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Realizzato da
Barbara D.
Liceo Scientifico
1
FILOSOFIA
Schopenhauer
ITALIANO LATINO
Foscolo – I Sepolcri Lucrezio – De Rerum
Leopardi – A se stesso Natura
L’ILLUSIONE
Quando si preferisce
immaginare la realtà
migliore di quello che è
INGLESE
STORIA
Blake – The Lamb, The
Prima guerra mondiale Cimney sweaper
Dickens – Oliver Twist
ARTE
GEOGRAFIA
ASTONOMICA Impressionismo
Manet, Monet, Renoir,
Le stelle 2 Cezanne
Tutto e' un'illusione,
e un'illusione
e' una piccola parte di niente
creata da noi
per trovare una scusa
all'incubo che si vive.
Illudersi!
il mondo t'illude,
la vita t'illude,
in giochi di falsa beatitudine
t'illude anche l'uomo,
tra tutti e maggiormente illuso
sin da bambino viene a conoscere
il dolore dell'illusione,
la disprezza, la scaccia
ma non riesce a liberarsi
di questo strano modo d'essere
che come a premiar la fine della vita
si presenta anche da morte,
più di tutte è pura,
magnifica, fatiscente
illusione.
(Anonimo)
3
Il tema dell’illusione si apre nella letteratura italiana con l’opera di
Foscolo.
VITA
Ugo Foscolo nacque a Zante, una delle isole Ionie, nel 1778. L'essere nato
in terra greca rivestì molta importanza per il Foscolo che si sentì
profondamente legato alla civiltà classica e suo ideale
erede. L'isola natia rimase sempre nella sua memoria e fu
cantata più volte nella sua poesia. Alla morte del padre si
trasferì a Venezia con la madre; qui conobbe
un'adolescenza fatta di stenti e di miserie, ma tuttavia
frequentò gli ambienti culturali e politici.
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Scrive l'ode All'amica risanata per la contessa Antonietta Fagnani Arese, di cui
si era innamorato.
Ma gli ultimi anni furono molto tristi, vivendo in miseria, perseguitato dai
creditori e afflitto dalle malattie. Morì nel 1827.
OPERE
Le Ultime lettere di Jacopo Ortis: è un romanzo epistolare; il racconto si
costruisce attraverso una serie di lettere che il protagonista scrive all'amico
Lorenzo Alderani. Non è solo un'opera nichilistica (nichilismo = negazione della
realtà); vi è una ricerca di valori positivi quali la famiglia, gli affetti, la
tradizione culturale italiana, la poesia. L'opera è scritta in prosa aulica con una
complessa sintassi.
Intreccio: un giovane si suicida per amore di una donna già destinata come
sposa ad un altro; la morte, intesa come distruzione totale e "nulla eterno", è
l'unica via che si offre per uscire da una situazione negativa.
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gentili" e a Pallade, "dea delle arti consolatrici della vita e maestra degli
ingegni". Le grazie sono dee intermedie tra il cielo e la terra, che hanno avuto
il compito di suscitare negli uomini i sentimenti più puri ed elevati attraverso il
senso della bellezza e portandoli alla civiltà.
Foscolo mira ad una poesia allegorica personificando in figure le idee
astratte in modo che queste agiscano più facilmente sui sensi e
sull'immaginazione.
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e di fiori odorata arbore amica
40 le ceneri di molli ombre consoli.
Sol chi non lascia eredità d'affetti
poca gioia ha dell'urna; e se pur mira
dopo l'esequie, errar vede il suo spirto
fra 'l compianto de' templi Acherontei,
45 o ricovrarsi sotto le grandi ale
del perdono d'Iddio: ma la sua polve
lascia alle ortiche di deserta gleba
ove né donna innamorata preghi,
né passeggier solingo oda il sospiro
50 che dal tumulo a noi manda Natura.
Pur nuova legge impone oggi i sepolcri
fuor de' guardi pietosi, e il nome a' morti
contende.
vv. 23-29: Qui inizia la ribellione della Speranza, dell'Illusione che l'uomo, pur
sapendo con la ragione che la Tomba non serve a niente, col cuore vuole
sperare di non morire del tutto, restare vivo nel ricordo, per le imprese fatte.
