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LA CITTA
DEL SOLE
Biblioteca Universale
Rizzoli
THE
WILLIAM R. PERKINS
LIBRARY
OF
DUKE UNIVERSITY
Rare Books
BIBLIOTECA UNIVERSALE RIZZOLI
2000.
Digitized by the Internet Archive
in 2010 with funding from
Duke University Libraries
littp://www.arcliive.org/details/lacittdelsoleOOcamp
TOMMASO CAMPANELLA
LA CITTA
DEL SOLE
Rizzoli/ Editore
PROPRIETÀ LETTERARIA RISERVATA
(£) 1964 Rizzoli Editore, Milano
A CLiRA DI
BRUNO WIDMAR
PRINTEI) IN ITALY
RIZZOLI EDITORE - MILANO
NOTA
I TEMPI E GLI AVVENIMENTI
Il periodo in cui è vissuto il Campanella è contrasse-
gnato dalla rottura delVunità del inondo cattolico e dalla
energica affermazione degli Stati nazionali.
Questa affermazione è la conclusione necessaria di un
secolare processo politico, delineatosi alVinizio del secolo
XIV col contrasto tra Bonifazio Vili e Filippo il Bello
di Francia, e affermatosi via via in Spagna, in Porto-
gallo, in Inghilterra. Ma è anche la conclusione di un
processo economico che, intaccando il sistema feudale
medioevale col sorgere del pre-capitalismo nelle città, si
è andato via via rafforzando con le scoperte geografiche,
ed è culminato con Vaffermazione del capitalismo. Così
Vunità spirituale dell'Europa, garantita dal cattolicesimo,
è stata nei secoli minacciata, prima da sporadici tenta-
tivi di riforma, poi da quei giganteschi fenomeni del-
l'Umanesimo e del Rinascimento che sono sfociati nella
Riforma. I movimenti politico, economico, culturale, reli-
gioso che hanno spezzato Vunità del mondo europeo, non
sono, infatti, distinti, bensì fenomeni interdipendenti che
dischiudono la via al mondo moderno.
Sull'Italia, questi movimenti hanno operato in modo
da compromettere a lungo il suo processo unitario, con-
sentendo l'occupazione straniera, soprattutto spagnola, e
affermando l'autorità dell'Inquisizione.
La dominazione spagnola e quella dell'Inquisizione si
fecero sentire in particolar modo nell'Italia meridionale,
quando, dopo la morte del papa Paolo IV, stretta si fece
Valleanza tra la Spagna e la Santa Sede, che ebbe nel
nuovo Ordine dei Gesuiti lo strumento più valido per
la repressione dei movimenti politici e di rivolta morale
nel Mezzogiorno d'Italia.
La vita e Vopera del Campanella si collocano in que-
sto ambiente di estrema arretratezza politica, morale, re-
ligiosa, mentre nelVEuropa settentrionale-occidentale si
costruiscono i nuovi Stati moderni e tutta la cultura si
proietta verso nuove conquiste all'insegna di Bacone,
di Galileo, di Cartesio.
Se poisi considerano le condizioni delVItalia meridio-
nale, si deve riconoscere che, a partire dal 1600, tuttoi
il Mezzogiorno d'Italia è considerato dagli spagnoli aliai
stregua di una colonia di sfruttamento. Si afferma il fra
zionamento regionale nel Vicereame: eliminato lo stra-\
potere dei vecchi baroni, si impone lo strapotere dei]
funzionari al servizio della Spagna; la Calabria, facendo
vita a sé ed essendo in mano a funzionari ed ecclesia-
stici, diventa più povera e desolata. E la cultura non
ebbe miglior sorte nel Mezzogiorno, quando si pensi al
destino di Bernardino Telesio, di Giordano Bruno, del
Della Porta e, più tardi, dello stesso Campanella; anche
centri di cultura come le biblioteche e le accademie fu-
rono eliminati.
Spopolamento delle campagne, impoverimento delVar-
tigianato, finiscono col distruggere sul nascere ogni ini-
ziativa di carattere economico, e le uniche manifestazioni
vitali sono da ricercarsi nel fenomeno del banditismo,
oscillante tra la rivendicazione sociale e la degradazione
economica; e nel fenomeno dei monasteri, dove ancora
era possibile una certa vita culturale; anch'essa, però,
oscillante tra eresia e ortodossia cattolica.
Il Campanella vive in queste contraddizioni del suo
tempo ed è figlio di queste contraddizioni, cioè del vec-
chio che vuol conservarsi e del nuovo che vuole affer-
marsi.
LA VITA E LE OPERE
Giovanni Domenico Campanella nacque da Geronimo
e da Caterina Martello il 5 settembre 1568 a Stilo, in
Calabria.
I tredici primi anni passati in famiglia ebbero, sen-
za dubbio, una costante influenza su tutto il corso del-
la sua vita. Il padre, un povero contadino che stentava
a mandare avanti la numerosa famiglia; la madre, una
donna rozza e ignorante. Il quadro delV ambiente fami-
liare,povero e legato ancora alla superstizione medioe-
vale, si completa con la presenza della cugina Emilia,
donna esaltata e soggetta a convulsioni, che curava le
malattie e prediceva il futuro.
In questi anni, in più di una occasione il giovane
aveva avuto modo di manifestare sua vivace intelli-
la
genza, il suo acuto senso di osservazione, recitando versi
estemporanei, scrivendo brevi orazioni e componimenti.
Sulla soglia' delVadolescenza, nel 1581, entrava nel Chio-
stro dei Domenicani, come chierico, per diventare nel-
Vanno successivo frate dell'Ordine stesso, assumendo
ilnome di Tommaso. Nell'Ordine dei Domenicani, fra'
Tommaso poteva trovare appagamento al suo desiderio
di ampi e severi studi, ma questo appagamento mal si
conciliava con la disciplina imposta dall'Ordine, che era
di freno alla sua audacia speculativa. Tutta la vita del
Campanella è caratterizzata dal dissidio tra questa
sua audacia, che è anche un segno della sua moder-
nità, e la disciplina dell'Ordine, nonché la disciplina
più generale e più autorevole della Chiesa cattolica nel
travagliato periodo della Controriforma. E questo dissi-
dio, che non è solo del Campanella, ma dell'età sua, si
riflette nell'opera e nella vita del frate calabrese.
Fin dai primi giorni della sua permanenza nel con-
vento, scoppia il contrasto tra lui e i suoi confratelli. Il
Campanella nega, infatti, l'autorità di Aristotele e, più
precisamente, rifiuta ogni autorità, filosofica, religiosa,
politica; rifiuta di dire, di scrivere o di fare attraverso
ciò che gli altri hanno detto, scritto o fatto; si pone,
cioè, contro la regola conventuale e della Chiesa.
Questo energico rifiuto del principio d'autorità, e in
particolare dell'aristotelismo, viene tradotto in una delle
opere più importanti e più fresche del Campanella: Phi-
losophià sensibus demonstrata, nella quale propugna i
princìpi della filosofia naturale del conterraneo Bernar-
dino Telesio. Siamo nel 1589, ma l'opera verrà pubblicata
nel 1591 a Napoli, dove il Campanella si era rifugiato.
Qui, la sua ansia di sapere e soprattutto di addentrarsi
in quelle discipline che erano ripudiate dagli studi con-
ventuali lo fa assiduo frequentatore di Giambattista Della
Porta, che coltivava la magia e le scienze naturali. E da
questo momento ha inizio la serie dei processi per eresia
a lui intentati. Il primo di questi processi, a Napoli, nel
1592, si risolve con la condanna a ritornare nei conventi
della sua provincia. Ma egli infrange lordine e si reca
prima a Firenze, poi a Padova, dove viene a contatto
con Galileo. Nel 1593, a Padova, subisce un secondo
processo per sodomia, e viene assolto. Nel terzo processo
è posto sotto Vaccusa di seguire le dottrine di Democrito ;
il processo viene concluso a Roma nel 1595, con Vassolu-
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universale, che avrebbe dovuto diventare la radice di
un nuovo ordinamento politico, già espresso negli scritti
politici sopra ricordati.
Ma i suoi pensieri di riforma religiosa e politica non
restano allo stato di pensieri: il Campanella cercherà di
tradurli nella realtà, e Voccasione di questo tentativo gli
sarà fornita durante la sua permanenza in Calabria. In-
fatti, nel 1599 si preparerà qui una congiura attraverso la
quale il Campanella cercherà di attuare il suo ampio di-
segno di riforma del mondo; l'episodio calabrese non
doveva essere che il primo concreto esempio, dal quale
a poco a poco la riforma religiosa e civile si sarebbe
imposta in tutto il mondo.
In che cosa consisteva questa riforma? Nel ritorno
delVuomo alla natura e nell'eliminazione di tutto ciò
che di soprannaturale vi è nel Cristianesimo. Il mistero
è nella natura, il divino è in Cristo e nei grandi legisla-
tori, la magia naturale è il solo sacramento. Campanella
rifiuta i dogmi della trinità e del Dio incarnato, per cui
Cristo per lui è un uomo; rifiuta il dogma della euca-
restia. A queste cose il Campanella non solo pensa, ma
le predica, e nello stesso tempo tesse le fila della rivolta
della Calabria per liberarsi dal dominio spagnolo e creare
una repubblica.
Alla congiura prendono parte contadini, ecclesiastici,
nobili; Bassa Cicala garantisce Vintervento della flotta
turca. Ma una delazione non solo fa saltare il piano dei
congiurati, ma porta all'arresto dello stesso Campanella.
Il filosofo calabrese è accusato di sedizione, e Vaccusa è
confermata da alcune testimonianze circa dichiara-
zioni da lui fatte. Al processo per sedizione dovrebbe
fare seguito quello per eresia, ma il Campanella, resosi
ormai conto che su di lui pende la minaccia della pena
capitale, simula la pazzia. Il processo non può prose-
guire ; per aver conferma della pazzia il tribunale applica
il supplizio della veglia per trentasette ore, e solo il 13
9
Nella sua attività letteraria e filosofica di questo perio-
do emerge, sul sensismo, il nuovo orientamento: fonda-
mento essenziale ne è l'attività dell" autocoscienza, che si-
gnifica conoscenza di sé e di ciò che è diverso da sé, cioè
dell'oggetto. Così anche il primitivo pensiero sulla perso-
na di Cristo si modifica: Cristo è considerato come ema-
nazione di Dio per la salvezza degli uomini. Inoltre fra'
Tommaso scrive poesie di carattere autobiografico e me-
tafisico ; pensa a una riforma di tutto il sapere che si
ispiri al Cristianesimo e che non rappresenti, invece, uno
strano connubio tra cultura classica, e più precisamente
aristotelica, e cultura cristiana. Da questi intendimenti
nascono le opere più importanti: la Metaphysica, in di-
ciotto libri (1602-03); la Theologia. in trenta libri (1613-
24): Z'Atheismus triumphatus (1605-07), col quale cerca
di dimostrare le verità del Cristiane sirno. Degli scritti
politici, oltre a quelli già ricordati, vanno considerati: La
città del Sole, di cui si parlerà a parte ; La monarchia di
Spagna, del 1601, con il quale il Campanella mostra alla
Spagna quale sia il suo compito, cioè, come braccio seco-
10
che, veniva trasferito nel carcere di Roma, dove restava
fino al gennaio del 1629. A Roma trovava un po' di tran-
quillità; papa Urbano Vili gli faceva avere una pensione
e la nomina a "magister" ; egli stesso si definirà poi
"magister" di astrologia e di politica. In questo periodo
si apre un nuovo processo al Galilei, e in tale occa-
sione il Campanella dimostra di non condividere la con-
cezione copernicana, e dichiara le Sacre Scritture estranee
nei confronti delle dispute scientifiche intorno alla na-
tura.
Sul piano politico è da notare ravvicinamento del
Campanella alla Francia, cornee la nazione capace di con-
quistare il. mondo alla Chiesa cattolica. Ma nel 1634 viene
scoperta a Napoli una congiura contro gli spagnoli, ordita
da Tommaso Pignatelli; il Campanella viene accusato di
correità, e perciò è costretto a fuggire con Vaiuto del-
l' amba sciatore francese, rifugiandosi a Parigi.
LA FILOSOFIA
Il filosofo calabrese distingue la filosofia, coìne cono-
scenza della natura attraverso i sensi e la ragione, dalla
teologia che, attraverso la fede, nella Bibbia viene a
conoscere il mondo soprannaturale. Mentre la conoscen-
za della natura consente di servirsi di essa per la nostra
vita quotidiana, la teologia riguarda la salvezza delVani-
ma. La filosofia, dunque, come ricerca e conoscenza della
ìiatura, deve liberarsi dall'autorità delle Sacre Scritture,
che nulla hanno a che fare con questo tipo di conoscenza,
e deve anche liberarsi da ogni autorità che provenga
dall'uomo: in quei tempii dall'autorità di Aristotele.
