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Materiale didattico a cura del prof. M. C. Sportelli per gli studenti del Corso di Microeconomia Avanzata.

ESERCITAZIONI
di
Microeconomia

Esercizio 1 – Un consumatore destina interamente il suo reddito m all’acquisto dei beni x1 e x2.
E1.a – Supponete che le sue preferenze siano rappresentate dalla funzione di utilità
1
u ( x1 , x 2 ) = 2 x11 2 + x 2 . Determinate in forma analitica le funzioni di domanda dei due beni.
2
E1.b – Determinate la funzione di utilità indiretta e la funzione di spesa.
∂x1 ∂x2
E1.c – Verificate il segno delle derivate e ed interpretatene il significato
∂p2 ∂p1
economico.
E1.d – Verificate l’identità di Roy per entrambe le funzioni di domanda.

Soluzione Esercizio 1.

1
2 x1−1 2
u1 2
E1.a – Dalla funzione di utilità deduciamo il MRS = − = − 2 = − 1 2 . Risolvendo
u2 1 x1
2
⎧ p1
⎪ MRS = −
2
⎛ p2 ⎞ M p
il sistema ⎨ p2 in forma parametrica, otteniamo x1 = 4⎜⎜
*
⎟⎟ e x2* = −4 2 ,
⎪M = p x + p x ⎝ p1 ⎠ p2 p1
⎩ 1 1 2 2

ossia, le funzioni di domanda relative ai beni.

E1.b – Sostituendo le funzioni di domanda nella fuzione di utilità, determiniamo l’utilità


p ⎛ m p ⎞ p m
indiretta v(p, m) = 4 2 + ⎜ −2 2 ⎟ = 2 2 + . La funzione di utilità indiretta denota
p1 ⎝ 2 p2 p1 ⎠ p1 2 p2
l’utilità massima realizzabile con reddito e prezzi dati.
Risolvendo per m, dall’utilità indiretta deduciamo la funzione di spesa. Essendo per definizione
⎛ p ⎞
v(p, m) = max u = u * , esplicitando m, otteniamo: e(p, u * ) = 2 p2 ⎜ u * − 2 2 ⎟ . La funzione di
x1 , x2
⎝ p1 ⎠
*
spesa denota la spesa minima necessaria per realizzare u .

∂x1 p
E1.c – Dalla funzione di domanda di x1, calcoliamo = 8 22 e, dalla funzione di domanda di
∂p2 p1
∂x2 p
x2, = 4 22 . Entrambe le derivate sono positive. Ciò implica che, tra x1 e x2, sussiste un
∂p1 p1
rapporto di succedaneità (sostituibilità).

1
∂v ∂pi
E1.d – L’identità di Roy stabilisce che xi (p, m) = − , dove i = 1, 2. Calcoliamo,
∂v ∂m
∂v p ∂v 2 m ∂v 1
nell’ordine: = −2 22 ; = − 2; = . Consideriamo poi i seguenti rapporti
∂p1 p1 ∂p2 p1 2 p2 ∂m 2 p2
presi con segno negativo:
2
∂v ∂p1 −2 p2 p12 ⎛p ⎞
− =− = 4 ⎜ 2 ⎟ = x1 ;
∂v ∂m 1 2 p2 ⎝ p1 ⎠
2 m
− 2
∂v ∂p2 p 2 p2 p m
− =− 1 = −4 2 + = x2 .
∂v ∂m 1 2 p2 p1 p2

Esercizio 2 – Considerate un consumatore che spende interamente il suo reddito nell’acquisto


di due beni: x1 e x2.
E2.a – Ritenete ammissibile l’ipotesi che entrambi i beni possano essere inferiori?
1
E2.b – Sia u = x1 x2 la funzione di utilità del consumatore. Posto che il suo reddito sia
5
di € 30 e che i prezzi dei beni siano p1 = € 1 e p2 = € 5, quale sarà il suo paniere di consumo?
E2.c – Supponete che il prezzo del bene x1 divenga p1′ = € 4. Quale livello di reddito
consentirebbe al consumatore una scelta indifferente a quella definita in E2.b?
E2.d – Che cosa esprime economicamente la differenza tra la quantità del bene x1, che
il consumatore acquisterebbe con il reddito calcolato in E1.5c, e quella acquistata con il suo
reddito effettivo (€ 30)?

Soluzione Esercizio 2.

E2.a – L’ipotesi che entrambi i beni possano essere inferiori non è ammissibile. Se, per
assurdo, ciò fosse possibile, dato il vincolo di bilancio, un aumento del reddito a parità di
prezzi genererebbe una contrazione della spesa totale. Di conseguenza, non solo la condizione
di uguaglianza tra spesa e reddito non sarebbe più soddisfatta, ma l’ipotesi di un
comportamento ottimizzante sarebbe violata. Con riferimento ad un semplice vincolo di
bilancio ( m = p1 x1 + p2 x2 ) , quanto detto può essere dimostrato formalmente differenziando il
∂x1 ∂x
vincolo rispetto ad m, dati costanti i prezzi: 1 = p1 + p2 2 . Se entrambi i beni fossero
∂m ∂m
∂x1 ∂x2
inferiori, , < 0 , per cui l’uguaglianza ottenuta non potrebbe essere soddisfatta. In
∂m ∂m
conclusione, possiamo affermare che l’ipotesi di comportamento ottimizzante richiede che
almeno uno dei beni inclusi nel paniere di consumo (nel vincolo di bilancio) sia un bene
normale (ossia tale che ∂x ∂m > 0 ).

2
1
x2
MU1 x
E2.b – Dalla funzione di utilità deduciamo MRS = − = − 5 = − 2 . Risolvendo il
MU 2 1
x1 x1
5
⎧ p1
⎪ MRS = − m m
sistema ⎨ p2 , determiniamo le funzioni di domanda: x1* = ; x*2 = . In base
⎪m = p x + p x 2 p1 2 p 2
⎩ 1 1 2 2

al reddito e ai prezzi dati, il paniere di consumo dell’agente sarà: x1* = 15, x2* = 3.

E2.c – Sia m’ il livello di reddito che, con il prezzo p1′ , consentirebbe al consumatore una
scelta indifferente a quella iniziale. Poiché u = u( x1* , x*2 ) = 9, date le funzioni di domanda, m’
1 ⎛ m′ ⎞ ⎛ m′ ⎞ 1 m′ m′
deve essere tale che u = 9 = ⎜ ⎟⎜ ⎟= . Segue che m’ = 3600 = € 60.
5 ⎝ 2 p1′ ⎠ ⎝ 2 p2 ⎠ 5 8 10

E2.d – Con il reddito M’ il consumatore acquisterebbe la quantità x1′ = 7.5. La differenza x1′ -
x1* = − 7.5 denota l’effetto sostituzione calcolato con il metodo di Hicks. Il reddito m’, infatti,
altro non è che il reddito compensato secondo Hicks.

Esercizio 3 – Sia y = 16 L1 2 ⋅ K 1 2 la funzione di produzione di un’impresa.


E3.a – Supponete che, nel breve periodo, la dimensione del capitale sia fissata in K =
16 ed il salario orario sia w = € 2. Quale sarà la domanda di lavoro dell’impresa, qualora il
prezzo prevalente sul mercato dell’output sia p = € 1?
E3.b – Posto che il prezzo di un’unità di capitale sia r = € 8, determinate la funzione del
costo di produzione di breve periodo. Calcolate poi il costo marginale e, scindendone le
componenti, il costo medio dell’output realizzato dall’impresa.
E3.c – Supponete che l’impresa decida di adeguare l’impianto al livello corrente di
produzione. Definite la nuova funzione del costo di produzione (cioè quella generata dalla
nuova dimensione dell’impianto, che è sempre una funzione di costo di breve periodo).
Calcolate nuovamente il costo marginale ed il costo medio dell’output realizzato, scindendone
le componenti.
E3.d – Confrontate i costi marginali e medi determinati in E3.c ed in E3.b e spiegate le
ragioni economiche della loro differenza.

Soluzione Esercizio 3.

E3.a - K = 16 ⇒ y = 64 L1 2 = funzione di produttività totale del lavoro. Dati i prezzi w = € 2 e


1
p = € 1, il livello ottimo di utilizzazione di L richiede che p⋅MPL = w ⇔ 1⋅ ⋅64 ⋅ L−1 2 = 2, da
2
cui deduciamo L* = 256 che rappresenta la domanda di lavoro dell’impresa.

E3.b - C = π K + wL è l’equazione del costo. Tenuto conto che r = € 8 e che dalla funzione di
produttività totale di L risulta che L = ( y 64 ) , sostituendo e semplificando otteniamo:
2

1
C s = 128 + y 2 = funzione del costo di produzione di breve periodo. Calcoliamo l’output
2048
realizzato dall’impresa, sostituendo L* nella funzione di produttività totale di L. Otteniamo: y* =
3
2
= 1024. Derivando la funzione Cs e calcolando la derivata in y*, otteniamo MC ( y * ) = y*
2048
CF Cv ( y* )
= 1. Poi, dividendo ambo i lati della funzione del costo per y*, deduciamo AC = * +
y y*
= 0.125 + 0.5 = € 0.625, ossia il costo fisso medio ed il costo variabile medio.

