Una satira dissacrante e ricca di humour che mette a nudo
gli effetti della modernizzazione di stampo francese sulla nuova borghesia di Hanoi negli anni Trenta. Giocando audacemente con le contraddizioni, Xuan Capelli Rossi, semianalfabeta figlio del popolo ma dotato di grande ascendente sulle donne, realizza una folgorante scalata sociale: da umile raccattapalle nei circoli del tennis ad autorità indiscussa nel campo della moda, della medicina, della poesia, dello sport fino a essere proclamato eroe nazionale. Una sarabanda di vicende equivoche che smaschera le ipocrisie dello stile di vita acquisito e sbeffeggia i vietnamiti che si atteggiano a europei. Il libro rappresenta un raro esempio di critica all'occidentalizzazione vista con gli occhi di un "colonizzato".
Vu Trong Phung, (1912-1939) Scrittore, autore di teatro e giornalista, fu al centro di aspri dibattiti letterari e politici ai tempi del Protettorato francese. Le sue opere furono definite "decadenti" e venne accusato di "oltraggio alla morale". In realtà i suoi scritti esprimevano tutto il suo amore per il paese e la speranza di preservarne i valori della tradizione. Nel 2010, l'Associazione degli scrittori vietnamiti e quella degli scrittori di Hanoi hanno inaugurato una sede in sua memoria. Il gioco indiscreto di Xuan è adottato nei programmi delle scuole vietnamite.
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LA FORTUNA IN AMORE DI XUAN CAPELLI ROSSI - VAN E MINH, OSSIA LA COPPIA CIVILIZZAZIONE1 - LA COMPASSIONE DELLA VEDOVA DEL VICEDOGANIERE
Giovedì, tre del pomeriggio circa. Al circolo del tennis, circondato da fitti alberi di Strobus, due francesi giocavano nel campo di sinistra. Due ragazzini raccattavano svogliatamente le palle per poi rilanciarle ai tennisti. Persino i giocatori muovevano le racchette pigramente. Le loro magliette erano madide di sudore. "Xanh ca!"2 "Xanh xit!"3 Il battito delle palle da tennis, unito agli annunci del segnapunti, risuonava seguendo il ritmo del canto di migliaia di cicale. Per strada, sul marciapiede, un venditore di limonate si accovacciò sulla sua bancarella, chiacchierando con un collega. "Caspita! Come mai c'è così poca gente di giovedì?" "Stanno per arrivare. Sono solo le tre. Da oggi in poi dovranno allenarsi fino a sputar sangue. È probabile che giochino tutti i giorni, non solo di giovedì, sabato o domenica." "Ah, sì? E come fai a saperlo?" "Lo so! Fra tre o quattro mesi ci sarà il re in persona e consegnerà anche una prestigiosa coppa al vincitore... I giocatori dovranno allenarsi sino allo sfinimento." A poca distanza da loro, all'ombra dell'albero di Bombax ceiba, era seduto un vecchio indovino. Contemplava la propria valigetta, il calamaio, l'astuccio e alcune tabelle di oroscopi. Di tanto in tanto, sbadigliava come un vero e proprio filosofo. Poco più in là, Xuan Capelli Rossi stava discutendo con una venditrice di canne da zucchero. Contrattavano? Per niente! Era una vera e propria storia d'amore! E non una semplice storia d'amore ma, come direbbero oggi i giornali, una storia d'amore del Popolo (con la P maiuscola). Di fatto, Xuan Capelli Rossi, a gesti, stava chiedendo un po' d'amore... "Smettila!" "Dai, ancora un po'! Solo un poco..." "Cretino!" "Anche se mi lasci fare, non perdi niente!" "Hai ragione. Tenere alla propria virtù non significa venerarla. Solo che... ascoltami bene! Non tocca a te farmi scoprire l'amore, né darmi illusioni. Oggi non ho venduto un bel niente. E tu, non solo non hai comprato niente ma, peggio ancora, mi hai portato sfortuna." Xuan Capelli Rossi si alzò bruscamente e con voce a metà tra l'eroico e imbronciato ribatté: "Me ne infischio!". La venditrice lo guardò storto. "Ah, sì? Se non vuoi niente, perché non ti levi di torno?" Xuan Capelli Rossi scoppiò in una grande risata, come un cavallo che nitrisce, e si sedette di nuovo. "Ma dai! Scherzavo... Se non avessi bisogno di te, di chi altri dovrei aver bisogno? Su, non fare storie! Dammi un po' di canna da zucchero!" "I soldi, prima!" Xuan estrasse dalla tasca posteriore un fazzoletto annodato come l'orecchio di un maiale. Lo spiegò, prese un soldino e lo posò altezzosamente sul pavimento di cemento. Mentre la venditrice scortecciava un bastoncino di canna da zucchero, Xuan borbottò: "Cinque soldi, vediamo... me ne rimangono due. Ieri sera ne ho spesi tre per offrirli a un amico... due per i biglietti del locale e uno per due scodelle di zuppa. So godermi la vita o no? Neppure i figli dei padroni possono permettersi di essere più spendaccioni... mah! Comunque, non è bello avere le mani bucate. Ti ho già detto di venire a vivere con me, così potresti frenarmi un po'. Ma tu non mi ascolti mai, vero?". La venditrice non rispose. Xuan masticò rumorosamente il suo bastoncino di canna. Ne succhiò il liquido dolce, buttò i resti verso il pilone elettrico, sfregò le mani sui pantaloni, si alzò e si stiracchiò. La venditrice gli diede il resto, ma Xuan incrociò le braccia. "Puoi metterlo nella mia tasca... infilaci le dita!" Rabbiosa, la venditrice posò le monete per terra e Xuan fu costretto a chinarsi per prenderle. "Accipicchia! Non ci sta proprio!" E, rammentandosi alcune parole del Cai luong,4 Xuan cantò: "Ahimè, il silenzio della notte d'autunno / infrange il mio triste cuore!". Poi si diresse lentamente verso l'indovino e rimase a osservarlo a lungo come un campagnolo che scopre la gabbia delle scimmie della signora Be Ty5 per la prima volta. "Leggimi l'oroscopo!" Il vecchio si svegliò di soprassalto e afferrò il pennello di piuma da dietro l'orecchio con la velocità di un poliziotto che scriva una multa. "Due soldini per un oroscopo! Se sei d'accordo, te lo leggerò." "Uno solo. Meglio poco che niente." "E va bene. Mettilo lì!" "Eccolo! Non ne avrò bisogno." Si sedette sulla stuoia e posò la moneta sulla valigetta. Il vecchio indovino spiegò un foglio e iniziò a macinare un po' di polvere d'inchiostro dentro la cartuccia in cui aveva sputato per un paio di volte. Levò il pennello e chiese: "La tua data di nascita?". "Ho venticinque anni, vecchio! Sono nato nella quindicesima giornata del decimo mese, nell'ora in cui i polli vanno a dormire." L'indovino si chinò sulla stuoia, borbottò e calcolò qualcosa con le dita prima di scrivere sul foglio. Xuan Capelli Rossi appoggiò le braccia sulle ginocchia e il mento sui palmi delle mani. L'indovino scarabocchiò dapprima alcune note e infine sentenziò: "Le stelle Tuan e Triet affrontano le case Than Menh.6 Lo Yin e lo Yang si scontrano davanti al vostro destino. I genitori son partiti presto per l'altra parte del mondo. Se l'ora e la data di nascita che mi hai fornito sono corrette, devi essere orfano sin da bambino". "Sì, sì! Esatto!" "Devi aver avuto un'infanzia difficile." "Sì, lo è stata." "Ma la tua sorte non è del tutto negativa. Le stelle Khoc e Hu girano intorno a Quan.7 Il tuo nome apparirà improvvisamente sulla linea dell'orizzonte. In futuro otterrai una certa fama." "Bene! Ma quando?" "Da quest'anno, per te, l'orizzonte si schiarirà sempre più." "Non vedo ancora alcun segno." "A fine anno, lo vedrai." Xuan chiese dubbioso: "E quest'anno, sinora, com'è stata la mia sorte?". "Sino a oggi, si è manifestato solo l'aspetto della "seduzione"." "Cosa intendi?" "Intendo le storie amorose. Ne hai avuti di successi!" Xuan Capelli Rossi applaudì fragorosamente, come se avesse assistito a un bel colpo di tennis. Poi, parlò del suo dono di seduzione: "È tutto vero! Ieri, dopo lo spettacolo, passavo per la via Sam Cong8 e un gruppo di donne che gironzolava là intorno mi ha letteralmente assalito: mi hanno tirato per le braccia e strattonato per la camicia! Dovevo essere molto seducente! Sei proprio un gran chiaroveggente!" Xuan si rivolse allora alla venditrice di canne da zucchero: "Visto?". E bisbigliò confidenzialmente all'indovino: "Anche quella piccola venditrice sta per perdere la testa per me. Le tue rivelazioni ben valgono il denaro speso!". Proprio in quel momento, un'auto lussuosa si arrestò davanti all'impianto del tennis. La portiera si aprì e apparve una donna di una quarantina d'anni, vestita da giovane seduttrice. Il suo viso era incrostato di cipria e rossetto e i suoi capelli erano crespi. Doveva pesare almeno settanta chili. Portava un piccolo turbante alla moda. In una mano serrava un ombrellino minuscolo e un'enorme borsa, mentre nell'altra teneva un cagnolino dalla criniera leonina. Faticosamente, i suoi piedi toccarono terra. Dopo di lei, uscì un giovane alto, magrissimo, dal grosso pomo di Adamo, gli occhi grandi e sporgenti, i capelli ondulati e vestito come un turista occidentale. L'uomo, una volta sceso, porse la mano a una giovane donna che si trovava ancora all'interno: indossava pantaloncini bianchi e scarpe da tennis, i suoi capelli erano raccolti in uno chignon e teneva due racchette sottobraccio. Le tre persone si diressero a passi lenti verso lo stadio. Assorto nelle rivelazioni dell'indovino, Xuan Capelli Rossi non fece caso al loro arrivo. Era tutto impegnato a cercare di capire cosa fosse il suo "dono di seduzione". Interrogò di nuovo il veggente: "E i soldi? Potrò diventare ricco?". "Non proprio ricco, ma conoscerai una certa agiatezza." Queste parole lo resero perplesso e pensieroso. All'età di nove anni, Xuan era andato a vivere da un lontano zio paterno. Costui era stato lodato dall'intera famiglia per aver accolto l'orfano, ma in realtà lo aveva trattato come un domestico e, poco tempo dopo, lo aveva picchiato brutalmente e sbattuto fuori di casa. Pare che il ragazzo avesse forato il muro del bagno per spiare la moglie dello zio mentre faceva la doccia. Da quel giorno, Xuan dormì per strada, si nutrì della frutta degli alberi di Dracontomelon e dei pesciolini che poteva catturare nel lago della Spada Restituita.9 Esercitò diversi lavori: vendette noccioline abbrustolite e giornali, fece il fattorino per una compagnia teatrale e spacciò prodotti farmaceutici sui treni per conto di ciarlatani. Praticò anche mestieri più o meno loschi. Costretto a lavorare a lungo sotto il sole rovente, i capelli di Xuan divennero rossi, talmente rossi da sembrare quelli di un occidentale. Era un giovane senza educazione né istruzione, ma non privo di furbizia, anzi, la sapeva lunga! Da circa un anno era stato assunto come raccattapalle al circolo del tennis. Là, era stato trattato bene e la sua naturale dimestichezza con la racchetta lo poneva fra i favoriti dei soci francesi e vietnamiti. Il suo grande sogno era di diventare famoso come i due campioni Chim e Giao.10 Se solo il destino gli avesse dato un buon manager... Per ora, doveva accontentarsi di essere un semplice raccattapalle. Anche se era un mestiere umile, poteva intravedere un barlume di speranza nel futuro. Vendere noccioline, arrampicarsi sugli alberi per raccogliere frutti di Dracontomelon, pescare nel lago, fare il fattorino per gli attori... erano lavori senza avvenire, ma la democratizzazione dello sport e i movimenti popolari appena nati gli infondevano una sensazione d'inconcepibile fierezza e autosufficienza. "Dimmi un po': sai scorgere i segni del successo nella mia fisionomia?" L'indovino osservò i capelli rossi, la fronte piatta, la mascella larga, la lunghezza del labbro superiore, le orecchie grosse e disse: "Ebbene, sì! Avrai un bell'avvenire! Peccato che i tuoi capelli non siano neri!". "Cacchio! Sono così rossi solo perché non ho mai avuto un cappello in vita mia!" All'improvviso, un ragazzino uscì correndo dal club e lo chiamò: "Ehi! Xuan! Vieni! C'è la signora! Ha bisogno di un avversario. Vieni! Svelto!". Xuan Capelli Rossi chiese: "Quale signora?". "La giovane Civilizzazione con il marito, detto la Grande Pertica! Anche la donnaccia è con loro, la Vedova del Vicedoganiere. Vuole giocare anche lei!" Xuan si alzò, senza dimenticare di raccomandare all'indovino: "Continua pure a scrivere il mio oroscopo! Verrò a prenderlo stasera oppure domani. Non dimenticare che ti ho già pagato! Coraggio! Io, ora, vado a fare ken co ban11 con le belle dame per non contraddire le tue divinazioni!". Passando davanti alla venditrice di canne da zucchero, le fece l'occhiolino e un sorriso civettuolo: "O voa!12 A domani!". Poi corse allo stadio, vi entrò e si diresse verso il campo di destra, dove le tre persone lo stavano aspettando. "Onorato di inchinarmi dinanzi a voi, rispettabile nonna, onorato di inchinarmi dinanzi a voi, signore, onorato di inchinarmi dinanzi a voi, signora." Il signore e la signora Civilizzazione risposero con un cenno del capo, mentre la Vedova del Vicedoganiere girò il viso con una smorfia di disapprovazione. La donna più giovane rivolse un sorriso sardonico a suo marito, il quale disse a Xuan: "Mia zia non apprezza un linguaggio così formale!". La Vedova del Vicedoganiere, arrabbiata, apostrofò Xuan: "Come siete stupido! A chi vi rivolgete quando dite "nonna"? Non sono più vecchia di vostra madre. Sarei forse così vecchia d'aver potuto partorire vostra madre? E poi vostra madre...". "M'inchino a voi, signora. Mi sono espresso male. Chiedo venia, mia grande signora. Perdonatemi!" Poiché la collera della vera e propria me tay13 stava sbollendo, Xuan afferrò una racchetta e si diresse verso l'altra parte del campo. Boing! Boing! Boing! La pallina volò di qua e di là. Distratto dalle cosce bianche della signora Civilizzazione, Xuan sbagliò i primi tiri, dando l'impressione che lei avesse fatto dei progressi. Ancora arrabbiata, la Vedova del Vicedoganiere strinse i denti. "Sono veramente stupidi, quelli del popolo di Annam!14" Il signor Civilizzazione rispose: "Zia, non prestate troppa attenzione a certa gente!". "Dovrei praticare anch'io dello sport, altrimenti invecchierò prematuramente." "Oh! Sono d'accordo con voi, zia. Avete veramente deciso di fare dello sport? Che vittoria per lo sport! Che progresso per il Vietnam! Che segno di prosperità per la nostra razza!" Proferì queste parole con lo stesso entusiasmo degli uomini smilzi e malati che non praticano mai attività sportive, ma che esortano gli altri a farlo. Il signor Civilizzazione, dopo sei o sette anni di studi in Francia, era ritornato in Vietnam senza aver ottenuto alcun diploma. Si mormorava che in Francia avesse frequentato numerosi scrittori, politici e viceministri così famosi da essere spesso nominati nei giornali vietnamiti. Dopo il suo rientro, la Securité ordinò a due agenti di pedinarlo. Dopo ben tre mesi di sorveglianza, giunsero alla conclusione che l'unica sua attività segreta fosse quella di fumare sigarette Camel. Si sposò in seguito con una donna ricca e adottò lo pseudonimo di Van Minh, cioè Civilizzazione. Allora, la Securité si preoccupò di nuovo. Le indagini rivelarono, tuttavia, che egli aveva semplicemente unito il suo cognome Minh (luce) a quello della moglie Van (letteratura), anteponendo quest'ultimo al suo in onore della ricca famiglia della sposa. Tutto qui! Quell'uomo non protestava né approvava alcun tipo di riforma nazionale o internazionale. Infatti, non fu mai nessuno e non fece mai niente. Da quando la gente iniziò a chiamarlo signor Civilizzazione, egli si sentì in dovere di sostenere la campagna di occidentalizzazione, conferendo in questo modo maggior valore al suo nuovo nome. Mens sana in corpore sano: dopo aver appreso questa verità universale, diventò un grande sostenitore dello sport, incoraggiando dapprima sua moglie e, in seguito, molti altri a praticarlo. Purtroppo, la sua partecipazione al processo dell'Occidentalizzazione lo immerse in meditazioni così profonde da non avere il tempo di esercitare né sport né ginnastica. La storia della Vedova del Vicedoganiere è altrettanto istruttiva. Da giovane era stata violentata da un soldato francese mentre usciva dal suo villaggio per partecipare alla celebrazione dell'armistizio. Alla violenza illegale fece seguito quella legale: in altre parole, lei sposò lo stesso soldato, che sarebbe divenuto in seguito Vicedoganiere. Dopo circa dieci anni di matrimonio, lui morì. La sua morte non solo dimostrò la sua fedeltà verso lo Stato, ma anche quella verso la moglie: morì nel compimento del suo dovere coniugale. La vedova si risposò con un giovane segretario. Ma ahimè! Il secondo marito, un indigeno, se ne andò, come il primo, dopo circa due anni di vita di coppia. Dato che lei non aveva amanti, le male lingue misero in circolazione la diceria che anche questo suo povero consorte fosse morto di sfinimento mentre si dava da fare per soddisfare la fiamma erotica della moglie. Ah! Quella fiamma che ardeva sempre in lei, incessantemente alimentata dai suoi ammiratori e che solo il suo sposo doveva appagare! In altre parole, fu la fedeltà coniugale della dama a condurre il povero marito alla morte. Due giovani francesi e un vietnamita entrarono nello stadio. Xuan cedette loro la racchetta e, quando una delle ragazze francesi si recò nello spogliatoio, sparì misteriosamente. Il campo risuonò del brusio dei saluti, dei pettegolezzi e delle risate. Le palle svolazzavano di qua e di là come pipistrelli che inseguono zanzare. Dopo un po', apparve un francese che teneva Xuan per i capelli, lo insultava e lo pestava in faccia. Tutti si radunarono intorno a loro. Sembrava che Xuan avesse spiato la ragazza francese mentre si toglieva la gonna per infilarsi i pantaloncini. L'associazione lo cacciò immediatamente, senza nemmeno pagargli il salario di quel mese. La Vedova del Vicedoganiere, testimone della scena, dedusse che gli Annamiti non solo erano stupidi, ma anche patetici. Sospirò e, rivolgendosi al nipote disse: "Chi non commette errori in gioventù? Si dovrebbe perdonare la puerilità dei giovani! Poveraccio! Come si può trattare una persona in modo così spietato?".
1. I due cognomi Van e Minh, uniti, significano "Civilizzazione". Con l'intento di mantenere l'ironia dell'autore, d'ora in poi questa coppia sarà chiamata "Civilizzazione". 2. Cinq-quattre (Cinque-quattro). 3. Cinq-six (Cinque-sei). 4. Una forma di teatro tradizionale del Vietnam del Sud. 5. Un famoso personaggio della Hanoi degli anni Trenta, vedova dell'ufficiale francese M. Betty, che si fece costruire una grande villa con un piccolo zoo sulla strada di Hang Bac. 6. Secondo l'astronomia tradizionale Tuan e Triet sono cattive stelle. 7. Piccole stelle di buon auspicio. 8. La via si trovava nel quartiere a luci rosse. 9. Nel centro di Hanoi. 10. Due campioni di tennis del Vietnam di quell'epoca. 11. Quelques balles (Qualche scambio). 12. Au revoir (Arrivederci). 13. Termine per indicare le donne vietnamite che si sposano con i francesi. 14. Il Vietnam centrale.
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LA CONGIUNZIONE FRA LE STELLE QUAN PHU E THAI TUE - AHIMÈ! QUANTE SCIAGURE PER IL NOSTRO POPOLO! - LA CIVILIZZAZIONE AVRÀ GRAVI CONSEGUENZE! - I GENDARMI E LE MULTE
Attraverso un cortile deserto, un gendarme scortò Xuan e l'indovino sino a una cella. Aprì la serratura e disse con sarcasmo: "Prego signori!". All'interno, c'erano un mendicante, sua moglie, suo figlio, un vagabondo e una venditrice con due cestini ancora pieni di tagliatelle e carne grigliata. La venditrice era seduta contro il muro, le braccia incrociate sulle ginocchia e aveva un'aria smarrita. Il vagabondo dormiva sul pavimento e russava come una sega circolare. I famigliari del mendicante si spidocchiavano l'un l'altro con cura. La porta fu richiusa brutalmente; si udirono il clic della serratura e i passi del gendarme che si allontanava. Una lampada diffondeva una luce flebile. Il vecchio indovino stese per terra la stuoia, la valigetta e l'ombrellino. Si sedette infine sulla valigetta, ansimando pesantemente. Solo Xuan rimase in piedi, si grattò l'anca, osservò altezzosamente la stanza e i suoi occupanti, fece una smorfia e sbottò: "Che cazzo di caserma è questa? Una gattabuia! Che vergogna!". L'indovino spalancò gli occhi. "Vergogna? In culo!" "Ma che ignoranza!" ribatté Xuan. "Mica ho parlato di te, vecchietto! Sto parlando del governo!" Xuan provava un forte disprezzo per quella misera prigione. Era un reparto della diciottesima circoscrizione della città, creato recentemente dal governo e composto da sette persone: un commissario francese, un interprete vietnamita, un sergente e quattro gendarmi. Questo reparto era responsabile di sedici belle strade abitate quasi esclusivamente dai francesi, alcune lunghe anche cinque chilometri, tanto calme e sicure che, quelle volte in cui potevano infliggere una multa, i gendarmi della caserma erano felici e contenti come se avessero vinto alla lotteria! A turno, i quattro agenti dovevano fare il giro di tutte le strade in bicicletta, spesso senza potersi fermare, tanto che, dopo soli sei mesi, erano diventati dei campioni di ciclismo. Uno aveva vinto il giro Hanoi-Hai Phong, un altro si era classificato terzo nell'Hanoi- Son Tay e gli ultimi due avevano ottenuto dei buoni piazzamenti nella gara Hanoi-Bac Ninh e in quella di Hanoi. Nei rari casi in cui si verificavano delle infrazioni alle leggi in queste sedici strade, i gendarmi non erano mai presenti: venditori ambulanti, cuochi, domestici, risciò, mendicanti ecc., aspettavano di vederli sparire dietro l'angolo prima di pisciare contro il muro, bisticciare o picchiarsi. Su quattro, due dovevano sempre rimanere di picchetto alla caserma, mentre gli altri due dovevano sorvegliare la zona. Sedici strade per due gendarmi! Ecco perché pattugliare diventò un vero e proprio allenamento per le gare ciclistiche. Quell'anno, per risolvere il problema di bilancio causato dalla crisi economica, il Congresso economico e finanziario dell'Indocina adottò una risoluzione secondo la quale la polizia della città avrebbe dovuto obbligatoriamente riscuotere quarantamila piastre di multa. Questa caserma era tenuta a intascarne cinquemila, un ottavo della somma totale. Il commissario francese, per la disperazione, si strappò i capelli e si arrotolò i baffi. Impossibile far pagare multe ai residenti francesi! Solo i domestici, i cuochi, i risciò e i venditori ambulanti annamiti erano passibili di multe nella sua circoscrizione. Come cavare cinquemila piastre da quel misero gruppo? Alla fine, il commissario riunì in gran segreto il personale della caserma e propose una miracolosa soluzione che gli valse la stima di tutti: le famiglie dei dipendenti si sarebbero trasferite nelle sedici strade, e poi... tanto per cominciare, al commissario stesso sarebbe stata inflitta una multa per aver lasciato vagare il proprio cane e sua moglie ne avrebbe ricevuta un'altra per non aver ordinato alla domestica di spazzare la casa secondo le norme igieniche. Dopo di che, a ognuno sarebbe toccato metter mano al portafoglio: all'interprete, al sergente, ai quattro gendarmi, al piantone e al giardiniere. I motivi non mancavano: pisciare per strada, provocare risse, girare in bicicletta senza luce, trascurare la pulizia della casa... fu così che tutti gli impiegati della caserma s'inflissero ammende senza tregua, come mossi da implacabili odi reciproci. Il giorno dell'arresto di Xuan e dell'indovino, il commissario francese era impegnato a battere a macchina un importante verbale, quando un gendarme entrò bruscamente per segnalare un furto nella residenza di un francese. Il fatto era accaduto la notte precedente, ma la vittima ne era venuta a conoscenza solo da poco. Il commissario bofonchiò in francese, con voce annoiata: "I furti sono di competenza del tribunale. Mica si può far pagare la multa alla vittima!". Tuttavia, egli affidò al sergente il compito di occuparsi degli affari correnti e uscì con l'interprete. Rimasto solo in ufficio, il sergente sbadigliò come un commerciante in tempo di recessione. Vide poi passare un gendarme e gli chiese: "Ehi, ufficiale Minh do!1 È dura, eh?". Il gendarme annuì faticosamente, come uno scolaro confuciano ubriaco e scoraggiato. "Eh, sì, è dura! Da crepare!" Il sergente sospirò: "Con tutte quelle multe!". "Troppe!" ripeté tristemente il gendarme. "È vero che il bilancio pubblico ha bisogno di soldi, ma..." "E le nostre sedici strade avrebbero bisogno di più Annamiti..." "Non provate nostalgia per i bei vecchi tempi, diciamo, una decina d'anni fa?" "Oh! Che nostalgia, signore! Dieci anni fa il nostro popolo era ancora così ignorante!" "Ahimè! Ora son tutti civilizzati! Che catastrofe! Vi ricordate com'erano piene di cafoni le strade? Uomini e donne grossolani che sputavano e pisciavano dove volevano e si pestavano per nulla! A quell'epoca, quattro persone salivano insieme sullo stesso risciò! Litigavano per ore, si davano pugni in faccia... le loro case erano piene di spazzatura, non sturavano mai i tubi degli scoli e i loro cani vagavano liberamente per le strade... giravano sempre in bicicletta con qualcuno sul portabagagli o senza luce di notte. Ora tutto è cambiato. Ahimè! L'epoca aurea dei nostri antenati è ormai così lontana! Che disastro!" "Eh, sì! Pensate un po': ora, anche il più misero coolie2 conosce la legge! La sera, non dimentica mai di accendere la torcia della bicicletta e non si ferma più in mezzo alla strada! Se impreca, non insulta più gli antenati altrui! Ah! Le nostre belle tradizioni sono sparite per sempre! Nemmeno i ragazzini sono maleducati come una volta! Vestono bene, non si arrampicano più sugli alberi e non giocano a calcio per strada! È tutto finito!" "E la colpa è dei giornali!" "Esatto! Si leggono i giornali e s'impara a comportarsi bene. E, improvvisamente, non si possono più distribuire tutte quelle multe come ai bei vecchi tempi!" "E, alla fine, siamo costretti a multarci fra noi!" "È incredibile, inaccettabile! Proprio fra noi... noi che siamo dei gendarmi!" "E io, poi... io che sono il sergente! Sapristi!3 Se non ci fossero ogni tanto delle gare di ciclismo per consolarsi un po', sarebbe proprio la fine." "Sì! E i giornali che non menzionano mai i nostri nomi e non pubblicano le nostre foto in prima pagina? Anche questo è inammissibile!" "A proposito, domenica prossima parteciperete al giro Hanoi-Ha Dong?" "Sicuramente! Capirete, ogni giorno si fanno quattro giri attorno alle sedici strade, senza doversi mai fermare a dare una sola multa... è come andare ad allenarsi! Sarebbe un vero peccato non partecipare alle gare! Tuttavia, caro signore, non è perché il nostro popolo è diventato più civile che ci si deve infliggere multe l'un l'altro all'infinito. Cinque piastre! Non è giusto! Io... io protesto!" Inorridito, il sergente si alzò gesticolando concitatamente. "Zitto! Zitto! Non ribellatevi! Provate a chiedere alla moglie del commissario: mi ha detto che il mese scorso ha pagato ben venti piastre d'argento, senza lamentarsi minimamente." Ma il gendarme non era ancora convinto. "Io, se continua così, dovrò chiedere il divorzio!" "Ma no! E come mai?" "Ho raccomandato a mia moglie di dire ai bambini di arrampicarsi sugli alberi, di trascurare la casa, di non sturare i tubi degli scoli... così che il mio collega Minh toa4 possa multarci; io avrei poi fatto lo stesso con lui... I miei bambini, invece, si comportano come piccoli buddhisti e la casa è sempre impeccabile. Che carogne!" Di fronte a una tale situazione, il sergente non seppe più cosa dire. Per sviare il discorso, ordinò al gendarme di convocare gli imputati per l'interrogatorio. Quando il gendarme 1002 aprì la porta, Xuan e l'indovino stavano discutendo animatamente. "Hai visto? Testardo come sei, meriti proprio di stare in prigione! Per me è indifferente, conosco il mio oroscopo del mese: le stelle Quan Phu e Thai Tue sono entrate nel mio segno; è normale che io abbia guai con la legge. Per me, dunque, questa detenzione è un'inezia. Mi rilasceranno presto." "Io, me ne infischio! Non sono un fanfarone, ma posso dire di essere già stato arrestato almeno quindici volte dacché sono venuto al mondo." "Ma dare botte a un vecchio come me è una grave violenza! Finirai in prigione!" Senza prestare attenzione alle parole dell'indovino, Xuan continuò con impeto: "Nei miei precedenti arresti, fui detenuto nella caserma centrale della polizia. Impressionante! Da far rizzare i capelli! C'erano sette o otto ufficiali francesi con le pistole, lunghi baffi e il petto pieno di men day.5 E poi c'erano centinaia di gendarmi con manganelli bianchi e pesanti catene! Anche le stanze dei de bo6 avevano sbarre di ferro robuste come quelle delle gabbie per tigri. Erano piene di zanzare e cimici e vi si sarebbero potuti imprigionare centinaia di detenuti! Questo misero carcere, invece, è un buco e può contenere solo poche persone... insomma, come la mettiamo?". "Via! Via! All'interrogatorio!" urlò il gendarme. "Zitti! Smettetela di litigare!" Si alzarono tutti, tranne il vagabondo che continuò a russare sonoramente. Il gendarme gli assestò un calcio. "Lasciami dormire!" "Ti vuoi svegliare o devo prenderti per il collo?" Il vagabondo si destò, gli occhi stralunati. "Che c'è?" "Fuori!" L'uomo si alzò, brontolando: "Dormivo tranquillamente per strada e sono stato svegliato per essere condotto qui. Dormo tranquillamente in prigione e mi svegliano per farmi uscire... ma che storia è mai questa?". Uscirono tutti, attraversarono il cortile ed entrarono nell'ufficio. Il sergente, dopo aver notato che Xuan era vestito meglio degli altri (camicia, scarpe e pantaloncini sportivi all'occidentale), lo interrogò per primo: "Voi... là! Cos'avete fatto?". L'indovino intervenne subito: "Mi ha picchiato, mio rispettabile signore!". "Non gli ho mica dato botte!" ribatté Xuan. "Lo stavo solo strangolando!" "Mi ha dato anche due colpi prima di tentare di strangolarmi..." "Non l'ho pestato! Non ho nemmeno avuto il tempo di strangolarlo: si è messo a urlare come un indemoniato!" Il sergente batté un pugno sul tavolo. "Silenzio! Lasciatemi procedere nell'interrogatorio! Chi ha torto o ragione, sarò io a deciderlo! Cos'è successo?". E rivolto a Xuan: "Perché l'avete picchiato? Rispondete!". "Grande signore, questo vecchio mi ha fregato: gli avevo dato una piastra per un oroscopo che si è poi rivelato completamente falso. Egli ha tuttavia rifiutato di ridarmela! Volevo solo riavere il mio soldo, non avevo certo intenzione di strangolarlo." "Avete fatto il suo oroscopo? Avete ricevuto una piastra?" "Rispettabile signore, a quest'uomo avevo fatto un buon prezzo: solo una piastra. Le mie predizioni erano esatte, ma lui voleva riprendersi lo stesso il soldino." "Ma, grande signore, tutte le sue predizioni erano assolutamente false! Aveva visto nel mio oroscopo un brillante futuro, ma, quasi subito, ho perso il lavoro!" Il sergente guardò storto l'indovino. "Predire cose simili e voler anche cavare soldi alla gente!" "Signore, il futuro è lungo... non tutto è immediato. Ho studiato per dieci anni l'arte divinatoria. Prevedo le cose come un oracolo e non sbaglio mai! Per favore, onorabile signore mio, non giudichi le mie capacità finché non mi avrà concesso l'onore di farle l'oroscopo." Il sergente, a questo punto, guardò storto Xuan. "Ciò che ha detto mi sembra molto ragionevole." L'indovino non si lasciò sfuggire l'occasione. "Ad esempio, mi basta osservare le vostre linee facciali per capire la vostra fortuna: la carriera è eccellente, voi fate fuoco e fiamme! Le spesse sopracciglia dicono che avete molti fratelli e i lunghi lobi delle orecchie svelano che nella terza parte della vostra vita avrete grandi ricchezze!" Il sergente guardò di nuovo storto Xuan. "Questo indovino ha talento! A le!7 Voi siete nel torto! Avete pestato una persona e, per di più, un vecchio! È un delitto! Siete multato con diciotto piastre! Gendarmi! Liberate immediatamente l'indovino! E voi mostratemi i vostri documenti!" In quel mentre, si udì un'auto frenare. Poco dopo, apparve la Vedova del Vicedoganiere che salutò con un sorriso malizioso i due rappresentanti della legge, i quali la ossequiarono cerimoniosamente come piccoli commercianti di fronte a una ricca cliente. La Vedova del Vicedoganiere era stata, a dirla tutta, colei che, nelle sedici strade della circoscrizione, aveva pagato il maggior numero di multe per aver spesso lasciato vagare il proprio cane, e tutta la caserma le era perciò riconoscente al pari di un negoziante nei confronti di un'affezionata cliente in tempi grami. Il sergente le chiese: "Cosa desiderate, signora? Siamo a vostra disposizione". "Sono qui per pagare la multa di un mio conoscente. Eccolo! Rilasciatelo, per favore!" Il sergente si sfregò le mani e il gendarme 1002 disse: "Bene, signora. Potete pagarla subito?". "Quant'è?" "Diciotto piastre." Il gendarme 1002 si sedette alla scrivania per riempire il formulario. Xuan, stupito, chiese riverente: "Rispettabile signora, come mai siete così pietosa con me?". "Lo vedrete presto. Abbiamo bisogno di voi. Venite a casa mia e lo capirete. Abbiamo un lavoro da darvi." L'indovino esultò: "Visto? Erano forse false le mie predizioni?". "Erano proprio vere!" esclamò Xuan girandosi. "Siete un gran santo! Devo scusarmi con voi!" La Vedova del Vicedoganiere chiese a Xuan: "Cos'avete detto?". "Rispettabile signora, quest'indovino è molto potente." "Ah sì? Allora venite anche voi a casa mia e mi leggerete l'oroscopo." Il formulario fu riempito. La Vedova del Vicedoganiere pagò. L'indovino ritornò nella cella a prendere le proprie cose e poi seguì Xuan e la donna fino all'auto. Il sergente li accompagnò al cancello. "Grazie mille! Arrivederci! Alla prossima!" Come ebbe pronunciato questa frase, il sergente realizzò di aver preso una cantonata, rammentandosi improvvisamente di essere in una caserma e non nella pasticceria francese della moglie.
1. Mille deux (1002), numero di matricola del gendarme. 2. In inglese nel testo. 3. (Caspita!). In francese nel testo. 4. Mille trois (1003). 5. Medailles (Medaglie). 6. Depôts (Prigioni). 7. Allez! (Andiamo!).
