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Esclusivo
Panama paradiso lumbard I fiduciari dei cassieri leghisti e le casseforti offshore P. Biondani, G. Riva, L. Sisti 32
I tesori esteri dei vip d’Italia Da Agnelli a Barilla, ecco i conti segreti dei ricchi 34
La Lega non perde il vizio I rapporti del numero due Giorgetti con Parnasi G. Tizian e S. Vergine 38
Politica
Faccio finta di essere il premier Incertezze, silenzi e gaffe nelle prime uscite di Conte
Ma questi non sono come quelli di prima Perché la prima Repubblica era un’altra cosa
Susanna Turco
Marco Follini
42
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Miracolo in
Capitale corrotta come sessant’anni fa Dal 1955 a oggi, tutto sembra rimasto uguale Bruno Manfellotto
Toninelli sul viadotto Da Alitalia alle Autostrade, ecco le grane per il neoministro Gianfrancesco Turano
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Amazzonia
Inchiesta
72
007 Operazione Rovazzi Guerra senza esclusione di colpi tra Siae e Soundreef Emiliano Fittipaldi 52
Nuovi equilibri
Vladimir zar d’Europa Putin gioca su tutti i tavoli. Con una strategia per ora vincente Gigi Riva 62
E il suo club brinda all’Italia Si allarga la Rete di partiti occidentali vicini al Cremlino Orietta Moscatelli 64
Bianche notti magiche Così il russo usa il Mondiale per apparire amichevole Gianfrancesco Turano 67
REPORTAGE
Miracolo a Xixuaù Dopo 17 anni, il governo riconosce la tutela del cuore dell’Amazzonia Janaina Cesar 72
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CULTURA a L’Espresso
Onestà a doppio taglio Colloquio con Javier Cercas Wlodek Goldkorn 82 Ricevi la rivista
a casa tua per un
Grandi festival anno a poco più
Il mondo sul palco Da Cotillard a Baricco, Spoleto riapre il suo sipario Riccardo Lenzi 88 di € 5,00 al mese
Quando Menotti bocciò Ronconi Colloquio con Giorgio Ferrara 89 (spese di
spedizione incluse)
Il racconto Scopri l’offerta su
Lavora, prega, piangi. E suda Lo scritto inedito della critica e vincitrice del Pulitzer Margo Jefferson 90 ilmioabbonamento.it
In 1 foglio Settimana bianca Gianfrancesco Turano 95
Un cammino
di ABOUBAKAR SOUMAHORO
C
aro direttore,
osservando quanto stiamo vi-
vendo, a partire dai luoghi delle
contraddizioni sociali, mentre
scrivo queste poche righe, mi
viene in mente quanto diceva
Aimé Césaire: «Una civiltà che si
dimostri incapace di risolvere i problemi che
produce il suo stesso funzionamento è una civil-
tà in decadenza». Ma cosa vuol dire che una ci-
viltà è in decadenza?
Ho ripetuto e sono convinto che la nostra civil-
tà, intesa come società nelle sue varie articolazio-
ni, è in decadenza quando si sostiene che l’essere
“umano” sia un problema, quando vengono
chiusi i porti agli esseri umani, mentre invece, le
navi da guerra circolano liberamente e indistur-
bate. La nostra civiltà è in decadenza quando si
pensa di risolvere i temi della giustizia sociale, i
bisogni degli esclusi e delle escluse attraverso le
politiche di austerità, o quando vengono colpiti
con leggi repressive, con tagli allo Stato sociale o
con la ghettizzazione, coloro i quali decidono di possa prescindere da processi che definisco di
lottare. Quando si utilizza contro chi lotta un «ricomposizione meticcia». Perché non si può
linguaggio incendiario e barbaro, perché privo di parlare di giustizia sociale se non si parla di anti-
capacità di argomentazione, o quando si privano sessismo, di antirazzismo e di antifascismo. Per-
lavoratori, precari, disoccupati, studenti e pen- ché la solidarietà è la carne viva della nostra so-
sionati della possibilità di uscire da questa con- cietà, che non vuol dire “buonismo”. Solidarietà
dizione di impoverimento di massa con l’esplo- vuol dire coniugare umanità e giustizia sociale
sione delle disuguaglianze sociali e la precarietà
Foto: P. Giordano
Un gesto di
C
aro Aboubakar Soumahoro, tadini. Ci sono comportamenti umani, rispettosi, civili, e altri no.
mi rivolgo a te, con il tuo nome e cognome, E bisognava dirlo.
perché in molti sulla rete e in alcuni editoriali in Qualcuno ha detto che è stata un’azione liberatoria. Ma allo-
questi giorni ti hanno definito un «immigrato di ra bisogna chiedersi il motivo di questa reazione e cosa rivela di
colore», un migrante ignoto, un profugo, un questa Italia, di quell’Italia che da tempo non ha voce, non ha
clandestino, negli stessi articoli in cui accusava- rappresentanza politica e rappresentazione mediatica.
no noi dell’Espresso di negare a Matteo Salvini Prendere parte. Prendere posizione. Schierarsi, come scrive
la patente di uomo. E invece tu hai un nome, un nelle pagine che seguono Michela Murgia. Sembrava fuori mo-
cognome, una storia. Come tutti. da. Per anni si è sostenuto che non si doveva più discutere di
Avevamo chiesto una settimana fa ai lettori di prendere politica ma di politiche, e che le politiche in fondo erano indif-
posizione, «voi da che parte state?», ed è successo, in modo ferenti perché destra e sinistra erano finite e le soluzioni non
sorprendente, inatteso. Lo hanno fatto gli odiatori di profes- sono né di destra né di sinistra. L’ultimo a farlo, due settimane
sione, quelli che non comprano i giornali ma scrivono che li fa in Parlamento, è stato il nuovo presidente del Consiglio Giu-
lasceranno in edicola, quelli che non leggono, non ascoltano, seppe Conte. Intanto, all’ombra della riduzione della politica a
non discutono. Quelli che sui social hanno detto di noi: inde- puro pragmatismo, cresceva in Italia e in Europa una nuova
centi, vigliacchi, vomitevoli, schifosi, vermi al servizio dei ne- destra, una destra radicale che si propone di spazzare via in un
mici dell’Italia. Accusandoci, subito dopo, di voler seminare colpo solo le due grandi famiglie politiche del dopoguerra, il
l’odio. Il ministro dell’Interno Matteo Salvini, che pure ha in centro moderato e il riformismo socialista. Una battaglia politi-
tasca il tesserino da giornalista professionista, ha pubblica- ca che si combatte ora in Germania e in altri Paesi e che qui ha
mente augurato a questo settimanale di vendere zero copie. Un un significato particolare perché da noi la scomparsa dei partiti
ministro che dovrebbe rappresentare tutti e che invece vive di e delle identità novecentesche è già avvenuta da tempo, lascian-
divisioni, di separazione di un italiano da un altro, che si acca- do il posto dal 2011 in poi alla grande coalizione all’italiana, le
nisce su un giornale accusandolo di diffondere bugie e insulti, larghe intese sempre più ristrette, fino al voto del 4 marzo,
dopo aver costruito per anni una politica di percezione misti- quando la grande maggioranza degli elettori ha manifestato con
ficata della realtà e di demolizione personale degli avversari, il voto di non volersi più riconoscere in quello spazio indistinto,
da Cécile Kyenge a Laura Boldrini. diventato nel frattempo angusto.
È stato smentito, però. In tanti, invece, hanno sentito il bisogno
di prendere L’Espresso, regalarlo, fotografarlo, condividerlo sui I due partiti vincitori, il Movimento 5 Stelle e la Lega di Mat-
social. Una copertina che si è trasformata in un manifesto, con il teo Salvini, si erano candidati in contrapposizione tra loro,
titolo del romanzo di Elio Vittorini: Uomini e no. Da una parte ma si sono ritrovati insieme sui banchi della maggioranza e
tu, un italiano senza potere di origine ivoriana, un sindacalista del governo perché trascinati da una comune avversione
dell’Usb, che si batte per i diritti dei lavoratori. Dall’altra, un altro verso il passato. Si poteva e si doveva evitare questa saldatu-
italiano, oggi il politico più potente del Paese, che indica da set- ra, invece è andata così. E il risultato è evidente. È nato un Foto: C. Mantuano - OneShot, A. Casasoli - A3
timane il bersaglio da governo che non ha paragoni con il passato, nei suoi leader,
colpire: i migranti, i nei suoi volti, nei suoi comportamenti, come scrive Marco
Rom, i giornalisti cri- Follini. Un governo e una coalizione cannibalizzati rapida-
tici, l’Europa. L’uma- mente dal partito che ha un’idea forte di società e il vento
nità, nessuno vuole internazionale nelle vele, la Lega salviniana. M5S, con il suo
toglierla al ministro, capo politico Luigi Di Maio, soffre di vistoso inferiority com-
si vede dal modo con plex. Insegue le trovate dell’alleato, solo in tono minore, come
cui si usa il potere che una parodia. Il censimento di Rom ventilato da Salvini è
ti è stato dato dai cit- tragedia, il censimento dei raccomandati della pubblica am-
Siamo al bivio
L’Europa cessa di esistere
se diventa indifferente
nei confronti della sofferenza
e della sopraffazione
del Male
praticasse davvero quei valori di solida-
rietà, uguaglianza di diritti e accoglien-
za che si predicavano nelle cerimonie,
negli anniversari delle tragedie, nei mea
culpa sulle origini dei totalitarismi del
Novecento. La memoria della Guerra e
delle sue cause vale ormai per i nostri
di MASSIMO CACCIARI politici come quella di Cesare nelle Gal-
lie e l’idea stessa di un’Europa politica-
mente e culturalmente unita si va dis-
C
he i “Valori” della sioni della paura, dell’egoismo, dell’ava- solvendo sotto i nostri occhi. Resterà
nostra civiltà di cui rizia e dell’invidia quando entriamo in magari l’euro, resterà uno spazio com-
tante volte ci siamo un passaggio d’epoca. È quello che oggi merciale europeo. Il dominio della sha-
retoricamente fre- sta avvenendo, e in tale quadro andreb- kespeariana universale bagascia non
giati non costituisca- be considerata anche la cronaca di que- verrà messo in discussione da nessuno.
no alcuno stabile sti giorni. Magari si trattasse soltanto Ma sparirà l’Europa.
fondamento, non dell’ignorante bullismo di qualche mi- L’Europa cessa di esistere se diviene
traccino alcuna salda nistro pro tempore! indifferente nei confronti del male.
prospettiva per il no- E tuttavia sembrava più di una spe- L’Europa esce dalla Guerra cosciente
stro agire, ma piutto- ranza quella su cui l’Europa uscita dalla che, se vuole spiritualmente e politica-
sto fragili idee rego- Guerra aveva iniziato a pensare e a co- mente rinascere, ha il dovere di combat-
lative, sempre in pericolo, minacciate, struire la propria unità politica. Come tere il male in qualsiasi forma esso si
sul punto di essere contraddette alla avrebbe mai potuto, infatti, l’Europa manifesti. Ingiustizia, sofferenza, so-
radice, la storia dovrebbe avercelo inse- imperdonabile, l’Europa che aveva con- praffazione. Ma il male non è soltanto
gnato usque ad nauseam. Cristianesi- dotto l’intera umanità alla più immane quello volontariamente perpetrato.
mo e Illuminismo, in forme antagonisti- tragedia della sua storia, dimenticare di Male è anche quello che eseguiamo
che e tuttavia inseparabili, hanno certo nuovo l’imperativo categorico di fede- obbedendo a un ordine. Male è anche
forgiato aspetti fondamentali della no- rarsi insieme, di essere solidali gli uni quello cui ci rendiamo complici perché
stra vita, e tuttavia nei momenti in cui con gli altri, di volere il bene del prossi- non sappiamo ribellarci a chi, cosciente
un ordine politico e sociale “catastrofiz- mo nella razionale coscienza che esso è, o meno, lo compie. Tuttavia, la sua for-
za” ed è difficile anche intravvedere la alla lunga, anche il nostro? La nuova ma fondamentale, quella più ardua da
stessa possibilità di un nuovo ordine, Europa non poteva non aver compreso riconoscere e combattere, quella che
ecco che essi tendono a scomparire, a la propria responsabilità: combattere può dilagare come un’epidemia senza
uscire dal nostro “cono di luce”. La stes- sul nascere ogni forma di demagogia che quasi la si avverta, è proprio l’ano-
sa “missione” che alcuni dei suoi grandi nazionalista e revanscista, ogni retorica nima indifferenza nei suoi confronti.
interpreti, scienziati, filosofi e politici, volta a vedere in altre forme di vita o Banalità del male, diceva Hannah Aren-
hanno considerata propria dello spirito civiltà minacce o nemici. Cosi si ragio- dt. Il male si diffonde alla superficie
europeo, e cioè ricondurre ogni forma nava. Fu un’illusione? Forse no, ma la delle nostre vite, le imbeve di sé, diviene
di vita a razionale coerenza, liberandola sua idea si fondava su due condizioni qualcosa di quotidiano. Non fa più scan-
da ogni dogmatismo e da ogni ossequio venute meno nel tempo. La prima: la dalo. Che vi sia chi soffre atrocemente
Foto: Gianni Cipriano
verso Autorità che dall’esterno si im- memoria ancora viva di quale mondo non è più uno scandalo per la nostra
pongano alla coscienza della persona – avesse portato alla catastrofe mondiale, coscienza. Basta tenerlo lontano, non
questa stessa “missione” sembra ogni quali idee, quali comportamenti collet- vederlo, che non anneghi nei pressi
volta venire sopraffatta dalle gelide pas- tivi. La seconda: che l’Europa unita delle nostre spiagge. Non sono que-
Q
libri tra grandi spazi imperiali, per i uando ho visto mano; occorre stare molto attenti
quali quei “Valori” di cui l’Europa avreb- la copertina a non dimenticarla quella differen-
be dovuto essere operante testimonian- dell’E spre ss o za, perché ci sono condizioni ac-
za non contano più neppure nelle reto- della settimana cettando le quali restare umani
riche politiche. È un’Europa che dopo s corsa , con i potrebbe non essere più possibile.
avere per secoli “trasgredito”con ogni due volti sinot- La rete dei sostenitori della linea
mezzo ogni confine e fatto esodo per tici di Matteo Salvini davanti a quello schierarsi
tutti i continenti, si richiude in se stessa, Salvini, il mini- ha alzato grida belluine: «Avete
si difende da quegli stessi che mai nella stro della Re- perso, accettatelo: adesso le cose
sua storia aveva “lasciato in pace”. pubblica, e di sono cambiate!». Ma schierarsi
Un’Europa che chiede soltanto di so- Aboubakar non è rifiutarsi di perdere: è pre-
pravvivere conservando quello stato Soumahoro, il tendere che il gioco si faccia alle
economico che le era stato garantito in sindacalista dei condizioni in cui partecipare sarà
condizioni geo-politiche del tutto diffe- braccianti schiavizzati nelle cam- ancora possibile per tutti. Significa
renti dalle attuali e assolutamente irri- pagne, ho pensato: ecco cosa vuol tirare una linea netta tra come è
petibili. Macroscopica contraddizione. dire schierarsi. È questo che signi- legittimo agire e come non lo è e
Intanto, nell’impotenza dei nostri pseu- fica l’espressione “Uomini e no”, un dire in modo inequivocabile che
do-leader a riconoscerla e superarla, titolo che - oltre a riprendere te- oltre quel confine non si può e non
scarichiamo gli uni sugli altri la respon- stualmente quello del romanzo di si deve andare, perché dall’altra
sabilità per il male, fattosi banale, quo- Vittorini del ’45 - vuole affermare parte c’è qualcosa che cambia del
tidiana, superficiale notizia. Colpevoli che esiste una differenza precisa tutto le regole dello stare insieme.
tutti, tutti innocenti - da sempre il mot- tra ciò che rientra nella categoria Non è quindi il conflitto quel che
to delle anime morte. Q dell’umano e ciò che invece è disu- pone il problema, anzi: la differen-
za di opinioni e il loro continuo
confronto sono il Dna dei sistemi
democratici. Il cittadino che si sen-
Stabilire il limite è un te rappresentato dalle scelte del
ministro dell’Interno si fa forte
L’opposizi
stra o di sinistra: è essere disu-
mani, perché significa discono-
scere la dignità delle vite in gioco.
