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RICHIAMI TEORICI
Sia (ak ), k ≥ k0 una successione numerica reale. Prendiamo, per il momento, k0 = 0. Sappiamo
che possiamo rappresentare tale successione nel modo che segue, elencandone le immagini:
ak k∈N
= (a0 , a1 , a2 , a3 , ..., ak , ... ).
L’obiettivo che ci si pone è quello di dare significato alla somma degli infiniti valori che as-
sume la successione data; in breve, riuscire a dare senso a una scrittura del tipo
a0 + a1 + a2 + a3 + ....,
Per poter riuscire in questa impresa (che ci mette di fronte a una somma ma con un nu-
mero infinito di addendi) il primo strumento dell’analisi che sembra venirci in aiuto è quello del
limite (che, come sappiamo, ci consente di interagire in maniera soddisfacente con l’infinito).
Introduciamo quindi una nuova successione (sn ) : N −→ R, detta successione delle somme
parziali associate ad (ak ), definita come segue:
s0 := a0
s1 := a0 + a1
s2 := a0 + a1 + a2
s3 := a0 + a1 + a2 + a3
..
.
n
X
sn := a0 + a1 + a2 + ... + an−1 + an = ak
k=0
..
.
A questo punto, risulta naturale chiedersi se la successione (sn ) appena introdotta ammet-
ta o non ammetta limite: l’idea è infatti quella di accedere alla somma infinita, cioè la serie
numerica, cercando di definire il valore del limite della successione (sn ).
lim n
n n→+∞ +∞ +∞
X X X X
lim sn = lim ak = ak = ak = an .
n→+∞ n→+∞
k=0 k=0 k=0 n=0
L’espressione
+∞
X
an
n=0
viene detta serie numerica, mentre an viene detto termine generale della serie.
+∞
X
• se esiste lim sn = s ∈ R, diremo che la serie numerica an è convergente e ha per
n→+∞
n=0
somma s;
+∞
X
• se esiste lim sn = ∞, diremo che la serie numerica an è divergente; in particolare,
n→+∞
n=0
la serie si dice positivamente divergente se il limite vale +∞, negativamente divergente se
il limite vale −∞.
+∞
X
• se non esiste lim sn , diremo che la serie numerica an è indeterminata o oscillante.
n→+∞
n=0
In definitiva, la somma di una serie altro non è che il valore del limite (finito o infinito) della
successione delle somme parziali n−esime associata alla successione di partenza ak .
A questo punto ricordiamo i principali criteri che intervengono per stabilire il carattere di
una serie: studiare il carattere di una serie significa stabilire se la serie data sia convergente,
divergente o indeterminata.
Supponiamo, d’ora in poi, che le serie che consideriamo siano definite a partire da un certo
naturale n0 ≥ 0, dopo il quale ogni valore assunto da an risulti essere un numero reale.
Il primo dei teoremi inerenti lo studio del carattere di una serie numerica è noto come Condi-
zione Necessaria per la convergenza.
Si tratta di un teorema di fondamentale importanza e sta alla base di qualsiasi considerazione
successiva.
È bene precisare che si tratta di un teorema valido per qualsiasi tipo di serie numerica.
3
∞
X
• Se lim an 6= 0, allora la serie an è sicuramente NON CONVERGENTE.
n→∞
n=n0
• Se lim an = 0, la serie può convergere oppure non convergere. Servono allora dei criteri
n→∞
di convergenza per studiarne il carattere.
Il teorema fornisce quindi una condizione necessaria ma non sufficiente ai fini della con-
∞
X
vergenza. Necessaria in quanto, se lim an 6= 0, sicuramente la serie an non converge; non
n
n=n0
sufficiente in quanto, come già osservato, la condizione lim an = 0 non garantisce la conver-
n→∞
genza della serie. Si pensi ad esempio alla serie armonica
∞
X 1
,
n=1
n
divergente, ma tale che
1
lim = 0.
n→∞ n
vale a dire quelle serie i cui addendi, da un certo indice n in poi, assumono tutti valore di segno
positivo.
Non importa se i primi (in numero finito) termini della una serie siano di segno negativo o al-
terno; quello che conta (per poter affermare di essere in presenza di una serie a termini positivi)
è che da un certo n in poi i termini che si sommano non cambino mai più segno fino all’infinito.
Ad esempio, la serie
4
∞
X n2 − 10
,
n=1
n3 (n + 1)
è a termini positivi.
Infatti, il temine generale (an ) assume segno positivo a partire da un certo indice naturale n.
Per individuare tale naturale, risolviamo la disequazione
an ≥ 0.
Si ha
n2 − 10
≥ 0.
n3 (n + 1)
n2 − 10 ≥ 0,
da cui √ √
n ≤ − 10 ∪ n ≥ 10.
Una precisazione: vi sono anche le serie di termine negativo: lo studio del loro caratte-
re è lo stesso di quello delle serie a termini positivi. Questo perché, raccogliendo il segno meno
nel termine generale della serie e portandolo fuori dalla sommatoria (sfruttando la linearità), si
ottiene l’opposta di una serie a termini positivi. Pertanto la convergenza o divergenza è ricon-
dotta alla convergenza o divergenza della corrispondente serie a termini positivi (ovviamente,
se la serie a termini positivi converge, la corrispondente serie a termini negativi converge ma
ad un valore numerico opposto; idem per la divergenza (avremo la divergenza a −∞)).
Ad esempio
∞ ∞
X 1 X 1
− =− .
n=1
n n=1
n
5
Poiché ∞
X 1
n=1
n
diverge negativamente.
Il problema è invece rappresentato dalle serie di segno variabile (in cui il segno degli addendi
non è costante e può anche variare senza una particolare regola). Ma su di queste torneremo
più avanti.
Per le serie a termini positivi valgono, come si anticipava, dei criteri che consentono di sta-
bilirne il carattere (convergenza o positiva divergenza).
an ≤ bn per ogni n ≥ n.
∞
X ∞
X
• Se bn converge allora anche an converge.
n=n0 n=n0
∞
X ∞
X
• Se an diverge allora anche bn diverge.
n=n0 n=n0
∞
X
• Analogamente, poiché an ≤ bn , è facile convincersi del fatto che se an diverge allora
n=1
∞
X
anche bn diverge, in quanto in essa si sommano addendi più grandi di quegli altri che
n=n0
∞
X
già facevano divergere la serie an .
n=n0
Se, invece,
∞
X
bn
n=n0
∞
X
diverge, nulla si può dire del carattere della serie an , in quanto avendo addendi rispettiva-
n=n0
+∞
X
mente più piccoli di quelli di bn , potrebbe essere convergente ma anche divergente.
n=n0
Analogamente, se
∞
X
an
n=n0
in quanto i suoi addendi, essendo più grandi di quelli della prima serie, potrebbero comportare
la divergenza della seconda serie, come, invece, potrebbero comportarne la convergenza.
∞
X ∞
X
1. Se ` ∈]0, ∞[, allora an converge ⇐⇒ bn converge,
n=n0 n=n0
cioè le due serie hanno esattamente lo stesso carattere.
