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INCONTRO E DIALOGO – CAMBI

- l’intercultura è uno dei dispositivi pedagogici chiave del nostro tempo: è una sfida della
società multiculturale, ma è anche un compito pedagogico

CAPITOLO 1 – LA COSTRUZIONE DEL DIALOGO

Identità e differenza
- intercultura:
- multicultura:
- identità:
- differenza:
- appartenenza:
- oggi le società sono multietniche e multiculturali
- la società attuale richiede un cambiamento di mentalità, ha bisogno di una mentalità
aperta al confronto e al dialogo
- nella tradizione occidentale l’identità era considerata positivamente mentre la differenza
era considerata negativamente, come un elemento di disturbo
- l’educazione e la formazione sono il solo mezzo per oltrepassare il concetto di appartenenza
e i suoi pregiudizi
- per andare oltre il concetto di appartenenza è necessario ripensare le categorie di identità e
differenza, bisogna integrare identità e differenza
- bisogna dar vita a modelli d’incontro e di collaborazione, capaci di produrre intesa
reciproca, pur nel rispetto delle diversità e delle autonomie
- è necessario costruire lo “spazio dell’incontro”: uno spazio pedagogico di dialogo e
reciproca intesa che nasce dall’impegno educativo nelle diverse comunità (religiose, etniche,
nazionali, etc)
- nello spazi dell’incontro ci sono tensioni, contraddizioni, problemi, di cui si deve avere
consapevolezza. L‘incontro con le differenze produce spaesamento, attiva tensioni, scontri,
incomprensioni e rifiuti. L’incontro è una sfida difficile, una sfida propria del nostro tempo,
e l’intercultura e la pedagogia interculturale sono i mezzi per poterlo gestire.
- l’intercultura e la pedagogia interculturale sono le forme specifiche per abitare e gestire lo
spazio dell’incontro

Lo spazio dell’incontro
- l’intercultura viene definita come lo spazio dell’incontro perché è un luogo complesso e
tensionale abitato da modelli culturali plurali
- lo spazio dell’incontro è il modello più maturo di lavoro interculturale
- il mondo della globalizzazione spezzerà sempre di più i mono-culturalismi
- lo spazio dell’incontro è costituito da quattro dispositivi, legati tra lodo da un rapporto
dialettico, un “circolo dialettico” entro cui ogni dispositivo si integra con gli altri ma
possiede anche una propria autonomia e specificità

I quattro dispositivi dello spazio dell’incontro:


1. lo sguardo da lontano: distaccarsi dal proprio sé e superare i pregiudizi per conoscere
e comprendere le altre culture. Lo sguardo da lontano si acquisire attraverso l’informazione,
il concetto e il lavoro su di sé
2. l’ottica dell’alterità: riconoscere l’alterità come valore; abbandonare ogni
etnocentrismo e monoculturalismo. Le differenze arricchiscono le identità con altre
prospettive, altri principi e valori, attraverso il confronto e l’autocritica.
3. la decostruzione: riconoscere i presupposti e i pregiudizi della propria cultura
4. l’ascolto, il dialogo e la conversazione: ascolto → disporsi a ricevere le ragioni
dell’altro e a coglierne le radici; dialogo → scambio di frasi e discorsi orientati alla
comunicazione reciproca; conversazione → dialogo costruttivo di spazi d’intesa comune, di
condivisione
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- tra i 4 dispositivi dello spazio dell’incontro c’è un rapporto dialettico

Il modello della colonizzazione


- con la conquista dell'America le popolazioni occidentali sottomisero le culture indigene; la
cultura occidentale divenne la cultura dominante e le altre furono dichiarate culture inferiori
e quindi vennero distrutte.
- dominio, sfruttamento e sterminio delle popolazioni indigene americane che vennero
considerate inferiori dagli europei

Il modello del melting-pot (miscuglio)


