Attenzione: il ritmo di questa esposizione potrebbe risultare alle volte
incongruente e dalla natura un po' sconnessa, in relazione ai temi trattati
senza un ordine preciso. Il lettore però deve tener presente che questa è una semplice raccolta di citazioni, concetti vari, nonché attestazioni, trattate da fonti diverse e in sedi diverse, come conferenze, interviste, libri ed articoli. Il tutto limitato poi in maniera diretta ad una semplice rielaborazione, senza mutare il contenuto vero del testo, e alla stesura di tutte queste informazioni, l'una a seguito dell'altra, così da comporre un discorso coeso ed incisivo. In luce di quanto detto, il linguaggio in alcuni passaggi potrebbe risultare molto colloquiale, poco curato, o addirittura approssimativo, proprio perché gran parte delle fonti, come già detto, appartengono a concetti espressi soprattutto in sedi di conferenze, presiedute da esperti con un pubblico di ascoltatori. ----------------------------------------------- Se per l'Antico Testamento si parla di un discorso di "invenzione" di false traduzioni, ignorando completamente ciò che c'è scritto realmente per "costruire" ed "introdurre" forzatamente nella Bibbia, concetti elaborati dall'immaginazione di persone tanto disoneste quanto ipocrite, al fine di instaurare un sistema di potere; invece per il Nuovo Testamento (anche se però pure qui c'è in parte un problema di traduzioni un po' "ballerine", ma "chiaramente" ballerine, in maniera evidente, accomodate, diverse di versione in versione, cioè non si tratta di "interpretazione"), per il Nuovo Testamento non è un problema tanto di traduzioni, ma c'è sopratutto un problema di stabilire che cos'hanno inventato quando l'hanno scritto. Perché il Nuovo Testamento, e in particolare i 4 Vangeli, quelli che conosciamo noi come "canonici", sono stati scritti dopo le Lettere di Paolo, cioè quando Paolo ha iniziato a elaborare la sua autonoma figura di quel Gesù, e i Vangeli sono stati scritti per adattare la figura di "quel Gesù" alle invenzioni di Paolo, e dunque gli autori evangelici hanno scritto e rielaborato tutto sulla vita di questa figura, rendendolo il Gesù Cristo salvatore dell'umanità dalla morte e dal peccato originale, sotto il condizionamento delle Lettere di Paolo, per creare un nuovo sistema di controllo. È da tener presente che appunto si parla di parallelismi tra cristianesimo e mitraismo. La cosa interessante è che i mitrei, cioè i luoghi di culto di Mitra, che ufficialmente sarebbe una religione che arriva dall'Oriente, in realtà si trovavano soprattutto in Occidente, cioè l'archeologia ha trovato i mitrei in Occidente. E dove nasceva un mitreo, affianco nasceva normalmente una cellula cristiana, come se si trattasse di esperimenti per vedere quale funzionava meglio. Siccome il cristianesimo dava la possibilità di salvezza anche alle donne, cosa che il mitraismo non faceva, è chiaro che il cristianesimo ha immediatamente avuto a disposizione un numero di fedeli, e mille volte superiore a quello del mitraismo, quindi è funzionato meglio. Il peccato originale è un concetto che incomincia con l'apostolo Paolo, che era il vero fondatore del cristianesimo, che nella Lettera ai Romani dice: che proprio per colpa di un uomo nel mondo è entrato il peccato e la morte, cioè Adamo, attraverso un altro uomo, cioè Gesù Cristo, c'è la possibilità della liberazione. Quindi il primo a elaborare l'idea di questo peccato originale è Paolo, poi il grande definitivo elaboratore dell'idea del peccato originale è Agostino. Tra Genesi 3(il racconto della disubbidienza, del presunto "peccato originale") e Romani 5(che è la lettera appunto dalla quale Paolo comincia a elaborare questa idea) dove l'apostolo Paolo dice "che per mezzo di un uomo la morte è entrata nel mondo", evidentemente non c'è coincidenza, e anzi leggendo Paolo ci si potrebbe chiedere addirittura dove la trova quell'idea, perché nella Genesi non c'è. Nemmeno nelle false traduzioni della successiva Chiesa Dogmatica, questa cosa esiste nel racconto della Genesi. Perciò il peccato originale è un'invenzione di sana pianta di Paolo. Bisogna inoltre togliersi dalla testa la falsa certezza che i Vangeli siano stati scritti da Marco, Matteo, Luca e Giovanni, nessuno sa chi li ha scritti, ci hanno messo mano un sacco di persone, e i Vangeli che venivano letti all'inizio(cioè altre versioni precedenti dei Vangeli che noi non abbiamo), stralciavano alcuni passi, per esempio, quando Gesù salva l'adultera che doveva essere lapidata, e dice: "Chi è senza peccato, scagli la prima pietra", cioè come dire: "Magari voi ci siete andati assieme a lei, e adesso la accusate", bene, questo passo qui per esempio nei primi decenni non veniva letto perché i mariti avevano timore che le mogli si aggrappassero a quello per dire: "No, ma se le perdona lui (le adultere)"... "allora si può fare". All'inizio si predicavano alcune decine di cristianesimi diversi, non c'era raccordo neppure sul nome "Gesù", non