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di Pio IV Medici e una parte dell’epistolario Ser- La biografia di Giovanni Giacomo è eccezio-
belloni-Medici-Borromeo riguardano la costru- nale: abile a cogliere i limiti del potere dei Fran-
zione della “partem anteriorem” del palazzo: al cesi in Lombardia per legarsi a Carlo V, nello
progetto di Galeazzo Alessi è preferito quello di scambiare i territori sul lago di Como con il
Seregni con modifiche suggerite dallo stesso marchesato di Melegnano, a diventare tra i pro-
Alessi, da Gabrio Serbelloni e da Pio IV. Seregni motori di Ferrante Gonzaga e a porsi al servizio
(ill. 1-4) compare come responsabile del cantie- di Cosimo nella conquista di Siena. Nel 1532
re ed extimator delle opere realizzate da Michele Giovanni Giacomo e i fratelli avevano così barat-
Scala e da altri soci nell’impresa. Infine, una tato alcune fortezze conquistate sul lago di
lunga stima autografa di Lelio Buzzi sottoscritta Como12 e nel Comasco con il castello di Mele-
da Martino Bassi e Giovanni Ambrogio Alciati, gnano, rimasto alla famiglia Medici sino al seco-
ingegneri, descrive nel 1588 i “lavori fabricati di lo XIX e oggetto, proprio a metà del Cinquecen-
novo nel palazo del signor Marchese di Mele- to, insieme alla villa a Frascarolo13, di adattamen-
gnano in contrada di Brera” promossi da Pirro ti e cicli decorativi attingendo, secondo Giulio
Visconti Borromeo. Bora, o a stampe tedesche (Hans Sebald Beham)
o a citazioni da Perin del Vaga, Marc’Antonio
Giovanni Giacomo Medici Raimondi, Bonasone e al ricco repertorio di teste
La nostra ricerca prende quindi avvio proprio da grottesche leonardesche14.
Giovanni Giacomo Medici e non dal fratello Tuttavia, nelle straordinarie descrizioni di
Giovanni Angelo che verrà eletto papa nel Albicante15 delle “entrade” di Carlo V nel 1541 e
dicembre del 1559. Il primo marchese di Mele- di Filippo II nel 1548, e nelle pagine del raccon-
gnano aveva scelto come sua residenza milanese to del viaggio del principe Filippo in Italia, non
un palazzo in Porta Nuova, confinante con la si accenna mai alla residenza dei Medici in con-
chiesa di Sant’Eusebio, con i beni di Giacomo trada di Brera. Sono ricordati i tornei al Castel-
Filippo Archinto e l’attuale via di Brera, all’al- lo, nel palazzo Trivulzio – provvisoria residenza
tezza dell’omonimo complesso Umiliato che del governatore –, gli apparati nel rammoderna-
sarà successivamente affidato ai Gesuiti (ill. 5). to16 palazzo di Corte, preceduto da un “arco di
È, infatti, in questa domus habitationis che il maraviglioso lavoro su la porta di entrata di
Medeghino sottoscrive nel 1548 i capitolati rela- quello, con molti versi in sua lode. Quivi fra le
tivi agli importanti lavori alla torre, ai portici e altre cose si vedeva da quella parte, che rispon-
alle stalle della villa di Frascarolo in Valganna10, deva in corte del palazzo, Cesare che con impe-
e i notai Alessandro Rigone, Cesare Fossati e rial maestà sedeva sopra tutti et il principe
Galdo Lodi rogano nell’agosto del 1550 uno dei dinanzi a lui che con ogni riverenza se gli humi-
suoi testamenti11. liava. Passata la corte arrivando alla scala del
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sione mettere detto sitto in dissegno gionto al notaio Alticonte Caimo nel giugno del 1565,
pallazzo sudetto, per giudicare poi quello acco- andato perduto43. L’indicazione di questo atto è
moderà meglio et sarà bisogno havere. Il che contenuta in un inedito accordo, rogato il gior-
