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Quindicinale

Anno XL

10.05.2018
Numero

703
PERIODICO DI ATTUALITÀ DEI COMUNI DI ALANO DI PIAVE, QUERO VAS, SEGUSINO

A Somma Lombardo i 5 giorni che salvarono l’Italia - pag. 1


I luoghi di Egidio Forcellini - pag. 2-3-4
Il 25 Aprile ad Alano - pag. 5
Tragedia sul Grappa, muore Denny Pisan - pag. 8-9
Quero: fiera del bestiame 2018 - pag. 12-13
Chiuso in redazione il 30.04.2018 - Prossima chiusura il 21.05.2018
http://digilander.libero.it/tornado
Tassa pagata/Taxe Perçue/Ordinario Autorizzazione Tribunale BL n. 8 del 18/11/80Poste Italiane s.p.a. - Spedizione in A. P. - D.L. 353/2003 - (conv. in L. 27/02/2004 n. 46) art.1, comma 1, DCB BL
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IL TORNADO Sede: Via J. Kennedy - 32031 FENER-ALANO di PIAVE (BL). DIRETTORE RESPONSABILE: Mauro Mazzocco. REDATTORI: Sandro Curto, Silvio Forcellini. COLLABORATORI: Ales-
sandro Bagatella, Ivan Dal Toè, Antonio Deon, Foto Comaron, Fotocolor Resegati, Ermanno Geronazzo, Cristiano Mazzoni, Sergio Melchiori, Andrea Tolaini.
ABBONAMENTI: ITALIA Abbonamento annuale (18 numeri) € 25,00 ESTERO Abbonamento annuale (18 numeri) € 50,00.
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BAR JOLE - Fener; CARTOLIBRERIA SCHIEVENIN ALBERTINA - Quero; ALESSANDRO BAGATELLA - Quero; BAR “PIAVE” Carpen - LOCANDA SOLAGNA - Vas; ANTONIO DEON - Vas; BAR
“BOLLICINE” - Scalon; BAZAR di A. Verri - Segusino.
1 CRONACA

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tnec led una delegazione querese composta da:
aiP allaD onairoD Doriano Dalla Piazza, regista, Germano Susanetto, aiuto
S otreboR ,atsiger regista, Roberto Sudiero, fotografo, Claudio Dal Pos, per il
oigreS ,oiranetnec centenario, Sergio Faccinetto, per il gruppo Alpini, si è re-
oL ammoS a atac cata a Somma Lombardo.
rabmoL ammoS A A Somma Lombardo siamo stati ricevuti con cordialità nel-
lacol led edes al la sede del locale gruppo Alpini e specialmente con la
oc id enoizommoc commozione di concittadini “queresi“ colà residenti.

orp li elibaccepmI Impeccabile il programma messo a punto da Armando


led onipla ,otruC Curto, alpino del gruppo di Somma, cena preparata dal
inipla ilged ocouc cuoco degli alpini in sede, con la presenza del Sindaco,
e ,airalleB onafetS Stefano Bellaria, e della Assessore. alla cultura, Raffaella
ni otibuS .inicroN Norcini. Subito in sintonia reciproca con cordialità, aned-
o id oibmacs ,itod doti, scambio di opinioni, han creato un’atmosfera di fami-
lbib ni ioP .àtirailg gliarità. Poi in biblioteca comunale in una bella sala, gre-
,arusim ertlo atim mita oltre misura, la introduzione e la proiezione del do-

lanif enoizo
cumentario
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cnammini’l nassoluto
oc oiznesilenzio
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nemuc finale. Gli interventi del Sindaco, del capo
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niplapostilla:
Nelle foto: alcuni momenti dell’incontro,
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2 ATTUALITÀ

I luoghi di Egidio Forcellini


a cura di Silvio Forcellini
Nel 250° dalla morte di Egidio Forcellini, il nostro conterraneo autore del Lexicon Totius Latinitatis e per questo de-
finito “il principe dei lessicografi”, ripercorriamo - con alcune foto - i luoghi e i simboli in territorio alanese che lo ri-
guardano.

LA CASA NATALE AI FAVERI Nella foto a sinistra, l’abitazione di Fener, ai Faveri, costruita dove, più o meno,
sorgeva la casa natale di Egidio Forcellini, che qui nacque il 26 agosto 1688 e qui morì il 5 aprile 1768. Sulla faccia-
ta è stata apposta una lapide (nella foto a destra) recante la scritta: QUI ERA LA CASA / DOVE NACQUE E MORI’
/ EGIDIO FORCELLINI / CHE COL SUO LESSICO / IMPRESSE / DINANZI AL MONDO / IL PROPRIO NOME /
SIGILLO IMPERITURO DI GLORIA / N. 26.8.1688 M. 6.4.1768 (la data di morte riportata sulla lapide è sbagliata).

L’ORATORIO DI SANTA CECILIA AI FAVERI Adiacente alla casa natale, vi era allora (come vi è ancor oggi)
l’oratorio di Santa Cecilia (nella foto a sinistra), che all’epoca era sotto il giuspatronato della famiglia Forcellini. Ne
fu devota e vigile custode la madre di Egidio ed Egidio stesso durante le ferie estive del ‘53 provvide ad alcuni lavori
di restauro: «Ho riparato i giorni scorsi il tetto affatto rovinoso di questa chiesetta» (come scrisse nella lettera inviata
da Fener al fratello Marco, a Venezia, in data 25 agosto 1753).
LA CHIESA PARROCCHIALE A CAMPO Nella foto a destra, la chiesa di Campo, dove sono custoditi i resti mortali
del “principe dei lessicografi” e alla quale si recavano all’epoca gli abitanti dei Faveri, facendo parte, la borgata, del-
3 ATTUALITÀ

la Parrocchia di Campo (e questo fino al 1920). La piazza dove sorge la chiesa è da tempo intitolata al Forcellini,
così come la via che dai Faveri sale verso Campo.
E proprio a Campo furono ritrovati gli atti di nascita e di morte del Forcellini (e all’interno della chiesa le sue ossa).
Fu Jacopo Bernardi (autore, con Francesco Corradini, di Lettere di Egidio Forcellini al fratello Marco con biografia di
Egidio ed altre aggiunte, Padova, 1876) a raccontare di aver rintracciato gli atti di battesimo e di morte del Forcellini
nell’archivio parrocchiale di Campo S. Ulderico in occasione di una visita fatta il 6 maggio 1850. Tali documenti an-
darono poi distrutti insieme con l’archivio parrocchiale durante l’invasione austriaca degli anni 1917-1918. Nella
stessa circostanza il Bernardi rinvenne anche il sepolcro di Egidio. «Ci recammo - scrive - alla chiesa, e il parroco
ed il cooperatore aiutandoci a smuovere da questo e quel sito alcuni banchi sovrapposti, a sinistra rimpetto l’altar
maggiore apparve la lapide sepolcrale ove l’iscrizione: Sepulchrum Sacerdotum».
Dopo le distruzioni del 1917-1918, il parroco don Angelo Maddalon, riedificata la chiesa, raccolse le poche ossa ri-
maste e le compose piamente in una nuova tomba nel mezzo della navata riproducendo, sopra una lastra a losan-
ga sul pavimento, l’iscrizione fatta precedentemente apporre: HIC REQUIESCIT / AEGIDIUS SACERDOS FOR-
CELLINI / OBIIT ANNO MDCCLXVIII DIE V APRILIS / ANNOS NATUS LXXIX M VIII. Tradotta in italiano: “Qui ripo-
sa Egidio Forcellini, sacerdote. Morì nell’anno 1768, il giorno 5 aprile. Aveva 79 anni e 8 mesi”. L’iscrizione che
possiamo leggere ora, invece, è esattamente quella voluta da Egidio Forcellini (nella foto a sinistra): AEGIDII FOR-
CELLINI BERNARDINI F[ILII] / SEM[INARII] PAT[AVINI] ALUMNI SACERDOTIS ET / λεξιхογράφου / OSSA SUB
HOC LAPIDE EXPECTANT DUM CHRISTUS AB ASTRIS / EXTREMO VENIAT REDDERE IURA DIE / VIXIT AN-
NOS LXXIX / ABIIT AD PLURES / DIES V APRILIS ANNO MDCCLXVIII. Tradotta in italiano: “Sotto questa lapide i
resti mortali di Egidio Forcellini, figlio di Bernardino, sacerdote e lessicografo, aspettano finché Cristo dal cielo non
venga a giudicare nell’ultimo giorno. Visse 79 anni. Passò nel mondo dei più nell’anno 1768, il 5 aprile”.

All’esterno della chiesa, su un lato, campeggia inoltre una lapide con le parole di Niccolò Tommaseo (nella foto a
destra): EGIDIO FORCELLINI / ONORE DEL CLERO E DEL SAPERE ITALIANO / QUI PREGO’ NEGLI ULTIMI
ANNI DELLA PURA SUA VITA / COSPICUO DI SACRA AUTORITA’ / PERCHE’ SENTI’ LA GRANDEZZA / NON
DELLE PROPRIE BENEMERENZE MA DEL DOVERE / FU GRANDE. Cui segue, da parte dei promotori delle ce-
lebrazioni del 1968: Nel 2° centenario dalla morte la patria venerante, che si gloria di conservare in questa chiesa le
sue spoglie mortali. Nella chiesa di Campo, infatti, si celebrò in più occasioni il nostro illustre conterraneo, autore
del Lexicon Totius Latinitatis: il 6 ottobre 1968 (per il secondo centenario della morte), il 28 agosto 1988 (per il terzo
centenario della nascita) e, recentemente, l’8 aprile 2018 (per il 250° dalla morte).
IL MONUMENTO AL TEGORZO E IL BUSTO IN MUNICIPIO All’imbocco del ponte sul Tegorzo fa bella mostra di
sé il monumento a ricordo di Egidio Forcellini (nelle foto nella pagina seguente), inaugurato il 28 settembre 1879 e
della cui costruzione ci siamo occupati diffusamente sul n. 701. E’ una piramide triangolare, realizzata su progetto
dell’ingegner Giovanni Faccinetto e sotto la direzione dell’architetto Sebastiano De Boni. Su una facciata si legge
l’iscrizione in latino redatta dal Corradini: AEGIDIO FORCELLINI / LEXICOGRAPHUM PRINCIPI / MAXIMO PATA-
VINI SEMINARII / ORNAMENTO / HOC MONUMENTUM / QUO LOCI ORTUM SEPULCRUMQUE / HABUIT / AN-
NO AB EJUS MORTE CXI / AD TANTI NOMINIS / GLORIAM INSTAURANDAM / POSITUM EST. Tradotta in italia-
no: “A Egidio Forcellini, principe dei lessicografi, massima gloria del seminario patavino, fu collocato questo monu-
mento nel luogo dove egli ebbe i natali e morì, nell’anno 111° dalla sua morte, per rinnovare la fama di un nome co-
sì grande”. Su un’altra facciata si legge l’iscrizione in italiano redatta dal Bernardi: DOPO UN SECOLO DI SILEN-
ZIO / SU LE OBLIATE CENERI / DI EGIDIO FORCELLINI / PERCHE’ QUI A GLORIA / DE LA SUA TERRA NATA-
LE / E D’ITALIA / FOSSE IL NOME / DEL SOMMO LESSICOGRAFO RIDESTO / UN RICORDO MODESTISSIMO
/ SI ERESSE. Sulla terza facciata, infine, si legge: COL CONCORSO D’ITALIA / PROMOTORI JACOPO BER-
NARDI / FRANCESCO CORRADINI / ANTONIO CARNIELLO / IL XXVIII SETTEMBRE MDCCCLXXIX. Durante la
Grande Guerra, la piramide triangolare eretta in ricordo del Forcellini subì dei danneggiamenti sulle tre facciate; del-
le dodici gradinate originarie, le prime quattro rimasero intatte, ma le restanti otto cedettero. Il monumento fu restau-
rato nel 1921 grazie al contributo dei signori Dalla Favera, Lomboni e Merlo.
4 ATTUALITÀ

