidores, recogidas en mi trabajo, Una panorámica de la defensa de
los consumidores desde el Derecho administrativo, en el volumen colectivo. «Estudios sobre
el Derecho de consumo», editado en Bilbao por Iberduero, 1991, pp. 79 ss.: «Habrá que partir
del indudable reconocimiento de competencia que tienen las CCAA referidas para dictar su
ley regulando el estatuto para plasmar los derechos de sus consumidores. Recalco que esto me
parece indiscutible. Pero también, la realidad social de un mundo cada vez más interrelacio
nado, debería animar a los responsables a buscar fórmulas concertadas en aras de la defensa
efectiva de los propios consumidores. Permítaseme recordar ahora lo que hace bien poco des
tacaba en otra ocasión: “los vascos van a esquiar a Aragón o a Cataluña, pero luego, a la hora
de ir a la playa, los aragoneses viajarán a Cataluña o al Levante, o al País Vasco o a Baleares.
Qué duda cabe que la cadena de relaciones e interconexiones cotidianas están a la orden del
día. Piénsese, como nuevo ejemplo, en la intensidad del flujo de la segunda residencia, en
que suele buscarse algo distinto de lo habitual o que puede servir para mantener las relaciones
tradicionales familiares a las que se vuelve desde el lugar de trabajo, a veces muy alejado,
aprovechando los periodos vacacionales. ¿Es que habrá que articular más de una docena —o,
incluso, diecisiete, el día que la esperada ampliación de competencias se haya producido—,
de estatutos para la defensa del consumidor? F.l consumidor merece respeto y tiene derecho
a que le defiendan. A que le defiendan también frente al caos normativo, frente a un universo
jurídico que se complica y enrarece por puro gusto y capricho de los autores de las normas,
afanosos por hacer que se afirman multiplicando gratuitamente disparidades y diferencias. La
vieja utopía que aspira a un derecho sencillo y asequible, simplificado y comprensible no es
una antigualla a despreciar sino un reto que hoy tenemos planteado y por cuya consecución
y acercamiento resulta importante seguir luchando. Que la propia Constitución avala cuando
proclama el principio de seguridad jurídica (artículo 9.3). De verdad que me parece un lujo
asiático que el ciudadano vasco, en cuanto consumidor, por poner un ejemplo, tenga que utilizar
distintos criterios y procedimientos cuando va a cazar a las tierras de la Rioja, que cuando va a
esquiar a las montañas aragonesas, o a las catalanas, que cuando va a las playas de Cantabria,
diferentes a su vez de los practicados en su residencia cotidiana. El tener competencia, el que
todas las CCAA tuvieran eventualmente competencia, no es motivo para hacer la pascua a
los usuarios: no es obligatorio que cada uno tenga un texto diferente. Sería un motivo para
esmerarse y superarse y poner en marcha las labores que facilitarán la tarea a los ciudadanos.
Repito que no se trata de desapoderar a nadie, de imponer nada. Formas habrá, si se quieren
buscar, de lograr modalidades de colaboración”. Lo mismo que se logró para la Ley General
el consenso de las dos grandes fuerzas políticas de ámbito nacional, habría que pensar en un
consenso entre las diversas autonomías. Porque además, gran parte de la regulación viene
predeterminada por la normativa comunitaria. Y para rematar esta idea he de volver de nuevo
al énfasis que quiso introducir el Acta Unica Europea en orden a la aproximación de las
disposiciones legislativas. Pues bien, esta aproximación, lo normal será que se inicie por lo
más próximo, es decir dentro de un mismo Estado, en el que, por otro lado, las diferencias de
regulación en este punto no tienen tanto arraigo que digamos».
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Lorenzo Martín-Retortillo Baquer
más tenían que pensar sino en su propia conveniencia. Es decir, una notable
situación de falta de «sentido de Estado», con la consecuencia de la innecesaria
complicación de la existencia.
E. Me atrevo incluso a aventurar que sobran Comunidades Autónomas.
Terreno resbaladizo, sin duda, en el que resulta más fácil hablar que actuar,
pero nada debe impedir tratar de valorar objetivamente la situación, inten
tando trabajar con datos que resulten incuestionables, por más que luego sea
difícil llevar las ideas a la práctica. Nunca se sabe que oportunidades pueda
deparar el futuro.
E. Hablaba antes de «grandes leyes», que resultaban afianzadoras. Hoy
nos consta, y estamos tan acostumbrados a ello que casi ni nos damos cuenta,
que vivimos instalados en un «caos normativo», como tantas voces preclaras
han reiterado hasta la saciedad.
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El Derecho Administrativo ame la crisis
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C opyrighted m aterial
Lorenzo M artín-R etortillo Baquer
9 Recordaré, como testimonio de homenaje, el trabajo que dedicó en 1991 a los estudios
dedicados al maestro común. Eduardo García de Enterría: Los decretos leyes en la teoría y en
la práctica constitucional, en el volumen colectivo, «Estudios sobre la Constitución Española»,
1, Civitas, Madrid. 1991, 267 ss. Sin perjuicio de recalcar, tras el minucioso examen de las
cifras, el excesivo número de Decretos-leyes (página 269), resulta muy ilustrativo recordar
algunas palabras suyas, a modo de conclusión: «Hace años se me tachó de <maximalista> por
mi interpretación de las exigencias constitucionales para la legitimidad de los Decretos-leyes.
Y reconozco que, quizá, en algún punto, mi postura pudo ser demasiado radical. Pero al cabo
de diez años he podido comprobar con una cierta satisfacción que la mayoría de la doctrina
se ha mostrado muy crítica con la praxis gubernamental a la hora de dictar Decretos-leyes y
que ha aceptado buena parte de las tesis que defendí en su momento» (página 325).
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El Derecho Administrativo am e la crisis
especialistas, que bien claramente sigue advirtiendo de los peligros (no hay
más que tom ar cualquiera de los manuales cuando abordan el tema de las
fuentes del derecho). Pues bien, sobrecoge la lectura de un muy inteligente
trabajo, de Roberto González de Záratc Lorente, muy en la línea de Javier
Salas, que ha estudiado recientemente todos los decretos-leyes autonómicos
producidos tras las reforma de los Estatutos, que no son escasos, y llega a la
conclusión de que ninguno de ellos respeta las exigencias debidas101. Es decir,
cuando estamos preocupados por el funcionamiento del Estado, sus límites y
garantías, se com prueba que, insensatamente, se ha puesto en manos de las
Adm inistraciones regionales una peligrosa arma que en nada contribuye al
afianzamiento del Estado de Derecho, con sus exigencias de respeto por los
límites y contenciones.
Un cam bio bien notable se ha producido en nuestro panorama administra
tivo, como ha sido reiteradamente observado, con las novedades introducidas
por la Directiva de Servicios, y el abandono generalizado de tantas m odalida
des de autorización y licencia. Cam bio facilitador, sin duda, y positivo desde
tantos aspectos, si bien no deje de ocasionar preocupación en un país de listi-
llos y tramposos com o el nuestro, donde, la m entira es un hábito demasiado
frecuente, donde a diferencia de los países del norte, no se han adaptado los
imprescindibles instrum entos penales, y donde se tiene la constancia de que
en tantas ocasiones la Administración no ha de controlar si las actividades se
desarrollan cumpliendo la legalidad. Lo que me lleva, desde otra perspectiva,
a recordar un dato que se describe atentam ente en la tesis de Luis Calvo
sobre los Colegios Profesionales11: se impuso a comienzos del siglo pasado
la exigencia de proyecto y dirección de arquitecto para determinadas obras
mayores, cuando comenzaron a derribarse edificios construidos por los viejos
maestros de obras, no fam iliarizados con los ingentes medios técnicos que
estaban apareciendo. Y luego los motivos de seguridad traerían consigo los
visados colegiales, que, por cierto, recientemente, han dejado de estar bien
vistos. Cada técnica administrativa tiene su momento y sus oportunidades.
A veces, se siente el impulso de introducir novedades, pero hay que estar
siempre bien seguro de los efectos que han de seguir a las innovaciones.
Otro ejem plo notable, que puede ser fuente de profunda reflexión, es
el que nos depara el concepto de «servicio publico». El que cambien las
necesidades y aspiraciones sociales, o la oferta social de determinadas pres
taciones, o que la Unión Europea imponga la liberalización de determinadas
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C o p y rig h te d m a te ria l
Lorenzo M artín-R etortillo Baquer
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C opyrighted m aterial
El Derecho Administrativo am e la crisis
8. Son meros ejem plos, fácilm ente m ultiplicables, pero que constitu
yen m uestra inequívoca de com o la Constitución ha sabido incorporar a su
seno muy destacados conceptos, figuras e instituciones, de la dogm ática del
Derecho adm inistrativo, tan trabajosam ente conseguidos y depurados tras
larga y laboriosa evolución, aptos a servir de contrapeso, de form a espe
cial en tiempos difíciles, a la actuación de unas Administraciones que todos
necesitamos. Ninguna duda de su utilidad y de su funcionalidad. De modo
que, lejos de nosotros las tentaciones derrotistas o abandonistas, sino todo
los contrario. ¡Muy importantes reglas, muy importantes principios! Somos
conscientes del papel decisivo que puede jugar el Derecho administrativo y
sus instituciones — y por supuesto, del alto significado de la Constitución— ,
de forma especial, precisamente, en momentos de crisis y de innovaciones y,
sin duda, cuando el Ejecutivo pretenda hacer uso de poderes especiales. De
ahí que la conclusión nos lleve a tener muy claro que nuestra tarea, no será
nada heroica, si se quiere, pero será de una importancia trascendental: ni más
ni menos que tratar como siempre, de depurar dichas técnicas e instituciones,
y de continuar vigilantes para que sean utilizadas como corresponde, y sirvan
al mejor funcionamiento del Estado y al aseguramiento del mejor servicio a
los ciudadanos.
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C o p y rig h te d m a te ria l
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CRISI ECONOM ICA E RUOLO DEL
DIRITTO AMMINISTRATIVO* *
G iu l io N a p o l it a n o *’
Ordinario nelFUniversitá di Roma Tre
43
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Giidio Napolitano
Bastí pensare a quanto accadde con ¡1 crollo di Wall Street nel 1929. In
tutti i pacsi occidental i, vi fu in pochi anni uno straordinario sviluppo dei
sistemi amministrativi. Negli Stati Uniti, il progetto político del New Deal
condussc a una notevole espansione dcllc regolazioni economichc c sociali,
affidate alie cure di apposite autorita e agenzie federali. Nei Paesi europei,
la risposta dei governi alia crisi fu la nazionalizzazione di banche e industrie
c la nascita di imprese cd cnti pubblici per la ricostruzione. Forme di pia-
nifícazione e di programmazione amministrativa furono inlrodotle in molti
settori. í pubblici poteri, con i loro apparati burocratici, rafforzarono la presa
sulFeconomía e sulla societá*2.
