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Uomo VS Donna

Un grave problema che ancora oggi si deve affrontare, è la condizione


femminile non solo nel terzo mondo, ma anche nei paesi più
industrializzati, dove sono ricorrenti numerose violazioni sulla parità di
diritto tra maschio e femmina.

Se ci si osserva intorno, possiamo tranquillamente dire che la donna,


prima di arrivare a questo livello di libertà, ha dovuto lottare a lungo e ha
ottenuto molti risultati, anche se ancora non abbastanza da equilibrare i
diritti dei due sessi.

Nella metà dell’Ottocento, nel nord dell’America, dopo numerose


manifestazioni, una legge federale riconosce alle donne sposate il diritto
di mantenere la proprietà a proprio nome.

Si posero così anche le basi per un'effettiva parità della donna nel
rapporto matrimoniale.

Un passo molto indicativo per i tempi in cui la donna veniva considerata


un peso per la società, qualcosa di futile.

Per quanto riguarda il diritto di voto, nacquero gruppi per la custodia dei
diritti delle donne; ricordiamo in particolare il National Women Suffrage
Association.

Poi nel 1963 l'Equal Pay Act riconosce il diritto delle donne
all'uguaglianza nel campo economico rispetto all'uomo e il Civil Right
Act del 1964 contenne specifiche norme antidiscriminatorie delle donne
sul luogo di lavoro .
Si può dire, però, che nonostante non si possano disconoscere le tappe
raggiunte con queste normative, questi non sono risultati che si
raggiungono dopo secoli di manifestazioni e proteste:
molte donne hanno dato la vita per avere i diritti che abbiamo oggi.
Basta pensare che l’8 marzo è oggi la festa delle Donne, anniversario in
cui si ricorda la morte di 129 operaie bruciate vive all’interno di una
fabbrica e che non sono state soccorse proprio perché donne e quindi
poco importanti.
Ma, nonostante tutti gli sforzi, il sesso femminile è spesso considerato
inferiore rispetto a quello maschile. Ecco che nascono così le violenze,
gli abusi e le discriminazioni: l’uomo attacca perché si sente più forte, al
comando.

Si sente spesso parlare nei paesi occidentali di femminicidi, abusi e


maltrattamenti verso il sesso debole.

Nella vita sociale e politica, inoltre, solo nell’ultimo periodo, la donna ha


cominciato a occupare cariche importanti anche se spesso meno
retribuite.

Nei paesi dell’Unione Europea a sedersi in Parlamento è una donna ogni


tre uomini.

Dieci anni fa la presenza femminile in Parlamento era del 22%. Oggi


siamo saliti appena al 27%.

Non si può però parlare di omogeneità in tutti i paesi europei: se ad


esempio Svezia, Finlandia e Spagna questa percentuale tocca il 40%, in
Ungheria, Cipro o la Romania ne ha meno del 15%.

Sta di fatto che, sicuramente la situazione della condizione femminile


nei paesi occidentali ha fatto un grande passo avanti, ma si devono
raggiungere tanti altri obiettivi affinché il divario dei diritti tra uomini e
donne si possa livellare.

Intanto si sta cercando di renderli equi dal punto di vista legislativo, ma


ci vorrebbe un cambio generale di pensiero per far si che la figura di
“femmina inferiore e succube” possa completamente estinguersi.

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