Pensare di far valere argomenti co-
me “la maggioranza” per difendere
una decisione del genere significa
aver accettato la disumanità come
strumento di azione politica. Le re-
azioni sui social e alcuni fatti di cro-
naca - sempre più numerosi e preoc-
cupanti - ci dicono che è esattamen- insondabile faraone sovietico, dalle
te questo che è successo in questo sopracciglia abnormi: si chiamava
paese negli ultimi anni ed è la vera Brežnev, e desiderava lanciarci addosso
sconfitta politica per tutti, qualun- missili che Actarus si sognava. Scopri-
que sia lo schieramento di apparte- re che si era concretamente passibili di
nenza. Oggi non è più così chiaro che tirannia militare traumatizzò non sol-
un conto è ragionare sull’integrazio- tanto me, ma qualunque mio coetaneo.
ne delle minoranze etniche - proces- Se mi attardo in memorie personali
so legittimo che riguarda il cosa - e e generazionali, è perché una delle
un altro conto è schedare le persone chiavi dell’attuale situazione italiana è
su base etnica, un inaccettabile come proprio l’azzeramento della memoria.
che rovescia le regole che ci proteg-
gono tutti.
di GIUSEPPE GENNA L’atteggiamento obbrobrioso, con cui
il ministro degli interni si è rovesciato
U
Non è più così chiaro che tutti, n giorno di inizio a colpi di tweet malvagi in ministro
considerati per differenza, siamo la maggio, odoroso di delle interiora, sarà pure gradito alla
minoranza di qualcun altro. Il fatto glicini e costellato di mai meglio specificata “pancia del Pa-
che scelte come queste (o anche il siringhe infitte nei ese”. Nondimeno induce ad appiattirsi
solo ventilarle come possibili in un tronchi d’albero da- su un’istantaneità, che disabilita il di-
sistema che invece le nega per prin- gli eroinomani, in scorso, la riflessione, il testo – a partire
cipio) possano essere affermate una piazza della pe- da quelli più centrali e sacri, che sono
all’interno di un sistema democrati- riferia milanese, una la Costituzione.
co non è la democrazia: è il banco di madre stringendo la L’ottenne che fu, e che fummo in
prova della sua tenuta. Chi lo sta mano al suo bambi- molti, disponeva del ragionamento e di
facendo sta lasciando passare l’idea no, otto anni appe- arsenali ideologici, per rendersi consa-
che per affrontare il merito delle na, fa precipitare il pargolo nel suo pevole della realtà in cui cresceva, men-
cose qualunque metodo sia diventa- primo incubo sociale: arriveranno i tre si gambizzava un po’ dappertutto e
to lecito. carrarmati in piazza, si è prossimi a una Heidi saltellava tra l’erba medica con le
Schierarsi davanti a questo è dun- dittatura fascista, la nazione gronda caprette. Oggi, no. Chi dovrebbe som-
que indispensabile tanto quando sangue ed è stato ritrovato cadavere in ministrare dosi terapeutiche di cultura
opporre un dissenso senza tenten- una Renault 4 rossa un presidente cat- democratica sembra essersi sublimato
namenti, perché su quell’idea non si tolico. Era il 1978 e quel bimbo ero io. dallo stato solido a quello aereo, come
gioca più la differenza tra la destra e Da Goldrake ad Aldo Moro il passaggio le palline di naftalina. Si tratta di un
la sinistra, ma quella tra la democra- fu traumatico. Ero già vittima di una partito che si è intestato l’aggettivo
zia e il fascismo. Q gragnuola di “niet”, pronunciati da un impegnativo “democratico”.
È anche per questo che ho citato
Goldrake: l’ultimo segretario Pd, Mat-
teo Renzi, ci tenne a informare la na-
La nomenclatura del Pd zione che bisognava chiamare il robot-
tone giapponese, se lui non andava
Torturati e
Profughi in catene. Ustionati e denutriti. Ecco
i referti medici sulle ferite dei migranti: la prova
delle violenze nei luoghi di detenzione in Libia
di FABRIZIO GATTI
D
a medici hanno sem- lo italiano prima guidato da Paolo Genti- I certificati, conformi al protocollo di
plicemente fatto il lo- loni e oggi da Giuseppe Conte, non si Istanbul per l’accertamento delle torture,
ro lavoro. Ma oggi, sono mai posti troppe domande su cosa sono stati poi consegnati agli interessati
davanti al sonno della accada a uomini, donne e bambini rimasti perché possano così documentare la loro
ragione verso cui si sta bloccati al di là del mare. Ora esistono domanda di protezione umanitaria. E, se
incamminando anco- risposte cliniche che confermano le vio- richiesti allo sbarco, sono stati deposita-
ra una volta l’Europa, lenze. Aggressioni con catene, tubi di ti agli Uffici di sanità marittima del mini-
i loro referti sono la gomma, ferri roventi, scariche elettriche, stero della Salute. Il governo italiano è
testimonianza più acido sulla pelle sono la quotidianità. quindi informato. Ecco alcuni dei casi,
forte: la prova della Spesso per estorcere altro denaro o solo così come sono stati descritti dai medici
tortura sistematica per imporre la legge del più forte nei nei loro referti.
degli stranieri in Libia. Queste anamnesi campi di detenzione. È tutto scritto nella Ragazzo, 18 anni. Il paziente riferisce di
e queste diagnosi sono state compilate carne dei richiedenti asilo visitati. Sono essere vittima di tortura/maltrattamenti,
dai dottori italiani a bordo delle navi cittadini di Nigeria, Palestina, Eritrea, occorsi in Libia in un periodo di circa due
delle Ong, le organizzazioni non gover- Mali, Togo, Ghana, Senegal, Guinea Co- mesi di prigionia. Riferisce episodi di
native che hanno colmato l’assenza degli nakry, Marocco, Sierra Leone. In quattro maltrattamenti/violenza inflitti con di-
Stati nel Mediterraneo. Nei dodici mesi casi le vittime hanno dichiarato di essere versi strumenti (bastone, martello, at-
del 2017, giorno dopo giorno durante la state torturate già nelle loro città di pro- trezzi per saldatura), in cui ha riportato
navigazione verso i porti indicati dalla venienza in Senegal, Nigeria e Palestina. lesioni contusive e ustioni. All’esame
centrale operativa di Roma della Guardia I medici, che chiedono l’anonimato per- obiettivo il paziente si presenta lucido e
costiera, hanno visitato circa diecimila ché dalle loro diagnosi nessuno possa ri- coerente nel suo racconto. Si sono ri-
persone soccorse al largo. Da gennaio a salire ai pazienti, hanno tradotto nel lin- scontrate le seguenti lesioni - Torace: a
dicembre: praticamente dall’intesa con guaggio scientifico quello che vedevano: livello pettorale e dorsale diverse cicatri-
Tripoli dell’allora ministro dell’Interno, cicatrici, ustioni, esiti di fratture. «I nostri ci compatibili con esiti di ustione. Arti:
Marco Minniti, fino alla vigilia dell’asce- referti», racconta un chirurgo, «sono la ad entrambi gli arti superiori e inferiori
sa del suo successore Matteo Salvini. Due minima punta dell’iceberg per svariate diverse lesioni cicatriziali, alcune ad
governi, una linea di continuità: vista ragioni: a volte, per i tempi stretti della evoluzione cheloidea (crescita anormale
dalla parte delle vittime, c’è poca diffe- navigazione o per le condizioni a bordo di tessuto, ndr), compatibili con esiti di
renza tra il patto del Viminale con i traf- non sufficienti a garantire la privacy. Ri- ustione.
ficanti, che in cambio di denaro hanno uscivamo a visitare il trenta per cento Ragazzo, 21 anni. Il paziente riferisce di
ridotto le partenze dei gommoni, e il re- delle persone. I certificati di vittime di essere stato vittima di tortura/maltratta-
spingimento collettivo dei profughi in tortura li abbiamo compilati soltanto per menti durante il viaggio in Libia. Riferi-
Foto: A. Romenzi
acque internazionali, come è avvenuto coloro che hanno avuto la forza e l’urgen- sce in particolare di essere stato colpito
con la nave Aquarius. za di raccontare il perché di certe ferite fin con scariche elettriche multiple a li-
I governi europei, a cominciare da quel- dalle prime ore dopo il soccorso». vello del torace, circa tre settimane
accettare tutti i rifugiati, ma non fecero nulla che «l’indifferenza è sempre ricorrente: e raggiungerla richiederebbe altri tre-quattro
per agevolare il loro arrivo sul territorio quando un dramma non ti riguarda c’è la giorni e le condizioni delle persone a bordo
americano. Con il precipitare degli eventi, il tentazione di girare la testa dall’altra non sono favorevoli a un viaggio tanto
comandante della nave cercò di portare i parte». Insomma, di fronte a due fenomeni lungo. Nella mattinata di martedì, il governo
rifugiati in un posto sicuro, immaginando incomparabilmente diversi emerge italiano dispone che migranti e profughi
persino di incagliare la St. Louis sulla costa qualcosa di tragicamente comune. Il “girare vengano trasferiti in Spagna, in parte a
britannica per indurre l’Inghilterra ad la testa dall’altra parte”, appunto. E non si bordo di due navi italiane, e in parte
accoglierli come naufraghi. Infine - prosegue tratta di un male attribuibile solo all’altro da sull’Aquarius. Dopo 72 ore di attesa nelle
il racconto di Terracina - la nave fece ritorno sé o imputabile come colpa all’avversario acque tra Italia e Malta, finalmente, alle 21
in Europa e attraccò ad Anversa, in Belgio. politico o a chi è culturalmente e di quel martedì, il convoglio inizia il suo
Alcuni profughi rimasero lì; altri furono socialmente diverso. L’indifferenza, in viaggio verso la Spagna. Ma, appena
accolti in Gran Bretagna, Francia e Paesi misura e grado fortemente diversificati, superata la Sicilia, le condizioni
Bassi. Ma, dopo lo scoppio della seconda riguarda tutti. Tutti noi che - a 80 anni di meteorologiche peggiorano, il mare si
guerra mondiale e l’occupazione nazista di distanza dal peregrinare della nave St. ingrossa, l’altezza delle onde cresce e
mezza Europa, molti di quegli stessi ebrei Louis dall’Europa a Cuba, dal Canada soffia un forte vento proveniente da nord-
furono deportati dalle SS, soprattutto ad all’Inghilterra e al Belgio - abbiamo assistito ovest. La situazione precipita ulteriormente:
Auschwitz e a Sobibor». (meglio: abbiamo partecipato con morbosa il vento arriva a 35 nodi e le onde sono
Dunque, ripartiamo da capo. È del tutto inerzia) a un altro infinito viaggio. Quello sempre più alte. Aquarius, per trovare
ovvio che non è possibile comparare due della nave Aquarius e dei suoi 629 riparo, si muove lungo le coste orientali
epoche storiche, due fenomeni totalmente naufraghi. Nella notte tra il 9 e il 10 giugno della Sardegna, ma le è vietato approdarvi.
diversi e due immensi cimiteri di vittime, scorso, l’Aquarius - in 6 diverse operazioni A sera le condizioni migliorano,
che rispondono in un caso a una strategia di salvataggio avvenute nell’arco di 9 ore, l’imbarcazione circumnaviga la Sardegna e
di sterminio e, nell’altro, a molti e tutte sotto il coordinamento della Guardia riprende il suo viaggio verso la Spagna. Ma,
complicati fattori. Ma, se a suggerire il Costiera Italiana - trae in salvo centinaia di la sera di venerdì 15, il tempo peggiora
confronto è lo stesso Piero Terracina, è persone. L’attività di soccorso, a un certo nuovamente: le onde raggiungono i tre
doveroso prestargli ascolto: «Le situazioni punto, diviene critica: un gommone affonda metri e i profughi, in mare da una
sono molto diverse e, tuttavia, possiamo e tanti finiscono in mare. L’Aquarius li settimana, sono esausti. Il sabato mattina,
rintracciare punti in comune tra la violenza recupera e accoglie il trasferimento di molte il mare torna calmo e l’Aquarius naviga nei
di oggi e quella di ieri che meglio ci aiutino a altre persone, soccorse da navi della pressi delle Isole Baleari. Domenica 17
comprendere la natura dell’uomo e, magari, marina e della Guardia costiera italiane il giugno, alle 6.45 la prima nave italiana, la
a farci i conti. Tra quello che io guardo oggi giorno precedente, per poi muoversi alla Dattilo della Guardia costiera, approda nel
in televisione - dalla mia casa - e quello che ricerca di un porto sicuro dove sbarcarle. porto di Valencia; alle 10.29 attracca
io ho vissuto e subìto più di 70 anni fa, Ma prima l’Italia e poi Malta non accolgono l’Aquarius; alle 13.20 l’Orione della Marina
vedo, pur con tutte le differenze del caso, la richiesta e, di conseguenza, la nave resta militare italiana. Il viaggio di quei 629
dei punti in comune. E questi sono ferma per lunghissime ore a metà strada infelici è per ora, solo per ora, concluso.
l’indifferenza della maggioranza e tra i due paesi. Nel pomeriggio di lunedì 11 E guai comparare a forza questa piccola
l’incapacità delle istituzioni di tutelare giugno, il governo spagnolo dichiara di odissea del 2018 con la grande odissea
il più debole». Ecco la parola chiave: volerla accogliere con il suo carico di della St. Louis del 1939. Tutto è
l’indifferenza. Ascoltiamo un’altra migranti e profughi nel porto di Valencia. incommensurabilmente diverso. Ma perché
sopravvissuta al lager, Liliana Segre, la Nella tarda serata, SOS Méditerranée fa resiste, infine, una sottile inquietudine?
quale appena qualche anno fa dichiarava sapere che ritiene Valencia troppo lontana - ha collaborato Federica Graziani
UNA GUERRA
smetterla di pagare le mafie libiche
perché diventino carcerieri pagati da
noi. Quei soldi pesano sulle nostre ta-
sche ma soprattutto sulle nostre co-
tuali contrattazioni. Ma tutti abbiamo esiste una soluzione definitiva, ma esi- zione è “vomitevole” rientrerebbe nel
perso di vista il quadro complessivo. stono dei passi necessari da compiere. legittimo diritto di critica. Se a dirlo è lo
Che è più o meno questo. Regolarizzare tutti gli immigrati irrego- staff di un capo di Stato è la prova che
Un Mediterraneo “a sbarchi zero” lari che si trovano oggi in Italia; mettere l’Italia è già fuori dall’Europa. Q
È IL GOVERNO DELLO
presidente dell’Acea capitolina arre-
stato per l’inchiesta sullo stadio della
Roma. Bonafede poteva fare faville al
ministero del Talent e dell’X Factor.
to dal professor Kurtweil nelle sue lezio- piene di rider deportati dai villaggi afri-
ni a Harvard: «Famiglie di pigrizia di- Gli specialisti Olivetoo porta diretta- cani. Per allenarsi, corrono sulla tolda,
sgustosa e di voracità patologica passa- mente a casa olive infilzate nello stec- a centinaia, consegnandosi a vicenda la
no il tempo chiuse in casa a digitare chino: ha cancellato dal mercato i riva- stessa fetta di pizza. Q
S
ta trainando un carrello per sa un golf senza maniche e un cappellino
la spesa. È appena uscito dal- bianco. Non vediamo il suo viso. C’è dignità
la “dispensa alimentare” per nel gesto di tirare il carrello. L’uomo potrebbe
indigenti gestita dalla Ame- anche essere uscito da un supermercato. Un
rican Rescue Workers: Wil- edificio simile si scorge di lato: una parete
liamsport in Pennsylvania. rossa senza finestre o aperture. La didascalia
La foto è stata scattata mesi della foto dice che Williamsport è una delle
fa, ma non sembra che la si- città in difficoltà degli Stati Uniti, dove la per-
tuazione sia migliorata. Nel dita del lavoro ha gettato nella povertà molte
carrello verdura, scatole e un persone. Il punctum della fotografia è l’asfalto
ombrello colorato infilato di grigio in primo piano, il protagonista indi-
traverso. Il fotografo Spencer Platt ha colto scusso delle città occidentali, strumento sorto
l’uomo mentre sta attraversando una superfi- per renderle meno fangose e consentire il
Foto: S. Platt - GettyImages
cie asfaltata con uno spazio erboso al termine. traffico veloce delle automobili. In America si
Uno spazio semi abbandonato di fronte a tre producono all’incirca 600 milioni di tonnella-
linde casette dai tetti a punta dipinte di grigio; te di bitume l’anno. Nessun materiale dell’uo-
un’auto parcheggiata. Un’altra bianca è coper- mo racconta meglio dell’asfalto la desolazione
ta dagli alberi. Nessuno in giro. L’uomo indos- del nostro vivere. Q
Panama
paradiso
di PAOLO BIONDANI,
lumbard I fiduciari dei cassieri
GLORIA RIVA e LEO SISTI
leghisti non hanno
aspettato la flat tax.
