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INTRODUZIONE
di Romano Bernarducci
r.bernarducci@farelettronica.com
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quella di ingresso) e la ridotta bile passare agli switching? do, da cui il nome di alimenta-
efficienza. Sempre, se la tensione di uscita tori a commutazione. La trasfor-
Ricordo che l’efficienza di un è superiore a quella di ingresso mazione di tensione avviene
qualsiasi alimentatore, lineare o oppure se è negativa rispetto sfruttando opportune modalità
switching, è indicata con la let- all’ingresso. Nel caso “classico” che costituiscono l’argomento
tera greca η (eta) ed è definita in cui la tensione di uscita è principale del corso. Se i com-
nella formula 1: inferiore a quella di ingresso, ponenti elettronici di contorno e
consiglio di utilizzare l’alimenta- il “serbatoio” fossero ideali, cioè
Formula 1 tore lineare finché questo non non dissipativi, avremmo un’ef-
η = POUT / PIN * 100 necessita di aletta di raffredda- ficienza η pari al 100%. Questo
(POUT e PIN in Watt, η in percen- mento o al massimo, di una è fisicamente impossibile, tutta-
tuale) “piccola” aletta. Per fare un via switching particolari arrivano
esempio, supponiamo di avere ad efficienze superiori al 95%. Il
dove POUT è la potenza erogata al a disposizione una tensione di “serbatoio” di energia non dissi-
carico e PIN è la potenza assorbi- 5V per alimentare un micropro- pativo, può essere indifferente-
ta dall’ingresso. La differenza PIN cessore che assorbe 400mA mente costituito da condensato-
– POUT, sempre maggiore di zero, massimi a 3,3V. La dissipazione ri e da induttanze, o da entram-
viene dissipata in calore dall’ele- nell’elemento serie di un regola- bi. La disponibilità di due diversi
mento serie di figura 1. Poiché tore lineare è pari a (5 – 3,3) * componenti porta ad una diffe-
la potenza elettrica P è pari al 0,4 = 0,68W, facilmente dissipa- renziazione degli switching in
prodotto della tensione V per la bili da qualsiasi regolatore inte- due categorie, i cosiddetti
corrente I, ne deriva che sono grato in contenitore TO220, “charge-pump” (pompa di cari-
necessarie alette di raffredda- senza aletta. ca), che utilizzano come “serba-
mento sempre più grandi all’au- toio” i condensatori, e i più ver-
mentare della corrente richiesta ALIMENTATORI SWITCHING satili magnetici che utilizzano
dal carico e del “salto di tensio- Per dare un’idea grossolana ma induttanze e trasformatori.
ne” tra ingresso e uscita (VIN – efficace, gli alimentatori swit-
VOUT). A favore degli alimentato- ching funzionano tutti prenden- ALIMENTATORI SWITCHING
ri lineari va riconosciuta comun- do energia dall’ingresso, imma- CHARGE-PUMP
que la facilità di progetto e di gazzinandola in un apposito Lo schema di principio di uno
realizzazione, l’assenza di rumo- “serbatoio” non dissipativo, per switching charge-pump è ripor-
re legato alla commutazione, il poi rilasciarla al carico a tensione tato in figura 2.
ridotto numero di componenti, differente. Questo procedimen- Questo circuito genera una ten-
l’elevata affidabilità. to ciclico a due fasi carica-scari- sione negativa di valore oppo-
Quando è necessario o consiglia- ca, avviene molte volte al secon- sto alla tensione di ingresso.
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tra C1 e C2.
La frequenza di commutazione di energia un’induttanza o un Formula 2
è in genere limitata a pochi trasformatore. Per ora trascu- ∆IL = (VL / L) * ∆t
kHz. Su questo principio si basa riamo il trasformatore, che (∆IL in Ampere, ∆t in secondi, L
il ben noto circuito integrato sarà necessario solo per i cir- in Henry, VL in Volt)
7660, prodotto da varie case cuiti avanzati. Dal punto di
costruttrici. L’utilizzo dei char- vista descrittivo, possiamo Come noto, il simbolo ∆ (delta)
ge-pump è limitato a carichi di considerare l’induttanza come indica una variazione o un
alcune decine di mA, e comun- il componente “duale” del intervallo, quindi ∆IL indica la
que la tensione d’uscita non è condensatore. Intendo con variazione di corrente nell’in-
ben stabilizzata ma varia all’au- “duale” un componente che si duttore, nell’intervallo ∆t. La
mentare del carico (la resisten- comporta elettricamente come formula 2 vale solo per indut-
za d’uscita è notevole, dell’or- l’altro, ma con la tensione e la tanze ideali, ma si può utilizza-
dine delle decine di ohm). corrente scambiati di ruolo. re, con le opportune cautele,
Quando utilizzare i charge- Mi spiego meglio: è noto che anche nei casi reali. Si noti che
pump? un condensatore inizialmente la corrente aumenta linearmen-
Ad esempio, per alimentare in scarico (V = 0), attraverso il te nel tempo e sale tanto più
duale un op-amp avendo a dis- quale facciamo scorrere una rapidamente quanto più è alta
posizione solo una tensione determinata corrente, non si la tensione di ingresso e quanto
positiva. carica “istantaneamente“, ma più è bassa l’induttanza. In
Gli alimentatori charge-pump aumenta gradualmente la sua figura 3 sono visibili i grafici
sono sicuramente più rumorosi tensione nel tempo. della corrente per varie indut-
dei lineari, ma molto meno di Per la “duale” induttanza, tanze e tensioni applicate.
uno switching magnetico, invertendo i ruoli di I e V, si
quindi sono preferibili per l’uti- ottiene che, partendo inizial- Quanta energia possiamo
lizzo in circuiti sensibili di bassa mente con corrente nulla (I = immagazzinare nel nostro “ser-
potenza. 0), e applicando ai capi una batoio” magnetico? Vedremo
tensione, la corrente non che anche questo parametro è
ALIMENTATORI SWITCHING varierà “istantaneamente” ma molto importante nei futuri cal-
“MAGNETICI” aumenterà gradualmente nel coli di progetto; senza troppe
Gli switching di tipo magneti- tempo. La formula 2 sintetizza spiegazioni, prendete per
co utilizzano come “serbatoio” quanto detto: buona la formula 3:
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Possiamo chiamare la fase 1 ching. Una precisazione va subi- mente utilizzato nella stragrande
come fase ON, in quanto è la to fatta: i diodi non sono control- maggioranza dei casi. Nella posi-
fase in cui è chiuso l’interruttore labili (essendo a due soli piedini), zione 1 occorre un interruttore
1; corrispondentemente chia- quindi non possono essere utiliz- comandato, e la scelta è fra SCR,
meremo la fase 2, fase OFF. zati in tutte le posizioni del cir- transistor a giunzione BJT,
Riscrivendo l’equazione prece- cuito. Per esempio, non possia- MOSFET e IGBT. Tralasciando gli
dente: mo utilizzare un diodo nella posi- SCR, ormai non più utilizzati
zione 1 del circuito di figura 4, in negli switching tradizionali, i tre
Formula 4 quanto l’induttanza sarebbe dispositivi rimanenti si dividono il
|VL,ON| * tON = |VL,OFF| * tOFF sempre collegata alla tensione di numero di applicazioni, con una
(VL in Volt, tensione ai capi di L) ingresso, la corrente aumente- forte prevalenza dei MOSFET. I
rebbe costantemente con conse- transistor BJT resistono in appli-
Questa è una fondamentale for- guente rottura del più debole tra cazioni ad alta tensione dove
mula che, sebbene derivata in induttanza, alimentatore di possono risultare i più economici
questo caso particolare, vale ingresso e diodo. Potremmo a parità di prestazioni, ed anche
per tutte le induttanze e per però tranquillamente utilizzarlo in applicazioni a bassa tensione
qualunque tipologia di swit- nella posizione 2, perché durante dove non è disponibile “l’alta”
ching. il periodo ON, quando è chiuso tensione di pilotaggio richiesta
l’interruttore 1, l’anodo è a dai MOSFET. Gli IGBT sono di
INTERRUTTORI NEGLI massa (e quindi il diodo non con- preferenza utilizzati per potenze
ALIMENTATORI SWITCHING duce comportandosi quasi esat- elevate, dell’ordine dei kW o più.
Nella pratica, cosa si usa come tamente come un circuito aper- Per i nostri circuiti useremo quin-
interruttore? La risposta è molte- to), mentre durante il periodo di MOSFET e BJT. Una precisazio-
plice, infatti si possono utilizzare: OFF, quando la sovratensione ne importante: un interruttore
diodi (tradizionali e schottky), dell’induttanza si mette in serie ideale ha solo due stati stabili:
SCR, transistor bipolari BJT (NPN alla tensione di ingresso, fa pas- ON oppure OFF. Nello stato ON
e PNP), MOSFET, IGBT, dipen- sare la corrente verso l’uscita la tensione ai suoi capi vale zero,
dentemente dalla posizione nel (comportandosi approssimativa- mentre la corrente può assumere
circuito (e quindi dalla tipologia) mente come un circuito chiuso). qualsiasi valore. La potenza dissi-
e dalle caratteristiche dello swit- Il diodo nella posizione 2 è real- pata dall’interruttore in questo
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rativa più comoda, in quanto è C = 0,12*2,75*10-6/0,1 = 3,3µF 555, in versione CMOS e confi-
ovvio che il ripple di tensione è gurazione astabile. Avendo
identico e opposto nelle due fasi NOTA: poiché l’avevo disponibile, necessità di un duty-cycle pari al
ON e OFF (se così non fosse la ho utilizzato un condensatore 50%, ho utilizzato la configura-
tensione di uscita salirebbe elettrolitico da 10µF, del tipo zione in figura invece di quella
all’infinito o scenderebbe a LOW-ESR/105°. Non utilizzare più classica con due resistenze
zero). Nella tipologia boost con- condensatori elettrolitici tradizio- RA e RB. Per aumentare la corren-
viene utilizzare la fase ON, nali (85°)! Mi aspetto in questo te di uscita (ne vedremo il moti-
durante la quale l’interruttore 2 caso un ripple ridotto a un terzo vo nelle prossime puntate), ho
(diodo D1) è aperto, e quindi il (in quanto ho triplicato la capaci- usato un push-pull inseguitore
condensatore si scarica sul cari- tà), cioè circa 30mV picco-picco. di emettitore a transistor com-
co. Sappiamo già che il tempo plementari di tipo BC337 o
tON è pari a 2,75µs, sostituendo CIRCUITO DI PILOTAGGIO BC327.
∆V = 0,1V e I = 0,12A si ottiene Il circuito di pilotaggio, visibile Al solito, può essere utilizzata
dalla formula 5: in figura 9, è basato sul noto qualunque coppia di transistor
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Corrente
Potenza Resistenza di Tensione di Potenza fornita Efficienza
assorbita a
assorbita [W] carico [Ω] uscita [V] [W] η [%]
Vin = 12V [A]
0,242 2,904 200 23,46 2,752 94,8
0,163 1,956 300 23,77 1,883 96,3
0,123 1,476 400 23,92 1,430 96,9
0,071 0,852 700 24,06 0,827 97,1
0,065 0,780 800 24,53 0,752 96,4
0,065 0,780 900 26,02 0,752 96,4
0,068 0,816 1000 28,10 0,790 96,8
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Seconda parte
Controllo della
tensione di uscita
Alimentatori
switching:
Controllo della
tensione di uscita
parazione tra la tensione di uscita e la tensio- pulso di commutazione che arriva al MOSFET
ne desiderata, per decidere quando attivare variasse rispetto a quella a pieno carico,
la commutazione dello switching. In pratica, quando tutti gli impulsi attivano il MOSFET.
se la tensione di uscita è corretta oppure è Analogamente, la sigla PSM indica che il cir-
troppo alta, disattiva la connessione tra P1 e cuito “salta” alcuni impulsi, cioè non attiva il
P2 di figura 1, spegnendo a tutti gli effetti lo MOSFET, tra diversi impulsi attivi (cioè che
switching. accendono il MOSFET).
In caso contrario, cioè se la tensione di usci- Realizzeremo il nostro sistema PFM per
ta è minore di quella desiderata, attiva la mezzo di un comparatore duale di facile
connessione tra P1 e P2. Si nota subito che reperibilità, del tipo LM393, usato solo per
sia la frequenza dell’oscillatore 555 che il suo metà, e collegando l’altra inutilizzata in
duty-cycle non sono influenzati. È evidente modo da evitare oscillazioni. Lo schema del
che il modo in cui viene realizzato il con- semplice circuito di controllo è riportato in
trollo è un semplice ON/OFF di tutto lo figura 3.
switching, inteso come parte di potenza,
cioè la parte a destra di figura 1. Il vantaggio
fondamentale di questa tipologia di control-
lo è la sua estrema semplicità ed economici-
tà. Per spiegare il nome PFM, consideriamo
che, con basso carico di uscita, lo switching
è spento per la maggior parte del tempo, e
solo ogni tanto viene acceso per ricaricare il
condensatore di uscita e ripristinare la tensio-
Figura 2 Schema di principio di un sistema di controllo
ne. Quindi è come se la frequenza dell’im-
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Il circuito integrato 78L05 costituisce il riferi- Notate che l’uscita del comparatore LM393 è
mento di tensione (Vref della figura 2). Anche di tipo open-collector, cioè chiude verso massa
se non eccelso come stabilità e consumo di quando V(-) è maggiore di V(+), ed è un circui-
corrente (cioè la corrente che assorbe interna- to aperto (con impedenza “infinita”) quando
mente per funzionare), è sufficiente per i nostri V(+) è maggiore di V(-).
scopi. Questa caratteristica ci permette di implemen-
Chi volesse può sostituirlo con circuiti integra- tare molto facilmente l’ON/OFF della parte di
ti di riferimento come gli LM385/LM336 ma potenza, come richiesto dal circuito di control-
anche, perché no, con un diodo zener e relati- lo PFM, collegando l’uscita del comparatore
va resistenza di caduta. In ogni caso, sul pin al pin 5 dell’oscillatore 555. Infatti, se la ten-
non invertente del LM393 ci sarà una tensione sione di uscita è maggiore di quella desiderata,
di riferimento di 5V. all’uscita del LM393 la tensione è circa pari a
Le resistenze R4, RV2 e R5 dividono la tensione 0V, quindi anche il comparatore interno al
di uscita per adattarla a quella del riferimento. 555, collegato al RESET del flip-flop (vedi sche-
L’utilizzo di una tensione di riferimento più ma del 555 in figura 1), è sempre attivo, l’usci-
bassa di quella d’uscita, e quindi la necessità di ta del 555 è a 0V e l’oscillatore è fermo.
attenuare quest’ultima, è una prassi usata pra- Non appena la tensione di uscita scende sotto
ticamente in tutti gli alimentatori. A seconda al valore di riferimento, l’uscita del LM393
della regolazione del trimmer RV2, si ottiene in diventa ad alta impedenza, e quindi l’oscillato-
uscita una tensione stabilizzata variabile da un re 555 funziona normalmente alla frequenza e
minimo di 12V (ricordate che un boost non duty-cycle stabiliti. Ritengo che questa scelta
può fornire una tensione minore di quella di sia semplice ed efficace, rispetto all’aprire e
ingresso) fino a 24V (a carico massimo) o chiudere la connessione tra P1 e P2, che pre-
anche più (per carichi minori). La formula di senta diverse complicazioni.
calcolo si ottiene a partire dalla situazione di
equilibrio agli ingressi del comparatore, cioè CIRCUITO STAMPATO
quando V(+) è uguale a V(-), applicando le Di questo switching boost, completo di circui-
note proprietà dei partitori resistivi di tensione: to di controllo PFM, ho realizzato un semplice
circuito stampato, riportato in figura 4, con il
V(+) = 5 programma Sprint Layout 4.0. Il relativo file
V(-) = VOUT * (RV2 + R4) / (RV2 + R4 + R5) .LAY è scaricabile dal sito di Fare Elettronica. Se
realizzerete questo stampato, ricordatevi di
Eguagliando questi termini ed isolando VOUT si montare il ponticello a lato di C3 e C7, che
ottiene:
Nella traccia 1 è visibile l’uscita del comparato- Dopo tutta questa pratica e misure, riprendia-
re LM393 (collegata al pin 5 dell’oscillatore mo un poco di teoria: parliamo delle perdite di
555), mentre nella traccia 2 è visualizzato il potenza negli alimentatori switching.
segnale di gate del MOSFET. Notare che quan-
do l’uscita del LM393 è bassa, nessun impulso PERDITE (LOSSES) NEGLI
arriva al gate del MOSFET, come volevasi otte- ALIMENTATORI SWITCHING:
nere per il circuito di controllo PFM/PSM. Nella GENERALITÀ
traccia 2 è visibile un breve impulso iniziale più Cosa si intende per perdite negli alimentatori
corto, seguito da serie successive di quattro switching?
impulsi standard da 2,8µs (180kHz al 50% di Tutte le dissipazioni di potenza non utili,
duty-cyle). Aumentando la resistenza di carico dovute alla non idealità dei componenti
a 300Ω, otteniamo l’oscillogramma: elettronici che costituiscono il circuito. Per
È interessante notare che ora, sul gate del fare un esempio, nella prima puntata abbiamo
MOSFET, sono presenti serie costituite da soli visto che un interruttore, per essere ideale,
due impulsi standard (più due brevi), e anche deve avere resistenza nulla quando chiuso
il periodo di ripetizione dei burst è variato da (cioè caduta di tensione ai suoi capi nulla) e
circa 44µs a 38µs. Questo fatto rappresenta il resistenza infinita quando aperto (cioè corren-
più grave svantaggio di questa tipologia di te che scorre pari a zero). Avevamo espresso
controllo: al variare del carico, la frequenza dei questo concetto con le formule:
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Figura 4a 4b Circuito stampato “boost” 12V → 12÷24V con circuito di controllo PFM
Quali sono gli effetti, ovviamente negativi, C = 0,12 * 2,75 * 10-6 / 0,05 = 6,6µF
dell’ESR?
Fondamentalmente tre: Il ripple dovuto all’ESR costituirà l’altra metà
del totale, cioè ancora 50mV. La formula per il
■ Aumento del ripple di uscita. calcolo dell’ESR... è la legge di Ohm:
■ Dissipazione di energia all’interno del con-
densatore e quindi perdita di efficienza. Formula 2
■ Aumento della temperatura interna del con-
densatore e quindi riduzione della vita dello ESR = ∆V / ∆I
stesso.
(ESR in Ohm, ∆I in Ampere, ∆V in Volt)
D’ora in avanti dovremo quindi inserire l’ESR sia
nel calcolo del condensatore di uscita (PASSO 8 dove ∆I è il massimo “salto” di corrente che
della prima puntata) che nel calcolo dell’effi- attraversa il condensatore. Nella figura 9 è
cienza generale. Riscriviamo perciò la procedu- riportato il grafico della corrente che scorre nel
ra di calcolo del condensatore di uscita. condensatore di uscita:
Ricordate che le definizioni di fase ON e fase
PASSO 8 - calcolo del condensato- OFF si riferiscono all’interruttore principale
re di uscita (tipologia boost) (cioè il MOSFET Q3 nello schema). Durante la
Riporto la formula che fornisce il valore del fase ON, sappiamo che nessuna corrente scor-
condensatore di uscita necessario per un re attraverso il diodo verso il condensatore di
determinato ripple ∆V: uscita ed il carico.
Quindi il condensatore di uscita deve alimenta-
Formula 1 re il carico da solo, e sappiamo che il carico
assorbe al massimo 0,12A. Il segno negativo
C = I * ∆t / ∆V indica che tale corrente esce dal condensatore.
Alla commutazione tra fase ON e fase OFF, la
(C in Farad, I in Ampere, ∆t in secondi, corrente nell’induttanza è al suo massimo
∆V in Volt) (0,375A) e, passando attraverso il diodo, si
divide in due, in parte caricando il condensa-
Poiché bisogna tener conto del nuovo termine, tore ed in parte alimentando il carico. Quindi,
dovuto all’ESR, che contribuirà al ripple totale, all’inizio della fase OFF, la corrente nel conden-
imponiamo che il ripple dovuto alla capacità satore sarà pari a 0,375A (corrente totale)
(ideale) sia pari alla metà del totale, cioè meno 0,12A (corrente assorbita dal carico),
50mV. Avremo quindi bisogno di un conden- cioè 0,255A. Questa corrente decrescerà fino
satore pari a: al valore di 0,105A alla fine della fase OFF, tut-
tavia ai fini del calcolo del ripple dovuto all’ESR
Figura 7 Schema equivalente di un condensatore reale Figura 8 Schema equivalente semplificato di un condensatore reale
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Ne consegue che il condensatore elettrolitico A volte, invece dell’ESR, nei datasheet dei con-
utilizzato, pur se del tipo 105°, ha un ESR pari densatori sono riportate altre grandezze come
a 0,72 / 0,375 = 1,92Ω, valore abbastanza l’IMPEDENZA in Ω, oppure la CORRENTE DI
alto ma comune nei piccoli condensatori elet- RIPPLE MASSIMA in Ampere RMS. Nel caso
trolitici. dell’impedenza, potete tranquillamente consi-
Una volta calcolato l’ESR necessario, come sce- derarla identica all’ESR ed applicare le conside-
gliere il condensatore? razioni fatte poc’anzi.
Purtroppo l’ESR riportato nei datasheet (se La corrente di ripple, invece, è inversamente
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proporzionale all’ESR, cioè ad alte correnti di condensatore di soli 6,6µF, per ottenere lo
ripple corrispondono bassi valori di ESR e vice- stesso risultato per il ripple dovuto all’ESR
versa. Si applicano (inversamente) le stesse occorre un condensatore di ben 150µF! Ciò è
considerazioni sulle variazioni con la frequen- equivalente a dire che: in generale il ripple
za e la temperatura, già fatte per l’ESR. della tensione di uscita, nella tipologia
Tuttavia, mentre l’ESR ha conseguenze BOOST, è quasi totalmente dovuto all’ESR del
dirette sul ripple in uscita, la corrente di condensatore di uscita e solo in “piccola”
ripple massima sopportabile dal condensa- parte dal valore di capacità.
tore è solo un parametro da rispettare per
l’affidabilità e la durata dello stesso. Riepilogando la procedura di calcolo del con-
Vediamo ora come selezionare il condensatore densatore di uscita:
di uscita, a partire dalla corrente di ripple.