3
IL FIGLIO DEL CIELO, IL FIGLIO DEL BUDDHA - LA REINCARNAZIONE DELL'INDOVINO QUY COC TU1 - LA VIRTÙ È RICOMPENSATA
L'auto strombazzò con grugniti da cinghiale selvaggio. Dopo tre minuti, un domestico si precipitò ad aprire i battenti della porta di ferro per far entrare l'auto che percorse lentamente il cortile. Salici piangenti, ibischi, cactus, zafferani, insolite varietà di fiori e vasi di terracotta del giardino della villa in stile francese apparvero sotto la luce proiettata dalle lampade in strada. Tutto ciò colpì fortemente Xuan. Sentì che per lui stava per iniziare una nuova era. Di tanto in tanto, l'indovino lo guardava con aria trionfante e gli assestò perfino una grande gomitata nello stomaco per rammentargli le sue predizioni. Xuan, intimidito, seduto accanto all'autista, non osò replicare. L'auto si arrestò davanti a dodici scalini di cemento. L'autista aprì la porta e la Vedova del Vicedoganiere uscì, portando con sé l'ombrellino giapponese, la borsa di pelle e il cane. Anche l'indovino scese con la sua valigetta, l'ombrello e la stuoia. Xuan smontò per ultimo e la macchina proseguì verso l'autorimessa. Una donna, vestita da domestica, scese gli scalini per prendere le cose della padrona, che le chiese: "Dov'è il signorino? Cosa fa?". "Sta facendo il bagnetto, signora." "Sta facendo il bagnetto? Ha pranzato?" Senza aspettare risposta, si girò e disse: "Signorina Ba! Ma perché fa il bagnetto lì? Mamma mia! È tutto nudo!". "Signora, l'ha voluto lui. Come ben sa, il signorino piange se non può avere tutto ciò che vuole." In una grande vasca d'ottone, era seduto un bambino obeso, dall'espressione un po' sciocca e attonita. Doveva essere alto almeno un metro, ma sguazzava nell'acqua come un bimbo di tre anni. Intorno alla vasca erano sparsi molti giocattoli: un cane di peluche, una bambola, una macchinina, un aeroplano, una trombetta... La Vedova del Vicedoganiere posò il cane a terra e gli chiese: "Il mio tesorino fa il bagnetto? Ma che bravo bambino! Qualcuno ha forse maltrattato il mio piccolino quando la mamma non c'era? Lulù... Pss! Pss!". La Vedova del Vicedoganiere fischiò due volte. Il cane si drizzò sulle zampe posteriori, tenendo ben dritte quelle anteriori, e agitò la sua lunga lingua verso il bambino in segno di saluto. Ma il ragazzino, che stava spandendo acqua dappertutto, scosse la testa e protestò: "Non voglio!". "Su, su! Mamma chiede scusa... Mamma può dare un bacio al suo tesorino?" "Non voglio!" La Vedova del Vicedoganiere esitò, poi chiese di nuovo: "Allora il mio tesoro resta nel bagnetto, ma poi viene a mangiare con la mamma, vero?". "Non voglio!" "Va bene, come vuoi tu, mio caro. Ma se il tesorino ama la sua mamma, non dovrebbe darle un bacio?" Allora lui si alzò... Caspita! Era ancora un ragazzino, ma non era per niente piccolo. Era alto e nudo! E baciò sua madre! Quella bizzarra scena pareva una foto pornografica! A sentire le chiacchiere maliziose dei volgari domestici, il figlio della Vedova del Vicedoganiere aveva "tutti gli attributi" al loro posto. Per dissipare ogni malinteso dalle facce sorprese di Xuan e dell'indovino, la signora spiegò altezzosa: "È un figlio inviato dal Cielo e dal Buddha!". L'indovino capì subito che il bambino era nato dopo un pellegrinaggio della madre in diverse pagode, ma Xuan, sempre attonito, non ne colse il significato. Non appena la Vedova del Vicedoganiere fu entrata in casa, il ragazzino cominciò a strillare e singhiozzare. La padrona urlò: "Signorina Ba!". Il ragazzino continuava a strillare: "Voglio entrare in casa! In casa! In casa!". "Signorina Ba! Presto! Asciugate il signorino e portatelo dentro!" Il gigantesco ragazzino salì cavalcioni sulla schiena della domestica e si dondolò come se cavalcasse un cavallo. "Avanti! Iiiiii ... su, su, su!" Davanti a quella scena disgustosa, Xuan non poté fare a meno di mormorare: "Merda! Che monellaccio!". Entrata nel salotto, la padrona ordinò ai due uomini: "Sedetevi lì e aspettatemi!". Poi se ne andò in un'altra stanza. Nell'attesa notarono che il ragazzino indossava solo una camicia e non aveva i pantaloni. Giocava a nascondino e sorrideva loro stupidamente. La camicia di seta giallastra aveva stampati sui lati due grandi simboli rossi.2 Al collo, portava uno spesso collare d'oro al quale erano appesi un ciondolo e una medaglia dello stesso metallo. Si udì la voce supplichevole della domestica Ba: "Signorino Phuoc, mettetevi i pantaloni!". "Non voglio!" "Mettetevi i pantaloni, altrimenti quei signori vi derideranno! Su!" "Fateli giocare con me!" "D'accordo, ma prima mettetevi i pantaloni!" "Non voglio!" L'indovino diede un colpetto al piede di Xuan e mormorò: "È veramente un figlio inviato dal Cielo e dal Buddha!". "Sì, infatti..." annuì Xuan che cominciava a capire. "Strano, però! La padrona sembra la moglie di un francese." Xuan posò un dito sulla bocca e sussurrò: "Proprio così...". L'indovino abbassò la voce. "Come mai il figlio inviato dal Cielo è annamita?" Prima che Xuan potesse rispondere, giunse la voce della Vedova del Vicedoganiere: "Oh! Il mio tesorino! Il tesorino della mamma ora s'infila i pantaloni. Fa' il bravo!". Poi entrò nel salotto. Si era tolta la tunica e il turbante, indossava solo una camicia di seta trasparente e non aveva il reggiseno. I pantaloni erano anch'essi di seta velata. Sembrava una seguace del nudismo e Xuan si sentì uno sporcaccione. L'indovino si alzò con rispetto. La padrona gli chiese: "Leggete l'avvenire con l'oroscopo oppure attraverso la fisionomia?". "Con entrambi, signora." "Qual è il più affidabile?" "L'oroscopo." "Allora fatemelo!" "Potreste dirmi la vostra data di nascita e l'ora, signora?" "Non saprei, non mi ricordo bene..." "Mi baserò allora sulla vostra fisionomia, ma temo di non poter essere così preciso come con un oroscopo." "Va bene. Fate pure!" "La vostra fisionomia è ottima. Fra le dodici zone della faccia, solo una non è molto favorevole: quella delle relazioni coniugali, vale a dire la zona del matrimonio. I vostri zigomi sono un po' troppo alti." La Vedova del Vicedoganiere aggrottò le sopracciglia: "Cosa c'è che non va? Il mio primo marito, il Vicedoganiere, fu molto buono con me. Lo fu anche il secondo, il Segretario. Prima di morire, disse di amarmi ancora. Quante donne su questa terra hanno avuto due mariti così perfetti?". "Sì, signora, ma secondo la nostra tradizione sposarsi due volte è biasimevole." "Sì... ma secondo il costume odierno non è cattivo segno sposarsi più volte, basta che i mariti siano buoni. Comunque, avete visto giusto." "Signora, voi avete un'anima caritatevole e provate molta compassione per gli altri." "Le vostre capacità divinatorie sono ottime!" "La zona delle finanze è buona, quella dei beni immobili è migliore, quella degli antenati è eccellente... Signora, i vostri antenati vi benedissero... devono avervi lasciato delle terre in eredità..." "E la zona riguardante i figli?" "Buona anche quella, ma ne avete avuti pochi." Ancora una volta, la Vedova del Vicedoganiere non fu d'accordo: "Come no? Ho due figli. Mia figlia Jannette studia e si laureerà presto. Mio figlio Phuoc cresce in fretta. Fra tre mesi compirà undici anni. Due figli... perché dite "pochi"?". "Signora, "un figlio conta, ma dieci figlie no". È l'insegnamento degli antenati. Le figlie, anche se tante, non valgono. Quindi, un solo figlio è poco." "Ah, ho capito! Un solo figlio maschio è poco." "Grande signora, avete intenzione di fare il terzo passo?" "No, ho già deciso! Ho giurato sull'anima del mio primo marito, il Vicedoganiere, e su quella del mio secondo marito, il Segretario, di restare loro fedele. Benché io sia molto giovanile, ho già una certa età. Preferisco sacrificarmi e dedicarmi ai figli." "Perciò, come le avevo detto, grande signora, la zona riguardante i figli non è ricca." "Avete una grande abilità nell'interpretare la fisionomia. E com'è il destino di mio figlio Phuoc? Il Buddha della pagoda del Profumo me l'ha mandato da più di dieci anni. Temo che..." "Il suo destino è ottimo, signora. Il signorino avrà una lunga vita oziosa, non dovrà mai lavorare... godrà di grandi ricchezze, prosperità, sicurezza e buona salute." La Vedova del Vicedoganiere chinò umilmente il capo: "Io... ho sempre paura, essendo un semplice essere umano, di non saperlo accudire in modo adeguato, temo sempre che lui decida di ritornare al Cielo dal quale è venuto". "Non v'inquietate!" ribatté immediatamente l'indovino."La sua fisionomia ci rivela tutto! Vivrà a lungo e la sua presenza in questa casa vi assicurerà sempre prosperità!" "Bene, molto bene! Voi siete il miglior indovino che ci sia!" "Venerabile signora, se mi saprete dire l'ora esatta, il giorno e il mese della nascita di vostro figlio, io potrò preparare il suo oroscopo in modo dettagliato, così da poter predire cosa gli accadrà ogni anno, ogni mese e ogni giorno." "Davvero?" "Sì, mia grande signora. Una carta astrale è molto più precisa della fisionomia." "Bene! Ora, però, si è fatto tardi, potete rincasare. Ritornate pure nei prossimi giorni per fare la sua carta astrale! Signorina Ba! Date dieci piastre a questo signore! Non dimenticatevi di ripresentarvi per la lettura dell'avvenire!" "Sì, sì, grande signora! Ritornerò sicuramente presto!" Il vecchio prese il suo ombrello, la valigia, la stuoia e se ne andò. La Vedova del Vicedoganiere chiese a Xuan: "E voi, sapete cos'ho fatto per voi?". Xuan rimase un attimo perplesso e intimorito, poi rispose: "Onorevole signora, senza il vostro aiuto, sarei ancora in carcere". "Sì, vedo che sapete essere grato." "Onorevole signora, il vostro umile figlio non dimenticherà mai questo favore." "Non usate la parola "figlio" con me! Sono una persona civilizzata, non discrimino le classi, né faccio distinzione fra ricchi e poveri." "Sì, signora." "I vostri genitori sono ancora vivi?" "Signora, sono orfano fin da piccolo." "Oh! Poverino! Avete moglie e figli?" "Non ancora, signora." "Molto bene! Volevo dire... di questi tempi, non ci si deve sposare presto. Sapete perché vi ho condotto con me?" "Non ancora, signora. Attendo i vostri ordini." "Sono una donna pietosa, provo molta compassione per il mio prossimo. E voi meritate il mio aiuto. Deve essere stato terribile perdere il lavoro in modo così repentino! Perché avete commesso quella sciocchezza nello spogliatoio? So che i giovani sono incoscienti, ma dovevate assicurarvi prima che la ragazza fosse d'accordo... e solo dopo... inteso?" Xuan, perplesso, rispose: "Signora, improvvisamente, senza che avessi il tempo di capire, sono stato picchiato, sbattuto fuori, umiliato...". "Basta! Non raccontatemi simili bugie!" "Ma, signora, non sono bugie!" "Allora, perché vi hanno cacciato?" "Non ne ho la più pallida idea. Stavo sistemando gli asciugamani di cotone e le vasche da bagno per i membri del club e, mentre ero così preso dal mio lavoro, quel francese mi ha afferrato e mi ha dato un sacco di botte..." "Non è che stavate..." "Stavo solo tappando un foro dello spogliatoio del club!" continuò a raccontare Xuan con l'aria più innocente del mondo. "Oh! Ma perché non vi siete difeso quando il francese vi ha accusato di quella colpa?" Xuan arrossì e balbettò: "È che... signora... è che... non so nemmeno di cosa mi abbia accusato, io non capisco il francese...". La Vedova del Vicedoganiere, sconcertata e delusa, inghiottì amaro. Si ricordò dei turbamenti e degli errori del passato: dal giorno in cui fu violentata, strane ossessioni la seguivano come ombre fino a impossessarsi di lei. Desiderava ardentemente altre violenze sessuali, ma non ce ne furono più. Fu lei a "violentare" i suoi mariti mentre - Dio ne è testimone - non fu mai "violentata" da loro. Lesse un giorno il romanzo La storia lacrimosa di Kim Anh3 e apprese dell'esistenza di un monaco che diceva di essere l'incarnazione del Buddha e di poter concedere figli alle donne che andavano a pregare nella sua pagoda. Vi si recò subito, ma scoprì che erano solo menzogne del libro e, piena di vergogna, fece ritorno a casa. Fu il secondo marito, il Segretario, a darle un figlio. E anche questa volta... Di fronte all'aria sincera del viso di Xuan, concluse tristemente che, con ogni probabilità, egli era stato accusato per sbaglio. La sua tristezza stava tramutandosi in collera, quando le venne un'idea. "Salite al piano di sopra e aspettatemi. Farò una doccia e vi spiegherò in seguito come mai vi ho fatto venire qui." Xuan ubbidì. I due salirono e giunsero in un altro salone. La Vedova del Vicedoganiere disse: "Accomodatevi! Mentre mi aspettate, sfogliate questo an bum!4". Entrò nel bagno, poco distante da dove era seduto Xuan. Si spogliò, si mise la cuffia di caucciù per proteggere i capelli e aprì il rubinetto. L'acqua sgorgò abbondante dalla doccia di zinco. La donna si strofinò forte la pancia e le cosce. E poi - che paradosso! - lei spiò Xuan attraverso il foro della serratura. Ma, ahimè! Xuan guardava tranquillamente l'an bum fotografico, sempre seduto allo stesso posto, come se nulla fosse! Finita la doccia, uscì dal bagno e disse senza entusiasmo: "Insomma, potete andarvene. Penso di assumervi da domani. Andrete al negozio Occidentalizzazione e chiederete del signor Civilizzazione. Vi darò una mano: non rimarrete senza lavoro". "Venerabile signora..." "Basta così! Non siete tanto sveglio! Andatevene! Domani vedrete. Ricordate: l'Occidentalizzazione, il negozio d'abbigliamento per donne." Xuan se ne andò con il cuore pieno di speranza, senza rendersi conto che quella sera egli era stato disprezzato per la sua eccessiva virtù, come, del resto, spesso capita a chi è troppo ligio alla morale.
1. Filosofo cinese del periodo dei Regni Combattenti (453- 221 a.C.). 2. Questi simboli rossi sono amuleti che contraddistinguono i bambini inviati dal Cielo e dal Buddha, conferiscono loro protezione dagli spiriti maligni e fanno sì che il Buddha non se li riprenda. 3. Probabilmente si tratta di un'invenzione dell'autore. 4. Album.
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LA RABBIA DI HOAN THU1 - L'ARTE AL SERVIZIO DEL POPOLO - I PRODOTTI DELL'OCCIDENTALIZZAZIONE
Xuan seguì le indicazioni della Vedova del Vicedoganiere e, il giorno dopo, alle otto precise, si ritrovò a gironzolare davanti a un negozio d'abbigliamento femminile. Incerto se fosse o meno il negozio Occidentalizzazione della signora Civilizzazione, Xuan non osò entrare. L'istruzione limitata di Xuan gli consentiva di scrivere alcune note nel registro della lavanderia, ma non di decifrare i complicati caratteri moderni. Sembrava fossero stati inventati proprio per non essere letti! In quel momento, stavano preparando una nuova insegna per il negozio. Cinque pezzi di legno dalle forme strane, verniciati leggermente di rosso, giacevano sul marciapiede. Un operaio appoggiò una scala contro il muro mentre un giovane dall'aria altezzosa si rimboccò le maniche lentamente e gli impartì ordini precisi e secchi, sgridandolo talvolta con tono severo. Questo negozio d'abbigliamento era davvero impressionante. Nella vetrina erano esposte tre statue di legno inviate direttamente dall'Europa: rappresentavano la bellezza occidentale, ma, per far sì che assomigliassero un po' alle donne vietnamite, le loro teste erano state agghindate con turbanti e parrucche nere. Ogni ma no canh2 indossava un capo d'abbigliamento di diverso stile. Il primo aveva una camicetta scollata a coda di rondine, che si usava per le passeggiate, il secondo esibiva un costume da bagno, adatto a far risaltare la bellezza del corpo femminile sulle spiagge e il terzo indossava biancheria intima, fatta apposta per ricordare ai mariti o agli amanti il loro più sacro dovere. Xuan si avvicinò timidamente alle cinque lettere e tentò invano di capire cosa significassero. C'erano un pezzo di legno con un buco, un altro quadrato con due fori in mezzo e altri tre pezzi a forma triangolare con altrettanti fori all'interno. La rozza mente di Xuan aveva capito, a soli sei anni, che un triangolo con un punto in centro poteva indicare qualcosa di volgare. Solo questo! Sorrideva dunque fra sé, quando udì il giovane urlare all'operaio: "Questo pezzo va prima! No! No! Metti quello triangolare! Merda!". L'operaio, confuso, chiese: "Signore, cos'è il triangolo?". Il giovane gridò: "Scemo! Il triangolo è... un theo!3 E un theo rappresenta la lettera A!". L'operaio protestò: "Ma signore, poco fa mi avete detto che un theo rappresenta la lettera U!". "Zitto, stupido! Un theo al rovescio è la lettera U. Che razza di artigiano sei? Non capisci niente d'estetica! Ascoltami bene: prima sistemi il pezzo con la punta in su, poi quello con la punta in giù! Allora, avremo A e U, cioè AU che significa Occidente. Dopo di che, metti il pezzo quadrato con due buchi, la H; poi quello rotondo con un buco in mezzo, la O, e alla fine, un altro pezzo con la punta in su, cioè la A, per avere HOA. AU HOA: Occidentalizzazione. È il nome del negozio. È così semplice, eppure te l'ho già dovuto ripetere decine di volte! Siete più stupidi dei maiali!" Xuan, da un lato, era contento di aver trovato il luogo esatto, ma, dall'altro, era arrabbiato per esser stato insultato indirettamente. Mormorò fra sé: "Merda! Sarebbero queste le lettere?". In quel preciso istante, l'attenzione di Xuan fu distolta dall'arrivo di un altro giovane vestito all'europea, in tenuta da escursionista, che si avvicinò al primo. I due si strinsero la mano e si salutarono ad alta voce in francese. "Santo cielo! Il popolo vietnamita non ha alcun senso estetico! Che disgrazia!" "È davvero inutile discutere di estetica con loro!" "No, no! Voi siete giornalista ed è vostro dovere migliorare il livello culturale della gente affinché possa capire la bellezza. Io, invece, sono un artista e ho già consacrato tutta la mia vita all'arte!" "Sì, ma io sono del parere che la vostra influenza sul popolo sia già stata forte!" "Non basta. C'è ancora tanto lavoro da svolgere. Il nostro è un popolo ozioso, non vuole riflettere e non ha nessuna voglia di impegnarsi in cose complicate come i temi estetici, perciò l'impatto della mia arte resta ancora limitato. Eppure, quanto essa è più difficile da capire, tanto più alto è il suo valore estetico! Prendiamo ad esempio l'Italia o la Germania: i loro artisti sono considerati divinità solo grazie a scarabocchi incomprensibili, a quadri che, francamente, il popolo non riesce a capire, ma che considera ugualmente capolavori. Mussolini e Hitler ne furono così gelosi che, una volta raggiunto il potere, la prima cosa che fecero fu incarcerare quei creatori; e li liberarono solo quando finalmente ne compresero il valore artistico. Ecco, pensate un po'! Quando mai il nostro popolo raggiungerà certi livelli? Quando noi artisti potremo finire in carcere?" L'altro annuì: "Avete ragione!". "È proprio a causa del basso livello culturale della nostra società che siamo costretti a rivoluzionare dapprima l'abbigliamento femminile, che è la forma estetica più facilmente accessibile. Solo nel momento in cui la massa saprà apprezzare la bellezza delle cosce delle donne, si riuscirà a comprendere il valore dei dipinti di nudi e si raggiungeranno livelli artistici sublimi." "Ah! Giusto!" "Cosa ne pensate di questi nuovi caratteri? Sono le creazioni più recenti! Non vi sembrano speciali? Il fatto che le persone comuni non riescano a decifrarli conferma la loro superiorità. Il giorno in cui avrò inventato una tipologia incomprensibile perfino agli intellettuali, l'arte trionferà!" In quel momento, Xuan vide di sfuggita la signora Civilizzazione all'interno del negozio e vi entrò con fare timido, seguito dai due giovani che continuavano a discutere animatamente. "M'inchino a voi, signora." La signora Civilizzazione rispose al saluto di Xuan con un cenno del capo e strinse la mano ai due giovani. "Prego! Accomodatevi! In che cosa posso esservi utile? E come va il vostro giornale?" "Sono venuto a proporvi un affare importante. Le vendite sono aumentate e hanno raggiunto le cinquanta copie..." Lei si girò improvvisamente verso Xuan. "E voi, cosa volete?" Xuan, imbarazzato, si stropicciò le mani. "Sì... sì... ieri... la Vedova del Vicedoganiere..." La signora Civilizzazione lo interruppe subito: "Zitto! Dovete chiamarla signora Segretaria, altrimenti si offenderà". "Sì, signora. La signora Segretaria... ieri... mi ha detto di venire qui da voi..." "Bene. Allora, aspettate qui!" Fece accomodare il giornalista nel locale in fondo al negozio. Xuan si sedette su una sedia di ferro coperta da un panno, vicino alla porta. Benché impaziente, ne approfittò per lustrarsi gli occhi e ammirare le parti segrete delle donne che solo il movimento dell'Occidentalizzazione osava mostrare: seni provocanti ricoperti da reggiseni di seta e pizzo, cosce infilate in calze setose, magliette intime, mutandine... insomma, tutto ciò che può destare desideri persino in spiriti settantenni. I rotoli di sete e di stoffe multicolori conferivano un'aria molto vivace al negozio. I tre lati dello spogliatoio avevano tende di velluto e, nel retrobottega, i sarti lavoravano con le macchine per cucire e ronzavano di qua e di là come api. Una donna di mezza età, mal truccata, si fermò davanti alla vetrina e la fissò per alcuni minuti prima di entrare. La padrona le andò incontro. "Buongiorno, signora. Desiderate comprare abiti già confezionati oppure su misura?" La cliente rifletté un istante, poi rispose timidamente: "Vorrei... vorrei un vestito all'ultima moda". La signora Civilizzazione approvò subito: "Sì, è naturale! Oggi dobbiamo riformare radicalmente i nostri costumi per adattarci alle nuove tendenze della moda. Lo stile tradizionale ci fa apparire più vecchie di quello che siamo. Dobbiamo mutarlo! Signora, se le donne non adottano i mezzi moderni per conservare la loro bellezza, avranno ben poche speranze di preservare la felicità famigliare. Le giovani seguono fedelmente la nuova moda: la concorrenza si fa sempre più feroce". Gli occhi della cliente brillarono di gioia: era proprio questa la sua preoccupazione. Esitò ancora, prima di continuare: "È vero, verissimo! Avete ragione! Le giovani d'oggi si vestono in modo ancor più provocante delle mogli annamite degli occidentali di una volta! Troppo moderne! Sono donnacce! Ahimè! Sono più belle di me e mio marito ne è ossessionato! Mi rubano la felicità! Dio mio! Cosa dovrei fare?". La sua voce aumentò ancora di volume e la signora Civilizzazione dovette calmarla: "Su, su! Non vi arrabbiate!". "Ma mio marito esce ogni sera con quelle donne "moderne"! Mio Dio! Cosa dovrei fare?" "Signora, la risposta è semplice! Dovreste vestirvi come loro." "Sì, sì! Dovrei vestirmi in quel modo. Chi se ne infischia se la gente mi chiamerà vecchia sgualdrina! È anche colpa vostra! Voi, i negozi di moda, siete i primi a dare il cattivo esempio!" La signora Civilizzazione scrollò le spalle. "Signora, noi seguiamo semplicemente l'evoluzione della società. In quest'era riformista, tutto ciò che è conservatore sarà eliminato. Non potete immaginare quante donne si sono "salvate" da quando abbiamo aperto questo negozio d'abbigliamento. Grazie a noi, esse hanno ritrovato l'amore dei mariti e riconquistato la felicità coniugale." "Se è così, vorrei farmi cucire subito un vestito il più moderno possibile! Ma che non sia troppo caro!" "Sì, certamente! Prego, signora, vi mostro alcuni modelli." E la padrona l'accompagnò a visionare i manichini: "Ecco! Abbiamo diverse proposte create dai nostri bravi studenti d'arte. Se leggete i cartellini posti sotto i manichini, capirete il significato di ogni modello. Questo, ad esempio, si chiama Promessa e la ragazza che lo indosserà desidererà appuntamenti. Quest'altro si chiama Tranello amoroso e, con esso, le donne avranno in pugno i loro uomini. Questi, Innocenza e Pubertà, sono ideati per le ragazzine. A partire da questi altri, entriamo nel territorio dei "comandanti degli affari interni", cioè delle mogli. Signora, ecco a voi Potere femminile, adatto alle donne che vogliono intimorire i mariti, poi, Assoluta fedeltà per le vedove determinate a rimanere fedeli al marito defunto ed Esitazione per quelle titubanti. Questo è l'abito più recente e non abbiamo ancora esposto il cartellino, ma il nome è già stato scelto: Conquista. Con esso potrete conquistare il mondo intero, vostro marito incluso". Le due donne si fermarono davanti a un abito molto provocante: una maglietta intima e un paio di pantaloni di stoffa nera così trasparenti da lasciar intravedere un coc xe4 e una mutandina anch'essa nera. La bella dama di legno mostrava il decollete, le braccia, le cosce e le gambe. Mentre la signora Civilizzazione la osservava con fierezza, la cliente sembrava molto meno convinta. Fece una smorfia e disse: "Indossare questo vestito è, insomma... sconveniente...". L'artista e il giornalista erano tutt'orecchi. Il giornalista intervenne immediatamente: "No, anzi! È molto adatto, signora. Se lo portaste, nessun uomo potrebbe resistere alla tentazione di seguirvi, così come si seguono le fanciulle!". L'artista soggiunse: "Conquista! L'ho chiamato Conquista!". La cliente si preoccupò: "Ma, con esso... non si copre quasi niente!". "Signora, i dettami della moda sono già cambiati radicalmente" ribadì l'artista. "Per queste creazioni, ci siamo basati sui concetti estetici dei più grandi stilisti europei: gli indumenti devono decorare, sottolineare la bellezza femminile e non nasconderla. Quando si raggiungerà il punto più eccelso, più estremo dell'arte, i vestiti non dovranno più coprire nulla." Notata l'espressione dubbiosa della cliente, la padrona la rassicurò: "Al momento, esso vi potrà sembrare troppo audace, ma aspettate quando vostro marito starà per uscire... indosserete questo vestito e vi guarderete allo specchio: vedrete, sarà bruciato dalla passione e non penserà più a nessun'altra!". "Sì, avete ragione!" annuì la cliente. "Dovrei fare una prova." La padrona del negozio continuò: "Signora, l'armonia famigliare non dipende forse dalla felicità coniugale? Cosa dovremmo fare quando la passione amorosa comincia a smorzarsi?". "Avete ragione!" "Allo scopo, abbiamo creato nuovi modelli di biancheria intima. Insomma, non curiamo solo l'aspetto esteriore come ci rimproverano i retrogradi moralisti! Se voi indossate anche gli intimi della nostra collezione, potete essere certa dei loro effetti miracolosi." "Dove sono? Me li potreste mostrare? Li ordinerò tutti in una volta!" La signora Civilizzazione accompagnò la cliente verso una vetrina retrostante e, lì, tirò fuori un ammasso di mutande, reggiseni, lingerie, magliette intime, giarrettiere... "Ecco Indecisione, poi le mutandine Aspetta un secondo!, la maglietta Felicità e il reggiseno Giù le mani!. Prego, signora! Solo il nostro negozio Occidentalizzazione ha così a cuore la felicità del gentil sesso." La cliente annuì più volte. "Sì, ne sono convinta. Anch'io mi occidentalizzerò e seguirò il movimento della civilizzazione! Mi vestirò in modo moderno! Volete chiamare il sarto e dirmi dove si trova lo spogliatoio?" La signora Civilizzazione indicò l'artista: "Sì, ecco il sarto, signora! Questo grande artista è stato studente alla scuola delle Belle Arti d'Indocina ed è sempre pronto a dedicarsi alla bellezza femminile". L'artista chinò la testa. "Vogliate seguirmi, signora. Sarò onorato di esservi utile." Poi i due entrarono nello spogliatoio circondato dalle tende di velluto. Xuan, ancora seduto sulla sedia, sbadigliava di tanto in tanto, mentre la signora Civilizzazione discuteva con il giornalista: "Signore, non è ragionevole che il vostro giornale chieda un aumento delle tasse per la pubblicità". "Signora, avete torto. Il numero dei lettori del nostro giornale sale sempre più. I conservatori ci attaccano. E questo è buon segno anche per voi: ci sono sempre più persone che seguono le nuove tendenze..." "Ma signore, è il progresso! E, certamente, ne traete molti più profitti di noi." "No, no, siete voi e i vostri colleghi a ottenere i maggiori benefici!" "Voi stessi incoraggiate le innovazioni e, se il pubblico vi segue, siete voi ad approfittarne." "No, ve lo ripeto: a guadagnarci siete voi!" "V'illudete! Non credo che il vostro giornale sia così influente!" Il giornalista, nell'udire queste parole, s'incollerì: "Ma come? Che dite? Non avete notato i progressi sociali? Non leggete i quotidiani? Quanti divorzi! Quanti tradimenti! Quante ragazze scappano di casa per seguire gli uomini! Quanti mariti si annoiano con le proprie mogli! A proposito, avete saputo di quel mandarino che si è licenziato per essere libero di seguire una ragazza moderna? Quasi ogni giorno si apre una nuova sala da ballo! Ecco, io ritengo che sia il nostro giornale a esercitare quest'enorme influenza sui cambiamenti sociali!". In quel preciso istante, la Vedova del Vicedoganiere entrò. Xuan si alzò subito e la signora Civilizzazione lasciò il giornalista ai suoi discorsi sul potere dei giornali. "Oh! Nipote mia! Nipote mia!" "Zia! Venite, vorrei chiedervi una cosa!" Zia e nipote si appartarono in un angolo. Il giornalista afferrò il proprio cappello e uscì furioso dal negozio, ormai rassegnato a una triste realtà: il giornalismo è un lavoro ingrato. Xuan, nell'attesa, camminava avanti e indietro. "Perché mi avete mandato quel tizio, zia?" "Ma sì! Te l'avevo detto: voglio che tu lo assuma! Quando il mio campo da tennis sarà terminato, mi servirà una persona che ci aiuti negli allenamenti." "Sì, zia, ma la costruzione durerà ancora un bel po'. Assumerlo ora, sarebbe uno spreco di denaro." La Vedova del Vicedoganiere parve risvegliarsi: "Ah, sì! È vero! Ma se ora lo abbandoniamo, morirà di fame!". Rifletté un momento, poi, rallegrata, bisbigliò all'orecchio della nipote: "Facciamo così... prima che il campo sia completato, possiamo... e non sprechiamo soldi. Che ne pensi?". E fu così che Xuan iniziò ad aderire alle riforme sociali.
1. Personaggio femminile, famoso per la sua crudeltà, del poema La storia di Kieu di Nguyen Du. 2. Mannequin (Manichino). 3. Forma triangolare nell'ebanisteria tradizionale. 4. Reggiseno.
5
LEZIONI DI PROGRESSO PER XUAN - OPPOSTE CONCEZIONI SU FAMIGLIA E SOCIETÀ - UN MARITO CORNUTO
La coppia Civilizzazione, insieme a donne emancipate e uomini che avevano l'aria di essere stati studenti all'estero, salì su un'auto per recarsi a pranzo in un ristorante. Lasciarono il negozio anche i sarti e le cucitrici. L'orologio suonò le dodici. Per le strade, sugli alberi di Blighia, le cicale frinivano come a voler disturbare la siesta dei borghesi. Xuan, rimasto solo nel negozio, mormorò: "Che scalogna! Qui non si vede un soldo!". E, andando su e giù, si ricordò delle parole del padrone: "Prima di praticare sport, dovreste fare del vostro meglio per integrarvi nel movimento dell'Occidentalizzazione. Da questo momento, se la società sarà più civile o degenererà in barbarie, la responsabilità sarà anche vostra. Dovrete dunque impegnarvi a fondo, lavorare bene, controllare tutto e capire l'importanza del vostro compito". Il padrone pronunciò queste frasi con enfasi e la padrona, mettendogli in mano un piumino, aggiunse: "Prendete questo per spolverare i rotoli di seta e gli abiti dei manichini! Dovete imparare a pulire! Tutto dovrà essere impeccabile! Voi ne sarete responsabile!". "Sì, signora." L'artista continuò: "Per voi, sarà indispensabile conoscere i nomi degli abiti e dei diversi stili, poiché dovrete consigliare le clienti secondo un certo gu1". "Sì, signore, ma che cos'è il gu?" L'artista, confuso, si diede dei colpetti in fronte, prima di trovare le parole giuste: "Indica... indica... cioè, volevo dire... insomma... ciò che piace di più...il senso dell'estetica". "Perdonatemi signore, non capisco..." "Non riuscite a capire? Fate uno sforzo! Per compiacere le clienti, dovrete ricordare tutti i nomi dei vestiti. Questo è il dovere di un vang do,2 di colui che vende! E, vedrete, ogni volta che una persona accetterà di farsi confezionare un vestito moderno, il nostro paese avrà un progressista in più!" "Sì, signore. Dovrò saper distinguere anche i diversi stili per poi decidere quale sia il più adatto a questa o a quell'altra dama?" L'artista spalancò gli occhi, alzò le spalle e puntò un dito in faccia a Xuan. "Chi vi credete di essere? Questo è di mia competenza! Di me solo, di un tay o3 come me! Seguitemi!" Xuan fu trascinato davanti a un manichino. L'artista spiegò: "Braccia e collo nudi significano Pubertà. Ripetetelo!". Xuan ripeté come un pappagallo: "Braccia e collo nudi significano Pubertà. Braccia e collo nudi significano Pubertà". L'artista annuì soddisfatto e condusse Xuan verso un altro manichino. "Non ha spalline e mostra metà seno: questo si chiama Innocenza! Ripetetelo!". "Non ha spalline e mostra metà seno: questo si chiama Innocenza! Non ha spalline e mostra metà seno: questo si chiama Innocenza!" "Molto bene! Continuate così e saprete riconoscere pure i caratteri moderni... Ah! Intendevo dire: saprete riconoscere le nuove creazioni dell'arte moderna. D'ora in poi, il processo dell'Occidentalizzazione dipenderà anche dalla vostra intelligenza, quindi, fate attenzione! Qui, avete Fedeltà, per le vedove determinate a non risposarsi. Questo vestito conferisce un'aria austera: il colletto a foglie di loto scende e copre le curve dei seni, mentre quello di Esitazione nasconde un seno e ne rivela l'altro. A proposito, sapete leggere le lettere dei cartellini?" "Sì, signore! Sono caratteri antichi, quindi li posso leggere." "Bene. Allora vi lascio. Continuate a lavorare da solo." Prima di uscire, la signora Civilizzazione aggiunse: "Prendete il cartellino "Chiuso a mezzogiorno" e sistematelo davanti alla vetrina. Restate di guardia al negozio. Se viene qualcuno, cercate di ricordarvi cosa desidera per sapermelo riferire al mio ritorno". Tutti se ne andarono. Xuan poté così rendersi conto che il suo ruolo nel movimento dell'Occidentalizzazione e delle riforme sociali altro non era che quello di guardiano. Non se la prese per questo, ma piuttosto perché tutti si erano scordati che anche un guardiano ha bisogno di pranzare e di fare una siesta. Aveva una fame da lupo. Sperò di rivedere la Vedova del Vicedoganiere, ma anche lei era già salita sull'auto con il suo amato cane. Camminò avanti e indietro nel negozio deserto e silenzioso, e ripeté: "Che scalogna! Qui non si vede un soldo!". Prese il piumino e spolverò i manichini. Come i bambini che studiano i caratteri cinesi a memoria, Xuan leggeva e rileggeva ad alta voce i cartellini, ma apprese la lezione a modo suo. "Merda! Ma che razza di vestiti sono? Che cos'è questo? Ah! Sì... Promessa! Vita stretta, petto e sedere larghi! Sì, sì! Vita stretta, petto e sedere larghi significano Promessa. E quest'altro? Petto, braccia e cosce tutti in mostra... è Conquista! Petto e cosce nudi sono Conquista! Senza spalline e metà seno esibito, è Innocenza!" A Xuan cadde il piumino di mano e, continuando a leggere, si chinò a riprenderlo. "Innocenza non ha spalline e mostra metà seno. Innocenza!" In quel mentre, una giovane donna spinse la porta ed entrò nel negozio. I due, sorpresi, si osservarono per un po'. Infine, quella gli chiese perentoria: "Chi siete?". Xuan si rialzò, nascose il piumino dietro la schiena e rispose solennemente: "Io? Io... io sono un membro del movimento dell'Occidentalizzazione". "Ah, sì?" "Sono un riformatore. È mia responsabilità se la società diventerà più civile o degenererà in barbarie." "Ah! Molto bene!" "E voi, signorina. Che cosa desiderate? Forse l'intimo Aspetta un secondo!?" "Sono già sposata. Non posso aspettare nemmeno un secondo." "E allora, cosa desiderate signora?" "Voglio mio marito, la riforma e l'Occidentalizzazione! Dov'è mio marito?" "Ma signora, chi è vostro marito?" "Il signor ALD!" "Chi?" "Il signor ALD!" Xuan, sbalordito, s'irrigidì come un manichino di legno, prima di chiederle di nuovo: "Signor... Signor ALD?". "Sì, esatto! Dov'è?" "Ma qui non c'è nessun signor ALD!" "Sì, che c'è! È il sarto, il signore delle Belle Arti indocinesi. Nella rubrica dedicata alle donne, si firma sempre con lo pseudonimo ALD, vale a dire "Amo le donne". Voi che vi presentate come un riformatore, come mai non lo conoscete? Da quando avete iniziato a riformare?" "Ah! Sì, certo! Era qui, ma poi è uscito, non so per dove..." "Lo aspetterò." "Come desiderate, signora." "Potete dirmi cosa pensate del mio vestito, signore? Vi sembra moderno?" Xuan esaminò la tunica: il colletto non era a foglie di loto, i pantaloni bianchi erano sobri e le scarpe di velluto nero erano classiche. Poiché la recente lezione di moda gli aveva fatto credere che gli abiti più moderni fossero quelli più stravaganti e assurdi, questo capo non gli sembrava per niente alla moda. "Signora, io la vedo molto decorosa e inappuntabile, ma poco moderna." "Vero?" Xuan annuì ripetutamente: "Sì, sì! Troppo tradizionale, per nulla occidentalizzata! Un simile modello appare addirittura fuori moda per la moglie del signor ALD. Non sapete che vostro marito ha ideato diversi stili moderni? Innocenza, Conquista, Esitazione, Aspetta un secondo!... molte, ma proprio molte, elegantissime innovazioni, signora!". La donna digrignò i denti. "Mio marito mi opprime! Non ne posso più!" "Signora, questo ostacola l'evoluzione dei costumi! Se desiderate protestare, l'unica cosa da fare è ordinare subito l'abito Diritti delle donne. Ogni moglie che lo indosserà, intimidirà il marito. Me l'ha detto proprio il signor Civilizzazione." "Voi siete una persona molto istruita. E come vi esprimete bene in quello stile così francese! Accettereste di guidarmi verso questo movimento dell'Occidentalizzazione?" Xuan s'inchinò ossequioso. "Onorato di potervi servire!" La signora sorrise radiosa. "Come siete gentile!" "Signora, l'armonia famigliare non dipende forse dalla felicità coniugale? Se la fiamma amorosa inizia a indebolirsi, cosa si deve fare per ravvivarla?" "Sì, appunto! Se il signor ALD continuerà a impormi restrizioni, non potrò amarlo come nei primi giorni del nostro matrimonio." "Signora, noi non curiamo solo l'aspetto esteriore come ci rimproverano i retrogradi moralisti. Inoltre, secondo le leggi progressiste, in quest'epoca riformatrice, tutto ciò che è conservatore sarà eliminato. Gli indumenti, ad esempio, dovranno esaltare la bellezza, non nasconderla." Xuan stava ripetendo la lezione come un grammofono, quando la porta si aprì bruscamente e l'artista fece irruzione, seguito dal giornalista. Il primo alzò le mani verso il cielo e gemette: "Ahimè! I nostri costumi, i nostri valori morali! Che depravazione!". Egli si volse verso il giornalista per ottenere la sua compassione. Quest'ultimo pensò si trattasse di una scenata di gelosia (in genere gli artisti sono gelosi) e mormorò: "Avete ragione! È intollerabile!". L'artista colse il senso della risposta così come la intendeva lui e s'impuntò: "Siete d'accordo con me? Mia moglie, proprio mia moglie veste secondo i dettami della moda! Santo cielo! I pantaloni bianchi? Santo cielo! Si è pettinata con la riga di lato? Si è truccata le labbra a forma di cuore? Che donnaccia! Che sgualdrina! Che...". Xuan Capelli Rossi alzò una mano per interromperlo. "Signore, mi permetto di difendere il sesso debole nel movimento dell'Occidentalizzazione!" La moglie dell'artista, a sua volta, andò su tutte le furie, proprio come sanno farlo le mogli degli artisti: "Basta! Sei uno stupido! Tu stesso sostieni la campagna per le riforme dell'Occidentalizzazione e incoraggi le donne a indossare i vestiti che crei e a truccarsi secondo il tuo stile! E io? Sì, sono tua moglie, ma sono una donna anch'io! Sono una donna! Tutti possono vedere che sono una donna! Chi oserebbe affermare il contrario? Chi di voi potrebbe dire che non sono una donna?". L'artista fece un cenno con la mano. "Lo sappiamo! Lo sappiamo! Sta' zitta! Sei ridicola!" "E se non sto zitta?" "Smettila, idiota! Ci sono donne e donne. Per "donne" s'intende le mogli, le figlie e le sorelle degli altri, mica le nostre! Hai capito? Le mie teorie vanno bene per le altre, ma tu, tu sei mia moglie! Non ti permetto di seguire le mode!" La moglie del signor ALD ribatté: "Non riesco a capire questo ragionamento! È illogico!". L'artista si volse di nuovo al giornalista, quasi a chiedergli aiuto, e quest'ultimo spiegò: "Signora, occorre distinguere la famiglia dalla società". "Perché, allora, nel vostro giornale sostenete anche voi le riforme?" "Perché la penso come vostro marito. Noi diciamo "le donne" nel senso di mogli, figlie e sorelle altrui, non di quelle della nostra stessa famiglia. Anche la mia segue la tradizione. Alle nostre donne non è permesso vestirsi "alla moda", né andare nelle sale da ballo o nelle fiere quando vogliono. A casa non devono mai contestare le suocere con tutte quelle teorie sull'uguaglianza e l'emancipazione!" Il giornalista parlò con la fermezza dei grandi scrittori progressisti e l'artista fu incoraggiato a continuare: "Per me, le donne della mia famiglia non dovrebbero nemmeno uscire di casa. Capito?". "Dio mio! È incredibile! Come si può ragionare in questo modo!" strillò la moglie dell'artista. Il giornalista, impaziente, alzò le mani al cielo. "Santo cielo! Ma come si fa a non capire una cosa così semplice?" L'artista, sempre corrucciato, urlò: "Che donnaccia! Oggi vuoi un certo abito in voga, domani ne chiederai un altro. Per che cosa? Per buttare il denaro dalla finestra? Non solo sei una parassita, ma vuoi anche rovinarmi con tutte quelle spese! Se un giorno non avrò più un soldo per soddisfarti, cosa farai? Ti venderai? Non azzardarti a imitare certe donne "romantiche"!". Poi puntò il dito verso il viso di Xuan. "Vi ho colto in flagrante! Stavate ipnotizzando mia moglie con tutte quelle belle parole! Volevate traviarla e rovinare la nostra famiglia! Badate bene a quel che fate!" Afferrò brutalmente la mano della moglie e la trascinò verso la porta gridando: "Presto! A casa! E levati subito questi pantaloni bianchi, altrimenti non saremo più marito e moglie!". Il giornalista afferrò la propria cartella e seguì la coppia. Xuan, completamente confuso e perplesso, rimase solo nel negozio. Si prese la testa fra le mani e cercò di capire il senso dei ragionamenti dell'artista: non c'era nessun nesso logico fra la sua reazione e le sue teorie riformiste. Lo assalì anche la paura che l'ira dell'artista gli avrebbe fatto di nuovo perdere il lavoro e, mentre era immerso in questi cupi pensieri, scorse un uomo di mezza età, vestito da impiegato e dall'aria gentile, aprire la porta con timidezza. Egli entrò e disse sottovoce, come se stesse rivelando un segreto: "Buongiorno signore! Signore, io ho le corna in testa!". Xuan si strofinò gli occhi per verificare se stesse sognando. L'altro ripeté confidenzialmente: "Sì, proprio così! Sono un marito con le corna". Xuan si spaventò: "Avete le corna?". "Esatto, signore!" Xuan toccò la testa dell'uomo e, sempre più perplesso, gli rispose: "Ma state scherzando? Voi non avete nessun corno!". L'estraneo accostò un dito alla bocca e bisbigliò: "È un modo di dire figurativo. Significa che mia moglie ha dormito con un altro uomo". "Veramente?" "È così! Per indicare i mariti traditi, i francesi dicono che portano le corna, che sono cornuti! Signore, mia moglie è un'immorale! Dovrei suicidarmi!" "Oh no!" "Sì, ma prima di porre fine alla mia vita, dovrei compiere un gesto glorioso! Ho dunque bisogno del vostro aiuto." "Ma... signore, io non vi conosco nemmeno." "Sono un impiegato delle poste. Sono anche un parente del signor Civilizzazione. È tutto ciò che dovete sapere. La signora Vedova del Vicedoganiere mi ha detto che siete un uomo intelligente, istruito e generoso. È per questo che, mentre mi stavo recando al lavoro, mi sono fermato qui per chiedere il vostro aiuto." "Cosa potrei fare?" "È semplice. La prossima volta che mi vedrete - e sarà presto, ve l'assicuro - punterete un dito verso di me e direte: "Signore, siete un cornuto". Tutto qui!" "Oh, non oserei mai farlo! È proprio necessario far sapere a tutti e in modo così clamoroso che siete un cornuto?" "Ve ne supplico! Fatemi questo favore e riceverete dieci piastre. Eccovene cinque in anticipo." E, così dicendo, mise in una mano di Xuan una banconota da cinque piastre su cui era stampato un pavone. L'impiegato delle poste si eclissò poi furtivamente, così come farebbero tutti i cornuti, lasciando Xuan pieno di stupore.