- negli stati uniti di fine 1800 l’integrazione venne attuata attraverso una scissione: venne
imposto lo stile di vita anglosassone nel pubblico e vennero relegate le appartenenze
identitarie nel privato, costruendo in pratica una ghettizzazione (es: china town)
- è un modello che non crea intercultura, ma si ferma al pluralismo delle culture,
collocandole una accanto all’altra senza mescolarle, svilupparle, ma facendo emergere
sempre il dominio della cultura anglosassone

Il modello interculturale
- viene utilizzato dall’europa
- modello fondato sulla costruzione di un reciproco riconoscimento e integrazione, nasce
così una nuova cultura “meticcia”

Diritti umani
- i diritti umani sono il prodotto di un lungo e complesso percorso nella storia dell’Occidente
● la conquista dei diritti umani è stata raggiunta in tre tappe:
1. il Giusnaturalismo (1600): vengono fissati i “diritti naturali” dell’uomo che precedono
ogni diritto civile. Il giusnaturalismo fissa i diritti naturali dell’uomo rispetto all’invasione
dello stato, di quello stato moderno che penetrava in tutta la vita sociale, la organizzava, la
disciplinava, la governava secondo le proprie finalità
2. l’Illuminismo e le rivoluzioni del 1700: Beccaria è contrario alla pena di morte, alla
tortura e alla prigione come carcere e non come scuola; nel 1787 viene proclamata la
Costituzione americana che favorisce la libertà individuale; nel 1789 in Francia viene
proclamata a Dichiarazione dei diritti dell’uomo. Nel corso del 1800 i liberali, i democratici e
i socialisti rilanciano i diritti umani
3. Secondo dopoguerra: con l’ONU e la Dichiarazione Universale dei Diritti Umani
siamo entrati nell’era dei diritti
- la fase attuale è una fase di espansione, riconoscimento e rielaborazione dei diritti umani.
- i diritti umani devono essere riconosciuti e coltivati dalla politica e dalla società
- bisogna formare mentalità, coscienze, persone attraverso una complessa mediazione
pedagogica che permetta di: comprendere e valorizzare l’uomo-persona come soggetto
unico, irripetibile; attivare politiche di riconoscimento (definire e codificare i diritti), di
interiorizzazione (apprendere e fare propri i diritti) e di diffusione dei diritti umani.
- l’intercultura promuove i diritti umani attraverso il dialogo e il confronto.

Il postmoderno è caratterizzato da:


- il pluralismo come differenza
- la complessità come principio-struttura
- l’ottica di mondialità
- i saperi sottoposti a decostruzione e ricostruzione secondo nuovi paradigmi: tutti, pur
restando connessi alla tradizione, la rileggono criticamente e ne individuano i limiti, le
rigidità e le insufficienze

L’essere migrante
- nella società di oggi l’essere migrante è una condizione del soggetto, della società, della
cultura, del rapporto che il soggetto ha con lo spazio e con il tempo
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- essere migrante significa predisporsi all’incontro e al dialogo, sapere costruire lo spazio
dell’incontro e volere tale incontro, avere uno stato d’animo aperto.

Solidarietà
- solidarietà: l’abitare insieme la terra che ci accoglie e in essa superare le divisioni pur
preservando le diversità
- l’educazione deve formare una nuova mentalità che sia rispettosa del mondo e delle sue
risorse, della varietà delle culture, che sia capace di creare accordo e un’azione comune tra i
popoli del mondo
- oggi bisogna sviluppare gli obiettivi di uguaglianza, democrazia e solidarietà
- il l’obiettivo della pedagogia della mondialità è la terna incontro-dialogo-solidarietà che si
traduce in intercultura-intesa-diritti umani
- la solidarietà deve essere costruita, non basta riconoscerla come valore e come compito, ma
deve essere resa operativa
- la solidarietà crea avvicinamenti, è una opportunità di dialogo e di comprensione, cambia
le relazioni tra i popoli