La conoscenza non è altro che rapporto tra la coscien-
za e gli oggetti tramite la percezione, e in questo
rapporto la percezione m,odifica la nostra coscienza, e
pertanto noi abbiamo coscienza di noi o autocoscienza,
11
in quanto modificati, e abbiamo conoscenza degli og-
getti che attraverso la percezione hanno operato le mo-
dificazioni della nostra coscienza.
L'autocoscienza umana in questa attività è simile a
quella divina, con la differenza che l'autocoscienza divi-
na specifica e distingue da sé, mentre quella umana
specifica e distingue attraverso il processo dell'esperien-
za: passiva luna, attiva l'altra. E nella conoscenza il
procedimento, secondo il Campanella, non può essere
quello sillogistico di Aristotele, che non tiene conto del-
le note particolari dell'oggetto percepito e pensato, ma
quello platonico, che nell'intuizione coglie così la nota
universale come le note individuali dell'oggetto.
Il passaggio dalla conoscenza alla metafisica è indivi-
duato partendo dalla coscienza, la quale, conoscendo se
stessa, si rifa ad un principio dal quale discende la sua
stessa esistenza, quindi, quando conosce se stessa conó-
sce anche il principio che le ha dato origine, cioè co-
nosce Dio, in una sorta di innatismo. La conoscenza di
sé è così per l'uomo una conoscenza originariamente
innata, mentre la conoscenza delle cose nasce dal con-
fronto della coscienza con la percezione degli oggetti
che l'ha modificata, ed è pertanto una conoscenza de-
rivata.
Conoscenza di sé e di Dio, quindi, sono innate, non
nel senso che già siaìio tutte acquisite, che anzi si chia-
riscono e si approfondiscono proprio attraverso il co-
stante processo conoscitivo, ma come notizia originaria.
Di Dio, della sua esistenza e della sua natura, il Cam-
panella accetta tutte le prove fornite da san Tommaso,
tratte dall'esperienza, o. come si dice, "a posteriori", ma
rigetta quella di origine aristotelica di Dio come primo
motore. L'essenza di Dio è considerata dal Campanella
nelle sue tre primalità: potenza, sapienza e amore. Que-
ste tre primalità si ritrovano anche nell'uomo, in forma
limitata rispetto a Dio; giacche Dio conoscendo se stes-
so conosce tutto l'essere, mentre l'uomo conoscendo se
stesso conosce solo il proprio essere. Così Dio, creando,
produce l'essere totale, mentre l'uomo, facendo, opera
parzialmente sulle cose create d^a Dio. Appare chiaro,
quindi, che Dio è l'essere assoluto, mentre l'uomo è un
essere finito, contingente, perché liinitato dai non essere,
12
il quale li7nita aiicìie le prirnalità. ctie sono assolute iti
Dio.
La concezione del mondo fisico del Campanella si rifa
in gran parte a quella di Bernardino Telesio. Il moìido
fisico è fatto di materia, che è atto, nella quale ope-
rano due forze del caldo e del freddo, che determinano
le
le forme costitutive delle cose: e le cose trovano il loro
posto ìiello spazio. In tal modo, insieme al Telesio, il
Campanella supera il concetto di Aristotele sulla realtà
come sinolo di materia e forma, chiarendo che la forma
come principio extranaturale non può spiegare la natura
e quindi è necessario ricorrere al concetto di forza, che
è naturale e opera nell'interno della materia e non dal
di fuori.
Che cos'è Vuomo rispetto al mondo della natura e a
quello extranaturale ? La natura umana, secondo il Cam-
panella, è fatta di corpo, di spirito, di mente. Lo spirito
assolve alla funzione sensitiva ed è anch'esso di natura
materiale: infatti è presentato come fluido e caldo. La
mente, invece, è incorporea e immortale, intuisce le idee
ed è rivolta a Dio, cioè la sua attività è essenzialmente
di significato religioso. Da qui la funzione delle prirnalità
nella unente. Le prirnalità sono l'essenza della mente, ma
limitate nella loro funzione dal non essere: infatti. Vuo-
mo conosce se stesso in quanto conosce le altre cose, l'uo-
mo ama se stesso in quanto ama le altre cose. Quindi, sia
il conoscere come l'amore dell'uomo hanno sempre un
carattere interessato : solo l'amore di Dio, da parte del-
l'uomo, è disinteressato, in quanto l'uomo ama la radice
del suo essere.
L'esercizio delle tre prirnalità yiell'uomo è tensione alla
perfezione del proprio essere, perfezione che il Carnpa-
nella identifica nel termine di conservazione : non da
intendere come durata dell'essere umano, che tale di-
scorso vale per Dio in quanto è già tutto quanto può
essere. Per l'uomo conservarsi significa sviluppare la
propria natura, sviluppare le prirnalità. L'uomo si con-
serva in sé attraverso la propria vita personale : nella
famiglia attraverso la generazione dei figli: nella città,
che nel ricordo prolunga la vita di ogni singola per-
sona: in Dio. raggiungendo la vita eterna. La conserva-
zione è un fatto naturale ; è la libertà che punta decisa-
la
mente a questo fine, volendolo ; e, da tendenza innata,
diventa fatto consapevole; le virtù sono mezzi per il
compimento di questi fini. La religione è la forma ge-
nerale di queste virtù, in quanto essa assolve a quella
tendenza naturale, la conservazione, che fa ritornare
l'uomo a Dio. Pertanto la religione è naturale, in quanto
è guida di un moto che è proprio della natura umana;.
e temperanza, castità, giustizia, santità sono le virtù
che indicano se Vuomo si conserva in sé, o in altri, o
nella città, o in Dio.
14
spadroneggiare ; un clero corrotto che approfittava delle
immunità ecclesiastiche senza alcun rispetto del proprio
uffizio; frati che si davano al brigantaggio; nobili in
eterna lotta fra loro per questioni di proprietà, divisi in
fazioni sempre in guerra; delitti, spoliazioni^ e di contro
una estrema severità delle leggi del governo spagnolo,
che comminavano la pena di morte per ogni minimo
reato. Il quadro dell ispirazione dell'opera del Campa-
nella ne risulta completo.
Questi i motivi ispiratori della Città del Sole, che il
15
raffigurano la storia delle singole scienze e arti; Mar
provvede a tutto ciò che concerne la generazione, l'edu-
cazione, la salute, r alimentazione e il vestiario. Anche
Pon e Mor hanno degli ufficiali che collaborano sia nel
far eseguire i provvedimenti, sia nel dare consigli, sia
nel segnalare coloro che si distinguono nelle varie at-
tività.
La vita è fondata sulla comunione dei beni e sulVuso
comune delle donne. Gli ufficiali (ministri), uno per ogni^
virtù, Liberalità, Magnanimità, Castità, Giustizia ecce-
tera, regolano la vita della comunità e la educano. Lai
comunione dei beni e ruso comune delle donne non dànno<
luogo a tutti i reati che si riscontrano negli altri paesi,
e che sono provocati o dall'offesa al diritto di proprietà
o dall'offesa al diritto matrimoniale.
L'educazione è rivolta a tutti i membri della comu-4
nità e comincia a tre anni per svilupparsi poi nel corso
di tutta la vita; né vi è una gerarchia di valore tra arti
liberali e arti meccaniche, ma tutte sono poste sullo
stesso piano di dignità, e qualunque sia la professione
di un solare, egli deve comunque essere esperto nell'agri-
coltura, nella pastorizia, nell'arte militare. A tutti i cit-\
tadini si insegnano tutte le arti. '
16
dal Cristianesimo noi togliavio i sacrarnenti, osserva il
filosofo, il Cristianesimo stesso è la più completa m,ani-
festazione della religione naturale. Questo è il senso
nel quale il Campanella intendeva Vuniversalità della
religione cattolica.
Bruno Widmar
OSPITALARIO
e
GENOVESE
Già t'ho detto come girai il mondo tutto e poi
come arrivai alla Taprobana, e fui forzato metter
in terra, e poi, fuggendo la furia di terrazzani, mi 5
OSPITALARIO
Qui che t'occorse?
GENOVESE
Subito incontrai un gran squadrone d'uomini e
21
10 donne armate, e molti di loro intendevano la lingua
mia, li quali mi condussero alla Città del Sole.
OSPITALARIO
Di', come è fatta questa città? e come si governa?
GENOVESE
Sorge nell'ampia campagna un colle, sopra il quale
sta la maggior parte della città; ma arrivano i suoi
giri molto spazio fuor delle radici del monte, il quale
è tanto, che la città fa due miglia di diametro e più,
e viene ad essere sette miglia di circolo; ma, per la
levatura, più abitazioni ha, che si fosse in piano.
È la città distinta in sette gironi grandissimi, no-
22
minati dalli sette pianeti, e s'entra dall'uno all'altro 20
23
passi o tre manco, e si vedono le seconde mura con
li rivellini in fiiora e passeggiatori; e della parte
dentro, l'altro muro, che serra i palazzi in mezzo,
ha il chiostro con le colonne di sotto, e di sopra
45 belle pitture.
E così s'arriva fin al supremo e sempre per piani.
Solo quando s'entran le porte, che son doppie per
le mura interiori ed esteriori, si ascende per gradi
tali, che non si conosce, perché vanno obliquamen-
50 te, e son d'altura quasi invisibile distinte le scale.
Nella sommità del monte vi è un gran piano ed
un gran tempio in mezzo, di stupendo artifizio.
OSPITALARIO
Di', di' mo, per vita tua.
GENOVESE
tempio è tondo perfettamente, e non ha mura-
Il
65 glia che lo circondi; ma sta situato sopra colonne
grosse e belle assai. La cupola grande ha in mezzo
una cupoletta con uno spiraglio, che pende sopra
l'altare, ch'è un solo e sta nel mezzo del tempio.
24
Girano le colonne trecento passi e più, e fuor delle
colonne della cupola vi son per otto passi li chiostri eo
^59
Girano le colonne La circonferenza segnata dalle colonne
si svolge per...
^1 i circoli I paralleli e i meridiani segnati, in corrispondenza
con quelli della cupola, sul globo celeste e su quello terrestre
che, l'uno al di sopra dell'altro, si trovano sull'altare.
'• nominate dalli sette pianeti Mercurio, Venere, Marte,
Giove, Saturno, Sole e Luna. Sono i sette pianeti dell'astrono-
mia prima di Copernico; oggi si escludono il Sole e la Luna e si
aggiungono, ai cinque restanti, Urano (1781), Nettuno (1846) e
Plutone (1930), comprendendo anche la Terra. Il sette è
un numero cabalistico ed astrologico (esempi: Dio riposò 11
settimo giorno; le sette piaghe d'Egitto; i sette sacramenti,
eccetera).
stagione Tempo, condizioni meteorologiche.
"'
25
OSPITALARIO
Per tua fé, dimmi tutto il modo del governo, che
qui t'aspettavo.
GENOVESE
85 È un Principe Sacerdote tra loro, che s'appella
Sole, e in lingua nostra si dice Metafisico: questo è
capo di tutti in spirituale e temporale, e tutti li ne-
gozi in lui si terminano.
Ha tre Principi collaterali: Pon, Sin, Mor, che vuol
90 dir: Potestà, Sapienza e Amore.
Il Potestà ha cura delle guerre e delle paci e del-
l'arte militare; è supremo nella guerra, ma non sopra
Sole; ha cura dell'offiziali, guerrieri, soldati, muni-
zioni, fortificazioni ed espugnazioni.
95 Sapienza ha cura di tutte le scienze e delli dot-
II
tori e magistrati dell'arti liberali e meccaniche, e
tiene sotto di sé tanti offìziali quante son le scienze:
ci è l'Astrologo, il Cosmografo, il Geometra, il Loico,
il Rettorico, il Grammatico, il Medico, il Fisico, il
26
usanza di Pitagorici. E questo ha fatto pingere in
tutte le muraglie, su li rivellini, dentro e di fuori,
tutte le scienze.
Nelle mura del tempio esteriori e nelle cortine, io»
che si calano quando si predica per non perdersi la
voce, vi sta ogni stella ordinatamente con tre versi
per una.
Nel dentro del primo girone tutte le figure mate-
matiche, più che non scrisse Euclide ed Archimede, n»
con la lor proposizione significante. Nel di fuore vi
è la carta della terra tutta, e poi le tavole d'ogni
provinzia con li riti e costumi e leggi loro, e con
l'alfabeti ordinati sopra il loro alfabeto.
Nel dentro del secondo girone vi son tutte le pie- ns
tre preziose e non preziose, e minerali, e metalli veri
e pinti, con le dichiarazioni di due versi per uno.