“Ma perché l'uomo deve togliersi, prima del tempo, l'illusione che una volta
morto, lo fa un po' fermare prima dell'Al di là? Non vive anche dopo morto,
quando non vedrà la luce, se questa luce può dare a lui l'affetto degli amici e
dei parenti?”.
vv. 30-41: “E' Divino questo scambio di affetto fra i vivi e i morti (quindi per
prima cosa i Sepolcri servono a mantenere vivo il ricordo del morto); e per
questo il vivo vive col morto e il morto col vivo, se la terra che lo raccolse da
bambino, lo raccoglierà anche da morto, difendendo il suo cadavere dalle
tempeste e dai piedi del volgo e una pietra (lapide) conservi il suo nome e un
albero (arbore) profumato gli dia ombra (al femminile, dal latino, per un senso
di dolcezza)”.
vv. 42-51: “Solo colui che non lascia amici ha poca gioia della tomba; e se
pensa dopo il suo funerale, si vede nell'Inferno o nel Purgatorio; ma lascia la
sua polvere alle erbacce, dove nessuno andrà a pregare, né un passeggero
solitario vedrà il sospiro che la natura ci manda dalla tomba. Però una nuova
legge (Editto di Saint Cloud, in Francia del 1804) impone di seppellire i morti in
cimiteri comuni fuori delle città e sottrae ad essi la possibilità di avere una
lapide col loro nome”.
(Le tombe, inutili ai morti, alimentano nei vivi l'illusione della sopravvivenza
di coloro che furono cari, danno l'unica forma d'immortalità che l'uomo possa
attingere: l'affettuoso ricordi degli altri uomini. Si stabilisce così un ideale
colloquio fra i vivi e gli estinti, illusorio, ma tuttavia espressione di quella
“corrispondenza d'amorosi sensi” che è la più divina dote dell'uomo, il vincolo
che tiene unita la società e il fondamento primo d'ogni civiltà).
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Anche nel Leopardi hanno valore le illusioni che illuminano la vita del
Foscolo: la bellezza, la gloria, la patria, la libertà, l'amore, il piacere, la poesia;
ma mentre nel Foscolo esse appaiono come conquiste raggiunte per mezzo di
uno slancio eroico, di accettazione e di esaltazione della condizione umana,
dolorosa ma ricca di dignità e nobiltà, in Leopardi sono idee nobilissime, insite
nella giovinezza dell'uomo, ma destinate a venir meno, ad essere demolite
dalla ragione e soprattutto dalla vita.
Il termine adesso si lega all’idea di vago ed indefinito (L’infinito) e si
configura come un tentativo di sottrarsi alle leggi materialistiche della natura.
Ma l’illusione manca di continuità e anche gli antichi non potevano a lungo
nutrire la loro poesia di immaginazione (la parola compare non a caso per la
prima volta accanto al concetto di illusione). La legge materialistica della
natura matrigna (di dolore e sofferenza per l’uomo sulla terra) e l’assenza di
una fede religiosa, rendono inoperante, vuota ogni forma di illusione in
Leopardi. Anche il piacere è illusione negativa, fragile, momentanea e instabile;
ogni piacere consiste in un’interruzione breve del dolore.
VITA
Giacomo Leopardi nasce a Recanati il 29 giugno 1798 dal conte Monaldo
e da Adelaide dei marchesi Antici. Fu un autodidatta e nella biblioteca del
padre si diete ad uno studio "matto e disperatissimo"; lo
sforzo notevole debilitò il suo fisico già minato e a 18 anni
fu in pericolo di morte. Il suo primo carme è significativo nel
titolo Appressamento della morte. Gli fu allora molto vicino
l'amico Pietro Giordani, che lo introdusse negli ambienti
culturali.
