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MEDITAZIONI BIBLICHE

l. G. Saldarini - Le beatitudini evangeliche ai ed.)


Cari(())
2. B. Maggioni - Cristianesimo quotidiano
3. S. Cipriani -La preghiera nel Nuovo Testamento (IV ed.)
R(())cccchcetta
-;!-. E. Ravarotto, R. Falsini, E. Lodi- La parola di Dio e il bat-
tesimo
5. G. Ravasi - Costruì la casa sulla roccia
6. S. Cipriani-« Il seme è la Parola di Dio»
7. G. Ravasi- Voi siete miei amici
"PER XL
8. R. Falsini- Le parole« dure» del Vangelo
9. G. Ravasi- Ti amo, Signore, mia forza
SIGNORE"
10. G. Martin- Leggere la Scrittura come parola di Dio
11. D. Barsotti- Alla viglia dell'evento cristiano
La verginità <C({))nsacrata
Nuova serie nella prim_a lettera
l. S. Cipriani -La Madonna, la donna, la Chiesa. Riflessioni
biblico-teologiche sul« mistero» di Maria
ai C({))rinti
2. B. Maggioni, Cristianesimo quotidiano (Il ed.)
3. M. Masini, La roccia e la sorgente. Lectio divina per giorni
di deserto
4. M. Masini, Maria, «la Vergine dell'ascolto»
5. D. Lafranconi, La Sapienza maestra di vita
6. C. Rocchetta, «Per il Signore». La verginità consacrata nel-
la prima lettera ai Corinti

Edizioni O.R. - Via Necchi 2 - 20123 Milano

~
Milano 1996
Proprietà letteraria riservata INTRODUZIONE
1996
LA VERGINITÀ PER IL REGNO:
UN VALORE DA RISCOPRIRE

La verginità per il Regno rappresenta un carisma e una


~ forma di vita essenziale per l'esistenza della Chiesa e per la
sua missione nel mondo. La cultura odierna dominante
tende ad ignorare o addirittura a gettare discredito su di
essa, guardandola spesso con sospetto e ironia. Molti gio-
vani sono perfino orientati dall'ambiente a vergognarsi
della propria condizione di verginità, al punto da giungere
ad inventare esperienze spregiudicate per non sembrare
diversi dagli altri. Si richiede il coraggio, oggi più che mai,
di annunciare la verginità consacrata come un valore posi-
tivo, realizzante, che apre alle dimensioni più alte della
persona umana e della sèssualità e si presenta al mondo
come realtà-segno, profezia-vivente, del «già» e «non an-
cora» del Regno di Dio inaugurato dal Signore risorto.
Il problema della riscoperta della verginità non è solo un
dato di ordine culturale; esso si fa sentire, in diversi modi,
all'interno della stessa comunità cristiana dove non man-
cano voci contrastanti o addirittura contrarie a questa for-
Nihil obstat
ma di vita. Appoggiandosi ad argomentazioni di diversa
Sac. Franco Pizzagalli, Cens. Ecci. estrazione, c'è perfino chi arriva a sostenere la tesi secon-
do cui la scelta del celibato non permetterebbe un sano,
IMPRIMATUR
equilibrato e completo sviluppo della persona, e èondur-
in Curia Arch. Mediolanidie 20-11-1995 rebbe quindi a forme di immaturità psicologica o affettiva.
t Angelo Mascheroni, Vie. Ep. Occorre subito dire che un simile modo di pensare non ha
ISBN 88-8053-036-4 alcun valore scientifico; esso tuttavia non va neppure li-

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quidato con una battuta o con una semplice alzata di spal- forma di vita dinamica, come l'esperienza di un innamora-
le. L'obiezione ha il carattere di una sfida. Se non è asso- mento che si reinventa di continuo in modo unico e irripe-
lutamente condivisibile l'idea che la scelta della castità tibile .
.possa nuocere alla persona umana, alla sua fisicità o alla Allo scopo di introdurci nell'argomento può essere utile
sua unità psico-somatica, è tuttavia vero che essa può in- offrire una duplice contestualizzazione;
durre a comportamenti negativi quando - e solo quando
- non sia adeguatamente motivata o non sia vissuta nel - dare uno sguardo alla verginità consacrata nella rivela-
suo più autentico significato come vocazione al dono e al- zione biblica,
l'accoglienza nella sequela totale di Cristo, in una dimen- - inquadrare il testo-base della nostra proposta tematica, ·
sione di libertà e in una risposta gioiosa e piena di amore la prima lettera ai Corinti.
all'Amore di Dio.

La questione, di conseguenza, non sta nel negare il valo- LA VERGINITÀ NELLA RNELAZIONE BIBLICA
re della verginità per il Regno, ma nel verificare come essa
sia assunta e realizzata nel vissuto concreto dell'esistenza L'AT, per principio, è contrario alla scelta della vergini-
delle persone consacr&te.· tà. L'idea di un uomo o di una donna che rinunciano a
La castità: formarsi una famiglia e ad avere figli è radicalmente estra-
- può divent&re «fonte di una più ricca fecondità in un nea alla cultura ebraica più antica. Il comando rivolto da
cuore indiviso», come recita il Codice di Diritto Canonico· Dio alla prima coppia e rinnovato a Noè e ai suoi figli
(can. 599), oppure origine di disadattamento e perfino di («Siate fecondi e moltiplicatevi», Gn 1, 28 e 9, 1.7) domi-
nevrosi, quando non sia compresa in modo adeguato; na e determina in profondità la mentalità vetero-testamen-
taria, tanto più quando viene collegato alla promessa di
--' può costituire una sorgente di straordinaria ricchezza una posterità numerosa e al compimento dei tempi mes-
interiore e di oblazione di sé, forma di «un positivo inve- sianici. L'ideale del pio israelita è il matrimonio, possibil-
stimento del cuore», oppure causa di isolamento, di ag- mente ricco di figli e fecondo (Sal127, 3-5; 128, 1-3). La
gressività, di rigidità, di razionalizzazioni o di ricerca di conseguenza di questo ideale è duplice:
compensazioni di vario genere.
- da una parte la disistima sociale e perfino il disprezzo
Tutto dipende da come è realizzata. Meditare su questo verso una moglie sterile (Gn 16, 4; 30, 1-2; Sam 1, 5-18;
tema è dunque riflettere su ciò che è più caro alle persone Is 4, 1);
consacrate: la piena attuazione della loro identità vocazio-
- dall'altra la visione negativa e il rifiuto della verginità
nale nella risposta all'appello di Dio e l'integra realizzazio-
come tale (emblematico è il racconto della figlia di lefte ri-
ne della loro stessa realtà umana. Lo studio che presentia-
portato in Gdc 11, 34-40).
mo intende porre di fronte a questo fondamentale valore,
da riscoprire e da vivere come un carisma sempre nuovo e L'unico pregio della verginità - intesa come integrità fi-

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sica e solo in riferimento alla donna - deriva dal fatto di - l'attesa del combattimento finale durante il quale, come
rappresentare uno stato preparatorio al matrimonio. Per- nelle guerre sante d'Israele (Dt 23, 10), si richiedeva l'os-
dere la verginità prima di sposarsi è considerato general- servanza di alcune prescrizioni rituali, compresa l'asten-
mente come un male da condannare e, se c'è stata una sione da atti coniugali.
violenza, da riparare (Gn 34; Es 22, 15-16; Dt 22, 14-
21.28-29; Sam 13, 11-19). La dottrina rabbinica rimane Letta in questa prospettiva, la scelta degli esseni è già
nella linea dell'AT; alcuni detti arrivano perfino a condan- una forma di preparazione alla novità del NT. Giovanni
nare chi non si sposa e non ha figli. Battista deriva probabilmente la sua scelta celibataria da
questo ambiente o comunque vi si collega, come l'ultimo ~
Due eccezioni, in questo contesto, risultano significati- il più grande dei profeti che introduce direttamente Colui
ve: il caso di Geremia e la scelta celibataria degli esseni. In che doveva venire, il Messia· Salvatore.
Ger 16, 1 ss. si legge che il Signore chiede al profeta di ri-
manere celibe. Il significato di questo appello è chiara- I Vangeli non affermano niente, in modo diretto, sul ce-
mente simbolico, indirizzato cioè a fare dell'esistenza di libato di Gesù. Il loro silenzio deve essere tuttavia inter-
Geremia un messaggio vivente per tutto il popolo: la sua pretato come un'affermazione della sua condizione di celi-
solitudine deve costituire una metafora della solitudine be, non il contrario. Una conferma viene dalla constata-
che colpirà il paese di Giuda a causa della sua infedeltà. zione che negli ·scritti neotestamentari, pur accennando
L'immagine di celibato che ne risulta è quella di una scelta spesso ai familiari di Gesù, non si riscontra mai un'allusio-
in gran parte negativa, infelice, sia riguardo a Geremia ne ad una moglie o a dei figli (Mc 3, 31-32; 6, 3; Gv 6,
che all'intero popolo. Diverso è il caso della comunità di
42; 7, 3; At 1, 14). Il Nazareno appare come un predica-
Qumran. Collegandosi alle profezie dell'ultimo Isaia (Is
tore itirterante che, libero da ogni legame (Mt 8, 19-20),
56, 3-5) e ad alcuni detti del libro della Sapienza (3, 13-
nell'urgenza del Regno ormai presente, annuncia dovun-
14; 4,1), gli esseni scelgono volontariamente il celibato
que l'avvento dei· tempi attesi e chiama alla fede e alla
come forma stabile di vita e come segno di purificazione e
conversione. Quanto gli esseni attendevano e il Battista
di attesa dei tempi ultimi. I motivi che sembrano essere al-
preannunciava come imminente è ormai giunto (Mc 1, 2-
l' origine di una deliberazione tanto in contrasto con la re-
ligiosità ebraica ufficiale sono almeno tre: 8.9-11). La sua è un'esistenza totalmente consacrata al
servizio del Regno di Dio. çJ-esù non è un asceta isolato,
- prepararsi ai tempi messianici, imitando i padri ai piedi ma un uomo che conosce la vita di paese e di lavoro, un
del Sinai che evitarono per tre giorni ogni contatto sessua- Rabbì che vive le gioie dell'amicizia e dello stare con gli
le prima della rivelazione del Signore (Es 19, 15); altri, senza speciali distinzioni di sessi (Mc 10, 13-15.21;
- considerarsi i veri sacerdoti di Israele in stato liturgico Le 7, 37-50; 8, 2-3; Gv 4, 7-27; 11, 3.5.35-36; 13, 23).
permanente e quindi con l'obbligo di osservare le regole Ciò nonostante, di una sua compagna di vita, non c'è trac-
imposte ai sacerdoti durante il servizio sacro (Lv 22, 4; Es cia. La scelta di Gesù risulta una deliberazione libera, det-
19, 21-25); tata dalla sua esplicita volontà di dedicarsi totalmente alla

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proclamazione della sovranità salvifica di Dio e alla realiz- grammaticalmente, è «Un passivo d~vino», ut~liz~ato p~r
zazione del progetto di amore del Padre in favore dell'u- evitare di pronunciare direttamente t1 nome di Dio, ~ si-
manità. È per questo che è venuto, ed è per questo che va gnifica: «coloro ai quali Dio lo ha concesso». Le motiva-
incontro agli eventi della passione e della morte (Mc 8, zioni di questa scelta non possono essere di carattere uma-
31; 9, 30-32; 10, 32-34). La sua oblazione sulla croce è no o fisico (« Vi sono eunuchi che sono nati così dal ventre
un atto di piena libertà (Gv 10, 18), in risposta alla volon- della madre», v. 12a), sociale o culturale («Ve ne sono al-
tà del Padre (Gv 4, 34), in omaggio alla sua gloria e per la cuni che sono stati resi eunuchi dagli uomini», v. 12b), ma
salvezza del mondo (Gv 17).
solo di ordine teologico («E vi sono altri che si sono fatti
Significativo è il detto di Mt 19, 10-12. Il termine «eu- eunuchi per il regno dei cieli», v. 12c). Il contenuto teolo-
nuco», che ne scandisce i passaggi, è un termine duro, gico della motivazione è <;lato dalla categoria ~i «~egn?
non solo per i nostri orecchi, ma anche per quelli degli in- dei cieli» che in Matteo equivale a «Regno di Dio»: Il
terlocutori del tempo. La parola aveva generalmente un «per» (dia) suppone una valenza di determinazione causa-
connotato offensivo. Secondo la sentenza del Rabbì Elea- tiva: «a motivo di», «a,causa di».
zar, infatti, «un uomo che non ha la sua donna non è nep-
La ragione del celibato è dunque di natura essenzial-
pure un uomo» 1 • A parere di diversi esegeti non è da
mente escatologica: la presenza, ormai in atto con Gesù,
escludere che l'uso di questo termine in bocca a Gesù sia
del Regno di Dio. A differenza degli esseni, la scelta della
dovuto al fatto che gli avversari lo avessero accusato di es-
sere «un eunuco», non avendo· una propria moglie, allo verginità non orienta ad un'attesa futura, ma sgorga dalla
stesso modo in cui lo avevano apostrofato di essere «Un novità dell'irruzione del Regno nella storia, come viene il-
mangione e un beone, amico dei pubblicani e dei peccato- lustrato dallo stesso evangelista con le due parabole ge-
ri» (M t 11, 19). Si avrebbe in tale ipotesi un'ulteriore con- melle sul tesoro del campo per il quale merita di vendere
ferma del suo celibato. Rispondendo all'obiezione tipica- tutto «pieni di gioia» (13, 44) e sulla perla di grande valo:
mente giudaica di Pietro («Se questa è la condizione del- re che induce il mercante a disfarsi di tutte le altre, pur di
l'uomo rispetto alla donna, non conviene sposarsi», v. 10), comprarla (Mt 13, 45-46). Il Regno dei cieli, in tale pro-
Gesù riprende l'accusa degli avversari, facendola sua, ma spettiva, non è semplicemente l'obiettivo finale, ma la ra-
spiegandola in riferimento ad un' eunichìa assolutamente gione radicale e costitutiva che origina, determina e mo-
nuova, da comprendere come un dono particolare conces- della dall'interno la scelta dei discepoli di «farsi eunuchi».
so da Dio a coloro che vi sono chiamati («Non tutti posso- E dal momento che il Regno di Dio si identifica con Gesù,
no capirlo, ma solo coloro ai quali è stato concesso», v. la sua predicazione e le sue opere, la motivazione assume
11). L'espressione «ai quali è stato concesso» (dédotm), un carattere fortemente cristocentrico. Solo coloro che en-
trano nella comprensione del mistero del Regno inaugura-
to dal Cristo sono in grado di capire questo dono. Un do-
no che richiede una scelta volontaria, libera; infatti «è un
t Talmud Babil., fabamot 63.a. farsi eunuchi per il Regno». È chiaro che, in questo ultimo
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caso, il termine «eunuco» assume un significato ben di- quella della famiglia, può porre condizioni o limiti al pri-
verso dai due usi precedenti: non rappresenta un dato di mato del Regno. La stessa radicalità siritrova nei detti ri-
ordine semplicemente biologico o culturale, ma l'espres- portati in Le 9, 57-62. Non sono ammesse compromissio-
sione di un atto morale, dettato da un contenuto teologi- ni o mezze vie. La vita dei discepoli, come quella di Gesù,
CO, il Regno veniente di Dio. La pericope appare dunque dev'essere interamente consacrata al servizio missionario
chiara: farsi «eunuchi per il Regno» coincide con una pie- della sovranità salvifica di Dio ormai in atto, il suo Regno.
na condivisione del progetto vissuto dall'Unigenito incar- Un testo di significato particolare per la verginità cristiana
nato nella sua totale adesione al Padre; se sotto il profilo è quello di Le 20, 27-40 e par. che richiama la condizione
negativo, richiede un distacco e una totale libertà da tutto escatologica dei risorti, i quali «Non prendono moglie, né
e da tutti e perfino da se stessi, sotto il profilo positivo im- marito, ma sono eguali agli angeli»; un testo che la tradi-
plica la scelta radicale di seguire Gesù come il Maestro e il zione cristiana ha ampiamente utilizzato per spiegare co-
Signore che inaugura la sovranità salvante di Dio e chiama me Ja scelta della verginità consacrata collochi già nella
a divenirne testimoni nel mondo. realtà del Regno.
I detti di Gesù che, oltre a quello analizzato, si riferisco-
no ad una scelta radicale di sequela Christi ed evocano il
consiglio evangelico di verginità, sono molteplici. Ne ri- LA VERGINITÀ NELLA PRIMA LETTERA AI CORINTI
cordiamo due: Le 14, 26 e par.; Le 18, 29 e par.
La prima lettera ai Corinti testimonia la verginità per il
Il primo: Signore come un dono dello Spirito, in parallelo al dono
«Se uno viene a me e non odia suo padre, sua madre, del matrimonio (7, 7), e la presenta come una scelta che
la moglie, i figli, i fratelli, le sorelle e perfino anticipa i tempi futuri, offrendo - sia nel capitolo 7 che
la propria vita non può essere mio discepolo». nell'insieme degli altri - fondamentali indicazioni sui con-
tenuti di ordine cristologico, pneumatologico, ecclesiologi-
Il secondo: co, teologale ed escatologico di questo «consiglio» (7, 25).
«In verità vi dico, non c'è nessuno che abbia lasciato Paolo ha evangelizzato Corinto per oltre 18 mesi (At 18,
casa o moglie o fratelli o genitori o figli per 1-18), dalla fine del so" al 52 durante il secondo viaggio
il Regno di Dio, che non riceva molto di più nel missionario. Capitale dell'Acaia, Corinto era una delle
tempo presente e la vita eterna nel tempo che verrà». principali città dell'Asia minore. «La sua felice posizione,
In questi detti, come in altri, risuona l'assolutezza del- a cavallo del Mar Ionio e del Mar Egeo, la rendeva un
l'appellò di Gesù, che non ammette rinvii o tentennamen- centro commerciale di prim'ordine, come il punto di in-
. ti. L'annuncio del Regno pone i credenti dinanzi ad una contro tra i mercati dell'Europa, specialmente della Grecia
situazione escatologica nuova, impellente, di fronte a cui e dell'Italia, e quelli dell'Asia. Tutto questo spiega la sua
tutto passa in secondo piano. Nessun'altra realtà, neppure florida ricchezza, l'opulenta maestà delle sue costruzioni,

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fra cui l'Agorà, il tempio di Apollo in stile dorico, le splen- sionario (At 19, l - 20, 1). Una delegazione di Corinto gli
dide fontane di Glauke e Pirene, e la sua proverbiale cor- aveva portato alcune domande (16, 17), a cui si erano ag-
ruzione, favorita dal caotico cosmopolitismo dei suoi abi- giunte le informazioni ricevute tramite Apollo (At 18, 27
tanti. . . Era molto indicativo e quasi simbolico il fatto che s.; l Cor 16, 12) e quelle della «gente di Cloe» (l Cor l,
sull'Acrocorinto, una collina alta 575 m. e maestosamente 11). L'intenzione dell'Apostolo, a differenza della lettera ai
dominante da Nord la città, s'innalzasse un celebre san- Romani, non è di offrire un testo di carattere sistematico,
tuario dedicato ad Afrodite «Pandemos», in cui· veniva ma piuttosto di rispondere ai diversi argomenti concreti di
esercitata, come un rito religioso, la prostituzione sacra da cui è venuto a conoscenza e ai quesiti che gli sono stati po-
oltre mille ierodule; in realtà c'era tutto un popolo prostra- sti, senz'altra preoccupazione che di evangelizzare e rimet-
to in adorazione alla dea della lussuria» 2 • tere ordine nella comunità di Corinto. Nonostante ciò, la
lettera non è priva di una sua organicità strutturale nella
Fra tutte le comunità cristiane fondate da Paolo, la Chie-
quale è possibile distinguere, oltre al preambolo contenen-
sa di Corinto o, come si esprime l'Apostolo, «la Chiesa di
te gli indirizzi e i ringraziamenti (l, 1-9) e alle raccoman-
Dio che è in Corinto» (l Cor l, 2), rappresentava il suo
dazioni e ai saluti conclusivi (16), due parti essenziali: la
vanto, il «sigillo» del suo apostolato (l Cor 9, 2), da difen-
prima, relativa alla correzione delle divisioni e degli scan-
dere ad ogni costo (l Cor 9, 3). Motivo di consolazione,
dali (1-6); la seconda riguardante la risposta ai quesiti e le
era al tempo stesso causa di continue preoccupazioni e di
linee disciplinari a cui attenersi (1-15):
attenzioni vigilanti. La predicazione di Paolo aveva trovato
terreno fertile soprattutto tra i ceti modesti della popola- Preambolo (l, 1-9)
zione (l Cor l, 26-28), provenienti per lo più dal mondo 1 a parte: Divisione e scandali
pagano. L'annuncio della fede in Cristo aveva prodotto se- l . I gruppi della Chiesa di Corinto (l , l O - 4, 1-21)
gni di grande rinnovamento, ma permaneva costante la 2. Il caso di incesto (5, 1-13)
tentazione dell'antico spirito pagano con mescolanze cul- 3. L'appello ai tribunali pagani (6, 1-11)
tuali ed etiche e «ritorni indiètro». L'incontro della giova- 4. La fornicazione (6, 12-20)
ne fede con le correnti di pensiero e le diverse religioni di
2 a parte: Quesiti e disciplina
Corinto, l'impatto con la corruzione morale e con il rilas-
l . Matrimonio e verginità
samento dei costumi della città, ponevano ai neofiti nume-
2. Carni immolate agli idoli (8-1 O)
rosi e delicati problemi. La prima lettera ai Corinti nasce
3. Le assemblee liturgiche
entro questo contesto. Paolo la scrive nella pasqua del 57
a. Contegno delle donne (11, 2-16)
(l Cor 5, 7 s.; 16, 5-9; At 19, 21) durante il suo soggior-
b. La celebrazione della Cena del Signore (11 , l 7-
no, di tre anni, a Efeso (54-57) nel suo terzo viaggio mis- 34)
c. I carismi e la loro gerarchia (12 -14)
4. La risurrezione dei morti (15)
2 S. CIPRIANI, Le lettere di Paolo, Assisi 1963, p. l 02. Conclusione (16).

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Non è possibile, nell'ambito di questa pubblicazione, Gli antichi autori, come è noto; parlavano della rumina-
esaminare la totalità della lettera in una esegesi continua e fio Verbi, una «masticazione» della Parola di Dio in modo
ininterrotta. La lettura che proponiamo è piuttosto «a te- da farla risuonare dentro di noi in un clima contemplativo
ma», con una selezione di pericopi subordinata all'interes- continuo e ininterrotto. Guglielmo de St Thierry così si
se che esse presentano per l'approfondimento del tema esprime: «La lettura applicata (la (ruminatio') differisce
della verginità consacrata. Si cerca, in altre parole, di ela- dalla semplice lettura quanto l'amicizia differisce da un in-
borare una proposta organico-complessiva che sia in gra- contro superficiale o quanto l'affetto profondo nato da fre-
do, per quanto possibile, di indicare le dimensioni fonda- quenti contatti differisce da un saluto fortuito. Un passaggio
mentali della verginità consacrata e di ripresentarle alla della Scrittura va assimilato in profondità, va riportato alla
nostra riflessione in modo tale che dall'insieme possa memoria, deve essere oggetto di un 'incessante ruminazio-
emergere una sintesi sufficientemente completa, anche se ne» 4 •
non esaustiva.
Aprire la Bibbia e leggerla, secondo san Girolamo, «è
tendere le vele allo Spirito santo senza sapere a quali lidi
Ogni singola proposta di meditazione è stata strutturata approderemo» 5 • Non si deve infatti dimenticare che all'o-
secondo il seguente schema che può rappresentare un in- rigine e al centro di ogni lectio divina, si pone l'azione del-
dirizzo utile e pedagogicamente efficace nella misura in lo Spirito, «dovendo la Sacra Scrittura essere letta e inter-
cui fa passare
pretata con l'aiuto dello stesso Spirito mediante il quale è
dall'esegesi del testo (ascolto della Parola di Dio) stata scritta» (DV 12). Uno Spirito che compie meraviglie,
all'approfondimento teologico al di là delle nostre resistenze e delle nostre povertà, e ci
al «pregare la Parola» conduce là dove Egli vuole che perveniamo. Per questo al
all'attualizzazione e alla verifica. cuore di ogni meditazione sulla Parola di Dio ci deve esse-
re l'invocazione dello Spirito senza il quale nulla è possibi-
Le meditazioni trovano così una forma di lectio divina,
le e nessuna conversione si compie.
non riducibile ad una mera riflessione mentale, ma impli-
cante la preghiera e il colloquio con Dio, secondo la più
antica tradizione patristica e monastica:
«Cercate nella lettura,
troverete con la meditazione,
picchiate nella preghiera,
entrerete nella contemplazione» 3 •

3 Lettera d'ora; ML 180.


Lettera di Guido II il Certosino all'amico Gervasio; PL 184, 475- 4
484. 5 Su Ezechiele, 7, ML 25, 369 D.

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Vieni, Santo Spirito, 1


manda a noi dal cielo
un raggio della tua luce. MISTERO DI CRISTO E VERGINITÀ CONSACRATA
Vieni, padre dei poveri, (1 Cor 3, 10-23)
vieni, datore dei doni,
vieni, luce dei cuori.
Consolatore perfetto; «Secondo la grazia di Dio che mi è sta-
ospite dolce dell'anima, ta data, come un sapiente architetto io
ho posto il fondamento; un altro poi vi
dolcissimo sollievo. costruisce sopra. Ma ciascuno stia at-
Nella fatica, riposo, tento come costruisce. Infatti nessuno
nella calura, riparo, può porre un fondamento diverso da
nel pianto, conforto. quello che già vi si trova, che è Gesù
Cristo» (3, 10-11).
O luce beatissima,
invadi nell'intimo
il cuore dei tuoi fedeli.
Senza la tua forza, La verginità è stata considerata (e-spesso lo è tutt'oggi) in
nulla è nell'uomo, termini prevalentemente negativi, come un taglio di rela-
nulla senza colpa. zioni umane, una perdita di comunicazione e talvolta per-
fino di umanità. Purtroppo questa idea ha trovato (e trova)
Lava ciò che è sordido, conferma nel modo in cui molti consacrati si pongono in
bagna ciò che è arido, rapporto agli altri: freddi, rigidi, quasi al di fuori della
sana ciò che sanguina. condizione comune, incapaci di vera condivisione, di au-
Piega ciò che è rigido, tentica partecipazione e fraternità, come se la scelta della
scalda ciò che è gelido, verginità fosse una scelta di meno-amore piuttosto che di
drizza ciò che è sviato. più-amore e di pienezza-di-amore. È urgente ridefinire la
Dona ai tuoi fedeli verginità consacrata in termini positivi. Il voto di castità
che solo in te confidano non implica in alcun modo una mutilazione della vocazio-
i tuoi santi doni. ne di comunione inscritta nelle profondità del nostro esse-
Dona virtù e premio, re; al contrario, chiama ad una sua piena realizzazione,
dona morte santa, non legata ad una sola persona o ad una propria famiglia,
dona gioia eterna. Amen. ma aperta alle dimensioni del mondo nella prospettiva del
disegno originario di Dio rivelato nel volto dell'Unigenito
incarnato: «Tutto è vostro ... Voi siete di Cristo ... Cristo è
di Dio» (3, 22).
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ASCOLTO DELLA PAROLA DI DIO chiaro: solo su Cristo Gesù è possibile costruire una solida
vita cristiana. Non esiste altro fondamento autentico. Il Si-
La pericope di 1 Cor 3, 10-23 sviluppa l'allegoria dell'e- gnore Gesù è l'unica roccia su cui poggia l'esistenza dei
dificio già accennata alla fine del v. 9. Il contesto è quello battezzati (per lo stesso tema si veda, 1 Pt2, 4-10). Presu-
della predicazione svolta dall'apostolo ai cristiani di Corin- mere di porre altri fondamenti è costruire in modo incon-
to rispetto a quanto insegnano coloro che gli sono succe- sistente e instabile, col rischio di gravi conseguenze (la pa-
duti. rabola delle due case di Mt 7, 21-27 è indicativa in questo
senso).
Costruire sul «fondamento che è Gesù Cristo» (3, 11)
Paolo presenta se stesso come «l'architetto» previdente «Tutto è vostro ... Voi siete di Cristo ... Cristo è di Dio»
che, per primo, ha posto il «fondamento» dell'edificio del- (v. 22)
la fede; tale fondamento è «Gesù Cristo», e nessuno può Continuando con l'allegoria dell'edificio (vv. 16-17),
presumere di impiantarne uno diverso (vv. 10-11). Ognu- Paolo designa i singoli battezzati e la comunità dei fedeli
no, anzi, deve stare attento a come «sopraedifica» sul fon- come il «tempio di Dio» nella storia, ponendo in evidenza
damento ricevuto (v. 19b). Vi sono coloro che «sopraedi- come sia un atto grave distruggere questo tempio con una
ficano» con «oro, argento, pietre preziose» (v. 12a), e predicazione basata sulla «Sapienza di questo mondo» in-
quindi con materiali di valore; vi sono altri che «sopraedi- vece che sulla sapienza di Dio (vv. 18-20); una sapienza di
ficano» con «legno, fieno, paglia» (v. 12b), e quindi con Dio che esige di essere accolta in tutta la sua paradossali-
materiali poveri, fragili e di scarsa durata. tà, come aveva spiegato in precedenza (1, 17 -13).
Le due metafore servono all'apostolo per designare due Entro questo contesto, dopo un ulteriore accenno pole-
tipi di predicatori: coloro che offrono contenuti solidi e mico ai predicatori che cercano solo la propria gloria (v.
consistenti e coloro invece che comunicano solo contenuti 21a), l'apostolo amplia la visione dell'edificio, allargando-
miseri e scadenti. La verifica avverrà il «giorno» del col- la alla totalità della storia e del cosmo, in una sorta di mo-
laudo: allora «l'opera di ciascuno sarà ben visibile» (v. vimento ascensionale che contempla i credenti tutti orien-
13a). La verifica su come si è costruito si compirà col tati al Cristo e il Cristo tutto orientato al Padré: «Perché
«fuoco», il quale «proverà la qualità dell'opera di ciascu- tutto è vostro: Paolo, Apollo, Cefa, il mondo, la vita, la
no» (v. 13b): chi resisterà, riceverà un'abbondante ricom.:. morte, il presente, il futuro: tutto è vostro! Ma voi siete di
pensa; chi ne subirà «danno», troverà gravi difficoltà e si Cristo e Cristo è di Dio» (vv. 21b-22). Non solo i predica-
salverà a stento (vv. 14-15). Il «giorno» è il tempo del ri-
tori, ma la totalità del mondo, i suoi accadimenti decisivi
torno glorioso di Cristo, ma come una situazione sempre
di «vita» e di «morte», il tempo nel suo spessore di pre-
in atto.
sente e avvenire, tutto è messaggero della volontà divina e
Un primo messaggio della pericope paolina è dunque «sacramento» del suo amore.