SI COSTRUISCE IL NUOVO CAMPO DA TENNIS - UNA FAMIGLIA CIVILIZZATA - L'ENTRATA DI XUAN NEL MONDO SCIENTIFICO
I nostri tre personaggi, affacciati alla finestra, guardavano giù, verso il cortile. La Vedova del Vicedoganiere puntò l'indice: "Vedete? Sono tre giorni che lavorano, ma non hanno combinato quasi nulla. Dio solo sa quanto tempo ci vorrà ancora per terminare il campo da tennis!". Il signor Civilizzazione rispose: "Pazienza, zia! Un campo da tennis non si costruisce da un giorno all'altro". "Non c'è alcuna fretta!" aggiunse la signora Civilizzazione. "Inizieremo ad allenarci quando sarà ultimato. Tutto qui!" Il campo era appena abbozzato. Si era solo alle fondamenta: ghiaia mescolata a cocci di mattoni e alcuni strati di bich toong.1 Attorno, l'erba, i cespugli di rose e gli alberi di limoni sradicati parevano vittime di un cataclisma. La Vedova del Vicedoganiere aveva distrutto il suo lussureggiante giardino per far posto al campo da tennis. In nome della sua nuova passione per lo sport? Per qualche altro segreto motivo? Lo sapeva solo Iddio... Qualunque esso fosse, la Vedova del Vicedoganiere si lamentò: "Questo campo da tennis mi costerà più o meno ottocento piastre. Mi chiedo se sia un buon prezzo oppure no". Sua nipote si affrettò a risponderle: "No, zia, non è caro. Vi ricordate quante manifestazioni e serate teatrali avevano dovuto organizzare i club sportivi per raccogliere i fondi necessari prima di poter iniziare a costruire i loro campi da tennis? E non sono ancora terminati! Ottocento piastre mi sembrano un prezzo decente". Poiché il signor Civilizzazione pensava che la Vedova del Vicedoganiere volesse costruire il campo solo per amore dello sport e per il suo affetto nei confronti della nipote, si sentì in dovere di esserle grato; si morse la lingua per ben sette volte prima di proferire: "Anche se fosse un po' caro, non dovreste lamentarvi. Chissà che questo campo da tennis non cambi radicalmente la vostra vita! Questa casa diventerà una sorta di club, un luogo d'incontro in cui intellettuali e personaggi illustri discuteranno su come migliorare la società e civilizzarla sempre più. Il vostro prestigio aumenterà, cara zia, e ne trarrà beneficio anche l'avvenire di Phuoc. All'attuale gioventù, dev'essere impartita una nuova educazione: a quella morale occorre affiancare l'esercizio fisico. In passato, i nostri antenati si erano dedicati solo alla cultura spirituale e questo è stato un grave errore!". Egli parlò con grande veemenza. Il suo discorso scorreva fluido come acqua corrente, ma le parole suonavano ambigue come quelle di una persona insincera. La Vedova del Vicedoganiere non capì granché, ma ne fu ugualmente felice, perché queste argomentazioni riecheggiavano piacevolmente alle sue orecchie. Ognuno aveva intenti diversi, ma chi li avesse uditi parlare in quel modo, avrebbe di certo creduto che i loro cuori fossero accomunati dagli stessi ideali. Ma che importava? La nascita di questo campo da tennis sarebbe stata un contributo alla civilizzazione. Questo era l'essenziale! I tre, felici e appagati, se ne ritornarono in salotto. La Vedova del Vicedoganiere chiese: "A proposito, pare che quello Xuan sia piuttosto in gamba, vero?". La nipote rispose: "Sì, è molto sveglio! È arrivato da poco, eppure tutte le clienti gli si sono già affezionate!". La Vedova del Vicedoganiere ne fu molto soddisfatta. "Il suo oroscopo è molto favorevole! Egli porta gioia e prosperità ovunque vada!" E la nipote concordò: "Ah, sì? Forse è vero, da quando lavora per noi le richieste sono aumentate". "Quel ragazzo ha la lingua tagliente" aggiunse il nipote. La Vedova del Vicedoganiere rincarò: "C'è chi porta iella. Lui, al contrario, irradia buon umore. È nel suo destino. Peccato sia rimasto orfano in tenera età. Se fosse potuto andare a scuola, oggi sarebbe una persona ben istruita". Il signor Civilizzazione protestò: "Ma come? Che dite? Di che dovrebbe lamentarsi? Anche un raccattapalle e un commesso possono contribuire al progresso sociale! È naturale che il figlio di un ricco mandarino ottenga fama e onori, ma se Xuan sarà capace di elevarsi di rango, il fatto di essere orfano gli attribuirà maggiore gloria. Egli dovrebbe essere fiero delle proprie origini! Oggi, parlare di borghesi o di aristocratici è completamente superato! Nel mondo intero, è la massa che conta! Evviva la massa!". Nell'udire quelle belle parole, la Vedova del Vicedoganiere convenne che il nipote era molto civile e progredito, merito del suo statuto di studente estero, anche se non aveva mai ottenuto alcun diploma. Emise un lungo sbadiglio, abbracciò con passione il suo cagnolino Lulù come fosse un amante e disse: "Ma gli altri dove sono? Avevano detto che sarebbero venuti". Il signor Civilizzazione posò la testa sullo schienale della sedia, s'infilò in bocca la diciottesima sigaretta Angle2 della giornata e accese un fiammifero strofinandolo sulla superficie ruvida della scatola di cerini con fare deciso. Sua moglie posò i piedi sul basso tavolino con l'affettazione tipica delle donne progredite e chiese: "Sì, è strano! Perché nessuno viene a farci visita di pomeriggio?". "Probabilmente, alcuni miei amici arriveranno più tardi." "Ma chi sono, mio caro?" Anche la signora Vedova del Vice del Doganiere chiese: "Fanno parte del nuovo o del vecchio gruppo?". "Sono il Dottor Truc Ngon, il signor Joseph Thiet e forse alcuni altri amici..." "Bene!" "Ve li avevo già presentati e verranno a farvi una visita di cortesia." "Perfetto!" Felicissima, fece tintinnare una campanella e subito apparve la cuoca. "Va' a comperare del ghiaccio e prepara le bevande! Spalanca il portone! Lega i cani alla catena! Presto!" Il ventilatore da soffitto frusciò a grande velocità, facendo ondeggiare graziosamente la seta leggera come cartina di sigarette sulla bianca pelle delle due donne, entrambe "progressiste", nonostante la divergenza dei loro obiettivi. Il ticchettio dell'orologio diede un tocco di serenità al locale. Con il suo cane francese fra le braccia e lo sguardo trasognato verso il ventilatore da soffitto, la Vedova del Vicedoganiere pareva incarnare l'anima stessa del Vietnam sulla strada della rivoluzione e della liberazione. La coppia Civilizzazione, invece, aveva l'aria oziosa di chi non aveva mai dovuto lavorare e poteva dedicarsi, in modo molto civile, unicamente ai quattro piaceri della vita: mangiare, dormire, fare l'amore e defecare. E propagandare il populismo... Il suono prolungato del campanello accanto alla siepe di Telosma cordata3 risvegliò la padrona di casa. Poco dopo, un vecchio dal passo pesante, entrò nel salone. La coppia Civilizzazione si alzò e la Vedova del Vicedoganiere lo salutò calorosamente: "Venerabile patriarca Hong! Ricevere la vostra visita è per noi una grande sorpresa e un vero onore!". Prima di rispondere, il patriarca Hong si posò una mano sul petto e tossì come se il tabacco lo stesse soffocando. Anche se si era in piena estate, egli indossava una giacca di panno e un paio di scarpe di cuoio. Un forte sentore di olio di menta inondò la stanza al suo arrivo. Sul petto aveva appuntate delle medaglie. Si trattava del padre del signor Civilizzazione e, quest'ultimo, lanciò alla moglie uno sguardo pieno di noia e fastidio. Era stato un alto funzionario e, giunto all'età della pensione, gli era stata assegnata la medaglia del Lavoro e del Merito sociale per i suoi trent'anni al servizio del re e del suo paese. Era stato un impiegato esemplare, un cittadino leale al Protettorato e un padre affettuoso, servile, indulgente e timoroso nei confronti dei figli viziati. Da perfetto vietnamita era schiavo dell'oppio, ed essere un patriarca era la sua unica ambizione. Per realizzare questo sogno, benché non avesse ancora cinquant'anni, escogitò di comportarsi come un vecchio giunto ormai alla fine della propria vita. Ovunque andasse, indossava sempre quella sua giacca di panno e l'enorme ba do xuy4 ancor prima che arrivasse l'inverno. Per esibire la proprio senilità, al momento di pagare una corsa in risciò, tossiva pesantemente per almeno cinque minuti e si sbagliava sempre, dando qualche spicciolo in meno. A casa, rimaneva steso tutto il giorno accanto agli strumenti dell'oppio e ogni volta che qualcuno gli rivolgeva la parola, chiudeva gli occhi, aggrottava le sopracciglia e grugniva: "Lo so! Lo so! Che noia! Basta!", anche se, in realtà, non sapeva un bel nulla, malgrado se ne stesse tutt'orecchi! Così come usavano fare molti ricchi scialacquatori, aveva inviato anch'egli il proprio rampollo a "studiare" in Francia. Venerava quel figlio e, ai suoi ospiti, dopo il pasto, offriva come det xe5 degli aneddoti su di lui. Fu piuttosto deluso quando il giovane - il signor Civilizzazione - ritornò dalla Francia senza alcun diploma. Le sue perplessità furono poi dissipate dalle giustificazioni del figlio: "La cultura non dipende dai titoli! Se così fosse, Pham Quynh o Nguyen Van Vinh6 sarebbero forse degli incolti?". Nutrì dunque un profondo rispetto per il figlio che aveva saputo diventare un rivoluzionario, sempre restando nella legalità. Questo rispetto delle leggi, permise al signor Civilizzazione di perorare la riforma della società in modo radicale ed efficiente, senza rischiare di essere imprigionato o di venir giustiziato come altri rivoluzionari del passato che si erano sacrificati per la felicità del popolo, senza tuttavia impegnarsi a insegnare la danza moderna o a divulgare la moda. Questo gli bastò per fidarsi ciecamente del figlio ritornato dalla Francia e della Grande Francia stessa e, come tutti gli altri vecchi imbecilli, ripose la propria fede nella Civilizzazione senza aver la più pallida idea di cosa fosse. Dimostrò questa fiducia, approvando incondizionatamente i numerosi comportamenti stranieri del figlio, come l'uso dei pronomi toa e moa.7 La Vedova del Vicedoganiere offrì il braccio al venerabile Hong, che vi si appoggiò con tutto il peso. Si sedette poi cautamente come un vero e proprio patriarca (vero o falso che fosse) e chiese: "Allora toa, da quando sei qui, toa?". Suo figlio rispose bruscamente: "Da un po'". "Moa, volevo vedere toa per una cosa importante: il nostro via8 sta per... lasciarci. Forse è tempo di trovare un medico affinché il nostro via, prima di morire, possa godere un po' dei benefici della scienza occidentale..." "Ma signore, è molto malato il nostro bisnonno?" chiese, sorpresa, la Vedova del Vicedoganiere. Il venerabile Hong tossì a lungo e rispose lentamente: "È molto grave! Pensate un po': ha ormai più di ottant'anni, eppure si aggrappa ancora alla vita!". La signora Civilizzazione fece una smorfia. "Vivere così a lungo è contro le leggi della natura!" Il venerabile Hong spiegò: "Spero che ci lasci presto. Prima è, meglio è! Perché aggrapparsi alla vita se non si riesce quasi più a mangiare e dormire, e tutto quello che si può fare è piagnucolare e bagnare il letto? Se io morissi prima di lui, per questa casa sarebbe segno di disgrazia. Se, invece, morisse lui prima di me, potrei fargli un funerale solenne, grandioso e molte persone onorerebbero il mio nome". La Vedova del Vicedoganiere ridacchiò: "Allora, per quale ragione far venire un medico?". "Dobbiamo chiamarne uno! Meglio che il vecchio muoia nelle mani di un medico che per mancanza di cure. State tranquilli: ne cercheremo uno che lo uccida invece di curarlo!" Il signor Civilizzazione esclamò solennemente: "In questo caso, non occorre cercare un medico affermato". "Esatto! Qualsiasi ciarlatano andrà bene. Toa, fra i tuoi amici, ne conosci forse uno buono a nulla e con pochi clienti?" Il figlio si sedette, si prese la testa fra le mani e s'immerse in profonde riflessioni: si trattava di organizzare scientificamente un vero e proprio assassinio. "Moa, ho un amico che ha aperto un ambulatorio da circa due anni. Eravamo rientrati dalla Francia sulla stessa nave. Ho saputo che, con le sue cure, diverse persone sono morte. Un paziente si recò da lui con la bava sul mento e morì dopo esser stato curato con la medicina tradizionale. Ha fama di essere un gran ciarlatano." "È forse quello che ha tentato di violentare una delle sue pazienti?" chiese la signora Civilizzazione. "Sì, proprio lui!" La Vedova del Vicedoganiere spalancò gli occhi e, con vivo interesse, domandò: "Chi è? Di chi si tratta?". Ma il venerabile Hong li interruppe: "No, non va bene! Abbiamo bisogno di un medico senza scrupoli che non si curi troppo dei pazienti e sappia prescrivere medicine inutili e in dosi eccessive così da eliminare il via". La Vedova del Vicedoganiere s'intromise di nuovo nella discussione: "Il via ha ormai più di ottant'anni. L'ideale sarebbe chiamare un pediatra! O... se ha mal di stomaco, affidarlo a un oculista... se ha l'asma, consultiamo uno specialista in malattie veneree...". Fece una breve pausa e continuò: "Per curare un vecchio ottantenne non ci occorre un medico che violenti le pazienti...". Il venerabile Hong fece una smorfia. "Il vero problema è che mio padre non soffre di nessuna malattia!" "Padre, dovremo essere molto cauti" suggerì gentilmente la suocera. "Sarebbe imprudente rivolgersi a un cardiologo se il vecchio avesse reali problemi di cuore o a un gastroenterologo se soffrisse veramente di ulcera!" In quel preciso istante, Xuan entrò timidamente nel salone. Salutò i presenti, ma fu accolto con scarsa attenzione. Tutti erano assorti nell'animata discussione. Si sedette impacciato sul bordo di una sedia, accanto a uno specchio nel quale poteva ammirare il suo nuovo abito di foggia occidentale acquistato con le cinque piastre che aveva ricevuto dall'impiegato delle poste. Una vera manna dal cielo! E pensò con piacere: "Evviva i mariti cornuti! Magari fossero tutti cornuti!". La Vedova del Vicedoganiere s'informò: "Ha almeno degli acciacchi?". "Ah, sì, tanti!" rispose il venerabile Hong. "Tossisce, sputa, piagnucola... giorno e notte! E se qualcuno gli domanda che cos'ha, egli si lamenta di soffrire di mal di stomaco! Non è strano?" "Venerabile signore, il paziente fa forse fatica a respirare? Sputa catarro?" chiese Xuan. "Sì, talvolta." "Venerabile signore, sarà l'asma. Le medicine a base di ambra grigia lo cureranno." "Ma si lamenta di avere mal di stomaco!" Xuan si mise a sciorinare diagnosi come un vero e proprio erborista: "Probabilmente, il paziente è affetto da entrambe le malattie. Dev'essere anziano! Il dolore allo stomaco è senz'altro causato da scarsa irrorazione sanguigna che gli impedisce di digerire il cibo. Il suo malessere potrebbe anche derivare dai troppo frequenti rapporti sessuali. In alcuni casi, si prova un dolore molto acuto, in altri, invece, il male si manifesta saltuariamente, come se fosse psicosomatico. Talvolta, la fitta si propaga dallo stomaco alla spina dorsale. Venerabile signore, mi sapreste dire se soffre di più prima o dopo i pasti?". "Dopo i pasti, mi sembra..." "In questo caso, i suoi succhi gastrici mancano di acidità. Un'insufficiente secrezione gastrica causa dolori durante la digestione, mentre una secrezione troppo abbondante provoca spasimi quando il paziente è a digiuno." La Vedova del Vicedoganiere e la coppia Civilizzazione, nell'udir parlare Xuan in modo così specialistico, come un vero e proprio apparecchio diagnostico, rimasero sbalorditi. Incredibile! Da dove gli era mai venuta tutta quella scienza? Che strano! Impensabile! Il venerabile Hong gli si rivolse con gran rispetto: "Signore, dove avete sviluppato una così approfondita conoscenza della medicina?". Prima che Xuan avesse il tempo di aprir bocca, il signor Civilizzazione tagliò corto: "È uno studente della scuola di medicina, un mio amico... ho dimenticato di presentartelo, padre...". Incredibile! Xuan non avrebbe mai immaginato che, nei tempi lontani in cui girava per le strade della città, seduto sul cofano di un'auto, vestito da Charlot, a pubblicizzare, urlando in un altoparlante, le proprietà delle medicine di un tizio autoproclamatosi re dei rimedi nel campo delle malattie veneree della Cocincina, stesse compiendo il primo passo sulla strada della scienza, della promozione sociale e della prosperità.
1. Beton (Cemento). 2. Anglaise (Inglese). 3. Pianta rampicante con fiori gialli dall'intenso profumo che aumenta col calare della notte. I suoi fiori sono spesso utilizzati nella cucina vietnamita per preparare piatti gustosi e ricchi di carboidrati, proteine e vitamine. 4. Pardessus (Soprabito). 5. Dessert. 6. Pham Quynh (1892-1945) e Nguyen Van Vinh (1882- 1936) grandi letterati francofoni. 7. Toi et moi (tu e io). 8. Vieux (vecchio).
7
IL TESTAMENTO DI UNA PERSONA ANCORA IN VITA - IL DIBATTITO FRA ALCUNI SCIENZIATI - L'AMORE: COSA STAI ANCORA ASPETTANDO?
Steso su un canape d'ebano intarsiato di madreperla, il vassoio con l'attrezzatura dell'oppio in mezzo, il venerabile Hong chiuse gli occhi. Sua moglie, la venerabile Hong, si sedette per terra. Il servitore d'oppio aveva già lavato i piedi e stava per assumersi l'importante compito di preparare e servire l'oppio. La venerabile Hong disse: "Farò chiamare un erborista...". Il venerabile Hong fece una smorfia e ripeté seccamente per la decima volta alla moglie: "Lo so! Lo so! Che barba! Basta!". Assuefatta a quelle parole, lei continuò come se non l'avesse udito: "Nel frattempo, cominceremo a preparare il funerale". "Lo so! Lo so! Che barba! Basta!" "Penso che potremo seguire i riti tradizionali e moderni, con stendardi, ex voto a forma di casa, musiche funebri, la portantina e tanti striscioni con versi paralleli. Volendo, i ragazzi potranno invitare un'orchestra bu rich1 occidentale. Non dovremo, tuttavia, tralasciare le nostre usanze." "Lo so! Lo so! Che barba! Basta!" La moglie tacque. Dopo un po', il venerabile Hong non sopportò più il suo silenzio: "E allora?". Il servitore d'oppio, già abituato a quel tipo di conversazione, non si divertì più. La venerabile Hong continuò a elencare i riti complessi che potevano allietare una famiglia allorché quella famiglia avesse "l'onore" di essere in lutto. Lontano da quel canape, nel salotto, c'erano tanti ospiti, parenti e amici della coppia Civilizzazione. Tutti erano già saliti nella camera del piano di sopra, dove era disteso il malato, avevano sollevato la zanzariera e avevano dato una sbirciata. Dopodiché, con la coscienza tranquilla per aver compiuto il loro dovere, erano scesi a bere il tè, fumare e chiacchierare allegramente, perché la morte del malato sarebbe stata per loro una vera e propria gioia. Discutevano dunque di problemi riguardanti un morto e non un malato. Il signor ALD fu invitato a disegnare alcuni modelli di abiti da lutto. Il giornalista fu pregato di preparare l'annuncio mortuario, un articolo sulla vita del defunto e le foto da pubblicare sul giornale. La signora Civilizzazione immaginava come sarebbe apparsa nel vestito bianco da lutto, un'occasione sognata da tempo! Il signor Civilizzazione era seduto, fumava una sigaretta ang le2 e pensava alla proprietà che avrebbe ereditato dal nonno. Da più di un anno, quel perfido vecchio aveva convocato un notaio per autenticare le ultime volontà: la spartizione dei suoi beni - una decina di case ad Hanoi - fra figli e nipoti avrebbe avuto luogo solo dopo la sua morte. Beatamente, non si era reso conto che quel testamento aveva più che mai accresciuto nei suoi famigliari il desiderio della sua morte. Essi non potevano attendere quel momento nemmeno un giorno, anzi, nemmeno un'ora di più! Molto tempo fa, quell'uomo aveva creato quell'immensa fortuna dal nulla. Aveva lavorato tutta la vita per la sua famiglia e ora stava per adempiere al suo ultimo dovere paterno. L'eterno studente Tan era impegnato a scegliere fra diversi apparecchi fotografici il migliore per le foto del funerale. Tutti lo chiamavano l'eterno studente Tan perché era stato bocciato per ben tre volte all'esame di maturità. La Vedova del Vicedoganiere, da perfetta madre, teneva fra le braccia il figlio mandato dal Cielo e dal Buddha. Il signor Joseph Thiet, amico intimo del signor Civilizzazione, accarezzava l'idea di fondare un giornale monarchico, non per la corte imperiale di Hue, ma per il signor Leon Daudet e la nobile famiglia francese degli Orleans. Approfittò dunque dell'occasione offerta dall'imminente funerale per vantarsi del proprio vissuto: "Quando il signor Bainville morì, parve che la metà dei parigini partecipasse alle sue esequie. Ci furono anche i partiti di destra. Ero membro della Croce di Fuoco3...". Ma nessuno gli prestò attenzione. Tutti ascoltavano il signor ALD: "L'abito da lutto dovrà essere in seta bianca di Shanghai, orlato di nero. I colletti avranno la forma di un fiore di diospiro e saranno orlati anch'essi di nero. Si adotterà lo stesso stile anche per i cappelli da lutto. Il bianco orlato di nero è più elegante e appariscente del nero orlato di bianco". "Meraviglioso! Allora tutti vorranno essere in lutto!" approvò la Vedova del Vicedoganiere. Il suo tesorino Phuoc scosse la testa e protestò: "Non voglio!". La signora Civilizzazione applaudì con le sue mani eleganti. "Molto bene! Dernieres creations!"4 Solo l'impiegato delle poste, il marito cornuto, rimaneva in silenzio. I suoi occhi lanciavano lampi: era arrabbiato per non avervi trovato la moglie. Si guardò attorno: non c'era nemmeno Xuan. Chiese infine al signor Civilizzazione: "A proposito, sapete dov'è il signor Xuan?". "È andato a cercare medicine. Tornerà presto." La discussione si spostò sulla questione di quale professione e posizione sociale avrebbero dovuto figurare nell'annuncio mortuario. Proprio nel momento più acceso del dibattito, entrò nel salotto la signorina Tuyet, la figlia minore del venerabile Hong. Era una bella ragazza diciottenne e possedeva tutte le qualità romantiche e frivole di una femmina progressista, molto di moda a quei tempi. "Sono andata a casa dei due erboristi, ma non c'era nessuno. Allora, ho lasciato a entrambi un messaggio per invitarli a venire da noi." "Dio mio! Come sei sciocca, figlia mia! Non ci perdoneranno di averli invitati contemporaneamente!" urlò dall'altra camera la venerabile Hong. Anche il signor Civilizzazione si arrabbiò. "Come? Far venire due erboristi? Vi avevo detto di aspettare il signor Xuan che è andato a chiedere medicine sacre al tempio Bia..." Il suo amico, Joseph Thiet, intervenne subito: "Oh! Toa, credi nelle medicine del tempio Bia? Se è così, toa, sei proprio fuori!". "Ma toa, proprio non capisci! Per il paziente nulla è più importante della sua fiducia nella medicina. Toa, conosci l'effetto placebo? La fede è la vera cura! E mio nonno ha molta fiducia nella medicina del tempio Bia". "Pensavo che il malato fosse curato da un certo Xuan, studente della scuola di medicina." Il signor Civilizzazione spiegò: "Appunto! Mio nonno ha parlato a lungo con il signor Xuan e sembra avere un grande rispetto nei suoi confronti. Ha fiducia in lui. E poi anche il signor Xuan riconosce gli effetti delle medicine del tempio Bia. Allora, dimmi moa, com'è possibile che il vecchio non guarisca? Queste due fedi bastano a conferire potere a qualsiasi ciarlatano". Il signor Joseph Thiet, all'oscuro dei veri intenti dell'amico, acconsentì: "Sembra ragionevole". Il signor Civilizzazione continuò a criticare la sorella: "Ma chi ti ha chiesto di convocare due erboristi? Dimmi un po', scemetta?". "È stata la mamma a chiedermelo. Che ne so io?" Il signor Civilizzazione corse nell'altra camera per cercare la madre. "Oh! Che fastidio! Che fastidio! Si muore di medicine! "Molti maghi, molti fantasmi",5 non conosci questo proverbio?" Sua madre, per giustificarsi, offrì una soluzione: "Forse, potremmo lasciar prescrivere loro qualche fortificante". Il venerabile Hong chiuse gli occhi e disse seccamente: "Lo so! Lo so! Che barba! Basta!". "Altrimenti si offenderanno" continuò la venerabile Hong "e quando qualcuno di noi si ammalerà per davvero, rifiuteranno di venire." Proprio in quel momento caotico, Xuan entrò con una bottiglia piena di un liquido sporco sotto il braccio e un mazzo di strane foglie in mano. Vide l'impiegato delle poste, pensò subito al suo nuovo vestito all'europea, e si ricordò dell'importanza di adempiere ai propri obblighi. Si schiarì la gola e disse non senza solennità: "Signore, voi siete un...". Ma prima che potesse finire la frase, l'impiegato delle poste gli fece cenno di tacere. Tutti gli ospiti accolsero Xuan come un principe. Lo attorniarono per chiedergli com'era stato il viaggio al tempio Bia. La signorina Tuyet, dopo aver udito il fratello dire che Xuan era studente alla scuola di medicina, rimase ad ammirarlo con sguardo ingenuo. Il signor Civilizzazione, gli occhi e il pomo d'Adamo sporgenti, passò una mano sui suoi capelli ondulati e disse: "Vorrei invitarvi a salire al piano di sopra per assistere alla guarigione del malato grazie alle medicine sacre". Tutti si alzarono per seguire il signor Civilizzazione sino al letto dell'infermo. In quel mentre, entrarono i due erboristi Ty e Phe quasi simultaneamente, seguiti da due guidatori di risciò che cercavano di farsi dare i soldi per i loro servigi. La signorina Tuyet emerse dalla folla per uscire a pagarli. In quei momenti critici, anche il venerabile Hong fu costretto ad alzarsi per invitare gli ospiti a salire. Al piano di sopra, c'erano solo due persone a prendersi cura del malato: il signor Hai e sua figlia Luna. Il signor Hai era il fratello del venerabile Hong ma, siccome viveva in campagna, era poco rispettato dagli altri. Per lui, ogni gesto del fratello e dei nipoti era fonte di sorpresa, come se fosse caduto da un altro pianeta. Ammetteva di essere un campagnolo retrogrado e, davanti a tutte le loro stravaganze, non si azzardava a esprimere i propri pensieri. Tutte le volte che sua figlia Luna tornava da una visita in città, egli non osava criticarne i discorsi e i comportamenti affettati, assorbiti dai movimenti progressisti, che diffondeva per tutto il villaggio. Nell'udire la notizia che il padre era gravemente malato, si affrettò a recarsi in città e rimase giorni e notti al suo capezzale. Lo aiutò ad alzarsi, a sdraiarsi, gli pulì la sputacchiera, lo imboccò... Non invidiò il fratello, il venerabile Hong, che trascorreva tutto il suo tempo a fumare oppio o i suoi nipoti che ignoravano il malato. Aveva in testa il solo pensiero che la loro indifferenza verso il patriarca gli creasse maggiori occasioni di compiere il suo dovere filiale. Salirono in silenzio. Ognuno si accomodò attorno al letto. Il signor Civilizzazione fece posto ai dottori Ty e Phe e mostrò infine il mazzo di foglie e la bottiglia. "Questa è l'acqua sacra del tempio Bia. Onorabili dottori, la scienza umana, indubbiamente, ha compiuto progressi impressionanti, ma non sarà mai degna di essere comparata alla potenza miracolosa dei santi." Il dottor Ty esaminò le foglie e disse: "Gramigna e portulaca! Tutto qui?". Il dottor Phe prese la bottiglia e la osservò alla luce della lampada elettrica: "Ma che diavolo è mai quest'acqua? È acqua di stagno?". Il signor Civilizzazione fissò Xuan, il quale si affrettò: "Esatto! Ma, in questo caso, si tratta di una medicina sacra! Ho consultato le monete yin e yang e mi hanno suggerito questo rimedio. Ho visto guarire migliaia di persone con questo metodo!". Il dottor Ty parve offeso. "È assurdo! Gli avevo prescritto e somministrato tre dosi e la sua guarigione era in corso..." "Caro collega, non sono venuto qui per mettere in discussione le vostre competenze," si insinuò il dottor Phe "ma se le vostre prescrizioni avessero funzionato, non ci sarebbe stato bisogno di ricorrere alle medicine del tempio Bia." Il dottor Ty strappò la bottiglia dalla mano del dottor Phe. "Fatemi vedere! Questa non è acqua di stagno! È acqua di risaia ed è più dannosa della malattia! Se la beve, per lui non ci saranno più speranze!" "Con chi credete di parlare?" protestò il dottor Phe. "Perché mi avete strappato la bottiglia di mano? Sono stato forse io a prescrivere tutte queste ridicole ricette?". Ma il dottor Ty ignorò la propria scorrettezza. "Non sono le vostre ricette, e allora? L'avete scambiata per acqua di stagno mentre si tratta chiaramente di acqua di risaia! Un bravo medico tradizionale dovrebbe saperle distinguere!" Il dottor Phe si alzò di scatto. "Bene! Non ho più parole! Suppongo che ciò farà di voi l'unico erborista del paese che conosca la medicina tradizionale!" "Che la conosca o meno, questo non è affar vostro!" I due famosi erboristi erano in piedi, faccia a faccia. La loro collera era tale che nessuno osò intervenire. "Come potete essere così arrogante? Avete forse già dimenticato il funerale del signor Tan Vi di due giorni fa?" "Ah! Per favore! Il signor Tan Vi aveva più di settant'anni! Non potete scaricare la responsabilità della sua morte sulle mie spalle! Perché non menzionate il caso della piccola... Chat... figlia del signor Vinh? È morta improvvisamente dopo aver assunto solo due dosi della vostra prescrizione!" Il dottor Phe fece un gesto con le mani come per difendersi. "Chi l'ha detto? Chi ha detto che lei ha assunto due dosi? Ha mangiato prugne mentre aveva la febbre, altrimenti non sarebbe finita così. Due dosi? Chi è stato quel deficiente che aveva prescritto due dosi sbagliate di medicine per il mal di pancia del signor Dai? È mancato poco che ne morisse! Avrebbero dovuto incarcerarvi! Che razza di erborista siete? Un ciarlatano! Ecco!" Il dottor Ty non si incollerì affatto. Si sedette di nuovo e aggiunse con calma: "Ciarlatano? Io, almeno, non ho mai causato aborti!". Gli occhi del dottor Phe schizzarono fuori dalle orbite "Ah! Come osate? Avanti! Continuate! Fatevi sentire!" "Non ho paura! Posso parlarne anche nella caserma di polizia, se voglio!" "Non dovete minacciarmi! Racconterò loro di quella volta che avete fatto scoppiare il bulbo oculare a un paziente per via di una congiuntivite! Ne siete responsabile! Dov'è quel pover'uomo? Eccolo!" "Era il suo destino essere cieco! Che potevo farci? Vi rammentate del tempo in cui avete cercato di curare l'asma di un ragazzino con i funghi di auricularia per settimane?" "E di quando la Vedova del Vicedoganiere è entrata in menopausa e voi pensavate che fosse incinta?" La Vedova del Vicedoganiere cessò di ridacchiare e fuggì via vergognosa. "Come siete rozzo!" "E di quando la signorina Luna aveva problemi per le sue ascelle puzzolenti e le avete prescritto l'olio di menta per più di sei mesi senza successo alcuno?" "Sei mesi? E voi? È da tre anni che cercate di eliminare i fastidiosi pruriti della signorina Tuyet!" Le signorine Luna e Tuyet, in preda a una crisi di risatine, arrossirono di colpo e sparirono improvvisamente. Il signor Civilizzazione trascinò il dottor Ty al piano di sotto e il signor Hai spinse via il dottor Phe. Il venerabile Hong riprese la sua nenia lamentosa: "Lo so! Lo so! Che barba! Basta!". Gli invitati ora ridevano istericamente, ora commiseravano la venerabile Hong, che stava per scoppiare in singhiozzi a causa delle rivelazioni del dottor Ty sui fastidiosi e imbarazzanti pruriti di sua figlia minore. Il forte battibecco fra i due famosi erboristi svegliò l'ottuagenario. Si risvegliò in piena forma, sano e senza più dolori. "Oh! Come mai tutte queste risate? Sogno o son desto?" Il signor Civilizzazione, dopo aver congedato i due famosi erboristi, ritornò e si sedette accanto al letto. "Nonno, tutta la famiglia è allegra perché tu sei guarito!" "Sono guarito? Non sono morto? Santo cielo!" "Nonno, grazie al dottor Xuan ora stai bene." "Cosa? Dove sono le medicine del tempio Bia?" "Nonno, ne hai già prese metà ed è per questo che ora sei lucido." "Davvero?" "Sì, nonno." Il signor Civilizzazione strizzò l'occhio a Xuan, che iniziò: "Venerabile signore, ho consultato le monete yin e yang e mi hanno predetto che il Cielo avrebbe concesso il suo aiuto solo al medico che si fosse rivolto alla Forza Sacra. Il Cielo ignora gli erboristi...". L'anziano chiese allegramente: "Dov'è il resto delle medicine?". Xuan gli diede la bottiglia con l'acqua di risaia e alcune foglie di gramigna. "Dicono che le medicine sacre provengano dallo stagno. Sono efficaci solo quando l'acqua è molto sporca e maleodorante. Non cercate di ingannare questo vecchio!" Sorbì alcune tazze di quell'acqua di risaia e inghiottì parte di quelle foglie selvatiche. Erano veramente rimedi sacri! Dopo meno di mezz'ora, il malato si riprese completamente. Si mise seduto e mangiò metà scodella di zuppa. Quella notte, tutti ritornarono alle proprie case e andarono a dormire. Nella camera del malato, rimasero solo Xuan e la signorina Tuyet. Anche il signor Hai si addormentò felice sul canape, rasserenato dal fatto che il padre era sulla via della guarigione. La signorina Tuyet approfittò della scusa di compiere il proprio dovere di nipote per restare accanto a Xuan. I due non si scambiarono nemmeno una parola, ma si lanciarono sguardi molto eloquenti. Il malato dormì tranquillamente, senza tossire né sputare o mugugnare. Si agitò solo di tanto in tanto. La luna splendeva attraverso la finestra di vetro... Dopo un lungo silenzio, la signorina Tuyet ruppe il ghiaccio: "Signore, quell'erborista ha mentito. Io... io sono guarita da quei fastidiosi pruriti già da molto". Xuan era così perplesso e imbarazzato da non saper cosa rispondere. Ma la giovane Tuyet pensò: "È così superbo perché è studente alla scuola di medicina!" e, afflitta e amareggiata, si ritirò in camera sua.
1. Musique (Musica). 2. Anglaise (Inglese). 3. Croix de Feu, partito di destra, fondato nel 1920. 4. (Ultime creazioni). In francese nel testo. 5. Tradotto letteralmente, significa che troppi pareri generano confusione.
