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- l’intercultura è uno dei dispositivi pedagogici chiave del nostro tempo: è una sfida della
società multiculturale, ma è anche un compito pedagogico
Identità e differenza
- intercultura:
- multicultura:
- identità:
- differenza:
- appartenenza:
- oggi le società sono multietniche e multiculturali
- la società attuale richiede un cambiamento di mentalità, ha bisogno di una mentalità
aperta al confronto e al dialogo
- nella tradizione occidentale l’identità era considerata positivamente mentre la differenza
era considerata negativamente, come un elemento di disturbo
- l’educazione e la formazione sono il solo mezzo per oltrepassare il concetto di appartenenza
e i suoi pregiudizi
- per andare oltre il concetto di appartenenza è necessario ripensare le categorie di identità e
differenza, bisogna integrare identità e differenza
- bisogna dar vita a modelli d’incontro e di collaborazione, capaci di produrre intesa
reciproca, pur nel rispetto delle diversità e delle autonomie
- è necessario costruire lo “spazio dell’incontro”: uno spazio pedagogico di dialogo e
reciproca intesa che nasce dall’impegno educativo nelle diverse comunità (religiose, etniche,
nazionali, etc)
- nello spazi dell’incontro ci sono tensioni, contraddizioni, problemi, di cui si deve avere
consapevolezza. L‘incontro con le differenze produce spaesamento, attiva tensioni, scontri,
incomprensioni e rifiuti. L’incontro è una sfida difficile, una sfida propria del nostro tempo,
e l’intercultura e la pedagogia interculturale sono i mezzi per poterlo gestire.
- l’intercultura e la pedagogia interculturale sono le forme specifiche per abitare e gestire lo
spazio dell’incontro
Lo spazio dell’incontro
- l’intercultura viene definita come lo spazio dell’incontro perché è un luogo complesso e
tensionale abitato da modelli culturali plurali
- lo spazio dell’incontro è il modello più maturo di lavoro interculturale
- il mondo della globalizzazione spezzerà sempre di più i mono-culturalismi
- lo spazio dell’incontro è costituito da quattro dispositivi, legati tra lodo da un rapporto
dialettico, un “circolo dialettico” entro cui ogni dispositivo si integra con gli altri ma
possiede anche una propria autonomia e specificità
Il modello interculturale
- viene utilizzato dall’europa
- modello fondato sulla costruzione di un reciproco riconoscimento e integrazione, nasce
così una nuova cultura “meticcia”
Diritti umani
- i diritti umani sono il prodotto di un lungo e complesso percorso nella storia dell’Occidente
● la conquista dei diritti umani è stata raggiunta in tre tappe:
1. il Giusnaturalismo (1600): vengono fissati i “diritti naturali” dell’uomo che precedono
ogni diritto civile. Il giusnaturalismo fissa i diritti naturali dell’uomo rispetto all’invasione
dello stato, di quello stato moderno che penetrava in tutta la vita sociale, la organizzava, la
disciplinava, la governava secondo le proprie finalità
2. l’Illuminismo e le rivoluzioni del 1700: Beccaria è contrario alla pena di morte, alla
tortura e alla prigione come carcere e non come scuola; nel 1787 viene proclamata la
Costituzione americana che favorisce la libertà individuale; nel 1789 in Francia viene
proclamata a Dichiarazione dei diritti dell’uomo. Nel corso del 1800 i liberali, i democratici e
i socialisti rilanciano i diritti umani
3. Secondo dopoguerra: con l’ONU e la Dichiarazione Universale dei Diritti Umani
siamo entrati nell’era dei diritti
- la fase attuale è una fase di espansione, riconoscimento e rielaborazione dei diritti umani.
- i diritti umani devono essere riconosciuti e coltivati dalla politica e dalla società
- bisogna formare mentalità, coscienze, persone attraverso una complessa mediazione
pedagogica che permetta di: comprendere e valorizzare l’uomo-persona come soggetto
unico, irripetibile; attivare politiche di riconoscimento (definire e codificare i diritti), di
interiorizzazione (apprendere e fare propri i diritti) e di diffusione dei diritti umani.
- l’intercultura promuove i diritti umani attraverso il dialogo e il confronto.
L’essere migrante
- nella società di oggi l’essere migrante è una condizione del soggetto, della società, della
cultura, del rapporto che il soggetto ha con lo spazio e con il tempo
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- essere migrante significa predisporsi all’incontro e al dialogo, sapere costruire lo spazio
dell’incontro e volere tale incontro, avere uno stato d’animo aperto.
Solidarietà
- solidarietà: l’abitare insieme la terra che ci accoglie e in essa superare le divisioni pur
preservando le diversità
- l’educazione deve formare una nuova mentalità che sia rispettosa del mondo e delle sue
risorse, della varietà delle culture, che sia capace di creare accordo e un’azione comune tra i
popoli del mondo
- oggi bisogna sviluppare gli obiettivi di uguaglianza, democrazia e solidarietà
- il l’obiettivo della pedagogia della mondialità è la terna incontro-dialogo-solidarietà che si
traduce in intercultura-intesa-diritti umani
- la solidarietà deve essere costruita, non basta riconoscerla come valore e come compito, ma
deve essere resa operativa
- la solidarietà crea avvicinamenti, è una opportunità di dialogo e di comprensione, cambia
le relazioni tra i popoli
La complessità
- la complessità si è affermata come un modello dei sapere, come un fattore chiave della
descrizione e dell’interpretazione delle società attuali e del nostro tempo storico
- la complessità deve essere al centro della riflessione pedagogica
- la complessità dell’educazione: l’educazione è un processo in cui partecipano molti attori;
l’educazione è un processo aperto e sempre in itinere, fluido, non prevedibile; l’educazione
conduce la persona verso l’autonomia, verso l’aperto.
