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GRONOLOGlCHL GRITIGBE

ItUIATRATk
COR UCOHCRTl D'UCHCQLOCII E DI CCOCRAFU

COSTiMJATK

IM Ht r Ci» Ci« t^Arrrdoti llaniabltl

SECOLO OTTAVO

• ftOKA
Cr<MnolUoKT«0a PniilIfleI»

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AVVERTENZA

Quanti apprezzavano il raro inerito letterario ed artistico del testé defunto P. Ignazio
Mozzoni, non potranno senza dispiacere veder mettere in luce questo secolo Vili delle
tavole Cronologiche Critiche della Storia Ecclesiastica, da lui appena incominriato e da
altri condotto a fine; essendo primi a dolersene coloro, alla cura de' quali è stato com-

messo il proseguimento dell’opera. Ma poiché la deplorata morte del Mozzoni, oltre a ra-
pirci la sua illustre persona, dos'eva troncare eziandio il corso ad una pubblicazione si
pregevole, e disfare la Lito-tipografia, che egli aveva poranzi trasferita da Venezia a lloma,
abbiamo in parteda rallegrarci che mercè la munificenza del regnante Sommo roMiricB
sia stato provveduto alla continuazione deU'impresa, c alla conservazione dello slabilimenlo.
Il quale divenuto Cromo-litografia Pontificia c dal S. Paprc affidato ad una speciale Com-
missione fu destinab) a riprodurre con isquisita esattezza i monumenti Cristiani della Roma
Sotterranea ed a condurre innanzi 1’ applaudita opera del Mozzoni, fatta cosi opportuna-
mente Romana e Pontificia appunto allorquando col Secolo Vili era giunta a dovere illu-
strare colla storia e co’ monumenti lo origini del principato civile del Sommo Pontefice.
Potrà sembrare a taluno che questo ottavo fascicolo, primo a vedere la luce dopo la
morte del Mozzoni, ne dovesse contenere un cenno biografico, e specialmente una notizia
del trasferimento da Venezia a Roma dell’ anzidetto officina. K tale veramente sarebbe stala
la lodev<de intenzione de’ dotti continuatori, se la mole del fascicolo già .soverchiamente
ingrandita dalle ricche note I’ avesse comportato, e se un valentissimo scriltoi*e intrinseco
amico del defunto, che sopra ogn’ altro ne può mettere soli’ occhio le belle doli di mente
e di cuore, non avesse accettato graziosamente quell' incarico. INulla di meno pcrrhé in
questo fascicolo non siano frodati i lettori di ogni memoria dell' estinto, nella pagina rhe
segue queste poche parole di preliminare avvertenza, vedranno quell’elogio epigrafico del
Mozzoni che fu (Misto sotto il suo busto nella prinri(>ale sala della Cromo-litografia Pontifiria.
Dopo ciò altro non resta che dar conto ai nostri associali d’ alcune cose che risguar-
dano strettamente l’edizione di questo Vili fasciroln, e de’ seguenti fino al XVIII.
E primieramente sappiamo che il giusto desiderio di veder presto ripigliato il bel la-
voro del Mozzoni ha reso molesto il lungo attenderne 1’ ottavo secolo. Sìa tale tardanza
non recherà maraviglia, a chi ponga mente al tempo necessariamente impiegalo nello sta-
bilire e ravviare un’officina rhe appena giunta perdeva il suo ca[io, all'immatura morte
del giovane G. B. Cucito principale allievo del Mozzoni nella parte lernira, il che ha reso
più difficile c lunga l'esecuzione Cromo-litografica, ed in fine alla quasi assoluta mancanza
di testo manoscritto, in seguito alla parte già stampata dal defunto autore.
Nel programma rhe la Commissione per la Cromo-litografia Pontificia pubblicò ai
Decembre lH6t, fu già significato ai nostri Associati, come il P. Mozzoni avea stampala
la prima Tavola vicennale del secolo Vili, e le analoghe citazioni dal num. 1 al num. 115.

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Per le altre quattro Tavole del lesto, solibenc egli nulla avesse lasciato di scritto, aveva
perù scelti e ordinali i nionumciili da allogare così in esso come nelle ultime due pagine,
e sono appunto quei medesimi che or vi si veggono. Tutti i disegni furono eseguiti in
pietra ed apparecchiati per la stampa sotto la sua direzione dal suramentovato Cucilo,
tranne i Husaici del Triclinio Laleranense o lo Monete c, d, f, g, h, (pag. 95). Quanto alla
loro illustrazione, la sola Pace Ecangeliaria di Ciridale era stata dal Mozzoni compiutamento
dichiarata nella nota quinta (ó*§. V.); nè altro nelle schede Mozzonianc si è rinvenuto
fuor che quel tanto che si legge a j>ag. 9f> intorno al Tempiello di CieiJale.

Le note rullima (5"‘ ), appartengono tutte .il P. 5Iozzoni,


di questo fascicolo, eccetto
il quale a pag. 2, col. 1 fa altresì menzione di una nota C* siqtra S. Gregorio II primo

Pa|>a Ile; a pagine i, col. 1 accenna ad una nota 7* sopra il ricorso de’ Papi a’ Franchi
(nota allegata anche nella citazione HI da' continuatori che aveano divisato di metterla
al num. 8); a pagine li, col. i promette una nota ultima siq>ra la condizione dcH'arle
Cristiana in Italia nel sec<do Vili sotto il dominio de' Longobardi. Queste note, che la
morte tolse al P. Mozzoni di poter stendere, le avrehhero date i continuatori, aggiungen-
done un’altra sopra il concilio llomano del 73i (citata nel testo a pag. 88, Ser. Vili, e
a pag. 89, Ser. XII) dove lo spazio lo avesse consentito; ma essendo questo fascicolo
cri-si'iulo assai più elio non portino le condizioni dell' associazione, si è giudicato di do-
verle rimandare al fascicolo seguente.
Come nella parte letteraria, così nella parte artistica, e ncll’cseruzionc lito-tipografica
si è esattamente osservato il metodo del Mozzoni, e mantenuta la forma che hanno i fa-

scicoli da lui piihhlirati.


Due sole innovazioni sonosi fatte, le quali tra per la pochissima loro importanza e
perchè suggerite da buone ragioni, non incontreranno, speriamo la disapprovazione dei
nostri associati. Ambedue riguardano i fascicoli colorati; c consistono l’una nell’avere
sosliliiilo nelle tavole all inchiostro azzurro il nero;c cii> por maggior commodità dei let-

tori. Questo cidore nulla toglie all'eleganza delle tavole e molto ne facilita la lettura colla
chiarezza c nitidezza dei ti{)i |iiù grata alla vista, 'fai inuUizioiie in questo ottavo fascicolo
apparisce diqto il primo ventennio il quale, come si stampalo a Venezia dal Moz-
disse, fu
zoni ;
il che giova a tracciare una distinzione tra la parte Veneta del lavoro c la Romana.
L’altra novità è l’ aver sottratto l’astuccio come quello che l’esperienza ha dimostralo

contribuire più tosto a guastare che a conservare le legature, a motivo del grande ed ine-
vitabile stentocon che si estraeva da quello il libro.
Ciascun vede, che queste due si lievi, nè arbitrarie modificazioni non possono certa-
mente diminuire il jircgio delle tavole Mozzonianc. D' altronde il presente fascicolo si
vantaggia notabilmente sopra gli altri, per numero quasi raddoppiato de’ fogli destinati
alle citazioni e alle note.
Coleste tavole pertanto se dal primo loro autore erano composte con ogni diligenza
ed eleganza, ora non avranno minori cure dalla dottrina de’ continuatori, dalla provvida
industria della Commis.sione Puntificia e dalla affezione che serbano alla memoria del com-
pianto autore, tutti quelli che vi prestano comecchessia la loro coopcrazione.
Speriamo che questo fascicolo basti a persuadere ai cortesi lettori che l'impresa del
Mozzoni sarà degnamente continuata o nella parte scientiRca, e nell’artistica, in modo da
ottenere dai benevoli associali quello stesso gradimento e quel favore che meritevolmente
ottennero i precedenti fascicoli che pubblicò il Mozzoni.

Il Dirrlltre dda frow-lilt|nSa hitikii

MICHELE STEFANO DE ROSSI

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IGNATIYS • MOZZONI
DOMO • MEDIOLANO NOB . GEN • ORTVS
SACERDOS ORD • SODALIVM . lOANMANORVM • AEGROTIS . CVRAXDIS
mSTORIAE . CHRISTIANAE . ANNALES
IX . T.VBVLAS • RETTVLIT
VETERVU MOXVMEXTORVM . IMAGIXIBVS • IXLVSTRAVIT
BIS TABVLIS • PIXGENDIS • MVLTIPLICANDIS

OFFICIXAM CHROMOLITUOGRAPUICVSI • VENETIIS • IXSTITVIT

NOVIS • IXVEXTIS . AVXIT

EANDEM • IVSSV • PII • IX PONT • • MAX •

IN . VRBEM TRANSTVLIT •

DIVTVRNI . VOTI • COMPOS


DVM • ARTIS . SVAE OMNEJI • APPMATVM
IXSTRVIT • AMPLIFICAI
REPENTINO • MORBO CORREPTVS
XII . KAL . APR • AN • MUCCCLXI
RAPTVS • EST
CVLTORIBVS . ANTIQVITATIS CHRISTIANAE
BONI3 • OMNBIVS

VIXIT • ANNOS • XLVli

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ecoloVm

l mR|iii fatici IfimiC' Q. In «rn/eii \ Mnll 4iTi 'bei 1 1 fn;ii (|r fofU tini ài Imm Itirki
• ainin jli eoìJ £i (kbitufdi s tij^iaro li uci iup: uj^snit n »ain ili c!bl njnife
• b mM ovu, I mimiiii Ii^lì uiUu b fiiriiK- ti ili i»«U. I nuKiiiut li siJt)|!l tilk ^li fi
• si^amr per (l;jjn a iuk b^niH. i mJuii i CiinAu^ù Hi tl fuli^ ;u(reai bit tst^ibui. t|cad» li m-
• Mi h«a;t •
Uini:;] KL. un. IH. I?4 T0U Inù i'Iklii. a. 7 tT.

MBKOfìARILK PEB CKAB'Di AVVENIMENTI


E PFX m:ovo ORUINE I*0LIT1C0
IN CL'l SI ASSESTAVA IL CENTRO DELLA CATTOLICITÀ t IL

SECOLO Vili
II. DOMINIO DEI GRECI IMrEfì.VTORI IN OCCIDENTE

DA GRAN TEMPO INSIGNE SOLO PER DEBOLEZZA E TIRANNIA


SPEGNEVASI APPUNTO ALLORA
CH’ESSO VOLEVA IMPORRE A ROMA ED ALL’ITALIA LA MOSTRUOSA ERESIA
WEOL* IC'0\0t’I..4STI
IL TRONO DEI RE LONGOR-VRIM CHE MINACCIAVANO INVADERE TUTTA ITAUA
B PROLUNGARE TEMPI CHE LO STESSO IMIINCIPE DEGLI SI^RITTORI IXINGORARDl CIHAMÒ BARBAHICI
FU PER SEMPRE ROVESCIATO DAL BRACCIO INVITTO DI
C.IRLO MAO!VO
: PER UN ORDINE TITTO PROVVIDENZIALE
COSTITUIVASI NEL CENTRO D'ITALIA CONSOLIDATO DALL' AMOR DEI POPOU
MTATO CIIIKHA
PERCHÉ PAPI F^ERCITASSCRO QUELLA TEMPORALE SOVRANITÀ
I

CHE NEI SECOLI SEGUENTI TANTO INFLUÌ SUGL' INTERESSI DI TUTTA EUROPA
S. GREGORIO II
CELEBRE PK* SUOI SFORZI
NEL CONSERVARE Al GRECI IMPERANTI I MAL CUSTODITI DOMINII
INTANTO NE DIVENIVA IL PRIMO RE
IN QUANTO 1 POPOLI ITALIANI NON VOLLERO
DIVENIRE ERETICI

CROMM-LniMAFiA PONTIFieiA
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M.UIOV ARMIVI illmlre MeMuu- già tatma iovita coalirenta di re ultimo dd* cala
701 ùvep^cooM Ira ppptpra* 1
rio della Fed«t9> Feikli a cer- Atfrado
i ma- MM Coacilii aaitnaifii

ckImÀm 1 irtMciwnU <). care nfugiQ od nto. vesto ed o- Spagaa 9t).

SuUne al f«ror delle mi* Mitro


1. Mssik luaUco »f(.
Imo l'eur<«T«o4ietlo>l. ili Qermoal pello* de cui fV infirmi
702 Armb !• acorrvm di grino A Rocna i*}. cMcre leisfr to^
Gisolfo duca di Bcoe«.6). 1. iimiM CU Ialurgia >
iccofllio •. Vdlnilo vr»> rieoUle saluta
segiulatu^ppeila al
cavo di Tork. eppelUnte Miai*
70i olla S. Sedo. CobokhMoIo
Fa|io.
80 8 Roma
e va pmlapl-
90).
Mt «fotte
tiuH)c«aU>.«<riv«*l ve^ iarelpato.
covi Mnle«« die rieo» M tuU‘ ajfWfe
emuoo OliM
con Ini;
cil'iiw nò vta> w Mc*ata«uwr«,
HfUa
re dei Mcrri ai porla causa dia. V
gnivoadiro loro ragioal
704 18 Rosa dri aptendert
b tnooscoAT). mdedi Vork.dichi
étlla ùieiMii,
K CtTLtOI rato laoocnaio

Muore si 9 Coaoan *). 1 tllXIIM t V Kinu Srardr/M


guerri'^ru d' sili llNUJSg,
*7 UlOVAM^l VII. gnniiftcato abdica pnma badesudi rprr ogal parte
spinti , divieoa perlarKOBcUttMoi
prwo Masoretate. doi Vescovi iiuUM
705 •i6ulj «gai confarna ai
la sodo ili York 97).
*
CAriIra .
.<(•/«/« di latri
puressocrlcbra
tona. VdfiVdodiTad
raneat Tialljoi t ». MOl Parigi t»|. anacoreta »*).
ili Dorce^ter99). eie la Ut et*
àéUnra T iiHìgao aw* ». tDLLIM
laee roacerd vuai'vi
asaiBro di 8aMf««, culla primo vcwovo di della sprvaitM.
706
'

delk'onliae IhtaiiiIcÙiaeB} Schirburn»*). talaiió pari»’


$ima dr/ffril).
gli anliCbidU ». imntTo
C a Lei ripeta. “l
RivoDdira
Saire.
rvUi ddla 8, !»edo auU'AI* d'Abraocbes, dedb
per «fai porle
707 p« CoM *L ca 80 Moliiaria 8
8.Mic««sKAa< 90^ Ulta:
t II 17 (Hlobra
fS, UttlkTO Feura treivr di Rarco*
^4S|5i5flO.
mi. dt MaOfirU, mar*
ambe, d'eodr
Onitiu rihUoro «Mia tira, n >HKre^«ora
il
IlSigaorr aMe- na, atiiBto da'suoi COO-
frava«la mai. eilUduu. lenb rinnova-
7011 iiMR) di llonu II). t. tlUTO
w Licgi 71). udeali nella re lo «e«*ma di qncita
B9. iOSTAXiniO» siedo
na i'aliiln noiwvUca a t». varRiM t »- larno ut. deli’ tfàmaia: coiiRun obt«iliuua al Pap«9*V
CiiinfV'ilo re itri Hcrd.'^c eeiefarev.di lork,a di s. Audomsra, Salta re dei i,cil H^
Con UmiHliMimo fla-
709 ad iiSa r< amsInMino d*> s. imiio
M).
0 5auir.Oairr h; eperamia di Mft, orfi e-^iio tsosM arresta quel
ra drfli Anglii- lo scandalo di): a Flit-
gli An{;la'8a«MBi <*ì. iK Srb.rtiufO Salta
aper epa* parta SaVMOl
UYIRO dl-lKlr.
%. cg. tradotto prigiano a
Invitilo dilTIsperalorà
di Wigoroin pelle, 1 1 iORino ralssimo. pelk-
beaedetia^ CF, ifi*Aditocifta(o*V).

va a CI*: IratUto ocj vlac> abate di Caaior.
gruao a Roma col cAe parltritU gri8iaRoiiia,i*i
710 «io cugli oiwvi i«p«rÌM. duorcingii'MOMCH beryAT).
al monda la rreUno nonaci
jiveraa la uiraalu i*].
i Coirà lr^l«f^aUl la Cli.
rrdo ed uffa 3»).
8. ItillKnO flimm» da letta
fcrveiili 97 1.

Fiumcs BisiiAM
tergila Irn'cjoaiu Trai* di MiUo» d’fiiflda aaileaaliiaaH». eael/ltta divrnsln
laoi 1 degni d‘ j|ipcnvaiKh pnr tolU lUlia H Saire. imperatore, getta luor
iiiaan odora di sue l' anlico veleno ereWa-'
oe. Torna a Roaia a Inoefrote.
R<|elU k UiUera iiapc*
are e foriena lo, cootr* il sarresàn-
nell di Fili|'f)ir«. lalvlls to ConctUo VI geBcrato:
di Feriti cAe fi
712 d'eresia *^|, Hicoacdiu Fa-
Éaaefpioa» U). « 80 perseguita i noa«
lice amv. di Roveaiu >*). mai prepngftAlon M).
Accutfla BeaeiteUo ar>
f 1 nudilo
civ. (Il MitaoiViylk cai gin*
GlOUim DI Cf
dK bara oente vescovo *d alMta di nalrurca invia al Rapa
ri««liaioae
715 U Tc««dv« di Nvia I7j.
UabaaalBel|io3a; Lettert gpoi##rfira con
cui ai giust'flra deiro.

Rv&eva lattar* dall'impa* inulue prrtcoeerr-Ucali ti cimteo


anacoreta t»).
• djl |Hitnami Cp.
raliir* dell eaipio imperaier
714 Gu<‘ili lo saluta C«p* dM Fdipptcotl).
.Wrrd*ii* cruCMa*!.!*).

t li n Aprite •*). I. Caino


90 8. (iRlGtlHIO il.
Biotto altasede di
715 Caalantioupoli M).
fliveadKa rt<|M CatM, n«
vate da re Lnit|>raBdot*|. i. toBUAino
Accoglin Toodnoa. dwsa pnCaccooM vosco. LCIOLFIIMil
Banera. A frotta mia voraFtMuri*,s*oda di Y iremottUipe-
di
716 delle piu temlMli laBom* poi 18 Friainga »7}.
ragnnaatea I»
datioei di Ibma ma, mttora n
Laogrsa »»).
Fa ricoooscere iaapors* L* rrct Coaiantinnpdi
fi. fflNIlTi
tar de' Recnani Lmm I* apost. dei FiwM). sotitano ihgléo» cuiU dilrmliil*
717 oaureBli.Convartalims I. RlfiMURTO Visita Roflia a assedio, ncom
paterno io MonasleroTri. di Rema. tJioftra mora i7^ a Msaik,
co* nairocali f etb 1! tdeberrioo
Acco|li« 8. Bompacm pr8* tie isroolnlo per 1. MIIFICIO
casgineinaoU».
.
e lo epedsiHi fedeltà osordiv-i)Il t«o Monastero di
te iagleoe. OS praceaaiooe. MatOa-Cataiaa,
al a«o Fri».'
710 prcdiraUire e tifato ap^
cipe 99).
lluriosoapOKloIa
togcmmitsco ti).
C la benigna iv> da otire un so-
statico ai Gernia8l *8), vocnts iibgra d
colo derastate
Biatoua Fambltloa* prò- di statuirlo M). Va n Tarnign; deve to suo pep» dal Loopobordi.
trae roa ebo Serrou v. di d'oada cosfa ad lo dalla tUsoj>i risorgo pel cott*
719 Aqwieia moksUva Doos« avaopHittan i BMawUam»»;. dglio m pepa
Ui paUttfU di Crai* 94^ Frisi tV). CaESoam 11.
I.
j
8 l’opera di
». muouci
notelebra
720 aliata
•cUbo M).

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. . . ,

faccelo VUt 87

L*allln« tmm* 4*1 evito éMm €>•««.


Escursione archeoAofics mdintU
quando e come T arto crisbaiu prcncnlasoe usivrraalawale si pnbtdice («Ua
-•roefflorabllle ri t del

( NB. ÀrftmttUt turiti f btirU It piè LenaiBTo * cacrato da Cbiunque abbia sia qui aegnitn I nnstri posai nella parta trcbealofKa.rlie
ùuiorn^t emurrauU in fwettp &• Macinni». ch«iauflre,e adorna questi» nostre Tavole, e iwaderalo id lento e misurale progrcsao, per
ppU 3 thi3rwt té tmiéfp* fltc3a ^ribnlg II
CUI l'arte cnsliana dtsvriò a gradi a gradi al pul>Uico si Mistero della Cnoo.
»ct P*n . ti énmttémé ba tutta ragione d' aspettarsi al fine trattalo da nau t'argoaenlo del (Ao-
regna «IH ton^oltartli
tonaol>artli71\
fMf/a SrH#,ia térU ptréfTéP, iìMé- cmiiu». Divrru ikll* teagkr di 6. C. t*aiUU in Cr*ct. Ce ne sdebrtiame per-
téii : U P4r« Br TiaKBMapt.'diM'e a Énina VtUts linnneggia Rfugne la k , lanlo in questo luogo ncbiamati pnnu olla memoria del Ultore i rvsultaU più
;

Ti’«><il.iUn, per dare miv redi’Hainotuk<l«-|KriM<>H4*7i;


k P«P4 B( : S I- Il i^Tiine f»U« quel-
ma le mi- D quel resn». rh'«i n<>n rollcpiù
rilevanti iklU nostre ncereiie sin qui vUcniMi ib tale queslMna, vale a dire
VLcheompa IV»> lizie vialIIPupa
||••tll' :

lo «li
p»^ tiMivanni
oppongiMO 7) InJiiitnriii dvlU S. t»ede •! «U
arco TauòlnUo «lai ruroru <ttlU biiìk
v*f ihvi-nih- un da lU-itLaracenl.
,
t*Che nn quiUr» primi rOM MiSecoliV • VI
um 4HmU» Uatu*t E>«0(ll luocn .vi AaiBLatu arq«)i*la Imk si-coli. il Mgrxi della no- I* immagini di Croci enpo-
I ilccmniiik'Lanciilvirdi. come-
arguire rit* iluoi)ti(.- g>a i Papi ivcn;»* di He pie, /laiMiaier#. e da Croco r-mase qiaisi stc ai pubblico, sano por
che coofuitali da un Re {•i e l>*
Vati» m Ruma eìl lu ItAlta, pnnu di «Mare éetU * .
m»*tnH;ro, e da nM'•'•« uherlo-
del tulio veijt». ne allri- lo piu g»-mmsta « ftormU,
averae il btUo: rrgiM »>n U4iir|vit» meoU che prr gradi si ossa eoo aggiunti di tr .-n-
3K‘. non emergono dalle Uv
eoa (fiidl n VKdenti*. nin cuafrriiit dal- andò i-sfHim od» al puli- f» e di glorio, non mai ft-
lo a(Kialane»os»M|ai»ik' prandi u di'l
consrgneiue della nalia li4r-
Tifeiain. inlefe |v meae «li
blico .sodasi i|ue»lo Te- guralc loo rritfrpBiirnte
di biiiNtiniaiv) Il per Mip- bori* do' padroBi loro oA).
popola, della aiil>t«a • >lc‘ nlLMlin»; e sto pig-na ib pag B9 9 tl. 6 f. 7 l. 7TV
.

piaatarìo. In cerca vivo o


conciliato ai Papi I' iIjIIa Imco <l•pl>rU
murU), ma invano 70
•ublinift«i(riB. >1 brai-Bc iinii>i-ii'<i
;T II ii

Ili Ruma c I Italia andavan» l><ro Alfredo re di hnrliimbna tratta


debitriri. j* iniinit «hiUa pr>nctpi-«.ra
frIUSTlNIANO II

(<lrtb> ora BiéétmtU, c»oA


'ut durvazi d cekbrv s. 7>lfri-
enlenoioni} dm ion>|intniii-uiM.4jii--«(i', lo vi'Movu «Il ViH-lk. mn poi ne
rii» l»>n H apprtl.ian r>l«i dri dnmi<
«vaia nasii) nciipen il
fa ' luanlr |M-n>leaza M;.
Iriiao (Il CI*. l'rciM Tiac-
aio rapiti', pr>'par.i(<"<i »> nti
tall i «uliffo de' har;H'eel dis-i
e Lziiazi». liram-ggia
rodiiali, «uOu dKliuraUi in-lla Nota ‘X au>
peggio ebe (liaiUJ <0 Inigse la ntagniftea <li»e»a di s.
I TcH-i>n mi Abati, ora n>Krn|i in I» Cin. Batl-at» in Uanusco*7).
giiillerra, la*«'<.in<> •'-•.oi(»i di aavia «>»
ilerait'n'.'cu'lbr.ire furvcnUcuotr.iUlli y FlBSlmenti». ebs nrl Coma non d*e punto r>-
iciictMi. U‘n.iii«-4iini di lnro|i»lrir r<v AaiariTo rea(iti«i<<* »tla Ovninrianegli »«>>alli de'Rara- Secolo VII c'iinnca ve- pugnsre all* suturili di
iluaaue.ad u»«('>«mr«i .iiiii U'-i di-Ua S. tb^le II pitrinioniodi'l* ceni < onlm i tkti dulie Spagne, drrai nei puM bf I irAna' quelle Uslnnoosanze Tin-
Chiftta Koinatia ii-r lt:i rr<c^r«UMr à<ÌU l' tipi i>iM:,ii»uvpatc gU e pnma contro Ci'uti da que«U na'liU.lo alt» L«i(<n dilla te Ddiineal--no»lr r>. il qus-
PaafM. e auiJa /««luro deruéie ** dai *!; UinifiUnnli "<luLa m ila MounUnix Ma Croce, l’imir iene ili t-oi- l« * di di< luararv. quan-
lruv.ioo nel c»nte Ciuliano un ITO. sedo i>rr altro il Ini- do 0 come Tarle cristia-
Il Pirk He: J. II. Si<iamo papa, or- lite '.muno a*4:ile i flul-
vnlorofA difcRtiUQ di qud po- prrsenUsse otttrr-
dina il riftUuro iklli.’ mura di flixio, 8.vri iClie Tavean mar
stoenhap» n>nil<>t>v uta oa
-‘I Ualujfdu**!. pag. HS, K| i-.iriM(fne éétmtfnle al publslli;» cul-
provvnilimrnto luU’ jffall>> proprin di «iM Imon .itia toma rolla .

volle colle m'-irlm ri>w lo la dolorosa Imagioe di


ebi ne au priBi ipe dnminanb! •‘P peggvtacr 7"i. Citisi*, e. a quanto («are. C c rouBilD inCrorn. ,

I devoti Pr/Zegriaa-Tfi « ttéma. (>er «»• r»i ferro, col «orco e cui Tiane. ciUa delia Cippaitoria, m monuiMiiu lùtanto Ora nel Secolo Vili ia
Mtaro le Tonili'' ik t|i"-l'>ii. a> fuoco piiniMe I Rave»> livten-' gcr<ladi'i "ctraceni. per pmali tib. pag. 7‘i' CUI eolranio. Cot- Guù
Itane gnn.k <'•l"l•rlla ii' r T •••*' ni|»«o n^ti «li'ir tiiiiiuiii' umk T impenna de' nurali di bui-
Ciu non nerljfito U siy STo l'reci/lia* dovette es-
'
di Prin« qii e di Ri*. M-trn ncil>-n>|H» rcikvaM bo ** «rammenl(iv.iii> ru erclm porsi dapinluttA al cul-
i i ofl' «linunu II
D«l, file II riTiililailO, (le .V-w-^n.inn arrheohtgKlic. cosMcbè to pubUien; taBlc mbo le
pure la liella moiriUe : dniiu
SniiimoM di accendo ral- binltan» «pingii p<-r vendet- ronrorlatr da copia di anbclte In ogmi che, pel
mmant Uttmeté 7u la N. Scilo I iri a I (am'UM ta I Sar^iccni n'.-lle Sjiagne tu>r(. nionunicBlI «upersUti carature • gli aggiunti
CtniUii TiuIIjiii. invila RiZ'>rx|« e«arro ciioUi«U lUv nulla toignoii sll'antnrv dell* arte. i*c»»snnw ascri-
lu'itw il Papa a U* u Cimi mcrih-Ahi omunlii oo U degli antichi Srrillon versi aqu-d'rpoca. Per
Prnno riaconlro Uoeira de] Pmtié ért pii 'li al i'.-ipa •!, Eccp-«o«lii'i,. Il' appa i- recarne na esunpiolni
1 L.1 >picii «Il p.ir1e ocrnpaU I 1 1

He4t. quale wnagKe^ rv*>’0'ilo al Ri IncniiMiki Ku> ci«»*<j Im S.ir» Ili, vini lUin ilell’ ef» I-. •
Uno al culle esterno del sup' rsliti. abbiaaio pre-
m<ini>l^atuBco laddove aia qui fu FILIPPICO h imii.it» lioilng-». ultimo re dei
CroriUsso, predicalo m se élUi r m-igne cimelio
nio comune ai Vetenn i,5*j.
.

crelico a «ilulleru tiMg.dl tilt


alcuni luoghi hiso ilol Su- della tAixt M
VcLLCVSi,
colo IV. e |ief-> sin «T al- nproiMU stia meti di
Il Para Ri: (.Tll. £dL-i;nn diron-i- Rama noi riCAniì«r«*l). I R»iru>ii> fami» ilipingere nrlU lora dovuto esprimersi tua grandetia naturalo
deraziocie. <lin ri'«|MnMi'ii<l>> d Papa k AatMuTa II. CUI ciato d« basilica di vau Pvetrn i pnmt sci coir erte |v. RuU 9. $.1 '
dalla cupa Borgiana ttl^
Letkruikiriirp'r.iUire lili|>pii a, prr- AvveitvD». Nu»*i>ni>*A). làMnlii gi-m-rali, miinumoolodol
cbdrrr/MU. anclie il l*i)i>dii Honiam lu (Jltidiro t*i].
Ciulpraiido.
•e sconto M giog''. rKULanilo armala Pt-bnio F«Ui larrcna i progrcMi
meno di nct-veru il nuovo iKicn di Filivpic». cavati eli orcibi i{«Iri s.irari-ni ni-lk Sfiagnc; s
Roma, inviato da Tdippiro. Na poi. u- caci Mi» -la CI*. Il liiMin .im Ua'moolidcir 4«tuna pic-
diU la caduti di |U'‘>ti. e rmaalza- ANASTASIO «ilunia forte rcgii». l•’•'t•(Lltu s
monto del cattolico .tn.ivUt«o. i H»- Z' Inni.- I «llidii 11 ,
I
amarli lialta |«rii>«i<4a t'*t .

Biani n« ferero gran fenU; e dn{>e impiratiirr mn» t»- Mulin Pipm»ErT>UII».nK>«sior-
che fu ricD'-u» ni Papa la rrure->*>ioo »!•> le-ila Pr»h-»win di I' diMiiitilri Re faimtté in Francia.
da Tede di-l nia^vo nK.'-ttjrca, d tinca de al Papa; liefl acndlo
Turbile nze rivUi tuiu U scoB-
•n^nale puU* iavCillani Roma, e perno dai fl•Mlual "* m vul/oMo lini Ik .
OuesU trace . lavorata tosto qnssto moBumrado
r Lvnrro in R»reAtaa7l Qu-’-ti ntn- .

«kitU iKditico-rvligioM fa grande ona- Litrmi.viKi invaik il l*a- Carlo NarU-ll» imptiTnole , k tn mode da piirr rsoere ascriver* ad uB’epoca. in
portala sopra un aste, a r«i deradimento ^t-
re agli lUliani. e«l Rapi »
p«'i>li<' triiihiOirt pap.iU «fHI’Alpi rvdiiii ptwne. regge la franca
.
mo'drli’antico Labaru, u
il

T antico s|'fendor« noB


indizio cerio cIm la Fede r«rMir« «La- C'iri'.- M prv'nalu da !>. I» r 7ii anni ; e|Hu a pero inbo- i

rompone di lastre d' ero. era peraac» roBsuiMto


va m
rima a luUi pen-'ien Ioni, e che (irvgorwll.glic-i rende>*| »la alla diMiphoa ch-ncale lUR).
i
rinmle per guisa, da ts- Lr quali circostaoae »|
in Unli> il Papa «U n«-r lUvcmre Ri-, AvKTavHidi-tivMiiisak
r.ir»alda dura di 5p.iic'lii <n sriare iin v».'<to interno. •ergonodBlla parte Ogv-
IO quaolo H-ona e T Itnits uno vollero
lamuiiKO A'iilM.-llipuce pa Cla-4« di Ravofloa. ViieH'tv- Fregi d‘ oro in rdi«vo. rato. clT < perciò la |nu
per nula conto divemni eretiche.
TIODOSIQ srcA Mipplia re l.iulpraod»; « combinali con lortbie tmportantr Lr figure so-,
CMlturcJ^oncail'jlico^Hy lurUi gtiu la (a renilerv '*7 tutu «Toro e con pselre no tutte bioratc a smal-
di vani colori, danno al to, di CIM T>nris«r« nifi)-]
Il Para RiS |T. & CatonaM Ih per .tbdira e si fa monaca o**;
; I Saraceni premlono Pergamo
prezioso (ira- ho una Ut piva il suo intoglio; e. co-;
ncuperare ratulln di Cnma.invuao
il
ICONE tSAUNO edanvedutioi.l'iu" v-rgio
qual* eleganza, thè ds- merli-' os«>a ne ssa Tin-
dai Longibbardi. adopera I* nr«- k
iitncia regnare con duca di Mi iba pvuva»i a tramo re|il»rs« proi-na del n- lernretar>ii«va tuasiim*
ghiore. T
le minacce dell' ira iti Dio, gran pn-ia o viiloco. gut- pruitlto: ma indarno
sorgiinento dell' arte, se
,

delle printipaji. vegliam


V eiibitiene di regali: ma Uilto indar- ramln •iicu^t-idireilltUaU
C>v«lanl<n(ipAli Ulu-rala dall'M- alUer irvosUntc ik» per- però darnr illustratson*
no; 4* linai mento i« armi del ikea la Tede Catlnlica, ad «>p-
impenak di .'topoli, risarcendok con imm-imIom vigaroMuiea- •edi» de* Saraceni, ptenvmoolo
sisodessero. doversi piu completa b'-IU Noto y
sharagli;ili dalla manudtlHo. per
70 libbre iT oro (4*1- lo u saraceni RI t mb IC'^lirHM di Menu V. ili) a) Parte aatoriore. Il cc-rp» del Dinno Rndenlorc dcccntaa-enla vslato, *
Uvnar calilTo {•prx'HUita perciò col lue mmlKi cnicwero. p^de aatara teso dalla Croce d* uode un rara!-;
Criklinni.c da molli mailin al toro d'antKliiti, poiché soùnienb» nel Secolo X T arie cmtiaiu <»ffre oso miHi
La sliiuo (anno I Sa- di CaisTo tpifété <H frscr | v. Rota 9* $. Il t. C cenfllto ron quattro chiooi. >

raceni nelle Spagne tOi. rd I piedi poggssno sopra travicello Irssersti snclie questi Mgisi d'anlicbi-
.

té -.ili.V Al laU del bivvu Redentori; stanno la SS.' sua Madre « il gtonrwo
Lzora aesecia alTùiipero NArto Chilpervro. i Francesi a. Ctovsnnl Es.; sopra a solto pare sieno figurati il Pnnrtp* degli Apostoli
il CMlantiQo, dutto danno a Teodonco titolo di Re
figlio ; e EIcna imperatrice, rekbre p«l htrovontepto d«lla *. Croce ih {. lilj.
s.
r«pr*BMM I il cui rcgM ma nel faUo oUieilitcocw a Car- Parto posteriore. L' AgoeUo, aimbok di Ccaù Carnve. * raffigurato nel
a'
per^ d) qui comincia *9;. lo Martello nsgfKirdaiBo ttt;. OtoUO. « BOI quiUro Itb I Bimboli degli KvangelitU 'ib. S 17

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,

òel

i. GaC««>fMn II pmfniifKBj S. t1LFRIpn/M «tinla «


nf«»rdi
Dli-i cwl'Ui»tnB*a lul'- »- ranU' cixniw-rcin
violare iW-l j:nnil«
r>' lu4(iBt<Ud<!l mQlr.in')>| >

iociibli-»no
« pvr»cei»larl< t
{<«t:i94 IjwbcniMOiliLv I

luti*
prìnùp« Arot>a. »U(Sio
parewdi^in^u* 00 un ^udev
itT). Lgcc»<**ì.
siluMnza
'.iuamatii a Rofna A- D<'ni' ^O.lMCkE
iuiK l'niiJiBave>c.ffy<« . rnmn.I-itA ,t imkra tjiwn^t Uf»e C-iifv'ftiisfct-

Mndifil'I'tIlaUcrmani ,

Chsiiana rinnopalo «
Dl*.TANTI?«n

: ralnarchi <11 TtlijtHmO S. iiiUif* <lMAKa>1«! a


Ji Cniiiftmlor- Areir.di Milaniturli pregevoli M-ritlur**.
•)>
LEtiKE ISAURO-
ddlu kiTO Dio- |'ncf>crvanu <i«‘n- Irn ciu. ollr<i le Omlù. cmMarcs imif-
Qtieali.
li anil>rt>»uni > '•-•iki iU tni'M>no-ir<
. U
pablthca ediUi'prut*
Ci74^ ROMANO III.
hiaro r«id e rna.laaiin,
Ondaana I' eresiai
nrf/x.- cixm; id<ilalficn,»l ealf*
ikoiKKlaaUca nz)
laRAi'inRCfxlo allh ere
r jmriiiMliile fS. UlkllTO eAe ÌMlnriMnl («Ibi ilei- nrliii-icfliiBieconln) I'
dfl‘ pojwlnu- diLKci, pr«pjs»l» IcyscrtiliiiciinRiTii U'].
iolcrtea»Miie de'SaoU
Li? i|nati Mmo |>«r: 'Itlf- « h lenerukiCK dflDa
>L‘ t.-|tri'Ruim«ntR da RelNlw» *I7>.
k tappaUe S. C10V«>M bAlUS>
(iiKi t In.iji.'Hi: ii.it-:nM t S. AIKILrO di^rt'pold ili uOTii»i't<o
a-liif» raleda' ftiiRi^lri nn- T«sc»to d'Ama il;>>iBiio 170 ciinlfm-
fial' per ucciderla o All >kl nimu->Utr <»mpar.iliil) dr«UMi,9
K rIopncinM IlO'. di !>. VodMtw *W|. nifXliu TraUiili *7*1
Va inciiBira a LiuipraiMlo UlUVAX.M OEMr.’làE
cnllt-(taU> con Eulicliin. o «Min li patj-iar-

ki tra««i4A di 3s«alilor« ca n
in atoica l*7j. i>TeFA.V>

Bik.'IU U
Mliirebnodi- s.CERIU.’lO Cp.i»^ duiiom dalr^c". * lxo«t Ititmo. adunato
fh^^di ADaataaio.twtriftf tetnvito di riniiif rxcliisroiw de' lue il ransiplM nDperwIi*.
fa inlMwdiCH.eira.c l^ì, *« •« sprilli originali la »ci Iiroflialga un humaiJo
nii’uUiloa«ini<»niac«i'i'': s.CORAIMaMi'-'^. UUur»Uira '7* derrrlo contro le *ocrul
Immagini Aiej
t » 1 1 FcWiram »M; ANASTASIO p«udof»-j
nOilANO
I.
Per la caoaa di Giur-
91 . s. 4:He(. 0 Rio III Inarca di CP ihmm da
gio Prete MA).
roiMccralo ai IR mar- amhisinoe applaude a>
(Il ini(k»i l'A ROMANO ||.
00*7*1. AcAge Urlalo ioq codardi turori dcil'lm*
eolieciiiidiiii all’erevra
coanclavUrA,
i*.

ebe rom4 twitaGrcg III


, -

J Uiiclln t'U
— - -
.

ipemtero *'•). Cootre plil(OO.M&).


ROMANO 111.
.
Ordina FoIBch) divi-
batlu arnUi •St i.d &. EiiUCRTO GofiCSCALOO diarna<i
ne nella Baailicn Va-
OAli e lUKI truN
coi bui. adoreando lii elcUoa l«Hi 177^ I dil.ieci I77i,
tieaDB (7« ),
‘ ' finianperla cju-
cliii'w di molle «affi i.,, EliDin ni'Miaro ingleae.
dulk «acru EREHVOLFO
Itnmmioi eIW«iui«t3s- aei«<rr«^ Ita
.w BAIlToLiiMEo it»ruici)
ImiBagiai >U'>. tPRla di riroodarre i Rm
u.p, .te V
II. I.VI. iin. tura, Inu.
Me come le prime i»>
^ I
Mfo, aulorn ili uaar''n-
fuAiizioa«d«ICoraiiot73
vari alle prabclie dell

•crorrc S. Rtiatr acm. e


RitinilWaa'reec <iik1l-->iJi TS.TATYI.NOAixìt.
aver «^interinato Tati ino di CanbirlHir; t^U;, •eo«iUBicoU> l'auloru.
prinvib) e Vie. Apoanliu Segse eMin^ io »ul naacere
luUalaBreUagiu U viTElMO IM;. l'if nòbile ernia itO).

'S IPAZIOt.ioAsm]
7a)artir«ibi;A:.i*ii por la niolMwiiae. li
•PS, KTEL»4l.rnj vnriotà. e r onsinaliU alicU delta c
diLuMlivranac'A* .e .Idle nrere pr-uu Uilirufmkev
K. ACCA fra gli artiUiin iiilu'i «I deliRi-Ate m
Ad i»tanB3 di (htilooa
HneelhlaJ »dr «|U»«it'>SRCuto •*>.; t}|.; lonato iU(Ìi i
DiKz di Raviera JutiMiv-
I

lagltdlerr» 'di;, nUnn'oU prffió rhia ooclMli 1M<.


•imw alla S. !ÌcJr, coaia-
I

t& PIETIIO malOibirnicliloA K->n)


rra vimcovoVmlooe l^> (Min (.anlMrc tIfUi

Digltl.ic<l by CiOiwlc
y

Secolo VUl. 89

TavteleRte «bumM EtteinyeW<wi<


fusemi..)- IMKIA^ parcM ai dava a baciare nella Measa aotaoM dopo à ViìrbIo.
^KIB8a5^ -inemarablM»-
I peresrnMifi ad fiaiiM Liammo
eoa pià ao* luna cendettltm dn'9»ne«Bl
raa appanscenu l'ordiaarw umuo. vara Ht 8 « rapnma la •nrclia Tolona. Erse, duca i

ondn |iiai-i|u« a Dto iafurmars le spf saairaioM’* coacupiscea- Aqnilanta la salva a uotiRca
rito «Il innili seneroM persoaaicti. p*s* ae de' ncchi MI). felicn evQBto al Pipa *>9 ).
lirolarmente laglesi. che ri allinsero
l'eriuro tfki ili pcrfusina* «nnarttica Arcnglia ad oonra I Gtudoi a i llontaaiftì

(sciialii di Inali beauOii a lulla l'Ci»' s. Vesr. CorbiAiaaa pe- ao dniriiap. Laouc costretti
mpa regrinatilr a Roana «M rirevere o piu Insto a pralH
.

nara il battesid» » 9 i)

La Vitonna Apn«4oÌir.» ilt S. Boair*- eoa aueee lecgi PaaaosT, dura Lonpohardo, R Vieta
mCcrtn 8 aia,é|Kr
r*o, It-a.iUi (HwlilU'ie wslriBwaii prmiiiti dai rt«pelLarn l rontni iM Frùd
i

•i* ().!K>-Un ih pmlaihJa CMudcrationi sarrv rannai. ad «staota seti audaci Scliiavocn ballali
a litUi rf'li'Kfhi rh« I v^->raU di'! fspn. fot i Lauriana 9 H«).
ciMtiiniutK! •iHla S. Seife Oli vi-|t* aiBMteis ffpal recinta-
L« Ni'Sioai nella Gortaania
u iiimI fuale xarehiaraao i hira rum Rrf rf Sorrrdsfaai dolalra compenuno
>

tr(!a rena la Feile e DviiU r«f 5 *')


CIstaH b
la ki I
dalla grovi perdita Mdl'Ania.
CiUnUa' Vffiitaao la fivri-MwiM m neH'Afnca e ualla Spagne 99*y
giurnU iJ-i iluii itraadc hIU to«nba Ji
6 l'ieiro fliia crt«M«»r« l'aUn «i^ane.
. La r*lH|aio di H Acostbo Ir»
su CUI si fanila il Urtile eeclvs»a«t«c* afemlc di Sardegna la Pavia 991 ).
di'ir lll-:ins||iu ns.i. AHra larursione da' Sarareai
SpoRnooli nella Francia >Mj.
Tricpa islitiixinus d«Ho raUotirh* nL lovade re«arralo: oC' L' editto contro lo sacre io»
ferì» >hil Orssr* di ms
tMr*. iloruln m^io Ruveoaa «««i; tn.ifftm muova a nbctlmnc
'
* 1 m
«lui Htnses. TnbaU iti fede. «Mia ph P beo prmlo r\- |M|HiU della Grecia a doUa (M
Sture « lU rK'MOsteHSa resse la tolta «lu'GrMi ciiiraiulfl, Cscladi «&>l,
S. Sesie 9 ».. rhe Inr procura il Papa,
fn»|wnti «Mie chipse d‘laiihil- do' Vtaraum «« 9 ).
I
uraerula a pul energica Più
iir>ùib 4i»4 C« Li «ruida sUlitlila
I I
rmroioa angli lUfiani.pmnt la
ima ptT sii lasls^i. «d fsem ili ibr In vita per la difesa del<

im diM-rriM ri /Mr esrAafsr* rrsd la ratlidira Fede a del H. P^>n-


vrmàrrmi mr fesd in rreUun énflitam» Viw*o dalle rimn*tr»n> tHi' e. mtiirno ai quale con »at Lavora fallo per ordine di Orso Duce longobarde di Caneda, verso la seti
tin$ilrmm nai csf*«fir«r mnUnli CMàlrn- I» del hipa, fit rttn- dn Irga hi •kUingnisn, misundc dH Secolo Vili. per la Rasiiica di Cindale, dove anche al di d'oggi SI miP
.

rtmm éurtr/lmr, ti tir tn fi4r tinHU faune il casklla di :!•< qu*-llii venire hi» rU. rhe ap serva. PrrsraU i medesimi caratteri di anlichiis rhe la Crnca <ii VelMri
ed pmpH» rrmenren! Ir» »*•}, IMiRwIa sopra la feeligmna {Tralo p H 7 V Lo s|)igra& sunnono COSI; Um$ Jlatarrmi Bus fndirimn
il Paptlii eldie noi si florii Oraar Pur freit. Mnlur ea Rfiiu faau. dpMfafr eeee Mater tua Vnat thu
t'ssi He:
Il V. 9 r.Mcna»» Il !»< cnllege braltan . viU ne'Conuini i>u;. /Ieri prarrrpvf 4 dMira Rana c loagino. a sinmlra S. Crovanoi e 8
matiila » prim'ipali di’lli riUa e deH'e. ceir esarca £olicli«o a' soldato eoa is spugna wauppoU d’acato. I simboli del Sole e della Luna
s<tirria di Hunis a repnniere riMli danai di Roana 91T|, i dcnolMO il peodigimo eccliMÉ dal primo Ci ai appalesa la imperfationa
^llj_Tmcia Mitamiu *2 lj. deir arie peuMO i Longobardi iv. NoU &.* {. V.).
La éttfrtu» dnU da K. GtrcnsKi II l.tnRB ta alituiUere Tit- Cresce la 9 rni)Ì prr 0 nr
a'Onnsnt d» uinlrar lu n»»n dopo li/hnnMttt e aidimrin »c*»!»a
a'Calliiki dairunpeni- ,
FrManieadl un CoaclUo Roaia»»
tl tluarUt Krsila di cii«vinx«iBiU. d «a re lasmii co’ruMmli la loti:
(coiuKlasla «•>). celebrato da S. Crttorio III noi 73 S.
cliuro mimuiwnlD deir atiinrila Po«* Rihlinln a di 1 .P «*>!
tifiria circa gli irapudinsiiiii dirin»eo-
tl tSd L PcRXinranilo aell' arn- I Sararem. gb padroni «M)
ia. oilrafqtu e MiiWnn della Si'Uunania ( Gali» GoUcn
in i nrcrni l,i‘||:iti
i che e N.nrlM>ncs« ), CHpiUoali da GRECORlVi .'.iVJMW. ,

«pi-df<niAn per b AtHlerame.


raiisa deUn Fede d Papa
gli
AEpSTOLKVMMlir; - . ..
Il domma catlelicA inlnmii al mito e intU
della sacre Immagiai. n<ia'lii> mltiriio
1 |Mifiidi della Prm

viarm imiicnalo d* lla-


ir.rmiari ad inli^nre eoa niag-
ginr furia la Fran« Carlo ar< a
SCÌ55IMIINTtWt^
•H'inlrrccasincHt « in*erai»oae ile'S>ia> va.*»)
tetto 11 itwnpu ron inipeau POSmONlEACr/AEANlfel.SD,,'./.-
U a nlU teneratieae delle htne reli- alragn a Poilicrs 9*3 ).
quie viene la qiaesin secolii m<>Ht> ben Oiollsra. a (dono d'ia»-
(MlRAMBEATIPETRtATOrro
ranf'sfosalo ^l••^l« dndn«i<»(ii du'Coiio-
pid' Olf leoiktla.i pilrv
Naufragin di poderosa Rolla SVBlNTERDICTVANIATHÈHBt
'
I. itagli senili de'fadri e dal saazuo
ath'Atila da Lrunc Aug cooli^
niorm della S. sedo 9 t*>'
da' NJrlin 903 ). x'inliro r Mlirii o
riLtÌia 9M).t;h avanti asaalgoe SCTISSIMIEPISCOPIETVEf^HIL...,.'.,.,/.
RaveaBè; aann ratmab «•>). i

altre dinrrsi dal palnan TERiRESPONDER' OUVCI.......


Il Fa»* Rc:$ V| S. Osicnaio 111 L calo romaoo. iKim-riilo I
nf liheii-iire la nivinate Bura di Ontn- Rnrvii dii loitrmevolo TERDICTVAPOSTOUCAÌ ;WCT0R[/„^.
rnlla
Rtioia; e ritemprata
.. CiviUvut rliia ; nvinm
ma
qai-lle di
gnH.*« s<ini-
scMBa greco «V) HAECQVAE5ALVBRICOW jllERATION. 4...
OH) dJ Dui a TrtMinnaln H raslcllu V1SA5VNTSTABILIR10I ‘^NTNEVEA....
L*rwsAipb aaacUa col. Morto Case. Ciato Maavaue
di Gallesi', iia<ivan*>*nte lo incorpora
lega »r| regno il nipote s* inAiguonsre dell' AqaiUn«;
QV.5AVDEATEX5ISTERE' ".MERATOR
al ducalo romiiao 9 S 4 t.

JlbrbranÒ 09 i«).
su ne lasi in tl possasse al dura iCREQORlVSSTlSSIMVS Af. EAriSSIMVi',,-..-
JsALsn.rtljliiigandnlo di Rianra
rfedella a se ed a' suoi Rgli«M)
TOLICV5PAPADIXITSIQ'‘ ’.Sr.ONTRA Cl...-
B^lla l•*tt<^>'>nl^asa della dollnna e
rjlira della Oiirsa ri|;«anKi a'suf-
RRMlEQIOEFINITIONr ENIRETE.MW.
Ksai ile'ik-ruiili ahlmiiiin nelln panda WTANATHEMASITETR
di S. Gatfrisiii MI Searia aie temi
CerfrrM. nf faiafan pr* raU m*Huit NESTERTIOANATHEMAITT,/
trrt OrùOoau agtrét a9 /afUsra. t Tcnaoatc* IV «li Cml* Nuova incursioni dei &iracr>oa
far enrmm mtmnrinm fénnt prrsOp.
lu. re anmioolade'Fran' nel metaodi defls Francia, ,CREGORIVSCRATlADIEf*f)P/.S
rbl. iaterregno di »ai aa- ntaove «ilUui* di Carlo Ri
frr ranprair or .tarmdM aaaMii pra
.

mnrtuu ctfAa/KÌi mrmrrtnm /hrMT rf


letlo «91 THOLICAEATQVEAPOST-
iafrrrrdaf. iVtia narri prò haprù. fasi LiumAsanvago di coa- AiroMO il CaUnlico snccada. .JISROMAEMVICPRIVILCu.. ..
»u nPruftau fàtratl. téit faid apcrr quistr Hconsinria dopo Favda. grande P«lt<io
Uuét! «90.. scurrvrie u la
. l«
drpmda- nel regno delie
al
Aahvie >W).
ìQVFDr ,/ ...

•£[ La prima parte in lattora ptcne 4 tratto dal frammealo snparsbte nella
Mem'vanda risposU poi nei durato roinano Cablo grotto Valgane; la secemta dalla copa originale ddl'Alfarano rha rida 11
di due iturhi Mtarnio accorra in
Lnnsotiardi a LuMpniadn. che pres. Hao a Home >Sd; : indi Provaeta. e coiranilo del re
li
Frammento quando fa doravalo; li Irraa supplita coir avuto deila raccolta
aava ili far gurrca al l'opo: V«| aaa passa in Pmvnaaa eoa- LiuTNiAnao. suo oUeato, ne ri H& di Piclrn Salxno dal Ih. Cav. De Rossi, da cui qunli nonumrnli fi»>
mnrfm* imppt ronfr» fa a fAtrai di Irò ìterarcni 9«i).
1

cacete ancora i Saraceni »— i


rnn.'i dal» fuun e dicbiarali. —
Vi ai mila delle aacre funiMm da comprai

Rio r rao pópafo prtmhnrt, in nn Oratori» che S. Gregorio III fece «diBcare nel'a Baailica Valicano per
if . prr-
C rkhiimU dal Papa di Fiere lerramuote e Costaalà-
.

tM da erra aMiaia ricrrafa enorara lutti insieme i SaaU; e in cui lece msportare il maggior iMiuero
te A- iHo Chiesa ro- nnpofi a in altra cilU della Tra-
restituire che poto delle loro raliqiuu Cosi tl Ponlafica neo contento di fulminart Ter-
d«9M|.
mana Riera RnuiarM, cia a della lilinia 91 *).
. rara degl' Iconoc tnb; di correggere gli erranti, a di rrnvìgorira i fedeli u
Imvm ed Orla 9M). argomentova anche d> npartra i aacrdHt dei prwai te. Rota r>.

Digi i-.'d K
90 %esto

SduMtiH

ameKTi!
hDfireTittoiw » aiiborn**
n I Fn»cl>t.a«^piBA-

do a Raponiitioac os*
itiiivl f>rrari
rfìdlro la Fede. Se nOQ
e!ic ikiuiaiU^ da s. B»
tiifaf )u al Papo. ri[HirU* «TiKiij1in&re
nn bt-'A tosto il niurlloto UPT!>È>«
CWiijoSMj. dociptìnaro Xni.
ItnNiNÙ II

cofldanft» Aii-iltor
e auoMoto MS;.

CDUMMCd iti

per eerniuro la»»


lenza del P?pa
m aovisiMike »
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111. di UnaiWa»-
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Canoni, r-he f«naK
la maccior parta •»
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matriiBMilo mi;.

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Setolo Vm
• ^piiBaA5>
IMPCRAIVTÌ)>
•meiDorabili
più Crans
di
la
Ann
Baaill» SI a. e-Svatora
efsrfeo. Fu adiicaU mene U eacelo
couorte di Desiderio Re dal Loogebardt lasigna avaeti Usilo per
reiufUM di S. Clalm. la cui poi l'wtitolò l'alligao Maoasterew eba da
!
Vfll.

Paolo I nel TdS fa privilegiata di «seaatsarlV. Tasto aa 7U. Srr. fL}; • dova
Bra-di n
par opera prianpalmanla
91

A ttMAiAriaru (U %. ZHCcarìa Tele- t Lnnn leaeio. Erede Ceesa di vivere Carle Martello, a Uso ai consKrafono moUe regali doone. Ora A destinata ad uai protoni.
ai«iM <k'fapi nnatia afatb> nkJipe»* del Irono e deirempioU lascondo il grado a* Égli Ctrlo-
denta itaci* xnpenlari IkitanUni • dai OOSTA^TINQ IV sianno • Pipwn •(»}
3cnDgTa(ta d£^o0roriA
li>n> l•«nl»lrl UIPRONIRO 17*ì. TretAmemlo di Spoielo e Co- -rlW»
.
ihppriacipio poricoUnte descalca di Rcnevenlo sfMKln-
per la nbellioae di MO
alalt da re Liiitprando ini).
«i
i

cognato AaTaaaauo. che La Qncsa di Antiochia dopo


•ccUflieto imperetare a aoai di Sede varante. oUieflo di
eleggere a Patnar\-a il pio mi
N«l CARCtlio r,«riBa(MC« Il el9é«i de* il figlio luccroao naca Stefaao. E quella di Alei
creiti* « nnfetMf <e»ao parnlw it) Ne Coetanttoo.coi davano sandria ravredemlost dal Moni
e. Batufario |
éi ttUr serbare rtao *i appogfio le imlttie deU* lelismo. cbe da oltrv un SM-oh
termiae éi aottm i<Ua la feée eatta^ Alia, nnte p<ù batUglin. le IravaRliave, si ruonciunRe»
Uea e rmaità t U
tité****** centro della caUolka uniti tuv)
Msedìa c prende CP. 3*i ^
TAiraa A«mu . eé eufak^ pit*»-
. .

t Lieveoaitw >*9). Cac>


taf tur taUi I MinMdt éi $. hein af
ciaUi dopo 7 meel ka«>
/Ime éi fitere aameterai* Ira peta- U
ananao. saie sul trono
reUe a lai roaumeite. £ a fuetla fa»-
fttalatt taUl faaeti oM«a*e »«•»• na<l)i< “»i.
tita e tateriUa e r«9Att«M iMéénOa
che ad Mtaua dri Papa, abbacinare il fralrlln Altane
al Carpa éi i. A«tr*. primeipt éa§U
ferma nna tregnadi vesti penbto ebdica a si nai hiudi
ApaUali MB , IO un naunaslero <*3).
'

Mctnoria della fegia Samnéiiama RIemee dì gnidlikise CoetanUnopoli afflitta e spopn


de'V««<:i>vi rA»rcil«U dalla Sentii Sede anlinanie il cod»c« loib latada orribile peate Idtj.
a l*iptno, MaRRKinior»» di rfan« ia37i>i fobardo MO).
ùeaerààame. Ha Is fonoa baailkale; A dinsa ia tra mvI per due peristili
cb otto cflloane ciascuno, tulle quali girano archi a tutto seeto. Si sitano
La ftépataU Cammi^ama tmemutità Prr la rinuntia di Carlemaono sopra di «o»e da ambo i lati muraglie «•ronale de tnodeau hscia l.-l Tom
raccoinamtata dal Cancdio di Uevca» Pip«n<> nanisce Fiastrasia al a lato della Basilica. o«l cui bosameolo S. ti «leva la cappella di 8. Utucia:
lioe tvtn snli> a* menaci ed Ofli reeVa-
Menttria; Re de' Franchi in cf- opera di Irmpi a noi p«ù nrini. 4. Seal# per cui si dsceude nrils OipU.
io«Iki. ma eiineidie a' laici di buona
benché ne pormcua il ti-
I, Dviralwiik, della volta, deiraltare a della facriala primitive nso A più traccia.
«ita Rtnvani e altcffl|>*t<. Il neilaaun»
tolo D CbilderKO III MA .

Concilio sawiice che ne'aarraflienU, Morte di Mililoau duca di Ba- cairn


nolte feate, nelle salmodie, ne'diiciuai S. Pirrolo ediflcie quadraURD- diverse de quella cb# vi era
viera. nome di
«nnrt'vnir nror-
«i ««ere! ««.itUmoAle la reipiU della lare sialilivi«-o da nlto angustu- slaU fla allora praticata; ma
duatt M’fasti della Clisaa tn*_.
Chiesa Itomjoa 3H}, simi pcn-liti d< cinque il Corderà tolse negli ultimi
uHte ciascuna. anui a dimiuirare che
L’abolajone della «rblAinU k un bo> Rompe la tregna; me- I Barali istigati da Grifone, Ano al secolo Vili. , e
I.' Absidi- R A Roslru-
dnvule all'inlluuau MiuUro chetato dal Papa, riaolve prendono le armi, seblwne ia-
iirflcto
dove nache deemua-
liune di secoli poste-
elio la Chiou raUotica ebbe «ai po di oonacnrai, Succeda derno, per sotlrorst all' ebbe- riori. vsnn I LooMbordi, l'ar-
poli con le «iw tna'-aime e col «mio"*)-
drenta di Pipino tuT\
Slifr. k unn de'pochis- chétellura TtaUann eoa-
eoempin. Cmi «. Zaccaria pnxtH«ca mnniimontj rha bauO ad aaserc la R^
Coromcie la orvente la d*n» sirai
in R<Mna il merraUi Jefli scbiavi. e che respirando di baco-
lanca a di cupuiigia rtn« stia de' Califfi Abboesìdi t**). restane •kl^archtteU4^ mena dogb uttimi tempi
molti »e nacaUa, rimandandoli libo> deli' Mnpen>.se«M gra-
nova l'eaoraiuxM dello Espulsione de'Sanceai da lub re lUlian* toUn la si-
ri J«j.
anlicbe guerra S*7). la ta Galba» «u«;. Risona doi Longoiiardt. va mescotaoaa di fog-
Si lenrv-j cnmuuemente eba a quel- ge etraalera. Di u«a tal seutenea,
La atoria do' Franchi «olio i pnmi
Conquista l’hlria;s'im' La prosa di Ravenna poo fine l' eli foste qui |iri!valsa nna maniera ora da lutti gl' intemleeti riceva-
Caroiinci in<*«<>a a mcoalm con quella poMcesa di Harenoa e sirKMrratrt grorn in llalin do- d* f.dibrii*ra propria se ano di quel ta. qucalo Bieoameato A una prava
do' BiiaaLini rotto Rii impomUin icn* di tutto I' Ewrraio; ml- lo 194 anni di ediosa ed igne- popola, certo di quei tempi, e mollo certa.
iwclasi) caokrm miratulaiente le Rr»* naccia Rema »le esateaia tio
cimcui acu-a cams
«I parlilo clK n<-l a. lireRorio II I Franchi, cbioslo con solenne

in'linuar* a Leone leaurico: Wtmire hPINOfl PICCOLO embeKaata d consenso d«l Papa, del quell il prima < I.B.S.4.) a F ultimo (S.É. ba«aonbeva di in capitello

I BarAuri é'Ottiéenle traraéa ratu Re dA'i'rancbi per autt trasferiscono il regn» dalla tra- ai conservano nel Maseo iti Breacia.
S"«». depe-
fU igmaréi alla mailrm taluna * we- rdd dal Pape 30U^
bgneta stirpe dei Heravtngi.
meranéa « hatr* tame an Pia lerrt- sto CaiLomeo III iUi nuesR de'Cifoliag» <»*).
tire, li famma mamaaett té umtmi, tm latta SnMool Mi}, io.
I

eàa dperugaiti, mbartaritei 3*1. Tils Stefano II e nreve*


reni tn Francia 3»).

Ik r*»A Ri: VII. Nell'aMemUM Insieme co’IrIì ricava Fierisaima pmetotione iati-
eneraU iW'Fnnrhi a Qeiorry siir< 1» Sacre ilal tapi 3ea). mete nel Coociliabolo di CP. ai
' ' '

J i«e F>mno ferma rul Papa il « Bica prima spediiioaa difensori dolio sacre Immagini.
patto di alleanaa cbe fu dui contro i LongoMirdi 3ttj. Biagotaraienle ai Monaci ttv).
nantt uno dei fMiiUmenti del thnlto
pubblica europi nel McìIId K«o37li. Le cMtero peridia e le
Siegne il trattato di Pima M«nata calde preghiere di Sto* A Rnidilio _
4) R. Ippolito
il 754 e contermale il 7M Ira d l^pa,
.

Ceno II lo indaroDO
doli' indorici. poriuenw M.*
Pipino • A«tol(i>. baee politira dcH'iu* gettato iaun
Ita fioo al 774, e aolenn* enaiMne di fCMilere di imova in Abdorame. Kampalo alia stra- acqaiiloUo A
quella temporale So«ran'U cbe la Di- Italia per rivendicare I rmaocbrcoB- dalla marna di
le degli Ommiaili. fonda il Ca-
vina Pro*«»de*ta era venula di lunga lirilU della Chiesa Ro Iblo di Cnrdsva iiidineoflenle segna il Tun- Iho riavigori-
mano preparaodoa'MicceMori dilH^ mani: e II rivendica 3M;. dai òliRI Orientell tia .
gelo al custo- ta.
Irò. ainnclk poteMero ron maRipo^ t Asveifo. Dopo breve de $. Ippolils.
dtRntU e con piena indipendetua. in contrasto con Racmi Muore Alfonso U Cattolico, rii^
matto alla aoemU nonovoilaU. adom* Mbealni d dace d'Islria laMeli I fondamenti del piccole
m i aublimi uflicii della loro optri>
OCSQUIO regno delle Asturie Succede
K ala lupremaau sikj.
favorito dal Pa^ia 3IT), Froita I til}. >1 II Preut.
^
Porse
di
la
Già-
Capilob più rilevanti del C<mcdio Ver- toro dei Lon- letta
lense: ai adnai il Rtnudo due «ulte goburdi R. H»- cebbe «oir An-
l’anno: noMuna badessa gnserni »d chele. gelo.
un tempo due monaattn. nò «ha
senu una epociale
fuori del chiralro
facolU «lai vaeeovn: lo noaae si cado* Dchdcbio amocia al re- Espugnata Narfaona. Saraceni i

brino pnbblicaineaie: morto gno Longntmrdfì il Igiio vungooo ricacciali per sempre
•covo, non ai lasci vacar la &ede ol-
aìiel(l)i “•! fnor della SetUmsnb e di tutta
srttr. Sono queste la Italia le aule senllure con figure umane in alto ritleva
ire lo spMio di tre mesi 3t*). la Frencaa I Visiguti cosi di

Mella città cerne dolte ceiba che ai trovarono dal Cederò e dall* Odorici rmlire dati certi atFepeco mt
Baampto di mirabila cariti. & PaoK PwcM esordisce la gaer- óottea ton rkevuti da Piptao dei lontohardt. HatMO luogo Dei più eleganti capitelli di queir età ; l’ eeecu-
•pma il di nella curo del pnntidcalA. n Ameiianica eeulro d In coilftpaia «d attomandi- tioee d«ll« figure soUoaU a quella degh onttU, - Il barin ro cbe ua lampa
mcaai noUeleinpo a viaiUm I poveri, Duca Waifario Elea durò bevve nel cranio dai viab couocara sairaru dei InpasaaU la coloabo a
ni »•>).
ik 113).
l'Angalef TtrtO mirabile daMa Religione Crietiano. (T.m Moto ultime),
iM tofenm e é cnixamti »77i.

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òd
i6ecoloVtU

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3Lest0 òel
. 1 1

Secolo Vili 95

Le PmatMnin 4*1 Bfteolm VDL


^
tavV3 $ÌMEIUI^ memorabili--
rdl i Al i é filMlrara il ramlarfemrafa. M pimn HnMimeMe $
dd Pomo emù asatne am Pan «d msdraima aeada.
t§ /tm»

Codlct Cwoiino Seconda gàia di CuvaV. Bpldla fcrba • ribaliena 1


M rtcco||je. cbo di quNti t«i»pi mitv» I Noma eco fkuna cilisni*. teonBUo dal pali' b
leaerMì oac«r» t'uuaa delle Leliert teaecaoac e co'flgbSUj, Tomtora, fune in
AfHcn
~

y «4
Romane
if
/< ifi'liriuate aanualaicDle dal
funieOcn a tuUo le Clileee
i Saraceni nt).
|

r annunti»r« il Rionie l«|iUiiM de^ Caau» M. vnlandoai d«l< Prodigio lii cofdono _ _
PaeqiU. Di coeiratle teucra liMM di dotti personag- arilo da ualmmacina di U. CT
la foirmela nel Libro Diurne: RrM re* gi avita li daU'tUlioe dal* neatra 1 Gìndei di bento b mi
Me, featrt*. in mernUu ùemàni. li#al< l'toghillarra, praoieovu lavano, per istratio, la croce*<Ì
ieoai eril Pteàn 4ie Ut. memi* UL. in Francia egw ragiona
Unote Silo, re delle Aaturie
tmdiet. m. OMj. di buuei sudi OM e pct. I

MiroociTo, ano fratello, imnrpn


maiDcntn letdiMCo la
Scurté PelelàM W7).
e avfilnea il traao cdii.
Guerra contro gb Ikhlaven
La doUriao 41 Dlpnade e di Felice CosTsvnao ad coadoUa pres^rameale dal L»
lam
CrpjlilAftA (u ni 3 r%t':«.'>laoiiU convo- esortati *bi menlMindo geleUSUuraxio.che no riporb
nule di N«>(dciaeitm>. {V'rvlió ae in patriarca Paoi^ a lAirta l'onore del irmafo a CosUatt
BTt),
Cristo *i DTMMiro da disUn^ere due del lutto coll’eruaia bs], oopflti
6{ti di Ilio. Il aalurala e rad-iUive.
•I evrel>t>ero per aocuaerM conio* •^^ouo • epediacene Coaversloao e faatUalmo del
lueoea de dMtioyeere alimi due per. *••^««1 .aeaJ 4 »i) l»p. l'indomabile Wùlkhindo e d
; nulla flual di»Uii«i>Kia «la lutto «lefafniiiinu di ea AlbMOe. espi SSOMBi MO).
il ull'eraeu >«eLinaiu. Perù l^'dio Reaerale
Tcluno dell
le eootrovciVM im f It edoiuniali ed Cauo H. dolo sento L'aapfgaationa di Clrana rem
.
I CaUolici non T«. come parve al eV.
elle cene da’Saeeonr. r>* de CAOtoatc-vosigaorc di q«M
•ago 0 oi Wdtcb. «u
por» legemo rliiama al dovere la irut* latta la Cauiegae OMla
Marca
«Ma •!»).
Ugna cMmsrtna ***). Ispanica **>).

NonatUeoe alb dettrìM de* SS.


fi Fa a Soma; d'onda Maestri di canto gragortane.
f*f. . ma iaihico eruaia a furmeoUi di ffinove contro •rooreata di grnmmabca a di abaco pag.
arrenca novità (Inunqoc alfiirnu cIm e coalriega alla sotnmca* aone di Ruma in Fnmi-ln. con.
i peccati, naMfin.* latumi. non ai deb aiona AwevoUl), dottivi da Canuinii.au ctf).
buio a.inifeslarc al tacrrdole, e che. t.a.Grrg«rifP^vSmeslP«rrL(tlI.-ni-4 IÌ.Al
tnfetire tenUtivo de'Rrcci cen. f. diritto della moneU ai eot-
Ntermcnan volonUrumeole II rune- . ». p«i Unlvfldc r/<rmMpa«. al rnveecio menrls. o pecnuln. - b-c. l4eetM»e\ rspan
Jio dolili Conrua*iciae, pnsMn» eaaere rotlonla , il duca Taasi- tre r tuia. Crano capitanati da
(7 l-5 f - d. un b«aatA'>. IXI-Sm. Vaio od dlntlrara b procedenti. - «. Hsdnmm»
uoeolbli in virtù del aob dolore de}> kuve. incorpora lo In* AMtan. il profagD re de'LoSh Papeì Senesi Pr/ii. i 77 ».»S} »/: ifedrlaiiM Pape. In roej» l'ofBgio del Poal^
“«nino p#nii<5 niu<. Coti akiun), i vsera al reame di Fran- goberdi I

Ire. linerie Desibiiie«irÌ.Ceae».Rema.-#.Seariei pvSrss. Il ooonogr ter


.

sataaki aplon ii'bioeale la perpelL^ cia, a la difende dalle rer- tSaa b dommaiione Bóaa-
.

Pape aCvìm. ImpertUr. ^? 91 *«l«). - A. rardei /^fmp. Carlo M. con b apoda


Fedo delta Chiosa CiUniKa circa la revie degli InnKtvari. lioa noli' Ist/ia e tmUa Lilmmla. aetli destra, e neib sinistra una lancia oveseiao Ssneiu Pdrw. Ara PepsAea\,
Raa/hiaienr tnrkefér* «>•. popob Uarbanssimi dal- orcuputo verso :

q«»<«U) tempo $. S. La monete sono sogno certo di SovnuU : quindi qnelb di Gregorio a dì
ia PanuonU da*Fr»ncbi 9 Btj. Zaccaria aa allesUno il Miaripio del D.T.det Papi, eba inbUi ebbe lue^o ad 747
(T. 5.* 11 '. Sono di rame : di forma inoolila. a aeue refflgie del Pontelice; onde sc-
Rasane Srdra agnadlria mUù CesTasTtm m» c«aa.ìno a uà Prlartpato nuovo, imperfetto, e anunloislralo aolo per la neceaBlU
mrutf eeien» eeeirsfit prar/ata af. ai «mancqio dairnapra
u4 ipsits no«ivr AVCTùunxT& nt- re iqiefludiilU ladra cali- della coea jiebblka. - Ouelle «li Adrune aoeo di argento ; banao VefflgM e U n^
irm’tf rCVFr....Ooia/< MMiete lo govorna r impero •bj. De del Pentulro ade. o l'impronta lutto sirruie a qnelb delle moaeb degl' Im*
ée^Mt oétertert eteiethe. a/ e> re puratort Ritanboi. e de'Oncnt di Renevent»; argomento che qual Oomlaio ara
plenameete essodato, ricevalo nel Diritto PuUiIko, r^io con aaloritA km
pael r‘an«lNja ed ftéem ed* Catte M, rompe gnerm dLponaoaapraanomiaate il Cn
aMmde*
rtalarl» prleU. PruiKuia lefLnimiija* agli Unni Mt'. assaliti sto eeordsce aelU Asteria and vraaa dal Pontelice. a che il Re de'Fraacbl. e l'imparatm Riuntino non vi
nelle rendeei alla divini ìvIiIuihmo Con m'glaor forluns dal do' rugai più glurtosi UÀ). avevano mteru superiora o uguale a quello del Pape. 51 Ai cid effrituato pel
del PiwtiM ‘10 Pruiuto in qia?i mede* re Pipino, luo 8 gl*o Mi Mastre Canta M. trovasi acca* Lratuto «il Pavia nel 731 p.PI '.eperqaolki di Carlo M.COB Adriano nel T74 ^p.M^
Hmi UM
CaniìMi. di cui Unto abu* piti) nulla gaerra Unnica. I Sta-
Cotvaxnao A betluto dno Soni ntoraeno all' idobilria ed
Leon' riaaovellaado aoll'aflO l’ Impera di Occidente aesodó al proprio lì nome
e f cfRgie di Carta M : il quale con io apoda msda la nuno addib cae la d^ailà
larenj poacia i Proleatuali
viilu da'Dulganeaa). |q. alio d'imperaloht. cuareviU s« ft« Francbi. aeau acamara le SovranilA del Posteli-
armi; « i Saracesi al rW
crudalisce centro tuoi verseno dalla Spagna neUa SeU I ce. era ordinala a uaa difaaa apuciale della Cbieaa e del Palrim.' di a. hetro A« 7
x
Congianb Mlj. bmania w>j.
S. Idrfane Fp. mela cbt aia'leitolo Canto K. mette ogni sU. Prima Invasione da'Daaesi nel-
I Mmnmiel 4 H Trlclialo f nfrraTnic
a cnnbnnol'i nual «relko eiiionqito dio a rcpnaorel'Sresu; prore 4ei petert ipirUMale $ del
I

mani a amiD'Mito ricnu oaliiutimea* bùico, Bicolo fa MflM


'lathdlrrTa, segnalala per or-
bum delta SoaU Chioan R 0 ma. da vurv prini-ipo c«t- ribilìMima rrailelU

coam
— Il Triclinio fu «diicalo da
cirlir tadlrsfla « diretto drS

Leene IH. L'Abside maegiera ori è nella pinm di


RR pp.

a Uodisfarne S. Giev. in Loierane. •**!. yul no diamo I Mosaici ulerall. L' ano rapprenaata
b Lo
di reuituirli- aver ndiM ceovuiUto
i B>i<k pnma r C. Crato ciM
Morpateri e loro ndirrcnU I . Orsrolo danai. Sede***
La relabra rornMia. een c«i ì Pf ikl S«'rive belU lolUra
Urrà. ds* Morti, si coodare .
V dà a a Silve-
.
od puMeinoo a Roma •**!, •iro le chiavi,
Oancùid di Fruncfiirl •eaUniiavano ei pondo od a* Tesrovi Viltone di Gaglaslmo conte di
Oipotvio * Folice. reterrtì» per «Mnle Spa^niioli e a Geotnnboo
lotosa sopra I Saraceni
Iw^ pHviU^U <eau»j fnii^. lo ateiuUrdo.
bemi-
I n Ptfrii MHn ffedrleal prtmne ir-
CoaTasTioo repudia Mf Tosoe. pvincipe l'ano, si L'altro, a. Pie-
oiulU a Carlo M.. a con molti tra ren le chia-
dif hentUtimi Paper, d an'a«|ireMa ai«. ano consofia, fòrsar».
dilla a monacarsi, e ce- dn'»»M njaionali abbreccm la vi ape MLito che
nregoamne d<-IU Iirerogahva, eba al
aab Hromano lebra alt re noii«e 4 >*i. fedo CrisUsaa AM;. dbaa.L«»onett|
Ponl«fli.‘e «i appartiene.
llpellie.aaCir>
4 i giu beare defimbvanvenlo
lo nuova PtfrMguila Seramentr I FatauTo Pau amalU l'abU»
~~
nuovi ereviorcbi. a di ap. Mo«aej. p«r-bé ini/rpiili
»la «
lomagnoiive^
I Uvncala per oct spore II Trono siUo. Atl'ano A

K eore 0 nprovnra gli atti di qea. biasimatori delle scamla-


flK Slooilo ut],
bo XIV canent sanciti nel ConcUio di
k>«o d ivoftio iTli.
di bcfli
ne III
netrinibiUerra.
b scomusKa
&
tai),
Leo- isrntto: 5inrtie
«IsMU Dvmnaas
Otvdal del Friuii Foroiilelienfe <. l'ol* F accorato e detronenn- I Monaci, banditi daCasUolKto. HrtttrLe«pnpn\%M‘
nitro Donino Srttn
,

bvo rfoieala e tevcramonU prolbisea lo daJb tnalurota madre tornano fMlcggiati n CP.AWf}.
__
i^É .1 É
«boi Finj’^lelIIhìà’dd’Jb'c^
I» I
^
b none elaadestiiM ; il deeimo *oro» iM.Vt
regnar oaui solaci
'
Le intestine
ne drtcerdie de’Sn-
rs'^oi pergono a Ciatoaioso
erab
Ut oiMitn «I pnmeln deH*A(v>«tj,io a. Pietro
Regi. Anr|.
b
pntosU dalla cbbvl dota Imm^
;

bttalenet muriaionio rnatiano; il Cisto H onnntA rnit d desUo di tifferinira ad eatoa-


diofusenre a lui. coma a capo «li tvUa la ChleM; b
aueceatiime dei RR.PP.
iboleciao preecrivs la e/eaaiire alle del modesimo, e II nonoTelUmaalo della dig mb
imperiale ia Ucciilanta, isbtn-
••• *P**^lb coll coi'aaarclo tsone civila in uaa ad ecclesiasbcs. • L'uliimo fatto A una pratica ap^icaiioae
Verginimooncele isMc e iik i,M«u r»
di q«>!l liinUo emenaiale, onde può R PontaSco mo<lerara. gioala i detbti oaUp
isi «• •“
rali e divini, tutto cita ai ottioaa agli ordini eiviU da'Criatiani'.madove. e
• pro-
Panica Immaralene batteaìmalè eba portipaa ebo gl'inUresai dalla Religtene lo aaiggaoota perciAaolo Indfrvtt»
uavano Cattolici Spaiinuoli. 4 imp» Aecofflia faderbone
a
|

il a. ponlcSee Loeva. e
Il ProlcUorato f^ncese verso mriifr li titolo di %aor .Voefro dato al PanUflce indica b
am 5orraaiU Uva-
gnau a torto da àlcumo ceniQ ss fosse i CristitBi di Oriente iniiiato da pornic. Il nedasimo titolo dato aneba a Carlo deaob che queaU pare aveva
lo restiittiace ella aiu
aceaaaria la irioa imaiartwae bF). AF*].
CiBLiMtcao colla ambaicerin negli sub dnbaCbieaa potere civib; ma b
callMioBa del veaaìllo adonttiraclM
Sede
mandata la lor favore ni C»- uesto potere era communicato e dipaodente dal Pontaflen. a ordinato vMi
tj loleta armaU do'diritli della Cbi^ Ite per la quarta volta a liSo AMa»s**t\ ebe conceda Jifesa sa. e dc’auoi SUU. Non vi A il nome deirimperetora Rbaabno: ladato
aa a del Patrimonio di a. Piciro fa la ftomA. vi riceve dal Papa siccome proprae al pio
MMiino idea ikJ sacro Impere d'Ocd*l il titolo e
Menarca che era ceaaab b
eoa auleriU aegU anildalb luagk - A tsrUa ragione Raen-
b
corona di il Usogo del Sacro Sepolcro ia deUeXIT, a cui si deve la coaaarvatioaa di questo monnmeota. vi bea ìtcrlTfra:
ernie da'Bamanl foabdei «M),! IMPERATORK «A;. Cenmalemme ••>). lUvaTM ra»Tir>cm aastaTtris avraoBirsTiBava onovauiTts 7AÌP|.

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.

06 9?<xiuifclTo DclTixittc 0i(^i<xu<x, iicE Secoto YIII

$. I. Storiti %. t. PfMviiUae %. 3. OtirrMaiMi


L'oJienu Oviil«lo del fnnli, anticaawale FonmmtU.* Co*i (|ttii»Li l^^ttr^Uaae, corno k acxflmti Omrraiiaai, • Come (Kaira vede, nell'cstrenu penuria di nOttemsd

nel medio tv« TirUea tuttrUt, t riera di prcamm mnnw* mia* in «oaUaza del Ch. P. Monnoi. • Ormali i Frficttra acuiti del Secolo V|M. qunto memons superstiti mo*^
oeeli artislici molto bette roiioervali. e di data certa. elio proepotia il coro dri T^mpioUo a rallari.’ : i<ra Aiurala. (etto di meraviglta. Certamente sminu lontani dal <ba-!
I |HÒ importaoU >otto il ftaUislero. rJUUm Peminoniano. a. Arco ilHIa Porta del Teinpietto oriuto con liataonlieTo mare perfetta la coniklta dele aei figure. La 0«*coBi
a II Temflaiie. del «luale qui ai vedo la racctala ifllerva a La rito, aiahoto ogaor graiioM, «v Uiarata con
«tttc.co. cbn l'artista intese Imprimere in esse, non può clu
della porta. Tromi entro il recioto del Honaeton» max- traforo a firma, d'un cITetto tanto piu «>>rpn)tt'l«ile, fendere l'occbiu del riguardattle. per l'nlrema duic^
ira d« X Maria àa falir, foiidaLo ialoren al ?63 ilalla quando « poma ebe su codeito alurco paxarono dieci di quelle pieghe delb tunica iQlonM alle gmocclin-
E rota PUlrude; • da e*M para fu roatmlto «d orn.tlo intert aecoti. c*tt. Paarie eoa roaoei « rooon<'ini. !• «a
de' quali auortw Wtora nel meian una tiolla o Imrcbia
qoaato a ranlteru rrisUano. quelle caru d]C«r« »*
Uno Ule
U Tempietto. L*orìfii»e defl'uau e dairaUre raccoclieai iirprottU. che miaHore no« crediamo ai
da asUebe CrunaclM religiftaainenlc caitoddo oell'iaaimo di vetro colorato, onde tutti dovevano onpisammeote oUeoere dall’arte nel Srcoln Viti, lai parte omiuMtt^
Archivio Capitolare di Ovidale, in utta delle qu.il< ittcdilii eo*ero Cornili, fifurt le due di «ietto. t*r. ittan>fc*Utt*i poi. od la particotar modo quella vile a irsfore.
lepcriHi: rdtllcaril (Ferlrmén. pa/rArrnttaai TAaraai pai- per due santi prrftitarl. r^la tunica e la penula, o ra* sempre oawUo d* ammiratMne agli amatori dHle
càr. UU»éwatum. tt ttrnulitm ormotum faha/u M«r- aula, rilevata «alle brarcia. Le altre rappresentano quattro asticbe; ed augurumo ai mcNlvftti cultori Joll'arla di
dluitn «rotoa della Fede coronato il rapo della coroaa per aumpre cosi bene oanoggure gli «lacchi di
mortii •#« pasrit; r*ai warauirri» cal»«aM riiva tMarr
fraiadi'*r« CMlniraiidM. ia paiiivrara fapidaa dirrrMrmm del marino. La prima s. al ricco pallio trapontale. ebe nerfM em>tti tanto soddisfaccttìi. I dunque evideiitr m
ceirraai omtio, H porta aicam^mt ooUaut AaAraa tUtaptr ha nella siaistn. emblema del patriualo moianv^ mani* qui abbèam soU’orrhw un aasai bui moottmettU d>
aiUm pmUktrrimt tcatptam tt draHprr rUtm imaffintt FI fnslaai por matrona rooiana ; « la altre tre danno a divo* tura reniant»>b<i8nttna • ^ J
mlptai cnprau‘ici#ms sattcferajii. Il Hoimtero do^i di derai ve^itti. per il simbolo della ceretta che portano I routedei vmJmenle difendeudo contro d'
Moers auto protetto dai Re l^iix(il>'Vdi. e crainili da nello linislra. Un* aoUcbiiainia pittura ripete le aei una* le credenao t le pmbehe ortodosso, a cosi amm m*^ *

Carlo 0 da'auoi llxli Ludovico • LoUrio. fu neanono A3I 8>m sulla «teaaa pardo latama del Tempietto, a laKu fedeli • tali opere, salvavatto da irreparsbii ruiaa b tt*.
I

cocniMSM atb gwr^isioae del Patriarca di Aqaileta Ma** tuttora discemcre Inomi di quelle c«el dispoali:
propri! beile solettaemente dannate io Oriente; « al cu«rc
jt—Ito; of» vi aotto te rtUgioatt Onoliae. A.VASTAU*. AcAra. Caioocoso, Ioilo, Caioau ed laira • coesomvuo uo dolce, pio. naturale cooforU

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Aollo u 3olt‘***Otó40«c licf ^uifi. »7

ai'fl9'f:il3
Che adonumo i iiuallro lati rti>ll' allori’ coaiinciato dal Dina Prillinone in Cividale dH Kriuli Iniamo al 715.
loniiinalii prima del 7à« dal lljlio n.arliia olir fu |>oi R« del Umgiibanli.

