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A DIRETTA DA

N°627
RIVISTA APERIODICA

STEFANO BORSELLI d Il Covilef B


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ANNO XI
RISORSE CONVIVIALI
E VARIA UMANITÀ
5 FEBBRAIO 2011

Penetriamo nuovamente in epoche che non aspettano dal filosofo né una spiegazione né una trasformazione del mondo, ma la costruzione di rifugi contro l’inclemenza del tempo. Nicolás Gómez Dávila

LA VANA RICERCA DI UN NUOVO INIZIO


DAL CARNARO
A WOODSTOCK
FH

SPECIALE MOVIMENTI MODERNI 3


TESTI DI SALVATORE CALASSO E ARMANDO ERMINI

Con questo numero si conclude la parte storica sui movi- della destra in genere, anche se non si può ne-
menti giovanili. Nel prossimo torneremo sul tema ini- gare l’influenza notevole esercitata dai circoli
ziale: il rapporto Guardini-Schwarz e l'architettura re- nazionalistici in questa vicenda, bensì coinvolse
ligiosa. N
in forme diverse tutto quel coacervo di forze
Indice eterogenee fuoriuscite dalla prima guerra mon-
p. 1 La Reggenza del Carnaro (Salvatore Calasso)
diale. Leone Kocknitzky (1892-1965) nel suo
p. 13 Movimenti moderni. Bilancio. (Armando Ermini)
La quinta stagione o i centauri di Fiume elenca:
«nazionalisti e internazionalisti, monarchici
a La Reggenza del Carnaro. e repubblicani, conservatori e sindacalisti,
clericali e anarchici, imperialisti e comuni-
Uno stato di quarta rivoluzione. sti»1.
DI SALVATORE CALASSO Fu questa concentrazione che fece di Fiume
Fonte e © : Cultura&Identità-Rivista di studi conservatori, un “melting pot” culturale ante litteram. E fu
anno II, n°6, luglio-agosto 2010.
proprio Gabriele D’Annunzio (1863-1938) l’ele-
Una delle pagine più eluse e trascurate della mento carismatico in grado di coagulare e man-
storia italiana è senz'altro quella riguardante tenere gli equilibri in un ambito così vasto e di-
l'Impresa di Fiume. Si tratta di un fatto avvenu- versificato di personalità e ideologie.
to, esattamente, un novantennio fa e di durata Essa, si pone in quel magma rivoluzionario,
limitata (settembre 1919 – dicembre 1920), che che fu il primo dopoguerra del Novecento, ca-
negli ultimi anni si sta suscitando l’interesse de- ratterizzato dalla dissoluzione dell’Impero Au-
gli studiosi e una sua valorizzazione politico- stro-ungarico, che affondava le sue radici in
culturale a destra e, soprattutto, a sinistra, per quel Sacro Romano Impero, nato nella notte di
quanto riguarda gli aspetti “libertari” presenti Natale dell’800, il quale era l’incarnazione po-
in quella stagione rivoluzionaria.
L’impresa di Fiume non fu una questione le- 1 Leone Kochnitzky, La quinta stagione o i centauri di Fiu-
gata esclusivamente all’ambito nazionalistico e me, nota e traduzione dal manoscritto francese di Alberto Lu-
chini, Zanichelli, Bologna, 1922, p. 60.

Il Covile è una pubblicazione non periodica e non commerciale, ai sensi della Legge sull’Editoria n°62 del 2001. ☞Redazione: Stefano Borselli (direttore), Riccardo De
Benedetti, Pietro De Marco, Armando Ermini, Luciano Funari, Giuseppe Ghini, Ciro Lomonte, Ettore Maria Mazzola, Alzek Misheff, Pietro Pa gliardini, Alma-
nacco romano, Gabriella Rouf, Nikos A. Salìngaros, Andrea G. Sciffo, Stefano Serafini, Stefano Silvestri, Francesco Borselli, Iacopo Cricelli, Massimiliano Do-
minici. ☞ © 2010 Stefano Borselli. Questa rivista è licenziata sotto Creative Commons Attribuzione. Non commerciale. Non opere derivate 2.5 Italia Li-
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litica della Cristianità, e dalla Rivoluzione rus- L’ordine legittimo è quello che nella sua
sa, scoppiata nel 1917, e che dava origine a una struttura sociale e politica rispecchia
forma di Stato nuovo, lo Stato totalitario socia- «una visione della realtà come dato “natura-
lista, con il compito di creare l’uomo nuovo, le”, cioè esiste una natura umana con leggi
l’uomo socialista. Questa novità politica in- proprie, naturali, che presiedono al retto vi-
fluenzerà gran parte degli Stati europei, che, vere civile: sono esse il fondamento della po-
pur assumendo delle connotazioni ideologiche litica. E vanno rispettate e tutelate. Il compi-
opposte a quella socialcomunista, ne riprende- to dello Stato è quello di favorire tale tutela e
ranno i caratteri totalitari, dando inizio alla rispetto da parte dei cittadini con una legisla-
stagione dei totalitarismi. zione adeguata. In questa visione si colloca la
difesa di quelli che vengono chiamati valori
All’interno di questi rivolgimenti epocali si tradizionali, come il valore primario della vi-
situa l’impresa fiumana. Essa rappresenta molto ta umana dal concepimento alla morte natu-
di più di quello per cui normalmente viene ri- rale, la famiglia naturale come cellula fonda-
cordata nei libri di storia. Infatti con il passare mentale della società, la cultura nazionale
del tempo, questo episodio sta assumendo sem- come patrimonio comune di un popolo, la
pre più un connotato nuovo, che lo libera, in un proprietà come valore sociale, la religione
certo senso, dal semplice colpo di mano nazio- come valore fondante il vivere personale e
nalista, per annettere Fiume all’Italia, e lo vede comunitario»3,
come un esperimento rivoluzionario, che va ol-
tre il totalitarismo, anche se a questo offre un come specificato nel mio articolo Destra e
modello. L’impresa di Fiume si prospetta, sul Sinistra: una diversità genetica. La Rivoluzione
terreno storico e politico, come un avvenimento intende eliminare questa visione della realtà e
che si inserisce nel quadro generale della crisi questo modo d’essere dell’uomo per rimpiaz-
rivoluzionaria dell’Europa, successiva alla zarli con altri radicalmente opposti, che rico-
Grande Guerra e alla Rivoluzione russa, e che noscono nell’individuo un essere singolare, au-
propone l’idea di creare un nuovo ordine politi- tonomo e autoreferente, portatore unicamente
co-sociale, libertario e anarchico, anche se con di interessi propri ed esclusivi, i cui rapporti
tanto di Costituzione, che vuole fungere da mo- con gli altri individui sono improntati alla par-
dello per l’Italia e il mondo. zialità, alla precarietà, alla flessibilità e alla
Per comprendere pienamente il carattere ri- conflittualità.
voluzionario dell’impresa fiumana bisogna spe- L’avventura di Fiume si presenta come un
cificare cosa si intende per “Rivoluzione”. esempio anticipatore dei comportamenti politi-
Prendo il significato che dà alla parola il pensa- ci che caratterizzeranno la società occidentale
tore cattolico brasiliano Plinio Correâ de Oli- dalla conclusione del secondo conflitto mon-
veira (1908-1995) nella sua opera Rivoluzione e diale in poi. È un’anticipazione di quella che il
Contro-Rivoluzione: prof. Corrêa de Oliveira chiama “Quarta Rivo-
«Diamo a questo vocabolo il senso di un mo- luzione”4. Essa ha molte facce ma un’unica for-
vimento che mira a distruggere un potere o ma mentis: la prevalenza del principio del pia-
un ordine legittimo e a instaurare, al suo po- cere, il desiderio come criterio di scelta, la con-
sto, uno stato di cose – intenzionalmente non cezione dell’esistenza come un susseguirsi fram-
vogliamo dire “ordine di cose” – o un potere zione e cura di Giovanni Cantoni, Sugarco Edizioni, Milano,
illegittimo»2. 2009, p. 71.
3 Salvatore Calasso, Destra e Sinistra: una diversità genetica,
2 Plinio Corrêa de Oliveira, Rivoluzione e Contro-Rivoluzio- in Cultura & Identità. Rivista di studi conservatori, Anno I, n.
ne, Edizione del cinquantenario (1959-2009) con materiali 1, settembre-ottobre 2009, p. 23.
della “fabbrica” del testo e documenti integrativi, Presenta- 4 Cfr. Plinio Corrêa de Oliveira, op. cit., parte III.