Ció nonostante, la Grande depressione raramente é indicata come un
fattore di rilevanti trasformazioni nella storia del diritto amministrativo3. 11
discorso vale soprattutto per i paesi europei. Da un lato, perché la tendenza
aH’espansione del ruolo dei poteri pubblici precedette la crisi económica e
continuó anche dopo, sotto la pressione dei nuovi bisogni popolari e dell’al-
largamento del suffragio, delle emergenze dei due conflitti bellici e infine
dell’aspirazione a un governo democrático delFeconomia4. DalTaltro, perché
tutte queste trasformazioni avvennero in un quadro giuridico-costituzionale
relativamente semplice. I paesi europei erano privi di cartc fondamentali c
di meccanismi posti a protezione della loro TigiditáL Le rególe del diritto
amministrativo erano in larga parte non scritte, derivando piuttosto da principi
e orientamenti giurisprudenziali. 11 ridisegno di competenze e la riallocazione
di poteri avvennero quindi piü fácilmente.
Diverso il discorso negli Stati Uniti. Qui la risposta alia crisi costituí
Foccasione per un rafforzamento delle prerogative presidenziali. E per una
proliferazione di autorita c agenzie federali, dótate di inediti poteri di rule-
making e di adjudication. A tutto ció la Corte suprema cercó inizialmente di
resistere, proclamando 1'illegittimita di deleghe troppo ampie di potere nor
J.C. Videlin, Le droit public économique ct les crises économiques: approche historique, in
Revue franjóse de droit administratif, 2010, p. 733 ss.; A Blasco Esteve (a cura di). El dere
cho público de la crisis económica. Transparencia y sector público. Hacia un nuevo Derecho
Administrativo, Madrid, Inap, 2012; G. Napolitano (a cura di). Uscire dalla crisi. Politiche
pubbliche e trasformazioni istituzionali. Bologna, il Mulino, 2012.
2 Anche se al prezzo di rendere «poroso» il rapporto tra potere politico e influenza eco
nómica con il rischio di far crollare entrambi i sistemi: cosí C. Thornhill, The Future of the
State, in P.F. Kiaer. G. Teubner, A. Febbrajo (a cura di), The Financial Crisis in Constitutional
Perspective. The Dark Side o f Functional Differentiation, Oxford and Portland. Oregon, 2011.
p. 357 ss., qui p. 389.
1 Lo osserva M. Aronson, The Great Depression, this Depression and Administrad ve
Law, cit.. p. 165 ss.
4 Su questi sviluppi L. Mannori — B. Sordi, Storia del diritto amministrativo, Roma —
Bari, Iaterza, 2001, p. 400 ss.
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mativo5. Soltanto ncl 1946, con l’approvazione della lcggc sul proccdimcnto
c l’introduzionc di ¡doñee garanzic partee¡pative, il sistema istituzionale tornó
in equilibri67. E per questa ragione che negli Stati Uniti, diversamente che in
Europa, la Grande depressione occupa un ruolo fondamentale nella ricostru-
zione delle vicende del dirilto amministrativo.
Sla di falto che su entrambe le sponde dell’Oceano Atlántico, le istituzioni
amministrative sortc nella prima meta del Novcccnto, ivi cómprese qucllc ere-
ate in risposta alia Grande depressione del 1929, rimasero in piedi per oltre
cinquant’anni. Esse si consolidarono c sopravvissero anche al conflitto bel
lico, sviluppandosi ulteriormente nel dopoguerra '. Soltanto a partiré dagli anni
Ottanta e Novanta dello scorso secolo, i programmi di deregolamentazione e di
privatizzazione hanno eroso le fondamenta di quella costruzione. In nome della
superiore efficienza del mercato, la regolamentazione é stata oriéntala alio svi-
luppo della concorrenza e alia tutela delle esigenze delle imprese e del sistema
económico. Dopo «Pascesa» del diritto amministrativo che aveva caratterizzato
larga parte del Novecento, ne e stato profetizzato Pinevitabile «declino»8.
Tali processi. peraltro, sono risultati piü complessi e articolati di quanto
la retorica del discorso político volesse far credere: al punto che alcuni hanno
provocatoriamente parlato di una pubblicizzazionc del privato piuttosto che
di una privatizzazione del pubblico9. Essi, inoltre, si sono sviluppati lungo
dircttrici parzialmente diverse negli Stati Uniti c in Europa. I primi, pariendo
da un assetto di mercati regolamentati, hanno perseguito politiche di derego
lamentazione. I secondi, a lungo caratterizzati da un’ampia area di inlervento
pubblico di retío, hanno intrapreso soprattutto una strategia di privatizzazione,
accompagnata dalla creazione di autorita indipendenli di regolazione.
s Sulla dialettica tra decisioni politiche e judicial review al I’época del New Deal, R.E.
Schiller, «The Era of Deference: Courts, F.xpertise, and the Emergence of New Deal Admini-
strative Law», 106 Mich. L. Rev., 106, 2007, p. 399 ss.; una rilcttura non convenzionale in .VI.
Tushnet, Administrative Law in the 1930s: The Supreme’s Court Accomodation of Progressive
Legal Theory, in Duke Law Scholarship Repository, 2011.
6 Si v. la chiave di lettura di M. McCubbins, R. Noli R. e B. Weingasl, The Political
Origins of the Administrative Proccdurcs Act, in Journal of Law, Kconomics and Origins of
the Administrative Procedures Act. in Journal of Law, Economics and Organization, 15. 1999,
p. 180 ss. La vicenda é ricostruita nella letteratura italiana da M. D'Alberti, Diritto ammini
strativo comparalo, Bologna, il Mulino, 1992, p. 108 ss.
7 Su questi sviluppi, S. Cassese, La lunga durata delle istituzioni economiche degli anni
Tienta, in Le istituzioni finanziarie degli anni Tienta nell'Europa Continentale, Bologna, II
Mulino, 1982, pp. 197 ss.
s La predizione, anche se in chiave problemática, e di R.A. Posner, The Rise and Pall of
Administrative Law, in Chicago-Kent Law Review, 72, 1997, p. 953 ss.
9 In tal senso C. Harlow, The Hidden Path of the State and the Publicisation of Prívate
Law, A Simple Common Lawyer. Essays in Honour of Michael Taggart, edited by D. Dy/.cn-
haus, M. Hunt and G. Huscrofl, Oxford and Portland, Hart, 2009, 75-98.
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L’impatto della presente crisi sul molo dei pubblici poteri c sull’evolu-
zione del diritto amministrativo, tuttavia, va valutato muovcndo dalla consta-
tazione di alcune profonde differenze di direzione e di contesto rispetto agli
accadimcnti succcssivi al 1929.
In primo luogo, a differenza della Grande depressione, quella attuale é
una doppia crisi, del mércalo e del governo. Alia crisi finanziaria ed econó
mica, infatti, é seguita quella del debito sovrano. Non e la prima volta che
ció accade14. Ma, diversamente dal passato, gli Slati incontrano piü difficoltá
ncl gestire la scconda, essendo sottoposti al giudizio del le agenzie di rating
e non disponendo piü di molte leve fondamentali della política económica e
monetaria. Le trasformazioni della sfera pubblica, dunque, sono di segno piü
ambiguo e contraddittorio rispetto a quelle che seguirono il 1929, tutte orién
tate a rafforzare il ruolo dei poteri pubblici. Gli interventi di salvataggio e di
sostegno aireconomia, piü forti e tempestivi di quelli messi in campo nello
scorso secolo, sono stati immediatamente seguiti da un'opposta contrazione
dell’iniziativa statale, a causa della mancanza di capacita fiscale. Mentrc il
diritto amministrativo degli anni 'l ienta del ventesimo secolo era chiamato ad
accompagnare lo sviluppo di uno Stato che aumentava le sue funzioni e i suoi
apparati, qucllo odierno c chiamato anche a fronteggiarc la crisi económica
del settore pubblico.
In secondo luogo, le risposte politico-normativc alia crisi si svolgono
in un quadro giuridico-costituzionale moho piü complesso e articolato. Le
misure necessarie ad alTrontare l’emergenza economico-finanziaria devono
comunquc rispettare garanzic c proccdurc costituzionali adottatc anche in
reazione alie drammatiche esperienze totalitarie che segnarono Fuscita dalla
Grande depressione del 1929. A ció si aggiunga che il diritto amministrativo,
nel frattempo, é ovunque diventato piü legillcato. Ogni cambiamento dunque,
a differenza del passato, richiede interventi normativi. E ogni modifica é
increméntale e interstiziale, svolgendosi in uno spazio gia occupato da isti-
tuzioni amministrative, ciascuna protetta dalle rispettive ‘clientele’.
In terzo luogo. gli Stati non sono piü gli unici protagonisti delle risposte
alia crisi. Essi si muovono entro un quadro di stringenti vincoli sovranazio-
nali. II discorso vale soprattutto per gli Stati membri delFUnione. Salva-
taggi bancari e riforme della vigilanza finanziaria sono stati progressivamente
2008; A. Vermeule, Our Schmittian Administrative Law, in «Harvard Law Review», 122. 2008-
2009, p. 1095 ss.; G. Napolitano, The role of the State in (and after) the financial crisis: new
challenges for administrative law, in P. Lindseth e S. Rose-Ackerman (a cura di), Comparative
administrative law, Cheltenham, Edward Ligar, 2010, p. 569 ss.
14 Si v. in proposito gli studi di C.M. Rcinhart, and K. Rogoff, This Time Is Different:
Eight Centuries o f Financial Folly, Princeton. Princeton University Press; 2010; D. Acemoglu
and J. Robinson, Why Nations Fail. The Origins of Power, Prosperity, and Power, Random
House Digital, 2012.
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15 Su questi sviluppi, M. Ruffert, The European Debt Crisis and European Union Law, in
Common Market Law Review, 2011, 1777 ss., in parí. 1785 ss.; B. de Wilte, The European
Trcaty Amendment for ihc Creation of a Financial Stability Mechanism, in Swedish Institutc
for European Policy Studies, 2011. n. 6, in www.sieps.se; M. López Escudero, La Unión
Europe ante la crisis económica y finanziera, in Revista de Derecho Comunitario Europeo,
2011, p. 353 ss.
