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Sesto Tema: I Pontificali Romani – Introduzione Generale.
SESTO TEMA
I PONTIFICALI ROMANI
1. INTRODUZIONE GENERALE
Da tutto quello che abbiamo visto finora, si può dire che sono rintracciabili almeno
due tradizioni diverse e due rituali del battesimo. In questo caso si possono stabilire alcuni
punti:
1. Uno in varie tappe, che viene direttamente dal GeV/OR XI.
2. L’altro in un’unica celebrazione che viene dal GeV/OR XI, ma tramite il Supplemento
di Benedetto di Aniane.
3. Nei pontificali vedremo che il rituale in varie tappe sparisce e il rituale in un’unica
azione liturgica si stabilisce come norma.
2. IL PONTIFICALE ROMANO-GERMANICO
Il Pontificale Romano Germanico, inizia con il seguente titolo: Incipit Ordo vel
denuntiatio scrutinii ad electos quod tertia ebdomada in quadragesima, secunda feria,
initiatur.
L’incipit indica l’inizio degli scrutini: si tratta del lunedì della terza settimana di
Quaresima. Guardando direttamente il testo si può scorgere la seguente struttura:
nn° 85-93: riguarda l’Ordo scrutinii. C’è da notare che l’iscrizione riprende
dal testo dell’Ordo XI, ma apporta con se degli elementi innovatori.
Ad esempio, i bambini stessi sono sottomessi alla rinuncia a Satana e
sono interrogati sulla loro fede nelle Tre Persone divine (v. n° 87a).
Questi capitoli sono così articolati:
n° 85: è l’incipit che dà il titolo all’Ordo Scrutinii.
n° 86: «Scrutinii diem, dilectissimi fratres, quo electi nostri
divinitus instruuntur imminere cognoscite, ibidemque
sollicita devotione succedente sequenti quarta feria circa
horam tertiam convenire dignemini, ut celeste misterium
quo diabolus cum sua pompa destruitur et ianua regni
caelestis aperitur, inculpabili, domino iuvante, ministerio
peragere valeamus». Viene fissata la data del mercoledì
della terza settimana di Quaresima, intorno all’ora terza,
seguita dalla motivazione che è quella della rinuncia a
Satana per accedere al regno di Dio, meta di tutti i cristiani.
Si nota nell’espressione “regni caelestis” una valenza
escatologica.
n° 87: «Ut autem ad ecclesiam venerint sicut diximus, quarta
feria, hora tertia, scribantur nomina infantum vel eorum
qui ipsos suscepturi sunt et vocentur ab acolito in ecclesiam
per nomina vel ordinem sicut scripti sunt, ita dicendo: ille
puer…ad dexteram partem. Illa virgo, et sic per singulas
statuautur feminae seorsum ad sinistram partem». Si tratta
dell’iscrizione che avviene nello stesso giorno sia per i
maschi, sia per le femmine. Come si è già visto nell’OR XI,
è prevista la divisione dei maschi dalle femmine: i primi a
destra, e le seconde a sinistra.
n° 87a: «Et imprimis presbiter invocato nomine infantis dicat:
Abrenuntias Satanae? Resp.: Abrenuntio. Et omnibus
operibus?…Deinde dicat: Credis in Deum patrem
omnipotentem, creatorem caeli et terrae?… Credis et in
Iesum Christum filium eius unicum dominum nostrum
natum et passum?…Credis et in spiritum sanctum, sanctam
ecclesiam catholicam, sanctorum communionem, remissivo-
nem peccatorum, carnis resurrectionem et vitam aeter-
nam?…Exi, immunde spiritus… in singulorum frontibus
crucem cum pollice dicendo: In nomine patris et filii…Et
imponeat manum super capita…». Avviene, in primo luogo,
la rinuncia a Satana secondo le tre domande classiche,
seguito dalle interrogazioni sui tre articoli di fede. Alla fine,
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Sesto Tema: I Pontificali Romani – Introduzione Generale.
nn° 94-158: iniziano qui i primi sei scrutini che si articolano nel modo
seguente:
n° 94: 1° SCRUTINIO, 1a TAPPA. «Et postea sedeat in sede tua. Et
dicat diaconus Cathecumini procedant. Et vocentur infantes
ab acolito per nomina ut scripti sunt et statuantur ut prius.
