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0 - Introduzione - Cenni sul linguaggio tonale
L'Armonia qui trattata è lo studio degli accordi e della loro
concatenazione sulla base del repertorio 'tonale' che si sviluppa tra la
fine del XVI secolo e la fine del XIX.
La seconda metà del '500 rappresenta un periodo di novità
nell'elaborazione del linguaggio musicale; dopo un lungo dominio della
Modalità (legata principalmente alla polifonia e al contrappunto),
interviene il bisogno di una musica 'nuova' in cui i caratteri modali
possano fondersi con una nuova sensibilità nei confronti della
dissonanza.
A distanza di secoli (dal sesto sec A.C. con la scuola Pitagorica)
vengono ripresi gli studi della fisica del suono (Zarlino, Helmholtz, ecc.)
che contribuiscono alla giustificazione teorico-pratica del passaggio
dalla modalità alla tonalità.
L'acustica, oltre a confermare le teorie pitagoriche dei suoni armonici,
compie passi ulteriori grazie allo sviluppo della sperimentazione sulla
natura e le caratteristiche delle vibrazioni sonore (Mersenne, Galilei,
ecc.). La teoria dell'armonia acquista in tal modo anche una
giustificazione fisico-acustica.
Già nei primi decenni del '600 l'armonia assume la compiutezza di un
linguaggio acquisito. Il '700 e gran parte dell’ 800 rappresentano la piena
maturità del linguaggio mentre la seconda metà dell’ 800 è impegnato a
forzare i limiti delle possibilità armoniche fino al superamento della
tonalità stessa (che si fa coincidere convenzionalmente con il "Tristano e
Isotta" [1859] di R. Wagner).
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Lo spazio musicale diviene 'prospettico' (*), da un centro tonale ben
definito si diramano altre regioni armoniche che, con il centro e tra loro,
hanno rapporti più o meno affini.
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(*) Se ci fosse permesso avanzare un parallelo con altre forme
espressive, potremmo ricordare la conquista dello spazio prospettico
nella pittura (lo spazio tridimensionale era presupposto della scultura e
dell'architettura); nel XV secolo viene compiuto un passo nella
modernità, allargando lo spazio dalla raffigurazione bidimensionale a
quella tridimensionale (con Brunelleschi, Piero Della Francesca, e altri).
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1 - Intervalli e Scale
La perfetta conoscenza degli intervalli è la condizione essenziale per un
proficuo approccio all’armonia.
Tralasciando per ora i Modi del sistema della classicità greca e del
modalismo medioevale, concentriamo l'attenzione sui due modi
'moderni': Maggiore e Minore.
Con l'adozione del sistema tonale (vedi l'Introduzione) le scale di modo
Maggiore e di modo Minore assorbono di fatto i modi cosiddetti 'antichi'
e ne riassumono i caratteri essenziali. Nello stesso processo vengono
identificati gli intervalli, i quali rappresentano la descrizione di ogni
singolo grado dei due modi.
I termini che servono a indicare gli intervalli derivano proprio dalle due
scale:
Sovrapponendo le scale nei due modi si nota che i gradi mobili sono:
il 3° il 6° e il 7°
Il 1° (8°), 4° e 5° grado sono i gradi Giusti.
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!
• Diatonico se è uno dei semitoni della scala (Si - Do, Fa# - Sol. ecc.), i
nomi dei suoni sono diversi
• Cromatico se i due suoni hanno lo stesso nome (Do - DO#, Sol - Solb,
ecc), si trova nella scala cromatica.
!
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Intervalli semplici e intervalli composti
Sono intervalli semplici quelli che non superano la 9°, composti quelli
che vanno dalla 10° in poi.
Se l'intervallo è molto ampio, è necessario 'semplificarlo', ciò si ottiene
sottraendo 7 fino a renderlo semplice (più facilmente analizzabile).
!
Intervalli omofoni o enarmonici
sono così definiti gli intervalli che sono rappresentati in diversa
notazione, ma hanno lo stesso suono (questo è possibile nel sistema
temperato).
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Intervallo di TRITONO (tre Toni)
!
Nell'esempio le note FA e SI sono in rapporto di TRITONO, possono
essere lette soltanto in Do maggiore; se ci fosse un diesis in chiave
sarebbe il FA#, se ci fosse un bemolle sarebbe il SIb. Sono quindi
escluse tutte le tonalità con diesis e tutte quelle con bemolli.
Il FA e il SI si trovano anche in La minore ma, in questo caso, non sono
nella posizione delle sensibli, sono il 2° e 6° grado
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2 - Accordo di tre suoni
Si definisce 'accordo' l'insieme di almeno tre suoni che distano tra loro a
intervalli dispari (3°, 5°, 7°, ecc.).
