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1.

AGGREGAZIONI AZIENDALI
Al fine di migliorare lo svolgimento della propria attività e raggiungere obiettivi comuni, aziende
indipendenti sviluppano tra loro relazioni.
I rapporti interaziendali possono riguardare semplici scambi di mercato oppure accordi di collaborazione,
che possono dare origine ad aggregazioni aziendali, ovvero insiemi di aziende che svolgono insieme alcune
attività ai fini di un obiettivo comune.

Tra le motivazioni che portano a tali aggregazioni vi sono:


- realizzazione di economie di scala
- incremento dell’efficienza
- miglioramento dell’efficacia
- riduzione della concorrenza
- assunzione di maggiore rilevanza

2. CLASSIFICAZIONE
Le aggregazioni di imprese sono classificate secondo diversi elementi:
a) La finalità
Prendendo come riferimento le motivazioni, s’individuano:
- Finalità esterne relative ai rapporti che si instaurano con l’ambiente esterno (clienti, fornitori, concorrenti)
- Finalità interne legate ad un migliore utilizzo dei fattori produttivi.

b) Origine dei legami collaborativi


- Aggregazioni su base contrattuale: si formano per effetto di accordi volontari tra aziende che traggono
convenienza economica da esse. (consorzi affitti aziende) – es: Contratti che creano rapporti di
collaborazione, contratti che creano rapporti di dipendenza, contratti che intendono condizionare i mercati.

- Aggregazioni su base patrimoniale: originate dal possesso da parte di un’azienda di una quota del capitale
sociale (partecipazione) di un’altra azienda. (acquisizioni di quote di capitale sociale  gruppi aziendali)

c) Grado di formalizzazione dell’accordo


Il grado di formalizzazione dell’accordo dipende dalla presenza o meno di uno “strumento giuridico”, ad
esempio un contratto, destinato a regolare i rapporti tra le aziende aggregate.
In tal senso possiamo distinguere:
- Aggregazioni formali: presentano un accordo di tipo formale (contratto o pacchetto azionario,
associazioni di partecipazione, consorzi)
- Aggregazioni informali: non presentano un accordo di tipo formale, ma può esservi, ad esempio, un
accordo di tipo verbale, chiamato Gentelmen’s agreement.

d) Attività degli aderenti


A proposito dell’attività produttiva dei soggetti aderenti, si distinguono:
- Aggregazioni verticali: s’instaura un rapporto di dipendenza tra cliente e fornitore per acquisire fattori di
produzione e collocare sui mercati di sbocco il prodotto realizzato.
Ad esempio, un’azienda si occupa di produrre legname, un’altra della trasformazione del legname in articoli
di arredamento e la terza si occupa della promozione e distribuzione dei prodotti.
- Aggregazioni orizzontali: forme di aggregazione in cui i soggetti aggregati svolgono un’attività produttiva
identica o simile. S’instaura tra esse un rapporto di concorrenza. Ad esempio aziende che esercitano
un’attività di trasporto fissano un prezzo minimo da applicare alla propria clientela.

- Aggregazioni complementari: aggregazione tra imprese non concorrenti alla ricerca di collaborazione
complementare. Ad esempio due aziende che collaborano per realizzare prodotti tra loro complementari.

e) Durata del rapporto


- accordi di natura transitoria: aziende che svolgono un’attività in comune solo temporaneamente.
- accordi di natura durevole: aziende che svolgono un’attività in comune in maniera continuativa.

3. AGGREGAZIONI INFORMALI
La costituzione di aggregazioni informali è da ricondurre a collegamenti su base produttiva, finanziaria o
personale.

a) Collegamenti su base produttiva: i collegamenti su base produttiva scaturiscono dalla ricerca di una
collaborazione di natura produttiva tra le aziende collegate. Esempi sono le piccole imprese che operano su
commessione di una grande impresa, di cui costituiscono "imprese satellite". Le piccole e medie imprese
sono quindi legate da vincoli di subordinazione con la grande impresa.
b) Collegamenti su base finanziaria: i collegamenti su base finanziaria s'instaurano quando l'azienda
ottiene ingenti finanziamenti da un'altra azienda (ad esempio una banca). In questo caso l’impresa
finanziatrice influenza le scelte dell’impresa debitrice pur in assenza di una relazione formale di
dipendenza.
c) Collegamenti su base personale: si fondano sui rapporti personali intrattenuti dai soggetti negli organi di
vertice di diverse imprese. Ad esempio può trattarsi di più aziende che abbiano lo stesso amministratore,
professionista o esperto, di imprese che siano controllate da esponenti di una stessa famiglia o di società
che presentano comuni componenti dei consigli d'amministrazione.
d) Gentlemen’s agreement: accordi verbali (segreti) tra aziende con interessi comuni. Ad esempio le intese
possono riguardare la fissazione dei prezzi, la distribuzione della produzione, la delimitazione delle zone
d'influenza.

