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presentano
Quello in cui credo io
(riflessioni sulla base delle teorie di Gregg Braden )

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Gregg Braden , scienziato, geologo, ex collaboratore della


Nasa, progettista informatico aerospaziale e esploratore del
ruolo della spiritualità nella scienza, ha formalizzato negli
anni una nuova visione della compenetrazione di scienza e
religione, riuscendo a fonderle assieme in una teoria
grandiosa.
Un nuovo e rivoluzionario pensiero che prendendo il via
dalle scoperte scientifiche della fisica e della visione
olografica dell’universo, è giunto al culmine delle
conoscenze esoteriche.
Egli propone un’interessantissima visione dell’universo che
fa convivere armoniosamente scienza e religione in una
teoria chiara e lineare che ci rende consapevoli del nostro
vero potere di anime che vivono un’esperienza umana in
questo mondo.
Una teoria che risponde in modo limpido e consequenziale
a tutte le più vecchie domande esistenziali dell’uomo.

"Sappiate cosa vi sta davanti agli occhi, e quello che vi è


nascosto vi sarà rivelato. Perché nulla di quanto è nascosto
non sarà rivelato." (Vangelo di Tommaso, 5;). Non c’è nulla
da scoprire, ma le informazioni di cui abbiamo bisogno sono
ben visibili davanti a noi, ci serve solo il giusto linguaggio
per interpretarle.

IL VUOTO NON ESI S T E


Nella nostra cultura moderna occidentale, basiamo
tendenzialmente l’attendibilità di ciò che sappiamo su ciò
che la scienza ci dimostra.
Fino a qualche anno fa era considerato come postulato il
fatto che lo spazio esistente tra un oggetto e l’altro fosse
vuoto.
Recentemente tuttavia la scienza stessa ci ha dimostrato
che le cose non stanno esattamente così perché, dove
pensavamo ci fosse il “vuoto”, in realtà c’è qualcosa che,
paradossalmente, ci permetterà di cambiare questo mondo.

Siamo sempre stati convinti, appunto con metodo scientifico


che il vuoto esistesse, che fosse appunto vuoto, e che
questo fosse sperimentalmente provabile. Recenti studi
realizzati all’Università di Princeton basati su immagini
scattate dalla sonda Chandia, messa in orbita dalla Nasa,
hanno stabilito invece incredibilmente, che IL VUOTO NON
ESISTE!
Il vuoto non è realmente vuoto ma è un ribollire di particelle.
Infatti nel “vuoto” sono presenti fluttuazioni quanto-
meccaniche, che lo rendono un ribollire di coppie di
particelle virtuali. Quindi a livello quantistico, per il principio
di indeterminazione il “vuoto” ha una propria energia
(energia del vuoto): questa, fluttuando, crea in
continuazione coppie particella-antiparticella virtuali che
subito si annichilano.

Il principio di indeterminazione di Heisenberg, sostiene che


energia e tempo, non possono essere misurate con
un'accuratezza infinita.
Se nello spazio vuoto non fosse presente alcuna forma di
energia, una particella che si trovasse in questo spazio
avrebbe una velocità e una energia determinabili e nulle,
con un errore uguale a zero, in in contraddizione con il
principio di indeterminazione, che di conseguenza dimostra
l'esistenza di fluttuazioni quantistiche nello spazio vuoto,
che generano una quantità minima di indeterminazione.

Il fatto che il vuoto non è vuoto, incomprensibile dal punto di


vista della fisica classica, è invece ormai un dato di fatto per
la fisica quantistica.

LA MATRIX DIVINA
Nel 1944 Max Plance formulò la teoria che esiste un campo
di energia che gestisce il programma a cui risponde il nostro
mondo fisico.
È in questo posto formato da pura energia che ogni cosa ha
inizio; dove con ogni cosa si intende completamente tutto,
ma proprio tutto; la formazione delle galassie, la formazione
dei pianeti la formazione del DNA, le relazioni umane, la
pace o la disarmonia, la salute o la malattia, la gioia o la
rabbia. TUTTO!
La dimostrazione sperimentale dell’esattezza della teoria di
Planck definì la realtà di questa matrice e fornì il legame tra
le nostre esperienze spirituali e la nostra esperienza reale e
materiale.
Il dottor Plank ha dichiarato che la materia di cui è formato il
nostro mondo non esiste nel modo in cui noi crediamo che
esista. Non c’è materia come tale. La materia esiste in virtù
di un campo di energia che tiene tutto insieme dietro il quale
esiste inconfutabilmente un’intelligenza che risulta essere
la matrice di tutta la materia.
Nel 1948 Hendrik Casimir dimostrò l'esistenza della
cosiddetta “energia di punto zero” attraverso la
sperimentazione dell’”effetto Casimir”.

Dato il principio di indeterminazione di Heisenberg non può


esistere la "quiete" assoluta e quindi non può esistere
l'energia nulla. Se in un dato spazio eliminiamo tutte le
particelle e qualsiasi campo, resterà comunque un’energia
di fondo che non potrà in alcun modo essere eliminata,
definita “zero point energy”.

L’intero universo è circondato da un infinito campo


energetico e noi, i nostri corpi e tutto ciò che esiste siamo
molto semplicemente la materializzazione di questo campo
energetico.
Il nostro cervello non è altro che un’antenna atta a ricevere
informazioni provenienti dal campo energetico stesso
(inconscio collettivo).

Esiste quindi un campo di energia intelligente che tiene tutto


ciò che esiste nell’universo collegato. Quindi tutta la realtà
risulta essere la materializzazione di questo campo o
matrice intelligente.

Perciò oggi è acquisito che siamo avvolti da un infinito


campo energetico di cui la realtà che ci circonda ne è la
materializzazione.

Alla fine del 1800 nella nostra cultura occidentale, appariva


già chiara la convinzione che ci fosse un filo energetico che
collegava tutta la realtà.
Questo campo era conosciuto come “Etere”. L’esistenza
dell’etere tuttavia era rimasta una convinzione filosofica non
dimostrata scientificamente.
Nel 1987 l’aeronautica militare americana ha eseguito
nuovamente un esperimento che era già stato condotto nel
1800 (che all’epoca aveva dato risultati nulli a causa
dell’inadeguatezza delle strumentazioni utilizzate) alla
ricerca dell’etere. Conducendo l’esperimento con
strumentazioni molto più sofisticate, il campo è stato
individuato ed è stato dimostrato che in questo campo la
materia è tutta collegata.
Un esperimento molto interessante eseguito dagli scienziati
nell’ambito della fisica quantistica è quello che porta alla
formulazione del concetto di “Entanglement ”.

L’esperimento in questione è stato realizzato per la prima


volta nel 1997 presso l’Università di Ginevra, dividendo un
fotone in due, e ottenendo da esso due fotoni identici.
Entrambi gli elementi furono sparati, con delle
apparecchiature molto complicate e posizionati a 14 miglia
di distanza l’uno dall’altro. Si riscontrò che nonostante la
distanza che li separava i due fotoni continuavano ad agire
come se fossero ancora collegati, uniti. In sostanza ogni
modificazione che veniva effettuata su uno dei due si
realizzava istantaneamente anche sull’altro. Questo
fenomeno venne definito appunto “Entanglement ”.

Le particelle separate fisicamente sono comunque


energeticamente unite.
Se potessimo tornare indietro nel tempo arriveremmo ad un
momento (precedente al Big Bang) in cui tutto era unito in
un unico blocco di materia, collegato fisicamente. Per
l’effetto dell’ “Entanglement ” quindi possiamo affermare
che tutta la materia che deriva da quel “tutto unito”
precedente al Big Bang, è ancora oggi energeticamente
collegata.

