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La società feudale

La parola feudalesimo deriva da un vocabolo fehu , cioè, feudo che significa beneficio indicava un territorio concesso dal
sovrano al suddito. Questa parola indicò l’ordinamento politico degli stati in cui il territorio era diviso in feudi comandati dal
feudatario.Il feudalesimo si espanse in Europa durante e dopo l’impero di Carlo Magno anche se per trovarne le origini
dobbiamo risalire a molti secoli prima.
Quando Carlo Magno divenne imperatore, riprese l’uso dei sovrani barbarici di concedere i feudi ai guerrieri più meritevoli.

Il vassallaggio

La parola vassallaggio deriva da was cioè servo. Per questo i feudatari erano chiamati vassalli. Ed ecco quali erano i principali
doveri che un vassallo doveva svolgere: prestare servizi militare con i propri sudditi, offrire ospitalità al sovrano in caso di
passaggio, dividere il bottino fatto con il sovrano.In cambio della fedeltà giurata, i vassalli ricevevano in concessione dei
terreni. Nel Medioevo la moneta circolante era scarsa: perciò la ricchezza continuava ad essere rappresentata dal possesso
della terra.
Già prima di Carlo Magno, i re Merovingi avevano richiesto prestazioni militari ai propri uomini, dando loro in cambio
protezione e mezzi per il sostentamento, cioè un pezzo di terra: non veniva consegnata in proprietà, ma solo concessa in
godimento temporaneo (usufrutto), come un “beneficio” che aveva termine con la morte del beneficiario.

Con il passare del tempo, però, la terra concessa divenne proprietà del beneficiario e fu trasmessa per via ereditaria.
Il processo di formazione della società feudale fu caratterizzato dal passaggio della terra nelle mani di grandi proprietari e
dalla costruzione di una struttura sociale fondata sul rapporto di vassallaggio. Infatti grandi feudatari potevano concedere ad
altri una parte del beneficio ricevuto e diventare così a loro volta signori di vassalli minori: questi, chiamati “valvassori”,
potevano a loro volta creare dei “valvassini”, secondo una schema gerarchico di tipo piramidale.
Con feudalesimo si indica un sistema sociale di diritti e doveri basati sul rapporto di vassallaggio, cioè un sistema di relazioni
personali basate sul possesso della terra da parte di vassalli che l’hanno ricevuta dai loro signori: prima di ottenerla, il vassallo
deve prestare al signore l’omaggio, cioè l’atto di sottomissione accompagnato dal giuramento di fedeltà. Vassalli, valvassori e
valvassini costituivano la nobiltà feudale.
La cavalleria

La cavalleria medievale è stata un’ élite guerriera e un concetto della società europea del Medioevo, che identificava i
guerrieri a cavallo a cui un sovrano o un signore ne aveva riconosciuto il titolo, e il relativo ideale di vita e codice di
condotta a cui questi cavalieri si ispiravano. Il cavallo era considerato più un segno di distinzione di cui godevano e si
fregiavano i capi che non un mezzo bellico, e ciò sia per il suo costo, particolarmente elevato, sia per la simbologia sacrale che
gli era connessa. Il cavallo accompagnava il guerriero nella sepoltura per l'ultimo viaggio, secondo una tradizione che risaliva
alle saghe germaniche conferendo così al cavaliere quell'alone di mito che lo accompagnerà nelle epoche in cui la funzione
della cavalleria sarebbe venuta meno e che le canzoni di gesta epiche avrebbero perpetuato. Il mestiere di cavaliere andò
sempre più specializzandosi e circoscrivendosi a una élite ristretta che diede vita a una cerimonia di iniziazione del cavalierato,
che contribuì alla percezione della cavalleria come gruppo limitato. Il cavaliere non si improvvisava, veniva addestrato fin dalla
fanciullezza e, quindi, armato con un equipaggiamento il cui costo poteva superare quello di 20 buoi, in pratica una piccola
proprietà terriera. Era fatale, così, che si sviluppasse nella società una divisione netta o meglio una frattura incolmabile fra il
cavaliere consapevole del proprio costo e della propria funzione e il popolo. Il mestiere del cavaliere era inizialmente stato
riservato a persone di estrazione variegata e anche di umile origine, come dimostra l'etimologia del termine knight che deriva
da cnith che designava il "servitore” ma con qualità militari e morali eccezionali. Solo nel XIII secolo, anche attraverso la
formazione di un'etica e di un codice di comportamento del cavaliere e della trasmissione ereditaria del titolo di cavaliere, il
cavalierato e la carica nobiliare conoscono una chiara sovrapposizione e si passa dalla condizione di "nobiltà di fatto", ovvero
dall'organizzazione in forme aperte e fluide, alla condizione di "nobiltà di diritto".

