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Riassunto
Giovanna Petti Balbi, I maonesi e la maona di Corsica (1378-1407) : un esempio di aggregazione economica e sociale, p. 147-
170.
Sono delineate le vicende della cosidetta « maona di Corsica », conseguente alla cessione dell'isola ad un consorzio di
genovesi. Presentata formalmente corne un'investitura feudale, la cessione si trasforma in una maona per la gestione
interessata dei partecipi, una parte dei quali cementa la solidarietà economica anche sul piano socio-politico, dando vita nel
1393 all'albergo de Franchi. Nell'ultima fase la maona diventa espressione di un solo gruppo familiare, quello dei figli di
Napoleone Lomellini, che intervengono a sostegno del fratello Lionello, l'elemento più attivo e dinamico all'interno della maona,
il solo che abbia legato il proprio nome alla storia corsa.
Petti Balbi Giovanna. I maonesi e la maona di Corsica (1378-1407) : un esempio di aggregazione economica e sociale. In:
Mélanges de l'Ecole française de Rome. Moyen-Age, Temps modernes, tome 93, n°1. 1981. pp. 147-170;
doi : 10.3406/mefr.1981.2590
http://www.persee.fr/doc/mefr_0223-5110_1981_num_93_1_2590
1 R. Cessi, Studi sulle «maone medievali», in Archivio storico italiano, LXXVII, 1919,
fase. 1, p. 1-69, in particolare p. 9; H. Sieveking, Studio sulle finanze genovesi nel medioevo
e in particolare sulla casa di San Giorgio, trad. it. di D. Soardi, in Atti della Società Ligure
di storia patria (abbr. ASLI), 35, 1906, parte I, p. 215. Non compare nessuna di queste
riserve ο qualche spunto critico nel breve articolo, costruito soprattutto sul Filippini, di
S. B. Casanova, L'effimero governo della Maona (1378-80), in Archivio storico di Corsica
(abbr. Arch. Corsica), 11, 1935, p. 268-271. Nella cessione dell'isola alla maona il Volpe
aveva visto « l'evoluzione ο degenerazione plutocratica della Repubblica, dove il potere
centrale è sempre più debole, le forze particolari sempre più potenti e più rivolte a
sfruttare lo Stato» (G. Volpe, Profilo di storia corsa, in Arch. Corsica, 6, 1930, p. 3).
2 Si vedano Histoire de la Corse sous la direction de P.Arrighi, Toulouse, 1971;
G. Petti Balbi, Genova e Corsica nel Trecento, Roma, 1976; F. Pomponi, Histoire de la
Corse, Paris, 1979. L'Emmanuelli, uno dei collaboratori alla storia di Corsica sopra citata,
ritiene che l'infeudazione alla maona sarebbe stata effettuata da Genova sotto la
pressione dei sei capitalisti che avevano anticipato i danari per la spedizione del '47 e
che si erano costituiti in società finanziaria ο maona (R. Emmanuelli, L'implantation
génoise, in Histoire de la Corse, op. cit., p. 191). L'ipotesi ci pare destituita di fondamento,
perché la spedizione del '47 fu finanziata dalla Repubblica con il solito sistema
dell'istituzione di un prestito forzoso di 50.000 lire, la Compera nova acquisitionis Corsice,
ripartito tra tutti i cittadini. I sei, di cui parla l'Emmanuelli, sono invece i funzionari
dell'ufficio di Corsica che vengono affiancati al doge per meglio coordinare la spedizio-
ne, su cui cfr. G. Petti Balbi, Genova e Corsica, op. cit., p. 22-24. Del resto già nel 1368
questa compera era stata consolidata con numerose altre nella Compera vetus Sancii
Pauli (cfr. D. Gioffré, // debito pubblico genovese, Inventario della compere anteriori a San
Giorgio ο non consolidate nel Banco (secc. XIV-XIX), in ASLI, 6, 1966, p. 171-172). Della
compera di Corsica sono superstiti otto registri, comprendenti l'elenco dei partecipi e
delle loro quote per gli anni 1351, '52, '61, '63, '73, '74, '83, '84, sui quali cfr. anche
nota 16.
3 Nell'aprile 1382 viene accolta dal doge una petizione rivolta nomine participum
mahone Corsice (cfr. nota 37). In vari documenti del 1383 i feudatari si definiscono
domini et participes maone Corsice (cfr. nota 40); nel dicembre 1384 Napoleone Lomellini
chiama Lionello uno ex dominis et appaltatoribus insule Corsice (cfr. nota 39).
4 G. Stella, Annales Genuenses, a cura di G. Petti Balbi, in R.I.S.2, XVII/2, Bologna,
1975, p. 173; A. Giustiniani, Annali della Repubblica di Genova, Genova, 18543, p. 119.
5 Croniche di Giovanni della Grossa e di Pier Antonio Monteggiani, a cura dell'abbé
Letteron, in Bulletin de la Société des sciences historiques et naturelles de la Corse,
fase. 313-324, 1910, p. 223 (d'ora innanzi l'opera viene citata come G. Della Grossa,
op. cit.).
6 Sull'argomento esiste una copiosa bibliografia, per cui si rimanda all'opera
complessiva di M. Balard, La Romanie génoise (XH-début du XVe siècle), in ASLI, 18, 1979,
fase. 1 e 2, in particolare p. 119-216 (anche in Bibliothèque des Écoles françaises d'Athènes
et de Rome, 235). Per Licostomo cfr. G. Airaldi, / genovesi a Licostomo nel sec. XIV, in
Studi medievali, 3a serie, XIII, 1972, p. 967-981; per Cipro cfr. G. Petti Balbi, La maona di
Cipro del 1373, in Rassegna storica della Liguria, I, 1974, p. 269-285.