16 Sull’evoluzione della global govemance, T. Sandler. Overcoming Global and Regional
Collective Actions Impediments, in Global Policy, 2010, I. p. 40 ss.; con specifico riferimento
ai problemi del rischio sistemico. I. Goldin - T. Vogel, Global Govemance and systemic Risk
in the 21st Century: Lessons from the Financial Crisis, in Global Policy, 2010. 4, p. I ss.;
N. Woods. Global Govemance after the Financial Crisis: A New Mullilateralism or the Last
Gasp of the Great Powers?, in Global Policy, 2010, 1, p. 51 ss.; G. Napolitano, The two ways
of global govemance after the financia! crisis: Multilateralism versus cooperation among
governments, in International Journal of Constitutional Law, 2011, p. 309 ss.
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I pubblici poten non erano preparati aci affrontare casi di instabilita siste-
mica generati dall’esposizione debitoria di operatori too big tofail. La fiducia
nella capacita di autoregolazione del mércalo e nel sistema di vigilanza finan-
ziaria aveva indotto gli Stati a non dotarsi di alcuna procedura straordinaria di
intervento per evitare il falimiento di operatori sistemicamente rilevanti. Dopo
alcune misure di carattcrc cstcmporanco, dunque, si c dovuto congegnare una
specifica disciplina volta a stabilire strumenti e procedure di salvataggio17.
Le misure di salvataggio ¡n favore dcgli intermedian finanziari persc-
guono tre obiettivi di base: a) garantiré la stabilita del sistema finanziario; b)
immettere liquidita nel mercato per assicurare la continuita nelFerogazione
del crédito a imprese c consumatori; c) ripristinare la fiducia nel mercato tra
i risparmiatori. Le soluzioni adottate, tuttavia, variano da Paese a Paese ed
evolvono nel tempo. Di fatto, le strategie di salvataggio possono comprendere
tanto il sostegno finanziario quanto la nazionalizzazione.
II supporto finanziario mira ad aumentare la liquidita a disposizione
di banche e altri intermedian e a prevenire aggravamenti del la loro esposi-
zione debitoria. Negli Stati Uniti, VEmergeney Economía Stabilizcition Act,
approvato nell’ottobre 2008, autorizza il Segretario del Tesoro ad adottare il
Troubled Asset Relief Program, al fine di acquistare titoli «tossici» o «pro-
blematici». II Governo federale, infatti, é in grado di pagare un prezzo pari
al valore (stimato) che i titoli acquisiti avrebbero in una fase ordinaria, non
di crisi. In tal modo, sarebbe possibile alleviare Pesposizione delle banche
e degli altri intermedian cd immettere liquidita finanziaria nel mercato. Vcr-
rebbero cosí attenuati i dubbi circa la loro solvibilita, ripristinando la fiducia
dei risparmiatori nel mercato. Esistono due tipi di titoli che possono essere
acquistati dallo Stato. II primo é costituito dai titoli legati ai mutui immo-
biliari; il secondo é invece individúalo in modo residuale, come ogni altro
strumento finanziario cui il Segretario del Tesoro, previa comunicazione al
Con gres so, ritenga opportuno estendere 1’intervento pubblico.
I programmi di intervento sono stati criticati sotto vari profili. In gene-
rale, é stato osservato che il programma di salvataggio del lo Stato genera un
«azzardo morale», in quanto incoraggia comportamenti irresponsabili da parte
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dcgli istituti bancari c dcgli altri intermedian finanziari: questi ultimi appren-
dono che potranno semprc contare sul sostegno pubblico18. E stata poi criticata
Timpossibilita di físsare un prezzo equo per l’acquisto, data la mancanza di
un valore di mercato. Di qui il rischio di un arricchimento ingiustifícato per
gli operalori fmanziari e i loro amministratori, a danno dei eontribuenti.
Al fine di evitare alcuni di questi inconvenienti, i Paesi europei hanno
adottato soluzioni differenti, come la creazione di fondi speciali o la conccs-
sione di garanzie govemative19. In Italia, ad esempio, il Ministero dell’eco-
nomia c dcllc finanze puó concederé garanzie statali sullc passivitá del le
banche e sulle operazioni di rifinanziamento bancario, nonché sui finanzia-
menti erogati dalla Banca d’Italia per fronteggiare gravi crisi di liquiditá. Lo
stesso Ministero puó poi procederé ad operazioni temporanee di scambio tra
tiloli del Governo e strumenti fmanziari20. Tuttavia,gli interventi pubblici sul
supporto finanziario possono costituire aiuli di Stato, e sono quindi sottoposti
ai limiti dei Trattati europei e al contrallo della Commissione21.
Nella maggior parte dei Paesi europei, tuttavia, lo strumento privilegiato
di intervento é stato quella della nazionalizzazione. II Regno Unito, ad esem
pio, ha deciso di intervenire nel capitale in otto delle principali banche, con
un piano di ricapitalizzazionc finanziato con cinquanta miliardi di sterline. A
tal fine, il Banking Bill contempla fipotesi di una «proprieta pubblica tempo
ránea» tramite Pcmanazione, da parte del Tesoro, di ordini di trasferimento
delle azioni22 In Italia, il Ministro delfeconomia e delle finanze é autorizzato
a parlecipare ad aumenti di capitale, ad acquisire azioni prive di diritto di
voto c privilegíate nella distribuzione dei dividendi, o a sottoscrivere titoli
speciali assimilati a obbligazioni. Sulla base delfesempio europeo, la solu-
zione delfingresso pubblico nel capitale di banche c intermedian fmanziari
si é affermata anche negli Stati Uniti, grazie alia definizione aperta di «titolo
problemático» adottata áíüVEmergency Economic Stabilization Act.
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proprio» e il suo problemático ¡mpatto sul sistema bancario italiano. F. Merusi. Contro la banca
universale e la contabilitá di stato bancaria. in «Diritto della banca e dei mercati finanziari»,
2012. p. I ss.
26 D. Rodrik, A Plan B for Global Finance, The Economist, 13 marzo 2009.
27 Symposium. Financial Regulatory Reform in thc Wake of thc Dodd-Frank Act. Cor-
nell Law Review, 97, 2012. 967. In particolare. J.C. Coffee, Jr.. The Political Economy of
Dodd-Frank: Why Financial Reform Tends to be Frustated and Systemic Risk Perpetuated,
1019-1082.
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30 I limiti delle attribuzioni delle nuove autoritá, del resto, sono apparsi evidenti sin dai
primi mesi del funzionamento di queste ultime: un esempio é offerto dalle raccomandazioni
adottate dalFAutoritá bancaria europea nell'ottobre 2011 in favore dell'innalzamento com-
plessivo dei livclli di capitalizzazione delle banchc europee durante la crisi recente, che hanno
richiesto una successiva approvazione da parte del Consiglio europeo e deH’Ecofin nell'ottobre
e nel novembre dello stesso anno.
31 Lo sottolinea G. Rossi, Crisi del capitalismo e nuove rególe, in Rivista delle societá,
2009, p. 935 ss.; Id., Prefazione, in R.A. Posner, La crisi della democrazia capitalista (2010),
trad. it. Milano, Egea, 2010, p. VII ss. Sccondo P. Coggan, II capitalismo anglosassone tra
liberismo e rególe, in «Aspenia», n. 56, aprile 2012, p. 38 ss., «nei prossimi anni, i peggiori
eccessi del modello anglosassone potrebbero cosí trovare un treno», perché «il pendolo é
tornato a oscillare dalla liberalizzazione verso una maggiore regolamentazione» (p. 44).
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42 Commissione europea, Applicazione delle rególe in materia di aiuti di Stato alie misure
adottate per le istituzioni finanziarie nel contesto deirattuale crisi finanziaria mondiale, COM
2008/C 270/02 e 2009/C 10/03.
43 Si v. Commissione europea, Quadro di riferimento temporáneo comunitario per le
misure di aiuto di Stato a sostegno delfaccesso al finanziamento nell'attuale situazione di
crisi finanziaria ed económica, COM 2009/C 83/01, 17 dicembre 2008.
44 Commissionc europea, Quadro unionale temporáneo per le misure di aiuto di Stato a
sostegno delfaccesso al finanziamento nell’attuale situazione di crisi finanziaria ed económica
, 2011 /C 6/05, 11 gennaio 2011.
45 Commissione europea. Far fronte alia crisi delf industria automobilistica europea,
COM (2009) 104, 25 febbraio 2009.
46II numero di notifíche e passato da circa 1600 nel 2008 a circa 1850 nel 2009 (dali
tratti dal sito ufficiale della Commissione europea).
47II numero delle operazioni animalmente notifícate e passato da circa trenta nel periodo
2005-2007 a circa cinquanta nel periodo 2008—2009, per ridursi poi a circa dieci nel 2010.
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?1 Si v., Department for Business Enterprise & Regulatory Reform, Annual Report and
Accounts 2008-09, Luglio 2009, disponibile Online.
52 Legge 23 luglio 2009, n. 99, art. 3.
53 B. Egcrt, T. Ko/.luk, Inlrastruclural and Growth: Empirical Evidence, OECD Eco
nomics Department Working Papers, n. 685. mostrano Pimpatto positivo degli investimenti
infrastrutturali per la crescita di medio lungo termine, precisando comunque che questo varia
a seconda dei pacsi e dei settori considerad.
54 American Recovery and Reinvestment Act — Tille XII. Per un approfondimentó, si v.
Congress of United States — Congressional Budget Office, Public Spending on Transportation
and Water Infrastructure, Novembre 2010.
53 American Recovery and Reinvestment Act, División B. Title I.
56 While Housc, Renewing and Expanding America’s Road. Railways. and Runway, 6
setiembre 2010. Sul punto, si v. Department of the Treasury — Council o f Economic Advisers.
An Economic analysis of Infrastructure Investment, 11 Ottobre 2010, nonché M. Likosky, Oba-
ma’s Bank: Financing a Durable New Deal, Cambridge, Cambridge Universily Press, 2010.
