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Conseguenze degli anni ’90 nel cinema italiano: Il divo

(2008) e Il caimano (2007)


INTRODUZIONE

Questo lavoro cerca di offrire un’approccio allo sviluppo degli anni ’90 in Italia
compresa la sua ripercussione nel cinema nazionale. Bisogna dire che i film che
analizzaremo non sono specificamente prodotti nel periodo citato, ma che riprendono gli
eventi accaduti in Italia all’epoca di Tangentopoli e di Mani pulite.

Se cerchiamo questi ultimi due termini nell’enciclopedia italiana Treccani


troveremmo che c’è solo una voce tanto per Tangentopoli come per Mani pulite: il
secondo tema si trova dentro al primo. Già da questo possiamo intravedere la vicinanza
dei due concetti, che non conformano entità separate, ma che vengono collegati e
formano parte di un’ stesso avvenimento socio-politico. Nel Dizionario di Storia che ci
offre la stessa enciclopedia, il paragrafo su Tangentopoli comincia definendola come:
“Espressione entrata in uso in Italia a partire dal 1992 in seguito alle inchieste
giudiziarie, conosciute come «Mani pulite»”1. Di questa definizione possiamo dedurre
che La parola “Tangentopoli” fa quindi riferimento a tutto il processo che s’inizia Commented [I1]: Mejor una palabra que seis.

iniziato dopo di 1992 e che “Mani pulite” nomina designa/denomina principalmente alle
inchieste giudiziarie. Anche se consultiamo nella stessa Enciclopedia propriamente detta
possiamo vedere vediamo che il paragrafo incomincia apre dicendo

Nel linguaggio giornalistico, città in cui è diffuso il malcostume di pretendere


e incassare tangenti, ossia somme di denaro richieste in cambio di favori,
concessioni o altre forme d’intermediazione illecite da parte di chi è in grado
d’influenzare la buona riuscita di tali affari o pratiche. Per estensione, il
fenomeno, lo scandalo delle tangenti nella pubblica amministrazione e in
ambienti politici.2

Qui ci sono Due aspetti centrali per sono da evidenziare di sottolineare in questa Commented [I2]: Tampoco acá es necesario marcar el principio
del párrafo con sangría.
definizione. In primo luogo, gli attribuisce lo statuto mette in evidenza che si tratta di Commented [I3]: Es demasiado rebuscado para algo tan simple.

un concetto che esiste in se steso, che esisteva prima e indipendentemente del contesto
di 1992. Dopo si chiarerà che “L’uso del termine si è affermato a partire dal 1992 in
seguito alle inchieste giudiziarie svolte dalla magistratura di Milano e successivamente

1
http://www.treccani.it/enciclopedia/tangentopoli_%28Dizionario-di-Storia%29/ (15/07/2018)
2
http://www.treccani.it/enciclopedia/tangentopoli/ (15/07/2018)

1
condotte anche in altre città d’Italia”3, dove si le le si da peso agli eventi de 1992 come
motivi causa della circolazione diffusione del termino però ma non si lo considera il suo
origine. Un secondo aspetto che salta agli occhi evidente e che non era presente nella Commented [I4]: Dice lo mismo, pero está mejor por el registro
lingüístico.
prima definizione è il ruolo che giocano qui i dei medi -zzi di comunicazione e che nella
prima definizione non si menzionava. Il fatto di che questa voce dell’Enciclopedia Commented [I5]: No funciona la sintaxis.

cominci con “Nel linguaggio giornalistico (…)” sottolinea l’importanza ci da una


traccia del luogo che ha occupato la dei Mass Media nello scandalo di Tangetopoli. Commented [I6]: ¿Por qué con mayúscula?