Molto più recente, ovviamente, è il busto di Egidio Forcellini che possiamo ammirare all’ingresso del municipio di
Alano (nella foto centrale, tra quelle del monumento). E’ opera dell’artista alanese Elvio Meneghetti, commissionato
dall’Amministrazione Piccolotto in occasione del terzo centenario della nascita del Forcellini. E l’Amministrazione
Piccolotto promosse, dall’11 dicembre 1988 al 1° agosto 1990, anche una serie di interessantissimi appuntamenti -
ad Alano, Padova e Vittorio Veneto - volti a ricordare degnamente il nostro illustre conterraneo. Vi presero parte in-
signi studiosi, scrittori e poeti, italiani e stranieri, secondo un programma formulato da un Comitato scientifico com-
posto dai professori Gerardo Bianco, Francesco Dalla Corte, Massimiliano Pavan ed Emilio Pianezzola., sotto l’Alto
Patronato del Presidente della Repubblica, con il Patrocinio dell’Università di Padova, dell’Accademia Patavina di
Scienze Lettere ed Arti e del Comune di Padova e con l’adesione e la partecipazione del Comitato per la Difesa del-
la Cultura Italiana presieduto da Giuseppe Montalenti, Accademico dei Lincei. I temi trattati durante i vari incontri
furono: “Il latino nella cultura moderna (sec. XVI-XVII)”, “Il latino nella cultura moderna (sec. XVIII-XX)”, “Il latino nel-
la nuova scienza linguistica”, “Il latino nelle scuole e la diffusione delle collane dei classici”, “Evoluzione della lin-
gua”.

Circa un mese fa, infine, l’Amministrazione Bogana ha posto, in prossimità della borgata dei Faveri, il cartello (nella
foto a sinistra) che rimanda alla chiesa di Sant’Ulderico di Campo, dove riposano le spoglie mortali del Forcellini,
come recita anche la lapide che si può ammirare all’interno della chiesa stessa (nella foto a destra) e che è stata
apposta nel 1988 in occasione del terzo centenario della nascita.

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5 CRONACA

Il 25 aprile ad Alano
di Silvio Forcellini
Perché festeggiare oggi il 25 aprile? «Per mille ragioni»,
risponde lo storico Paolo Pezzino, tra i fondatori della
Società italiana per lo studio della storia contemporanea.
«Perché in Italia è nato il primo esperimento di un regime
fascista ed è importante capire come mai. Perché del
fascismo continua a fornirsi spesso, da parte di uomini
politici e dei mass media, un’immagine banalizzante,
edulcorata e falsa. Perché se il fascismo come regime non
potrà ripetersi, alcuni elementi fondamentali della sua
ideologia sono penetrati a fondo nella società italiana, e
continuano ancora oggi ad operare. Perché in realtà il
Paese non ha fatto fino in fondo i conti con il ventennio». E
interpellato sull’interpretazione storiografica più calzante di
questa data, così risponde: «Insieme alla fine della guerra
ricordiamo anche la caduta definitiva del regime - nella
versione della Repubblica Sociale Italiana - e la sconfitta
dell’esercito tedesco in Italia. E celebriamo il sacrificio di
partigiani e militari, resistenti senz’armi, civili inermi trucidati,
perseguitati politici e razziali del regime. Insomma, le tante
Resistenze combattute con o senza armi. E allora è la festa
della svolta decisiva verso la democrazia». Libertà e
democrazia riconquistate per tutti gli italiani, che, in questo
73° anniversario del 25 aprile, sono state festeggiate e
ricordate anche nel Basso Feltrino. Da qualche anno, infatti,
il Comune di Alano di Piave e quello di Quero Vas
organizzano insieme la cerimonia, in collaborazione con le locali associazioni d’arma e di ex combattenti. Questa
volta è toccato ad Alano di Piave l’onore di ospitare la Festa della
Liberazione, iniziata con la Messa nella chiesa parrocchiale del
capoluogo e proseguita con il corteo - con alla testa la Banda Setteville
- diretto in Piazza dei Martiri al Monumento al Partigiano. Qui, sia il
sindaco di Alano Serenella Bogana che l’assessore di Quero Vas
Alberto Coppe hanno “attualizzato” il significato del 25 aprile,
ricordando il sacrificio di chi, in nome del bene comune, ha messo da
parte le diversità di vedute e le differenti ideologie e ha “marciato”
compatto contro il nazi-fascismo. Ben altro - hanno stigmatizzato gli
oratori - lo spettacolo cui assistiamo proprio in queste settimane, con
le attuali forze politiche incapaci di un accordo di governo (e non a
caso si è parlato, nell’occasione, di “teatrino della politica”). Le note
della Banda Setteville, presenza sempre graditissima, hanno allietato
la mattinata, esibizione conclusasi con l’esecuzione di “Bella ciao”. E’ seguito il rinfresco, presso la Casa delle
Associazioni. Nel 2019 il 25 aprile sarà festeggiato nella frazione di Carpen; auguriamoci solo che la partecipazione
sia più nutrita rispetto a quella di quest’anno.
6 LETTERE AL TORNADO

L’Asilo di Quero in Fiera!


a cura delle rappresentanti dei genitori
La Scuola dell’Infanzia M.V. Casamata di Quero anche quest’anno era presente alla Fiera di Santa Croce di Quero
svoltasi domenica 22 aprile. Grande successo per la pesca organizzata dai genitori, numerosi premi a disposizione
grazie a tutte le attività del paese, e non, che vi hanno contribuito. A nome della scuola, dei genitori ci teniamo a rin-
graziarle tutte una ad una:
Pro Loco Quero, salone Venus Look, salone Metamorfosi, Fiorestetica, Farmacia Grubissa, Panificio Schievenin, Pani-
ficio Favero, Panificio Errandi (Alano di Piave), Oriana Alimentari, Eurospesa, Azienda agricola Miuzzi, Azienda Agrico-
la Monte Cornella, B&B Col Barbanich, Dalla Rosa Cristina, Birrificio di Quero, Pizzeria La Rotonda, Hotel Tegorzo, Vi-
ni Biasiotto, Bar Tabacchino, Bar Fly, Bar Centrale, Bar Cavallino, Bar Al Sole, Gelateria Due Valli(Fener), Gioia Gelato
(Fener), Bar Amici Miei (Pederobba), Chiosco Bar-H, Antoniazzi, Special, Perenz, Bensol, Mistral, Fioreria Della Bian-
ca, Duilio Mondin, Emanuela fiori, Gallina Danillo, Cartoleria Schievenin Albertina, Macelleria BDL da Sonia e Roger
(Pederobba).
Un grazie di cuore per la generosità dimostrata, grazie a tutti coloro che sono venuti a pescare, a comprare una buona
torta, ai genitori che hanno aiutato, tutti insieme possiamo dare un contributo importante alla nostra scuola.
Ci teniamo a raccontarvi quante interessanti attività
vengono svolte alla scuola dell’Infanzia di Quero.
Il 31 ottobre è stata organizzata una festa di Hallo-
ween per tutti i bambini presso il Bar Oasi, un mo-
mento di festa e di allegria tra un dolcetto e un scher-
zetto e buona musica grazie all’aiuto della titolare La-
ra Conte; il primo novembre invece si è svolta la tra-
dizionale vendita delle torte presso la sala delle as-
sociazioni ospitati dalla Pro loco di Quero. A dicem-
bre al centro culturale abbiamo assistito alla recita di
Natale, una vera e propria rappresentazione teatrale
seguita da un ricco rinfresco presso il salone della
scuola.
Non sono mancate poi le feste tra i bambini come la festa di carnevale tutti ma-
scherati; per la giornata dello sport è stata invece organizzata un’uscita alla pale-
stra Il Dado di Feltre, un’occasione unica per provare l’emozione dell’arrampicata.
I bambini hanno partecipato alla giornata della legalità piantando i fiori presso la
biblioteca e hanno assistito alle letture dei ragazzi delle elementari per la giornata
mondiale della lettura svoltasi lunedì 23 aprile.
Attualmente stanno frequentando un corso di yoga ogni settimana, un ciclo di 10
incontri tenuti a scuola oltre alla psicomotricità svolta durante tutto l’anno scolasti-
co.
Trai laboratori ci teniamo a segnalarne uno in particolare, il laboratorio delle scato-
le azzurre, una tecnica terapeutica attraverso il contatto diretto con la sabbia che
porta poi all’aggiunta di altri materiali. Si comincia da un determinato spazio fino
ad avere la propria scatola azzurra o a condividere le stesse scatole tra amici.
Come diceva Dora Kalff “Oggi noi siamo allontanati dagli elementi naturali: siamo
immersi in un mondo di parole, di oggetti, di macchine, ed allontanati dalle nostre
emozioni. E’ importante il contatto con gli elementi per riprendere il contatto con le
nostre emozioni. Non si può, e non si deve, eliminare lo sviluppo della tecnica ma
il nostro rapporto con essa può essere” nutrito” attraverso i contatti con la vera na-
tura.”
Prossimamente è in programma la gita delle famiglie a Gardaland e il 12 maggio “letture animate per i bambini dai 3
ai 6 anni “ a cura di Federica De Col. A fine maggio ci sarà lo spettacolo finale e a giugno la partecipazione allo School
festival. Venite a visitare la nostra scuola, vi aspettiamo!!
7 CRONACA

L’addio a Maria Geronazzo “Cela”


di Sandro Curto
Dopo breve malattia è deceduta a Bigolino, dove viveva da tempo col genero Pino Verri,
Maria Geronazzo vedova Mantoet, classe 1922 (nella foto a sinistra). Le avevamo dedi-
cato un articolo l’anno scorso (Tornado n. 683) ricordando le sue origini feneresi; era in-
fatti l’ultima in vita dei cinque figli avuti da “Mano Cela” (Angelo detto Nino, Maria, Cesa-
rina, Luigina e Giorgio), arrivato a Fener nel 1928 per aprire un’attività di commercio di
vini e bibite negli spazi oggi occupati dalla ditta Schievenin Fiori. Era stato un piacevole incontro con una persona
simpatica e, nonostante l’età, piena di vita.
ALTRI DECESSI E’ mancato a Vas Riccardo Dallo di anni 70, a Quero Sergio Proverbio di anni 85, ad Alano Maria
Franzoia vedova Rizzotto, originaria di Colmirano, classe 1928, da tempo ospite della locale casa di riposo. Era ap-
pena arrivata al secolo, l’11 febbraio 2018, Luigia Mondin alla quale il Tornado aveva dedicato ampio spazio nel n.
700 ma non è riuscita ad andare oltre, venendo a mancare nel mese di aprile. Alle famiglie le condoglianze della
Redazione.