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Tltalia, hanno varato significative rifarme del mercato del lavoro. In Italia,
poi, il 2012 c stato contrassegnato da un rilancio dcllc misurc di liberal iz-
zazione, che hanno toccato diversi settori deH’economia, chiusi in logiche
corporative. Sul piano istituzionale, ció ha comportato un raffarzamento del
rudo delle autoritá indipendenti di regolazione e vigilanza, sia nelFindividua-
zione degli ostacoli normativi al funzionamento concorrenziale dei mercato,
sia neU’attivazione di adcguati rimedi giurisdizionali in caso di adozione di
provvedimenti lesivi da parte delle pubbliche amministrazioni.
Nclla mcdcsima cornice delle misurc strutturali per la crcscita rientrano
le politiche di semplificazione. Uassunto di partenza é che il peso dei costi
regolatori e amministrativi sulle imprese sia moho elevato. Ridurre tale
carico consentirebbe quindi di migliorare la competitivitá e la produttivitá
del sistema económico senza esborsi per la finaliza pubblica61.
Negli Stati Uniti. Famministrazione Obama, appcna insediata, ha avviato
la riforma dei principi del la regolazione federale risalente al 1993. E stato
cosí emanato un nuovo executive arder, che ha ridefinito obicltivi, principi e
strumenti. L’ordine presidenziale ha dato maggiore rilevanza alia promozione
della crcscita económica, delFinnovazione e della competitivitá e sottolincato
i principi della semplificazione c della flcssibilitá. A tal fine, ha disposto
lo sviluppo di strumenti regolativi che riducano i costi per i cittadini e le
imprese, nonchc il potenziamento della valutazionc ex ante cd ex post62. Tali
orientamenti, giunti a due anni di distanza dall’avvio dell’iniziativa, sono
stati comunque in gran parte anticipati e sviluppati &d\V Office o f Manage
ment and Budget. L’ufficio, ncIFambito delle propric competenze in mate
ria di valutazione, monitoraggio e impulso della normazione, ha facalizzato
l’azione sulla regolazione económicamente piü sensibile e ha dettato alie
agenzie governative specifiche raccomandazioni finalizzate alia better regu-
lation, conseguendo importanti risultati63. Una rinnovata attenzione, poi, é
stata dedicata alie piccole e medie imprese, alie quali, nel setiembre 2010, é
stato destinato il citato Sitiall Business Job Act.
In Europa, ove lo sviluppo dell’amministrazione ha generalmente assunto
dimensioni piü rilevanti, il tema della semplificazione é risultato ancora piü
avvertito nella duplice prospettiva normativa e amministrativa. L’Unione,
infatti, vi ha dedicato un intero punto del Piano europeo di ripresa econo-
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Es obvio que las crisis han sido el motor del derecho de la intervención en
la economía. A ello ha contribuido el pensamiento Keyncsiano y las políticas
del New Dea! de Roosvelt para superar la gran depresión. Paradójicamente
no existe presión social para la intervención de empresas en beneficios. Las
inyecciones de capital público en España han ido a salvar empresas defici
tarias como la siderurgia, SEAT, la minería de carbón, la banca (en las ante
riores crisis y en ésta). Se ha dicho que el origen del derecho administrativo
económico debe buscarse en la transformación del derecho de guerra que
pone la maquinaria productiva al servicio de la finalidad bélica en el dere
cho de la intervención en tiempos de paz (S. MARTÍN RETORTILLO). La
destrucción del tejido económico de la España de los 70 dio lugar al derecho
de intervención para la reconversión (y en muchos casos, la liquidación). La
crisis es también la ocasión para la restricción de derechos y libertades sean
éstas últimas políticas o económicas. La escasez hace necesaria la organiza
ción de la solidaridad mediante el racionamiento de los productos básicos.
Es también fácil percibir que la salida de crisis de los 70 en España tuvo que
ver con el incremento de la presión fiscal mediante la introducción de una
Hacienda moderna. A lo mejor, la salida de la actual, tiene un paralelismo
en la extensión de dicha modernidad a los sectores de economía sumergida
por todos conocida.
5 Reproducimos el texto de este precepto: Artículo 4. «El Gobierno, en uso de las facul
tades que le otorga el artículo 116.2 de la Constitución podrá declarar el Estado de Alarma, en
todo o parte del territorio nacional, cuando se produzca alguna de las siguientes alteraciones
graves de la normalidad:
A) Catástrofes, calamidades o desgracias públicas, tales como terremotos, inundaciones,
incendios urbanos y forestales o accidentes de gran magnitud.
B) Crisis sanitarias, tales como epidemias y situaciones de contaminación graves.
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las pequeñas y medianas empresas. Las cifras son impactantes. Según una
encuesta realizada en 2011 por la Federación Nacional de Trabajadores
Autónomos-ATA entre 2.500 autónomos que trabajan habitualmente con las
Administraciones Públicas, tanto para Comunidades Autónomas, como para
Entes Locales, Diputaciones y Empresas Públicas, estos profesionales y las
PYME están cobrando sus facturas atrasadas en un tiempo medio de 161
días1'.Según la citada encuesta, casi uno de cada cuatro autónomos (23,6%)
tarda en cobrar más de un año y sólo el 11,8% cobra antes de 90 días de las
Administraciones Públicas. Mientras en España el periodo medio de pago es
de 161 días, en la Unión Europea la media es menos de la mitad: 79 días.
Sólo Italia (185 días) y Grecia (177 días) superan a España en el periodo de
pago. Dinamarca (37 días), Alemania y Suecia (ambas 34 días) y Finlandia
(24 días), tardan menos en pagar a sus proveedores.
La legislación vigente en la materia es la Ley 3/2004 de 29 de diciembre
de lucha contra la morosidad en las operaciones comerciales, que traspone a
la legislación estatal lo dispuesto en la Directiva 2000/35/CE/ del Parlamento
Europeo1 12y la Ley 15/2010, de modificación de dicha Ley, que ha introducido
importantes novedades.
La normativa pretende que, a partir del año 2013, las administraciones
públicas realicen los pagos en un plazo máximo de 30 días, estableciéndose
un periodo transitorio:
1. - Del 6 de julio al 31 de diciembre de 2010: el plazo de pago será
como máximo de 55 días.
2. Del I de enero de 2011 al 31 de diciembre de 2011: el plazo de pago
se reduce a 50 días
3. - Del 1 de enero de 2012 al 31 de diciembre de 2012: el plazo de pago
será de 40 días
4. - A partir del 1 de enero de 2013: el plazo de pago será de 30 días.
De acuerdo con la normativa comunitaria y la legislación española que
la traspone (Ley 3/2004, reformada por Ley 15/2010), el plazo máximo de
pago de las administraciones públicas en 2012 debería haber sido de 40 días.
Sin embargo, existe un retraso medio de más 100 días sobre el plazo legal
que tiene consecuencias.
Los plazos máximos de pago se computan desde la fecha de expedición
de las certificaciones de obra o de los correspondientes documentos que
11 http://www.ata.es/noticia.php?id=377.
12 La norma de referencia es la Directiva 2011/7/UE del Parlamento Europeo y del Con
sejo de 16 de febrero de 2011, por la que se establecen medidas de lucha contra la morosidad en
las operaciones comerciales, cuya fecha límite de transposición es el 16 de marzo de 2011.
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11 Decimos aceras porque fue lo más visible. Pero en esto se produjo esperpento. El
Diario Expansión da cuenta de cómo con cargo al Plan F. se financiaron entre otras «perlas«
las siguientes: Valdemeca (Cuenca) pidió 23.000 para un refugio de barbacoas. En Granen
(Huesca) 52.300 euros para un reloj solar. La Codosera (Badajoz) recibirán 27.000 euros para
una «nave para monterías y en la vecina Arroyo de Servan, S7.000 euros para una «Cancha de
tiro universal». Sahagún remodeló su coso taurino por 161.700 millones. En Bullas (Murcia)
tendrán un sendero etnográfico por 36.000 euros. En Teguise (Tenerife una cancha cubierta
para las competiciones de Bola Canaria por casi 300.000 euros. En la también canaria Santa
Lucía de Tirajana hay 117.000 euros para el «Tratamiento antigrafitis» de sus calles. En El
Ejido, por su parle, el proyecto denominado «Adecuación de infraestructuras en el pozo de la
tía Manolica de Matagorda», de dos millones de euros. En Badalona se han consignado casi
176.000 euros para un «área de perros». Madrid optó por un estanque fluvial en el tramo medio
del Manzanares por 3,4 millones. O la modernización del Taro de Moncloa por 4,5 millones.
(http://www.expansion.com/2009/01/13/economia-politica/1231880308.html).
32 En las conclusiones 26 a 30 del Informe del Tribunal de Cuentas núm. 948 de 26 de
septiembre de 2012 se afirma: «Las empresas adjud¡catarías incumplieron el compromiso de
contratación de desempleados en el 11% de los contratos suscritos»; «En el 8% de los contratos
no se incluyó la condición especial de ejecución consistente en que el nuevo personal que
el contratista necesitara emplear para la ejecución de las obras se encontrase en situación de
desempleo, incumpliendo lo establecido en el Real Decreto regulador». «De las entidades que
incluyeron la condición especial, el 25% no previo penalización en caso de incumplimiento, y
de las que incluyeron cláusula de penalización, el 44% adjudicó contratos con menos trabaja
dores procedentes del desempleo de los que se habían comprometido a contratar las empresas
en sus ofertas y únicamente aplicaron penalizaciones el 12%' de estas entidades. El 50% de
las entidades, si bien remitieron al Ministerio como parte de la documentación justificativa
la información proporcionada por las empresas adjudicatarias relativa al número de contratos
con desempleados que realizaron, no llevaron a cabo ninguna otra comprobación ni ejecuta
ron el seguimiento establecido en el artículo 6.2 del Real Decreto-Ley 9/2008. El 67% de los
trabajadores empleados en la ejecución de los proyectos que formaban parte de la estructura
de la empresa con anterioridad al FE1L, continuaban prestando sus servicios en la misma en el
segundo semestre de 2011. Únicamente el 4% de los que fueron contratados específicamente
para la ejecución de los proyectos FEIL continuaron en dicha fecha trabajando en la empresa.»
http://w\v\v.lcu.cs/nploads/I948.pdf.