c'era raccordo neppure sul nome; poi, è arrivato Costantino che ha riunito a Nicea i rappresentanti delle diverse decine di cristianesimi diversi che venivano predicati, in totale disaccordo l'uno con l'altro, e ha detto, parafrasando le sue parole: "Adesso voi uscite di qui con una verità, UNA, fate voi" (cioè: "non mi interessa quale verità, basta che vi mettiate d'accordo una volta per tutte"), "le altre(versioni), via tutte(le buttiamo via, le dichiariamo eretiche, le facciamo fuori)". Quella verità è venuta fuori con una votazione, per alzata di mano... e mazzate, cioè, alla fine l'alzata di mano, prima si picchiavano letteralmente a bastonate gli uni contro gli altri, e non è uno scherzo, la violenza fisica è successa veramente, per discutere "amabilmente e amorevolmente". E alla fine è venuta fuori quella verità che noi tutti crediamo vera, cioè il cosiddetto credo Niceno-Costantinopolitano, e se per caso loro avessero, lì, a Nicea, per votazione votato un'altra verità, noi crederemmo a quell'altra. Questi sono dati di fatto. Questa è storia. E tra l'altro, il nome era Giosuè, non Gesù, Gesù è un modo latinizzato per distinguerlo da tutti i Giosuè del tempo, ma tutti gli altri che si chiamavano come lui vengono chiamati Giosuè, invece secondo la tradizione lui invece lo dobbiamo chiamare Gesù, e invece no, lui si chiamava in tutto e per tutto Giosuè, che era il nome più diffuso in assoluto che ci fosse a quel tempo, e non soltanto in quel momento lì, ma in quei decenni, perché è un nome che significa che "Yahweh viene a salvare", "Yahweh salva", e quindi era un nome che veniva dato a tantissimi, e lui era uno dei tanti. Tra l'altro, lui era "uno dei tanti", ed era ritenuto tale anche da molti dei cristiani dei primi tempi, tant'è che quando Celso, che è uno dei grandi "eretici", nel senso che appunto quando si è stabilita una verità chiunque non dicesse quella verità lì, veniva considerato eretico e le sue opere dovevano scomparire, essere bruciate, Celso quando ci parla di questi primi gruppi di cristiani, ci dice nel suo libro "Il Discorso Vero", nel libro quinto; queste sono letteralmente le parole di Celso così come sono scritte: [parlando dei Cristiani] "Tralasciamo tutti i punti in cui si potrebbe confutare quello che chiamano il loro maestro, e consideriamolo pure un autentico messaggero; ora, è stato lui il primo e l'unico a venire quaggiù, o ne sono venuti in precedenza altri? Se (i cristiani) intendono affermare che è l'unico li si può cogliere in flagrante menzogna e in contraddizione, essi infatti affermano che ne sono venuti spesso anche altri, persino in numero di sessanta o settanta alla volta, e dicono anche che sulla sua stessa tomba venne un altro messaggero, o secondo un'altra versione ne vennero due, e risposero alle donne che era risorto (che appunto lui non c'era più). Il figlio di Dio a quanto pare non riuscì ad aprire da solo la tomba, ma ebbe bisogno di un altro che smuovesse la pietra, e un altro messaggero si presentò al carpentiere per la gravidanza di Maria, e un altro ancora per farli fuggire in Egitto. Quindi Gesù è ben lungi dall'essere il solo di cui si narri che è venuto a visitare il genere umano"; queste parole Celso le scrive nel IIº secolo d.C. E uno dice vabbè questo qui è un eretico, allora analizziamo cosa dice invece Giustino Martire, uno dei padri della chiesa e Santo. Giustino Martire scriveva all'imperatore Antonino Pio per difendere i cristiani e diceva in sostanza: "ma perché ve la prendete tanto con noi?, quello che adoriamo noi è uguale ai vostri"; qui siamo nelle Apologie, libri 20-22, parole letterali di Giustino Martire così come sono scritte: "Ma voi sapete infatti di quanti figli di Zeus parlino gli scrittori onorati da voi: Ermete, il logos(esattamente come Cristo nel Vangelo di Giovanni, che è definito anche lui "il logos"), Asclepio, che guariva, Eracle, Dioniso. Ma se poi qualcuno ci rimproverasse il fatto che egli fu crocifisso, ma anche questo è comune ai figli di Zeus annoverati prima. Se poi diciamo che è stato generato da una vergine, ma anche questo sia per voi un elemento comune con Perseo", ricordiamoci, è un PADRE DELLA CHIESA a dire questo, un SANTO. Cioè nei primi anni del cristianesimo c'erano dei cristiani che dicevano che Gesù non era che uno delle "decine" di messaggeri che sono stati mandati; poi il tutto è stato preso in mano dalla teologia monoteista e da allora lui è diventato l'unico. E visto che si parla della gravidanza di Maria, in alcuni testi coevi ai Vangeli, ma di natura "extra-evangelica", che noi non dobbiamo credere veri perché non corrispondono alla dottrina e ai 4 canonici, contenuti tutti nell'apocrifo protovangelo di Giacomo, si parla dei sospetti che Giuseppe aveva, non tanto su Maria, ma sul fatto che Maria fosse stata ingannata da uno che si era presentato per un altro. Ma di queste cose qui ovviamente non si parla, perché non se ne deve parlare. Ma chi potrebbe essere quest'uno che