27
Nel di fuore vi son tutte sorti di laghi, mari e fiumi,
vini ed ogli ed altri liquori, e loro virtù ed origini
120 e qualità; e ci son le caraffe piene di diversi liquori
di cento e trecento anni, con li quali sanano tutte
l'infirmità quasi.
Nel dentro del terzo vi son tutte le sorti di erbe
ed arbori del mondo pinte, e pur in teste di terra
125 sopra rivellino e le dichiarazioni dove prima si
il
28
gno di sapere con miiabil arte di pittura e di scrit-
tura che dichiara.
Nel quarto, dentro vi son tutte sorti di augelli
pinti e lor qualità, grandezze e costumi, e la fenice
è verissima appresso loro. Nel di fuora stanno tutte i4o
'=«**
sapere Essere conosciuto. - con Rappresentato me-
diante.
*'" dichiara Spiega, commenta.
^^ la fenice Taprobana è per il Campanella la sede di tutte
le meraviglie: anche la fenice, dunque, il favoloso uccello che
rinasce dalle sue stesse ceneri, vi è viva e di casa. E così
dicasi dei draghi, di cui è cenno poco dopo.
1^1 vermini Vermi.
**- con le loro condizioni, veneni
e virtuti Con scritte atte-
stanti le loro caratteristiche, i veleni e le virtù terapeutiche
di questi ultimi.
"• l'animali perfetti terrestri Essenzialmente i mammiferi.
1*" però, sendo Perciò, essendo...
*" nel fuore rivellino Nel fortino esterno.
"« o belle figure dichiarate dottam.ente O immagini di
altri animali non meno belli dei cavalli, descritti in modo dotto.
151 s'usano Vengono impiegate, si manovrano. - in Nelle.
^* Moisè, Osiri... Macometto Mosè, Osiride, Maometto.
1''"
che ne tengono gran conto Si sottintende: anche a Ta-
probana.
29
Cesare, Alessandro, Pirro e tutti li Romani; onde
io ammirato come sapeano quelle istorie, mi mo-
straro che essi teneano di tutte nazioni lingua, e che
160 mandavano apposta per il mondo ambasciatori, e s'in-
formavano del bene e del male di tutti; e godeno
assai in questo. Viddi che nella China le bombarde
e le stampe furo prima ch'a noi. Ci son poi li ma-
stri di queste cose; e li figliuoli, senza fastidio, gio-
165 cando, si trovano saper tutte le scienze istoricamen-
te prima che abbin dieci anni.
Il Amore ha cura della generazione, con unir li
maschi e le femine in modo che faccin buona razza;
e si riden di noi che attendemo alla razza de cani
170 e cavalli, e trascuramo la nostra. Tien cura dell'edu-
cazione, delle medicine, spezierie, del seminare e rac-
cogliere li frutti, delle biade, delle mense e d'ogni
altra cosa pertinentQ al vitto e vestito e coito, ed ha
molti maestri e maestre dedicate a queste arti.
175 II Metafisico tratta tutti questi negozi con loro, che
senza lui nulla si fa, ed ogni cosa la communicano
essi quattro, e dove il Metafisico inchina, son d'ac-
cordo.
fastidio
'** Fatica.
^^ istorie amen te Mediante le figure istoriate (vedasi al ri-
go 509).
i«» si riden di noi Ci deridono, noi che ci diamo pensiero
della selezione eugenetica degli animali e non di quella, tanto
più grave, degli uomini.
'^'
spezierie Semplici, erbe medicinali.
i^« la communicano Se ne danno comunicazione, ne trattano
in comune, in riunioni a quattro.
•'"
dove il Metafìsico inchina, son d'accordo L'opinione che
30
OSPITALARIO
Or dimmi degli offizi e dell'educazione e del modo
come si vive; si è republica o monarchia o stato iso
di pochi.
GENOVESE
Questa è una gente ch'arrivò là dall'Indie, ed era-
no molti filosofi, che fuggirò la rovina di Mogori
e d'altri predoni e tiranni; onde si risolsero di vi-
vere alla filosofica in commune, si ben la commu- iss
31
OSPITALARIO
200 Dunque nullo vorrà fatigare, mentre aspetta che
l'altro fatighi, come Aristotele dice contra Platone.
GENOVESE
non so disputare, ma ti dico c'hanno tanto amo-
lo
re alla patria loro, che è una cosa stupenda, più che
si dice delli Romani, quanto son più spropriati. E
ao5 credo che li preti e monaci nostri, se non avessero
liparenti e li amici, o l'ambizione di crescere più
a dignità, seriano più spropriati e santi e caritativi
con tutti.
OSPITALARIO
Dunque là non ci è amicizia, poiché non si fan
2J0 piacere l'un l'altro.
GENOVESE
Anzi grandissima: perché è bello a vedere, che tra
loro non ponno donarsi cosa alcuna, perché tutto
hanno del commune; e molto guardano gli offiziali,
che nullo abbia più che merita. Però quanto è bi-
215 sogno tutti l'hanno. E l'amico si conosce tra loro
nelle guerre, nell'infirmità, nelle scienze, dove s'aiu-
32
tano e s'insegnano l'un l'altro. E tutti li gioveni
s'appellan frati, e quei che son quindici anni più di
loro, padri, e quindici meno, figli. E poi vi stanno
l'offiziali a tutte cose attenti, che nullo possa all'al-
tro far torto nella fratellanza.
OSPITALARIO
E come?
GENOVESE
Di quante virtù noi abbiamo, essi hanno l'offiziale:
ci è un che si chiama Liberalità, un Magnanimità,
un Castità, un Fortezza, un Giustizia criminale e 225
OSPITALARIO
Or dimmi, come fan gli offiziali?
-'"^
frati Fratelli.
Di quante virtù noi abbiamo
^^^ Cioè, di tutte le virtù che
noi conosciamo e pratichiamo.
-^ inchinato Incline.
del commerzio delle
^'"'
donne Dell'avere rapporti con le
donne.
'^^
per ammendarli Per emendarli.
OSPITALARIO
E chi può saper tanto? Anzi non può saper gover-
nare chi attende alle scienze.
20" Gli
offiziali... All'epoca del Campanella erano ancora ri-
tenute non nobili le professioni manuali. È interessante notare
come i solari stimino ugualmente tutte le professioni: è questo
un sintomo della civiltà capitalistica che si va allora affer-
mando.
-* Metafisico e Teologo Bisogna, cioè, che conosca l'origine,
l'essenza, il divenire delle cose del mondo terreno e di quello
divino.
-'*'*
mcvire Finché.
35
GENOVESE
Io dissi a loro questo, e mi risposero: "Più certi
semo noi, che un tanto letterato sa governare, che
2!»5 voi che sublimate l'ignoranti, pensando che siano
atti perché son nati signori, o eletti da fazione po-
tente. Ma il nostro Sole sia pur tristo in governo,
non sarà mai crudele, né scelerato, né tiranno un
chi tanto sa. Ma sappiate che questo è argomento
300 che può tra voi. dove pensate che sia dotto chi sa
più grammatica e logica d'Aristotile o di questo o
quello autore; al che ci voi sol memoria servile, onde
l'uomo si fa inerte, perché non contempla le cose
ma li libri, e s'avvilisce l'anima in quelle cose mor-
305 te; né sa come Dio regga le cose, e gli usi della
natura e delle nazioni. Il che non può avvenire al
nostro Sole, perché non può arrivare a tante scienze
chi non è scaltro d'ingegno ad ogni cosa, onde è
sempre attissimo al governo. Noi pur sappiamo che
310 chi sa una scienza sola, non sa quella né l'altre
bene; e che colui che è atto ad una sola, studiata in
libro, è inerte e grosso. Ma non così avviene alli
pronti d'ingegno e facili ad ogni conoscenza, come
è bisogno che sia il Sole. E nella città nostra s'impa-
315 rano le scienze con facilità tale, come vedi, che più
»* semoSiamo.
1Ì90perché son nati signori... Altro passo importante diretto
contro la nobiltà e contro il capo di una fazione, intese queste
come condizioni per governare. Il Campanella contrappone a
queste condizioni la capacità e la scienza, che egli comprende
nel termine letterato.
'^ tristo Meschino. Per quanto meschino, uno che tanto sa
non può esser che saggio.
** attissimo al governo II Campanella contrappone al sa-
pere libresco il sapere come guida all'azione, cioè fa coincidere
il sapere con la saggezza della vita pratica. Il Campanella
esprime anche il suo dissenso sul sapere specializzato in un
solo campo, ed in questo atteggiamento riflette l'ideale del Ri-
nascimento: l'uomo capace di impadronirsi di tvitto il sapere.
36
in un anno qui si sa, che in diece o quindici tra voi,
e mira in questi fanciulli".
Nel che io restai confuso per le ragioni sue e la
prova di quelli fanciulli, che intendevano la mia lin-
gua; perché d'ogni lingua sempre han d'esser tre 320
OSPITALARIO
Vorrei che dicessi l'offizi tutti, e li distinguessi; e 3.^5
GENOVESE
Sono prima le stanze communi, dormitori, letti
e bisogni; ma ogni sei mesi si distinguono dalli ma-
37
stri, chi ha da dormire in questo girone o in quel-
340 l'altro, e nella stanza prima o seconda, notate per
alfabeto.
Poi son l'arti communi agli uomini e donne, le
speculative e meccaniche; con questa distinzione,
che quelle dove ci va fatica grande e viaggio, le fan
345 gli uomini, come arare, seminare, cogliere i frutti,
pascer le pecore, operar nell'aia, nella vendemia.
Ma nel formar il cascio e mungere si soleno le don-
ne mandare, e nell'orti vicini alla città per erbe e
servizi facili. Universalmente, le arti che si fanno
350 sedendo e stando, per lo più son delle donne, come
tessere, cuscire, tagliar i capelli e le barbe, la spe-
ziarla, fare tutte sorti di vestimenti; altro che l'arte
del ferraro e delle armi. Pur chi è atta a pingere,
non se le vieta. La musica è solo delle donne, per-
355 che più dilettano, e de' fanciulli, ma non di trombe
e tamburi. Fanno anche le vivande; apparecchiano
le mense; ma il servire a tavola è proprio delli gio-
veni maschi e femine, finché son di vint'anni.
Hanno in ogni girone le publiche cucine e le di-
360 spense della robba. E ad ogni officio soprastante è
un vecchio ed una vecchia, che comandano ed han
potestà di battere o far battere da altri li negligenti
e disobedienti, e notano ognuno ed ognuna in che
esercizio meglio riesce. Tutta la gioventù serve alli
365 vecchi che passano quarant'anni; ma il mastro o
maestra han cura la sera, quando vanno a dormire,
e la mattina di mandar alli servizi di quelli a chi
tocca, uno o due ad ogni stanza, ed essi gioveni si
servono tra loro, e chi ricusa, guai a lui! Vi son
370 prime e seconde mense: d'una parte mangiano le
38
donne, dall'altra uomini, e stanno come in refet-
gli
tori di frati. Si fasenza strepito, ed un sempre legge
a tavola, cantando, e spesso l'offiziale parla sopra
qualche passo della lezione. È una dolce cosa vedersi
servire di tanta bella gioventù, in abito succinto,
così a tempo, e vedersi a canto tanti amici, frati,
figli e madri vivere con tanto rispetto ed amore.
Si dona a ciascuno, secondo il suo esercizio, piatto
di pitanza e menestra, frutti, cascio; e li medici han-
no cura di dire alli cochi in quel giorno, qual sorte di
vivanda conviene, e quale alli vecchi e quale alli gio-
veni e quale all'ammalati. Gli offiziali hanno miglior
parte; questi mandano spesso della loro a tavola a
chi più si ha fatto onore la mattina nelle lezioni e
dispute di scienze ed armi, e questo si stima per
grande onore e favore. E nelle feste fanno cantar
una musica pur in tavola; e perché tutti metteno
mano alli servizi, mai non si trova che manchi cosa
alcuna. Son vecchi savi soprastanti a chi cucina ed
alli refettori, e stimano assai la nettezza nelle stra-
de, nelle stanze e nelli vasi e nelle vestimenta e
nella persona.
Vesteno dentro camisa bianca di lino, poi un ve-
stito, ch'è giubbone e calza insieme, senza pieghe e
spaccato per mezzo, dal lato e di sotto, e poi imbot-
tonato. Ed arriva, la calza sin al tallone, a cui si
pone un pedale grande come un bolzacchino, e la
scarpa sopra. E son ben attillate, che quando si spo-
gliano la sopraveste, si scerneno tutte le fattezze
della persona. Si mutano le vesti quattro volte varie.
Si dona
3^** Sì dà. - esercizio funzione, lavoro.
3^"pitanza Pietanza.
** cochi Cuochi.
**- miglior parte Miglior trattamento.
'^^'bolzacchino È una specie di stivaletto.