Si può quindi dedurre che se tutto è collegato, e se esistono


questi canali di ‘comunicazione’ tra tutto ciò che compone la
nostra realtà, noi abbiamo il potere (se riusciamo a
sintonizzarci con il Campo Energetico che collega tutto) di
conoscere tutto quanto l’esistente, sia che si tratti di realtà
materiale o “astratta”, come pensieri ed emozioni, e di
comunicare con esso.
Nelle antiche tradizioni si sosteneva che quello che noi
facciamo nella nostra vita, attiva un processo all’interno del
nostro corpo e questo processo interagisce con le forze
della creazione e ha un’influenza sul mondo fisico.
Questo concetto lo ritroviamo chiaro in ogni insegnamento
“esoterico” dallo Yoga agli insegnamenti vedici, al
buddismo, allo sciamanesimo e perfino nell’antica tradizione
giudaico/cristiana. Oggi trova conferma scientifica anche
nella fisica quantistic a .

Tutto questo ricorda il regno mitico di Akasha di cui parlano


da millenni le civiltà orientali. L'Akasha (termine sanscrito
che significa “Etere”) è il primo dei 5 elementi base
dell’intero universo , ed è totalmente diverso dagli altri 4.
E' la matrice da cui hanno origine tutti gli altri elementi, il
nucleo del quale attingono il potere. Akasha è l'onnipresente
esistenza che pervade tutto.
l'Akasha è la sostanza dell'intero universo e senza di essa i
suoi piani, fisico e spirituale, cesserebbero di esistere. Si
può vedere e toccare soltanto quando si condensa e prende
una forma.

Le antiche tradizioni dei nativi americani e degli aborigeni


australiani, conoscono e tramandano la consapevolezza
dell’esistenza di questo campo energetico e lo descrivono
come una rete di energia.
Nella tradizione Buddhista il grande Dio Indra all’inizio, in
una galassia molto lontana ha cominciato a tessere la rete
(la grande rete di perle di Indra)

L'allegoria Buddhista della "Rete di Indra" racconta di una


rete di fili infinita presente in tutto l'universo. I fili orizzontali
corrono attraverso lo spazio, i fili verticali attraverso il
tempo. Ad ogni incrocio di fili c'è un individuo e una perla di
cristallo. La grande luce dell' Essere Assoluto illumina e
penetra ogni perla; inoltre ogni perla riflette non solo la luce
proveniente dall'essere assoluto, ma anche quella
proveniente da ogni altra perla e dall'intero universo
(universo olografico ).

In India la leggenda narra di un ragno che tesse una tela


che avvolge l’universo la cui perfezione millimetrica
rappresenta l'ordine cosmico contrapposto al Caos.
Nella tradizione brahminica, la ragnatela era la tela del
mondo e veniva rappresentata racchiusa da un serpente in
posizione di testa-coda, per indicare il contatto tra inizio e
fine, come segno di rigenerazione.

Tutte queste reti, ognuna nella sua cultura e tradizione,


tengono insieme e collegato tutto l’universo.

Queste sono sorprendenti analogie tra miti che hanno


migliaia di anni. Come facevano nell’antichità a sapere cose
che noi cominciamo a dimostrare solo adesso con
attrezzature complicatissime e tecnologicamente molto
avanzate?

Forse la spiegazione è che queste cose sono e sono


sempre state vere!

E’ proprio per questo che ha senso andare oltre alla scienza


per riallacciarsi alla saggezza del passato.

IL GRANDE MIST E R O SPIRITUA L E


Questo concetto viene definito come “il grande mistero
spirituale”. Se noi non capiamo questo mistero, quando
assistiamo al suo verificarsi parliamo di “miracolo” se invece
lo conosciamo possiamo solo parlare di “tecnologia”.

La scienza usando parole diverse sostiene di aver


dimostrato (con strumentazioni sempre più sofisticate) che i
sentimenti e le emozioni che scaturis c ono dal
cuore cambiano il DNA del nostro corpo , il
cambiamento del DNA produce un effetto quantistico sul
campo energetico che cambia il nostro mondo fisico. La
scienza sostiene con parole diverse e con dimostrazioni
empiriche, lo stesso concetto spirituale che tradizioni
antichissime conoscono dalla notte dei tempi.

Lavorare con un elemento che non si può, a differenza degli


altri, ne vedere ne toccare può sembrare una cosa astratta
e difficile. Ma non è così.
Un’altra cosa che la scienza ci ha sempre detto e che noi
abbiamo archiviato tra le nostre certezze, è che la nostra
spiritualità, pensieri, emozioni, sensazioni, timori ecc. non
ha niente a che vedere con ciò che avviene al di fuori di noi,
nella realtà che ci circonda.
In realtà anche questa convinzione è stata smantellata dagli
studi compiuti nell’ultimo secolo.
E’ stato dimostrato che il linguaggio con cui ci è possibile
comunicare con il campo energetico che
avvolge l’universo , è proprio costituito dalle nostre
emozioni.

Oggi la scienza moderna comincia a provare che queste


emozioni che scaturiscono dai nostri cuori, hanno
un’influenza diretta sulla natura di cui è composto il modo
fisico.

Noi occidentali ci consideriamo dei granelli di polvere senza


alcun potere in balia del destino. Quando la razza umana
sarà estinta, sulla terra nulla e nessuno si ricorderà di noi.
La verità invece è che l’essere umano è un creatore
potente, che cambia il mondo e l’universo man mano che
vive la sua vita, ma ha paura di ammettere questo suo
potere.
Albert Einstein era convinto che la verità fosse quella degli
spettatori passivi che osservano l’universo misterioso, e
dovrebbero ritenersi fortunati se riusciranno a capire una
piccola parte del cosmo in cui sono immersi. O meglio
voleva essere convinto di questo, perché la sua famosa
frase “mi piace pensare che la luna esiste anche se io non
la osservo!” testimonia i suoi dubbi.
La teoria di Einstein ci vedeva come esseri senza alcun
impatto sul mondo che ci circonda. Egli ci ha sempre
considerato quali semplici osservatori passivi della realtà.
Questa filosofia è la diretta conseguenza di decenni di
scienza darwiniana che è stata la madre di tutte teorie
occidentali.
Una scienza definibile “meccanicistica” che dava solo alla
religione, il potere di trovare nell’uomo uno frammento di
potere individuabile nella sua non meglio definita energia
spirituale.
Il prof. John Willard collega di Einstein, nonostante la
medesima preparazione e lo stesso percorso formativo,
invece aveva una visione diversa e sostiene che noi non
potremmo nemmeno immaginare un universo che non ci
contenga, perché è il nostro atto di osservazione
dell’universo che rende l’universo quello che è. Egli sostiene
che siamo dei granelli di polvere che guardano l’universo e
costruiscono un universo “partecipatorio”. Noi non
controlliamo l’universo, ma lo plasmiamo tutti assieme.
Forse non troveremo mai la particella più piccola della
materia o il confine dell’universo perché ogni volta che si
pensa di essere arrivati all’obiettivo ci si aspetta che oltre ci
sia ancora altro, perché è la nostra ricerca che si aspetta di
trovare altro e quindi crea altro.

“La coscienza crea il nostro universo fisico” John Willard.

Le nostre credenze, che ci fanno pensare che non sia così


derivano da quello che ci dicono gli altri, dalla storia, dagli
antenati, i genitori, gli amici. Ma queste credenze sono
sbagliate.
La spiegazione di certi “miracoli” si trova nelle scoperte fatte
dalla fisica e della biologia negli ultimi 100 anni.
Tendenzialmente noi portiamo avanti la nostra vita facendo
riferimento a quello che pensiamo del mondo della realtà e
della natura umana. Quasi tutte queste credenze
provengono da quello che la scienza, la storia, la religione e
gli altri ci raccontano e ci tramandano. Fin da sempre ci è
stato trasmesso che la nostra specie deriva da una
casualità nel processo evolutivo. Siamo osservatori passivi
e vittime della casualità dell’universo, con una breve data di
scadenza e un piccolissimo peso sulla vita del mondo e dell’
universo.

Però queste convinzioni un po’ alla volta si stanno


sgretolando.