Le classi sociali

L’aristocrazia: conti, marchesi, duchi, baroni – etichette che all’origine indicavano una funzione, diventano un titolo
ereditario, come ereditaria diventano le possessioni e I privilegi.

I borghesi erano gli abitanti dei borghi e delle città. Essi dedicavano il loro tempo ai lavori di artigianato e ai
traffici commerciali. Sarà questa la classe che si ribellerà all'autorità dei feudatari per costituire i liberi comuni.

I servi della gleba (Gleba = Terra) erano invece gli abitanti della campagna, obbligati a lavorare, senza ricevere alcuno
stipendio, le terre del feudatario.
Essi dovevano pagare forti tasse e prestare al feudatario tutti i servizi richiesti (servizio militare, manutenzione di strade,
costruzione di opere pubbliche o private)
Le due massime autorità nel medioevo: il papa e l’imperatore

Nei secoli XI - XIII si consolidò l'autorità del pontefice di Roma sul resto della chiesa. Il papa era eletto da un collegio di chierici
romani, detti cardinali.
La chiesa acquisì un grande potere spirituale, giuridico e amministrativo. Ma l'accrescersi del potere del Papa provocò
l'opposizione da parte dell'impero.
Nel XII secolo l'imperatore Federico I Barbarossa fondò una vera e propria teologia imperiale e dopo di lui anche Federico II
oppose gli imperatori al papato. Gli imperatori cercarono di inserire all'interno del sistema di vassallaggio anche Vescovi ed
Abati.

L’economia, I trasporti, l’amministrazione e la giustizia.

Prima dell'XI secolo l'economia europea era quasi sempre agricola e pastorale, e aveva un carattere chiuso: i feudatari,
proprietari dei terreni facevano lavorare la terra dai servi della gleba. Questi ultimi, pur non essendo dei veri e propri schiavi,
erano soggetti a forti limitazioni della loro libertà. Nel feudo c'erano gli artigiani, il cui lavoro era quello di produrre attrezzi
agricoli e gli utensili impiegati nella vita quotidiana. Non vi erano quindi rapporti con l'esterno ed il feudo era autonomo e
autosufficiente.

Intorno all'anno 1000 i feudatari liberarono i servi della gleba e stipularono con loro dei contratti di mezzadria con i quali
alcuni terreni, dotati di abitazione e di attrezzature, venivano affidati ai contadini i quali li coltivavano e dovevano dare al
proprietario la metà del raccolto o dei guadagni ottenuti dalla sua vendita – sistema che perdurò in parte fino adesso. Nel
basso medioevo, cioè nel periodo compreso tra il 1000 e il 1492, l'introduzione di una serie di nuovi strumenti agricoli e di
nuove tecniche produttive, portò ad una diversificazione delle colture e ad un aumento della produzione agricola e delle
attività commerciali. Intanto si assisteva ad un progressivo esodo dalle campagne verso le città che diventavano sempre più
un centro di domanda dei prodotti agricoli. Ciò portò alla nascita della classe mercantile che faceva da intermediaria tra i
produttori agricoli e i consumatori.

Benché l’economia chiusa e I legami sociali determinassero una vita stabile, sedentaria e la scarsa circolazione delle persone,
esistono almeno tre tipi di gruppi umani che sono itineranti: la corte itinerante del re, i pellegrini (v. via Francigena o romea –
dall’Inghilterra a Roma), I commercianti. Si circolava su grandi distanze: a cavallo, con il carro trascinato da buoi, a piedi.

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