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Solo a 24 anni riuscì a partire per Roma, lasciando finalmente Recanati,
ma la città lo deluse. Conobbe vari letterati ma non riuscì a trovare una
sistemazione, per cui fu costretto a ritornare alla sua città natia dove dovette
trattenersi per circa due anni fin quando non fu chiamato a Milano dall'editore
Stella che lo assunse per tradurre opere classiche. Qui si trattenne poche
settimane e subito partì per Bologna dove strinse molte amicizie ed amò la
contessa Teresa Carniani Malvezzi.
Conobbe un altro amore, Fanny Targioni Tozzetti (per lei scrive cinque
poesie che compongono il Ciclo Aspasia), sfortunato come gli altri.
Successivamente soggiornò a Roma e poi a Napoli, scrisse il suo testamento
spirituale La ginestra e Il tramonto della luna per poi morire nel 1837.
PENSIERO
Possiamo scorgere nella storia spirituale del Leopardi una lucida e continua
tendenza alla demolizione delle speranze umane, che il poeta segue, ponendo
in risalto inesorabilmente le varie ragioni che rendono infelice la condizione
dell'uomo.
La vita gli appare avvolta dal mistero e dal dolore, che è l'unica certezza per
l'uomo. Il piacere non esiste se non come pausa momentanea del male e un
uscire dalla condizione di pena, mentre la vicenda umana gli appare come
un’inutile corsa verso il nulla, e la storia stessa è contrassegnata dal
progressivo trionfo dell'infelicità.
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Si riscontrano tre momenti nello sviluppo del pensiero leopardiano
rappresentati dal pessimismo individuale, storico e cosmico.
OPERE
Lo Zibaldone: una sorta di diario intellettuale a cui affida appunti,
riflessioni filosofiche, letterarie, linguistiche. Teoria della visione: è piacevole,
per le idee vaghe e indefinite, la vista impedita da un ostacolo, un albero, una
siepe, perché allora in luogo della vista lavora l'immaginazione e il fantastico
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prende il posto del reale. Teoria del suono: serie di suoni suggestivi perché
vaghi.
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l'ultima volta. Al gener nostro il fato
non donò che il morire. Omai disprezza
te, la natura, il brutto
15 poter che, ascoso, a comun danno impera,
e l'infinita vanità del tutto.
Si possono distinguere 3 membri di cinque versi ciascuno (vv. 1-5, 6-10, 11-
15): un settenario; due endecasillabi, un settenario e un endecasillabo di
chiusura.
Ognuno dei membri è aperto dalla ripetizione, quasi ossessiva, dello stesso
motivo: “Or poserai per sempre”, “Posa per sempre”, “T'acqueta ormai”.
L'andamento è spezzato, interrotto da continue pause: vv. 6-7, 7-8, 8-9, 9-10,
11-12, 13-15 (enjambements).
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VITA
Arthur Schopenhauer nasce a Danzica il 22 febbraio 1788. Il padre è
banchiere e la madre una nota scrittrice di romanzi. Viaggia in Inghilterra e in
Francia e dopo la morte del padre comincia a frequentare
l’Università di Gottinga. Influenzano notevolmente il suo
pensiero le filosofie di Platone e di Kant. Frequenta le
lezioni di Fichte a Berlino e nel 1813 si laurea
all’Università di Jena.
Dal 1820 al 1832 insegna come docente libero presso l’Università di Berlino
con poca fortuna. Contemporaneamente viaggia in Francia e in Italia e, a causa
di un’epidemia che lo costringe a lasciare Berlino, si trasferisce definitivamente
a Francoforte sul Reno, dove morirà il 22 settembre 1861.
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Per Schopenhauer invece, il fenomeno è pura illusione, apparenza, sogno;
tra la rappresentazione e la vera realtà si distende il “velo di Maya” (è una
potenza magica ripresa dalla tradizione orientale di cui si servono gli dei per
assumere aspetti illusori) che avvolge l'uomo come in un sogno illusorio e gli
impedisce di conoscere la vera essenza delle cose.
Il mondo è una mia rappresentazione significa che il mondo consiste nel suo
essere percepito da un soggetto. Per Schopenhauer, infatti, il fenomeno è
rappresentazione di qualcosa che è dentro la coscienza del soggetto e fuori non
è nulla, è illusione che demistifica la realtà e che nasconde l’essenza
noumenica.