∞
X ∞
X
2. Se ` = 0 e bn converge, allora anche an converge.
n=n0 n=n0
7
∞
X ∞
X
3. Se ` = +∞ e bn diverge, allora anche an diverge.
n=n0 n=n0
Il punto più importante del precedente teorema è senza ombra di dubbio il punto 1. Infatti,
esso garantisce che se ` 6= 0 e ` 6= ∞ allora le due serie hanno esattamente lo stesso ca-
rattere (la convergenza/divergenza dell’una comporta la convergenza/divergenza dell’altra, e
viceversa).
Questo criterio si usa fondamentalmente quando si vuole studiare il carattere di una serie
a termini positivi il cui termine generale appare complicato.
Si cerca quindi di esibire un’opportuna successione bn che dia luogo ad una serie più sem-
plice da studiare rispetto a quella associata ad an o che, perlomeno, sia riconducibile ad una
serie particolare il cui carattere sia noto dalla teoria (ad esempio, la serie geometrica, la serie
armonica, ... ). Ciò che è essenziale è che la successione bn verifichi
an
` = lim ∈]0, ∞[.
n→∞ bn
Ma come introdurre una successione bn che renda quel limite ` diverso da zero e da ∞?
Fondamentalmente si segue questa regola. Si guardano i vari fattori che costituiscono il termine
generale an della serie assegnata.
• Se, infine, un fattore tende ad una quantità finita, lo si sostituisce con tale quantità.
Si ha
3 2
n + log n − arctan n sin
n
an = 2 .
e n (log n)2
8
Ricordando che
sin x
lim = 1 ∈]0, ∞[,
x→0 x
sin n2
lim 2 = 1 ∈]0; ∞[.
n→∞
n
2 2
Quindi, in bn , sostituiremo sin con .
n n
Il terzo fattore: e1/n .
Si ha
lim e1/n = e0 = 1 ∈]0; ∞[.
n→∞
n3 · n2
bn = ,
1(log n)2
non ci meravigliamo, visto come l’abbiamo costruita, del fatto che si ottenga
facilmente trattabile in quanto riconducibile alla serie armonica generalizzata con il logaritmo
(che dopo richiameremo).
∞
X
1. Se ` < 1 allora an converge.
n=n0
∞
X
2. Se ` > 1, allora an diverge.
n=n0
∞
X
3. Se ` = 1, allora non si può concludere nulla circa il carattere di an .
n=n0
∞
X
1. Se ` < 1 allora an converge.
n=n0
∞
X
2. Se ` > 1, allora an diverge.
n=n0
10
∞
X
3. Se ` = 1, allora non si può concludere nulla circa il carattere di an .
n=n0
11
Sono dette serie di segno variabile quelle serie il cui termine generale non assume segno co-
stante.
Ad esempio,
∞ ∞
X sin n X n!
, (−1)n
n=0
n4 + 1 n=0
n2+1
sono delle serie di segno variabile (in particolare, la seconda è di segno alterno, in quanto i suoi
addendi si alternano: uno positivo, uno negativo, uno positivo, ....).
Per lo studio del carattere di tali serie esistono fondamentalmente due criteri. Quello della
convergenza assoluta (che può essere invocato in presenza di una qualsivoglia serie di segno
variabile), e il criterio di Leibniz (applicabile solamente per le serie di segno alterno).
Il criterio che ora enunciamo, invece, vale solo per le serie di segno alterno, ossia quelle
serie della forma
∞
X
(−1)n bn , con bn ≥ 0.
n=n0
12
CRITERIO DI LEIBNIZ
∞
X
Sia (−1)n bn una serie di segno alterno.
n=n0
Se
• lim bn = 0 e
n
allora ∞
X
(−1)n bn
n=n0
converge.
rn = |s − sn | ≤ bn+1 .
La precedente vuole essere una stima del residuo n−esimo, vale a dire dello scarto tra l’effettiva
somma della serie e la somma ottenuta sommando soltanto i primi n termini della successione
(−1)n bn .
Anzitutto si parte con lo studio della convergenza assoluta, sperando che la serie converga
assolutamente.
Nel caso in cui, invece, non ci sia convergenza assoluta, bisogna cercare di dedurre il carattere
per altra via, senza una regola ben precisa.
Se, però, la serie è di segno alterno, si può allora ricorrere al Criterio di Leibniz.
13
SERIE GEOMETRICA
ha il seguente comportamento:
1
• CONVERGE se |q| < 1 e ha per somma S = ,
1−q
• DIVERGE a +∞ se q ≥ 1,
• È INDETERMINATA se q ≤ −1.
La serie
∞
X 1
, α∈R
n=1
nα
La serie
∞
X 1
, α, β ∈ R
n=2
nα (log n)β
• CONVERGE
• DIVERGE POSITIVAMENTE
ESERCIZI SVOLTI
Svolgimento.
en
n5/n
1
= lim log 1 + n .
n→∞ e e
Anzitutto si ha
5/n 5 log n
lim n5/n = lim elog n = lim e n = e0 = 1.
n→∞ n→∞ n→∞
risulta convergente.
15
Svolgimento.
Risulta
Svolgimento.
n3 + sin n > 0 ∀n ≥ 1.
La struttura piuttosto elaborata del termine generale an suggerisce di fare riferimento al crite-
rio del confronto asintotico, di ricondurre cioè lo studio della serie assegnata allo studio di una
nuova serie
∞
X
bn
n=n0
Per introdurre una successione bn adatta, seguiamo i suggerimenti dati nei richiami teorici.
Consideriamo ciascun fattore.
Il primo fattore,
n3 + sin n,
consta di due addendi, n3 , che tende a +∞ e sin n, che non ammette limite per n → ∞ ma è
limitato tra −1 e 1. Tuttavia, per il Teorema del Confronto per le successioni, la somma dei
due addendi tende all’infinito (fatto osservato quando si sono studiati i limiti di successione).
Pertanto, nel complesso, si ha
n3 + sin n → +∞.
In questo caso, sappiamo di sostituire tutto il fattore con l’addendo di infinito maggiore, vale
a dire n3 (che, d’altra parte, è anche l’unico addendo che tende a +∞).
Nell’introdurre la nuova successione bn sostituiremo, al posto del fattore
il fattore
(n3 ).
Ogni addendo di questo fattore tende a +∞, quindi l’intero fattore tende a +∞.
Dobbiamo tenere l’addendo di infinito maggiore, vale a dire 2n5 .
Pertanto, la successione bn adatta al criterio del confronto asintotico è
n3 1 1
bn = 5
= · 2.
2n 2 n
17
Poiché la serie ∞
X 1
n=1
n2
converge (trattandosi della serie armonica generalizzata con α = 2 > 1), ne segue, per il criterio
del confronto asintotico, che pure la serie di partenza
∞
X n3 + sin n
n=1
2n5 + log n + n
converge.
Svolgimento.
Il fatto di dover calcolare la somma ci suggerisce che si tratti o di una serie geometrica o
di una serie telescopica.
Vista la struttura del termine generale (nel quale compaiono potenze del tipo q n ), indirizzia-
moci verso una serie geometrica.
Si tratta di una serie geometrica, vale a dire una serie del tipo
∞
X
qn.
n=n0
18
Per calcolarne la somma, applichiamo la formula ricordata nei richiami teorici, prestando però
attenzione al fatto che in questo caso si comincia a sommare dall’addendo che corrisponde a
n = 2: dovremo pertanto sottrarre al risultato la somma dei due addendi che corrispondono ad
n = 0 e n = 1.