Calcoliamo quindi il valore efficace di que- 1. Calcolare l’ESR necessario a partire dalla
st’ultima. Senza dimostrazione, il valore RMS Formula 2, ipotizzando ∆V pari al 90% del
di una forma d’onda trapezoidale come quel- totale (quindi 90mV).
la di figura 9 è data dalla formula: 2. Scegliere un condensatore di uscita che
abbia un ESR inferiore a quello calcolato, o
Formula 3 mettere in parallelo due o più condensatori
con ESR maggiore.
IRMS = [(I12 + I22 + I1 * I2) * tOFF / (tON + tOFF) / 3]0,5 3. (Opzionale ma consigliabile per l’affidabili-
tà) calcolare il ripple di corrente con la
(IRMS, I1, I2 in Ampere) Formula 3 e verificare che sia inferiore al
massimo sopportabile dal condensatore
dove I1 e I2 rappresentano l’ampiezza dei scelto nella fase 2.
“lati” verticali della forma d’onda, evidenziati 4. Calcolare il ripple di tensione dovuto alla
in nero nella figura 9 e che valgono quindi capacità, con la Formula 1 e verificare che,
0,375A e 0,225A. Il termine tOFF / (tON + tOFF) è sommato a quello del passo 1, il ripple
adimensionale e vale 0,5 nel nostro caso. totale sia accettabile. In caso contrario ripe-
Sostituendo si ottiene: tere dal passo 1 ipotizzando un diverso ∆V.
IRMS =[(0,3752 + 0,2252 + 0,375 * 0,225) * 0,5 / 3]0,5 Anche in questo caso, come al solito, è possi-
bile utilizzare un condensatore leggermente
cioè, finalmente: sovradimensionato rispetto ai calcoli prece-
denti a scapito ovviamente del costo e dell’in-
IRMS = 0,214A gombro.
delle perdite totali, che avevamo stimato nella legato all’ESR (le linee praticamente verticali del
prima puntata pari a 0,16W, quindi possiamo grafico del ripple nella puntata precedente). Per
trascurarla (ma è sempre bene verificarla!). il contributo al ripple dovuto alla capacità idea-
le, dalla Formula 1, imponendo il valore del con-
TIPI DI CONDENSATORE densatore a 4,7µF, si ottiene per il ripple teorico:
Nella stragrande maggioranza dei casi, negli
alimentatori switching, come condensatori di ∆V = I * ∆t / C = 0,12 * 2,75 * 10-6 / 4,7 * 10-6 =
uscita e di ingresso sono utilizzati condensato- = 70mV
ri elettrolitici 105°.
Tuttavia in alcuni casi, dove è richiesto un pic- in perfetto accordo con la misura.
colo ingombro e/o alte correnti di ripple a
basse tensioni, sono utilizzati anche condensa-
tori al tantalio solido e addirittura ceramici.
Una “graduatoria” dei vari tipi di condensato-
re è riportata nella tabella sotto.
2 Elettrolitico 85° alta qualità Usare solo se viene riportato il valore di ESR.
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Alimentatori
switching:
Le perdite
di energia
Source; viceversa la corrente scorre dal Source al dalle seguenti relazioni:
Drain attraverso il diodo. È una prova interessan-
te che potete fare collegando il polo positivo di un Ciss = Cgs + Cgd
alimentatore a 5-10V, tramite una resistenza da (Input Capacitance, capacità di ingresso)
100-1000Ω, al Gate e Source cortorcircuitati tra Crss = Cgd
loro. Il polo negativo dell’alimentatore va al Drain, (Reverse Transfer Capacitance, capacità di trasfe-
che in genere, per MOSFET in contenitore rimento inverso)
TO220, corrisponde alla linguetta metallica ed al Coss = Cds + Cgd
terminale centrale. Vedrete che, anche se tra Gate (Output Capacitance, capacità di uscita)
e Source non ci sono i 10V necessari per commu-
tare il MOSFET, scorrerà comunque una corrente A titolo esemplificativo riporto qui i valori per
dal Source al Drain, attraverso il diodo parassita. l’IRF620, il MOSFET a canale N utilizzato nel
Per fortuna questo diodo, nella stragrande mag- primo circuito boost:
gioranza delle applicazioni, non disturba, ed anzi,
in alcune applicazioni come il pilotaggio di moto- Ciss = 260pF
ri, viene utilizzato come diodo di ricircolo. Crss = 30pF
I tre condensatori che vedete in figura 1 sono Coss = 100pF
i responsabili delle perdite di commutazione
del MOSFET; in genere nei datasheet sono Da cui è immediato ricavare:
riportati i valori di altre capacità, e cioè Ciss,
Coss, Crss, che sono legate a Cgd, Cgs e Cds Cgd = Crss = 30pF
Se acceso Se spento
Tipo Prestazioni Costo a parità
Si accende se… fa scorrere blocca tensioni
MOSFET (rDS,ON) di prestazioni
corrente… di drain...
positive rispetto
la tensione di GATE è
al SOURCE
almeno 10V più alta da DRAIN
Canale N (tensioni negative OTTIME MINORE
della tensione a SOURCE
passano attraverso
di SOURCE
il diodo interno)
negative rispetto
la tensione di GATE è
al SOURCE
almeno 10V più bassa da SOURCE
Canale P (tensioni positive BUONE MAGGIORE
della tensione a DRAIN
passano attraverso
di SOURCE
il diodo interno)
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Cgs = Ciss – Cgd = 230pF Dai calcoli precedenti, si nota che la perdita
Cds = Coss – Cgd = 70pF totale dovuta alla carica-scarica dei condensato-
ri è praticamente trascurabile: perché allora
Calcoliamo ora la potenza persa nei tre conden- questa analisi? Facciamo un piccolo passo indie-
satori, nel primo circuito boost, ricordando che tro ed immaginiamo di avere un tempo di com-
l’energia immagazzinata in un condensatore è mutazione del MOSFET dello switching boost
data dalla formula: pari a zero, come riportato nella figura 2.
50ns, per ridurre al minimo le perdite. Dalla for- I(Cgd) = 30e-12 * (24 + 12) / 50e-9 = 21,6mA
mula 5 della prima puntata, sappiamo che cor- La corrente totale necessaria sarà quindi pari a
rente, tensione e tempo in un condensatore 76,8mA. Se si considera che il 555 CMOS usato
sono legate dalla relazione: nel primo circuito boost, riesce ad erogare solo
10mA ed assorbirne 50, si ha la spiegazione
C = I * ∆t / ∆V dell’utilizzo del buffer costituito dai due transi-
I = C * ∆V / ∆t
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stor complementari T1 e T2. Nel caso reale un MOSFET presenta una resisten-
Attenzione: si tratta di un picco di corrente che za molto bassa, spesso minore di 1 ohm, ma sem-
dura poche decine di nanosecondi, quindi è pre maggiore di zero.
sufficiente un condensatore elettrolitico Questa resistenza, riportata in tutti i datasheet,
(meglio se con un ceramico in parallelo), collo- prende il nome di rDS,ON, in quanto è presente tra
cato vicino al buffer T1/T2. Drain e Source e si manifesta solo quando il
I calcoli appena effettuati, oltre ad essere MOSFET è ON. Il circuito equivalente è quindi del
approssimati, non hanno utilizzo pratico, in tipo riportato in figura 4.
quanto i valori delle capacità del MOSFET
hanno grandi variazioni con le tensioni di pola- Il calcolo delle perdite dovute a di rDS,ON consiste
rizzazione e diventa difficile se non impossibile semplicemente nell’applicare la formula di dissi-
riuscire ad estrapolare i dati necessari al proprio pazione di potenza nelle resistenze:
caso. Quello che invece dovete ricordare è:
PDISS = rDS,ON * IAVG2
1. Per diminuire le perdite nei MOSFET è fonda-
mentale pilotarli, sia in accensione che in spe- (con IAVG corrente media nel MOSFET durante il
gnimento, con dispositivi in grado di erogare periodo ON), moltiplicata per il tempo di
alte correnti di picco, che carichino veloce- accensione del MOSFET sul totale, cioè per il
mente i condensatori parassiti Cgs e Cgd. duty-cycle:
2. Più il MOSFET è ad alta corrente, maggiore
è il valore dei condensatori Cgs e Cgd, e Formula 2
quindi minore è la velocità di commutazio-
ne, a parità di corrente di pilotaggio. Di con- PDISS,MOSFET = rDS,ON * IAVG2 * duty-cycle
seguenza, è bene non esagerare con le (PDISS in Watt, rDS,ON in Ohm, IAVG in Ampere,
specifiche del MOSFET. duty-cycle adimensionale < 1,0)
Ad esempio, se abbiamo calcolato che in
uno switching la corrente di picco nel I puristi continueranno a storcere il naso per
MOSFET è pari a 3A, utilizzare un MOSFET l’approssimazione, in quanto, a rigore,
da 6-9A (vedremo più avanti perché) e non andrebbe effettuato il calcolo di un integrale,
uno da 30-50A. ma l’errore è trascurabile, e probabilmente
3. Le perdite di commutazione rivestono par- inferiore alle tolleranze di rDS,ON tra diversi
ticolare importanza negli switching ad alta esemplari di MOSFET.
tensione, come quelli connessi alla rete, Vediamo ora di calcolare le perdite nel
dove sono presenti tensioni superiori a MOSFET IRF620 usato nel circuito boost. Dati
300V. In questo caso opportuni circuiti rDS,ON = 0,8Ω (dal datasheet, a 25°C), IAVG =
(detti snubber) “modellano” la commuta- 0,3A e duty-cycle = 50%, si ottiene:
zione del MOSFET in modo da minimizzar-
ne le perdite.
PDISS,MOSFET = 0,8 * 0,32 * 0,5 = 36mW fica (a parte le cadute su diodo e induttanza).
Possiamo usarlo nella posizione 2, naturalmente
Il valore di rDS,ON varia sensibilmente e concor- con l’anodo a massa, perché, se fosse a massa il
demente la temperatura, approssimativamente catodo, quando è acceso l’interruttore 1 la cor-
raddoppiando per 100°C di aumento della rente scorrerebbe tutta sul diodo e non “cari-
temperatura. cherebbe” l’induttanza. Come interruttore 1
Per stare sul sicuro, e se il datasheet non useremo come al solito un MOSFET. In figura 6
dovesse riportare il valore di rDS,ON ad alta tem- è riportato lo schema di principio modificato
peratura, si può supporre che in ogni caso il secondo le considerazioni appena fatte.
MOSFET non supererà mai i 125°C (anche per-
ché sarebbe vicino alla rottura) e quindi si può Dalla Tabella presentata all’inizio di questa
prendere cautelativamente come rDS,ON il dop- puntata, è evidente come sia preferibile utiliz-
pio del valore a 25°C. zare come interruttore comandato, un
Nel caso del primo boost, tuttavia, la dissipazio- MOSFET a canale N. Tuttavia, mentre nella
ne nel MOSFET è così bassa che non porta a tipologia boost per accendere un MOSFET di
nessun aumento di temperatura apprezzabile, e tipo N con il Source a massa, bastava una ten-
quindi l’utilizzo del valore a 25°C è giustificato. sione positiva rispetto a massa, ad esempio
quella di alimentazione stessa, nella tipologia
TIPOLOGIA BUCK buck siamo nei guai. Infatti, poiché il MOSFET
La tipologia buck è la “duale” della boost, in deve commutare il ramo positivo dell’alimen-
quanto è utilizzata quando la tensione di uscita tazione, dovremmo avere a disposizione una
desiderata è inferiore a quella di ingresso. tensione di Gate più alta di quella di uscita
Ricordo che questa è anche l’unica tipologia di (collegata al Source tramite induttanza) di
switching che può essere sostituita da un ali- circa 10V. Se questa non fosse disponibile,
mentatore lineare, ovviamente con tutti gli dovremmo generarla con un opportuno cir-
svantaggi e i vantaggi del caso. cuito. In genere si usa una particolare configu-
Lo schema di principio è riportato in figura 5. razione, denominata genericamente boot-
strap, che sfrutta la commutazione dello swit-
Non vi ricorda nulla? ching principale (o di un oscillatore ausiliario)
Beh, ha gli stessi identici componenti della tipo- per caricare un condensatore, un po’ come
logia boost, solo… scambiati di posizione! avviene nei charge-pump. Il condensatore for-
Vedremo che questa “caratteristica” sarà presen- nisce la tensione “maggiorata” necessaria per
te anche nella tipologia inverting, che studiere- accendere il MOSFET a canale N.
mo successivamente. Ripetendo il ragionamento Per motivi di semplicità, tuttavia, non presen-
fatto per la tipologia boost, è facile vedere che, terò circuiti del genere. Appare quindi inevita-
come interruttore 1, non possiamo usare un bile utilizzare MOSFET a canale P, come visibi-
diodo, in quanto la tensione di ingresso passe- le in figura 6.
rebbe all’uscita senza possibilità di alcuna modi-
TIPOLOGIA BUCK: CALCOLI
La procedura di calcolo è molto simile a quella
già vista per la tipologia boost, ma questa volta
introdurremo gli effetti della variazione dei
parametri di progetto.
PASSO 3
calcolo della massima corrente
di ingresso
Per il calcolo occorre utilizzare il valore minimo
della tensione di ingresso. Questo perché gli ali-
mentatori switching possono essere considerati
dispositivi a potenza costante, cioè tanta
Figura 7 corrente nell’induttanza per tipologia buck
potenza entra, e la stessa, diminuita delle perdi-
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cioè: PASSO 8
Stima (o misura) delle perdite
tON = 0,948 * tOFF dissipative
Il calcolo delle perdite andrebbe fatto nel
e quindi: caso peggiore. Purtroppo le perdite dipendo-
no dal duty-cycle, in quanto questo definisce
duty-cycle = tON / (tOFF + tON) = 48,7% il tempo di ON (e quindi le perdite nel
MOSFET) ed il tempo di OFF (e quindi le per-
Il valore calcolato per il duty-cycle, anche se è solo dite nel diodo). Siccome il duty-cycle dipen-
nominale in quanto non tiene conto delle varia- de a sua volta dalla tensione di ingresso
zioni della VIN, è di utilità soprattutto nel caso di (anche dalla tensione di uscita, che però nel
switching senza sistema di controllo, oppure per i nostro caso è costante e possiamo ignorarla),
regolatori di tipo PWM che vedremo in seguito. non è facile calcolare il massimo della somma
delle perdite. Per semplicità, useremo il valo-
PASSO 7 re nominale per il duty-cycle calcolato nel
Scelta della frequenza di passo 6.
commutazione e dell’induttanza
Ricorderete che la frequenza di commutazione PERDITE NEL MOSFET, applicando la formula 2:
è praticamente a piacere, in quanto esistono
infinite coppie induttanza-frequenza che for- PDISS,MOSFET = rDS,ON * IAVG2 * duty-cycle = 0,3 * 42 *
niscono in prima approssimazione lo stesso 48,7% = 2,338W
risultato. Ricordando la formula:
PERDITE NEL DIODO, applicando una formula
∆IL = (VL / L) * ∆t che vedremo in seguito:
1. Capacità.
2. ESR, cioè l’Equivalent Series Resistance.
Sommando il ripple di tensione dovuto ai due Il sistema di controllo è un’evoluzione del PFM
termini, si ottiene: che ho descritto in precedenza, in quanto pre-
senta la possibilità di variare il duty-cycle,
∆VTOT = ∆VESR + ∆VC = 72 + 2,8 = 74,8mVpp anche se in maniera molto rozza, e totalmen-
te differente da un vero controllo PWM che
che consideriamo accettabile per la nostra caratterizzerà i circuiti integrati più avanzati.
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Il principio di funzionamento è noto: se la di emettitore esterno, quindi la corrente
tensione di uscita è inferiore al valore deside- richiesta all’MC34063 sarà molto bassa.
rato, accende la parte di potenza, altrimenti Per questo motivo è sufficiente utilizzare il col-
la spegne. lettore del transistor INTERNO Q2 (pin 8),
L’interruttore interno è a transistor bipolari e lasciando il collettore del transistor INTERNO
può commutare, da solo, fino ad un massimo Q1 (pin 1) non connesso. Il circuito completo
di 1,5A: si rende quindi necessario inserire un dell’alimentatore buck è riportato in figura 9.
buffer, cioè il MOSFET esterno che avevamo
già previsto. Partendo dalla sinistra, la tensione di ingresso
Per inciso, è abbastanza difficile e/o costoso tro- alimenta il circuito tramite un fusibile di prote-
vare circuiti che integrino sia la parte logica/di zione da 3,15A, standard 5x20mm.
controllo che quella di potenza, per correnti Come quasi sempre accade negli alimentatori
superiori a qualche Ampere. In figura 8 è ripor- switching, si usa un fusibile ritardato (tipo T), in
tato lo schema interno del MC34063. quanto le correnti di picco sono più alte di quel-
le medie e gli stessi picchi sono molto più rapi-
Il controllo del duty-cycle è effettuato dal flip- di rispetto ad un alimentatore da rete, a 50Hz.
flop Set-Reset e dalla porta AND, secondo una Questo potrebbe causare l’indesiderato e pre-
modalità che esamineremo nella prossima maturo intervento dei fusibili veloci di tipo F.
puntata. L’uscita Q del flip-flop attiva il transi- Il condensatore C2, da posizionare vicino alla
stor driver Q2, che a sua volta attiva il finale di coppia Q2-Q3, fornisce la carica necessaria
potenza Q1. per la veloce commutazione del MOSFET.
I collettori di Q1 e Q2 sono portati separata- Il condensatore C3 determina la frequenza
mente a due pin del chip per consentire l’im- dell’oscillatore interno al circuito integrato,
plementazione di qualsiasi topologia. tuttavia vedremo come questa sia poco corre-
lata alla frequenza di switching che appare
SWITCHING BUCK CON all’uscita (pin 1 e 8).
CONTROLLER PFM MC34063 Con una capacità di 1n, e con l’oscilloscopio
Per pilotare efficacemente il MOSFET, utilizze- sul pin 3, si può visualizzare un dente di sega
remo comunque il solito push-pull inseguitore asimmetrico, di ampiezza pari a qualche cen-
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tinaio di millivolt e frequenza pari a circa quelle al 5%, in aggiunta alla tolleranza del
34kHz. Ricordate di utilizzare la sonda in posi- riferimento interno, potrebbero causare una tol-
zione x10, in quanto in posizione x1, la capa- leranza della tensione di uscita troppo alta, fino
cità del cavo schermato della sonda può alte- anche al 20%. In alternativa, con le resistenze al
rare sensibilmente la frequenza di oscillazione. 5%, si potrebbe prevedere un piccolo trimmer
Se non doveste leggere una frequenza intorno in serie ad una di esse per tarare con precisione
ai 35kHz non preoccupatevi, in quanto le tol- la tensione di uscita.
leranze interne dell’MC34063 sono molto ele- Per determinare i valori delle resistenze, si calco-
vate (vedi datasheet), ma non influiscono la prima il valore dell’attenuazione da applicare
molto sulla buona riuscita del progetto, per alla tensione di uscita per eguagliarla a quella
motivi che vedremo più avanti. del riferimento:
Corrente Corrente
Potenza Resistenza Potenza fornita
assorbita a di uscita Efficienza η
assorbita di carico al carico
Vin = 12V (Vout = 5V) [%]
[W] [Ω] [W]
[A] [A]
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Ricordando che in un partitore resistivo costitui- media, in quanto, considerando che il diodo
to da due resistenze Ra e Rb, l’attenuazione ai conduce una corrente media di 4A solo duran-
capi di Rb è pari a 1 + Ra / Rb, ed eguagliando te la fase OFF, ne risulta una corrente media
alla formula precedente si ottiene: generale di 4 * 50% = 2A, assumendo ancora
una volta il duty-cycle pari al 50%. Altri diodi
1 + Ra / Rb = 4, da cui Ra / Rb = 3 schottky che potete utilizzare sono l’SB340
(40V/3A), l’SB540 (40V/5A), il BYS26-45
cioè occorrono due resistenze il cui rapporto (45V/3A), l’SS34 (40V/3A SMD), eccetera.
sia esattamente 1 a 3. Nelle serie di valori
standard E6/E12 non esistono tali resistenze, e MISURE
allora ho provveduto (per Rb) a porre in paral- Montato il circuito, e verificatone il corretto
lelo due resistenze da 2200Ω, che forniscono funzionamento, ho collegato in uscita un cari-
1100Ω, esattamente pari ad 1/3 di Ra, uguale co costituito da resistenze da 10Ω-5W in
a 3300Ω. parallelo, in numero via via crescente, fino ad
Avendo a disposizione una resistenza di valore un massimo di 8, corrispondenti ad un carico
esatto 1100Ω, si può ovviamente utilizzare al massimo pari a 10 / 8 = 1,25Ω.
posto di R2 o R3, non montando l’altra resi- Se vorrete replicare le stesse misure sul vostro
stenza. circuito, ricordate di utilizzare cavi di collega-
Il motivo per cui preferisco utilizzare sempre mento di sezione adeguata, in quanto è facile
valori della serie E6/E12, è legato alla facile aggiungere qualche decimo di Ohm al carico,
reperibilità delle resistenze, anche SMD, oppure causare cadute della tensione di
appartenenti a queste serie. ingresso, falsando notevolmente le misure
L’uscita del driver interno, riportata sul pin 8 (tabella 2).
dell’integrato, pilota la coppia di transistor In figura 10 ho riportato l’oscillogramma rile-
complementari Q2/Q3. vato al pin 8 dell’integrato MC34063, con un
Come al solito, la coppia può essere di qual- carico in uscita pari a 10Ω: notate il classico
siasi tipo, ad esempio BC327/BC337, funzionamento a burst del controllo PFM. Il
2N2222/2N2904, eccetera. MOSFET esterno si attiva quando questo
Sul MOSFET a canale P è montata una piccola segnale è basso, e si nota come questo avven-
aletta di raffreddamento del tipo a clip, per ga raramente, come normale che sia conside-
contenitore TO220, con resistenza termica rato il piccolo carico.
pari a circa 20°C/W. La frequenza visualizzata in basso a destra non
Ricordando che le perdite stimate nel MOSFET è ovviamente quella corretta, in quanto l’algo-
sono pari a 2,338W, e trascurando le altre resi- ritmo di misura dell’oscilloscopio non riesce a
stenze termiche, ininfluenti se paragonate a calcolare un valore sensato con forme d’onda
20°C/W, ne risulta un aumento di temperatu- aperiodiche come questa.
ra pari a:
CONCLUSIONI
∆T = 2,338 * 20 = 47°C Nella prossima puntata esamineremo più in
dettaglio la struttura interna ed il funziona-
Se il nostro switching deve funzionare fino alla mento del circuito integrato MC34063, e lo
temperatura ambiente di 40°C, l’aletta (ed impiegheremo nella realizzazione di uno swit-
approssimativamente il MOSFET) arriverà al ching in tipologia inverting. Sarà presente
massimo ad una temperatura di 40 + 47 = come al solito la parte teorica relativa al calco-
87°C, sicuramente accettabile, benché ustio- lo delle perdite negli switching.
nante al tocco. Per il diodo ho scelto uno
schottky 1N5821 da 30V/3A di corrente Non potete mancare!