LE EMOZIONI MODIFICANO LA MATERIA

La risposta al quesito sul tipo di impatto che può avere


l’uomo sulla realtà, ossia se egli possa essere un semplice
osservatore come sosteneva Einstein o al contrario, un
partecipatore della realizzazione della realtà ci viene da
un’interessante esperimento effettuato dallo scienziato
russo Poponiam nel 1992 che ci aiuta a capire come l’uomo
non sia appunto, un semplice spettatore di ciò che accade.
Poponiam prese un tubo di vetro e realizzò al suo interno il
“vuoto”, ma che di fatto sappiamo non essere vuoto in
quanto il cosiddetto “vuoto” è ancora pieno di fotoni disposti
casualmente.
Egli inserì all’interno del tubo in queste condizioni del DNA
umano per studiarne i comportamenti e gli effetti.
Ecco ciò che avvenne: i fotoni, disposti in modo disordinato
e casuale, si allinearono all’ellisse del DNA in modo
speculare! Inoltre una volta estratto il DNA dal tubo i fotoni
rimasero nella stessa posizione allineata, come se il DNA
fosse ancora presente. Essi erano ancora collegati
energeticamente al DNA (Entanglement )
Quindi si deduce che la materia di cui è formato il mondo
(Fotoni) è modificabile dalla materia di cui è formato l’uomo
(DNA).
Questo risultato venne definito “Phantom DNA” (Fantasma
DNA).
Nel 1993 uno studio ha reso noto che esiste un campo di
energia attorno al nostro cuore che si espande all’esterno,
misurabile dai macchinari e che si modifica al modificarsi dei
sentimenti.
Inoltre è stato dimostrato che il campo elettrico del Cuore è
100 volte maggiore di quello del cervello, e il campo
magnetico oltre 5000 volte superiore!
Lo stesso studio provò che le emozioni sono in grado di
apportare dei cambiamenti al DNA dell’individuo che le vive.
Infatti, le emozioni positive di amore e compassione, ad
esempio, rilassano l’ellisse del DNA (stato del DNA in
salute), la paura e la rabbia, al contrario, la contraggono
(stato del DNA in patologia).
Le emozioni quindi producono effetti che sfidano e
sconfiggono le leggi della fisica classica.

- Le emozioni modificano il DNA;


- Il DNA è in grado di modificare la materia;
Di conseguenza è lecito affermare che le emozioni
modificano la materia.
La Rabbia la cambia in un modo, l’amore la cambia nel
modo opposto.
In sostanza quando proviamo delle emozioni, noi
provochiamo delle onde elettromagnetiche che escono dal
nostro corpo e si diffondono per molti km al di là del nostro
cuore.
Quindi è scientificamente dimostrato che se noi cambiamo i
nostri sentimenti siamo in grado di cambiare la materia del
mondo.

Nella nostra tradizione occidentale la conoscenza


consapevole di questo linguaggio che poteva comunicare
con la matrice energetica è andata persa circa 1.700 anni
fa.

In molte culture orientali invece questa conoscenza è


ancora viva e attiva e la memoria di questo linguaggio è
rimasta.
Ora anche la scienza moderna (nella fattispecie la fisica
quantistica appunto) comincia a riconoscere la verità di
queste antiche tradizioni.
Il collegamento tra questo linguaggio antichissimo e
l’energia che ci circonda, crea la realtà nella quale siamo
immersi.
Noi non siamo le vittime inconsapevoli di questo mondo e
questo concetto è ormai provato scientificamente. Noi
possiamo partecipare a plasmare la realtà comunicando con
questo campo di energia che appunto realizza la realtà.
Il punto sta nella consapevolezza di sapere che stiamo
comunicando e cosa stiamo comunicando al campo
energetico che ci avvolge!

Gregg Braden racconta la storia di due gemelle nate


premature, che al momento della nascita sono state inserite
in due incubatrici diverse collocate in due ambienti diversi,
perché necessitavano di cure diverse. Quasi
immediatamente la più gracile delle due bambine cominciò
a stare malissimo. Un’infermiera, vedendo precipitare la
situazione, violando il protocollo inserì la bambina
nell’incubatrice della sorella, seguendo il suo istinto che le
diceva che per lo meno la bimba più piccola avrebbe goduto
del calore della sorella con cui aveva condiviso tutto fino a
poche ore prima. Immediatamente la bambina più vigorosa
cinse istintivamente con il suo braccino le spalle della
sorellina in una sorta di abbraccio naturale, quasi
immediatamente i macchinari testimoniarono la ripresa e la
stabilizzazione della bambina più piccola. Le bambine
contro ogni prognostico sono sopravvissute entrambe.
Cos’è successo? Semplicemente la sorella forte con le sue
emozioni ha cambiato il corso del “destino” e si è ripresa la
sua sorellina. Solo emozione!
Chi siamo noi? Degli osservatori passivi o dei potenti
creatori attivi?
Noi siamo paradossalmente dei creatori potenti che hanno
dimenticato come utilizzare il loro potere.

Neville ha scritto un libro all’inizio del 1900 “Il potere delle


convinzioni”. Egli sostiene che il potere delle convinzioni è
enorme, mentre le forze della natura sono infinitamente più
piccole. Non c’è nessuna forza terrestre che possa
contrastare la potenza delle nostre convinzioni.

Queste nozioni di fisica quantistic a (seppur riportate in


modo semplicistico) ci portano a comprendere appunto che
non siamo quegli esseri limitati che abbiamo sempre
creduto di essere. Nei primi anni del ventunesimo secolo,
alcune scoperte hanno sconvolto tutti i nostri punti di vista
rendendo evidente che non siamo limitati dalle leggi della
fisica classica e della biologia, così come le conosciamo e
che il DNA è un codice che può essere modificato dalla
nostra volontà.

“Il potere delle convinzioni è infinito” sostiene Gregg Braden,


ampliando le teorie di Neville.

Il mondo reale come noi lo conosciamo, è un’onda


stazionaria., contrapposta alle onde fluttuanti che
compongono le infinite possibilità e dimensioni dell’universo.
Le credenze creano onde elettromagnetiche modificando il
campo elettromagnetico che ci circonda e cambiando il
mondo fisico. Le possibilità sono onde in movimento mentre
la realtà è un’onda ferma, stanziale o meglio un’”onda
stazionaria”. (l’atomo ha effettivamente l’aspetto di un’onda
stazionaria.)

Le nostre convinzioni producono queste “onde stazionarie”

L’INFLU E NZ A DEL L’OS S E R V A T O R E

L’esperimento delle due fessure dimostra


inequivocabilmente come le aspettative dello spettatore
influenzino il comportamento delle particelle quantiche (i
fotoni nel caso specifico).

Si tratta di uno dei primi esperimenti incomprensibili (da una


prospettiva meccanica) della fisica quantistica
L’esperimento è stato quello che portò alla definizione
dualistica della particella-onda, cioè il riconoscimento che
una particella quantistica può essere onda o particella,
modificando la sua struttura.

Questo esperimento fu eseguito nel 1909, e ripetuto più


volte anche a distanza di molti anni. Ogni volta ha dato
sempre gli stessi risultati, tuttavia è ancora oggi
un’esperimento molto discusso e dibattuto.

È noto come l’esperimento della “doppia fessura” (double-


slit experiment). E’ stata lanciata una particella quantica
attraverso un acceleratore, cioè in un condotto attraverso il
quale la particella viaggia da un punto “A” ad uno “B”.

La prima parte dell’esperimento consiste nel fare


attraversare alla particella una barriera attraverso una
fessura praticata nella barriera stessa. La particella parte
dal punto “A”, supera la barriera attraverso la fenditura e
arriva al punto “B”.

Il bello arriva nella seconda parte dell’esperimento, quando


la particella deve partire dal punto”A” e raggiungere il punto
“B” superando la solita barriera sulla quale sono state
praticate due fessure. Da quale fessura passerà la
particella?

