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BERNARDUCCI-impaginato 17-11-2004 16:07 Pagina 24

GLI ALIMENTATORI SWITCHING


prima parte

INTRODUZIONE
di Romano Bernarducci
r.bernarducci@farelettronica.com

Il corso partirà dalla progettazione e realizzazione dei vari blocchi “discreti”


che compongono un alimentatore switching, evitando inizialmente di utilizzare
gli schemi di applicazione di circuiti integrati commerciali.

Non inizierò con schemi di • Alimentatori multi-uscita. schema di principio di un ali-


applicazione di circuiti integrati • Alimentatori isolati da rete. mentatore lineare con regola-
disponibili su qualunque data- • Analisi di un alimentatore da zione serie (series o pass regula-
sheet, ma realizzando i vari bloc- rete per PC. tion). Il circuito di controllo
chi funzionali con componenti varia la resistenza in serie al cari-
separati. Questo approccio par- Per quasi tutti gli argomenti pre- co finché la tensione di uscita
ticolarmente didattico, vi per- senterò opportune formule per non coincide con quella deside-
metterà non solo di progettare il progetto autonomo di alimen- rata e la mantiene costante al
autonomamente, ma anche di tatori similari. variare del carico, della tensione
comprendere le cause dei più di ingresso e dei parametri del
comuni malfunzionamenti degli INTRODUZIONE circuito.
switching. Solo più avanti pre- Qualsiasi circuito elettronico ha
senterò circuiti applicativi di IC necessità, per il proprio corretto La resistenza variabile è in realtà
commerciali, sempre però funzionamento, di una o più ten- costituita da dispositivi a semi-
facendo prevalere il lato didatti- sioni continue, in genere stabili o conduttore come i transistor BJT
co su quello puramente teori- persino variabili, sempre però e/o i MOSFET.
co/pratico. entro limiti ben definiti. Per le informazioni di progetto
Nel corso parlerò di: Queste tensioni si ottengono a relative a questo tipo di alimen-
partire da una sorgente di energia tatori rimando alla serie di arti-
• Differenze tra alimentatori di vario tipo (rete elettrica, batte- coli di Nico Grilloni sugli stabiliz-
switching e lineari. rie, celle solari, ecc.), per mezzo zatori di tensione (Fare
• Tipologie standard: buck, di opportuni circuiti trasformato- Elettronica 227 e seguenti).
boost, buck/boost, inverting. ri/convertitori, che definiamo Le limitazioni degli alimentatori
• Circuiti di controllo: PFM, genericamente alimentatori. lineari sono principalmente due:
PWM Voltage Mode, PWM la necessità di una tensione di
Current Mode. ALIMENTATORI LINEARI ingresso sempre superiore a
• Utilizzo di IC standard. Non mi dilungherò più di tanto quella di uscita (o equivalente-
• Tipologia flyback, trasforma- su questo argomento: conside- mente, l’impossibilità di genera-
tori. rate la figura 1 che riporta lo re una tensione superiore a

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Figura 2: Schema di principio di alimentatore switching di tipo charge-pump


Figura 1: Schema di principio di alimentatore lineare con regolazione serie. (invertente).

quella di ingresso) e la ridotta bile passare agli switching? do, da cui il nome di alimenta-
efficienza. Sempre, se la tensione di uscita tori a commutazione. La trasfor-
Ricordo che l’efficienza di un è superiore a quella di ingresso mazione di tensione avviene
qualsiasi alimentatore, lineare o oppure se è negativa rispetto sfruttando opportune modalità
switching, è indicata con la let- all’ingresso. Nel caso “classico” che costituiscono l’argomento
tera greca η (eta) ed è definita in cui la tensione di uscita è principale del corso. Se i com-
nella formula 1: inferiore a quella di ingresso, ponenti elettronici di contorno e
consiglio di utilizzare l’alimenta- il “serbatoio” fossero ideali, cioè
Formula 1 tore lineare finché questo non non dissipativi, avremmo un’ef-
η = POUT / PIN * 100 necessita di aletta di raffredda- ficienza η pari al 100%. Questo
(POUT e PIN in Watt, η in percen- mento o al massimo, di una è fisicamente impossibile, tutta-
tuale) “piccola” aletta. Per fare un via switching particolari arrivano
esempio, supponiamo di avere ad efficienze superiori al 95%. Il
dove POUT è la potenza erogata al a disposizione una tensione di “serbatoio” di energia non dissi-
carico e PIN è la potenza assorbi- 5V per alimentare un micropro- pativo, può essere indifferente-
ta dall’ingresso. La differenza PIN cessore che assorbe 400mA mente costituito da condensato-
– POUT, sempre maggiore di zero, massimi a 3,3V. La dissipazione ri e da induttanze, o da entram-
viene dissipata in calore dall’ele- nell’elemento serie di un regola- bi. La disponibilità di due diversi
mento serie di figura 1. Poiché tore lineare è pari a (5 – 3,3) * componenti porta ad una diffe-
la potenza elettrica P è pari al 0,4 = 0,68W, facilmente dissipa- renziazione degli switching in
prodotto della tensione V per la bili da qualsiasi regolatore inte- due categorie, i cosiddetti
corrente I, ne deriva che sono grato in contenitore TO220, “charge-pump” (pompa di cari-
necessarie alette di raffredda- senza aletta. ca), che utilizzano come “serba-
mento sempre più grandi all’au- toio” i condensatori, e i più ver-
mentare della corrente richiesta ALIMENTATORI SWITCHING satili magnetici che utilizzano
dal carico e del “salto di tensio- Per dare un’idea grossolana ma induttanze e trasformatori.
ne” tra ingresso e uscita (VIN – efficace, gli alimentatori swit-
VOUT). A favore degli alimentato- ching funzionano tutti prenden- ALIMENTATORI SWITCHING
ri lineari va riconosciuta comun- do energia dall’ingresso, imma- CHARGE-PUMP
que la facilità di progetto e di gazzinandola in un apposito Lo schema di principio di uno
realizzazione, l’assenza di rumo- “serbatoio” non dissipativo, per switching charge-pump è ripor-
re legato alla commutazione, il poi rilasciarla al carico a tensione tato in figura 2.
ridotto numero di componenti, differente. Questo procedimen- Questo circuito genera una ten-
l’elevata affidabilità. to ciclico a due fasi carica-scari- sione negativa di valore oppo-
Quando è necessario o consiglia- ca, avviene molte volte al secon- sto alla tensione di ingresso.

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Durante la fase 1, il condensa-


tore C1 si carica a VIN. Nella
fase 2, si commutano contem-
poraneamente gli interruttori
in figura, quindi il condensato-
re C1 viene “scaricato” sul
condensatore di uscita C2, con
la polarità invertita (cioè il pin
di C1 carico positivamente
viene collegato a GND, e l’al-
tro pin, negativo rispetto a
massa, si scarica su C2). In
realtà la scarica non è comple-
ta, ma c’è una ripartizione di
carica che dipende dalla diffe-
renza di tensione e di capacità Figura 3: Corrente nell’induttanza nel tempo.

tra C1 e C2.
La frequenza di commutazione di energia un’induttanza o un Formula 2
è in genere limitata a pochi trasformatore. Per ora trascu- ∆IL = (VL / L) * ∆t
kHz. Su questo principio si basa riamo il trasformatore, che (∆IL in Ampere, ∆t in secondi, L
il ben noto circuito integrato sarà necessario solo per i cir- in Henry, VL in Volt)
7660, prodotto da varie case cuiti avanzati. Dal punto di
costruttrici. L’utilizzo dei char- vista descrittivo, possiamo Come noto, il simbolo ∆ (delta)
ge-pump è limitato a carichi di considerare l’induttanza come indica una variazione o un
alcune decine di mA, e comun- il componente “duale” del intervallo, quindi ∆IL indica la
que la tensione d’uscita non è condensatore. Intendo con variazione di corrente nell’in-
ben stabilizzata ma varia all’au- “duale” un componente che si duttore, nell’intervallo ∆t. La
mentare del carico (la resisten- comporta elettricamente come formula 2 vale solo per indut-
za d’uscita è notevole, dell’or- l’altro, ma con la tensione e la tanze ideali, ma si può utilizza-
dine delle decine di ohm). corrente scambiati di ruolo. re, con le opportune cautele,
Quando utilizzare i charge- Mi spiego meglio: è noto che anche nei casi reali. Si noti che
pump? un condensatore inizialmente la corrente aumenta linearmen-
Ad esempio, per alimentare in scarico (V = 0), attraverso il te nel tempo e sale tanto più
duale un op-amp avendo a dis- quale facciamo scorrere una rapidamente quanto più è alta
posizione solo una tensione determinata corrente, non si la tensione di ingresso e quanto
positiva. carica “istantaneamente“, ma più è bassa l’induttanza. In
Gli alimentatori charge-pump aumenta gradualmente la sua figura 3 sono visibili i grafici
sono sicuramente più rumorosi tensione nel tempo. della corrente per varie indut-
dei lineari, ma molto meno di Per la “duale” induttanza, tanze e tensioni applicate.
uno switching magnetico, invertendo i ruoli di I e V, si
quindi sono preferibili per l’uti- ottiene che, partendo inizial- Quanta energia possiamo
lizzo in circuiti sensibili di bassa mente con corrente nulla (I = immagazzinare nel nostro “ser-
potenza. 0), e applicando ai capi una batoio” magnetico? Vedremo
tensione, la corrente non che anche questo parametro è
ALIMENTATORI SWITCHING varierà “istantaneamente” ma molto importante nei futuri cal-
“MAGNETICI” aumenterà gradualmente nel coli di progetto; senza troppe
Gli switching di tipo magneti- tempo. La formula 2 sintetizza spiegazioni, prendete per
co utilizzano come “serbatoio” quanto detto: buona la formula 3:

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Formula 3 39,6µJ. Questa energia riusci- inversione).


EL = 0,5 * L * IL2 rebbe ad alimentare il nostro Ciascuna tipologia porta con
(EL in Joule, L in Henry, IL in carico di 1W, per la bellezza (!) se alcuni vantaggi e svantaggi,
Ampere) di circa 40µs. Ma poiché la pre- ed è caratterizzata da differen-
rogativa degli alimentatori swit- ti formule di progetto.
Ricordate che 1 Joule = 1 Watt / ching è quella di ricaricare que-
sec., cioè un induttore “carico” sto piccolo “serbatoio” magne- TIPOLOGIA BOOST
di 1J di energia magnetica, tico migliaia di volte al secondo, La tipologia boost (“incremen-
potrebbe alimentare un carico l’energia a disposizione del cari- tatore”) fornisce, come intuibile,
di 1 Watt per un tempo di 1 co aumenterà notevolmente. una tensione di uscita sempre
secondo. Per fare un esempio superiore a quella di ingresso.
grossolano ma che può darvi TIPOLOGIE DI ALIMENTATORI Questo è uno dei vantaggi degli
un’idea, consideriamo l’indut- SWITCHING “MAGNETICI” alimentatori switching messo in
tanza che useremo per il nostro Si intende per tipologia, una evidenza precedentemente. Lo
primo switching, una 220µH - particolare connessione degli schema di principio di un con-
0,6 Ampere max. (catalogo RS elementi magnetici e dei com- vertitore boost consiste di due
233-5235). “Caricandola” alla ponenti elettronici dell’alimen- interruttori, un’induttanza e un
massima corrente ammessa, l’e- tatore switching, che permette condensatore disposti come in
nergia immagazzinata sarà pari la trasformazione di tensione figura 4.
a: EL = 0,5 * 220 * 10-6 * 0,62 = (riduzione, incremento o Trascuriamo per questa puntata

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“flyback action” di tutte le


induttanze… chiaro a cosa serve
il diodo in antiparallelo alla
bobina di tutti i relé? (ad evitare
che all’apertura del relé, l’im-
provvisa inversione di polarità
danneggi il transistor di pilotag-
gio). Osservando il circuito nella
fase 2, si nota che la tensione di
uscita è pari alla somma della
tensione di ingresso e di quella
“generata” dall’induttanza, cioè
Figura 4: Schema di principio di un alimentatore switching di tipo boost.
in definitiva, una tensione mag-
giore di quella di ingresso. Il
condensatore C ha il compito di
livellare la tensione di uscita che
sarebbe altrimenti impulsiva,
come quella in uscita da un nor-
male diodo rettificatore connes-
so ad un trasformatore di rete.
Questo ciclo viene ripetuto
migliaia di volte al secondo. In
figura 5 è riportato il grafico
della corrente nell’induttanza.
In condizioni esterne stabili
(cioè con tensioni di ingresso e
Figura 5: Corrente nell’induttanza (tipologia boost) di uscita stabili e resistenza di
carico fissa) la corrente nell’in-
il sistema di controllo, e suppo- 0, chiudiamo l’interruttore 1 e duttanza oscilla sempre tra due
niamo che tutti i componenti apriamo l’interruttore 2 (la linea valori, minimo e massimo, ben
siano ideali, cioè che l’induttan- tratteggiata in figura sta a signi- definiti e fissi, come nella figura
za abbia una resistenza in conti- ficare che il comando è simulta- 5. Se questi limiti variassero,
nua RL pari a zero, il condensa- neo). Come sappiamo, la cor- nonostante le condizioni esterne
tore non abbia “perdite” (parle- rente IL nell’induttanza inizierà a stabili, il nostro switching avreb-
remo più avanti dell’ESR, crescere linearmente (fase 1). be qualche serio problema (cor-
Equivalent-Series-Resistance), gli Ad un certo istante t1, apriamo tocircuito, instabilità del sistema
interruttori abbiano resistenza l’interruttore 1 e chiudiamo l’in- di controllo, ecc.). La costanza
zero quando chiusi e resistenza terruttore 2: la corrente nell’in- di questi limiti implica che ∆IL
infinita quando aperti, senza duttanza inizierà a decrescere durante la fase 1 di crescita della
rimbalzi. (non può certo continuare a cre- corrente, deve essere uguale (in
Supponiamo di avere un carico scere all’infinito). Dalla formula valore assoluto) a ∆IL durante la
di 12 Ω collegato all’uscita, e ini- 2, una corrente che decresce fase 2 di diminuzione della cor-
zialmente VOUT = VIN = 12V, essen- (∆IL < 0), implica necessariamen- rente:
do l’interruttore 2 chiuso. Per la te VL < 0, perché sia ∆t che L |∆IL,FASE1| = |∆IL,FASE2|
legge di Ohm, la corrente che sono sempre positivi. In pratica cioè, utilizzando ancora la prima
scorre nel carico, attraversando ai capi dell’induttanza si avrà formula e considerando che L è
sia l’induttanza che l’interruttore un’improvvisa inversione di costante:
2, è pari a IL = 1A. All’istante t = polarità. Questa è la classica |VL,FASE1| * tFASE1 = |VL,FASE2| * tFASE2

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Possiamo chiamare la fase 1 ching. Una precisazione va subi- mente utilizzato nella stragrande
come fase ON, in quanto è la to fatta: i diodi non sono control- maggioranza dei casi. Nella posi-
fase in cui è chiuso l’interruttore labili (essendo a due soli piedini), zione 1 occorre un interruttore
1; corrispondentemente chia- quindi non possono essere utiliz- comandato, e la scelta è fra SCR,
meremo la fase 2, fase OFF. zati in tutte le posizioni del cir- transistor a giunzione BJT,
Riscrivendo l’equazione prece- cuito. Per esempio, non possia- MOSFET e IGBT. Tralasciando gli
dente: mo utilizzare un diodo nella posi- SCR, ormai non più utilizzati
zione 1 del circuito di figura 4, in negli switching tradizionali, i tre
Formula 4 quanto l’induttanza sarebbe dispositivi rimanenti si dividono il
|VL,ON| * tON = |VL,OFF| * tOFF sempre collegata alla tensione di numero di applicazioni, con una
(VL in Volt, tensione ai capi di L) ingresso, la corrente aumente- forte prevalenza dei MOSFET. I
rebbe costantemente con conse- transistor BJT resistono in appli-
Questa è una fondamentale for- guente rottura del più debole tra cazioni ad alta tensione dove
mula che, sebbene derivata in induttanza, alimentatore di possono risultare i più economici
questo caso particolare, vale ingresso e diodo. Potremmo a parità di prestazioni, ed anche
per tutte le induttanze e per però tranquillamente utilizzarlo in applicazioni a bassa tensione
qualunque tipologia di swit- nella posizione 2, perché durante dove non è disponibile “l’alta”
ching. il periodo ON, quando è chiuso tensione di pilotaggio richiesta
l’interruttore 1, l’anodo è a dai MOSFET. Gli IGBT sono di
INTERRUTTORI NEGLI massa (e quindi il diodo non con- preferenza utilizzati per potenze
ALIMENTATORI SWITCHING duce comportandosi quasi esat- elevate, dell’ordine dei kW o più.
Nella pratica, cosa si usa come tamente come un circuito aper- Per i nostri circuiti useremo quin-
interruttore? La risposta è molte- to), mentre durante il periodo di MOSFET e BJT. Una precisazio-
plice, infatti si possono utilizzare: OFF, quando la sovratensione ne importante: un interruttore
diodi (tradizionali e schottky), dell’induttanza si mette in serie ideale ha solo due stati stabili:
SCR, transistor bipolari BJT (NPN alla tensione di ingresso, fa pas- ON oppure OFF. Nello stato ON
e PNP), MOSFET, IGBT, dipen- sare la corrente verso l’uscita la tensione ai suoi capi vale zero,
dentemente dalla posizione nel (comportandosi approssimativa- mentre la corrente può assumere
circuito (e quindi dalla tipologia) mente come un circuito chiuso). qualsiasi valore. La potenza dissi-
e dalle caratteristiche dello swit- Il diodo nella posizione 2 è real- pata dall’interruttore in questo

Figura 6: Progetto boost – parte di potenza.

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stato è quindi: Ho usato un MOSFET a canale N e calcolo della massima poten-


PDISS,ON = VON * ION = 0 * ION = 0 di tipo IRF620 come interruttore za di ingresso
Analogamente, nello stato OFF, comandato 1, ed un diodo È una stima perché non sappia-
la tensione ai capi dell’interrut- Schottky 1N5818 come inter- mo a priori quanto sarà efficien-
tore può essere qualsiasi ma la ruttore automatico 2. te il nostro switching.
corrente che scorre è zero: È ovvio che potete utilizzare Sceglieremo quindi un valore a
PDISS,OFF = VOFF * IOFF = VOFF * 0 = 0 qualsiasi altro componente di piacere compreso tra il 70 e 90%,
Un MOSFET e un BJT non sono caratteristiche simili. calcoleremo tutti i parametri e
un interruttore ideale, ma lo Esempi di alternative per il alla fine verificheremo se la scelta
approssimano abbastanza bene MOSFET: IRF510, BUZ73, iniziale era corretta: in caso con-
se fatti lavorare in saturazione BUZ32, IRF640, IRF540, in prati- trario ripeteremo il calcolo con il
ed in interdizione, avendo cura ca qualunque NMOS con corren- nuovo valore di η. Di qui il nome
di evitare la zona attiva, dove sia te max. di drain uguale o supe- del procedimento iterativo.
V che I sono diversi da zero, e riore a 4A e tensione max. di Tanto per cominciare, è eviden-
quindi la dissipazione è alta. drain uguale o superiore a 30V. te che la potenza assorbita in
Questa “accortezza” è di impor- Per il diodo: 1N5819, 1N5821 ingresso sarà sicuramente mag-
tanza fondamentale per realiz- (no 1N5820 e 1N5817 perché giore di quella fornita in uscita.
zare switching ad alta efficienza. sopportano solo 20V di tensione Ricordate la formula 1?
inversa), MBR160, SS14 (SMD). η = POUT / PIN * 100
IL PROGETTO, FINALMENTE La resistenza R1 ha il compito di da questa si ricava:
Vediamo ora di mettere in prati- tenere spento il MOSFET qualo- PIN = POUT / η * 100
ca le poche nozioni (sono solo ra non fosse collegato il circuito Scegliendo η = 80%, otteniamo:
quattro formulette!) che ho pre- di pilotaggio presentato nelle PIN,MAX = 2,88 / 80 * 100 = 3,6W
sentato. pagine successive. Il condensa-
Realizzeremo un alimentatore di tore C1 diminuisce il ripple di PASSO 3 - calcolo della massi-
tipo boost, quindi con VOUT > VIN, corrente richiesto all’ingresso, ma corrente di ingresso
senza alcun circuito di controllo mentre il ponticello JP1 permet- Semplice:
della tensione di uscita. te di misurare la corrente media IIN,MAX = PIN,MAX / VIN
Nonostante questo, e a patto di assorbita collegando al suo Nel nostro caso:
soddisfare alcune condizioni, la posto un amperometro. IIN,MAX = 3,6 / 12 = 0,3A = IAVG
tensione di uscita è molto sta- Notate che nella tipologia boost
bile al variare del carico! Non è Parametri di progetto questa è la stessa corrente che
stabile al variare della tensione desiderati: scorre nell’induttanza.
di ingresso, anzi in realtà questo VIN = +12V Un momento: abbiamo detto
circuito è un moltiplicatore x2 VOUT = +24V che la corrente nell’induttanza
della tensione di ingresso. Per IOUT = 0,12A max. sale e scende nelle due fasi ON e
questo primo progetto i para- OFF!
metri saranno a tolleranza zero, Possiamo definire il metodo di Tranquilli, quella che abbiamo
cioè non considereremo varia- calcolo usato, “bilancio di calcolato è solo la corrente
zioni dei valori dei componenti, potenza iterativo”. media IAVG che viene assorbita
per non confondere troppo le dall’ingresso (ad essere precisi, è
idee. Gli effetti delle tolleranze PASSO 1 - calcolo della massi- la corrente RMS, ma la differen-
dei componenti sui calcoli ma potenza di uscita za in questo caso è trascurabile,
saranno affrontati successiva- POUT,MAX = VOUT * IOUT,MAX l’errore è inferiore al 4%).
mente. Lo schema della parte di Nel nostro caso:
commutazione (o “di potenza”) POUT,MAX = 24 * 0,12 = 2,88W PASSO 4 - calcolo del duty-
del nostro primo switching è cycle a regime
riportata in figura 6. PASSO 2 - stima dell’efficienza Abbiamo già detto che il nostro

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corso, di 100-200kHz. Sotto ai


15kHz sono necessarie indut-
tanze molto grandi e c’è il
rischio di un “fischio” udibile
dall’alimentatore.
Sopra ai 200kHz entrano in
gioco in maniera evidente le
perdite magnetiche, l’effetto
pelle nei conduttori in rame e
altri fattori.
Dal calcolo del duty-cyle abbia-
mo, per la corrente attraverso
l’induttore, un grafico simmetri-
Figura 7: Corrente nell’induttore, intorno al valore medio 0,3A, ripple variabile. co (per il 50% del tempo la cor-
rente sale, per il rimanente 50%
switching funziona a due fasi, 12 * tON = 12 * tOFF scende), con centro intorno a
riferite all’interruttore 1: ON e cioè 0,3A, che è la corrente media
OFF. Calcoliamo il duty-cycle a tON = tOFF assorbita dall’ingresso. Di grafici
regime, cioè il periodo ON e quindi con queste caratteristiche ne esi-
rispetto al totale del ciclo duty-cycle = tON/(tOFF+tON) = 50% stono però infiniti, vedi figura 7.
(ON+OFF), usando l’importan- Ciò che cambia tra queste
tissima formula 4: PASSO 5 - scelta della frequen- curve, tutte centrate intorno alla
|VL,ON| * tON = |VL,OFF| * tOFF za di commutazione e dell’in- corrente media, è l’ampiezza del
VL,ON è la tensione ai capi dell’in- duttanza “ripple” di corrente picco-picco.
duttanza durante la fase ON. Se La frequenza di commutazione Questo determina il cosiddetto
supponiamo che l’interruttore 1 è praticamente a piacere, in carico critico o minimo dell’ali-
sia perfetto, VL,ON = 12V. VL,OFF è la quanto esistono infinite coppie mentatore, sotto al quale l’ali-
tensione ai capi dell’induttanza induttanza-frequenza che forni- mentatore è instabile o meglio
durante la fase OFF. Se suppo- scono in prima approssimazio- lavora in modo discontinuo. Nel
niamo che l’interruttore 2 sia ne lo stesso risultato. Si parte da nostro caso non verrebbe più
perfetto, VL,OFF = 24 – 12 = 12V. un minimo assoluto di 15kHz, garantita la tensione di uscita
Quindi: fino ad un massimo per il nostro stabile a +24V. La spiegazione è
la seguente: supponiamo di sce-
gliere il grafico in rosso nella
figura 7. In questo caso il ripple
è pari al 200% del valore medio,
e cioè 0,6A. Se la corrente assor-
bita dal carico fosse esattamente
pari al massimo, lo switching si
troverebbe in una situazione di
stabilità. Supponiamo ora che la
corrente di carico si dimezzi.
Teoricamente anche la corrente
media nell’induttore dovrebbe
scendere alla metà di 0,3A =
0,15A, con sovrapposto lo
Figura 8: Corrente nell’induttore con ripple = 50%, a carico max. e min.
stesso ripple di 0,6A in quanto
dalla Formula 2, se la frequen-

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za di switching e L sono e applicandola alla sola fase ON circa 180kHz.


costanti, il ripple è costante. In (si può anche applicare alla sola
teoria quindi, dal grafico la cor- fase OFF, non cambia nulla in PASSO 6 - stima (o misura)
rente dovrebbe scendere sotto quanto sappiamo che ∆IL nelle delle perdite dissipative
lo zero, ma questo è chiaramen- due fasi deve essere uguale ed Per mancanza di spazio presen-
te impossibile in quanto non opposto): terò il metodo di calcolo nella
può scorrere corrente verso l’ali- tON = L * ∆IL / VL = L * 0,15 / 12 = prossima puntata, per ora
mentatore/batteria di ingresso = L * 0,0125 accontentatevi dei risultati
(c’è il diodo). Accade invece che pronti.
la tensione di uscita aumenterà, Come ho anticipato, per l’in- PERDITE NEL DIODO, NEL
per far si che anche la corrente duttanza si deve effettuare un MOSFET E NELL’INDUTTANZA:
nel carico aumenti, e la corrente compromesso. Induttanze di 0,16W
media nell’induttanza arrivi a piccolo valore si “caricano”
0,3A. Le “piacevoli” conseguen- velocemente e quindi richiedo- PASSO 7 – calcolo dell’efficien-
ze per il carico le lascio alla no una frequenza di commuta- za e verifica della bontà della
vostra immaginazione. Questo è zione più alta e viceversa. stima
ciò che accade realmente al Conviene utilizzare valori stan- È evidente che la potenza assor-
nostro primo circuito, senza dard per L e tabulare le fre- bita dall’ingresso è pari alla
controllo della tensione di usci- quenze che ne derivano (vedi somma della potenza erogata e
ta: senza carico la tensione sale tabella seguente). di quella dissipata:
fino a 50-60V!
Per questo motivo, un ripple Freq. switching
Induttanza L in µH Valore di tON in µs
pari al massimo (200%) non è fSW = (duty / 100) / tON
praticamente utilizzabile. In 220 2,750 182kHz
genere conviene scegliere un
ripple picco-picco pari a circa il 470 5,875 85kHz
20-50% della corrente media 1000 12,500 40kHz
nell’induttore. Scegliamo il
50% di ripple, cioè 0,15A pk-pk Le induttanze Panasonic della PIN = POUT + PDISS
(50% di 0,3A). serie ELC08 (reperibili sul catalo- Quindi, dalla formula 1:
A massimo carico, la corrente go RS) sopportano le seguenti η = POUT / PIN * 100 = 2,88 / (2,88
massima nell’induttore sarà correnti massime: + 0,16) * 100 = 94,7%
pari a 0,3 + 0,15 / 2 = 0,375A L’efficienza calcolata è diversa
mentre la corrente minima sarà Induttanza Corrente (maggiore) di quella ipotizzata.
0,3 - 0,15 / 2 = 0,225A, come L in µH massima in A Si possono quindi reiterare i cal-
in figura 8. 220 0,6 coli, partendo dal PASSO 2, e
utilizzando questo nuovo valore
470 0,4
Da questa figura è immediato per l’efficienza. Tuttavia il cir-
calcolare la specifica di corrente 1000 0,3 cuito è perfettamente funzio-
minima di uscita per l’alimenta- nante anche mantenendo
tore. Questa sarà pari alla corren- L’induttanza da 1000µH è sot- conservativamente l’efficienza
te massima di uscita, per il ripple todimensionata, la 470µH è al al 80%. La sola differenza è che
appena scelto in %, diviso 2: limite, la 220µH è accettabile la scarsa ottimizzazione potreb-
IOUT,MIN = 0,12 * 50% / 2 = 0,03A come corrente massima sebbe- be portare alla scelta di compo-
ne richieda una frequenza di nenti sovradimensionati. In caso
Proseguiamo con i calcoli, ricor- switching abbastanza elevata. contrario, cioè se l’efficienza cal-
dando la formula 2: Scegliamo quindi la 220µH, colata fosse inferiore a quella sti-
∆IL = (VL / L) * ∆t fatta lavorare alla frequenza di mata, sarebbe obbligatorio

9
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ripetere i calcoli. Possiamo considerare un ripple suoi capi varierà di:


pari a 100mV picco-picco come ∆V = ∆Q / C
PASSO 8 - calcolo del conden- massimo tollerabile per le appa- La quantità di carica prelevata o
satore di uscita (preliminare) recchiature elettroniche. fornita ∆Q è pari alla corrente I
Nella tipologia boost, abbiamo Tuttavia, se avete necessità di ali- per il tempo ∆t che dura il pre-
già notato che il condensatore mentare ad esempio un relé, lievo o la fornitura:
di uscita viene caricato solo potete tranquillamente aumenta- ∆Q = I * ∆t
durante il periodo tOFF e si scari- re questo valore anche a 1-2Volt Dalle precedenti equazioni si
ca sul carico nel periodo tON. e risparmiare sulle dimensioni e ottiene:
Non esiste quindi un flusso con- sul costo del condensatore. ∆V = I * ∆t / C, o meglio:
tinuo di corrente dall’ingresso La quantità di carica Q imma-
all’uscita, (a differenza di altre gazzinata in un condensatore C, Formula 5
tipologie) e occorre un conden- carico a tensione V, vale: C = I * ∆t / ∆V
satore di valore maggiore, a Q=C*V (C in Farad, I in Ampere, ∆t in
parità di altre caratteristiche. Il (Q in Coulomb, C in Farad, V in secondi, ∆V in Volt)
valore dipenderà dal carico e Volt).
dall’ammontare di ripple della Se si preleva o si fornisce una In tutte le tipologie, il calcolo
tensione di uscita tollerabile (da certa quantità di carica dal con- del condensatore di uscita si fa
non confondere con il ripple di densatore (cioè si assorbe o si generalmente analizzandone il
corrente nell’induttanza). fornisce corrente), la tensione ai comportamento nella fase ope-

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Figura 9: Progetto boost - circuito di pilotaggio, duty-cycle = 50%.

rativa più comoda, in quanto è C = 0,12*2,75*10-6/0,1 = 3,3µF 555, in versione CMOS e confi-
ovvio che il ripple di tensione è gurazione astabile. Avendo
identico e opposto nelle due fasi NOTA: poiché l’avevo disponibile, necessità di un duty-cycle pari al
ON e OFF (se così non fosse la ho utilizzato un condensatore 50%, ho utilizzato la configura-
tensione di uscita salirebbe elettrolitico da 10µF, del tipo zione in figura invece di quella
all’infinito o scenderebbe a LOW-ESR/105°. Non utilizzare più classica con due resistenze
zero). Nella tipologia boost con- condensatori elettrolitici tradizio- RA e RB. Per aumentare la corren-
viene utilizzare la fase ON, nali (85°)! Mi aspetto in questo te di uscita (ne vedremo il moti-
durante la quale l’interruttore 2 caso un ripple ridotto a un terzo vo nelle prossime puntate), ho
(diodo D1) è aperto, e quindi il (in quanto ho triplicato la capaci- usato un push-pull inseguitore
condensatore si scarica sul cari- tà), cioè circa 30mV picco-picco. di emettitore a transistor com-
co. Sappiamo già che il tempo plementari di tipo BC337 o
tON è pari a 2,75µs, sostituendo CIRCUITO DI PILOTAGGIO BC327.
∆V = 0,1V e I = 0,12A si ottiene Il circuito di pilotaggio, visibile Al solito, può essere utilizzata
dalla formula 5: in figura 9, è basato sul noto qualunque coppia di transistor

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BERNARDUCCI-impaginato 16-11-2004 10:13 Pagina 35

Corrente
Potenza Resistenza di Tensione di Potenza fornita Efficienza
assorbita a
assorbita [W] carico [Ω] uscita [V] [W] η [%]
Vin = 12V [A]
0,242 2,904 200 23,46 2,752 94,8
0,163 1,956 300 23,77 1,883 96,3
0,123 1,476 400 23,92 1,430 96,9
0,071 0,852 700 24,06 0,827 97,1
0,065 0,780 800 24,53 0,752 96,4
0,065 0,780 900 26,02 0,752 96,4
0,068 0,816 1000 28,10 0,790 96,8

come 2N2222 o 2N2904, righe, per carichi inferiori al le vostre supposizioni.


BC847 o BC857, eccetera. Il minimo (resistenza maggiore di
trimmer RV1 permette la regola- 800Ω), la tensione di uscita CONCLUSIONE
zione della frequenza di com- salga, come previsto, ben oltre i Concludo esortandovi a prova-
mutazione entro ampi margini 24V nominali. Se volete provare re altri circuiti di tipo boost,
per dare la possibilità di provare carichi ancora minori, fate atten- variando la frequenza di swit-
vari circuiti. zione a non superare la tensione ching, l’induttanza e la tensio-
Per il montaggio dei circuiti è massima sopportabile dal con- ne di ingresso, rimanendo per
sufficiente una basetta millefori, densatore di uscita, dal diodo quest’ultima nel range 8-18V
a patto di ridurre al minimo la e/o dal mosfet. (attenzione che alcune versioni
lunghezza dei collegamenti tra Per concludere in figura 10 ho CMOS del 555 sopportano al
induttanza, MOSFET, diodo e riportato il ripple della tensione massimo 15V).
condensatori. Il circuito di pilo- di uscita (ovviamente con l’oscil- La prossima puntata sarà dedi-
taggio non è assolutamente cri- loscopio in AC). cata al calcolo delle perdite
tico. Prima dell’accensione, Ma il ripple picco-picco è di circa negli alimentatori switching, e
ricordate di collegare in uscita 750mV invece dei 30mV previsti! ad un semplice circuito di con-
un carico, ad esempio una resi- Per la spiegazione vi rimando trollo per il boost appena rea-
stenza di 2-3W, di valore pari o alla prossima puntata, fate pure lizzato.
inferiore a:
RMIN = VOUT / IOUT,MIN = 24 / 0,03 =
= 800 Ω

MISURE SUL CIRCUITO


L’efficienza misurata a massimo
carico è risultata pari al 95%.
Ricordate che, ai fini dei calco-
li di progetto, l’efficienza va
misurata considerando solo la
parte di potenza, e non il cir-
cuito di pilotaggio (usare l’am-
perometro in JP1 di figura 6). Le
prove con carico variabile hanno
fornito i risultati riportati nella
tabella in alto.
Figura 10: Progetto boost – ripple di tensione di uscita.
Notate come nelle ultime due

12
BERNARDUCCI - TEORIA 15-12-2004 17:48 Pagina 78

Seconda parte
Controllo della
tensione di uscita
Alimentatori
switching:

N ella prima puntata SISTEMI DI CONTROLLO:


GENERALITÀ
abbiamo realizzato un Come risolvere i tre problemi precedenti?
semplice alimentatore switching Semplice, utilizzando un classico sistema a
retroazione che continuamente effettua una
di tipo “boost”, senza controllo
comparazione, cioè calcola l’errore, tra la ten-
della tensione di uscita. sione di uscita reale ed una tensione di riferi-
In questo secondo appuntamento mento stabile, e utilizza questa informazione
per intervenire in qualche modo su alcuni
forniremo il nostro “boost” di tale, parametri del circuito.
necessario, controllo. In figura 2 potete vedere un semplice schema
di principio.
In più, ci addentreremo un poco
nella teoria delle perdite di Il modo in cui si interviene sui parametri del
circuito per stabilizzare la tensione di uscita,
energia negli switching, sempre
individua una particolare tipologia del siste-
affiancando la teoria a misure ma di controllo (da non confondersi con le
pratiche. tipologie degli switching che abbiamo tratta-
to nella prima parte).
Nel nostro corso ci limiteremo a tre tipologie
di controllo:
INTRODUZIONE
(Ri)partiamo dal circuito “boost” 12V → 24V, ■ PSM o PFM: Pulse Skip Modulation o Pulse
presentato nella prima puntata, il cui schema Frequency Modulation, traducibili in
elettrico completo è replicato in figura 1. Modulazione a “Salto dell’Impulso”, e a
“Frequenza dell’Impulso”, che sono due
Ricorderete forse che questo circuito è in real- denominazioni diverse per la stessa tipologia.
tà un moltiplicatore x2 della tensione di ■ PWM: Pulse Width Modulation o Modulazione
ingresso, quindi se varia la tensione di ingres- a Larghezza di Impulso, che si divide a sua
so, varia anche la tensione di uscita. volta in due categorie:
Non solo: all’aumentare del carico dal mini- ■ PWM Voltage Mode

mo al massimo, la tensione di uscita varia di ■ PWM Current Mode

circa il 4%: poco, ma sempre molto di più


rispetto allo zero-virgola-percento dei regola- Inizieremo ovviamente dal sistema più sem-
tori lineari. plice, cioè il PFM.
Per finire, se si scollega il carico, la tensione di
uscita sale a livelli elevati con ovvie (anche SISTEMI DI CONTROLLO:
esplosive!) conseguenze per i componenti PFM/PSM
elettronici. Questo sistema utilizza il risultato della com-
13
BERNARDUCCI - TEORIA 15-12-2004 17:48 Pagina 79

Controllo della
tensione di uscita

Figura 1 “boost” 12V → 24V, 2,88W

parazione tra la tensione di uscita e la tensio- pulso di commutazione che arriva al MOSFET
ne desiderata, per decidere quando attivare variasse rispetto a quella a pieno carico,
la commutazione dello switching. In pratica, quando tutti gli impulsi attivano il MOSFET.
se la tensione di uscita è corretta oppure è Analogamente, la sigla PSM indica che il cir-
troppo alta, disattiva la connessione tra P1 e cuito “salta” alcuni impulsi, cioè non attiva il
P2 di figura 1, spegnendo a tutti gli effetti lo MOSFET, tra diversi impulsi attivi (cioè che
switching. accendono il MOSFET).
In caso contrario, cioè se la tensione di usci- Realizzeremo il nostro sistema PFM per
ta è minore di quella desiderata, attiva la mezzo di un comparatore duale di facile
connessione tra P1 e P2. Si nota subito che reperibilità, del tipo LM393, usato solo per
sia la frequenza dell’oscillatore 555 che il suo metà, e collegando l’altra inutilizzata in
duty-cycle non sono influenzati. È evidente modo da evitare oscillazioni. Lo schema del
che il modo in cui viene realizzato il con- semplice circuito di controllo è riportato in
trollo è un semplice ON/OFF di tutto lo figura 3.
switching, inteso come parte di potenza,
cioè la parte a destra di figura 1. Il vantaggio
fondamentale di questa tipologia di control-
lo è la sua estrema semplicità ed economici-
tà. Per spiegare il nome PFM, consideriamo
che, con basso carico di uscita, lo switching
è spento per la maggior parte del tempo, e
solo ogni tanto viene acceso per ricaricare il
condensatore di uscita e ripristinare la tensio-
Figura 2 Schema di principio di un sistema di controllo
ne. Quindi è come se la frequenza dell’im-
14
BERNARDUCCI - TEORIA 15-12-2004 9:48 Pagina 80

Il circuito integrato 78L05 costituisce il riferi- Notate che l’uscita del comparatore LM393 è
mento di tensione (Vref della figura 2). Anche di tipo open-collector, cioè chiude verso massa
se non eccelso come stabilità e consumo di quando V(-) è maggiore di V(+), ed è un circui-
corrente (cioè la corrente che assorbe interna- to aperto (con impedenza “infinita”) quando
mente per funzionare), è sufficiente per i nostri V(+) è maggiore di V(-).
scopi. Questa caratteristica ci permette di implemen-
Chi volesse può sostituirlo con circuiti integra- tare molto facilmente l’ON/OFF della parte di
ti di riferimento come gli LM385/LM336 ma potenza, come richiesto dal circuito di control-
anche, perché no, con un diodo zener e relati- lo PFM, collegando l’uscita del comparatore
va resistenza di caduta. In ogni caso, sul pin al pin 5 dell’oscillatore 555. Infatti, se la ten-
non invertente del LM393 ci sarà una tensione sione di uscita è maggiore di quella desiderata,
di riferimento di 5V. all’uscita del LM393 la tensione è circa pari a
Le resistenze R4, RV2 e R5 dividono la tensione 0V, quindi anche il comparatore interno al
di uscita per adattarla a quella del riferimento. 555, collegato al RESET del flip-flop (vedi sche-
L’utilizzo di una tensione di riferimento più ma del 555 in figura 1), è sempre attivo, l’usci-
bassa di quella d’uscita, e quindi la necessità di ta del 555 è a 0V e l’oscillatore è fermo.
attenuare quest’ultima, è una prassi usata pra- Non appena la tensione di uscita scende sotto
ticamente in tutti gli alimentatori. A seconda al valore di riferimento, l’uscita del LM393
della regolazione del trimmer RV2, si ottiene in diventa ad alta impedenza, e quindi l’oscillato-
uscita una tensione stabilizzata variabile da un re 555 funziona normalmente alla frequenza e
minimo di 12V (ricordate che un boost non duty-cycle stabiliti. Ritengo che questa scelta
può fornire una tensione minore di quella di sia semplice ed efficace, rispetto all’aprire e
ingresso) fino a 24V (a carico massimo) o chiudere la connessione tra P1 e P2, che pre-
anche più (per carichi minori). La formula di senta diverse complicazioni.
calcolo si ottiene a partire dalla situazione di
equilibrio agli ingressi del comparatore, cioè CIRCUITO STAMPATO
quando V(+) è uguale a V(-), applicando le Di questo switching boost, completo di circui-
note proprietà dei partitori resistivi di tensione: to di controllo PFM, ho realizzato un semplice
circuito stampato, riportato in figura 4, con il
V(+) = 5 programma Sprint Layout 4.0. Il relativo file
V(-) = VOUT * (RV2 + R4) / (RV2 + R4 + R5) .LAY è scaricabile dal sito di Fare Elettronica. Se
realizzerete questo stampato, ricordatevi di
Eguagliando questi termini ed isolando VOUT si montare il ponticello a lato di C3 e C7, che
ottiene:

VOUT = 5 * (RV2 + R4 + R5) / (RV2 + R4)

Regolando il trimmer RV2 alla sua resistenza


minima (0 Ω) si ottiene la tensione massima
teorica:

VOUT,MAX = 5 * 18300 / 3300 = 27,7V

mentre regolandolo alla resistenza massima


(10kΩ) si ottiene la tensione minima teorica:
Figura 3 Schema del circuito di controllo PFM
VOUT,MIN = 5 * 28300 / 13300 = 10,6V
15
BERNARDUCCI - TEORIA 15-12-2004 12:51 Pagina 81

collega l’uscita di controllo dal comparatore Tensione di Tensione di


all’oscillatore. Carico
ingresso [V] uscita [V]

MISURE SUL CIRCUITO 10,8 nessuno 17,99


Variando il trimmer RV2 dal massimo al mini- 10,8 200Ω 17,95
mo, senza carico in uscita (a parte quello costi-
13,2 nessuno 18,02
tuito da R4, R5 e RV2), ho ottenuto per la ten-
sione di uscita i seguenti valori: 13,2 200Ω 18,04