CAPITOLO 2 – DIALOGO E MONDIALITÀ

Il futuro dell’educazione e l’educazione del futuro


- la globalizzazione è caratterizzata dall’unità dei mercati e coinvolge anche gli stili di vita, le
culture, le mentalità
- questa trasformazione produce avvicinamento ma anche contrasto, conflitti, problemi
- con la globalizzazione culture diverse devono convivere e collaborare e vengono sconvolte
le tradizioni e messe in crisi le identità
- in questa società planetaria l’educazione ha un ruolo fondamentale perché può modificare
le abitudini, i valori, i modelli e le mentalità delle persone.
- l’educazione deve ripensare al proprio ruolo per adeguarsi alla società attuale
● i compiti più urgenti e importanti dell’educazione sono:
1. costruire la democrazia: fissare i principi della democrazie e dichiararne
l’irrinunciabilità per abitare il presente a livello planetario, poi interiorizzare nelle comunità
e nelle persone il valore della democrazia
2. diffondere la laicità: laicità come spirito di tolleranza e come legittimazione del
pluralismo; laicità religiosa, politica, etnica, ideologica
3. elaborare la comprensione attraverso e nell’intercultura
4. fissare i diritti umani: i diritti umani vanno fissati, interiorizzati, diffusi e condivisi
- la scuola è un’agenzia di socializzazione e un luogo di trasmissione dei saperi e deve
riprogettare la propria identità in questi ambiti. Per quanto riguarda la socializzazione, la
scuola deve mettere al centro il vivere la democrazia con il suo pluralismo, con i contrasti,
con il rispetto delle regole e con l’etica della responsabilità. Per quanto riguarda i saperi,
tutti i saperi devono essere al passo con la cultura del nostro tempo e devono coinvolgere il
passato. Ad esempio, la storia deve essere sempre meno nazionale e occidentalistica o
eurocentrica e deve aprirsi alla storia mondiale cogliendo il pluralismo delle tradizioni e dei
popoli

La complessità
- la complessità si è affermata come un modello dei sapere, come un fattore chiave della
descrizione e dell’interpretazione delle società attuali e del nostro tempo storico
- la complessità deve essere al centro della riflessione pedagogica
- la complessità dell’educazione: l’educazione è un processo in cui partecipano molti attori;
l’educazione è un processo aperto e sempre in itinere, fluido, non prevedibile; l’educazione
conduce la persona verso l’autonomia, verso l’aperto.
- educare alla complessità e formare un pensiero complesso
- formare alla cittadinanza complessa è una sfida, un bisogno e un compito del nostro tempo
- la cittadinanza deve essere pensata e vissuta nella sua complessità
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Cittadinanza
- la cittadinanza ha una lunga storia: da quando l’uomo si è organizzato in società e ha dato
vita alle città è diventato anche cittadino.
- la cittadinanza è l’assunzione di un’identità sociale e politica connessa a regole, doveri e
diritti
- cittadinanza è avere radici in una cultura locale connotata da lingua, credenze, pratiche,
tradizioni che dà identità al soggetto
- cittadinanza:
- la cittadinanza ha un suo percorso lungo il tempo: una cosa era essere cittadini nella polis
greca, un’altra cosa è essere cittadini nel medioevo.
- la cittadinanza non ha forme stabili, è un dispositivo variabile nelle sue forme
- ogni società organizzata non può fare a meno della cittadinanza
- cittadinanza locale, nazionale, europea e mondiale

Storia della cittadinanza


- polis greca: la cittadinanza è appartenenza ad una comunità con le sue origini, leggi, valori
e riti collettivi (es teatro)
- roma antica: la cittadinanza è sottoporsi al principio del diritto che si fa sempre più
generale e universale
- medioevo: l’idea di cittadinanza è legata al cristianesimo, al riconoscimenti dei suoi valori e
alla subordinazione ad esso
- stato moderno: la sfera del pubblico si separa da quella del privato. La persona ha una sua
sfera di coscienze. Lo stato esercita controlli sempre più capillari sulla società civile per
governarla in ogni suo aspetto. Si affermano i diritti del cittadino con le costituzioni
- XX secolo: totalitarismi da un lato e democrazia dall’altro.