4. AGGREGAZIONI FORMALI
1. CONTRATTO DI AFFITTO DI AZIENDA
Il contratto di affitto di azienda consente ad un’azienda di concedere in affitto l’esercizio dell’attività
aziendale, ottenendo in cambio un canone periodico d’affitto.
L’azienda non cessa di esistere e mantiene la proprietà dei beni che compongono il complesso aziendale,
ma l’attività si trasforma da produttiva a finanziaria ed immobiliare.
Le principali motivazioni dei contratti di affitto sono:
- Di natura economico-gestionale: un imprenditore dispone subito del complesso aziendale evitando un
elevato esborso che sarebbe necessario per l’acquisto dell’azienda, mantenendo un impegno non definitivo
e modificabile.
- Di crisi aziendale: in questo caso l’affitto aziendale è la modalità attraverso la quale un'azienda che versa
in stato di insolvenza utilizzi l’affitto come ponte con un nuovo soggetto giuridico capace di far fronte agli
impegni assunti. In tal modo si evita che l'attività aziendale venga interrotta per effetto della dichiarazione
di insolvenza e si pongono le basi per una successiva acquisizione.
2. ASSOCIAZIONI IN PARTECIPAZIONE
L'associazione in partecipazione è una particolare forma di contratto con il quale un’impresa "associante" si
accorda con aziende "associate" a cui viene attribuita una partecipazione agli utili dell'impresa come
ricompensa/corrispettivo di un apporto di capitale o di lavoro (se ci sono utili si fottono una parte di questi
utili perché hanno lavorato per l’azienda associante o hanno dato dei cazzo di soldi di merda per il capitale).
L'utilizzo di questo tipo di contratto offre dei vantaggi in termini di flessibilità ed è molto redditizio nel
momento in cui l'impresa ottiene un utile. Diventa invece problematico nei casi in cui l'attività sia in perdita
perché in questo caso il lavoratore associato può essere chiamato a rispondere delle passività.

3. Il CONSORZIO
Il consorzio è un contratto tra più aziende che esercitano la medesima attività o attività connesse, che ha
per oggetto la disciplina delle attività stesse tramite un'organizzazione in comune, mantenendo però la loro
autonomia giuridica ed economica.
Il consorzio prevede un'organizzazione comune che può svolgere le seguenti attività:
- attività di carattere interno all'aggregazione: il consorzio si limita a regolamentare determinati rapporti
fra i consorziati (prezzi, condizioni di vendita, produzione...);
- attività di carattere esterno: il consorzio si inserisce concretamente nell'attività economica con iniziative
di interesse comune o inerenti alla produzione (consorzi di controllo della qualità, consorzi di attività
promozionale per nuovi clienti) a tutela dei propri consorziati.

4. I CARTELLI
Cartelli: è un accordo vietato e illegale attraverso il quale le aziende si impegnano a rispettare certi limiti
nella loro azione sul mercato, per ridurre o disciplinare nel comune interesse la concorrenza. Le aziende
mantengono la loro indipendenza e autonomia.
Sono esempi di cartelli gli accordi volti a: non vendere ad un prezzo maggiore o minore a quello fissato, non
produrre più prodotti della quantità prefissata. QUINDI NON SONO FORMALI, UNA VOLTA LO ERANO MA
ORA SONO ILLEGALI.

5. ASSOCIAZIONI TEMPORANEE DI IMPRESE


L’associazione temporanea di imprese è un’aggregazione limitata nel tempo, le cui imprese aderenti
collaborano alla realizzazione di uno specifico progetto, come, ad esempio, la costruzione di grandi opere
pubbliche o private e la costruzione di edifici.
Tutte le imprese partecipanti mantengono la loro autonomia. Le aziende raggruppate designano una di
esse a rappresentarle tutte nei rapporti con il committente. Ciascuna delle singole aziende risponde però in
proprio ed in via diretta per l'esecuzione della parte dell'opera complessiva che si è specificatamente
assunta.

6. ASSOCIAZIONI DI CATEGORIA
Hanno come obiettivo la tutela degli interessi di natura istituzionale (non connessi agli scambi di mercato)
delle imprese associate e possono essere così organizzate:
- per ambito geografico: l’associazione riunisce aziende presenti in una specifica area, a prescindere dal
settore di attività;
- per settori di attività economica: l’aggregazione si fonda su una specifica attività esercitata dalle imprese
associate;
- per dimensioni aziendali: l’aggregazione riunisce aziende di una certa dimensione.
Il loro compito specifico è quello di rappresentare le imprese associate in determinate situazioni e di fornire
alle imprese medesime un'opera di consulenza ed assistenza.