I numeri dell’A.I.R.E.
di Sandro Curto
La rivista “Bellunesi nel Mondo”, mensile edito dall’Associazione Emigranti, nel numero di aprile dedica alcune pa-
gine all’A.I.R.E. (Anagrafe degli Italiani Residenti all’Estero) i cui iscritti in provincia di Belluno, al 31.12.2017, sono
51.301 con un incremento di 1.292 unità rispetto alla stessa data del 2016. Per quanto riguarda la nostra zona,
Alano di Piave, sempre a fine 2017, registra 702 iscritti, con un aumento di 21 unità che porta al 25,19% la percen-
tuale sulla popolazione residente (2.787). Quero Vas, con un incremento di 40 unità, si porta a 598 iscritti pari al
18,94% della popolazione residente (3.158). Numeri importanti ma ben lontani da alcuni Comuni, come Soverzene
(831 iscritti con 381 abitanti) o Arsiè (2.294 iscritti con 2.291 abitanti), dove si supera la popolazione residente. Il
maggior numero di bellunesi iscritti all’A.I.R.E. si trova in Brasile (15.417), seguito dalla Svizzera (11.337) e dalla
Germania (5.210).

SCOPA ALL’ASSO

A Piero De Faveri e Amedeo Mondin


la gara “Alla Pesa” di Segusino
di Sandro Curto
Dopo qualche anno ritorna la scopa all’asso a Segusino con la gara a 16 coppie organizzata dal bar “Alla Pesa” sa-
bato 21 aprile. A vincere l’inedita coppia formata da Piero De Faveri e Amedeo Mondin che hanno sbaragliato tutti
gli avversari senza difficoltà grazie ad una straordinaria giornata di grazia. Ultimi a cedere, in una finale peraltro
senza storia, i soliti Giuseppe Scarpa e Gianni Secco. Al terzo posto, pari merito, le coppie locali formate da Casi-
miro Longo-Danilo Longo e da Sergio Calabrese col padrone di casa Marcello Coppe
Prossimo prestigioso appuntamento il 2 giugno con la gara ad invito organizzata dal nostro giornale e intitolata alla
memoria di Gianfranco Rinaldo, che anche quest’anno si terrà al bar “Ricci” di Alano.

Alano, il 24 giugno la camminata


“Tra Storia e Malghe”
di Silvio Forcellini
Avrà luogo domenica 24 giugno la terza edizione di “Tra Storia e Malghe”, la
camminata promossa dal Comune di Alano in collaborazione con le associazioni
locali, che partirà da Malga Camparona e avrà come cornice gli splendidi scenari
offerti dalle nostre montagne. Le iscrizioni sono già aperte. E’ possibile rivolgersi al
Ricci Bar (Piazza Martiri, Alano di Piave, chiuso il mercoledì, nei giorni di apertura
orario dalle 7 alle 22), al Bar Kikko (Via Roma, Pederobba, chiuso il martedì pome-
riggio, nei gironi di apertura orario dalle 6 alle 22), oppure on line sul sito
www.dolomitiming.it/iscrizioni. Per ulteriori informazioni: Facebook Tra Storia e
Malghe, Instagram Tra Storia e Malghe, e-mail trastoriaemalghe@gmail.com. Il ri-
trovo, il giorno della camminata, è stato fissato tra le ore 7.00 e le ore 9.00.
8 RASSEGNA STAMPA

La 35enne dominicana è residente ad Alano di Piave

Due anni alla bella escort, raggirò l’amante 60enne


AGORDINO. Aveva intortato per bene il facoltoso sessantenne di un piccolo comune dell’Agordino, abusando della
loro relazione, tenuta in piedi, evidentemente, solo allo scopo di farla fruttare. A conti fatti gli avrebbe intascato
30mila euro, tra contanti e regali vari. Raggiro? No. Secondo la difesa: la donna era una escort di professione e si
faceva pagare dai suoi clienti. Quella cifra sarebbe stata solo l’onorario. Ma ieri, per la 35enne di origine dominica-
na, residente ad Alano di Piave, è arrivata la condanna a 2 anni di reclusione e 600 euro di multa. Dovrà inoltre ri-
sarcire la parte civile, assistita dall’avvocato Mariangela Sommacal, con 10mila euro, cifra stabilita dal giudice in via
equitativa di fronte all’impossibilità di calcolare con certezza quanto fosse riuscita a spillare a quel compagno “sta-
bilmente” occasionale. Il pubblico ministero, nell’udienza scorsa, aveva chiesto 2 anni e 8 mesi. Il giudice, Elisabet-
ta Scolozzi, è stato più clemente portando la condanna a 2 anni, ma non ha concesso la sospensione condizionale
della pena in quanto l’imputata aveva già diversi precedenti penali, anche per spaccio. Il processo si è svolto con
rito abbreviato, consentendo così all’imputata di ottenere uno sconto di pena. Il reato che le si contestava era di cir-
convenzione d’incapace. Quando, infatti, la storia della relazione venne a galla in famiglia, l’uomo venne interdetto,
nominandogli un amministratore di sostegno nella figura dell’avvocato Luca Zullo. I fatti si svolsero tra il 2016 e il
2017, con più incontri consumati in diverse parti della provincia. Una relazione che era partita dopo che si erano
conosciuti attraverso amici comuni. II 60enne, con una pensione di invalidità e una fortuna lasciatagli dalla madre,
avrebbe abboccato senza tanti problemi, vittima del suo debole per le donne. Inizia così un rapporto dentro al quale
la dominicana infila una serie di storielle strappalacrime per farsi dare dei soldi. Parlava spesso della famiglia in pa-
tria, povera, dell’affitto da saldare, dei figli e delle bollette insolute. A far saltare il tappo del raggiro fu la banca dove
l’uomo aveva il conto corrente. Di fronte a più operazioni, con cifre importanti, qualcuno si chiese se non fosse il
caso di informare i carabinieri. Si aprì così un'indagine che portò alla 35enne. Il suo difensore ha sempre sostenuto
la tesi di un normale “rapporto di lavoro”. Nessun intortamento, ma solo business. Il giudice l’ha pensata diversa-
mente.
da “Il Gazzettino” del 19 aprile 2018

Partito da Alano con due amici, Denny Pisan voleva vedere l’alba.
Era appeno sceso dall’auto bloccata dalla neve per dare indicazioni.

Tragedia sul Grappa, muore 27enne alanese


PADERNO DEL GRAPPA. L’escursione per ammirare l’alba dalle pendici
del Monte Grappa si trasforma in tragedia. A perdere la vita, ieri intorno
alle 5, il 27enne Denny Pisan, infermiere in una casa di riposo bellunese,
di Alano di Piave. Il giovane, in compagnia di due amici, dopo essere pas-
sato dal Monte Tomba, aveva raggiunto località “Pian de la Bala", sul
Grappa nel Comune di Paderno. Subito dopo la prima galleria (arrivando
dal Tomba) e raggiunta zona “Meatte”, percorrendo sempre in auto il sen-
tiero sterrato 251. Nel tratto tra Archeson e Grappa, i tre amici si sono tro-
vati la strada sbarrata dalla neve, a poche centinaia di metri dal Salto del-
la Capra e da località Nappon. E sono bastati pochi attimi per trasformare
un’avventura da raccontare, quella di ammirare l’alba in quota (erano a
1400 metri sul livello del mare), in una tragedia. Vista la strada sbarrata
dalla neve, l’infermiere è sceso dall’auto per aiutare l’amico al volante a
fare inversione di marcia. Una manovra resa complicata, oltre che dalla
neve, dalla strada stretta e da una nuvola bassa che rendeva molto pre-
caria la visibilità. Proprio durante i tentativi di inversione di marcia, da
quanto hanno raccontato gli amici sotto choc ai carabinieri, il 27enne avrebbe scavalcato il guard-rail. Proprio in
quell’attimo, forse ingannato dalla scarsa visibilità, avrebbe messo un piede in fallo e avrebbe perso l’equilibrio,
precipitando nel vuoto. Un salto di almeno 30 metri che, da quanto ricostruito successivamente dai medici di Cre-
spano, non avrebbe dato scampo al giovane, che sarebbe morto sul colpo. Il corpo senza vita sarebbe poi rotolato
nel burrone, almeno altri 70 metri più in basso. Impotenti gli amici che hanno assistito alla tragedia senza poter
muovere un dito per strappare il 27enne da quella fine orribile. Poi hanno urlato il nome di «Denny», ma senza rice-
vere risposta.
L’allarme Gli amici, disperati, si sono aggrappati al cellulare e hanno lanciato l’allarme, chiedendo aiuto al 118 e ai
carabinieri, che hanno immediatamente chiesto il supporto dei volontari del Soccorso alpino. Non erano ancora
scoccate le 5.30 che la macchina dei soccorsi si stava dirigendo su Pian de la Bala, con la speranza di salvare una
vita. Una speranza che poche ore dopo si sarebbe rivelata un’illusione. A rendere più difficile il lavoro dei soccorrito-
ri la nebbia. Solo intorno alle 7.30, calandosi per oltre cento metri con le corde, gli “angeli” del Soccorso alpino han-
no raggiunto il corpo senza vita dell’infermiere. E solo quando la visibilità è migliorata, intorno alle 10, la salma è
stata recuperata, con l’intervento dell’elicottero del 118 del Ca’ Foncello di Treviso.
Le indagini Dai primi accertamenti dei carabinieri di Crespano, coordinati dal maresciallo Daniele Santelli,
l’infermiere bellunese sarebbe sceso dall’auto, bloccata dalla neve, per dare indicazioni all’amico che si trovava al
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volante per fare inversione, visto che la strada era bloccata dalla neve. Forse voleva dare una spinta all’auto, forse
è arretrato un passo di troppo, ma resta il fatto che ha perso l’equilibrio e, nonostante quel tratto di strada fosse pro-
tetto da un guard-rail, è precipitato nel canalone, sfracellandosi. Il corpo del 27enne, in attesa del nulla osta della
Procura, è stato portato in cella mortuaria, in attesa di essere riconsegnato ai famigliari che, ieri intorno alle 12,
hanno raggiunto Crespano, dove sono stati informati sulla dinamica della tragedia dai carabinieri.
da “Il Gazzettino” del 26 aprile 2018