VOUT,MIN = 11,9V burst (che si ripercuote anche sul ripple di usci-


VOUT,MAX = 28,4V ta e sui disturbi emessi dallo switching) varia
enormemente.
in buon accordo con i valori calcolati, conside- Ricordate che tutto ciò che è a spettro stretto
rando le tolleranze delle resistenze (5%), del (cioè che occupa un piccolo range di frequen-
trimmer (10%) e del 78L05 (5%). ze, o meglio “un’unica” frequenza), è facil-
Regolando la tensione di uscita al valore inter- mente filtrabile, e viceversa. Nonostante que-
medio di 18V, variando il carico dal minimo al sto svantaggio, per l’estrema semplicità del cir-
massimo, e la tensione di ingresso da 10,8V a cuito PFM è stato implementato in una grande
13,2V (cioè 12V ± 10%), ho ottenuto per la quantità di circuiti integrati commerciali, tra i
tensione di uscita i valori in tabella: quali:
Ciò corrisponde ad una variazione totale di
circa lo 0,3%, rispetto al 4% calcolato nella ■ MC33063/MC34063 della ON Semiconductor
prima puntata, in assenza del circuito di con- (universale)
trollo. In figura 5 ho riportato una schermata ■ LM78S40 della National e di altre case
dell’oscilloscopio che mostra il funzionamento (universale)
del circuito di controllo, regolato alla tensione ■ LM3578 della National (universale)
di uscita di 18V, con carico pari a 200Ω. ■ LM2621 della National (solo boost)

Nella traccia 1 è visibile l’uscita del comparato- Dopo tutta questa pratica e misure, riprendia-
re LM393 (collegata al pin 5 dell’oscillatore mo un poco di teoria: parliamo delle perdite di
555), mentre nella traccia 2 è visualizzato il potenza negli alimentatori switching.
segnale di gate del MOSFET. Notare che quan-
do l’uscita del LM393 è bassa, nessun impulso PERDITE (LOSSES) NEGLI
arriva al gate del MOSFET, come volevasi otte- ALIMENTATORI SWITCHING:
nere per il circuito di controllo PFM/PSM. Nella GENERALITÀ
traccia 2 è visibile un breve impulso iniziale più Cosa si intende per perdite negli alimentatori
corto, seguito da serie successive di quattro switching?
impulsi standard da 2,8µs (180kHz al 50% di Tutte le dissipazioni di potenza non utili,
duty-cyle). Aumentando la resistenza di carico dovute alla non idealità dei componenti
a 300Ω, otteniamo l’oscillogramma: elettronici che costituiscono il circuito. Per
È interessante notare che ora, sul gate del fare un esempio, nella prima puntata abbiamo
MOSFET, sono presenti serie costituite da soli visto che un interruttore, per essere ideale,
due impulsi standard (più due brevi), e anche deve avere resistenza nulla quando chiuso
il periodo di ripetizione dei burst è variato da (cioè caduta di tensione ai suoi capi nulla) e
circa 44µs a 38µs. Questo fatto rappresenta il resistenza infinita quando aperto (cioè corren-
più grave svantaggio di questa tipologia di te che scorre pari a zero). Avevamo espresso
controllo: al variare del carico, la frequenza dei questo concetto con le formule:
16
BERNARDUCCI - TEORIA 15-12-2004 9:48 Pagina 82

Figura 4a 4b Circuito stampato “boost” 12V → 12÷24V con circuito di controllo PFM

PERDITE NEGLI ALIMENTATORI


SWITCHING: CONDENSATORI
Ricordate il grafico dell’oscilloscopio della scor-
sa puntata? A fronte di un ripple di tensione
teorico di circa 30mV, quello reale era di circa
750mV, ben 25 volte tanto. Adesso posso dare
una spiegazione: se ricordate, avevo ipotizzato
che il condensatore di uscita fosse ideale. Nella
realtà un condensatore è approssimabile con la
rete riportata in figura 7.
Si noti la resistenza in parallelo, in genere di
Figura 5 Oscillogramma del circuito di controllo PFM, VOUT = 18V, valore elevato (da MΩ a GΩ), l’induttanza
carico = 200Ω
(valore dell’ordine dei nH) ed un’altra resisten-
za in serie (pochi ohm o frazioni di ohm). La
PDISS,ON = VON * ION = 0 * ION = 0 (nello stato ON) resistenza in parallelo indica la perdita nel con-
PDISS,OFF = VOFF * IOFF = VOFF * 0 = 0 (nello stato OFF) densatore dovuta all’autoscarica, legata a sua
volta a difetti del dielettrico. Questo parametro
Qualsiasi deviazione dall’idealità, anche solo viene in genere indicato equivalentemente con
per un breve transitorio, comporta PDISS > 0 e di il cosiddetto angolo di perdita δ (o con la sua
conseguenza, una riduzione dell’efficienza e tangente). Tuttavia, considerando che ai capi
un aumento del calore generato. del condensatore di uscita ci saranno sempre
delle resistenze di valore molto più basso (ad
esempio quelle di partizione della tensione di
uscita, e lo stesso carico) la possiamo trascura-
re. L’induttanza in serie è causata dai terminali
del condensatore e/o dagli elettrodi avvolti a
spirale nel caso di condensatori elettrolitici:
possiamo trascurare anche questa. Resta solo
la resistenza in serie, che non possiamo trascu-
rare e che prende il nome di ESR - Equivalent
Series Resistance e che, purtroppo, non è sta-
bile ma varia con la temperatura e con la fre-
Figura 6 Oscillogramma del circuito di controllo PFM, VOUT = 18V,
quenza. Per il nostro corso, quindi, lo schema
carico = 300Ω
equivalente del condensatore sarà:
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Quali sono gli effetti, ovviamente negativi, C = 0,12 * 2,75 * 10-6 / 0,05 = 6,6µF
dell’ESR?
Fondamentalmente tre: Il ripple dovuto all’ESR costituirà l’altra metà
del totale, cioè ancora 50mV. La formula per il
■ Aumento del ripple di uscita. calcolo dell’ESR... è la legge di Ohm:
■ Dissipazione di energia all’interno del con-
densatore e quindi perdita di efficienza. Formula 2
■ Aumento della temperatura interna del con-
densatore e quindi riduzione della vita dello ESR = ∆V / ∆I
stesso.
(ESR in Ohm, ∆I in Ampere, ∆V in Volt)
D’ora in avanti dovremo quindi inserire l’ESR sia
nel calcolo del condensatore di uscita (PASSO 8 dove ∆I è il massimo “salto” di corrente che
della prima puntata) che nel calcolo dell’effi- attraversa il condensatore. Nella figura 9 è
cienza generale. Riscriviamo perciò la procedu- riportato il grafico della corrente che scorre nel
ra di calcolo del condensatore di uscita. condensatore di uscita:
Ricordate che le definizioni di fase ON e fase
PASSO 8 - calcolo del condensato- OFF si riferiscono all’interruttore principale
re di uscita (tipologia boost) (cioè il MOSFET Q3 nello schema). Durante la
Riporto la formula che fornisce il valore del fase ON, sappiamo che nessuna corrente scor-
condensatore di uscita necessario per un re attraverso il diodo verso il condensatore di
determinato ripple ∆V: uscita ed il carico.
Quindi il condensatore di uscita deve alimenta-
Formula 1 re il carico da solo, e sappiamo che il carico
assorbe al massimo 0,12A. Il segno negativo
C = I * ∆t / ∆V indica che tale corrente esce dal condensatore.
Alla commutazione tra fase ON e fase OFF, la
(C in Farad, I in Ampere, ∆t in secondi, corrente nell’induttanza è al suo massimo
∆V in Volt) (0,375A) e, passando attraverso il diodo, si
divide in due, in parte caricando il condensa-
Poiché bisogna tener conto del nuovo termine, tore ed in parte alimentando il carico. Quindi,
dovuto all’ESR, che contribuirà al ripple totale, all’inizio della fase OFF, la corrente nel conden-
imponiamo che il ripple dovuto alla capacità satore sarà pari a 0,375A (corrente totale)
(ideale) sia pari alla metà del totale, cioè meno 0,12A (corrente assorbita dal carico),
50mV. Avremo quindi bisogno di un conden- cioè 0,255A. Questa corrente decrescerà fino
satore pari a: al valore di 0,105A alla fine della fase OFF, tut-
tavia ai fini del calcolo del ripple dovuto all’ESR

Figura 7 Schema equivalente di un condensatore reale Figura 8 Schema equivalente semplificato di un condensatore reale

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BERNARDUCCI - TEORIA 15-12-2004 9:49 Pagina 84

riportato!), è solo ad una determinata frequen-


za (esempio: 100Hz-120Hz-100kHz-300kHz) e
ad una certa temperatura, quindi occorre
estrapolare il dato per adattarlo alla situazione
del nostro switching. Si può affermare che:

■ l’ESR aumenta con la temperatura: come


stima grossolana possiamo considerare che
raddoppi passando da temperatura ambien-
te alla massima operativa (85 o 105°).
Figura 9 Corrente nel condensatore di uscita, tipologia boost ■ l’ESR diminuisce con la frequenza, fino ad un
certo limite (centinaia di kHz) quando si sta-
va considerato il caso peggiore del “salto” di bilizza e/o riprende a salire: come stima
corrente, che avviene proprio nel passaggio da grossolana possiamo dire che passando da
fase ON a fase OFF e vale: 0,255 – (-0,12) = bassa frequenza (100-120Hz) ad alta fre-
0,375A, che guarda caso è proprio il valore di quenza (10-200kHz) l’ESR diminuisce di un
corrente massima nell’induttore. Ho comun- fattore 1,5.
que voluto calcolare in dettaglio questo risulta-
to in quanto può tornare utile per le altre tipo- Per fare un esempio, se dal datasheet di un
logie. Applicando finalmente la Formula 2 si condensatore di tipo 105°, leggiamo che l’ESR
ottiene: è pari a 1Ω alla temperatura di 25°C e a
120Hz, passando nel nostro caso alla frequen-
ESR = 0,05 / 0,375 = 0,133Ω za di 180kHz e ammettendo che la temperatu-
ra del condensatore non superi i 50°C (tempe-
È naturalmente possibile utilizzare un conden- ratura ambiente più surriscaldamento dovuto
satore con ESR minore di quello calcolato, o alla dissipazione di energia e alla vicinanza con
ancora mettere in parallelo più condensatori altri componente caldi):
identici, ma di ESR più alto, al fine di ridurre
l’ESR totale. Aumento dell’ESR dovuto alla temperatura (il
E’ ovvio infatti che l’ESR totale di più conden- termine tra parentesi quadre è l’interpolazione
satori in parallelo è pari al parallelo delle lineare del “raddoppio” dell’ESR):
relative ESR.
Tornando all’oscillogramma del ripple della ESR50° = ESR25° * [1 + (50 – 25) / (105 – 25)] =
puntata precedente, i 750mV picco-picco = 1,31Ω
erano quindi evidentemente dovuti a:
Diminuzione dell’ESR legata alla frequenza:
■ 30mV alla capacità pari a 10µF
■ 720mV all’ESR! ESRfinale = ESR50° / 1,5 = 0,87Ω.

Ne consegue che il condensatore elettrolitico A volte, invece dell’ESR, nei datasheet dei con-
utilizzato, pur se del tipo 105°, ha un ESR pari densatori sono riportate altre grandezze come
a 0,72 / 0,375 = 1,92Ω, valore abbastanza l’IMPEDENZA in Ω, oppure la CORRENTE DI
alto ma comune nei piccoli condensatori elet- RIPPLE MASSIMA in Ampere RMS. Nel caso
trolitici. dell’impedenza, potete tranquillamente consi-
Una volta calcolato l’ESR necessario, come sce- derarla identica all’ESR ed applicare le conside-
gliere il condensatore? razioni fatte poc’anzi.
Purtroppo l’ESR riportato nei datasheet (se La corrente di ripple, invece, è inversamente
19
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proporzionale all’ESR, cioè ad alte correnti di condensatore di soli 6,6µF, per ottenere lo
ripple corrispondono bassi valori di ESR e vice- stesso risultato per il ripple dovuto all’ESR
versa. Si applicano (inversamente) le stesse occorre un condensatore di ben 150µF! Ciò è
considerazioni sulle variazioni con la frequen- equivalente a dire che: in generale il ripple
za e la temperatura, già fatte per l’ESR. della tensione di uscita, nella tipologia
Tuttavia, mentre l’ESR ha conseguenze BOOST, è quasi totalmente dovuto all’ESR del
dirette sul ripple in uscita, la corrente di condensatore di uscita e solo in “piccola”
ripple massima sopportabile dal condensa- parte dal valore di capacità.
tore è solo un parametro da rispettare per
l’affidabilità e la durata dello stesso. Riepilogando la procedura di calcolo del con-
Vediamo ora come selezionare il condensatore densatore di uscita:
di uscita, a partire dalla corrente di ripple.
Calcoliamo quindi il valore efficace di que- 1. Calcolare l’ESR necessario a partire dalla
st’ultima. Senza dimostrazione, il valore RMS Formula 2, ipotizzando ∆V pari al 90% del
di una forma d’onda trapezoidale come quel- totale (quindi 90mV).
la di figura 9 è data dalla formula: 2. Scegliere un condensatore di uscita che
abbia un ESR inferiore a quello calcolato, o
Formula 3 mettere in parallelo due o più condensatori
con ESR maggiore.
IRMS = [(I12 + I22 + I1 * I2) * tOFF / (tON + tOFF) / 3]0,5 3. (Opzionale ma consigliabile per l’affidabili-
tà) calcolare il ripple di corrente con la
(IRMS, I1, I2 in Ampere) Formula 3 e verificare che sia inferiore al
massimo sopportabile dal condensatore
dove I1 e I2 rappresentano l’ampiezza dei scelto nella fase 2.
“lati” verticali della forma d’onda, evidenziati 4. Calcolare il ripple di tensione dovuto alla
in nero nella figura 9 e che valgono quindi capacità, con la Formula 1 e verificare che,
0,375A e 0,225A. Il termine tOFF / (tON + tOFF) è sommato a quello del passo 1, il ripple
adimensionale e vale 0,5 nel nostro caso. totale sia accettabile. In caso contrario ripe-
Sostituendo si ottiene: tere dal passo 1 ipotizzando un diverso ∆V.

IRMS =[(0,3752 + 0,2252 + 0,375 * 0,225) * 0,5 / 3]0,5 Anche in questo caso, come al solito, è possi-
bile utilizzare un condensatore leggermente
cioè, finalmente: sovradimensionato rispetto ai calcoli prece-
denti a scapito ovviamente del costo e dell’in-
IRMS = 0,214A gombro.

Un condensatore elettrolitico che fa al caso è il Calcoliamo ora la dissipazione di potenza nel


Panasonic serie FC 105°, da 150µ/35V (codice condensatore, dovuta all’ESR. Applichiamo la
RS 315-0704), che esibisce un ESR (anzi un’im- nota formula della dissipazione di potenza
pedenza) pari a 0,117Ω a 20°C (minore dei nelle resistenze:
0,133Ω richiesti) e con una corrente massima
di ripple pari a 0,555A, superiore a quanto PDISS,C = IRMS2 * ESR
richiesto ma utile a mantenere bassa la sua cioè, nel nostro esempio:
temperatura.
Notate come, mentre per limitare il primo ter- PDISS,C = 0,2142 * 0,117 = 5,3mW
mine del ripple (dovuto alla carica/scarica
della capacità, Formula 1) a 50mV basta un Noterete che questa è solo una piccola parte
20
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delle perdite totali, che avevamo stimato nella legato all’ESR (le linee praticamente verticali del
prima puntata pari a 0,16W, quindi possiamo grafico del ripple nella puntata precedente). Per
trascurarla (ma è sempre bene verificarla!). il contributo al ripple dovuto alla capacità idea-
le, dalla Formula 1, imponendo il valore del con-
TIPI DI CONDENSATORE densatore a 4,7µF, si ottiene per il ripple teorico:
Nella stragrande maggioranza dei casi, negli
alimentatori switching, come condensatori di ∆V = I * ∆t / C = 0,12 * 2,75 * 10-6 / 4,7 * 10-6 =
uscita e di ingresso sono utilizzati condensato- = 70mV
ri elettrolitici 105°.
Tuttavia in alcuni casi, dove è richiesto un pic- in perfetto accordo con la misura.
colo ingombro e/o alte correnti di ripple a
basse tensioni, sono utilizzati anche condensa-
tori al tantalio solido e addirittura ceramici.
Una “graduatoria” dei vari tipi di condensato-
re è riportata nella tabella sotto.

Per fare un esempio, considerando due con-


densatori della stessa capacità 1000µF/63V,
l’ESR per un tipo 2 vale 0,249Ω mentre per un
tipo 3 scende a 0,036Ω! Analogamente la mas-
sima corrente di ripple passa da 1,2A a 2,8A.
Per i tipo 4, come gli OS-CON della Sanyo, Figura 10 Ripple di tensione con condensatore di uscita poliestere
pensate che un piccolo 100µF/20V ha un ESR 4,7µF/250V

di 0,030Ω e una massima corrente di ripple di


ben 3,2A, il tutto in un contenitore di soli CONCLUSIONE
10mm di diametro! Nella prossima puntata presenterò la tipologia
Per fare una prova con un condensatore spe- buck ed un vero alimentatore riduttore da 12V
ciale, ho sostituito il condensatore di uscita a 5V, ad alta corrente, utile se dovete alimen-
elettrolitico 10µ/35V con un gigantesco polie- tare apparecchiature logiche a partire da una
stere da 4,7µF/250V ottenendo, a massimo batteria al Piombo come quella dell’automobi-
carico, l’oscillogramma di figura 10. le. L’alimentatore avrà il sistema di controllo
Nota bene: è necessario scollegare il circuito di PFM realizzato con un integrato commerciale,
controllo, perché il suo funzionamento a burst l’MC34063 della ON Semiconductor.
produce disturbi molto più elevati del ripple Infine, riprenderemo il discorso teorico parlan-
che vogliamo visualizzare. do di perdite nei diodi e negli interruttori
Nella figura 10 non è più visibile il contributo MOSFET e BJT.

Costo e qualità Tipo Condensatore Note


1 Elettrolitico 85° standard Non usare. Non è mai riportato l’ESR.

2 Elettrolitico 85° alta qualità Usare solo se viene riportato il valore di ESR.

3 Elettrolitico 105° standard Impiego universale.

4 Elettrolitico 105° speciale Bassissimo ESR. Usare in casi speciali.

5 Tantalio solido Bassissimo ESR. Usare in casi speciali. Bassa tensione.

5 Ceramico Bassissimo ESR. Usare in casi speciali. Bassa tensione.

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Alimentatori
switching:

I circuiti didattici che vi ho Un comune equivoco relativo ai MOSFET riguar-


da la loro presunta facilità di pilotaggio o equiva-
presentato finora avevano lentemente, l’assenza di assorbimento sul Gate.
lo scopo di introdurre con Questo è sicuramente vero in situazioni statiche,
cioè con VGS costante, basti pensare che la corren-
gradualità e semplicità la teoria
te di perdita tipica di un MOSFET si misura in
degli switching, e non hanno genere in nanoampere. La corrente di perdita
grosse applicazioni pratiche. viene definita nei datasheet come Gate-Source
Leakage Current ed indicata con IGSS. Tuttavia, così
È arrivato il momento di fare come succede nei circuiti integrati CMOS, duran-
sul serio! te le commutazioni, e sappiamo che negli swit-
ching ce ne sono decine/centinaia di migliaia al
Presenterò un alimentatore secondo, l’assorbimento sale notevolmente. Per
“buck” (riduttore di tensione), comprenderne i motivi, fate riferimento alla figu-
ra 1 che mostra il circuito equivalente di un
con tensione di uscita 5V ed
MOSFET a canale N utilizzato come interruttore:
una corrente massima di ben 4A.
Ma prima del piacere il dovere: Per un MOSFET a canale P basta invertire il senso
della freccia nel simbolo del MOS e la polarità del
andiamo avanti con la teoria diodo D. Il diodo D è per così dire “parassita”,
delle perdite di energia legato al processo di fabbricazione del MOSFET.
La sua presenza fa sì che il MOSFET non sia un
negli switching. interruttore ideale, che quando spento, sopporta
la tensione ai suoi capi, di qualunque polarità,
senza far scorrere corrente. È evidente infatti che
PERDITE NEGLI ALIMENTATORI il MOSFET a canale N riesce a bloccare, quando
SWITCHING: MOSFET spento, solo tensioni positive del Drain rispetto al
Come sapete, il MOSFET è un dispositivo atti-
vo a tre terminali con pilotaggio in tensione,
a differenza del transistor bipolare che richie-
de un pilotaggio in corrente. Tralascerò le
spiegazioni relative al funzionamento del
MOSFET come amplificatore lineare, perché
negli alimentatori switching verrà utilizzato
solamente in saturazione ed in interdizione, e
mai in zona attiva.
Nella Tabella 1 vi riepilogo le principali carat-
teristiche dei MOSFET usati come interruttori, Figura 1 circuito equivalente (I) di un MOSFET a canale N usato
come interruttore
per le spiegazioni continuate a leggere.
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Le perdite
di energia
Source; viceversa la corrente scorre dal Source al dalle seguenti relazioni:
Drain attraverso il diodo. È una prova interessan-
te che potete fare collegando il polo positivo di un Ciss = Cgs + Cgd
alimentatore a 5-10V, tramite una resistenza da (Input Capacitance, capacità di ingresso)
100-1000Ω, al Gate e Source cortorcircuitati tra Crss = Cgd
loro. Il polo negativo dell’alimentatore va al Drain, (Reverse Transfer Capacitance, capacità di trasfe-
che in genere, per MOSFET in contenitore rimento inverso)
TO220, corrisponde alla linguetta metallica ed al Coss = Cds + Cgd
terminale centrale. Vedrete che, anche se tra Gate (Output Capacitance, capacità di uscita)
e Source non ci sono i 10V necessari per commu-
tare il MOSFET, scorrerà comunque una corrente A titolo esemplificativo riporto qui i valori per
dal Source al Drain, attraverso il diodo parassita. l’IRF620, il MOSFET a canale N utilizzato nel
Per fortuna questo diodo, nella stragrande mag- primo circuito boost:
gioranza delle applicazioni, non disturba, ed anzi,
in alcune applicazioni come il pilotaggio di moto- Ciss = 260pF
ri, viene utilizzato come diodo di ricircolo. Crss = 30pF
I tre condensatori che vedete in figura 1 sono Coss = 100pF
i responsabili delle perdite di commutazione
del MOSFET; in genere nei datasheet sono Da cui è immediato ricavare:
riportati i valori di altre capacità, e cioè Ciss,
Coss, Crss, che sono legate a Cgd, Cgs e Cds Cgd = Crss = 30pF

Se acceso Se spento
Tipo Prestazioni Costo a parità
Si accende se… fa scorrere blocca tensioni
MOSFET (rDS,ON) di prestazioni
corrente… di drain...

positive rispetto
la tensione di GATE è
al SOURCE
almeno 10V più alta da DRAIN
Canale N (tensioni negative OTTIME MINORE
della tensione a SOURCE
passano attraverso
di SOURCE
il diodo interno)

negative rispetto
la tensione di GATE è
al SOURCE
almeno 10V più bassa da SOURCE
Canale P (tensioni positive BUONE MAGGIORE
della tensione a DRAIN
passano attraverso
di SOURCE
il diodo interno)

Tabella 1 Principali caratteristiche dei MOSFET usati come interruttori

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Cgs = Ciss – Cgd = 230pF Dai calcoli precedenti, si nota che la perdita
Cds = Coss – Cgd = 70pF totale dovuta alla carica-scarica dei condensato-
ri è praticamente trascurabile: perché allora
Calcoliamo ora la potenza persa nei tre conden- questa analisi? Facciamo un piccolo passo indie-
satori, nel primo circuito boost, ricordando che tro ed immaginiamo di avere un tempo di com-
l’energia immagazzinata in un condensatore è mutazione del MOSFET dello switching boost
data dalla formula: pari a zero, come riportato nella figura 2.

Formula 1 Notate che il grafico più in basso altro non è che


la potenza dissipata dal MOSFET, in questo caso
EC = 0,5 * C * VC2 sempre pari a zero. Nel caso reale, con un
(EC in Joule, C in Farad, VC in Volt) tempo di commutazione maggiore di zero, si ha
il grafico di figura 3.
e che per ogni ciclo di switching, ogni conden-
satore deve essere scaricato e caricato. La Ad ogni commutazione viene dissipata poten-
potenza totale sarà quindi pari all’energia za nel MOSFET! È quindi evidente che, per
espressa dalla formula 1, moltiplicata per la fre- limitare le perdite, la commutazione deve
quenza di switching e raddoppiata per tener avvenire nel più breve tempo possibile, ed è
conto della carica-scarica nello stesso ciclo. quindi importante caricare e scaricare i con-
densatori Cgs e Cgd (Cds influisce poco) alla
Condensatore Cgs, considerando che viene sca- massima velocità.
ricato-caricato dalla tensione di gate (12V): Per fare un esempio numerico, supponiamo di
voler commutare il MOSFET IRF620 usato nel
P(Cgs) = (0,5 * 230e-12 * 122) * 182000 * 2 = nostro primo circuito boost, in un tempo di
= 6,0mW

Condensatore Cds, considerando che viene sca-


ricato-caricato dalla tensione di uscita (24V):

P(Cds) = (0,5 * 70e-12 * 242) * 182000 * 2 =


= 7,3mW

Condensatore Cgd, considerando che durante


la fase OFF è carico alla tensione di uscita (24V)
e si ricarica alla tensione di gate (12V, opposta Figura 2 Tensioni e correnti di commutazione nel caso ideale (tsw = 0)

alla precedente) durante la fase ON:

P(Cds) = (0,5 * 30e-12 * (24 + 12)2) * 182000 * 2 =


= 7,1mW

Si noti che il condensatore Cgd, pur essendo


molto più piccolo degli altri, richiede circa la
stessa potenza per la carica-scarica! È questo il
noto effetto Miller, che sarà ancora più eviden-
te negli alimentatori switching connessi alla rete
elettrica, dove il MOSFET è sottoposto a tensio- Figura 3 Tensioni e correnti di commutazione nel caso reale (tsw > 0)
ni di drain fino a 300V e più.
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BERNARDUCCI TEORIA 17-01-2005 16:33 Pagina 85

50ns, per ridurre al minimo le perdite. Dalla for- I(Cgd) = 30e-12 * (24 + 12) / 50e-9 = 21,6mA
mula 5 della prima puntata, sappiamo che cor- La corrente totale necessaria sarà quindi pari a
rente, tensione e tempo in un condensatore 76,8mA. Se si considera che il 555 CMOS usato
sono legate dalla relazione: nel primo circuito boost, riesce ad erogare solo
10mA ed assorbirne 50, si ha la spiegazione
C = I * ∆t / ∆V dell’utilizzo del buffer costituito dai due transi-

Da cui deriva, per semplice inversione:

I = C * ∆V / ∆t

La corrente necessaria per caricare il condensa-


tore Cgs, da 0 a 12V, in 50ns è quindi pari a:

I(Cgs) = 230e-12 * 12 / 50e-9 = 55,2mA

mentre per il condensatore Cgd, che deve pas-


sare da 24V, a 12V con polarità opposta, sem- Figura 4 circuito equivalente (II) di un MOSFET a canale N usato
come interruttore
pre in 50ns, la corrente necessaria sarà:

26
stor complementari T1 e T2. Nel caso reale un MOSFET presenta una resisten-
Attenzione: si tratta di un picco di corrente che za molto bassa, spesso minore di 1 ohm, ma sem-
dura poche decine di nanosecondi, quindi è pre maggiore di zero.
sufficiente un condensatore elettrolitico Questa resistenza, riportata in tutti i datasheet,
(meglio se con un ceramico in parallelo), collo- prende il nome di rDS,ON, in quanto è presente tra
cato vicino al buffer T1/T2. Drain e Source e si manifesta solo quando il
I calcoli appena effettuati, oltre ad essere MOSFET è ON. Il circuito equivalente è quindi del
approssimati, non hanno utilizzo pratico, in tipo riportato in figura 4.
quanto i valori delle capacità del MOSFET
hanno grandi variazioni con le tensioni di pola- Il calcolo delle perdite dovute a di rDS,ON consiste
rizzazione e diventa difficile se non impossibile semplicemente nell’applicare la formula di dissi-
riuscire ad estrapolare i dati necessari al proprio pazione di potenza nelle resistenze:
caso. Quello che invece dovete ricordare è:
PDISS = rDS,ON * IAVG2
1. Per diminuire le perdite nei MOSFET è fonda-
mentale pilotarli, sia in accensione che in spe- (con IAVG corrente media nel MOSFET durante il
gnimento, con dispositivi in grado di erogare periodo ON), moltiplicata per il tempo di
alte correnti di picco, che carichino veloce- accensione del MOSFET sul totale, cioè per il
mente i condensatori parassiti Cgs e Cgd. duty-cycle:
2. Più il MOSFET è ad alta corrente, maggiore
è il valore dei condensatori Cgs e Cgd, e Formula 2
quindi minore è la velocità di commutazio-
ne, a parità di corrente di pilotaggio. Di con- PDISS,MOSFET = rDS,ON * IAVG2 * duty-cycle
seguenza, è bene non esagerare con le (PDISS in Watt, rDS,ON in Ohm, IAVG in Ampere,
specifiche del MOSFET. duty-cycle adimensionale < 1,0)
Ad esempio, se abbiamo calcolato che in
uno switching la corrente di picco nel I puristi continueranno a storcere il naso per
MOSFET è pari a 3A, utilizzare un MOSFET l’approssimazione, in quanto, a rigore,
da 6-9A (vedremo più avanti perché) e non andrebbe effettuato il calcolo di un integrale,
uno da 30-50A. ma l’errore è trascurabile, e probabilmente
3. Le perdite di commutazione rivestono par- inferiore alle tolleranze di rDS,ON tra diversi
ticolare importanza negli switching ad alta esemplari di MOSFET.
tensione, come quelli connessi alla rete, Vediamo ora di calcolare le perdite nel
dove sono presenti tensioni superiori a MOSFET IRF620 usato nel circuito boost. Dati
300V. In questo caso opportuni circuiti rDS,ON = 0,8Ω (dal datasheet, a 25°C), IAVG =
(detti snubber) “modellano” la commuta- 0,3A e duty-cycle = 50%, si ottiene:
zione del MOSFET in modo da minimizzar-
ne le perdite.

Finora abbiamo considerato quelle che sono


chiamate “AC losses”, cioè perdite in AC, inten-
dendo le perdite dovute alla commutazione del
dispositivo. Introduciamo ora un altro tipo di per-
dita, questa volta legata alla struttura fisica del
MOSFET. Nello schema equivalente di figura 1,
ho riportato un interruttore ideale, che nella con- Figura 5 schema di principio (I) di un alimentatore switching di
tipo buck
dizione di chiuso sappiamo avere resistenza nulla.
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PDISS,MOSFET = 0,8 * 0,32 * 0,5 = 36mW fica (a parte le cadute su diodo e induttanza).
Possiamo usarlo nella posizione 2, naturalmente
Il valore di rDS,ON varia sensibilmente e concor- con l’anodo a massa, perché, se fosse a massa il
demente la temperatura, approssimativamente catodo, quando è acceso l’interruttore 1 la cor-
raddoppiando per 100°C di aumento della rente scorrerebbe tutta sul diodo e non “cari-
temperatura. cherebbe” l’induttanza. Come interruttore 1
Per stare sul sicuro, e se il datasheet non useremo come al solito un MOSFET. In figura 6
dovesse riportare il valore di rDS,ON ad alta tem- è riportato lo schema di principio modificato
peratura, si può supporre che in ogni caso il secondo le considerazioni appena fatte.
MOSFET non supererà mai i 125°C (anche per-
ché sarebbe vicino alla rottura) e quindi si può Dalla Tabella presentata all’inizio di questa
prendere cautelativamente come rDS,ON il dop- puntata, è evidente come sia preferibile utiliz-
pio del valore a 25°C. zare come interruttore comandato, un
Nel caso del primo boost, tuttavia, la dissipazio- MOSFET a canale N. Tuttavia, mentre nella
ne nel MOSFET è così bassa che non porta a tipologia boost per accendere un MOSFET di
nessun aumento di temperatura apprezzabile, e tipo N con il Source a massa, bastava una ten-
quindi l’utilizzo del valore a 25°C è giustificato. sione positiva rispetto a massa, ad esempio
quella di alimentazione stessa, nella tipologia
TIPOLOGIA BUCK buck siamo nei guai. Infatti, poiché il MOSFET
La tipologia buck è la “duale” della boost, in deve commutare il ramo positivo dell’alimen-
quanto è utilizzata quando la tensione di uscita tazione, dovremmo avere a disposizione una
desiderata è inferiore a quella di ingresso. tensione di Gate più alta di quella di uscita
Ricordo che questa è anche l’unica tipologia di (collegata al Source tramite induttanza) di
switching che può essere sostituita da un ali- circa 10V. Se questa non fosse disponibile,
mentatore lineare, ovviamente con tutti gli dovremmo generarla con un opportuno cir-
svantaggi e i vantaggi del caso. cuito. In genere si usa una particolare configu-
Lo schema di principio è riportato in figura 5. razione, denominata genericamente boot-
strap, che sfrutta la commutazione dello swit-
Non vi ricorda nulla? ching principale (o di un oscillatore ausiliario)
Beh, ha gli stessi identici componenti della tipo- per caricare un condensatore, un po’ come
logia boost, solo… scambiati di posizione! avviene nei charge-pump. Il condensatore for-
Vedremo che questa “caratteristica” sarà presen- nisce la tensione “maggiorata” necessaria per
te anche nella tipologia inverting, che studiere- accendere il MOSFET a canale N.
mo successivamente. Ripetendo il ragionamento Per motivi di semplicità, tuttavia, non presen-
fatto per la tipologia boost, è facile vedere che, terò circuiti del genere. Appare quindi inevita-
come interruttore 1, non possiamo usare un bile utilizzare MOSFET a canale P, come visibi-
diodo, in quanto la tensione di ingresso passe- le in figura 6.
rebbe all’uscita senza possibilità di alcuna modi-
TIPOLOGIA BUCK: CALCOLI
La procedura di calcolo è molto simile a quella
già vista per la tipologia boost, ma questa volta
introdurremo gli effetti della variazione dei
parametri di progetto.

Parametri di progetto desiderati


Figura 6 schema di principio (II) di un alimentatore switching Supponiamo che il nostro buck sia alimentato
di tipo buck
da una batteria al piombo. Le tensioni tipiche
28
saranno allora: te, viene erogata al carico. Se ne deduce che, se
la tensione di ingresso diminuisce mentre il cari-
VIN,MIN = +10,8V = Tensione di ingresso minima co resta costante, la corrente assorbita dall’in-
VIN,NOM = +12V = Tensione di ingresso nominale gresso dovrà aumentare per mantenere costan-
VIN,MAX = +14V = Tensione di ingresso massima te la potenza assorbita. Quindi il caso peggiore
si ha proprio in corrispondenza della tensione di
La tensione di uscita desiderata è: ingresso minima:

VOUT = +5V IIN,MAX = PIN,MAX / VIN,MIN

con una corrente massima di: Nel nostro caso:

IOUT = 4A IIN,MAX = 25 / 10,8 = 2,315A

PASSO 1 Notate che nella tipologia buck, a differenza


Calcolo della massima potenza di della boost, questa NON è la stessa corrente
uscita che scorre nell’induttanza, ma può essere
comunque utile ad esempio per dimensionare
POUT,MAX = VOUT * IOUT,MAX un fusibile di protezione all’ingresso.

Nel nostro caso: PASSO 4


Scelta del ripple di corrente
POUT,MAX = 5 * 4 = 20W nell’induttanza
Come al solito, il ripple di corrente picco-picco
PASSO 2 nell’induttanza va scelto come frazione 20-50%
Stima dell’efficienza e calcolo della del valore medio della corrente massima.
massima potenza di ingresso Ricordo che bassi valori di ripple di corrente
Come al solito sceglieremo un valore a piacere richiedono condensatori di uscita più piccoli e
compreso tra il 70 e 90%, calcoleremo tutti i para- forniscono valori più bassi per la corrente mini-
metri e alla fine verificheremo se la scelta iniziale ma di carico, ma hanno lo svantaggio di richie-
era corretta: in caso contrario ripeteremo il calco- dere induttanze più grandi (a parità di frequen-
lo con il nuovo valore di η. Dalla nota formula: za di switching). Nella tipologia buck, la cor-
rente media nell’induttanza è la stessa che
PIN = POUT / η * 100 scorre nel carico, come si può facilmente com-
prendere dalle figure 6 e 7.
Scegliendo η = 80%, otteniamo: In tratteggiato sono riportate le quantità di cari-
ca, date dalla nota formula Q = I * t (per la pre-
PIN,MAX = 20 / 80 * 100 = 25W cisione dal suo integrale nel tempo), che carica-

PASSO 3
calcolo della massima corrente
di ingresso
Per il calcolo occorre utilizzare il valore minimo
della tensione di ingresso. Questo perché gli ali-
mentatori switching possono essere considerati
dispositivi a potenza costante, cioè tanta
Figura 7 corrente nell’induttanza per tipologia buck
potenza entra, e la stessa, diminuita delle perdi-
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BERNARDUCCI TEORIA 17-01-2005 16:33 Pagina 90

no e scaricano il condensatore di uscita. Il valo- MOSFET a canale P IRF9530 passa da ID,MAX = -


re medio della corrente massima nell’induttanza 12A a 25°C, a ID,MAX = -8,2A a 100°C, con un
è quindi IAVG = 4A, e scegliendo per il ripple il decremento maggiore del 30%. Come regola
valore del 20%, otteniamo: generale, vi consiglio di:

∆IL = 4 * 20% = 0,8A Scegliere un MOSFET con ID,MAX a 25°C da 2


a 4 volte superiore alla massima corrente
È immediato verificare, sempre dalla figura 7, prevista.
che la minima corrente di carico è pari alla metà
della corrente di ripple: Nel nostro caso abbiamo una corrente massima
di picco nell’induttanza pari a:
IOUT,MIN = 0,8 / 2 = 0,4A
IMAX = IAVG + ∆IL / 2 = 4 + 0,8 / 2 = 4,4A
Collegando in uscita un carico che assorbe
meno di 0,4A, lo switching andrà fuori regola- e quindi occorre un MOSFET da 8,8 a 17,6A di
zione e la tensione di uscita salirà ad un livello ID,MAX. La scelta è caduta sul già citato IRF9530,
maggiore di 5V, con gli ovvi inconvenienti del che ha una rDS,ON pari a 0,30Ω a 25°C.
caso. Tuttavia, sapete già che il problema viene Ovviamente, se in sede di calcolo delle perdite
brillantemente risolto con un controllo a retroa- sul MOSFET, dovesse risultare una dissipazione
zione della tensione di uscita. L’utilità del calco- di potenza troppo elevata, con conseguente
lo sarà chiara quando presenterò i controller richiesta di grossa aletta e/o scarsa efficienza
switching PWM. complessiva, si può tornare a questo passo e
selezionare un MOSFET migliore.
PASSO 5
Selezione del MOSFET PASSO 6
La selezione del MOSFET va effettuata a partire Calcolo del duty-cycle
da due parametri fondamentali: la tensione pre- Calcoliamo il duty-cycle nominale, cioè il perio-
sente tra Drain e Source, che deve essere mino- do ON rispetto al totale del ciclo (ON+OFF),
re della massima sopportabile (indicata con VDSS usando la nota ed importantissima formula:
nei datasheet) e la corrente che scorre nel
Drain, che deve essere inferiore alla massima |VL,ON| * tON = |VL,OFF| * tOFF
(indicata con ID). Nella tipologia buck è facile
vedere che, all’istante esatto di accensione, VL,ON è la tensione ai capi dell’induttanza duran-
quando la tensione di uscita vale ancora zero, te la fase ON.
tra Drain e Source del MOSFET è presente tutta A differenza dei calcoli per la tipologia boost,
la tensione di ingresso. Quindi dovrà essere NON supporremo che l’interruttore 1 (il
|VDS,MIN| = VIN,MAX = 14V. Ho utilizzato il valore asso- MOSFET) sia perfetto, e quindi teniamo conto
luto in quanto, a rigore, per i MOSFET a canale della caduta di tensione sulla rDS,ON del MOSFET.
P sia la VDSS che la ID sono negative. In pratica Applicando la legge di Ohm:
qualunque MOSFET rispetta questo parametro.
Per quanto riguarda ID, ricordo che nei datashe- V(rDS,ON) = rDS,ON * IAVG = 0,3 * 4 = 1,2V
et è riportato il valore massimo alla temperatu-
ra del MOSFET di 25°C. e quindi:
Purtroppo, durante il funzionamento, a causa
delle perdite in AC e a quelle dovute alla rDS,ON, il VL,ON = VIN - V(rDS,ON) - VOUT = 12 – 1,2 – 5 = 5,8V
MOSFET si scalderà e il limite della ID si abbasse-
rà notevolmente. Per fare un esempio, il VL,OFF è la tensione ai capi dell’induttanza duran-
30
te la fase OFF. Anche in Freq. switching
questo NON supporre- Induttanza L in µH Valore di tOFF in µs
fSW = [ 1 - ( duty/ 100) ] / tOFF
mo che l’interruttore 2
(il diodo D) sia perfetto, 100 14,545 35,3kHz
ma considereremo una 220 32,000 16,0kHz
caduta pari a circa 0,5V
per diodi schottky e 1V per diodi al silicio “standard”. molto bassa, quindi per questo progetto ho
Nel nostro caso utilizzeremo uno schottky del preferito utilizzare un’induttanza da 100µH,
tipo 1N5821, quindi VD = 0,5V. che sia in grado di sopportare la massima cor-
rente di picco pari a 4,4A. L’induttanza codice
VL,OFF = VOUT + VD = 5 + 0,5 = 5,5V RS 228-416 (max. 5,4A) è adatta allo scopo.
Vedremo in una puntata successiva come
Quindi: autocostruire le induttanze, anche se, pur-
troppo, le ferriti su cui avvolgerle non sono
5,8 * tON = 5,5 * tOFF sempre facilmente reperibili.

cioè: PASSO 8
Stima (o misura) delle perdite
tON = 0,948 * tOFF dissipative
Il calcolo delle perdite andrebbe fatto nel
e quindi: caso peggiore. Purtroppo le perdite dipendo-
no dal duty-cycle, in quanto questo definisce
duty-cycle = tON / (tOFF + tON) = 48,7% il tempo di ON (e quindi le perdite nel
MOSFET) ed il tempo di OFF (e quindi le per-
Il valore calcolato per il duty-cycle, anche se è solo dite nel diodo). Siccome il duty-cycle dipen-
nominale in quanto non tiene conto delle varia- de a sua volta dalla tensione di ingresso
zioni della VIN, è di utilità soprattutto nel caso di (anche dalla tensione di uscita, che però nel
switching senza sistema di controllo, oppure per i nostro caso è costante e possiamo ignorarla),
regolatori di tipo PWM che vedremo in seguito. non è facile calcolare il massimo della somma
delle perdite. Per semplicità, useremo il valo-
PASSO 7 re nominale per il duty-cycle calcolato nel
Scelta della frequenza di passo 6.
commutazione e dell’induttanza
Ricorderete che la frequenza di commutazione PERDITE NEL MOSFET, applicando la formula 2:
è praticamente a piacere, in quanto esistono
infinite coppie induttanza-frequenza che for- PDISS,MOSFET = rDS,ON * IAVG2 * duty-cycle = 0,3 * 42 *
niscono in prima approssimazione lo stesso 48,7% = 2,338W
risultato. Ricordando la formula:
PERDITE NEL DIODO, applicando una formula
∆IL = (VL / L) * ∆t che vedremo in seguito:

e applicandola alla sola fase OFF (stesso risulta- PDISS,D = 1,026W


to si ottiene con la fase ON):
PERDITE NELL’INDUTTANZA, applicando una
tOFF = L * ∆IL / VL,OFF = L * 0,8 / 5,5 = L * 0,14545 formula che vedremo in seguito:

La 220µH richiede una frequenza di switching PDISS,L = 0,736W


31
Per un totale di 1. Calcolare l’ESR necessario a partire dalla
formula (Legge di Ohm) ESR = ∆VESR / ∆I,
PDISS,TOT = PDISS,MOSFET + PDISS,D + PDISS,L = 2,338 + 1,026 ipotizzando come al solito ∆VESR pari al 90%
+ 0,736 = 4,1W del totale.
2. Scegliere un condensatore di uscita che
PASSO 9 abbia un ESR inferiore a quello calcolato, o
Calcolo dell’efficienza e verifica della mettere in parallelo due o più condensatori
bontà della stima con ESR maggiore.
La potenza assorbita dall’ingresso è pari alla 3. (Opzionale ma consigliabile per l’affidabilità)
somma della potenza erogata al carico e di calcolare il valore efficace del ripple di cor-
quella dissipata: rente triangolare con la formula 3 (di cui
ometto la dimostrazione) e verificare che sia
PIN = POUT + PDISS inferiore al massimo sopportabile dal con-
densatore scelto nella fase 2. A rigore la for-
e l’efficienza è data da: mula vale solo per triangoli isosceli, cioè per
tON = tOFF, che è circa il nostro caso essendo il
η = POUT / PIN * 100 = 20 / (20 + 4,1) * 100 = 83% duty-cycle prossimo al 50%.