I MAONESI E LA MAONA DI CORSICA (1378-1407) 149
Bloch osserva che le parole sono come monete molto usate che, a forza di
circolare di mano in mano, perdono il loro significato7.
Continueremo perciò a chiamare maona ο maonesi quei feudatari-appalta-
tori ai quali la Repubblica, in una difficile congiuntura, in mancanza di risorse
proprie ed in cambio di precisi impegni finanziari e militari, cede la Corsica
con le stesse motivazioni quindi e nelle stesse circostanze in cui si erano
costituite le precedenti maone, per cui si comprende come a queste possa
essere assimilata la cessione dell'isola.
Il 27 agosto 1378 la Repubblica infeuda la Corsica, con l'esclusione di
Bonifacio, di Calvi e dei territori del Capocorso soggetti ai de Mari ed agli
Avogari, a taluni cittadini genovesi, cum mero et mixto imperio ac jurisdictione
plenaria e con tutti i diritti di propria pertinenza. L'infeudazione riflette la
volontà genovese di estraniarsi direttamente dalle vicende dell'isola, che viene
però affidata a dei cittadini amici devoti et fidèles e non abbandonata alla
mercé delle forze indigene ο della corona d'Aragona. L'atto è conforme alla
decisione maturata alla fine del gennaio 1378 quando si era emendato
l'articolo degli statuti che vietava di alienare terre del Comune, giustificando la
cessione della Corsica come provvedimento vantaggioso ed utile per la
comunità gravata da enormi spese e minacciata da imminenti guerre8.
Ed effettivamente l'abbandono della Corsica, ritenuto atto profondamente
antipolitico, avviene in un momento particolarmente delicato della storia
genovese, nella fase più acuta del conflitto tra Genova e Venezia, quando le
casse del Comune sono esauste ed il dogato popolare è esposto agli attacchi
dei nobili, dei feudatari delle riviere, dei Visconti di Milano e talora delle
stesse forze popolari in lotta tra di loro9. È però altrettanto vero che alla
classe dirigente genovese la situazione in Corsica appare ormai insostenibile e
compromessa: infatti l'alienazione, decisa nel gennaio dal doge Domenico
Campofregoso e dai suoi consiglieri tutti popolari, viene attuata con le stesse
motivazioni dal successore Nicolo Guarco, il quale governa con l'appoggio
anche dei nobili che si dividono le cariche con i popolari. Se nel documento
del gennaio si sottolinea che l'alienazione è stata decisa per pubblica utilità,
perché il Comune ha fino ad ora sostenuto per la difesa dell'isola enormi
spese che non intende più affrontare, soprattutto a motivo della guerra che si
proxime venturos, in conformità alla prassi tipica dei contratti d'appalto in cui
pochi cittadini si impegnano per un più vasto gruppo di partecipi. Questi
vengono identificati in Cristoforo Marruffo e Giovanni Magnerri sulla base
delle notizie fornite dai cronisti corsi e di un cenno ad eisdem sex supradictis
contenuto nell'atto di investitura14. In realtà il sex si riferisce non alle persone,
ma ai sei obblighi del vassallo contemplati nelle consuetudini feudali ed il
numero dei partecipi potrebbe essere stato di dieci, già all'inizio ο almeno
poco dopo, secondo le congetture che suggeriscono documenti posteriori.
Nel novembre 1383, in occasione di una controversia per il pagamento del
riscatto del Lomellini, su cui ritorneremo, le quote della maona sono dieci;
vengono però indicati solo nove nomi e precisamente Lionello Lomellini,
Pietro de Grotta notaio, Raffo Griffioto, Giovanni Centurione fu Raffo, Filippo
Noiterano, Lodisio Tortorino, Antonio Luxardo, Matteo Marruffo. Nel
dicembre 1935 sono ricordati come maonesi Pietro de Grotta, Goffredo Lomellini,
Pietro Tortorino e Battista Luxardo; nel 1407 si ricordano ancora dieci soci
diversi.
A meno che non siano intervenuti mutamenti sostanziali tra il 78 e Γ83
all'interno della società, ci pare di poter indicare i primi dieci maonesi in
Lodisio Tortorino (poi de Franchi), Andreolo Figone (poi de Franchi), Pellegro
Imperiale, Lionello Lomellini, Cristoforo Marruffo (la cui quota nell'83 è
passata a Matteo), Giovanni Magnerri, Pietro de Grotta, Antonio Luxardo (poi
de Franchi) ed altri due da scegliersi tra Raffo Griffioto, Filippo Noiterano e
Giovanni Centurione, che nell'83 sono subentrati come partecipi ad Andreolo
Figone e a Pellegro Imperiale i quali subito dopo il '78 scompaiono dalla
società. La presenza di solo quattro nomi nel documento d'investitura può
dipendere dal fatto che non si erano ancora trovati gli altri soci; ma può
anche essere un ingegnoso espediente per nascondere che due degli anziani
che ratificano l'investitura nel 78, Antonio Luxardo ed il notaio Pietro de
Grotta, sono anche partecipi nell'affare e che un terzo, Nicolo Marruffo, è
imparentato con un altro feudatario.