Il risultato di questo esperimento fu che la particella in


prossimità della barriera si trasformò in onda energetica e
superò la barriera attraversando simultaneamente
entrambe le fessure (???). Questo comportamento è
impossibile secondo le leggi della fisica classica.
Quindi contro ogni logica meccanicistica, la particella
cambia la sua forma trasformandosi da materia in energia, e
inoltre “sa” che ci sono due buchi!
E’ logico che la particella non può avere coscienza di ciò
che deve fare o di ciò che c’è intorno a lei. Quelli che hanno
coscienza della presenza del secondo foro, sono gli
scienziati “osservatori” che stanno praticando l’esperimento
e quindi ne influenzano il processo.

Queste sono state definite “bizzarrie quantiche” (quantum


weirdness), ma quello che interessa a noi è che le
conclusioni di questo esperimento sono che non essendo la
particella “cosciente”, non possa essere che la coscienza
dell’osservatore che permette questo tipo di risultato.

Mentre nel primo esperimento le attese degli osservatori


erano inequivocabili, ci si aspettava che la particella
passasse per la fessura, nel secondo esperimento,
l’incertezza del risultato provata dagli osservatori, ha
provocato il comportamento della particella che seguendo
“l’indecisione” è passata per entrambe le fessure.

Agendo nel campo energetico non vuoto che tiene in


collegamento tutte le cose dell’universo, gli scienziati hanno
dimostrato che la “materia” formata appunto da particelle e
onde di energia, è influenzata e si adatta alle aspettative
degli osservatori.
In un mondo in cui un campo intelligente di energia collega
ogni cosa, dalla pace globale alla guarigione individuale,
quello che in passato poteva sembrare miracoloso o frutto di
fantasia diventa improvvisamente una possibilità
tecnologica della nostra vita.
La scienza è uno dei linguaggi a nostra disposizione, che
descrive il nostro mondo ed è un linguaggio che in alcuni
ambiti non riesce ad entrare. Ci sono altri linguaggi che
invece raggiungono altri livelli, ed è importante ascoltarli.
Cosa può accadere se colleghiamo il linguaggio della
saggezza antica con il linguaggio della scienza attuale?
Forse potremmo capire molte cose!

La tradizione buddista sostiene senza tanti esperimenti


complessi, la stessa cosa da migliaia di anni: “la realtà
esiste solo quando la mente si concentra su di essa”.

UNIVE R S O OLOGRA FI CO

Si sostiene in ambiente scientifico, che la materia si trovi


all’interno di un campo olografico.

Il Dr. David Bohm, nel 1971 affermò che l'universo e'


“olografico” e confermò la teoria del Dr Pribram che
riteneva che il cervello funzionasse come un ologramma.
Egli sosteneva che la realtà e' energia che trasmette
l'informazione, e quello che noi percepiamo come realtà e'
una “immagine tridimensionale proiettata”. La realtà e'
quindi l'energia che i nostri sensi percepiscono, non gli
oggetti che noi definiamo reali.
Attraverso il principio olografico, si spiega come la materia
sia in grado di produrre dei cambiamenti istantanei in
sistemi molto estesi, spiegando il perché dell’effetto
“Entanglement”.

La definizione di ologramma è: “figure (o pattern) d'onda


interferenti con effetto tridimensionale in cui ogni parte
dell'ologramma contiene l'intera informazione; ogni
frammento del pattern riflette e contiene in sé tutta
l’immagine completa”.

Quindi se la realtà universale è un ologramma in ogni cellula


del nostro corpo c’è tutto l’universo, e poiché se si modifica
una parte dell’immagine in ogni frammento dell’ologramma
si verifica il cambiamento, così se cambia qualcosa
dell’universo cambiamo ance noi e viceversa. Quindi se
capiamo questo linguaggio, se noi modifichiamo noi stessi,
modifichiamo l’universo.
Ecco quindi come fanno le informazioni prodotte su un
fotone ad essere già sull’altro fotone a 14 miglia di distanza,
andando palesemente contro tutte le leggi della fisica
classica. Le informazioni in realtà non devono “andare”
all’altro fotone, non devono passare da qui a là, ma sono già
in entrambi i posti contemporaneamente, perché appunto
stiamo parlando di una realtà olografica.
Questo significa che un numero limitato di persone può
determinare grandissimi cambiamenti nel mondo, se queste
persone capiscono ed usano il linguaggio che è riconosciuto
dal campo.
In un ologramma non c’è qui e là, tutto è ovunque e tutto
avviene ovunque nello stesso momento.

Da questa convinzione scaturisce la visione “olistica”


dell’universo.

Attualmente tutta l'impostazione scientifica, la modalità con


cui si concepisce l'esistenza è fondata sul modello
meccanicistico. Secondo questo modello noi siamo separati
gli uni dagli altri e dalle cose. L’uomo stesso è considerato
la somma di tante parti (organi, cellule).
Nella concezione “Olistica” invece gli organi umani non sono
più disgiunti tra di loro, il corpo non e' scisso dalla mente, e
corpo e mente non sono separati dallo Spirito. Così L’uomo
non e' separato dai suoi simili e da tutto quanto lo circonda
compreso l'intero Universo. Tutto e' interconnesso,
collegato. Non c’è più la contrapposizione, il dualismo, ma
tutto è interdipendente, ossia tutte le cose sono in relazione
le une con le altre.
In questa visione, oltre alla considerazione che tutto e'
collegato e ciò che accade in un luogo si ripercuote
istantaneamente su tutto ciò che esiste, si assume che ogni
frammento della realtà contiene in sé l’intero. Noi siamo
tutto ciò che esiste e tutto ciò che esiste e' in noi, dentro di
noi vi e' l'intero universo.

Gli Esseni avevano anch’essi una visione olistica della vita


e, appunto per questo motivo, consideravano gli squilibri
della terra come il riflesso degli squilibri del corpo fisico e
psichico dell'uomo.
In questa concezione quindi vengono spiegate anche le
catastrofi naturali, i cambiamenti meteorologici come
cambiamenti e squilibri della coscienza collettiva umana.

L'essenza della preghiera efficace si basa perciò sulla


visione olistica dell’universo, nella quale non c'è divisione,
ogni elemento è collegato ed ogni sua modificazione ha
effetto sugli altri elementi, perché unica e' la matrice
energetica che regge tutto l’universo e non esiste nulla al di
fuori di questa forza.

Qualunque cosa esista e' espressione della matrice (che


possiamo chiamare anche Dio) ed ogni cosa vive in modo
armonico, seguendo le leggi della matrice intelligente divina.

Il nostro potere di cambiare la realtà è spesso


inconsapevole fino a che non lo risveglieremo alla nostra
consapevolezza.
La chiave per risvegliare questa straordinaria facoltà è
quella di mutare il modo in cui percepiamo noi stessi abitanti
dell’universo. Noi dobbiamo imparare a vederci come
porzioni dell’UNO da cui non siamo separati.
E quindi dobbiamo proprio sentirci parte integrante di tutto
ciò che sperimentiamo.
Se attuiamo questo cambiamento percettivo, avremo
accesso alla forza della matrice, cioè la forza più potente
che esiste nell’universo.

Con questa connessione nella mente, dobbiamo iniziare a


percepire il nostro rapporto con la vita, la famiglia, le
situazioni e anche con gli avvenimenti casuali da una nuova
prospettiva. Tutte gli avvenimenti della nostra vita positivi o
negativi che siano, non possono più essere catalogati come
semplici esperienze casuali. Chiaramente, la chiave di volta
per vivere la vita che noi desideriamo, sta nel comprendere
come e quanto siamo connessi a tutto quello che compone
realtà vicina, ma anche lontana. E la nostra comprensione
si basa esclusivamente sulle nostre convinzioni.
Quindi è evidente che se vogliamo modificare la nostra vita
dobbiamo modificare ciò di cui siamo convinti riguardo a noi
stessi e al nostro mondo.