Denny Pisan: studente brillante, poi la laurea


e subito infermiere in casa di riposo
ALANO DI PIAVE. Una tragica fatalità ha portato Denny Pisan ieri al suo incontro con la morte. Doveva essere un
giorno di festa per il 27enne di Alano di Piave. La sveglia ieri era suonata presto perché Denny, insieme ad un paio
di amici, aveva deciso di salire sul Grappa per vedere sorgere l’alba. Lungo il percorso, però, si sono imbattuti nella
neve, a cui si è aggiunta una scarsa visibilità causata dalla nebbia e dal buio e la decisione di fare marcia indietro.
Denny scende dall’automobile per aiutare l’autista nelle manovre, essendo una strada stretta; scavalca il guard-rail,
probabilmente per essere meno d’impiccio, ed è lì che precipita per 100 metri. Per lui non c’è stato nulla da fare. È
morto sul colpo. E la notizia della sua morte si è diffusa in paese proprio quando, davanti al monumento di Alano di
Piave, si stavano svolgendo le celebrazioni per il 25 aprile. Un silenzio è subito calato fra i presenti. Una notizia che
ha gelato tutti.
Un giovane brillante Denny era infatti molto conosciuto in paese, ben voluto ed apprezzato per la sua semplicità e
solarità. Residente ad Alano di Piave, dopo le scuole superiori aveva deciso di iscriversi al corso universitario di in-
fermieristica. Per racimolare qualche soldo, nel frattempo, aveva lavorato per un periodo all’Eurospesa di Quero. E
poco tempo fa l’agognato traguardo: la laurea, con grande soddisfazione da parte di tutta la famiglia, in particolare
dei genitori e della sorella. Un percorso di studi brillante, tant’è che non aveva avuto difficoltà a trovare lavoro
all’ospedale di Treviso proprio come infermiere. Un contratto temporaneo, di quattro/cinque mesi in sostituzione di
una maternità, ma certamente per un ragazzo, agli inizi del suo percorso professionale, rappresentava un bel pas-
so. Finita l’esperienza nel Trevigiano, lo attendeva un’altra avventura professionale come infermiere nella casa di
riposo Suor Filippina di Grigno. Una persona semplice, “un ragazzo di cuore” come lo hanno definito gli amici, ap-
passionato di montagna.
Il sindaco «La notizia è iniziata a circolare durante le celebrazioni del 25 aprile e ha lasciato tutta la comunità
sconcertata», dichiara il sindaco di Alano di Piave Serenella Bogana. «Il primo pensiero è corso ai genitori, alla so-
rella ed alla nonna a cui rivolgiamo la nostra vicinanza come amministrazione ma anche come comunità. È stata
una tragica fatalità che ha lasciato sconvolta me in prima persona, ma poi tutta la comunità alanese. Io, infatti, lo
conoscevo fin da quando era un adolescente ed è sempre stato un caro ragazzo. Sono notizie che non vorremmo
mai sentire».
Il precedente La comunità di Alano di Piave si ritrova a piangere una giovane vita spezzata. Era lo scorso marzo
quando il 18enne Simone Giupponi, di Alano Piave, è stato centrato da un’auto mentre era a Montebelluna, a bordo
del suo scooter, insieme alla fidanzata Asia. Simone si è rialzato, lamentando un forte dolore alle gambe, ma il suo
primo pensiero fu per la fidanzata. Sembrava quindi che questo incidente non avesse avuto risvolti negativi ed in-
vece, a distanza di qualche ora, le condizioni del giovane sono improvvisamente peggiorate e, a causa dei traumi
interni, Simone è morto. Il 18enne, che frequentava l’istituto Scarpa di Montebelluna, era un grande appassionato di
moto e di motori. I funerali si sono tenuti nella chiesa di Campo ad Alano alla presenza di tantissime persone. Ora,
la comunità alanese, ha una nuova famiglia a cui dare il suo affetto ed esprimere la propria vicinanza.
da “Il Gazzettino” del 26 aprile 2018

Allestimento durante l’estate in vista dell’inaugurazione in ottobre.


Tra i reperti il vecchio ponte di Fener. L’area sarà intitolata a Carlo I d’Asburgo.

Parco del Piave a Caorera ispirato alla Grande Guerra


QUERO VAS. Un altro passo verso la costruzione del parco del Piave di Caorera. I reperti del vecchio ponte di Fe-
ner, abbattuto durante la Prima Guerra Mondiale e conservati al Museo del Piave di Caorera, gestito da Diotisalvi
Perin, verranno a breve trasportati lungo le sponde del Piave e rappresenteranno la prima pietra miliare di quello
che sarà un vero e proprio museo a cielo aperto. Tutto per un fine strettamente turistico. Il parco, che verrà intitolato
a Carlo I d’Asburgo, ultimo imperatore d’Austria-Ungheria, si estenderà su un’area di circa 250 metri quadrati e
conserverà alcuni reperti archeologici, che avranno una funzione ben precisa: fungere da richiamo e da simbolo per
la pace e la concordia tra i popoli. Stesso motivo per il quale l’imperatore Carlo d’Asburgo fu beatificato da Papa
Giovanni Paolo II nel 2004. All’interno del parco verrà inoltre creato un percorso tematico con vari pannelli informa-
tivi per i turisti, i quali potranno usufruire di ulteriori indicazioni per incamminarsi lungo altri sentieri della Grande
Guerra e non solo. Quest’anno ricorre infatti la commemorazione della fine del periodo bellico e all’interno dei Co-
muni di Quero Vas e Alano di Piave, da qui al termine del 2018, saranno infatti previste varie iniziative. Per quanto
riguarda la realizzazione del parco, i lavori saranno realizzati dal Comune di Quero Vas e avranno in ogni caso un
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costo contenuto; dal lato della sua concretizzazione il progetto sta in ogni caso procedendo bene, a tal punto che
sono già state indicate delle date nelle quali avverrà l’inaugurazione del parco, ovvero nella prima metà di ottobre,
presumibilmente nei giorni 12-13-14 ottobre, nella settimana successiva alla Sagra della Zucca. La cerimonia si svi-
lupperà in due fasi: la prima sul sacrario del Monte Grappa, mentre la seconda al Museo del Piave di Caorera con
benedizione del parco. Saranno inoltre presenti sia autorità italiane che straniere; si parla infatti di due ministri au-
striaci e del nipote di Carlo I d’Asburgo. Diotisalvi Perin commenta così: «Lo spostamento dei reperti che apparte-
nevano al ponte di Fener sono solo il simbolo di un grande progetto che vedrà la nascita di un parco tematico nel
ricordo della Grande Guerra. Per la sua inaugurazione è stata fissata la data di metà ottobre in quella che sarà di
fatto una grande quanto importante cerimonia, alla quale presenzieranno anche autorità austriache, con le quali
siamo in contatto. Vorrei sottolineare che il parco sarà dedicato all’imperatore austro-ungarico Carlo I d’Asburgo,
beatificato in quanto simbolo di pace. All’evento di Caorera sarà presente anche suo nipote».
da “Il Corriere delle Alpi” del 24 aprile 2018

Il sindaco programma la spesa per la videosorveglianza, partendo da scuole, asili e ingressi al paese

Segusino, 40 mila euro per le telecamere


SEGUSINO. L’amministrazione comunale ha intenzione di investire circa quarantamila
euro nel servizio di videosorveglianza: «Attualmente - spiega il sindaco Gloria Paulon -
stiamo valutando diverse opzioni con relativi costi, nell’ottica di rispondere a una precisa
esigenza riscontrata tra la popolazione e nel contempo di tenere fede a uno dei punti
cardine del nostro programma elettorale». Al momento il Comune è quasi sprovvisto di
telecamere di sicurezza, fatta eccezione per qualche dispositivo, piuttosto datato, punta-
to sulla piazza del capoluogo. L’obiettivo della giunta municipale è quello di coprire
l’intero territorio, partendo dalle zone sensibili: scuole, asili e i due ingressi al paese. In
totale dovrebbero essere acquistati e installati una decina, o poco più, di occhi elettroni-
ci. L’intervento, la cifra necessaria per realizzarlo e il tipo di tecnologia da utilizzare sono
al vaglio della compagine di maggioranza: «Si tratta di un impegno - prosegue il sindaco
- che intendiamo onorare. Decideremo entro l’estate tutti i dettagli». A Segusino opera
un agente di polizia locale, cui spetta il monitoraggio del territorio. La convenzione con il
Comune di Alano di Piave è temporaneamente sospesa, causa problemi di carenza di
personale dell’ente bellunese. Nel corso della sua ultima seduta, il consiglio comunale
ha approvato il rendiconto economico relativo al 2017 e una variazione al bilancio trien-
nale 2018-2020. Entrambi i punti sono stati approvati all’unanimità. Segusino può contare su un avanzo di bilancio
pari a 428.000 euro: «Vedremo in futuro come investire il denaro», spiega Gloria Paulon, la quale pone tra le priori-
tà l’adeguamento sismico dell’edilizia scolastica; la primaria “Antonio Canova” è un edificio che risale agli anni Cin-
quanta e, fatti salvi alcuni lavori realizzati una decina di anni fa, avrebbe bisogno di un intervento radicale di messa
in sicurezza: «Purtroppo - rileva con amarezza e un pizzico di ironia il primo cittadino - per lo Stato italiano non sia-
mo sufficientemente indebitati per avere diritto ai fondi messi a disposizione dai ministeri di Economia e Finanza ed
Istruzione, Università e Ricerca e stanziati con la legge 205 del 2017. Prenderemo in considerazione un altro ban-
do, regionale questa volta».
da “La Tribuna di Treviso” del 28 aprile 2018
11 LETTERE AL TORNADO