%. 4. r<PMM Sitrk* %. 9. * nforr ]( 5. dwmnkM


\je atitUsiniii di Cmilak iirmcMtnoo tnc»»lr*l« »Hk «iihI F^trefe. n Fonlaiwni iiib'r|>rt-in <««i qianla krriaMM: È questo, rnme senkotia M Tro^a. aa iefumenl* tasi
I
rapili! niTfi poebe rf<lii|iiic dHla •niltan ionfobarda, cb« \
• Ilo nudimi» dimip Qiriati ciani et aulHmii <«aceaa« par di Sltu-i»; infatti o*ao ci presenta un'iiKktosH! co»-
9t iliraldarr* piiaUMto iwiMniM: r<M « puro in partii larn- '

Prmmnai, abaiwe dinMnrn formarvlnr ni lemplimi: noa diitU sonia fallo prima d<-l 750. o per ordine di ano dei
' rolnd taUt«Uirs> di (ui Mi|M alèfaUuaii'iMiri* 0 » inti'f ndiiiua bdarMa iw*ntt |oli-tniMi omo ni penduta piu pe^emti Smmui loapuliortli, clw pervw no dov^cem*
'
Ma i( inniiiiniCBiA piti ntiiraale per cusMCcn il «a4iirc' micc et anre puliliro: alloro diUrd monnma cviuro mettere l'eseruiioae a uno demidiuri artedri dotta sua
deil« ftnlpr-tlo inngabordo è raitarc di Pemmoac Dura ftuUim UHluImliotint • L'iiMtmn parola funan ifuaai an
. aationc: no fa ronesrere kformo dei carallen alkra
'
dii FrxilL t. qiwaii («kl>r« »<:ia storia ik'UncniiaMi. iinipBa: d l.anii dindemMa in |w!i apirpa, drrWM t«e •Mk nd Friuli: • mnglio rito qtuilani|ur altro luonu-
B««nalanw-ntu per k vm ronkae ron Calli«lo ralriarca «tnu freU, n. feri feti!: d Tm^u |H>na« cb« aia il copno* aoenlo ae ib nntitia del ccotiimo knpulardo.
di tijinkia; dei auoi ire Hfli ilprwm liaibw. dopo arer ni! delia tainixiia de' ile Loitzoliordi llacliai ed Astolfo: U«anlinH)u<! altri vi vitpa redo non ispropcvolo mrr>
(JaU ]>mve di ma raloro. • porbto la roroiu dei tk U
prima inlerprt-laiiotia d |>*ù protiabtlo (T. TesL p 9|. rsmtim» ét arofpd/r,* pure <|udU coinnnc «wli e pHt-
Làngaltonli, aturairiA eoa la laoglk e la ttflia riMdulo' b
Faro Cnufrikria . dulo. k (lersonc ibè Svnmno sonia Imrnre d saink. k
fsouaaliin, e pMwat» di pianta rila ubbe l’uaure dei n#«rr a ìMe eeUtimr II ficdealare ornato >11 naeh mam. i punii, i rootomi. k feoaomw. maMime pm b
' aanU. Dall' ncniKHie della weiHa deir aitare, cìm i(ui ai di pendeolc atula. siede dentro an intrerciaiariiln onte spropenmae dello menibro. in soiDma quani litUo ti rv
vrifr. « rtici oglic rhe il liura Pnarniono cW^ rAnMiKiatncalA di itifdie aortrniiin da angeli: k
mano ebe apor>a vola un'arto o bainhìru o IraiigaaU filtro mauro
iBWiM airanno 715. aM'^ra del riaUtiraineMo dotta sul MIO rap5 aimlidii'Hiiia Dm rwire. Altri iIuImIA so 4|«l••V> fn7*e lavoro b<ii«ci1inrdi> o per
Qiieaa di &. (ìioTaiMi nt Cividale. ebe Aj poi rosiloUa a a l.ar« pitlerhrr (tv* »o damo volo una fiortiono. la lo contrario romaniKbiianliao: ma come é |mt sé al tubo
tnmiae da ttacli«; d qnak n coaImMe l‘ aliare. I.' iarrv motto. ii«'n|>ortuni «iBailraLa.rbo * iiKerto a «)«al nao aer>' improlialMli! dio a queM'epora l'arte reniaiu^liisaoMia
«amo dando canno di llKtiia vi dovoUe onero pmU più vìMC ai lidi. diKrroci frv>«ak nciriabraotiono da «nu rena,
: fowfl Unto dui linab, cosi il t-nafronb rat Tempu-lto ebe
lardi del 7IS. na pnoia della ineU del aeruin 7111. c. IMe éfirg^Utete. La irniMK- Maria sodata, col disiia* si vede ibnmpctlA prova appieno ebe dove b'ni'nu lavoro
Vuandn h edidcala tt miiivn torre della Collepiala la (ivo, come nrlla scena rotnieatr. della croce prora ia dell'arte tanpoluirilA. Annidi si accerta ebe in lUlta t
I Qiicsa k dialrvlla. • t'alLare lu l'ottornto proavo i no* fponlo, lia il Baiabino •ulto piomTliu; a col fiiMlnU di sotto t >0 lMlRlltlardl vi avevano duo raMlrtli di ediÉ*
I poien dn'IkflM Ucipohardi. nolk Parnccliia di S. Mar> ua Anpefo Miipi IO roatumo loapnIianUi prcacaUflo 1
I care, uno nomano antico, l'altro nuovo straniero -.il primo
* liaw. al di Ib del fiinng Xatiaun. dev'6 atKlie al |imonl« doni. Lo palma, die é aocbe net lab del Vaogeto, é il
1
comineuva a cndore. il scrondo ero tiurliaro. Omk i Poa>
I II Fonlaaini pubbbro d prinM l' iarriiione rol jit umile simbolo di'IlB PalotlMia.
;
i
lofki a luirtionao ronlro«bmb apli arobixto*i diMcni da'
*
dal caraUcm: d CatKiant dit^ per il primo incam k ttjjur».
[
a. takddfaaprk UV»r;incclmibhrncrtiSPigat>ctta,| tonfoliordi ancbf per l'arte pK»vafOOo airituUa Y.ft.tttCÌ.
..

CITAZIONI
pel

Secolo Ottavo
per la pagina 86 del Testo

|| OtLLA KOlZIUSZ tllU.(.« UIIZIOXK 1

oA)ut<Mu^ ©pei<x, c(IolJ.o, adoperata 2 eilouloic, ©peiux, cit,xio, adoperata


||

Numero
oppure liU oppure
1
7c» iM 1

1 Lui
titppi «PIt Citei brevi npir l^lc: 1

1 8. ScMiin pp. morìN-a H 7 scUembre; PAGI. n. 1. che sotto la penna tkd protestante e lllusofo GIR*
sil’anno 701 del n*KOino XII 17R — DON. ne ammaestra ebo i Papi, prima di essere
ed ai '28 OUohra venne ordinato Giuvakio VI. Re, erano rari ai Romani, perché la miseria puh-
;
ì Notiamo col BAROMO. Anna/m, aiuto 705, n. 3. ib. 199 — buca e pnrota trwava in loro pronto sellUeo:
la nazionalità orientale di aelle Pontellci conre* suppiendo essi cùlT influenza della religione ai
cuUvi. perchè da ciò ai argomenti quali aiti do* difetto deik leggi : e però il popolo ti ebiamara
veaaero luuarc gli eaarchi e gli allrì pàrtis;:iani del* SicfiDU, qyaniungue non fossero che Pontefici.
r Impero Greco, imde far cadere tante eiezioni 3 EDDIO STEFANO. Vita g. Wi/fridi, presso Paci,
BUI loro connazìoi»! i. Vai peraltro che HuBCiMero rt.5. all’anno 703 Rortmiono XII 193 — 1

a trapiantare nella Chiesa Romana le loro tenden* La causa di s. TiLrMoo termini’i net Concilio R<>-
te «cìBimlicbe ed ereticali. Tulli quei PunUtftei mano dell* anno 704, secondo lo argomootaziooi
ai opposero sempre con apostolica fermezza alle critiebo del lodato p. PAGI, n. 8 all’anno 704 . ib. 197 —

.

insinuazioDi ed alle minacce della corte di CP. e n. 5 all* anno 705 ib. 201
3 ANASTASIO, in Ioanne V1, presso )Iansi . . XII ir.7 AB La Lettera di pupa GIOVANNI VI, sta nella Col*
Stilitia totint Unfia/ convenit npud hnne Roma- lesionf del Massi XII IG9 £
twmm eititaUm, mkns praefatHm e.rareAw»» Vedi di nuovo il padre PAGL n. 12 ibidem . XII *2o3 —

.

(Theophplactvmj tritnilare. Proatius pontifcjr, ne 6 AN,\STAS|0 BIRL. presso pA(.i.n.2,airan. 705. ib. 199
affUgereiur, penona, uu medium dedita porta$ 7 Probabilrnenlo perchè erano il parto d'uiia si*
rivitatù clatuìi, tacerdoles apitd fMeatum, M g»o nodo ilh^lmenle convocata. \\>di BAROMO, Ar*
iftwtumeonrcKeranf, tntsU,eimonUis saMaribm naies. anno 705, n. 5 ib. 2ÙU _
r»mM//uozom eorum eeditionem udaiil. Quando Peraltro ancitc il duUissimo ab. PALMA sotto-
si consideri, che Teolìlalto era stato moUn prò* scrive al giudizio alquanto severo con che A.va*
bahUmente inviato dall* imperatore Tiberio Al>> sTASEo Rial, notava di deboima il ponlefloe Cie*
simaro, per creare imbarazzi a! novello ponte* VASTO VII. Vodi itint Ere/. ScA'nlo VII, cap. 14 H.i 157
fìce, ai dovrà ammirare non solainettte la carità ^ Ciò che siraccoglie dalle Cronache Monastiche
di papa Giovassi, ma ben anche la miKlorazione
i
citalo dal MrR.tTuRl, Annali <f Itaiia, a. 707 IV 2I’2 —
di lui nell* astenersi di tramo preditto alcuno 9 Come rilevasi dagli Autori citali al n. 77.

in vantaggio della dominazion temporale della 40 PAGI, n. 1 all* anno 707 Baronlatun .... XII 211 — ^

S. Sede. Amiamo si noti bene questa circostanza. II Qni ^isinniut'. ri calearia* prò restauratione
percliè prova che i Papi erano luU’ altro che mttrortm jussit derequere : parlieolarìtà conser
arnbizicKd di dominio. vaiaci da ANASTASIO BIRL. presso Massi . . XII 173 E
4 Nel qual frangeale Cìovassi VI con carità apo- e che manifestamente accenna a padronanza di
BtoUra redimeva pure i prigionieri menali dal governo esercitala dai Papi In Ronui una cui pri-:

predatore Longobardo. ANASTASIO BIBL. ibid. Ib. 157 BC ma cura era perciò U difesa delle sua mura. Pa*
e MURATORI. Anim/i (T/faiid, anno 70-2. . . IV '202 pa StsisMto regnò soli venti giorni ; o Cobtatitlvo
Ed ero pur questa una delle sollecitudini pater* gli succedette nel 25 Marzo 708.

ne dei Papi, rettori di fatto del Romano princi* 12 BEBA presso Paci. n. S e 0 all' anno 709 . . XII 217
palo, che i Greci imperatori deboli od inerti la* dove anche per altri nHinumcmli rendusi palese
sciavano da lungo tempo in balla di sè, espo* che Offa era alluaimente Re.
sto alle invasioni ogni dì più minacciose dei bar* 13 ANjIìH’ASIO BIBL., in Constantinopp. nel Massi. XII 17H C
bari Longobardi. Perciò la storia imparziale, an* ID. ibidem ib. 179 A !

:;i )

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1 1

sr^iip prr la pagina 86 del Testo


Cita^iani pel
c^Dulove, ©pio-, alato, £ cA>ulot€, ©pota, citalo, “*Ì4o^”*u
|
NiniM'm opputv oppure

brmi noir brrpt mote

I-e datt; croDOlogicho eoot» i-s^nimale o diatuwt lare presso quelle nazioni la H. Sede. La bella

dal IK PACI, n. ! all' anno “09 Banmiani) . |yf/i*ne afmMieeì sta nella CoUezlocie dd Hajim .

Si consultino per la iTunologia lo dulie Note del


e n. 1 air anno 710
La dc'wmionc «leU’onorexoliwImo inpivaso di p. l’ACL all' anno 719 fiaroniano
Pa|ja CoaTAFOiso I in CP. Ma ndla sua Vita la*
S. GittXiORIO U. Kpisl. ad Serennm Foroiu-

sciatada A>'AST. UlIIL. prc«»o Ma^ai Cotte. Colt. lifntem ep.^ presso Ma.xbi. Concil. Coll. . . ,

IVr ri{piardo alla scelta c conferma dei Canoni 1 D. Epist.ad Oonatam GradeMem patriarch.
Trullani (scopo dell’ andata del papa a CP, inteso Si noti Ui diAiiniione espressa falla dal Papa nel
ilairimperatur GiusUniaun il;, il citalo Ajiasta* titolo dato ai due prelati, chiaiiuindu II vescovo
aio non ne fa cenno ; iiot ben lo arpiisre con dì Grado patriarca o quello d'Aquileii seinpli-
^ran fondamento il doUis^inm Ll'Pl nclk^ sue cernente rrscoro. Mani(i'>lamenle per opporsi al*
Note ai prefati Cdnmtt Tru//<inL c vi soscrivo il r ambizione dì quu' Spedieeiiti patriarclii, secon-
p. PAGI, II. i. all' anno 710 jJarwMfflno. . . .
data dai dominanti I>ongohar0i. La & Sede tro-
ANASTASIO DIDL. in Cmstantino pft. nel Mas^i. vava ben dev'li de'Buui Eavori In pia Repubbli-
Ibidem ca Veneta ed il suo metropolita Gradisse: ma
Perchè iinmcdiatamenle suggettu alla S. Sede. qiianluai Longobardi, troppe cause ella aveva di
pAOto Ducono e Anastasio ItiBLioTacASio presso giusti lamenti. Intanto Venezia col nMigiosissimo

HCR.\TORt, Anno/l d'/Zofiti. anno 713. . . .


suo conbvno cresorva in prosperili): laddovo
PAGI ì Longoliardl andavan preparando coirumbìtio-
Il p. retti fica la cronoletna Berouiatia
noi n. t. ali' anno 711 degli Anrtali se loro toarcliinazinni la propria rovina.
Lintfirandus rer dimatnmm pafrfmenii Al- Peraltro dopo avere abdicalo la sua cattedre;
}dim Cotiiamm qnam Arii>erha rer fcrerat come ntccoglK^si dalla IVfa di 8. !k»tro ripor-
hicgue repetkrat. admonithtie lanii riti fCreffo- tala dal p. BOIXANDO. 15 Gennaio
rii !(’, iW iitcrepafivnet reddUam tMn/trmai tt. il santo prillatopassA per Pavia. Ma pei fallì, ac-
Così ANAST. B(BL in Cregorio II. presso Ma.>si .
caduti tra lui ed Ariborto II re dei Longobardi,
Peraltro quel donatiimcm non ò ben detto poi* :
vedasi la critica delMURATORI, .Ann. d'It. a. 703.
chè re Anì»<^n retUtuì alia $. Sode quel patri- Owerviamn come per almi ragioni ancora la
monio conte nolautmo nella Citazione 77. suddetta VUa apparisce inlerpolata; vedi PAGI
AN.AST.iSIO [IIBL. in Crcpane f/,preSiM> Q. 4. all* anno 704 Baroniano
.

ID. ibidem EOmO STEFANO. V»Mf. Wilfridi, presso Pàct,


0 yURATORl, Annali tf ItaliOt anno 716 .
ibidem, nn. 3-6 all’anno 703
É probabile colla venuta a Roma del pio du. e . 5 aU'annu 703
ca di Baviera si colloghi la dcslinasiorie e l' in- I.a fletterà d' appello alla S. Sede sta od Maiisi. .

vio io quel regno dd L^to Pontiiicio Martinia- li p. PAGI dù) tnltè con diligento la serie cro-

no vescovo di Sabina insieme col prete Giorgio I


nologica delie molle e luiighu persecuzioni del
0 con Di)rotw> soddiacoim. Il p. M.^NSI riporta ceU'brc 8. ViL/auw. o nu trass4! alquanti corol-
nella Collezione dei Concila larii importanti per la stona della ehie&ad'In'

un Capiiulareùi pp. Gnsouhio 11 alto stesso Mar- ghilterra in que' tempi, acumna pure al cambia-
tinianu, dalum anno iertio Anottasii imp., cioi' mento di sede episcopale fatto da ». Yilzeiik) nel-
nell' anno 716. É un monumento prezioso per' l’a. 705. Vedi il n. 13 all' anno stesao Barvniano.
le saggio regolo che contiene circa l' ordinazione I
Lo annunziammo IturviUe ncU' a. 676. BELA
de’sacri Ministri, e la distribuitone delle ren- Hi*l. Anglomm, lib. V, cap. 19
dite ecclesiastiche. Si noti die dopo s. Eoda, la diocesi di Doroo
Dopo che il novello inq>oraotc con belle Let- sler fu divisa in due. Quella di Schirbura toccò
tere 11) senso tutto catlofico aveva assicurato i Vedi MARILLO.N, Secolo III BencMlel-
a 8. Anelilo.
Romani della sua perfetta ortodossia. Leggj.si il tino. p. L l^ogio tlorico di a. Eooa
BARONIO. AnNfl/M, ajiuu 716, n. 5 e PAGI, u. 14 e 15 all' anno 7U5 BaroNiano. .

Dove 11 s. P.*wlrc Citeoam seguì le medesime no^ M.4B1U.ON, Secolo III BenedelliHO. . . .

me che guidaronu il suo predecessore ncU'an* PACI, n. 1U. all'anno 709 Baroniano
no 713.La S. Sede è sempre la stessa potebè :
Per questa traslasiune della sede di Mastriebt
la purezza dei domma stava allora pure in cinin a Liegi, si vedano PAGI, n. t, all’ anno 699. . I

a* pensieri ed alle cure di chi la occupava, non FOULLON, Hl*t. Uod.p.iUjn PAQCOT. Metnoirci, \

l'aniblzumo di usufntlUire a vantaggio d' un tem- nonché la CalUa ChrùtiaM j

porale dominio i tanti Honvoigimenli della corte 1


Entrambi morii nell' anno 709. Vedi io Ulsse^ ;

imperiale di Coslantinopuli. vaiioni cntiehe dd p. PAGI, n. 9. all'anno 709


Lk){>o la morte
della piissima sua Madre. Vedi degli Ann4/i Baroniani.
ANASTASIO BIDL. pivsso Baso^m, a. 717, n. 5. e n. 15 all' anno 705
li p<dlr>grmagg)o a Bontà dell' illuslru s. Bo.xi* MALMESBURIENSE, de Ceatie Poriiif. Anglor.
rACio appartiene all'aii. 718. E nell’anno stesso lib. L p. 55. presso Pam, n.6, all* an. 709 Baron.

cioè nel di 54J Novembre, sacro a s. A.XMCA Ap. Vir egregiae tanetìUtlit, de quo per univertam
papa Caiooaio U davagli potestà di predicare; Italiam bonae opinionii /‘unta fragrarU. Elogio
r Evangelio ai popoli Germani, e di rappresen - di PAOLO DIACONO, De galù Ungob. lib. VI,
, , . .

jSwoIo Vili segue per

DBUU
la

BDIZIii:(K
|
pagina 86 del Testo

DCUA KbtZIOZK
° 1
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1 cap. nella Bibiiothren Marma XIII 1% G 48 Nell' an. 718. come s*è detto nella Citaz. 25. Noi
.35 PAGI, D. 7 diranno 713 Bartmiofut XII 246 — seguiremo dappresso il glorioso npostolato di s.
La nia nei M ARILLON, Secolo fll B^rud^ttino m.i . 241 — p Bosipacio, e ne citeremo almeno i feul principali.
e nei ROLLANDISTI, IH Aprilo 11 557 — 49 PAGL n. 4 all'anno 719 del Rabosio. . . . X!l 289 — '

30 Nell’ anno 715, e non prima, aocondo i conb ,50 Uber Betpontaiit, site Antiphm. S. Gbkobii M. III 821 E
puU del p. PAGI, n. ì all'anno 714 Barontano XII 255 — 5( Presso PASSACLtA, De Immac Virg. Conceptu^
S. GatM ino succedeva al morto patriarca Giovan- SS. ir*7, 164, 256
— — 1

ni (non depotto, come suppose U gran HABono. 52 ibidem, 237, 238 ib.
— — 1

cuinon fu nota la lettera di Giovanni Cp. a papa oo S. GREGORIO IL EpUL ad Oertnanum Cp. in-
CosUmUno, citala nel Testo, anno 713). senta neir Aziono IV del Cooeitto Niceno 11 ge-
37 BARONIO e PACI, anno 716, n. 10 XII 565 — ncrale, presso Mazzi, ConciiiorNiH CoUectio.. XIII . 91 —
E dovette esercitare autorìtà di metropolita por- TEOFANE, Chronographia, anno alesa.* 709 609 4
chè decoralo del S. Pallio: secondo la pratica BARONIO, ARn4tÌM, anno 717, n. 3
I

Xtl
. .

275 —
sapieotisaima della S. Sede, che investiva d’am- 1 Greci celebrano ai 16 Agosto la festa di questa
pii potori quei prelati di merito singolare, che prodigiosa libcraziono, la cui uraziooe storica
ella inviava a fondare nuove chiese in Germania. lettesi nell' Aueiarium SS. PP del p. COMDEFIS n 806 —
38 PAGI, n. 7 all’ anno 717 del Baso^iio . . . . ib. 278 54 S.* CuravBOA ai fece monaca circa l'anno 700.

Scrivemmo Apottclo perchè fu Vescovo regio- PAGI, n. 8 aU'anno 705 Aironicme xn 202 —
nario dei Krisi, senta «ede Qssa, consacrato nel- 55 OEDA, Epitome, anno 704 III 149
l'anno 693. V. il Testo. 5G U p. HARILLON, Secolo 111 bfnedeiUno. dà U
39 La storia ò riportata dal p. BOLLANDO. Atta Vita di s, Gotlaco, prete ed anacoreta. m.i 256 . .


.

SSL Tifa S. Rlgobcrti, 4 Gennaio 174 57 L'edificante narrazione in SEDA, scrittore con-
Vedi anche PAGI, o. Sdiranno 717 Barontano . XII 577 — temporaneo: Bùi. Anglor., Uh. V, cap. 20. . ni 134 .
— '

Il Ihtto merita considerazione in questi tempi collazionato col PAGI, n. 5 e 6 all' anno 700. XII 217 .

particolarmente. Carlo Martello avea soUmttu al 58 BED.A. Praefaiio in tib. /F Samuelì* . IV 293 . .

dominio di ro Cliilperico molte citUi d'Austrasia. MARILLON. in S. Ceoifrido. Secato III Benedet. . iii.i 283 —
Giunto a Reims fece chiedere a quel vescovo Rigo- r.\GI, n. 2 aU'anno 717 Baroniano XII 275 — 1

berti) che gli fossero aperto le porle; ma il san- 50 P.tOLO DIACONO, de gettit Lanpob., Ilb. VI,
to e prudente Prelato ricusò, dome teiret quem cap. 40, nella BtbUoiheea PatrNm Maxima XIII 197 . Il

fisiem Ut eaepta ptreiperet. La battaglia di Vincy e presso MCRATORI, Annali d'Italia, anno 718 IV 237 —
diede Reims a Carlo Martello, e questi esiliava nonché presso BARONIO, anno 716, n. 6 XII 26S . . .

sul punto a. Rigoberto in Guasc4)gna; ma Dio Il padre ENSCHENIO boUandista, tratladi a. Pi-

sanzionò la condotta del suo servo con upent TSOBACf addi 6 Maggio degli Aria SS, II ... •—
meravigliose che resero illustre il suo esilio. 60 AN.iSTASiO RIBL. m
Conifan//ne pp. nel Massi III
.

m —
C
40 PAGI, n. 7. all'anno 718 Burom'ane ib. 285 .... e presso MURATORI. Annali d' IL, an. 708. , IV 213 .


La Fifa noi MiVBILLON, Secolo III Benedettino ilt.i 355 e BARO.MO, Anfuiy^z, anno 7uA, n. 2 XII 212
4i Sta nella Coilexione del Ma^si XII 195 II
61 E furono le crudelissime vendette prese dal-
Il p. PAGI, nello Nolo all’ anno 719 Barontano Xil l’ irnperator Giustiniano. Vedi tLitazione 79.
232
ne trae importanti osservazioni crilicbo por va- NeH‘anoo710. AGNELLO Rave nnate, Vita Fe-
lutare il senso dei cenni storici dati da Tsopass licit, presso MrBAT4Uii, Annoft d' llaiia, an. 710. IV 516 — '

e da Nictpoio. intorno la condotta del primarii N. b. è abbaeinalo: cioè, tu sp.irso dell’ aceto so-
prelati (mentali, durante le tiranniche prepoten* pra un barino d' argento infch'alo, e 1* arcivescfì-
ze dell’eretico Fillppico; enclla Nota 1‘ a questo vo Felice fu coetrelto a alare sopri osso cogli
Secolo ne traemmo noi pure argomento a prò- occhi apertL tanto che si dis«4>ca>sse la pupilla.
vare in quanto desiderio e riverenza fo^e il Ro Barbaro uso 4ki Greci per torre la vista alle per^
mano Pontelice presso i Vescovi d' Oriente. sono, d’rmde nacqiR' appunto la voce Abbacinare.
42 S. Tni’MiNB predicò ai popoli detti As&ani : il U3 AG.tTO.VE DIACONO. Perorano Scrtae Sjfnodi,
senio ne riporta la Fifa, addi 93 Novembre . VI 513 — 1

presso Pagi, n. 6, aU'anno 711 Baroniano . . XII 297 — '

Tsoooaico abate, che ne fu 1* autore , non dice e Ma.zsi, ConnViorNm CoUectio XII 191 c
in qual anno morisso solo rilèrisce che morì
:
64 Il Card BARONIO, Annalet, anno 701, n. 15 Xil 183
soUo papa SsBcio. 6 d’avviso che anclie il Concilio XVIII di Toledo
43 Vedi la crìtica del p. PAGI, n. 18 all' anno 70S si celebrasse saoUmonle, coU’ inlmcnto drì Ve-
degli Anstali Baroniani XII 206 scovi e di re Vitiza; perchè questi ne' suoi prì-
44 PAGI, n. 12, all' anno 698. ibidem Ib. 169 mordi! tu buon principe. Ma ben presto cambia-
Il p. MiVBLLLON ne dà la Vita ncISecoloIllAznzd. 111,1 93 tosi in tiranno, saranno stali per lui dispi^rsi gli

45 BEDA, Hitt. AngloT.t lib. V, cap. 91 . . . . TU 13K Atti sinodali, di cui non liassene traccia alcuna.
46 PAGI, n. 2 all' anno 706 Baroniano .... XII 209 1
65 Per altro coUc ax-vertenze richieste dalle cir-

Lo ricordammo anno 704. come splen-


già neil' costanze : e notale dal padre PAGL n. 9, all' an-
dido luminare degli Ordini religioti. no 704 degli Annuii finronianl. ...... ib. 198 —
Nell’anno 717 come sì raccoglie dalla Storia e n. 15 alt' anno seguente 203 —•
47 ib.

di INGULFO presso Paci, n. 5, fWrf«rm .... ib. 210 6G Archieptscoput autem ,BerlhttaJdus) dUiL Afto-
Il p, BOLLANDO ne traila agli 8 Gennaio 535 — ttolicam polettatem centuitse, tU Praetuiet £c-

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. . .

per la pagina 87 del Testo (fUtajwnt ptl


cJv>ulote, 0pct<c, cìÌolIo, cibulotc, ©peiux, citato,
I I
]

oppure
brevi note brevi nvte

rle$iarum ilUus Prorindae Beato WUfrida re- gornentazioui dd PAGI, 703 Baron.
n. 1, all' a. .

ronri/iVn/Hr . . . Cosi EDDIO, nella Vita di a. Wif Le particolarità in TEOFAXE, Chronog. a. «97 ,608.
rniDO prelato Piot. n. il, aU'uono 70 j Baroniano. il». 305 — Dicemmo restitniscet non dono ; piircbè tale è
il senso di PAOLO DIACONO, de gestis tango-
Per I* H7 del Te«a« bardorum^ lib. VI, cap. 38, rmlla Bitd. Ma.r . . .

qwu (Alpe* Cottiae', ad in* periinuerant AjMtsto-


Pel follo delta liborarione doirEsareo TeoDIal- Ucae Sedi*. V. ML'HATOIU, Aim. tnialia. a. 707
to, redi le Citatinni 3 e 75. 0 PAGI, n. 3, all' anno 7tU Baroniano . . .
Compito di i^ramio prudenza e ioDganimiU^, TEOFANE, CÒronograplifo, anno aless. 701.
in che si sepnaiarono porticolannente s.AMuin Dove a dir vero il crudele Giustiniano S|H>a
vescovo di Schirhurn. e *. CRnuaioo, abate di rirebbe non più che strumento delle divine ven
Viremouth. Le pariieolarìtil cdiflcanli sono de- dette sui Ravennati diiiubhedìcnti alla S. Sede. Lo
scrìtte nella .VfeNa del ven. IIEDA. I. V,c.10e3*J . iti 154 — notò ANAST. BIBL. In Conslantino presso Massi
e dai MAfìlLLON. Prc4. al sec. Ili 0cncrf. §. 1.
p. ]n,( . ^ — Dei auUm iudieto, et aimstolorvm priRrtpla Pe-
Su di ebe già ricordammo nell' anno 700 la beila tri untentia, qui inobcdienle* fueruni ofmloH-
Lettera di s. Citoimo» Ab. a re Xaitone. cae Sedit amara morte perempli tutti, et idem
Vedi la Ciiaziuno n. 11. Anche s. GRB4'.oinn]! arrhiepiscopta (Felix' lumine priratiu, àignam
ordinava il ristauro dello mura dì Koma. nd pri- facli* reciplen* pitenam, exui in Pouticam frana*
mi Istanti del suo glorioso ponlilìcato : ma gli missu* est regioitem ; e lo giudicò anche MIBA-
avvenimenti non gli consentirono di attuare quel TORI, AnmU 4' Italia, anno 7iiH
prowcdiinenlo. Cosi Sisissto per un verso, Gtt- ANAST. BIBL in ù/nslantino jq*. presso M.isst
coaio por un'altro noi p<>lerono effcUuare: vo* Giu-sUniano preparava ai s. Padre grandi onori. .

lendo Innio mostrare, i;»sum care positum in L>- Quest'atto di altissima riverenza tia dato argo-
be murtim, et antemvrale^ come osservò U Card. menlo alla Nota 5* a questo Secolo.
BAROMO, AmiaUt, anno 715, n. 3 .VII 358 . Àncora crudele, cioè uiaigmdo i sagv> consi-
PAOU) DIACO.VO de. gesti* L/mpoòflrrforwm, gli dì papa CnsTATiTcto, il quale, secondo narra
Ub. \'L cap. 37, in Sibiioth. Mn.nma .... Vili 197 PG PAOLO DUCONO, de gestis Langob. lib. VL c. 31
BEDA, Itisi. Anglmim, lib. V, cap. 30. . . . m 434 >- BibUolheca PP. Afoj’me
Dumque innnltiùset^ qwxl noniMif /MA'/lLT/f/ fece ogni sfarzo pc^ distogliere Giuslìnlam) dalle
im/teralorts sua pr«moMo«c idem fniuet Mm* pazze sue vendette sugli abitanti della Crimea.
ZELO niéEI ACCEUSA HM»g»ttparrpopi<H
potitus, Ma indarno. Gli scrittori Greci T»)rA.vz, Niciroiio,
Ramarti statuerunt SVLLO MOhO HVyC BUCEìl rjcnat.'vo 0 Zosaza narrano le ultimo crudeltà dì
Sl'SClPKHF. .Vitft post mullm aulem die*.
. . . luì. tali, che nc accelerarono in tragica fine. Pres-
ÀHasioiiu* OBTliODOXt'S Atujustns sreptra rega- so MPRATOKI, Annali f Italia, anno 711 . .

lia Qubemantin tusrepit. TVyC ORTIIODOXIS


c PAGI. n. 3, all' anno 711 Baremiano
E.XULTA TtO m
GXA posi aliquod reto tempus
. . .
Bardane era stalo acclamato iniporatnre da
. . .

Srhoiasticvs cubicutaritu patrtetut et exarcktu popoli dclfe Crimea insorti contro il crudele Giu
Italiae venien* lìùmam detuUt serum sacrarti .ima- stiiiiano, ed aveva assunto il nume di Filippieo
stasii priuclpis. per qnam VKRAE SE ORTIIO- TEOFANE, loc. cil
DOXAE FiDEl PfliF.OICA TOHEV. et sancii Sexii Qain (tiam haeresi ei aduìterio dignitalem con
Coneitii con/'rsjHirm esse omnibn* deciaratit, spurearit. ID. ibidem
quam et Pontifici obttUil, ET ITA perrexit Ba- iv»rro PhiiippicHs adremu sauetam et univerta
rennaiH. Dum antem haec percrritÌMr, oòlinail lem sextam Sjfnodnm inrehi nan cnibtàt. ID
Prlrru ducalum. Passaijgio importante di A.NA- ibidem, anno alesa.' 704
STASIO DIBL. ùmstantino pp. presso Mawi 180 Vedi altre tcslìiiHjnianzv importanti nel p. PAGI
. vii C
Ragiinbcrlo era cugino di ro Luitberlo. La n. 4, air anno 711 B/irf>nia«o
morte però lo incolse poco tempo dopo V usur- Perchè infetto dell' cresta dei Monoleliti. ANA
pazione del trono Longobardo, di' ei lasciò al STASIO, f« Constantino pp. pr^^so Massi . ,

Ogik) Arìberto II. PAOLO DIAC. De gestis Lan- Per queste successioni nel trono de' Longo-
goliardorum, lib. VI. cap. 18, nella Bibl. Max . Vili F bardi, vedansi gli Aunaii del UVRATORl a. 713
e presso ML’R.ATORI, Annali di' tlalia, anno 701 . IV 5^ — Ansprando era il tutore di re Luìlbcrto, accen
e PAGI, n. 3 alPanno 703 del Baronia. ...XII193
XII 102 — nato nel Testo all' anno 700, e cacciato col pu
ANASTASIO . in ymmne VI , presso Massi . . SII
XII 157 A pillo nel 701. Morto tre soli mesi dopo l’ avve-
e BARO.MO, AnnaU*^ anno 701, n. 9 . . . . Xl|
III igl
181 — nimento al trono, ebbe successore il Bgliuolo
Anche I* imperalure Tìberiu Al»imaro aggiugne* Liulprando, famosissimo nella storia dolLa domi-
va perciò wnza saperlo la sua pietra all’ edificio nazione Longobarda.
deldominio Pontificale. Ponemmo il fello nel 703, BARONIO e PACI. Annaìes, anno 715 .. .
perchè la nolizia dell'elezione di Giova.vtu VI, non ANASTASIO BIBL. ftt pp. nd Massi
poteva giugnere a CP die sul Unir dell* anno 701 Leggi la Citaziofte n. 7t.
Il passo relativo è recalo nella Gitazionc 05. ANASTASIO, e PAOLO PIAC. presso MiHAToai.
TEOFANE. Gtromgrttphia^ anno alesa, tì96. . i 570 90 Annali <f Dalia, anno 715
Fallo spettante all' anno 7U5, secondo lo ar- TEOFANE, Chronagrcphm, anno alesa.* 707.
.

Vili
|JSecolo cJloutoie, ©potei, citeito,
scj^ie per la paj;ina

DZLL.I KUIIIO.IS
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87 del Testo

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To» 1 liuti X breni note
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Rivc^pimeiito accaduto nel Gi^nnalo dell* a. 716, lo VII §. U1 : ftilla b*>ntà morale dei Longobardi'
come provò il p. PAGI, nei numeri 3, 4 fì S at< 9G EDDIO, li7o S. HWridl.cap. 55 e 56, presso
l'anno 714 degli Annali Baroniant •
. . .
XII 256 8 :
Pagi. n. 6, all’ anno 705 Arronione . . XII 201 —
dove rollili»') 1« note cronologiche di TxorA,'ti. 97 ELNACi.NO, ttist. Saraeeniea, Ub. I, presso Pa>
Scrivemmo buon cattolico ; e n’ è prova r avere ci. n. 17, tbid. ib. 203 —
Teodoifio restituito la vtmerflnda iraagine delle DK Aioalcsioo presso PAGI, a 2, all'an-
Arvnsnin
&fi Sinodi geMrali, abbattuta daU’miico Filip* no 707 degdi Annali Baroniani ib. 111 —
pico ; corno narra ANASTASIO BIBUOTECARIO 'J11 TEUK.ANE. Chromigrap/iio, anno ales».* 701 . I 57C IK
In CrtQorio //. presso Mtnsi XII 227 D tuu Le partiooUirilft storiche sono raccolte ed or-
00 TEOFANK, (^<renr,igrap/ira. anno alesa.* 708. . I 599 14 dinatedul PAGI, n. 5-8 all' anno 710 Baroninne XII 221 — '

.01 IIARUMO, Annales^ anno 7t6, d. 5 . XII 263 — .101 ANAST. RIBL hi Con$tanUno pp. presso Massi XII 178 D
'J‘2 DARONIO 0 PAGI, anno 720
. . .

ib. 293 — Va la divina vendetta culpivaio tosto con morte


:

Costantino non aveva che due soli anni; e chia> turpissima ; ibidem ib. 179 A
mavasl Copronimo, perebè nell' atto d'utscrc bat* 102 La narrazionencl P.VGI.anno 711, u. 8 . . . XU 228 —
tcziito spurc4) le sante acque de' suoi etscremen* N.R. in parte: poiché nei monti ddle Asturie
ti.1.0 cJte vedendo il celebre leilriarca s. Gcsua^o, non venuo mai fatto a quC barbari di por piede
predisse che da quel principe tiarebbero col tem- F. di lA scese poi Li fulgore che elemilnò da tulle

po derivati mali grandi ai Cristiani ed alla Chie> le Icrro spagnuole la duininaziono Moresca.
sa, V. TEOFANE. ChroBograpft/<i, anno alca».* 711. 1 615 8 103 Huiwsque rei causa (ossia per la persecuzione
93 L’anno 7(H s^na la suceezione di Viiiza al del tiranno Fitippico) zelo fidei accenius omnis
padre Egicanc nel trono spagnuolo. E le aiUielic Romanae urbis, ìmaginem . sex coniti
Cftetiu . .

memorie notino che cominciò bene. Ha tale fu nentem lanctas ac unirersales synodot in eccle-
il danno cagionulo poi alla Rdìgtonc ed olla mo- sia beati Pettisrcj-moi/.ANA.^ASIO BIBUOT.
rale dalle iiigiuslizic e dalle slWnale libidini di in C:mifO)rfine pp. presso Ua.isi XII 180 A
quel tiranno, ette sino a mezzo il secolo nono Andato a toccare il popolo Romano nella pu-
cioè per 150 noni la Chiesa spagnuota, giusta' pilla degli occhi suoi la Fede Cattolica. Trascor*

mente ammirati pe'cek'brutissimi suoi Coocìlii suro diciotto secoli, e non fu peranco smentita
nazionali Toletani, non lasciò quasi piò alcun ino- una sol volta la ct^ebre sentenza di s. Cirau-io:
numento di sò. W^di RAIIOMO, anno 701, n, 15 XII 183 liec cogitare eoi esse Ai7m4ne»...adi7»otpcr/ldf(i
94 Ch'fi non volle più tributano detla S. Sede: haóere tum pouit accessum. V. Secolo IIL, nata 1 1 -

questo cenno imporlanle 6 appoggialo e dim do* 104 Il gluriosisfùmo folto dell» resistenza di Pda*
cumenti. Il prium è una Lettera del odebre gio contro le orde inusulmaoc appartiene al*

S.GRFX.QR10 VII, indirìtta al conte Roceio nell’an* Panno 712 secondo la cronologia illustrati dal
no 1073. io cui leggeri : A’.« ìatere ì m
creMtntu. padre PAGI. n. 14 all' anno stesso XII 237 _ 1

regnum Hispanlat AB ASTiQlQ proprii turU Vedi: Cronrra Sdn-Dionizùino presso PAGI, n. 3
». Petti fuiste eie. L’altro è tu Cronaca di LUCA .inno 714 del Dasosio
all' ib. 249 !

TUDENSE, spagnuolo. scriUoro det secolo XIII, il ,105 FREDEGARIO. cap. 104, nella fiiMzofh. !!<»*. XI 829 n 1

quale narra che il tiramio Viliza vieUi sotto pena e presso PAGE n. 2, all' anno 714 Banniano. XII 258 1

di morte spagnuolo di obbedirò al Roma-


al clero 11 titolo di fain^anls è ovvio negli scrìUori
no Pontefice. II Barunio ravv icina con molto ac* francesi, quando trattano degli ultimi re Mero-
corgimenlo t due documenti ne) luogo citato. . ib. 182 fingi. E a' tempi nostri si sono veduti Principi
per trarne buon argoménto a proviii'c quanto im* sagaci lottare colle moderne forme cosliluzio*
porti ai Principi di non violare 1 diritti della naii per non incappare nelle poi'o invidiabili pre*
S.Sede. Il regno (to' Vi!>igoli. soUratto a codesta rogntive dei Re fanulla.
specie d’ alto dominio della S. Sede non lardò a lUG ('ausa .>inpratluUo rinlrusinne dei Laici nelle
divenire preda dei Saraecni. diguit'i episcopali, verme roditore d’ ogni cleri-
93 PAULO IMAC. De gestii LoMjoAarrforwm. Ub. VI cale osservanza; e pur troppo favorito dal celo*
cap. Ti!t, nella Biblifdheea PP. Jtfartfna . . . XIII 179 de' bre Carlo Martello, seiNindo die lamcnlaiH) illu*
Fuit quoque 'Aripertni, tir pini, eieemosynis de- siri Ponldicipr^o PAGI. D. 8 all'an, 709 Baron. ib. 291 1

ditus ...In cuius temi*ori^s teme nberlas ni- 107 PAOLO DIAC. presso Mi'tAToai. Ann. d'Il. a. 716. IV 235 ;

mia, sed TEHP0lt.\ BABB.tUICA. <F.ccoringc- A quale vii termine era perciò ridotta la maestà
• Quilà. con la quale II Diacono, di {mro sangue impi^rialc in Occidente! a cercare la carità ad
» Longobardo, dipinse i tempi onde i suoi geni* un re Longobardo!
• lori vissero spettatori ecco l' inganno di chi
:
{lOH TEOFANE, Chronographia, an. alcss,* 708. 1 599 15
crede potersi avere maggior fede alte narrazioni PAGI, n. 4 all'anno 716 Baron III 263
• di lui sul secolo fiA lontano d' Aulari, che non ,109 TEOFANE, Chranopraphin, anno alesa.* 709 .
>
607 18 =

> a quelle intorno al proprio dello storico, cioè HO L’ imperator Leone spevliva a Siracu&a il nuo*
• all' Vili. 1 delti del Diacono s'accordano mi- vo duca Paolo, che coslriuse Sergio a salvarsi
» rabilmemo con le parole dei XL vescovi nel-
» l' anno 67ft • Preziosa osservazione del celebre
.

CARLO TROAA, Codice Longobardo


m l'Olla fuga. ID. fàidrm, anno aless.* 710

Ibidem, anno alesa.* 709


Ibidem, anno alesa.* 710
* . . . ib.

ib.
611
609
614
20
4
9
1

219 ,112 ib.

ed appendice im|K>rlanle alla Nota 1* del Seco* 113 RODERICO. Uiitoria Arabum, cap. 20 presso

( 5 )
_

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per la pagina 88
88 del Testo (i!lÌtft^Ì01XÌ |3Pl

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Paci, n. 5. all' anno 718 del Ba»o5io calo il giudizio, die ne recarono i Compilatori
BABONIO e PAGI, anno 7S0 dell’ Archiì'io storico italiano di Firenze, an-
MURATORI. Annali d' Italia, anno 7'id . .
no 18S3.
fìORGIA, De Cntu VeUUma 1780. ln-4*}. Il Card. OAROMO an. 730 n. 3 >> 5 . . .XII
è di pareru die le duo lettere di S. Gregorio II

P«r la Pagina H» d*i Taato a ÌM?reno Aquileiese ossia Forogìuliese e a Do-


nato di Grado appartengano al nuvlisimo an-

flARONlO.Amm^ea an. 731. n. 1 — S . . -


no Ti9. Ha con migUor foodamonlo CARLO TRO-
BcU' esempio di apc^tolica carità e prudenza VA nd suo Cod. dipUm. Longub. num. 480 . . Ili

10 riferisco all'anno 733 o 736. Infoili Marcello


ricordato da ARIBONE successore di 8. Comm> i

inARo Qoll'cpiacopalo di Frisin^o, presso Mabil- Doge di Veoeiia. nominato nella seconda lettera,
i«i, Acta Sanctonm non visse olire il 738, stando a’ computi di
Dopo che i! santo prelato ebbe esposte al S. Pa* i
A.NDREA DANDOLO presao il Musatosi. R.I.S. XII

dre le sue suppliche, scrìve Asisors die: hi>| nò olire il 730 vissero I due perpetui rivali Sere-
aaidllis. tantam hwniUlaUm dui miralu* eit no e Donato. Forse anche meglio del Truya fece
iwmmwA Papa: eoque a u
rfiriUsio, <id necreta iliAFFE,collooaDdo quelle due lettere sotto Tan-
necesxaria #yjiodwn eon^i/ai U, cioi: il pfosbì- no 733.
toro od I vescovi presenti in Roma, et in eo con- R.AROMO, Annales, an. 736. n. 15 ... . XII
t enta iita reeUatU. Qtiilnu iUi auditù. voce ma La lettera di Grzgoiio II a a. GtaiiASo di CP.
eum referti debere proetonkiàdn/, tcri- fu in.serita ndUazione quarta dd secondo con-
pTitrortun leilimonU» id conflrmonlei. Hit ita cilio ecumenico Niccno. E veramente è un pre-
(ticenlil/Hi, rimm Dei in medium tenire jumt: zioao compendio della dottrina cattolica intorno
quorum rerbù u rietum eoniiderani. ut iniun- alT tuo e al culto religioso delle sacre Immagini.
chwn libi a taneio Patre oi^iriwm nnlio modo Come te chiama II MURATORI, Annali tflta-
cmitteret, et a lucro vaeuut rediret ad aream, Ha, an. 739. IV, i

eum fummo ibi (Rotnae) aliquantum lemitoris Riguardo alla loro data, il RAtruno, Annales,
retentui honore, benedklUme eeeepta. takfa- an. 736, n. 38 XII
eieni omn/àtu, triitii reeeifU. Recammo questo le colloca sotto il 736. Il P. Paci nelle note cri-
bel pasMif^ atorico. perciiè uno de* più inai* tiche ibidem IL 9 le assegna allo scorcio del 731
gni monumenti che valgano a confortare un Col Paci conviene anche Gacta.sd Cz.vai nelle
minbtro del Santuario, bramoso di santa ritb sue note cronologiche f n Anastasium Bibl. presso
ratezea: ed insieme ad ammaestrarci ddl'antii'a 11 MIGNF., Palroi. laL
II
prudenza della Chiesa Romana ancite nell’esa- A noi sembrano Irrepugnabili gli argomenti
me di consimili dimande. con cui il TROVA, Codice Dipi. Longob., num. 469. HI
Regionario, ossia senza sede iissa. come già ciinfuta Topùiiune dd Paci, e d'accordo coi Da-
fu detto nella citazione 173 del secolo stiUmo. an:un forma nell'Anno 736 la data della prima
Vedasi il SERARIO presso il Paci. o. S atUau- letlora Gregoriana, alla quale dovette poco stante
no 733 Baroniano tener dietro la seconda.
S. BomrAcio fti consacrato Vescovo nd 30 No* Dd Romani sopratulto, I quali co1 lM^ si ba da
vembre 733. n giorno appresso, S. Gucmuo li ANASTASIO BIBL. fn 5. GreiMa//. D. 185. . . Il
gli consegnava Irò lettere apostoliche, la prima furono per ammazzare Tuniciale spedito dall’e-
Ad Caroiiim Ducrm, Ifaiorrm i>iHnii< Regiae aarco EulidiJo ad ueddera il l*apa se questi
Francorum: la soconda Ad Episcopo! et alios non Tavesse vigorowinwnte impedito; e tulli,
omnium ordinum fura clerieot, fura laicot: la con giuramento so-
nobili e plebei, si strinsero
terza Ad Cfcrum, Ordinem et ptebem Tlìuringi. lunoc che non pemvettcrebhero mai che il loro
Sono iv^strate nel I.abbi, Conr. Coti. .... santo Pontefice cosi zelante net difendere la fede
Con altra lettera die comincia: Crediiae ipr- cattolica e le chiese fosse offeso in nulla o ri-
culalionii . . Labss, ibidem mosso dalla sodo, c sarebbero anzi tutti pronti
U Pupa gli significa d’aver anche scritto a' a morire per sua dift^. Kutichio si rivolse
Turin^ eal popolo della Germania tif conitruant agliottimati e al re de' Longobardi, studian-
epueopia et eceleiiai condtmf. Quindi nppar ma- dosi di alienarli dal Pontefice colla promessa
nifesto, che Le tre lettere di S. Gaecoaia 11 Ad di larghi donativi. Ma delesiandam tiri dolosi-
opfinicf^A rhurfngerum,' Ad unirertnm popuium totem despicientes, una se quasi fratres (Idei
Thuringorum: Ad universum popuium AitsaxO’ catena constrinxervnt Romani alque Longobar-
nun, fiilrono spedite quest'anno 734. di, DESIDKRASTES CVyCTI MORTEM PRO DE-
Vedi Pn.irro JatH, Regesta Pontifieum Romano- FFJiSlOyE POyTIFtCIS SUSTiyFRE GLORIO-
rum ab condita Eeeletia ad annuivi post Chri- .34 M, moiguam ilUtm assuri perferre molesUam,
«fura nafura MCXCVHl (Berlino, 1851)
PRO FIDE TFJIA ET ClfRfSr/4.VO«rjf CK»r4JV-
N.B. Intorno a quest'opera gìoverA consultare rfJf SALUTE Lalleania de' Romani e de' Longo-
Ui rivista bihliograQca pubblicata negli 4na- bardi. che testé aveano puranco congiunto le
leda luris PontifleU, SS livraison, Mars et Avril loro armi contro le truppe dell' F^arco Paolo
1858. Ronoe, pag. 6G1, nella quale viene reUifl* spìolc alla volta di Roma, è la prima che iocoo-
.
.

UmoIo vm. segue per la pagina 88 del Teslo


DIU.A IDIZI05K DKU.A KDIIkiMZ I
oJlouioitc, ©pclux, citato, o c/loulote, 0pci4X, 5?ciL|!to alaio,
adoperata adoperala |

oppure Pipi E oppure


5 3 1

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brrpi nptr Ctl.:: brroi nolr 1
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traxl Dellaloro storta, e durò solo Quanto li psT Il BARONIO. Annaks, an. 741, n. 11 . .
'
Xll 465 _ '

perìcolo dd Pontefice, svanito U qtialc. toma* dice cheS. Gregono 111 seripsit adUonem im*
reno alle immìciate antiche. Ma ciò stesso di* sanctarvm
per. et eia* fiiitmlibrastres prò cvitH

mostra quanto fosse gagliardo in entrambi quel imaginum,reliqHUeteptst(dansm Ubruin unam:


sentimento che li uot e pot^ vincerò gli odli ud Mremos.
his
profondi, cìhì dividovanli: odii inretorati da si
132 ANASTASIO BIBL, In Gregorio III, presso il

lungo tempo e che non tardarono a divampar Basomo, au. 631, n. 6 sogg XII 414 —
di nuovo più ebo mai furibondi. Importante e 133 ID. ibidem, mira. 191 — 194. II 1U2.3 — ;

'

verissima osservazione della Civiltà Calloiioa. 134 Mediante che iocomincia; Dei Omni-
la lettera

Sono IV V 562 — potenti*, prvsw


M.tNSI in Stovi/fUN. Labbeano
il . 1 553 ,

maiiu prtuuditim Poter itte, dUtribuere


EUffit 0 che si suole coiimiicmcnle attribuirò a S. Gre*
^‘i5
pauptribra UtrgUtima monti qu(u rtperUòai gorìo 11. li JArri. senza produrre alcun argo*
i

ittcianbenM oratUtnibru et Uitmiu, et leUinHt mento, T ascrive a &


Gregorio lU, Begata
Dewn guotidte deprecabatur. Et epe ila mcn^ R<m. Potttif. — 182
bai itmper fitlhu pUaqvam hominwtL A^'ÀSTA* Forse avrà ragione; ma non potè S. Tatwino
SIO BIBL., in S. Cregtnio il, num. 185. . . li 989 24 trovarsi a Roma no due primi mesi del 731.
11 nel quale aiinu sappiamo clic fu eletto aravo-
1^6 ID. ibidem, num. 183 segg ib. 979
La prima congiura di Basilio uUtmo duca im* scovo di Canlorbory in luogo di S. BaiTOAUw?
periate de' Romani, come awerto il Bzaomo 135 L’Autore anonimo del Caiotogo de' vescovi di
an. 726, n. 54 XII 360 — 1
York pubblicato dal LAuta net prìmo tomo della
fu ordita d'accordo con Giovanni Cartulario. BiMiotheca pressoil pA«t.n. 1 1 alTanno barm. 731 Xll 407
Giovanni turione e Marino Spatarìo, poti ofigtiof 15G UTTLONO Vita S. Bonifacii, lib. 1, cap. 31,
die* da ebe Liutprando orasi impossessato dì presso il Mauillos, Acta Sanctorum IH ti 42 17
Ravenna, epperò appartiene all'anoo 726, seoon- BAROmo, Annaks, an. 7.36. n. 1. .
XII 426
do i computi di CARLO TROVA, Codice Ioti* 137 Lo letichi 0 brano di lettera di & Gucoaio HI
gob. num. 489 m 435 23 ad A.ST0.S10 Gsadcnsi è stata sino ad ora scono*
sciula. FILIPPO JAFFÉ la pubblicò per il primo
Gli altri attenuiti coperti o manifesti narrati
con dannosa brenta da A:ustasio. csacndo cer* dal codice Tmisano della Biblioteca di Vienna

lamente posteriori a quella prima macchina' no* suoi Regesta Romanorum Fonti/. .... — 183 —
lione e anteriori alla mussa di Liutprando con* Questo documeoto, tuttoché molto seorrotto.
tro Roma nel 729, hanno da allogarsi tra U 727 non manca di una certa importanza cosi per
e il 728. l'argomento, che vi si tratta, come per la men-

127 BAROMO. AnnaU», an. 729. n. 1 XH 382 zionu ebo vi si fa del re de’ Longobardi, e delTin-
àftASTABio Bni.. m
5. Greg. il, mini. 186 . . . li 982 sorta contesa (degli ìconodasti?) che il Papa
nota essere ciò avvenuto T indizione XII, ebe sperava di poter sradicare ab Ecclesia Dei col
cado appunto neiranno 729. concorso de* vescovi. Però non sarà discaro ai
TEOFA>'E, Chronog. all' annoaloss*. 721. . VI 2T2 D nostri lettori che k) riportiamo qui per disteso:
il28
negli Scriptt. BytanUnae HÌ*L Yen. 1729. ARA* Saepius erocalus, HlAposMumm litninibus dik-
STASIO 61BL . nuiiL 188 II 983 11 etam frakmitakm tuam cum epiuopis, qtU sub
129 BAROMO Annaki, an. 731 n. 1 Xll 395 — tua ordinaiione consisiunt, pra*entari, dhersis
il quale ne fa in poche parole questo bollissimo insurgenUòu* pertttrbationi^ venire secare ros.
elogio; Crifnz {Gregmi II) si scripta crlarenl dikctitsime,innotniìfti eue impostibik. Qu>id quia
resque ab eo gestae diligentitts scrtpiù manda- prineipatis causa est et prae cekri* saiutare /L-
tae essent, Gregorio Hagm haud mtnorem ejti- dei christianae et domwn Donimi diligentia
i/marez. Da TEOFANE, Còrunop. an. aloss.* 721 VI 272 B 1
proruremu*. Juxia quod obuerarU rex tango-
è chiamato l’ir undeqwtgue tacer et apostotiai*, ... bardonm pm «nis arehiepiseopis nostros partem.
erudiiii/ne rebwque gestii clariuimtt*: e da CE* post terUam dkm Dominieat Resurreetionis, (è
DRENO, ilist. Comp., edii. Venda
cU. . . .
- VII 360 G forsti Tepoca tegale per la visita de* sacri tiiuini.

apostoliau rìr . . . . qui oò duinat sna* lucubra- osservala prima die S. Zaccaria la flssasse
pones Dialogé (V. Osioaiu a. ?26 n. 31, cDccao agli idi di Maggio nel Conc. Rom. del 744*), ut
PaoiTTuM ib. pag. 353] cognomen adepto* est. etiameumtuis ira(iter) arrlpioz to/umiM. Quia et
• Ma quel che nclta serie do* Pootenci lo di* Veneiiarum episcopis ita seripsimus, ti vakt ad
• sUngue specialmente; si è Tesser egli stato generatifakm erervitwn ut nutliru praepediant
• veramente il primo Papa Re . In lui ebbe . . venire ditiorlali snmns. la hoc enim eatisa nuUa
» principio quella sovranità ebe 1 Papi da più debet intercedere negìigentia. Quia Deo per om-
• di undici socoli posseggono sopra Roma e U nia, si detidet exlUerimu*, districtam ii7it<emuz
a SUO Ducato; o fra i caratteri singolarissimi di ratianem, beata inquiente Apostolo Paulo: AUen-
> questa suvranilà. non è il meo singolare ed dik, inquit, cobi* et universo gregi, in quo tot
• espressivo quello di avere a capo e fondatore Spiritus Sancittt posnit epiteopu* rtgere teck-
> un santo, qual fu Gregorio 11. • CivilUi Catto- Siam tuam, quam acquiskit sanguine tuo. Pro-
lica. Serie IV Vi 21 inde ut ad statutum contcniali* kinpus, est apo-
17.0 CENNI, yotae ehran. ad Aruut. Bibl. in Greg .III. n lliSù — aioiica vigore, rcstram omnium horiamur fra-

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sepe per la pallina 88 del Testo (Citazioni fel
MICI.A CDIZHISS 1 DILLA mZKin
cilDutoiLC, ©pCtOL, ^Ì?txj*>0 ClloJo, adoperala |
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brevi note brroi note

UmUalem. Pouumui eRim, orlam rmttntioiìem. e II. 9 — 11 all'anno 731 ib. 401' _
ab Ecctfiia Dei eaTieUentes. premia ab aelrmo Il 44 Sernndu i computi dèi DullaiidislallENSCIIRNIO
iudice pereipere et perpetuasn riiam. Deus te cdcl p. LE CUINTE, presilo Pa6i, o. 17 an. 731. ib. 410 —
incclumen autadiai. dilectiuime fraier. 1 40 ARIBONln Vita S. Oìrbinianl, proaso Pasi, il G
terzo pellegrina(;n;io di S. Bu?urA> 724 Baroniano Ib. 517
£ qui’«lo il all'aniK)
ero a Ruiira, dove ire deerepH /um prò hoc ut N.B. Ras Cubbisuso Rve quel viaggio e iiiiell»

Apottolici Pairis, ruriu fariem needum a^nù- dimanda sette anni, ronfinirii seplem annis dopo
l'trah salubri frueretur agnitione titaul et cni~ il pruno suo viaggio a Roma nel 713. Meglio
ìoquio, fuam ul se sanctorum in urbe remuno quindi U lodato p. Paci scriveva nel n.9aU'an'
quiescenttum orationibus cummendaret. • Co»! no ?i3: Ad Aunc iW praecedentem annum re>-
OTTLO.VO. Vita S. Bonif. iib. 1. cap. Ì8. Sog;- trahenda treunda proferito romana & ('orAinfn-
giung:e, che il lanlo era accompagnalo da urta ni. L'anno pr«H:uilunto{72i;i pare il più probabile.

turba di Prancht. di Bavari e d'lngh'«-i. e I4U Vedi pres-AO il BARONlU, AnnaUs an. 724. n. S. XII 311
che tutti i Romani facevano a gara di aigiiifl* la bella lettera da lui scritta a S. bosizACio,
cargli la loro venerazione. gii suo discepolo, per suggerirgli il modo più
L'unn di raccomandazione a tutti i vescovi. acconcio di catechizzare gli idolalrì.
preti ed abbati: Domino w^nton/c. Labbk. . . vm F, 147 PAGI, n. 18 all’anno 72G «lei Uaso.hio . . . ib. 3G8 —
L’Altrn a tulli gli oitimali c al popolo delle >MK BOLLANDO. Afta Sanctorum addì 30 Gennaio. U 103: —
provioeiu geriuaiiictie: Quoniam drcraiiTr . . . ib. 20' € I4tl l'GIIF.LLL IlaUa sacra IV —
La terza n cinque vescovi della Baviera e del - emendato, quanto alia dati? cronologlcbe, dal
rAllemagiia: CalhoUea sanrtorum. ..... ib. 2IM C P. PAPEBRUCHIO ridia sua Errgesisde episco-
Oltre a questo letlcre, S. BosiricMt riceveUe pis Mediolan . . ArZa Sum^/orum, Maggio . . . VI ló P
anche dal Pai»a molti doni c sacro reliquie da 1.70 Merìtatfienle perciò chiamalo dal BARONIO
recar in Górmania Annales, an. ?i7, n. 17 XII 374 —
%'edi la lettera di Grbcozio 111 a S. BovirAcio: prf'mtuictiriphu/'tfB qui cen/ra iconoclastas in
thelorù gentium, LrMa, Cene Oriente rerillum erexerit. VetU
Ib. •JIIG R
L'elogio che in questa lettura si fa di Carlo TEOFANE Chronitgraphia, anno alesa* 721 . .
VI 272 A
Martello, e molti altri argomenti prodolli dal ivlKKUKMlU Catalogns Patriarcharum Omstan-
Card. Baromo, Annalei EccL , a. 741. ii. ld-> ^1. XII Ift" __ tinop. presso il Mai, Scripll. VeJt. nota coU. Iti 253 —
confutano picnamunte la favola della visione di La lellera dì S. (izhma.so al Papa andò situir*
S. Eucherio e dell’anima de) Martello condan- rila: ma ci riinaiii} la bella risposta che gli in*
nata airinferno. dirizzò S. Gate«i«io!I.V. Rsansin. au. 72C,it. 14. XII 359 _
Dapprima gii mandi'» una solenne ainb.')<4‘u* 15f DAGL n. 4 all'anno Baron. 727 ib. 375 _
ria condotta dal vescovo Anaslasio e dal |irvte li Massi nulla contronota iltltiem cita l' autore
Sergio. Vedi il c<intinuuUire di FREDEGARIO, anonimo deirantira Cronaca di Liefi pubblicala
imrlo 111, tom. LXXI della Palrol. lat. . . .
— r.80 A dal Martùne, TIJC.stìtirHZ niiiNZ Anredot.. . . . Ili 1405
e ANASTASIO BIBL. in Cregoriti ///, num. 'iDi il i|uaie pone la morte di 8. I'bzbtì» ndl’ anno
secondo la giunta ex codd. MmariHo et duo- 730. 1..1 Vita del santo v-escovo scrìtta da un
bus Thuanis Il IOT4 II anonimo dd secolo nuno Indi’si presso il SERIO
Poi, incalzando maggiorniciile il pericolo, scrissi* al 3 Novembre VI —
sul cadero di Maggio la prima lettera dei Co- ir.2 PACI n. 3 all'anno Baroniano 728 .... XII 3H0 _
dice Carolino, c verso la (ine di Giugno la MAIMI.LON. Af/f» Sanctorum Bencdirt. . . .
all IÌ3
ronda. TROTA. Codice Longobardo, n. Sli'io 5t23. ITI CCS — ,1 ó.i Dii iamo nemsitalodi rinunUare; e oosi ci
Sulle ragioni che ebbe $. Gatcoaio di ricamrrr sonibra di poter conciliare gli antichi scrittori
a Carlo Marlullu, vedi la nostra m:ita (Giovanni Damaju-eno, Tisjtinc. Niceloro. Sto*
Con la lettera del 15 Ottobre 740: Metnhìit Cano ragiografo, Efremio, Cedreno, ZunaraX de’

MICNE, tom. LXXXIX.
/refcni(i.ripr(MÌulla dal
e dal TROTA. Codice Langob., o. KW ....
.

ni GRÒ —C alcuni n.vwrisi'ono che S. Germano fu vio*


(juali
Icntemente caccialo dalla sua SihIo, altri che ab-
La (ormola di giuramento, a cui alludo M pa> dico smettendo il pallio ptinllllcale e riducen*
pa, luggesi nel Liber Diumus Rr.*nuiiiorMra i^/i- dosi ^lla casa patema del Piatanio. Sì, abdicò:
liUcum, 0 contiene due articoli. Nel primo il tua cosUtqto dalle furiose esorlnlanze ddt’ im-
vescovo giura dì serbare in tutta la sua purez- iteratore. Però si può dire assolutamente die
za la fede e TunilA cattolica e di presUire per fu di'posto daU’lsauro. Era allora quasi conto-
omnia il suo concorso Tibi (bealo Pelro) oc nano, o mori poco appress4i. 1 Boilandisti ne
utiHtaiibus Ectlesitt luae et prttdieto Vicario danno la Vita il di 12 Maggio. Acta Sanctorum, 111 135

tuo atque successoribut eius. Nel secondo prò- 1.74 PAGI, n. 14 16 all'an. Raron. 750 .. .
XII 393
molle di adoperarsi omnf tmnrzv ui semper 15Ò Beatfu Bmifacius Bomam trgalos misit qui
pax .... ittler Rempublicam «... gcntem apnd pracsulcm prac-dictum (CrcyerfnrH tif) om*
Langobardorum amserretur. TROTA ib. n. 500. 11 9 — scia fnmiUariiatis grofiai», quom ah anteces-
Succeduto ncirnnno 718 a ». Giovanni Beier- ture tuo habuistcLcxpeterenL OMNEMQVE SU-
tacente. Veggansi le note del p. PAG! n. 6 8 — fi/ECnf>\E.V APOSTOLiCAE SEDI DEBITAM
aU'anuo 7^11 Bartmìam XII 297 “ A se promittercnt, ecnrenùmem quoque pluri-

(»)

Digitizc-d by
iSecolo Vili.
r-
per

DELLA enillONK
la

M 1
|
pagina 88 del Testo

DELLA EblIlUSE II

c^IduÌoic, ©|>cvaT cUodo, adoperata I


citatole, 0pci43L, $o^>o ctloJo, adoperata 1|

Numero

3 oppure f.J,U oppure


ars
T«n • Tzb lite
brroi ndtr brevi notr
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;

monm in ikrmonia kabUaulitm inUmareat. pro*.Ao il Paci. n. 1 all'anno 739 Bonmiano . . XII 439 —
OTTLONU. Vita t. Bonif. lib. 1, cap. Sfl presso 168 Nel 739. Prinm di salir sulla Cattedra Milanese.
Ma»illo5, Acta SS. OrH. *. Benrd. .... in, Il 38 Natals venuto era in gran rinuinanza per la
150 Vedi la leltm dì Gregorio UI: Maurui nos ha- sua erudizione sacra e per la sua perizia cosi
btàit, presfo il Laipr, Cotte vm «H B nel Greco e nel Latino come nell' Ebraico lin«
Ld) attcstano anche Vituauito e Omono nella guaggio. Nel Breriarh AmbroMono parla.si dì
Vita del &inlo. un libro da lui composte* contro gli Ariani.
157 PAGI, n. il aU'anno 73I Baroniano .... XII 407 Vedi il TROVA. Ottervazione sulla predica-
e n. 4 airan. 761 ib. 067 sione Ariana de' Coli d'IlaHaneW ottavo secolo.
Era fratello di Eadberto re di Nortumbria. c Cod. Lorigoh. n. 557 IV 9 ;

congiunguva ad una singoiar pieUi un grando Morì nell'anno sessagesimo secondo del l‘ eli
amore a’ buoni studi, die egli promosse ool sua dopo soli quaUurdici musi di vescovado.
farsi il llLTcnnto do' dotti e col fnrmaru una nu* come si ricava daU'ìscrizione fUm^bre. ebe gli
meroM biblioteca a Yoriu fu posta nella Basilica Milanese di s. Gioi^io al

158 VlLLID.tLUO nella Ki4a di 8. Bomfocio, cap. 8. PalaiZ4>. È riportata dal Trota ibidem. Il Bollan-
Q. prL«so il VaiiiUìV?i» Acta SS. m,ii 17 — dista IIENSCHENiO traila di s. Natale negli

159 Podio sono lo noliitu di s. Tatwiro pcrv&> Acla 5aNofor»rn. addì 13 Maggio III 241 —
auto sino a noi. !.« ha raccolte il P. G1AMRAT- 169 Il Baronio. Aflitaicz. a. 725. n. 16 XII 329 —
TISTA SOILCR Bollandista negli Acta Saneto- e n. 21 0 23 ibidem produce tre letlere in prò*
rum, addi 30 Luglio VII 159 — posilo, seguite da altra, scrina quando s. Bo-
S. Tatwino era succeduto nel 731 a a. Drìtwa]- nifacio era grià vescovo.
do, 0 Beitualdo. del qualo t GollandisU trattano 170 n LibcrDfttrrjMji /lomon/ìnim Ponlificvm fu reso
a’ 0 Gennaio 1 597 di pubblica ragiono nel 1680 dal gesuita GAH«
ICO Intorno a a. Notelmo, è da leggersi il Com- NIER, che lo arricchì di cofuose cd erudito
meniarin xJorieo dd P. VITTORIO DB Bl’CK, nolo storielle, dommaticho o critiebo. Il dotto
Acta SS. a' 17 Ottobre vili 117 — Editore ritiene ebe qucRU compilazione apptr*
Vedasi Beoa. Hìttoria cccìcitiastica, praefatio. tenga a* primi anni di s. Gregorio 11. quanlun-
nel tom. XCV della Patrologia latina. quo alcuno parti possano essere state aggiunte
161 BOLLANDISTl. ddu 55., ai *29 Agosto . . . VI 514 — più lardi. DividesI il Libro Diurno sette ca- m
1H9 Ibidem, 12 Febbraio II 604 pi ed ogni capo in più titoli o artìcoli. Il pri*
ICS La Firn, liiaAtrata con dotto ComrncnUtriti ino c.npo contiene le formolo delle lettere pun*
previo dal P. GIUSEPPE VAN IlECKE, negli Acta tillcio aU’iinporalore. ali'ìmperetrico. al patrizio,
SS. , addì 20 Ottobre Vili 905 — a’ re, a’ patriarchi, vescovi, preti. Nel secondo
164 Fu congiunto di re Liutprando. e mori nella sì hanno le forinole di tutte le lettere e di tutti
9ua età di 54 anni il 736. secondo i c<MDpuli gli alti ebo procodovano o seguivano la «ieiio
diligentissimi del Rusoluu. Memorie di Pavia . 199 — no del Papa. Il terso comprende le lotterò, i
Loggusi di lui nelle ootitie raccolte dal Dt Ga* riti c gli atti ebe solevano aver luogo nella or*

8 PAB 18 presso i ltouA!n>mi. 7 Maggio. .... II 194 — dlnazìono di un vescovo Euburbicorte. Il quarto
cbtì miV(?t7Z.L/r4r/5 ecclesiae bomasae risguarda l'uso del sacro pallio. Il quinto ab-
/.V5i6',V/5 4.tf.l TOR iotlerti etudio sunsit ut idem braccia lo fonnolu de' rescritti o mandati per
Rea' ex houle fieret retìghnit chrMianae fatt- ronlìnazione d* un prete, la consccrazione di
tor,ROMA.MQL’E PO.STIFICIS LS PRIMIS STU- una chiesa, la concessione delle reliquie do'
DIOSVS ». Vedi r elogio ebe ne bi Paolo Due. Santi, e altrettali. Qu.'uì tutte le formolc del so-
De geetu Langob. lib. TL cap. 5R, e l'antico eplUf> sto si aggirano sopra la maniera di govemaro
Ho riprodotto dai Trota nel Cod. Longob. n. 309. m 63U — ì pstritnonii della Chiesa Romana. Nel settimo

|1C5 PAGI, 0 1 3 alt'an. 757 <lel Barosio


. . . XII 431» _ (Inalmcnte trovaosi le fnrmole di diversi privi*
BOLLANDISTI, Afta Sanclorum, 25 Aprile . . III 374 legi da accordarsi a’ Monasteri, alle Diaconie,

ICC Ne scrìsse la Vita In prosa o in versi il ce- agli (Spillati. Il Libro Diurno con la prefazione, le
lebro ALCL'INO. riportata dal Masillos nel Sec. nolo e le dissertazioni del p. GASMia è ntscrito
terso de' SS. Benedelt 111,1 559 nel tomo CV della Patrologia Ialina del Mio.tb.
Vedi l’opera data testé in luce dal prof. Clan- 171 li MIGNK nel Unno XCVIU della Patrologia Crac-
dose ALBERDINK THIJM: II. WiUibrordHt, apo~ ra ha raccolto tutti gli scritti di ». Giruaso finora
ttol der Nederlanden, Amsterdam, L. Vanlaa* pubblicati. Tra questi mccomandianm special*
genhtvyten, 1861. Cib che specialmente distinguo (nenie bt lettura deU'aurco opuscolo de haere-
questo lavoro dalle biografie ordinarie de' Santi, sibus, et sptodis. che il MAI diode fuori per
si è una vasta e profonda critica storica intorno primo, Spicil. Rom vn 3
a tutti gli atti delle persone, che all' epoca dì chiamandolo una ycoima, o die non vuoiti con-
9. Villibrordo esercitarono un’ innuenca favo- fondere col Catalogus de sex synadis oecume-
revoie o contraria alla tiUruduiione o allo sta- aids Ealsomeiilo dal Ltaom attribuito a t. Geo-
bilimento del CrUtlanesimo nelle contrade ovan- a.iMi, e inserito, sotto U nome di luì, nelia Bi-
gehzsatc dal grande apostolo do’ Paes^baasi. bliothcca PF. Gallondiana XIII 230 —
167 VILLIUALDO nella l'i/u di s. Bonif. cap. 9, 172 Chiamato Coai, che f&tlo schiavo da' Sara-

( 9 )

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sogur per la pagina 88 del Testo

ciloutotc, ©pct<c, Citdxio, *^do[KTata II


§ I G^ulotCì ©peto^ ^iÌ?ti^o ato-lo,
oppure oppure
brtvì note brepì note

ceni 0 condotto a Damaitco, ammaestri nelle librordo (Testo an.696;.QuGsti già assai imuinri ne-
scÌ4Hize sacro e profane a. GioTAti?«i DAHAaca^o, gli anni, desiderava ardentemente di ritenerlo se-

dal cui padre era stalo riscattato. « Circonalan* co 6 di lasciarlo poi al governo spirituale di quei
» co bien remarquable! scrive il ROMHRACHER. popoli. S. Bonitheio allegò molte ragioni per iscu-
Hift. Vnh\ de tEglUe Ccihol., liv. 51. Paris. 1857 sarsl. ma vedendo die non approdavano a nulla,
> C est un pauvre moine d'Italie. capUf, vouè & da ultimo diebiaròch'era indirizzato in Ccmui-
• la mori, qui inlroduil Ics Sciences de la Grè* Rtom ob etangeliiaitdi catutata a beata Gregorio
• cc et de Rome ò la cour dea califes de Da- papa. Il che appena inteso, s. Villibrordo incon-
• mas, qui Ics enseigne au flls du grand visìr tanente gli diede bi sua benedizione e lo licen-
• et ce ills. devenu grand visir lui méme. pois ziò a partire. Vtnlasi la Vita dd Santo scritta
• moine, 80U8 le noni de saint Jean DaniascÀme. da UTTLONO. lib. I. cap. 14, presso Pagi. n. 3,

• parvient b naturaliscr. pour un lemps, cos air an. 733 RrtronJano


Sciences élrangères parmi ces mémes Kusul-j MADILLO.N. ,4r/o Sunefomm.
• mans, parmi ces m^-mes Arabes qui Ics avalenl |
Nciranno 735 eome raccogliesi dalle dato cro-
• proscrites cl brulèes avec la bìbliolli^uo nologiche della Vita di s. Villisaldo discusse
» d’Aleaandrie. • dal Mahai nelle cuntronote all'anno 735 de^li
> Leggonsi nel tomo primo deirodliione di LE Jnno/< BflroMinnf
QUIE.N, quale ne pronunaia questo verissimo
il V«*dl BEDA. lliAt. Angl. Ub V. cap. 7; MATTF.0
giudizio: In triòuM oralionibui UU* habet puram Westminslcr, Ploret Hittoriamm ad an. 736, e
di
et tinceram eccleeiaeticae de ChrUti Sancii GCGLIELMO di Malmesbury. De getlis Reg. AngL I

rumque tmaginibu* venerandii dùeiplinae enar- cap. 3. presso il Pagi. n. 15 aU’ann. 736.
lib. 1 .

rationem et firmittimum adtersue eanm im- e 3 all'an. 740


ti.

fmgnntera praeeidium, giio uniamo haeretice- Il HABILLON, Àetù Sanctorum

rum tela nullo negotio etid<i$ dà un elogio ttorico di s. bs.


I PUCIDO SL'RUS SOMAL, Quadro della Storia Menzionato nel Testo aU'anno 691. Morì il
UUeraria ife/fAnNenifl, Veoeiia, 1839. . . . giorno stcs.so di Pas<]ua dopo aver indotto! Mo-
GIOVAXM RE SERPOS net Compendio tlorico naci di ìli a celebrarla secondo il rito Romano.
delia Saziane Armena, Venezia. 17R6 .... PAGI. n. 7 all'an. 729 Bnroniano
dimostra con irrefragabili argomenti contro i Ln Vita di s. Tsoraioi), dettata da un anoni-
pp. Gau.^0 e La Qcii3 l’orlodossia e la med<y mo che sembra appartenere a) secolo undeci-
si mezza di Giovarsi Oliicisb con GiovAint il mo. ieggesi presso il MAaiiLoa. Acta Sanctorum.
filoMofo tanto encomialo per la sua pietà e dot* Riguardo aU'anno del martìrio di s. Teofrodo.
trina da' sani! patriarchi Armeni Miasira Gaz* il P.AGI, n. 6 aU'an. 739 Aaron

LAiBTtfs e NsasBTB LAUPBosssst. Vedi pure Suf- io pone nel 739. Ma rerudilo Bollandisla BE-
frogia Theologorum de Joannit Oinietuis ora- .VIAMINO RUESL'E con più probabile fondamen-
tiene eonira Pftantasùulae, VenetUs. 1817. 10 Io assegna al 753. Vedi Aeia SS. addi 19
RAROMO, Annales, an. 731. n. 14 Ollobre
RIV'ET, Hittoire liUeraire de la France. . . PAGI, n. 4 all'an. 739 Baron.
IR. ibidem corretto dai Mavsi Delt'aiino mortualo de' santi
CEILLER, Hittoire det Auteur» eceletiati. L X Vili monaci Lerincsi.
Il trattato del monaco BAaroLouso fu pubbli- Multi clerici et JfonarJii et deroli laici ob
cato nella Silloge variorum operum graeeorum recta /Idei decreta pericUtali, Jfarfyrii careno
ad rem eccletiatt. speeJan/ittm di STEFANO fuenait rcrfimjfi. TEOFANE, CJiroiwgraphia, an.
LE M01XE, Leyde, 1685 alesa.* 721
Vedi CEILLER. Op. ciU tom. XVIll 11 Card. 0ARONIO, che aveva «>ltocato il mar-
Lo opere del Tcm Dcda si dividono in quat- tìrio do' santi monaci Rasiuo, Paocopio, c Tao*
tro cAlcgorie, didascaliche, esegetiche, parene- PILO nell'anno 731, n. 5, lo riferisce poi di nuovo,
liche, e storiche. Sono comprese in sei volumi forse per Inawcrlenza, aU’anno 735, n. 2. Di
;|XC — XCV) della Patrologia Ialina del Mn;.'ni che a. Rasiuo e di s. Psocorio Dicapolita dà un
ha riprodotto l'edizione di Colonia 1688, quella breve contmtuilarìo storico il p. IfENSClIENIO.
di Smith, Londra 1732. e la recente del Gius. Acta SS., 36 Febbraio
Londra 1843. Oi s. Tsoriiu tratta il p. CORNELIO OYEO, ibi-

Presso il MAiiLLoa, Aeia SS. Ord. S. Bened. . dem^ 3 Ottobre


CEILLER, Op. cit tom. XVIII BOLLANDISTI, ibidem. 34 Agosto
Retto Bererlacenie dal monastero di Bevcr* PAGI. D. il, airanno 735 Baroniano . . .

Icy ndringhiUerra. dove mori. Il Ven. BERA, IR. n. 8 —


10 aU'anno 739
Hitt. Angl.^ Ub. V. cap. 9 ne reca notizie edi- La Vito, scritta da un anonimo sincrcMio o tUu*
tlcaoti. Ed una Vita, scriiu Dcil' undecimo se- atrnta dal BoUandisU GIACOMO BCEO, leggasi
colo, è riportata negli Acta SS. 7 Maggio . . negli Acta SS, al 6 Ottobre. .

Vedi pure PAGI. n. 6 all'an. 71^2 Baron . . . 11 MABILLON nel Secolo teno de' Santi Be-
Per Ire anni (719 ->732) avea evangelizzalo nedettini, nc dà la Vita dettala da un anoni-
i Frisi, do’ quali era vescovo il cek'bre s. Vil- mo det secolodecimo
,

^Secolo Vili segue per la pagina 88 del Testo


PILLA Katinisz 1
DSLIlA SBltlttRS II

o oflouloite, ©peiwx, cilcilo, adoperata ; £ c^Wt<nc, ©pcvAi, ciUtto, adoperata jl

5>r-t
g Oppure oppure fitll

in Ta: ilM z broi nptt


Tizi l.Ut'
brtoi note
1

ami

Il testo <]ctl9 Legge sU nella Nota5*< & Bonifacio pose mano a ediOcaro 1 due ino*
!|97 11 fotte A distesamente raccontato dall’ antico nasterì, come tosto furono ritornali da Roma i

8. GtovAinn Dam.. presso Babo.'iio. suoi legati. Or questi, come rilevasi dal <^ap. 26.
biognlt) di
an. 728, d. 3 —0
il

XII 378 — furono niandjiti nel 731 o nel 732. Dunque


I9S Vedi l'i4iomeJ0 di & CuJiA?to, che nel Tipico BU'uno 0 all allro di questi anni appartiene la
Nuzxiano di Saba e in quello di 8. Bartolo-
a. fondazione de' diu.* monaslLTi suddcllL PAGI,
moo di Grottaforrata è assegnato da cantare! n. 11, all'anno 747 UnroRràno XII 545 —
nella fesUvità della Conceaiono di Maria, presso 209 PAGI, n. 9 aU'aniio 747 del Baborm>. . . . ib. 544 — 1

TOSCit.NI e COZZA, De fmmaenlata DeijKiri/e Con- Il Monastero di Hirsfeld venne in grandisaima


//•plione Hf/itmnJoffia Graccrmim, itomae, 18412.
— 101 — rinomanza pi*r la scuola Wi aperta, che nel se*
199 Orai, in i. Mnrùie presso PASSAGUA, colo XI. sotto gli abati Albcino e Mz.’UHzao, era
De Itttnmeulafo Deiparae, Conceplii 1 179 — quasi stimata la prima tra tutte le scuole geh
004 maniche annesse a' Monasteri, li Monaco Lau-
200 Bn^viap. Ann. p. HI, iòitiem il
j

M ARO.LON. Ammlei B/merl lib, XIX. cap. 78, . 11 40 BZiTD, che dkesi volgarmonto Scharnaburgmse,
^201 ,

L'amio della fundaziono non ò il 714 indicato e che Borì verso la line dd mentovalo secolo,
dal Mìbilm>x ina il 722, come
apparisco dalla ne scrìsse la Cronaca.

caria di Orso pubbUcaUi dal Baesoc- 210 É quel mpd<*Mmo CscitTrtro, a cui H Ven.
au?M e riprodotta dal Tfuiya net Codiee Longaò., Bbda dedicò la sua storia ecclesiastica. Vedi
IH 338 PAG1.0. 3 Airannu Baroniano 737. . . . , . xn 431 —
202 Vedi Vetoffio storico di Bcda scrillo dal Ha- Lo notizie storiche sopra s. Csoltolto troransi
aiuo.'*, Ser. HI do' Santi Bencd 111,1 MO presso il Masilior, See. Ili Bened Ill.ii 1S8 —
Da un piutsaggio della nolissinut lettera del 211 n MABILLON. ibidem m.1 543 —
Bioa ad Eo^rtam, sojrtbra potersi inrerìrc. che ha puhlicatn una Vita di s. LtnrstDO Kritta
il Vcnorahìlo solca recarsi andte in altri mo- da un Monaco anonimo del secolo nono.
nasteri duil'lnghiitcrni a darvi pubblicite lezioni. |21‘2 Erotici, la cui perfìdia rivelasi dallo slcsao
203 TBdfA, Min Ijmtoli. n. 4ri8 Iti 429 — 1 nome greco irofioclasti, che frangono le im-
II p. Paci, ed il llraATOKi hannu negato ad Ab* magini. Ìc»nomaehi, che te oppugnano; dal grò-
BOXB il titolo di potriiio, dicendo ei e egli non co immagine, e KÌti6f frango, (lax^fisi
v’ è nel tcslaiiienlo, c clie il patriziato d’ABRo?(E oppugno. Comunemente le due voci /conomacAf
vuol ritenersi per una favola inventata da' Xo* e iconodas/i si usano corno sinonimo. Forse
valesiani a rendere più splendide le orìgini del non sarebbe sema utilità, se chiamando Irono-
lor nionastern. Ma, come osserva U Tbota, elasli quegli eretici che negano tulio Insieme
Cod. Ifitìgob. n. filS. III €31 — i'noo e il cullo delie sacro immagini, si riser*
non potè forse AtnuaK sopravvivere alla fazione bosso il nome generico d7c«neomrAi a quei
del suo testamento e divtmUir potriiio, dignità die ne rifiutano soltanto il culto religioso. Ve*
si frequento appo Franchi, o suprutluUo nella
i dasì PERRONE. Praelect. Theol. ed. Rom. 1842. V 436
parte Burgiiiulica del regno loro, alta quale a|>* 3 TEOFANE, ChroHographia, anno ìiIcbs.’ 715. VI 267
[il D
parienet'a in allora la Novaless* illustralo dal p. PAGI. n. 7, an. 725 xu 34»7
204 Nella Vita di s. Ciov. Dama.sceno presso il Da* 214 TEOFANE, ibidem VI 267 £
borio, anno 728, n. 10 XII 581 — Dei vescovo di Nacolia afTcrnia Teofane che Lta
205 V(m)ì la Gbicohio 11 a Basino
lettera di s. rir undequaque impuritate focteas et mperitia
abaie; Si umper tunl concedende, nella Palco- tamquam perpetua vUae socia usta. Eàx'olc due
logia latina del Micrv. tom. LXAAIX .... — :i29 — ordinarie cagioni dell'erosia e dello scisma.
Peraltro CARIANO MARINI, Papiri Diplom. —
. .
2 ir. — 215 TEOSTERITTO, ocUa VìUi di a. Nicela Egu*
affermu che la detta lettera non puh apfiorie- meno osserva, alias qtiidem hacrescs ab epU
nere nò a a. Gregorio II nA a 8. Gregorio III (ccune scopit. infetioribusque. praesbyteris orlum ha-
par\'6 a' Haurìnis e inchina a croderfo spuria. bitisu, luine vero ab ipsis proceuisse impera»
20f» Adridente pace ae serenitale tempomm» p/ir- toribta : et istas qnidem docendo et
re* in gente yordanhymbrorum, ta/n l obifes coniradicendo eoaluiste, panlatimque inraluiste.
gmm priraU.se SHosgHe Uéeros, defrositis antis. hanc rero ab imperalorta potestale fuUse ab
satiignnl magis acrepta tonsura monatleriaU- inilìo ratentiutmam. Presso il PAGI. n. % al*
bus adscribcre rotis, quam beiikus erereere slu* Pan. 726 Baroniano , . , . xu 536
diìs. Cobi il Yen. BEDA nella ccmclusiuno doM.i L'imp. Leone fino dall'anno 723. correndo la
2IG
sua 5/orfu ecele*ia*tica degli inglesi, lib V. nona indizione, de proscribendit sanclts ae tene-
cap. 23, presso il Babobu>, an, 731, d. 14. . . Xll 400 — randit imaginibta prìmMm tractatun habere
207 Neil anno 732, secondo le date cromiiogiclie coepiL Cosi TEOFANE, Chronographia, all'almo
lasciate dalla Monaca conlompornnea di lleiden* 717 (cominciato U 1* Settembre 724).
alesa.' VI
'

.
269 A
lieim. che scrisse la Vita de' S». Vtllibaldo e Anche I'Aroruio sincrono pubblicato dal Couss-
Vuneb.nldo, suoi cungiunti. e chìuritedal Mansi risto, e citato dal Paci, n. 1 all'an. 726 Aaron. XJI 555
nelle contronoto agli Annali Barouiani, an. 72T>. XII 32G nella sua Invettiva contro gli leonoclasU scrive:
‘208 OTTLOMi, r//a S. Boiufacil, lib. 1. cap. 27. A yOSA indUtioM coepistis veritati obtisters.
presso Masiuor, Secolo HI Bcnedct m.ii 40 ae scmtari, qua demum raiione ercrUretù quae

ini

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segue per la pagina 88 del Testo Citazioni pel
cautele, 0pcKX, C4lalo, I
cJtulove, 0ptux, ^Sa^o alalo,
|
oppure
Nuiiioro

oppure

brrpi notr brevi note

wf fi frtantur fitri non potent. Quoot' avvertenza noi Uiglio o noU'Agnsto del 73f ,
quando corruva
{nova a confermare la data delle due foiniMM? let- ancora rindizione d«TiinaquarU; che il Con- T
tere dnmmaUcbe di a. Gaicoaio il, che noi insio cibo di Grcgiirio ili «Mitra gli konoclittii fu
k’iMito noi 731. non già, corno opina il I.abbb-
me eoi ii.iioxio e col Tbvta abbiatn riferite all'an-
nul r»2 Vedi M.t.NSI, 6‘Nppf. Leù&roN..
no 726. Torso già apimnle. . .