Ragioni di natura eminentemente economica devono aver indotto questi
individui, dalla personalità e dalle biografie assai diverse, ad unirsi insieme e
ad occuparsi della Corsica, in preda ad una grande anarchia e quasi
completamente dominata da Arrigo della Rocca. La maggior parte di costoro non
conosce la complessa situazione corsa e non pone mente al fatto che la
Repubblica ha ceduto solo diritti e non il possesso dell'isola: nel documento
15 Sul soggiorno del Figone in Corsica, cfr. G. Petti Balbi, Genova e Corsica, op. cit.,
p. 51-52. Su Giovanni Magnerri, Filippo Noiterano e Raffo Griffioto cfr. nota 20, 25, 27.
16 Gli otto registri superstiti della Compera Corsice sono in A.S.G., San Giorgio,
Compere e mutui, sala 9, n. 1010/1-1017/18. In tutti gli anni compaiono parecchi
Lomellini: il maggior azionista pare Ilario Lomellini di Ansaldo che dalle 113 lire del '74 di
eredità paterna passa nell'83 e nell'84 a ben 14.412 lire : cfr. n. 1015, f. 33v; n. 1016, f. 35;
n. 1017, f. 32v.
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sui quali domina come capo incontrastato17. Forse spera di trasformare con il
tempo la società in un'aggregazione esclusivamente familiare, come sono
riusciti a fare i Campofregoso con Cipro; ed effettivamente all'inizio del
Quattrocento la maona di Corsica diventa quasi esclusivo appannaggio dei
fratelli Lomellini, ma per motivi e in circostanze diverse da quelle che il loro
padre auspicava.
L'altro feudatario di origine nobile, Pellegro Imperiale, scompare subito
dalla società18 e potrebbe essere stato sostituito dal nobile Giovanni
Centurione che è maonese nell'83. È probabile anche che tra i due popolari del '78,
Lodisio Torturino ed Andreolo Figone19, si sia creata una intesa per opporsi
redige testamento, nominando tutore dei propri figli il notaio Pietro de Grotta, la cui
designazione viene contestata nel 1384 da Iacopo Campofregoso (A.S.G., not. giudiziario
Nicolo Pellegrini, filza unica, doc. LVIIII).
20 Giovanni Magnerri di Nicolo fu un capo popolare che si distinse nel 1365 quando
sostenne contro altri pretendenti il doge Gabriele Adorno; anziano nel 75, alla fine dello
stesso anno fu uno degli arbitri nella controversia che opponeva il Comune a Rainuccio
de Turri, figlio di Triadano, uno dei due governatori di Corsica tra 1365-75; fu anche
azionista della maona di Cipro e nell'aprile '78 è inviato nell'isola (A.S.G., Ms. 104, f. 26,
G.Stella, op. cit., p. 159; F.Federici, Abecedario, ms. cit., II, f. 331v; U. Assereto, op. cit.,
p. 305, 310; G. Petti Balbi, La maona di Cipro, op. cit., p. 275, 278). Nel 1383 la sua vedova
Teodora, in qualità di tutrice dei figli, fa un compromesso con taluni parenti (A.S.G., not.
Guirardo Parrisola, cart. 409, f. 117v).
21 Sulla costituzione e le vicende dell'albergo de Franchi, cfr. F. Federici, Scrutinio,
ms. cit., f. 459-460, 463; J.Heers, Le clan familial au Moyen Âge, Paris, 1974, p. 95;
E. Grendi, Profilo storico degli alberghi genovesi, in MEFRM, 87, 1975, p. 241-302, in
particolare p. 291-292, dove è pubblicato l'atto costitutivo dell'albergo in questione. Il
Grendi (p. 247) ritiene però che l'albergo de Franchi, diversamente da quello dei
Giustiniani, non sia sorto per cementare una solidarietà di tipo economico.
22 L'attività di Antonio come anziano, ufficiale di moneta, banchiere, nella seconda
metà del sec. XIV, è testimoniata in diverse sedi: cfr. A.S.G., Ms. 104, f. 1, 155v;
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F.Federici, Scrutinio, ms. cit., f. 462; L. Liagre-De Sturler, op. cit., ad indicem; M. Baiard,
op. cit., p. 424. Anche il figlio Battista esplicò un'intensa attività come uomo d'affari e di
governo all'inizio del Quattrocento; nel '93 aveva giurato, anche a nome di Segurano, la
partecipazione all'albergo de Franchi. Ufficiale di moneta, banchiere, anziano, fu fiero
oppositore del Boucicaut e capeggiò la rivolta che sostituì al dominio di Carlo VI di
Francia quello di Teodoro II di Monferrato; divenne poi capitano dell'esercito genovese
a Chio e console di Caffa : cfr. A.S.G., Arch, segr., Diversorum, n. 501, f. 33v; G. Stella, op.
cit., ad indicem; L. Liagre-De Sturler, op. cit., doc. 541, p. 715; J. Day, op. cit., ad indicem.
Per Segurano, cfr. nota 58.
23 J. Heers, Le clan, op. cit., p. 93-94; E. Grendi, op. cit., p. 247, 251.
24 Le notizie sui Marruffo sono meno numerose che sugli altri partecipi della maona
di Corsica. Cristoforo appare come patrono di navi e di galee dirette nelle Fiandre
(R. Doehaerd-C. Kerremans, Les relations commerciales entre Gênes, la Belgique et l'Outre-
mont d'après les archives notariales génoises (1400-1440), Bruxelles-Rome, 1952, doc. 219,
p. 239, doc. 253, p. 283). Un Lionello Marruffo è attivo come trasportatore a metà del sec.
XIV (L. Liagre-De Sturler, op. cit., ad indicem) e compare nel '51 e nel '53 tra i partecipi
della Compera Corsice con 100 lire (cfr. nota 16). Stefano di Damiano risiede a Londra
nel 1394 e commercia con i Lomellini (L. Liagre-De Sturler, op. cit., doc. 584, p. 773). Per
Matteo, che si distinse soprattutto come condottiero durante la guerra di Chioggia, cfr.