*"' si scerneno Si vedono.
^^^ Si mutano le vesti... Cioè, al cominciare di ogni stagione
39
quando Sole entra in Cancro e Capricorno, Ariete
il
OSPITALARIO
Or dimmi della generazione.
40
GENOVESE
Nulla femina si sottopone al maschio, se non arri-
va a dicinov'anni, né il maschio si mette alla genera- 425
*'-^
complessione bianco Gracile.
di
4is
jfiy. j^ vaso indebito
p^j. ji(j^ Ad evitare rapporti fecondi
tra uomo e donna.
••^^
quelli più molestati da Venere Coloro che più sentono
il bisogno di amare.
<•"
sodomia Rapporto sessuale tra maschi.
**^ e quali membra con quali si confanno Cioè osservano
quali possano essere gli accoppiamenti adatti.
''*'
per far temperie Per equilibrare.
'**>'
conciano Accomodano.
41
hanno prima fanno orazione, ed hanno
digerito, e
belle statue di uomini illustri, dove le donne mirano.
Poi escono alla fenestra, e pregono Dio del Cielo, che
li doni prole buona. E dormeno in due celle, sparti
sparti
^•"'«
Divisi.
*^ di pigliar tempo Di calcolare il tempo astrologicamente
propizio.
'''^"
casa benigna I pianeti Mercurio e Venere, che al mat-
tino appaiono prima del Sole, sono ad oriente rispetto a
questo. La sfera celeste era divisa dagli astrologi in dodici
fusi chiamati "case"; l'influsso di Mercurio o di Venere può
essere benigno o no a seconda del fuso, o casa, in cui si tro-
vano al momento in cui avviene l'accoppiamento.
i"' aspetto
È la posizione reciproca dei pianeti nella fascia
zodiacale. Gli astrologi considerano cinque aspetti: il sestile,
quando la distanza tra due pianeti è di 60 gradi; il quadrato,
quando è di 90 gradi; il trigono, quando è di 120 gradi; Vap-
posito, quando è di 180 gradi; il congiunto, quando i pianeti
si incontrano nello stesso segno. Il sestile e il trigono sono
aspetti buoni, gli altri no.
<92 sono afete II punto in cui ha origine la vita e dal quale
si determina il destino. Il passo viene così spiegato dall'Ame-
rio: "... scelgono per gli accoppiamenti il tempo in cui Mer-
curio e Venere sorgono all'orizzonte prima del Sole (orientali
dal Sole), stazionando in un fuso {casa) celeste favorevole,
mentre Giove, Saturno e Marte si trovano, rispetto ad essi,
entro la fascia zodiacale, ad una distanza di significato pure
favorevole {di buono aspetto, cioè sestile o trigono)". - Vergine
in ascendente Collocata nel primo fuso, o casa, cioè nel-
l'aspetto sestile.
*** non stiano in angolo Non si trovino nel primo, quarto,
settimo, decimo fuso, o casa, che corrispondono ai quattro
punti cardinali.
42
angoli con, opposizioni e quadrati infettano, e da 465
43
ritinaturali, e non la dote e la fallace nobiltà.
495 Se alcune di queste donne non concipeno con uno,
le mettono con altri; se poi si trova sterile, si può
accomunare, ma non ha l'onor delle matrone in Con-
siglio della generazione e nella mensa e nel tempio;
e questo lo fanno perché essa non procuri la sterilità
500 per lussuriare. Quelle che hanno conceputo, per quin-
dici giorni non si esercitano; poi fanno leggeri eser-
cizi per rinforzar la prole, ed aprir li meati del nu-
trimento a quella. Partorito che hanno, esse stesse
allevano i figli in luoghi communi, per due anni lat-
505 tando e più, secondo pare al Fisico. Dopo si smamma
la prole, e si dona in guardia delle mastre, se son
femine, o delli maestri. E con gli altri fanciulli qui
si esercitano all'alfabeto, a caminare, correre, lottare
ed alle figure istoriate; ed han vesti di color vario
510 e bello. Alli sette anni si donano alle scienze natu-
rali, e poi all'altre, secondo pare agli offiziali, e poi
si mettono in meccanica. Ma li figli di poco valore
si mandano alle ville e, quando riescono, poi si ridu-
cono alla città. Ma per lo più, sendo generati nella
515 medesima costellazione, li contemporanei son di vir-
tù consimili e di fattezze e di costumi. E questa è
concordia stabile nella republica, e s'amano grande-
mente ed aiutano l'un l'altro.
Li nomi loro non si mettono a caso, ma dal Meta-
520 fisico, secondo la proprietà, come usavan li Romani:
44
onde altri si chiamano il Bello, altri il Nasuto, altri
il Peduto, altri Bieco, altri Crasso, ecc.; ma quando
poi diventano valenti nell'arte loro o fanno qualche
prova in guerra, s'aggiunge il cognome dall'arte,
come Pittor Magno, Aureo, Eccellente, Gagliardo, 525
OSPITALARIO
Non ci è gelosia tra loro o dolore a chi non sia
fatto generatore o quel che ambisce?
GENOVESE
Signor no, perché a nullo manca il necessario lo-
ro quanto al gusto; e la generazione è osservata
religiosamente per ben publico, non privato, ed è 540
45
meritamente, con far uscir la sorte destramente se-
condo il merito; il che qui non bisogna far con in-
545 ganno di ballotte per contentarsi delle brutte i
brutti, perché tra loro non ci è bruttezza; che, eser-
citandosi esse donne, diventano di color vivo e di
membra forti e grandi, e nella gagliardia e vivezza
e grandezza consiste la beltà appresso a loro. Però
550 è pena della vita imbellettarsi la faccia, o portar pia-
nelle, o vesti con le code per coprir i piedi di legno,
ma non averiano commodità manco di far questo,
perché chi ci li darla? E dicono che questo abuso
in noi viene dall'ozio delle donne, che le fa scolorite
555 e fiacche e piccole; e però han bisogno di colori ed
alte pianelle, e di farsi belle per tenerezza, e così
guastano la propria complessione e della prole. Di
più, s'uno s'innamora di qualche donna, è lecito tra
loro parlare, far versi, scherzi, imprese di fiori e di
560 piante. Ma se si guasta la generazione, in nullo modo
si dispensa tra loro il coito, se non quando ella è
pregna o sterile. Però non si conosce tra loro se
non amor d'amicizia per lo più, non di concupi-
scenza ardente.
5C5 La robba non si stima, perché ognuno ha quanto
li bisogna, salvo per segno d'onore. Onde agli eroi
^5 ballotte
Palline per dare il voto; con inganno di ballotte
Con inganno nel voto, con brogli.
vesti con le code Vuol alludere all'uso femminile di
•''•'^'
4()
o di seta o di lana. Abborreno il color nero, come
feccia delle cose, e però odiano i Giapponesi, amici
di quello. La superbia è tenuta per gran peccato, e
si punisce un atto di superbia in quel modo che l'ha
commesso. Onde nullo reputa viltà lo servire in 575
^•~^
Abborreyio Aborriscono.
f^i^
soverchiano Sono più che autosufficienti.
5«2milia Mila.
^° fandoli Facendoli.
^^ rollo II gioco del rollo consiste nel far ruzzolare lungo
un pendio un grosso disco di legno. - tirar palo Lancio del
giavellotto.
47
veri,perché non s'attaccano a servire alle cose, ma
ogni cosa serve a loro. E molto laudano in questo
le religioni della cristianità e la vita dell'Apostoli.
OSPITALARIO
605 È bella cosa questa e santa; ma
quella delle donne
communi pare dura ed ardua. S. Clemente Romano
dice che le donne pur sian communi, ma la glosa
GENOVESE
lo non so di questo; so ben che essi han l'ossequio
commune delle donne e '1 letto, ma non
sempre, se
non per generare. E credo che si possano ingannare
615 ancora; ma essi si difendono con Socrate, Catone,
Platone ed altri. Potria stare che lasciassero que-
st'uso un giorno, perché nelle città soggette a loro
48
non accomunano se non le robbe, e le donne quanto
all'ossequio ed all'arti, ma non al letto; e questo
l'ascrivono all'imperfezione di quelli che non han 620
più sormontare.
Di più questo è bello, che fra loro non, ci è difetto
che faccia l'uomo ozioso, se non l'età decrepita, quan-
do serve solo per consiglio. Ma chi è zoppo serve alle
sentinelle con gli occhi; chi non ha occhi serve a eao
OSPITALARIO
Di' mo della guerra; che poi dell'arti e vitto mi
dirai, poi delle scienze, e al fine della religione.
GENOVESE
Il Potestà tiene sotto di sé un offiziale dell'armi,
un altro delFartellaria, un delli cavalieri, un delli
*»"*
seguire Inseguire, lanciarsi airìnseguimento.
«53 balle Palle.
«5» Bragmani pitagorici I solari sono stati seguaci di
Brahma, antica divinità dell'India, e di Pitagora, e come tali
dovrebbero credere nella trasmigrazione delle anime; tuttavia,
non credono ad essa.
^- nirnico ribello della ragione Sarebbe l'uomo in stato di
inciviltà.
•*^ Fanno la mostra Passano in rivista.
^
50
pione e d'Annibale, e poi donano il giudizio loro
quasi tutti, dicendo: "Qui fecero bene, qui male"; e
poi risponde il mastro e determina. sto
OSPITALARIO
Con chi fan le guerre? e per che causa, se son tanto
felici?
GENOVESE
Se mai non avessero guerra, pure s'esercitano al-
l'arte di guerra ed alla caccia per non impoltronire
e per quel che potria succedere. Di più, vi son quat- 675
tro regni nell'isola, quali han grande invidia della
li,
"'^"'
contumaci alla ragione Renitenti alla ragione, ostinati,
708 armari Ripostigli per le armi, armadi.
^i" padiglioni alla romana Tende costruite a somiglianza di
farfalla.
722 opere Fortificazioni.
723 secure Scure.
52
fanciulli a cavallo per imparar la guerra, ed incar-
narsi, come lupicini, al sangue; e nei pericoli si riti-
rano, e molte donne con loro. E dopo la battaglia
esse donne e fanciulli fanno carezze alli guerrieri, 730
53
pie torcendo ne' lati, le fan girare, che stan affibiate
755 alli staffili, e così tirano a sé o allungano il freno
con mirabil prestezza, e con la destra torceno a sini-
stra ed a contrario. Questo secreto manco i Tartari
hanno inteso, che stirare e torcere non sanno con
le staffe. Li cavalli leggeri cominciano con li schiop-
760 pi, e poi entrano l'aste e le frombole, delle quali
tengono gran conto. E usano combattere per fila
intessute, andando altri, ed altri ritirandosi a vicen-
da; e le spade sono l'ultima prova.
Ci son poi li trionfi militari ad uso di Romani, e
765 più belli, e le supplicazioni ringraziatorie. E si pre-
senta al tempio il capitano, e si narrano li gesti
dal poeta o istorico ch'andò con lui. E '1 Principe
lo corona, ed a tutti soldati fa qualche regalo ed
onore, e per molti dì sono esenti dalle fatiche pu-
770 bliche. Ma essi l'hanno a male, perché non sanno
star oziosi ed aiutano gli altri. E all'incontro quei
che per loro colpa han perduto, si ricevono con
vituperio, e chi fu il primo a fuggire non può scam-
par la morte, se non quando tutto l'esercito domanda
775 in grazia la sua vita, ed ognun piglia parte della
pena. Ma poco s'ammette tal indulgenza, si non
quando ci è gran ragione. Chi non aiutò l'amico o
fé' atto vile, è frustato; chi fu disobediente, si mette
a morire dentro un palco di bestie con un bastone
780 in mano, e se vince i leoni e l'orsi, che è quasi im-
possibile, torna in grazia.
Le città superate o date a loro subito mettono
ogni avere in commune, e riceveno gli offiziali solari
e la guardia, e si van sempre acconciando all'uso
54
della Città del Sole, maestra loro; e mandano li figli '«^
55
in duello di mano non ponno venire, e chi voi mo-
strarsi megliore, faccilo in guerra publica.
OSPITALARIO
820 Bella cosa per non fomentar fazioni a roina della
patria e schifar le guerre civili, onde nasce il tiran-
no, come fu in Roma ed Atene. Narra or, ti prego,
dell'artifìci loro.
GENOVESE
Devi aver inteso come commune a tutti è l'arte
825 militare, l'agricoltura, la pastorale; ch'ognuno è ob-
bligato a saperle, e queste son le più nobili tra loro;
ma chi più arti sa, più nobile è, e nell'esercitarla
quello è posto, che è più atto. L'arti fatigose ed
utili son di più laud£, come il ferraro, il fabricatore;
830 e non si schifa nullo a pigliarle, tanto più che nella
natività loro si vede l'inclinazione, e tra loro, per
lo compartimento delle fatiche, nullo viene a parti-
cipar fatica destruttiva dell'individuo, ma solo con-
servativa. L'arti che sono di manco fatica son delle
835 femine. Le speculative son di tutti, e chi più è
eccellente si fa lettore; e questo è più onorato che
nelle meccaniche, e si fa sacerdote. Saper natare
è a tutti necessario, e ci sono a posta le piscine fuor
delle fosse della città, e dentro vi son le fontane.