E3.c - L’adeguamento di K a y* implica l’utilizzo di una tecnica di produzione tale che:


⎧ MPL w ⎧K 1
⎪TRS = − MP = − r ⎪ =
⎨ k ⇒ ⎨L 4 da cui ricaviamo: L** = 128 e K** = 32. Sostituendo
⎪1024 = 16 L1 2 ⋅ K 1 2 ⎪64 = L1 2 ⋅ K 1 2
⎩ ⎩
quest’ultimo valore nell’equazione del costo e nella funzione di produzione, determiniamo il
nuovo costo fisso CF = € 256 e la nuova funzione di produttività totale di L, ossia:
y = 64⋅ 2 ⋅ L . Esplicitando L e sostituendo nell’equazione del costo, otteniamo:
y2 2
C s′ = 256 + . Derivando e calcolando la derivata i y*, otteniamo MC ′( y* ) = y * = 0.5.
4096 4096
Poi, dividendo per y*, determiniamo il nuovo AC’ = 0.25 + 0.25 = € 0.5.

E3.d - Sia il costo marginale che il costo medio associati alla tecnica (L** , K**) sono minori di
quelli generati dalla tecnica inizialmente utilizzata. Ciò accade perché l’aumento di K ha fatto
crescere la produttività marginale (e media) del lavoro. Di conseguenza, i costi marginali e
medi sono diminuiti a parità di output.

Esercizio 4 – Considerate la funzione di produzione dell’esercizio precedente ed accertate i


rendimenti di scala che la caratterizzano. Supponete noti i prezzi dei fattori w e r. Determinate
in forma analitica le funzioni di domanda condizionata di entrambi gli input. Utilizzate tali
funzioni per definire la funzione di costo di lungo periodo, nell’ipotesi che w = € 2 e r = € 8.

Soluzione Esercizio 4.

Per accertare i rendimenti di scala dobbiamo calcolare il coefficiente di elasticità di


produzione. A tal fine ridefiniamo la funzione in termini del parametro di scala s:
dy s s
y ( s ) = 16( sL)1 2 ( sK )1 2 = s (16 L1 2 K 1 2 ) . Calcoliamo, quindi, E p = =y = 1. Ciò implica
ds y sy
che i rendimenti di scala sono costanti.
Per determinare le funzioni di domanda condizionata dei due input, dobbiamo minimizzare il
⎧ w ⎧K w
⎪TRS = − ⎪ =
costo per un generico livello di output. Pertanto, min C ⇒ ⎨ r ⇔⎨ L r .
y
⎪⎩ y = F ( L, K ) ⎪ y = 16 L1 2 ⋅ K 1 2

12
⎛w ⎞
Dalla prima equazione ricaviamo K = ( w r ) L e, sostituendo nella seconda, y = 16 L ⋅ ⎜ L ⎟ 12

⎝r ⎠
r w wr
= 16 w r ⋅ L , da cui L* = y . Segue che K * = y.
16 16

4
Dati i prezzi degli input, le domande condizionate divengono: L* = (1 8) y ; K * = (1 32) y .
Sostituendo L* e K* nell’equazione del costo C = wL + rK , otteniamo la funzione di costo di
lungo periodo: CL = (1 2 ) y .
Può non essere superfluo osservare che il costo di lungo periodo è proporzionale al livello
dell’output. Ciò è conseguenza dei rendimenti costanti di scala.

Esercizio 5 – Le preferenze di un consumatore generano, relativamente al bene y, la seguente


1
funzione di domanda: y = 20 − p . Al prezzo corrente di mercato, il consumatore acquista 15
5
unità del bene.
E5.a – Volendo indurre il consumatore a rinunciare al consumo del bene, senza con ciò
alterare il suo benessere, quale quantità di moneta bisognerebbe fornirgli?
E5.b – Supponete che, nel mercato del bene y, vi siano soltanto 500 consumatori con
preferenze identiche a quelle dell’agente considerato. Essendo in tal caso le funzioni di
domanda identiche per tutti gli agenti, quale sarà la funzione di domanda relativa al mercato?
25 1
E5.c – Sia C j = 18 + y j + y 2j la funzione di costo dell’impresa rappresentativa
4 2
dell’industria che produce il bene y. Nell’ipotesi che l’industria si componga di 400 imprese,
quale sarà la funzione di offerta relativa al mercato?
E5.d – Determinate la quantità di bene offerta e scambiata sul mercato. Supponete poi
che il governo introduca un’imposta di fabbricazione di € 5 per unità di prodotto. Definite il
nuovo equilibrio del mercato.
E5.e – Determinate la perdita netta (di benessere) causata dalla tassa e spiegatene il
significato economico.

Soluzione Esercizio 5.

E5.a – Poiché p = 100 − 5 y , deduciamo che, per y* = 15, il consumatore ha pagato p = € 25.
Per indurlo a rinunciare al consumo del bene, lasciando invariato il suo benessere, oltre a
rimborsargli la spesa, dovremo compensarlo del mancato beneficio derivante dal consumo. Ciò
equivale a dire che dovremo fornirgli una somma di moneta pari al suo surplus lordo (spesa +
surplus netto).

Con riferimento al grafico, il surplus lordo corrisponde all’area del trapezio Oy* p A. Quindi,
1
CS ( y* ) = (100 + 25)15 = € 937.5.
2

5
E5.b - La domanda relativa al mercato è ottenuta come somma orizzontale delle domande
500
⎛ 1 ⎞
individuali. Pertanto, D ( p ) = ∑ y i = 500 ⎜ 20 − p ⎟ = 10000 − 100 p .
1 ⎝ 5 ⎠

E5.c – Ciascun’impresa che compone l’industria determina la sua offerta in base alla
25
condizione di massimo profitto MC j = p . Pertanto, essendo MC j = + y j = p , esplicitando
4
25
yj, ricaviamo S j ( p ) = y j = − + p , ossia, l’offerta dell’impresa rappresentativa. L’offerta
4
400
⎛ 25 ⎞
dell’industria sarà, quindi: S ( p) = ∑ S j ( p) = 400 ⎜ − + p ⎟ = −2500 + 400 p .
j =1 ⎝ 4 ⎠

E5.d – La quantità offerta dall’industria è determinata dalla condizione D(p) = S(p), da cui si
ricava p* = € 25 (com’era già noto) e y* = 7500. Con l’introduzione dell’imposta di
fabbricazione, si formano sul mercato due prezzi: p D = p S + t e p S = p D − t . Tenuto conto
che t = € 5, il nuovo equilibrio di mercato implica:
D( p D ) = S ( p S ) ⇔ 10000 − 100( p S + t ) = −2500 + 400 p S ,
da cui pS = € 24, pD = € 29 e y** = 7100.

E5.e – La perdita netta di benessere causata dalla tassa coincide con la somma dei triangoli B +
1 1
D (vedi grafico) ossia, EB = t ( y * * − y*) = × 5 × 400 = € 1000.
2 2

La perdita netta (o “eccesso d’onere”) denota la riduzione di benessere sopportata da produttori


e consumatori a causa della minore quantità scambiata. Poiché non si può tassare ciò che non è
più prodotto, lo Stato non ottiene alcuna entrata in conseguenza della riduzione della quantità.
Ciò si traduce in una perdita netta di benessere per la collettività.

Esercizio 6 – Nel breve periodo, un’impresa concorrenziale può produrre il suo output con un
1 65
costo totale pari a C = y 3 − 4 y 2 + y + 24 . Se il prezzo di mercato è di € 5, quale sarà la sua
6 2
offerta?

Soluzione Esercizio 6.

L’offerta di un’impresa concorrenziale è definita lungo il tratto ascendente della curva del
costo marginale a partire dal prezzo minimo remunerativo. Tale prezzo corrisponde all’ordinata
del punto di minimo costo variabile medio.
Al prezzo di € 5, l’impresa dovrebbe offrire una quantità tale che MC = p, ossia

6
1 2 65
y − 8y + =5,
2 2
da cui y* = 11.
(NB – La seconda soluzione dell’equazione, pari a y = 5, non va presa in considerazione,
perché la funzione MC è decrescente in tale punto. Di conseguenza, la condizione del secondo
ordine per il massimo profitto ( d 2 Π dy 2 = − dMC dy < 0 ) non è soddisfatta.)
Sappiamo, però, che l’impresa non è obbligata a produrre. La produzione sarà realizzata solo se
il prezzo di mercato è remunerativo per l’impresa. Per accertare se p = € 5 è remunerativo,
ossia tale da consentire almeno un ricavo pari ai costi variabili, occorre verificare che p .
AVC.
1 2 65
Dalla funzione di costo deduciamo AVC = y − 4y + e ne calcoliamo il minimo relativo.
6 2
dAVC 1
Derivando e uguagliando a zero, otteniamo = y − 4 = 0 , da cui y = 12. Segue che
dy 3
min p = AVC ( y ) = € 8.5. Poiché p = € 5 < min p = € 8.5, l’impresa non ha convenienza a
produrre nel breve periodo. Pertanto, la sua offerta è nulla al prezzo corrente di mercato.

