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“Il teatro non è il paese della realtà: ci sono alberi di cartone, palazzi di tela, un

cielo di cartapesta, diamanti di vetro, oro di carta stagnola, il rosso sulla guancia,
un sole che esce da sotto terra. Ma è il paese del vero: ci sono cuori umani dietro le
quinte, cuori umani nella sala, cuori umani sul palco.”
(Victor Hugo)
INTRODUZIONE

Arrivato al termine di questi tre anni di corso di laurea in scienze dell’educazione, ho


scelto di concentrare l’attenzione del mio elaborato finale su una componente
fondamentale della mia vita: il teatro.
Sono sempre stato appassionato alla musica e al cinema, e, proprio durante la mia
adolescenza, sono riuscito ad avvicinarmi alla realtà dinamica e variopinta del teatro,
entrando a far parte di una piccola compagnia di musical creata dalla scuola di canto
che frequentavo a quel tempo. Da quel momento capì che il palco scenico era un luogo
sicuro, libero, e sorprendente attraverso il quale è possibile esprimere qualcosa di sé
che va oltre alla consapevolezza che già crediamo avere di noi stessi e delle nostre
capacità. Il teatro, mi ha insegnato ad esplicitare le mie emozioni in maniera diversa,
migliorando la mia sensibilità, il mio modo di riflettere sugli eventi della vita e della
società, facendomi capire sempre di più quanto sia importante il valore della
collaborazione e dell’amicizia.
Tre anni fa decisi di frequentare questo corso di laurea perché mi sono sempre sentito
in dovere di dare qualcosa di me stesso alle altre persone che mi circondano, in
particolare ai bambini e agli adolescenti. Tale sentimento di responsabilità nei
confronti di quest’ultimi deriva soprattutto dalla mia partecipazione attiva e
continuativa nel tempo al “Grest” (Estate Ragazzi), attività parrocchiale organizzata
durante l’estate. Durante tali periodi estivi, mi sono sempre impegnato, con l’aiuto dei
miei colleghi animatori, nella gestione di un laboratorio di teatro rivolto ai bambini
che vi partecipavano. Tale laboratorio era ideato e costruito, durante il mese di Luglio,
insieme ai bambini e agli adolescenti da noi seguiti, portando a termine scenette di
vario genere durante lo spettacolo finale. Essi non seguivano un copione già preparato
e non imitavano scene già predefinite, ma davano vita mano a mano, supportati dalle
nostre indicazioni, a battute e scene originali nel corso del laboratorio.
Inoltre, tale progetto veniva esposto anche agli stessi animatori, tutti impegnati nel
dover interpretare un ruolo all’interno della storia del “Grest”, ossia il suo filo
conduttore, su cui si basano tematicamente le altre attività ludico-educative. Grazie a
tale esperienza ho potuto essere testimone della potenza educativa ed espressiva.
Ho visto bambini e adolescenti timidi e insicuri trovare in sé capacità espressive ed
interpretative che nemmeno loro sapevano di possedere, e ho visto miei coetanei che
mai avrebbero indossato un costume in scena immedesimarsi in personaggi particolari
e complessi in modo naturale ed efficace. Il teatro che noi attuavamo non era di certo
un tipo di teatro professionale, anzi, era del tutto amatoriale e ludico, ma era mirato
non solo allo svago e al divertimento, ma a fornire messaggi morali ed etici ai nostri
ragazzi e contemporaneamente a noi stessi.
Ho quindi deciso di fondare le mie argomentazioni partendo da un approfondimento
riguardante il periodo evolutivo dell’adolescenza, considerata una crisi esistenziale
che ogni ragazzo è portato a vivere e superare per diventare, di conseguenza adulto.
Dopo ciò, sono passato a sottolineare in maniera diretta e dettagliata l’importanza del
tempo libero per gli adolescenti, in quanto rappresenta un notevole strumento di
espressione delle proprie capacità e delle proprie passioni.
La mia ricerca sul tempo libero si è estesa attraverso la delineazione di diverse teorie
da parte di vari autori che hanno provato a definirlo soprattutto da un punto di vista
empirico. Attraverso essa mi sono concentrato sulle diverse attività e progetti che
vengono proposte ai giovani da parte della società e anche della scuola. Dopo
l’attenzione posta sul tempo libero, ho incentrato l’intero secondo capitolo sul teatro
per ragazzi, esaminando il suo utilizzo e la sua promozione all’interno del tempo
libero, della scuola e anche delle carceri minorili. Le mie argomentazioni riguardo al
teatro si basano principalmente sul suo effetto educativo, collettivo, espressivo e
pedagogico nei confronti degli adolescenti, affermando quanto esso debba essere
maggiormente valorizzato, in quanto, secondo ulteriori ricerche di molti autori, e
secondo la mia semplice esperienza, il teatro rappresenta una forte risorsa che può
permettere ai ragazzi di superare attivamente la crisi adolescenziale.
CONCLUSIONI