Risulta
1 0 1 1 1 12 13
S = 18 · − q − q = 18 · 1 −1− = 18 · − =
1−q 1 − 12 12 11 12
144 − 143 3
= 18 · = .
11 · 12 22
Svolgimento.
∞
X
Si tratta di una serie di segno alterno, ossia una serie del tipo (−1)n bn .
n=2
In questo caso lo studio della convergenza assoluta non porta ad alcun risultato. Infatti, la
serie
∞ ∞ ∞
X X 1 X 1 1
|an | = √ = 1/2
= 0
n=2 n=2
log n n=2 (log n) n (log n)1/2
bn+1 ≤ bn ∀n ≥ 2.
log(n + 1) ≥ log n,
n + 1 ≥ n, ossia 1 ≤ 0,
Svolgimento.
Anzitutto, cerchiamo di ricondurre lo studio della serie assegnata a quello di una serie di ter-
mine generale più semplice, utilizzando il criterio del confronto asintotico.
L’idea sarà poi quella di applicare il criterio della radice (vista, in particolare, la presenza del
fattore n nell’esponente dell’ultimo fattore).
Dobbiamo cercare di capire a cosa tenda ciascun fattore.
Il primo fattore,
n2 + 1
20
tende all’infinito.
Sostituiremo tale fattore, nella successione bn che introdurremo, con l’addendo di infinito do-
minante, vale a dire
n2 .
αn + n.
lim αn = 0,
n→+∞
Quando introduremmo la successione bn sostituiremo, nel caso 0 < α < 1, questo fattore
con l’infinito dominante (che, in realtà, è l’unico infinito), vale a dire
n.
• Se α = 1 si ha che
αn = 1n = 1,
n,
lim αn = +∞,
n→+∞
21
αn ,
αn ,
Il terzo fattore che costituisce il termine generale della serie, invece, non lo modifichiamo (in
quanto si presenta in forma già favorevole all’applicazione del criterio della radice).
A questo punto, passiamo in rassegna i vari casi e studiamo, volta per volta, il carattere della
serie numerica
+∞
X
bn
n=1
+∞
X
equivalente (dal punto di vista del carattere) a an .
n=1
Distinguiamo i vari casi.
• 0 < α ≤ 1.
Come già osservato nella discussione precedente, la successione bn adatta all’applicazione
del criterio del confronto asintotico è
n log n n log n
n2
1 1
bn = · 1+ =n· 1+ .
n log n log n
s n log n log n
√
n 1 1/n 1
= lim n n · 1+ = lim n · 1+ .
n→+∞ log n n→+∞ log n
Poiché il limite di un prodotto di successioni è uguale al prodotto dei limiti delle singole
successioni (a patto che il prodotto di tali limiti abbia senso), calcoliamoci separatamente
i due limiti
log n
1/n 1
lim n , lim 1 + .
n→+∞ n→+∞ log n
Cominciamo con
lim n1/n .
n→+∞
La presenza della n sia alla base sia all’esponente ci suggerisce di ricorrere alla solita
formula
Si ha quindi
1/n 1
lim n1/n = lim elog n = lim e n log n =
x→+∞ n→+∞ n→+∞
log n
= lim e n = [e0 ] = 1,
n→+∞
lim(1 + t)1/t = e,
t→0
Si ha quindi
log n
1
lim 1 + = e.
n→+∞ log n
23
Anche stavolta applichiamo il criterio della radice (vi è, rispetto al caso precedente, la
presenza di un ulteriore fattore al cui esponente c’è la n, vale a dire il fattore αn ).
Calcoliamo p
` = lim n bn .
n→+∞
Si ha s n log n log n
n2/n
n n2 1 1
` = lim · 1+ = lim · 1+ =
n→+∞ αn log n n→+∞ α log n
1
= · e,
α
essendo
2/n 2 log n
lim n2/n = lim elog n = lim e n = e0 = 1
n→+∞ n→+∞ n→+∞
e log n
1
lim 1 + = e,
n→+∞ log n
lim(1 + t)1/t = e.
t→0
Pertanto
e
`= .
α
A seconda del valore di `, il criterio della radice consente di dare diverse conclusioni.
e
– Se ` = > 1, cioè se α < e, allora la serie diverge.
α
Per essere più precisi, ricordando che stiamo studiando il caso α > 1, si ha che
∞
X
se 1 < α < e allora la serie bn diverge;
n=1
24
e
– Se ` = < 1, ossia se α > e, la serie converge;
α
e
– Se ` = = 1, ossia se α = e, il criterio della radice non ci consente di concludere
α
+∞
X
nulla circa il carattere della serie bn .
n=1
Dobbiamo allora cercare di capire in altro modo il carattere di tale serie.
Cominciamo dunque a scrivere la serie ponendo α = e:
+∞ 2 n log n
X n 1
· 1+ .
n=1
en log n
In casi come questi (di inapplicabilità di un criterio, nella fattispecie il criterio della
radice) si spera di dimostrare la non convergenza della serie assegnata dimostran-
do che il termine generale non tende a 0 quando n → +∞ (sappiamo infatti che
condizione necessaria, ma non sufficiente, per la convergenza della serie è che il suo
termine generale sia infinitesimo per n → +∞).
Pertanto calcoliamo il limite
lim bn ,
n→+∞
sperando che tale limite non risulti 0. Se, infatti, dovesse risultare 0, la serie potreb-
be convergere come non convergere e dovremmo quindi cercare un’altra strada per
studiarne il carattere.
Procediamo col calcolo del limite.
Si ha, utilizzando la solita uguaglianza e il limite notevole
log(1 + t)
lim = 1,
t→0 t
" n log n #
2
n 1
lim bn = lim n
· 1+ =
n→+∞ n→+∞ e log n
n log n
1 1
n2 log 1 + log n n2 n log n · log 1 + log n
= lim · e n→+∞ en · e
= lim =
n→+∞ en
1
log 1 + log n 1
n2 n log n · ·
2
1 n
log n
n
= lim n · e log n = lim ·e =
n→+∞ e n→+∞ en
= lim n2 = +∞ =
6 0.
n→+∞
25
In definitiva:
• la serie converge per α > e;
• la serie diverge per 0 < α ≤ 1 ∪ 1 < α < e ∪ α = e, vale a dire per 0 < α ≤ e.
Svolgimento.
Applicando il Criterio del Confronto asintotico, cerchiamo di ricondurre lo studio della serie
X∞ X∞
an allo studio un’opportuna bn , più semplice da trattare e riconducibile a serie notevoli
n=1 n=1
(tipo l’armonica generalizzata/armonica generalizzata col logaritmo).
Dobbiamo quindi capire il comportamento di ciascun fattore del termine generale an al tendere
di n all’infinito.
Osservando il primo fattore, cioè l’intero numeratore, notiamo immediatamente che esso tende
all’infinito; in particolare l’infinito dominante è dovuto all’addendo n2 .
Nella nuova successione bn possiamo sostituire il fattore
n2 + log n
con
n2 .