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mentato di “attimi fuggenti”, l’assenza di pro- Lì, nella Fiume dannunziana, viene creata e
gettualità. Nel microcosmo che si crea a Fiume, sperimentata, come afferma Claudia Salaris,
in seguito all’occupazione da parte dei legionari «per la prima volta una liturgia della politica di
capeggiati da Gabriele D’Annunzio, massa»7, attraverso riti collettivi, come la cele-
brazione degli anniversari, le cerimonie di giu-
«il piacere diventa prerogativa di tutti coloro
ramento, le marce militari, e tramite le simbo-
che sono convenuti alla festa della rivoluzio-
ne. Godimenti senza limiti, divertimenti, li- logie religiose, come il culto dei caduti e dei
bero fluire dei desideri, comportamenti disi- martiri, in una sorta di nuova religiosità laica, il
nibiti, privi di moralismo: tali sono i caratteri cui perno è il rapporto quasi magico tra il “ca-
che di quest’esperienza collettiva, sostanzial- po” e la massa, che si esprime nella “manifesta-
mente liberatoria, ci tramandano cronache e
fu un movimento artistico-letterario, sorto in Svizzera verso il
memorie»5, 1916, col programma di demistificare, ironizzando su di essi,
afferma Claudia Salaris nel suo saggio, Alla tutti i valori costituiti della cultura, attraverso un'azione che
festa della Rivoluzione, dedicato agli aspetti li- esaltasse l'idea di primitivismo, di spontaneità creativa e irra-
zionale, di non integrazione dell'artista col mondo che lo cir-
bertari dell’impresa fiumana. conda. Il nome “dada”, nel suo non senso, stava a significare
L’avventura fiumana iniziò la mattina del 12 l'inutilità della scrittura nella creazione poetica. Il centro
settembre 1919 quando Gabriele D’Annunzio principale di attività fu il Cabaret Voltaire di Zurigo, dove
poeti, pittori, scrittori e musicisti con interessi simili si radu-
fece il suo ingresso a Fiume a capo di un mani- navano per partecipare ad attività sperimentali quali poesia
polo di granatieri per sostenere, contro i delibe- astratta, rumore-musica, pittura automatica. Le serate al Ca-
rati della pace di Parigi, l’annessione della città baret Voltaire non sono molto diverse dalle serate organizzate
dai futuristi: in entrambe vi è l’intento di stupire con manife-
all’Italia. Cominciò in tal modo un episodio di
stazioni inusuali e provocatorie, così da proporre un’arte nuo-
brevissima durata, che si concluse nel dicembre va e originale.
del 1920, con il cosiddetto “Natale di sangue”. I due movimenti, Futurismo e Dadaismo, hanno diversi pun-
L’impresa di Fiume negli ambienti culturali ti comuni, come l’intento dissacratorio e la ricerca di mecca-
nismi nuovi del fare arte. Hanno anche qualche punto di note-
europei d’avanguardia, notoriamente orientati a vole differenza: soprattutto il diverso atteggiamento nei con-
sinistra, ebbe una grande importanza e una fronti della guerra. I futuristi, nella loro posizione interventi-
straordinaria risonanza, come dimostra il tele- sta, sono, tutto sommato, favorevoli alla guerra, mentre ne so-
no del tutto contrari i dadaisti. Il gruppo dada berlinese, fon-
gramma inviato dal Club Dada di Berlino al dato da Huelsenbeck, Richter e dallo scrittore Hausmann, si
Corriere della Sera: distinse per un più preciso impegno politico rivoluzionario. Il
dadaismo rappresentò un tentativo di superamento dell’arte
«Ill.mo Signore Gabriele D’Annunzio tradizionale: i suoi membri usavano ogni mezzo “per fare
«“Corriere della Sera” Milano arte”, avendo come solo limite la loro immaginazione.Dada,
«Se gli alleati protestano preghiamo telefo- in effetti, è la negazione di tutti i valori e canoni estetici del-
l'arte. Il movimento si traduce nel rifiuto del concetto di bel-
nare Club Dada Berlino. Conquista grandio- lezza, degli ideali, della ragione, cui vengono contrapposti
sa impresa dadaista per il cui riconoscimento una libertà senza freni, l'irrazionalità, l'ironia, il gusto per il
interverremo con tutti i mezzi. L’atlante gesto ribelle e irridente, lo spirito anarchico. Tipico prodotto
dada è il ready-made, un prodotto ordinario tolto dall'oggetto
mondiale dadaistico DADAKO (editore Kurt
originario e messo in mostra come opera d'arte. Con i ready-
Wolff, Leipizig) riconosce Fiume già come made si rompe il concetto per cui l’arte era il prodotto di
città italiana. un’attività manuale coltivata e ben finalizzata. Opera d’arte
«Club Dada poteva essere qualsiasi cosa: posizione che aveva la sua conse-
guenza che nulla è arte. Questa evidente tautologia era supe-
«Huelsenbeck. Baader. Grosz»6. rata dal capire: che innanzitutto l’arte non deve separarsi dalla
vita reale, ma confondersi con questa, e che l’opera dell’artista
5 Claudia Salaris, Alla festa della Rivoluzione. Artisti e liber- non consiste nella sua abilità manuale, ma nelle idee che riesce
tari con D’Annunzio a Fiume, Il Mulino, Bologna, 2002, p. a proporre. Infatti, il valore dei ready-made era solo nell’idea.
177. Abolendo qualsiasi significato o valore alla manualità dell’ar-
6 Telegramma riprodotto in Hans Richter, Dada. Arte e an- tista, l’artista, non è più colui che sa fare cose con le proprie
tiarte, trad. it., Mazzotta, Milano, 1966, p. 128. Il Dadaismo mani, ma colui che sa proporre nuovi significati alle cose, an-

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zione” che diventa anche una festa in cui, come po d’uomo libero e forte, unico e indiscusso
dice sempre la Salaris, arbitro dei propri destini […]. Fiume e rivo-
luzione non sono due cose eccessivamente an-
«ogni regola di comportamento è rovesciata,
titetiche»9.
l’ordine militare si converte in disciplina ela-
stica, la rivista diventa spettacolo che coin- A Fiume viene saggiato un tentativo inedito
volge tutti in esplosioni d’allegria col- di combinare individualismo e comunitarismo,
lettiva»8. in un nuovo ordine politico-sociale, frutto di un
magma ribollente di stati d’animo, di concezio-
A Fiume si sperimenta un modo di fare poli-
ni della vita plurali, di aspirazioni al cambia-
tica nuovo, di stampo para religioso, che i ritua-
mento radicale dello stato delle cose, che mette
li e le cerimonie politiche degli stati totalitari
insieme idealismo, nazionalismo, utopia anar-
del Novecento faranno proprie e raffineranno,
chica e vitalismo festaiolo. Mario Isneghi vede
facendone un potente strumento di propaganda.
nell’esperienza fiumana un luogo in cui speri-
Esso tende alla fondazione rivoluzionaria di
menta una nuova agorà:
una nuova visione dell’uomo, in cui, alla reli-
giosità tradizionale di natura trascendente, ne «Fra il settembre 1919 e il dicembre 1920 si
viene sostituita una totalmente rivolta all’im- dispiegano […] mesi di inebriante pienezza di
manente di cui la politica ne diviene l’artefice, vita durante i quali la piccola città adriatica
con l’utilizzo di una simbologia quasi sacrale, viene strappata alla sua perifericità e vissuta e
fatta per appagare la naturale religiosità del- presentata – da pellegrini dell’arte, della let-
l’uomo. teratura e della politica, accorsi non solo dal-
Fiume dannunziana appare, quindi, come un l’Italia, - come il luogo di tutte le possibilità:
microcosmo dove il percorso della modernità il centro del mondo, la “città olocausta” –
giunge rapidamente al suo apice. nel linguaggio immaginifico di D’Annunzio
A Fiume viene prefigurata una società rivo- – alla cui fiamma si alimentano il pensiero
luzionaria dai connotati libertari ed anarchici, creativo e i “nuovi bisogni” – individuali e
come scrive Mario Carli (1888-1935) su La te- collettivi, nazionali e di genere; la “piazza
sta di ferro. Libera voce dei legionarii di Fiume, universale” di tutti i progetti e di tutti i so-
settimanale pubblicato a Fiume a partire dal 1° gni»10.
febbraio 1920, con l’autorizzazione di D’An- In tale contesto si afferma un clima psicolo-
nunzio: gico che fa di Fiume la “Città di vita”, come la
«Tutti sanno quanta dose di anarchismo sia definì lo stesso D’Annunzio: «una sorta di pic-
nella nostra concezione futurista del mondo, cola “controsocietà” sperimentale, - dice la Sa-
che vorrebbe abolire tutte le cose inutili ed laris - con idee e valori non propriamente in li-
ingiuste: le dinastie ed i carceri, il papato e i nea con quelli della morale corrente, nella di-
tribunali, il parlamento e i privilegi, l’ar- sponibilità alla trasgressione della norma, alla
cheologie e i corrieri della sera. È per questo pratica di massa del ribellismo»11. In quella si-
che, non potendo più accettare il dominio tuazione prende corpo l’idea di fare di Fiume il
dell’attuale classe dirigente né avendo fiducia crogiolo di una nuova fase della rivoluzione, in
in quello avvenire delle altre classi, io mi
sento assai vicino alla concezione anarchica, 9 Mario Carli, Polemiche di anarchismo. Replica a un avver-
sario ultra-rosso, in “La testa di ferro”, I, n. 30, 3 ottobre 1920,
cioè individualista, che vuol preparare un ti- cit. in Claudia Salaris, op. cit., p. 117 e s.
10 Mario Isneghi, La nuova agorà. Fiume, in Id., L’Italia in
che per quelle già esistenti. piazza. I luoghi della vita pubblica dal 1848 ai nostri giorni,
7 Claudia Salaris, op. cit., p. 10. Mondadori, Milano, 1994, p. 233.
8 Idem, p. 78. 11 Claudia Salaris, op. cit., p. 12.