si è fatto passare per un altro? Siccome a Maria si presenta un Ghevrìel, e Ghevrìel non è il nome di un individuo, di un cosiddetto "Gabriele", come le falsità della chiesa romana hanno voluto far intendere, ma bensì, indica una funzione, una sorta di "grado gerarchico", e significa un "Ghevèr" di un "El", cioè "uno che esercita il potere per conto di un El", una "Potenza di un El"; quindi un Ghevrìel si incontra con Maria e lei rimane incinta "senza conoscere uomo". Cioè incontra uno, o che era veramente "uno che esercitava il potere per conto di un El", o uno che si è fatto passare per "uno che esercitava il potere per conto di un El". E quando la incontra le dice, in greco, così è scritto in lingua greca nei Vangeli: "kaire kekaritomene" (χαίρε κεχαριτωμένη), cioè "gioisci...", e viene tradotto "kekaritomene" come "piena di grazia", ma kekaritomene è un aggettivo, che deriva dal tempo verbale perfetto mediopassivo del verbo "karitóo"(χαριτοω) che significa "rendersi belli, graziosi, fisicamente". Dunque non "piena di grazia Divina", ma di "grazia", cioè di "bellezza", fisica, "di elementi che fanno si che tu sia carina e che tu possa piacere", parafrasando il significato letterale. E quindi quel saluto potrebbe essere:"Gioisci, tu che ti sei fatta bella, perché abbiamo scelto te per fare quello che dobbiamo fare(un impianto, un'inseminazione artificiale)", e il che renderebbe Gesù dunque, "uno dei tanti" impianti che loro(gli Elohim) hanno fatto nel corso dei secoli. E il racconto del protovangelo di Giacomo continua dicendo che Giuseppe, proprio dopo essere tornato dalla sua campagna di lavori che era durata sei mesi, avendo trovato la Madonna incinta, si infuria, si arrabbia, perché. Primo; pensa che sia stata ingannata da uno che si è fatto passare per un altro, come abbiamo appena visto, e, cosa ancora più importante. Secondo; pronuncia una frase che è stupenda, citando i racconti scritti in Genesi, e dice: "È successo a me, ciò che è successo ad Adamo, che aveva la sua compagna, poi è arrivato uno e gliel'ha sedotta; [...] che cosa dirò al capo(colui) che me l'ha affidata?!, chi è stato a farmi questo?", andando ancora di più a confermare quanto false e campate per aria possano risultare le "interpretazioni" e "traduzioni" dei sapienti. Tant'è che nei racconti extra-biblici(si capisce anche dalla Bibbia, ma un pochettino meno), ma nei racconti extra-biblici (testi ebraici al di fuori della Bibbia) c'è scritto che Eva ha fatto sesso con uno degli Elohim, in alcuni casi si dice addirittura che ha subito una violenza sessuale, da un Elohim "rivale" degli Elohim comandanti del Ghan Eden. Il che significa che al tempo di Gesù, quando è stato scritto il Vangelo di Giacomo, era normale dire e scrivere che Eva era stata sedotta da un altro all'insaputa di Adamo. E allo stesso modo, un "Gabriele" si presenta a Maometto, un "Gabriele" si presenta alla madre di Giovanni Battista, che è anziana, e dopo che lei è visitata da questo Ghevrìel, anche lei rimane incinta. Se si seguono gli studi del gesuita Jean Daniélou, cardinale, accademico di Francia, docente di teologia, in un suo libro che ha dedicato tutto allo studio della figura di Gabriele (il libro si intitola 'La teologia del giudaico-cristianesimo'), lui scrive che Lo Spirito Santo è la trasposizione cristiana della figura antico testamentaria di Gabriele, quindi Lo Spirito Santo è Gabriele. La Bibbia definisce Gabriele un "ish" (quando Daniele viene visitato da "un" Gabriele dice: "vidi arrivare un ish"), che significa "individuo maschio", e il Vangelo ci dice che "Lo Spirito ha coperto Maria", quindi, per la proprietà transitiva, Gabriele ha coperto Maria. E quando si parla di "impianti", o possibile "inseminazione artificiale", si parla di un fenomeno di concepimento da parte del seme di un "non-umano", con una donna "umana", introdotto per via diretta o indiretta. Alcune specificazioni su Gabriel: quando un Gabriel si presenta a Daniele, nelle Bibbie comuni di famiglia cristiana c'è scritto: "arrivò volando leggermente"; ma in ebraico c'è scritto: "arrivò camminando essente affaticato di fatica", e tutti quanti possono verificare benissimo il significato del verbo "halak". Gabriele è quello che si dice in grammatica ebraica lo stato costrutto di "Ghèver di El", che contratto diventa poi "Ghèvri-El". Gesù Cristo doveva ricoprire il ruolo del Mashiah ebraico, cioè quello che doveva liberare il popolo di Israele dal giogo straniero, perché questo era il compito del Messia ebreo, il Messia cristiano è invece tutta un'altra cosa, completamente inventata: Gesù Cristo non si è mai interessato della liberazione del mondo, quantomeno della liberazione di tutta l'umanità dalla macchia di un peccato originale che non trova fondamento, che nemmeno esiste, infatti è proprio lui stesso ad affermare più e più volte di essere venuto per le "pecorelle di Israele", nei Vangeli, ed istruisce giustamente i suoi seguaci a "predicare nelle case di