nella stampa degli 0/ivetani di Sco/ca Andrea Donati
Nella parrocchia d1 S. Fortunato, owero nella chiesa d1 S. Mana Annunziata Nuova d1
Scalea, ex abbazia d1 Monteol1veto Magg1ore, si conseNa un singolarissimo Albero genealogico benedett1no, che aveva g1à att1rato l'attenz1one di Placido Tommaso Lugano. Lo stud1oso lo aveva messo 1n relaz1one con un dipinto 1dentìco, ma d1 dtmenstont magg1on, conseNato a S. Mana d1 Loreto ad Alessandna, ma provemente da S. P1etro m Bergogho presso Boscomarengo, un monastero benedettJno soppresso nel 1728. Egh tuttav1a, forse perché tratto 1n tnganno dalle 1nformaz1oni del parroco, Carlo Gh1g1, non s1 accorse che quel o d1 Scalea non era un d1p1nto, ma un'inos1one a bulino stampata su otto lastre d1 rame, 1CUI fogh una volta assemblati, mcollat1 su tela d1pm11 e mcomJaatJ, appanvano come un comune quadro. Egh credette così, a torto, d1 avere trovato due d1p1nt1, se non del Vasan, della sua cerch1a. Sulla falsanga d1 questo fra1ntend1mento fu commesso un secondo errore durante il cens1mento del patnmo- mo art1st1co della D1ocesJ d1 R1mtn1, allorché 1'1nOs1one fu schedata come d1pmto ano- mmc del XVIII secolo. La stampd 1nvece reca d nome del calcografo venez1ano G1acomo Franco ( 1550-1620) L'esemplare dt Scalea è tanto ptLJ Importante tn quanto è l'unt- co finora rintracoato. Le lastre furono 1mpresse nel 1594 sotto la stretta soNeghanza dell'autore, Arnoldo Wion (de Wyon), 1l cu1autontratto d1 profilo compare tn basso a s1n1stra: «fohum ab Arbons corpore sepatatum 1nod1 lam1n1s et1am aene1s curavm. Pnma d1passare m rassegna 1s1ngoli ram1 dell'Albero, conv1ene d1re qualcosa sulla figura d1 questo erud1to belga e monaco benedettino ogg1 pressoché sconosouto. L'ult1mo a nconoscere 1menti d1 W1on e a perdonare 1 suo1erron d1 metodo dovuti all'immatuntà delle d1saphne stanche del tempo, fu Mammo Armelhn1. 1l quale fornl d1verse no11z1e btbhograflche. Arnoldo Wion nacque a Doué nella contea dt Fiandra ti 15 maggto 1554.11 padre, Amato, era procuratore f1scale e poté asstcurare al figho una buona edu· caztone, forte del fatto che Filippo Il aveva tst1tu1to tn ottà un gmnas1o e un collegto reale e aveva favonto gh studt letteran tn tutto 11 paese. Il gtovane entrò nel ch1ostro benedettinO d1 S. P1etro dt Oldemburg, v1ano a Bruges, dove com1noò a raccogliere le notizte per l'opera dt erud1Z1one che lo avrebbe reso celebre fra t benedettini, l'cAibero della VIta•. Quando scopptò la guerra dt rehg1one, dovette fuggtre tn Italia trovando ncet· to a S. Benedetto 1n Poltrone, presso Mantova Nell'Illustre cenob1o cassmese nformato secondo la regola dt S. Gtustma d1 Padova, W1on fece la professione di fede il pnmo febbraio 1577 e, verosimilmente, v1 mori nel 161 O. Qut portò a comptmento 1l Lignum v1tae stampato a Venez1a 1n due tomt da G1org1o Angelen nel 1595.4 L'anno prima ne aveva dato un'ant1opaz1one, pubblicando con lo stesso editore una Breve d1ch1arat1one dell'Arbore Benedetttno 1ntJtolalo Legno della V1ta. Con questo opuscolo Wion spiega- va la complessa arald1ca de1 ram1 monast1c1 ftontJ dalla regola e tllustratl nella grande JOCistone da lu1 pred1sposta a benefiCIO d1 ogm comun1tà benedettina. L'opera ebbe vasta nsonanza all'1nterno de 'ordme e fra gh erud1t1 e d1verse cop1e de 1edi- ZIOne del1595 SI conservano ancora nelle pnnopah biblioteche c;tonche talla- ne 1n cu1 sono confiu1t1 1 fond1 delle congregaz1om soppresse come la Classense d1 Ravenno, la VtJII1celliana e l'Angelica d1 Roma. ti cu1 esemplare appartenne