Professional Documents
Culture Documents
Introduzione
Come ormai è ben noto, nel territorio italiano il problema della sicurezza delle costruzioni esistenti
è di primaria importanza, da un lato per il valore storico-artistico-ambientale di gran parte del
patrimonio edilizio, dall’altro per l’elevata vulnerabilità di numerosi edifici rispetto alle azioni
sismiche.
Con il termine vulnerabilità sismica viene indicata la propensione che ha una struttura a subire un
danno di un determinato livello, a fronte di un evento sismico di una data intensità. È evidente, di
conseguenza, come sia di fondamentale importanza riuscire a valutare la vulnerabilità sismica di un
edificio esistente.
In merito all’analisi sismica globale finalizzata alla valutazione degli edifici esistenti, la normativa
tecnica ammette l’impiego di metodi di calcolo sia lineari che non-lineari. In ambito non-lineare
sono due le modalità di analisi che possono essere utilizzate, i) l’analisi statica non-lineare
(pushover), generalmente la più utilizzata, e ii) l’analisi dinamica non-lineare. Quest’ultima, che dal
punto di vista computazionale risulta essere la più onerosa, ha il vantaggio di riprodurre in maniera
più accurata la risposta strutturale all’azione sismica e, di conseguenza, è fortemente consigliata per
la valutazione di edifici “irregolari”.
L’applicazione di tale metodologia di analisi richiede che l’azione sismica sia rappresentata da storie
temporali del moto del terreno, la cui selezione dovrebbe essere compatibile con uno spettro di
riferimento. Le nuove norme tecniche per le costruzioni NTC 2018, così come le NTC 2008,
permettono di scegliere (limitazioni a parte) tra diverse tipologie di accelerogrammi, in base alla
loro natura, ossia tra i) storie temporali naturali (registrate), ii) accelerogrammi artificiali oppure iii)
storie temporali generate mediante simulazione del meccanismo di sorgente e della propagazione.
In questo articolo viene mostrato un esempio di edificio esistente in cemento armato del costruito
italiano, strutturalmente irregolare sia in pianta che in altezza, la cui vulnerabilità sismica è stata
valutata mediante lo svolgimento di analisi dinamiche non-lineari. Per tale edificio, oltre alle “usuali”
verifiche in termini di meccanismi “duttili” e “fragili”, è stato anche stimato l’indice di sicurezza IS-
V, definito come il rapporto tra l'accelerazione di picco al suolo che determina il raggiungimento
1
dello Stato Limite di salvaguardia della Vita (PGA di capacità, PGAC), e l’accelerazione al suolo
prevista, nel sito, per un nuovo edificio allo stesso stato limite (PGA di domanda, PGAD), necessario
al fine della classificazione sismica.
Le analisi numeriche della struttura in oggetto sono state svolte con l’ausilio del software agli
Elementi Finiti SeismoStruct, mentre la propedeutica selezione dell’input sismico è stata effettuata
con il software SeismoArtif (entrambi i programmi sono distribuiti da Mosayk srl (www.mosayk.it)).
Figura 1: Parametri dell’input sismico
2
- Definizione di una forma di inviluppo;
- Definizione di una funzione di densità spettrale.
Mentre il segnale casuale viene generato automaticamente dal software, gli altri due elementi
devono essere determinati dall’utente, sulla base delle indicazioni prescritte dalle norme.
In particolare, per quanto riguarda la forma di inviluppo le NTC 2018 prescrivono: “La durata delle
storie temporali artificiali del moto del terreno deve essere stabilita sulla base della magnitudo e
degli altri parametri fisici che determinano la scelta del valore di ag e di SS. In assenza di studi specifici,
la parte pseudo-stazionaria dell’accelerogramma associato alla storia deve avere durata di 10 s e
deve essere preceduta e seguita da tratti di ampiezza crescente da zero e decrescente a zero, in
modo che la durata complessiva dell’accelerogramma sia non inferiore a 25 s.”. Per il caso studio in
esame, non avendo eseguito studi specifici, si è, pertanto, optato per una forma trapezoidale con
parte stazionaria pari a 10 sec e durata complessiva pari a 25 secondi, come mostrato in Figura 2.
Figura 2: Forma di inviluppo definita nel software SeismoArtif
3
accelerogrammi, la verifica può essere effettuata considerando i valori medi degli effetti più
sfavorevoli. In ogni caso, non è previsto l’uso di un numero di accelerogrammi inferiore a 3.
Nell’esempio in esame si è scelto di utilizzare 7 gruppi di accelerogrammi e, quindi, di adottare per
la verifica i valori medi degli effetti più sfavorevoli. Si specifica che, con “gruppo” si intende l’insieme
delle componenti di una registrazione (evento sismico), in genere, due orizzontali ed una verticale.