E' la nostra visione dualistica e separatista, basata sul


concetto di dentro e fuori di noi e sul giudizio, che, influisce
anche sulla chimica del nostro corpo, e lo trasforma in un
campo di battaglia tra buono e cattivo!
Partendo dal postulato di una visione olistica dell’universo,
ne deriva automaticamente che ognuno di noi è quanto
meno co-responsabile di quello che attualmente è il nostro
malandato mondo. Dal momento che ora sappiamo che
ogni piccolo cambiamento effettuato in noi stessi
(frammento dell’ologramma) ha effetto su tutta la realtà
olografica, non possiamo più starcene in un angolino a
coltivare il nostro orticello, “perché tanto…”, aspettando che
quelli che contano e che stanno al potere raddrizzino il
timone! Perché ormai è chiaro che quello che conta di più
sono Io!
Noi non siamo briciole vittime di un universo elefante ma
piuttosto frammenti cooperanti di un universo in continua
evoluzione. Noi siamo co-creatori della realtà universale
tramite i nostri pensieri.

“Noi siamo, contemporaneamente, l’artista e l’opera d’arte”

Il potere dei nostri pensieri è infinito.

“Noi siamo degli esseri molto strani, seduti nel nostro


inferno, abbiamo paura della nostra immortalità” (Runi)

“L'universo non può esser considerato come una raccolta di


parti indipendenti, come le pennellate in un quadro
impressionista.. è un ologramma, una rete dinamica di
eventi in correlazione, in cui ogni parte della rete determina
la struttura della totalità.”
(Charles Eliot)

LE ANTICH E TRADIZIONI
Noi siamo fatti di particelle quantiche e le particelle di tutto
l’universo sono tenute insieme da una forza potente che si
chiama consapevolezza.
Le nostre convinzioni sono il codice che traduce le
possibilità nella realtà di questo mondo. In questo campo
tutte le possibilità esistono già.
Noi immaginiamo una possibilità e attraverso la convinzione
la manifestiamo. La convinzione è l’unione del pensiero e
dell’emozione.
Le emozioni si possono ricondurre tutte all’Amore e alla
Paura che sono le due emozioni di base.
Ogni pensiero ci suscita un’emozione che può essere
ricondotta all’Amore o alla Paura.

Se il campo c’è e noi siamo in grado di influenzarlo e di


manifestare la realtà con la forza delle nostre emozioni e gli
indigeni lo sanno e gli orientali lo sanno e i popoli antichi lo
sapevano, perché non lo sappiamo noi?
Cosa è avvenuto per separare le nozioni della saggezza
antica dalla conoscenza della civiltà moderna?
Nella nostra tradizione occidentale giudaico/cristiana c’è
stato un periodo in cui il campo energetico e il linguaggio
delle emozioni era parte della tradizione ed era chiaramente
espresso nei nostri testi. Questo fino al IV secolo d.C. e più
precisamente fino al 325 d.C. quando ci mise lo zampino
l’imperatore Costantino.
Allora i nostri testi sono stati censiti, selezionati e censurati.
Con la manipolazione che è avvenuta abbiamo perso
moltissime informazioni.
La prima chiesa cristiana ha dovuto prendere delle decisioni
per salvaguardare la sua dottrina, circa le informazioni da
divulgare e quelle da celare.
Ora noi sappiamo che almeno 45 libri importantissimi sono
stati censurati definitivamente o sensibilmente rimaneggiati
e ridotti. Sappiamo che queste informazioni sono andate
perdute perché alcune di esse sono tornate alla luce con
recenti ritrovamenti di antichi manoscritti ( I Rotoli del mar
morto, i testi Coptici, I testi degli Esseni, ecc.).
Inoltre siamo ormai al corrente che in altre tradizioni anche
più antiche della nostra le informazioni che noi possediamo
sono voluminosamente integrate e completate da ulteriori
informazioni. Quindi studiando le altre tradizioni siamo in
grado di completare le informazioni che abbiamo con le parti
mancanti che sono state estromesse a suo tempo.

Inoltre è evidente che i nostri testi ufficiali sono lacunosi.

- Dove sono gli anni dell’infanzia e dell’adolescenza di


Gesù? I nostri testi gli dedicano davvero poche righe.
- Perché non ci sono quasi completamente donne nella
Bibbia, se non sempre come personaggi di sfondo? (noi
sappiamo per certo che le donne esistevano anche
allora!)
- Perché la bibbia in molti passi appare incompleta è
sbrigativa? (genesi)

Un elemento importantissimo che nei nostri testi appare


talmente rarefatto da non essere più riconoscibile e tanto
meno comprensibile è il metodo di preghiera!
Riassumendo quanto visto fin qua, possiamo affermare che:

1) C’è un campo energetico, una matrice in cui tutto esiste


ed è collegato.
2) Le nostre emozioni collegate al pensiero (sentimenti)
sono il linguaggio per comunicare con la matrice.
3) I sentimenti producono un onda “stazionaria” che
blocca le possibilità quantistiche (onde fluttuanti)
manifestando la realtà.

Ecco la spiegazione tecnologica ai miracoli.

LA PRE GHI E R A EFFI CIA C E

Le conseguenze di queste scoperte possono essere viste


anche con un po’ di timore, per la loro portata profonda e
vasta. Ma esse dimostrano inequivocabilmente che noi,
esseri umani, siamo in grado di modificare il corso della
nostra vita, del nostro mondo e anche della realtà, grazie
all’utilizzo delle nostre emozioni.
Sono queste capacità, che a prima vista potrebbero
apparire quasi magiche, che ci fanno capire come sia
possibile la guarigione da qualunque malattia, come sia
possibile avere una vita più lunga piena di gioia e
abbondanza.

Noi come tutta la materia siamo fatti di energia quantica. E’


ormai una cosa provata e risaputa. Le particelle quantiche,
di cui siamo composti, hanno delle potenzialità pazzesche,
tipo il dono dell’ubiquità, possono viaggiare nel tempo e
restano sempre collegate energeticamente tra loro.

Per la fisica meccanica l’atomo era un piccolissimo sistema


solare costituito da oggetti (un oggetto nel centro e uno o
più oggetti che ruotavano attorno a quello centrale.)
Oggi invece la fisica quantistica definisce l’atomo come
onda energetica viva e pulsate, quindi non più oggetti, ma
energia. Se noi vogliamo cambiare un atomo dobbiamo
cambiare l’energia di cui è composto. Quindi se vogliamo
cambiare la materia dobbiamo cambiare l’energia che
impregna questa materia. E’ dimostrato che modificando il
campo magnetico o il campo elettrico degli atomi, gli atomi
si modificano. E la fisica quantistica ha dimostrato che le
particelle sono presenti contemporaneamente nel presente
e nel passato, mantenevo ugualmente le caratteristiche e il
legame originario. Se una di esse subisce delle
modificazioni,le altre seguiranno lo stesso destino
contemporaneamente, sia che siano fisicamente a contatto
sia che si trovino in un altro luogo sia spaziale che
temporale.
Inoltre sempre la scienza ha dimostrato che il cuore è
l’organo del nostro corpo che produce i campi
elettromagnetici più forti. I nostri sentimenti producono
energia elettrica ed energia magnetica, onde energetiche.

Al giorno d’oggi ormai sono state chiarite tutte le possibili


proprietà di queste particelle.
Esse, possono stare allo stesso tempo in posti diversi sia
nella dimensione spaziale che in quella temporale
rimanendo sempre collegate tra loro come se fossero a
contatto fisico. Se una particella subisce delle modificazioni,
le altre si adegueranno mutando anche loro
istantaneamente.

La domanda è: “se noi siamo composti di particelle


quantiche, possiamo fare le stesse cose pazzesche che
possono fare le particelle?” La risposta è: “sì possiamo”.
E questa potenzialità dipende da quello che sentiamo nel
nostro cuore.