L’efficienza calcolata è maggiore di quella Formula 3


ipotizzata, tuttavia è bene mantenere un
certo margine di sicurezza, per i motivi IRMS = IPK * 0,57735
descritti nel passo precedente, e quindi consi- (IRMS, IPK in Ampere)
deriamo concluso il processo di selezione del
MOSFET, dell’induttanza e della frequenza di 4. Calcolare il ripple di tensione dovuto alla
switching. capacità, ∆VC, con la formula 4 (di cui ometto
la dimostrazione), e verificare che, sommato
PASSO 10 a quello del passo 1, il ripple totale sia accet-
Calcolo del condensatore di uscita tabile. In caso contrario ripetere dal passo 1
Sappiamo dalle puntate precedenti che il con-
densatore di uscita influisce sul ripple di tensio-
ne di uscita, per il tramite dei valori di:

1. Capacità.
2. ESR, cioè l’Equivalent Series Resistance.

A vantaggio delle tipologia buck, c’è il fatto che


la corrente nel condensatore è triangolare (gra-
fico della figura 7, centrato intorno allo zero) a
differenza della tipologia boost dove è trapezoi-
dale, con tratti verticali molto più difficili da fil-
trare (vedi figura 9 della puntata precedente).
Questo implica che il condensatore di filtro nella
tipologia buck, a parità di condizioni, sarà più
piccolo.
La procedura di calcolo del condensatore di
uscita, per la tipologia buck, diventa perciò la Figura 8 schema interno del circuito integrato MC34063
seguente:
32
BERNARDUCCI TEORIA 17-01-2005 16:33 Pagina 93

ipotizzando una diversa percentuale per ∆VESR. applicazione.


A rigore, i due contributi al ripple totale non
Formula 4 sono in fase, cioè quando il primo termine dovu-
to all’ESR è al massimo l’altro NON è al massimo,
∆VC = IPK / (8 * C * fSW) tuttavia, considerando anche le approssimazioni
(IPK in Ampere, C in Farad, fSW in Hertz) fatte sul duty-cycle, si può utilizzare cautelativa-
mente il valore calcolato.
Nel nostro caso, ipotizzando un ripple totale Ricordate comunque che il ripple di tensione è
desiderato, pari al massimo a 100mVpp, otte- facilmente misurabile con qualsiasi oscilloscopio
niamo per l’ESR: in AC (NON con un comune tester in AC in
quanto molto spesso non ha la necessaria banda
ESR = ∆V / ∆I = 0,1 * 90% / 0,800 = 0,112Ω passante), e quindi aggiustamenti del condensa-
tore di uscita sono possibili e a volte necessari,
Scegliamo un condensatore Panasonic serie FC, durante la fase di collaudo del prototipo.
105°C, da 1000µF/6,3V (codice RS 315-0243),
che esibisce un’ESR pari a 0,090Ω ed un ripple SWITCHING PFM: L’MC34063,
di corrente massimo pari a 0,765A. In questo PARTE 1
caso il ripple di tensione dovuto all’ESR sarà: L’integrato MC34063, della ON Semiconductor
(ex Motorola, www.onsemi.com) contiene al
∆VESR = ∆I * ESR = 0,8 * 0,090 = 72mVpp suo interno quasi tutto quello che serve per rea-
lizzare un alimentatore switching di tipo buck,
Il valore efficace del ripple di corrente è pari a: boost e inverting, con controllo di tipo PFM:

IRMS = IPK * 0,57735 = 0,8 * 0,57735 = 0,462A ■ Un riferimento di tensione a 1,25V.


■ Un comparatore che confronta la tensione di
abbondantemente minore del massimo, a uscita (opportunamente scalata) con il riferi-
garanzia di un ridotto auto-riscaldamento del mento interno.
condensatore e quindi di una sua maggiore ■ Un oscillatore, la cui frequenza può essere
durata. variata per mezzo di un condensatore esterno.
A questo proposito, ricordo che ai fini dell’af- ■ Un interruttore comandato a doppio transi-
fidabilità dello switching, è fondamentale stor (driver + potenza).
posizionare i condensatori elettrolitici suffi- ■ Un circuito di protezione da sovracorrente.
cientemente lontani dalle sorgenti di calore,
come le alette di raffreddamento dei mosfet Non contiene invece, e vanno montati esterna-
e/o dei diodi. mente, i seguenti componenti:
Calcoliamo il ripple di tensione dovuto alla
capacità: ■ Ovviamente l’induttanza ed il condensatore
di uscita, impossibili (per ora?) da integrare
∆VC = IPK / (8 * C * fSW) = 0,8 / (8 * 1000e-6 * su silicio.
35300) = 2,8mVpp ■ Il diodo (interruttore non comandato).

Sommando il ripple di tensione dovuto ai due Il sistema di controllo è un’evoluzione del PFM
termini, si ottiene: che ho descritto in precedenza, in quanto pre-
senta la possibilità di variare il duty-cycle,
∆VTOT = ∆VESR + ∆VC = 72 + 2,8 = 74,8mVpp anche se in maniera molto rozza, e totalmen-
te differente da un vero controllo PWM che
che consideriamo accettabile per la nostra caratterizzerà i circuiti integrati più avanzati.
33
Il principio di funzionamento è noto: se la di emettitore esterno, quindi la corrente
tensione di uscita è inferiore al valore deside- richiesta all’MC34063 sarà molto bassa.
rato, accende la parte di potenza, altrimenti Per questo motivo è sufficiente utilizzare il col-
la spegne. lettore del transistor INTERNO Q2 (pin 8),
L’interruttore interno è a transistor bipolari e lasciando il collettore del transistor INTERNO
può commutare, da solo, fino ad un massimo Q1 (pin 1) non connesso. Il circuito completo
di 1,5A: si rende quindi necessario inserire un dell’alimentatore buck è riportato in figura 9.
buffer, cioè il MOSFET esterno che avevamo
già previsto. Partendo dalla sinistra, la tensione di ingresso
Per inciso, è abbastanza difficile e/o costoso tro- alimenta il circuito tramite un fusibile di prote-
vare circuiti che integrino sia la parte logica/di zione da 3,15A, standard 5x20mm.
controllo che quella di potenza, per correnti Come quasi sempre accade negli alimentatori
superiori a qualche Ampere. In figura 8 è ripor- switching, si usa un fusibile ritardato (tipo T), in
tato lo schema interno del MC34063. quanto le correnti di picco sono più alte di quel-
le medie e gli stessi picchi sono molto più rapi-
Il controllo del duty-cycle è effettuato dal flip- di rispetto ad un alimentatore da rete, a 50Hz.
flop Set-Reset e dalla porta AND, secondo una Questo potrebbe causare l’indesiderato e pre-
modalità che esamineremo nella prossima maturo intervento dei fusibili veloci di tipo F.
puntata. L’uscita Q del flip-flop attiva il transi- Il condensatore C2, da posizionare vicino alla
stor driver Q2, che a sua volta attiva il finale di coppia Q2-Q3, fornisce la carica necessaria
potenza Q1. per la veloce commutazione del MOSFET.
I collettori di Q1 e Q2 sono portati separata- Il condensatore C3 determina la frequenza
mente a due pin del chip per consentire l’im- dell’oscillatore interno al circuito integrato,
plementazione di qualsiasi topologia. tuttavia vedremo come questa sia poco corre-
lata alla frequenza di switching che appare
SWITCHING BUCK CON all’uscita (pin 1 e 8).
CONTROLLER PFM MC34063 Con una capacità di 1n, e con l’oscilloscopio
Per pilotare efficacemente il MOSFET, utilizze- sul pin 3, si può visualizzare un dente di sega
remo comunque il solito push-pull inseguitore asimmetrico, di ampiezza pari a qualche cen-

Figura 9 schema elettrico completo dell’alimentatore buck 12V->5V, 4A

34
BERNARDUCCI TEORIA 17-01-2005 16:33 Pagina 95

tinaio di millivolt e frequenza pari a circa quelle al 5%, in aggiunta alla tolleranza del
34kHz. Ricordate di utilizzare la sonda in posi- riferimento interno, potrebbero causare una tol-
zione x10, in quanto in posizione x1, la capa- leranza della tensione di uscita troppo alta, fino
cità del cavo schermato della sonda può alte- anche al 20%. In alternativa, con le resistenze al
rare sensibilmente la frequenza di oscillazione. 5%, si potrebbe prevedere un piccolo trimmer
Se non doveste leggere una frequenza intorno in serie ad una di esse per tarare con precisione
ai 35kHz non preoccupatevi, in quanto le tol- la tensione di uscita.
leranze interne dell’MC34063 sono molto ele- Per determinare i valori delle resistenze, si calco-
vate (vedi datasheet), ma non influiscono la prima il valore dell’attenuazione da applicare
molto sulla buona riuscita del progetto, per alla tensione di uscita per eguagliarla a quella
motivi che vedremo più avanti. del riferimento:

Il pin 7 è connesso ad un circuito che spegne ATT = VOUT / VREF = 5 / 1,25 = 4


l’oscillatore quando la corrente di picco, attra-
versando una resistenza connessa tra il pin stes-
so e Vcc, produce una caduta superiore a
300mV; per motivi di semplicità e aumento del-
l’efficienza generale ho preferito disabilitare
questa funzione collegando permanentemente
il pin 7 a Vcc.
Il riferimento di tensione interno, collegato al
piedino non invertente del comparatore (vedi
figura 8), ha un valore nominale di
1,25V±3,2%, e le resistenze R2, R3 e R4 hanno
il compito di attenuare la tensione di uscita desi-
derata fino allo stesso valore. Figura 10 oscillogramma del segnale di pilotaggio (carico 10Ω)

È preferibile usare resistenze all’1% in quanto

Corrente Corrente
Potenza Resistenza Potenza fornita
assorbita a di uscita Efficienza η
assorbita di carico al carico
Vin = 12V (Vout = 5V) [%]
[W] [Ω] [W]
[A] [A]

0,257 3,08 10,00 0,5 2,5 81,1

0,491 5,89 5,00 1,0 5,0 84,9

0,731 8,77 3,33 1,5 7,5 85,5

0,970 11,64 2,50 2,0 10,0 85,9

1,231 14,77 2,00 2,5 12,5 84,6

1,496 17,95 1,67 3,0 15,0 83,6

1,750 21,00 1,43 3,5 17,5 83,3

2,020 24,24 1,25 4,0 20,0 82,5

Tabella 2 Misure sul prototipo

35
Ricordando che in un partitore resistivo costitui- media, in quanto, considerando che il diodo
to da due resistenze Ra e Rb, l’attenuazione ai conduce una corrente media di 4A solo duran-
capi di Rb è pari a 1 + Ra / Rb, ed eguagliando te la fase OFF, ne risulta una corrente media
alla formula precedente si ottiene: generale di 4 * 50% = 2A, assumendo ancora
una volta il duty-cycle pari al 50%. Altri diodi
1 + Ra / Rb = 4, da cui Ra / Rb = 3 schottky che potete utilizzare sono l’SB340
(40V/3A), l’SB540 (40V/5A), il BYS26-45
cioè occorrono due resistenze il cui rapporto (45V/3A), l’SS34 (40V/3A SMD), eccetera.
sia esattamente 1 a 3. Nelle serie di valori
standard E6/E12 non esistono tali resistenze, e MISURE
allora ho provveduto (per Rb) a porre in paral- Montato il circuito, e verificatone il corretto
lelo due resistenze da 2200Ω, che forniscono funzionamento, ho collegato in uscita un cari-
1100Ω, esattamente pari ad 1/3 di Ra, uguale co costituito da resistenze da 10Ω-5W in
a 3300Ω. parallelo, in numero via via crescente, fino ad
Avendo a disposizione una resistenza di valore un massimo di 8, corrispondenti ad un carico
esatto 1100Ω, si può ovviamente utilizzare al massimo pari a 10 / 8 = 1,25Ω.
posto di R2 o R3, non montando l’altra resi- Se vorrete replicare le stesse misure sul vostro
stenza. circuito, ricordate di utilizzare cavi di collega-
Il motivo per cui preferisco utilizzare sempre mento di sezione adeguata, in quanto è facile
valori della serie E6/E12, è legato alla facile aggiungere qualche decimo di Ohm al carico,
reperibilità delle resistenze, anche SMD, oppure causare cadute della tensione di
appartenenti a queste serie. ingresso, falsando notevolmente le misure
L’uscita del driver interno, riportata sul pin 8 (tabella 2).
dell’integrato, pilota la coppia di transistor In figura 10 ho riportato l’oscillogramma rile-
complementari Q2/Q3. vato al pin 8 dell’integrato MC34063, con un
Come al solito, la coppia può essere di qual- carico in uscita pari a 10Ω: notate il classico
siasi tipo, ad esempio BC327/BC337, funzionamento a burst del controllo PFM. Il
2N2222/2N2904, eccetera. MOSFET esterno si attiva quando questo
Sul MOSFET a canale P è montata una piccola segnale è basso, e si nota come questo avven-
aletta di raffreddamento del tipo a clip, per ga raramente, come normale che sia conside-
contenitore TO220, con resistenza termica rato il piccolo carico.
pari a circa 20°C/W. La frequenza visualizzata in basso a destra non
Ricordando che le perdite stimate nel MOSFET è ovviamente quella corretta, in quanto l’algo-
sono pari a 2,338W, e trascurando le altre resi- ritmo di misura dell’oscilloscopio non riesce a
stenze termiche, ininfluenti se paragonate a calcolare un valore sensato con forme d’onda
20°C/W, ne risulta un aumento di temperatu- aperiodiche come questa.
ra pari a:
CONCLUSIONI
∆T = 2,338 * 20 = 47°C Nella prossima puntata esamineremo più in
dettaglio la struttura interna ed il funziona-
Se il nostro switching deve funzionare fino alla mento del circuito integrato MC34063, e lo
temperatura ambiente di 40°C, l’aletta (ed impiegheremo nella realizzazione di uno swit-
approssimativamente il MOSFET) arriverà al ching in tipologia inverting. Sarà presente
massimo ad una temperatura di 40 + 47 = come al solito la parte teorica relativa al calco-
87°C, sicuramente accettabile, benché ustio- lo delle perdite negli switching.
nante al tocco. Per il diodo ho scelto uno
schottky 1N5821 da 30V/3A di corrente Non potete mancare!
36
BERNARDUCCI OK 5 17-02-2005 12:05 Pagina 50

Alimentatori
switching:

I n questa puntata concluderò, del diodo e dalla corrente stessa. Per quanto
riguarda le perdite dei diodi negli alimentatori
con la tipologia “inverting”, switching, occorre distinguere, come già abbia-
la presentazione delle tipologie mo fatto nella discussione delle perdite nei
MOSFET (FE 236), tra perdite statiche (“DC” o
standard. Non mancherà la
“conduction losses”) e perdite dinamiche (“AC” o
classica parte teorica dedicata “switching losses”, cioè durante le commutazio-
alle perdite, ed un’analisi più ni). Per quanto riguarda le perdite statiche, una
prima stima viene fornita dalla caduta di tensio-
approfondita del controller PFM ne VD, moltiplicata per la corrente diretta:
MC34063 già introdotto nella
PDISS,D,ON = VD * ION
precedente puntata.
Quando invece il diodo è polarizzato inversa-
mente (cioè VD < Vsoglia), la corrente che scorre è
PERDITE NEGLI ALIMENTATORI in genere trascurabile (IOFF circa 0), per cui appli-
SWITCHING: DIODI cando l'usuale formula:
Come noto, il diodo è un dispositivo a semicon-
duttore a due terminali, che consente il passag- PDISS,D,OFF = VD * IOFF = VD * 0 = 0
gio della corrente in una sola direzione, almeno
finché viene utilizzato entro i suoi limiti di funzio- E' evidente che per il bilancio totale delle perdi-
namento. Il simbolo del classico diodo al silicio è te statiche, va considerato solo il tempo in cui il
visibile in figura 1. diodo è ON, da cui si ottiene la formula 1:

Quando nel diodo scorre una corrente diretta, Formula 1


cioè dall'Anodo al Catodo, ai suoi capi sarà sem- PDISS,DIODO = VD * IAVG * duty-cycle(D)
pre presente una tensione VD > Vsoglia, di valore
dipendente dalla tecnologia utilizzata nella Attenzione: il duty-cycle(D) è riferito al periodo in
costruzione del diodo, nonché dalle dimensioni cui il diodo è ON, che è diverso da quello indica-
to finora. Ad esempio nel convertitore boost pre-
sentato su FE 234/235, il duty-cycle era riferito al
periodo di accensione del MOSFET, ma sappiamo
che, al contrario, il diodo è ON quando il MOSFET
è OFF. Questo vale anche per le tipologie buck e
inverting. Quindi, per tutte le tipologie standard:

duty-cycle(D) = 1 – duty-cycle(MOSFET)
Figura 1 diodo standard
È chiaro che le perdite saranno minori se VD è più
37
BERNARDUCCI OK 5 17-02-2005 12:05 Pagina 51

Perdite
nei diodi e
tipologia “inverting”
piccola, a parità di te che sebbene l'1N5818 venga fornito per una
corrente. Da questo corrente media pari al massimo a 1A, utilizzan-
punto di vista, esiste dolo per un duty-cycle pari al 50% il suo rating
un tipo di diodo con approssimativamente raddoppia, passando da 1
caratteristiche note- a 2A. Per duty-cycle inferiori la corrente massima
volmente migliori e quindi la corrispondente caduta di tensione
Figura 2 Diodo schottky del diodo standard: può essere ancora più alta.
il diodo schottky, il Per confronto, considerate ora lo stesso grafico
cui simbolo è riportato in figura 2. per un diodo “standard”, del tipo 1N4936, in
figura 4:
In genere è noto che la caduta di tensione VD sul
diodo schottky è pari a meno della metà del
diodo standard, cioè circa 0,3V contro 0,65V.
Tuttavia questi sono valori “tipici”, che vanno
valutati più precisamente esaminando i relativi
datasheet, in quanto possono esserci delle sor-
prese! Considerate ad esempio il grafico della
corrente ION rispetto alla tensione VD per il diodo
schottky 1N5818, riportato in figura 3.

Notate che, per 1A di corrente diretta, la caduta


di tensione tipica a 25°C è pari a 0,4V. Tuttavia
lo stesso datasheet indica come caduta massi-
ma, sempre a 25°C, ben 0,55V a 1A, e addirittu-
ra 0,875V a 3,1A! A questo proposito considera-

Figura 4 Grafico corrente/tensione per diodo “standard” 1N4936

Nelle stesse condizioni il diodo “standard” pre-


senta una caduta tipica pari a 1,05V a 1A, rispet-
to a 0,4V del 1N5818, con un incremento mag-
giore del 250%.

Utilizziamo ora i valori estrapolati dai grafici di


cui sopra, aumentati del 50% per tenere
conto delle variazioni tra caso tipico e caso
peggiore. Applichiamo i calcoli all'alimentato-
Figura 3 Grafico corrente/tensione per diodo schottky 1N5818
re boost presentato su FE 234/235, che ha le
seguenti caratteristiche: IAVG = 0,3A, duty-
38
cycle(MOSFET) = duty-cycle(D) = 50%.

PDISS,DIODO = 0,3 * (0,32 * 1, 5) * 0,5 = 72mW


(con diodo schottky 1N5818)

PDISS,DIODO = 0,3 * (0,88 * 1,5) * 0,5 = 198mW


(con diodo “standard” 1N4936)
Figura 5 Setup di test per diodi

Sembrerebbe quindi che i diodi schottky siano


SEMPRE preferibili ai diodi standard... ma non è vediamo cosa succede quando un diodo viene
cosi, purtroppo. Ricordate infatti che, quando è commutato da ON a OFF, ad esempio portando
OFF, il diodo ideale NON conduce corrente, istantaneamente la tensione VD da circa +3,6V a
qualunque sia la tensione ai suoi capi. Questo -1,0V. Sappiamo che la corrente nel diodo va
resta valido nel caso reale solo se VD (in valore immediatamente a zero. O no? Vediamo cosa
assoluto) è minore di un ben preciso valore, succede in pratica, con l'ausilio del semplice cir-
sempre riportato nei datasheet, denominato cuito di figura 5.
Maximum DC blocking voltage (massima tensione
di blocco, cioè inversa), che vale 400V per Nella figura 6 sono riportati gli oscillogrammi
l'1N4936 e... solo 30V per l'1N5818. Come relativi a tre diodi diversi, 1N4004, 1N5822 e
regola generale i diodi schottky sono limitati 1N4148. Fino alla seconda divisione orizzontale
a poche decine di Volt, fino ad un massimo di (t = 5µs) il diodo indicato come D.U.T. (Device
100/150V. In aggiunta al fatto che, di norma, i Under Test, dispositivo sotto test) è polarizzato
diodi schottky sono leggermente più costosi dei direttamente e fa passare il livello “alto” del
diodi “standard”, ne deriva che non esiste il com- generatore ad onda quadra (5V), meno la cadu-
ponente adatto per tutte le configurazioni, piut- ta sul buffer NPN e quella sul diodo stesso. Si
tosto seguite le indicazioni riportate in tabella 1. noti come la caduta di tensione (cioè la differen-
za tra la curva ed il livello alto +5V) sul diodo
Infine tenete presente che, come regola genera- schottky sia notevolmente più bassa di quella dei
le, a parità di altre caratteristiche, la caduta di diodi standard. Esattamente alla seconda divisio-
tensione diretta VD aumenta nei diodi che sop- ne il generatore commuta e il buffer polarizza
portano tensioni inverse più elevate. Quindi, inversamente il diodo. Notate che sia l'1N4148
così come per i MOSFET, consiglio anche in que- che l'1N5822 si spengono istantaneamente, e la
sto caso di non esagerare: se il vostro circuito tensione misurata dall'oscilloscopio diventa quel-
richiede un diodo con una tensione inversa mas- la della pila NiCd (1,25V). L'1N4004, invece,
sima di 20V, utilizzare uno schottky che soppor- non riesce a spegnersi istantaneamente, ma
ta 100V è più costoso e meno efficiente. per ben 5-6 divisioni (12-15µs) resta “chiuso”,
facendo passare indisturbata la tensione
PERDITE IN AC NEI DIODI “bassa” del generatore (circa 0V)! In effetti il
Sappiamo già cosa vuol dire perdite in AC, diodo 1N4004 viene fornito come diodo rettifi-
L'applicazione È più importante il costo o
richiede |VD| > 100V? Allora il diodo più adatto è..
l'efficienza dello switching?
SI in tutti i casi → standard
NO efficienza schottky
NO costo standard
Tabella 1 Tabella di selezione dei diodi

39
BERNARDUCCI OK 5 17-02-2005 12:05 Pagina 53

catore per applicazioni di rete (50-60Hz) ed è complicato per cui in genere si preferisce la
totalmente inadatto all'utilizzo negli alimentato- misura diretta delle correnti e le tensioni di com-
ri switching. Sia l'1N4148 che l'1N5822 mostra- mutazione tramite sonde di corrente/tensione
no invece un tempo di commutazione molto ed oscilloscopio.
rapido. Questo viene generalmente definito
come tempo di recupero inverso o reverse-reco- TIPOLOGIA INVERTING
very-time, indicato in genere con il simbolo trr. La tipologia invertente o inverting conclude la
Nel paragrafo precedente avevo citato il diodo trattazione delle tipologie standard. Deriva il suo
1N4936 definendolo appunto “standard”. In nome dal fatto che la tensione di uscita è
realtà è un diodo al silicio veloce, anche lui adat- invertita di polarità rispetto a quella di ingres-
to all'impiego negli switching. Quindi, ricordate: so. Questo porta con se sia vantaggi che svan-
taggi. Tra i primi: la tensione di uscita, in valore
Negli alimentatori switching è OBBLIGATO- assoluto, può essere inferiore, uguale o superio-
RIO utilizzare diodi al silicio veloci oppure re a quella di ingresso. Tra i secondi, l'efficienza
diodi schottky. in generale è più bassa rispetto alla tipologia
buck; inoltre vedremo che, sia la corrente assor-
Le perdite in AC dipendono fortemente dalla bita dall'ingresso che quella fornita all'uscita,
tipologia dello switching e dalle tensioni in presentano fronti verticali che richiedono eleva-
gioco. In genere va considerata la dissipazione di te capacità di filtraggio. Lo schema di principio
potenza dovuta alla corrente inversa che passa di uno switching inverting è riportato in figura 7.
durante il tempo trr, quando il diodo si compor-
ta ancora come un circuito chiuso. Ne consegue Sapete già che i componenti fondamentali sono
che queste perdite non sono dissipate nel sempre gli stessi, solo scambiati di posizione.
diodo, ma nel resto del circuito proprio a Ripetendo il ragionamento fatto per le altre tipo-
causa della non-idealità del diodo stesso. logie, è facile vedere che, come interruttore 1,
Prendendo come esempio il solito boost, funzio- non possiamo usare un diodo, in quanto la ten-
nante a 180kHz (tON circa 5µs), se utilizzassimo sione di ingresso verrebbe stabilmente cortocir-
come diodo l'1N4004, il suo trr sarebbe addirit- cuitata verso massa dall'induttanza. Possiamo
tura maggiore del tempo di commutazione. In usarlo nella posizione 2, naturalmente con il
pratica è come avere costantemente l'uscita col- catodo rivolto verso l'induttanza, perché, in caso
legata all'ingresso! Il calcolo in forma analitica contrario, quando è acceso l’interruttore 1 la
delle perdite dovute al trr dei diodi è abbastanza tensione di ingresso passerebbe inalterata in
uscita (a parte le cadute su diodo e interruttore).
Come interruttore 1 useremo come al solito un
MOSFET. In figura 8 è riportato lo schema di
principio modificato secondo le considerazioni
appena fatte.

Figura 7 Schema di principio (I) di un alimentatore switching di


Figura 6 Tempo di recupero di diodi 1N4004, 1N5822, 1N4148 tipo inverting

40
Anche in questa configurazione utilizzeremo, “generata” dall'induttanza. In figura 9 è riporta-
per i noti motivi di semplicità di pilotaggio, un to il grafico globale delle tensioni e delle corren-
MOSFET a canale P come interruttore comanda- ti nel circuito, supponendo ancora una volta il
to 1. Durante la fase ON, il MOSFET connette la duty-cycle pari al 50%. Come si vede le corren-
tensione di ingresso ai capi dell'induttanza. ti in entrambi i condensatori, di uscita e di
Sappiamo che la corrente nell'induttanza inizierà ingresso, hanno fronti verticali, molto più diffici-
a salire linearmente, con una velocità diretta- li da filtrare rispetto alle rampe graduali di altre
mente proporzionale a VIN ed inversamente pro- tipologie.
porzionale al valore di L. Durante questa fase il
diodo D è in interdizione, in quanto sull'Anodo MODALITÀ DISCONTINUA
ha la tensione VIN e sul Catodo, inizialmente, 0V. E CONTINUA
Alla commutazione del MOSFET da ON a OFF, la Introduciamo ora un concetto che avevo voluta-
corrente nell'induttanza comincerà a descresce- mente tralasciato. Fino ad ora abbiamo sempre
re, per cui ai suoi capi avremo la classica inver- supposto che la corrente nell'induttanza, oscil-
sione di polarità: se prima al terminale superiore lando ad ogni ciclo tra il suo valore minimo e
era presente +VIN, adesso la tensione scenderà massimo, si mantenga comunque sempre sopra
sotto 0V, in quanto il terminale inferiore dell'in- allo zero. Questa condizione era fondamentale
duttanza è collegato alla massa elettrica (0V). per il circuito boost senza controllo presentato
Finalmente il diodo D può condurre, ovviamen- nel numero 234 di Fare Elettronica, in quanto
te da destra verso sinistra, collegando così il con- sappiamo che, in caso contrario, la tensione di
densatore di uscita C alla tensione negativa uscita sarebbe salita a valori molto più alti di
quelli nominali. Questo tipo di funzionamento
viene definito CONTINUO, per ovvi motivi. Se,
al contrario, alla corrente nell'induttanza viene
permesso di scendere, ad ogni ciclo, fino allo
zero, si parla di funzionamento DISCONTINUO,
vedi figura 10. In questo caso è necessario l'uti-
lizzo di un sistema di controllo della tensione di
uscita (oppure un carico rigorosamente costan-
Figura 8 Schema di principio (II) di un alimentatore switching di
te, vedi ancora FE 234).
tipo inverting

Queste definizioni si applicano a qualunque


tipologia di switching: boost, buck o inverting.

Domanda: qual'è, in teoria, la modalità


“migliore”?

Risposta: quella CONTINUA, in quanto il nostro


“serbatoio” magnetico, a parità di corrente di

Figura 9 Tensioni e correnti tipiche in un alimentatore switching di


tipo inverting Figura 10 Corrente nell'induttanza: modalità continua e discontinua

41
BERNARDUCCI OK 5 17-02-2005 12:06 Pagina 55

picco (che determina i requisiti dell'induttan- VIN,MAX = +6,4V = Tensione di ingresso massima
za e di tutti gli altri componenti), fornisce una (1,6V/pila)
corrente MEDIA maggiore, come chiaramente
visibile in figura 10. Si nota che, con batterie fresche, la tensione di
Purtroppo anche in questo caso c'è un rovescio ingresso è superiore a quella desiderata di uscita,
della medaglia: mentre per la tipologia buck, in ma scende al di sotto di questa con batterie scari-
effetti viene praticamente sempre utilizzata la che. In pratica è come se dovessimo commuta-
modalità CONTINUA, per le tipologie boost e re da una configurazione di tipo buck ad una
inverting questo provoca instabilità nel sistema di tipo boost, nel bel mezzo del periodo di uti-
di controllo. In termini tecnici si dice che la fun- lizzo delle batterie. Il circuito inverting risolve
zione di trasferimento completa (parte di poten- brillantemente il problema, in quanto è in grado
za + sistema di controllo) ha un right-half-plane- di generare una tensione negativa qualsiasi, indi-
zero, che come forse saprete provoca un pendentemente dalla tensione di ingresso.
aumento della risposta pari a 6dB/ottava all'au- Vedremo nella prossima puntata che esiste un'ul-
mentare della frequenza, e quindi instabilità. Si teriore configurazione che fornisce lo stesso risul-
può introdurre uno o più poli (con filtri RC, ad tato a scapito di una lieve, maggiore complessità.
esempio) per “riportare alla ragione” il sistema,
ma questo ridurrebbe di molto la prontezza di La tensione di uscita desiderata è:
risposta del nostro switching. Per fare un esem-
pio, supponiamo che all'uscita del nostro swit- VOUT = -5V
ching il carico aumenti improvvisamente da
metà a pieno carico. La tensione di uscita scen- con una corrente massima di:
derebbe istantaneamente sotto il valore nomi-
nale, il circuito di controllo reagirebbe e tente- IOUT,MAX = 200mA
rebbe di riportarla al valore corretto. Se il
tempo di reazione del circuito di controllo, PASSO 1 - calcolo della massima
che è strettamente collegato alla banda pas- potenza di uscita
sante, è troppo elevato, l'uscita dello switching
può scendere sotto il livello minimo di funziona- POUT,MAX = |VOUT| * IOUT,MAX
mento per tempi inaccettabili.
Nel nostro caso:
TIPOLOGIA INVERTING: CALCOLI
La procedura di calcolo sarà un poco differente POUT,MAX = 5 * 0,200 = 1W
rispetto a quella già vista per le altre tipologie, in
quanto imporremo il funzionamento DISCONTI- PASSO 2 - stima dell’efficienza e
NUO. Consideriamo un'applicazione pratica. calcolo della massima potenza di
ingresso
Parametri di progetto desiderati: Come al solito sceglieremo un valore a piacere
Supponiamo di voler alimentare una CPU o un compreso tra il 70 e 90%. Dalla nota formula:
circuito logico funzionante a 5V, tramite 4 pile
alcaline non ricaricabili, da 1,5V nominali. Le PIN = POUT / η * 100
tensioni tipiche saranno allora:
Scegliendo η = 80%, otteniamo:
VIN,MIN = +4,8V = Tensione di ingresso minima a
fine vita (1,2V/pila) PIN,MAX = 1 / 80 * 100 = 1,25W
VIN,NOM = +6,0V = Tensione di ingresso nominale
(1,5V/pila) Per questa tipologia tuttavia non useremo il pro-
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BERNARDUCCI OK 5 17-02-2005 12:06 Pagina 56

cedimento definito in precedenza “bilancio di comprendere dalla figura 8. Riprendiamo la cor-


potenza iterativo”, quindi il valore calcolato è rente nel condensatore di uscita in figura 9, ed
utile solo per il successivo passo 3. ingrandiamola in figura 11.

PASSO 3 - calcolo della massima Con calcoli abbastanza semplici ma tediosi, che
corrente di ingresso richiedono l'applicazione dei criteri di similitudi-
Per il calcolo occorre utilizzare il valore minimo ne dei triangoli oppure un poco di trigonome-
della tensione di ingresso. Questo perché gli ali- tria, eguagliando le quantità di carica evidenzia-
mentatori switching possono essere considerati te in rosso ed in verde, si può dimostrare la for-
dispositivi a potenza costante, cioè tanta mula 2, che fornisce la massima corrente nell'in-
potenza entra, e la stessa, diminuita delle perdi- duttanza, da cui poi calcoleremo tutti gli altri
te, viene erogata al carico. Se ne deduce che, se parametri.
la tensione di ingresso diminuisce mentre il cari-
co resta costante, la corrente assorbita dall’in- Formula 2
gresso dovrà aumentare per mantenere costan- IL,MAX = 2 * IOUT * (tON / tOFF + 1)
te la potenza assorbita. Quindi il caso peggiore
si ha proprio in corrispondenza della tensione di o, equivalentemente
ingresso minima:
IL,MAX = 2 * IOUT / (1 - duty-cycle)
IIN,MAX = PIN,MAX / VIN,MIN
PASSO 6 - calcolo del duty-cycle
Nel nostro caso: Calcoliamo il duty-cycle, cioè il periodo ON
rispetto al totale del ciclo (ON+OFF), usando la
IIN,MAX = 1,25/ 4,8 = 0,260A nota ed importantissima formula:

Notate che anche nella tipologia inverting, così |VL,ON| * tON = |VL,OFF| * tOFF
come nella buck, questa non è la stessa corren-
te che scorre nell’induttanza, ma può essere VL,ON è la tensione ai capi dell’induttanza durante
comunque utile per dimensionare il fusibile di la fase ON. Purtroppo non sappiamo ancora
protezione all’ingresso. quale sarà il duty-cycle, quindi non conosciamo
la corrente IL,MAX nell'induttanza e non possiamo
PASSO 4 – calcolo della corrente calcolare la caduta di tensione sulla rDS,ON del
nell'induttanza MOSFET. Supponiamo quindi trascurabile la
Nella tipologia inverting, la corrente media nel- caduta di tensione sul MOSFET ed eseguiamo i
l’induttanza non coincide nemmeno con quella calcoli: alla fine verificheremo la caduta di ten-
che scorre nel carico, come si può facilmente sione sul MOSFET prescelto e, se necessario, tor-
neremo a questo punto per affinare i calcoli.
Risulta quindi:

VL,ON = VIN,NOM = 6V

VL,OFF è la tensione ai capi dell’induttanza durante


la fase OFF. Utilizzeremo uno schottky del tipo
1N5818 come interruttore 2, supponendo che
la sua caduta di tensione sia pari a VD = 0,5V.
Figura 11 Corrente nel condensatore di uscita per tipologia inverting
|VL,OFF| = |VOUT| + VD = 5 + 0,5 = 5,5V
43
BERNARDUCCI OK 5 17-02-2005 12:06 Pagina 57

Applicando la formula citata all'inizio di questo Quale IL,MAX dobbiamo utilizzare nell'ultima for-
passo: mula, tra le tre calcolate precedentemente?
Naturalmente la più alta, che corrisponde guar-
6 * tON = 5,5 * tOFF da caso al duty-cycle maggiore e alla tensione
cioè: MINIMA di ingresso. Come al solito conviene
tabulare le frequenze risultanti per valori stan-
tON = 0,917 * tOFF dard dell'induttanza L, come nella tabella
seguente.
e quindi:
Frequenza
Induttanza L in ∝H
duty-cycle = tON / (tOFF + tON) = 47,8% di Switching fSW

100 29,9kHz
Ripetendo i medesimi calcoli anche per VL,ON =
220 13,6kHz
VIN,MIN = 4,8V e VL,ON = VIN,MAX = 6,4V otterremo
rispettivamente duty-cycleMAX = 53,4% e duty- 470 6,4kHz
cycleMIN = 46,2%. Sostituendo il duty-cycle nomi-
nale nella formula 2 otteniamo per la corrente Notando che sia la 220µH che la 470µH richie-
max. nell'induttanza: dono frequenze di switching troppo basse, ho
utilizzato la 100µH, codice RS 233-5213, anche
IL,MAX = 2 * IOUT / (1 – duty-cycleNOM) = 2 * 0,200 / se è leggermente sottodimensionata (max. 0,8A,
(1 – 0,478) = 0,766A resistenza serie RL = 0,19Ω). Sarebbe preferibile
utilizzare induttanze con un certo margine di
e per gli altri due casi: corrente, come la Toko A814AY.101K (max.
1,05A, RL = 0,27Ω, codice RS 278-7973) oppure
IL,MAX = 2 * IOUT / (1 – duty-cycleMIN) = 2 * 0,200 / la Wurth 7447-7120 (max. 1,3A, RL = 0,17Ω,
(1 – 0,462) = 0,743A codice RS 333-8500).
IL,MAX = 2 * IOUT / (1 – duty-cycleMAX) = 2 * 0,200 /
(1 – 0,534) = 0,858A PASSO 7 – selezione del MOSFET
Come al solito la selezione del MOSFET va effet-
Dalle formule precedenti per IL,MAX è immediato tuata a partire da due parametri fondamentali: la
calcolare il valore dell'induttanza e della frequen- tensione presente tra Drain e Source, che deve
za di switching. Infatti, dalla nota: essere minore della VDSS, e la corrente Source-
→Drain, che deve essere inferiore alla massima
IL = (VL / L) * tON indicata con ID.
Nella tipologia inverting è facile vedere che il
si ricava: caso peggiore per la VDSS è pari alla differenza tra
la massima tensione di ingresso e la tensione di
IL,MAX = (VL / L) * duty-cycle * Tsw uscita (più la caduta nel diodo). Quindi dovrà
essere |VDS,MIN| = 6,4 - (-5,0 – 0,5) = 6,4 + 5,5 =
con Tsw periodo totale dello switching, pari a 1 / 11,9V. Ho utilizzato il valore assoluto in quanto,
fsw. Da questa: a rigore, per i MOSFET a canale P sia la VDSS che
la ID sono negative. In pratica qualunque
IL,MAX = (VL / L) * duty-cycle / fsw MOSFET rispetta questo parametro. Applicando
la regola di utilizzare un MOSFET con ID,MAX a
ed infine: 25°C da 2 a 4 volte superiore alla massima
corrente prevista, abbiamo bisogno di un com-
fsw * L = (VL * duty-cycle) / IL,MAX ponente con ID pari almeno a 1,7A e preferibil-
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BERNARDUCCI OK 5 17-02-2005 12:06 Pagina 58

mente inferiore a 3,4A. PERDITE NEL MOSFET (VIN = 4,8V)


Attenzione: per accendere il MOSFET abbiamo a PDISS,MOSFET = rDS,ON * (IPK / 2)2 * duty-cycle = 0,065 *
disposizione una tensione pari a quella di ingres- (0,858 / 2)2 * 53,4% = 0,006W
so, meno eventuali cadute di tensione dovute ad
esempio al circuito di pilotaggio e controllo. PERDITE NEL DIODO (VIN = 4,8V)
La tensione di alimentazione minima è pari a
4,8V... ma se ricordate la Tabella riepilogativa sui PDISS,DIODO = VD * (IPK / 2) * duty-cycle(D) = 0,5 *
MOSFET, in FE 236, noterete che per accendere (0,858 / 2) * (1 – 0,534) = 0,100W
un MOSFET “standard” a canale P, occorre una
tensione sul Gate di circa 10V in meno rispetto PERDITE RESISTIVE NELL’INDUTTANZA
al Source! (VIN = 4,8V)

Fortunatamente esistono dei MOSFET, deno- PDISS,L = (IPK / 2)2 * RL = (0,858 / 2)2 * 0,19 =
minati logic-level, che riescono ad accendersi = 0,035W
con tensioni |VGS| molto inferiori ai soliti 10V,
ad esempio 4,5V oppure 2,5V. Per un totale di

Diventa quindi obbligatorio utilizzare uno di que- PDISS,TOT = PDISS,MOSFET + PDISS,D + PDISS,L = 0,006 + 0,100
sti. La scelta è caduta sull'IRLML6402 della + 0,035 = 0,141W (VIN = 4,8V)
International Rectifier, un 3,7A-20V (rds=0,065Ω) in
grado di accendersi con soli 2,25V tra Source e PERDITE NEL MOSFET (VIN = 6,4V)
Gate. Altri componenti equivalenti sono: Vishay-
Siliconix SI2301DS (2,3A-20V rds=0,190Ω), Fairchild PDISS,MOSFET = rDS,ON * (IPK / 2)2 * duty-cycle = 0,065 *
FDS6575 (10A-20V rds=0,013Ω), reperibili su (0,743 / 2)2 * 46,2% = 0,004W
Distrelec o RS.
La caduta di tensione sull'IRLML6402, alla massi- PERDITE NEL DIODO (VIN = 6,4V)
ma corrente di 0,858A (è evidente che la massima
corrente nel MOSFET è pari alla massima corrente PDISS,DIODO = VD * (IPK / 2) * duty-cycle(D) =
nell'induttanza), è pari a: 0,858 * 0,065 = 56mV, il = 0,5 * (0,743 / 2) * (1 – 0,462) = 0,100W
che giustifica l'assunto fatto precedentemente
all'inizio del passo 6. PERDITE RESISTIVE NELL’INDUTTANZA
(VIN = 6,4V)
PASSO 8 - stima (o misura) delle
perdite dissipative PDISS,L = (IPK / 2)2 * RL = (0,743 / 2)2 * 0,19 =
Sapete che le perdite dipendono dal duty-cycle, = 0,026W
in quanto questo definisce il tempo di ON (e
quindi le perdite nel MOSFET) ed il tempo di Per un totale di
OFF (e quindi le perdite nel diodo). Siccome il
duty-cycle dipende a sua volta dalla tensione di PDISS,TOT = PDISS,MOSFET + PDISS,D + PDISS,L = 0,004 + 0,100
ingresso (anche dalla tensione di uscita, che + 0,026 = 0,130W (VIN = 6,4V)
però nel nostro caso è costante e possiamo
ignorarla), non è facile calcolare il massimo della Ovviamente non abbiamo tenuto in considera-
somma delle perdite. zione le perdite di commutazione e quelle
Calcoliamo quindi le perdite nei casi limite magnetiche nell'induttanza, di cui parleremo
della tensione di ingresso, 4,8 e 6,4V, appros- nella prossima puntata.
simando la corrente media come metà di quel- Analizzando questi risultati e confrontandoli
la di picco: anche con quelli della puntata precedente,
45
possiamo dire: Formula 4
∆VC = (IPK – IOUT)2 * tOFF / (2 * C * IPK)
Qualunque sia la tipologia, in uno switching a
bassa tensione di uscita, una rilevante parte Nel nostro caso, ipotizzando un ripple totale
delle perdite è dovuta al DIODO. Per questo desiderato, pari al massimo a 100mVpp, ottenia-
motivo è fondamentale utilizzare diodi mo per l’ESR:
SCHOTTKY, ove possibile.
ESR = ∆V / ∆I = 0,1 * 90% / 0,858 = 0,105Ω
PASSO 10 - calcolo del condensatore
di uscita Scegliamo un condensatore Panasonic serie FC,
Sappiamo che il condensatore di uscita influi- 105°C, da 1000µF/6,3V (codice RS 315-0243),
sce sul ripple di tensione di uscita, tramite la che esibisce un’ESR pari a 0,090Ω ed un ripple di
sua capacità e la sua ESR. corrente massimo pari a 0,765A. In questo caso
A svantaggio della tipologia inverting, c’è il il ripple di tensione dovuto all’ESR sarà:
fatto che la corrente nel condensatore è trian-
golare, con un tratto verticale più difficile da ∆VESR = ∆I * ESR = 0,858 * 0,090 = 77mVpp
filtrare. Questo implica che il condensatore di
filtro, a parità di condizioni, sarà più grande Il valore efficace del ripple di corrente è pari a:
rispetto alla tipologia buck. La procedura di
calcolo del condensatore di uscita è la IRMS = [IPK * (IPK / 3 – IOUT) * (1 – duty-cyle) + IL2]0,5 =
seguente: [0,858 * (0,286 – 0,2) * 0,534 + 0,22]0,5 = 0,282A

1. Calcolare l’ESR necessario a partire dalla for- abbondantemente minore del massimo, a
mula (Legge di Ohm) ESR = ∆VESR / ∆I, ipo- garanzia di un ridotto auto-riscaldamento del
tizzando come al solito ∆VESR pari al 90% condensatore e quindi di una sua maggiore
del totale. durata. Calcoliamo il ripple di tensione dovuto
2. Scegliere un condensatore di uscita che abbia alla capacità:
un ESR inferiore a quello calcolato, o mettere
in parallelo due o più condensatori con ESR VC = (IPK – IOUT)2 * tOFF / (2 * C * IPK) = (0,858 – 0,2)2
maggiore. * 15,6e-6 / (2 * 1000e-6 * 0,858) = 3,9mVpp
3. Opzionale ma consigliabile per l’affidabilità:
calcolare il valore efficace del ripple di corren- Sommando il ripple di tensione dovuto ai due
te triangolare con la formula 3 (di cui ometto termini, si ottiene:
la dimostrazione) e verificare che sia inferiore
al massimo sopportabile dal condensatore ∆VTOT = ∆VESR + ∆VC = 77 + 3,9 = 80,9mVpp
scelto nella fase 2.
che consideriamo accettabile per la nostra appli-
Formula 3 cazione.A rigore, i due contributi al ripple totale
IRMS = [IPK*(IPK / 3 – IOUT)*(1 – duty-cyle) + IL2]0,5 non sono in fase, cioè quando il primo termine
dovuto all’ESR è al massimo l’altro non è al mas-
4. Calcolare il ripple di tensione dovuto alla simo, tuttavia, considerando anche le approssi-
capacità, ∆VC, con la formula 4 (di cui mazioni fatte sul duty-cycle, si può utilizzare cau-
ometto la dimostrazione), e verificare che, telativamente il valore calcolato.
sommato a quello del passo 1, il ripple
totale sia accettabile. In caso contrario ripe- SWITCHING PFM:
tere dal passo 1 ipotizzando una diversa L’MC34063, PARTE 2
percentuale per ∆VESR. Abbiamo già introdotto nella puntata preceden-
46
BERNARDUCCI OK 5 21-02-2005 10:21 Pagina 61

te l’integrato MC34063, della ON Semiconductor. VC = I * t / C


Analizziamo ora un po’ più a fondo la sua strut-
tura interna, e vediamo come utilizzarlo per con- quando C e VC sono costanti, se I aumenta il
trollare il nostro switching inverting. La struttura corrispondente t diminuisce e viceversa. È
interna viene di nuovo riportata in figura 12 in quindi evidente che il tempo di carica del con-
quanto necessaria per la spiegazione dettagliata. densatore sarà circa 200 / 35 = 6 volte più lungo
di quello di scarica, come visibile in figura 13.