20 21
Tutto, infatti, sussiste in Cristo, «centro del cosmo e del- - la relazione con la comunità e il suo riferimento a Dio.
la storia», e tutto in Lui è ormai indirizzato ad essere ri- Queste tre relazioni, nella vita consacrata, non sono an-
condotto a Dio Padre nella potenza dello Spirito che di- nullate, ma piuttosto assunte e vissute in .modo nuovo, a
mora nei cristiani come in un «tempio» (v .. 16). Si tratta di partire dalla novità della creazione escatologica inaugurata
una visione grandiosa, corrispondente al cristocentrismo da Gesù Cristo. Non si deve infatti dimenticare che il si-
paolina, ripreso e sviluppato in altri testi e già nella stessa gnificato originario di questa triplice relazionalità è stato
lettera, poco più avanti, in prospettiva discendente: «Per radicalmente «ferito» dal peccato d'origine: l'armonia dei
noi c'è un solo Dio, il Padre, dal quale tutto proviene e noi tre ambiti si è trasformata in tendenza alla disarmonia, la
siamo per lui; e un solo Signore Gesù Cristo, in virtù del libertà in schiavitù, e per la creatura umana è diventato
quale esistono tutte le cose e noi esistiamo per lui» (8, 6). arduo, se non impossibile, da sola, vivere in unità e piena
Una visione che ritorna, in termini cosmici, negli inni di libertà la sua esistenza relazionale. Il problema non riguar-
Col l, 13-20 e Ef l, 3-14. In Cristo la totalità della crea- da solo i singoli individui, ma l'umanità nel suo comples-
zione e della storia trova il suo senso definitivo ed è indi- so: le disarmonie e le schiavitù dei singoli si riversano sul-
rizzata verso il compimento finale, i cieli nuovi e la terra le disarmonie e le schiavitù della comunità umana, nel suo
nuova di cui l'Apocalisse offre in anticipo una splendida progettarsi nella storia: «Gli squilibri di cui soffre il mondo
evocazione. È entro questo contesto che si deve situare il contemporaneo si collegano con quel più profondo squili-
fondamento e il senso ultimo dei consigli evangelici. brio che è radicato nel cuore dell'uomo ... (Egli) soffre in se
stesso una divisione dalla quale provengono anche tante e
così gravi discordie nella società» (GS lO).
APPROFONDIMENTO TEOLOGICO
La singolarità dell'affermazione cristiana si pone, come
La pericope paolina orienta a comprendere il significato annuncio, al centro di questa condizione storica dell'uo-
della verginità consacrata, e più ampiamente i tre consigli mo e dell'umanità: «Solamente nel mistero del Verbo incar-
evangelici, in prospettiva cristologico-antropologica. nato trova vera luce il mistero dell'uomo ... Cristo, il nuovo
Adamo~ proprio rivelando il mistero del Padre e del suo
amore svela anche pienamente l'uomo all'uomo e gli fa no-
I consigli evangelici alla luce del progetto di Dio sul mondo ta la sua altissima vocazione» (GS 22). I tre consigli evan-
e del suo centro, Gesù Cristo
gelici sono una realtà-segno indirizzata a testimoniare le
I consigli evangelici di povertà, castità e obbedienza cor- possibilità nuove offerte dall'Unigenito incarnato, l'Uomo.
rispondono, in definitiva, alle tre relazioni strutturali della nuovo per eccellenza, perché tutti riconoscano e possano
creatura umana: vivere in modo autentico la loro identità relazionale, ai
- la relazione col creato e i suoi beni, suoi tre livelli fondamentali, diventando costruttori della
- la relazione con l'altro sesso e più in generale con l'altro nuova umanità rinata in Cristo, il nuovo tempio di Dio
da sé, nella storia, e collaborando in prima persona al processo

22 23
in atto di riconduzione di tutto in Cristo, per mezzo dello servizio reciproco, col riconoscimento di Dio come Crea-
Spirito, al Padre. «Tutto è vostro ... Voi siete di Cristo ... tore, fonte e termine di tutto, si realizza una comunità au-
Cristo è di Dio» (3, 22). tentica.
L'assunzione dei consigli evangelici riveste, in questo I tre consigli evangelici hanno - sotto questo aspetto -
ambito, almeno un duplice connotato fondamentale: un profondo significato antropologico: richiamano il pro-
- è offerta a Dio in Gesù Cristo delle «primizie» del crea~ getto originario di Dio sull'uomo e sul mondo, e nello stes-
to: si presentano al Creatore le realtà più preziose che egli so tempo attestano la novità del regno salvifico di-svelato
stesso ha donato alle sue creature e per le quali il Figlio di in Cristo; essi sono una forma di vita che testimonia in atto
Dio ha offerto se stesso al Padre: come tutto (il creato, la persona dell'uomo e della donna,
la terra e i suoi beni, la comunità umana) debba essere ricondotto a Dio, origi-
. l'amore uomo-donna e l'esercizio della sessualità, ne, centro e senso finale della storia totale: «Perché tutto è
. la comunità e la sua vocazione al cospetto di Dio; vostro: Paolo, Apollo, Cefa, il mondo, la vita, la morte, il
presente, il futuro: tutto è vostro! Ma voi siete di Cristo e
- è trasfigurazione della triplice relazione della creatura Cristo è di Dio» (vv. 21b-22). Questa consapevolezza, pro-
umana con le realtà, con l'altro e con la comunità, riviven- pria di tutta la Chiesa e di ogni battezzato, è vissuta dai
do in sé (almeno come tendenza) l'atteggiamento stesso di consacrati come testimonianza, realtà-di-vita e segno-forte
Gesù verso questi tre valori, offerto al mondo per la sua autentica realizzazione.
per conformarsi alla sua libertà e alla sua unità di vita,
; a servizio dell'umanità e del suo futuro,
. nell'ottica del progetto cristocentrico di Dio sul mon- La verginità per il Regno
do e sulla storia. è una proclamazione della sovranità salvifica di Dio
·sul mondo inaugurata dal Risorto
Sotto entrambi gli aspetti, i consigli evangelici sono ini-
zio e progettazione della creazione escatologica inaugurata Il contenuto essenziale della verginità consacrata, «la
verginit~ per il Regno», consiste nel proclamare la sovra-
dal Risorto. Come tali, sono un annuncio vivente rivolto a
tutti: nità .salvifica di Dio sul mondo manifestata in Cristo Gesù.
Ciò spiega perché solo a partire dal NT essa sia pienamen-
- la povertà proclama che le cose sono per la persona, e te percepibile; essa infatti non è che una realtà-segno della
non la persona per le cose; nuova creazione inaugurata dall'Unigenito di Dio incarna-
- la castità dice che l'altro sesso - e ogni altro da sé - de- to, morto e risorto. Solo chi è in grado di entrare nell'otti-
v'essere accolto e rispettato nella sua preziosità unica, sen- ca del «novum» di Cristo e del suo mistero pasquale è in
za essere in alcun modo strumentalizzato per i propri egoi- grado di percepire il valore della castità consacrata come
smi o trasformato in un oggetto; dono e forma di vita alla sequela di Gesù.
- l'obbedienza afferma che solo nella comunione e nel In quanto risposta al Dio dell'Amore rivelato nel volto

24 25
del Crocifisso, la scelta della verginità è opzione di amore a dei propri figli? E perché negarsi alla dimensione fisica,
e trasfigurazione della relazionalità con l'altro da sé nella genitale, della sessualità o a legami affettivi personali ed
grazia dello Spirito Santo ricevuto in dono col battesimo. esclusivi? Perché rinunciare a formarsi una propria fami-
«L'amore di Dio infatti è stato riversato nei nostri cuori per glia? Come è possibile vivere quest'insieme.di rinunce sere-
mezzo dello Spirito Santo che ci è stato dato» (Rm 5, 5). namente, positivamente, gioiosamente per tutta la vita?
Non è un meno-amore, ma una pienezza-di-amore; non è
Non c'è dubbio che, in un contesto di sapienza umana,
una rinuncia alla «relazionalità con», ma una nuova for-
la verginità appare (o può apparire) come «stoltezza» e
ma di relazionalità, centrata sulla gratuità, sull'amore-ac-
«follia»; per coloro che hanno riconosciuto la sapienza di
cogliente e sull'amore-dono, per farsi testimonianza viva
Dio, la verginità - come la Croce- è invece «potenza di
del modo nuovo di relazionarsi gli uni con gli altri inaugu-
Dio», dono di grazia e di salvezza per tutti (l Cor l , l 7-
rato dal Signore Gesù. Il segno di un'autentica verginità e
25). E tale è la pedagogia di Dio: «Dio ha scelto ciò che
di una verginità vissuta in pienezza è dato dalla fraternità
nel mondo è debole per confondere i forti. Dio ha scelto ciò
evangelica, dalla disponibilità all'accoglienza e al dono,
che nel mondo è ignobile e disprezzato e ciò che è nulla per
quando tutto l'essere del consacrato diventa realtà-segno
ridurre a nulla tutte le cose che sono, perché nessuno uomo
dell'amore di Dio rivelato al mondo nell'Unigenito incar-
possa gloriarsi davanti a Dio. Ed è per lui che voi siete in
nato. La «follia del perdersi, donandosi» (Mc 8, 35-35;
Cristo Gesù, il quale per opera di Dio è divenuto per noi sa-
Gv 12, 24-25) è il contenuto e il criterio di verifica del
pienza, giustizia, santificazione e redenzione» (l Cor l, 27-
consiglio evangelico della verginità.
30). È entro questa peculiare pedagogia che si colloca la
chiamata a «farsi eunuchi» per il Regno; una chiamata
La verginità consacrata ha il carattere di una vocazione che «non tutti possono capire, ma solo coloro ai quali è
paradossale stato concesso» (Mt 19, 10-12). La verginità per il Regno
Si comprende allora come il paradosso del mistero di non deriva infatti dalla capacità dell'uomo o da argomen-
Cristo rappresenti il fondamento e il paradigma della ver- tazioni di ordine semplicemente umano, ma solo dalla vo-
cazione di Dio; è suo dono esclusivo. «Ciascuno ha il pro-
ginità consacrata. Allo stesso modo in cui la sapienza della
prio dono (charisma) da Dio, chi in un modo, chi in un al-
Croce si contrappone alla sapienza umana, la scelta della
verginità consacrata presenta un carattere di incomprensi- tro» (l Cor 7, 7).
bilità per chi non è in grado di percepire il disegno di Dio
attuato in Cristo Gesù.
Perché rinunciare volontariamente al matrimonio e alra-
more coniugale? Non sono realtà volute e benedette da Dio
fin dall'inizio della creazione e rese sacramento di grazia da
Cristo Signore? Perché rinunciare ad un proprio coniuge o

26 27
PREGARE LA PAROLA La considero realmente un dono di Dio per l'umanità e
per il futuro del mondo?
Signore nostro Gesù Cristo;
Tu sei il Re dell'Universo,
il centro del cosmo e della storia. O Spirito del Signore
Tutto è stato creato per te. rendici
Tu sei il primogenito di tutta la creazione. veritieri senza arroganza,
Sei la perfetta rivelazione del Padre. umili senza finzione
Sei fratello e amico degli uomini. allegri senza leggerezza
severi senza cattiveria
Tu sei la luce che illumina le tenebre.
forti senza crudeltà
Sei la vita che trionfa della morte.
buoni senza mollezza
Sei il nostro Redentore
misericordiosi senza lasciar fare
e il nostro Liberatore. pacifici senza falsità
Noi vogliamo che la tua Regalità d'amore poveri senza miseri~
risplenda nella Chiesa e nel mondo. ricchi senza avarizia
Per questo ti promettiamo prudenti senza sospetto
di essere fedeli alle promesse del battesimo docili ma saggi
e all'impegno di consacrazione nel mondo. ospitali ma sobri;
lavorando con le nostre mani
ma senza confidare in noi stessi.
PER UNA VERIFICA SPIRITUALE
(Sant'Agostino)
«Il disegno del Padre è di fare di Cristo il cuore del
mondo» (Antifona-vespri).
Come si colloca la mia scelta di verginità consacrata al-
l'interno di questo disegno cristocentrico di Dio sul cosmo e
sulla storia?
Quali dimensioni mi offre la proclamazione della signo-
ria universale di Cristo per il vissuto e la spiritualità della
verginità consacrata?
Quale concezione ho della mia scelta di verginità consa-
crata?

28 29
2 di tutti. È a questa icona del Cristo della pasqua che il
consacrato è chiamato a guardare se vuole comprendere il
CORPOREITÀ E CONSACRAZIONE VERGINALE senso della sua verginità consacrata.
(1 Cor 6, 12-20)
ASCOLTO DELLA PAROLA DI DIO
«Non sapete che i vostri corpi sono
membra di Cristo? Il testo paolino di l Cor 6, 12-20 ci introduce perfetta-
O non sapete che il vostro corpo è mente in questa tematica; esso contiene in nuce gli ele-
tempio dello Spirito Santo che è in voi menti fondamentali di una teologia della corporeità, entro
e che avete da Dio, e che non apparte- cui va collocato il senso specifico della verginità consacra-
nete a voi stessi? Infatti siete stati com- ta. Un'esigenza di rispetto della corporeità e di purezza,
prati a caro prezzo. Glorificate dunque comune a tutti i battezzati, viene assunta da coloro che so-
Dio nel vostro corpo!» (6, 15. 19-20). no chiamati alla consacrazione verginale in una forma
propria e radicale, nella consapevolezza che si tratti di un
«dono divino» che appartiene alla Chiesa, «alla sua vita e
Non è particolarmente comune, a livello di riflessione alla sua santità» (LG 43-44) ..
teologico-spirituale, collegare in unità «consacrazione» e
«corpo». Di fatto, la nozione di vita consacrata è stata svi- «Il corpo non è per l'impudicizia, ma per il Signore» (v. 13)
luppata prevalentemente in termini di rimozione o di
Qualcuno a Corinto, fraintendendo i principi di libertà
«paura» del corpo, sulla base di un modello monastico
annunciati da Paolo, era arrivato ad un concetto piuttosto
che ha finito per dare della persona consacrata un'immagi-
disinvolto di sessualità. Motivava il suo atteggiamento ap-
ne fortemente disincarnata, a-corporea, c.on scarsa atten-
poggiandosi a due speciosi ragionamenti: ·
zione allo spessore concreto della sua unità psico-somatica
e alla differenziazione uomo-donna. - il primo suonava: «Tutto mi è lecito!» (v. 12a), riferen-
do probabilmente un'espressione paolina, ma utilizzata in
Una tale concezione ha avuto riflessi sul modo stesso di
altri contesti (per esempio al poter mangiare le carni im-
intendere la verginità consacrata, percepita più come una molate agli idoli, pur di non dare scandalo: l Cor 10, 23-
«lotta» col corpo che come sua positiva accettazione e va- 33);
lorizzazione della sua sponsalità sul modello di Gesù Cri-
sto, il consacrato per eccellenza, il quale vive il corpo non - il secondo: «l cibi sono per il ventre, e il ventre per i ci-
come un peso, ma come il «sacramento» della sua ablazio- bi!» (v. 13a), stabilendo un'equazione tanto sottile quanto
ne pasquale, segno manifestativo e realizzativo del suo ingenua in base a cui i cibi stanno al ventre come l'atto
«SÌ» interiore e totale alla volontà del Padre per la salvezza sessuale sta al corpo.

30 31
Il primo ragionamento viene corretto sulla base di due aspetto. La santità del corpo deriva dalla sua immersione l
argomentazioni: sì, «tutto è lecito!», ma a condizione che riemersione nel battesimo; un evento che lo ha «lavato»,
sia di vantaggio a sé e agli altri e che l'esercizio della liber- lo ha «santificato» e «giustificato» nel nome del Signore
tà non renda schiavi: «Tutto è lecito! Ma non tutto giova. Gesù Cristo e nello «Spirito del nostro Dio!» (6, 11); le
'Tutto è lecito!'. Ma io non mi lascerò dominare da nulla» cose vecchie sono passate; è nata ormai una nuova creatu-
(v. 13). Il secondo ragionamento è precisato in un modo ra (2 Cor 5, 17). A partire da quell'evento, il cristiano è
più diffuso, con l'evidenziare l'inaccettabilità dell'equazio- radicalmente consacrato al Signore, la sua corporeità vive
ne proposta: il ventre e i cibi appartengono all'ordine ve- in una relazione nuova: col Risorto, per la vita e per la
. getativo presente e sono destinati a scomparire; l'atto ses- morte: «il corpo è per il Signore». E dal momento che il Si-
suale appartiene al corpo che è di proprietà del Signore ed gnore si fa per i battezzati principio di vita nuova, median-
è destinato alla risurrezione cosicché è del tutto inaccetta- te lo Spirito, e darà la risurrezione ai loro corpi, «il Signo-
bile che il corpo sia sottomesso all'impudicizia: «l cibi so- re è per il corpo». Una ragione appoggia l'altra, nell'argo-
no per il ventre e il ventre per i cibi! Ma Dio distruggerà mentazione paolina.
questo e quelli; il corpo non è per l'impudicizia, ma per il •'
Signore, e il Signore per il corpo. Dio poi, che ha risuscitato «Glorificate dunque Dio nel vostro corpo!» (6, 20)
il Signore, risusciterà anche noi con la sua potenza» (vv.
La conseguenza è chiara: alla luce del battesimo, la for-
13-14).
nicazione appare. come una contraddizione strutturale. Se
Il testo paolino suppone che si abbia chiaro il concetto infatti i corpi dei· battezzati sono membra di Cristo, non è
di corpo in senso biblico e la novità apportata in esso dal concepibile che possano diventare nello stesso tempo
battesimo. Il corpo, secondo la concezione semitica, non membra di una prostituta (v. 15). Sussiste una netta antite-
designa una parte in opposizione all'altra (l'anima), ma la si tra il divenire «Un corpo solo» nell'atto di fornicazione e
visibilità della persona umana, una e completa, la sua to- l'essere uniti col Signore come «Un solo spirito» (vv. 16-
talità unificata, creata da Dio a sua immagine e somiglian- 17). L'assurdità della fornicazione è ulteriormente indicata
za e partecipe della sua vocazione spirituale. In questa ac- dal fatto che, a differenza di ciò che avviene per gli altri
cezione integrale, la corporeità non può essere una realtà peccati, con essa è l'essere stesso del battezzato che si
sottomessa all'impudicizia: coinvolge in un atto che offende la sua dignità ed è in
1° perché dev'essere compresa e vissuta come un dono aperta opposizione al senso della sua esistenza corporea,
santificata dalla grazia battesimale (v. 18). Il cristiano è
che esce dalle mani di Dio creatore e
chiamato alla santità, facendo del proprio corpo «Un sa-
2 o perché è finalizzata alla realizzazione della chiamata crificio vivente, santo, ben accetto a Dio» (Rm 12, 1), non·
divina rivelata nel Redentore e dispiegata nei credenti in un luogo di peccato e di tradimento dell'unione col Signo-
virtù del battesimo. re. Grazie alla rinascita pasquale, tutto il suo corpo è in-
L'Apostolo insiste particolarmente su questo secondo fatti diventato «spirituale» (1 Cor 15, 44-45).

32 33
La pericope di 6, 19-20 apporta due motivazioni alla la comunione (livello creaturale); la valenza sponsale del
comprensione di questa identità «spirituale» del corpo del corpo in relazione alla peculiarità della nozione cristiana di
cristiano: esso è tempio dello Spirito Santo ed è stato ti- «consacrazione» (livello redentivo). Entrambe le prospetti-
comprato a caro prezzo dal Salvatore: «Non sapete che il ve sono essenziali per una teologia del consiglio evangeli-
vostro> corpo è tempio dello Spirito Santo che è in voi e che co della castità consacrata, non in termini di negatività,
avete da Dio, e che non appartenete a voi stessi? Infatti sie- ma nel quadro di un'accettazione positiva della corporeità
te stati comprati a caro prezzo» (vv. 19-20a). Il corpo del e di una sua autentica ascetica spirituale.
cristiano è tempio, anzi la parte più santa del tempio
(naòs), dove dimora Dio. Lo Spirito riempie la totalità uni-
ficata del cristiano, come Dio dimorava nel tempio antico. La vocazione della persona umana ali'amore
Sorge da questa consapevolezza l'obbligo della castità per e alla comunione
ogni battezzato come esigenza radicale derivante dalla
Il primo aspetto è stato delineato da Giovanni Paolo II in
santità donata col battesimo e dall'inabitazione di Dio in
una pagina della Familiaris c01isortio di straordinaria ric-
lui. chezza teologica: ·
Il redento è uno che non si appartiene più, essendo stato
acquistato dal Signore nel preziosissimo sangue della sua «Dio ha creato l'uomo a sua immagine e somiglianza:
croce (7, 23; Pt 1, 18-19). Egli è «proprietà» di Cristo. chiamandolo ali'esistenza per amore, l'ha chiamato nello
Tutta la sua esistenza è finalizzata all'haghiasmos, ad una stesso tempo ali'amore. Dio è amore e vive in se stesso un
vita vissuta nella santità a gloria della santità di Dio. Di mistero di comunione personale di amore. Creandola a sua
qui la conclusione finale, a forte intonazione liturgica: immagine e continuamente conservandola nell'essere, Dio
«Glorificate dunque Dio nel vostro corpo!» (v. 20). L'esor- iscrive nell'umanità dell'uomo e della donna la vocazione e
tazione definisce, a modo di inclusione, lo statuto stesso quindi la capacità e la responsabilità dell'amore e della co-
dell'esistenza corporea del cristiano come esistenza indi- munione. L {amore è pertanto la fondamentale e nativa vo-
rizzata a glorificare Dio in ogni momento, in ogni situazio- cazione di ogni essere umano.
ne, circostanza o atto: «Sia dunque che mangiate sia che
In quanto spirito incarnato, cioè anima che si esprime nel
beviate sia che facciate qualsiasi altra cosa, fate tutto per la
corpo e corpo informato da uno spirito immortale, l'uomo
gloria di Dio» (1 Cor 1O, 31).
è chiamato ali'amore in questa totalità unificata. L'amore
abbraccia anche il corpo umano e il corpo è reso partecipe
APPROFONDIMENTO TEOLOGICO
dell'amore spirituale.
La rivelazione cristiana conosce due modi specifici di rea-
La teologia paolina ci apre ad almeno due prospettive di lizzare la vocazione della persona umana, nella sua interez-
meditazione: il significato del corpo in rapporto alla voca- za, all'amore: il matrimonio e la verginità. Sia l'una che
zione della persona umana, uomo e donna, all'amore e al- l'altra, nella loro forma propria, sono una concretizzazione

34 35
della verità più profonda dell'uomo, del suo essere creato sponsabilità» della vocazione all'amore e alla comunione.
ad immagine e somiglianza di Dio» (FC 11). Questa capacità-responsabilità concerne la totalità della
persona, io spirituale-incarnato, e la coinvolge in ogni sfe-
Il significato del corpo, a livello creaturale, va compreso ra del suo essere. In pari tempo, suppone l'imparare ad
all'interno di questa vocazione nativa e fondamentale della accettare la corporeità in questa sua dimensione simbolica
persona umana all'amore e alla comunione. Lo stesso vale positiva: come espressione del nostro essere creati ad im-
per la sessualità; essa fa parte di tale vocazione. e - .come magine e somiglianza di Dio e quindi come luogo, segno,
dimensione costitutiva del nostro essere - reahzza 11 suo linguaggio («sacramento») indirizzato all'amore e alla co-
più profondo significato solo se COt~duce l'.uomo e la. don- munione; il che è esattamente il contrario di ogni forma di
na (sia nella vocazione al matrimomo che m quella d1 spe- disprezzo, di ostilità o di diffidenza nei confronti del cor-
ciale consacrazione a Dio) a realizzare un'esistenza di po. L'approfondimento di questo contenuto suppone un
amore e di comunione. Il corpo, sotto questo aspetto, ha secondo livello di riflessione: il significato del corpo in
un valore essenzialmente sponsale: è indirizzato a signifi- rapporto alla peculiarità della concezione cristiana della
care, ad offrire e a ricevere amore e comunione, -in r~l~­ consacrazione.
zione ai due diversi progetti di vita, matrimonio o vergtm-
tà consacrata. Il corpo è un essere con gli altri finalizzato
ad essere per gli altri. «Il corpo - ha ripetuto più volte La sponsalità del corpo nella vocazione
Giovanni Paolo n- è sponsale fin dal principio: racchiude di specifica «consacrazione» a Dio
in sé la capacità di esprimere l'amore; quell'amore appun- Il termine «consacrazione» richiama, di per sé, la dialet-
to nel quale la persona diventa dono e, mediante. questo tica sacro-profano, tipica del mondo· delle religioni, dove
dono, attua il senso del suo essere e del suo eststere». la consacrazione è un atto mediante cui luoghi, realtà o
Questa sponsalità è legata all'idea della libertà del dono di persone sono sottratte dallo spazio profano (dove non c'è
sé, libertà che a sua volta rende possibile e qualifica la Dio) e trasferite nella sfera del sacro (dove c'è Dio). L'AT
sponsalità del corpo. La person.a è c~iamat~, nel ~o~~o, ~ è ancora caratterizzato da una simile concezione: il consa-
consegnare se stessa, in una dtmenswne d1 oblat1v1ta, d1 crato è un «segregato», un separato per essere riservato a
accoglienza e di dono. Solo in questa direz~one ~ttit;tge. al Dio e, come tale, «intoccabile» (Lv 27, 21'.28; Nm 18,
più alto contenuto e lo realizza. Educare a vlVere 1l stgmfi- 14; Ez 44, 29). L'annuncio del NT, pur senza rinnegare il
cato della corporeità esige, di conseguenza, educare a rea- contenuto positivo di questa concezione vetere-testamen-
lizzare un progetto di vita caratterizzato dal decentramen- taria, rappresenta una novità assoluta: l'incarnazione del
to di sé nell'apertura all'altro da sé. Logos nella Carne fonda il superamento della dialettica sa-
La piena realizzazione del significato della, corporeit~ cro-profano. Grazie all'Unigenito incarnato, cielo e terra,
passa, per ogni persona umana, ?~traverso. un. opzwne d1 divino ed umano, eternità e tempo, Dio e mondo si sono
esistenza incentrata sulla «capactta» e qumd1 sulla «re- incontrati, al punto da poter dire che, a partire da tale

36 37
~--==.=~~~~ ...........~~-~...........------~~-~-·-·· ·--·····~-,-~'"

l
·'

evento, «niente è più profano sulla terra!» (P. Teilhard de ma grande consacrazione a Dio come incorporazione al
Chardin). Christus totus e come vita-nello-Spirito che richiede l'« of-
frire i nostri corpi come sacrificio vivente, santo e gradito
Gesù è il Cristo (Mashiah, Christos), il consacrato per a: Dio», «culto spirituale» in opposizione al «culto mate-
eccellenza. Egli vive la sua consacrazione non in termini riale» del tempio e dell'antica economia (Rm 12, 1; 1 Pt
di separazione legale, ma di accoglienza del corpo che il 2, 4-6). I battezzati, con tutta la loro vita, rappresentano il
Padre gli ha dato e di dono di sé sulla croce. Il suo corpo
nuovo tempio di Dio nella storia (1 Cor 3, 16-17; 2 Cor 6,
è il luogo concreto e il segno realizzativo della sua consa-
16; Ef 2, 1-22); il loro corpo è tempio dello Spirito (1 Cor
crazione al disegno del Padre. Basta leggere il testo di
6, 19). La loro intera condizione corporea è un'offerta di
Ebrei 10, 5-10: lode, una liturgia vivente: «Glorificate dunque Dio nel vo-
«Non hai voluto né sacrifici né offerte, stro corpo» (1 Cor 6, 20); essi costituiscono un sacerdozio
un corpo mi hai preparato ... santo, regale, un regno di sacerdoti per Dio e Padre del Si-
Ecco, io vengo a fare la tua volontà ... gnore nostro Gesù Cristo (Ap 1, 6; 5, ,10; 20, 6).
Ed è appunto per quella volontà che noi siamo stati
La teologia della vocazione di specifica consacrazione a
santificati,
per mezzo dell'offerta del corpo di Gesù Cristo, Dio si radica su questo fondamento battesimale; in quanto
fatta una volta per sempre». tale, essa non si definisce in astratto o in riferimento al
concetto di consacrazione reperibile nelle religioni o nel-
l'ebraismo, ma in rapporto alla persona di Gesù e alla no-
La consacrazione di Gesù è un gesto di amore. in cui of- vità del s,uo Regno, alla sua sequela e all'icona della sua
ferente e offerta si identificano. L'evento pasquale rappre- pasqua. E entro questo ambito che si comprende il rap-
senta la manifestazione in atto di questa assunzione spon- porto che sussiste tra il corpo e la verginità consacrata e si
sale del corpo nel quale si attua il gesto di consacrazione supera la concezione secondo cui il corpo sarebbe più una
di Cristo al Padre. Non a caso, esso si compie fuori della tentazione, un ostacolo o una situazione di prova e di fati-
città santa e del tempio, al cospetto del mondo, con una ca che un luogo «sponsale» per la realizzazione e la con-
sorta di translocazione del senso della consacrazione: cretizzazione del concetto cristiano di consacrazione vergi-
dal recinto del sacro alla vita, nale. Il consacrato è chiamato a rivivere in sé l'itinerario
- da un corpo-possesso ad un corpo-dono-ridonato, pasquale di Gesù, ripetendo la sua consapevolezza «Un
- da un corpo-oggetto ad un corpo-realtà-sponsale. corpo mi hai preparato. Ecco io vengo, o Dio, per fare la
La nozione cristiana di consacrazione si collega a questa tua·volontà». In Cristo e sul modello di Cristo, il corpo del
assoluta novità. Le tre grandi realtà dell'AT (il tempio, il consacrato è indirizzato a diventare «sacramento» di sal-
sacerdozio e il sacrificio) sono ormai riferite- a partire da vezza per tutti: «È appunto per quella volontà che noi sia-
Gesù, nuovo tempio, sommo sacerdote e sacrificio defini- mo stati santificati, per mezzo dell'offerta del corpo di Gesù
tivo- alla vita dei cristiani. Il battesimo rappresenta la pri- Cristo, fatta una volta per sempre».