Nella tradizione Buddista si dice che per ottenere risultati


dobbiamo sentirci come se il risultato fosse già avvenuto,
senza pregiudizio e senza ego.
Se colleghiamo al nostro cuore un sentimento puro di
Compassione e proviamo ciò che proveremmo se fosse già
avvenuto, noi blocchiamo la possibilità (quantistica) che
corrisponde al nostro desiderio e la materializziamo, la
facciamo cioè diventare reale!
Dobbiamo sentire come se la nostra preghiera fosse già
esaudita senza ego e senza giudizio.
Così come pregano i monaci buddhisti da secoli. Per loro è
molto semplice: “Il sentimento è la preghiera”.

Possono anche non esserci parole nella “preghiera


efficace”, ma se ci sono, devono prendere il posto dei
pensieri e suscitare emozione sincera e insieme ad essa
dare vita ad un sentimento profondo. Quindi la chiave della
“tecnologia della preghiera” è che all’interno di noi stessi
dobbiamo sentire, provare, sperimentare esattamente quello
che vogliamo manifestare nella realtà come se già fosse
realizzato.
E tutto ciò lo dobbiamo sperimentare nel corpo e nello
spirito, ossia nella mente e nel cuore, cioè nei pensieri e
nelle emozioni. Dobbiamo espandere ciò che siamo fuori di
noi.

Noi abbiamo sempre pensato che le parole fossero la


preghiera perché ci è sempre stato insegnato così.
Invece anche i nostri antenati sapevano che il sentimento è
la preghiera, ma questa informazione nei nostri testi è
andata perduta.
In un monastero egiziano ai piedi del monte Sinai esiste una
bibbia del 200d.C. quindi la cui redazione è anteriore alla
censura del 325 d.C.
In quella bibbia c’è anche il vangelo di Tommaso dove Gesù
ci insegna come la preghiera sia il sentimento.
Questa era la nostra tradizione prima che fosse modificata.

Non tutti i sentimenti provocano l’effetto desiderato, ma tutti


i sentimenti provocano il manifestasi della realtà.

“Al di là dell’idea di giusto o sbagliato, c’è un campo


energetico. Ci vediamo là!” (Runi)

Un luogo al di là del giudizio e al di là dell’ego!

E la forza che collega tutto nell’universo è la “compassione”.

Quella compassione che noi sentiamo nel nostro cuore è il


filo che collega tutto l’universo.
La compassione intesa come la capacità di vedere il mondo
quale veramente è e non mediato dai nostri giudizi, quindi al
di là del nostro ego, e di accettarlo esattamente per quello
che è.

Tutte le religioni ci dicono che c’è un campo di energia e noi


abbiamo il linguaggio per utilizzare questo campo.
Dal Vangelo di Tommaso (Tommaso 106) “quando si fa di
due (pensiero ed emozione), uno se dice alla montagna
spostati e la montagna si sposta”
Quindi quando si può sposare il pensiero e l’emozione in
una forza singola e potente, è lì che ci sarà il potere per
parlare al mondo.

Pensiero + Emozione = Sentimento

Ciò che vogliamo deve essere vissuto


contemporaneamente nel pensiero, nel sentimento e nel
corpo umano.
Il pensiero e l'emozione, prima devono essere individuati
separatamente (solo perché per l’uomo è più facile fare
così) ma poi devono essere riuniti perché il pensiero diventa
così il sistema di guida che indirizza le nostre emozioni;
esso, anche sotto forma di immaginazione, determina dove
dirigere l'attenzione e l'emozione. Dall’unione del pensiero e
dell’emozione nasce il sentimento, quanto di più potente
possediamo.

L'emozione e' l'energia che ci fa percorrere la direzione


voluta, e' la base del potere.
Infatti tutte le emozioni possono essere ricondotte ad
un'unica emozione (UNO) l'”Amore” la cui mancanza genera
la paura.

Il sentimento è appunto l'unione di pensiero ed emozione,


infatti per provare un sentimento dobbiamo avere un'idea e
un'emozione.
Il sentimento, e' la chiave della preghiera, perché la
creazione risponde al sentire umano.
Quindi, diventa fondamentale comprendere ed essere
consapevoli dei propri pensieri e delle proprie emozioni
nella loro unione, cioè dei nostri sentimenti. Spesso si
esprimono pensieri che portano ad emozioni diverse da
quello che affermiamo, e finiamo cosi' per manifestare effetti
indesiderati (focalizzarsi sui problemi anziché sulle soluzioni
dei problemi), e poi sosteniamo che la nostra preghiera non
funziona. La preghiera funziona sempre se scaturisce dai
sentimenti. Il problema a volte è essere effettivamente
consapevoli di ciò che si sta provando. I pensieri, in se
stessi, possono portare con loro delle aspettative, dei
progetti, ma rimangono desideri potenziali (e non potenti) e
quindi inattivi se non sono accompagnati dal potere
dell'emozione. Molto spesso, però, l'emozione che
accompagna un desiderio va in direzione contraria rispetto
al nostro desiderio, ma noi non ne siamo consapevoli. Se
non voglio perdere il lavoro e temo di perdere il lavoro, io
desidero ardentemente di mantenere il mio lavoro, ma
quello che provo è paura di perderlo: pensiero positivo
emozione negativa. Purtroppo in questo caso bisogna
tenere conto che i pensieri danno la direzione ma il
carburante è dato dalle emozioni, per cui le emozioni
prevalgono sui pensieri.

" Perché chi vorrà salvare la propria vita, la perderà; "


(Marco; 8;35).

Questo significa appunto che, chi cerca di difendersi da


quello che teme, e che minaccia la sua incolumità, finisce
col focalizzare la propria attenzione esattamente su quello
che vuole evitare, attirandolo.

In altre parole, la legge creativa conosciuta anche come


“legge dell’attrazione”, che regola il nostro potere, implica
che se vogliamo ottenere ciò che desideriamo dobbiamo
focalizzarci solo sul positivo, su quello che vogliamo e non
su ciò che non vogliamo.
Perciò se pensiamo “non voglio la guerra" e centro le mie
emozioni sul timore della guerra, va a finire che diamo forza
alla guerra stessa, mentre pregare per la pace significa
Sentire la pace dentro di noi e fissare la nostra attenzione e
la nostra emozione su ciò che la pace ci fa provare.
Ogni possibilità effettiva di cambiamento, sia a livello
individuale che a livello sociale, si manifesterà solo se
siamo in grado di sintonizzarci sulla lunghezza d’onda dello
stato d'animo del risultato e della certezza del risultato e
non sulla speranza del risultato o sul tempo che ci vuole per
produrlo.

In sostanza, dobbiamo provare a livello emozionale che


quello che vogliamo si e' già realizzato e che la nostra
preghiera e' stata esaudita nel momento stesso in cui
l'abbiamo pronunciata (Qui e ora!).

La fede a questo punto non è più la credenza dell’esistenza


di una divinità, ma diventa l'accettazione con assoluta
certezza della realtà del nostro potere come forza capace
di lasciare un’impronta alla “creazione”. La modalità di
preghiera a questo punto non può che concludersi con
un'esplicitazione di gratitudine, perché se siamo convinti
che ciò che chiediamo e' stato esaudito, non ha senso
chiederlo una seconda volta, non possiamo che ringraziare
per averlo ottenuto.
“Se i due sono in pace l’uno con l’altro (pensiero ed
emozione) in questa casa diranno alla montagna spostati e
la montagna si sposterà”. (Tommaso 48)

"Chiedete e vi sarà dato; cercate e troverete, bussate e vi


sarà aperto” (Matteo 7;7)

Ma per chiedere bisogna utilizzare il linguaggio giusto e il


linguaggio è il sentimento del già avvenuto, ma Gesù ci ha
spiegato molto chiaramente qual è questo linguaggio.