Ne fonno Todo gli scrillori contemporanei, e JAKKE. ftegeeta BH. I‘P


d contenteremo di citare l'autorevo-
tra’ quali
La crmmlugit de' Sinudi convocati e presieduti
liMimo Tiofaxc: Impius UU (Leo) non tantum in da R. Bonifaiùo ù «Micurissinia II MA.NSI si «> »tu*
BKSI*BCTIV.i trricraNdurtint imagi- dialo di ordinarla, dettando sopracciò una di»~
trrore de
scrtazium-, che leggesi nul Suppt. labb. . .
nuM adnratione tersattu est, tfd eitatn de IMMA- .

CtlLATISSIMAE [leipararSanctorumifuf omnium Noi ci ntlerromo a' suoi computi, che ci sem-
iatercfstUmibiU-, eorwnque reUquiae homo impti- brano cunturtali di buone regioni. &ol>*oocb<V
iirlla data del primo Gnnrilio Ronifaebmoda lui
riMiniNa, in Arabum praeceptorum $uomm «io-
rem, abominatuiett. — Chro«o{rr.,an. aloss.' 7Ul. VI fermala neH ari. 712. Il Wvanrntia, fP>-

prova cbiuramente. che gli nif., p»g. lui, r lUnzuEiM. Coltri/. Gemi. toni.
Del rcfdo la atorta
antichi konomachi erano ad un tempo Agio- I. png. .Vi c 3-i‘i, Gicssrra Vax Mcckr, Comm-
priter. in Citam t. Lalli, il. 21 tiell' Uttubrt^ Boi-
machi, come lo sono allrcftì gli Icommiachi
inuderrii.
iandiano
Die septima menxis lanvarii, indietione deei- con maggìDrc probabilità lo ritraggono all’an-
matertia, feria hebdomadis tertia, irrr//04o#ia no 710.

Uo SikniiroR con/rt» ranctai venerandaoque


Per la pagpiBB del TeaCo
imaginet fn novendeeiM Aecubitonm Tributioli
ceUbravit. TEOFANB. CAronoprapAia .... VI Già no fu ricontata rinisintiva n<H Testo Moz-
L 'indiiiono dcrimalerta fu In coreo dall* Set- zoniann del Socnio siHtimu all' anno 657. Gli
lenibre 729. intorno ai Tribunale de’ diciannove i^cnipi si inolliplicarono a' tempi di s. Bonifa-
Accubiti, è da leggersi il DUCANGR, Constanli- cio. quando principi e re cd ogni ragion di per-
HùpolU CArffHana, lib. II.JJ. VI — sone «‘nciirreranu. mnssime dairinghillerra, a
Vedi anche i! Cloesnrium medine et infimae venerare in Roma il sepolcro dt'gli Apostoli. I.e
graecltati» alla voce 2iÀxvruw. parlictdarità storiche suno tanto edincanti, che
TEUKANB, Chfon^rapAM, anno alesa.* 721. . VI |K)trebbnro dare .*impìa materia ad un bel libro
EFREM10. CataUigia ÀxiriarcA. CjioUtanorum, iiitilolalu a ino' dV^empio; Le Chiese delC In-
presso Mai, Scetpit. vet. DI ghilterra e della Germania nel seeolo Vili, e
VtLLlBALDU rtia t. Bonif., cap. Vili. ii. 26 formano la più cnlzanto ris(>oslaalleaccu«ede'
presso Masiuov, Src. HI Bened Ill.ii protestanti contro silTalli pcrugriniiggì, d'altrnn-
lAimE, CoHt. Colt Vili (h* egregiamente difesi da GlAGOMO GRKTSEBO
IDEM, ibidem Ib. nella erudita opera Ile sorris /jrrrgr/fui/iontòMi,
S. Corbininno essendo venuto a Doma, come u da GI.IN GHIS TROMIIELLI oelUi sesta di.s-
abbiam provato più sopra, nel 722. a questo seriazione He enltu Sanetnntm. Anche a consi-
iiu'desimo anno si ba ^
a.*>sognare il Concilio derarti sullo l'as|K.'tlo politico, {im^rinaggi a i

Rumano li. non già alVan. ?24. come fece il Labri. Roma furono sommaineiite prallllovoli. giovando
ADRIANO 1 nella sua lettera a Gailomaoxo de a ravvicinare e stringere in alleanza le barbare
Imoginibus, presso H Labiv. Condi Vili iiaziuiii che avevano occu|>alu le antiche prò-
fa esprcsisaraenzioue del Concilio contro gli Ico- vinric di-iriinpera r*Hnano, a dis.siparin pregiu-
noclasti tenuto da t. Greooiio II n;ia cirmi 79 lan- difTomkre l.'uvanmnte la cogni-
dizi iiazionnli, a
eiietimis epieeopii ante con/ìrM/oRrm beati Pe- zione delle arti e delle scienze. « 1 Barbari, os-
tri Apatlohrum Prinripif, e sts-segnato dal Ra- serva il TROVA, Coti. Longob., n. 432. . . .

runio all' anno 726. Gli Atti aiidaruno perduti; • tornavano DiurAefi' a casa: fogge, riti, costumi
inanella sopraedlala lettera (pag.iri84 lABO) — • e sovente lo leggi si mutavano, scguUando
8. Adriano ci oonaervA un fraiiiinenliì dell' Ora- • Taurn di quella Roma, elio or di nuovo re-
zione Bìnodica pronunciata dal suo grande an. • gnava mercò la Religiunc sulle genti, qunn-
lecc«sore: della quale un altro proziosu c più • tuiH]ue se nu facesse un si crudcl strazio da'
lungo frammento trovò In un codUie Vaticano • Gret i •. Vedi GIOVANNI UNGARD, Lc-s anti-
e diede fuori il Card. Mai. Spkiiegium Boin., (luitf* de rSglise AnghSnxonne, Paris 1828. .

l’rcfaziono al Tomo VI I Fra le belle pagine della storia di s. Danifa-


.tNASTàSlO DIDL-io Cregorto IIJ, imm. 191 U do, merita particolar inenziuiio la profesrione
ID. ibidem, num. 192. Ib. di Fede scritta dal santo Vescovo e Martire II
S. Giiooi^i nella lettera ad Airroxio Gram.vsk. giorno della sua ordinazione episcopale, SU No-
che comincia: /nicr dicerMi. gii ingiunge di tro- vembre 723, e dio comincia: In nomine Domi-
varsi a Roma A'akndri NovembrU mccedenlis ni .. Bromitto ego Bonifaciue ete. presso Lab-
.

quintae deeimae indifUonU per la oelebraziono SI, Cane


del Concilio contro gii IconocUisD. Donde due Il pio e dotto OZANAM con gran ragione la cbia-
cocLSOguenzc; l*che Ui lettera suddetta fu scritta tnò fActe solennel, qui fonda le droil eeciesiasti-

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, , ,

Setolo vm sciale per la pagina 89 del Teslo

USUA RiKzmivs MLI.A tlIlllOMC 1


1
& ©pciusu, 5?0(j!k> cUolIo, adoperala
1

o ciloulowj, ©pcviXi ctlai(.>, adoperata |


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brrui nntr

qut de fAUrrnagne. Vedi C(>//liaf4oR CUréiien- costanze si vcrìiii>\ la sentenza del grande s. Ago*

ne chezle* Frana. Oeun-es coraplHw, lom. IV. stillolii>. 18 He Civ. Dei. cap. 2: Jfu//o ad cu*
cti. 5; e Oeuvres dioinic», l'arìi lXó9 .... 3C2 4 tholieam fidem perlinenlia, dam haeretieorum
-i29 RA.VOLPO CESTFUE.NSK 0 POLID. VIRGILIO. cailida irtqwetHdme agitantHr, ut adrertus eo»
prcsjto Paci, n. ^ all’anno 740 Barmiano. XII 450 — defendi posainL et eonsideruNtur diligentina, et
MATTEO di WKSTMI.NSTER. Ftoret Hùt. , Lon- inlelliguntur clariu» et instanliu* praedicantur.
(linU 1570 — '285 — et ab adrersariit mola quaestio, dìseendi ejri~
L’jinpo»ta 0 del Denaro di ». Pklro, che »lit oceasio.

gli ltigk>si cbiamarono Hometcot , Homefeoh . 23( ANASTAS. DIBL, in GregaHo III, nn. 292—205. 11 1030
Romepensììf, PeUrpenny^ veniva poi conferma^ ViaucMo A!Ciov.vm, Storia di ùt itat'ecehia, Ro*
la exi esle»» a tutta 1* Ingtiittcrra da' re an* nei 1853 — 196 —
glu-sasa4)ni (an. 704). Elolvotro (an. 857) riporta un* Iseriziimc, ebo Icggevasi oeli' antica
e Alfredo il gi-andc fan. 872— 001). • Le» princea sala del Comune di Civitaveccìiia: S. Csn;o*ii-s III

• saxoRs, (lice il uSgaRD, Antiquilés de FEgliu 8isi's(^VTCMcsuvsca lasi^ moe^ha pssitcs ob


AngtO’$a.r(mne pag. iii, conaervaienl avee re* VSnSTATBM colursv SKSTlTriT ASSO DCC.VXXIÌI1.
• connaisiOiice hi atfttvcnir de raO’edicHi. «tuo Il rìscaltn di Gallese è rìferìlo dal Mi fuTnai al*
• 8. Grecoire avail l^inoigntV* i leora ptT»: iis Tanno 738, Annali d'Italia IV, 1 364 —
* TROL'VAIENTIlOKTEUXque ie chcfdclaRcU- 235 NelTepistola a s. Bonifacio (scntla Tan. 7S2).
gioì) éprouvfil h» incommodit*^ dub(>8oin.ol Magna ms tìabuit graiulafio, presso Lasss,

• ctiaque nouveau roi a'empressait par dea riche» Cane


il

Vili —
• donaUon» de manifestar son respi'ct pour lo Larirerì.sce s. Gregorio III nella prima lettera

• auccesseur de s. Pierre, et de conlribuer d'uno a Carlo Martello. LAUDE ibidem ib. 29T> DE
* partie de aes biens au soutieii du govcmemcnl 237 TROVA, Codice t/mgob. niim. 428 Ili 300 8
• de l'Eglìse universeUe >. Le medesime con- IDEM, Diteorto mi Romani linli da' Longob .

siderazioni movevano più tardi molli prìncipi num. 125 — 134 — ,

deU'Ruropa continentale a slabitire anche nei Osson'a il dotto Scrittore, esser questa la logge
loro dominii il Denaro di s. Pietro. Vedi Oc Cai»- più notabile di tutti gli Editti do' cinque Legi-
aa, C/jiAAnr/um medine et inftmne Latinitafit, slatori I,ongobardi. Per essa il Camuso guidri-
edit. Parigina 1840 »
1850. alla voce Denariua gildo, Turgoglio e la gloria de’ Gc'rmani di Ta-
». Petri Il TOT cito 0 per cui s'ebbefo a udire vanti puerili di

0 CA.'ictLLttKi. Lettera topra ta visita de’ maggioranza delle razze Gcrmanid>e sulle La-
taeri limini e il denaro di ». Pietra, nel voi. XX1.X line, toccò la più grave («sinne: avendo .vllafl*

del CiornaJe Arcndifa, Maggio, 1821. Oggidì ve* ne i Longobardi compreso la bestiale pretesa
diamo rinnovarsi per impulso spontaneo de' te* che quella tassa bastasse a frenare gli omicidii.
deli quelle celebri ofTertema con tali aggiunti Colla leggo del 720 o 721, re Liutprando ardi-

da far quasi palpare l'intervensione della Prov* nò che per gli omicidii non suiamente si do-
videnza nella causa del pontiOcalo. Vedi su que- vesse pagare il gnidrigUdo alla fomigiiudel cit-
sto argomento un bel articolo delta CiriUà Cat- ladino ucciso, ma che dippiù T urrtsore per-
totiea. Serie IV XII l'20 — ’

desse tulle le sue tacoltà, te quali, detratto il

250 MATTEO WESTMONAST..fh>f«Jl l/«Ìi»rùinMn. 12 i


gnidrigildo, dovessero dividersi per metà fra Ut

Anche Scimla Anfflorvm e 5oj*ont<m dovette


la sU^sa fauiiglia e la corto del He. Con ciò mo-
la al santo re Ina, che la fondò in
sua origine struronu i Lungubardi di voler logliersi d' ad*
Roma conteam et voìuntate Gregorii papae, co* dosso il fiuto barbarico. iiml.indo Tesempio ci-

me dioe il cit Matteo. Dna parte del Hometcol vile de'Romani, c rendendo al loro Dirillo un
era dostinala appimto a mantener quella scuola. grande omaggio col dismettea* in parte ii pa-
231 ANASTASIO RIRL. io Cregùrio li, num. i87. II m — Il citato TsovasvuI*
trio errore del gnldrigUdo.
gc su di ciò iinpurLiiili considerazioni. Ibidem
» In questo succedimonto pare manifeslnmentc 1

> la sovranità del pontefice, stabilita Un d’ora C nel itaragrufo seguente del Codice suddelto.
• nella metropoli e no* circonvicini luoglii con 'i"8 ARIDONE nella Vita di s. Corbiniano presso
• intero esercUìo. per la gratitudine e per lavo* il leno Benedettino.
Masìllov, Sec. .
- UI.i 476
tontà delle genti, per PAOLO
DIAG. , de. gesti» lMug*>b., lib. A 1. rrip 49
• la forza delle circostanze,
pel vantaggio della Religione Cattolica, per la nella Patrologia lat. del Mni.'ts. toni. XCIV. . .
— r»50 —
» i^orìa e per la sicurtà deIJ'ttalia •. Cosi Gid* AN.tSTASlO RIUL. in Gregorio II. num. 183. . il

Per la Cronulugia, v«n)ì le Onervasiuni dei TRO-


sirrt Bohgbi nel suo Ditcorto
liane, Firenze, 1845
stille siarie Ha-
V 92 8 VA, Codice Longobardo, n. 158 m 421 —
232 GRRDIL. Trattato del matrtmanio ìùOpp. e II. 4fì5 ib.

edizione .NapoUtana 1853 — 1857. ..... V 407 210 Il s. PontuOce Mil cadere del 728 o sull' entra-
0 noU'apuscolo De poniificii primalu» oacfori- re del 727 .•wTiveva ad Osso PAXiiciPAiifì, Doge
tale etc iv 20C _ di Venezia (S(\’onrlo Giovanni Diac. . ad Anto-
Vedasi anche PERHONE, De Ha/rim. chrisL nioo Anluiiinu p:tli'i.m'a Gradensej, e^x'lamlolo
Rotnao 1858 11 IM) d) aiutare il profugo Esarca a ricoiH|UÌslaru ta
233 Verìtlcandosì allora, come sempre in siiiiiU cir- sua Capitate; 0 i Veneti infoili accelUirunu

(i3)
_

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2

segue per la pagina 89 del Testo €itfl|t0tti pel


BKLLA ZIHZIO.'IC 1 SKLLA
o cfloutovc, 0pct<c, ^CL^so cdoio, adoperala 1
cHoutotte, ©peux, citato, adoperai»
|

E oppure E oppure iq»


1
s
^ Tai Lui i!L
brrni nule
Tisi 1
)
brmi nott Cilvrj Uru

rimpr«»a e felicemenUi l’ e»«vuirono. PAOLO 24fi Posseduti nella Calabria o nella Sicilia. Vedi
niAC. , Df. getlii Langob. lib. VI. cap. 54. G10> TEOFANE, Chronographia, sn. alesa.' 724 . . VI 273 —
VANNI Due. , Citrùnican Vtnftum presso il Secondo la testimonianza del citato Scrittore,
Pirra. .VoiiNm. Ce.m. hM., Scrìptt VII 12 (»si rendevano ogni anno tre talenti e mezzo
U leltpra di s. Grt^orio ad Orso nei Lab*», Cdnr. vili 177 d’oro, ovvero 350 libbre d'oro, ebe rispondono a
Il TIlOYA, Cod. Longob., n. 403 III 449 circa 404.:^ lire francesi, ossia 75,909 scudi
ne ferma la data, e ne difende la ^uinìtàcoo' romani. Vedi Cossiils, Pottroir du Pape att Mo-
tro i dubbi del Muratori. yen Age. Piieeojtulif., n. IV. pag. 711, Paris 1843.
;‘24l ANASTASIO nini, in Grfgorìo II, mim.lWÌ. 11 981 Poise appartiene al medesimo tempo quel che
Anche FLODOARDO nota la circoAlanxa deirof* narra rautore della Crenaca iVapo/rtana presso
fcrU a' sa. App. Pietro e Paolo: Tum SulriHw. il Cenni, Ifonwn. DomintUionio Pnntif., Admon.

doli cQptmn per reUa^raitrum • Amdah Ptipnf in ep. M. Creg. Iti, n. XVIII I 13 —
motiUis seriptiggnr ùnignit • RtdiUlnr atiiHf Aiphanta frerr/ariiu domin i imperatorie (Leoni*}
Pfiri PùHliguf offertur honori - !)*• Chritli trinui’ SeapoUm et praeeepit gmd non o^iatur
l'enit
phi» aptiti lialiam gesUs,
iib. XI. caj». 5 nHhi Pomino Papae, ncque fraiumi/fn/nr ei pectuiia
t^trol. faf. dei Umi. CX.VXV, pagr. 793.
Mie.'*», IMI redditìu.
L'egregia Cirìità CaltnUra giustamente riftette. 247 Come si rileva dalla lettera di Adbja.vo I a
che «iccome II Pupa fu il solo clic ai brigò di Cario Magno de Imaginibne, e da quella di Ni-
ricuperare il caalellu. co»i Liulprando al Papa, COLÒ I all' irnperalorc Michele, presso il Paci,
non airimpcrìo. ne fece la rustiluconc; prova n. 11, aU'anno ?3u fUTronlano XII 391 —
Sede gii era riconosciuta
manjfi.‘$ta cIh; la 8. MURATORI, Annati tfltalia, anno 730. . . . tv,i 331 —
come Buvraiia del Ducato Domano cziaodtoda' :248 PAOLO DIAC , Ik geetÌM Langob., Ub. VI. cap. 53. — 662 AB
principi esterni. Serie IV V 567 L'epoca d'Ildebrando Re fu argomunto di non
muratori, 4«m. a ilaUa a. 728 IV. 1 341 pochi dubbi. Mcratobu Ant. med. Aevi, 1. 759, la
'il 2 Eo fero tempere (Taimo 7^J pa- pose dopo il 30 Gennaio 736. credendo erro*
iridtu et liHtprandu* rex iniermt ceimVfnm neomenie che a ques-t’annn appartom«se una
nefarium ut, congregutlt ArerriiiAKs. ter SNAff* carta MiLantso di 8. Ambrogio, dove si tac« il
eeretduteeSpoktanuHiftBertereHtantifn.etErar^ nome dTldebrando; Lcri, Cod. Bergotn. 1. 396. la
rAtts Aomnm, et qme pricfcnt de pantifieu per- collocò in Ottobre dell' anno 755; il Bsv.srrn.
tenéi (UAAiM fuerat. impUret. ANAST. BIBL. in Cod. Piptiim, Tose. L 492. e il Di Mio, Annoti,
Creg. Il, nuni. 186 li 981 10 11. 317, si contentano dire, dio Ildebrando fu
MURATORI, Annali d'Italia, an. 729 IV. 1 348 salutato Ro prima del Decembro 735. Vedi TRO-
diT> Cosi cbianiavasi una foniusa Immagine del Sai- VA, Cod. tongoò. n. 592. e n. 555 IH 614 3
valore pasta sulla gran porta bronzo del Cai-
di ‘24tt L'Actobz A.sosnaa del Trattato sul Computo
coprasùmo a CP„ tenuta dal popolo in
grande eeeteMaoUce, che vivea di questi tempi, presso
venerazione. Il TR0Y.4. Cod. longob. nutn. 459. 111 436 I il Pagi 0 5 . —
8 all'anno Baroniano 737 . . XII 431 _
distinguu due assalti dati [ler ordine del sacri- '>50 A.NASmiO BIBL. In Creporto HI. n. 2M »«-
lego iniperalore al Volto Antifonela; il primo. condo la Unzione de' codd. Mazarino c Tuono. II incu —
riuscito vano, nel 726. o di questo parla s. Gre- lU. in Zacbaria, o. 207 ib. 1917 _
gorìo II nella sua prima lettera aùLeonemAH- La serie cronologica degli eventi succeduti in
frMsfuMi; secondo nei 75u dopo l’intrusione di
il Italia dal cadere dd 738 a tutto il 739 è stata
Ana.slasio nella sode Cpolitana, cojne si riie\‘:> .ereji,m«ilc UlurtraW djl TBOVA coll» reorla
da 8TCfA.su l'agiugrafo presso il PAGI, 3 il- a di tre Diplomi Farfoiisi da lui pubblicati nei
l'anno 730 Bai'OìuaHO Codice Longobardo, parie HI. nn. 521, 523,526.
XII 388
'244 Cetebn> fallo di data inrerla. aecermato da Vedi pure le suo Ouerraiioni sulla Cronologia
TEOFANE, ChroHtijrapbla, alUan. alesa,* 718. . VI 269 E della guerra di Uulprando contro Roma, n. 532, Ili 691 —
.. parlinilarejgiiili. da COSTASTISO MANASSE ed il n. 564 IV 136 3
presso il Baoomo. AarnUè, an. 726. n. 10 oli Xtl 338 riól paolo DIAC. , De geolit Langob., L VI. c, 54. — 669 Al
Lo ricordano con esecrazione Cinatso. Zoxara, Come apparisco dalla lettera di Greg. Ili a' Ve*
r252
F.frcmio, Guca, eil altri scrittori Bizantini, im scovi Longobardi. Non si conosce T esito della
ti^mo scuola che da' tempi di Co>
alla fiorente legazione; Im-'ii si sa che le quattro cìllA non
slantino H. sì teneva lo qiiulla Biblioteca, vedi furono per allora resUluite.
TÌIOMAS8IN, Vetta et nova EccL DUeipl., pari, ti Glorioso fatto accennato da Amabiasio Bi»l.
11 2tri (che cl dà pure la notizia della lettera scritta
ANASTASIO BIBL. io Gregario III, n. 161 194. — 11 1023 _ da Eude al Papaj In Gregorio fi.n. 182, e re-
La legazione che per la causa delle Immagini
gUtrato in varii Annali discussi <bil p. Pagi,
lutti gl'llallani dell'imperiale provincia spedi- n. 3 —
6 atranno 721 Bnronm«o XII S9«

rono di comune accordo a CP., 6i segno ma*
Sullo incursioni Soraceniche nella Francia, vedi
nie»lo ch’oMi erano pronti a tornare e a man- jHrrio alla Vita di a. Teo-
BOSSUE,
tenerBi nell antica devozione airimpcro, quando
frodo, n, 12 —
24, Aria Sanclontm 19 Ottobre. vm MS
gli Imperatori cessassero di Jar guerra alla fedo
GlUnlictii fiuti Saralint prirsso M.i. Spie. Itam. . VI 181 —
caUoUt» e al Pat>a. come col BAao.tio osser\-a
ne cuiilonu cinque, nell' a. 72| 725. 752. 737. 739. ,

la Cinlli Cattolica. Serie IV . . .


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JSecolo vili soguc p«r la pafiìaa 89 dpi Tosto

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8 cilouloiMJt ©pCVOL, ^?*3L^ aloilo, adoperala
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£ cilotUoiu;, ©peta, (PìiJac citoio, aduperata
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TGOPANK»
PAOLO
non dice l’anno
DIAC.
Chran<i^rnpUia^ aU’ai).
. /V gftli* lanfob. Hb.Vl. c. 45-
dells fuuio»a battairlia tau*
714. VI

267
fKk>
c.

— r
1
risimile-,che da alcune navi dHla Botta soam*
pale alla burrasca SRenil<>ssero sulla spiaggia dì
Havenua que’ snidali greci, die lentaronu im*
riana: l’accenna npU'an. 7‘i3 de’ »uoi padronirsi della ciltà.
Annali d'Ilalia IV, 1 327 ^260 FREDEGARIO, CAro«. fwifin, parte II. nel Mi-
li duca rKirun!fi è (l padre de’ due re Lungo* «.-«t. l. LXXI 675 C
bardi RjMtnia e Astocta, ed il priinu che poae Cao.VACi di Mm preasu il Pagi. n. 5 alT anno
mano airediftcexione del celebre Altare ripor*
j
735 Sarouinno XII 424 —
tato a pag. 06 del Testo» compiuto dal nglio SjG7 FREDEGARIO. Chron. contin. pari. HI . . . 677 c >

RACina. PACI n. 8 —
1! alTanmi 737 tiaroniano. . . XII 431 — ,

p25G GUI fu notato nel Tivito» anno 700; ed è ai* 2GK LGOA Tl'DKNSE, Chrrrniron presso Baeci^io,
l'apo»totato di $. Bonifario ebe in nmdu parti* Anno/es, an. 738 n. 7. XII 436 —
Ucolare si collega r(>poca della conversione de’ 26i( La gueira di Carlo Martello contro i S.iraccni
Germani alla Fede CaUolica. quando invocò Taiuto di l.iutprando, appartie-
^57 PAOLO DIAC,. De ge$U* L<M 0i*b.ìih.\\. C. 48. 655 — 1 no iiKMintrastabilmente alT anno 739. Vedasi
L' anno 504 gli illustri Vescovi Africani, esi* TROVA ai nn. d«d Cod. Langob. divisati nelhi
liatidal tiranno Trasamondo, aveano partalo Citazione 2T>0, e PAGI. n. 6 8 alTan. 739 del —
in Sardegna U corpo di s. AcrOirnso. nel prò- Rtao-sio XII 441 — ’

cesso del tempo venule quelle Itetiquic in po- Non sappiamo perubò al p. BOSSUE sia piaciu*
tere dei Saraceni, furono da Liulpraiido, re dei lo di collocarla nelTan. 738. Vedi Citaz. 253.
Longnhardi. riscattate nel 7i5 (secando la più ‘270 TEOFANE, ChrWM>pru;i/wo, aU’ao. ab>8s.* 732.. VI 274
probabile opinione) o dcposle In Pavia, dove
P«r II» p«9Ìn4a 90 d«l Tengo
in seguilo il timore do' Barbari te fece mura*
re a maggior sicurcua. Finché, dopo essersene ‘271 8. Gregorio HI cessò di vivere a’ 28 Novem*
quasi dei tutto perduta la memoria, il prezioso bre. e nella Domenica seguente. 3 Decembre,
deposito veniva acoperto nel 1695. e dichiarato veniva nnlinalo s. Zaccaria. CENNI. Aotae Ckro-
autentico da Benedetto XIH. Vedi BRRTl, De re- nofog. ad Aridstas. in ZdcAnnVi II 1069
bus geslù s. Augustini, c. 73. La TrusLuxionc 272 Per ridomandartt le qualtro città del ducalo
è descrìtu in una lettera iodihzzala da Pietro romano. Ameria, Orla. Boniarzo e BIcra, che
Oldrado arciv. di Milano a re Carlo Magno nel* infitti furono da re Litilprando reslituUe al Pa|iu.

Tanno 796. riportata dal Bìrosio, Annales, ANASTASIO BIBL. in laeJiaria, n. 209 — 213. ib. 1U5U — -

an. 7'25 n. 1 — 8 XII 320 Il Urrà. Deg. Aom. Punti/, pag. 184. pone la con*
Pagi e Mcsatosi la reputarono apocrifa; ma ebe A-Tcnza di Tomi nei Decembre del 741. Meglio
gli errori, onde questi due uomini lemmi fan* il Daio.vio c il Mciatoii Tassi'gnano al prind-
no rimprovero alla lettera, siano meglio de’ co* pio del 712.
piali che non delTaulore, fu pure avviso del 273 Come si rileva da ANASTASIO BIBL. presso
Tbota, Codice Longob. n. 454 111 41U . .. .
Baioxio alTan. 743 n. 29. .
Xll 504
258 Sotto il comando di Ambila. ùioKACA Moissia* •271 Culla lettera che ìucoinincia; Suscept/s san-
COKI presso BOSSUE. luogo eìL al nostro n. <t5ó. ctissimac /ratenii/atis tuac, riportata dal Ba>
^ir>9 TEOFANE, Chronographia all’ anno alc««.' 71H. VI 269 G nD.-vio, an. 742 n. 5 ib. 477
2C0 ANASTASIO BIBL. in Gregorio II, nn. 184 o 185. II 979
1

e d.il Laiik. Cunei! Viti 23il —


Vedi la Cirittà CaUolka, Serio IV V 566 — 275 ANASTASIO IIIDL. ia *ltAoria, n. 213 •117, II 1051— —
e il BENCINI. SoMe in Anast II 994 12 ‘270 E{ùsl. ad Boaì/acium: SusripieHtes /fatemi-

2«l TEOFANE, ChrvmgrapkiOf aU’an. tredicesimo tatù tnae, pronao il Lami, Conci/. Vili 238 —
di Leone Aug VI 272 E 277 ANASTASIO BIBL. in ZacMariti n. 217 . . . II 1055 13

<

Due principali sladii ebbe la guerra di Leone 278 Il p. PAGI, n. 13 olTan. ftnroniono 742. . . XII 483 '

contro te sacre Immagini; Tuna sedendó a. Ger- dichiara auppositiziii l'epistola di a. Zaccaria ad
mano; Taltra assai più acerba, quando la sedia Austroberto Ma ia dìAmdono enn irrecusubili
patriarcale fu occupala dal prole Aruislasio. ! argomenti il Ma^ki cosi nelle contronote ibidem.
Vi ai erano slanciati Uno dall'anno 720. qunn* ennic nella dissertazione De Sgnfidù et mn/uis
G22
do capitanali da Zaraa ibeeru la prima iucur* li/teiis s. ffmi/. et s. Zaeharine, Sup/W. UtÒb. I 551
fdone nelle Galtic; come attesta ISIDORO PA* 0 il Taoti. 0*rf. Longob. n. 575 IV 163 ^ ;

CENSB all'Era 757. o. 48, nella Palroi lai. del A qmst’anno. seconda ravviso del Mmi, appar-
Miova, lom, XCVI 1267 c •
leiìgono anche le tre lettere di a. Zaccaria ad
265 l’AsiALmA Nazasiaso; Rootaico. Blsloria Ara- ArniJ/iarfiira.* Cum nobis sanclissimac, presso U
bum, e il CoemaoAToai di FBiDoonaio. parto II, l.kBsz. Cane vili 250 ,

presso il Pagi, n. 1— 5 all an. 732 Baroniano. XII 412 _ ad Froncoa et Gallos: Re/erente nobis. . . . ib. 283 _ '

264 TEOFANE, Chronograpbio, anno aiess.* 724. . VI 273 c ari diversos Eplscopos Caliiae et Germaniae:

265 Il fatto A narrato da AGNELIA), Liber pmlif. Gralias ago Dea Patri ib. 258
in loanne, pari. H./Vtfro/. /<i4. del Migmz L LVL 722 — 279 La risposta di a. Zaccaria distinta in venti*
e sembra potersi collegare assai t>cnc coi nau* scilo capiluli (orma la tenera 5* del Codice Ca-
fragio della llolta imperlale; essendo mollo ve* roiino, rifiaritn dal Babovio alTan. 744. dal Paci

( 15 )

Digitizùd by LiOOgle
I .

$«?ueper la pagina 90 del Testo (Eita^ioni


OCLLA EDUI05K
cHoulotc, 0j Ac Uo cUixio, itdopL'niUi oibutot-c, ©peut, $o|>o citalo, “^liòp'rair'
I |

oppure oppure
brrpi note brrui nolr

flU’au. 747, dal Ckicm al 74X. Il Maitsi lfUurl.cit.\ a. Zaccaria a s. Donilbcio: Qrm-
della lettera di
la collttcò negli ulUmi meni deil'an. 74G. appiig' tlterDimiintiS Deus nosler, presso il L.uia,
glandoli alla data dell' epistola (oliava l^b* CeanVùi . VITI 262
heana), colla quale il Papa infunila s. Bonìfiicio IlPaci seguitando il Le Conns. n. 8 all' an-
de' capiloli spedili a Pipino e gli comanda di no 751 Baroniano Xll 5457
farne léllura In un’ adunanza siiindale. ritrae U
confermazione della metropoli Mogun*
Vengasi con quaiilo rHiicltu u cun quanta lina airanoo 751, fundalo sullo parole di Zac-
jiumnu’ssiutic i Yesirovi anslu>sa<ì<:oiii dd Con* caria: Elaborasti ntmc usque per annos XXV.,.
. . .

(riUo nazionale di Cloveshue paHiino didia let- ex qnó ejùscùpalum suscepisU. Ua non è Torso
tera apostolica, in cui il zci.mU' ihmlcfii't' li ec- più probabile l'errore di questo luogo, che della
citava, eziandio colla minaccia dHla scomunica, coscrizione, la quale contiene due, ami. secon-
a sradicare gli abusi e vcvliarc all' u&ivcrvanza do la lezione prodotta dal SuuiO!n>i. tre carat-
do' sacri canoni. Sertjila foto ortte venerandi teri Cronologici ?

PoiUifici$, Domni Apoitoliri Pap*te ZacUarUu, ANAST. BIRU in Zaeharia, n. 226 II ioni
in duabiu chartig in mfdium proiata tunt, et Merita essere notato l'elagio die a questo san-
eum magna ditigentia, itu-la giwd ijae aimUh to pontefice tributò lo stesso FOZIQ. il più an-
lica sm auetoritatr. prafcepil, et manifeste re- tilatino de' Greci; UUr mdrm silentio premam
citata, et in nostm gwMfue Ungna ofterUta in- Romae Ponti/ices Cregoriitm (Primo, non Ter-
terprelala sunt. Quibus namque ecri^is Britan- zo, come credette il RoaiUAriiza Uist. de f'^L,
niae haia* ineuiae metri generU aecalm fami- liv. 51 in fin., tratto in errore dal metacro-
tiariter praemanebaS, et teraeiter eiìnrenietMU tiismo Foziano), et Zaehariam, homines virtù-
et potlrema amabiliter exorahat, et haee omnia te futgenle*, fui ditctrinia divina tapienfia plenù
eoHtemnentibus et in sua pertinaci mniifia per- gregem informaverunt f etc. presso MAI, Scripti
manenlibus anathematiM jirnfrn/inm procuf du- vet. Prefazione al Tomo I
bio inferendam Inunuabat. Proemio agli Atti I rXNNI, Notae Cbronolog. ad Anast. in Ste-
del Cono, di Cluvcsiiuu, presso I.Asua, ConcfX . phano //, Il 1115
1 ANASTASIO BIHL in Zttcharia^ n. tól. . . Raci'onta Aeastasio in Stephano il n. 327, che
CaoivACA Moi$»ucs>sc presso il Pesti, Mon. Germ. prima di Stefano figlio di Cnstanliao fu eletto
bist.t ScripU un altro Sldano. prete della Chiesa Humana, il
Per la cronologia, vedi le Noto ertUebe del quale peraiiro non ricevuiu* la consecroiione.
p. Pagi n. I e 4 all’an. 747 dpi Basosio . . . iHisendo morto noi quarto giorno, tocco alUrn-
2 Colia lettera; Saeris Uminiinu^ presso Lasse, provviso da un colpo n(M>piotjco. Piaotiue tut-
CmcH tavia al Pauviniu seguilo dal Baronio. da Na-
Da un paesaggio questa lettera il D* Alesbebt,
di talo Alessandro e da molti altri, di annove-
DicUon. entpeiopfd. art. Aniiiiodes e altri scrii- rarlo nella serie du' papi. Ma stanno in oon-
lori. massime protcalanti. presero occasione di irai'io 1* rnutoriLà di Anastasio BIbl. in Hadria-
eatunniare a. Spiccarla c s. Bonifacio, come se na n. 392, di Flodoardo ne' Frammenti i!f^ iVn-
avessero tassalo di eresia !' opinione dell' ttficibtti Rnmanis pubblicati dal Mabiuos, e di
psislenza degli Antipodi. Vedi PEHRONE, Prae- tulli gli antichi scriUori;3'gli Atti dd Concilio La-
lect. Thent. ed. Rom. 1X41 .... (eranonso celebralo l’anno 769. praesidente . .

MomiBACIlER, Hi$t. Erd . liv. MI .


.'ifrphrtnosummo Pnntifiee huiua Romanae ur-
c DE WTH'UUsserlalhn tntrUs antipode* n^Uì bis Eeelesiae et universsHter TERCtO Papa.
If^meirrs de Trerona-, Cenn. 1701 IVesM> Ma.vsi Suppt. Lobb. 1. 641: 5* gli antichi
3 Jlenzionata neirmitlcltissinio O^dict Careme Qvliiloghi Puiitificali, di cui i>e»uno pone due
ddlo Leggi Longobardo c particolareggiata Stefani tra s. Zamria e s. Paolo I. Vedi Ori-
nella Crtmaca C4tsstnese di Leos* Ostierse, gines de FEgliu Romaine par tee membres de
lib. I. cap. 5.Il TROVA dimoatra a lungo la la Communauté de S/desmet, Paris 1836. tum. L
verità cosi della donazione di Cisulfo 11, come Pièees tiuUffeatires, dove trovasi la più .anipia
dell’analogo privilegio di s. Zaccaria cl»u fu poi cnsiffaui Cataloghi. Vedi pure Paci
l'iilleziotK' di

riprodotto a verbo, o riconfermalo da Grego- n. 7 all'an. HXfi del Daeosio \\


rio IX nella sua Bolla del IO Aprile 4^1. 0 PArESRocaio, Praef.ad Conalum C/irom'co-/iM/o-
Vedi
Cod. Longob. nn. 614. CI5. 616, e TOSTI, Sto- ricum n.14, nel Propileo al Maggio Botlundiano.
ria detta Badìa di Monte-Cassmo, Ub. I. ffote U A.NAST.tól0DinL.inS/cpftan<j//o.350 252. — "
e Documenti 0 TVtnc praefatus sanclUsimus vir {Stephanus),
;4 ANASTASIO BIBL. in Zaeharia n. 225. .
agnito maligni regis consiUo, misit in regiam
MURATORI, Annoti tniaiia, an. 749 urbem suos ntissos, et apostolicos affotut. de- . .

15 Colla lctu»ra che incomincia: Pytacium nobis, precane inifterialem clementiam ut iurta quod
presso il Massi. Suppt. tabù ri SAEPIVS seripserat cum eTrrritu ad tuen-
citala da Nicolò I, nelle sue risposte a' Bulgari. da» has italiae parles tnodis omnibus adreui-
Questa celebro lettera manca di data. Il TROTA, ret, et de tniguitalis fila uK/rtibus Rumanam
Cod. Dipi. Long. n. 65! propende a fissarla
nel 750 haac urbem vel tnmetam tlatiam provineiam
Ifi L’anno 751, come si rileva dalla soscriiiono Uberaret. ANAST- BIBL. in Stepham n. 232. ,

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Secoio Vili. segue per la pagina 90 del Tesk»

DELLA KDIZ105Z DSLI.A KBIllitSt


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Insidi parole, avverte molto a proposito la Cj* Seguitava In eontenziono oltre un mese; fìnal*

rillà CaUoUca, lo quali diinustrano ad evidenza mente caddero i suffragi lutti su Pa<m.o. che fu
quanto aia falso quel che molti Autori hanno consecrato ai 29 Maggio dello stesso anno 757.
scritto Cd altri ciecamente ripetuto contro i AN.4ST.IS10 DIBL. in ». Paxilo, n. 257 . . . . II 1135 —
falli e le testimonianze manifesto dotta storta, CF..NNI, Sotae CbromAag. ibidem ib. mi —
che cioè l Papi ddr ottavo Secolo, per ambi* 300 Por aver sottratto dalla giuri.«klìrionc deit'ab.
zioric 0 cupidij^ di regno, brigassero di annicn* Foldredo tre moDastcri, e assegnatene le ren*
tare il dominio imperiale in Italia. dite a un Nobile della sua corte. La lettera del
291 ANASTASIO DIUL. in Sfi^hdNO II, n. 33S . . 11 1089 — 1

Papa nel Mansi, Sappìement. labbean. . . . l 619 —


Sopra il ricorso di Stefano 11 a' Franchi, vedi PAGI, n. 11 all'an. 758 del fiAannio XII 647 —
le bollo considerazioni che svolgo 1» Cùillà 301 Fertiisimut erat orthodorae Fidei defensor;
Cattolica, Serie IV VII 58 — mde laepiu» tuo» cnm apottoiiei» ob»e-
292 A.NASTAS. Gint. in Stephano II, n. 258— 245. ib. 1090 — aratoriis otqnc admonitoriis litteris CoMtanli^
M9 — 12t. — —
;

FREnRtUItlO, Chrort. canlin. p. IV. n. 687 i HO et Leoni Augiutis dirrJ'if prò re»tìtuendi»
Stefano li partito di Roma ai 14 Ottobre del* confirmandtoqHe in pristinum rentralìoni» sta-
Fan. 755 arrivò nel giorno ddrcpifònia alla re* tum saeratiuimìs imaginibu» ole. A.V.4ST. in
fia villa di Poiilieone poco dislanic da Chilons ». Panie, n. 258 li 1337 13
su^Mamc. Pagi in tìan». an. 755 n. 4. Scrìve 302 La BuHn, con cui Ihiolo 1 rimette l’Arciv. di Ra*
Anastasio n. 238, elio il Papa viaggiava Christo venna in possesso del monastero di s. Mario 0 ila*
praetia. Le quali parole sono dal Oaromo aii. ru di Calcata, fu pubblicala per la prima volta da
753 a. 9 interpretale come allusive al rito, che Girolamo Rossi nel libro Y della sua storia Raven-
hanno i Romani Pontedei. di recar soco la £u- nate. Bai Rossi la ricavò il IUrosio. nn. 759
caristia ne* loro peregrinagli. Vedasi Angelo n. 1 —4. Più coinpiula la diedero i PP. Mittarel-

ROCCA, Z>e SdcrozoRC/o Chri9ti Corpore Romania LI c CosTADosi ne’ loro Annali Camnldnicsi.tom. 1.
PoniificHau iter cmfieUntibìu prar/Vrende, p. Il, pag. 69. avendola copiata da un antico apografo
tra le Opp. Roma, 1711) ih'irarcbivio arciv. di Ravenna. Il Trota la ri*
•297) AXAST. DIRL. fòtórw.o. 240 —
250. . . . il 1091 — (Mirla al n. 752 del CWfcr Nplorn. Longobardo. V 50 —
hi 04 B.tRONlO, AnnaicM alPan. 754 n. 56 . . . . XII 607 305 Nella lettera 41’ del Codice CaroUno. 22* ito*
295 A.NAST.ISIO BlBl,. In SItphmo II n. 250 . . II 1098 — nologica del Csasi. Xouurnenla Dom Ponlif. . . 169 ;

290 L'assedio comincialo nelle Caleiide di Gen* r.n t S. Durcardo nel 741 e s. Vilìibaldo nel 742.
nato, come cgrt^iamenlc dimostra il Ma-ssi nello secondo i computi del Paui, n. 10 all' an. 725 32C — '

suo Contronote atranno 756 del R.U 0510 . . . XII 655 — 0 n. 4 all'an. 748 del D-lrosio. Per s. Villibaldo.
XII

durò per ben mesi. Le lettere 4’ c 0* del Co*


irò il Grctscro. Cpwm. M
Vifoni ». WtlUbaldi uri-
dice Carolino (illustrato dal Tbot», Cod. Dipi. }Uam a Philippo Egsletlensi, e rE.NscuR.Nio, CoNim.
nn. 689 0 700! ne descrivono le siiavcntosc par* praer. in Vilam ». RirhartU, %. II. n. li. udd.
A queste duo lettere fu aggiunta la
ticolarità. VII Februarii, aveano proposta un'altra Cronoto*
celebre Pro$ojx>pea di s. Pietro, In cui 11 Prin* già, fermandone nell' an. 745 rordinaziunc rpi*
dpo inodesimo degli Apostoli parlando in prò* scoiale, c neU'an. 781 io morte, che il Pagi riferì*
prio nome esorta il Re e In nazione de' Fran* soc al 786. Questa Cronologia fu combattuta dal
chi a venire in soccorso della sua cittì 0 del buUandista Sollek nel Cnmm. praer. in Vitam
suo popolo di Roma: monumento in tal gene* ». WilHbaJdi W. ad d. VII luiU: ma lo d.4 un
re unico in tutta la storia diplomatica dei Pa- nuovo appiìggio il Liber PontifieaUsEichttetensi*
palo. Intorno a questa Prosopopea, vedi le asson* di Gi'vdzlaro, scrittore ded Secolo XI, pubblicato
nate osservazioni di Trota, ibidem, n. 701 . . IV 615 dal Bethma-nn, presso pRiiTZ..V(in. Crm. bislor. SS. VII 245 20
0 di Dorviu. Storie Italiane, V 1 12 s<^., i quali ne e pres.No Micne, Palrol. lat. tom. CXLVI .
. . 990 D
prendono la difesa contro lo invereconde con- 50.5 PAGI, n. 19 all’anno 731 del Dvrosio . . . XII 410
suro deli’ab. Klcury riportate senza disapprova* jòOG Vedasi la Sj/ttoge hislorieo-eriiica de ». Petro
rione dal Mcratori, Annali d'Ilalia, an. 755. . IV, Il 47 — Episc. Mari, dd p. CORNELIO UVEO negli Acta
— —
!

297 ANASTASIO niBL. in Stephauo II. 0 250 . 251, II lOOH SdRCforvffl. addi 4 Ollobrc il 494

1

298 IDEM, ibidem, o. 255 ib. 1099i 1


307 BOI.LANDISTI, Aria SS , 2t Febbraio . . . .
HI 266
Vedi anche la lettera 8* del Codice Carolino. 308 Ibidem, ai 16 Ottobre
ir cronologica del C«wi, lfen«m. Doin. Pnnt. H)5 — 301» Ibidem, 5 Agosto ...
VII
n
.567
111
lù^sa fu scrìtta Jn Marzo 0 nC primi giorni di 310 Ibidem.'-!^ Aprile III H7
Aprilo dcU'anno 757. Trota, Cod. Longob. n. 710. IV 656 Ma Pagi, n. 4 aH'anno 762 fiuromano
1
il . . .
XIII 4
Il Papa ringrazia Pipino doirvflieace aiuto pre* vuote che FInreberto sia morto nd 747.
a.
stato alia Chiesa Roiiuma e gli notìRca In morte 3H ROLLANDISTI, Acta Sanetorwn, 9 Luglio . .
n 714
d’Aslolfo e le promesse di Desiderio, creato Re 312 PAGI, n. 5 ali' anno 750 Baroniano .... XII .560 —
do' Longobardi per manut beati Petti. La Vita fu ddlata da un anonimo dd Ree. X e
299 Morto Stefano II, una parte degli elollorino> inserita dal Mamllon nel See. Ili de' Santi Bencd. ni.t fiAI
minava Tarcidiacono TtortLATro, gli altri il dia* !.»I3 BAROMO c PAGI. n. 1 all' anno 752 . . .
XII 570
cono Paolo, fratellodel trapn.'vs.ito e degnissi* É questa la prima Sacra certa de' Re Francbi.
mo per rcscmplaritii della vita e per 1* indole. Sotto i Merovingi, sembra si ritenesse In Francia

(17) me

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c^louloveT ©peto., ??(xjio citalo,
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l’antica costumanza de’ Germani: ai sollevava in Lo principali edizioni degli scriffi Banifaciatìi
alto sopra un pavese il novello Monarca, o lo sono la mnguQtina dei gesuita Snuuo, 1603; l'al-
si mostrava al popolo. Da Pipino in poi, la So* tra moguntina del WuROTn’Bi?i, 1766; e la rccon-

era rocrale fu praticata generalmente in tutti gli lissima del Gilks. Londra 1844. Agli scritti di

Stali usciti dalia Monarctiia Carolingia. Vedasi 8. Bonifacio vuoisi aggiungere un trattato gram-
GIORGIO PHIU.IPS, OroifrwfAtóaf.. Paris iR55. IH 7 — malicalo iatilolato Ars, die Mai ricavò da un
il

P.4GI, n.5 —
7 ali'anna 735 del Bahusio- . XII 586 — insigne codice della Biblioteca Vaticana e diede
IDEM. n. 9 all'amio755 ih. 630 alle stampe ne' Gassici Auetores Vii
BOLIANDISTI, deffl .VaRc/!>r«m. ai M Ottobre. VI 557 Vedi i Frolegoin. ad Opus de Theol. Bogmat.
VILUBALDO c OTTLONO in 17/a a. «am/aWì Dìongsti Petavii, %. L.XXXV, Romae 1857 . , . i

presso Paci, n. 15 —
iO an. 735 del Basosio . .XII 63i LEQUIEN, Ojip. t. toannis Dam. Purisiis 1712.
Tra i Moilcffii. ohe hanno scritto di $. Bonifacio, MAI, SpifiL Rom. L IV. p. 340, e t. IX. p. 715.
inerita piirtlcolar menzione il Ssnsas, autore Nella Btb/Mheca PP. dei GALLA.NDl. . . . xm
della pregevole Storia: Bon/factus Àpusfft VodiCEILLlER, Hist. C/n. det Aut. Eeet., L XVIli.
der Bfutichfn, Mainz. 1843. BOLLANDISTI, Ac/a Sanctontm, 14 Marzo. .

PAOLO DI AC., De «rd. Epiwiìp. Metìrns. presso Fu l'Antesiguana dello Monache nella Germa-
il Mic.sf, Pntroloffio /attua, tom. XCV .... — '0® Rahano
nia. l.a t’i7a dettata, per in.sinuazione di
S. Ca<HiscA.scn fu uno dogli ambasciatori l'rafh Mauro, da lloaouo, monaco Fuldense dei Se-
chi mandali nel 755 dal re Pipino per arcom- colo nono, Icggesi netMASiLL05, Secato Iti Bened.
pngnarc in Francia Slcfaiio li. Abbiamo di lui Ne scrisse la Vita il prete Woifardo verso Io
nella Cronaca di Laurosbeim, che dopo aver oc* scorcio del Sce. nono, presso Mabillob. ibidem.
citato Pipino alla spedizione d'Italia, pose iuge Ad istanza di s. Bonifacio, ebegift avea chia-
s/urliuju et operom pcrcbc fossero effeltivamenle malo presso dt sò i lor fratetu VilUbaldo e Vu-
re^/i/nt/i alla Sede Romana
Esarcato di Ha>
l' nebaido, ut ad fldem caitwiicam poputi non fam
venna e i molti patriinoiiii del hiwto Pietro. eccieeiasika grafia, guam Jtfonocòorom ac Fi>-
JfrfodorMm tarrenfin /aci/e prineefa, come ginum congregationibui raperentur. Rooolvo
10 chiama il Mai. Fu condiscepolo di s. Giov. nella Vita di s. Lioh.i, presso Paci. n. 8 an. 725.
Damasceno o successore di s. Pietro Delia Scilo PAGI. n. 19 all’anno 747 del Dabusio . . .

di Maiuma verso Fan. 745. 1 suoi Cantici o Inni La Vita scritta da Sutato Lrro sta nel Ma-
furono esposti ila Giov. Znnara, Teodom Pro- an.io?i, Secolo Ut Bettedeitino
dromo. Marco Eugenio c Gregorio di Coniilo. TOSTI, Storia della Badia di Monte Cazzino.
Trovanti nella Ve/. /Vi/mw del Caliasm . XIH X’edi la Citazione al num. 59.
I 0>mruen/an/ ad Carmi/ia i. Gregorii y<ti. falli Per la causa dell'elezione di Pipino a Re de'
conoscere e pubblicati per la prima volta dal Franchi. BARONIO o PAGI uU' anno 731 . . .

Mai ne! secondo tomo dello SpicU. ftom. conten- CiLSo CrrTADun trovò in Massa di Mamiima
gono molte cuBO.clic risguardano l’Esegesi Biblica r originale di tal fondazione, venne indi nella
e altrc-vl la storia ecclesiastica, civile o fllusoftca. sentenza, o fu seguito da raoiti. che s. Guai*
Nella Sgtt(ige moHumeatorum ad mjtftertum frodo fosAO stato il progenitore do* nobilissimi
Coneep/ionit tmm. Yirgìnis Dtiparae iUtuIran- Gherardesebi del Conto Ugolino. Vedi TROVA.
rflim.<telp.A>TOJilOBAI,l.ERIMI,Rom!WlSi4.M. I Discorso suitaccmdisione de' Aomanf rinfi da'
Un'auro Umilia di Giov. d'Eubea In lode de' san- Longobardi 168, e Cod. Longob. n. 687 . .

ti Innocenli presso il Mai. Cfast. Auet. ... X 570 $. Gualfredu mori noiran. 7G5. La Vita scritta
11 U Ot'iiv inclina ad attribuirgli nuche l'oro- da Andrea, suo discepnìo o terzo abate di Mon-
zioiic prò taerit imagtn/biu adrertus Cnnstan- leverdi, ieggesi presso il Mabiuos, 4cfa ÒIV. .

tiaum Caballimim tra le Opp. di s. Giov. Dam. I MABILLON. ibidem


Libro di cui altro non conosciamo fuorcluN II Cronaca di Mailbosr, presso il p. Paci, n. 11
titolo e rHogio, che ne fa s. Zaccaria pp. nel- all'anno 758 degli Annaff BaronMnf ....
l’Epist. X ad Bmifaeium presso il Labu. Cone/t. Vili BC Vedi le Note del eh. p. BALLERINI airOmilla
Questo cdincanle scrillcrello insieme con un di Giov. d'Eubea. Sglioge monumentornm ctc.
altro, del medesimo Santo, intitolato: Ordd o/*- S>crivcmuK): era tenuta tra U più principati,
ficii IN damo $. Benedicti ante Patcha, fu dato giacché, quanto alla prima istituzione dì colai
fuori dal p. Mabillu:i negli Analee/a.^AÌ. infoi — t.32 festa, ossa risale nella Chiesa Greca a tempi assai
Della rerzione de’ DiatogUi parlanu ANASTASIO più antichi.PASSAGLIA. De immae. Deip. Cane.
6IBL. in Zaehar/a n. 236. o FOZIO in BibUth Come certamente, per tacer di altre,è quella ebe
flM'ce.cod. ’2.V2. Questi ag^iungt» (o Io ripete net leggcsi ncirOmilia seconda fn iVofir Ifeip.., n. X'IL
libro de Spirita Saneto presso Mai. Script/, rei. Satre rubus, miraculum igni compUcatam, ipta
praef. tom. 1. pag. XXV) clm s. Zaccaria tra&lati) PUR EXKMPTIOSEU PECCATO
eziandio altri scritti di a. Gregorio U. A noi ò I SACCESS.A, EO QVOD ET CERME.\ tST.iCTVM
rimasta soltanto la versione du’ Dialugtii, che i EST. Vedi Toscasi c Cozza, De D»m. Deiparae
Maurini hanno inserita nella loro oditionc delle CoNceplione Hgmnologia Graecorum ex edilit et
opp. di 6. Gregorio M.rgno li i«2i nisz. eodd. Cryptoferraiensibta
Nella Patrologia latina del MIGNE. toni. XGVl. — II Card. M.tl, y&va Patrum Biblintbeca. . . .
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è d* avviso che la suddetta Omilta, pubblicala giustamente sembrò avventata e forse ni tulio

dal Le Oiiic.t aoUu il nomo di s. Giov. Dam., immeritata.


ap|iarlcn«.i più voramente a s. Teodoro Sludita. 33 1 PAGI, n. 2 all' an. 759 Banmiann XII 650 — .

S40 Hnmilia 1. in Saiit\ Deiparae, num. ti. . II 8.30 La 4'f/ri serilU da W.iurHiuo Stbabork, prt*stK>

.

341 LKliL'IEN CorraMi» a. hh. Dam. tra le Opp. 673 il Mabillo» Secolo Ili Bcnedetlino MI.» 139
V.M, Hymni ur
t. loh. Datn. nello Spfeil. Hom. IX 713 I3r.2 PAGI, n. 8 —
13 all'an. 759 del Daiomo . . XII 6.52 —
S42 lilGILE, Yila i. Sinrmti, num. IS presso il luóo TEOFAXE, Chronographia, all'anno ali*»»*. 733. VI 276 — 1

Mabiuos, Sfcoio III Bencdfltino HI.» 249 :35 4 Rpist. di s. Uonifocio ad Zachariam Papatn,
.Abdicava neU’nrino 747. Venuto a Ruma c or> che comincia: Posiguam me,
'

345 I.ahbr, C<mcH. Vili 5Ut


diruto cherlcu da 8. Zaccaria, ei ridusse dap' PLUQUET, tMclionnaire des llér/sies, art. Adai'
prima sul mimlc SorotUn ma quivi sturbato dal* beri et Qcmrnt, Paris. 1R4.5,
l’impronto convenire di molli Francesi, se nt> |3r>7) TEOFANE, CkroHographia, all'an. alos»'. 745. Vi 285 — ,

parli. e si reso inortoco in Monte Cassino. PACI, EFREMIO nel Catalogo de' patriarchi di CP.
n. 1 —6 aU’an. 747 del B.itusio XII 55» pn^sso il Mai, Scripll. re/. IH 254 fò
344 AX,ESTASIO Dim.. In ZcrUiiria. n. «A, H UKM . .
H rappresenta cuiiiu il primo Corifi'o dell' icono*
io
Anche la re^na Tasta «Kinsorte o Rattrude llglia rlaslbuO»/ honorem primtu abrttgavii iaiaginutn.
di Bachi» ricevevano da s. Zaccaria rabito mn* 37i() Ndl'an. 754. dn{Ki alcuni mesi dalla morte di
nacale, o si ritiravano in un Cenobio di sacre Anastasio, come contro Uopimone del Paci pix‘n*
Volpini fatto da e»o costruire a Piumarola pr«?s> ile a dimostrare AXSKLMO QAMU'RI. luip. Orient.
&o Monte Ca.»sÌno. tH’l rerpNs %:unf/nue Ulti., ediz. Ven., L .\XII. _ 628 —
345 In primo anno del Re AstolAi, come si legge TTT? It.tRONIO c PAGI, n. 17 —
26 all' anno 754. XH 598 —
....
j

nella Vita di s. Anselmo conservata in un an- Vedasi MAI, .Ven? Palmm Bibliidhectt V,H 117 4
tiou CodiceNonanlolano o pubblicata dairi’ghclll 37)8 LAUDE, roHCi//i>r»iM Coikclio Vili 267 —
in MutineMibur, cppeKt o nel scc-oiido semestre .".i'.l È il Germanico ilella Collezione l.abbeana.
1 ib. 270 — 1

del 74U 0 nel primo dell’ anno seguente. Vedi Vedi la nostra Citazione al num. 22ii.
MURATORI, Annali d’Itaìia, anno 750 IV.» 31 .... 3G0 Coneiliorum CollecUo
I,ARBR. ..... ib. 290 —
0 TROVA, Cotlicf- I^)n{rr»6^(Jrrfo, n. 017 . IV 387 . , . . 301 H»EM, ibidem ib. 283 —
bio Epist. di Zarcaria pp. a s. RoniEacio: Qtto-
». 11 Concilio fu aperto ai 22 Marzo del 744 in
niam semptr, presso il Labsi. Conrii. . . .
vm 263 giorno di n<>mcnica. nella quale aprir si sidc*
Ma al p. GIUSEPPE VAX ECKG. uno do’ doU vano i Cnnrilii della Chiesa. Vegg:iiisi MANSI.
tia.simi no1landi.stÌ conlinuatort, sembra per lo Ite Synoilit a t. Zacharia habilit. nel Suf>i>l. Loòò. ! ,V»2
meno assai dubbiusa la genuiriilii dot privilegio e TROVA Otserrasioni preliminari tulle date del
Fuidense. Vedi il Comment. prarv. ad Yilam CoNci//o romano del 744, nel Cod. Longob. n. 563. IV 127 — <

9 Utili, D. 48 •» 53 negli Aeta SS. ai 10 OUobro. VII 106.5 — 3G'2 LADRE. C»nr//mruiN Cotlcctio VIH 271 — 1

347
.

MURATORI, dnnoii d’/to/io. Sii. 753. . IV. Il 40 . .


— 3G3 IDEM, ibidem ib. 2lKi — -

Vedi io Ouenazioni del TROVA sulla rotUtia 3r.4 R il quinlu liunifaciano, indicalo da Viui-
fra Bomunldo Ikgli Assoni Avogaro e Ciro/tfnj« bali», Yila s. BoHifacii, cap. 10 presso Mabillos,
Tiraùoschi per le origini deita Badia di !k\f Secolo Iti Denedeltino III.» IH —
nanioto, nei Cadice Longobardo, num. 655 . . IV 599 LARBE, CvNri/ieruni Colleetin Vili 314 —
'

7y\H i\NAST. UlUL. in Slei)ì<auo II. n.2t5. . . . II 1004 », 3CG IDEM, ibidem ib. 406 _ j

narra che Carlornanno parlò con gran calore Alcuni Canoni di questo Concilio, sperinlrneiile
e veemenza per rovinare la causa della aiicsa. il nono c il dcciniollavo, hanno dato lui^go a
conforme allo ispirazium ricevute dal nefenihi gravissime controversie, sembrando conirarii.
Astolfo. Ma RGIXARDO, che assai meglio di Ana- nel loro senso più ovvio, alla cattolica dollrina
stasio poteva conoscere le cose della corlc fran* sulUindissolubililA del matrimonio. Vedi Natali
cese, racconta nu' suoi Annali all'an. 7,*^, essero Alissasdiui, llisloria Erri, (ktar, SccnI. ap. ì\\
stila opinione etm Carluiiianno facessu di mala Ven. 1778
art. V. edìz. VI 40
voglia questo ufllclo. come di mah voglia c per Ccl excmpic. rìRetle RoiiMAi-nRi. il. E. Iiv. 52. XI 45 —
solo Umore di Aatol.'o <>ra»i indotto il suu abate nous fait voir, apròs mille autres. cmiibien est
Olialo ad impoi^liclo. M.tFFKl. Xoie ia Anasi. li 1129 _ ;
snge et m'-eessaire celle anti<(ue lui de l'Église,
Q la Ciiiltà CaUolica,Sefìù IV VII 450 rappeU'C par le» Grecs Sozomòne et S<M'ratc,
r>49 FXlIXARmi, Annalet ad nn, 755 nella Pniro* ainttì quo |iar lo Pape saiiil lules, snvuir, que
iogia latina del Mic^e, tum. CIV — 377 — daris l'Eglise calbolii|ue nn ne doit rien n*gler
1/ Elogio storico di Carlornanno ne) Mabillo^ ou dt^'iiler sans l'approhalion pri'alabie ou sub-
Sana
'

Secolo III de' Bcoedeliini ill.ll tl2 sequanlc du Ponlifii Homain.


350 AXAST. Stephano II, nn, 254 e *4r»5.
RIDI., in li 1099 3(i7 LARBE. Coaciiiorum Collectio vm 415 —
Il Annalet an. 75d n. 2, e più .severa
D.«feo<Mo, Fu tenuto ne! mese di Luglio 756, come otti-
rncmte il Musatom, Annali d'Ilalia.m. 756 bili- inamente notò il Rabosiu, Anrni/., n. 15 al d*. an. XII G34> —
Rimano Rarliìs, quasi che per mera ambiztuue e ripreso invano dal Paci che volle respingere
stanchezza del chiostro egli tornasse a pigliar quel Cuocilio all’ anno 755 ib. 028 —
possesso del regno. Tal censura agli e^iinii Scrii- Ma il Massi nella Contronota al Pagi ibidem, di-
lori dellaCUilià Caltoiica, Serie IV vili 295 feso viUorlosnmunle U opinione del Caniinale.

(19)

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,

per la pa^na 91 del Teslo Citazioni pel


a 0 ’ »«u.\ EmziuMi
g cAouliJiw!,
.
Mc^o aiolo,
1 I

adopcrau
oppure
brroi tioir

P«r la pagina 91 del Testo Indirtione decima quarta (ao. 775) . potestà- .
.

tem obtinuit. TF-OFA.NR, Chronographia . . . VI 275


( Fu nell’an. 555 cho l'Imper. GiuMiniano I, »o> NICEKORO, Breviarium hitloricum .... VII 30
penilo un abusu «to' ro Coli, s’arrogò il dirUtn TEOFANE, Oironographia^ anno ate&s.* 733 . . VI 276
di confermare r cloiionn do' Romani Punlenci Sulla Cronologia di Artabasdo oscura od incerta
(Testo del Secolo Seslo^ L’ an. 681 il pio Co- presso gli Storici Bizantini o assai controversa
Manlino Pofonato ia dichiarò libera co»! dal- tra gli Eruditi, gioverà ronsulUre il Massi, la
l’assenso dell’Esarca, come da quello dell'Impe- cui opinione a noi sembra la meglio fondala.
ratore i|Tcsto del Secolo SeUlino;. t. inccrtu se Contronote al Biaosio, anno 741 XII 461
Giustiniano II, Aglio o siircessorc del Pogonalo. NICRFORO e TEOFANE ai luoghi dtuU. Se-
abbia riebiamato in vigore l'aiUico abuso. Ma condu Ma-ssi. il nome e la dignità imperiale fu-
sembra indubitabile che anche dopo il Pogonatn, rono ccununicati a Nieeforo avanti il Settembre 1

siasicontinuato di notifìcare l'elezione all'Esar- del 742, poco do|K) che suo padre Artabasdo
ea dì Ra%'enna. quantunque ciò non più si fa- ebbe occupato il Trono di CoelunUnopoii.
cesse ad ennitrmationem eUcii Puniilicis pfUiì’ Ai 2 Novembre dell'anno 744. Vedi Massi, Con-
dam, ud banoris gretia, ut ip*e rum ceUris tronote al Babo.vio. anno 741 c 743 XII 491
flMum PonUfiffm agnoscertl, siccome avver- Uulprandttt prioribut eurrentit onn» mtfiid-
tono il all'an. 686 del Baiomih. e il Cz:tsi bus i it ere desiit, dico PACI, n. 6 all'». 744 Baron. ib. 513
nelle Note ad Anast. in Vita ». Zaeharitif. Ve- li TROVA nelle Ouenasicmi al d. 563 del suo

dasi DEVOTI, f«4 Can. Unir. lib. I. III. fi. 38, Codice Longob. dmioetm, che il di della morte
I F-pisl. di s, llonifacio ad Cuthà€rlum, presso di Liutpraitdo dovette cadere nella seconda metà
Lassc. Canci/iorzfm Collictio del M.-irzo. Infatti a' 31 di questo mese abbiamo
» DAROMO. n. 8. e PACI. ti. all'an. 75iH . . già un atto del Ho Ildebrando cho oonfcrma una
CanoniXm.XVI.XVIII.XXn.XXlll nel Usai; . Junauone dei fu Re Liutprando alta chièsa di
Sembra cho i Padri di Clovesho<* nel formolare s, Antonino di Piacenza; mentre a' 22 del me-

r ultimo do' menlovati caconi su In fngaentf desimo mese, Liutprando apparisco ancor vivo
ConinnioM avessero soli' occhio il nutn. XVII 0 n>gnai»le. nella data del Concilio allora lemi-
della celebro lettera del Ven. Bed\ all' Arciv. tosl in Roma, o se egli era già morto, la notizia
Egberto. piena di si mirabili doeumetili. soprat- non era ancor giunta a Bonva.
tutto a' Vescovi. Vedila nel Galuxsi .... Di Rachis scrìve MURATORI, Anno/i, an. 744. IV, Il 23
!
ANAST.V8IO BIRL. in Zacbaria, n. ’i'riì . . < Nello cario da me vedute d'oiso Re, correva
MURATORI, Annodi d’/fol/d, an. 718 IV, n 28 l'anno del suo Regno nel dì 4 di Marzo e nel
11
Vedi ItOilRRACHER. Nht. de fEgl. Cath. liv. 52. XI 56 r
|

di Settembre dell'anno 746, e l'anno III nel


di
La sentenia di 8^ Gregorio 11 leggesi nella prttiia di 24 Aprile dell'anno 747, e l'anno IV nel-
d'
dommalica ad Leonem Augitstum, prcasu
lettera l'Agosto dell’anno 748; il cl>e fa conoscere ch'egli
Babomh all* anno 726 Xli 353 prima del S<qtcmbre dell'anno corrente (744) fu
I
1,4 formoia dei palli coodiiusi a Oui<^roy da alzalo al soglio >. Ma bene osserva il DI MEO ne’
Pipino, per consTMHm rt raiunta/^m omnìH/n su(ti Anno/I Crilica-Diidom. del Regno di Sapoli. >1 355
ÀòbattiìH^ CauUtum Frane^nwi con Ste- che se nel di r Settembre dell’ anno 746 era
fano II, si Frammento
legge noli'iiltima parte dot ranno secondo, dunque era il primo nel di 1* Set-
Fantuziiano inserito nel Ctidirt' Diphmaiico tembre 745; dunque RachLs non era per anco
Longobardo (n. 681) di Cablo Tbota, che lo illu- Re nel dì 1* Settembre di quest'anno 744. Lo
stra con dottissime JMe cd OMertazionL La stesso DI MEO ibidem prova che Rachis comin-
promessa non fu mai rechila pienamcnlc od ef- ciò a regnare verso il 4 OUobre744.Quesrepoca
fetto nò da Pipino, cito primo la segnò, nò da piace anche al Tbota, Cod.Longob. n.577.Nola2. IV 166
Carlo Magno cl^ la volle solennemente rinnovare ed ò cnniermala daU’aulorHà del CaowLOCo Dbe-
a Roma nel 774. Ma ciò non prova cito o la prn- scu.vo. detto allrimenli 1’ Asommo Lkse;<se (la
messa non fosso fhtla o almeno non io fosse in cui Cronaca scritta Fan. 883 sta nel tomo IV
termini tanto ampli, siccome parve ad alcuni Antittultaium Italie, dei UriuToai), pre^ Minsi
Serittorì innanzi che comparisse alla luce il pre- all'anno 754 degli Annoti Daronìani .... xn 515
zioso Frammento Fantuziiano. Vedi la Ciriità AN.tSTASIO BIBL. in Zocharia, n. 217. . .
II 10.*>5
Cattolica, Serio Quarta
ANASTASIO inni, in Stephanù tt, nn. 248 e
Presso Labsz. Conef/i'erNm Cotleclio
m
....
IX
li

Vili
48
IWMl
418
TROV.t, Codice Longobardo num. 599
ERCUEàlPEKTO, De Posiremi» quinque Regi-
.

bus Langob., presso Mvbatobì. Ber. Hai. Scrtpu.


IV t08

11 229
ANASTASIO BIRL, in t . Nulo, n. 258 .. . Il 11138 Il Babiasio pone la rinunzia di Rachis e reiezione

A memù MarUi die rigezimo quinto decima di suo fratollu Astolfo nel 750. Questa data è
quinta Indiciione (an. 717) ad mentii imiti diem manifi?!stamenle erronea. Infatti ai4 Luglio del ^1
decimum octarvm nona tndieiiane (an. 741) Uo Astolfo contava il terzo anno del suo regno, come
i

imperar it Consianiinus par//er elu* fiiius,


.
aitparìsce dalla dati del Diploma Farfunse regi-
impietalit aeque ac imperli tuceessor, a praefalo strato nel Codice Longob. del Taori. n. 645 .
1

. IV 384
meiuùt Innii die decimo odoro nona Indiciione Datum rHssiom'i Rarennae in Ntaiiii, IV. dtement.
ad mentis Septembrìs diem decimum quarium luta, anno feiieiuimi regni nostri III. per In-
I
Sccoio Viti se^rue p^r la pagina 91 del Te$lo

ORILA EMZ1URI DELLA UUZiORR II

E cJWtovc, 0pcv<x, atdxlo, adoperala <iJloulovc, ©pt'iux, elicilo, adoperala |l


I
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fc Tcoo » lltn 1 1:m>
brrvi ttoir Ci!etti
brroi noie "jLau

dM. lY. FtUciUr. [Kinquc Tabdìcattone di Fla- lo di Monte Cassino recessi in mano le redini del
chifte r inaufairazinoD di Astolfo ebbi-ro luogo governo e occ upb la regia di Pavia dal Decembre fl*
prìma dd 4 Ì4iglio 749, Collazionando colta data no al Marzoseguontequamlo Dividono Dor hiriac
dd Diploma Farfonso 1' antico Cto<roLoco Rrb* (come lo chiama .\'<dcka Dasdolu nel CAnmiren
8CIA50 del Secolo IX citalo dal nello sue Venelum) per l'inicrvenzione del Pupa, fu ac>
Contronote al Dahu:«h>. anno T50 XII ,W9 — celiato 0 riconosciuto Re da lutti i LÓngubarvii.
s'inD?rlsce c-ho il regno d Astolfo esordi in uno Cosi rAso.si)io Lkamsc. OAsia it Cromolooo Brk*

do’ primi tre giorni dd


Luglio 749. firriocrro scuso del Sue. IX, allegalo dal M assi nelle Con-
(li 8. Andrea, barbaripsimn Cronista del Secolo X tronnto al Daro.vio, an. 756 XII 633 — I

fpresso il PwTz, IforiMm. Germ. Seriftit. Concordano i Diplomi Lvn$p)bardi illustrali dal
t. Hi., e presso II Uic.ti, Palrùt. lat. T. CXXXIX^ Trota nel Cod. Dipi. Longob. ai un. 795, 7u7, 72t»:
colloca il comìnciamento dd
regno d'Astolfo nel nè dissenle il Muratom, Atmaii d’Italia, an. 756. IV.II 51 — 1

Giugno procedente. Ha la sua autorità è di gran Però ò al tutto da emendarsi la Cronologia del
lunga inferiore a <|ud1a del Cronologo Bresciano. Baroxio, del Pagi c del Cbxri, ebe riferirono In
387 Dal Prologo delle Leggi del prìnio anno d’Astoi* morte di Astolfo all'anno 755.
fo, pubblicalo dapprima neU'Arcliivio della Sn« 39B Adeiclii fu a.«sunto al Trono tra il giorno 19
eidà Storica Germanica e nella Bnrcolta del e 28 del mese di Febbraio 759; ma ì Nolari po-
Waltis. poi ristampato dal Vcsmi nella sua edL scro più volentieri nelle Carte una seconda Epoca
zionc degli KdiUi Longobardi, e riportato dal did nuovo Re. quella cioè della sua coronazione
Trova nel Codiec Diplom. LoNQob. n. €33 . . . IV 357 — avvenuta ne' prìiiii giorni di SelUunbre ddio
sorge lucidÌ!>«lni8 la notizia, ebe il Re (Ino da' pri- sle»so anno 739. Vedi Fiurro liRi-.stm, Codice
mi giorni dopo la gita di suo fratello Badns in Dipi. To$cam, presso Trota, Cod. Longob. n. 731. V 48 2
Honlecassino,si sospinse di Bulugna. cilU pos* 399 FREDEGARIO, ChroN. conlin. 'pari. IV, n. 121)
seduta da' Longobardi fino da' tempi di re Liut- presso Pagi, n. 1 all'an. 7G0 Daroniaao . . . XII 63€ —
prendo, nelle rimanenti regioni dell’ Esarcato. 400 IDEM, ibidem fpart. Hi, n. 110; presso Paci.
Importante osservazione per U Cronologia. Sul (e- n. 11, e 19 airaiMìo 711 del n.iRo.Aio . tb. 466 —
rooe caraUere di .Astolfo, vedi la Cri'. CaH.Ser.lV, VI 669 — 'tot PAOLO DIAC., Dr
.

Geslit Latigob. llb. VI, cap. 57.


.

— 6IW —
MURATORI. Annaii d'Halia, alPanno 75‘i IV 53 — 402 TEOFANE, ChronograplUa. anno alesA.* 734, VI 277 —
TROVA, Codire Ijmgobardo n. €45
. .

IV 3ft2 1 403 CauiTACA di Metz prrs.«o Paci. n. 12 all'an. 745.


.

XII 555 —

!

7iÒi\ 3el Marzo del 752. PAGI, n. 2 9 all'anno 752. XII 570 — f
104 MCEFORO, Brcriariam Hittnrirum nel Cor}m»
Riguardo alla parte ch'ebbeai dal Pontefice Zac- Srriplorttm HHtoriae Bgianlinac, ediz. Ven, • VII 32 —

;

c4irUi nella elevazione del Re Pipino al Trono TEOFANE, ChronognrpA/it, .ali' an. alesa.* 738, VI 282 ,

di Francia, vedi la nostra Citazione ni num. 4tt. e TEODORO STUDITA, Oratio de t. PialoHC pn?*-
:>oo PAGI, n. 9 all'anno 752 Barmiano .... ib. 575 — ;
so il Barorio, alUuiino 716. n. 4 —G . . . .
XII 53€ —
391 IDEM, n. « all'anno 753 ib. òtW — 105 FREDFXiARIO. ChniNfcon contiti., p,irt, IH,

,

.Narra rAnnaUsta Melense che Pipino non volle n. 115. nella Palrtd. lai. del Micsi, tom. LX.VI. €83 — 1

concedore pare a' Sassoni, fiiercbò a condizione Intorno al cominciaimmio del it'gno di Cbilde-
die essi lasciassero agli operai evangelici pieno rico in, vedi P.VGI e MANSI, n. 18 21 an. 742. — XII 4H8 —
libertà di predicare o dì battezzare. Bui insito 400 PAGI, n. 8 all’an. 748 dd Daromo .... ib. 553 —
di Principe Cattolico. 407 FREUEG.ARIO,CArc»t. eontin., e Cronaca di Metz
S92 AN.ARTASIO BIBL in Strphano //, ii. 237 . . 11 1U90 10 presso Paci, n. 4 all'an. 749 Baroniano . . . ib. 557 —
393 Addi 98 Luglio, come racconta Ilci'iso Ab. di 40R LE READ, Hhtoire da Bas-Etnpire. Paris. 1770. XHI 421 — I

8. Dionigi in Arenpagiticis, presso il Pagi. n. 5 409 Asùsnto .i.vnAU'Au.To presso Pagi. u. 1 1 an 753. XII .588
airamin 754 degli ANndfi Bèronia;ii .... XII 593 — 4IU Eutiebio, uUimo degli Esarebt, dava»! in mano
Quindi due epoche del Regno di Pipino, Cuna :hlAstolfo, conforme racconta l'ARosiao Salbr-
cominciata dulia sua elezione nel 752, U altra ritaro presso MiR.iToRt, Ber. Hai. Script!. . . li. ti 173 A •

dalla sua incoronazione per le mani di Stefano Pp. Girolamo Ror&i nella Storia di Ravenna scrive
Il BAZorno nega la prima, il Paci la seconda. Ma che fuggì a Cooslantinopulì; ma non ri sa, dice
trovansi ambedue usate ne' Diplomi Pipiniani. il Mcratori Uk. cit., sopra quai docuincnli o
Vedi Ma>si aU’an. 754 BaronMne. e il Haurìno l^limonl si fondi.
D’Astizr, L'Arl de rerifier lesdates, Paris 1770, — 5.34 — 411 Una cumeonniiioetcoasenituomnitim Franco-
394 ANASTASIO BIBL. in Stephano //.n.2-4€ 249. — Il 1095 — nim, muta reiatione, a Srm Akistoiica accto-
FREDEGARIO. Chron. eontin. pari. IV. n. 420 aiT.iTz rEHccRTA, procceitut Pippinut elecUone
nella Patrut. iut. del Mic.'ic, fom. I.XXI. , .
— 680 — toiita Franciae in tedem regni eum eonteera-
395 ANASTASIO BIBL, in Strpham It, n. 249 .
.

, Il 1098 — Itone rpùroporum et tnbjeetitme prtneipum, una


Vedi le due Icllere di Stefano II a Pipino ed cnm regina Berlradane, ut anttgniliu ordo de-
a' suoi figli Carlo o Carlomanno; sono la sesia imcii, txiblmatur in regno. Frroeuario. Chron,
e la settima del Cod. Carolino. Il Trota lo riporta continuatum, pari. IH — €8€ —
ai nn. €92. €94 del Cod. Longob. P. IV. p. 577. e — 584 — Più brevemente Egoiariio in Vita Caroli Magni,
396 ANASTASIO BIBL. in 5/cpàano //n. 250 255. — Il 4098 — cap. 3, 0 FAutùre anonimo della Cronaca Mois-
FREDEGARIO, Cbro». contili, parte IV, n. 121. — 688 siacense: Pippi/iuz rer au.toritatrm Romam Po>*
397 Astolfo moriva nel Deeembre 756. Rachis usci* Tiricis ex praefeclo palata rer coHitilulus. Prcs-

!‘21
)

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5»>fup per la pagina 91 del Testo (Cittt^wni pel
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80 PcB-n, Montmfnta Germania^ hùt., SS. . . I 292 39 1


cui premure calhotiea et apostolica Dei Eecle-
E l’Impcmtor Ludovico II nella celebre lettera sia, alque orihodoxa christiaHorum fides ab
scritta Tan. atrimpcrator Bixnntino Basilio aemuloném impugnationibus ereptae rausistutit.
alEerma die Malran e;nniuNi Eeciftlarum Dfi uo Vedi il Sommario di una lettera, oggi penula,
(iffeiìdfndam atque mblimandarn $uàctitifnus, di Paolo 1 al Esso ci fu conservalo
re Pipino.
cr qua et regnandi prius et ftoitmodnm impe^ nel Codice Carotino, ed è recato in uuta ilal
mudi ouc/orZ/oi/i'm proiapUte noitrae rrmirui* C.a^’^ì, Monumenta Dominalinnig Ponti/. . . . 1 153 1

riirm iVfim Franeorum Principe^ pr/ma U luUera. sccondochò pensa il Trota, dovette
liege», deinde vero Imjieratore» dieti $unt ii dum- essere scrìtta verso la nioU del 763 poco ap-
taxatt qui a Romano Ponlifiee ad hoc ateo iancto presso la 24* Carolina, 58* cronologica del Cs»ii,

1

fterfiui tunt. Prc!k«>ij Daro^io,ì4nro/cj, a. H7I n. 59. XV 215 nella quale il Papa annunzia a Pipino, conforme
Vedi ANTONIO SAXDINI, De trainlalione regni ne era corsa lavoce, ì moti di un' armata greca
Franeorum a Chitderko ad Pippinutat Zachariae di trecento nari, condotta da sei patrixii alla
Ponlifii is auclorUale faetaAn le iW«ser/a/^oNCi volta di Oecideute, nonché le nuove impronti-
f/irodccin» (X Hitloria Erri. Palavii, . . _ G5 tudini del Re Desiderio. Vedi 1 num. 800 ed 801
La Cifiltà CattoUca^ Serie IV VI 674 del Cudic<! Diplomatico Longobarda.
mt-Uc in lidia luco la strella rdaziMno che <|uel* 420 I<a ripulsa sofTurla l'anno 763 nel Placito Geno-

r atto ebbe culla lempuralo EiivraihUl do' I^npi, ralc di Novera non tolse a' Greci di Uiaanzlo la
e le intime alieneiiie, onde piacque a Dio di lo- speranza di pur filialmente riuscire ne' loro mal-
gare l:i culla della Blir(ie Carulinsia cullo na- vagì dUegni. furono spedili in Francia da CP.
.Hcenti {jrandczic della S. Sede. nuovi anibasciadori, Antimo Spaiano o Slocsio
112 STUFANO DIAIXINO noli» l'idi di s. Slcfuno Eunuco run una lettera del Coprunimo a Pipinu.
luniure, prcsw) Paci n. Il — IO aH’an.754 ftaron. XII 60(1 Lo scopo dell' ambascerìa era priocipaimcnte di
41.1 L'.Amt.'MMO A.'<nAl.t'8U!(0, ItoUEBICU Cll EtMACI^M) l>ersuadcro a' Franchi i‘ ini|>erialo eresia sul culto

prosM) Paci, n. 0 — S aU’anno 750 ih. 636 delle immagiiH c forse anche su La pruoessione

i\i LU-i TCIIENSE, CAron.. in ll»»nsio ». TO 11 7. . ib. 642 — dello Spirilo Santo. Ma Pipino per ramare che

il 5 CaoxACA A^iAsa.’iae citala dal Tiiova» Codire Di- porlara al sho fautore s. Pietro, ricusò di ac-
piomatiro Longobardo, num. 729 V 32 — coglierli c di udirli fuorché in presenza de' Le-
0 «lai Pagi, n. 2S alVaonu 755 Baroniano. XII 62'2 — gali I*onUficii, tnaeiando a questi il còmpito di
entrare in disputa co' Messi Imperiali. Anzi volle
|*or la |>a|rlBa ©4 del TcmIo
comunicare al Pa(>a cosi la Icllora del Copro-

ANASTASIO BIBL. in Ptiw/fl, num. 200 . . . II U3K nimo, come la sua rìxpofita. nell'esempio di cri-
il II

La chiosa, detta poi di s. Silveslru in Capite, e«U- sliaaa prudenza e di nUalc devozione alla Sauta

Beata da a. Paolo 1 norirer a fundamentit in .Sede. I faUi che ahbiam toccatasi rilevano dalla

domo quae mihi parcn/<iN tueeeuione oinenit. lettera 2U* del Codice Carolino, 57 cnmologica

in qua me nalum eoneiat atque enulrilum del Cr.'i.vi. Jfunu/nrn/a /h)mmu/run/4 IA/n/(/. . . I 2tl —
(8on parole dui Costituto promulffalo nel Cune. serìUa certamente quest'anno (764), in cui Tas-
Elione di Baviera per ottener la pace da Pipino
Bum. di qut^st’ anno dallo atcs&o Ponleliice),
non vuolid confondere, coiuc (eco il )ÌArrEi nelln ebbe ricorso alla mediazione del Papa, come è
I

suo Note rfd Anast., colla chiesa di 8. Dionigi detto nella medesima leUera.
denominala ad sanctos S/artyreM in srhoia Crac- 121 PAGL n. 1 all'anno 764 Bdrum'nne . . . . XII 15 —
conm. Vedi TROV.A, Coi. Long. nuin.71M coll.7fi7. V 155 i

422 CENNI, Motae ehmmlog, ad Anast. in Paulo. 11 1142 AH


117 Come si raccoglie dalla leUera 26' dui Codice 425 ANAST. DIDL. in Stephano Ut, n. 263 267. — ib. 1150 —
CantUuo, AlVeromdogica del Casai. Jtfon. Dom. Pimi. I 226 Cost.intino era semplice Laico o si fece ordinare

tenestila pone sotto il 766. Ma AussAMifto Di a forza da Giorgio. Vescovo di Palcslrina, ilquale
Meo, seguito dal Tbota, Cod. L«w^6. num. 781). V 1R9 peraltro non tardò guari a pagare il fio di mia
ino>tra che si ba da collocaro noi 762, quando debolezza, colpito esemplarmente dalla divina
Pipino scrisse d’aver am/Minl/u Desiderio di eo> Giustizia. Per ra^darsi nella sacrilega usurpa-

tìringere i Napolilani a mandar in Ruma perla ziono, continuata oltre un anno, l'Antiiinpa ce-
oonsccrarionc Paolo loro vescovo eletto in tuo* Icbh'i un Concilio, de eint quasi conftrma^
go di Calvo, che muri il 20 Marzo dvllu stesso none ediUm fuit. ANAST. imiL., ibidem n. 278. Ib. 115.5 i

Questo Conciiiabolo, i cui alti furono dati al


418 Li'ttera 18* dui Codice Carofino. W* cronolo- fuoco per sentenza dd Concilio Lateruncnso
gicai del Ck>.vi, monumenta Dominationis PoiUif. 1 200 _ I dui 769. non truvasi meuziuniito da' Sinndnlogi.
Osserva il TROY.4, n. 798 del Codice Longob., che 124 IDEM, ibidem, fi. 272 ib. 1154 10
questa lotterà fd scrìtta dopo il Placito Coneralo 125 P.VGI, n. 1 all* anno 768 Baroniano. . . . XIII 47
lii Nuvors, duve erano stale respinte le pridcn-
12ti ANAST. Bini., in Sfcpftono ///. n. 275 —282
sionl de' Greci auibasciatorì, che argomenlavansi Olire a' vescovi ilaliaiii, volle il s. Padre che
di alienare l'animo di Pipino dal Papa cd'insH intervenissero al Concilio anche alcuni vescovi
nuarc no' FrancJil 11 vduno iconoda-siico. Per- francesi, spedila a tal fine una Icgaziono a* eri-

riò il santo Pontoflco chiama Pipino reramente sttanissimi Re Carlo e Curtomnnttor i quali ne
eristianUsimo e ortodos») tra tutti i Re, per le mandarunu dodici hìdus dirfniz icripturis et

( 22 )

Digi- :^;vC--=OgIv
Secolo VtU. segue per la pagina 92 del Testo

DCLIA KOIZIO^I DELLA EOlZIOJtK ||

oiloutoiMJ, ©pcui, $0^0 ctl<xlo, adoperata oJloulot^, OpCKt, ciUlIo, adoperala

oppure fipit oppure I

brcDÌ note breoi note i:j

tanetorum eanonum caeremoniit dociot et pr<h raccontali dal biografo di Adriano, perchè sem-
balmimos riroi. Preclaro monumento, dico il pre più ai conosca se la caduta del regno Lon-
de Cune. Later. c. 1» dcUa aubo^
Cct!«i. Dissert. gobardo ai abbia da attribuire alla politica do'
dinazione de' Vescovi Gallicani alla $. Sede. Papi ovvero alle esurbitanie, alle perfidie, allo
IDEM, ibétiem^n. 282 284 — violenze do' Longobardi medesimi, insorama a
mi Voseovi Utriani spalleggiali da re Desiderio,
forse
I

anche istigati, rianimaruiio in oerla guisa


quella politica ette proclamata da .Agilulfo quan-
do prose il titolo di Ro di tutta l'Ilalia. fu, die-
k>scisma de' tre Capitoli, non in quanto a’ dogmi tro Tesempio de' suol proocssori, seguila e cal-
teologici, ma td allo loro canoniche relazioni doggiaU anche da Desiderio or più or meno
verso il patriarca Gradensc. Questi se ne riciiia* apertamente, socondochò prevaleva nciranimu
mò col Papa, rappresentandogli che il popolo di lui l'eredilaria ambizione o la paura del Pa-
Utriae provinciae redemptionem et proteetio- trizio Romano. Arrogo che la calata de* Franchi
nem a Dea et beato Pelro per retiram aposto- io Ualia non fu provocata soltanto dal Pp.s. Adria-
Heam dispoationem desiderani et eJTKCtant, uf- no. Il TaoYA coiraulorilò degli antichi Diplomi
linchè iam ampUus ab iptis PF.RFIDIS tO.VGO- dimostra che Carlomagoo fu invitato r da Leone
BARDtS sanelorum htlrum non prflrmrtfj'/Mr Arciv. Ravennate, non suddito do' Longoba»'di
canonica norma. nec pauperes p<rptiti, qui
. . . 0 nemico del Pontclìcc; 2* da parecchi laici Lon-
MAGyAM Vtn SUB EORVMDEM UORRIRILI IV- gobardi. it che è pur attcstalo dall' Anonimo
CO ASSIDVE SVSTKSTANT, amplitu iam dUa- Salernitano ne* Paraliponvcni: 5* da qualclic Lon-
nientnr eorum oppre*tioaibus. Il Papa gli rispose gubardo ecclesiastico, e per avventura dallo
con una lotterà consolatoria, la quale, a giudi* stesso s. Aaseimo Ab. di Nnnantola, come in-
zio dei TaoTA, è uno de' monumenti più pre* china a credere il Muratori, a. 774 dogli An-
ziosi per la storia potilica dell'Uatia neU’ollavo nq/i d'Ilalia; 4* dal Papa, che vulea far salvi
secolo, rilevandosi da essa, che l'anuessionc della nnalmente i Patti Generati del 754 o de) 75G,
Provincia Istriciise alla Venezia non l.ongnbanla stipulati inter Romanas, Francos et Langobar-
fu uno do' più importanti Capitoti dei Trattato dos. Vedi Cod. Dipi Longob. n. 977, Osscrv. IV. 696
di Pavia nei IM e nel 756. Vedasi il Codice 451 Vedi presso ANASTASIO UIDL. in I. Hadriano,
mplomalico Lonnob. n. 945 o 946 618 n. .714 318 — |lt78
Stefano III scrtsso anche a* Vescovi dell' Istria la descrizione delle feste straordinarie con cui
e punì con t'eccieaidsUca censura quelli tra loro fu accolto dal Papa c dal popolo Rumano il
che avevano oautu di courerire e di ricevere glorioso vincitore de' Longobardi. Alcuni scrii-
P<q>iscopale consocrazione riservala al Patriarca lori • traggono dall' accoglimento raccontato
Gradenso. La lettera del Patriarca e te due del una deduiimic ridicola; vò dirla col nome suo:
Papa sono riportale dal DANDOLO nella sua Crt»- • Queltaceoglimento fu quale praticatasi cogli
nece. presso il Hvsatori. Armm Itatic. Seripft. 144 • EiorcAi; conseguentemente in Carlo riconosce-
PAGI. n. 1 airanno 772 Baroniano .... 75 • vati da' Romani la stessa potestà di coloro.
KlSi ANASTASIO DIBL. in Hadriano, o. 295 — 3!0. 11661 • Gi.A non ò vero il principio; ebò, se non fos-
In ipso exordio contecralionis si prc»enlaroiiu • s'altro, nò quo' canti, nè que’ saluti onora-
ad Adriano tre Messi di Desiderio, i quali re»* • vano i Happresciitaiili Cesarei. Ma quando si
firmabant tub rinetUo taerametUi qtiod eorvm • volesse concedere la premessa, chi ricevoreb-
re-x omne4 iiutitias quat donino 5/cphoRo Pa- • be sul serio la stranissima conseguenza' In-
pae non fecerat. eidem praecipuo pontifici et • vocaroDO un liberatore, il poteiilissimo sui
sommo pastori perfieeret et in rincHio ctiarita- • Unnarchi tutti o veniva; raccolsero colle mag-
tis insoiubili connexione rum eo fare pcnRan*> • giori onoranze, colle praticate a quei giurai.
snrnm Ma furon parole c nulla più. Scorsi ap- • So fossersi mantenuti gli usi de* Cesari trion-
pena due mesi. Desiderio occupò Improvvisa- • fanti, non sarebbe da maravigliare dio aves-
menk' Faenza, il ducato di Ferrara e gran parte • serti riservati per Cario, anch'egli vincitofc.
del Ravennate. Poi corse la Tuscia Romana, rael- • e per Roma. Lecite crederemmo le risa, ove
icndo ogni cosa a Cerro e a fuoco. Da ultimo • argomentassero dal supposto maltczzc di
si
entrò nello terre dello stesso ducato Romano, stmìi falla •. Cosi sapientemente it Doacai nel
e minacciò il Papa se cum luifrerrit Langobar- suo Discorso tulle Storie Italiane
dorum exerciUbus propcrarurum ad Romanam F qui si noti, che il Bo come attesta il biografo
cicitatem conatringendam. Adriano non intra- di Adriano, n. 316, Ha. 12, OByiXK deprecatus
lasciò alcun mezzo per <imnto//irc il ferreo petto est almiflcum Pontificem ILLI LICE^TIAM TRI-
e la durissima mente di Desiderio', tutto indarno. BVI ROMAM ISGREDIEXDI. Ora se ilarlomagno
In tali frangenti il Papa necessitale compulsua domanda al Papa c il Papa gli dà il permesso
implorò l'aiuto di Girìoinaguo verso il cadere Roma, non era dunque il vero Si-
di entrare in
del 772 e nucu’amenle nel 773, restringendosi gnore 0 Sovrano di Roma Oirlomagno, ancor- ;

a chiedere che 11 Re de' Franchi co' suoi vale- chè patrizio, ma sollanto it Papa. Quanto alla
voli oRlcii. sine ccrtamine, richiamasse Deside* Solenne conferma della promessa, quan sanctae
rio a' termini del Trattalo di Pavia. Abbinino' memoriae Pipmus rex et ipse Carolus cum suo
|

voluto toccare questi particolari ampiamente' germano Carolomanno atque omnibus iudieibus.