33 B.O.E núm. 233, de 27 de septiembre, p. 101931. Al respecto véanse, VV.AA, La
constitucionalización de la estabilidad presupuestaria. CONDE & SOUTO GALVÁN (coords.),
Universidad Rey Juan Carlos, Instituto de Derecho Público, Madrid 2 0 12; FALCÓN Y TELLA,
I m reforma riel art. 135 rie la Constitución, «Revista General de Derecho Europeo», ISSN
86
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70 Las agencias publicas empresariales a que hace referencia la letra a) del apartado 1 del
artículo 68 de la Ley se rigen por el Derecho Privado, excepto en las cuestiones relacionadas
con la formación de la voluntad de sus órganos y con el ejercicio de las potestades adminis
trativas que tengan atribuidas y en los aspectos específicamente regulados en esta Ley, en sus
estatutos, en la Ley General de la Hacienda Pública de la Junta de Andalucía y demás dispo
siciones de general aplicación. Las agencias publicas empresariales a que hace referencia la
letra b) del apartado 1 del artículo 68 de esta Ley se rigen por el Derecho Administrativo en
las cuestiones relacionadas con la formación de la voluntad de sus órganos y con el ejercicio
de las potestades administrativas que tengan atribuidas y en los aspectos específicamente
regulados en esta Ley. en sus estatutos, en la Ley General de la Hacienda Pública de la
Junta de Andalucía y demás disposiciones de general aplicación. En los restantes aspectos se
regirán por el Derecho Administrativo o por el Derecho Privado según su particular gestión
empresarial así lo requiera.
Las agencias públicas empresariales ejercerán únicamente las potestades administrativas
que expresamente se les atribuyan y solo pueden ser ejercidas por aquellos órganos a los que
en los estatutos se les asigne expresamente esta facultad. No obstante, a los efectos de esta
Ley, los órganos de las agencias públicas empresariales no son asimilables en cuanto a su
rango administrativo al de los órganos de la Administración de la Junta de Andalucía, salvo
las excepciones que, a determinados efectos, se fíjen, en cada caso, en sus estatutos.
En el caso de que se trate de funciones que impliquen la participación directa o indirecta
en el ejercicio de las potestades públicas o en la salvaguarda de los intereses generales que
deban corresponder exclusivamente a personal funcionario de acuerdo con la legislación apli
cable en materia de función pública, podrá llevarlas a cabo, bajo la dirección funcional de la
agencia pública empresarial, el personal funcionario perteneciente a la Consejería o la agencia
administrativa a la que esté adscrita. A tal fin, se configurarán en la relación de puestos de
trabajo correspondiente las unidades administrativas precisas, que dependerán funcionalmenie
de la agencia pública empresarial.
71 Art. 70, 74, 77. 2 y 78 .2 de Ley 9/2007, de 22 de octubre, de la Administración de
la Junta de Andalucía.
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1,9 BO. U les B a lea rs de 25 noviembre 2010, núm. 171, p. 49; rect. BO. lile s B a le a rs 21
julio 2011, núm. 111, p. 35.
120 BO. País Vasco de 30 abril 2012. núm. 84. p. 1929; rect. BO. País Vasco 28 mayo
2012, núm. 103, p. 2348.
121 La norma trae causa del previo Decreto-ley 1/2008. de 3 de junio, de medidas tributa
rias y financieras de impulso a la actividad económica de Andalucía, la primera norma de esta
naturaleza aprobada por el Consejo de Gobierno al amparo de lo dispuesto en el artículo 110
del nuevo Estatuto de Autonomía para Andalucía. El Parlamento de Andalucía, en su sesión
plenaria de 25 de junio de 2008, acordó su convalidación y tramitación como proyecto de ley
por el procedimiento de urgencia.
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124 Al respecto véanse los certeros estudios de ORTI7. DFí TENA, Ixi intervención admi
nistrativa de la Comunidad Autónoma de Andalucía en la instalación y apertura de las grandes
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Los dogmas deben ser superados, sobre, todo cuando responden a realidades
que hoy no existen. España ya no es un país primario (agrario) sino terciario
y postindustrial. El reto es hacer una transición de sistemas sin destrucción
de valores. No tiene sentido preservar suelos agrarios (no urbanizable común)
permitiendo la vivienda asociada a la explotación agraria en términos munici
pales donde se ha abandonado hace más de un década toda actividad agraria.
Sólo con salir de la ciudad es fácil percibir esta realidad.
La prohibición de edificar en suelo no urbanizable genera perversiones
del sistema. Naves agrícolas se reconvierten en viviendas unifamiliares129130*, al
amparo de la prohibición se construyen presuntas estructuras desmontables
que vulneran las normas más elementales de la estética en el peligroso juego
del quiero y no puedo, infracciones burdas buscan la legalización en forma
aislada o de urbanización ilegal. Yo ahora hablo de viviendas aisladas para
primera o segunda residencia o para la actividad turística en el medio rural.
Y digo expresamente segunda residencia porque en el contexto de un país
desarrollado esto empieza a ser una necesidad de las clases medias hoy pre
dominantes en nuestra sociedad de clases medias. Abrir esta espita no daña
el medio ambiente y por el contrario supondría una actividad económica que
inyectaría fondos en el medio rural cuando éste ha de encontrar actividades
que suplan la otrora actividad primaria agrícola. Sentado el principio mínimo
correspondería al legislador autonómico su concreción y establecimiento
de condicionantes y máximos. Entre ellos señaladamente la utilización de
materiales locales constructivos y la prohibición del empleo de determinados
materiales. Por qué no pensar en la creación de áreas de reparto en suelo no
urbanizable y la creación de un mercado de permisos transferibles de edifi
cación a escala autonómica. De este proceso es obvio que de modo general
debe quedar excluido el suelo no urbanizable de especial protección. Para
dójicamente hoy en espacios protegidos conforme a PORN y PRUG caben
usos edificatorios en fincas de 20 hectáreas, o directamente en la legislación
Balear. Y es una tendencia probable el ablandamiento de su régimen jurídico
(por ejemplo, en el Parque natural de Los Alcornocales1’0). Creemos que han
de potenciarse los usos del suelo no urbanizable común y por el contrario
129 Sólo en el País Vasco existen medidas contundentes contra el fraude declarando la nuli
dad de pleno derecho de las viviendas construidas desligadas de la explotación y la necesidad
de mantenimiento de la explotación por 25 años quedando de otro modo la vivienda fuera de
ordenación (art. 31 de la Ley 2/2006. de 30 de junio). Véase LASAG ABASTER I ¡ERRARTE &
LAZCANO BROTONS, Una introducción general sobre la Ley Vasca de Suelo y Urbanismo.
Ley 2/2006, de 30 de junio, cit., p. 36.
130 Ecologistas en Acción recientemente ha denunciado el proceso de reforma de los
Planes de Ordenación de los Recursos Naturales (PORN) que conlleva una flexibilización
de los requisitos para construir viviendas e instalaciones turísticas en los parques. Vid. http://
ww\v.eleconomista.es/blogs/la-telarana/?p=2049 naturales.
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157 Por otro lado, estas medidas que degradan la misma convivencia alimentan a un
sector de amplia tradición en la economía sumergida y con alto grado de incumplimiento de
la legislación laboral y de la seguridad social. La reactivación que necesita España no es la
de los empresarios piratas y de la economía sumergida. Contra esta lacra es a la que hay que
dirigir la inspección laboral y fiscal.
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CRISIS DEL ESTADO DE BIENESTAR. EL
PAPEL DEL DERECHO ADMINISTRATIVO
R o b e r t o C a v a llo P e r in
Profesor Ordinario
Universidad de Tormo
SOMMARIO: I. II punto di vista del XXI secolo.- II. II welfare tra sicurezza e
uguaglianza - III. I diritti dei cittadini delPUnione europea a fruiré dei sistemi
sanitari. d ’istruzione e formazione degli allri Stati membri.- IV. Istruzione e
sanita come carattere idenlitario della cittadinanza e delI’Unione europea.
1 Poco prima che il pacse affrontasse la Grande Depressione il Presidente degli Stati Uniti
Hoover si trovó ad affermare che: «Noi oggi in America siamo piü vicini al trionfo fínate sulla
poveru'i che mai altri in precedenza in qualsiasi nazione nella storia», preso da B. C artosio,
Stati Uniti contemporánea Dalla guerra civile a oggi, Firenze, Giunti Editore, 2010, 80.
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universitá cui i successivi governi Laboar risposero con 1'introduzione di tienta nuovi politec
nia, rilenuli luoghi di studio piü «popolari» c votati alio studio delle scicnze dure che — si
credeva — erano alia base dei prímati raggiunti dall’URSS in quegli anni. Nei tardi anni 60'
ci sviluppo invece un movimento político di studenti a difesa delle Crammar schooU di cui
il Labour, che le riteneva l'ultimo bastione del conservatorismo, invocava l’abolizione. Gli
osservatori di sinistra criticavano l’impostazione elitaria e reazionaria di questi istituti, sino a
rimproverare alia Manchester Grammar school di aver formato leader i cui vili comportamenti
avevano portato alYappeasment e alia disfatta di Dunkerque. Nei campo opposto il rifiuto
deiregualitarismo neirinsegnamento era invece giustificato alia luce del pensiero filosófico di
J. Rawls, per cui un’élite ben istruita avrebbe arrecato benefici anche e soprattutto alie classi
sociali svantaggiate.
21 R. Lowe, The Welfare State in Britan since ¡945, cit., 202.
22 N. Lawson, The viewfrom No. II: Mentones o f a Tory Radical, London, Bantam Press,
1993, 612; R. Lowf , From Beveridge to Blair, cit., 106; R. Lowf., The Welfare S ta te in Britan
since 1945, cit.. 331. Durante il terzo gabinetto Thatcher (1987-1990 quello piü determinato
ad aflam are i principi del monetarismo e del libero mercato) il sistema sanitario britannico si
trovo in serie difñcoltá finanziarie. II Secretario di Stato per la Sanita John Moore, sostenuto
dalla Thatcher, propose di finanziare il sistema con le assicurazioni prívate e di lavoro. La pro
testa deU’opinione pubblica e l’opposizione del Cancelliere dello Scacchiere Lawson (paladino
delle privatizzazioni) fondata su una preoccupazione per le finanze pubbliche, costrinsero il
Governo a limitare la riforma ai meccanismi di ¡mrebaser-provider c sulla riorganizzazionc
territoriale del sistema.
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Crisis del Estado de Bienestar. E l papel del Derecho Administrativo
titoli» (Trattato CE, art. 47) c divenuto poi fondamento giuridico per una
serie di misure transitoric c di lince guida, ponendosi quale riconoscimento
prima settoriale per professioni specifiche (es. sanitarie, d’architetto, d’av-
vocato), poi come misura genérale ncl quadro di c.d. «sistemi generali di
riconoscimento».