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grado di andare oltre la rivoluzione bolscevica, pubblica: soldi nei forzieri! Artisti, bo-
per configurare un nuovo ordine sociale, che hémien, avventurieri, anarchici (D’Annunzio
avrà la sua Magna Charta nella Carta del Car- corrispondeva con Malatesta) fuggitivi e ri-
naro. Esso si pone in antitesi al tradizionale or- fugiati apolidi, omosessuali, dandy militari
dine europeo come viene rilevato da Michael (l’uniforme era nera con teschio e tibie pirata
Arthur Ledeen: – più tardi rubata dalle SS) e strambi rifor-
matori d’ogni tipo (compresi Buddisti, Teo-
«La rivolta capeggiata da D’Annunzio era di- sofisti e Vedantisti) iniziarono ad arrivare in
retta contro il vecchio ordine esistente nel- massa a Fiume. La festa non finiva mai. Ogni
l’Europa occidentale, e fu attuata in nome mattina D’Annunzio leggeva poesia e procla-
della creatività e della virilità giovanili che si mi dal suo balcone; ogni sera un concerto,
sperava avrebbero dato vita a un mondo mo- poi fuochi d’artificio. In questo consisteva
dellato sull’immagine dei suoi creatori. L’es- l’intera attività del governo. Diciotto mesi
senza di tale rivolta fu la liberazione della dopo, quando il vino e i soldi finirono e la
personalità umana, quella che si può chiama- flotta italiana finalmente arrivò e lanciò
re la “radicalizzazione” delle masse del po- qualche proiettile contro il Palazzo Munici-
polo che per tanti secoli erano state sistema- pale, nessuno ebbe l’energia per resistere»13.
ticamente sfruttate»12.
Durante i sedici mesi, o giù di lì, dell’avven-
In questo quadro l’esperienza di Fiume si tura fiumana hanno fatto la loro apparizione
configura come un modo, del tutto nuovo per il non pochi di quei fenomeni, i quali, con carat-
tempo, di vivere l’esperienza politica e la stessa teristiche singolarmente affini, sono riesplosi
quotidianità. L’intellettuale anarchico america- nel 1968: il rapporto conflittuale giovani-an-
no Peter Lamborn Wilson, che si cela sotto lo ziani, il radicalismo di posizioni e di comporta-
pseudonimo di Hakim Bey, nel suo T.A.Z. Zone menti, l’uso della droga, la democratizzazione
temporaneamente autonome, un classico del pen- dell’esercito, l’abbandono completo ai sensi,
siero cyberpunk e libertario, ne parla come di l’importanza data alla festa e al gioco, la libertà
un esempio di zona temporaneamente autono- sessuale e l’esaltazione del corpo, il mito del vi-
ma, cioè una sorta di isola liberata dalle in- vere in armonia con la natura, la lotta per i po-
fluenze politiche tradizionali dello Stato e del poli oppressi, il rifiuto della famiglia e la speri-
sistema capitalista in cui si sperimenta un modo mentazione di vita in comune. Si disse già allora
nuovo di vivere, senza alcun riguardo per qual- che a Fiume il clima era orgiastico. Nella “città
siasi ideologia o dogma. Ecco come la descrive: olocausta”, edonismo ed estetismo si incontra-
«Lui e uno dei suoi amici anarchici scrissero vano e fondevano, vita e sogno, realtà e rappre-
la Costituzione che dichiarava la musica esse- sentazione si sovrapponevano. A questo propo-
re il principio centrale dello Stato. La Marina sito scrive ancora Hakim Bey:
(formata da disertori e sindacalisti marittimi
«Credo che se paragoniamo Fiume con l’in-
anarchici Milanesi) si chiamò gli Uscochi, in
surrezione di Parigi del 1968 (anche con le
memoria dei pirati da tempo scomparsi, che
insurrezioni urbane italiane della prima metà
erano usi abitare le isole locali fuori costa e
degli anni Settanta) così come pure con le
predare il naviglio Veneziano e Ottomano. I
comuni controculturali Americane e le loro
moderni Uscochi realizzarono alcuni colpi
influenze Nuova Sinistra-anarchiche, do-
clamorosi: diversi ricchi mercantili Italiani
vremmo notare certe similarità, quali: - l’im-
improvvisamente diedero un futuro alla Re-
portanza della teoria estetica (vedi i Situazio-
12 Michael Arthur Ledeen, D’Annunzio a Fiume, Laterza, 13 Hakim Bey, T.A.Z. Zone temporaneamente Autonome,
Roma-Bari 1975, pp. 6-7. trad. it., ShaKe Edizioni Underground, Milano, 1993, p. 41.

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nisti) – anche la popolarità di pittoresche inclinazioni giovanili verso un volontarismo ir-


uniformi militari – anche quella che potrebbe regolare ricco di implicazioni e opera come ele-
essere chiamata “economia pirata”, vivere mento aggregante, secondo la Salaris, dei
bene del surplus della sovrapproduzione so-
«più svariati personaggi, non solo italiani,
ciale – e il concetto di musica come cambia-
tanto che il comando assume un respiro tut-
mento sociale rivoluzionario – e, infine l’aria
t’altro che provinciale, ma anzi decisamente
di impermanenza che condividono, di essere
cosmopolita per la presenza, tra gli uomini
pronte a muoversi, a cambiare forma per ri-
più vicini al Vate e con incarichi non secon-
collocarsi in altre università, cime di monta-
dari, di alcuni giovani dai nomi esotici, Léon
gna, ghetti, fabbriche, covi, fattorie abban-
Kochnitzky, Henry Furst, Ludovico Toepli-
donate – o anche altri piani della realtà. Nes-
tz, che rappresentano l’ala anticonformista,
suno stava tentando di imporre un’altra Dit-
inquieta e ribelle del fiumanesimo, quella
tatura Rivoluzionaria sia a Fiume, Parigi,
stessa in cui si muovono il pilota-guru Guido
Millbrook. O il mondo sarebbe cambiato, op-
Keller, nonché gli scrittori Mario Carli e
pure niente. Nel frattempo mantenersi in
Giovanni Comisso»16.
movimento e vivere intensamente»14.
Sono questi giovani, che Renzo De Felice
I “legionari” vissero davvero una vita fanta-
(1929-1996) nel suo testo D’Annunzio politico
stica, inimitabile, fuori del comune, sospesa in
una sorta di eterno presente senza passato né chiama “scalmanati”17, i veri protagonisti del
futuro, come afferma Nino Valeri: fiumanesimo. Sono essi che, sempre secondo De
Felice, danno all’impresa fiumana
«Una febbre fatta, nei più risoluti, di orrore
per la vita dura e grigia di tutti i giorni, di di- «il valore di una esperienza, non solo esaltan-
sprezzo per gli ordini costituiti, di disinteres- te ed irripetibile, ma moralmente liberatrice e
se per il passato e per l’avvenire, di irridente politicamente anticipatrice di un nuovo ordi-
spregio per la virtù e per il risparmio, per la ne politico-sociale che essi non sapevano de-
famiglia, per gli avi, per la religione, per la finire concretamente ma al quale anelavano;
monarchia e per la repubblica: di nichilistica e che, nel periodo postfiumano, ha fatto si
aspirazione, in fondo, di finirla in bellezza che la maggioranza di questi legionari si
questa inutile stupida vita, in una specie di schierasse contro il fascismo»18.
orgia eroica. Sono sentimenti codesti, che Per questi legionari “scalmanati” Fiume è il
giacciono anche nel remoto sottofondo di rifiuto di un duro e difficile reinserimento nel
molti benpensanti, ma normalmente repressi vivere sociale civile, che sfocia in una rivolta
e condannati in nome della rispettabilità. molto più vasta che esprime
L’esplosione sfrenata di essi fu forse la carat-
teristica più importante dell’ambiente legio- «una risposta alle inquietudini e ai malesseri
nario fiumano e segno di una situazione poli- che travagliavano tanta parte degli “uomini
tica intrinsecamente rivoluzionaria, in cui nuovi” che la guerra, in bene e in male, aveva
D’Annunzio si trovò, un certo momento, ad creati e fatti consapevoli di essere diversi dai
essere il capo, mandato avanti piuttosto dalla loro padri e dal loro modo di concepire la vi-
forza degli eventi che da una sua chiara vo- ta, i rapporti umani e sociali, l’orga-
lontà»15. nizzazione del potere tra gli uomini come tra