G. Stella, op. cit., p. 179-180.
25 Fonti di varia natura attestano le molteplici attività di Raffo del fu maestro
Giovanni in sede diplomatica, militare e commerciale. Ci pare utile sottolineare che nel
1347 commercia con i fratelli Iacopo e Lionello Marruffo in drappi di Beauvais : A.S.G.,
Arch, segr., Diversorum, n. 497, f. 16, 31v; G. Stella, op. cit., p. 176; F. Federici, Abecedario,
ms. cit., IL f. 204 ; L. Liagre-De Sturler, op. cit., ad indicem ; J. Day, op. cit., p. 686 ;
V. Polonio, L'amministrazione della Res publica genovese tra Tre e Quattrocento. L'archivio
Antico Comune, in ASLI, 17, 1970, p. 170, 190, 296; M. Balard, op. cit., p. 89.
26 Giovanni Centurione fu Raffo ο Raffaele olim Vltramarinus compare spesso come
patrono di galee armate dal Comune verso la Romania; nel '92 è ufficiale di mercanzia,
I MAONESI E LA MAONA DI CORSICA (1378-1407) 157
maonese nell'83, un notaio che roga a Genova nella seconda metà del secolo
XIV, talora consigliere di dogi e scriba della Repubblica27. Più difficile è
stabilire il ruolo del notaio Pietro de Grotta che compare nella maona senza
soluzione di continuità fino al 1407 : anziano, ambasciatore, ufficiale del
Comune, egli pare legato alle molteplici attività commerciali dei Lomellini; nel
novembre 78 è però designato da Andreolo Figone tutore dei figli ed in
questo modo, acquistando la quota del Figone, potrebbe essere entrato nella
maona, se già non ne faceva parte28.
I vincoli di natura economica, che sono alla base della maona e che
tengono uniti i partecipi, finiscono presto per trasformarsi anche in vincoli di
natura sociale e politica. Nella primavera dell'82 Napoleone Lomellini, Lodisio
Torturino, Antonio Luxardo e tutti i Marruffo, insieme ad altri, si schierano
con i Fieschi nel tentativo di rovesciare il dogato popolare ed offrire il
governo di Genova ad Amedeo VI di Savoia, conosciuto ed apprezzato da
taluni di loro durante le trattative che avevano portato alla pace di Torino con
Venezia. Nel settembre-ottobre 1396 parecchi maonesi di Corsica compaiono
tra i genovesi che, convocati dal doge Antoniotto Adorno, danno il loro
assenso al passaggio di Genova sotto Carlo VI di Francia : sono Napoleone
Lomellini (che però non è presente all'atto finale), i figli Nicolo e Goffredo,
quest'ultimo maonese dal '95, Raffo Griffioto, Pietro Tortorino, Pietro de
Grotta; Segurano Luxardo invece, pur convocato, non si presenta29.
Dòpo il '96 i maonesi di Corsica appaiono quasi sempre allineati su
posizioni filofrancesi : coloro che non condividono questo atteggiamento,
come i Luxardo, finiscono per uscirne ο per esserne estromessi e vengono
sostituiti dai fratelli Lomellini, tutti devoti alla Francia ed in particolare al
governatore Jean Lemeingre detto Boucicaut. Così se nell'atto di investitura
del 78 è nominato solo Lionello, che in seguito amplia la sua partecipazione,
nel '95 è affiancato dal fratello Goffredo30 e nel 1407 ben sei figli di Napoleone,
Battista, Carlo, Giorgio, Goffredo, Lionello e Nicolo sono diventati maonesi31.
29 E. Jarry, op. cit., p. 22, 446-448, 474, 496, 498, 499, 501.
30 Prima del '78 Lionello compare come mercante nei registri della dogana del '76
(J. Day, op. cit., ad indicem). Goffredo sembra essere quello dei fratelli Lomellini che si
impegna meno nella vita pubblica : a parte la designazione ad ufficiale di moneta nel
1408 e nel '15, si occupa di commercio con frequenti soggiorni a Bruges o a Londra,
anticipa danaro, assicura merci e convogli: F.Federici, Abecedario, ms. cit., II, f. 310;
R. Doehaerd-C. Kerremans, op. cit., doc. 395, p. 530, doc. 564, p. 745; L. Liagre-De Sturler,
op. cit., ad indicem. Per l'anno in cui Lionello e Goffredo compaiono nella maona, cfr.
nota 45.