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BERNARDUCCI OK 5 17-02-2005 12:05 Pagina 50
Alimentatori
switching:
I n questa puntata concluderò, del diodo e dalla corrente stessa. Per quanto
riguarda le perdite dei diodi negli alimentatori
con la tipologia “inverting”, switching, occorre distinguere, come già abbia-
la presentazione delle tipologie mo fatto nella discussione delle perdite nei
MOSFET (FE 236), tra perdite statiche (“DC” o
standard. Non mancherà la
“conduction losses”) e perdite dinamiche (“AC” o
classica parte teorica dedicata “switching losses”, cioè durante le commutazio-
alle perdite, ed un’analisi più ni). Per quanto riguarda le perdite statiche, una
prima stima viene fornita dalla caduta di tensio-
approfondita del controller PFM ne VD, moltiplicata per la corrente diretta:
MC34063 già introdotto nella
PDISS,D,ON = VD * ION
precedente puntata.
Quando invece il diodo è polarizzato inversa-
mente (cioè VD < Vsoglia), la corrente che scorre è
PERDITE NEGLI ALIMENTATORI in genere trascurabile (IOFF circa 0), per cui appli-
SWITCHING: DIODI cando l'usuale formula:
Come noto, il diodo è un dispositivo a semicon-
duttore a due terminali, che consente il passag- PDISS,D,OFF = VD * IOFF = VD * 0 = 0
gio della corrente in una sola direzione, almeno
finché viene utilizzato entro i suoi limiti di funzio- E' evidente che per il bilancio totale delle perdi-
namento. Il simbolo del classico diodo al silicio è te statiche, va considerato solo il tempo in cui il
visibile in figura 1. diodo è ON, da cui si ottiene la formula 1:
duty-cycle(D) = 1 – duty-cycle(MOSFET)
Figura 1 diodo standard
È chiaro che le perdite saranno minori se VD è più
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BERNARDUCCI OK 5 17-02-2005 12:05 Pagina 51
Perdite
nei diodi e
tipologia “inverting”
piccola, a parità di te che sebbene l'1N5818 venga fornito per una
corrente. Da questo corrente media pari al massimo a 1A, utilizzan-
punto di vista, esiste dolo per un duty-cycle pari al 50% il suo rating
un tipo di diodo con approssimativamente raddoppia, passando da 1
caratteristiche note- a 2A. Per duty-cycle inferiori la corrente massima
volmente migliori e quindi la corrispondente caduta di tensione
Figura 2 Diodo schottky del diodo standard: può essere ancora più alta.
il diodo schottky, il Per confronto, considerate ora lo stesso grafico
cui simbolo è riportato in figura 2. per un diodo “standard”, del tipo 1N4936, in
figura 4:
In genere è noto che la caduta di tensione VD sul
diodo schottky è pari a meno della metà del
diodo standard, cioè circa 0,3V contro 0,65V.
Tuttavia questi sono valori “tipici”, che vanno
valutati più precisamente esaminando i relativi
datasheet, in quanto possono esserci delle sor-
prese! Considerate ad esempio il grafico della
corrente ION rispetto alla tensione VD per il diodo
schottky 1N5818, riportato in figura 3.
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BERNARDUCCI OK 5 17-02-2005 12:05 Pagina 53
catore per applicazioni di rete (50-60Hz) ed è complicato per cui in genere si preferisce la
totalmente inadatto all'utilizzo negli alimentato- misura diretta delle correnti e le tensioni di com-
ri switching. Sia l'1N4148 che l'1N5822 mostra- mutazione tramite sonde di corrente/tensione
no invece un tempo di commutazione molto ed oscilloscopio.
rapido. Questo viene generalmente definito
come tempo di recupero inverso o reverse-reco- TIPOLOGIA INVERTING
very-time, indicato in genere con il simbolo trr. La tipologia invertente o inverting conclude la
Nel paragrafo precedente avevo citato il diodo trattazione delle tipologie standard. Deriva il suo
1N4936 definendolo appunto “standard”. In nome dal fatto che la tensione di uscita è
realtà è un diodo al silicio veloce, anche lui adat- invertita di polarità rispetto a quella di ingres-
to all'impiego negli switching. Quindi, ricordate: so. Questo porta con se sia vantaggi che svan-
taggi. Tra i primi: la tensione di uscita, in valore
Negli alimentatori switching è OBBLIGATO- assoluto, può essere inferiore, uguale o superio-
RIO utilizzare diodi al silicio veloci oppure re a quella di ingresso. Tra i secondi, l'efficienza
diodi schottky. in generale è più bassa rispetto alla tipologia
buck; inoltre vedremo che, sia la corrente assor-
Le perdite in AC dipendono fortemente dalla bita dall'ingresso che quella fornita all'uscita,
tipologia dello switching e dalle tensioni in presentano fronti verticali che richiedono eleva-
gioco. In genere va considerata la dissipazione di te capacità di filtraggio. Lo schema di principio
potenza dovuta alla corrente inversa che passa di uno switching inverting è riportato in figura 7.
durante il tempo trr, quando il diodo si compor-
ta ancora come un circuito chiuso. Ne consegue Sapete già che i componenti fondamentali sono
che queste perdite non sono dissipate nel sempre gli stessi, solo scambiati di posizione.
diodo, ma nel resto del circuito proprio a Ripetendo il ragionamento fatto per le altre tipo-
causa della non-idealità del diodo stesso. logie, è facile vedere che, come interruttore 1,
Prendendo come esempio il solito boost, funzio- non possiamo usare un diodo, in quanto la ten-
nante a 180kHz (tON circa 5µs), se utilizzassimo sione di ingresso verrebbe stabilmente cortocir-
come diodo l'1N4004, il suo trr sarebbe addirit- cuitata verso massa dall'induttanza. Possiamo
tura maggiore del tempo di commutazione. In usarlo nella posizione 2, naturalmente con il
pratica è come avere costantemente l'uscita col- catodo rivolto verso l'induttanza, perché, in caso
legata all'ingresso! Il calcolo in forma analitica contrario, quando è acceso l’interruttore 1 la
delle perdite dovute al trr dei diodi è abbastanza tensione di ingresso passerebbe inalterata in
uscita (a parte le cadute su diodo e interruttore).
Come interruttore 1 useremo come al solito un
MOSFET. In figura 8 è riportato lo schema di
principio modificato secondo le considerazioni
appena fatte.
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Anche in questa configurazione utilizzeremo, “generata” dall'induttanza. In figura 9 è riporta-
per i noti motivi di semplicità di pilotaggio, un to il grafico globale delle tensioni e delle corren-
MOSFET a canale P come interruttore comanda- ti nel circuito, supponendo ancora una volta il
to 1. Durante la fase ON, il MOSFET connette la duty-cycle pari al 50%. Come si vede le corren-
tensione di ingresso ai capi dell'induttanza. ti in entrambi i condensatori, di uscita e di
Sappiamo che la corrente nell'induttanza inizierà ingresso, hanno fronti verticali, molto più diffici-
a salire linearmente, con una velocità diretta- li da filtrare rispetto alle rampe graduali di altre
mente proporzionale a VIN ed inversamente pro- tipologie.
porzionale al valore di L. Durante questa fase il
diodo D è in interdizione, in quanto sull'Anodo MODALITÀ DISCONTINUA
ha la tensione VIN e sul Catodo, inizialmente, 0V. E CONTINUA
Alla commutazione del MOSFET da ON a OFF, la Introduciamo ora un concetto che avevo voluta-
corrente nell'induttanza comincerà a descresce- mente tralasciato. Fino ad ora abbiamo sempre
re, per cui ai suoi capi avremo la classica inver- supposto che la corrente nell'induttanza, oscil-
sione di polarità: se prima al terminale superiore lando ad ogni ciclo tra il suo valore minimo e
era presente +VIN, adesso la tensione scenderà massimo, si mantenga comunque sempre sopra
sotto 0V, in quanto il terminale inferiore dell'in- allo zero. Questa condizione era fondamentale
duttanza è collegato alla massa elettrica (0V). per il circuito boost senza controllo presentato
Finalmente il diodo D può condurre, ovviamen- nel numero 234 di Fare Elettronica, in quanto
te da destra verso sinistra, collegando così il con- sappiamo che, in caso contrario, la tensione di
densatore di uscita C alla tensione negativa uscita sarebbe salita a valori molto più alti di
quelli nominali. Questo tipo di funzionamento
viene definito CONTINUO, per ovvi motivi. Se,
al contrario, alla corrente nell'induttanza viene
permesso di scendere, ad ogni ciclo, fino allo
zero, si parla di funzionamento DISCONTINUO,
vedi figura 10. In questo caso è necessario l'uti-
lizzo di un sistema di controllo della tensione di
uscita (oppure un carico rigorosamente costan-
Figura 8 Schema di principio (II) di un alimentatore switching di
te, vedi ancora FE 234).
tipo inverting
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picco (che determina i requisiti dell'induttan- VIN,MAX = +6,4V = Tensione di ingresso massima
za e di tutti gli altri componenti), fornisce una (1,6V/pila)
corrente MEDIA maggiore, come chiaramente
visibile in figura 10. Si nota che, con batterie fresche, la tensione di
Purtroppo anche in questo caso c'è un rovescio ingresso è superiore a quella desiderata di uscita,
della medaglia: mentre per la tipologia buck, in ma scende al di sotto di questa con batterie scari-
effetti viene praticamente sempre utilizzata la che. In pratica è come se dovessimo commuta-
modalità CONTINUA, per le tipologie boost e re da una configurazione di tipo buck ad una
inverting questo provoca instabilità nel sistema di tipo boost, nel bel mezzo del periodo di uti-
di controllo. In termini tecnici si dice che la fun- lizzo delle batterie. Il circuito inverting risolve
zione di trasferimento completa (parte di poten- brillantemente il problema, in quanto è in grado
za + sistema di controllo) ha un right-half-plane- di generare una tensione negativa qualsiasi, indi-
zero, che come forse saprete provoca un pendentemente dalla tensione di ingresso.
aumento della risposta pari a 6dB/ottava all'au- Vedremo nella prossima puntata che esiste un'ul-
mentare della frequenza, e quindi instabilità. Si teriore configurazione che fornisce lo stesso risul-
può introdurre uno o più poli (con filtri RC, ad tato a scapito di una lieve, maggiore complessità.
esempio) per “riportare alla ragione” il sistema,
ma questo ridurrebbe di molto la prontezza di La tensione di uscita desiderata è:
risposta del nostro switching. Per fare un esem-
pio, supponiamo che all'uscita del nostro swit- VOUT = -5V
ching il carico aumenti improvvisamente da
metà a pieno carico. La tensione di uscita scen- con una corrente massima di:
derebbe istantaneamente sotto il valore nomi-
nale, il circuito di controllo reagirebbe e tente- IOUT,MAX = 200mA
rebbe di riportarla al valore corretto. Se il
tempo di reazione del circuito di controllo, PASSO 1 - calcolo della massima
che è strettamente collegato alla banda pas- potenza di uscita
sante, è troppo elevato, l'uscita dello switching
può scendere sotto il livello minimo di funziona- POUT,MAX = |VOUT| * IOUT,MAX
mento per tempi inaccettabili.
Nel nostro caso:
TIPOLOGIA INVERTING: CALCOLI
La procedura di calcolo sarà un poco differente POUT,MAX = 5 * 0,200 = 1W
rispetto a quella già vista per le altre tipologie, in
quanto imporremo il funzionamento DISCONTI- PASSO 2 - stima dell’efficienza e
NUO. Consideriamo un'applicazione pratica. calcolo della massima potenza di
ingresso
Parametri di progetto desiderati: Come al solito sceglieremo un valore a piacere
Supponiamo di voler alimentare una CPU o un compreso tra il 70 e 90%. Dalla nota formula:
circuito logico funzionante a 5V, tramite 4 pile
alcaline non ricaricabili, da 1,5V nominali. Le PIN = POUT / η * 100
tensioni tipiche saranno allora:
Scegliendo η = 80%, otteniamo:
VIN,MIN = +4,8V = Tensione di ingresso minima a
fine vita (1,2V/pila) PIN,MAX = 1 / 80 * 100 = 1,25W
VIN,NOM = +6,0V = Tensione di ingresso nominale
(1,5V/pila) Per questa tipologia tuttavia non useremo il pro-
42
BERNARDUCCI OK 5 17-02-2005 12:06 Pagina 56
PASSO 3 - calcolo della massima Con calcoli abbastanza semplici ma tediosi, che
corrente di ingresso richiedono l'applicazione dei criteri di similitudi-
Per il calcolo occorre utilizzare il valore minimo ne dei triangoli oppure un poco di trigonome-
della tensione di ingresso. Questo perché gli ali- tria, eguagliando le quantità di carica evidenzia-
mentatori switching possono essere considerati te in rosso ed in verde, si può dimostrare la for-
dispositivi a potenza costante, cioè tanta mula 2, che fornisce la massima corrente nell'in-
potenza entra, e la stessa, diminuita delle perdi- duttanza, da cui poi calcoleremo tutti gli altri
te, viene erogata al carico. Se ne deduce che, se parametri.
la tensione di ingresso diminuisce mentre il cari-
co resta costante, la corrente assorbita dall’in- Formula 2
gresso dovrà aumentare per mantenere costan- IL,MAX = 2 * IOUT * (tON / tOFF + 1)
te la potenza assorbita. Quindi il caso peggiore
si ha proprio in corrispondenza della tensione di o, equivalentemente
ingresso minima:
IL,MAX = 2 * IOUT / (1 - duty-cycle)
IIN,MAX = PIN,MAX / VIN,MIN
PASSO 6 - calcolo del duty-cycle
Nel nostro caso: Calcoliamo il duty-cycle, cioè il periodo ON
rispetto al totale del ciclo (ON+OFF), usando la
IIN,MAX = 1,25/ 4,8 = 0,260A nota ed importantissima formula:
Notate che anche nella tipologia inverting, così |VL,ON| * tON = |VL,OFF| * tOFF
come nella buck, questa non è la stessa corren-
te che scorre nell’induttanza, ma può essere VL,ON è la tensione ai capi dell’induttanza durante
comunque utile per dimensionare il fusibile di la fase ON. Purtroppo non sappiamo ancora
protezione all’ingresso. quale sarà il duty-cycle, quindi non conosciamo
la corrente IL,MAX nell'induttanza e non possiamo
PASSO 4 – calcolo della corrente calcolare la caduta di tensione sulla rDS,ON del
nell'induttanza MOSFET. Supponiamo quindi trascurabile la
Nella tipologia inverting, la corrente media nel- caduta di tensione sul MOSFET ed eseguiamo i
l’induttanza non coincide nemmeno con quella calcoli: alla fine verificheremo la caduta di ten-
che scorre nel carico, come si può facilmente sione sul MOSFET prescelto e, se necessario, tor-
neremo a questo punto per affinare i calcoli.
Risulta quindi:
VL,ON = VIN,NOM = 6V
Applicando la formula citata all'inizio di questo Quale IL,MAX dobbiamo utilizzare nell'ultima for-
passo: mula, tra le tre calcolate precedentemente?
Naturalmente la più alta, che corrisponde guar-
6 * tON = 5,5 * tOFF da caso al duty-cycle maggiore e alla tensione
cioè: MINIMA di ingresso. Come al solito conviene
tabulare le frequenze risultanti per valori stan-
tON = 0,917 * tOFF dard dell'induttanza L, come nella tabella
seguente.
e quindi:
Frequenza
Induttanza L in ∝H
duty-cycle = tON / (tOFF + tON) = 47,8% di Switching fSW
100 29,9kHz
Ripetendo i medesimi calcoli anche per VL,ON =
220 13,6kHz
VIN,MIN = 4,8V e VL,ON = VIN,MAX = 6,4V otterremo
rispettivamente duty-cycleMAX = 53,4% e duty- 470 6,4kHz
cycleMIN = 46,2%. Sostituendo il duty-cycle nomi-
nale nella formula 2 otteniamo per la corrente Notando che sia la 220µH che la 470µH richie-
max. nell'induttanza: dono frequenze di switching troppo basse, ho
utilizzato la 100µH, codice RS 233-5213, anche
IL,MAX = 2 * IOUT / (1 – duty-cycleNOM) = 2 * 0,200 / se è leggermente sottodimensionata (max. 0,8A,
(1 – 0,478) = 0,766A resistenza serie RL = 0,19Ω). Sarebbe preferibile
utilizzare induttanze con un certo margine di
e per gli altri due casi: corrente, come la Toko A814AY.101K (max.
1,05A, RL = 0,27Ω, codice RS 278-7973) oppure
IL,MAX = 2 * IOUT / (1 – duty-cycleMIN) = 2 * 0,200 / la Wurth 7447-7120 (max. 1,3A, RL = 0,17Ω,
(1 – 0,462) = 0,743A codice RS 333-8500).
IL,MAX = 2 * IOUT / (1 – duty-cycleMAX) = 2 * 0,200 /
(1 – 0,534) = 0,858A PASSO 7 – selezione del MOSFET
Come al solito la selezione del MOSFET va effet-
Dalle formule precedenti per IL,MAX è immediato tuata a partire da due parametri fondamentali: la
calcolare il valore dell'induttanza e della frequen- tensione presente tra Drain e Source, che deve
za di switching. Infatti, dalla nota: essere minore della VDSS, e la corrente Source-
→Drain, che deve essere inferiore alla massima
IL = (VL / L) * tON indicata con ID.
Nella tipologia inverting è facile vedere che il
si ricava: caso peggiore per la VDSS è pari alla differenza tra
la massima tensione di ingresso e la tensione di
IL,MAX = (VL / L) * duty-cycle * Tsw uscita (più la caduta nel diodo). Quindi dovrà
essere |VDS,MIN| = 6,4 - (-5,0 – 0,5) = 6,4 + 5,5 =
con Tsw periodo totale dello switching, pari a 1 / 11,9V. Ho utilizzato il valore assoluto in quanto,
fsw. Da questa: a rigore, per i MOSFET a canale P sia la VDSS che
la ID sono negative. In pratica qualunque
IL,MAX = (VL / L) * duty-cycle / fsw MOSFET rispetta questo parametro. Applicando
la regola di utilizzare un MOSFET con ID,MAX a
ed infine: 25°C da 2 a 4 volte superiore alla massima
corrente prevista, abbiamo bisogno di un com-
fsw * L = (VL * duty-cycle) / IL,MAX ponente con ID pari almeno a 1,7A e preferibil-
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Fortunatamente esistono dei MOSFET, deno- PDISS,L = (IPK / 2)2 * RL = (0,858 / 2)2 * 0,19 =
minati logic-level, che riescono ad accendersi = 0,035W
con tensioni |VGS| molto inferiori ai soliti 10V,
ad esempio 4,5V oppure 2,5V. Per un totale di
Diventa quindi obbligatorio utilizzare uno di que- PDISS,TOT = PDISS,MOSFET + PDISS,D + PDISS,L = 0,006 + 0,100
sti. La scelta è caduta sull'IRLML6402 della + 0,035 = 0,141W (VIN = 4,8V)
International Rectifier, un 3,7A-20V (rds=0,065Ω) in
grado di accendersi con soli 2,25V tra Source e PERDITE NEL MOSFET (VIN = 6,4V)
Gate. Altri componenti equivalenti sono: Vishay-
Siliconix SI2301DS (2,3A-20V rds=0,190Ω), Fairchild PDISS,MOSFET = rDS,ON * (IPK / 2)2 * duty-cycle = 0,065 *
FDS6575 (10A-20V rds=0,013Ω), reperibili su (0,743 / 2)2 * 46,2% = 0,004W
Distrelec o RS.
La caduta di tensione sull'IRLML6402, alla massi- PERDITE NEL DIODO (VIN = 6,4V)
ma corrente di 0,858A (è evidente che la massima
corrente nel MOSFET è pari alla massima corrente PDISS,DIODO = VD * (IPK / 2) * duty-cycle(D) =
nell'induttanza), è pari a: 0,858 * 0,065 = 56mV, il = 0,5 * (0,743 / 2) * (1 – 0,462) = 0,100W
che giustifica l'assunto fatto precedentemente
all'inizio del passo 6. PERDITE RESISTIVE NELL’INDUTTANZA
(VIN = 6,4V)
PASSO 8 - stima (o misura) delle
perdite dissipative PDISS,L = (IPK / 2)2 * RL = (0,743 / 2)2 * 0,19 =
Sapete che le perdite dipendono dal duty-cycle, = 0,026W
in quanto questo definisce il tempo di ON (e
quindi le perdite nel MOSFET) ed il tempo di Per un totale di
OFF (e quindi le perdite nel diodo). Siccome il
duty-cycle dipende a sua volta dalla tensione di PDISS,TOT = PDISS,MOSFET + PDISS,D + PDISS,L = 0,004 + 0,100
ingresso (anche dalla tensione di uscita, che + 0,026 = 0,130W (VIN = 6,4V)
però nel nostro caso è costante e possiamo
ignorarla), non è facile calcolare il massimo della Ovviamente non abbiamo tenuto in considera-
somma delle perdite. zione le perdite di commutazione e quelle
Calcoliamo quindi le perdite nei casi limite magnetiche nell'induttanza, di cui parleremo
della tensione di ingresso, 4,8 e 6,4V, appros- nella prossima puntata.
simando la corrente media come metà di quel- Analizzando questi risultati e confrontandoli
la di picco: anche con quelli della puntata precedente,
45
possiamo dire: Formula 4
∆VC = (IPK – IOUT)2 * tOFF / (2 * C * IPK)
Qualunque sia la tipologia, in uno switching a
bassa tensione di uscita, una rilevante parte Nel nostro caso, ipotizzando un ripple totale
delle perdite è dovuta al DIODO. Per questo desiderato, pari al massimo a 100mVpp, ottenia-
motivo è fondamentale utilizzare diodi mo per l’ESR:
SCHOTTKY, ove possibile.