Israele", il tutto sempre e solo riguardante Israele, gli altri non c'entrano nulla. E siccome si doveva creare questa nuova forma di pensiero da "vendere" nel mondo greco- romano, cioè nella cultura ellenistica, bisognava attribuirgli intanto una radice antica, perché se avessero predicato a Roma, o come ha fatto Paolo ad Atene dove non ha funzionato, quella figura lì non avrebbero potuto venderla nel mondo greco-romano, quindi hanno dovuto dargli una radice, ovviamente siccome lui proveniva da quel paese lì di Canaan (la Palestina), la radice hanno fatto in modo di trovarla (inventandola), nell'Antico Testamento, ma non c'è nell'Antico Testamento, perché l'Antico Testamento parla del Messia politico che avrebbe liberato Israele dal giogo degli stranieri, chiunque esso fosse; ad esempio nell'Antico Testamento Ciro il Grande è definito Mashiah, cioè "Messia", perché ha dato loro la possibilità di tornare a Gerusalemme dall'esilio di Babilonia, quindi l'hanno detto "Ciro il Messia": questo per gli ebrei era un "Messia". Il Messia cristiano invece è un'invenzione teologica fatta sulla base del pensiero ellenistico, in particolare del platonismo e del neoplatonismo, cioè nel senso che se non fossero esistiti il platonismo e il neoplatonismo il cristianesimo non esisterebbe, tant'è che Paolo e i suoi primi seguaci erano fortissimamente contrastati da quelli che erano stati "con Gesù". Noi siamo abituati a pensare a Pietro e Paolo come due che andavano d'amore e d'accordo, ma in realtà non erano d'accordo su niente, erano in lotta su tutto ciò che riguardava la figura dell'eventuale "maestro", dandolo per veramente esistito, e allora perché la chiesa romana ha messo assieme i "Santi" Pietro e Paolo? Perché doveva sostituire le figure pagane dei Dioscuri, Castore e Polluce, doveva sostituire Romolo e Remo, cioè doveva sostituire delle coppie di gemelli per darle al culto del popolo, perché il popolo era abituato a quelle figure, allora si sono inventati Pietro e Paolo d'amore e d'accordo, ma loro non si potevano vedere, hanno letteralmente messo assieme cane e gatto; perché Pietro aveva un'idea giudaica di Gesù, cioè lui con i suoi seguiva la predicazione rabbinica messianista di Gesù che riguardava solo Israele, il mondo non c'entrava niente, mentre Paolo aveva e ha costruito invece un'idea ellenistica. Pietro sapeva cosa aveva detto realmente Gesù, e sapeva che Paolo si stava inventando tutto, tant'è che Paolo è stato messo sotto processo per quello che stava facendo, ma approfittando della cittadinanza romana, i romani se lo sono portati via per salvargli la vita, perché l'avrebbero ammazzato, perché raccontava solo balle. Paolo ha rischiato la vita lì dove c'era la gente che aveva visto Gesù, perché le cose che lui si era inventato raccontate invece a Roma dove nessuno l'aveva visto Gesù Cristo, allora andavano benissimo. E sopratutto: Paolo per chi lavorava? Magari per le alte caste sacerdotali ebraiche, che come ci racconta Giuseppe Flavio nelle Antichità Giudaiche, hanno ceduto ai romani il tesoro del tempio, per garantirsi a Roma una vita ricchissima e agiata. Combinazione però (guarda caso): anche Giuseppe Flavio è andato a Roma e ha avuto dall'Imperatore Vespasiano una rendita esente tasse di centomila sesterzi annui, più una villa in cui vivere. Solo che Giuseppe Flavio, appartenente alle alte caste sacerdotali, ci parla (da vigliacco) delle altre famiglie che hanno venduto il tesoro del tempio, della sua no, ovviamente. Siccome gli alti sacerdoti avevano capito che il Tempio di Gerusalemme, cioè il tempio fisico, non si sarebbe più ricostruito, che era finita, e dunque le grandi promesse erano tutte morte, allora partirono con l'idea della costruzione di un tempio interiore, per creare un nuovo sistema di controllo, che si è dimostrato efficacissimo. E se Paolo lavorasse per loro? Visto che se lo sono portati a Roma per salvarlo, con ogni probabilità, hanno messo in piedi un nuovo sistema religioso di cui Paolo era l'esecutore, e come succede spesso con gli esecutori e con i collaborazionisti, quando non servono più, li si fa fuori, quindi quando non era più utile per i loro scopi, fu eliminato per via di una convergenza di interessi quasi in congiunta dai romani e dai sacerdoti ebrei. Sul titulus di Gesù Cristo c'è scritto: Gesù Nazareno, Nazareno vuol dire "zelota", cioè partigiano antiromano, era un titolo settario; gruppi di estremisti violentissimi che uccidevano in famiglia quelli che non la pensavano come loro: "Non crediate che io sia venuto a portare pace sulla terra, non sono venuto a portare la pace, ma la spada; sono venuto a separare l'uomo da suo padre, la figlia da sua madre, la nuora dalla suocera, nemici dell'uomo saranno quelli di casa sua" Matteo 10,34. Questi erano i discorsi che facevano gli zeloti, gli zeloti erano la setta antiromana, che era una setta di tagliagole, che uccideva in famiglia chi non la pensava come loro. E Gesù viene condannato per motivi