840 La mercatura a loro poco serve, ma però cono-
scono il valor delle monete, e battono moneta per
l'ambasciatori loro, acciocché possano commutare
con le pecunia il vitto che non ponno portare, e fan-
no venire d'ogni parte del mondo mercanti a loro
56
per smaltir le cose soverchie, e non vogliono danari, 845
57
la terra imbellettano, ma ben l'esercitano, ed hanno
gran secreti di far nascer presto e multiplicare, e
non perder seme. E tengon un libro a posta di tal
880 esercizio, che si chiama la Georgica. Una parte del
territorio, quanto basta, si ara; l'altra serve per
pascolo delle bestie. Or questa nobil arte di far ca-
valli, bovi, pecore, cani ed ogni sorte d'animali
domestici è in sommo pregio appresso loro, come
885 fu in tempo antico d'Abramo; e con modi magici li
fanno venire al coito, che possan ben generare,
inanzi a cavalli pinti o bovi o pecore; e non lasciano
andar in campagna li stalloni con le giumente, ma
li donano a tempo opportuno inanzi alle stalle di
890 campagna. Osservano Sagittario in ascendente, con
buono aspetto di Marte e Giove: per li bovi. Tauro,
per le pecore, Ariete, secondo l'arte. Hanno poi
mandre di galline sotto le Pleiadi e papare ed anatre,
guidate a pascere dalle donne con gusto loro presso
895 alla città e li luochi, dove la sera son serrate a far
il cascio e. latticini, butiri e simili. Molto attendono
58
donne ed uomini sempre vanno in squadroni, né
mai soli, e sempre all'obedienza del capo si trovano «os
OSPITALARIO
Che e come mangiano? e quanto è lunga la vita
loro? 925
59
GENOVESE
Essi dicono che prima bisogna mirar la vita del
tutto e poi delle parti; onde quando edificaro la
città, posero i segni fissi nelli quattro angoli del
mondo. Il Sole in ascendente in Leone, e Giove in
930 Leone orientale dal Sole, e Mercurio e Venere in
Cancro, ma vicini, che facean satellizio; Marte nel-
la nona in Ariete, che mirava di sua casa con felice
aspetto l'ascendente e l'afeta, e la Luna in Tauro,
che mirava di buono aspetto Mercurio e Venere, e
935 non facea aspetto quadrato al Sole. Stava Saturno
entrando nella quarta, senza far malo aspetto a
Marte ed al Sole. La Fortuna con il capo di Me-
dusa in decima quasi era, onde essi s'augurano si-
gnoria, fermezza e grandezza. E Mercurio, sendo in
940 buono aspetto di Vergine e nella triplicità dell'asside
suo, illuminato dalla Luna, non può esser tristo;
ma, sendo gioviale, la scienza loro non mendica;
poco curano d'aspettarlo in Vergine e la congiun-
zione.
945 Or essi mangiano carne, butiri, mele, cascio, dat-
tili, erbe diverse, e prirna non volean uccidere gli
animali, parendo crudeltà; ma poi vedendo che era
crudeltà ammazzar l'erbe, che han senso, onde bi-
sognava morire, consideraro che le cose ignobili son
950 fatte per le nobili, e magnano ogni cosa. Non però
60
uccidono volontieri l'animali fruttuosi, come bovi
e cavalli. Hanno però distinti li cibi utili dalli disu-
tili, e secondo la medicina si serveno; una fiata man-
61
980 tenuto a vergogna che uno si vegga sputare, dicendo
che questo nasce da poco esercizio, da poltroneria o
da mangiar ingordo. Patiscono più tosto d'infiamma-
zioni e spasmi secchi alli quali con la copia del buon
cibo e bagni sovvengono; ed all'etica con bagni dolci
885 e latticini, e star in campagne amene in bello eser-
cizio. Morbo venereo non può allignare, perché si
lavano spesso li corpi con vino ed ogli aromatici; e
ilsudore anche leva quell'infetto vapore, che putrefa
il sangue e le midolle. Né tisici si fanno, per non
990 esser distillazione che cali al petto, e molto meno
asma, poiché umor grosso ci vuole a farla. Curano
le febri ardenti con acqua fresca, e l'efimere solo
con odori e brodi grassi o con dormire o con suoni
ed allegrie; le terzane con levar sangue e con reu-
995 barbaro o simili attrattivi, e con bevere acque di
radici d'erbe purganti ed acetose. Di rado vengono
a medicina purgante. Le quartane son faciU a sa-
nare per paure sùbite, per erbe simili all'umore
od opposite; e mi mostraro certi secreti mirabili di
1000 quelle. Delle continue tengono conto assai, e fan-
no osservanza di stelle e d'erbe, e preghiere a Dio
per sanarle. Quintane, ottane, settane poche si tro-
vano, dove non ci sono umori grossi. Usano li bagni
e l'olei all'usanza antica, e ci trovaro molto più se-
1005 creti per star netto, sano, gagliardo. Si forzano con
questi ed altri modi aiutarsi contra il morbo sacro
che ne pateno spesso.
'^'^'^
spasmi Contrazioni involontarie dei muscoli.
»«* Febbre da alterazione delle parti solide del corpo.
etica
^- efimere Di breve durata.
»»< terzane Febbri terzane: che ritornano ogni tre giorni -
reubarbaro Rabarbaro.
Squartane Febbri quartane: che ritornano ogni quattro
giorni e che possono essere guarite per mezzo dì paure improv-
vise (paure sùbite).
^ow Delle continue
Sottintende "febbri".
'«« olei Gli olii per unzioni.
^"^ìnnrhn sacro Epilessia.
62
OSPITALARIO
Segno d'ingegno grande, onde Ercole, Socrate, Ma-
cometto, Scoto e Callimaco ne patirò.
GENOVESE
E s'aiutano con preghiere al cielo e con odori e loio
OSPITALARIO
Non hai ancora detto delle scienze e degli offiziali.
«3
GENOVESE
1025 Sì, ma
poiché sei tanto curioso, ti dirò più. Ogni
nova luna ed ogni opposizione sua fanno Consiglio
dopo il sacrifizio; e qui entrano tutti di venti anni
in suso, e si dimanda ad ognuno che cosa manca
alla città, e chi offiziale è buono e chi è tristo. Dopo
1030 ogn'otto dì, si congregano tutti l'offiziali, che son il
Sole, Pon, Sin, Mor; ed ognun di questi ha tre offi-
ziali sotto di sé, che son tredici, ed ognun di questi
tre altri, che son tutti quaranta; e quelli han l'offizi
dell'arti convenienti a loro, il Potestà della milizia,
1035 il Sapienza delle scienze, il Amore del vitto, gene-
64
dico, il Politico, l'Economico, il Morale, l'Astronomo,
l'Astrologo, il Geometra, il Cosmografo, il Musico,
mosa
Cicurario Sovrintendente all'allevamento degli animali
domestici. - Coquinario Sovrintendente alle cucine.
*"" della pariglia Della vendetta, dell'occhio per occhio. -
pensato Premeditato.
^'^ s'aggrazia Si concede la grazia.
()0
in breve: che cosa è Dio, che cosa è angelo, che cosa
è mondo, stella, uomo, ecc., con gran sale, e d'ogni
virtù la diffinizione. E li giudici d'ogni virtù hanno
la sedia in quel loco, quando giudicano, e dicono:
"Ecco, tu peccasti contra questa diffinizione: leggi";
e così poi lo condanna o d'ingratitudine o di pigrizia
o d'ignoranza; e le condanne son certe vere medici-
ne, più che pene, e di soavità grande.
OSPITALARIO
Or dire ti bisogna delli sacerdoti e sacrifizi e cre-
denza loro.
GENOVESE
Sommo sacerdote è Sole; e tutti gli offiziali son
sacerdoti, parlando delli capi, ed offizio loro è purgar
le conscienze. Talché tutti si confessano a quelli, ed
essi imparano che sorti di peccati regnano. E si
confessano alli tre maggiori tanto li peccati propri, 1135
67
'1^'i fa a Dio, che voglia assolvere tutta la
sacrifizio
città ed ammaestrarla e difenderla. Il sacrifizio è
questo, che dimanda al popolo chi si voi sacrificare
per li suoi membri, e così un di quelli più buoni si
sacrifica. E '1 sacerdote lo pone sopra una tavola, che
1150 è tenuta da quattro funi, che stanno a quattro girelle
della cupola, e, fatta l'orazione a Dio che riceva quel
sacrifizio nobile e voluntario umano (non di bestie
involuntarie, come fanno i Gentili), fa tirar le fu-
ni; e questo saghe in alto alla cupoletta e qui si
1155 mette in orazione; e li si dà da magnare parcamente,
sino a, tanto che la città è espiata. Ed esso con ora-
zioni e digiuni prega Dio, che riceva il pronto sacri-
fiziosuo; e così, dopo venti o trenta giorni, placata
l'ira diDio, torna a basso per le parti di fuore o si
1160 fa sacerdote; e questo è sempre onorato e ben volu-
to, perché esso si dà per morto, ma Dio non vuol
che mora.
Di più vi stanno ventiquattro sacerdoti sopra il
tempio, li quali a mezzanotte, a mezzodì, la mattina
1165 e la sera cantano alcuni salmi a Dio; e l'offizio loro è
di guardar le stelle e notare con astrolabi tutti li
movimenti loro e gli effetti che producono, onde
sanno in che paese che mutazione è stata e ha da
essere. E questi dicono l'ora della generazione e li
1170 giorni del seminare e raccogliere, e serveno come
mezzani tra Dio e gli uomini; e di essi per lo più si
fanno li Soli e scriveno gran cose ed investigano
scienze. Non vengono a basso, se non per mangiare;
con donne non si impacciano, se non qualche volta
1175 per medicina del corpo. Va ogni dì Sole in alto e
parla con loro di quel che hanno investigato sopra
Sole, o Metafisico.
"''^ non si impacciano Non si immischiano.
68
ilbenefizio della città e di tutte le nazioni del mon-
do. In tempio a basso sempre ha da esser uno che
faccia orazione a. Dio, ed ogni ora si muta, come noi
facciamo le quarant'ore, e questo si dice continuo
sacrifizio.
Dopo mangiare sirendon grazie a Dio con musi-
ca, e poi si cantano gesti di eroi cristiani, ebrei,
gentili, di tutte nazioni, per spasso e per godere. Si
cantano inni d'amore e di sapienza e d'ogni virtù. Si
piglia ognuno quella che più ama. e fanno alcuni
balli sotto li chiostri, bellissimi. Le donne portano li
capelli lunghi, inghirlandati ed uniti in un groppo
in mezzo la testa con una treccia. Gli uomini solo
un Cerro, un velo e berrettino. Usano cappelli in
campagna, in casa berrette bianche o rosse o varie,
secondo l'offìzio ed arte che fanno, e gli offìziali più
grandi e pompose.
Tutte cose loro son quattro principali, cioè
le
quando entra il sole in Ariete, in Cancro, in Libra,
in Capricorno; e fanno gran rappresentazioni belle e
dotte; ed ogni congiunzione ed opposizione di luna
fanno certe feste. E nelli giorni che fondaro la città
e quando ebbero vittoria, fanno il medesimo con
musica voci feminine e con trombe e tamburi
di
ed artiglierie; e li poeti cantano le laudi delli più
virtuosi. Ma chi dice bugia in laude è punito; non
si può dir poeta chi finge menzogna tra loro; e que-
sta licenza dicono che è ruina del mondo, che toglie
il premio alle virtù e lo dona altrui per paura o adu-
lazione.
Non si fa statua a nullo, se non dopo che more;
ma, vivendo, si scrive nel libro delli eroi chi ha
noo
Cerro Ciocca di capelli.
'"^ lecose loro Le loro ricorrenze.
"85 quando entra il sole... Cioè all'inizio delle quattro sta-
gioni (vedasi al rigo 401).
1307 (f rìvllo A nessuno.
69
trovato arti nove e secreti d'importanza, o fatto gran
1210 benefizio in guerra o pace al publico.
Non si atterrano li corpi morti, ma si bruggiano
per levar la peste e per convertirsi in fuoco, cosa
tanto nobile e viva, che vien dal sole ed a lui torna,
e per non restar sospetto d'idolatria. Restano pit-
1215 ture solo o statue di grand'uomini, e quelle mirano
le donne formose, che s'applicano all'uso della razza.