ESR = ∆V / ∆I = 0,1 * 90% / 0,858 = 0,105Ω
PASSO 10 - calcolo del condensatore
di uscita Scegliamo un condensatore Panasonic serie FC,
Sappiamo che il condensatore di uscita influi- 105°C, da 1000µF/6,3V (codice RS 315-0243),
sce sul ripple di tensione di uscita, tramite la che esibisce un’ESR pari a 0,090Ω ed un ripple di
sua capacità e la sua ESR. corrente massimo pari a 0,765A. In questo caso
A svantaggio della tipologia inverting, c’è il il ripple di tensione dovuto all’ESR sarà:
fatto che la corrente nel condensatore è trian-
golare, con un tratto verticale più difficile da ∆VESR = ∆I * ESR = 0,858 * 0,090 = 77mVpp
filtrare. Questo implica che il condensatore di
filtro, a parità di condizioni, sarà più grande Il valore efficace del ripple di corrente è pari a:
rispetto alla tipologia buck. La procedura di
calcolo del condensatore di uscita è la IRMS = [IPK * (IPK / 3 – IOUT) * (1 – duty-cyle) + IL2]0,5 =
seguente: [0,858 * (0,286 – 0,2) * 0,534 + 0,22]0,5 = 0,282A
1. Calcolare l’ESR necessario a partire dalla for- abbondantemente minore del massimo, a
mula (Legge di Ohm) ESR = ∆VESR / ∆I, ipo- garanzia di un ridotto auto-riscaldamento del
tizzando come al solito ∆VESR pari al 90% condensatore e quindi di una sua maggiore
del totale. durata. Calcoliamo il ripple di tensione dovuto
2. Scegliere un condensatore di uscita che abbia alla capacità:
un ESR inferiore a quello calcolato, o mettere
in parallelo due o più condensatori con ESR VC = (IPK – IOUT)2 * tOFF / (2 * C * IPK) = (0,858 – 0,2)2
maggiore. * 15,6e-6 / (2 * 1000e-6 * 0,858) = 3,9mVpp
3. Opzionale ma consigliabile per l’affidabilità:
calcolare il valore efficace del ripple di corren- Sommando il ripple di tensione dovuto ai due
te triangolare con la formula 3 (di cui ometto termini, si ottiene:
la dimostrazione) e verificare che sia inferiore
al massimo sopportabile dal condensatore ∆VTOT = ∆VESR + ∆VC = 77 + 3,9 = 80,9mVpp
scelto nella fase 2.
che consideriamo accettabile per la nostra appli-
Formula 3 cazione.A rigore, i due contributi al ripple totale
IRMS = [IPK*(IPK / 3 – IOUT)*(1 – duty-cyle) + IL2]0,5 non sono in fase, cioè quando il primo termine
dovuto all’ESR è al massimo l’altro non è al mas-
4. Calcolare il ripple di tensione dovuto alla simo, tuttavia, considerando anche le approssi-
capacità, ∆VC, con la formula 4 (di cui mazioni fatte sul duty-cycle, si può utilizzare cau-
ometto la dimostrazione), e verificare che, telativamente il valore calcolato.
sommato a quello del passo 1, il ripple
totale sia accettabile. In caso contrario ripe- SWITCHING PFM:
tere dal passo 1 ipotizzando una diversa L’MC34063, PARTE 2
percentuale per ∆VESR. Abbiamo già introdotto nella puntata preceden-
46
BERNARDUCCI OK 5 21-02-2005 10:21 Pagina 61
(Ipk sense) e il pin 6 (Vcc). Quando la caduta nello schema applicativo di Figura 33
supera il valore tipico di 0,330V, viene aggiunta dell'AN920/D? La spiegazione (citata anche nelle
una corrente di carica al condensatore CT (oltre note della stessa AN920/D) deriva dal fatto che la
ai 35µA standard), che accelera il raggiungimen- coppia darlington Q1/Q2 interna all'MC34963,
to della soglia superiore e quindi lo spegnimen- che “pilota” l'induttanza, presenta una caduta di
to dell'uscita. Ovviamente al ciclo successivo il tensione di ben 1V. Ciò si traduce in scarsa effi-
procedimento si ripete, quindi se con l'oscillo- cienza, soprattutto con basse tensioni di ingres-
scopio notate che sul pin 3, invece della classica so, come in questo caso. Utilizzeremo invece la
rampa a frequenza nominale, ci sono delle cuspi- protezione di sovracorrente interna, sebbene
di a frequenza più alta, controllate il circuito: anch'essa influisca un poco sull'efficienza.
potrebbe trattarsi di un corto circuito all'uscita o Se avete risposto alla domanda precedente, con
della rottura di qualche componente esterno. “usiamo un op-amp invertente”, la risposta è:
Infine, un piccolo quiz: considerando che prati- non serve! Basta infatti collegare il pin 4
camente la totalità dei circuiti integrati non sop- (GND) all'uscita negativa (insieme al terminale
porta tensioni negative rispetto alla propria di CT). Rispetto alla massa “reale”, cioè il polo
massa, come fare per comparare la tensione negativo delle pile, il pin 4 sarà allora alla tensio-
(negativa) generata dallo switching con il riferi- ne di -5V, il riferimento di tensione sul pin (+) del
mento interno dell'MC34063 che vale 1,25V? comparatore interno sarà a -5 + 1,25 = -3,75V e
Leggete appresso per la risposta. potrà comparare la tensione negativa di uscita,
tramite il solito partitore resistivo esterno.
SWITCHING INVERTING CON Il circuito completo dell’alimentatore inverting è
CONTROLLER PFM MC34063 riportato in figura 14.
Per pilotare efficacemente il MOSFET, utilizzere-
mo il solito push-pull inseguitore di emettitore Il condensatore C3 determina la frequenza del-
esterno, quindi la corrente richiesta all’MC34063 l’oscillatore interno al circuito integrato, che
sarà molto bassa. Per questo motivo è sufficiente dobbiamo imporre a circa 30kHz, da cui il valo-
utilizzare il collettore del transistor INTERNO Q2 re di circa 1500pF (vedi datasheet). Se volete
(pin 8), lasciando il collettore del transistor verificare l'oscillazione sul circuito reale, elimina-
INTERNO Q1 (pin 1) non connesso. Vi state chie- te il carico, utilizzate una sonda x10 collegata al
dendo perchè utilizziamo un MOSFET esterno pin 3, e non spaventatevi delle grosse tolleranze
invece del transistor interno Q1, come riportato dell'MC34063. Per determinare i valori delle resi-
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BERNARDUCCI OK 5 21-02-2005 10:27 Pagina 63
stenze, ho calcolato prima il valore dell’attenua- alimentati dalla linea -5V, quindi occorre consi-
zione da applicare alla tensione di uscita per derare anche l'efficienza di conversione.
eguagliarla a quella del riferimento, che adesso è Variando la tensione di alimentazione da 4,8 a
a -3,75V: 6,4V, ho ottenuto i risultati presentati in tabella
2 (escludendo i 6,8mA assorbiti a vuoto).
ATT = VOUT / VREF = -5 / -3,75 = 1,333
Notate che la cosiddetta Line Regulation, cioè
Ricordando che in un partitore resistivo costitui- la variazione di tensione di uscita dovuta alle
to da due resistenze Ra e Rb, l’attenuazione ai variazioni della tensione di ingresso, è miglio-
capi di Rb è pari a 1 + Ra / Rb, ed eguagliando re dello 0,1%. Dalla terza colonna si vede chia-
alla formula precedente si ottiene: ramente la già citata proprietà degli switching, e
cioè quella di assorbire una potenza costante.
1 + Ra / Rb = 1,333, da cui Ra / Rb = 0,333 Ricordo infine che l'efficienza riportata è relativa
alla sola parte di potenza, mentre nelle applica-
cioè occorrono due resistenze il cui rapporto sia tion note dei circuiti integrati commerciali in
esattamente 1 a 3. La resistenza R1 limita la corren- genere si riporta l'efficienza globale, includendo
te di picco nel MOSFET al valore di 0,330 / 0,33 = quindi anche il consumo dell'integrato stesso.
1A, con la modalità già spiegata in precedenza.
CONCLUSIONI
MISURE Terminiamo con questa puntata l'utilizzo
Montato il circuito, e verificatone il corretto fun- dell'MC34063. Per ulteriori informazioni vi
zionamento, ho collegato in uscita un carico rimando al sito della ON Semiconductor,
costituito da 4 resistenze da 10Ω-2W in www.onsemi.com. Nella prossima puntata intro-
serie/parallelo, in modo da ottenere 25Ω (esatta- durremo finalmente la tipologia di controllo
mente 24,5Ω), corrispondente al carico massi- PWM V-Mode, con la presentazione di una tipo-
mo (5V / 0,2A). Senza carico esterno l'assorbi- logia di switching ibrida, la buck-boost, e relati-
mento del circuito è risultato essere pari a vo circuito esemplificativo. Inizieremo anche a
6,8mA, in linea con il consumo massimo specifi- parlare di magnetismo e materiali magnetici,
cato per l'MC34063 (4mA) più le resistenze R3 e fondamentali per la comprensione delle perdite
R4 (1,1mA). Notate che questi componenti sono magnetiche e dei circuiti più avanzati.
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Alimentatori
switching:
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Il controllo
negli PWM
alimentatori switching
L'intensità del campo magnetico H si misura in: Il campo magnetico terrestre è ben più elevato, e
vale circa 60µT, cioè 60 * 10-6 Tesla = 0,6 Gauss.
A/m
(A = Ampere, m = metro) Ricordo ora che gli elettroni degli atomi sono
cariche in movimento (cioè una corrente), e
A volte si possono trovare per H, le unità di quindi generano anch'essi un campo magne-
misura A * sp / m, Amperspira per metro, oppu- tico “interno”.
re A * T / m, dove T sta per l'inglese “turn”, spira Cosa succede se immergiamo un pezzo di un
appunto. Essendo le spire un numero adimen- qualunque materiale nel campo magnetico
sionale, tutte le precedenti espressioni sono prodotto da un solenoide? La risposta è, natu-
equivalenti. ralmente: dipende dal materiale.
Un'altra grandezza strettamente collegata all'in- Per la maggior parte dei materiali come il rame,
tensità del campo magnetico H, è la cosiddetta l'alluminio, la grafite, il legno, la plastica, vale
densità di flusso, indicata con la lettera B. In ancora la relazione precedente B = µ0 * H, in
pratica la densità di flusso fornisce un'indica- quanto il campo magnetico “interno” si cancel-
zione del numero di linee di campo magneti- la a causa della struttura molecolare oppure per
co che attraversano un'area unitaria. proprietà di simmetria dell'atomo. Per fortuna
L'unità di misura corrispondente è il Tesla, indi- esistono alcuni materiali il cui campo magnetico
cato con la lettera T: “interno” non si annulla, anzi, si allinea con
quello esterno, aumentandone notevolmente
1 Tesla = 1T = 1kg / (A * s2) = 10000 Gauss l'effetto: i materiali ferromagnetici.
(A = Ampere, s = secondo, kg = kilogrammo)
I MATERIALI FERROMAGNETICI
Il Tesla è l'unità di misura riconosciuta dal Questi sono materiali tipicamente metallici,
Sistema Internazionale SI, tuttavia non è raro come il ferro, il nickel, il manganese. Il fattore
trovare dati riferiti in Gauss, quindi ho indicato di proporzionalità che lega la densità di flusso
il fattore di conversione, pari stranamente a B al campo magnetico H, non è più la costan-
10000 (e non 1000 come ci si potrebbe aspet- te µ0, ma..un disastro! Immaginando di esegui-
tare). Perchè ho detto che B e H sono stretta- re un esperimento, aumentiamo gradualmente
mente collegate? Perchè, nel vuoto, e quindi H da zero (per esempio aumentando la corren-
approssimativamente nell'aria, vale la formula: te che scorre nel solenoide), e grafichiamo il
B = µ0 * H valore di B, misurato con un opportuno senso-
con µ0 costante pari a 4 * π * 10-6 [kg * m / (A2 * s2)], re, come in figura 3.
denominata permeabilità magnetica assoluta. Si notano subito tre cose:
Per fare un esempio, applicando la formula pre- 1. A parità di H, B è molto più elevato in questi
cedente ed un'altra qui non riportata, si può cal- materiali rispetto al vuoto.
colare che la densità di flusso generato da un 2. La dipendenza da H non è lineare.
filo percorso da 1A, a 1m di distanza, è pari a 3. Oltre un certo valore di H, B non aumenta
200nT, cioè 200 * 10-9 Tesla. più (appiattimento della curva).
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Il controllo agisce su entrambi i MOSFET con- nimo di Pulse Width Modulation, traducibile
temporaneamente durante la fase ON, mentre come Modulazione a Larghezza di Impulso.
durante la fase OFF, l'immediata inversione di In pratica un controllo PWM varia l'ampiezza
polarità ai capi di L fa si che l'energia magne- dell'impulso di uscita, che rappresenta la
tica accumulata, fluisca verso il carico attraver- grandezza CONTROLLANTE, a seconda del-
so i diodi 2a e 2b. In figura 8 sono riportati i l'errore tra la grandezza CONTROLLATA ed un
grafici delle correnti nei vari componenti. riferimento che rappresenta il valore desidera-
to (figura 10).
Un piccolo problema nasce dal fatto che per
attivare il PMOS 1a occorre fornire una tensio- È questa la tipologia di controllo PWM
ne di Gate negativa rispetto al Source che è a Voltage-Mode, in quanto l'uscita del circuito
VIN (ad esempio 0V), mentre per attivare di controllo dipende solo dalla tensione di
l'NMOS 1b occorre una tensione positiva uscita e non da altre grandezze. La tipologia
rispetto al Source che è a massa (ad esempio PWM Voltage-Mode è stata la prima, storica-
10V). Il controllo dovrebbe quindi fornire due mente, ad essere introdotta e risente di alcuni
uscite complementari per pilotare corretta- problemi cui accenneremo più avanti; tuttavia
mente i due MOS, oppure è necessario preve- i circuiti di controllo integrati che la imple-
dere un inverter esterno tra i due Gate, oppu- mentano sono molto economici, facilmente
re ancora... si può connettere il Gate reperibili ed in grado di funzionare egregia-
dell'NMOS 1b come in figura 9. mente in moltissime applicazioni.
Figura 8 Correnti tipiche in un alimentatore switching buck-boost Figura 10 Schema di principio di un controllo PWM
55
BERNARDUCCI teoria 5 15-03-2005 15:58 Pagina 104
l'induttanza:
IL,MAX = 2 * IOUT / (1 - duty-cycleMIN) =
= 2 * 0,500 / (1 - 0,419) = 1,721A
IL,MAX = 2 * IOUT / (1 - duty-cycleMAX) =
=2 * 0,500 / (1 - 0,591) = 2,445A
Nel nostro caso, utilizzando per il calcolo la Sommando il ripple di tensione dovuto ai due
corrente di picco nel caso peggiore (VIN = 9V), termini, si ottiene:
ed ipotizzando un ripple totale di 100mVpp, ∆VTOT = ∆VESR + ∆VC = 66 + 15,5 = 81,5mVpp
otteniamo: che consideriamo accettabile.
ESR = ∆V / ∆I = 0,1 * 90% / 2,445 = 0,041Ω A rigore, i due contributi al ripple totale non
sono in fase, cioè quando il primo termine
Scegliamo un condensatore Rubycon serie ZL, dovuto all’ESR è al massimo l’altro non è al mas-
105°C, da 470µF/50V (codice Distrelec 80 18 simo, tuttavia si può utilizzare cautelativamente
54), che esibisce un’ESR pari a 0,027Ω ed un il valore calcolato.
ripple di corrente massimo pari a 2,05A. In que-
sto caso il ripple di tensione dovuto all’ESR sarà: SWITCHING BUCK-BOOST CON
CONTROLLER PWM TL5001
∆VESR = ∆I * ESR = 2,445 * 0,027 = 66mVpp Lo schema completo è riportato in figura 14.
Trascurate per ora i componenti R1-C3-C4-R4-
Il valore efficace del ripple di corrente è pari a: C5. La resistenza R6 determina la frequenza del-
IRMS = [IPK * (IPK / 3 - IOUT) * (1 - duty-cyle) + IOUT2]0,5 = l’oscillatore interno al circuito integrato, che
= [2,445 * (0,815 - 0,5) * 0,409 + 0,52]0,5 = dobbiamo imporre a circa 43,5kHz, da cui il
= 0,782A valore di circa 220k (vedi data-sheet del
abbondantemente minore del massimo, a TL5001).
garanzia di un ridotto auto-riscaldamento del La resistenza R5 limita il duty-cyle massimo, e
condensatore e quindi di una sua maggiore useremo questa possibilità come semplice pro-
durata. Calcoliamo il ripple di tensione dovuto tezione contro i cortocircuiti. Poiché abbiamo
alla capacità: calcolato che il duty-cycle massimo è pari al
∆VC = (IPK - IOUT)2 * tOFF / (2 * C * IPK) = 59%, utilizziamo per sicurezza il valore limite
= (2,445 - 0,5)2 * 9,4e-6 / (2 * 470e-6 * 2,445) = del 70% e calcoliamo la R5 tramite la comples-
= 15,5mVpp sa formula presente nel datas-heet del TL5001.
Figura 14 Schema elettrico completo dell’alimentatore buck-boost +9..+18V -> +12V, 0,5A, 6W
60
BERNARDUCCI teoria 5 15-03-2005 15:58 Pagina 110
In genere si utilizzano valori identici o legger- questo argomento è vasto e complesso, per
mente superiori a R6. cui non sarà trattato in questa sede. Chi
Per pilotare efficacemente il MOSFET Q3, utiliz- volesse approfondire può trovare una buona
zeremo il solito push-pull inseguitore di emetti- trattazione, per le tipologie buck e boost,
tore esterno, quindi la corrente richiesta al nelle Application Notes slvu004.pdf e
TL5001 sarà molto bassa. slvu005.pdf, sempre sul sito della Texas
Per determinare i valori delle resistenze che Instruments.
regolano la tensione di uscita, ho calcolato
prima il valore dell’attenuazione da applicare MISURE
alla tensione di uscita per eguagliarla a quella Montato il circuito, e verificatone il corretto
del riferimento interno del TL5001, che vale 1V: funzionamento, ho collegato in uscita un
ATT = VOUT / VREF = 12 / 1 = 12 carico costituito da n.4 resistenze da 10Ω-2W
in serie/parallelo, in modo da ottenere 25Ω,
Ricordando che in un partitore resistivo costi- corrispondente praticamente al carico massi-
tuito da due resistenze Ra e Rb, l’attenuazio- mo. Senza carico esterno l'assorbimento del
ne ai capi di Rb è pari a 1 + Ra / Rb, ed egua- circuito è risultato essere pari a 5mA.
gliando alla formula precedente si ottiene: Variando la tensione di alimentazione da 9 a
1 + Ra / Rb = 12, da cui Ra / Rb = 11 18V, ho ottenuto i risultati presentati in tabel-
cioè occorrono due resistenze il cui rapporto la (compresi i 5mA assorbiti a vuoto).
sia esattamente 1 a 11. Ho scelto i valori di 1k Dalla tabella notiamo che l'efficienza è piutto-
per Rb = R2, e di 11k per Ra = R3A+R3B, con sto bassa, e dei circa 8W assorbiti in ingresso,
tolleranza 1% onde evitare di ricorrere ad un 2W vengono dissipati in perdite.
piccolo trimmer. Nel passo 8 abbiamo calcolato le perdite
A questo proposito ricordo che il TL5001 intorno a 0,6-0,8W. Secondo voi chi causa le
“standard” presenta una tolleranza pari a restanti? Vi lascio con questo piccolo proble-
±5% sul Vref interno (e quindi sulla precisio- mino (in realtà la soluzione è già stata citata).
ne della tensione di uscita), ma esiste la ver-
sione con suffisso “A”, il TL5001A con tolle- CONCLUSIONI
ranza ridotta al ±3%. I componenti R1-C3- Terminiamo con questa puntata l'utilizzo del
C4-R4-C5 hanno il compito di modellare la TL5001. Nella prossima puntata introdurre-
risposta in frequenza e fase dell'anello di rea- mo un nuovo componente PWM V-Mode,
zione che controlla la tensione di uscita, in l'SG3525, con l’introduzione delle tipologie
modo da soddisfare due aspetti contrastanti: push-pull, e forward.
la stabilità dell'alimentatore e la prontezza di Proseguiremo poi nello studio dei materiali
risposta alle variazioni di tensione. Purtroppo magnetici, ed introdurremo il trasformatore.
61
BERNARDUCCI - TEORIA 15-12-2004 9:49 Pagina 86
62
BERNARDUCCI teoria 5 18-04-2005 17:39 Pagina 80
Alimentatori
switching:
I trasformatori
per gli switching
La lettera greca phi maiuscola Φ indica il flusso • Azionamenti lineari (solenoidi)
totale, ed è uguale semplicemente alla densità • Trasformatori
di flusso B, introdotta in FE 238, moltiplicata per • Trasduttori segnale elettrico → pressione acu-
l'area di interesse. Dalle formule della puntata stica (altoparlanti)
precedente, risulta quindi che anche il flusso • Trasduttori pressione acustica → segnale elet-
totale Φ dipende dall'intensità del campo H, e trico (microfoni)
quindi dal numero delle spire N dell'avvolgi- • Trasduttori di posizione
mento e dalla corrente che vi scorre. L'unità di • Azionamenti di precisione (testine hard-disk)
misura Weber, abbreviata normalmente con
Wb, viene utilizzata per semplicità al posto della e la lista potrebbe continuare a lungo.
complessa espressione seguente: Consideriamo il dispositivo di nostro interesse,
cioè il trasformatore. Un trasformatore si dif-
1 Wb = 1 kg * m2 / (A * s2) ferenzia da una semplice induttanza per il
fatto di avere almeno due avvolgimenti iso-
Ne consegue quindi, che la densità di flusso B si lati, denominati primario e secondario.
può esprimere anche in termini di Wb / m2, In genere i due avvolgimenti sono avvolti su
oltre alle già note unità di misura Tesla e Gauss di un opportuno nucleo ferromagnetico,
(tanto per complicare di più le idee!). vedremo più avanti perchè. In figura 1 è
La Legge di Faraday è stata applicata ed è alla riportato il solo primario di un trasformatore
base del funzionamento di qualsiasi macchina avvolto su un nucleo toroidale, di materiale
elettrica, come: ferromagnetico.