L’uomo però è portato ad interrogarsi sul fine ultimo della vita e non vuole
vivere nell’illusione, vuole oltrepassare il fenomeno e giungere a capire il
noumeno attraverso la conoscenza intuitiva. Tuttavia, poiché l’uomo non è
solamente intelletto ma anche corporeità, attraverso un’intuizione geniale,
ripiegandosi in sé stesso nell’intimità del proprio io, riesce a conoscere
l’essenza noumenica dell’essere. Se l’uomo si vede dal di fuori, conosce solo
l’essenza illusoria dell’essere; se si guarda dal di dentro, se segue i suoi
sentimenti, la brama, la volontà di vivere, l’impulso che lo porta senza posa a
vivere e ad agire, può conoscere il noumeno. Il nostro corpo è il fenomeno che
copre la vera essenza del mondo, è manifestazione di un principio che è
volontà, è la parte finita che rappresenta l’infinito. Solo l’infinito è concreto e
reale, il finito è una parziale manifestazione di esso. Il mondo fenomenico è la
rappresentazione della realtà, il corpo è rappresentazione del principio di
Volontà.
Le cose del mondo sono oggettivate nella Volontà che è il principio primo.
Dietro la molteplicità dei fenomeni vi è un’essenza che è unica, senza scopo ed
eterna. Il suo unico fine è di continuare ad essere, di perpetuarsi per l’eternità.
Questo principio primo infinito che si manifesta nel finito è arazionale, alogico,
assoluto, unico, eterno, inconscio, è la sostanza del mondo. La Volontà si pone
fuori dal mondo della rappresentazione, si sottrae alle forme del mondo
fenomenico (spazio e tempo). Il noumeno è, è sempre stato e sempre sarà, è
energia, impulso cieco ed irrazionale.
Poiché la Volontà è presente ovunque e sempre, nel mondo non c’è posto
per l’individuo, le cui iniziative non sono altro che un mezzo del principio
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infinito. L’uomo è quindi solo un burattino e la vita viene a non avere più
senso. "[…] ogni aspirazione nasce da un bisogno, da una scontentezza del
proprio stato; c’è patimento fino a che essa (la Volontà) non sia soddisfatta;
ma non v’ha affatto soddisfazione durevole: essa non è se non il punto di
partenza d’una nuova aspirazione, sempre impedita in ogni maniera, sempre
lottante, quindi sempre causa di dolore: per essa giammai uno scopo finale,
perciò giammai limite né termine del soffrire. […] cresce il soffrir arrivando al
grado supremo nell’uomo; qui anzi è desso tanto più violento in quanto l’uomo
è dotato di una coscienza più lucida, d’una intelligenza più alta: colui nel quale
sta il genio è sempre quegli che soffre maggiormente". [da A. Schopenhauer, Il
mondo come volontà e rappresentazione].
Il mondo, quindi, diventa teatro dell’illogico, non esiste alcun dio, non c’è
religione né metafisica. Poiché Schopenhauer è un materialista ateo, non c’è
alcuna finalità ma solamente un meccanismo esterno ai bisogni dell’uomo. Ne
consegue la sofferenza delle creature, dato che il male è parte dell’essenza del
mondo. La critica all’ottimismo sociale e storico è inevitabile: l’unico scopo
dell’uomo è quello di perpetuare la specie.
Il piacere è una breve pausa tra un desiderio e l’altro e l’uomo soffre perché
perennemente assillato dai suoi stessi desideri, che non può mai soddisfare
tutti e definitivamente. La noia, dolorosissima, subentra nel momento in cui
l’uomo, involontariamente, si trova a non sentire interesse per alcunché.
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3) ASCESI: con essa si raggiunge il traguardo di una liberazione totale; è la
cessazione di qualsiasi istinto e impulso, vi è indifferenza verso le cose.