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rr-----====------==..........................
----------~----~~~~-=--~-~-----~-~~,.- . ,~============================;

La spiritualità della verginità consacrata dev'essere com- suto dal consacrato nella verginità come un segno forte e
presa come attuazione piena e pienamente vissuta della radicale e come testimonianza della condizione escatologi-
sponsalità del corpo, come spiega Giovanni Paolo II nella ca dei redenti.
Mulieris dignitatem: «Nella verginità liberamente scelta la
donna conferma se stessa come persona, ossia come essere
che il Creatore sin dall'inizio ha voluto per se stesso, e con- PREGARE LA PAROLA
temporaneamente realizza il valore personale della propria
femminilità diventando un 'dono sincero' per Dio che si è «O Dio che Ti compiaci di abitare come in un tempio
rivelato in Cristo, un dono per Cristo Redentore dell'uomo nel corpo delle persone caste
e Sposo delle nostre anime: un dono sponsale. Non si può e prediligi le anime pure e incontaminate...
comprendere rettamente la verginità, la consacrazione della Volgi lo sguardo su queste figlie,
donna nella verginità, senza far ricorso all'amore sponsale: che nelle tue mani depongono il proposito
è infatti in tale amore che la persona diventa un dono per di verginità
l'altro. Del resto, analogamente, è da intendere la consa- di cui sei l'ispiratore,
crazione dell'uomo nel celibato sacerdotale oppure nello per farne a Te un'offerta devota e pura ...
stato religioso» (MD 20). Concedi, o Padre,
Quanto è vero per la vita matrimoniale, dove il corpo è per il dono del tuo Spirito,
simbolo e luogo in cui la moglie (e rispettivamente il mari- che siano prudenti nella modestia,
to) si donano l'un l'altro sul modello di Cristo (Ef 5, 21- sagge nella bontà,
32), è vero -ad un diverso livello- per la consacrazione austere nella dolcezza,
verginale. Non a caso, Paolo utilizza la medesima metafo- caste nella libertà,
ra sponsale per designare sia l'unione Cristo-Chiesa che ferventi nella carità,
«la verginità» della comunità ecclesiale: «Provo per voi nulla antepongano al tuo amore
una specie di gelosia divina, avendovi promessi ad ·un uni- e vivano con lode
co sposo, per presentarvi quale vergine casta a Cristo» (2 senza ambire la lode;
Cor 11, 2). Il contenuto della consacrazione verginale è a Te solo diano gloria
det~rminato dall'analogia sponsale uomo-donna; un'ana- nella santità del corpo
logia che impegna la vergine a farsi segno e concretizza- e nella purezza dello spirito;
zione di un amore esclusivo e fecondo verso il Signore, con amore Ti temano, ·
come fa la sposa verso lo sposo (l Cor 7, 32-35). La santi- per amore Ti servano.
tà e il rispetto del corpo a cui ogni battezzato è tenuto (l Sii Tu per loro la gioia, l'onore e l'unico volere;
Ts 4, 4-5: «Ciascuno sappia mantenere il proprio corpo sii Tu il sollievo nell'afflizione;
con santità e rispetto ... »: Rm 6, 19; l Cor 6, 15-20) è vis- sii Tu il consiglio nell'incertezza;

40 41
sii Tu la difesa nel pericolo, uscire dall'isolamento e ci apre alla gratuità e all'incontro
la pazienza nella prova, con l'altro, sereno, libero e liberante.
l'abbondanza nella povertà, Qual è il mio atteggiamento di fondo? Che concetto ho di
il cibo nel digiuno, «consacrazione»?
la medicina nell'infermità.
La verginità è per me un'offerta di tutto il mio essere per
In Te, Signore, possiedono tutto, la gloria di Dio? Che cosa mi richiede concretamente essere
poiché hanno scelto Te solo in un atteggiamento di «offerta»?
al di sopra di tutto» 1 •
La vocazione alla verginità coinvolge tutte le dimensioni
della persona consacrata e porta a vivere in pienezza il
PER UNA VERIFICA SPIRITUALE battesimo e la confermazione.
Il «coinvolgimento di tutte le dimensioni della persona»
La verginità consacrata è un dono particolare a cui Dio e la pienezza del battesimo e della confermazione, richie-
chiama come ad un proprio progetto di vita. Questo «do- de un'ascetica cristiana che conduca a vivere in unità e ar-
no»-«progetto di vita» suppone un'integrazione concreta monia di corpo e spirito. Se la creatura umana è un «tutto
della corporeità sessuata nel vissuto della propria realtà spirituale» e un «tutto corporeo», e lo è in modo indisso-
personale, in una reale trasfigurazione di tutto l'essere ad ciabile, come orientarsi ad un'ascetica della verginità con-
un livello più alto. sacrata in termini di integrazione unitaria tra «soma» e
«Integrare, non rifiutare»: è questa la regola d'oro dell'a- «psyche», tra corpo, mente e spirito? La disciplina cristia-
scetica della verginità consacrata. · na del corpo non può essere intesa in termini di disprezzo
Dal rifiuto deriva il deludente spettacolo di persone in- o di rimozione, ma nel contesto di una sua positiva accet-
tazione e valorizzazione secondo l'icona della corporeità
capaci di accoglienza, di vera umanità, poco serene, di
persone consacrate rigide e chiuse nel proprio mondo co- sponsale di Cristo.
me in una torre d'avorio, oppure aggressive, in perenne Come realizzo la dimensione sponsale del mio corpo? Mi
atteggiamento di contestazione verso tutto e tutti. · lascio orientare e modellare in questo dali'evento pasquale?
Dall'integrazione sgorga la capacità di vivere la propria
scelta verginale come autonomia, come energia positiva di «Ad un discepolo che pregava incessantemente
espansione e di fecondità, in un orientamento che ci fa il maestro disse: Quando smetterai di appoggiarti a
Dio e ti reggerai sulle tue gambe?
Il discepolo era sbalordito:
t Dal Rito di consacrazione delle vergini; tèsto del sacramentario
'Ma come proprio tu ci hai insegnato
«lèoniano», attribuito a papa Leone Magno. a guardare Dio come a un padre!'.

42 43
Il maestro rispose: 3
'E quando imparerai che un padre
non è qualcuno a cui appoggiarsi, CONSACRAZIONE VERGINALE E MOTIVAZIONI
ma qualcuno che ti libera · (1 Cor 7, 32.;35)
dalla tendenza ad appoggiarti?'».
«Io vorrei vedervi senza preoccupazio-
ni: chi non è sposato si preoccupa del-
le cose del Signore, come possa piace-
re al Signore; chi è sposato invece si
preoccupa delle cose del mondo, co-
me possa piacere alla moglie, e si trova
diviso! Così la donna non sposata, co-
me la vergine, si preoccupa delle cose
del Signore, per essere santa nel corpo
e nello spirito» (7, 32-34).

La verginità consacrata è una condizione di vita com-


plessa: più facile di quanto ritiene la gente quando la con-
sidera solo nella sua materialità fisica; più difficile quando
se ne colga il senso profondo. Non si tratta, infatti, sempli-
cemente di non avere un coniuge o dei figli propri, ma di
possederne lo spirito(= «verginità del cuore») e realizzar-
ne il contenuto proprio («per il Regno»).
La complessità deriva da un dato antropologico fonda-
mentale: la verginità consacrata implica una trasformazio-
ne profonda del nostro essere. Si tratta di trasformare un
equilibrio naturale, fondamentalmente basato sulla reci-
procità con l'altro sesso, in un equilibrio centrato su un
motivo soprannaturale come l'Amore di Dio rivelato in
Cristo, il suo Regno veniente e la chiamata a servirlo. La
Genesi parla chiaro: Dio creò l'essere umano, «maschio e
femmina lo creò» (Gn l, 27). L'uomo e la donna sono fra

44 45
. . . . . .,.......,............_________________
~~ ~~--~~~~ ·~~~ _..-,~-~~~,_~ c=~=============================

loro in una relazione di corrispondenza reciproca; sono Inclusione iniziale


vicendevolmente il normale e logico completamento. Con- (32a) IO VORREI VEDERVI SENZA PREOCCUPAZIONI:
seguentemente la condizione di verginità consacrata non è
realizzabile per ragioni di ordine solo umano o antropolo- l 0 parallelismo
gico; richiede motivazioni di ordine teologico: Al di fuori (32b) chi non è sposato si preoccupa
di esse, difficilmente la persona consacrata sarebbe in gra- . delle cose del Signore
do di viverne il senso e di perseverarvi con· fedeltà e pie- . come possa piacere al Signore;
nezza di contenuto. · (33 ) chi invece è sposato si preoccupa
. delle cose del mondo
. come possa piacere alla moglie
AsCOLTO DELLA PAROLA DI DIO (34a) e si trova diviso.
2 ° parallelismo
Il capitolo 7 della l Cor non rappresenta una trattazione
sistematica sul matrimonio e la verginità, ma piuttosto una (34b) Così la donna non sposata, come la vergine, si
risposta - quasi punto per punto - ai quesiti che erano preoccupa
stati posti all'Apostolo: . delle cose del Signore
. per essere santa nel corpo e nello spirito;
l 0 sulla condizione delle persone sposate (vv. 1-11) e il (34c) la donna sposata invece si preoccupa
matrimonio tra cristiani e pagani (vv. 12-16); . delle cose del mondo
2° sulla condizione delle persone non sposate (vv. 17- . come possa piacere al marito.
24), tra le quali in particolare le vergini (vv. 25-35), i fi- Inclusione finale
danzati (vv. 36-38) e le vedove (vv. 39-40). La suddivisio-
(35 ) QUESTO LO DICO PER IL VOSTRO BENE,
ne non è rigorosa: la verginità è talvolta ricordata a propo-
NON PER GETTARVI UN LACCIO,
sito del matrimonio, e viceversa. La prospettiva di fondo è
MA PER INDIRIZZARVI A CIÒ CHE È DEGNO
tuttavia comune: l'urgenza escatologica che avvolge il
E VI TIENE UNITI AL SIGNORE
mondo e l'esistenza cristiana, qualunque sia la situazione
SENZA DISTRAZIONI.
di vita dei battezzati, matrimoniale o verginale. Di qui il
principio generale: «Ciascuno continui a vivere secondo la La pericope è introdotta da un duplice contesto:
condizione che gli ha assegnato il Signore, così come Dio lo - uno (vv. 25-28) a sfondo apocalittico dove, riprenden-
ha chiamato; così dispongo in tutte le chiese» (v. 17; vv. do il tema della verginità (vv. l. 7 .8) e premettendo di non
20.24.26). aver «alcun comando dal Signore», ma solo un «consi-
Il testo che ci interessa (7, 32-35) ha una fondamentale glio» (v. 25), l'apostolo richiama il principio del «rimane-
struttura letteraria, con un doppio parallelismo tra un'in- re» come si è, ma senza che si debba pensare che chi de-
clusione iniziale e una finale: cide di sposarsi commette una colpa (v. 28);

46 47
···~~--,_- ~=============================;;

- l'altro (vv. 29-31) dove Paolo insiste sul «tempo» inau- tosto: un interessarsi, un sentirsi impegnati a. Negli scritti
gurato da Cristo come «tempo favorevole» (kairos) che paolini, questa terminologia ritorna - oltre alle ricorrenze
fonda nuovi imperativi morali (« ... quelli che hanno mo- del nostro testo- altre tre volte. Fatta eccezione di Fil4, 6
glie vivano come se non l'avessero ... »); la formula «come dove significa «angustiarsi», negli altri tre ·casi assume la
se non» (hos me), che fa da passaggio ad un elenco di cin- seconda accezione (1 Cor 12, 25; 2 Cor 11, 28; Fil-2, 20).
que esemplificazioni, evoca un atteggiamento interno più Il nostro testo sembra giocare sul doppi(.) significato: passa
che un dato di reale consistenza storica. dalla prima accezione nell'uso del nome («senza preoccu-
pazioni».= «senza angustie») alla seconda nelle quattro
Il paradigma di fondo di entrambi i contesti è l'atto di li-
ricorrenze verbali («si preoccupa» = «si interessa, prov-
bertà interiore, richiesto ai battezzati, nella consapevolez- vede a, pensa a»). ·
za della pienezza dei tempi ormai giunta e quindi della re-
latività della condizione presente: «Passa la scena di que- L'auspicio di vedere i Corinti «senza preoccupazioni» si
sto mondo» (v. 31b). L'imperativo alla libertà interiore è specifica e si connota in Paolo in modo diverso, in rappor-
una chiamata al discernimento di ciò che ha veramente to al matrimonio o alla verginità. Di qui i due marcati pa-
valore rispetto a ciò che ne ha meno, pur senza nulla to- rallelismi:
gliere alle situazioni esistenziali evocate. Il primato spetta - nella verginità il «preoccuparsi» delle cose del Signore,
al Signore e alla sua salvezza; tutto il resto passa in secon- come «piacere» al Signore, «per essere santi nel corpo e
do piano. Il discorso paolino equivale, sotto questo aspet- nello spirito»;
to, alla formulazione matteana: «Cercate prima il regno di - nel matrimonio il «preoccuparsi» delle cose del mon-
Dio e la sua giustizia, e tutte le altre cose vi saranno date in do, come piacere alla moglie/marito e il trovarsi «divisi»
aggiunta» (Mt 6, 33). in se stessi.
La verginità consacrata, come il matrimonio, rappresen-
«Senza preoccupazioni... Si preoccupa ... » ta una scelta di vita da vivere «senza angustie», ma che
L'inclusione iniziale «senza preoccupazioni» (amerim- comporta delle fondamentali «preoccupazioni», in quanto
nous) e il riflessivo «si preoccupa» (mérimna, 4 volte) fan- - al pari del matrimonio che richiede il prendersi inces-
no da filo conduttore all'intero brano. Le due espressioni santemente cura del proprio coniuge - esige un interessar-
devono essere intese correttamente, per non incorrere nel- si al Signore con tutto il proprio essere, dedicandosi a Lui
l'idea che la vita consacrata sia una sorta di disimpegno o in purezza di spirito e di corpo. Le «cose del Signore» so-
no tutto ciò che lo riguardano: il suo Regno, il suo amore
di alienazione dalla condizione di tutti gli altri. In greco, il
misericordioso, la sua Chiesa, la.sua verità, la salvezza del
termine «preoccupazione» (mérimna) e il verbo «preoccu~
mondo.
parsi» (merimnao) possono significare sia «angustiarsi,
darsi pensiero» sia «provvedere, aver cura di». Il primo Due aspetti emergono con forza:.
significato comporta: paura, ansia; il secondo evoca piut- la motivazio·ne che fonda e determina la scelta di consa-

48 49
crazione verginale: essa è «per il Signor~», sgorga d~ lui sciando intravedere il vissuto della verginità come l' espe-
come un dono (7, 7) ed è radicalmente onentata a LUl e al rienza di un «cuore indiviso», un cuore che nell'unirsi al
suo servizio; Signore trova l'unità in se stesso e l'armonia interiore (v.
35 d). Le due enunciazioni «piacere al Signore» e «essere
_ la natura della verginità come scelta di vita non alla ri- santa nel corpo e nello spirito», nel loro insieme, in quan-
cerca di tranquillità (come l' apatheia_ o 1:atarass_ia de~li to specificazioni del «preoccuparsi delle cose del Signo-
stoici e degli epicurei), ma come una s1tuaz1one es~st~nzta­ re», si completano à vicenda: la prima concerne Colui al
le che richiede una cura assidua, un «preoccuparsi» mces- quale la vergine si consacra, la seconda la persona che si
sante delle «cose del Signore» per essere uniti a Lui (v. consacra.
35) come «Un sol spirito» (6, 17).
«Questo lo dico per il vostro bene... »
«Come possa piacere al Signore ...
Il v. 35 recupera, in modo inclusivo, il senso totale della
per essere santa nel corpo e nello spirito»
verginità, con il vantaggio spirituale che le è proprio e la
La prima forma di questo «preoccuparsi», in senso atti- sua preferenzialità. «Ciò che è degno», sottolinea il valore
vo-positivo, è come «piacere al Signore», dove il verbo etico di una simile scelta. Ciò che «Vi tiene uniti al Signo-
«piacere» (arésko) ha il senso forte di «sguardo rivolto» al re» corrisponde all'effetto di una condizione di vita verso
Signore, in una dedicazione totale al suo Nome.~ a tutto cui è radicalmente indirizzata la consacrazione verginale.
ciò che corrisponde al suo volere, in parallelo all1mpegno «Senza distrazioni» ribadisce il «cuore indiviso».
di amore di un coniuge nei confronti dell'altro e al suo de- La verginità, secondo questa inclusione finale, non rap-
siderio di renderlo felice. Il verbo «piacere» rimanda così presenta semplicemente o esclusivamente uno stato o un
ad una viva e permanente attenzione del consacrato al Si- bene fisico, ma una forma di vita di alto profilo («ciò che
gnore, ad una tensione vitale, dinamica e colma di affetto è degno») che conduce ad una viva relazione di amore col
verso di Lui come al «tutto» e al «per sempre» della pro- Signore, senza compromissioni di sorta o divisioni («Senza
pria esistenza. distrazioni»). Risiede in questo contenuto specifico la sua
valenza positiva e realizzante. Al di fuori di esso, smarri-
Il secondo aspetto del «preoccuparsi» della vergine con- rebbe il suo senso e la sua verità. Il «consiglio» (v. 25) di
sacrata concerne la sua persona, il suo impegno per con- Paolo è indirizzato alla realizzazione, al «bene» di coloro
·servarsi «santa nel corpo e nello spirito». L'apostolo rom- che sono chiamati a questa forma di vita .
. pe, per un momento, il parallelismo p~r so~tol~near~ qu~-
sta esigenza. il termine «santa» (haghws) n~h1~ma 11 .«n:
servarsi» della vergine solo per il Signore, e md1ca qumd1 APPROFONDIMENTO TEOLOGICO
un orientamento di dedicazione, di consacrazione a Lui e
al suo servizio. L'«essere santa» della vergine (v. 34b) si Il tema fondamentale su cui 1 Cor 7, 32-35 invita a ri-
contrappone al «trovarsi diviso» del coniuge (v. 34a), la- flettere è il tema delle motivazioni che presiedono alla

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....
~"""""""""""'='=""""""""""""""""""""""""""""""""~~""""'!!!!!-------- ------~~- ----------~--------=---=--==-============-==-=-=~==========::;;.:;o;

consacrazione verginale. Quando qualcuno, -in risposta al- qualcuno a sé, ma- come è evidente- non possono esse-
la chiamata di Dio, accetta di accedere alla vita consacra- re le ragioni autentiche di un'esistenza verginale; possono
ta, compie una prima scelta, umanamente, socialmente ed essere valide nelle mani di Dio come inizio, ma non sono
ecclesialmente impegnativa. Il pericolo più grosso sarebbe in grado di sostenere validamente una vita di verginità. La
quello di pensare di aver già fatto tutto; sarebbe un'illusio- consacrazione verginale non può essere una compensazio-
ne! In realtà, da quel momento è impegnata a percorrere - ne a vissuti psicologici di disagio o un riempitivo di vuoti:
un lungo cammino di riscoperta e di verifica dei motivi - inizialmente può anche dare l'impressione di una «libe-
della sua scelta; un cammino che durerà tutta la vita, se razione da» o di una «liberazione pet»,
vorrà essere una verginità gioiosa, «fonte di una più ricca
- ma, a lungo andare, avendo molte esigenze, condurrà a
fecondità in un cuore indiviso» (can. 599). far riemergere i problemi, sottolineando i vuoti invece che

Quali sono le motivazioni che consentono di fondare e di riempirli.


sostenere in modo autentico un'esistenza di verginità consa-
crata? Motivazioni sociali
· _Sono le motivazioni che si fondano su forme di dipen-
Motivazioni psicologiche
denza, di emulazione o di amicizia, sul bisogno di essere
Sono quelle che derivano dalla com~lessità della nostra accettati, su esigenze di prestigio o di ruoli, sulresperienza
psicologia e dalla nostra storia di vita. E noto come in noi di un gruppo o sul bisogno di inserirsi in una comunità
rivestano un ruolo rilevante le situazioni vissute nel passa- che offra sicurezza oppure che nascono dal desiderio _
to, talvolta in modo traumatico, le esperienze più o meno pur b';lono - difare qualcosa di «interessante» in campo
negative che ci portiamo dietro dall'infanzia o dalla giovi- ecclesiale o apostolico, e così via. Occorre dire, come si è
nezza, le difficoltà ad accettare la propria corporeità ses- fatto in precedenza, che Dio si può servire di simili moti-
suata o la corporeità sessuata dell'altro da sé, carenze di vazioni, e in genere lo fa, per chiamare qualcuno alla con-
affetto, sensi di colpa, complessi di inferiorità o di timidez- sacrazione verginale, ma - ancora una volta - esse non
za, frustrazioni o sensi di solitudine, bisogno di dare uno possono essere sufficienti per sostenerla. E, del resto, se
scopo alla propria vita o di fare qualcosa di utile per sé e anche formalmente lo fossero, non condurrebbero molto
per gli altri, e così via. Queste diverse situazioni, in modo più in là di una vita mediocre, specie nei momenti di diffi-
generalmente inconscio, possono spingere una persona alla coltà o di prova. Si ricordi, a titolo di esempio, la figura di
consacrazione verginale, come ad una scelta di vita che dà don Abbondio descritta dal Manzoni; un caso tipico di
l'illusione di far superare le situazioni psicologiche irrisolte quanto stiamo dicendo.
o la sensazione di riempire il vuoto della propria esistenza.
Lo stesso discorso del «far apostolato» va impostato be-
Sono le motivazioni di ordine psicologico; esse possono ne: se uno motivasse la propria scelta verginale solo in
essere il punto di partenza di cui Dio si serve per attirare rapporto ad esso rischierebbe di lasciar cadere tutto quan-

52 53
do - e spesso succede - vi fossero degli insuccessi o delle persona e il suo Regno: è risposta d'amore all'Amore che
l
delusioni. Il discorso deve dunque andare più a fondo. Il un giorno per puro dono mi si è fatto incontro e mi ha vo-
«fare», anche in senso ecclesiale, deve nascere da un «es- luto totalmente per sé». È questa la motivazione profonda,
sere». fondante e strutturante, che non potrà mai" venir meno!
Solo que~to Amore può legare a sé una persona, per-
Motivazioni teologiche mettendogh per tutta la vita di rinunciare serenamente al-
Sono le uniche valide, in ultima analisi: sono le motiva- l'amore umano, alla realizzazione d'amore di una vita a
zioni legate al mistero di Dio, al suo Regno, alla persona due, come è proprio del matrimonio e di una famiglia na-
di Cristo, alla sua chiamata e alla sequela, alla sua parola turale, e consentendogli di ritrovare una nuova fecondità
esigente e assoluta (Mt 19, 10-12; Le 9, 57-62; 14, 26; 18, in una nuova dimensione di relazione «con e per». Sol~
29) 1 • Il testo l Cor 7, 32-35, se a prima vista- come si è questo Amore può permettere di far fronte a qualsiasi si-
notato- potrebbe lasciar pensare ad una motivazione sog- tuazione di difficoltà o di crisi con assoluta fiducia non
gettiva o di ordine semplicemente psicologico, relativa al- solo nei momenti di calma spirituale, ma anche nel mo-
l'evitare le angustie del matrimonio, in realtà rimanda ad menti di tempesta, non solo nei momenti di facile fedeltà
una motivazione oggettiva di ordine propriamente teologi- · ma anche nei momenti· più delicati quando ad esempio sl
co: «per il Signore», equivalente, dopo la pasqua, alla di- può avvertire il richiamo affettivo verso qualcuno che po-
zione matteana per il «Regno dei cieli». L'intera argomen- teva essere la persona della propria vita. Solo questo Amo-
tazione paolina, con l'analogia del matrimonio, è d'altron- re consente di superare questi momenti con maturità e fe-
de indirizzata a mostrare come la verginità consacrata pos- deltà, e permette ?i riman~re gioiosi nella propria scelta,
sa avere un solo fondamento: il Signore Gesù, la sua per- pur nel succedersi delle diverse stagioni della vita. Una
sona, illegarsi a lui e il vivere totalmente per lui (come fa persona sposata è fedele al proprio coniuge solo se lo ama
un coniuge con l'altro), senza divisioni, con totale libertà veramente e se rinnova continuamente questo suo amore.
interiore, «preoccupati» solo delle «cose del Signore» e di La pe~sona consacrata è fedele alla propria scelta vergina-
come «piacere al Signore». le se e profondamente «innamorata» di Dio e se vive un
auten~ico. rapporto sponsale con Lui, come il Signore della
Così, chi è chiamato alla verginità consacrata, da qua- propna vita.
lunque parte abbia mosso i primi passi, deve poter dire:
«La mia scelta si fonda essenzialmente e unicamente su . La verginità consacrata - sotto questo aspetto _ non ha
Dio e sulla sua rivelazione in Gesù, il Signore, sulla sua mente a che vedere con una qualche forma di sistemazio-
~e borghese o di accomodamento egoistico. Accettare di
I~trodurre qualcuno nella propria vita, è sempre impegna-
tivo, anche dal punto di vista semplicemente umano; si sa
1 Per il testo matteano sugli eunuchi e gli altri testi evangelici, cf. In- che non si potrà essere più completamente padroni di se
troduzione. stessi; è l'avventura dell'amore umano con le espropriazio-

54 55
--------------------~~~~~~---~~-·c--"""·-.-,,~=·===========================::;:;::;

ni che implica. In fondo, paradossalmente, se uno volesse Lo strinsi fortemente e non lo lascerò
esser tranquillo non si dovrebbe mai sposàre! Ebbene, la- finché non l'abbia condotto in casa di mia madre,
sciar entrare il Signore Gesù nella propria vita e legarsi a nella stanza della mia genitrice».
lui per sempre è un impegno totale e un «rischio» impre- (Ct 3, 1-4)
vedibile. Non si sa mai dove Egli ti potrà condurre. E la
cdnsacrazione verginale è appunto questo.
Nessuno potrà mai pensare che essa sia una scelta di co- PER UNA VERIFICA SPIRITUALE
modità. Prendere sul serio la sua chiamata e consacrarsi
totalmente a Lui, è accettare. nella propria vita l'irruzione La vocazione alla castità assoluta si realizza solo in un
dell'assoluto dell'Amore, significa essere trascinati non si donarsi a Cristo con un amore totale e indiviso.
sa fin dove. L'accettazione di questo rischio è nello stesso Che cosa significa donarsi a Cristo «con amore totale e
tempo una grazia e un evento di liberazione; perché il indiviso»? La verginità è per me una scelta libera (consi-
consacrato sa benissimo di non desiderare altro che que- glio) «per il Signore», in un «cuore indiviso»?
st'Amore assoluto; ed in fondo, se esso lo spoglia di sé, lo
introduce nello stesso tempo in una nuova dimensione che . Quali motivazioni devo mettere a fuoco per una piena ri-
vale infinitamente di più. L'unica cosa è che egli abbia il sposta alla chiamata di Dio? Verso quale pienezza di amore
devo tendere?
coraggio di essere disponibile e di lasciarsi afferrare dal-
l' Amore in tutte le fibre del suo essere! Il declino naturale dell'età può aver attenuato i problemi
propri di chi vive l'età della giovinezza, ma la risposta al-
.1'Amore rimane altrettanto esigente, e forse di più! Chiede
PREGARE LA P AROLA una più piena disponibilità a fare sempre la sua volontà,
«a seguire l'Agnello ovunque egli vada» (Ap 14, 4).·
«Sul mio letto, lungo la notte, ho cercato
Che cosa comporta questo per me? In che cosa sono
l'amato del mio cuore;
chiamato a «seguire l'Agnello ovunque egli vada»? In che
l'ho cercato, ma non l'ho trovato.
modo vivo la mia risposta all'Amore? Con quale «dedizio-
Mi alzerò e farò il giro della città;
ne» e «fecondità spirituale»?
per le strade e per le piazze;
voglio cercare l'amato del mio cuore,
l'ho cercato, ma non l'ho trovato.
Mi hanno incontrato le guardie che fanno la ronda: Perché lei è un uomo di speranza?
Avete visto l'amato del mio cuore? Perché credo che Dio è nuovo ogni mattina;
Da poco le avevo oltrepassate, che crea il mondo in questo preciso istante,
quando trovai l'amato del mio cuore. e non in un passato nebuloso o dimenticato.