Esercizio 7 – Sia y = 1008 − 4 p la domanda relativa ad un’impresa monopolistica che realizza


1 2
la sua produzione con un costo pari a C = y + 7200 . Dopo aver determinato la quantità
20
prodotta e venduta dall’impresa, calcolate il mark-up che deve essere applicato al costo
marginale per calcolare il prezzo.

Soluzione Esercizio 7.

La quantità che il monopolista produrrà è quella che gli consente di massimizzare il


profitto. Poiché Max Π ⇒ MR = MC , dopo aver invertito la funzione di domanda
y

⎛ 1 ⎞ 1
⎜ p = 252 − y ⎟ calcoliamo MR = 252 − y . Dalla funzione di costo deduciamo che
⎝ 4 ⎠ 2
1 1 1
MC = y . Pertanto, MR = MC ⇔ 252 − y = y . Risolvendo, determiniamo ym = 420.
10 2 10
Il mark-up è un ricarico sul costo marginale che consente di calcolare pm. Poiché
⎛ 1⎞ 1 ε
MR = p⎜⎜1 − ⎟⎟ = MC, segue che pm = MC = MC .Il mark-up (il coefficiente
⎝ ε ⎠ 1 − (1 ε ) ε − 1
di MC), quindi, è determinato attraverso l'elasticità della domanda. Con riferimento alla
dy p
domanda diretta calcoliamo ε = . Essendo la combinazione prezzo/quantità che rende
dp y
massimo il profitto del monopolista quella che dobbiamo considerare, possiamo sostituire ym =
147
420 nella funzione inversa di domanda e ottenere pm = € 147. Segue che, ε = −4 = − 1.4
420

7
ε
= − 7/5 e, quindi, il mark-up sarà = 3.5. In maniera alternativa, noto pm, il mark-up
ε −1
pm
poteva essere calcolato direttamente dal rapporto .
MC ( ym )

Esercizio 8 – Un monopolista vende la sua produzione a due distinte categorie di consumatori,


128 8 172 4
le cui funzioni di domanda sono rispettivamente: y1 = − p1 e y2 = − p2 .
3 9 3 9
1
Supponete che il monopolista produca il suo output con un costo C = y 2 + 3 y + 864 .
4
Determinate le quantità che il monopolista venderà a ciascuna categoria di consumatori ed i
prezzi che applicherà.
Qualora il monopolista applicasse un prezzo unico per tutta la produzione realizzata, quale
categoria di consumatori sarebbe più svantaggiata da tale scelta? Perché?

Soluzione Esercizio 8.

⎧ MR1 = MC
Nella discriminazione di terzo tipo, MaxΠ ⇒ ⎨ . Pertanto, definite le funzioni di
y1 , y2
⎩ MR2 = MC
9 9 9
domanda inversa, p1 = 48 − y1 e p2 = 129 − y2 , determiniamo MR1 = 48 − y1 e
8 4 4
⎧ 9 1
⎪ 48 − y1 = ( y1 + y2 ) + 3
9 1 ⎪ 4 2
MR 2 = 129 − y2 . Essendo MC = y + 3 , poniamo ⎨ . Sottraendo
2 2 ⎪129 − 9 y = 1 ( y + y ) + 3
⎪⎩ 2
2
2
1 2

9 9
la prima equazione dalla seconda, otteniamo 81 − y2 + y1 = 0 , da cui ricaviamo
2 4
1
y2 = 18 + y1 . Sostituendo in una qualunque delle equazioni del sistema, determiniamo y1* =
2
12. Segue che y2* = 24. Utilizzando le funzioni di domanda inversa, determiniamo poi p1* = €
34.5 e p2* = € 75.
Se il monopolista applicasse il prezzo unico, MaxΠ ⇒ MR = MC . Preliminarmente
y

determiniamo la domanda di mercato sommando le domande delle due categorie di


4 3
consumatori: y = y1 + y2 = 100 − p . Esplicitando p, otteniamo p = 75 − y , da cui
3 4
3
MR = 75 − y . Uguagliando MR al costo marginale, deduciamo ym = 36. Segue che pm = € 48.
2
Osserviamo che con la discriminazione, la prima categoria di consumatori pagava un prezzo
p1* = € 34.5 < pm. Inoltre, l’applicazione del prezzo pm implica y1 = 0. Diremo, pertanto, che la
prima categoria di consumatori sarebbe particolarmente svantaggiata dall’applicazione di pm, in
quanto verrebbe del tutto esclusa dal mercato.

8
1 2
Esercizio 9 – Un monopolista realizza il suo output con un costo C = y + 8 y + 2700 .
20
5
E9.a – Supponete che la domanda di mercato sia y = 245 − p . Determinate il prezzo
2
al quale l’output sarà venduto.
E9.b – Accertate se il mercato configura una situazione di monopolio naturale.
E9.c – Qualora il monopolista fosse in grado di discriminare perfettamente il prezzo,
quale surplus (netto) potrebbe realizzare?
E9.d – Calcolate il surplus (netto) che il monopolista realizzerebbe vendendo l’output
ad un prezzo socialmente efficiente.
E9.e – Come interpretate la differenza tra i due livelli di surplus calcolati in E9.c e
E9.d?
E9.f – Calcolate la “perdita netta di monopolio” e spiegatene il significato economico.

Soluzione Esercizio 9.

E9.a – Per massimizzare il profitto, il monopolista dovrà produrre un livello di output tale che
2 4
MR = MC. Definita la domanda inversa, p = 98 − y , determiniamo MR = 98 − y . Essendo
5 5
1 4 1
MC = y + 8 , poniamo 98 − y = y + 8 , da cui ricaviamo ym = 100. Segue che pm = € 58.
10 5 10

E9.b – Un monopolio si dice “naturale” quando l’applicazione di un prezzo socialmente


efficiente (pc = MC) implica una perdita per l’impresa. Ciò si verifica quando pc < AC ( yc ) .
2 1
Determiniamo yc, ponendo 98 − y = y + 8 . Ricaviamo così yc = 180. Segue che pc = € 26.
5 10
1 2700
Dalla funzione di costo calcoliamo AC ( yc ) = yc + 8 + = € 32. Essendo pc < AC(yc),
20 yc
possiamo affermare che il mercato configura una situazione di “monopolio naturale”.

E9.c – Qualora il monopolista fosse in grado di discriminare perfettamente il prezzo, dovrebbe


produrre tutte le unità di output per le quali MC 7 p. Poiché l’ultima unità di output prodotta
1 2
implica MC = p, ponendo y + 8 = 98 − y , ricaviamo, come già visto in E4.3b, ŷ = 180.
10 5
Questa volta però, ciascuna delle 180 unità di output sarà venduta ad un prezzo diverso.

L’ultima unità prodotta sarà venduta al prezzo p̂ = MC = € 26. Data la continuità della
funzione di domanda, il ricavo realizzato dall’impresa coinciderà con l’area del trapezio

9
1
O ŷ p̂ A [ossia, R = (98 + 26)180 = € 11160], mentre i costi variabili saranno misurati dal
2
1
trapezio O ŷ p̂ B [ossia, Cv ( yˆ ) = (8 + 26)180 = e 3060]. Si noti che avremmo potuto calcolare
2
i costi variabili direttamente dalla funzione di costo. In ogni caso, il surplus netto del
monopolista sarà W p ( yˆ ) = R ( yˆ ) − Cv ( yˆ ) = € 8100, ossia l’area del triangolo B p̂ A.

E9.d – Se il monopolista vendesse tutto l’output al prezzo socialmente efficiente, il suo surplus
netto coinciderebbe con l’area del triangolo Bpcpc, ovvero, con la differenza R( yc ) − Cv ( yc ) . In
ogni caso sarà W p ( yc ) = € 1620.

E9.e – Dal grafico appare evidente che la differenza W p ( yˆ ) − W p ( yc ) misura l’area del
triangolo pcpcA, che coincide con il surplus netto dei consumatori associato alla quantità yc (=
ŷ , ma venduta interamente al prezzo p̂ ). Ricordiamo che, con la perfetta discriminazione, il
1
monopolista si appropria dell’intero surplus dei consumatori: Wc ( yc ) = (98 − 26)180 =
2
W p ( yˆ ) − W p ( yc ) = € 6480.