a Luca Holsten1us. la Vat1cana per otare solo quelle consultate La stampa d1Scalea d1mostra come gli Ol1vetam avessero adattato la composrz1o ne al loro uso. po1ché S. Benedetto, seduto al centro della compos17.1one. è vest1to d1 b1anco. Per penetrare nella litta ch1oma dell'Albero benedettino, con- VIene segUire passo passo la sp1egaz1one del suo autore, 11 quale d1s11ngue 1 fondaton degli ord1n1 sp1ntuali da1 fondaton degli ord1n1 m1lrtant1 secondo lo schema 1deolog1co delle due spade, temporale e sptntuale. che nsale alla Bolla Unam sandam d1 Bon1faoo VIli ( 1302). l pnm1 sono alla destra d1 S. Benedetto e, come atleti d1 Cnsto e d1fenson della Chtesa. hanno una stella che bnlla su loro capo e 11 libro della Regola 1n mano Il pnmo è Romualdo, fondatore de1 Camaldolesi. l secondo è G1ovann1 Gualberto, fiorentino. fondatore de1 Vallombrosan1, con l'1mmag1ne del croohsso nella sm1stra. Il terzo è Roberto d Molesme, fondatore de1 Ctstercens1, con l'ab1to b1anco e con lo scapolare nero Il quarto è Guglielmo dt Vercell1, fondatore de1 monact di Monte Vergme 1n ab1to secolare, senza la tonsura, accanto è G1ovann1 Meda d1 Como, fondato- re degli Um1hat1. Il qUinto è Celest1no V (P1etro da Morrone), fondatore de1 Celesbm Al sesto posto doveva companre Bernardo Tolome1, fondatore deglt Olivetan1 - per d quale W1on 1nd1ca 1stmboh e 1colon arald1c1 da usare -, ma nel "quadro'' d1 R1m1n1 è stato soppresso 1n quanto sost1tutsce, come g1à detto, la figura dt S. Benedetto seduta al centro. Alla s1ntstra stanno 1fondaton degli ord1n1 md1tanti panment1 «stellallll, ma con la spada 1n mano. Il pnmo a nceve· re la spada da S. Benedetto è Alfonso l dt Portogallo, fondatore deii'Ord1ne det Cavaliera d1 Ave; accanto è Rrurnondo, abate e re, fondatore deii'Ord1ne d1 Calatrava. Il secondo è ti cavaliere Gomez Fernandez, fondatore deii'Ord1ne d1 Alcantara, 1n ab1to b1anco.ll terzo cavaliere stellato è Gtacomo d'Aragona fondatore de1 Cavalien di S. Mana della Mercede, 1n ab1to monast1co, con la corona m capo e la cocol- la 1n parte nera e m parte rossa Il quarto cavahere è Guglielmo Enho, m veste b1anca ornata d1 una croce rossa, fondatore dell'Ordine de1 Cavahen d Montes a. l qutnto è D1on1SIO Penoca. re dt Portogallo, 1n veste nera e croce rossa Intersecata d1 bta11CO, fon- datore deO Ordme de1 Cavahen d1 Gesù Cnsto Il sesto e ulttmo è Costmo de Med o Granduca d1 Toscana fondatore de1 Cavahen d1 S. Stefano, m ab1to bianco foderato dt rosso e croce rossa L'albero prosegue, come fosse un cedro del Ubano (cquas plan- tatlo cedn tn monte L1bano,) mcondato da fitte fronde negli ord1m supenon Alla destra d1 S. Benedetto, dalla parte degl1 spmtuah, stanno m ord1ne d1 Importanza 1pap1 1car- dinali, 1 vescov1, 1dotton, ' monac1. Alla s1n1stra tnvece, dalla parte de1 m1htant1 stanno gli 1mperaton romam cnst1an1 e gh 1mperator1 che s1 sono fatt1 monaCI, ma anche le 1mperatnc1sante, monache e latche; 1re e le regme fatt1s1 monao o proclamati sanh; l f1gh mascht e le f1ghe femm1ne degh 1mperator1, 1 f1gh masch1e le f1ghe femm1ne de1 re, 1 dogtd1 Venezta e le dogaresse, con le loro ftghole d1venute monache; 1duchi, l conti e gh altn s1gnon feudal1 fatttSI monao. aDescntta la rad1ce. b1sogna hora 1n brevità esph· care ti m1stenoso corpo et fruttuosi ram1 d1 cosi glonoso Arbore» Wton passa cos ad tndtc.are Mauro e Plaado. ' due dtscepolt dt S. Benedetto che secondo una leggenda cara alla trad ztone benedetttna sarebbero stati , due pnnctpa , propagaton della regola rn Franoa