8
IL TRIONFO DEL POPOLO NEL NEGOZIO "OCCIDENTALIZZAZIONE" - UN COMPLOTTO FINANZIARIO - UN COMPLOTTO AMOROSO
In sole due settimane, il movimento popolare ottenne una vittoria sbalorditiva: un destino favoloso aveva inserito Xuan nella famiglia borghese del signor Civilizzazione e il suo prestigio e la sua influenza aumentavano di giorno in giorno. Xuan, senza rendersene veramente conto e con minimi sforzi, si trovò coinvolto nei più importanti avvenimenti della società. La sua ignoranza fu scambiata per cortesia e modestia e questo contribuì ad aumentare la sua fama. Non gli restava che attendere... solo attendere... e il destino lo avrebbe portato alle stelle. L'indovino, ogni volta che si recava dalla Vedova del Vicedoganiere per elogiare la sua fedeltà verso i defunti mariti e per riaffermare che suo figlio ("Non voglio!") era davvero inviato dal Cielo e dal Buddha, non dimenticava di predire un futuro prospero e radioso a Xuan. La Vedova del Vicedoganiere decantò allora l'ottima educazione di Xuan con il cornuto impiegato delle poste. Questi, a sua volta, lo lodò per la sua raffinatezza e serietà, malgrado l'ancor giovane età, al cospetto del venerabile Hong ("Lo so! Lo so! Che barba! Basta!") che, parlandone poi con sua moglie e il proprio padre, lo glorificò come il miglior studente della scuola di medicina. E così via... Per raccogliere tutti quei frutti insperati, Xuan doveva solo magnificare le doti dell'indovino e dire che si trattava proprio del Quy Coc Tu reincarnato! Solo la coppia Civilizzazione sapeva la verità e viveva perciò un gran dilemma: come osare rivelare che Xuan apparteneva alla classe più infima della società, che aveva lavorato come raccattapalle al circolo del tennis e ne era stato infine cacciato per via della sua condotta immorale? Sarebbe stata la fine per il buon nome del negozio Occidentalizzazione e sarebbero sparite anche le numerose clienti che tanto apprezzavano le parole lusinghiere, la sveltezza e il buon umore di Xuan! Questi pensieri preoccupavano soprattutto la signora Civilizzazione, mentre suo marito aveva anche un motivo in più: l'aver mentito al proprio padre, appassionato di titoli ampollosi come quello di studente della scuola di medicina di cui si fregiava Xuan. Perciò, anche se era risentito con lui per avergli salvato il nonno con le medicine del tempio Bia - un peccato imperdonabile! - doveva far finta di nulla e tacere. Per quanto riguardava invece il venerabile Hong ("Lo so! Basta!"), malgrado il dispiacere che suo padre non fosse morto a causa di quella bottiglia d'acqua di risaia e delle foglie selvatiche, non poteva certo mostrare il proprio malcontento verso Xuan. Dopotutto, suo figlio continuava a ricordargli che Xuan era laureato in medicina e suo cognato - il cornuto impiegato delle poste - gli ripeteva che era un uomo da rispettare per via della sua educazione e del suo comportamento moderato. La fortuna di Xuan continuò dunque a crescere. E quando fu chiamato "Dottore" dalla venerabile Hong, dal signor Hai, dalle signorine Nga e Tuyet e dal signor Joseph Thiet, Xuan, semplicemente, sorrise e se ne restò in silenzio. E se la Vedova del Vicedoganiere gli lanciava furtivi sguardi vogliosi, rimaneva stoico e indifferente. Per esprimere la propria gratitudine al medico che aveva rimesso in perfetta salute il malato, la venerabile Hong invitò Xuan a un banchetto sontuoso e abbondante. Quell'invito fu il primo di una lunga serie. Da allora, con spirito di libertà e uguaglianza, Xuan partecipò alle feste in compagnia della Vedova del Vicedoganiere e della coppia Civilizzazione. Alla fine, fu considerato un vero onore avere Xuan come ospite. Molti lo rispettavano e lo ammiravano, altri, al contrario, lo invidiavano e odiavano. Ma che importava? C'era chi lo amava e lo desiderava e solo questo contava. A lungo andare, a furia di vivere in quell'ambiente bizzarro, fatto di rispetto, paura e adulazione, Xuan adottò un atteggiamento altezzoso. Giacché spesso la modestia è disprezzata, Xuan s'insuperbì sempre più e, di conseguenza, la stima nei suoi confronti aumentò. I suoi silenzi furono interpretati da sarti e cucitrici come segno di autorevolezza. La signorina Tuyet lo idolatro proprio perché la sua stessa madre lo idolatrava. Tutti, dal signor ALD al signor Joseph Thiet, dal dottor Truc Ngon all'eterno studente Tan, fratello del signor Civilizzazione, lo adulavano in continuazione perché credevano che il venerabile Hong ("Lo so! Che barba!") stesse segretamente tramando per far sposare a Me su1 Xuan la sua preziosa figlia Tuyet. Ognuno ingannava gli altri e ne era a sua volta ingannato, così che tutti si videro costretti a temere oppure onorare Xuan. Che vittoria! Che gloria per la gente comune! Quel giorno, alle due pomeridiane, la Vedova del Vicedoganiere giunse in auto al negozio d'abbigliamento. Era sua intenzione indurre Xuan ad accompagnarla alla festa "La journee des danseuses Hanoïennes"2 presso il Lago dell'Ovest. Si trattava di un grande evento, presieduto dalle più importanti personalità politiche. La Vedova del Vicedoganiere fu sorpresa di trovare Xuan solo in negozio. "Signor Xuan, non chiudete il negozio?" "Perché chiudere il negozio? Se ne sono andati tutti, ma io resto a sorvegliare" rispose Xuan con disinvoltura. La Vedova del Vicedoganiere rifletté un istante e poi, allegra, disse: "Ah! Signor Xuan, sapete l'ultima?". "Cosa?" La brusca risposta di Xuan sconcertò la donna, che gli annunciò: "Signor Xuan... Signor Xuan... il campo da tennis è quasi terminato!". "Bene!" I modi sbrigativi di Xuan stupirono di nuovo la Vedova del Vicedoganiere. Immaginò che dietro a quello strano atteggiamento dovesse esserci un motivo a lei sconosciuto. Come avrebbe potuto, altrimenti, Xuan, adottare quel tono così insolente con lei? Non se la sentì di troncare il discorso e, un po' impacciata, insisté: "Allora, non potete venire alla festa?". "Il movimento dell'Occidentalizzazione non può fare a meno della mia presenza, nemmeno per un sol giorno." "Dove sono i sarti e le cucitrici, signore?" "Le cucitrici hanno indossato gli abiti da lutto che il signor ALD aveva creato per la cerimonia funebre e si sono recate alla festa. Quegli abiti non erano serviti perché io stesso avevo salvato la vita all'avo e ora le cucitrici, come manichini viventi, li esibiranno in pubblico. Capite? Dobbiamo lang xe3 le ultime creazioni. Anche i sarti sono andati, per distribuire i volantini del nostro negozio." "Intendo parteciparvi con la coppia Civilizzazione, anche voi sarete il benvenuto." "Signora, sono già partiti." Xuan continuò a rispondere con tono disinvolto e altezzoso. Mentre parlava, accarezzò con noncuranza un paio di seni di caucciù inviati direttamente dalla Francia, quale contribuito al movimento dell'Occidentalizzazione di questo Grande Regno di Viet.4 Erano avvolti in abbondante e luccicante carta trasparente e riposti in una bellissima scatola. La Vedova del Vicedoganiere osservò con concupiscenza quegli scandalosi indumenti e, poiché erano soli nel vasto negozio, non volle lasciarsi sfuggire quella rara opportunità. Stava cercando di dire qualcosa a proposito di quei seni di caucciù, allorché il signorino Phuoc, che attendeva in auto, scoppiò a urlare con la sua consueta, isterica cacofonia: "Non voglio! Non voglio!". La signora, il cuore infranto, porse la mano a Xuan e abbandonò il negozio. Xuan sorrise fra sé. Sapeva che la Vedova del Vicedoganiere, malgrado la sua non più giovane età, era più disponibile delle giovinette. Gli sarebbe bastato un sol gesto per farla cadere fra le sue braccia. Ma era troppo vecchia... e poi, a che scopo? Forse in cambio di un po' di denaro... Si ricordò allora che l'indovino gli aveva predetto per l'anno in corso molta fortuna in amore. Iniziò a riflettere su come cavare soldi alla Vedova del Vicedoganiere e decise di attendere il momento più propizio. Involontariamente, Xuan stava traducendo in realtà una teoria che molti filosofi comprendono solo quando i loro capelli sono tutti bianchi: nulla è più efficace di una finta indifferenza per riuscire a conquistare qualcuno. Questi suoi gioiosi propositi furono interrotti dall'arrivo del cornuto impiegato delle poste. Quest'ultimo, la faccia tesa, barcollò e, senza dire una parola, strinse la mano a Xuan che gonfiò il petto e proclamò ad alta voce: "Signore, voi siete un marito cornuto!". "Bene! Grazie... grazie mille!" Il cornuto ringraziò calorosamente come se ricevesse per la prima volta la devastante notizia del tradimento della moglie. Si comportò con l'abituale cortesia, senza tuttavia provare emozione alcuna. Afferrò la sedia e si sedette davanti a Xuan: "È esattamente quello che dovrete fare la prossima volta. Volevo dire, la prossima volta che mi vedrete con mia moglie. E, se dovessero esserci anche il venerabile Hong e l'avo, tanto meglio!". "Ma come potrei dire una cosa simile in presenza di vostra moglie, del venerabile Hong e dell'avo?" "Sì, è assolutamente indispensabile! Altrimenti, perché mai vi avrei già dato dieci piastre?" Xuan chiese ansiosamente: "Dovrei forse ridarvi quei soldi?". "Santo cielo!" sobbalzò l'impiegato delle poste. "In tal caso, non mi resterebbe che il suicidio!" Xuan s›impietosì: "Ma perché mai volete che io vi dia del cornuto davanti a tutti?". L'impiegato delle poste non intendeva perdersi in spiegazioni. "No! Non potete farmi questo! Era nei patti! Le promesse vanno mantenute! E, in più, sappiate che la vostra posizione in questa famiglia è alquanto vacillante!" "Vacillante?" chiese Xuan con timore. "Esatto! Vi faccio un favore ad avvisarvi! Il signor ALD è geloso di voi per svariati motivi. Primo: vi accusa di aver viziato troppo sua moglie; secondo: siete più bravo di lui nel servire le clienti; terzo: siete più esperto nel prendere le misure alle dame. Egli ha paura che gli usurpiate il potere. Si direbbe, inoltre, che la Vedova del Vicedoganiere sia irritata con voi, anche se il motivo mi sfugge. E, per finire, la coppia Civilizzazione non solo vi odia segretamente, ma vi considera persino un acerrimo nemico. E sapete perché? Innanzitutto, voi avete salvato la vita all'avo e, per causa vostra, la signorina Tuyet ha addirittura annullato un matrimonio combinato. Quindi, badate bene! È mio dovere avvertirvi, lo faccio da amico... Vedete come vi tratto bene? Eppure, voi volete rifiutarmi quel piccolo favore!" "Cosa dovrei fare adesso?" "Dovete fare esattamente come vi ho detto. E prenderete due piccioni con una fava." "Cosa intendete dire?" "Fate come vi ho detto! In questo modo adempirete alla vostra promessa e riavrete l'amore di coloro che ora vi odiano." "Mi odiano? Come possono odiarmi per aver salvato la vita del loro avo?" "Per l'appunto! Solo la venerabile Hong vi apprezza per quel che avete fatto, ma lei non ha alcun potere. Dovete compiacere, invece, il venerabile Hong e la coppia Civilizzazione." "Dunque, se ho ben capito, devo insultarvi per le vostre corna proprio davanti a vostra moglie e all'avo?" "Esatto! Questa notizia sarà un gran colpo per l'avo, che ne morirà immediatamente... dopodiché, tutti diventeranno ricchi e lo sarò anch'io..." "Davvero?" "Vedrete! E se sarò ricco io, ne trarrete vantaggio anche voi!" Xuan esitò un attimo, poi scosse la testa. "Non posso! È un omicidio! Non sono un assassino! È un crimine! Non posso farlo!" "Dovete pensare a questo: se aiuterete a uccidere una persona, farete la felicità di molti. Ne vale la pena. In più, se non accettate, prima o poi sarete licenziato!" Xuan porse la mano all'impiegato delle poste. "Vi do la mia promessa... parola d'onore!" L'impiegato delle poste, esultante, strinse con vigore la mano di Xuan. "Bene, ora devo recarmi al lavoro. Ve ne sarò grato!" Appena uscito l'impiegato delle poste, una bella ragazza entrò correndo come una saetta. Xuan credette dapprima che si trattasse di una giovane progressista in cerca di un abito alla moda, ma era solo la signorina Tuyet, che gli chiese affannosamente: "L'impiegato delle poste... mio cognato... pensate mi abbia visto?". "Credo di no." "Bene! Sono partiti tutti?" "Sì. Ma perché non siete andata alla festa al lago dell'Ovest?" "Non ne ho voglia! Ci saranno le cantatrici e le danzatrici. Saranno vestite all'ultima moda come me, persino più di me. Sono la figlia di una famiglia importante. Non voglio che la gente mi confonda con una danzatrice." "Avete ragione." "Ma non crediate che io non sappia danzare! Ne sono capace!" "Sì, certamente!" "E voi, sapete danzare? Facciamo qualche passo di tango?" Xuan, imbarazzato, scosse la testa. "Un'altra volta, magari. Per danzare, ci vorrebbe la musica. Se lo desiderate, una sera potremmo andare in una sala da ballo." "Davvero? Me lo promettete, signor dottore dalle mille arie?" "Mia cara signorina, vi siete sbagliata! Se parlo poco, questo non significa che io mi dia delle arie. Come potrei mancare di rispetto a una bella ragazza come voi? Posso solo ringraziare il cielo che non mi disprezziate!" Era la prima volta che Xuan osava corteggiare la giovinetta: l'occasione era troppo ghiotta! Tuyet ne fu molto colpita e, per dissimulare l'emozione, indicò il mucchio di seni di gomma. "Cosa sono, signor Xuan?" "Sono seni di gomma... per donne progredite, civilizzate e occidentalizzate." "Ah sì! Devo dirlo alle mie amiche. Ne ho tante di modernizzate. Il numero delle clienti del negozio Occidentalizzazione aumenterà!" Xuan le chiese ambiguamente: "E voi, non ne avete bisogno?". Tuyet fece una smorfia e drizzò i seni. "Che ne dite? Non sono forse abbastanza grossi? Molte ragazze non hanno seni belli come i miei! Sono veri, mica di gomma!" Per mostrare di essere moderna e civilizzata, la signorina Tuyet continuò: "Vi concedo il permesso di esaminarli!". Prudentemente e non senza malizia, Xuan nascose le mani dietro la schiena. "Come si fa a dire se una cosa è vera oppure no? Oggigiorno tutto è artificiale! L'amore è artificiale! La modernità è artificiale! Persino il conservatorismo è artificiale!" La signorina Tuyet, irata, rispose: "Esaminateli e vedrete se sono artificiali!". Xuan scrutò il negozio deserto e lanciò uno sguardo furtivo all'esterno. Non c'era nessuno. Si avvicinò a Tuyet, le posò le mani sui seni e ne verificò l'autenticità. Si tolse così tutti i dubbi e la ringraziò con un baciamano. "Mia bella signorina, sono proprio naturali: una vera rarità in questo mondo artificiale!" Tuyet sospirò emozionata e sussurrò dolcemente: "Voi... insomma... tu... vorrei un favore... te ne sarò sempre grata". "Sarà un vero onore!" "Non voglio sposare quell'uomo! So che, se lo sposassi, finirei per tradirlo. Egli non è per niente come voi... come te! Lui è un provinciale, non saprà mai amare la propria moglie come un uomo civile. Che tristezza!" "Che cosa dovrei fare?" "Dovresti fingere di corteggiarmi... dovremmo fingere di amarci... così il mio fidanzato sarà costretto a lasciarmi... hai capito? Sarà solo una recita! La gente dovrà credere che io sia una ragazza disonorata." "E poi?" "Anche tu, per il fatto di avermi tolto la verginità, perderai il tuo onore!" "Se mi prometti di non farmi diventare un cornuto, sono disposto a disonorarti sul serio." "Oh! Dottore! Dici davvero?" "Sarà per me un grande onore poter essere la causa del tuo disonore!" "Oh, grazie! Come sei caro! Che amore! Ah! Ma devi chiedere alcuni giorni di ferie! Per disonorare una ragazza di buona famiglia, quanti giorni occorrono?" La conversazione fra Xuan, l'uomo del popolo, e Tuyet, la donna moderna, si protrasse per tutto il resto del pomeriggio.
1. Monsieur (Signor). 2. La giornata delle danzatrici di Hanoi. In francese nel testo. 3. Lancer (Lanciare). 4. Il Vietnam.
9
IL PARADISO IN TERRA - LA FILOSOFIA DELL'ADULTERA - UN ESEMPIO DI "SEMIVERGINITÀ"
A ovest di Hanoi c'era un grande lago, diviso in seguito da una strada. Da un lato si formò il Lago dell'Ovest e, dell'altro, il Lago del bambù bianco. Quella strada, denominata poi "Strada del vecchio pesce", era famosa in tutto il paese. Tutti i venti milioni di connazionali la conoscevano perché le fanciulle di buona famiglia (o meno) vi si recavano con gli studenti dei vari atenei, delle università di Legge o anche con studenti privi di affiliazioni istituzionali. Giungevano in questo luogo per amoreggiare e trasgredire così le regole imposte dalle famiglie. All'inizio, si tuffavano soprattutto nel Lago dell'Ovest, ma, poiché era molto profondo, pochi sopravvivevano. Si spostarono perciò al Lago del bambù bianco, meno profondo e pericoloso. Altro motivo che accrebbe la popolarità del Lago del bambù bianco fu la saggia decisione dello Stato di collocare un cartello con la scritta "Vietato gettare rifiuti!". Notte dopo notte, guidatori di risciò, sfaccendati e abili nuotatori gironzolavano intorno al lago e attendevano speranzosi un'invocazione di aiuto per tuffarsi a salvare una bella ragazza. Dopodiché, si recavano alla stazione di polizia Hang Dau per ricevere un premio in denaro e si mettevano in posa per farsi scattare fotografie da pubblicare sui giornali, con relativa eclatante intervista. Fu per questi motivi che la fama del Lago del bambù bianco si diffuse e divenne il teatro privilegiato in cui diaboliche famiglie vietnamite mettevano in scena le proprie tragedie... Il Lago del bambù bianco sarebbe sempre stato il barometro dei tragici conflitti fra il Vecchio e il Nuovo, Individuo e Famiglia, Sacrificio e Risveglio politico, Oppressione e Libertà, se un patriota non avesse deciso di far costruire un fantastico albergo in stile occidentale, l'Hotel Terra incantata, sulle sue sponde. Il giorno dell'inaugurazione, il Protettorato volle purificare ed esorcizzare l'atmosfera del lago e invitò le studentesse a eseguire una particolare danza in cui avrebbero incarnato fate discese dal Cielo a liberare le anime dei morti "suicidi". Da allora, l'Hotel Terra incantata divenne famoso quanto la Strada del vecchio pesce e il Lago del bambù bianco. Tutti i Vietnamiti distinti si sentivano in obbligo di soggiornare in quell'albergo almeno una volta nella vita affinché gli intellettuali progressisti non potessero rimproverare loro di dimenticare le proprie origini o di abbandonare il paese in mani straniere. Vista l'ideologia liberista della signorina Tuyet, non parve strano che ella scegliesse quell'albergo come luogo ideale per essere disonorata; e a Xuan andava benissimo compiere lì (come in qualunque altro posto) il solenne dovere di far perdere la verginità a una fanciulla di casta elevata. Varcarono dunque l'entrata principale in stile giapponese dell'albergo e Tuyet disse: "Affitteremo una camera doppia. Mangeremo insieme e insieme berremo e balleremo! Giocheremo a ping pong e andremo in barca. Tutti dovranno vedere che sono in tua compagnia, mio caro!". Xuan si scervellò per risponderle in modo poetico, ma si ricordò solo della frase che il signor ALD usava solitamente con le clienti del negozio: "Onorato di servirvi!". L'inespressività del viso di Xuan fece sì che la signorina Tuyet credesse che le stesse facendo uno scherzo raffinato e scoppiò in una sonora risata, tipica delle donne progressiste. "Mio Dio! Possiedi veramente un forte senso dell'umorismo!" A passi lenti, attraversarono il giardino fiorito con l'aria serena di una coppia innamorata durante un incontro segreto. Improvvisamente, Tuyet disse a Xuan: "Prima di prendere una camera, facciamo un giro in questa Terra incantata". L'Hotel Terra incantata era, effettivamente, un magnifico castello e possedeva tutte le qualità che potevano condurre alla felicità chi avesse soldi da sperperare. Un gruppo di architetti aveva dispiegato tutta l'energia creativa per erigere un palazzo straordinario, per metà sulla terra e per metà sul lago, con tanti balconi e terrazze in modo che gli ospiti potessero guardare la gente che andava in barca e nuotava. Nel vasto giardino si trovavano il campo da tennis, i tavoli da ping pong, una piscina e una sala da ballo con la radio. Nel ristorante si servivano le migliori specialità francesi, cinesi e vietnamite. A chi aveva il portafoglio pieno, una notte all'hotel poteva offrire tutti i piaceri della vita moderna immersi nella raffinatissima atmosfera della vecchia capitale imperiale. Se non fosse esistito l'Hotel Terra incantata, che onta sarebbe stata, per la nazione vietnamita, agli occhi dei visitatori stranieri! Gli oziosi borghesi vi si recavano per sconfiggere la monotonia della loro vita. L'hotel possedeva sessanta camere e una decina di giovani donne che vendevano l'amore (le cosiddette "galline d'alto bordo"), in ossequio ai sistemi innovativi dei paesi civilizzati. Alle otto del mattino della domenica in cui i due innamorati vi giunsero, l'hotel era ancora piuttosto vuoto. Solo alcuni giocavano a tennis o a ping pong e cinque o sei giovani abbigliati elegantemente erano seduti su una terrazza affacciata sullo specchio d'acqua a bere qualcosa di fresco. Tre affascinanti "galline", in abiti signorili, tentavano di farsi accompagnare in piscina dagli uomini. Quando la signorina Tuyet e Xuan salirono i gradini, gli eleganti ragazzi stavano chiacchierando allegramente. Una giovane della compagnia li vide, si alzò, si diresse verso i due innamorati, strinse loro le mani e disse agli amici: "Mi permetto di presentarvi il signor Xuan, direttore del negozio Occidentalizzazione, un vero e proprio artista, ideatore di bellissimi abiti alla moda. Noi donne dobbiamo molto al suo talento!". Un giovane gli chiese con rispetto: "Signore, siete forse collega del signor ALD?". Improvvisamente, apparve un uomo in abito da cerimonia. Xuan sbiancò in viso e si guardò attorno in cerca di un posto dove nascondersi. Tuyet gli andò incontro dicendo: "Ecco il mio fidanzato, il dottor Xuan...". E rivolta a Xuan: "Il signor Victor Ban, proprietario dell'Hotel Terra incantata". Victor Ban, sconcertato, porse la mano a Xuan e rimase di ghiaccio. Anche lui aveva subito una straordinaria trasformazione: da re dei rimedi contro le malattie veneree era diventato proprietario dell'Hotel Terra incantata! Ma la metamorfosi di Xuan in dottore aveva veramente dell'incredibile! Dopo i suoi insuccessi nell'ippica, il signor Victor Ban intuì che la marea della civilizzazione che si stava abbattendo sul suo paese sarebbe stata seguita da ondate di malattie veneree. Decise dunque di cambiare mestiere. Con il balsamo di tigre, l'olio di eucalipto e l'argilla, inventò una terapia piuttosto efficace contro la sifilide ma, al pari di tutti gli altri re dei rimedi nel campo delle malattie veneree e in netto contrasto con quanto pubblicizzato, i risultati non furono mai all'altezza delle promesse. Tuttavia, in meno di due anni, diventò milionario. Era talmente pieno di soldi che fece costruire un grande bordello in una provincia di Hanoi e assunse una decina di prostitute. I giovani sani che lo frequentavano sarebbero finiti prima o poi nella clinica di Victor Ban. Apparentemente guariti, ritornavano al bordello, facendo di continuo la spola tra casa di piacere e clinica. Victor Ban si arricchì sempre più. Aprì filiali in tutte e tre le regioni del paese: Cocincina, Annam e Tonchino. Le sue auto percorrevano le strade e gli altoparlanti urlavano avvertimenti sulla dilagante diffusione di malattie quali l'eiaculazione precoce, l'impotenza, la sifilide, la gonorrea... Si occupò anche di polmoni forati, di malattie intestinali, di cardiopatie, di problemi oculari e di disturbi auricolari. I suoi slogan ossessivi riecheggiavano in modo così persuasivo che anche i sani, colti da timori per le loro vite, acquistavano le sue medicine ed esaltavano Victor Ban come un grande umanista e patriota. Fu così che ben venti milioni di connazionali lo glorificarono. Poco dopo, spinto dal desiderio di donare un rifugio, un vero e proprio regno fatato, a questa terra infestata dai germi delle malattie veneree, affinché la gente potesse dimenticare dolori e piaghe irritate, Victor Ban fece edificare l'Hotel Terra incantata. Anni addietro, aveva pagato venti piastre al giorno a un vagabondo bastardo di nome Xuan per girare, seduto sul tetto di un'auto, urlando nell'altoparlante i benefici dei suoi rimedi. Proprio questo Xuan, ora eminente medico e fidanzato con la nipote del venerabile Hong! Tutto oltrepassava ogni immaginazione! Xuan e Victor Ban si fissarono a vicenda. Fortunatamente per Xuan, una delle ragazze moderne chiese di nuovo: "Come vanno gli affari del vostro negozio?". Tuyet rispose per Xuan: "È il più frequentato di Hanoi! È stato un bene che abbia abbandonato la scuola di medicina! In questo paese non si insegna nulla di valido! Sarebbe stata solo una perdita di tempo! Così, ora, ha più tempo per il ten- nit1". Durante la conversazione, un giovane che aveva osservato a lungo i capelli rossi di Xuan, gli chiese gentilmente: "Signore, che tipo di tintura avete usato per i vostri capelli? Sono molto belli e in voga! Vogliamo tingerli anche noi, ma non sappiamo che marca usare. Sapreste indicarcela? E con la messa in piega, saranno perfetti!". "Se passerete al negozio dell'Occidentalizzazione, vi suggerirò ogni cosa" rispose Xuan. La ragazza fece un sottile rimprovero al giovane e lusingò al contempo la signorina Tuyet: "Il signor Xuan sa promuovere le ultime tendenze e gli stili più eleganti! Lo sanno tutti!". Victor Ban chiese a Tuyet: "Cara signorina, intendete rimanere tutta la giornata o solo per poco?". Tuyet diede una gomitata a Xuan. "Che ne pensi, mio caro? Solo oggi o più giorni?" Xuan non sapeva quanto tempo occorresse per disonorare una fanciulla di casta elevata e rispose: "Decideremo dopo pranzo". Victor Ban se ne andò. Un ragazzo si alzò e si fece avanti. "Sarò onorato se vorrete giocare alcuni sec2 con me." Xuan accettò e tutti si diressero verso il campo da tennis. In un'oretta, Xuan sconfisse l'avversario. Gli entusiastici applausi accrebbero il suo prestigio agli occhi di Tuyet. Il suo modo di tenere la racchetta e il suo stile di gioco gli conferivano un'aura nobile, da figlio di papà o, perlomeno, da rampollo di un governatore di provincia. Quando Victor Ban ritornò, l'ovazione che il pubblico tributò a Xuan lo convinse di essersi sbagliato: il dottor Xuan non poteva avere a che fare con quel vagabondo che aveva lavorato per lui. A fine gioco, il perdente si congratulò con Xuan ed espresse il desiderio di una rivincita. Colma d'orgoglio, la signorina Tuyet si persuase che Xuan non solo meritasse di fidanzarsi con lei, ma anche di rovinarle per davvero la reputazione. Una volta nella loro camera, rimase però delusa nel vedere che Xuan, esausto, era crollato pesantemente sul letto. Si sedette sul bracciolo di una poltrona e stette a contemplare tristemente il suo imperdonabile, irreprensibile comportamento. All'improvviso, udì una voce femminile provenire dalla camera accanto: "Ze do za mua...! Mong pe y e Pari...".3 Tuyet ascoltava stupefatta e Xuan la chiamò: "Oh cara! Signorina Tuyet!". "Zitto! Mi sembra... non è forse... Oddio! È mia sorella Hoang Hon!" Xuan si alzò di scatto. "Porca miseria! Chi? La signora Civilizzazione?". "No! Abbassa la voce! È mia sorella, la moglie dell'impiegato delle poste!" "Davvero? Ed è in compagnia del marito cornuto?" "Come fai a saperlo?" gli chiese Tuyet stupita. "Come hai scoperto che Hoang Hon ha un amante?" "Perché non dovrei saperlo?" Infatti, in quel preciso istante, la signora Hoang Hon, moglie dell'impiegato delle poste, e il suo amante, ignari che Xuan e Tuyet stavano origliando nella camera accanto, parlavano con intimità. L'amante tubò: "Amore mio, non possiamo continuare così! La situazione è troppo pericolosa!". "Che cosa intendi?" gli chiese la signora Hoang Hon con rabbia. "Voglio che tu... voglio che ci sposiamo!" "Cioè... vuoi che chieda il divorzio a mio marito?" "Cos'altro potrei desiderare?" "Nossignore! Ti voglio come amante, non come marito! Se tu diventassi mio marito, un giorno o l'altro tradirei anche te!" "Caspita! Che idee bizzarre hai! Ma che razza di donna sei?" "Che c'è di bizzarro? Gli uomini non possono capire, ma le donne moderne ragionano così! Una moglie senza amanti è vile, priva di virtù ed è talmente brutta e stupida da non avere nessuno che le faccia la corte. Se non avessi un amante, le mie amiche mi disprezzerebbero! Come potrei presentarmi in pubblico? Un bufalo è un vero bufalo solo se mangia e lotta. Dovresti essere felice che ti sono fedele e non ho un secondo amante!" "Allora, perché non sei fedele a tuo marito?" "Lo sono a entrambi! Marito e amante! In caso contrario, non sarei una vera donna!" "Mah! Temo che prima o poi lo scoprirà!" "Mai! È nato con le corna in testa! Se un gufo sapesse di essere puzzolente, non puzzerebbe più! Ze do za mua...! Mong a mang, mong ma rrrit..."4 E l'adultera cantò allegramente sino alla fine J'ai deux amours. Nella camera accanto, Xuan sussurrò all'orecchio di Tuyet: "Che donna virtuosa e veramente emancipata!". Tuyet si ingelosì per gli elogi che Xuan aveva riservato alla sorella. "E io? Pensi che io sia..." Xuan la baciò e le mormorò: "Anche tu hai tutte le qualità per...". Ma Tuyet, insuperbitasi improvvisamente, rispose: "La mia è una ricca famiglia borghese e civilizzata. Mia sorella e io dobbiamo mostrarci sempre virtuose, altrimenti non potremmo conservare il nostro prestigio!". Xuan posò velocemente la mano sul petto della signorina Tuyet, ma ne fu respinto. "Una volta basta! Lo sai già che non sono di gomma!" Ma Xuan seppe incantarla con tali affascinanti parole, che la signorina Tuyet allentò la resistenza. Rimase in silenzio, sancendo così i misteri del cuore femminile. Si divertivano a prendersi un po' in giro e si scambiavano sincere lusinghe: "Il nostro amore è nobile...". "Il nostro amore è puro..." Infine, Xuan le chiese il fatidico "favore". Tuyet si alzò indignata. "Zitto! Lasciami in pace! Non te lo concederò mai! Non sei un gentiluomo! Non sono di certo una ragazza sciocca e sprovveduta! Vedi, mi mantengo demi-vierge!5" Xuan non capì cosa intendesse. Tuyet gli spiegò: "Significa semi-vergine! Conservo metà della mia verginità!". "Mezza verginità? Una semi-vergine?" "Certamente! Non posso perderla del tutto! Non voglio che i miei ricevano la testa del maiale con le orecchie tagliate il giorno successivo al mio matrimonio!"6 Da quel momento, Xuan fece il bravo. Egli aveva perfettamente compreso che Tuyet non era per niente volgare, bensì una semi-vergine degna di incarnare la donna vietnamita all'alba del ventesimo secolo.
1. Tennis. 2. Set. 3. "J'ai deux amours, mon pays et Paris..." popolare canzone di Josephine Baker degli anni Trenta. 4. "J'ai deux amours, mon amant, mon mari" ("Ho due amori: il mio amante, mio marito..."). 5. In francese, nel testo. 6. Secondo la tradizione, nel giorno del matrimonio, i genitori della sposa offrono una testa di maiale alla famiglia dello sposo. Se poi la verginità della sposa è dubbia, il giorno successivo la famiglia dello sposo restituisce la testa di maiale con le orecchie tagliate.
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IL POETA XUAN - LOTTE DI CORNA - IL CONSERVATORISMO DELLA VEDOVA DEL VICEDOGANIERE
Dopo essersi saziati con un raffinato pasto francese in compagnia degli altri borghesi vietnamiti, la signorina Tuyet gli suggerì una passeggiata nel giardino dell'albergo per facilitare la digestione. Temendo di incontrare di nuovo il signor Victor Ban, Xuan rifiutò, dicendo di essere troppo stanco. Tuyet s'imbronciò: "Ma che dici? Non ci si reca all'Hotel Terra incantata per riposarsi! Ci si va per divertirsi! È l'era della scienza, dell'efficienza fisica e dello sport! Un uomo giovane e forte come te non dovrebbe sentirsi esausto! E sei persino un medico! Mi stai raccontando balle? Perché dicevi di amare le donne quanto i francesi? Cosa sarebbe successo se ti avessi permesso di disonorarmi?". Di fronte a queste argomentazioni, Xuan si alzò immediatamente: "Sarà onor mio servirti!". Fece per uscire, ma la signorina Tuyet lo fermò: "Aspetta un momento!". Poi lei iniziò a contare con le dita. "Un'amica, due amici, il signor Victor Ban: quattro persone in tutto!" Quindi rivolgendosi a Xuan, disse con candore: "Sono almeno quattro persone, caro mio, a sospettare che io sia disonorata! Non è magnifico? È solo questione di giorni e questo pettegolezzo arriverà alle orecchie di mio padre o, almeno, a quelle del mio bastardo di fidanzato! È la mia vendetta!". Xuan rispose come uno stolto: "Allora non è solo la vita di un marito cornuto a essere piena di miserie, anche quella di un fidanzato cornuto non è per niente gioiosa!". Tuyet rise. "Come sei profondo! Il tuo linguaggio è veramente da ventesimo secolo! Ma non aver paura: non ti tradirò mai!" Fece una breve pausa e poi gli chiese: "Tuo via1 e tua madre, come stanno?". Prima che Xuan capisse la domanda, ci fu un attimo di silenzio. Disse infine tristemente: "Sono orfano sin da piccolo". "Oh! Hai perso il padre o la madre?" "Tutti e due..." Tuyet batté le ciglia. I suoi occhi brillarono di gioia. "Fosse anche solo per questo, saresti degno di diventare mio marito! Se ti sposerò, non avrò nessuna suocera! Che bello! Come sei fortunato a essere orfano sin da piccolo!" Xuan non seppe rispondere. Tuyet continuò: "Non preoccuparti, mio caro dottore! Non sono imprudente come la maggior parte delle ragazze! So proteggere bene il mio tesoro!". Xuan sorrise maligno: "Prima o poi verrà il momento...". Ma la signorina Tuyet rispose con fermezza: "Scordatelo! Vuoi che vengano tagliate le orecchie del maiale la notte del matrimonio?". Queste decise parole resero molto felice il nostro Xuan, perché pensò che se avesse sposato Tuyet, non avrebbe mai dovuto temere le corna. Mano nella mano, uscirono e andarono a passeggiare in un giardino lussureggiante e variopinto, da vera terra incantata! Le aiuole erano fiorite di gigli, di bocche di leone e orchidee. Petali appassiti cadevano lungo i sentieri. Dopo un po', notarono di essere pedinati da un giovane magro, il volto emaciato, tipico dei poeti, e gli occhi vitrei. Indossava un abito di foggia occidentale, con i pantaloni a zampa d'elefante. Egli fissò ansiosamente Tuyet, che bisbigliò a Xuan: "Ecco l'uomo che sogna di conquistare il mio cuore!". A queste sole parole, Xuan si fece rosso di gelosia. Si girò. Rapito dal suo oggetto di desiderio, il giovane non gli fece caso e continuò a camminare verso la signorina Tuyet, nei suoi pantaloni a zampa d'elefante. Tuyet sussurrò a Xuan: "Lascia perdere, mio caro! È solo un poeta. Non fa male a nessuno!". Estasiata, come possono esserlo le giovani quando sono inseguite dai corteggiatori, la signorina Tuyet saltellava sui petali sfioriti del vialetto. Il poeta la raggiunse proprio nel momento in cui Xuan stava pensando di dargli una lezione. Il giovane si arrestò e recitò ad alta voce: "La fata sul viale di ghiaia, Vergognosi, i fiori cadono ovunque. La bellezza spesso invidia la bellezza rivale. La bella calpesta i fiori appassiti - Ahimè!". La signorina Tuyet rise gioiosamente mentre l'ostilità di Xuan stava per tramutarsi in rispetto. Al pari di tutti i poeti che affrontano coraggiosamente le amarezze della vita, il giovane continuò a recitare con espressione impassibile: "Non posso esser fiore sotto i suoi piedi, il mio infranto cuore è colmo di dolore. Raccolgo un fiore calpestato dalla bella, da premere sul mio appassionato cuore!". Il poeta si fermò e si chinò. Colse un fiore e lo premette appassionatamente contro il cuore, come se stesse abbracciando un'amante immaginaria. Non udendo più il calpestio dei suoi passi sul vialetto di ghiaia, Tuyet volse lo sguardo e scorse il poeta che stringeva il fiore. "Com'è commovente! Quel ragazzo mi sta seguendo da mesi! Mi ama perdutamente, ma io non provo affetto per lui." Xuan strinse i denti: "Ti ama davvero?". "Come si potrebbe chiamare altrimenti un tale sentimento?" Un flusso di ispirazioni poetiche percorse la testa di Xuan, che si vergognò di non essere capace di recitare versi come il suo rivale. In fin dei conti, però, dov'era la difficoltà? Si ricordò dei numerosi e squillanti proclami che aveva appreso a memoria in passato, ai tempi in cui urlava slogan per conto dei ciarlatani e propose a Tuyet: "Vuoi che improvvisi una poesia per quel tizio?". La signorina Tuyet batté le mani con gioia: "Ottimo!". Xuan, le mani incrociate dietro la schiena, si avvicinò al poeta e iniziò: "Che siate giovani o vecchi, evitate nebbia, freddo, sole e vento. Le intemperie potrebbero causare raffreddori, febbri o emicranie. Pelle secca e corpi accaldati vi tolgono forze e gioia. Notti e giorni voi inveite, persino le membra sembrano così pesanti da non poterle muovere. A voi rivolgo solo due parole: acquistate subito i nostri balsami contro le febbri!". Xuan avrebbe voluto continuare, ma il giovane si arrese. "Perdonatemi, signore! Il vostro umile studente ha appreso la lezione... Come vi ammiro! Dovrò esercitarmi nella poesia satirica prima di poter competere con voi!" Detto ciò, il poeta gli fece un profondo inchino e se ne andò, rosso di vergogna. Xuan ritornò dalla signorina Tuyet, che lo elogiò a sua volta: "Dio mio! Sei un gran talento! Sai comporre bellissimi versi in un attimo! La tua poesia satirica è agli stessi livelli di quella del grande poeta Tu Mo! Ma come mai è piena di termini medici?". Sconcertato dalla domanda, Xuan seppe tuttavia rispondere furbamente: "Indovina un po'!". Tuyet mormorò fra sé: "Ma certo! Eri studente alla scuola di medicina! Ecco perché la tua poesia è così scientifica. È proprio così! È letteratura medica!". Felicissimi, i due giovani si diressero lentamente verso la piscina. Improvvisamente, la signorina Tuyet impallidì. "Porca miseria! C'è l'impiegato delle poste! Ci vediamo dopo!" Poi si nasconde dietro un albero e sparì. Xuan si trovò davanti all'impiegato delle poste che stava camminando in compagnia di una donna. La sua barba era perfettamente rasata ed era vestito in modo insolitamente elegante. Sembrava un marito cornuto appagato dalla bella vita. La donna indossava abiti in parte moderni e in parte tradizionali. Aveva l'aria di una che aspirava a emanciparsi, ma che al contempo provava nostalgia delle antiche virtù. Ah! Quant'è difficile decidere da che parte stare! Xuan non sapeva se fosse la moglie dell'impiegato delle poste o meno. Se non lo era, allora la vita era più complicata di quanto credesse! Ma, in ogni caso, egli era tenuto a compiere il dovere assegnatogli dallo stesso impiegato. Dopo essersi inchinato per salutarli, si rialzò ed esclamò: "Signore, voi siete un marito cornuto!". L'impiegato delle poste impallidì e balbettò: "Lei è... è solo la mia amante". "Veramente?" rispose Xuan stupito. "Ma che coincidenza! È probabile che, proprio in questo momento, anche vostra moglie vi stia tradendo!" L'impiegato delle poste sbiancò del tutto e urlò con voce strozzata: "Come? Proprio qui? All'Hotel Terra incantata?". "E in quale altro posto potrebbe mai accadere una cosa simile?" disse Xuan annoiato. "Porca miseria! Portatemi da lei, per favore! Andiamo!" Xuan, ansioso di assistere a una scenata di gelosia, li condusse immediatamente alla camera della moglie. Si fermò infine davanti a una porta e lanciò un'occhiata all'impiegato delle poste. Quest'ultimo fece un profondo respiro e bussò. Quindici minuti dopo, la porta si aprì appena e si udì l'urlo acuto della donna: "Santo cielo! Mio marito!". Anche l'impiegato delle poste urlò: "Puttana! Cagna!". Xuan e l'altra donna rimasero in disparte. I clienti dell'albergo erano impegnati a nuotare in piscina, a fare il bagno o immersioni nel lago e ignorarono così la tragica sorte dell'impiegato delle poste. L'amante della moglie, che nel frattempo aveva avuto il tempo di rivestirsi, disse all'impiegato delle poste: "Buongiorno, signore! Siete il marito di questa signora?". L'impiegato era completamente fuori di sé. "Se non lo fossi, chi dovrei mai essere? Un cane?" L'amante si inchinò con rispetto. Il suo piano era quello di affrontarlo strategicamente, usando la diplomazia. "Sono onorato di fare la vostra conoscenza. Signore, mi rivolgerò a voi con cortesia, visto che siete un gentiluomo." Questa mossa parve sortire l'effetto desiderato. "Sì, anche se sono cornuto, sono un gentiluomo e faccio parte dell'intellighenzia." E l'amante di rimando: "Sono felice di sapervi così sensibile e credo che vorrete mantenere sempre il vostro garbo. In fin dei conti, non è la prima volta che subite un tradimento. Non c'è dunque motivo che vi arrabbiate ora: saremmo solo derisi da tutti. Signore, sappiate che, nonostante quel che è successo oggi, rispetto profondamente vostra moglie". Fra i due intercorsero conversazioni piene di convenevoli proprio come tra veri gentiluomini. Ma, dopo un po', l'impiegato delle poste crollò: "Signore, malgrado mia moglie si sia rivestita, sono ancora sconcertato. Dovreste conoscere il vecchio detto: "Quando un uomo entra nella camera di una donna, è distratto. Quando una donna entra nella camera di un uomo, è una puttana"". Di fronte a simili argomentazioni, l'amante della moglie era cosciente di non potersi opporre al reato di adulterio. Scelse allora un'altra tattica. "Signore, essere cornuti non è una colpa! È solo una sfortuna, un incidente casuale. Prendiamo ad esempio Napoleone: non è stato solo un eroe che ha riportato innumerevoli vittorie in tutta Europa, era anche un bell'uomo, eppure, era cornuto anche lui!" Il paragone con Napoleone calmò un pochino l'impiegato delle poste che, tuttavia, continuò a protestare: "Colpa o sfortuna che sia, non ci guadagno niente a essere un cornuto! Come intendete risarcire i danni che mi avete causato? O devo chiedere l'intervento della legge?". L'idea della polizia e dei media spaventò l'amante. Si scervellò e contrattaccò: "Signore, sono io a essere cornuto!". "Oh! Com'è possibile?" "Sì! Vostra moglie mi aveva detto di essere nubile e di considerarmi un marito. È la prima volta che so della vostra esistenza! E mi avete accusato del delitto di adulterio! In realtà, vostra moglie ha due mariti! Anch'io, dunque, sono un marito cornuto! Anch'io ho subito dei danni ed esigo un indennizzo!" L'impiegato delle poste scosse la testa. "Non lo so! Non so di cosa stiate parlando! Signor Xuan, potreste testimoniare che io sono un marito cornuto?" Xuan abbassò la testa: "Sarà un vero onore per me!". L'amante aggiunse minaccioso: "Non è chiaro chi stia causando danni a chi. Probabilmente, dovrei consultare il mio avvocato. Signore, essendo voi un impiegato delle poste, dovreste avere familiarità con la legge. E la legge va rispettata!". Nell'udire la parola "avvocato", l'impiegato delle poste iniziò a preoccuparsi della liceità della sua presenza all'Hotel Terra incantata. Temeva che la sua reputazione di impiegato modello ne uscisse macchiata. Forse era stato lui stesso a esser preso con le mani nel sacco nel tentativo di cogliere sua moglie e il suo amante in flagrante adulterio! Con questo pensiero, fece l'occhiolino alla propria amante e porse la mano a quello della moglie: "Addio, signore! Spero di rivedervi un giorno...". Fuggì infine come un evaso dall'Hotel Terra incantata, seguito dalla sua amante. Anche Xuan, impaurito dal riferimento agli avvocati, temette di finire nei guai e si defilò, senza nemmeno girare la testa. Trovò la signorina Tuyet e le disse con aria sconvolta: "Dobbiamo andarcene immediatamente, altrimenti potrebbe finire male!". Tuyet non era al corrente della vicenda, ma ne fu lo stesso spaventata. Oltrepassando il portone in stile giapponese, videro l'auto della Vedova del Vicedoganiere, la quale, balzando fuori, chiamò la signorina Tuyet: "Voi siete già fidanzata! La vostra presenza qui mette in dubbio gli alti valori morali della vostra famiglia!". Tuyet indicò Xuan. "Noi siamo solo amici! Niente di più, niente di meno!" E salì su un risciò, lasciandosi dietro Xuan e la Vedova del Vicedoganiere. Quest'ultima disse a Xuan: "Le ragazze odierne sono tutte maleducate. Non fanno altro che mangiare e divertirsi. Ogni donna deve mantenersi fedele al suo uomo e rispettare i tre Insegnamenti e le quattro Virtù!2 La verginità e il pudore sono d'obbligo!". Xuan rimase zitto. La Vedova del Vicedoganiere azzardò: "E voi, signor Xuan, dovete comportarvi bene! Non rovinate la vita di una giovane donna! È già fidanzata! È la promessa sposa di un altro! Ricordatevi del detto: "Si corteggiano solo i celibi e le vedove, non i mariti e le mogli altrui!"". Questa breve lezione rammentò al nostro Xuan i passati guai e il fatto che la Vedova del Vicedoganiere rientrasse nella categoria delle corteggiabili. Balbettò: "Signora, vi prego di perdonarmi! Se non foste così fedele ai vostri due defunti mariti, vi farei subito la corte!". La Vedova del Vicedoganiere sorrise amabilmente e rispose: "Ma come siete provocante!". Salì sull'auto e ordinò all'autista di accelerare: fu una vera fuga dall'amore! Xuan uscì dalla Terra incantata e ritornò a piedi al negozio dell'Occidentalizzazione.
1. Ton vieux (Il tuo vecchio). 2. I principi del confucianesimo: la figlia deve ubbidienza al padre, la moglie deve ubbidienza al marito e la vedova deve ubbidienza al figlio. Le quattro Virtù: avere cura della casa, del proprio corpo, delle parole da usare e della morale.