fatto subito si estimerà et sa na darà aviso a v. s. no successivo, per la costituzione della società
ill.ma alla quale mandarò ancora detto sitto des- fra i lapicidi impegnati nell’impresa44: Michele e
signato perché lo possi visuare alla santità sua”. Andrea Scala45, Cristoforo Monte46, Michele
Le stime autografe allegate, rintracciate a Rotula, Girolamo Biffi47 e Martino da Vimercate48
Milano e Roma in tre diversi archivi, rappresen- si impegnano infatti “fieri fatiendi seu costruendi
tano così una conferma dell’effettiva presenza di partem anteriorem pallatii sitam in porta Nova,
Seregni quando il progetto è ormai approvato. parrocchia S. Eusebi Mediolani, sanctissimi
Presenza confermata da altri inediti contratti per domini d. nostri Pape Pii Quarti” per sei giorni
la facciata rogati nel giugno dello stesso anno e alla settimana per quanto “li sarà comisso per
nel febbraio 1566. magistro Vincentio”. Nell’atto questo ultimo
Nell’agosto del 1565 all’arcivescovo di Mila- nome è cancellato e il Seregni non compare fra i
no, prossimo a giungere nella sua sede per cele- testes sebbene sia rogato nei locali della fabbrica
brare il sinodo provinciale, Pio IV offre il suo del Duomo.
palazzo, ma Albonese così consiglia il Borro- In precedenza, nel febbraio dello stesso anno
meo41: “Perché il palazzo di sua santità si ritrova i maestri Alberto da Marchirolo e Gasparino da
per la fabrica che se gli fa imbarazzo di materie Carona s’impegnano, alla presenza dello stesso
et altre cose, per questa causa si potrà excusare v. Seregni, a fornire il materiale – pietra di ceppo –
s. ill.ma di non alloggiarvi et vi si potrano acco- necessario al rivestimento della facciata. Altri
modare qualche vescovi con il mobile che vi sta lavori riguardano il possibile ampliamento del
dentro del signor Cesare Gonzaga”. palazzo verso San Carpoforo, secondo un “desi-
Il Borromeo preferendo alloggiare nell’ap- derio” espresso sia da Pio IV sia dal cardinale
partamento in arcivescovado si scusa con il car- Carlo, finora impediti, come abbiamo già visto,
dinale di Como (a Roma presso Pio IV)42: “Io dall’opposizione dei rettori di quella chiesa.
non mi sono voluto della casa di sua santità per Le opere al primo ordine della facciata, con-
mia habitatione parte perché si trova molto dotte abbastanza celermente, sono inevitabil-
impedita per le fabriche che non si fanno e parte mente interrotte alla morte di Pio IV avvenuta il
perché dovendosi far spesse congregazioni et 6 dicembre 1565, come documenta un successivo
attioni che spettano alla celebratione di questo atto tra gli stessi lapicidi datato 6 febbraio 156649:
concilio è necessaria la vicinanza del Duomo, e la confessio per il pagamento ai cinque artisti di
così ho eletto per migliore il ridurmi nell’Arci- 1723 lire a completo saldo delle opere realizzate
vescovado”. nella facciata dell’edificio: “adaptaverint lapides
I lavori citati in queste ultime due lettere et opus perficerint [...] que posita fuerunt in fron-
riguardano quindi la facciata su via Brera secon- tespitio ipsius pallatii et per modum et formam
do il contratto di pacta et conventiones, rogato dal pro ut ordinatum fuit predictum Serenium”.
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Il 1565 sembra essere dunque l’anno fonda- Castello di Milano. Ma nessuna di queste opere
mentale per la ricostruzione del fronte sulla con- verrà realizzata secondo il modello iniziale e le
trada di Brera nelle forme documentate dall’im- indicazioni fornite dall’ingegnere del Duomo.