31 La presenza dei fratelli Lomellini è puttosto incisiva e massiccia nella vita
pubblica e nell'attività commerciale, anche perché ebbero, come il padre Napoleone,
numerosa prole {Albero della famiglia, ms. cit., f. 17-21). In particolare Battista e Nicolo si
affermano come banchieri ed uomini politici, Giorgio e Carlo come patroni di navi ο
capitani di galee. Tutti indistintamente si dedicano al commercio e con navi e merci
sono presenti in tutti gli scali del Mediterraneo anche perché, anticipando cospicue
somme alla Santa Sede, ottengono l'esenzione dal Devetum per il commercio con gli
infedeli. I fratelli Lomellini appaiono tutti schierati a favore della Francia dopo che nel
'96 il padre Napoleone, Nicolo e Goffredo avevano dato il loro conforto alle proposte del
doge Adorno per il trasferimento della città sotto la sovranità francese. Battista in
particolare sembra essersi conquistato l'appoggio ed il favore dei vari governatori con la
sua attività di banchiere : nel '97 presta danaro al Sassenage, nel '99 è uno dei nove
regolatori che assistono il governatore, nel 1404 tratta per il Boucicaut il passaggio della
chiesa genovese sotto l'obbedienza avignonese, nel 05 accompagna il governatore a
Livorno e nel '07 viene inserito tra i procuratori del Banco di San Giorgio (cfr. su di lui
A.S.G., Arch, segr., Diversorum, n. 501, f. 166; G.Stella, op. cit., p. 272; E. Jarry, op. cit.,
p. 126, 228, 323, 496; H. Sieveking, op. cit., II, p. 16; L. Liagre-De Sturler, op. cit., ad
indicem; G. G. Musso, op. cit., p. 135; A. Esch, Bankiers der Kirche in grossem Schisma, in
Quellen und Forschungen aus Italienischen Archiven und Bibliotheken, 46, 1966, p. 277-
398). Giorgio, spesso ufficiale di guerra, di moneta ο anziano, compare tra i cittadini che
nel 1401 giurano fedeltà al Boucicaut; nel '05 è uno degli ufficiali super diminutione
debitorum che operarono per la costituzione del Banco di San Giorgio, e continua ad
intervenire anche in operazioni commerciali a fianco dei fratelli (A.S.G., Arch, segr.,
Diversorum, n. 501, f. 64v; E. Jarry, op cit., p. 361, 585-86; H. Sieveking, op. cit., II, p. 15;
G. G. Musso, op. cit., p. 44, 145-46, 258). Ci pare utile ricordare anche che nel novembre
I MAONESI E LA MAONA DI CORSICA (1378-1407) 159
1410 Giorgio Lomellini e Manfredo de Negro sono giudice nella controversia che
oppone Filippo ο Pippo di Pietro di Montelupo di Calvi, rappresentante delle comunità
isolana, a Francesco de Mari che non vuole pagare la tassa di 6 danari per ogni lira di
valore di merci, che gli statuti concedono ai calvesi di esigere da quanti non genovesi ο
non calvesi commerciano tra la punta dell'Alciola ed i monti di Sagri (su questa cabella
cfr. anche nota 47). Il de Mari, che ha fatto caricare tre barche di grano, sostiene di
essere corso e sub gubernacione gubernatoris insule Corsice e quindi già soggetto alle
gabelle pagate dagli isolani. I due giudici, pur confermando i privilegi dei calvesi,
ritengono valide le ragioni adotte dal de Mari, perché non può essere condannato a
pagare due volte per lo stesso motivo (A.S.G., not. Giuliano Canella, cart. 479/II,
e. LXXVIIIv, LXXXIIIr-v, 20 e 29 novembre 1410). Carlo Lomellini, incaricato di
preparare le festose accoglienze con cui fu ricevuto il Boucicaut, a nome del quale trattò in
seguito il passaggio di Sarzana sotto Genova, svolge un'intensa attività politica e
commerciale soprattutto nella prima metà del sec. XV : tra le sue imprese si ricorda la
partecipazione all'assedio di Cembalo nel 1433 ed alla battaglia di Ponza nel '35 : su di
lui cfr. G.Stella, op. cit., p. 282, 364, 378; E. Jarry, op. cit., p. 335; E. Doehaerd-C. Kerre-
mans, op. cit., ad indicem; A. Agosto, Due lettere inedite sugli eventi di Cembalo e di Sorcati
in Crimea nel 1434, in ASLI, 17, 1977, p. 509-517, in particolare a p. 513 per la
bibliografia.
32 Si potrebbe mettere in relazione il costante interesse di Lionello per la Corsica
anche con ragioni familiari, soprattutto a motivo della parentela con i Doria, che
avevano vasti possedimenti ed interessi nella vicina Sardegna. Il Lomellini aveva
sposato in prime nozze Pietra Doria (F. Federici, Abecedario, ms. cit., II, f. 310), dalla
quale ebbe nove figli e cinque figlie, mentre dalla seconda moglie, Caterina Lercari di
Giorgio, non ebbe prole (Albero della famiglia, ms. cit., f. 17). Due sue figlie sposarono
esponenti della famiglia Gentile (cfr. nota 64).
33 L'Appiano si era anche impossessato delle merci imbarcate sulla nave di Goffredo
Lomellini che aveva fatto naufragio a Vada. Sulla spedizione cfr. G. Stella, op. cit., p. 251 ;
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vogliono addossarlo al solo Lionello, che è però partecipe per una decima
parte. In questa circostanza si precisa che tutta la maona, suddivisa in dieci
quote, è valutata 1300 fiorini di buon oro, equivalenti a 1625 lire di genovini,
per cui ogni caratura vale 130 fiorini ο 162 lire e xli di genovini36.
A seguito di trasformazioni interne e di accordi intervenuti tra i feudatari
già prima dell'aprile 138237, l'appalto della Corsica si è ormai configurato in
una vera e propria società in compartecipazione con quote di valore nominale
assai vicine a quelle della maona di Cipro38. I partecipi devono però spendere
cospicue somme per far fronte alla situazione isolana. Nel dicembre 1384
Napoleone Lomellini, in qualità di amministratore del figlio, uno ex dominis et
appaltatoribus insule Corsice, cita un tale Damiano de Zenestreto inviato in
precedenza in Corsica con 4000 lire dei maonesi da utilizzarsi colà (forse per il
riscatto di Lionello?); poiché Damiano non ha mai reso ragione di come sono
stati spesi i quattrini, Napoleone chiede che sia condannato a pagare la parte
spettante al figlio, che è ora proprietario di due quote ο poco più39. Ancora,
nel novembre 1384, Adano Doria, procuratore di Lionello, chiede la detenzione
di Nicolo de Grotta di Chiavari, un congiunto del maonese Pietro, debitore dal
1381 di 250 lire nei confronti di Lionello. Nicolo a sua volta deve ricevere 400
fiorini ο l'equivalente di 500 lire da Matteo Marruffo, un altro partecipe della
maona : questi si dichiara pronto a pagare subito solo 300 fiorini ο 375 lire nel
banco di Battista Lomellini, perché vuole defalcare dal debito i 100 fiorini che
in precedenza Nicolo ha ricevuto da Azzolino de Caffairana, olim stipendìarius
della maona di Corsica40.