L’esperienza fiumana rinvigorisce le naturali


16 Claudia Salaris, op. cit., p. 17.
14 Idem, pp. 41-42. 17 Cfr. Renzo De Felice, D’Annunzio politico 1918-1938, La-
15 Nino Valeri, Da Giolitti a Mussolini. Momenti della crisi terza, Roma-Bari, 1978, pp. 23 e ss.
del liberalismo, Il Saggiatore, Milano, 1967, p. 49. 18 Idem, p. 28.

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i popoli»19. la revisione dei loro giudizi, facendo affiorare


una condanna morale, che, col passare del tem-
È la ricerca di una risposta alternativa al-
po diviene sempre più significativa.
l’ordine costituito che porta l’esperienza fiu-
Nell’anno durante il quale è capo di gabinet-
mana ad assumere i connotati rivoluzionari più
to, De Ambris si muove, ufficialmente sempre
avanzati dell’epoca, espressi in un magma ideo-
in accordo con il “Comandante”, secondo una
logico, apparentemente contraddittorio, ma ri-
duplice direzione: sul piano interno si adopera
velante l’utopia di assemblare in un ordine nuo-
per l’adozione di una costituzione di stampo
vo l’idealismo nazionalista, che si muoveva lun-
sindacalista; sul piano estero, cerca di stabilire
go le direttrici della tradizione democratico-ri-
un ponte tra il movimento fiumano, le sinistre
voluzionaria del Risorgimento, con l’anarco-
italiane e le forze sovversive, per un’azione ri-
sindacalismo e il futurismo.
voluzionaria in Italia e l’instaurazione di un or-
Da questa ideologia magmatica che è il fiu-
dine nuovo a base sindacalistico-corporativa.
manesimo scaturiscono i progetti repubblicani e
Secondo Mario Missiroli (1886-1974),
sindacalistico-corporativi della Carta del Car-
naro. «Nel caos fiumano De Ambris rappresentò
Essi vedono il loro inizio il 10 gennaio 1920 un elemento che possiamo senz’altro qualifi-
con la nomina di Alceste De Ambris (1874- care quello della purezza delle intenzioni.
1934)20 a capo di gabinetto nel Comando Fiu- Mentre D’Annunzio, il “Comandante”,
mano, in sostituzione di Giovanni Giuriati combattuto fra tendenze contrastanti, sban-
(1876-1970). dava di qua e di là, De Ambris, aveva un suo
Con la scelta di un personaggio del genere, e scopo immutabile: attuare a Fiume un or-
con tali precedenti, come suo collaboratore di- dinamento sindacalista. Era un programma
retto, D’Annunzio impresse una svolta fonda- utopistico, al quale, una volta riuscito De
mentale all’impresa di Fiume, secondo De Feli- Ambris (non sappiamo come) a farlo adottare
ce, «di tipo sempre più marcatamente “rivolu- dal “Comandante”, ogni altra cosa doveva
essere subordinata […]. La meta utopistica a
zionario”»21.
cui tendeva De Ambris era questa: fare di
È proprio dalla collaborazione con un uomo
Fiume, con la sua Costituzione corporativa,
che proviene dalla militanza attiva nelle file del
una prima cellula modello, un nucleo di cri-
sindacalismo rivoluzionario e con altri giovani
stallizzazione intorno al quale si sarebbe do-
esponenti radicali che D’Annunzio riesce a fare
vuta organizzare l’Italia tutta»23.
di Fiume “la città di vita”: «una sorta di piccola
contro-società, con propri valori e un proprio Grazie a De Ambris, a Fiume vengono getta-
modo di concepire i rapporti personali e collet- te le basi di un esperimento politico nuovo di
tivi, […]»22. Ciò determinerà in non pochi so- stampo rivoluzionario, che trova attuazione
stenitori e avversari dell’impresa dannunziana nella Carta del Carnaro, il testo costituzionale
della “Reggenza Italiana del Carnaro”. Frutto
19 Ibidem. di lunghi colloqui fra i due uomini, il documen-
20 Originario della Lunigiana, De Ambris proveniva dalle
file del sindacalismo rivoluzionario di ispirazione mazziniana, to viene reso pubblico il 30 agosto 1920 dal Vate
ed era diventato figura carismatica di questo movimento per il che lo legge nel Teatro Fenice. Esso è il risulta-
suo impegno operativo nelle lotte sindacali e politiche del to della redazione fatta da De Ambris e tra-
parmense e per le battaglie giornalistiche combattute sulle te-
state del mondo sindacalista rivoluzionario. Per quanto avesse
smessa a D’Annunzio il 18 marzo su cui il poeta
scritto qualche testo teorico, era soprattutto un organizzatore è intervenuto per trasporlo in prosa d’arte e per
e un rivoluzionario nel vero senso della parola. Egli vedeva il inserirvi alcune aggiunte e modifiche: in parti-
sindacalismo come pura e semplice azione rivoluzionaria.
21 Renzo De Felice, op. cit., p. 57. 23 Mario Missiroli, Gente di conoscenza, R. Ricciardi, Mila-
22 Ibidem. no-Napoli, 1972, pp. 151 sg.

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colare egli ha sostituito all’espressione Repub- «la decima non ha arte né novero né vocabo-
blica del Carnaro, usata da De Ambris, quella di lo. La sua pienezza è attesa come quella della
Reggenza italiana del Carnaro, che evidenzia in decima Musa. È riservata alle forze miste-
modo più adeguato e ribadisce l’intento di unio- riose del popolo in travaglio e in ascendi-
ne territoriale di Fiume all’Italia; ha recuperato mento. È quasi una figura votiva consacrata
termini vetusti e desueti per indicare i vari isti- al genio ignoto, all’apparizione dell’uomo
tuti e le varie magistrature, riprendendoli dal novissimo, alle trasfigurazioni ideali delle
linguaggio degli antichi statuti comunali e cor- opere e dei giorni, alla compiuta liberazione
porativi e, in qualche caso, dall’ordinamento dello spirito sopra l’ànsito penoso e il sudore
fiumano in atto; ha aggiunto ex novo alcuni ar- di sangue.
ticoli. Uno è il XIV riguardante le credenze re- «È rappresentata, nel santuario civico, da
ligiose, che recita: una lampada ardente che porta inscritta
un’antica parola toscana dell’epoca dei Co-
«Tre sono le credenze religiose collocate so- muni, stupenda allusione a una forma spiri-
pra tutte le altre nella università dei Comuni tualizzata del lavoro umano:
giurati: «“Fatica senza fatica”»25.
«la vita è bella, e degna che severamente e
magnificamente la viva l’uomo rifatto intiero Questa corporazione “senza nome” indica
dalla libertà; l’obiettivo di tutto il movimento rivoluzionario
«l’uomo intiero è colui che sa ogni giorno moderno: quello di liberare l’uomo da quell’e-
inventare la sua propria virtù per ogni giorno redità della fatica umana che la religione cri-
offrire ai suoi fratelli un nuovo dono; stiana indica quale effetto del peccato originale.
«il lavoro, anche il più umile, anche il più A tal proposito nella Genesi si legge:
oscuro, se sia bene eseguito, tende alla bellez-
«maledetto il suolo per causa tua! / Con dolo-
za e orna il mondo»24. re ne trarrai il cibo / per tutti i giorni della vi-
Questo articolo disegna una nuova concezio- ta. / Spine e cardi produrrà per te / e mange-
ne religiosa che non ha nulla a che fare con la rai l’erba dei campi. / Con il sudore del tuo
religiosità tradizionale, che postula l’esistenza volto mangerai il pane, / finché non ritorne-
di Dio, ma privilegia una dimensione esclusiva- rai alla terra, perché da essa sei stato tratto:
mente orizzontale, in cui l’elemento cardine, polvere tu sei e in polvere ritornerai!»26.
non è il rapporto con la divinità, ma è il lavoro, Tale movimento di liberazione dalla fatica
visto misticamente come elemento capace di del lavoro si accompagna ad un altro, tipico
creare bellezza. In esso si ritrovano echi della della modernità, quello dell’affrancamento da
concezione marxista che vede nel lavoro il mez- ogni legge morale oggettiva, vista come un li-
zo tramite il quale la Natura, arrivata a questo mite alla libertà soggettiva. Esso viene codifica-
stadio, attua la sua evoluzione, tendente alla to nell’ultima riga del XXXIV articolo, ag-
realizzazione dell’uomo nuovo. giunta da D’Annunzio, in cui, tra le materie che
L’idea di uomo nuovo si ritrova anche nel- l’Arengo del Carnaro può trattare e deliberare,
l’art. XIX riguardante le corporazioni e in par- vi è quella «dell’ampliata libertà»27, dove si in-
ticolare nella descrizione della decima e ultima troduce un concetto giuridico, che tanta fortu-
corporazione: na avrà nei nostri giorni, per cui, come dice De
Felice,
24 Gabriele D’Annunzio, La Carta del Carnaro e altri scritti
su Fiume, a cura di Marco Fressura e Patrick Karlsen, prefa- 25 Idem, p. 16.
zione di Giordano Bruno Guerri, Castelvecchi, Roma, 2009, 26 Genesi, 3,17-19.
p. 12 27 G. D’Annunzio, La Carta del Carnaro, op. cit., p. 23