!
Il settimo armonico forma, con i primi sei, l'accordo di Settima di
Dominante;
l'ottavo armonico è ancora una fondamentale, il nono armonico forma la
Nona di Dominante Maggiore.
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!
Come si vede nell'esempio, le triadi sui diversi gradi sono di quattro tipi:
- Maggiore
- Minore
- Diminuita
- Eccedente
E' possibile creare altri tipi di triade ma, in tal caso, si tratta di accordi
alterati (vedi lezione n. 12).
L'accordo (ogni accordo) deve essere inserito in una scala, deve esse
analizzato in quanto utilizza i suoni di una scala specifica; preso a sé
stante non è significativo dal punto di vista tonale, è semplicemente un
'colore sonoro' senza alcuna funzione sintattica.
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Posizioni e Rivolti
!
posizione di 8°, 3° e 5°
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SECONDO RIVOLTO: quinta dell'accordo al basso, viene cifrato con 4/6
!
La numerica indica gli intervalli rispetto al basso, in particolare il numero
romano indica il grado fondamentale dell'accordo.
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3 - Rivolti di triade
!
Fondamentale DO, accordo in stato di primo rivolto.
Notiamo che, in tutti gli esempi, la terza dell'accordo (e 3°grado della
scala, MI) non è mai raddoppiata.
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Nel caso in cui il primo rivolto sia costruito su altri gradi della scala è
possibile anche il raddoppio della terza.
!
Nell'esempio osserviamo che i gradi fondamentali degli accordi sono
rispettivamente il 4°, il 2° e il 6° della scala di Do maggiore. E' possibile,
in casi come questi, raddoppiare la terza dell'accordo perché essa non
coincide con il 3° o 7° grado della scala.
In sintesi: nella scelta dei raddoppi si dovrà prestare attenzione ai gradi
della scala, più ancora che ai suoni dell'accordo.
I raddoppi da evitare sono quelli del 7° grado (sensibile tonale) e 3°
grado del modo maggiore.
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L'uso di questo rivolto è quasi esclusivamente riservato a tre casi:
!
Quarta e sesta di passaggio (per creare il moto congiunto tra due
accordi)
!
La numerica indica gli intervalli rispetto al basso, in particolare: il
numero romano indica il grado fondamentale dell'accordo. i numeri arabi
indicano la posizione o il rivolto.
Negli accordi rivoltati la nota fondamentale è rappresentata dall'
intervallo pari più piccolo rispetto al basso.
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4 - Funzioni tonali - Accordi paralleli e Contraccordi
Gli accordi costruiti sui diversi gradi della scala amplificano e potenziano
i caratteri tonali dei gradi stessi.
I gradi fondamentali della scala sono il I, il IV e il V. Gli accordi costrutiti
su questi gradi rappresentano la definitiva conferma della tonalità; essi
infatti contengono tutti i suoni della scala e non lasciano incertezze sia
sulla Tonalità che sul Modo.
!
L'analisi dell'esempio ci mostra che la Tonica della scala è presente in
due accordi (sul I e sul IV grado), la Dominante è presente nell'accordo
sul I e sul V grado, gli altri gradi compaiono una sola volta in uno dei tre
accordi.
La successione dei tre gradi fondamentali rappresenta quindi la sintesi
perfetta della tonalità (Do Maggiore, in questo esempio).
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Accordi paralleli
Ogni grado fondamentale ha un proprio accordo parallelo che si trova
una terza sotto, e un contraccordo che si trova una terza sopra:
In modo Maggiore
!
Nel modo minore gli accordi paralleli si trovano una terza sopra i gradi
fondamentali, una terza sotto i contraccordi:
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La successione IV - V - I viene definita Cadenza completa (o
Composta), essa viene spesso a trovarsi al termine del brano, come
chiarimento definitivo della tonalità
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I suoni musicali intesi come 'gradi' di una scala acquistano un peso
rispetto al posto che essi occupano all'interno della scala, alla tensione
che provocano nel rapporto con gli altri gradi, in generale al tipo di
stabilità o instabilità che li caratterizza.
E' un accordo di quattro suoni costruito sul V grado dei due modi,
formato da: 3° maggiore, 5° giusta e 7° minore.
E' un accordo di settima naturale (vedi Lezione 2 - Suoni armonici); la
specificazione ' naturale' sta a indicare che la dissonanza (la 7°) non ha
bisogno di preparazione (per la preparazione della dissonanza vedi la
Lezione 10 - Settime di tutte le specie).
In questo accordo sono presenti le due sensibili della scala: VII grado
(sensibile tonale) e IV grado (sensibile modale). La prima risolverà
salendo alla Tonica, la seconda si muoverà per grado congiunto
discendente e si porterà sul III grado (maggiore o minore).