politici, lo testimonia il titulus sulla croce. Le ultime edizioni dell'enciclopedia cattolica pubblicata negli Stati Uniti riportano tranquillamente che l'unico dato storico, cioè accertato, di tutto ciò che si dice sulla figura del Cristo, è che Gesù è stato processato e condannato per "sedizione", questo è l'unico dato storico su cui si può fare ricerca, il resto è fuffa. Dunque come potete vedere il Messia ebreo aveva eccome dei significati concreti, e lui e il cugino, Giovanni Battista, avevano probabilmente questo compito, che da quel punto di vista lì è fallito, ovviamente, perché Giovanni Battista è stato decapitato, lui crocifisso, anche se tirato giù vivo dalla croce, hanno fatto in modo che non morisse e diciamo che almeno la vita lì gliel'hanno salvata, però il progetto politico è miseramente fallito. Lui ha cercato di coinvolgere il popolo ma non ce l'ha fatta, perché il popolo non gli è andato dietro, perché il popolo amava un pochettino di più la tranquillità, e lui come tutti gli altri zeloti creava dei casini, i casini creavano le repressioni romane ecc. e quindi è finita più o meno, PIÙ O MENO come sappiamo, senza ovviamente il discorso della risurrezione. E quindi Gesù era con ogni probabilità uno dei tanti predicatori messianici del tempo, un rabbi, che si era preparato come molti suoi colleghi alla scuola farisaica di Rav Hillel, e leggendo attentamente la sua predicazione se ne colgono proprio i contenuti di quella scuola farisaica, erano due le grandi scuole: Rav Hillel e Rav Shammai, e le sue predicazioni le praticavano anche tutti i suoi colleghi della scuola di Rav Hillel, quindi non diceva nulla di diverso dagli altri, poi a noi è stato presentato come uno che ha stravolto, ma non ha stravolto nulla, diceva ciò che dicevano i suoi colleghi. Compreso il discorso di quando Gesù dice: "voi non siete fatti per il Sabato, ma il Sabato per voi", una frase che secondo le opinioni dei più mette in discussione tutta la dottrina farisaica, in realtà non mette in discussione proprio niente, lo dicevano tutti i suoi colleghi, TUTTI, tutti della scuola di Rav Hillel, "non voi per il sabato ma il sabato per voi", quindi anche lì era uguale agli altri. Allora, lui era un predicatore messianico, era stato indottrinato dalla sua setta a credere, ad esserne convinto lui stesso, di essere il messia davidico promesso da una delle tante promesse non mantenute di Yahweh, cioè quello che avrebbe liberato Israele dal giogo dei potenti, rendendoli di nuovo indipendenti. Lui viene condannato per motivi politici, perché appunto si era dichiarato il nuovo re dei giudei (cosa che molto probabilmente rientrava nella missione che doveva ricoprire e nel suo stesso indottrinamento, tramite la setta), e quando è sulla croce ci ricordiamo tutti che gli viene attribuita quella frase: "Elì, Elì lemà sabactàni?", "Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato?". Questa è una frase che contiene un falso storico, preciso; questa è una citazione del Salmo 22 che non dice: "Elì, Elì lemà SABAC-tàni?", ma "Elì, Elì lemà SABAH-tàni?". "sabah" vuol dire "giustiziato", "sabac" vuol dire "abbandonato". "sabach" è un termine solo aramaico, in ebraico non esiste, cioè non esiste neppure la radice; quindi Cristo sulla croce, convinto di essere il Messia promesso, esprime tutta la sua rabbia letteralmente bestemmiando, e dicendo: "Dio mio, Dio mio, perché mi hai giustiziato?", cioè: "non eravamo d'accordo così, io ero quel Messia davidico che doveva vincere, invece qui sono sconfitto". La teologia successiva ha sostituito "sabah" con "sabac" e gli ha fatto dire: "Perché mi hai abbandonato", cioè come dire: "Io sono l'agnello sacrificale, sono cosciente del mio compito... lamento un momento di solitudine", e invece no. Il Salmo 22 è il salmo pronunciato da un sacerdote che era stato ingiustamente giustiziato, e lamentava questa ingiustizia, Gesù cita il Salmo 22, che è stato trasformato da "sabah" in "sabach". Tutta la teologia successiva a partire dall'apostolo Paolo, i primi scritti sono i suoi poi i Vangeli sono stati scritti adattandosi alla sua dottrina, hanno costruito su questo rabbi predicatore messianico la figura del Cristo figlio di Dio che era la figura che poteva essere accettata dal pensiero ellenistico greco-romano al quale questi si rivolgevano, tant'è che loro scrivevano i Vangeli in greco per lettori Greci, e hanno potuto fare questa trasformazione da "sabah-tàni" a "sabac-tàni", perché sapevano che nessuno si sarebbe preoccupato di cogliere questa incongruenza del Cristo che in croce parla metà in ebraico metà in aramaico, cambiando proprio quella parola che fa risultare "sbagliato" il rimando e la citazione al Salmo 22. Luca 23,32: la versione più diffusa del versetto recita: "insieme a lui venivano condotti a morte anche due delinquenti (malfattori)"; in versioni diverse invece si trova anche: "insieme a lui venivano condotti a morte anche altri due che erano malfattori". Bene, le