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«le libertà umane possano col tempo sempre pe, di lingua, di classe, di religione»34, ponendo
allargarsi e, forse, ne possano emergere delle così a suo fondamento la sovranità popolare, ti-
nuove e che lo Stato deve, se i cittadini lo ri- pico delle democrazie moderne, e, all’articolo
tengono opportuno, accettarle e sancirne il successivo, «si studia di ricondurre i giorni e le
riconoscimento»28. opere verso quel senso di virtuosa gioia che deve
Esso è la codificazione di una concezione li- rinnovare dal profondo il popolo finalmente af-
bertaria dei diritti dell’uomo, secondo la quale francato da un regime uniforme di soggezioni e
un diritto è tale quando il soggetto ha la possi- menzogne»35, dando così all’azione politica un
bilità e la capacità di scegliere se attuarlo o me- significato di rinnovamento del popolo, libera-
no, e lo Stato deve garantire questa “libertà di to dal regime precedente ritenuto menzognero,
scelta”. La conseguenza è che soggetti come il per guidarlo verso una felicità tutta immanente.
feto, o le persone con gravi menomazioni, o in Si tratta di un documento costituzionale dai
fase terminale, non possono avere dei diritti, tratti senza dubbio nuovi, che vanno oltre
poiché sono incapaci di esercitare delle scelte e quanto posto in essere dalle carte europee vi-
di manifestare la loro libertà. genti, poiché fonde in una sintesi nuova gli
La Carta del Carnaro, nella formulazione aspetti democratici e libertari con una rivisita-
definitiva, prefigura, all’art. III, la creazione di zione rivoluzionaria della tradizione storica del
uno Stato fondato sulla democrazia diretta, con municipalismo italiano, attraverso la mediazio-
«un governo schietto di popolo»29 e sulle «più ne delle istanze decentratrici del sindacalismo
larghe e più varie forme dell’autonomia quale rivoluzionario, anticipando in questo le istanze
fu intesa ed esercitata nei quattro gloriosi secoli del municipalismo libertario, tipiche dei movi-
del nostro periodo comunale»30. Tale autono- menti anarchici contemporanei.
mia è così vasta che prevede un potere legislati- La Carta del Carnaro fu anticipata il 15 ago-
vo comunale derivato «dalla consuetudine pro- sto dalla pubblicazione di un testo-manifesto di
pria, dalla propria indole, dall’energia trasmes- Filippo Tommaso Marinetti (1876-1944) dal
sa e dalla nuova coscienza»31, sintetizzando, in titolo alquanto significativo, Al di là del comu-
questo modo, antiche tradizioni ed esigenze ri- nismo, avvenuta sul giornale dei legionari fiu-
voluzionarie, espresse dalla “nuova coscienza”. mani La testa di ferro. In questo scritto Mari-
Questa autonomia si estende al mondo del lavo- netti pone il futurismo oltre l’esperienza social-
ro con l’autogoverno dei lavoratori organizzati comunista, prospettando un’utopia politica
in dieci corporazioni, giuridicamente ricono- nuova, che anticipa temi e prospettive che tro-
sciute, «che prendono dal Comune l’imagine veranno cittadinanza nei movimenti sessantot-
della lor figura, ma svolgono liberamente la lo- tini.
ro energia e liberamente determinano gli obbli- «Vogliamo liberare l’Italia dal papato, dalla
ghi mutui e le mutue provvidenze» 32, alle quali monarchia, dal Senato, dal matrimonio, dal
«sono per obbligo inscritti»33 tutti i lavoratori in Parlamento. Vogliamo un governo tecnico
ragione del lavoro o della professione esercitati. senza parlamento, vivificato da un consiglio
Nei Fondamenti, la Reggenza del Carnaro o eccitatorio di giovanissimi. Vogliamo l’abo-
all’art. IV, «riconosce e conferma la sovranità lizione degli eserciti permanenti, dei tribuna-
di tutti i cittadini senza divario di sesso, di stir- li, delle polizie e dei carceri, perché la nostra
razza di geniali possa sviluppare la maggior
28 Renzo De Felice, op. cit., p. 115.
29 G. D’Annunzio, La Carta del Carnaro, op. cit., p. 8.
quantità possibile di individui liberissimi, for-
30 Ibidem.
31 Art. XXIII, Idem p. 18.
32 Art. XVIII, Idem, p. 14. 34 Idem, p. 8
33 Ibidem. 35 Idem, pp. 8 e s.

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ti, laboriosi, novatori, veloci»36. trice del popolo e di educarla in un senso asso-
lutamente pratico»43. Cosa intenda Marinetti
Marinetti è cosciente che le idee del futuri-
per educazione pratica è spiegato subito dopo:
smo e l’esperienza fiumana si pongono al di la
del socialcomunismo: «Non soltanto siamo più «Il soddisfacimento d’ogni bisogno dà un
rivoluzionari di voi, socialisti ufficiali, ma sia- piacere. Ogni piacere ha un limite.
mo al di là della vostra rivoluzione» 37. Per lui il «Al limite del piacere comincia il sogno. Si
comunismo è l’«esasperazione del cancro buro- tratta di regolare il sogno e di impedire che
cratico che ha sempre roso l’umanità»38 la quale diventi nostalgia d’infinito o odio per il fini-
«cammina verso l’individualismo anarchico, to. Bisogna che il sogno bagni, perfezioni e
méta e sogno di ogni spirito forte. Il Comuni- idealizzi il piacere»44.
smo invece è una vecchia formola mediocrista, Il dare il potere agli artisti nell’ottica rivolu-
che la stanchezza e la paura della guerra river- zionaria del futurismo e del fiumanesimo ha una
niciano oggi e trasformano in moda sua ragion d’essere spiegata da Corrêa de Oli-
spirituale»39. veira:
La rivoluzione che il leader del futurismo
profila, tiene in debito conto l’esperienza in at- «Quanto alle arti, poiché Dio ha stabilito re-
to nella nuova realtà fiumana, in cui l’arte è al lazioni misteriose e mirabili fra certe forme,
potere e, con la sua capacità immaginativa, sta colori, suoni, profumi, sapori e certi stati d’a-
creando un mondo nuovo. Infatti egli propone nimo, con questi mezzi si possono chiara-
«all’umanità come unica soluzione del proble- mente influenzare a fondo le mentalità e in-
durre persone, famiglie e popoli a formarsi
ma universale: l’Arte e gli Artisti rivoluzionari
una condizione spirituale profondamente ri-
al potere»40. Essa dovrebbe prendere il posto
voluzionaria»45.
precedentemente avuto nella storia dalle reli-
gioni, poiché, Ecco il perché degli artisti al potere e del
ruolo delle avanguardie culturali nel promuo-
«Mentre agonizzano le ultime religioni, l’Ar-
vere tendenze, atteggiamenti e costumi contrari
te deve essere il nutrimento ideale che conso-
lerà e rianimerà le razze inquietissime, insod- alla concezione naturale e cristiana.
disfatte e deluse dal crollo successivo di tanti Tra le arti, un ruolo fondamentale, in questo
banchetti ideali insufficienti»41. senso, è riconosciuto alla musica. Infatti sia la
Costituzione fiumana, sia il manifesto marinet-
Un’utopia estetizzante in cui l’arte assume tiano, che vengono alla luce nello stesso mo-
una funzione stupefacente e nutritiva, come mento storico, traggono linfa da un identico
l’alcool «ma un alcool di ottimismo esaltatore, humus culturale e prospettano un medesimo
che divinizzi la gioventù, centuplichi la maturi- ideale politico, presentano molti punti in co-
tà e rinverdisca la vecchiaia» 42. Lo scopo del- mune. «Il più evidente è quello relativo al ruolo
l’arte è quello «di ingigantire la facoltà sogna- sociale della musica»46 come viene rilevato dal-
la Salaris. Nel testo marinettiano si legge:
36 Filippo Tommaso Marinetti, Al di là del comunismo, in
Id., Teoria e invenzione futurista, Prefazione di Aldo Palazze- «La musica regnerà sul mondo. Ogni piazza
schi, introduzione, testo e note a cura di Luciano De Maria, avrà la sua grande orchestra strumentale e
Mondadori, Milano, 1968, p. 419. vocale. Vi saranno così, dovunque, fontane di
37 Ibidem.
38 Idem, p. 411.
39 Ibidem. 43 Ibidem.
40 Idem, p. 421 e s. 44 Idem, pp. 423-424.
41 Idem, p. 421. 45 Plinio Corrêa de Oliveira, op. cit., p. 91.
42 Idem, p. 423. 46 Claudia Salaris, op. cit., p. 84.