La variazione di flusso all'interno del toroide, dovuta al carico Rs sul secondario, è pari a:
generata dalla tensione e corrente variabile nel
primario, si accoppia (spesso si usa il termine “si Rp = Rs / (Ns / Np)2
concatena”) con l'avvolgimento secondario. Ai
capi di questo, per la Legge di Faraday, sarà pre- Per finire, un'interessante proprietà dei trasfor-
sente una tensione data proprio da: matori è la seguente:
65
BERNARDUCCI teoria 5 18-04-2005 17:39 Pagina 84
Nel prossimo numero presenterò una descrizio- Solo se siete in possesso di un multimetro ad
ne più approfondita del funzionamento e delle elevata risoluzione (almeno 4-5 cifre), potete
differenze tra le due tipologie “forward”. misurarne il valore direttamente, avendo maga-
ri l'accortezza di sottrarre dalla misura, la resi-
INDUTTANZE: MISURAZIONI stenza dei cavi del multimetro.
Sappiamo che le principali caratteristiche di Supponiamo però che questo non sia il vostro
un'induttanza sono essenzialmente due: il caso. Procuratevi quindi due resistenze di pre-
valore dell'induttanza in Henry e la sua resi- cisione, una 10Ω-5W e l'altra 100Ω-0,5W, con
stenza serie in Ohm. Nel caso siano incogniti, tolleranza dell'1% o migliore. In caso di diffici-
come determinare questi parametri? Chi di voi le reperibilità della 10Ω-5W, consiglio di utiliz-
è il fortunato possessore di un ponte LCR, zare 10 resistenze all'1%, da 1Ω ciascuna col-
potrà effettuare la misura diretta. legate in serie, oppure da 100Ω ciascuna, col-
Tuttavia questo strumento non è molto comu- legate in parallelo. Meglio, si può utilizzare
ne tra gli appassionati, ragion per cui vado a una sola resistenza di precisione come la
presentarvi un paio di metodi molto semplici, Caddock serie MP915 da 10Ω-15W, reperibile
che richiedono solamente un minimo di sul catalogo RS con il codice 320-4744, mon-
attrezzatura, per di più facilmente realizzabile tata naturalmente su di una piccola aletta di
in casa, se necessario. raffreddamento. Realizzate poi il circuito di
figura 8.
1. Misurazione della resistenza serie
Sapete che questa resistenza è quella dovuta Regolate la tensione di uscita dell'alimentatore a
alla “imperfetta” conducibilità del rame che
costituisce l'avvolgimento.
La sua accurata misurazione è fondamentale per
la successiva stima del valore dell'induttanza.
Purtroppo (o per fortuna, se vogliamo un'effi-
cienza decente!), in generale:
Figura 6 Tipologia a trasformatore “forward” push-pull Figura 7 Ttipologia “forward” push-pull: fasi di funzionamento
67
BERNARDUCCI teoria 5 18-04-2005 17:39 Pagina 86
circa 5V (non è importante l'esatto valore). a voi i relativi calcoli come semplice esercizio.
Effettuate quindi due misure di tensione in con-
tinua con un multimetro, la prima ai capi della Eseguiamo ora un paio di prove su componenti
resistenza “campione” da 10/100Ω e la secon- reali.
da ai capi dell'induttanza sotto test. Applicando
la legge di Ohm, con la prima misura otteniamo Esempio 1: induttanza Panasonic serie ELC18
la corrente che scorre nel circuito serie: 220µH-2,4A.
Nella posizione 2 ho ottenuto:
I = VMISURA1 / 100 (switch in 1)
I = VMISURA1 / 10 (switch in 2) VMISURA1 = 5,058V
VMISURA2 = 0,4744V
Dalla seconda misura, è facile verificare che:
da cui:
RL = VMISURA2 / I
RL = 93,8mΩ
Sostituendo in quest'ultima, la corrente I ricava-
ta dalla prima espressione, otteniamo le formu- Il datasheet del costruttore specifica per questa
le che ci forniscono il valore di RL: induttanza una RL nominale pari a 0,090Ω, con
tolleranza ±20%, in ottimo accordo con la misu-
RL = VMISURA2 / VMISURA1 * 100 (switch in 1) ra effettuata.
RL = VMISURA2 / VMISURA1 * 10 (switch in 2)
Esempio 2: induttanza C&D Technologies tipo
Ovviamente, se si dispone di un secondo mul- 1422311, 22µH-11A
timetro, si può evitare la prima misura colle- Nella posizione 2 ho ottenuto:
gandolo in serie al circuito e leggendo diret-
tamente il valore della corrente. VMISURA1 = 4,996V
Tenete però presente che la totalità dei VMISURA2 = 0,0064V
multimetri presenta la migliore precisione
per le misure di tensione rispetto a quelle da cui:
di corrente: a buon intenditor...
Nella posizione 1, la corrente di test è pari al RL = 12,8mΩ
massimo a 50mA, e sale a 500mA nella posi-
zione 2. Il datasheet del costruttore specifica per questa
Come consiglio generale, partite sempre induttanza una RL massima pari a 0,011Ω; la
dalla posizione 1 e solo nel caso che la riso- nostra misura è comunque accettabile conside-
luzione del vostro multimetro non sia suffi- rando le tolleranze del sistema (multimetro +
ciente a fornire una misura apprezzabile ai resistenze).
capi dell'induttanza, passate alla posizione
2. Infine, è evidente che, variando la tensione Per finire, un metodo alternativo ma distrutti-
di alimentazione, è possibile variare la corrente vo per l'induttanza, consiste nello “svolgere”
di test. Ad esempio, se Valimentazione = 10V: l'avvolgimento e misurarne la lunghezza.
Misurate poi il diametro del filo con un calibro
IMAX = 100mA (switch in 1) o un micrometro, e calcolate la resistenza del
IMAX = 1000mA (switch in 2) filo con la formula 2, valida per il rame nor-
malmente utilizzato negli avvolgimenti (cosid-
In questo caso occorrono però resistenze in detto rame “ricotto”), alla temperatura
grado di dissipare una potenza maggiore; lascio ambiente di 20°C.
68
BERNARDUCCI teoria 5 18-04-2005 17:39 Pagina 88
6. Attaccate un'etichetta con il valore di ZOUT al l'equazione rispetto a L è riportata nella formu-
vostro generatore! la 4, di cui ometto la noiosissima derivazione.
cioè:
FARE ELETTRONICA - MAGGIO 2005
L = 210µH
trollo PWM V-Mode, così come il TL5001 che abbiamo utilizzato finora.
visto in precedenza. Sto parlando del 3. Sia la resistenza RT che il condensatore CT
SG3525, e le virgolette sul “nuovo” si riferi- di temporizzazione dell'oscillatore sono
scono al fatto che in realtà, è solo un aggior- esterni, il che rende possibile l'utilizzo di
namento del mitico 3524, uno dei primi (se componenti a bassa tolleranza per ottene-
non il primo) circuiti integrati PWM, introdot- re una frequenza ben precisa. Ricordo che
to nel lontano 1976! A partire da questo il TL5001ha il condensatore integrato, di
capostipite, negli anni si sono succedute tolleranza relativamente ampia.
diverse versioni allo scopo di supplire ai difet- 4. Esiste un piedino di ingresso di sincronizza-
ti e di migliorare le caratteristiche della prima zione, utile ad esempio per ridurre i disturbi
versione. In figura 10 è riportato lo schema a (accenneremo più avanti come), ed anche
blocchi interno. l'uscita dell'oscillatore è disponibile, per sin-
cronizzare altri dispositivi esterni.
Balzano subito all'occhio le aggiunte rispetto al 5. Sia il riferimento interno, che entrambi i pie-
più semplice TL5001: dini dell'amplificatore di errore, sono portati
esternamente per la massima versatilità.
1. Ci sono due uscite complementari, A e B. 6. È implementata internamente la funzione di
2. Le uscite sono del tipo “totem-pole”, e riesco- shutdown.
no a pilotare attivamente un carico sia verso
massa che verso Vcc. Ricordo che il TL5001 ha Lo scotto da pagare è ovviamente un maggior
un'uscita di tipo open-collector, e si affida ad ingombro, infatti l'SG3525 è contenuto in un
una resistenza esterna per “sollevare” il carico DIP16/SO16, a differenza del TL5001 cui è suf-
verso Vcc. ficiente un DIP8/SO8.
Le uscite totem-pole permettono all'SG3525
di fare a meno del classico circuito buffer CONCLUSIONI
push-pull costituito da un NPN e da un PNP, Concludiamo qui, per ora, la breve presentazio-
ne dell'SG3525.
72
BERNARDUCCI - teoria pt7 17-05-2005 15:03 Pagina 78
Alimentatori
switching:
TIPI DI FERRITE
IL TRASFORMATORE Ciascun costruttore è in grado di fornire ferriti
Nella puntata precedente abbiamo introdotto la particolarmente adatte alle diverse applicazioni.
macchina elettrica “trasformatore”, costituito in Non dimentichiamoci infatti, che le ferriti non
generale da due o più avvolgimenti di filo con- sono utilizzate solo negli switching, ma anche
duttore, avvolti su un opportuno nucleo di per trasformatori lineari a larga banda, per bobi-
materiale ferromagnetico. Addentriamoci ora ne ad elevato Q nei filtri analogici, per circuiti
alla “scoperta” del nucleo. risonanti, per interruttori di prossimità, eccete-
ra. Il costruttore, modificando la struttura chimi-
NUCLEI PER TRASFORMATORI ca e/o il processo di fabbricazione, è in grado di
SWITCHING realizzare ferriti “ad hoc” per i nostri switching.
Storicamente, i primi nuclei in ferrite per trasfor- Ricordate quindi che non basta utilizzare una
matori switching hanno copiato la forma di qualsiasi ferrite trovata nel cassetto per otte-
quelli in lamierino tradizionale, cioè la forma a nere uno switching funzionante! Per fortuna
“E” o meglio a doppia “E”, visibile in figura 1. gli stessi fabbricanti ci aiutano nella selezione,
La struttura in due pezzi è utile in quanto, così vedi qualche esempio in tabella 1.
come nei trasformatori in lamierini, si può prima
Denominazione
realizzare l'avvolgimento con apposite macchi- Costruttore Note
materiale
ne automatiche, e solo dopo inserire il nucleo
ferromagnetico, semplificando notevolmente la Fino max.
EPCOS N27
realizzazione del trasformatore e riducendone di 100kHz
conseguenza i costi.
EPCOS N87 Oltre 100kHz
Nel corso degli anni, e con l'avanzamento delle Fino max.
FERROXCUBE Serie 3Cxx
tecniche manifatturiere, sono stati introdotte sul 150kHz
mercato nuove forme per i nuclei, ciascuna
FERROXCUBE Serie 3Fxx Oltre 150kHz
caratterizzata da differenti proprietà, con relati-
vi pregi e difetti, vedi figura 2. Tabella 1 Alcuni tipi di ferrite adatti per gli switching
73
BERNARDUCCI - teoria pt7 17-05-2005 15:03 Pagina 79
Switching
push-pull
Qualunque sia la aumenta la corrente, con le ovvie, nefaste, con-
forma ed il mate- seguenze (anche distruttive).
riale costituente il Quanto vale il valore massimo della densità di
nucleo, si può in flusso B, alla saturazione?
prima approssi- Ovviamente dipende dal materiale: il lamierino
mazione afferma- di “ferro” (vedi nota 1) utilizzato nei trasforma-
re, a parità di tori tradizionali (non switching) arriva fino a ben
materiale e di fre- 1,6 Tesla = 16000 Gauss. Le ferriti sono limitate
Figura 1 Nucleo in ferrite a doppia “E”
quenza, che: in genere a 0,4 Tesla (4000 Gauss), a tempera-
tura ambiente. Da questo punto di vista, la tem-
La sopportazione di potenza di un nucleo è peratura peggiora la situzione, in quanto l'agita-
strettamente legata al suo volume, e quindi zione termica tende a “rompere” l'allineamento
alle sue dimensioni. delle isole magnetiche e quindi a ridurre il flus-
so massimo disponibile. Per questo motivo
Dal grafico di isteresi B-H delle ferriti visto in pre- quasi tutti i costruttori, anche allo scopo di
cedenza, deriva inoltre la seguente proprietà: ridurre le perdite per isteresi, consigliano un
valore massimo di 0,2 Tesla (2000 Gauss), o
Il nucleo magnetico di un trasformatore per anche meno, a seconda della frequenza di utiliz-
switching (ma anche di un'induttanza), NON zo dello switching. In figura 3 è riportato a tito-
deve MAI lavorare in condizioni di saturazio- lo esemplificativo il grafico di isteresi B-H (solo
ne del flusso. primo quadrante, con B e H > 0) delle ferriti
Epcos (ex Siemens) tipo N27 e N67.
Questo perchè, in saturazione, la permeabilità rela-
tiva del nucleo scende a 1, e quindi il valore dell'in- In aggiunta a questo, occorre considerare un'al-
duttanza decresce enormemente. Ricordando la tra limitazione delle ferriti, legata anch'essa alla
formula che fornisce la corrente nell'induttanza: temperatura. Introduciamo la Temperatura di
Curie.
IL = VL / L * t
Figura 2 Altri tipi di nuclei in ferrite Figura 3 Grafico B-H per materiali N27 e N67
74
BERNARDUCCI - teoria pt7 17-05-2005 15:03 Pagina 80
75
E adesso, una buona notizia: la resistività delle rio, ai secondari sarà presente una tensione
ferriti normalmente utilizzate per i nuclei dei tra- ad onda quadra, con valore di picco pari alla
sformatori switching, è molto più alta rispetto ai tensione sul primario Vi, moltiplicata per il
conduttori, e può avere valori di qualche ohm rapporto Ns/Np.
per metro. Confrontando questo valore con Cosa succede se variamo il duty-cycle del PWM
quello del rame, che è pari a 1,7241 * 10-8 [Ω * di controllo, ad esempio quello contenuto all'in-
m], si può dire che la resistività delle ferrite è terno del SG3525? Ovviamente tale variazione
milioni o miliardi di volte più elevata rispetto si ripercuoterà direttamente sulla forma d'onda
ai conduttori. in uscita. L'onda quadra generata dalla commu-
tazione dei primari, viene rettificata dai diodi D1
Come conseguenza: e D2 ed applicata al “filtro” LC in uscita.
Non vi sembra qualcosa di già noto?
Le perdite nei nuclei in ferrite per i trasforma- Ma si, è un classico switching buck, alimentato
tori switching, sono dovute quasi esclusiva- da una forma d'onda quadra variabile e con due
mente alle perdite per isteresi, essendo diodi di recupero invece che uno solo!
quelle per correnti indotte molto inferiori. Quindi, possiamo dire che la tipologia push-pull
è costituita dalla cascata di:
CASE COSTRUTTRICI DI FERRITI
Una lista sicuramente non esaustiva di costrut- 1. Uno stadio PWM con trasformatore di tensio-
tori di ferriti, e particolarmente delle cosiddette ne, che può aumentare (se Ns > Np), diminui-
“soft-ferrites” (vedi nota 2) o ferriti “soffici” re (se Ns < Np) o lasciare invariata (se Ns = Np)
adatte ai trasformatori switching, è riportata di la tensione di ingresso.
seguito: 2. Uno stadio “riduttore di tensione” in tipolo-
gia buck.
● EPCOS (ex SIEMENS)
● FERROXCUBE (ex PHILIPS) La procedura di calcolo consisterà quindi di due
● FAIR-RITE passi separati.
● MMG NEOSID
● TDK PUSH-PULL: CALCOLO STADIO
TRASFORMATORE
In fondo alla puntata troverete i link alle relative La prima cosa da fare, è selezionare le dimensio-
pagine Web. ni del nucleo del trasformatore. La scelta viene
fatta a seconda della potenza desiderata. Il
Nota 2: Si intendono “soft ferrites” le ferriti che calcolo in forma diretta è molto complesso in
a riposo (H = 0), presentano magnetizzazione quanto deve tenere conto di due aspetti limita-
residua ridotta (quindi B piccola), a differenza
delle “hard ferrites” che anche a riposo, presen-
tano una magnetizzazione residua notevole
(quindi B grande).
76
BERNARDUCCI - teoria pt7 17-05-2005 15:03 Pagina 83
tivi: a) l'incremento di temperatura del nucleo Notate come, a parità di nucleo E20/10/6,
dovuto alle perdite per isteresi e b) quello cau- salendo in frequenza da 25kHz (materiale
sato dal riscaldamento del rame dell'avvolgi- N27) a 100kHz (materiale N87), la potenza
mento. Trovare il punto ottimale, cioè che mini- trasferibile passi da 26W a ben 118W!
mizzi il volume occupato, l'aumento di tempe- Come curiosità notate pure la potenza trasfe-
ratura e la lunghezza/diametro dell'avvolgimen- ribile da un nucleo E80 (8x8 cm) in materiale
to è estremamente complicato. Per questo N87: ben 6,7 kilowatt! Per altri nuclei e altri
motivo si utilizzano delle tabelle che forniscono materiali, vi rimando ai link a fine puntata.
la massima potenza per ciascun nucleo, ad una
determinata frequenza, e supponendo equiva- Supponiamo ora di voler realizzare un alimenta-
lenti i due contributi al surriscaldamento appe- tore switching push-pull, avente le seguenti
na citati. La figura 6 riporta le massime potenze caratteristiche:
ammissibili, per un nucleo a doppia “E”, in uno
switching in configurazione push-pull. ● VIN,MIN = 9V
N27 N87
● VIN,MAX = 18V
● VOUT = 3,3V
ftyp[kHz] 25 100
● IOUT, MAX = 1,5A
E5 1,7
E 6,3 2,4 Calcoliamo subito la potenza in uscita:
E 8,8 5,0
E 13/7/4 5 28 POUT = VOUT * IOUT,MAX = 4,95W
E 14/8/4 7
Ipotizzando un'efficienza del η = 75%, ottenia-
E 16/6/5 9
mo per la potenza di ingresso:
E 16/8/5 13 67
E 19/8/5 16 82 PIN = POUT / η = 4,95 / 0,75 = 6,6W
E 20/10/6 26 118
E 21/9/5 15 Scegliamo quindi un nucleo E20/10/6, che ci
E 25/13/7 49 218 può garantire 26W a fsw = 25kHz, sicuramente
più che abbondanti.
E 25,4/10/7 42 189
E 30/15/7 94 418 NOTA: le tre cifre che, di norma, seguono
E 32/16/9 118 525 l'indicazione del nucleo ad “E”, si riferiscono
E 32/16/11 566 alle dimensioni in millimetri del seminu-
E 34/14/9 118 cleo. Quindi E20/10/6 indica un seminucleo
E 36/18/11 146 652 largo 20mm, profondo 10mm ed alto 6mm. Il
nucleo intero avrà quindi dimensioni
E 40/16/12 172 768
20x20x6mm.
E 42/21/15 214 952
E 42/21/20 289 1290 Una volta scelto il trasformatore, calcoliamo il
E 47/20/16 304 1350 numero di spire ottimale per il primario, tenen-
E 55/28/21 538 2396 do ben presente che dobbiamo evitare la satu-
E 55/28/25 763 3400 razione del trasformatore.
Dalla Legge di Faraday sappiamo che la tensio-
E 56/24/19 532
ne indotta ai capi di una spira vale:
E 65/32/27 1091 4860
E 70/33/32 1453 6500 V = - ∆φ /∆t
E 80/38/20 1503 6700
Figura 6 Potenze massime trasferibili per vari nuclei di tipo “E” Nel caso di un avvolgimento primario composto
(fonte Epcos)
di Np spire, sottoposto alla tensione VIN, vale la:
77
VIN / Np = - ∆φ /∆t do la tensione di ingresso VIN è minima, e TON
è massimo. Questo perchè è impossibile, in
o meglio, in valore assoluto: situazioni normali, che sia contemporanea-
mente VIN = VIN,MAX e TON = TON,MAX.
∆φ = VIN / Np * ∆t
Scegliamo ora (a piacimento, ma rimanendo nel
Sappiamo che φ, flusso magnetico totale, è dato range consigliato dalla Epcos per il materiale
dalla densità di flusso B moltiplicata per l'area N27) la frequenza di switching di 60kHz; avre-
entro cui tale flusso scorre. Abbiamo già precisato mo quindi un periodo di accensione massimo di
che tutto il flusso magnetico è in pratica confinato ciascuno switch, pari a:
nel nucleo in ferrite, quindi leggiamo dal datashe-
et dell'E20/10/6, quanto vale l'area effettiva della TON,MAX = 1 / 60000 = 16,67µs
sezione attraversata dal flusso, indicata con Ae:
In realtà qualsiasi circuito di controllo PWM per
Ae = 32,1mm 2
push-pull, introduce un tempo morto (dead-
time) durante il quale NESSUNA uscita è attiva.
Per prudenza, è bene utilizzare però il valore Per questo considereremo un tempo massimo
minimo della stessa area, denominato Amin, ON, pari all'80% di quello appena calcolato:
sempre minore o uguale al precedente:
TON,MAX = 16,67 * 0,8 = 13,33µs
Amin = 31,9mm 2
78
La tensione in uscita al filtro LC, sarà semplice- VIN,LC=VIN * Ns / Np – VD=18 * 6 / 12 – 0,5=8,5V
mente il valore medio della tensione di ingres-
so, cioè sarà pari alla tensione di ingresso molti- La differenza di tensione ai capi dell'indut-
plicata per il duty-cyle massimo: tanza sarà quindi pari a ∆VL = 8,5 – 3,3 =
5,2V. Sappiamo che quando VIN = VIN,MAX, il
VOUT,LC = VIN,LC * 0,8 tempo di accensione è minimo, e vale circa la
metà del precedente (essendo 18V doppio
e sostituendo nella precedente otteniamo: rispetto a 9V):
79
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BERNARDUCCI - teoria pt7 17-05-2005 15:03 Pagina 88
● VIN = 12V
● IIN = 0,48A
● PIN = 12 * 0,48 = 5,760W
● VOUT = 3,298V
● RL = 2,5Ω
Figura 8 Segnali sfasati (180°) di pilotaggio dei MOSFET
● POUT = 3,2982 / 2,5 = 4,351W
81
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Alimentatori
switching:
Figura 1 Tipologia VM
83
BERNARDUCCI - teoria pt8 13-06-2005 17:44 Pagina 65
La tipologia di
controllo PWM
current-mode
sione, dell'oscillatore, dell'amplificatore di errore, Di primo acchito noterete la presenza di due
degli interruttori (comandati e non) e del serba- loop di reazione: uno è identico al precedente,
toio magnetico, induttanza o trasformatore a l'altro, evidenziato in magenta, costituisce il
seconda delle tipologie. Lo schema di figura 1 è loop di reazione in corrente che da il nome
chiaramente di principio, e suppone generica- alla tipologia.
mente un MOSFET di tipo N come interruttore Esaminiamone nel dettaglio il funzionamento.
comandato, ma questo non pregiudica minima- Per prima cosa, il generatore non è più
mente la validità della trattazione che segue. necessario che sia a dente di sega o trian-
Nelle scorse puntate abbiamo visto come il duty- golare, come nel caso VM. Anche se esterna-
cycle del PWM sia direttamente proporzionale mente al chip è molto spesso ancora presente
alla tensione di errore, cioè alla differenza tra la classica rampa (per comodità di realizzazio-
tensione di uscita e tensione desiderata. Notate ne si usa quasi sempre la carica/scarica di un
quindi la presenza di un solo loop di controreazio- condensatore), internamente la si utilizza solo
ne, evidenziato in colore blu. Introduciamo ora la per generare degli stretti impulsi di clock,
tipologia di controllo Current Mode, con l'analo- come in figura 2, utilizzati per attivare il
go schema di principio visibile in figura 2. LATCH interno. Ai neofiti che si chiedono cosa
Figura 2 Tipologia CM
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sia un LATCH consiglio di dare uno sguardo al spegnendo il MOSFET. Il ciclo poi si ripeterà
riquadro di approfondimento. identico al successivo impulso di clock. È quindi
evidente che, l'aumento della tensione di
Il Latch RS errore, dovuta ad esempio ad un improvviso
aumento di assorbimento da parte del carico,
È un dispositivo logico dotato di almeno due farà aumentare il tempo di ON, quindi la cor-
ingressi, indicati con R e S, e di almeno una rente di picco raggiunta nel serbatoio
uscita, indicata con Q. L'ingresso R indica il magnetico, e di conseguenza, l'energia
Reset (disattivazione), l'ingresso S indica il disponibile per il trasferimento al carico.