Passiamo al denominatore.
log(n + 1)
lim = 1,
n→∞ log n
Possiamo quindi invocare il criterio del Confronto asintotico e affermare che le due serie
∞
X ∞
X
an e bn
n=1 n=1
Pensando alla serie armonica generalizzata col logaritmo, si ha che la serie in questione converge
soltanto se
α−2
> 1,
2
da cui
α > 4.
E =]4; +∞[,
27
Svolgimento.
Osserviamo anzitutto che la serie è convergente grazie al criterio del confronto asintotico.
Infatti, detta
2 1
bn = 2 = 2 ,
4n 2n
si ha ovviamente
an
lim = 1 ∈]0, +∞[.
n→∞ bn
risulta convergente.
Dovendo calcolarne la somma, ci aspettiamo che si tratti o di una serie geometrica o di una
telescopica.
Vista la forma del termine generale, escludiamo la prima eventualità.
Si deve trattare quindi di una serie telescopica, vale a dire della forma
∞
X
(bn − bn+1 ) .
n=n0
S = bn0 − lim bn+1 .
n→∞
bn − bn+1 .
Come già visto in classe, nel caso in cui il termine generale sia razionale, si può procedere con
la decomposizione della frazione utilizzando il metodo dei fratti semplici.
Scomponiamo il denominatore in fattori. Si tratta di un polinomio di secondo grado.
ax2 + bx + c,
ax2 + bx + c = 0
trovando le due soluzioni reali x1 e x2 (nel caso in cui non esistano soluzioni reali, il polinomio
non è scomponibile in R).
A questo punto si scompone il polinomio come
a · (x − x1 ) · (x − x2 ).
4n2 + 8n + 3 = 0,
si ottiene
√
−4 ± 16 − 12 −4 ± 2
n1/2 = = ,
4 4
da cui
6 3 2 1
n1 = − = − , n2 = − = − .
4 2 4 2
Pertanto
2 1 3 1 3
4n + 8n + 3 = 4 · n + · n+ =2·2· n+ · n+ =
2 2 2 2
Si ottiene
2 A B A(2n + 3) + B(2n + 1)
= + = =
(2n + 1)(2n + 3) 2n + 1 2n + 3 (2n + 1)(2n + 3)
da cui (
A=1
.
B = −1
Pertanto
2 1 1
= − .
(2n + 1)(2n + 3) 2n + 1 2n + 3
Detta
1
bn =
2n + 1
risulta
1 1
bn+1 = = .
2(n + 1) + 1 2n + 3
bn − bn+1 .
30
1 1
= −0= .
5 5
Svolgimento.
La presenza del termine sin(n!) rende la serie di segno variabile (non alterno), in quanto la
funzione seno assume i suoi valori tra −1 e 1. Non siamo quindi in presenza di una serie a
termini positivi.
Procediamo con lo studio della convergenza assoluta. Se la serie dei valori assoluti risultasse
convergente, potremmo affermare che pure la serie di partenza risulta convergente.
e studiamone il carattere.
Si ha banalmente
3n−2 + arctan(n3 ) 3n−2 + arctan(n3 )
|an | = sin(n!) ≤ = bn ,
(2n)! 16 n+12 n+1
(2n)! 16 2
| sin(n!)| ≤ 1.
La precedente maggiorazione ci indirizza verso l’applicazione del criterio del confronto. Se infat-
∞
X
ti riuscissimo a dimostrare che la serie bn è convergente, allora avremmo automaticamente
n=1
31
∞
X
provata pure la convergenza della serie |an |, in forza del criterio del confronto, per l’ap-
n=0
∞
X
punto. Nulla potremmo concludere, al contrario, nel caso sfortunato in cui la bn risultasse
n=1
divergente.
Per lo studio di tale serie (che è a termini positivi) procediamo come segue.
∞
X
Anzitutto, attraverso il criterio del confronto asintotico, cerchiamo di rendere lo studio di bn
n=1
il più semplice possibile, riconducendoci ad una serie con un termine generale cn più trattabile
ma con lo stesso carattere.
π
Osserviamo che, per n → ∞ si ha arctan(n3 ) → ; segue quindi che
2
n−2 π
+ arctan(n3 ) = 3+∞ + = +∞.
lim 3
n→∞ 2
Nel costruire la successione cn dovremo sostituire a questo fattore l’addendo di infinito più
potente, vale a dire 3n−2 .
A tale serie conviene applicare, vista la struttura del termine generale, il criterio del rapporto.
Dobbiamo valutare il limite
cn+1
` = lim .
n→∞ cn
Si ha
3n−1
cn+1 (2n + 2)! 4n+2 3n · 3−1 (2n)!4n · 4
` = lim = lim = lim · =
n→∞ cn n→∞ 3n−2 n→∞ (2n + 2)(2n + 1)(2n)! · 4n · 42 3n · 3−2
(2n)! 4n+1
3 1
= lim = 0 < 1.
n→∞ 4 (2n + 2)(2n + 1)
Poiché il limite del rapporto è ` < 1, segue immediatamente, per il criterio del rapporto, che la
serie ∞ ∞
X X 3n−2
cn = n+1
n=0 (2n)! 16
2
n=1
è convergente.
Quindi, per Confronto asintotico, pure la serie
∞ ∞
X X 3n−2 + arctan(n3 )
bn = n+1
n=0 n=0 (2n)! 16 2
è convergente.
A sua volta, ricordando la disuguaglianza
|an | ≤ bn ,
è convergente.
∞
X
Come già richiamato all’inizio dello svolgimento, essendo |an | convergente, ne segue che la
n=0
serie di partenza, ossia
∞ ∞
X X 3n−2 + arctan(n3 )
an = n+1 sin(n!)
n=0 n=0 (2n)! 16 2
Svolgimento.
Cerchiamo di ricondurre tale serie alla serie armonica generalizzata (in forza del criterio del
confronto asintotico).
Il numeratore va già bene.
n3 + 1,
n3 ,
si ha ovviamente
an
lim = 1 ∈]0, ∞[.
n→∞ bn
Studiamo allora
∞ ∞ ∞
X X n X 1
bn = 3
= 2
.
n=1 n=1
n n=1
n
Tale serie è ovviamente convergente (trattandosi dell’armonica generalizzata con α = 2 > 1).
X∞
Di conseguenza anche |an | converge.
n=1
∞
X
Pertanto segue anche la convergenza di an , che viene detta convergere assolutamente.
n=1
∞
√1
X
n
(−1) e n −1 .
n=1
Svolgimento.
Cominciamo col controllare se la serie converge assolutamente: in tal caso si avrebbe pure
la convegenza della serie di partenza. In caso di riposta negativa, procederemo col Criterio di
Leibniz (essendo in presenza di una serie di segno alterno).
n=1 n=1
Studiamo la serie
∞
√1
X
e n −1 .
n=1
Per n → ∞ si ha
√1
e n − 1 → 0,
35
risulta ovviamente
√1
e n −1
lim = 1 ∈]0; ∞[.
n→∞ bn
diverge.
è decrescente.
Lo è pure la successione
√1
e n − 1.
Quindi per il Criterio di Leibniz, la serie assegnata converge. Non vi è invece, come già osser-
vato, convergenza assoluta.
A questo punto diamo una stima dell’errore
r20 = |s − s20 |,
vale a dire il valore assoluto della differenza tra la somma effettiva della serie e la somma par-
ziale s2 0 arrestata all’addendo corrispondente ad n = 20.