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armonia che giorno e notte zampilleranno «Sono istituiti in tutti i Comuni della Reg-
dal genio musicale e fioriranno in cielo, per genza corpi corali strumentali con sovven-
colorare, ingentilire, rinvigorire e rinfrescare zione dello Stato.
il ritmo duro, buio, trito e convulso della vita «Nella città di Fiume al collegio degli Edili
quotidiana. Invece del lavoro notturno, avre- è commessa l’edificazione di una Rotonda ca-
mo l’arte notturna. Si alterneranno le squa- pace almeno di diecimila uditori, fornita di
dre dei musicisti, per centuplicare lo splen- gradinate comode per il popolo e d’una vasta
dore dei giorni e la soavità delle notti. […] fossa per l’orchestra e per il coro.
noi proponiamo un vasto progetto di concerti «Le grandi celebrazioni corali e orchestrali
quotidiani e gratuiti in ogni quartiere della sono “totalmente gratuite” come dai padri
città […]»47. della Chiesa è detto delle grazie di Dio»48.
La Carta del Carnaro si chiude con due arti- Questo ruolo sociale e rivoluzionario della
coli, il LXIV e il LXV, dedicati alla musica, in- musica è ben compreso da D’Annunzio che, non
seriti da D’Annunzio, che rivelano sorprendenti solo lo costituzionalizza, ma, a Fiume organiz-
somiglianze: za spettacoli in continuazione al Teatro Verdi,
divenuto ben presto un luogo di forte attrattiva
«Nella Reggenza italiana del Carnaro la Mu-
per i legionari. Gli spettacoli che vi si tengono
sica è una istituzione religiosa e sociale.
spaziano dalla musica classica alle ardite speri-
«Ogni mille anni, ogni duemila anni sorge
dalle profondità del popolo un inno e si per- mentazioni futuristiche. Ciò che manca al mo-
petua. vimento rivoluzionario fiumano è una musica
«Un grande popolo non è soltanto quello che ne esprima i sentimenti e ne incarni gli
che crea il suo dio a sua somiglianza ma quel- ideali. Questo verrà realizzato pochi anni dopo,
lo che anche crea il suo inno per il suo dio. con l’esplosione del jazz ed in seguito, nel se-
«Se ogni rinascita d’una gente nobile è uno condo dopoguerra si consoliderà con la nascita
sforzo lirico, se ogni sentimento unanime e e l’affermazione del rock ‘n’ roll. È questa mu-
creatore è una potenza lirica, se ogni ordine sica che farà da colonna sonora al più radicale
nuovo è un ordine lirico nel senso vigoroso e mutamento dei costumi avvenuto nella storia
impetuoso della parola, la Musica considera- dell’Occidente. Il rock ne interpreterà i diversi
ta come linguaggio rituale è l’esaltatrice del- umori facendosi, in qualche modo portavoce di
l’atto di vita, dell’opera di vita. mode e costumi rivoluzionari.
«Non sembra che la grande musica annunzi A Fiume mancava questo tipo di colonna so-
ogni volta alla moltitudine intenta e ansiosa nora ma erano certamente presenti molti altri
il regno dello spirito? […] elementi che fanno di questa esperienza una ri-
«Come il grido del gallo eccita l’alba, la voluzione “esistenziale”.
musica eccita l’aurora, quell’aurora: “excitat Con la Carta del Carnaro si realizza un espe-
auroram”. rimento politico nuovo con l’ambizioso obietti-
«Intanto negli strumenti del lavoro e del vo di creare l’uomo nuovo mediante la prassi ci-
lucro e del gioco, nelle macchine fragorose vile, «facendo nascere una sorta di contro socie-
che anch’esse obbediscono al ritmo esatto co- tà con una sua contromorale»49, come dice la
me la poesia, la Musica trova i sui movimenti Salaris.
e le sue pienezze. Ai futuristi non sembra vero di trovare nel-
«Delle sue pause è formata il silenzio della l’esperienza fiumana un terreno ideale per spe-
decima corporazione. rimentare in questo campo le loro idee innova-
47 Filippo Tommaso Marinetti, Al di là del comunismo, cit., 48 Gabriele D’Annunzio, op. cit., pp. 40 e s.
pp. 422,424. 49 Claudia Salaris, op. cit., p. 153.

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tive. Marinetti nel suo manifesto Al di là del dalla quale l’esperienza urbana, la vita politi-
Comunismo, ipotizza un concetto di patria mol- ca, prende forma. Si potrebbe dire che la na-
to simile a quello del municipalismo libertario scita e la rinascita di una città sia l’emergere
caro al mondo poliforme della sinistra antago- delle proprietà collettive che rendono la co-
nista. munità urbana assai più potente che la somma
delle capacità individuali dei suoi componen-
«Il cuore dell’uomo rompe nella sua espan- ti.
sione circolare il piccolo cerchio soffocatore «La città è in atto quando insorgono le
della famiglia, per giungere fino agli orli qualità collettive cioè comuni; e questo stesso
estremi della Patria, dove sente palpitare i insorgere fa sì che sia impossibile compren-
suoi connazionali di frontiera, come i nervi dere la città a partire dalle condotte o dalle
periferici del proprio corpo. L’idea di patria condizioni individuali dei cittadini.
annulla l’idea di famiglia. L’idea di patria è «La città è una forma di vita biologica, al
un’idea generosa, eroica, dinamica, futurista,
pari di un alveare o di un termitaio»51.
mentre l’idea di famiglia è gretta, paurosa,
statica, conservatrice, passatista. […]. In questo nuovo soggetto sovrano, secondo il
«La patria è il massimo prolungamento teorico anarcoecologista Murray Bookchin
dell’individuo, o meglio: il più vasto indivi- (1921-2006), autore del volume Democrazia
duo capace di vivere lungamente, dirigere, diretta. Idee per un municipalismo libertario, po-
dominare e difendere tutte le parti del suo trà realizzarsi la nuova forma politica che pre-
corpo. vede il superamento della famiglia:
«La patria è la coscienza psichica e geogra-
«È a questo livello che diviene possibile ol-
fica dello sforzo di miglioramento individua-
trepassare il privato e la grettezza di una vita
le»50.
familiare celebrata per la sua separatezza, per
Non molto diversa è la descrizione che della sperimentare quelle istituzioni pubbliche tese
società in chiave cittadina offre Franco Piperno alla partecipazione ed alla associazione»52.
ex leader di Potere Operaio nel suo libro Elogio
Come si può notare sia l’idea di patria mari-
dello spirito pubblico meridionale:
nettiana, sia questa idea di città “collettiva” an-
«Qui per città si intende la città naturale, per nullano l’individuo e le articolazioni sociali a
dirla con Marx; la città che ha la facoltà di cui egli dà origine, in favore di un collettivismo
autoregolarsi. totalizzante.
«La città è quel luogo speciale, topologica- Il fine della rivoluzione, spiega Piperno, è
mente singolare, dove si manifesta la potenza
quello di formare il cittadino come individuo
dell’intelletto comune nella produzione di
sociale «che consiste nella capacità di divenire
parole, sentimenti, leggi che esteriorizzano,
multiplo pur restando uno, senza rompersi psi-
per così dire, le qualità specifiche del luogo,
chicamente»53, e questo può avvenire «solo che
il genius loci.
prenda collettivamente coscienza della natura
«La città è quindi una potenza linguistica,
capace di interagire con la lingua. […] Que- animale della cooperazione cittadina»54.
sto essere in potenza fa della città il luogo Queste concezioni si pongono in antitesi alla
comune dove è possibile vivere l’esperienza di concezione naturale e tradizionale della sociali-
darsi la regola da se, dell’autoregolazione. 51 Franco Piperno, Elogio dello spirito pubblico meridionale,
«Il punto è che esiste, per ogni luogo, una Manifestolibri, Roma 1977, pp. 89-90.
soglia nella cooperazione umana a partire 52 Murray Bookchin, Democrazia diretta. Idee per un muni-
cipalismo libertario, Elèuthera, Milano 1993, p. 59
50 Filippo Tommaso Marinetti, Al di là del comunismo, cit., 53 Franco Piperno, op. cit., p. 107.
p. 412. 54 Idem, p. 100.