E9.f – La perdita netta di monopolio denota la perdita netta di benessere della collettività
associata alla quantità non prodotta (yc − ym = 80) a causa della presenza del monopolio. Essa
1
coincide con l’area del triangolo MC(ym)pcpm: PNM = (58 − 18)80 = € 1600.
2

Esercizio 10 – In un mercato operano due imprese, le cui funzioni di costo sono


rispettivamente C1 = 18 + y12 e C2 = 15 + y22 . Nell’ipotesi che le produzioni siano omogenee, sia
y = y1 + y2 = 60 − p la funzione di domanda relativa al mercato.
E10.a – Assumete che le imprese seguano un comportamento collusivo e determinate
l’equilibrio del mercato.
E10.b – Spiegate brevemente perché un’impresa potrebbe essere indotta a non
rispettare l’accordo di cartello.
E10.c – Assumete che entrambe le imprese, eludendo ripetutamente il cartello,
finiscano per seguire un comportamento strategico alla Cournot. Quale sarà, in tal caso,
l’equilibrio del mercato?
E10.d – Comparativamente all’equilibrio collusivo, qual è la variazione che subisce il
surplus netto dell’industria quando le imprese competono alla Cournot?

Soluzione Esercizio 10.

E10.a – Quando due imprese colludono, ossia formano un cartello, il loro obiettivo diviene la
⎧ IMR = MC1
massimizzazione del profitto dell’industria: MaxΠ I ⇒ ⎨ . Invertendo la funzione
y1 , y2 ⎩ IMR = MC2
di domanda, p = 60 − ( y1 + y2 ) , calcoliamo IMR = 60 − 2( y1 + y2 ) . Quindi, dati MC1 = 2 y1 e
⎧60 − 2( y1 + y2 ) = 2 y1
MC2 = 2 y2 , poniamo ⎨ , da cui ricaviamo y1* = 10 = y2*, mentre p* = € 40.
⎩60 − 2( y1 + y2 ) = 2 y2

10
E10.b - Quando in un accordo di cartello le imprese non possono reciprocamente controllare i
livelli realizzati di produzione, allora ciascuna di esse, assumendo che l’altra continui a
rispettare l’accordo, potrà accrescere i propri profitti aumentando la produzione. Infatti,
supponendo che una delle imprese decida di violare l’accordo di cartello e quindi di
incrementare il prorio output di un ammontare dyi, posto che l’altra continui a rispettare
l’accordo, la variazione del suo profitto a partire dalla soluzione di cartello sarà:
∂π i ∂p * ∂p *
= p( y* ) + yi − MCi = − y j > 0 (dove i, j = 1, 2 e i ≠ j). La positività della derivata
∂yi ∂y ∂y
⎛ ∂p ⎞
⎜ essendo < 0 ⎟ conferma che l’impresa i è incentivata ad eludere l’accordo di cartello.
⎝ ∂y ⎠

E10.c – Nell’ipotesi che le imprese competano alla Cournot, ciascuna di esse deciderà il
proprio output congetturando la produzione dell’altra. Pertanto, con riferimento alla domanda
inversa, p = 60 − ( y1 + y2 ) , deduciamo che:
MaxΠ1 ⇒ MR1 = MC1 ⇒ 60 − 2 y1 − y2e = 2 y1 , da cui ricaviamo y1** = f1 ( y2e ) , ossia, y2** =
y1

1 e
15 − y2 ;
4
MaxΠ 2 ⇒ MR2 = MC2 ⇒ 60 − y1e − 2 y2 = 2 y2 , da cui ricaviamo y2 ** = f 2 ( y1e ) , ossia, y2 ** =
y2

1 e
15 − y1 .
4
L’equilibrio del mercato è verificato quando le aspettative delle imprese sono reciprocamente
soddisfatte, ossia quando y1** = y1e e y2** = y2e . Risolvendo il sistema formato dalle due
⎧ ** 1 e
⎪⎪ y1 = 15 − 4 y2
funzioni di reazione ⎨ , otteniamo y1** = 12 = y2**, da cui, y** = y1** + y2**
⎪ y** = 15 − 1 y e
⎪⎩ 2 4
1

=24 e, utilizzando la domanda inversa, p** = € 36.

E10.d – Nell’equilibrio collusivo il surplus netto dell’industria è WI ( y* ) = RI ( y* ) − Cv1 ( y1* )


−Cv2 ( y2* ) = 40 × 20 – 100 – 100 = € 600. Quando le imprese competono alla Cournot, il
surplus netto dell’industria è dato dalla somma dei surplus realizzati dalle imprese: WI ( y ** ) =
W1 ( y1** ) + W2 ( y2** ) . Essendo W1 ( y1** ) = R1 ( y1** ) − Cv1 ( y1** ) = 432 – 144 = € 288 e W2 ( y2** ) =
R2 ( y2** ) − Cv2 ( y2** ) = € 288, segue che WI ( y** ) = € 576 e, quindi, ∆WI = WI ( y ** ) − WI ( y * ) = –
€ 24.

Esercizio.11 – In un mercato operano due gruppi di imprese. Il primo gruppo è formato da 20


imprese, il secondo da 5. All’interno di ciascun gruppo le imprese sono caratterizzate dalla
medesima tecnologia. Siano, quindi, Ci = 190 + 2 yi2 la funzione di costo di un’impresa
5
rappresentativa del primo gruppo e C j = 250 + y 2j la funzione di costo di un’impresa
8
rappresentativa del secondo gruppo.

11
E11.a – Supponete che la domanda di mercato sia D ( p ) = 840 − 12 p e che le imprese
seguano un comportamento concorrenziale. Determinate l’offerta dell’industria ed il prezzo di
equilibrio del mercato.
E11.b – Calcolate il beneficio netto della collettività (surplus netto) associato alla
quantità prodotta e domandata.
E11.c – In un tempo successivo, le imprese del secondo gruppo sottoscrivono un
accordo di fusione, formando un’unica grande impresa in grado di produrre l’output con un
costo C = 1632 + 2 y . Nell’ipotesi che le 20 imprese del primo gruppo siano espulse dal
mercato e che la nuova impresa si comporti da monopolista, quale sarà il beneficio netto della
collettività associato alla quantità prodotta e domandata in questa nuova situazione?
E11.d – Verificate quale equilibrio (quello concorrenziale o quello di monopolio) è più
vantaggioso per la collettività e spiegatene brevementemente le ragioni economiche.
E11.e – Quando la produzione è realizzata da un’unica grande impresa, il mercato
configura una situazione di monopolio naturale? Perché?

Soluzione Esercizio 11.

E11.a – L’ipotesi di comportamento concorrenziale implica che ciascuna impresa consideri il


prezzo come un dato esogeno. Pertanto, esse massimizzeranno il profitto producendo un livello
di output tale che MC = p. Calcoliamo i costi marginali delle imprese rappresentative di
5
ciascun gruppo: MCi = 4 yi e MC j = y j . Uguagliando i due costi marginali al prezzo,
4
determiniamo le funzioni di offerta delle due imprese rappresentative:
1
4 yi = p ⇒ Si ( p ) = yi = p
4
5 4
y j = p ⇒ S j ( p ) = y j = p.
4 5
20 5
⎛1 ⎞ ⎛4 ⎞
L’offerta dell’industria sarà, quindi: S( p ) = ∑ Si ( p ) + ∑ S j ( p ) = 20 ⎜ p ⎟ + 5 ⎜ p ⎟ = 9 p .
i =1 j =1 ⎝4 ⎠ ⎝5 ⎠
L’equilibrio del mercato implica D(p) = S(p), ovvero, 840 − 12 p = 9 p . Risolvendo, segue che
p* = € 40 e y* = 360.

E11.b – Rappresentiamo graficamente le funzioni di domanda e offerta inverse:


1 1
D −1( y ) = p = 70 − y ; S −1( y ) = p = y.
12 9

Il beneficio netto della collettività è misurato dall’area del triangolo O p* A che include il
30 × 360
surplus netto dei consumatori – area p* p* A, quindi: CS = = € 5400 – ed il surplus
2
40 × 360
netto dell’industria – area O p* p*, quindi PS = = € 7200.
2

12
70 × 360
Segue che W ( y* ) = CS + PS = = € 12600.
2

E11.c – La nuova grande impresa, nata dalla fusione delle 5 imprese del secondo gruppo, ha
monopolizzato il mercato. Per massimizzare il profitto essa dovrà produrre un livello di output
tale che MR = MC. Calcoliamo MR, considerando la funzione di domanda inversa determinata
1 1
in E2.b: MR = 70 − y . Poiché MC = € 2, poniamo 70 − y = 2 , da cui ricaviamo y** = 408.
6 6
**
Segue che p = € 36. Per calcolare il beneficio netto della collettività, in questa nuova
situazione, utilizziamo il grafico seguente:

34 × 408
Il surplus dei consumatori è rappresentato dall’area del triangolo C: CS( y** ) = =€
2
6936. Il surplus del monopolista è misurato dall’area del rettangolo B, che coincide con la
differenza R( y** ) − Cv ( y** ) . In ogni caso, PS(y**) = 34 × 408 = € 13872. Segue che
W ( y** ) = CS( y** ) + PS( y** ) = € 20808.