Dalla teoria sappiamo che
Poiché
1
√
b21 = e 21 − 1 ≈ (1, 243858 − 1) ≈ 0, 243858,
si ha
r20 ≤ 0, 243858.
r50 ≤ b51 .
Poiché
√1
b51 = e 51 − 1 ≈ (1, 150306 − 1) ≈ 0, 150306,
risulta
Osserviamo che, come è giusto che sia, all’aumentare dell’indice n a cui arrestare la somma
parziale, si ottiene uno scarto dalla vera somma minore del precedente, il che sta a significare
che l’approssimazione della somma è migliore.
Per tali valori di x calcolarne la funzione somma S(x) e determinare il valore del limite
lim S(x).
x→−∞
Svolgimento.
Si tratta di una serie geometrica, vale a dire di una serie della forma
∞
X
qn.
n=0
Quindi
∞ 2n ∞ n
X ex X e2x
√ = x+6
.
n=0
ex + 6 n=0
e
|q| < 1,
ossia, se e solo se
2x
e
ex + 6 < 1,
vale a dire
2x
e
x
> −1
e +6 .
2x
e
<1
ex + 6
38
La prima delle due disequazioni è sempre soddisfatta (essendo ex > 0 per ogni x ∈ R). Pertanto
il sistema si riduce alla sola disequazione
e2x
< 1,
ex + 6
cioè
e2x − ex − 6
< 0,
ex + 6
che equivale a
e2x − ex − 6 < 0,
poiché il denominatore (ex + 6) è sempre maggiore strettamente di 0 (quindi non influisce sul
segno della frazione).
Per risolvere l’ultima disequazione, effettuiamo la sostituzione
ex = t,
ottenendo
t2 − t − 6 < 0.
da cui
t1 = −2, t2 = 3.
−2 < t < 3,
vale a dire, risostituendo t con ex ,
−2 < ex < 3.
Vista la positività della funzione esponenziale, la prima disequazione risulta sempre verificata.
Il sistema si riduce pertanto alla seconda delle due disequazioni, vale a dire
ex < 3,
che, passando al logaritmo (in base e) a entrambi i membri, equivale a
x < log 3.
] − ∞, log 3[.
Per tali valori di x calcoliamo la funzione somma, applicando la nota formula (in questo caso
non bisogna sottrarre nulla alla somma in quanto la sommatoria parte da n = 0):
1 1 1 ex + 6
S(x) = = 2x = ex +6−e2x
= .
1−q 1 − eex +6 ex +6
−e2x + ex + 6
lim S(x).
x→−∞
Si ha
ex + 6 e−∞ + 6
0+6
lim S(x) = lim = = = 1.
x→−∞ x→−∞ −e2x + ex + 6 −e−∞ + e−∞ + 6 0+0+6
al variare di α > 0.
Svolgimento.
La serie è evidentemente a termini positivi grazie alla presenza del valore assoluto.
Vista la struttura del termine entro valore assoluto, ovviamente infinitesimo, si intuisce im-
mediatamente che, per studiarne il comportamento all’infinito, bisogna ricorrere agli sviluppi
in serie di Taylor.
40
x3
sin x = x − + o(x4 ),
3!
1
si ha nel nostro caso, per n → ∞ (e conseguentemente→ 0),
n
1 1 1 1 1
sin = − · 3 + o .
n n 3! n n4
Pertanto risulta
1
sin − 1 1 1 1 1 1
n nα = n − 3! · n3 + o n4 − nα .
L’ordine di infinitesimo di tale termine dipende dai valori assunti dal parametro α.
• Se α = 1 si ottiene, per n → ∞,
sin 1 − 1 = − 1 · 1 + o 1 =
n nα 6 n3 4
n
1 1 1
· + o .
6 n3 n4
otteniamo
an 1
` = lim = ∈]0; +∞[.
n→∞ bn 6
Poiché
∞ ∞ ∞
X X
2/3 1 X 1
bn = n · 3 =
n=1 n=1
n n=1
n7/3
converge (in quanto si tratta della serie armonica generalizzata con α > 1), ne segue che
41
∞
X
anche la serie di partenza an converge.
n=1
1
• Se α > 1, allora l’infinitesimo da tenere (quello di ordine minore) è .
n
Se consideriamo quindi la successione
1
bn = n2/3 ·
n
risulta
an
` = lim = 1 ∈]0; +∞[.
n→∞ bn
Poiché
∞ ∞ ∞
X X
2/3 1 X 1
bn = n · =
n=1 n=1
n n=1 n1/3
diverge (in quanto si tratta della serie armonica generalizzata con α < 1), si ha che diverge
∞
X
pure la serie an .
n=1
1
• Se α < 1, l’infinitesimo da tenere (quello di grado minore) è ovviamente α .
n
Detta
1
bn = n2/3 · ,
nα
si ha
an
` = lim = 1.
n→∞ bn
hanno lo stesso ∞
carattere. ∞
X X
In particolare, an converge per tutti e soli i valori di α per cui converge bn .
n=1 n=1
42
In realtà
∞ ∞ ∞
X X 1 X 1
bn = n2/3 · =
n=1 n=1
nα n=1
nα−2/3
converge se e solo se
2
α− > 1,
3
ossia, se e solo se
5
α> ,
3
Svolgimento.
Si tratta di una serie di segno variabile, in particolare, è una serie a segno alterno. Infatti
(2n)!
il termine generale è dato dal prodotto di (−1)n per il termine sempre positivo n .
5 (n!)2
Cominciamo col considerare l’assoluta convergenza. Se la serie dei valori assoluti risulta con-
vergente, allora lo è pure la serie di partenza. In caso contrario, il test dell’assoluta convergenza
non ci dice nulla in merito al carattere della serie di partenza.
In quel caso, ricorreremo al criterio di Leibniz, applicabile in quanto la serie è di segno alterno.
Si ha
(2n + 2)!
|an+1 | 5n+1 [(n + 1)!]2 (2n + 2)(2n + 1)(2n)! 5n (n!)2
` = lim = lim = lim · =
n→∞ |an | n→∞ (2n)! n→∞ 5n · 5(n!)2 (n + 1)2 (2n)!
5n (n!)2
1 (2n + 2)(2n + 1) 4
= lim = < 1,
n→∞ 5 (n + 1)2 5
∞
X
quindi la serie |an | converge.
n=2
∞
X
Di conseguenza, la an converge assolutamente, quindi converge.
n=2
Svolgimento.
Innanzitutto, osserviamo che si tratta di una serie a termini positivi, in quanto log n > 0
per ogni n > 1.
Poiché si ha, per ogni n > 0, √
log n < n,
segue immediatamente che
log2 n < n.
Detta
1
bn = ,
n
si ha quindi
an > bn .
Poiché ∞ ∞
X X 1
bn =
n=2 n=2
n
è divergente (trattandosi della serie armonica), segue che, per il criterio del confronto, pure la
X∞
serie an risulta divergente.
n=2
44
Svolgimento.
Cerchiamo anzitutto di capire se si tratta di una serie a termini positivi o a segno variabi-
le.