L’uomo annienta la volontà di vivere rifugiandosi nella non volontà (nolontà)
che è l'aspirazione ad essere assorbito nel nulla e corrisponde al Nirvana
buddista (esperienza del nulla). In altre parole, se il mondo, con tutte le sue
illusioni, le sue sofferenze ed i suoi desideri, è un nulla, il Nirvana è un
tutto, è un oceano di pace, uno spazio luminoso di serenità, in cui si
dissolve la nozione dell’io e del soggetto, cioè il fenomeno.
VITA
Tito Lucrezio Caro, nasce nel 99 a. C. probabilmente a Pompei e morì nel
55 a. C., non si sa se avvelenato o suicida. Della sua vita non si conosce quasi
nulla per il fatto che sono pervenuti pochissimi scritti. Il poema che ha lasciato
è il De Rerum Natura (intorno alla natura delle cose).
Il punto di vista da cui guarda il mondo si rifà alla dottrina del filosofo greco
Epicuro, l'epicureismo; Lucrezio non crede in un altro mondo, non crede nella
sopravvivenza dell'anima, ma si limita a descrivere e a esaltare la vita terrena.
La virtù, la felicità, il piacere, il dolore, ecc. sono per lui sentimenti, modi di
essere, legati strettamente alla nostra esistenza fisica; rifiuta la religione
pagana e ne crea al suo posto una che non ha bisogno di dèi, è la religione
dell'uomo e della natura. Si limita a descrivere ed esaltare la vita terrena.
DE RERUM NATURA
E' un poema epico-didascalico in esametri, suddiviso in sei libri.
Suo oggetto è l’esposizione della filosofia epicurea, nella quale vede l’unica via
per risolvere i problemi esistenziali dell’uomo.
Il destinatario è un certo Memmio, al quale dedica l’opera, forse per ottenere
da lui un qualche protettorato.
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Lucrezio ribadisce il valore strumentale e divulgativo della forma poetica,
destinata a mediare in modo efficace contenuti che altrimenti riuscirebbero
ostici al lettore.
E' molto importante l'influenza di Empedocle: con quest'ultimo ha in
comune non solo la forma esametrica e l'argomento, ma anche la profonda
convinzione di una missione da compiere per il bene dell’umanità.
CONTENUTO DELL'OPERA:
Il poema è preceduto da un proemio ed è concluso da un epilogo; i libri dispari
(I, III, V) forniscono le premesse concettuali per la spiegazione dei fenomeni
analizzati nei libri pari successivi.
I e II libro: descrizione fisica del mondo
III e IV libro: descrizione dei comportamenti dell'uomo
V e VI libro: hanno per oggetto la cosmologia che si conclude con la
descrizione della Peste di Atene.
La noia in Lucrezio
Lucrezio ci fornisce una visione del mondo e della natura triste e sconsolata:
la natura è ostile all’uomo e rende la sua vita sulla terra difficile e dolorosa.
Tale quadro negativo può far pensare a una visione pessimistica della realtà.
Spesso afferma con accenti di profonda convinzione che è possibile per l’uomo,
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purché aderisca alla verità e alla sapienza epicurea, trasformare positivamente
una situazione esistenziale difficile e dolorosa, sconfiggendo la sofferenza e
conquistando la felicità (riferimento alla concezione Leopardiana, che si basa
sugli stessi principi, ma giunge a una conclusione negativa).
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Humana ante oculos foede cum vita iaceret
Quando la vita umana giaceva vergognosamente sotto gli occhi (di tutti)
in terris oppressa gravi sub religione
sulla terra oppressa sotto il peso della superstizione
quae caput a caeli regionibus ostendebat
che mostrava il (suo) volto dalle regioni del cielo
65 horribili super aspectu mortalibus instans,
minacciando dall'alto i mortali col (suo) orribile aspetto,
primum Graius homo mortalis tollere contra
per la prima volta un uomo Greco osò alzare contro (di essa)
est oculos ausus primusque obsistere contra,
gli occhi mortali e per primo (osò) resisterle contro,
quem neque fama deum nec fulmina nec minitanti
e non lo spaventarono né i falsi racconti sugli dèi né i fulmini
murmure compressit caelum, sed eo magis acrem
né il cielo col minaccioso brontolio, ma ancor più
70 inritat animi virtutem, effringere ut arta
stimolarono l'indomita energia del animo, tanto che egli
naturae primus portarum claustra cupiret.
desiderò spezzare per primo gli stretti serrami delle porte della natura.