(i!3>

Digiti^ed by ? oogle
.

segue per la pagina 92 del Testo

0IUi DCtLA KIIIUUMK


9 Coloni ove, ©pCU3L, Citalo, adoperala
1

|
£ ciloutoitc, ©peut, $<5^0 diodo, adoperala
Sj
Nunit’ro

oppurv
s oppure
3 Iijtu
z Tc: i 3C,
brroi noir
TtD) 1 Un
brri»i noir C*:r.5j àxui

FraHcit feteratU beato JV/ro et eiu9 Vicario


tUHCtae memorìae domno Stepiiano imiori pa>
m 1311
ANASTASIO BIBL. in z. 320
Elello nel 75» morì nel 76-i. I BOLLA.ND1STI
357.
Iladriatio. n. — II 1182

;)a4f .. ..ilMuralori che nello ^fJii Aeri . .


1 88 _ ne danno la Vita, distata dal monaco Eidusso,
avea rìcisaractilc tacciato i' inferpùlazione U negli Acta SS. addi 20 Agosto V 287 —
tosto di Ana«Usio, no^li iNNaii d'italìa^ an. 774. IV, Il toc — 437 BULlANDO, Acla Sanctorum^ 19 Gennaio . . II 235
si conlcnU di «ospeltaro che possa esservi corso |i3)t Lo poche notizie di s. A.i:iosb porveuute a noi.
qualdic errore, non si mbramlo^lì eroiiltile. una trovanti presso i Bou..isaisTi. ai 23 Moggio. . V 2.56
zi iartja donazione. Ma la sincerità del testo iófl PAGI, n. 4 alTonno 7fil JJaronfano .... XII GG7 —
.Vnastasiaoo 6 posta fuori di o-i^ni dubbio e cri- 0 n. G —
8 all' anno 706 XIII SI
licnnienlc accertata 1* da Leone Ostieuse. che i40 nOIXANDISTI. Aria SS. ai 7 SeUcmbro . . III 112
non fu copista cieco del Dibllotccario, ina bevve 441 PACI, n. 8 all’an. 7C8 del BAtu.vio .... XIll 32 —
ad una qualche fonte o più antica o comune 442 /r<imam dircrit tree clerieor^ qui in fcìuda con-
ad ambi gli scrittori (Chronicofi Cozin. lìb. I, c. Sg forum opfime etioeli omnfque tacra Romanorvm
2* da Pietro Manlio o MalUo in un opuscolo da ordine imbdii ad propria redierunl. GIOV.ANNI
lui dedicato ad Alessandro li! c cliVgli allesta BIAC. Chroa. KpUcopp.Seapoi ne' lier. Ual. Script.
, 1, u 310 B
avere roinpilalo tnerrè l'Archivio della Basilica Il Matodd ne iofcrisce, che forse prima del ve*

Vaticana [OpuMCttlum Utttoriac .Siirror. n. 1 59 e Ifio scovo Stefano la Chiesa NapoliUna si atteneva
presso i Bollandisti. Giugno, Vii. 53.; 3’ da Ccn« quasi inleraraemU) al rito greco, celebralo pe^
ciò (Cinerario, che fatto Pontenco pn-se il no* altro in lingua c che a* tempi appunto
Ialina,
me di Onorio III {Uber de CentibM, presso il di Stefano le prineipali UaMlicbe di quella città
Muratori, A. .V. Azi i, V. 827 :
4' da' diplomi di abbracciavano la liturgia roiuana. Vedasi Com-
Ottone 1c U odi Arrigo 11 Marino Marini, Airoro menlariujt in telus marmoreum z. Ecei Keap.
Eiame dell'auienUeiià eco.); 5* inassimamenle Kalendarium, Napoli 1744 202 m
dal preziosissimo Fraramr/i/o r<iNlèi<«fiino. Vedi 14.'? S. Mudulvco, prima di meUersi in viaggio alla
TROVA. Ca*Uce IHpi Longob. num. 081. . . . IV 521) — volta di Gerusalemme, domandi^ il permesso del
4j‘2 UGONK di Flavigny nel suo Cttre/nieon presso suo metropolitano c rasseoso de' vescovi coin*
Miess, htlridogia iatlm, tom. CLIV — 147 — !
provinciali. Nò pago, si prcHmlò in Roma
di ciò
riporta una leltera di s. Adriano a Derterio Ar- al santo Pontefice Adriano, dal quale beniguii-
civescovo di Vienne, nella quale il Papa dico di Dime praàafii eiut voiantale, eum apostolica be-
aver trattato eoo Carìomagno gli affari dello Ghie- nedietione dimisam ett. Praetidehat eo Umidore
so in Francia, quando il Ru fu a Roma per cele* {lomanae Ecclesiae Adrianus. L'GONE FLAVIMA-
brar^'i la Pasqua; c di aver Borili» a tulli gli Arci* CKNSE, Chronieon nel T. CLIV della Fatroi. lai — 150 B
vescovi e Vm'ovi, che siano rimessi in vigore Dunque, anche secondo l’gone, il peregrinaggio
e mantenuti i privilegi delie Metropoli verso le di s. Mad.alvco non fu sub anno 770, come af-
Chiese sufTraganoe, in conformità delio disposi- iÌTiita il Pz6!. n. 7 all'an. 767 del Basu;«iii . XIII . . 38
zioiii date a tal uopo da s. I^ne e da altri Pnn- 0 come da lui Irslli in errore noi pure segnam-
loftcl. Vedi CENM, lUufrtalio de Cene. Laleran. mn nel Testo. Vedi la Citazione 449.
SUphoni IH, c. li n. 6 net Sappi Laàà.del I C74 ...
4 44 Rieliiamalo in patria da Carlomagno, moriva
|f33 Il quale, dimentico de’ bcnelizi ricevuti più nei 776. BOLLANDISTI. Aeta SS., 20 Maggio. IV . 7M
volle dalla Santa Sede, argomcntavasi di tirare 443 n p. nOLL.lNDO, Afta SaneU)rnmA^ Febbraio. III 32
in inaim sua il dominio di Ravenna e delle al* seguitando l'sacu.u rìferìiee all’anno 773 la mor*
tre citL4 deirEsarcalo, cacciandone i governa*' le del santo vescovo Cremonese, di cui non sap-
lori spoilUi dal Papa, o mcticndoli in carcere piamo quasi altro fuorcliè il nome. Ma Enrico
e vietundo agli abitanti di recarsi a Roma. Vedi SANCLCMENTl la pone nell'anno 776. Vedasi
le due lettore SI* c 52’ del Codice CaroUno che Serie» cri//fe-ffcronologicrt Epise. Crrmon. . .
— 13
il Cessi a-ssegna all'anno 773, il MtRATo«i al 777.
14(i FLODOARDO, Hitloria RemensI» Ecei llb. 11.
Prima di queste, il santo Puntoflco ne avea scrìi- cap. 17. nella Patrot. iat. del Mhì.’«e, T. CI1.VV. — 124 H3
fa un'altra contro Leone, cJ>e è In 34' del Co* S. Adriano Pp. ndia bellissima lettera ad TU-
dice, riferita dal Cessi all' anno 774 pinum Arebiep. riportata da FUnloardo loc.eii.
i34 Carlomagim avea negato il ritorno ad Ana- dopo aver duscriUa la misera condizione della
stasto, legalo pontificio, volendolo ritenere in Chiesa Remcnsc, antn^lunge parlando a Tilpino ;

Francia, a titolo di castigo, quod aligua impor- fuo fraternità» iam magno ex jmrle re» ip»as
tabilia xerba locuius Il Papa manifesta (u.surpute a' tempi di Mìlone u di Abele) apud
su di db la sua afnizìonc al Ro, e gli dice che Carolum et ante od Carolomannum... impetrata»
neque ab ip$ì$ mundi rxordi/z ro0 nozdfar eu~ luibes. et ordinem ex aliqua parte et in epùeo-
nfszz Mi AfizzMZ protectorU itti beati Petri, ma- !
pi» et in aliis stcrsi>m c.tao.vicAM et sasct.ìi
gnui rei partiu, a quaeumqtie genie deleNtus I

SxMs RoHA.'f.iE Ai'CToaiTATtiu direetom habe».


ftàiuel, sed iubeal nobi$ eum retlra srd/irifMdo ,
Protdereo pelisti a nobia eie.
dirigere et Kveriume eum scheitanles, iurta 44: Nell’anno 776, secondo l'avviso dot dotto p.
noram ei reperlam, eum e^rripiemuM. Utlera DE RIBEIS. Mon. Eeetes. Aqulleientit, cap. 41. 355 «
del Cod. CarùUno 50*. cronulogica Gl*, presso e del p. MADIUSIO. Vita di s. Paolino premessa
il Cc55i, Jfenuokrn/a fkiminal. Ponlif. ' 5C3 alle Opp. nel tom. .\CJX della Patroi lai — 43 —
_
. . . . . .

(241

Digiti; r,:; by Google


M

Secolo VUl segue per la pagina 92 del Testo


|
OCLLA BDizinsi MU.A ROIZH>SS !|
ciloutou;, ©pt'vOL, $aJio citcd-o, adopt>rala
j

©pt’iwx, cilixto, adoperala


e |
II

Numero

E oppure oppure Fip:i


1
?ut 'ufiR 7tot Limi
ir.
brroi notr brrpi notr
(ÙIU

44A BOI.USDISTI. .4f(0 SS. . 24 Ciugno . . . . IV 830 _ gaziono nel Proconneso. Bolla.vdlsti loco citalo,
449 L'an T?7, come» si ha da L*«oj»»Fu>13uc., Cftron.
— 158 — iC4 TEOFANE, Chronographva, ali'amio ale»* 759. VI 396 BE
Ma l Bollaitoisti fondati w»U’ auloritù del prole Si noti particoUirmente il fallo di StraU^io. F*sso
DstTARio, che fiori un secolu prima di teorie c ci somministra un'irrepugnabile prova storica

acrujw, per ordino d«d Vescovo Dodone, un opu* intorno aU’uso delia Coofruionr aarirutare nel*
scolo Of gettin Kpùcopp. ViroduneMiurn { nel la Chiesa Greca.

T. CXXXll dalla Paini M. ), rilragsono all'an. 7«2 165 Il p. ENSCIiKNIO tratta dì ». Paolo Monaco

la morte di s. Madaiveo. V. Acln SS. . 4 UUobre. . il 499 — negli Arto SS., ai 17 Marzo II

450 PAGI, n. 13 airan. 780 fianmiaru» XIII 147 — assegnandone la morte all’ anno 76». Meglio i
451 BOLLANDO, Aria Sanctorum, 30 Febbraio. III 323 — nuovi BoLLA^Disn la pongono nel Marzo dui 767.

.

PAGI, n. 10 ali' anno 78» dei 146 Vedi il %. 11. num. 13 del Commentario lodato
452 Diiiioiih» . . . XIII

455 Nella Palrològta latina del T. LXXXIX. — 377 — nella nostra Cilaz. 46». Gli Alti dd martino di

454 eresso BOI.SIKNIO, Cai. Rrsul. Wonwo, 1753 li 93 — ». Andrea Calibila. delle anche in Orisi, presso

e pre«Ao il LAHUL. Conriliorum Cùllfctio. IX .


534 — i Bollasdisti, addì 20 Ottobre Vili 135 —
455 CEILLIEH, HM. ftn. dea Aulriiri £at. T. XVIII — 363 — Il Martirio di ». Stemmo lun. accadde il 38 Nov.
e SABILLOX, Prae/. In P. llStec.lV «eiu'rf .n 177 VI 62 — del 767, come rettamente notarono il Basosio
L'I^ii^tola di s. Ambrogrio a Stefonn III IcEigresi e il Paci. La sua Vita fu pubblicata da! Mnunno
a capo del suo Commrnf. nella Bibi PP. Ma rimn. XIII 403 — Giacomo LofPiv negli Annfcchi grneraikag. 396-531,
456 Nel GALLANfM. BibUotUfea r<t. Patrum. XIII . 333 — i Parigi 1687. e risUimpala dai. icsb nel tomo . .
C 1067 —
Vedi i Proleg^omeni ibidenta cap. XV. ptt;. XI- della Patrologia grarea.

457 lUVET. llisl. Utleraire (U la froiiff,Pari5.17r.« IV 165 — 166 Sette anni prima duiU prigionia di quel Re.
AaiBO'ti, chiamato altramente Erede o Girino. ossia nell’ anno 768 in circa. Così narrano in-
inten'eniva nell' an. 773 ai Conc. Bavarico di falli l'anlico Cronist.! l,ong(»bardn publdicaln dal
Dingolvingon, e cessava di vivere l'an. 7K5. La Muratori {AiUig. M. Aevi IV. 944). el'Autor del
sua Vita di », Corbiniano sta nel MAaiLtos. .Srr- catalogo degli Abati Nonanlolani: racconti feti*
colo !!! Brurdetl. pari. L e quella di a Emme* remenlc congiunti e dichiarali dal Tixaboscbi
rammo nel Siaio ai 33 $eltpmbr<>. nella sua si splendida Storia di Sonaatota. . .
7-2 —
458 Tionoto AtcciR*. Vescovo di Cara in Pnie* Quanto alla ragione deir esilio, essa è incerta.
stina secondo il Lsovim, o di Cltnran in 167 Vedi il Commentario soprarcilato fCilai. 460;i
potainia, come piace al Ti-rrumi u al Ciitclesio. $.11,0. 23. Gli Alti dui Martirio, illustrali dui Pisin.
fu disrcpolo di ». Gio. Damasceno, c fioriva verso sono nel Luglio Rollandtano. al giorno k. II 631 —

i
. .

l'anno 770. V. rARaicio, Biblioihrra Grarca IX 176 468 PAGI, n. 5 all'ati. 773 o 773 del Rarosio. XII 92 —

. . 1


. 1

Auaiio. Dt Theodorii.n.CS presso Mm.S.BìòI. VI.II 169 Ijì Vita di ». Ltari.'iii, oH Senio. 13 Novembre. VI 377 1

e Gallasim. Bibl. tri. PP., próle^nm. cap. XIII. XIII X — 1 169 P.AGf, num. 13 aU'anuo 776 Baroniano. . . XIII 12» —

1

'

Il CasTsaac» [Eplti. ad Vrlterttm premessa 3^:11 MAOIU.ON, Aria Sanclorvm Ordin. t. ficrtrd. . in.ii 389
Opuscoli, odia, d'ingoistad. IGOG't oc porta questo 170 ENSf.IlENIO, Commentariiu prore, ad Vitam
giudizio: ùorltiA etl, argttlM, rlrganit, inth'ln*tjur t. Lndgeri, $. Ili n. 17 negli Aria SS. 36 Marzo. HI 632 —
mons/roram deimfor, Ugi, har 171 ANSCAltio nella Vita di ». Viu.»aihi. pri.*s»o il
aera porfrnforMJi» frrafltstm, tre- P.ifit num. 9 aU'iinao 780 del Bahovio. . . . xm 146 — I

via quìdeìH, zed xanguinem eticerr nata xpicnla il 72 ANASTASIO RIBL. in a. Pnu^ num. 36| . . II 1138
in impiùrum calrnas tpargrm. I suoi Opuscoli 175 Ne 6) fi?de ». Ausauoi» ArrmaTo, scrittore con*
stanno nelT. XCVil della Potrai, grarca del Miese. temporaneo e forse Untimonio di veduta, nel
459 Nel CltroR. l'uffum. presso lIraiToai. B. 1. S. 1,11 365 E Sunnone fV Uri. evang. in PariUcatione t. Marifie,

1

la morte di ». Ambrogio è riferita all'anno 778. num i. pM“«o Mitìvz, Palmi, /nf. tomo LXXXIX. 1391 D 1

Ma 6 nulo cho 4|uclla Cronaca pecca «ptissis- Riportiamo le sue stesse parole, anche per la
sime volte di procromsmo. Ed infaUi la Icin- beila perifrasi, con cui indica la citlù di Roma:
ra 73* del God/rr Carotino. 78* cronologica de) iiuiat diri xo/Umnitas iieul a guibusdam igne*
Cs!cu, dove partasi del viaggio a c dcll:iHoma rafur. sir a ma/tis prae. ceUris anni toffemni-
morte di ». Ambrogio, fu scritta ciTtainenle taiibut hoaoratior habelnr. mavì»» ai'tkm »n iakjo
4lopu raii. 781, e assai probabimentc neiran. 781. QUt) pBntunru Fxclesia Catbolica ui primo pastosr
Vedanst le jVufr del Gt-vn. Gli Opuscoli dell'.Aul- SORTITI Rsr. In tanto enim rererentio ab tttis
perto sono nel tomo LXXXIX della Patrol. lai. habelur, ut ea die nmrta civilatis turba in tmiim
460 Nell'anno 761, come dimostrano i Rollasmsti calUeto, immensis rereorutn iaminlbus rem»*
nei Comtnentarin premesso alta Vita di s. Andrea cnni. .tf/unrora snìtemnia nmrelebrft, nuHasque
in Crisi, §. II. nn. 17 e 33. Aria SS. 30 OUobre. VII!
.
120 — aditum publicae stalhms intrrt qui lumen ma-

,

461 PAGI, n. 1 aU'anno 7G5 Baruttiano . . . xm ’ ; niba* mn tenueril. Vedi il Testo Mozzoniatio dui
VoiImì Artuis hiiloria et (hrantHarit pcrrccu* Scc. Vii an. 689. Sur. IX, coll' analoga Cilat. 685.
lionis Coprongmianae net citalo Comtnrnluriu 471 Inrecfii'it ronfro Icononiaehot, n. 13 e il nel
de' Bou-avoisvi, J|. Il, num. 34 e 33. GALLANDI, B/6/<i»/hrca relervm PP XIII 356 —
4C2 METAFRASTE, nulla iTfa del Santo, pr4.^«o il
175 li fatto ò mecuntalo da TEOFANF., CAro«ogra-
Basumo an. 763. n. 17*19, c all'anno 763 n. 3-6. ìb. 18 — pAfd, all'anno alrw.* 767 VI 3181 CD'
465 Verso il {litu dd 766, dopo due anni di riio* e da CEDHENO, Hiiloriarum Cotap., f^rt. II. . vni 370 Ab

(25) Vllld

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segue per la pagina 92 del Testo Citazioni
BCI.LA emuu.tilt
V^yt’t.dX, XA cil aio, fidopcraU '-Wlou-, €)peica„ cù«xlo,
Niiineru
I |

0|>pure oppure
brroi iioir brrpt nou
e prcffio Àtmalrt, an. 775. n. i. . . . V. BKNKP. XIV. IV Sgn. Dtoece»., lib. V. cap. Vili,

ì PAGI. n. S all'anno 7r»‘2 Barontano . . . n. 5.. e De Snerif. Mtssae, lib. HI. cap, XU. n. 5.
)IABILLON. Anmilex BfM-d/ct. lib. XXill. n. 67. STEFANO DIAC. nella Fifa di s. Stefano tU‘
f La KoUa di s. Paolo I indirizzata alla Radm» ninre, presso il Lurri.s, Anatecta graecù. ... —
.\nsill)<*rj;a fì^dìuola del He IV^siderio e della pi- e presso il Pagi, o. 19 all’an. 734 del Rarosio XII
heipna Ansa, fondatori del
i-sMiina I La Sinudica de' tre Patriarchi, in qua ei de
presso il Trota. Cod. IHpl. Lnngoò , n. . tarratissimis imaointbue sublili narmUene, qua-
Di questo Monaslero, chn poi divenne si famoso Uler una rum nostra «aw'la eatlmlica et apo-
eoi nome sani» Giulia, Iralta difTusamciiU'
di stotica universali Romana Brclesia tpsi eeieri
r Odorici nello sue infirAifù CritUanf di Hrf- Orientales orthodari epUcùpi et cAriiriafluz pò-
tein, pari. \. pa$;, t-'il, e nelle Storie Bretrianf. pulttssfHUuut .... itudueruni mUmandum, fu
; MFTAFR.tSTR, i'ita di S-Slcfano iiuiiorr pwso spedita a s. Paolo Pp. , ma giunse a Roma dopo
Barolo, Annuiffa, an. 766. n. U morie ili quei Punteflce. Strano HI la f«.i'e
e TKOSTKHITTO nella l'itó di ». .Nic-U h;suiiie. voltare in Ialino o recitare nel Conc. Latera-
no, ibidfia all'an. 767, n. nensR dell',in. 769. Merita esserne notala la con-
I
Fin d.aH'an. 7.V( il celebre Alcuino re^Tireva le clusiooc: Perverrà. soncfÀssiitv Pater (non fra-
scuote di Yuri froqucnlato da molti non solo ter come ha il Harosio all'an. 769 d. 9;. perde-
incle»), ma anrl»e forestieri, tra' quali si Menalo rmi in eadt'iH bona Rde^ corrg&ora/og super
9. Luilirero. V. ìt\ HI IIX>X Mmal., i. XSll I. n 54'», ,%7.
. petram fidei, sicut deiiotiua sor a^ata est Apvst.
e PAGI. num. i all'an. 769 e 77.* del B.irosìo. . Pelrum : Tii #»» Petrui et sufier hanc pelroni
MABiUiON, Anno/cs Bnied. lib XXIV. num. 39. aedlDcabu lùxU'siain meam. et portau inferi non
in. ibidm, num, 49 pracvnlebunl adversu» oam. Vere non praeia-
P.AGI, num. 3 all'an. 779 del nvRosio. . . . Xlil 140 lebunl ei in saerulum iucchIì. Cagniium farìmus
I.a Vr/A, scritta da Fioat.suo di'kiepolo e quarto tibi sanrtUsimo domino idipzron inld-
ab. di Fiilila.le;;csi nel Uaiillus. &'r. Ili Brnrd. Mi.ii 'i44 Ugimus et eredimiM. licuf reifroe sanrtiiati pa-
MtRiLUJ.N, Annaìft Urord.. lib. XXV. num. 1. H 'ilN tei. VinIì r Epist. di s. Adriano ad OtrnUm I

Costantino di Sillco fu mandato a eonltiHi il 30 Begem de imajtinibn« nella Colleziono dfdi’IInr-


As«)9lo deirindizionc quarta (anno 766 dopo , duuin, T. IV. col. 7TB, 7K5; c nella Lahlieana,
aver tenuto la sede patriarcale dodici anni c T. vin. col. 1537. irdi-i.
otto {nomi. Vedi Baioi'Rì, Imperitm OrUuUafr, ; RERNARitO UE RLBEIS. Dm. hizi. et dogm. de
negli Srriptl. Ilhtoriar BtjianUcd. Vcn., T. XXli. process. Spiritus&, cap. 4, nell'Opera intiU>-
L’anno meilesimo addi 16 .Vovembre, correndo lataGeorpiizeu Creporii t>prii Fila, Vim.1733. .

la quìnla indizione, fuconsacrato palriari^ M* Propter eos haereticos, qui sutsurranl, Spi-
cela, Slavo di nazione, mdncipìKm lUe et ituci- ritum Sanetum soUui es$e Patris et a solo prò-
fimmum $anctarum ChritU imagiitum vedere Patre, addtlum est [in Sgmbolo): Qui e.r
destruelor, qui irrepsit in orite tamqaam Ittpìu. Altre Fifi'oqne procedit. Cosi diceva a. pAnint»
Cosi F^REtifo prtHsj) Mai, SeripU. vet d'Aquilcia m>] Concilio di Cividalo (Furogiuliunao;
TfòJF.VXE, Chrtmographia, all'an. aless.* 77i. celubrato l'aii. 7tM». Presso il Lasse. Conci/. . IX
Presenti vciUiduo Vescovi, come si rileva dalle LE0UK.X, Dìssertatio de fnores*. Sp. S>tncU,
soscrizioni dot Cornuto che Uv;rcsi prostro Baro* prima UamasceniclH\ n. 10 c 19
tra le I ...
sh) all'an. 761, n. 1>14. Il Pagi iòid. od ìDIaffri il B%nosto all'an. 766. n. 95., XIII
Videi, Leclor, riflelle
nelle Nolo ad Anasiaf. ne diibndono In sineeril.^ quo temfuire a quibus Graeeis eimmodi quae-
et
cmitro il PACKStociuo, che lo dicale per falso. stio primum fuerti ruota et agitata, nempe ab
Gli alti si sono portluli. -Ma del Coiinlio c delle impiis iermoelailii. Quod enim Oceidento/ei ;>/«•
qnisUuni dominalielic in «rs.so Iratlale fanno cs< rima in CitnstanUnuM, eiusque uctatores obii-
pressa irHmzione Kicinnrdo. aeriUoru sincrono, eerent, proeseriim ea quae speelarent ad sacra-
Adone Virnmunso e Roginono, scrittori del So* rnm imaginum euUiun: itti cantra Laftnis quod
coln nono. V. PAGI. n. 5 all'an. 766 Baroaiano. adieriazenf ad Sg/nàolum ea rerba Filim|ue, liiia
IXC.t iiOLSTFMO diodo fuori alcuni brani di rertebant. Videant igitur seMsmatiei priteci, dum
questo im{Kjrtante Concilio. Altri ne trovò il Latinos impugnant, te eauiam agere improban-
CKNNI. sebbene monchi, in un codice anlictiìs- di ConsiatUtui Coprongmi, qui ipsorum riitm
simo del Capitolo di Verona, c li pubblicò enn senientia ornai ex parte fuit impius et scelera-
lungo PriHrmin e con Dissertazione geogralìca, tissimus Hiigìamaehtts.
nella quale con multa erudizione ragiona sopra IIAIXZR, Capitut Reguin Frane, ed. De Chiniac. 1

lo provincic. lo aodi, nomi c il numero de'Ve*


i e LARBE, Conei/iarwnt Coliertio Vili
scovi, clic tanto dalla Francia quanto dall’Italia GIOVANNI DIAC-, Liber de Eedesia UUra-
inIorvonneroalConcilìo. Presso Mansi. A'npp/.Lafrfr. nensi ad Aterandrum ///. cap. 8. nell’ Appen-
LAIinc, CcnciUùrum CoUectio dice al Mnseum Italieum del Marillon. . . .

A.VtST.tSIO niBL in S/eplwin» IH. num. ’iB4.


Per la pA|^nft 93 del Teelo»
pre.Aso il Barovio. n. 49 all'an. 769 degli .4;ma/r XIII
Bfguia Canm. Cbrùdogangi Epiiieopi Mrttennit, Il Re Desiderio dopo aver occupato la mag-
rap. XXXII. nel Larbb. Conrit. ....... gior parie della Pontifìcia dizione, spediva suoi
, .

Secolo vili. 5f|nie p«r la pagina 93 del Testo

DELLA EDIZIONE DELLA BIIIIJOM 1


© oiloiltovc, OpCKX^ Clioio, cJloutovAi, Opcxsx, citali 0,
u adoperata 1 adoii.-nta ,|

E oppure
3 iipi 1 oppure
2 T«) 1 Uui 2 Tn $ Lph
btt9i notf brroi notr la-

messaggi al Papa, ridoinandaudùi^i un ableoc- neralitas a Iko terratae Romanne Irbis, uclla
camenlo, ebe ciò avea propoSrto fin dal prin* lettera 36* del Cad. Cani, 45* cronologica del
cipio dello ostililà. Il genoruso Pootcflce. udita fomrrm/. Ain/
Cb.v?u, JfeNUfOt’n/a 141 —
rimbanclaU, rispose: Sic reni tt$(ro er mra
persona taiisfaeUe, me tobis firmiter coram
11TR04.4 l’ha inorila nel Cod. Longob. n. 794.
asst^nandono cui Min-tTeni la dati atr.in. 7G3.
I

V m — ,

Dea .. pramìiienie, ìjhm ti .. ciritaUt beati probabilmente in sui principio. Intorno a qu-'si.i
.

Pelvi ... mihi reddideril, ron./*«Jw sire Tirini,


.

leUera.T.la Ciriltà Catlot.,See. IV. T. X,pag.64 r XII 398 —


site Ratennae, sire Perutiae, tire Me Romae. 50.3 30 Giugno deirindiiione prima (an. 763).
Il

vel etiam ubi Wi ptaeilum fuerit, ad eius prope- TF.OFANR, Chronograptiia, on. rIl^ss.* 754. . . VI 2K9 CE
raóo praesentiam, et am
eo pariter me coniun- MCEFORO, Rrec. Uistor. od Corpus Bì/iantinae
ffendum nlque coUoquendHm quac ad saluiem pe* Hittoriae, Venezia 1729 VII SS DE
pMi Dei utrarumque partium respMuM . St . .
1304 TROVA, Osservasione sulla minaecia dc'Grcd
priut irsfcs aviTATKS non reddiderit et iustitiam Bizantini e sul tario a//rggùirsf del Re Dcsidc-
noàu minime fecerit, sciai pn cerio meam nc‘ rio reno Rtum. nel Cod. Dipi, temgob. n. 799. .
V 221 —
qHaqmm vldebit faciem. U»^ eie. Pressato nuo r.or. BARUMO, ÀMOies, all'an. 763, n. 2t. . . .
XII! 13 — ,

varnente dai Re. che minacciuso a’ inoltrava Infra fu lonstantino, soggiunge il dotto Cardi-
coir esercito alla volta di Roma, a. Adriano tornò Leone eius parrnfr 'ad a. 741
naie, qu^id viditU in

a siguillcargli. quod nlsU ut iam ille {Iksidernu :


n.5) negatorem et ipium fuitte Chriati divini’
promirif. reddiderit beato Pe.iro cifitaies . . . .
tatis, ut inielilgat per quos diabolta baeresim

et pLEVAUDi parti nosirae feeent iuahtiam^ itni» adtersm inutgmet in medium proluilt, adeo ut
lo modo sii tìU necem fatigaiioìitm ^rum^ndi, tantum attendere unde originem durerii, et ;>cr
guia minime fieri poteste me priws rum ilio prae- quos primum fuerit promuigata, hoc tit eam p/r-
sentari. V. ANAST. BIBL in lladr. n. 'OC, 305.307. nizzimr confutasse.
'

499 IDEM, iéiif^m, n. 308 II 1074 10 .300 Nell’ Indir, terza, secondo NicaroRo, Brer.llif.t VII 36 AB
500 Vedi la lotlora 65* del Cwliee Carolino, 63* Anche TEorAiR ricorda questa spedizione, Gfire-
cronologica Crm. Idonum. Doinin. Pontif. . 1 .366 — nograpMa, all'an niess.* 756 VI 2ir2 All
Fu scritta, come sembra, dopo il ritorno di Carlo 507 TKOF.lNK. ibidem, an. ale!>s.* 757 ib. ib. DE
dalla spedizione Ispanica ; certamente prima di‘l- 508 I.slud porro iuramentum, qutid generate fait, ab

l’un. 781, mancando In essa 11 Ulolo di noiirr> omnibus iniprffo subditis exegtt, ne quisquam
spirituale Compare, ebe da quell'anno in poi lAiopfnf irAera/fonrm erhiberet. TF.OF.4NE. . ib. ib. CD
j

8. Adriano non tralascia mai di d.are a Carlo- Il sacrilego giuramento fu imposto l'anno fics-
mi^no. CLvai, ibidem, i'omment. praer. de Ila- so (7C6)i, in cui avvenne il naufragio della nu-

driani epislolis, n. XIVI 300 — mcrosa Rotla di due mila seicenti legni «Ile-
5UI Fin da' primi anni del Pontificalo di Paolo 1 stila contro i Bulgari. MCEFORO. Brer. Hisl. . VII 37 ARI
fuvvi un grande andare c venire di Legali Greri 309 Nella quinta Indiziano cominciata il Sol- V
dei Copronimo al Re Pipino, il quale anche tal- tembro 766, come si b.i da TEOFANF,. ibidem. VI 295 ARj
volta mandò i suoi Ambasciadori a Cnstnntino- Soggiunge il santo Croiiisla,el»c se si seriu'sk ro
poli. A duo scopi mirava I* Imperator Uizanlinu tutto le enormezze commesse da quo'Prefrtii
con siffoUe legazioni, a racquistare le perduto contro i Cattolici, uonnebo tutta la terra, ^< i-omlu

provinde d'Ilalin per opera o almeno coll'an- ro\'angolÌca frase, capir potrebbe i libri, che sa-
nuenza di Pipino, e a ergere tra' Franchi 1<^ rebbero da scriv'orne.
sue ereticali ibittrine: il che fu notato dal iU- 510 V^ili gli antichi Annalisti Franchi, pros.so il

Rollio, ad on. 7C6. n. 21, e dai Labbb. Conci/. . .


VMI 464 _ p. Pagi, n. 4-7 all'an. 76K Raroniano .... XIII SI —
e si raccoglie dairepist- 26'del Cod. Cdra/. l)o]>o 511 Stefano ili, come attesta s^ Akauio Pp. pri'.<isn

il Placito di >*Bvers colobrato l’an. 763. i il reci il Labbe, ConW/fomm CòlleeJio viti 731 B 1

perdettero la speranza di riiwclre nel primo di- non mancò di esortare al ravvedimento il Go-
vìsamcnlo; ma le loro disputazioni teologielie pronimo, forse anche gli parteeipij la senit-nza
sulla Ss. Trinità e sul culto delle sacre Imma- del Concilio Izitiuanensc. M.i le suo paterno am-
gioì durarono per molti anni in Francia. Per le munizioni non furono inoglio accolte elio qucliv
quali di&putazioni si tenne il Concilio di Gemili) de' suni predecessori.
nel 767, e se ne saranno tenuti altri, non ricor- 512 MCEFORO. Bretiarium llistoricum VII 39 A
dati dalle Storie, in varii luoghi. Vedi Trota. I
Il Breviario slorico di s. Nicefbro. tmlu t'iico-
Ostert'asioae sui Placito Cenerate de' franchi mialu da Kozio, comincia dalia morte deU iinp.
tenuto in JVerers, sotto il n. 797 del Cod. Dipi. V 314 _ Maurizin (nn. G02) o giunge Uno alle spon>alizit-
Per questo secondo cupo presenza de'Li'guii
la di Leone IV con Irene (an. 769). Fu pubblicato
Bizantini non fu del tutto senza cITolto: forse r an. 1616 dal celebre p. Petavio. che lo arru rM
si gettarono allora 1 pruni semi di quelle fa- di una versione latina o di erudito antiotuzioni.
mosQ controvento, che più tardi furono agitate 313 Nel 769, forse in Maggio. Fu questa, sc-condo-
in Francia intorno al cullo delio sacre Imma- chò pensa II Troya, la terza od ultima venuta
gini. Vedasi Barosio. Ioc. cit. di re Desiderio a Roma o piuttosto a s. Pieirc»

502 Como si rileva dalla rta^kKla, che mandò a fuor delle mura, giacché non sembra cb'rgli
Pipino omn/z .Srna/M alque uniirrta populi gc- entrasse mai in città. Il re Longobardo, pn-sa

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sef^e per la pagina 93 del Testo Cita^bni pel


cilj)ul*>tc, ©pCVOL, ^£c^O cil4xto, "^idopcrau^" £ ciloutote, 0peiLOL| citalo,
I

Numero
oppure oppure
brm noie brroi note

vondella dei primicerio Crìstofdro e di Sergio intorno ad Everardo flgituolo del Re. Desiderio
ftotlo colore di aiutare il Pupa, rinnovava con ed al Vc»coTO Altane di Vercelli, XVIL nella
solenne giuramento la promcsia di restiltiiré quinta Parte del Cod. Dipi Lmgob.)^ e rilegato
tutte U Giiutiùe di t. Hetro (clm cosa a’iolen- nel Monastero di Corbeia. quivi in vigiliis et
desso per GiuitiiU di ». Pietrù, lo spiega egre- orationitm et et muJ/iz boni» operibus
giamente il nd sugoso Ditcorto ttoriat permanslt usfiue ad dUm obitu* mi. come leg-
»ui Uììgobardi, Gap. l. IV}: ma detrese-
^ giamo negli Annali, che si attribuiscono comu-
guifia non no fu nulla. Le parole di Stefano III nemente ad Epidaroiio Monaco Sang^Ilese del
nella lettera a Berlrada c a Cariomagoo (46* Ca- Secolo XI, ma clu) il Piitz, Jfun. Germ. Ilitl., SS. .

rolina. 45* croDolog. del Cenni): omne* Uutitiiu dimostra, essere più antichi di lui e chiama San-
B. Pf tri ab co Deaiderio regi) pleiuu» et in inte- gaileti Maggiori.
(

gro fMrepmu», vogliono inlemlerst di promesia, I


Pensa il Paci, ali'an. 774 del Baiosio, n. B-11.
non gi& di effettiva re^tituiione, coinè provasi che Carlomagno usasse duo Epoclie diverse dei
cvidenlemanto dalla lettera 47* del Codice Ca- Regno Longobardico; Luna cominciala nel mese
rolino «critla l'anno seguente, noncltò dalla ri- d'Apriìe 0 di Marzo ; Fallra dopo la presa di Pavia
sposta dì Adriano !*p. a' Legali di Desiderio, e avvenuta, a suo giudizio, neU' intervallo tra il 9
dalla costoro protesta; presso A:«Amsio Uni. in |io e il 13 Giugno deli'an. 774, più precisa-
Uadriano, num. SWS. S94 mente, negli ultimi giorni di Maggio, secondo il
Laonde concedendo di buon grado al Tiqva, che Lcpi, Cod. Dipiofnat. Berg
la k'tlera 46* del Cod. Car. non fu dettala per La distinzione delle due Epoche sembra irrecu-
estorsione di re Desiderio, non possiamo perii sabile; ma stando ad alcune segnature diploma-
convenire con lui. dove afTenna, che piena e tiche prodotte dal Mas:si ibidem, la prima sa-
perfetta eompùriaee in quetla lettera delldù la rebbe cumìnclata avanti rundici Settembre del-
pace tra Stefano III ed il re Itesiderlo: intera Fan. 773, la seconda Ira il 13 o il iU Giugno
la restitHiione delle Giustizie di ». Pietro, che deiranno seguente. All'opinione del .Massi s*ac-
dìreai fatta dai Longobardo. V. Cod. Long. n. ftftó.
cosla anche il Lon, Op. di. T. 1, psg. 59i e . .

V.CaosACAOi Mrri, nel PACun. 5 aH'a.771 Baron. I Ai 14 .Settembre deH’Induione XIV (an. 775).
EGINARDO presso Pa«i. n. I, ibidem. . . .
Ita ntam finiti homo ChrUtianorum eaidìbu» . .

Desiderata era la figlia del re Desiderio, che Car- aanetarum Ecclesiarum et reelae inaUpatacque
loinagno avea presa in ini>glie ranno innanzi, Pldel peneqwUioniba» . oaìHibusqtu suUribu»
. .

non ostante le caldissime rinioslranie del Papa. rei aupra ùiocietiaHum ceterosqne tgrannos fu-
Le vere cagioni del repudio sono incerte. Alcuni rore praeter opinionetn omnem insanUns. Cosi
scrittori d>e Cario fosse giUi U-gillima- TEOFANE, Chronographia, an. alesa.* 767. . . .

menlo maritalo con altra donna, quando a istan- IDEM, ibidem


1

za della rt'giua Berta, sua madre, sposò Desidt^ Pitu esse et bene affeclM in tkiparam ac mo-
rata. Però danno volentieri per falsa la lotlora 45* nacho» ad breve lempus cista est. IDEM, ibidem.
del Corf. Cani 49* cnm. del Ci.'Wi, Hon. Dom. Pont. Era tutta ipocrisia, come poco appreso, gittata
nella quale Stefano 111 afferma recisamente il la maschera, diede a divedere. Vedi EFREMll).
contrario, ila dopo lo osservazioni del TROVA, Caesares, presso il Mai. Scripli vett. . . . .

non è più perine.sso dubitare dell'autcnlidlA di EGI.\ARD0,4nnaf€A, nella Potrai Utl . del Miusv.
quella lettera cotanto famoea per 1* invettiva IDEM, ibidem alFan. 776 o 777
contro i Cod. Dipi Longob. n. 951.
Longobardi. A'. Fasti KA«<H.m pubblicali da) Maì, Spie. rem.
AXAST,\SIOU1UL.Id«. «arfrimw. ii.SWt-505. .
•• "6U - Vedi Picnio Db Mabc.!, Marea Uispamea, Ub. Ifl.
* AU'udir questi fotti chi CA.'fcasse delicatezza di cap. 7. presso Paci, n. 1-R .aH'an. 776 Baroiuano.
coscienza c prudenza nel Re Desiderio, non la Addi 8 Seltemb. dell'lndiz. quarta (an. 770),
* Irovenrbbo. Percioceliè dall’ un canto non ap- pochi mesi, da che avea cominciato a ridestare
* parisce alcun giusto motivo di cotale invasio* la guerra contro i cultori delle sacre Immagini.

* ne, e dairallru doveva esso Re a^xf diiuen- TEOFANE, Chrtm«grapW<i, an. alesa." 771 . ,
*tiralo ciò che era avvenuto sotto Astolfo, suo IDEM. fòWcm. an. alesa.* 775.
.predecessore.. M€»ATORL4nB<iH,an.7W. . IV,n
tOO - £LM.\C1N0, Hist. Sarae. Ub. II. cap. 3 presso
ANASTASIO BIBL. fWdcm,n.509-SH. ... U 1*^5 - il Paci. n. 7 alt'an. 76i del Uaiiomu

LCINARDO, Ànnale», nella Pofr. Lai. del CIV i


393 — NICEFORO, Breviarium hiitorieum
Carlomogno prima di por mano alle anni, inviò l
TEOFANE, Chnìnographia, alVan eicss.* 773.
i suoi Messi al re Desiderio, pregandolo di sud- [ Sic igitur, noia il Babo3(ìi). ali'an. 763 n. 19. .

disfare al Rumami Puntolicc, e promclUmdogti rdrcarvm egressio e porti» Catplis eo tempore


anche quattordici mila scudi d'oro. Ma Deside- ponitur, eum adtenus aacra» linagines et Dea
rio divenuto dt>co nella sua malizia (son parole dicalo» hotnines seeUstissimi imperatori» e/fer-
del Hraivoai) e tutto ricusando, incautamente resreret indignano.
si fabbricava la sua rovina. Come si rileva dalla lettera 26* del Cod. Carot.,
< Il quale Irasmc&so in Francia tnsiomo colla pft'sso il Paci. o. 4-7 atl’an. 764 del BAIKJ.VIU. .

Regina Ans.1 , colia figlia Ansilberga o fors' anche L'omigrarione de' Monaci Bizantini era oomin-
coi piccolo lìglio Evcrardu (V. Taou, Diacono data mollo lempi) innanzi. Ne parlano Stvpaso

( 28 )
. ..

Secolo Vili segue per la pagina 93 del Testo

r cAou/totc, ©peiur, cilctlo,


dilla kdiuusb
adoperala e
u
ciloutote, ©pctAX. alalo,
DELLA RDtZlOriR
adoperata
I

I
'
8 oppure
9 3 Oppure Iijtu
K :SM S lOH
T« UlH
brrDt note brroì tidtr
»

Diac. nella Slofano luniore ( preiuio


t'iUi di s. iDRti(mA.TDo raoMistaLST kidsm Apostolo iv Du
Pàr,i, Ctìì. in Barm. an 754 n. 15 ) e L'baloo sisTiTio ama atqiii . sìmctissimi Adriasi
. .
Papak
nella Croruied NapoliUna (presso Piatiui. fiat. ATOD* ««va’* sitccrssoiiu «ics porrtritc* pidf-
Prtne. Lon^fnb. HI. 31). Ma essa in quesU anni, LtTKR PtaU.iVSDBOS CUM PlUIS ST CCVCTA EOROf GK*
per i cresciuti furori del Coproninio. dovè es> sRiATiov* ...... Sed et omnea habilatvrei tam
acre assai più frequento e numerosa. rfiMA/ru Firmanl. Aarimani
et Aneonllani, si-
533 >edi la Doslra Citazione soUo il num 41^2. miilqiu et ile Caslellù FeliellalU {Cini di CasIiHIo
554 FREBECARIO, Ofon. P, IV n. 134-130, Ad pmllfeem eoHcuirenles, eim te ter Oralilu-
ooHa fti/rotojlfl lai. del Mici
.

T. LXXI. . . .
— G93 dini tradiderunt, praestitoque sacramentò tir
555 A.XASTASIO BIBL. In Slephaiw III. n. 9B4-289 Il 1139 541 PACL n. 7 all'anno 771 dui Rtao.vjo. 98
IDEM in fla/iriano I. n. 393 ib. fICly — Sullo csjiom della prociiiitosa cailula del
. . .Vili

Dice il McmATDsi, 4nn4/i d'altana aU’an. 7G9. . IV, Il 87 — Longobardo, vedi la CitiUà CaltoUca. Serie V
Ucvno
II 433
che nel secondo de’cit. luoghi di Anastasio l'ac> 512 MLR.tTORI, Annali <r Italia, an 775 IV.II tt,3 A»
c^amenio di Cristoforo o di Sergio è altribuilo 545 TEOF'ANE, CAponoj^rapIi^a, an. aless* 769 VI 392 c
ai medosimo Slelhou III, la4dove questi nella Fuennl istae prtmitiae Balgaricae gentil ad
lettera 46' del Codice. CoroWno giura d'essorne OleudAMAi relliùrnem ueeedeallt./msiea magna
stato ai tulio inconsapevole. Ma il Mriarnai io* alaeriiale eoallaeaUt, ,u dici pauU fmmenti gra-
terprelò a rovescio il racconto Anastasiano. il aumiemnalam fruelam eeaiiiplam reMidiue
quale basta esso saio a purgar la memoria dì Così il Babosio, JAfutlfs, an. 777 n 1
xm 123
Sterno in dal rimprovero di quella «norrnìth, 514 EGIVARDO nella Vita di Carlumagno. n 9 34 ^ '

nè contiene alcuna sostanaiale contradduiono racconla fudelracnlu il Ciiio. asserendo che


quivi
al raeeonto dell.’i lettera Carolina. Vedasi TROTA. tra gli altri uRlciali della Regia annaUi
perii Ru-
Cwi. tapi. Longoù. n. 932 V 579 — landò Covernalore della Marca di Bri-lagna
K

1

collazionalo col n. 003. iOittem ib. 491 , questi lo slesso che Orlando, divenuto
V. A.N.ISTAS. BIBI,. la Sh-plianu HI, n. 28J e a«3. II 1158 — i
celebre ne' Boinaiiai. quantunque alira
poi cosi
memoria
0 la nostra CiUzIono 428. non cc ne abbia tramandato la vera Storia, fuor*
537 Cao?iACA DI Mbtz, presso il Paci, n. 5 all’an. 771 .\m 73 — 1
clió le poche parole suddette di Ci7 Ìnardo
ECINARDO, In Viia Caroli Jf.. n. X, nolla fttiral Iri ir» TEOFASE. Otronographia. an. aless.* 772 VI 39.3 CE
UU. del Miesi. T. XCVII — 39 G 'i 1 1) lliKM ibidem, all’an. al4Ms.*773. . 594 DE
55K fpte Bctidrriiu s<MCri«f/nNm prar4 uiem 517 P. Mozioni aveva deliberato d'inserire cpje-
Il

;
Hadriann/n) ad m
prapcniniìarn xeduurc co* sto Musaico nello Tavole, ma nello suo schede
nabatur »/ tpiox anUfati Carofomanni fiiUt* re- non ci venne fallo di trovare alcun die sopra
ge* wigeret. capienx eUvhioncm in regno Fran- queslo punto; e solo per ciò elio concerne il
carum immilUu^ ipxmqtu di^d/ig«Tmnm Ponit- signiilcato abbiamo sapulo dal Cli. Cav. De Romì
/Ictm a rkarilaU et iilfetimu frecllealliiimi che opinava nel modo da noi accennato nel
Caroli regà Francorwn e4 Patricii Hemanorum Testo.Il primo autore della ddiberazione
del
teparare et Rosa-sas nasu cevcTAiiurg Ìtaliau Mozzoni fu il Cnn. Pietro Terenzio Cancelliere
sei tSCVI LOVCUBARDOac-M POTRSTaTZ Sl’SiCOASS. della Curia Arcivescovile di Pavia, il quale dani
A*XAST.ASIO RIDI., in Uadriano. n. 306. . . . Il liti? — UIM piena illustraaione di questo luonumonlo. c
539 EGIXARDO in t'iftf Caroli .tf. .presso il Paci. che ci lia con molla gentilezza coinrounìcate le
n. 3 alTatino 772 Baroniano Xlli 81 — notizie di cui abbisognavamo; onde qui glie nc
540 Abbiamo da AXAST. BIBL. infladr^ n. 311*314. 11 1176 — «ndiamo pubblicbe graiic. L isrrUionn di cui si
che prima ancora dcirandaUi di Desiderio allo ta parola nel Teslo, tu trovala l'anno 170!) ta-
Chiuso dell Alpi, parecchi ragguardevoli Longo- cendosi gli acavi nolla Cappella dei Beccarla ap-
bardi di Spoleto e di Rieti IrasAoro a Ruma per parlenenle ail'anlica Chiesa di S. Maria H:igginrc
assoggoUarsi al Papa, a cui giurarono fodcltè. 0 del Popolo: essa fu pubblicala dal Muralori,
FMam mcuqvi oavss ex eodem dtttalu SpoU‘
et dal Rubolini. dal Zaccaria, o uUimamente dal
lino CiaUSTKt DRAIDCSAnAST ss TSinaSB LS ssavi* M.AL Scriptl. Vet V 85
TIO SSSTI Psrai. Si.vcTAtoi-c Ro»s?«ak Ecclmia*. TROTA, CVid. Dipi. IH 553 _
Sed meiuentet tmm regetn neguaquam ami sunt SiiM!ome questa iscrizione può dare qualche luce
pcrpffrarc. Passai^io importante, ebo ino.stra al Musaico, reputiamo bene qui riportarla, se*
quanto fosse vivamente bramata la Signorìa del condo la lezione del Zaccaria, preferita anebe
Papa da' medesimi Longobardi, sudditi di re De* dal Roboltiii e dal Troya alla Muratoriana.
sUierio. Ehi invero appena questi ebbe toccalo
la prima sconfitta alio Cbiuso, omnex de direni*
NOMILE OUOD rOCiTAKS OfLVirjT MARIKHIE PCtXBO
eiritaUbui dmatm Spoleiini (continua Anasla*
sio ) . . confextim generaliUr ad Pontificem con* WTIUA Cim TAZIl TEMPLI ntLCOiE METAUJ
fluentet advenenmt, eituque prtttotuli pedibui TEMPLL’M OM OEVOTCS CtiISPEDIT A«SO
OSSI» deprecati iunt ut eos in unitio beati
. . .
TEMPORE PRAECELSI DCM^MIC REGtS
Pelei xanctaeque eia» Riunnuae. Eecle.ùae ««ci*
peret et more Bomanorurn tonsurari faeeret AEDIBtrs in raoPRllS NAAIAE VIRGIMS ALM4E
. .

et oaass v.tA.viMiTia a macso usqus ad rASveu . .


ORNKS PE>miEnT HlJtC COELOS. VOTA OOD.

sa
( 29 )

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spgiip per la pa|!ÌDa 93 del Testo |JCl

Ope^v, ^)?a|,o I I ©pct-x, «<x|io cùoto.


| |
Numero

oppuro oppure

brrni noie brrui note

Il Trop Ici^tre Gii onliiia così questi Esametri. I


stando a Lt*one Oalicn.'io si dovrebbe attribuire
ad artisti ifrcci. perché i*gli porta che riesideno
TK^mu, 9 uor/ in propriii ae(Uhtn\
Abate di Monte Cassino nel 1070 fu costretto
rondidit Asso, dendus Ikmirio rocitan» nimùtu
a chiamare da Costantinopoli dei musaicisti |x.‘r
Mamub Virtiénis Ahttaf, UMp*)re pra^celti iWdiit
ornare la sua Ctdesa, trovando spenta quest’ar-
Lirrm.'im. ornarit rnarmorr puirro. ifUerna
to in Italia. CArimicn Sacri Mornst. C-asincrisU.
IrmpU cum f^orf farti
L. IH. c. 22. H. t. S. T. IV. 442. , seguito daU’an-
llisr. tota God. pemlrrnt orantet Cofìat.
nolatorc La Noce, I. c. f n. ) 2. Non v*^ha dubbio che
Un’ altra porzione ildio Musaico era sti*s90 rintmentu dei Greci fuggiti dairUriutilo in lulia
stata srnpcrta altra volta, o poi fu da capo bar* cniUribuisse non poco a moUipUcaro e perfe-
liaramentc riAcpp<>llila: essa rappresenta un ani* lionari' questo genero dì lavori; ma com' è al
male. Il nostro disotto è preso dn un factimilf tutto falso c1m> quell'arte venisse inai meno in
in Cromolitu^ralla fatto in Milauo, e die A in Italia, cosi i musaici Minatamente di Roma ren-
rapporto di circa un dodicesimo e mezzo ml- dono probabile che gl) artisti dovevano
I' originale. Italiani; o por ciò Secolo Vili, noi
elio spetta il

;
L'analn^a sopra lutto diquesto Musaico col stessi danmio più sotto a pag. 95
musaici dui Tri- i

Cretnoncst*. di cui si fa (lorola pili sotto, c'induco clinio Laleranensu. Vedi su questo punto CIAM-
a inicrprelare Fidf* al numero l'IM, IVXcrfl Monimentn p. 11. Roma 1029. . .

I La tielk'zia del iiioandm fa quasi meraviglia HiCU, Storia deirÀrrhileltura in Italia dai Se-
nel Scroto Vili. Mwtcna 1857
colo IV. ai XVitt.
lì Cti. Odorici mostrandoci desiderio di vedere GIGUGNARA, Storia delia ìicuUura
qui'slo Monumento, noi glielo commuiiicammo. AGISCOl’RT, liutùire de i' Art.
L'd egli con motta corU’sia fra le altre coso ci ODORICI FEDERICO, fìid/cnai ilonumcHti Cremo-
scrìveva: « Prenievami vivamente di vo*tcre il nesi dei Tempi e del Media Età, Cre-
• musaici) di Pavia. Più lo esamino o più m't'scc «WMO 1857
• più antico del Cremonese. Tno sguardo al co* Sopra la natura o le orìgini del Simbolismo di
» slume dei personaggi un carutlerc, die ci
di cui abbiamo fatto parola discorre iUCCI. o. c.

» ricortla tempi TcsHloriciani, a quel meandro


i PltnMI.S, presso il Ricci Le
• così ncUamciile romano ancora die sembra ODORICI, Delle AnUehiià Critliane di Brescia.
• mia replica di quelli del cadente imperi», e sen* DE Rossi G. B., Articolo inserito nel BulUllino
• za CAcmpio nelle cose di a.ssoveraki lungo- deir Institulo di Corrisptmdcma Archeolagieù
• barda rtù*. 'lett. Brcxria 2 MugU- IlWeil Aniu 1852 A'orm. ùsscrrmioni sopra il Mtttaico
Per dfi che concerne gli artisti il Terenzio tiene testé discoperto netta Calledraie di Pesare . .

clK» sia di artisti greci, e lo argomcnta.comc c* ci Ha poi in questi ultinii anni largumunlo IrutUitn
scriveva, « dagrindumenti delle ligure o d.aUn mu- dei SimbolUmo cristiano il PITRA, ^deit. So-
• sivaria esclusivanumlG presso i griN’i in quel lesm. Prolegomena ad Tojh. Ut. De Re Simb^dica.
• secolo. Pavia 7 Maggi»
• (ItU. V. pure CAHIER et MARTIN, ffArebeo-
Intorno a questo punto a scanso di ogni equi- logie. Paris 1817—9
voco dotdiiaino avvertire clic nd nostro mo- Al medesimo genere di Simbolismo |iare ap-
numento si vuole acrumtninente distinguerò il partenga il Musaico scoperto nella Culledrald di
concetto diiiresccuziunc. Pcrci«>chensgitaitla il Pesaro. V. l'articolo di S. Servanii-Collio nel
concotln si potrà pur sostenere che sia lonpdiardo, BHlleltim dell' Inslil. ArchcoUigico, an, 1851. .

V. ME-MN. // ctaiumf di iuite le yaiioni e di Il Cti. Otiorici pel desiderio di vedere peste in
tuUi i tempi, Padota IH51 Iute le renerande- religuie dell'arte antica ri
non cosi quanto aU'C!<ecusiofìo. É; certo che i ha geiililtnunle inviato il calco da lui Osilo di
Longobardi scesero in Italia s^mza arte alcuna. un gran musaico Piacentino, che erede inedito:
(XmnEBO PEI CONTI m S. OEINTINO. Oeirua- crediamo Dar cosa graia a’ iellori dandone un bn;-
iiaua Architettura durante la tfomiN(i;ionc Lon- ve cenno. Serve esso di pavimento ad una cripta
gubarda, Brescia 182d del 8<‘rc)lo IX. eretta »ui resti di un edilizio più
In appri's.so poi cominciamao ad appn*nderlc: antico. É lungo utclrì 6., largo 5 1/2. È ìniioro
eropinionodGlMArKELtVroiuil//NZ/rnfa:P.I.LXL e bastevolmonte conservalo. Ila [ter fondo un

e deirAGINCOm. rfc far/. . . . . mare in cui si vedono parecchi mostri marini.


die nel Secolo Vili, non ci Cossero artoflri longo- È spargo di dodici tned.iglic tes.sulari rappre-
bardi ora b al tutto convìnta di falsa. S. QLI.N- sentanti i soliti simboli ed opere rtirali di eia

TINO, o. c. p. m. TBOYA. Mia ùmdislone scun mese; intorno a ciascuna mc^laglia si leg-
de' Aomifni rinfl da' iAtngabardi CLXVIL . . gono in parte, o in parlesi postumo facilini-nti-
Codice Pipi. IH. p. 218. 5SI, 558. Una prova tmppUro I versi rorrispondotili di Ausonio. Il
deir arte longobarda al S<>colu Vili. rolTrc l'al- lato anteriore della comico presimta scene di
tare di CIvidale rhe daremo a psigina **
: ma combatUmenli, e bnscboreccc. I versi in gm>
questo stesso momitnenlu prova pure della alle medaglie, o tutte le iscrizioni sono a lettere
sua grande inqierfezionc in questo secolo: laonde bianche in fondo nero. Biancbi sono imre i fregi
il nostro musaico non può essere di artisti lon- e le nguro snpm fondo nero.
g/ìtl.ìl.li.

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, .

Bccolo Vili sr{^e per la pagina 9I> del Testo

ORILA EIMZIO-SR |
SULLA CPIZIOSE 1
o cJloutotc, ©pcit<x, cil<xlo, adoperata cJljmtote, 0|.vux, citato, adoperala I

è oppure 1
s oppurv* fqii
K brrvi note
7«m • ~1U
1
brevi note
» U'.i
‘uui

OueRto musaini) fu datu fuori rd illuMratn nelle Gallte, di ordinare Egila e d' inviarlo prò
5r»o
daU'ODORlCI. Di aieuni Monummti Crfraonesi (e. — 8 _ OrthodoToe fidei . praedicaiione in partibus
.
.

Egli lo colloca Im il Secolo VHI. e il IX; lo lione f^iniensts protinciae [ lelt. Carol. 96* ), a con-
lavoro iUlico elio scote la scuola furestlera: opi* dizione perailro ut nuJlam gaamlihel aUoum
na che avaoso della lombn di un alto pi>rso> setiem ambirei rei usurp*iret, seH »niumm<MÌ>i

natrgio- Pan* clic uuo stesso peiisiero ispirasse animamm lucra Dco offerret (
lett. Carol. 97* .

gli artefici di <jUOs.lo e del musaico Pavc’se, ed Onde scrivemmo: Egila Vescovo regionario.
esprinu^ssern un concetto raedesimo. Una rnp< |ÒÒÓ ADAMO RREMENi^E. Cesta Fonttficwn Uam-
presentazione simile si vede presso CAHIER el maburg. EccU cap. 8 u<*lia Datrol. lai. T. CXLVI. 407 — •

MARTI.V, op. ciL 135 — 1

e presso Hamuos. t'ifu «. Wilieluids negli .tc/a .ss'. m.ii 570 — I

Il Terenzio dalle circostanze toccato nct§. f. ór>6 Vocìi la lettera tT del Codice Carolino^ 79*
551
0 dali'iscriziimc deduco ebe «luesto monumento cronologica del Ccs?n. Dom Ptmttf. . ,
I 454 —
sia del Secolo Vili. nella quale il Papa esorta CacliNnagno a non
Potrebbe taluno curroburare quest'opinione con tollerare in tN'ssun modo, die i Vesc'ovi e i preti
la forma delle lettere (S-3): V. UARIM. / Po- Fram'e.si vestano armi militari, dovemlo essi per
piti Diplùmalicì. Ruma 1805 318 Il
'

ragiono del loro iiDicio ado|>erar lo armi »piri-


ma e'oonviene aver presente la giuUa osserva- tuali eoi darsi alla preghiera, col predicare a* fo
rione del MafTti. la quale a' munumculi si ad* doli 0 col rireiere la toro con fessime {WTcMn
dice anebe più ebo a' codici; • dalia qualità del an. 7H7. Serie IX ).
> carattero ai più un certo giro di tempo si può Ì7T77 É la 97* del Cud. Uorofjno.H'i* cronologica di i

» arguire, non un tal secolo». Istoria CR.S 2fi. quale sivuendu l'avviso del Dassacìb.
Teologica in Trento I74‘i. V. in One. Opmcoli
il

riferisce all’anno 785. JfetiMm. Dom. hoU. .


la

.
1 443 —
EetUsiOMtici éelTAulore medesimo: NoUsia de- IlPapa confuta con molle autorità de’Sanli Padri
nerale degl' insigni manusrntli che. si coruer- reresia doirAr/o;/uMMJao mos.«a in campo da
vano net Capitolo canonicak di Verona. . . .
— 61 — !
Elipaudo .\reis*. Tolctari<i, c tocca di altri errori.
55-2 11 Terenzio tiene per verisimile che sia qui che serptvgùivanu nelle Spagne, per opera princi-
siinbologgiala o la presente e la passata con* pnlmenle di un colai Megezio ( V. Testo, an. 783.
dizione dei Greci fuggiti daU'Orienle per la per- Serie VII ). circa la celebrazione delia Pasqua,
socuziufic dcglToom>cla9li, o la conversione dei la Predestinazione, h Grazia, e il libitro arbitrio.
Longobardi dall' Arianesimo, o la cessazione del* '53S Per la ctdubmione di un Concilio ecumenico
lo scUma avvenuta prnprianirnte iu
dì Aquiloja contro gl'iconoclasti richiesta da s. Tara.MO •'
in Pavia nei GIMt per opera del Re lluoiberlo. c promossa dagli .lugg. Costaulino cd Ireue. Ve-
di Tommaso diacono pavese; vuole però ebo sia cianai le due biHIissiiive letu^re pontillcie presso
più probabile la prima ipotesi. Quanto all' opi- il n4Ro:sir), n. 14-41 all'an. 785 xm 174 —
nionc del Mozzoni, non può negarsi ebe la cir- Neiruna o nell’altra il a. Padre espone autore-
costanza del luogo, e la letizia cito tutti i buoni volinente la Fede della Chiesa Romana, a cui il
provarono per questo avveoinnmto, ( giacclii^ lo Ctmcilio dovrà attenersi, e prescrive, che in-
scisma aveva partorito a quello proviiiciu gravi nanzi tratto pse.ndotgllogus ille., qui sine ApoUn^
danni), la rendono probabile. Questo fausto sue- lira Sede inoidinaie, et inzyf/ogixfirc fiictus est...
cosso è descritto nel Atfme dei Codice Bobbie- eonlra dirinas imagiues (tkiociliabolo Cnproni*
se riferiln dairOLTROGCin. Itisi. Ligustica 1795. — 625 7 iniano deiran.754)<iNnfbcoidlf;<‘f{fr, praesrnii^
e del TROVA. Cod. Dipi Ili 39 — bus Apncrytariis noslris.
559 In rv’iidiiiHMilo di grazio a Dio, Adriano or-
Per l« 1M del Teefo
s.

dinava che por tre giorni ai celebrassero pub-


553 Vedi i Cronisti Franclu presso Ràsosio e Paci Uiciid Litanie cosi in omnibus isosrsis partibus
all’anno 78i n. 1 XIII I4K
*
— Saitcfrie Romanae Ecrlesiae eri-
quae svs titrmsE
Avanti di consacrare i due Agli di Carlo M. l'unu stani, come
eziandio io tulli gli stali del Re Car-
Re d'Italia (ovvero di Lombardia coinè scrive loinagno. Vedi la lettera 01* del CiKf. Carol. Mi’
Eginardo ne' suoi Annali). 1‘ altro di A<|mtaui.i. cronologica del Csxsi. ebe anebe il Le Coisti e il
il Papa battezzava o levava dal sacro fonte il Mcsatom rap|M»rtano all’an. 786. Ifori. Ù^m. Posti. 4G1 _
maggior di essi, cambiandogli il nome di Carlo* òr.ii Cros aca di MAasosE, presso Paci, 9 all'an. 786 XIII a 197 _
inanno in quello di Pipino. Però quindi innanzi BARONIO e PAGI, all’an. 787 ib. 221 ...

s. Adriano scrivendo a Carlo M. olire al titolo Gite furono Gapua, Teano, Arpino. Aquino. .In
.
5112 i*

di He de' Franchi e de’ Longobardi f\i dà coAiìn- « Sora. Vedasi GENMI. tk Adriant XLIX Episluhs
temente anebe quello di suo spiritnale Compare. Cvmmentatia praeria n. XXX e XXXI. c le An-
Il che ci somministra un sicuro criterio notazioni del medesimo in c|Nst. 81. 9U. 02. AG
( non
avverlilo dal Mcrìtobi ) por conoscere quali delle Cod. Carol. ebronolog. 88. 89. 90. 92 e BORGIA.
, ;

Epistole Carogne di s. Adriano furono scriUc pri- Memorie di BenercHlo. 45 _


ma. quali do{M> il 7KI. 503 Lettera 71' del Cod. farob/m, 93* croiiologn-a
551 Con lo due lettere 95’ e W
del Cod. Carol., fìO* del Ccs.si. che la reca all'an. 789. Doist. Pont. 498
0 70’ crouol. del Csvsi, Jf^m. Otim. Foni, T. 1 p, 580.0. — 393 — contro ropinione del Muratori, a cui piarque
1

il Papa avea testò permesso a Wtiìcario, Arciv. collocarla sotto Fan. 79L Annali d’Italia. . . IV. Il 185
_
( 31 '

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segue per la pagina 94 del Testo Cita^iani pel
rAoul ove, ©pcvOL, ^?aJ!so cUoiio,
|
'^^do^'rala £ '•toni OVt’, 0^vux, 9i?o^o cUoio,
Numero

oppurt' oppure

brmì notr brcui note

Scila Icllera tó* del Cerf. fMrùUm, 97* crono- Anliang 51. ri|>orlano l'Epistola che s.
lo^ricadel ec?i?(i. ibùkm I indirizzava a' Vescovi delia Baviera posti sutto
Ewa. oltre r«lle«Urci lo reto din. Adriano per la iiialropuliliea giurisiliziono d' Amano (Ui«i>i.

l'ofservanta de’Canoni. ci fornisce anche un’ir- PaTml. lai. T. CXXIX, col. 97U; 11 Klcismaters
refrajrahilcprova che nel solo Papa e non già ibidftn, Anbang 3'i e 53, no produce altre due

HI CaHomagno o in entrambi u,rualinente, era scritte dalPapa nello stesso anno o neHa stossa
circostanza a Carloniagno e ad Arnnne. Que<ito
la piena Sovranità dcU'EsarctiU» e della Ptmtapoli.
ANASTASIO BIBL. in Hadrinno, n.
BABONIO c PAGI, airamiu Tiri. n. I XUI
m .
. . il tre lettere pontilkie.
che da Filippo
rioonosciule
lArrà, Regesto R-m.
i>er
iSmiif.
ault-nti-
. , 316
La vera cagione deire»9er9i mandato a itoina manchino nelle Culiczioiii de'Concilii.

Peliee d‘ Urgd. non fu, come parve al WalcJi, Vedi pres.Ao ANASTAS. in Leone, n. 3GR-.372. II 13U
perchè egli fu5ée per avventura ricaduto neller- lo partU'olaritA congiura contro il Papa
della
fore poco pnma abbiurato, ma percltè Carlo* ordita, non ai sa bone por qual molivo, da Pa-

magno e I Padri del Concilio di Rati'tbona cre- Minale Primicerio o da Campalo SacellaHo. ni-
devano che il giudiiiu detìiiitivo nelle causo della pote di a. Adriano Pp. La prodigiosa liberazione
Fede appartenga al Romano Ponlelìce. Vedasi del a. Padre, il suo viaggio a Paderbona, rac-
FROBEN, Oiurrt. hitl. df ba<rf.u Eiipandi /t coglimento fattogli dai popoli e dal Be, fu un
Felkii. 0 I7*’20 inler Opp. Alcuini.
.
vero (• continualo trionfo. Resta tuttavia un Poo-
Rxrr {CaroÌMs) de liagane$barQ ... ad fniM> . metto su l'arrivo di esso P.ii>a a Paderbana. dato
fam magnum inifr Atcmana ft RadanUa per* alla luco dal Casiìuo. che l'attribuisce ad Alcciso.

ftniU ibiqìte. Hitit ApotloHci fum mngnia ìnm- Lfciionei Aniiguae, ed. itaanagc n,i 4?i
neribut pratientati tunt. Assali LAcaissashi all* Anche TKi)MM.ro d'Orleans celebrò ne'suoi Carmi
ao. 793 presso Miose, Pa/ro/. lat. T. CIV, . . .
quieto insigne avvenimento. Lib. III. carm. V]
Sembra indubiUitn che questi Messi AposluUci presM) Mifivt, Nlrol. lat. CV 337
furano due Vescovi Teoflfatto o Stiano, che li Papa rientrava a Roma ai 39 di Nitvembre
i

l'anno seguente presiodellero in nome di s. Adria- dopo sette mesi di assenza. ANASTASIO BIBL.
no al Concilio di Franefort. siccome raeronUsi in Leone, n. 373 II 131S
ne'cit. Annali Laurissensi. e in quelli di PIginardo. Neir Epistola, elio leggesi prcaso Kiti'iXATKaK,
Presso LASsa. C-unciliorNm Cotì(f(in .Varhricjii/rn to/n furacia, Anliang 57. Vedi I Arre 317 . -
Ne' Codici e ne' libri a stampa la Lettera Apo- Anch'eM.>ia da .nggiungersi alle Sillogi delle Let-
stolica suole premoUersi, ob rcrcrcji/iuiA snin- tere Pontilìcic.
mnf Sedii, agli atli del Concilio Franrnfordiense. AN.ASTASIO BIBL. in L'one. IH. n. 376. . . Il 1318
al quale fu perciò credula aoleriore. Ma il MANSI. EGIN ARDO, .iantiien all'an. Sui (cominciato dai 33
per il primo. Sappi Lahb Oiuvitibrc del KiM)) presso Mioik, Patroi lat. CIV 460
e il FROBEN, ùisMrt.cit n. 39. hanno dinmstrulci • On no prendro au sérioux la thi'-orie
suurail
clic essa fu scritta in un lUmcilio Bomnno ce- • qui considère cet évi^nement nomine une tran-
lebrato l'anno 791 dopo quello di Francfart • ittio imperii d* Orioni eii Occident; toul ce
Nella lunghissima Epistola ad Otroium Regem • quo Fon peuly voir, c'osl une renovatio im-
df Imaginiàm, dove il s. Padre toglie a confu- I
> pcriLcoinmo Tonvisagea Chariemagne lui-niA-
tare. capo per capo, i famosi Lfòri Caroìiitu » me. qui IH graver ces doti* mols sur h's piè-
do' quali il Re gli ave.i trasmesso un eslrallo per • eoa do mnnnaic ut sur Ics sceoux de l'ÉUal»
mano di Angilbcrto abate. L'Epistola s|.i noi PHILLIPS, Droil (eelésiasttgue, Paris 1855. . li 497
Ussa, CoactUoram Coti Vedi PAGI. n. IO aH'.inno 800 dei Biaosm. . Xiii 358
PAGI, n. l all an. 793 del RtaoMO Avvali Bcsti.vum nel McaAfoai, Ber. Hai Script. n.i 500
lAKFÈ, RffjfMa R^ìmanorum Hntifieìm. . . . Secondo il boliandista Stiltcic. Tomaso ( a cui
ANASTASIO BIBL. in Umt III. n. 359. . . egli dà il titolo di Reato) cessò di vivere a'37
PAGI, n. 3-6 all'an. 796 del Baaos;o. . . , Stdtembre del 7H3 dopo *2H anni di opiseopato.
S. Teodoro Slud. tassato forse di mio indi-
. Vedi Afta SancloFum fktobris. ...... 1 Zìi
screto per la sua generosa npposixione allo sa- Ordinato nel 777, moriva intorno all'an. 787.
crih^tie nozsc dHI’ Imperatore, mis//, scrive il V«‘ila8i Esscnxvio, Cammen/ar/MZ ht$ior. de z. Sfa-

biografo presso Sisuovni, Op. iviriA, cMit- Vcn. . erto negli Ac/aSS..33 Maggio V 335
0 presso Barosio, ÀHitalfs, un. 793 n. CO . . . Dopo s. non abbiamo più altra notizia
Siagrio.
ad Ramatiaf Vrbh AnU$tiU.ui cpitfa/ui et taM- di Vescovi Niuardi Uno all’an. 1050. L'GHEIXL . IV 1547
lariot, ci guae gesta fuernnt, indicaas fi guar ab PAGI. n. 6 all’an. 7«i del Baio.mo XIII ... 168
tmpf.raiìribtu perMcrat, rum rfforum refrac' Il 35 Decembre dell’ indizione ottava (781),

nate leUet iatemperanliam. A gno firsponjiffl if- come si ha da TEOKASE. fAroaoi;. tn. alesa.' 777. VI 309
ci»rm occcpir, guibiu ip*ius prudtntiam et con- PAGI. n. 9 aH'an. 785 del Biansio XIII 1H9
slanietn atgxu rnric/um animum dh'ini* ìawii- PAPF.BROCHIO. Acla Sanctomm. addiWIApnle. 111 803
buM effercÌHit. Ciò si rileva dalla lcller.a 87* del Codice Caro-
I L'ANSIZIO, Crrmon/tf Sflcro, Monaco I7‘i7. . Uno, 86’ cronologica del Gemi, Hon. Ihm. Pont. 1 467
ed il KLEINMAYF.RN, .VacArfrAfen rom Zmtande S. Villzado morì agli 8 Novembre del 7H9 dopo
det C/genden unti Stadi /mas io. Salxburg. I7H4, due anni n circa quattro mesi di episcopato,
, ,

Secolo vm. segue per la pagina 94 del Testo


DELLA SblZiO^IE '

DELLA KliamSB II
9 o-'loulovc, ©peto, citalo, nWlovc, ©pcia, cUoto,
adoperata <
£ adoperata 1
S s
Oppure M, .1
3 oppure iifu
1 brtpi nplr
'tu 1 £ brroi note
Tai e leu

come Mthve s. A:i!m:api<o, può POC4‘«ftsore e bio> cancelliere di Desiderio, dopo la cui prigioma.
grafo: d’onde »i roccoli io che la sua ordina- trasse a Nmile Cassino e si mse monaco. àNel 7K|

ziune du^xHte caduro nul Lu<,;Uu d<Hi 787. Vinli invitato da Carlomagno, pasMj in Francia a pru-
Pagi. q. 8 alKan. 788, e n. lU aU’an. 78S. . . XIII ilo muovere it risorgimento delle lultcfx*. Tornato

p86 L’ao. 787, Mcoodo e )l»«Lto5. Meglio nel 787 a Monte Cassino, vi aperse una lion-
il Paci n. Il airan. 78d del Uaropio. toguendu lissima scuola. Cessò di vivere intorno al 799.
gli antidù Cronisti, pone la inurto di s. Lullo Vedi Tikasuscui. Storia delta tetterai. Itat. lib. Ili,
noi 786. Vedasi VAN HECKR, Cornei, praev. i> cap. Ili, n. 4 si'gg . HI 908 —
Vifam t. LuUU XI, negli Acla SS. ai 16 UUubre VII 1079 — c Tosti, àVorlu delle Badia di Monte Cassino, 1. 1. 1 51
387 lO'AZIO DI.VC, in Vita $. TartuU presso Da- 197 Scritta iRdFEra Ispanica 825. che rispondo al-
aoTito n.3*5 all’ an. 7K9. Ma il Paci retlamcntt Fan. 785 dell'Era volgare. E divisa in due libri e
oasursa che il fatto ivi racconUito da Ignazio ap inserita neilu Lect. Autiq. del Camsiu — Bab.sacb. ILI 979
pnrtiene all'anno seguente. Ibi4. n. ì i. . . . XIII «7 — e nella Bibliotlieca Vet. hurma <U‘l Galu.v»ì. . XIII 990 —
588 PAGI. n. 5 all'an. 791 dol Baho^mo ib. -il4 — jl98 Etu Metro(K>Ìilauo Creteuse intervenne nel 787
Anguiramno era nd un tempo Arcicapellano de al Concilio Nieeno II. Vedi CAVE, Script. £c-

Begio Palazzo e Apocrisnrio delta S. Sede pressi de*., Saee. fUcoiuKi, e FABlllCIO. lit/'UulUecu
Carlomngno. Lo aiu^ta Carlo il C.ilvo nella sua Crafen, od. vet. tum. VII. p.ig. 559. Vili, 617.
lettera a Xicotò I Pp. presso TiimusMS, Veim Le Epistole di s. Tura>iu leggonsi Ira gli .Uti
et nera Kect. DUctpt. P. I, lib. 3,cap. HO. . . I 388 5 del Concilio Meeno 11 nelle Collezioni del Bist
In che consistesse la dignità di Arcicapcllaoo. dell' ÌIasdous, del Labri, e del Massi. Il M%i puì>-
lo spiega it Paci. n. 9 .ill’an. 78 1 0aro»i«no. . xm 169 — blicò un frammento di un' altra lettera Tara-
PAGI e MANSL n. iO all' an. 795 del Baroxio ib. 311 — siaua ad f^piseofict Siculorum, nella Bibt. . V,i tl3 —
'm niguartio ad Aasosc abbiamo la testimuniunzii

Palla qual lettera apprundiaino ebo que’ Voeov i

duit'A^oxixo Caiusu^o presso Pagi, n. IHall’a. 796 ib. 395 eransi recali, la maggior parte, al Concilio Ni-
e n. 6 atraiino 8U3 del Baro.sio ib. 389 — ceno e che conformementù a' sacri CariMni
Alcuino lo confortava neU' Aposlnlieo Ministero solevano c^ni anno adunarsi pc<r tratiare d> u<
con due belle lelieto che sono la 77* e la 78' cose ecclusioslicbc. l'na sola Oinilia ( uliri
nelPediziono dui Miese, Patroiogia latina. . . C 281 — fApologetieu* ad popHlum in die eleetionis ) ci
Per B. Paouto, vedasi Maosisio, Vita $. Pautini rimane di s. Tarasio. cd ù quella in Prae$enluli'-
cap. XV, §.XII premessa alio Opp. nel T. XCIX nem Deiparae, die a lui attribuiscono concor-
della Patrologia latina. demento I'Auasio, il Cavi, Gio. Aur«to Faubi-
391 Vedi RIVBT, Bittoire littéraire de la Franee. IV 302 — CIO e II Mospavcos, e clic il p. Astomo Bai.lkhoi
392 Cognominato Olmaoo. Nella Citaiionc *257 pa^ diodo alla Iure poi primo nella sua Sylloge. . . I 311 —
lammodeirRplslola da lui scritta aCarlamagno Vcili la nostra Citazione sotto il num, 62*2.
sopra la Troélaiione di s. Agostino a Pavia. Os- i600 Il BELLARMINO. Dr £(t/. triumph. lib.2.cnp. 15.

serva 11 Sassi. Arehiepp. Bediot. Serie*. . . . II 266 — 1 vuole che Libri Carolini si debbano aurdiuiré
i

c-ho Pietro tra’ Vescovi Mitnnesi 6 il prìmola cui ad un Autore eretico. Ma bene diinuslrano N'A-
negli antichi Calaioglti si dia il titolo di Arehìe- TALE ALF^SA.VDHO, Biinert. de iiuii>ùoibnt
piicopus. Governò la Chiesa di Milano dal 78 f %. VII nella llist. EecL Odavi Saeeuli, e il TBoM-
fino all'an. 80.5. BELLI. De cnllu Sandarnm, Ditsert. X. eap. 9H.
593 Italiano di nascita menato da Carlomagno in che in que' Libri, tullochò pieni di S4>flsmì e
Francia, devo verso Fan. 79 i ottenne il Vesco* d'ingiurie, nulla si enniione, che sia so*'(anxKd-
vado di Orleans. Vedi TIRABOSGIII, 5fer/a c/r^lu mente contrario al catloUco duinma sul culto
5- Letteratura Itat. , lib. 111. cap. Il, n. 5 segg. .
111 177 — relativo didio sacre Immagini.
594 Successore di Angeimmno nelU carica di Re- i'iOI Il Codice forohntì è compo*lo di novontanovr-

gio Arcicapcllano. alla quale fu chiamato da Car- lettere Poiitincic indirizzalo, quasi tutto, a* H;ig-
lomagno colia espressa pcrmissiono dei Papa e giordoini c Re Franrln, Carlo Martello, Pipino
coU'assonso de' Padri di Pranefort. Il che addi- Csirlomanno e Carlomagno. dall'anun 759 al 79).
mostra qu.anto grave fosso riputato 1' obbligo c raceolle nel modesiino anno 791 per ordine
della residonsa. Il Paci, n. 6 aH’an.79i del Basosio. xni 267 — di Carlomagno in un sol vutume, ut nM//«r»i
osservando che liilebaldo negli alti del Cono. penitus teslimonìum Sanefne F.vde.tiae profu-
Prancorordicnse tenuto Tao. 794 ha il scinpliue lurwn suis deesse sueressnribns r ideatur {lucri-
(itolo di F.piscoptts, laddove ne) 799 è qualiilcatn zicme 0 Proemio del Codice }. L’unico rsoinpiarr
Arehiepifcopm prewo AsAmsioin Leone, n.37l 11 1915 *25
inano.4>crillo, dio Finora si conosca del Codice
no inferisco che rerctiono di Colonia a Metropoli Carolino, cuUa prellum, dice il McnAToai, rix
dovette aver eETelto in queU'inlurvaUo di tumpo. alitu superct, conservasi nella Bìbliotcra C»’sa-
Debolissimo argi>mento. rea di Vienna, e fu la prima volta pubhUcalri
593 Fu eletto V an. 798 c consecrato nell' anno dal gesuita Gretscio nel 4613 a Ingulsladt }h i

1

seguente. RIVET, Uistoire lilleraire de la Franee. tv 451 confutaro |lc calunnie de’ Ccnturiainri Magdo-
! 596 Paui.o. diacono della chiesa di Aquileiu, so- biirgensi contro il dominio temporale de' Papi

1
prannoininato WA».'«trsiuo. nacque in Cividal del IlàliRVToai nel 1751 ripetè rediziónc del Gre-
Friuli da gente Longobarda. Fu consigliere o rsiRo cullo emendazioni del Lambccio (iielT. HI.
^ JL (33) vili 0

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soguc per la pagina 94 del Testo Citrt^iani pel
ciloutotc, ©pci4X, citato, “‘dgimair' 2 I cilwitocc, ©p'cxa, ^Pajllo citato, °‘Ìd^”rair
I |
|
brevi note brevi note

p. Il dc’H^r. Hai ScripU'. Fascia nel 17iìO la solili comprese noi tom. XCT della Pttlrolitgia
liprodusso il CE55I(ad tomo 1 da' Jtfdnu»iefi/it latina del Miovi. Il p. Tosti, Storia della Badia
DomineliotUt Pnniif. ), apponcntlovi in noia lo dt MonU-Ca$sino, Noie e Doeum. ai PrìiiMi Libro,
VariaRii o«sia Corretioni del GKKTiuiTTt. clic per ci Ir» snperix che esiste incitila nell' Archìvio Gas-
la loro sincerità cil cceeUunxa meritavano d'ts- sinesel'Er/Miii^onedclla Iti-gotadi s. Rcnedclto,
sere più tosto accolte nel Testo. Ognun fn cIm le la quale egli rivendica a Paolo Diacono, e di cui
lettere dd Codice Carolino o più veramente dì iu6 di saggio, un notabile framimmlo.
<laiup.i, a
qudl’unico sntigrafo a noi piTvcnuto, manca- Più sotto a p.ig. t06 produce per intero un'Omi-
no tutte di data; il che |»ose iu ogni Icitipo a lia di Paolo Diac. sopra le parole e>*angelìche;
tortura gl' ingegni per reslitiiire ad esso r or- fntravil lestu in quoddnm CaiteUnm etc. da Ini
dine lor cronologico e naturalo. Mnllo a qut’sto r»'putata tuUora inedita. Ma vcranionto qu«>sl:i
proposito si reco dal (U.va; molto dal Di Meo ineilcsinia Umilia era giù stata |>ubblicata. quan*
no' suoi Ànnali Criliat'Hiphmalid del BegHo tunquo con una non piccola lacuna, ncU'Am-
di Napoli', ma sussiste ancnra la neccMitù di pliuima Collectio del Mantèse e Dcbaid. . . .

un qualche nuovo lavoro. Vedi \a Disseriaiioae h Intrapresa per cumando di C.Trtomagno. Lo al-
del Tbota sul Codice Oiruliiiu al nmu. Giri del tosla Autixo
nell’ EpisL a Ci-sla e Colomba prt'-
C»I. Biplam. Longobardo. IV 262 iiKHsa al VI del CeiNW. in han. Vollo Al-
lib.