magine dell’Archivio Fotografico: nel gennaio La formazione del maestro Vincenzo è inte-
Bernardino da Lonate e Vincenzo Seregni stima- ramente legata alla Cassina del Duomo milanese,
no alcune case e terreni necessari alla nuova fab- e non è certamente casuale che, ingegnere ormai
brica; in febbraio è acquistata la pietra di ceppo, affermato con committenze anche papali, riman-
nel giugno i lapicidi Michele e Andrea Scala, ga sindaco della Scuola dei Quattro Martiri
Martino da Vimercate, Michele Rottola, Gerola- Coronati, la confraternita che raccoglieva i lapi-
mo Biffi e Cristoforo Monte accettano di realiz- cidi e gli scultori di questo cantiere, come a testi-
zare la fronte del palazzo, lavori saldati nel feb- moniare la vera natura della sua formazione arti-
braio dell’anno successivo e stimati dal Seregni. stica. Diventa ingegnere secondo una prassi
quattrocentesca, ma ancora consueta per la
Vincenzo Seregni e Galeazzo Alessi prima metà del Cinquecento, ed è l’ultimo di
Seregni è quindi il responsabile del cantiere di questa tradizione, proponendosi come il primo
palazzo Medici ed è anche l’autore dei quattro fra gli architetti milanesi ad accogliere le novità
disegni mandati a Roma nell’ottobre del 1562 a unendo a regole consolidate una discreta abilità
Giovanni Battista Serbelloni, vescovo di Cassa- progettuale e grafica.
no e castellano di Castel Sant’Angelo, e conser- I quattro disegni di progetto per palazzo
vati tra i fogli del codice 251 inf. della Bibliote- Medici conservati all’Ambrosiana sono senza
ca Ambrosiana di Milano. dubbio un’“invenzione” di Seregni52 – facilmente
Ma, sebbene troppi documenti sembrino riconoscibili sono l’autografia, la semplicità gra-
attribuirgli il disegno del fronte, il riscontro tra il fica e compositiva, la ripetizione seriale degli ele-
lacerto di architettura visibile dall’unica immagi- menti –, ma i fogli non corrispondono a quanto
ne fotografica del palazzo e i disegni inviati ci venne poi realizzato, documentato da un’unica
porta inevitabilmente a pensare che i suggeri- immagine fotografica (ill. 6) e dai rilievi prece-
menti di Alessi e Gabrio, o di altri personaggi, denti la demolizione dell’edificio. Le due varian-
siano stati positivamente accolti. Vincenzo è in ti proposte rappresentano quindi una prima idea
questi anni il vero responsabile delle fabbriche successivamente mutata sia in pianta, riducendo
milanesi dei Medici-Borromeo: nella ricostruzio- l’estensione della facciata53 e avanzando il corpo
ne del Seminario Maggiore, nel palazzo dei Giu- centrale (più alto), che in alzato, nella partitura
reconsulti50, per “dessignare la fabrica del palazzo architettonica e negli elementi decorativi.
di San Graciano” ad Arona, nell’adattamento del Lo schema architettonico poi realizzato è
tabernacolo di Pirro Ligorio; inoltre è in contat- senza dubbio un preciso riferimento a palazzo
to con Filippo Serbelloni per il quale è ingegne- Marino (ill. 7) – anche la proposta di Seregni,
re in alcune proprietà fondiarie51, e con Fabrizio oltre a semplificare, nel primo ordine, i fronti
Serbelloni per i lavori di fortificazione del esterni di palazzo Te, guardava al palazzo di
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Abbreviazioni. ASV: Città del Vaticano, 2. Cfr. I. Giustina, Un inedito progetto di dia e Spagna, Atti del convegno (Menaggio filo dell’architettura milanese (1535-1565),
Archivio Segreto Vaticano; AFDMi: Mila- Francesco Maria Richino e alcune precisazioni 1993), Milano 1995. in Omaggio a Tiziano. La cultura artistica
no, Archivio Fabbrica del Duomo; sulle vicende del palazzo Monti Sormani a milanese nell’età di Carlo V, Catalogo della
ASDMi: Milano, Archivio Storico Dio- Milano, in “Palladio”, 16, 1995, pp. 47-48. 5. J.S. Ackerman, Le regioni dell’architettu- mostra (Milano 1977), Milano, 1977, pp.
cesano; ASCMi: Milano, Archivio Stori- ra italiana rinascimentale, in H. Millon, V. 116-117.