Giunto al termine del mio elaborato finale, è possibile determinare numerose


conclusioni. Innanzitutto, si può dedurre attraverso la vastità di autori che hanno
studiato in maniera approfondita l’adolescenza, che essa rappresenta un periodo
evolutivo difficile, tortuoso e, per certi versi disturbante, ma allo stesso tempo un
ostacolo indispensabile ai ragazzi, per riuscire a identificare sé stessi nella vita adulta.
Il contesto socio-affettivo che li circonda ha, esperienzialmente, un ruolo
fondamentale per l’adolescenza e deve essere formato da più attività e da più stimoli,
in modo tale che essi riescano a trovare il modo corretto di riuscire ad esprimere al
meglio le proprie capacità e i propri sentimenti. Il tempo libero, sotto questo punto di
vista, è una soluzione efficace, poiché esso è fatto per essere organizzato e adattato a
seconda della volontà dei ragazzi, i quali diventano sempre più attori di una società
già formata, ma piena di possibilità ed occasioni di ogni genere da offrire e da sfruttare
al meglio. I ragazzi hanno bisogno di una propria libertà, che però deve essere
calibrata e modellata a seconda delle loro caratteristiche, delle loro esigenze, delle
loro passioni. Il teatro, sul quale ho posto parte integrante del mio lavoro, è inteso
come forte attività educativa e culturale all’interno del tempo libero, come all’interno
di altri contesti sociali quali la scuola, le carceri minorili, Estate Ragazzi, in grado di
produrre diversi effetti positivi sugli adolescenti. Essi hanno la possibilità di portare
avanti il proprio cambiamento con prospettive più ampliate riguardo sé stessi e sugli
altri, riuscendo a mettere in gioco e a scoprire diverse potenzialità di carattere artistico,
tecnico-manuale, espressivo, musicale, realistico e creativo. Il teatro mette i ragazzi
nella condizione di poter imparare qualcosa di più della realtà, utilizzando come
strumento fondamentale l’immaginazione e la creatività. Inoltre il teatro ha anche il
vanto di possedere una grande rilevanza pedagogico-didattica, e potrebbe essere
valorizzato maggiormente il suo utilizzo da parte degli insegnanti e degli stessi
genitori.
Concludo affermando, secondo quanto appunto studiato da diversi autori e secondo
quanto mi e ci insegna l’esperienza quotidiana, che il teatro, se valorizzato al meglio,
possa rappresentare una vera e propria risorsa attiva ed educativa per il
fronteggiamento diretto ed ottimale, da parte dei ragazzi, della crisi adolescenziale.
A tal proposito, infine, mi sembra doveroso citare letteralmente una frase
esemplificativa di Daniele Giancane, che riassume perfettamente il mio pensiero
riguardo la plurime valenza e potenza dell’attività teatrale rivolta agli adolescenti:

“Il teatro così inteso, con gli obiettivi che si propone e i valori che sottintende,
cercando altresì di enucleare un diverso modo di insegnare e di relazionarsi con gli
altri, facendosi strumento di animazione socioculturale ma al tempo stesso ricerca di
sé e chiarimento della propria identità e del significato della vita, assume una
pregnanza educativa di altissimo livello, finendo per proporsi come luogo di crescita
umana, momento di cultura e di vita che si pone sulla linea della valorizzazione delle
risorse dei ragazzi, delle loro infinite possibilità troppo spesso represse” (Giancane,
1991, pag100).

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