“Tutto quello che chiederete al Padre nel mio nome Lui ve


lo concederà. Fin’ora non avete chiesto nulla nel mio nome.
Chiedete e vi sarà dato che la vostra gioia possa essere
completa.” (Giovanni 16;23-24)

La versione estesa in aramaico di questo passo recita:


“Tutto quello che chiederete al Padre direttamente
dall’interno del mio nome Lui ve lo concederà. Fin’ora non
avete chiesto nulla dall’interno del mio nome. Chiedete
senza un motivo nascosto e siate circondati dalla vostra
risposta. Siate avvolti dal vostro desiderio in modo che la
vostra felicità sia completa.”

La differenza tra i due testi sta proprio nel “giudizio” (senza


un motivo nascosto) e nel chiedere ora come se fosse già (e
siete circondati dalla vostra risposta) provando le emozioni
che il “se fosse già” ci susciterebbe (siate avvolti dal vostro
desiderio in modo che la vostra felicità sia completa).

Neville all’inizio del XX secolo (Il potere della


consapevolezza) riprende lo stesso concetto: “…dovete fare
in modo che il vostro desiderio per il futuro diventi un fatto
attuale, pensando che il vostro sentimento sia quello che
provate quando il desiderio è già stato esaudito, senza
giudizio!”

Accetta quello che è e senti ora quello che vuoi che sia.

Quindi sia la tradizione Buddista che la tradizione


Giudaico/Cristiana ci danno chiaramente le istruzioni per
capire qual è la qualità dei sentimenti potenti. (solo che
parte della nostra tradizione è stata censurata prima e
perduta poi.)
L’istruzione è “sentire ora senza giudizio come se fosse già
avvenuto ciò che vogliamo”.
Avere ora il sentimento del risultato.

CONOS CI TE STE S S O

Se io non conosco profondamente me stesso e quindi non


so bene quali sono le motivazioni che mi spingono a
comportarmi in un certo modo come posso sapere cos’è di
me che va modificato, quali sono gli aspetti su cui devo
lavorare?

Per crescere quindi , non basta fissare l’attenzione su certi


obiettivi anche elevati se prima non ho fatto una profonda
analisi del mio essere più profondo, e se non ho prima
individuato quali sono gli aspetti di pregiudizio di istinto che
mi bloccano.
Finché non sarò in pace dentro, e non avrò raggiunto una
serenità e una soddisfazione durature, fatte di accettazione
e compassione, non sarò in grado di ottenere risultati
notevoli in altri ambiti.

Quando ci facciamo prendere la mano da sentimenti


negativi quali il rancore, la disistima, quando non siamo
capaci di perdonare il nostro prossimo diretto, quando ci
facciamo prendere dall’angoscia di non avere il totale
controllo della situazione, quando vogliamo influenzare
pesantemente il comportamento degli altri e non riusciamo
ad accettare che essi agiscano a loro modo secondo
prospettive, che magari noi non siamo in grado di cogliere,
quando ci facciamo travolgere dalla delusione di non aver
raggiunto dati obiettivi o ci sentiamo profondamente feriti
dall’opinione degli altri, perché non ci supportano con la loro
approvazione così fondamentale per la nostra accettazione
di noi stessi, quando ci fissiamo sulla correttezza delle
nostre opinioni senza prendere in considerazione il fatto che
tutte le situazioni possono avere del giusto se vengono
osservate da punti di vista diversi. E’ in queste situazione
che noi non siamo per niente ciò che pensiamo di essere, ci
nascondiamo a noi stessi raccontandoci storie senza essere
in grado di accettare il nostro vero io. E questi sono
esattamente gli atteggiamenti che inconsapevolmente ci
allontanalo dal raggiungimento di quegli obiettivi verso cui
siamo convinti di dirigerci.

LE PROF E Z I E E IL POTE R E DEL LA PRE GHI E R A


COL L E T T I V A

Dagli Esseni possiamo apprendere un grandissimo


insegnamento: quanto sia fondamentale la pace
nell’universo e contemporaneamente come la pace
presente dentro di noi si espanda e avvolga tutto il nostro
mondo esteriore modificandolo profondamente.

A questo punto anche le profezie vanno interpretate da


un’ottica ben precisa e diversa da quella tradizionale.

Gregg Braden ci spiega come la profezia vista dall’ottica


della realtà della Matrix Divina appaia quale scienza che
ci permette di comprendere quali saranno le future
conseguenze di determinate scelte fatte ora. In sostanza le
profezie indicavano cosa sarebbe accaduto se
l’atteggiamento mentale e i comportamenti fossero rimasti
invariati. Non erano quindi condanne, ma semplici
avvertimenti di cambiare direzione se si volevano evitare
certe conseguenze.

La scienza della profezia accompagnata dalla tecnologia


della preghiera permette all’uomo una enorme
consapevolezza. Grazie ad esse abbiamo la possibilità di
sapere, capire e scegliere.

Ai tempi delle antiche profezie inoltre la concezione del


tempo era anch’essa molto diversa da come la percepiamo
noi oggi.

Allora il tempo era visto come una via con due sensi di
marcia, in avanti e indietro. Concezione di cui oggi la fisica
quantistica ci fa intravedere la veridicità, data la possibilità di
accadimenti diversi nello stesso spazio temporale e la
possibilità che due oggetti occupino lo stesso spazio nello
stesso tempo (condensato di Bose).
Wolf e Feynman hanno esteso questa proprietà atomica alla
realtà della vita quotidiana ipotizzando che esistano diverse
possibilità per ogni accadimento.

Ossia si ipotizza che ogni possibilità di avvenimento esista


già e sia presente nel nostro mondo e che ogni possibilità
sia collegata con le altre (La grande rete di Indra), dando
vita la concetto di multidimensionalità.

La nostra realtà è composta dalla stessa sostanza di quei


pacchetti di luce che vibrano a velocità diverse e che nel
nostro mondo tridimensionale muovendosi lentamente
danno vita alla nostra materialità (onde stazionarie)
Il resto del cosmo, che vibra a velocità altissime non è
percepibile né dall’uomo né dalle sue strumentazioni
(fin’ora). In piani dimensionali diversi (non il nostro
tridimensionale) probabilmente sono reali chissà quante e
quali altre possibilità.
Quindi ciò che viene attratto dalla tecnologia della preghiera
e manifestato nella nostra realtà non è altro che una delle
probabilità già in essere nell’universo.
Ecco quindi che non esiste il destino, il futuro non è stabilito,
può essere modificato. E questo può succedere se una
forza sufficientemente potente si attiva in maniera da
spostare il focus, l’attenzione, la scelta su accadimenti
paralleli.

Hugh Everett III, docente di fisica all’università di Princeton,


formulò l'ipotesi di universi paralleli e definì "punto di scelta"
il momento in cui si poteva sostituire un avvenimento
probabile ad un altro probabile.

Il “punto di scelta” è una specie di portale che permette di


cambiare strada e quindi di cambiare risultato. Avete
presente le “storie a bivi” di Topolino? Ecco il concetto è più
o meno lo stesso se non ti piace il finale, torni indietro e
cambi scelta al bivio precedente. Le cose funzionano più a
meno allo stesso modo e la scelta del bivio da percorrere
dipende dalle nostre emozioni.
Ecco quindi che ancora una volta ci troviamo a sostenere,
dati alla mano, che se adesso modifichiamo anche solo una
piccola parte del nostro atteggiamento mentale, possiamo
allontanare definitivamente la realizzazione di qualsiasi
profezia negativa (compreso l’esito del 2012!)

Mi pare ormai certo che utilizzando il pensiero, il sentimento


e l'emozione contemporaneamente nelle nostre preghiere
possiamo decidere consapevolmente tutto.
Risulta quindi evidente che esiste un collegamento profondo
tra i nostri pensieri collettivi, e i nostri sentimenti, le nostre
emozioni e le nostre aspettative soggettive che a loro volta
sono intimamente connessi con la manifestazione della
realtà esterna.

Questo in sintesi non è altro che il modo di pensare legato


alla visione del mondo degli Esseni.