56 57
:,,

Ciò mi obbliga ad essere pronto in ogni istante 4


all'incontro,
poiché l'inatteso è la regola della Provvidenza. EUCARISTIA E VERGINITÀ CONSACRATA
Questo Dio «inatteso» ci salva (1 Cor 11, 17-34)
e ci libera da ogni· determinismo
e sventa i foschi pronostici dei sociologi.
Questo Dio «inatteso» è un Dio che ama i suoi figli, «Ogni volta infatti che mangiate di
gli uomini. questo pane e bevete di questo calice,
E questa la sorgente della mia speranza. voi annunziate la morte del Signore
Sono un uomo di speranza non per ragioni umane finché egli venga. Perciò chiunque in
o per un ottimismo naturale, modo indegno mangia il pane o beve il
ma semplicemente perché credo che lo Spirito Santo calice del Signore, sarà reo del corpo e
è all'opera del sangue del Signore» (11, 26-27).
ogni giorno nella Chiesa e nel mondo,
che lo si sappia o no.
Sono un uomo di speranza perché credo
che lo Spirito Creatore, La verginità per il Regno ha un significato eminente-
dà ogni mattina, a chi lo accoglie, mente positivo. Ciò non vuol dire che essa non implichi
una libertà nuova ed una provvista di gioia e di fi- una dimensione di ordine sacrificale: se è esperienza spon-
ducia. sale, essa è in pari tempo una rinuncia a se stessi e richie-
Sono un uomo di speranza perché so de un lungo tirocinio di ascesi. «Senza dolore non si vive
che la storia della Chiesa è una lunga storia, nell'amore», recita un antico detto cristiano. Ci si deve
tutta piena delle meraviglie dello Spirito Santo. guardare dal fare della retorica o della poesia a buon mer-
Si pensi ai profeti e ai santi cato sulla verginità consacrata; di fatto, essa implica delle
che in ore cruciali sono stati strumenti rinunce e comporta (o può comportare) dure esperienze di
prodigiosi di grazia, croce per poter essere vissuta in modo pieno e fedele.
ed hanno proiettato sulla via un fascio luminoso
che dura fino ad oggi. Questa dimensione sacrificale non va compresa, tutta-
Sperare è un dovere, non un lusso. via, come una forma di negazione di sé in senso masochi-
Sperare non è sognare, al contrario, sta; ma sul modello dell'oblazione pasquale di Cristo e
è il mezzo per trasformare un sogno in realtà. della sua attuazione celebrativa nell'eucaristia, sulla base
Felici coloro che sanno sognare quindi di un modello fondativo che ha la sua ragion d'es-
e che sono disposti a pagare il prezzo più alto sere in un'offerta libera dell'Unigenito incarnato al Padre a
perché il sogno prenda corpo nella vita degli uomini. cui la partecipazione quotidiana all'eucaristia ci educa e ci
(Card. J. Suenens) orienta, donandoci la grazia dello Spirito per poter vivere

58 59
------------------~~~~--~~- ·-------- = = = = = = ·"~======:·==-~~~;;:;:::;;;;;;;;;;;;;;;;;;;;;;;;;;;;;;;;;r;;;;.;;:;;;;;;;o;;;;;;;.;;;:;:;;;;;;;;;;;;,;;;;~,;;;;;;;

quanto ci viene richiesto. Solo in un contesto pasquale-eu- non manifesta più il senso profondo del riunirsi eucaristi-
caristico, la dimensione sacrificale della verginità consa- co; al contrario, ne è una contraddizione in atto. È per ta-
crata attinge al sùo autentico significato e al suo fine, e di- le motivo che l'apostolo riporta il racconto dell'ultima
viene via realizzativa della vocazione battesimale nella cena:
Chiesa e nel mondo.
«Il Signore Gesù, nella notte in cui veniva tradito, prese
del pane e, dopo aver reso grazie, lo spezzò e disse: 'Questo
AsCOLTO DELLA PAROLA DI DIO è il mio corpo, che è per voi: fate questo in memoria di
me'. Allo stesso modo, dopo aver cenato, prese anche il ca-
Paolo aveva lodato i Corinti per la loro fedeltà agli inse- lice, dicendo: 'Questo calice è la nuova alleanza nel mio
gnamenti da lui «trasmessi» (11, 2); adesso (l Cor 11, 17- sangue; fate questo Ogni volta che ne bevete, in memoria di
34) li rimprovera con durezza per aver completamente me'» (vv. 23-25), spiegandone immediatamente la valenza
frainteso il senso del banchetto fraterno (àgape) preceden- teologica: «Ogni volta infatti che mangiate di questo pane e
te la celebrazione eucaristica; un banchetto che si collega- bevete. di questo calice, voi annunziate la morte del Signore
va con molta probabilità all'usanza palestinese del cosid- finché egli venga» (v. 26. ·
detto «piatto del povero». Secondo tale usanza, alla vigilia L'eucaristia, dice in sostanza l'apostolo, è la memoria vi-
di ogni sabato (in parallelo al banchetto «qiddùsh » che gli vente («annunciamo») dell'offerta sacrificale del Signore
ebrei consumavano il venerdì sera), si svolgeva un servizio finché egli torni; ciò significa che comunicarsi con il suo
della carità a vantaggio dei più poveri (At 6, 2). A Corinto corpo e il suo sangue è impegnarsi a vivere in una dimen-
era successo che una consuetudine nata per i poveri, aves- sione di amore e di ablazione di sé sul modello di Gesù e
se finito per degenerare, producendo i «dannosi» (v. 17) della sua croce («la morte» del Signore) nell'attesa della
inconvenienti lamentati dall'apostolo: le divisioni (v. 18), parusia. Chi non entra in questa percezione non ha nep-
le disuguaglianze (v. 21) e le ingiustizie che- oltre a getta- pure compreso il significato reale e profondo dell'azione
re «disprezzo sulla Chiesa di Dio» - facevano «vergogna- eucaristica. Su questo dato, secondo Paolo, si gioca l'ethos
re chi non aveva niente» (v. 22). dell'eucaristia e la verità del parteciparvi da parte dei cre-
denti.
«Voi annunziate la morte delSignore» (v. 26)
È su queste preoccupazioni che poggia l'argomentazione «Chi mangia e beve senza riconoscere il corpo del Signore,
paolina: una riunione per sé indirizzata a manifestare co- mangia e beve la propria condanna» (v. 29)
munione e aiuto è diventata un'occasione per dividere gli Quando la Chiesa si riunisce per attuare il ricordo della
. animi e mettere in evidenza la mancanza di fraternità e di pasqua si inserisce, per ciò stesso, nel dinamismo del suo
carità vicendevole. Questo, dice Paolo, «non è più man- Signore, Gesù Cristo, nell'atto che gli è proprio, la sua
giare la cena del Signore» (v. 20~, perché non prepara e morte, e nel quale la sua ablazione pasquale l'ha fissato

60 61
eternamente, l'atto del donare se stesso per tutti. Chi non re, <~figlio dell'uomo venuto non per essere servito, ma per
ha capito questo e non accetta di riviverlo in sé, partecipa servzre e dare la sua vita in riscatto per molti» (Mc 10, 45);
ad un'eucaristia-rito, ma non ad un'eucaristia-vita; ad un nello stesso tempo, essa contiene e preanticipa come «pro-
rito, ma non al banchetto sacrificale del Signore, non la- fezia in atto» l'evento della croce. Il pane e il vino costitui-
sciandosi «dire» dall'evento che celebra, non entrando scono i significanti vivi, espressivi del «corpo dato» e del
nella dimensione di oblatività che l'eucaristia manifesta in «sangue versato» da Gesù come 'ebed fahvè. ·
se stessa, realizza e richiede. Questo non è più celebrare Indicativo, in questo senso, è il fatto che Luca inserisca
«la cena del Signore»; ne è il contrario. Chi si accosta in n~l contesto dell'ultima cena i due detti sull'obbligo di ser-
questo modo al banchetto eucaristico finisce - secondo il VIre a tavola sull'esempio di Gesù che sta in mezzo ai suoi
linguaggio paolino - per «mangiare il pane e bere al calice come colui che.serve (Le 22, 25-26.27). Con tale colloca-
in modo indegno», rendendosi «reo del corpo e del san- zione, l'evangelista ricorda che il mistero eucaristico - in
gue del Signore» (v. 27). quanto celebrazione çlella missione dell''ebed - è un atto
Va compreso, in tale contesto, l'ammonimento paolino: di «servizio cultuale», inseparabile dal servizio fraterno e
«Ciascuno, pertanto, esamini se stesso e poi mangi di que- dalla condivisione dei beni (At 2, 42-48). È soprattutto
sto pane e beva di questo calice, perché chi mangia e beve Giovanni che - riportando l'episodio della lavanda dei
senza riconoscere il corpo del Signore, mangia e beve la piedi (13, 1-19) e ponendolo in relazione all'evento della
propria condanna» (v. 29). «Riconoscere il corpo del Si- passione (vv. 1.3) - manifesta la consapevolezza di una
gnore» vuol dire «discernere» il significato che l'eucaristia «diakonia» che Gesù svolge nell'attuazione del suo miste-
ha per la nostra vita, accettando che essa plasmi l'esistenza ro pasquale. La lavanda dei piedi è come un'icona, una
dei credenti sul modello dell'autodonazione di Gesù; solo rappresentazione simbolica che prefigura la croce: la cele-
allora, quando diviene un'eucaristia vissuta, raggiunge la brazione eucaristica - sembra dire l'evangelista _ raggiun-
sua verità ed è celebrata «in modo degno». Ciò vale per la ge la sua piena verità e il suo pieno effetto solo se i disce-
comunità nel suo insieme e vale per ogni singolo credente. poli accettano di porsi nella linea di quanto Gesù ha vissu-
to in prima persona, facendosi servitori gli uni degli altri e
dando la propria vita per la salvezza del mondo come ha
APPROFONDIMENTO TEOLOGICO fatto colui che essi chiamano il «Maestro» e il «Signore»
(13, 13-17).
La concezione paolina del mistero eucaristico non va di- E tale è il simbolismo delle parole e dei gesti dell'ultima
luita; essa corrisponde a tutta la tradizione evangelica a cena. Il pane spezzato è il calice del vino offerto a tutti
cui lo stesso Apostolo si collega (v. 23a). Secondo tale tra- racchiudono questo significato. I gesti del «dare» e i pro-
dizione, l'ultima cena di Gesù condensa in sé la sua mis- nomi personali impiegati da Gesù («mio corpo», «mio
sione totale, la sua pro-esistenza, i suoi pasti con i peccato- sangue», «per voi», «per molti») manifestano il suo farsi
ri e il senso della sua venuta come Servo fedele del Signo- dono per tutti come Servo fedele del Signore, con l'esplici-

62 63
ta volontà di rendere il gruppo dei discepoli partecipe del- La verginità come ablazione cultuale
la sua missione di 'ebed. Poiché comunica al «corpo dato»
e al «sangue versato», la comunità degli apostoli diviene In 1 Cor 7, 34b, come si è visto, Paolo utilizza l'espres-
solidale col destino di colui che riceve in dono. Celebran- sione «santa» («santa nel corpo e nello spirito») per desi-
do l'eucaristia, accoglie il gesto di autodonazione di Gesù, gnare la vergine consacrata al Signore. La qualifica di ha-
lo rivive in sé e accetta di lasciarsi plasmare da esso, impe- ghios, pur implicando dei contenuti etici, primariamente
gnandosi a trasformare il proprio vissuto comunitario in esprime un essere riservati al Signore e al suo culto, come
rapporti di fraternità, di servizio e di. cot?unione. «La par- nel corrispondente qadosh dell' AT.
tecipazione del corpo e del sangue dt Cnst? - ~fferm? sa.~ La terminologia insinua dunque una dimensione cultua-
Leone Magno - altrò non fa, se non che cl mutwmo m cw le propria della verginità; una dimensione che abbraccia
che prendiamo» 1 • tutto l'essere del consacrato, dal momento che la dizione
Il pane e il vino collegati alla persona di Gesù e all:ev~n­ di «corpo e spirito» indica la totalità della sua persona. In
to della sua pasqua rappresentano la sorgente costltutwa quanto haghios, «santa nel corpo e nello spirito», l'intera
ed esplicativa di ciò che la Chiesa è chiamata ad essere: la esistenza della vergine è di per sé indirizzata a divenire
comunità messianica che si lascia determinare dall'ablazio- una liturgia vivente, collegata a quella celebrata dal Cristo
ne di Gesù, servo di fahvè e si fa a sua volta comunità del sulla Croce e affidata· alla Chiesa, sua vergine e sposa (2
servizio reciproco. Questa teologia eucaristica ha evidente- Cor 11, 2). Nessuno più della persona vergine può glorifi-
mente un carattere generale: vale per tutti i battezzati e care Dio nel proprio corpo (1 Cor 6, 20) e vivere ogni mo-
implica una ricca molteplicità di aspet~i: Ci i~teressa, in mento «per la gloria di Dio» (1 Cor 10, 31). La sua vita è
questa sede, verificare che cosa apporti m ordi?~ ad una indirizzata a divenire un'offerta sacrificale, come in. un
riflessione sulla verginità consacrata. Tra eucanstia e ver- olocausto il cui valore non deriva tanto dall'essere distrut-
ginità sussiste infatti un ra~p~rtò pecu!iare,. allo ste~so m~­ to quanto dall'essere «elevato» ('olah) verso Dio, trasfor-
do in cui sussiste tra eucaristia e matrimomo. Ogm condi-
mato in gesto invisibile e alzato fino al cospetto del Signo-
zione di vita nella Chiesa trova, nell'eucaristia, la «fonte»
e il «culmine» della propria identità vocazionale. re per essere da lui fatto diventare «benedizione» per gli
uomini. Il sacrificio di Cristo sulla Croce, attualizzato nel-
L'eucaristia rappresenta il fondamento plasmante della l'eucaristia, appartiene a questo genere di offerte cultuali.
spiritualità verginale almeno sotto un triplice aspetto:
Partecipando alla celebrazione eucaristic'a, la persona
come oblazione cultuale consacrata vive in prima persona il senso profondo e dina-
come oblazione sacrificale mico della sua chiamata: la sua esistenza verginale viene
- come oblazione di comunione. determinata dall'esistenza cultuale di Cristo e interiormen~
te orientata da essa, per ridiventare continuamente ciò che
è divenuta una volta per sempre: un'ablazione di sé al Pa-
t Serm. 63, 7; PL 54, 357 c; cf. LG 26. dre in Cristo e nella grazia del suo Spirito~ una dossologia. .

64 65
La persona consacrata nella verginità è in se stessa un'ado- di Gesù non ha altra ragione che questa: è l'amore che si
razione vivente di Dio. Non lo è anzitutto per ciò che fa, fa credibile per la sua stessa forza interna, non in virtù di
ma per ciò che è. L'eucaristia proclama in atto questa ragionamenti o di altro. Ciò che rende la croce un evento
identità e chiama a viverla. La persona vergine si unisce salvifico per tutti è l'atto d'amore libero col quale Gesù si
all' oblazione del Signore glorioso nella Chiesa per essere consegna al Padre e si offre in un gesto sacrificate di tutto
un'oblazione cultuale permanente nel mondo. se stesso per il mondo. Partecipare all'eucaristia e ai suoi
Questa oblazione non è indolore; richiede di rivivere in doni vuoi dire accettare di ripercorrere in prima persona
sé l'itinerario stesso del Crocifisso; richiede di mettere i questa dimensione oblativa, «fino alla morte e alla morte
passi ne.i passi del Maestro, ricalcandone le orme. Se. cele- di croce». E ciò è particolarmente in sintonia con la spiri-
brare l'eucaristia, «mangiare di quel pane» e «bere d1 quel tualità della verginità consacrata. Chi è chiamato alla ver-
calice» vuoi dire, come ci ricorda Paolo, «annunciare la ginità per il Regno sa che nella croce risiede il luogo, lo
morte del Signore finché egli venga» (1 Cor 11, 26), l'eu- spazio vitale, il «talamo» della piena realizzazione della
caristia ci rende partecipi del dono del Gesù della pasqua, sua unione sponsale col Signore. La tradizione mistica ha
del Servo fedele che si offre per tutti. Mangiare di quel visto nella croce il «letto nuziale» nel quale la persona
«corpo dato» e bere di quel «sangue versato», di conse- .consacrata vive la sua unione con lo Sposo divino. «Nella
guenza, significa accettare di rivivere in sé il gesto di Cri- tua croce ho posto il mio letto», amava ripetere il Crocifis-
sto che «consacra se stesso», compiendo «l'opera che il so alla Beata Angela da Foligno. San Metodio di Olimpo
Padre gli ha dato da fare» (Gv 17). L'eucaristia è attuazio- parla dell' «estasi della croce» 2 : è lì che si realizza l'incon-
ne viva di questa kenosis libera e totale di Gesù fino alla tro tra la sposa e lo sposo. E san Francesco invita i suoi
morte e alla morte di croce (Fil 2, 7-8). Ogni battezzato è
frati a salutare la croce, in ogni chiesa, come segno della
chiamato a comprendere e vivere l'eucaristia in questa sua
redenzione del mondo: «Ti adoriamo, Signore Gesù Cri-
fondamentale dimensione pasquale, accettando di morire
al peccato per vivere con Cristo: «Quelli che sono di Cristo sto, qui e in tutte le chiese che sono nel mondo intero e ti
Gesù hanno crocifisso la loro carne con le sue passioni e i benediciamo, perché con la tua santa croce hai redento il
suoi desideri» (Gal 5, 24); e accettando di conformarsi ai mondo».
·doni che riceve, diventando a sua volta «corpo dato» e L'ascesi della croce- propria di ogni battezzato- è una
«sangue versato». Quanto è vero per ogni battezzato, è ve- componente costitutiva dei vergini consacrati e non ha
ro - a maggior ragione - per tutti i chiamati alla verginità niente a che vedere con una qualsiasi forma di masochi-
consacrata. smo: è un seguire il Crocifisso in piena libertà, offrendosi
«per Cristo, con Cristo e in Cristo» al Padre in unione allo
La verginità come ablazione sacrificate Spirito, in una vissuta oblazione di amore. Il valore della
L'eucaristia educa così i consacrati ad una fondamentale
spiritualità di croce; una spiritualità come oblazione libe-
ra, che nasce dall'amore e si realizza nell'amore. La croce 2 Simposio delle dieci vergini, 3, 8; PG 18, 73 A.

66 67
verginità, per essere e rimanere tale; richiede una spiritua- mo~ti.«un corpo solo» (1 C?r 10, 16-17). È dunque incon-
lità di questo genere, finalizzata a mettere ordine al co- cepibile che si possa partecipare alla mensa eucaristica, vi-
spetto di qualunque istanza che vorrebbe dividere il con- vendo nell'ingiustizia, nella divisione o nell'egoismo (11,
sacrato «dalle cose del Signore» (si ricordi il «ciò che· vi 17-34). L'eucaristia è sorgente di comunione e forma pla-
tiene uniti al Signore, senza distrazioni» di Paolo; 1 Cor 7, smante della comunione ecclesiale. «Facendo memoria del
35). L'eucaristia invita a guardare a questo Signore della suo Signore, in attesa che egli ritorni - affermano i Vescovi
croce («annunciamo la morte del Signore») e a ricevere da italiani - la Chiesa entra nella stessa logica del dono totale
lui la grazia dello Spirito per poter vincere ogni situazione di sé del suo Signore. Attorno all'unica mensa eucaristica, e
di prova o di tentazione. Non dobbiamo infatti dimentica- condividendo l'unico pane, essa cresce e si edifica come
re che il Cristo a cui guardiamo. nell'eucaristia è un Cristo 'cari~à' (... ). Dall'eucaristia scat.urisce quindi un impegno
vittorioso: celebriamo una vittoria sulla morte di colui che prec1so per la comunità cristiana che la celebra: testimonia-
è ormai intronizzato alla destra del Padre («annunciamo re visibilmente, e nelle opere, il mistero di amore che acco-
la morte del Signore»). glie nella fede... L'eucaristia giudica ogni 'spirito' e ogni
comportamento di divisione e di chiusura egoistica» 3.
Il «pane» e il «vino» che ci viene offerto alla mensa eu-
caristica è la presenza del Signore glorioso che ci trasfigu- · Questa spiritualità eucaristica comune a tutti assume
ra e cirende a nostra volta vincitori. Come nella passione delle risonanze particolari per chi è consacrato al Signore
di Cristo, ci può essere il combattimento, l'agòn, ma i ver- e al suo Regno nella verginità. Questi è chiamato a confor-
gini sanno che non sono soli: il Padre del Signore nostro marsi in tutto al Cristo dell'eucaristia, facendosi a sua vol-
Gesù Cristo dona loro lo Spirito perché siano in grado di ta «corpo dato» e «sangue versato», e accettando così di
ripetere il loro «SÌ» in modo incessante, nella consapevo- riyiver.e in sé l'autodonazione pasquale. Il convito eucari-
lezza che la loro rinuncia non è inutile; al contrario, rap- stico si fa forma plasmante di una convivialità da realizza-
presenta il momento delle doglie del parto del mondo re concretamente nella Chiesa e nel mondo.
nuovo, l'alba della nuova creazione inaugurata dal Cristo Va compreso in questa accezione globale il comando:
glorioso e dall'azione del suo Spirito nel mondo (Rm 8). «Fate questo in memoria di me». Non si tratta di una mera
rubrica liturgica, ma dell'invito - anzi del comando _ ad
La verginità come comunione ablativa
entrare nella logica proclamata da Gesù con la distribuzio-
ne del pane e del calice ai suoi discepoli. Celebrare l'euca-
I due aspetti rilevati (oblazione cultuale e oblazione sa- ristia non significa semplicemente osservare in modo ritua-
crificale), rimandano ad un ulteriore contenuto: quello le quanto egli ha fatto o ha detto di fare: è attingere all'e-
della koinonia, la comunione. La celebrazione eucaristica
-della pasqua è un invito a «prendere», a «mangiare» e a
«bere», a far proprio il «corpo dato» e il «sangue versa- 3
CEI, Evangalizzazione e testimonianza della carità Roma 1990 n
to», partecipato ad una mensa di comunione che fa dei 17. ' ' .