36 A.S.G., not. Giurardo Parrisola, cart. 409, ce. CCCXv, CCCXXIIIv, CCCXXXIIII,
3-21 nov. I partecipi sono Raffo Griffioto, Giovanni Centurione fu Raffo, Filippo Noitera-
no, Lodisio Tortorino, Antonio Luxardo, Matteo Marruffo, Pietro de Grotta e Lionello.
37 II 26 nov. 1382 il doge e gli anziani ribadiscono una decisione favorevole ai
maonesi, presa il 14 aprile scorso quando, a richiesta participum mahone Corsice, si era
ordinato al vicario della Riviera orientale di proibire l'afflusso di vettovaglie verso i
corsi ribelli (A.S.G., Arch, segr., Diversorum, n. 497, f. 147r-v, 26 nov. 1382).
38 Nel '75 ogni caratura della maona di Cipro viene venduta a 100 fiorini ο 125 lire :
cfr. G. Petti Balbi, La maona, op. cit., p. 278.
39 II 14 genn. 1385 Damiano, invitato a difendersi, presenta eccezione contro
Napoleone che, a suo dire, non può rappresentare legalmente il figlio (A.S.G., not. giudiziario
Nicolo Pellegrini, doc. del 20 die. 1384).
40 II 19 die. 1383 Lionello aveva rilasciato una procura generale alla moglie Pietra e
ad Adano Doria (AS.G., not. Guirardo Parrisola, cart. 409, e. CCCLXXIIII). L'azione di
Adano contro Nicolo è del 5 marzo 1384; la condanna del Marruffo è del 6 febbr. Il 5
marzo egli si dichiara disposto a pagare subito i 300 fiorini, ma il 15 dello stesso mese
Nicolo pretende ancora l'intera somma (not. giudiziario Nicolo Pellegrini, filza unica,
doc. CVII, CVIII, CVIIII, CXII, CXIIII). Su Nicolo cfr. anche nota 28.
MEFRM 1981, 1.
1 62 GIOVANNA PETTI BALBI
41 G. Petti Balbi, Genova e Corsica, op. cit., p. 64; R. Emmanuelli, Le pacte de 1358 et la
Commune de Corse, in Études corses, III, 1975, p. 5-41.
42 Già in altra sede si è cercato di ricostruire i movimenti di Lionello (G. Petti Balbi,
Genova e Corsica, op. cit., p. 63). Egli si trova a Genova nel nov.-dic. 1383 quando rilascia
e riceve procure : tra queste particolarmente interessante quella del 17 nov. rilasciata a
Rinaldo de Morges di Francia per ricevere quanto dovutogli dagli stipendiari della
maona (A.S.G., not. Giurardo Parrisola, cart. 409, e. CCCXXVI, 16 nov.; e. CCXXX, 17
nov.; e. CCCLXXIIII, 19 nov.). Nel 1390 a Biguglia il Lomellini riceve in affitto per nove
anni dai monaci della Gorgona l'isola di San Damiano nello stagno di Chiurlino al
modesto e simbolico censo annuo di 35 soldi (S. P. Scalfati, Les relations entre la Gorgona
et la Corse du XIIIe au XVe siècle, in Cahiers Corsica, 84-85, 1980, p. 10). Nel maggio 1393,
insieme con il fratello Nicolo, assicura delle merci a Genova, dove ricompare nell'agosto
'95 (L. Liagre-De Sturler, op. cit., doc. 560, p. 740; doc. 591, p. 787).
I MAONESI E LA MAONA DI CORSICA (1378-1407) 163
43 G. della Grossa, op. cit., p. 232-235, ripreso poi dal Cirneo, dal Filippini e da tutti
gli altri storici corsi; cfr. anche G. Petti Balbi, Genova e Corsica, op. cit., p. 63-67, 70-72.
44 II conte Arrigo morì nel giugno 1401 (G. della Grossa, op. cit., p. 236). Il Boucicaut,
164 GIOVANNA PETTI BALBI
nominato governatore di Genova il 23 marzo 1401, entrò in citta il 31 ottobre (G. Stella,
op. cit., p. 252-253).
45 A.S.G., Liber Iurium IX, e. CXVIIIv-CXX : in questa circostanza viene fatta la
cronistoria di tutta la faccenda. La lentezza con cui si procede è attestata anche altrove :
ad esempio il 6 febbr. 1404 si eleggono quattro cittadini per calcolare quanto Lionello e
gli altri partecipi in feudo et conduetione insule Corsice devono al Comune; ancora il 1°
dicembre si ingiunge a costoro di calcolare le spese sostenute in Corsica da Raffaele
Montaldo (A.S.G., Arch, segr., Diversorum, n. 501, f. 53, 177).
46 Per le vicende che portarono alla nomina del Montaldo prima e del de Marini
dopo, cfr. G. Petti Balbi, Genova e Corsica, op. cit., p. 70-71.