L'orazioni si fan alli quattro angoli del mondo
orizzontali, e la mattina prima a levante, poi a po-
nente, poi ad austro, poi a settentrione; la sera al
1220 riverso, prima a ponente, poi a levante, poi a set-
tentrione, poi ad austro. E replicano solo un verso,
che dimanda corpo sano e mente sana a loro ed
a tutte le genti, e beatitudine, e conclude: "com.e par
meglio a Dio". Ma l'orazione attentamente e lunga
1225 si fa in cielo; però l'altare è tondo e in croce spar-
tito, per dove entra Sole dopo le quattro repetizio-
ni, e prega mirandoi in suso. Questo lo fan per gran
misterio. Le vesti pontificali son stupende di bel-
lezza e di significato a guisa di quelle d'Aron.
1230 Distinguono li tempi secondo l'anno tropico, non
sidereo, ma sempre notano quanto anticipa questo
di tempo. Credono che il sole cali a basso, e però
facendo più stretti circoli arriva alli tropici ed
70
equinozi prima che l'anno passato; o vero pare ar-
rivare,che l'occhio, vedendolo più basso in obliquo,
lo vede prima giungere ed obliquare. Misurano li
mesi con la luna e l'anno col sole; e però non accor-
dano questo con quella fino alli dicinove anni, quan-
do pur il capo del Drago finisce il suo corso; del
che han fatto nova astronomia. Laudano Tolomeo ed
ammirano Copernico, benché Aristarco e Filolao pri-
ma di lui; ma dicono che l'uno fa il conto con le
pietre, l'altro con le fave, ma nullo con le stesse cose
contate, e pagano il mondo con li scudi di conto,
non d'oro. Però essi cercano assai sottilmente que-
sto negozio, perché importa a saper la fabbrica del
mondo, e se perirà e quando, e la sostanza delle
stelle e chi ci sta dentro a loro. E credeno esser
vero quel che disse Cristo delli segni delle stelle, sole
e luna, li quali alli stolti non pareno veri, ma li
1230 fi: capo del Drago... Le orbite del Sole e della Luna, in-
tersecandosi, formano una figura che assomiglia ad un drago,
figura di serpente con ventre più grosso della coda e del capo.
Dei due punti di intersezione, l'uno, ascendente, nel quale la
Luna sale verso settentrione, era chiamato capo del Drago;
l'altro, nel quale la Luna discende verso mezzogiorno, era
chiamato coda del Drago.
1240
Tolomeo Claudio Tolomeo (II secolo d.C), astronomo,
matematico, fisico, geografo di origine egiziana, riunì tutte le
conoscenze matematiche ed astronomiche nei tredici libri del-
l'opera Sintassi matematiche, tradotta poi col titolo di Alm,a-
gesto dagli Arabi. Sostenne la sfericità della Terra e la sua po-
sizione centrale rispetto all'universo.
1241 Filolao
(V secolo a.C, appartenente alla scuola pitagori-
ca) e Aristarco (III secolo a.C.) sono i lontani precursori della
dottrina eliocentrica elaborata da Copernico nel De Revolutio-
nibiLS orbium, coelestium, del 1543, in opposizione alla dottrina
geocentrica di Aristotele e Tolomeo.
12^2 dicono che l'uno
fa il conto... È una metafora tratta dal
giuoco delle carte e dei dadi, nei quali fave e sassi corrispon-
dono a gettoni sostitutivi delle monete.
12M li scudi di conto I gettoni.
124^ quel che disse Cristo Intorno ai presagi della fine del
mondo cfr. Matteo, XXIV, 29; Marco XIII, 24-25; Luca,
XXI. 25.
71
venire, come ladro di notte, il fin delle cose. Onde
aspettano la renovazione del secolo, e forsi il fine.
Dicono che è gran dubbio sapere se '1 mondo fu
fatto di nulla o delle rovine d'altri mondi o del caos;
1255 ma par verisimile che sia fatto, anzi certo. Son ne-
mici d'Aristotile, l'appellano pedante.
Onorano il sole e le stelle come cose viventi e
statue di Dio e tempi celesti; ma non l'adorano, e
più onorano il sole. Nulla creatura adorano di la-
1260 tria, altro che Dio, e però a lui serveno solo sotto
l'insegna del sole, ch'è insegna e volto di' Dio, da
cui viene la luce e '1 calore ed ogni altra cosa. Però
l'altare è come un sole fatto, e li sacerdoti pregano
Dio nel sole e nelle stelle, com'in altari, e nel cielo,
1265 come tempio; e chiamano gli angeli buoni per inter-
cessori, che stanno nelle stelle, vive case loro, e
che le bellezze sue Dio più le mostrò in cielo e nel
sole, come suo trofeo e statua.
Negano gli eccentrici ed epicicli di Tolomeo e di
1270 Copernico; affermano che sia un solo cielo, e che li
pianeti da sé si movano ed alzino, quando al sole
si congiungeno per la luce maggiore che riceveno;
e abbassino nelle quadrature e nell'opposizioni per
avvicinarsi a lui. E la luna in congiunzione ed op-
72
posizione s'alza per stare sotto il sole e ricever la 1275
'27S
nell'alzar Nel levarsi. - gir Andare.
'284 inaiite Avanti.
1298 Del sole... Spiegano con cause fisiche il fatto che il
73
Tengono dui princìpi fisici: il sole padre e la terra
madre; e l'aere essere cielo impuro, e '1 fuoco venir
dal sole, e '1 mar essere sudore della terra liquefatta
dal soJe e unir l'aere con la terra, come il sangue lo
1310 spirito col corpo umano; e '1 mondo esser animai
grande, e noi star intra lui, come i vermi nel nostro
corpo; e però noi appartenemo alla providenza di
Dio, e non del mondo e delle stelle, perché rispetto
a loro siamo casuali; ma rispetto a Dio, di cui essi
1315 sono stromenti, siamo antevisti e provisti; però a
Dio solo avemo l'obligo di signore, di padre e di tutto.
Tengono per cosa certa l'immortalità dell'anima, e
che s'accompagni, morendo, con spiriti buoni o rei,
secondo il merito. Ma li luoghi delle pene e premi
1320 non l'han per tanto certi; ma assai ragionevole pare
che sia il cielo e i luochi sotterranei. Stanno anche
molto curiosi di sapere se queste sono eterne o no.
Di più son certi che vi siano angeli buoni e tristi,
come avviene tra gli uomini, ma quel che sarà di
1325 loro aspettano avviso dal cielo. Stanno in dubbio se
ci siano altri mondi fuori di questo, ma stimano
pazzia dir che non ci sia niente, perché il niente
'
74
si dice annichilarsi e il peccato ha causa deficiente,
non efficiente. La deficienza è il medesimo che man-
canza, cioè o di potere o di sapere o di volere, ed in
questo ultimo motteno il peccato. Perché chi può
e sa ben
deve volere, perché la volontà nasce
fare,
da loro,, ma non e cantra. Qui ti stupisci ch'adorano
Dio in Trinitate, dicendo ch'è somma Possanza, da
cui procede somma Sapienza, e d'essi entrambi, som-
mo Amore. Ma non conosceno le persone distinte e
nominate al modo nostro, perché non ebbero reve-
lazione, ma sanno ch'in Dio ci è processione e rela-
zione di sé a sé; e così tutte cose compongono di
possanza, sapienza ed amore, in quanto han l'essere;
d'impotenza, insipienza e disamore, in quanto pen-
deno dal non essere. E per quelle meritano, per que-
ste peccano, o di peccato di natura nelli primi o
d'arte in tutti tre. E così la natura particolare pecca
nel far i mostri per impotenza o ignoranza. Ma tutte
queste cose son intese da Dio potentissimo, sapien-
tissimo ed ottimo, onde in lui nullo ente pecca e
fuor di lui sì; ma non si va fuor di lui, se non per
noi, non per lui, perché in noi la deficienza è, in lui
l'efficienza. Onde il peccare è atto di Dio, in quanto
ha essere ed efficienza; ma in quanto ha non essere
e deficienza, nel che consiste la quidità d'esso pec-
care è in noi, ch'ai non essere e disordine declinamo.
75
OSPITALARIO
Oh, come sono arguti!
GENOVESE
S'io avesse tenuto a mente, e non avesse pressa
e paura, io ti sfondacaria gran cose; ma perdo la
nave, se non mi parto.
OSPITALARIO
Per tua fé, dimmi questo solo: che dicono del pec-
cato d'Adamo?
GENOVESE
Essi confessano che nelmondo ci sia gran corrut-
tela, e che uomini
gli si reggono follemente e non
con ragione; e che i buoni patene e i tristi reggono;
1370 benché chiamano infelicità quella loro, perché è an-
nichilirsi il mostrarsi quel che non sei, cioè d'essere
re, d'essere buono, d'esser savio, e non esser in ve-
rità. Dal che argomentano che ci sia stato gran
scompiglio nelle cose umane, e stavano per dire con
137.5 Platone, che li cieli prima giravano dall'occaso, là
dove mo è il levante, e poi variaro. Dissero anco che
può essere che governi qualche inferior Virtù, e la |
7(5
neti, ecredeno che la mutanza degli assidi ogni mille
anni o mille seicento variano il mondo. E questa
nostra età par che sia di Mercurio, si bene le con-
giunzioni magne l'intravariano, e l'anomalie han gran i385
forza fatale.
Finalmente dicono ch'è felice il cristiano, che si
contenta di credere che sia avvenuto per il peccato
d'Adamo tanto scompiglio, e credono che dai padri
a' figli corre il male più della pena che della colpa. 1390
77
vuoi per te non far ad altri, e quel che vuoi per te
fa' tu il medesimo". Dal che ne segue, che se dai
figli e dalle genti noi onor cercamo, alli quali poco
damo, assai più dovemo noi a Dio, da cui tutto rice-
vemo, in tutto siamo e per tutto. Sia sempre lodato.
OSPITALARIO
Se questi, che seguon solo la legge della natura,
sono tanto vicini al cristianesimo, che nulla cosa ag-
1415 giunge alla legge naturale si non i sacramenti, io
cavo argumento di questa relazione che la vera leg-
ge è la cristiana, e che, tolti gli abusi, sarà signora
del mondo. E che però gli Spagnuoli trovaro il re-
sto del mondo, benché il primo trovatore fu il Co-
1420 lombo vostro genovese, per unirlo tutto ad una leg-
ge; e questi filosofi saran testimoni della verità, eletti
da Dio. E vedo che noi non sappiamo quel che ci
facemo, ma siamo instromenti di Dio. Quelli vanno
per avarizia di danari cercando novi paesi, ma Dio
1425 intende più alto fine. Il sole cerca strugger la terra,
non far piante ed uomini; ma Dio si serve di loro in
questo. Sia laudato.
GENOVESE
Oh, se sapessi che cosa dicono per astrologia e per
ristessi profeti nostri ed ebrei e d'altre genti di que-
1430 sto secolo nostro, c'ha più storia in cento anni che
non ebbe il mondo in quattro mila; e più libri si
fecero in questi cento che in cinque mila; e dell'in-
venzioni stupende della calamita e stampe ed ar-
chibugi, gran segni dell'union del mondo; e come,
1435 stando nella triplicità quarta l'asside di Mercurio a
7S
tempo che le congiunzioni magne si faceano. in Can-
cro, fecequeste cose inventare per la Luna e Marte,
che in quel segno valeno al navigar novo, novi regni
e nove armi. Ma entrando l'asside di Saturno in Ca-
pricorno, e di Mercurio in Sagittario, e di Marte in
Vergine, e le congiunzioni magne tornando alla tri-
plicità prima dopo l'apparizion della stella nova in
Cassiopea, sarà grande monarchia nova, e di leggi
riforma e d'arti, e profeti e rinnovazione. E dicono
che a' cristiani questo apporterà grand'utile; ma
prima si svelle e monda, poi s'edifica e pianta.
Abbi pazienza, che ho da fare.
Questo sappi, c'han trovato l'arte del volare, che
sola manca al mondo, ed aspettano un occhiale di
veder le stelle occulte ed un oricchiale d'udir l'armo-
nia delli moti di pianeti.
OSPITALARIO
Oh! oh! oh! mi piace. Ma Cancro è segno f eminile
di Venere e di Luna, e che può far di bene?