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--·· -- -~--·- -~-.-~~='"==~=========~=======;:;::;;;;:;;;;;::::;:;:::::::::::;:;:;:::::::;:;::;;:;:::;,;;;;;;;::::;::::::::;

vento stesso della propria origine, accettando di lasciarsi PER UNA VERIFICA SPIRITUALE
modellare da esso per ridiventare di continuo ciò che si è
diventati una volta per sempre: i redenti della nuova al- L'eucaristia costituisce il centro unificante della vita e
leanza nel sangue di Gesù, la sua comunità nella storia. della giornata della persona consacrata
L'eucaristia è la forma sacramentale di un'esistenza di do- «Centro unificante» vuoi dire «centro fondativo» e
nazione di sé secondo la logica della pasqua e quindi di «sorgente plasmante» della spiritualità verginale. È vero
una verginità consacrata vissuta come imitazione di Cristo questo per me? Trovo nel!'offerta del Cristo della pasqua,
e della sua croce. rivissuta quotidianamente nella celebrazione eucaristica, il
paradigma di riferimento e la forza viva per superare i mo-
menti di prova, di difficoltà e di debolezza umana?
PREGARE LA PAROLA
«Tutti possono incontrare momenti nei quali la verginità
«Impari a possedére il suo corpo è sentita come un peso e un freno: sono i momenti della
impari ad avere un cuore umile, stanchezza, della- incomprensione, della solitudine, dello
tenga saldo l'amore, .sconforto, della delusione o anche della scarsa vigilanza.
fermo il muro della verità In simili momenti, non vale affatto mettere in discussione
e il recinto del pudore. la scelta liberamente operata; vale, invece, la pronta ri-
Nel suo cuore vi sia la semplicità, conquista della scelta fatta, in una riscoperta più nitida e
nelle parole la misura, avvincente dei valori ideali di cui essa è ripiena. L'amore
verso tutti il rispetto, totale e immediato per Gesù Cristo è la forza vittoriosa
verso i parenti l'amore, delle persone vergini. Tutti, del resto, possono sperimen-
verso i bisognosi e i poveri tare la ribellione e la tempesta sul piano affettivo o su
la misericordia. quello fisico o su entrambi. Né va dimenticato che il voto
Che in tutti i suoi sentimenti di verginità non dà per ciò stesso il privilegio dell'impecca-
e in tutte le sue opere bilità: è allora aperta anche la dolorosa possibilità della
faccia tralucere Cristo, caduta. Così, la persona vergine è chiamata a condividere
guardi a Cristo, con Cristo la 'solitudine della croce', come si esprime l'o-
racconti Cristo» 4 • razione sui doni della Messa rituale ambrosiana nella con-
sacrazione delle vergini» 5 •

5D. TETIAMANZI, La verginità profezia del mondo futuro, Milano


4 SANT'AMBROGIO, De institutione virginis, 17, 112-113. 1990, pp. 40-41.

70 71
Quale significato assume la celebrazione eucaristica in 5
questi momenti? È fonte di una vissuta spiritualità ablativa
cultuale e sacrifica/e? CARISMI E VERGINITÀ CONSACRATA
(1 Cor 12·, 1~31)
Fa piaga nel Tuo cuore
la somma del dolore «Vi sono poi diversità di carismi, ma
che va spargendo sulla terra l'uomo. uno solo è lo Spirito; vi sono diversità
Il tuo cuore è la sede appassionata di ministeri, ma uno solo è il Signore;
dell'amore non vano. vi sono diversità di operazioni, ma uno
Cristo pensoso palpito. solo è Dio, che opera tutto in tutti. E a
Astro incarnato nell'umane tenebre. ciascuno è data una manifestazione
particolare dello Spirito per l'utilità co-
Fratello che t'immoli mune» (12, 4-7). ·
perennemente per riedificare
umanamente l'uomo.·
Santo, Santo che soffri,
Maestro e fratello e Dio che ci sai deboli, La verginità consacrata rappresenta un «dono prezioso
Santo, Santo che soffri della grazia divina» (LG 42); un «dono divino che la
per liberare dalla morte i morti Chiesa ha ricevuto dal suo Signore e che con la sua grazia
e sorreggere noi infelici vivi. sempre conserva» (LG 43); un dono· offerto ad alcuni per
D'un pianto solo mio non piango più. il bene di tutti, in armonia con i diversi carismi che lo Spi-
Ecco, Ti chiamo Santo, rito diffonde nella Chiesa, corpo di Cristo. La vocaziòne
Santo, Santo che soffri. alla verginità non si contrappone. alla vocazione al matri-
. (G. Ungaretti) monio; al contrario le è radicalmente complementare. En-
trambe le vocazioni sono doni,. indirizzati a manifestare
l'unica alleanza sponsale di Cristo con la Chiesa: il matri-
monio come segno-realtà di ciò che la costituisce (Ef 5,
21-33), la verginità come realtà-segno di ciò di cui il matri-
monio è simbolo reale (2 Cor 11, 2).
Il carisma della verginità va colto in questa fondamenta-
le prospettiva ecclesiologica: come un dono che sg~:)rga
dalla benevolenza di Dio e che, in quanto tale, chiama a
passare dall'atteggiamento di chi - per ·aver accettato la

72 73
chiamata alla consacrazione verginale - crede di aver fatto vv. 4-11 : l'unità e la pluralità dei carismi;
un dono a Dio a chi sa di aver ricevuto un dono, «un insi- vv. 12-31: l'allegoria del corpo, con la gerarchia dei
gne dono di grazia» (PC 12), «un dono meraviglioso» (OT molteplici doni.
10). Il consacrato vive sotto il segno dell'amore gratuito di
Dio rivelato nel volto di Gesù di Nazareth e diffuso nella
Chiesa dall'effusione dello Spirito Santo. I doni dello Spirito (vv. 1-3)
Sussiste una differenza fondamentale tra l'esperienza re-
ligiosa pagana e l'esperienza cristiana, così come sussiste
AsCOLTO DELLA PAROLA DI DIO tra gli idoli muti e lo Spirito (y. 2). Di fronte al pericolo
dei Corinzi di lasciarsi guidare dalla loro precedente espe-
La frase introduttiva del nostro testo (1 Cor 12, 1-31): rienza pagana, pensando ai carismi in termini di ebbrezza
«Riguardo ai doni dello Spirito, fratelli, non voglio che re- sacra o di solo entusiasmo, Paolo formula un principio
stiate nell'ignoranza» (v. 1), lascia intravedere che il di- fondamentale: se nell'esperienza dello Spirito qualcuno si
scorso di Paolo muove da una concreta situazione eccle- orienta a forme di eresia (come gettare l'anatema su Gesù)
siale nella quale non doveva esserci molta chiarezza sui è evidente che non è mosso dallo Spirito; viceversa, chi
«carismi» (v. 4). Pare infatti che a Corinto vi fossero alme- éonfessa che «Gesù è il Signore» non può farlo che in vir-
no tre tendenze equivoche: tù dello Spirito Santo (v. 3). Il segno della verità dei cari-
- si privilegiava la dimensione appariscente dei doni, an- smi dunque non è la forma con cui si manifestano o la lo-
dando dietro alla spettacolarità delle loro manifestazioni, ro spettacolarità, ma solo la verità del loro contenuto e
con smodate ansie di accaparramenti e atteggiamenti di quindi del loro autore.
orgoglio;
- i carismi erano considerati in chiave prevalentemente «A ciascuno è data una manifestazione
individualistica, come un qualcosa di cui beneficiare a particolare dello Spirito per l'utilità comune» (vv. 4-11)
proprio uso e consumo; Chiarito questo aspetto, l'apostolo determina l'unità e
- si identificava la pienezza dell'esperienza cristiana con il quindi la finalità ecclesiale di ogni singolo carisma, attra-
possesso di queste manifestazioni, arrivando a pensare ad verso tre approssimazioni successive:
una Chiesa elitaria nella quale pochi privilegiati si elevava- - l'unità d'origine dei carismi: tutti derivano dall'unico
no su tutti gli altri. Spirito, dall'unico Signore, dall'unico Dio Padre, «che
L'Apostolo intende portare una puntuale chiarificazione opera tutto in tutti» (vv. 4-6);
sull'insieme di queste problematiche. E lo fa in tre mo- - la loro diversità e molteplice ripartizione, offrendone un
menti fondamentali: primo elenco indicativo (vv. 7-10);
- vv. 1-3: il principio del riconoscimento dei doni dello - la destinazione comune di ogni singolo dono càrismatico
Spirito; (v. 7).

74 75
I carismi vanno intesi come doni liberi dello Spirito (v. denza, tuttavia, era già stato detto che le due forme di vita
11), e quindi assolutamente gratuiti, finalizzati all'edifica- sono «carisma», dono dello Spirito alla Chiesa: «Ciascuno
zione dell'unica Chiesa. La terminologia utilizzata evoca ha il proprio dono da Dio, chi in un modo, chi in un altro»
questo duplice aspetto: (7, 7). L'espressione greca utilizzata sottoHnea con forza
1. la gratuità: sono «doni dello spirito» (pneumatikà, v. l'origine divina delle due forme di vita: in entrambi i casi
1) e «carismi» (charismata, vv. 4.9.28.30); si tratta di un dono che viene da Dio (charisma ex Theou),
2. la ministerialità: sono «servizi» (diakoniai, v. 5) e «at- appartiene a lui nella sua origine e solo in lui trova la sua
tività» (energeis) per la comunità. reale consistenza.
Nessuno nella Chiesa è escluso da questi doni: «A cia-
scuno è data una manifestazione particolare dello Spirito Matrimonio e verginità, doni dello Spirito
per l'utilità comune» (v. 7). per l'edificazione della Chiesa
Come ogni carisma, il matrimonio e la verginità - nel
«Un corpo solo» (vv. 12-31) loro modo proprio- sono «manifestazioni particolari del-
La destinazione ecclesiale di ogni dono è ulteriormente lo Spirito per l'utilità comune» {12, 7). Vale per essi il du-
chiarita con l'allegoria del corpo. Già in antecedenza Pao- plice connotato di ogni carisma: la gratuità e la ministeria-
lo aveva affermato che i cristiani sono membra del corpo lità ecclesiale. Il matrimonio e la verginità sono doni gra-
di Cristo (6, 15). Adesso illustra l'unità di questo corpo, tuiti di Dio secondo il suo disegno, finalizzati all'edifica-
con la molteplice articolazione delle sue membra e l'inter- zione della Chiesa, Corpo di Cristo. Dipendono dalla gra-
dipendenza reciproca, al punto che nessuna parte può zia e vivono nel contesto del corpo ecclesiale non solo nel-
sentirsi autonoma, inutile o separata dall'altra. La conclu- la loro nascita, ma nel loro sviluppo e nella loro piena at-
sione riassume, in forma inclusiva, il motivo di fondo di tuazione. Il matrimonio e la verginità sono collegati fra lo-
tutta la pericope: «Voi siete corpo di Cristo e sue membra, ro da una dimensione vocazionale molto profonda, che si
ciascuno per la sua parte» (v. 27). radica nel mistero stesso di alleanza di Cristo con la Chie-
La gerarchia dei diversi carismi e ministeri è a servizio sa. Entrambi i carismi sono simbolo dell'unione sponsale
dell'unico Corpo di Cristo che è la Chiesa (Rm 12, 4-8; Ef che lega Cristo alla Chiesa e la Chiesa a Cristo, in due mo-
4, 11). La molteplicità è finalizzata .all'unità e alla recipro- di diversi e complementari:
cità delle vocazioni e dei servizi. - il matrimonio come segno-realtà di ciò che costituisce
l'alleanza sponsale Cristo-Chiesa,
- la verginità come realtà-segno di ciò di cui il matrimo-
APPROFONDIMENTO TEOLOGICO
nio è simbolo reale.
L'elenco paolino dei carismi non fa riferimento al cari- Il matrimonio-sacramento è un segno-realtà del rapporto
sma della verginità e a quello del matrimonio. In prece- soprannaturale che esiste tra Gesù Cristo, Capo, e la Chie-

76 77
sa, suo Corpo, e verso cui tutta la comunità credente è to ad esserlo» 1 • Si spiega in questa prospettiva la prefe-
protesa: è simbolo e partecipazione al mistero di grazia renza data da Paolo alla verginità: «Vorrei che tutti fossero
che fruisce dal Signore Gesù, Salvatore del suo corpo (Ef come me; ma ciascuno ha il proprio dono da Dio, chi in
5, 23), alla sua sposa, manifestazione in atto del «myste- un modo, chi in un altro» (7, 7). Paolo non indica una
rion» nascosto in Dio dall'eternità e ora rivelato (5, 32; l, norma di carattere assoluto, ma solo un'opzione persona-
9 s.; 3, 3 s.). Il matrimonio, in quanto sacramento, è se- le; per lui sia la verginità che il matrimonio vengono da
gno realizzativo, segno-realtà appunto, che fa partecipare Dio e sono due vie per la realizzazione di una chiamata
alla grazia che Cristo ha donato alla sua Chiesa e, per che è divina. Aggiunge infatti: «Ciascuno continui a vivere
questo, è interiormente indirizzato a modellare gli sposi secondo la condizione che gli ha assegnato il Signore, così
sull'atteggiamento di Cristo che «ha amato la Chiesa e ha come Dio lo ha chiamato; così dispongo in tutte le chiese»
dato se stesso per lei, per render/a santa, purificando/a per (7' 17).
mezzo del lavacro del/' acqua accompagnato dalla parola, «La verginità e il celibato per il Regno di Dio non solo
al fine di farsi comparire davanti la sua Chiesa, tutta glo- non contraddicono alla dignità del matrimonio, ma la pre-
riosa, senza macchia né ruga o alcunché di simile, ma san- suppongono e la confermano. Il matrimonio e la verginità
ta e immacolata» (Ef 5, 25-27). Rimane tuttavia un «se- sono due modi di esprimere e di vivere l'unico mistero del-
gno», come tutti i sacramenti, legato a questo mondo ter- l'alleanza di Dio con il suo popolo» (PC 16). La comple-
reno. Nel mondo escatologico, come insegna Gesù, il ma- mentarietà del matrimonio e della verginità, all'interno
trimonio non ci sarà più (Le 20, 34-36).- dell'alleanza Cristo-Chiesa, rimanda al mistero dell'Amore
di Dio rivelato nell'Unigenito incarnato e nella sua pasqua
La verginità è una realtà-segno di ciò di cui il matrimo- di morte e di risurrezione. Questo Amore non è adeguata-
nio è simbolo reale. Anch'essa è dono: scaturisce dall'al-
mente espresso né dal solo matrimonio né dalla sola vergi-
leanza escatologica di Cristo con la Chiesa ed è manife- nità. Sono indispensabili entrambe le vocazioni. Il matri-
stazione della Chiesa, Sponsa Verbi, ma sotto l'aspetto monio sottolinea l'assoluta unicità e personalizzazione di
della «Chiesa-vergine» promessa ad «Un unico sposo» questo Amore: Dio ama ciascuno di noi come unico, chia-
(cf. 2 Cor 11, 2) e della realtà escatologica della risurre- mandoci per nome. Il matrimonio cristiano, all'interno
zione (l Cor 15); per questo la verginità non è un sacra- dello sposalizio Cristo-Chiesa, testimonia dunque la di-
mento. I sacramenti sono segni di un'altra realtà a cui ri- mensione particolare dell'Amore di Dio. La verginità con-
. mandano. Nella risurrezione non ci saranno più sacra- sacrata, all'interno dello stesso sposalizio Cristo-Chiesa,
menti. La verginità è già la realtà del mondo escatologico proclama l'universalità dell'Amore di Dio, il suo volgersi a
atteso; realtà-segno, perché indirizzata a testimoniare tutti, nessun escluso. L'amore testimoniato dalla persona
(realtà che si fa segno) la condizione definitiva a cui tutti
. siamo chiamati quando «Dio sarà tutto in tutti» (l Cor
18, 28). «Ouello che noi saremo un giorno- diceva san
Cipriano alle vergini consacrate -voi avete già comincia- 1 De habitu virginum, 22; PL 4, 462.

78 79
vergine non è un amore individuale o esclusivo, legato ad Il matrimonio cristiano è permeato della logica della
un partner singolo o ad una propria famiglia; è un amore verginità, allo stesso modo in cui la verginità. cristiana è
rivolto a tutti, senza legami particolari. È chiaro che solo permeata dalla logica della sponsalità. L'uno e l'altra esi-
insieme, matrimonio e verginità, sono in grado di rivelare gono fedeltà e sacrificio. ·«Gli sposi cristiani hanno perciò
la totalità dell'Amore di Dio verso il mondo quale si è at- diritto di aspettarsi dalle persone vergini il buon esempio e
tuato in Cristo e si dispiega nella Chiesa, «Sponsa Verbi». la testimonianza della fedeltà alla loro vocazione fino alla
Una vocazione rivela l'altra e ne ha bisogno: morte. Co1r1;e per gli sposi la fedeltà diventa talvolta difficile
ed esige sacrificio, mortificazione e rinnegamento di sé, così
- i coniugi, nel loro amore particolare, hanno bisogno può avvenire anche per le persone vergini. La fedeltà di
della testimonianza dei consacrati per rimanere consape- queste, anche nella prova eventuale, deve edificare la fedel-
voli che il loro amore non può chiudersi fra loro due o so- tà di quelli» (FC 16). Complementari nel rivelare l'Amore
lo dentro le loro mura domestiche; deve avere un respiro di Dio per l'umanità, matrimonio e verginità sono dunque
più grande, universale; complementari nella stessa ascetica che richiedono e nei
- i consacrati, nel loro amore universale, hanno bisogno doni di testimonianza che si scambiano per poter rispon-
della testimonianza dei coniugi per evitare il pericolo - dere in pienezza al dono che ciascuno ha ricevuto secon-
sempre possibile- di un amore generico, astratto, che di- do la multiforme grazia di Dio (1 Pt 4, 10).
mentica la concretezza delle persone: dire di amare tutti
può voler dire non amare nessuno!
La verginità, un carisma da conquistare
«Quando non si ha stima del matrimonio non può esiste-
re neppure la verginità consacrata; quando la sessualità Parlare di carisma della verginità vuoi dire evocare l'ini-
umana non è ritenuta un grande valore donato dal Creato- ziativa libera e gratuita con cui Dio ha chiamato il consa-
re, perde significato il rinunciarvi per il Regno dei cieli» (FC crato alla sequela di Cristo, con un dono proprio nella
16). Nessuna delle due vocazioni può essere trascurata o Chiesa. Il termine «carisma» richiama implicitamente l'in-
messa da parte. Ognuna di esse porta all'altra. Il matrimo- ciso matteano sulla chiamata alla verginità pet il Regno of-
nio svela la verginità in quanto è in sé simbolo delle nozze ferta (dedòtaz) a coloro· a cui è stato concesso di capire (Mt
escatologiche a cui la Chiesa-vergine e i vergini consacrati 19, 11-12). Si tratta di un dono che viene solo da Dio. In
anelano con tutto il loro essere, quando «si compirà il mi- quanto tale, nessuno può esigerlo come un diritto o trame
stero di Dio come Egli .ha annunziato ai suoi servi, i profe- vanto o credere di averlo meritato; ne è concesso a chi ne
ti» (Ap 1O, 7). La verginità svela il matrimonio in quanto - è più degno; come «ogni dono perfetto viene dall'alto e di-
pur costituendosi quest'ultimo come evento «nel Signore» scende dal Padre della luce» (Gc 1, 17) ed è solo opera
(1 Cor 7, 39) - rimane comunque un evento contingente dello Spirito che distribuisce i suoi doni a ciascuno come
.rispetto al Regno di Dio e al suo compimento escatologi- vuole (1 Cor 12, 11) .
co: «Il tempo ormai si è fatto breve; d'ora innanzi coloro Questa origine del dono induce nel consacrato almeno
che hanno moglie vivano come se... » (1 Cor 7, 29 ss.). una duplice consapevolezza:

80 81
_ a chi è stata data la luce per comprendere il dono della buon terreno per coltivare la verginità per il Regno; la su-
chiamata alla verginità per il Regno, sarà egualmente data perficialità, figlia dell'angelismo, consiste nel lasciarsi an-
la capacità per accogliere questo dono e realizzarlo per dare nelle piccole cose, mettendo a repentaglio la propria
tutta la vita con fedeltà e pienezza: il consacrato nella ver- scelta. Un sano atteggiamento di prudenza è indispensabi-
ginità vive nella fiducia che chi ha chiamato porterà a le per poter vivere la verginità.
compimento la sua opera; - Un atteggiamento di ripiegamento su se stessi: di fronte a
_ un tale dono può essere conservato solo con la grazia di difficoltà insorgenti, a tensioni, attrattive affettive incipien-
Dio e il suo aiuto: dalla grazia di Dio dipende infatti non ti, ci può essere il pericolo di chiudersi in se stessi, viven-
solo la libera scelta iniziale, ma la sua attuazione quotidia- do una verginità forzata oppure triste, fredda, senza gioia.
na e la perseveranza; non si tratta di una realtà semplice- In altri casi si possono verificare frustrazioni (nell'ambito
mente naturale, ma soprannaturale. del lavoro, della famiglia, del rapporto con gli altri...) tali
da far avvertire maggiormente il senso della solitudine o la
Come ogni dono di Dio richiede una risposta: è un cari- domanda sul «perché» della propria scelta. In queste di-
sma dello Spirito, ma che dev'essere personalmente con- verse situazioni sono indispensabili almeno due risorse: l .
quistato. Il discorso dell'ascetica del dono della verginità ·avere una buona direzione spirituale, con un colloquio
consacrata va visto entro questo ambito di tipo carismati- franco, trasparente, su quanto si sta vivendo; 2. avere dei
co: è trasfigurazione della sessualità, nella sua dimensione veri, autentici rapporti di amicizia e di fraternità dove sia
più profonda, per farla diventare sotto l'azione dello Spiri- possibile far decantare le diverse situazioni e trovare un
to fonte di una nuova fecondità spirituale. All'interno di sostegno nei momenti di difficoltà.
questo processo di maturazione si posson~ indic~re, da~
punto di vista della dinamica umana, alcum attegg1a~ent1 Al fondo di tutte queste attenzioni, si pone e si deve por-
re la viva consapevolezza della presenza dello Spirito e
unilaterali da evitare o da cui concretamente guardarsi:
della sua azione che fa della verginità consacrata un'av-
- Un atteggiamento di rigorismo nevrotico o, all'opposto, ventura unica, irripetibile e sempre nuova; un dono e una
di ingenuo angelismo: il rigorismo è segno di mancanza di chiamata a realizzare un vivo rapporto sponsale con Dio
libertà nei confronti della sessualità e dell'affettività e può per una dedizione totale di sé alla Chiesa e al mondo. Ani-
condurre - per effetto contrario - a reazioni di particolare ma di tutto -oltre ad una continua riscoperta delle moti-
vulnerabilità; l'angelismo è segno di immaturità, in quanto vazioni teologiche - è un'autentica esperienza di contem-
dimentica più o meno inconsciamente le ferite del peccato plazione e di docilità all'azione dello Spirito, alimentando-
originale e può condurre a delicate situazioni di impru- si di continuo alle fonti della parola di Dio e della grazia.
denza. La verginità consacrata non è semplicemente una «voca-
· - Un atteggiamento di ossessività o, all'opposto, di superfi- zione naturale» elevata poi all'ordine soprannaturale, ma
. cialità: l'ossessività, figlia del rigorismo, conduce ad atteg- un dono che in sé «viene dall'alto» e che, di conseguenza,
giamenti di paura e di scrupolosità che non sono certo un vive e cresce solo in tale atmosfera.

82 83
PREGARE LA PAROLA La beata verginità
ha riconosciuto il suo autore
«Come può un'anima rivestita di carne mortale ed emula della condizione degli angeli
vincere la legge della natura,. si è consacrata all'intimità feconda
gli sbandamenti della libertà, . di colui che della verginità perpetua
le inquietudini dei sensi, gli stimoli dell'età, è Sposo e figlio» 2.
se non sei tu, Padre misericordioso,
ad accendere e alimentare questa fiamma
comunicando la tua stessa forza? . PER UNA VERIFICA SPIRITUALE

Tu hai riversato su tutti gli uomini


la grazia del tuo amore - La verginità consacrata rappresenta un dono elargito da
e da ogni popolo della terra hai raccolto Dio per il bene comune della Chiesa e del mondo.
con infinito numero di stelle, i tuoi figli Avverto la mia consacrazione verginale come un dono?
nati non dalla carne e dal sangue, Che cosa significa per .me vivere sotto il segno della gratuità
ma dallo Spirito, di questo dono?
per farne gli eredi del nuovo patto
Il dono della verginità consacrata è complementare al
e hai riservato ad alcuni tuoi fedeli dono del matrimonio; entrambi manifestano e attuano, in
un dono particolare modo proprio, l'unico e infinito mistero dell'amore di Dio.
scaturito dalla fonte della misericordia.
Sento la mia vocazione realmente complementare a quel-
Alla luce dell'eterna sapienza
la dei coniugi? Qual è il mio atteggiamento interiore, reale,
hai fatto loro comprendere, profondo? Quanto spazio dedico alla preghiera?
che mentre rimaneva intatto
il valore e l'onore delle nozze, La verginità è per me un positivo investimento di amore?
santificate all'inizio della tua benedizione, Come vivo le situazioni di solitudine?
secondo il tuo provvidenziale disegno
dovevano sorgere donne vergini
che, pur rinunziando al ma.trimonio, Un uomo traversò terre e mari per verificare
personalmente
aspirassero a possedere nell'intimo
la straordinaria fama del maestro.
la realtà del mistero.
«Che miracoli ha operato il vostro Maestro?»
Così tu le chiami a realizzare chiese ad un discepolo.
al di là dell'unione coniugale,
il vincolo sponsale con Cristo
di cui le nozze sono immagine e segno. 2
Rito di consacrazione delle vergini.

84 85
«Be', c'è mirac0lo e miracolo», rispose. 6
«Nel tuo paese è considerato un miracolo
che Dio faccia la volontà di qualcuno. VERGINITÀ CONSACRATA E CARITÀ
Nel nostro paese è considerato un miracolo (1 Cor 13, 1-13)
che qualcuno faccia la volontà di Dio».
«Se anche parlassi le lingue degli uo-
mini e degli angeli, ma non avessi la
carità, sono come un bronzo che ri-
suona o un cembalo che tintinna:
Queste dunque le tre cose che riman-
gqno: la fede, la speranza e la carità;
ma di tutte più grande è la carità! »
(13, 1. 13).

La verginità consacrata non appartiene in primo luogo


all'ordine dell'avere, ma a quello dell'essere: non è anzi-
tutto qualcosa che si ha, ma qualcosa che si è. In questo
senso aveva ragione sant'Agostino quando considerava la
verginità del corpo in funzione della verginità del cuore;
ed entrambe, la verginità del corpo e la verginità del cuo-
re, in rapporto alla carità, aggiungendo che «la custodia
della verginità è la carità» 1 •
La verginità per il Regno è in effetti una scelta di vita ra-
dicalmente indirizzata alla realizzazione della pienezza
della carità rivelata da Dio nella storia: è una «via» che
sgorga dalla carità ed è protesa alla carità. La verginità li-
bera il cuore per un amore più grande (cf. PC 12). Solo
quando si è intravisto questa dimensione teologale si è in

t De sancta virginitate, 51.

86 87
-~--~- -~·- •" ..

grado di realizzarne il senso profondo e di viverne la va- · doni spirituali. Essi d'altra parte coprono solo il tempo
lenza. La verginità è una forma di carità. Non vale tanto presente, mentre la carità non avrà mai fine.
per sé, nella sua materialità, ma in relazione alla disponi-
bilità a meglio amare per realizzare un'esistenza di amore.
«Se nonavessi la carità» (vv. 1-3)
I primi tre versetti sono strutturati secondo un paralleli-
AsCOLTO DELLA PAROLA DI DIO smo che implica tre stichi: .
1. Se io ...
Il capitolo .13 di 1 Còr è una delle pagine più suggestive
del NT; esso descrive, con accenti lirici insuperabili, il 2. ma non ho la carità ...
contenuto teologico ed insieme etico della carità. Il termi- 3. Allora. . . nulla, niente.
ne <<agàpe» (amore, carità), che cadenza l'intera pericope
Il secondo stico permane identico. Il primo segue un
corrisponde in Paolo a tutto il mistero della benevolenza c~escendo (dal parlare lingue al dono della profezia fino al
salvifica di Dio realizzato nella pasqua di Cristo e dispiega-
martirio),· a cui corrisponde un decrescere del terzo stico
to nel battesimo (Rm 6) mediante il dono dello Spirito
·(«un bronzo» o «un cembalo», «non sono nulla» «niente
Santo che ha reso i credenti «figli nel Figlio» (Rm 8, 14- '
mi giova»). E' notevole la forza dell'antitesi: «Sono come
17; Gal 4, 6). L'uomo salvato dall'Amore è chiamato al-
un bronzo che risuona o un cembalo che tintinna... Non
l'Amore.
sono nulla... Niente mi giova»; un'antitesi chiaramente fi~
La carità è dunque anzitutto il dono della vita di Dio in nalizzata a mostrare l'assoluta necessità della ·carità, nella
noi, il dono della grazia, che trasforma l'uomo, facendolo sua dimensione teologale, al punto che Paolo arriva a ipo-
diventare una nuova creatura. Questo Amore di Dio, dif- tizzare che nemmeno «il dare tutte le proprie sostanze» e
fuso nei cuori mediante lo Spirito Santo (Rm 5, 5), è il «il proprio corpo a bruciare» servirebbe se non fosse det-
fondamento dell'agire del cristiano (dimensione teologale) tato dalla carità; un modo provocatorio, se vogliamo, ma
e, al tempo stesso, appello a fare della sua vita una traspa- efficace. di rappresentare una verità che sta a cuore all'A-
renza dell'Amore (dimensione etica). Una dimensione che . postolo: senza· l'Amore di Dio diffuso in noi per il dono
non è separabile dall'altra. In ciò Paolo chiarisce l'appa- dello Spirito Santo, tutto diventa vuoto o può diventarlo!
rente contrapposizione che sembra sussistere tra· i «doni
spirituali» e la carità (12, 31 e 13, 1-2). Dal momento che
<<La carità... >> (vv. 4-7)
l'esistenza redenta scaturisce dall'Amore e chiama all'A-
more, solo nell'Amore trova la sua definizione adeguata e Ad evitare che la carità teologale sia intesa in termini
.il suo compimento. Non sono i carismi, tanto meno quelli astratti o generiCi, l'apostolo delinea le caratteristiche con-
spettacolari così cari ai Corinzi, a qualificare l'esistenza crete della carità, le esigenze tipiche a cui il riconoscimen-
dei cristiani, ma la carità. Solo l'Amore rende fecondi i to realé dell'Amore di Dio donato ·ai cristiani conduce.