La settima di Dominante, dato il suo carattere dissonante, contiene in
sé, fonicamente, la anche la propria risoluzione.
Il movimento naturale del Basso armonizzato con la settima è alla
quarta sopra (o quinta sotto).
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Forma incompleta della Settima di Dominante
In molti casi si preferisce usare la forma incompleta dell'accordo. Essa si
ottiene sopprimendo la 5° e raddoppiando il basso.
Nell'accordo ci sono due note che hanno movimento obbligato: la
Sensibile, che deve salire e la Settima, che deve scendere; questi
movimenti, in posizioni particolari, possono portare ad un accordo
incompleto sulla Tonica.
La forma incompleta dell'accordo permette di armonizzare la Tonica
successiva in forma completa
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Le note che si susseguono al Basso sono le stesse che formano
l'accordo.
Se le analizziamo come gradi della scala noteremo che:
terzo rivolto presenta il IV grado al basso (che deve scendere per grado
congiunto, essendo la 7° dell'accordo e sensibile modale)
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Notiamo che la formazione intervallare della settima di Dominante è
comune a tutte le settime che analizzeremo in seguito (Lezione 10 -
Settime di tutte le specie), in altri termini: la numerica dei diversi rivolti è
comune a tutti i tipi di settima (cambia la qualità degli intervalli):
- 3-5-6 indica sempre un accordo di settima in stato di primo rivolto
- 3-4-6 indica il secondo rivolto
- 2-4-6 indica il terzo rivolto
6 - Cadenze
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IV - I Cadenza plagale (o ecclesiastica), posta generalmente dopo una
cadenza perfetta per dare maggior enfasi alla chiusa
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I - IV Cadenza semiplagale
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V - III6 Cadenza imperfetta, o semicandeza (variante della cadenza
perfetta in cui si usa il primo rivolto del I grado)
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IV - I4/6 - V - I Cadenza composta di secondo aspetto, con quarta e
sesta di appoggiatura
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Le suddette strutture armoniche, oltre che ad essere poste nei momenti
nodali bel brano, possono adempiere a una funzione strutturale,
possono sottendere cioè ad una sezione del brano.
Una frase musicale, ad esempio, può essere composta su una cadenza
perfetta, avere cioè un accordo di Dominante all'inizio e uno di Tonica
alla fine, oppure su una cadenza sospesa (I - V), ecc.
Queste considerazioni troveranno maggiori dettagli nelle sezioni in cui
accenneremo all’analisi.
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Ricordiamo che i numeri romani indicano la nota fondamentale
dell'accordo, mentre i numeri arabi la posizione o il rivolto degli accordi
stessi.
Come è evidente analizzando l'esempio, le due linee non sempre
coincidono, perché, quando un 'accordo si trova in stato di rivolto, la
nota del basso non è la sua fondamentale.
L'analisi del basso sarà oggetto di studio e approfondimento nelle
prossime lezioni (per il Basso senza numeri vedi la Lezione n. 19).
Per il momento ci occuperemo del Basso numerato
Esempio di Basso da armonizzare
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Sono impiegati solo accordi fondamentali (I - IV - V, allo stato
fondamentale o in stato di rivolto)
Inizio sul secondo movimento della battuta,
le voci superiori non superano la distanza di ottava tra loro,
cadenza imperfetta nella seconda battuta,
al termine cadenza composta di secondo aspetto,
le note comuni sono legate nella stessa voce
L'esempio precedente mostra la disposizione delle voci a parti strette. E'
la disposizione tipica del Basso Continuo, o tastieristica. Una voce nella
parte inferiore e tre voci raggruppate sul pentagramma superiore. Le
parti prendono il nome delle voci del coro: Basso, Tenore, Contralto e
Soprano (un'avvertenza: la voce di Tenore, in questa disposizione, viene
a trovarsi in mezzo alle voci femminili e scritta l'ottava sopra rispetto
all'effetto)
A parti strette:
Le voci superiori non devono superare la distanza di ottava.
Tra basso e Contralto non superare le due ottave.
Mantenere le note comuni a due accordi nella stessa voce.
Altre norme e consigli verranno date nella prossima Lezione.
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voci del coro: Basso, Tenore, Contralto e Soprano (il Tenore è scritto
nella tessitura d'effetto)
A parti late:
Tra basso e Tenore non superare l'intervallo di decima.