Figura 13 Oscillatore interno del MC34063

Tale grafico è ripreso dall'Application Note


AN920/D che potete scaricare dal sito della ON
Semiconductor. L'uscita del comparatore del-
l'oscillatore interno (non visibile nella figura 12
Figura 12 Schema interno del circuito integrato MC34063 perchè racchiuso entro il rettangolo Oscillator),
pilota un Flip-Flop di tipo Set-Reset.
Come in tutti i circuiti integrati switching, Precisamente, durante la fase di scarica del con-
l'MC34063 contiene al suo interno un oscilla- densatore, l'uscita del comparatore va bassa,
tore la cui frequenza è regolabile tramite un passa attraverso l'inverter (pallino) sul pin di
condensatore CT collegato tra pin 3 e la Reset del F-F, e quindi resetta l'uscita Q, cioè spe-
massa. L'oscillatore interno funziona carican- gne i transistor Q2 e Q1, indipendentemente
do e scaricando tale condensatore con un dal segnale di Set. Si può quindi dire che
generatore di corrente bidirezionale, che può l'MC34063 ha un off-time minimo definito dal
sia caricare il condensatore con una corrente valore della capacità CT. Solo durante la succes-
costante di circa 35µA (generatore “source”), siva fase di carica del condensatore, se la tensio-
che scaricarlo con una corrente costante di ne di uscita, riportata sul pin 5, diventa minore
circa 200µA (generatore “sink”). La commuta- di quella del riferimento interno (1,25V, rettan-
zione di direzione viene pilotata da un compa- golo in basso a destra in figura 12), il compara-
ratore a doppia soglia, con soglie di 0,75V e tore (in basso a sinistra) attiva l'ingresso
1,25V: precisamente, se la tensione a cui si è dell'AND, che a sua volta attiva il pin Set del F-F,
caricato il condensatore supera 1,25V, il com- e infine la coppia Q2-Q1. Una volta acceso il F-F,
paratore disattiva la modalità “source” ed atti- l'uscita resta attiva fino al successivo impulso di
va la “sink”, per il tempo necessario a far si reset, che equivale a dire che non è più possibi-
che la tensione scenda a 0,75V. le spegnere l'uscita fino alla fine della rampa di
A questo punto si inverte di nuovo la direzione salita di CT. L'MC34063 è dotato di un circuito di
del generatore di corrente ed il ciclo si ripete. protezione dai cortocircuiti e dalle sovracorrenti,
Ricordando che tensione e corrente in un con- che monitorizza la caduta di tensione su una
densatore sono legate dalla relazione: resistenza di basso valore collegata tra il pin 7
47
BERNARDUCCI OK 5 17-02-2005 12:06 Pagina 62

(Ipk sense) e il pin 6 (Vcc). Quando la caduta nello schema applicativo di Figura 33
supera il valore tipico di 0,330V, viene aggiunta dell'AN920/D? La spiegazione (citata anche nelle
una corrente di carica al condensatore CT (oltre note della stessa AN920/D) deriva dal fatto che la
ai 35µA standard), che accelera il raggiungimen- coppia darlington Q1/Q2 interna all'MC34963,
to della soglia superiore e quindi lo spegnimen- che “pilota” l'induttanza, presenta una caduta di
to dell'uscita. Ovviamente al ciclo successivo il tensione di ben 1V. Ciò si traduce in scarsa effi-
procedimento si ripete, quindi se con l'oscillo- cienza, soprattutto con basse tensioni di ingres-
scopio notate che sul pin 3, invece della classica so, come in questo caso. Utilizzeremo invece la
rampa a frequenza nominale, ci sono delle cuspi- protezione di sovracorrente interna, sebbene
di a frequenza più alta, controllate il circuito: anch'essa influisca un poco sull'efficienza.
potrebbe trattarsi di un corto circuito all'uscita o Se avete risposto alla domanda precedente, con
della rottura di qualche componente esterno. “usiamo un op-amp invertente”, la risposta è:
Infine, un piccolo quiz: considerando che prati- non serve! Basta infatti collegare il pin 4
camente la totalità dei circuiti integrati non sop- (GND) all'uscita negativa (insieme al terminale
porta tensioni negative rispetto alla propria di CT). Rispetto alla massa “reale”, cioè il polo
massa, come fare per comparare la tensione negativo delle pile, il pin 4 sarà allora alla tensio-
(negativa) generata dallo switching con il riferi- ne di -5V, il riferimento di tensione sul pin (+) del
mento interno dell'MC34063 che vale 1,25V? comparatore interno sarà a -5 + 1,25 = -3,75V e
Leggete appresso per la risposta. potrà comparare la tensione negativa di uscita,
tramite il solito partitore resistivo esterno.
SWITCHING INVERTING CON Il circuito completo dell’alimentatore inverting è
CONTROLLER PFM MC34063 riportato in figura 14.
Per pilotare efficacemente il MOSFET, utilizzere-
mo il solito push-pull inseguitore di emettitore Il condensatore C3 determina la frequenza del-
esterno, quindi la corrente richiesta all’MC34063 l’oscillatore interno al circuito integrato, che
sarà molto bassa. Per questo motivo è sufficiente dobbiamo imporre a circa 30kHz, da cui il valo-
utilizzare il collettore del transistor INTERNO Q2 re di circa 1500pF (vedi datasheet). Se volete
(pin 8), lasciando il collettore del transistor verificare l'oscillazione sul circuito reale, elimina-
INTERNO Q1 (pin 1) non connesso. Vi state chie- te il carico, utilizzate una sonda x10 collegata al
dendo perchè utilizziamo un MOSFET esterno pin 3, e non spaventatevi delle grosse tolleranze
invece del transistor interno Q1, come riportato dell'MC34063. Per determinare i valori delle resi-

Figura 14 Schema elettrico completo dell’alimentatore inverting 4,8..6,4V → -5V, 0,2A

48
BERNARDUCCI OK 5 21-02-2005 10:27 Pagina 63

stenze, ho calcolato prima il valore dell’attenua- alimentati dalla linea -5V, quindi occorre consi-
zione da applicare alla tensione di uscita per derare anche l'efficienza di conversione.
eguagliarla a quella del riferimento, che adesso è Variando la tensione di alimentazione da 4,8 a
a -3,75V: 6,4V, ho ottenuto i risultati presentati in tabella
2 (escludendo i 6,8mA assorbiti a vuoto).
ATT = VOUT / VREF = -5 / -3,75 = 1,333
Notate che la cosiddetta Line Regulation, cioè
Ricordando che in un partitore resistivo costitui- la variazione di tensione di uscita dovuta alle
to da due resistenze Ra e Rb, l’attenuazione ai variazioni della tensione di ingresso, è miglio-
capi di Rb è pari a 1 + Ra / Rb, ed eguagliando re dello 0,1%. Dalla terza colonna si vede chia-
alla formula precedente si ottiene: ramente la già citata proprietà degli switching, e
cioè quella di assorbire una potenza costante.
1 + Ra / Rb = 1,333, da cui Ra / Rb = 0,333 Ricordo infine che l'efficienza riportata è relativa
alla sola parte di potenza, mentre nelle applica-
cioè occorrono due resistenze il cui rapporto sia tion note dei circuiti integrati commerciali in
esattamente 1 a 3. La resistenza R1 limita la corren- genere si riporta l'efficienza globale, includendo
te di picco nel MOSFET al valore di 0,330 / 0,33 = quindi anche il consumo dell'integrato stesso.
1A, con la modalità già spiegata in precedenza.
CONCLUSIONI
MISURE Terminiamo con questa puntata l'utilizzo
Montato il circuito, e verificatone il corretto fun- dell'MC34063. Per ulteriori informazioni vi
zionamento, ho collegato in uscita un carico rimando al sito della ON Semiconductor,
costituito da 4 resistenze da 10Ω-2W in www.onsemi.com. Nella prossima puntata intro-
serie/parallelo, in modo da ottenere 25Ω (esatta- durremo finalmente la tipologia di controllo
mente 24,5Ω), corrispondente al carico massi- PWM V-Mode, con la presentazione di una tipo-
mo (5V / 0,2A). Senza carico esterno l'assorbi- logia di switching ibrida, la buck-boost, e relati-
mento del circuito è risultato essere pari a vo circuito esemplificativo. Inizieremo anche a
6,8mA, in linea con il consumo massimo specifi- parlare di magnetismo e materiali magnetici,
cato per l'MC34063 (4mA) più le resistenze R3 e fondamentali per la comprensione delle perdite
R4 (1,1mA). Notate che questi componenti sono magnetiche e dei circuiti più avanzati.

Tensione di Corrente Potenza Tensione Potenza fornita al


Efficienza η
ingresso assorbita assorbita di uscita carico (24,5Ω)
[%]
[V] [A] [W] [V] [W]
4,8 0,253 1,214 -4,985 1,014 83,5
5,0 0,243 1,215 -4,986 1,015 83,5
5,2 0,234 1,217 -4,987 1,015 83,4
5,4 0,225 1,215 -4,987 1,015 83,5
5,6 0,217 1,215 -4,988 1,016 83,6
5,8 0,209 1,212 -4,988 1,016 83,8
6,0 0,202 1,212 -4,988 1,016 83,8
6,2 0,195 1,209 -4,989 1,016 84,0
6,4 0,189 1,210 -4,989 1,016 84,0
Tabella 2 Misure sullo switching inverting

49
BERNARDUCCI - TEORIA 15-12-2004 9:49 Pagina 86

50
BERNARDUCCI teoria 5 15-03-2005 15:58 Pagina 98

Alimentatori
switching:

I n questa puntata inizieremo teranno secondo cerchi concentrici, aventi cen-


tro proprio nel punto di passaggio del filo.
a trattare le caratteristiche Questo esperimento dimostra che:
del nostro “serbatoio” magnetico,
qualsiasi corrente elettrica che scorre in un
l'induttanza. Presenterò poi una
conduttore genera un campo magnetico
tipologia ibrida, cioè che deriva
da due delle tipologie che già Ovviamente il campo magnetico generato avrà
un'intensità ben definita e limitata, cioè bussole
conoscete: la buck-boost. collocate oltre una certa distanza dal filo non
Con l'ausilio di un circuito risentiranno più del campo, e non si orienteran-
no più. L'intensità del campo magnetico si indi-
integrato di nuovo tipo (PWM), ca con il simbolo H, da non confondere con
realizzeremo infine il nostro l'unità di misura dell'induttanza, l'Henry. Appare
evidente, anche senza dimostrazione, che l'in-
classico circuito di test.
tensità del campo magnetico H dipende dalla
corrente che scorre nel filo, ed infatti è diretta-
mente proporzionale, cioè se la corrente rad-
LE ORIGINI DEL MAGNETISMO doppia, anche H raddoppia. Inoltre se invece di
Riproduciamo un noto esperimento, visibile in un singolo filo, ne colleghiamo molti, tutti
figura 1, con l'ausilio di un filo percorso da una attraversati dalla stessa corrente, (in pratica,
corrente elettrica e di alcune bussole tascabili. realizzando un solenoide) l'effetto aumenta pro-
Nella parte a sinistra della figura 1, ad interrut- porzionalmente, come esemplificato in figura 2.
tore spento, notiamo che le piccole bussole Possiamo quindi scrivere che H è proporzionale
(che non sono altro che magneti permanenti, sia alla corrente che al numero delle spire,
liberi di muoversi attorno al proprio asse), si secondo una costante di proporzionalità k:
orientano tutte secondo il polo Nord terrestre. H=k*I*N
Facendo scorrere una corrente nel filo, tramite (I corrente in Ampere, N numero di spire, k
l'accensione dell'interruttore, le bussole si orien- costante)

Figura 1 Esperimento sul magnetismo Figura 2 Campo magnetico in un solenoide

51
BERNARDUCCI teoria 5 15-03-2005 15:58 Pagina 99

Il controllo
negli PWM
alimentatori switching
L'intensità del campo magnetico H si misura in: Il campo magnetico terrestre è ben più elevato, e
vale circa 60µT, cioè 60 * 10-6 Tesla = 0,6 Gauss.
A/m
(A = Ampere, m = metro) Ricordo ora che gli elettroni degli atomi sono
cariche in movimento (cioè una corrente), e
A volte si possono trovare per H, le unità di quindi generano anch'essi un campo magne-
misura A * sp / m, Amperspira per metro, oppu- tico “interno”.
re A * T / m, dove T sta per l'inglese “turn”, spira Cosa succede se immergiamo un pezzo di un
appunto. Essendo le spire un numero adimen- qualunque materiale nel campo magnetico
sionale, tutte le precedenti espressioni sono prodotto da un solenoide? La risposta è, natu-
equivalenti. ralmente: dipende dal materiale.
Un'altra grandezza strettamente collegata all'in- Per la maggior parte dei materiali come il rame,
tensità del campo magnetico H, è la cosiddetta l'alluminio, la grafite, il legno, la plastica, vale
densità di flusso, indicata con la lettera B. In ancora la relazione precedente B = µ0 * H, in
pratica la densità di flusso fornisce un'indica- quanto il campo magnetico “interno” si cancel-
zione del numero di linee di campo magneti- la a causa della struttura molecolare oppure per
co che attraversano un'area unitaria. proprietà di simmetria dell'atomo. Per fortuna
L'unità di misura corrispondente è il Tesla, indi- esistono alcuni materiali il cui campo magnetico
cato con la lettera T: “interno” non si annulla, anzi, si allinea con
quello esterno, aumentandone notevolmente
1 Tesla = 1T = 1kg / (A * s2) = 10000 Gauss l'effetto: i materiali ferromagnetici.
(A = Ampere, s = secondo, kg = kilogrammo)
I MATERIALI FERROMAGNETICI
Il Tesla è l'unità di misura riconosciuta dal Questi sono materiali tipicamente metallici,
Sistema Internazionale SI, tuttavia non è raro come il ferro, il nickel, il manganese. Il fattore
trovare dati riferiti in Gauss, quindi ho indicato di proporzionalità che lega la densità di flusso
il fattore di conversione, pari stranamente a B al campo magnetico H, non è più la costan-
10000 (e non 1000 come ci si potrebbe aspet- te µ0, ma..un disastro! Immaginando di esegui-
tare). Perchè ho detto che B e H sono stretta- re un esperimento, aumentiamo gradualmente
mente collegate? Perchè, nel vuoto, e quindi H da zero (per esempio aumentando la corren-
approssimativamente nell'aria, vale la formula: te che scorre nel solenoide), e grafichiamo il
B = µ0 * H valore di B, misurato con un opportuno senso-
con µ0 costante pari a 4 * π * 10-6 [kg * m / (A2 * s2)], re, come in figura 3.
denominata permeabilità magnetica assoluta. Si notano subito tre cose:
Per fare un esempio, applicando la formula pre- 1. A parità di H, B è molto più elevato in questi
cedente ed un'altra qui non riportata, si può cal- materiali rispetto al vuoto.
colare che la densità di flusso generato da un 2. La dipendenza da H non è lineare.
filo percorso da 1A, a 1m di distanza, è pari a 3. Oltre un certo valore di H, B non aumenta
200nT, cioè 200 * 10-9 Tesla. più (appiattimento della curva).
52
BERNARDUCCI teoria 5 15-03-2005 15:58 Pagina 100

conducibilità elettrica molto minore, fatto


In quest'ultimo caso si dice che il materiale è molto importante ai fini della diminuzione
saturo, cioè fisicamente tutti i campi magnetici delle perdite, come vedremo nella prossima
“interni” si sono allineati a quello generato puntata.
esternamente e non possono più contribuire NOTA: a rigore le ferriti sono materiali ferrima-
all'incremento di flusso. gnetici e non ferromagnetici, ma per la nostra
Cosa succede se adesso diminuiamo il campo trattazione i due tipi sono perfettamente equi-
magnetico H fino a zero? valenti e quindi useremo sempre la dizione fer-
Ci aspettiamo di ritornare al punto di partenza romagnetici.
seguendo la stessa curva...invece no! La curva
passa molto più in alto rispetto alla precedente. PERDITE NELLE INDUTTANZE:
Se continuiamo a diminuire H sotto lo zero (cioè PARTE 1
invertiamo la corrente), e poi lo riportiamo fino Come noto, qualsiasi induttanza viene realizza-
al massimo, otteniamo il grafico di figura 4. ta tramite un avvolgimento di filo conduttore,
tipicamente rame, su un opportuno supporto,
I più esperti avranno sicuramente riconosciuto il che, nel caso degli alimentatori switching, è
classico ciclo di isteresi di magnetizzazione, che è esclusivamente di materiale ferromagnetico.
tipica di tutti i materiali ferromagnetici. Per con- Per quanto si cerchi di utilizzare un filo condut-
trasto, la curva di figura 3 viene chiamata curva tore di sezione elevata e quindi di bassa resi-
di prima magnetizzazione o curva vergine, ma stenza, quest'ultima va sempre tenuta in consi-
non è di interesse per il nostro corso. derazione nel calcolo delle perdite. In pratica
Esiste un'altra categoria di materiali che presen- l'induttanza reale ha lo schema equivalente
tano caratteristiche ferromagnetiche (quindi (semplificato) di figura 5.
ciclo di isteresi B-H ed alta densità di flusso B): Il calcolo delle perdite elettriche è semplicemen-
le ferriti. Questi sono materiali ceramici rica- te dato dalla legge di dissipazione di potenza
vati per sinterizzazione, cioè per trattamento sulle resistenze:
contemporaneo ad alta pressione ed alta tem- PDISS,L = RL * IL,AVG2
peratura, di polveri di ossidi di ferro, nichel, dove IL,AVG indica la corrente media nell'induttan-
manganese e zinco. za (o quella efficace RMS per i più precisi). Nella
Rispetto ai metalli ferromagnetici, hanno una prossima puntata esamineremo le altre fonti di

Figura 4 Ciclo di magnetizzazione B-H per un materiale


Figura 3 Grafico B-H per un materiale ferromagnetico (ferro) ferromagnetico

53
BERNARDUCCI teoria 5 15-03-2005 15:58 Pagina 102

perdita di energia nelle induttanze. ingresso e uscita. La tabella 1 fornisce una


comparazione delle caratteristiche tra queste
TIPOLOGIA BUCK-BOOST due tipologie.
Questa tipologia è un ibrido di due tipologie a
voi ben note, già presentate nelle scorse pun- Analizzando la tabella 1 e la figura 6, è imme-
tate del corso: la buck e la boost, ovviamente. diato constatare che il maggior costo e la
La figura 6 mostra lo schema di principio. minore efficienza della tipologia buck-boost è
legato al numero doppio di interruttori pre-
In effetti sono proprio due alimentatori swit- senti, tuttavia è l'unica (per ora) utilizzabile se
ching buck e boost in serie, con “l'ottimizza- si vuole che ingresso ed uscita condividano la
zione” consistente nell'usare la stessa indut- stessa massa elettrica.
tanza. Un momento...non vi sembra inutile Nella figura 6, per confronto con le tipologie
abbassare la tensione di ingresso, con la parte già note, è immediato inserire diodi (interrut-
buck a sinistra, per poi elevarla di nuovo con tori non comandati) nelle posizioni 2a e 2b, e
la parte boost di destra? Riflettete in quale MOSFET a canale P e N rispettivamente nelle
occasione questo può tornare utile...ma si, posizioni 1a e 1b, come in figura 7.
quando la tensione di ingresso può essere
sia inferiore che superiore a quella di usci-
ta! Supponiamo infatti di avere a disposizione
una tensione di ingresso variabile da +9V a
+18V, da cui si desideri ottenere una tensione
di uscita costante ed uguale a +12V.
Utilizzando la tipologia buck-boost, possiamo
usare la parte “buck” per abbassare la tensione
di ingresso al valore +8V fisso, e poi utilizzare la
parte “boost” per aumentare quest'ultima a
+12V (in realtà in nessun punto del circuito Figura 6: Schema di principio (I) di un alimentatore switching di
tipo buck-boost
troveremo +8V, ma è solo un esempio spero
illuminante).
Ricorderete che
nella puntata pre-
cedente avevo
presentato la
tipologia inver-
ting che fornisce
lo stesso risultato,
a scapito però
Figura 5 Circuito equivalente (I) dell'inversione di Figura 7 Schema di principio (II) di un alimentatore switching di
per l'induttanza tipo buck-boost
polarità tra

VIN può essere sia


Tipologia Inversione del GND? Complessità (costo) Efficienza teorica η
> che < |VOUT| ?

buck-boost SI NO MAGGIORE MINORE

inverting SI SI MINORE MAGGIORE


Tabella 1 Comparazione tra tipologie

54
Il controllo agisce su entrambi i MOSFET con- nimo di Pulse Width Modulation, traducibile
temporaneamente durante la fase ON, mentre come Modulazione a Larghezza di Impulso.
durante la fase OFF, l'immediata inversione di In pratica un controllo PWM varia l'ampiezza
polarità ai capi di L fa si che l'energia magne- dell'impulso di uscita, che rappresenta la
tica accumulata, fluisca verso il carico attraver- grandezza CONTROLLANTE, a seconda del-
so i diodi 2a e 2b. In figura 8 sono riportati i l'errore tra la grandezza CONTROLLATA ed un
grafici delle correnti nei vari componenti. riferimento che rappresenta il valore desidera-
to (figura 10).
Un piccolo problema nasce dal fatto che per
attivare il PMOS 1a occorre fornire una tensio- È questa la tipologia di controllo PWM
ne di Gate negativa rispetto al Source che è a Voltage-Mode, in quanto l'uscita del circuito
VIN (ad esempio 0V), mentre per attivare di controllo dipende solo dalla tensione di
l'NMOS 1b occorre una tensione positiva uscita e non da altre grandezze. La tipologia
rispetto al Source che è a massa (ad esempio PWM Voltage-Mode è stata la prima, storica-
10V). Il controllo dovrebbe quindi fornire due mente, ad essere introdotta e risente di alcuni
uscite complementari per pilotare corretta- problemi cui accenneremo più avanti; tuttavia
mente i due MOS, oppure è necessario preve- i circuiti di controllo integrati che la imple-
dere un inverter esterno tra i due Gate, oppu- mentano sono molto economici, facilmente
re ancora... si può connettere il Gate reperibili ed in grado di funzionare egregia-
dell'NMOS 1b come in figura 9. mente in moltissime applicazioni.

In questo caso il controllo gestisce solo il UN CIRCUITO INTEGRATO PWM


PMOS 1a, il quale una volta attivato, fornisce V-MODE: TL5001
VIN sul suo Drain, che è connesso al Gate Un circuito che integra un controllo PWM V-
dell'NMOS 1b, e si attiva quindi quasi con- Mode è il TL5001 della Texas Instruments
temporaneamente. (www.ti.com). Viene fornito in un piccolo packa-

TIPOLOGIA DI CONTROLLO PWM


Introduciamo finalmente la tipologia di con-
trollo PWM. Come tutti saprete, PWM è l'acro-

Figura 9 Schema di principio (III) di un alimentatore switching di


tipo buck-boost

Figura 8 Correnti tipiche in un alimentatore switching buck-boost Figura 10 Schema di principio di un controllo PWM

55
BERNARDUCCI teoria 5 15-03-2005 15:58 Pagina 104

ge a 8 pin, sia SMD che DIP, ed è facilmente repe- perchè?


ribile su RS (www.rs-components.it) e, probabil- Ricordate che qualsiasi alimentatore switching
mente, anche attraverso i normali canali di riven- è un dispositivo a POTENZA COSTANTE?
dita di materiale elettronico. In figura 11 è ripor- Per fare un esempio, se il carico assorbe
tata la struttura interna semplificata dell'integrato. 100W, la potenza assorbita dall'ingresso sarà
100W + le perdite, cioè supponiamo 120W in
Tralasciando il pin 5, SCP, che implementa la totale.
protezione dai corto circuiti e che non useremo Se lo switching è alimentato, diciamo a 12V,
per semplicità, l'interno del TL5001 consiste, questo si traduce in un assorbimento di 120 /
come al solito, di: 12 = 10A. Se la tensione di ingresso si dimez-
zasse a 6V, la corrente assorbita salirebbe a
● Un oscillatore triangolare a frequenza program- ben 120 / 6 = 20A, e addirittura a 40A se la
mabile tramite una resistenza sul pin 7, RT. tensione scendesse ipoteticamente a 3V!. È
● Un riferimento di tensione a 1V (trascurate evidente che il dimensionamento del
quello a 2,5V). MOSFET, della bobina, dei diodi, è stato effet-
● Un amplificatore di errore, cioè un classico tuato per una certa corrente operativa massi-
op-amp. ma...quadruplicare questo valore vuol dire
● Un comparatore. bruciare il fusibile, se siete fortunati, o qualche
● Uno stadio di uscita a transistor NPN, open- costoso componente attivo se non lo siete! Per
collector. riepilogare:
● Un controllo del duty-cycle massimo tramite
una resistenza sul pin 6, DTC. Se la tensione di ingresso non è sufficiente
per il corretto funzionamento, l'UVLO pro-
Vedremo più avanti la funzione dell'UVLO. tegge lo switching, spegnendolo o ritardan-
Il cuore del generatore PWM è proprio il com- done l'accensione.
paratore; infatti se supponiamo di graficare la
sua tensione di uscita (collegata all'AND e quin- L'UVLO presente nel TL5001 non è program-
di al transistor di uscita), per vari valori di ten- mabile, ma interviene se la tensione di ingres-
sione di ingresso sul pin 3 otteniamo quanto so scende sotto i 2,9V, con ±100mV di istere-
visibile in figura 12. si. Circuiti integrati più evoluti (ma con più
piedini!) possono permettere la regolazione
È evidente quindi che la durata dell'impulso di del livello di intervento dell'UVLO.
uscita è direttamente proporzionale alla tensio-
ne sul pin 3, cioè alla tensione di errore presen- ALIMENTATORE BUCK-BOOST
te all'uscita dell'op-amp. Maggiore è l'errore, ad Per l'applicazione pratica con il PWM TL5001
esempio a causa di un improvviso sovraccarico, utilizzeremo i valori seguenti.
maggiore è l'ampiezza dell'impulso di uscita, Parametri di progetto desiderati:
che pilota la parte di potenza dello switching ed VIN,MIN = +9V = Tensione di ingresso minima
aumenta l'energia trasferita ad ogni ciclo trami- VIN,MAX = +18V = Tensione di ingresso massima
te il serbatoio magnetico.
È chiaro che la protezione UVLO del TL5001,
COS’È L’UVLO? fissa a 2,9V, è d'aiuto solo nel momento di
L’UVLO è un acronimo per Under-Voltage- accensione dello switching, ma non durante il
Lock-Out, traducibile con un poco di fantasia funzionamento normale.
in Blocco di Bassa Tensione. Il suo scopo è
quello di spegnere lo switching se la tensio- La tensione di uscita desiderata è:
ne di ingresso è troppo bassa. Sapete dire VOUT = +12V con una corrente massima
56
BERNARDUCCI teoria 5 15-03-2005 15:58 Pagina 106

IOUT,MAX = 500mA Scegliendo η = 75%, otteniamo:


PIN,MAX = 6 / 75 * 100 = 8W
PASSO 1 - Calcolo della massima
potenza di uscita PASSO 3 - Calcolo della massima
corrente di ingresso
POUT,MAX = |VOUT| * IOUT,MAX Per il calcolo occorre utilizzare il valore minimo
nel nostro caso: della tensione di ingresso, che rappresenta il
POUT,MAX = 12 * 0,500 = 6W caso peggiore per la corrente di ingresso:
IIN,MAX = PIN,MAX / VIN,MIN
PASSO 2 - Stima dell’efficienza nel nostro caso:
e calcolo della massima potenza IIN,MAX = 8 / 9 = 0,889A
di ingresso
Come al solito sceglieremo un valore a piacere Questo valore è utile per dimensionare il fusibi-
compreso tra il 70 e 90%. le di protezione all’ingresso, di tipo ritardato
Dalla nota formula: come ovvio.
PIN = POUT / η * 100
PASSO 4 – Calcolo della corrente
nell'induttanza
Anche per la tipologia buck-
boost, la corrente nell’induttanza
non coincide con quella di ingres-
so, e neanche con quella che scor-
re nel carico, come si può facil-
mente comprendere dalla figura
8, ingrandita in figura 13.
La formula 1, che fornisce la mas-
sima corrente nell'induttanza, è
identica quella già vista nella pre-
cedente puntata per la tipologia
inverting.

Figura 11 Struttura interna semplificata dell'integrato TL5001


Formula 1
IL,MAX = 2 * IOUT * (tON / tOFF + 1),
o, equivalentemente:
IL,MAX = 2 * IOUT / (1 - duty-cycle)

PASSO 6 - Calcolo del


duty-cycle
Calcoliamo il duty-cycle, cioè il
periodo ON rispetto al totale del
ciclo (ON+OFF), usando la nota
formula:
|VL,ON| * tON = |VL,OFF| * tOFF
VL,ON è la tensione ai capi dell’in-
duttanza durante la fase ON.
Figura 12 Generatore PWM
Purtroppo non sappiamo ancora
quale sarà il duty-cycle, quindi
57
BERNARDUCCI teoria 5 15-03-2005 15:58 Pagina 107

l'induttanza:
IL,MAX = 2 * IOUT / (1 - duty-cycleMIN) =
= 2 * 0,500 / (1 - 0,419) = 1,721A
IL,MAX = 2 * IOUT / (1 - duty-cycleMAX) =
=2 * 0,500 / (1 - 0,591) = 2,445A

Dai valori di IL,MAX è immediato calcolare il valore


dell'induttanza e della frequenza di switching. Vale
Figura 13 Corrente nel condensatore di uscita
per tipologia buck-boost infatti la relazione, già dimostrata in precedenza:
fsw * L = (VL,ON * duty-cycle) / IL,MAX
non conosciamo la corrente IL,MAX nell'induttanza
e non possiamo calcolare la caduta di tensione Come al solito l'IL,MAX da utilizzare è quella più alta,
sulle rDS,ON dei MOSFET. che corrisponde al duty-cycle maggiore e alla ten-
Supponiamo quindi trascurabile la caduta di sione minima di ingresso.
tensione sui MOSFET ed eseguiamo i calcoli: alla La Tabella 2 riporta le frequenze risultanti per vari
fine verificheremo la caduta di tensione sui valori dell'induttanza L.
MOSFET prescelti e, se necessario, torneremo a Questa volta ho utilizzato un'induttanza da
questo punto per affinare i calcoli. Alla tensione 50µH-3A-0,08Ω, valore un poco fuori standard
di ingresso minima, risulta quindi: ma reperibile sul catalogo Distrelec (codice 35
VL,ON = VIN,MIN = 9V 07 84). In questo caso la frequenza di switching
VL,OFF è la tensione ai capi dell’induttanza duran- dovrà essere circa pari a 43,5kHz.
te la fase OFF. Poiché utilizzeremo due diodi
schottky del tipo 1N5818 come interruttori 2a e PASSO 7 – Selezione del MOSFET
2b, la caduta di tensione complessiva sarà pari a La VDSS dei MOSFET deve essere in valore assolu-
2 * VD = 2 * 0,5V = 1V. to, almeno pari a 20V, ma come sapete questo
è un parametro rispettato praticamente da tutti
|VL,OFF| = VOUT + 2 * VD = 12 + 1 = 13V i MOSFET. Per quanto riguarda la corrente,
da cui: applicando la regola di utilizzare un MOSFET
9 * tON = 13 * tOFF con ID,MAX a 25°C da 2 a 4 volte superiore alla
tON = 1,444 * tOFF massima corrente prevista, abbiamo bisogno
e quindi, per il duty-cycle massimo: di un componente con ID compresa tra 5 e 10A.
duty-cycleMAX = tON / (tOFF + tON) = 59,1% Come prima scelta, proviamo i già noti:
IRF9520, PMOS 6,8A-100V-0,6Ω
Ripetendo i medesimi calcoli anche per VL,ON = IRF620, NMOS 5,2A-200V-0,8Ω
VIN,MAX = 18V otterremo il duty-cycle minimo:
duty-cycleMIN = 41,9% Durante la fase ON, la rDS,ON totale dei due MOS
in serie sarà pari a 0,6 + 0,8 = 1,4Ω. Questa,
Sostituendo i duty-cycle appena calcolati nella moltiplicata per la corrente di picco, causerebbe
formula 1 otteniamo per la corrente max. nel- ben 3,5V di caduta di tensione!
Quindi, le sole cadute resistive sui MOSFET si
Induttanza L in µH Frequenza di Switching fSW “mangerebbero” quasi il 40% della tensione di
22 98,9kHz ingresso, con negative ripercussioni sull'efficien-
za generale e sul calore dissipato dai MOSFET. In
47 46,3kHz questo caso, ed in genere quando IL,MAX >> IOUT,
100 21,8kHz conviene indirizzarsi sui grossi calibri, in quanto
le perdite dovute alle maggiori capacità di giun-
Tabella 2 Coppie frequenza-induttanza
zione saranno ampiamente compensate dalla
58
BERNARDUCCI teoria 5 15-03-2005 15:58 Pagina 108

minore rDS,ON. Scegliamo quindi: = 2 * 0,5 * (1,721 / 2) * (1 - 0,419) = 0,500W


IRF9530, PMOS 14A-100V-0,2Ω
IRF540, NMOS 19A-55V-0,06Ω PERDITE RES. INDUTTANZA (VIN = 18V)
con i quali otteniamo una rDS,ON totale pari a PDISS,L = (IPK / 2)2 * RL = (1,721 / 2)2 * 0,08 =
0,26ø, con conseguente, ridotta caduta di tensio- = 0,059W
ne pari a circa 0,6V. Da notare infine che sui Gate
dei MOSFET è presente una tensione massima di Per un totale di:
circa 18V. La maggior parte dei MOSFET di poten-
za resiste a tensioni di Gate fino a ±20V, quindi non PDISS,TOT = PDISS,MOSFET + PDISS,D + PDISS,L =
sono necessarie particolari protezioni. Tuttavia, nei = 0,081 + 0,500 + 0,059 = 0,637W (VIN = 18V)
vostri progetti, tenete bene a mente questi limiti,
ed eventualmente inserite degli zener nello stadio PASSO 10 - calcolo del condensatore
di pilotaggio o direttamente sui Gate. di uscita
Sappiamo che il condensatore di uscita influisce
PASSO 8 - stima delle perdite sul ripple di tensione di uscita, tramite la sua
dissipative capacità e la sua ESR. A svantaggio della tipolo-
Come già ampiamente detto, non è facile calco- gia buck-boost, c’è il fatto che la corrente nel
lare il massimo della somma delle perdite condensatore è triangolare, con un tratto verti-
MOSFET+DIODI, in quanto dipendono dal cale più difficile da filtrare.
duty-cycle. La procedura di calcolo del condensatore di
Calcoliamo quindi le perdite nei casi limite della uscita è identica a quella già vista per la tipolo-
tensione di ingresso, 9V e 18V, approssimando gia inverting:
la corrente media come metà di quella di picco: 1. Calcolare l’ESR con la ESR = ∆VESR / ∆I, ipo-
tizzando ∆VESR pari al 90% del totale.
PERDITE NEI MOSFET (VIN = 9V) 2. Scegliere un condensatore di uscita che
PDISS,MOSFET = rDS,ON * (IPK / 2)2 * duty-cycle = abbia un ESR inferiore a quello calcolato, o
= 0,260 * (2,445 / 2)2 * 59,1% = 0,230W mettere in parallelo due o più condensatori
con ESR maggiore.
PERDITE NEI DIODI (VIN = 9V) 3. (Opzionale ma consigliabile per l’affidabilità)
PDISS,D = 2 * VD * (IPK / 2) * duty-cycle(D) = calcolare il valore efficace del ripple di cor-
= 2 * 0,5 * (2,445 / 2) * (1 - 0,591) = 0,500W rente triangolare con la formula 2 e verifica-
re che sia inferiore al massimo sopportabile
PERDITE RES. INDUTTANZA (VIN = 9V) dal condensatore scelto nella fase 2.
PDISS,L = (IPK / 2)2 * RL = (2,445 / 2)2 * 0,08 =
= 0,120W Formula 2
IRMS = [IPK * (IPK / 3 - IOUT) * =
Per un totale di: = (1 – duty-cyle) + IOUT2]0,5

PDISS,TOT = PDISS,MOSFET + PDISS,D + PDISS,L = 4. Calcolare il ripple di tensione dovuto alla


= 0,230 + 0,500 + 0,120 = 0,850W (VIN = 9V) capacità, ∆VC, con la formula 3 e verificare
che, sommato a quello del passo 1, il ripple
PERDITE NEI MOSFET (VIN = 18V) totale sia accettabile. In caso contrario ripete-
PDISS,MOSFET = rDS,ON * (IPK / 2)2 * duty-cycle = re dal passo 1 ipotizzando una diversa per-
= 0,260 * (1,721 / 2)2 * 41,9% = 0,081W centuale per ∆VESR.

PERDITE NEI DIODI (VIN = 18V) Formula 3


PDISS,D = 2 * VD * (IPK / 2) * duty-cycle(D) = ∆VC = (IPK - IOUT)2 * tOFF / (2 * C * IPK)
59
BERNARDUCCI teoria 5 15-03-2005 15:58 Pagina 109

Nel nostro caso, utilizzando per il calcolo la Sommando il ripple di tensione dovuto ai due
corrente di picco nel caso peggiore (VIN = 9V), termini, si ottiene:
ed ipotizzando un ripple totale di 100mVpp, ∆VTOT = ∆VESR + ∆VC = 66 + 15,5 = 81,5mVpp
otteniamo: che consideriamo accettabile.
ESR = ∆V / ∆I = 0,1 * 90% / 2,445 = 0,041Ω A rigore, i due contributi al ripple totale non
sono in fase, cioè quando il primo termine
Scegliamo un condensatore Rubycon serie ZL, dovuto all’ESR è al massimo l’altro non è al mas-
105°C, da 470µF/50V (codice Distrelec 80 18 simo, tuttavia si può utilizzare cautelativamente
54), che esibisce un’ESR pari a 0,027Ω ed un il valore calcolato.
ripple di corrente massimo pari a 2,05A. In que-
sto caso il ripple di tensione dovuto all’ESR sarà: SWITCHING BUCK-BOOST CON
CONTROLLER PWM TL5001
∆VESR = ∆I * ESR = 2,445 * 0,027 = 66mVpp Lo schema completo è riportato in figura 14.
Trascurate per ora i componenti R1-C3-C4-R4-
Il valore efficace del ripple di corrente è pari a: C5. La resistenza R6 determina la frequenza del-
IRMS = [IPK * (IPK / 3 - IOUT) * (1 - duty-cyle) + IOUT2]0,5 = l’oscillatore interno al circuito integrato, che
= [2,445 * (0,815 - 0,5) * 0,409 + 0,52]0,5 = dobbiamo imporre a circa 43,5kHz, da cui il
= 0,782A valore di circa 220k (vedi data-sheet del
abbondantemente minore del massimo, a TL5001).
garanzia di un ridotto auto-riscaldamento del La resistenza R5 limita il duty-cyle massimo, e
condensatore e quindi di una sua maggiore useremo questa possibilità come semplice pro-
durata. Calcoliamo il ripple di tensione dovuto tezione contro i cortocircuiti. Poiché abbiamo
alla capacità: calcolato che il duty-cycle massimo è pari al
∆VC = (IPK - IOUT)2 * tOFF / (2 * C * IPK) = 59%, utilizziamo per sicurezza il valore limite
= (2,445 - 0,5)2 * 9,4e-6 / (2 * 470e-6 * 2,445) = del 70% e calcoliamo la R5 tramite la comples-
= 15,5mVpp sa formula presente nel datas-heet del TL5001.

Figura 14 Schema elettrico completo dell’alimentatore buck-boost +9..+18V -> +12V, 0,5A, 6W

60
BERNARDUCCI teoria 5 15-03-2005 15:58 Pagina 110

In genere si utilizzano valori identici o legger- questo argomento è vasto e complesso, per
mente superiori a R6. cui non sarà trattato in questa sede. Chi
Per pilotare efficacemente il MOSFET Q3, utiliz- volesse approfondire può trovare una buona
zeremo il solito push-pull inseguitore di emetti- trattazione, per le tipologie buck e boost,
tore esterno, quindi la corrente richiesta al nelle Application Notes slvu004.pdf e
TL5001 sarà molto bassa. slvu005.pdf, sempre sul sito della Texas
Per determinare i valori delle resistenze che Instruments.
regolano la tensione di uscita, ho calcolato
prima il valore dell’attenuazione da applicare MISURE
alla tensione di uscita per eguagliarla a quella Montato il circuito, e verificatone il corretto
del riferimento interno del TL5001, che vale 1V: funzionamento, ho collegato in uscita un
ATT = VOUT / VREF = 12 / 1 = 12 carico costituito da n.4 resistenze da 10Ω-2W
in serie/parallelo, in modo da ottenere 25Ω,
Ricordando che in un partitore resistivo costi- corrispondente praticamente al carico massi-
tuito da due resistenze Ra e Rb, l’attenuazio- mo. Senza carico esterno l'assorbimento del
ne ai capi di Rb è pari a 1 + Ra / Rb, ed egua- circuito è risultato essere pari a 5mA.
gliando alla formula precedente si ottiene: Variando la tensione di alimentazione da 9 a
1 + Ra / Rb = 12, da cui Ra / Rb = 11 18V, ho ottenuto i risultati presentati in tabel-
cioè occorrono due resistenze il cui rapporto la (compresi i 5mA assorbiti a vuoto).
sia esattamente 1 a 11. Ho scelto i valori di 1k Dalla tabella notiamo che l'efficienza è piutto-
per Rb = R2, e di 11k per Ra = R3A+R3B, con sto bassa, e dei circa 8W assorbiti in ingresso,
tolleranza 1% onde evitare di ricorrere ad un 2W vengono dissipati in perdite.
piccolo trimmer. Nel passo 8 abbiamo calcolato le perdite
A questo proposito ricordo che il TL5001 intorno a 0,6-0,8W. Secondo voi chi causa le
“standard” presenta una tolleranza pari a restanti? Vi lascio con questo piccolo proble-
±5% sul Vref interno (e quindi sulla precisio- mino (in realtà la soluzione è già stata citata).
ne della tensione di uscita), ma esiste la ver-
sione con suffisso “A”, il TL5001A con tolle- CONCLUSIONI
ranza ridotta al ±3%. I componenti R1-C3- Terminiamo con questa puntata l'utilizzo del
C4-R4-C5 hanno il compito di modellare la TL5001. Nella prossima puntata introdurre-
risposta in frequenza e fase dell'anello di rea- mo un nuovo componente PWM V-Mode,
zione che controlla la tensione di uscita, in l'SG3525, con l’introduzione delle tipologie
modo da soddisfare due aspetti contrastanti: push-pull, e forward.
la stabilità dell'alimentatore e la prontezza di Proseguiremo poi nello studio dei materiali
risposta alle variazioni di tensione. Purtroppo magnetici, ed introdurremo il trasformatore.