ì La Otron(*graphia del monaco Givacio, Sin- che


'Uirio Codice della Sacra Scrittura da lui
11

cello ossia Conrellaneo di s. Tarx<iio Patri.irc.n emendato Tixaso recalo a Roma, e presentato

Cpolilnno, è tratta pressocliù inleraaicnlo dal qual flcceUissImo duno.aCìrlomagno nel giorno
OiroRicon Eusebiano. Esordisce dalla creazione miitcsimo di Natale, in cui Evaq doveva cs.htv
del mondo o giunge (Ino a' tempi di MasaimìiKi uronato Iin^nilore. Il che si racci^lie dalle
.'

È Inserita nel toni. V del Corpus S^'i'iptt. Hi- Lettere Alcuinìano Ì3I e 133 (presso U Mioie,
tUirlac B'jzantinac ed. Ven.« colla traduzione la- f*atroi Lai Inm. C, col. 3T.9 e 373 \ Ma di qual
tina 0 celle Molo del p. Coi», che primo la diè natura fu la Beeemione di Aleuino * «Molti hamio
alla luco ncli'an. IC22. •lello che nel (aro b sua Recensione Aleuino

( Con questo due scritturo composte, a giudizio -ia ricorso al ti^slo ebraico e greco. Ma ciò fu

del Fkobc:v, Tuna nel 79Ò, raltrn nel 7111 o poco dimostralo falso dal Vallìesio ( Opp. t. Wi>rn«.
più lardi, Alcciso dava comincKimenlo alia sua praef. ad tom. IX) o dal Duicbi.vi ViitiUfioe
(

gloriosa iH>lemki':a contro gli .ldnzi.nni, a’ quali. Canon. .ScripL p. CtXXXVIII ). Ed iiiblli se bene
S4?coodo sentenzia il Mai, Scr//j(/. rei., Frtfc/l n. IV IX xii considera la necessità di quei Icnipf, b co»»-
si

Iddìo r oppose campione della fede i» Occi- dizione dì Aleuino o più ancora il modo con
dofitc, siccuiiio gii ioOriento ave-a opposto Ci- no parlano gli autori coetanei (Vtìdi la Pa-
cui
rillo a' Mestoriarii. La seconda dello suddette trologia lai dt'l Micie, tom. XCVII. col30. 177
scritture: UMIus ad Abbatcì et }lonarlm$ Co- 2H8, tom. XCVIll. col- 897, tom. C. ool. 923. 369.
thiac adrersus FetieU Haeretin. la dobUiaino 575, tom. C.XLVH. col. 765. loin. CLIV. coL S.'m.
al Fooatsi, die la rinvenne nel Cod. 2b0 della toni. CLX. col. 150. 566), ci porsu.adercmo rlif
Ribl. Palalirio-Valii'iiiia e la comunicò al Fausti. egli fece poco più di un,-» revisione ortogralìca
pc^ch^ egli la pubblicasse in quella sua IndaUs- e grammalicalo: onde egregiamcule i Benoil»'!.
sima ediz. Fali^tK>nensc delle Opp. Alcuinianc. lini neli:i Storia letteraria dì Francia (Inin. IV.
I Le Opero diPaolino »mo state roecollo c
s. p. tu) dicono cito Aleuino sì occupò a bien or-
eoo copiose annotazioni o con dissertazioni as- fAogrepA/Vr la Bibbia, siccome ave* ordinato C.ir-
sai erudite illustrate dal p. Miimisio e st.'uiipatc iomagno ». Cosi risponde al proposto quesito il
io Venezia l'anno 1737. L’Edizione del Mad»i«-io eh. p. Vercelloie nella sua pregevole histerla-
é ripctnla nel tom. XCIX della Patroh.i;ia la- lionc tui Correttori Biblici inserìla negli Atti
tina del Micie. A queste opere dtvsi aggiugnurc dulb Ponlif. Accademia Rum. di Archeulngia, .

ancora un' Epistola o tratlatello intorno al Ibd- *


FRUUE.X, Diueri de Haereil Gipaadl et Fe-
(esimo, ebo il Maisi ebbo dalla BiblioUva di Ucis. n. 49 e 82 tra le Opp. di Aleuino, iielb
s. Eminerammo in Ratisbona.o pubblicò nell’AM- Patrologia lai T. CL col. 323 e
pùzzimaConci/iurKM Co//rdie.ed.di Firenze, 17C7. .\1II 921 SolTnrooo il Martirio vicino a Sebastopoli no!
È un* incomparabile istruzione pastorale data decomiiù deU* imperio di Costantino o d' Irono
fuori da Toodolfo ne’ primordi del suo Episco-
'
dal Sottmnbre 7H0 all’ Ottobre 790) in uccasion»*
pato. verso l'anno 791 o 797. la quale ci fa co- d' alcuna dello vario scorrerie de’ Saraceni men-

noscere qual fosao la disciplina della Cbii'sa sul tionalu da Teofane, prubabìlmcnlc in quella
cadere del secolo ottavo c sull' entrar del nono, dol 782odcl78«. BOLUNmSTI,AcmS.V,.Oll<dj I 307
masalmamrnto in Francia, dove il Capitolare di Nel ritorno d.Tlb spedizione Slavica, l'pporò
TcodoUb venne adottato da molli altri zi lanti iul cadere dell' anno 783, siccome avverte il
Vescovi. Tedilo presso Dzao.vio, die no fu il pri- Paci, n. ! all’un. 782 del RaEi^io XIII 151
mo Editore. aU'an. 833. n. 5-2G. .VIV 20»; Vt‘ili«.rM/re</i0(ig,òzsf(/r.tH;lUABiLLo5,.lcfa&$. Ill.n 502
e presso Lasbe. ConcUiorum Callectio IX Fatto prigione ueH'an. 786 e messo a morti.'
CEILLIEft, Hhloire det AHleun Ecei T. XVIII. ~ 426 dupo quattro anni nel 79U, conformu argumcnia
Vedi la Citazione 296. Lo Opero dì Paolo Due. ilboUendisLi Plvio, ic/o SuacL, addi 22 Luglio. V 321
I
Secolo Vttt segue per la pagina 94 del Testo

DCU.A cdiziom; DELLA EOUfOSE


dloulovc, ©|.'ciOL, alato, adoperala oloutote, ©peva, ^i?c^o citalo, adoperata
il

V ||

9 oppure E oppure
Orrot noU Issi

1
^ brevi noie
t3t t

ul'V.l

0!4 ROU.^NDO, Acta Sauftorvm, 13 Febbraio. . 11 705 la prima furono fatti venire le colonne od i

1.:) >7/d pre«»o )i]a«ìi.lciii, Stcolù 111 Baieti. ni.ii 381 marmi da Roma c d.*) Ravenna. Nella Lettera G7'
fi

filli
1 il

PAGI. n. 5 aU'an. 703 Baroniatìo XIII ‘r.7 dui Codice Carolino, HI' cronologica del 1 459 —
017 IDEM, n, 30 0 31 aU ao. 7t« ib. 330 parlasi de’ musaici c de' marmi del I^alazzo Ra-

C18 La Vita di t. Beato o ». Dieco, come volgar* vennate, che il cortamenlc per quell’ i-lfi tlo.
Ito,

mento lo chiamano gli Spngnuoli. ieggosi nel1‘Ap< avoa chiesti al P.'tpa ». Adriano, o che il Papa

pendice alla Prima Parte dei Secolo l\ Berudtt- ben volcnlicri gli concede, gaia per res/ra /a-
lino del Mikiuo» V 6U0 boriosa . . . rertamina multis bnnis . . Kecleria .

filU Slrofo ili’: Uauslo maligni j>rimm uf occidit— qnolidie fruiinr. Argomento evidentissimo cln-
Virus chciffdri terrigenum Pitrcns^Uìnc laprt, d Papa, non giù Dirluinagno, era in quoti tempi
pestis per genm irrepens^Cunetum profund» 1 unico Sovrano dell'Esarcato.

eutnore perculit. Strofa IV’: Bcrum mitrrtiu tei. Ì2I OtniJia in Fraesentutlonem Deiparae, nn.2.7,8.
Salor, uiKu— rtacii vi<(ctaA Yibgcii»» 13, 15, presso DAixEaiM, Sylloge manumenlornni. ] 341 — 1

llis ferre moriis crimine languido Sdandal ta- — i‘22 Nell'Opuscolo: Sancii Palrit nottri rhci.^/nrj
lutis gaudin saecuh. Bovo manife^lamonte »i Slttdilae d(-ctrina chronica Mouatlerii Stvdìi.
vodu. che il piatitlttm, da cui ondò ercnlc Maria scrino prubabiliiiento verso Tanno 7ì)K, quando
ò appunto il peccato originato, ossi.n qtiolla s. Ttsidoro prose a gouTiiare il Noiuislero di

la quale in consc^tuensa della caduta di Adanu< Studio, 0 poco più tardi, c pubblicalo dal Mai
per grìw$ irrepens cunctum profondo tvìtior nolla A'er. pp. Bibliuth V,ti 1«3 — 1

pereniit. Questa toatimoniaiiza è tanto più pre- Cosi dall'un canto Siamo acceriali. che fino dal
xiosa, |>crcliè tratta da un Inno anteriore al 9C« Secolo Oliavo si celebrava a f.P. la Festa della
uolo nono e recitato amicamente non solo a Prcvcnlazione, dall’altro canto rimane piena-
Monte ùiMino, ma eziandio nel monnslcrn di mente confutato l’argomento principale, con rui
Subiaco, in quello di Farfa o nella Chiesa Bene- il Moacsui. seguitando FOtoiv, volle togliere a

ventano. Vedi Fcauici, La immacolata ùmee- », Tarasio l'orazione in Praenentathuem Dei‘

sione delta B. Vergine oce. Napoli 17ft’2, pag. 9U. parae, per recarla ad un qualche Autore d' elù
!21. 313. Si 6 quMinnato, »e quell’inno debba più recente. Vedasi Dalleiim, Praefalio in Oro-

aggiudicarsi a Paolo Diacono, oppure a a. Am- tionem s. TaratU nella Sgthgt monmncntorufu 1 531
brogio il lodalo FiuBtici ebo pel primo lo dij*
: e Praefalio ad alterarn Parlem Sgllogei, n. XLV.
allo stampe, lascili la qoistione ìrr«K>luta. ben- |G23 SIRMO.XDI, Chronira Sgnopsli s. Theodori Stu-
ebè inchinasse a Ibmc autore il santo Vescovo ditae premessa alia Vlia ed alle Epistole del im'-
di Milano. Ma il p. Baluiisi. avendolo con ot- desiino Santo, nel tomo Quinto Opp. Varionitn.
timo consiglio ristampato nolla sua Silloge . . I 54 — «21 FROBiyf, De Vita B. Alcuini Commrntalio,
vi premise una Dijujaisliione CrWIrii, io cui to- cap. V, n. LX e LXi. nella Patrol. tot. del Micse c 41
glie a dimostrare che in nlun mudo puh l'Inno fi'i5 Vedi B.tROMO, Annales. an. 775. il i c 5. XIII . 1U9
attribuirsi a Paolo Diacono, ma che spelta cer- S,int'AntuAa figlia del Cnpronimo non è da con-
lameiite ad autore xssai più antico vissuto tra fondere, siccome fei*e il Dr Caxcb in Fiimiliif
il cadere del quarto secolo e il cominciare dd .iugg. Btjsanl. pag. !23. con un* altn Santa omo-
quinto (pag. 3i. 35, Sti); inoltro dimostra che nima, che fiorì scilo T Impero dello stesso Cu-
per crederne autore s. Ambrogio abbiamo ra- pronimo. I BouAsmsT} trattano della prima a' 17
gioni non inferiori a quetlo ebe bastarono a va- Aprile, delta seconda al '28 Luglio.
lenti crìtici per definire come propri! di ». Am- 02C IMGI, n. Il all’anno 787 del R.vaoxio. . ib. . .
235 —
brogio 0 dì altri scrìllorì certi opuscolU sopra Più ampie notizie intorno alle Scuole Epigeo-
cui cadesse qutsliono fra t dotti. ContuUociò il e Mooasterlnli del Secolo oliavo o nono
pali
diligentissimo BtsAcai ne’ suoi Inni sinceri e po^»ono leggersi presso il LAcaoio. De Sclìolis
Carmi di t. Ambrogio, Milano 166*2. non fa mcn- eelebi'hribm scu a Caroto Magno, tea po$t enm^
zionc del nostro Inno. E veramente dei tre Ca- dem Carolain per Oeridenteuì iu^attrolis. Opp. IV. 1 t —
noni, ch'egli sapicntemento propone e stnhilUco presiMiM.ABii t.n:v, Praef. adSaec.lV. Bnied. Vili. V ^ H3
por la ricognizione de' veri Inni Ambrosiani 0 Rtrrr, Uìtt. tilt, de la Erance, n. XXI. segg IV 13 —
[
conformili coll' indole letteraria del Santo, uso fi‘27 PAGI, n. atraimo 7% Haroniano. . XIH . . 3*21 —
antico della Chiesa Milanese, autorilA di^li an- FltOBEN. De Vi7a Alcuini CoMimm/. » cap. l.X e X.
tichi scrittorì). il primo a»ai dilflcilmente. il Vi» BAltOMO, n. 1-5 all’anno 7UH degli .\nnnh. ib. 337 —
secondo e il terzo per nessuna guisa potrebbero La storia di Migezio o Migeniio è avYiUi|ip.vt.i
applicarsi aU'Inno Cassinese. Avvertiamo che di dense tenebre, troppo va.zlie e si’arse essendo
questo è riportato anche dal Passacua nel Coro- le nolizio che co ne tramamliirnim s. Adriano Pp.
menlariits de fmmaeulalo Deiparae Coneeplu. . m 1758 — Epìst. 97* del Coi. raro/i<ie, 8*2’ c ronolog. de!
C20 EG1NARDO in Vita Caroli Magni, cap. 17 scrivi' Cenni ). i Vescovi Spagnuoli ( Eput. ad Kpiseoitut
che tra le moltissime opere, parte coudotle a CMlUae, Agailaniac et Auslriae, n. XVM nell.-*
termine, parte iiicominciulc da Carlomagno. due Patrol. lat. T. CI, (>nf. ll'tO )« ed F.lipando (Epi$l.
furono le più principali, la Oasilica della Madre ad Fidelem nella Patrol. lat. T. XCVI, pag. 9i8
di Dio in Aquisgrana. e il ponte sul Reno presso uliimo parla più aperlarnimte nelTEpist
Qtie.<it'

Magonra. Nel cap. ’26 aggiugne. che a decorar a Migezìo Messo ( Patrol. tal. T. XCYL pag. K59

_ (
i

55 )
,

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spante per la pagina 94 del Testo j)cl
EPRIMXK
IMEtl l DILLA EVIZIfì?l| 1

cJloulovc, Opeux., ^Ì?(xj!>o dtaio, adoperala o*tt4tox.c, ©pctoL, citalo, adopursla ]


Numero

oppure

delle cui dottrino


brrui nolf

apMiflcu alcuni gravisaiiiii I


oppure
brrui noie

A5TIQCITI'.9D|V|KA OtCtKTA.MlAKKIIircUAT tS SA PRAR-


B 1
rapi CeHn è che Miseria e i suoi seguaci discor* I
sipkratucc et occioB.'^TAic FAsneio. in est ex ve-
'

davano dalla Chiesa Kontana nella celebraiioiie TKftE Ruma, pars sur modica : si.rc qlìris (romatis}
della Pastiua, qimnlunquo il loro errore non au'u iKicxA, Qi'on Ecclesu vertiutcu, de-
(usjie, corno credclto il nASVAca. quello de‘Uuar* tUIBTIS CARO.RICUS ET SAGCHDOTaU CORSI CTCRUIS rCE-
todecirnanl. V.Cimi. Noie ad Episl. 9G e 97 SIT ARTEA RAUM, .RCMQVAJI TAMER PftaSATt'll BARE-
Ofd. Corel, 70 e M
cronol : e Vam de» lUr.tic, •rrcK, praxui dedicetci: qua ilu sa-
.'«EAn’s ir
OburralioMS in v^trrum j“orr«n» Prrt/opo# <•/ :BRn>Ttl PRIRCIPaTCM SURTITt SCRT, EaMQCE DIfi.RI-
EfUtfoioM PaschaUs, Arnslenlam. 1734, pag. 150, r\TEU A UtURUS CORVPUAEI5 APOSlOLlS TRAD1TAM
155 e 313. Bigunrdo agli altri errori, n-'siiraiiKS lARERT.
netta sua prcgiivolo Diissertaiione dt itafrfsi Il Cono, di Caicuilh o Calcythc ( forse, come
Eiipnndi et Felieit adiersNS CUrUtionum IVa/- opina il Llrcarb, T odierna ChelRcy cbiatiiala
l'hiMM. n. XXVIlI.XXXll (
nella Pairol. lai. T. CI. iiilicameiilo Chdcetlie) fu convmralo o presìe-
pag. 355) opina cIm> Migrzio si argomentasse luto da Gregorio, vescovo d' Ostia e da Tcoil-
dì risusdtai'c nell' Andalusia lo anlidio rollio dd .alto, vescovo di Todi, Legati Pontiflcil t quali
Priscilltanisino. vi proposero a nome del Papa venti Canoni
lr,r,o| PAGI, n. 9 e 13 aH’anno 7B3 del Rasotio. . «sala i'.apiluli, che i Re o gli OUimali. i Vescovi
|G*t EGIN'ARDO, ÀnnateM an. 7tri, nella Patrol. lai. i gli Abati di Nurlumbria o di Mereia afarni
Che la conversinne di Polire non foisu sincera, ‘tnimo grali/u referenles, promptissima rolnn-
lo mo«lrx^ egli stesMi ritornando al vomito del tate eum orniti devotione. fuentis se in omnibus
r eresia, eotno insto fu mes&n in lilierlù d custodire deiwerunt. Altra prova (Vedi la nostra
s. Adriano, o lo confessò poi opnrtaiiienlu ne) :itaz. 28U} dclTalliBsinm vuiieraiione, in cui
Concilio di Aqulsgrana tenuto Tanno 799. >ra tenuta tra gli Anglo-Sassoni la suprema au*
1052' una ad ^israpo* Galline, ifiitUaniae et Am-
L* inrìlò del Romano Pontence. t sudduUi Capiloli
strine, T altra ad Corofum Reietti, scritto cn e la relazione scritla da' Legali sull' esito della
tramke verso il fine delTan. 793 u sul princi- oro Missione, leggonsi presso Larrr, Cono. .

pio dell’anno seguente. Vedasi Psnnr.M ^ Dissert. Il WiLcittR!), CoAC. Magnar Brilan. et Hibem
de Uacresi FJipaudi et Fetieis, u. XXX che Io riportò questo Concilio al 785.Ua se vogliamo
pubblicò nelTAppendice IT delle 0|q>. Alcuinìane. Cronaca di Mailros(V.Cil.5GO},il tk>nc.
•>laro alla

t' Ai'tosk A-Hoaiuo della Vita dì Alcuino. e fu tenuto nclTan. 786 o suU'cnlraro del seguente.
AQn5i ViEs?(casE presso Paoi, n. all'onno 7t>9.H G57| L’anno e T occasione del Concilio di Hatis-
lH;Ila sua disputa con Felice d' Trgel parla Al- bona somi accertali dagli Scrillori o da* Cronisti
cLiso in due lettore ad Aquila ( Araono di Sa> di queir otò II p. Hadri.sio nulla Vita di a. Pan-
lishurgo ), che sono la XCl e la CXVil nella Pili- Uno, cap, VI, n. 0 ne conghìetlurò con molta
«ione del MtcjfR, Patrot. taf. T. C, col. 294 e probabilità auebe il mcM, cticfu l'Agosto oìn
|034 Vedasi T Kplsl. CVIII di Alcuino ad Aqailam quel torno.
nella Patrologia latina del Micai. . . . G5R| Prcoenli da circa trecento Vescovi della Gallio,
BAItoMO e PAGI all’anno 787. . . . Germania, Italia ed Inghilterra ( Krobbr, Dissert.
Fozio ndT Epist. VII! ad Michaetem Balgariae de haer. Adopt. , n. 31 ); presidi BluEsna e Teo-
Prineipem, n. 18 (Micas, Palrol. graec. CU. 649) fìlallo, legati Pontillcii. li Concilio fu celebrato
scrivo cIh> la suprema prestdonxn del Ci)ncillo tra il comincLir dell’ ostale o il di 20 Luglio
Niceno 11 fu occupala da s. Tarasìo. A smen- dolTan. 794 (Frursr, ibidetUt n. 52). De'cim
tirò Tasscrtione dì Pozio, reubiuiuo un insigno quantosei Canoni, ebe vi si promulgarono, il
passaggio di s. Nicvrono, dove questo gran Pa primo fulmina T Adozianismo, il secondo bia-
Irinrca, cho T immediato suoeessorc di s. Tu-
fu sima 0 condanna quella sentema ehe ieggesi
rasio, non solo
attcsta che al Concilio Niceno nel nuora Smodo tenuto da' Greci a CP., dolersi
presiedette per meno dc'suoi L<'gali la Santa alte Immagini de' Santi quel cnllo e quetl'ado-
Sodo, mn inidirc con termini assai espressìM rasiime medesUna, ehe si rende alta Deifica
riconosco ne’ nomani Pontefici la suprema pre- 7rim/ù. Il Nuoro 8inodo mensiunalo da’ Padri
rogativa di pre'li'dcro o di confermare l Coii- di Franefurt ò senza dubbio il ConcilioNkeno 11,
cilii Ecumenici, dimodoché senza i loro auspicii uhiaiuato CostantìnopoliUino anche ne'iiòri Ca-
0 la loro s.nnzÌonc nessuna dommatica defini- rotini 0 negli Atmali di Eginardo e non ancora
zione possa essere perentoria, nò recata ad ef- Approvato Bolunnemente dal Papa, nò ancora
{dio. Ècco te suo modelline parole tolte d:il iconosciuto in Occidente pur Ecumenico ( Pbta-
n. 25 dell Apotog. Maggiore, presso Mai, BiOI. PP V,i lu. De hteam. lib. XV, cap. t2, 4. Orri. Ite
Uaee sgnodat (Sieaena) sammae «iiic/orrfuf/- .'to/A. Pontif. aiu*/arif. T. 1. P. IL cap. 30, art. 2^.
est, atque ad tdenam /idem faeiendam sttffleieiu Ir il Concil Niceno 11 in quello slesso luogo.a cui

quia et oecumenica fuil, et omnino Ubera, e tludc il Canone Francoforiliense, e in conio altri
erira omnem ealamniae reprehenshnisqae ale- lUtingue con somma cura o precisione il culto
am patita^ et euiusids alieni dogmatis intoiu, li latria dovuto sollanto a Piu dal culto tutto

cul^que earens. F.temh ceuhaata n:iT kt as- •elalifo delle sacre Immapni. che termina tu*
gciKStUR KT is rniMis lscituie : ?(au sbcl>dl)ì edita i*rotolìpi da esse rappresentati ( VvJasl puro s.. Ni-

t otì)

•d ;
. Goog!.
, 6

Secolo VUl soglie por la pagina 94 del Tosio


iȣU.A cDiiiiivE DZUA smziDSS
2 cAoulotc, Opeiux, ^Six^ò citixlo, adopi'rnta
il
c-ÌduIovc, 0pct-<x, 5?aj]w aUxlc, adoperata
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1
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oppure llJUl b o|i(rurc i^a
3
Tei • litu £ trtoi n»lr T::j • t,iri
brroi tiot« • n} vtlnti

€»roiio, Antirrbdieu* Ili, n. IO pp»so Sl*i, i¥«r. 'IH7 Intorno a questo argormmlo, vedi lo IHvvi*r-
tubi. T. V, P. 1. {tag. 91 }. Mu i PaUri di Franefort l.izimii di ,Vat Atk)>s»VDiH>, f(i. IV, c del MAi»ki»m
urooo tratti in errore da un inreddo imduimtie nel Ttic#. Theob*g. dH Zaccisia, T. IX. p. 3W e 333
latina Alti Kieeiii {Libri Caro/, lib. III. e quella più copiosa dell' Liui-zseb. tra le Opp.
«ap. 17). Porcit't la turo comlanne non cade, m'* Vlcuiniane nella Patroht*)ia latina del . CI
può cadere sul Concilio di Nicea o sulla dui- AlxnNO. Epist. ad Fratret in Protinein Co-
trina quivi detlnita. ma soltanto sopra )' assurda tharum Narbonese), pn*sso MAtiiuok,
(fiallia
sentenza rhe contono'ssì nell* anitileUa tradii* Prac^. ad pari. 1 Snec. HI Beued., o. 81. . ,
IH 39 I

ziono. e che ImpliciUiniente era stata condiin* B presso Kaoszj». tk Vita H. Aìcuini Commrn-
nata anche dal Conc. Niceno. Vedi SIAIMIIOIRC. taUo, cap. XIV, ^
5, nella Patrol. lat. del Vìcmk. C 83 —
HUtoirt de Clh^rétie (Ut tconoclatUs, Uv. IV. — 21» — Questa Epistola, ebe il Rarovio riporta sotto
c F’ALIIA, PraeleeL Hitt. Ecrl ILti XI — t' anno 77R. n. 23, 6 di data incerta, m.n indù-
fini) M.tNSI. SitpptemeHium ad Conc. Teneto-Labb. 731 — bilabiimcnic posteriore all'anno 7R2, quando
filo Gii Alti del Concilio Fori^iulicnse sono come Alcuino invitato da Cartoniagno si trasmutò
divisi in tre parti. I.a prima è una lunga Allo- dati' liigtiiUcrrn in Francia.
cuzione di s. Paolino intorno a duo punti di tìi'j Lidki Casolivi, lib. 1, cap. 6. nel Tomo XCVIIl
Fede.la Processiono dello Spirilo Santo, o Puniti della Patrologia latina 1020 _ ;

di G. C. in qualità di Figlio di Dio. Quasi tutta G5U S. Adriano netl* Epistola ad Carotum Regem

t’ AUiMuzione si a^ira sul primo punto, e sol- de Imatjiminn, verso ii fine, narra le islanze
tanto verso la fino vi si tocca il secondo, eh' da lui fatto presso Costantino cd Irene |k.t ri-
poi svolto c discusso ampbmenle nellaUra Parte, l'upcrarc 1 dirilU nnliclii della Santa Sede, cioò
la quale comprende il Simbolo Niceno coli’ag- In nunione ai Patriarcuto Romano delle Uioi'esl,
giunta FiUoQue o una spiegazione del medesimo che n'erano state smembrale per opera di Leoiiu
.Simbolo dirctla a confutare gli errori di Eli- Isnurico, c la restituzione de' PalHinoiiii, clic lo
.landò 0 di Felice. Nella terza Parto si leggono stesso Leone avea conlìscalL Soggiunge ebo non
'lualtnrdici canoni pertineiili a diversi capi delta avendo ricevuto risposta di sorta, divisava dì
(iisciptina ecclesiastica. Presso Lasse, Coni. , IS 31 — rinnovare le istanze. Cbe so l' Imperatore no-
Intorno al tempo, luogo ed a' Vescovi dei
al luerit ea (Utra\ sanr/sc Hoatrar. Romanae
('.ondiio. vedasi l'erudita Dis.sertaziono del p.)U- cUtiae restituere, haeretieum cam prò Uujus-
l•atslo. Òr Coneilio Foroiui.tra le Opp. di S- Pao* modi errorls pmcrcrtfN//« tue decernemtts.
lino nella Patrologia latina, Tom. XCIX. . . .
— 331 — (K>ve rillette il Dasosio, an. 794 n. 50. . . •
XIII 281 1

!(e deincept aliqìtlt audeat tibi eligere domi- ttie Uerum audiSn Lettor, quod et inilio snpe-
nos ex laUis homìnibui super /Vi haeredita- Horit tomi (
all' an. 390. n. 3 c A
} rerbis s. Gre-

tem, siccT NAruiATCM hasro a Papa Leusc. Così gora Papete andisii, nimintm (ransire in hoc-
Alolardo, Arciv. di Cartorbcry, che presiedeva retim obttinatam oecnpalhnem iurium s. /b.i-
ai Concilio. Questo fu assegnato dallo SmuAN m inae Eeclesiae, et haereUcum tue dietndum
0 dal L\sbk all'an. 79fi. M:i Wilkivs, Cane Briìitn. I Ì5« — et Ht liaerelicum eondemnandum. qui in hatut-
suirantorilA del Chron. Sa.r. lo ritrae aU'un. 79C modi errore tentus, moaitus non eorriglt quwl
LAÌIDE, Coneilhrum ColleetU IX 210 — fteliquit.Certamente è cosa assai nutabile, che
fi i:>
IDEM, ibidem ib. 214 — due Pontefici |ier santità e dotlrma cosi insigni
Di questo Concilio Hnmano a cui inlerv'Cnne- itibiano qualificalo di cn'sia, sebbene in largo
ro LVH Vescovi c che fu tenuto in sul principio senso, r osliuata usurpazione do' dritti della
dd 799 per confutare e condannare la blasfi'ina Santa S^hIp.
Epistola di Felice d'Crgel ad Alenino, il p. Sia- fi 51 ItARONIO, AtinaUs all'an. 791, n, 13. . . .
2C4
pubblicò alcuni frammenti dalle schede Iì5‘2 Ytniansi lo Osservazioni o Noto del p. Ma-
manoscrìtlo del Pithou. Nella seconda Azione nntsio fn Canones Coneilii Foroiui. tra le Opp.
il Papa alTcrma, cho Felice aveva .ibbiurata l'ero. di s. Paolino, Patrol. lai. T. XCIX
sia tre volte, la prima (an. ^*H) a Ralisbona nel Dal Canone XIII apprendiamo che anche nel
Concilio colà adunalo, la seconda e la terza Friuli l'osservanza detta Domenica cominciava
(od. 792} a Roma, sotto il Ponliticato di Adriano, fin dalla sera detSabbato precedente; costume
nel Patriarchio Laleranense e nella Ra.Ailica Va- in quo' tempi quasi universale.
tlcooa. Quindi 6 da correggere il Paci, il quale 055 PAGI, n. iO-13 all' anno 798 del Rahosio. . xin 342
fa diro al Papa s. Leone, che la terza obbiura FROBEN, De Vita B. Aìeuini Commentano.
di Felice ebbe luogo nel Concilio di Franefort cap. XIV, $. 4 nella Patrxd. Ialina. 81
alla presenza di Re Cario. Cr//./fi0aran.799,n.lO. xm 530 — !
La controversia durò ancora parecchi anni dopo
. . .
c

LARRF.. Canciliorvm Collectio IX 213 — * la morto di Atcìiino, fintantoché Fan. 8C8 nel

1

ANAST. DIBL-, presso 6 abomo,q. 4-fi all'an. 8U0. 337 Concilio di Yormazia fu definito, doversi repu-
M* XIII
tare ugualmente retto ed Irreprensibile l' usa
[
Per 1» paftio» 0® del Tcnlo cosi della trina, come dell' unica immersione.
1
Uó-t liune dignitatis tmperatoriae tilulum in
'i4fi CKN'SI, .VoM (5) in Epittùlam 06 Mici» Cani, OeeìdenU PontiYex renorarit, ut ha&eret Eeele-
70 chronalog. nu’ Jfonam. Dom. Ponlif. . . . 393 siaRomano adiersus ivfideUa, haereticos ac

li. Le
( 37 )

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.
.

sepc per la paslna 95 del Teslo


l
asuA Eaizio.vi

£ cHoulove, Op*t<x, Vtìjio aiolo, *^Ìjoperair*^ £ c‘louloi.c, ©peto, ^Ì?aJio aiolo, adoperata
|
oppure oppure
lirraì nolr brrni noir BilH
setliliosos Murrm : ofpcUm repuditiuf KCIX.1R1M), An»«ò*5. an. 799. nella /tolivj/. /«/. CIV IKnSAlM
4óC
jf}uiy.rj:{--m Imjtrrator O. ifntis tidertlar. Cor\ il Itgiiimo slesso del santo Natale, 23 Docerubre.
SldOMO. Ik fté-gno f'tt'iar. lili.lV.Cfl. Mibn.nSi. Il ,8 ic,mxh). De /telino /lai, lib. IV. ediz. Milan. 1 732. Il 232 D
Vei)i G03SKLIN,ror<^o/rrf.-j Papc.f*. I.cap.l,n.47. 0 altri Autori moderni vogliono, ebe OuJomu-

c l’IHLLIPS, Dn ttrolt Keclesiasli'jne, §. CXIX. gno abbia allora prestalo ol Papa quel owra’
;
MURATORI. /irtf/fl/i an. 781. . . . Mento di fedeltà, che in simile occasiono usa-
Opina il RtfWACE, (‘a .m// WcUoiks Aiìfi^tne. . rono iHii di prestare i suoi surcessori e che si

«In* in quiJsUaiitio n'ipunio Cnilomasnu rk<*. lègge cosi forniolato in im oulico Ordino R<*-

vessi’ da s. Adriani) la Cotli’zìottc do' Canoni c luniio : irt nomine Chrtsti spc.ndeo af^e ;n //i-

delle Tterrclali ronliiicie. Sulla quale lono d:i ceor cffo Impera/or euram Deo et beato Peirt.
If^^orsi CorsTAKT in prne'. atl EpiJ. R-ni. Pont. .I/Mjttoh, me. protirtoren ac defentorem fi-re
P. Il, §. 8, n. !i8; C n,\u.cniM, Opp. t. Uoni/i. hniut sauclae liomanae Eeelesiae in omntbtu
1
Y.’ilasi rKpi<t. CXMX di Aleuinn. tal HtiiilaUbiis, qwileuus dhiao fnlltts fuero adm-
RIVF.T, tlis/iiire litterairc de la frmee, . . . torio, proni scierò polert‘qtte. Ma gii Scritlori
• 0nsail,«.*rivcilPuiu.iPS,/>if/)J0i7£rr/r’'*.?.CXXll- Nincronl. dio pur notarono tante altre Lirco-
timi cc quo la Franco dall, snus ce rappnit, an «lanrc m>'tio rilevanti, nulla dicono di questa.
rè^nie de Cliarlcma}!nc. el tnul ce quo cc pii.’ux Vedi GUS>ELI.N./*»»«ro/r da Pape au ifopc/t Ay>
muiwrquo en général P"or la seiencn, à M-
tìt nelle /‘ières jurfif. , n. VI —
qneUc U n' aUrìbHait au'me (racUm stffnt(ìire~ TKoFANK, Oirrthtjpni/ihifl, alFan. nless.* 774 VI 303
meni efficace qu' aHiant qa'elU arait l' Eglifc Le partk'olarìlA dell'insigne prodigio son<
pùur orp<nic*,.Notal»ile sciileiiMl deserìUc nell'Azione quarta del Concilin Ni
IIARILLON, Praef. in Pori. I Saee. Quarti ceno 11, p^•s^ Uaiovio. all’anno 787, n. 23*52 .XUI ‘WO
tioicd. %
Vili, n. 178, pa- I.XXXU!. tnrho oggidì so no fu commeinorazìone nel Mai
Vedi UAHOMO, all'anno 781, n. !*r*. . . . tirologioRomano a' 9 di Novembre. Sickiicbti-
La LcUera ossia Ditale di Ctislanlino od Irono nd rArnmV^>n (Tomo CLX dell:'
è ivgistrata dal UARosinall’aii.TKI. n.
ni P;)pa Pnlndoyia latina) oc parla sullo Fan. 7HS
c porta 1:1 data <10**20 Agosto Indirtifwe Vll.Wii otre Otnslantini iinperatorit et H^renae n.rr-
heno osserva il Pa«Ii che si Iia da l«vgcro Indi’ ris eitts :ma gli antichi lezinnarii, conformo at-
cUofie Vili, ossoihIo iiidubiUito. cito Oslnnllno b.sta il lUaosio, lo riferiscono all'etA di Cosinn-
od Irono scriascro al Papa d«<po la iiioric dot lino c d'Ireno sua madre. Nella Bibl. PP. J/nr. Xlll 730
palritirca Paolo c la elezione del suo successore eggesi la Narrazione, dettata da un Anonimo,
s, Tarasio, runa c l'altra accaduta mentre cor* li un somigUanto miracolo accaduto, fone in-

rcA'a I* ottava Indizione. torno a que' medesimi tempi, a Costantinopoli.


Fill.VARDU, iiniìaU» aH’n. 78C. nella Paini lot PAGI, n. 8 all'an. 783 Baroniam. Xlll .... 139
Cmmiu m
Mstz presso Paci, n. 6 all'an. 787. TEOFANE. Chronottraphitt, all’ao. alesa.* 773 VI 3tN>

ECINARDO, Annalet all' an. 788. racconfa che Staurazio entrò nel Pch>ponm*sn
TEOFANK, CiiroMoraphia, all* an. ale«.* 785. c ne condusse via una gran quantità di uomini
EGIXARDO, Annalea presso PACi,n. 5 all'an.7t)t 0 di preda. Da queste parole il Mi a itosi. Animò
Ciò raccogtìo da una Lotlora scrìtta da Carlo
si (T italia, an. 782 ronghicllura. che gii Schia-
alla Regina Fastrtda, presso Pagi, ibidem. . .
voni doveano aver fissato piede e dominio nel
I Nell'Aprile del 791, C di nuovo con isinaeee Peloponneso. I..A s|>edizìono di Staurazio avvenne
maggiore nel Luglio del 7Ui. Il R confuiidr l’anno 783. siccome osserva il Paci, n. l.an. 782. Xlll 131
la prima con la seconda spedizione, e qm'sla EGIXARUO. Annrt/«.an. 785 nella Patrol. tal. CIV 421
meri Mtamonte riferisco all’ .anno 79t. Vegjr*'!'» Wittii'liindoda lleris^imo porsceuture della Fede
TEOFA.NF, Chrottoqr., all'ao. alesB.* 783 c 784. VI 313 CE ne divenne poi zelante propagalnn’.
IDEM. iAii/cw all* anno aless.* 78L . .
.

ib. 3H ~ Cristiana,
dopo ta sua morte ottenne in alcuno
I

n.VRU.MD, ARHtttc*, all’ un. 794, n. Il o29,


.

XIII 271 — laiilochè


Cbieso della Germania l'onore de'Sanli. 1 IWl*
V<NliLn nel Da^o.'iio. l//idrrA, n. 15-27 AAsmsTi nc Iratlunn a’ 7 di Gennaio. .... 1 380
TEdFA.NE, Chrertoprophiii. anno alesa.* 787. . VI 315 Caan!» Riviri'u.K.vst pres.so Paci, n. 13. an. 783 .Xlll 191
B.UtoS10,n.43-6óairan.795Di». l-8aHan.79fi. Xlll 312 L'Amisimo d' .\.scoi*LiBs in Vita Caroli Uuont.
TEOFANE, Chro«oprap/t/fl, anno alesa.* 789. VI 317 cap. Vili citalo dal Paci, n. 9 e 10 all'an. 787. ib. 2‘i5

Scrive il Daroxio. n. 1 an. 797, che Costanlino ed illustrato dal TiaASoscm. Sloria della Lette-
(KulU fiinui et vila orMfw est. Ma Trosas* ratura Italiana, tib. Ili, cap. 1. n. 11 o 12. .
(anche secondo la versione .tnastasiana seguila TEOFANE, Chronographia, an. ali-ss.’ 781. .

dal B:ut)nio. siccome avterliseo il CoMBsrisio EGINaRIio, Anmafes, an. 788,ni'lla Patrolonia. .
nello Roto poslcrinri ad Thenphttnetn ), dice so* NB. U Tcoiloro, di cui parla Eginardo nd luegn
lamenle che tanta imtnanitale idi ocalos ron- cil.» non è punto Adek-hi m-sia Adclgiso, chia-
va asi5»vnv trjrcv.cheeqli n't’Me malo da’ Greci TeuMo: nò Te*ofanc dice, rbe
a morire. Ma in eflello non morì, c CcnawQ In Addclii atibia Uisriain la vita In quella acon*
ricorda ancnni superstite «luando Nicefnro indi lillà. Quest' avvertenza è eoniro il Miratori, An-

a pftclii aniiLdeposla Irew’. occupò P Impero. nali (T natta, all'almo 788


PACI, n. 2 0 3 oll’anno 798 R/ironiane. . . XIII 530 PAGI, II. C air.anno 789 del DAfoMo. . . .
1

Eccolo VUt seguo per la pagina 9 j del Teslo

OZlLi ZDUIO.^K OEus tmiiosz


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MCRATOni, .innoii airanoo 791. . . . tV.ii 176 Uomaiti Pontefici avanti il miile, Torino IJC>8
fiRr. DAIIOMU e l'AtìU all’anno 791 XIII Si9 — CAVEDONi. De' primordii della Snranilà Wm-
Cfto.'(ic.\ Moik 8 Iacs 5si, presso Psoi» n. 6 , an. 79*2 ib. 233 — parale e della Zecca Pontificia, negli Oiouculi
0 D. aimu 793 Baroniauo
1« ib. 233 — Religiosi, Letlerari, e IlaraU, Modena 186-2. . XI Gl _
anno 703
YptlnAì PAGI. n. 6 air ib. •237 — Le moneto ii,c,d .0 si conservano nel Mu'eo
r. 8 R
IDEM, n. lu all'an. 775, e d. 13 aU'anno 791 ib. *269 — Kireberiano in Roma: le à,/ nella collezione Va-
PoraUro noUumo che la peregrinaziono romana licana in Ruma, La e nella ootlcziooo do’ Sigg.
di Offa ò messa in dubbio dal a cui Aquari parirnoiito in Roma, il dise^o deli' /i
ossa non sembra baslo%*oiincntc alleviala. Vedi ò preso daU’Argelati o. c. Appendice al . . . in 67
Bixioire d" .inglelerre, Paris 18ÌS. . . . . . 1 198 ( 1)1 Lo d, f sono iiMNlite.

C89 L’Ai'tors A.'vommo della Vita di s. Guirlielmo. É imporlanto il sapore ebo In questi uUimi
presso Pagi. n. IC all’anno 794 del Daromio. . xm •263 _ , anni furono trovati i coni recenti, con cui si falsa-
'090 Vedi ASSEMAM, Originft Slai'ùrvm vano le nvunete così di Gnaulio eojno di Zac-
ne'KaUndaria EccUHae 2/nÌt'.,Ub. Il, pari. IpO.9. li 43 .. I caria: ora sono presso i* ab. d. Luigi Pizzatui-
09 Atetardo, arcivescovo di Caulorbery, rij^uar- giiu in Roma, o oc abbiamo ì calchi. Si asso-
dando Eadbcrlo corno apostata, consultò il Pon- migliano alle moneto a oc. Sono di questo co-
tófìec A Leone, il quale dopo {natura delibera- nio certi pezzi non solo di argento, ma o di uro,
ziono seoinuDìcava il Ro e lo minacciava, ove di piombo, anlicbi cd ossidali, e persino pezzi
non fosso disceso dal trono e tornato alla {hx>- di cuoio : hanno nel diritto il nomo di Grugu-
fessianc ecclesiastica, di csorlaro con un Apo- rio e nel rovescio quello di Zaccaria, o noi ne
stolico commonitorio tutti i Principi e i popoli abbiamo veduto uno di rame antico ed os.»idato
della Urettagma ed armarsi e a punire la sua prc.4 SO i sìgg. Aquari. —
Del resto, cosi 1 coni
disobbiidicnza. Ciò si rileva da un’ Epistola di che si sono scoperti, come la hilsilà o il dubbiu
9. Leone 111 a Eenulfo Re de' Merci riportata di quelle monete che hanno due nomi, nun
dal ìVitzBT05 noll'A/ijtfia A'dcrd I 460 — osta punto alta sincerità in genere di quelle

i

Vedasi LIXGARD, Wùf. ifAnff/c/erre, Paris 1823. I 199 che ne hanno un solo, c di vero: ne trosinmo
119'2 TEODORO 8 TCDITA in Oratlone de i. Platone, notizia presso autori di un’età non soloanteriure
presso Uaro.vio, all'anno 797 n. 3*5. . , , . XUI 5.72 — a' predetti coni, ma io cui non s’ent anco di'slato

sor» PAGI, n. 3 all’ anno 797 , . ib. . 335 — l'amore della numismatica Pontiflcia; nè si ave-
*

DOi EGINARDO, Vita Caroli M., cop. lU coUazio* va alcun interesse di falsare Uli monde. L'ul.-
iato col cap. ‘27. netUi Palrvl. lai. T. XCVII,4l. c 51 — 1 DOINO, M
Cfaccor»., Rumao 1677. Vif, s. S*'roii

593 Il luogo del Sacro Sepolcro, non la città di p. 49*2., Vii. s. Zaehariae, p. 509. Il MAUILLON
i^erusaìemme, corno lia HL-niToar, .l»noò’,an. 809. IV. u 217 Miariim Italicum, Luthcliae Parisiorum, 1724 . — j

Le analoghe testimonianze di Cginardo, dcil'An- PAPEDROCIIiO, Propileim Haii, AnluerpiaeMil 2oJ E


iialisla Loiselìano, c dot Poeta Sassone sono bre- parlarono di questi pezzi. L’Oldoino per errore ag-
vomente discusso c bene diebiarato dal Dascm giudicò a Sergio la moneta di Gregorio. - Quanto
nel Discorso sopra le Storie Hal.,Ub. T.c.lLn. 3i«. V 265 _ '

alla moneta f di Adriano I. il Muratori nell' o.


590 Cosi le monete Pontillcic. coino il Triclinin c. a p.216 non vuol decidere se e*sa appartenga
Inicrancnso e por Timpurtanza propria dtil'ar- o no ad Adriano I: nella pagina preccdcntiì
goinonlo, cresciuta nelle presenti circostanze, c afferma, senza tener conio alcuno di
[»cr altreraduni, dotnanderebbero corinminir dio i Papi, dacchò ebbero li Dominio lem-
lue Note iunglie; o noi io avovamo disteso, ma porale, coniinciaroDO d batterò monete, c con-
io spazio non consentendoci di darlo fuori, ci tinuarouo un pezzo, mettendovi il proprio no-
eontenleremo di questi podii cenni me 0 quello dell' Impurature. Ma la diversità
Delle moneto Ponlillde del Secolo Vili. srri<- granilo che corre fra questa o quelle di Adriano 11.
i>ero i seguonli. FIORAVANTI, Anliqitiores Rii. PP. e di Adriano HI. è tale, che farebbe viTameiite
tienarii oUm in lueem editi a r. e. Ioanne Vigno- meraviglia quel dubbio, se non ne sapessimo il
Ito, Romae 1734. ARCEL.VTI, De Mimesi Jhi- perchò, che si vedrà nella Citaz. seg. cfuindi agc-
Iute, T. 1. 1730. .AGAMI, Dell’ origine ed anticUità volmcnlo si convìnce di falsità la seconda prò-
della Zecca Ponii(icla, Roma 173'2. — Vili — pasizione. Per ciò cito spetta la moneU d, parco-
DE MiVGISTRIS, Delle Ouervazioni sopra di un cbi anni addietro ne furono trovate mollo in Ro-
libro tntilolato, DetV origine e del commercio ma. cluì si coD-servano nella collezione Yjiican.i,
della moMla in Italia, ec. sn quanm ir/i/irir/Ze/ii’ nel mu 8 co Kireberiano e in quello ddSautaii-
alia Zecca Pontificia e a Roma. Libri III. Ro- gdo In Napoli, e vale a dinmslraro che nel Sem-
ma 175*2. V. il Ub. II. p. 10.7. SIIRATORI. Diss. lo Vili., 0 ili quel tonto, si coniavano in Italia
sopra le Antic: Hai: Dissert. X.VVII. Roma 1733. l.ll 215 monete quadrate e di rame.
CÈN.VI, note all' op. cit. del Murai. , cd. ciL GA* Pasisando all' uso do' pezzi di Giv'gorio e di
RAMPI, De .VnjNmo Argenteo Benedicti IH., Ro- Zaccaria, alcuni, frai quali reeentemcnlc il eh.

mao 1749. p. 13*2. SALVaGGI, De Xummó argen- Promis. negano che sieno monete, e il loro più
tea 5. Zaehariae P. M. ec. Romac, 1807. p. *27. 36. valido argomento si è ebo a que* tempi non si
aNAGLI, Le monete dei Papi deAcritte, Fer- usavano monde di rame e quadralo {p. 19]: ma
mo. 1648 p. 1. PROMIS DOMENICO, Honctc dei 1 Xè la qualità della maleria, ni ta forma otta

_ ( 39 )
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sci^e per la pallina 95 del Testo Citrt|ioni
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ÌC 1(31 Liti
brrut note brevi neif

alla Ioni ragioM di ronfia. I’ Nel Secolo Vili unii. 72ft. >— L* Laurealo era di fallo, e
X.,72». IX.
in itjliaerano in u.«o le mondo di rame. V. (ili'* Ciid certaapparenza di diritto soggdlo nirimpi'-
LIO IM $. OL'INTINO, Mia Za'^a t delU me- nture(an. 745.1.): nu n^almente npparten«‘va al
Mtg di Liu'ca. Il' GiuMiniaiio permise a' con- Papa(CÌlat.3l8.}.9ui |ouiiaino auto del iHicalo.—
soli di spar^rcro al popolo nmnc-le quadralo di li primo e principul lilolocbu fondi questa Si-

ramo. V. De Ike I:Hf>grn{urum CoutJatilinf>- gnorìa civile de'iVfilellel è il suffragio legillinm


IKdìlunorHi» tìtmtsvuitiOHs ditàgrlitiio n. CYIll. del piipolo: 'raiialogia di ciò cl»e fecero i pu-
(.XGVIII.) 5* La motida d prova appieno clu poti dd ducalo S])oletino s<dtu Adriano I, spargi
nel Secolo Vili, io llalia i>icomavauu inonult motta luce su que>to raUo.ann.775. XI. Cit. 5kl,^.
quadralo di rame. 4* Lo monde, di cui qui si Tua delle cause che legittimanu tal sufTi:i.:ii
IrtiUa. dovevano servire solo po' fr^'quoiiti biso- si ò r abbandono in cui l’ Imperatore ]:is. i:is:s
;;ni del minulo pOiH^lo. La eondirione im>y jucste parli ;72n X.,75K X., 73*J X., 715 1., 715 X.
perfoUa del Prìiicipalo de* Papi in qm'sti anni 74U L, X..75I, X.Xl andio pregalo di Mi<'ours<.
voleva elio essi si allonlanassoro dallo siile co- Git. 1 il. 752 1. Cil. m, .Nota 2 JIIL). Ora .is^.mii-

lmino. Dovremo riloniarc su qursln capo —i Ì4j iiiiamo i ptinli che si ricavano dalle monde.
tfiie'jaiioHe piàphutlbilf clic imstt danidiqHi'- 1. S. tiregorh III e t. Ztiecaria (731-52 ) no«
*tì pesii i cAc tieno monflf. L’opinìono dd Carli. flircafto $oto reureliia, ma erano propriamenh
fk-ll( numete e de/f is///»;/oite dt'tle Zccrfic trita int ettili detta if‘t ranx/ù dì Roma. — La monel-
Ha, Slnnliiva, 1751 p, 151. è confutala dal Cina- è una prcrogutiva della Sovranità; Omni aer<
(Cli 0 dal PriHiiis: quella del rrornis, clic le litmo ius feriuadae monetae tummae in repubitri
per temert ài eltmoniim, non pm'i riceversi fn^r potetlatit argumeulnm fui! habitum (b^lKIIKI.
le roso discorso, o per quelle ehu si diranno. — Amn. Vet., T. 1. Proiegom. p. LXX ). Akiim
/Aii’f.

5 .V//e epigrafi ii nfttUtUi’nde moneta o dena- prove storiche sono toivato i' anno 75L IX
rins. Lo dimostrano, o lo fanno coiv,;eUiiraro 71«, X. Gitiz-272. Qui‘^1.1 pfup*)sizione òronUi-
1* lo cpi;;rati stesse: il Pruniis snttinlonde «/• il Pupi, in Baroli, ami. 7'JC. n. X. T. XII. p. 520
OnNm{$iQnum Creg^ifU), maqiio^l* epìgrafe con- * in altri luoghi, il C.'iriì, o. c 127 -
M
1

viene
Murino
a*

l'onlclli'o in
I
su^dli: Y le monde di Crcf^orìolV.
o Formoso clic prcsenUmo il nome del
^enillvo.c acuì senza rullo si soltin-
H il Pri aldi,
•unno. Ua.<lia, IK51. P. 1.
Cit ile Pr/>iCi;eiW della
L C. ili, il Truya
C D. III. n.522 p.05ff e altrove, il Trevisani, Breri
L
Chieta Ro-

lendu moneta. cc.y le monde die gli AngliKSas- della rifa e delle open di Carlo Tr»ua.
soni mandavano a Doma, e che |M)rlano Tepi- Napoli,iK5Kp. 50.-2.1>i.^rrmi/fii dfflomn fa que-
trrafe.sc/ Petri m. o wo. { nnneli Pelei moneta ): di anni non era nette man! de! Senato. McUo mo-
4' il

anno 726.
nome slesso dato al denara di
IX. — V l monete
timiii domanda rhe aneheqNeste $i piglino per
t.

di olire
Pietro. F.
1 nete non vi ha indizio di
luiridi mm
può rteeversi F opinione dd Tniy.i
Q del Gurli (p. 1^), 1 quali sentono che dal-
tal polerc del Senato;

monete, t* La monda di Adriano 1 e. 2* Le r anno dell’ cmancipaziono del Ducalo ( 727


mondo di elemosina di Pipino in cui da un ialn fìno ni 75L giunta il primo, o sino alla (Ine del se-
leggc.sìIkon Pipi {thmini Pipiai), dall' altro colo XII, a delta dot secondo. Il Senati) rxunano
eiemoùno. V. Promìs p. 20. abbia tenuta la Signoria politica di Roma. —
Sarà bene avvertire elio il eh. Prnmis a tor- 5. S. Gregorio III. e t. Zaccaria etercilarmo In
to noia li Cinagli di aver etasMifirah il pezzo maniera piu a/h*r/<i cA< r Gregorio II. I dintli
di Gregorio111. come prima moneta papale nenia della .SorraniVif.— Mentre questi compiva a nome
crWNrrc prora alcuna ( p. i4 ); gitn cln'» il Ci- di Pietro gli atti in cui propriaiucnlu spiccano i
s.

nagli prcrisamenle alla pagina 1. allegata dal diritti pulitici della Chiesa Romana; troviamo da
Prniuls, nota (6) confuta il Carli, o porta le mo- s. Grt'gorio ili. battute monete col nome pro-
nde quadrale di rame corno la d. Egli pi'rA prio e con quello di s. Pietro, o da Zaccaria
avevauna tioliua multo ìmperfdia di quevle Soltanto cui nome proprio. Il Cenni dichiara
monde, onde a p. tòt no reca in mezzi) due quest' arliculo co' dati storici, Mon. Dom. Pont,
che dire incerte e rarissime; oppureci-se sono in S. Greg.III. EplsJ. Admonilio, n.XXIi . . . 15
prccÌMnRmte quelle stesso di cui parla a pag. 1. 4. Nondimeno questo Prtneipato era anche im-

r»97 Siccorae queste sono In prime monde Pon- perfetto. Le monete degh aH'ì Principi e degli
lillrie, accenneremo succiutaincnlc alcuni capì altri Papi sono por Io più di oro o di argento, ro-
risguardttiiti il Domìnio temporale della Santa tonde, hanno il titolo Romlnut, e talora .'mrhe
Sode nel Secolo Vili, che dn esse discendono. l't'fligie del Sovrano; nU'inconlro le monete di

Il loUoro poi intendo ngevolmi'nlo. che queste Gri'gurìo HI. o di Zaccaria non lumno nessuna di
conclusioni non coslìiuiscono una storia com> queste qualità, ma sono tutte di rame, senza
piula, e che qualcuna di esse vorrt'bho essere l’ eflìgie del Ponltjflco e il titolo Dojhìhiw, e qua-

un pi) largamente discorsa o dilucidata co’ dati si tutte quadrale; quindi Accennano a un Prin-

storici, il che In parte faremo nette Note 6 e 8. rii>ato imperfetto. Non è inulile avvertirò elu-
1

Sarà bene premellcre clic la Signoria politica qui'Slo cireosUinzo noi le consideriamo nel loro
de* Papi siqira Buina comincili durante il Pon-
j

luunpiesso, e non alla spicciolato, citò in que-


UQcaU) di a. Gregorio 11 nel 727, (v. Ciloa. 129.
i

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sto iiHido non potrebbero concludere ciò die
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93 del Testo

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noi intendìamOt p«fcbè In moneta d potrebbe risolutamente QtTemia cim cshì potermio lol*
eascrc bizantina» eppure è di rame e «itiadrala: terne; o di ver>i>. il ikuninio Tetiip: doTafà ns-
la più parie di quelle de' Pontcfìcl di iiucslo sodossi, 0 proo aperlainenle lungi» md Dirillu
acculo sono senza la loro eOli^iu ec. La storia Pubblico per la promessa di Pipim» a Sle6)no 11.
poi e (*li atirì monunteuti ci conferroann, che i

falla a Quert*y nHI’anno 75L, seguila nell'anno


dal 727 a! 754 queiU Sovranità fu veramente stesso dal Trattato di Pavia, confermalo nel 756
imperfetta, e il suo stalo impcrTello si puh a i

(751. IX). Il ricorso de* Papi a Pipino, e quindi

nostro avviso formoiare cosi; r£ua era soia tem- Inguerra da questi mossa a' Lungoburdi, ò giu*
poranea. Cosi prima come dopo l'esautorazione un de' lati per le iniquo c coni»*
stilicnto dall'
di Leone il Ducato non durava nell' cmaocipa* mie minacce ed inv-asiutii de' Luiigubardi nelle
tionc, e i Ponleflcl non ne tenevano la signoria, :
parti dell’ Italia bizantina, c dall’ allru per l' ab-
ebo con animo di rientrare no* tennini anliclii, bandono in cui r Imperalure lasciava queste
dove prima l’Imperatore si fosso mostrato meno I parti (V. i II. cc. al principio di questa Citazione ).
1

spietato verso V Italia, e piò sollecito de' suoi Uuesta pure è una delle cause die lcgillim,ino
J

bisogni. ( Xot 5** §. L 5% 10% 731. X.. 752 I. Ci- 1


hi conquista di Pipino c quindi la dunazione
laz. 2WJ>. a* L'eserciiio de' diritti detta So* .alla Ctiies.1 . serundo titolo del Dominio lempo*

vranità era motto temperalo. I Pontudei ne usa- rate della S. Sede. Vna, dicemmo, peri iuediè
vano tanto, quanto voleva la ncce&siUi del ben essa è giustificala anche dal dirillu l.di punire
'

pubblico (v. i fitlil allegali sul principio). 3' JSon l'ulTesa, 2. di cunipon.s.irsi del d-mno, 3. e di
era piena F emancipazione det Ducato Romano premunirsi contro il pericolo (v. GsatMC. /W Se*
da Costantinopoit nette tue relaiiont eelertie con rruitoec.S.X. Ldiz.di Nap.T.Ill. p. 333. TArAa£i.u,
ceso. (XoL 5’* L c. IO.*, 73!. X ). 4' Anche nelfam- Saggio ec.n. 1353. ss.). U
storia de’ tre anzidelU
minittrazione interna det Ducato ti continuava Ponlollci offre molle o gravi provo della loro
in certi punti a rictmoscrr^ ia Signoria dcirim- Sovratiitì. o degli attrì capi che s' inferiscono
peratore. Si trovano coniate in Puma monete dallo moneto di Adrianol. Slefaooll. .'in.754.IX.
di oro di Custaotino Copronimo assunto aU'lm* s. Paolo 1. 760 !.. 762 X. 763 1. Citaz. 419. Citaz. 498.
pero net 741, e soldi delio stesso col fìgliuolo X. SUL Stefano III. ann. 769. X. Citaz. 515.
Leone IV. (V, Promis op. clL p. 17).— 5. JL^ donazio- É da diro di Adriano 1.— 9. Sotto i7 PoHf/)fciifi>
ni dc'Re Franchi non eostUuitcono ni runico, ni di Adriano !. in Roma non ti riconotea a pià la
il primo titolo della Sorranilà de' Fontefiet. Gino* SoiToni.'ù <fdr/m/>cra/ore 5ì;nn/fno. Perciucehò
chò queste donazioni sono tutte posteriori alle lo mondo qui coniate non portano nè la sua im-
moneto di Gregorio III c di Zaccaria, lo quali senza pronta, nò il suo nome.— IO. AVppurc i Re Fran-
folio suppongono un altro titolo. 6. Quindi le rhi arcrano guetia Signoria: per la stessa ra-
donaztiml de' Re Franchi, guanto a' luoghi che gione che milita conlru il bizaul:uu.(Cilaz. 4SI.} —
già appartenevano alla t. Sede pel tu/fragio le- 11. Neppure il Senato Hotnano teiwca la 5«rr<i*
gittimo del popolo, furono veramente rettiluiioni. nffd di Roma: porebò Io mimelo nun pres(*ntano
(
Citaz. 518 ), —
7. / diritti potiliei del Funtefiee nessun indizio di quest* auloritì del Senato.—
ipptf r/irn^one alla Chieaa R\mana capo di tutte 12. Il Sovrano di R/nna era il Romano Ponte^
le Chieu. —U
relazione ebe corre fra le due
1

Ree: perché le moneto portano il suo nome, o la


•epigrafi della moneta a no accenna non oscura* sua clìigie. (Citazione 451.. anno 772. IX. Cita-
mento che te ragioni di Gregorio erano ragioni zione 4fl®-9}, —
1 3. W Dominio del Papa era piena-
Iella Chiesa Romana capo di tutte le Cliiese, o. in mente assodato e ricevuta net Diritto Pubblico,
ultri termini, compotevano a Gregorio fn guentu Lo suo moneto della .specie f rH)n si allontanano
.‘ra Pontollce. Qsiosti sen.<i esprimevano 1* i prj- dallo stile comune, suoo d’ argento, Jiauno la
puli nell' assoi^tarsi alla giurisdizione civile sua effigio, imitano il tipo bizantino c il bene-
lei Papa (773 XI. Citaz. 540.): i Re Franchi T ventano (.inn. 772. 1. Citaz. 4.‘k). ann. 787. 1). Sotto
nelle loro donazioni ( Citaz. 451, ): 3* l Punteflei Adriano. 1* fu da Carlo M. solconemcntc ricon-
nel dar opera che fossero resliluìte le cittì usur- fennata la promes«a di Quercy (774. 1.):2Tu a
palo (
75« I. 772 IX, CitìL 498.
Citaz. 29C.. 758. X, questo confermato il Patriziato: 3* il ducato di
499, 513): 4* gl’ invasori Del restituirle (Qlaz. 241., Spoleto cd altre cittì spontauearnente assog-
769 X. Citaz. SIS}. —
8. fi Jhiminin temporale gt'Uaronsi alla giurisdizione civile dd Papa
della t. Sede appartiene a tutti i Cattolici. Di- (775. XI.)— Prove di questa giurisdizione sopra
scendo dalla proposinone precedente. Il regnan* l'Esarcato o la Pcotopoii. Citaz. 433., 498. 561. —
te Pontefice Pio IX nell’ AUoeuziune del 19 Gen- 1 4. H Ponte fiee non teneva questa Sovranità in

naio 1861. ne dice che t dirillì civili pubblici comune col He de' Franchi; per l’anzideUa ra-
della Sudo, non ad aJieaìu* regatii famitioe
s. gione che non vi 6 nò il nome, nè l’ oRlgie del
taceeuionem, $ed ad omnes Caiholieae perti- secondo. Questo si avvera ancÌ»o pcrl’Ksarcato
nenL {La Sovranità Trmp. de’ RR. PP. propu- c la Peotnpolì, v. Citai. 564. —
15. R rinnoiei-
gnata ec. Roma IHGO. P.I, T. I. p. LXX.VIY}. iamento delCImpero di Occidente non conferì
Sebbene non si trovino monete di Stefano II. air Imperatore ia Sovranità degli Stali della
e do’ suoi successori Paolo I. e Stefano III., tut- Chiesa’, giacché è por sò al tutto improbabile,
tavia il Pagi stesso ( in Daron. ann. 795. n. VL) cd opposto al carattere di Leone 111 ( lucces-

( 41 )
Tino
H

(Eitrt^iOUi J)Cl spRuc per la pagina 93 del Testo -^CCOlO Viti


DCUI kiuzimm; BZU\ CSIZKiSC
o C/^iitovc, 0|?cv<x, 5?ixJio citalo, adopi:rata 2 c laulot.<j, Opeva, ‘XVj’òo cilalo, idnfu>rata
9
e oppure Oppure
3 a

ig i ai
.

K brroi note hrrpi neu

st>re di Adriano], goloso cu«ludc o tchnlu dj- lico im>dutlo, riedillcato nella piazza Odia me*
fonsiire do’diriui della Quesa, elio M^n^a str<i> d<'siin,a basilica, dove ora si vede. Noi ci siamo al-
lissima nei'c»5ilà si spogliasso dolla sua ^i>vr;v bMiuli ad 4>M>. Questo Triclinio serviv-a a molti
nitìi per invi'^tinio Carlo M. (Ami. I«*iu. I. 1\. iivi; fn gli altri ivi solevano i Pontdlcl desinare
qui il iolloro può raoco'
XII. Cilax. 7iHi:. Di nel giorno «lei Natalo di X.S., in quuilu di P;isi|ua,

icliorv, porctiò ai Muralurì spbccia tanto quella e nulle due fenti) eo(i»«'eulive alla seconda so-
moneta. —
La p^>po&i>ione nona ò contro do) lennilA. V AI.LM \NM, Ile Parietinis Lateraneru.
Muratori, dnNu/l, ani). 8iKi. IV, Il 413 Doma 1756. edizione curala dal Dollari, in cui vi
0 in molti altri lu<vlódi qi]>>slaodÌ altre opere «Olio due dis<ui'lazioi)Ì dui KASIMJNI o di G. S.
del IW Marea /V Conenni., htf, 111. rrfp. II. n. 9.; I.i \SSKM\NI sullo fcP'sso soggetto.
decima è contro dd Ros^sifd. firfcHt. tk-ri ìib. II. s|*U.\irS, |f/j<Y.'/onca rmditar. enf/qiri/u/ri. . '284
c. 37. 38. del Fleury lUU. Kr/. T.X.L. .\LV. «.‘il, d:t ronsiillarsi p«‘r le varianti dulie e[iigrali.
del Le Diane, Dissfrtotiou snr uoinnaU^ IMGI. niraiiitu 7%. del Daroiiio n. VIL . . . . 31
lie Chfirl^tita‘jne et de set tMeeettrart, Pan» ICK9, MADILI.OX, Ann. Itened. l. .VX 17. n. IXXXML Mi
e della piìi parte desìi aulon FraiiLr‘-i: l'undetini.i lioLL.tMMSTI. Aeia SS. Propileum maii, Oiuert.
contro del Carli Le.: In diviiuasetNinda e Iti dit> de Lennit et Caroli imaginibiu Hamae eie. . 125
matersa contro di tutti gli atuidelli KTillurì. L* 1*2 Giugno, Tom. 11. p. 57I,.^»H1). De Trfc//mo Leo-

decimaqu-ifla contro di N;it:iie Ali-inemilni. Ilisi.


Ecrt. S<r. IV. liisterr. \XV, IV. p. 417. La dtvimn*
quinl cnnlm del U><>su(i. L e.del Muratnri cr.
.1
..
mano eiu*>iue muKiris et horam nignìficatu. Que-
sto lavoro ò a nostro avviso il più pregevole di
liilli, comprcf>t> anclH> quelh* detl'Alcmamii, per-
1
Italie monute di I.eon»i HI. si ritrae, elio— l'iiò quainJo fu deltalo, si potevano osservare da

fC. A’tempi tU Lr»ne ///. la Sorranità dello vicino i musaici, ondo Ibdiamlisti por opera del
i

Ihìntifirio non era né pretto t tinperalore bi 1 *ro confratello p. Vaimi che era in Roma, ne
zantino.ni presto il Senalo{Cì\:ìt.7**i in Gnu).— lit-dero una descrizione molto minuta, -T. VII.

17. L'Imperatore di Orridente orerà re Ia- IV DttiUcn t. Pelei, p. 137. —


CIAMI'IM, reterà
sioni juditiche con lo Stato Pmlifirio; sulle fti<^ —
V alimenta, P. Il, p. 127., Ad Ciampini opera
nelDile'Papi vi ha per lo piò il suo nome, c nell'/, addilamenlnm^ p. ,V.T. — SLVKRAXO. Jfrmorrf*
l'enisie. — 18, Qaette rt/NsÌTh*runopr#w* «ii-ri* delle sette Chiete di Doma, huina 1630.
eipalmente nella difesa armata di qitello Sfai' T. 1. p. 533. — SANTKLLI, Oltraggio fatto a Leo-
e della Lo adombra rdlisie che ò nell» ne Ili. ed n Carlo .V in un quer/roeo..RomalH|5.
moneta h, e, coma vedromo.òqm^to l’avviso puh' p. 13. — TAMIIKO.NI, Ottenaiioni tttlla imma-
del cli.Cnvedoni:disc«mdc anche dalla pnip.lS.^ gine. dell' Imperalore Carloche trovati nel
ii.

19. Il nome dell' imperatore snlle monete hm- Unte» CrltUano della Ùildioteea Vaticana. Atti
tificie tj) non denota che arettero ti d>au>Tii-> delCAecadcmia R imana di Archeologia. . . . 217 _
de>jli Siati Erriesiattiei. D^^utta <lnlla prop. pri'- Nel musaico dì mezzo si rappresenta nostro
ccdcnlc Se in questa moneta (A) Carlo M. n im-
; • Signore che dà la missione agli Apostoli Noi-
• |tarisrccvideDlemmile quale tutor fide fetm<>r Dantico musaico a sinistra S. Pietro aveva tre
• Kccletiae ti‘>manoe, non gi<i come Sovrano chiavi e il Santelli. ebo ne diodo lo incL<ÌnnÌ dopo
• di Itoinn, anello nulle altro monule Pontiiiri.' la ristorazione tattiuo da RenciU'Uo XIV., cosi
• il nome suo 0 de* suoi successori cuanife» lo rappivv'nta, o discorro il sigiiiilcato di que-
• stamerdo si consocierà a quello del rugiianlir sto tre chiavi: noi però assicurati che il pre-
• Sommo l’onlutlce a riguardo di qui'l mudis sento no ha duo, abbiamo creduto doverci at-
• simo T illustro Ca*
titolo.* Cosi saggiainunte bmcro a questo. A destra la M‘rUU sulla testa
vedoni (o. c. p. 173]. A schianmentó delle prn- di Ciislantìno, Rex Conatantinus. Non si eunusce
posiziooi 17'I9. si vegga ann. 800. 1, IX, X, XII. punto quale fosso quella che era posta sotto il
Cit. 700. Quesia prt<p. è contro il Mumtnn, Inss quadro, l'altra a sinistra dico; Beate Peire dona
cit. p. SIS, cd altri.— *i0. Cus) prima come dopo la ritam Leoni papae et rictoriam Carato fii'vi do-
rietoraiione dell’ Impera Leone IIL fu il s,’i nini
degli Stati PmUficii. Si ricava dalle coso de- Uè
§ naz. Sulla testa di S. Pietro. Sanetua Petrua.
V. la Colleziono dello iscrizioni cristiane del
(aun. 796.1. Cit. 57i, 7t». 1. CiL S76.,ann. SUO. 11. cc ). M.UU.Nt pubblicala dal MAI, Ncrip/f. reft . . . 187
11 Triclinio Lateranense Tu edifìcnto da Leo- nella n. (i) il coUottoro dico olio nel Cod. 3011.
C98
ne in. Per lo ingiurie do' tempi, per gi' incendi p. 179. della bibiioteczi Darboriniana vi ha un
0 por dar luogo ad altri cdillxl, era quasi tutu esemplaro cokirato di tutto il Triclinio: dopo
perito, e solo rimaneva 1’ abside maggiore, mi> molte ricerche, e merci'!! la cortesia dal biblUi-
neppure intiera, luanc.indo del musairo destra ,*i tocario l’Ab. Pioralisi, et i> venuto hitto di tro-
11 Card. Barburini, avendo do[io molle diligcnli vare che questo osempUro ora ò nel Cod. 135.
ricerche trovato un* antica pittura di questi p. ICI :csso però non rappresenta tutto il Triclì-

secondo tale modello eseguire i


edifizlo, fece nio. conio dico il Marini, ma solo U musaico a
musaico a destra, o riparare la parlo che re- destra, corno era prima della ristoraziooo fat-
stava. Da capo disfatto, quando fu ediflcato i tane dal Card. Uarbcrioi. Nel Cod. 3*X p. 53. vi
portico innanzi alla basilica dì a. Giovanni ii. ba un piccolo Imjzzu di questa medesima parte.
Laterano, fu da Bcuodello XIV., secondo un an-

U'i)
ni
Questa Nota ò a pag. ’ìs dello Noto luiigbo.

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,

IVOTE
al

Secolo Ottavo
\ola I

f » 1/ aatoHlii d«>l Pap* In Orienl« • dcM l

viò pertanto al sommo ponteOee Costantino una Lettera inti-

KIÌ Imperniorl Ctr««i In (Kwldcnt#. Quale ogpcltu di tolala ; Apoionetiea, pro}der ea quae tempore tifrannidi* Bar^
ammimcionfì non è egli questo : vedere neU' Occidente la maa* dae {Filippieo Bardane) m/jfa ivnf adrentu sanetem et oecu-
Età del Ruotano tnipero avviliu a lai punto, dH'rRsarco di menieam $ertam Spnodum, la quale ieggesi tutta intiera col
Ravenna non fu altrimenli cainco di difendersi dall’ inv’asione lesto greco-latino, nella Collezione di monsignor Mansi (1).
di un semplice duca Longobanto nell'anno 716. ma dovelle Comincia con beilo elogio al Creatore pel mirabile aKiflcìo
Ki[H>lichevu!c ricurrcrc per aiuto a re Liutprando; vedere, dico, col quale anrbitettò Tuomo, volendo che il capo fosso pre-
sii profondo avvilimento autorità imperlale aliora appunto,
d<HI' posto a tutto il corpo, ed in lui avessero sede i precipui vi-
che il FatrUirca di Costantinopoli pnift'swav.'i nH modo il più coli dei sensi , sicchò da quello traessero vigoria e moto le
chiaro ed esplicito, di riconoocerc nel Romano Poatelice il Ca- singole membra; e quando alcun membro soffrisse, dovesse
po del Sacerdosio CrMiano, quindi anche dd Sacerdozio di tut- il capo pretidcme le prìine cure: e col rnintslcru delle mani
to t' Oriente? t dum}ue per dichiarare V unpurlanza dì questa recando l' opportuno soccorso alle parti d'esso corpo più in-
solenne proEessione. che togliamo a notare l principali luoghi fime e lontane, mostrare anclie verso di queste il naturai
della Lettera dei patriarca Giovanni al sommo pontefice Co* affetto di compassione. Allegoria tanto bella e che all'uopo
j

Untino. Lssi daranno un'idea dell'altissimo coftceUo in che |


cadeva si opportuna, è dal patriarca Giuvaoni applicala alla
Chiosa R(»mana, madre e ma<»tra di tutte le Cliicae, ed al
'

lenevasi in Oriente I* autorità Pontitkale; e varranno a nio*


strare, quanto fosse colà sentila la necessità della dipendenza scovo di quella, supremo Capo della Chiesa Cattolica Hit re- :

dalla &. Sede Romana : e ciò nel tempo stesso che i popoli tinm quoque Apottoiicum PÒiUiflcatum comparare poetumui,
d‘ Usila soggetti alla greca dominazione, sentivano grande U 0 tancUuimi, et CIIRlSTtA.Sl tSACERDOTli CAfVT YOS ca-
tenlazionedi liberarsene: tanto grama ed inetta appariva quella HOnice rqìutantest merito per tot quaerimut aegritudinit .

larv'a d’ autorità ai bisogni dd civile consorzio in sì lontane quae exeletiatUeo nostro accidit eorpori a pestitenti et ejri-
provincie, cui sola ormai la voce dei Papi valeva a oontcnere Uosa animi* tyrannira pofrtfn/e, arripere mlatium. Omnine
che non disfogassero in aperta ribellione. Ftiipiùoo Rardane, piu enim rat quoque, VT EST RROPRIVM CAPiTIS, noi inrofun-
tiranno clm monarca, aveva indotto in gravissima leiilazione larie. laborantes minime despieietis, neqtie a congenita ac
i vescovi d' Oriente, pretendendo che disdicessero l’ autorità coaiila coniuneUone not amaudabUii. ted propier nostra po-
del Sesto Concilio generale, per rimetterò In vigore PcreMs tius vulnera dolente* . . . Ntrnc sanitatis nostrae recupenx-
dei MmoteJiti da lui patrocinata. Ciro, patriarca di Co.sUintino> lioni ture gratulabimini, et tnojrinw quando morbus a culpa
poli in que' giorni, fu la prima vittima immolala dall’eretico corporis non est prr/flretiu. sed extHnseru* a violenta et inO’
imperante alle capricciose sue voglie. Sotto certi pretesti di pinata calamitate futi effeetns. Scende poi Giovanni a narrare
mcn canonica ordinazione, lo froe deporrc, e lo rinviò oli' an- della tirannia di Filippieo, e dice delle molnstìssirae arti usata
tico suo monastero. Poi propose per quella cattedra un uomo da quel violento settario per indurlo a scrivere le LcUero di
profano ; ma non inaisteUe, e lasciò che vi nvontasse Giovanni, uso alia S. Sede con inchiostro ijiliiito del costui veleno ereti-
reietto del Clero di CosUmtlnopoli. Il novello pairiarc.*! ap- cale; c scrive, come, a d^lìnart; le terribili consegtienzc di
prese ben tosto quali gravi pcrìcnli minacciassero le chiese un’ aperto opposizione, più che delle parole si fosse mostrato

dcir Oriente in quelle tristi congiunture; e mirando ad evi- tenace delle sentenze dommatkhe; confortandosi cogli «sempi
tare mali niaggiori, s' appigliò ad un partilo, che i dotti espo- di s. Basilio, di s. Gregorio .Nazianziiio e di s. Dionisio detto
sitori di queste vertenze chiamano d' Etonomia ed il quale r Areopasita. PeniUro soggiugne: tìarc. autem dicimus, non ut
consisteva nel passare sullo silenzio i termini espliciti del qui velifHHs erenere roce* iam st/nodice definita*, quasque h-
domma delle duo Volontà, adottati dai Padri della Sesia Sino- nii'crza Dei ecclesia tango iam tempore est confesta. Anzi
do. contentandoci di professarli implicitamente nulla sosianu sentendosi sopra terreno sdrucciolo, e non reputandosi tut-
del domma medissimo senza restrizione alcuna. Prelati illustri, t'afEaUo scevro di colpa in bccia al tribunale di quella Chie-
quali un s. Andrea Cretense. e un s. Germano Cp. (allora vesco- sa rtif r eresia poh ebbe mai accesso di Krta, ne invoca il

vo air&onomia di Giovanni Fitippioo


di Cizico) ai^coiiciaronsi ; compatimento, per la violenza cui fu buio segno: Habeti* er-
se ne mostrò sodis^tto, credendosi di averli dalla sua ma buon
: go rat, 0 VIRI DIVIMTVS l.\SPIRATi, deticti per aUerùu ri»
per essi che il nembo tempestoso Ri presto disperso colla de- et iniuriam admissi ratidam et legiUmam defensionem, et quae
tronizzazione di quell'empio tiranno. Allora però, cioè ces- nequaquam eonteUi ac labefactari potest, puram et liberam
salo il pericolo, 0 assunto al trono di CP.il cattolieo Anasta- orlhodosae fidei cenfeuionem. F per ultimo chiede che, per la
sio, SK;ntl il patriarr.a Giovanni tutta la neccasilà di giuslill- violenza sofferta da Giovanni e dal suo Doro, non si rallen-
care la propria condotta in fàccia alla S. Sede Romana, a line tino punto i vincoli delbi comunione colla & Sedo : ncque
di rannodare indilatamentc quella comunione caltohca che ò atleiùlentes ea quae per rim facta sunt, not, quibus ria est
per ogni anima ben falla il primo biseco, e per ogni vesco- aliala, espellati* a restra charitaie, ncque tamquam inimico*
vo poi il primo fondamento del suo pastorale ministero, lu- .
esisUmctis, ut dicit divinut AposMut, sza co.v 80 luuii ot ni-

( 1 ) - r^ì ^ ™' »
,

Hate al
Nola 2,

Turi, tMeiuifiiUi ù(i imilationem .. .Forlis in Domino, ora prò {lerdonabile che corti partigiani, vagticggianli un'unità Ita-
nobit aanctiuimrti bfatìaumr FraJrr. Or tn Greca doimnszio* liana foggiata sulla pagana antica, appongono a quei Princi-
ne. che coi soprusi di religiuM^ impertinenze provm'ava qu4*ste poi; e quando la (irepolenza dei Rarbari consigliò la divisio*

apulogie al tribunale delU S. SimIc, si disfece in polvere; ed oh ne dell' imporo, non pur uno d<*gli Imperatori d' Occidente
quanti secoli trasccirìim) da ctiVUa si va dnqierdiiido, senza che ferinò stanza in Ronui. Anzi, neppure i R(> Coli che li sop-
imi i polenti che rambisccmo. valgano a ntrcogUerla Ma l'au* I piantarono: nè tampoco gli Imperanti bizantini cui riusci-
torilù del Rutiìoiiu Punlcfice dura anche oggidì la st('$<sa d'ailo- va di rìcufiH]ulstare l'Italia: niuno osò mai rialzare il trono
m; ami dura e sussiste, a dispetto di tutti i conati dell' inrerno, ueir eterna città accanto alla Sede di Pietro. Non Teodorieo,
con quidia nuova corona che sin d' allora cinse le leinpìa del re di alti spiriti, il quale entrò non gran pompa in Roma, be>
Vicario di Cristo: vo' dirola corona di Re. avente sigiMifìa su ncGcìi qm*! popolo, vi promosse le arti, ma poco dopo se ne
quelle stesse provincìe die lo acellro dei Greci Imperatori ah* nnontaiiò e ft>re ritorno a Ravenna (Testo, a. 5U0^ non Costan-
;

bnndonava in modo si vile cd abbietto. Oli |K^rcliè dunque te II, chi>, sdegnando il nuova Roma, volle tra-
s<qrgtorno della
non si rinnovano anche oggi consimili oc^inpii per parte d al* niularai colia corte tni{M-riale nell' antica : ma dopo soli (bidici

tri prelati Greci che soiTriruno c soffrono non minori vinicii* dì lasciò la Ruma papale, u andò a Unire i suoi giorni in Si-
ze burocratiche a danno della eomuoion cattolica col Punte- cilia (Testo, a. GC31: quasi qne' potenti dei secolo ronfessassero
lice Roiniinu? Ma l' infendluno all'empio tiranno Filipfficn
: coi fatto, non fMcee poAsibilo, che dallato ul supremo deposita-
Dardane succedeva il pio e catlolico Anastasio; e la bella Leu rio del potere spirituale si eh-vasiu» un' altra autorità . ittror-
lera del patriarca Giovanni era portata a Roma colle altre mante dimora un subbietto da lui distinto; e che
nella stessa
nneor più bette del nuovo iinpt'ratorc. Piaccia dunqiK‘a Dio lloiiui,erede di tutte le grandezze del mondo, dopo aver ao
di riunire di nuovo tiitlo l'Oriente sotto uno scettro cattoti- onilo Ira le sue mura la successione dei Viearii di Gzsii Oistu.
co: oh quanti Giovanni sorgeranno allora, pronti a rannodare contimi.'isse a far s^'in* il suo Campidoglio ai sanguinotenli
col Roinano Pontcllce qmì vincoli che gii anlìclù prelati o- trionfi della guerra, e non anzi alle caste pompo deir amor
rìcntali erano così sullocili di manti'ncre intatti. vittorioso di un Dio Crocifisso per la salvezza degli uomini.
In secondo luogo, pereM ron (Ugnila tanto mbUmt dorerà
Radici del dominio (omporalo del l*opl* Nella naturatmfnte e rpontunfamrnU ojiaociarti l' idra e iì dfM»
Nota G* ragioniamo del primo Pirs-Rz che fu S Grcimuiio H, dfria dtlìa tuprrma imparale dignità, per parte dei popoli
e ne rechiamo in cumpiMidio preclarissimi fotti, che per mi-
I ilalmni, non sì toalo Fareatero eglino trovato del loro più gra-
rabile disposizione della l'novidenza contribuirnno a rnstituirìo ie intereue. K n<Mi è d' uopo attendere i gravissimi folti dei
tale nell’ordine dei tempi. Ma non deesigià aspettare sino a Secolo VIIL per detcrmioan' k» prime mosso di quello slancio
Gregorio il, nè ai trìluslro suo pontìtloalo ;Tcsto« a. 7l&-7oi), spontaneo, ebe condusse i Romani ed altri popoli Italiani, a
per determinare il principio ddla negale autorità dei Papi. Que- cercare nella sublimissima dignità del successore di PU-tro un
sta ebbe ben più lontane radici. Diversti dal dominio degii rifugio contro tristi condizioni politiche cut veiùvan ridotti
altri Principi. ì qunh sogliono colla spada e coll'oro, c tra dalla tirannia ornai sfrenala degli Itiiperalori bizantini. Dopo-
violenti convulsioni politiche, furai strada in breve tempo ai ché Costantino ebbe trasferita a Rizaniio la tk‘de deU'lmps^ro,
trono, il regno del Vicario di Cristo non fu conquistato allri- e che, sparpagliatene le forze annate, non ebbero più queste
ineiili che colla virtù, nò aUritiienli fu inaturaU» e compiuto il nucleo cosi teiuuto d»>l Ganipidoglio i tanti barbari che da
:

dalla Previdenza che noi volgere di secoli interi. E perì», se tutte parti irmonduroiMi roccjdeiile. minacciarono più d'unn
in genere le sovranità ddla terra {secondo il bi-l paragone del volta la stessa Koma, lasciata priHworliè in balla di »ò stowaa.
l'elebrt- de Maistrn C2}), amano come il Nilo, di nascondere il Perch'i sin dui Secolo V seurgesi grandissima l'aulurilà poti-
capo, per non moslraru ai mondo le origini onde sono sco- lica del l‘ontefIce, come lo mostra il pontilìcato di
Romaim
lurile, perchè si troverebbero sovente a.'-sai tristi cdimpuiv: S. I,(s>neMagno, elio govenuMa Clii«*s8 diiir anno 440 al 4G1;
altrettanto non può dirsi della sovratiiUl dui Papi. • Ella, co- 0 più grandi» ancora apparve sul cailen- dH S«Toln Vi, nell* in-
me saggiamente osservarono i benetiirriU scrittori della Gl- clito pODtelìce S. Gregorio Magno. 1 fatti che si rih^riscofto ad
t iltà Caltoìica non è punto schiva di rivelare h* sue ori- entrambi sono troppo sphmdidi, per non essere qui ricordati :
gini e far pesarti i titoli aitlichissimi de^uoi possessi sullo bi- e io faremo colle parole dell' esimia CivUtà CatloUea • Anche :

lance lidia più scrupolosa giustizia e tanto ò lungi che que-


: prima d' esser Papa (così quo' benernenli SeriUori, ne’ tanto
st'esame possa tornarle a dii^oro o discapito, che anzi quante pregiati articoli sulle Origini della Sot ranitd temporale dei
volte i lU'niici deil.*i S. R<!de si ferero da questo lato ad assa- Papi Luonc, pei soimno credito che godeva in Roma presso
lirla, allreliatile ella no useì villoriusa al eoopidto iimndo,
ik'l lutti gli ordini, fu dall' imperatore Yalentiniano HI mandalo
e la legiUimitA de’ suoi domiaii apparve tanto inUam^rata nelto Gallio a riamicano Ezio. Generale di Yalentiniano. con
V splendida, quanto più altri si fecu (hi vicino, con occhio Sin- Albino prefetto del Pretorio., le discordie dei quali patinano

cero 0 non intorbidato da passioni, a contemplarla • Ma quali . riuscire funestissime all' impero. E md tempo apjmnto di que-

K)iio cotesto radici della toniporale sovranità dei Papi, così sta sua U'gazione andarono a cercarlo in Francia i voli una-
intemerate, da non paventare ombra di biasimo, cosi legit- nimi del Clero e del popolo Romano, che chiamavanlo 8 suc-
lime da non ammettere confronto ? Tre particolannenle ne cedere nella cattedra di Pietro a SisU» allora d<»ftinto (Testo,
adducemmo nd Testo, c qui dobbiamo dichiarork’: c nel farlo a. 440). Fallo quindi Pontefice, alle cure pastorali congiunse

avn*mo occasione di ricordare al lettore non pochi fatti sti^ le civili : e non è punto esagerazione il dira che a lui si
rici accennati nel Testo stesso. debba f avero ritnrdulu la caduta dell' Impero Occidentale, il
I. La rlimissima pmìvitn osi Piri, rniaN suur4 mel toao quale già vacillante a' suoi dì sogguncque poi all' ultima ro-
iioMiNio TzuroRjiLz. in primo luogo, perehi dignità tanto foceUa vina quindici anni dopo la sua morte. Infoui, quando Attila
nan ammfUo comprlilort. Dopo Ire secoli di continua lotta dalla Pannoiiia piombò in Italia {Testo, a. 432’!. e, devastala
col paganesimo, la dottrina c la morale evarigelira Irionfovano già .Yquileia. saccheggiata Milano e Pavia con altre città, mi-
por lutto il mondo, e la Chiesa di Gksù CaisTO dispu'gava al- nacciava di scendere sopra Roma, in mezzo all’ umvcrsalo
fine le sovrane magniflconzn dell'ammirabile mìo culto (Te- rosieriiaziunc deH'Impt'fatore, dei Generali c del popolo, Leo-
sta. a Fu allora che U maesti^ sovrumana dei Vicario
31*2;, ne solo fu speranza o la salute di tulli ; c fattosi incontro
la

di Cristo, splendendo nella sua pienezza. eccUssava inlumo a sulle rive del Mmctoal barbaro Re, I' indus.se a cessar dal-
sé ogni altra grandezza. Laonde Costantino Magno le cedò ri- r impresa ed a rinselvanii colle sue orde nella Pannonia. F.
spettosamente il campo . Irtbportando sul liusfuru la sede come allora salvò dall'Unno l'Italia e f Impero, così indi a
deir inipL'ro ib. a. 325 ; duve notammo perch'i il delitto im- |
tre anni (Testo, a. 455) Leone protesse Roma dalla ferocia di

j by Goc^k
BeC0l0 Viti.
scfue la \ola 2,

Genserico Be dei Vandali, oUenendn da <picl barbaro che, cn»- di pastore delle animo |10\ di essere oramai divenuto Vescovo
lento delle prede, sù astenesse da^rìnceitdi e dalle di de* Longubardi piulloslo che dei Rumani (11), e di dovere,
mi voleva empire la eUUk. A questi faUi oulissimt è da a|!> oltre la cura spirituale de’ Vescovi e de* cbierioì. de* numaste-
fiun^ere Ui testimnnumia irrefragabile che abbiamo dalla boc* h e del popolo, eziandio cantra hoiffum intidiat toUicUion
ca stes&a di 8. Leone in una delle sue letlcre a Puldieria Au- vignare, cantra darum fatiaciat atque malitiat tatpecium tem-
gusta, data Tanno 449. Imperocché scusandosi di non andar per exitSere (1S). Né col sobbarcarsi a tanti negozii, o col-
egli in persona al Sinodo di Efeso (cho per le violenze di Diu- T esercitare tanta potenza, quando i Romani e i tùrbarì in lui
acoro degenerò in Conciliabolo), come era desiderio deirini- riverivano quasi l'arbitro supremo d'Italia, egli mai dimen-
peralore Teodosio, ne adduco per ragione la troppo iocerla Itcò d'un punto il rispetto dovuto agl' Imperatori, o pretetse
condizione dei tempi, ebe non permcttevagli di assentirsi da di arrogarsele i diritti: anzi a loro prof<msava.«i ministro e
Ronia; i mi popoli, die' egli, farebbero luiimlto e si dareb- .servo (1S;,operando ogni cosa in loro nome e per la con-
bono quasi per dispCfatl se mi vedessero abbandonare in tal servazione dei loro Stalo ». Tal' era, al dire dell* esimia Ct-
tempo la patria e la sede. E questa scusa, soggiunge, sarà riffò CaUoiiea, U più gran Pontefice in cui pcrsoniticavasi nel
presso di voi tanto più valida, sapendo come V utililA pub- fatto T esercizio deile reali prerogative, prima eh' esso a’ Iden-
blica riebiegga che i<s col vostro bencpiaeilo, non ini ixq'hi lineasse di dirìlln «5ol Ponleflcc-Re. investilo per mirabile de-
alla carilÀ e alle preghiere de' cittadini lUud guW piciat ipnu4
: crelo della Providenza del dominio di tanta parte delle anti-
(Thf-odotU) fliam me credidit debere intereue ConciUo, cfiam- che provincia imperiali in llnlia.
#1, serundum aWiuod prarcerfesa erigerelur exetHplum, nmc In terzo luogo, la sublimo dignità dei Papi originò il loro
tamen neqMqmm pttsul impleri: quia rfrum praeAentium dominio temporale, perché aita irncremfa maetià del Pontifi-
nimii incerta conditio a tantae VrbU popuìis me abew non cato rpetto aggiugnerati it pretiigio della zanfifù e della dot-
tintrtt; et m
detperationem quatudam nniwf tumuttuanUum trina, e i’ eccellenza di quelle doti, meramenfe Mmunc, che ri-
mitUrentìiT, i/. prò occatione camae ccc/r«oa/icar, nderer pn- tcHotmo rpanfoncc r ossequio delle mufff/Ndòif. Questo nobile
triam et $edem apaUotitam vette deeerere. Quia iqitur ad pAh argtinicnlo è pur esso toccato dai benemeriti Si'riUori della
blieam utilitatem pcr/inuissir cognoeciti». \U, zafra ctementiae Ciriltà Cattolica: t ben n'avcano ragione. PoichA dei von-
tutrae tenia. CtlÀtUTATI ME ET PliEClfìVS CiVIVM JVO.Y lisci Papi che si contano da S. Cregmio Magno a S. Gre-

NEOAHEM: in his /'rafrffkM mrfs quos riee mea misi, me quo- gorio Il segnatalo da noi pel primo Papa -Re, almeno nove
que adette cura eaeterit fui adfuerÌHt, aetlitnate (4^ Nei nio (poiché il Martirologio Romano conta pure s. Eugenio I), sono
desimi sensi scrisse l.^ne a Teodosio (3); e la medesima scusa annoverati fra i Santi, e gii altri tutti furono illustri per esi-
ripetè per simil causa indi a due anni a Marciano Augusto e mie virtù, cunie rilevasi al primo sguanlo sul nostro Ti>s|o
ai Padri del ConciUo Catoedonese (6). Cosi, mentre la molo « Qual meraviglia pertanto, scrivono essi, che alcune provin-

dell' antico Impero si andava disfacendo sotto i colpi de't)a^ eio romane volenUeri aflìdassero lo loro sorti temporali alla
bari e crollava a brani a brani, veniva sorgendo dì mezzo sapienza di colui, a cui il suffragio del clero e del popolo di
alle rovine una nuova potenza a cui gli occiii di lutti si vol- Roma, coiifemialo dagli .Augusti, commetteva il govenio uni-
gevano siccome V umea elio orinai potesse salvarli. C questa versale della Chiesa cattolica, diffusa già assai oltre ì lofmini
era la potenza civile de' Papi, potenza imposta ad essi dalla del Nomano Impero! Qual meraviglia cimai Urannicu o im-
carità del pubblico bene c dalle preghiere de' ciffadiRi > . Ciò potente gnvenào d' Imperatori Kmtani, » di Esarebi tanto {MÙ
quanto a Leone Magno. Quanto poi al H.ignn Gregorio, • cer- gravosi quanto più vicini, preferissero la paterna autoritì del
tamente (seguono benemeriti 8criUori ddla dvilià Cattotiea)
i Vicario di Cristo, che vivendù in mezzo a loro ave.a con loro
tra le maravtglii] del suo PuntUiralo non fu la men singolare comuni gl' interessi e i pericolif Tra un Foca c 8. Grcforio
quella sovranità ch‘ egli di fatto esercitò in tutti gli affari po- Magno (Tr.Mo. a. COi), tra làn Coelanle II e s. Martino o a. Vi-
litici d'Italia. Egli non era ancora clic il Gerarca delia Chiesa taliano (ib. G49. 60^:, tra un Giustiniano 11 c s. Sergio (ib. 693 .