E11.d – Confrontando i surplus netti della collettività nei due equilibri, appare evidente che
l’equilibrio di monopolio è più vantaggioso. Questo risultato apparentemente paradossale si
spiega, perché l’impresa monopolistica è in grado di produrre l’output con una migliore
tecnologia. Ciò si deduce dai costi marginali di produzione: nell’equilibrio concorrenziale, le
imprese producevano tutte con un costo marginale pari a € 40 ( MCi , j = p = 40 ) ; l’impresa
monopolistica, invece, può produrre l’output con un costo decisamente inferiore (€ 2). Per
questa ragione, la quantità di bene immessa sul mercato cresce ed il prezzo diminuisce,
nonostante il mercato sia gestito da un monopolista.

E11.e – La struttura della funzione di costo consente di capire subito che l’impresa non
potrebbe applicare un prezzo socialmente efficiente, senza realizzare una perdita. Infatti, una
funzione di costo lineare implica sempre AC( yc ) > pc = MC . Per verificare la disuguaglianza,
1
calcoliamo yc ponendo p = MC ⇒ 70 − y = 2 ⇒ yc = 816 . Essendo pc = € 2, avremo
12
1632
AC( yc ) = + 2 = 4 > pc. Il mercato, quindi, configura una situazione di monopolio
816
naturale.

Esercizio.12 – Sia D ( p ) = 100(40 − p ) la domanda di mercato del bene y. Supponete che


inizialmente l’industria si componga di 60 imprese che utilizzano tutte la stessa tecnologia e
seguono un comportamento concorrenziale.

13
1 2
E12.a – Sia Ci = 50 + yi la funzione di costo di un’impresa rappresentativa
2
dell’industria. Determinate il prezzo di equilibrio del mercato.
E12.b – Calcolate il beneficio netto della collettività associato alla quantità prodotta e
scambiata sul mercato.
E12.c – Nonostante il settore produttivo garantisca l’efficienza allocativa, assumete che
il governo, con una opportuna politica economica, incentivi un processo di concentrazione
industriale. Nell’ipotesi che, con fusioni a ondate, si generi un oligopolio con competizione alla
Cournot, quale sarà l’equilibrio del mercato se le nuove 4 imprese rimaste realizzano l’output
con un costo C j = 120 + 10 y j (dove j = 1, …, 4)?
E12.d – Determinate il benessere netto della collettività associato al nuovo equilibrio.
E12.e – Come spiegate economicamente la variazione di benessere che il passaggio dal
primo al secondo equilibrio ha generato?
E12.f – Relativamente ad una situazione di monopolio puro, qual è la perdita di
efficienza allocativa in questo caso generata dall’oligopolio?

Soluzione Esercizio 12.

E12.a – In un mercato concorrenziale, ciascun’impresa massimizza il suo profitto realizzando


una quantità di output tale che MC = p. Pertanto, considerando l’impresa rappresentativa
dell’industria, avremo MCi = p ⇔ yi = p . Segue che Si ( p ) = p sarà la sua funzione di offerta,
60
mentre, l’offerta dell’industria sarà S ( p ) = ∑ Si ( p ) = 60 p. L’equilibrio del mercato implica
i =1

D ( p ) = S ( p ) ⇔ 100(40 − p ) = 60 p , da cui p = € 25, mentre y* = 1500.


*

⎛ 1
E12.b – Dopo aver invertito le funzioni di domanda e offerta ⎜ D −1 ⇒ p = 40 − y;
⎝ 100
1 ⎞
S −1 ⇒ p = y ⎟ , con riferimento al grafico osserviamo che il beneficio netto della
60 ⎠
collettività associato a (y* , p*) equivale all’area del triangolo O p* A. Pertanto:
1
W ( y* ) = 1500 × 40 = € 30000.
2

E12.c – Consideriamo l’impresa 1 come rappresentativa dell’industria. Il suo profitto è Π1 =


⎛ 4 ⎞ ⎡ 1 ⎛ 4 ⎞⎤
p ⎜ ∑ y j ⎟ y1 − C1 = ⎢ 40 − ⎜ ∑ y j ⎟ ⎥ y1 − (120 − 10 y1 ) .
⎝ j =1 ⎠ ⎣⎢ 100 ⎝ j =1 ⎠ ⎦⎥

14
d Π1 1 4 1 1 4 1 1
Poiché max Π1 ⇒
y1 dy1
= 40 − ∑
100 j =1
y j −
100
y1 − 10 = 0 ⇔ 40 − ∑
100 j = 2
yj −
100
y1 −
100
y1

⎛ 4 ⎞
−10 = 0 . Segue che la funzione di reazione dell’impresa 1 sarà, y1* = f1 ⎜ ∑ y j ⎟ =
⎝ j=2 ⎠
1 4
1500 − ∑ y j . Essendo le imprese simmetriche, in equilibrio, tutte produrranno la stessa
2 j =2
4
quantità y*j = y Nj (∀ j = 1, …, 4). Ne consegue che l’output totale sarà Y N = ∑ y Nj = ny1N .
j =1
4
Sottraendo y1N da ambo i lati di quest’uguaglianza, otteniamo ∑y
j =2
N
j = (n − 1) y1N , da cui y1N =

⎧ N 1 4

⎪ y1 = 1500 − ∑ y j
1 4 N ⎪ 2 j=2

n − 1 j =2
y j . Risolvendo il sistema ⎨ 4
, otteniamo y1N = 600 e, quindi, YN =
⎪ yN = 1 y
⎪⎩ 1 3 ∑ j=2
j

2400. Dalla funzione di domanda, segue che pN = € 16.

E12.d – Il surplus netto dei consumatori, con il nuovo equilibrio, è misurato dall’area del
1
triangolo B, ossia, CS = (40 − 16)2400 = € 28800.
2

Poiché le imprese sono simmetriche, consideriamo ancora la 1 come rappresentativa


dell’industria. Il suo surplus netto è PS1 ( y1N ) = R1 − Cv1 ( y1N ) = ( p N − c ) y1N = € 3600. Il surplus
netto dell’industria è, pertanto, PS I (Y N ) = nPS1 ( y1N ) = € 14400. Segue che, il surplus netto
della collettività sarà W (Y N ) = CS (Y N ) + PS I (Y N ) = € 43200.

E12.e – La variazione del benessere della collettività è ∆W = + € 13200. Il benessere è


cresciuto nonostante il mercato sia passato da un regime concorrenziale ad uno oligopolistico.
Ciò accade perché le imprese oligopolistiche, adottando una tecnologia più efficiente
comparativamente alle imprese concorrenziali, riescono ad abbattere i costi in maniera
consistente e, quindi, ad accrescere l’offerta. Infatti, in oligopolio le imprese producono con un
costo marginale pari a € 10, mentre, nel mercato concorrenziale, l’industria produceva, in
equilibrio, con un costo marginale pari a € 25.

E12.f – Utilizzando il grafico considerato in E12.d, possiamo dedurre che la perdita di


1
efficienza (EL) in regime di oligopolio è misurata dall’area EL, ossia EL(4) = ( p N − c)
2

15
1 c
(Y c − Y N ) . Poiché Yc ⇒ p(Yc) = c ⇒ 40 − Y = 10 , da cui Yc = 3000, segue che EL(4) = €
100
1
1800. La perdita netta di benessere in una situazione di monopolio sarebbe stata EL(1) =
2
M 1 M
( p N − c)(Y c − Y M ) . Poiché Y ⇒ MR = c ⇒ 40 − Y M = 10 , da cui Y = 1500, mentre
50
M M
p (Y ) = € 25, si ha che EL(1) = € 11250. Relativamente al monopolio la perdita di efficienza
EL(4)
allocativa è, dunque, = 0.16 = 16%.
EL(1)

Esercizio.13 – In un mercato duopolistico le imprese realizzano un prodotto omogeneo. I loro


costi di produzione sono rispettivamente: C1 = 30 + y12 ; C2 = 26 + y22 .
E13.a – Supponete che la domanda di mercato sia y = y1 + y2 = 180 − p e che le
imprese competano alla Bertrand. Quale sarà, in tal caso, l’equilibrio del mercato?
E13.b – Assumete che, in un momento successivo, le imprese si accordino su un
progetto di fusione, dando origine ad un’unica impresa monopolistica. La migliore tecnologia
utilizzata consente di realizzare l’output con un costo C = 63 + (1 8) y 2 . Quale sarà il nuovo
prezzo che l’impresa applicherà?
E13.c – In seguito ad un’indagine di mercato, l’impresa monopolistica accerta che i
consumatori interessati all’acquisto del bene possono essere distinti in due categorie, ciascuna
con una propria funzione di domanda. Assumete, pertanto, che la domanda di mercato sia
scindibile nelle seguenti: y1 = 96 − (2 5) p1 ; y2 = 84 − (3 5) p2 (dove y1 + y2 = y ). Nell’ipotesi
che l’impresa scelga di differenziare i prezzi, quanto dovranno pagare i consumatori per
accedere al consumo del bene?
E13.d – Comparativamente all’applicazione del prezzo unico, qual è la variazione del
benessere collettivo generata dalla discriminazione?
E13.e – Nella situazione esaminata, ritenete che la discriminazione sia socialmente
desiderabile o indesiderabile? Perché?