Nella maggior parte dei casi, però, l’analisi dinamica non-lineare richiede l’impiego delle sole
componenti orizzontali, fatta eccezione per quanto indicato al punto 7.2.2 delle NTC 2018.
In Figura 3 si riporta una schermata del programma in cui sono indicate le principali scelte di
selezione adottate per il caso studio in esame.
Figura 3: Parametri adottati per la generazione degli spettri (schermata del software SeismoArtif)
Nel seguito si riportano uno degli accelerogrammi artificiali generati (Figura 4) e gli spettri elastici
ottenuti da tale set di storie temporali (Figura 5).
Figura 4: Accelerogramma generato artificialmente
Figura 5: Spettri elastici in accelerazione ottenuti dal set di accelerogrammi artificiali
Figura 6: Modello tridimensionale a fibre in SeismoStruct
Affinché si possa attribuire un indicatore di vulnerabilità sismica è necessario che sia effettuata la
valutazione della sicurezza sismica della costruzione, ai sensi delle norme tecniche vigenti, almeno
nei riguardi dello stato limite di salvaguardia della vita (SLV) o dello stato limite di collasso (SLC).
5
Per ciascuna delle 7 analisi dinamiche non-lineari eseguite, sono state condotte le verifiche allo SLV
sia nei confronti dei meccanismi di tipo “fragile” (resistenza a taglio) che nei confronti dei
meccanismi “duttili” (rotazione alla corda). In Figura 7 si riporta una schermata del programma in
cui sono rappresentati gli elementi che, per una data analisi, non soddisfano le suddette verifiche.
Figura 7: Schermata del software SeismoStruct in cui sono visibili in rosso gli elementi non verificati per i meccanismi
fragili ed in giallo per quelli duttili
Per ogni analisi è stato infine determinato il valore dell’accelerazione al suolo (PGA) corrispondente
al collasso del primo elemento strutturale (come rappresentato in Figura 8 per un singolo
accelerogramma).
PGA di capacità
Mancata verifica del primo
allo SLV
elemento strutturale (SLV)
Figura 8: PGA in capacità allo Stato Limite di salvaguardia della Vita (SLV) di un singolo accelerogramma
6
Per l’esempio in esame si è scelto di valutare l’indice di rischio riferito allo SLU. Nel caso in cui si
effettui la verifica anche nei confronti degli SLE i relativi livelli di prestazione possono essere stabiliti
dal progettista con il committente.
%&'𝐷𝑆
La formula rigorosa proposta dall’OPCM n.3274 del 2003 è la seguente: 𝛼𝑢 =
*+ ,,𝑇 %&'./%
Attenendoci alle NTC 2018 il denominatore altro non è che la PGA riferita allo stato limite di
salvaguardia della vita. Per quanto riguarda il numeratore, l’OPCM definisce la 𝑃𝐺𝐴𝐷𝑆 come
l’accelerazione stimata al raggiungimento dello stato limite di danno severo ovvero la rottura per
meccanismi duttili oppure fragili allo SLV.
Per determinare gli indicatori di rischio occorre conoscere i valori relativi alla domanda, indicata
come PGAD, la quale si determina a partire dall’accelerazione sul suolo rigido (ag), amplificata del
fattore (S) che tiene conto della risposta locale del terreno. Nel caso in esame l’orografia del sito è
sufficientemente pianeggiante da ricadere nella categoria topografica T1 (St = 1) e il terreno ricade
nella classe C (Ss=1.50), per cui il fattore di amplificazione del suolo (S = St*Ss) è stato assunto pari
a 1.5. Di seguito viene riportato il valore di PGAD allo SLV.
Alla fine delle analisi sono stati ricavati 7 valori di PGA di capacità (PGAC), dei quali è stata ottenuta
la media. Nel caso in cui vengano utilizzati meno di 7 gruppi, la PGA di capacità viene posta uguale
al minore delle PGA ottenute dalle singole analisi (effetti più sfavorevoli).
Tabella 1: Istante di prima rottura (tprima rottura) e PGA di capacità (PGAC) per ciascun gruppo di accelerogrammi
Il rapporto tra le due PGA fornisce, quindi, un indice di rischio pari a 0.22. Essendo tale indice molto
inferiore all’unità, si può concludere che la struttura risulta essere vulnerabile nei confronti
dell’azione sismica prevista nella zona in esame dalle norme tecniche vigenti.
Conclusioni
In questo breve contributo sono stati riassunti i passi fondamentali per la valutazione della
vulnerabilità sismica di un edificio esistente in cemento armato “irregolare”, attraverso l’utilizzo di
analisi dinamiche non-lineari.
Nella trattazione è stato dato ampio spazio alla selezione delle storie temporali sulla base delle
prescrizioni dell’attuale normativa, con particolare attenzione agli accelerogrammi artificiali.
Sono stati, infine, forniti degli spunti per il calcolo dell’indice di rischio a partire dalle analisi
dinamiche non-lineari.
7