11
L'APERTURA DEL CAMPO DA TENNIS - L'ORATORE XUAN - I PREPARATIVI PER IL MATRIMONIO
L'apertura del campo da tennis privato, costruito nel giardino della Vedova del Vicedoganiere, fu un vero e proprio evento nella storia sportiva del Vietnam. Come nella maggior parte delle cerimonie d'apertura, ci fu un ricevimento con champagne e discorsi formali. Fra i partecipanti alla festa c'erano il signor ALD e sua moglie, la signorina Tuyet e i suoi fratelli: l'eterno studente Tan e la moglie del cornuto impiegato delle poste, la signora Hoang Hon e il rappresentante della monarchia Joseph Thiet. Seduto in mezzo agli astanti, Joseph Thiet si sentì come un grande leader politico circondato dalla folla. Da vero capopopolo, si preoccupava solamente del bene del paese e, simultaneamente, disprezzava i gusti e le aspirazioni delle masse popolari. Indifferente al chiasso gioioso della gente, il signor Joseph Thiet sfogliò un giornale francese e lesse un articolo che lo rese particolarmente allegro: un discepolo di Charles Maurras aveva fatto sanguinare la faccia al leader socialista Leon Blum. Si estranio allora completamente e, per tutta risposta, anche gli altri lo ignorarono. Tutti i membri dell'aristocrazia, a parte il signorino Phuoc ("Non voglio!"), erano radunati per l'evento. La massa divenne sempre più brilla e la classe più elevata scivolò sempre più verso il basso. Il signor Civilizzazione, fiacco e per niente atletico, si alzò e levò il calice: "Signore, signorine, signori...". Il signor Civilizzazione tenne il suo discorso per quasi un'ora. Parlò della storia dello sport nella Grecia antica, del movimento sportivo del Vietnam, dell'importanza cruciale dello sport per il futuro della sua razza. Narrò la vita della signora Segretaria (la Vedova del Vicedoganiere, per intenderci). Lodò la sua visione progressista e la scelta esemplare nel voler costruire un campo da tennis privato per favorire lo sport all'interno della sua famiglia. Descrisse poi il movimento sportivo femminile, iniziando dalla "Marcia delle ragazze". Criticò allora i vecchi che usavano i loro soldi per costruire templi, pagode, statue buddhiste e fondere campane. Sostenne che quell'arte di acquisire fama fosse ormai superata. Intanto, il giornalista, fervido sostenitore delle riforme sociali nel paese e della conservazione dei costumi tradizionali all'interno della propria famiglia, si annotava le preziose idee emesse dalla bocca di quell'uomo illustre. L'oratore elencò poi le virtù della donna ideale affinché la Vedova del Vicedoganiere vi si potesse riconoscere. Concluse presentando Xuan: un giovane esemplare, maestro di tennis, che era stato capace di ottenere i massimi riconoscimenti in questi campi. In breve, quel discorso aveva in sé ogni requisito che intelletti letterari o politici avrebbero potuto esprimere: abbellimento, invenzione, esagerazione, menzogne e fantasie, mascherate dal linguaggio disonesto della letteratura. La massa applaudì con entusiasmo. Alla fine della dissertazione, il signor Civilizzazione si sedette in modo dignitoso e falsamente modesto (così fanno quasi tutti gli oratori). Sua zia si alzò e prese la parola. La Vedova del Vicedoganiere ringraziò il relatore e le signorine, le signore e i signori per la loro presenza alla cerimonia d'apertura del suo campo da tennis. Espresse il suo augurio nel vedere il suo campo sempre affollato. Tutti applaudirono di nuovo. Avendo poca familiarità con i rituali delle cerimonie d'inaugurazione, Xuan ignorò l'onore che lo attendeva: non comprese che toccava a lui rivolgersi al pubblico. Applaudì come tutti e bevve champagne nel modo più naturale del mondo, senza rendersi conto degli sguardi fissi su di sé. Incrociò le mani e rimase in silenzio. Il comportamento ingrato di Xuan provocò bisbigli di disapprovazione. Infine, la moglie del cornuto impiegato delle poste si alzò e disse malignamente: "Credo tocchi ora al signor Xuan, maestro di tennis, parlare". Il signor ALD, eccitato all'idea di poter punzecchiare Xuan, colse l'occasione per incoraggiarlo: "Giusto! Nel giorno dell'inaugurazione di un campo da tennis, tutti gli onori devono essere per l'insegnante!". E rivolto a Xuan: "Vi preghiamo di non essere modesto e di illuminarci con le vostre sagge parole!". Seduta accanto a Xuan, la signorina Tuyet s'intromise: "Su, dottore! Di' qualcosa d'intelligente! Fa' vedere al mondo chi sei!". Come un pupazzo meccanico manipolato da un gruppo di esperti, Xuan si alzò, il bicchiere ancora in mano. Fare un discorso? Non si sentiva mai imbarazzato nel parlare ad alta voce in pubblico e non perdeva mai la voce: due qualità, queste, basilari per un buon oratore! In passato, era sempre stato molto abile nell'usare la voce per sedurre, persuadere e commuovere le masse, sia quando vendeva noccioline arrostite, sia quando faceva la comparsa nei teatri, sia quando urlava gli slogan dei re dei rimedi delle malattie veneree. Per lui, parlare non era mai stato mai un problema. Il vero problema era: "Cosa dire?". Rifletté per alcuni secondi. Si ricordò delle parole e dei gesti che la coppia Civilizzazione e il signor ALD usavano normalmente. Era abituato a quel linguaggio dal giorno in cui si era assunto la responsabilità di occidentalizzare la società. Iniziò dunque a parlare mentre il suo cervello si affrettava a cercare qualcosa da dire in seguito: "Care amiche, cari amici...". Usò le stesse parole che echeggiavano ancora nella sua mente dal famoso giorno in cui si era recato all'Hotel Terra incantata con il nobile intento di disonorare una fanciulla di rango elevato. Il risultato fu sorprendentemente incoraggiante: mai appartenente a quella massa fu coinvolto in modo così caloroso da un oratore pubblico! Tutti ne furono rapiti! "Io faccio parte di questo movimento riformista... dovrò ancora impegnarmi con tutte le mie forze per capire esattamente ciò che va fatto... non siamo ancora abbastanza occidentalizzati! Questo è un ostacolo verso la rivoluzione! Lo sport... la razza... come sarebbe possibile la felicità famigliare senza la salute dei coniugi? Dobbiamo impegnarci al massimo per praticare lo sport! Noi non curiamo solo l'aspetto esteriore, come ci rimproverano i retrogradi moralisti! In quest'era riformista, tutto ciò che è conservatore sarà eliminato! Siamo onorati di servirvi!" Xuan si ricordò del tipico slogan usato in occasione dei campionati sportivi al momento dell'assegnazione dei trofei da parte di ministri o governatori di province e terminò il discorso con un "Lip, lip, lo... Hua rra!".1 Nel mentre, il signor Joseph Thiet finì l'articolo in cui c'era scritto che i giornali monarchici chiedevano la testa del socialista Leon Blum. Joseph Thiet, ex membro del partito della Croce di Fuoco, si batté la coscia e approvò urlando: "Bravo! Bravo!". Allora tutti applaudirono seguendo il suo esempio e la Vedova del Vicedoganiere urlò "Lip, lip, lo!" con frenesia. Anche i più scettici applaudirono perché Xuan aveva pronunciato un discorso estemporaneo anziché leggerne uno preparato prima e, per un atleta, questo era più che sufficiente. Seguì un brindisi con champagne, durante il quale gli uni lusingarono gli altri così come fanno i primi ministri durante gli incontri di Stato. Poi tutti si recarono al campo di tennis. Una scena emozionante li attendeva. Che buon segno per lo sport e l'avvenire delle donne di questo paese! Sulla rete del campo da tennis, nuovo di zecca come una vergine, la gente vide uno... due... tre... quattro capi di biancheria intima di seta: un pigiama, un paio di mutandine e due pantaloncini, alcuni ricamati e altri adorni di pizzi! La biancheria intima della Vedova del Vicedoganiere era così audace che persino i vecchi furono turbati nel profondo delle loro anime. La Vedova del Vicedoganiere, furiosa, rimproverò la serva. La vecchia, ligia alle tradizioni si lamentò: "Chi poteva saperlo? Sembrava un posto adatto a stendere i panni!". Gli indumenti furono tolti e il campo da tennis riprese la sua funzione. Nella prima partita, Xuan giocò contro la signora Civilizzazione, poi si batté contro il dottor Truc Ngon. Si coalizzò infine con il dottor Truc Ngon per gareggiare contro la signora Civilizzazione e una vecchia amica della Vedova del Vicedoganiere, sposata a un francese. Nel frattempo, a casa della venerabile Hong, si erano sparse le voci che la signorina Tuyet era stata vista con il signor Xuan. Nell'udire la notizia, la venerabile Hong strinse i denti come le madri tradizionaliste: "Visto? Vuoi continuare a viziare tua figlia in questo modo? Quando la sua pancia sarà gonfia come un barile, allora capirai il vero senso delle parole: diritti delle donne, civilizzazione, modernità e libertà! La saggezza popolare dice: "I figli sono rovinati dalle madri e i nipoti dalle nonne". Tu l'hai viziata! Tu l'hai rovinata! Ma sarò io a essere criticata e insultata da tutti!". Di fronte ad argomentazioni così conservatrici, veri e propri ostacoli ai movimenti di emancipazione femminile di questo paese, il venerabile Hong chiuse gli occhi. "Lo so! Lo so! Basta, che barba!" La venerabile Hong ignorò la protesta del marito e cacciò in cucina il servitore d'oppio. Essendo un uomo civilizzato e un sostenitore dei diritti delle donne, il venerabile Hong non osò protestare per quello sgarbo al suo servitore e si sdraiò sbadigliando accanto all'apparecchiatura dell'oppio. La venerabile Hong continuò a borbottare: "Sai cos'hanno fatto? Lei e Xuan hanno preso in affitto una camera in un o-ten.2 Chi poteva immaginare che...". "Lo so! Lo so! Basta! Che barba!" "Chi avrebbe potuto sospettare un simile comportamento da parte del signor Xuan? Sembrava un uomo per bene, eppure si è rivelato un mascalzone!" "Lo so! Lo so! Basta! Che barba!" La venerabile Hong immaginò cosa potesse fare una coppia in una camera d'albergo e scoppiò a piangere come una madre antiquata. Il venerabile Hong, non udendo più la moglie parlare, aprì i suoi piccoli occhi e le chiese: "E poi?". La venerabile Hong pianse ancor più forte: "E poi? Cosa vuoi che sia successo?". Il marito protestò: "Tu sei troppo antiquata. È impossibile parlare con te!". "Cosa vuol dire antiquata? Rispondimi! Dimmelo! Cosa vuol dire antiquata?" Il venerabile Hong le spiegò: "A differenza dei tempi dei nostri genitori, oggi, i giovani possono incontrarsi da soli! Sono liberi di fare amicizia e di uscire insieme come i francesi! Le donne possono avere amici così come hanno amiche. Non c'è nulla di strano!". "E chi te l'ha detto?" "Mio figlio!" "Sei sicuro che sia una cosa giusta?" "Luy3 mi ha assicurato che lo è. E se anche non lo fosse, che differenza ci sarebbe?" "Ah! Tuo figlio! Che spaccone! Da quando ha aperto quel maledetto negozio, fa solo cose sconvenienti. È disgustoso! Non lo sopporto più! Il fatto che io non abbia detto nulla sinora, non significa che lo approvi." "E chi se ne frega se è disgustoso o meno? So solo che quel negozio Occidentalizzazione gli rende centinaia di piastre al mese!" "Ascoltami bene! Tua nuora si presenta in pantaloncini persino davanti a me, la madre di suo marito! È forse un bene? E se tua figlia fosse incinta, che guadagno ci sarebbe?" "Perché dici che sarebbe incinta? Non è poi così facile!" "Sai cosa hanno fatto insieme? Hanno nuotato e sono andati a ballare! E poi hanno anche affittato una camera per tutta la giornata!" Era già trascorsa mezz'ora da quando il servitore era stato cacciato, e il venerabile Hong, da vero schiavo dell'oppio, si abbandonava a lunghi sbadigli e aveva gli occhi che lacrimavano. Li richiuse borbottando: "Lo so! Lo so! Basta! Che barba!". "Tutti sanno che loro due hanno chiuso la porta e hanno fatto la siesta insieme. Ne eri al corrente?" "E allora? Cos'altro hanno fatto?" Un doloroso sorriso percorse il viso della venerabile Hong. "Cosa vuoi che sia?" "Chi ti ha detto tutto questo?" "Me l'ha raccontato proprio sua sorella!" "Hoang Hon? Perché? Era anche lei all'Hotel Terra incantata?" "Era là con suo marito." "Ora basta! Chiama il servitore a prepararmi l'oppio! Basta con questa storia! Troppo rumore per nulla!" Ma la venerabile Hong non chiamò il servitore. Ignorò il sacro diritto di uno schiavo dell'oppio e continuò a rimproverare il marito: "Vuoi aspettare che la sua pancia si gonfi come un barile? Non pensi alla famiglia del fidanzato di Tuyet? Quel bastardo di Xuan è un mascalzone, un cane, un imbroglione! Non è un uomo! Vedrai! Costringerò mio figlio Civilizzazione e sua moglie a licenziarlo! Parlerò anche con la Vedova del Vicedoganiere. Che vergognosa puttana! Un campo da tennis? Troia! Proibirò a quel bastardo di Xuan di entrare ancora in questa casa!". "Lo so! Lo so! Basta! Che barba!" "Parola mia! Picchierò Tuyet a morte! A quella puttana della Vedova del Vicedoganiere dirò in faccia quello che penso! Vedrai! Rimanderò la moglie di Civilizzazione da sua madre! Ah! Aspetta e vedrai! La civilizzazione! Farò vedere io come si civilizza!" Il venerabile Hong batté i piedi sul canape. "Che barba! Lo so! Basta! Chiama il servitore a prepararmi l'oppio! Basta con tutte queste sciocchezze!" La venerabile Hong batté un colpo sul tavolo. "Non lo chiamo! Aspetta un secondo! Dopo aver fumato, sei capace solo di bofonchiare: "Lo so! Lo so!"...". "Come osi?" protestò il venerabile Hong alzandosi. "Aspetta e vedrai! Darò in sposa Tuyet a Xuan. Lo prometto! È stato studente alla scuola di medicina e ora tutti lo chiamano doc to!4 Chissà, forse un giorno vincerà anche il campionato di tennis! Ascoltami bene: se Tuyet fosse incinta di Xuan, la nostra famiglia sarebbe benedetta per settanta generazioni! Ora sta' zitta! Che idiota che sei!" Come tutti gli schiavi dell'oppio, il venerabile Hong s'incolleriva quando aveva bisogno di un tiro.
LA SAGGEZZA POPOLARE - UNA REGINA PUNTA DA UNA SPINA - L'IRONIA DEL DESTINO
La sveglia suonò alle otto del mattino. Il signor Civilizzazione sollevò le coperte e si sedette sul letto. Guardò a destra, ma la sua amabile moglie non c'era. Diede un'occhiata al calendario sul muro e si ricordò che era giovedì, il giorno della sua lezione di tennis. Dopo essersi lavato la faccia e cambiato i vestiti, suonò il campanello per chiamare il servo, che apparve con un vassoio su cui erano posati pane al latte, burro, caffè e cioccolata: la colazione degli intellettuali delle classi superiori. Si accomodò davanti alla toletta della moglie. Dopo aver ingoiato alcuni bocconi, il signor Civilizzazione si pettinò i capelli e iniziò a truccarsi. Si limo le unghie e le dipinse di rosso. Si mise il fondotinta sul viso e lo coprì con uno strato di cipria. Dopo essersi lavato il viso con una salvietta struccante, s'incipriò di nuovo. Con i capelli neri, ricci e lunghi sino al collo, il pomo d'Adamo prominente, gli occhi sporgenti e il viso biancastro, pareva un effeminato. D'un tratto, udì un passo avvicinarsi alla camera. La porta si aprì di scatto. Prima che potesse imprecare contro la cattiva abitudine del popolo annamita di entrare in una camera senza bussare alla porta, il signor Civilizzazione riconobbe nel trasgressore la propria madre. Si sforzò di sorridere, lisciandosi il viso imbellettato all'ultima moda: "Come mai questa visita mattiniera, madre?". Senza rispondere al figlio, la venerabile Hong mise le mani dietro la schiena e si guardò attorno. Una sigaretta rollata pendeva da un lato della sua bocca. Si sedette e chiese: "Dov'è lei?". "Mia moglie è al campo di tennis." Scosse la testa con disapprovazione. "Quand'è che se n'è andata?" "Probabilmente, verso le sette." "Bene! Vedo che ultimamente avete adottato parecchie abitudini piuttosto civilizzate." Egli intuì ciò che sarebbe accaduto: un'altra diatriba nell'infinito conflitto che stava sconvolgendo ogni famiglia, uno scontro fra modernità e antichità! Il signor Civilizzazione replicò: "Se lo dici tu, madre". L'anziana era furiosa, ma cercò di non perdere l'autocontrollo e chiese: "Perché non sei ancora al negozio? È tardi! Andrai in fallimento se continui a essere così pigro! Mentre il marito dorme e la moglie se ne va via, gli impiegati rubano i soldi!". Il signor Civilizzazione continuò a incipriarsi la faccia: "Il signor ALD si occupa dei nostri affari, madre". La venerabile Hong non capì bene la risposta, ma non richiese nessuna spiegazione. Il motivo della sua visita era Xuan. "E il dottor Xuan, dov'è?" "Intendi il maestro di tennis Xuan? Sarà certamente al campo di tennis!" Il signor Civilizzazione ignorava che se si travisano a lungo i fatti, si finisce prima o poi per scambiarli per veri. In sole poche settimane, egli era riuscito a trasformare Xuan da raccattapalle in maestro di tennis. Dopo aver fatto credere che Xuan fosse uno studente dell'avanguardistica scuola di medicina, egli non poteva ormai più ammettere che quel vagabondo era stato solo un semplice raccattapalle del tennis club. La venerabile Hong gli chiese: "Ho sentito dire che l'hai incaricato di dare lezioni di tennis a Tuyet. È vero?". La domanda lo sorprese: "Non so se Tuyet accetterà. Io approverei di sicuro. Giocare a tennis fa bene alla salute. Non c'è niente di male". "Sembra che il signor Xuan sia un uomo corretto e serio..." Il signor Civilizzazione non si accorse delle macchinazioni della madre e rispose: "È ovvio. È stato lui a salvare la vita del nonno. Dobbiamo essergliene grati. In più, grazie a lui, il negozio Occidentalizzazione è sempre più prosperoso". "Ma credi davvero che sia un uomo corretto e serio?" "Non c'è dubbio. È chiaro come due più due fa quattro." Fece una breve pausa e chiese poi a bassa voce: "Se facessimo sposare Tuyet a Xuan, cosa ne penseresti? Credi che lui accetterebbe?". La domanda infastidì il signor Civilizzazione. Aggrottò la fronte e domandò con cautela: "Come t'è venuta in mente quest'idea?". "Con una figlia in età da marito, è naturale pensare a un genero. È dovere dei genitori trovare sposi per i propri figli. Perché sei così sorpreso?" Il signor Civilizzazione scosse la testa. "Non credo sia possibile." "Caspita! Perché mai?" Sorpreso dall'agitazione della madre, egli replicò come un moralista ligio alle tradizioni: "Non provengono da famiglie dello stesso rango. In più, non sappiamo se il signor Xuan accetterà di sposare Tuyet". "Temo che, se rifiutasse, sarebbe per noi un'onta. In ogni caso, credevo che le differenze di rango non t'importassero... non sei forse tu a parlare sempre di uguaglianza sociale?" Il figlio aggrottò le sopracciglia e rispose duramente: "Oh, madre! Ma perché, proprio ora, insisti così tanto su questa questione? Dev'esserci qualcos'altro!". Allora la madre si alzò, si avvicinò al figlio e gli puntò il dito in faccia. "Sì, c'è dell'altro! Il signor Xuan ha dormito con tua sorella! Lo sai, bastardo?" La vecchia fu assalita da vertigini e si appoggiò allo schienale di una sedia. Si alzò anche il signor Civilizzazione, mezzo morto. "È tutta colpa tua!" si lamentò la madre. "Tu hai allevato una serpe in seno! Hai inventato tutte quelle stupidaggini! Hai rovinato la vita di tua sorella! Hai disonorato la tua famiglia! Sta' attento anche a tua moglie! Girano voci di tradimenti!" Le parole della madre colpirono il signor Civilizzazione come una folgore. Malgrado fosse un gran progressista, provò l'urgente desiderio di essere un conservatore. Il riferimento alla moglie lo fece bruciare di gelosia. Essere cornuto, lo spaventava più di ogni altra cosa, sebbene le corna fossero segno di progresso. Le donne moderne virtuose non rappresentavano nessun problema. Nemmeno le donne moderne senza virtù rappresentavano un problema per gli uomini che le usavano come giocattoli. Il problema si poneva soltanto quando quei giocattoli erano le proprie sorelle e mogli. No! Era impossibile, intollerabile! "Ne sei sicura? Ci sono testimoni?" "Sua sorella, la moglie dell'impiegato delle poste, li ha visti prendere una camera all'Hotel Terra incantata. Abbiamo forse bisogno di altre prove?" "Che strano! Perché non ha cercato di fermare sua sorella? Perché non mi ha avvisato?" "Dice di aver provato una tale vergogna da non riuscire a fare o dire nulla!" "Ma quale vergogna? Figuriamoci!" "Teme che Tuyet la odi. Non vuole dissidi con lei. Nemmeno tu dovresti dirle che è stata Hoang Hon a riferire l'accaduto." Il signor Civilizzazione rifletté a lungo, poi disse: "Lascia che indaghi a fondo. Dobbiamo sapere esattamente ciò che è successo, poi vedremo cosa fare. Sta' tranquilla! Sia quel che sia, ormai è accaduto. Non dobbiamo lasciarci prendere dal panico!". Si spruzzò il profumo sui capelli, si mise il copricapo di velluto e scese le scale. Andò a cercare Xuan. Nel campo da tennis c'erano solo la signora Civilizzazione e Xuan. Dato che era giovedì, la signorina Jeannette era già ritornata da scuola. Si era seduta su una panchina, un libro aperto sulle ginocchia. Di tanto in tanto, alzava lo sguardo per seguire la partita. Due ragazzini di circa dieci anni, mal vestiti, correvano di qua e di là a raccattare palle per Xuan, divenuto ormai un elegante maestro di tennis con un paio di pantaloncini all'occidentale, la camicia a maniche corte e le scarpe bianche. La Vedova del Vicedoganiere, invece di correre a destra e a manca in pantaloncini per il campo da tennis come alcune settimane prima, era rimasta in casa, al piano di sopra. La sua missione sportiva era stata interrotta da un'altra missione assai sacra: quella di madre. Per motivi sconosciuti, negli ultimi due giorni, il signorino Phuoc mangiava una ciotola di riso in meno rispetto al solito. Si sedeva tranquillo e silenzioso come un filosofo, senza disturbare la badante. Smise perfino di dire "Non voglio!". Che strano! Cos'è successo al figlio mandato dal Cielo e dal Buddha? Il pomeriggio del giorno prima il signorino Phuoc aveva starnutito tre volte. La sera stessa, dopo aver bevuto, singhiozzò a lungo. La notte fece pipì una sola volta invece di due, com'era sua abitudine, e il mattino seguente tossì tre volte. Che cattivo presagio! Benché non rivelasse i suoi timori a nessuno, la Vedova del Vicedoganiere ne fu molto preoccupata. Non è che il signorino Phuoc stava per ritornare al Buddha? Forse il Buddha dalla Pagoda dei Profumi amava profondamente i propri figli. Ma il Buddha avrà veramente dei figli? Desiderava forse salvare il suo diletto dalle miserie dell'esistenza terrena? L'indovino aveva predetto che il signorino Phuoc sarebbe vissuto a lungo. Poteva essersi sbagliato? Tali quesiti angosciarono il cuore della madre del signorino Phuoc e la resero nervosa. Se tutti i genitori sono assillati dal benessere dei propri figli, immaginate l'ansia della madre di un figlio inviato direttamente dal Cielo! La Vedova del Vicedoganiere era una genitrice esemplare: aveva sempre rispettato i sacri precetti, evitato di compiere azioni infauste e si era adoperata in tutti i modi per proteggere il suo tesoro dalla sfortuna. Essa aveva seguito tutti i riti, offerto doni e giurato di dedicare il proprio figlio al Cielo. Aveva portato un turibolo d'incenso sul capo, recitando preghiere in lingua antica. Non aveva tralasciato nulla, eppure, quanto a lungo temuto stava forse per avverarsi. Chiese a se stessa se fosse meglio convocare il famoso bonzo Tang Phu oppure consultare il dottor Truc Ngon. Osservava disperata il signorino Phuoc, seduto su una tavola in mezzo alla camera, quando il suo sguardo vagò oltre la finestra. Nel vedere i giocatori di tennis, si arrabbiò per l'insensibilità di quelle persone da lei tanto amate e rispettate. Ma la sua ira svanì velocemente, poiché si rammentò di non averli informati dello stato di suo figlio. Non lo aveva detto nemmeno ai servi! Aveva temuto, in un certo senso, di stuzzicare la sfortuna... Che confusione! In quel preciso istante, il signor Civilizzazione spinse il cancelletto ed entrò nel campo da tennis. Si levò il cappello per salutare la signorina Jeannette e si fermò un po' a chiacchierare con lei. Osservò sua moglie e fu colpito dai suoi pantaloncini troppo corti che mostravano eccessivamente le sue gambe formose e bianche. Di colpo, gli ideali delle riforme sociali gli apparvero repellenti. Gli passò la voglia di essere un progressista. Pensò che sarebbe stato meglio se i pantaloncini della moglie fossero adeguati al conservatorismo. Il poter constatare che Xuan era febbrilmente concentrato sulla partita alleggerì un po' i suoi pensieri. Gridò: "Basta! Fate una pausa!". Si avvicinò poi alla moglie. "Cara! Voglio parlarti in privato." La signora Civilizzazione batté tre colpi di racchetta per terra per segnalare la sospensione della partita e si diresse verso il marito, il quale si rivolse cortesemente a Xuan: "Voglia scusarci...". "Prego, nessun problema" replicò Xuan, ansante. La coppia si diresse lentamente verso il cancelletto dove non c'era nessuno. Il marito le chiese: "Sai cos'è successo?". Il suo tono spaventò la moglie. Lei sgranò gli occhi. "Cosa?" Il marito scosse la testa. "Non dobbiamo più permettere a Xuan di entrare in questa casa! Oh! Quel bastardo! Mai più!" "Come mai? Gli affari stanno andando molto bene e luy ha ottimi rapporti con i clienti. E, inoltre, con chi mi eserciterò? Devo allenarmi per la visita dell'imperatore. Ma, per quale motivo ce l'hai con luy?" "Lui e la nostra Tuyet hanno forse avuto rapporti intimi!" "Veramente? Allora hai ragione, avevo anch'io dei dubbi!" "Da quello che ho appena sentito, hanno probabilmente dormito insieme." "Porca miseria! È mai possibile? Ne sei sicuro?" "Da parte mia, vorrei solo spaccare la faccia a quel cane bastardo! Sai, saremo biasimati per il comportamento di mia sorella! Mia madre ci ha già incolpato per le nostre idee progressiste e occidentalizzate. Ci rimprovera di aver rovinato Tuyet! Ci credi? Che guaio!" "La madre ne è al corrente? Cos'ha detto?" "Mio padre e mia madre vogliono addirittura far sposare Tuyet a quel bastardo. Che vergogna!" "Oh, no! Perché affrettarsi? Dobbiamo prima sapere cos'è successo esattamente." "Come possiamo scoprirlo? Non possiamo forzarla ad andare da un doc to! E anche se fosse vero, lei non oserebbe mai confessarlo." "Hai ragione. Probabilmente si amano e desiderano sposarsi. Sanno che se accadesse il peggio, i nostri genitori sarebbero costretti a organizzare il loro matrimonio. È anzi probabile che facciano credere di aver già dormito insieme, così da accelerare i tempi." "Sì. Forse non l'hanno ancora fatto, ma poiché vogliono sposarsi, si affretteranno a fare una sveltina! Chissà!" "Allora, vuoi ancora spaccare la faccia a Xuan?" "Ero troppo arrabbiato per essere ragionevole. Aspetta... forse c'è una soluzione! Prima di tutto, dovremo separarli. Poi cercheremo di scoprire se quel bastardo abbia o no rovinato Tuyet. Una volta sicuri dell'accaduto, potremo decidere come agire: o dargli in sposa mia sorella, o tenerla al laccio." "Il primo passo sarà quello di scacciare quel bastardo di Xuan dal nostro negozio e proibirgli di ritornare. Significherà sacrificare un impiegato valido, ma pazienza!" "Sacrificheremo così anche un grande riformatore, ma sarà per il bene delle nostre tradizioni famigliari!" "È vero! Ma ricordati: è il nostro sacrificio che conta!" "Forse potrei dire a mia zia di tenerlo a casa sua." "Ottima idea! Ma non essere troppo esplicito con lei!" Mentre la coppia se ne ritornava soddisfatta al centro del campo da tennis, la Vedova del Vicedoganiere agitò disperatamente la mano dalla finestra del secondo piano. Spaventati, tutti si affrettarono a salire le scale, ma la catastrofe consisteva solo nel fatto che il signorino Phuoc aveva starnutito ben quattro volte di fila! Il signor Civilizzazione consolò sua zia con spiegazioni mediche molto vaghe sugli starnuti. La Vedova del Vicedoganiere si calmò. Egli si sedette e rifletté su come risolvere i problemi causati dallo sciagurato Xuan. Fu così che gli sforzi di Xuan per rovinare la reputazione della signorina Tuyet ottennero ottimi risultati. Gli restava ora un'ultima sfida: rovinare anche la reputazione di una vedova rimasta fedele ai suoi due defunti mariti.
13
UN'INDAGINE PSICOLOGICA - IL LINGUAGGIO DI UN VERO MONACO - XUAN RIFORMA IL BUDDHISMO
Mentre al primo piano il dottor Truc Ngon esaminava il signorino Phuoc, al pianterreno Xuan chiacchierava con i domestici che spettegolavano su questo "figlio inviato dal Cielo e dal Buddha". L'origine misteriosa di Xuan lasciava perplessi i domestici, ma essi lo riverivano dal momento che la padrona lo trattava benissimo. D'altronde, per la servitù, egli era un uomo alla mano, senza pretese e dalla parlata popolare, poiché nei suoi discorsi inseriva spesso parole come "merda!" o "puttanata!". Come tutti i domestici del mondo, essi impiegavano il loro tempo libero per sparlare dei padroni. Cominciò l'autista: "I ricchi sono stranissimi! Fanno tante storie per nulla! Lei è agitata come se il ragazzino stesse per morire! In realtà, il signorino non è affatto ammalato! La madre drammatizza sempre! Figurarsi se non chiamava un dottore! Chissà che ne sarà di quel ragazzino da grande!". Anche la nutrice del signorino partecipò alla lotta di classe: "E i bambini dei poveri? Non hanno di che nutrirsi, eppure non sono così delicati come quel monello! E, se si ammalano, guariscono da soli". Il cuoco si spinse oltre e sostenne con forza la teoria che il ragazzino, in realtà, non fosse un figlio inviato dal Cielo e dal Buddha, bensì, semplicemente, un essere umano qualsiasi. A suo dire, l'inizio della pubertà e l'alimentazione troppo ricca stavano facendo ribollire nel suo sangue e nel suo corpo precoci istinti sessuali. A favore di questa tesi, egli argomentò: "Osservatelo! Quando grida "Non voglio! Non voglio!" e finge di voler poppare, lo fa solo per toccare il seno della balia. E guardate come la cavalca ogni volta che la costringe a giocare a cavalluccio! Sta diventando lussurioso come sua madre. Ma per carità! Tale madre, tale figlio!". Xuan, le mani nelle tasche dei pantaloni e un piede sul primo gradino della scala, concluse con severità: "Oh! Merda! Che maledetto regalo del Cielo!". La nutrice, per cercare di salvare la faccia, trovò una scusa: "Ma non dite stupidaggini! È ancora un ragazzino! Non si rende conto di quello che fa!". "So bene com'è!" s'intromise l'autista. "In vita mia, ho visto crescere parecchi ragazzini, ma al giorno d'oggi sono molto più precoci di una volta. Alcuni hanno perfino delle amanti o vanno al bordello! Il nostro signorino non sa granché, però è ora di trovargli moglie. Con una madre così lussuriosa, come potrebbe non esserlo anche lui? Quando se ne sta fermo, con lo sguardo fisso e senza aprir bocca, chissà quali torbidi pensieri gli passano per la testa. E lì, i santi non c'entrano affatto!" Nell'udire quei commenti, Xuan dedusse che avessero ragione e salì per vedere se il dottor Truc Ngon fosse riuscito a scovare la causa dei mali del figlio del Cielo. L'illustre medico stava ancora osservando con perplessità il ragazzino nudo che rifiutava di rivestirsi e la sua gentile madre con la fronte aggrottata dalla preoccupazione. Non sapeva che dire. Per lui, il ragazzino non soffriva di alcuna malattia, ma, poiché sua madre era convinta che fosse malato, doveva per forza dare un nome a quel malessere immaginario. Anche il signor Civilizzazione affermò: "A mio avviso, il signorino sta bene". La Vedova del Vicedoganiere non ebbe il tempo di indignarsi per questa frase che suonava come un insulto alle antiche credenze, che il dottor Truc Ngon concluse: "Molto probabilmente, è solo l'inizio della pubertà. Dovreste trovargli una moglie...". Xuan intervenne immediatamente: "Signore, avete perfettamente ragione! In vita mia, ho potuto osservare molti ragazzini e, soprattutto, conosco bene quelli di oggi". Il dottor Truc Ngon strinse la mano a Xuan con orgoglio, come se fosse un suo eminente collega e iniziò a parlargli con ostentazione di vari argomenti scientifici: "Certamente! Esimio collega, siete anche voi un discepolo di Freud? I problemi psichici sono causati dai reni e dai testicoli, non è così? I sintomi sono vari e sovente strani". Il dottor Truc Ngon si espresse veramente bene, ma la cosa più strana fu che Xuan, inorgoglito, accettò di essere trattato dal luminare come un suo pari e continuò: "Ci siamo capiti. Non abbiamo bisogno di dilungarci in ulteriori spiegazioni!". La Vedova del Vicedoganiere non poté capire la diagnosi del dottor Truc Ngon e si adirò soprattutto perché suo figlio non era un ragazzino come gli altri: era stato inviato dal Cielo e dal Buddha! Ma, di fronte al consenso generale, dovette per forza starsene zitta. Xuan diede un colpetto sulla spalla del dottor Truc Ngon in segno di amicizia e, con un'occhiata, lo attirò verso la finestra. "Al contrario di voi, io non sono stato chiamato per visitare il ragazzino, ma lo conosco bene e, come collega, posso affermare che si trova in piena pubertà. Egli impone sovente alla nutrice di fargli succhiare il seno come se fosse un bambino di tre anni. In realtà, è solo lussuria." Il dottor Truc Ngon si portò un dito alle labbra e mormorò: "Vi sono molto grato, signore. Avete colto l'essenza della scienza psicologica. Non dobbiamo negare l'evidenza. Freud, il nostro maestro, ci fornisce anche in questo caso la soluzione. Il ragazzino mostra i sintomi di una pubertà indotta precocemente da cibi troppo ricchi, abiti lussuosi e troppe soddisfazioni materiali. La concomitanza di questi fattori ha favorito la sua lussuria, acuita altresì dal particolare contesto. Siete d'accordo con me?". Lo sguardo di Xuan vagava oltre la finestra. Le sue orecchie, annoiate da quelle parole incomprensibili, non prestavano più attenzione al dottore. Proprio in quel momento, in giardino, alcuni animali erano dediti alle gioie della procreazione: sul tetto, due piccioni si stavano accoppiando, due cani giapponesi si rincorrevano festosamente nel cortile e, fra l'erba, un gallo era sopra una gallina. Per pura coincidenza, tutti quegli animali stavano ubbidendo simultaneamente alla miracolosa legge dell'unione yin e yang. Distratto da quelle scene erotiche, Xuan ignorò la domanda del dottore. Quest'ultimo chiese di nuovo: "Secondo voi, dovremmo anche tener conto dell'influenza dell'ambiente?". Xuan si risvegliò dal suo torpore. "L'ambiente? Quale ambiente?" Il dottor Truc Ngon si girò per vedere cosa stesse osservando Xuan e, visti gli animali in amore, gli serrò di nuovo vigorosamente la mano. "Ah! Caro amico! Avete appena potuto osservare fatti ancora oscuri, ma di cruciale importanza per i comportamenti umani. Disponiamo ora di una prova inconfutabile per avallare la nostra teoria. Per gli adolescenti, è molto pericoloso assistere a simili scene." Xuan replicò immediatamente: "Si dovrebbe cambiare ambiente al ragazzino!". Il dottor Truc Ngon, rientrò nella stanza ed emise la propria diagnosi con fare solenne, franco e dignitoso, onorando così il suo nome:1 "È esattamente ciò che si deve fare! Non c'è altro da aggiungere! Il mio caro amico mi ha aiutato a impostare la necessaria terapia! Il punto più debole dell'essere umano è da sempre la lussuria! Non appena un neonato tocca il seno della madre per succhiarlo, ecco nascere la sua libido! Che dire, allora, di un ragazzino di dieci anni che, in piena pubertà...". Xuan lo interruppe: "Benché il signorino sia stato inviato dal Cielo e dal Buddha, egli non può sfuggire alle leggi di natura! Potrebbe anzi essere più lussurioso degli altri ragazzi!". "Il signorino non necessita di terapie, perché non soffre di alcuna malattia!" continuò il dottore. "Ha solo bisogno di sposarsi! Se temete che sia troppo presto, impartitegli almeno l'educazione sessuale! È un compito estremamente delicato: occorrono molte cure e pazienza, ma avete a disposizione questo mio eminente collega che saprà assumersi questa grande responsabilità." La signora Civilizzazione si affrettò a dire: "Cara zia, perché non chiedete al signor Xuan di rimanere qui a educare il piccolo Phuoc? Egli farà in modo di evitare che compia gravi errori". "Sarà fatto tutto ciò che il dottore ha ordinato" rispose la Vedova del Vicedoganiere. "Farò sistemare una camera privata per il signor Xuan." Dopo di che, la coppia Civilizzazione e il dottor Truc Ngon si congedarono. E, naturalmente, il nostro dottor Xuan rimase. Libera da preoccupazioni, la Vedova del Vicedoganiere ritornò in camera sua, impartì ordini ai domestici e si riposò. In salotto, Xuan camminava avanti e indietro, l'aria pensierosa. Improvvisamente, udì una voce dietro di lui: "C'è qualcuno in casa? Amitabha! Ah! Buongiorno, signore!". Giratosi, Xuan vide davanti a sé un monaco moderno, civilizzato e sorprendentemente abbigliato alla moda occidentale. Aveva tre denti d'oro, indossava una tunica di seta di Shanghai, tinta di marrone, e un paio di sandali dalla suola di gomma. Era particolarmente bello e aveva un'aria galante. Xuan lo accolse. "Desiderate? Prego, accomodatevi!" "Con il vostro permesso... Signore, sono un povero monaco che vive da asceta. In più, sono editore di un giornale, il Rulli di tamburello. Amitabha!" Xuan si sedette e chiese divertito: "Rulli di tamburello? Il vostro giornale si occupa anche di indurre i lettori ad ascoltare il canto delle cantanti co dau?2". Il monaco arrossì. "Signore, ascoltare quei canti può essere un vero nutrimento per lo spirito, così com'è scritto nel libro confuciano della musica. Noi monaci ci rechiamo dalle cantanti unicamente per udire le loro arie, senza per questo infrangere il voto di castità. Non ci abbandoniamo ai peccati della carne e mai trascorriamo le notti nei luoghi di piacere. Persino la legge del Protettorato è con noi: non sapete che ho intentato causa all'editore di un giornale che aveva osato attaccare i monaci che frequentavano le cantatrici? Ed è stato condannato per diffamazione! L'ho fatto a pezzi!" "Ah, sì? Davvero? Terrificante!" "Come potete constatare, sono un povero monaco, ma le conoscenze non mi mancano. Il giornale Rulli di tamburello è tenuto in grande considerazione da mandarini di alto rango, da governatori generali, da governatori di regioni e da ufficiali militari. Essi sono i nostri protettori e i loro ritratti campeggiano sui muri dei nostri uffici. Ah! Il buddhismo è veramente troppo misterioso: così profondo e, al contempo, così superbo!" Xuan gli pose allora una nuova domanda che evidenziava le contraddizioni del buddhismo: "Come mai un gruppo di mistici dirige un giornale così commerciale e competitivo?". "Oh! Abbiamo ottimi motivi! Un'associazione buddhista recente ha fondato un proprio giornale e temevamo che potesse oscurare la popolarità della nostra pagoda. Siamo stati così costretti a pubblicare Rulli di tamburello per difenderci dalla concorrenza." Chiarito questo arcano del buddhismo, Xuan espresse un giudizio piuttosto critico: "In fondo, voi monaci vi autopromuovete e siete in piena competizione al pari dei re delle cure delle malattie veneree!". Il venerabile monaco precisò: "Amitabha! Uno dei re delle cure delle malattie veneree fa proprio parte della redazione dei Rulli di tamburello! Grazie alla sua strategia pubblicitaria, il nostro giornale ha conosciuto una notevole diffusione. Signore, non creda che i monaci non sappiano nulla del mestiere di giornalista o dell'arte della polemica! I giornalisti laici si accusano l'un l'altro di stupidità, di maleducazione o d'incapacità, ma noi monaci-giornalisti non esitiamo a rivelare che i nostri avversari sono affetti da scabbia, herpes, lebbra o sono privi di arti! Visto?". "Oh! Ciò contribuisce certamente a far aumentare la tiratura!" "Esatto! Da quando questo povero monaco pubblica I rulli di tamburello, il numero dei nostri seguaci è notevolmente cresciuto. Per non dire delle richieste di cerimonie funebri, delle offerte alle nostre pagode, delle preghiere per il riposo dei morti, dei bambini consacrati... ecco cosa deve fare un vero monaco, un fedele servitore del Buddha per compiere la propria missione! Oso sperare che il Buddha Shakyamuni benedica le mie opere, per cui, io tang phu3 del malcontento e dell'ostilità dell'associazione buddhista avversaria!" A quel punto, Xuan si alzò e domandò umilmente: "Bene! Ma perché siete venuto? Cosa volete da noi? Se è per l'abbonamento al giornale I rulli di tamburello, vi dico subito di no! Preferisco battere il tamburo con le cantatrici co dau. Dovesse presentarsene l'occasione, ci andrei ben volentieri con voi rispettabili monaci!". Il monaco lanciò un'occhiata d'intesa a Xuan. "Perché no? Se siete disposto a darci una mano a promuovere il Rulli di tamburello, cioè, volevo dire, a divulgare il buddhismo... Ma, la vera ragione della mia visita riguarda il signorino Phuoc, il figlio inviato dal Buddha della Pagoda del Profumo." "Cosa intendete fare per lui?" "Questo povero monaco si prenderà cura della sua anima. Amitabha!" "Io, invece, mi prenderò cura del suo corpo e anche di quello di sua madre" proclamò Xuan con enfasi. Il bonzo osservò furtivamente Xuan, si grattò un orecchio e pronunciò, da monaco evoluto: "Scusatemi, signore, posso conoscere il vostro nome e la vostra professione?". Xuan dichiarò con aria di superiorità: "Me su Xuan, ex- studente della scuola di medicina, ora maestro di tennis e direttore del negozio d'abbigliamento per donne progredite, Occidentalizzazione". "Dovete avere parecchie conoscenze!" "Ovvio!" "Signore, vi supplico di soccorrere questo povero monaco... Se ci aiuterete ad aumentare il numero dei clienti della nostra pagoda, vi offriremo il trenta per cento degli introiti. I nostri affari sono seri: non usiamo trabocchetti disonesti come quelli dei nostri concorrenti dell'associazione buddhista. Se accettate di pubblicizzare il nostro giornale o di attirare fedeli alla nostra pagoda..." Xuan rifletté a lungo prima di affermare: "Mi sembra che la vita spirituale della vostra pagoda soffra di gravi carenze. I riti religiosi dovranno essere riformati. Se non cambierete, sarete presto sopraffatti dall'evoluzione sociale e, nel frattempo, tutto ciò che non risulterà compatibile con il progresso, sarà eliminato. Nell'era moderna, persino il Buddha perirà se non si incamminerà verso la strada della civilizzazione". "Avete perfettamente ragione! Siete un uomo di vasta cultura e di grande esperienza. Dovrete assisterci in questi cambiamenti epocali. Vi chiedo di usare tutta la vostra discrezione per mettermi in buona luce agli occhi della padrona e del signorino Phuoc, così che la mia autorevolezza e il mio prestigio nei loro confronti aumentino." "Certamente! Ma i vostri monaci non sono efficienti. Osservate come agisce l'associazione buddhista: a ogni funerale, essa invia cinque o sei monaci insieme ai propri membri. È così che si fanno gli affari! Se accetterete, riformerò i vostri usi retrogradi!" "Signore, l'avvenire del buddhismo è nelle vostre mani! Amitabha!" "E sia! Ma esigerò il cinquanta per cento degli introiti." "Oh, signore! Non lucrate così tanto sul Buddha! È un grave peccato!" Xuan picchiò un pugno sul tavolo. "Userò la testata dei Rulli di tamburello, investirò il mio denaro in queste operazioni, mi occuperò di tutto e vi darò il venti per cento dei profitti." Il monaco si torse le mani. "Oh! Per favore, non siate così avaro con la nostra pagoda! Anche l'avarizia è un grave peccato!" I due stavano ancora mercanteggiando, quando entrò in salotto la Vedova del Vicedoganiere. Aveva indossato una tunica tradizionale per ricevere il bonzo. "Amitabha! Rispettabile monaco!" e rivolta al figlio: "Signorino Phuoc, incrociate le braccia per salutare il rispettabile monaco! Mostrateci come siete ben educato!". Xuan rimase in silenzio mentre il monaco prospettava alla Vedova cerimonie complicate e costose per pregare a favore del signorino Phuoc con argomentazioni convincenti, degne di un monaco al passo con i tempi, rispettabile e onorato.