Cattolica, non avea niun titolo e niun Ululo pretcndci-a di ei- tra un Leone Isaurico od un Copronimo c i santi Gregorio IL
Vile potestà, era sudditu degl' Imperalorì. e non sohi venera- Gregorio III. Zaccaria e Paolo I (ib. 736 e «egg.), chi pul<>a
va la loro maestà, ma facea che tutti secondo il debito la ve- dubitare della scelta, o non preferire alla duniinazinnn dei pri-
nerassero; e nondimeno lo vediamo sovente esercitare i di- mi. infami anche nella storia bizantina per viiii, per empiei.^
ritti « goveniare la cosa pubbiicn, mandar govemalorì
rt'gti e per Grannia, il reggimento dei secondi, che dai contempo-
o capitani nelle città impenali, trattar paci o tregun celi bar- ranei 8 dai posteri meritarono benedizioni Unnìortaii?* Tan-
bari, assoldare milizie e dare ordini ai capitani,, furliftcar le to più che erano noli a lulti
mura di Koma, provvederla di vettoraglie.o assumersi cento li. I BS.VZrirJI IMVK5SI IH CC1 RoMS I L'Itsì.U AMaiVA.VO BB-
altru cure tutte proprie di civile e politico reggitore. Hi lutto BITBICl Al PaFI : SBC05DÌ BAOICB DIL UOUCUO TZaPOHALB M OVtSTI.
dò fanno teslinionianza indubiialu le moltissime latore:?) Le ripetute inv.^'àloni dei Rarbari, cominciate sin dal Se-
rimasteci di qud gnàu Pupa, e gli altri monumenti di quella colo IV (Testo, a. 40U\ c cunlinuale sin oltre la metà del Secolo
età. Né questa regia potenza cessò con Gregorio; pi^rciiè seb- Vili (poiché io stesso Paolo Diacono ricorda ì bimosi tempi
bene io lui. sia per là straordinaria sua capacità, sia per le barbarici, carne carultvfisticì del govmio Urnimieo de’ Longo-
maggiori necessità de' tempi, noi la vediamo spiccare più spWn- bardi : ib. a. 7iK»,, ()uelle funeste invasioni, diciain noi. che tan-
dida, nondimeno la troviamo più o meno esercitala, sei'ondo to travagliarono il ducalo di Hunia o le tltre provtncie im-
cl>e esigevano le circostanze, anclio dai Papi seguenti.. .Or penali d’ itaha, porsero molte occasioni ai Papi di eserciUre
codc«li atti sovrani o quasi sovrniii praticali dai Papi a die a prò «tclle stesse papolazìoni T esimia loro carità. Aggiungansì
dovremo noi attribuirli* a prepotenle anibiiJone. o ad usur- a questo ucecssilà polUiche le tante altrt> gravissime Iribola-
pazione fellonesca de'diriUi imperiali* Chi così la pensasse, lioni di carestie, di pestilenze c di tiranniche vessazioni cui
mostrerebbe di conoscere assai poco Ut storia di que' ICRipi l lloftiani PonloGcl recarono pronto ed efficace aiuto: c si ve-
e T ìndole di que' Papi. A dir solo di san Gregorio, il più gran- drà quanto naturale c spontaneo dovosoe sorgere nei popoli
de tra e»si 0 il più operoso nella ci>sa pubblica, egli fu sì lon- desolali il desiderio di getlarsi alTuopu làclle brmcìa del Pa-
tano da ogni terrena ambiziune, ebe dupo aver tentalo in ogni pa-Rc, eglino clic già in Lui scorgevano sì veneranda la di-
gui8.a, eziandio colta fuga, di soUrstrsi alT onoro dH Pontifi- gnità dd posTzrtc.ii, e si benefica ia rarità del Pastozb. Di
cato. a cui T unanime suffragio d> tutta Ruma chiamavato i,8], quella discurrenmto nel prinm paragrafo. I.a carità del Pa-
ci gemeva amaramente sul trono delio infinita cure tempo- ttore forma il soggetto di questo. EI prima debbonsi ricorda-
rali cui la necessità pubblica Io condannava (9). e dote-
a re le desolazioni barbariche, m tutto od in p.irte disUimatr
vasi di avere a fare le parli più dì governatore terreno che dai Romani PontcGci. Lasciamo quelle già sopra mentovate
ÌXoìc al
segue la Noia 2,

degli Unni c dei Vandali nel Secolo V, Infrenale daU'elo* la guerra, o questa giunse fino alle porte di Roma, cui l'C»-
quonta pastorale del mogno Leone. Nel Secolo VI è pur noto arco avea quasi dd lutto duarmab, riebiaroandono le trup-
V abbandono deplorabile in cui gli Augusti (l'Oriente lascia' pe; nè b pace potè firmarsi, se non dopoché, morto Roma-
fono Roma e tante oltre contrade italiane. «Ravenna, col- no, gli fu succeduto Callinico (ib. a. 599) >. Su di che abbiamo
r Esarcato e la PenLipoU (cofil ne' lodali articoli della Civiltà una Lettera del Magno Gregorio all' Imperatore Maurizio, dove
Catt(tUc<i!, Roma col suo Ducato c pocAe altre città mariltlino leggesi il segueolo tratto: ifaz ctìeriler plaga* enumero. Pri-
deir inferiore Italia ubbidivano all' Impcntore biiantino» b muni gnad mf/u' por tuòdueta e*t, quam cum Langobardis in
cui autorità veniva rappresentata dal)' Esarca residente in Ra- Tuscia potiti*, line uUo reipubikae dispendio, feceram. Oein~
venna, stata già tanto illustre sotto gli ultimi Imperatori occi- de, corrupta pace, de. Romana cieitate milite* ablati tunL Et
denbli cd opportunissinia per la sua postura sull' Adrbtìco a qtiiden aiii ab bottibtu oecùù alU vero Narnui et Perutii po-
mantenere spedite e sicuro le relazioni dell’ Italia colla Sede siti: et, ut Peruiinm teturelur. Rama reUeta est. Post hoc ^-
dell'impero. Ouc»lc relazioni però erano ben diverse da quelle ga grarior fuit adrentu* Agitutphi, ita ut ocuii* mei* cerne-
che forse il lettore immagina, memore solo di qtM>llu che fosse rem R/manot more canum in colti* funiòit* Ugatos, qui ad
già V Italia c Roma, e dei titoli che l'antica Regina del mondo Franciam dueebantur itnale* (16). Perciò nel Testo (anno 595).
aveva alb nvurunza o all' amore della nuova Roma, fondab nel ricordare la funesb cn^lulilà con cui l'imperatore Maurizio
da Cosbutino su) Bosforo. L'ingrab figlia non che non rico> accoglieva I rapporti di ministri veoult, e la storia politica
noscero 1' augu.<ilu madre, vuneraiida non menu per l' antica per cui riQulON-asi si ben giusti reclami ed alle assidue pre-
dignità ebe per lo recenti sventure, tratbvnb con disprezzo mure del gran Pontefice Grf^nrìo I tutto intento a consor-
c crudeltà da schiava. Fuor di niciafura, 1* Iblia Romana, do> vargli r augusta Roma, nobmnvo, che con Ut suo procedere,
po i tempi di Giustiniano, fu (bgl' Imperatori di CosUntino^ r Imperatore bizantino obbligava i Romani, minacciati dai Lon-
poli Iratbta come l’ultima iirovincia dell' impero, con pessimo gobardi, a stringerti di preferenza inforno al Trono Pontifl-
governo, debole al di fuori contro i nmid. o tirennicu di dai- caie, e da esso sperare la salvezza che invano aspettavano
tro s(^ra i cUbdiui. Mentre dall' una parte per mano degli dai Greci. « Ed a chi infatti 'seguono i dottissimi scrittori
Eaarcbi nu hscuotpvano gravis.sime imposte e sinungevab a- dulia Cit'i/fà Calielica) dovuano e«si rivolgerai, se non al Da-
vidamente per dir c(^l dell' ultimo sangue lasciatole da Unti lia ? Da chi sperare in que' tempi preteziuito generosa ef-
barbari, dall' altra abbandunavanb quasi inurmu alb violcusa Anace* Alb carità Pastore era in lui congiunta b dignità
dd
dei nuovi assalitori ; e certo non islette per essi, se non cad- del Pontefice, b più augusta della terra, a cui s' inclùnavano
de interamente in pulcslà de' Longobardi. Fin dal 577 t Ro- gt' Imporaturi stessi, o i più Aeri Barbari piegav'onsi con ri-
mani conobbero po<to aver essi oranui a sperare da Costan- spettoso amore. Come già Leone Magno aveva amansalo At-
tinopoli imperocché avendo inviato a Giustino 11 il patrk'io
:
tila e salvato Roma dal (erro del Vandali, così altri Papi, colta
Panfrunio con un ricco presunte di 50 cenienari d'oro (14} B snb potenza delb loro maestà sacerdoble, b salvarono da
per implorarne aiuti, l' Imperatore , impiglialo nella guerra altri Ibrlvari non meno (m>ci. Quante volte i Longobardi non
de' Pcnsbni , remiò l* oro accrescendone b somma, e per ri- frenarono 1* impeto dulie loro armi, e ruppero a mezzo le toro
sposta consigliò 1 Romani a comperare con caso qualche Du- scorrerie, restituendo eziandio le già fatte conquisto, alla sob
ca Longobardo ; e se dò non riuscisse, si volgessero ai Fran- preghiera dell' inerme Pontefice (Testo, a. 595)1 Agilulfo, dopo
chi, e li eccitassero a far qualche impresa in Iblia per indebo- avere porbto l' armi e b desolazione fin sotto le mura di
lire b potenza de' Longobardi (e notisi lln d'ora questo tratto; Roma, s'inciiinò a far pace per le sole isbnzo di Gregorio,
esso gioverà a megiiu intendere quanta ragione avessero I cd era pronto a fare con lui una pace spedalo quando V Es-
Papi di ri(M)rrere per ultimo ai Franchi, ai quali fin dal secolo arco non voles.se accordarsi ne' patti (17); e volua che Gre-
sesto r Imperatore d' Oriente indirizzava i Romani vedi b ; gorio al trattalo di pace si sottoscrivesse (18), come autore
Nota 7*). Vero è, che due anni dopo, mosso da nuove bbnze di es.sa e malUn'odnro principale (Testo a. S98> Goal Gisolfo,
dei Borosni e spi'cialmente del PouUdìce Pelagio 11 (Testo, Duca di Buno'ento, cessò dal soccheg^o delb Campania, vinto
a. 079), l' Imperatore Tiberio mandò qualche rinforzo di trup- solo dalle preghiere o dai doni di Giovanni Vi (Ib. a. 7U2'. E
pe, c cercò di placare con ricchi doni 6 con maggiori pro- co^ vedrenK) Liutprando e Bachi sospendere più d' una vol-
messe i duchi Longobardi; ma breve hi il guadagno. Impe- b le ostilità, e ritrarre ^ eserciti, e restituire le prese olla
rocché itHÌi a poco (Testo, a. 5M;>, la lettura di papa Pulugio sob dimanda di Gregorio III o di Zaccaria».
al sun apocrisario Gregorio diacono (che fu ptù S. Gregorio Uà dò che più ancora segnalò la carib pastorale del Roma-
Magno) in Coslantinupoli, ci riveb l’ ustrmc ungxistiu in cui ni Pontefici , e (quindi più naturalo e spuutancu doslò lo sbn-
trovavansi le parti di Roma e di Rnvimna, nè sembra die le ciò dui popoli a venerarli anche Re (quando maturi apparvero
ripetute suppliche del Papa e dui suo spocrisurio oltùncsscro 1 disegni delb Providetiza), si fu l'uso lutto pattano che ossi
alla corte di Bisanzio alcun successo: Tantee caiamiiaUtac fecero delle riecliezze della Sanb Sede, dolio quali ragioniamo
tril/Hiatiorm nobit a perfidia Lantfobardorum illatae tunt, nel seguente paragrafo. Già nel Testo (anni IC'i. 966j toccammo
cantra tuum prvprium iiutHrandum, ut nutiu* poisit ad refty de' prcebri csempii della carità della Chiosa Romana sino
rendum iufficere . . .tcqwmrni ergo et traetele pariter, qumv- dai primi secoli. Ma col dibbrsi della Hehgiono di Cristo,
do natirù pozit/<i celeriter titòtenire peneuUs: <juia ila bk crescendo puro a dismisura il patrimonio dei Papi, esso era
eoangtutata est rtipuilu-a^ tU nki Ùeui piisiimi in corde priH‘ la inesausta sorgente cui b loro carità attingeva pur soc-
cipis itupirarerit, ut (nzi7nm »ibi miitricordiam «uU famulis correre i poveri, nutrire i pelle^n’ini, riscattare gli schiavi,
lergìatur et tuper illam diacopoeìn, tei imum magislrtim mi- provvedete agli esuli, e sopperire alle necessità delle chiese
fi7um et unum darem dignetvr eencedere, in omni zumuz an- c dei popoli, non solo in Roma e in Ilaib, ma eziandio nelle
gustla detUluii, quia mariHìe paries Hmattae ontiii praesidio parti più remote. Accennammo un insigne esempio della libe-
racualae lidentur. Et Ezarrhta zcriòif, nullum nobit paese ralità dei fbpi viTso prebti africani esuli per la fude nel-
remedium facert, quippe gui net ad iUa$ parte* CMlodiendes r anno 501. Aggiungasi a queir elogio di papa Simmaco raltre
te tettatur posse zu/jUccrr (15). Salito {loi al trono pontUlcale cenno non meno solenne nllinlo alb stessa fonte storica Ivi
Gregorio, gli eroici sforzi di questo gran Papa per sanare le addotta : Hit {Sgmmacus) eapfitos per Liguriam, et Mediolanum,
pbglM* d' Iblia e pbcaro le anni Longobarde (Testo, a. 595), et per dirrnas prorinrioz pccun/a redtmil, et dona multipli-
Itoti solo non furono dai ministri imperbli secondati, ma tro- cavit, et dimitit. Lt^^ansi poi le belle lettere di S. Celestino
varono in questi i più gravi intoppi : iinperoccliè, mentre il Impcraloro Teodosio il giovane (19), di 9. Gdasio a Gen-
all'

Papa frbva sullo stiingor paco con Agilulfo Ru. PEsarco Ru- naro, a Firmina e ad E>eleuva Regina (30), di Pelagio 1 al
mauo, collugatosi coi ribelli de) Re, (ecc di nuovo divampare famoso generai Narscie(31}, e sopraltulto quelle dei)' incom-

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,

Setolo viti
sr^p la \ota 2,
pinibi\6 pODteflco Gregorio Magno [*tì). Già notammo nel
s. Valicano, di 8. Paolo nella via Osliense. di S.* Croce nel pa-
Testo (anim SVI, Citazione 637), quale povera e steoUiU vita
I

I
lazzo Sessorìano (Testo, a. 326), nonché quelle di S. Lorenzo
egli menaase ma quanto alte necessità altrui le suo viscere
: nel campo Verano, di Sant' Agnese fuor delle mura, ed altre
tenerissiiikc (notano i benomcriti Scritlnri della Civiltà CaUo- ancora, su ciascuna delle quali versò tesori di ornamenti, di
Uec] erano in quei tempi »\ calamitosi 1* aailo di tutto le ca- G vasi e candelabri e statue e corono d' oro e
suppelleltiU.
lamità, G non clic mai non cliiudersi n cbi domandasse, si 8- d'attento, Ui cui descriziooG si legge presso il Bibliotecario
privano spontanee ai bisogni di lutti i miseri, prcvciiendono Anastasio, nella Vita di 8. Silvestro; cd inoltra a ciascuna di
le dimande. I palrituonii della Cliiesa erano per lui il patri- esse :issegnò in patrimonio perpc-luo palazzi s terre e vasti
naonio dei poveri, con altro nome solca ctiiamarli ebe di poderi, sparsi in vario parti dell* Impero, la cui rendila totale
pairimoniutn psuperum, rea paeprruni. Perciò raccomanda* hi dai aitici calcolata a tronUi mila novoccntottanU soldi
vane con tanto calare ai Rettori la diligente araininulraziunc% d'oro (27). F. questo donazioni ddl'età Costantiniana non era-
e non i^degnava di sceudero alle più minute cure di buon no ebo il preludio di quello molto più numerose che i fede-
masaaio, perclià ai poveri non tosso frodato nulla de' frutti. li d' allora in poi ofùTirono ai loro Padre comune: tanlo cIh)

Con dò egli polca spandere a larga mano le sue benellcoiize elle a' Icmpi di papa Uamaso già destavano lo cupidigio di
per lutto II mondo, fondare ospizi a Gerusalemme, mantene- Ursicìno contro quel santo PonlHkc (Testo, a. 567), e tras-
re 1 monaci del Sinai, ricomprare scliiavi da ogni parie, o sero dalla bocca del famoso Pn-testalo prefetto di Roma <pid
fare tulli quel mirucoli di carità che ì suoi biografi raccon- delti) scherzevole, ricordalo da S. Girolanvo: FncUe me Homa-
tano (33). E per dire della sola Homo, oltre il convitare ogni nae nrbU Eplfoiputn^ et ero prolimu ChrùfmRNi (28). Le in-
di alla sua mensa i pellegrini, e il distribuire ogni mese ai vasioni e tu rapino dui Barbari recarono ccTlamenló gravis-
bisognosi i prodotti correlili ddia stagione, c il pagare ogni simi danni alla possiTgstóni da' Pupi; nondimeno noi li Irò-
anno, a certe feste, grosse sommo a tutti i luoghi pii, egli ali- viamo anello net VII secolo, signori di vastissimi laUfondi, le
mentava a sue spese ben 3000 Vergini consacrale a Ilio, allo cui rendite venivano spese parte al servigio del culto, e parte
cui preghiere allribuiva la salute della città (24), mandava a sollievo dei poveri c di tutte le pubbliche neccMilà. Di quo-
ogni giorno il cibo per le case a tulli gl' infermi e al vergo- sti patrimonù è Catta menziono froquenli&sima mdlu lettere di

gnosi, e nutriva tulli i poveri di Roma o dello città vicine, S. Gregorio Magno: o Giovanni Diacono nella Vita di lui no
dei quali tenoa in un gran libro registrati t nomi, come pure eituimma ben veotitrè, sparsi non solo in tulle lu parti d’ I-
tutu profughi che dalie terre de' Longubardi afRuivano a Ro-
i tatia, dalla Sicilia Uno alfu Alpi Cnzic. cioè nel cuore del Pie-
ma, giù fin d* allora asilo univorsato. Era inoltre sua cura il monle, ma eziandio neh' llliria . in lialmana , in Africa e in
tener prnvs'cdutn la città di grani, perebù nou avesse a {latir Francia. Fero lo parole che Giovanni Diacono scriveva nel
fame e carestia (23); e tanta era U sua vigilanza e solleei- I.\secolo: Per direna* provinria* prò ctatodia sacrae reli-
ludine per provvedere a tulio e a tulli, elio saputo un di es- gionii, rebtuque paupernm sirenue gubemandi*, (Cregoritui
sersi trovalo morto in un vicolo deserto di Roma un pove- Ecdetiae niae riruz ìndusirio*, Reetore* patrimoniorum ad-
rdlo. ne fu aflliiUssimo. e recatosene in colpa, per più di si tririi. fn /]uibu* Cgprinnum diaet>num pairimonii Siridi, Pan-
astenne dal celebrare (26) ». toUùnem rudaritun ^^runtaani, Fantinum defemorem Panar-
• Mù questa sviscerata carità (seguono ì dottissimi padri), milani, Sergium defentarem Cfliaàrif<i(iii, Romannm nolariuru
fu propria solo del Magno Gregorio : perchè sebbene in lui Apuli, Ben/tutlum defensorem Samnitiri, Anlhemium eubdia-
splendesse più esimia, e tosse da Dio illustrala ancora con couum SeapiìUlani, l*etrum *ubdiacoi\um Campani, Candidunt
miracoli, nondimeno anche i Papi si!guenti pralicnronla con drfentorem Tusd, Vrbieum defetmrrm Sabini, Opfa/um de-
eccellenza,come ne fanno fede le loro vite presso Anastasio feruortm Nanini, BentdittHm mtarium defentorem Caruo-
(e k>vedemmo in modo particolare in Sabiniano, immediato lanl, Feiicem tulHliaeoHum Appiae, Castorium c/mr/tdantON
successore di S. Gregorio Testo, a. fiOùj. Innondo 8. Marllrio I,
: Raiennaiis, Cattorium notariam Hùlriani, Anlonium stiòdia-
rispondendo a Xteinoélene di Costantinopoli, il quale inUTrn- conum IkUtMtini, lohannem notarium tUuricani, Sgmmachum
gavalo come fosse stato trattato in Roma. <tair immediato suo defcMorcm Sardiniae, Bonifarinm nalarium ùmieant, Pan-
aolecensore Teodoro, il Vescovo Pirro, ebbe net 634 grandis- tnteonem notarium Ligurtae. Ilìerongmum defentorem Alpium
sima ragiono di dire : « Ignorati* voi dunque il costumo della Cotliarum, Uilarium mlarium Germaniciani et Candidum
Chiesa Romana? Or io vi dico, che qualunque straniero vieno pre*bi/lemm CalUcaai (29). Dove osservano benemeriti Scrit- I

ospito a Rama, per meMdiinn ch'egli sia, viene lautamente tori della Cìriltà CnttoUca, non averli Giovanni Diacono onu-
provveduto di ogni cosa, o servilo di pane mondissimo « di mcrali tulli; giacché tace, per esempio, dei patrimonio Piceno,
vini diversi, egli o le sue genti; e che S. Pietro non rigetta moizionato già sotto Pelagio I, e poi diviso in tre, che fu-
nè rimanda nessuno senza doni. Che se ciò si pratica eziarv- rono r Osimano, i' Anconitano e il Numann (30). Or cioscunu
dio culle persone più ineschine di condizione, pensale voi di questi patiimoniì solca contenere molto matte ed ogni
quali accoglienze si faccLmo a chi viene ornato della dignità massa motti fondi e poderi; ^ T ampiezza loro abbracciava
di Vescovo (Testo, a. &Ì5i. * E quali rilevantissimi uiTuUi si sovente non itolo viilaggi e castella ma eziandio città : in pro-
producessero nell' ordine providenziale da codesla inesauribi- va di che basii ricordare la lellcra da s. Gri'gorìo indirizzata
le earilà dei Papi, a meglio apprenderlo, deusi considerare la collettivamente a otto Rettori di altretUintì palrintonli in Italia,
sienninala estensione dei Palrimonìl loro. ciascun de' quali inchiudeva no' suoi ccmflni più VL'scovudi ^31).
III. L.i riusarssiu kstzssiose usi Patsimomi dilla S. Ssns : Or veniamo aUe conseguenze. Da cosi sterminate rìcrheize
tZRZA SAMCt DEL roTEIB TBVPOItALB DII PAPI. Già fll) dai lompi che i Papi poM«devano in tutta Europa e parliuolamicnlo in
delle persecuzioni, la pietà dei fedeli solca versare tesori nelle Italia, 0 dalla patema liberalità con cui essi lo spendevano

mani del Padre comune, il quale li dispensava ai comuni bi- a prò del comune, quali effetti dovevano naturalmente dori-
sogni dHle chiese e dei poverelli. Senza tale pia costumanza varnu ? I iRiiemorili Scrittori della CiviUà CaUatìca, no accen-
i Papi non avn<hhero potuto bre quello che accennammo nel nano due rìlovamij»imi a ben intendere quei tempi. In pri-
Testo, anno 162 e 266. Data poi la paco alia Chiesa, gli st<»AÌ mo luogo, ognun vedo quanta autorità quelle ricchezze doves-
Imperatori, e primo di lutti Costantino Magno, l' arricchirono simo conciliare ai Papi ncirupintonu universale, e quanta in-
con splendide donazioni in tutto le parti dell' Impero. Ma so- Ruenza nelle cose pubbliche. In secondo luogo, trovandosi la
pra tulle fu la Chiesa Romana che più copiosa provò la mu- maggior parte de’ palrimotiu della Cliiesa Homana nel terri-
lùlkcnza di quel primo monarca cristiano, perchè traltavasi torio llaliano e in quelle contrade appunto, che poi formarono
della Chiesa madre e principe di tutte le ctùese. Prova no lo Stato delia diiesa. come il Lazio, la Campania, la Sabina,
sono le basiliche del Salvatore io Lalcrano , di S. Pietro in la Tuscia romana, il Piceno, il Ravennate : queste regioni, ben-

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. 1 ,

Hate al
segue la Nota 2,

cbò tuttora sog’^fttf^ al supremo dominio di>gr Imperatori. erU’ tutta r influenza di cui godevano, nel mantenere viva nei po-
no gli\ ncmdimpuo immedlaU» signoria de' Papi. Quin-
sotto I* poli italiani la riverenza o la soggeztuue verso gli imperatori
di i turo abitanti e eoloni. arveui da gran tempo a dipen- ÌMzanlhn, consìdmti dai Papi come i s(di legittimi dominatori
dere dal Papa come padrone del loro territorio, doveano tro- d'Italia; nò p«*r quanto que' dominanti io demcrilasEcro. mai
vare raetlis&iinn il passaggio a rkonoscerlo eumo Prìncipe. Dal- i Papi di’^btrlteru da tale offlcio. Finehò coll'andardel tem-
r altra parto T equità integerrima e la patema carità con cui po la bell' opera PonlifUnle riuscì del tutto infruttuosa tanto :

I Papi governavano i p<tpoli delti* loro terre e liberaln>entc gli interessi innteriali dei popoli stessi, e qmùli ben più cari e

provvedeanu alle toro indigenze, ne rendevano amatit>.«ima la preziosi della Fede cattolica, erano non solo discimas<-iuU dai
signorìa: c ch'i tanto più quanto più vivo c contìnuo era il .
Greci iinperanli, ma esporli alle funeste C4)nseguenze d* una
contrasto eh' ella Iacea colte vessazioni c tirannie del Governo tirannia, che ogni dì rendcva.si piò esecranda p<'r l' empietà

imperiale. Il Papa iiLsonima, per l'ampiezza de' suoi pnssedi- degli assalti ereticali, ed insieme spregevole per l' impotenza
menti era già quasi Prìncipe di fallo, prima d* averne il nome nel difotulere Roma ed Italia dalle invasioni dei barìrarì.
e i fiupremi diritti, e Principe amatissimo |K*r bontà, non me- CoNcuiMasi. Dalle cose sin qui esposte è per sè beile tra^
no che per altezza di dignità venerando. 11 che abbiamo vo- ne la conseguenza, che dunque le radici del dominio tempo-
luto notare, non per inferire da questo sol tetto il diritto di rale del Papi eransi da lunga pezza preparate particolarmen-
vera sovranità, che egli poi acquisti; ma per mostrare come te in quelle regioni dove, secondo l’ordme ammirabile didla
fosse naturale il passo da quel fatto a questo diritto, losto- ProvidiMiza. doveva ergersi il trono del primo Papa-Re. Lavo-
clW* gli eN’enti venissem con autennì tìtoli a costituirlo • rio assai lento, come si dis.^ da principio, e maturalo sola-
lì vaglia il vero, se il concetto detta maestà pontilicnle !
mente col volgersi di interi secoli; lavorio peraltro dal qua-
era nei popoli tanto Eublimu e tanto fecondo di alti di divo- le ne emerst* c s’andò rostitiiendo un regno pontiltcale
tìonc. quando la somma delle cose civili in Orìenle ed in Oc- : die ad unta della naturate sua debolezza, e a dispetto di po-
ridente slava ancora in mani vigorose, quanto più non dnveSt ,
lenti nemici che si provarniio a combatterlo, pur dura con-
esso concetto grandeggiare nel Secolo Viti, allorché dell' Im- >
sacralo da più d' un milbmìo di dominazione sempre vcims
pcriu in Italia nuu n-slava quasi più cIn* un'ombra, e que- randa. Anzi per una dispnsizioiio ancor piò ammirabile della
sta |Mirc raccomandala protezione dei Papi? Quando, pm-
alla ‘

Previdenza stessa, die sa trar bene anefo* dal male, toccò a


pagata già la fode calloliea nelle più remoli' parti d'Europa. ! noi di vrslere un tal regno, dichiarato con unanime accordo
il Vicario di Grsìi Oriìiio riceveva in Boma gli ossequi non pur I dì tulli i Vescovi del rnundo, e col conserto dello penne di
di privali, ma di Principi c di Re pclU-grini, venuti ad ado- ^ (loUissimi laici, celebri anche per bina di liberaUstiNi, cuine il
raro la tomba di S. Pietro ? Quando un S, Sergio I rigenerava \
dominio reale più sacro e intangibile, perebò necessario al li-
nell' acque ballesimali Ceadvalla, re degli AngloSiissoni (Testo, < bern «s4‘rcizio della pienezza della potestà spirituale, ette risiede
a. GBP; : quando un CosUmlino dava V abiio monastico a Cuin- uellA Chiesa Romana. Nadn< e Prìncipt^ di tutte le chiese, e
redo re dei Slerci, e ad UtTa altro ro degli Anglosassoni (ih. nel suo Vescovo. Capo Supremo della Chiesa Catlulica. « Chi
a. 709); quando un S. Gregorio 11 accoglieva Teudonc Ihu*a runsidera le origini di questo Ri>gno (conchiuderemo pertan-
dì Baviera (ib. a. 716), cd Ina re del Wessez, colla Regina to coi pcclodali Scrittori delta bem*inerita Ciri//d CatMicn)
Edi'lburga (ib. 7'i6). In faccia alla maestà dei Romano Ponte- Iruva in esse un non so che di singolarissimo al tempo stesso
fice non è perciù meraviglia {osservarono i più volte riluti c di natiiralmimo. La singolarità consisti* nel vedere un Sa-
dcriUori della Citiirà CatloHra ) che Duchi , l Maestri dei
1
,
cerdute mansueto ed inerme levarsi a paro dei Re e conqui-
fuilili, o aitri ministri mandati dati' Esarcn, o dairimperalore stare il trono colta sida (loteuza murale ih*tla sua sacra di-
al govi^iu di Roma e del ducato pordc&sero ogni importanza. gnità e didte virtù ond* essa splendeva o ciò in un tempo in
:

1..U storia non ci ha serbato di loro che alcuni mimi o alcune cui la forza brutale defln spada dominava quasi sola, nel mon-
irsccie. cd in queste li vegliamo per lo più dipendere dai Papi, do barbaro e nel romano. Si erano bensì vihIuIì Re ed Im-
dei quali, più che degl' Imperatori, sembravano essere ufficia- ,
peratori diveiitAre Pontelk e si vedono ancora oggidì in In-
i

ti (ib. 8. b9(t;. Gli Esarchi stessi, i quali di rado comparivnmi i


gtiiiterra, in Russia, in Tundtia, dove il Sovrano temporale
in Roma, perdei ano a) comparirvi quasi ogni autorilà. Se vo- I
possiede anche la spirituale supremazia, e per*» la religione in
Icanu commettervi qualche tratto tirannesco, aspettavano per que' paesi ò serva dello Stalo, laddovechò ne’ domimi di Pio
Dirlo a man salva, la vacanza della Sede, o l’assenza del 1^ IX io Stato serve alla religione', e arrogare a sò, conni parte
pa. Cus) quando Isacco volle saccheggiare I tesori dd Late- od apfiendtce della m,i<*slà regia, la dignità del ponliflcato; ma
rano, scelse il tempo del lungo inlenrgiM), Ira la morie di era mimi) il veliere un roiitctlce clic divenUiase Re, in cui
Onorio 0 la omaccrazione di Severino (ib. a. 659); quando i
I
doi* dalia dignità ineitesima del PonlIflcaU» prendesao origi-
EJeuterìo, ribellandogli airimpero, a$»umjì$il rrgnum, e moiN:iò '

ne e tìtolo la potenza n*gia. E nondimemo era naturalissimo,


t:oir esercito verso Roma per farla sua, la Sedo era vacaitU* che ciò SI avverasse nel Ponleflce Romano. Il Cristianesimo
per la morte di Deusdedit (Ih. a. 619): e Giovanni Rixocnpo già empiva il mondo rumami,
c dominava paciflco te contra-
non avrebbe iHUito cunmieliere in Roma i sacrileghi omicidii de piò incivilite deir Oriente e deli' Occidente, dilatando ogni
che narra Anastasio, se patta Costantino no» si fusile allora di piò lontano le sue cunquiste. K il Capo supremo di questa
trovalo adente e in viaggio p«T Costantinopoli (ìb. a. 710). grande società, alla cui mitorìtà spirituale obbedivano tanti
Più d’ una volta poi gli Ksarchi ed sUri ministri imperiati do- p»Ì>ol{ c tanti He. già riscuoteva d.nlLa venerazione universale
vettero in Roma ìa salvezza della vita alla difesa che 1 Papi omaggi che l' uguagliavano, anzi lo antiponevano ai maggiori
ne presero contro le ire del popolo, o dell’ c-vercilo. Sergio Principi. Qual maraviglia adunque che egli ncquistasiK* anciie
salvò il proluspatark) Zaccaria, venuto a inenreerarìn, dall' e- 1 dirìtii e la polizza di Re? 1^ paternità spirituale non era

sercilo Ravennate accorso in difesa del Papa (a. (^i) C<i«lan- : ccrtanvenlc in lui un titolo meno legittimo e menu fecondo,
lino protesse il Duca Pietro dalla prevalente forza dei Cristo di quel che già fosse nei primordii della aocietà civile la pa-
foriani che già aveanlo condotto agii estremi (ib. a. 7f^) ; e ternità temporale, che fu la più giusta o naturai sorgente di
più tardi l' ultimo degli E&aMii Eutichio trovò nella bontà sovranità nei Re Patriarchi. Vero ò che in qiHsti 1* autorità,
dei l^pì il perdono e lo scampo da lui immeritalo (ib. a. TJ»), I
dì paterna diventando regìa, manlenevasi sempre nel mede-
come aveaiu trovato Teonialto dalla carità di Giovanni VI (ib. i
simu ordine delle cose temporali ; bdduve nei Papi fatti Re
a. 702). Or quando accadevanu tulli questi fatti (i quali mani- fila dall' ordine spiritual trapassava, quasi vaticandn i pro-
fostamente rivcUino una preponderanza dei Pontenci nd doriii- temporale. Ma, oUrecbò ipiesli due ordini non
prii limiti, al
iiio temi^raie di Roma 0 d’ Italia} I l*api non erano Re anzi ; ai escludono l’un l' altro, e il nobile tra essi, cioè lo spi-
come più fiate inculchiamo io queste ^olt^ essi adoperavano rituale, può benu-zimo abbracciare sotto di aò anetw U lecon-
$tcoio vili.
Vota 3,
(lo: cliiunque consideri la natura dell' uomo, eoniposu di spi- tea in quel (elìce istante ripensare alle parole del Profeta :

rilo e di corpo, 6 sponlaoeamonlo inchinala a vestire di fon- Qwam speciosi pedes eiangelisanUum bona! (Is. ut. 1: a»
me esterne e sensìbili le cose ehe i sensi trascendono, inien- Boa. X, i5). Sebbene il bacio non sia espressamenle ricorda-
derà faeiitncntc come t' autorità suprema nell' ordine spiri- to nell' allegato luogo dogli Alti Apostolici, può tutlavolta ro-
tuale generasse, e quasi por nalumle cnmplen>cnto esijresse, giunovolmente credersi che pio Centurione, nel prostrarsi
il

il possediinemo della suprema potestà andie nell' ordine tem- ch'ei fece ai piedi del Principe degli Apostoli, non si rima-
porale. Il det'oro stesso del Pontificato voleva che il l^pa nwse dal baciarli riverenlemenle ; siccome par certo che fa-
fos»e anche civilmente Sovrano, parendo cosa inen degna chn cessero le pie donne accorse al Sepolcro dd Redeutoro al- ,

fosse suddito altrui corno cittadino, cin onnic Pontefice a tutti lor ch’egli risorto si fece loro incontro saiutaudoh?, ed elleno
comandava con autorità sovrana. A questo aggiungasi I* indi* arcesserunt et tenwrunt pedes eius et adaravermt. Lo slesao
pendeoxa. che io sperimento di più secoli, aoUo gl' Impera- dicasi delia Maddulcno, quando riconobbe il Divino Minestro al
tori anche cristiani, avea già mcwtrato a tutti quanto fosse ne- suono dcllft vcice. e proslratasogli ai piedi por abbracciarli e ba-
cessaria al Pupa pel sicuro a lìbero irserdato della sua auto- ciarìi, si scili) iulimare le celebri parole Noli me tangere (SS;.
:

rità; la quale mdipendenia non era possibile altrimenti elio Seguila il nostro Cavodoni co' suoi bel riscontri aUintì alla
in un Papa-Re. Laonde il coix^qto di un Papa-Re, lungi dal storia di G. C. e degli Apostoli. Egli osserva cho fra l'aUrc virtù
parere assurdo o strano, puh dirai che già era nelle tuenti e prcrogalivc, richieste dall' Apostolo dello Genti nell' ele-
di tutti, prima ancora dio si attuasse. Tutti capivano pui o zione delle sante vedove della Chiesa primitiva, v' ha pur
meri chiaramente ebe il Papa doveva essere Re, e presentiva- quella dell' aret^lienza ospitale c ilell' abluzione de' pitali dei
no ebe tosto 0 tardi il sarebbe, e come tale già il riverivano •. predicatori e degli altri ministri Evangelici (1 ao Tim. v, tO);
ti SanctonaH pedes iavit; la quale abluzione era di certo ac-
Il Buri» 4«l K»ero PImI« del Santo Piidr*. compagmiU da umili e divoti baci (Lvc. vii. 3R). D' altra parte
li cb. D. Celestino Cavedoni, inuna di quelle suo tanto care nmsta come il Redentore lenwi per bene accetto e oorac
Memorie che suole di quando in quando pubblicare, è d* avviso (allo a sé medesimo ugni atto di ossequio reso a* suoi inviati
che il riscontro più antico del Bacio del Piede del Papa sin «|uei- e ministri; und'ò fuor d'ognt dubbio, conchiudu il Cavedo-
lodi Giustiniaao li Imperatore, quando neU’incontmrsi in .Ni* ni, clic r usanza invalsa nella Uùesa fino da' suoi priinordii,
cumedia di BìUnia col Rumano Poiitence lUMrtanlino 1. umil- di prr^trarsi cioè a' piedi de'Veseovi, e specialinuoto de' Suc-
mente gli si prostrò dinanti, insieme con l' Imperatrice, c gli cessori di S. Pidro. imprimendo sovra es.d divoti baci, nuii
baciò rivcrentementa i sacri Piedi : AuqmIus CftrMianimmta ebbe altra origine e motivo clie di tributare quell' atto di os-
inm Reffina in Urram se prottrtivU, rstus osccuks PosTiricis : I seqiiio e di riverx'nza a esisto medesimo, come presente c
deituie tn ampterum mutuum conwnut: et facla est taeti- I
visibile agli occhi della Fede nella persona de' suoi Ministri,
tia in populo, omnibuM ojp/cM'n/ibtM taniam hioni/t-
magna ;
e siYnataniHilo in quella del Summo Punldlec Romano, in
tatem boni Rrincipit (331. Con molta ragione il doUisaimu lito- cui Gsuto Signor nostro risiede e splende cmt tutta la maestà
I

logo modenese preferiva la lettera ciim fli'iima di uno do' mano- dell' derno suo Pontificato c del regale suo Sacerdozio (54).
Muratori ; poiché l' altra rum regno in copite, che si
I

scritti del I
K di ùitlo, il baciare per riverenza c des'ozJone il piede dei
leggo in altro edizioni Anoslasiano, non dà. buon simso; d'al- I
Vescovi fu ab antico di rito universale c costante. Narra S. Gì-
tronde r Imperatrice Teodora ben potò dirsi Regina alla ma- ;
rolanm come a’ suoi giorni 8. Epifanio Yesenvo di Salamimi
niera dei Greci che la chiamano TutUnvolta, nell'alto in Cipro, recatosi a venerare I luoghi santi iti Palestina, ve-
I

che qualifichiamo quei celebro fallo, eonv^ Il rìseonlro più acitè nuto che fu a Gerusalemme, non poteva quasi mover passo
00 .elio &i conosca, del Bacio del Piede, intendianvo solamente per la grande .nniuenza delle persone d’ogni età e condi-
parlare di testimonianza antica, die faccia menzione espressa zione, ehe gli si iilTullavanu intorno per baciargli i piedi e
di quel sogno di somma riverenza ed ossequio di un Principe toccar le sue vesti rum <minfs aelatis et tfxus turba cortllue-
:

verso il Successore dot Prinripo degli Apostoli ; poiché se dis- rel, offerens parvuhs. rstt* ozobclla-ss, ^màriam relletu (X>;.
corriamo dell' origine o deirantichità del rito di baciare il Pie- Nè ullrinienti che il bacìo dei piedi, era in allora comune an-
de al Sommo Poiilefìce, ben osservò il soprallodato Cavodo- che r uso di dare ai Vescovi li titolo di RcaUstmus Papa i;56;>.
ììi^guesto segno di alfellnosa e rirerente venera siane terso Ma coli'andar de's<>coli. tanto qucslu titolo, quanto il Racio del
ta persona del Vicario di Cesa Cristo in terra potersi dire Sacro Piede, venne convenientemente r^erbato al solo Ve-
antico guanfo la sm CJùesa. Ed ecco gli argomenti da lui scovo di Roma, Capo visibile della Chiesa o Vicario dì Cristo
addotti, con quel Hne tallo criticu ebo tanto lo distingue. in terra ed il primo insigne riscontro di tale uso riservato
;

Dapprima ei riconosca una profezia ih) una llgum di questo al Papa r abbiamo nel sopraccitato esempio di Giustiniano li.
rito nel sublime vaticinio d’ Isaia riguardante la vocazione di Veramcnlo il dolio Duvoli (57) cita, quale memoria ^iù antica
tulle le genti alla Cltiesa di G. C: Et erunt reges nutrilii fui, di tutte del costume del Bacio del Piede del 8i)mmD Pùiilc-
et reginae nutrices luae: tuUu in terram demisso adoratmnl f)cc. quella ebe s’ incontra negli Atti di S. Susanna vergine

te. et rvLvinsN pkdim TcoarM llsckst et scies, quia ego Itomi’


: e martin% che pati circa Panno 'i94. Ma ben osserva 11 no-
nttf,super quo non confundentur qui ej'peclaat eum (U. zux, stro CavedODì che gli Atti sinceri di quella gloriosa Santa, a
£1/. Questa divina promessa dclT umiliarsi elio direbbero le parere de’ BolLniidislL, andarono perduti; o quelli che furono
nazioni tutte, cd i Principi stmt. fino a tergere co' baci di pubblicali dal Surìo e dal Baronio, sono manlHlamenie ri-
riverenza la polvere de' piedi de' Ministri del Signore, non fatti da scrittore imperito alimni secoli appresso (38). Bensì

ebbe il suo pieno adempimento che nella Legge di Grazia. può credersi ragionevolmente, che il Bacio del Sacro Ihede
Allor che S, helro, Principe dt'gli Apostoli, avserlilo per ce- sia lacUanicntc inehiuso nel riceviimmlo ouurcvolissimo che
leste visione, sì portò a Cesarea di Palestina per aggriqrare s'ebbe S. Giovanni 1 Papa da Giuslinùmo I imperatore Pan-
alla Chiesa di Gtsù Cslsto il buon Centurione tkiraolio, pri- no 535, come notammo nel Testo, o clic piacque al sommo
mizia della Gentilità, questi gli venne incontro e inginocchio- Gavedoni di riferire con le parole stesso del cardinale Orsi:
glisi ai piedi in atto dì somma vctu^razionc rum in/roiw<7 : « Giunto Giovanni in distanza di dodici miglia dalla città im-

Petrus. obriHS renit e-i Cometius, et proridriu ad pedes rius periale, tutto il popolo gli uscì incentro colle croci eco’ ce-
adoravit. Petrus vero elevar it c«m dicens: Surge, et egoipse \ ri tripudiando tutti per la consolazione di vedere il Bomano

homo sum (Acr. Apost. x. 35). Osserva il eh. Cavedani, cImi il Piintelico in quelle loro contrade; spettacolo affalto nuovo,
santo Apostolo cosi parlò por umiltà, non perchè disappro- nè mai veduto no’ secoli antecedenti. Tutti io accolsero colla
vasse queir alto di stimma riverenza o venerazione del Cen- stessa letizia e venoruziuiie, colla quale avrebbemo accolli gli
turione gUà illuminalo e mosso dalla Grazia Divina, c che po- «lessi Principi degli Apo«to1i: c lo stesso Imperatore, prò-

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tlote al
.\ota 4,

stratosl in terre, pii ren<i^ quo' omappi dien-mluti A m iiiiininistpaton* dH territorio ov* era Clima» o^sit dt'lla

arrnbtM? a S. PUdro. Contribuì certamente nd oecreacere ia leti* n Campania, corno ite fu fette il tuo epilallto riportato dal Ba-
aia di quel ptomo. e a rendere più tpleodlda quella festa, nm;- h rtmio tletto ; in line quel che pare tolga ogni dubbio ^ V In*
chè ad Irijprinwue in opnì genere dì jM^rwine verno tua Santità imenlo dH duca di Napoli, cliiamalo e compensato non dal-
uu più prufondo ritpiito, rintigne mirando, che Iddio ti H l'Imperatore, o dal ttto duca cito riticHleva in Roma, ma di«
compiacque di operare in quella occasione per lo sue mani. 1 rettamente da Pnj>a Gregorio. Pi^sUi |>cilamo fuori di queslio-
CoactosKÌoelHV e»MM)do giunto prutto alla porta della città , ne la natura del domiiiio Uni|Htrslc di Coma, perchi'^ appari*

in presenza di tutta quella gron ntutliludiiie. coH’Itnposi- il Baronie ei invita ami tutto a conti«l»*rare
tre «Tlt*sia»tico,
aiooe dello «nani rendi^ la vista ad un cmn-o. Ilnbbiamo la no* come un PnnIHiee per sanlilà cosi itiuslre qual fu Gregorio II.
tizia di un tal miracnlo al gran Punlcllce t. Gregorio, il quale non rimate punto indiffi'renle a quell’ uturpazinnn, cwguita
attcsta di averlo Inteso da' suoi più vecchi, che erano tolili di con tantn inganno porii Hoh p^na$um\ ; ti tletto »pel-

racenitlarlo, c<l osai pol<>vant» averto mlito da lestìinoni ocula* latore pattìvo di qiieiriniquilà, lullo»;lw‘ scorgcfMie insufllcienli
U (30>. Coti II r^nl. Orsi, il quale ti attenne alla lezione voi- ic tue forze, o sia le anni del po]>t)io Rumano, por tugliere di
gala di Aniislatio Ribliolecario ; ma vuoL<ù avvorlire che uno mauo ai LungubanJI l'iniqua priHia, Ma prima» come ricor-
de’ codici riteonlreti dal Muralnri ijorla che il popolo Crwlan-
\
ilammn bmemente net Titlo, fcfo la e ndo-
parte di Padre,
I. andasse ad
tiiinpolitano, intieine coll’ Imperatori’ Giustino pi’rù le pregliM»re; (idbr»r/fli« ftlaai et commonen$ Longoàar^
incontrare il tonto Ponteftee Giovonni I fino alla distanza di» ur rrddcrrnf. Quelle rimaste infruUuutr, le rinnovi accora-
di XV miglia dalla cittó (40). U* parole poi del biografo: Jh- pagliate da n-gali: mi» et muarra eù dare. Ht reftiluerent,
tUHUS Auìftaha gatuiio repJelut,daM hmarem fteo. humilia- i
ratuit muita. Ma indarno. Dìe' dunque mano alte niiuacoo «pi-
|

ni se pronut in terram, et adorarit ib’rt/M*imwm Pnpam han- _


rtluali, inviate per iscritto: in tram *e ijjmgùbardùt; dirinom
nem , pan* cIh? liieitameute importino l’atto religioto e di- I
fncfdcrr xui$ scriptiM prof^faMfiir; e furono mlnawf dell’ ira
(

voto del Bario «IH sacro Piede. I


di Dio. o«sia didle ccnsun* ecch>siastictie, pendenti sul capo
di ehi disprezzo V auUmUà ddta Chiosa e ia voce del suo Ca-
I. Almne oiiii«riaxl«nl »! rleu^r» «lei Ca« j
KM-guìu cnsl b seconda parte di Giudice, e piTciù stesso
•fello «Il C’um*» Invalsa 4al ImvHmiH l.«oBfcol>ar41. colpiti qu»*’ taerilegin invasori detle minacciale tonsure, per-
0ui*slo fumoso a^T^imento, accaduin tra ranno 7id ed il . ch^ non vollero distornarle dal loro rapo culla pnmta reslilu-
717, cloi* sotto il bruvissimo n’gtw dell’ imperatore Teodi»- zione. non iiniP>no là i passi dH santo Pontellce. Nulla ot-
s»o (4ti. e concorrendo l'Indizione XV (4i’;, suggeriva tre se- tenne operando da Padre, nulla operando da Giudice si volse :

coli sono al gran Uarmii» alquante osservazioni, clic tornano pc-rlanlo ad 0|>erara da Princitie giusto, pio, forte e leale. Ed
c^id» opportunissime. Rechiamo prima il fatto qua! è descrit- anzi tulio niostn'i quale estremo ttoiore ei provasse jurr la giu-
lo da AnoslaMu Bibliutccario Cttmanum etiam eattrum ipsa
: slizia oltrnggbta, e {M‘r le spintuali censure Incorse dai con-
fuerat tempore (cioè dopo la terribile innondazione di Roma tumaci: Vnde nimin idem lanctiu indolnit Poutifer; poi in-
accadula nell' anno 71G, ricordata nel Testo) a lÀìngiUmrtlit \ucti il divino aiuto: tetegae spet (»ntHUt duintu; eperoW
paria dolo pertasum. Quo audilo, owinra aiutf redditi trislrM, !
rivoUe a chieder 1' aiuto th’Iltì armi cattoliche ch’l Du-
ti(no si
Adhorlans etiam tauclistimtu i>EmfiA*-r, et commonen* Longo- I
;
ca di Napoli, emjrtandulo ad efficace intervento: Atqne in m«-
bardos lU redderent : qui $i non acquirzrrrrn/, in iram te di- nitUme durit ^'enpoUlaHi et popull cucaiM, dueaiim rii quali-
rinam incidere pro<Mo quem feceraut, zw/j zcripfi# pro/c«/a- '

I
frr agerent qiwfidir icribrndoprarsrnfafro/. Coll'obbfHtiefita,
baiar: nam et munera tU dare ut retlituereni loluit multa. col consiglio e col valore risposero i romani dd duralo Sa-
Sed UH turgida mente neijue mtmnit audire, nee reddere tuni 1
polelaim al Ponlcnee, già Re di fallo dd ducato di Roma ; Cu-
patti. Vnde nitnit idem tanrtut indoluit Pontifer, teteque int mandalo obedientet, rontilio iniio; cim'» si accordarono
tpei eoHlulit dirinae, atque in munitiune durit Keapolitani et tra turo Giovanni duca di Napoli, e Teolimo rappresentante dd
popuU torant, ducalum eit qualiter agerent quotidie trriben- papa, di sarpri’ndert- con nottunui scafata i pfedtlon dd <»
da prartentabal. Cuiut mandalo obedientet.coniilia iuitù, moe- \
‘ stello. Riusiótofelicemente l’ assalto. Gregorio II ricuperi» il
via iptiut emiri rir/uh’ (altre lezioni : rrnnt/l. irin/I, zuA no-
,
i
dominio di Cuma. e da Principe leale feto sborsare al duca
r/»rj?o ingrrtti tunl lileniio: Joannet trilieel dux cnm Theo- di Napedi il denaro convenuto: Pm cuiut rattri redemptione
dima tabdiaeono et rectore. alque e^erritn: et Lougottardot Puntifev teptuaginta Ubrat aart, zfrwf primitu» prooiizrro/.
]

pene Irecentot eum eoram cattaMione inlerfecerunt.rirot etiam dedit: scrive l^olo Diacono. «Ois! Iddio sti'sso, come osse^
amfìUut gtangentot eomprehendentet eaptot iVrnpofim dure- \a il Banmin. guìdù l' azione di un Pontdlce insigne per sao-

rtmf. Sir rattrum recipere potuenint. Pro eniut redemptime tità e doUrina: c»nde sanzionare con tale (>sempio fa condot-
teptuaginta auri Ubrat ipte tanclittimHt Papa, tieni prrmUte- la die in simili C'ongiuulure era a st*guirsi dai 8Ucces»orì:
rat anJea. reddidU. Cflcl Anastasio (ib.). K Paolo Diacono scrii- per vendicare, se tfa d* uopo, an<‘he culi' armi, dalle munì di
torc I.ungubardo ricorda anch’ egli lo stesso fatto (43). I iniqui possessori, que’ beni Ecclesiastici,che pel disfuv!zzo di
Or vetiiamn allo sagge osaen-azioni Baroiiiatie. Il dotto altriargomenti non si potessero ricuperan*. Coneiosaiaebè (se-
Muratori, nccennamio il fatto stesso nell’anno 717 degli An- gue a dire il grande AnnsUsla) b«?n si ponno far guerre tra
uali d' ilalia, scrivo « essere mollo credibiUN c!a* l’ tiiqM’ra- |
i Cristbni, seci»ndo sc'rìve il santo dottore Agostino (44). per
lore avesse raccomandata a Papa Gregorio la difesa de’ suoi t ragione non elio altro di carità e di misv*ricnrdia, o per lu-
doiuinii io Ualfa*; iaunde, secondo lui. il santo Ponlelkc non i erari* que' stessi frelelti che si assaliscoiio. Poiché non v'ha
avn'bbe (iguratn inquesto celebre fatto che in qualità di Cu- dubbio che chiumiue occut>a l'altrui, rendesi ruu dì damiazio-
rotore dei boni imperiali. —
Non sapremmo in vero qual va- ; ne eterna, da cui. pur suo malgrado va ad essere liberato,
loro attribuire alfa congettura di Muratori. A noi pire che il qualora per via di forza gii »i toglie quello eh’ ei possiede in-
gommo Ifaroiùu cogliesse meglio nel segno, qualilkaudo senza giustamente; undechè si avvera quel detto di Davide Cantere. :

ombra di csitazìuno il castello di Cuma i]uate proprietà delta brochium pecealorit et maligni. Si, Il braccio del peccatore
Santa Sede. E ben poteva passarsi dal provarlo. Prima, pc'rcbè e dd malignanti’ è rullo ed infranto, ma buon pir lui: Quae-
I duo ScnUorì antichi Anastasio c Paolo non danno motivo retur peecatum iUiut et non inrenietur: non più suMUtcri't in
a sospiHtarc che il ponleOi:)^ Gregorio 11 agisse per conto della lui il (lecealo, die solo merita nome di vero male. E cosi dalla
corte di Coaluiitinopoli, e non por quello a luì personale ddb carità e dalla rnisericnrdia parte la guerre, in cui chi è vinto
8. Sed4^ ;poi perché b parte sostenuta dai Soddiacono TeiiU- Il è insieme vincitore ; ed il solo che n' esce col capo rotto è
ino. qualillcalo qual Heitore, o Correttore, apparisce tutta prò- il diavolo, coatretlo a fasciar libera l' anima da lui cattivala,

pria dì chi aajininislrava ì beni della S. Sede c di fatto egli il mercè fa resUtuzione del inallollo».
:

( 8 )

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Secolo vtu
\ola 5

ft. Oor«» 4*or« <11 i En^ttnlotie nr» sono al tutto singolan, rapprescutantt Gesù Cristo alta pn*-
senza di Pilato, la flagelbizione, la coronazione di spine, e
«heolofciffa nllr prime Imii^iil «lei CROCIFI^
il Cireneo che |M>rla la croco- là parte di mezzo è incisa nel-
HO uiil«'eriMUin<p'Mlr r«p«H<r a 1 pubblico cullo. i' opuscolo del medesimo
Autore che ha per titolo; La naù-
.'<0> ADtlAM TNAlTATO URLL'lKAbL'tt DKL ClUCIPISSO
L PrrcHÈ sance, ta mori et la rfsurrection du Chritt, <f apr/s les plus
KRi 5RTTK Sscnu. IHù volU> 0 RoprattuUo nel Secolo V,
(>fiiMi ancient monumenU de t’ art ehrélienne.
Noia H ragiorumimo del Se^no autratf c matfriaU della Cao-
*, % Un sarcofago nella Chiesa di Sanln Mari.*i di Soisions; lo
r.i, arf^omenlo incoinparabilmente più prcziOM) ed Inv
pijrch^» riporla inciso il Mabilion m*gli Ànnal. Hened. Voi. 1. ìib. XVtll.
porUtnlc di quaiili no offra la «aera archeologia. Ma più che n.* I.XXII. p. Gti* ed. di Parigi; p. 574 ed. Lue. Il Monaco
del nuda St'OM della Croce non ci venne an<»r fallo di Irai* Vodoalo fu seppellito più tardi in questo sarcofago, f sullo scor-
tare; o eiù per la ragiono che rimagim’i svelata e completa cio dui Secolo VII, 0 noir entrare del seguente;.
del grande mìRlero che ò VVoma-lHo c*>n/tlto in Croce* non 3. Un jMircofugo nel museo d'.VrIes. altra velia nella cripta
avvilo apparisca tra gli antichi monumenU pubblici
ftiani d* dulia Chicca di S. Onorato, dato fuori dal Millin, Vopage dans
dcirarlc cristiana nei primi selle Secoli : lalo cioè che pos.sa le midi de la Franee, Tav. LXXV, 5.
certamente a.*M««rir*i aver riscosao pubblico cullo, esposta pub* 4. Un sarcofago trovalo nella Dusilina Vaticana, incìso dal

bUcnnienlo Abbiamo per verìlA issimipli deU lmaginc d<^ Cro- Desio nella Poma Sotterranea, p. 79; Aringhi, tublerran.
ciOsAo svelatamcntc nguralo avanti il Secolo Vili; ed il primo Uh. Il, cap. X. Voi. I. p 311; Bottari, Sculture e pitture sa-
e più insigne di tulli A resompio che s'incnnlra noi Codice gre* voi. L Tav. XXX.— La parte di mezzo nel M<uiter, SirtH-
siriaco de* ss. Evangidi. scritto nel 58f). o conservato nella Bi* òilder* ft»c. 2, Tav. XI, flg. 69. o nel gruppo che é a pieili
blint<!ca U<MlÌcea l..aiircnziana in Firenze; cd a quello fareb* della Croce, nel Twining, Symbols and eatòlemt, Tav. IV. fig. 33.
boro seguito, a nostro avviso, i csri ciineiii dei Tesoro di Questa srena del mezzo ò nel n.* 1. fra le scemi della Piis-
Monza, illustrali a pag. T9 del nostro Testo. Ma somj esempi! siooe di cui si è già fatto parola più sopra; nel n. 2. tra quat-
<li i^raltere e d’uso direm cosi personale o privalo: in altri tro scena storiche; n»o, ne' nurn. 3a 4, tra le figure de* do-
esompii di caraltero grandioso, cd c^ipoati al pubblico, e ce^ dici Apostoli.
Uuncntc spettanti al Secolo VII (coin’ò il musaico recalo a Dippiù quattro iU'uUuro in cui si vede qualche parte della
pKìg. 83 del nostro Tosto) un mistero di tanto dolore cd ob- rappresentazione trovata sopra i sarcofugi di cut ora abbiamo
brobrio per I* L’umo-Dio, apparisco tuttora nascosto sotto vo- parlato; vale a dire:
lami che la Chiesa non vuUÒ fossero più pr^to squarciali al- 5. Un sarcofago nella Chiesa do' 8S. Natario c Olso. men-
ineno al cospetto del pubblico. Si vede quindi la Croce, ma zionato dal Ciampini, Velerà Monimenta, Voi. I. p. 223. Que-
gommala; si vedo anche ta Vittima d'amore, ma tutta chiù* sti pretendeva con Fabri che fosse il sepolcro dcH'iinperaton'

S.1 in nimbo di luco, e posta sovr* essa ia Croce separala- Onorio; ma avendo in strutto avveriìto, che, secondo Paulo
inenlo, e dippiù coronata dalla mano del Celeste Padre di Diacono, qui^l'iinpuraluru 6 acptiHlUo presso la Chiesa di
corona di gloria. Quindi niun accenno ad obbrobrio, o a do- 5. Pietro a Roma ebbe cambiato sentenza.
l<m>: poiché, si noti bene, quel celebre testo di s. Paolo; A’i/i 6. Un sarcofago nella Chiesa di S. Ambrogio a Milano, pub-
autem praedicami$s Chri^tam eraeifixum: Judaeit quidem blicalo dal Fcrrarìo. ttonumenti sacri e prttfani detta BntìUca
SCAyùALCìI* Genlibta aulem sri.fZ,r/mjf {! Cor. I. *23); di S. Ambrogio, p. 198, Tav. XVIll.
questo testo, diciam noi. tuUocJW* apertamente esposto dai 7. Un frammento del sarcofago nella gattcrìa dui Museo Va-
Ministri del Vangelo coirorgano della voce apostolica, quanto licano. incisa dal Perret, Catacombe* de Rome Voi. V. Cron-
perù all' iinagine materiale, molto a rilento venne espresso lespizin.
dai magistero cccIcsuLstico ebe dirigeva l’ arie cristiana. E 8. Un frammento del basso riliovo, altra volta ladla Chics:t
ben v'cbbo ragione di prudente riserbo anche nel Secolo VII; Onoralo ad Arlcs (ora probabilmente nel museo di que-
di 8.
<|uando la Chiesa inviava ancora i suoi Predicatori ai molti sta ciltà), pubblicato dal Millin, Vogage datut te midi de la
popoli della Germania ed a non pochi pur delle Gallie set- France. Tav. LXiV. 2. Si vegga Voi. Ili, p. 52U.
tentrionali, che giacevano tuttora sepolti neU'ombre del gen- Le sculture n. I —3 presentano tutte una croce che porta sopra
til<»iino; inoltro i bruiti errori detrArianesimo dinegante la ciascun braccio una colomha,(salvo che lud primo manca la
Divinità di Gesù Cristo, per quanto apparissero dovunque sfol- colomba alla sinistra di chi guarda; ma si ravvisano ancora
gorati dalla luce dol domina caltoUoo. non ristavano perù dal tracce non leggiere delta sua presenza). Nc* numeri 1 Li —4
suggerirò lo stesso riserbo nel rappresentare a! pubblico con- parte perpendicolare delta croo; è sormontula da una corona
fitto ad infame patibolo Cofwi che ti i fatto per noi tnaledetto dì alloro, in cui è iscritto il monogramma di Gesù Cristo.
a fiat di rr</intrrcf da o^mi iniquità (Gau III, 13; Tir. il. 14). Ne' numeri 1 -> 2 un* aquila le cui ali spulate rip<;sanu sul-
Innanzi però di entrare a diro del Crocifisso esposto ai pub- le due colonne; si stende su tutta ta scena; tiene nel su<*
blico culto, reputiamo acconcio, come a compimcnU> di quan- bcoco la corona col monogramma. Il frammento n.* 8 non
to si é detto sul simbolo del OocìIIbso. ripurtaro I* elenco contiene che ['aquila con la corona nel becco.
da' Sarcofogi Cristiani rappresentanti questo simbolo; lo ca- Nel n. 1 vediamo sopra ciascuna delle duo colonne una te-
viamo dal lavoro dell'erudilo e diligente Piper; Ite ia «- sta: quella a sinistra porla una corona radiala; quella a de-
prétenlation st/mboUque la plus anàenne dn Cruef/ffNien/ et stra una falciuoUi. I .sarcofagi 1,3, 6 hanno questo di commujiu
de la J?ffr«rrrr/< 0 R de Sotre Seigneur: par M. Ferdinand Pi- ette da cia.«cuna parte delia croce si vede una figura d'uomo;
per. Paris 1861. Per altro amrliamo elio noi non inteodùimo il frammisto n. 7 non cuDlicno che queste duu figure in piedi

quanto allo spicgaiioni accomodarci in tutto al giudizio di allato detta croce, nella cui .sommità vi è il monogramma di
questo Scrittore. Cristo con le Ietterò A U. In cambio di questo si vedono nel
Fra i sarcobgì dei primi tempi del Cristianesimo noi non n. 4 due donne inginocchiate innunzi ad una lìgura di uomo
troviamo ctie una sola rappresentazione simbolica della morte ed alialo ad un edilizio, che a creder nostr<> è una tomba.
e della Risurrezione di Gesù Cristo: il concetto non ò certo Nulla semplice rapprcsenUizionc del sarcofago 5 qui'slo
posteriore al quarto Secolo. I monumenti sono i seguenti. gruppo manca complcumunle; ma a piè della croco si vede
Quattro sarenfagi e segnatam^ite, perciò ebo fa al caso l'agnello sopra una montagna domlu scalurisi^ono quattro
nostro te sculture cho sono in nufzzo alla parte anteriore. fiumi. (49)
1 Un sarcoùigo scoperto di fresco, e cito ora ò nel Museo
.
Non ci mctleremo nulla spiegazione di questi monumenti,

Luterano, (il Museo cristiano doiruniversità di Berlino ne ha siperchè ciò si è in parto fatto innanzi, si perchè quieta
un facsiMile in gesso). È omat» di sculture alcune delle quali Nola deve diro dui cróctfisso esposto ai pubblico culto
(9) vili b

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.

lìotc al
se^iip la \ola 5,

II. Pkini Mt^i'ii ML CiHM^triAso smiriTA pi'i* pliri traiti M-olpih dall' incisore e ncmpitili di smallo, non
iKL Secolo Vili A4Mui*Ci»tno fra' |inmi esompi nel Te*
«i.ir.i Hltriimmli che nei Filatterii n|»orlati a pg. 79; tutte liuafini
«lo.[in;;. K7, la f.rore d'oro di Ydlctri: c la prcfcrinimn a dei Hnlenlon» Crocirisso delle più anliclH*. come lo denota il
liiU'aUtv. prmia per lo care ima^iol r-ho I* adornano, poi per coloNo di cui fu uso rivi'stirc il divino suo Corpo; lnd<love*
tumia malpri.*ilc prc<2 in?iit:'i c piu aurora perché ha porto m»> eli«‘ tu*' lavori eunseculivi si praticò l.a fcoltura in rilievo. Ecco
tmn ad un clasMrn Ouninenlario Ialino ili CiT.XLlI pagiiH' come ragiona il Rorgia sopra qui*sto capo dell' età Quam- :

in 4’ usalo d.aiUi {K'ima del dotli-«'iiiu> l'ariHnuI Dorvia* chr 7N4im Aacc cr rtidfii epigrajtUt rei iigm fìiri jmuìU
l'ofnptrvnio neU'aiino 17tMi o ilL'Uiravalo uirinimorlulc ponto* tttupuieracU dfHotftur: nuUui rnim apfT.Hullumqnf aan-
tire PIO VI. p; Unti il letlorr che svolcrmmo il lavoro Ihn'* c/f tiri notntn inzrrfpfum emtitnr: lamen cj* ojifrÌ$ rationr
^i.ano rollo sU^vM) alT>-tto di nlli'^sima rliina od amore col quale lUud sallfm confici fmtt fideinr, cimi /ì/rmnfioRcm iW ad
>ludiuiiiiito m^li aurei iloiimirnlarii del p. Lupi ;;i i>uila. e del Vlil. rei ad X. taeetilum ette retereudam. Anaitatius tatia$

pii» Filippo lluoiiairoli, rieordali nel Scroto 11, lotaxionn 1>t frvei» sjieciet memorai ex varia, qua cunficlae erani, ope-
i> Xftia 45. % vi; lavurt di pa-coU in<de. ma di tanto criterio e ri* rafioNC, nrmpe Crueent quae ut cJTdicflf Ffgim*
di tauia eruduiitne, eh'essi soli v.a!i:ono ad immorlaUire i loro lìM, era! Crtw lnterri*a, non pitwn. ted atjwra, et rarlata,
uiilon. perelu'* soli bastano a dirhiaran> con >|uali e quanti tum fruccm ana\ilypham inlerratlem, *ire rrNccm quae »it
«liidii dovettero que' sommi inp'^tni pn'pamp-i a delliire si *ir exeulpta, /fgHris nempr erlanlibtu romplanata, et laeri-
pnV'Ah' i^eriilure Or l.i Croce di VellHri di cui prrmiianio
.
yala in tuperfirie, qnam ialerierlae figurae inlertecabant.
il rie,:ionan‘ è ansimila in inuilo da |H)ler essere lìssoia sopra fnzn/MT frNrcm ex argento texto: ac tandem, m/ pmc-
iin’.isla. e cosi portala nelle pubbliche funziimi del rito cab tereaiun*, in rila Slepttani F., ivf F/. nniio l')€CCLXXXV. ad
tolioM e le peinme di cui va adorna, c la sua stevsa
l.'iiro, huìlificatum eteeti titemoral ab h^tc t‘tuittfire dunatam Ba-
;:rtiMte/Ea. ciré il doppi*» in tun(:o e iar/o delle dimen>iom lilirae SS. IV. Omtnalorum Crvcem aureatn twpcr olfurc ctim
addotte nel Tt^sto, la fanno appunto nssomigUare alle Cnjci gemmi», et smallo. Ilacr tane deseriptìo ita mtsirae comenit.
ricrlie e prezioM' che si sn^iiono portare itai più eccelsi Ha* •IHae ex auro
est, et gemmi», et eneaitsiieo opere dittinguitur,

|Hbdi Miei|-o|HililaiU nello solenni Inrororiip4irs<'. Ahbiatiiodun* ut »i ab Anntlath dencrtbenda fniitel, mit atii» fortaue rer-
•pie un CriM'ilbso, vero iioiuumrutt) piibblie*». Ma rUisi/ne el- hi» ittam designauft. Figurar quidem quoc encaustico opere
inelm adatto anepii^rare; nè d'altnoule vienci su^icerita IVlA erpressae sunt.quasque suo toc» eritnnemns,haHd antiquita'
Mia (KT alcun esU'mo argomento, che ne denoti la prima pio* lem CJriifdMfi/. yunni coniectaudo ttatnituHs: quia potiu»,
vciiieiizu: iM>rocrliè scrive brm* il Canlinal llorgia eh’ essa Ori>* et iptn Christi rruci/lxi imago cncflifz/fru opere efficta
« 1 * fii donala alla chiesa callalrnle di Velletrt da papa Al<^ (cioè collo smallo), non anaghjptieo, nec tedido, sed taevi-
-audio IV, eli'Uo ponlclire nel ma quamlo i>«a enlras.-^' gato, et piano retHstatem prodit: quandnquìdem iam a saecn/o
nel Tc^on». ossia Vestiario de' nuiiiam Ihodeliei, non si sa. htd»- tex/o incfniatum moreta nnrimit», qmut ad seqtientia propaga-
hiamo dunque invesUiianiD per altre vie., clu» non sienn tum est, puMire eJ'prfmeNdf l'iintJniH Jerum Cruei afftxum. et.
le sionche: c però con argomenti di atualoiria. L prima è a HleTreiu*tt<iribH»n\onumeuliserHeree»t,nonaUter, ^Niim opere
di-«ipar>i un *luiddo che facilmeide può Spijrirerc ai numn edotti idano, ar depresso, sriòref pietura, codieibu», f>ariettbus, me-
«Ielle prime oni;ini di molli sucri cinRdii, e se^natainenlé di tatù», aliisque rebus indurla, rei graphice lineari eaelatura
quelli che )iroven;;ono dai tesori de' soinini iVmliTici. Pi'rchè fioirM//ij roepil, cui tnox eriaus seulfdnra sneeessit 50
iii Croce di Vdleiri fu d(»no di Ah-ssaiidni IV. non ths'si dn Ifiihliiamo però di passaggio br avvertire che qu**l pnbtice. non
CIÒ coiM-hiudere eh’ossa ap]»ark'nt'a al Sec(»Io XIII. in cui ejrli confurtatu ila nessun esempio su|M*r'-litc, dcH*si aceoglk»rc con
visse. F^li potè donare un cimelio assai più antico, entrato mollo riscrlKi; come s.irel»be a dire, non dt nascfapr. ed in-
anche da .«iToli nel sacro Tesoro dei Papi, ricco mai si-mpre fatti n«»n erano punto iia.M'4>sti i soprai-ctlati Filallerii deU'cUk
di Ini (genere «li idTerle ctH* la piotò dei feddi vi recò in 0}!ni «Gregoriana; poicliè altro era portare al cotto l’ Imagine del
1 em|io, e die più d'una volta stuzzicò r.nsaro uppi.qilo d<-i nii- hnK ilisso, .nitro r«'sporUi in lungi» pubblico, ed alla vista di
nistii iiii|M-rÌali a iicnihurlo (Testo, a. G*0 Ila quei Tesoro
. lutto il piqtolo, e però auciie degli infedeli c degli Ariani che
traevano dunque i llomani Poritdiei que' Inriti ilonalivi sacri non mancavano in tutto pure il secolo VII.
i-lie le;:^iamu p. e. in Anas|a.sio ltihtiot<rimo esseri» u.seili a l'ii altro argomento d'anliehilò può trarsi dalle eirc<»sUinse

decorarne senza numero le chii^e di Roma o del mondo. Nè del FrociUsso. il quale |ieii«le aneur tiro iLnlla Croce, e poggia
qudta di Veth-tri dovelto si a liin;,'n ntleiidere l'onore di con* i pii*di sopra un frurfcr/fo traverso, e<l ò eonflUo ci>o 7u<i//ro
siiniii meiiiorio paiali; poidiò hwiaino in Anaslasio Riblio* chiodi, o se non di colubio. è velato con tunictudla sue-
terano rito sino dal poutinealo di .s. U‘onc III, eletto nel 7'.t5. ciiil.a; tutti s<‘gnali di antichilò, perché snh» nei tempi poste-
Vdleiri fu rfjr«'’l'da d'uiia veste prezios.a; Ffril Moc/i'a* hkm riori si cominciò a llgurare il divin Iteilentori» morfo in Cro-
xhitu* Profsui 'Leo III) in EcrU'tia H. IHournUti, qimc pouf* ce. colla ferita al sacro t'ostalo, contitlo con Ire stili chiodi
tur ut VeiUrin, trtlrm de ntmemù. I*olèdunque Ak*ssandru IV, r* senza sgaboiln, perchè ciò garbava meglio agli artisti, e og-
pn sentaN* l'.antìea sua catl<‘drale. ir<*vernala da lui come ve- gidì pure si seguita a far cosi. Sed ah tnilio non futi sicic
scovo dalI'aiuK» l',ir>| al l‘i.M in cui fu detto Pa|ia, d'un mi* IV ne sta prova parìante il Craflito blasfemo del Stytilo HI.
reti cimelio lavoralo sin dal Secolo Vili, ed enlralo poi nel su di cIm» udiamo il eh. padre Garrucei gesuita; Quando si
Ti-soro Pontificate. disputava fra i dotti intorno alla vera llgura della croco ro*
M .1 qtwli nrpunenli possono concorrere a slabilirv» F eia tiuaiia, c alta immiera tenuta da qiu'sto popolo di .applicarne
della Croce di Vdleiri? Ua|ipriina la qualità del Uivoro. Ksso, il siiiqilizio. Giusto Lipsiu cd il p. Grelsero, per tacer di molli

come m'i.'imm» nel Testo, nlienc jl'SUì dell’ antica dejrania altri, scrivevano dotli-viini volumi, aml.indo in cungtiietturi»:
e |H»rfezion tleirarle; tanto che. a nostro avviso, quelle inni* niuii testimonio di inonunieiilu poterono essi allegiirri che fòs-
^ini e qtn’Kii ornali, c la disposiziitne di quelle {jcimne c bur- se nè s) autentico, nè sì antico. Ohi può quindi negarci che
chie d'oro, «luando non sì voglia ritardarli sino all'epoca del la forma della croce col travicello traverso, «ut <|uale ptrggino
nstirgiinejito deirarte (ciò ohe non rcgye |>er K? ragioni che insieme o debbano essere iiichioiiali i piedi del reo se|»am-
addurnumi in iieguilo). Io »svrgn.irli al Sei'olo l.\. sarebbe giù (amente, non sia per lo mrim bi forma c«»niune conosciuta
un ritardarli ili lrop(io. Avrebbe dunque Ale-sandro regalalo ili iioiiia. D che non ci mKi più lecito di .scambiare arbitra-

una Croce che fu lavoro molto più anlii'u; e |»crò anche il riamenle. coi l'oncelti della nostra imaginazione^ Avrà quindi,
Ihtrgia lo alloga tra il Secolo Mll ai il IX. per lo avM'iiirt', un gran pt'So qu<>slo monumento per dimo-
La qualità del lavoro suggei bce inoltre argonienlo .a giu* strare che avevano ragione coloro, quali dissero la croce i

dlenrlo anlim. (•crchè l.av<»ro piano e liscio, cioè con sem* avere avulu la forma di un greeo Tun; ma che non ebbero
(HO