Soluzione Esercizio 13.

E13.a – L’ipotesi che le imprese competano alla Bertrand implica che, ciascuna di esse, avrà
convenienza a ridurre il prezzo fino al livello del costo marginale. Essendo MCi = 2yi (dove i =
1, 2), l’equilibrio di Nash richiede che MC1 = MC2 = p. Dopo aver invertito la funzione di
domanda, p = 180 − ( y1 + y2 ) , poniamo, pertanto, 180 − ( y1 + y2 ) = 2 y1 e 180 − ( y1 + y2 ) = 2 y2 .
Risolvendo il sistema formato da queste due equazioni, otteniamo y1N = y2N = 45 e, di
conseguenza, yN = 90 e pN = € 90.

E13.b – La fusione delle due imprese genera un monopolio. La nuova impresa massimizzerà il
profitto quando MR = MC. Dalla domanda inversa calcoliamo MR = 180 – 2y. Essendo il
1 1
nuovo costo marginale MC = y , poniamo 180 − 2 y = y , da cui ym = 80 e, quindi, p(ym) =
4 4
pm = € 100.

16
E13.c – La discriminazione adottata dall’impresa è del terzo tipo. In tal caso, il profitto sarà
⎧ MR1 = MC
massimo quando ⎨ . Invertiamo perciò le funzioni di domanda relative alle due
⎩ MR2 = MC
categorie di consumatori. Otteniamo così p1 = 240 − (5 2) y1 e p2 = 140 − (5 3) y2 , da cui
10 1 1
MR1 = 240 − 5 y1 e MR2 = 140 − y2 . Essendo MC = y = ( y1 + y2 ) , definiamo il sistema
3 4 4
⎧ 1
⎪⎪240 − 5 y1 = 4 ( y1 + y2 )
⎨ .
⎪140 − 10 y = 1 ( y + y )
⎪⎩ 3
2
4
1 2

Risolvendo, deduciamo y1* = 44, y2* = 36 e, quindi, p1( y1* ) = p1* = € 130; p2 ( y2* ) = p2* = €
80.

E13.d – Dal grafico deduciamo che, con l’applicazione del prezzo unico, il surplus netto della
collettività è misurato dall’area del trapezio A.
Pertanto, W ( y M ) = ⎡⎣180 + ( p M − MC ( y M ) ) ⎤⎦ y M = € 10400, che è scindibile in PS ( y M ) = €
1
2
M
7200 e CS ( y ) = € 3200.

Con la discriminazione di terzo grado, il surplus del monopolista è PS ( y1* + y2* ) = R1 + R2 –


Cv ( y1* + y2* ) = 5720 + 2880 – 800 = € 7800. Per le due categorie di consumatori i surplus netti
sono rispettivamente misurati dalle aree B e C del grafico sottostante:

1 1
CS1 ( y1* ) =
(240 − 130) ⋅ 44 = € 2420 e CS 2 ( y2* ) = (140 − 80) ⋅ 36 = € 1080. Segue che, il
2 2
benessere della collettività è W ( y1 + y2 ) = PS ( y1 + y2* ) + CS1 ( y1* ) + CS 2 ( y2* ) = € 11300 e,
* * *

pertanto, ∆W = W ( y1* + y2* ) − W ( y M ) = € 900.

17
E13.e – Trascurando l’ovvio vantaggio del monopolista, è importante notare che la
discriminazione migliora il benessere dei consumatori considerati nel loro insieme. Infatti,
senza discriminazione, CS ( y M ) = € 3200, mentre, con la discriminazione, CS1 ( y1* ) + CS 2 ( y2* )
= € 3500. In questo caso, nonostante il maggior vantaggio del monopolista, possiamo
considerare la discriminazione socialmente desiderabile.

Esercizio 14 – In un settore industriale operano due imprese. I loro costi di produzione sono
1 2 1
rispettivamente: C1 = q1 + 8q1 + 10 e C2 = q22 + 3q2 + 25 .
20 10
E1.a – Assumete che la domanda di mercato sia Q = q1 + q2 = 170 − 10 p . Determinate
l’offerta dell’industria ed il prezzo di equilibrio, nell’ipotesi che le due imprese competano alla
Cournot.
E1.b – Supponete che, in un momento successivo, l’impresa 2 assuma il ruolo di leader
del mercato e fissi la quantità, conoscendo la reazione dell’impresa 1. Nell’ipotesi che
quest’ultima si comporti da follower, quale sarà l’offerta dell’industria? Quale il nuovo prezzo
di mercato?

Soluzione Esercizio 14.

1
E14.a – Data la domanda inversa di mercato, p = 17 − ( q1 + q2 ) , ricordiamo che il
10
comportamento strategico alla Cournot prevede che le imprese decidano simultaneamente il loro
livello di output, congetturando la quantità offerta dalla rivale. Per entrambe le imprese avremo,
quindi, MaxΠ i ⇒ MRi = MCi , dove i =1, 2. Definiti R1 = 17 q1 −
qi
(
1
10
)
q1 + q2e q1 ed

R2 = 17 q2 − (1 e
10
) 1 1 1
q1 + q2 q2 , calcoliamo MR1 = 17 − q1 − q2e ed MR2 = 17 − q1e − q2 . Dati
5 10 10
1
5
1 1 1 1 e 1 1 e 1
MC1 = q1 + 8 ed MC2 = q2 + 3 , poniamo 17 − q1 − q2 = q1 + 8 e 17 − q1 − q2 =
10 5 5 10 10 10 5
1
q2 + 3 , da cui deduciamo le funzioni di reazione delle due imprese:
5
1 1
q1* = f1( q2e ) ⇔ q1* = 30 − q2e ; q*2 = f 2 ( q1e ) ⇔ q*2 = 35 − q1e .
3 4
L’equilibrio del mercato è verificato quando q1 = q1 e q2 = q2 . Risolviamo, quindi, il sistema
* e * e

formato dalle due curve di reazione e otteniamo: q1N = 20 e q2N = 30. Segue che, l’offerta
dell’industria sarà Q N = q1N + q2N = 50 ed il prezzo di equilibrio pN = € 12.

E14.b – Quando l’impresa 2 si comporta da leader di quantità, essa dovrà decidere il proprio
livello di output, includendo nella propria funzione di ricavo la reazione del follower. Poiché
abbiamo già determinato la funzione di reazione dell’impresa 1, il ricavo del leader sarà:
⎡ 1⎛ 1 ⎞⎤
R2 = p ( f1( q2 ) + q2 ) q2 = ⎢17 − ⎜ 30 − q2 + q2 ⎟ ⎥ q2 .
⎣ 10 ⎝ 3 ⎠⎦

18
1 1
Pertanto, dalla condizione di massimo profitto del leader MR2 = MC2 ⇔ 17 − 3 + q2 − q2 =
15 5
1
q2 + 3 , deduciamo che q2** = 33. Segue che q1** = f1 ( q2** ) = 19. La nuova offerta
5
dell’industria sarà, quindi, Q** = q1** + q**
2 = 52, mentre il nuovo prezzo di equilibrio del
**
mercato sarà p = € 11.8.

1 1
Esercizio 15 – Siano C1 = 650 + q12 e C2 = 150 + q22 i costi di produzione delle due uniche
8 4
imprese operanti sul mercato del bene Q.
E15.a – Supponete che la prima impresa eserciti una leadership di prezzo, mentre
l’impresa 2 si comporti da follower e non contrasti le scelte del leader. Se
Q = q1 + q2 = 252 − 4 p è la domanda di mercato, quale sarà il prezzo che i consumatori
dovranno pagare per acquistare il bene?
E15.b – Supponete che, in un momento successivo, le imprese si accordino per formare
un cartello. Quale sarà, in tal caso, l’offerta dell’industria?

Soluzione Esercizio 15.