Gruppo consigliare Comune di Quero Vas


Al Sig. Sindaco
Ing. Zanolla Bruno
Comune di QUERO VAS

Oggetto : Interrogazione progetto fusione Comuni Quero Vas - Alano di Piave


Spett.le Sig. Sindaco,
constatato che in seguito ad un avvio tanto entusiasta del progetto di fusione fra i due Comuni, risalente all’autunno
dell’anno scorso, il programma sembra essersi arenato e ricordando i finanziamenti ricevuti a questo scopo ed utilizzati
per la redazione dello studio di fattibilità,
CHIEDONO
 quali siano le tappe future pianificate dall’Amministrazione comunale, eventualmente in sintonia con quella di Ala-
no di Piave, per portare avanti con efficacia e determinazione il progetto di fusione, in particolare con riferimento al
programma di informazione e consultazione della popolazione;
 se siano state avviate opportune iniziative per definire modalità e modi per avviare anche uno studio preliminare di
statuto che garantisca le varie municipalità nella loro autonomia rappresentativa;
 se vi siano ancora realistiche possibilità di giungere alla fusione alla scadenza del mandato dell’amministrazione
di Quero Vas;
Si richiede una risposta in occasione del primo consiglio comunale utile.
Quero Vas, 28 aprile 2018
IL PONTE - Gruppo consigliare comune di Quero Vas

Disciplinare l’uso dei fitofarmaci


di Alda Panciera
Nei mesi scorsi i comuni di Sospirolo, Cesiomaggiore e Santa Giustina hanno adottato - all'unanimità - il Regolamento
per la limitazione dei prodotti fitosanitari proposto dal Movimento Terra Bellunese, che vieta i fitofarmaci più dannosi
per la salute dell'uomo e dell'ambiente, secondo le classificazioni ed etichettature validate dal
Ministero della Sanità. A breve dovrebbero aderire anche Sedico e San Gregorio nelle Alpi. Le
cinque amministrazioni della destra Piave si allineano dunque a quelle di Belluno, Feltre, Pe-
davena, Soverzene, Calalzo, Ponte nelle Alpi, Perarolo, Lozzo e Pieve di Cadore, che lo ave-
vano già adottato in precedenza, nella speranza di giungere ad un regolamento unico, che tu-
teli in modo uniforme la Val Belluna e, auspicabilmente, l’intera provincia di Belluno, difenden-
dola dall'invasione di colture intensive che necessitano di interventi fitosanitari pesanti. In tutto
il Bellunese si stanno moltiplicando azioni piccole e grandi a favore di un'agricoltura rispettosa
dell'uomo e del suo lavoro, dell'ambiente e dei beni comuni, in primis aria, acqua e suolo. Evi-
dentemente queste amministrazioni non hanno ravvisato nella difesa dell’ambiente un freno allo sviluppo, anzi: esse
hanno compreso che un territorio integro, ricco di tradizioni, di biodiversità e di eccellenze enogastronomiche coltivate
nel rispetto dell’ambiente, è molto più fruibile anche dal punto di vista turistico e può quindi rappresentare un volano
per l’economia del territorio. Nelle settimane scorse a Belluno si è tenuto anche un convegno sul Bio Distretto delle Do-
lomiti in collaborazione, tra gli altri, con L’Istituto Agrario di Feltre, la cui azienda agricola è in fase di conversione bio-
logica. Le alternative all’agricoltura intensiva e impattante ci sono, sia con prodotti naturali o a basso impatto, sia con
varietà resistenti alle principali malattie. Un altro motivo che dovrebbe indurre le amministrazioni locali ad una seria ri-
flessione sui fitofarmaci è dovuto al fatto che la qualità dell’aria nel Bellunese - e nel feltrino in particolare- è critica, con
valori di polveri sottili e benzopirene piuttosto alti, soprattutto nel periodo invernale, da novembre a marzo, quando ini-
ziano i trattamenti intensivi e le nostre vallate potrebbero invece iniziare a respirare aria più pulita. Ciò sarebbe partico-
larmente deleterio per la nostra conca, chiusa e con scarso riciclo d’aria, anche perché queste sostanze non rimango-
no ferme dove sono state irrorate, ma si spostano per chilometri.
E ad Alano cosa succede?
Bè, anche qui i cittadini si sono dati da fare e nella primavera
scorsa hanno consegnato in municipio circa 450 firme, che in un
comune di nemmeno 3.000 abitanti non sono certamente poche,
per chiedere una regolamentazione dei fitofarmaci anche nel no-
stro territorio.
Mi auguro pertanto che – ad un anno di distanza e dopo aver in-
viato qualche sollecito - l’amministrazione di Alano possa trovare
quanto prima il tempo per ascoltare le istanze della popolazione
e decidere insieme il futuro del nostro territorio.

La foto di copertina
(M.M.) Scatto del nostro abbonato Tristano Dal Canton, che riprende uno scorcio della frazione Carpen, di Quero Vas.
La fotografia riprende dall’alto alcune case della frazione, con vista sul Piave. Che si tratti di uno scatto estivo lo si ca-
pisce anche dai bagnanti che si vedono quasi al centro della foto, sulla sassosa “spiaggia” in riva al fiume. Un dato
confermato dai metadati: data dell’immagine 13 agosto 2016. Tristano ha usato una Panasonic modello DMC-FZ200,
con tempo otturazione di 1/1300 s. e numero di apertura F=4, Iso = 100.
12 CRONACA

Quero: Fiera del Bestiame 2018


a cura di Cristina Dalla Rosa - assessore all'agricoltura
Una giornata da incorniciare in tutti i sensi quella che ha caratterizzato l'edizione 2018 della fiera a Quero. Il meteo, per
una volta clemente, ha permesso lo svolgimento senza intoppi di una fiera che quest'anno ha visto concretizzate le
idee innovative di un gruppo di agricoltori nostrani veramente motivati e il fatto che la maggioranza di essi fosse al
femminile non è sicuramente un caso! Da mesi stavamo lavorando ad una nuova veste per la fiera che ricordasse di
più le proprie origini agricole e che allo stesso tempo fornisse una maggiore attrazione per la popolazione del basso
feltrino e oltre.... La formula giusta ci è sembrata proprio quella dell'animazione di piazza Marconi dove hanno trovato
collocazione sia lo stand degli agricoltori che alcuni rivenditori specializzati senza dimenticare gli animali.
Per i curiosi e gli interessati agli acquisti c'era l'imbarazzo della scelta: fiori, articoli per animali, farina per pane e
polenta, cappelli in feltro, creme e sciroppi fatti con erbe aromatiche, i bellissimi campanelli per le mucche, marmellate,
formaggi, creazioni in legno....
L'intera mattinata del 22 Aprile è stata rallegrata dai bravissimi ragazzi del gruppo Alpen Bruder che con le loro
fisarmoniche ci hanno calato proprio nell'ambiente montano degli alpeggi.
Grande presenza di animali quest'anno: mucche, vitelli, asini, canarini e volatili di ogni specie, le galline "pepole",
capre, pecore...mancavano forse i maiali ma per il prossimo anno ci organizzeremo!!!!!
Trattori e macchine agricole all'avanguardia hanno attirato gli sguardi di molti passanti, senza parlare poi dell'esibizione
dei boscaioli che per una volta si sono trasformati in artisti!
Allo stand degli agricoltori, come da prassi, gli assaggi dei nostri prodotti tipici, dal vino alla soppressa, al formaggio,
con la dimostrazione del "far la polenta e far el formai" ed inoltre una splendida mostra di oggetti antichi che servivano
alla lavorazione del formaggio prestatici per l'occasione dal nostro amico Luigi.
Ciliegina sulla torta la stima del peso del vitello che per una volta ci ha visti tutti presunti esperti commercianti di
bestiame!!!!
Insomma, abbiamo provato ad accontentare un po' tutti e speriamo veramente di esserci riusciti perché l'impegno
nell'organizzazione è stato veramente tanto.
Adesso non ci resta che cominciare a pensare a come incrementare il successo della prossima edizione consapevoli
che l'aspettativa adesso è alta!
Un ringraziamento d'obbligo a tutti gli espositori che ci hanno onorato della loro presenza, alla Pro loco di Quero per il
supporto organizzativo, al Comune di Quero Vas e in particolare al Vigile per la sua disponibilità.
Un immenso grazie a tutto il gruppo degli agricoltori che ha accolto con così grande entusiasmo questa ventata di
novità e un arrivederci al prossimo anno senza dimenticare che il prossimo appuntamento è targato
Desmontegada 2018!!!!

 
Foto tratte da siti social e fornite dall’estensore dell’articolo 
13 CRONACA

Il prossimo appuntamento è targato Desmontegada 2018!!!! 