Le casseforti sono già state
spostate nelle isole a
imposte quasi zero: dal
Centroamerica a Malta
32 24 giugno 2018 L’Espresso
illustrazione di
Pierluigi Longo
L’Espresso 24 giugno 2018 33
ESCLUSIVO Le rotte dell’offshore
I
n attesa della mitica flat tax, i fiduciari dei cas- Panama il 31 gennaio 2006 e ha sempre avuto proprietari
sieri della Lega si sono portati avanti. Hanno misteriosi: tutte le azioni, fino al giugno 2010, erano «al
aperto società-cassaforte all’estero, nei più rino- portatore». Significa che il padrone della società-cassaf-
mati paradisi fiscali, dove le tasse sono bassissime orte non è registrato da nessuna parte: il proprietario è
o inesistenti: da Panama, il centro finanziario più chi ha in mano un certificato azionario, cioè un pezzo di
chiacchierato del mondo, a Malta, l’isola delle carta. In Italia le azioni al portatore sono vietate da un
offshore con la targa europea, la stessa nazione quarto di secolo: la legge è cambiata dopo le storiche
che ora è al centro delle disfide marittime scate- istruttorie di Falcone e Borsellino sui tesori mafiosi rici-
nate dal ministro Matteo Salvini sulle navi dei clati in conti esteri intestati a società anonime. In molti
migranti. paradisi offshore, invece, i titoli al portatore restano tut-
Angelo Lazzari è un manager bergamasco con tora leciti. I documenti interni mostrano che neppure lo
una rete di società in Lussemburgo, che ha consolidati studio Mossack Fonseca, la premiata fabbrica di offshore
legami d’affari con i cassieri della Lega. Intrecci societa- travolta dai Panama Papers, ha mai conosciuto i nomi
ri, rivelati da un’inchiesta di Giovanni Tizian e Stefano degli azionisti. Della Jontown si sa soltanto che ha un
Vergine (l’Espresso numero 22, “L’Europa offshore che capitale sociale di diecimila dollari ed era nata per racco-
piace a Salvini”), che collegano il suo gruppo finanziario gliere finanziamenti anonimi da investire in attività non
con lo studio professionale dei nuovi custodi dei fondi precisate.
pubblici incassati dai gruppi parlamentari della Lega, Il ruolo di Lazzari viene svelato da una serie di docu-
Andrea Manzoni e Alberto Di Rubba, e con il tesoriere menti interni archiviati a Panama tra giugno e luglio 2010.
ufficiale del partito, Giulio Centemero, in carica dal Il segreto s’incrina perché la Jontown progetta un aumen-
2014. Una squadra di commercialisti bergamaschi arruo- to di capitale. Quindi i direttori-fiduciari non bastano più:
lati da Salvini per gestire i conti del Carroccio dopo bisogna organizzare a Panama City un’assemblea degli
l’arresto dell’ex tesoriere Francesco Belsito, la condanna azionisti. Che si fanno rappresentare proprio da Angelo
Tutti i tesori
della Lega. Le fiduciarie sono so-
cietà-schermo che servono a na-
scondere, legalmente, gli azioni-
sti che vogliono restare anonimi.
In Europa, Italia compresa, i trat-
tati contro il riciclaggio di denaro
sporco impongono anche alle fi-
duciarie di identificare e registra-
re i clienti: i nomi dei titolari re-
stano riservati, ma il segreto deve
cadere di fronte a un’indagine
della magistratura. I nuovi Pana-
Margherita Agnelli ha una
ma Papers ora collegano Lazzari
a una società esotica, finora sco- società da 1,5 miliardi alle
nosciuta, che è totalmente anoni-
ma. Si chiama Jontown, è nata a isole Vergini. La famiglia
L’inchiesta Panama papers
non ipotizza reati o accuse
Barilla preferisce Hong Kong.
di evasione: riguarda le
società offshore, che non
Da Panama le nuove carte
pagano tasse legalmente
sui conti segreti dei ricchi
34 24 giugno 2018 L’Espresso
Elettori leghisti a Milano
vità, 7.913 hanno beneficiari sco- daudit si sente chiedere chi sia il suo seca a Ginevra riceve la risposta il 20
nosciuti. Alle British Virgin cliente, titolare di una società ricchis- ottobre: il beneficiario unico è la signo-
Islands, su 28.427, sono fuorilegge sima, Blossom Investment Services ra Margherita Agnelli.
20.465. Alle Seychelles, su 5.575, solo Corp., fondata alle British Virgin Nel modulo sulle ricchezze, il suo fi-
118 hanno titolari registrati. I giorna- Islands il 4 giugno 2003 e controllata duciario svizzero, che è anche ammini-
listi della squadra Icij continuano a da un’altra offshore, Seashell Holding stratore della società-cassaforte, scrive
svelare nomi di oligarchi russi, miliar- Corporaton. La filiale di Mossack Fon- a penna che l’attività della Blossom è «la
dari arabi, politici europei, stelle dello
spettacolo e personalità di tutto il pia-
neta con tesori segreti nei paradisi fi- Francesco Corallo, il re delle
scali, mentre le autorità di molti Stati
premono sul governo di Panama e
professionisti di mezzo mondo, infu-
slot machine, nasconde oltre
riati, temono la fuga dei clienti più
ricchi. A Panama parte così una caccia 42 milioni di euro a Dubai.
disperata ai nomi dei beneficiari. E alle
certificazioni sull’origine delle loro
ricchezze. Nel tentativo di evitare il
Mai sequestrati nonostante
disastro poi verificatosi: arresto dei
titolari, chiusura dello studio, indagini l’arresto. E in Italia è ancora
in decine di stati, compresa l’Italia,
dove il fisco indaga su una prima lista
di 800 signori delle offshore.
difeso dallo studio legale del
In questo clima, il 22 settembre
2016, un fiduciario svizzero della Fi- ministro Giulia Bongiorno
36 24 giugno 2018 L’Espresso
Il documento contenuto nei Panama
Papers 2 che attesta la proprietà
della Jontown Sa da parte della Iris
Fund Sicav - Fis, che fa capo ad
Angelo Lazzari
gestione di conti bancari per investi- Luca. Il primo è l’attuale presidente del dare la Kimora, di non mandare i soldi
menti finanziari in Svizzera, Lussem- gruppo di Parma, gli altri sono consi- direttamente sui conti di Dubai, ma di
burgo, Singapore e Nassau», del valore glieri d’amministrazione. usare come intermediario la Citibank di
di «1,5 miliardi», che provengono dalla La Kimora Industries nasce nell’au- New York.
«eredità di suo padre Giovani Agnelli» tunno 1999 e fin dall’inizio fa capo ai tre Emanuela Barilla con la sua Jamers,
(scritto così, senza una enne). attuali beneficiari. Tra il 2015 e il 2016 l’unica offshore già rivelata nel 2016,
Margherita Agnelli vive da anni in un loro avvocato svizzero riceve l’inca- decide di seguire un’altra strada. Il 21
Svizzera. E i suoi avvocati italiani, inter- rico di aprire e gestire un conto a Hong agosto 2017 i gestori della sua offshore
pellati da L’Espresso, precisano che non Kong, alla Standard Chartered Private cancellano i titoli di proprietà della
ha obblighi fiscali verso l’Italia. Bank. Le comunicazioni si interrompo- Maya Foundation e li sostituiscono con
Nei nuovi Panama papers compare no nella primavera 2016, quando esplo- un solo certificato che vale 50 mila
anche un’altra prestigiosa dinastia in- de lo scandalo dei Panama papers. Un azioni, intestato a Emanuela Barilla.
dustriale italiana. Due anni fa, nei primi anno dopo i tre fratelli Barilla decidono Che da quel momento è la beneficiaria
documenti, L’Espresso aveva trovato di liquidare la Kimora, che viene chiusa diretta della Jamers, senza più lo scher-
una offshore di Emanuela Barilla: Ja- il 7 aprile 2017. A quel punto i vari con- mo ormai bruciato della fondazione di
mers International, creata nel 2014 sulenti, Mossack Fonseca a Panama e lo Panama. Alla fine del 2017 i suoi con-
nelle Isole Vergini Britanniche e con- studio Kellerhals Carrard in Svizzera, sulenti avviano le pratiche per creare
Foto: Napolipress - Iapone / Fotogramma
trollata dalla Maya International Foun- pianificano di spostare altrove i fondi una nuova società, senza specificare
dation di Panama. Le carte più recenti usciti dalla Kimora. Destinazione pre- dove, ma a quel punto i documenti si
mostrano che quella fondazione, domi- scelta: Emirati Arabi. A riceverli saran- interrompono.
ciliata nella sede di Mossack Fonseca, no altre due società offshore, Starsight Guido Maria Barilla, anche a nome
era azionista anche di un’altra offshore Trading e Samag Resources, sui rispet- dei fratelli, ha risposto alle nostre do-
delle Isole Vergini, chiamata Kimora tivi conti alla First Gulf Bank di Dubai. mande con questa importante dichia-
Industries Ltd, che ha per beneficiari gli I professionisti svizzeri chiedono ai razione: «I componenti della fami-
altri tre fratelli: Guido Maria, Paolo e colleghi di Panama, che devono liqui- glia Barilla sono in regola con le
ESCLUSIVO I 48 milioni scomaparsi
La Lega non
di GIOVANNI TIZIAN e STEFANO VERGINE
C
’è un passato che ritorna nella nuova Lega trebbe far parte del malloppo scomparso dai radar dopo la
di Matteo Salvini. C’è la continuità politica sentenza di condanna per Bossi e Francesco Belsito, il tesoriere
con il vecchio partito di Bossi rappresenta- che ha firmato la truffa sui rimborsi. È un’ipotesi, per ora. Un’i-
ta da un volto, quello di Giancarlo Giorget- potesi sui cui stanno lavorando i finanzieri del Nucleo tributa-
ti, l’eminenza grigia, il Gianni Letta padano, rio di Genova, in base alla quale la procura ligure ha inviato una
l’uomo cerniera tra big dell’imprenditoria e rogatoria alle autorità del Granducato.
il partito fin dai tempi del Senatur. E c’è il Ma torniamo a Giorgetti. L’uomo buono per tutte le stagio-
mistero del tesoro scomparso, i 48 milioni ni della Lega. Il demoleghista, come lo hanno ribattezzato
di euro frutto della truffa sui rimborsi elet- scherzando alcuni suoi amici. C’era e aveva un peso nel regno
torali. Soldi pubblici che- come stabilito dai di Bossi. Si racconta che durante i consigli federali, il commer-
giudici di Genova- dovrebbero tornare allo cialista di Cazzago Brabbia fosse uno dei pochissimi a cui il
Stato ma che non si trovano più. Una storia a cui L’Espresso ha Capo permetteva di parlare. Ma Giancarlo c’era e contava
dedicato diverse inchieste e copertine. E che ora si arricchisce anche nei momenti successivi allo scandalo della truffa dei
di un nuovo, importante particolare: il collegamento diretto tra rimborsi, quando segretario era Roberto Maroni. Oggi, con
le società dei fedelissimi di Salvini e la holding lussemburghese Matteo Salvini al potere, con un partito che ha abbracciato
sospettata dai magistrati e dalla Guardia di finanza di aver avu- l’internazionale sovranista, lui è ancora lì. Magari un po’ re-
to un ruolo nel riciclaggio del tesoro leghista. Denaro che po- calcitrante di fronte agli ammiccamenti riservati da Matteo ai
obbligazioni tributarie in Italia». verso i consulenti, ha trasmesso la co- frode fiscale da oltre 200 milioni e per
Dall’industria di Parma che ha reso pia del suo passaporto e una bolletta di la presunta corruzione di Gianfranco
famosa nel mondo la pasta italiana è casa, per provare la sua residenza. A Fini, con almeno sei milioni versati ai
arrivata anche un’altra precisazione: quel punto lo studio ha potuto rilascia- suoi familiari Elisabetta e Giancarlo
«Il Gruppo Barilla è completamente re il certificato di titolarità delle tre Tulliani. L’allarme a Panama scatta
estraneo ai fatti, dati o circostanze ri- offshore, che oltre a Pessina hanno altri solo nel dicembre 2016, dopo l’arresto
portati» nei Panama Papers. due azionisti: Claude Sol Cohen e An- di Corallo: «Urgente - Alto rischio - Il
Stefano Pessina è un famoso impren- tonella Fiorentino Vedeo. La trafila si beneficiario della nostra offshore è
ditore italo-americano che è diventato ripete per la società Zenith delle Isole stato incarcerato». La cassaforte se-
il re della distribuzione di farmaci, Vergini, controllata solo da Pessina e greta di Corallo, svelata da l’Espresso
come primo azionista della multina- Cohen, usata per gestire proprietà nell’aprile 2016, è una società delle
zionale Wallgreens Boots Alliance. Il immobiliari nel Principato di Monaco. Seychelles chiamata Vales Tru Admin
suo nome era già comparso nei Pana- Qui la bolletta allegata riguarda la re- Services Limited. Sui conti di Dubai
ma Papers del 2016. Ora i nuovi docu- sidenza di Pessina a Montecarlo, chia- (tre personali, tre della offshore) sono
menti svelano altre sue offshore e, so- mata con ironia «Villa Farniente». E arrivati oltre 42 milioni di euro sottrat-
prattutto, quantificano la sua immensa proprio nel dossier sull’origine dei ti allo Stato italiano, secondo le accuse
ricchezza. Quando è scoppiato lo scan- fondi destinati alla Zenith («parecchi documentate dai finanzieri dello Scico,
dalo di Panama, l’ingegner Pessina non milioni di euro»), nell’ultima pagina, che hanno convinto i magistrati di
ha fatto una piega. È rimasto cliente di Pessina quantifica la fortuna comples- Roma a ordinarne il sequestro. Non
Mossack Fonseca e ha risposto tran- siva accumulata con la sua «carriera ancora eseguito, però, dagli Emirati
quillamente, il 4 aprile 2017, alle ri- nell’industria farmaceutica»: «oltre 10 Arabi. Ma anche in Italia l’imputato
chieste di fornire tutti i documenti per miliardi di dollari americani». Corallo continua non avere problemi
identificare i beneficiari di tre società Di tutt’altra specie sono le ricchezze con le autorità politiche: a difenderlo
delle British Virgin Islands: Ambassa- nascoste alla Mashreq Bank di Dubai in tribunale è ancora lo studio dell’av-
dor Rose International, Empire Rose da Francesco Corallo, il re delle slot vocato Giulia Bongiorno, oggi mini-
Management e Pecove Holding. Attra- machine oggi inquisito per una maxi- stro della Lega. P.B. G.R. L.S.