1. Truc Ngon significa "parlare con franchezza". 2. Cantanti di arie tradizionali, talvolta coinvolte nella prostituzione. 3. Je m'en fous! (Me ne fotto!).
14
OH! COSÌ VA IL MONDO! - UN'AMICA FEDELE - CASPITA! IL DOTTOR XUAN SI ARRABBIA
Nei giorni seguenti, al negozio Occidentalizzazione e in casa del venerabile Hong, si svolsero intense discussioni su Xuan. Si formarono due cricche rivali: una era a favore di Xuan e l'altra gli si opponeva. L'opposizione era capeggiata dal signor ALD e includeva l'eterno studente Tan e la moglie dell'impiegato delle poste. Fra i sostenitori di Xuan c'erano l'impiegato delle poste, la signorina Tuyet, la moglie del signor ALD, alcune cucitrici e praticamente tutti i sarti. La maggioranza, dunque, parteggiava per Xuan. I venerabili Hong e la coppia Civilizzazione rifiutarono di schierarsi definitivamente e attesero di vedere chi avrebbe avuto la meglio: strategia prudente e necessaria, vista la complicata situazione. I membri dell'opposizione, guidata dal signor ALD, erano felici che Xuan rimanesse presso la casa della Vedova del Vicedoganiere. A loro parere, in questo modo, Xuan non avrebbe potuto rovinare la reputazione del negozio Occidentalizzazione. I suoi sostenitori, invece, erano preoccupati che la sua assenza dal negozio danneggiasse gli affari. Nel frattempo, non si sa come, si sparsero voci di un possibile matrimonio fra Tuyet e Xuan. Si pensò che fosse proprio il venerabile Hong a diffondere quelle dicerie, metodo usato dai governatori stessi per ottenere i consensi dell'opinione pubblica prima di prendere decisioni. Vero o no, tuttavia, la mossa fallì perché i pareri erano assai diversi. Alcuni derisero le umili origini di Xuan, altri le magnificarono come espressione delle virtù popolari. Viste le sottigliezze nel distinguere i due gruppi (la classe inferiore e la gente del popolo), ne scaturì un acceso dibattito. Ci fu chi si lamentò della scarsa istruzione di Xuan e chi, al contrario, affermò che la sua cultura fosse allo stesso livello di molti altri. Un suo detrattore dichiarò: "Victor Ban mi ha detto che Xuan era un vagabondo!". Un sostenitore ribatté: "Sapete, il dottor Truc Ngon stima molto il signor Xuan. Mi sa che sono amici intimi". Confuso da pareri così diversi, il venerabile Hong non fece che borbottare: "Lo so! Lo so! Basta! Che barba!". La venerabile Hong sospirò: "Non dobbiamo affrettarci a prendere decisioni. Dobbiamo dapprima scoprire se la nostra figliola si è davvero comportata male". "Per me, il signor Xuan è solo un amico" insisté la signorina Tuyet, adottando un tono distaccato, da donna libera ed emancipata. Il signor Civilizzazione fallì nel trarre deduzioni dai commenti ambigui della signorina Tuyet sulla sua relazione con Xuan. Inoltre, egli aveva a lungo sostenuto che le relazioni libere fra maschi e femmine fossero espressione di progresso, di Occidentalizzazione... Se avesse avversato la condotta di Tuyet, la sua reputazione di progressista ne sarebbe stata macchiata e, dunque, anche se non approvava Tuyet, non osava biasimarla apertamente. Si lamentò fra sé: "Spargere i semi della civilizzazione! Oh! Che pesante fardello!". Nel frattempo, Xuan fu incaricato simultaneamente di diversi lavori: maestro di tennis, precettore del signorino Phuoc e consulente speciale del bonzo Tang Phu nel processo di riforma del buddhismo. Ogni tanto nel tempo libero faceva brevi visite al negozio Occidentalizzazione, ove esibiva la sua sapienza: criticava il modo di giocare a tennis della vecchia padrona, ostentando termini tecnici (lop, si mat, do ray ecc.)1 e commentava le ultime proposte della moda alla presenza di clienti e impiegati. Gli occhi del signor ALD s'iniettavano di sangue per la collera ogni volta che Xuan gli faceva notare qualche pecca nei suoi disegni, rimproverava il lavoro di un sarto o corteggiava, fra le clienti, qualche donna moderna. A volte, Xuan gli poneva domande del tipo: "È arrivato il dottor Truc Ngon?" oppure "Joshep Thiet ha forse bisogno di me? Mi ha detto di venire qui!". Verso Tuyet era freddo e formale. Ciò le dispiacque molto, ma servì a far credere agli altri che erano innamorati e che stavano progettando il matrimonio. Più tempo s'impiega ad affrontare i problemi, più difficile sarà raggiungere un accordo e, più a lungo se ne discute, più ci si allontana dalla verità. Così va il mondo! Alla fine, ogni parte cominciò a dubitare della veracità delle proprie argomentazioni e, di pari passo, l'odio aumentò. Fra i sostenitori di Xuan, c'era una persona che gli era particolarmente grata per il conforto datole in passato. Era la signora ALD. Quel pomeriggio, dopo aver consumato un abbondante pasto di carne di cane in compagnia di alcuni bonzi devoti, Xuan, la faccia rossa da ubriaco, uscì dall'ufficio del giornale I rulli di tamburello per tornarsene a casa. Incontrò per caso la moglie del signor ALD mentre passeggiava da sola. Indossava un abito tradizionale. Il suo viso aveva un'espressione triste: era la sfortunata moglie di un uomo totalmente dedito alle riforme sociali e, contemporaneamente, alla conservazione delle antiche tradizioni all'interno della propria famiglia. Ebbro, Xuan la salutò: "Oh! Mon amie! Mia cara, dove vai così sola?". La signora ALD fu particolarmente felice di sentirsi salutare in modo così affettuoso e in voga. Era la prima volta che le accadeva. Si guardò attorno per essere sicura che la via fosse deserta. Solo allora trovò il coraggio di porgere la mano a Xuan, come una donna moderna. "Che fortuna! Vi stavo cercando ed eccovi qui! Ultimamente, non vi si vede più al negozio Occidentalizzazione." Xuan replicò con fare arrogante: "Sono molto impegnato. Dedico la maggior parte del mio tempo allo sviluppo dello sport e alle lezioni di tennis. Sto anche aiutando quell'inutile dottor Truc Ngon a educare il figlio della Vedova del Vicedoganiere. In più, il capo dei bonzi della pagoda della divina Banh insiste che io gli dia una mano al giornale I rulli di tamburello. Come rifiutare? Non voglio che la gente mi consideri distaccato e arrogante! Devo perciò lasciare al signor ALD l'importante responsabilità della riforma sociale attraverso i vestiti. Amica mia, mi capisci?". La signora ALD gli rispose arditamente con tono confidenziale: "Come ti capisco, mio caro!". Iniziarono a camminare l'uno accanto all'altra, da buoni amici. La signora ALD gli chiese: "Ma non sono questi i soli motivi per cui non passi più al negozio Occidentalizzazione, non è vero? Credo che fra noi si possa essere sinceri. Ti prego di non offenderti se ti pongo una domanda indiscreta: è per via della signorina Tuyet?". "È solo un pettegolezzo infondato!" negò Xuan. "Fra me e la signorina Tuyet c'è solo simpatia. Come fra noi! Niente di più!" "Allora, perché si dice che..." "Che cosa?" "Girano voci che il venerabile Hong voglia farti sposare Tuyet!" Era la prima volta che Xuan udiva quella notizia e ne fu particolarmente felice. Cercò, tuttavia, di mantenere un'aria distaccata. "Se fosse vero, mi sentirei veramente a disagio! Non saprei come rifiutare senza offendere nessuno!" La reazione di Xuan stupì la signora ALD. "Oh! Come potresti rifiutare? Una ragazza come Tuyet? Bella, ricca e moderna! Se tu la sposassi, tutti i giovani perbene del nostro paese ti loderebbero! E, in più, voi due sareste una coppia perfetta!" Le parole della signora ALD lo lusingarono. Improvvisamente ricordò le teorie di Tuyet sulla semiverginità all'Hotel Terra incantata. Sapeva che la signorina Tuyet non avrebbe mai rinunciato del tutto alla sua purezza, ma l'idea della sua incompleta illibatezza lo afflisse. Sospirò: "Troppi amori! Ahimè!". "Come sei attento nella scelta della donna della tua vita!" osservò la signora ALD. Xuan la interruppe: "Il mio più grande timore è la prospettiva di diventare un cornuto. Se sposassi Tuyet, le corna spunterebbero sulla mia testa talmente alte e robuste da poter essere polverizzate e vendute come medicine tradizionali!". La signora ALD sorrise per l'ironia di Xuan. Pensava che si trattasse di gelosia, la gelosia insensata di tutti gli uomini. Ricordò come Xuan l'aveva sostenuta la volta in cui aveva desiderato vestirsi all'ultima moda. Provò un senso di gratitudine. "Sembra che il matrimonio, il cosiddetto "affare dei cent'anni", non sia fra le tue priorità, amico mio... Mi chiedo come mai tanta gente stia spargendo simili malignità sul tuo conto..." "Di chi stai parlando?" "Non te lo posso dire. Ciò creerebbe solo odio e io passerei per pettegola. L'importante è che tu stia attento a certa gente." Xuan insisté, ma la signora ALD rifiutò di fare nomi. Era una persona corretta e odiava l'idea di mostrarsi pettegola. "È mio dovere avvisarti che la gente sparla di te. Dicono che provieni da una famiglia umile, sei senza istruzione, hai lavorato come raccattapalle e, da ragazzino, eri un banditore di medicine contro le malattie veneree. E non è tutto!" Xuan rifletté un istante, poi disse con un sorrisetto: "È terribile! Se osano parlare male di me in questo modo, chissà cosa diranno degli altri! Chi sono io? Molti conoscono la mia istruzione: il signor Civilizzazione, la Vedova del Vicedoganiere, l'impiegato delle poste, il dottor Truc Ngon e anche tu, mia cara amica. Quelle volgari dicerie sono state certamente diffuse da quel bastardo di Victor Ban. Per fortuna, la signorina Tuyet mi conosce bene". La signora ALD gli chiese immediatamente: "Come fai a sapere che è Victor Ban? Infatti, è stato proprio lui a raccontare quelle storie al fidanzato della signorina Tuyet, e quest'ultimo si è affrettato a scrivere un'umiliante lettera al venerabile Hong!". "Sai perché Victor Ban mi odia? Quando ero alla scuola di medicina, l'avevo aiutato ad aprire una farmacia, ma, dopo aver scoperto che preparava i farmaci contro le malattie veneree con l'argilla, avevo smesso di collaborare con lui. È per questo che nutre rancore nei miei confronti, ma non temo le sue odiose bugie." Rassicurata sullo stato sociale e l'educazione di Xuan, la signora ALD pensò che fosse giunto il momento di avvertirlo di un altro problema riguardante il suo onore. "Mio caro amico, ho una cosa importante da dirti, ma promettimi di tenere il segreto. La venerabile Hong ha detto che, non appena ti vedrà, ti prenderà a botte o ti sputerà in faccia." Xuan ne fu sconvolto. "Sputarmi in faccia? Prendermi a botte? A me? A me che ho salvato la vita dell'uomo più illustre della loro famiglia e ho fatto prosperare il negozio Occidentalizzazione? È così che hanno deciso di ripagarmi il favore? Oh! Che vita! Ti chiedo scusa, ma... che vita di merda!" La signora ALD s'inquietò: "Oh no! Non essere così impulsivo!". "Andrò subito a casa sua, così potrà sputarmi in faccia senza indugio!" La donna lo supplicò inorridita: "No! Ti prego! Non dir loro che sono stata io a rivelartelo!". Ma Xuan uscì di senno. Affranto e, da uomo rozzo e sconsiderato qual era, non poté tollerare quell'umiliazione. Fu uno di quei momenti terribili in cui si può diventare assassini anche solo a causa di uno scherzo innocuo. Il terrore crescente della signora ALD lo fece infuriare ancora di più. Chiamò due risciò: "Risciò! Risciò! Venite qui tutti e due!". La signora ALD lo implorò ancora, ma lui la ignorò. I guidatori di risciò erano già davanti a loro. "Vieni con me! Vedrai, non rivelerò a nessuno che sei stata tu a dirmelo! Non preoccuparti! Forse non oserà nemmeno sputarmi in faccia!" Terrorizzata, la signora ALD salì su un risciò. Mezz'ora più tardi, i due risciò si arrestarono davanti alla casa del venerabile Hong. Xuan e la signora ALD vi entrarono. Tutti i membri della famiglia erano presenti. L'avo mangiava una ciotola di minestra di nidi di rondine, il venerabile Hong era perso nei fumi dell'oppio, assistito dal suo servitore, la venerabile Hong, la coppia Civilizzazione, la signorina Tuyet e l'eterno studente Tan erano seduti nel salotto. Xuan salutò tutti, ma la sua faccia era nera di rabbia. Si avvicinò al letto dell'avo e gli chiese ad alta voce: "Come vi sentite, signore? State bene da quando vi ho curato? Avete forse dovuto chiamare un altro medico?". Il vecchio smise di cibarsi e rispose lentamente: "Da quando mi avete curato, mi sento in forma, dottore. Non so come ringraziarvi!". "Va bene così, non dovete ringraziarmi!" A passo deciso, Xuan si diresse verso il salotto e domandò al signor Civilizzazione: "Da quando non ho più tanto tempo per passare al negozio Occidentalizzazione, gli affari vanno ancora bene?". "Sì, sì, ma molte clienti hanno chiesto di voi" rispose la signora Civilizzazione al posto del marito. Xuan s'infilò le mani nelle tasche dei pantaloni e, con finta indifferenza, disse: "Perché mai dovrebbero chiedere di me? Io non sono nessuno! Sono un povero vagabondo, un raccattapalle, un buono a nulla! Merito solo sputi in faccia!". La venerabile Hong lo guardò inquieta e chiese timorosa: "Oh! Ma chi oserebbe mai parlare così? Perché dite queste cose, dottore? Perché siete scontento? Qualcuno di questa famiglia vi ha forse fatto del male?". La signorina Tuyet era molto felice nel vedere sua madre così conciliante e mormorò al signor ALD che dovevano essere stati il suo ex fidanzato e Victor Ban a calunniare Xuan. Rabbioso, Xuan camminò avanti e indietro. "Sto aspettando che mi si prenda a botte o mi si sputi in faccia!" La coppia Civilizzazione era furiosa. Essi desideravano smascherare Xuan, ma temevano di rovinare la reputazione della sorella davanti alla moglie del signor ALD e al servitore d'oppio. Si guardarono stizziti. La venerabile Hong era confusa da così tanti conflitti: la rabbia di Xuan, il fatto che aveva salvato la vita dell'avo, sua figlia ormai innamorata di lui, la lettera del fidanzato di Tuyet... Tutto ciò la disorientava; non sapeva più distinguere la verità dalla menzogna, il bene dal male. Non sapeva più che fare. Disse infine: "Prego, accomodatevi, dottore! Qualcuno vi ha denigrato?". Xuan rimase in piedi, furente. "Se dovessi arrabbiarmi, qualcuno la pagherebbe cara! Se io non fossi buono, allora nessuno lo sarebbe!" Nessuno osò aprire bocca. Nella stanza calò un silenzio mortale. Xuan camminò su e giù ancora per una decina di minuti. Solo il picchiettio delle sue scarpe rompeva il silenzio. La sua rabbia stava per diminuire quando l'impiegato delle poste e sua moglie entrarono nella camera, mano nella mano. Xuan pensò alle cinque piastre che doveva al bonzo Tang Phuper per quel pasto "vegetariano". Drizzò la schiena e annunciò ad alta voce: "Signore, voi siete un marito cornuto!". Sembrò che tutti fossero improvvisamente colpiti da una scossa elettrica. L'impiegato delle poste si mise una mano sul petto e cadde per terra, gemendo: "Oh, Dio mio! Che vergogna! Ora tutti sanno dell'adulterio di mia moglie! Lo sa il mondo intero! Che vergogna! Che miseria!". Prima che Xuan si rendesse conto dell'effetto devastante delle sue parole, un singhiozzo doloroso filtrò dalla zanzariera del letto dell'avo. Il vecchio si accasciò nel letto. In tutta fretta, la famiglia si divise in due gruppi: gli uni sollevarono l'avo, gli altri l'impiegato delle poste. La venerabile Hong implorò Xuan: "Dottor Xuan, abbiate pietà! Vi preghiamo di occuparvi subito del nostro avo!". Il vecchio gemette come se stesse morendo: "Non voglio! Lasciatemi morire! Il disonore è troppo grande per poter continuare a vivere! Che ignominia! Se volete salvare qualcosa, allora salvate l'onore della famiglia che voi stessi avete infangato!". Singhiozzò disperatamente. Amare lacrime scivolarono dagli occhi della venerabile Hong. Supplicò di nuovo Xuan di aiutarlo. L'intera famiglia attendeva che egli curasse il malato, ma, di fronte a una tale tragedia, Xuan confessò candidamente: "Sì, è vero, venerabile signora. Sono privo d'istruzione. Appartenevo alla classe umile, facevo il raccattapalle. Non so nulla di medicina!". E, veloce come un ladro, fuggì via. La venerabile Hong, piena di rimpianti, si disperava. Gli altri criticarono Xuan: per rancori personali verso la famiglia, aveva tradito il suo dovere professionale. Non meritava di essere considerato un vero dottore... 1. Lob, smash, coup droit (pallonetto, schiacciata, diritto).
15
LA FELICITÀ DI UNA FAMIGLIA IN LUTTO - IL PARERE DEL SIGNOR CIVILIZZAZIONE SULLE NOZZE - UN FUNERALE ESEMPLARE
Tre giorni dopo, il vecchio morì. Fedele al detto "molti maghi, molti fantasmi", la famiglia aveva chiesto aiuto a parecchi ciarlatani della medicina moderna e della medicina tradizionale, giovani e anziani. In quei tre giorni, Xuan sparì. La morte dell'avo e la misteriosa scomparsa di Xuan fecero sì che il suo prestigio salisse alle stelle. Invano, la venerabile Hong aveva incaricato molte persone di cercarlo. Senza il dottor Xuan, ogni speranza svanì: nessun vero medico avrebbe osato aiutare il malato. Il dottor Truc Ngon, nell'apprendere che il collega Xuan evitava di curare il paziente, rifiutò di occuparsi del caso, credendolo estremamente grave. Fu una vera e propria lezione per chi aveva osato dire che Xuan proveniva da una famiglia di basso rango, che non fosse istruito, che si trattasse di un vagabondo o di un semplice raccattapalle. Furono chiamati persino il dottor Ty e il dottor Phe, ma entrambi, ancor offesi dal diverbio della precedente visita, rifiutarono di presentarsi, al pari di tutti gli altri eminenti dottori. Si propose allora di usare le medicine sacre del tempio Bia: un impiastro di fango e di escrementi di bufalo. Tali rimedi erano stati recentemente prescritti a due pazienti affetti da tubercolosi e tifo, che ne morirono all'istante. Una successiva inchiesta rivelò che le ingannevoli medicine miracolose erano state astutamente propagandate da una banda di tiranni del villaggio: gli stessi che avevano già sottratto denaro alle casse pubbliche. Queste medicine persero così la loro sacralità. L'insieme di questi fattori lasciò morire in pace l'ottuagenario. In quei giorni caotici, il servitore d'oppio del venerabile Hong calcolò che egli ripeté "Lo so! Lo so! Che barba! Basta!" per ben milleottocentosettantadue volte. Quella morte inondò di felicità molti cuori. Il venerabile Hong confidò all'impiegato delle poste che lui e sua moglie avrebbero ricevuto una somma di almeno alcune migliaia di piastre. L'impiegato delle poste non avrebbe mai immaginato che le corna della sua testa potessero essere così redditizie. Egli credeva ormai nel carisma di Xuan, nel suo talento di imporre le proprie idee. In una parola: nelle sue capacità affaristiche e promozionali. Le parole di Xuan valevano oro e l'impiegato delle poste progettò dunque di fare affari con lui. Se Xuan poteva generare migliaia di piastre, dicendo soltanto: "Signore, voi siete un marito cornuto!", chissà quanto avrebbe potuto cavare da una frase del tipo: "Signore, questo prodotto è il migliore! È stato importato dall'Occidente!". Egli voleva incontrarlo immediatamente per dargli le restanti cinque piastre: prima di entrare in affari con qualcuno, occorre mantenere la parola data. Il venerabile Hong chiuse gli occhi e s'immaginò vestito a lutto, piegato sul bastone intento a tossire, sputare e piangere in pubblico. Tutti avrebbero dovuto guardarlo, dicendosi l'un l'altro: "Oh! Guarda com'è vecchio il figlio maggiore!". Il venerabile Hong era certo che le esequie e il suo bastone funebre avrebbero impressionato il pubblico. Ciò che invece angustiava suo figlio, il signor Civilizzazione, era soprattutto il gravoso compito di chiamare un legale che certificasse la morte del nonno paterno e la fine del periodo d'attesa stabilito prima di impossessarsi dei suoi beni. E un'ultima domanda lo affliggeva: come comportarsi con Xuan? Egli aveva sì commesso due errori: sedurre una delle sue due sorelle e denunciare la dissolutezza dell'altra, ma, in fondo, egli aveva pur sempre causato, fors'anche involontariamente, la morte di un vecchio che non meritava di meglio. Due piccoli errori e un grande favore. Che fare? Pieno di angoscia e tormento, il viso stravolto del signor Civilizzazione sembrava veramente quello di un uomo addolorato per la morte di un membro del proprio casato. E che angoscia e confusione regnavano in quella famiglia! Dopo un frettoloso esame del corpo da parte delle autorità, il vecchio fu avvolto in un sudario e giacque così per un giorno intero. La cerimonia funebre era già programmata, ma il venerabile Hong non si decideva a decretarne l'inizio. La giovane generazione - i figli del venerabile Hong e i loro consorti - iniziò a lamentarsi per la lentezza della vecchia generazione. L'eterno studente Tan non ne poteva più: era impaziente di usare gli apparecchi fotografici scelti proprio per questa circostanza. La Vedova del Vicedoganiere non vedeva l'ora di indossare il moderno abito da lutto con tanto di cappello bianco ornato di nero, Les dernieres creations! Questo modello, una volta lang xe1 dal negozio Occidentalizzazione, sarebbe stato un vero balsamo per molte famiglie in lutto. Il rinvio del funerale innervosì anche il signor ALD, perché desiderava esibire al più presto le sue ultime creazioni e coglierne gli echi della stampa. Il signor Civilizzazione fu biasimato per non esser stato in grado di impedirne la posticipazione. Il venerabile Hong fu criticato per essere solo capace di chiudere gli occhi e di lamentarsi continuamente con i suoi "Lo so! Lo so! Basta! Che barba!" e sua moglie fu accusata di essere troppo ligia ai riti tradizionali esageratamente complicati. In verità, tutti ignoravano che il ritardo del rito funebre era da imputare alla signorina Tuyet, o meglio, a quello che Xuan aveva fatto alla signorina Tuyet. La venerabile Hong ritornò dalla casa del fidanzato della signorina Tuyet e, davanti agli occhi innocenti di figli e nipoti che attendevano ansiosamente di seppellire l'avo, invitò con un cenno del capo il signor Civilizzazione a seguirla al piano superiore, nella camera del venerabile Hong. Il venerabile Hong aveva appena finito di fumare la sua sessantesima pipa della giornata, abbandonato ai dolci effluvi dell'oppio. Nel veder la moglie, si alzò di scatto. "Allora? Cos'hanno detto? Hanno rinunciato al matrimonio?" La venerabile Hong si accovacciò silenziosamente accanto a lui; il signor Civilizzazione afferrò una sedia e si sedette accanto al canape. "Non so cosa pensare. Non hanno ancora rinunciato al matrimonio. Non hanno detto niente. Anzi, la loro famiglia verrà a porgere le condoglianze. Che strano!" "Perché non hai suggerito loro di organizzare il matrimonio prima del funerale?"2 "Non hanno fretta. Cosa posso fare?" "Oh! Ma hanno deciso di persistere o di rinunciare? Ci tengono ancora alle nozze con Tuyet, oppure la considerano una ragazza disonorata? Potrebbero essere più chiari, no?" La venerabile Hong gli rispose con una domanda: "Cosa pensi stiano tramando?". Il venerabile Hong arricciò il naso. "Ti sei recata tu da loro, perché mai lo chiedi a me?" E continuarono a litigare come vecchi sposi, ligi ai costumi delle famiglie rispettabili in cui non si può mai discutere tranquillamente di nulla. La venerabile Hong espresse il suo pensiero: "Secondo me, non pensano che Tuyet sia stata disonorata". E il venerabile Hong, di rimando: "Ma non è vero! Io sono convinto che vogliono rinunciare al matrimonio. Non credere a tua figlia!". "Allora, secondo te, perché vogliono venire a esprimerci il loro cordoglio? Non essere così stupido!" "Forse è una trappola! Al momento, non vogliono annullare il matrimonio, ma non hanno nemmeno intenzione di portarlo a termine. Così, nel frattempo, nessuno oserà chiedere la mano di Tuyet. Morirà zitella!" "Non ne sono sicura. Forse sono confusi quanto noi. Nemmeno noi siamo certi che nostra figlia sia stata disonorata. Quando ho proposto loro di organizzare il matrimonio prima delle esequie, invece di attendere tre anni, così da poter risparmiare denaro, mi hanno risposto che il loro figlio è ancora un giovane studente e non è il caso di avere fretta. Possono pazientare altri tre, persino cinque anni!" "Che fare? Penso che dovremmo chiedere al dottor Xuan di sposare Tuyet prima del funerale. Così tutto si sistemerà!" La venerabile Hong si morse le labbra al ricordo della frase di Xuan: "Se dovessi arrabbiarmi, qualcuno la pagherebbe cara!". Senza contare poi che, in sua presenza, aveva osato dare del cornuto a suo genero - l'impiegato delle poste - svergognando così sua figlia. Il temperamento focoso di Xuan era temibile. La sua sola presenza la terrorizzava. Avere un genero così nobile sarebbe stato un onore, ma che angoscia! Si rivolse al figlio: "C'è un detto: "I figli sono rovinati dalle madri e i nipoti dalle nonne". In questo caso, però, anche tu sei colpevole dell'errore di Tuyet. Abbiamo perso la faccia per colpa tua! Ora devi darci un consiglio!". Il venerabile Hong annuì. "Sì, cosa ne pensi, toa? "Una giovane figlia in casa è come una bomba a orologeria." Dovresti trovare marito a tua sorella. Solo così potremmo stare tranquilli!" Il signor Civilizzazione si scervellò a lungo. "Non saprei! La gente pensa che sia innamorata di Xuan. Ora, se prepariamo le loro nozze prima del funerale, sarà come confessare pubblicamente il suo disonore. Direi che, al momento, dovremmo ignorare tutto questo casino e pensare solo al funerale. Dopo di che, se vorranno ancora chiedere la mano di Tuyet per il figlio, accetteremo, altrimenti le faremo sposare Xuan. Che fretta c'è?" "È così semplice?" ribatté sua madre. "Perché mai l'altro giorno mi avevi detto di non essere sicuro che Xuan volesse Tuyet?" Il signor Civilizzazione aggiunse: "Se gli parlerò personalmente, accetterà". Al venerabile Hong piaceva l'idea di avere un genero come Xuan. Egli avrebbe preferito approntare immediatamente le due cerimonie, ma si limitò ad accondiscendere al piano del figlio. Il signor Civilizzazione, davanti a quella situazione critica, aggrottò la fronte e cercò di scovare degli stratagemmi per poter lavare il passato di Xuan. Era l'unico modo di salvare la faccia nel caso in cui sua sorella avesse dovuto sposare uno come lui. Se prima era arrabbiato perché i più non capivano chi fosse veramente Xuan, ora ne era sollevato. Al pari di parecchi altri uomini moderni, egli preferì porre rimedio alla bell'e meglio, piuttosto che provare l'imbarazzo di confessare i propri errori. Si alzò e disse con fermezza: "Madre, padre, tranquillizzatevi! Sistemerò tutto io, così da poter predisporre un onorabile matrimonio per Tuyet. Ora, dovremmo iniziare al più presto la cerimonia funebre, prima che sia troppo tardi". I tre scesero le scale e impartirono ordini per le esequie. Nell'udirli, figli e nipoti della grande famiglia se ne rallegrarono. Febbrilmente, si distribuirono gli annunci di morte, si chiamò la banda della marcia funebre, si noleggiò il carro mortuario... Quella sera, in segno di rispetto, giunsero molti ospiti, per compiere le offerte rituali e porgere le proprie condoglianze. Il funerale ebbe inizio la mattina seguente, alle sette in punto. Due gendarmi della diciottesima circoscrizione, matricole 1002 e 1003, furono assunti per garantire la sicurezza della cerimonia. Negli ultimi tempi, c'erano poche occasioni per infliggere multe e le forze dell'ordine assomigliavano sempre più a uomini d'affari sull'orlo della bancarotta. Essi erano dunque soddisfatti di poter svolgere quel compito. Il loro zelo era tale da assicurare una perfetta sorveglianza. Tutta la famiglia in lutto era radiosa, tranne la signorina Tuyet: perché mai Xuan non era venuto per le offerte rituali? Perché non era presente al funerale? Non la rispettava forse più? Queste domande tormentavano Tuyet e l'addoloravano talmente tanto da farle venir voglia di suicidarsi. Il suo cuore si spezzò quando lo cercò invano fra la folla. Tuyet indossava l'abito Innocenza, lungo, trasparente, orlato di nero, che lasciava intravedere il reggiseno, le braccia e la metà superiore dei seni. Portava anche un cappellino da lutto. Siccome correva voce del suo disonore, la signorina Tuyet aveva deciso di scegliere Innocenza per mostrare a tutti di non aver ancora perso la verginità. Fra gli ospiti, Tuyet gironzolava con un vassoio per offrire noci di areca, di betel e sigarette. Il suo volto era vagamente triste e romantico e si addiceva a una fanciulla in lutto. Gli amici del venerabile Hong si raggrupparono attorno alla bara. Essi avevano barbe e baffi di diverse lunghezze, neri o bianchi, radi o folti e persino ondulati. I loro petti erano carichi di medaglie: la "Legion d'Onore", la "Medaglia Dragone imperiale", la "Medaglia di Cambogia", la "Medaglia Milioni di Elefanti del Laos"... ed erano molto più commossi per la bianca pelle delle braccia e del seno della signorina Tuyet che per la lamentosa musica funebre. Data la mescolanza di tradizioni funebri vietnamite, cinesi e francesi, la cerimonia sembrò una grande festa. C'erano una portantina, un maiale arrosto sotto un ombrellone, il baccano dei clarinetti, corone di fiori e almeno trecento orifiamme con frasi di condoglianze. Sotto il comando dell'eterno studente Tan, un gruppetto di fotografi dilettanti scattava foto in continuazione. Un così grandioso funerale avrebbe fatto sorridere persino il morto nella sua bara o, almeno, l'avrebbe indotto ad annuire per la contentezza. Durante il corteo funebre, il signor ALD, sua moglie, la Vedova del Vicedoganiere e il signor Joseph Thiet criticarono l'assenza di Xuan. Al quarto incrocio, il corteo s'interruppe bruscamente come se fosse accaduto un incidente stradale. Da una strada laterale, sei risciò, con gruppi di monaci della pagoda della divina Banh, ricoperti ognuno da due parasoli, si unirono al corteo subito dopo i cinque portatori di bandiere nere. Fecero la loro apparizione anche due enormi corone di fiori, una del giornale I rulli di tamburello e una del dottor Xuan. L'eterno studente Tan si affrettò a scattare alcune foto prima di correre a informare sua madre. La venerabile Hong si precipitò anch'essa verso le prime file, profondamente commossa dalle corone offerte da Xuan, il famoso dottore, e dal consulente del giornale I rulli di tamburello. Questi omaggi accrebbero notevolmente la sontuosità delle esequie e la venerabile Hong esclamò: "Mio Dio! Per fortuna che il signor Xuan ha pensato a queste cose, altrimenti la nostra cerimonia sarebbe stata misera e inadeguata!". Il monaco Tang Phu, visibilmente lieto, si pavoneggiò sul suo risciò. Era certo che la sua partecipazione a questa cerimonia significava una prima vittoria del suo giornale I rulli di tamburello e una sconfitta per l'Associazione buddhista. Xuan, dopo essersi assicurato che tutti i suoi ordini fossero eseguiti correttamente, si unì al corteo. La signorina Tuyet, in segno di gratitudine, gli lanciò uno sguardo languido. Come sempre, Xuan fu oggetto di elogi, ma anche di amara gelosia. Il corteo suscitò grande impressione ovunque passasse. Sembrava che la città intera avesse recepito la magnificenza di quel rito funebre, così come lo aveva desiderato il venerabile Hong. Anche gli abiti da lutto del negozio d'abbigliamento Occidentalizzazione suscitarono l'ammirazione del pubblico, proprio come avevano sperato il signor ALD e la signora Civilizzazione. La venerabile Hong ne fu sollevata: il dottor Xuan non nutriva dunque alcun rancore, al contrario, egli aveva contribuito a rendere il funerale uno dei più imponenti e onorati degli ultimi tempi. Il corteo proseguì... I suoni dei clarinetti vietnamiti, cinesi e francesi si susseguivano incessantemente. Tutti avevano espressioni cupe mentre si bisbigliavano l'un l'altro storie di mogli, di figli, di case, di armadi appena acquistati o di abiti nuovi. Delle centinaia di persone presenti al funerale, quasi la metà erano donne giovani e progressiste, amiche della signorina Tuyet, della signora Civilizzazione, della signora Hoang Hon, della Vedova del Vicedoganiere... Uomini e donne, eleganti e all'ultima moda, civettavano fra di loro, si scambiavano sorrisi amorosi, spettegolavano, commentavano, si davano appuntamenti e s'ingelosivano, pur mantenendo sempre il contegno che si addice ai partecipanti a un rito funebre. Sparse qua e là, e intercalate dagli immancabili singhiozzi, si udivano frasi del tipo: "Chi è quella bonazza?", "Ma quella accanto è più bella!", "Sì, sì, quel tizio è proprio un bastardo!", "È stata la moglie a lasciarlo?", "Si è già sposata due volte!", "Ma è ancora giovane!", "Quei seni sono veramente francesi!", "Me la presenti?", "Come? È una miniera d'oro o di piombo?", "No, niente appuntamento!", "Con una moglie così cicciona, quel marito magro, prima o poi, diventerà un cornuto!"... E tante, tante altre frasi altrettanto galanti e profonde, molto consone a una cerimonia funebre. Il corteo proseguì... L'eterno studente Tan, nel suo lungo abito bianco da lutto, costrinse ogni persona ad atteggiarsi in questo o in quell'altro modo, ad appoggiarsi ai bastoni funebri, a chinare la testa, a piegarsi, ad asciugarsi gli occhi... affinché potesse fissare i loro gesti nel solenne momento in cui la bara veniva calata nella fossa. I suoi amici rimbalzavano da una tomba all'altra per poter scattare foto da diversi angoli. Il cappello in mano, Xuan se ne stava in piedi accanto all'impiegato delle poste. Allorché il venerabile Hong tossì, sputò, pianse e quasi svenne, anche l'impiegato si mise a piagnucolare: "Ih! Ih! Ih!". L'ottimo contegno di quel caro genero incantò tutti. Il cornuto strillò così tanto che rischiò di svenire e Xuan dovette sorreggerlo, ma, nonostante tutti i suoi sforzi, egli continuava a ciondolare di qua e di là. Nel suo ampio e bianco abito da lutto, sotto il grosso turbante, il funzionario piangeva senza posa: "Ih! Ih! Ih!". Xuan stava per mollare la presa, ma, in quel preciso istante, sentì la mano dell'impiegato infilare nella sua una banconota di cinque piastre ripiegata. La prese e chiuse il pugno affinché nessuno potesse vederla, poi se ne andò a cercare il monaco superiore Tang Phu, smarrito fra i trecento partecipanti al funerale che stavano esprimendo le proprie condoglianze o lamentandosi delle lacune della cerimonia.
1. Lance (lanciato). 2. Nella cultura tradizionale vietnamita, dopo un lutto, si devono aspettare tre anni, dal giorno del funerale, prima di poter organizzare un matrimonio.