Set (attivazione). Quando arriva un impulso
sull'ingresso S, l'uscita Q va a livello logico 1, COMPARAZIONE TRA TIPOLOGIE
e ci resta anche dopo la cessazione dell'im- VM E CM
pulso. Analogamente, quando arriva un Fin qui, bene, direte, ci siamo complicati la vita
impulso sull'ingresso R, l'uscita Q va a livello introducendo un altro loop di controreazio-
logico 0, e ci resta anche dopo la cessazione ne...Vediamo quali sono i vantaggi e gli svan-
dell'impulso. A riposo, sia R che S sono a taggi della tipologia CM rispetto alla VM.
livello logico 0, e l'uscita Q rimane nello
stato precedente. Il caso di R e S contempo- Velocità di risposta alle variazioni
raneamente a 1, non è ammissibile. della Vin
Supponiamo che VIN diminuisca bruscamente.
Quindi, mentre nel VM la rampa dell'oscillatore
è utilizzata direttamente per generare il PWM • VM: la diminuzione di VIN si deve prima riflet-
tramite il comparatore, nel caso del CM l'oscil- tere sull'uscita, e la corrispondente diminuzio-
latore, tipicamente a frequenza fissa, ha il solo ne di VOUT essere corretta dal loop di contro-
scopo di attivare periodicamente l'uscita, tra- reazione, in un tempo che dipende dalla velo-
mite l'ingresso S del latch. Lo spegnimento del- cità di risposta di quest'ultimo.
l'uscita verrà effettuato dal comparatore indica- • CM: la diminuzione di VIN, fa sì che la corrente
to come REGOLATORE DI CORRENTE in figura nell'induttanza ci metta più tempo a raggiun-
2, tramite l'ingresso R del LATCH. gere il valore di VL = Ve. Purché questo tempo
non superi il periodo massimo, la correzione è
Cosa succede non appena l'uscita Q attiva il quindi istantanea (non bisogna attendere la
MOSFET esterno? lenta risposta del circuito di uscita).
Beh, inizierà a scorrere corrente nel serbatoio
magnetico (induttanza o trasformatore): la Preferibile: CM
tipologia CM prevede che si controlli questa
corrente, quindi preliminarmente occorrerà Velocità di risposta alle variazioni
misurarla. del carico
Uno dei sistemi più economici ed accurati per Supponiamo che il carico aumenti improvvisa-
misurare una corrente, è farla scorrere su una mente, facendo abbassare la tensione di uscita.
resistenza di valore noto e misurare la caduta di Sappiamo che la velocità di correzione dell'erro-
tensione ai suoi capi: queste tre grandezze sono re è strettamente legata alla banda passante
infatti legate dalla ben nota Legge di Ohm. È pro- del loop di controreazione in tensione.
prio questo lo scopo della resistenza R di figura 2:
convertire la IL in una tensione VL = IL * R. • VM: nel loop di controreazione è sempre pre-
Come sapete, la corrente IL in un'induttanza sale sente un'induttanza (o trasformatore) ed il con-
linearmente come una rampa, quindi lo stesso densatore di uscita. Questo corrisponde ad avere
farà VL (vedi grafico magenta in figura 2). un doppio polo nella risposta in frequenza,
Quando questa tensione raggiungerà la tensio- che deve essere compensato pesantemente per
ne di errore, l'uscita del REGOLATORE DI COR- garantire la stabilità. Quindi: rete di compensa-
RENTE andrà a livello alto e resetterà il LATCH, zione complessa e/o banda passante più ridotta.
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• Pin 8 - VREF. Tensione di riferimento, 5,0V con tà. Al solito, la trattazione analitica è abbastan-
max. 50mA di assorbimento. za complessa e non sarà presentata.
Un tipico schema di utilizzo di un circuito tipo Comunque, per non lasciarvi totalmente insod-
UC384x è riportato in figura 4. disfatti, considerate che la banda passante
dovrà essere sempre molto inferiore alla fre-
Esaminiamo un poco più nel dettaglio i quenza di switching: valori da 1/5 a 1/10 sono
componenti. abbastanza comuni. Ad esempio, se fSW fosse
pari a 50kHz, potrei selezionare Cp e Cf in
• Il partitore resistivo costituito dalle resistenze modo da ottenere una risposta in frequenza del
Rp1 e Rp2 ha il solito compito di ridurre la ten- loop di reazione nel range 5-10kHz.
sione di uscita al valore del riferimento inter- NOTA: nel calcolo, andrebbe considerato anche il polo
no. Ovviamente la connessione VOUT all'estrema introdotto dall'induttanza e dalla capacità di uscita.
sinistra, indica il punto di collegamento nel cir- • RT e CT determinano la frequenza di oscillazio-
cuito completo. Tutti i componenti della fami- ne in accordo con la formula vista in preceden-
glia UC384x, hanno il riferimento a 5V, e diven- za. Per aumentare la stabilità dell'oscillatore, la
ta quindi immediato calcolare Rp1 e Rp2 a resistenza RT, che carica il condensatore CT,
seconda della tensione di uscita desiderata. viene collegata alla tensione stabilizzata VREF,
• La resistenza Rf stabilisce il guadagno dell'am- opportunamente portata all'esterno sul pin8.
plificatore di errore, pari a G = Rf / (Rp1 // • I condensatori C sono i classici 100n (o più) di
Rp2). Con (Rp1 // Rp2) ho indicato la resisten- disaccoppiamento e filtraggio.
za equivalente parallelo di Rp1 e Rp2, come • Il diodo Schottky Ds e la resistenza Rg, insie-
noto pari a Rp1 * Rp2 / (Rp1 + Rp2). me proteggono dal cosiddetto “ground-
Guadagni più elevati forniscono minore bounce”, cioè dalla sovratensione negativa
errore nella tensione di uscita e maggiore causata durante le commutazioni, dall'indut-
rapidità di risposta alle variazioni del cari- tanza parassita del collegamento tra pin 6 e
co; tuttavia guadagni troppo elevati posso- MOSFET, accoppiata alla capacità di Gate.
no causare instabilità del loop di reazione. • Per finire, Rfil e Cfil hanno il compito di fil-
Per motivi legati alle caratteristiche dell'ampli- trare la rampa di tensione, causata dalla cor-
ficatore di errore, per la famiglia UC3842x, Rf rente che scorre nella resistenza Rsense.
deve essere sempre > = 7kΩ. Ricordate che questa rampa, in genere di
• I condensatori Cp e Cf modellano la risposta ampiezza ridotta per motivi di efficienza,
in frequenza del loop di reazione, in modo da determina il corretto funzionamento del loop
garantire una banda passante la più ampia di reazione in corrente. Perchè il filtraggio?
possibile, senza però esagerare, pena instabili- Considerate che il trasformatore (ma anche
l'induttanza), ha uno schema equivalente in
cui è presente una capacità parassita in
parallelo all'avvolgimento, come in figura 5.
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Alimentatori
switching:
Figura 1 Schema di distribuzione monofase Figura 2 Shock elettrico per contatto tra fase e terra
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Switching flyback
e l’isolamento
ingresso-uscita
Per evitare questo, in tutti gli impianti elettrici tissi una (fortunatamente) piccola scossa. Solo a
civili moderni, è obbligatorio l’inserimento del quel punto ho verificato lo schema elettrico ed
cosiddetto dispositivo “salvavita” o interruttore ho notato con orrore che la massa elettrica di
differenziale. In pratica si tratta di un dispositivo tutto il TV era collegata direttamente alla rete!
che confronta le correnti che scorrono nei due fili Forse aveva ragione il costruttore, in quanto nes-
della rete, fase e neutro, e che interrompe la for- suna parte metallica era, di fabbrica, accessibile
nitura di energia elettrica se dovessero essere dall’utente, non avendo il TV neanche la presa
diverse. Questo è quanto accade in figura 2, dove SCART ed avendo provveduto a sprofondare
si vede chiaramente come la corrente scorra nel nella plastica anche la massa della presa antenna!
filo di fase (L), ma non in quello neutro (N). Mi auguro tuttavia che queste barbare “usan-
ze” siano ormai scomparse, ma... fate attenzio-
In quasi tutti gli apparati elettronici, in gene- ne, sempre e comunque, prima di mettere le
re la tensione 230V alternata non viene utiliz- mani su un circuito alimentato dalla rete che
zata direttamente, ma opportunamente tra- non conoscete!
sformata, ridotta e convertita in una o più
tensioni continue. Possiamo concludere il paragrafo affermando che:
Questa conversione può avvenire tramite un tra-
sformatore di rete a 50Hz, oppure per mezzo di Un alimentatore da rete, oltre alla trasfor-
uno switching collegato direttamente alla rete, e mazione / condizionamento della tensione,
perciò denominato in inglese, off-line (che non deve fornire sempre anche l’ISOLAMENTO
significa “spento”, ma appunto “collegato diret- GALVANICO.
tamente alla rete”).
Supponiamo di avere un TV color, un DVD, un NOTE SUGLI AVVOLGIMENTI
videoregistratore o quant’altro, con una presa Qualche lettore mi ha chiesto delucidazioni in
accessibile dall’utente: se non ci fosse l’isolamen- proposito ai “pallini” comunemente utilizzati
to galvanico tra la rete elettrica e la massa della nella simbologia del trasformatore. Il “pallino”
presa, toccando contemporaneamente quest’ul- altro non è che un riferimento identico per tutti
tima e la terra potremmo trovarci nella situazione i diversi avvolgimenti, che personalmente io con-
di shock elettrico di figura 2. Per questo motivo, sidero essere l’INIZIO dell’avvolgimento.
nella stragrande maggioranza dei dispositivi Ovviamente le cose non cambiano se considere-
elettronici, la massa elettrica circuitale non rete il “pallino” la FINE dell’avvolgimento, purché
è MAI collegata galvanicamente alla rete, questa scelta valga per tutti gli avvolgimenti. In
ma è da questa isolata per mezzo di oppor- entrambi i casi il verso di realizzazione di tutti
tuni dispositivi.
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TIPOLOGIA “FLYBACK”:
PARAMETRI DI PROGETTO
Supponiamo di voler realizzare un alimentatore
switching, di tipo “flyback”, avente le seguenti
caratteristiche:
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chiaramente sovradimensionato per il nostro Come calcolare l’effetto del gap sull’induttanza?
switching, ma è facile da reperire e le “ampie” Per rispondere a questo introduciamo un nuovo
dimensioni faciliteranno la realizzazione degli (semplice!) concetto.
avvolgimenti. Come esercizio lascio a voi la pro-
gettazione di switching ben più potenti, con lo IL NUMERO “MAGICO” AL
stesso nucleo. Scelto il nucleo, restano da defini- Una richiesta molto comune che mi è giunta già
re altri due aspetti: diverse volte da voi lettori, è la seguente:
● Il tipo di materiale, che dipende strettamente Come calcolare il numero di spire necessarie
dalla frequenza operativa. per ottenere un dato valore di induttanza, con
● Il “gap”, cioè lo spazio vuoto esistente tra la un certo nucleo magnetico?
gambe centrali di molti nuclei in ferrite, vedi
figura 6. La risposta teorica sarebbe abbastanza complica-
ta, in quanto deve tener conto di diversi fattori
Cosa succede al nostro nucleo con l’introduzione come la forma del nucleo, le sue dimensioni, il
del GAP? tipo di materiale magnetico, eccetera.
Considerate che l’aria non è un materiale ferro- Per fortuna i costruttori di ferriti ci sono venuti
magnetico, quindi, in generale (mediamente) la incontro:
capacità di allineamento delle isole magnetiche
diminuirà. La diminuzione della permeabilità del Per ogni nucleo e materiale magnetico,
nucleo, implica che per ottenere la stessa indut- esiste un valore AL che, moltiplicato per
tanza, saranno necessarie più spire nell’avvolgi- il numero delle spire al quadrato, forni-
mento, ma questo di per sé non è solo uno svan- sce l’induttanza.
taggio, infatti:
Matematicamente:
L’aggiunta del “gap” in un nucleo
2
magnetico, aumenta la sopportazione L = AL * N
di corrente, cioè la corrente massima
che è possibile fare scorrere sull’avvol- Il valore AL, in genere in nanoHenry (nH, 10-9
gimento prima del raggiungimento Henry), è riportato nei datasheet.
della saturazione. Per fare un esempio, il nucleo E20/10/6, senza
GAP, di materiale N27, presenta un valore di
Questa caratteristica è di fondamentale AL uguale a 1300nH, con ampia tolleranza
importanza in tutti i casi in cui l’induttanza o (+30% -20%).
il trasformatore sono attraversate da grandi Se con questo nucleo volessimo realizzare un’in-
correnti. Vedremo che questo è il caso della tipo- duttanza del valore di 100µH, occorrerebbero
logia flyback, in modalità discontinua. quindi, invertendo la formula precedente:
Per il nostro switching, funzionante a frequenza
sicuramente minore di 100kHz, sceglieremo un N = (L / AL)0,5 = (100e-6 / 1300e-9)0,5 = 8,77 spire,
nucleo in materiale standard, quale l’N27 della arrotondate a 9
EPCOS o equivalenti di altre case.
La scelta del “gap” necessario richiede qualche cal- La tabella 2 riporta i valori di AL per tutti i tipi
colo in più. Infatti notate che il nucleo E20/10/6
viene fornito dalla Epcos in 5 differenti versioni:
● Senza gap (g = 0)
● Con gap da 0,09mm
● Con gap da 0,17mm
● Con gap da 0,25mm
Figura 6 Nucleo ad “E” senza “gap” e con “gap”
● Con gap da 0,50mm
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Anche se il tutto sembra complicato, un banalis- BMAX = VIN * TON / (N * Amin) <= BSAT
simo spreadsheet tipo OpenOffice o Excel può
semplificarvi molto la vita (sapendolo usare, dove VIN = VIN,MIN = 17V, TON = 0,45 * (1 / fSW), Amin
naturalmente). = 31,6mm2 per il nucleo E20. Supponiamo che
BSAT possa raggiungere al massimo 0,2 Tesla, cioè
Forza, ci siamo quasi... domanda: secondo voi, 200 mT. Riportiamo le densità di flusso calcolate,
dalla tabella 3, qualunque tripletta frequen- per ciascun nucleo/frequenza, in tabella 4.
za/nucleo/numero spire va bene?
Notate come il nucleo senza gap e quello con
Se avete risposto si, avete sbagliato... ricordate gap = 0,09mm, entrino in saturazione a qua-
quanto vi ho detto più volte: lunque frequenza!
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BERNARDUCCI - teoria9 21-07-2005 16:49 Pagina 54
gap a 0,25mm o 0,50mm, si può restare anco- e lo userete come spunto per progetti più
ra nei limiti per la densità di flusso, ma a scapi- ambiziosi.
to di un maggior numero di spire a parità di
frequenza --> maggiori perdite nel rame --> CONCLUSIONI
minore efficienza. Nella prossima puntata accennerò ai semplici
calcoli relativi allo switching flyback appena pre-
IL CIRCUITO sentato, ma soprattutto vedremo come “espan-
Questa volta ve l’ho fatto sudare ancora più dere” questo progetto in modo da ottenere con
del solito, e chiedo venia... ecco il circuito estrema semplicità più tensioni di uscita con-
completo, già testato e funzionante. temporaneamente. Non mancherà l’approfon-
Purtroppo per motivi di spazio sono costretto dimento delle problematiche di isolamento
a chiudere qui, mi auguro che lo realizzerete ingresso-uscita. A rileggerci fra 30 giorni!
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BERNARDUCCI - teoria pt7 17-05-2005 15:03 Pagina 88
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Alimentatori
switching:
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BERNARDUCCI - teoria10 15-09-2005 10:05 Pagina 101
Switching
flyback
multi-uscita
diventa facile calcolare la densità di corrente valori di corrente massima, a seconda della sezio-
consigliata: ne del filo in mm2, per entrambe le due densità
citate, quella standard e quella più “prudente”.
d = 500 * 5,067e-4 = 0,253 mm2/Ampere
(500 circular mils/Arms) ISOLAMENTO INGRESSO-USCITA:
CONSIDERAZIONI AVANZATE
oppure Nella scorsa puntata ho appena accennato
all'estrema importanza dell'isolamento tra le
d = 700 * 5,067e-4 = 0,355 mm2/Ampere tensioni di ingresso e di uscita, in un alimenta-
(700 circular mils/Arms) tore switching. L'isolamento diventa assoluta-
mente indispensabile, in applicazioni consumer
Il secondo valore è estremamente conservativo: (es. DVD, televisori, PC) quando il nostro ali-
onde evitare grossi avvolgimenti noi useremo la mentatore è del tipo off-line, cioè collegato
prima delle due espressioni precedenti. direttamente alla rete elettrica.
In pratica questa espressione dice che per ogni
Ampere di corrente che vogliamo far scorre nel- Esaminiamo in figura 1 lo schema di principio di
l'avvolgimento, dobbiamo avere almeno 0,253 uno switching off-line, in topologia flyback. Per
mm2 di sezione di filo. Alternativamente si può prima cosa, incontriamo sulla sinistra un classi-
affermare che, attraverso un filo di sezione pari a co rettificatore a doppia semionda, seguito dal
1mm2, possiamo far scorrere una corrente massi- condensatore di livellamento che trasforma la
ma di 1 / 0,253 = 3,947A. La tabella 1 fornisce i tensione pulsante a 100Hz in una quasi-conti-
Diametro filo Sezione filo Corrente max “standard” Corrente max “prudente”
[mm] [mm2] [Arms] [Arms]
0,10 0,008 0,03 0,02
0,20 0,031 0,12 0,09
0,30 0,071 0,28 0,20
0,40 0,126 0,50 0,35
0,50 0,196 0,78 0,55
0,60 0,283 1,12 0,80
0,70 0,385 1,52 1,08
0,80 0,503 1,99 1,42
0,90 0,636 2,51 1,79
1,00 0,785 3,1 2,21
1,50 1,767 6,98 4,98
2,00 3,142 12,42 8,85
Tabella 1 Corrente massima in un filo di diametro noto
100
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nua. Calcoliamo la tensione quasi-continua senta l'incremento percentuale del 15% della
disponibile, supponendo una tensione di rete VAC nominale. Quindi:
nominale di 230VAC. Ai neofiti ricordo che per
valore nominale della tensione di rete, si inten- la tensione di lavoro del condensatore di
de sempre la tensione alternata efficace o ingresso in uno switching off-line per la tensio-
RMS. Per ottenere la tensione di picco, occorre ne di rete nominale di 230VAC, deve essere
moltiplicare la tensione efficace per una costan- pari ad almeno 375V.
te pari alla radice quadrata di 2, che vale circa Per garantire un certo margine di sicurezza
1,4142. Otteniamo quindi: ed incrementare la vita operativa del con-
densatore, è comune scegliere tensioni di
VPICCO,NOM = VRMS * 1,4142 = lavoro di 400V.
= 230 * 1,4142 = 325VDC
Dopo questa necessaria premessa, riprendiamo
che rappresenta il valore nominale dell'alta ten- la figura 1. Facciamo un elenco dei vincoli che
sione continua, presente sul collegamento evi- un tale schema di principio, seppur semplice, si
denziato in rosso in figura 1. Ho volutamente porta appresso:
trascurato la caduta di tensione sui diodi del
ponte, che vale 2 * VD = 2V circa, ininfluenti 1. Il controller (ad esempio di tipo PWM) deve
rispetto a 325. Notate che per la tensione alter- essere alimentato per poter funzionare cor-
nata di rete, è buona norma considerare una rettamente. Sinora il controller è stato sem-
tolleranza di +-15% rispetto al valore nominale. pre alimentato dalla tensione di ingresso.
Nel caso peggiore avremo quindi sul condensa- Purtroppo in questo caso abbiamo a
tore di ingresso, una tensione continua pari a: disposizione una tensione di ingresso
enormemente più alta di quella massima
VPICCO,MAX = VRMS * 1,15 * 1,4142 = di funzionamento dei circuiti integrati.