Et postmodum ammoneantur a diacono ita: Orate electi.
Flectite genua. Et postquam oraverint dicat: Levate,
complete orationem vestram in unum et dicite: Amen. Et
respondeant omnes: Amen. Item dicat diaconus: Signate
illos. Accedite ad benedictionem. Et signant illos infantes in
frontibus eorum patrini vel matrinae de pollicibus suis
dicendo: In nomine patris et filii et spiritus sancti. Tunc
veniat acolitus iterum faciens crucem in frontibus
singulorum dicendo: In nomine patris et…Et imponat
manum super eos, dans orationem super eos excelsa voce
his verbis»: Una volta che il presbitero ha raggiunto la sua
sede, il diacono invita i catecumeni ad entrare, mentre
l’accolito chiama i bambini per nome. Il diacono stesso
invita alla preghiera e alla genuflessione gli eletti, dopo di
che si procede al segno della croce sulla fronte dei bambini,
da parte dei patrini, delle madrine e dell’accolito. Avviene
anche l’imposizione delle mani sui battezzandi.
n° 95: «Deus Abraham, deus Ysaac, deus Iacob, deus qui Moisi
famulo tuo in monte Synai apparuisti… te quaesumus,
domine, ut mittere digneris sanctum angelum tuum, ut
similiter custodiat et hunc famulum tuum N. et perducat
eum ad gratiam baptismi tui». Segue l’orazione secondo il
testo del GeV 291 (I Libro, cap. XXXIII), che corrisponde
al rito dell’esorcismo sugli eletti maschi.
n° 96: «Et vertat se ad feminas et faciat crucem in frontibus earum
ut superius et imponat manum super capita singularum
dicendo»: Lo stesso avviene per le femmine.
n° 97: «Deus caeli, Deus terrae, Deus angelorum, Deus
archangelorum…Deus omnium bene viventium… te invoco,
domine, ut hanc famulam tuam N. perducere digneris ad
gratiam baptismi sui». Sulle femmine segue l’orazione
secondo la formula del GeV 293.
n° 98: 2a TAPPA. «Et annuntiat diaconus dicens: Orate electi.
Flectite genua, et reliqua. Et signant patrini ut prius. Et
sequitur alius acolitus et super masculos faciat crucem
sicut prius fecit et imponens manum super eos dicit…».
Inizia, così la seconda tappa, secondo l’OR XI al n° 17 (v.
p. 124 di questa Dispensa), che prevede la signatio crucem
sulla fronte dei candidati, seguita dall’imposizione delle
mani sui maschi da parte dell’accolito.
n° 99: «Audi, maledicte Sathanas, adiuratus per nomen aeterni
Dei et salvatoris nostri filii eius, eum tua victus invidia
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Sesto Tema: I Pontificali Romani – Introduzione Generale.
nn° 379 e 380 (“K”). Seguendo l’OR XI si può vedere che il vescovo va alla
sua sede in chiesa e là il bambino riceve un vestito bianco con il
versetto: «Accipe vestem candidam et immaculatam, quam praeferas
ante tribunal Christi in nomine sanctae Trinitatis (Ms. “C”) in vitam
aeternam» (Ms. “K”).
n° 380 (C): «Et deportantur ipsi infantes ante eum et dat singulis stolam
candidam et chrismale et decem siliquas dicens orationem: Accipe
vestem candidam et immaculatam…». E’ il momento in cui il bambino
riceve il nuovo vestito subito dopo l’unzione post-battesimale e poi
viene portato in chiesa.
n° 382: «Induti vero ordinantur per ordinem sicut scripti sunt in circuitu et
infantes quidem in brachiis dextris tenentur, maiores vero pedem
ponant super pedem <dextrum> patrini sui». E’ una rubrica
interessante, perché parla dei bambini che si portano in braccio se
sono piccoli, ma se sono più grandi sono posti sopra il piede destro del
proprio patrino. La cosa importante da rilevare è il contatto fisico che
il bambino deve avere con il padrino o con la madrina.