E’ tutto molto evidente all’analisi dagli scritti ritrovati degli


Esseni di 2.500 anni fa. Da essi si evince in maniera molto
evidente che gli avvenimenti del mondo fisico non sono altro
che il riflesso delle nostre più profonde credenze interiori.

Le profezie anche nella Bibbia stessa sono piene di


previsioni di eventi terribili e sconvolgenti, seguiti
immediatamente da visioni di pace, serenità e beatitudine,
ritenute fin’ora addirittura incomprensibili, in quanto lette
secondo un’interpretazione lineare dello svolgersi del
tempo. Da un punto di osservazione diverso invece
assumono significati più chiari e molto profondi.

Il destino del mondo è completamente nelle mani, anzi nella


mente dell’uomo.

Tra gli altri scritti rinvenuti nei rotoli del mar morto, è venuto
alla luce "Il libro esseno della Rivelazione" che appare
come una versione diversa dell'Apocalisse di Giovanni.
Alcuni pensano sia la versione originale.

Nell’Apocalisse degli Esseni si legge che l'Apostolo


Giovanni domandò all'angelo che lo conduceva le
motivazioni e le cause di quelle catastrofi e l’angelo
rispose: "L'uomo ha creato questi poteri distruttivi. Egli li ha
forgiati con la sua stessa mente. Ha girato le spalle alle
(forze) angeliche del Padre Celeste e della Madre Terra, e
ha messo a punto la sua stessa distruzione".

Quindi ancora una volta possiamo dedurre che il potere


della mente degli uomini, tanto più collettivamente, è in
grado di manifestare la realtà. E inoltre il male è la
manifestazione del “non amore” (paura) quale essenza
divina.

Risulta evidente allora che è necessario capire come


utilizzare consapevolmente questo potere alla luce della
conoscenza dell’essenza Divina (Amore). Ritornando
all’Apocalisse, l’apostolo domanda all'Angelo: "C'è
speranza?", e l’Angelo risponde: "C'è sempre speranza" e
gli mostra la visione del mondo impregnata di beatitudine e
di pace.
Sempre l’apostolo Giovanni interrogando la sua guida gli
domanda cosa bisogna fare affinché si concretizzi l’ipotesi
di pace. E l’angelo risponde che tutto dipenderà dagli uomini
che saranno vivi in quell’epoca, che con le loro scelte
decideranno la direzione della storia. "Io darò
generosamente all'assetato dalla fontana dell'acqua della
vita".

Quindi se la visone del mondo degli uomini sarà


catastrofica, la realtà sarà tragica, ma ad una visione del
mondo carica di pace e beatitudine corrisponderà un nuovo
paradiso terrestre.

L’eventualità concreta di modificare la profezia di distruzione


e morte che si estrapola chiaramente dalla lettura
dell'Apocalisse degli Esseni emerge comunque anche dalla
Bibbia canonica.

Sovente nelle antiche profezie la possibilità di due futuri in


antitesi sono mostrati nello stesso momento. Ed è un
modello di profezia presente nella Bibbia, come se il
messaggio volesse essere: “questo è quello che accadrà,
se certi comportamenti resteranno tali; lo modificherete?”
lasciandoci intendere appunto quanto siamo esseri potenti e
quanta potenza ci sia nella preghiera collettiva.

Ecco quindi che il nostro compito in quanto uomini del


nostro tempo, risulta essere quello di radunare e collegare
la massa sufficiente e necessaria alla realizzazione della
migliore visione del mondo basata sulla pace e sulla
sacralità della vita. Senza che la preghiera sia incentrata
sulla richiesta di un intervento divino del “Deus ex machina”,
ma incentrata sulla potenzialità della divinità umana,
centrata sull’unità del tutto, sull’amore e sulla compassione
quale legante ed essenza dell’universo.

Nel Vangelo degli Esseni troviamo ancora scritto: "Il Figlio


dell'Uomo cercherà prima di tutto la pace nel corpo; perché
il corpo e' come uno stagno di montagna: quando e' calmo e
limpido rispecchia il sole, ma quando e' pieno di fango e
sassi non rispecchia nulla".
In seguito perché l'Angelo della saggezza sia in grado
condurlo, il Figlio dell'Uomo andrà alla ricerca della pace nel
pensiero.
Non c’è in nessuna parte dell’universo un potere più forte
dei pensieri del Figlio dell'Uomo.
Un potere impercettibile dai sensi umani ma a cui
qualunque cosa è permessa.

In seguito, continua il vangelo degli Esseni, il Figlio


dell'Uomo cercherà la pace dei sentimenti… E’ necessario
quindi convincere l'Angelo dell'Amore, perché entri nei
nostri sentimenti e li purifichi;

e allora tutto quello che era impazienza e discordia si


trasformerà in armonia e pace…

La Pace e' la chiave di tutta la conoscenza, di tutti i misteri e


di tutta la vita".

L'affermazione di Gregg Braden che bastano 8000


persone (sono un’ inezia su 6 miliardi di terrestri umani) per
ristabilire la pace mi ha shockato. Non che sentire
veramente la pace sia la cosa più facile del mondo, ma data
la posta in gioco mi pare doveroso allenarsi! O no?

Intanto dovremmo cercare di capire profondamente cosa


significa “sentire la pace”. E’ chiaro che dovremmo arrivare
ad un livello di purificazione dei nostri pensieri e delle nostre
emozioni davvero notevole. La nostra visione del mondo
dovrebbe essere allineata al collante della Matrix Divina
e all’essenza profonda dell’universo. Uomini che traspirano
amore e compassione come atteggiamento mentale
naturale ed istintivo.

La faccenda non è così facile ed in effetti non sembra


nemmeno facile!
Il punto è che anche tutti quelli che spassionatamente si
direbbero disposti a pregare per la pace nel senso che
stiamo analizzando non lo possono fare efficacemente
finché sono sede loro stessi di continui conflitti che li
allontanano dall’allineamento con l’essenza della Matrix
Divina .
A ben pensarci anche i più ben disposti di noi sono spesso
terreno fittissimo di conflitti. Ogni volta che mandiamo a quel
paese l’ennesimo operatore di call center, ogni volta che
urliamo in faccia tutto l’animo nostro al bancario che non
“può” concederci il mutuo, ogni volta che ci appendiamo al
clacson per dare una “scaturita” all’imbecille che ha girato
senza mettere la freccia, ogni volta che ce la prendiamo con
quell’insulsa della commessa che non capisce nemmeno
l’italiano, e un altro milione di esempi del genere, noi non
siamo allineati alle leggi universali e siamo terreno fertile di
guerre e conflitti. Siamo l’emblema della separazione e
manifestano la realtà che ci circonda come separazione e
conflitto.
Quando abbiamo questi atteggiamenti va da sé che le pace
imbocca la strada opposta.

Il nostro mondo e' l'effetto diretto di quello che noi


pensiamo, delle nostre emozioni e quindi del nostro modo di
essere.
Dobbiamo sentire la pace dentro di noi, dobbiamo essere
tolleranti verso chi ci suona al semaforo (probabilmente ha
avuto una giornata più pesante della nostra), dobbiamo
essere elastici rispetto a chi ci passa davanti in coda
(probabilmente non ci ha visto), Dobbiamo cercare di essere
gentili anche con chi ci aggredisce verbalmente
(probabilmente è tutto il giorno che discute con persone che
l’accusano di essere la causa dei loro guai); dobbiamo
avere questo tipo di predisposizione mentale e solo allora ci
verrà naturale provare la pace nel nostro intimo. O
comunque proviamoci, la posta è alta e ogni piccolissimo
cambiamento nella direzione giusta è in ogni caso
utilissimo.

Poiché siamo tutti responsabili dell’attuale stato del nostro


malandato mondo, anche chi non ha mai commesso nulla di
particolarmente terribile, è decisamente il momento per
ognuno di noi di provare a cambiare ed il momento giusto è
proprio adesso!!!

Giovanna Garbuio
http://giopop.blogspot.com

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