perde il vizio Giancarlo Giorgetti, sottosegretario a Palazzo Chigi
Faccio finta di
di SUSANNA TURCO illustrazione di Emanuele Fucecchi
N
on chiedetegli niente, per carità. Ne ha pre- la minima cognizione di causa». Marianna Madia, già orgoglio-
gato lui stesso, «l’avvocato del popolo», il sa portatrice della propria «straordinaria inesperienza» in
«portavoce degli interessi», l’«esecutore di Parlamento, l’aveva detto profetica addirittura in febbraio, nel
temi», il «portatore di approcci», il nostro giorno in cui il futuro premier appariva sulla scena pubblica,
premier insomma. È al governo da meno di tassello del fantomatico governo a Cinque stelle (la cui lista
un mese, ma sin dalla sua prima uscita pub- Luigi Di Maio s’ostinava a inviare al Quirinale pure col piccione
blica Giuseppe Conte si è prodotto nella più viaggiatore). Cognizione di causa, assenza di: vedi alla voce. Non
strepitosa sintesi di sé che la storia di Palazzo sarà per caso che adesso, quando deve parlare in pubblico,
Chigi ricordi: «Non fatemi domande, non ho Conte legge, legge, legge. Legge e un po’ rimpiange. In origine,
le risposte», ha chiarito ai cronisti che l’ave- il premier era stato indicato da Di Maio come eventuale ministro
vano accompagnato in mezzo ai terremotati della Pubblica amministrazione e sdottorava, felice, su cose
di Amatrice. L’intento era retorico, si capisce: il risultato però è come la necessità di una «riqualificazione professionale dei
fin troppo realistico. Puro cinema-verità. Nel famoso contratto pubblici impiegati». Quella materia sì che la conosceva bene,
tra Lega e Cinque stelle, in effetti, non c’è una parola sul terre- mannaggia. «Non a caso mi ero reso disponibile per la carica di
moto. E Conte, fino a un mese fa, faceva altro: avvocato, pro- ministro della Deburocratizzazione», nota ancora adesso, sdi-
fessore. Perché mai dovrebbe sapere cosa rispondere, su questo linquito di malinconia. «Poi è andata come è andata». Cioè è
e altro? Vista pure la totale prevalenza della ruspa di Salvini, diventato premier. Che peccato. Che sciupìo.
anche da Berlino l’altro giorno si sono informati (con la dovuta S’è capito benissimo, d’altra parte, che quando Conte non può
vaghezza) se sia davvero il premier a decidere le cose del gover- leggere improvvisa. Il che non è per forza un bene. Vedasi, ad
no, prima che lui vedesse l’omologa tedesca Angela Merkel esempio, la tragica sequenza detta “degli appunti”. Quando,
(nelle foto dell’incontro lei brandiva champagne, lui succo di seduto per la prima volta nei banchi del governo alla Camera
frutta: e con questo s’è detto tutto). Conte, come ebbe a dire il dei deputati, nel giorno in cui Montecitorio gli votava la fiducia,
capo M5S Luigi Di Maio ancora nel pieno delle consultazioni, il premier s’è perso i foglietti su cui c’era scritto cosa avrebbe
rappresenta uno degli «esecutori», perché il vero capo del go- dovuto dire. Panico, ricerca affannosa, balbettii, pause lunghis-
verno «è il contratto». Così, escluso dal merito e attento a ri- sime: come uno studente impreparato all’interrogazione, in-
spettare la consegna, il Prof. Avv. ha virato sul tema «non siamo confondibile ricordo scolastico, vergogna generale degli spet-
marziani» (gliel’avrà raccomandato il suo mentore, Rocco Ca- tatori. A Berlino è stato capace di leggere per otto minuti, più
salino) e, a forza di ripetersi, è riuscito a dire la cosa più aliena del doppio di quelli in cui la Merkel ha parlato a braccio. Ma al
di tutte. Niente risposte dunque, si aspettano con trepidazione G7 in Canada è bastato che restasse solo un paio di minuti di
le conferenze stampa: magari finalmente senza domande, che fronte ai cronisti, per andare in apnea: giusto il tempo di riba-
pace. Non male, intanto, per un presidente del Consiglio. dire la premurosa cura per la «depressa» società civile russa
«L’esordio di Conte è in pieno stile Cinque Stelle: parla senza («saremo molto attenti che le sanzioni non impattino negativa-
mente sulla società civile russa, che sarebbe assolutamente un
errore mettere in condizioni di rimanere depressa»), chiarire
Incertezze, silenzi di essere lì «a esprimere una posizione forte politicamente»
(«perché io sono forte di una legittimazione politica molto in-
tensa e sono qui a rappresentare i modo forte, deciso e deter-
e gaffe. Prime uscite minato le nostre posizioni»); poi Casalino l’ha preso per un
braccio e l’ha portato via, mormorando «scusateci un attimo».
di un presidente «Timidissimo», «circospetto», «impacciato», sempre stu-
dioso. Come quasi tutti, scavallati i cinquantaquattro anni
Conte è lo stesso di quando di anni ne aveva undici e si era ap-
del Consiglio che pena trasferito con la famiglia da Volturara Appula a San Gio-
vanni Rotondo - aprendo così la strada alla devozione a Padre
appare fuori posto Pio. «Non credevo fosse capace di sfondare, appunto perché
era molto timido e riservato», ha confessato il suo profes-
MARCO FOLLINI
Premetto. Sono figlio della Prima barcamenavano alla grande. Sui loro le stesse tentazioni e può incorrere negli
Repubblica, ho calcato con alterne stendardi era inciso il motto della stessi errori. Ma oggi lo fa seguendo
fortune il palcoscenico della Seconda, prudenza. Nei loro discorsi si poteva strade diverse da quelle del passato. Può
sono estraneo alla Terza - che mi cogliere qualche traccia di ipocrisia fare i suoi compromessi. Può alimentare
inquieta. Dunque, mi trovo in pieno (che è pur sempre l’omaggio che il vizio le sue clientele. Può violare le leggi e la
conflitto di interessi (o almeno di rende alla virtù). morale. Può disattendere le sue parole
passioni). Ma se c’è una cosa che trovo La classe dirigente che ha preso il d’ordine. Tutto questo fa parte della natura
rosimile: sarà l’aria da secchione, l’inesperienza, l’autocompia- lo, dalle parole assegnate. La scriminatura del ciuffo non gli si
cimento ma frasi come «mi sembra chiaro che c’è una strategia è scomposta neanche quando è andato a farsi correggere i di-
dietro, non vorrei che qualcuno punti a destabilizzare il gover- scorsi da Dettori, socio della Associazione Rousseau, e poi ha
no», più che dalla bocca del capo del governo, sembrano essere fermare al volo un taxi, a Corso Vittorio Emanuele, e si è fatto
uscite da quelle di Titti, il canarino dei cartoni animati. Oh, oh, portare al Quirinale. Lui è il principe del «non»: persino Del Rio
mi è semblato di vedele un Salvini. l’ha definito in negativo («Non faccia il pupazzo!», gli ha urlato
C’è da dire per lo meno che Conte è un sublime incassatore, in Aula). E dice di sé: «Non ho dichiarazioni mirabolanti, né
anche di fronte alla rovina (salviniana) di ogni sua performance promesse altisonanti», «non sono venuto qui per parlar male
internazionale. Ambasciatore di parole non scelte e di voti non degli altri», «non fatemi complimenti, non ho ancora fatto
cercati, il premier non si è mai discostato dal compito, dal ruo- nulla». Più che quintessenza dell’umiltà, apoteosi della traspa-
renza. È difficile trovare sue parole su cui
la memoria si avvolga, o almeno qualco-
sa di lui su cui lo sguardo si impigli: anche
di sempre: c’è l’immobiliarista figlio del non parla? di come appare. Aiuto. Q
Toninelli
sul viadotto
Alitalia, Tav, Mose, Autostrade.
Per le Infrastrutture già si
annunciano decisioni molto
diverse da quanto il ministro ha
proclamato in campagna elettorale
di GIANFRANCESCO TURANO
A
due settimane dal impara in fretta. Dopo avere passato la Dopo il giuramento al Quirinale, To-
debutto, per Danilo scorsa legislatura a occuparsi di mecca- ninelli si è affrettato a dichiarare: «Non
Toninelli l’unica nismi elettorali finiti nella spazzatura voglio azzerare tutto. Le infrastrutture
opera inutile sem- della storia come il Democratellum e il sono un volano per l’economia» (il Sole
bra sia l’Anac di Legalicum, pochi giorni ai comandi del 24 ore). Qualche giorno fa ha promesso
Raffaele Cantone. ministero di Porta Pia sono bastati al che presto comunicherà l’esito della sua
Si fa per scherzare, politico cremonese per esternare su revisione sulla linea Av Brescia-Padova
è chiaro. Il neomi- tutto lo scibile del settore. e sulla Pedemontana Veneta. Tutto bel-
nistro delle Infra- Per adesso non ci sono tracce di quel- lo. Ma in pratica?
strutture ha fama di la «revisione dei progetti in corso con Una delle poche certezze è che sulle
battutista e perdo- aggiornamento delle analisi costi-bene- grandi opere si gioca il rapporto fra il
nerà. Del resto, per nuotare nel mare fici e dei piani economici-finanziari» governo e gli imprenditori. L’accordo si
magnum del caos portuale (con annesso che dovrebbe annullare o declassare «le può trovare sulla scarsa percorribilità
problema sbarchi di migranti), aeropor- opere non più utili», secondo quanto del nuovo codice degli appalti e sull’ec-
tuale, stradale, ferroviario dell’Italia ci prometteva il programma trasporti del cessivo ficcanasare dell’autorità anticor-
vogliono fiato e senso dell’umorismo. M5S del 2017, un documento che anco- ruzione, benché l’Anac abbia fornito
Anche qualche competenza specifica ra non doveva confrontarsi con le incli- pareri assolutori per le opere più conte-
non guasterebbe ma il ministro grillino nazioni cementizie dell’alleato leghista. state dai pentastellati in sede locale.
Danilo Toninelli
ministro
delle Infrastrutture
e dei Trasporti
Come la Pedemontana veneta, appunto. ha scritto perfidamente nel suo blog: «Il grillino Virginia Raggi con impeto nega-
Ma il governo del cambiamento dovrà fatto che il nuovo ministro non abbia zionista. Tre mesi prima, in un mattino
pur fare rotolare qualche testa per dare alcuna esperienza nel settore non è del plumbeo di febbraio, da una barchetta
un segnale forte in un momento fra i più tutto irrilevante». I sottosegretari, il sul Po sotto il ponte di Casalmaggiore
delicati dell’economia legata alle infra- grillino Michele Dell’Orco, i leghisti bloccato dall’incuria aveva sparato ad
strutture. Ci sono imprese di costruzio- genovesi Edoardo Rixi e Armando Siri angolo giro: «La Lombardia non ha
ne storiche in grave difficoltà (Condotte, (condannato a 20 mesi per bancarotta) messo nemmeno un centesimo per que-
Astaldi), una compagnia di bandiera che non ne sanno molto di più. ste strutture, idem lo Stato, se è vero che
della bandiera non sa più che farsene, quasi tutti i ponti sul Po tra Emilia e
porti e aeroporti che si combattono fra
loro senza riuscire a fare sistema, pen-
Fusione in freddo Lombardia sono a rischio. Intanto però
finanziamo con 400 milioni di euro la
dolari abbandonati, concessionari auto- In realtà non è del tutto vero che Toni- Pedemontana già fallita e la Brebemi che
Foto: C. Mantuano / OneShot
stradali che fanno tanta finanza e poca nelli non si sia mai occupato di lavori è una cattedrale nel deserto». L’invoca-
manutenzione. pubblici prima di diventare ministro. Lo zione al ministro di allora è stata: «Del-
I critici hanno sottolineato che dagli ha fatto due volte. Nell’ultima tappa del rio, ma dove cazzo è?», con la mala pa-
arabeschi dei sistemi elettorali alla Giro d’Italia quando i ciclisti hanno rola temperata dal lei.
giungla d’asfalto il passo è lungo. Un protestato contro lo stato delle strade di Ora, a parte che la Pedemontana
esperto come il professor Marco Ponti Roma e Toninelli ha difeso il sindaco costa un po’ più di 400 milioni (si
Nel 2010 si presenta alle Regionali in talk-show televisivo. Il notista politico fatte senza pensare alla fase successiva.
Lombardia e non viene eletto. Abbassa dell’Espresso Guido Quaranta lo chia- Se la stazione di Milano ha gli stessi bi-
il tiro nel 2012 con le comunali a Cre- ma “sor Pampurio”, come il personag- nari di Zurigo e Monaco ma fa la metà
ma. Prende nove voti. Quelli dei suoi gio «irascibile e scostante, verboso e dei passeggeri, è inutile pensare a inve-
congiunti, per dirla alla Giuseppe Con- intollerante» di un fumetto di un seco- stire altri miliardi nell’alta velocità».
te. Non si scoraggia e ha ragione lui lo fa. Nominato ministro, ha subito Anche la Torino-Lione pone proble-
perché nel giro di un anno la prima smorzato i toni lodando la grande pro- mi quasi insormontabili, a questo pun-
fase della marea grillina lo porta a fessionalità dei suoi dirigenti. to. I pro-Tav sostengono che la chiusu-
Montecitorio. A Roma, Toninelli inizia ra dei cantieri avrebbe un costo pari
a diventare un volto noto e anche ap-
prezzato dai colleghi che lavorano con
Alitalia in caduta libera all’esecuzione dell’opera (2,9 miliardi
per l’Italia su 8,6 miliardi complessivi).
lui alla commissione affari istituziona- Con i manager e i funzionari che ruota- Ma l’urgenza massima è nel dossier
li e alla giunta per il regolamento della no intorno a Porta Pia non è impossibi- Alitalia. A fine aprile la Commissione
Camera. Si batte contro la burocrazia le mettersi d’accordo. A loro interessa europea tanto detestata dai gialloverdi
e per l’abolizione delle province, due la poltrona e al nuovo ministro interes- ha aperto un’indagine sul prestito da 900
mali tenaci dell’Italia. Attacca l’auto- sa imparare un mestiere fra i più com- milioni di euro dello Stato alla compa-
strada Tirreno-Brennero («un’opera plicati e insidiosi che possano capitare gnia aerea. Quasi in parallelo è arrivata
evidentemente diseconomica»), poi si a un governante. Ferrovie e strade, re- puntuale l’inchiesta giudiziaria contro i
sposta gradualmente verso la platea del golamenti complessi che si sono strati- manager, Luca di Montezemolo in testa,
ficati in mille varianti negli ultimi due della gestione Cai-Etihad, mostruosa
decenni dalla legge Merloni, sono solo alleanza fra un gruppo costretto nelle
una parte dell’incubo. Ci sono i traspor- rigidità dell’Ue e l’aerolinea finanziata a
ti pubblici locali, le zone economiche fondo perduto dagli emiri di Abu Dhabi.
speciali nei porti di Gioia Tauro e Na- «È inconcepibile vedere Alitalia in
poli-Salerno, la logistica integrata, il queste condizioni quando ovunque le
terzo valico, la gronda di Genova e guai compagnie hanno floridi fatturati», ha
trentennali come il Mose di Venezia, affermato il ministro con un’idea otti-
altra opera che il M5S ha avversato ma, mistica del mercato internazionale.