Un altro punto importante, e che presente in ambe e due le definizioni dicono, è


che, in un primo momento, le indagini cominciano nella magistratura di Milano e che
dopo si spandono abbarcando per spandersi dopo su altri luoghi geografici e altri ambiti
lavorabili.4 Anche, tutto questo processo ha come conseguenze -a la sparizione di partiti
storici come il DC e il PSI.5

Per il seguente presente/nostro lavoro saranno utili alcuni concetti come: “luoghi
della memoria”, “memoria collettiva” e “imaginario collettivo”. Dobbiamo dire che Commented [I7]: No hace falta; conviene evitar todo lo que
pueda distraer.
Anche questi termini sono vicini e i suoi limite si sfumano l’uno nell’altro. che il limite
di ciascuno è diluito nei limiti dell’altro. Maria Cristina Fregni fa una definizione dei
definisce i luoghi della memoria come la relazione fra luogo e memoria e anche hanno Commented [I8]: ¿Sintaxis?

alcune caratteristiche particolari:

a) un luogo può contenere una storia o più storie (…); b) un luogo può
resistere al tempo, finire preservato o dimenticato, toccando in tal modo
diverse culture e sensibilità; c)un luogo può parlare a intere comunità e
aggregazioni sociali, come può sollecitare coscienze o curiosità individuale;
d) un luogo può tacere o essere messo a tacere.6

Però Questi “luoghi” però non devono essere necessariamente fisici. Nella
presentazione del libro I luoghi della memoria. Personaggi e date dell’Italia unita (dove
si riprende la definizione fatta per la dalla Fregni), Mario Isnenghi spiega che “I luoghi
che abbiamo prescelto perché più carichi di risonanze e di rappresentatività rispetto
all’insieme della nostra storia- o delle nostre storie- implicano quindi, congiuntamente,

3
Op. Cit. (http://www.treccani.it/enciclopedia/tangentopoli/)
4
http://www.treccani.it/enciclopedia/tangentopoli_%28Dizionario-di-Storia%29/ (17/07/2018)
5
Op.Cit. (http://www.treccani.it/enciclopedia/tangentopoli_%28Dizionario-di-Storia%29/)
6
Fregni, Maria Cristina.

2
una localizzazione materiale e una geografia dell’imaginario”7.Anche qui possono
trovarsi fatti storici, personaggi, edifici, opere di arte, etc.

Nel complesso a questo concetto ci sono il quelli di “memoria collettiva” e di Commented [I9]: No se entiende.

“immaginario collettivo”. Per “imaginario” una delle voci della Treccani sostiene da
come uno dei significati “sfera dell’immaginazione quale si costituisce e si può
riconoscere attraverso i miti, la produzione letteraria e cinematografica, la
pubblicità”8. Anche abbiamo una definizione di Anche Giovanni Ragone fa una Commented [I10]: Revisar la colocación sintáctica de los
conectores anche y però.
definizione di “immaginario sociale”, il quale

non solo secondo questa teoria è “reale”, ma domanda di essere realizzato,


con più energia di quanto proviene dalla scienza, dalla politica e anche
dall’arte. E la “realizzazione” avviene soprattutto attraverso produzioni
culturali che simulano con le tecnologie l’apparenza delle cose, incorporando
nella loro struttura mitologie e disposizioni emozionali collettive (…) 9.

Ma come può vedersi nell’introduzione prima menzionata, tutti questi concetti


sono veramente avvicinati, e Insenghi cerca di raccontare ? il funzionamento di
“memoria” senza poter lasciar il “immaginario” fuori del suo approccio:

Una memoria collettiva (…) nasce da eventi che hanno la forza di


coinvolgere e rendersi memorabili: ma poi anche dalla capacità di dare forma
organizzata e quindi durata temporale ai contenuti di una memoria che va
aureolandosi di mito e intrecciando alla realtà documentabile le libertà della
favola.10

Nelle seguente pagine In quello che segue cerchieremmo di rispondere, lo il più


approfondito possibile, a queste domande: Essendo il cinema un luogo dove i artisti
possono esprimere la sua opinione o evidenziare la sua posizione su un successo
politico-storico ¿è corretto pensare che il cinema sia anche è uno spazio dove si può
possono trovare i resti trace della memoria collettiva? ¿fino a che punto è possibile Commented [I11]: Mayúscula.

concepire i films analizzati come luoghi della memoria? ¿o sono le rappresentazioni dei
luoghi della memoria? ¿Che caratteristiche ha questo arte in relazione al con lo sviluppo
politico-storico? ¿Ha È una risposta immediata o mediata rispetto a altri medi
espressivi? Commented [I12]: No entiendo el contenido.

7
Insenghi, Mario.
8
http://www.treccani.it/vocabolario/immaginario/ (17/07/2018)
9
Ragone, Giovanni. Pag. 63.
10
Op. Cit. Insenghi. Pag VIII-IX

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