Tensione di Corrente Potenza Tensione di Potenza fornita


Efficienza η
ingresso assorbita assorbita uscita al carico (25Ω)
[%]
[V] [A] [W] [V] [W]

9,0 0,870 7,83 11,99 5,75 73,4

12,0 0,650 7,80 12,00 5,76 73,8

15,0 0,540 8,10 12,00 5,76 71,1

18,0 0,460 8,28 12,01 5,77 69,7


Tabella 3 Misure di efficienza sul prototipo

61
BERNARDUCCI - TEORIA 15-12-2004 9:49 Pagina 86

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BERNARDUCCI teoria 5 18-04-2005 17:39 Pagina 80

Alimentatori
switching:

Q uesta puntata, di taglio più tandone per così dire l'effetto.


Supponiamo ora di “immergere” in un
teorico, servirà a fornire le campo magnetico statico (cioè che non varia
prime informazioni necessarie nel tempo, come ad esempio quello generato
da un magnete permanente), una singola
per la realizzazione dei
spira di un conduttore, collegata ad un sensi-
trasformatori per gli switching. bile multimetro.
Descriverò di seguito alcuni Muoviamo ora lentamente la spira nel campo
magnetico, ad esempio avvicinandola o allon-
procedimenti per poter misurare tanandola dal magnete: il multimetro misure-
le induttanze, pur non avendo rà una tensione! Tale tensione va a zero se ci
fermiamo, mentre aumenterà se il movimen-
a disposizione un misuratore to è più veloce. Inoltre la tensione è presente
professionale. solo se durante il movimento, la spira viene
orientata opportunamente rispetto al campo
Infine introdurrò due nuove
magnetico. Il semplice esperimento appena
tipologie che saranno descritte fatto dimostra la legge dell'induzione
in maggior dettaglio nella magnetica, cioè:

prossima puntata, con l'utilizzo una qualunque variazione di flusso magne-


di un nuovo circuito integrato tico, induce in un qualunque conduttore
(ad esempio una spira) una tensione che
switching: l'SG3525. dipende proporzionalmente dalla velocità
di variazione del flusso.

IL TRASFORMATORE Tale tensione ha segno tale da opporsi alla varia-


Abbiamo visto nella puntata precedente, che zione di flusso, come è intuitivo: se così non
fosse, la tensione indotta aumenterebbe a sua
una corrente elettrica che scorre in un con- volta il flusso, che aumenterebbe ancora la ten-
duttore genera sempre un campo magnetico sione indotta e così via.
nello spazio intorno al conduttore. L'intensità La legge dell'induzione magnetica viene chia-
del campo magnetico (H) generato è propor- mata anche Legge di Faraday, oppure Legge di
zionale alla corrente. Faraday-Neumann-Lenz, ovviamente dai nomi
degli scopritori. La formula 1 ne riporta l'espres-
Ricordiamo anche che un materiale ferroma- sione analitica.
gnetico presenta la proprietà di allineare le
proprie “isole” magnetiche (cioè il campo Formula n.1
magnetico elettronico interno) concorde- V = - ∆Φ / ∆t
mente al campo magnetico esterno, aumen- V in Volt, ∆t in secondi, ∆Φ in Weber
63
BERNARDUCCI teoria 5 18-04-2005 17:39 Pagina 81

I trasformatori
per gli switching
La lettera greca phi maiuscola Φ indica il flusso • Azionamenti lineari (solenoidi)
totale, ed è uguale semplicemente alla densità • Trasformatori
di flusso B, introdotta in FE 238, moltiplicata per • Trasduttori segnale elettrico → pressione acu-
l'area di interesse. Dalle formule della puntata stica (altoparlanti)
precedente, risulta quindi che anche il flusso • Trasduttori pressione acustica → segnale elet-
totale Φ dipende dall'intensità del campo H, e trico (microfoni)
quindi dal numero delle spire N dell'avvolgi- • Trasduttori di posizione
mento e dalla corrente che vi scorre. L'unità di • Azionamenti di precisione (testine hard-disk)
misura Weber, abbreviata normalmente con
Wb, viene utilizzata per semplicità al posto della e la lista potrebbe continuare a lungo.
complessa espressione seguente: Consideriamo il dispositivo di nostro interesse,
cioè il trasformatore. Un trasformatore si dif-
1 Wb = 1 kg * m2 / (A * s2) ferenzia da una semplice induttanza per il
fatto di avere almeno due avvolgimenti iso-
Ne consegue quindi, che la densità di flusso B si lati, denominati primario e secondario.
può esprimere anche in termini di Wb / m2, In genere i due avvolgimenti sono avvolti su
oltre alle già note unità di misura Tesla e Gauss di un opportuno nucleo ferromagnetico,
(tanto per complicare di più le idee!). vedremo più avanti perchè. In figura 1 è
La Legge di Faraday è stata applicata ed è alla riportato il solo primario di un trasformatore
base del funzionamento di qualsiasi macchina avvolto su un nucleo toroidale, di materiale
elettrica, come: ferromagnetico.

• Motori elettrici Supponiamo che il primario sia un avvolgimen-


• Generatori (alternatori e dinamo) to costituito da 4 spire di filo di rame come in
fìgura. Collegando un generatore sinusoidale
all'avvolgimento, verrà creato un campo
magnetico alternato H, e quindi un flusso
magnetico alternato che percorrerà in una dire-
zione e nell'altra il toroide, con la stessa fre-
quenza del generatore.
Per motivi che non starò qui a spiegare, prati-
camente tutto il flusso magnetico generato
resta confinato all'interno della ferrite, e si
espande solo in minima parte nell'aria cir-
costante. Questo effetto dipende dalla per-
meabilità magnetica del materiale, che è
molto più alta di quella dell'aria. Avvolgiamo
Figura 1 Il primario del trasformatore
ora un secondario di 2 spire sullo stesso toroi-
de, come in figura 2.
64
BERNARDUCCI teoria 5 18-04-2005 17:39 Pagina 82

La variazione di flusso all'interno del toroide, dovuta al carico Rs sul secondario, è pari a:
generata dalla tensione e corrente variabile nel
primario, si accoppia (spesso si usa il termine “si Rp = Rs / (Ns / Np)2
concatena”) con l'avvolgimento secondario. Ai
capi di questo, per la Legge di Faraday, sarà pre- Per finire, un'interessante proprietà dei trasfor-
sente una tensione data proprio da: matori è la seguente:

Vs = - ∆Φ / ∆t in via teorica, il trasformatore è una macchina


reversibile, cioè si può collegare un generato-
In pratica, è come se il flusso magnetico re al secondario e prelevare la tensione/cor-
facesse da “trasportatore di energia” dal pri- rente trasformata sul primario, invertendo le
mario al secondario. stesse formule appena citate.
La Legge di Faraday, applicata al trasformatore,
si può manipolare con facili passaggi, in modo PERDITE NEI MATERIALI
da ottenere delle formule di progetto che pos- MAGNETICI: PERDITE PER ISTERESI
siamo riassumere nelle seguenti: Supponiamo di utilizzare un materiale ferro-
magnetico, e precisamente una ferrite, per
• La tensione sul secondario Vs è pari a quella realizzare un'induttanza per uno switching di
sul primario Vp, moltiplicata per il rapporto tipo buck. Sappiamo che, in generale, per
Ns / Np motivi di costo ed efficienza, conviene far
lavorare lo switching di tipo buck in modalità
Vs = Vp * (Ns / Np) o, equivalentemente: CONTINUA, quindi l'induttanza sarà soggetta
Vs / Ns = Vp / Np ad una corrente alternata a rampa (ascenden-
te e discendente) ∆I, con sovrapposta una
• Collegando un carico Rs sul secondario, la notevole corrente continua indicata con Im in
corrente Is che vi scorre è pari alla corrente figura 3.
che scorre nel primario Ip, divisa per il rap-
porto Ns / Np Cosa succede nel grafico B-H?
Sappiamo che il campo magnetico H (ascissa
Is = Ip / (Ns / Np) cioè: del grafico B-H), dipende strettamente dalla
Is * Ns = Ip * Np corrente che scorre nell'avvolgimento. È leci-
to quindi supporre che anche il campo
• Dalle precedenti, applicando la legge di Ohm, magnetico H sarà composto da un valore
la resistenza fittizia Rp vista dal primario, “medio” Hm, generato dalla corrente conti-

Figura 2 Il trasformatore completo Figura 3 Corrente nell'induttanza per tipologia buck

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BERNARDUCCI teoria 5 18-04-2005 17:39 Pagina 84

nua Im, con sovrapposto un più piccolo Is = Ip / (Ns / Np)


campo ∆H in alternata, generato dalle rampe
salita-discesa della corrente. Il grafico esem- Una variante di questa tipologia è la cosiddetta
plificativo è visibile in figura 4. “forward” push-pull, il cui schema di principio
è riportato in figura 6.
In pratica, durante un ciclo completo di cor-
rente (rampa ascendente + rampa discen- A differenza della precedente tipologia, sia il
dente), nel grafico B-H verrà comunque per- primario che il secondario sono divisi in due
corso un ciclo di isteresi. L'area di questo pic- avvolgimenti identici.
colo ciclo rappresenta un'energia, che è quella L'eccitazione del primario viene effettuata
necessaria ad ogni ciclo per allineare da una alternativamente tra il punto centrale del pri-
parte e dall'altra i campi magnetici interni al mario collegato al (+) di Vi, e uno dei due
materiale. In definitiva, è una perdita di ener- avvolgimenti: in pratica ad ogni semi-ciclo, il
gia. Si ottiene quindi, per le perdite magnetiche flusso magnetico che scorre nel nucleo
dovute all'isteresi, la generica formula: cambia direzione. Ovviamente questo richie-
de un circuito di controllo con due uscite di
PDISS,ISTERESI = fSW * Area(B-H) pilotaggio, sfasate tra loro di 180°. In figura 7
è riportato il funzionamento alternato della
Il calcolo diretto è abbastanza complicato, in tipologia push-pull.
quanto dipende dal tipo di materiale ferroma-
gnetico, dalla temperatura e dalle dimensioni
del nucleo, per cui si preferisce utilizzare appo-
site tabelle fornite da tutti i produttori di ferriti.

DUE NUOVE TIPOLOGIE, ANZI UNA


Accenniamo ora brevemente a due nuove tipo-
logie di switching che utilizzano il trasformatore
e che approfondiremo nella prossima puntata
con la realizzazione di un circuito. La prima è la
cosiddetta “forward”, il cui schema esemplifi-
cativo è riportato in figura 5.

Per la precisione, tale configurazione viene


Figura 4 Corrente nell'induttanza per tipologia buck
definita “forward” single-ended in quanto il
primario del trasformatore, che è quello colle-
gato al (+) di Vi e all'interruttore 1, viene fatta
scorrere corrente sempre e solo in una direzio-
ne. Il secondo avvolgimento collegato al
diodo D3 ha lo scopo di “resettare” il nucleo,
per motivi che vedremo meglio nella prossima
puntata. Come si vede, tutti gli avvolgimenti
sono in fase, cioè hanno il pallino che indica
l'inizio dell'avvolgimento, collegato concorde-
mente: quando si chiude l'interruttore 1, scor-
re corrente nel primario e contemporanea-
mente scorre corrente nel secondario, secon- Figura 5 Tipologia a trasformatore “forward” single-ended
do la formula già presentata:
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Nel prossimo numero presenterò una descrizio- Solo se siete in possesso di un multimetro ad
ne più approfondita del funzionamento e delle elevata risoluzione (almeno 4-5 cifre), potete
differenze tra le due tipologie “forward”. misurarne il valore direttamente, avendo maga-
ri l'accortezza di sottrarre dalla misura, la resi-
INDUTTANZE: MISURAZIONI stenza dei cavi del multimetro.
Sappiamo che le principali caratteristiche di Supponiamo però che questo non sia il vostro
un'induttanza sono essenzialmente due: il caso. Procuratevi quindi due resistenze di pre-
valore dell'induttanza in Henry e la sua resi- cisione, una 10Ω-5W e l'altra 100Ω-0,5W, con
stenza serie in Ohm. Nel caso siano incogniti, tolleranza dell'1% o migliore. In caso di diffici-
come determinare questi parametri? Chi di voi le reperibilità della 10Ω-5W, consiglio di utiliz-
è il fortunato possessore di un ponte LCR, zare 10 resistenze all'1%, da 1Ω ciascuna col-
potrà effettuare la misura diretta. legate in serie, oppure da 100Ω ciascuna, col-
Tuttavia questo strumento non è molto comu- legate in parallelo. Meglio, si può utilizzare
ne tra gli appassionati, ragion per cui vado a una sola resistenza di precisione come la
presentarvi un paio di metodi molto semplici, Caddock serie MP915 da 10Ω-15W, reperibile
che richiedono solamente un minimo di sul catalogo RS con il codice 320-4744, mon-
attrezzatura, per di più facilmente realizzabile tata naturalmente su di una piccola aletta di
in casa, se necessario. raffreddamento. Realizzate poi il circuito di
figura 8.
1. Misurazione della resistenza serie
Sapete che questa resistenza è quella dovuta Regolate la tensione di uscita dell'alimentatore a
alla “imperfetta” conducibilità del rame che
costituisce l'avvolgimento.
La sua accurata misurazione è fondamentale per
la successiva stima del valore dell'induttanza.
Purtroppo (o per fortuna, se vogliamo un'effi-
cienza decente!), in generale:

nelle induttanze adatte agli alimentatori swit-


ching, la resistenza serie ha un basso valore,
tipicamente minore o molto minore di 1Ω,
che ne rende problematica e/o imprecisa la
misura diretta con un “normale” multimetro
FARE ELETTRONICA - MAGGIO 2005

Figura 6 Tipologia a trasformatore “forward” push-pull Figura 7 Ttipologia “forward” push-pull: fasi di funzionamento

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circa 5V (non è importante l'esatto valore). a voi i relativi calcoli come semplice esercizio.
Effettuate quindi due misure di tensione in con-
tinua con un multimetro, la prima ai capi della Eseguiamo ora un paio di prove su componenti
resistenza “campione” da 10/100Ω e la secon- reali.
da ai capi dell'induttanza sotto test. Applicando
la legge di Ohm, con la prima misura otteniamo Esempio 1: induttanza Panasonic serie ELC18
la corrente che scorre nel circuito serie: 220µH-2,4A.
Nella posizione 2 ho ottenuto:
I = VMISURA1 / 100 (switch in 1)
I = VMISURA1 / 10 (switch in 2) VMISURA1 = 5,058V
VMISURA2 = 0,4744V
Dalla seconda misura, è facile verificare che:
da cui:
RL = VMISURA2 / I
RL = 93,8mΩ
Sostituendo in quest'ultima, la corrente I ricava-
ta dalla prima espressione, otteniamo le formu- Il datasheet del costruttore specifica per questa
le che ci forniscono il valore di RL: induttanza una RL nominale pari a 0,090Ω, con
tolleranza ±20%, in ottimo accordo con la misu-
RL = VMISURA2 / VMISURA1 * 100 (switch in 1) ra effettuata.
RL = VMISURA2 / VMISURA1 * 10 (switch in 2)
Esempio 2: induttanza C&D Technologies tipo
Ovviamente, se si dispone di un secondo mul- 1422311, 22µH-11A
timetro, si può evitare la prima misura colle- Nella posizione 2 ho ottenuto:
gandolo in serie al circuito e leggendo diret-
tamente il valore della corrente. VMISURA1 = 4,996V
Tenete però presente che la totalità dei VMISURA2 = 0,0064V
multimetri presenta la migliore precisione
per le misure di tensione rispetto a quelle da cui:
di corrente: a buon intenditor...
Nella posizione 1, la corrente di test è pari al RL = 12,8mΩ
massimo a 50mA, e sale a 500mA nella posi-
zione 2. Il datasheet del costruttore specifica per questa
Come consiglio generale, partite sempre induttanza una RL massima pari a 0,011Ω; la
dalla posizione 1 e solo nel caso che la riso- nostra misura è comunque accettabile conside-
luzione del vostro multimetro non sia suffi- rando le tolleranze del sistema (multimetro +
ciente a fornire una misura apprezzabile ai resistenze).
capi dell'induttanza, passate alla posizione
2. Infine, è evidente che, variando la tensione Per finire, un metodo alternativo ma distrutti-
di alimentazione, è possibile variare la corrente vo per l'induttanza, consiste nello “svolgere”
di test. Ad esempio, se Valimentazione = 10V: l'avvolgimento e misurarne la lunghezza.
Misurate poi il diametro del filo con un calibro
IMAX = 100mA (switch in 1) o un micrometro, e calcolate la resistenza del
IMAX = 1000mA (switch in 2) filo con la formula 2, valida per il rame nor-
malmente utilizzato negli avvolgimenti (cosid-
In questo caso occorrono però resistenze in detto rame “ricotto”), alla temperatura
grado di dissipare una potenza maggiore; lascio ambiente di 20°C.
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Formula n.2 deve funzionare correttamente fino alla tem-


RL = ρ * lunghezza / sezione, cioè peratura ambiente di 40 °C, si può calcolare:
RL = ρ * lunghezza / [(diametro / 2)2 * π)]
temp. avvolgimento = temp. ambiente max. +
Dove ρ è la resistività, che per il rame vale 30 = 70 °C
1,7241 * 10-8 [Ω * m].
RL,MAX (a 70°C) = 0,0938 * (1 + α· * (70 – 20) = 0,118Ω
Per fare un esempio numerico, la resistenza di
un avvolgimento di rame lungo 2m, di diame- Questo è il valore di sicurezza da utilizzare in
tro pari a 0,4mm è pari a: tutti i calcoli.

RL = 1,7241 * 10-8 * 2 / [(0,4 * 10-3 / 2)2 * 3,1415]= 2. Misurazione dell’induttanza


= 0,274Ω (a 20 °C) Questa misurazione è leggermente più com-
plessa. Per prima cosa occorre avere a disposi-
Tale resistenza aumenta con la temperatura zione un generatore sinusoidale: se non fosse
secondo la formula 3. il vostro caso, cosa aspettate a montarvene
uno? Sicuramente su qualche vecchio numero
Formula n.3 di Fare Elettronica, troverete qualche oscillato-
RL (a temp. T) = RL (a 20°C) * [1 + α * (T – 20)] re di BF a ponte di Wien!
Come secondo step, dovete conoscere il valo-
Dove α è il coefficiente di variazione della re della resistenza (o impedenza) di uscita del
resistività con la temperatura, che per il vostro generatore. Preoccupati?
rame vale 0,00393. Ma no, se il vostro apparato è commerciale in
genere è sempre riportata sul pannello, vicino
Per questo motivo, in tutti i casi normali, per i al connettore di uscita. Valori tipici sono 50Ω
quali è accettabile che la temperatura dell'av- oppure 600Ω. In molti generatori autocostrui-
volgimento possa salire (induttanza/trasforma- ti può essere addirittura 0Ω o quasi, in quan-
tore dimensionati correttamente e non sovra- to si utilizza l'uscita diretta di un op-amp, che,
dimensionati), è bene considerare un aumento a causa della controreazione, presenta una
di temperatura di circa 30°C, rispetto alla mas- resistenza di uscita molto bassa. Comunque,
sima ambiente, imposta dalle specifiche del- niente paura, se necessario seguite la proce-
l'alimentatore. Per esempio, supponendo di dura seguente:
utilizzare l'induttanza Panasonic ELC18 da
220µH-2,4A in un alimentatore switching che 1. Regolate l'oscillatore a circa 1kHz, alla massi-
ma ampiezza.
2. Misurate l'ampiezza a vuoto tramite l'oscillo-
scopio o meglio un multimetro in AC.
3. Collegate all'uscita un trimmer multigiri da
100Ω.
4. Regolate il trimmer fino a leggere sul multi-
metro metà della tensione a vuoto letta al
passo 2. Se non riuscite ad arrivare alla metà
neanche alla minima regolazione, sostituite il
trimmer con uno da 1000Ω.
5. Rimuovete il trimmer e misuratene il valore di
Figura 8 Test setup per la determinazione della resistenza RL
resistenza: questa coincide con la resistenza
di uscita del vostro generatore.
69
BERNARDUCCI teoria 5 18-04-2005 17:39 Pagina 89

6. Attaccate un'etichetta con il valore di ZOUT al l'equazione rispetto a L è riportata nella formu-
vostro generatore! la 4, di cui ometto la noiosissima derivazione.

NOTA: se il vostro generatore ha una resistenza Formula n.4


di uscita pari a circa 0Ω, prima di proseguire L = ((RL2 * Vx2 – RL2 * Vs2 + Rs2 * Vx2 + 2 * Rs *
provvedete ad inserire una resistenza da 50Ω RL * Vx2)0,5) / (2 * π * f * (Vs2 - Vx2)0,5)
(due da 100Ω-1% in parallelo) in serie all'uscita.
La misurazione dell'induttanza si può effettuare La frequenza f sarebbe in teoria a piacere, tut-
con il circuito di test riportato in figura 9. tavia per “piccoli” valori di induttanza
(<1mH) consiglio di utilizzare almeno 10kHz,
L’induttanza reale, costituita dalla serie del- mentre per valori più elevati (>= 1mH) vanno
l'induttanza ideale L con la resistenza RL, pre- bene anche frequenze inferiori, come 1kHz.
senta un’impedenza complessiva che indi- Se non conoscete a priori il valore dell'indut-
cheremo con ZL, in generale numero com- tanza, ripetete la misura con più frequenze, in
plesso. Per i neofiti diciamo che l'impedenza modo che con lo strumento a vostra disposi-
è assimilabile ad una resistenza, o meglio, la zione, la misura della Vx sia sufficientemente
resistenza è un caso particolare dell'impeden- accurata. Questo perchè, a parità di induttan-
za (quando la parte immaginaria vale zero). za, all'aumentare della frequenza, aumenta ZL
Anche per le impedenze vale la legge di e quindi la tensione Vx.
Ohm, ed applicando la nota regola dei parti- Applicando la formula 4 ad un caso reale, e
tori di tensione possiamo scrivere che: cioè all'induttanza Panasonic ELC18 220µH-
2,4A, ho ottenuto (a frequenza f = 10kHz):
Vx = ZL / (ZL + Rs) * Vs
Vs = 1,1861V
ZL = j * ω * L + RL, indica l'impedenza complessa Vx = 0,2057V
dell'induttanza reale; ω (lettera greca omega
minuscola) rappresenta semplicemente il pro- La resistenza di uscita del mio generatore
dotto (2 * π * frequenza) e j è l'unità immagina- HP3336A è pari a 75Ω, mentre la RL, calcola-
ria. Nella precedente equazione, tutti i termini ta nel paragrafo precedente, era di 0,094Ω.
tranne l'induttanza L sono noti (ω, Rs) oppure Sostituendo tali valori nella formula 4, si
misurabili (Vx, Vs, RL). ottiene:
La Vs è semplicemente la tensione a vuoto misu-
rata ai capi del generatore. La soluzione del- L = ((0,0942 * 0,20572 – 0,0942 * 1,18612 + 752
* 0,20572 + 2 * 75 * 0,094 * 0,20572)0,5) /
(2 * 3,1415 * 10000 * (1,18612 – 0,20572)0,5)

cioè:
FARE ELETTRONICA - MAGGIO 2005

L = 210µH

in ottimo accordo con il valore nominale di


220µH±10%.

IL CIRCUITO INTEGRATO PWM


SG3525
Figura 9 Test setup per la determinazione delll'induttanza L
Introduciamo ora un “nuovo” componente
che implementa un completo sistema di con-
70
BERNARDUCCI teoria 5 18-04-2005 17:39 Pagina 90

trollo PWM V-Mode, così come il TL5001 che abbiamo utilizzato finora.
visto in precedenza. Sto parlando del 3. Sia la resistenza RT che il condensatore CT
SG3525, e le virgolette sul “nuovo” si riferi- di temporizzazione dell'oscillatore sono
scono al fatto che in realtà, è solo un aggior- esterni, il che rende possibile l'utilizzo di
namento del mitico 3524, uno dei primi (se componenti a bassa tolleranza per ottene-
non il primo) circuiti integrati PWM, introdot- re una frequenza ben precisa. Ricordo che
to nel lontano 1976! A partire da questo il TL5001ha il condensatore integrato, di
capostipite, negli anni si sono succedute tolleranza relativamente ampia.
diverse versioni allo scopo di supplire ai difet- 4. Esiste un piedino di ingresso di sincronizza-
ti e di migliorare le caratteristiche della prima zione, utile ad esempio per ridurre i disturbi
versione. In figura 10 è riportato lo schema a (accenneremo più avanti come), ed anche
blocchi interno. l'uscita dell'oscillatore è disponibile, per sin-
cronizzare altri dispositivi esterni.
Balzano subito all'occhio le aggiunte rispetto al 5. Sia il riferimento interno, che entrambi i pie-
più semplice TL5001: dini dell'amplificatore di errore, sono portati
esternamente per la massima versatilità.
1. Ci sono due uscite complementari, A e B. 6. È implementata internamente la funzione di
2. Le uscite sono del tipo “totem-pole”, e riesco- shutdown.
no a pilotare attivamente un carico sia verso
massa che verso Vcc. Ricordo che il TL5001 ha Lo scotto da pagare è ovviamente un maggior
un'uscita di tipo open-collector, e si affida ad ingombro, infatti l'SG3525 è contenuto in un
una resistenza esterna per “sollevare” il carico DIP16/SO16, a differenza del TL5001 cui è suf-
verso Vcc. ficiente un DIP8/SO8.
Le uscite totem-pole permettono all'SG3525
di fare a meno del classico circuito buffer CONCLUSIONI
push-pull costituito da un NPN e da un PNP, Concludiamo qui, per ora, la breve presentazio-
ne dell'SG3525.

Nella prossima pun-


tata utilizzeremo
questo componente
come cuore di un
alimentatore swit-
ching forward di
tipo push-pull, e rea-
lizzeremo il nostro
primo trasformatore
per switching!
Chi volesse può sin
d'ora procurarsi un
nucleo completo
E20, in ferrite N27 o
similare.
Per chiarimenti con-
tattatemi pure via e-
Figura 10 Schema a blocchi interno del SG3525
mail...vi aspetto alla
prossima puntata.
71
BERNARDUCCI - TEORIA 15-12-2004 9:49 Pagina 86

72
BERNARDUCCI - teoria pt7 17-05-2005 15:03 Pagina 78

Alimentatori
switching:

N elle pagine seguenti entrerò Ad esempio un nucleo EFD presenta un profilo


ribassato e quindi minore ingombro (a parità di
un poco più nel dettaglio sopportazione di potenza) rispetto al classico
nelle caratteristiche e nella nucleo a doppia “E”. I nuclei RM, PQ, EP e P
hanno invece l'interessante proprietà di racchiu-
selezione dei trasformatori per
dere, parzialmente (i primi tre) o quasi total-
switching. Presenterò di seguito mente (P), l'avvolgimento di filo conduttore,
uno switching con controllo PWM fungendo così da schermo e riducendo le emis-
sioni elettromagnetiche, rispetto al doppia “E”.
V-Mode, di tipo forward push-pull, Il toroide infine, è l'unico costituito da un solo
con il quale potrete effettuare pezzo e presenta emissioni molto ridotte, tutta-
via il prezzo da pagare è l'aumento della com-
tutti i vostri esperimenti. plessità per la realizzazione dell'avvolgimento.

TIPI DI FERRITE
IL TRASFORMATORE Ciascun costruttore è in grado di fornire ferriti
Nella puntata precedente abbiamo introdotto la particolarmente adatte alle diverse applicazioni.
macchina elettrica “trasformatore”, costituito in Non dimentichiamoci infatti, che le ferriti non
generale da due o più avvolgimenti di filo con- sono utilizzate solo negli switching, ma anche
duttore, avvolti su un opportuno nucleo di per trasformatori lineari a larga banda, per bobi-
materiale ferromagnetico. Addentriamoci ora ne ad elevato Q nei filtri analogici, per circuiti
alla “scoperta” del nucleo. risonanti, per interruttori di prossimità, eccete-
ra. Il costruttore, modificando la struttura chimi-
NUCLEI PER TRASFORMATORI ca e/o il processo di fabbricazione, è in grado di
SWITCHING realizzare ferriti “ad hoc” per i nostri switching.
Storicamente, i primi nuclei in ferrite per trasfor- Ricordate quindi che non basta utilizzare una
matori switching hanno copiato la forma di qualsiasi ferrite trovata nel cassetto per otte-
quelli in lamierino tradizionale, cioè la forma a nere uno switching funzionante! Per fortuna
“E” o meglio a doppia “E”, visibile in figura 1. gli stessi fabbricanti ci aiutano nella selezione,
La struttura in due pezzi è utile in quanto, così vedi qualche esempio in tabella 1.
come nei trasformatori in lamierini, si può prima
Denominazione
realizzare l'avvolgimento con apposite macchi- Costruttore Note
materiale
ne automatiche, e solo dopo inserire il nucleo
ferromagnetico, semplificando notevolmente la Fino max.
EPCOS N27
realizzazione del trasformatore e riducendone di 100kHz
conseguenza i costi.
EPCOS N87 Oltre 100kHz
Nel corso degli anni, e con l'avanzamento delle Fino max.
FERROXCUBE Serie 3Cxx
tecniche manifatturiere, sono stati introdotte sul 150kHz
mercato nuove forme per i nuclei, ciascuna
FERROXCUBE Serie 3Fxx Oltre 150kHz
caratterizzata da differenti proprietà, con relati-
vi pregi e difetti, vedi figura 2. Tabella 1 Alcuni tipi di ferrite adatti per gli switching

73
BERNARDUCCI - teoria pt7 17-05-2005 15:03 Pagina 79

Switching
push-pull
Qualunque sia la aumenta la corrente, con le ovvie, nefaste, con-
forma ed il mate- seguenze (anche distruttive).
riale costituente il Quanto vale il valore massimo della densità di
nucleo, si può in flusso B, alla saturazione?
prima approssi- Ovviamente dipende dal materiale: il lamierino
mazione afferma- di “ferro” (vedi nota 1) utilizzato nei trasforma-
re, a parità di tori tradizionali (non switching) arriva fino a ben
materiale e di fre- 1,6 Tesla = 16000 Gauss. Le ferriti sono limitate
Figura 1 Nucleo in ferrite a doppia “E”
quenza, che: in genere a 0,4 Tesla (4000 Gauss), a tempera-
tura ambiente. Da questo punto di vista, la tem-
La sopportazione di potenza di un nucleo è peratura peggiora la situzione, in quanto l'agita-
strettamente legata al suo volume, e quindi zione termica tende a “rompere” l'allineamento
alle sue dimensioni. delle isole magnetiche e quindi a ridurre il flus-
so massimo disponibile. Per questo motivo
Dal grafico di isteresi B-H delle ferriti visto in pre- quasi tutti i costruttori, anche allo scopo di
cedenza, deriva inoltre la seguente proprietà: ridurre le perdite per isteresi, consigliano un
valore massimo di 0,2 Tesla (2000 Gauss), o
Il nucleo magnetico di un trasformatore per anche meno, a seconda della frequenza di utiliz-
switching (ma anche di un'induttanza), NON zo dello switching. In figura 3 è riportato a tito-
deve MAI lavorare in condizioni di saturazio- lo esemplificativo il grafico di isteresi B-H (solo
ne del flusso. primo quadrante, con B e H > 0) delle ferriti
Epcos (ex Siemens) tipo N27 e N67.
Questo perchè, in saturazione, la permeabilità rela-
tiva del nucleo scende a 1, e quindi il valore dell'in- In aggiunta a questo, occorre considerare un'al-
duttanza decresce enormemente. Ricordando la tra limitazione delle ferriti, legata anch'essa alla
formula che fornisce la corrente nell'induttanza: temperatura. Introduciamo la Temperatura di
Curie.
IL = VL / L * t

se L diminuisce drasticamente, analogamente


FARE ELETTRONICA - GIUGNO 2005

Figura 2 Altri tipi di nuclei in ferrite Figura 3 Grafico B-H per materiali N27 e N67

74
BERNARDUCCI - teoria pt7 17-05-2005 15:03 Pagina 80

La Temperatura di Curie è quella temperatura mente dalla conducibilità, e quindi inversamen-


caratteristica dei materiali ferromagnetici, te dalla resistenza, del nucleo. Se il nucleo fosse
oltre la quale l'agitazione termica distrugge addirittura metallico, quindi molto conduttivo,
l'allineamento delle isole magnetiche. le perdite sarebbero molto elevate.
Ricordando che queste ultime sono alla base
dell'incremento di flusso rispetto al vuoto, ciò Come ridurre le perdite nei trasformatori di rete,
equivale a dire che il nucleo perde le sue pro- che quasi sempre hanno il nucleo metallico?
prietà ferromagnetiche. Tale effetto è comun- Si utilizza un nucleo non “pieno”, ma laminato,
que reversibile, cioè raffreddando il nucleo costituito cioè da un grande numero di lamierini
sotto la temperatura di Curie, esso recupera sovrapposti ed isolati tra loro da uno strato di
le sue caratteristiche ferromagnetiche usuali. sottile vernice. La figura 4 chiarisce quanto
detto. A sinistra è riportata una sezione di un
Anche il superamento della temperatura di ipotetico nucleo metallico “pieno”, a destra la
Curie ha un effetto disastroso sugli switching, a stessa sezione di un nucleo dello stesso materia-
causa dello stesso aumento di corrente già cita- le e delle stesse dimensioni (supponiamo trascu-
to. La temperatura di Curie per gli stessi mate- rabile l'ingombro della vernice), ma laminato.
riali N27 e N67 appena visti, essendo pari a
circa 220 °C, è però ben maggiore di quella
operativa tipica; per quest'ultima il costruttore
(Epcos) consiglia il valore di 100 °C come mas-
simo assoluto, quindi ben inferiore alla tempe-
ratura di Curie.

Nota 1: qui e in precedenza ho utilizzato il termi-


ne “ferro” per congruenza con la traduzione del
termine inglese “iron”, comunemente utilizzata in
tutti i testi anglosassoni. In realtà il lamierino per
usi magnetici è una lega ferro-silicio, comunemen-
te chiamata acciaio magnetico (anche se, a rigo-
re, l'acciaio è una lega ferro-carbonio).

PERDITE NEI TRASFORMATORI:


LE CORRENTI INDOTTE
Nella puntata precedente abbiamo parlato della
prima fonte di perdite nel nucleo dei trasformato- Figura 4 Nucleo “pieno” e laminato

ri: le perdite per isteresi, dovute all'area percorsa


nel ciclo B-H durante ogni variazione di flusso. Per Nel caso di nucleo “pieno”, le perdite si posso-
completezza diciamo che esiste un'altra fonte di no calcolare come:
perdite nei nuclei: le perdite per correnti indot-
te, denominate normalmente nei testi inglesi PDISS, PIENO = V2 / R
come “eddy current losses”. Queste perdite deriva-
no dall'applicazione della legge di Faraday- Nel caso di nucleo laminato, con 4 lamierini, le
Neumann-Lenz applicata al nucleo. Sappiamo perdite saranno la somma delle perdite di cia-
infatti che qualunque variazione di flusso magne- scun lamierino, cioè:
tico, “genera” una tensione ai capi di qualsiasi
conduttore “immerso” nel campo magnetico. PDISS, LAMINATO = numero lamierini * (V / 4)2 / (R * 4) =
Se il nucleo fosse di materiale conduttore, la = 4 * (V / 4)2 / (R * 4) = (V / 4)2 / R
tensione indotta vi farebbe scorrere una corren-
te, e quindi dissipare energia. E' ovvio (Legge di cioè ben 16 volte inferiori rispetto al nucleo
Ohm) che tale dissipazione dipende diretta- “pieno”!

75
E adesso, una buona notizia: la resistività delle rio, ai secondari sarà presente una tensione
ferriti normalmente utilizzate per i nuclei dei tra- ad onda quadra, con valore di picco pari alla
sformatori switching, è molto più alta rispetto ai tensione sul primario Vi, moltiplicata per il
conduttori, e può avere valori di qualche ohm rapporto Ns/Np.
per metro. Confrontando questo valore con Cosa succede se variamo il duty-cycle del PWM
quello del rame, che è pari a 1,7241 * 10-8 [Ω * di controllo, ad esempio quello contenuto all'in-
m], si può dire che la resistività delle ferrite è terno del SG3525? Ovviamente tale variazione
milioni o miliardi di volte più elevata rispetto si ripercuoterà direttamente sulla forma d'onda
ai conduttori. in uscita. L'onda quadra generata dalla commu-
tazione dei primari, viene rettificata dai diodi D1
Come conseguenza: e D2 ed applicata al “filtro” LC in uscita.
Non vi sembra qualcosa di già noto?
Le perdite nei nuclei in ferrite per i trasforma- Ma si, è un classico switching buck, alimentato
tori switching, sono dovute quasi esclusiva- da una forma d'onda quadra variabile e con due
mente alle perdite per isteresi, essendo diodi di recupero invece che uno solo!
quelle per correnti indotte molto inferiori. Quindi, possiamo dire che la tipologia push-pull
è costituita dalla cascata di:
CASE COSTRUTTRICI DI FERRITI
Una lista sicuramente non esaustiva di costrut- 1. Uno stadio PWM con trasformatore di tensio-
tori di ferriti, e particolarmente delle cosiddette ne, che può aumentare (se Ns > Np), diminui-
“soft-ferrites” (vedi nota 2) o ferriti “soffici” re (se Ns < Np) o lasciare invariata (se Ns = Np)
adatte ai trasformatori switching, è riportata di la tensione di ingresso.
seguito: 2. Uno stadio “riduttore di tensione” in tipolo-
gia buck.
● EPCOS (ex SIEMENS)
● FERROXCUBE (ex PHILIPS) La procedura di calcolo consisterà quindi di due
● FAIR-RITE passi separati.
● MMG NEOSID
● TDK PUSH-PULL: CALCOLO STADIO
TRASFORMATORE
In fondo alla puntata troverete i link alle relative La prima cosa da fare, è selezionare le dimensio-
pagine Web. ni del nucleo del trasformatore. La scelta viene
fatta a seconda della potenza desiderata. Il
Nota 2: Si intendono “soft ferrites” le ferriti che calcolo in forma diretta è molto complesso in
a riposo (H = 0), presentano magnetizzazione quanto deve tenere conto di due aspetti limita-
residua ridotta (quindi B piccola), a differenza
delle “hard ferrites” che anche a riposo, presen-
tano una magnetizzazione residua notevole
(quindi B grande).

TIPOLOGIA PUSH-PULL: CALCOLI


I calcoli per dimensionare uno switching di tipo
push-pull sono leggermente più complessi di
quelli visti finora, ma ancora perfettamente alla
nostra portata. Innanzitutto, consideriamo solo la
parte a sinistra dei diodi di uscita, vedi figura 5.