a differenza della Torino-Lione, non ha Ma Toninelli è lì soprattutto per
inserito nel contratto di governo con decidere. Si è visto con il caso della
proposta di revisione-sospensione. Le nave Aquarius. Il suo carico di migran-
dighe mobili non sono ancora arrivate ti è stato respinto dall’Italia e accolto
a compimento che già presentano pro- dalla Spagna. «Con noi già spira vento
blemi gravi di manutenzione. nuovo», si è compiaciuto l’ex perito al
«Il sistema italiano», dice Dario Balot- primo vero atto da ministro insieme al
ta, presidente dell’Osservatorio libera- collega Matteo Salvini. In fondo ci
lizzazioni e trasporti, «ha enormi caren- vuole poco per vedere “la vie en rose”.
ze gestionali. Le nuove opere sono state Basta chiudere i porti. Q
007
Operazione Rovazzi
di EMILIANO FITTIPALDI illustrazioni di Maurizio Ceccato
P
er provare a vincere la posizione dominante sulla Siae, questa «Lei mi sta chiedendo se ho dato l’ok a
guerra della musica, il ha chiesto ufficialmente a una società un atto di dossieraggio? Non scherziamo.
direttore della Siae Ga- privata di investigazioni, la Ifi Advisor, di La Siae è cliente di un’operazione di busi-
etano Blandini, a capo trovare ogni informazione possibile su ness intelligence, simile a quella che fanno
dell’ente pubblico che Soundreef. È proprio Blandini a firmare decine e decine di aziende ogni anno»,
gestisce (senza finan- il contratto da 400 mila euro, con cui afferma Blandini. «Con gli investigatori di
ziamenti statali) il dirit- paga spese e onorario non solo dell’ita- Ifi ho fatto un contratto cristallino. Ricor-
to d’autore di artisti ed liana Ifi, ma anche i costi della società di do che il mio dovere primario è quello di
editori italiani, ha pro- intelligence israeliana Black Cube. tutelare i miei associati, che oggi sono
vato di tutto. Cause le- Diventati famosi in tutto il mondo dopo oltre 80 mila. Soundreef e i media italiani
gali, ricorsi al Tar, de- essere stati assoldati dal produttore della ci stanno attaccando da anni, dicono che
creti ingiuntivi, scontri frontali pubblici e Miramax Harvey Weinstein per indagare noi siamo un carrozzone e loro una star-
privati. Ma l’idea da “fine mondo” per sulle donne abusate che minacciavano di tup supercool, loro il coraggioso Davide e
incastrare gli odiati concorrenti di Soun- denunciarlo, sono gli agenti privati di Black noi il cattivo Golia. Non è così. Ora sap-
dreef deve essergli venuta in mente ricor- Cube - con cui l’Ifi ha un accordo di esclu- piamo che combattiamo contro un con-
dandosi di quando, giovane agente dei siva per l’Italia - ad incontrare, sotto men- corrente sleale». L’Espresso ha sentito
servizi segreti, era stato spedito dai capi tite spoglie, D’Atri e altri amministratori di anche Davide D’Atri, che chiarisce subito
del vecchio Sisde a Tel Aviv. A prendere Soundreef, ex dirigenti, oltre ad associati che dalla Siae si aspetta questo, e altro:
appunti dai maestri del Mossad, che gli famosi come il cantante Fabio Rovazzi. E «Non ho nessuna preoccupazione delle
insegnarono, oltre all’arte del controspio- sono sempre gli israeliani a sbobinare ore conclusioni a cui è arrivato il loro dossie-
naggio, pure ad analizzare il contenuto e ore di conversazioni, ad analizzare fonti raggio. Noi siamo trasparenti, siamo per-
dei sacchetti di spazzatura, utilissima per aperte italiane e inglesi (Soundreef con- sone corrette e per bene. Ad ogni accusa
profilare le persone di cui bisognava sco- trolla una società britannica) e costruire un risponderò punto per punto».
prire misteri e altarini. report finale intitolato “Progetto Spotli-
Così lo scorso luglio, mentre l’Anti-
trust - su segnalazione di Soundreef e del
ght”, dove si riportano le risultanze dell’in-
dagine e presunti comportamenti discuti-
Monopolio addio
suo numero uno Davide D’Atri - aveva bili e poco trasparenti della collecting che Partiamo dalla descrizione del cam-
appena avviato un’indagine per abuso di sta sfidando, con successo, la Siae. po di gioco e dei protagonisti. La Siae,
anche se private, possono mercati». L’Antitrust cita in toria). Registi, cantanti e sceneggiatori
operare solo se enti no particolare il caso di Sky (an- temevano infatti che l’Autorità potesse
profit e/o governate da- che lei ricorrente nello stesso «aderire a un disegno che favorisce gli
gli associati. Ma non procedimento) con cui interessi di gruppi internazionali». Che
Riccardo Casamassima
Brava persona Luca Lanzalone
Riccardo Casamassima è il carabiniere che ha testimoniato la
verità al processo sul pestaggio e l’assassinio di Stefano Cucchi. Orfano
In cambio ha ricevuto minacce, un trasferimento, un deman- La Raggi dice che l’ha scelto Casaleggio. Casaleggio dice che
sionamento, un taglio dello stipendio. In un mondo normale, non lo conosce e che ha mangiato nel suo stesso ristorante ma
il Ministro della Difesa aprirebbe per lui una qualche forma di a un altro tavolo. Il ministro della giustizia Bonafede dice che
procedura difensiva. E anche quell’altro, quello che si fa i selfie in realtà l’ha scelto la Raggi. Facciamo così: a dirigere l’Acea,
con ogni militare gli passi a meno di tre metri, cercherebbe di Lanzalone ce l’ho mandato io. Così la smettete di discutere e
capire come mai chi denuncia storture viene annichilito e ci fate una figura migliore.
sostanzialmente invitato a farsi i cazzi propri. Se entrambi Giudizio:
BANANA REPUBLIC
GUIDO QUARANTA
Attenti all’ira
del prof.
Giannuli
Quando compare in uno studio
televisivo, ospite di un
dibattito, lo storico Aldo
Giannuli (barese, 66 anni) si
comporta come un docente
universitario alle prese con gli
alunni del suo corso nell’aula di
un Ateneo. Gli occhialini posati
sulla fronte, la giacca
spalancata con due penne
POTERI & VELENI STEFANO LIVADIOTTI
stilografiche nel taschino, le
mani adagiate su una pancia
da gestante e i pollici girati e
Ruffini, il Pinocchio delle tasse
rigirati con frequenza, Giannuli, Fibrillazione all’Agenzia delle Entrate. Se vuole restare in sella, Ernesto Maria
infatti, tiene una sua lezione Ruffini deve ottenere una conferma entro inizio settembre. L’ambiziosissimo
e se ne compiace: analizza le avvocato, figlio e nipote d’arte (padre l’ex ministro dc Attilio; prozio il cardinale
origini del populismo in Italia, Ernesto), ci tiene tanto. Così, da un lato cerca trafelato sponde nei nuovi
illustra le differenze tra azionisti di palazzo Chigi. E dall’altro cammina rasente i muri: mentre il duo
Berlusconi, Trump e Cavour, Salvini-Di Maio sparava un giorno sì e l’altro pure un fuoco d’artificio sul fisco,
disquisisce sulla gestione del lui è rimasto muto come un pesce, manco non fossero affari suoi: tra l’apertura
fenomeno migratorio, spiega i delle urne e il 19 giugno ha collezionato sull’Ansa un quarto dei titoli ottenuti
motivi utilitaristici delle nozze nello stesso periodo del 2017. E c’è da scommettere che resterà ben nascosto
dei leghisti con i grillini... Colto anche nei prossimi giorni, quando la Corte dei Conti farà le pulci ai trionfalistici
e amabile conversatore, si dati sul recupero di evasione strombazzati nei mesi scorsi (20 miliardi). In
esprime con pacatezza, non qualunque altro Paese un manager pubblico sbugiardato come un Pinocchio
senza qualche arguzia e i qualsiasi verrebbe messo alla porta. In Italia (180 miliardi di evasione) la
giornalisti, come i politici figuraccia potrebbe trasformarsi in un viatico per la riconferma. Ex civatiano,
presenti lo ascoltano in inventore alla Leopolda della favola sul fisco amico, Ruffini era stato capato
rispettoso silenzio. Ma se, dal mazzo da Matteo Renzi all’indomani del trionfo del 2014, quando il Pd
com’è successo, qualcuno era schizzato al 41 per cento grazie al voto (per la prima volta) dei lavoratori
s’azzarda a contestarlo, autonomi (tasso di evasione al 56 per cento, dice Bankitalia). Ruffini, che non
Giannuli prima volge gli occhi va dove lo porta il cuore, ma dove gli dice l’azionista, lesto si era adeguato.
al cielo e invoca la Madonna, Mentre si baloccava tagliando auto blu e facendo la fila allo sportello in favore
poi richiama il malcapitato più di telecamere, sul frontespizio di un documento fiscale aveva fatto stampare
volte e gli suggerisce di una frase di Adam Smith: «Ogni imposta deve essere riscossa nel tempo e nel
risparmiarsi altre scemenze e, modo in cui è più probabile che sia comodo per il contribuente pagarla». Chiaro.
infine, spazientito, gli appioppa Ora uno studio Ipsos sui flussi elettorali alle politiche dice che il 31,8 per cento
la patente di somaro. Q
degli autonomi ha votato Di Maio; il 23,6 Salvini. E Ruffini riprende quota.
Quando si dice: l’uomo giusto al posto giusto... Q
Q
uando di Vladimir Pu- per l’ intransigenza verso il fondamen- 1956, sedata nel sangue, il primo mini-
tin si dice “è uno zar” si talismo islamico. Con il suo attivismo, stro ungherese Viktor Orbán ha Putin
commette un errore in Medio Oriente sta sostituendo l’in- per modello, ai russi ha affidato la mo-
filologico, non sostan- fluenza americana con la propria. Gra- dernizzazione dell’unica centrale nu-
ziale. Come gli impera- zie a giri di valzer che sono piroette, si cleare del Paese, riscalda i suoi cittadi-
tori di Russia fino alla scontra ferocemente col turco Erdogan ni con il gas siberiano ed è naturalmen-
rivoluzione bolscevica, per poi scambiarsi amorosi sensi quan- te tra i più critici delle sanzioni contro
il padrone del Cremli- do intuisce che il sultano di Ankara può il Cremlino, causa l’annessione della
no costruisce disinvol- lacerare il fronte della Nato: l’ossessione Crimea. Pure Praga conobbe il bastone
tamente alleanze in dell’Alleanza atlantica da allontanare dei carrarmati sovietici nel 1968 e la sua
ogni Paese, crea cavalli dai confini è una costante della storia fugace primavera fu repressa, tuttavia i
di Troia utili al suo disegno egemonico. recente russa. cechi hanno eletto a capo dello Stato per
Slegato come è da ogni ideologia se non Ogni partita è la sua partita. Soprat- la seconda volta a inizio 2018 l’antieu-
quella nazionalista (lui che fu comuni- tutto se riguarda i vicini. E con sguardo ropeista, xenofobo e filorusso Milos
sta e agente del Kgb), in tempi di geopo- presbite, mentre cuce proficui rapporti Zeman. Slovacchia, Bulgaria e Slovenia
litica liquida gioca in modo spregiudi- con la Cina, getta più di un occhio sono stabilmente nel fronte anti-san-
cato il suo risiko cercando interlocutori sull’Europa, il Vecchio Continente, do- zioni. Dove brilla l’assenza della pur
anche tra leader reciprocamente nemi- ve per lui l’aggettivo non è sinonimo di profondamente populista Polonia:
ci. Grazie al pragmatismo, coltiva l’in- portatore di sapienza antica, ma di at- troppo radicate le paure nei confronti
teresse del proprio Paese, unica stella tuale senescenza. E il suo capolavoro dell’orso russo.
polare rimasta dopo il superamento del è la riuscita di un’impresa im- Non gli basta il consenso degli
Novecento e della Guerra Fredda. Dia- possibile fino a ieri: provoca- ex vassalli, peraltro sangui-
loga con gli ayatollah iraniani e vuole al re ammirazione, rispetto e nosa spina nel fianco di Bru-
suo fianco Bibi Netanyahu per la solen- condiscendenza in diversi xelles. Putin vuole di più,
ne parata del 9 maggio a Mosca. A Ge- Paesi dell’ex Patto di Var- vuole l’occidente dell’Eu-
rusalemme può peraltro contare sul fi- savia, già molto rancorosi ropa. Di cui ha individuato
dato Avigdor Lieberman, il capo di quel verso la Mosca che fu ma- il tallone d’Achille nella
milione e mezzo di russi-israeliani che trigna. A dispetto della ri- crisi dei migranti. Dalla fine
lo venerano per la sua immagine forte e voluzione antisovietica del del 2014 ha avviato una po-
anti-occidentale che il presidente russo ha maturato analizzando ed europea. Esami su tutte le materie di interesse russo, che al di
le primavere arabe e le proteste che hanno accompagnato la sua là dell’ideologia si declina su voci concrete: commercio, energia,
terza elezione al Cremlino (marzo 2012), in cui lui vede lo zampino affari per le società di Stato e rispettivi dirigenti. Se tutto va come
degli Usa. Svolta completata poi con la crisi in Ucraina e il blitz deve andare, si passa a strutturare la cooperazione.
sulla Crimea nel 2014. Così, a marzo 2017 il leader del Carroccio ha siglato un accordo
Proprio la linea sull’annessione della penisola sul Mar Nero è un con il partito governativo Russia Unita per scambi di informazioni
esame di fedeltà richiesto a tutti i partiti che vogliano accreditarsi su relazioni bilaterali e internazionali. La firma è stata apposta da
come interlocutori prioritari. La leader dell’allora Fn Marine Le Pen Salvini e dal vicesegretario del Consiglio di Russia Unita Sergey
apriva il carosello delle delegazioni straniere a Sebastopoli già a Zheleznyak, già presente al Congresso che nel 2013 a Torino
giugno 2013. Matteo Salvini in Crimea è arrivato a ottobre 2014, incoronava Salvini segretario. Questo documento è un format che
e – guarda caso – in quel mese è riuscito a incontrare Putin a Mosca usa con i partiti della galassia di euroscettici e anti-
Milano, a margine del vertice euroasiatico Asem. Era un venerdì atlantisti attratti da Putin. E Zheleznyak è considerato il tesoriere
17, ma il caffè con il presidente russo è andato bene e nell’album che stacca l’assegno in caso di bisogni finanziari in famiglia, come
delle fotografie del Cremlino all’eterno “amico Silvio” Berlusconi il “prestito” di 9 milioni di euro al Front National, unico partito ad
si è aggiunto il giovane e intraprendente Matteo. Il leader della ammettere il finanziamento, mentre dall’Austria, dalla Germani a
Lega ha cominciato allora a fare la spola con Mosca: trasferte già e da via Bellerio sono arrivate secche smentite. Ma Zheleznyak,
quell’anno e nel 2015. A novembre 2016 il poster “vota No al che ha appena coordinato la prima riunione dei partiti della Sco,
referendum” srotolato sulla Piazza rossa crea qualche imbarazzo, gruppo a trazione russo-cinese, è solo un soldato di questa
ma tutto rientra velocemente. C’è chi dice che per questo “operazione Vnedrenije” (Infiltrazione). L’esercito è più ampio.