E consentito effettuare gli studi in altro Stato membro, attraverso un
riconoscimento parziale per la prosecuzione dcgli studi alio stesso livello43, o
con riconoscimento del diploma ottenuto per l’accesso ad un livello superiore
(senza cffctti sull’esercizio di una professione). Sono previamente defmiti
presupposti e condizioni secondo programmi di partenariato europeo tran-
sfrontaliero (Erasmus, Sócrates), ove sono enunciati i contenuti formativi che
forniscono il parametro di valutazione per il riconoscimento.
La necessitá del riconoscimento puó manifestarsi a conclusione di un
ciclo in vista dello svolgimento di una successiva fase di studi44 ove lo stu-
dente esercita il proprio diritto alia liberta di circolazione verso un altro
sistema nazionale di educazione.
La validazione spetta a chi riconosce la formazione parziale e rilascia il
titolo finale oppure a chi ammette a un livello superiore, con legittimazione
ncl primo caso a ritornare a concludcrc gli studi per il rilascio del diploma
oppure nel secondo con accesso al ciclo di studi di grado ulteriore nel nuovo
Stato.
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49II beneficiario del riconoscimento del titolo professionale che intenda proseguiré la
propria formazione al fine di ottenere una specializzazione nello Stato di accoglienza vanta un
diritto al riconoscimento anche a tal fine, con un effetto di complementarietá tra il riconosci
mento a fini accademici. cioé di formazione ed educazione, e il riconoscimento professionale:
C. giust. C.E., 16 maggio 2002, C-232/99, Commissione CE c. Spagna.
50 Direttiva 2005/36/Ce relativa al riconoscimento delle qualifiche professionali, eit..
Considerando n. 19, artt. 12, 23, 27, 30, 33, 37, 39 e 49: d.lgs n. 206 del 2007, cit., art. 32.
51 C. giust. C.E., 1 febbraio 1996, C -164/94, Aranitis c. I.and di Berlina-, ne conseguono
altri diritti nei riguardi delfamministrazione nazionale competente dello Stato ospitante, quali
il diritto ad avere una risposla motívala alia propria istanza di riconoscimento entro un certo
termine, a ottenere una valutazione circa l'equivalenza della formazione ricevuta rispetto a
quella pretesa nello Stato di destinazione, a rivolgersi al giudice nazionale per tutelare le pro-
prie pretese; sui diritti conseguenti: G. Vf.sphrini, II vincolo europeo sui diritti amministrativi
nazionali. cit.. 51.
52II modello del riconoscimento automático opera inoltre per alcune professioni non
regolamentate inerenti attivitá anigianali, commerciali e industriali per le quali si fonda sul
parametro non della formazione bensi della effettiva esperienza maturata dal professionista
migrante: cfr. Direttiva 2005/36/Ce relativa al riconoscimento delle qualifiche professionali,
cit.. Capo ll e Capo III. Cfr. P. A ndreozzi, La liberta di stabilimento nelle libere professioni:
il riconoscimento di tiloli, diplomi e qualifiche professionali nei settore delle professioni sani
tarie in Europa, in RTSA, 2005, 1, 107;
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63 C. giust. C.E.E.. 13 febbraio 1985, causa C-293/83, Gravier c. citta di Liegi per ille-
gittimo diniego — a cittadina dell’unione e figlia di non residenti — d’iscrizione all’istituto
distruzione superiore in Belgio (accademia d'arte) per non avere pagato la tassa di frequenza
prevista per i soli stranieri; C. giust. C.E.E., 21 giugno 1988, causa C-39/86, Ixtirc. Universitc)
di Hcmnover, c irragionevole la prcclusione di un sussidio per gli studi a chi non abbia lavorato
un certo periodo poiché si tratta di un vantaggio sociale a favore del lavoratore, che é tale anche
se cessato dal lavoro per causa involontaria (art. 7 regolamento 1612/68, cit.)
64 C. giust. C.E., 28 aprile 1998, C -158/96, Kohll v. Union des caisses de maladie ove
si afferma che il diniego di autori/zazione per godere di cure sanitaric non urgenti in un
altro Stato Membro é in contrasto con la libera circolazione dei servizi; C. giust. C.E.. 12
luglio 2001, C -157/99, Smits e Peerhooms v. Stichting Ziekenfonds VGZ e Stichting CZ Groep
Zorgverzkeringen che ritienc illegittimo il diniego di rimborso di trattamenti sanitari fruiti in
Germania e Austria da parte di due cittadini olandesi, giacché trattasi di prestazioni sanitarie
(socio-psicologiche runo, sperimentali l’altro) «non usuali negli ambiti professionali (sanitari)
olandesi»; C. giust. C.E., 16 maggio 2006. C-372/04. Watts v. Bedford Primary Care Trust, in
cui si afferma che il rifiuto di un’autorizzazione a fruiré di cure sanitarie aH’estero fondato su
liste d’attesa redatte únicamente su «prioritá cliniche prestabilite in termini gencrali», e non
su «una valutazione medica oggettiva della situazione clínica del paziente» limita la liberta
di circolazione dei servizi; C. giust. C.E., 19 aprile 2007, C-444/05, Starnatelaki v. Organi
smos Asfaliseos Eleftheron Epangelmation (OAEE), il diniego succcssivo di rimborso di spese
sanitario c* sproporzionato alia tutela della solidita finanziaria del servizio sanitario nazionale
ove siano sufficienti misure meno restrittive della liberta di prestazione dei servizi: C. giust.
U.E., 5 ottobre 2010. C-512/08, Conunissione v. Francia, la subordinazione del rimborso dei
trattamenti sanitari goduti all’estcro alia previa autorizzazionc dello Stato di appartcncnza e tale
da disincentivare gli iscritti al sistema sanitario nazionale dal rivolgersi a prestatori di servizi
stabiliti in altri Stati membri per le cure mediche; C. giust. U.E., 5 ottobre 2010, C -173/09,
Elchinov v. Natsionalna zdravnoosiguritena kasa (NZOK) ove si afferma che i criteri per il rila-
scio delTautorizzazionc devono essere oggettivi (non discriminatori e conoscibili in anticipo)
e non eccedere il nccessario per la conservazione finanziaria del sistema sanitario nazionale.
65 Secondo un andamento che puó certo essere incrementato dallo sviluppo della tecno-
logia: es. interoperabilita di cartelle cliniche elettroniche.
66 Stralegia europea sulla salute COM (2007) 630 del 23 ottobre 2007.
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67 Per casi di iscrizione a corsi universitari: C. giust. C.E., 7 luglio 2005, C -147/03,
Commissione c. Repubblica d ’Austria; C. giust. C.E., 1 luglio 2004, C-65/03. Commissione
delle Comunitá Europee c. Regno del Belgio; C. giust. U.E.. grande sezione, 13 aprile 2010.
C-73/08, Bressol et Chave rot c. Gouvernement de la Communaulé franca i se.
68 C. giust. C.E.E., 13 febbraio 1985, C-293/83, Gravierc. cittá di Liegi; C. giust. C.E.E.,
2 febbraio 1988, c-24/86, Blaizot edaltri c. Universitd di Liegi, Louvain, Bruxelles, Nafre Dame
de la Pai.x di Ñamar: C. giust. C.E., 20 settembre 2001, C -184/99, Grzelczyk c. Centre pubtic
d'aide sociale d'Ottignies-Louvain-la-Neuve; C. giust. C.E., 11 luglio 2002, C-224/98, D I loop
c. Office National de l ’emploi; C. giust. C.E., 15 marzo 2005, C-209/03, Bidar c. Laudan
Borough o f Ealing: C. giust. C E., grande sezione. 23 ottobre 2007, C-l 1/06. Morgan c. Bezir-
ksregierung Koln, e C -l2/07, Bucher c. Landreat des Kreises Duren, cd. Morgan e Bucher.
w C. giust. C.E., 19 aprile 2007. C-444/05, cit.; C. giust. C.E., 12 luglio 2001. C -l57/99.
cit.
70 A. G iddfns , L ’Europa nell'Etá Globale, tr. it. a cura di E. G a u m bfrti , Bari. Laterza,
2007; G. B usilacchi, Approccio alie capacita, teoría dell’azione e welfare State. in Welfare
e promozione delle capacite), a cura di M. P ací, E. P ugi.iese , Bologna, II Mulino, 2 0 1 1, 54
e s.
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C risis del Estado de Bienestar. E l papel del Derecho A dm inistrativo
71 M. Monti, Una tiuova strategia per il me reato único al servizio de II 'economía e della
societá europea, Rapporto al Presidente della Commissione europea José Manuel Barroso,
9 maggio 2010, p. 62-63. ove si enuncia la necessitá di addivenire ad una portabilitá delle
pensioni integrative e dei diritti all’assicurazione sanitaria e si segnala che una proposta della
Commissione in tale ámbito e bloccata al Consiglio dal 2005 malgrado il forte sostegno del
Parlamento europeo.
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72 Cfr. da ultimo: G.P. M a nzií LLa , La política económica e il governo della moneta única.
in Le nuove istituzioni europee. Commento al Trattato di Listona, a cura di F. Bassaninj e
G. T ibf.ri, Bologna, II Mulino, 2010, 294 c s.; S. Gozi, // governo dell’Europa, Bologna, II
Mulino, 2006, III ed., 157 e s.; M. C apantini, T. Po n tello , Ranche, in Trattato di diritto
amministrativo europeo, Trattato di diritto amministrativo europeo, cit., Pt. speciale. t. I.
Milano, Giuffré, 2007, 648 e s.; L. S altare Amministrazioni nazionali in funzione comuni
taria, Milano, Giuffré, 2007, 57.
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1Vid. Al respecto MUÑOZ MACHADO, S., «La eficacia de los derechos», en VVAA,
Derechos y garantías del ciudadano, coordinador López Menudo, lustel, Madrid, 2011, p. 323
a 329. y CORREAS SOSA. I., El desarrollo del Estado social en la década de los noventa.
Congreso de los Diputados. Madrid. 2011, p. 24 a 162.
2 Vid. GONZÁLEZ SEARA. L., «El bienestar social en una época insegura», en VVAA.
Im s estructuras del bienestar. Propuestas de reforma y nuevos horizontes, directores Muñoz
Machado-García Delgado-González Seara, Civitas, Madrid, 2012, pp. 928 y ss.