7. GRUPPI EUROPEI DI INTERESSE ECONOMICO (GEIE)


Il gruppo europeo d’interesse economico è molto simile ad un consorzio ad attività esterna, ma si distingue
da questo per la caratteristica di aggregare aziende appartenenti a diversi Paesi dell’Unione Europea.
Il suo pregio principale è quello di avere una regolamentazione uniforme in tutti i paesi del UE.
Il GEIE Può essere attuata solo fra almeno due Stati comunitari diversi.
Gli organi che lo compongono sono:
- l'assemblea degli aderenti: è composta da tutti i membri aderenti ed è delegata ad assumere le decisioni
di governo dell'associazione. Ogni azienda dispone di un voto e le decisioni più importanti devono essere
prese all'unanimità;
- uno o più amministratori: hanno funzioni esecutive e di rappresentanza del GEIE verso l’esterno.

Non è obbligatoria la costituzione di un fondo patrimoniale iniziale e il GEIE non realizza al proprio interno
né utili, né perdite, poiché questi sono da attribuirsi direttamente ai singoli membri.

8. I GRUPPI DI ACQUISTO E LE UNIONI VOLONTARIE


Le unioni volontarie ed i gruppi di acquisto sono tipici del settore della distribuzione, specie di prodotti
alimentari, e sono forme associative che mirano a sostenere la competitività delle piccole e medie aziende
rispetto ai soggetti della grande distribuzione.
Le aziende che aderiscono, pur impegnandosi nei vincoli dell'organizzazione, non rinunciano alla loro
indipendenza.
La collaborazione riguarda diversi aspetti della gestione. Ad esempio: l'effettuazione in comune di
approvvigionamenti, la soluzione di problemi legati all'organizzazione dei punti vendita ecc.
Il settore in cui sono principalmente diffuse le unioni volontarie è quello alimentare. Esempi ne sono il
Despar, A&O Selex... spesso l'unione personalizza i punti vendita creando uno stile per i caratteri esteriori e
distintivi di negozi, cosicché se ne individua a prima vista l'appartenenza;
I gruppi di acquisto sono raggruppamenti di più aziende dettaglianti che si associano per l'effettuazione in
comune di approvvigionamenti per la realizzazione di economie di scala. Esempi sono Conad, Crai ecc.

9. LE JOINT VENTURE
La joint venture è una forma di collaborazione tra due o più soggetti (detti partner) che origina la creazione
di una nuova azienda per lo svolgimento in comune di una specifica attività, mantenendo ciascun socio la
propria autonomia.
Nessun socio detiene un potere dominante tale da imporre la propria volontà, infatti i soci possiedono
quote paritarie di partecipazione al capitale sociale (il caso tipico è quello in cui due società detengono
ciascuna il 50% del capitale sociale della joint venture).

10. FRANCHISING
Il franchising è un accordo contrattuale con il quale un’azienda manifatturiera, un grossista o un impresa
produttrice di servizi (franchisor o affiliante) concede ad altre aziende (chiamate franchisee o affiliati) la
possibilità di produrre o distribuire beni e servizi utilizzando il nome, la marca o l’insegna dell’affiliante.
Il franchising si configura come un contratto che trasferisce know-how, immagine di mercato o prodotto,
condotta strategica, ecc. dall'impresa affiliante agli affiliati per creare una rete di vendita di tipo omogeneo
ed integrato. Ciascuno degli affiliati mantiene però la propria autonomia giuridica ed economica.

Le principali tipologie di franchising sono le seguenti:


- franchising di produzione: in cui il franchisor è un produttore di beni che, attraverso dei dettaglianti
(franchisees), intende assicurare la distribuzione e la vendita dei propri prodotti sotto un’insegna comune
(Benetton, Stefanel, Buffetti…).
- franchising distributivo: il franchisor non è un produttore ma un grossista che seleziona i prodotti e li
acquista da terzi per rivenderli sia attraverso dei dettaglianti sia in proprie filiali di vendita diretta (Upim,
Standa, Coin  la Coin vendeva boxer di Armani, maglie della Guess ecc.).
- franchising di servizi: è un sistema nel quale il franchisee non vende alcun prodotto ma offre le
prestazioni di servizi sperimentati dal franchisor. I settori in cui trova maggiore applicazione sono i fast food
(McDonald's), l'autonoleggio (Hertz) e l'intermediazione immobiliare (Tecnocasa).
- franchising industriale: le due parti, franchisor e franchisee, sono imprese industriali delle quali una
concede all'altra licenze di brevetti di fabbricazione, marchi e tutto il know-how per la produzione e
l'imballaggio di beni di consumo.
La Coca-Cola Company concede ad aziende localizzate in varie parti del mondo la possibilità di produrre
prodotti Coca-Cola in stabilimenti produttivi vicino ai luoghi di consumo, contribuendo anche a ridurre i
costi di trasporto.

4. I DISTRETTI INDUSTRIALI
Il distretto industriale è un gruppo di imprese, solitamente di piccola e media dimensione in un ambito
territoriale circoscritto, che svolgono la stessa attività o attività affini, specializzate in una o più fasi di un
processo produttivo. Quindi nel distretto ognuno ha il suo pezzo da produrre per raggiungere l'obiettivo.
Esempi ne sono la Silicon Valley e Hollywood.

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