14 LETTERE AL TORNADO

Il carcere che dimentica l’uomo


e la politica senza coraggio
articolo di Roberto Saviano - segnalazione di Silvio Forcellini
Vorrei fare un esperimento. Se vi dicessi che i detenuti che, dopo attenta osservazione e parere positivo dei
magistrati di sorveglianza, quindi non scelti in maniera arbitraria, hanno accesso a misure alternative al carcere,
che possono uscire per lavorare, che possono avere contatti con l’esterno, tornano a delinquere in percentuali
molto al di sotto del 30%, cosa rispondereste? E se poi vi dicessi che, al contrario, chi sconta l’intera pena in
carcere, senza la possibilità di accedere a pene alternative, torna a delinquere nel 70% dei casi? Immagino
pensereste che per il bene di chi sta dentro e anche di chi sta fuori sarebbe preferibile che il carcere fosse luogo di
rieducazione e reinserimento e non un parcheggio o, peggio, una discarica sociale. E se vi dicessi che invece in
Italia, tranne rarissime e sporadiche eccezioni, il carcere è proprio una discarica sociale? Se vi dicessi anche che il
malfunzionamento delle strutture penitenziarie non è da addebitare a direttori e guardie carcerarie, ma a strategie
politiche fallimentari, cosa rispondereste?
Chiunque, a vario titolo, abbia a che fare con il carcere, detenuti e loro familiari, giuristi, avvocati, associazioni che
si occupano di diritti dei detenuti, educatori, direttori e personale che lavora nei luoghi di detenzione, tutti loro e
anche noi, abbiamo oggi come unico avversario comune una politica priva di coraggio e spesso anche di
competenze, sorda e cieca a ogni sollecitazione, a ogni richiamo e, finanche, a ogni richiesta d’aiuto. Oltre 10mila
detenuti hanno aderito nei mesi scorsi a un grande sciopero della fame, mettendo in atto una protesta nonviolenta
insieme a Rita Bernardini, perché il governo uscente approvasse definitivamente i decreti attuativi della riforma
dell’ordinamento penitenziario. Ma non è servito a nulla, come a nulla è servita la condanna dello Stato italiano da
parte della Corte europea dei Diritti dell’Uomo per sistematici trattamenti inumani e degradanti nelle carceri del
nostro Paese.
E se vi dicessi che la riforma dell’ordinamento penitenziario, maltrattata dal pavido governo uscente e che con ogni
probabilità sarà bloccata dal governo che verrà, è stata concepita proprio per ottenere una diminuzione della
recidiva, un carcere più umano e una società più sicura, cosa mi rispondereste? Sareste forse d’accordo con me
nel considerare fondamentale una riforma delle carceri in tal senso. Ma se è così, perché la politica pensa che voi
non siate d’accordo?
La politica rincorre il consenso e spesso lo ottiene, ma è un consenso effimero, destinato a crescere o a diminuire a
seconda di avvenimenti che poco o nulla hanno a che fare con la reale capacità di amministrare o governare. Ormai
si dà per scontato che dopo i fatti di Macerata la Lega abbia aumentato il suo consenso elettorale perché
all’omicidio di Pamela Mastropietro ha risposto con una propaganda che al primo posto poneva la tolleranza zero
verso tutti gli immigrati. Parole, e non fatti, che sono seguite a una tragedia utilizzata per fare campagna elettorale.
Nessun merito politico: è ormai così che sempre più spesso i partiti guadagnano consenso, approfittando di eventi
che esulano dal proprio lavoro e da effettive capacità.
E quindi anche una riforma che aggiunge civiltà viene comunicata come un «regalo ai mafiosi» e utilizzata come
ulteriore terreno di scontro. Quello che è accaduto, in breve, è questo: il governo uscente, impegnato in questa
riforma per anni, per paura del vostro parere contrario in vista delle elezioni, un parere emotivo e non basato sulla
conoscenza, non ha avuto il coraggio di farla passare quando avrebbe potuto, tirando tutto per le lunghe e
arrivando così a ridosso del 4 marzo. Ma perché, vi starete domandando, il governo uscente ha avuto paura del
vostro giudizio? Perché vi immaginava sobillati da chi, ancora oggi, spaccia questa riforma di civiltà per un regalo ai
criminali. E così agendo, ha abdicato al proprio compito provando solo e inutilmente ad arginare l’emorragia di voti
dal Pd. E ora M5S, Lega, Forza Italia e Fratelli d’Italia, nella riunione dei capigruppo alla Camera tenutasi martedì
scorso, hanno negato l’accesso di questa riforma all’esame della Commissione speciale della Camera, facendo in
modo che venga discussa non si sa quando dalle commissioni ordinarie. Ovviamente questa decisione è
l’anticamera della disfatta totale, poco o nulla importa che in gioco ci siano le vite dei detenuti e che da questo
fallimento non ci guadagnerà nessuno, anzi perderemo tutti.
Nel frattempo, dall’inizio dell’anno, ci sono già stati dieci casi accertati di suicidio nelle carceri italiane, 8mila sono i
detenuti di troppo e 70 i minori che scontano la detenzione insieme alle loro mamme. E il carcere continua a essere
una scuola di crimine che nulla insegna, che non riabilita, ma finisce di rovinare chiunque ci entri.
Un mese fa sono stato in visita a Poggioreale insieme a Rita Bernardini e a Radio Radicale, una educatrice ci ha
detto senza troppi giri di parole che il carcere ora è un luogo di radicalizzazione: si entra criminali alle prime armi,
criminali per caso o anche per necessità e si esce criminali veri, con contatti seri, perché, non potendo fare altro,
durante la detenzione si cerca di pianificare la propria vita fuori. Inoltre chi oggi entra in carcere in Italia uscirà
marchiato a fuoco e nella vita non potrà fare altro che delinquere, perché nessuno sarà disposto a dargli una
seconda possibilità. E intanto la criminalità organizzata ringrazia la politica italiana che ancora una volta le ha fatto
un dono prezioso: manovalanza e affiliati che noi trattiamo come feccia, ma che per le mafie sono “forza lavoro”
indispensabile.
E io ringrazio il Pd per la sua mancanza di coraggio e M5S, Lega, Forza Italia e Fratelli d’Italia per l’incoscienza e il
15 LETTERE AL TORNADO

cinismo. Ma resta forse una flebile speranza a cui di nuovo ci aggrappiamo per vedere rispettati i diritti fondamentali
di tutti gli individui; resta infatti, come ultima spiaggia, appellarsi ai presidenti di Camera e Senato perché
riconsiderino la decisione della conferenza dei capigruppo di non assegnare il decreto legislativo di riforma del
sistema penitenziario alla Commissione speciale. Presidente Fico, mi rivolgo a lei: si dice che sia di sinistra, che
abbia a cuore gli ultimi. Ebbene, in carcere ci sono gli ultimi tra gli ultimi. Onori, dunque, il Parlamento e la sua
funzione e non consenta che un provvedimento necessario e già approvato non trovi attuazione. Presidente
Casellati, non so come la pensi lei sugli ultimi, ma dimostri che non è vero che per Forza Italia i diritti dei detenuti
sono importanti solo se si tratta di potenti caduti in disgrazia.
E un favore ho da chiederlo anche a voi che leggete: visitate un carcere qualsiasi, cogliete ogni occasione possibile
di contatto con il mondo della detenzione, fatelo per voi stessi, fatelo per i vostri figli, fatelo perché per deliberare
(ma anche più banalmente per scrivere un post) è fondamentale conoscere.
 
Spett.le Zanolla Bruno Sindaco Comune di Quero Vas
E p.c. Agli organi di informazione
OGGETTO: Lavori a Schievenin
Spett.le Sig. Sindaco, a seguito del sopralluogo eseguito congiuntamente presso il cantiere di realizzazione del
nuovo ponte al Borgo di Schievenin, invio con la presente alcune riflessioni.
Cordialità.
Quero Vas, 28 aprile 2018 Mauro Miuzzi

Lavori a Schievenin
“L’avevamo detto”, e in effetti è così. Quando l’amministrazione ha presentato alla popolazione i lavori oggi in corso a
Schievenin avevamo espresso tutti i nostri dubbi. Il nuovo ponte del borgo”: una posizione infelice che non poteva non
interferire con il monumento da un lato e la fonta-
na dall’altro, i parapetti pieni pericolosi. Questi ul-
timi sono stati modificati, almeno così ci è stato
detto. La posizione del ponte no. I problemi con-
seguenti per monumento e fontana non risolti. Ora
si pensa di spostare entrambi. Il monumento an-
che per ragioni di sicurezza. La fontana perché si
trova direttamente sulla linea di traffico veicolare.
Il monumento verrà spostato di poco, nello spazio
ricavato dalla demolizione della ex sede della pro
loco di Schievenin, possiamo concordare che se
verranno conservate la forma e le citazioni la
memoria sarà conservata e chi ha donato la pro-
pria vita per la nostra libertà sarà ricordato anche
dalle future generazioni. Lo si faccia nel dovuto
modo e con il necessario rispetto. Diversa e più
difficile la soluzione per la fontana. Un manufatto
composto da una vasca con a fianco un lavatoio,
tutto in cemento, risalente agli anni trenta del se-
colo scorso, nello stesso periodo di costruzione
dell’acquedotto dello Schievenin, come ristoro al paese. Potrebbe sembrare anche poca cosa ma invece è una memo-
ria storica altrettanto importante del monumento precedente, questo è anche il suo vero valore. Una fontana a ricordo
della costruzione dell’acquedotto, un lavatoio perché quelli erano i costumi dell’epoca. Non è facile rimuoverla perché
non vi è altro spazio adatto ad ospitarla. Togliere il lavatoio significherebbe snaturarla tipologicamente, altrettanto ad-
dossarla a qualche altro manufatto.
Cosa fare allora?
Da consigliere comunale potrei dire “tenetela dov’è, restauratela perché resti a memoria degli errori progettuali di
un’amministrazione che non ha saputo, peggio sarebbe “voluto”, pensarci prima disinteressandosi completamente del-
la storia della propria comunità. Sarebbe una risposta giustificabile, ma di rabbia. Invece, pensando all’interesse di tutti,
posso solo suggerire di intervenire con un adeguato progetto ora per allora, con due possibili varianti.
 La prima, di natura conservativa, ripensando e correggendo in corso d’opera la linea di uscita del ponte verso
la piazza in modo da garantire la permanenza della fontana con un adeguato restauro, coinvolgendo anche il
manufatto che le sta alle spalle.
 La seconda, certamente innovativa, ripensando l’intera piazzetta e con essa “la fontana del borgo”, anche con
forme attuali, ma di pregio e valore, interessando inoltre l’attuale struttura dello Schievenin che potrebbe parte-
cipare rinnovando oggi quell’opera di ristoro donata al paese quasi un secolo scorso. Così, come per il monu-
mento, si darebbe valore alla memoria attualizzando la storia di una comunità ed i suoi valori a successivo ri-
cordo per le prossime generazioni.
Entrambe le soluzioni, una volta tradotte in proposte progettuali concrete, andrebbero discusse e valutate con la popo-
lazione di Schievenin ed in particolare del Borgo che poi ne vivrà concretamente le conseguenze. Per quanto riguarda
gli altri lavori, l’ampliamento del prefabbricato dell’area picnic e del cantiere delle ex scuole, questo fermo da ormai
molto tempo, vi sarà ulteriore occasione di analisi.
Mauro Miuzzi
16 LETTERE AL TORNADO