co Civico; ASMi: Milano, Archivio di 3. L’inedito documento, datato 4 settem- Magnago Lampugnani (a cura di), Rina-
Stato; ASRm: Roma, Archivio di Stato; bre 1555 e relativo all’assunzione di due scimento da Brunelleschi a Michelangelo. La 7. Cfr. anche BdAMi, Fondo Beltrami, RB
BAMi: Milano, Biblioteca Ambrosiana; maestri da parte degli appaltatori, sarà rappresentazione dell’architettura, Catalogo B III 20. Tra le opere di Vincenzo Seregni
BdAMi: Milano, Biblioteca d’Arte; oggetto di un prossimo studio: “quod della mostra (Venezia 1994), Milano ricordiamo quelle a Milano (Duomo,
BTMi: Milano, Biblioteca Trivulziana infrascripti magister Abondius de Verte- 1994, p. 341. 1534-67; San Lorenzo, mausoleo Del
mate et magister Franciscus de Chioc- Conte, 1550-59; San Maurizio, sepolcro
chis conduxerint ab ill. et m.ce iurecon- 6. L. Beltrami, Il palazzo di Pio IV in Mila- Carretto, 1551; Santa Maria presso San
1. C. Torre, Il ritratto di Milano diviso in sulto et ex.mi senatus Mediolani preside no, in “Archivio Storico dell’Arte”, 1889, Celso, 1555-63; monastero di Sant’Am-
tre libri, Milano 1714, p. 270. Cfr. inoltre d. Petro Paulo Arrigono fabricantur ac pp. 57-65. Fondamentali anche i saggi brogio, 1556; San Vittore al Corpo, 1559-
S. Lattuada, Descrizione di Milano, V fabricandi vel operum sedimem seu pal- dello stesso Beltrami, Disegno dell’architet- 67; palazzo dei Giureconsulti, 1561-67;
tomo, Milano 1738, p. 260: “L’altro latii unum extra portam Orientalem to Vincenzo Seregni per il palazzo di Pio IV Santa Marta, cappella Visconti, 1561;
[palazzo] poi è al presente del signor Mediolani videlicet in contrata appellata in Milano, in “Edilizia Moderna”, 1, Castello Sforzesco, 1565; palazzo Medici,
conte Antonio Simonetta [...] che oltre ai ut vulgo dicitur in Monforte”. 1899, pp. 7-9; P. Mezzanotte, La casa dei 1564-66; Seminario di Porta Orientale,
pregiatissimi quadri, ch’egli tiene nella Medici di Nosiggia e il palazzo di Pio IV in 1565-67; San Giovanni in Conca, 1571-
sua casa, ha formata una libreria adorna 4. Leone Leoni è a Milano dal 1542 quan- Milano, in “Rassegna d’Arte”, 1914, pp. 83; Certosa di Garegnano, 1574-92;
de più ricercati volumi [...] e tal palazzo do riceve il primo incarico come incisore 138-144; A. Vianello, La casa avita di Pio monastero di Santa Maria della Vittoria,
fu ampliato con incorporarvi un altro, il della Zecca e i ponzoni, i torselli e le pile da IV in Milano, in “Echi di S. Carlo Borro- 1589), a Saronno (Santuario, 1555-68;
quale prima era di Giangiacomo de’ Bernardo Scaccabarozzi, responsabile meo”, X, Milano 1937, pp. 364-366; C. Palazzo Visconti), a Casale Monferrato
Medici fratello del sommo pontefice Pio della Zecca milanese. Per una aggiornata Baroni, Ancora sullo scomparso palazzo (Fortificazioni, 1562), ad Arona (palazzo
IV zio del glorioso San Carlo ed uno de’ bibliografia sul palazzo cfr. M.L. Gatti Medici in via Brera, in “Archivio Storico di San Graziano, 1561) e a Corbetta (San-
primi generali di Carlo V imperatore”. Perer (a cura di), Leone Leoni tra Lombar- Lombardo”, 1940, e A. Scotti, Per un pro- tuario, 1574-80). Inoltre presenta alcuni
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