Se ricordate le formule di progetto valide per i


trasformatori (FE 239), noterete che, durante la Figura 5 Tipologia push-pull
commutazione alternata di ciascun semi-prima-

76
BERNARDUCCI - teoria pt7 17-05-2005 15:03 Pagina 83

tivi: a) l'incremento di temperatura del nucleo Notate come, a parità di nucleo E20/10/6,
dovuto alle perdite per isteresi e b) quello cau- salendo in frequenza da 25kHz (materiale
sato dal riscaldamento del rame dell'avvolgi- N27) a 100kHz (materiale N87), la potenza
mento. Trovare il punto ottimale, cioè che mini- trasferibile passi da 26W a ben 118W!
mizzi il volume occupato, l'aumento di tempe- Come curiosità notate pure la potenza trasfe-
ratura e la lunghezza/diametro dell'avvolgimen- ribile da un nucleo E80 (8x8 cm) in materiale
to è estremamente complicato. Per questo N87: ben 6,7 kilowatt! Per altri nuclei e altri
motivo si utilizzano delle tabelle che forniscono materiali, vi rimando ai link a fine puntata.
la massima potenza per ciascun nucleo, ad una
determinata frequenza, e supponendo equiva- Supponiamo ora di voler realizzare un alimenta-
lenti i due contributi al surriscaldamento appe- tore switching push-pull, avente le seguenti
na citati. La figura 6 riporta le massime potenze caratteristiche:
ammissibili, per un nucleo a doppia “E”, in uno
switching in configurazione push-pull. ● VIN,MIN = 9V
N27 N87
● VIN,MAX = 18V
● VOUT = 3,3V
ftyp[kHz] 25 100
● IOUT, MAX = 1,5A
E5 1,7
E 6,3 2,4 Calcoliamo subito la potenza in uscita:
E 8,8 5,0
E 13/7/4 5 28 POUT = VOUT * IOUT,MAX = 4,95W
E 14/8/4 7
Ipotizzando un'efficienza del η = 75%, ottenia-
E 16/6/5 9
mo per la potenza di ingresso:
E 16/8/5 13 67
E 19/8/5 16 82 PIN = POUT / η = 4,95 / 0,75 = 6,6W
E 20/10/6 26 118
E 21/9/5 15 Scegliamo quindi un nucleo E20/10/6, che ci
E 25/13/7 49 218 può garantire 26W a fsw = 25kHz, sicuramente
più che abbondanti.
E 25,4/10/7 42 189
E 30/15/7 94 418 NOTA: le tre cifre che, di norma, seguono
E 32/16/9 118 525 l'indicazione del nucleo ad “E”, si riferiscono
E 32/16/11 566 alle dimensioni in millimetri del seminu-
E 34/14/9 118 cleo. Quindi E20/10/6 indica un seminucleo
E 36/18/11 146 652 largo 20mm, profondo 10mm ed alto 6mm. Il
nucleo intero avrà quindi dimensioni
E 40/16/12 172 768
20x20x6mm.
E 42/21/15 214 952
E 42/21/20 289 1290 Una volta scelto il trasformatore, calcoliamo il
E 47/20/16 304 1350 numero di spire ottimale per il primario, tenen-
E 55/28/21 538 2396 do ben presente che dobbiamo evitare la satu-
E 55/28/25 763 3400 razione del trasformatore.
Dalla Legge di Faraday sappiamo che la tensio-
E 56/24/19 532
ne indotta ai capi di una spira vale:
E 65/32/27 1091 4860
E 70/33/32 1453 6500 V = - ∆φ /∆t
E 80/38/20 1503 6700
Figura 6 Potenze massime trasferibili per vari nuclei di tipo “E” Nel caso di un avvolgimento primario composto
(fonte Epcos)
di Np spire, sottoposto alla tensione VIN, vale la:

77
VIN / Np = - ∆φ /∆t do la tensione di ingresso VIN è minima, e TON
è massimo. Questo perchè è impossibile, in
o meglio, in valore assoluto: situazioni normali, che sia contemporanea-
mente VIN = VIN,MAX e TON = TON,MAX.
∆φ = VIN / Np * ∆t
Scegliamo ora (a piacimento, ma rimanendo nel
Sappiamo che φ, flusso magnetico totale, è dato range consigliato dalla Epcos per il materiale
dalla densità di flusso B moltiplicata per l'area N27) la frequenza di switching di 60kHz; avre-
entro cui tale flusso scorre. Abbiamo già precisato mo quindi un periodo di accensione massimo di
che tutto il flusso magnetico è in pratica confinato ciascuno switch, pari a:
nel nucleo in ferrite, quindi leggiamo dal datashe-
et dell'E20/10/6, quanto vale l'area effettiva della TON,MAX = 1 / 60000 = 16,67µs
sezione attraversata dal flusso, indicata con Ae:
In realtà qualsiasi circuito di controllo PWM per
Ae = 32,1mm 2
push-pull, introduce un tempo morto (dead-
time) durante il quale NESSUNA uscita è attiva.
Per prudenza, è bene utilizzare però il valore Per questo considereremo un tempo massimo
minimo della stessa area, denominato Amin, ON, pari all'80% di quello appena calcolato:
sempre minore o uguale al precedente:
TON,MAX = 16,67 * 0,8 = 13,33µs
Amin = 31,9mm 2

Dalla formula 1, ne consegue quindi che:


Possiamo quindi scrivere:
Np = 9 * 13,33 * 10-6 / (0,32 * 31,9 * 10-6) =
∆B * Amin = VIN / Np * ∆t = 11,75 spire

Poiché vogliamo ottimizzare il nostro trasfor- che arrotonderemo a 12 spire.


matore, dobbiamo imporre che la densità di
flusso sia pari al massimo sopportabile dalla Domanda: perchè 12 e non 11?
ferrite, B = BMAX. La risposta è evidente dalla formula 1, consi-
Cautelativamente consideriamo 160mT come derando che i termini Np e B sono moltiplica-
massimo, tuttavia, nel push-pull, grazie ai tivi: a parità degli altri parametri, arroton-
due primari, il flusso va da positivo dare per eccesso Np provoca una riduzione
(+160mT) a negativo (-160mT), e viceversa, del flusso massimo, viceversa, l'arrotonda-
ad ogni ciclo. mento per difetto di Np provoca un aumen-
Vedremo in seguito che questa caratteristica to del flusso massimo.
permette quasi un raddoppio della potenza Con questo numero di spire, possiamo essere
disponibile, a parità di nucleo e di frequenza, certi che, anche nelle condizioni più critiche,
rispetto ad altre tipologie cosiddette single- la densità di flusso B nel nostro trasformatore
ended, nelle quali il flusso può andare solo non supererà mai i limiti di ±160mT.
da un minimo di 0mT ad un massimo
+160mT e viceversa. Per il calcolo delle spire dei secondari, possiamo
Sostituendo ∆B = ∆BMAX e ∆t = TON nella prece- utilizzare le seguenti considerazioni.
dente e riordinando si ottiene la formula 1. All'ingresso del filtro LC di uscita, è presente
un'onda quadra con ampiezza di picco pari alla
Formula 1 minima tensione di ingresso, moltiplicata per il
VIN * TON = ∆BMAX * Amin * Np rapporto Ns/Np, e diminuita della caduta di
tensione sui diodi, cioè:
Se il sistema di controllo PWM funziona corret-
tamente, il prodotto VIN * TON è massimo quan- VIN,LC = VIN,MIN * Ns / Np - VD

78
La tensione in uscita al filtro LC, sarà semplice- VIN,LC=VIN * Ns / Np – VD=18 * 6 / 12 – 0,5=8,5V
mente il valore medio della tensione di ingres-
so, cioè sarà pari alla tensione di ingresso molti- La differenza di tensione ai capi dell'indut-
plicata per il duty-cyle massimo: tanza sarà quindi pari a ∆VL = 8,5 – 3,3 =
5,2V. Sappiamo che quando VIN = VIN,MAX, il
VOUT,LC = VIN,LC * 0,8 tempo di accensione è minimo, e vale circa la
metà del precedente (essendo 18V doppio
e sostituendo nella precedente otteniamo: rispetto a 9V):

Ns = (VOUT,LC / 0,8 + VD) * Np / VIN,MIN TON = 6,67µs

Utilizzando i valori numerici si ha, infine: Ne deriva quindi:

Ns = (3,3 / 0,8 + 0,5) * 12 / 9 = 6,17 spire L = ∆VL*TON/∆IL = 5,2*6,67*10-6/0,3 = 115,6µH

che arrotonderemo a 6. Se vogliamo quindi che sia garantito il ripple


massimo della corrente nell'induttanza,
PUSH-PULL: occorre utilizzare un'induttanza da almeno
CALCOLO STADIO DI USCITA BUCK 120µH.
Il calcolo dell'LC di uscita è a questo punto, Altrimenti, se è accettabile un ripple pari al
molto semplice. 20% solo quando VIN = VIN,MIN = 9V, e via via
Scegliamo il ripple di corrente nell'induttan- più alto all'aumentare di V IN, qualunque
za, pari al 20% (picco-picco) della corrente induttanza di valore superiore od uguale a
massima. 33µH fa al nostro caso.
Quindi: In questo caso ho scelto la già nota induttan-
za 50µH-3A-0,08Ω, catalogo Distrelec codice
∆IL = 1,5 * 20% = 0,3A 35 07 84. In questo caso il ripple di corrente
quando VIN = VIN,MAX = 18V, sarà maggiore del
Calcoliamo l'induttanza L, 20% del valore medio, ed uguale a:
quando VIN = VIN,MIN = 9V.
La tensione all'ingresso dell'induttanza sarà pari ∆IL = ∆VL * TON / L = 5,2 * 6,67 * 10-6 / 50 * 10-6 =
alla tensione sul primario, moltiplicata per il rap- = 0,694A (46,2%)
porto Ns/Np, e diminuita della caduta sul diodo
(solo uno alla volta è attivo): Calcolo del condensatore di uscita
Ipotizzando per semplicità che la totalità del rip-
VIN,LC = VIN * Ns / Np – VD = 9 * 6 / 12 – 0,5 = 4V ple sia dovuta all'ESR, e considerando accettabi-
le un ripple di tensione di 100mV picco-picco,
La differenza di tensione ai capi dell'induttanza abbiamo che:
sarà quindi pari a ∆VL = 4 – 3,3 = 0,7V.
Sappiamo che quando VIN = VIN,MIN, il tempo di ESR = ∆VESR / ∆IL = 0,1 / 0,694 = 0,144Ω
accensione è massimo:
Ho utilizzato un condensatore 220µ-16V-105°
TON = 13,33µs della Panasonic, tipo EEUFC1C221, con ESR
dichiarato pari a 0,117Ω.
Ne deriva quindi:
SCHEMA ELETTRICO
L=∆VL * TON / ∆IL = 0,7 * 13,33 * 10 / 0,3= 31,1µH
-6
Lo schema elettrico completo dello switching
push-pull è riportato in figura 7.
Calcoliamo ora l'induttanza L,
quando VIN = VIN,MAX = 18V. Partendo dal pin 1, fornirò adesso informazio-

79
BERNARDUCCI - teoria pt7 17-05-2005 15:03 Pagina 87

ni più dettagliate per la realizzazione di vostri no. ATTENZIONE: anche un carico di un 1


progetti custom. MΩ, modifica la frequenza di oscillazione di
molti punti percentuali. Se volete misurare
● Pin 1 – IN-, Ingresso Invertente dell'amplifi- con esattezza la frequenza, utilizzate invece
catore di errore. A questo pin viene riporta- una delle due uscite OUT A oppure OUT B e
ta la tensione di uscita da comparare con il moltiplicate per due.
riferimento. ● Pin 5 – CT, Condensatore di Timing. Collegare
Poiché in questo switching la tensione di un condensatore del valore minimo di 1n. La
uscita (3,3V) è minore della tensione del rife- frequenza di oscillazione dipende anche dalle
rimento interno (5,1V), il classico partitore resistenze collegate ai pin 6 e 7, secondo la
di riduzione non sarà montato qui, ma sulla formula: fosc = 1 / (CT * (RT * 0,7 + 3 * RD)),
tensione di riferimento. Il guadagno del- con RD resistenza sul pin 7.
l'anello di controreazione, in DC, è dato dal ● Pin 6 – RT, Resistenza di Timing. Definisce,
rapporto R4 / R6. La rete C2 / R5 ha il com- assieme a CT e alla resistenza RD sul pin 7, la
pito di assicurare la stabilità della retroazio- frequenza di oscillazione.
ne, riducendo il guadagno a frequenze ● Pin 7 – DISCH, Uscita di Scarica. Definisce il
medie e medio/alte. dead-time, cioè l'intervallo di tempo durante il
● Pin 2 – IN+, Ingresso non invertente dell'am- quale entrambe le uscite sono spente. Il suo
plificatore di errore. Come anticipato, a que- valore deve essere compreso tra 0 (minimo
sto pin viene riportata la tensione di riferimen- dead-time) e 500Ω (massimo dead-time).
to interna (5,1V), previa opportuna partizione ● Pin 8 – SOFT-S, Ingresso per partenza gradua-
effettuata dalle resistenze R1, R7 e dal trimmer le. Un condensatore collegato tra questo pin e
RV1. Con i valori riportati, sarà possibile rego- massa, fa si che all'accensione, lo switching
lare la tensione di uscita da un minimo di 5,1 aumenti gradualmente il duty-cycle del PWM
* R1 / (R1 + R7) = 2,55V, ad un massimo di 5,1 fino al valore di regime.
* (R1 + RV1) / (R1 + RV1 + R7) = 3,4V. ● Pin 9 – COMP, Uscita dell'amplificatore di
● Pin 3 – SYNC, Ingresso di sincronismo. Utile se errore. A questo pin viene connessa la rete di
si vuole sincronizzare l'oscillatore interno ad amplificazione e di stabilizzazione della
altri oscillatori esterni. Non usato. retroazione.
● Pin 4 – OSC-O, Uscita Oscillatore. Fornisce ● Pin 10 - SHUTDOWN, Ingresso per spegni-
un'uscita “bufferizzata” dell'oscillatore inter- mento dell'integrato. Un livello alto spegne

Figura 7 Schema elettrico switching push-pull 3,3V – 1,5A

80
BERNARDUCCI - teoria pt7 17-05-2005 15:03 Pagina 88

il dispositivo. Risulta quindi un'efficienza pari a:


Non usato, quindi collegato a massa.
● Pin 11 – OUT A, Uscita totem-pole per pilo- η = 4,351 / 5,760 * 100 = 75,5%
taggio diretto dell'interruttore di potenza.
● Pin 12 – GND che ritengo molto buona, considerando che la
● Pin 13 – VC, Tensione di alimentazione dei caduta di 0,5V sui diodi schottky di uscita, rap-
totem-pole di uscita. In questo modo è possi- presenta una notevole percentuale dei 3,3V.
bile svincolare questa tensione da quella di ali-
mentazione del chip. Questa possibilità non è CONCLUSIONI
stata usata in questo progetto, e quindi il pin Vi esorto a provare altri circuiti applicativi
è stato connesso direttamente al pin 15, Vi. con l'SG3525. Piccolo consiglio: in caso di
● Pin 14 - OUT B, Uscita totem-pole per pilo- difficoltà (vedi assorbimenti esagerati anche
taggio diretto dell'interruttore di potenza. senza carico), scollegate la parte di potenza
● Pin 15 – Tensione di alimentazione, racco- (il trasformatore) e verificate la corretta pre-
mandata da 8 a 35V. Il dispositivo è dotato senza dei livelli e delle forme d'onda sui pin
di UVLO e non parte per tensioni inferiori dell'integrato.
a 8V. NOTA BENE: poiché l'alimentazione dei Sono comunque disponibile per chiarimenti
totem-pole che pilotano i MOS, è collegata e delucidazioni e vi aspetto alla prossima
direttamente a questo pin, non superate puntata, dove faremo la conoscenza di un'in-
mai i 20V onde evitare la distruzione dei tera famiglia di integrati PWM: la serie
Gate dei MOS. UC38xx.
● Pin 16 – Uscita Vref, 5,1V nominali. Inserire un
condensatore ceramico verso massa posto
Link utili
nelle immediate vicinanze del pin.
TDK:
Per quanto riguarda gli altri componenti, si pos- http://www.component.tdk.com
sono usare diodi 1N5818 (1A) invece dei EPCOS:
1N5822 (3A), e MOSFET di tipo N diversi, pur- http://www.epcos.com
ché compatibili con la corrente desiderata. FAIR-RITE:
L'avvolgimento del trasformatore è stato effet- http://www.fair-rite.com
tuato con filo di rame smaltato, diametro MMG-NEOSID:
0,5mm per i primari, e lo stesso filo, bifilare http://www.neosid.de
(2x0,5mm) per i secondari. Vedremo in seguito FERROXCUBE:
come scegliere il diametro corretto del filo a http://www.ferroxcube.com
seconda delle caratteristiche dello switching.

Per finire, di seguito riporto un oscillogramma a


doppia traccia, preso sui Gate dei due MOSFET
(figura 8), in cui è chiaramente visibile il pilotag-
gio alternato (sfasato di 180°).

L'oscillogramma è stato registrato nelle seguen-


ti condizioni:

● VIN = 12V
● IIN = 0,48A
● PIN = 12 * 0,48 = 5,760W
● VOUT = 3,298V
● RL = 2,5Ω
Figura 8 Segnali sfasati (180°) di pilotaggio dei MOSFET
● POUT = 3,2982 / 2,5 = 4,351W

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BERNARDUCCI - teoria pt8 13-06-2005 17:44 Pagina 64

Alimentatori
switching:

E ccoci anche questo mese a le facciamo bastare? La risposta è, ovviamente,


che ognuna porta con sé pregi e difetti, ed è
parlare di switching… un compito importante del progettista elettro-
Ne è passata di acqua sotto nico saper selezionare quella che si adatta
meglio alle esigenze del progetto...per questo
i ponti! Come se non bastasse
motivo introduciamo un'altra tipologia di con-
la pletora di tipologie di switching trollo, dopo la V-Mode: la Current-Mode (a
presentate finora, introduciamo volte abbreviata C-Mode o CM).

una nuova tipologia di controllo: LA TIPOLOGIA DI CONTROLLO


la current-mode. CURRENT-MODE
Storicamente, questa tipologia è stata introdot-
ta diversi anni dopo la Voltage-Mode (VM).
INTRODUZIONE Per spiegare con chiarezza questa nuova tipolo-
A chi mi segue sin dalle prime puntate, sarà gia, riprendiamo in figura 1 uno schema esem-
forse venuto il dubbio e l'inquietante doman- plificativo della tipologia VM.
da...ma quante tipologie di switching ci sono??
E perché tutte quelle sinora presentate, non ce Notate l'usuale presenza del riferimento di ten-

Figura 1 Tipologia VM

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BERNARDUCCI - teoria pt8 13-06-2005 17:44 Pagina 65

La tipologia di
controllo PWM
current-mode
sione, dell'oscillatore, dell'amplificatore di errore, Di primo acchito noterete la presenza di due
degli interruttori (comandati e non) e del serba- loop di reazione: uno è identico al precedente,
toio magnetico, induttanza o trasformatore a l'altro, evidenziato in magenta, costituisce il
seconda delle tipologie. Lo schema di figura 1 è loop di reazione in corrente che da il nome
chiaramente di principio, e suppone generica- alla tipologia.
mente un MOSFET di tipo N come interruttore Esaminiamone nel dettaglio il funzionamento.
comandato, ma questo non pregiudica minima- Per prima cosa, il generatore non è più
mente la validità della trattazione che segue. necessario che sia a dente di sega o trian-
Nelle scorse puntate abbiamo visto come il duty- golare, come nel caso VM. Anche se esterna-
cycle del PWM sia direttamente proporzionale mente al chip è molto spesso ancora presente
alla tensione di errore, cioè alla differenza tra la classica rampa (per comodità di realizzazio-
tensione di uscita e tensione desiderata. Notate ne si usa quasi sempre la carica/scarica di un
quindi la presenza di un solo loop di controreazio- condensatore), internamente la si utilizza solo
ne, evidenziato in colore blu. Introduciamo ora la per generare degli stretti impulsi di clock,
tipologia di controllo Current Mode, con l'analo- come in figura 2, utilizzati per attivare il
go schema di principio visibile in figura 2. LATCH interno. Ai neofiti che si chiedono cosa

Figura 2 Tipologia CM

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BERNARDUCCI - teoria pt8 13-06-2005 17:44 Pagina 66

sia un LATCH consiglio di dare uno sguardo al spegnendo il MOSFET. Il ciclo poi si ripeterà
riquadro di approfondimento. identico al successivo impulso di clock. È quindi
evidente che, l'aumento della tensione di
Il Latch RS errore, dovuta ad esempio ad un improvviso
aumento di assorbimento da parte del carico,
È un dispositivo logico dotato di almeno due farà aumentare il tempo di ON, quindi la cor-
ingressi, indicati con R e S, e di almeno una rente di picco raggiunta nel serbatoio
uscita, indicata con Q. L'ingresso R indica il magnetico, e di conseguenza, l'energia
Reset (disattivazione), l'ingresso S indica il disponibile per il trasferimento al carico.
Set (attivazione). Quando arriva un impulso
sull'ingresso S, l'uscita Q va a livello logico 1, COMPARAZIONE TRA TIPOLOGIE
e ci resta anche dopo la cessazione dell'im- VM E CM
pulso. Analogamente, quando arriva un Fin qui, bene, direte, ci siamo complicati la vita
impulso sull'ingresso R, l'uscita Q va a livello introducendo un altro loop di controreazio-
logico 0, e ci resta anche dopo la cessazione ne...Vediamo quali sono i vantaggi e gli svan-
dell'impulso. A riposo, sia R che S sono a taggi della tipologia CM rispetto alla VM.
livello logico 0, e l'uscita Q rimane nello
stato precedente. Il caso di R e S contempo- Velocità di risposta alle variazioni
raneamente a 1, non è ammissibile. della Vin
Supponiamo che VIN diminuisca bruscamente.
Quindi, mentre nel VM la rampa dell'oscillatore
è utilizzata direttamente per generare il PWM • VM: la diminuzione di VIN si deve prima riflet-
tramite il comparatore, nel caso del CM l'oscil- tere sull'uscita, e la corrispondente diminuzio-
latore, tipicamente a frequenza fissa, ha il solo ne di VOUT essere corretta dal loop di contro-
scopo di attivare periodicamente l'uscita, tra- reazione, in un tempo che dipende dalla velo-
mite l'ingresso S del latch. Lo spegnimento del- cità di risposta di quest'ultimo.
l'uscita verrà effettuato dal comparatore indica- • CM: la diminuzione di VIN, fa sì che la corrente
to come REGOLATORE DI CORRENTE in figura nell'induttanza ci metta più tempo a raggiun-
2, tramite l'ingresso R del LATCH. gere il valore di VL = Ve. Purché questo tempo
non superi il periodo massimo, la correzione è
Cosa succede non appena l'uscita Q attiva il quindi istantanea (non bisogna attendere la
MOSFET esterno? lenta risposta del circuito di uscita).
Beh, inizierà a scorrere corrente nel serbatoio
magnetico (induttanza o trasformatore): la Preferibile: CM
tipologia CM prevede che si controlli questa
corrente, quindi preliminarmente occorrerà Velocità di risposta alle variazioni
misurarla. del carico
Uno dei sistemi più economici ed accurati per Supponiamo che il carico aumenti improvvisa-
misurare una corrente, è farla scorrere su una mente, facendo abbassare la tensione di uscita.
resistenza di valore noto e misurare la caduta di Sappiamo che la velocità di correzione dell'erro-
tensione ai suoi capi: queste tre grandezze sono re è strettamente legata alla banda passante
infatti legate dalla ben nota Legge di Ohm. È pro- del loop di controreazione in tensione.
prio questo lo scopo della resistenza R di figura 2:
convertire la IL in una tensione VL = IL * R. • VM: nel loop di controreazione è sempre pre-
Come sapete, la corrente IL in un'induttanza sale sente un'induttanza (o trasformatore) ed il con-
linearmente come una rampa, quindi lo stesso densatore di uscita. Questo corrisponde ad avere
farà VL (vedi grafico magenta in figura 2). un doppio polo nella risposta in frequenza,
Quando questa tensione raggiungerà la tensio- che deve essere compensato pesantemente per
ne di errore, l'uscita del REGOLATORE DI COR- garantire la stabilità. Quindi: rete di compensa-
RENTE andrà a livello alto e resetterà il LATCH, zione complessa e/o banda passante più ridotta.

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BERNARDUCCI - teoria pt8 13-06-2005 17:45 Pagina 68

• CM: il pilotaggio in corrente dell'induttanza, richiede qualche componente aggiuntivo.


elimina un polo, per motivi che sarebbe trop- L'efficienza a basse tensioni di ingresso è ridot-
po lungo spiegare. La compensazione del sin- ta a causa della caduta di tensione sulla resi-
golo polo rimanente è più semplice e/o la stenza di sensing della corrente.
banda passante è più ampia.
Preferibile: VM
Preferibile: CM
Il confronto potrebbe continuare ancora a
Stabilità di funzionamento ed lungo, tuttavia credo che sia sufficiente a dimo-
efficienza a bassa Vin strare quanto volevo, e cioè che non esiste la
Spesso accade che, visualizzando con un oscillo- tipologia “ideale”.
scopio il segnale di uscita del circuito di control-
lo (che va all'interruttore di potenza), con un CIRCUITI INTEGRATI CM DI IA
carico costante e a tensione d'ingresso GENERAZIONE: UC384X
costante, non si riesca a triggerare una forma La famiglia di circuiti integrati UC384x è stata tra
d'onda stabile. Questa instabilità, supponendo le prime ad implementare la tipologia di controllo
che non sia dovuta all'errato calcolo della rete di CM. Questa famiglia è composta di 4 circuiti inte-
compensazione, può dipendere da molte cause, grati, l'UC3842, UC3843, UC3844 e UC3845, che
prima fra tutte il rumore captato dallo stadio di differiscono per alcune caratteristiche, rendendo
generazione PWM. ciascuno più o meno adatto alle diverse applicazio-
ni. In figura 3 è visibile lo schema interno.
• VM: il PWM viene generato da un comparato-
re che effettua il confronto tra il segnale a Come per il controllo VM tipo TL5001, anche in
rampa e la tensione di errore. Entrambi questi questo caso è da notare la compattezza del cir-
segnali hanno in genere ampiezza elevata, cuito (solo 8 pin), la disponibilità sia in versione
quindi la modulazione del PWM è tipicamente tradizionale che SMD, da moltissime case diver-
molto stabile. Il duty-cycle può arrivare teorica- se (National, ST, Texas...), e per finire la facile
mente al 100% senza problemi. L'efficienza a reperibilità presso i rivenditore abituali. Vi consi-
bassa tensione di ingresso è standard. glio quindi di procurarvene qualche esemplare
• CM: il PWM viene attivato periodicamente quanto prima, visto che nelle prossime due
dall'oscillatore, e disattivato dal comparatore puntate presenterò altrettanti switching con
che confronta la tensione di errore con la questi componenti (UC3844/UC3845). Le diffe-
caduta di tensione su un resistore (corrente IL). renze tra le 4 versioni sono legate fondamental-
La resistenza è quindi in serie all'induttanza, e mente a due aspetti:
per ovvi motivi di effi-
cienza, è bene che sia di
valore molto basso.
Quindi la tensione a
disposizione per la
comparazione è molto
bassa, soprattutto ai
bassi carichi.
Il duty-cycle massimo è
limitato al 50%, per
garantire la stabilità del
loop di controllo in cor-
rente. Per duty-cycle
superiori occorre effettua-
re la cosiddetta “slope-
Figura 3 Schema interno circuiti integrati UC384x
compensation”, che

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1. La tensione minima di funzionamento. Notate comunque che tutti questi dispositivi


2. Il massimo duty-cycle a disposizione. non sono adatti per basse tensioni di ingres-
Per l'esattezza, le versioni UC3844 e so, dove si preferisce utilizzare altri dispositi-
UC3845 hanno il duty-cycle massimo vi (anche in tipologia VM).
limitato al 50%, in quanto integrano al Analizziamo ora il componente pin a pin (fare rife-
loro interno il flip-flop di tipo T visibile rimento alla numerazione a sinistra dei pin di figu-
(con connessioni tratteggiate) sopra il ra 3, poichè quella a destra si riferisce al package
LATCH R-S in figura 3. Il flip-flop T divide a 14 pin).
per due la frequenza di ingresso, limi-
tando quindi al 50% il massimo duty- • Pin 1 - COMP (compensazione). Tra questo e
cycle ottenibile in uscita. Vedremo nella il pin 2, viene in genere collegata una rete R-C
prossima puntata che questa caratteristica parallelo, che definisce la risposta in frequenza
li rende ideali per la tipologia flyback. e il guadagno del loop di reazione in tensione.
L'ulteriore differenziazione tra l'UC3844 e • Pin 2 - VFB (tensione di feedback). È il piedino
UC3845 risiede nella tensione di interven- invertente dell'amplificatore di errore. Vedi pin 1.
to dell'UVLO, che come sapete impedisce il • Pin 3 - CURRENT SENSE. Utilizza la caduta di
funzionamento del circuito per tensioni di tensione ai capi di una resistenza in serie all'in-
ingresso inferiori ad un certo livello. Tale duttanza principale, per decidere quando spe-
livello vale 8,5V per l'UC3845, e 16V per gnere il MOSFET di uscita, ad ogni ciclo.
l'UC3844. È evidente quindi che l'UC3844 • Pin 4 - R T/C T. Definisce la frequenza di
sarà di preferenza utilizzato in applicazioni oscillazione, tramite un condensatore
ad alta tensione di ingresso, ad esempio verso massa ed una resistenza verso il V REF
per switching collegati direttamente alla (pin 8). La formula che fornisce la frequen-
rete elettrica (cosiddetti off-line), mentre za è la: f osc = 1,72 / (R T * C T).
l'UC3845 sarà di migliore utilità per gli NOTA: per le versioni UC3844 e UC3845, il flip-
switching funzionanti a bassa tensione, ad flop T fa sì che in uscita sarà presente una fre-
esempio collegati alla batteria a 12V del- quenza pari alla metà di quella appena calcolata.
l'automobile. • Pin 5 - GROUND. Collegare alla massa del
Le versioni UC3842 e UC3843, non integran- circuito.
do il flip-flop T, possono fornire duty-cycle • Pin 6 - OUTPUT (uscita). Di tipo totem-pole, ad
fino al 100%, e sono quindi più indicate per alta corrente (1A di picco!) per caricare e scarica-
le tipologie forward o buck/boost. Anche in re velocemente le capacità dei MOSFET esterni.
questo caso, la versione di numero minore • Pin 7 - VCC. Tensione di alimentazione, variabi-
(UC3842) ha l'UVLO a 16V, mentre la le da quella minima dell'UVLO (8,5 o 16V),
UC3843 ha l'UVLO a 8,5V. fino ad un massimo assoluto di 34V.

Figura 4 Schema tipico di uno switching CM con UC384x

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• Pin 8 - VREF. Tensione di riferimento, 5,0V con tà. Al solito, la trattazione analitica è abbastan-
max. 50mA di assorbimento. za complessa e non sarà presentata.
Un tipico schema di utilizzo di un circuito tipo Comunque, per non lasciarvi totalmente insod-
UC384x è riportato in figura 4. disfatti, considerate che la banda passante
dovrà essere sempre molto inferiore alla fre-
Esaminiamo un poco più nel dettaglio i quenza di switching: valori da 1/5 a 1/10 sono
componenti. abbastanza comuni. Ad esempio, se fSW fosse
pari a 50kHz, potrei selezionare Cp e Cf in
• Il partitore resistivo costituito dalle resistenze modo da ottenere una risposta in frequenza del
Rp1 e Rp2 ha il solito compito di ridurre la ten- loop di reazione nel range 5-10kHz.
sione di uscita al valore del riferimento inter- NOTA: nel calcolo, andrebbe considerato anche il polo
no. Ovviamente la connessione VOUT all'estrema introdotto dall'induttanza e dalla capacità di uscita.
sinistra, indica il punto di collegamento nel cir- • RT e CT determinano la frequenza di oscillazio-
cuito completo. Tutti i componenti della fami- ne in accordo con la formula vista in preceden-
glia UC384x, hanno il riferimento a 5V, e diven- za. Per aumentare la stabilità dell'oscillatore, la
ta quindi immediato calcolare Rp1 e Rp2 a resistenza RT, che carica il condensatore CT,
seconda della tensione di uscita desiderata. viene collegata alla tensione stabilizzata VREF,
• La resistenza Rf stabilisce il guadagno dell'am- opportunamente portata all'esterno sul pin8.
plificatore di errore, pari a G = Rf / (Rp1 // • I condensatori C sono i classici 100n (o più) di
Rp2). Con (Rp1 // Rp2) ho indicato la resisten- disaccoppiamento e filtraggio.
za equivalente parallelo di Rp1 e Rp2, come • Il diodo Schottky Ds e la resistenza Rg, insie-
noto pari a Rp1 * Rp2 / (Rp1 + Rp2). me proteggono dal cosiddetto “ground-
Guadagni più elevati forniscono minore bounce”, cioè dalla sovratensione negativa
errore nella tensione di uscita e maggiore causata durante le commutazioni, dall'indut-
rapidità di risposta alle variazioni del cari- tanza parassita del collegamento tra pin 6 e
co; tuttavia guadagni troppo elevati posso- MOSFET, accoppiata alla capacità di Gate.
no causare instabilità del loop di reazione. • Per finire, Rfil e Cfil hanno il compito di fil-
Per motivi legati alle caratteristiche dell'ampli- trare la rampa di tensione, causata dalla cor-
ficatore di errore, per la famiglia UC3842x, Rf rente che scorre nella resistenza Rsense.
deve essere sempre > = 7kΩ. Ricordate che questa rampa, in genere di
• I condensatori Cp e Cf modellano la risposta ampiezza ridotta per motivi di efficienza,
in frequenza del loop di reazione, in modo da determina il corretto funzionamento del loop
garantire una banda passante la più ampia di reazione in corrente. Perchè il filtraggio?
possibile, senza però esagerare, pena instabili- Considerate che il trasformatore (ma anche
l'induttanza), ha uno schema equivalente in
cui è presente una capacità parassita in
parallelo all'avvolgimento, come in figura 5.

Per un breve periodo, durante il quale si carica il


condensatore alla tensione di ingresso, scorre in
Rsense una grande corrente. Questa corrente
genera lo spike di tensione visibile nella forma
d'onda rossa di figura 5. Ricordando il funziona-
mento del controllo CM (figura 2), questo spike
potrebbe interrompere prematuramente il
periodo di ON dello switching. Il filtro costitui-
to da Rfil e Cfil deve essere quindi dimensionato
in modo da eliminare o ridurre questo spike,
lasciando comunque passare con la minima
Figura 5 Circuito equivalente (parziale) di un trasformatore
distorsione la rampa reale (in verde in figura 5).

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BERNARDUCCI - teoria pt8 13-06-2005 17:45 Pagina 72

CIRCUITI INTEGRATI CM DI IIA 4. Tutti hanno il soft-start incorporato, cioè par-


GENERAZIONE: UCC380X tenza graduale del PWM all'accensione per
Questi circuiti integrati risolvono alcuni proble- evitare stress ai componenti esterni.
mi caratteristici della famiglia UC384x, pur 5. Infine, hanno la possibilità di funzionamento
mantenendo molte caratteristiche di base e la a frequenza maggiore (max. 1MHz teorico).
stessa piedinatura. Innanzi tutto, occorre dire
che questa famiglia è costruita in tecnologia Lo schema tipico di uno switching CM con
CMOS invece della tecnologia bipolare, quindi UCC380x sarà quindi come quello di figura 4
presenta un assorbimento di corrente a riposo con le semplificazioni appena citate (figura 6).
(cioè la corrente necessaria al funzionamento
interno) nettamente inferiore. Presentano poi la CONCLUSIONI
seguente lista di vantaggi: Concludiamo qui, per ora, la presentazione teo-
rica della tipologia CM. Agli smanettoni che
1. Non richiedono più il diodo Schottky e la non riescono a leggere più di una pagina senza
resistenza Rg di protezione dal “ground- mettere mano al saldatore, prego di avere
bounce”. pazienza...prossimamente vi attendono due
2. Non richiedono più la rete RC di filtraggio nuovi alimentatori molto interessanti, tra cui
dello spike iniziale di commutazione, sostitui- uno switching multi-uscita. Sono disponibile
ta da una cancellazione digitale denominata come al solito a darvi una mano nei vostri pro-
“leading edge blanking”. In pratica all'inizio di getti, contattatemi pure via e-mail. Vi aspetto
ciascuno impulso di uscita, l'ingresso CS alla prossima puntata!
viene messo internamente a massa per un
brevissimo tempo (100ns). Se nella vostra Bibliografia
applicazione la capacità parassita dovesse
essere così elevata da creare uno spike di Unitrode (Texas Instruments) Application
durata superiore, dovrete necessariamente Note DN62.
utilizzare ancora la rete di filtraggio Rfil-Cfil. Unitrode (Texas Instruments) Application
3. Esistono in numero maggiore di versioni (6), Note U100A.
dall'UCC3800 all'UCC3805, con differenti Unitrode (Texas Instruments) Application
tensioni di UVLO rispetto alla famiglia bipola- Note U133A.
re. La famiglia include ora due dispositivi,
l'UCC3803 (duty-cycle massimo 100%) e Per un veloce reperimento dei documenti, vi
l'UCC3805 (duty-cycle massimo 50%), in consiglio una ricerca sul Web, digitando ad
grado di funzionare a partire da 4,1V. esempio “U100A pdf”.

Figura 6 Schema tipico di uno switching CM con UCC380x

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BERNARDUCCI - teoria pt7 17-05-2005 15:03 Pagina 88

90
BERNARDUCCI - teoria9 21-07-2005 16:49 Pagina 48

Alimentatori
switching:

T orniamo, in questa puntata, venia agli elettrotecnici se questa spiegazione


dovesse risultare lacunosa e/o approssimativa.
a presentare un circuito Il filo con potenziale sollevato rispetto alla terra,
pratico, ma sfrutteremo viene indicato normalmente come “fase”, LIVE in
inglese ed abbreviato con la lettera “L”, mentre
l’occasione per studiare
l’altro è il cosiddetto “neutro”, NEUTRAL in ingle-
un’ulteriore tipologia di switching, se, abbreviato in genere con la lettera “N”. Con
molto importante ed utilizzata: la lettera “E” viene individuata invece la terra,
EARTH in inglese.
la flyback. Per la parte teorica Notate che in Italia le prese di corrente monofa-
accenneremo all’importante se non sono polarizzate, cioè non è possibile a
vista determinare quale terminale è il neutro e
concetto dell’isolamento quale è la fase (se non erro in Inghilterra le prese
ingresso-uscita, fondamentale sono invece polarizzate).
Allo scopo sono però adatti i cosiddetti cacciavi-
introduzione alle ultime
te “cercafase”, che contengono al loro interno
due puntate del corso. una piccola lampadina al neon, che si accende
per mezzo di una debolissima ed innocua cor-
rente tra la “fase” e la terra, attraverso il nostro
L’ISOLAMENTO INGRESSO/USCITA corpo. Ancora meglio si può utilizzare un tester
Tutti siamo abituati a convivere con dispositivi in posizione Vac e misurare le tensioni tra cia-
elettrici ed elettronici che “prelevano” energia scuno dei due poli e la terra: solo in un caso
dalla rete elettrica. Sapete anche che, in genera- dovreste leggere circa 230V. Se anche nell’altro
le, nelle case italiane è presente una tensione caso si dovesse leggere una tensione superiore a
alternata sinusoidale con valore efficace di circa pochi volt, avete un impianto elettrico difettoso
230V (tolleranza ±10%), alla frequenza di 50Hz. (oppure siete tra i pochissimi che hanno ancora
Questa tensione viene comunemente denomina- la rete a due fasi).
ta “monofase”, in quanto uno solo dei due fili di Se accidentalmente il nostro corpo andasse in
alimentazione, ha un potenziale diverso rispetto contatto tra la fase e terra, la corrente che vi scor-
alla terra (in situazioni normali), mentre l’altro rerà, attraversandolo, potrebbe risultare molto
viene messo a terra presso la centrale di distribu- pericolosa, vedi figura 2.
zione, vedi figura 1. Questo sistema di distribu-
zione viene denominato TT (Terra-Terra), chiedo

Figura 1 Schema di distribuzione monofase Figura 2 Shock elettrico per contatto tra fase e terra

91
BERNARDUCCI - teoria9 21-07-2005 16:49 Pagina 49

Switching flyback
e l’isolamento
ingresso-uscita

Per evitare questo, in tutti gli impianti elettrici tissi una (fortunatamente) piccola scossa. Solo a
civili moderni, è obbligatorio l’inserimento del quel punto ho verificato lo schema elettrico ed
cosiddetto dispositivo “salvavita” o interruttore ho notato con orrore che la massa elettrica di
differenziale. In pratica si tratta di un dispositivo tutto il TV era collegata direttamente alla rete!
che confronta le correnti che scorrono nei due fili Forse aveva ragione il costruttore, in quanto nes-
della rete, fase e neutro, e che interrompe la for- suna parte metallica era, di fabbrica, accessibile
nitura di energia elettrica se dovessero essere dall’utente, non avendo il TV neanche la presa
diverse. Questo è quanto accade in figura 2, dove SCART ed avendo provveduto a sprofondare
si vede chiaramente come la corrente scorra nel nella plastica anche la massa della presa antenna!
filo di fase (L), ma non in quello neutro (N). Mi auguro tuttavia che queste barbare “usan-
ze” siano ormai scomparse, ma... fate attenzio-
In quasi tutti gli apparati elettronici, in gene- ne, sempre e comunque, prima di mettere le
re la tensione 230V alternata non viene utiliz- mani su un circuito alimentato dalla rete che
zata direttamente, ma opportunamente tra- non conoscete!
sformata, ridotta e convertita in una o più
tensioni continue. Possiamo concludere il paragrafo affermando che:
Questa conversione può avvenire tramite un tra-
sformatore di rete a 50Hz, oppure per mezzo di Un alimentatore da rete, oltre alla trasfor-
uno switching collegato direttamente alla rete, e mazione / condizionamento della tensione,
perciò denominato in inglese, off-line (che non deve fornire sempre anche l’ISOLAMENTO
significa “spento”, ma appunto “collegato diret- GALVANICO.
tamente alla rete”).
Supponiamo di avere un TV color, un DVD, un NOTE SUGLI AVVOLGIMENTI
videoregistratore o quant’altro, con una presa Qualche lettore mi ha chiesto delucidazioni in
accessibile dall’utente: se non ci fosse l’isolamen- proposito ai “pallini” comunemente utilizzati
to galvanico tra la rete elettrica e la massa della nella simbologia del trasformatore. Il “pallino”
presa, toccando contemporaneamente quest’ul- altro non è che un riferimento identico per tutti
tima e la terra potremmo trovarci nella situazione i diversi avvolgimenti, che personalmente io con-
di shock elettrico di figura 2. Per questo motivo, sidero essere l’INIZIO dell’avvolgimento.
nella stragrande maggioranza dei dispositivi Ovviamente le cose non cambiano se considere-
elettronici, la massa elettrica circuitale non rete il “pallino” la FINE dell’avvolgimento, purché
è MAI collegata galvanicamente alla rete, questa scelta valga per tutti gli avvolgimenti. In
ma è da questa isolata per mezzo di oppor- entrambi i casi il verso di realizzazione di tutti
tuni dispositivi.

Una curiosità: tempo fa ebbi la stolta idea di


aggiungere una presa cuffia ad un TV color 14
pollici, di una nota marca giapponese, che ne era
sprovvista. Smontato il TV, eseguito un piccolo
forellino sul contenitore plastico per fissare il jack
(metallico), collegati i fili... suono in cuffia ok,
Figura 3 Direzione degli avvolgimenti per un trasformatore generico
peccato che ogni volta che toccavo il jack, avver-

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BERNARDUCCI - teoria9 21-07-2005 16:49 Pagina 50

gli avvolgimenti deve essere concorde, ad sformatore è un


esempio sempre antiorario o sempre orario. Date mezzo di trasporto
uno sguardo alla figura 3 per ulteriori deluci- dell’energia in
dazioni. I numeri 1, 3, 2, 6 sono quelli ipoteti- tempo reale, nella
ci di un supporto di bobina a 6 poli totali (non tipologia flyback il
tutti utilizzati). trasformatore ha la
funzione di un vero
LA TIPOLOGIA “FLYBACK” e proprio serbatoio,
Questa tipologia è usata moltissimo in campo che prima viene
consumer, grazie alle sue caratteristiche di sempli- riempito (fase ON)
cità, quindi economicità ed affidabilità. Lo schema e solo dopo viene
elettrico di principio è riportato in figura 4. svuotato (fase OFF).
Ovviamente, come interruttore 1 potete utilizza- I diagrammi della
re anche un transistor bipolare NPN, oppure figura 5 chiariscono
anche un PMOS collegato tra VIN+ e il “pallino” meglio il concetto.
del primario, collegando l’altro capo del trasfor- Dal grafico verde di Figura 5 Forme d’onda
matore a massa. Analogamente, anche se in figu- figura 5, notate che caratteristiche per
tipologia “flyback”
ra è stato utilizzato un diodo schottky come inter- ho disegnato la
ruttore 2, nei casi appropriati questo potrà o anzi curva Is (corrente nell’avvolgimento secondario)
dovrà essere di tipo standard veloce. in modo che la corrente scenda a zero PRIMA
Si nota immediatamente che, quando l’interrut- dell’inizio del nuovo ciclo di ON. Come immagi-
tore 1 è attivo, la tensione di ingresso viene appli- nerete, questa modalità di funzionamento, che si
cata ai capi del primario del trasformatore, con il impone attraverso la scelta del trasformatore
polo positivo coincidente con il “pallino”. Per le e della frequenza di funzionamento, prende il
note regole sui trasformatori, la tensione di nome di modalità DISCONTINUA, abbreviato a
ingresso, moltiplicata per il rapporto Ns/Np, sarà volte come DCM. Nel caso che invece la corren-
presente anche sul secondario, sempre con il te non riesca a scendere a zero prima dell’inzio
polo positivo coincidente con il “pallino”. Dalla del ciclo ON successivo, si parla di modalità
figura 4 è però immediato vedere che il diodo 2, CONTINUA o CCM, e i diagrammi delle correnti
con la polarità indicata, è polarizzato inversamen- Ip e Is si modificano con l’aggiunta di uno scali-
te e quindi non fa passare alcuna corrente. no. Abbiamo già parlato precedentemente,
Questa è la caratteristica fondamentale della durante la puntata di Marzo 2005 (FE237), dei
tipologia flyback, che lo differenzia radicalmente vantaggi e degli svantaggi di ciascuna modalità:
dalla forward: durante il periodo di ON, nessu- ricordo qui che, in generale, la modalità DM for-
na corrente scorre dall’alimentatore di ingres- nisce una risposta ai transitori più rapida.
so verso il carico. Piuttosto questa corrente, che Il prezzo che si paga è quello di una maggiore
ovviamente sale a rampa poiché scorre in un’in- corrente di picco, a parità di caratteristiche,
duttanza (il primario del trasformatore), viene rispetto alla CM.
convertita in energia magnetica ed immagazzi- Nella maggioranza dei casi, la tipologia flyback
nata nel nucleo del trasformatore. viene impiegata in modalità DCM, ed è questa
A differenza della tipologia forward, in cui il tra- quindi che andremo ad analizzare ed utilizzare.