n° 383 (C): «Pontifex vero veniens ad infantes, tenente archidiacono chrisma,
involutis scapulis et brachiis ex panno lineo, elevata et imposita manu
super capita omnium, dat orationem super eos cum invocatione
spetiformis gratiae spiritus sancti: Spiritus sanctus superveniat in
vos, et virtus altissimi sine peccato custodiat vos». Si può notare, in
questo caso, il gesto del vescovo per l’imposizione della mano. Nel
ms. “C”, l’imposizione viene accompagnata dal versetto sopra
riportato.
n° 386: «Oratio. Omnipotens sempiterne Deus qui regenerare dignatus es hos
famulos et famulas tuas…». L’imposizione è seguita da un’ orazione,
che chiede i sette doni dello Spirito Santo: si tratta della stessa
orazione che abbiamo visto nel GeV 451.
n° 387: «Oratione expleta, interrogantibus diaconibus nomina singulorum,
pontifex, tincto pollice in chrismate, faciat crucem in singulorum
frontibus ita dicendo. Seguono, dunque, l’unzione e la signatio con le
parole: Confirmo et consigno te in nomine patris et filii et spiritus
sancti. Resp. Amen. Pax tecum (gesto che diventerà un leggero
schiaffo). Resp.. Et cum spiritu tuo».
n° 390: «Hoc autem omnino precavendum est ut non neglegatur, quia tunc
omne baptismum legitimum christianitatis nomine confirmatur. Qui
expletis, iussi incipiunt in ecclesia letaniam tertiam, trinam ordine
suprascripto, et campanae tanguntur, et ingrediuntur ad missam…».
Dalla lettura di questo testo si incontra la solita ammonizione di non
trascurare la Confermazione. C’è di nuovo la litania, si suonano le
campane, i neofiti hanno in mano una candela accesa e così procedono
fino all’altare.
n° 391: «Et procedit pontifex de sacrario cum ingenti decore, cum
thimiamateriis et duobus cereis unde superius diximus, et stant sicut
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Sesto Tema: I Pontificali Romani – Introduzione Generale.
Conclusione
Anche se il PRG in questo primo rituale è più completo nelle sue descrizioni dello
svolgimento dell’azione liturgica, c’è ben poco di nuovo secondo questi punti di
osservazione:
Esso inizia con il titolo: Ex autentico libro sacramentorum sancti Gregorii papae
urbis Rome. Incipit Ordo ad baptizandum infantes.
Come va interpretato e compreso questo titolo? Il rito viene dal Gregoriano, ma da
quale Gregoriano? Dovrebbe trattarsi del Supplemento. Un’altra domanda da porsi è: da
dove viene il rito del battesimo nel Supplemento? Esso ha avuto origine dal GeV, dall’OR
XI e dal Gel dell’VIII secolo; dunque, esso non ha niente a che fare con il Gregoriano
Hadrianum.
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Ordo baptismal, sans scrutins, ne comportant qu’une séance. Il est différent de l’Ordo baptismal, sans
scrutins, du Sacr.Gregor suppl.
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Sesto Tema: I Pontificali Romani – Introduzione Generale.
Il rituale.
Esso così si dispone, secondo questi punti principali:
L’ENTRATA NEL CATECUMENATO (1-12)
nn° 1-2 QUESTA RINUNCIA NON SI TROVA NEL SUPPLEMENTO, MA VIENE DAL
PRG 87a: tale rinuncia è seguita dai tre articoli di fede, dopo i quali
avviene l’imposizione delle mani.
n° 4 ESORCISMO: si tratta del rito della sufflatio secondo la formula, Exi,
immunde spiritus, et da locum spiritui sancto paraclito.
n° 5 SIGNATIO: come si è visto in precedenza, si tratta del segno della croce
sulla fronte dei candidati, accompagnato dalla formula trinitaria, in
nomine Patris, et filii, et spiritus sancti.
n° 9 ESORCISMO E BENEDIZIONE DEL SALE: tale rito, insieme alla formula che
lo accompagna è stato preso dal GeV 288.
n° 10 IMPOSIZIONE DEL SALE: «Et mittat in ora infantium de ipso sale, per
singulos ita dicendo: Accipe salem sapientiae propitiatus in vitam
aeternam. Pax tibi. Resp. Et cum spiritu tuo». Anche questa formula è presa
dal GeV 289, ad esclusione dell’espressione Pax tibi, che probabilmente è
stata aggiunta successivamente al Gelasiano stesso.