E15.a – Nella leaderschip di prezzo il leader (l’impresa 1) fissa il prezzo conoscendo l’offerta
del follower (l’impresa 2). Determiniamo, pertanto, l’offerta del follower. Poiché quest’impresa
decide il proprio output assumendo come dato il prezzo fissato dal leader, avremo che
1 1
maxΠ 2 ⇒ MC2 = p . Essendo MC2 = q2 , avremo q2 = p , da cui S f ( p ) = 2 p . Dalla
q2 2 2
domanda (diretta) di mercato, sottraendo l’offerta del follower, determiniamo la domanda
residuale: D r ( p ) = D ( p ) − S f ( p ) = 252 − 4p − 2p = 252 − 6p. Dopo aver invertito la domanda
1
residuale, Dr−1 ( y1 ) = p = 42 − q1 , poiché la condizione di massimo profitto del leader implica
6
1 1
MR1 = MC1 , calcoliamo MR1 = 42 − q1 e MC1 = q1 . Segue che
3 4
1 1
MR1 = MC1 ⇒ 42 − q1 = q1 , da cui ricaviamo q1* = 72 e, quindi, p * = Dr−1 ( q1* ) = € 30.
3 4
L’offerta del follower sarà, quindi, q2* = 60. Con riferimento alla domanda di mercato, può
essere verificato che Q* = q1* + q2* = 132 ⇒ p* = € 30.

E15.b – Quando le imprese formano un cartello, il loro obiettivo diviene la massimizzazione


⎧ IMR = MC1
del profitto dell’industria. Quindi, maxΠ I ⇒ ⎨ . Dati i costi marginali delle due
q1 , q2 ⎩ IMR = MC2
⎧ 1 1
⎪⎪63 − 2 (q1 + q2 ) = 4 q1
imprese, risolviamo il sistema ⎨ e otteniamo, q1** = 63 e q1** = 31.5. Segue
1
⎪63 − (q + q ) = q 1
⎪⎩ 2
1 2
2
2

che Q** = 94.5 e p** = € 39,37.

19
Esercizio 16 – In un mercato perfettamente concorrenziale operano 50 imprese identiche. Ciascuna
di esse realizza l’output con un costo Ci = 1 + qi2 .
E16.a – Determinate la funzione di offerta dell’industria.
E16.b – Assumete che la domanda di mercato sia D( p) = 150 − 5 p , e che il bene sia assog-
gettato ad un’imposta sul consumo pari a € 0.6 per unità consumata. Determinate l’equilibrio del
mercato.
E16.c – Supponete che, in un momento successivo, il governo revochi l’imposta. Di quanto
varierà il benessere collettivo in conseguenza di questo provvedimento?
E16d – Nel lungo periodo, gli extra-profitti realizzati dall'industria attirano nuove imprese
nel mercato. Assumendo che la tecnologia non subisca variazioni (e, quindi, il costo di produzione
delle vecchie e delle nuove imprese resti sempre Ci = 1 + qi2 ), a parità di domanda, quante imprese
produrranno l’output nel lungo periodo?

Soluzione Esercizio 16.

E16.a – Consideriamo un’impresa rappresentativa dell’industria. Per massimizzare il profitto essa


dovrà uguagliare il proprio costo marginale al prezzo di mercato: MCi = p ⇔ 2qi = p . Essendo il
1
prezzo esogeno, da tale uguaglianza potremo dedurre la sua funzione di offerta, Si ( p) = p .
2
Nell’industria le imprese sono tutte uguali e, pertanto, la loro funzione di offerta sarà identica a
quella dell’impresa rappresentativa. Aggregando le offerte delle 50 imprese, otteniamo l’offerta
50
⎛1 ⎞
dell’industria: S ( p) = ∑ Si ( p) = 50 ⎜ p ⎟ = 25 p .
i =1 ⎝2 ⎠

E16.b – Quando il bene è assoggettato ad imposta, sul mercato si formano due prezzi: il prezzo pa-
gato dai consumatori ( pD = pS + t ) e quello percepito dalle imprese ( pS = pD − t ). Segue che
D ( pD ) = 150 − 5 pD e S ( ps ) = 25 pS . Tenuto conto della relazione che lega pD e pS, determiniamo
l’equilibrio, ponendo D( pD ) = 150 − 5 pD = S ( pD − t ) = 25( pD − t ) , oppure D( pS + t ) = 150
−5( pS + t ) = S ( pS ) = 25 pS . Risolvendo una qualunque delle due uguaglianze, otteniamo pD = € 5.5
e pS = € 4.9. Sostituendo pD nella funzione di domanda, oppure pS nella funzione di offerta, dedu-
ciamo Q* = 122.5.

E16.c – Quando il governo revoca la tassa, il nuovo (unico) prezzo sul mercato sarà tale che
D( p ) = S ( p) ñ 150 − 5 p = 25 p , da cui p** = € 5 e Q** = 125. Consideriamo il grafico seguente,
⎛ 1 1 ⎞
ricordando che stiamo rappresentando le funzioni inverse ⎜ D −1 = p = 30 − Q e S −1 = p = Q ⎟ .
⎝ 5 25 ⎠
Osserviamo che: i) con la tassa in vigore, poiché l’entrata fisca-
le (sotto forma di beni e servizi pubblici) torna a beneficio del-
la collettività, il surplus netto dei consumatori e dei produttori
associato alla quantità Q* è pari all’area del trapezio B; ii) in
assenza della tassa la quantità prodotta diviene Q** e, pertanto,
il surplus netto della collettività cresce dell’area C. Tale area,
quando era in vigore la tassa, rappresentava l’eccesso d’onere.
1
Segue che ΔW = (B+C) – B = ( pD − pS ) ⋅ (Q** − Q* ) = €
2
0.75.
20
 
E16.d - Nel lungo periodo, l’ingresso di nuove imprese appiattisce ed abbassa la funzione di offerta
dell’industria. La conseguente riduzione del prezzo progressivamente riduce ed infine tende ad an-
nullare gli extra-profitti realizzati dalle imprese. Poiché la tecnologia non ha subito variazioni,
l’offerta dell’impresa rappresentativa, analogamente a quanto già visto in E1.a, sarà dedotta dalla
1
condizione MCi = pL ⇔ 2qi = pL ⇒ Si ( pL ) = pL . Segue che, l’offerta dell’industria sarà S ( pL ) =
2
n
n n

i=1
Si ( pL ) = pL ) . Data la domanda, l’equilibrio implica D( pL ) = S ( pL ) ⇔ 150 − 5 pL = pL . Ri-
2 2
cordando che pL genera profitti nulli per tutte le imprese, necessariamente dovrà essere
1 dACi 1
pL = min ACi = MCi . Essendo ACi = + qi , determiniamo min ACi ⇒ = − 2 + 1 = 0 , da cui
qi > 0 qi qi > 0 dqi qi
qi = 1 e, di conseguenza, pL = € 2. Sostituendo tale valore nell’equazione che definisce l’equilibrio
del mercato, ricaviamo n = 150 − 10 = 140.

Esercizio 17 – Un’impresa concorrenziale avvia il processo di produzione utilizzando una tecnolo-


gia Cobb-Douglas espressa dalla seguente funzione: q = 10 L1 2 K 1 2 .
E17.a – Determinate analiticamente le funzioni di domanda condizionate dei fattori e spie-
gate brevemente qual è il loro significato economico.
E17.b – Supponete che inizialmente, al prezzo corrente di mercato ( p = € 0.75), l’impresa
decida di realizzare q = 80 unità di output. Posto che i prezzi dei fattori L e K siano rispettivamente
w = € 8 e r = € 2, quale tecnica di produzione l’impresa dovrà utilizzare per operare in condizioni di
efficienza produttiva?
E17.c – Dopo aver definito analiticamente la funzione di costo di breve periodo generata da
K* determinato in E17.b, supponete che il prezzo dell’output divenga p′ = € 1.8. Nell’ipotesi che la
dimensione dell’impianto K* sia invariata, qual è il livello di output q* che massimizzerà il profitto?

Soluzione Esercizio 17.

E17.a – Le domande condizionate dei fattori sono la soluzione parametrica del sistema che defini-
sce la scelta della tecnica economicamente efficiente. Dalla funzione di produzione determiniamo il
MPL 5L−1 2 K 1 2 K
Saggio Tecnico di Sostituzione TRS = − = − 1 2 −1 2 = − e risolviamo il seguente sistema:
MPK 5L K L
⎧ K w
⎪TRS = − = − w
⎨ L r . Dalla prima equazione deduciamo che K = L e, sostituendo nella seconda,
⎪ q = 10 L1 2 K 1 2 r

12
⎛w ⎞ r w wr
otteniamo q = 10 L1 2 ⎜ L ⎟ , da cui L̂ = q e, quindi, K̂ = q . Le domande condiziona-
⎝r ⎠ 10 10
te dei fattori denotano le quantità di L e K che garantiscono la minimizzazione del costo di produ-
zione, per ogni dato livello dell’output.
E17.b – Se, al prezzo corrente di mercato, l’impresa decide di realizzare q = 80, dati w e r, le do-
mande condizionate degli input ci consentono di determinare immediatamente la tecnica economi-

21
 
camente efficiente (quella che minimizza il costo di q ). Sostituendo i valori noti, deduciamo che L*
28 82
= 80 = 4 e K* = 80 = 16.
10 10
E17.c – La funzione di produttività totale del lavoro generata da K* è q = 40 L1 2 . Esplicitando L, ot-
q2
teniamo L = . Sostituendo tale valore nell’equazione del costo ( C = rK + wL ) e tenuto conto
1600
che CF = rK * , segue che C = 32 + (1 200 ) q 2 .
E17.d – Per massimizzare il profitto con il prezzo p′ , l’impresa concorrenziale dovrà produrre un
livello di output tale che MC = p′ . Dalla funzione di costo determinata in E17.c, calcoliamo MC =
(1 100 ) q e, quindi, (1 100 ) q = 1.8 ⇒ q* = 180.