TIPOLOGIA “FLYBACK”:
PARAMETRI DI PROGETTO
Supponiamo di voler realizzare un alimentatore
switching, di tipo “flyback”, avente le seguenti
caratteristiche:

VIN,NOM = 24VDC ±25%, cioè:


Figura 4 Schema di principio per tipologia “flyback”
VIN,MIN = 18VDC

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BERNARDUCCI - teoria9 21-07-2005 16:49 Pagina 51

VIN,MAX = 30VDC caso contrario sappiamo che sarebbero richiesti


componenti aggiuntivi per effettuare la cosiddet-
VOUT = 5VDC ta “slope compensation”. Per sicurezza utilizzia-
IOUT,MAX = 1A mo il valore massimo del 45% per il duty-
cycle, quindi TON = 0,45 * (1 / fSW), e sostituen-
TIPOLOGIA “FLYBACK”: do otteniamo:
CALCOLI PRELIMINARI
1. Calcoliamo la potenza di uscita massima: PIN,MAX = 0,5 * (18 – 1)2 * 0,452 * (1 /fSW)2 * fSW / Lp
POUT,MAX = VOUT * IOUT,MAX = 5 * 1 = 5W
Questo valore deve essere maggiore o almeno
2. Ipotizziamo l’efficienza η pari al 75% e calcolia- uguale al valore desiderato, cioè 6,667W.
mo la potenza massima assorbita dall’ingresso: Effettuando i calcoli e semplificando, si ottiene la:
PIN,MAX = POUT,MAX / η = 5 / 0,75 = 6,667W
Lp * fSW <= 4,389
3. Ad ogni ciclo ON, l’energia immagazzinata
nel trasformatore (cioè nell’induttanza del pri- Resta ancora una volta dimostrato che esisto-
mario) si calcola con la: no, in teoria, infinite coppie Induttanza/
EL = 0,5 * Lp * (Ip,MAX)2 Frequenza che soddisfano i criteri desiderati
per un alimentatore switching.
4. La totalità di questa energia (dobbiamo Tabuliamo i risultati per varie frequenze, ci servi-
imporre il funzionamento discontinuo) ranno nel momento della selezione del nucleo.
viene trasferita al carico, per mezzo dell’avvol-
gimento secondario, ad ogni ciclo. Quindi la TIPOLOGIA “FLYBACK”:
potenza trasferita, pari all’energia erogata in SCELTA DEL NUCLEO
un secondo, è data da EL * fSW (fSW è la frequen- Dalla Tabella presentata in figura 6 della puntata
za di switching) e deve essere uguale alla 7, notiamo che anche un piccolo nucleo E20
PIN,MAX calcolata al passo 2: (20x20x6 mm) riesce a fornire ben 26W a 25kHz,
PIN,MAX = EL * fSW = 0,5 * Lp * (Ip,MAX)2 * fSW anche se in configurazione push-pull. La configu-
razione flyback utilizza il nucleo magnetico in un
5. Consideriamo ora che la Ip,MAX dipende a sua solo quadrante B-H (la corrente nel primario
volta (oltre che dall’induttanza del primario scorre sempre in una sola direzione), a diffe-
Lp), anche dalla tensione di ingresso e dal renza dei due quadranti sfruttati dalla push-pull,
tempo di ON, secondo la nota formula: e quindi l’energia disponibile sarà minore e circa
Ip,MAX = (VIN – VDROP) / Lp * TON pari a 0,5-0,7 volte quella della tabella appena
(VDROP è la caduta totale di tensione sul MOS e citata. Nonostante questo, il nucleo E20/10/6 è
sulle resistenze)
fSW [kHz] Lp <= di [µH]
6. Dai passi 4 e 5 precedenti, si ottiene con sem- 20 219,45
plici manipolazioni algebriche: 30 146,30
PIN,MAX = 0,5 * (VIN – VDROP)2 * TON2 * fSW / Lp
40 109,73

Nel caso peggiore, vale ovviamente la VIN = VIN,MIN. 50 87,78


Ipotizziamo poi VDROP = 1V per le cadute resisti- 60 73,15
ve; come al solito, se alla fine questa ipotesi
70 62,70
dovesse risultare troppo distante dalla realtà,
sarà possibile tornare a questo passo sostituen- 80 54,86
do il valore più corretto. 90 48,77
Nel caso di utilizzo di tipologia di controllo 100 43,89
Current Mode, come è il caso in questo esempio,
Tabella 1 Coppie frequenza/induttanza
è bene che il duty-cycle non superi il 50%. In

94
BERNARDUCCI - teoria9 21-07-2005 16:49 Pagina 52

chiaramente sovradimensionato per il nostro Come calcolare l’effetto del gap sull’induttanza?
switching, ma è facile da reperire e le “ampie” Per rispondere a questo introduciamo un nuovo
dimensioni faciliteranno la realizzazione degli (semplice!) concetto.
avvolgimenti. Come esercizio lascio a voi la pro-
gettazione di switching ben più potenti, con lo IL NUMERO “MAGICO” AL
stesso nucleo. Scelto il nucleo, restano da defini- Una richiesta molto comune che mi è giunta già
re altri due aspetti: diverse volte da voi lettori, è la seguente:

● Il tipo di materiale, che dipende strettamente Come calcolare il numero di spire necessarie
dalla frequenza operativa. per ottenere un dato valore di induttanza, con
● Il “gap”, cioè lo spazio vuoto esistente tra la un certo nucleo magnetico?
gambe centrali di molti nuclei in ferrite, vedi
figura 6. La risposta teorica sarebbe abbastanza complica-
ta, in quanto deve tener conto di diversi fattori
Cosa succede al nostro nucleo con l’introduzione come la forma del nucleo, le sue dimensioni, il
del GAP? tipo di materiale magnetico, eccetera.
Considerate che l’aria non è un materiale ferro- Per fortuna i costruttori di ferriti ci sono venuti
magnetico, quindi, in generale (mediamente) la incontro:
capacità di allineamento delle isole magnetiche
diminuirà. La diminuzione della permeabilità del Per ogni nucleo e materiale magnetico,
nucleo, implica che per ottenere la stessa indut- esiste un valore AL che, moltiplicato per
tanza, saranno necessarie più spire nell’avvolgi- il numero delle spire al quadrato, forni-
mento, ma questo di per sé non è solo uno svan- sce l’induttanza.
taggio, infatti:
Matematicamente:
L’aggiunta del “gap” in un nucleo
2
magnetico, aumenta la sopportazione L = AL * N
di corrente, cioè la corrente massima
che è possibile fare scorrere sull’avvol- Il valore AL, in genere in nanoHenry (nH, 10-9
gimento prima del raggiungimento Henry), è riportato nei datasheet.
della saturazione. Per fare un esempio, il nucleo E20/10/6, senza
GAP, di materiale N27, presenta un valore di
Questa caratteristica è di fondamentale AL uguale a 1300nH, con ampia tolleranza
importanza in tutti i casi in cui l’induttanza o (+30% -20%).
il trasformatore sono attraversate da grandi Se con questo nucleo volessimo realizzare un’in-
correnti. Vedremo che questo è il caso della tipo- duttanza del valore di 100µH, occorrerebbero
logia flyback, in modalità discontinua. quindi, invertendo la formula precedente:
Per il nostro switching, funzionante a frequenza
sicuramente minore di 100kHz, sceglieremo un N = (L / AL)0,5 = (100e-6 / 1300e-9)0,5 = 8,77 spire,
nucleo in materiale standard, quale l’N27 della arrotondate a 9
EPCOS o equivalenti di altre case.
La scelta del “gap” necessario richiede qualche cal- La tabella 2 riporta i valori di AL per tutti i tipi
colo in più. Infatti notate che il nucleo E20/10/6
viene fornito dalla Epcos in 5 differenti versioni:

● Senza gap (g = 0)
● Con gap da 0,09mm
● Con gap da 0,17mm
● Con gap da 0,25mm
Figura 6 Nucleo ad “E” senza “gap” e con “gap”
● Con gap da 0,50mm

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BERNARDUCCI - teoria9 21-07-2005 16:49 Pagina 53

di nucleo E20/10/6, materiale N27, ed i In uno switching il nucleo magnetico


rispettivi codici. NON deve mai raggiungere la satura-
A questo punto riprendiamo la tabella 1, ripor- zione, cioè B deve sempre essere
tante le coppie frequenza/induttanza da 20kHz a MINORE di BSAT
100kHz, e completiamola con il numero di spire
necessario ad ottenere tale induttanza, per i vari Ricordando quanto detto nella puntata 7, è
nuclei. Otteniamo la tabella 3. immediato calcolare la densità di flusso massima:

Anche se il tutto sembra complicato, un banalis- BMAX = VIN * TON / (N * Amin) <= BSAT
simo spreadsheet tipo OpenOffice o Excel può
semplificarvi molto la vita (sapendolo usare, dove VIN = VIN,MIN = 17V, TON = 0,45 * (1 / fSW), Amin
naturalmente). = 31,6mm2 per il nucleo E20. Supponiamo che
BSAT possa raggiungere al massimo 0,2 Tesla, cioè
Forza, ci siamo quasi... domanda: secondo voi, 200 mT. Riportiamo le densità di flusso calcolate,
dalla tabella 3, qualunque tripletta frequen- per ciascun nucleo/frequenza, in tabella 4.
za/nucleo/numero spire va bene?
Notate come il nucleo senza gap e quello con
Se avete risposto si, avete sbagliato... ricordate gap = 0,09mm, entrino in saturazione a qua-
quanto vi ho detto più volte: lunque frequenza!

Gap nucleo E20/10/6 Il primo nucleo accettabile


AL
(mat. E27) Codice EPCOS è invece quello con gap =
[nH]
[mm] 0,17mm, fatto funzionare
0,00 1300 B66311-G-X127 alla frequenza di 80kHz.
Inutile dirvi che è quello
0,09 350 B66311-G90-X127
che useremo nel nostro
0,17 224 B66311-G170-X127 progetto (con 16 spire di
0,25 170 B66311-G250-X127 avvolgimento primario,
0,50 106 B66311-G500-X127 come da tabella 3).
Notate infine, dalle tabelle
Tabella 2 Coppie gap/AL
3 e 4, che aumentando il

Nucleo Nucleo Nucleo Nucleo


Nucleo
B66311-G90- B66311-G170- B66311- B66311-
B66311-G-X127
fSW [kHz] Lp <= di [µH] X127 X127 G250-X127 G500-X127
AL = 1300nH
AL = 350nH AL = 224nH AL = 170nH AL = 106nH
SPIRE
SPIRE SPIRE SPIRE SPIRE
20 219,45 13 25 31 36 46
30 146,30 11 20 26 29 37
40 109,73 9 18 22 25 32
50 87,78 8 16 20 23 29
60 73,15 8 14 18 21 29
70 62,70 7 13 17 19 24
80 54,86 6 13 16 18 23
90 48,77 6 12 15 17 21
100 43,89 6 11 14 16 20
Tabella 3 Numero di spire necessarie per ogni nucleo e frequenza

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BERNARDUCCI - teoria9 21-07-2005 16:49 Pagina 54

gap a 0,25mm o 0,50mm, si può restare anco- e lo userete come spunto per progetti più
ra nei limiti per la densità di flusso, ma a scapi- ambiziosi.
to di un maggior numero di spire a parità di
frequenza --> maggiori perdite nel rame --> CONCLUSIONI
minore efficienza. Nella prossima puntata accennerò ai semplici
calcoli relativi allo switching flyback appena pre-
IL CIRCUITO sentato, ma soprattutto vedremo come “espan-
Questa volta ve l’ho fatto sudare ancora più dere” questo progetto in modo da ottenere con
del solito, e chiedo venia... ecco il circuito estrema semplicità più tensioni di uscita con-
completo, già testato e funzionante. temporaneamente. Non mancherà l’approfon-
Purtroppo per motivi di spazio sono costretto dimento delle problematiche di isolamento
a chiudere qui, mi auguro che lo realizzerete ingresso-uscita. A rileggerci fra 30 giorni!

Nucleo Nucleo Nucleo Nucleo


Nucleo
B66311-G90- B66311-G170- B66311- B66311-
B66311-G-X127
fSW [kHz] Lp <= di [µH] X127 X127 G250-X127 G500-X127
AL = 1300nH
AL = 350nH AL = 224nH AL = 170nH AL = 106nH
BMAX [mT]
BMAX [mT] BMAX [mT] BMAX [mT] BMAX [mT]
20 219,45 932 438 387 337 266
30 146,30 716 395 316 275 217
40 109,73 659 342 273 238 188
50 87,78 589 306 245 213 168
60 73,15 538 297 223 195 154
70 62,70 498 258 207 180 142
80 54,86 466 242 193 168 133
90 48,77 439 228 182 159 125
100 43,89 417 216 173 151 119
Tabella 4 Densità di flusso massima per ogni nucleo e frequenza

Figura 7 Switching 5V-1A in tipologia flyback

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BERNARDUCCI - teoria pt7 17-05-2005 15:03 Pagina 88

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BERNARDUCCI - teoria10 19-09-2005 12:32 Pagina 100

Alimentatori
switching:

V edremo in questa puntata


come realizzare con estrema
semplicità alimentatori multi-uscita.
Tanto maggiore è la sezione (proporzio-
nale al diametro) di un filo di rame, tanto
maggiore sarà la sua capacità di trasporto
di corrente (a parità di potenza dissipata).
Per la parte teorica, svilupperemo
adeguatamente il concetto
dell'isolamento ingresso-uscita, Come scegliere, in maniera analitica/matemati-
ca, il giusto diametro del filo per i nostri avvol-
fondamentale negli alimentatori gimenti? In genere si utilizza la densità di cor-
off-line. Infine, sfrutteremo quanto rente, che è semplicemente data dalla corrente
totale divisa per la sezione:
detto per realizzare un interessante
alimentatore a 3 uscite, +5V, d=I/S
d in A/m , I in Ampere, S in m2 (sezione)
2
+12V, -12V. Buona lettura!
La densità di corrente deve essere minore
oppure uguale ad un limite standard.

GLI AVVOLGIMENTI: Sul Web potete trovare molti riferimenti, a volte


APPROFONDIMENTO in contrasto tra loro, e a volte espressi in unità
Sappiamo già che la quasi totalità degli avvolgi- di misura non standard, cioè non appratenenti
menti dei trasformatori e delle induttanze sono al Sistema Internazionale. Ad esempio si trovano
in rame, isolato esternamente per mezzo di una spesso i valori di 500 e 700 circular mils per
sottile “patina” di vernice: da qui il nome comu- Ampere RMS. Osservando il riquadro di appro-
ne di rame “smaltato”. fondimento per la definizione dei circular mils,
L'isolamento è quasi sempre necessario per
gli avvolgimenti per switching, in quanto
per motivi di induttanza si avvolgono in Circular mils
generale più strati sovrapposti e ravvici-
nati: se il rame non fosse isolato, si verreb- È un'unità di misura della sezione di un
be a creare un cortocircuito che annullereb- filo. Rappresenta la sezione (area o super-
be ogni nostro tentativo di realizzare un'in- ficie) di un filo avente diametro pari a
duttanza. 1mil. 1mil corrisponde a 1/1000 di pol-
Dalle formule già viste in precedenza, sapete lice, e vale 1 pollice = 25,4mm.
anche che la resistenza di un filo di rame è Quindi 1mil = 25,4 / 1000 = 0,0254mm,
inversamente proporzionale alla sua sezio- e applicando le note regole dell'area di un
ne, cioè più il filo è “grosso”, minore è la sua cerchio, otteniamo infine:
resistenza.
Sapete anche che, in un filo, la potenza dissipa- 1 circular mil = (0,0254/2)2 * π =
ta in calore dipende proprio dalla sua resistenza, = 5,067e-4mm2
ne consegue quindi che:

99
BERNARDUCCI - teoria10 15-09-2005 10:05 Pagina 101

Switching
flyback
multi-uscita
diventa facile calcolare la densità di corrente valori di corrente massima, a seconda della sezio-
consigliata: ne del filo in mm2, per entrambe le due densità
citate, quella standard e quella più “prudente”.
d = 500 * 5,067e-4 = 0,253 mm2/Ampere
(500 circular mils/Arms) ISOLAMENTO INGRESSO-USCITA:
CONSIDERAZIONI AVANZATE
oppure Nella scorsa puntata ho appena accennato
all'estrema importanza dell'isolamento tra le
d = 700 * 5,067e-4 = 0,355 mm2/Ampere tensioni di ingresso e di uscita, in un alimenta-
(700 circular mils/Arms) tore switching. L'isolamento diventa assoluta-
mente indispensabile, in applicazioni consumer
Il secondo valore è estremamente conservativo: (es. DVD, televisori, PC) quando il nostro ali-
onde evitare grossi avvolgimenti noi useremo la mentatore è del tipo off-line, cioè collegato
prima delle due espressioni precedenti. direttamente alla rete elettrica.
In pratica questa espressione dice che per ogni
Ampere di corrente che vogliamo far scorre nel- Esaminiamo in figura 1 lo schema di principio di
l'avvolgimento, dobbiamo avere almeno 0,253 uno switching off-line, in topologia flyback. Per
mm2 di sezione di filo. Alternativamente si può prima cosa, incontriamo sulla sinistra un classi-
affermare che, attraverso un filo di sezione pari a co rettificatore a doppia semionda, seguito dal
1mm2, possiamo far scorrere una corrente massi- condensatore di livellamento che trasforma la
ma di 1 / 0,253 = 3,947A. La tabella 1 fornisce i tensione pulsante a 100Hz in una quasi-conti-

Diametro filo Sezione filo Corrente max “standard” Corrente max “prudente”
[mm] [mm2] [Arms] [Arms]
0,10 0,008 0,03 0,02
0,20 0,031 0,12 0,09
0,30 0,071 0,28 0,20
0,40 0,126 0,50 0,35
0,50 0,196 0,78 0,55
0,60 0,283 1,12 0,80
0,70 0,385 1,52 1,08
0,80 0,503 1,99 1,42
0,90 0,636 2,51 1,79
1,00 0,785 3,1 2,21
1,50 1,767 6,98 4,98
2,00 3,142 12,42 8,85
Tabella 1 Corrente massima in un filo di diametro noto

100
BERNARDUCCI - teoria10 15-09-2005 10:05 Pagina 102

nua. Calcoliamo la tensione quasi-continua senta l'incremento percentuale del 15% della
disponibile, supponendo una tensione di rete VAC nominale. Quindi:
nominale di 230VAC. Ai neofiti ricordo che per
valore nominale della tensione di rete, si inten- la tensione di lavoro del condensatore di
de sempre la tensione alternata efficace o ingresso in uno switching off-line per la tensio-
RMS. Per ottenere la tensione di picco, occorre ne di rete nominale di 230VAC, deve essere
moltiplicare la tensione efficace per una costan- pari ad almeno 375V.
te pari alla radice quadrata di 2, che vale circa Per garantire un certo margine di sicurezza
1,4142. Otteniamo quindi: ed incrementare la vita operativa del con-
densatore, è comune scegliere tensioni di
VPICCO,NOM = VRMS * 1,4142 = lavoro di 400V.
= 230 * 1,4142 = 325VDC
Dopo questa necessaria premessa, riprendiamo
che rappresenta il valore nominale dell'alta ten- la figura 1. Facciamo un elenco dei vincoli che
sione continua, presente sul collegamento evi- un tale schema di principio, seppur semplice, si
denziato in rosso in figura 1. Ho volutamente porta appresso:
trascurato la caduta di tensione sui diodi del
ponte, che vale 2 * VD = 2V circa, ininfluenti 1. Il controller (ad esempio di tipo PWM) deve
rispetto a 325. Notate che per la tensione alter- essere alimentato per poter funzionare cor-
nata di rete, è buona norma considerare una rettamente. Sinora il controller è stato sem-
tolleranza di +-15% rispetto al valore nominale. pre alimentato dalla tensione di ingresso.
Nel caso peggiore avremo quindi sul condensa- Purtroppo in questo caso abbiamo a
tore di ingresso, una tensione continua pari a: disposizione una tensione di ingresso
enormemente più alta di quella massima
VPICCO,MAX = VRMS * 1,15 * 1,4142 = di funzionamento dei circuiti integrati.
= 230 * 1,15 * 1,4142 = 374VDC Quest'ultima vale di norma 30/40V, e solo in
casi particolari può arrivare a 60V o più. È
Ricordo che il fattore moltiplicativo 1,15 rappre- necessario quindi generare una “bassa”

Figura 1 Schema di principio di uno switching off-line non isolato

101
BERNARDUCCI - teoria10 15-09-2005 10:05 Pagina 103

tensione per alimentare il controller.


2. Il controller deve poter “leggere” la tensione
continua di uscita, per poter regolare, trami-
te controreazione, il duty-cyle del PWM di
comando.
3. La massa della tensione di uscita NON
deve essere collegata elettricamente alla
massa di ingresso, poiché quest'ultima è
collegata alla rete elettrica.

Soddisfare contemporaneamente tutti questi


vincoli non è cosa semplicissima... potete for- R = (VIN–VCC) / I = (375–20) / 0,040 = 8875Ω
mulare le vostre ipotesi prima di andare avanti.
Sembra tutto ok... calcoliamo ora la potenza
Vincolo 1: dissipata:
supponiamo che il controller PWM assorba
10mA per il suo funzionamento interno, a cui PDISS,R = I2 * R = 0,0402 * 8875 = 14,2W!!
occorre aggiungere la corrente necessaria per
caricare/scaricare, alla frequenza di switching, il Assolutamente non accettabile, a meno di non
gate del MOSFET. voler costruire una..stufa!!
Ipotizziamo a spanne un consumo totale di Ok, possiamo costruire un alimentatore di sup-
40mA, alla tensione di funzionamento tipica del porto, a bassa potenza, di tipo lineare per sem-
controller, pari ad esempio a VCC = 20V. plicità, che fornisca i 20V a bassa corrente,
Se avete pensato ad una semplice resistenza tra come in figura 2.
l'alta tensione (375V) e il controller...la risposta è
NO! Vediamo perchè applicando la legge di Ohm: Questa soluzione viene realmente impiegata

Figura 2 Schema di principio di uno switching off-line non isolato, con alimentatore ausiliario

102
BERNARDUCCI - teoria10 15-09-2005 10:05 Pagina 104

in alcuni alimentatori di alta potenza (dell'ordine Per la sua costituzione, il trasformatore può solo
dei kW), in quanto torna utile avere una tensio- trasportare un segnale in AC, e questo lo esclu-
ne di servizio, sempre disponibile anche quando de immediatamente dal novero delle possibilità,
lo switching principale è spento. Tuttavia non è per gli schemi di figura 1 e 2. L'unica possibilità
ancora accettabile in un alimentatore “consu- rimasta è l'optoisolatore, ed infatti è quello che si
mer”, per i quali il costo finale del prodotto è usa normalmente, come in figura 3.
determinante. Ciò non diminuisce la sua validi-
tà per i vostri alimentatori hobbistici... vedremo Cosa è un
comunque più avanti altre alternative.
optoisolatore
Vincoli 2 e 3: È un dispositivo costituito da una sor-
Questi due vincoli sono contrastanti...vogliamo gente luminosa a LED, in genere infra-
che le masse siano isolate e contemporanea- rosso (quindi non visibile), che emette
mente riportare al controller l'informazione sul- verso un dispositivo fotosensibile, come
l'entità della tensione CONTINUA di uscita. un fotodiodo, un fototransistor, eccete-
In generale, l’isolamento galvanico può essere ra. In genere i due dispositivi sono
ottenuto in due modi: inglobati in un contenitore plastico tipo
circuito integrato, spesso di colore bian-
1. Tramite un trasformatore di accoppiamento, co. Poiché lo scopo principale di un
che trasporta “l'informazione” dal primario al optoisolatore è quello di ISOLARE, il LED
secondario, tramite il campo magnetico. ed il fotosensore si trovano sempre in
2. Tramite un optoisolatore, che sfrutta invece la posizioni opposte e mai adiacenti, in
luce emessa da un LED e captata da un fotori- modo da aumentare la loro separazione
cevitore (vedi riquadro di approfondimento). fisica al massimo.

Figura 3 Schema di principio di uno switching off-line ISOLATO, con alimentatore ausiliario

103
BERNARDUCCI - teoria10 15-09-2005 10:06 Pagina 106

Il LED interno all'optoisolatore viene attivato dal comporta come un secondario, cioè si attiva
comparatore quando la tensione di uscita supe- quando il primario è OFF, notate i “pallini”), il
ra un valore predefinito. La luce emessa, colpen- quale durante il funzionamento fornisce dei pic-
do il dispositivo fotosensibile, lo attiva. chi di tensione, che rettificati e livellati da un
Nel caso di figura 3, il fototransistor NPN chiu- condensatore, alimentano il controller.
derà verso massa il piedino di feedback del con- Questo avvolgimento, per ovvi motivi, viene
troller, trasferendogli così l'informazione sul spesso indicato come avvolgimento ausiliario
livello della tensione di uscita. (auxiliary winding in inglese).
Tutto ok?
NOTA Ebbene, ancora no! Ci si presenta la versio-
L’inserimento dell'optoisolatore nell'anello ne elettronica del dilemma dell'uovo e della
di feedback, altera considerevolmente i cal- gallina: il controller ha bisogno di oscillare
coli sulla stabilità, che diventano ancora più per generare la tensione che serve a farlo
complicati rispetto al caso standard, senza funzionare! Niente paura, il problema viene
optoisolatore. risolto brillantemente con un piccolo aiuto
Per i più esperti segnalo che trattazioni analiti- “esterno”, come in figura 5.
che sono reperibili sul Web.
L'aiuto è costituito dalla resistenza Rstart, indica-
A questo punto abbiamo soddisfatto tutti i vin- ta nel cerchio rosso... Confusi?
coli precedenti, ma resta il problema della scar- A differenza di quanto discusso a proposito
sa ottimizzazione... Come fare? del Vincolo 1, dove avevamo mostrato che
Beh, pensate che, durante il funzionamento, una soluzione siffatta, con una resistenza
avete a disposizione delle bellissime oscillazioni verso l'alta tensione, era impraticabile, ora la
sul primario del trasformatore... perchè non uti- resistenza può avere un valore molto più
lizzarle per realizzare l'alimentatore ausiliario? elevato (quindi poca potenza dissipata), in
È quello che viene fatto in figura 4. quanto deve solo fornire la poca corrente
necessaria alle prime oscillazioni. Una volta
Come vedete, basta aggiungere un altro avvol- partita l'oscillazione primaria, l'energia
gimento dal lato del primario (che in realtà si necessaria per il funzionamento del con-

Figura 4 Schema di principio di uno switching off-line ISOLATO, SENZA alimentatore ausiliario

104
Figura 5 Schema di principio (I) di uno switching off-line ISOLATO

105
troller verrà fornita quasi interamente dal- zione del controller!
l'avvolgimento ausiliario. Considerate Rstart È da notare che la precisione della tensione di
come un motorino di avviamento! Un ultima uscita VOUT, in questo caso, è nettamente inferio-
considerazione: non mi stancherò mai di ripete- re rispetto allo schema di figura 5. Posso affer-
re che, nel mercato consumer, ogni centesimo mare con buona certezza che la stragrande
di euro/dollaro conta... come fare per ottimizza- maggioranza degli switching off-line, di medio-
re ancora lo schema precedente? Considerate bassa potenza (max. circa 150W), presenta
che l'avvolgimento ausiliario è in realtà un uno schema di principio che ricalca fedelmente
secondario, proprio come quello che genera una delle figura 5 o 6.
VOUT (solo che è dalla parte del primario). Per le
note proprietà dei trasformatori, le tensioni di NOTA
picco presenti sull'avvolgimento ausiliario e sul La discussione sin qui fatta sulla necessità del-
secondario di uscita sono proporzionali, con l'isolamento, non si applica in alcuni casi: per
una costante di proporzionalità che dipende dal fare un esempio, per uno switching off-line
rapporto spire... allora perchè non usare la regolabile che alimenti un ventilatore interno
tensione fornita dall'avvolgimento ausiliario, ad una apparecchiatura, inaccessibile dal-
come “facsimile” di quella di uscita? In altre l'utente durante il funzionamento normale.
parole, misurando la prima tensione, posso “sti-
mare” con buona precisione la seconda. È quel- ALIMENTATORI MULTI-USCITA
lo che viene fatto in figura 6. Uno dei motivi della larghissima diffusione
degli alimentatori flyback, è legata all'estrema
Come si vede la tensione di feedback viene pre- facilità con cui si riescono ad implementare
levata direttamente dalla tensione di alimenta- switching ad uscite multiple. Infatti, se ricordate la

Importante
Mi auguro che tra i miei lettori ci siano anche molti neofiti. Particolarmente a questi, ma non
solo, mi permetto di fornire i sequenti consigli:

Non eseguite prove o misure su switching off-line se non siete più che esperti negli
aspetti di sicurezza elettrica.

I condensatori di filtro possono restare carichi anche per diversi secondi dopo lo spegni-
mento del dispositivo, e l'alta tensione residua può risultare mortale.
Ricordate sempre di interrompere ambedue i collegamenti dello switching alla rete
(interruttore doppio). Collegate una spia luminosa a valle dell'interruttore, in modo da
avere l'immediato feedback visivo dello stato di alimentazione dello switching.
Ricordate che non potete collegare un oscilloscopio direttamente all'ingresso dello swit-
ching off-line (ad esempio per osservare le forme d'onda sui pin del controller), perchè in
genere lo chassis dell'oscilloscopio, che di norma è a terra, coincide con la massa
della sonda (provate con un tester).
Questo causerebbe un corto-circuito tra fase e terra con intervento del differenziale...se c'è!.
Per evitare questo problema, usate sempre un trasformatore di isolamento(*) per lo
switching o per l'oscilloscopio: ciò non vi esime dal prestare comunque la MASSIMA
ATTENZIONE.

(*) Trasformatore con rapporto spire tra primario e secondario pari a 1. Non altera quindi il valore della tensione di rete, ma
isola galvanicamente il carico. Vari modelli, che si differenziano in genere per la potenza disponibile, sono reperibili sui catalo-
ghi RS e Distrelec.

106
BERNARDUCCI - teoria10 15-09-2005 10:06 Pagina 109

puntata precedente, il secondario del flyback viene


attraversato da corrente solo quando il primario è
OFF. In parole semplici, durante la fase ON, la
“pompa” del primario carica il serbatoio magneti-
co, poi si scollega e subito dopo il serbatoio si
“svuota” sul secondario. Supponiamo che il con-
troller regoli alla perfezione una tensione di 5V sul
secondario numero 1, composto da 10 spire. È
evidente che, se avvolgiamo un altro seconda-
rio da 20 spire sullo stesso nucleo, vale la rego-
la dei trasformatori: ai suoi capi comparirà il
doppio della tensione del primo, cioè 10V.
VIN,NOM = 24VDC ±25%, cioè:
È normale che la regolazione (stabilità alle VIN,MIN = 18VDC
variazioni del carico, ad esempio) delle uscite VIN,MAX = 30VDC
non controllate sarà molto peggiore dell'unica
uscita controllata; tuttavia nella maggioranza dei VOUT1 = 5VDC
casi questo non è un problema. Nell'alimentatore IOUT1,MAX = 1A
triplo che presenterò più avanti, la tensione di 5V,
usata ad esempio per alimentare un microproces- VOUT2 = 12VDC
sore, sarà regolata dal controller, mentre le altre IOUT2,MAX = 0,2A
due tensioni di +-12V potranno servire per ali-
mentare degli op-amp, che non richiedono noto- VOUT3 = -12VDC
riamente un'elevata stabilità. IOUT3,MAX = 0,2A

“FLYBACK” MULTIUSCITA:
PARAMETRI DI PROGETTO TIPOLOGIA “FLYBACK”
Supponiamo di voler realizzare un alimentatore MULTIUSCITA: CALCOLI
switching, di tipo “flyback”, multiuscita, avente 1. Calcoliamo la potenza di uscita massima per
le seguenti caratteristiche: ciascuna uscita:

Figura 6 Schema di principio (II) di uno switching off-line ISOLATO

107
BERNARDUCCI - teoria10 15-09-2005 10:06 Pagina 110

POUT1,MAX = VOUT1 * IOUT1,MAX = 5 * 1 = 5W come al solito, se alla fine questa ipotesi dovesse
POUT2,MAX = VOUT2 * IOUT2,MAX = 12 * 0,2 = 2,4W risultare troppo distante dalla realtà, sarà possi-
POUT3,MAX = |VOUT3| * IOUT3,MAX = 12 * 0,2 = 2,4W bile tornare a questo passo sostituendo il valore
più corretto. Nel caso di utilizzo di tipologia di
La potenza totale sarà data semplicemente controllo Current Mode, utilizziamo il valore
dalla somma delle precedenti: massimo del 45% per il duty-cycle, quindi TON =
0,45 * (1 / fSW), e sostituendo otteniamo:
POUT,MAX = POUT1,MAX + POUT2,MAX + POUT3,MAX =
= 5 + 2,4 + 2,4 = 9,8W PIN,MAX = 0,5 * (18 – 1)2 * 0,452 * (1 /fSW)2 * fSW / Lp

2. Ipotizziamo l'efficienza η pari al 75% e calco- Questo valore deve essere maggiore o
liamo la potenza massima assorbita dall'in- almeno uguale al valore desiderato, cioè
gresso: 13,067W. Effettuando i calcoli e semplifican-
do, si ottiene la:
PIN,MAX = POUT,MAX / η = 9,8 / 0,75 = 13,067W
Lp * fSW ≤ 2,239
3. Ad ogni ciclo ON, l'energia immagazzinata
nel trasformatore (cioè nell'induttanza del Ormai sapete a memoria cosa fare: tabuliamo i
primario) si calcola con la: risultati per varie frequenze (tabella 2).

EL = 0,5 * Lp * (Ip,MAX)2 fSW [kHz] Lp ≤ di [µH]


20 112,0
4. La totalità di questa energia (dobbiamo
imporre il funzionamento discontinuo) 30 74,6
viene trasferita al carico, per mezzo dei tre 40 49,8
avvolgimenti secondari, ad ogni ciclo.
50 44,8
Quindi la potenza trasferita, pari all'energia
erogata in un secondo, è data da EL * fSW (fSW 60 37,3
è la frequenza di switching) e deve essere 70 32,0
uguale alla PIN,MAX calcolata al passo 2:
80 28,0
PIN,MAX = EL * fSW = 0,5 * Lp * (Ip,MAX) * fSW
2
90 24,9
100 22,4
5. Consideriamo ora che la Ip,MAX dipende a sua
Tabella 2 Coppie frequenza/induttanza
volta (oltre che dall'induttanza del primario
Lp), anche dalla tensione di ingresso e dal
tempo di ON, secondo la nota formula: TIPOLOGIA “FLYBACK”
MULTIUSCITA: SCELTA DEL NUCLEO
Ip,MAX = (VIN – VDROP) / Lp * TON Per non costringervi ogni volta ad acquistare un
nucleo/corpo bobina/mollette differenti, usere-
(VDROP è la caduta totale di tensione sul MOS mo quello della puntata precedente: il nucleo
e sulle resistenze). E20 (20x20x6mm). Ricordandovi dell'esistenza
di varie versioni, a seconda del gap, otteniamo
6. Dai passi 4 e 5 precedenti, si ottiene con la tabella 3. Onde ridurre di dimensioni queste
semplici manipolazioni algebriche: tediose tabelle, consideriamo solo le ferriti con
gap di 0,25 e 0,5mm.
PIN,MAX = 0,5 * (VIN – VDROP)2 * TON2 * fSW / Lp
Ricordando che in uno switching il nucleo
Nel caso peggiore, vale ovviamente la VIN = VIN,MIN. magnetico NON deve mai raggiungere la satura-
Ipotizziamo poi VDROP = 1V per le cadute resistive; zione, cioè B deve sempre essere MINORE di BSAT:

108
BMAX = VIN * TON / (N * Amin) ≤ BSAT 0,5mm, alla solita frequenza di 80kHz.
Il primario sarà ancora costituito da numero
dove VIN = VIN,MIN = 17V, TON = 0,45 * (1 / fSW), Amin 16 spire, ma la corrente di picco aumenterà
= 31,6mm2 per il nucleo E20. Supponiamo che BSAT fino a 3,415A. Per questo motivo la Rsense
possa raggiungere al massimo 0,2 Tesla, cioè 200 deve scendere al valore di almeno 0,27Ω
mT. Riportiamo le densità di flusso calcolate, per (nello switching singolo della puntata prece-
ciascun nucleo/frequenza, in tabella 4. dente era pari a 0,47Ω). Analogamente il
valore del condensatore C1 è incrementato
Notate come il nucleo con gap = 0,25mm, per sopportare il maggiore carico.
entri in saturazione a qualunque frequenza! Con questa corrente di picco (che è sicura-
mente maggiore della RMS, ma lasciamo un
Useremo quindi il nucleo con gap pari a certo margine di sicurezza), la tabella 1 forni-

Nucleo B66311-G250-X127 Nucleo B66311-G500-X127


fSW [kHz] Lp ≤ di [µH] AL = 170nH AL = 106nH
SPIRE SPIRE

20 112,0 26 33

30 74,6 21 27

40 49,8 17 22

50 44,8 16 21

60 37,3 15 19

70 32,0 14 17

80 28,0 13 16

90 24,9 12 15

100 22,4 11 15
Tabella 3 Numero di spire necessarie per ogni nucleo e frequenza

Nucleo B66311-G250-X127 Nucleo B66311-G500-X127


fSW [kHz] Lp ≤ di [µH] AL = 170nH AL = 106nH
BMAX [mT] BMAX [mT]

20 112,0 466 367

30 74,6 384 299

40 49,8 356 275

50 44,8 303 231

60 37,3 269 212

70 32,0 247 203

80 28,0 233 189

90 24,9 224 179

100 22,4 220 161


Tabella 4 densità di flusso massima per ogni nucleo e frequenza

109
BERNARDUCCI - teoria10 15-09-2005 10:06 Pagina 113

sce un diametro filo di 1mm. Consiglio però Ns2 = 11,4. A questo punto potete decidere
di utilizzare due fili appaiati del diametro di se avvolgere 11 spire ed ottenere una tensio-
0,7mm, che hanno il vantaggio di essere più ne leggermente minore di 12V, oppure se
facilmente avvolgibili sul corpo bobina. avvolgerne 12 ed ottenere una tensione leg-
germente superiore. Dallo schema è eviden-
È interessante notare che, rispetto alla pun- te quale è stata la mia scelta.
tata precedente, all'aumento della potenza 4. Poiché il terzo secondario è in serie al primo,
richiesta (a parità di nucleo) è corrisposto un basteranno Ns3 = 12 - 5 = 7 spire.
aumento del gap, per far si che il nucleo
magnetico riesca a sopportare l'incremento IL CIRCUITO
della densità di flusso, senza saturare. Anche questa volta ve l'ho fatto sudare...lo sche-
ma elettrico è praticamente IDENTICO a quello
Il calcolo del numero di spire dei secondari a della puntata precedente, con la differenza che
12V è immediato se si seguono questi sem- il trasformatore ha più secondari.
plici passi:
CONCLUSIONI
1. Il secondario regolato ha una tensione conti- Abbiamo concluso con questa puntata la descri-
nua di 5V. Questo implica che la tensione di zione delle tipologie di pratico utilizzo per lo
picco, ai capi del trasformatore e prima del scopo di questo corso base. Ciò non vuole dire
diodo D2, sarà pari a 5 + 0,5 = 5,5V. che abbiamo esaurito tutte le possibilità! Anzi,
2. Se Ns1 = 5 spire corrispondono a 5,5V, quan- possiamo dire di avere solo cominciato, ma il
te spire saranno necessarie per ottenere 12 + tempo e lo spazio sono tiranni...Nelle ultime
0,5 = 12,5? due puntate del corso descriverò in dettaglio un
Usiamo il valore di 12,5V in modo da tenere alimentatore off-line commerciale, scendendo
conto della caduta sui diodi D1 e D3. nei dettagli della componentistica utilizzata,
3. Il calcolo si traduce è una semplice propor- pezzo a pezzo. Vi chiedo quindi un ultimo sfor-
zione: 5 : 5, 5 = Ns2 : 12,5 da cui si ricava zo, ne varrà la pena. Alla prossima!

Figura 7 Switching “flyback” 10W multiuscita, +5V, +12V, -12V

110
BERNARDUCCI - teoria11 17-10-2005 17:16 Pagina 98

Alimentatori
switching:

I n questa puntata cominceremo L'ALIMENTATORE


L'alimentatore in questione è stato smontato dal
l'analisi di un alimentatore mio PC, in quanto aveva la “bella” abitudine di
switching da PC, che completeremo generare una tensione troppo elevata sui 3,3V...
con rischio di cottura dei miei preziosissimi
nella prossima, ed ultima, puntata.
componenti!
Nonostante la trattazione Si tratta di un discreto 300W, con PFC attivo
puramente teorica, non (vedremo nella prossima puntata cosa questo
significhi), ovviamente Made in China. Per chi
mancheranno utili precisazioni non lo sapesse, un alimentatore PC nel “nuovo”
pratiche sul funzionamento di questi formato ATX deve fornire le tensioni di: +3,3V
+5V -5V +12V -12V.
“mostri” di potenza, che mi auguro Di queste le più importanti sono quelle positive,
possano fornire la base per ulteriori cioè la +3,3V, la +5V e la +12V. Le tensioni nega-
tive -5V e -12V sono un retaggio dei primi ali-
approfondimenti da parte vostra.
mentatori per PC, e probabilmente non sono
più usate.
Vediamo quante cose possiamo capire da una
PREMESSA semplice etichetta (figura 1).
Concedetemi di ripetermi: in questa puntata Innanzitutto osservate i dati di targa: notate
esamineremo (smontandolo!) un alimentatore come la tensione di ingresso specificata sia
switching PC, alimentato da rete, quindi prima 230VAC. Se avete qualche vecchio alimentato-
di imitarmi... re, potrete trovare anche segnalata una tensio-
ne di ingresso di 110-230VAC, ma in questo
caso in genere è presente sul retro un interrut-
Attenzione tore che commuta da 110VAC a 230VAC.
Vedremo più avanti il perchè di questa soluzio-
• Non mettete le mani in uno switching ne alternativa. Come secondo dato, notate
da rete se non conoscete i rudimenti come la corrente dichiarata sia pari a ben 5A. Se
dell'elettricità! ricordate la semplice formula della potenza,
• Usate sempre un interruttore doppio risulterebbe una potenza assorbita pari a: PASS =
per disconnettere l'alimentazione! 230 * 5 = 1150W!
• Attendete sempre almeno 60/120 A fronte di soli 300W erogati!? Come si spiega
secondi, dopo la disconnessione dell'ali- un'efficienza così bassa?
mentazione, per permettere ai conden- Si spiega perchè in realtà i 5A dichiarati rap-
satori di scaricarsi! (misurate con il presentano il valore di assorbimento per
tester in caso di dubbio). dimensionare i cablaggi (cavo, presa nel muro,
eccetera) e non è la corrente efficace assorbita.
Se comunque vorrete osare, lo fate a vostro Noterete che questa peculiarità, cioè dichiarare
rischio e pericolo, e sia lo scrivente che FE una corrente di ingresso molto maggiore di
declinano qualsiasi responsabilità ;-). quella effettivamente assorbita, è comune a
tutti gli alimentatori switching, per conferma

111
BERNARDUCCI - teoria11 17-10-2005 17:16 Pagina 99

Analisi di uno
switching
off-line (parte I)
date un'occhiata ai caricabatterie dei vostri per i +5V, è definita sia la corrente massima
notebook o cellulari. (30A), che la corrente minima (2,5A), a differen-
Notate inoltre, a conferma di quanto detto za di tutte le altre uscite.
prima, che la corrente maggiore viene erogata Facciamo un capitombolo indietro alle primissi-
sulle tensioni positive, e precisamente 20A a me puntate... ricordate che se il carico dello
+3,3V, 30A a +5V e 15A a +12V, mentre sulle switching boost (senza controller) era inferiore
tensioni negative abbiamo solo 0,3A a -5V e al carico minimo, addio regolazione… qui
0,8A a -12V. avviene più o meno la stessa cosa!
Esiste poi una tensione, per così dire, supple- Ora è ovvio che in questo caso il controller c'è
mentare, indicata con la sigla +5VSB, per una (e sicuramente avrà la controreazione sui +5V),
corrente massima di 1,5A. É questa la tensione tuttavia essendo il nostro switching un multi-
di servizio, sempre presente anche quando il uscita, il funzionamento “intermittente” sui
PC è spento. Per motivi che sarebbe lungo spie- +5V, dovuto all'assenza di carico, compro-
gare (implementazione del Wake-On-Lan, dello mette la stabilità di tutte le altre uscite.
spegnimento automatico ed altro), l'alimentato- Quindi, se proprio volete usarlo per il vostro labo-
re in standby fornisce comunque questi +5V, in ratorio, abbiate l’accortezza di mettere un carico
maniera analoga al TV di casa quando resta con fisso sui +5V che assorba almeno 2,5A, ad esem-
la lucina rossa accesa. pio una resistenza pari a R = V / I = 5 / 2,5 = 2Ω,
Quando l’utente preme il pulsante di accensio- di potenza pari almeno a P = I2 * R = 2,52 * 2 =
ne (non è più un interruttore come nei vetusti 12,5W montata su adeguato dissipatore!
PC), l'alimentatore viene attivato a piena poten- Non temete per i 2,5A “persi” in calore sulla resi-
za per mezzo del segnale REMOTE/PS-ON, indi- stenza, ne avete ancora a disposizione ben 27,5A!
cato secondo da destra nell'etichetta di figura 1. Per finire lo strazio dell'etichetta, nella metà in
basso trovate una serie di strani simboli: sono le
Quindi, per chi volesse utilizzare un alimentato- sigle degli enti certificatori nazionali riguardanti
re PC ATX per il proprio laboratorio, per accen- la rispondenza a norme di Sicurezza Elettrica, la
derlo basta che colleghi il filo PS-ON (filo gri- sigla CE necessaria per la vendita di qualsiasi
gio) a massa (filo nero). prodotto nella Comunità Europea, e, dulcis in
Continuando l’analisi dell’etichetta, notate che fundo, alcune scritte di ammonimento a non

Figura 1 L’etichetta dell'alimentatore PC Figura 2 Esterno dell'alimentatore PC

112
BERNARDUCCI - teoria11 17-10-2005 17:16 Pagina 100

aprire il contenitore...a buon intenditor... sione di Stand-By), e la ventola girerebbe


sempre. Si preferisce quindi alimentarla
Diamo ora uno sguardo all'esterno dell'alimen- con i +12V che si rendono disponibili al
tatore, cioè l'unica parte visibile quando questo momento dell'accensione.
è montato all'interno del PC, vedi figura 2. Nell'alimentatore in oggetto la ventola è termosta-
tica, cioè la sua velocità di rotazione dipende dalla
In basso a destra è visibile l'interruttore di alimen- temperatura raggiunta all'interno dell'alimentato-
tazione, cioè quello che ha il compito di spegne- re, a sua volta dipendente dal carico ad esso colle-
re totalmente l'alimentatore, in posizione 0. In gato. In teoria questo sistema garantisce che in PC
caso contrario l'alimentatore fornirà comun- “normali”, con pochi componenti interni e pro-
que i +5VSB, in attesa che l'utente prema il pul- cessori “normali”, per i quali l'assorbimento è
sante di accensione sul frontale del PC. medio/basso, il rumore prodotto dalla rotazione
In alto a destra trovate il classico connettore di della ventola sia proporzionalmente ridotto...che
alimentazione a tre poli, dove il pin centrale, più poi questo sistema sia realmente efficace è un altro
sporgente, corrisponde alla terra. Potete prova- discorso, spesso è solo una nota di marketing.
te con il tester, in misura di continuità, tra que-
sto pin e la carcassa, dovrebbe suonare, altri- Diamo uno sguardo all'interno, figura 3.
menti sono guai: l'alimentatore è non solo o Ho evidenziato con riquadri colorati alcuni bloc-
non necessariamente rotto, ma è PERICOLOSO. chi funzionali, esaminiamoli.
A sinistra è chiaramente visibile la griglia della In rosso ho indicato lo stadio collegato diretta-
ventola di raffreddamento, sempre necessaria in mente alla presa di alimentazione già vista, che
alimentatori di queste dimensioni. Infatti, se contiene il FILTRO DI INGRESSO.
supponiamo un'efficienza del 75%, relativa- In blu ho indicato il circuito del PFC attivo,
mente ai 300W erogati, ci saranno almeno Power Factor Corrector, cioè il Correttore del
100W, pari al restante 25%, dissipati in calore e Fattore di Potenza (vedremo meglio nella pros-
proibitivi da dissipare per convezione natura- sima puntata). L'indicazione attivo significa che
le (almeno in questi piccoli contenitori). è realizzato tramite semiconduttori, nello speci-
Mentre nei vecchi alimentatori PC non ATX, fico, un circuito integrato della ST.
la ventola era spesso alimentata a 220VAC, in In verde lo schedino del controllo termostatico
quanto l'interruttore di accensione spegneva della ventola, che come vedete è montato diret-
comunque tutto, nei nuovi ATX non sarebbe tamente sul dissipatore dello stadio di uscita, in
possibile in quanto i 230VAC sono sempre modo da rispondere meglio alle relative varia-
presenti (servono infatti per generare la ten- zioni di temperatura.