RITI DELLA MATTINA DEL SABATO SANTO (23-27). Anche di questi riti si può
vedere la seguente struttura:
n° 23: il sacerdote fa un segno di croce sulla fronte dei maschi ed impone
loro le mani secondo la famosa formula (Nec te latet, Satanas,
imminere tibi paenas, inminere tibi tormenta…), anch’essa presa dal
GeV 419.
n° 24: avviene il rito dell’effeta, secondo la formula del GeV 420.
nn° 25-26: segue l’orazione, Deus inmortale presidium omnium postulan-
tium, liberatio supplicum, pax rogantium…che viene preso dal
Supplemento del Sacramentario Gregoriano, a cui fa seguito una
nuova minaccia contro Satana, in vista della rinuncia al peccato e a
tutte le sue opere.
n° 27: seguono le tre rinunce a Satana con la particolarità dell’espressione Et
ego te lineo oleo salutis in Christu Iesu dominio nostro in vitam
aeternam. Amen. Quest’ultima formula applicata per l’unzione
prebattesimale (v. le ultime due linee di p. 160) vengono dal primo
rituale (PRG 340).
LA BENEDIZIONE DEL FONTE (28-32). Questa parte è comune al primo rituale,
secondo quanto segue:
n° 28: il prebitero procede verso il fonte battesimale, accompagnato dal canto
litanico.
nn° 29-30: il sacerdote, dopo aver raggiunto il fonte, saluta il popolo e
pronunzia una preghiera che precede il prefatio (n° 30). Tale orazione
attinge dal GeV 442, anche se si notano delle differenze tra i due testi.
nn° 31-32: finita la benedizione, il sacerdote versa nel fonte il sacro crisma
dicendo: Sanctificetur et fecundetur fons iste renascentibus ex eo in
vitam aeternam. Tale formula è già presente nel primo rituale al n°
369. Successivamente sparge l’acqua benedetta in tutta la chiesa.
Successivamente c’è il rito del Battesimo vero e proprio, secondo quanto segue:
nn° 33-34: vengono battezzati prima i maschi e poi le femmine, mediante il
gesto e la formula che prevedono una triplice immersione,
secondo la dizione: Ego te baptizo in nomine patris et filii et
spiritus sancti.
Viene poi celebrata l’Eucaristia, al fine di far accedere tutti alla comunione:
n° 37: «Hoc facto, cum vestiti fuerint infantes, ingrediantur ad missas et
communicent singuli. Et si pontifex adest, confirmet eos. Qui etiam
non prohibentur lactari ante sanctam communionem, si necesse
fuerit». Certamente, l’espressione Et si pontifex adest, CONFIRMET
EOS, pone la domanda: Quando? La rubrica, in questo senso, non è
tanto chiara. Sembra che questa frase sia stata inserita, perché ciò
che segue parla di nuovo della comunione. Adesso, però, il digiuno
dei bambini è stato modificato, mentre con il n° 38 si torna di nuovo
sul rito della confermazione; esso segue logicamente il n° 36;
dunque, il n° 37 sembra una inserzione per i casi in cui il vescovo
non era presente. In merito alla presenza o meno del Vescovo,
Chavasse ha scritto un articolo interessante, dove dice che questo
testo non è autentico, dal momento che nel Pontificale il vescovo è
sempre presente.
Il Pontificale Romano del XII secolo porta il seguente titolo: Ordo in sabbato
sancto. Esso va dal n° 1 al n° 38, dei quali è bene vedere ogni singola parte.