47 II 31 agosto 1403 gli anziani intimano a Bartolomeo Obertini di Calvi, sindaco
della comunità isolana, di presentare entro sei mesi tutte le scritture in suo possesso
atte a dimostrare che spettano ai calvesi la riscossione di certe cabelle e degli introiti
che il governatore di Corsica pretende di arrogarsi. Il 26 settembre il luogotenente del
governatore e gli anziani, ricordate precedenti disposizioni a favore degli abitanti di
Calvi autorizzati a riscuotere la cabella di 6 danari sul valore di ogni libbra di merci
caricate a montibus Sagri cura et a puncta de Larola citra versus Calvi, ribadiscono la
validità della riscossione, nonostante Lionello Lomellini come governatore abbia
cercato in tutti i modi d'impedirla e si presenti ora di persona a difendere le proprie tesi
(A.S.G., Arch, segr., Diversorum, n. 501, f. 10, 13r-v).
48 II 20 ottobre 1403, nel tentativo di colpire con metodi drastici coloro quos non
corrigit amor iusticie, il governatore e gli anziani fanno pubblicare nell'isola un decreto
con cui si intima a tutti, nobili ο popolari, del Cismonti e dell'Oltremonte, di non dare
asilo ed aiuto ai ribelli che entro un mese dalla pubblicazione del bando non
ritorneran o sotto l'obbedienza genovese. Dopo questa data i ribelli ed i loro figli saranno banditi
e considerati in perpetuo traditori. Nel contempo si ribadisce che i corsi, in quanto
sudditi del re di Francia, sono inclusi nella pace stipulata con il re d'Aragona e che ogni
I MAONESI E LA MAONA DI CORSICA (1378-1407) 165
del de Marini avvenuta in Corsica alla fine del 140349, il Boucicaut nomina
governatore dell'isola, il 16 gennaio 1404, Andrea Lomellini, fratello di Lionel-
lo, il quale si impegna a fare per gli eredi di Ambrogio quanto stabilirà lo
stesso maresciallo50.
La scelta del governatore, effettuata nell'ambito di quella famiglia che
dovrebbe controllare ormai la maona, deve essere interpretata come un
indiretto avvallo alle rivendicazioni di Lionello ed un mezzo indolore per
rimettere la Corsica nelle mani dei maonesi. Ma la conclusione viene ritardata
perché nel febbraio Andrea, con il suo consenso e senza pregiudicare i soliti
diritti dei maonesi, viene temporaneamente sostituito come governatore di
Corsica fino all'ottobre da Bartolomeo Grimaldi, imposto dall'arcivescovo
Pileo e dai fratelli51. Con questa decisione, che non ci pare molto limpida, il
maresciallo mira, da un lato, a non scontentare l'arcivescovo proprio nel
momento in cui sta attuando il passaggio di Genova dall'obbedienza romana a
quella avignonese52, dall'altro, a non deludere Andrea Lomellini, un suo fido,
che già nel 1402 era stato da lui assoldato con la sua galea per dar la caccia ai
ribelli in Sardegna ed in Corsica e che lo aveva pure accompagnato nella
spedizione a Cipro53.
affronto nei loro riguardi verrà considerato alla stessa stregua che se fosse stato
arrecato ad un genovese (A.S.G., Arch, segr., Diversorum, n. 501, f. 16v-17v).
49 Ibid., f. 47, 54. La notizia della morte del de Marini, avvenuta per cause naturali
dopo circa un anno da quando aveva raggiunto l'isola, si conobbe a Genova nel
dicembre 1403 (G. Stella, op. cit., p. 264, 268). Anche in questa circostanza i cronisti corsi
confondono persone e date, perché sostengono che, dopo Raffaele Montaldo e prima di
Bartolomeo Grimaldi, fu inviato come governatore «Antoniotto Adorno che morì
arrivando» (cfr. Histoire de la Corse, comprenant la description de cette île d'après A. Giustinia-
ni, les chroniques de Giovanni della Grossa et de Monteggiani remaniées par Ceccaldi, les
chroniques de Ceccaldi et la chronique de Filippini, traduction française de l'abbé
Letteron, Bastia, 1888, I, p. 238). L'ex-doge Antoniotto Adorno era morto di peste già il 5
luglio 1398 (G. Stella, op. cit., p. 225).
50 A.S.G., Arch, segr., Diversorum, η. 501, f. 47v.
51 Ibid., f. 54, 8 e 13 febbraio.
52 G. Stella, op. cit., p. 272; // carteggio di Pileo de Marini areivescovo di Genova
(1400-1429) a cura di D. Puncuh, in ASLI, 11, 1971, fase. 1, p. 12.
53 Andrea compare come patrono di navi mercantili e come capitano di galee al
servizio della Repubblica, senza però trascurare l'attività commerciale peculiare degli
altri membri della famiglia. Per la sua missione in Corsica ed in Sardegna, cfr. A.S.G.,
Antico Comune, n. 662 (su cui V. Polonio, op. cit., p. 285). Su di lui, oltre la nota 33, cfr.