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$tcoio VUl
Vola 5 ,

lorto quei che asRCrirono quwlo l'irumenlo di MippUjio non sentano il santissimo EvangcIUU in sembianze giovanili, nel-
aver polulo mancare deir appendice Miperiore. Solo avremo Tallo di dettare la sua Apoc^lig»!, oppure in quello di portare
appreso che si debbono conciliare le due opinioni sostenendo, il volume del Vangelo. £ nel \oro so è sproposito rappresen-

che la crt>ce propriamente fu un Tom. al quale ai nirt:iu(rneva tare Giovanni in età ed a.speUo senile correndo Tanno *i9 del-
separatsmcnle, e un po'diacoato dalla trave Terticule soUopo> l'Era Volgare, non è minoro sproposito rappresoniario giova-
sla, un cartello di condanna, pel mio piccolo bastone ne correndo Tanno 93 od il 97 (vedi il Testo).
dicolarmenle infisso alla traversa. Inoltre, che la croce ebbe Ma ehi son eglino l due poroonaggi ugualmente distinti
una seconda traversa più rislr^flla della prima, sulla gwle fa- col nimbo, che stanno sopra c sotto la Croce dì Velletri’ <>ui
cevano pojB^iare i pl^i del reo die vi «irano cuonecati: con* dobbiamo esser grati e riconoscenti alle pazienti ricerche del
fermandosi con ciò l’ anticliissiitia Iraditione, che non ci ve* pio e dolio Cardinal Borgia. Egli riconosco nel primo Tapo-
niva roppresenUU finora se non da monumcnli dei piò an- stolo 8. Pietro, c nel secondo S.* Eksna imperatrice, e con-
che non sono per altro anteriori al secolo set*
tichi crocifissi, fiirUi II suo giudizio con sodi argomenti d’analogia dedotti da

timo della Chiesa. A tutte lo quali gravissime domande il praf- ,


nmmirnenti delTarte e della storia antica. F. prima, por ri-
(ito palatino sembra abbia in line autorità di soddisfare, sia guardo a S. Pietro, Il Borgia stabilisco anzi tutto che quello
che si voglia considerare , slccoiiu^ si è giù sostenuto una , ò un santo ecclesiastico, anzi un vescovo, perchè tale si di-
parodia della imagine tenula in veneratone privata da Ates* , mostra dalTabilo Oi^lcsiastico delta tunica e del pallio, alla
sameno (che cosi chiamavasi il Cristiano fiìotl4*^Ìnlo nel graf* Itinsura clericale in (orma di coroiM. «1 all'atto di benedire,
litio sopraccitato}* sia che il pagano abbia voluto darci una
'

che. secondo Tanlico rito, era allo esciu.<iivamente episcupalo


imagine del supplicio, com'era costume dei Bmnaiii ordina* massimamente nel Secolo Vili. Poi prosegue le sue ricerche,
rio e per cosi dire officiale di usarlo eoi rei di capitali delit- e dal carattere anepigrale del monumento argomentando es-
ti ». Così il p. Gamicel. E quanto al Ditin Bedenlure pendente sere lavoro di artefice Latino e non Greco (|»oiehè i Greci anti-
tuttora vivo dalla Croce* il c.ardinal Borgia porla l'esame so- chi d’ordinario non omisero mai il titolo dnila Croce, come
pra dquanli CroceflMì del Secolo IX, e cimchiude d»e in quel sta a pag. 79 del Testo, e qui nuinca del tutto) asserisce cho
tempo ancora si usava a figurarlo vivo: Quom^documquf: v/ro esso dovrebbe rappresentare un personaggio de' più onorati
TU te habeaL, eertum ett tjuatdam Chritti cTueifis i imaninet netta Chiesa Latina. £ siccome Vatlo di bettedire è quello elio
quae compertae ttmt tanquam optu $ecnH IX (e noi pure ri* piò dappresso rivela un Vescovo, eoe! a tale disposiziono con-
portiamo nel secolo IX quella del cclcbratiseimo Dittico di sacra sette paragrafi xtv-xx), dove il lettore può appren-
Arabona o Rambona) ...ffn ette compotUtu, ut Ih iit Chrieli oeth derò di bello cognizioni ecclesiastiche in propoeito. Ma s'eglt
H omninù aperti conspfcfoniNr (51). Dopo il Secolo IX comin- è un Vescovo, dove sono le divise episcopali? Non cercasi la
ci ano le imagini dei Redentore spirato; ed il prnvosU» Cori nel miln. oUremodo rara in vescovi anteriori al secolo XI; ma
dotto Suo lavoro sui Ùiltiei nent^due esempli appartenenti la Dalmatica, o la Casula, e la fascia del sacro Pallia crociato,

al Secolo X, l'un tnllù da un codice evangeliario Greco della almeno questi sacri indunacnli non dovrobbero lasciarsi de-
Biblioteca de' Bcnedellini di Firenze, l’altra da un Calendario siderare; poiché (e il Borgia lì ricorda con accuratezza) i mo-

Greco: in entrambi Gesù Cristo vede?! morto, ma confuto, numenti del Secolo Vili e IX non ne difettano mai, quando
come nello imagini anteriori, con quattro chiodi, o con sga- è in essi rappresentato un Vescovo? Il dottissimo curdinato
bello sotto i sacri suoi piedi (5;!). da tale omissione si fa strada a conohiudero che il Vescovo
Alle prove sin qui addotte circa l'età della Croce di Ve!li> rappresentalo nella Croce di Yelletri. appunto perchè senza
tri darà luce a nostro avviso rillustnuione della Tavolella di Dalmatica o Casula, e senza Pallio crociato, 6 un Apostolo
Cividalc rappresentata a pagine 8'J del Testo, e dirldurma in (§. xxi). E a nostro avviso, dice benissimo; perchè anche nel
line di questa Nota. musaico da noi riprodotto a pagine 83 del Testo, i Vescovi
111. Si DicKisasxo li nciat nrix» rsaTs Avriaioac oblla Cao* 5. Venanzio e S. fkimnione. nonché i due SS. Vescovi anoni-
cB Bi Yrllbtei. Limagino del Divin H<Nk*ntore ha italo argo- mi portano la casula cliiusa, e la lascia del Pallio crociato;
mento nel precedente paragrafo per investigare Telà di que- nun cosi i santi Apostoli Pietro, Paolo e Giovanni. Eglino sono
sto insigne eimelio. e però ft già a sufficienza illustrala. Rt> in semplice tunica e pallio, ossia mantello aperto. Dunque quel
stano a dichiararsi lo altre quattro ligure chn la circondano. Vescovo die benedice si dà a divedere per un apostolo, ap-
Tutti sono personaggi glorificati, come lo denota il nimbo di punto nelle forme stesse del vestire semplicissimo che sì scor-
cui sono iusignili; e rimagine a destra di G«»ù Giusto mani- gono in tutti i più antìdiJ monumenti cristiani. Giunto a tal
restasi per la divina sua Madre, come quella a sinistra pel punto dello sue dotte ricerche, e dicendosi il Borgia ad inve-
Discepolo dikmo. L'analogia dì tanti altri monumcnli ami- stigare quale degli Apoetuli sia desso, il lettore non si aspcl-
chi di questo genere, dove ai due incliti personaggi ò pure te^ certo ch'egli esordisca con quelle parole: Haec tane per-
apposta rcpigrufo evangelica: MnUrr, eeee fiiitu /uur. FUi, qvUitio longe faeHior est. Come? Voi dite ch’egli è S. Pietro;
eeee Mater tua, non no lasciano dubbio alcuno (Te<4o. pagi- ma dove sono Le Chiavi, unico e principalissimo simbolo cho
ne 79, 89). Solo iioterenio lo primo luogo quanto a proposito lo distinguono? Adagio a’ ma’ possi. Le chiavi sono è vero un
la Divina Madre porli qui scolpila sul capo una picax>la cro-
simbnin della potestà stiproma di sciogliere e legare conGcriia
ce. figura deirallisaimo cordoglio tra le cui dislretle gemeva
a 8. Pietro, e di cui si trova esempio ne' musaici sino dal se-
la bella sua mente; ed insieme quanto risponda al lesto evan- colo V (Testo, pag. 57). Ma nel secolo Vili già per altri dislìolivi
gelico serena sua fronte, non lagrimosa o piagnente, non ab-
la nolavasi S. Pietro, cioè per la tonsura, o corona clericale: Haec
battuta e corrweiata, ma quale di citi tUi appretMoalla Croce,tane perqtUtiiio longe facìlior est, rum COAO.YA CLERICALIS
assurta in allissiina eonlwnplazione deU’ineflabtle mistero cho in capite conspietta non quidem unum ex ÀpottolU, ted Apo-
ai va compiendo, senza v^onir meno al di fuori con segni di zfdoniRi Principem l*eirvm patefaciat: xiiii). E vaglia il ve-

umana delMlezza a quell'eroismo divino, col quale ofTeriva tuttaro, nota mmo nel Testo (a. 797). che ! prelati scozzesi, docili allo
sè stessa col suo divino t'nigenito in olocausto e vitliina per insinuazioni di prudenti Vescovi ed abati ingl»i, si uniforma-
li nostri peccali: Stabat cosi il grande Dottore 8. Ambrogio, rono agli usi della Chiesa Romana anche nella tonsura eteri-
Siabcl et taneta Maria iusta Crurem Fiiii, et epeeJabat l'irgo cale. Or tale accenno tocca appunto la questione della tonsu-

mi Vnigeniti pattionem. Stantem lega, (lentem ru>n lego (SS). ra di S. Fhetro E siccome S. Gregorio Tunmense ricorda cito
Noteremo inoltre, quanto mal a ppuposilo il Discepolo dilet- la tonsura clericale fu introdotta da S. Pietro ad kHmililatem

to, ossia rEvangelista Giovanni fosm? qui figuralo in sembian- doeendam (34): così da tale opinione, che faceva 8. Pietro pri-
ze tutraflnlto senili e con lunga barba. F.rrore madornale. In mo autore della tonsura, e che prop.agossi dopo il secolo VI
senso cootrario ripetuto da que’ moderai artisti che rappro- Il in cui vìsse il Turuncosc, duvette iogctteracsi univorMlmente
(in
lT0te al
segue la \ota 5,

l'idoa che ton5ura (osm) un dUlinlivo particolarissimo di


la oe dì Vellctri. quale rivelasi per questo Agnello principe: che
R. Pietro. Lo pwchf* in molli monumenti del ssecolo Vili e posto là coid semplice, in movenza di camminare, senza nim-
poslcriorù sU in pittura o mo«aiLN3, sia in scultura, si vede bo e senza croce (ì quali aggiunti sono si frequenti in mo-
S. Pietro con grande tonsura, in mi?2 zo talora »! altri persi>nug> numenti posicriori al Secolo Vili), foce dire al Bolgia' Hate
gl di Chiesa cjio non Thanno. Il Borgia ne cita vari! esempli: Agni figura in posteriori VeUlemae Crucis parte inscripta,
<> nella png. 95 del nostro Tosto ne rechiamo uno noi pure Procter reterà signa, operis tetusiótem astendit: poichò seb-
tolto dal celehre mo«iiro del triclinio l,eoniano Veramente il
I bene prevalesse già 1* uso di rappresentare Gesù Crocifisso,
1 -etebrc Cori neir atto d‘ illustrare una Taveda d'avorio s|)Ct- ancora per altro non ismcUevasi rallro uso antichissimo di
tnnto alla basilica di S. Ambrogio in Milano, scolpita intorno llgurarl» sotto il simbolo ddl'AgncUo. B però nel prezioso ci-
al secolo XI. e rappresentante fra l'altre scene la Lavanda dei melio di Vdldri scorgesi la llgura Principe ddl'antico Testò-
piedi falla da G. C. agli Apostoli, non fece caso di quella sin> mento, doò l'Agnello senza macchia, collegaU col figurato,
golarìtà:cìoft che solo Pietro ha latonsura c non uno degli de’ cui misteri sono pieno le sacre pagine del Nuovo Tmtò-
altri Apostoli {U}. Ma egli è evidente die quel distintivo si mento, consivrate in gran parte a quelli della sua immola-
riporta ad una idea invalsa dopo il Secolo VI nel pubblico, che zione sutrallnr della Croce. Quanto ai sinibuli evang«qici cJ)e
riuè per signiAcaru S. Pidro, bastasse t^urarin con patente fanno corteggio a! Divino Agnello, il Cardinal Borgia dedica
tonsura, nò fosse più mestieri fiM^lcr^li in manu le chiavi. : loro sette puragraii (xxra-xxxv). Ma noi, che già ce no occu-
lUnc factum ridimta ul in mmirit ... et in pMurit^ tfuae tu
j
pammo di proposito nel St’icoto V, cioè a pagine 59 del Testo
rndinbta habenlnr ut plurimum Kanctua Petrru certwo, aru ci di^ptMi.'^'remo dal trattarne in questo luogo. Oon.si a com-
tuutura eterieaH diitineiut apjiurfnl. ^na maiore* natlrt eiua- pimento di questa .Nota illustreremo l'altro bel monumento
dem tupra roderai AiMialntoa lum praerogath'cm. Imi prae- cJ»e fa seguito alla Crore dì Vollelri.
eetlentiam prodere roJnfrunt. Cosi il c.'irdinal Bi»rgia ig. xxirifc * V. Si DicaiAiu l' imicmi Tavolettì tsia.'riA sccata a caci-
r più sotto: Atlenle. ce seetuh inapiriantur attncU Petti iraa* SE 89 DEL TESTO. Al priiiio sguardo su questa preziosa Imagi-
gìnei, ntm quidem prmi»rì&Mi anfcntia efftctae, aicuH in ri* ne, lavorata verso la metà del sc<'olo Vili, il lettore sarà fur-
Iris cMmrleriaUbus a Bonarrfdio edUit haòentur, ani jmaln ‘
se tentalo di giudicarla, quanto alfctà sua, pustoriore alla Cro-
ac ipaae ftrt passim corona, rei tonsura ctericnH in- co di YcUelri testò illustrata: ed a tal giudizio potrebbe seo-
'

rtorei,
siOUitM iitirnirn/Mr, qua a eaeieria AjMialolurum figtiris di- tirsi mosso dal crrnsiderare l'assoluta mediocrità del lavoro;

a/inguuntur. Come il lettore si avvede, le conclusiuni Iturgia* '


puictu'' in quelle poche linee condotte dall'incisore della Cro-

ne, confortate dn non pochi autorevoli esempii tvoUl da lui !


co d'oro, scorgesi mollo maggior perizia di disegno, di qucL
con singolare erudizione; meritano accoglienza tanto più lh>

lo si scontri in lutto queiratnmas.so d' intagli monotoni che
vorevole quanto il dottissimo porporato in tre bei parngrall . furono adoperati per significare in questa TnvolcUa eburnea
(xxiv-xxvi] voigesi a proviiit* parimente, che gìA nei Secolo VII! lo figurine che stanno intorno al Divio Redentore Croe.ifLsso.
cominciarono i I.a1ini a radersi La barba; e però non ripugna TuttavolLa mal s’apporreblio chi dal solo carattere artisti-
che anche nei eiineliu di Veikdri l'aposlulu Pietro sia Agurato co un lavoro, volcm> giudicare dell'età sua: quando appo-
di
imberbe: inoltre, che nella stessa età l'arte crUliana no» più I
risse altronde nolo, qualmente in un tal luogo, o presso una
additava il simbolo delle chiavi corno inseparabile dalla per* tal o durame un tal tempo, si trovarono dì rnmte
nazione,
sona del Principe degli Apfl»tuli, quasi che noi si fosse potuto due sorte d'artisti; l'una fedele quanto meglio sapesse all’an-

l'sprimcrc senza di esso: rd anche queste conclusioni vidon-si tica perfezione dcU'arte ereditala da’ suoi maggiori, e ralira
confermate dall* esimio Commentatore con esempli rispiita* '
mcsohinatneule devota all'uriginalc durozia. st*co rerata colla
bili. Onde cb*\ dopo avere appreso almeno come assai pro- '
violenza delle armi da barbari lidi. Or questo è il caso nostro.
babile. che il pei*sunagg)u anotiimo figurato sopra la Croce di I Noi giudicammo antire la Croce di Vrlletri, perchò, ritenendo
Vellctri sia il Principo dogli Apostoli, Cncciamci ad investiga- '
n»ltu traccie di quella perfezione d'arte cristiana, che si scor-
re con qual'nltra prolxabiiità si possa delL-rminarc quello che ge nelle pitture cimiteriaU. cl parve di ritardarla troppo, allo
I

sta sotto La Croco stessa. gandola od Secfdo LX. E<1 In un lavoro puramente latino, qua-
Le investigazioni sul personaggio anonimo che sta sotto I
fesso si manifestn (e se fosse anclie lavoro greco, sarebbe lo
li Reilentor Crocifisso non sembrano poler?! risolvere che in I sicssoj, il giudizio ei parvo fondaUi: trattandosi che in Roma
una semplice coogettura che sia cioè S.* Flena imperatrice, ,
e nelle sue attinenze, dove fu lavorata questa Croce, non cb-
madre di Costantino M., quella stessa che trovò II sanlissinto bori} mai sode barbari Goti, o Longobardi: o se vi s’ inlro-
Legno della Croce. É una santa, come lo denota il nimbo che davM^, a vi esercitarono piUura o scultura, dovettero nalu-
IH* ctreonda il rapo: è una donna nobilissima quale si mostra rfllmeiìle scostarsi meno da que' classici iikodclU che avevan
agli ontati della capigiialura. alla riccliezza della penula, ndor- sidt'orchio. Ma nel Friuli, dove fu lavorata la Tavoletta di
un di gemme, ed al fermaglio che sostiene suU'nmero destro avorio che stiamo dicltinrando. non fu cosi. Come dimostre-
un paludamento cascante. Tulio insomma concorre a raffer- remo più di pruposilo nella Notò ultima. Là, più che altrove,
mare ridea ebe fartista abbia inteso di rafllgurare rimpera* si fece manifesta la discrepanza dell'arte In uno stesso secolo
Irice S. Elena, onorata d'altronde come Santa anche nei fasti qual fu fnttòvo. £ come le bdle sculture in rilievo del lem-
della Chiesa Latina. Perciò il Cardinal Borgia arrestossi a quei- picUo di Cividale, illustrate a pagine 9d del Testo, fanno a
In congettura, ch’oi trovò avvalorala da esempìt tolti alla nu- pugni coU'altre granile od itveiso nell'altòrc Pemnvonino, po
inismalica imperiale I
sic di runlro in apposita pagina, e ciò ad onta che fossero
turmzBAM) ls rir.csE della rASTE posmiosK della
IV. Sf ^ della slessa età, cloò dell’ultimo periodo della dominazion Lon-
Csorji DI YfutTni. Chiunque siasi dedicato alle belle ricerche gobarda, cosi qui la bella Croce di Vellplri potrebbe stare per
inlorno l'arte crisUnua antica, dee provare singoiar compia- '
età vicino alla Tavoletta del Dure Orso, scolpita essa pure a
cenza, scontrandosi in un Agnello principe*, quale scorgesi nel- ;
mezzo il Secolo Vili, malgrado tanta discrepanza che nei ca.
la parta posteriore del sacro cimelio cho stiamo illustrando: ratiere artistico per sè manifestano: essendosi ben potuto in
I

late cioè che pei seggio principale cito occupa, corteggiato da I uno stesso tempo scolpirsi in Roma la Croce di Velletri da un
altre ligure simboliche, dàssi tosto a divedere simbolo augu- artista romano o bizantino, o nel Friuli la Tavoletta eburneo
I

stissimo del Figliuolo di !>io. Il Borgia nell'aitre suo dotto da chi tuttora sentiva gli effetti dei famosi tempi barbarici,
lavoro: De Crwe t'aficonn.contcnUvasi d alcune podte osser- ricordati da Paulo Diacono anche nel meriggio della civiltà
j

vazioni circa l'Agnello sìmbolo deU'Eucaristia. e circa gli A- Longobarda (Testo, a. 703).
gnelU, figure lalvulu dei discepoli di Gesù Cristo ($. xxviii). Premessa questa osservazione critica, suggeritaci da par-
Ma qui non potò passarsi d*un avviso suU'anticlùUi della Cro- 1
ticolari nostri studii solfartc cristiana del Secolo Vili e mercè

(12)

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$cc0Ìo VUl
srgue la Vota 5,

la quale vorreramo meiterc in guardia U lettoro dal giudicare pure, come già notammo nella Croce di Velletri, Ella non mo-
poaaibile un andamento lareturacnUi cronologico della de- stra sogno dokire oatemo, ma semplicemente tia pretto
di

cadeiua dell’arle sul «empUcc dato della pcrfeiione o impe^ la Croce come leggasi nel Vangelo. D'onde un avviso a que-
fesiODC di un lavoro, faociamd n dicliiarare nello >-aric auo gli artisti, che a denotare raltissimo dolore della Vergine Ma-
E prima diciamo della
parti la preziosa Tavoletta di Ci>idate. dre la figurano cosi sfinita di forze da dover essere sostenu-
Matieu a Noni. É un insigne monumontu di tortvtùa^ ta tra le braccia di pie persone. Questa particolarità troppo sen-
oasia lavoro in avorio lolagltalo, e chiuso in comico d‘ar> sibile è manifestamente contraddetta dalla Storia Evangelica
geoto dorato con fregi e gemmo, alcune delle quali lavorate. della Passione di G. (L . e però
1* arte
cristiana antica non
Le dimensiimi sommano a centimetri 3S5 d' allesza per 18 t'ba mai immaginala: Stantem fego. ripetiamolo con 8. Am-
di largheasa. Comunemeoto ctiiamasi Pace evangeliarUit pe^ brogio, flentem non lego. E se non si legge che Maria pia-
chi fu l'uso di darla a baciare dopo il canto dd Vangelo nelle gnesse, mollo meno deoei leggere che cadesse sfinita. Lo per-
Mosse solenni. ché dispiace che l'insigne quadro della Crocifissione del Tin-
EtìL Come già accennammo esso è lavoro del Secolo Vili torcUo, sia notato di questa Imperfezione. L' altra epigrafe
in cui visse Orso Duca Longobardo di Ccnoda, che la fece APoj/«/< ECCE Mflfrr TVA. come ognun vede, riguarda il Di-
Euro per rinsigoe basilica di Cividale, dove ora Duca il suo scepolo S. Giovanni. E chi non dirà vivo io questa Tavuletl.’i
(ralello Pietro, e dove oggidì si conserva rellgiosaiiietile. Ciò il Divin Salvatore nella cui bocca si pongono queste memo-

rilevasi daU’epigrafo scolpita sopra il rapo del Dmn Reden- ramle parole, e partit^brmenle quelle diretto alla SS. sua
tore: VR.SVS DVX FKCIT c ripetuta sotto le sacratissime suo Madre, le quali sono scolpite proprio I) appre^ la sacra sua
traccia: VRSVS FIERI PrucCEPi/. Il celebro storico civi- bo(xa. quasi uscissem allora allora da quella, e tanta si scor-
dnlcso Paolo Vamefrido, Diacono d'Aquileia (più volle da noi ge attenzione nella gran Vergine in ascoltarle’
citato come fonte principalissima della storia do* LnRgoba^ Ma che (a egli II quel soldato colla lancia in mano, in
di)t infatti i due fralelli Orso e Pietro, figli di Muni-
ricorda atto di trafiggere il ('.ostato dd Salvatore, appunto come nel-
dii. valorosissimo oppugnatore dei Srhia\'oni: Ibi lamen (cioè ranlichi.ssimo cimelio riportato net Testo, (pag. 79 B}! Il .mo
nel Catto d’armi fra' Longobardi e Sebiavoni accaduto poco compagno ben ci sta colla canna e la spugna nella destra
innanzi l'anno 706) unuM e Longobardi* nomine Hunichit, e col vaso deH'aceto nella sinistra per abbeverarne il siti-

qui pater pott Peiri ForoiuHanmim et Vrni Cenetensi* ducum bondo Reilcfìlorc, ma (tiirll’aUra c scena che compievosi dopo
fedi (56). Quello testo di Pao-
e^tltit sohi* fortiter et viriliter la morto di G.C.. e qui tulla la rappresentazione riguarda

lo Diacono è per sè chiaro: nò sappiamo come il signor prof. Ioti ancora vivente .... 1 A ciò rispondo il dottissiino Cardi-

Eildbcrger d'Edclberg, di cui abbiamo una breve iliustrazio- nal Borgia, questo essere errore dei pittori e scultori; e nota
ne dei Monumenti di Gvidale intitolata: Cividale in Friaul che un errore consimile fu pur commesso datl'artdlce nella
und teine Memumente ee. (Vienna, Stamperia Imperiale, 1857), più anli(;a iinagino del Crocifisso che si conosca, quella cioè
,ibbia pn«o il duca Pietro per padre di Orso: L'mu war Ditr del celebre Codice Evangeliario Siriaco ddla Biblioteca Lau-
in Ceneda. Pauhu Diaconu* erwàhnt lAn und Seinen Valer renziaoa: ivi pure II Redentore non è estinto, ma già scor-
Peter fm VI Biteh^ IM. e. teinen Longobardengetrhiehtr fpag. gasi trafitto dal miliLe, desiguato anzi col suo proprio nome
15, linea 6}. L'anno peraltro in cui governassero Onu>o Pie- in greci caratteri A0riNO2; (Longino). L’artista niinialoro
tro i loro ducati, non si può arguire dalla storia di Paolo. aveva presfuile la ferita fatta al sacro Costalo del Redentore
Ha debb'ossere circa La nMtUi del Secalo Vili; pok^ 11 dura 0 voleva esprimerla; ma non avverti alla circostanza della
Anselmo, che. secondo Muratori (b?>, lasciava a Pietro il du- morte già avvenuta, e ricordata da S. Giovanni Ev. (XIX, 98-^)
cato di Cividale per farsi monaco, ebbe dal re Astolf il fondo Queste sono sviste die non debliono recar meraviglia in un
per Veroziono del Monastero di Fanano ocU'anno 749 come artista, quando scorgesi un Antonio Biscioni, dottissimo Il-
apprcndesi dalla Vita dello stesso S. Anselmo, riportata dal lustratore dd predato Evangeliario Siriaco. dkJiiarare da par
padre Nabillon (58). Perciò il lavoro della Tavoletta eburnea imo la profeta miniatura, o non accorgersi dell'anacronismo
potè essere ordinalo dal duca Orso intumo all’ anno 7SA, o commesso quivi dal pittore (59).
poco dopo. SniaoLi. Como in tanto altre Imagini antiche (Tosto pagg,
Fiecit. Llmagino del Redcnlorc Crocilisso ò la princi- 79, t, c; 84, c, i, c). qui puro senrgunsi rappresentati in duo
pale. Esso è confitto con quattro chiodi, e col traverso sotto i appositi scudi il tele c la furio. Essi vennero personilìcati in
piedi, secondo l'uso antico, notalo già .sopra nella Croce di figure^ secondo l'uso dei pittori cristiani antichi, notato dal
ToUetri: e come là ha qui pure intorno al sacro capo il nim- doUissiiiK)BuoaarrQti(60)di rappresentare moUecose inanimate
bo cTuciforme. D'onde un argomento in hivare deirimaginc in figura umana. I due pianeti sono posti diquà e di là al
stessa di Vellclri, che presenta gli stessi caraltcri d'aniìchilà; Crocifisso Rodcnloro. per esprimere il miracoloso o«curamen-
taddov(^chò l’ altra itiiagine del celebre Dittico di Rambniui lo di quelli, accaduto fuori dpll’ordmc naturale, durante l'a-

lavoralo nel Recolo IX, (Testo, png. 107) manca già del tra- gonia di Gesù Nazareno. Colta mano sinistra impugnano una
verso sotto i piedi; ed in tante altro di quelle et» vongnnn fiaccola raggiante, simbolo della luco di cui sono apporta-
appresso, il Divin Redentore è rappresentato (Stinto. E che tori Q nvoslrano di voler come portar la mano destra alla
in qu(?sla Tavotelta Esso sia stato figurato tuttora vivo non guancia per denotare metaforicamente il dolore, ed il con-
si pui> certo raccogliere dagli occhi aperti, poiché le fattezze lufbamenlo della natura tutta, nella passione delTAulore del-
del volto in questo avorio sono tutto scomparse; ma Ixm lo la medesima. A meglio fissare l’allGgoria fu apposta l'epigrafe
si deduce dal non essere peranco ferito il sacro custalo; inni- SOL, LVNA, ma dippiù alla figura del sole fu fetto il capo
ire dalle parole evangeliche riguardanti la Divina Madre e il raggiante e sul capo dell'alUra lìgura fu intagUala una mezza
Discepolo diletto, che si suppongono apposte dall' artista ni luna cornuta.
Divin Salvatore agonizzante, non già estinto; come pure Io Un altro Simbolo che si scorgo nella Tavoletta è quello
si arguisce dall'analogia d'altri monumenti dove sono appo- della palma scolpila dietro idue militi. Ed è Simbolo per sè
ste al Crocifisso quelle stesse parole, a nei quali il Salvato- evidente; poiché si riferisce alla Palestina dove ai compierono
re è rappresentalo ancor vivo (Testo pog. 79). Quanlu alle gli augusti misteri della Passione del Salvatore.
figure cl» [unno corteggio al Crocifisso due sono iitsignile Ertcavri. Giàdichiarammo lanlo quelle che riguardano il

del nimbo, ed è fbeile riconoscere in questi Santi Personaggi Duca Orso, autore della Tavoletta, quanto le altre che si rife-

Ui SS. Vergine, e il Discepolo diletto. L'epigrafe scolpita so- riscono alla SS. Vergine c al Discepolo diletto. Resta il Ti-
pra il braccio destro della Croce: Uulier EX FILioz TVVS, tolo della Croco così rozzamente espresso 111$ NAZArenuz REX
inanifcsUntente addita che il sotto sta la Divina Madre; e qui lYOEorttm cioè coù caratteri misti di greco o Ialino, e que-

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note al
Noie 5, 5*,

Sto scorretto. U nomeGesù è ìnbtU espresso colla


SS.* dì tur soUd sexcenttm. quanto magis debet causa Dei et sancto
Sigla groco-tatina IHS, por keuS. dove l'ultima lettera S è Marie amplior esse ut qui iptum relamen rei habitum In se
latina; e le altre lettore o parole sono latine, masenuildit* mzetpfuRi Ir eodem debeat perteterare. Si qua [emina oon-
tengo voluto nella voce Aido^orvm. Ora il titolo: imi Na- tra hoc quod nostra instìtuit exceUenetia egerit. aut te me-
zarenut Rex htdaeorum^ è appunto quale lo deeerivo l'Evan- rt(o eofndaterit. perdat omnem subttanriam suam et debeniat
gelista S. Giovanni: d'onde un motivo ad arguire che il Te- (deveniat) (pati zuèzhiNoia ad p<if^z(arrm palaeii. De persona

sto evangelico del Discepolo diletto fu quello ebo servi di autem eiutdem [emine que tale mo/um eommiserit iudice rex
norma aU'arliata in tutta la rappresentazione di questa sce- qui prò tempore fuent qmiUer UU fdaeueril. atU in mona’
na di doloro. Solo S. Giovanni ricorda infoUila presenza sua tlerinm mWendtm. aut qualUer teeundum Deum. meliuA prò-
e della Divina Madre presso r agonizzante Signoro, noncbò tiderit simili modo et de vieto et de vestimento eius ipte pria-
10 parole ad entrambi dirette da Lui, o di più la lanciala del cept ordinet quaiiter e.i ptanteril. (89) Con alquanto osservaaìo-
milite. Merita poi osservazione quel misto di lettere greco-la- ni diehiarereinu più soUo que»U logge: inbnto aggiugninmu
tine che si scorge nella Sigla lUS, per denobre il SS.* Nome di quest* altra, che è la XXXUl (rccUus XXXIV; di re Liulprondo
GESÙ'; dove la prima lettera 1 è insieme greca e latina, la nell'anno sterno: Hoc autem deHmjHtantemiì}eo iuvanie)s(a-
seconda U è puramente greca (od è un E lunga); o ruUima S tuere previdimut ut anodo nullut homo pretumat relicia de
è solamente btina. La qual Sigla ò oggidì universale presso eonsobrino aut bisobrino tuo dueere. Si quit autem hoc quod
i Latini, che dippiù hanno aggiunta la
Croce sopra I H per (arac inUcitum est amodfj [acero praesumpserit. amitlat tubstan-
'

11soavissimo Monogramma di cui fu speciale propagatore il eiam tua. et qui de tale coniugio nati [uerint fegitimi herC’
celebro S. Bcroardino da Siena, che se i Croci furono soliti des non existanl. Ifiti parente» propinqui, aut ti parentes
nelle loro pitture più antiche di abbreviare lo stesso augu- I
propinqui min [uerint curtis regia suecedat. Hoc autem ideo
sto Nome, o fame una Sigla colle duo sole k-llm greche hoc adfiximus quia testem deo PAPA URBIS ROME. Ql’l IN
prima od ultima, cioè IC, per IcveuC (Testo, p,'»gg. 79, a, ); OM.NE MU.NUUM CAPUT ECCLESIARUM DEI ET SACERDOTCM
ò ugualmente certo eh’ essi pure adoperarono la sigla IIIS, EST, per tua» episUilas nobis adhortavit ut totem coniugium
come si vede io molte medaglie dcgrimperatori di Costan- ! fieri nuUatenut permilleremus. (Ib.) Nella Li>gfO poi che vie-

linopoli,da Ciustiniano 11 in poi (61;: quel Giustiniano stesso ne appresso ingiiigncsi ut nullut presumat cowinia^rr/n suam
che con tanta venerazione s'inchinù a badare l piedi al Papa uxorem dueere. sed nec fitta quam de sacro [onte lebatit
(Testo a. 7H). Laonde se l Latini ed l Croci, insieme comu- (levavil) neqtte fiHut presuma! fitiam eiut uxorem dueere qtti

nicanti sotto il suprciiK» magistero del Romano Pontefice, eum de [onte tuteepit qui spirilaU.» germani esse nosruntur.
concorsero ad adottare quel misto dì lelU’re greche e bline et qui èoc matefn faeere lemidaverit. perdat omnem suhtlan-

per esprimere il più augusto Nome che sia nel Cido e sulla ciam tuam ete. (ìb.)
alcune os-
Terra- dehl perchè la vista di quesb sigla adorabile nnn raito- Ora su queste Leggi Liulprandee sono a farsi

vo i Greci atessi, da bnti secoli disuniti dal centro di «fuc ilo sen-azioni, le quali senrlraiino pure a dichiarnrle, ripurgan-
stcMO Magistero divino, a ricuperare le antiche prerogaUvo dole dalla barbara scoglia che le avvolge. Primamente si no-
r inlluenza benefica, perchè eraincnlemcnto civilizzatrice,
tanto per sè consolanti, della comunione calluliea col Ro- I
li

Romano sui ooslurai dei barbari Longobardi.


mano Ponleflce? Oh si. ff<U, fiat. Sappiamo che Iddio oe lo I

del INmlificalo

Ika promesso: e la sua parola non può


fallire: et fiet wtwn I
Questo Leggi pertinenti alla religione erano leggi canoniche
09iU et ufliu poitor (la. i. 46). Ma facciasi presto. Romane: e re Liulprando nulla più fece che proporle alla
Dieta <le’ suoi Magnali per convertirle in Ungobarde. Ma ciò
|

4elt«> n«>SB« rrlullanr pre«*s« I


hM saniliÀ
ad istanza di ehi» Di Papa Gregorio 11. Questo insigne Pon-
IirrirntsTéli Meribno menzione alcune Leggi pubblicate
Ipflce aveva celebralo nel 791 una Sinodo in Roma, tutta in-
da ^iprando re dei Longobardi ncU anno 7i.1 p^r evitare I
tesa alla santità delle nozze, vietando ed anatematizzando il-
malrimooil proibiti dal Canoni della reUgion <>Uol»ca, c re-
leciti connubii: Si qui» ancillam Dei
... Si quit commatrem
prhnere la Ucenza di coloro i quali sposassero una donna
servizio divino senza e»ere rpiritalem . Si qui» [ratti» uxorem ...Si quit neptetn . .

V'eIaU, 0 posta anche solo nel


. .

norcrasm aut nurum ... SI quit contobrinam etc.


solennemenlo consacrala a Dio, come di chi prendesse in Si quit . . .

dttxerit (N rofifugium, anatherna tii. Et responderunt omnes


moglie la vedova del cugino, o lo propria commadre, cioè
la donna tenuta da lui si sacro
fonte. perdita del patri- U lertio anathernatit (65;. Ora dopo la celebrazione di quel

raonio era la pena messa dal Re nel caso della violaziono di concilio, S .Gregorio dovette inviarne i Canoni a re Liulprando
Roma- esortandolo caldameiilc con sue lettere a vietaro ogti pure
si &IU leggi, le quali spettavano in orìgine al dritto
della Dieb le ficco pas- que* connubii condannali dalla Chiesa;
Uutprando slesao lo
no, cioè al (boonico; ma
l autorilà

attenta: Per luas epittolat mbis


adhortarit {Papa urbis fto-
Testo, barbaro .^enza
sare in Leggi Longobardo. Eccone il
mae) ut laiem coniugium fieri nuitatenus permitteremus (v. so-
dubbio, ma preciso o risoluto. E prima richiama U
Leggi;
pra). Ben dunque scriveva II
celebre Carlo Troya potersi in-
XXX (rectius XXXI) data da Liutpnmdo nel sopraddetto an-
da ciò quanto, dopo la logge del 790 sul guidrigildo (»c-
quale sU nel Ci>rflc« Longobarda, pubblicala dal ce-
ferir
no 7*J3,
U
natura Longobar-
il numero CtXXlXL; De hi» feminibta
i-ennaUi nel Testo, contro gli omicidii),
lebro Carlo Troya, sotto alb Romana.
da ai venwie tuttodì mutando, per oecosUrai
mi relamen tancU reUgionU <« »e tutripiwit atU parente»
habitum Riinancano, (soggiugne) tre validi puntelli all'indole Barbarica;
»i vi ea$ Dea vovetU. aut ipu »e etiQwU reiigioni»
qunm- giudiiiarie, i sagramentali. e le pruovo dcirac^ua
ttut tettiuM (vestecn) numachieam induere tidentttr le
boUenie nello caldaie (M) ».
quam a tacardoU conueraU rum *int. tic noti» iusle com- Liulprando era Unto pieno deU'idea
panUt ette at prò dei amore lU M
ipto habitum in «wnnfèfu In secondo luogo re
modo al divino ser-
dicende (noe cho una donna. consacraU in qualsivoglia
peruverent, nee tini teutacio mali horninifrua
dlccndl) quod laerarr vìzio,debba custodire in castità il suo corpo, che mirutccia
sint oxcusatio mala-vel malis-hominibus, die contraesse
il patrimonio ancho a Ule
la perdila di lutto
non fin/. Ideo »i copulantur evipa «on habeni ud
tupra pre~
al Signore solo col ve-
ideai retamen et nozze seoolari dopo csiersi dedicata
mUimu» gue tate zlgnion «gwo te haberU,
noia b legge, a sacer-
Marte., guocumque ingenio tuper stire un abile rdìgioso:
vettem tancU dei genitrici»
dote oonseeratae non sint. Si vede che b csùrlazkini del md-
te euteiperint.etpottea ad tectUarem ritam rei habitum
nuJ-
II avevano btlo breccia nell' .mimo di
lo ponlellce Gregorio
laUnu» transire pretumat. quia considerare debel omnit ehrt-
secula- Liulprando c dei mftgbtraU Longobardi.
slianut quod si quùeumqtte secolare parentes notier
Ma importante per profondo sentimento religioso e per
rem ^«ninam disponsai eum solo anuio eam subarrat. et luam dell' augusto nome di Msau Regina delle
inveni- grande riverenza
fecit,et si pottea aiter eam uxorem ducil eulpabilis

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5

6ecoU VUt
se(tur la >nla 5*

«acre Vergini, l' comparazione che laiituim'o


argomciUo di questo che altro era, so non frutto deirinlìuenza t>enclica del
LiutpranUo tra ia sposa del secolo o la religiosa. Le csprt‘S< inagisteru Ronumo sopra lo barbaro nazioni ; esempio memo*
sioni sono alifuanto imbrot^iatc da barbarismi, ma n'è ben rubile cui fa ben triste c lagrimevote riscontro il sacrilego
chiaro il senso: Qvfio coit$tdtrarf tiebet omnit chrittlann* fic. allentato di certi sedicenti civilizzatori d' Italia, che nello
Vuol duni|uc diro che se un uomo del secolo fa sua una duiv stesso centro della Callulicitii osarono in tempi a noi vicini
na pur del secolo colla soia tradizinno deirancUo, c la la tanto dichiarar sciolte le sacro Vergini dai loro Voli: aperte |>eral*
sua. suam feeiU che cade io colpa ohiumiue altro la tolga in tro le porte dei sacri chiostri, non pur una se ne trovò di-
moglie, e sottosta alla inulta di scùccnlo soldi: quanto più mentica della propria vocazione.
scrive re Liutprando, ileo rispettarsi il Dominio .'icqiiistato da Mii quel magistero Romano die Lipirava ai barbari si alti
Dio c da Maria SS. sopra una femlna religiosa.' la quale cioè riguardi per tu sanlilà delle nozze cristiane, ben era degno
abbia solo indossate le divise, vestendo l'abito di divoziunc; di un elogio da parlo di quelli: e re Liutprando In tributa
i^antù magin drbet catua Itfi et Sanete Marie ampUorente, grande e spontaneo ni Romano Pontefìre, chiamandulo: htpa
ut qui (quac) fpsum reJamen ir/ babitum in te tmcipiunl in Irbis nnmae Mi in OMNC MUMDUM CAPUT tCCLCSIARUM DEI ET
e6<km debeant perteverare. La quale comparazione è tanto SACEROOTUM EST. Ogni sillaba ò un elogio: ed uscito qu.i1 P
più sigfiiticante, quanto ovvia è per sb la relazione tra i sem* dalla penna del più grande e polente fra Re Longobardi, i

plici sponsali nello nozze secolari, e la semplic<> vestizione tanto più degno apparisce di entrare nella beila Litania dei ti-
nelle misliche nozze roUgioso; poicJiò siamo lontani ancora dal* toli ponUficaU cuinpust.i sulle teslimuniaiizo deiranliddtà da

la indissolubilità del vìncolo matrimoniale da una parte, co* quel raro ingegno di S. Francesco di Saics: della qual Lita-
me da quella della professione dei SS. voti dall’altra. Se per* nia scriveva Ciusep|*e He Maisirc: (V tnMeau est piquanl,et
tanto era sì grande l'abborrimento del barbari per quelle don* ne petil manquer de fuire irne grande impressUm tur tee bont
ne die maritavansi dopo solamente aver preso il sacro velo esprit '65}. Dopo tale dogio, indizio rertn dell’altn venerazione
o la veste delta B. V. Maria, atti paragonabili colla sola Ira* in clic il fiero re Longobardo teneva ia S. Sede, non farà
dizione deirancltu nuziale, quanto non doveva essere mag* grande meraviglia, s« lo veiiremo repliratainente tuttoché
giore la detestazione loro per dii violasse con turpe o sa> circondalo da trupiN* vittoriose, piegarsi alle ammonizioni
crìlegn connubio la solenne con«ccr.*izinnn dei Voli! K lutto d' inermi PnnlHlrl, e oldtedire quasi lìglìuolo ai loro desulerlL

Citazioni |i»r Ir Uote del P. Mozzoni ni Secolo VIU


HZI.LA caixiovK OZILA imzio.tc
©peto., l'ilixlo, adopi.'rula rl)iilov«, Opt'ux, S’alai' et litio, adoperata
'

?
Numi’ro

ùppun: .q-it c nppurr .-1


0 l';n « •= Las
breni note
1

-'u: brrui notr frn


Per
I* noi* 1 rieit: ita nt beniguittres rideanlur /m>a/i*a. qui
1 MANSI. Coneiiionm Colleetio ..... XII 19.’. D not inierimunt, quam reipublicae iudiees, qui
not maiilia tua, rajtinis alque fallacii* ia co*
gitatlont eontumunl.
2 DE M.tLSTRE. fìu Pape lib. U1. cap G.
13 Vedi ITp. 21 dei L. V, ad Contlaniinam .1m*
3 Citillà CalMiea, Serie IV. . V 515
4 Epitt. S. Lzosis Ep. 31 (edit. Rallorin.} — — — g»s/(iiN, colle altre
Pboram Augutium,
ad Manririnm Augustam. ad

5 Ep. 57. — — — I
agli Esarclii d’Italiu: o la 31


1

6 Ep. R9. 90, 95. _ 1


del L. Il alta milizia Napolitana.

7 Vegganst siiccialmcnlc tra lo suo Epistole le 1 4 \pyjtrr ouyvTv *ev?jjyxf«w Tpi4«vTa.


seguenli, dio citiamo secondo l'edizione dei Mau- Ereerjita e Menandri hittoria. 327
rini ripetuta dal Migne nel Tomo LXXVIi della PKL.MÌII PAPAK 11 EphMa ad Crr^oriMm
1 Dm*
sua Patrologia- Lib. 1, Ep. 79 ad Petrum Suh“ ct/mmi, ap. Ma>*i, Cotiectio fonriT. VI G25 E
diaeonum: 11, 3 ad Veheetn magislrum militiim, I.aIdtera è pure riferìla per intiero da Giovanni
29 0 50 nrf Maurilium et Viiaiiammu 51 ad run* Diacono, ndia sua Vita S. Gregorii M. L. L 52,
etot miiitet NeapoUlanot, 4G ad hannem Epi- PAOLO DIACONO, De Langob
10 Gcx/is L. IV,c.8 ;
teopum: V, 57 ad Sererum ScliolatticHm, li ad Gascos. M. in Eieehiel. HomU. uUitaa, o tra
Constantinam Anguttam: VI. 50 ad Seeumium: lo Epistole di S. Greg. l'Epist. 4G «lei L. li, e In
IX, 4 e 6 ad lannariuta Oira/iòiNirm Epitcopttm, 40 del L. V, (ediz. Maurin.).
49 ad Agitulphnm regem, 45 ad ràroi/r//nrf<im 1 7 Lib. V. ep. SO. _
S
reginam.
Vita S. Creg. M.(apud Maurinos) L Le. VII. ti* 8.
IR Lib. IX. ep. 98. — 1

1» $.CELESTI.no. episl. 25 ad Thetuhtium Ju-


9 Vedi specialmonie Dialog. Lib. 1 in Praefat. ; ninrem Anijutinm |iressu Ma.vsi. Cane. Coil. . . III IMI II
FqdstoL Lib. 1. cp. 5, 7. 45. 30. 31, 35; L. V. 20 S. GELASIO, Epist ad lanuarium. ad EirtMh
.

ep. 42: L. IX, op. 121; »m Eeattg. ttomii. 7. aam, ad flereieneam Peginam, presso R Cai-d.
10 Lib. I, ep. 25. — — ***
DsrstixaiT, ColkcI. Canonum, lib. III. e IV.
— —
1
. .

11 Lib. 1, ep. 31. '

Epistola Pelagii n(f.V<irz4'»i ftf/r»cMO/ii Ibidenr.


‘il
19 Lib. V, op. 12. Le ulhmc parole accennano 22 Vi>di specialmente le epistole: IJb I, IH, 2J.
airE.s.ircn Romano, del quale, sfogandosi col Ve- 59, 44, 4G. .'gl. 52. 55. 56. G7. 76: Lib. II. 4. .52.
scovo di Sirmio a cui scrive, dice |K)co innanzi: 2G;Lib, llU17,58:Lib.lV.28,45; Ub.VI,4,5.7,.Vl.
Eius in not maiilia gladios Langobardarum 59: Lib. VII.2f; Lih. XII. 2. 9, 44,45; Lib. XIII.I9. - -

(ir>;

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Citazioni per le Uote del P. MozeobI al Recalo Vili
USUA B1>IZ10A£ aXLLA tniltOM
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'• lonlote, 0|.vi<x, ^)?aj!io citalo, adoperata £ rAoulotC, ©pCtOL, $0^70 C4 ÌOlIo, adoperata
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m i;iOVAN*M lil\CO\0. Viln
19. 2-Ì-50, 51.5‘i. 55, 56-59.
& fifi'j. LIb.lI, num
— — —
N. 0. Inler haec ossia quando accadevano que-
ste cose in Cuma, defuncto imimraiore Theo-
‘il Epi$t. S. Crrg. L. VII. op. ‘26 ad Thfoelìtìam dosio eie. 51) noti ette io scrìltore I^ongobardo
patririam. tfarum talit vita e*t atque in tantum mette la morte di Teodosio come termino dd
lacrymù rt ab*tiMntia dutrieta, ut credamus corto suo regno, quando da Teobne, scrltlor
quia si ipsat non essrnt. nitilus fwstruM rem Greco conliunporanoo apprendiamo cb'egU alt-
per fot annos in loco hoc suòsisterc tnter Lon- dicò, ai fece cherico co' suoi %liuoli, e flnl in
Qidtardorum gladios poiuisset. _ _ pac4) i suoi di. Chronographia anno aiess. 708. 1 599 14
ro
‘if.

27
Llt>.

ZACCARIA.
1, tp. 72: Lil). V, pp, 40.
GIUYA.NM DIACONO,
Di’
L. 11. n. *29
J\2/rimriNi7i 5. Ec-
B 12

43
Come rilevasi da ANAST,\S10 BIBL. in Gre-
gorio II. presso Ma;»w Cwie. Coti
PAOLO DUCONO. De CetUs Langob Lib. Vi,
in 228 BC
1

ctesiae c. ’i, PV __ cap. 40 in Dibl. Max. xm m R


2S Di (tup$lo iiobUis«imo Romano, suto prot'on- 44 S. AGOSTINO, Epist. 138 al. 5. C. Il n. XIV. 1

boh? c prL'rptIn di Roro.'i narra S. Girolamo: //'<• Ed.Maur. . . . . II 416 BCi


Mu Mcrilegus et ùMorum ciiitor stdebai liutai» 45 Estratto dd DultelUno momunontalc ebo ai I

beato Papae Damaso itieere: Fatile me Itoma- pubblica 8 Caen dal do Cbumonl. — — —
noe urbis Episeopum et ero pnilima Cltrisiia- 40 et 8. PAULLN. NOL Epist. XXXIl ad Set. c. XVI. — — — j

mts Liber rontra toannem Hierosnlmila- 47 Ibidem cap. XI! — —


Nitni. n. 8. 48 et BOTTARI, ScuUure e Pitture sagre . . . 1 118
29 Fi7a S. Greg. h. II. ii. 55. « 4» PIPER, Op. cil , — 4^ —
30 Zaccaria, De PatrmouUs s. a. e. c. S, n. s. ^9 —
51 Si qui Efiiscoporvm qwis commisti Ubi patri- ^9 50 BORGIA. De CrMC Vetitema Il 22 —
monii
ttoe
finis
amnino eompescas
incltuiity cum
ete.
mulieribus
Lib. IX. ep. 60.
drguni. ^9
^9
54
52
II). iWrffwi, S- LUI

CORI. Thesaurus vet. Diptgeh. Tavola XII . .



Ili
m
105

_
3 53 S. AMBROGIO, in obitu Valeniiniani Aug. . V III

32 ANASTAS. IllBL. de Vitis Bom. <>dititjnc' 54 S. GREGORIO TUt. De Gloria Martyrum, Ub. 1,

Muralorìana Berum Italie. Seript. . .


... ni 153 _ cap. *28, in ttibUotheca Patrum Maxima . . . 11 838 B
33 10.4N. XX, 17: cf. lae. Saiiokli epitt.ad Qe- 55 CORI, Thesaurus vet. Diptgconm, Tav. xxxin. m 267
meni. VII Pont. Jfoj*. apud Mai, Spici!, lìom n Ì27 56 PAOLO DIACONO, De gestis Langob. Ub. VL
3i TIIOMASSINL’S, De rei. et norn Eeei. Diteipi. cap, 24 in Btbl. PP. Maxima XIII 196 CD
L. tt pari. Ili e. 65. — — — 57 Ml'RATORI, AitKo// d’Italia, anno 747 . .
IV 298 —
35 Cf. S UieroHjftn. Epist. cviii, 7. — — 58 Presso PACI. il. 1 all'anno 750 Baroniano. . XII 5ò8 —
3C S. niCRONY». ad Augustin. et al. — — — 0 Ml'RATORI, Annali d'Italia, an. 750. . . . IV Ria —
37 Insta. Canonie. Ubr. ii Ut, 2 $. 75. ...
5‘J BISUO.M ANTO.MO M., Cathalogut BibUolhe-
3H Aeta Sanetor. ìutii lì 631 — rat Mediceo-Laurentianae. Vedi Animadxtrsio-
3» ORSI, /s/or. Etcì. tibr. xxxii 1^ 25 XYT! —
'266 n« in XXfl Sgriacos Tabulai, Tav. XXIIL 194 —

. . . . .

40 MGHATORI. «rr. //<ii Ili 125 _ GO RUONARROTL Vasi antichi di vetro. . . .


267 ...

4 01 Vedi ECKIICL. Doctrina Num. Vet. , . . .


vm *228 —
41 Como lasccrvbbp supporrò il testo di TAOtO: 3*
De getUs Langob. Lib. VI, cap. 41 in Bibl. Max. XIII 198 nc 02 TROVA, Codice Longob. n. CCCCXL .... III 547 «
dovo ricorda il famoso fatto di Cuma. proprio 03 Presso MANSI, Cwic. Coti XII C
breve intervallo dot regno di Teodosio im< 04 TROVA, Codice Longob. toc. cit. m —
peratoro. 05 fiEMAlSTBE. Dii Pape. liv. l.ehap.X. Paris 1860.
JB
M6)

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Conttmtaito..lTote«. Secolo Vili
Xola 5“
B.** Della p«raeenxlene «li Leaae laaro in temporale de' Papi con la Nula A. sopra s. Gregorio 11. primo
l’aps-Rc al che non avendo suddisbiUo i'gli, c'iugegnoremo di
Italia, dnrante 11 Pontlllcato «Il Oref:orÌo II. |
:

soddislaru noi. Essendo però qucBl' argomento mollo ampio,


SeW»«iB lo divine parole no assicurino cho rcdifiiio della abbiamo credulo ben fatto IraUarc prima a parte della sua causa,
Cliiow Callolica non crollert giammai, c che la fede di Pielro mai cioè, dr//d persecuUune di Leone Isauro in tiolia, dnronle il

iiou voTTà nM>no, esse pcnS non ne accertano clic nessun


pregio Puntificalo di s. Gregorio II. L'uà cosa sola ibipprima avverti*

jifeessorio doli'uno o deH'allra mal non possa mancare, ni* cìte remo, e si é, che in questa urpraltulto c nelle si-giienli Nule sul
nnsBun cssentlale possa venir mai appannalo: ansi la fede Dominio ti'in{vomlL* do* Papi sanano iindlo sidit*cUidi produrre
slc^sa e la ragione e l' espericn» no convincono del conira* i .come giu«>to a que*
docuiiieiiii delio nostro asH-rzioni, di cui

rio. In ordine allo stesso inanlcnitnenlo de’ pregi essenriali sto proposito dì ragione lamenta il eli. gesuita Tapaniti,)
dellaQiiesaedel Papalo l adoperaro quasi di ragione ordinaria non W
tono ordinariamente eorlest gli areanill nemici del
inorzi «l lutto «Iraordinarl per sortire oJfelll, a cui II più Papalo, quando ne raeconlano le prepotenze ;5).
delle volle valgono i comuni» cerio non si addico a quella
saggia Pfovvidenia, ebo corno all'uopo è sempre presla, cosi I. Czasn SroBicn. Dapprima ci ò d' uopo premettere ai*

fuori del bisogno non è larga. Eppure, lasciando stare Tepoca cune memorie sluriclie: ora si |K‘rcbé la massima i»ar1o di qut*>

degl* Jmiioranli gemili, la sloria porla che da Costanliiio a sto iiiL’iuorto trovasi mila biogralìa di Gregorio, clic é fni le
Leone Isauro essi ebbero mi'slieri di quella condotta amir- vite che corrono sotto il nomo di Anastasio; si perebé è ire*
roale della Provvidensi: e la regione ne dice, cho in quelle cessarlo, pi^r le rose rbe in appr«*ssu dinuno, avere sott'oc*
rongiuriluro non poteva essere allrimenli. Or clic il Pominio cbioquel passo che fa al caso nostro, abbiauro cri'duto bone,
temporale de' Papi sUi, ncU online prewinle, necessario come aggiuntevi poche .altre mitizie. teuer questo in luogo di ceimo

a cessare, per qiu^nto puossi, i p rieolk o portar rinu>ilio a' storico: por tal modo saremo anche più brevi. Ben é vero,
mali in primo lungo ooameratl, cosi a dislomarc il secimiio che i più degli eruditi nolano questa narrazióne di gran con*
incnnvenioiite, a' giorni nostri ò ai lutto superlluo il pren* rusione; ma che cosa debba su ciò senlirsi, lo vedremo più
derlo a dimnstrare; pcrdochù ne rendono indubitata lesli* innanzi, dove puro cliiariremo alcuni punti più importanti.
nionianza gli sfonù stessi, onde i suoi nemici a lutto i>o* Lciino Isauro, preso il governo dell' im|MMV> biz..ntino

lorv si argomeiilauo dì rovesciarlo: anzi alcuni più leali noi 717, c coticilialosi l' amore e la riverenza dei popoli ci>u

il chiare note ed aperte parole confessarono, che iolanlo impreso guerriero riuseilo a prospero esito, c I’ .iffotlo del
per ogni modo si adoperano di obbaltero la Signoria civile Rooteflce con finto protesto di fede, sullo spirare del 7*21»
de’ Papi, in qiianlo tengono per fermo die per tal guisa reslerù cominciò a mostrare in aperto il veleno che gi.V {icr lo in*
annuliala (dieono essi, noi diremo dchilUata,) la forza del nanzl aveva tenuto nascosto nel cuore; e nelfenlrar»* dot «*ii»
l’iiiilille:ito Romano, fondamonto della Chicaa. Di qui si può interdisse in Oriente, c dannò come idolatrico l'uso o il nillo
di leggieri raccogliere quanto rilevi l’ addentrare l prìmunli dulie aacre Immagini, con altri urrr>ri ed empietà runtru riic
di quesia Signoria: nc' quali si vuole accuratamente studiare, lerecssione dei santi o la venerazione delle loro reliquie. I
anche perché essi in molli punti s'Inirceeiano. in altri s'itnmcdc* fedeli cosi in Coshtnlinopoli, cho in nitro parli dell' Impero,
Bimano con ì primordi di quella verace libertà ilaliana,
che. ap- lungi dal guardare i suol comandi, ebbero anzi opposta re*
poggiala iopra la BeUgione e fi Papalo ebbe poi zi florida rila sislenza, della quale avendo egli trioufalo. venne in nuiggior eiis*
ne’ Comuni ( Citai. 260) : c II Ralbn, parlando de' successi onde e crudeltà, sicché tutto l' Occidente reli5*e in orrore ed
pici.’!

nacque il Principato de' Papi, BCiiteiuia che nessun periodo abhomlnio. Teneva di que'giorni la Sede dì Roma s, Gregorio II.,
di Sloria Italiana, fnrrifa di euere trattalo piu dUleiamtnle uomo cui le doli della menle e del cuore.e le precedenti gesta.
ed erpreMametìte di qneito (1): anzi il Slsmondi non dubita roiMlovann il più arroncio di tulli a contraltare al nnoxi»
atfermarc. che quegii avrenimenli ebbero la più durevole In* eresiarca e persecutore; or tentando qm'^li di far da lui auleiv
riiienza non solo sulle sorti di Roma, ma su quelle di tutto liuaro il suo errore e la su,n lirannia. Gregorio anziché piegarci
l' Orcidento (*J). a* suoi voleri, fin dalle primo virìlim'ntu gli n^sislulte, e rnlT*»f-

Il togliere a dilucidare primordi delle più rìicvanli islilu*


i zò nella féilc i Crislbni, segnatamente con duo Irllero donw
tieni é ollrcmisura necessario, dappoiché come non si può far malii'ho piene di dollrir»a e di zelo. In questo mozzo Liulprando.
ragione di queste senza una piena Intelligenza della loro nalu* sotto pretesto di lutetan' la Religione, si fu impadronito di
ru,cosl questa natura non può meglio penetrarsi, che sliidiando Ravenna: ma
per opera de* Veneziani, mos>i'i alle L'ianzi* del
in quelli. Ma sono anche molto spinoso queste ricerche, giacché Pontefice, ne fu iK^ntr^to discacciato. In quella che Gregorio
i principi sono d'ordinario scarsi, tenui, occulti o sparpagliali: era tanto sollecUo degrinten*«sl dì leeone, questi si per von*
convien ricercare e lumeggiare ogni fibra di elementi sì piccoli dicarsi della fermezz.'i delt'allro, cbn a intento di ridurre poi
ed oscuri: c trovar rordine in ciò che sembra efretlo del caso. all’.aposlasia l'Ilalia, o fhnje quel riogoverno che aveva di*
Di qui nasco rhc tali studi sieno dall* universale reputali vani, I
si argomenl.ava a lutto potere di levarlo di vita, o di
visalo,
perché é suo stile guardare piùnirapparcna che alla sotianta: menarlo in esilio. Qui lascereino parlare il biografo diGregorin
fermarsi al presente, senza risalire al passalo e stendersi r • F.o tempore cn*lrnm est Narniae a Longobaivlis per*
al fuluro; c considerare lo cose in un punio di vi^la assnlu* vnsum. Rex vero Longobardorurn l.iutprandus generali mi»
to, senza abbracciarne molteplici e svariali rapporti Se per
i lionc farla Ravennam progressus est. alqiie Ulani obsedii per
un verso sono spinose queste ricerche, per un altro tornano dii’satiqiiot.el castrum perv,adens cbisse.<icaplasabslulii plurrs.
anche oltremndo dilettevoli :ché negli studi storie! l'analisi deve et np«’'s abslulìtinnumeras. P»^l aiiquot dies Ibistlius duv.
prcccilere, ma non escludere la sinit*»!. Ouiiidi se nel primo Jordnnes chartiilarius. et Jiwnnes subdiaennus cngnomenlo
lavorio l'animo s' impicciolisco, si abbassa e si alfalica: nel Lurion ennsilium inieninl. ut p<^iitiliec-in inu-rlìcerent. Qiiibus
secondo s’ innalza, riposa c grandeggia: clù lia itene ,ip> .rssensiim Marinus inifierialU sp.tlh.*irins, qui Rnmanum duca*
profondili i comiiicùimeiili di un' Isiiluziono, eg;i Imi in mano limi tenebat, a regia iiiis«us urbe ìmperiilon' mandante Ime
la chiave, c quasi hi somma di lutia la sua slnria.-l primonll prolMivil. sed tempiis invenirc non potuenml : quia Dei judicio
così del Dominio leropnrale della Snnla Sede, con>e della ci* dissolutns et eonlracltia est. et sic a Roma reeessit. *
villé italico, anzi di tutin I' Riiropa.ehbero luogo nrlln prima 2* • PoslinoÉlum Paulii» palricius et exarrbus roìssu» in
mclìi del Sitalo Vili., in occasione elio s. tlri'gorio II fortemente Ttatiam est. Qui dctiuo, ut hoc scjdus piTflceruiit, medilabanlur.
resistette all’ IconiH'Insln U*one. Ecco il perché il oli. Morzonl Quorum ennfiilium Romanis pateraclum est, qui morte cuncti
prese per fallo roratlerislico del Secolo Vili, questa ri‘^i*^l•nza Jordanem interCrceruut et Jo.mnem Lurionein. Basilìus vrni
di Gregorio, c divisò discorrere il coinim’ìamctilo del Dominio monachus Ihelus, in loco quuJatn relru«u« vilain flnìvit. Pniiluv

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ììoic al
segue la Vola 5**
vero exieclius impcralori« jiis«iaac cumJcm poiiunsvm cotia* pater iUe dislrìhuore panperibus iarpssima manu quac rep««
batur inlorUeert*. <*o qiiod (*on<iUin in |trovinda ]Hm«.‘ro prae* rìebat, incumimni orationibus et jejunjis, et litaniis Ikuin
pediebau et coiriiarel opibu« occIc*«ìik iJ«*tuis>!ir«*, situi in quotidie depre-cabalur. Et spe ila mnnebal «em|»er fullus plus-
coterie aclum c»l ioci'i. alqnc aliiim in oiue ordinare loco. » quam Imminuin» gratias tamen votuntali popoli referens prò
3*Post bunc ••paihariiis cum juesiotiibus mismis est alter»
• iiienlLs propiiHilo, blando omnes sonnone, ut tmnis in Deum
ut ponli&'x a sua sede ainovortlur. Donno Panlus palrirhis ad ppollccreril aclibus, et in fide persistorent, rogiibnt. Sed nc
porlieienduin tute S4*e!tt% qiios sodurere puluit ex Ravenna d< >i<(|erent .ibamore, vcl Ade Romani imperli» adnmnebal»
ciim suo romite» atquo ex caslrts aliquos misil. Sed inolis sic ciinclorum corda inoliiebai, et dolores contimios miltgabul.
Romaiiis nlque undiifue I.unp)knrdis prò defeiisiono |»oiilÌ- U* • !>>>dem tempore per il indici, dolo a Ixtngnbardls per*
Heis, in Salario ponte SpoletiiiL, alque bine indù duci>s Lùni;ij> vnsum esl Suerims;* f.ish-!inm. qu'id fK>r cenluiit qiudraginta
bjrdorum rircuimbnlos Komaiiorum liiirs Ime pr:ic|>edierunL • dies ab eislein Longnbardis po-‘si-'«uin (*^1. Sc«l prnlillds
4* • Ju^sbuiibu# ilai|ur poshnudum missis dorrrver.it impc* niullis continui^ scriptis at<i. cuiiiimmtUouibns ai] regern inis*
r»U>r. ut nulla itrui^n ruju*lil».‘l sanctl aut mar 1 yri<. aul an- >is. quanivis niultis cLilis nnineribiis. salllin omnibus su»
pi'li, ubiruin»|utì halM>pelur, maleitiela mini omnia ««serebnl: mi l.'ilumopibns castruin donntionriii beatissimis aposiolis
1*1 si arqule^cei'id inhoc pmilifcx praliain iiu[ieralopi< babe* l*«-lro et Paiibi Pnfefjlam einillefis Lniignb.HNlonim rex
ret: si rt tiuc Iteri pnh'prdirrl, a suo gradu (irriilorei. IV* luit atque doiiavit. Eo autmi tempore ìiidieliuno l'i measc ia-
spicieiis er;o pius vir profanatn prnicipts jii:<'sioiirm. jam uu.a* uuiirio, per diN-i-m et amptius dÌL-s. stellii qiinc aniirer voci-
tra imjKrralorein qmsi contra liostom h* .irmavit. romimH laliir. min radiis in cucio appanni i.i ot'cidtio, cujns r.idii

hnercsim ojus, srrilieus ubtqiie cavere se Chrittiiino«. eo quod pirtcs Aquiloni^ re4piri<‘l«.inl. et usi|uo »>t iimliuin cocluni
«irta fuis«et impietas taii<. Itrilur imtiihU omnes IViitapolm* Si* exlendcbanl. K« vero teinp»»re s.icpius dirli E'itycliiiis pa-

ses, ntque Yrni.'iijruin excrcìtus. cntilrn linpi'r.ilórì‘« jii'Sioni'm tneius, et l.iulpmuibis rex ini.-runl consilìum nefarium. ul
re.stilonmt» dirrnlos. nuiiquam se in |K>uhlìi'ì< mu* cotign^gali* rxerrilibus rex subjioerel diiei«s Spolelanom et
discendere luve, so»I prò r/u^ m<vi» ddensiime vìrililcr dr- llv-uieventnimm, et oxarcbu< Romiin. et quaepridcin de pnn-
rerlan''. Ila ut anatlmmali Pimlniii «»xarr!mm. voi qoÌ eutn lUli’is |K'r»«tria j-|ssus Tu *rat ^•rlplere!.Q»i rcxSpLilctuai veriiens,

direxerat (^ni illmi /tlirltim tf/ri’.rrrrt/}. l'jutinM* ronsentam-n» '«iisccplis ab iitrisqtie duribns s.-irramenlis atque ob.-Ìdibus,
snbmiUunt. sponteulrs oriiiniilinnern rju» i-ilii omms ubi-pu' -tuo Iota stia roho.io in NcrnHÌt eampuin se«'«'ssit, ,\d qut-m
in Itain dnrrs eli'^rrunl. atque sk de poiildkis, dequo sua ••gr.'S'ius poTitifex, el juc priK-stmlatus, sluduil, ut potuit. regis

immuiiilale ounrtl sludrliaiil. oMiUire atiltmini cutienonilione pia. ila ut se proslomerct


5* • Cornila vero lm|*i*rr.luris nn|uilia. «nmiis Italia consi- cfus pedibijs, fi proinilleret se nulli iuierre lac'ìouem: atque
Ituin ìinit, ut sibi digorrnl impinuturtun» ri (Jonsl.inlino|koliin ^ic ad Innl.im coinpnocliouffn p«M inoiiilis Rexus i»si, ut
duveretil. Srd coinposcuil l.ilo consiliuni pontlfox, *|ieniri> qine rueral indutiis arma exuerrl. et aitio corpus apostoli
oo!iver>ionctn pritiripìs. • poiicnd. iti.iiitnin annitlaiiHìam, b.iU<'Uin, sp.ilham atque cn>
IT • IpMsinterea diobus Rxiiìl.irntns (lux Xenpolii dmoplus som deauralum. nec non e-ironam aurf.im. et crucem argen*
diabolica ijisligatione rum Hlio suo lbdrianoC.impanineparb's team. INi.sl oralionein faelam obsoeravil pontitìcem. ul ine-
t«*nnll,srdurrii» populuin. ut obrilirenl impiTalorl, et ocei- nmratum «'xarohuin a«J pacisroncordmmsuscip-Todiguart tur,
ilrrent pontiitriMn. Time Romani oinm'S cuin siX'uli roinpru* quud et Cii'tiirn est. Et sic reoessil rt'gu drcliuaiile a muli»,
henderunl, et cum Alio suo inlerferorunl. Post huric et Po” «piibiis iiiierat ronsiliiim cum exarebo.
Iruin dumn, diceiilein contra pontìllcem Imperatori scrip^isse. 1U* « Igitiir exart'bo Roniue mnroiili venil in purlibus Tu-
lurbnvenint. • sciuo in cusinim Mautii.iriaiu'nse quidam sedurlttr TilK'rius
T • Igilur dissensione beta ni parlibus Ravennae, alii con* nomine» mi engnomen
erat i'ctasius, qui siili n'-gnum Itomaiii
scnlicmtos impk-lali imperatoris,alu cum panlillccellbMibus iinperii u^iiPjMre conubulur, loviures qno*«|tie «Uvlpfeos, ila
se lenmtos» intra eus contenlione mola, Paulum palik'ium ul Manliiariuueiiscs.Lunensi-t^. utqnc RU-daiù sui-nuninila pr:u'>
orridrrnnt. Longobardis vero .-Cmiliac castra Kerrorìanus» slilis.senl. Evnn'lms vero b.ipc aiulirus liirbulus c«l, «pieni
Moiilrheili, Verabluiii cum sui» opidis Duxo et Pcrnictola, sanrltssiiiiiis p.i|ta mnrortans et cum co proeores ccvlesiue

Pentapotis quoque et Auximana civilas se IradUlmint. • ntiltoiis. Blqu*; excreiltts, pro^-rU suiti, yni x'iilciitos in Man*
(T P(^l aliquod vero leinpus Euljrchium patriciuin eunu*
« (iiarimsi ibidem l'eta-int inlcn-mptus est. Etijns .ib-
ra.sli*llo

rlium, qui duduin exarclius fuerat, Neapulim inisil imprrulur. seissuni c.aput Coitdantia«>|ui!i ii al piintipem iiiìsmuii et>l»
ut itlud, quod exarclius Puidus. spalbarH quoque, et crleri *.‘t ni'c sic Romatiis pleiiaui uraUii o largilu-* impemtor, •
nuilorum consilùitorcs racLTC luviuiverunt. pcrflccret tlle: scnI ir«Nam po'l lioi'c e^truil e,«i'‘«l'*in ttiqH*nili»rls mnlilia,

R(N2 sic innurnlo Deo btuil niUernbilis ibdus, snd rlaruit prò qua pcrs.'qm-batiir poiiliLieeni. ita ut miupellerct «nmics
cunctis pcssimum consiliuin, quìa Cbi-iMi violare conabaiilur ilonslantinopoliin babilanles lam virtutr, qnamipic blandi*
(vclr'iins. <kperdere cuncloa, utqur dinperu oumium buitn. ijietiiis. ut «ieiioitici'cut u)>icutii<|ue hal>crcnlur, iiuagini's t.im
Cumque milti'rik lioiniiiem propriuiii n<miam rum scriptis suis salvalort-s quamipio cjus geuilricis oimiium san*
sanctat-. u-l
in qnibus ciHiliiU'k'ilur, ut ponlirrx uri idrrelur cuui (qiliiiui* i-lorum, r:L«quo in nuiliii civilalis quod dieero eiudelo est.
libus Roma«‘; agilità crudi'lissima insaiiùi, prolinus ipsuin |ki* igni cn-marcnl, et oiimes dealbaretil Et depii-las eeclesìas.
iricium raissum uccidere voluerunl. ni->i defensio ponlilirb iii- «}ui.i plriiquc ex cjii<«b*m civilalis |«uputo tale sceins Acri prac*
mia pRU*pedissct. Verum cuindem anathematiravrrunl Kuly* pediobanU .ilt’|uaiili c;ts>ilc lruncali»nlii |«arl«''m «Mrp4«ris<‘xei''i,
cliiumcxarchunisese magni cum parvis conslringnitrs sacra- p-Kunin pertulcruut. l'ro qua causa eltain (k-rmanuiii saiiclae
mento nnnqiutm pontillcrin CliristUinao ndri zelolem. et orrle- U»u.*‘tiiutiiiopMÌitariae cci li^ùie antUtilem. eo quod ei consen*

sinrum di'lrnsorcm se prrmiUero norcri. aul amovori, snl im-ri -u‘ » praebere nului'•^cl. punlilkalu privavll i-dem luipersilHr,
1

prò illiiis salute essenl umnen parali. Muiìi'ra lune bine imie du ibiqiie coiiipliceiii Ati:b>Ui!>ium prvsbyteruiii in l'jns luco con*
Gibus Loiv’iibiUslunim et regi pullirenlcs pluriiiia, ut ab jii •Itlnil. t^ui inisna Romam synudica dum tali hacresi cum cimi*

vamitto desUtorcnt ponliflcis per suus li*galos palri.'ius ilb tiutienlem repcrirct, vir saiu-lu-s non censuil cum fratnm
suad.-ltat. Udì rtrscciplis d<.^U!Stand.im viri «iobnitatrin de«pt- mt cun^aee^dutcln solito viH-ati, sed rescriplis cunimuuiluriis,
cirnles; un.i se qui«i fnlres lldci calcita couslriiixerunt Ito- ii>t nd cattiolic4im ctmvci'lereliir ildt'iii. elinni cxlorrcm a
inaili atquo Longobardi, di'siJerauli's euiieti morteui prode- «acerdutali ofllrto esse inruitbiit. ImpiTatori (pmipie su.idcns
reitsioiie |iontifÌL'is susttiiero gloriosatn, nunquam iiluiii pas- >.-ilulat ia. ul a Idi e\«.^-rabili mis^Tia «I -clinarct seriplts coiii*
suri pcHerre inulesUaiir, prò lido vera, c! (MirisUaiiorurn rer- uioiiuit. > ( 4 ) Pin qui il tiiograro.
taiitcm salute. UU ita so babentlbui ele^it inatus prai^sidiurti Alluna il rontelìve i, Cix-gurio vedendo elio Leone era
( 6}

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secolo VUt
soglie la Sola 5**

giunto al profondo ddT empietà, e ctio ora gettata V opera I 0 lo Schclestrate o. c. p. 23. diedero fuori alcune avvertenze
di‘1 ridurlo a più »ani ronsigU |*er maniorc dolci, reputò ii«'' Msft. dell’ llolstcnio, li quale studiò più dt tutti in quest' argo*
I

cussarin metter mano a* rimedi cMrenii: quindi cosi perca* : iiienlu inlumo al suo lavoro V. Mai, Hpìcit. lìutn. T. IX. p. 4C8.
:

sligarlo,come per provvedere al bene della Religione, Hneliè I


II CUiinpiui, elio scrisse sopra queste vite de' Funlclici uu'opcra

le CA»e non piglianisero miglior piega, ebbe foliratta alia ^ua I


iutitulala: Examen libri Pontifiralli, Hamac IC88, nltribuisce
utibidieno r llnlia, come quella ebe era in grado di iiinnle* i a molli autori diversi le vile de* Pupi anche anici lori a Gre*
nerij in quello »lato. Poco appre«.-M), cioè agli il di febbraio gorlo MI.. Seri. III. p. 47.).
del 731, Gregorio |«a»s6 di que»Ui vita. 3. E chiaro elio questo tema attenendosi slrctlaroenlo non
Ecco la somma della storia dei)' Iconomaobia segnala*
i. sulu al Eccolo Vili., ma alla materia appunto che abbiamo
mente in Ilalia,e sotto ilPontitlcalo di Gregorio 11.: e siccome per le mani, ed essendo di nuii puco momento, vorrebbe es*
U massima parte di questa storia si contiene net passo di -»>ere ditiwnlcinenle discusso, ^(ii però accennandolo di volo
Anastasio, noi non possiamo per più rispclli tenerci dal far non abbiamo altro iniendunrnto dm Rir avvertire un dato,
notare qiianto debba essn prcsiarst Riguardo all» materia. Irò* ilquale non dovrebbe essere trasandato da chi voglia atqirn-
vianio qui esposta la persecusione, onde, |kt gli efTctlì a cui fnnrlircquesto {MTiodo ddla p<?rsccuzioac degrieonuiimclii
diodo luogo, nacque il liominio icmporale du' Papi, e ebe ebbe che sebbene il terzo ar-
in Italia, (juiodi os.>ii>rvercuio s<;ltantQ
si grande intliiensa sulle sorti d'Ilalia. anzi di tulio rOccidontc. ;:omenlo sia e per sè, c mollo più in questo lavoro, soggetto
Quanto ad altri monumenti, fin i latini non abbiamo, nilre a gravi difiìcollj, pure il secondo fonila bene la U*si, che la
Anastasio, die Paolo IHncnnn. coel.vneo si, ma die però ac* vita di s. Gregorio dovette essere scritta da un ciuitempora-
cenna tutta quella serie di falli in poche parole: e Onizio 10 0 , che noi tuttavia per brcvilù cliiameremo pure Anastasio.
*

Bianco nelle note alia sua stori» aeeoiiciamculc osserva, .V quest' .irgmticnio so no poirebbo aggiungere un altro, li
che certi avvenimenti più notabili saranno siati da P:iido ;
nciu'iiii (7) dice che Anastasio abbia copiato da Paolo bineono,
Studiosamente tariuli, per non infamare la meiiioriadei suoi scritloru del Secolo Vili, auloru della atorìo de’ Longobarth
Longobardi [Si). I.c due lettere di S. Gregorio a L4!ono nm- ( Tesi. an. 7^ ); tua noi all' incontro teniamo per fenno. ebe
longono ri ttulitie iin]H)rtanti. ma bene scar.<^e, perchr> rigua^ Paolo abbia atliiilo dal biografo di Gregorio, e so non doves*
datio Solo il preludio ddla rivalla. In ordine a'Greci non oi si situo studiarci in brevità, iwlremmo dimostrarlo col confronto
pre.senla che Teofnne, fedele, t* vero, nè mollo remoto da del due lavori. Questo però vorrebbe (arsi du|K> aver dichia-
qm'll'clit, essendo liorilo fra il Secolo Vili, c il IX., ma lun* rato c difeso r ordine tenuto dal seconda: ma qui ci convicn
tanu di luogcK o chu tocca appena due o tre talli, sebbene ri- preuderu il discorso più da alto.
j

loranti. Quindi a buon dinllo iOollandisli itirnnn; AMasòir/NZ


hrniti’r qahffm tfd SOLLS rr on//7ufji, fidfliter timcn IH- '

il. Incà czvBSiis DELLA rcasECUtosis ai Lzoss is Italia


irtii quac. illf mttthinaiuK, Iradiiiil ec. (G;. Ora seguita n diro DCBATTt a PoSTinCATO 01 S. GoECOIUO II, E dell' OBillM e.VDB
ddla qualit:'i dello scrìllore. cu ATvtuuMiari si socccssebo.
^

SL [hmchè in genere lo viiedo’Ponlenri aiitibulle ad ,tns* i 4. La storia ddla persecuzione dell' imperator leeone in
slasio sieno 11 Ci>ule più autorevole deU’islorta di Ruma, anzi . Italia inentro dairun de'laliè riicvaiiU&i^iraa. dairallro è oltre-
I

di tutta r Italia, quelle de* Papi del Secolo Vlll.,c quella se* modo oscura c>J inlmlcialn. Non solo non i facile, auegnare
gnalamente Gregorio II., presentano una specialità degna
di i Trova, Beffa emutiuone de' lUtwani
veri tempi agli trenti
(
di considerazione. Gli aniicbi tenevano per fermo clic t’nii* tinti da' lungobardl, GXL. an. 737. p. 150 }; ma ciò che più
tori» di quest' opiTa fosso il Ribliutccario Anastasio, il quale imporla si è, cho I nriliuc «lct>so, onde quegli eventi si suc-
flori nella melù del Seculu IX. (Vedasi Bellannino, De Serf/jfo* cessero, non ci è bastevolnicnte nolo; «nou ubbiamo un Din
tiÒH» Secl. in Anast. Fcne//i>. 1728. p. 295.; ed il primo odi sicuro por distìnguere l lempl, e quasi neppure per dii^bro-
loro di queste vile stampate a Magonza noi 1C02. Prnrfat.). !
gliarc quegli avvenimenti: • cuel sentenzi» H Muratori (tm. 727
Ma molli più recenti, c periUssinii in qm».sia materia sentono '

p. ,33.V). Il qtjale inconvenlenie è in parto causa di altri di


II

ben altrimenti; c il rrsullato di tiittn le loro riccrrbe pare '

maggior peso: vale a dire, cho fieno Usciale molto oscuro, o


a noi ebe si poss.» raccogliere nei seguenti cinque capi. I* Qud* iiun appieno ddlnite le cause. la gimesi, 1* economia, le fasi,
le vite, eeedtn poche, non sono di Anastasio. —
2* Sono nella e Io conseguenze di questa persecuzione. Ma quello che so-
massima parte di un auloru del Secolo Vili.» 3* Tseirono
,

I
prallutlo iic duole sì è. che slamlo le cose in questi termhù è
alla luco prupriamento durante il Ponlincnio di $. Grego- agevole tritsiutiiiram certi falli, aliti del lutto falsarli. Quindi
rio 11. — 4*
Anche la vita dì questo Fonlullco. come di alcuni
I

gli uni fariimmilo prendono materia di su-scitare i popoli con*


suoi Bucccs.v>ri, è di uno scrittoro del Secolo Vili. Q' .\nzi — I
tn» i legìlittii principi; altri di tacciare di superstizione e di
il mede^^imo autore delle prime, dopo aver dato fuori il suo
! fanatismo qiidio zdn della purità della fede, e quel generosi
lavoro. Vi aggiunse a mo’ di appendice le vile do* due Grc- amore verso il Fonldice, ondo si originò tutta la gloria d'ila*

gorii II. e 111. —


Gii argnmenll poi, clic si recano in '‘amiM) per
I

lia: terzi di aggravare di ambizione e di infedeltà al loro


i

dimoslrare una o più di questo lesi, si riducono a quattro. Etivrano quu'Fontelici medesimi, che sono dalla Chii'sa tenuti
V II trovarsi allegata quest’opera ila aulori o anleriori ad Ana* j

per santi: il che è tanto più grave, in quantu offeode non


sUsiO. come è il Reda; o rnetanei o |»osleriori, senza pi-rò ebe : '«ciò laloro persona, ma c rislituziuue della loro Signoria ci-
sia aggiudicata ad es.<M>: ol qual genero di ai^oineiili si ri- vile. E fovercliio il dire che questi cd altri difetti della storia
ducono i codii'l che non hanno il suo nome. 2* I codici che iligran parlo ricaduno sopra i monumenti, onde la storia si
terminano con la viladi questooquel Pontefice del Secolo Vili., allinge, vale a dire, .«opra le due tenere di s. Gregorio e ii
da Papii Cost.intino in poi. 3.* Lo stile unifumie che esse brano di Anastasio. Quanto però allo IcUere, pare che oggi
pres<miano fino a Gregorio III., c diverso da quelle che se- non sia più luogo a quistionare. perciochò gli erutliU con-
guono. 4.* Lna nota cronologica che si trova alla riee dolLi corrono uri porle sciilte noR'atmo 736. e io dimoslrouu con
vita di Coslanliiio in un ciKtice della Cattedrale di Lucca. irrupugnaliìli argomenti (8) accertalo il qual punto si accer-
:

V. fìuronio. 4«n. 8C7. «. C.XXXI.X. T. XV. tano molli dati storici di gran peso. Questi però non risguar-
( p. I,“i4i, lo Schclc*
He antiqni* Homanorum Poniificum Cafa/eg/«,r. 17/ ap. dano che il preludio delia persocuzioiie, oliò quanto al seguilo
j

Murai. lì. 1. 4'„ T. Ut. jk 21 , Rianch ini. A na$l. Bibliof., Hom ae 1 71 8. =


non abbiamo che Anastasio, e in ordino ad esso la cosa cam-
Praef., Vignoti. Liber P>nlificali*. T. I. nel princìpio, dove de- mina ben altrimenti.
|

scrive i codici. Muratori H. l. S.: T. 111. p. VII,, M.-insì nelle 5. Alcuni pochi come i BoIbndisU (/. t. c. ). il Baronio
j

note al Ihirouio T. XII. atin. 75 1. p. 6U7., Corpus tlM. «.vsflN/.