Ergo vivida vis animi pervicit, et extra
Dunque la sua vivida intelligenza trionfò, e lontano
processit longe flammantia moenia mundi
si spinse al di là delle ardenti barriere dell'universo
atque omne immensum peragravit mente animoque,
e percorse l'universo immenso con la mente e col cuore,
75 unde refert nobis victor quid possit oriri,
di dove ci riferisce trionfatore che cosa possa nascere,
quid nequeat, finita potestas denique cuique
che cosa non possa, per quale ragione vi sia per ogni
quanam sit ratione atque alte terminus haerens.
cosa un potere delimitato e un termine assolutamente fisso.
Quare religio pedibus subiecta vicissim
Così la religione abbattuta sotto i piedi, è calpestata a
obteritur, nos exaequat victoria caelo.
sua volta, e (questa) vittoria ci eguaglia al cielo.
80 Illud in his rebus vereor, ne forte rearis
Una cosa io temo in questi argomenti, che tu (= Memmio)
impia te rationis inire elementa viamque
per caso creda di iniziarti agli elementi di una dottrina
ndugredi sceleris. Quod contra saepius illa
empia e di incamminarti per la strada del male. Invece
religio peperit scelerosa atque impia facta.
proprio essa, la religione, ha partorito fatti scellerati ed empi.
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In the english literature Blake and Dickens speak of the theme of illusion.
LIFE
William Blake was born in London in 1757 into a lowerclass family. He
took to writing poetry and published Songs of Innocence
and Songs of Innocence and of Experience. The sale of
this and other books was not a success.
STYLE: Blake uses simple lexis and syntax; his poems are rich in images.
THE LAM
Little Lamb, who made thee?
Dost thou know who made thee?
Gave thee life, and bid thee feed
20
By the streams and over the mead;
Gave thee clothing of delight,
Softest clothing, woolly, bright;
Gave thee such a tender voice,
Making all the vales rejoice?
Little Lamb, who made thee?
Dost thou know who made thee?
21
And so Tom awoke, and we rose in the dark,
And got with our bags and our brushes to work.
Though the morning was cold,Tom was happy and warm;
So if all do their duty they need not fear harm.
LIFE
Charles Dickens was born in the south of England in 1812. He works in a
shoe-blacking factory for a few months and this experience
was never forgotten. The poor and the oppressed are
present in his fiction. He travelled and wrote accounts of
his journeys.
OLIVER TWIST
Is a sort of fairy tale in which good triumphs over evil. The "workhouse"
where Oliver and his companions live is based on "charitable" institutions of
the time which treated the poor as if poverty was a crime; the aim of Dickens's
satire is to expose a form of public charity which eliminates poverty by starving
the poor.
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Nell'arte il tema dell'illusione viene trattato dagli impressionisti; la realtà
nei loro quadri non è rappresentata così com'è, ma secondo le impressioni che
suscita all'artista; essa è quindi un'illusione.
L’ IMPRESSIONISMO
E' un movimento che segnerà una svolta decisiva nella
storia della pittura.
CAFFE’ GUERBOIS: luogo d’incontro dove gli artisti, che si battevano contro
l’accademismo per l’affermazione di una pittura che interpretasse la realtà in
maniera nuova, totale e libera, si recavano quando, tramontato il sole, era
impossibile dipingere.
TEMI: qualunque oggetto, il quale vive solo per la vita che gli dà l’artista. Lo
stesso tema potrà essere dipinto da diversi pittori, nella stessa ora e nello
stesso punto di vista, ma il risultato non sarà mai uguale perché ognuno vede
e giudica la realtà in maniera diversa.
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Olympia:
La Grenouillère:
Regata ad Argenteuil :
L’acqua del fiume riflette l’azzurro del cielo, il rosso delle casa, il verde
della riva, il bianco delle vele;
L’accostamento dei colori primari e complementari determina una
luminosità intensa e festosa, cosicché tutto è luce, tutto è colore.