88 89
L'agàpe è il soggetto di quindici verbi: due verbi positivi ro consistenza e il loro compimento solo nella carità.
(«pazienta, fa il bene», v. 4a), otto negativi («non invidia, «Queste dunque le tre cose che rimangono: la fede, la spe-
non si vanta, non si gonfia, non manca di rispetto, non ranza e la carità; ma di tutte la più grande è la carità» (v.
cerca il suo interesse, non si adira, non tiene conto del 13). .
male, non si rallegra dell'ingiustizia», 4b-6a), un verbo po-
sitivo («si compiace della verità», v. 6b) e altri quattro ver-
bi positivi col complemento oggetto «tutto» («panta»: «ri- APPROFONDIMENTO TEQLOGICO
copre tutto, crede tutto, spera tutto, soffre tutto», v. 7). Il
fatto che la carità sia il soggetto grammaticale dei singoli Il discorso di Paolo interessa da vicino chi, per dono, è
verbi (la carità pazienta, fa il bene), e non una semplice stato chiamato alla sequela Christi nella verginità consa-
qualifica come potrebbe lasciar supporre la traduzione crata. La necessità assoluta della carità e la perdita di con-
della CEI (la carità è paziente, è benigna la carità), sottoli- sistenza di ogni gesto, anche il più nobile, quando non sia
nea che la carità costituisce la sorgente dinamica e l'anima ricolmo della carità di Dio, vale per i doni spirituali e per
perennemente vivificante dei singoli atti e delle opere elen- le diverse ministerialità nella Chiesa, e vale per la verginità
cate. L'Amore di Dio è l'origine fontale di tutto l'agire cri- . consacrata. Senza la carità tutto diviene come «un bronzo
stiano e la mèta. che risuona o un cembalo che tintinna», un «nulla» che a
«niente giova»; una carità come dono dello Spirito che di-
mora in noi, ma che si trasforma in un concreto stile di vi-
«La carità non avrà mai fine» (vv. 8-13)
ta, in opere vissute e negli atteggiamenti di fondo che Pao-
Procedendo per immagini, Paolo afferma ora la perenni- ( lo elenca in modo tanto dettagliato e puntuale.
tà dell'Amore, sia in senso teologale che etico. La carità di
cui ha parlato non conoscerà tramonto; di qui le forti con- La carità, anima della verginità consacrata
trapposizioni tra presente e futuro, tra condizione di bam-
bino e condizione di adulto, tra parzialità e completezza di L'esistenza cristiana non si realizza che a partire dalla
conoscenza, che relativizzano i doni spirituali, le cono- carità; essa è «il primo dono e il più necessario» per rea-
scenze e ogni altra realtà vissuta in questo mondo. Spe- lizzare quella vocazione alla santità a cui tutti siamo chia-
cialmente le immagini del bambino (v. 11) e dello spec- mati (LG 42). La carità è il principio che dà valore ad ogni
chio (v. 12) evocano in modo espressivo la tensione esca- · altra virtù; essa è il segno e la controprova della perfezione
tologica dell'esperienza cristiana. Tutte le realtà della vita cristiana. «Al di sopra di tutto vi sia la carità, che è il vin-
dell'uomo su questa terra, pur buone, sono destinate a ce- colo di perfezione. E la pace di Cristo regni nei vostri cuori,
dere il posto a realtà infinitamente più grandi. La vera esi- perché ad essa siete stati chiamati in un solo corpo. E siate
stenza redenta si misura con l'eternità dell'Amore trinita- riconoscenti!» (Col 3, 14-15). Quanto è vero per tutti i
rio al quale siamo radicalmente protesi e nel quale saremo battezzati è costitutivo per la professione dei consigli evan-
immersi per sempre. Le stesse virtù teologali trovano la lo- gelici. I voti, in qualunque forma siano emessi, hanno un

90 91
carattere di «mezzo», non di fine: il loro significato è di niva espresso, allora come oggi, con il termine di «consa-
condurre a «liberare dagli impedimenti che potrebbero di- crazione»: colui che si consacrava era- nel linguaggio di
stogliere il fedele dal fervore della carità e dalla perfezione Agostino- «homo Dei nomine consecratus et Deo votus»,
del culto divino» (LG 44). Questo dato è semplicemente un uomò consacrato al nome di Dio e a Lui riservato, de-
fondamentale. dicato. Una tale scelta non era mai considerata al di fuori
L'anima della vita consacrata è la ricerca della perfezio- della salvezza del mondo; al contrario, se implicava un al-
ne nella carità, carisma dei carisma, senza cui tutto il resto lontanamento dal mondo, era solo per situarsi dalla parte
è come. nullo. Se i consigli evangelici non sono «informa- di Dio a servi~io della redenzione di tutti; un servizio of-
ti» dalla carità di Dio e non sono vissuti come forine di vi- ferto con la testimonianza paradossale, talvoltà apparente-
ta che la manifestano e la realizzano non seryono a niente! mente folle, della propria scelta di consacrazione. Tutta la
Il liberarsi dall'istinto di possesso (povertà), dall'istinto di vita del consacrato (eremita o cenobita che fosse) voleva
erotismo (castità) o da quello del potere (obbedienza) non essere un'espressione vivente della carità di Dio e unà sua
ha altro scopo che far crescere nella carità, per fare di tut- l
lode, una scelta di carità. I primi monaci non si propone-
ta la propria esistenza un segno vivente di Dio-carità. Pri- vano tanto di vivere dei voti più o meno istituzionalizzati
ma dei tre voti, esiste un unico voto fondanìental~: il voto ~a di rispondere alla carità di-Dio, facendo dèlla propri~
esistenza un segno della carità di Dio.
della carità come risposta alla carità di Dio ed epifania vi-
vente della carità trinitaria manifestata nella storia. in Cristo
. Non diversamente va interpretata l'articolazione dei tre
Gesù e nel dono del suo Spirito. Un unico voto, che è ra- voti, risalente per i primi inizi alla fine del primo millennio
dice e ragione di tutto il resto. Se non si pone in evidenza e all'inizio del secondo e stabilita in forma canonica con la
questo dato, si rischia di ridurre i consigli evangelici (co- nascita degli ordini mendicanti a partire dal XII-XIII secolo.
me spesso avviene) ad un insieme di regole e di atteggia- Lo scopo di questa articolazione non era quello di stabilire
menti più o meno esteriori che finiscono per svuotarli del delle forme giuridiche fini a se stesse, ma di evidenziare le
loro più profondo significato e della loro valenza teolo- tre grandi vie di interiorizzazione e di attuazione dell'unica
gica. · consacrazione a Dio nella carità e come carità. Occorrerà
Storicamente, sia tra i primi anacoreti dell'Egitto che tra ricordarsi sempre di questo significato originario dei voti;
i cenobiti dell'Oriente e dell'Occidente, si formulava un da esso non dovrebbero mai essere separati.
unico gesto.di dedicazione a Dio, detto propositum, votum Consacrarsi vuoi dire attuare una scelta di cc;zrità, in sen-
monasticum, .pactum, professio santitatis. Lo scopo era di so teologale,
esprimere una scelta di amore che proclamasse il primato una carità che si fa povertà,
della carità di Dio e richiamasse tutti, in modo forte-e ra-
una carità che si fa castità,
dicale, a riconoscere tale primato. Un simile voto-implica-
va tutto: la povertà, la castità, la vita ascetica, la penitenza una carità che si fa obbedienza, oppure, meglio ancora:
e la pratica delle virtù evangeliche. Questo atto globale ve- . una carità nella povertà,

92 93
. una carità nella castità, di sé un olocausto» 3 • Come è noto, tra i vari tipi di sacrifi-
. una carità nell'obbedienza. ci, l'olocausto è quello in cui la vittima viene interamente
bruciata, consumata, in un atto di culto totale, senza che
Risiede nella carità di Dio il movente della professione si riservi niente per gli offerenti. La consacrazione vergina-
dei consigli evangelici e il suo fine; essi operano «per mez- le appartiene a questo genere di «offerte sacrificali». L'A-
zo della carità alla quale conducono» (LG 44): sono un more è la sua norma suprema.
amore povero, un amore casto, un amore obbediente. La
verginità è una virtù perché apre al valore della carità e di- La carità definisce non questo o quell'aspetto della ver-
spone a realizzar!o. ginità consacrata, ma la sua stessa essenza. Secondo l'inno
di 1 Cor 13 questa carità deve iscriversi nella quotidianità
dell'esistenza dei battezzati. Ciò vale in modo assoluto per
La verginità consacrata, «via» per realizzare i consacrati. Non è concepibile una verginità consacrata
la pienezza della carità che non includa nel suo contenuto essenziale l'amore ri-
La verginità consacrata è una «via» della carità: origina- volto agli altri, in tutte le sue forme possibili, che non im-
ta dalla carità e radicalmente indirizzata alla carità. La ver- plichi la disponibilità a servirli e a farsi accoglienza e dono
ginità, come lascia intendere Agostino, non è onorata in ·sul modello di Gesù, «a gloria di Dio» (Rm 15, 7).
quanto tale, ma perché conduce nella carità ad una totale La scelta di Dio come l'Unico richiede di tradurre la
dedicazione a Dio e al suo Regno 2 • Il valore della consa- propria consacrazione in un servizio concreto agli altri.
crazione verginale - occorre ribadirlo con forza - non de- Secondo la logica dell'incarnazione non si può infatti sepa-
riva tanto da un dato di ordine puramente materiale, ma rare l'amore di Dio dall'amore del prossimo. «Chi non
dal suo significato formale e quindi dalla carità di Dio da ama il fratello che vede non può dire di amare Dio che non
cui scaturisce, su cui si fonda e a cui tende. Non è solo un vede» (1 Gv 4, 20). L'amare Dio esige di amare ogni fra-
fatto fisico, ma un modo di essere, un vissuto interiore, tello e ogni sorella. Ogni incontro con l'altro rappresenta
dall'Amore all'Amore, che coinvolge la persona totale, un incontro col volto dell'Amato. La verginità è a servizio
con la sua spiritualità, la sua corporeità, la sua affettività, della carità, non il contrario.
la storicità e la relazionalità della sua esistenza come in
un'ablazione sacrificale. La verità della verginità consacrata, di conseguenza, vie-
ne ad essere comprovata dalla disponibilità ad amare col
Non a caso san Tommaso d'Aquino qualifica la vita cuore stesso di Dio, realizzandone i frutti e testimoniando-
consacrata come un «olocausto»: i consacrati «sono colo- li nella vita. L'elencazione paolina sulle note caratteristi-
ro che si dedicano totalmente al servizio di Dio, facendo che della carità rappresenta, da questo punto di vista, un

3
2 Cf. De virginitate, 8, 11; PL 40, 400. Summa Theo/ogiae, II-II, q. 186, a. t c.

94 95
ottimo banco di prova, un paradigma di verifica per l'au- · dell'egoismo, del disinteresse o del disimpegno può rag-
tenticità della consacrazione verginale. Chi .non tende a giungere gli stessi consacrati; ne soffre allora non .solo la
realizzare quell'attuazione della carità non realizza neppu- carità, ma la stessa verginità.
re· il senso profondo della verginità per il Regno.
La carità è paziente, La verginità consacrata come gioia
è benigna la carità,
non è invidiosa la carità, La gioia della verginità consacrata non può che scaturire
non si vanta, da un cuore capace di amare. Tommaso d'Aquino offre
non si gonfia, una splendida descrizione del «gaudium ex caritate»: «La
non manca di rispetto, gioia è causata dali'amore o per la presenza del bene amato
non cerca il suo interesse, o perché nello stesso bene amato si trova e si conserva il
non si adira, proprio bene. A questa seconda forma appartiene in modo
non tiene conto del male ricevuto, particolare l'amore 4i benevolenza in forza del quale la per-
non gode dell'ingiustizia, sona che ama gioisce della persona amata e del suo bene,
ma si compiace della verità. anche se assente» 4 • La gioia, secondo questo testo, sgorga
·dall'amore come l'effetto della sua causa. Solo chi ama è
Tutto copre, ·
in grado di gioire. Amore e gioia vanno di pari passo e si
tutto crede, intrecciano. ·
tutto spera,
tutto sopporta. Un simile «gaudium» non si costituisce, però, come un
mero sentimento soggettivo; suppone un fondamento nella
Sussiste una corrispondenza oggettiva tra carità e vergi-
realtà; richiede di correlarsi a qualcosa («un bene amato»)
nità consacrata. Se i consacrati nella verginità partecipa- o, meglio, a qualcuno («una persona amata») in cui «si
no, per la loro parte, al mistero sponsale di Cristo che ha trova e si conserva il proprio bene», anche se assente. Ne
dato se stesso per la Chiesa, sono chiamati a riviverne la deriva che quanto più grande è il bene amato e il legame
dinamica di dono e di accoglienza. Per questo esiste una che si stabilisce, tanto più &rande è la valenza dell'amore e
contraddizione profonda tra la scelta della verginità consa- la gioia che ne consegue. E quanto mostra san Tommaso
crata e un atteggiamento di chiusura in· se stessi o di ripie- nel seguito del testo citato. L'amore ultimo, quello che
gamento su di sé. realizza perfettamente tutte le altre forme di amore uma-
La verginità consacrata è radicalmente indirizzata a dila- no, «è l'amore di Dio, il cui bene è immutabile, perché egli
tare la vocazione nativa e fondamentale all'amore e alla stesso è la sua bontà. E per il fatto stesso che è amato, Dio
comunione, e a realizzare la pienezza della carità che di-
. mora in ogni battezzato per il dono dello Spirito Santo.
Purtroppo, la tentazione dell'egocentrismo o addirittura 4
Summa Theologiae, 11-11, q. 28, a. l.

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si trova in colui che lo ama come il più nobile degli ~ffetti, PREGARE LA PAROLA
secondo le parole di san Giovanni: 'Chi sta nella cantà.s~a
in Dio e Dio in lui'. È così che la gioia più alta è la gwza «Se qualche volta trovi chiusa la porta del mio cuore
spiritu~le che riguarda Dio, ed è causata in noi dal suo sfondala ed entra nel mio animo,
amore» 5 • non tornare indietro, Signore.
La peculiarità dell'amore divino è di ~reare in .colui che Se qualche volta le corde del mio flauto
è amato la capacità stessa di amare e d1 ~enders1 pres~n~e non fanno risuonare il tuo caro nome,
in lui: è in questo senso che Tommaso spiega che «la giOia per pietà, aspetta un poco,
più alta è la gioia spirituale che riguarda Dio, ed~ causata non tornare indietro, Signore.
in noi dal suo amore». La verginità consacrata s1 colloca Se qualche volta la tua voce
entro questo ambito di amore e di gioia, la, gioia che Ges~ non rompe il mio sonno profondo,
ha lasciato ai suoi (Gv 15, 11; 16, 21-23); e dunque per se risvegliami con i colpi del tuo tuono,
inaccettabile che il vergine sia triste, non sappia gioire, non tornare indietro,· Signore.
non sia colmo della gioia di colui a cui si è consacrato e Se qualche volta faccio sedere
altri sul tuo trono,
non la diffonda nel mondo. I frutti dello Spirito di Dio so-
no «amore, gioia, pace, pazienza, bontà, fedeltà, mitezza, o Re di tutti i giorni della mia vita,
non tornare indietro».
dominio di sé; contro queste cose non c'è legge» \Gal 5,
22-23). La gioia di cui si parla non va confusa, evidente- (R. Tagore)
mente, con il cameratismo o l'allegria esteriore; è la pace
del cuore e la fiducia nella grazia divina anche in mezzo
alle difficoltà più grandi (Sal15; 29; 111); è la gioia di chi PER UNA VERIFICA SPIRITUALE
ha scoperto il Regno (Mt 13, 44-46) e .d~lla presenza. d~ll~
sposo (Mc 2, 18-22). «Questa è la giOia delle ~ergm~ ?I Vivere la carità costituisce la vocazione di ogni cristia-
no; una vocazione che risponde all'aspirazione più profon-
Cristo: gioia per Cristo e in Cristo, gioia ~on .cnsto,. ~101a
al seguito di Cristo, gioia per mezzo d1 ~nsto,. g1o1a a da del cuore umano: amare ed essere amato. E questo
causa di Cristo. Esse hanno la loro lampada dlummata per non tanto con le forze umane, ma con la forza stessa di
il giorno delle nozze e seguono l'Agnello dovunque va- Dio che ha diffuso il suo amore nei nostri cuori mediante
da» 6 • lo Spirito Santo che ci ha donato (Rm 5, 5). Si radica in
questa consapevolezza il fondamento della vocazione alla
verginità consacrata come vocazione all'Amore; un amore
che libera e realizza le dimensioni più profonde del nostro
s Summa Theologiae, 11-11, q. 28, a.1.
essere.
6 AGOSTINO, De Virginitate, 27; PL 40, 411.
Come realizzo questa vocazione?

98
99
Mi lascio plasmare dalla carità di Dio? 7
Come amo? Con quali segni concreti manifesto la carità
di Dio diffusa in me per il dono dello Spirito Santo? VERGINITÀ CONSACRATA E MONDO
Vivo in unità l'amore di Dio e del prossimo? La verginità (1 Cor 14, 1-5)
per il Regno è in me fonte di gioia e mi conduce a portare la
gioia di Cristo al mondo?
«Aspirate pure anche ai doni dello
La scelta della consacrazione è l'accettazione di una Spirito, soprattutto alla profezia. Chi
strada impegnativa e radicale per raggiun~ere .la perf~zi~­ infatti parla con il .dono delle lingue
ne della carità; essa richiede tutta una sene d1 attet;tztom, non parla agli uomini, ma a Dio, giac-
di giusta prudenza e di maturità nei riguardi della mta per- ché nessuno comprende, mentre egli
sona e della mia vita di relazione. dice per ispirazione cose misteriose.
Chi profetizza parla agli uomini per
Vivo con maturità queste esigenze di una attenta ascetica loro edificazione, esortazione e con-
della castità consacrata? Le vivo in una dimensione di cari- forto» (14, 1-3).
tà teologale? In che cosa devo migliorarmi e a che cosa de-
vo tendere?

La verginità consacrata vuole costituire il sègno di un


«Rapisca, ti prego, .o Signore, rapporto nuovo col mondo, di un modo nuovo di essere
l'ardente e dolce forza del tuo Amore con gli altri e di costruire il futuro. La forma di questo se-
la mente mia da tutte le cose che sono sotto il cielo,
gno è dato dall'esempio stesso di Cristo, il quale non si è
perché io muoia per amore dell'Amore tuo,
come tu ti sei degnato di morire precluso ogni rapporto col mondo, al contrario si è posto
per amore dell'amore mio» 7 • · al suo interno come presenza di salvezza e rivelazione del
progetto di Dio sull'umanità. I consacrati vogliono rical-
care questo modello originario. Ciò avviene in forme di-
verse, per i religiosi o per i consacrati secolari. Le dimen-
sioni costitutive e le esigenze ascetiche della verginità per
il Regno sono indubbiamente eguali per tutti, religiosi o
secolari; cambia la modalità di attuazione e di testimo-
nianza, derivante dalla loro diversa tipologia vocazionale.
Entrambe tuttavia dicono relazione al mondo e si pongo-
no come segno profetico del Regno veniente di Dio nel
1 Preghiera «Absorbeat», FF 277. mondo.

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ASCOLTO DELLA PAROLA DI DIO a tutti, nessun escluso («agli uomini»). Il profeta è un
mezzo, uno strumento nelle mani di Dio: Dio stesso inter-
Il testo di l Cor 14, 1-5 ci introduce ad un tema di capi- viene per mezzo del profeta; chi profetizza pronuncia una
tale importanza per la Chiesa e per tutti i battezzati: il te- parola che non è sua, ma del Signore («Mi fu rivolta la pa-
ma della profezia. Dopo l'elogio al carisma dei carismi che rola del Signore», esclamano i profeti dell'AT) e che egli
è la carità e dopo aver ribadito che è ad esso che occorre deve portare, intatta e vivente, a tutta la comunità, senza
tendere («Ricercate la carità», v. la), l'Apostolo riprende a paura e a prezzo della sua stessa vita: il profeta è la «boc-
trattare la questione dei diversi doni dello Spirito (v. l b),
ca» del Signore (Ger l, 9). Se proclamasse se stesso, non
soffermandosi in particolare sul confronto tra il dono delle
lingue e il dono della profezia (vv. 1-25) e indicando alcu- sarebbe più un vero profeta, perché non parlerebbe più
ne norme che ne disciplinano l'uso nelle assemblee pub- agli uomini a nome di Dio, ma solo a suo nome.
bliche (vv. 26-40). La sua preferenza va al carisma della La profezia, nella descrizione paolina, ha una finalità
profezia (v. le). La «glossol~lia» ~nf~tt~, ~ur e~se~do I?iù eminentemente positiva:
spettacolare e più bramata dm Connz1, e d1 ordme mfeno- - edifica il Regno di Dio nella storia,
re perché- a meno che non vi sia un interprete- è inin-
telligibile per la comunità: avviene «in, sp~rito»~ e q~indi . - esorta ad accoglierlo, proclamando ciò che gli è confor-
nella parte superiore della persona, l amma, tllummata me e ciò che non lo è, e chiamando così alla conversione
dallo Spirito Santo e conduce a proclamare «cose miste- e alla fede (cf. vv. 24-25),
riose» (v. 2), oscure, inaccessibili ai più sia per il loro con- - conforta, nel senso etimologico del termine, dando co-
tenuto che per il modo in cui sono enunciate. A motivo di raggio e impegnando ad essere forti nella testimonianza
ciò, colui che ha il dono delle lingue di norma non «edifi-
ca» che se stesso, a differenza del profeta (vv. 3-4). del Vangelo e fiduciosi nella speranza, al di là di ogni av-
versità o persecuzione.
Diventa chiaro allora quanto Paolo sottolinea subito do-
po: «Vorrei vedervi tutti parlare con il dono delle lingue, Queste tre caratteristiche si ritrovano in ogni testimo-
ma preferisco che abbiate il dono della profezia; in realtà è nianza profetica credente.
più grande colui che profetizza di colui che parla con il do-
no delle lingue ... » (v. 5). Di passaggio, l'apostolo indica le «Chi profetizza edifica l'assemblea» (v. 4)
coordinate che costituiscono la profezia come un dono
dello Spirito a servizio degli uomini e della Chiesa. Il carisma della profezia non è per se stessi, ma per la
comunità. Il profeta edifica l'assemblea, chiamando i fede-
«Chi profetizza parla agli uominì per la loro edificazione, li ad uscir fuori dai particolarismi e da ogni forma di divi-
esortazione e conforto» (v. 3) sione per essere Chiesa confessante attorno all'unico Si-
gnore Gesù e all'unico Spirito, in ascolto della parola di
La profezia è un annuncio vivo («parla»); una testimo- Dio che salva. Sotto questo aspetto, la profezia richiede un
nianza resa alla parola di Dio donata alla Chiesa e rivolta ordine e un'unità di intenti, «perché Dio non è un Dio di

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disordine, ma un Dio di pace» (v. 33). Tutto questo è ve- necessità di riscoprire il carisma profetico, e lo ha fatto se-
ro, del resto, per ogni dono dello Spirito, dato sempre per condo tre grandi linee:
l'utilità comune (12, 2) e per il servizio alla comunione ec-
- Cristo è il grande profeta (LG 35) a cui .si collega ogni
clesiale; ed è vero alla luce del carisma della carità, senza
altra profezia nella Chiesa: non è uno nella serie dei profe-
cui lo stesso dono. della profezia diviene un «nulla» (13,
ti, ma il compimento di tutte le profezie, l'ultimo e definiti-
2). Lo Spirito Santo non può contraddire se stesso. Solo se
vo inviato di Dio, l'Unigenitò di Dio fatto Uomo, che an-
nasce dalla carità e conduce alla carità, la profezia è fe-
nuncia il Regno escatologico nel mondo e lo realizza nella
conda e fruttuosa.
sua pasqua di morte e di risurrezione;
Non è male ricordare che le comunità cristiane dei pri- - la Chiesa, nuovo popolo di Dio, partecipa alla missione
mi secoli avevano grande stima del dono della profezia; profetica di Cristo: tutti nella Chiesa, gerarchia e laicato,
nelle liste paoline, essa viene subito dopo l'apostolato e attuano e dispiegano - in diverso modo - quell'unica mis-
prima di tutti gli altri doni (1 Cor 12, 28; 14, 1 .5; Rm 12, sione profetica (LG 35);
6-8). La lettera agli Efesini afferma che la Chiesa è edifica-
ta «sopra il fondamento degli apostoli e dei profeti» (2, - ogni fedele, nel battesimo, è stato reso partecipe dell'uffi-
20; 3, 5; 14, 11). La Didachè, già nel primo secolo, invita- cio profetico di Cristo (AA 2). Di qui l'invito alla testimo-
va ad accogliere la profezia come un dono dello Spirito al- nianza con spirito di profezia: «Non c'è dunque nessun
la Chiesa e a saperla distinguere dalla falsa profezia 1 • Giu- membro che non abbia parte nella missione di tutto il cor-
stino, verso il 160, sottolinea la presenza del dono profeti- po; al contrario, ciascuno di essi deve santificare Gesù nel
co nelle comunità cristiane: «Presso di noi potete trovare suo cuore e rendere testimonianza di Gesù con spirito di
uomini e donne che hanno il dono dello Spirito» 2 • Intor- profezia» (PO 2).
no al 180, Ireneo scrive che «parecchi fratelli nella Chiesa
posseggono dei doni di profezia e di parola per mezzo del-
APPROFONDIMENTO TEOLOGICO
lo Spirito; essi manifestano i segreti degli uomini, quando
ciò è utile, e illuminano i misteri divini» 3 •
Il dono della profezia, almeno nel senso lato ìn cui ne
La profezia fa parte del mistero della Chiesa e l'accom- parla il Concilio, appartiene alla condizione di ogni battez-
pagna dalla sua nascita al definitivo compimento. Giusta- zato. Diverso è il discorso del carisma profetico in senso
mente il Concilio Vaticano n ha riproposto ai cristiani la stretto, concésso come grazia gratis data a qualcuno per
scopi particolari. A noi interessa, in questa sede, la profe-
zia hl. senso lato, connessa con il munus profetico ricevuto
nel battesimo (munus = diritto l dovere).
· t Xl, 7-8, 10-11.
2 Dial. con Trifone 82, l; PG VI, 670, 685. La domanda che ci poniamo è se la verginità consacrata
3 Adv. Haer. V, 6, l; PG VII, 1137. possa essere considerata come una forma di realizzazione

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del munus propheticum e in che modo. Dal momento che - la verginità per il Regno che implica la castità, ma va ol-
si tratta di un dono dello Spirito, come del resto la chia- tre sia per il contenuto che per il suo significato profetico.
mata al matrimonio (1 Cor 7, 7), essa è un vero carisma,
dato per l'utilità comune, che si inscrive nel «già» e «non La castità, per il battezzato, è quella virtù morale che re-
ancora» del Regno. In questo senso non c'è alcun dubbio gola - secondo la retta ragione illuminata dalla fede e dai
che la verginità consacrata rappresenti una forma di profe- principi morali cristiani - l'uso della sessualità e il suo
zia, legata al munus propheticum del battesimo, e cometa- esercizio. Ciò riguarda la vita dei coniugi e riguarda la vita
le sia da vivere nel mondo. di ogni cristiano, sia nell'ambito che al di fuori del matri-
monio. La castità, intesa in questo senso, è un imperativo,
un obbligo di ogni battezzato, e rientra ad esempio in tutto
La «profezia» della verginità consacrata: quel discorso fatto da Paolo sull'uso del corpo per la santi-
proclamare la realtà più profonda dell'amore cristiano ficazione e la gloria di Dio, e non per l'impudicizia (1 Cor
Il chiamato alla sequela di Cristo nella verginità attua, in 6, 12-20). «Che ciascuno sappia mantenere il proprio cor-
modo radicale, quel compito profetico che è proprio di po con santità e rispetto, non come oggetto di passione e li-
tutti i battezzati, ponendosi come manifestazione e compo- bidine, come i pagani che non conoscono Dio» (1 Ts 4, 4-
nente costitutiva della Chiesa, comunità profetica nel 5). «Come avete messo le vostre membra a servizio dell'im-
mondo. La totalità della sua vita si fa simbolo che dispiega purità e dell'iniquità, a pro dell'iniquità, così ora mettete le
con la vita la profezia unica e definitiva di Cristo: una pro- vostre membra a servizio della giustizia per la vostra santifi-
fezia essenzialmente centrata sull'amore, l'amore di Dio- cazione» (Rm 6, 19).
Trinità verso il mondo, l'amore come origine e compimen- La verginità consacrata è talvolta intesa solo in questo
to del progetto divino sul mondo, l'amore come radice e senso, come rinuncia all'esercizio fisico della sessualità. È
forma di una vera costruzione della comunità umana e del evidente che se fosse solo questo, sarebbe una forma di vi-
suo futuro. ta che si limiterebbe a far vivere ciò a cui sono tenuti tutti
La verginità consacrata si pone nel prolungamento di coloro che non sono sposati. E questo non avrebbe niente
questa profezia: oggettivamente è una testimonianza di di specifico. La verginità implica invece una dimensione
amore totale verso Dio e verso il mondo, esemplata sul molto più profonda e più ricca. Il vergine consacrato non
modello dell'amore di Cristo, con la rinuncia all'amore co- si limita ad astenersi da attività sessuali; egli vuole fare del
niugale, per attestare a tutti la novità dell'Amore escatolo- valore della propria castità una· realtà tipicamente vergina-
gico (Regno) inaugurato dal Signore della pasqua. Per po- le: la testimonianza di una pienezza di amore - in ragione
ter comprendere appieno questo aspetto occorre aver della quale rinuncia al matrimonio - che riveli a tutti il
~hiara la distinzione che si pone tra senso profondo dell'amore cristiano, la realtà ultima dell'a-
- la castità a cui tutti i battezzati sono tenuti, qualunque more portato al mondo da Cristo.
sia la loro scelta di vita o la loro situazione vocazionale, e Risiede in questa specificità il nucleo centrale della ver-