), il Trova c la Cinltà ùtilolica {Serie iV.
! onn. 726-31 Voi. V.
(
T. XIX. p. 127, a Gtvrgio nel T. XII del Barun. p. 071:
c»ao Ì
'

p. 534. e sesuenli^t attcuendosi all’ Online seguilo da Aua-

M a)

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Uotc al
segue la \ola 5**

stasiio,rjnao per ciò solo bastevolincnto oono^eero. cho so* che fossero mosso più in atto, perehù non venissero profa-
coraJo creder loro (|ucUa narraziouc ò orilinaU. Qiuiila al
il nato co' baci (19). Gikì s. Germano ae'suoi discorsi a Uooe
Troya credeiiimodi potere sicuramento asserire, che egli Icn^rn (
Baron. an. 72G p. 5B> n, X. ), come s. Gregorio nello sue let-
cosi, pm-bù seblM^nu la distinta in Dove capi, o la cutnp«.'ii<U, tore. non parlano cho della depoaiiiane dello sacro Immagini:
e spi^sso l'alloithi, c si lamcnli anche della sua diianeso bre- anclio la perseruziono contro gli ortodossi era meno acerba.
9itè, 0 ripreuilj Teofonc ebo, $cnza ninna dMimione rag- Bill acerba fu ih*I secondo periodo; c il decreto del 750 or*
prw/>/io i raccfinti delie cote aevenute iolio Germano in un «Im.iva non solo di levaro, ma o di bruciare Io Immagini àu).
tol fitto { Ojd. Dipi. Ut. p. 451, 410}, puro izuii non tocca C<>n qutsU dati alla mano si può agevolmente chiarire l'ut*
deir ordine tenuto dal I>io|^fo. 1/aver noi inserito il testo titilli del Bibliotecario.
tr.i1lo
di AnasUisio nel ccmno sierico fa t>en conoscere che suimo de! Quegli in lutto il suo racciinlo non entra mai n par*
10.
tutto con i]uosli. t.ir«* dello coso avvenuto In Oriento nel primo porÙMlu solo :

G. Airìnronlro una lidia di scrittori anche riputati«siini licno al II. 1 1', prima di dire La morte di Gregorio, tratta del secondo.
per confuso qihM racconto: tali sono il Muratori f9}« il Maitin- Veramcnlo il !*. Fr. Pagi (c. Ì0U9, il quale però nonò ronsen*
Chi (to', il Bianchi ^11). i duePa;;! ft*l). il Tleury 15 . Asscmani taniM n sé stesso, vivgasi c. ).
il Soinmior ‘21), e il Fleury

Giuseppe ;14', il Sismondi (15^ il llaltio (16). kIonsi|^ Pcraldi {I7Ì .Vidi. n. VI. p. 25:>] crtNlono cho dtd ats.'ondo odiltu si
ed altri molti anlielii e recenti. Tulli quieti o laeilamente (eirli ni II. I.* 0 elio In maggior parti? de' folti dio sh'guonn

mostrano di seiUire. u nndio a chiaro noto sentenziano, che npieirtengn ni secondo rido. Anzi il P. Ani. Pagi sento, « tic nu-
vi hanno molli e gravi anacronismi: il Mainnclil scrive; f/.ier che ciò che precede ( r-5* ]. sia avvenuto dopo che fu dnU In
r*(m di$tincle tib The'tphane deterìpla sin/, tum a Paniti Dia^ msMiriJa cosliluzionn >m/. in Baroli, ann. 726. n. X.,75n. ». VII.),
ettno AnaUtmiuq/ir BibUùthfeario itnidlcale confuteqtie e^jm^ .M.i il ikironio 'iian.75U«.|V.p.5K8\ l'.tsAinnnni (p,256.n.XXXl.),
ftrehenta Utteris /'«me, wl tir »Un ab bit temporum r*itio ha- € il Troya (
III, p. UO}, il cotiiinciauK*nlo del secondo rido lo
brrctar, quim Ut qttae ante coatigerunt rebus, rat qnae dein- trovano nel n. II.* ed a ragione, perchò;
reps timi getlae euftiNnxerinl, quasi p^ist coaligiueut (/. e.), 11. l. Il principio del n. Il* dice; P-itt haec CUBriT im-
li Mainiliiinrg pttl, sebbene si allenta ad An;u>tasio, tuttavia peraforis Leone a|HTlo tulio il veleno ehe
mfitilin, fece
i‘o1t<ic.l mutili più tardi un C.1 U 0 per sòdi gran peso. 0 la cui tollera n,i<i osto nel euoro, bandendo cioù il secondo editto.
natura si divcrsitìca mollo, secondo la diversità del Ioiii]mi e 2. L’nggi'Uo degli oililli ù diver>o, giacché al n. 4* si iliC4'
dello causi^. a cui si aggiudica (18):oìn ciò cimvenpinu con sitlij di togliere, all* 11* di logliere e di bnteiare le tmmngini

lui mollissimi altri autori. Ma vi ha dippiii ; non pochi no di* de' santi. —
5. Essendo sialo il secondo nlitlo promulgalo nel
cono per modi u tacili 0 espre<^l, elio una Imona parlo di quel sellembre o Hi*ir olinhre del 75i», eJ ess«’ndo 8. Gn*gorio morto
mcconh) pn'cedo la storili dell' Iconomaohia, o almeno no agli II di febbraio del 751, nmi uvreliU’fo potuto ni s'i breve
fanno quisliono. Eppure A questo il periodo più rilevante t«pazio suc(V>derBÌ luUi quegli avvcnimenli che il biografo com*
della storia d'Italia, «'«l Anastasio ù il solo ad instruireenct piemie dal n. 4' alt' 11* ind.— 4. Al n. 9* si dice nperlo cho
7. Il voler iippisnaru tutte le dìDicullà. 0 dichiarare tutti i panvelii di quei 8ueei*ssi ddieni lungi! nel 728 e nel 720: nè
dubbi che jirest'iilnno co»l in genere la storia, di cui parliamo, è lecilo si |)cr la natura degli avvenimenli Slc^i. elio per il
come in ispocic il trailo del biografo, sarebbe senza fallo per loro nesso con allrì, preiuellerli al n. 4.* conio fo il Fleury
noi temerario, ed alieno dal nostro proposito: ma manche* (t. e. ir. VI, p. 255.); c mollo meno al n. 1*. crmic ih'-ve fare
remino pure gravemente al nostro argomento, so del tutto co il P. Ani. Pagi. Di vero, cosi la pn*sa e il ricu|M.TO di Sutri,
no passassimo. Non potendo perù soddisCare pienamente a un come l' asseilio di Roma suppongono
già eiiiaiu-ipalo e do-
*\ vasto soggetto, ci conteuteremo di dilucidare solo alcuni nalo a $. Pietro il yotn G. ) dippiù il Ri*
Ducalo Itomano ( V. :

punti, 0 comincoremo dui presentare un' idtia generalo di bliolecario congiuiigc avvenuto nel 72K, iN>n
il fallo di Sutri
qucst.i persecuzione, c dell’ ordino onde gli avvenimenti si la st*c>mdn h^ga do' Romani con i Longobanli (ettfiem lemjMtre
successero, lenendo questo metodo: raccoglieremo que* pochi per indiclionemU.); or questa non elTeituossi che dopo la
dati dio d fomiscono i roonumenli diversi dalla hiogratta promulgaziimo duU* editto in llalia t.* 5. al ii. Il* dico il —
di Gn^orio, c quindi passo (tasso vemun iitoslrando come I biografo, P08T II.tFd' (do|>o ciò che ha narrulo no' un. piveo*
ad (icrfcUamento rispondano, e li nschiarinu, e li cutn* denti r—
'IO ;, còirNif fNipcr«Mr/.« pel secondo i^illo;
piano i fatti portati nell' olirà. ondo questa non è una ripetizione, ma qui cc ne parìa la
8. Ma prima ODtniro in roateiia avvcrUrcnio in genere,
di prinm volta. Gondiiudiamo adunque che del stvondo rido
che la sentenza di quelU che accusano Aiuislasio di oonfu* della persecuzione in Orienlc Anastasio non parta che solo
sionc, 0 gli pongono innanzi i Grcei, pecca per più rispetti, nel 0 . 11.*
t* Paro ette i Greci ci abbiano lasciato una storia di questa 12. Ma qui si alTaceinno alla mente alcuni dubbi.*— I co-
per^«;uiiono, mentre ap(iona toccano di volo tre o quattro I
dici H«vio* MazariiiooTuaiio (.Vi</.r. 982. Corpus tlift.Diuint.
capi. 'i‘ Il punto in cui ai vuole che i Greci discordino da Ana* T. XIX p. 155 ). due Ambrosiani ( Muratori, lì. !. X., Ut. p. 156 ^
stadio ò un solo: S* per altro anche in qiu-slu essi conven* j
e uno della Vaticana [Viguoli, Lib. Pwlif, Homne, 1772 T. 11.,
gono con lui (v.n.45 ;.4' Nonùgiusto ad uno scrittore contem* I

p. 29) leggono al n. I.' haberetiir, ted oinnet insserat deponi


porauco. die scrìve sul luogo, e di propusito, di tutta la con* I
et ineeudi: la qu.al lezione è sl.ata dal Vignoli in<-)'rìla nel
tosa, preferire scrittori lontani di luogo e di tempo ,v. n. !.), :
lesto. Ma è facile porlaru la soluzione di questa diÙìcoUò.
e che no toccano sol leggermente. —
Ora accostiamoci più dap* I
U altri avendo innanzi la storia di Paolo, o il CÀron/cert di Dan-
presso al nostro argomento, la cui aridità forvino di compem dolo, che a quello pavio aggiungono anche incendi l. S. T. l.

sani con la brevità e la pn^cisiune. i


L. VI. c. XLIX. p. 507., r. MI. c. 155.), cre«lè ben follo cur-

9. Per boi! intendere tu persneuziorko che tollerarono gl'lta- nvgere il biografo; o .il più lo sU'sso biografo eslimù che
Unni, ù forza prender le mosse dall* Uri<mto. I,' crvisia Icono* audio il primo decreto comamLui-so di bruciare lo Immagini.
clastica conmieiò sullo spirare del 7^. o durante il Pontili- La <(ii:ile ipotesi però è cuiilraddclta dal comlnciamenlo del
calo di Gn;gorio II. corso neirOrìentc due stadi; uno, s<‘duiid>i n. 1 1;* 0 dove pur si avveru^fe, non so no potrebbe inferire che
a. Germano, r ullro. quando la StMo patriare.nlo fu occiipalii il secondo ciclo es^inlisca al n. 4*. —
Quanto poi allo lettore,
dal prete Anastasio, c pritioipiù nel 750 (r. Testone Cilas. *201 di cui si fa menziono alla fino del n. It,' 0 furono esse date
Nel primo decreto (720) r Kmro comandava suUaiilu di uTaimmte in questa ocrasicne, e son perù diverse da qurllo
abolire le tinmaginl, tautochù al primo tumutlo levatosi in scntlu nel 726 (come lidie li Riiroiiio flwft. 750 n.lV p. 389.;,, o
t<oslnntinopoli, quando si fu udita l'empia costituzione, tosto in tal caso non vi è nessuno amicronisnio; o sono quelle cho
r ItuperaWre studiosst di militarla, dieeiido che voleva solo noi assegniamo al 726 (Ctta:. 123;, e in tal ipotesi U biografo

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$ccoio vm sepe la Vola 5“
non svcnJo dnirun Iato fatto anche menziono di quello Ietterò, r
'
fallo da esse rilevare ? Ua questa condiziono di coso non
e dall’ altro i coiamonitorl al Patriarca Anaslasio porgendo- lini col finire del 736.
gliene il destro, ha creduto benu inserirlu tu quealo luogo; Caduta Rarctma Gregorio scrìsse al Doge di Venezia
10.
j

quindi I* anaeronifmo sarebbe solo appartante: e davo pure perché si adopentsse di bberarla, o in questa Iutiera mostra
rosee reale, in una cosa acc^oria non dà
un anacronisiuo tale e tanto imervssé per la cau^a deirimperature. elie il Mu-
il una lunga narrazione.
dirillo di tacciare di coDrusione tutta raUiri. elio la collocò airanno 739, mise in forse la sua ce-
Per aitru testimonianza di Teofane (Si) fa preferire l' opi-
la niiinjl.à: ma essa vuol invece allogarsi allo spiiaro del 730.

iiione del Baronio, ono coufenna die il racconto è ordinalo. 0 nireiilrarc dei sirgueiilu {CitaUone 3to>. iLiile leggi poi
Per ciò che rUguarda U sacrilego altcnlato cunlfo il Vollo date da Liulpnmdo nella diela tenuta il 1* imirzo dd 737
Anfifontta, a cui accenna Anastasio in questo luogo, o che nuli useuramcnlo si noocoglie, che allora egli era ancora jw-
stando alle lettere del Papa sembra doverci allogare al ?iT*. drone dell' E-sareato (r. Troya, T. IH, «. 403 p. 4ri4, e iz.ì; e
si vegga la CUaz. Ì45.— Questa era U condizionò delle coso in cIh; però i Veneziani non avevano anco Incomiiieiato la loro
Oricnio; ora passiamo all’ Occidente. inlrapresa. Quindi è manifesto elio fm a' principi del marzo
IS. Mentre in Oriente scorro-a il primo ciclo della per- del 737. non si elTetluò in Italia nè promulgaziunc del priiut»
secuzione. in Uaìia, por quanto a noi pare, so ne compivano edittn, nè persecuzione contro del popolo oc.; cliò altrimenU nè
ire. Opìnann r.tssemani ;p.*il7.), il Do Maglslrts (35;, Munsig. Il Pontefice, né i Veneziani si sarebbero tanto adopeMli in v.iu-
'

Puraldi (/f.cc.sopra n. 5.(, ed altri, clic, promulgata la prima taggio di Leone. Queste uoliiic come valgono a dUeu.tere u
ordinanza in Orìcnlc, fosse tosto denunzialo anche agrilaliani, chiarirò Anaslaslo, cosi sono da lui completate.
anzi comandalo al Poutenco di mcltcrla ad effeUo: cd alcuni 17. Il biugroTo luglio a coniare le tnbolaziuai por cui Gre-

vanno anche più olire, sostenendo, che fin dal principio dcl- gorio ebbe a passare, senza Lira il lueoomo cenno della causa;
V Eresia gP ludo-bizantini, detti i duchi proprìi, si toglics- nè la discorre di pruposilo c1m5 al n.*4:'da ciò segue, che 1. il
auro dairubbidionia di Dizanzio. Noi all* incontro crediamo Platina.il Fleury (/. r ), il Leo (I. c.\ niilgerstii ,u allri riguar-
cIju nò la promulgazione del primo editto, nè remancipuziono dino 1 primi treno., (salvo la presa di Ravenna, ) come non ap*
ild Ducalo avesse luogo prima ebo cominciasse il marzo del 737. |
partonuutl alla persecuzione di cui parliamo; a questa mui-
1 i. Lo sialo doli' lidia in questo primo tratto, a nostro tenxa inclina anche il ILiltio [SI. d’ti. l. c. ee. p. 3u7 >, c il Mur:i-
avviso, fu il «'gtiente; ben iuteso cito noi prescindiamo da tori dice che .4itaslasio così presenta la cus,a. 3. Molti ne
^

Anastasio, e però il quadro Ò inconipldo. Fin uH’onlrarc dd 73? pigliano materia di censurare il biografo di anacranisrui.
Lcono si adoperava di piegare Gregorio a’suoi pessimi intenti, 3. Alcuni negano, o aUnenu fanno questiono, so Li causa iloUa

ma .si guardò di commettergli formalmente Tesecuzione dd guerra mossa al Papa in questo perìodo sia stala lo difesa
decreto: avm
minaccialo far rovesciare la statua di S. Pietro
'
della fedo. 4. >'ella stessa contraria scnlenz» è incerto se
in noma, ma però non aveva fatto ivi denunziare alcun ordine: questa persecuzione cominciasse per il primo rifiuto che Gre-
|i«>rtatn in Italia la notizia della persecuzione da Leone mossa gorio fòco di aderire a Leone, o quando qui.'sti ebbe risulu-
in Oricnlc, i Longobardi se no avvantaggiarono prendendo tamenle intimato al Pontefice ed agl* iLiliuni di ubbidire al
navenm; o gt'ttalo-bizantini, corno tutti gli altri occidentali, suo piimo oditlo: onde molli che stanno pi'r la seconda opi-
por riparare all insullo da lui Latto aiVAntifimela, avevano al- niune, vogliono, ebo il tratto Imsioniòus . . impietas talis 4') .

U'rmlò e calcato co* piedi le suo Immagint; ma conlinuarono debba mcllersi alla le.Ha di tutto il racconto, cioè innitizi
nella sommissione a lui ed a* suoi ministri: la persecuzione in ' ai 11 . 1* (v. n. 16.). Noi ci studieremo di csiHjrre sumiiKu ui-

Italia cuiiiinciò iin dal principio dell'Ernia, ma aveva di mira mcnto quanto d sembra più probabili' intorno a questo passo,
|

unteamenb! Ponldlce:
il sin d'altora GrcgoHo
minacciò Leone a rimeUendo ad altro lungo l' esame più accurato di certi ar-
\

le più gravi peno, ma almeno fino a! marzo del 737. non vi ha i


Ucoti di ma^ior peso e più intrak-iuli.
imiizioche glie le indig'gi'sse. Tutto ciò noi lo ricaviamo prtiid* 16. In prima i suddetti panigrali (I* — S*) ebe pneci'ijono
palmento dallo duo lettere del Pupa uiriinpcnlore. la proinutgazionò dell’ editto ImporLile in Italia, non presen-

ló. In una di queste lettere il Pontollce dopo aver toc- tano alcun anacronismo, percliè la presa di R.'ivcnna accadds
cab) del primo tcnlalivo contro l'Antifmetn e delio CTudelt:\ nel principio dell’ Eresio, o non nell* anno 736. o più tanti,
ci^mmesso in queU’occasiune, adtIanlil/H» utiUbnt viris Roma- come vogliono il Muratori cd altri cl>e si scostano da Ana-
nis, et €T Francia, ex Vandalit, ex Ifimri/a/iici, ex Gotthia stasio (na.l 4,13. 359) —
Qnindi i fallì ebe seguono apieir-
rt ui generaiiiH dicùm.exiùto interiori Oeeidente, soggiunge: tengono al tempo della persecuzione, perché succedono alla
1

t>im atilem adrenhitent, et in sm$ regionibtu tingnli iuveni- I


presa di Ravenna (f imi afò;rr&f dies Basiiias, 3* poslniudum ,
Ua tua.puerUlaque faeta nnrrosnent: tunc Rroiecta laurata tua 5* post ènne): anzi al o. 3* si dico ebu rimperatore avi-va

eonruIcarNnt, et faciem tuarn coneiderunt, oc deteetu habilo fermalo di spogliare le cbieso d' Italia sotto pretesto della
Longobardi et Sarmatne, eeterique qui ad Seplevtrionem ho- puriU del culto.— Ciò fa palese ebo la guerra musso dall’ arti-
bitant, miteram DecapoHin incurtionibttt infe^tarunt, f/isam- colo delle ImmaginL —
Ci ò qui descrìtto propriamente il prfmo
que MelropuUm Ravennani oecuparunt et eiectismeoistratibui 1 periodo della persecuzione, perchè questa ha di mira unica-
Utis ctc...K( haec ùb imprutUntiam ac Hultitiam ttuUimUU. nu-'ute il Papa: gl'IUilUni si limitano alla sua difesa: non solo

Ài enlm eos perUrrefarit, oitque: Romani miftatn, et imagi- non vi ba indizio di promulgazione di decreto, ma si dice

nrm tancU Retri cftnftingam: ged et Gregarium illhic ponti- aperto che r Isauro aveva risoluto la perdita Ui Gregorio,
(teem rincfMm adduci earabù, iieut MarliHum Canttantinus pcrdiè aveva in animo di derut>are le cldc'sc, { eo quod cogi-
adduci ittuit. (Jmd $i noblg ingoientrr imulte*, et minas in- tarci suls opibm Eccleiias denudare 3,' v. n. 4*0.
tentei: non est nnbis neceue tcrumin certamen deteendere: 19. Da ciò conseguita elso la c.iusa di questo vìolenzo
ad quatuor et viginti ttadin secedet in reghnem Campaniae non promulgazione dei primo editto in Italia, e I' en-
fu già la
Rimnnut Ronlifer: tum tu rade venlos perseqHere{Labb.cM^): ciclica nicnzionata da Anastasio, perchè non so ne ha indizio.
più sopra aveva detto roiuimtt» et noe, utitùte qui faeuUatem
: 0 ripugna a quanto sopra si è detto ne' nn. IMG: esse nacquei'u
et poteetatem atqite aurloritatem a sanelo Retro principe apo- dal primo rifiuto che fuco Gregorio di piegarsi a' voleri di
stohrum habemn», libi poenam irrogarr, sed quoniam in Leone, o dacché questi prevedeva la resistenza che avrebbe m
teipsHtn execralionem ingenislitUbi kabeto illam ale. {e. 659}. lui trovala, dove avesse prefo ad assalire la fede in Dalia. Ciò

Or ascondo stale queste lettere scritte verso la metà, c forse si dichiarerà mt'glio per le rose che si diranno sul »econiU>
sullo spirare dui 736 CfMz. 133), chi non vedocho so dalla
i
stadio. —
A questa causi uii'altra poi se ne aggiunse, o anche
parte o di Leone, o di Gregorio, o degl' Italiani si fossero l* accompagnò Un da principio, cioè l'avcTò il Papa impedito

Irupussnli i tomiini che abbiamo segnali, dovrebbesi senza che s’impoDciSo in Italia un ingiusto tributo (3*). RevU —

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lìoìc al
soglie la ^ola 5‘*

9 dire di‘1 loniiine. Sipcomc 1‘ iiìtr.npiv«a di Paolo contro il i ammctt«'r>i, poiché d.'Ua seconila cnstiiuzinne e di'llc co«o
Pnnti'riA'. dcscriti.i ih*!ti. 5/ fu ordih a Hnvoiinn, e quc^^lA avvenute fn» lo worciu del 7.'»o ti il rumimhre del 731 il
ciU.^ non a’Lon^nbardi printa del ninrx» del 7à7, si
fu riloUn
I

biografo parla solo ai ii. II.* l'nn. Ili —


12,. LHianto airopimonc
cou/erma elio m durava anclic il primo p^Tiudo:
quei^tit iiu-se |
dd )Jiirabiri gli sti»4sì ar;miHM>li che valgono a convincer
ma essa dovetlc in ipie'lu lorno c**^'nre, pcidic il eumin* j
essa di ser\*ono di » dimostrar vera la nostra.
|viri

ciamenlo del i*j aiToddi* puro appri^<j-o.


, 21. 1.* di.s«c clic Uno al m.irzo del 727 nuu fece Leone
:20. Ecco ailuiH|iit* come iiineonhmo pifiuuiiL'iitc il liiopmfo !
intimaru alcun o^li^e agP ll.i'i;im: non tol.-^* a perseguitarli:
i> i dati sopra stabiliti inlnnio al pntii-ipio, al tertiiine, al- ‘
nè questi si lur«mo s*)lleviiti (nn. Il, I5). 2.* Il biografo dice
r ordino dcTaUi, c alla i.aUira della prima fase della pi^rse* f rhiuro rw.STJ/ODrif miufr.S.'Si confronti ciò cho
ruziono. liippiìi c<>i ti compilino a \iicnda: <iue>li ri presco- prm*dc u ciò che siegun il liallo /««ò/niÒNf . impirla» /it/ri, . .

lann avvenimenti impoih.iiti clic Ince. ma o^li ci narra ; 0 anche ciò che prcanle c ciò che si«vuo i nn. 4’, .V. Prima
«indio che por rn-ì ilire vi si.-roroi^pia c che ne funna li muli indizio di curuamlo hilto agi’ Italiani, e molto minio di
mraUcro; cioè la limerà o d>i!ur«i!<a i«'no «li tollerata ulti p«T cui si lenii cJfettuailo; in appri~*'o fi trova fpi-Mo

da Gro^ui'io: sjippia no da o<o altre caujie dell' ira «1» menzton«* deU’uim e degli ullrìranzi nd primo pcrìiKio si dier
c«>ntro ili lui. Sircliè in tal modo si l;a un’ idea adi^inala del pri- chi.iro che Lpoik* si era >«>ltanlo me«sn in ninre di spogliar»* le
ijio ciclo, che si p'iiroMj> r.irmolarc cosi; f primi Irit'atiri lit Chiest» d’ It fin. Prima la iru'*rfit si fa solo al Poiildicc. dop<»
Lftuif ro«//v> ia liWrlA e la rila dd Fonlffre, fur prfu'ìcr <uno assalile audio le s«)staiize, la vita o la fedo degl'ltalinni.
vrn<kua della raniUuma >irl sna errnre,f per \u>ltr jn.i <i//on- Prima il popolo pr«*n<te le armi s«>lo p<‘r difendere il Papa,
tonare ì'ìlaìia dalia fede, e snrfhrtt-jiarht, e farne rntdw *fcm- ma presta ancora uhbidieiun alP luip«*rfltort' o a' suoi ministri:
ptu. Continuiamo nel carimmio della p«'T>o« n^itinr. in s^vnito i iiiiiiistri sono spiHleslnti, e fi ferma di dcpurre
21. Teofane dire «•«pn'ssanicnh* cJn* er pr*\ta (•/i«'l.c*>nls' :in<'lie il principe. Or a qual nllra cagione si può aggituli*

cpin/i?r?c aria r«f tlaliae drfertio ;2r» .ttiaslaslo e Ihmio : i*are questo gran mulam«>nlo. se non nll.*i pnim:ilg-izi«Mv>

contano clie Tu fallo comando anele a;:rii.alcini «li aliolin* lidia costituzione imperiale in Midia, ed all'eiietdioa <h(!re>
le Imina^rini: elio il PiHilelice fortimii'iilo vi >i oppoM*: che gorio* Il negozio adunque dovette prucidcre puiilualmciile
la persci'uiionc toccava Inda l’Il.alia, e «'Im «pii ìii‘-i«pm* una 'orno noi ponemmo in prinripio, e ronrhiuihamo rk^rciò rhf
ribellione contro T Imperatore, IVtle «inali t''’‘linionianze pi‘r lincile in questa parte la nariuzioiic di Aiia:ita>io è ingiù-
rili cho c«)nccrae mi'ranMMitc i fatti, ci p«>ssinnio seiu’ altro -lanieiite censurala.
giovare, dappoiclm m'<suiio le reca in for«r. È manifc-ilo elw 2.V11 principio di questo sornndo stadio non ptjò allo-
1.1 pnorra entra in una nuova fa«i\ Per ci*’» che li^mrila '.irsi prima del marzo dd 727 (n. 16): siccome poi al n. 9*
il tempo, come la preoedonlc non potè terminare lmnm!i *1 tn.isl.iiio diro che correva V anno 72H. o gli avviMiiiuerdi
mano del 727. rosi «iu«»«ta non pot«* principiare prima. Jl.a «:<uiipivsi nei nn. 4*— 0* sono molti e complicali, è mam*

per overe ima dislinl.i c«v*.rni«iono di «juMo nuovo ciclo, è feslo che quel coniiticiimenti» non può nlhuilaiMf^i molti»

forza dichiarare il racconto di Anastasio. tal ni.trzo. (.filanto al termine, «piesta fioc della per*>i*ciizione
'H. L'no dei luo;jhi del biojrrafn sopra cui jrli cnniiti sono è tutta compresa nel n. 4’, ficfvlM’» nd 5‘ esordisce la terza.

più di-seordi 6 il n. 4 .*dove si parla deU’ordinann mandali I.a |ir»*»enle si DrttHmia aperla al
(MtirvhlH' e«>m|N*ndiarc ci»sl:

da Leone in Ilalii, c dcir enciclica <!«d Poiilcih'e. Eppure Pontrficr cd agl' ttaliani diinondare ad «iTKciflAc il primo de-
è «]ue*to il passo più iinpiirtnnto di fpicl raoconlo, perchè rreto: rfrtrrMd/wcN/o dWòi perseruihne. eotilra di fjurllo f\er
C4>ntiene i due più nolabili avveiiitiu'nti d«')Ia storia d'tlati.n, lamia raoi'A mitlenza: nmlneiameHto della
r cmaneipazionn d**l Ducato Romano, e il itommriamenlo mntro di questi per la difesa (he preiiderono del Ponteftee
del ftoininio leni{»orale del Papa; 1’ uno cspn^ssannvil*-, l’allrn e. pel mantenimento deila fede. —
Le principali conseguenze
implìcitamente: è duriq'ie nec«^<irio diluci*lnrlo. Gli eruditi che essa portò, furono la h*g^ delle cittì didla PentapoU e della
ti dividono in quattro siMiti'aze. (.'Non pochi trovano qui il Venezia; remiiicipizione lu'guatniiionto del Ducato Romano
principio dell' Eresia ( n. 17 . 2.* Il Muraluri ( ann. 727 p. a.*S5) da* ministri imperi.ili. c. o in qucslo. o ndl'cmlrarc del nuovo
vede anche egli qui il principio della guerra issa al P«*ntcnce. m perimln, il principio della ^signoria cìvìlo de’ Papi (V. Nota 0 -

ma vuole che il trailo luKti.mihitn . impirlat talix 4 ' \ dchln . . Più gravi c*»«c minacciò il terzo ciclo.
premi'lli>rsi alla eongiurn di (li'*ilìo: si ac«-ov|i<io al m«'di^ìino 26. Di ci**» che Anastasio rnceoiila no' seguenli paragrafi
panare il Ihinchi ( L, II. $. XVI. p. SKfi, 30i*. 1' Ascernani S*-D)*, non troviamo che ima scars.i memoria pres.so Paido:

(p. 217. «. VI. ), il Rotirbachcr { p DW.5H.) e il Denrìni rii. e quanto a* greci quel nnslesimo leggierissimo cenno che
Grrg. r. 1KI.7). 5.* Il Pagi ed stiri, di cui dicemmo «opra, pi- fanno dd so'*ondo poHmlo, c«)niprenile anche ciò che il bio-
gliano quello luogo perla pnxnulgaziom' del si'cmnlo editlo grafo narra In feguil«». Del rcsio non ih punto biseco di
avvenuta nel750'n. 10.).4.*ll Rarnnio ;«rn.72fi. n. XXXVl. p. corruborare con altri docurnenli l' andamento che egli dù in
il Uainibuiirg (ora. 72$. p. 61.) o la CirUlà Oiltaiira >..V63.) questa parie alta perseeiizìone, percliè e l'indole stessa de'suc-
si att«>ngono a una via di mezzo; premessa n'fatli mirrati cessi che in essa ci si pr»''st':tlano, e 1* analogia delle altre
im* mi. r—
3* la promulgazione del primo editlo in Orietile, Ire parli che abbiamo tn>vnlo urdinalissirne, valgono senza
apsogaiio questo passo della prùinnlgazione dello stesso editto <
più a capa«'ilare ognuno. rl»e neppun* in questa I' ordine
in arvemila un buon tratto appresso: il Troya ai ap«
ilali.i, ò alteralo. —
Or sebbene molti mstan*» che il consiglio di
prossima alla stessa opiiiimie, la quale a noi pure sembra più < eleggerò un nuovo |iuperat«ire, e lo .s|io«lesianK*nto degli ufli-
|ih)bnbite, c oi pare possa dicliiararei cosi. ziali sieno qu.isi una sU*«.sa cosa, avvenuta nello stesso tempo,
2.7. leeone vi^lemlo i«)mar vuoti tulli i mezzi Un allora e d.i aggiuiiicnrsi alla stessa rnusa; a noi |iarc che il seeon-lo
mrs.sl in ojK*ra p«'r pnclagnarc o levar di iik'zzo il Pontefice, avvenimento segni il cominciimento di un t«‘rzo ^'riiKio:
usci qua.«i del semu» pi‘l furore; luundo dopo che era cuniin- 1.1 cosa dindio amlarv cosi, (juindo fu promulgato il priuMi
ciato il marzo del 727, rivoltimi al partito di api^lamcnte editto, e dall' Esarca fu II Papa p.i1csrmcnle dt'fignalo alla
iutimaro a lui ed agl’llaliani di recare ad elTctlo la prima morie, il popolo, corno suul avvenire, sulle prime non conobbe
ordinanza ollura Cregnrto, acceso di nuovo zelo, scrisse un'cn*
: pien.inKmU* qual rio governo Leone Inicndesso fere dd P«»n-
ciclica, c quimli cons«->guitarooo i fatti cuiilati dal biografo. tcflco o deiritalLi, dove essi non ubbidissero: c forse anrhe
Clio sia cosi non è inalagovolu il dimostrarlo. Lo rose delle ailnhul qualche cosa all' Esarca: (si sa che gli Esarehi am-
iutoruo al primo periodo, o quel elio dirassi sopra la prima mimstravauo 1* Malia a modo di Sovrani, e tiranneggiavano
caus.1 di questa guerra ($.111.). rendono capace ognuno che tallirà suddilt d«*ir Impero nll' insaputa o anche malgrado
i

la prima opiuiune non può riceversi.— Neppure la può um r liiiperalgre:) quindi fu pago di nuii più ri«:oauscere i riii*

(22)

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.

Eccolo V tu
segue la Nula ij**

nUtri imperiali. Ma poro Piante, apjmratn bene (In dove si obo un tale avvenimento cagionerebbe. Ma i Romani che, a
cplcndcsMi r iniijMo dÌìM>fno di Leone, e accertalo che gli or* non coniare U rispetto religioso, a buon drillo speravano so-
dini movevano realmente da lui. vennero in pensiero di eleg» sttqrno o difeM maggiore da un uomo scelto fra loro o da
geme un altro, e più lardi di distaccarsi tolalmonlo dalUmpero. loro, che da un duca nominalo danna corte Jout.’iiia, si dù!-
‘27. Infatti <.* il biografo riferisce a tempi diversi questa doro alLi parte pontineia, e mal grazio gli sforzi deir Esarc.i
nuova deliberoaione, o la deposizione de’ miuistrì. 'i* Aggiu« Paolo, che s* era Mugolato in quella lntl:i, ammazzarono i

dica la prima u una causa diversa, ragn/M l'i'ro im/k^rat»hs nemici del lurx> pustoro spiritualr. o li rinnliiusern prigiuuieri
nrijr/tMa. 3.* Nel .secondo periodo fu ariatumnlizzato solo l'Esar* nei cliioslri
»
f /. c. p. 7 1
.
Solo m*l segnonlo |M*riudo imMi/lon.a
co 0 i suoi parziali, o non anche I' Imper.ntore, come alcuni lacauM e come una
ivlÌ^iiis.T, HV?ond:iria. Il nalbo di-
vogliono; 4^ e il comando di uci'idere it t’apa fu appropriato su l|l|••slo pjiilo;-* Anclie pri;n.a delia contesa licUe
SiVirrj cosi
a lui. órtf/nfi/hnnn — Ecco un nuovo stadio dello vi»»* Immagini pare elio ne sorgesse! un' .altra tra cssne i’ Impera*
Ienz<} di Leone in Italia. E<so dovelto principi.iro nel 727 dorè per un censo cho qiicHti voira mcUcro a’ (topnli Ilalinni,
33 e fu il più lungo, perché tormlno nel setleinhrc od otto*
{ II. oclm qiii’gli contr.iM.ava. Q iiiidi è difllcilo ad .accerlarv se la

brn del “r»0. quando rnminciù il secondo periodo della persecu* difesa dt>* popoli o della fedo tirasse lo prime persecuzioni

fione in Oriente. Questa lerz-i fase si pntrehtic formolaro cosi :


imperiali.* (.S/iria oc. p. 3U7). Il Pialina non dubita punto
la p/rmi ron/i'zsa <te‘ $<irrìtfghi e rrnih'li diiiiamfntl di Leone che solo col secondo stadio sia eimiinriatu la difesa della fede.
evntro H Ptmufiee e V /m/M, e i pth vaUdi $forzi prr effet- Il Muralori {ann. 737. p. 33d) crede che Anastasio pn'SCtiU

Uiorti. —
La più nolahile delle sue conseguenw» si ò la de- qu o^lu perse.raziono come motivata dapprima dal censo, od
lilHTaziuno di elegirerc un nuovo imporalore. ansi di distao* egli dii app ma por vcrisimile dio il primo anello sia st.ito
carsi lotalinerilo dall' Impero. —
Cosi menlre in Oriento la per- r editto di Leone.
acRuzione percorso il primo stadio, in Italia no emnp) Ire. 30. Per converso il Baroiiio 'min. 73l>. p. 530. n. WXIII.),
38. Net soUemhrc o rieir oUobro del 730 Lanno proroulgii il Beiicitii V.1W.3.,. la CUillà Calhiìea {p. 561.) cJ altri danno

il secondo editto più sacrilego del primo, tolse a più fernre- por n'rlo che anolie nel primo cielo la causa fo>>c la fermezza
nienle Incniileliro contro gH Ortodossi, e a mettere in pronto di Gregorio nel rigellare l'errore di Leone: o 1 Bnllaodi'.li
me/^i i più valevoli per tire ristesso in Italia ( nn. 8, 0 ). Qne* pare dio iiegliioo che ult'inrnori di questa ve ne sia nmcnrsa
ftt'uHima Taso -si potrebbe definire cosi / primi appareeehi di
:
nlirj i. c. i>. 7uJ . Ua ultimo 1' As.scniani (/. r. p. 316) e il
/yv-nr per la eff^iludiione di disegni più c/npl ^ rrmfrfi con- 3luzzarclti 30, i ipidoao que^Ln persecuzione così dJll'ailicolo
ì

tro it l>on(efice e V Haìia. —


La conseguenza fu cho Gre- dello Iminagini.comc da quello del ccnsn : la quale «qitniono
gorio Cosi ptT castigare il Principe eresiarca e persectilore. è a nostro avviso la più probabile, c La fonnoUamo coM.
come per provvctlere agl' Interessi della Itellgione, lo separò La cau.-a dclLi pcr«?cuzione nel primo stadio fu die il Ponte-
dalla comunione della Chiesa, c eosl. fìnchò le coso non si lire min viilcv.i conformarst a'seasi di Lisine nel fatto delle
motlessero meglio, slacch dalla sua obbedienza Roma c l’Ita- Immagini: il suo Ingrandimento non vi ebbe parte alrurui :

lia. le quali erano in grado di mantenersi in Lite stato. l'opposizione quanto all' autnentnrn indebilnmente i tributi
Quo-do fatto ci ò contalo dogli scrittori greci, e, dove sotlìl- conconK' midrcs>>u. ma non fu l'unica, nò la pnucipat i^ausn:
inenle si guardino, lo fanno presentirò cosi alcuni paw nè ebbo alcuna influenza anco secondaria negli stadi se-
dalle lettere di Gregorio, corno uno di Anastasio (5*), sebbene guenti.
questi non ne parli —
Cosi ebbe termine la persecuzione di •’^i. Qiiunlo alla difesa della fede, si può essa ritrarre da
Leone in Italia mentre tenne la Scilo di Roma Gregorio, per* tulle le eircuslanze, cd Anastasio non lascia luogo a dulibl. t Il
cbò questi fini di vivere poco appresso, cioè nel rcbliraiu del 751. sommo liilercssn che Leone aveva di vedere Irioiifare Ervsia, I

Quanto giovi per ben soddisfare a gravi cd intrigati! qiie- e il suo iiero carattere 3.* il s.^iitire che queste omgiiire
;

stinni Taver chiarita la successione d<v<i avvi'iiimenti c le sono tulle ordito da' ministri jmpL'riali per coiuand.nim din di
loro cause, cel dìmosti'a il soggetto a cui ora mettiamo mano. Leniie {imperatore mandanle-itnptvaloriM iimione-ciisn <»z-
mìohH/m', : 3.* le gravissime mirinrre Lilte da Leone al Pon-
Iti. Lr cicst nsu.A nsSBCczMm tollerata da s. Grc- lollcc anche inn,nnzi alla prosa di Ravenna, e però prima che si
«oain il. — PniMt c»c«A. I.A wrtSA della rrne. |ioiie<io mano alte congiure porl.-ilc du Ana>tn5io; 4.' il non
Il riandare la tela gì.» esposta, c di pnqiosito mollere
2D. (Hilursi assegnare altra più prDl:.ibile ragione di una guerra
dUciMso (li multi capi u scmplicemenlo nrcennali, o nnclie a si lunga cil acerba: tutto questo rende per sè crciiibihs die

hi llo studio taciuti, 0 pure in gr.tn parlo ijltremodu oscuri, la causa dovette essere la costanza del Papa nel immleiKro
dilieali 0 controversi, dotiianderchlkC troppo lungo discorso: la fede, ed essa dovette esseri! la principale. Ma le congetturo
quindi noi ci lepreino pogbi a discorrere solo le cause della Suno Superflue dove parla chiaro la storia.
jtì.'soeuzione.
e di quella follnnlo cho tollerò il Punlefiee. 33. È ben vero che Anastasio comincia il primo periodo
Fin qui noi abbiamo multe v*nUc riprtnin la caitsa di ildLi persecuzione senza toccamo il motivo, ma pi-rò alla nu'iù
questa persi.Nnizione anche nel primo pe;i<Hlo es.sere stato II scrive coM: FaNhtt reco erarehiu imperainn» iassione em-
rullo dello Immagini; ma il lellore vede ihM’ sò elio quelli detH pontiflrem coitabniur inler/feere, eo qmd eensunt in pro-
cho riguardano questo periodo come estraneo al suddetto ar- vineia poni praepediebat. KT COGITAltET SViS OPIDVS EC-
ticolo. non possono concorrere in qm’sla senleiiza: ed infatti CIXSIAS DESEIi.iHE, $lcut in eoeleris ae-tnm ent haU isr
alcuni anche rquilatissimi o Io negano, o alligno no qui- Or dA veramente gran meraviglia come mai il Muratori rin-
ationaau. Il Leo la espone nel seguente mudo. Ho{>o aver detto tracciando le cause di questa pcrsceiuionc giusto net tosto
ebe la potenza del Ponlelloe In Occidoule era salila tanto, prodotto, pure non sia riuscito ad appiirarno il netto: « p.are.
clic alla prima occasione in cui l'Iuiperutore avesse ila capo è dice, che Anastasio metta come avvenuti quegli empi suoi
lireluso di snllomcttere a* suoi ordini ed aiicbe u'suoi caprii^i tentativi contro la vita del Pa|>a, prima che .spur.t.i.sse la per-
il sarx'bbo nato un conti ilio in cui si sarebbe diM!Ìsala secuzione dello sacre Immagini, ndJuceiido come commosso
condizione |»ulitiea del secumlo, prosieguo coàl: « Il Poiile- a sdi*gno r Imporalore, |ktcIk* il puiitclicc Gregorio s' era
fiot! si era giù l.ilunnito impadrmiilo in Roma del mano.ggin opposto air iinposiziune di un ccuso. occ. (I. c. ) * . Ma se il
dello coso, che il diic.1 ivi rr.-'l lente in nume della corte di Muralori avesso recitalo intiero e non per melò il passo di
(^asi.iiitinopoli. se:ite)idijsl a petlu a lui ailatto impoUmle. non Anastasio, avn^bbo veduto che (|ucgli assegna p<^ motivo di
seppe iinuLigirmre nitro inezz^> per ricuperare alquanto d'au- quelle congiure anche il disegno di denibarc le Chiese.
lorill'), che queUo di fare assassinare lo sU*sao Pontefice, e di 33. Passando ora alla sentenza del Leo. questa non uie-
ii.ir opera a caiubi.u'j tj stato suo col favore del tumuUo riterobbe neppur l'opera del rifiuto, giacché corno dall’ autore

(•13)

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ITotc ftl
segue la Xola 5**

è recata imianii tMinza prova niuna, così anche sema prova tùpiU eepii, quod eo t irenle, ae Colltolirorum cauta t'uiiote
]

ntuna si potrebbe rì;citaro. Al più può dirsi che aveva l'occhio {


flri/cn/i*rq«if taenir, se fla\/itìum quixl animo c«nri^/jrro/, c-'m-
al Catto del censo, ma veramente cg;li non solo non lo allega, ma :
ad eritum pe ninfe re p<tste diffiderei (
o. e. mn . 7’i3./>. 1 1 1 .

non io accenna neppure dalla lunga: e poi questu fatto non in* Questo ragiuni per gl' llaliam.
militavariri in muui«ira speciale
fluì che in modo al tulio secondario nelLi perstK^mìono (n. Si ). 5d. 11 questo vìotenzn fu cho
luutivu prìncipalissiroo di
e da quel poco che ne sappiamo, non se ne imo punto ca« Gn>gorio avov’a grandomcnle a cuore gP interessi religiosi del-
vare tulio quell* intreccio del Leo. Per altro questa opinione I* Italia. —
Loono nel primo perìodo dava ogni 0 |tera di perde-
I* coDtraddult.i dalla storia, dal carattere e da’ prìncipi di re Gregorio, perché dall' un lato aveva divisalo durubaro le
Gregorio. 1.* Se la prima e principal causa delia guerra fu la chiese d’ Italia, tirare gl' Italiani all' Eresia, o farne crudo
difi*^a della fedo (n. 3i), è inanifusto che non |m>Iò essere scempio; dall' altro prevedeva bene che vivcnlo o prcsenle
In stalo civile del Papa. —
ì* Non è crmlibile elio in tempo di Gregorio in Italia, niente di tutto quoslo gli sari'bbu venuto
pace questi adopcra>so corno pretende il Leo, mcnire perse* fallo. Co neaccerU Ann«taslo. contando che rim(KTutor aveva
guitato a morie da L<’one, c di '-^^n e<»sl dagrilalinni come da* d.vto commissiono all* Ksnrea Paolo di finire Gn^gorio, EO
Lniigubardi, pure si proft'ssnva suddito del primo: era lutto QVUU COQITAUET SViS OPtHL'S ECCIESIAS DEyf DAHE:
nel mantenergli fedeli i secondi, e nel difendere le sue ra- le quiliparole ni>n vogliono già pigliarsi, come le intende il
gteni contro 1 terzi. (V.^ I.)— 3.* Nello sue tcitore inculca mollo Lebeau (f/<i/: dfi Bfl* Paris. 1770. ohb. **i7, p. 331 L sol
e clàarisco la distiruioiie du* due poteri spirituale e ttanpurale, ;
ilello chies4* diHoina, ma di i]ue1]c di tutta I Italia ; c per ri-slur*
reme di corto vcdr.'mo. Vera cosa è che a quel tempo egli '

nc capace basta recarsi a metile la natura di questo primo cÌcUj


gi:t amministrava anche la parie civile, ma era a rih indollo li.}. Clic Leone aves<^ in animo gli altri Intenti an-
( n. tl.

solo dalla necessil:'i pnhbliea, o pe^'» se Xl.irìn<> avt^se vnluln zidetti, si può facilmcnle arguire o da ciò che faceva in Oriente,
veramonle compiere il suo dovere, certo che il Papa non glie e da ciò ebe ebbe, ma iniililmenic, tenlato in li.ilia ir*' S4--
10 avrebbe im{icdilo. Ma di qu>*^r arìleolo itagli. guenti periodi, corno ora diremo.
3t. Per ciò clic spetta l'ingiuiito aumento de'lribulì. noi 57. Promulgalo l'eilillo in llati.'i, Leone mise mano a più
lilMTamenlo concediamo, anzi più s<>llo dimnslrcremo di prò* crudelmente travagliare il Ponlelìeo irtcIiò lo ebbe trovato
posile, che la resistenza del ponlollcQ fu causa de’ furori anche più avverso c forte di q.tel rhe temeva. Iti lanloci assi* —
del Principe, ma cs-vj però imn fu ru:nea, perchè da Anastasio curano e ì fatti dfU'Isuuro, e le teslìiMoniniize cosi did biognifx.
è oongiiinlaall' altra; o probai lilmeule venne solo in seguilo. c.imc degl' Italiani stessi, che erano dif^*si. oc
due lettere di Gr<>gorio danno bcMio a conoscere,
|K>rcliè Io I

lo leslillca al n. 4*. o Paidn; fitie tempeMttitr Lo luiperali/r


che anche prima della c.aduta di Ravenna egli era da Leone iipud l>intlanUnnpoUm sonrfnnim imaginen depotiiut fNcrn-
mollo tribolato per la sua costanza pei serbare intemerato HI, Romano quoque Natifiri timilia farere,»i imperialem grn-
11 deposito dulia h'ilc (ii. licorno acconci.'imenle av*
. .\rizi, liam haècrc rc//i7. mam/urj/, ( R.I.S..T. I.p. bur, ). Secondo .In.'t*
vertono i non o*-ruramente
RallaudLsti, dalle iniy!i*sinic lellere •>tn.sln adunque Leone non li'in>’v:i altra opposì/huic all' rsi>*

si raccoglie clic prima che snrgt'sse I' Cresia.il Papa e P Im- cuzlone del suo decMo che qu-.-Ila del Papa ,'ti arquieteerel in
peratore erano sempre proceduti d'accordo. (/. e,) Certo però hoc pt)Hlifex_^: fecondo Puido Leone ne commelteva preci-
la quistione delle imposlo non ebbu che un Iu<vo secondario, saineutc al Papa l'esecuzione; gli fuet-va denunziare che se
porctiè tutta l’acerbità della persecuzione, U disegno di eleggere non si bisse pi agato sarebbe spilo doposlo, c in segreto I
un altro ponleftce appan^edilaio di faro il piacere di Leone .i*), mini-slH tenevano anello comambmenlo clic in questo caso
il perdono oirerlo a Crivori»». dove si piegasse al volerò dì dessero opera di levarlo dal mondo. Ma Gregorio acceso di
Leone;!*;, Inllo denoia die l'ira di questo muoveva soprai* nuovo zelo por la RHigiiine e per V llalia, VELITI COSTRA
tutte dal vedersi avversalo nel fatto del culto. —
Quest* ulti* liOSTEM SE it/l.V.I l'/r ,r> forleiiK-iilo cuntraslò a chi voleva
ino riflesso del perdono no assicura anclin, rhc nel secondo diitruqqert la fede, Chrlsti rfwMrc Etrletia*, perdere rtttteht,
licriodo più non inilul ropposizìono p<‘1 nuovo tribulo. Cosa aiqtte diripere amuinm bona f8‘}. Reco il perché de* furori
rbc per allro chiaro si rileva da lutto il seguito. Accertato dell' Isauro contro Gregorio. Ma egli ò da ascoltane gritaliaiii
cito anello nel prìnin perimlo la musa della lolla fu che lxN>ne Slessi.
voleva distruggere In fede, e questa no fu la causa principale, 3K. Questi compresero in maniera si chiara, precisa c ade*
ora motlei'ù a bene, rigunnlandola in lulla la sua niupiezza, •piala lo p.'irlì che Gregorio compiva in questa lolla, che me-
addenlrarne c ddiiilniu l' economia. glio non si potrebbe: tese ma'jni orra petrris r9atfr/;i]7c»/i’z
25. 11 motivo religioso, ondo si originò la perseruzinne sarramento nunquam P»ntifircm CUfìÌSTt.\yAE FIDEI ZELO-
contro del Papa, aveva un doppio napello, pimerale I* uno. '
TEM ET ECCLEStARi}J DEFEysoREM te permittere necfu
spedale r altro. Leone voleva morto o dimesso ed esiliato nut amoi'crf ... ; nirn^Nom itfutu pntturi perferre mf>tetliam
Gregorio, perchè questi lungi dal dargli retta, condannava la PRO FIDE VERA ET aiUISTIiSORV)l CEHTAyTEH SUI-
sua crirsia. I suoi s.acrilegi, e lo suo crudellò. n (orlillcava i TE (K*). Ecco il motivo onde princtpalmenU* muoveva la per*
(>i«Uani nella fede. Le provo s’inconlrano ad ogni passo: basii sec'uzìtine; ladiR.«a 1 ' della fetìe, 2* didronurc o delle ricche
toccarne una. Gl’ llaliaiii difendorano Gregorio ('L'/trtATflf suppellellili dello chiese d' llalin. 3* della mIuIo do' Cristiani,
Pilo FIDE YEHA ET CllttlSTIÀ.yonVM SàLVTF Che vuol dire e segnatamente degl' llaliani. —
A’ fensl di questi consvion.v
che il P.npa combatteva per la s.*ilute de* Cristiani? Vuol dire un belUssimo riltesso del hiografo: si apro egli l'adito a dire il
che sveLando (^li e fulminando l' Eresia, o ammonendo i h'^lcli < socondo porìodo della persocuziunc in Oriento con queste
a tenersene in guardia, non lasciava luogo a errori od illu- parole: Pont haee clarnit Imperalorit malitia prn qna perse-
sioni. c cosi li camp.'iv.n da morie doma: egli era il difcn- quebatur Ponlifìcem.ila ut eompelleret omnes ('t/»«/iTnffN<)fji>-
.«ore delia vera libertà di coscienza: vuol diro clic il P.apci espo* /iw habitanlet cc.ftr]. cioè, Leone a tutto potere si nrgomen*
nondu la dìgnilù, la liberi.^, e la vita per la difesa del vero e lava di guadagnarti Gregorio o levarlo di inezz<\ perehè ben
del giusto, faceva tornare eziandio i più timidi aniinnsi a se- conosceva che durante la sua opposizione, non avreblK* egli
guo du suggellare anche col sangue la fede o il rìspcllo per potuto cosi libcranicnte iinpmersnro contro Pio o contro gli
le cose sacre: vuol dire che con lermìnl forllssimi c innanzi a uomini in Oriente, come aveva fermato : c mnilo meno atten-
tuttoil mondo rìnfaedando a Leone la sua tirannia, so non tare aleun che di simile in Italia. POST IIAEC CI.ARVIT IR-
valse a furia cessare, valsoalmeno a temperarla per qualche PERATOltlS AIAUTIA, PRO QI'A PF.RSEQLERATìR PONT/-
tempo. Ascoihunio quel grand' uomo del Sigonlo, come lo FICEM. Ln difesa adunque delle rogloni rvligioso o nomina-
chiama il Trova (III. p. 4tl ): Le» dirum tacris {maginibut tainciilo della vera lilierlA di coscienza, degl' Italiani in tspccial
bdium PhiUj/piri fxemplo mùUtns, Crcnorii Pontifìdt imidiari modo, fu la causa poliasiina delT acerba persecuzione onde

Digitizcfi l:. (.’.ooglf


Secolo VUl
segue la Vola 5**
fù Gregorio.— Va U fcrmeztn degl' Italiani nelle cre-
afflìtto nel primo periodo, e da utlìmo il conirasenao che risulta
denze ortodo»e era aoclH) per uu altro nspcllo causa delle 86 si leva, e per cui si deve in più modi atteraro il testo. Se- —
sue. sotTcrenze. guita a dire della ragiono cronologica di questo fallo.
39. L* Isauro Gregorio anche per punire gli
travajrliava 41. Anastasio lo racconta nei primo periodo della perse-
Occidentali, e soprattutto grualiani, degli oltraggi che gli ave- cuzione in Italia (2*}: Teofane o Cedreno lo narrano l'anno
vano recali, o dcirabbuminio
in cui lo avevano per le suo eno^ nono Leone (72G-7] c li secondo lo ricorda anche l' anno
di ;

mezze. —
É Gregorio stesso clic cl rivelo, c definisco quest* al- docimotcrio, dove paria detta sua esautorazione. Zonura
tra causa delle sue tribolazioni, e il brano lo recammo por poi, compendiando in un luogo solo, ciò che era intniv'vcmito
disteso pid sopra (n. 15). Si ponga bun niente a i|ut'lU‘ fra Gregorio o Leone nel fallo del culto delle Itnmagim. uni-
parole; AT E.MH EOS PERTBRREPACIS. AISQUE ROMAM MIT- sco questo ritlutn con I' esautorazione, o il suo esempio ò
TAM , . . . KT CREGORfUJI ILLISC POMIKICEM VI.NGtlM sialo iniilatu dagli scrlllori Ialini (SjgGbcrto.ròron.aN». 72ìi
ADDUCI CURARO; Louiio boncitò lontano, o delle coso iHiiìtre Butnd. iat. del Migne T. CL\. c. 15K. cd altri );alcuiìi de' quali
poco infurmato, pur «.i che p<*r gli Occidentali, o sopMllulto loaUNbuìsconoaGrcgoriolll.(Daiidolo.UAroA. H.L S.T.X1I.135,
per gl' Italiani, la più gravo dello calmitilA ò il restar privi VitaeUn. pp-, Mai. .S/ùdf Hoai. 17. 132). Frai più recenti ilSigo-
del PoDlcike. Dicemmo topraUnUo f.er gl' IlalìaHi. pen-liù dò (ann. 726p.ll8), TAsseinunl (o. o.p.2i6),il MuzzarelU
tilo

i)Ou solo si può presumerò per io |lò slrelte aliinenzo rbe ile ginrit<Uihne e*e reilata da’ Romani Ponte ficif cc.
Delia Cit
l^r.'*ano quelli al Poiildlc'', o iioiimialaincnlo por il rn «ggior Honin, 1M16. p. HO.) e il Muratori (ann. 727 p. 3341) l’as-
bisogno che avevano di lui, ma chiaro apparisco dui coi>t>*sto, «Ggiiaiio a' primordi dell’ Eresia. All' incontro comune-
dappoicliò Gregorio soggiungo: Vlinam ù<‘i tutnert: nobis c««- è allogalo negli iillimi mesi della vita di Gn^gorio
mi.'iilo

tingat ut per .l/iirriiii liain InmcUi Oli /7.EÌJ/.S’ y


seti. 73U —
febb. 751 ); lengufu) Cosi I Dollandisii ( I. c. n. 49.
rm/r.iro ivix/ie tou!}fi:s t:r scmirivicfiE: or.A.v- p. 699. rm.57-9),ilI'aiivinio [Platina, de ritit Pontifieum
DognuEH ocaoEys vmversvs ad /h m/utate j yo- norum. Loranii 1572. p.»5.', il is'iiiilmi ( Di$*ertaUonet Xi/. ex
STHAV coyn:ur/r ocno^: àc ucf.t tm.kh yos sh IDst: Feci: Pota rii 1726. blu. ìli. p. 30.), il Dianclii (o. c.
MLs SOS, iLU TAMF.y MAcyopEUK soBìs coyFiuvyT. p. 5KK, ,VJ7 ), il Sismundi (o. c. p. UiH) c il Rohibacher( p.329
Or chi orano quelli a col ora maggiiinnonlo alilo il Pni.ioilce, La ragiono cho induce questi a crL>dcro cosi, si ò che essi
0 chn più di tulli gli altri in lui coafidavano. se non gi'lla- tengono che l'Italia si sia parzialmente o totatmenlc stac-
liaoìT Dippiù lo minacce contro Roma ppivisamonlo, i» rim- cata dall' lmpi*r«), quando Leone diede il secondo editto; o
magiiio di s. PìoIpéi, e le prolesli» del Pontofico che si chiama cho il riHuto di pagare Irìhuii sia un’ eiTeiln di qiiooia eman-
i

innocente d ri sanjfae che si sarebbo sparso, dove Leone avesse cipazione, una pena inIlUla a Leone. È chiaro clic lutti que-
ariilo allenlaro ciò elio minaociaiM, riguard.ino gl' llnliaui sti intcmlono parlare de' IribuU ordinarL
principntmente; siecUÒ sembra proprio die Gregorio alluda 42. Per ciò che concerne Atiast.nsio t Dullandisli non no
a’ Tatù sanguinosi, .ivvenuU in rimilo congiuntura in Roma, tengono conto alcuno, e ipinnio a' Greci dicono che sono .nduU i

zollo il suo pnshMcs^Hiro Coslanlino. —


Dividalo o chiarite il) crror<‘; TheopUanen, qai et antea ne tributa peutlerenlurMtì-

alcune c.'iuse dirc^laracnto religiose, dobbiamo ora dirne una riue Creotrliim teripneral, led inlempetlire ad annum Leo-
direltnmenlc civile. ni» noituM. e\e.{i).ò“):—CrdramnoHoq»‘u}ue anitoarerlhte-
Gregnriim Italiae tribula, [in icnipore falli eerhm est) ita
IV. Szcoj<ii.% CAM* DtiiA msccvzmsz ToiiKRATA u* s. Cnz- seribit f n. 59 }. 2' Il Rianchi o il Mamarlii, .allenendosi alla ver-
costo 11. — L'urrcisiziasK a cesto isgicsto ai«k.nto delle ora- sione del Goar, pigliano come iiidnbilalo cito i Greci ,inlid-
TCZ2E.
pino i tempi; u quanto ad Anaslasio, senza dirne il]porcliò,
40. Sebbene il r»Uo delle gravezze non abbia avuto nelle
riferiscono puro allo scorcio della vita di s. Gregorio, ciò che
vicissiludini di cui parliamo, die un luogo M'cniMlarin, non- quegli narra al priiK'ipio dotbi persecuzione. 5' Il Rnlirliachcr
dimeno \ìi‘T ragioni non pure diverse, ma
luUo ctmirarie. al va più olire dicendo, che TLDfjiie narra quest’ avvenimenlo
(tallio la passione fa velo all'lntdldlo,) oggidì è divtmulo
prc>i-i4amente nil’ anno deeimolerzo di Leom.* ( p. 528 . o an-
uno de' copi più nutabili, coiitrovrr.<>i ed oscuri di qiipsia che senza assi-gnarne la ragione, alloga Aimslasio a i]ue-
egli,
siuria; o dò materia a quislioni di crllioa, di ormeneulìca,
sto luogo. —
In tanta varietà ili sentenze noi crediamo poter
o di diritto. Aoi, per non Ingeticraro
di .storia, di cruiiologia
accertare, f rhe ravvoniinenlo occorse nel eominciamento
confusione, quando occorso dover toccare questo punto,
ci ft
dell* fìro-iia, 0 2*
che Teofane lo iferisco a questo luogo: onde
l

ci siamo senza più attenuti ad Anasla.sio, ed alla spiegazione


conseguita che Teoraiie e Anastasio convengono insieme, o
elio ci parve più probabile; ma ora è da mellcrne discorso
clic nò Tuno nò l' altro può essere censurato di anacroni-
a parte e di propusito.
smo. >'ui siamo sollecili solo di Teofane, perchò esso è il
Al n. Anastasio scrive; Panlut rrro exarchus impera-
tir
fonie oftilo attiascro gli allri Greci, de' quali diremo a|>pre.sso.
tori* iuMMione etttndcm Poniifieem eonabalur itìUrfirere rogne 4-"». Che questa op]H>«izionc sia
avvenuta al coinim-iamcnlo
eensum in protinria />on«Te prarpedUbat, et eogHaret guiJt dcirEresia, Io tesljil(*ano Anaslasio o Teofane, o risulta dalla
oplbui £rr/r»'as dmudore, tieut in coeteris aetum e$t locif. n.Tluni della d>>poMZionc coni’ ò narrata dal secondo. I' Ana-
ol>iue aliumin eitu ordinarel locum. ^ l'n cenno sulla genuina .slasio lo conia nel primo periodo della persecuzione in ILilia,
lezione. chiaro die qm^slo passo ò
I*' aItCRito, e che in cainiiio e ilcrmleslo non permeilecollocarlo altrove. 2* I parziali del-
di evque debba U>^ersi eo quod, come hanno qiia.si lutti i la si'ntvoxa opp iala alb'gano Teofane, attonoiidusi .alla vei>iune
codici; poni invece di ponere, e cosi leggo il Vignoli appog- del Goiir; Ifìc anno irreiigiosus Imiierator Leo de proscriben-
giato a' codici della A'aticana
( o.c. p. 2H ), e da ultimo onlinare dis et depmendi» sanem et eenerandit imaginibns primnm
per ordinaret, come si vedo in alcuni codici. Il rogiiaret mm tractatum hebtre roepH: com}terlo cuins proposito, G/Cj/i/rms
SI trova in parecchi codici (nc* Valile., RA‘g »'laMrr.,Tuan: l'j-ti g papa RoHiafiHt, tcripla pritts ad iftsam epistola, qua de fide
inunodellaCava,T.II.r.9Hfi.lW9,n9n.99l ;in tre nelT.XVIII.forp. quidquam statuere, et anliqna Fedesiae saneila a sanetis
Ulti. Bysant. p. lóS, ni, in quei della Bibliotcea Yalicana con- ristfriòNf firmata Innorare aut nmieUere non decere Impera-
sultali dal Vjgnoll}, o |>eroìò dal Vignoli ò stato rimus.<M> dal
lorem eomtmnel, Italiae tandem ac Romae tributa ad ipsnm
testo. Ua che debba ritenersi lo dimostra l'autorilà di altri deferendo prohibnit (Chronogr. ann. aless.* 716, T. VI. p. 279).
e migliori codici (do’ quattro dell' Ambrosiana, R. I. S„ III. 136, Il Maraachi fi il Bianchi IL cc.) dividono anche con un
( punto
del Farnesiano, e di un altro T. II. 1W3. 9«7., e di due, Cwrpiw ole, r artiooio delle leltere da quello de* Iribuli. Così si ha buona
1.c. 132); la difflcuiUi stessa dd costruito, che ha indollo altri
ragione di ritardare il nllulo all’anno doiùmotenio di Leone;
a levarlo; il potersi eupplire il soggetto imperator,dwricorn
ma il fatto sta che nel testo non vi ha iraccia di quel tandem,
(‘J ) d MIl
lìote fll
soguc la Vola 5**

che DcUft versione 6 premesso allo taglie: (k» fi*Cw tsu^» rerò che il Papa abbia sdoìti gntaliani dal manderò le con-
r ftpnv Irxija» xm Pwuif? ita»h/9t e ITasia P'uiuja)
r?v7 suete imposte, a intendimento di punire Leone della sua eresia.
le mìgUori eJuioni poi non prcscalano vestigio di quel piinlo* 48. Xoi liberamente concediamo, cho 1 Greci parlino de’ tri-
con cui U Mamachi e il DUmchi separano lo lettere da‘ tributi. buti ordinari, c assegnino per cause dell' opposizione la Eresia,
{ Cor/w Serfpfi. Wst. But., ed. mendathr et copi<mr eoneUic mal. Anastasio favorisce la sentenza opposta; la sua espressione
n.G. yiebHhrii C. F.instilatn. Tìu'oph. V. I.Ihnnnf iHòO. p.62l.) ecnsNifi ponrre n nostro avviso non può pigliarsi cho di nuove
3' Da uUimiK schheno alt’anno deciinolerzo di Leone Teofane gravezze, ed è chiaro, cho. dove pure altro non fosse, dovremmo
parli due volle della parziale esautorazione ddl’ Isauro per slare aita sua tesUmonianza. 2. Su la causa per cui 11 Papa non
opera di Gregorio, pitrc guarin un perfetto silenzio sul folto fece pagnro lo consuete taglia fu l’eresia e la crudeltà di
delle gravezze. —
£ dunque numirosio che questo inlraneone Leone, ciò non potò avvenire, die o sui principio dell'Eresia,
poco appresso elio era M»rt.i r Ert^sia, e cho Teofane Io col- ilovo lo mettono Anastasio e Teofono. ( o così tengono il Beh
loca puntualmente a questo tempo, c però egli conviene con tarmino e il Sigonio;) o sul termine della vita dì Gregorio,
Anasinsio, c nessuno di ossìcummetie anacronismu. quando Leone fu esautorato; e cosi sentono tulli gli altri
41. Ben 6 vero porf», che (corno altrove stesamente di- so.steuilori di questa sentenza. Ma la prima ipotesi non può
radi,) il primo cade in errore, e dissente dal secondo, io riceversi, perchè nel primo periodo della persecuzione in
quanto dico, die furono negati al Principe i tributi ordinari, Italia Gregorio minacciò, ma non ÌdìIìssc a Lcono tali pene

e negali por punirlo della sua Eresiai dove sU' incontro si (nn. U— -19); neppure la f!«conda può menarsi buona, alte-
trattava solo di nuove gravezze, c il motivo deir opposizione sochò questo fatto avvenne al sorgere dell'Eresia ( nn. 43, 44).
fu la loro ingiustizia. Ctnlreno o Zonara che sUinsero da Teo* 3. Sohl^o Teofane dopo la rinunzia di s. Germano parli più
fono. 0 quindi gli scrittori ialini, commisero gli stessi sbagli: volto dell* esautorazione di Limone, puro non fo alcuna men-
e dippiii confondcfido ciì) clic accadde nel primo, con rtiS che zione di questo folto. —
Bi qui nasce che l' opposizione di
avvenne nel secondo periodo della persecuzione in Oriente, Gregorio riguardava imposte nuove, c la causa dell' opposi-
riguardarono questa opposizione, coinè un efretto dell’ t's.iii- . zi^no dorò essere l’ ingiustizia dì queste imposte. Lo quali
torozione di l.eone. elio ebbe luogo fra t' ottobre dei 730 e cose meglio si chiariranno, ricercando nel soggeUo contro
il fobbreio del 7ùt. Ecco aperta la causa deli’ errore, c sno- cui leeone prese quest' iniquo partito.
data ogni dimcolliV Ma ehi fu rautoro di questo rifiuto* 49. Questo punto ci sembra oscuro, e al nostro propo-
45. I fìollandisti, il Itolirbacher, Mons. Pcraidi c altri sen- silo non monta gran fatto il dichiararlo; crediamo però beno

tono cho fu il PonteHce, che proibi si pagassero i tributi airennare, clko su si potesse accertare in che senso pigli il
(v. n. 47); all'Incontro il Baronio (onii.T'ìGp. 2i*in. XXV). biografo la voce protincia, la quislione sarebbo terminata;
il Bossuet ( Ir. cop. XVIIl, p. 47*2 ì. M Cossclln fo. c. ma ciò non ci sembra mollo facile. Sello vUo de’ Pontefici
P.l.c.I.n.24. p. 221.). iiCaulù (Sterzo ri' //«i/ia, Torino Ì85K. di qui'slo Socolo si dà il nomo di prttriHcia allo Spagne ( Ui$pa>
T. 11. c. LXVII. } e molli altri scrittori vr^Uono sia stalo mVirum protinciam, vit. Greg. ili. e. 978 n. 182.), alia Francia
il popolo indegnatn per renormozze del Principe. Alcuni soste- (r/r. Sti'pò. //. 1091. n. 213. X all' Italia bizanlinafvf/. Greg.tll.

nitori di questa sentenza aggiungono ebo i Greci per igiiomnza 1023. M. 193, rii. Zacch. 1047. n. 207. ), al Ducato (i «. S/eph. //.

o per mnia Mo
nc incolparono il Papa, e quanto ad Ana- lOJU». n. 2.T0. Cilaz. 291). lu9ft, n. 233, 23C.\ in un p.nsso si

stasio 0 non lo menzionano punto, o dicono, come il Bos- dico cho Stefano pregava, prò universo esemlu Rurennae,
suiH c il Gossclin, ebe egli non riferisco ciò ebe il Pa|>a foco, et cuneto iiliaa provineiae Uaìiae pttpHlo (1089. n. 23.7}- An-
ma l’accusa onde era da’ Greci aggravato. che l'F.sarcato è chiamato prorineig (£rqrcha/Mm Panen-
4d. Che r nutoro di questa opposizione sia stato 11 Papa, nntiwp proviMia^ril. Adria/tUt74.N.507.rif.S/cph.1U51.rk'213>.
si raoci'igiie apertamente 1* da Anastasio, nò ciò Ita mestieri in un luogo è adoperato assolutamente, prò salute pwrinciae
di prov.'i per un leltoro non pronccupoto. 2* Quanto a’ Greci, et omnium Ckrisiianorum {rit. Slefth. II. 1087. n. 231.) In qual-

qualunque sia la loro fede, 0 la notiziache avevano delle cose cuno però anche do' luoghi accennati si i>olrebbc quistionare
nostre, non è lecito ne’ casi particolari rigettarne l' autorità, sul suo vero senso. Si vedo adunque che è incerto die cosa
senza dimostrnro cJio in quei casi siono caduti in follo: molto qui voglia dire protincia. —
Cerchnmo se l’analogia di altri
47. sparga qualche luce su quello elio abbiamo per le mani.
meno ciò è lecito, se nella sosumia convengano co* nostri
superiori ad ogni cceeiione, come si avvera nel coso presento. 50. Nella vita di Giovanni V. sì legge che essL'tìdo diacono fu
In ispcciu poi Teofane, da cui gii altri Greci aUmsero, potò mandalo in Costantinopoli da Agatone, verso il C78,e al ritorno,
essere informalo delia sostanza del fatto, nò è a dubitare gaudium Eedesiae secam detuUt, id est ipsam zan-
della sua fodeilà, e.sscndo ornato dell’ aureola de’ santi, e com- etam uxtam spnodum, tei fdictnm cletneniistimi principis
mendando il Pontefice per le pene inflitte a Leone. 3* Se fu eonfirmans eaindem sgnodwn. flee non et alias ditaìet Da-
il popolo che negò di soddisfare alle cunsuclo gravezze por rem- tiones r^/c4’an/cz annonae capita patrimomartm SiciUae et
pietà di Leone, ennvion diro o che la ribelliono in Italia sia Calaitriae no» sed et erptum frumenti (prneceptum fm-
insorta nc' primordi dell' Er<»in, o che questo folto non debba menium} similUer, vel alia diversa quae Ecclesia fìomana
assegnarsi a quo* primordi, dove lo mctlonu Anastasio e Teo- annue minime exurgebat (poterai) persolvere (873. n. t34).
fane ; ma l' uno e l’ altro presupposto furono gi.à convinti Calsi Xdia vita dd successore Conone; huius temporibus pietas
(nn. 14, 13.43). Potrebbe dirsi che il popolo ricusò di soddisfare imjterialis relcvavit per taeram iussionem suas (suam) da-
a nuove taglie, percliò lo vide ingiusto ; e queslo ò l'opinone celila annonae capi7<i. guac purr/moRii autodes Briirùz et Lu-
del Borghi ( o. c. lib. V. e. 1. n. XLII! p. B2), la quale però non catUae annue pertotfehat. Item/jue et aliam iiusiencnt dire-
si appoggia ad alcun probabile nrgomcnU), cd è anzi con- xil, ut rrstituatur familia suprascrìpti pntrimonii et Sici~
traddetta dalla stona, che attribuisce al Papa quest' opposi, Uae, quae. in pignore a miUtia delinebatur(B^iZ.r^.\i^). Teo-
ziono. —
Ma a che cosa prorisamonte, o perchè si fu c^li op- folio ali* anno 732 racconta che Leone per vendicarsi del Papa

posto? Questi due articoli s' immedesimano. e degrUaltani, arabico sensn imbutus, aucHora SicuJis ae ùt-
il Lebeau (nnn. 727. n. XXXVII. p. 30). i due Pagi labrts popHlis parte Urtia ir singuìa kuminum capita impa-
rAssemani. il Muzzarelli e il Muratori (li. oc.) dàntto seciz;t ti((f (T.VLp.273). il l.ebrau riferisce questo fallo aU'aimo 727,

più per certo, o ahneoo ricevono come probabile, ebe Gre- 0 vuole che l' opiiosizione folla da Gregorio in questa clcco-
gorio ai sia opposto .i certo ingiitsUi auraenlo dulie gravezze. staoza sia stata uoa delle c.nu»e della persecuaionu; ma è su-
Il Sigonio, il Maiml>ourg. I UolIsndisU, il Bellarmino, il Stsmondi perfiuo avvertire, che e' commette un anacronismo. Assai piu
il Rohrbacher, Monsignor Pcraidi e di fresco II Gregorovtus ragionovoimcnte il Pagi e il Muratori ravvisano una somiglianza
{Archivio Sior. Hai .Vuor.Scr. r. AT.Disp. /.p. 102) sono di pa- fra quieto follo e quello di cui noi trattiamo.

( 20 )
Secolo Viti
segue la Xola 5**

51. É da ricordare cho Leone nel primo perìodo delta Per altro gl’ ingegni speculativi tr^t a meditare su' fatti
perseciuiono in Unììa era auai infuriato non solo contro il troveranno tutta la storia di Gregorio II. feconda di utili e pia-
Pontefice, ma e contro gl’ italiani, perchè avevano fuUo io cevoli amniacstramenttatoccbiamODC un’altro. L’oggoiio delta
pezzi lo suo immagini, onde li roinacciò de* più gravi casti* tutta onde nacque la Signoria civile Uq' P.api o ta Ulierià d'Italia
ghi (n. l4].Ciù posto, non 6 improbabile che Leone in odio fu la inilipiMidenza temporale del Papa, riparo alla sua piena
della ftetigiono, avrà aumentato lo imposte cho pagavano i indipendenza spirituale. Quella fu elio Leono impugnò in odio
coloni do’ patrimonii della Chiosa Homana posti iiutta Sicilia di questo:— quella, cho gu.ardò Gregorio per rispetto a que-
e nella Calabria, ovvero avrà accresciute queste imposte su sta;— quelta, cho difesero gritatiani e i Longobardi |terchò
tutta nialia bizantina. Allora il Pontedeo. vedendo che non fiiBsc salva questa. —
L’indipendenza temporale del Papa tornò
si ora in grado di portare queir aggravio, o cho il Prìncipe ollremiido vantaggiosa alla Retigionc, giaccl>è per essa fu deiiuta
era mosso dall' odio della Religione, dopo aver folto Inutil* il disz'giiu di foce uno scisma, tutelalo l'onora e ta vita del

mente delle rìmostranze.o anche. prcv’edendo che queste sareb- sommo pastore, fulminalo l’errore o corroborali ncUa fedo
bero tornate vane, senza forne, contrastò a silLilta imposizione. i credenti; — tornò vantaggiosa al Principe, perché per essa
Pa tutte le cose delle risulta, che sebbene i più tengano que* Airono restituito airimpcru lo terre occupate da’ Longobardi,
sto fallo per un cfTelto della persecuzione, esso ne fu all'in- gnialìani trattenuU dall' eleggere un nuovo Imperatore, e gli
contro caii.<a, però secondaria (a. 54). U dirìllo si discorrerà ostinati superati e morii:— tornò vantaggiosa al popolo, clié per
nel II. delta N. 6. essa potè Gregorio rìnfacciaro ul tiranno le sue enormozze,
CoKcivsioaz. Noi cl starno ingegnali di dilucidare, per quanto là per un tratto Icmiierame, quà impedirne il furore, e all' ul-
la ragiono del ta\*oro cel pcrnietteva, la successione degli avvo* timo colpirlo del meritato castigo. —
La quale virtù dì Roma
Dimentì nulla persecuzione di Leone Isauro in Italia, durante Pontiflvatu si oominuuica anche al santo patriarca di Custan-
il rontiftcalo di s Gregorio 11. ; perchè questo capo ò allutto tinopoli Germano, per fedo e ubbidienza congiunto al Ponto-
occessario, come per formami un idea chiara e adequata di Qce. All'incontro 1* ambizioso succi»sore Anastasio tradisco
tutto l' andamento di quella persecuzione, cosi pur risolvere ta Religìuno. il Priacipe o il popolo; onde poi addivìeno l ab-
molti punti riicvnnU e complicati. Uno di questi è senza fallo bominio del popolo, lo zimbello del Principe, e mostra aperti
quello delle causo delta persecuzione tollerata da Gregorio: nelle schifoso inembm i segni dell'Ira di Dio. Egli prete noti
lo conclusioni a cui venimmo no ammaestrano anticipatamente aveva ubbidito al suo Vescovo, Vescovo non ubbidiva al Puu-
deirufllcio cho (leve compiere il Dominio temporale do' Papi; U'Aoe. — 11 Papa libero arrtsita alle porte di Roma il furore

dappuiL-iiò ò dottalo fllosollco, cho il principio o il termine de’ barbari, c in una l’ infenna a’ sensi di civiltà: fa argine al-
appartengono alta stessa sfera; quindi come lo gelo del Pun- ta corruzione bizantina, che ò sul punto d' inondare l’Occi-

toflco noi mantenere illesi i diritti delta ftdigiunc, o la gran donto’.e porgo anzi un pimlello a quel simulacro d'impero:—
sollccitiidino pel bene d' Italia cagioearono gli avvenimenti accelera oltremisura a vantaggio di tutta Europa lo svolgimento
onde na^tuo ta loro Signoria civile, t^l convien dire, cho di que'scmi di civiltà cho esso stesso ha sparsi ncll’UaUa. Fu Fin-
questa Signoria sia ordinala a vantaggio delta Religione e dipendenza temporale di Gregorio cho diede alFItaita vita, uoilà
duiritalia; o la storia si accorda mirabilmente con la lltoso- e forza.- L'Italia divenne libera, perchè difese ta Sovranità del
fla. Che so nel volgere de* secoli talora si offuscarono lo gtn- Papa. A questa deve ta Penisola perliuo la sua esistenza ; che sa-
rio d' Italia, ciò non imporla, cho sia isterilita la virtù di quel rebbe stato di essa, se Gregorio, non avesse alle porto di Rorim
Principato, ma vuoisi reputare a certi degeneri Italiani, cho Crnnall i fieri taccheggiatori d’ Ilaliaf (Troya lU. p. 518)
5.
0 disconobbero lì vero bene d'itaita, o no disconobboro la gii strapazzi d* ogni inaniura. gli csilii, lo conflscazioni, lo
3.
vera sorgente. — Quindi anclie si ricava la regola, per far ra- morti, le profamazioni o le apostasie elio desolarono l' Oriente,
giono dei modo ondo i Pontefici si governano in ordino al quanto più non avriano funestato il bel suolo d'Italia, se non
loro Principato civile; so l’ economia dello causo ci rivela si foA.^ opposto Gregorio? —Era ben giusto adunque che
quella do’ fini, o so il vantaggio dcdla Religiono fu ta causa questa indipendenza prendesse altro stalo; o intatti in inezz.»
primari.i. il civile d’It.'ilia, la secondaria di quel Principato, a questa lotta da Sovranità di fatto diviene Sovranità di di-
1 Poulenci nel moderarlo hanno buon diritto di guai^aro rilUN 0 menlro il Prìncipe vuol assoggettarsi il sommo |>o-
av.inti tutto agl'interessi della Religione: cosa d'altronde por tero dello chiavi.g1i .aggiungo ta corona ; ed ò quella che egli
S4t nuinifesta, chè ronline particolare e civiiodovo sottostare penlo per il suo reo disegno. —Corona tanloi più fulgida, in
air universale e religioso. — Di qui appare quanto mal ragiu* quanto cho Gregorio diò anzi opera di conservarla al p^se-
nino corluni, i quali supponendo, che il Ooininio leinporalo rutore, e non accettolla, che per salvare la società dall'anar-
de' Papi torni oggi «lannoso ali’ Italia, (il cim ò falsissimo), chia.— Noi non potemmo, che assommare appena queste con-
no inferiscono volersi levar di mezzo: lasciando stare ebeil elusioni, tuttavia questo poco non ci sembrò nò inalilo pe'
vero bene d’ Italia, anche nella sfera poUlìca, si origina prin- giorni dio corrono, nè InsuOlciente per provare, che il Raibo
cipalmente da questo Principato, chi cori discorro pone per non esagerò, quando disse; io pomi rolenlieri Gregorio II.
certo, 0 che non sta esso necewarìo ailaRidigione, nel senso a capo della Usta de’ grandi uomini «com>#ciii/j da' postert
che in principio si disse, o dio il bene d’Uatia debba sopra- (Peiuierl sulla Sioria d* f/af/o. Firense 18ò8 /. c. IV.). L
slare a quello delta Religione: delle quali proitosizioni l'una fossimo stali a tempo arremmo assai di buon grado, in
6 convinta falsa dalla ragione o del suffragio di tutti I veri cambio di questa, data quella parte- delle Note promesse dal
Cattolici, e di molli acattolici; la seconda ò per sè assurda. p. Èlozzoni, che poteva capire iti questo spazio).

Indice delle \ote al Secolo Vili.

1. L’auioriià del Papa in Orlate, e quella degl' Imporatori La Croce d'oro di Vcllelri Escursione orcbculogica sulle
:

Croci in Occidente. prime Immagini del Crocifisso univcrsalmenta espo-


Radici del Dominio temporale do’ Papi. sto al pubblico culto.
3. 11 Bacio del sacro Piede dd Santo Padre. 5* La santità delle nozze cristiano presso i Longobardi.
4. Alcune considerazioni sul ricupero del Castello di Cuma 5** Della persecuzione di Leone Isauro in Italia, durante il

invaso da' barbari Longobardi. Puotilicatu di 8. Gregorio 11.

( 27 )

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2

(Kitrt^tani p.r u Ilota s** .. Secolo Viti.


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1

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1 liALUO, dt'Un St. d'Italia. Torino 1H4G. _ 92 bi corona dì cui Cario è ornato. V. DC CANGE,

2 SlSMONni..9/.rfW/i' n.;»/.«/.c.UI.Capolii^olH5l. 104 RimrtatiQ XXIV. mt toinriUam. ClouaTium UC'


'

2 TaPAOKLU. n. d. G. Sjjijia Teoretico ec.


I

dine et infimae Laliniialis, rarisiifl, IN50. . . VII 97 —


.N.ipolf, isr.1. N. LXXY. 319 ->IIGruzin.D«ri)ire6i'//iO«‘|»oef«, Afiii<lelflcd..i731. I

4 LAOniù, C'*;ir. Coll., Venelits I72*J. . . . . Vili ti»3 L. II. C. IX. p. 209., il Bossuet, Defensio cc. L IL J

n HL.\NG(). ili Ì\Ml: ir L S _ •

c. X.XXVIII. p. 510., il Gn^isulin o. c. P. L c. 11.

Q IH'UIMllSTI, Al la -iS.. V.lli'liis ITM, ilFd. n ii9:> u. 312., r. 11. c. HI. Q.


INI. p. 531, c molti IH4I. p.

3 .\dae in Aliasi. II i5k> _ '


.litri eterodossi o gallicani sono di parere die

a !a Cilaifone li*. Leone ebbe compiuto queiratlo come primo cìt*


1
a >U HATuni, Annali d' iMlia, Poma I7.V2 . .
IV. 1 533 '
t.idino romano, ma il iio?-lro musaico no dice

IO M AMAGIII, Oriyinan d .iniii. Chnst. L.IV.c.ll .22 1


aperto, che cÌ5 fece prinripaimrnle corno Poli'
ij niA.Niillt. lU'Ua puU'aUl C tirila polizia delta tclke; perciucelift ni s. PI«-lro è in questo luogo
Chirui. l. II. XVI 3M8 {M*r$omncflta diiaramcntu la Cbii'sa Itiunaua, c<>
12 Pagi ANTO.MO, in Barun. ann. *20. il VI. . XII .vr, me si «Là a intendere per lo chiavi clic egli ha sull*'

J’.AGI Fh.ANr.ESCO, Hn’iiarium IIiòIoi’U'Hih cc. ginocchia, cpi’r In pren>g.i1iv.adeU'aulorÌlà pomi


523 licale, il pallioY.llOflGIA.fir'rrMce tV/ft«'nia,l77n,
ÌZ FLIìrnV, hliiria Krrlr.daMira, Ì7<W. Lil). M.U. VI •>riri IL XXII. p. I.XXXI. VESPASIA.M. ora Ves«uvo d.
ili A.''SKMAM, Halù'ùc llisioriiu hrnidl. cc. c. HI, III 2tn l’uno. A'orn Pallii origine, Boina«* I8r*f.. c. Vili — &1 _ 1

Li SISAIu.MJl Le lUS t^uimli si raccoglie die la risloraziorie deH'iin


'U1 IUl.m>.5^nrt iTlhìl., L.ll.c. XXV. TnnimlR:.o. 1 ili pero Occidentale fu un allo prindj»u!menie de
!•
11 PKllALUI, thrl Cirite della (V<iV«<r [Kklcre civile indirotto, che al ronli-n<’e rum-
n-iiwmu 0 |M?rA di Monsiiikor M A Ilio FIÌLICK pele di gius divino. —
lidia naliiru della digiiiU'
1
imjteHale si i «lidio nel te->to.— Alle t‘«M>u ivi toc-
1
1£ 5t \!MIU JUnG, Uhi. de rUeret. a. 727., Paj ia IGH<» 55
'•

l'uto iiiloriii) al lioininio civile diretto aggiun-


IO D,\KU.VIO fluii. 72lì. IL V XII .»34> — ,
geremo, die il Murahirì ben votlendo a quali
2U liAKOMO. Anit. 7aO. il L ss. PAGI //t £<rr(>n. XII •5R7 _ 1
c«>us *gi»‘" 2 e conduca il non trovarci in un t«n>
21 SOMMIKn, Soiae in Anast. 11 inir. — imimmlo di qtiesla Cilta indizio dell'flntoriiiì


1

12 TKOFAXK, Oìiymn.jrajtUia, anno aleà8,* 721. VI •ili l)iz.intiria. dice die a leggo Costati-
di'sira si
-
11 m; MAOisTiiis, V. cii»/. i«hi — 15 — 1

1
tino V., die egli applica all* Imperatore di Co*
124 lllti'iFIlS. Be Ar‘*n/<*r/o Eraviio hointne <l «lanlinupoli; onde inferisce, che in questo tempo
Tb 'iijng. rtr. incst rnimtieiittìJh de (iri'tìoiH II durava liiUavia in Itonm il rispetto all'imj'e-
/'. M. in se lithne inter popalos adiersus Iftifinc ralor Green, cd era quivi riroimsciuta la sua
lyonem hauntrn liniieralorcm exvitnia tirgoth, aulorilà (:mn. 79H p. 210: cosi anche il Cantò
Colonne et Nuvcfiac IKtij. p. 5, LL LFO, Storia .Storia di llalia, Torino 1858, T. IL c. UtVII.
yen. d'Itnìia, Firenz.-’ I8tó. L. Il I li — p. 128'. Ma L. r iscrizione dire, R. Constanti^

;2i TFOFANE, CIirownffrrT/jli'Vi unii. aJes!».* 73*2. . VI i75 1 ntit, nt> il Clnmpini allegalo dal Muralorì lesse

lii )ll'Z2AKKl.U. Della Cirile Giurisdizione, cc mai Coiislanlino F. 1. A Costantino non si dà il


eserrilala . . . de' Romani pontefici liomn IKH». . 152 — libfio di Signore. 5. Questi musaici non poto-
, Sivuo Ifl Nola br«'\e 7ni). — Per brevità Un**
I

roiio essere fnlii die dopo THiH). e Gislanlimi


rliiTenio nolo Ot-1 tiiuflaico n sinistra. F.h.'O L pre* fu accoralo c delronizzalo nel 797 ( Test.). L 1.»
H'iita il C'iUo rt«‘l rinnovellameiitu <JeU‘lfii]ieni shiria contraddice nperlnmcnle a questa Sovra-
«li OcciJeiile; 1. mostra ajiertu in forza «li quale nità del Hizantinn in Itoma. — Del musaico a si-
aulorilii abbia il Pontellcr! compiulo quest' ulto; nìMra il ine«lesicm> scrive: i l'Ahmianni, il Marra.
3.e Li natura licito di^nilù imix^riale. Il Pagi L c. il Pagi, LKcrnrdo cd altri, ban £iUo vari co-
0 il Palma Braelertianes tUsl. lÀxI. ec. . . .
11,11 fili
_ menti a que.slo musairo. Non no vò io aggiim-
l<m;ono, clic qui »i rapprc»eiili la collanone dui cere alcun altro, perchÌ! non si può con siru-
PatHxiQlo: ma ropiniunopiù riuevula è. elio si r«>zza trovar la luco vera In mezzo a si fatti'
rappre.^onli il rinnnvcllamento dell' Impero di tenebre ( anno 798 IV. P. II. 201\ * Queste lene-
Ocodenlc. 11 Pflpcbrochio die stette un tempo Are del Muratori Suno una prova d«'ll' ILLUSTRE 1
per la prima seiilciiza {PrapU. 1. e. abbraci'JÒ pontifieiae maii*</a//z ottllnirilalisgue argumen* 1
poi la seconda n Ciug. 11. 5K2); la quale ò Mala Inm di Dencddto XIV. 1
da noi adottata principalmeritu pur lo vosli o A paff. sa dello Note— 202. correggi- . . . I iH

1
MIIIL 0I$TAT
Fr. iirroiK-f Miiu «• «kn*iio R«ntor D<fiuiattif.

limiATUR
Fr. U<EkO!iT«rf C*(U OnL rneiJ. HteifrUr S. p. Apoflolici.

IIPflIIATlIR
Fr Ast. Lic^Rcmi OrJ. Hio. Caar. irebiep. IcM. Vic«tg«r.

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