Elenchiamo, in ordine crescente d’indice, alcuni termini della successione an , termine generale
della serie:
π π π
a1 = 1 · tan = 1 · 1 = 1, a2 = 2 tan , a3 = 3 tan , ...,
4 8 16
e cosı̀ via. I valori assunti dalla successione sono tutti positivi (in quanto la tangente, tra 0 e
π
, è positiva).
4
Pertanto la serie in questione è a termini positivi.
Lo studio di tale serie lo si può effettuare, ad esempio, ricorrendo al criterio del rapporto.
Bisogna pertanto valutare il limite
bn+1
` = lim .
n→∞ bn
Si ha
(n + 1)π
n
` = lim
bn+1
= lim 2n+2 = lim (n + 1)π · 2 · 2
n→∞ bn n→∞ n·π n→∞ 2n · 22 nπ
2n+1
1 n+1 1
= lim = < 1,
2 n→∞ n 2
∞
X
quindi la serie bn converge.
n=1
Svolgimento.
Si ha
√ √
q
lim 1 + n − n = [+∞ − ∞].
4
n→+∞
√ √
1+ n− n 1
=p √ √ =p √ √ .
1+ n+ n
4
1+ n+ 4n
Studiamo i fattori.
Stavolta, si ha
√ √
q
4
lim 1+ n+ n = +∞.
n→+∞
Il fattore
nβ+1
cioè quando
1
β>− ,
4
Svolgimento.
(a tale risultato si giunge con l’usuale scomposizione del trinomio di secondo grado o attraverso
la regola di somma e prodotto).
Riscriviamo quindi la frazione:
1 1
√ √ √ =p √ √ =
n2 + 3n + 2 · n+2+ n+1 (n + 1)(n + 2) · n+2+ n+1
1
=√ √ √ √
n+1· n+2· n+2− n+1
(la radice del prodotto l’abbiamo scritta tranquillamente come prodotto di due radici in quanto
i due fattori sono entrambi positivi).
A questo punto razionalizziamo opportunamente:
1
√ √ √ √ =
n+1· n+2· n+2+ n+1
√ √
1 n+2− n+1
=√ √ √ √ ·√ √ =
n+1· n+2· n+2+ n+1 n+2− n+1
48
√ √ √ √
n+2− n+1 n+2− n+1
=√ √ =√ √
n + 1 · n + 2 · (n + 2 − (n + 1)) n+1· n+2=
√ √
n+2 n+1 1 1
=√ √ −√ √ =√ −√ .
n+1· n+2 n+1· n+2 n+1 n+2
Detta
1
bn = √ ,
n+1
si ha
1 1
bn+1 = p =√ .
(n + 1) + 1 n+2
vale
1 1
S = bn0 − lim bn+1 = b1 − lim bn+1 = √ − lim √ =
n→∞ n→∞ 1 + 1 n→∞ n + 2
1 1
= √ −0 = √ .
2 2
19) Si dica per quali α ∈]0, +∞[ risulta convergente la serie a termini positivi
∞
X (n + 1)α − nα
1/α .
n=1 1
n2α 1 − cos
n
(1 + x)α − 1
(Suggerimento: si utilizzi il limite lim = α).
x→0 x
Svolgimento.
Cerchiamo anche in questo caso di applicare il Criterio del Confronto asintotico. È però neces-
sario cercare di capire come si comportano all’infinito i vari fattori che compongono il termine
49
(1 + x)α − 1
lim = α.
x→0 x
Cerchiamo di riscrivere il numeratore
(n + 1)α − nα ,
α
α 1
=n 1+ −1 .
n
1
Poiché n → ∞, si ha che → 0, quindi il termine
n
α
1
1+ −1
n
è del tipo
(1 + x)α − 1 con x → 0.
ossia, se e solo se
α2 − 2
> 0,
α
che risolta dà (ricordando che α > 0),
√
α> 2.
∞
X √
Pertanto la serie di partenza an converge per α > 2.
n=1
Svolgimento.
Si tratta di una serie di segno alterno, in quanto il termine generale è del tipo
an = (−1)n bn ,
ove bn è una successione strettamente positiva (infatti, per x > 0, si ha arctan x > 0).
Il fattore
1
arctan √
5
n
è infinitesimo per n → ∞.
Ricordando il limite notevole
arctan x
lim = 1,
x→0 x
col fattore
1
√ .
5
n
Per il criterio del Confronto asintotico, possiamo dire che le due serie
∞ ∞
X 1 X 1
arctan √ e √ .
n=1
5
n n=1
5
n
diverge.
Pertanto non si ha convergenza assoluta (e quindi non si può concludere nulla circa il carattere
della serie iniziale).
D’altra parte, trattandosi di una serie di segno alterno, si può utilizzare il criterio di Leib-
niz.
Ovviamente si ha
1
lim arctan √ = 0,
n→∞ 5
n
quindi bn è infinitesima.
Per controllare la decrescenza di bn dovremmo individuare quali siano i valori di n che ri-
solvono la disequazione
bn+1 ≤ bn .
√ 1
Tuttavia, essendo 5
n = n1/5 una successione crescente, si ha che la successione √ è monotona
5
n
decrescente.
Poiché la funzione arctan è crescente su tutto R ne segue, per composizione, che la successione
1
bn = arctan √
5
n
è monotona decrescente.
53
è convergente, in particolare è semplicemente convergente (in quanto la serie dei valori assoluti
diverge).
Svolgimento.
La serie è a termini positivi (in quanto il sin compare con potenza quadra).
Non è possibile applicare direttamente il Criterio del Confronto asintotico, in quanto non esiste
lim sin2 n
n
e, di conseguenza, nemmeno il
lim 3n sin2 n + 2 .
n
Poiché
0 ≤ sin2 n ≤ 1,
si ha ovviamente
3n sin2 n + 2 ≤ 3n · 1 + 2 = 3n + 2,
quindi, detta
3n + 2
bn = ,
4n + 1
risulta
3n sin2 n + 2 3n + 2
an = ≤ = bn ,
4n + 1 4n + 1
54
cioè
an ≤ b n .
Se la serie ∞
X
bn
n=1
∞
X
risultasse convergente, potremmo concludere pure la convergenza della serie an , grazie al
n=1
∞
X
Criterio del Confronto. Non potremmo invece concludere nulla nel caso in cui la serie bn
n=1
divergesse.
3n .
4n .
La nuova successione adatta per l’applicazione del criterio del confronto asintotico è quindi
3n
cn = .
4n
3
convergente, in quanto una serie geometrica di ragione q = < 1, ne segue che anche la serie
∞
4
X
bn è convergente.
n=1
A sua volta, per il Criterio del Confronto, anche la serie
∞ ∞
X X 3n sin2 n + 2
an =
n=1 n=1
4n + 1
è convergente.
Svolgimento.
∞
X ∞
X
Come al solito, cerchiamo di ricondurre lo studio della an allo studio di un’opportuna bn ,
n=1 n=1
invocando il criterio del Confronto asintotico.
n4
bn = α ,
n
56
risulta ovviamente
an
` = lim = 1 ∈]0, ∞[.
n→∞ bn
Ma la serie ∞ ∞ ∞
X X n4 X 1
bn = =
n=1 n=1
nα n=1
nα−4
Svolgimento.
si tratta cioè di un fattore infinitesimo. Si vede subito che in questo caso i limiti notevoli non
funzionano. Per studiarne il comportamento, ricorriamo agli sviluppi di Taylor.
x3
sin x = x − + o(x3 ),
6
57
Discutiamo ora il primo fattore del termine generale, esaminando i vari casi.