’ La constitucionalización de la cláusula definitoria del Estado como Estado social apa
rece en 1949 en la Ley Fundamental de Bonn, donde se define a la RFA como un Estado
federal, democrático y social de derecho. Posteriormente las Constituciones de Grecia, 1975,
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digna, prestando especial atención a los más necesitados. Por tanto, como
veremos, se puede producir una crisis del Estado del bienestar (menos presen
cia del Gobierno en la economía, menos Estado y más mercado) sin que ello
afecte en principio al Estado social. Lo que caracteriza el momento presente
es que a la crisis del Estado del bienestar se añade la amenaza creciente al
contenido del Estado social.
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x En España la crisis del año 1993 supuso dos devaluaciones consecutivas, 1993 y 1995,
el incremento del paro hasta el 24% de la población activa y un déficit cercano al 7%. Se
impuso la reducción del déficit a través de una moderada reducción del gasto, se incrementaron
los impuestos, se reformó el sistema de financiación de las Comunidades Autónomas tratando
de reforzar la responsabilidad de estos entes en la realización de sus ingresos y con el fin de
garantizar el sistema de pensiones se firmó el Pacto de Toledo, 1995, entre todas las fuerzas
políticas y sindicatos.
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paulatina su interés en que los Estados miembros cuenten con unos servicios
sociales de calidad, accesibles, asequibles y sosteniblcs. Si bien en un primer
momento la atención .sobre los servicios de carácter social y asistencial se
centró en determinar si poseían o no carácter económico para concluir acerca
de su sujeción o no a las reglas de mercado propias de la Unión, más tarde
la Comunidad Europea empezó a prestar atención a estos servicios como
elementos de solidaridad y cohesión social18.
Una primera manifestación de esta preocupación la encontramos en la
Comunicación de la Comisión de 1 de septiembre de 1996, COM (96) 443
final, en cuya Introducción se dice: «la solidaridad y la igualdad de trato,
en el contexto de una economía de mercado abierta y dinámica, constituyen
objetivos fundamentales de la Comunidad Europea. Los servicios de interés
general contribuyen a la consecución de estos objetivos. Los europeos espe
ran servicios de calidad a precios asequibles. Para muchos de ellos estos
servicios de interés general suponen auténticos derechos sociales y participan
en gran medida en la cohesión económica y social. Por ello, los servicios
de interés general están en la base del modelo europeo de sociedad, como
ha señalado la Comisión en un reciente dictamen sobre la reforma de los
Tratados Europeos»19*.
Esta preocupación por situar a los servicios sociales dentro del concepto
de servicios de interés general, fuera de las reglas del mercado y como ele
mento propio del modelo social europeo, se reitera en diversos documentos
posteriores. Así, en la Comunicación de 20 de septiembre de 2000, COM
(2000), 580 y final, Los servicios de interés general en Europa: en el Informe
al Consejo Europeo de Laeken de 17 de octubre de 2001, COM (2001) 598
final. Los servicios de interés general; en el Libro Verde de la Comisión de 21
de mayo de 2003, COM (2003) 270 final, sobre los Servicios de interés gene
ral; en la Comunicación de la Comisión al Consejo, al Parlamento Europeo y
al Comité Económico y Social Europeo y al Comité de las Regiones de 20 de
abril de 2004, COM (2004) 304 final, Modernizar la protección social para
el desarrollo de una asistencia sanitaria y una asistencia de larga duración de
calidad, accesibles y duraderas: apoyo a las estrategias nacionales a través del
método abierto de coordinación; en la Comunicación a la Comisión de 26 de
abril de 2006, COM (2006) 177 final. Aplicación del programa comunitario de
Lisboa. Servicios sociales de interés general en la UE, y de forma particular
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Crisis del estado de bienestar. E l papel del Derecho Administrativo
22 PAREJO ALFONSO. L.. ha afirmado que «los más recientes análisis sociológicos y
económicos acreditan que por el momento no ha tenido lugar tanto un retroceso significativo
— no digamos un desmanlelamiento— de los regímenes de bienestar establecidos, cuanto
más bien una reestructuración de éstos o un cambio en el modo de dación de los bienes o
prestación de los servicios sociales», en Estado social y Estado de bienestar a la luz del orden
constitucional, en Las estructuras del bienestar Propuestas de reforma y nuevos horizontes.
Directores Muñoz Machado-García Dclgado-González Seara, Civitas, Madrid, 2012, p. 795.
23 El valor de la persona, su dignidad y el libre desarrollo de su personalidad, artículo 10.1
de la Constitución española, son el fundamento del orden político y la paz social. La dignidad
y el libre desarrollo de la personalidad requieren de un mínimo vital que sólo se alcanza con
la garantía previa de determinados derechos sociales. Esta relación entre la dignidad de la
persona y el derecho a la acción social la garantiza el principio de solidaridad social, que ve
en el hombre un fin y no un medio. Este principio sigue vigente . Como ha dicho VAQUER
CABALLERIA, M.. en La acción social. Un estudio sobre la actualidad del Estado social de
derecho. IDP/Tirant lo Blaneh, Valencia, 2002, p. 66, «esta idea de solidaridad como balance
o síntesis entre lo común y lo propio , entre el todo y la parte, aparece apuntalada por el
Tribunal Constitucional en la sentencia 62/1983 de 11 de julio, FJ 2-A, en la que afirma que
la solidaridad e interrelación social , especialmente intensa en la época actual, se refleja en la
concepción del Estado como social y democrático de derecho que consagra la Constitución,
art. 1.1. y se traduce en una acción pública para la defensa de los intereses comunes, es decir,
aquellos en que la satisfacción del interés común es la forma de satisfacer el de todos y cada
uno de los que componen la sociedad , por lo que puede afirmarse que cuando un miembro de
la sociedad defiende un interés común sostiene simultáneamente un interés personal, o , si se
quiere desde otra perspectiva, que la única forma de defender el interés personal es sostener el
interés común» Vid. También sobre este planteamiento, PAREJO ALFONSO, L.. «Constitución
y valores del ordenamiento», en VVAA, Estudios sobre la Constitución española. Homenaje
al profesor García de Enterría, Tomo 1, Civitas, Madrid. 1991, p. 111 y ss.
2-s A inicios del siglo XXI todavía se mantiene el convencimiento de que la dignidad
humana debe ser preservada por encima de todo, y que los derechos sociales están en la base
de una vida digna. Como ha dicho HA BERMAS, «las experiencias de exclusión, miseria y
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En el año 2007 se inicia una nueva crisis económica, en la que aún nos
encontramos, que posee unas características y unas consecuencias diversas res
pecto a las dos anteriores26. Esta crisis es especialmente dura en España27.
La crisis vigente tiene sus causas en el endeudamiento creciente, favo
recido por la política monetaria de bajos tipos de interés, y la generación de
un mercado internacional de productos financieros tóxicos (las subprime) que
comportaron graves problemas de solvencia para las instituciones financieras.
El cierre del crédito se acompañó de la subida de intereses y el desplome de
la burbuja inmobiliaria, motor de la actividad económica y de la creación de
empleo a partir del año 2008. Los problemas se globalizan y se generaliza
la falta de liquidez y la crisis de solvencia de las instituciones financieras.
El déficit y la deuda publica se disparan al reducirse la actividad econó
mica. Cuando la crisis se mantiene y no se ven perspectivas de solución a
corto plazo, las dudas sobre la capacidad de hacer frente a la deuda exterior
aumentan, lo que lleva al incremento de la prima de riesgo para acceder
discriminación enseñan que los derechos fundamentales clásicos adquieren una valor igual
—Rawls— para todos los ciudadanos únicamente cuando se complementan con derechos
sociales y culturales», en La Constitución de Europa, Trotta. Valencia, 2012. p. 20.
25 Vid. RIJI7. HUERTA, J., Prólogo al libro, VVAA. Crisis y futuro del Estado de bienes
tar, Compilador Muñoz Bustillo, Alianza ed., 2a reimpresión, Madrid, 1995, p. l i a 22.
26 Un buen resumen general en EMBID IRUJO, A., Ixi constitucionalización de la crisis
económica, Iustel. Madrid, 2012.
27 En España al problema de la deuda soberana y privada se añade la crisis financiera
derivada de los activos afectados por la crisis de la burbuja inmobiliaria, fomentada por la
liberalización del suelo, los bajos tipos de interés y la irresponsable política crediticia. Al
mismo tiempo, el crecimiento económico de los años anteriores no se tradujo en incremento
de la productividad e inversión en I+D, por lo que se redujo la competitividad. La drástica
reducción del déficit no se acompaña por políticas de crecimiento, mientras se han destinado
cantidades ingentes de dinero a sanear los bancos y Cajas de Ahorro. En esta situación aumenta
la desconfianza de los mercados en la capacidad del Estado español para salir de la crisis y se
incrementa la prima de riesgo. Las previsiones son de mantenerse en recesión y con una tasa
de paro cercana al 25% de la población activa.
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2S Para EMBID IRUJO. A.. La constitucionalización..., op. cit.. las notas propias de
esta crisis, que es cualitativamente diferente de las anteriores, son las siguientes: origen en
los EEUU de donde se traslada rápidamente a otros países; centrada en el aspecto financiero
repercute en sector inmobiliario, automovilístico y otros; global, las respuestas se buscan en
órganos supranacionales; con el tiempo se centra en Europa, y se produce sin que exista una
alternativa de sistema económico al capitalismo.
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hacer frente por sus propios medios a las necesidades de la vida, le falten
las condiciones mínimas para el bienestar del que debe disfrutar todo ser
humano»35. El Estado ya no impulsa el progreso social, el desarrollo de los
derechos prestacionales, y se reduce a cubrir las mínimas necesidades de los
ciudadanos que, por causas ajenas a su voluntad, están en situación de indi
gencia. El artículo 9,2 de la Constitución («corresponde a los poderes públicos
promover las condiciones para que la libertad y la igualdad del individuo y de
los grupos en que se integran sean reales y efectivas; remover los obstáculos
que impidan o dificulten su plenitud y facilitar la participación de todos los
ciudadanos en la vida política, económica, cultural y social») se queda en
el cajón de los recuerdos. Los poderes públicos ya no actúan al servicio del
ciudadano y su desarrollo como persona, sino al servicio de la subsistencia
del propio ente político al que sirven por encima de todo. Se actúa por la
«sostenibilidad» del sistema, para evitar que la crisis acabe con el propio
Estado, aunque sea a costa de los derechos de los ciudadanos.