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Impressione. Il levar del sole e Impressione. Il tramonto del sole:
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coglierne la sostanza. Afferma che tutta la realtà è riconducibile al cubo, al
cilindro e alla sfera perché vuole superare la superficialità dell’occhiata gettata
a caso sulla natura, per esprimere il significato che acquista la somma sintetica
delle sensazioni.
La casa dell'impiccato:
I giocatori di carte :
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LE STELLE
Le stelle, si sa, sono i puntini che popolano il nostro cielo ogni volta che il
sole tramonta.
Si sa anche che sono fonte di grande fascino ed in oltre sono, e sono state,
dense di significato per molte popolazioni, soprattutto in passato che le hanno
radunate in costellazioni.
Basti pensare che gli antichi credevano che le stelle fossero dei fori su
una grande sfera al di là della quale c'era una grande luce prorompente
rappresentante il Dio creatore. Erano quindi considerate come collegamento
con l'aldilà. Gli antichi dedicavano molto allo studio degli astri, temevano quello
che a loro il cielo poteva celare.
LE DISTANZE ASTRONOMICHE
Le più usate unità di misura delle distanze sono:
1[1]
ZENIT: stella che sta esattamente sopra l’osservatore.
28
Unità astronomica: in genere è usata entro i limiti del sistema solare e
corrisponde alla distanza media terra-sole che è di circa 149 600 000 Km.
Anno-luce: è la distanza percorsa in un anno dalla radiazione luminosa,
che si muove circa alla velocità di 300 Km/s. un anno-luce corrisponde
quindi a una distanza di 9 463 miliardi di chilometri.
Parsec: è la distanza di una stella che ha una parallasse, cioè uno
spostamento apparente della posizione (se osservata dagli estremi opposti
dell’orbita terrestre) di due secondi d’arco. E’ la distanza di un punto dal
quale un osservatore vedrebbe il semi asse maggiore dell’orbita terrestre,
perpendicolarmente (perpendicolare cioè all’asse immaginario che unisce il
punto al sole) sotto l’angolo di 1’’. Questa unità di misura si basa sulla
misura accurata dell’angolo di parallasse. In realtà col termine parallasse si
indica lo spostamento apparente di un oggetto rispetto ad un punto di
riferimento molto lontano, quando l’oggetto viene osservato da due punti
diversi. Per avere le due misurazioni, questa misurazione si fa di sei mesi
cioè quando la terra ha percorso metà della sua orbita totale.
STELLE A CONFRONTO
La luce stellare giunge all'occhio dell'uomo come qualcosa di vacillante e
intermittente, e questo nell'antichità ha suggerito l'immagine delle stelle come
punti luminosi emananti raggi. Tuttavia, osservate con un buon cannocchiale o
con un telescopio, le stelle appaiono del tutto sprovviste di raggi. Questi
dunque non sono reali, ma frutto dell'interazione tra la luce stellare e l'occhio
umano.
30
Stelle in fuga e stelle in avvicinamento: le stelle si muovono nel
firmamento. E’ ovvio che la velocità di una stella che si sposta può essere
stimata con sufficiente approssimazione se la direzione del movimento è
perpendicolare alla linea che unisce l’osservatore alla stella stessa. Ma
alcuni corpi si allontanano o si avvicinano: in questo caso le stime sono
fornite dalla spettroscopia attraverso l’applicazione dell’effetto Doppler2[2].
2[2]
Effetto Doppler: in una sorgente di luce che si allontana velocemente da noi
aumenta la lunghezza d’onda della luce che viene emessa. Come conseguenza
la stella ci appare più rossa di quanto sia in realtà.
31
nebulose a riflessione perché debolmente luminose se attraversate
dalla luce di una stella vicina.