Tra le voci superiori non oltrepassare l'ottava
Queste sono norme indicative che hanno lo scopo di mantenere
omogeneità e coesione nel tessuto armonico, è evidente che motivi di
carattere espressivo possono giustificare eventuali deroghe
8 - Errori di collegamento
Falsa relazione
1) La falsa relazione melodica si verifica quando un suono viene alterato
in una voce diversa da quella che l'ha cantato non alterato
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ERRORI ARMONICI
Questi errori possono capitare nel collegamento tra due voci. Si
dividono in:
Errori gravi
Sono proibiti due intervalli di 5° e di 8° consecutivi, sia per moto retto
che per moto contrario.
eccezione:
Sono ammessi due intervalli di 5° a condizione che siano per grado
congiunto e che una delle due sia diminuita.
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2 - percussione: l'accordo cambia, la nota preparata diviene dissonante
(generalmente sul tempo forte della battuta).
3 - risoluzione: la nota dissonante si muove verso una consonanza
(generalmente scende di grado)
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Vediamo gli accordi nel dettaglio:
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Settima di seconda Costruita sul secondo grado
specie della scala maggiore
E' formata da 3° Con la stessa struttura si può
minore, 5° giusta e 7° costruire anche sul III grado
minore maggiore, sul VI grado
artificiale maggiore e sul IV grado della
Ascolta Pausa scala minore
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- Sul quinto grado del
modo Maggiore e
minore si costruisce la
settima di Dominante,
prima specie (uguale
nei due modi)
E' formata da 3°
maggiore, 5° giusta e
7° minore.
(per approfondimenti
sulla settima di
Dominante vedi la
Lezione 6)
naturale
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Rimangono le specie di settima tipiche della scala minore
armonica:
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Settima di settima - Sul terzo grado della scala
specie
minore armonica
E' formata da 3°
maggiore, 5°
eccedente e 7°
maggiore, artificiale
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Sono definiti Dominanti secondarie gli accordi di settima di prima specie
costruiti su gradi della scala diversi dal quinto.
Tali accordi vengono usati per 'tonicizzare' i vari gradi della tonalità.
Il termine tonicizzazione designa il procedimento attraverso il quale
viene conferita un'enfasi particolare ad un grado della scala che, per
breve tempo, è percepito come una nuova tonica.
La tonicizzazione può essere avvertita anche soltanto con gli accordi di
dominante del nuovo tono, non è necessario che essi risolvano sulle
rispettive Toniche; questi accordi contengono i suoni caratteristici (in
particolare una o tutte e due le note del nuovo tritono) che ci allontanano
dal tono principale, la risoluzione sulla nuova tonica non è strettamente
necessaria.
Lo scopo della Tonicizzazione è quello di 'allargare' la tonalità,
conferendole maggior peso attraverso il contrasto con i toni che la
circondano.
Tonicizzazione del V grado (attraverso la doppia dominante, o
dominante secondaria del quinto)
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Tonicizzazione del II grado
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Negli esempi sono stati impiegati accordi di Dominante secondaria alle
stato fondamentale, non è escluso che si possano usare anche i rivolti
di tali accordi.
Esempio 1
R. Schumann, op. 15 n. 1
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Esempio 2
R. Schumann, op 15 n. 6
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Nella prima battuta (esculsa l'anacrusi) osseviamo la tonicizzazione del
III grado (Do#) con l'uso della settima di 5° specie sulla sensibile (Si#).
Nella battuta successiva la tonicizzazione à realizzata con la triade di
dominante del V grado (Mi); nella terza battuta osserviamo, dopo un
breve ritorno a La maggiore, la tonicizzazione del VI grado con la
settima diminuita di sensibile (Mi#); la quarta battuta è nel tono
principale (La maggiore).
Tutta la frase analizzata è nel tono principale (La maggiore), le diverse
tonicizzazioni rappresentano l'allargamento della tonalità.
Secondo una diversa lettura i diversi accordi descritti potrebbero essere
intesi come appoggiature 'deboli'.
Tutti i gradi della scala possono essere tonicizzati, ad eccezione del VII
maggiore, in questo caso è necessario ricorrere ad un vera e propria
modulazione (per la Modulazione vedi la Lezione 14), la dominante
secondaria del VII è il IV grado innalzato, troppo lontano per potersi
collegare con gli accordi della tonalità.
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Con il procedimento della CONFERMA DELLA TONALITA' si intende
stabilire senza possibilità di doppia lettura, la Tonalità e il Modo del
brano.
Il modo più immediato e semplice di confermare la Tonalità (e il Modo) è
la CADENZA COMPOSTA (vedi Lezione n. 7 - Cadenze), la
successione di IV - V - I grado.
Gli accordi costruiti su questi gradi contengono tutti i suoni della scala
!
come si nota nell'esempio il I grado è presente sia nell'accordo sul I
grado, sia in quello sul IV grado; la Dominante è presente nel suo
proprio accordo e nell'accordo sul I grado.