Esercizio 18 – Sia y = 4 L1 2 K la funzione di produzione di un’impresa che opera in un mercato di


concorrenza monopolistica.
E18.a – Supponete che la dimensione dell’impianto sia fissata al livello K = 10 e che la
funzione di domanda relativa all’impresa sia y = 1200 − 10 p . Se il salario corrente è w = € 80, quale
sarà la domanda di lavoro dell’impresa? Quale il prezzo a cui l’output dovrà essere venduto? [3]
E18.b – Definite la funzione di costo dell’impresa, assumendo che il prezzo d’uso del fatto-
re capitale sia r = € 450. Determinate poi il markup, che l’impresa ha applicato al costo marginale
di produzione, per stabilire il prezzo dell’output. [3]
E18.c – Assumete che, nel lungo periodo, la produzione vendibile stimata sia yL = 150. Po-
sto che la dimensione dell’impianto non sia stata modificata, quale sarà il prezzo che l’impresa do-
vrà applicare per restare sul mercato? [2]
E18.d – Se l’impresa avesse operato in un mercato perfettamente concorrenziale, nel lungo
periodo, quale prezzo avrebbe consentito all’impresa di restare sul mercato? [3]

Soluzione Esercizio 18.

E18.a – Data la dimensione dell’impianto, la funzione di produttività totale del lavoro sarà:
y = 40 L1 2 . La domanda di lavoro dell’impresa dovrà essere tale da garantire il massimo profitto.
1
Pertanto, MaxΠ ⇒ MR ⋅ MPL = w . Consideriamo, perciò, la domanda inversa ( p = 120 − y ) e
L 10
1
deduciamo MR = 120 − y . Essendo MPL = 20 L−1 2 , poniamo:
5
⎛ 1 ⎞ −1 2 ⎛ 1 12⎞ −1 2
⎜ 120 − y ⎟ 20 L = 80 ⇔ ⎜ 120 − 40 L ⎟ 20 L = 80 , da cui L = 10 ⇒ L* = 100.
⎝ 5 ⎠ ⎝ 5 ⎠
Utilizzando L*, l’impresa potrà realizzare una produzione y* = 400. Segue, dalla funzione di do-
manda inversa, che p* = € 80.

1
E18.b – Invertendo la funzione di produttività totale del lavoro, otteniamo L = y 2 . Considera-
1600
1 2
ta l’equazione del costo C = π K + wL , con le opportune sostituzioni, ricaviamo C = 4500 + y ,
20
che rappresenta la funzione del costo di produzione dell’impresa. Poiché y* ⇒ MR = MC ⇔
22
 
⎛ 1 ⎞ 1 ε p
p ⎜ 1 − ⎟ = MC , deduciamo che il markup = = = . Pertanto, dalla domanda
⎜ ε ⎠⎟ ⎛ 1 ⎞ ε − 1 MC
⎝ p ⎜⎜ 1 − ⎟⎟
⎝ ε ⎠
dy p* 80
diretta di mercato, possiamo calcolare ε = = −10 = −2 , perciò, markup = 2; oppure, dal-
dp y* 400
1 80
la funzione di costo, possiamo ricavare MC(y*) = y* = 40 e, quindi, markup = = 2.
10 40

E18.c – L’equilibrio di lungo periodo dell’impresa in concorrenza monopolistica implica profitti


4500 1 4500 1
nulli. Ciò vuol dire che pL = AC( yL ) . Essendo AC = + y , poniamo + y L = pL ,
y 20 yL 20
da cui, pL = € 37.5.

E18.d – Se l’impresa avesse operato in un mercato perfettamente concorrenziale, la condizione di


permanenza nel lungo periodo, avrebbe richiesto che ˆpL = AC( ˆyL ) = MC( ˆyL ) . Poiché il costo
marginale interseca il costo medio nel suo punto di minimo, possiamo dedurre che:
dAC 4500 1
p̂L = min AC ⇒ =− 2 + = 0, da cui, ŷL = 300. Segue che, ˆpL = AC( ˆyL ) = € 30.
y dy y 20

Esercizio 19 – Siano D( p ) = 84 − 12 p e S( p ) = 9 p la domanda e l’offerta relative ad un mercato


concorrenziale.
E19.a – Determinate l’equilibrio del mercato ed il benessere sociale ad esso associato.
E19.b – Supponete che, in un momento successivo, il governo adotti una politica di soste-
gno dei prezzi per accrescere i redditi dei produttori. Se il prezzo fissato dal governo è p′ = € 5,
qual è il costo sociale generato dal questo provvedimento di politica industriale?
E19.c – Supponete che, in alternativa alla politica di sostegno dei prezzi, il governo conside-
ri l’ipotesi di introdurre un sussidio s = € 1.75 per unità di prodotto. Determinate l’equilibrio del
mercato generato da questa alternativa ed il costo sociale del sussidio.

Soluzione Esercizio 19.

E19.a – L’equilibrio del mercato implica D(p) = S(p), ovvero, 84 − 12 p = 9 p . Risolvendo, segue
che p* = € 4 e y* = 36. Per determinare il benessere sociale, rappresen-
tiamo graficamente le funzioni di domanda e offerta inverse:
1 1
D −1( y ) = p = 7 − y ; S −1( y ) = p = y.
12 9
Il beneficio netto della collettività è misurato dall’area del triangolo
Op*A che include il surplus netto dei consumatori (area p*p*A, quindi:
3 × 36
CS(y*) = = € 54) ed il surplus netto dell’industria (area Op*p*,
2
4 × 36 7 × 36
quindi PS(y*) = = € 72). Segue che W ( y* ) = CS ( y * ) + PS ( y* ) = = € 126.
2 2

23
 
E19.b – Quando il governo fissa un prezzo p′ = € 5, la domanda e l’offerta divengono rispettiva-
mente: D( p′) = 24 e S ( p′) = 45. L’eccesso di offerta è y′ = S ( p′) − D ( p′) = 21. Poiché il governo
assorbe l’eccedenza acquistando il bene al prezzo p′ , la spesa che
esso sostiene è G ( y′) = p′ [ S ( p′) − D( p′) ] = € 105. Facendo riferi-
mento al grafico, osserviamo che i consumatori perdono, in termini
di benessere, le aree A + B (ossia, ΔCS = − (A + B) ). I produttori,
invece, guadagnano le aree A+B+C (ossia, ΔPS = A+B+C ). La
spesa sostenuta dal governo è pari all’area del rettangolo yD yS p′p′
(ossia G ( y ′) = € 105). Pertanto,
ΔW = ΔCS ( yD ) + ΔPS ( yS ) − G ( y′) = area rettangolo meno area C.
( yS − y D ) ⋅ ( p′ − p* )
Essendo l’area del triangolo C = = 10.5, segue che ΔW = 10.5 − 105 = – €
2
94.5.
E19.c – Quando il governo introduce il sussidio s = € 1.75 per unità di prodotto, si formano sul
mercato due prezzi: il prezzo pD = pS − s pagato dai consumatori
ed il prezzo pS = pD + s percepito dai produttori. Per determinare
il nuovo equilibrio, occorre risolvere l’equazione:
D( pD ) = S ( pS ) ⇔ D( pS − s ) = S ( pS ) ⇒ 84 − 12( pS − 1.75) = 9 pS ,
da cui ricaviamo pS = € 5. Segue che pD = € 3.25 e y′′ = 45. Con
riferimento al grafico, osserviamo che, con il sussidio, il benessere
dei consumatori cresce delle aree C + D (ossia ΔCS = C + D ),
mentre quello dei produttori cresce delle aree A + B (ossia
ΔPS = A + B ). Il governo spende, per sussidiare i produttori, G ( y′′) = sy′′ = € 78.75, ossia un valo-
re pari alla somma delle aree A + B + C + D + E . Pertanto, il costo sociale del sussidio è misurato
dalla variazione del benessere sociale ΔW = ΔCS ( y′′) + ΔPS ( y′′) − G ( y′′) = – area E =
( pS − pD ) ⋅ ( y′′ − y* )
= – € 7.875.
2

24
 

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