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ginità per il Regno come profezia. La castità cristiana rap- costruzione della città dell'uomo a. misura della città di
presenta, ovviamente, la condizione necessaria per la ver- Dio; una città nella quale devono poter regnare le leggi
ginità consacrata, ma non ne dice l'essenza e il fine. Gli dell'amore, del servizio reciproco e della cqmunione, del-
autori medievali utilizzavano, in proposito, un paralleli-. l'accoglienza e del dono. La verginità consacrata, sotto
smo particolarmente significativo: la castità sta alla vergi- questo aspetto, ha una forte connotazione di «segno profe-
nità come la sobrietà sta alla munificenza. La sobrietà è la tico» in quanto indirizza tutti ad aprirsi alla fraternità e a
capacità di regolare in modo giusto le attività ordinarie e costruirla nel mondo. Solo in un cuore puro e amante si
le esigenze quotidiane, evitando sia l'avarizia che lo sper- edifica la fraternità. Una tale «profezia dell'amore» è al
pero, e suppone un giusto autocontrollo di sé. La munifi- tempo stesso una profezia «inquieta» per chi, chiamato al-
cenza è il donare con larghezza, l'offrirsi per grandi impre- la verginità, avverte la distanza tra l'ideale da perseguire e
se, e richiede un animo generoso e altruista. Secondo que- la sua condizione reale; una «inquietudine sana» tuttavia
sto paragone, la castità è la conditio sine qua non della nella misura stessa in cui obbliga a ricominciare ogni gior-
verginità, ma la verginità porta in sé un «novum» che è no per rinnovarsi creativamente nell'amore, così come av-
dato dal dono libero e disinteressato di sé, fatto da un viene nel matrimonio dove l'amore esige di essere conti-
cuore ·munifico, nobile che non si limita allo stretto neces- nuamente reinventato. L'avventura dell'amore ha queste
sario, a ciò che è imposto per legge o a ragionamenti basa- esigenze; l'amore è dinamico, non è mai una realtà statica
ti solo sul diritto, ma si offre con totalità, lasciandosi pla- o chiusa in se stessa. Non è stasis, ma ek-stasis. Nei profeti
smare dalla munificenza stessa di Dio e facendosi epifania si riscontra spesso questa dialetica, proprio come tensione
di tale munificenza per tutti. tra «profezia» e «amore» (Ger 20, 7-18), tra stasis e ek-
È allora, e solo allora, che la verginità consacrata viene
stasis, tra chiamata di Dio e tentativo umano di fuga (Gn
realizzata nel suo contenuto reale, nella pienezza dell'a- 1-4; Ger 15, 10-21). Ciò che è stato per i profeti, lo è oggi
more di Cristo per la sua Chiesa, vi partecipa e lo testimo- per i vergini consacrati, chiamati «a seguire l'Agnello
ovunque egli vada» (Ap 14, 4). La loro condizione non è
nia. È allora che diviene via della carità che conduce alla
carità; un'autentica «profezia dell'amore» vissuta sulle quella dei «beati possidentes», ma dei «viatores», di colo-
ro che sono in cammino, con la consapevolezza dei propri
strade del mondo:
limiti e talvolta anche con la stanchezza del viaggio, ma fi-
- una profezia «critica» al cospetto di ogni concezione ri- duciosi nella potenza dello Spirito e totalmente protesi alla
duttiva o unilaterale dell'amore; mèta.
- una profezia «propositiva», che di-svela l'amore di gra-
Risulta splendida, in questo senso, la descrizione che J.
tuità e di comunione rivelato nel volto di Gesù e nel dono Maritain dava di se stesso come di un mendicante in cam-
del suo Spirito come la sola forza in grado di plasmare la
mino nei territori di questo mondo, con un orecchio in-
vita degli uomini e di edificare il loro futuro. collato alla terra per coglierne le germinazioni nascoste, e
La verginità consacrata si pone come realtà-segno della con l'altro in ascolto del cielo per lasciarsi plasmare dalla

108 109
Parola, coniugando in unità l'ascolto della terra e l'ascolto questo senso il separarsi dagli altri con i segni visibili del-
del cielo. La verginità consacrata, in qualunque forma sia l'abito o dell'abitazione; segni visibili di una realtà di
vissuta, da"eligiosi e secolari, comporta questa profonda Amore a cui ci si consacra totalmente; segno forte del pri-
unità di vita, di ascolto di Dio che parla e di attenzione al mato di Dio nella vita dell'uomo e dell'attuarsi del suo Re-
grido che sorge dall'umanità per unire in una sintesi vitale gno nella storia. La verginità è realizzata come radicalità
l'uno e l'altro come segni del Regno veniente di Dio. evangelica e totalità di offerta di sé a servizio della santità
e della missione della Chiesa nel mondo.
La «profezia» della verginità consacrata; Il modello secolare parte piuttosto dalla prospettiva del-
farsi segno vivente dell'amore di Dio per il mondo l'incarnazione e vuole offrirsi al mondo come una forma
La profezia della verginità consacrata si presenta come di solidarietà redentiva, testimoniando come si possa ama-
una rivelazione vivente dell'amore di Dio per il mondo. re con il disinteresse e l'inesauribilità che attinge al cuore
Dio ama il mondo che egli stesso ha creato e vuoi salvare. di Dio e dedicarsi gioiosamente a tutti, senza legarsi a nes-
suno, avendo cura soprattutto degli ultimi. A partire da
Per questo vi ha inviato il Figlio e il Figlio ha dato se stesso
questa consapevolezza, la secolarità consacrata impegna a
per noi. «Dio ha tanto amato il mondo, proclama Giovan-
vivere il voto di verginità non nonostante o malgrado, ma
ni, da dare il suo Figlio unigenito ... Dio non ha mandato il
proprio nello stare con gli altri e valorizzando al massimo
Figlio nel mondo per giudicare il mondo, ml! perché il ogni forma di incontro e di «essere con», in modo che
mondo si salvi per mezzo di lui» (Gv 3, 16-17). E m questa ogni circostanza diventi un segno profetico del Regno nel-
medesima linea che si pone la vocazione della verginità l'ambito delle singole professioni e dei diversi ambienti di
consacrata. Contrariamente a quello che talvolta si pensa, vita. La verginità è realizzata come radicalità evangelica ai
sia chi si ritira in un monastero o in un convento, sia chi è confini Chiesa-mondo.
chiamato a vivere la propria scelta di verginità consacrata
nella vita secolare, lo fa per una scelta di amore, in rispo- In entrambe le forme di vita, l'impatto col mondo, anzi-
sta ad una chiamata indirizzata a testimoniare un amore ché un ostacolo, costituisce o deve costituire l'«humus»
più grande, quello di Dio per il mondo. per una piena attuazione del carisma della verginità consa-
crata, come un suo «spazio vitale» in ordine alla profezia
Il modello religioso di verginità realizza questo obiettivo del Regno. Risiede in questo dato il segreto di una vergini-
richiamando alla relatività e al senso escatologico dell'esi- tà consacrata, realizzata compiutamente e felicemente vis-
stenza umana, dicendo in atto come la salvezza del mon- suta, attuata non al di fuori della propria condizione stori-
do comporti un distacco, una libertà, senza cui si rischia ca, ma in essa e attraverso di essa. A titolo esemplificativo ·
di idolatrare noi stessi e le realtà che ci circondano, per- si possono indicare alcune di queste situazioni vitali che
dendo di vista il senso più profondo e più alto della nostra una piena realizzazione del carisma della verginità deve
.esistenza. Il voto di verginità diventa un segno della libertà saper trasformare in realtà teologica:
nuova a cui Cristo chiama tutti gli uomini. Va inteso in - i rapporti frequenti o quotidiani con l'altro sesso o con

110 111
ogni altro da sé, con l'atteggiamento di maturità, di disin- · sacrata deve guardarsi da alcuni atteggiamenti che posso-
voltura e di naturalezza che richiedono, liberandosi sia da no essere ambigui o pericolosi:
inutili «tabù» che da forme di contrapposizione oppure di
1. L'isolamento che in determinate situazioni fisiche,
dipendenza affettiva;
psichiche o morali può diventare scoraggiamento, senso di
- le situazioni morali negative con cui, per ragioni profes- · vuoto o cedimento affettivo; in tutti questi casi, è necessa-
sionali, apostoliche o di volontariato, si viene a contatto rio avere il coraggio di ricercare le cause del malessere, fa-
che richiedono la capacità di superare pudori inutili, timo- cendosi aiutare se necessario e intensificando la dimensio-
ri ingiustificati oppure curiosità morbose, in uno sforzo di ne della preghiera, dell'ascolto della parola di Dio e della
aggettivazione e di aiuto conèreto alle persone; vita sacramentale.
- la possibilità di esprimersi nel proprio ambito di vita o 2. Il senso di inferiorità di fronte alle persone sposate
di impegno professionale, realizzandosi come uomini e che può condurre ad un inconscio atteggiamento di invi-
donne, con le proprie attitudini maschili o femminili e con dia o di rivalità o, per contro, ad un malinteso senso di su-
le proprie qualità o talenti di natura e di grazia; periorità o di distacco dai coniugi e dalla loro vita, in una
- la possibilità di scambi sul piano della comunicazione e sorta di autosufficienza orgogliosa o di egoismo spirituale.
di autentiche amicizie cristiane che garantiscono - anzi- 3. L'autoritarismo, l'accentramento, l'intolleranza, la
ché ostacolare - una valida integrazione affettiva. durezza di tratti (specie in chi occupa posti di responsabili-
Di fatto tutto è o può diventare - a meno che non si tà); modi di agire che possono costituire manifestazioni
contrapponga alla propria scelta vocazionale -,una. situa- più o meno inconsce di trasferimento di energie; per con-
zione di crescita e di testimonianza profetica. E evtdente tro, atteggiamenti puerili, di ripicca o di egocentrismo che
che ciò richiede denotano infantilismi (psicologi e sociali) in aperto contra-
sto col senso della verginità consacrata.
un'autentica maturità, umana, cristiana, affettiva,
un forte senso di responsabilità e una costante lealtà 4. Il professionismo (altro è la professionalità, altro il
con se stessi e con Dio, professionismo!) in cui si può incorrere nell'ambito delle
proprie attività o competenze, riducendo il lavoro ad un
- un'intensa spiritualità centrata su Cristo e sul suo
efficientismo manageriale o addirittura ad un'affermazione
Regno,
di sé e del proprio ruolò, con una forte perdita di umani-
- una coscienza matura e un vivo discernimento asce- tà, di capacità di condividere la condizione degli ultimi e
tico. di fraternità.
Solo a queste condizioni le situazioni esistenziali e socio- Da tutti questi atteggiamenti, e da altri che si potrebbero
. logiche diventano «realtà teologiche», e quindi fattore di elencare, occorre guardarsi con attenzione: essi potrebbe-.
cresèita e forma di profezia. A tale scopo, come rovescio ro trasformare la profezia della verginità in una contro-
della medaglia, una saggia spiritualità della verginità con- profezia!

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113
PREGARE LA PAROLA PER UNA VERIFICA SPIRITUALE

Gesù aiutami a spargere il profumo La realizzazione della verginità consacrata richiede


ovunque io vada. un'autentica libertà interiore da cui nasce ia fecondità spi-
Inondami del tuo Spirito e della tua vita. rituale e fa di questo dono un segno profetico del Regno di
Penetra in me ed impossessati del mio essere, Dio in mezzo al mondo.
così pienamente che tutta la mia vita Che cosa vuol dire, per me, «libertà interiore da cui nasce
sia soltanto un'irradiazione della tua. la fecondità spirituale»? Da che cosa devo liberarmi e a che
Risplendi attraverso me e in me. cosa devo tendere? Sono un «segno profetico del Regno di
Che ogni anima che io avvicino Dio» nel mondo?
senta la tua presenza nella mia anima.
Che esse cerchino e vedano non più me, «Chi profetizza parla agli uomini per la loro edificazio-
ma soltanto Gesù. ne, esortazione e conforto». «Chi profetizza edifica l'as-
Resta con me! semblea».
Allora io incomincerò a splendere come splendi tu;
a splendere così da essere luce agli altri; · Come valorizzo la mia condizione storica di persona con-
la luce, Gesù, verrà tutta da Te; sacrata, il mio essere con gli altri, per farne una profezia vi-
e nulla di essa sarà mio; vente?
sarai tu ad illuminare gli altri attraverso me. La verginità mi conduce a vivere una nuova fraternità
Fa' che io ti lodi nel modo che a te più piace, con tutti? È «profezia» della realtà più profonda dell'amore
effondendo la tua luce su quelli che mi circondano .. cristiano, l'amore di Dio rivelato in Gesù?
Che io predichi di Te senza precj.icare,
non con le parole, ma col mio esempio: Il consiglio evangelico di castità mi fa «crescere in umani-
con la forza che trascina, tà», rendendomi disponibile agli altri?
con il suadente influsso del mio operare,
·con la manifesta pienezza dell'amore Disse un giorno l'Occhio:
che il mio cuore nutre per te 4 • «Vedo oltre queste valli un monte
velato di nebbia azzurra.
Non è meraviglioso?»
L'Orecchio udì
e, dopo aver ascoltato attentamente,
disse: «Ma dove sarebbe la montagna?
4 Dagli scritti del Card. J. Newman. Non la sento».

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------~--.-~,---~--~--------~-.,...~~-- - - - --- -- ---- -- - --

Allora parlò la Mano e disse: 8


«Sto cercando invano di percepirla
e di toccarla, VERGINITÀ CONSACRATA ED ESCATOLOGIA
ma non trovo montagne». (15' 1-28 .35-50)
E il Naso disse:
«Non ci sono monti:
non ne sento odore». «Ora, invece, Cristo è risuscitato dai
morti, primizia di coloro che sono
Allora l'Occhio si volse ·dall'altra parte, morti. Poiché se a causa di un uomo
e gli altri presero a discutere venne la morte, a causa di un uomo
della sua strana allucinazione: verrà anche la risurrezione dei morti; e
«deve avere qualcosa che non va!». come tutti muoiono in Adamo, così
tutti riceveranno la vita in Cristo» (15,
20-23).

La Chiesa è una comunità di redenti in cammino verso


l'escatologia finale; come tale non avrà il suo compimento
se non nella gloria del cielo quando si compirà il disegno
eternamente stabilito di ricapitolare tutto in Cristo e, per
mezzo dello Spirito, nel Padre (l Cor 3, 21-22; 8, 6; Ef l,
1O). Il battesimo è già l'ingresso in una condizione escato-
logica che caratterizza l'intera esistenza della comunità
credente (LG 48-51). L'eucaristia è la memoria della pa-
squa che preannunzia e preanticipa il ritorno glorioso del
Signore (1 Cor 11, 25): in essa si partecipa già alla risurre-
zione futura, la vita eterna (Gv 6, 55), e si alimenta inces-
santemente l'anelito verso quell'eschaton dei cieli nuovi e
della terra nuova che rappresenta il compimento definitivo
della storia (Ap 21-22).
La verginità consacrata riveste un ruolo particolare nel
vissuto escatologico della Chiesa: è un'espressione specifi-
ca e particolarmente forte della tensione di tutta la Chiesa,
sposa di Cristo, verso il pieno possesso dello Sposo:

116 117
- manifesta ai credenti i beni celesti già donati alla Chiesa chiamo e quello che avete creduto» (v. 11). La seconda
e operanti nel mondo, affermazione intende mostrare come la risurrezione di
- testimonia la condizione nuova e definitiva acquisita Cristo implichi la realtà della risurrezione dei morti e
con la redenzione di Cristo, d~nque coT?e s~a ~nco~cepibile non credervi. «Se si ;re-
- preannunzia la futura risurrezione e la gloria del Regno dlc~ ~he Cnsto e nsusc1tato da morte, come mai alcuni di
celeste, anticipando la vita dei risorti (LG 44). Vol dicono che non esiste la risurrezione dei morti?» (v.
12).
Il ragionamento presenta un andamento dialettico:
AsCOLTO DELLA PAROLA DI DIO
- da una parte, si dimostra che «se non c'è risurrezione
dei morti, nemmeno Cristo è risorto, e allora siamo falsi
Il testo di 1 Cor 15, 1-28.35-50 orienta a questa temati-
testi~onL.» (~. 13-16), avendo prima riportato le testi-
ca. A Corinto vi era molto scetticismo circa la risurrezione momanze relative alla realtà delle apparizioni del Ri-
dei morti (1 Cor 15, 2). Influenzati dal mondo greco, dove. sorto;
la risurrezione era considerata solo una grossolana inge-
nuità (At 17, 32), alcuni cristiani si domandavano se sia - dall'altra parte, si attesta che «se Cristo non è risorto
proprio vero che risorgeremo (il fatto, 15, 3-34) e, in caso va~a è la nostra fede e noi siamo ancora nei nostri pec~
affermativo, come risorgeremo (il modo, 15, 35-53). Lari- cati» (vv. 17-18), venendo a cadere il contenuto stesso
sposta di Paolo si fonda sul rapporto causale che intercor- della salvezza cristiana. Si tratta, con evidenza, di una
re tra la risurrezione gloriosa di Cristo e la risurrezione dei ~iale~ica di tipo rabbinico nella quale un argomento mo-
morti: se Cristo è risorto ed è trasfigurato nel suo corpo tiva l altro: negare la risurrezione dei morti equivale a
glorioso, anche noi risorgeremo e saremo trasfigurati nei negare la realtà della risurrezione di Cristo e, viceversa,
nostri corpi. con la conseguenza che «coloro che si sono addormenta-
ti in Cristo si sono perduti» (v. 18); il che renderebbe
inut!le la giustificazione e vana la speranza, e noi <~che
«Cristo è risuscitato, primizia di coloro che sono morti»
a?,bia~o ~pe~ato i? .Cristo» saremmo «da compiangere
(v. 20)
pm di tutti gh uommi» (v. 19). Il ragionamento paolino è
L'argomento paolino è cristocentrico-pasquale, e si svi- esattamente il contrario: «Ora, invece, Cristo è risuscitato
luppa in base a due affermazioni parallele. La prima affer- dai morti, primizia di coloro che sono morti. Poiché se a
mazione concerne la realtà della risurrezione di Cristo su causa di un uomo venne la morte, a causa di un uomo
cui Paolo non fa che trasmettere la tradizione da lui rice- verrà anche la risurrezione dei morti; e come tutti muoio-
vuta dagli Apostoli e di cui egli stesso si proclama testimo- no in Adamo, così riceveranno la vita in Cristo» (vv. 20-
ne oculare, assieme a centinaia di altri fratelli nella fede 22). La risurrezione di Cristo è il fondamento della fede
(vv. 3-10), con la conclusione: «Ecco quello che vi predi- nella risurrezione finale. ·

118 119
«E quando tutto gli sarà stato sottomesso, anche lui, il ducità non per suo volere, ma per volere di colui che l'ha
Figlio, sarà sottomesso a Colui che gli ha sottomesso ogni sottomessa e nutre la speranza di essere lei pure liberata dal-
cosa, perché Dio sia tutto in tutti» (v. 28) la schiavitù della corruzione, per entrare nella libertà della
gloria dei figli di Dio... Tutta la creazione geme e soffre fino
I vv. 23-28 sono indirizzati a mostrare il significato della ad oggi nelle doglie del parto» (Rm 8, 18-23). ·
risurrezione dei morti, e lo fanno in termini di signoria
upiversale del Signore Gesù. Tutti risorgeranno grazie a È interessante notare il legame che Paolo stabilisce, in
Cristo, «che è la primizia»; allora egli «riconsegnerà il re- questo testo, tra
gno a Dio Padre, dopo aver ridotto al nulla ogni principato - la condizione nuova in cui i cristiani sono ormai posti
e ogni potestà e potenza» (w. 23-24). La risurrezione fina- («noi, pur possedendo le primizie»)
le coincide con il trionfo glorioso del Cristo: è un evento - l'attesa della piena manifestazione di questa condizione
di «giudizio» che ratificherà la storia e manifesta la sovra- estesa alla redenzione del corpo («gemiamo interiormente
nità del Redentore sul mondo. «Bisogna infatti che egli re- aspettando l'adozione a figli, la redenzione del nostro
gni finché non abbia posto tutti i nemici sotto i suoi piedi» corpo»)
(v. 25). La morte sarà definitivamente sconfitta e la regali-
·_ e la trasformazione della creazione chiamata a parteci-
tà del Risorto sarà manifesta: «L 'ultimo nemico ad essere
pare alla gloria dei figli di Dio («la creazione stessa atten-
annientato sarà la morte, perché ogni cosa ha posto sotto i
de ... per entrare nella libertà della gloria dei figli di Dio»).
suoi piedi» (vv. 25-27).
Si tratta di un unico grande evento di glorificazione esca-
Gesù è visto come il Signore a cui tutto è subordinato, . tologica.
che si presenta davanti al Padre per riconsegnargli quanto
gli ha affidato. «E quando tutto gli sarà sottomesso, anche
«La carne e il sangue non possono ereditare il regno di
lui, il Figlio, sarà sottomesso a Colui che gli ha sottomesso ·Dio» (v. 50)
ogni cosa, perché Dio sia tutto in tutti» (v. 28). La risurre-
zione escatologica costituisce l'estensione universale di ciò Nei vv. 35-50 l'Apostolo si sforza di esporre la natura di
che si è irrevocabilmente compiuto nell' eschaton di Cristo questo evento finale. Con quale corpo si risuscita? (v. 35).
e il compimento del disegno originario sulla creazione: Utilizzando l'immagine del seme, riesce ad affermare sia
«Dio tutto in tutti». E tale è la speranza della Chiesa e dei l'identità sostanziale che l'alterità tra il corpo terreno e il
battezzati. Così, se è vero - per usare il linguaggio della corpo celeste (vv. 36-37). Il processo spontaneo della ger-
lettera ai Romani - che «noi, pur possedendo le primizie minazione non è il processo ·soprannaturale della risurre-
dello Spirito, gemiamo interiormente aspettando l'adozione zione, ma tra i due sussiste un'analogia. «Così anche lari-
a figli, la redenzione del nostro corpo», è altrettanto vero surrezione dei morti: si semina un corpo corruttibile e ri-
che «la creazione stessa attende con impazienza la rivela- sorge incorruttibile ... » (vv. 42-43). Questo rapporto è
zione dei figli di Dio; essa infatti è stata sottomessa alla ca- espresso da Paolo con due termini significativi: corpo psi-

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- ----- ·-·~=··-~=·-·=·===~=~=========================

chico e corpo spirituale: «Se c'è un corpo psichico, vi è pu- il primo Adamo (2 Cor 5, 1-5); ma egli sa, in pari tempo,
re un corpo spirituale» (v. 44). di dimorare ancora in una «tenda» e di aspirare alla trasfi-
Il «corpo psichico» è quello animato dalla psiche (nefe- gurazione del proprio corpo ad immagine del corpo glo-
sh, in ebraico) come dal suo principio vitale, e indica l'uo- rioso di Cristo (Fil 3, 21). La sua è un'esistenza sospesa tra
mo nella sua condizione creaturale (Gn 2, 7). Il «corpo il «già» e il «non ancora». La morte è vinta, e tuttavia c'è
spirituale» è quello ricolmato dal dono dello Spirito ancora un'opera da compiere e per la quale prodigarsi:
(pneuma) di Dio, e corrisponde all'uomo redento da Cri- «Perciò, fratelli miei carissimi, rimanete saldi e irremovibili,
sto e vivente del suo Spirito (Rm 5, 5). Questo passaggio prodigandovi sempre nell'opera del Signore, sapendo che la
vostra fatica non è vana nel Signore» (v. 58).
conosce il suo compimento nella risurrezione finale: da
«psichico» il corpo diviene allora «spirituale», incorrutti- La scelta della verginità consacrata si situa entro questa
bile, glorioso, liberato dalle leggi della materia (vv. 42- dialettica, come un «già» e «non ancora», vissuto in pri-
44.53; 2 Cor 4, 17; Rm 8, 18; Fil3, 21; Col3, 4). Questa ma persona: ..
condizione gloriosa corrisponde a quella che è definitiva- - un «già» della condizione escatologica realizzato, per
mente propria del corpo di Cristo (Gv 20, 19; 19.26; Le grazia, in una scelta di libertà e di donazione totale di sé
24, 16). Il parallelismo tra Adamo, il primo uomo, e Ge- · che anticipa la condizione dei risorti;
sù, l'ultimo Adamo, serve a richiamare questa continuità: - un «non ancora» perché rimane pur sempre un'attesa,
al corpo «psichico» segue il corpo «spirituale» (vv. 44- con tutte le imperfezioni di chi vive in una condizione sto-
48). «Si semina un corpo psichico, risorge un corpo spiri- rica, e richiede un prodigarsi «nell'opera del Signore», to-
tuale» (v. 44). «Come abbiamo portato l'immagine del- talmente protesi verso la parusia finale ..
l'uomo di terra, così porteremo l'immagine dell'uomo cele-
ste» (v. 49). Un evento di tale portata non dev'essere inte-
so come un fatto di ordine semplicemente creaturale, ma «La vita nella verginità consacrata
divino, ed è solo frutto della potenza di Dio: «Questo vi è un'immagine della beatitudine del mondo futuro» 1

dico, o fratelli: la carne e il sangue non possono ereditare il Significativo si rivela, in questo ambito, il testo di Le 20,
Regno di Dio, né ciò che è corruttibile può ereditare l'incor- 27-40 e par.: «l figli di questo mondo prendono moglie e
ruttibilità» (v. 50). prendono marito; ma quelli che saranno giudicati degni
dell'altro mondo e della risurrezione dai morti, non prendo-
no moglie né marito, e nemmeno possono più morire, per-
APPROFONDIMENTO TEOLOGICO ché sono uguali agli angeli e, essendo figli della risurrezio-
ne, sono figli di Dio» (vv. 34-35). Il senso delle parole di
Il testo di l Cor 15 ci richiama con forza alla dimensio-
ne escatologica dell'esistenza battesimale: il redento sa di
essere ormai «rivestito» di Cristo, e non più «nudo» come 1
GREGORIO DI NISSA, Trattato sulla verginità, XIV, 4.

122 123
Gesù è chiaro: la vita escatologica è presentata come una chiamati e a cui la Chiesa tende con tutta se stessa. Pro-
forma di esistenza al di là della realtà storica del matrimo- prio per questo motivo la verginità per il Regno non è un
nio («non prendono moglie né marito»), indistruttibile e
sacramento, come si è già avuto modo di n.otare: prima di
definitiva («e nemmeno possono più morire»), paragona-
appartenere all'ordine dei segni, infatti, appartiene all'or-
bile a quella degli angeli («uguale agli angeli»), partecipe
del mistero del Risorto («figli della risurrezione») e P.ropria- dine della realtà: è una realtà escatologica che si fa segno,
mente divina («figli di Dio»). proclamando che gli ultimi tempi sono ormai presenti nel
mondo, anche se non ancora pienamente disvelati. Rima-
La verginità ha un riferimento tutto particolare a questa ne vero che i consacrati nella verginità -per quanto col-
forma di esistenza: è un anticipo terrestre della vita escato- locati in una tale oggettività -vivono ancora in una con-
logica e un simbolo reale; una realtà-segno. Come realtà dizione «carnale» che richiede un lungo tirocinio, e la lo-
essa proclama, con la sua semplice esistenza e senza biso- ro «realtà» rimane un «segno» sempre opaco in ordine
gno di parole, quale sarà la condizione finale dell'umani- alla rivelazione di ciò che veramente sarà la condizione
tà, quella destinata a durare in eterno, quando i rapporti dei risorti e· la Chiesa dell'escatologia.
umani non avranno· più la modalità espressiva che hanno
su questa terra e i nostri corpi saranno trasfigurati dalla La dinamica della verginità per il Regno va in questa
gloria del Kyrios. Come segno rimanda all'Assoluto di Dio, direzione: offre una testimonianza viva che «il tempo si è
al primato della sua salvezza e al significato ultimo della ormai fatto breve; d'ora innanzi quelli che hanno moglie,
storia, proclamando la transitorietà di questo mondo e vivano come se non l'avessero; coloro. che piangono come
l'appello ad orientarsi al «secolo futuro» quando il Signo- se non piangessero e quelli che godono come se non godes-
re Gesù «riconsegnerà il regno a Dio Padre, dopo aver ri- sero: quelli che usano del mondo come se non ne usassero
dotto al nulla ogni principato e ogni potestà e potenza» (vv. appieno: perché passa la scena di questo mondo!» (1 Cor
23-24). 7, 29-31). La verginità consacrata è una testimonianza in-
Gli autori del passato hanno molto discusso se la vergi- dirizzata a mantenere viva nella coscienza ecclesiale e nel
nità debba essere considerata come uno stato di vita più mondo che «la nostra patria è nei cieli» (Fil 3, 20), supe-
perfetto del matrimonio. Le opinioni sono state (e sono) rando la pretesa di voler racchiudere tutti gli orizzonti
fluttuanti. Forse non è giusto ritenere che la verginità rap- della vita nei soli confini visibili di questo mondo. Si trat-·
presenti una condizione di vita antologicamente più perfet- ta di un annunzio escatologico vivente. Di qui l'imperati-
ta del matrimonio: ognuna delle due vocazioni è uno stato vo morale per i consacrati a realizzare pienamente ciò
di perfezione in sé e nell'ordine che gli è proprio e chiama che già sono, in attesa di poter recitare, come ricorda un
con eguale forza alla santità e alla perfezione della carità; antico inno, il canto delle vergini: «Ecco, quello che desi-
.escatologicamente si può dire tuttavia che lo stato divergi- derai già lo vedo, quello che sperai già lo posseggo, sono
nità consacrata colloca, di fatto, in uno stato più avanzato unita in cielo a colui che sulla terra amai con tutta l'a-
rispetto alla condizione alla quale tutti i battezzati sono mma».