= 230 * 1,15 * 1,4142 = 374VDC Quest'ultima vale di norma 30/40V, e solo in
casi particolari può arrivare a 60V o più. È
Ricordo che il fattore moltiplicativo 1,15 rappre- necessario quindi generare una “bassa”
101
BERNARDUCCI - teoria10 15-09-2005 10:05 Pagina 103
Figura 2 Schema di principio di uno switching off-line non isolato, con alimentatore ausiliario
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BERNARDUCCI - teoria10 15-09-2005 10:05 Pagina 104
in alcuni alimentatori di alta potenza (dell'ordine Per la sua costituzione, il trasformatore può solo
dei kW), in quanto torna utile avere una tensio- trasportare un segnale in AC, e questo lo esclu-
ne di servizio, sempre disponibile anche quando de immediatamente dal novero delle possibilità,
lo switching principale è spento. Tuttavia non è per gli schemi di figura 1 e 2. L'unica possibilità
ancora accettabile in un alimentatore “consu- rimasta è l'optoisolatore, ed infatti è quello che si
mer”, per i quali il costo finale del prodotto è usa normalmente, come in figura 3.
determinante. Ciò non diminuisce la sua validi-
tà per i vostri alimentatori hobbistici... vedremo Cosa è un
comunque più avanti altre alternative.
optoisolatore
Vincoli 2 e 3: È un dispositivo costituito da una sor-
Questi due vincoli sono contrastanti...vogliamo gente luminosa a LED, in genere infra-
che le masse siano isolate e contemporanea- rosso (quindi non visibile), che emette
mente riportare al controller l'informazione sul- verso un dispositivo fotosensibile, come
l'entità della tensione CONTINUA di uscita. un fotodiodo, un fototransistor, eccete-
In generale, l’isolamento galvanico può essere ra. In genere i due dispositivi sono
ottenuto in due modi: inglobati in un contenitore plastico tipo
circuito integrato, spesso di colore bian-
1. Tramite un trasformatore di accoppiamento, co. Poiché lo scopo principale di un
che trasporta “l'informazione” dal primario al optoisolatore è quello di ISOLARE, il LED
secondario, tramite il campo magnetico. ed il fotosensore si trovano sempre in
2. Tramite un optoisolatore, che sfrutta invece la posizioni opposte e mai adiacenti, in
luce emessa da un LED e captata da un fotori- modo da aumentare la loro separazione
cevitore (vedi riquadro di approfondimento). fisica al massimo.
Figura 3 Schema di principio di uno switching off-line ISOLATO, con alimentatore ausiliario
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BERNARDUCCI - teoria10 15-09-2005 10:06 Pagina 106
Il LED interno all'optoisolatore viene attivato dal comporta come un secondario, cioè si attiva
comparatore quando la tensione di uscita supe- quando il primario è OFF, notate i “pallini”), il
ra un valore predefinito. La luce emessa, colpen- quale durante il funzionamento fornisce dei pic-
do il dispositivo fotosensibile, lo attiva. chi di tensione, che rettificati e livellati da un
Nel caso di figura 3, il fototransistor NPN chiu- condensatore, alimentano il controller.
derà verso massa il piedino di feedback del con- Questo avvolgimento, per ovvi motivi, viene
troller, trasferendogli così l'informazione sul spesso indicato come avvolgimento ausiliario
livello della tensione di uscita. (auxiliary winding in inglese).
Tutto ok?
NOTA Ebbene, ancora no! Ci si presenta la versio-
L’inserimento dell'optoisolatore nell'anello ne elettronica del dilemma dell'uovo e della
di feedback, altera considerevolmente i cal- gallina: il controller ha bisogno di oscillare
coli sulla stabilità, che diventano ancora più per generare la tensione che serve a farlo
complicati rispetto al caso standard, senza funzionare! Niente paura, il problema viene
optoisolatore. risolto brillantemente con un piccolo aiuto
Per i più esperti segnalo che trattazioni analiti- “esterno”, come in figura 5.
che sono reperibili sul Web.
L'aiuto è costituito dalla resistenza Rstart, indica-
A questo punto abbiamo soddisfatto tutti i vin- ta nel cerchio rosso... Confusi?
coli precedenti, ma resta il problema della scar- A differenza di quanto discusso a proposito
sa ottimizzazione... Come fare? del Vincolo 1, dove avevamo mostrato che
Beh, pensate che, durante il funzionamento, una soluzione siffatta, con una resistenza
avete a disposizione delle bellissime oscillazioni verso l'alta tensione, era impraticabile, ora la
sul primario del trasformatore... perchè non uti- resistenza può avere un valore molto più
lizzarle per realizzare l'alimentatore ausiliario? elevato (quindi poca potenza dissipata), in
È quello che viene fatto in figura 4. quanto deve solo fornire la poca corrente
necessaria alle prime oscillazioni. Una volta
Come vedete, basta aggiungere un altro avvol- partita l'oscillazione primaria, l'energia
gimento dal lato del primario (che in realtà si necessaria per il funzionamento del con-
Figura 4 Schema di principio di uno switching off-line ISOLATO, SENZA alimentatore ausiliario
104
Figura 5 Schema di principio (I) di uno switching off-line ISOLATO
105
troller verrà fornita quasi interamente dal- zione del controller!
l'avvolgimento ausiliario. Considerate Rstart È da notare che la precisione della tensione di
come un motorino di avviamento! Un ultima uscita VOUT, in questo caso, è nettamente inferio-
considerazione: non mi stancherò mai di ripete- re rispetto allo schema di figura 5. Posso affer-
re che, nel mercato consumer, ogni centesimo mare con buona certezza che la stragrande
di euro/dollaro conta... come fare per ottimizza- maggioranza degli switching off-line, di medio-
re ancora lo schema precedente? Considerate bassa potenza (max. circa 150W), presenta
che l'avvolgimento ausiliario è in realtà un uno schema di principio che ricalca fedelmente
secondario, proprio come quello che genera una delle figura 5 o 6.
VOUT (solo che è dalla parte del primario). Per le
note proprietà dei trasformatori, le tensioni di NOTA
picco presenti sull'avvolgimento ausiliario e sul La discussione sin qui fatta sulla necessità del-
secondario di uscita sono proporzionali, con l'isolamento, non si applica in alcuni casi: per
una costante di proporzionalità che dipende dal fare un esempio, per uno switching off-line
rapporto spire... allora perchè non usare la regolabile che alimenti un ventilatore interno
tensione fornita dall'avvolgimento ausiliario, ad una apparecchiatura, inaccessibile dal-
come “facsimile” di quella di uscita? In altre l'utente durante il funzionamento normale.
parole, misurando la prima tensione, posso “sti-
mare” con buona precisione la seconda. È quel- ALIMENTATORI MULTI-USCITA
lo che viene fatto in figura 6. Uno dei motivi della larghissima diffusione
degli alimentatori flyback, è legata all'estrema
Come si vede la tensione di feedback viene pre- facilità con cui si riescono ad implementare
levata direttamente dalla tensione di alimenta- switching ad uscite multiple. Infatti, se ricordate la
Importante
Mi auguro che tra i miei lettori ci siano anche molti neofiti. Particolarmente a questi, ma non
solo, mi permetto di fornire i sequenti consigli:
Non eseguite prove o misure su switching off-line se non siete più che esperti negli
aspetti di sicurezza elettrica.
I condensatori di filtro possono restare carichi anche per diversi secondi dopo lo spegni-
mento del dispositivo, e l'alta tensione residua può risultare mortale.
Ricordate sempre di interrompere ambedue i collegamenti dello switching alla rete
(interruttore doppio). Collegate una spia luminosa a valle dell'interruttore, in modo da
avere l'immediato feedback visivo dello stato di alimentazione dello switching.
Ricordate che non potete collegare un oscilloscopio direttamente all'ingresso dello swit-
ching off-line (ad esempio per osservare le forme d'onda sui pin del controller), perchè in
genere lo chassis dell'oscilloscopio, che di norma è a terra, coincide con la massa
della sonda (provate con un tester).
Questo causerebbe un corto-circuito tra fase e terra con intervento del differenziale...se c'è!.
Per evitare questo problema, usate sempre un trasformatore di isolamento(*) per lo
switching o per l'oscilloscopio: ciò non vi esime dal prestare comunque la MASSIMA
ATTENZIONE.
(*) Trasformatore con rapporto spire tra primario e secondario pari a 1. Non altera quindi il valore della tensione di rete, ma
isola galvanicamente il carico. Vari modelli, che si differenziano in genere per la potenza disponibile, sono reperibili sui catalo-
ghi RS e Distrelec.
106
BERNARDUCCI - teoria10 15-09-2005 10:06 Pagina 109
“FLYBACK” MULTIUSCITA:
PARAMETRI DI PROGETTO TIPOLOGIA “FLYBACK”
Supponiamo di voler realizzare un alimentatore MULTIUSCITA: CALCOLI
switching, di tipo “flyback”, multiuscita, avente 1. Calcoliamo la potenza di uscita massima per
le seguenti caratteristiche: ciascuna uscita:
107
BERNARDUCCI - teoria10 15-09-2005 10:06 Pagina 110
POUT1,MAX = VOUT1 * IOUT1,MAX = 5 * 1 = 5W come al solito, se alla fine questa ipotesi dovesse
POUT2,MAX = VOUT2 * IOUT2,MAX = 12 * 0,2 = 2,4W risultare troppo distante dalla realtà, sarà possi-
POUT3,MAX = |VOUT3| * IOUT3,MAX = 12 * 0,2 = 2,4W bile tornare a questo passo sostituendo il valore
più corretto. Nel caso di utilizzo di tipologia di
La potenza totale sarà data semplicemente controllo Current Mode, utilizziamo il valore
dalla somma delle precedenti: massimo del 45% per il duty-cycle, quindi TON =
0,45 * (1 / fSW), e sostituendo otteniamo:
POUT,MAX = POUT1,MAX + POUT2,MAX + POUT3,MAX =
= 5 + 2,4 + 2,4 = 9,8W PIN,MAX = 0,5 * (18 – 1)2 * 0,452 * (1 /fSW)2 * fSW / Lp
2. Ipotizziamo l'efficienza η pari al 75% e calco- Questo valore deve essere maggiore o
liamo la potenza massima assorbita dall'in- almeno uguale al valore desiderato, cioè
gresso: 13,067W. Effettuando i calcoli e semplifican-
do, si ottiene la:
PIN,MAX = POUT,MAX / η = 9,8 / 0,75 = 13,067W
Lp * fSW ≤ 2,239
3. Ad ogni ciclo ON, l'energia immagazzinata
nel trasformatore (cioè nell'induttanza del Ormai sapete a memoria cosa fare: tabuliamo i
primario) si calcola con la: risultati per varie frequenze (tabella 2).
108
BMAX = VIN * TON / (N * Amin) ≤ BSAT 0,5mm, alla solita frequenza di 80kHz.
Il primario sarà ancora costituito da numero
dove VIN = VIN,MIN = 17V, TON = 0,45 * (1 / fSW), Amin 16 spire, ma la corrente di picco aumenterà
= 31,6mm2 per il nucleo E20. Supponiamo che BSAT fino a 3,415A. Per questo motivo la Rsense
possa raggiungere al massimo 0,2 Tesla, cioè 200 deve scendere al valore di almeno 0,27Ω
mT. Riportiamo le densità di flusso calcolate, per (nello switching singolo della puntata prece-
ciascun nucleo/frequenza, in tabella 4. dente era pari a 0,47Ω). Analogamente il
valore del condensatore C1 è incrementato
Notate come il nucleo con gap = 0,25mm, per sopportare il maggiore carico.
entri in saturazione a qualunque frequenza! Con questa corrente di picco (che è sicura-
mente maggiore della RMS, ma lasciamo un
Useremo quindi il nucleo con gap pari a certo margine di sicurezza), la tabella 1 forni-
20 112,0 26 33
30 74,6 21 27
40 49,8 17 22
50 44,8 16 21
60 37,3 15 19
70 32,0 14 17
80 28,0 13 16
90 24,9 12 15
100 22,4 11 15
Tabella 3 Numero di spire necessarie per ogni nucleo e frequenza
109
BERNARDUCCI - teoria10 15-09-2005 10:06 Pagina 113
sce un diametro filo di 1mm. Consiglio però Ns2 = 11,4. A questo punto potete decidere
di utilizzare due fili appaiati del diametro di se avvolgere 11 spire ed ottenere una tensio-
0,7mm, che hanno il vantaggio di essere più ne leggermente minore di 12V, oppure se
facilmente avvolgibili sul corpo bobina. avvolgerne 12 ed ottenere una tensione leg-
germente superiore. Dallo schema è eviden-
È interessante notare che, rispetto alla pun- te quale è stata la mia scelta.
tata precedente, all'aumento della potenza 4. Poiché il terzo secondario è in serie al primo,
richiesta (a parità di nucleo) è corrisposto un basteranno Ns3 = 12 - 5 = 7 spire.
aumento del gap, per far si che il nucleo
magnetico riesca a sopportare l'incremento IL CIRCUITO
della densità di flusso, senza saturare. Anche questa volta ve l'ho fatto sudare...lo sche-
ma elettrico è praticamente IDENTICO a quello
Il calcolo del numero di spire dei secondari a della puntata precedente, con la differenza che
12V è immediato se si seguono questi sem- il trasformatore ha più secondari.
plici passi:
CONCLUSIONI
1. Il secondario regolato ha una tensione conti- Abbiamo concluso con questa puntata la descri-
nua di 5V. Questo implica che la tensione di zione delle tipologie di pratico utilizzo per lo
picco, ai capi del trasformatore e prima del scopo di questo corso base. Ciò non vuole dire
diodo D2, sarà pari a 5 + 0,5 = 5,5V. che abbiamo esaurito tutte le possibilità! Anzi,
2. Se Ns1 = 5 spire corrispondono a 5,5V, quan- possiamo dire di avere solo cominciato, ma il
te spire saranno necessarie per ottenere 12 + tempo e lo spazio sono tiranni...Nelle ultime
0,5 = 12,5? due puntate del corso descriverò in dettaglio un
Usiamo il valore di 12,5V in modo da tenere alimentatore off-line commerciale, scendendo
conto della caduta sui diodi D1 e D3. nei dettagli della componentistica utilizzata,
3. Il calcolo si traduce è una semplice propor- pezzo a pezzo. Vi chiedo quindi un ultimo sfor-
zione: 5 : 5, 5 = Ns2 : 12,5 da cui si ricava zo, ne varrà la pena. Alla prossima!
110
BERNARDUCCI - teoria11 17-10-2005 17:16 Pagina 98
Alimentatori
switching:
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BERNARDUCCI - teoria11 17-10-2005 17:16 Pagina 99
Analisi di uno
switching
off-line (parte I)
date un'occhiata ai caricabatterie dei vostri per i +5V, è definita sia la corrente massima
notebook o cellulari. (30A), che la corrente minima (2,5A), a differen-
Notate inoltre, a conferma di quanto detto za di tutte le altre uscite.
prima, che la corrente maggiore viene erogata Facciamo un capitombolo indietro alle primissi-
sulle tensioni positive, e precisamente 20A a me puntate... ricordate che se il carico dello
+3,3V, 30A a +5V e 15A a +12V, mentre sulle switching boost (senza controller) era inferiore
tensioni negative abbiamo solo 0,3A a -5V e al carico minimo, addio regolazione… qui
0,8A a -12V. avviene più o meno la stessa cosa!
Esiste poi una tensione, per così dire, supple- Ora è ovvio che in questo caso il controller c'è
mentare, indicata con la sigla +5VSB, per una (e sicuramente avrà la controreazione sui +5V),
corrente massima di 1,5A. É questa la tensione tuttavia essendo il nostro switching un multi-
di servizio, sempre presente anche quando il uscita, il funzionamento “intermittente” sui
PC è spento. Per motivi che sarebbe lungo spie- +5V, dovuto all'assenza di carico, compro-
gare (implementazione del Wake-On-Lan, dello mette la stabilità di tutte le altre uscite.
spegnimento automatico ed altro), l'alimentato- Quindi, se proprio volete usarlo per il vostro labo-
re in standby fornisce comunque questi +5V, in ratorio, abbiate l’accortezza di mettere un carico
maniera analoga al TV di casa quando resta con fisso sui +5V che assorba almeno 2,5A, ad esem-
la lucina rossa accesa. pio una resistenza pari a R = V / I = 5 / 2,5 = 2Ω,
Quando l’utente preme il pulsante di accensio- di potenza pari almeno a P = I2 * R = 2,52 * 2 =
ne (non è più un interruttore come nei vetusti 12,5W montata su adeguato dissipatore!
PC), l'alimentatore viene attivato a piena poten- Non temete per i 2,5A “persi” in calore sulla resi-
za per mezzo del segnale REMOTE/PS-ON, indi- stenza, ne avete ancora a disposizione ben 27,5A!
cato secondo da destra nell'etichetta di figura 1. Per finire lo strazio dell'etichetta, nella metà in
basso trovate una serie di strani simboli: sono le
Quindi, per chi volesse utilizzare un alimentato- sigle degli enti certificatori nazionali riguardanti
re PC ATX per il proprio laboratorio, per accen- la rispondenza a norme di Sicurezza Elettrica, la
derlo basta che colleghi il filo PS-ON (filo gri- sigla CE necessaria per la vendita di qualsiasi
gio) a massa (filo nero). prodotto nella Comunità Europea, e, dulcis in
Continuando l’analisi dell’etichetta, notate che fundo, alcune scritte di ammonimento a non
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BERNARDUCCI - teoria11 17-10-2005 17:16 Pagina 100
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BERNARDUCCI - teoria11 17-10-2005 17:16 Pagina 102
Notate come i due dissipatori (quello in secon- stiche tali da poter essere sottoposti, in sicu-
do piano è per gli interruttori sul primario) crei- rezza, direttamente alla tensione di rete.
no una sorta di canale attraversato dall'aria Per questo motivo è importante che questi
pompata dalla ventola verso l'esterno, e come componenti non vengano mai sostituiti con
in mezzo a tale canale sia disposto anche il tra- condensatori “normali”, anche se di pari valo-
sformatore principale, appena visibile in figura 3 re e tensione di lavoro.
con la sigla ATERL35T03. Quale è la funzione di un filtro di ingresso?
Prima di proseguire, un avviso: questi alimenta- La risposta è duplice...in primo luogo evita
tori, pur avendo potenze e caratteristiche “fan- che i disturbi sempre presenti sulla rete elet-
tascientifiche”, sono in vendita per pochi euro trica, possano entrare nell'alimentatore dan-
(20-30), quindi aspettatevi di trovarvi utilizzate neggiandolo o provocandone l'errato funzio-
le più scadenti soluzioni costruttive. Ad esempio namento. In secondo luogo, il filtro impedi-
notate i grumi di colla a caldo (sic) che teneva- sce il contrario, e cioè che i disturbi generati
no in posizione lo schermo isolante di plastica dallo switching durante il suo funzionamen-
sopra il PCB del filtro di ingresso... to entrino in rete, “sporcandola”.
Esiste in proposito una estesa normativa sulle
FILTRO DI INGRESSO emissioni massime consentite per i dispositivi
Proseguiamo nella vivisezione dell'alimentatore, elettrici connessi alla rete elettrica.
smontando lo schedino del FILTRO DI INGRES-
SO. Per far questo ho dovuto dissaldare due fili I CONDENSATORI SPECIALI
ed il connettore di alimentazione, vedi figura 4. “X” E “Y”
In figura 5 ho riportato lo schema elettrico cor- La differenza fondamentale tra i condensatori
rispondente. “speciali” X e Y, è che i primi (X) sono usati nei
punti in cui la loro eventuale rottura non può
Partendo dalla sinistra, incontriamo immediata- comunque causare uno shock elettrico, men-
mente il condensatore CX0, saldato direttamen- tre i secondi (Y) nei punti in cui la loro rottu-
te sui pin del connettore a vaschetta (vedi figu- ra potrebbe causare shock elettrico.
ra 4). Notate come questo condensatore, e Da questo punto di vista è ovvio che i conden-
anche gli altri presenti nello schema di figura 5, satori tipo Y devono essere “migliori” di quel-
abbia stampigliato sul corpo varie sigle di enti li tipo “X”, che a loro volta devono comunque
normatori, europei e mondiali, operanti nel set- essere migliori dei condensatori standard, non
tore della sicurezza elettrica: ne vedremo i moti- marchiati.
vi nel prossimo paragrafo. I tipo X potrebbero infatti sopportare la ten-
Notate pure che sul corpo di CX0 è presente sione di rete, compresi i disturbi e le sovraten-
una piccola sigla “X2”: questa caratterizza un sioni sovrapposte, anche per tempi indefiniti:
particolare tipo di condensatori con caratteri- dalla figura 5, infatti, tutti i condensatori sono
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BERNARDUCCI - teoria11 17-10-2005 17:16 Pagina 103
Classe X1 X2 Y1 Y2
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scorrere una corrente (anch'essa alternata), sideriamo le induttanze, cominciando dalla L1.
verso la terra, che è direttamente propor- Anche questa induttanza è soggetta a due vin-
zionale al valore di capacità. Il calcolo del coli contrastanti: avere il valore più elevato pos-
valore di corrente è molto semplice e ve lo sibile per migliorare il filtraggio e nello stesso
lascio come esercizio (ricordate che l'impe- tempo, avere resistenza serie più bassa possibile
denza di un condensatore a frequenza f è pari per non pregiudicare l'efficienza. Notate infatti
a 1 / (2 * π * f * C), ed applicando la legge di che essa è in serie alla tensione di rete, ed è
Ohm..). Per questo motivo, non si può esa- quindi attraversata da una grande corrente a
gerare con il valore di capacità dei conden- bassa frequenza (50-60Hz).
satori “Y”, in quanto le diverse norme inter- Per ottenere contemporaneamente una bassa
nazionali stabiliscono limiti massimi ben preci- resistenza ed un alto valore di induttanza,
si per la massima corrente di dispersione verso occorre utilizzare un nucleo con un altissimo
terra. Anzi, ci sono alcuni alimentatori, cosid- valore di AL, in modo da avvolgere poche spire
detti a “norme medicali”, dove questi limiti di filo (di grande sezione).
sono ulteriormenti abbassati, quindi sono uti- Tuttavia sapete dalle puntate precedenti che
lizzabili solo piccoli valori per i condensatori questo implica una saturazione molto precoce
“Y”, e di conseguenza si avrà un minore fil- del nucleo magnetico...come fare? La soluzione
traggio dei disturbi. è semplice e geniale: realizzare due avvolgi-
menti identici sullo stesso nucleo, attraversati
LE INDUTTANZE DI FILTRO dalla stessa corrente. Dalla figura 5, la corrente
Per concludere l'analisi del filtro di ingresso, con- che scorre nel ramo superiore (indicata ad un
116
BERNARDUCCI - teoria11 17-10-2005 17:16 Pagina 106
certo istante1 dalla freccia superiore) entra nel Notate che il filtro di ingresso non è ancora termi-
“pallino”, mentre la corrente nel ramo inferiore nato! Infatti riconoscerete sicuramente in L1, LF,
esce dal “pallino”. CX1, CX2, CY1 e CY22 un ulteriore filtro, in serie
Siccome i due avvolgimenti sono identici, il al precedente. Tuttavia ci sono alcune differenze:
flusso magnetico generato dalla corrente
superiore viene annullato perfettamente da • É presente una resistenza NTC, indicata come
quello generato dalla corrente inferiore. RTH, del valore di 5,6_ a temperatura ambiente.