• Se β < 0, allora si ha
lim n3β = 0,
n
pertanto
In particolare l’infinito dominante (e anche unico che compare nel fattore) è log n7 =
7 log n.
Quindi il primo fattore lo possiamo sostituire con 7 log n.
Introducendo quindi la successione
1
bn = · 7 log n,
n3
risulta ovviamente
an
` = lim = 7 ∈]0, +∞[.
n→∞ bn
Poiché tale serie converge (essendo l’esponente di n maggiore di 1), segue che pure la serie
di partenza converge.
∞
X
Quindi, per il momento, la serie an converge per ogni β < 0.
n=2
58
• Sia ora β = 0.
La serie si riduce alla serie
∞
X
7
1 1
7 log n · − sin ,
n=2
n n
che è equivalente a
∞
X 1
,
n=2
n3 (log n)−1
convergente.
∞
X
Quindi, anche per β = 0, si ha la convergenza di an .
n=2
Quindi
Però, in questo caso, l’infinito dominante è n3β . Quindi il primo fattore si comporta come
n3β .
si ha banalmente
an
lim = 1 ∈]0, +∞[.
n→∞ bn
∞
X
Quindi, in forza del Criterio del Confronto asintotico, il carattere di an è lo stesso di
n=2
∞
X
bn .
n=2
Studiamo quindi per quali β > 0 converge la serie
∞ ∞ ∞
X X
3β 1 X 1
bn = n · 3 = .
n=2 n=2
n n=2
n3−3β
ossia per
2
β< ,
3
2
mentre diverge per β ≥ .
3
Pertanto, ricordando che siamo nel caso β > 0, la serie converge se e solo se
(
β>0
,
β < 32
ossia se e solo se
2
0<β< .
3
In definitiva, l’insieme dei β ∈ R per cui converge la serie
∞
X
3β 7
1 1
n + log n · − sin
n=2
n n
è dato dall’unione:
2
β≤0 ∪ 0<β< .
3
Svolgimento.
Vista la forma del termine generale della serie, conviene provare ad applicare il criterio del-
la radice.
Si ha
n2 # n1
s "
n2
n n n
lim = lim =
n n+1 n n+1
n −n n −1
n n+1 n+1
= lim = lim = lim =
n→∞ n+1 n n n n
n −1
1 1
= lim 1+ = e−1 = < 1.
n→∞ n e
Svolgimento.
Per poter applicare il Criterio del Confronto asintotico, dobbiamo cercare di capire quale sia
il comportamento del termine generale an per n → ∞, per poter cosı̀ esibire un’opportuna
successione bn , come da criterio.
Il numeratore tende all’infinito. In questo caso sappiamo di dover tenere l’addendo di infi-
nito maggiore, vale a dire
nn .
Pertanto
nn + 3n! − 2 log n ∼ nn .
2n + 1
tende all’infinito e pertanto, per i soliti discorsi, può essere sostituito con
2n .
61
Il fattore (2n)! non ha bisogno di essere sostituito con qualche altro fattore.
Si tratta di una tipica serie il cui studio è affrontabile col Criterio del rapporto.
Si ha
n
(n + 1)n (n + 1) 2n (2n)!
1 n+1 (n + 1)
= lim n · n
= lim · · =
n→∞ 2 · 2(2n + 2)(2n + 1)(2n)! n n 2 n (2n + 2)(2n + 1)
1 (n + 1) 1
= · e · lim = · e · 0 = 0 < 1.
2 n (2n + 2)(2n + 1) 2
Pertanto la serie
∞
X
bn
n=1
è convergente.
è convergente.
62
n=1
n n · (1 − cos (n−α/2 ))
Svolgimento.
Applicheremo il criterio del confronto asintotico, cercando di ricondurci alla serie armonica
generalizzata.
Cominciamo col fattore a numeratore: guardiamo il contenuto della tonda (poi eleveremo alla
α).
Cerchiamo di capire a cosa tende il fattore in tonda: si ha
π π π π
lim − arctan n = − arctan(+∞) = − = 0.
n 2 2 2 2
Per trattare tale fattore, occore ricordare l’identità notevole dimostrata in aula:
1 π
arctan n + arctan = , per ogni n > 0.
n 2
(non abbiamo fatto alcun limite o alcuna sostituzione di infinitesimi equivalenti. Abbiamo sem-
plicemente riscritto il termine in tonda utilizzando quell’identità).
Riscriviamo quindi la serie come segue:
∞ α
X arctan n1
√
n=1
n n · (1 − cos (n−α/2 ))
Come già anticipato effettueremo lo studio di tale serie applicando il criterio del confronto
asintotico.
Proseguiamo.
Osserviamo che il fattore
√
n n = n · n1/2 = n3/2 .
Quindi,
1
1 − cos α
→ 1 − cos 0 = 1 − 1 = 0.
n /2
con 2
1 1
= .
nα/2 nα
hanno lo stesso carattere (pertanto i valori di α per cui converge la seconda sono tutti e soli i
valori di α per cui converge la prima).
Poiché ∞
X 1
3
n=1 n2
converge per ogni α > 0 (essendo un’armonica generalizzata indipendente da α), ne segue che
pure la serie di partenza converge per ogni α > 0.
∞
1 X 1
,
(1 − cos 1) n=1 n3/2
α ≥ 0.
Svolgimento.
Consideriamo i vari fattori che compongono il termine generale an al fine di introdurre una
nuova successione bn più semplice.
Il primo fattore: si ha
2
e n → e0 = 1.
x2 x4
cosh x = 1 + + + o(x5 ) per x → 0,
2 4!
Quindi risulta
2 2 1 2 1
cosh 2
−1 =1+ 4 +o 6
−1= 4 +o .
n n n n n6
Anche il terzo fattore è infinitesimo; in particolare è dato dalla sottrazione di due infinite-
simi.
x3 x5
sin x = x − + + o(x6 ), per x → 0,
6 5!
66
si ha, per n → ∞,
3 4
2 2 1 2 1 2 4 1 1
sin = 2/3 − · +o = 2/3 − · 2 + o .
n2/3 n 6 n2/3 n2/3 n 3 n n8/3
Quindi
2 2 2 2 4 1
− sin = − + 2 +o =
n2/3 n2/3 n2/3 n2/3 3n n8/3
4 1
= 2 +o per n → ∞.
3n n8/3
con
4
.
3n2
Poiché
∞ ∞ ∞
X X 3 3 X 1
bn = = ·
n=1 n=1
2n2 2 n=1 n2
converge (trattandosi della serie armonica generalizzata con α = 2 > 1), ne segue che pure la
serie di partenza
2 2
∞ en cosh −1
X n2
2 2
n=2 − sin
n2/3 n2/3
67
risulta convergente.
Svolgimento.
Osserviamo che la serie è di segno variabile, in particolare è di segno alterno. Infattti è una
serie della forma
+∞
X
(−1)n bn , bn ≥ 0.
n=1
Per prima cosa controlliamo se la serie dei valori assoluti converge oppure no. In caso di risposta
negativa, potremo far ricorso al Criterio di Leibniz (applicabile solo per serie di segno alterno).