GENOVESE
Essi dicono che la femina apporta fecondità di
cose in cielo, e virtù manco gagliarda rispetto a noi 1455
79
gnaro le donne, come l'Amazoni tra la Nubbia e '1
Monopotapa, e tra gli Europei la Rossa in Turchia,
la Bona in Polonia, Maria in Ongheria, Elisabetta
1460 in Inghilterra, Catarina in Francia,- Margherita in
Fiandra, la Bianca in Toscana, Maria in Scozia, Ca-
milla in Roma ed Isabella in Spagna, inventrice del
mondo novo. E '1 poeta di questo secolo incominciò
dalle donne dicendo: "Le donne, i cavalier, l'armi e
1465 l'amori". E tutti son maledici li poeti d'ogge per
Marte; e per Venere e per la Luna parlano di bar-
dascismo e puttanesmo. E gli uomini si effemina-
no e si chiamano "Vossignoria"; ed in Africa, dove
regna Cancro, oltre l'Amazoni, ci sono in Fez e Ma-
1470 rocco li bordelli degli effeminati publici, e mille spor-
chezze.
Non però restò, per esser tropico segno Cancro ed
esaltazion di Giove ed apogìo del Sole e di Marte tri-
gono, sì come per la Luna e Marte e Venere ha fatto
1475 la nova invenzion del mondo e la stupenda maniera
80
di girar tutta la terra e l'imperio donnesco, e per
Mercurio e Marte e Giove le stampe ed archibugi, di
non far anche de leggi gran mutamento. Che nel
mondo novo e in tutte le marine d'Africa e Asia
australi è entrato il cristianesimo per Giove e Sole,
ed in Africa la legge del Seriffo per la Luna, e per
Marte in Persia quella d'Alle, renovata dal Sofì, con
mutarsi imperio in tutte quelle parti ed in Tartaria.
Ma in Germania, Francia ed Inghilterra entrò l'eresia
per esser esse a Marte ed alla Luna inchinate; e
Spagna per Giove ed Italia per il Sole, a cui sotto-
stanno, per Sagittario e Leone, segni loro, restaro
nella bellezza della legge cristiana pura. E quante
cose saran più di mo inanzi, e quanto imparai da
questi savi circa la mutazion dell'assidi de' pianeti e
dell'eccentricità e solstizi ed equinozi ed obliquitati,
e poli variati e confuse figure nello spazio immenso;
e del simbolo c'hanno le cose nostrali con quelle di
fuori del mondo; e quanto seque di mutamento dopo
la congiunzion magna e l'eclissi, che sequeno dopo
la congiunzion magna in Ariete e Libra, segni equi-
noziali, con la renovazione dell'anomalie, faran cose
stupende in confirmar il decreto della congiunzion
magna e mutar tutto il mondo
e rinovarlo!
Ma per tua fé, non mi trattenerpiù, c'ho da fare.
Sai come sto di pressa. Un'altra volta.
Questo si sappi, che essi tengon la libertà dell'ar-
bitrio. E dicono che, se in quaranta ore di tormento
Sofì II re di Persia.
1*»* seque Segue.
1499 passi sin qui letti mostrano con chiarezza che gli
Tutti i
'•"^is
L'eresia è opera sensuale, come dice S. Paolo, e
le stelle nelli sensuali inchinano a quella, nelli ra-
zionali alla vera legge santa della prima Raggione,
sempre laudanda. Amen.
OSPITALARIO
Aspetta, aspetta.
GENOVESE
1520 Non posso, non posso.
FINE
convitato di pietra
995-998 - Virginia Woolf - La crociera
999 - Pierre Corneille - // Sid
1000 - Francesco Petrarca - / Trionfi.
1 001 -1005 - ThÉOPHILE Gautier - // capitan Fracassa
1006-1007 - Guglielmo Shakespeare - La tragedia di Re Ric-
cardo III
1008-1010 - Juan Valera - Pepita Jiménez
1011-1014 - Euripide - Le Troiane - Ecuba - Andromaca - Elena
1015-1017 - Alain-René Lesage - // diavolo zoppo
1018-1020 - Robert Louis Stevenson - L'isola del tesoro
102 1- 1022 - George Bernard Shaw - La professione della signora
Warren
1023-1024 - Aristotele - La Poetica
1025-1029 - Alfred de Vigny - // marchese di Cinq-Mars, ovvero
Una congiura sotto Luigi XIII
1030-1032 - Denis Diderot - La monaca
1033-1034 - Edgar Allan Poe - Racconti dell'incubo
103 5- 1038 - Vittorio Alfieri - Tutte le tragedie {Rosmunda,
Maria Stuarda, La congiura de' Pazzi, Don Garzia,
Agide), voi. 3°
1039-1040 - Guy de Maupassant - Yvette
1041-1044 - JOHAN AuGUST STRINDBERG - La sala rossa
1045-1046 - Alphonse Daudet - Lettere dal mio mulino
1047- 1049 - Pietro Aretino - La Talanta
1050-1053 - Thomas de Quincey - Confessioni di un mangiatore
d'oppio
1054-1055 - Eugenio Fromentin - Domenico
1056-1058 - Michele Cervantes - Novelle esemplari, voi. i°
1059-1062 - Michele Cervantes - Novelle esemplari, voi. 2°
1063 - Raffaello Sanzio - Tutti gli scritti
1064-
ii8i-ii8s - Carlo Dickens - David Copperfield, voi. i°
II86-1190 - Carlo Dickens - David Copperfield, voi. 2°
1191-1193 - Sesto Properzio - Elegie
1194-1195 - Guglielmo Shakespeare - Lm famosa storia della
vita di Re Enrico Vili
li 96- 1200 - Gustavo Flaubert - L'educazione sentimentale
1201 -1202 - Edgar Allan Poe - Storia di Gordon Pym
1203- 1204 - Quinto Orazio Placco - Satire
1205-1206 - Gian Giacomo Rousseau - Le fantasticherie del pas-
seggiatore solitario
1207-121 1 - Nicola Gogol - Le anime morte
1212-1214 - Giulio Verne - // giro del mondo in ottanta giorni
1215-1217 - Vangelo secondo Marco
12 18- 12 19 - Federico Schiller - Guglielmo Teli
1220-1 221 - Oscar Wilde - Il ventaglio di Lady Windermere
1222-1226 - Theodore Dreiser - Nostra sorella Carrie
1227 - Lattanzio - Cosi morirono i persecutori
1228 - Fedro Calderón de La Barca - La vita è sogno
1229-1233 - Carlo Dickens - // circolo Pickwick, voi. 1°
1234-1238 - Carlo Dickens - // circolo Pickvnck, voi. 2°
12 39-1 241 - Lodovico A. Muratori - Dei difetti della giuri-
sprudenza
1242-1244 - Alfred de Musset - La confessione di un figlio del
secolo
1245 - Carlo Goldoni - La bottega del caffè
1246-1250 - José Maria de Pereda - // richiamo della montagna
1251-1253 - L'imitazione di Cristo
1254-1256 - HoNORÉ DE Balzac - // medico di campagna
1257-1259 - Massimo d'Azeglio - Ettore Fieramosca o La disfida
di Barletta
1260-1262 - Henry Fielding - Gionata Wild il Grande
1263-1264 - Lucio Anneo Seneca - Dialoghi {Consolazione a
Marcia, Consolazione a Polibio, Consolazione alla ma-
dre Elvia, La provvidenza. La fermezza del saggio),
voi. 1°
1265-1267 - Lucio Anneo Seneca - Dialoghi (La vita felice. La
vita contemplativa. La tranquillità dell'animo. La bre-
vità della vita. L'ira), voi. 2°
1268 - Giacomo Leopardi - Pensieri
1269- 1272 - Théophile Gautier - La signorina di Maupin
1273-1274 - André Gide - L'immoralista
1275-1276 - Publio Ovidio Nasone - L'arte d'amare
1277-1279 - Arnold Bennett - Anna delle cinque città
1280 - Guglielmo Shakespeare - La tempesta
1281 -1282 - Alphonse Daudet - Saffo
1283-1286 - Erodoto - Storie, voi. i»
1287-1 291 - Erodoto - Storie, voi. 2°
1292-1294 - Lorenzo de' Medici - Tutte le opere (Scritti giocosi),
voi. 1°
1295 - Edmond About - // naso d'un notaio
1296- 1298 - Herbert George Wells - / primi uomini nella luna
1299-1300 - Marco Tullio Cicerone - / doveri
1301-1305 - Sant'Agostino - Confessioni
1306 - Leone Toi.sTOI - Il cadavere vivente
1307-1308 - Gabriel Mirò - // libro del signor Sigiienza
1309- 13 IO - Charles-Louis Philipe - Bubù di Montpamasse
1311-1314 - Lorenzo de' Medici - Tutte le opere {Scritti d'amore),
voi. 2°
131S-1316 - William Somerset Maugham - Liza di Lambeth
13 17-1320 - Theodor Storm - // silenzio
1321-1322 - Colette - Claudina a Parigi
1323-1324 - Marco Tullio Cicerone - La vecchiezza e L'amicizia
1325-1329 - / poeti minori dell'Ottocento {Reazioni romantiche e
antiromantiche), voi. 3°
1330-1332 - Armando Palagio Valdés - Marta e Maria
1333-1334 - Colette - Claudina sposata
133S-1337 - Laurence Sterne - Vita e opinioni di Tristram Shandy,
voi. 1°
1338-1340 - Laurence Sterne - Vita e opinioni di Tristram Shandy,
voi. 2°
1341 - Esiodo - Le opere e i giorni e Lo scudo di Eracle
1342-1344 - Alessandro Dumas figlio - Processo Clémenceau
{Memoriale dell'imputato)
1345-1346 - Colette - Claudina se ne va
1347-1351 - I poeti minori dell'Ottocento {Da un secolo all'altro),
voi. 4°
1352-1354 - Edward Morgan Forster - Camera con vista
1355 - Henry Becque - La parigina
1356-1358 - J. M. Machado de Assis - Don Casmurro
1359-1360 - Lorenzo de' Medici - Tutte le opere {Scritti spiri-
tuali), voi. 3°
1361 -1364 - Fernando de Rojas - La Celestina
1365-1367 - JENS Peter Jagobsen - Niels Lyhne
1368 1370 - Fereng Herczeg - I pagani
1371-1373 - Lucio Anneo Seneca - Tutte le tragedie {Ercole fu-
rioso. Le Fenicie, Le Troiane, Medea, Fedra), voi. 1°
1374-1375 - Pierre Louys - La donna e il fantoccio
1376 - Voltaire - L'uomo dai quaranta scudi
1377-1379 - Edward Bulwer-Lytton - Una famiglia originale,
voi. 1°
1380-1382 - Edward Bulwer-Lytton - Una famiglia originale,
voi. 2°
1383-1385 - Laurence Sterne - Viaggio sentimentale
1386-1387 - Quinto Orazio Placco - Epistole
1388 - Eugenio Sgribe - // bicchier d'acqua, ovvero Gli ef-
fetti e le cause
1389-1391 - Lew Wallace - Ben Hur, voi. 1°
1392-1394 - Lew Wallace - Ben Hur, voi. 2°
1395-1398 - Euripide - Le Fenicie - Le Supplici - Eracle - Gli
Eraclidi
1399-1400 - Thomas Mann - Tristano e La morte à Venezia
1401-1402 - F. Domenico Guerrazzi - // buco nel muro
1403-1406 - Denis Diderot - Giacomo il fatalista e il suo padrone
1407 - Carlo Goldoni - La vedova scaltra
1408-1410 - Claude Tillier - Zio Beniamino
1411-1413 - MÓR JÓKAI - I due Trenk
141 4- 1418 - Stendhal - Cronache italiane e altri racconti d'Italia
1419-1420 - Niccolò Machiavelli - La Mandragola e Clizia
421 - JULES Renard - Storie naturati
1422- 424 - Carlo Dickens - La bottega dell'antiquario, voi. 1°
1425- 428 - Carlo Dickens - La bottega dell'antiquario, voi. 2°
1429- 430 - Giulio Verne - Dalla Terra alla Luna
1431- 432 - Giulio Verne - Intorno alla Luna
1433- 434 - Enrico Ibsen - La donna del mare
1435- 436 - Herbert George Wells - La macchina del tempo
1437- 439 - Galileo Galilei - Dialogo dei massimi sistemi, voi. 1°
I440- 442 - Galileo Galilei - Dialogo dei massimi sistemi, voi. 2°
1443- 445 - Euripide - Le Baccanti - Jfone - Reso
1446- 447 - Cecco Angiolieri - Rime
1448- 450 - Georges Ohnet - // padrone delle ferriere
M5I- 454 - George Moore - Esther Waters
M55- 4S8 - Gaston Boissier - Cicerone e i suoi amici
1459- 462 - Washington Irving - // libro degli schizzi
463 - Benedetto Marcello - // teatro alla moda