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tà umana, dove gli uomini si organizzano in


corpi sociali differenziati, partendo dalla fami- a Movimenti moderni. Bilancio.
DI ARMANDO ERMINI
glia. Dice Aristotele (384-322 a. C.) nella Poli-
tica: La semisconosciuta esperienza dei Wandervo-
gel in Germania dalla fine del 1800 all’avvento
«La natura […] destina ogni cosa ad una sola
del Nazismo e l’altrettanto sconosciuta vicenda
funzione: ed ogni strumento che non servisse
della Reggenza del Carnaro di Gabriele D’An-
a più usi, ma ad uno solo condurrebbe a ter-
nunzio (1919– 1920), di cui da conto lo splendi-
mine la sua funzione nel migliore dei modi.
do articolo di Salvatore Calasso che pubblichia-
«La comunità che si costituisce per la vita
mo, si prestano a innumerevoli agganci e rifles-
di tutti i giorni è per natura la famiglia. La
prima comunità, che deriva dall’unione di più sioni con l’attualità. Agganci e riflessioni su più
famiglie volte a soddisfare un bisogno non livelli, politici e sociali, ma ancora più in pro-
strettamente giornaliero, è il villaggio. […] fondità psicologici, filosofici e antropologici,
La comunità perfetta di più villaggi costitui- ossia genericamente sul piano “culturale” inte-
sce ormai la città, che ha raggiunto quello so come l’insieme dei sentimenti, delle creden-
che si chiama il livello dell’autosufficienza e ze, dei principi ispiratori e delle pratiche di un
che sorge per rendere possibile la vita e sussi- popolo.
ste per produrre le condizioni di una buona Se ne renderà facilmente conto il lettore.
esistenza. […] Da ciò dunque è chiaro che la L’elemento di fondo che accomuna quelle
città appartiene ai prodotti naturali, che esperienze e che, al di là dei diversi esiti sul pia-
l’uomo è un animale che per natura deve vi- no sociale e politico, si è diffuso fino segnare di
vere in una città e che chi non vive in una cit- sé tutte le società moderne e post-moderne, è il
tà, per la sua propria natura e non per caso, o rifiuto della concezione cristiana dell’uomo co-
è un essere inferiore o è più che uomo»55. me creatura. Una forma moderna di gnosi che
attribuisce direttamente all’uomo l’atto creato-
Le concezioni del futurismo e del municipali-
re, con l’idea conseguente di un “terzo regno
smo libertario vogliono sostituire ai corpi socia-
posteriore al cristianesimo che è negazione del
li differenziati ed organizzati in comunità, ca-
cristianesimo” 56
paci di venire incontro alle esigenze dell’uomo,
Compare allora l’idea “del superuomo come
l’individuo multiplo, capace di fare tutto. Infat-
colui che ri-assume i propri poteri alienati in
ti solo negandosi come io personale, limitato, si
Dio”57
può raggiungere una condizione dove tutte le
Ma dopo la caduta dei valori tradizionali
tensioni si dissolvono e tutte le differenze sono
riassumibili nella classica formula di Dio, Patria
abolite in un uguaglianza indifferenziata. L’in-
e Famiglia, non resta che quell’irriducibile ego-
dividuo che ha più personalità ha perso la sua
centrismo che caratterizza gli individui e le so-
falsa identità parziale e ne ha acquistata una
cietà attuali, ove ogni “cosa acquisisce signifi-
nuova, quella del tutto, quella collettiva. In
cato solo in ciò che può diventare strumento per
questo le due idee, pur se appartenenti a posi-
zioni politiche opposte, coincidono. L’espe-

&Identità
Cultura www.culturaeidentita.org
rienza fiumana, in questo senso è stata il terreno
ideale per sperimentare queste forme nuove di Direttore Oscar Sanguinetti
convivenza tendenti al superamento delle diffe- _____________________________
Rivista di studi conservatori
Redazione e amministrazione: via Ugo da Porta Ravegnana 15, 00166
Roma. Per abbonamenti scrivere a: info@culturaeidentita.org

renze in un tutto collettivo.


SALVATORE CALASSO 56 Giuseppe Riconda. Prefazione a Augusto del Noce, Mo-
dernità, interpretazione transpolitica della storia contemporanea.
55 Aristotele, La politica, a cura di Carlo Augusto Viano, Ar- Morcelliana, Brescia 2007.
mando Curcio Editore, Roma 1993, pp. 5-6. 57 A. del Noce. op. cit.

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l’affermazione dell’io.”58 Il movimento dei fossero già contenuti in nuce nella loro origine.
Wandervogel fu assorbito nel nazismo, alla L’esperienza fiumana non ha affatto contribuito
Reggenza del Carnaro pose fine la flotta da a liberare il lavoro secondo i suoi propositi
guerra italiana, ma i motivi ispiratori di fondo anarchicheggianti, ma in compenso quella con-
ed alcune loro pratiche le ritroviamo ben dopo cezione della libertà come ab-soluta, come in-
quel periodo. Dapprima nei movimenti contro- differenza etica, sta diventando una realtà con-
culturali sorti nel secondo dopoguerra negli creta, con tanto di timbro statale a sua garanzia.
Usa (beat generation e Hippy) e da lì diffusisi in Identica cosa si può dire rispetto ai movimenti
tutto l’occidente e oltre, e poi fino ai giorni no- hippy e sessantottini in genere, laddove il tema
stri allorché si sono estesi così ampiamente nel del desiderio che liberando se stesso libera il
corpo sociale da essere divenute la normalità. mondo59 è lo stesso su cui si fonda l’odierna so-
Sconfitta della povertà, ritorno alla cietà “liquida” dei consumi.
“natura”, una certa declinazione del concetto
di comunità, ruolo centrale e “rivoluzionario”
della musica e dell’arte, contrassegnano i Wan-
dervogel come i legionari di D'Annunzio come i
“Figli dei fiori”. Né tragga in inganno il fatto,
sia pure innegabile e importante, degli esiti
molto diversi di quelle “rivoluzioni”. Possono
valere, ancora una volta, queste parole di Del
Noce: “L’idea rivoluzionaria ha preso realtà
nelle società ancora teocratiche, secolarizzan-
dole nella forma di totalitarismo, nelle società Il “Vate" mentre arringa i suoi Arditi durante
democratiche in quella di consumismo”. Rima- l'occupazione di Fiume.
ne che quelle istanze di cambiamento che vole-
vano essere insieme antropologiche e sociali, Si pongono dunque i temi della declinazione
individuali e collettive, sono state assunte “in del concetto di libertà individuale, del rapporto
proprio” dal potere che si voleva combattere, fra individuo e comunità d’appartenenza e dello
che se ne è servito per “modernizzarsi” elimi- stesso significato del termine “comunità”, non-
nando costumi e stili di vita non più ad esso ché quello del rapporto fra il Grande Individuo
funzionali. (il capo, il leader) e i suoi seguaci. Temi che
Ne nascono allora alcuni problemi la discus- meriterebbero una trattazione specifica per le
sione dei quali potrebbe fare emergere le vere sfaccettature che implicano e le contraddizioni
debolezze strutturali di quelle controculture, e di cui sono intessuti e che qui mi limito ad
che non casualmente viene sempre evitata. enunciare.
Come già detto, non può non vedersi il fatto Questi “Speciali movimenti moderni” de Il
che alcune di quelle istanze che sorsero in op- Covile hanno ospitato anche parti di un profeti-
posizione e in contestazione al potere vigente, co saggio del 1936 di C.G. Jung, Wotan, che ha
proprio da quel potere sono state prima accetta- avuto il merito di introdurre nella spiegazione
te e poi direttamente assunte e utilizzate per del Nazismo l’elemento non razionale, incon-
rafforzarsi. Da questa semplice osservazione scio, di solito espunto dalle analisi che si limita-
della realtà dovrebbe scaturire una riflessione no a fattori economico/politici o al più psicolo-
approfondita sul perché di questa “eterogenesi gici, rappresentato appunto dal ridestarsi dello
dei fini”, ovvero se gli sviluppi successivi non
59 “Fai le tue cose, ovunque devi farle e ogni volta che
58 Op. cit. vuoi”. Times, numero del 7 luglio 1967 sul movimento Hippy