L'accordo sul IV grado può essere sostituito dal quello sul II grado, o da
quello sul VI
!
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Ulteriori elaborazioni della Cadenza composta si trovano nel file '
Esempio di conferma della tonalità ' .
Alla terza battuta notiamo l'accordo sul III grado di Do maggiore che
diviene II di re minore (con il SI beq. o anche il SIb).
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si può trovare il VI grado abbassato (tipico della scala minore) che dà
origine alla scala Maggiore armonica.
Oltre a questi gradi 'di scambio' è frequente incontrare il IV grado
innalzato con funzione di sensibile secondaria del V grado, o ancora il II
grado abbassato (scala Napoletana).
La presenza di questi gradi alterati in combinazioni accordali dà origine
ai cosiddetti accordi alterati.
Accordo di sesta Napoletana
E' il primo rivolto della triade costruita sul II grado abbassato.
Ha come basso reale il IV grado, può essere impiegato nella cadenza
composta (IV - V - I), oppure in cadenza Plagale (IV - I)
Ascolta Pausa
Accordi di Sesta eccedente
Sono accordi che contengono contemporaneamente il VI grado
abbassato (o minore) e il IV grado innalzato. I due gradi formano tra loro
un intervallo di sesta eccedente che dà il nome a questa categoria di
accordi.
Le numeriche si riferiscono alla formazione intervallare e alludono a
rivolti di triade o settima, tuttavia questi accordi alterati vengono
impiegati quasi esclusivamente nella forma illustrata nell'esempio: VI
grado abbassato (o minore) e, in sovrapposizione, gli intervalli indicati
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L'intervallo che caratterizza questi accordi si trova tra il Basso (VI grado
minore o abbassato) il in IV grado innalzato (Fa# in questo esempio).
La sesta eccedente Svizzera può essere intesa come una variante della
Tedesca (i due accordi sono enarmonici), la differenza tra i due accordi
viene evidenziata dal successivo movimento della 5^ (nella Tedesca) e
della 4^ più che eccedente (nella Svizzera).
Sono accordi che appartengono alla categoria della Sotto-dominante, la
nota del basso (VI grado) tende a scendere al V.
Nel repertorio più recente è possibile trovare questi accordi con
disposizione diversa dei suoni, il loro carattere tuttavia non muta
sensibilmente: la tendenza del'accordo è quella di covergere sulla
Dominante.
A proposito degli accordi alterati (e di quelli complessi in genere) si può
ossevare che essi nascono spesso dai movimenti melodici delle voci,
più che da una volontà armonica ben chiara. In altri termini: l'esigenza di
convergere sul 5^ grado, ad esempio, stimola la ricerca di movimenti
sempre nuovi per ottenere tale scopo.
!
Avvertenza: La conformazione particolare della sesta tedesca provoca
errori di collegamento (due quinte dirette) se collegata direttamente con
l'accordo sul V grado, per questo, la soluzione adottata comunemente è
quella di collegarla con l'accordo di I grado in secondo rivolto (cadenza
coposta di secondo aspetto).
Ascolta Pausa
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Non è raro trovare la risoluzione diretta sull'accordo del V grado:
E. Grieg, Ballata op. 24 n. 1
14 - Modulazione - Transizione
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invece l'allargamento della tonalità, ma non il suo superamento. (per la
tonicizzazione vedi la Lezione n. 11)
La modulazione costituisce una novità di grande rilievo per lo
svolgimento del brano; essa comporta la mutazione di funzione di ogni
singolo grado della scala.
Immaginiamo una modulazione da Do Maggiore a Sol Maggiore e
analizziamo le mutazioni che avvengono nelle funzioni dei diversi gradi:
RE 2° in Do diventa 5° in Sol II - V
( Dominante)
LA 6° grado in Do si trasforma in 2° VI - II
grado in Sol
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Nell'esempio notiamo che:
il primo accordo è la Tonica di Do maggiore (tonalità originaria),
il secondo è un accordo leggibile sia in Do maggiore che in La minore
(si definisce accordo comune),
nella seconda battuta troviamo la sesta eccedente francese che
introduce la nuova Dominante (Mi),
il resto dell'esempio presenta la conferma della nuova tonalità, La
minore.
Con cambio di modo
Ascolta Pausa
Con cromatismo
l'introduzione di gradi alterati che spostano il centro tonale.