Negli anni 2000, la cittadinanza sta al centro di tre volti, tre cerchi
contemporaneamente attivi e necessari ma che sono sempre in movimento e in conflitto tra
loro.
1. Appartenenza: la cittadinanza come appartenenza è partecipazione attiva e
responsabile, incardinata nella legge e guidata dalla volontà generale; l’appartenenza al
gruppo va supportata attraverso dei comportanti e delle abitudini di vita (partecipare agli
spettacoli teatrali, alle feste collettive, ai riti religiosi, etc)
2. Democrazia: la cittadinanza come democrazia significa collaborazione, impegno,
reciprocità, dialogo e rispetto del pluralismo e delle differenze
3. Mondialità: la cittadinanza come mondialità è una cittadinanza che reclama una
profonda ristrutturazione del nostro essere cittadini, esige che ci si faccia cittadini del
mondo, capaci di stare nella globalizzazione. È necessaria un’educazione che permetta di
praticare il rispetto dei diritti umani, la solidarietà, la laicità
- queste tre forme di cittadinanza stanno in un rapporto di complementarietà, integrazione e
conflitto.

Laicità
- l’europa è nata da un lungo e complesso processo storico e si presenta come un organismo
molto particolare in cui unità e pluralismo, omogeneità e differenza si uniscono insieme
- Europa significa unità nella differenza e capacità di dialogo tra popoli che per lingua, etnie,
tradizione appartengono a identità diverse ma che pure hanno dei valori condivisi.
- il carattere identitario dell’europa che nella seconda metà del 1900 si è affermato sempre
più come centrale è lo spirito di laicità
- laicismo: anticlericalismo, riduzione del dominio della chiesa nella società
- laicità è un insieme di valori costituito da pluralismo, tolleranza, dialogo, integrazioni
rispetto reciproco, impegno civile, rispetto delle differenze, partecipazione alle istituzioni
(che non sono soggetti autoritari e condizionanti); laicità significa etica della responsabilità,
rispetto e dialogo
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- la laicità è un modello e complesso di valori
- la laicità riconosce nelle differenze occasioni di arricchimento, uno stimolo a ripensare
costantemente la propria identità e a valorizzare la possibilità di métissage (meticciamento)

CAPITOLO 3 – IL RUOLO DELLA SCUOLA

Il mediatore culturale
- andare verso la tolleranza, valorizzare le ibridazioni, sviluppare una democrazia
dell’integrazione sono dei compiti difficili che scardinano l’identità, disgregano credenze,
appartenenze, tradizioni
- una figura fondamentale per introdurre le persone dentro lo spazio dell’intercultura è il
mediatore culturale
- il mediatore culturale è un esperto del dialogo tra le culture e possessore di entrambe in
modo sufficiente da poter gestire il loro incontro
- il mediatore culturale guida, facilita, sostiene l’incontro tra le culture
- il mediatore è una figura che si colloca accanto all’immigrato e dentro l’istituzione in cui
opera, svolgendovi un ruolo di sostegno culturale, psicologico e sociale
- il mediatore culturale è una figura caratterizzata da una varietà di competenze e da una
professionalità riflessiva e intenzionale
- il mediatore culturale è un professionista che cura, guida, sostiene e media e questo implica
una mente aperta, una cultura autocritica, interpretativa e una disposizione all’ascolto
- il mediatore culturale è una figura capace di stare tra le culture, di coglierne le diversità
come valore, di potenziare il dialogo tra le culture

I principi del mediatore culturale


- uguaglianza, tolleranza e dialogo
- diversità come risorsa
- integrazione come reciprocità, come riconoscimento, come partecipazione, come
accoglienza partecipata e reciproca
- métissage: l’incrocio tra culture diverse è un valore, una risorsa e non una perdita
- decostruzione: la reinterpretazione che consente di stare nel dubbio, nell’analisi, nella
ricerca; essere libero da vincoli, da norme, da un’identità chiusa.