nn° 1-12: i riti della Veglia. Da notare che tutta la celebrazione è ormai stata
spostata al sabato mattina al posto della veglia notturna: «magno vero die
sabbati sancto ac solemmissimo, primo mane ornetur ecclesia». Il luogo
viene indicato dalle seguenti parole: in atrio ecclesiae Lateranensis (n° 1,
linee 8-9). E’ significativo il saluto che viene rivolto all’assemblea,
seguito subito dall’orazione, nella quale si menziona Cristo come la
pietra angolare che è stata scartata dai costruttori e si chiede a Dio di
infiammare i cuori di coloro che sono chiamati a testimoniare l’amore di
Cristo: «Dominus vobiscum…Oratio. Deus qui per filium tuum
angularem scilicet lapidem [caritatis tuis fidelibus ignem contulisti,
productum e silice, nostris profuturum usibus, novum hunc ignem
sanctifica et concede nobis ita per haec festa paschalia coelestibus
desiderii inflammari, ut ad perpetuae claritatis puris mentibus valeamus
festa pertingere] ». (v. n° 2). Ai numeri 3, 4 e 5 ci sono altre preghiere in
alternativa, alla prima, indicate con il termine alia. Al n° 7 viene descritta
la processione da farsi, secondo queste parole: «Omnibus igitur sicut
diximus in sacrario indutis, antequam ipsi procedant ad altare, benedicto
nove igne, iunior diaconus …de ipso novo igne triplicem candelam
coniunctam accendat et eam in capite harundinis ponat, ipsam
harundinem in manu tenens et processionaliter procedens cum schola
cantorum et aliquibus subdiaconis, primum in porta, secundo iuxta
quintanas, tertio iuxta ambonem, Lumen Christi, vocem singulis vicibus
exaltando, decantet schola cantorum…». E’ importante il riferimento al
Cero portato dal diacono o dal sacerdote che per tre volte canta e
proclama il Lumen Christi. Il cero acceso viene, dunque, portato
all’ambone e, dopo l’incensazione, si declama la benedizione del Cero.
Subito dopo vengono accesi i candelabri sull’altare (v. n° 8). Ciò sta ad
indicare la venuta della nuova luce, quella di Cristo. Al n° 9 il pontefice
procede all’altare dopo la benedizione del Cero che indica il nuovo fuoco
con il quale sarà acceso in ogni casa un nuovo fuoco che estinguerà
quello vecchio. Questo passaggio è significativo perché richiama al
rinnovamento costante del cristiano che in Cristo trova il suo inizio e la
sua fine. Al n° 11 si descrive la Liturgia della Parola: «Deinde lector
PIL – Roma – Iniziazione Cristiana – Dispensa del Prof. Juan Javier Flores OSB. 148
Sesto Tema: I Pontificali Romani – Il Pontificale Romano del XII secolo.
Facendo questo paragone con il PRG si scopre che il rituale del XII secolo ha
tralasciato completamente tutti i riti del catecumenato e comincia subito con i riti
del Sabato Santo.
Come elemento nuovo, viene aggiunta la redditio del Pater Noster e del Credo;
Viene inserita anche la triplice domanda sulla fede che il rituale del Xº secolo ha
messo, invece, all’inizio.
Si aggiunge, inoltre, la consegna della candela;
Infine, la formula per la Confermazione è un po’diversa rispetto a prima;
Dopo la confermazione, c’è una orazione finale ed una benedizione che non si trova
prima.
Il rito della Cresima è descritto anche per chi lo celebra fuori Roma, anche se non si
può escludere un certo rapporto con la celebrazione papale.
Il compilatore o l’autore considera il conferimento contemporaneo dei tre sacra-
menti dell’Iniziazione cristiana come consuetudo di alcune chiese. Si tratta, dunque,
di una consuetudo universale in Occidente. Ciò lascia pensare che essa non fosse
molto pratica, fuori Roma.
Ci sono delle testimonianze, da parte dei cerimoniali delle diverse Diocesi, di
elementi nuovi. Esse sostengono che il Papa amministrava la Cresima, non soltanto
in Laterano, durante il Sabato Santo, ma anche a S. Pietro, il Lunedì di Pasqua.
Dunque, la Cresima accompagna il rito pasquale, ma si stacca dallo stesso. La
Cresima amministrata a San Pietro, veniva conferita ai bambini battezzati il Sabato
Santo, nella Basilica Lateranense. Ciò lascia vedere la relazione tra la liturgia
papale di San Pietro e quella del Laterano.
Se il Pontificale Romanum del secolo XII aveva soltando la seconda parte del PRG
del secolo X, questo pontificale ha soltanto la prima parte.
Nel rituale di questo libro, però, ci sono alcuni elementi nuovi, che verranno presi
dal Rituale del 1614. Successivamente i rituali stampati del XVI secolo faranno una
combinazione di queste due parti. A tale riguardo si può prendere in considerazione i
seguenti elementi di paragone:
PIL – Roma – Iniziazione Cristiana – Dispensa del Prof. Juan Javier Flores OSB. 151
Sesto Tema: I Pontificali Romani – Il Pontificale della Curia Romana del XIII secolo.