Generalmente un grado innalzato cromaticamente viene percepito come
sensibile di una nuova tonalità, un grado abbassato viene percepito
cone IV grado di una di nuova scala, o come VI della relativa minore
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Con transizione (o modulazione improvvisa):
l'introduzione, senza accordo comune, di una nuova Dominante
Ascolta Pausa
Nell'esempio notiamo:
Il primo accordo è la Tonica di Do maggiore,
il secondo accordo è la Dominante di Re minore non preceduta da alcun
accordo comune,
il resto è la conferma della nuova tonalità (Re minore, appunto).
Con il termine transizione si può indicare un cambio di tonalità
improvviso, senza Dominante ma semplicemente attraverso
l'accostamento di due Toniche diverse. L'unica condizione da rispettare
è che i due accordi di Tonica abbiano almeno un suono in comune
(anche enarmonicamente)
_____________________________
Accordo di Settima di quinta specie (settima diminuita)
Questo accordo ha alcune caratteristiche che lo rendono
particolarmente flessibile nel processo della modulazione:
- è 'naturale', non necessita si preparazione
- è possibile costruire solo tre di questi accordi, perché, da soli,
contengono tutti i 12 suoni del totale cromatico
________________________________________
Si è già trattato della Tonicizzazione (vedi Lezione 11), che pure
introduce Dominanti secondarie e, in certi casi, anche accordi comuni,
ma, in quel caso l'intenzione era quella di 'allargare' la tonalità,
conferendole maggior peso attraverso il contrasto con i toni che la
circondano, la Modulazione, ripetiamo, rappresenta l'abbandono
definitivo della tonalità originaria.
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La nota mancante nell'accordo non deve essere presente in altre voci,
ad eccezione del ritardo 9 - 8 (è consentito perché si tratta della
fondamentale dell'accordo)
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Il ritardo può essere realizzato per due voci, o per tre voci (l'intero
accordo), a condizione che le regole sopra esposte siano rispettate.
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E' possibile che, nel momento in cui il ritardo risolve, avvenga un cambio
di accordo
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Nota sfuggita - nota di volta senza ritorno al suono reale, su tempi deboli
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Anticipazione - anticipa la consonanza su un tempo debole
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Nona di Dominate
Il modello dell'accordo di nona è ricavato dalla successione dei primi
nove suoni armonici (vedi Lezione 2).
L'accordo risultante è un Nona di Dominate con 9° maggiore
!
Nel modo minore l'intervallo di 9° è minore
55
!
Nella realizzazione a quattro parti è spesso soppressa la 5° e, talvolta la
3°.
La disposizione delle voci in questo accordo è condizionato dal carattere
dissonante della 9° e dalla sua natura di derivazione melodica.
Generalmente è sopra la fondamentale, la 3° sotto la 9°.
Non è infrequente la sua risoluzione anticipata sull'ottava (l'accordo si
trasforma in settima di Dominante incompleta)
!
Accordo di Undicesima
Accordo formato da sei suoni. L'accordo è instabile e, spesso, viene
percepito come un insieme di andamenti melodici di appoggiatura.
Un caso in cui è possibile analizzare l'undicesima di Dominante è quello
del pedale di Tonica (per il Pedale vedi la lezione 17) sul quale si formi
una Settima di Dominante; l'effetto è quello di un accordo di
appoggiatura (se è preparata 'ritardo') dell'accordo sul I grado.
Altre situazioni in cui si può rilevare un'undicesima sono date da
movimenti melodici (Nona di Dominante con fioriture ad esempio), più
che nell'uso proprio dell'armonia.
Per l'approfondimento dell'uso dell'accordo in questione si rimanda alla
cospicua letteratura sull'argomento. Lo scopo di questo nostro lavoro è
quello di introdurre i vari capitoli sull'armonia classica, lasciando allo
zelo e all'interesse dello studente il compito di approfondirli.
Accordo di Tredicesima
E' l'accordo composto da tutti i gradi della scala, il limite massimo del
linguaggio tonale.
E' abbastanza frequente nella forma incompleta:
56
!
con la spiccata tendenza della 13° a scendere di grado.
Anche questo accordo, come l'Undicesima, ha una chiara vocazione
melodica, anche se può essere trattato come armonia autonoma.
Un suggestivo esempio è lo spunto tematico della Ballata op. 23 di
Chopin
!
E' una cadenza perfetta con tredicesima di appoggiatura
L'accordo di tredicesima può essere impiegato come Dominante
secondaria nella tonicizzazione (tredicesima sul II grado come
Dominante secondaria del V grado, ad esempio). Può servire da
accordo-perno per la modulazione.
Per l'approfondimento di questo tema si rimanda all'avvertenza data per
l'accordo di undicesima.
17 - Pedale
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anche in sezioni orchestrali e corali, è una parte della Fuga, e si può
trovare in molte altre situazioni.
Le note di pedale sono generalmente il I grado e il V. Se presenti
entrambi si parla di Bordone.