traduzioni sono sbagliate in entrambi i casi, perché in greco non c'è scritto questo, ma in greco c'è invece scritto: (έτεροι δυο κακούργοι), "eteroi duo kakurgoi", che significa :"ALTRI due malfattori", non "ANCHE", altri due malfattori come lo era anche lui (Gesù). Qual'è la conferma che questo passo tradotto esattamente com'è scritto, ci dica un qualcosa di vero? La conferma è che quando Giuda si fa dare quell'insieme di gente per andarlo ad arrestare, i romani gli danno una (σπείραν) "spéiran", che significa una "coorte", cioè 600 soldati armati. Ora pensateci, seicento soldati armati, SEICENTO, per andare a catturare dieci/dodici figli dei fiori che predicavano amore, che ti dicevano se ti danno una sberla porgi l'altra guancia, 600 soldati armati fino ai denti per andare a prendere un figlio dei fiori, capite adesso?. E poi viene condannato sotto il titolo di "Gesù Nazareno Re dei...", quindi lui faceva chiaramente parte di questo gruppo di ribelli che stava preparando l'insurrezione armata, insurrezione che non gli era riuscita la settimana prima quando lui rivoltando, rovesciando i banchi dei cambiavalute, sperava di sollevare una rivolta popolare ma gli è andata male, cioè il popolo non gli è andato dietro, e quindi la settimana dopo stavano cercando di farlo di nuovo, e l'hanno bloccato con seicento uomini armati. Pensateci ancora, 600 soldati contro tredici cosiddetti "pacifisti", ridicolo. Quando ci viene raccontato nel Vangelo di Giovanni che dopo la presunta resurrezione gli undici erano riuniti, uno dice vabbè erano undici perché mancava Giuda, e invece no, Giovanni ci dice che erano undici perché mancava Tommaso detto Didimo. Il fatto è che detto "Didimo" significa "il gemello". Ora, se noi per esempio conosciamo dieci, undici, dodici persone, che hanno un capo carismatico indiscusso, e in relazione a queste dieci, undici, dodici persone, chi ce le presenta ci dice: "Vabbè oltre a loro, ci sono poi queste donne qui che sono: Anna, Maria, Francesca, Roberta..." quello che volete, "e poi c'è lei che è la moglie", e non ci viene detto di chi è la moglie; mi raccomando ricordatevi che questo è solo un esempio per far capire meglio, e dunque, non ci viene detto di che è la moglie, che cos'è che ci viene in mente immediatamente?, è la moglie di?, secondo le leggi base della grammatica e della formulazione di semplici concetti, ci viene subito da dire in maniera chiarissima che lei è la moglie del capo, non è vero?. Bene, adesso torniamo a noi: Tommaso detto Didimo, il gemello, e non ci viene detto di chi è il gemello... quindi si dà per scontato che...?Perché Giuda lo bacia quella notte lì?, per identificarlo, perché tu quando baci uno lo abbracci e lo tieni, e quelli che lo devono arrestare non possono sbagliare, perché altrimenti c'era il rischio di sbagliare, perché aveva un gemello. Capite che forse le cose stanno un po' diversamente da quelle che ci sono raccontate? E appunto proprio perché è un versetto che viene citato spesso: "Questo è il mio comandamento: che vi amiate gli uni gli altri come io ho amato voi", c'è da sottolineare "gli uni gli altri" e il "voi", cioè "tra di voi", il discorso vale solo "tra di voi", di nuovo il mondo intero e l'umanità non c'entrano un tubo, il discorso è relativo solo al suo gruppo, e al suo gruppo interessava soltanto Israele. Vangelo di Giovanni 17,9: [si rivolge al Dio Padre, il cosiddetto "mandante"] "Io prego per loro, non prego per il mondo, ma per quelli che tu mi hai dato", cioè "io prego per noi, per il nostro gruppo, ti raccomando loro, io non prego per il mondo", più chiari di così non so se si possa essere. E a riprova del fatto che stiamo parlando in tutto e per tutto di una vera e propria "setta" di persone, prendiamo in esame la vicenda di Anania e Saffira. Atti degli Apostoli, Capitolo 5: "Un uomo di nome Anania con sua moglie Saffira vendette il suo podere, ma trattenne per sé una parte del prezzo". Quindi questo ha venduto, e come era ordinato qualche passo prima: (in Atti degli Apostoli, Capitolo 4, 32-35) "tutti quanti (che) possedevano campi o case li vendevano, e portavano il ricavato delle vendite mettendolo ai piedi degli apostoli", quindi il denaro veniva gestito dai capi della setta, questo Anania se ne trattiene un pezzettino. Pietro se ne accorge e gli dice: ma "-'Come hai potuto pensare in cuor tuo un'azione simile?, non hai mentito agli uomini ma hai mentito allo Spirito-', all'udire queste parole Anania cadde a terra morto". Gli è venuto un infarto?, ictus?, ischemia?, è morto di paura?, per il dispiacere?, o l'ha ucciso Pietro?, perché Pietro e i capi che gestivano il denaro, non potevano permettersi che qualcuno ragionasse con la sua testa e gli ordini andavano eseguiti?, o l'ha fatto morire Dio?, il che sarebbe peggio ancora. Subito dopo, sua moglie in quel momento non c'era, arriva Saffira; "dunque subito alcuni giovani si mossero per avvolgerlo e portarlo a seppellire. Tre ore dopo si presentò anche