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UN MALINTESO GLORIOSO E FELICE! - XUAN CONQUISTA LA POLIZIA
Il signor Civilizzazione diede un'occhiata a Xuan e pensò fra sé: "Quel bastardo assomiglia sempre meno a un vagabondo! Bei vestiti e buon cibo fanno davvero miracoli! Ora, come devo affrontare l'argomento? Come faccio a registrare il suo nome presso il Dipartimento generale senza creare casini? Come spiegargli che, visto il mio piano di fargli sposare mia sorella, devo elevarlo dallo stato di umile raccattapalle a quello di tennista dilettante? Sarebbe meglio essere più diretto con lui?". Mentre stava ancora rimuginando, Xuan aprì il portone e gli diede la mano: "Come va? La Vedova del Vicedoganiere ha accompagnato il signorino Phuoc alla pagoda della divina Banh per chiedere che le si scriva una preghiera di buon auspicio". "Siete libero?" "Libero come un uccello! Tra l'altro, vostra moglie compie progressi di giorno in giorno." Il signor Civilizzazione ignorò il complimento. "Dovreste andare di sopra per indossare un vestito decente. Dobbiamo recarci in un posto a fare qualcosa d'importante." "Di cosa si tratta, signore?" "Non chiedete! Andate a cambiarvi!" Dopo una decina di minuti, Xuan scese vestito elegantemente. Non aveva la più pallida idea di dove dovesse andare. Il suo vecchio padrone chiamò due risciò e gli disse: "Eh! Come spiegate la diceria che avete rovinato mia sorella? Ora andiamo a sistemare tutti questi casini!". Xuan si spaventò. Immaginò di essere condotto al posto di polizia, al controspionaggio, oppure al Palazzo di giustizia, dove sarebbe stato arrestato e avrebbe subito torture per il reato di aver rovinato una ragazza di ottima famiglia. Rifletté ed esitò a salire sul risciò. Il signor Civilizzazione pensò: "Forse questo bastardo non vuole sposare mia sorella, oppure non hanno ancora fatto nulla e quella diceria è senza senso". Xuan interruppe i suoi pensieri: "Signore, ho commesso un terribile errore. Vi chiedo perdono. Tuyet mi ama e io amo Tuyet. Separarci significherebbe condannarci a morte. Siamo stati insieme". Il signor Civilizzazione ne fu sconvolto e rimase impietrito. Non c'erano più dubbi! Sua sorella era rovinata! Se Tuyet non avesse sposato Xuan, nessun altro l'avrebbe voluta! Si doveva fare tutto il possibile per salvare la faccia! "Nessun problema!" disse deciso. "Ho già la soluzione! Prima di tutto devo elevare il vostro rango! Vi chiedo di registrarvi presso il Dipartimento generale di atletica come tennista dilettante. Potrete così partecipare al campionato di tennis e battervi contro i più prestigiosi tennisti del Tonchino. Voglio che mia sorella sposi un atleta, non un raccattapalle!" "Andiamo allora al Dipartimento generale di atletica?" "Sì! Sono un progressista. Non faccio distinzioni tra classi sociali, ma, giacché sono un appassionato sostenitore dello sport di questo paese, ho intuito subito le vostre potenzialità atletiche. Vi ho aiutato il giorno in cui siete stato licenziato. Non è così? Da quando lavorate per noi, il vostro stato sociale si è gradualmente elevato. Oggi siete un'altra persona. Non è un caso che vi siate innamorato di mia sorella! Probabilmente, era un amore predestinato. In ogni caso, intendo farvi sposare Tuyet. È solo grazie ai miei sforzi se siete quello che siete!" Quelle parole ebbero un forte impatto su Xuan. Il Dipartimento generale di atletica era ovviamente tutt'altra cosa rispetto al posto di polizia, al controspionaggio o al Palazzo di giustizia. Si rammentò improvvisamente del suo passato inglorioso e si sentì indegno di sposare Tuyet. Pensò fosse meglio rifiutare la proposta del signor Civilizzazione. Disse tristemente: "Signore, è dal giorno in cui avevate fatto credere per scherzo che io fossi un ex studente della scuola di medicina che Tuyet ha iniziato ad amarmi. Per lei sarebbe un terribile errore sposarmi! Ingannerei una ragazza virtuosa!". Le parole di Xuan imbarazzarono il signor Civilizzazione. Si rese conto del suo errore: mai avrebbe immaginato che una bugia pietosa potesse causare un simile danno a sua sorella! Cercò di alleviare la propria colpa: "Nessun problema! Veramente, di medicina un po' ve ne intendete. Dato che in questa società conservatrice, i diplomi contano ancora, ho dovuto sviare la verità. È irrilevante essere o meno studente di medicina. Voglio che sposiate mia sorella!". "Signore," continuò Xuan con tristezza "siete troppo buono con me. Vi prego di riconsiderare la vostra decisione. Tuyet è bella, è di famiglia ricca, nobile e moderna. Come sapete, sono orfano da piccolo. Ho lavorato come raccattapalle e venditore di noccioline abbrustolite per strada. Ho fatto tanti mestieri umili. Non sono degno di Tuyet." Il signor Civilizzazione aggrottò le sopracciglia e pensò: "Sporco bastardo! Perché vuole provocarmi? Sposare una come mia sorella è già una grande fortuna! Che voglia denaro, quest'avido bastardo?". "Ma che importa? Non ci sono lavori umili, solo persone umili. Io sto dalla parte della gente comune e, in fondo al mio cuore, desidero avere per cognato un uomo del popolo come voi. In più, Tuyet possiede già la sua ricchezza. Se la sposerete, non dovrete più affrontare lavori pesanti. Potrete dedicare le vostre energie allo sviluppo dello sport nel nostro paese per il resto della vostra vita." Xuan non ne fu del tutto convinto: "No, non oso accettare! Vi prego di riflettere bene". Il signor Civilizzazione si arrabbiò e replicò minaccioso: "Signore, è una questione di coscienza! Avete rovinato la reputazione di una fanciulla rispettabile. Ora occorre rimediare! Se rifiutate la mia proposta, attendetevi il peggio!". Questa minaccia ottenne subito l'effetto sperato: "Sì, sì, signore! Farò quello che riterrete più opportuno!". Il signor Civilizzazione tirò un sospiro di sollievo. Si sentì felice e leggero, sensazione comune a chi riesce a forzare gli altri a sposarsi contro la propria volontà. Soddisfatto per il prospettato matrimonio e di non dover deludere i genitori, il signor Civilizzazione indicò a Xuan un risciò. Una volta giunto al Dipartimento generale di atletica, Xuan provò l'inebriante sensazione di essere finalmente sulla strada della fama e del successo. Oh! Le belle automobili! Le moderne dame vietnamite e francesi accompagnate da gentiluomini ben vestiti! Come tutto era intriso di lusso e piaceri delle classi superiori! Oh, lo sport! Il glorioso sport che apre tutte le porte! Lip, lip, lo... Hua rra! Mentre nella sua testa ronzavano innumerevoli e grandiose idee sul futuro della razza, il signor Civilizzazione lo condusse in un vasto e impressionante ufficio pieno di dipinti di partite di tennis, pugilato, scherma, gare di nuoto, salti con l'asta, corse di biciclette, gare di auto, partite di calcio, rugby ecc. Molti si avvicinarono al signor Civilizzazione e quindi anche a Xuan per stringere loro le mani. Mentre le conversazioni procedevano chiassosamente in francese, un'aria annoiata e sprezzante percorse la faccia di Xuan. La sua espressione suggeriva rispetto per la lingua madre e risentimento verso chi usava il francese anche quando non era il caso. I conversatori in francese parevano assai seccati dall'atteggiamento di Xuan. Il signor Civilizzazione pensò fosse meglio non ritardare le presentazioni: "Signori... il mio amico Xuan, maestro di tennis. È qui per iscriversi nella lista dei tennisti dilettanti. È la nuova speranza del Tonchino". Uno degli intellettuali si girò verso Xuan e disse qualcosa in francese. Xuan fece una smorfia di disapprovazione: "Signore, la nostra lingua non vi basta?". L'uomo, conscio del disprezzo mostrato per la propria lingua madre, rispose impacciato: "Oh, certo! È solo una mia abitudine! Perdonatemi! Da tempo vi sento nominare e oggi sono molto onorato d'incontrarvi". Xuan chinò la testa: "L'onore è tutto mio!". "Grazie, signore! Vi ho visto giocare più volte e vi stimo molto. Avrete un brillante futuro. Eravamo preoccupati che il Tonchino non avesse nessuno in grado di battersi contro l'Annam e la Cocincina, ma, grazie al cielo, eccovi qui! Anche Sua Maestà sarà felice se sconfiggerete i campioni dell'Annam e della Cocincina e rappresenterete l'Indocina in Siam." "Non desidero altro." Si strinsero le mani e si salutarono solennemente. Poiché il direttore del Dipartimento generale di atletica non era ancora arrivato, ognuno cercò di fare conoscenza con gli altri per passare il tempo. Xuan ebbe l'opportunità di incontrare diversi tennisti dilettanti, fra cui alcuni figli di mandarini e di governatori di Province. Ognuno dichiarò di "sperare di avere l'onore" di giocare contro Xuan nel prossimo campionato. Fu inondato di lodi. I giocatori sicuri di poter sconfiggere Xuan si sforzarono di palesare una falsa modestia, mentre quelli consci di perdere, fecero attenzione a non offenderlo. I giornalisti di tre giornali diversi intervennero a loro volta. Il fatto che un maestro di tennis - un tennista professionista, in altre parole - volesse registrarsi nella lista dei tennisti dilettanti avrebbe certamente suscitato discussioni nel mondo sportivo. Occorre dire che, dietro, c'era l'opera del signor Civilizzazione: egli sapeva che il modo migliore di presentare Xuan al mondo era di nominarlo sui giornali. Rimase sempre accanto a Xuan come un cane fedele al padrone. Temeva di perdere la faccia se Xuan avesse commesso qualche gaffe imbarazzante. Ma Xuan era cauto, si comportava bene e manteneva sempre il contegno altezzoso di un membro dei ceti privilegiati. Davanti a una domanda difficile, fece semplicemente una smorfia con le labbra e indicò il signor Civilizzazione. "Il mio manager risponderà alla vostra domanda." Il signor Civilizzazione ne trasse dei benefici. Ogni volta che i giornalisti scattarono foto di Xuan come "la speranza del Tonchino", gli diedero l'occasione di farsi ritrarre accanto a lui. Xuan, sicuro di sé, assumeva pose in cui esprimeva tutto il proprio talento e, di tanto in tanto, dava affettuosi colpetti sulle spalle del signor Civilizzazione, bisbigliandogli: "Così come hanno fatto i grandi campioni Chim e Giao con il loro manager Yen, anch'io vi porterò fama e successo". Il signor Civilizzazione si sentì felice al pensiero che quanto affermava Xuan sarebbe diventato realtà, malgrado fosse stato lui stesso a creargli quest'aura. Dopo aver scritto il proprio nome nel registro, alla presenza di molti francesi e del presidente del consiglio di atletica, Xuan e il signor Civilizzazione porsero la mano a tutti e se ne andarono. Svoltato l'angolo, i due s'imbatterono in due gendarmi. Xuan riconobbe subito i due ufficiali Min do e Min toa1 della diciottesima zona. Uno dei due aprì un libretto e prese una matita per scrivere una multa. "Noi siamo entrati dalla parte destra mentre voi due signori siete usciti da quella sinistra. I vostri nomi, per favore!" Il signor Civilizzazione protestò: "È assurdo! Non esiste nessuna legge del genere! Siamo nel palazzo, non per strada. Non siete autorizzati a darci multe!". "Bene! Voi vi opponete a degli ufficiali e li ostacolate nel loro lavoro!" Xuan spinse il petto all'infuori: "Sono me su Xuan, maestro di tennis, la speranza del Tonchino!". I due gendarmi si guardarono perplessi. Dopodiché, anche uno di loro gonfiò il petto: "Me su Min do! Gendarme di quarta classe, medaglia al merito! Vincitore del primo premio del tour Hanoi-Ha Dong e del secondo premio del tour Hanoi-Do Son. Rappresento il futuro della polizia!". L'altro imitò il suo amico: "Me su Min toa! Gendarme di quinta classe. Vincitore del primo premio del tour Hanoi- Nam Dinh, della coppa "Boy Landry" e del trofeo "Melia Jaune". Rappresento la gloria della polizia di Hanoi e la speranza di tutta l'Indocina!". Incantati dai propri meriti, i due gendarmi rimasero in piedi in silenzio, dimenticando così di assegnare le multe. Il signor Civilizzazione ne approfittò per lusingarli: "Ecco due gendarmi esemplari!". Un gendarme approvò: "Non abbiamo bisogno di molti allenamenti! Tutti i giorni, dobbiamo pedalare lungo ben diciotto strade! Le nostre esercitazioni sono persino più dure di quelle dei grandi ciclisti Bong e Cong! Noi sang phu!2". L'altro soggiunse: "Le nostre biciclette sono normali veicoli. Ci alleniamo ru-lip3 nelle strade affollate. Ci prepariamo per le gare di lunga distanza. Dato che raramente riusciamo ad affibbiare multe, gli allenamenti in bicicletta ci aiutano a superare la noia. Viva lo sport! Viva la polizia!". Xuan annuì: "Sembriamo colleghi!". I due gendarmi risposero all'unisono: "Vero! Giusto! Ma dobbiamo comunque darvi una multa!". Xuan riprese: "Noi tutti ci stiamo impegnando per il futuro dello sport e per la gloria della nostra razza!". "Esatto! Ma ciò non cambia nulla!" "Al contrario! Il nostro recente scontro è simile a un incidente sportivo. Come fate ad appioppare multe per incidenti sportivi?" I due gendarmi esitarono. Si guardarono l'un l'altro, incerti se i commenti di Xuan fossero pertinenti. Xuan aggiunse: "Allora? Un giorno sederemo insieme al banchetto dell'imperatore per i campionati sportivi. Come potete multarci? Sarebbe crudele!". Il signor Civilizzazione perse la pazienza: "È assurdo! Sarebbe illegale darci multe! Non abbiamo violato nessuna legge!". Il gendarme fece un cenno di disapprovazione con la mano. "Noi siamo gendarmi! Il nostro compito è assegnare multe, non assecondare la legge! Solo il popolino si preoccupa di non trasgredirle, non gli ufficiali dello Stato! Se osate affermare che le stiamo violando, allora significa che state interferendo nei doveri statali!" Xuan cercò di calmare tutti. "Avete perfettamente ragione! Basta così! Siete qui per iscrivervi?" "Sì, per la coppa "Sa Majesté" Hanoi-Tourane!" "Allora siamo tutti di questo villaggio sportivo! Stiamo glorificando la nostra razza! Se ci darete multe, diventeremo nemici. È meglio essere amici. Dovremmo invece promuoverci l'un l'altro!" "Cosa intendete?" "Ad esempio, potreste dire in giro che sono un vero talento del tennis, una vera speranza per l'Indocina." I due gendarmi chiesero: "E noi?". "Diremo a tutti che siete i più grandi ufficiali ciclisti della zona, che fate sempre il vostro dovere con diligenza, che assicurate l'ordine in città e che sicuramente vincerete il tour Hanoi-Saigon. E insisteremo nel dire che siete degni di una promozione... Allora, che ve ne pare?" I gendarmi annuirono e strinsero le mani agli altri due. Non inflissero le multe, ligi così al loro dovere di tutori dell'ordine.
1. Mille deux, mille trois (1002, 1003). 2. On s'en fout! (Ce ne infischiamo!). 3. Roue libre (Stile libero).
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UN FIDANZATO! - UNA RAPITA! - UN'INDAGINE UFFICIALE
La signorina Tuyet, emozionatissima, disse in tono romantico: "Oh caro! Sono al settimo cielo! Chi avrebbe potuto immaginare che il sogno del nostro matrimonio si sarebbe avverato così facilmente? Potrei anche morire di felicità! Desidero suicidarmi!". Indifferente a questi discorsi melodrammatici, Xuan aggrottò le sopracciglia. "Suicidarti? Stiamo per sposarci e tu vuoi suicidarti?" Tuyet indicò il Lago del bambù bianco e gli propose: "Se ci gettassimo per morire fra quelle onde argentate, tutto il paese parlerebbe della nostra passione d'amore. Ma, non preoccuparti! Stavo solo scherzando! La tua espressione sgomenta mi fa molto piacere: significa che mi ami davvero!". "Che faccia tosta!" la rimproverò Xuan con gentilezza. "Chi, più di me, potrebbe essere così indulgente con te?" I due passeggiavano tranquillamente. Erano le otto di mattina. Il sole non sorgeva ancora fra gli strati di nuvole bianche. Forse non voleva disturbare i giovani innamorati. Il vento li accarezzava dolcemente. Xuan e Tuyet si erano dati appuntamento nel tipico luogo per innamorati: la strada Co Ngu. Xuan raccontò a Tuyet quanto il signor Civilizzazione avesse insistito per celebrare il loro matrimonio. La sua autostima ne era ferita, ma lei si sentiva ugualmente felice. Dal momento che Xuan era costretto a sposarla, l'impulso suicida della signorina Tuyet appariva comprensibile. In realtà, sia Xuan sia Tuyet ne erano molto lieti. Xuan le chiese con aria trasognata: "Cara Tuyet! Sai perché ti amo?". "Perché sono molto onesta?" "Perché sei una sciocchina! Mi avevi chiesto di rovinare la tua reputazione di fanciulla di ottima famiglia. Come potevi credere che io l'avrei fatto?" Tuyet fece spallucce. "Proprio perché sono onesta! Ricordi quella volta in cui ti avevo concesso di controllare che io non portassi seni finti?" "È vero! Grazie a quel paio di seni di caucciù eravamo riusciti a mettere alla prova la nostra onestà. La nostra felicità è il risultato di quei seni di caucciù, i seni della riforma sociale!" Tuyet gridò di gioia: "Evviva l'Occidentalizzazione! Evviva i seni di caucciù!". Improvvisamente, Tuyet scorse qualcosa in lontananza che le fece aggrottare i bei lineamenti. Un giovane correva verso di loro, vestito in modo tradizionale: una lunga tunica di seta nera, le scarpe in stile tradizionale e un turbante in testa. Tuyet, infastidita, si arrestò: "È il mio ex fidanzato! L'avevo respinto per te! Sicuramente, vuole litigare con me! Non voglio vederlo! Pensaci tu! Va' avanti a dargli una lezione! Ti aspetto in casa della Vedova del Vicedoganiere. Lì, potremo parlarci in privato". Si girò e chiamò un risciò. Xuan le fece un cenno di saluto. Incrociò le braccia sul petto e restò in attesa, pronto ad affrontarlo. Il giovane gli si avvicinò e lo salutò incrociando le mani, secondo la tradizione della scuola di Confucio. Xuan protestò: "Siete troppo ligio alle tradizioni! Non siete per niente civilizzato! Siamo nell'era dello sport e delle riforme sociali!". Il giovane era adirato e atterrito. "Signore... permettetemi di presentarmi: sono il fidanzato della signorina Tuyet, colei che è appena fuggita." Xuan chinò la testa. "Molto onorato!" Poi drizzò il petto. "Me su Xuan, maestro di tennis, la speranza del Tonchino!" Il giovane capì di non essere all'altezza di Xuan. "L'onore è mio! Perdonatemi se vi disturbo, ma, signore, anche se avete del talento, non potete permettervi di far soffrire gli altri. Se non erro, state cercando di rubarmi la fidanzata. Vi prego, signore, non sono famoso, non ho talenti. Sconfiggermi, che vittoria sarebbe?" Xuan decise che era arrivato il momento giusto per dargli una bella lezione, e ripeté il solito ritornello: "Voi non siete moderno! Siete un conservatore! Siete insensato! Io, invece, sono membro del movimento Occidentalizzazione. Se la società sarà più civile o degenererà in barbarie, la responsabilità sarà anche mia. Non badate a quello che i moralisti legati alla tradizione dicono! La nostra riforma non è solo esteriore! La nostra società progredirà seguendo le leggi rivoluzionarie. In quest'era riformista, tutto ciò che è conservatore sarà eliminato. Voi non siete occidentalizzato! Siete un ostacolo sulla via dell'evoluzione! Lo sport! La razza! La salute! L'armonia famigliare non dipende forse dalla felicità coniugale?". L'altro, dopo aver riflettuto un po', replicò: "Ma... appartengo a un'ottima famiglia! Possiedo il diploma di una buona scuola superiore e, riguardo alle mie origini, sono figlio di un segretario e nipote di un capo mandarino di una Provincia. Sono all'altezza di Tuyet. Perché mi ha respinto?". Xuan s'innervosì: "Siete forse di ceto umile? Siete un uomo del popolo? Come siete strano! Non siete al passo con i tempi. Non conoscete ciò che è in voga?". Il giovane sembrava turbato. Non solo i suoi vestiti, ma neppure le sue origini erano di moda. Aveva perso su tutti i fronti! Prima che potesse replicare, Xuan alzò la mano e continuò: "Io sono di famiglia umile! In passato ho venduto noccioline abbrustolite per strada e il balsamo di tigre sui treni. Ho perfino lavorato come tuttofare nei teatri! Eppure, sto per sposare la figlia del venerabile Hong! Che ne dite?". Le esternazioni di Xuan scoraggiarono il giovane. Egli credette che ironizzasse sulla diceria senza fondamento diffusa da Victor Ban. Immaginò che, in realtà, Xuan provenisse da una famiglia estremamente prestigiosa. Il giovane si sentì come un verme sotto il tacco di una scarpa: "Signore, fate come vi pare. Ma, da uomo onesto, vi avverto sin d'ora che saremo nemici mortali. Non scordatevelo!". Il giovane si chinò signorilmente e se ne andò. Xuan rimase fermo a riflettere un po' su questa minaccia, poi salì su un risciò e rincasò. Xuan si compiacque per aver dato a quel giovane una bella lezione. Non si preoccupò tuttavia più di tanto per le minacce, perché, in questa vita, ammazzare qualcuno non era poi così semplice. Arrivò a casa alle dieci del mattino. La signorina Tuyet, nell'attesa, stava sfogliando un album fotografico. La Vedova del Vicedoganiere e il signorino Phuoc non erano ancora svegli. Xuan era contento di poter avere un momento d'intimità con Tuyet, anche solo per mezz'oretta. Avrebbe potuto parlare tranquillamente con la sua ragazza senza esser disturbato. "Oh caro! Gli hai dato una lezione?" "Certo. Ho usato la logica per dimostrargli che non ha speranze con te. Gli ho spiegato che sarebbe folle tentare di competere con me. E, comunque, quell'uomo ha buon senso: dopo aver ascoltato le mie spiegazioni, ha accettato la nostra decisione e ci ha fatto i suoi migliori auguri di felicità e longevità." "Ci ha augurato felicità?" "Sì! Ha detto: "È meglio per Tuyet unirsi a voi che sposare me... Amo Tuyet e desidero vederla felice"." Per la gioia, Tuyet saltellò e abbracciò Xuan: "Meriti mille baci!". Xuan ricevette quei meritati baci e mormorò alle orecchie di Tuyet: "Ora voglio disonorarti per davvero!". Tuyet fece una smorfia: la sua moralità era diventata impeccabile. "Ehi, ehi! Scordartelo! Adesso dovrai rispettare una ragazza seria e onesta come me! Lo sai che sono molto romantica!" Di scatto, spinse via Xuan e mormorò: "Attento! Altrimenti qualcuno ci becca con le mani nel sacco!". Xuan scosse la testa: "La Vedova del Vicedoganiere e suo figlio stanno ancora dormendo". "E i domestici?" "Sono tutti nella parte posteriore della casa. Sta' ferma. Lasciati amare! Dovresti essere più ubbidiente!" Temendo di apparire disubbidiente, Tuyet iniziò a cedere. I due si distesero sul di vang.1 Lei chiuse gli occhi. Pareva una fanciulla romantica persa nei suoi sogni: l'insperata rottura con il precedente fidanzato e la vittoriosa recente rivoluzione avvenuta nella sua famiglia meschina e antiquata. Si attendeva una grande dose di felicità personale. In quei preziosi istanti, avrebbe voluto scrivere un romanzo sulla sua vita per dare un esempio di libertà alle altre donne. Improvvisamente, la porta si aprì e la Vedova del Vicedoganiere entrò, la faccia furiosa. I due amanti trasalirono e si staccarono di scatto. Da quando era sveglia? Era ancora in vestaglia. Come una moglie gelosa, puntò un dito verso la signorina Tuyet. "La mia casa è forse un bordello? Sapete che me la state infangando? Vi rendete conto che il vostro comportamento è dissoluto e immorale? Andatevene subito! Vergognatevi!" Imbarazzatissima, Tuyet si alzò e uscì. La Vedova del Vicedoganiere si girò verso Xuan: "Come potete essere così sconsiderato? Non sapete quant'è sconveniente il vostro comportamento? Come osate rovinare la vita di una ragazza onesta?". Xuan scrollò le spalle: "Stavo facendo solo il suo bene!". "Il suo bene?" "Sì, Tuyet è la mia futura moglie. Ieri, il signor Civilizzazione mi ha costretto ad accettare di sposarla! Siete stata voi a rovinare il nostro onore!" La Vedova del Vicedoganiere rimase stupita, immobile come una statua di legno. La sua vestaglia da camera svelava il suo corpo ancor più che se fosse stata nuda. Questa seducente visione eccitò moltissimo Xuan, il quale, già furente e infiammato, nella foga afferrò la fedele vedova e l'avvinghiò fortemente a sé! Nel timido tentativo di non tradire la memoria dei due defunti mariti, la Vedova del Vicedoganiere emise flebili lamenti, prima di lasciarsi andare sul divano: "Oh! Oh! Che fate? Oh!". Ma a Xuan, in quel momento, nulla importava di moralità e ragionevolezza. Era deciso a sfogare la propria frustrazione e fece finta di essere sordo. La Vedova del Vicedoganiere geme a bassa voce, come una vedova fedele: "Oddio! Mi sta ammazzando! Mi sta violentando!". Oltre la porta si udì urlare: "Non voglio! Non voglio!". Il signorino Phuoc scese di corsa le scale. La Vedova del Vicedoganiere smise di gemere: "Non preoccuparti! Sta solo cercando la badante!". Poi riprese a lamentarsi dolcemente: "Mi sta ammazzando! Oh! Come sono disgraziata! Qualcuno mi aiuti!". I cinque minuti che seguirono ebbero la brevità di un secondo! Improvvisamente, si udì bussare alla porta. I due si riassettarono in fretta i vestiti e volarono su due sedie situate in angoli opposti. La Vedova del Vicedoganiere disse ad alta voce: "Avanti!". Erano i gendarmi Min do e Min toa! Con loro c'erano anche la badante del signorino Phuoc e il cuoco. Un gendarme disse: "Signora, siamo stati chiamati per salvarvi!". "Cosa? Chi ha chiamato la polizia? Perché dovrei essere salvata? È stato il cuoco o la badante a chiamarvi? Oh! Voi due siete così insolenti!" Il cuoco impallidì. "Ma, signora, quando il signorino Phuoc mi ha detto di salire, ho sentito dei gemiti. Mi sono così spaventato!" Il gendarme Min toa spiegò: "Eravamo in strada quando ci hanno chiamato". "Gemere?" replicò astutamente la Vedova del Vicedoganiere. "Ah sì! Stavo leggendo ad alta voce una romanzo poliziesco al professor Xuan... tutto qui!" Il gendarme Min do rise di gusto. "Che strano! Ci avevano parlato di violenze!" La padrona sgridò il servitore: "Se commetti ancora un errore del genere, ti taglio la gola! Stupido porco!". E Xuan aggiunse: "Porca miseria! Che insolente!". Tutti si guardarono sbigottiti. Per sciogliere la pesante atmosfera, Xuan presentò i due gendarmi alla distinta padrona. "Permettetemi di presentarvi Me su Min do, gendarme di quarta classe, vincitore della medaglia al merito, del primo premio del tour Hanoi-Do Son e del secondo premio del tour Hanoi-Ha Dong. Egli rappresenta il futuro della polizia! E con noi c'è anche Me su Min toa, vincitore della coppa "Boy Landry", della coppa "Melia Jaune", gloria della polizia di Hanoi e speranza dell'Indocina!" Ligi al dovere, i due ufficiali elogiarono a loro volta Xuan alla padrona di casa: "Ah! Il signor Xuan, maestro di tennis e speranza del Tonchino!". Xuan temette di essere scortese se non avesse presentato la Vedova del Vicedoganiere: "Permettetemi di farvi conoscere la signora Segretaria, donna fedele ai suoi due defunti mariti, dolce madre e grande sostenitrice del mondo sportivo". Tutti erano contenti. I due ufficiali, tuttavia, erano un po' delusi per non aver potuto adempiere il loro dovere professionale. Uno spiegò: "Siamo stati chiamati per salvare qualcuno dalla violenza, ma, a quanto pare, non è successo nulla. Non si deve scherzare con i rappresentanti dello Stato! Non siamo dunque qui per niente!". L'altro soggiunse sorridendo: "Signora, dovreste conoscere l'importanza delle nostre responsabilità. Anche se il nostro motto è "Vivi e lascia vivere", noi abbiamo speso tempo prezioso ed energie per correre da voi. Siamo perciò costretti a redigere un verbale. Non è permesso disturbare i pubblici ufficiali. Se non c'è nessun violentatore da punire, permetteteci almeno di multarvi per aver lasciato correre il cane per strada senza guinzaglio". Impaziente di chiudere quella faccenda, la Vedova del Vicedoganiere acconsentì: "Fate come vi pare!". Fu una soluzione gradita da tutti. La Vedova del Vicedoganiere poté continuare a essere perfettamente fedele ai due defunti mariti, Xuan scansò la pena detentiva e il posto di polizia del diciottesimo distretto evitò di sprecare tempo in indagini complesse. 1. Divan (Divano).
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UN COMPLOTTO! - XUAN SPIA I CONTROSPIONAGGI - LA PROMESSA DI UN MEDICO
Xuan uscì dal campo di tennis. Fra una settimana, l'Imperatore avrebbe iniziato il suo viaggio verso Nord e, siccome la signora Civilizzazione sperava di vincere la coppa femminile, Xuan dovette giocare con lei a ritmo serrato. Erano quasi le sette di sera e fuori si faceva buio. Xuan rifiutò l'invito a cena del suo manager, sì proprio così, del suo manager il signor Civilizzazione! Aveva ben altro per la testa. Che pena! Quel pomeriggio la Vedova del Vicedoganiere si era lamentata, nel suo fare molto poetico, che Xuan avrebbe dovuto salvare la sua reputazione di vedova fedele. Per motivi ignoti, il loro amore segreto, se così si può chiamare, fu rivelato. Si sparsero voci e pettegolezzi ovunque. La Vedova del Vicedoganiere aveva sussurrato a Xuan con voce spezzata: "Mio caro, sai cos'hai causato al mio onore?". Sempre premuroso nei confronti degli altri, Xuan fu subito consapevole di aver rovinato una donna virtuosa. Era pieno di rimpianti e non sapeva come soffocare quello scandalo. È proprio vero che non si può mai nascondere qualcosa per sempre: anche le mura hanno orecchie e le foreste vene! Xuan stava camminando per strada, le mani in tasca e le racchette sottobraccio, quando vide l'indovino. Quest'ultimo aveva un ombrello in spalla e un paio di vecchie scarpe in mano. Salutò Xuan, ma non osò fargli domande. Xuan non aveva dimenticato che una parte della sua fama e del suo successo erano dipesi da lui. Pensò dunque di esprimergli la propria gratitudine, invitandolo a cena. Anche se aveva guadagnato alcune piastre nel leggere l'oroscopo della ricca Vedova del Vicedoganiere, il vecchio indovino era rimasto povero come prima. "Allora, il vostro lavoro non è andato molto bene?" "No, signore, per niente." "Vorrei invitarvi per un bicchiere. Potremo parlare del più e del meno." L'indovino accettò volentieri. Xuan chiamò un risciò e, dopo mezz'ora, i due erano già seduti al banco del ristorante cinese Trieu Chau, nella via Hang Buom. Quel giorno il ristorante era pieno zeppo. Sembrava che tutta la città di Hanoi si stesse preparando febbrilmente per dare il benvenuto all'imperatore. Il Protettorato aveva progettato di organizzare cinque giorni di feste, durante le quali si sarebbero svolti molti giochi e spettacoli. Circolarono voci che, non solo il nostro imperatore avrebbe visitato il Nord, ma che sarebbe giunto anche il re di un paese vicino. E non semplicemente il re della Cambogia o del Laos, ma addirittura quello del Siam! I motivi della sua visita erano soprattutto politici: la Germania e il Giappone avevano di recente persuaso il governo del Siam a rivendicare i suoi antichi territori, ridisegnando una mappa geografica in cui il suo territorio si estendeva oltre la catena montagnosa Hoang. Per mantenere la pace in Estremo Oriente, il governo indocinese ideò un'abile strategia diplomatica. I giornali di tutte e tre le regioni accusarono i Siamesi di essere dei barbari e osannarono i Vietnamiti come discendenti del Dragone e della Fenice, depositari di una cultura millenaria. Di conseguenza, i giornalisti scrissero che i Vietnamiti non dovevano temere i Siamesi e, se fosse stato necessario, li avrebbero affrontati. Al fine di migliorare le relazioni fra i due paesi e mostrare la raffinatezza della civiltà dei discendenti del Dragone e della Fenice all'arrogante re del Siam, il Protettorato lo invitò a visitare il Vietnam. L'intera città di Hanoi era quindi impegnata nei preparativi per accogliere degnamente i due grandi sovrani. Quel giorno, il ristorante Trieu Chau era colmo di persone che avrebbero tratto benefici dai festeggiamenti o contribuito alle preparazioni: appaltatori, spie, uomini d'affari, danzatrici, artisti e atleti. Dopo aver ordinato una gran varietà di piatti da accompagnare ad alcolici, Xuan stava per farsi predire dall'indovino (il grande indovino Quy Coc Tu reincarnato e lo Zhuge Liang moderno) l'avvenire, i suoi grattacapi con la Vedova del Vicedoganiere, il suo matrimonio, i suoi figli, la gloria e l'onore... quando udì improvvisamente provenire dall'altra parte del pannello di legno voci di persone che stavano parlando di lui. Ammiccò all'indovino e gli fece segno di ascoltare. Due uomini stavano discutendo: "Avete detto che il suo nome è Xuan? Com'è?". "Domani pomeriggio vi accompagnerò al campo da tennis. Dovrete saper riconoscere la sua faccia in modo da poter agire il giorno dell'arrivo del re..." Ci furono attimi di silenzio. Xuan aggrottò le sopracciglia e vide l'indovino iniziare a bere prima che arrivasse il cibo. Le voci riecheggiarono: "Potremmo dargli subito una lezione!". "No! Lo voglio in carcere! Mi ha rovinato la vita. Devo vendicarmi da uomo raffinato! Non sarò soddisfatto se non avrà almeno cinque anni di carcere o dieci di esilio. Ho già in mente un piano. Dovete solo darmi una mano." "Prometto! Ma qual è il piano? Dovrà essere perfetto!" "Certamente! Il mio rivale non solo finirà in prigione, ma sarà anche escluso dal torneo di tennis! Non appena decideremo di agire, dovremo farlo per bene, altrimenti non avrà senso. Farò stampare alcuni volantini con la scritta "Abbasso il re del Siam!". Al momento dell'arrivo del re, io mi piazzerò dietro Xuan e voi sarete accanto a lui!" "Cosa devo fare?" "Infilerete dei volantini nelle tasche dei suoi pantaloni o della sua camicia." "E voi?" "Io? Il mio ruolo sarà perfino più eroico del vostro. Urlerò: "Viva il fronte popolare! Viva la Francia democratica!". Naturalmente, i poliziotti, i gendarmi e gli agenti segreti ci arresteranno..." "Oh no!" "Ma solo chi sarà trovato con i volantini in tasca sarà portato via. Noi due diremo che è stato Xuan a urlare quegli slogan. Saremo subito rilasciati." "Ottimo! Ma perché dovrebbero arrestare qualcuno che urla: "Viva il fronte popolare! Viva la Francia democratica!"?" "È semplice! Anche se la Francia che ci governa è una democrazia, noi siamo pur sempre una monarchia con un re. E anche il Siam è una monarchia! Dare il benvenuto ai due re con slogan a favore della democrazia implica il desiderio di abbattere la monarchia! Il governo del Protettorato è molto cauto su questa questione. Se urliamo "Viva la Repubblica Francese!" qualcuno sarà certamente arrestato!" "Perfetto! Che piano geniale! Ma, per favore, abbassate un po' la voce!" "Anche voi! Non parlate così forte!" "D'accordo! Metterò tutto il mio cuore in questa storia! Volete ordinare un'altra bottiglia?" Xuan si alzò e sbirciò attraverso una fessura del pannello di legno. Vide l'ex fidanzato della signorina Tuyet mangiare e bere con un uomo che indossava un paio di pantaloncini, scarpe cinesi, un cappellino e aveva i capelli avvolti in uno chignon. Quell'uomo aveva l'aspetto di un malavitoso. Dopo aver ben studiato la sua faccia, Xuan se ne ritornò tranquillamente al proprio tavolo a bere vino con l'indovino. Il cameriere servì pietanze deliziose. L'indovino, la bocca piena, parlò: "La stella Phuc Binh, la stella dell'agguato, questo mese entrerà nella vostra casa". "Cosa significa?" "C'è qualcuno che vi odia e vuole farvi del male. Dovrete essere molto cauto! Ma ci sono anche indizi che rivelano la protezione delle stelle Thien Phuc e Quy Nhan, vere benedizioni inviate dal Cielo!" L'indovino sottolineò la sua profezia, riempiendosi la bocca con un intero passero arrosto. Xuan non ebbe il tempo di chiedere a quel moderno Zhuge Liang ulteriori spiegazioni, che vide entrare due uomini. Avevano tutta l'aria di essere della polizia segreta. La parte bassa dei loro pantaloni fermata con mollette da ciclista indicava che volevano essere riconosciuti anche se erano in incognito. I due si sedettero per caso accanto al tavolo di Xuan. Di scatto, Xuan spostò la sua sedia il più vicino possibile ai due uomini per poter udire le loro parole. Stava spiando delle spie. Essi bisbigliarono: "Sergente! Abbiamo ricevuto gli ordini! Il destino della società è nelle nostre mani! La nostra missione è segretissima. Non rivelatela ad anima viva!". "Attendo i vostri ordini, signore!" "L'attuale strategia statale è molto chiara. Sino all'arrivo del re, il vostro lavoro consisterà nel tenere sotto stretta osservazione i falsi ideali dell'amicizia franco-vietnamita e dell'ipotesi di un governo diretto dalla Francia. Dovrete sorvegliare chi osa dire "Viva la Francia democratica!" oppure "Abbasso il fascismo!" e chi imita il modo francese di salutare allungando la mano come se volesse combattere chi gli sta di fronte." "Signore... ma perché dovremmo temere la politica di amicizia franco-vietnamita e del governo diretto dalla Francia?" "Sono una minaccia per l'ordine e la sicurezza! Normalmente, essi non rappresentano un pericolo, ma quando il re arriverà, dovremo essere molto cauti con chi sosterrà la politica del governo diretto dalla Francia. Essi vogliono abolire il potere assegnato al re direttamente dal Cielo!" "E i comunisti?" "Mah! I comunisti non oseranno fare niente perché tutti sanno che sono criminali! Ma i democratici sono ben altra cosa! Con loro il governo è molto tollerante. Li ignora e ogni tanto li lascia anche agire liberamente. Temiamo che ne approfittino... La democrazia è il principale nemico della monarchia. Se qualcuno osasse urlare "Abbasso il fascismo!" sarebbe ancora peggio, perché si tratterebbe di una grave offesa al re del Siam, nostro vicino." "E i nazionalisti?" "Non sono un serio problema, perché non contrastano i monarchici." "In altre parole, dovremmo arrestare tutti, tranne i comunisti e i nazionalisti!" "Sì, arrestiamoli tutti! Prestiamo particolare attenzione a chi dice "Viva la Francia democratica!" oppure "Viva il fronte popolare!": sono tutti slogan contro il re del Siam." "E se qualcuno urlasse "Viva la monarchia!" oppure "Viva il Siam!" dovremo arrestarlo?" "Ottima domanda! Dovrò chiedere al capo... oppure... un momento, a pensarci bene... arresteremo tutti! "Viva la monarchia!" è contro la Francia democratica; "Viva il Fascismo siamese!" è un pericolo per il fronte popolare francese." "Signore, per semplificare, faremo così: chi darà il benvenuto ai re restando immobile come una statua di legno, lo lasceremo in pace, chi invece urlerà "Viva la Francia!" o "Viva il re!" sarà immediatamente arrestato!" "Uhm, non so che dire..." "In fin dei conti, saranno pur colpevoli di qualcosa!" "Avete ragione. Ciò contribuirà al mantenimento della sicurezza. Ma ora, basta così! Dobbiamo essere cauti e abbassare la voce quando discutiamo di questioni governative segretissime!" Dopo questa decisione dei due agenti di nascondere i segreti già rivelati, a Xuan giunsero solo i rumori delle bacchette contro le ciotole. Ma non aveva bisogno di udire altro. Si girò e vide l'indovino tutto intento a mangiare e bere, completamente ignaro delle parole delle spie. Osservò i piatti quasi vuoti, incrociò le braccia e fissò il vecchio. Non appena l'indovino ebbe terminato, Xuan si alzò. Non se la prese per il suo comportamento, perché era felice di poter battere il perfido rivale in amore. Con fare sprezzante, tipico delle classi superiori, Xuan gli fece cenno di seguirlo. Accanto al banco, mentre stava per pagare il conto, incontrò il dottor Truc Ngon in compagnia di due eleganti giovani vestiti alla francese. Il medico strinse calorosamente la mano di Xuan e fece le presentazioni: "Il signor Xuan, maestro di tennis. E questi sono i signori Hai, tennista di grande talento e vincitore del campionato del Tonchino nel 1936 e Thu, campione del Tonchino e dell'Annam nel 1935!". Xuan s'inchinò: "Molto onorato!". Il dottor Truc Ngon aggiunse allegramente: "Questa, per eroi rivali, è un'ottima occasione per conoscersi! Vi batterete sicuramente sui campi da tennis in occasione dell'arrivo dei re". Xuan era dispiaciuto per le affrettate presentazioni del dottor Truc Ngon, ma, fortunatamente, vide i due gendarmi 1002 e 1003. L'assenza di cinture di pelle e dei loro bastoni bianchi significava che quel giorno erano in ferie. Stava per salutarli, quando i due gendarmi alzarono le braccia nel saluto militare, esclamando in coro: "Bong dua me su Xuan,1 tennista talentuosissimo e speranza dell'Indocina!". Xuan sorrise e afferrò le loro mani. "Signori, vi presento il signor Min do, gendarme di quarta classe, vincitore della medaglia al merito, primo al tour Hanoi-Ha Dong e secondo al tour Hanoi-Do Son. Rappresenta il futuro della polizia... E con noi c'è anche il signor Min toa, vincitore delle coppe "Boy Landry" e "Melia Jaune", vera gloria della polizia di Hanoi e speranza dell'Indocina!" Tutti si strinsero le mani. Dopodiché, i due ufficiali si misero gac da vu2 per salutare solennemente Xuan, prima di sedersi a un tavolo. Visto che Xuan era così famoso da essere persino noto alla polizia, i campioni del Tonchino del 1935 e del 1936 erano estremamente preoccupati. Un'espressione intimorita lampeggiò nei loro occhi. Xuan, al contrario, era molto soddisfatto. Aveva in testa un piano ben preciso per contrastare il complotto del suo rivale in amore. Chiese dunque un appuntamento ai due giocatori per poter discutere con loro di una faccenda privata. I due ne furono molto onorati e accettarono all'istante. Xuan domandò infine di poter parlare da solo con il dottor Truc Ngon. Si scusò con gli atleti e si appartò con il luminare. "Dottore, voi siete un uomo di ampie conoscenze e valore. Vi prego di usare il vostro acume per salvare una persona molto addolorata per la perdita del suo onore." "La mia scienza può curare il dolore fisico," rispose il dottor Truc Ngon "ma sono impotente di fronte ai tormenti dell'anima." Xuan insisté: "Vi imploro di salvare la reputazione di una vedova, altrimenti la gente la deriderà senza pietà!". Il dottore volle ulteriori ragguagli su questa strana richiesta e Xuan gli confessò la sua storia segreta con la Vedova del Vicedoganiere. Il dottor Truc Ngon fu molto lusingato per la fiducia dimostratagli dal giovane collega e, dopo aver riflettuto un po', promise con la modestia dei grandi saggi: "D'accordo, amico mio! Applicherò una terapia psicologica a quel male spirituale". Xuan salutò i tre uomini e pagò volentieri il conto. Quanto all'indovino, era ormai già lontano.