La Marmolada, i suoi confini e la sua storia


di Angelo Ceccotto
Torna spesso alla ribalta la rivendicazione di rivedere i confini sulla
maestosa Marmolada da parte del Trentino, esigendo altro territorio
bellunese ogni qualvolta si presenti un’iniziativa di sviluppo economi-
co-turistico, ignorando quei confini determinati e difesi a suo tempo,
insanguinati dall’estremo ardire dei nostri Fanti, evitando la appro-
priazione austro-ungarica. Malattia territoriale, spregiudicata per gli
interessi che prevaricano sulla bellezza monumentale della vetta
senza considerare quanto sia stato reciproco il sacrificio lassù duran-
te la Grande Guerra. Fa altresì memoria l’incontro tra autorità civili e
religiose delle due provincie di Belluno e Trento, “arbitrato” dai Ve-
scovi, convinti di non dover più tornare sull’argomento poiché fu con-
giuntamente sottoscritto un atto definitivo tra le parti, come riportato
sulla stampa a suo tempo. A quell’incontro c’erano anche i Fanti bellunesi quale apprezzata testimonianza di uno
storico trattato, come si vede nella foto sopra: da sinistra, Sergio Andreazza, Mons. Vincenzo Savio, Mons. Luigi
Bressan, Marino Gatto e Angelo Ceccotto. Poiché si parla della “Regina delle Dolomiti”, monumento “patrimonio
dell’umanità (altitudine 3.343 m.), non fa male menzionare alcuni
fatti storici accaduti lassù. Accadeva nel 1915-1917, sulla mera-
vigliosa e maestosa Marmolada, l’audace resistenza della Bri-
gata “Alpi” a quote variabili intorno ai 3.000 m. e sul Col di La-
na, dove con azioni determinanti di sbarramento furono scritte
pagine memorabili di storia militare d’arresto e difesa. Se Giu-
seppe Garibaldi fu protagonista di tante glorie in mezzo mondo,
anche i nipoti, i cinque fratelli Garibaldi (Peppino, Ricciotti, Me-
notti, Sante ed Ezio, abili condottieri), glorificarono la Marmolada, l’Alto Cordevole e il Col di Lana. Fanti che si di-
stinsero esprimendo su queste vette l’encomiabile resistenza al comando dei fieri reparti di Fanteria del 51° e 52°
Reg.ti e Battaglioni denominati “Cacciatori delle Alpi”, che pagarono con il sangue: 576 caduti, 1.703 feriti, 208
dispersi. Tra questi vanno ricordati, il Fante Tenente Flavio Rosso, M.A. al V.M. con altri 14 commilitoni: intenti a
prevenire una mina nemica, furono a loro volta sopraffatti nella galleria, rimanendo tutt’oggi nell’angusto sepolcro

ricoperti di materiale roccioso. In merito, come consigliere nazionale Ass. Naz. del Fante e presidente dell’“Alto
Onore del Grappa”, con delega dei Direttivi, mi attivavo per la loro esumazione, ma da saggia decisione del Gene-
rale C.C. Bruno Scandone, Comandante di “Onor Caduti” di Roma,
da sopralluogo, ci indicava di soprassedere per realistici motivi del
tempo passato, indicando un provvedimento a tutela dell’area di ri-
spetto della zona Forcella V. Da detta iniziativa di chi non sa dimen-
ticare, ne seguiva un finanziamento del Comune di Perugia, Sindaco
Renato Locchi, che avute le concessioni delle istituzioni preposte,
provvedeva alla posa di un cippo alla memoria dei Caduti di quella
galleria e ai Reggimenti. All’inaugurazione abbiamo doverosamente
presenziato testimoniando che il sacrificio dei Fanti fu eroico tra quel-
le impervie creste rocciose, ma giornata mortificante, sulla quale po-
trei scrivere un libro solo per le devianti, assurde e ingiustificate im-
posizioni riservateci dal comando alpino. Era il 2 settembre 2006 a
quota 2.911 m., colti lassù da un cielo azzurro con vista a 360°, gior-
nata splendida e irrepetibile anche per l’eccezionalità di quell’evento, ma annebbiata e irriverente nei nostri confron-
ti, dal momento che ci si voleva emarginare dalla cerimonia relegandoci nelle retrovie della manifestazione perché
17 LETTERE AL TORNADO

Fanti insignificanti o indegni di quel luogo. Ma forti del nostro carattere e della supremazia d’essere pionieri della
storia di lassù, quali degni rappresentanti dell’A.N.F. e dell’A.O.G., al fine dettammo le nostre pressanti condizioni,
accolte con rispettosa riverenza dal Generale della Tridentina presente. Si pensi alla negligenza dei distinti organiz-
zatori in quella memorabile circostanza, presentatisi sprovveduti della corona da porsi nel nuovo monumento. Che
figuraccia il venir meno della corona innanzi alle tante autorità, alla delegazione austriaca e ai rappresentanti delle
Associazioni d’Arma presenti; a coprire tale mancanza, noi con la nostra corona, sempre accorti, il che fa parte del
nostro valore verso i Caduti. Ecco perché non dobbiamo cedere alla sopraffazione o nasconderci dietro alla pre-
sunzione di chi si definisce essere superiore dimostrando da sempre viziata arroganza. Questi sono per me com-
portamenti inaccettabili che combatterò come i nostri Fanti combatterono sulle imperanti rocce dolomitiche. I Fanti
dei Regg.ti 51° Perugia e 52° Spoleto della “Alpi” furono decorati di Medaglia d’Argento al Valor Militare (Fo-
to del Dr. Della Giacoma).

COME ERAVAMO
Cartoline di Fener
a cura di Silvio Forcellini

Anche queste due bellissime foto in bianco e nero fanno parte della col-
lezione privata del nostro abbonato Luciano Mondin (che ringraziamo
nuovamente per avercele prestate per la pubblicazione). Nella cartolina a
sinistra, datata 15 ottobre 1912, la chiesa parrocchiale di Fener; in quella
a destra, più o meno della stessa epoca, uno scorcio della piazza del paese. In fondo alla via si intravvede il capitel-
lo, a quei tempi addossato allo stabile che ora ospita l’ufficio postale. In un secondo momento fu spostato al di là
della strada, dove ora c’è la rotatoria, per poi trovar posto davanti all’ex condominio Sade-Enel, dov’è tuttora.
18 CRONACA

Ciao, Dino!
di Silvio Forcellini
«Dino, quando raggiungi le trenta operazioni, ti dedichiamo
un’intera pagina sul Tornado». Ci scherzavamo, io e Sandro, sui
suoi ormai “leggendari” ricoveri ospedalieri, sui quali Dino era so-
lito ragguagliarci con dovizia di particolari. A trenta, purtroppo,
non ci è arrivato: all’età di 82 anni, un tumore maligno che si era
esteso a polmoni, vertebre e fegato se l’è portato via sabato 14
aprile, a Milano, ricoverato all’hospice dell’Istituto Palazzolo, lon-
tano dalla “sua” Fener (dove però verranno portate le sue cene-
ri). Se ne va, dunque, un altro carissimo amico, un componente
di quell’indimenticabile gruppo di “compagni di merende” che era
solito ritrovarsi in paese all’ora dell’aperitivo e di cui si sente la
mancanza sempre di più: Diego, Piero, Lino, Mario Balzan, Ivo,
Berto, Renato “Busìa”, Aroldo, Aldo, Nino, Toni “Ciano”, Franco
“Tola”, Cesare, e prima ancora Mario Durighello, Angiolino, Re-
nato “Italico”… Dino Taddei - che ereditò dallo zio, grande ap-
passionato di ciclismo, il soprannome di “Binda” - era nato il 9
giugno 1935. Iniziò a lavorare da giovanissimo nella “mitica” offi-
cina di Bepi Franzoia al Tegorzo (e all’epoca non era difficile ve-
derlo sfrecciare - ancora minorenne - a bordo di un’auto per le
strade di Fener). La sua passione per le auto e i motori lo portò
ben presto a Milano, dove trovò lavoro alla Officine Meccaniche
(OM), importante azienda, poi rilevata dalla Fiat, specializzata
nella produzione di veicoli, in particolare di autocarri (tra i quali i famosi OM Leon-
cino e Tigrotto). All’interno della OM, Dino ricoprì per moltissimi anni la mansione di
autista per i dirigenti di primo piano dell’azienda. Risale al periodo milanese anche
il matrimonio con Jole Bellini, celebrato il 25 luglio 1959 e dal quale sono nate due
figlie, Anna e Claudia. Avventuroso il loro viaggio di nozze, in moto attraverso le
Dolomiti, terminato con una rovinosa caduta (a Levada) e con l’immancabile ricove-
ro (a Pederobba): «Che sia iniziata così - scrivevamo nell’articolo dedicato a Dino e
Jole per le loro nozze d’oro - la propensione di Dino per le degenze ospedaliere,
tanto da far dire a qualcuno che il suo reale domicilio non è a Fener, ma…al “San
Raffaele”?» (per tacere di quando, spiritosamente, si presentò in piazza a Fener
con un numero spropositato di sue radiografie per poter assistere in sicurezza a
una eclissi di sole). Raggiunta la meritata pensione, Dino e Jole iniziarono a tra-
scorrere molto più tempo nella loro casa fenerese; la scorsa estate - l’ultima tra-
scorsa dai coniugi Taddei a Fener - eravamo soliti ritrovarci ogni giorno in piazza,
ai tavolini della gelateria, per l’aperitivo di rito. Ci mancherà. Alla moglie Jole, alle
figlie Anna e Claudia e a tutti i familiari le sincere condoglianze della redazione del
Tornado, quindicinale cui teneva molto, dal momento che gli ricordava il suo paese
natìo, e che attendeva con ansia. Ciao Dino, che ti sia lieve la terra… (Nelle foto,
Dino a Sauris, durante la gita del Tornado, e a Calalzo, in visita alla “leggenda” del
basket Dino Meneghin, grande amico della famiglia Taddei).

In ricordo di Roberto Mazzier


di Sandro Curto
Una terribile malattia ci ha portato via in pochi mesi l’amico Roberto Mazzier di
Alano, classe 1940. Nel dopoguerra era emigrato, al seguito della famiglia, pri-
ma in Francia e poi in Belgio, dove ha lavorato a lungo come posatore di mosai-
ci e piastrelle, attività che poi svolgerà, con grande professionalità, anche in Ita-
lia nell’impresa Edilcalcino fino alla meritata pensione. Il ritorno ad Alano è data-
to 2 aprile 1982, esattamente trentadue anni dopo la partenza avvenuta il 2 apri-
le 1950. Le sue grandi passioni erano la montagna, dove amava camminare e
guidare piccoli gruppi illustrando curiosità che solo lui conosceva, e lo sport. Già
in Belgio aveva praticato il pugilato a livello dilettantistico e allenato i giovani in
palestra. In Italia corsa in montagna, bicicletta, corsa campestre, sci di fondo e
per anni guida un gruppo di Alano nella ginnastica presciistica. Sempre per
amore dello sport, senza alcun interesse materiale. Una gran bella persona, che
tutti coloro che hanno avuto il piacere di conoscere ricorderanno con simpatia.
Ai fratelli Giorgio e Giocondo le condoglianze della Redazione.
19 CRONACA

Con gli Alpini di Vas


Festa degli alberi con i bambini dell’asilo
segnalazione di Romeo Mazzalovo
Mercoledì 18 marzo il gruppo Alpini Vas ha organizzato la tradizionale festa degli alberi con la partecipazione dei bam-
bini della materna di Vas. Assieme a loro sono stati impiantati due ciliegi davanti alla scuola per fare ombra quando sa-
ranno più grandi e per poter gustare le ciliegie prima di andare in vacanza. Finita la piantumazione e dopo una pas-
seggiata, tutti si sono ritrovati nella sede Alpini per un pranzo in compagnia, intonare qualche canzone sotto i gazebi
prima del ritorno in classe dopo la bella giornata, baciata da uno splendido sole.