Consideriamo quindi
∞ +∞
r
X X n2 − log n
n
|an | = (−1) =
6 3 2
n=1
n=1
n + 10n sin n
+∞ r
X n2 − log n
= .
n=1
n6 + 10n3 sin2 n
Non abbiamo lasciato il valore assoluto in quanto una radice quadrata è sempre maggiore o
uguale di 0.
Si tratta ora di capire se la serie a termini positivi
+∞ r
X n2 − log n
n=1
n6 + 10n3 sin2 n
n2 − log n.
Si ha ovviamente
68
n2 .
n6 + 10n3 sin2 n.
lim sin2 n,
n→+∞
né tantomeno
lim n3 sin2 n.
n→+∞
Tuttavia il limite
sin2 n
6 3 2 6
lim n + 10n sin n = lim n · 1 + = +∞(1 + 0) = +∞,
n→+∞ n→+∞ n3
sin2 n 1
0≤ ≤ 3
n n
sin2 n
lim = 0.
n→+∞ n3
Pertanto si ha
n6 .
69
converge (trattandosi dell’armonica generalizzata con α = 2 > 1), ne segue che pure la serie
+∞ +∞ r
X X n2 − log n
|an | = 6 + 10n3 sin2 n
,
n=1 n=1
n
al variare di α ∈ R.
Svolgimento.
Vista la forma del termine generale an , conviene ricorrere al Criterio del Rapporto.
Risulta
(n + 1)(n+1)α n! (n + 1)nα · (n + 1)α n!
` = lim · nα = lim · nα =
n→∞ (n + 1)! n n→∞ n!(n + 1) n
70
nα n α
(n + 1)α
n+1 n+1
= lim · = lim · (n + 1)α−1 = eα lim (n + 1)α−1 .
n→∞ n (n + 1) n→∞ n n→∞
` = lim (n + 1)α−1 .
n→∞
Di conseguenza risulta
Pertanto
lim (n + 1)α−1 = 0.
n→∞
Quindi risulta
Svolgimento.
n2 + 1
.
n3
Infatti, è chiaro che il fattore (n2 + 1) tenda a +∞ per n → +∞. In questo caso, possiamo
considerare solo l’addendo di infinito, vale a dire n2 .
Introdotta quindi la nuova successione
(β−1)n2 (β−1)n2
n2
1 1 1
bn = 3 1+ = 1+ ,
n n n n
al variare di β.
Applichiamo quindi il criterio della radice e calcoliamo
s
(β−1)n2
n 1 1
pn
` = lim bn = lim 1+ =
n→+∞ n→+∞ n n
s
r (β−1)n2
n 1 n 1
= lim · 1+ =
n→+∞ n n
(β−1)n
1 1
= lim · 1+ .
n→+∞ n1/n n
Quindi
log n
lim n1/n = lim e n = e0 = 1,
n→+∞ n→+∞
72
= eβ−1 .
In definitiva si ha
p
` = lim n
bn = 1 · eβ−1 = eβ−1 .
n→+∞
In base alla tesi del criterio della radice, segue la seguente discussione:
• se eβ−1 > 1, cioè se eβ−1 > e0 , cioè se β > 1, la serie diverge positivamente,
Si tratta ora di studiare il caso β = 1, caso in cui il criterio non dà alcuna risposta circa il
+∞
X
carattere di bn .
n=1
Cominciamo a riscrivere la serie sostituendo a β il valore 1:
+∞ 2 (1−1)n2 X+∞ 2 0
X n +1 1 n +1 1
1+ = 1+ =
n=1
n3 n n=1
n3 n
+∞ 2
X n +1
= .
n=1
n3
chiaramente divergente (in quanto armonica). Cià significa che per β = 1 la serie diverge.
+∞
X +∞
X
In conclusione, ricordando che la serie an ha lo stesso carattere di bn , si ha che:
n=1 n=1
+∞
X
• se β < 1 la serie an converge,
n=1
+∞
X
• se β ≤ 1 la serie bn diverge.
n=1
converge assolutamente.
Svolgimento.
L’esecizio chiede di stabilire quali siano i valori del parametro reale α che danno luogo ad
una serie assolutamente convergente, vale a dire una serie per cui converga la corrispondente
serie dei valori assoluti, cioè
+∞
X
|an |.
n=2
3
+∞
X n2 + 1
= hp √ i
n=1 nα n + log2 n − n
3
hp
2 √ i
n +1 ·
2 n + log n + n
= .
nα · log2 n
Cerchiamo di introdurre una opportuna successione (bn ) adatta al criterio del confronto asin-
totico.
Consideriamo quindi i vari fattori.
Il fattore 3
n +1
2
cioè
3 3
n +1
2 ∼ n2 .
Il fattore
√
q
2
n + log n + n
Quindi
√ √ √
q
2
√
n + log n + n ∼ n+ n =2 n
(osserviamo che l’aver considerato l’addendo dominante sotto radice non ha portato ad alcuna
cancellazione).
I fattori
nα e log2 n
α − 2 ≥ 1,
cioè se e solo se
α ≥ 3.
α ≥ 3.
Svolgimento.
Cerchiamo di capire qual è il comportamento del numeratore per n → +∞, cosicché riusciamo
ad esibire una buona successione bn adatta al criterio del Confronto asintotico.
1
Essendo α > 0, si ha che nα → ∞, da cui α → 0;
n
1
pertanto, 1 + α → 1, e conseguentemente
n
α
1
1+ α → 1α = 1,
n
76
da cui α
1
1+ α − 1 → 1 − 1 = 0.
n
Quindi il numeratore del termine generale è infinitesimo. Cerchiamo quindi di capire, ricorren-
do ai limiti notevoli, a quale altra successione risulti asintotico per n → ∞.
Poiché
1
lim α log 1 + α = α log (1 + 0) = α log 1 = α · 0 = 0,
n n
è del tipo
et − 1, con t → 0,
et − 1
lim = 1,
t→0 t
è del tipo
log(1 + t) con t → 0,
1
(è t = nα
).
log(1 + t)
lim = 1,
t→0 t
conviene scegliere come successione cn la seguente:
1
α
cn = nα ,
n (log n)α−2
Il carattere di tale serie è subito studiato, in quanto si tratta della serie armonica generalizzata
col logaritmo.
Si ha convergenza se e solo se
α + 1 > 1,
78
ossia se
α > 0,
che rappresenta proprio l’intervallo degli α in cui stiamo conducendo questa prima parte di
discussione.
∞
X
Pertanto, per α > 0, si ha la convergenza della serie dn , da cui, la convergenza della
n=2
∞
X ∞
X ∞
X
serie cn , da cui la convergenza di bn e, a sua volta, la convergenza di an .
n=2 n=2 n=2
converge.
Sia ora α = 0.
In tal caso il termine generale si riduce a zero. Quindi non si pone il problema dello studio
della convergenza, in quanto la serie identicamente nulla converge a 0 (trattandosi della somma
di infiniti addendi tutti uguali a 0).
che è l’opposta di una serie a termini positivi (il carattere non cambia).
converge se e solo se
α − 2 > 1,
ossia
α > 3,
evidentemente in disaccordo con le ipotesi (ossia α < 0).