Pregiudizi
- i pregiudizi devono essere debellati attraverso l’incontro e il dialogo
- il pregiudizio è un’opinione, una credenza, un principio dato per vero e indiscutibile capace
di vincolare il ragionamento e di orientare e scelte d’azione
- liberarsi dai pregiudizi è il modo di entrare nella democrazia aperta (che è incontro e
dialogo)
- ogni cultura è fatta di pregiudizi e agisce attraverso i pregiudizi
- i pregiudizi sono sia di chi accoglie (atteggiamenti di colonizzazione ovvero imposizione dei
propri valori) sia di chi viene accolto (l’occidente viene visto come sfruttatore, aggressivo,
devastante, luogo della ragione scettica e del relativismo che cancella le fedi)

Razzismo
- il razzismo nasce come difesa di un popolo rispetto all’estraneo, imponendo una chiusura
dei propri valori e una loro difesa contro l’altro visto come nemico
- il razzismo viene usato come mito collettivo per unire e dare forza ad una parte della
popolazione
- il razzismo è il prodotto del nazionalismo e della visione romantica delle nazioni, del
positivismo che ha teorizzato le differenze genetiche e delle ideologie di massa in Germania e
in Italia durante il nazismo e il fascismo

Intercultura e saperi scolastici


- l’intercultura richiede una mentalità aperta al riconoscimento dell’altro e capace di
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collaborare nella e per la differenza, di porre attenzione al dialogo e all’incontro
- i saperi scolastici devono aprirsi alla mondialità ed organizzarsi sul confronto di modelli
- storia: la mondialità va posta al centro senza oscurare il nazionale e il locale, ma ponendoli
dentro la mondialità; operare confronti tra Stati diversi, tra modelli diversi; formare la
cittadinanza dell’uomo planetario. la storia deve essere sempre meno nazionale e
occidentalistica o eurocentrica e deve aprirsi alla storia mondiale cogliendo il pluralismo
delle tradizioni e dei popoli

La Shoah
- la Shoah ci impone un progetto educativo per l’umanità interna nella scuola, nei media,
nell’opinione pubblica
- la scuola può favorire questa rieducazione: 1. pensando e ripensando l’olocausto; 2.
traendone le conseguenze etiche e cognitive; 3. sviluppandone un ruolo trasversale nel
curricolo; 4. esercitando la cerimonia del ricordo
- si può ripensare l’olocausto in molti modi: leggendo libri, ascoltando testimonianze,
rivivendo esperienze, visitando luoghi
- non bisogna presentare l’olocausto da solo, ma bisogna legarlo al compito, alla speranza e
all’impegno; va contestualizzato dentro la storia e nella politica esaltando la sua valenza
etica per riflettere e capire l’importanza dei diritti umani

Legalità
- ogni società organizzata ha alla base la legge
- il primo codice scritto è il codice di Hammurabi (1792-1750 a.C circa)
- educare alla responsabilità, alla cittadinanza attiva, alla legalità
- mostrare la funzione positiva della legalità
- la nostra società italiana è caratterizzata anche dall’illegalità e dalle organizzazioni illegali
- proporre iniziative che rilanciano il bisogno della legalità, ne mostrino la produttività nella
vita sociale, esaltando la coscienza civile dei cittadini e dei politici
- informare gli studenti anche sull’illegalità
- la scuola deve connettersi alle altre agenzie del territorio per creare una rete (associazioni,
centri sociali, tribunali dei minori, etc) a favore della legalità
- nelle situazioni compromesse o a rischio, si deve riaccendere un senso di legalità e
mostrarne la funzione positiva corrodendo la cultura di base
- si devono attivare processi di riflessione, compressione e graduale acquisizione del
principio della legalità attraverso conversazioni guidate, laboratori, simulazioni.
- è importante far capire il perché, il come e le conseguenze dei comportanti illegali per le
persone, per la società e per lo stato.
- ricerche sulle organizzazione che combattono l’illegalità, studio della Costituzione, studio
dei figure storiche che hanno combattuto l’illegalità (falcone, borsellino, impastato),
partecipazione ad iniziative contro l’illegalità

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