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Ma così come non si può separare la vita di un santo dai suoi scritti,
altrettanto dicasi del concilio. A volte gli scritti sono persino meno ricchi della
biografia. Questo vale per un Gregorio Magno, come vale per un Francesco o
un Carlo de Foucauld e per tanti altri. Ricostruendo la storia del concilio di
Trento gli studiosi hanno modificato l’interpretazione delle sue decisioni finali.
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513;; 653ss.; 759; 801ss.): non si tratta di ribadire questo o quel punto
dottrinale, ma "occorre un balzo innanzi verso una penetrazione dottrinale e
una formazione delle coscienze, in corrispondenza più perfetta della fedeltà
all'autentica dottrina". Proprio l'autenticità della dottrina richiedeva il balzo
innanzi. Questo significava porre la pastorale, intesa come ermeneutica sempre
nuova della dottrina ricevuta, non come momento di un adattamento
successivo della dottrina già formulata, ma come momento costitutivo della
dottrina stessa della chiesa. Infatti occorre distinguere tra la sostanza della
dottrina e la formulazione che la riveste. E' del rivestimento che "un magistero
a carattere prevalentemente pastorale" deve tener gran conto. La storia attuale
con le sue esigenze diventa il luogo in cui deve essere infatti colto un
"postulato" essenziale alla dottrina della chiesa: la dottrina deve essere studiata
ed esposta, dirà il testo latino della GME, “ea ratione quam tempora postulant
nostra": ll. 802-808.
L’ecumenismo
Oltre alle intenzioni espresse di chi volle e convocò il concilio, cioè del
papa, occorre inoltre tenere presenti almeno altri tre fattori che diedero ad esso
un volto preciso.
Un concilio libero
Problemi di recezione
deciso, lo Spirito Santo e noi, di non imporvi nessun altro obbligo al di fuori di
queste cose necessarie...»