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E’ presente per i convenuti l’avv.

Vincenzo Pascarella il quale si riporta alla

comparsa di costituzione, alle memorie difensive I e II termine ex art. 183

VI comma cpc, ai verbali di causa ed a tutte le eccezioni preliminari e le de-

duzioni di merito ivi contenute; ancora una volta eccepisce l’omesso deposi-

to della memoria 183 I termine cpc di controparte con la conseguente accet-

tazione delle eccezioni, deduzioni e difese promosse dalla scrivente difesa,

con ulteriore conseguente decadenza da ogni attività difensiva in contrasto

con quanto eccepito ed accettazione del contraddittorio sui fatti di causa ec-

cepiti stante la mancata espressa impugnativa; il tutto, in applicazione del

disposto di cui all’art. 115 cpc, nonchè, dell’orientamento giurisprudenziale

maggioritario significato nella precedente memoria 183 II termine cpc.

Ancora una volta la scrivente difesa deduce che controparte non ha affatto

provato alcuna domanda formulata con l’atto introduttivo ed anche la esple-

tata CTU non potrà mai avere efficacia di prova onde superare il difetto

istruttorio della domanda di controparte. In merito alla espletata CTU che si

accetta solo per quanto di ragione, si reiterano le contestazioni e le osserva-

zioni critiche formulate alla relazione d’ufficio rinviando all’uopo integral-

mente alle note a firma del ctp ing. Pimpinella in quanto le opere oggetto di

giudizio sono in conformità a quanto previsto dal P.R.G. del Comune di

Minturno poiché il fabbricato condominiale ricade in ZONA B2 di P.R.G.

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per cui il cambio di destinazione d’uso effettuato è consentito dalle norme

regolamentari applicative del P.R.G. del Comune di Minturno, nonchè, il

locale di tipo ufficio è idoneo anche in riferimento a tutti gli elementi di

abitabilità, tra cui in particolare l’altezza minima, che dagli artt. 23 e 24 del

Regolamento Edilizio viene fissata in 2,80 metri, quale quella del locale in

oggetto. Ad ogni modo la CTU ha accertato sia l’assenza della violazione

del decoro architettonico e sia l’assenza da ogni interferenza rispetto ai ser-

vizi condominiali ed all’uso di qualsivoglia condominio, sia la totale dif-

formità di tutti gli alloggi, tra cui soprattutto quello degli attori, da quanto

assentito dalla concessione edilizia relativa all’intero stabile condominiale.

Ad ogni modo, le opere controverse devono comunque ritenersi legittime

non ostandovi alcun divieto negoziale, né avendo ciò comportato un situa-

zione oggettiva di danno nei confronti del condominio o dei condomini, né

essendo in contrasto con le norme del regolamento condominiale in quanto è

pacifico il principio di diritto secondo cui "..il condomino ha facoltà a nor-

ma dell'art. 841 cod. civ. di effettuare opere e modifiche alla propria indivi-

duale proprietà sempre che non gliene facciano divieto l'atto di acquisto o il

regolamento condominiale avente efficacia contrattuale e non derivi un dan-

no alle parti comuni dell'edificio ovvero una limitazione al godimento delle

parti comuni dell'autorimessa” (Cass. Sez. 2, Sentenza n. 5933 del

25/05/1991); inoltre, sempre secondo la consolidata cassazione, la non ri-

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spondenza dell'immobile alla normativa urbanistica può avere rilievo solo

sotto il profilo di legittimità amministrativa, ma non significa anche che

senz'altro rechi danno alle parti comuni dell'edificio ai sensi dell'art. 1122

c.c.. La realizzazione di opere in violazione di norme recepite dagli strumen-

ti urbanistici locali, diverse da quelle in materia di distanze, inoltre, non

comportano immediato e contestuale danno per i vicini, il cui diritto al risar-

cimento presuppone l'accertamento di un nesso tra la violazione contestata e

l'effettivo pregiudizio subito. La prova di tale pregiudizio deve essere fornita

dagli interessati in modo preciso, con riferimento alla sussistenza del danno

ed all'entità dello stesso (Cass. Sez. 2, Sentenza n. 24387 del

01/12/2010). Soltanto sotto questo specifico profilo, dunque, il Giudice adi-

to è tenuto a stabilire se sussistono o meno ulteriori elementi per ritenere

l'opera in contrasto o meno con il disposto di cui all'art. 1122 c.c.. Tutto ciò

premesso, SI CONCLUDE affinché l’adito Tribunale, contrariis reiectis, si

compiaccia preliminarmente pronunciarsi sulle eccezioni preliminari solle-

vate e, comunque, per l’accoglimento delle istanze contenute in atti e verbali

di causa , dichiarando cessata la materia del contendere in virtù della delibe-

ra condominiale approvata ad unanimità dei condomini, compreso l’attore,

in data 10/2/2014,nonché,di quelle pregresse e connesse, condannando, per

l’effetto, l’attore alla refusione delle spese di lite di cui lo scrivente avvocato

si dichiara anticipatario. In subordine ed in via gradata, in accoglimento del-

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le eccezioni formulate ai capi 1 e 2 della memoria di costituzione , voglia

l’adito Tribunale respingere la domanda in quanto inammissibile ed impro-

ponibile, con vittoria di spese, diritti ed onorari di causa. In via gradata e

nel merito, per quanto meglio dedotto al capo 3 punti A,B,C;D;E,F,G,H del-

la premessa della memoria di costituzione , qui da ritenersi per brevità ripe-

tuti e trascritti, atteso che alcuna trasformazione hanno realizzato gli istanti,

né innovazione gravosa e né alcuna limitazione ai beni o agli interessi indi-

viduali dei condomini o comuni è intravvedibile dai fatti oggetto di causa, si

chiede respingere ogni istanza attorea in quanto infondata in fatto ed in dirit-

to, ritenendo altresì non applicabile la invocata normativa in materia di con-

dominio né quella del regolamento condominiale adottato dal Condominio

Bellavista. Per lo effetto, si chiede condannarsi l’attore al pagamento delle

spese, diritti, onorari, iva e cpa come per legge da distrarre in favore del sot-

toscritto avvocato antistatario in considerazione anche del comportamento

irresponsabile assunto mediante la proposizione della domanda per cui è

causa.

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