1464- 466 - Edmondo e Giulio de Goncourt - Renata Mauperin,
giovane borghese
1467- 469 - Lucio Anneo Seneca - Tutte le tragedie (Edi^o, Aga-
mennone, Tieste, Ercole sul jnonte Età, Ottavia), voi. 2°
I470- 474 - Francisco de Quevedo - / sogni
1475- 476-' Guy oe Maupassant - Miss Harriet
1477- 478 - Henry James - // giro di vite
1479- 483 - Giovanni Visconti Venosta - Ricordi di gioventii
(Cose vedute o sapute: 1847-1860)
1484- 486 - Daniel De Poe - Vita, avventure e piraterie del ca-
pitano Singleton
487 - Honoré de Balzac - // colonnello Chabert e Un
episodio ai tempi del Terrore
1488- 490 -- AzORlN - Vita di uno strano signore
491 -- Aulo Persio Placco - // libro delle satire
1492- 493 -- PiODOR Dostoievski - // giocatore
1494- 496 -- José Maria de EgA de Queiroz - I Maia (Episodi
della vita romantica), voi. 1°
1497- 500 -- José Maria de E^a de Queiroz - / Maia (Episodi
della vita romantica), voi. 2°
I50I- 502 -- Lorenzo Montano - Viaggio attraverso la gioventii,
secondo un itinerario recente
IS03- S04 -- Francesco Berni - Rime facete
I505- 508 -- Carlo Dickens - Le due città
509 -- Giacinto Benavente - Il pasto delle belve
I5IO- 514 -- Emilio Zola - Al paradiso delle signore
515 -- Guglielmo Shakespeare - Le allegre comari di Windsor
iSi6- 517 - Esiodo - Teogonia
1518- 520 - Victor Hugo - L'uomo che ride, voi. 1°
1521- 524 - Victor Hugo - L'uomo che ride, voi. 2°
1525- 526 - Ferenc MolnAr - Liliom
1527- 530 - Lorenzo Da Ponte - Memorie
531 - Joseph von Eichendorff - Vita di un perdigiorno
1532- 533 - Edmondo de Goncourt - / fratelli Zemgannò
1534- 536 - Joseph Conrad - // negro del «Narciso*
1537- 538 - Ramon del Valle-Inclan - / romanzi della guerra
carlista: I Crociati della Causa
1539-1543 - Giuseppe Bandi - / Mille
1544- 546 - Giulio Verne - Viaggio al centro della Terra
1547- 548 - Jerome K. Jerome - Tommy e compagni
1549- 550 - Ramon del Valle-Inclan - / romanzi della guerra
carlista: Il bagliore del falò
ISSI- 553 - Decimo Giunio Giovenale - Satire
1554- 558 - Thomas Hardy - Giuda l'oscuro
1559- 560 - Francois Mauriac - Adolescenza
1561- 562 - Ramon del Valle-Inclan - / romanzi della guerra
carlista: Falchi d'altri tempi
1563- 566 - Vittorio Alfieri - Vita
1567- 570 - Alessandro Puskin - Eugenio Onieghin
571 - HonoRÉ de Balzac - // curato di Tours
1572- 574 - KAlman Mikszath - L'ombrello di San Pietro
1575- 577 - Publio Virgilio Marone - Eneide, voi. 1°
1578- 580 - Publio Virgilio Marone - Eneide, voi. 2°
581 - Gustavo Flaubert - Novembre
1582- 584 - Anton Cechov - Atti unici
1585- 586 - Herbert George Wells - L'uomo invisibile
1587- 589 - Lazzarino del Tormes
1590- 591 - Katherine Mansfield - Beatitudine
1592- 595 - Anton Cechov - Ivànov e // Lièscii
1596- 598 - Ferenc MolnAr - / ragazzi di via Pài
1599- 600 - Jean Giraudoux - Simone il patetico
1601- 603 - Pio Baroja — La via della perfezione
1604- 606 - HONORÉ DE Balzac - Grandezza e decadenza di
Cesare Birotteau
1607- 609 - Anton Cechov - Il gabbiano e Lo zio Vania
6io - KalmAn MikszAth - // fantasma di Lubló
611 - HoNORÉ DE Balzac - // ballo di Sceaux
1612- 614 - Anton Cechov - Le tre sorelle e // giardino dei ciliegi
161S- 616 - Arthur Schnitzler - La signora Berta Garlan
1617- 619 - Giuseppe Rovani - Cento anni, voi. 1°
1620- 622 - Giuseppe Rovani - Cento anni, voi. 2°
1623- 625 - Giuseppe Rovani - Cento anni, voi. 3°
1626- 629 - Giuseppe Rovani - Cento anni, voi. 4°
630 - André Gide - La sinfonia pastorale
1631- 634 - Anton Cechov - Platonov
1635- 636 - Sabatino Lopez - La signora Rosa e Sole d'ottobre
1637- 639 - Vicente Blasco IbAnez - Fango e canneti
1640- 641 - Ferenc Herczeg - La porta della vita
642 - Denis Diderot - Paradosso sull'attore
1643- 646 - Heinrich Mann - // paese di cuccagna
647 - Guglielmo Shakespeare - La commedia degli errori
1648- 650 - Carlo Goldoni - Memorie, voi. 1°
1651- 653 - Carlo Goldoni - Memorie, voi. 2°
1654- 656 - Leone Tolstoi - Polikuska - La morte di Ivan Iliic'
- Padrone e servitore
1657- 658 - Ferenc Herczeg - Luna calante
1659- 660 - Cornelio Nepote - Vite dei massimi condottieri
1661- 662 - Carlo Bini - Manoscritto di un prigioniero e // Forte
della Stella
1663- 666 - Ivan Gonciaròv - Storia comune
1667- 670 - Jacob Wassermann - Caspar Hauser o L'ignavia del
cuore
671 - Guglielmo Shakespeare - La dodicesima notte
1672- 674 - Stendhal - Armance, ovvero Alcune scene d'un sa-
lotto parigino nel ifizy
i67S- 678 - Miguel de Unamuno - Vita di Don Chisciotte e di
Sancio
1679- 682 - Jane Austen - Senno e sensibilità
1683- 688 - Pi inio il Giovane - Lettere ai familiari
1689- 690 - PiLìTRO Verri - Osservazioni sulla tortura
1691- 692 - Guy de Maupassant - Toine
1693- 694 - Pelham Grenville Wodehouse - Amore fra i polli
1695- 696 - Alessandro Manzoni - Storia della colonna infame
1697- 700 - Joris-Karl Huysmans - Per strada
1701- 703 - James Joyce - Dublinesi
1704- 706 - Vittorio Bersezio - Le miserie e Le prosperità del
signor Travetti
1707- 708 - Henri Bergson - // riso (Saggio sul significato del
comico)
1709- 710 - Giovanni Rajberti - Sul gatto: cenni fisiologici e
morali e Altri animali
scritti sugli
1711- 715 - Theodor Storm - // cavaliere dal cavallo bianco
1716- 718 - Robert Louis Stevenson - Catriona
1719- 721 - Imre Madach - L'umana tragedia
1722- 723 - Benjamin Constant - Dello spirito di conquista e del-
l'usurpazione
1724- 725 - Nicola Gogol - Taràss Bulba
1726- 730 - Nathaniel Hawthorne - // fauno di marmo, ovvero
Ilromanzo dei Monte Beni
1731- 732 - Leone Tolstoi - La potenza delle tenebre
1733- 735 - Guy de Maupassant - Monte Oriol
1736- 738 - Emilia Pardo BazAn - Signorotti di Galizia
1739- 742 - William Somerset Maugham - La signora Craddock
1743- 744 - Vangelo secondo Luca (Vangelo dell'infanzia), voi. i"
J745- 748 - Vangelo secondo Luca (Vangelo della vita pubblica),
voi. 2°
749 - Guglielmo Shakespeare - Misura per misura
1750- 752 - Boleslaw Prus - L'avamposto
1753- 754 - HoNORÉ de Balzac - Una figlia d'Eva
1755- 759 - Omero - Odissea
760 - Arthur Rimbaud - Le illuminazioni e Una stagione
all'inferno
1761- 764 - Vita e imprese di Stefanello Gonzdlez, uomo di buon
umore
1765- 766 - Charles-Ferdinand Ramuz - Gianluca perseguitato
1767- 769 - HoNORÉ de Balzac - // giglio nella valle
1770- 772 - Jane Austen - Persuasione
1773- 774 - Vittoriano Sardou ed Emilio Moreau - Madame
Sans-Géne
1775- 778 - Polibio - Storie, voi. 1°
1779- 782 - Polibio - Storie, voi. 2°
1783- 786 - Polibio - Storie, voi. 3°
1787- 788 - Anatole Frange - Sulla pietra bianca
1789- 790 - Sabatino Lopez - // terzo marito e Mario e Maria
1791- 794 - Santa Teresa d'Avila - Vita
~l
i79S- 797 - Guy de Maupassant - Una vita
1798- 800 - Clemens Maria Brentano - Le fiabe del Reno
i8oi- 802 - Alessandro Dumas figlio - Demi-monde
1803- 805 - Saverio Bettinelli - Lettere virgiliane - Lettere in-
glesi e Mia vita letteraria
i8o6- 807 - Hermann Hesse - Peter Camenzind
i8o8- 809 - Molière - // malato immaginario
1810- 814 - José Maria de EgA de Queiroz - La colpa di don Amaro
i8is- 816 - Gian Giacomo Rousseau - // contratto sociale
1817- 819 - Charlotte Brontè - Collegio femminile, voi. 1°
1820- 822 - Charlotte Brontè - Collegio femminile, voi. 2°
1823- 824 - KAlmAn MikszAth - // fabbro che non ci sente
1825- 826 - John Ford - Peccato che fosse una sgualdrina
1827- 828 - Rudolf Erich Raspe - Strani viaggi, campagne e av-
venture del Barone di Munchausen
1829- 830 - Jonas Lie - // veggente
1831- 833 - Anton Cechov - Dramma di caccia
1834- 838 - Lodovico Ariosto - Commedie, voi. i»
1839- 843 - Lodovico Ariosto - Commedie, voi. 2°
844 - Alonso J. de Salas Barbadillo - La figlia di Ce-
lestina
845 - Denis Diderot - I due amici di Bourbonne
1846- 850 - Carlo Dickens - Nicola Nickleby, voi. 1°
1851- 855 - Carlo Dickens - Nicola Nickleby, voi. 2°
1856- 859 - Theodor Storm - Di là dal mare
1860- 86 1 - Guy de Maupassant - Racconti del giorno e della notte
862 - Paolo Giacometti - La morte civile
1863- 864 - I..UCIANO - Dialoghi degli dèi - Dialoghi marini - Dia-
loghi dei morti
1865- 866 - Guglielmo Shakespeare - // racconto d'inverno
1867- 870 - Denis Diderot - / gingilli indiscreti
1871- 872 - FlODOR Dostoievski - // sosia (Poema pietroburghese)
1873- 874 - Vittoriano Sardou - Tosca
1875- 876 - Giovanni Rajberti - // viaggio di un ignorante, ossia
Ricetta per gli ipocondtiaci
1877- 880 - Nikolai Lieskov - / preti di Stàrgorod {Cronaca)
881 - MÓR Jókai - Rosa gialla
1882- 886 - Victor Hugo - Cromtvell
1887- 889 - Giovanni Boccaccio - Elegia di madonna Fiammetta
1890- 891 - Valéry Larbaud - Fermina Mdrquez
1892- 894 - Gilbert Keith Chesterton - L'osteria volante
1895- 898 - Victor Hugo - Marion de Lorme, Emani, Il re si
diverte
1899- 900 - Guglielmo Shakespeare - Antonio e Cleopatra
901 - Niccolò Machiavelli - Vita di Castruccio Castracani
e altri scritti storici minori
1902- 905 - Volfango Goethe - Le affinità elettive
1 906- .907 - Giuseppe Rovani - La Libia d'oro (Scene storico-
politiche)
1908- 910 - Victor Hugo - Lucrezia Borgia, Maria Tudor, Angelo
tiranno di Padova
911 - Lao-Tse - // libro della norma e della sua azione
19 12- 914 - Barbey d'Aurevilly - Le diaboliche
1915- 918 - Felice Orsini - Memorie politiche
1919-1922 - Victor Hugo - Ruy Blas, I Burgravi, Torquemada
1923-1927 - Plinio il Giovane - Carteggio con Traiano e Pane-
girico di Traiano, seguiti da un saggio sulle persecuzioni
dei cristiani
1928-1930 - Emilio Praga - Memorie del presbiterio, scene di pro-
vincia
1931-1932 - Anatole Frange - Taide
1933-1935 - Tito Livio - Storia di Roma dalla sua fondazione.
Libri I-III
1936- 1938 - Tito Livio - Storia di Roma dalla sua fondazione.
Libri IV-V
1939-1940 - Guglielmo Shakespeare - Molto strèpito per nulla
1941-1942 - Stefan Zweig - Quattro storie della prima esperienza
1943-1944 - Marivaux - // gioco dell'amore e del caso. Le false con-
fidenze. La prova ,
VOLUME SINGOLO
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