Figura 3 Vista interna dell'alimentatore PC Figura 4 Particolare del filtro di ingresso

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BERNARDUCCI - teoria11 17-10-2005 17:16 Pagina 102

Notate come i due dissipatori (quello in secon- stiche tali da poter essere sottoposti, in sicu-
do piano è per gli interruttori sul primario) crei- rezza, direttamente alla tensione di rete.
no una sorta di canale attraversato dall'aria Per questo motivo è importante che questi
pompata dalla ventola verso l'esterno, e come componenti non vengano mai sostituiti con
in mezzo a tale canale sia disposto anche il tra- condensatori “normali”, anche se di pari valo-
sformatore principale, appena visibile in figura 3 re e tensione di lavoro.
con la sigla ATERL35T03. Quale è la funzione di un filtro di ingresso?
Prima di proseguire, un avviso: questi alimenta- La risposta è duplice...in primo luogo evita
tori, pur avendo potenze e caratteristiche “fan- che i disturbi sempre presenti sulla rete elet-
tascientifiche”, sono in vendita per pochi euro trica, possano entrare nell'alimentatore dan-
(20-30), quindi aspettatevi di trovarvi utilizzate neggiandolo o provocandone l'errato funzio-
le più scadenti soluzioni costruttive. Ad esempio namento. In secondo luogo, il filtro impedi-
notate i grumi di colla a caldo (sic) che teneva- sce il contrario, e cioè che i disturbi generati
no in posizione lo schermo isolante di plastica dallo switching durante il suo funzionamen-
sopra il PCB del filtro di ingresso... to entrino in rete, “sporcandola”.
Esiste in proposito una estesa normativa sulle
FILTRO DI INGRESSO emissioni massime consentite per i dispositivi
Proseguiamo nella vivisezione dell'alimentatore, elettrici connessi alla rete elettrica.
smontando lo schedino del FILTRO DI INGRES-
SO. Per far questo ho dovuto dissaldare due fili I CONDENSATORI SPECIALI
ed il connettore di alimentazione, vedi figura 4. “X” E “Y”
In figura 5 ho riportato lo schema elettrico cor- La differenza fondamentale tra i condensatori
rispondente. “speciali” X e Y, è che i primi (X) sono usati nei
punti in cui la loro eventuale rottura non può
Partendo dalla sinistra, incontriamo immediata- comunque causare uno shock elettrico, men-
mente il condensatore CX0, saldato direttamen- tre i secondi (Y) nei punti in cui la loro rottu-
te sui pin del connettore a vaschetta (vedi figu- ra potrebbe causare shock elettrico.
ra 4). Notate come questo condensatore, e Da questo punto di vista è ovvio che i conden-
anche gli altri presenti nello schema di figura 5, satori tipo Y devono essere “migliori” di quel-
abbia stampigliato sul corpo varie sigle di enti li tipo “X”, che a loro volta devono comunque
normatori, europei e mondiali, operanti nel set- essere migliori dei condensatori standard, non
tore della sicurezza elettrica: ne vedremo i moti- marchiati.
vi nel prossimo paragrafo. I tipo X potrebbero infatti sopportare la ten-
Notate pure che sul corpo di CX0 è presente sione di rete, compresi i disturbi e le sovraten-
una piccola sigla “X2”: questa caratterizza un sioni sovrapposte, anche per tempi indefiniti:
particolare tipo di condensatori con caratteri- dalla figura 5, infatti, tutti i condensatori sono

Figura 5 Schema elettrico del filtro di ingresso

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BERNARDUCCI - teoria11 17-10-2005 17:16 Pagina 103

sempre connessi alla rete, almeno finchè il per il filtro di ingresso?


cavo è collegato alla presa, anche quando Se avete risposto: usiamo i più elevati valori
l'interruttore di alimentazione è spento! possibile, avete quasi indovinato...
L'eventuale rottura di un condensatore “X”, Infatti è evidente che in un filtro L-C, più sono
deve comunque essere “sicura”, cioè non alti i valori di induttanza e di capacità, più la
dovrebbe mai causare incendi, esplosioni, frequenza di filtraggio è bassa, e quindi meno
eccetera. Per questo motivo a volte nei loro disturbi ad alta frequenza entrerano/usciranno
datasheet si indica la proprietà “dielettrico nell'/dall'alimentatore.
autoestinguente”. Per i condensatori, a parte le considerazioni su
Nello schema di figura 5, tutti i condensato- costo ed ingombri che aumentano all'aumen-
ri sottoposti alla tensione di rete sono tare del valore capacitivo, ci sono purtroppo
almeno di tipo “X”, tranne i due all'estrema anche altri vincoli derivanti dalle norme di
destra che sono invece di tipo “Y”, perchè sicurezza. Senza scendere nel dettaglio di que-
sono connessi tra la rete e la terra. É evi- st’ultime, possiamo dire che:
dente infatti, che una loro rottura, ad esempio
un cortocircuito interno, potrebbe collegare • Le resistenze R1 e R2, dette resistenze
un filo di rete (L o N), alla terra elettrica, cioè “bleeder”, hanno il compito di scaricare
allo chassis dell'apparato, con conseguente velocemente i condensatori del filtro di
pericolo per l'utente. ingresso, quando si toglie la spina dalla
Esistono tre classi per i condensatori tipo “X”: rete. La costante di tempo dello “scaricamen-
X1, X2 e X3 e quattro classi per i condensato- to” è pari al prodotto tra R totale e C totale.
ri di tipo “Y”: Y1, Y2, Y3 e Y4, tuttavia negli La resistenza totale è data dal parallelo tra R1
apparati commerciali vedrete di norma solo le e R2, e vale quindi R = 410kΩ (trascurando la
X2 e Y2, e raramente le X1 e Y1 in apparati di resistenza serie di L0 e L1).
alta qualità, ad esempio per ambienti indu- La capacità totale è pari alla somma di CX0,
striali. Le classi inferiori non sono sufficienti CX1, CX2 (trascurando CY1 e CY2 perchè di
per le normative attuali e, sinceramente, non valore molto inferiore) e quindi C = 1,13µF.
mi è mai capitato di trovarne e nemmeno ne Risulta una costante di tempo pari a R * C =
comprendo l’utilità. 0,46 secondi, cioè sui poli nudi della spina di
La classe indica la resistenza alle sovraten- alimentazione, appena staccata dalla presa,
sioni per le prime due classi (vedi tabella 1). resterà una tensione pericolosa per un
tempo non trascurabile. Se aumenta la
A volte si possono trovare condensatori mar- capacità, le resistenze di bleeder dovranno
chiati con entrambe le sigle “X1” e “Y2”, in essere di valore più basso (per mantenere
quanto dalla tabella è ovvio che un condensa- la costante di tempo invariata), quindi dis-
tore di tipo Y può sempre essere usato al siperanno di più e saranno più ingombran-
posto di un tipo X di classe equivalente. Lo ti e costose.
svantaggio in questo caso, è legato alle Notate infine che le stesse resistenze causano
dimensioni ed al costo, entrambi maggiori nei uno spreco di energia sempre presente, anche
tipo “Y”, a parità di valori nominali. Non è un quando l’alimentatore è completamente
caso che nel nostro alimentatore i condensa- spento (ma il cavo è collegato). Nel caso in
tori “X”, siano da 330/470nF, mentre gli “Y” esame questa perdita si traduce in:
siano solo da 4,7nF! PDISS,R1//R2 = VAC2 / R = 2302 / 410000 = 0,13W
• I condensatori CY1 e CY2, essendo sottopo-
Domanda: come scegliere i valori capacitivi sti ad una tensione alternata, fanno sempre

Classe X1 X2 Y1 Y2

Resistenza a sovratensioni di 4000V 2500V 8000V 5000V


Tabella 1 Classi di condensatori X e Y

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BERNARDUCCI - teoria11 17-10-2005 17:16 Pagina 104

scorrere una corrente (anch'essa alternata), sideriamo le induttanze, cominciando dalla L1.
verso la terra, che è direttamente propor- Anche questa induttanza è soggetta a due vin-
zionale al valore di capacità. Il calcolo del coli contrastanti: avere il valore più elevato pos-
valore di corrente è molto semplice e ve lo sibile per migliorare il filtraggio e nello stesso
lascio come esercizio (ricordate che l'impe- tempo, avere resistenza serie più bassa possibile
denza di un condensatore a frequenza f è pari per non pregiudicare l'efficienza. Notate infatti
a 1 / (2 * π * f * C), ed applicando la legge di che essa è in serie alla tensione di rete, ed è
Ohm..). Per questo motivo, non si può esa- quindi attraversata da una grande corrente a
gerare con il valore di capacità dei conden- bassa frequenza (50-60Hz).
satori “Y”, in quanto le diverse norme inter- Per ottenere contemporaneamente una bassa
nazionali stabiliscono limiti massimi ben preci- resistenza ed un alto valore di induttanza,
si per la massima corrente di dispersione verso occorre utilizzare un nucleo con un altissimo
terra. Anzi, ci sono alcuni alimentatori, cosid- valore di AL, in modo da avvolgere poche spire
detti a “norme medicali”, dove questi limiti di filo (di grande sezione).
sono ulteriormenti abbassati, quindi sono uti- Tuttavia sapete dalle puntate precedenti che
lizzabili solo piccoli valori per i condensatori questo implica una saturazione molto precoce
“Y”, e di conseguenza si avrà un minore fil- del nucleo magnetico...come fare? La soluzione
traggio dei disturbi. è semplice e geniale: realizzare due avvolgi-
menti identici sullo stesso nucleo, attraversati
LE INDUTTANZE DI FILTRO dalla stessa corrente. Dalla figura 5, la corrente
Per concludere l'analisi del filtro di ingresso, con- che scorre nel ramo superiore (indicata ad un

Figura 6 Schema elettrico del convertitore in tensione continua

116
BERNARDUCCI - teoria11 17-10-2005 17:16 Pagina 106

certo istante1 dalla freccia superiore) entra nel Notate che il filtro di ingresso non è ancora termi-
“pallino”, mentre la corrente nel ramo inferiore nato! Infatti riconoscerete sicuramente in L1, LF,
esce dal “pallino”. CX1, CX2, CY1 e CY22 un ulteriore filtro, in serie
Siccome i due avvolgimenti sono identici, il al precedente. Tuttavia ci sono alcune differenze:
flusso magnetico generato dalla corrente
superiore viene annullato perfettamente da • É presente una resistenza NTC, indicata come
quello generato dalla corrente inferiore. RTH, del valore di 5,6_ a temperatura ambiente.
In pratica, è come se L1 avesse induttanza • É presente un fusibile di protezione.
“zero” per i disturbi differenziali (se entra il
disturbo solo sul filo L, ne esce sul filo N e l'ef- La resistenza NTC, Negative Temperature
fetto di filitraggio è nullo), mentre ha induttan- Coefficient, ha il compito di limitare la cor-
za elevata per i disturbi di modo comune, cioè rente di spunto (in-rush current in inglese), che
quelli che si manifestano contemporaneamente si ha nell'istante esatto di accensione. Infatti la
su entrambi i fili L e N, rispetto alla terra. tensione di rete può essere al suo massimo (se si
Valori tipici per L1 vanno da 1 a 10mH o più. è sfortunati!), che vale 230 * 20,5 = 325V di
A titolo informativo, nella letteratura e nei data- picco, e si trova come carico il circuito serie
sheet troverete indicate le induttanze L1, come costituito dalle varie resistenze serie delle indut-
“current-compensated chokes” oppure “com- tanze di filtro (piccole), le resistenze dei diodi
mon-mode chokes/inductors”, con ovvio signifi- del ponte (piccole), ed i condensatori C5 e C6
cato dei termini. completamente scarichi. La corrente istantanea
Dopo questa chiacchierata, diventa immediato che ne risulta, se non ci fosse l'NTC, può tran-
capire il motivo della presenza di L0: il suo quillamente superare i 200A!
scopo è quello di filtrare i disturbi differen- L'NTC da 5,6Ω, invece, riduce questa corrente
ziali, ignorati da L1. di spunto ad un massimo di circa 50A, valore
comunque elevato ma sopportabile, poiché
1
Infatti la corrente è alternata, e la sua direzione cambia in continuazione. dura un brevissimo tempo.
Questa corrente provoca un riscaldamente
CONVERSIONE IN TENSIONE dell'NTC, che quindi abbassa il suo valore resi-
CONTINUA stivo, e ne diminuisce le perdite durante il nor-
Dopo il filtro di ingresso, un interruttore a bilan- male funzionamento.
ciere permette o meno il passaggio della tensio- Da questo appena detto, deriva un'interessante
ne alternata al circuito stampato principale. conseguenza pratica: una volta spento un ali-
Notate come l'interruttore agisca su entrambi i mentatore switching, è buona norma atten-
fili di rete L e N. dere qualche secondo prima di riaccenderlo.
In figura 6 è riportato lo schema completo. Questo perchè si deve dare tempo all'NTC di
raffreddarsi e ri-aumentare la sua resistenza, in
caso contrario all'accensione successiva, la sua
resistenza può essere ancora molto bassa e non
limitare la corrente di spunto, con conseguenze
anche disastrose per l'alimentatore3.
Dopo il secondo filtro, la tensione di rete arriva
finalmente al ponte raddrizzatore, un normalis-
simo PBL405 da 4A-600V, seguito dai condensa-
tori di livellamento C5 e C6.
Riguardo a questi ultimi, notate il loro utilizzo
in serie che permette il raddoppio della ten-
sione di lavoro a scapito del dimezzamento
della capacità totale: in pratica sono equiva-
lenti ad un solo condensatore da 165µF-400V,
Figura 7 I condensatori d'ingresso. Sottodimensionati e non LOW-ESR
abbastanza sottodimensionato per un alimen-

117
BERNARDUCCI - teoria11 17-10-2005 17:17 Pagina 107

tatore di questa portata...Come se non bastas- Per concludere, avrete sicuramente notato il
se, non sono neanche del tipo LOW-ESR (vedi ponticello indicato come JUMPER PER 110VAC:
figura 7): aspettiamoci quindi bassa efficienza è questo il ponticello, non montato nell'alimen-
e bassa affidabilità. tatore in oggetto, che permette il funzionamen-
to dell'alimentatore anche in paesi come gli
Le resistenze R3 e R4 hanno il compito di com- Stati Uniti. Per motivi di risparmio, l'adatta-
pensare in qualche misura le differenze di capa- mento per i 110VAC viene effettuato brutal-
cità tra C5 e C6, che altrimenti potrebbero non mente convertendo il ponte raddrizzatore a
suddividersi equamente la tensione continua a doppia semionda, in un doppio rettificatore
cui sono sottoposti. a singola semionda, con annesso duplicatore
Ad esempio, se C5 avesse il 25% di tolleranza di tensione.
verso l'alto (330 * 1,25 = 412,5µF) e C6 il 25% Vediamo come. Inserendo il ponticello, i due
verso il basso (330 * 0,75 = 247,5µF), su C5 diodi superiori del ponte non vengono più uti-
sarebbe presente una tensione di 325 / 660 * lizzati (infatti sono in parallelo ai condensatori
247,5 = 122V mentre su C6 di ben 325 / 600 * C5 e C6, ma attraverso loro non potrà mai scor-
412,5 = 203V, fuori specifica! rere corrente). I due diodi inferiori funzionano
Le resistenze R3 e R4 hanno anche la funzione alternativamente, caricando una volta C5 e l'al-
di “bleeder”, cioè scaricano i condensatori allo tra C6. Poiché C5 e C6 sono in serie, si ottiene
spegnimento dell'alimentatore. Vediamo quan- un tensione continua circa doppia, e quasi iden-
to vale la costante di tempo: R * C = 330000 * tica al caso di funzionamento a 230VAC.
330e-6 = 108,9 secondi! Cioè ci vogliono quasi In questo modo tutta la circuiteria a valle vedrà
due minuti per far sì che i condensatori si scari- sempre la stessa tensione di alimentazione, circa
chino a circa 0,37 volte la tensione iniziale, cioè pari a 325VDC.
a 120V, ancora pericolosi! In figura 8 è riportato, evidenziato in rosso, lo
Ovviamente questo vale nel caso non ci siano stadio appena descritto. Notate l'NTC ben solle-
altri carichi che aiutino a scaricare i conden- vata dal circuito stampato per facilitarne il raf-
satori più velocemente. Per stare comunque freddamento.
sempre dalla parte della ragione, mi permet-
to di ribadire: CONCLUSIONI
Nella prossima puntata completeremo l'analisi
del nostro alimentatore, con lo stadio di poten-
Attenzione za, quello di uscita e alcune considerazioni sul
PFC. Spero di non avervi tediato, vi ringrazio
In caso di riparazioni su alimentatori swit- dell'attenzione e a rileggerci al prossimo mese.
ching da rete, PRIMA DI INTERVENIRE, e
ad apparecchio spento, misurate sempre
con un tester la tensione sui condensato-
ri di ingresso.

Continuando l'analisi dello schema di figura 6,


notate i due varistori ZNR1 e ZNR2, che hanno
il compito di proteggere i circuiti a valle che
vedremo nella prossima puntata, da eventuali,
residui, picchi di sovratensione.

2
Non sono gli stessi componenti di figura 5 in quanto sono montati su un
altro circuito stampato. Le denominazioni sono quelle del costruttore.
3
Esistono naturalmente anche limitatori di corrente attivi, che non soffrono
del problema dell'NTC. Tuttavia, in mancanza di informazioni precise sulla Figura 8 Lo stadio di conversione (senza C5 e C6)
particolare apparecchiatura, consiglio di adottare sempre questa precauzione.

118
BERNARDUCCI - teoria12 17-11-2005 18:11 Pagina 98

Alimentatori
switching:

S iamo arrivati alla conclusione scheda madre per l’implementazione di funzio-


nalità tipo Wake-On-Lan e, più banalmente, per
del nostro lungo, ma spero poter permettere l’accensione tramite un pul-
interessante, percorso. In questa sante (non è un interruttore come nei vecchi
PC) e lo spegnimento via software.
ultima puntata completeremo
La specifica ATX V2.1 consiglia, ma non obbli-
l’analisi dell’alimentatore switching ga, una capacità di corrente pari a 2A per i
da PC, con la presentazione di +5VSB, con una tolleranza di +-5% sulla ten-
sione di uscita. L’etichetta del nostro alimenta-
alcuni fondamentali stadi: quello tore PC (FE 245) riporta invece un massimo di
di potenza, quello di uscita, 1,5A, quindi inferiore a quanto consigliato dalla
specifica: ciò non vuol dire che il nostro alimen-
l’alimentatore ausiliario ed il PFC. tatore non funzioni correttamente con la stra-
Buona lettura! grande maggioranza dei PC, ma solo che si
ottiene quello che si paga! Lo schema completo
dell’alimentatore ausiliario è riportato in figura 2.
INTRODUZIONE Per riferimento, in figura 3 è visibile il circuito
Nella scorsa puntata avevamo iniziato ad esamina- reale dell’alimentatore ausiliario (della sola parte
re un alimentatore ATX per PC, ed a ricostruirne lo a sinistra del trasformatore T3), di dimensioni
schema elettrico. Vediamo a che punto eravamo pari a circa 20x45mm in pianta.
arrivati, con lo schema elettrico dello stadio di
ingresso riportato in figura 1. I più attenti avranno Procediamo ora con la descrizione tecnica.
notato la presenza di un’ulteriore connessione, evi- L’alimentatore in questione è in tipologia flyback
denziata in blu in figura 1, e precisamente la con- (vi ricordate che questa è una tipologia molto
nessione del punto di mezzo dei condensatori di usata, per potenze inferiori a 150W circa?), e
filtro, denominata +HV/2 (circa 162,5V), che sarà presenta, come al solito, alcune soluzioni circui-
utile nella discussione che segue. All’uscita di que- tali tese a ridurre al minimo il numero di compo-
sto stadio avremo una tensione continua massima nenti. Vi chiederete: ma dov’è l’oscillatore? ed il
di circa 325V, con tolleranza +-15%: raccomando circuito di controllo PWM? E l’amplificatore di
ancora una volta la massima prudenza nel caso errore? Continuate a leggere...
vogliate sperimentare su simili alimentatori! La resistenza R15 fornisce una piccola corrente di
base al transistor oscillatore Q3. Questa corrente
L’ALIMENTATORE AUSILIARIO si può valutare applicando la legge di Ohm:
Dalla puntata numero 10, pubblicata su FE 244
(Ottobre 2005), sappiamo che il circuito integra- IR15 = (HV - VBEQ3) / R15 = (325 – 0,7) / 220000 =
to PWM ha bisogno di una tensione relativamen- = 1,47mA
te bassa per funzionare, tipicamente 10-20V, e
che questa tensione viene ottenuta per mezzo di Di questa corrente, una parte scorre attraverso
configurazioni molto semplici e funzionali. la serie di R16 e R17, esattamente:
Nel nostro caso, a complicare le cose, l’alimen-
tatore ATX deve anche fornire una tensione di IR18 = VBEQ3 / (R16 + R17) = 0,7 / (1000 + 10) =
+5V, denominata di Stand-by, necessaria alla = 0,69mA

119
BERNARDUCCI - teoria12 21-11-2005 10:32 Pagina 99

Analisi di uno
switching
off-line (parte II)
Resta quindi disponibile, per la corrente di preso tra 15 e 30 (vedi riquadro per i neofiti).
base di Q3:

IBQ3 = 1,47 – 0,69 = 0,78mA Il hFE di un transistor


in quanto è immediato constatare che nessuna Rappresenta il coefficiente di amplificazione
corrente scorre inizialmente attraverso ZD1. Per la in corrente del transistor, cioè il numero, che
precisione una piccola corrente va a caricare il moltiplicato per la corrente di BASE, fornisce
condensatore C12 alla tensione di 0,7V circa, ma la corrente di COLLETTORE.
possiamo ignorarla. La corrente di base attiva ATTENZIONE: utilizzare per la progettazione,
debolmente il transistor Q3, del tipo KSC5027-R un preciso valore del beta, desunto dal data-
della Fairchild Semiconductor. Dal data-sheet, sheet o misurato con un tester, è spesso fuor-
facilmente reperibile sul web all’indirizzo www.fair- viante e causa di errori, in quanto esso varia
childsemi.com/pf/KS/KSC5027.html, notiamo trat- moltissimo da esemplare ad esemplare, ed al
tasi di un transistor NPN per alta tensione (fino a variare delle condizioni operative (polarizzazio-
800V tra Collettore ed Emettitore), di media cor- ne, temperatura, tipo di segnale AC/DC).
rente (3A), e con un beta abbastanza basso, com-

Figura 1 Schema dello stadio di ingresso (senza filtro

120
Figura 2 Schema elettrico dell’alimentatore ausiliario

L’attivazione di Q3 collegherà a massa il termi- Dalle leggi dell’elettrotecnica sappiamo che


nale inferiore del primario del trasformatore T3, dopo circa 3 * τ, cioè dopo circa 10µs, il con-
che quindi vedrà ai suoi capi l’intera tensione di densatore sarà carico e la corrente aggiuntiva
alimentazione (325V). A questo punto, ai capi andrà a zero.
dell’avvolgimento in basso a sinistra del trasfor- Come si realizza l’oscillazione? Abbiamo appena
matore T3, comparirà istantaneamente una ten- visto che, alla commutazione ON di Q3, la sua
sione pari a 325V diviso per il rapporto spire tra corrente di base aumenterà di colpo, per poi
i due avvolgimenti primari, secondo le note scendere ed annullarsi dopo circa 10µs. Nel
regole dei trasformatori. medesimo periodo la corrente di collettore
Dai “puntini” degli avvolgimenti, questa tensio- aumenterà linearmente.
ne avrà polarità concorde con quella dell’avvol-
gimento primario (in alto a sinistra del trasfor-
matore), e attraverso il condensatore C12 e la
resistenza R9, farà scorrere una corrente supple-
mentare sulla base di Q3, aumentandone sen-
sibilmente la velocità di commutazione.
In pratica si ha una reazione positiva! Lo
scopo del condensatore C12 è quello di limita-
re il tempo di intervento della reazione positiva,
infatti la corrente che vi scorre, lo carica gra-
dualmente, quindi si riduce, ed infine si annulla
a carica completata.
La costante di tempo, indicata con la lettera
greca τ (tau), è data dal semplice prodotto R*C,
e vale in questo caso:
Figura 3 L’alimentatore ausiliario
τ = R9 * C12 = 330 * 10e-9 = 3300ns = 3,3µs

121
BERNARDUCCI - teoria12 17-11-2005 18:11 Pagina 101

Figura 4 Ciclo di funzionamento del flyback a reazione positiva

Ma un transistor “ON” (in saturazione) riesce mento di feedback è invertita rispetto alla
a far scorrere una certa corrente di collettore massa).
finché la corrente di base è sufficiente, secon- La tensione negativa livellata da C10, regola la
do il fattore moltiplicativo dato dal beta. commutazione di Q3. Infatti se la tensione
negativa su C10 salisse troppo in valore assolu-
Non appena la corrente di collettore (in cresci- to, ad esempio passando da -10V a -11V, lo
ta), supererà di hFE volte la corrente di base (in zener composto da ZD1 e D7 entrerebbe in
diminuzione), la corrente di collettore inizie- conduzione, abbassando la tensione di base di
rà a diminuire. Ma questa è la stessa corrente Q3 ad un valore sufficiente a spegnerlo.
che scorre nell’avvolgimento del primario (cioè Viceversa, se la tensione su C10 fosse inferiore al
un’induttanza), ed è noto che una riduzione valore desiderato, ad esempio -7V, i diodi ZD1 e
della corrente è possibile solo in concomitan- D7 non condurrebbero, e Q3 sarebbe libero di
za dell’inversione della tensione ai capi del- oscillare alla sua massima potenza.
l’induttanza stessa! L’inversione di tensione si A questo punto, per le note proprietà dei fly-
rifletterà istantaneamente anche sull’avvolgi- back multiuscita, anche i veri secondari, alla
mento in basso, aiutando a spegnere rapida- destra del trasformatore T3 di figura 2, saranno
mente il transistor. Per i motivi appena citati regolati ad un valore di tensione pari al rappor-
l’avvolgimento in basso sul primario viene spes- to tra il numero delle proprie spire e quelle del-
so denominato “avvolgimento di feedback”. l’avvolgimento di feedback.
La figura 4 prova a fare un poco di ordine. Le E adesso non ditemi che questa non è una
frecce nere indicano la direzione della corrente applicazione veramente intelligente!!
e sono più o meno grandi a seconda dell’inten-
sità della corrente.
Quesito
Ok, abbiamo risolto il problema dell’oscillazio- Qual’è la funzione del transistor Q4, con la
ne, come fare adesso per la regolazione della rete di polarizzazione costituita da R16 e
tensione di uscita? Semplice... R17? Sembra un classico circuito denomina-
L’avvolgimento di feedback, durante la fase to “VBE multiplier” o “active diode”.
OFF, si comporta anche come un classico Inviatemi le vostre idee...
secondario flyback, e carica il condensatore C10
ad una tensione negativa, attraverso il diodo D8
(infatti in questa fase la tensione sull’avvolgi- La resistenza R14 ed il condensatore C11 costi-

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tuiscono la cosiddetta rete “snubber”, cioè verticale, in alto a destra, in figura 2; si evita così
hanno lo scopo di ridurre gli elevatissimi spikes di caricare inutilmente il piccolo flyback ausiliario.
di tensione che si generano alla fine della fase
ON, sul collettore di Q3. Per finire, sul seconda- IL TRASFORMATORE
rio del trasformatore, notate i due avvolgimenti Il trasformatore switching per l’alimentatore
che forniscono circa +11V al circuito integrato ausiliario, è costruito su un nucleo in ferrite di
PWM, e circa +8V per la VSB. Questi ultimi vengo- dimensioni 28x20mm, spessore 5mm, visibile in
no ridotti a +5V da un banalissimo regolatore figura 5. Non vi sembra un po’ grande, per soli
lineare di tipo 7805. Questo spiega perchè la 10W circa di potenza fornita? Se ricordate (FE di
+5VSB è limitata a 1,5A... è infatti questo il limite giugno 2005) un più piccolo nucleo di tipo
per i regolatori lineari in contenitore TO220. Anzi, E20/10/6 poteva in teoria trasferire 26W a
in generale i comuni 7805 sono forniti per una 25kHz e ben 118W a 100kHz, come mai questo
corrente massima di 1A, e solo alcuni “reggono” sovradimensionamento?
fino a 1,5A. Per quanto riguarda il circuito di con- La risposta è semplice: in un flyback, la tensione
trollo PWM (un classico TL494), notate come, in sul collettore del transistor, durante il periodo
stand-by, sia alimentato dall’alimentatore ausilia- OFF, può arrivare al doppio della tensione di ali-
rio. Una volta acceso lo switching di potenza prin- mentazione, più una sovratensione che dipende
cipale, subentra a quello ausiliario nel fornire l’ali- dalla realizzazione del trasformatore (dipende
mentazione al controller PWM, tramite il diodo in dalla cosiddetta induttanza di perdita, in ingle-

Figura 5 Il trasformatore per lo switching ausiliario Figura 6 Avvolgimento del secondario in mezzo a due semi-primari

L’isolamento nei trasformatori per


switching off-line
1. I trasformatori switching per alimentatori off-line, devono sottostare a particolari e severe
normative riguardo alle distanze minime di isolamento tra gli avvolgimenti.
2. Le distanze minime di isolamento possono essere anche di diversi millimetri.
3. I trasformatori con piccolo nucleo sono maggiormente penalizzati, in quanto una consistente
percentuale del loro nucleo NON può essere utilizzata per gli avvolgimenti.

Ne conseguono due mie piccole personale considerazioni, relative agli alimentatori off-line:

1. Per piccole potenze, uguali o inferiori a 2-3W, è preferibile utilizzare un alimentatore lineare.
Un trasformatore a 50Hz da 1,2VA ha dimensioni in pianta di soli 32x27mm.
2. Realizzare in casa un trasformatore switching per applicazioni off-line richiede ESPERIENZA.
Esercitatevi preliminarmente con trasformatori switching per bassa tensione.

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se “leakage inductance”, la cui trattazione di rame che realizza una spira di cortocircuito
esula però dagli scopi di questo corso base), e collegata a massa dal filo nudo. Attenzione, la
quindi può valere circa 700V-800V. Questa spira non passa all’interno del trasformatore,
medesima tensione, sarà presente anche sul ter- ma all’esterno, e il suo scopo è quello di
minale inferiore del primario del trasformatore. ridurre le emissioni elettromagnetiche. La sua
Il problema è che il secondario del trasforma- presenza è comune nei trasformatori per fly-
tore, che DEVE essere ben isolato dal prima- back, dove le maggiori emissioni sono proprio
rio in quanto può venire in contatto con causate dal piccolo gap di aria presente sulla
l’utente, viene di norma avvolto direttamente gamba centrale del nucleo.
sopra al primario, ed in alcuni casi addirittura in
mezzo a due semi-primari,come in figura 6. GLI STADI DI POTENZA
Esistono stringenti e severe normative, come la (COMMUTAZIONE ED USCITA)
IEC/EN 60950, che regolano la minima distan- In figura 7 è riportato lo schema elettrico della sta-
za che deve essere garantita tra il primario ad dio di commutazione, ed una versione semplifica-
alta tensione ed un qualsiasi secondario in bassa ta dello stadio di uscita. Questo stadio di potenza
tensione; un sito web interessante che riporta è in una tipologia per la quale non abbiamo mai
un software on-line per il calcolo delle cosiddet- presentato le formule di progetto, in quanto di
te distanze di creepage e di clearance, in difficile realizzazione per l’hobbysta medio. Si trat-
accordo con la normativa citata, è www.creepa- ta della tipologia half-bridge, cioè mezzo-ponte.
ge.com. Riassumiamo nel riquadro questa ed
altre considerazioni. Per concludere l’analisi del Come tutte le tipologie, anche questa presenta
trasformatore, notate dalla figura 5, la bandella vantaggi e svantaggi, cominciamo da questi ultimi:

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• Richiede due dispositivi di commutazione sul transistor Q1 e Q2 vengono pilotati alternativa-


primario. mente, ma con un buon margine di sicurezza
• Richiede due raddrizzatori sul secondario ed durante il quale entrambi sono spenti.
un secondario doppio, per ogni tensione di Infatti dall’esame dello schema è immediato veri-
uscita. In alternativa un secondario singolo ed ficare che una conduzione contemporanea di Q1
un ponte di diodi per ogni tensione di uscita. e Q2, porterebbe ad un cortocircuito secco della
tensione di +325V verso massa, con conseguen-
Vantaggi: ze esplosive. Per questo motivo viene in genere
utilizzato un tempo di OFF (dead-time) pari
• Utilizza sempre tutto l’avvolgimento primario, almeno al 20% del periodo di oscillazione.
a differenza del push-pull in cui viene attivata
solo metà primario alla volta. Questo si tradu- Una particolare menzione merita il trasformato-
ce generalmente in un minore ingombro del re T2, che normalmente ha il compito di pilota-
trasformatore oppure in una maggiore poten- re le basi dei due transistor. Ma questo sarebbe
za disponibile a parità di trasformatore. stato troppo poco, infatti, T2 presenta un terzo
• I transistor di commutazione sul primario avvolgimento, utilizzato come sensore di cor-
devono sopportare solo la tensione raddrizza- rente per il primario! É veramente un compo-
ta di rete, cioè 325V +15% circa, a differenza nente bidirezionale: da destra a sinistra (figura
ad esempio della tipologia flyback, dove il sin- 7) trasporta ed isola il segnale di pilotaggio dal
golo transistor deve sopportare una tensione controller PWM alle basi dei transistor di poten-
pari a circa 700-800V. za, da sinistra a destra trasporta l’informazione
• É possibile utilizzare lo stesso circuito, sia per i sulla corrente che scorre nel primario.
110VAC che per i 230VAC, tramite un solo
ponticello e mantenendo la stessa efficienza. Per motivi che sarebbe lungo spiegare, il controllo
di corrente ha lo scopo di evitare la saturazione del
Così come già nella topologia push-pull, i due nucleo, con le solite e note nefaste conseguenze.

Figura 7 Schema elettrico della stadio di commutazione e di uscita (semplificato

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Notate tuttavia che non è un vero sistema di con- ruttore comandato a bassissima perdita.
trollo Current-Mode, in quanto il controller PWM Questa trattazione esula però dai limiti del
utilizzato (TL494) è del tipo Voltage-Mode. corso. Per concludere il paragrafo, in figura 8
notate i tre dispositivi di commutazione (a sini-
Dalla figura 7, quando il “pallino” di T2 è posi- stra il transistor del flyback ausiliario), montati
tivo rispetto all’altro capo dell’avvolgimento, sulla minuscola aletta di 58x67mm: ricordate
Q1 è acceso (filo blu positivo sulla Base, che questo è possibile solo in virtù del raffredda-
Emettitore a massa) mentre Q2 è spento. mento forzato tramite ventola.
Viceversa quando il “pallino” di T2 è negativo,
Q1 è spento mentre Q2 è acceso (filo rosso CENNI SUL POWER FACTOR
positivo sulla Base, filo verde negativo CORRECTION
sull’Emettitore). Consideriamo una semplice resistenza: sappia-
Notate che nello stadio di uscita, due induttan- mo che la tensione V ai suoi capi e la corrente I
ze sono racchiuse entro un riquadro di colore che vi scorre attraverso, sono sempre legate, in
giallo: questo indica un unico nucleo, nel caso qualsiasi istante, dalla Legge di Ohm. Se la ten-
specifico toroidale, su cui sono avvolte tutte le sione V ai capi è costante e continua, la corren-
induttanze allo scopo di migliorare la cross- te I scorrerà sempre nello stesso verso ed avrà
regolazione delle varie uscite. sempre la stessa intensità.
Dallo schema ho omesso le uscite per le tensioni Supponiamo ora che la tensione non sia più
di -5V e -12V, che si ottengono banalmente dagli costante, ma vari in maniera sinusoidale in
stessi secondari (cioè il -5V dai due secondari del ampiezza ed in polarità, sia cioè una tensione
+5V, il -12V dai due secondari del +12V), utiliz- alternata: è quella che troviamo nelle nostre
zando diodi e condensatori con polarità inver- prese di corrente. Se mettiamo una resistenza ai
tita rispetto a quelli mostrati in figura. capi di una presa (non fatelo veramente se non
Dallo schema manca anche l’uscita ad alta cor- conoscete i rischi connessi!), la corrente che vi
rente dei +3,3V. Questa tensione si ottiene a scorre sarà anch’essa variabile, sia d’ampiezza
partire dai due secondari a +5V, per mezzo di un che di polarità, ma ad ogni istante la sua
interessante regolatore denominato “amplifica- intensità e il suo verso sarà comunque sem-
tore magnetico”, costituito da un avvolgimento pre dato dalla Legge di Ohm.
su una ferrite speciale (e’ una ferrite che presen- Per la resistenza, si dice spesso che la forma
ta un ciclo magnetico B-H quasi perfettamente d’onda della tensione e quella della corrente
rettangolare), che si comporta come un inter- sono in fase, cioè ancora: al massimo della ten-

Figura 8 I transistor di potenza sul loro dissipatore Figura 9 Il PFC attivo basato su integrato ST L6561

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sione V corrisponde il massimo della corrente I, elettrici che in pratica sono assimilabili alle indut-
al minimo della V il minimo della I, e se V = 0, tanze: un condensatore, appropriatamente chia-
anche I = 0. mato “di rifasamento”, riporta il cosϕ a valori
accettabili. I PFC attivi implementano invece uno
Il fattore di potenza, indicato con cosϕ, rap- speciale switching di tipo boost, che converte la
presenta il coseno dell’angolo di sfasamento tensione in continua, senza però utilizzare grossi
tra tensione e corrente. condensatori. La tensione viene poi elevata (essen-
do un boost), al valore costante di circa 400V, con
Per la resistenza pura, lo sfasamento ϕ vale 0, e l’importante accorgimento di prelevare corren-
quindi cosϕ = cos(0) = 1. Purtroppo le cose te dalla linea elettrica, sempre in fase con la
cambiano per i componenti cosiddetti reattivi, tensione. I PFC passivi migliorano di molto il cosϕ
cioè i condensatori e le induttanze. Per questi, la rispetto ad una soluzione senza PFC, ma ovviamen-
tensione V e la corrente I non sono più in fase, te non possono competere con i PFC attivi, i quali
ma sfasate esattamente di 90°. In pratica quan- riescono tranquillamente ad arrivare a cosϕ di 0,98
do V=0, I è al massimo (o al minimo), e vicever- o più. La figura 9 riporta il PFC attivo presente nel-
sa. Ne risulta un fattore di potenza cosϕ = l’alimentatore PC, basato sul circuito integrato
cos(90°) = 0. Senza addentrarci nella trattazione L6561 della ST, al cui sito www.st.com rimando per
dettagliata, per la quale rimando ad un buon il data-sheet e le interessanti Application Notes. Da
testo di Elettrotecnica, sappiate che il distributo- notare infine che le dimensioni del circuito sono
re dell’energia elettrica (Enel in Italia) non gra- solo di 65x65mm, per un altezza di 35mm.
disce che colleghiamo alla rete elettrica dei cari-
chi con cosϕ molto minore di 1. Se non erro è CONCLUSIONI
addirittura previsto un sovrapprezzo sul costo Trattare un argomento così vasto in 12 puntate,
dell’energia, nei casi di cosϕ basso! A parte il è stato abbastanza difficile. Mi scuserete se in
distributore nazionale, sono in vigore comun- alcuni casi la trattazione generale ha difettato un
que le normative Europee IEC/EN 61000-3-2 e poco di organicità, ma ogni puntata è stata scrit-
61000-3-4, che specificano, tra le altre cose, i ta “all’impronta”, senza possibilità di “sistema-
limiti minimi accettabili per il fattore di potenza. re” le precedenti puntate, nei casi, abbastanza
rari per fortuna, in cui sorgevano delle confusio-
Quale è la ragione di questa premessa? ni od incongruenze. La totalità dei circuiti pre-
Avete indovinato? sentati sono stati realizzati su millefori, quindi vi
La risposta è che gli alimentatori switching, garantisco il funzionamento a patto di rispettare
hanno un cosϕ che lascia abbastanza a desidera- le poche elementari regole sulle saldature e sulla
re... questo è immediato da comprendere consi- lunghezza dei collegamenti. Come ultimo consi-
derando che al loro ingresso ci sono sempre dei glio, vi suggerisco di scaricare ed installare sul
condensatori di grande capacità, che vengono vostro PC, il software gratuito SwitcherCad III dal
caricati impulsivamente dai diodi rettificatori. sito della Linear Technology: anche se è molto
Per questa ragione gli alimentatori per PC di una indirizzato verso l’utilizzo dei componenti della
certa potenza (in genere da 300W in su), di recen- medesima casa, è ottimo comunque, utilizzando
te includono anche un circuito di Power Factor i componenti standard (induttanze, capacità,
Correction, cioè un circuito in grado di elevare il transistor, diodi, ecc.) per provare in pochi
cosϕ a valori più vicini all’unità. I circuiti PFC nor- minuti la teoria che ho provato a spiegare.
malmente utilizzati si dividono in due grandi cate-
gorie: passivi ed attivi. I primi sono costituiti sem- RINGRAZIAMENTI
plicemente da una o due induttanze di elevato Ringrazio la Redazione di Fare Elettronica, nella
valore (decine/centinaia di milliHenries), poste in persona di Tiziano Galizia, per la fiducia accor-
serie all’alimentazione. Poiché gli sfasamenti del datami durante tutti questi lunghi mesi.
condensatore e dell’induttanza sono opposti, ten- Ringrazio poi i lettori per la loro pazienza, e tutti
deranno a compensarsi e a far risalire il cosϕ. La quelli che mi hanno scritto, ai quali spero di
stessa cosa avviene, a parti invertite, nei motori essere stato di aiuto.

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