G.Stella, op. cit., p. 251, 353; R. Doehaerd-C. Kerremans, op. cit., doc. 228, p. 250; M. Ba-
lard, op. cit., p. 594, 760. Sulla spedizione a Cipro, cfr. R. Piattoli, La spedizione del
maresciallo Boucicaut contro Cipro e i suoi effetti dal carteggio dei mercanti fiorentini a
Genova, in Giornale storico e letterario della Liguria, n.s., 5, 1929, p. 134-138; F. Surdich,
Genova e Venezia tra Tre e Quattrocento, Genova, 1970, in particolare p. 50-68; G. G. Mus-
166 GIOVANNA PETTI BALBI
E così, dopo che il 27 giugno 1405 si era ribadita la decisione del 1403
favorevole a Lionello ed agli altri maonesi, il 9 marzo 1406 la Corsica viene
infeudata al solo Lionello Lomellini, al quale gli altri partecipi avevano ceduto
in precedenza i loro diritti (e la cosa è tutt'altro che improbabile dato che
cinque erano suoi fratelli). Lionello giura fedeltà al re di Francia e viene
creato conte e investito a titolo feudale dell'isola di Corsica con la solita
cerimonia ed il solito formulario : in questa circostanza, oltre il bacio della
pace, c'è anche l'anello che il Boucicaut mette al dito di Lionello, il quale
acquisisce così il titolo di conte, tradizionalmente riservato ai capi
dell'isola54.
Sembrerebbe quindi che la controversia tra Genova ed i feudatari di
Corsica si sia risolta a favore dei maonesi ο meglio di quel maonese, il
Lomellini appunto, che ne è l'elemento più dinamico e più autorevole
nel 'isola, dove ha cercato appoggi anche mediante un'abile politica matrimoniale con
i signori del Capocorso55. Forse il Boucicaut spera che Lionello, ritornando
nell'isola come conte, possa continuare quell'azione di recupero e di
pacificazione che, a detta dei cronisti corsi, sarebbe stata attuata dal fratello Andrea in
qualità di governatore. Ma le cose non vanno così : Lionello avrebbe pensato
solo alle sue piccole vendette personali, si sarebbe comportato da tiranno e
avrebbe indotto i corsi a schierarsi con Vincentello d'Istria che aveva raccolto
l'eredità dello zio Arrigo e si era portato nell'isola con l'aiuto e l'appoggio del
sovrano aragonese Martino56.
so, op. cit., p. 594, 760. Fu l'unico dei figli di Napoleone ad avere solo due figli (Albero
della famiglia, ms. cit., f. 18).
54 A.S.G., Liber Iurium IX, e. CXXIIIv-CXXXIv (la decisione del 1405); e. CXXXXVr-v
(l'investitura di Lionello). È troppo semplicistica la tesi del Sieveking (op. cit., II,
p. 130-131) il quale sostiene che Lionello fu investito della Corsica perché si offrì di
pagare da solo il tributo arretrato da diciannove anni di 40 fiorini annui, equivalenti al
prezzo del cavallo non più offerto dal 1386. In realtà la sentenza del 1405, che restituisce
a Lionello ed ai soci l'isola, impone al solo Lionello di versare al Comune : 62 lire e 10
soldi consegnate a Nicolo de Bonavei già inviato nell'isola per la maona, 1500 lire per il
prezzo di una galea data in comodato al governatore Raffaele Montaldo e 6250 lire spese
dallo stesso per le necessità dell'isola; inoltre il Comune deve essere mantenuto
estraneo alla richiesta di altre 4000 lire avanzata dal Montaldo. Lionello quindi, da solo
ο con l'aiuto dei fratelli, versò al Comune oltre 7812 lire prima del 1406, quando venne
investito conte, con una cerimonia sostanzialmente analoga a quella del 1378, senza però
clausole particolari.
55 Cfr. nota 64.
56 I cronisti corsi riferiscono che Andrea come governatore sottomise quasi tutta
l'isola e la lasciò pacificata a Lionello : questi ritornò in Corsica pieno d'orgoglio e di
tracotanza, trattò duramente gl'isolani, divenne oggetto di profondo odio e li spinse
nelle braccia di Vincentello {Histoire, op. cit., p. 240-242). Su queste vicende cfr. A. Bòsco-
Io, La politica italiana di Martino il vecchio re d'Aragona, Padova, 1962, p. 87 e segg.
I MAONESI E LA MAONA DI CORSICA (1378-1407) 167
G. Sorgia, Corsica, Genova e Aragona nel basso medio evo, Sassari, 1967, p. 46-49; R. Em-
manuelli, L'implantation, op. cit., p. 192; G. Petti Balbi, Genova e Corsica, op. cit., p. 72.
57 A.S.G., Liber Iurium IX, c. CLXIv-CLXIII.
58 Di Isnardo Guarco e delle sue imprese parla a lungo lo Stella {op. cit., ad indicem).
Nel febbraio 1410 Segurano de Franchi già Luxardo è procuratore di Battista (A.S.G.,
not. Giuliano Canella, cart. 479/11, e. LIIIIv), per cui non è improbabile che anche in
questa circostanza rappresenti il congiunto esule. Giovanni Centurione potrebbe essere
l'ex-maonese dell'83 (cfr. nota 26). Da notare che dei fratelli Lomellini si presentano a
rispondere solo Carlo, Goffredo e Giorgio, questi ultimi due anche come procuratori
degli assenti.
1 68 GIOVANNA PETTI BALBI
65 Su di loro esiste una copiosa documentazione per il periodo 1410-20 negli otto
cartulari di Giuliano Canella, il notaio della famiglia, il quale roga a piazza Banchi, di
preferenza sotto l'abitazione di Carlo : A.S.G., not. Giuliano Canella, dal cart. 478 al
cart. 484 (il 479 consta di due parti). Sulla famiglia cfr. J. Heers, Gênes au XVe siècle,
Paris, 1961, ad indicem. Per il patrimonio immobiliare dei Lomellini, uno degli alberghi
più ricchi di domus e domuncule soprattutto nella zona di Banchi, cfr. L. Grossi
Bianchi-Ε. Poleggi, Una città portuale del medioevo, Genova nei secoli X-XVI, Genova,
1980, p. 211-212, 229, 245.