episodio Putin abbia preferito non ricevere Salvini al Cremlino, per In Europa, Italia compresa, si muovono oligarchi come Vladimir
altri l’incontro, riservatissimo, c’è stato. In ogni caso, lo Zar non si Yakunin con la sua Fondazione per il Dialogo tra le Civilizzazioni
concede facilmente, al contrario, ci sono direttive di far fare basata a Ginevra. O come Kostantin Malofeev, organizzatore a
anticamera ai “nuovi partner”. Prima dei contatti al vertice devono Vienna di riservati incontri tra attivisti di destra europei e russi. Si
esserci visite, delegazioni a forum, colloqui con gli emissari del spende molto anche il potente Alexey Komov, ultraortodosso
business russo, dichiarazioni a favore di Mosca in sede nazionale ambasciatore Onu del Congresso Mondiale delle Famiglie,
che in Italia frequenta la Lega e sul web dà consigli su Democratici Svedesi e dalla destra anti-migranti del Partito
come istruire i figli e lancia strali contro le comunità gay. Popolare Danese. Le sanzioni sono al centro dell’interesse
Dal 2014 si è mosso il Dipartimento dell’amministrazione russo, ma l’impresa in corso è ben altra, in vista delle elezioni
presidenziale per la politica estera, creando una cabina di regia europee del 2019, quando euroscettici e populisti saranno
informale che affianca il ministero degli Esteri russo per un in campo per destrutturare l’Ue dall’interno. Sino qui la Russia
lavoro di lobby che riguarda Germania, Francia, Usa, e da ci ha visto lungo. Ha cominciato a tessere rapporti con forze
qualche tempo anche l’Italia. Sul fronte tedesco è attivo anche politiche quando erano promettenti e bendisposte, ma tutto
Vjaceslav Volodin. Oggi capo della Duma, Volodin si è sempre sommato marginali. Ha corteggiato e si è fatta corteggiare,
occupato di politica interna, ma ha un gran fiuto per le alleanze coltivando relazioni parallele a quelle ufficiali. E in Italia, come
partitiche – è de facto l’architetto delle campagne elettorali in Austria, dopo l’Ungheria di Orbán, se le ritrova già al potere.
di Putin - e ha potere di veto nei confronti di qualsiasi candidato Ora l’austriaco Sebastian Kurz riceve Putin da cancelliere.
a una partnership con Russia Unita o a un incontro con Matteo Salvini da ministro e vicepremier discute con
il líder máximo. l’ambasciatore russo Sergej Razov di convergenze politiche
Gli aspiranti non mancano. Secondo il think tank Political e prossimi incontri intergovernativi, come accaduto il 7 giugno
Capital, già nel 2014 su 25 partiti di destra ed estrema destra a Villa Abamelek, alla Festa nazionale russa. Non mancano i
europei presi in considerazione, 14 avevano legami con Mosca. contatti con i Cinque Stelle, sia in Italia che a Mosca, dove
L’attivissimo Zheleznyak ha firmato accordi anche con Manlio di Stefano e Alessandro di Battista sono stati ricevuti
l’austriaco Partito della Libertà e a solo un mese dalle dall’immancabile Zheleznyak. Ma nei circoli governativi russi
presidenziali francesi 2017 riceveva la Le Pen per i grillini sono visti come “mutevoli”. Soprattutto, sono
discutere di terrorismo, migranti, economia, ma anche espressione della politica a colpi di click che il governo
di sanzioni contro la Russia, che la leader frontista russo percepisce come una minaccia. E fa bene,
giudica “totalmente stupide”. La posizione è avverte il primo rapporto dell’Istituto specializzato
condivisa, pur con distinguo, dagli euroscettici di ricerche sociali: tra 5-6 anni ci sarà anche
britannici dell’Ukip e dall’olandese Partito per la in Russia un boom elettorale del “populismo
Libertà di Geert Wilders. Come dai nazionalisti tecnologico”. Q
Bianche A
desso o mai più. Con i Mon-
diali di calcio Vladimir Putin
ha una chiara occasione da gol.
Magari non per diventare sim-
patico. Rispetto a quello, è più
facile che vinca il torneo Pana-
ma. Ma quanto meno per tra-
smettere al resto del mondo l’idea di una
notti
Russia accogliente, efficiente, amichevole.
Se ha fatto passi avanti Kim Jong Un, in
fondo, ce la può fare anche il democratore
venuto dal Kgb.
Russia 2018 è la sua ultima chance. Quat-
tro anni fa, con le Olimpiadi invernali a Sochi
è stata una catastrofe. Per andare con sci, bob
magiche
e slittini sul Mar Nero i costi sono impazziti.
Da un budget previsionale di 12 miliardi di
dollari il conto finale è stato di 51 miliardi: i
Giochi più cari della storia. È vero che la
Foto: S. Stacpoole - Offside / Getty Image
Miracolo
72 24 giugno 2018 L’Espresso
Francisco Alves
dos Santos durante
una battuta di pesca
con l’arpione
a Xixuaú
L’Espresso 24 giugno 2018 73
REPORTAGE
Per fermare la deforestazione
un’area di 581 mila ettari
è stata dichiarata “riserva
estrattiva”. Ma solo per il
necessario alla vita dei nativi
D
opo un’attesa durata 17 anni, gli abitan- riconoscimento di area pro-
ti dello Xixuaú possono finalmente dor- tetta parte proprio dalla co-
mire sonni tranquilli. La loro riserva non munità di Xixuaú», dice
è più un sogno. Il 5 giugno, il giorno in cui Evangelista.
veniva festeggiata la Giornata mondiale La biologa racconta che
dell’Ambiente, quel pezzo di terra nel all’inizio la domanda inclu-
cuore della foresta amazzonica è diventa- deva soltanto l’area di
to un’area protetta. La Riserva estrattiva Xixuaú e che poi altre comu-
del basso fiume Branco-Jauaperi è stata nità hanno abbracciato l’i-
formalmente riconosciuta da un decreto dea. Nel 2004 sono arrivati
firmato dal presidente del Brasile, Michel anche gli appoggi di Wwf
Temer. Le riserve estrattive (Resex) sono aree utilizzate dagli Brasile, Fondazione Vitoria
abitanti nativi, la cui sopravvivenza è basata sulla raccolta di Amazonica e associazione
frutti, fibre e altri prodotti non legnosi della foresta. La Resex Chico Mendes. «L’idea iniziale era quella di regolamentare la
serve anche per proteggere la cultura di queste popolazioni e pesca nel fiume, poi abbiamo visto che c’era una volontà del-
assicurare l’uso sostenibile delle risorse naturali. Sono gestite la popolazione locale per fare una riserva», racconta la biolo-
dall’Istituto Chico Mendes, nome dell’attivista amazzonico ga. Così nel 2006 tutta la documentazione viene consegnata
che perse la vita difendendo i diritti dei raccoglitori di gomma al Ministero della Casa civile. Dietro alla firma di Temer c’è
nella foresta pluviale. stata una vera battaglia fatta dai ribeirinhos assieme alla loro
Situata a cavallo tra gli Stati di Roraima e Amazonas, la associazione Amazonia Onlus e tutte le altre realtà delle Ong
Resex del Basso Fiume Branco-Jauaperi comprende un’area brasiliane che li hanno supportati. «A novembre dello scorso
di 581 mila ettari e andrà ai mille ribeirinhos, ovvero gli anno le acque hanno iniziato a muoversi di nuovo. Abbiamo
abitanti nativi, che sono raccolti in nove comunità e vivono ricevuto un appoggio molto importante: quello dei popoli
lungo la riva del fiume Jauaperi. Dal 2001 lottano per la indigeni Waimiri-Atroari», racconta la biologa, «è stato inte-
salvaguardia della foresta. Trasformare questo bioma amaz- ressante perché in passato il conflitto tra indios e ribeirinhos
zonico in una riserva estrattiva era l’unico modo per ferma- è stato molto violento, mentre ora sono alleati per difendere
re la deforestazione, la pesca intensiva e la caccia illegale una foresta comune».
della tartaruga amazzonica; e allo stesso tempo garantire a Con il riconoscimento della Riserva tutta la zona del basso
queste duecento famiglie di portare avanti l’agricoltura di Rio Negro ora è completamente protetta. Era il piccolo tas-
sussistenza e l’allevamento di piccoli animali. E questo lo sello mancante. A destra della Resex si trova la riserva indi-
avevano capito i ragazzi di Amazonia Onlus arrivati nel 2000 gena dei Waimiri-Atroari, sotto a sinistra c’è la riserva dello
nella piccola comunità di Xixuaú, fino ad allora un luogo Jau, poi ci sono altri parchi nazionali. «Abbiamo un’enorme
sperduto della foresta. parte protetta dell’Amazzonia e questo è un grande successo
data l’importanza delle foreste per il controllo del cambia-
Una italiana nello Xixuaú mento climatico», dice Evangelista.
ONESTÀ
a doppio
taglio
colloquio con JAVIER CERCAS di WLODEK GOLDKORN
illustrazione di IVAN CANU
Todorov».
termine “Libertà”, raccontata nel confronto con Adam Michnik, saggista,
Possiamo spingerci oltre? Levi, essen-
editore e giornalista polacco (è direttore del giornale politico “Gazeta
do una vittima, non poteva capire il
Wyborcza”). L’iniziativa di scandagliare il lessico, insieme con grandi
carnefice. figure di intellettuali di oggi, aspira a rimettere a fuoco le parole
«Appunto. Per una vittima capire il fondamentali del discorso culturale e politico e a rintracciarne un senso
suo boia significa autodistruggersi. sempre più condiviso. Dopo “libertà” e “onestà” ne seguiranno altre,
Però, a pensarci bene, me la sento di come “straniero” e “identità”.
to manipolato del passato, perché sa benissimo che per alla guerra civile: dal punto di vista politico i repubblica-
controllare il futuro e il presente occorre controllare il ni avevano ragione. Ma dal punto di vista etico i repub-
passato. Mi ha chiesto qual è il rapporto fra onestà e blicani hanno fatto tante cose sbagliate. Molto spesso
memoria? La sacralizzazione della memoria che è una gente onesta ha appoggiato cause ingiuste».
forma della sparizione della memoria, rende difficile Sta parlando delle suore stuprate e uccise, dei preti assas-
l’onestà e facile la manipolazione. Aggiungo: Pierre No- sinati. Ma parliamo invece, per un attimo, del ruolo degli
ra, il grande storico, ha detto una volta che la memoria intellettuali. Uomini e donne come Zola o Camus o Hannah
Il mondo
sul palco
Cotillard e Baricco. De Gregori, Kavallieratos e Higgs.
Spoleto riapre il suo sipario. Sempre più trasversale
di RICCARDO LENZI
I
L FESTIVAL DEI DUE MONDI DI SPOLETO: spetta- enmatt. Diverso dal mito, perché il protagonista non è un mo-
coli lirici, di prosa, balletti, concerti, mostre di arte figu- stro feroce, ma un uomo con la testa di toro che si interroga
rativa, retrospettiva cinematografica... È il testo di un’in- sulla propria identità e sul significato della vita, immerso in un
serzione pubblicitaria che uscì sui principali quotidiani labirinto di specchi riflettenti la sua immagine. Lo spettacolo in
italiani, a più riprese, tra la fine di maggio e i primi di scena al Teatro Menotti sarà interpretato dal baritono Gianlu-
giugno del 1958: nel giro di un paio di anni quella pubbli- ca Margheri, dal soprano Benedetta Torre, dal tenore Matteo
cità sarebbe divenuta superflua. L’idea, dimostratasi Falcier. Molta curiosità desta la “Beggar’s Opera” di John Gay,
vincente, torna ad essere riproposta, per la sessantunesima edi- il 6 luglio, lavoro inserito nella tradizione del teatro barocco dei
zione: organizzare in Italia un festival culturale che sia il conte- primi del 1700. Un gradito ritorno a quel ciclo delle opere co-
nitore ideale di diversi generi, dalla musica al teatro, dalla danza siddette minori, spesso tali perché anticiparono i tempi. Per
alla letteratura, dalla pittura al cinema, mettendo insieme artisti molti storici della musica, infatti, “Beggar’s Opera” è il primo
di fama mondiale ed emergenti. Lo scopo era, ed è, quello di dar esempio di commedia musicale. “Opera del mendicante” da cui
vita ad una manifestazione di alta qualità non destinata ad una Brecht con il compositore Weill trasse ”L’opera da tre soldi” e
élite ristretta, ma al grande pubblico. Con moltissimi appunta- qui in una nuova versione di Ian Burton e Robert Carsen,
menti “che valgono la deviazione”, dal 29 giugno. quest’ultimo anche regista in una messa in scena legata alla
Si comincia con l’omaggio a una famosa e brava attrice: il 15 contemporaneità, con l’ideazione musicale del grande baroc-
luglio in piazza Duomo, al posto del consueto concerto, ci sarà chista William Christie. Tra le novità di quest’anno anche la
Marion Cotillard in “Jeanne d’Arc au bûcher” ovvero Giovanna presenza del cantautore Francesco De Gregori, che si esibirà il
d’Arco al rogo, un oratorio con le musiche di Arthur Honegger. 7 luglio: in scaletta i suoi classici, ma anche canzoni “mai pas-
L’attrice francese, sui testi di Paul Claudel diretta da un maestro sate alla radio”.
del cinema come Benoît Jacquot, accompagnata dal coro e Per il teatro, il 30 giugno c’è il ritorno del regista Romeo Ca-
dall’orchestra di Santa Cecilia, darà voce all’eroina che riper- stellucci con “La morte di Empedocle” di Friedrich Hölderlin
corre in punto di morte la sua straordinaria avventura. Una «da eseguire in una palestra» perché, spiega lo stesso regista,
“prima” anche il battesimo festivaliero, il 29 giugno, con il «nella luce figurativa dello sguardo dello spettatore tutto sarà
“Minotauro”, con la regia e il libretto di Giorgio Ferrara (ai testi giudizio, possibilità, essere, secondo le stesse parole del Poeta.
ha collaborato René de Ceccatty) e le musiche di Silvia Colasan- Nell’Antica Grecia - cui Hölderlin si è rivolto per tutta la vita - il
ti, l’Orchestra Giovanile Italiana e l’International Opera Choir Ginnasio era il luogo della preparazione dei giovani in vista
diretti da Jonathan Webb. Libretto ispirato da Friedrich Dürr- delle gare atletiche. I giovani solo dopo il Ginnasio inaugurava-
bocciò Ronconi
colloquio con Giorgio Ferrara
Il manifesto di “Spoleto61” presenta un volto marmoreo,
quello di Giulio Cesare, immortalato a filo d’acqua dal
fotografo Fabrizio Ferri in una sorta di affioramento
dell’identità, come dal liquido amniotico da cui proveniamo.
Perché tutti gli spettacoli della rassegna hanno una
motivazione culturale che li apparenta.
Una curiosità: Ferrara, ha mai conosciuto il fondatore del
festival, il compositore Gian Carlo Menotti?
«Quando venni a Spoleto per la prima volta nel 1969. Ero
appena uscito dall’accademia e facevo l’aiuto regista
di Luca Ronconi. Portammo l’“Orlando furioso”, uno
spettacolo straordinario. Proprio a Spoleto doveva debuttare.