e tn Stolta Salendo fra t terzo e ti quar to ramo c'è Oddone dt Cluny fra ti qutnto e 11 sesto l'abate Stefano, fra rl sett1mo e l'ottavo ramo Ludov1co Barbo; fra 11 nono e ti dec1mo ramo Gtovannt d1 Haghen; e 1n c1ma all'albero Garsta Ctsneros abate d1 Monserrato. Nel pnmo ramo a destra SI notano 1 paston nonché dottou della Chte.sa Agatone. Gregono, Pasquale, Vtttore, Calltsto, Clemente VI, Leone IV, Gregono VII, Urbano Il, Urbano V. Al centro del tlonco è raff1gu rato Gregono Magno tn pOSIZIOne premtnente fra 11 pnmo e ti secondo ramo· un'etichetta sopra ti suo capo nporta 11 lltolo d1 cseNus seNorum Oet», con CUI da allora 1 pontefla romanr hanno preso a sottosatverst ne1 documentt dtplomatrct; una colomba gh sta sopra la spalla, mentre le due tavole che mostra a1 due nspettiVl ordtnt sono I'Offiao della messa e ti Brevtano romano Nel secondo ramo, fra 1 coadtuton, CIOè 1 cardtnalr s1 dtsttnguono Patrtzro, Umberto Pter Damtanr Amalano FOrtunato, Ntccolò Anglto, Ntccolò Tedesco, Wt fnd, Bereardo, Albenco, Gutdo, Ptetro Sgnco Al terzo ramo a destra sono ' marttn mortt per la fede fra cut r vescoVI Bomfacto e Kyhan. Al quarto ramo a srn~stra sono glt apostolt e ' predtcato- rr che non hanno subtto ti martrno Al qUtnto ramo a destm 1 confesson cht.: st sono dtsttntt per ' mtracoh e la santttà Al sesto ramo a Stn1stra gl1 esege· tt dotton della Ch1esa Al setttmo ramo a destra glt scntton che hanno com battuto le eres1e. All'ottavo ramo a stn~stra 1dotton del dmrto canon1co. Nel nono ramo a destra 1monac1 cht:! hanno emesso profezie. Al deomo ramo ù stn1stra 1monao stonograf1 come Paolo D1acono. All'und1ces1rno rarno d destra 1 rnonao poltglott1. Al dod1cestmo ramo a s1ntstra 1 monact ab<Jtl, come Beda ti Venerab1le. Tornando mftne sulla f1gura centrale d1 S Benedetto, come faceva notare padre Lugano sotto t suo1 ptedl è npOita ta deii'Ecdestaste (50, 6·11 L3-14) «quella profezia che d1 sol1to 1legge a messa nel gtorno del suo onomasttco al posto della Lettera 1ustus, ut palma llorebtt, s1cut [utJ cedrus Libanr multJp rc.abrtur» (Ps 91 13) ecce confessar magnus qu quast stella matuttna che prosegue con paragont con la luna prena, con l arco splendente, con la rosa d'tnvemo con rl g1gho con l'mcenso, con 1 vaso d'oro, con l'oltva matura, con 11 apresso c con 11 cedro del Libano che sopra s1 è ncordato. L'Albero de a Vtta dr Amo do Wton, 11 cu1 t1tolo ncalca l'omomma opera d1 Bonaventura da Bagnoregro, per la tradiZIOne culturale che rappresenta menterebbe altre ncerche, non solo araldiChe, ma anche tconograf1che, po1ché l'allegona del 'albero ha avuto una fortuna rmmensa nella stona dtnast1ca e soaale europea, cosi come nelle artt f1gurattve Chtosando con Virg1n1o Malvezzt: «Non è p111na dell'uomo quella dove nasce, ma quella sotto la quale nasce; eglt fu ere duto da glt ant1ch1 savu un arbore a rovesoo, perché s1 come la patna del l'arbore è quel suolo, 1n Cllt ha poste le rad1c1, cosi quella dell'uomo è quel oelo, a cui le ha esposte Fermars1 nel propno paese, rad1carsr tra suoi, è un diVentare arbore a dtntto, e un uomo a rovesao»
Giuliana universale dell’arciconfraternita di San Nicolò lo Reale: A cura di Marcello Messina. Introduzione di Antonino Mongitore. Trascrizione di Provvidenza Gentile, Roberta Salimbeni e Gabriele Zaccaria
Diario del viaggio da Venezia a Costantinopoli fatto da M. Jacopo Soranzo al Sultano Murad III in compagnia di M. Giovanni Correr bailo alla Porta Ottomana descritto da anonimo che fu al seguito del Soranzo, 1575