Il pedale potrebbe anche essere elaborato in figurazione ritmico-
melodiche ripetute, in tal caso si definisce Ostinato (vedi ad esempio la
Berceuse di F. Chopin) .
Il primo e l'ultimo accordo del pedale devono essere armonie proprie del
grado che esso rappresenta, all'interno può reggere qualsiasi accordo.
La definizione di Nota pedale prevede l'uso di almeno un accordo (in
certi casi, due accordi) dissonante. Se le armonie possono essere
giustificate rispetto al basso non si parla di Nota pedale, poiché manca
la catteristica principale di tale procedimento armonico (la forte
dissonanza, appunto).
Pedale di Dominante
Ascolta Pausa
Ascolta Pausa
58
Nell'esempio osserviamo un breve pedale di Tonica sul quale è
impiegato l'accordo di settima di sensibile (seconda battuta);
tale accordo potrebbe essere analizzato melodicamente come come un
insieme di tre note di volta, due delle quali risolvono sulle appoggiature
18 - Progressioni
59
Nell'esempio osserviamo che il modello (Basso che scende di terza e
sale di grado) viene riprodotto sui gradi della scala di Do maggiore, di
conseguenza la qualità degli intervalli può essere diversa nei diversi
moduli in progressione.
Ascolta Pausa
60
Il modello in questo esempio è basato su tre suoni, sull'armonia di
Tonica e di Dominate (osservare i numeri romani), le successive
ripetizioni sono in progressione modulante e riproducono gli stessi gradi
(I - V - I) nei toni indicati. Nella progressione modulante può variare il
Modo (Maggiore - minore) rispetto al modello.
Progressioni cromatiche
La scala cromatica può essere interpretata come una progressione
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Se è ascendente si considera sensibile di una nuova tonalità ogni grado
innalzato
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E' lo sviluppo della successione di accordi di settima di tutte le specie.
5) Con imitazioni
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La logica della progressione è applicata in numerose circostanze, anche
in mancanza delle condizioni date in definizione.
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Intere sezioni (semifrasi, frasi, ecc.) possono presentarsi in ripetizioni
diatoniche o cromatiche, ascendenti o discendenti, senza rispettare
necessariamente il numero minimo di riproposizioni.
Le operazioni preliminari:
- individuare i gradi della scala affidati al Basso,
- individuare eventuali cadenze (anche se non poste in punti nodali del
brano) (Lezione n. 7),
- le note alterate cromaticamente possono esse intese come
modulazioni, tonicizzazioni, o, semplicemente, come cromatismi (Lezioni
n. 12 e 14),
- verificare la presenza di progressioni (Lezione n. 18).
Esempio: Basso dato (generalmente viene indicata la posizione del
primo accordo)
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L'armonizzazione sarà quindi:
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!
se si tratti di tonicizzazioni, modulazioni improvvise o transizioni,
dipende dal contesto in cui le note alterate vengono a trovarsi.
nota) La pratica del Basso senza numeri richiede il controllo e il
consiglio di un insegnante; i movimenti del basso sono spesso
interpretabili in vari modi, solo un insegnante esperto saprà suggerire le
scelte migliori in ogni situazione.
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Si consiglia di svolgere i bassi propedeutici (vedi sotto).
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I primi presentano una linea di Basso e la linea del Soprano; il compito
dello studente è quello di individuare gli accordi e completarli, facendo
attenzione ai movimenti delle voci (vedi Lezione n. 9).
Nello stesso file si trovano le soluzioni, complete di cifratura e analisi
Per la conduzione delle parti vedi anche la Lezione n. 8
20 - Analisi armonica
Le diverse tipologie di analisi musicale (armonica, formale, stilistica, per
citarne alcune) confluiscono e si compenetrano nell'analisi estetica.
Essa rappresenta la principale attività di studio del musicista.
L'analisi armonica è il primo passo da affrontare per lo studio del
linguaggio tonale.
Abbiamo già affontato il tema analitico in altre lezioni, descrivendo i
diversi tipi di accordo, i rivolti, le cadenze, ecc.
Il passo successivo è quello di sintetizzare il lavoro fin qui svolto e
calarlo nella realtà viva del repertorio.
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- Nell'esempio n. 1 notiamo che tutti gli intervalli rispetto al Basso sono
dispari: 3° minore, 5° giusta e 7° minore, l'accordo è una Settima di
Seconda specie (vedi Lezione n. 11)
- Al nunero 2 gli intervalli rispetto al Basso sono tutti pari; in questo caso
la fondamentale dell'accordo è rappresentata dall'intervallo pari più
piccolo (la 2°); ricostruito sulla nota DO (la 2°) l'accordo è formato da: 3°
maggiore, 5° giusta e 7° maggiore, Settima di Quarta specie allo stato di
terzo rivolto.