124
125
La verginità consacrata, anticipazione escatologica del Re- rappresenti una sorta di «laboratorio sperimentale» per la
gno di Dio realizzazione di una cultura in cui uomo e donna siano ri-
spettati e valorizzati nei loro propri valori. .
Il paradosso sta nel fatto che tale annunzio - per quant?
proteso al futuro- è da realizzare in questo mondo, da VI-
vere nel secolo presente. La verginità consacrata edifica il La verginità femminile come segno di promozione della
Regno di Dio oggi. Alla testimonianza dei vergini consa- donna nella società
crati è legata tutta una dimensione di attuazione della so- Particolarmente significativa in questa opera di umaniz-
vranità salvifica di Dio sulla storia e di manifestazione del- zazione del mondo è la testimonianza della verginità fem-
la sponsalità della Chiesa nel mondo. Per la sua pa_rte, i~ minile in ordine ad un'effettiva valorizzazione della donna
consiglio evangelico di verginità è come «un granellino d1 e come forma di attuazione di quel «genio femminile» cui
senapa che un uomo prende e semina nel suo ca~po; e~s? fa riferimento Giovanni Paolo n nella Mulieris dignitatem.
è il più piccolo di tutti i semi ma, una volta crescmto, e 11 Il Santo Padre, nell'enciclica, parla della «maternità e ver-
più grande delle altre piante e d~vent? un alber?, ta~to c~e ginità» come di forme specifiche della ricchezza del fem-
vengono gli uccelli del cielo e s1 anmdano fra 1 sum rami» minile. La verginità e la maternità rappresentano due di-
(Mt 13, 31-32). La verginità, come realtà-segno delRegno mensioni fondanti della vocazione della donna. In Maria
veniente di Dio, «Si può paragonare al lievito, che una ci è dato di verificare come esse si coniughino in unità vi-
donna ha preso e impastato con tre misure di farina, per: tale e si corrispondano reciprocamente (MD 17). La ma-
ché tutta si fermenti» (Mt 13, 33). Da qualunque parte s1 ternità èvocazione all'accoglienza e all'amore; è disponi-
rifletta, la verginità consacrata è una realtà missionaria: ~ bilità al dono di sé in risposta ad un dono ricevuto, acco-
chiamata rivolta alla coscienza più profonda dei consacrati glienza della vita e servizio alla vita (MD 18). Grazie alla
a gettarsi toto corde al servizio del Regno di Di~ ~e~ m?n- maternità di Maria, Madre di Dio fatto Uomo, ogni mater-
do e del suo compimento ultimo. La sua fecondtta s1 mtsu- nità è posta in relazione alla nuova alleanza, allo sposali-
ra in rapporto alla testimonianza e ai frutti del Regno. zio di Cristo con la Chiesa (MD 19). La verginità per il Re-
I consacrati nella verginità per il Regno sono chiamati a gno si radica sulla novità del Vangelo, manifestata per la
realizzare la loro vocazione non al di sopra o al di fuori prima volta da Maria, e conduce la donna a realizzarsi co-
delle realtà umane, ma nel cuore di esse come «segno pro- me persona e nella sua femminilità, come componente
fetico del Regno di Dio». Una simile testimonianza di ver- della Chiesa, sposa-vergine presentata al suo Sposo per le
ginità richiede il coraggio della presenza in ambienti spes- nozze escatologiche (MD 20). Anch'essa è vocazione al-
so difficili, il coraggio della testimonianza verginale in una l'accoglienza e all'amore, disponibilità al dono di sé e a
cultura largamente secolarizzata e indifferente. Vivere la servizio della vita. Matrimonio e verginità sono comple-
.verginità è fare opera di umanizzazione del mondo e ap~ir­ mentari nella prospettiva del Regno di Dio e, pur essendo
lo al suo futuro escatologico. Questo ultimo aspetto dtce due realtà distinte, hanno molteplici aspetti di convergen-
come la consacrazione verginale dell'uomo e della donna za. Entrambe, in modo proprio e reciproco, implicano

126 127
......_. . . ____ ~'"====================

una dimensione di sponsalità e manifestano la sponsalità donare n_utri~ento per ma~tenere viva la vita. Una pro-
della Chiesa. fonda attitudme al dono amma il corpo femminile. Le se-
Lo specifico della donna (la sua maternità) permette di grete leggi della vita sono ben note al cuore della donna:
comprendere tutto l'«umano» e il volto stesso di Dio, al sa che la vita si sprigiona dal lento marcire del seme nelle
punto che la stessa storia della salvezza, la Chiesa e la vi- pr~fondità del!a terra» 2 • La vergine consacrata non può
cenda umana non possono in alcun modo prescindere dal mtsconoscere m alcun modo questi tratti specifici del suo
mistero della donna, vergine-madre-sposa. La verginità va essere donna; deve invece potenziarli al massimo per farsi
compresa come ùna maternità secondo lo Spirito: rappre- portatrice di un autentico e integrale sviluppo umano.
senta una rinuncia per il cuore della donna, ma una ri- «Protagoniste di umanizzazione, pronte ad immergerci
~eli~ cose, a. mescol~rci ad esse per sprigionarne, fino al-
nuncia positiva, interamente indirizzata ad aprirsi ad una
l ulti~a particella, quel che contengono di 'vita eterna':
nuova fecondità che si esprime in molteplici forme e cam-
pe~~he n~tlla vada perduto» 3 • La verginità, secondo
pi, secondo i differenti doni (MD 21-22). Così, se il cari-
un tmmagme cara ai padri della Chiesa, è come la «buona
sma della verginità è contraddistinto da una singolare ca-
terra» che accoglie il seme della parola di Dio e lo fa ger-
pacità di testimoniare il «giorno del Signore» come escato- .mogliare al cento per cento (Mt 13, 8) 4.
logia in atto, esso non prescinde dalla maternità; al con-
trario, chiama a realizzarla ad un livello-altro come epifa-
nia vivente del volto femminile di Dio che, come una ma- PREGARE LA P AROLA
dre, consola suo figlio (ls 66, 13~, lo porta nel suo grembo
perché venga alla luce (ls 49, 15) e lo solleva con infinita «Tu che sei il più profondo Spirito del mio essere
tenerezza alla sua guancia (Os 11, 4), fino al termine della sei contento di me,
storia quando tergerà ogni lacrima dagli occhi dell'umani- Signore della mia vita?
tà (Ap 21, 4). Ti ho dato il mio calice
La corporeità sessuata della donna, nella verginità, anzi- pieno di tutti i colori e di tutte le delizie
ché annullata, è realizzata ad un nuovo livello e in una che l'uva spremuta del mio cuore ha versato.
nuova dimensione di maternità e di fecondità. «Il corpo Ho tessuto in un ritmo di colori e di canti
della donna è fatto per accogliere la vita fin dal suo nasce- la coltre del tuo letto,
re. Questa accoglienza si fa silenzio, attenzione, ascolto, e con l'oro fuso dei miei desideri
comprensione, tenerezza. Si trasforma in comunicazione ho forgiato giocattoli per le tue ore fuggenti.
profonda, intessuta più di gesti che di parole. Crea spazi
seinpre nuovi perché la vita si sviluppi e giunga a compi- 2
. mento. Diventa capacità di separazione, libertà di lasciare A. LUPPI, «Maternità e verginità»: due dimensioni della vocazione
della donna, in «<ncontro» 1/5 (1989) p. 25.
uscire, al momento opportuno, senza trattenere, senza sof- 3 L.c.
focare. Ma il corpo rimanda anche ad un altro significato: 4
Cf. ad esempio AMBROGIO, De virginibus, I, 60; PL 16, 216.

128 129
Non so perché mi hai scelto come tuo compagno, PER UNA VERIFICA SPIRITUALE
Signore della mia vita!
Conservi forse i miei giorni e le mie notti, In una società che tende a dissacrare i valori dell'amore
le mie azioni e i miei sogni e della sessualità, i consacrati secolari sono chiamati ad
per l'alchimia della tua arte? essere per il mondo contestazione vivente e segno profeti-
Congiungi alla catena della tua musica co del Regno di Dio.
i miei canti
dell'autunno e della primavera, Come realizzo questa mia chiamata? La mia consacrazio-
e cogli i fiori della mia età per la tua corona? ne verginale è una «contestazione» e un «segno profetico »
per il mondo? In che modo?
Vedo i tuoi occhi che fissano
nelle profondità del mio cuore, Che cosa vuoi dire testimoniare positivamente i valori
Signore della mia vita; connessi con la femminilità e con la mascolinità e parteci-
mi meraviglio che le mie colpe pare al progresso culturale delle donne e degli uomini in
e i miei errori siano stati perdonati. Italia? Mi sento protagonista di «Umanizzazione» nel mio
Sono molti i giorni in cui non ti ho servito Paese per la costruzione della «città dell'uomo» ad immagi-
e le notti nelle quali ti ho dimenticato. ne della «città di Dio»?
Sono inutili i fiori che fioriscono nell'ombra
se non ti sono offerti.
Cristo non ha mani;
Sovente le corde affaticate del mio liuto ha soltanto le nostre mani
si allentarono al tono della tua musica, per fare il suo lavoro oggi.
e sovente nella rovina delle ore sterili Cristo non ha piedi;
le mie sere desolate si sono riempite di lacrime. ha soltanto i nostri piedi
Ma i miei giorni sono giunti alla fine per guidare gli uomini
Signore della mia vita,
mentre le mie braccia diventano deboli sui suoi sentieri.
nell'abbraccio, Cristo non ha labbra;
i miei baci vanno perdendo la loro verità? ha soltanto le nostre labbra
Allora sciogli l'incontro per parlare di sé agli uomini.
di questo languido giorno. Cristo non ha mezzi
Trasforma in me il vecchio in fresche forme ha soltanto il nostro aiuto
deliziose; per condurre a sé gli uomini.
e fa ritornare le nozze ancora una volta Noi siamo l'unica Bibbia
in una rinnovata celebrazione della vita» 5 • che i popoli leggono ancora:
siamo l'ultimo messaggio di Dio
scritto in opere e parole
5 R. TAGORE, The Religion ofMan, London 1963, pp. 60-61. (Da una preghiera del xv secolo)

130 131
CONCLUSIONE - la verginità di Maria come «scelta personale»;
la verginità di Maria come «dono» e «missione»;
LA VERGINE MARIA,
- la verginità di Maria come «segno escatologico».
ICONA
DELLA PERFETTA VERGINITÀ CONSACRATA
LA VERGINITÀ DI MARIA COME «SCELTA PERSONALE»

La tradizione è stata concorde nel ritenere che Maria


abbia espresso un proposito di verginità. Il NT non è così
La verginità di Maria è icona della perfetta. vergin~tà chiaro. Non mancano tuttavia elementi in favore della tesi
consacrata. La stessa verginità della Chiesa e ogm vocazlO- classica. Il punto decisivo risiede nell'interpretazione della
ne verginale nella Chiesa costituisce la manif~sta~ione e il risposta che Maria dà all'angelo al momento dell'annun-
prolungamento della verginità della Madre d1 D10 (Theo- ciazione (Le 1, 34).
tokos). Il significato della verginità di Maria, sotto questo
Secondo l'esegesi tradizionale, che resta la più probabi-
aspetto, è inseparabilmente collegato al mis~ero dell~ sua
le, il sustrato semitico delle parole di Maria deve essere in-
maternità divina. Secondo i padri, la concez10ne vergmale
teso nel senso: «Come può avvenire ciò, poiché non voglio
di Maria riflette uno dei paradossi dell'incarnazione: come
conoscere uomo? Non intendo avere le relazioni coniugali
il farsi Uomo non altera la divinità dell'Unigenito di Dio,
proprie del matrimonio?» 3 • Luca lascia capire che Maria si
così la sua venuta nel mondo non altera la verginità di
è volontariamente collocata nella linea delle donne sterili
Maria. «Ella rimane quella che era (vergine) e diventa quel-
del' AT, accettando una situazione di assoluta povertà co-
lo che non era (madre)», dice Teodoto di Ancira. «Oueste
me era quella di una donna senza figli (cf. Le 1, 48: tapéi-
due cose _ aggiunge - non si escludono a vicenda, perché
nosis, un termine corrispondente a quello che usa Anna
colui che ella genera diviene Uomo senza cessare dz essere
per designare la propria condizione di sterilità, 1 Sam 1,
Dio» t. Egualmente sant'Agostino: «~ome potrebbe c.essa-
re di essere Dio per il fatto che diventa Uomo, lm per 11). Il fatto è tanto più significativo se si pensa a come tut-
te le fanciulle di Israele aspirassero legittimamente a poter
mezzo del quale sua Madre è rimasta vergine generando-
divenire la madre del Messia atteso. Rinunciare ad una si-
lo?»2.
mile possibilità rappresentava qualcosa di assolutamente
La riflessione su questo mistero richiede almeno un tri- paradossale per una ragazza e una scelta di massimo ab-
plice livello di approfondimento:

3 Cf. M. ZERWICK, « ... Quoniam virum non cognosco», in Verbum


t Omelia, 2: Sulla natività, 3; PG 77, 1377. Domini 37 (1959) p. 212: espone le diverse interpretazioni, concludendo
2 In Nativitate, 3; PL 39, 999. a favore di quella tradizionale.

132 133
bassamento. Che Maria fosse promessa sposa a Giuseppe di ringraziamento per le «meraviglie» che Dio ha compiu-
Bolo apparentemente contrasta con l'eventualità di una tale to in colei che si era collocata all'ultimo posto e per la rea-
scelta. Si può infatti pensare (come amavano ritenere i pa- lizzazione nel mondo delle promesse attese (l, 46-55).
dri) che tra i due fosse intercorso un accordo oppure più
La pedagogia di Dio è quella «di disperdere i superbi nei
probabilmente che la promessa di matrimonio, come era
d'uso, fosse stata presa dai rispettivi genitori. pensieri del loro cuore, di rovesciare i potenti dai troni, di
innalzare gli umili, di ricolmare di beni gli affamati, di ri-
Quest'ultima ipotesi spiegherebbe un altro aspetto della mandare a mani vuote i ricchi» (vv. 51-53). La verginità
figura di Maria: la sua fede totale nella potenza di Dio di- appartiene a questo tipo di pedagogia, a cui fa riferimento
nanzi ad una situazione umanamente insolubile, come tra- anche Paolo in un diverso contesto (l Cor l, 26-29); una
spare indirettamente dal detto: «Nulla è impossibile a pedagogia che si pone nel seguito del paradosso della Cro-
Dio», che rimanda a Gn 18, 14 («C'è forse qualcosa di ce, «scandalo per i giudei» e «stoltezza per i pagani», ma
impossibile per il Signore»), ed evoca la fede di Abramo: «potenza di Dio e sapienza di Dio» per i credenti (l Cor
«Dio stesso provvederà ... » (Gn 22, 8.14). Una fede totale l, 22-24). «Perché ciò che è stoltezza di Dio è più sapiente
che riapparirà nel momento in cui Maria, in attesa del fi- degli uomini e ciò che è debolezza di Dio è più forte degli
glio, si trova ad essere ripudiata da Giuseppe. Il Vangelo uomini» (l Cor l, 25). Non a torto alcuni autori vedono
non fa riferimento ad alcun tentativo di giustificazione o di nel Vangelo lucano dell'infanzia una prefigurazione del-
ricerca di soluzione umana da parte sua. Anche in quel- l'avvenimento pasquale. La tapéinosis della Vergine ri-
l'occasione vale il principio: «Dio stesso provvederà». manderebbe, in tal caso, all'etapéinosen del Calvario (Fil
«Nulla è impossibile a Dio». 2, 8). Il mistero della Vergine si collegherebbe al mistero
Maria ha scelto volontariamente una condizione di «ta- della Croce, e la sua verginità a quella di Cristo, venuto a
péinosis», di ultima; e la vive in un contesto di abbandono compiere la volontà del Padre fino al dono totale di sé.
pieno alla parola del Signore, senza sapere come ciò sarà
possibile. La Vergine porta se stessa in sacrificio, cammi-
nando come Abramo nella fede e sapendo che il Signore LA VERGINITÀ DI MARIA COME «DONO» E «MISSIONE»
provvederà. Questo abbassamento e questo abbandono
totale di fede si mutano col «fiat» dell'annunciazione in La scelta della verginità da parte di Maria si coniuga, nei
un innalzamento sopra tutte le donne e in benedizione per vangeli dell'infanzia, con la verginità come dono di Dio e
tutta l'umanità («Benedetta tu fra le donne e benedetto il missione. Luca, ricorrendo all'immagine dello Spirito di
frutto del tuo grembo» l, 42), secondo le promesse fatte ai Dio che si posa su Maria come aleggiava sulle acque della
padri. La lode di Elisabetta è centrata sulla fede che ha de- e
creazione a quella della potenza dell'Altissimo che rico-
terminato tutta la vita di Maria: «Beata colei che ha credu- pre Maria come la nube del Signore aveva ricoperto il
to nell'adempimento delle parole del Signore» (l, 45), a tempio antico, lascia intravedere come ciò che si compie
cui corrisponde il cantico del Magnificat: una lirica unica in Maria sia unicamente espressione dell'agire di Dio.

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'

«Spirito Santo» e «potenza dell'Altissimo» sono espressio- Sotto entrambi gli aspetti, la verginità conferisce a Maria
ni sinonime che rimandano all'azione di Dio-Trinità in un carattere di consacrazione: ella è messa a parte per di-
Maria. L'esclamazione stessa della Vergine evoca questa ventare la Madre del Messia. Il suo rapporto unico con lo
azione: «Grandi cose ha fatto in me l'Onnipotente ... Ha Spirito la colloca in una assoluta prossimità con la Trinità.
dispiegato la potenza del suo braccio» (Le l, 49-51). Ma t- La sua vita verginale rimanda alla missione unica affidata-
teo collega la verginità di Maria al compimento dell'oraco- le da Dio e che porta a Dio. Ella non ha altro compito nel-
lo di Isaia 7, 14 (M t l, 22-23) ed afferma esplicitamente la sua vita. Maria diviene l'immagine, coniata dallo Spiri-
che «Maria si trovò incinta per opera dello Spirito Santo» to, della creatura umana che vive completamente affidata,
prima di andare a vivere insieme a Giuseppe (M t l, 18.20- consacrata a Dio e, nello stesso tempo, l'espressione più
21). «Destatosi dal sonno, Giuseppe fece come gli aveva alta della perfetta verginità che si fa maternità nello Spiri-
ordinato l'angelo del Signore e prese con sé la sua sposa, la to. Come ha detto il Concilio: «La Madre di Dio è figura
quale, senza che egli la conoscesse, partori un figlio che egli della Chiesa nell'ordine della fede, della carità e della per-
chiamò Gesù» (l, 24-25). fetta unione con Cristo. Infatti, nel mistero della Chiesa, la
Secondo la tradizione dogmatica della Chiesa, Maria è quale pure è giustamente chiamata Madre e Vergine, la
vergine in tutto il suo essere, prima, durante e dopo il par- Beata Vergine Maria è andata innanzi, presentandosi in
to. «Fin dalle prime confessioni di fede -spiega il nuovo modo eminente e singolare quale Vergine e Madre» (LG
Catechismo Cattolico - la Chiesa ha confessato che Gesù 63).
è stato concepito nel grembo della Vergine Maria per la
Il parallelismo Maria-èhiesa, si riverbera sui vergini
sola potenza dello Spirito Santo, ed ha affermato anche
l'aspetto corporeo di tale avvenimento» (CCC 496). La li- consacrati. Coloro che sono chiamati alla verginità per il
turgia celebra Maria come la «Aeiparthenos», la «sempre Regno possono vedere in Maria, a pieno titolo, l'icona del-
vergine». Questa verità di fede include la piena dedizione la piena realizzazione della loro vocazione. Nella Beata
di Maria a Dio. È grazie alla sua verginità che Maria ha Vergine trovano la figura tipica, esemplare di una vergini-
potuto consegnarsi totalmente alla parola del Signore, sen- tà che si fa maternità nello Spirito: una verginità feconda a
za alcuna riserva: «Eccomi, sono la serva del Signore, av- livellb di agape e non di eros, una fecondità dell'Amore di-
venga di me quello che hai detto» (Le l, 38). Tutto il suo vino che viene dall'eternità e risale verso l'eternità. La ver-
essere è rimesso a Dio. Questo aspetto è fondamentale: ginità è essenzialmente, come lo fu per Maria, un dono di
- da una parte, la verginità di Maria manifesta l'iniziativa amore, un'offerta totale di sé, una consacrazione, uno
assoluta di Dio: è solo suo dono e opera sua, come l'incar- slancio, talmente forte, talmente irresistibile, da afferrare
nazione; tutto l'essere: non solo l'anima, ma il corpo, la ragione,
l'affettività, la creatura umana intera. Tutta la potenzialità
- dall'altra, essa esprime il rapporto unico in cui Maria è di amore contenuta nel cuore di ogni donna è polarizzata
.venuta a trovarsi per l'azione dello Spirito che ha suscitato
in Maria dal suo amore verso Dio.
l;Unigenito di Dio nel suo grembo secondo la natura uma-
na assunta. Il consacrato nella verginità è chiamato a «sperimenta-

136 137
re» la stessa pienezza, in una dimensione di incontro tra il nanzi al pellegrinante popolo di Dio quale segno di sicura
divino e l'umano quale si è realizzato nel grembo di Ma- speranza e di consolazione fino a quando verrà il giorno del
ria. Non può più contrapporre l'uno all'altro. L'incarna- Signore» (LG 6~). In lei si è già compiuto quanto deve
zione è il superamento di ogni dualismo. Dal momento in compiersi in tutti noi., Maria è entrata corporalmente nella
cui Maria ha detto il suo «fiat» non è più permesso al cre-
gloria della Trinità nella quale altrettanto corporalmente
dente di ragionare per categorie contrapposte. L'irruzione
tutti noi siamo chiamati ad entrare. Il corpo umano ha
di Dio in Maria rappresenta l'inizio di una nuova condi-
zione di esistenza. L'umanità è «gravida» della presenza di realizzato in lei il suo significato ultimo. Come è stato
Cristo. Si richiede solo di averne la consapevolezza e di in- ostensorio vivente di Cristo nella storia, così rappresenta
serirsi in prima persona entro queste profondità della sto- un segno e un pegno della condizione di glorificazione
ria per lasciarsi afferrare dalla presenza del Logos eterno nella quale anche i nostri corpi sono chiamati ad entrare.
nel quale tutto è stato creato e verso il quale tutto conver- Quanto si è realizzato in Gesù risorto si è dispiegato in sua
ge. La figura di Maria si colloca entro questo «mysterion», Madre e si dispiegherà in noi nella risurrezione dell'ultimo
questa «historia salutis»; lo stesso vale per la Chiesa e vale giorno. La nostra corporeità non è destinata alla fine tota-
per i consacrati. «Sia dunque per noi la vita di Maria co- le. Se già oggi è dimora della Trinità, essa diverrà nella ri-
me la stessa verginità fatta persona e da essa, come da uno surrezione dei morti luogo di partecipazione alla gloria tri-
specchio, risplenda la bellezza della castità e il tipo di ogni nitaria. Maria assunta in cielo «in anima e corpo» annun-
virtù» 4 • cia al mondo la realtà di un simile evento. Ella è la prima
redenta. Quanto è stato operato nella sua corporeità è an-
nuncio vivente per tutto il popolo cristiano pellegrinante
LA VERGINITÀ DI MARIA COME «SEGNO ESCATOLOGICO» sulla terra.
La concezione verginale rappresenta - è una prospettiva L'Assunzione della Vergine alla gloria celeste proclama
degli stessi evangelisti- come una nuova creazione, il se- nello stesso tempo il valore del corpo della donna di fronte
gno escatologico di ciò che Dio vuole realizzare nel mondo. ad ogni esaltazione pagana, antica o moderna, di esso.
Il dogma della verginità di Maria si collega e si compie in «Se Bergson ha potuto qualificare la nostra civilizzazione
quello dell'assunzione della Vergine entrata «in anima e come afrodisiaca, e se le forze del peccato si servono del
corpo» nella pienezza della gloria di Dio. «La Madre di corpo della donna per imporre la loro tirannia e sollecita-
Gesù, come in cielo glorificata ormai nel corpo e nell'ani- re al male, Maria Assunta attesta che Dio invece si serve
ma è immagine e inizio della Chiesa che dovrà avere il suo del corpo della donna per la diffusione della santità nel
compimento nel!'età futura, così sulla terra brilla ora in- mondo. L'Assunzione è un trionfo della nobiltà materna
come della purezza verginale, che assicura l'appartenenza
'a Dio del corpo e dell'anima; fa comprendere la dignità
4 AMBROGIO, De virginibus, II, 6-7. suprema che il Signore desidera conferire al corpo femmi-
138 139
nile in una prospettiva soprannaturale» 5 • Si pone in que- INDICE
sto ambito la sacramentalità - in senso la'to - del corpo di
Maria per il popolo cristiano in cammino sulla terra.
Scriveva Paolo VI: «La solennità del15 agosto celebra la Introduzione
gloriosa Assunzione di Maria al cielo: è questa la festa del LA VERGINITÀ PER IL REGNO:
suo destino di pienezza e di beatitudine, della glorificazio- UN VALO RE DA RISCOPRIRE 5
ne della sua anima immacolata e del suo corpo verginale,
della sua perfetta configurazione a Cristo risorto; una festa 1. MISTERO DI CRISTO E VERGINITÀ CONSACRATA
che propone alla Chiesa e all'umanità l'immagine e il con- (1 Cor 3, 10-23) 19
solante documento dell'avverarsi della speranza finale» 6 •
Più di recente, gli ha fatto eco Giovanni Paolo n: «Grazie 2. CORPOREITÀ E CONSACRAZIONE VERGINALE
a questo speciale legame che unisce la Madre di Cristo (1 Cor 6, 12-20) 30
con la Chiesa, si chiarisce meglio il mistero di quella 'don-
na' che, dai primi capitoli del libro della Genesi fino all'A- 3. CONSACRAZIONE VERGINALE E MOTIVAZIONI
pocalisse, accompagna la rivelazione del disegno salvifico (1 Cor 7, 32-33) 45
di Dio nei riguardi dell'umanità. Maria, infatti, presente
nella Chiesa come Madre del Redentore, partecipa mater- 4. EUCARISTIA E VERGINITÀ CONSACRATA
namente a quella 'dura lotta contro le potenze delle tene- (1 Cor 11, 17-34) 59
bre' che si svolge durante tutta la storia umana. E per que-
sta sua identificazione ecclesiale con la 'donna vestita di 5. CARISMI E VERGINITÀ CONSACRATA
sole' (Ap 12, 1), si può dire che la Chiesa ha già raggiunto (1 Cor 12, 1-31) 73
nella beatissima Vergine la perfezione per la quale è senza
macchia e senza ruga; per questo, i cristiani, innalzando 6. VERGINITÀ CONSACRATA E CARITÀ
con fede gli occhi a Maria lungo il loro pellegrinaggio ter- (1 Cor 13, 1-13) 87
reno, si sforzano ancora di crescere nella santità. Maria,
l'eccelsa figlia di Sion, aiuta tutti i suoi figli -dovunque e 7. VERGINITÀ CONSACRATA E MONDO
comunque essi vivano - a trovare in Cristo la via verso la (1 Cor 14, 1-5) 101
casa del Padre» 7 •
8. VERGINITÀ CONSACRATA ED ESCATOLOGIA
(15, 1-28. 35-50) 117
5 J, GALOT,Maria, la donna nell'opera della salvezza, Roma 1984, p.
324. - Conclusione
6 Marialis cultus, 2 febbraio 1974, n. 6. LA VERGINE MARIA,
7 Redemptoris Mater, 25 marzo 1987, n. 47. ICONA DELLA PERFETTA VERGINITÀ CONSACRATA 132

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Finito di stampare nel mese di gennaio 1996
dalla Tipografica Sodale S.p.A.- viale Europa 12, 20052 Monza (Milano)

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