Riassunto
Dal quadro sintetico del contenuto del Pontificale della Curia Romana si possono
evidenziare i seguenti punti o aspetti:
1. c’è un distacco completo del Sabato Santo. Adesso i movimenti sono diversi: in
ecclesia limine /al centro della chiesa.
2. Come abbiamo già visto, questo rito ricupera la parte che appartiene al
catecumenato, che il PR XII aveva lasciato.
3. C’è un nuovo dialogo all’inizio che si troverà in tutti gli altri testi della tradizione
posteriore.
5. I pontificali successivi
Non studieremo il Pontificale di Guglielmo Durando e neppure la così detta editio
princeps del Pontificale a stampa dal 1485 sotto Innocenzo VIII.
Il Pontificale è stato rieditato nel 1497 sotto Alessandro VI e dopo nel 1520 sotto
Leone X ed è questa l’edizione che sarà riprodotta quasi integralmente sotto Clemente
VIII nell’editio princeps realizzata dopo il Concilio di Trento (1595-1596).
Però di questo Pontificale, in breve, si può dire che esso indica dapprima nell’Ordo
del sabato santo: «Pontifex sacro chrismate in fronte confirmat» (PGD n° 19). Esso rinvia
alle pagine precedenti per l’Ordo della confermazione. Tale Ordo mostra che, nella
maggior parte dei casi, la confermazione si conferisce fuori del sabato santo, in qualche
parrocchia, senza legame con il battesimo né con l’Eucaristia. L’Ordo è leggermente «
gonfiato » per dargli una certa consistenza, dal momento che è isolato. Soltanto la rubrica
iniziale è significativa. Il titolo è il seguente: «Pars prima incipit. Et primo de chrismandis
PIL – Roma – Iniziazione Cristiana – Dispensa del Prof. Juan Javier Flores OSB. 153
Sesto Tema: I Pontificali Romani – I Pontificali successivi.
in fronte pueris» (PGD n° 1). Segue rubrica generale: «Pontifex pueros in fronte chrismare
volens...». Adesso è chiaro che la confermazione è confusa con la crismazione;
l’imposizione della mano è divenuta secondaria.
La preghiera con l’imposizione «delle mani» su tutti i confermandi è preceduta da
un versetto già incontrato: «Spiritus sanctus superveniat in vos…».
Vengono poi il versetto: «Adiutorium nostrum…» e il saluto: «Dominus vobiscum»,
seguito dall’orazione gelasiana recitata su tutti con le mani stese (v.PGD n° 1).
Il vescovo conferisce l’unzione con la formula: «N. signo te signo crucis et
confirmo te chrismate salutis. In nomine Patris... Et deinde dat ei leviter alapam super
genam dicens: Pax tecum». E’ la prima volta che incontriamo questo uso. E’ molto
probabile che esso sia stato tratto dal rito dell’investitura dei cavalieri, dato che si afferma
sempre di più la teologia della confermazione come sacramento della forza e della lotta (v.
PGD n° 3). Mentre il vescovo si lava le mani, si canta l’antifona: «Confirma hoc Deus
quod operatus es in nobis…».
Il vescovo recita in seguito l’orazione: «Deus qui apostolis tuis dedisti spiritum».
Viene quindi il versetto: «Ecce sic benedicetur ....... » e una benedizione breve.
Notiamo l’uso, segnalato qui, per i confermati di portare sulla fronte una benda
chiamata «chrismalia» «in honore Sanctae Trinitatis»; essi devono portarla per tre giorni;
in seguito il sacerdote lava la fronte del confermato al quale il padrino e la madrina
dovranno insegnare il Credo, il Pater e l’Ave Maria (v. PGD n° 8). In conclusione, nel
Pontificale di Guglielmo Durando, la Cresima veniva celebrata secondo la traditio
medioevale, nelle Chiese non Cattedrali, tanto che è apparsa distaccata dal Battesimo: essa
veniva amministrata dal Vescovo, quando si recava in visita nelle chiese della sua Diocesi.