Menotti, persona meravigliosa di fronte alla quale eravamo
tutti intimiditi a cominciare da Ronconi, arrivò per valutarne
l’inclusione nei programmi del suo festival. Ebbene, lo vide e,
senza dire una parola, se ne andò. Arrivò poi il responsabile
della sezione teatro del festival, Raffaello De Banfield: «Beh,
guardi, il Maestro non ha gradito», quindi, praticamente, «Fate
no la vita adulta potendo affrontare la guerra». Altro evento da
i bagagli e andatevene». Poi, dopo, convinsero Menotti, e lo
segnalare è di certo “Ramona” (5 luglio), di un mago del teatro
spettacolo ebbe un successo clamoroso. Ora, tutto questo
di animazione, il georgiano Rezo Gabriadze, che dà vita a una
non va a suo demerito: ognuno ha i suoi gusti, evidentemente
storia strappacuore: l’amore sbocciato tra due vecchie locomo- era uno spettacolo talmente moderno, fuori dai canoni, che
tive a vapore. Il 12 luglio dal laboratorio di Robert Wilson arri- sfuggiva alla sua sensibilità, ai suoi parametri di giudizio. In
va Marianna Kavallieratos, regista e coreografa: in “They” af- seguito riconobbe che era di grande livello».
fronta il tema dell’identità sessuale nelle diverse accezioni. È poi Ci parli di un altro grande vecchio, con il quale ebbe a che
la prima volta per la lettura “interpretata” che Alessandro Ba- fare come aiuto regista e che segnò la fortuna di Spoleto:
ricco farà del suo “Novecento” (dal 30 giugno). L’attore Silvio il regista Luchino Visconti.
Orlando sarà protagonista il 12 luglio di “Si nota all’imbrunire” «Un insegnamento importante, per quel che riguarda il
di Lucia Calamaro, autrice e regista, esploratrice disincantata e concetto della rappresentazione, che fosse cinematografica,
ironica della natura umana. Si preannuncia un’opera multime- teatrale od operistica. Il suo messaggio forte è stato quello
diale “Decameron 2.0” di Letizia Renzini (30 giugno), un Boc- di non tradire mai l’autore, il teatro, la musica. Cioè:
caccio dell’era digitale in collaborazione con il Metastasio di cercare di fare delle cose con un’attinenza strettissima con
Prato. Sul palcoscenico anche la Storia dei nostri giorni con le il tema, il racconto, la drammaturgia, pur mantenendo una
“Lettere a Nour” (6 luglio) con Franco Branciaroli diretto da certa libertà espressiva. Mi metteva in guardia: quando vai
Giorgio Sangati: Rachid Benzine ha scritto un dialogo episto- all’opera, se vedi delle cose dove sei costretto a chiudere gli
lare tra un padre e la figlia, che ha sposato la causa della jihad. occhi perché ti distraggono dalla musica e dal canto, vuol dire
Alla Storia che fu fa riferimento il lavoro di Corrado Augias e che nell’allestimento c’è qualcosa che non va». Q
Corrado Gentile intitolato “Mussolini: io mi difendo!” (7 luglio),
con la partecipazione di Massimo Popolizio nel ruolo del Duce:
un Benito Mussolini che spiega il proprio operato, dagli scritti John Neumeier (13 luglio) si accosta il nuovo “My ladies rock”,
che lui stesso aveva redatto per una ipotetica difesa davanti agli una coreografia di Jean-Claude Gallotta (6 luglio), negli anni
americani, qualora lo avessero preso prigioniero. Un omaggio Ottanta padre della nouvelle danse française, con una turbino-
al regista Ingmar Bergman nell’anniversario della nascita va in sa colonna sonora di rock al femminile. Tanti gli incontri, le
scena il 13 luglio, con due veterani del nostro teatro: Ugo Pagliai mostre, tra cui quella dedicata alle fotografie di Fabrizio Ferri.
e Manuela Kusterman, protagonisti di “Dopo la prova” nell’al- E tra le molte iniziative spicca, il 15 luglio, quella della Fonda-
Foto: Franco Pagetti / VII / Redux / Contrasto
lestimento di Daniele Salvo. Importante prova d’attrice quella zione Fendi che porta in primo piano la scienza, con un’instal-
di Adriana Asti in “Donna Fabia” (14 luglio), film e installazio- lazione che esalterà la spettacolarità dell’origine del cosmo,
ne a cura di Marco Tullio Giordana, che recita in video “La oltre a un tributo all’astrofisico Stephen Hawking con la proie-
preghiera” di Carlo Porta, poema in milanese che “doppierà” zione di un video inedito prodotto dalla fondazione stessa, alla
dal vivo in italiano. Il 12 luglio è infine la volta di “Bells and presenza della figlia dello scienziato Lucy. Nell’occasione il
Spells”, spettacolo ideato e diretto da Victoria Thierrée Chaplin, Premio Carla Fendi sarà conferito a tre importanti scienziati
con Aurélia Thierrée e Jaime Martinez. dei nostri giorni: Peter Higgs, François Englert, ambedue fisici
Per quanto riguarda la danza, ai due spettacoli classici con la Premi Nobel 2013 per la teorizzazione del bosone di Higgs, e a
Lucinda Childs Company (29 giugno) e l’Hamburg Ballet di Fabiola Gianotti, direttrice del Cern. Q
Lavora,
prega, piangi.
E suda
di MARGO JEFFERSON
I
Sudore e diaforesi: 1959-1963
II
The Bitter Dose: 1974-1993
suoi occhi si staccarono da noi. E si gettò in un racconto di e del lifting. In palestra una giovane donna mi ha detto che
oppressione e ignominia razziale. avevo un aspetto fantastico, poi ha aggiunto: «Non direi
Mamma si spazientì. Era irritata dalla prigionia di quei mai che hai più di ... », e ha buttato là un numero ben più
I
ho chiuso occhio. Sapevo dove aveva
casa in montagna. La matti-
IN 1 FOGLIO
na alle nove ero lì. Ho girato
intorno all’appartamento.
Ho suonato. Niente.
Ero senza sci e non mi
andava di salire sulle piste a
o non ero attratto da lei. Era molto più cercarla come un idiota. La
vecchia di me e, dopo avere lavorato per piscina del paese era aperta.
quattro anni nello stesso ufficio, la trovavo Ho comprato un costume e
seccante, al massimo. Senza vantarmi, di sono entrato per passare il
ragazze ne avevo da scegliere, mentre lei si tempo fino a buio. Tranne un
vestiva come mia nonna, anche se magari bambino che faceva le va-
mia nonna non proprio, però con maglioni sche, era deserto. Mi sono
scuri, scarpe sgraziate. Questa è la stranezza, tuffato una volta, poi un’al-
perché quando l’ho sognata aveva appunto tra. Ero già stufo quando lei
un maglione nero, attillato sul seno che era è uscita dall’acqua. Mi è ve-
davvero bello. Nel sogno non facevamo nuto un colpo. Lei di sicuro
niente di eccezio- si è accorta del mio stato per-
nale. Ma lei mi se-
duceva. Insomma,
SETTIMANA ché non ci siamo nemmeno
salutati.
eravamo tutti e due
vestiti. A un tratto BIANCA Mi guardava. Io guardavo
lei: un corpo pazzesco. Dalla
faccia vedevi l’età ma il fisico sembrava una
mi abbracciava, mi teneva lì e io venivo. Non
nel sogno. cosa a parte, una venticinquenne. Faccio per-
Il giorno dopo sono andato in ufficio con sino fatica a spiegare. Alla fine le ho proposto
un’agitazione assurda. Sono entrato nella di prendere una cioccolata, tanto per levarci
stanza. Lei non c’era. Non ho chiesto subito dal casino. Nel passaggio verso gli spogliatoi
notizie. Mi sentivo di avercela con tutti. Do- c’era uno stanzino socchiuso. Non l’ho obbli-
po una mezz’ora a non combinare niente, gata a entrare. Forse soltanto dopo, un poco.
faccio a Carli: ma dov’è, come mai non è qui? Con le altre, quando cambiavano idea, ho
Lui dice: non ricordi? La settimana bianca. sempre lasciato perdere. Con lei, no. Dopo
Se devo ricordarmi di tutte le cazzate, ho quel sogno non poteva avere ripensamenti. Q
Incantesimo di coppia
Berta Isla, l’ultimo romanzo di Javier
Marías, regala veri attimi di felicità
P
rego il lettore che abbia solo uno straccio di fiducia
nel giudizio del sottoscritto di sospendere qualsiasi
attività, andare in libreria, comprare una copia di
“Berta Isla” (Einaudi, traduzione di Maria Nicola, pp.
478, € 22), ultimo romanzo di Javier Marías (1951) e
leggerlo subito: perché assicurarsi un po’ di felicità, in questi
tempi infelici e sconclusionati, è un imperativo per chiunque
abbia a cuore la propria sanità. E non ho dubbi che il libro del-
Lo scrittore Javier Marías
lo scrittore spagnolo procuri quel benessere assoluto e dimen-
tico, che solo la vera letteratura è in grado di dare (insieme a La vicenda è quella di una giovane coppia: Tomás e Berta.
qualche gran vino). Sono fidanzati da sempre, e si sposeranno, e avranno due
“Berta Isla” è forse l’opera più equilibrata e perfetta di bambini, e il loro matrimonio reggerà all’urto della vita. Ed
Marías: unisce alla scrittura vertiginosa e ricca, che già gli è proprio la vita di lui l’urto più potente: fin dall’università
conosciamo, una storia che tiene legati alla pagina in modo a Oxford, Tomás (che è di padre inglese) viene reclutato col
quasi intollerabile. Il suo stile si è illimpi- ricatto dai servizi segreti britannici. Da qui, un’esistenza
dito, abbandonando certi eccessi narcisi- piena di pericoli ma soprattutto di menzogne, perché nes-
stici del passato, per fare posto al raccon- suno, neppure Berta, può condividere i suoi segreti. E a un
to, dando luogo a un testo che, pur essen- certo punto una delle sue identità parallele lo inghiotte.
do scritto oggi, pur risultando intriso di Morto? Prigioniero? Lei, Berta Isla, non ha risposte, ma
modernità, sembra provenire da una di- solo domande. E prima fra tutte quella sull’inconoscibilità
versa epoca storica: in altri termini, ha il di chi amiamo. Mi spiace non avere altro spazio da dedi-
respiro e l’ampiezza dei classici, soprat- care a questo romanzo poderoso, ipnotico e conturbante a
tutto inglesi. E anzi direi che in queste cui sarò sempre debitore di alcuni giorni di autentico rapi-
pagine Marías si rivela un grande classico mento. Se mai incontrerò Marías, in futuro, come minimo
britannico, ancorché di lingua spagnola. dovrò offrirgli da bere. Q
terrorista islamista ci possono essere del complotto), penali (dalla volontaria crolla, il suo compagno si ammala,
assai meno di sei gradi di allo spacciatore) e di sensibilità la religione dei padri si corrompe e
separazione? Lo scrittore che (dall’avvocato dei poveri allo sfruttatore “l’Islam dell’amore” diventa un “Islam
si nasconde dietro lo pseudonimo di migranti). Al centro della trama un del terrore” pronto a stregare le menti
di Ghirghis Ramal si è rivolto al Raskol’nikov arabo: Mustafa Jamal, dei più deboli, immigrati o no. Q
S
e volessi potrei essere un inizio di frase, indizio che fa to dal reale, la perdita di ritmo esistenziale. La scelta di inter-
posare il tralcio ormai reciso per cercare nel solco il calare ai versi citazioni di altri poeti riconduce al bisogno di
germoglio nuovo... Una scrittura che sgrana i nodi di un farsi parte di un lirismo che trascolora. Mentre siamo trascina-
rosario fatto di ferite e sconfitte e abbandoni. Cerca la ti verso «una cieca noncuranza che ci ha ridotto a margini
voce per spegnere il silenzio. Va indietro nel tempo e sfocati, attori secondari» e vorremmo farci nebbia che offre
negli oggetti riascolta l’abbraccio, nei luoghi “trova il varco per oblio, intravediamo «la spiaggia dove siamo diretti». Sappiamo
sciogliere l’ingombro”. “Fioriture capovolte” di Giovanna Rosa- che c’è una nuova musica da ascoltare, che
dini (Einaudi, pp. 96, € 11) è un album di foto che vorrebbero si può risalire dal fondo degli errori. La
fermare gli eventi, forse riscriverli. L’infanzia è evocata come poetessa ci libera dal tormento di mete non
una compagna che ti tiene per mano e ne percepiamo il rim- raggiunte, racconta l’amore come mappa
pianto e la necessità di non disperderne la memoria. Ci appare frastagliata di contrasti. E nel fidarci della
«un’anima slogata e sofferente che non sa e non si ritrova», è lusinga degli specchi di luce ritroviamo «la
figura senza gravità, creatura indifesa, esposta alla furia di geometria di stelle e sole». Ripartiamo
«abissi senza sponda». La raccolta poetica è un esercizio di certi che i pensieri hanno sempre un con-
ricomposizione dell’Io, spietato, vero. Si sente il gelo di un trocanto, basta un vocabolario nuovo dove
mondo che corre indifferente, la sofferenza dello sradicamen- c’è posto per liberi approdi. Q
O O
In questi tempi bui dove la Partite le riprese della nuova avanti, seguendo il consiglio di
parola muro fa un effetto edizione della Dottoressa Giò Jim Morrison: «Chi ha avuto, ha
brutto assai, ben venga il con la grande sorella Barbara avuto, ha avuto. Chi ha dato, ha
ciclo di documentari di Sky Arte D’Urso in camice bianco. La fiction dato, ha dato. Scurdammoce ’o
dedicato ai meraviglioso mondo della Mediaset è esattamente una di quelle passato!». Q
street art, che i muri li usa come produzioni seriali di cui si sentiva il
pagine bianche per aprirsi al mondo. bisogno. Carmelita con lo stetoscopio,
Sei appuntamenti, ogni mercoledì dal lo stesso lo aveva mostrato nella finale
27. Per raccontare gli artisti e le loro del Grande Fratello per avvantaggiarsi
opere. con lo spoiler.
L
o stralunato Erwan (il comico
belga François Damiens, già Frizza, gli ascoltatori si
killer innamorato in “Dio esiste accorgeranno di quanto Verdi gli
e vive a Bruxelles”) fa uno strano debba: penso in primo luogo alle
mestiere. Disinnesca ordigni opere “Traviata” e “Luisa Miller”».
inesplosi sulle spiagge della Bretagna. Gesti Bellini scrisse la parte di Pretti per
lenti, tocco delicato, nessuno come lui sa il gran virtuoso Giovan Battista
rendere inoffensiva una granata. Fino a Rubini. «Infatti è un ruolo
quando, per caso, non gli arriva addosso un impegnativo,
altro tipo di bomba. A quanto sembra il suo
adorato padre, vecchio lupo di mare, non è “Il pirata” soprattutto dal punto
di vista della tessitura,
frutto di una scrittura
abborda la Scala
il suo vero padre. Mentre la sua giovane fi-
glia, che vive ancora con lui, è incinta fino tecnicamente molto
al collo ma non sa (non vuole sapere?) chi è complessa. Una volta
il padre del bambino. Ed è solo l’inizio... veniva interpretato
Parte così una specie di vaudeville su pater- Il tenore Piero Pretti con orchestre e
nità e filiazione che tocca temi infiammabi- un’accordatura
li con la leggerezza della commedia france-
rilancia il capolavoro di diverse, con uno stile
se femminile di questi anni. Magari senza la Bellini dopo 60 anni esecutivo
grazia di Agnès Jaoui (il memorabile “Il probabilmente
gusto degli altri”, o il recente “50 primavere” “Il pirata”, terza opera del dissimile da quello dei giorni
di Blandine Lenoir). Ma con abbastanza ventiseienne Vincenzo Bellini, nel nostri. Sarà una bella sfida».
humour da passare una serie di ossessioni e 1827 svelò alla Milano scossa dai Dovrà dare il suo meglio con quel
debolezze maschili al setaccio di una pun- conflitti della Restaurazione gli famoso re sovracuto… «Ce n’è più
gente ironia. Ed ecco che il vero padre abissi profondi del Romanticismo. d’uno, non soltanto quello della
(scovato da una detective donna guarda La storia, una cupa ballata prima aria a cui lei si riferisce, uno
caso) si rivela essere un vecchio solitario e altomedievale attraversata da dei più difficili perché arriva un po’
gauchiste, con un cane di nome Pinochet tempeste, naufragi e da una a freddo. Ma ce ne sono altri
(«dà più gusto quando gli do un ordine!») e grande scena di pazzia che scritti nelle cabalette che non
una figlia troppo affascinante per accettarla divenne leggendaria grazie sono da meno. Salti mortali che
semplicemente come sorella (Cécile de all’interpretazione della Callas nel vanno affrontati con la giusta
France). Ecco che tra un test del Dna e una 1958, ha per protagonista attenzione. Ma, come le dicevo,
coppia di cavallucci marini (tra gli ippocam- maschile nelle vesti di Gualtiero, il è soprattutto la tessitura a essere
pi è il maschio a covare le uova), padri e figli, prossimo 29 giugno al ritorno molto impegnativa, da mantenere
veri o virtuali ma comunque vulnerabili, si scaligero di questo capolavoro con la giusta linea di bel canto,
ingannano a vicenda per paura di ferirsi, i dopo sessant’anni, il tenore insieme a un estetismo, una
bambini nascono senza guardare in faccia nuorese Piero Pretti. «Quello del forma esecutiva appropriate.
a nessuno, qualcuno sale su una gru minac- Nelle opere del
ciando il peggio («sono un padre, voglio Il tenore Piero Pretti Catanese c’è sempre la
essere riconosciuto!»). E i sentimenti, come necessità di raggiungere
sempre, scavalcano allegramente dubbi e una grande leggerezza».
genetica. Con qualche capriola di sceneg- Nella parte di Imogene,
giatura più del dovuto. E un capovolgimen- che fu della Callas,
to finale quasi “maschilista” che lascia spe- la bulgara Sonya
rare. Anche per la guerra dei sessi in Francia Yoncheva, soprano lirico
vige l’eccezione culturale. Q da grande repertorio.