sua moglie senza sapere ciò che era avvenuto, Pietro le domandò: 'Dimmi, è per tanto(e dice la somma di denaro) che avete venduto il campo?', e lei rispose: 'Si, per questo prezzo'. Pietro le disse: 'Perché vi siete messi d'accordo per tentare lo Spirito? Quelli che hanno portato a seppellire tuo marito, adesso porteranno a seppellire anche te'-", e muore anche lei, "e tutta la comunità ne ebbe terrore"(altre versioni della traduzione riportano invece: "un grande spavento si impadronì di tutti quelli che stavano ascoltando"). Tutti e due morti di infarto? Non si poteva sgarrare in quella setta lì, non si DOVEVA sgarrare, nessuno poteva permettersi di pensare con la sua testa, "il denaro lo portate a noi". Ma questo non era il gruppo che predicava il "perdonate settanta volte sette", cioè perdonate all'infinito? Non avrebbe dovuto dire: "Sì Anania senti, ti capisco, ti sei trattenuto un po' del denaro, hai commesso un errore, per questa volta ti perdoniamo, non farlo più". E invece no: "Ti sei trattenuto un po' di denaro? Crepa". E che Pietro abbia ucciso tutti e due c'è la conferma storica, lo scrivono Porfirio e Girolamo, padri della chiesa, Porfirio addirittura scrive in latino della "severitas Petri necantis Ananiam", ovvero la "severità", la durezza di Pietro nell'uccidere Anania, nel momento in cui uccide Anania, mentre Girolamo, che è quello che ha tradotto la Bibbia in latino, nella sua lettera(epistola) 109, scrive proprio che Pietro ha ucciso Anania e Saffira, perché non hanno messo a disposizione tutto il denaro per la comunità. In Luca 8 c'è scritto che alla vita di quelli lì (cioè di quel gruppo), provvedevano donne benestanti con i loro beni, che stavano sempre con loro, letteralmente: "che li seguivano e li servivano con i loro beni"; che differenza c'è con i guru attuali che si fanno mantenere dalle donne benestanti? Nei tre anni di predicazione Gesù Cristo non ha fatto un'ora di lavoro, e siccome non c'era il sussidio di disoccupazione, se non lavoravi non mangiavi, almenoché non facessi il mantenuto, ma lo dice la Bibbia chi è che lo manteneva, lo dice il Vangelo, basta leggerli. E allora poi si capisce che tutta una serie di cose che ci vengono raccontate non trovano riscontro nei testi, il "perdonate settanta volte sette" dov'è che trova riscontro, visto che al primo sgarro, pagavi con la vita?, tra l'altro, sgarro sul denaro, guarda caso, non è che lo cose siano cambiate di molto. Dal Vangelo di Marco, a parlare è il figlio di Dio: "Mentre [Gesù] usciva per mettersi in cammino, un giovane gli corse incontro e gli domandò: 'Maestro, che cosa devo fare per seguirti?'. Gesù gli disse: '[...] Segui i comandamenti: non uccidere, non commettere adulterio, non rubare, non testimoniare il falso, non frodare, onora tuo padre e tua madre'. Egli allora gli disse: 'Maestro, tutte queste cose le ho osservate'. Allora Gesù fissò lo sguardo su di lui, e gli disse: 'Non basta, ti manca una cosa: vai, vendi tutto ciò che hai, dallo ai poveri, e poi seguimi'-" (Marco 10, 17-22). Cioè, "hai seguito tutti i comandamenti?, non basta, ti manca una cosa", quanti preti lo dicono a messa?, quanti preti chiedono ai propri fedeli ogni finesettimana se hanno venduto tutti i loro beni e gli hanno dati ai poveri?, nessuno, e sapete perché?, perché se cominciano a predicarlo in un minuto perdono tutti i fedeli di tutto il mondo, eppure è scritto nei Vangeli, e a dirlo è il loro Dio!, curioso non trovate?, vuol dire che forse non credono così tanto a quello che dicono, come vogliono farci credere, o sbaglio?. Ma non è tutto. Chi erano i cosiddetti "poveri" ai quali bisognava dare il ricavato della vendita dei beni?, i poveri in realtà sono loro, cioè gli ebioniti, e quindi quella frase lì assume il significato di: "Vai, vendi tutto ciò che hai e mettilo nella setta". Giovanni Battista predica, sapete predicava e battezzava, ora, Gesù Cristo come sapete non ha mai battezzato nessuno, perché non c'era assolutamente bisogno di battezzare nessuno, che se ci fosse stato bisogno in tre anni qualcuno l'avrebbe pur battezzato, era Giovanni Battista che faceva sottoporre a questo rito le persone che gli si presentavano, quindi dal punto di vista della "salvezza e purificazione tramite il battesimo" del Cristianesimo, non c'aveva nulla a che vedere, Giovanni sottoponeva a questo rito solo quelli che si presentavano da lui, e le persone che gli si presentavano venivano, dice la traduzione, a confessare i loro peccati. In realtà in greco c'è scritto che questi qui erano (εξομολογούμενοι) "exomologuménoi", che vuol dire che "gridavano con enfasi", "mettevano in pubblico con una certa enfasi" i loro peccati. Siccome Giovanni Battista doveva liberare la via a Gesù Cristo e lui doveva a sua volta ricoprire il ruolo del liberatore, nel concetto messianico-giudaico, di Israele dal giogo straniero, c'era bisogno di un esercito, cioè di gente disposta a combattere. E quindi Giovanni Battista stava reclutando dei