R. Corale op. 68
Schum Marcia op. 68
ann Cavaliere selvaggio op. 68
Primo dolore op. 68
Da genti e paesi lontani, op. 15 n. 1 (esempio di
analisi armonica)
Il bimbo prega op. 15 n. 4
Un avvenimento importante op. 15 n. 6
Il poeta parla op. 15 n. 13
Abchied op. 82 n. 9
Rincorrersi op. 15 n. 3
F. Peludio op.28 n. 7
Chopin Peludio op.28 n. 20
Peludio op.28 n. 6
Peludio op.28 n. 9
Ballata op. 23 n. 1 (frammento)
Un inciso può assumere tre forme rispetto al punto in cui cade l'accento
forte:
inciso tetico, Inizia sul tempo forte della battuta:
Frase
Due o tre semifrasi formato una frase (esempio precedente).
La frase può essere, da un punto di vista ritmico: positiva (semifrasi con
lo stesso ritmo), negativa (semifrasi con ritmo diverso) o mista (frase
ternaria formata da due senifrasi simili e una diversa, ad esempio).
Due o tre frasi formano un
Periodo
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Come si sarà notato, il principio di aggregazioni tra le varie parti può
essere binario o ternario, si parlerà quindi di Semifrase binaria o
ternaria, Frase binaria o ternaria, e così via per le sezioni più estese.
Le strutture formali che abbiamo analizzato hanno un valore indicativo,
poiché nel repertorio si trovano spesso situazioni non simmetriche e
irregolari.
Ciò è dovuto a molti fattori: a esigenze di carattere espressivo, alla
necessità di ribadire una semifrase in tessitura diversa (dilatazione o
effetto d'eco o, viceversa, contrazioni, o ancora, sovrapposizione di
incisi diversi, ecc.).
Strutture regolari si trovano prevalentemente nella musica funzionale
(marcia, danza, inno, ecc.), in questo caso l'esigenza della regolarità
metrica è dettata dalla finalità stessa del brano.
Le strutture formali irregolari possono trovarsi in brani di carattere lirico,
meditativo, espressivo, dove l'esigenza sia quella di interrompere o
nascondere un'eccessiva simmetria ritmica. Un inciso, ad esempio, può
iniziare sulla nota finale dell'inciso precedente; in questo caso si
noteranno incisi di diversa durata, uno sarà più breve della battuta, il
successivo colmerà la mancanza e sarà più esteso. La quantità
generale della battuta non viene modificata, tuttavia il risultato fonico
sarà quello di una maggior libertà ritmica.
Non è questa la sede per analizzare ogni tipo di irregolarità nella
fraseologia; lo scopo di questo lavoro, ripetiamo, è esclusivamente
quello di indirizzare lo studente nel suo approccio iniziale alla materia.
Rimandiamo alla bibliografia (incompleta, ma esaustiva) per
l’approfondimento
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la linea discendente è la rappresentazione di una tensione calante
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Le due semifrasi dell'esempio formano una frase affermativa (hanno lo
stesso ritmo)
l'armonia è basata su uno scambio tra Primo e Quinto grado, con ritmo
armonico: 1 - 2 - 1
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Un'indagine in questa direzione porterebbe a complicare notevolmente il
nostro lavoro che, come abbiamo scritto in premessa, intende limitarsi a
una introduzione alla materia.
La letteratura sull'analisi musicale è estremamente ricca e diversificata,
una sintesi risulterebbe un'operazione semplicistica e insufficiente.
Notiamo inoltre che negli ultimi decenni si è sviluppata una letteratura
rivolta non solo all'analisi nella sua generalità, ma anche ad aspetti e
settori specifici.
Per questi ed altri approfondimenti si rimanda alla bibliografia riportata
più sotto
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Bibliografia
R. Smith Brindle, La composizione musicale, edizioni Ricordi
M. de Natale, Analisi della strutura melodica, edizioni Guerini
M. de Natale, L'armonia classica e le sue funzioni compositive, edizioni
Ricordi
C. Dalhaus, Analisi musicale e giudizio esetico, edizioni Il Mulino
D. Epstein, Al di là di Orfeo, edizioni Ricordi
W. Piston, Armonia, edizioni EDT
M. Prina, Fotogrammi analitici, edizioni Conservatorio "L. Marenzio"
Brescia
W. Riezler, Beethoven, edizioni Rusconi
A. Schönberg, Manuale di armonia, edizioni Il Saggiatore
A. Schönberg, Funzioni strutturali dell'armonia, edizioni Il Saggiatore
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