“Toglimi un dubbio” Regia di Emilio Sagi.
Fino al 19 luglio.
Foto: D. Tore
della pelle
Ben oltre quel folklore, carnevale
e musica con cui superficialmente
spesso la identifichiamo.
VISIONI D’OLTRALPE
Oggetti e performance come strumento per Laure Prouvost.“Ring, Sing and Drink
for Trespassing”. 22 giugno -
superare il razzismo. Adrian Piper al MoMA 9 settembre. Palais de Tokyo. Parigi.
E aspettando anche qui una Biennale
V
oglio che il mio lavoro contribuisca alla creazione di una società (quella di Venezia del 2019), dove la
in cui razzismo e stereotipi razziali non esistano più. In tale ambi- Francia ha scelto proprio la Prouvost
to, l’attitudine prevalente verso le altre culture ed etnie dovrebbe a rappresentare la nazione intera,
essere non di tolleranza, ma di accettazione... È la frase stesa da l’ormai famosa artista quarantenne
Adrian Piper (1948) per indicare la necessità che l’arte ha di pren- (già onorata con un Turner Prize
dere posizione contro la xenofobia. Sin dal 1965 l’artista afroamericana ha e da noi con una bellissima mostra
assunto una posizione critica verso i poteri istituzionali, trasformando il suo all’Hangar Bicocca), si cimenta in un
lavoro in uno stimolo in cui il pubblico è chiamato a schierarsi e intervenire, in esuberante solo show che spazia da
uno scambio che può oscillare dall’impegno politico al giocoso. Al centro del- un post apocalittico giardino a terre
la sua pratica, che affonda le sue radici nell’arte concettuale, si pone un invito desolate, da un gigantesco polipo a
a entrare “in situazione”, in modo che l’oggetto esposto o l’evento performativo una spumeggiante fontana, tra rami
e alberi che prendono forme umane
si offrano come strumento di autocoscienza per il pubblico. Lo stimolo è a es-
e un paesaggio dove il grottesco
sere consapevoli di rappresentare un’esistenza (al Museum of Modern Art, New
si mescola con l’onirico. Q
York, fino al 22 luglio) che è segnata dal genere, maschile e femminile, e dalla
razza, bianca e nera, senza utilizzare prevaricazioni dell’uno sull’altra. Un fare
che non permette al visitatore di rimanere passivo, perché chiamato in causa
Foto: courtesy Adrian Piper Research Archive Foundation Berlin
con la sua identità. In tal modo tutto il percorso espositivo aspira ad evitare
l’indifferenza e il distacco dall’opera, così da creare un territorio di coinvolgi-
mento, che si avvicina a un danzare o a un cantare insieme, seguendo lo spar-
tito visivo proposto dall’autrice e composto di scritti e di disegni, di video e di
stesure sonore. L’aspirazione ad intersecarsi con la vita degli altri, per promuo-
vere un sentire plurimo e interno che è intriso non solo di benessere fisico, ma
di un porsi sociale e culturale. È un procedere pedagogico, spesso ironico e
umoristico, che erode e corregge l’attitudine ad avversare e a discriminare il
diverso e l’altro da noi: verso un mutamento biologico e politico. Q
I
ncontro fra tradizione e innovazio-
ne, un’espressione talmente ricor-
rente e abusata nel lessico di chi
scrive di gastronomia che ormai
non se ne comprende più il vero
significato. Fra tante c’è però una tavola
che meglio di altre può essere portata a
esempio concreto, quasi plastico, di che
cosa voglia dire sviluppare e far evolvere
un concetto di cucina tradizionale senza
snaturarne l’identità, sino a incarnare un
modello alto di cucina contemporanea.
Una tavola che fa cucina “moderna” te-
Rivoluzione elettrica
in casa Smart
La decisione è ormai presa: ideale per tutte le elettriche e
dal 2020 smart produrrà solo a maggior ragione per una che
auto elettriche. È una scelta scatta come una molla ai
coraggiosa, per non dire semaforo. Per cercare nuovi
azzardata, visto che gli proseliti in smart hanno però
automobilisti - e quelli italiani studiato anche una strategia
in particolare - guardano interessante: rendere il più Smart Fortwo Electric Drive. In alto: il ristorante Quattro Passi
ancora con una certa facile possibile la vita degli
diffidenza alle auto a batterie. utenti, attraverso l’App “ready prime postazioni allestite a domestica e sta potenziando
La casa però è ottimista: la to park” e i suoi servizi Roma, dove gira un quarto anche la rete pubblica. Entro
sua fortwo electric drive è già esclusivi. Nel giro di poche delle smart italiane, ne fine anno le sue colonnine
l’elettrica più venduta nel settimane sarà per esempio seguiranno altre a Firenze, a sparse per il territorio
nostro Paese e per i suoi implementata la funzione Genova e quindi a Milano. Ciò nazionale saranno 2.700, che
clienti i 160 km di autonomia “ready to charge”, utile a grazie a un accordo con Enel diventeranno 5mila nel 2019
dichiarata sono un problema segnalare le autorimesse X, che (ove possibile) installa e 10.500 nel 2021, 3mila
relativo. Chi la guida si muove convenzionate e dotate di ai clienti una wallbox per delle quali capaci di una
soprattutto in città, terreno colonnine di ricarica. Alle ridurre i tempi di ricarica ricarica super veloce. Q
del Cantone di Nerano, in quel na. Ed è appunto Fabrizio che - con ri-
tratto della costiera ricompreso spettosa determinazione - ora rilegge e
fra le baie incantate di Recom- rinfresca l’eccellente cucina di suo padre
mone e Ieranto che ha come con iniezioni di novità nella concezione
bandiera gli “spaghetti con le dei piatti, negli accostamenti, nelle tec-
zucchine”. È la casa di Tonino niche di cottura, nell’impiego calibrato di
nendo ben in evidenza il filo rosso che Mellino e di sua moglie Rita. Famiglia di spezie e aromi. C’è, e si percepisce netta,
lega, per esempio, piatti assai lontani uno pescatori, il guaglione Tonino s’è costru- la “tradizione”, e c’è, piatto dopo piatto, il
dall’altro come i “carciofi, ostriche e ci- ito ristorante ed esperienza senza l’aiuto piacere della scoperta nel grande menu
polle” e i “fusilloni al riccio di mare, di nessuno, da mozzo nelle cucine delle “Passi contemporanei” (160 euro).
crudo di gamberi e pasticcera salata”, il navi da crociera sino ad aprire locali
“croccante di triglia, arancia e rosmari- luccicanti a Londra e Mosca, sempre Quattro Passi
no” e lo “gnocco di agnello con crema di viaggiando, imparando e riportando a Nerano (Na)
asparagi”. Avviene al Quattro Passi, il bel casa idee e lezioni di vita. E poi facendo Via Amerigo Vespucci 13 N
ristorante-relais (altre camere nuovissi- crescere all’estero, prima a scuola e poi Tel. 081.8081271
me appena inaugurate) affacciato sulla con prolungati stage in locali top, i figli Sempre aperto fino a metà novembre
discesa a tornanti che conduce a Marina Raffaele, gestione e sala, e Fabrizio, cuci- www.ristorantequattropassi.com
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L’Espresso 24 giugno 2018 105
Noi e Voi N. 26 - 24 giugno 2018
Storia di copertina
Cara Rossini, è vero, ci sono “uomini non potrà che inseguire se stesso
e no”, come diceva Vittorini e come radicalizzandosi sempre più.
ha ben rappresentato l’ultima Spregiudicato e innegabilmente La copertina dell’Espresso n. 25
copertina de L’Espresso. Dobbiamo abile nel cavalcare la tigre di ciò che del 17 giugno 2018
organizzarci perché vincano i primi. solletica il comune e diffuso sentire:
Anna Spagnoli dai flussi dei migranti agli zingari.
Perché quel sentire, piaccia o non #uominieno
Smascherare il disegno strategico piaccia c’è. E si mescola al senso Uomini e no. Una copertina che lascia
di Salvini è un atto dovuto di ogni di frustrazione contro l’Europa il segno. Per ricordarci l’impegno a cui
cittadino che crede nei valori della burocratica e distante. Perché siamo chiamati, oltre l’indifferenza.
nostra Costituzione, di ogni i populismi attecchiscono dove Maurizio Martina
istituzione che abbia tra i suoi fini la ci sono popoli delusi. Perché gli
giustizia sociale, il rispetto dell’altro, italiani amano dar fiducia a politici Da che parte stare
la solidarietà, la pace. La Chiesa, la di destra i cui cognomi hanno
scuola, i sindacati e la borghesia non la desinenza “ini”. «Non più una cultura che consoli nelle
possono stare a guardare mentre il Fabrizio Antici sofferenze, ma una cultura che protegga
dirupo della barbarie è a due passi. dalle sofferenze, che le combatta e le
Salvini evoca tempi e modi che Ecco alcune lettere dove elimini». Elio Vittorini, autore di “Uo-
pensavamo sepolti dalla vergogna è sempre più presente l’allarme mini e no”. Sosteniamo il giornalismo
della storia. L’indifferenza non è più per un fascismo imminente. Il che sa da che parte stare.
tollerabile, è complicità, condivisione linguaggio violento, i propositi Francesca Santoro
dell’abbrutimento sociale in atto. indegni, la capacità di cavalcare
Michele Trotta il rancore sociale, e soprattutto
il consenso crescente che questo Quanti riferimenti
Al movimento 5 Stelle sta divulgatore di paure ne ricava, La più bella copertina mai vista! Chissà
accadendo ciò che è accaduto ad fanno temere a molti che la nostra quanti colgono tutti i riferimenti.
altro partito che tronfieggiandosi democrazia sfibrata sia pronta Laura Fedeli
di un 40 per cento farlocco (perché a cedere a un nuovo regime
non commisurato alla bassa autoritario. Ma, a ben guardare, Grazie
percentuale dei votanti) credette di non si vedono tracce di un
aver toccato la luna, e invece era un progetto organizzato e di un’idea C’era bisogno di qualcuno che prendes-
lampione. Ora tocca ai pentastellati sia pure orribile di società, c’è se una posizione, forte, di opposizione
che, alleati con la Lega, pian pianino soltanto una manipolazione rozza vera. Grazie Espresso.
ne vengono erosi. Io la spiegazione della realtà a fini di propaganda Nunzia Avato
me la do: 86 giorni di manfrina alla immediata e allo scopo di
“questo o quello per me pari sono”, surclassare gli alleati di governo,
l’alleanza con un movimento più che intanto annaspano tra i “se” e In edicola in edicola
navigato e un programma muscolare i “ma” e vedono scolorire la loro La più bella ed efficace risposta che pos-
a costo zero, mentre di redditi di identità. Se, come ha notato Wu siamo dare a questo dilagare di #qualun-
cittadinanza non se ne vede neppure Ming anche il neofascismo è ormai quismo, #populismo, #xenofobia e #raz-
l’ombra. Dominus dell’intero campo una merce, nelle mani di Salvini zismo fascista è andare subito in edicola
resterà Salvini che, visto il consenso, è diventato usa e getta. ed esaurire le copie dell’Espresso!
udepravo61
L’Espresso Via Cristoforo Colombo, 90 - 00147 Roma letterealdirettore@espressoedit.it precisoche@espressoedit.it Altre lettere e commenti su lespresso.it
fascismo e antifascismo... Divide et Neutrali non si può GEDI GRUPPO EDITORIALE SPA
PRESIDENTE ONORARIO: CARLO DE BENEDETTI
impera sul popolo per dominarlo Non si può essere neutrali quando è CONSIGLIO DI AMMINISTRAZIONE
meglio. Siete anacronistici mentre il l’umanità ad essere sotto attacco. PRESIDENTE: MARCO DE BENEDETTI
VICE PRESIDENTI: John Elkann, Monica Mondardini
pensiero del popolo è sempre più Sergio Lima AMMINISTRATORE DELEGATO: Laura Cioli
trasversale alle divisioni che ci volete CONSIGLIERI: Agar Brugiavini, Giacaranda Maria Caracciolo di
Melito Falck, Elena Ciallie, Alberto Clò, Rodolfo De Benedetti,
imporre. Francesco Dini, Silvia Merlo, Elisabetta Oliveri,
Gionata Moretti Che cosa dà più fastidio Luca Paravicini Crespi, Carlo Perrone, Michael Zaoui
DIRETTORI CENTRALI: Pierangelo Calegari (Produzione
Secondo voi cosa ha dato più fastidio a e Sistemi Informativi), Stefano Mignanego (Relazioni Esterne),
Roberto Moro (Risorse Umane)
Salvini? Gli articoli, la copertina, il NO, DIVISIONE STAMPA NAZIONALE
Con Aboubakar condividere la copertina con un ragaz- 00147 Roma, Via Cristoforo Colombo, 90
DIRETTORE GENERALE: Corrado Corradi
Da una parte l’appello all’unità dei più zo di colore, essere posizionato dietro VICEDIRETTORE: Giorgio Martelli
DIREZIONE E REDAZIONE ROMA:
deboli, dall’altra il cinismo e la caccia al al ragazzo di colore o il fatto che il ra- Via Cristoforo Colombo, 90 - 00147 Roma,
consenso fondata sulla paura. Voi da gazzo di colore sia italiano? Tel. 06 84781 (19 linee) - Fax 06 84787220 - 06 84787288.
E-mail: espresso@espressoedit.it
che parte state? Noi dalla parte dell’E- Maria Teresa Nicastro REDAZIONE DI MILANO:
Via Nervesa, 21 - 20139 Milano,
spresso, dalla parte di Aboubakar Sou- Tel. 02 480981 - Fax 02 4817000
mahoro. Registrazione Tribunale di Roma n. 4822 / 55
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EMIGRARE
tenevano legate intorno ai piedi con lo
spago le scarpe in pezza. e di notte le
mettevano sotto la testa.
della cuccetta stretto fra le labbra. Delle chiedere l’elemosina, nel caso non tante la fuga di un popolo». Le com-
donne che avevano un bambino da avessero trovato subito un lavoro. Te- parse non sono più le stesse. Q