combattenti, e questi andavano a "confessare" ciò che avevano fatto in pubblico, o meglio a "vantarsi" di ciò che avevano fatto, per dimostrare a Giovanni Battista di cosa erano capaci, per dare prova delle loro abilità belliche, sperando così che Giovanni li prendesse a far parte del suo esercito. E quindi sorge spontanea da immaginarsi la scena, di questi che si accalcavano intorno a Giovanni, e chi diceva: "Io ne ho uccisi tre!", e Giovanni: "Vieni con noi, le tue colpe con noi non contano più". E ancora Giovanni: "Tu cos'hai fatto?", "Io ne ho uccisi cinque", e Giovanni: "Sei dei nostri". E di nuovo Giovanni: "E tu invece?", "Io ho incendiato tre case dei collaborazionisti", e Giovanni, "Vieni con noi, le tue colpe saranno scontate". Quindi questi andavano con enfasi a raccontare in pubblico le loro colpe, e lui probabilmente stava reclutando un esercito di tagliagole, quelli che noi poi conosciamo col nome di zeloti, cioè che erano i partigiani antiromani, che erano chiamati "zeloti", erano chiamati "galilei", erano chiamati "barionà", sono tutti termini coi quali si indicavano i partigiani antiromani, quelli che come ci racconta Giuseppe Flavio, uccidevano all'interno delle loro stesse famiglie quelli che non erano d'accordo con loro, non si facevano scrupoli. L'unzione era un rito di iniziazione quando si entrava a far parte della setta, in questo caso dell'esercito di combattenti, non un "battesimo". Dopodiché quando anche Gesù predica e dice alla fine quando arriverà il momento, e lui sperava di riuscire ad arrivare a quel momento ma non ci è riuscito, gli è andata male insomma, lui diceva che ci sarà poi una distinzione, tra quelli che stanno con me e quelli no. Quelli che non stanno con me verranno gettati nel fuoco della Gehenna, il che viene sempre visto come una visione simbolica delle fiamme dell'inferno, in realtà no, no; la Gehenna o Geenna o Gehinnon era un avvallamento fuori dalle mura di Gerusalemme, dove il fuoco bruciava continuamente, perché buttavano i rifiuti e li bruciavano, era la discarica di Gerusalemme, quindi Gesù dice: "Quelli che non staranno con noi, li uccidiamo e li buttiamo lì". E quando Giovanni Battista dice: "Voi scribi e farisei razza di vipere, praticate la metanoia(cioè il cambiamento di mentalità), perché la scura(la malora) è già ai vostri piedi", cioè "se non vi sporcate le mani con noi, noi vi ammazziamo", ecco che cosa significa. E perciò, se era effettivamente un rabbi giudeo, non poteva non avere una compagna, quindi la doveva avere per forza. Nei Vangeli apocrifi ci sarebbe quello della Maddalena, e lì si dice che gli apostoli fossero gelosi perché sembrerebbe che Gesù baciasse la Maddalena. Poi lì c'è l'interpretazione che dice che "baciare" voleva dire "trasmettere i segreti" e quindi loro erano gelosi perché lui trasmetteva i segreti, però in realtà questa è solo una interpretazione, e questo va detto, perché malgrado sia legittima per carità, ma nella lettera, cioè nel testo vero e proprio non c'è scritto questo, ma c'è scritto solo che lui baciava Maddalena. Quindi poteva anche essere che gli apostoli fossero gelosi semplicemente perché lui dimostrava più interesse, cioè come una preferenza in pratica, per l'apostolo Maria Maddalena. Teniamo presente però che quando la Maddalena gli fa la lavanda dei piedi, si scioglie i capelli di fronte a lui, ora, nel mondo ebraico di allora, adesso non è più così, una donna che si fosse sciolta i capelli di fronte ad un estraneo sarebbe stata lapidata sul posto, perché per la cultura ebraica, soprattutto quella del passato, i capelli di una donna sono la sua nudità. E quindi lei li poteva sciogliere solo di fronte al marito, il fratello, o i figli, quindi il fatto che lei li abbia sciolti di fronte a Gesù e li abbia addirittura, come dire, "utilizzati per", sarebbe una prova in più per il fatto che lei fosse sua moglie, perché Gesù non era né suo fratello, né suo figlio, il che lascia solo aperta la possibilità che lui fosse il suo compagno. E questa sarebbe la cosa più naturale tra l'altro, sarebbe addirittura, come dire, "anti-storico", pensare che un rabbi non avesse una compagna, che non avesse moglie. Inoltre, Gesù è stato tirato giù VIVO dalla croce; Vangelo di Pietro: a Gesù danno da annusare quella famosa spugna, che normalmente fa "riprendere" le persone, invece lui immediatamente esala l'ultimo respiro. Morte apparente. Morte precaria. Per tirarlo giù in fretta prima che morisse "veramente", e per evitare di fargli spezzare le ossa, perché altrimenti non lo avrebbero più potuto salvare. Quindi lo tirano giù vivo, lo mettono nel sepolcro; Vangelo di Pietro, che noi non dobbiamo ASSOLUTAMENTE credere vero: nel Vangelo di Pietro c'è scritto che nella notte in cui è stato sepolto è arrivata una luce dal cielo, sono scesi in due, hanno aperto il sepolcro, sono entrati in due e sono usciti in tre, e il terzo veniva sorretto perché non era in grado di camminare da solo, e l'hanno portato via. Fine.