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nicos37 pero mucho nos tememos que la crisis pueda acabar incidiendo en
unas resoluciones que afectan a la vida c integridad física de las personas.
Importa en este caso atender a los procedimientos establecidos para adoptar
las decisiones y a la motivación de cada resolución38.
De acuerdo con los criterios sistematizadores antes expuestos, pasamos
a dar cuenta de algunas de las medidas reductoras de prestaciones sociales,
atendiendo a su incidencia en los principios propios del servicio público,
universalidad, asequibilidad y calidad39.
37 El hecho de que un medicamento haya sido incluido dentro de los financiados por el
Sistema Nacional de Salud no implica que el mismo deba prescribirse y dispensarse auto
máticamente. Su dispensación debe responder a los principios de la lex artis. según criterios
clínicos y científicos derivados del estado de desarrollo de la ciencia médica en cada momento.
Pero la ciencia médica no es exacta, y los criterios económicos pueden llegar a jugar un papel
relevante. El derecho debe en este caso articular los procedimientos que garanticen el respeto
a los criterios médicos y, en la medida de lo posible, fijar unos criterios orientativos estables
que reduzcan la discrecionalidad del órgano que debe resolver el caso concreto. En todo caso
los Tribunales han reiterado que las Administraciones sanitarias no pueden anteponer bajo
ningún concepto las razones económicas por encima de las puramente sanitarias o médicas
(SSTS de 18 de noviembre de 2005 y 9 de mayo de 2006).
38 El artículo 88,1 de la ley 29/2006 reconoce el derecho de todos los ciudadanos a
obtener medicamentos en condiciones de igualdad en todo el Sistema Nacional de Salud, sin
perjuicio de lo que puedan disponer las Comunidades Autónomas con el fin de «racionalizar
la prescripción y utilización de medicamentos y productos sanitarios». En ejercicio de sus
competencias las Comunidades Autónomas han aprobado medidas para la racionalización del
gasto farmacéutico y han creado órganos consultivos formados por facultativos para asesorar
en la toma de las decisiones correspondientes que adoptará el servicio de salud autonómico.
39 Limitamos nuestro análisis a la reducción de las prestaciones sociales de carácter
personal, no a las meramente económicas o a las que afectan a la reducción de los derechos
de los trabajadores en general o del personal al servicio de la Administración. En todo caso
lo cierto es que la crisis actual ha incidido de forma directa y significativa en los derechos
de los trabajadores y del personal al servicio de la Administración. En relación al personal
al servicio de la Administración del Estado cabe mencionar el Real Decreto ley 8/2010 de
20 de mayo de medidas extraordinarias para la reducción del déficit público, en base al cual
se rebajó el salario del personal laboral del sector público; el Real Decreto ley 20/2011 de
30 de diciembre, de medidas urgentes en materia presupuestaria, tributaria y financiera para
la corrección del déficit público, que impuso la congelación de retribuciones y plantillas; la
ley 2/2012 de 20 de junio de Presupuestos para el año 2012 que incide y profundiza en estas
mismas medidas; el Real Decreto ley 20/2012 de 13 de julio que suprime durante el año 2012
la paga extraordinaria del mes de diciembre y la paga adicional de complemento específico
o pagas equivalentes del mes de diciembre, y posibilita la suspensión o modificación de los
convenios colectivos y acuerdos que afecten al personal laboral cuando concurra causa grave
de interés público derivada de una alteración sustancial de las circunstancias económicas. Este
mismo Real Decreto ley reduce las prestaciones en caso de desempleo, fijando en el 70% del
salario los 180 primeros días, y el 50% a partir del día 181. Las Comunidades Autónomas han
adoptado medias similares para su personal.
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50 Los diferentes Reales Decretos leyes que han impuesto recortes en las prestaciones
sociales suelen contener en sus Exposiciones de Motivos breves justificaciones sobre la nece
saria urgencia con la que deben adoptarse. Así, por ejemplo, el Real Decreto ley 20/2012 de
13 de julio dice: «la actual coyuntura económica y la inexcusable necesidad de reducir el
déficit publico para alcanzar la estabilidad presupuestaria, hacen necesario que las medidas
expuestas se aprueben con la máxima urgencia, con pleno respeto al marco constitucional y
al establecido por la Unión Europea».
51 Así. en el Auto 180/2011 de 13 de diciembre (cuya doctrina se reitera en los otros
Autos citados en el texto) se afirma: «en la exposición de motivos del Real Decreto ley 8/2010
el Gobierno ofrece, de forma explícita y razonada, y en consonancia con la previa explicación
ofrecida al respecto en el Congreso de los Diputados por el Presidente del Gobierno, una jus
tificación rotunda para la adopción de las medidas extraordinarias para la reducción del déficit
público contenidas en el Real Decreto-ley 8/2010. de 20 de mayo, entre las que destaca la
minoración de retribuciones de los empleados públicos. Así, se señala que, como consecuencia
de la imprescindible política fiscal expansiva llevada a cabo por todos los países industriali
zados, entre ellos el nuestro, para paliar las consecuencias de la grave crisis económica que
venimos padeciendo y preservar los niveles alcanzados de desarrollo y bienestar, las finanzas
públicas han sufrido un grave deterioro que ahora debe ser corregido como requisito esencial
para alcanzar una recuperación económica sólida y duradera, para lo cual son necesarias medi
das de contención del gasto público, con la finalidad de acelerar la senda de consolidación
fiscal, restableciendo de esta manera la confianza de los mercados en el cumplimiento de las
perspectivas de reducción del déficit.
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Los rasgos que caracterizan la actual crisis del Estado social tienen una
incidencia particular en la forma y contenido del derecho público que se venía
ocupando de regular la actividad prestacional del Estado social54.
Una primera manifestación de los efectos de la crisis se encuentra en la
reapertura del debate sobre el contenido mismo del Estado social y sobre el
alcance y garantías de los principios rectores de la política social y econó
mica que constituyen el marco constitucional sobre el que se ha asentado la
configuración del actual Estado social.
El planteamiento clásico sobre el valor de los principios constitucionales
establecidos en los artículos 39 a 53 de la Constitución partía de su con
cepción como mandatos de optimización55. Como tales mandatos, no tienen
efecto directo en sentido estricto (no confieren al particular un derecho sub
jetivo y éste no puede exigir su aplicación al juez sin mediar una norma de
aplicación) pero si tienen efecto directo en sentido amplio u objetivo, en la
medida en que el principio sirve de base para el control de la ley que lo desa
54 Por Estado social entendemos el conjunto de actividades que forman parte de la Admi
nistración prestadora social, es decir, las prestaciones dirigidas a satisfacer directamente nece
sidades o carencias personales, esto es, seguridad social, sanidad, educación y asistencia social,
pudiendo ampliarse a las prestaciones vinculadas a algunos otros «derechos» reconocidos más
recientemente como el derecho a una vivienda digna. Sobre los diversos significados de Estado
social y de Administración prestadora, vid. RODRÍGUEZ SANTIAGO. J.M.. La administra
ción del Estado social, Marcial Pons, Madrid, 2007, pp. 63 y ss. y 90 y ss.
55 Vid. ALEXY, R.. Teoría de los derechos fundamentales, 2* edición. CEC, Madrid,
2007. Según este autor, p. 67, «los principios son normas que ordenan que algo sea realizado
en la mayor medida posible, dentro de las posibilidades jurídicas y reales existentes. Por el
contrario, las reglas son normas que sólo pueden ser cumplidas o no».
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56 Sobre la dimensión objetiva de los derechos sociales vid. CAVARA DE CARA. J.C..
Ixi dimensión objetiva de los derechos sociales, Bosch editor, Barcelona, 2010. Para este
autor los mandatos constitucionales articulados en obligaciones jurídicas objetivas permiten
deducir derechos subjetivos que se ejercerán como demandas por inactividad, negligencia o
reversibilidad de medidas públicas que infrinjan el mandato constitucional.
57 La doctrina admite con carácter general la reversibilidad de los derechos sociales y
niega una aplicación rígida del principio de irreversibilidad o standstill. Esto no significa
que el legislador goce de una total discrecionalidad en el ejercicio de su potestad normativa,
pues los principios constitucionales deben tenerse en cuenta, y el principio de estabilidad
presupuestaria se debe ponderar con los restantes principios de la Constitución. Vid. Al
respecto, HACHEZ, I.. Le príncipe de standstill dans le droit des droits fondamentaux: une
irréversibilité relative. Ant. N. Sakoulas/Bruylant/Nomos Verlagsgesellschaft, Atenas, Bru
selas. Baden-Baden. 2008; PAREJO ALFONSO. L.. Estado social y administración pública,
Civitas, Madrid, 1983; «El Estado social Administrativo: algunas reflexiones sobre la crisis
de las prestaciones y los servicios públicos», RAP, 153, 2000, p. 224; «Estado social y Estado
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60 Vid. VAQUF.R CABAI J.F.RÍA, M., «Derechos sociales...», op. ult. cit., p. 85.
61 De acuerdo con ARROYO JIMÉNEZ. L., «Proporcionalidad y derecho administra
tivo», en VVAA, P o nderación y d e re ch o ad m in istra tivo . Coordinadores Ortega-De la Sierra,
Marcial Pons, Madrid, 2009, pp. 19 y ss., entendemos por ponderación un método decisorio
que resuelve un conflicto de normas que no se puede resolver mediante el establecimiento
de una relación de preferencia incondicionada, mientras que el juicio de proporcionalidad es
un método de control cuya aplicación presupone que la decisión objeto de control ya ha sido
adoptada. La ponderación correspondería en principio al legislador, el cual decide modificar la
legislación sobre prestaciones sanitarias tras ponderare! principio de estabilidad presupuestaria
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67 En este caso la referencia jurisprudencial está tomada de HABERMAS. J., «El con
cepto de dignidad humana y la utopía realista de los derechos humanos», en Im Constitución
de Europa, Trolla, Valencia, 2012, p. 18.
68 En este mismo sentido, HACHEZ, I., op. cit.. p. 58 y PAREJO ALFONSO, L., «El
Estado social Administrativo: algunas reflexiones sobre la crisis de las prestaciones y los
servicios públicos». RAP, 153, 2000, p. 225.
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SUMARIO
Prólogo. L u c ia n o Va n d e l l i y F er n a n d o L ó p e z R a m ó n ........................... 11
Presentación. Reivindicando el Derecho Administrativo. J o sé L uis
P inar M a ñ a s .......................................................................................................... 13
ESTUDIOS
565
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