32
IL DIAGRAMMA H-R
33
termonucleare di trasformazione dell’idrogeno in elio. In tale reazione 4 nuclei
d’idrogeno si fondono in un singolo nucleo d’elio. Ma nel corso della fusione
una parte della massa scompare e si converte in energia. Il calore liberato da
tale reazione fa aumentare la pressione dei gas verso l’esterno, fino a
compensare la forza di gravità: si giunge così ad una fase di stabilità, durante
la quale, la stella, ormai adulta, si trova nella sequenza principale del
diagramma H-R, che rappresenta, quindi, la fase dell’evoluzione di una stella.
Quando l’idrogeno è quasi consumato del tutto, il nucleo d’elio che si è formato
finisce per collassare, cioè per contrarsi su se stesso; in tale processo si
riscalda progressivamente fino a temperature di 100 milioni di K, sufficienti ad
innescare nuove reazioni termonucleari, che trasformano l’elio in carbonio.
La stella è entrata in una nuova fase e appare come una gigante rossa,
ora la sua evoluzione seguirà diverse strade secondo la sua massa iniziale.
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provocando un’ulteriore trasformazione: elettroni e protoni si fondono dando
vita ad una stella di neutroni con un diametro di soli 20/30 Km.
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caso di vittoria, il Trentino e il Tirolo meridionale, Trieste, l’Istria, la Dalmazia,
esclusa la città di Fiume, e la base di Valona in Albania. Il conflitto cominciò,
per l’Italia, il 24 maggio del 1915, quando l’esercito varcò il fiume Piave,
aprendo un nuovo fronte.
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tendenza, pertanto le legittime aspirazioni nazionali di diversi popoli furono
subordinate al desiderio di imporre durissime condizioni ai vinti.
DOPOGUERRA IN EUROPA
La fine della prima guerra mondiale lasciò i paesi belligeranti stremati. Ai
contraccolpi geografici (i morti avevano superato i 10 milioni di unità) si
aggiungevano le difficoltà economiche: le industrie che avevano prodotto
materiale bellico dovevano essere riconvertite mentre il bilancio pubblico era
stremato da un indebitamento vertiginoso; questa situazione alimentò un forte
malessere sociale (di cui l'inflazione e la disoccupazione dei reduci erano le
cause più rilevanti) e le conseguenze si fecero sentire sul piano politico, dove
alla domanda delle masse popolari di partecipare maggiormente alla vita
politica, fecero riscontro le tendenze di alcuni a risolvere in chiave autoritaria la
crisi del sistema liberale.
38
In Germania la crisi del dopoguerra raggiunse una radicalizzazione
estrema. Fu proclamata la Repubblica di Weimar che affermò l'egemonia
della socialdemocrazia. Ma all'interno del movimento operaio si affermarono
anche tendenze rivoluzionarie che si coagularono nel movimento spartachista.
Lo scontro tra il governo e la sinistra raggiunse il suo apice nel 1919 con una
grande manifestazione a Berlino, stroncata nel sangue. Dopo l'episodio si
scatenò la controrivoluzione animata dalla formazioni più reazionarie legate ai
circoli militari. Una di queste, a Monaco, si organizzò in Partito Socialista
capeggiato da Adolf Hitler che tentò un colpo di stato; il tentativo fallì e Hitler
fu arrestato. L'episodio fu un chiaro sintomo di una situazione politica
irrimediabilmente deteriorata.
BIBLIOGRAFIA
Italiano
"Dal testo alla storia Dalla storia al testo" vol. 3 Tomo Primo/a - Baldi, Giusso,
Razetti, Zaccaria; Paravia.
Filosofia
"Protagonisti e testi della filosofia" vol. 3 - Abbagnano, Fornero; Paravia.
Latino
"Vocis imago" vol. 3 - Meringhi, Gori; Edizioni scolastiche Bruno Mondadori.
Inglese
"Literature and beyond" vol. 3 - De Luca, Grillo, Pace, Ranzoli; Loescher
Editore.
Storia dell'arte
"Arti, correnti e artisti" volume secondo - Adorno, Mastrangelo; D'Anna.
Geografia Astronomica
"Il globo terrestre e la sua evoluzione" - Palmieri, Parotto; Zanichelli.
Storia
"Il manuale" vol. 3 - Giardina, Sabbatucci, Vidotto; La Terza.
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