In pratica, è come se L1 avesse induttanza • É presente un fusibile di protezione.
“zero” per i disturbi differenziali (se entra il
disturbo solo sul filo L, ne esce sul filo N e l'ef- La resistenza NTC, Negative Temperature
fetto di filitraggio è nullo), mentre ha induttan- Coefficient, ha il compito di limitare la cor-
za elevata per i disturbi di modo comune, cioè rente di spunto (in-rush current in inglese), che
quelli che si manifestano contemporaneamente si ha nell'istante esatto di accensione. Infatti la
su entrambi i fili L e N, rispetto alla terra. tensione di rete può essere al suo massimo (se si
Valori tipici per L1 vanno da 1 a 10mH o più. è sfortunati!), che vale 230 * 20,5 = 325V di
A titolo informativo, nella letteratura e nei data- picco, e si trova come carico il circuito serie
sheet troverete indicate le induttanze L1, come costituito dalle varie resistenze serie delle indut-
“current-compensated chokes” oppure “com- tanze di filtro (piccole), le resistenze dei diodi
mon-mode chokes/inductors”, con ovvio signifi- del ponte (piccole), ed i condensatori C5 e C6
cato dei termini. completamente scarichi. La corrente istantanea
Dopo questa chiacchierata, diventa immediato che ne risulta, se non ci fosse l'NTC, può tran-
capire il motivo della presenza di L0: il suo quillamente superare i 200A!
scopo è quello di filtrare i disturbi differen- L'NTC da 5,6Ω, invece, riduce questa corrente
ziali, ignorati da L1. di spunto ad un massimo di circa 50A, valore
comunque elevato ma sopportabile, poiché
1
Infatti la corrente è alternata, e la sua direzione cambia in continuazione. dura un brevissimo tempo.
Questa corrente provoca un riscaldamente
CONVERSIONE IN TENSIONE dell'NTC, che quindi abbassa il suo valore resi-
CONTINUA stivo, e ne diminuisce le perdite durante il nor-
Dopo il filtro di ingresso, un interruttore a bilan- male funzionamento.
ciere permette o meno il passaggio della tensio- Da questo appena detto, deriva un'interessante
ne alternata al circuito stampato principale. conseguenza pratica: una volta spento un ali-
Notate come l'interruttore agisca su entrambi i mentatore switching, è buona norma atten-
fili di rete L e N. dere qualche secondo prima di riaccenderlo.
In figura 6 è riportato lo schema completo. Questo perchè si deve dare tempo all'NTC di
raffreddarsi e ri-aumentare la sua resistenza, in
caso contrario all'accensione successiva, la sua
resistenza può essere ancora molto bassa e non
limitare la corrente di spunto, con conseguenze
anche disastrose per l'alimentatore3.
Dopo il secondo filtro, la tensione di rete arriva
finalmente al ponte raddrizzatore, un normalis-
simo PBL405 da 4A-600V, seguito dai condensa-
tori di livellamento C5 e C6.
Riguardo a questi ultimi, notate il loro utilizzo
in serie che permette il raddoppio della ten-
sione di lavoro a scapito del dimezzamento
della capacità totale: in pratica sono equiva-
lenti ad un solo condensatore da 165µF-400V,
Figura 7 I condensatori d'ingresso. Sottodimensionati e non LOW-ESR
abbastanza sottodimensionato per un alimen-
117
BERNARDUCCI - teoria11 17-10-2005 17:17 Pagina 107
tatore di questa portata...Come se non bastas- Per concludere, avrete sicuramente notato il
se, non sono neanche del tipo LOW-ESR (vedi ponticello indicato come JUMPER PER 110VAC:
figura 7): aspettiamoci quindi bassa efficienza è questo il ponticello, non montato nell'alimen-
e bassa affidabilità. tatore in oggetto, che permette il funzionamen-
to dell'alimentatore anche in paesi come gli
Le resistenze R3 e R4 hanno il compito di com- Stati Uniti. Per motivi di risparmio, l'adatta-
pensare in qualche misura le differenze di capa- mento per i 110VAC viene effettuato brutal-
cità tra C5 e C6, che altrimenti potrebbero non mente convertendo il ponte raddrizzatore a
suddividersi equamente la tensione continua a doppia semionda, in un doppio rettificatore
cui sono sottoposti. a singola semionda, con annesso duplicatore
Ad esempio, se C5 avesse il 25% di tolleranza di tensione.
verso l'alto (330 * 1,25 = 412,5µF) e C6 il 25% Vediamo come. Inserendo il ponticello, i due
verso il basso (330 * 0,75 = 247,5µF), su C5 diodi superiori del ponte non vengono più uti-
sarebbe presente una tensione di 325 / 660 * lizzati (infatti sono in parallelo ai condensatori
247,5 = 122V mentre su C6 di ben 325 / 600 * C5 e C6, ma attraverso loro non potrà mai scor-
412,5 = 203V, fuori specifica! rere corrente). I due diodi inferiori funzionano
Le resistenze R3 e R4 hanno anche la funzione alternativamente, caricando una volta C5 e l'al-
di “bleeder”, cioè scaricano i condensatori allo tra C6. Poiché C5 e C6 sono in serie, si ottiene
spegnimento dell'alimentatore. Vediamo quan- un tensione continua circa doppia, e quasi iden-
to vale la costante di tempo: R * C = 330000 * tica al caso di funzionamento a 230VAC.
330e-6 = 108,9 secondi! Cioè ci vogliono quasi In questo modo tutta la circuiteria a valle vedrà
due minuti per far sì che i condensatori si scari- sempre la stessa tensione di alimentazione, circa
chino a circa 0,37 volte la tensione iniziale, cioè pari a 325VDC.
a 120V, ancora pericolosi! In figura 8 è riportato, evidenziato in rosso, lo
Ovviamente questo vale nel caso non ci siano stadio appena descritto. Notate l'NTC ben solle-
altri carichi che aiutino a scaricare i conden- vata dal circuito stampato per facilitarne il raf-
satori più velocemente. Per stare comunque freddamento.
sempre dalla parte della ragione, mi permet-
to di ribadire: CONCLUSIONI
Nella prossima puntata completeremo l'analisi
del nostro alimentatore, con lo stadio di poten-
Attenzione za, quello di uscita e alcune considerazioni sul
PFC. Spero di non avervi tediato, vi ringrazio
In caso di riparazioni su alimentatori swit- dell'attenzione e a rileggerci al prossimo mese.
ching da rete, PRIMA DI INTERVENIRE, e
ad apparecchio spento, misurate sempre
con un tester la tensione sui condensato-
ri di ingresso.
2
Non sono gli stessi componenti di figura 5 in quanto sono montati su un
altro circuito stampato. Le denominazioni sono quelle del costruttore.
3
Esistono naturalmente anche limitatori di corrente attivi, che non soffrono
del problema dell'NTC. Tuttavia, in mancanza di informazioni precise sulla Figura 8 Lo stadio di conversione (senza C5 e C6)
particolare apparecchiatura, consiglio di adottare sempre questa precauzione.
118
BERNARDUCCI - teoria12 17-11-2005 18:11 Pagina 98
Alimentatori
switching:
119
BERNARDUCCI - teoria12 21-11-2005 10:32 Pagina 99
Analisi di uno
switching
off-line (parte II)
Resta quindi disponibile, per la corrente di preso tra 15 e 30 (vedi riquadro per i neofiti).
base di Q3:
120
Figura 2 Schema elettrico dell’alimentatore ausiliario
121
BERNARDUCCI - teoria12 17-11-2005 18:11 Pagina 101
Ma un transistor “ON” (in saturazione) riesce mento di feedback è invertita rispetto alla
a far scorrere una certa corrente di collettore massa).
finché la corrente di base è sufficiente, secon- La tensione negativa livellata da C10, regola la
do il fattore moltiplicativo dato dal beta. commutazione di Q3. Infatti se la tensione
negativa su C10 salisse troppo in valore assolu-
Non appena la corrente di collettore (in cresci- to, ad esempio passando da -10V a -11V, lo
ta), supererà di hFE volte la corrente di base (in zener composto da ZD1 e D7 entrerebbe in
diminuzione), la corrente di collettore inizie- conduzione, abbassando la tensione di base di
rà a diminuire. Ma questa è la stessa corrente Q3 ad un valore sufficiente a spegnerlo.
che scorre nell’avvolgimento del primario (cioè Viceversa, se la tensione su C10 fosse inferiore al
un’induttanza), ed è noto che una riduzione valore desiderato, ad esempio -7V, i diodi ZD1 e
della corrente è possibile solo in concomitan- D7 non condurrebbero, e Q3 sarebbe libero di
za dell’inversione della tensione ai capi del- oscillare alla sua massima potenza.
l’induttanza stessa! L’inversione di tensione si A questo punto, per le note proprietà dei fly-
rifletterà istantaneamente anche sull’avvolgi- back multiuscita, anche i veri secondari, alla
mento in basso, aiutando a spegnere rapida- destra del trasformatore T3 di figura 2, saranno
mente il transistor. Per i motivi appena citati regolati ad un valore di tensione pari al rappor-
l’avvolgimento in basso sul primario viene spes- to tra il numero delle proprie spire e quelle del-
so denominato “avvolgimento di feedback”. l’avvolgimento di feedback.
La figura 4 prova a fare un poco di ordine. Le E adesso non ditemi che questa non è una
frecce nere indicano la direzione della corrente applicazione veramente intelligente!!
e sono più o meno grandi a seconda dell’inten-
sità della corrente.
Quesito
Ok, abbiamo risolto il problema dell’oscillazio- Qual’è la funzione del transistor Q4, con la
ne, come fare adesso per la regolazione della rete di polarizzazione costituita da R16 e
tensione di uscita? Semplice... R17? Sembra un classico circuito denomina-
L’avvolgimento di feedback, durante la fase to “VBE multiplier” o “active diode”.
OFF, si comporta anche come un classico Inviatemi le vostre idee...
secondario flyback, e carica il condensatore C10
ad una tensione negativa, attraverso il diodo D8
(infatti in questa fase la tensione sull’avvolgi- La resistenza R14 ed il condensatore C11 costi-
122
BERNARDUCCI - teoria12 17-11-2005 18:11 Pagina 102
tuiscono la cosiddetta rete “snubber”, cioè verticale, in alto a destra, in figura 2; si evita così
hanno lo scopo di ridurre gli elevatissimi spikes di caricare inutilmente il piccolo flyback ausiliario.
di tensione che si generano alla fine della fase
ON, sul collettore di Q3. Per finire, sul seconda- IL TRASFORMATORE
rio del trasformatore, notate i due avvolgimenti Il trasformatore switching per l’alimentatore
che forniscono circa +11V al circuito integrato ausiliario, è costruito su un nucleo in ferrite di
PWM, e circa +8V per la VSB. Questi ultimi vengo- dimensioni 28x20mm, spessore 5mm, visibile in
no ridotti a +5V da un banalissimo regolatore figura 5. Non vi sembra un po’ grande, per soli
lineare di tipo 7805. Questo spiega perchè la 10W circa di potenza fornita? Se ricordate (FE di
+5VSB è limitata a 1,5A... è infatti questo il limite giugno 2005) un più piccolo nucleo di tipo
per i regolatori lineari in contenitore TO220. Anzi, E20/10/6 poteva in teoria trasferire 26W a
in generale i comuni 7805 sono forniti per una 25kHz e ben 118W a 100kHz, come mai questo
corrente massima di 1A, e solo alcuni “reggono” sovradimensionamento?
fino a 1,5A. Per quanto riguarda il circuito di con- La risposta è semplice: in un flyback, la tensione
trollo PWM (un classico TL494), notate come, in sul collettore del transistor, durante il periodo
stand-by, sia alimentato dall’alimentatore ausilia- OFF, può arrivare al doppio della tensione di ali-
rio. Una volta acceso lo switching di potenza prin- mentazione, più una sovratensione che dipende
cipale, subentra a quello ausiliario nel fornire l’ali- dalla realizzazione del trasformatore (dipende
mentazione al controller PWM, tramite il diodo in dalla cosiddetta induttanza di perdita, in ingle-
Figura 5 Il trasformatore per lo switching ausiliario Figura 6 Avvolgimento del secondario in mezzo a due semi-primari
Ne conseguono due mie piccole personale considerazioni, relative agli alimentatori off-line:
1. Per piccole potenze, uguali o inferiori a 2-3W, è preferibile utilizzare un alimentatore lineare.
Un trasformatore a 50Hz da 1,2VA ha dimensioni in pianta di soli 32x27mm.
2. Realizzare in casa un trasformatore switching per applicazioni off-line richiede ESPERIENZA.
Esercitatevi preliminarmente con trasformatori switching per bassa tensione.
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se “leakage inductance”, la cui trattazione di rame che realizza una spira di cortocircuito
esula però dagli scopi di questo corso base), e collegata a massa dal filo nudo. Attenzione, la
quindi può valere circa 700V-800V. Questa spira non passa all’interno del trasformatore,
medesima tensione, sarà presente anche sul ter- ma all’esterno, e il suo scopo è quello di
minale inferiore del primario del trasformatore. ridurre le emissioni elettromagnetiche. La sua
Il problema è che il secondario del trasforma- presenza è comune nei trasformatori per fly-
tore, che DEVE essere ben isolato dal prima- back, dove le maggiori emissioni sono proprio
rio in quanto può venire in contatto con causate dal piccolo gap di aria presente sulla
l’utente, viene di norma avvolto direttamente gamba centrale del nucleo.
sopra al primario, ed in alcuni casi addirittura in
mezzo a due semi-primari,come in figura 6. GLI STADI DI POTENZA
Esistono stringenti e severe normative, come la (COMMUTAZIONE ED USCITA)
IEC/EN 60950, che regolano la minima distan- In figura 7 è riportato lo schema elettrico della sta-
za che deve essere garantita tra il primario ad dio di commutazione, ed una versione semplifica-
alta tensione ed un qualsiasi secondario in bassa ta dello stadio di uscita. Questo stadio di potenza
tensione; un sito web interessante che riporta è in una tipologia per la quale non abbiamo mai
un software on-line per il calcolo delle cosiddet- presentato le formule di progetto, in quanto di
te distanze di creepage e di clearance, in difficile realizzazione per l’hobbysta medio. Si trat-
accordo con la normativa citata, è www.creepa- ta della tipologia half-bridge, cioè mezzo-ponte.
ge.com. Riassumiamo nel riquadro questa ed
altre considerazioni. Per concludere l’analisi del Come tutte le tipologie, anche questa presenta
trasformatore, notate dalla figura 5, la bandella vantaggi e svantaggi, cominciamo da questi ultimi:
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Notate tuttavia che non è un vero sistema di con- ruttore comandato a bassissima perdita.
trollo Current-Mode, in quanto il controller PWM Questa trattazione esula però dai limiti del
utilizzato (TL494) è del tipo Voltage-Mode. corso. Per concludere il paragrafo, in figura 8
notate i tre dispositivi di commutazione (a sini-
Dalla figura 7, quando il “pallino” di T2 è posi- stra il transistor del flyback ausiliario), montati
tivo rispetto all’altro capo dell’avvolgimento, sulla minuscola aletta di 58x67mm: ricordate
Q1 è acceso (filo blu positivo sulla Base, che questo è possibile solo in virtù del raffredda-
Emettitore a massa) mentre Q2 è spento. mento forzato tramite ventola.
Viceversa quando il “pallino” di T2 è negativo,
Q1 è spento mentre Q2 è acceso (filo rosso CENNI SUL POWER FACTOR
positivo sulla Base, filo verde negativo CORRECTION
sull’Emettitore). Consideriamo una semplice resistenza: sappia-
Notate che nello stadio di uscita, due induttan- mo che la tensione V ai suoi capi e la corrente I
ze sono racchiuse entro un riquadro di colore che vi scorre attraverso, sono sempre legate, in
giallo: questo indica un unico nucleo, nel caso qualsiasi istante, dalla Legge di Ohm. Se la ten-
specifico toroidale, su cui sono avvolte tutte le sione V ai capi è costante e continua, la corren-
induttanze allo scopo di migliorare la cross- te I scorrerà sempre nello stesso verso ed avrà
regolazione delle varie uscite. sempre la stessa intensità.
Dallo schema ho omesso le uscite per le tensioni Supponiamo ora che la tensione non sia più
di -5V e -12V, che si ottengono banalmente dagli costante, ma vari in maniera sinusoidale in
stessi secondari (cioè il -5V dai due secondari del ampiezza ed in polarità, sia cioè una tensione
+5V, il -12V dai due secondari del +12V), utiliz- alternata: è quella che troviamo nelle nostre
zando diodi e condensatori con polarità inver- prese di corrente. Se mettiamo una resistenza ai
tita rispetto a quelli mostrati in figura. capi di una presa (non fatelo veramente se non
Dallo schema manca anche l’uscita ad alta cor- conoscete i rischi connessi!), la corrente che vi
rente dei +3,3V. Questa tensione si ottiene a scorre sarà anch’essa variabile, sia d’ampiezza
partire dai due secondari a +5V, per mezzo di un che di polarità, ma ad ogni istante la sua
interessante regolatore denominato “amplifica- intensità e il suo verso sarà comunque sem-
tore magnetico”, costituito da un avvolgimento pre dato dalla Legge di Ohm.
su una ferrite speciale (e’ una ferrite che presen- Per la resistenza, si dice spesso che la forma
ta un ciclo magnetico B-H quasi perfettamente d’onda della tensione e quella della corrente
rettangolare), che si comporta come un inter- sono in fase, cioè ancora: al massimo della ten-
Figura 8 I transistor di potenza sul loro dissipatore Figura 9 Il PFC attivo basato su integrato ST L6561
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sione V corrisponde il massimo della corrente I, elettrici che in pratica sono assimilabili alle indut-
al minimo della V il minimo della I, e se V = 0, tanze: un condensatore, appropriatamente chia-
anche I = 0. mato “di rifasamento”, riporta il cosϕ a valori
accettabili. I PFC attivi implementano invece uno
Il fattore di potenza, indicato con cosϕ, rap- speciale switching di tipo boost, che converte la
presenta il coseno dell’angolo di sfasamento tensione in continua, senza però utilizzare grossi
tra tensione e corrente. condensatori. La tensione viene poi elevata (essen-
do un boost), al valore costante di circa 400V, con
Per la resistenza pura, lo sfasamento ϕ vale 0, e l’importante accorgimento di prelevare corren-
quindi cosϕ = cos(0) = 1. Purtroppo le cose te dalla linea elettrica, sempre in fase con la
cambiano per i componenti cosiddetti reattivi, tensione. I PFC passivi migliorano di molto il cosϕ
cioè i condensatori e le induttanze. Per questi, la rispetto ad una soluzione senza PFC, ma ovviamen-
tensione V e la corrente I non sono più in fase, te non possono competere con i PFC attivi, i quali
ma sfasate esattamente di 90°. In pratica quan- riescono tranquillamente ad arrivare a cosϕ di 0,98
do V=0, I è al massimo (o al minimo), e vicever- o più. La figura 9 riporta il PFC attivo presente nel-
sa. Ne risulta un fattore di potenza cosϕ = l’alimentatore PC, basato sul circuito integrato
cos(90°) = 0. Senza addentrarci nella trattazione L6561 della ST, al cui sito www.st.com rimando per
dettagliata, per la quale rimando ad un buon il data-sheet e le interessanti Application Notes. Da
testo di Elettrotecnica, sappiate che il distributo- notare infine che le dimensioni del circuito sono
re dell’energia elettrica (Enel in Italia) non gra- solo di 65x65mm, per un altezza di 35mm.
disce che colleghiamo alla rete elettrica dei cari-
chi con cosϕ molto minore di 1. Se non erro è CONCLUSIONI
addirittura previsto un sovrapprezzo sul costo Trattare un argomento così vasto in 12 puntate,
dell’energia, nei casi di cosϕ basso! A parte il è stato abbastanza difficile. Mi scuserete se in
distributore nazionale, sono in vigore comun- alcuni casi la trattazione generale ha difettato un
que le normative Europee IEC/EN 61000-3-2 e poco di organicità, ma ogni puntata è stata scrit-
61000-3-4, che specificano, tra le altre cose, i ta “all’impronta”, senza possibilità di “sistema-
limiti minimi accettabili per il fattore di potenza. re” le precedenti puntate, nei casi, abbastanza
rari per fortuna, in cui sorgevano delle confusio-
Quale è la ragione di questa premessa? ni od incongruenze. La totalità dei circuiti pre-
Avete indovinato? sentati sono stati realizzati su millefori, quindi vi
La risposta è che gli alimentatori switching, garantisco il funzionamento a patto di rispettare
hanno un cosϕ che lascia abbastanza a desidera- le poche elementari regole sulle saldature e sulla
re... questo è immediato da comprendere consi- lunghezza dei collegamenti. Come ultimo consi-
derando che al loro ingresso ci sono sempre dei glio, vi suggerisco di scaricare ed installare sul
condensatori di grande capacità, che vengono vostro PC, il software gratuito SwitcherCad III dal
caricati impulsivamente dai diodi rettificatori. sito della Linear Technology: anche se è molto
Per questa ragione gli alimentatori per PC di una indirizzato verso l’utilizzo dei componenti della
certa potenza (in genere da 300W in su), di recen- medesima casa, è ottimo comunque, utilizzando
te includono anche un circuito di Power Factor i componenti standard (induttanze, capacità,
Correction, cioè un circuito in grado di elevare il transistor, diodi, ecc.) per provare in pochi
cosϕ a valori più vicini all’unità. I circuiti PFC nor- minuti la teoria che ho provato a spiegare.
malmente utilizzati si dividono in due grandi cate-
gorie: passivi ed attivi. I primi sono costituiti sem- RINGRAZIAMENTI
plicemente da una o due induttanze di elevato Ringrazio la Redazione di Fare Elettronica, nella
valore (decine/centinaia di milliHenries), poste in persona di Tiziano Galizia, per la fiducia accor-
serie all’alimentazione. Poiché gli sfasamenti del datami durante tutti questi lunghi mesi.
condensatore e dell’induttanza sono opposti, ten- Ringrazio poi i lettori per la loro pazienza, e tutti
deranno a compensarsi e a far risalire il cosϕ. La quelli che mi hanno scritto, ai quali spero di
stessa cosa avviene, a parti invertite, nei motori essere stato di aiuto.
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