IL VIAGGIO IMPERIALE A NORD E A OVEST - IL REATO DI URLARE: "VIVA...!" - L'ANTIDOTO ALLA PERDITA DI MORALITÀ
Quel giorno, alle due di pomeriggio, il popolo di Hanoi e del Tonchino si radunò lungo i due marciapiedi delle strade che, dalla stazione centrale, conducevano sino alla residenza del governatore generale, percorso previsto per gli illustri ospiti. Le guardie reali marciarono solennemente. La diceria era vera... Il re del Siam stava compiendo un viaggio ufficiale nel regno del Vietnam. Il giovane volto del sovrano straniero era familiare al popolo vietnamita, perché la sua foto era già stata diffusa da tempo sulla stampa locale. Nelle prime pagine dei quotidiani si leggevano titoli cubitali di sette colonne, che annunciavano l'evento: "Il rinnovamento del Vietnam", "Una svolta nella storia del paese: l'amicizia vietnamita-siamese", "Due re in un paese" e "I viaggi reali a Nord e a Ovest" (scrivendo: "a Nord" si riferivano all'itinerario del nostro re dall'Annam al Tonchino e "a Ovest" a quello del re del Siam). Ma il fatto più rimarchevole fu che tutti gli articoli parlarono dell'arrivo del re siamese come di "una svolta storica". I giornali monarchici esaltarono: "Un grande onore per il popolo vietnamita: il re del Siam compie una visita di amicizia nel nostro paese!", "Il Siam e il Vietnam insieme sulla strada del progresso!". Solo uno manifestò la propria opposizione: "Si fanno risaltare i lati positivi, ma si nascondono quelli negativi! Non lasciamoci beffare!". Gli spettatori scelsero gli abiti migliori per dare il benvenuto al re... Molti uomini si truccarono. Il negozio Occidentalizzazione ne approfittò per ideare una speciale creazione, denominata Benvenuto al re. In quel giorno festoso, la signorina Tuyet e la signora Civilizzazione esibirono quel modello per lang xe la nuova moda fra le classi superiori di Hanoi. Xuan era in piedi accanto ai due atleti, in un angolo della strada Hang Co. Dopo aver spiato le spie al ristorante, il giorno prima, Xuan intendeva vanificare il complotto del suo rivale in amore e volgere la situazione a proprio vantaggio. Escogitò un piano. Persuase i due campioni del 1935 e del 1936 (temeva di perdere se avesse rivaleggiato con loro) a vestirsi come lui. Tutti e tre erano dunque vestiti di bianco, con pantaloni, camicie a maniche corte e berretti. Xuan aveva spiegato loro: "Noi tre siamo unici e dobbiamo distinguerci dagli altri anche nell'abbigliamento: gli atleti sono ben diversi dai soliti figli di papà!". I due ingenui campioni caddero nella furba trappola di Xuan. Non sapevano che Xuan complottava non solo di ingannare il suo rivale in amore, ma anche di usare le informazioni delle spie per eliminarli dalle gare! I festeggiamenti sportivi sarebbero iniziati il giorno seguente all'arrivo dei re. Conscio della propria notevole inferiorità nei confronti dei due campioni, Xuan capì che sarebbe stato inutile contare solo sul proprio talento. Le automobili reali ritardavano e la folla iniziò a spazientirsi. Hai e Thu, sempre ritti in piedi, le braccia incrociate, mostravano i muscoli. Impassibili come uomini di alto lignaggio, gli sguardi alteri, fingevano di non notare le belle ragazze che li stavano ammirando dall'altra parte della strada. Xuan, con la scusa di farsi prestare dei fazzoletti, s'intromise tra loro, infilò le mani nelle tasche posteriori dei loro pantaloni, e chiese candido: "Allora, come tifiamo? "Che il Cielo doni lunga vita alla monarchia"?". I due campioni sorrisero condiscendenti senza replicare. Xuan si guardò alle spalle e vide avvicinarsi lo scagnozzo del rivale (l'uomo con il cappellino, i capelli raccolti in uno chignon e le scarpe cinesi). Incrociò le braccia e finse di non notarlo. Il malvivente infilò qualcosa nella sua tasca posteriore e fuggì via. Con movimenti lenti per non attirare l'attenzione, Xuan si tolse quei foglietti, li divise in due parti e, senza nemmeno darvi un'occhiata, li infilò nelle tasche dei suoi due amici, come se restituisse loro i fazzoletti. Completamente catturati dai bei fiori parlanti dall'altra parte della strada, Hai e Thu non notarono né sospettarono niente. Xuan cercò nella folla l'ex fidanzato di Tuyet. Benché ci fossero solo cinque o sei persone che si frapponevano fra loro, Xuan lo scorse con fatica, perché era vestito all'europea e portava occhiali da sole! Era lampante che aveva in mente qualcosa di brutto! La folla iniziò a ronzare per l'eccitazione. Il corteo reale si stava avvicinando. Si udiva lo scalpiccio dei cavalli delle guardie. Xuan si guardò attorno e notò, poco distante, l'affranto fidanzato di Tuyet da una parte e il malvivente dall'altra. Erano pronti a compiere il loro piano diabolico. Xuan chiese di nuovo ai due atleti: "Allora, cosa gridiamo? "Che il Cielo doni lunga vita alla monarchia", oppure "Che il re viva per l'eternità!"?". Alle idee reazionarie di Xuan, Hai e Thu replicarono sarcastici: "Toa devi solamente imitare moa!". Le vetture con i due re erano a pochi passi da loro. La folla oscillava avanti e indietro, gesticolava per indicare l'imminente arrivo e parlava animatamente. Veloce come una gallinella d'acqua, Xuan si girò e sfrecciò nella direzione opposta al corteo. Dopo una ventina di metri, Xuan udì urlare uno dei due campioni: "Vive la France!". Questo slogan fu seguito immediatamente da un'altra voce: "Vive le Front populaire! Vive la Republique française!". Gli spettatori in prima fila notarono subito l'espressione stupita sui volti del Governatore generale, del Residente generale, del re del Vietnam e del re del Siam. Il corteo passò, ma i soldati reali vietarono ai presenti di disperdersi per strada. Poliziotti, gendarmi e agenti dei Servizi segreti si precipitarono nel punto da cui erano provenute quelle urla. Si seguirono le normali procedure di sicurezza. Vennero ispezionate le tasche di alcune persone alla ricerca di eventuali bombe o pistole. Nelle tasche dei due campioni, furono trovati e poi confiscati i volantini di denuncia contro il regno del Siam. I due uomini vennero immediatamente accompagnati in auto alla sede della Securité. I quotidiani dell'Indocina erano già andati in stampa la mattina di quel giorno e le notizie attendibili su quell'episodio erano dunque scarse. Fra la gente di Hanoi circolavano voci secondo le quali il governo aveva arrestato due estremisti pericolosi appartenenti al partito "Camicia bianca". Persino il Dipartimento generale di atletica era all'oscuro che i sospettati erano i due campioni di tennis attesi alle gare del mattino seguente in onore dei re. La folla si disperse e Xuan se ne ritornò a casa. Incontrò per caso la signorina Tuyet in compagnia della coppia Civilizzazione e le confidò che il campionato indocinese di tennis sarebbe stato suo. Da vero manager, il signor Civilizzazione gli raccomandò: "Anche il re del Siam è un grande tifoso. Sembra che abbia condotto con sé il migliore campione di tennis, determinatissimo a mostrare il proprio talento agli spettatori francesi e vietnamiti! Siate fiducioso nella vostra vittoria, ma preparatevi alla sfida contro il tennista siamese! Se sconfiggerete il campione del Siam, che grande gloria sarà per il Tonchino, il Vietnam, e l'Indocina!". Xuan replicò enigmatico: "Talvolta, si deve lasciar decidere al fato...". Mentre camminavano, il dottor Truc Ngon venne loro incontro. "La Vedova del Vicedoganiere ha convocato amici e parenti a cena a casa sua per festeggiare la guarigione del figlio: il signorino ha smesso di starnutire. Mi ha chiesto di invitarvi." La signorina Tuyet rispose: "Potete andarci se lo desiderate. Io non vengo!". "Ma perché? Qualcosa non va?" le chiese il dottor Truc Ngon. Xuan afferrò la mano del dottore e mormorò: "Vi prego di non farle domande! Tuyet è la mia fidanzata...". Il dottor Truc Ngon, stupito, si congratulò: "Oh! Amico mio! Siete davvero fortunato! Auguri!". Ci fu uno scambio di saluti e si diedero appuntamento in serata. Apparve strano che la Vedova del Vicedoganiere non fosse andata a dare il benvenuto ai re e che non avesse nemmeno osservato la folla da lontano. Anche Xuan ne fu sorpreso. Rincasato, chiese il perché della sua assenza al signorino Phuoc, che rispose saggiamente: "Non voglio! Non voglio!". Soddisfatto dei progressi delle capacità mentali del suo allievo, Xuan andò a cercare sua madre. Trovò la Vedova del Vicedoganiere molto turbata che, nascosto il viso tra le mani, scoppiò in singhiozzi. Xuan la rimproverò: "Non piangere! Sii ragionevole! Chi potrebbe sopportare tutti questi lamenti? Avere una storia d'amore con te è davvero una vera disgrazia! Dio solo sa cosa sarebbe accaduto se ci fossimo sposati!". Per giustificare il suo stato d'animo, la Vedova del Vicedoganiere gli diede subito due numeri recenti della rivista Le Perroquet dicendo: "Tieni! Leggi le due brevi novelle pubblicate in queste maledette edizioni e capirai! Voglio fare causa a quei bastardi...". Xuan diede un'occhiata ai titoli: La padrona e Il delitto dello zio Phac-to. Erano le traduzioni di La patronne e di Le crime du pere Boniface di Guy de Maupassant. Con indifferenza, buttò i due giornali sul tavolo. La donna chiese al suo amante: "Eh! Perché non le leggi? Sono state pubblicate per prenderci in giro!". "Non essere sciocca! Sono solo traduzioni di racconti francesi. Non m'interessa leggerle!" La Vedova del Vicedoganiere non era del tutto convinta: "Sembrano pubblicate proprio per noi! Che vergogna! Non puoi ignorarle!". Con riluttanza, Xuan si sedette e iniziò a leggere le storie sospettate di esser state stampate apposta per prenderli in giro. La sua interpretazione, tuttavia, si differenziò da quella della Vedova del Vicedoganiere. "Occorre essere qualcuno per essere oggetto di calunnie da parte della stampa. Tranquillizzati! In questa vita, più si è famosi e onorati, più la gente sparla! Solo chi è ignorato da tutti può vivere in pace." Le argomentazioni di Xuan persuasero la donna, che iniziò a calmarsi. "Sì, hai ragione!" E gli regalò dei baci. "Come sei buono con me!" Ma Xuan, stufo di quelle dimostrazioni di affetto da parte di una donna di mezz'età, respinse la sua faccia pesantemente truccata ed esclamò: "Che orrore!". Un simile rifiuto mandò su tutte le furie la fedele vedova. Chi non si arrabbia quando la propria autostima viene ferita? "Ah! Bastardo! Ingannatore! Traditore! Mi hai rovinato la vita e ora vuoi lavartene le mani? Non credere che con me sia così facile! Sta' attento! Te lo dico io!" Xuan si alzò di scatto e fece un gesto di noia. "Basta, signora! Siete sempre stata buona con me! Voi avete buon cuore. Vi ho forse rovinato la vita? Probabilmente sì... Allora cercherò di rimediare. Ho chiesto a un illustre medico, non a un ciarlatano, di occuparsi di voi." "Oh no!" "Oh sì, signora! Un dottore verrà questa sera per ridarvi la castità perduta." La Vedova del Vicedoganiere si spaventò. "Non so di che cosa stiate parlando! Scordatevelo! Non ho bisogno di medici!" "Non siate infantile! Non scherzo! Mi avete accusato di aver macchiato la vostra virtù! Dovrete permettermi di rimediare!" "No! Non voglio! Io non c'entro! Non potete farmi questo!" Xuan alzò la mano destra e giurò solennemente: "Se vi prendessi in giro, il Cielo punirebbe tutta la mia famiglia! Vi garantisco che il dottor Truc Ngon vi aiuterà. Arriverà fra due minuti!". La Vedova del Vicedoganiere gridò: "Il dottor Truc Ngon? Oddio! Ne morirò! Voglio morire!". La scenata fu interrotta dal suono del clacson di un'auto. Guardò l'orologio. Erano le sette di sera e gli ospiti sarebbero presto giunti a festeggiare la guarigione del signorino Phuoc. Tranne Tuyet, alla festa partecipava l'intera classe dominante di Hanoi. Erano presenti anche esponenti del popolo, conoscenti della Vedova del Vicedoganiere o in affari con il negozio Occidentalizzazione. Il signorino Phuoc, naturalmente, troneggiava sulla sedia d'onore. Dopo circa un'ora, mentre si chiacchierava amabilmente e si mangiava senza troppi complimenti, il dottor Truc Ngon si alzò all'improvviso e prese la parola: "Signore, signorine e signori, vorrei approfittare di questa rara opportunità che ci vede tutti qui riuniti per parlarvi brevemente di una questione morale di estrema importanza, ma spesso sottovalutata. Prima di fare una dissertazione ufficiale davanti a un pubblico qualificato, desidero sentire i vostri pareri". Alcuni applaudirono. "Bene! Viva il dottor Truc Ngon!" Xuan tifo: "Lip, lip, lo!". Qualcuno chiese: "Qual è l'argomento, dottore?". "Vorrei parlare delle donne di mezz'età! Perché le donne ultraquarantenni provano spesso un intenso desiderio d'amore? La società deve criticarle? Dovremmo invece sforzarci di capire questo problema!" Gli ospiti applaudirono vivacemente. Gli amici intimi della Vedova del Vicedoganiere erano certi che il dottore l'avrebbe dileggiata. La Vedova stessa lo pensò e fu assalita dall'ansia. Il dottor Truc Ngon prese dei fogli e iniziò: "Cari ascoltatori, stasera condividerò con voi le mie poche conoscenze sul cosiddetto "autunno dell'amore", ossia sull'aumento della concupiscenza fra persone di una certa età, che si presume non debba più esistere. "La nostra collettività ha mantenuto sinora un atteggiamento piuttosto limitato e prevenuto su questo fenomeno, forse perché la scienza non è ancora riuscita a spiegarlo a fondo. Ad esempio, se un cinquantenne dovesse scegliersi una giovane domestica o una concubina, ne sarebbe criticato... (applausi). E per una donna cinquantenne, coinvolta in una storia d'amore, risulterebbe ancor più disdicevole. La gente non esiterebbe a insultarla e schernirla con parole crudeli. "Dobbiamo tuttavia chiederci: tali attacchi sono legittimi? È giusto che quando si è vecchi, o si sta per diventarlo, non si abbia più diritto alle soddisfazioni sessuali? Spetta al Creatore deciderlo, non agli uomini! (applausi). "Nel corso della vita, esistono due periodi caratterizzati da crisi sessuali: la pubertà e l'avvicinarsi della vecchiaia. Dato che il Creatore ha stabilito queste tappe, pochi riescono a evitare tali risvegli. Gli adolescenti vivono profonde crisi spirituali durante il loro sviluppo e, allo stesso modo, "l'autunno dell'amore" rende confusi coloro che dovrebbero ormai conoscere "la pace dei sensi". "Se uomini anziani sposano le proprie concubine (applausi), sono insultati e ridicolizzati. Capita anche che donne anziane vivano passioni amorose e abbiano incontri civettuoli (applausi). Non è mia intenzione elencare ora tutti questi fenomeni, bensì spiegare perché ciò accada... "Riguardo alla crisi sessuale delle donne di mezz'età (la Vedova del Vicedoganiere starnutì), il dottor Vachet ha pubblicato interessanti studi. Citerò il suo lavoro per dimostrare che la scienza può illuminare questi problemi descritti sinora con parole e frasi oscure, quali depravazione, desideri insani, lussuria... "Sempre secondo il dottor Vachet, durante queste crisi sessuali, le donne mostrano sintomi strani e inaspettati. L'interruzione delle mestruazioni corrisponde all'aumento dell'irascibilità e genera notevoli cambiamenti fisici e spirituali che possono scatenare intensi desideri sessuali. Sfortunatamente per certe donne, ormai facilmente eccitabili, queste alterazioni appaiono spesso in concomitanza con la vecchiaia e l'impotenza sessuale dei loro mariti. "Cosa possono fare? Esse sono ormai vecchie e rugose ed è loro difficile trovare un giovane gigolò che le ami veramente (applausi). "Inoltre, poche donne osano sfidare le convenzioni e cancellare le virtù coltivate per tutta la vita... Ma, ahimè! Il sesso continua a ossessionarle, ne arrossa i visi e fa battere i loro cuori all'impazzata. "Ah! Quelle donne cercano di dominarsi, ma i loro istinti sono irrefrenabili! Esse sono spesso irascibili, irritate, la vita le annoia e rimproverano ai loro mariti vecchie storie. Alcune trovano improvvisamente rifugio nella religione o nelle superstizioni... "Se il marito è ancora potente, sarà per lui una vera fortuna avere una simile moglie. Ma, ahimè! Spesso egli non è più in grado di soddisfarla e le sue energie sono troppo assorbite dal mantenimento della famiglia (applausi). In molti casi, i mariti sono già defunti e le vedove devono affrontare queste inquietudini da sole (applausi). Se la donna non si risposa, è naturale che abbia degli amanti (applausi). "Potrei citarvi parecchi altri esempi bizzarri, ma ciò che conta è ricordarvi che tutto dipende dai cambiamenti fisici. Questi eccessi sessuali sono inevitabili, ma, fortunatamente, la loro durata è limitata. "Per concludere, tengo ad affermare che la causa è insita negli stessi organi sessuali: la scarsa irrorazione sanguigna degli ovuli e l'atrofia dell'utero. Di conseguenza, gli scompensi emotivi e ormonali delle donne, definite sovente "donne finite", aumenteranno. Passata tale difficile stagione della vita femminile, i turbamenti svaniranno ed esse ritroveranno la "purezza delle loro anime"". Il pubblico approvò, rumoreggiando entusiasta. La Vedova del Vicedoganiere, nel preciso momento in cui il dottor Truc Ngon smise di parlare, tirò un sospiro di sollievo. Le minacciose terapie di Xuan risultavano così totalmente inoffensive al suo stato di vedova virtuosa e anche le maligne insinuazioni erano destinate a cessare. Le cause della sua civetteria ebbero una legittima collocazione nel Sacro libro dei Santi e dei Saggi. Si sentì sollevata: aveva sì sbagliato, ma in modo scientifico!
20
XUAN SALVA LA PATRIA - XUAN DIVENTA UNA CELEBRITÀ - IL DISPIACERE DI UN SUOCERO CHE NON RICEVE SCHIAFFI
Quella mattina, malgrado il biglietto d'ultima classe costasse ben tre piastre, più di tremila spettatori si accalcarono allo stadio in attesa del torneo. Lo stadio Rollandes Varreau1 di Hanoi stava per incidere una data memorabile nella storia dello sport. Si sparsero persino voci che molti appassionati di tennis, giunti in ritardo e impossibilitati ad acquistare i biglietti, si disperarono a tal punto che scelsero di morire nella maniera più sportiva possibile: suicidarsi lentamente, inalando direttamente nei polmoni oppio puro. Le speranze del venerabile Hong, della Vedova del Vicedoganiere, del signor ALD e di molti altri svanirono presto, allorché la signora Civilizzazione subì una devastante sconfitta nel torneo femminile nazionale. La signorina Tuyet cercò di risollevare il morale del padre, rammentandogli che l'onore della famiglia avrebbe potuto ancora essere salvato da Xuan. In quel mentre, due giocatrici francesi stavano disputando il campionato francese femminile e l'attenzione dei tifosi del negozio Occidentalizzazione era dunque scarsa. Fra gli ufficiali civili e militari di alto rango, si potevano ammirare, da sinistra a destra, il Governatore generale, il Residente generale, il re di Annam e Sua Maestà Prajadhipok, re del Siam. Questi, benché indossasse un abito di foggia occidentale, portava una corona di perle e smeraldi, somigliante a una torre di nove piani decrescente verso l'alto, emblema della terra di milioni di elefanti. Dietro il re, c'erano un consigliere tedesco e uno giapponese, simboli viventi del rapido processo del Siam verso l'autonomia. La presenza del campione di tennis siamese, Luang Prabahol, accanto al re, stava a significare che il sovrano della terra di milioni di elefanti era anch'egli un grande tifoso sportivo. Un attento osservatore avrebbe potuto notare l'ansia e la rabbia dei membri del Dipartimento generale dello sport del Tonchino: si stava infatti avvicinando l'ora della finale, ma dei due campioni Hai e Thu non c'era traccia. Che fare? Il Dipartimento generale aveva sguinzagliato i propri addetti in ogni angolo della città nella vana speranza di scovare i due atleti scomparsi. Nemmeno i membri delle loro famiglie sapevano dove fossero finiti sin dalla notte precedente. Il mondo dello sport era in subbuglio: la gente era attonita, stupita, ansiosa o spaventata. Nessuno poteva immaginare che i due signori se ne stessero sdraiati sul pavimento del locale pieno di cimici del de-bo2 della Securité. Perfino il Dipartimento del controspionaggio ignorava la loro identità e, dal momento che tutti gli agenti erano impegnati ad assicurare l'incolumità dei re, nessuno era disponibile per procedere all'interrogazione dei sospetti. Il Dipartimento generale si convinse infine che si trattava di due imbroglioni e traditori: un simile comportamento, da parte di famosi sportivi, non era infatti raro. Per rimediare alla loro defezione, il Dipartimento di atletica, dinanzi al pubblico impaziente, invitò il campione del Siam a giocare contro Xuan. Non appena l'altoparlante ne dette notizia, il pubblico applaudì con grande entusiasmo. In fin dei conti, Hai, Thu e Xuan erano molto noti, ma nessuno aveva mai visto giocare Luang Prabahol, campione del Siam. Gli spettatori francesi e vietnamiti ne furono molto soddisfatti, dal momento che erano convinti che il Dipartimento generale avesse organizzato quest'incontro fra il campione del Siam e un perfetto sconosciuto come Xuan, che non aveva mai disputato un campionato, proprio per umiliare il Siam. Per non parlare poi dell'euforia del signor Civilizzazione, manager di Xuan, quando seppe che egli avrebbe rappresentato la città di Hanoi nel difendere l'onore della patria contro il campione del Siam! Il pubblico tifo per Xuan e lo applaudì, mentre sul viso del re del Siam si dipinse un'espressione furiosa, mai vista prima in quel figlio del Cielo che governava la terra di milioni di elefanti. L'evidente debolezza del giocatore di Bangkok lo colpì come un fulmine. Xuan di Hanoi vinse il primo set per sei a uno. Il re di Annam, il Governatore generale e il Residente generale iniziarono tuttavia a mostrare i primi segni di inquietudine: una vittoria schiacciante per l'Indocina nell'arena sportiva avrebbe potuto scatenare una crisi diplomatica! Ahimè! Era questo il rovescio della medaglia! Durante il secondo set, il pubblico notò che Xuan giocava con una certa noncuranza, come se non considerasse l'avversario alla propria altezza. Il signor Civilizzazione si agitò particolarmente nel momento in cui Xuan perse il secondo set per cinque a sette. I tifosi più esperti ritennero tuttavia che egli volesse conservare le proprie energie per l'ultimo set. Durante il primo gioco del terzo set, entrambi gli avversari si contrastarono febbrilmente. Luang Prabahol si impegnò al massimo, ma fu incapace di battere Xuan. All'annuncio dell'arbitro: "15 a 30", il re del Siam, ormai rassegnato all'imminente sconfitta del suo campione, sfilò di tasca una cartina dell'Indocina, ridisegnata dal suo governo, in cui il territorio del Siam si estendeva oltre la catena montuosa Hoang Son. Egli la osservò attentamente, senza più mostrare interesse per la partita, e i suoi consiglieri gli bisbigliarono: "La guerre! La guerre!". Nello stadio, gli spettatori francesi e vietnamiti, ignari di quello che stava accadendo, continuarono ad applaudire fragorosamente Xuan. L'arbitro urlò: "Ca rang! Ca rang ta! A vang ta se vit! A vang ta do o!".3 L'aria era carica di tensione. Il pubblico in delirio non si rese conto che in quel preciso istante il re di Annam, il Governatore generale e il Residente generale si stavano scambiando sguardi inquieti. Infine, il Commissario degli Affari politici d'Indocina ricevette l'ordine dal Governatore generale di cercare il manager di Xuan. Il signor Civilizzazione, naturalmente, fu molto lusingato che un ufficiale di alto rango del governo volesse parlargli in privato. I due s'incontrarono in un angolo deserto dello stadio. Iniziò il Commissario: "Il Governatore generale e il governo reale desiderano chiedervi un grande favore. È in ballo il destino della patria! Dovete imporre subito al vostro giocatore di perdere la partita contro il campione del Siam! Non otterrete la gloria della vittoria di una sfida, ma sarete ricompensati generosamente dal governo". Il signor Civilizzazione, sbalordito, restò a bocca aperta. L'ufficiale di alto rango continuò: "Fate come vi dico! È molto urgente! Il tempo stringe! Se l'Annam sconfigge il Siam nel tennis, scoppierà la guerra! Dobbiamo seguire le direttive di pace del governo francese, altrimenti le montagne si copriranno di cadaveri e i fiumi si tingeranno di rosso sangue! Presto! Vi spiegherò poi nei dettagli!". I boati della folla che tifava per Xuan rimbombavano nello stadio e l'arbitro proclamò: "Ca rang! Ca rang ta! Do o se vit!".4 In quel momento, Xuan si diresse verso il raccattapalle e il signor Civilizzazione ne approfittò per bisbigliargli in tutta fretta: "Dovete assolutamente perdere! Lasciatevi sconfiggere! La vittoria significherebbe guerra e morte!". Infatti, poco dopo, gli spettatori iniziarono a trattenere il respiro: sette a sette... sette a otto... Per Hanoi c'erano ancora speranze, ma accadde un fatto inaspettato: Xuan fece un tiro assurdo, la palla rimbalzò troppo in alto e sbatté contro la ringhiera dello stadio... sette a nove! La folla fischiò di delusione. Le trombe suonarono La Marseillaise in onore del campione del Siam, decretando così la fine della partita. I re e gli ufficiali di alto rango dei tre governi fecero ritorno alla residenza del Governatore generale. Il corteo di auto con bandierine del corpo diplomatico lasciò lo stadio, ma la maggior parte dei tifosi rimase per vedere Xuan: alcuni per esprimergli simpatia, altri per contestarlo. Risuonò persino l'urlo: "Abbasso Xuan!". Il venerabile Hong, la signorina Tuyet, la Vedova del Vicedoganiere e la signora Civilizzazione erano estremamente delusi. I fotografi circondarono Xuan e i giornalisti iniziarono a esprimere dubbi sulla sua strana prestazione, specialmente nell'ultimo tiro: "Aveva forse sbagliato intenzionalmente?", "Com'era possibile che un giocatore del suo calibro, un grande maestro di tennis, avesse potuto infliggere una tale onta alla propria patria?" Da tutto lo stadio provenivano urla del tipo: "Che scandalo! Che vergogna per la Patria! Va' al diavolo!". Alcuni francesi urlarono: "A bas Xuan! A bas Xuan! Des explications!".5 La situazione stava degenerando. Il signor Civilizzazione e Xuan si arrampicarono sul tetto dell'auto della Vedova del Vicedoganiere. Xuan, seguendo il suggerimento del suo manager, si stava preparando a tenere un discorso alle migliaia di persone inferocite, ma il signor Civilizzazione, colpito dalla gravità della situazione, si alzò e parlò per primo: "Xuan non è stato sconfitto per mancanza di talento! Lo potete testimoniare voi stessi! Per favore, ascoltatemi un minuto e capirete perché il mio giocatore ha dovuto perdere!". La solennità delle proprie parole inorgoglì il signor Civilizzazione. Perfettamente in linea, Xuan si espresse poi con tono superbo, da eroe: "Popolo! Sei ignaro dell'importante motivo che mi ha spinto a cedere la vittoria al campione del Siam! Oh, popolo frivolo! Non sai l'enorme sacrificio che ho compiuto (si colpì il petto). Non capisci che ho rinunciato alla fama e alla fortuna per assicurare pace e ordine alla Madre Terra! In tempi difficili, un patriota deve saper sacrificare la gloria personale - anche se ciò significa perdere una partita di tennis - pur di mantenere l'amicizia con un paese vicino (alzò un pugno per aria). Il governo e il popolo francese hanno lottato per mantenere la pace universale. Non possiamo immaginare ora quale sarebbe il risultato di uno scontro tra Vietnam e Siam! Un conflitto del genere trascinerebbe il mondo intero in guerra! Oggi non mi sono battuto per ottenere un alto punteggio in una partita di tennis! Ho giocato per favorire gli interessi diplomatici del nostro governo! Io (alzò una mano), non voglio che decine di milioni di persone siano vittime della guerra o cadano nella trappola dei mercanti di armi! (abbassò la mano). Oh! Popolo! Non capisci nulla! Serbi rancore a me! Anche se non sai leggere a fondo nel mio cuore, ti amo e ti stimo pur sempre! Ritorna al tuo lavoro! Ritorna alla tua confortevole vita! Goditi la pace e la sicurezza! Non mi ritengo un salvatore della patria! Ma, popolo, oggi ti ho salvato dal flagello della guerra! Viva la pace! Viva la Lega delle Nazioni!"". Grazie al suo talento d'oratore, sviluppato ai tempi in cui pubblicizzava le medicine contro le malattie veneree, alla sua disinvoltura di tuttofare nei teatri e ai suggerimenti del signor Civilizzazione, Xuan conquistò il pubblico al pari di un abile politico francese. Le migliaia di persone alle quali Xuan si rivolse dando loro del "tu" non espressero nessun risentimento, ma, al contrario, ammirarono il suo coraggio: doveva veramente trattarsi di un gran personaggio se poteva adottare un tono tanto confidenziale! Così, non appena ebbe terminato il discorso, un nuovo applauso scrosciò come pioggia di temporale. L'armata dei fotografi si precipitò nuovamente verso Xuan. La folla urlò: "Viva Xuan! Viva la sua eroica disfatta!". Con gesto modesto, da persona autorevole, Xuan alzò il pugno per ringraziare il popolo, poi saltò a terra ed entrò in macchina. Se ne andò via in un corteo di auto, lasciandosi alle spalle una folla di migliaia di persone euforiche. Il venerabile Hong, una volta a casa, vista la moglie intenta a tagliare noci d'areca come un'idiota, ignara di un tale evento storico, dimenticò di schiarirsi la gola e di sputare per terra. "La sai l'ultima?" disse alla retrograda consorte. "Hai saputo del mio futuro genero? Ah! Ora, temo solo che non abbia disonorato sufficientemente la nostra Tuyet." La moglie gli chiese con innocenza: "E tua nuora, ha vinto o perso? E il tuo futuro genero, ha trionfato?". Il venerabile Hong fece una smorfia. "Ha perso! Ma c'è modo e modo di perdere! Egli è stato sconfitto gloriosamente! Donna, hai intenzione di continuare a rimproverarmi? Il tuo futuro genero ormai è un eroe, un salvatore della patria!" La venerabile Hong non fece più domande, perché i membri della famiglia stavano rientrando. La signorina Tuyet iniziò a darsi arie, la Vedova del Vicedoganiere andava di qua e di là come una nepomorpha,6 il signor ALD si sedette servilmente a cambiare le scarpe di Xuan e il signorino Phuoc smise di strillare "Non lo voglio! Non lo voglio!". Il dottor Truc Ngon si congratulò con la venerabile Hong: "Venerabile signora, desidero esprimervi i miei auguri per la giovane coppia". Il manager Civilizzazione rispose all'istante: "Oh, sì! Abbiamo progettato questo matrimonio già da tempo!". Il venerabile Hong si sdraiò sul canape e chiese al suo domestico di servirgli dell'oppio. Sembrava ancor tutto pervaso dal ricordo entusiasmante della partita, ma, in realtà, stava pensando al vecchio detto: "Il padre della sposa va schiaffeggiato!". Il senso e l'origine di quell'espressione erano oscuri persino alla vecchia generazione, ma il suo importante ruolo esigeva un viso gonfio e superbo per essere all'altezza della situazione e al passo con i tempi. Con più schiaffi, la sua faccia sarebbe diventata ancor più gonfia, ma chi avrebbe potuto schiaffeggiarlo? Annotò nella propria mente questi pensieri con tre punti interrogativi. Solo il futuro avrebbe potuto dargli adeguate risposte. Innervosito, chiuse gli occhi e cercò di dimenticare le sue frustrazioni. Il rumore di un'auto che si arrestò davanti a casa e lo scalpiccio di passi verso il salotto lo costrinsero a riaprirli ben presto. Un ufficiale francese in uniforme, con una cintura dorata e una sciabola al fianco, entrò fra lo stupore generale. Egli salutò tutti cortesemente e parlò in vietnamita con accento francese: "Signore e signori, desidererei parlare con il grande giocatore di tennis Xuan e il suo manager...". Il signor Civilizzazione si precipitò al suo cospetto, chinò il capo in segno di saluto e fece cenno a Xuan di alzarsi. Il francese continuò ad alta voce: "Signori, sono un ufficiale d'ordinanza del Governatore generale. Sono qui per annunciare a entrambi che, visto il vostro nobile sacrificio nel cedere la vittoria al campione del Siam, il governo ha deciso di assegnarvi la Legion d'Onore di quinta classe!". Il venerabile Hong si alzò di scatto e ordinò: "Domestici! Preparate immediatamente l'altare!". L'ufficiale fece un cenno con la mano: "Chiedo scusa! Vi ho solo comunicato una decisione del governo, non ancora formalizzata per iscritto. Perciò, è forse prematuro celebrare un rito con l'altare. Vi prego di attendere altri due giorni. Ho inoltre il dovere di informarvi che il nostro governo non è il solo ad avere l'intenzione di omaggiarvi. Anche le Corti reali di Hue e di Bangkok vogliono conferirvi due onorificenze affinché possiate distribuirle ai vostri parenti. Sono la Medaglia Dragone imperiale e il premio della Virtù del Siam. Il Commissario degli Affari politici d'Indocina desidera invitarvi a cena questa sera stessa nella sua residenza: sarà molto felice di conversare con voi". Xuan s'inchinò. "Ne siamo molto onorati!" Il signor Civilizzazione s'inchinò a sua volta. "Siamo molto grati al governo!" L'ufficiale d'ordinanza raccomandò loro: "Vi chiedo dunque di onorare stasera il Commissario degli Affari politici d'Indocina con la vostra presenza. Saranno distribuite medaglie a voi e ai vostri parenti. Preparatevi subito! Il governo francese informerà le Corti reali di Hue e Bangkok delle vostre scelte. Vi presento le mie congratulazioni e vi porgo i miei saluti. Ora devo ritornare alla Residenza generale". Il manager e il grande giocatore di tennis accompagnarono l'ufficiale di alto rango fino all'auto e, quando essa corse via con la bandierina tricolore, ritornarono in casa così felici da non riuscire a spiccicar parola. Il venerabile Hong, in piedi sul suo canape, proclamò: "Signore e signori, oggi è un giorno di giubilo! Ho l'onore di annunciarvi che mia moglie e io abbiamo accettato di dare in sposa Tuyet, la nostra figlia più piccola, a Xuan". Tutti, tranne la Vedova del Vicedoganiere, applaudirono calorosamente. Il signor Civilizzazione andò a stringere la mano del padre: "Toa, sei molto buono. Stasera, durante la cena del commissario politico, moa chiederò la medaglia del Dragone per toa". Il venerabile Hong abbracciò e baciò il figlio. "Ti ringrazio tanto! Ne sono molto onorato! Toa, come sei buono a trattare moa così!" Scorto il viso imbronciato della Vedova del Vicedoganiere (aveva l'aria di una vedova fedele abbandonata dall'amante), Xuan sentenziò: "Quanto a me, vista la stima che nutro per la nostra cara e virtuosa amica, che ha fatto costruire il campo da tennis per sostenere lo sport, è stata particolarmente premurosa con me e rimane ammirevolmente fedele ai suoi due defunti mariti, vi comunico che chiederò al governo del Siam di onorarla con il premio della Virtù del Siam". Poi rivolto al novello suocero: "Padre, cosa pensate della mia scelta?". Il venerabile Hong e tutti gli altri applaudirono ed esclamarono: "È giusto! Se lo merita!". La Vedova del Vicedoganiere arrossì per l'emozione. Desiderava solo gettarsi fra le braccia dell'adorato e segreto amante, ma, poiché le era appena stato assegnato il premio della Virtù del Siam, dovette trattenersi. Avrebbe dovuto, d'ora in poi, essere un buon esempio per le altre donne. La signorina Tuyet dovette fingere timidezza per l'imminente matrimonio e si nascose dietro un paravento. La venerabile Hong si sedette ai piedi del marito e, in cuor suo, si pentì amaramente dei propri errori: l'aver criticato il figlio, sgridato la figlia e disprezzato il signor Xuan. Il venerabile Hong si sdraiò di nuovo, inalò la sua novantesima boccata d'oppio e immaginò la soddisfazione che avrebbe provato se qualcuno l'avesse schiaffeggiato nel bel mezzo della faccia. I famigliari non ebbero il tempo di finire le reciproche congratulazioni, che una moltitudine di ospiti irruppe allegramente nel salone. Erano i due gendarmi 1002 e 1003, il signor Victor Ban, il monaco Tang Phu della pagoda della divina Banh, l'indovino, l'eterno studente Tan, il cornuto impiegato delle poste e la signora ALD. Uno scoppiettio di congratulazioni grossolane e ditirambiche echeggiò per tutta la casa. "Desidero esprimere le nostre felicitazioni a nome del direttore dell'albergo..." "A nome della polizia, vorrei presentare le nostre congratulazioni..." "In onore del Buddha, vi auguro felicità e longevità..." "A nome delle donne..." Solo il cornuto impiegato delle poste fece un augurio particolare all'orecchio di Xuan: "A nome dei mariti cornuti, vi auguro una moglie fedele!". Gradualmente, gli auguri iniziarono a stancare. Persino il venerabile Hong, sdraiato oziosamente, si sentì annoiato e irrequieto. Egli, ormai, non bramava più lodi ed elogi. Desiderava invece ardentemente essere schiaffeggiato in modo tale da poter esibire un viso gonfio per davvero! Ma non era ancora finita! Ecco arrivare un altro illustre ospite! Portava un abito tradizionale e il suo petto era pieno di medaglie e decorazioni. Chi era mai? Una volta in casa, si presentò: "Signore e signori, sono un membro dell'Associazione per lo Sviluppo dello Spirito e dell'Etica.7 Sono venuto a incontrare il signor Xuan, il grande talento del tennis, l'eroe nazionale...". Xuan aggrottò la fronte e si alzò. "Sono io. In cosa posso servirvi?" L'altro unì le mani in pugno in segno di saluto. "Mi inchino davanti a voi, signore!" "Non siate troppo cerimonioso! Cosa volete da me?" rispose Xuan bruscamente. "Onorevole signore, la nostra Associazione vi porge le più vive congratulazioni per la Legion d'Onore. È un vero privilegio per gli intellettuali e le classi nobili! Signore, sono qui per invitarvi a unirvi alla nostra Associazione. La vostra presenza contribuirà senza dubbio allo sviluppo dello spirito e dell'etica del nostro paese. Voi siete veramente un uomo nobile!" Xuan lo interruppe seccamente: "Non sono un nobile! Sono un popolano!". "Grande signore," continuò l'uomo "anche se in passato la nostra Associazione aveva attribuito un ruolo di primo piano alla nobiltà, la nostra attuale politica è invece orientata verso il ceto più umile. Abbiamo introdotto nel nostro ambiente persino il to tom, gioco di carte molto popolare." Xuan rispose a questa scandalosa affermazione: "Che puttanata di merda! Di che cosa state parlando?". L'altro, sempre infinitamente paziente, rispose: "Vi ringrazio, grande signore. Sono anche a capo di un comitato che sta curando l'edizione di un nuovo dizionario in lingua vietnamita. Abbiamo saputo che voi usate spesso espressioni volgari, quali: "merda!, puttanata di merda!" e, oltre a invitarvi a partecipare all'Associazione, desideriamo avere il vostro permesso di aggiungere questi vostri termini nel nostro dizionario". Xuan annuì. "Certo! Avete la mia autorizzazione e aderirò pure alla vostra Associazione, se ciò vi farà piacere." "Grande signore, grazie infinite! È proprio una vera fortuna per gli intellettuali e i membri delle classi alte della società vietnamita. Onorevole signore, mi permetto ora di congedarmi da voi." Si inchinò rispettosamente per salutare Xuan e si accomiatò dagli altri con un leggero cenno del capo. Toccò ora all'indovino. Egli si sentiva frustrato perché aveva dovuto attendere a lungo senza poter dire nemmeno una parola. Decise di avvicinarsi al venerabile Hong, si grattò un orecchio e balbettò: "Venerabile signore, a nome degli indovini, vi auguro prosperità e longevità. Che i futuri sposi possano vivere cent'anni di felicità! Signore, sono un ottimo profeta! La predizione fatta al signor Xuan cinque mesi fa si è rivelata esatta. È un uomo ricco di talento e dal cuore buono. La sua fama si diffonderà ovunque...". Il venerabile Hong tagliò corto: "Quante banalità! Non si devono elogiare pregi già noti!". Xuan provò allora pietà per il povero indovino. "Padre, è vero! Le sue divinazioni sono sempre esatte." Ma il venerabile Hong ormai non prestava più attenzione all'indovino. Come a tutti gli esseri umani, la felicità del presente gli aveva fatto dimenticare l'avvenire. Era solo imbronciato perché nessuno l'aveva schiaffeggiato. L'indovino insisté: "Grande signore, che vostro genero, il signor Xuan, fosse destinato a diventare un eroe e un importante personaggio, era scritto nelle stelle! Egli sarà annoverato fra gli illustri e otterrà potere e ricchezza. Avrà una bella moglie e tanti figli. Si può ritenere che il signor Xuan...". Annoiato dal discorso monotono e senza fine dell'indovino, e dispiaciuto di non essere stato schiaffeggiato, il venerabile Hong avrebbe voluto dargli una bella sberla. Si limitò a socchiudere gli occhi e a tossire nella sua famosa maniera. Si posò una mano sul petto e si lagnò: "Lo so! Lo so! Che barba! Basta!".
1. Roland Garros. 2. Depôt (Carcere). 3. Quarante! Quarante...! Avantage service! Avantage dehors!... (Quaranta! Quaranta! Vantaggio servizio! Vantaggio esterno!). 4. Quarante! Quarante a! Dehors! Service!... (Quaranta! Quaranta pari! Fuori! Servizio!). 5. (Abbasso Xuan! Abbasso Xuan! Vogliamo spiegazioni!) In francese nel testo. 6. Cimice d'acqua. 7. Associazione fondata da mandarini e intellettuali vietnamiti negli anni Venti.