Tale prassi pastorale prese sempre più corpo, anche se non annullò la prassi della
celebrazione della Cresima nella Cattedrale, il Sabato Santo.
E’ interessante, dunque, notare come il Pontificale di Guglielmo Durando descrive
il cosidetto capitolo relativo all’Ordo del Sabato Santo, riprendendo tutto quello che faceva
già parte della Tradizione. In ultima analisi, nell’Ordo del Sabato Santo, si trova il
battesimo dei bambini, ai quali il vescovo amministrava la Cresima, ma c’è un altro
documento ancora più importante: si tratta del rationale divinorum officiorum. E’ un
documento al di fuori del Pontificale composto da Guglielmo Durando nel 1687, che
testimonia ancora l’unione tra il Battesimo e la Cresima conferita ai bambini. Questa
testimonianza riflette la tradizione antica di dare la Cresima ai bambini subito dopo il
Battesimo oppure sette giorni dopo il Battesimo. La vasta diffusione di questo rationale,
contribuì a consolidare questa consuetudo.
6. Il Pontificale Romanum
Editio princeps (1595-1596).
L’editio princeps del pontificale romano fu pubblicata nel 1485; era una versione
corretta ed aggiornata del pontificale di Guglielmo Durando, edita da Piccolomini e
Burchard: gli stessi maestri di cerimonie che scrissero sia un cerimoniale per il papa che
uno per i vescovi, come già menzionato. In questa nuova edizione furono soppressi gli
elementi antiquati (come l’espulsione dei penitenti il mercoledì delle ceneri e la loro
riconciliazione il giovedì santo), vennero aggiunte istruzioni di rubrica e fu eliminato tutto
ciò che non competeva esclusivamente ai vescovi. Una seconda edizione fu pubblicata nel
1497 da Burchard e Giacomo de Luzzi, e conteneva diverse piccole modifiche; fu
ristampata diverse volte. Alberto Castellani, un famoso editore di testi liturgici (che
pubblicò anche un rituale, come vedremo in seguito) intraprese una revisione del pontifi-
cale (1520), per reinserire certi capitoli del pontificale di Guglielmo Durando che erano
stati omessi nelle edizioni più recenti. Sebbene esistessero diverse ristampe per tutto il sec.
PIL – Roma – Iniziazione Cristiana – Dispensa del Prof. Juan Javier Flores OSB. 154
Sesto Tema: I Pontificali Romani – I Pontificali successivi.
XVI, con variazioni minori, il testo rimase sostanzialmente lo stesso. Questo Pontificale
Romanum fu promulgato per l’intera Chiesa latina da papa Clemente VIII nel 1595. Alcuni
cambiamenti minori vennero apportati da Urbano VIII e Benedetto XIV, ma fino a papa
Paolo VI, il pontificale rimase fondamentalmente quello di Piccolomini-Burchard, che era
in sostanza quello di Guglielmo Durando. In seno alle riforme liturgiche posteriori al
Vaticano II, i vari riti che competono al vescovo vennero pubblicati in fascicoli separati;
perciò, dopo una lunga storia, il pontificale è ritornato ad essere sotto la forma di libelli.
Di questo Pontificale, brevemente, si può accennare alla pars prima che riguarda in modo
specifico la Confermazione. Infatti, porta il seguente titolo: De confirmandis. Praticamente
il libro toglie ciò che riguarda abitualmente il sacerdote e mette solo gli elementi
celebrativi riservati al vescovo. Di questo Pontificale, però, non rimane gran che. Questo
libro Liturgico l’amministrazione della Cresima appare all’inizio tra i riti più solenni, che il
vescovo ogni volta è chiamato a celebrarli. Ormai la tradizione romana medioevale che
riuniva la Cresima al Battesimo viene testimoniata dall’indicazione iniziale, nel senso che
questo sacramento veniva, in primo luogo, conferito agli infantes. Tuttavia viene
accentuata la separazione tra i due sacramenti celebrati in tempi ed in luoghi diversi.
Dunque, la Cresima acquisterà sempre di più una sua solennità e davanti al popolo,
acquisirà una funzione sempre più importante dal momento che segna il passaggio all’età
matura del cristiano, chiamato sempre di più a testimoniare al mondo l’amore di Cristo.