ASTERISCO

Un incontro particolare sulle nostre montagne


di Claudio Dal Pos
Un bel maschio
di gallo cedrone
si è fatto
fotografare in
bella mostra in
tutta la sua
splendida livrea,
per nulla
intimorito dalla
presenza
dell’uomo. La
cosa è
abbastanza rara,
anche se nel
periodo degli
amori questi
uccelli vanno
(anche loro) fuori
di testa..
20 CRONACA

27/29 Marzo: il 57° Congresso nazionale FIDAS.


“Occorre essere testimoni credibili”
Con questo impegno il presidente Fidas ha presentato il congresso di Napoli
Presenti alla manifestazione anche le delegazioni dei Donatori di sangue Feltrini

(M.M.) Presenti numerosi alla 37a giornata nazionale del donatore di Sangue, quest’anno ospitata dalla città di Napoli, i
rappresentanti dei Donatori di Sangue Feltrini. Nella foto vediamo una parte del gruppo che si sta preparando a sfilare
lungo le vie della città. Il Basso Feltrino ha partecipato con i capisezione di Alano di Piave, Ornella Carelle, che in foto
regge il cartello “Veneto”, e di Caorera, Marziai, Vas, Annita d’Orazio, che regge lo striscione all’altezza del logo dei
Donatori di Sangue Feltrini. Una bella esperienza quest’anno particolarmente importante per le sfide che attendono i
volontari della donazione di sangue, alle prese con nuove regole che disciplinano il settore del volontariato e con i mu-
tamenti che già sono iniziati nella raccolta, lavorazione e conservazione del sangue. Ai volontari, dunque, si chiede un
ulteriore sforzo per rendere trasparente la loro attività, per riuscire a comunicare il loro impegno e per costruire il terre-
no adatto a formare volontari consapevoli e capaci di trasmettere il proprio entusiasmo per un’attività che deve restare
solidale, gratuita, al passo con gli sviluppi della scienza medica e farmacologica. L’intervento del presidente Fidas si
può consultare sul sito Fidas Feltre (http://www.fidasfeltre.it) e ne consigliamo la lettura per l’ampia analisi svolta dallo
stesso sullo stato della donazione di sangue e, soprattutto, per i scenari futuri che prefigura, imponendo ai volontari
una rimodulazione del proprio impegno. Una sfida che le sezioni dei donatori sapranno di sicuro affrontare e vincere.

Con gli “Amici della Montagna” in Val di Cembra


di Mariacristina Buttol
Domenica 22 aprile si è presentata una bel-
lissima giornata di sole in occasione dell'e-
scursione in programma nella Val di Cembra.
Dall'omonimo paese si percorre una strada
che conduce al Lago Santo (TN) a circa 1200
m. Una leggenda narra che un tempo il terri-
torio fosse oggetto di liti tra eredi. Il desiderio
di uno di questi fece salire acqua dal sotto-
suolo minacciando il paese di Cembra. Ne
seguì un pellegrinaggio per scongiurare il pe-

ricolo. Il parroco gettò un anello della Madonna che ne placò le acque.


Da qui l'origine del nome Lago Santo. A fianco dell'albergo Alpino, il
sentiero Europeo E/5 porta al rifugio Potz Maurer, un percorso di sali-
scendi nel bosco. Qui abbiamo fatto una sosta. Un giro ad anello ci ha
ricondotto alle macchine. Durante il ritorno abbiamo potuto ammirare le
Piramidi di Segonzano: rocce che hanno origine per la loro forma
dall'erosione dell'acqua con lo scioglimento dei ghiacciai creando mo-
vimenti sulle creste e i fianchi delle montagne anche grazie alla pen-
denza.
21

Orari visite degenti


Reparti Ospedale di Feltre Ostetricia e nido – Feltre
Tutti i giorni: 15.00-16.00 e 19.00-20.30 Tutti i giorni: 15.00-16.00 e 19.00-20.30
Festivi: viene aggiunta la fascia oraria 11.00.12,00 I papà ed i fratelli hanno accesso: libero diurno

Psichiatria – Feltre Recupero e rieducazione


Tutti i giorni 10.00-20.00 funzionale Ospedale di Lamon
Tutti i giorni: 16.00-18.00
Festivi: viene aggiunta la fascia oraria 10.00-12.00
Portineria: 0439 883310 - Centralino: 0439 8831 Ufficio relazioni con il pubblico: 0439 883570
comunicazione@ulssfeltre.veneto.it
Centro Unico Prenotazioni (CUP): 0439 83001
Da telefono fisso 800 890 500 - Libera professione:0439 83005
Per cancellare le prenotazioni 800 64 64 72
cup@ulssfeltre.veneto.it
22 CRONACA

E’ ritornato alla casa del Padre: Lorenzo Netto


di Alessandro Bagatella
Dalla rivista trimestrale “Vita Somasca”, edita dalla Congregazione dei padri Somaschi, ho appreso la notizia della
scomparsa di Padre Lorenzo Netto, figura storica dell’Ordine. Ricordo quando era al Castello di Quero e ci si ritrovava
a meditare, ma anche a fare festa in compagnia e lui ci ricordava che San Girolamo viveva a pane e acqua. Con lui
ebbi anche qualche scontro in qualità di storico locale quando scrisse un libro su San Girolamo nel quale affermava
che la sua liberazione era avvenuta a Maserada sul Piave e non a Castelnuovo.
A nome di quanti l’hanno conosciuto gli porgo l’ultimo saluto augurandogli il premio meritato in Paradiso insieme a tutti
i padri somaschi.
23 ATTUALITÀ

Sicurezza in montagna
di Alessandro Bagatella
In considerazione dell’elevato e frequente numero di incidenti che si registrano, mi sento in dovere di suggerire qual-
che consiglio a chi è appassionato della montagna come me, anche se motivi di salute non mi consentono le forze ne-
cessarie per frequentarla ancora. La montagna è bella, ma nasconde tanti pericoli, che qualche volta non sono tenuti
nella debita considerazione.

CRONACA

Schievenin: pulizia del “troi che porta a la cesa”


segnalazione di Manuel Putton
“Troi che porta a la cesa”, così era chiamato il sen-
tiero che si snoda dall’area picnic e arriva a Borgo
Chiesa, ed ora oggetto di cure da parte di vari vo-
lontari con l’aiuto degli amici del Nordic-Walking. Il
sentiero è stato ripristinato e ripulito ed il lavoro è
stato portato a termine nel giro di una serata, pur-
troppo sotto la pioggia. Occorre davvero ripetere
un vivo ringraziamento ai tanti volontari che si sono
prestati a questa attività di pulizia e cura
dell’ambiente. Chissà che non sia uno stimolo per
organizzare, in futuro, qualche altra uscita ecologi-
ca in Valle. Un modo anche questo per stare in
compagnia!
In foto:
l’Ape carico di rifiuti recuperati lungo il “Troi”
24 LETTERE AL TORNADO

Pensieri postumi
di Riccardo Zatta
Così sia, se il mondo va avanti storto. Se
qualcuno mi dicesse «ma chi te lo fa fa-
re?», risponderei solamente: «...il fatto che
tu sia così, immagino», perché nella vita ci
deve essere un equilibrio, tra chi vive se-
guendo lo standard comune e chi invece fa
diversamente. Ora, non voglio criticare me
stesso per le mie personalissime scelte.
Anzi, forse sono contento di averle fatte.
Cercare di vivere tra la mia gente, frequen-
tando i posti in cui vivo, credo che sia il
primo passo per tornare a essere “umani” e
non dei surrogati di questa pseudo-società virtuale. Anche online, ho dei principi che seguo e me la sento di critica-
re chi non capisce il contesto, le persone, i rapporti personali, cose che ovviamente non hanno niente a che vedere
con i social network, di cui faccio parte con un gettone di presenza, che va molto di moda attualmente. Guardo
sconsolato, scendendo poco sobrio da una casetta in collina isolata dove la sera prima ho fatto festa con pochi re-
duci del vecchio stile “festa alcolica” e dove ho dormito, fregandomene di dove ho dormito e come. Guardo sconso-
lato un territorio abbandonato, da chi ha cuore per il proprio paese, distratti da un mondo troppo veloce e confusio-
nario, illusi che chiudersi tra quattro muri risolva tutto. Ma siamo animali liberi, dobbiamo toglierci tutte le catene che
ci mettiamo al collo per sembrare consenzienti e assimilati a un mondo fasullo che ci impone dove essere e come.
Ma possiamo anche consolarci, se ci sono due cose eterne, sono il tempo e la terra. Il tempo ci darà ragione o me-
no delle nostre azioni in vita, per cui possiamo anche continuare così, ché tanto saranno i nostri nipoti a giudicare le
nostre azioni. Anche se abbandoniamo tutto per qualcosa che non resterà, facciamolo (ché adesso è di moda). La
terra riconosce la mano di chi la cura, l’uomo vede chi continua a amarla e chi la abbandona. Anche per le case è lo
stesso, chi non ha amore di se stesso lascia abbandonare tutto quello che lo circonda, condizionando chi c’è attor-
no a lui. Insomma, il degrado siamo noi tutti, pure io che perdo tempo a denunciarlo. Ma siamo anche uomini e
donne, liberissimi di fare tutte le scelte che vogliamo, guai se non fosse così. Forse è il messaggio subliminale di
questo tempo, che ci dice che non c’è onore a onorarsi, a festeggiare la vita e a proteggerla, mentre siamo pronti a
tutto per i soldi, ma non sappiamo usarli. Ci stiamo trattando male, dobbiamo imparare a stare meglio, e non è faci-
le. Ma si comincia da poco, cambiare è facile mentre adeguarsi è difficile, per cui dobbiamo pensare a chi ci sarà
dopo di noi, se il tempo ce lo consente.
(nella foto di Riccardo Zatta: Campo, la strada per Mison)

POESIA

(S.C.) Dal nostro abbonato Pino Verri riceviamo e pubblichiamo questa bella poesia dedicata all’amico Angelo
Mora, “anima” del volontariato di Bigolino, organizzatore di eventi, vicesegretario degli alpini, collaboratore della Pro
Loco, cacciatore e presidente del Cenacolo.

Angelo Mora
Co rive in piaza a Bigolin e non so dir da quanti ani
trovo quasi sempre Angelin corre drio ai fagiani

a pagar sempre l é disposto so compà mai lo molla


al Bar da Mora e al Solito Posto i par tacadi co la colla

dal prete e dalle suore con maestria con l’agenda ogni dì s’appresta
tante erbacce el tira via di organizzar cene e festa

come Rambo va a caccia e quando muore un militar


con il can inseguir la becaccia sempre in Chiesa col capel a salutar

col Defender su e giù per il fiume an dì la fortuna te ha basà


a trovar de osei le piume co l’Assunta te ha incontrà
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