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spirito di Wotan. Wotan è il Dio guerriero e


passionale, incantatore e illusionista, inquieto e
in perenne movimento, il cui spirito è da sem-
pre presente, seppure “in sonno” per lunghi pe-
riodi, nell’inconscio collettivo del popolo tede-
sco. I caratteri archetipici di Wotan sono rin-
tracciabili sia nei Wandervogel, come Jung stes-
so accenna nel saggio quando parla dei giovani
biondi armati di chitarra e zaino che errano li-
beramente sulle strade d’Europa, sia nelle in-
quiete istanze libertarie che animarono gli en-
tusiasti protagonisti del Carnaro. Diventa allora
importante capire il senso del risveglio del Dio La bandiera della Reggenza Italiana del Carnaro
capace di “afferrare” e “possedere” un intero con l'immagine dell'uroboro.
popolo, e non soltanto quello tedesco.
Secondo Erich Neumann60 “il wotanismo, regressivo della coscienza, posto che “lo stadio
col suo abbandono estatico e con le sue tempe- psicologico dominato dall’inconscio sta sotto il
ste di emozioni guerresche, è privo dell’occhio- segno del matriarcato cioè della Grande Madre
luce della conoscenza superiore […] L’oscuro che viene vinta dall’eroe nel combattimento
tipo wotanico del cacciatore selvaggio e dell’O- contro il drago”62. Occorre precisare che quan-
landese volante appartiene al seguito della do si parla di matriarcato lo si intende in senso
Grande Madre. Dietro la loro inquietudine spi- psichico e non sociologico. Allo stesso modo
rituale si nasconde sempre l’antica brama uro- l’eroe che vince il drago rappresenta simbolica-
borica, la volontà di morte dell’incesto urobori- mente la lotta per la differenziazione e l’affer-
co, che sembra così profondamente radicata nel mazione della coscienza individuale. Se dunque
mondo germanico”.61 Si tratta cioè di uno stato l’inconscio è simbolicamente matriarcale e fem-
minile, la coscienza simmetricamente e sempre
60 E. Neumann, Storia delle origini della coscienza. Roma, in senso simbolico, è patriarcale e maschile.
Astrolabio 1978 Esiste quindi una linea patriarcale dello svilup-
61 L’uroboros è il serpente mitologico che si mangia la coda.
Simbolicamente rappresenta il contenitore originario, grembo
po della coscienza, una linea che va dalla madre
primitivo e utero materno, nonché unità degli opposti maschi- al padre. La questione del rapporto fra simboli-
le e femminile. Si tratta di uno stadio primordiale in cui la co- smi (maschili e femminili) e l’agire dei gruppi
scienza egoica non è ancora sviluppata a tal punto da ricono-
scere se stessa come entità autonoma e differenziata. È, sul
concreti degli uomini e delle donne è estrema-
piano filogenetico, uno stato analogo e corrispondente a quel- mente interessante anche per comprendere la
lo del bambino sul piano ontogenetico, condizione di perfetto situazione attuale, ma per ovvie ragioni di spa-
benessere sperimentata nell’utero materno di cui rimane trac-
zio non può essere trattata. Basti qui accennare
cia nella memoria inconscia individuale e collettiva e, poiché
il processo di differenziazione della coscienza non è mai un al fatto che esiste necessariamente una certa ge-
dato acquisito per sempre, capace di esercitare una fatale at- nerica corrispondenza fra le rappresentazioni
trazione negli esseri umani qualora si verirfichino certe condi- simboliche e la realtà sociologica e che, ad
zioni. Scrive Neumann (op. cit.): “quando la coscienza è in-
sufficientemente differenziata dall’inconscio, e l’Io dal grup- esempio, alcuni tratti antifemminili delle socie-
po, il membro del gruppo è totalmente preda sia delle reazioni tà patriarcali si spiegano con la percezione del
del gruppo che delle costellazioni inconsce.” pericolo di essere ri-precipitati nel regno del-
Sperimenta cioè quella partecipation mystique, identità in-
conscia di cui parla Jung in Anima e morte (1934), che signifi-
l’inconscio, ossia di una regressione psichica.
ca abbassamento del livello di coscienza individuale, identifi- Tornando in modo più stretto all’argomento
cazione col gruppo, suggestionabilità, assenza di timore e del
senso di responsabilità individuale. 62 E.N. op.cit.

5 febbraio 2011 Anno XI


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di questo commento, non c’è dubbio che, ad on- parte, solo supposta ideologicamente e quanto
ta delle affermazioni di ricerca della libertà in- mai falsa. Prova ne sia il fatto che quella “liber-
dividuale oltre i canoni culturali vigenti, i mo- tà” tanto agognata si è tradotta in insicurezza,
vimenti collettivi di cui discutiamo rappresen- perdita del senso di identità, caos psichico, ni-
tano invece un fenomeno di ricollettivizzazione chilismo etico e morale, ossia il contrario della
delle coscienze, preludio dell’uomo di massa libertà. E se il concetto stesso di paternità ter-
odierno. “Il tracollo della coscienza e del suo rena, il suo ruolo e la sua funzione concreta e
orientamento verso il canone culturale travolge simbolica è indissolubile da quello di Paternità
anche l’azione della coscienza morale, del Su- divina incarnato nel Cristianesimo, allora il
per-io, nonché della maschilità della cerchio si chiude. Nel senso che l’autocreazione
coscienza”63 . Una spiegazione del fenomeno umana e il rifiuto del Dio Padre (o il suo equi-
può essere quella per cui il processo di differen- valente come annacquamento della divinità in
ziazione della coscienza egoica è andato, nel senso panteista/naturalistico, che rimanda di-
mondo moderno, così tanto oltre da configura- rettamente alla Madre Terra), non sono fattori
re una vera e propria scissione dei sistemi con- di emancipazione ma al contrario di regressio-
scio/inconscio fino alla rimozione di quest’ulti- ne. E lo sono tanto in senso psichico che socia-
mo, che anziché essere integrato nella totalità le. Ed è questo, penso, il motivo del rifiuto di
del sé, e dunque gestito e controllato, ha potuto quella riflessione necessaria di cui parlavo sopra
agire nell’ombra fino alla sua esplosione sotto da parte di chi pensa che la liberazione dai lacci
forma di possessione di massa. È indicativo, a sociali presuppone quella dai lacci della religio-
proposito di tutto ciò, il fatto che i movimenti ne, puntualmente fallendo l’obbiettivo.
di cui stiamo discutendo hanno in comune il ri- ARMANDO ERMINI
ferimento al gruppo dei pari e il rifiuto del pa-
dre inteso come incarnazione della norma e
della legge, rappresentante del super-io, e ga- a WOODSTOCK, AGOSTO 1969. d
rante della coscienza morale individuale e col-
lettiva. Significativamente S. Senesi, nella pre-
sentazione del saggio di Jung su Wotan 64, scrive
che Wotan “è tutto fuorché il Dio Padre della
tradizione ebraica e anche, con toni più smor-
zati, di quella cristiana”.
Ora, il tema della svalutazione della paterni-
tà è di estrema attualità, sia sul piano sociologi-
co e legislativo, sia su quello culturale. Viviamo
ormai in una società senza padre65 e ne stanno “Fai le tue cose, ovunque devi farle e ogni volta che vuoi.”
faticosamente prendendo consapevolezza anche
alcuni di coloro che, in nome della libertà, han-
no pesantemente contribuito a spingerlo in una
zona d’ombra e di inutilità. Inutilità, d’altra

63 E. N. op. cit.
64 Biblioteca digitale di Alchemica.
65 Verso una società senza padre è il titolo di un celebre libro
di A. Metserlich del 1971. In anni più recenti i libri sul tema
della paternità si vanno moltiplicando. Valga per tutti la cita-
zione del fondamentale lavoro di Claudio Risè Il padre l’assen-
te inaccettabile. SanPaolo 2003. g Il giorno dopo. j

d Il Covilef Wehrlos, doch in nichts vernichtet / Inerme, ma in niente annientato (Konrad Weiss Der christliche Epimetheus) N° 627

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