- educare alla complessità e formare un pensiero complesso
- formare alla cittadinanza complessa è una sfida, un bisogno e un compito del nostro tempo
- la cittadinanza deve essere pensata e vissuta nella sua complessità
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Cittadinanza
- la cittadinanza ha una lunga storia: da quando l’uomo si è organizzato in società e ha dato
vita alle città è diventato anche cittadino.
- la cittadinanza è l’assunzione di un’identità sociale e politica connessa a regole, doveri e
diritti
- cittadinanza è avere radici in una cultura locale connotata da lingua, credenze, pratiche,
tradizioni che dà identità al soggetto
- cittadinanza:
- la cittadinanza ha un suo percorso lungo il tempo: una cosa era essere cittadini nella polis
greca, un’altra cosa è essere cittadini nel medioevo.
- la cittadinanza non ha forme stabili, è un dispositivo variabile nelle sue forme
- ogni società organizzata non può fare a meno della cittadinanza
- cittadinanza locale, nazionale, europea e mondiale
Negli anni 2000, la cittadinanza sta al centro di tre volti, tre cerchi
contemporaneamente attivi e necessari ma che sono sempre in movimento e in conflitto tra
loro.
1. Appartenenza: la cittadinanza come appartenenza è partecipazione attiva e
responsabile, incardinata nella legge e guidata dalla volontà generale; l’appartenenza al
gruppo va supportata attraverso dei comportanti e delle abitudini di vita (partecipare agli
spettacoli teatrali, alle feste collettive, ai riti religiosi, etc)
2. Democrazia: la cittadinanza come democrazia significa collaborazione, impegno,
reciprocità, dialogo e rispetto del pluralismo e delle differenze
3. Mondialità: la cittadinanza come mondialità è una cittadinanza che reclama una
profonda ristrutturazione del nostro essere cittadini, esige che ci si faccia cittadini del
mondo, capaci di stare nella globalizzazione. È necessaria un’educazione che permetta di
praticare il rispetto dei diritti umani, la solidarietà, la laicità
- queste tre forme di cittadinanza stanno in un rapporto di complementarietà, integrazione e
conflitto.
Laicità
- l’europa è nata da un lungo e complesso processo storico e si presenta come un organismo
molto particolare in cui unità e pluralismo, omogeneità e differenza si uniscono insieme
- Europa significa unità nella differenza e capacità di dialogo tra popoli che per lingua, etnie,
tradizione appartengono a identità diverse ma che pure hanno dei valori condivisi.
- il carattere identitario dell’europa che nella seconda metà del 1900 si è affermato sempre
più come centrale è lo spirito di laicità
- laicismo: anticlericalismo, riduzione del dominio della chiesa nella società
- laicità è un insieme di valori costituito da pluralismo, tolleranza, dialogo, integrazioni
rispetto reciproco, impegno civile, rispetto delle differenze, partecipazione alle istituzioni
(che non sono soggetti autoritari e condizionanti); laicità significa etica della responsabilità,
rispetto e dialogo
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- la laicità è un modello e complesso di valori
- la laicità riconosce nelle differenze occasioni di arricchimento, uno stimolo a ripensare
costantemente la propria identità e a valorizzare la possibilità di métissage (meticciamento)
Il mediatore culturale
- andare verso la tolleranza, valorizzare le ibridazioni, sviluppare una democrazia
dell’integrazione sono dei compiti difficili che scardinano l’identità, disgregano credenze,
appartenenze, tradizioni
- una figura fondamentale per introdurre le persone dentro lo spazio dell’intercultura è il
mediatore culturale
- il mediatore culturale è un esperto del dialogo tra le culture e possessore di entrambe in
modo sufficiente da poter gestire il loro incontro
- il mediatore culturale guida, facilita, sostiene l’incontro tra le culture
- il mediatore è una figura che si colloca accanto all’immigrato e dentro l’istituzione in cui
opera, svolgendovi un ruolo di sostegno culturale, psicologico e sociale
- il mediatore culturale è una figura caratterizzata da una varietà di competenze e da una
professionalità riflessiva e intenzionale
- il mediatore culturale è un professionista che cura, guida, sostiene e media e questo implica
una mente aperta, una cultura autocritica, interpretativa e una disposizione all’ascolto
- il mediatore culturale è una figura capace di stare tra le culture, di coglierne le diversità
come valore, di potenziare il dialogo tra le culture
Pregiudizi
- i pregiudizi devono essere debellati attraverso l’incontro e il dialogo
- il pregiudizio è un’opinione, una credenza, un principio dato per vero e indiscutibile capace
di vincolare il ragionamento e di orientare e scelte d’azione
- liberarsi dai pregiudizi è il modo di entrare nella democrazia aperta (che è incontro e
dialogo)
- ogni cultura è fatta di pregiudizi e agisce attraverso i pregiudizi
- i pregiudizi sono sia di chi accoglie (atteggiamenti di colonizzazione ovvero imposizione dei
propri valori) sia di chi viene accolto (l’occidente viene visto come sfruttatore, aggressivo,
devastante, luogo della ragione scettica e del relativismo che cancella le fedi)
Razzismo
- il razzismo nasce come difesa di un popolo rispetto all’estraneo, imponendo una chiusura
dei propri valori e una loro difesa contro l’altro visto come nemico
- il razzismo viene usato come mito collettivo per unire e dare forza ad una parte della
popolazione
- il razzismo è il prodotto del nazionalismo e della visione romantica delle nazioni, del
positivismo che ha teorizzato le differenze genetiche e delle ideologie di massa in Germania e
in Italia durante il nazismo e il fascismo
La Shoah
- la Shoah ci impone un progetto educativo per l’umanità interna nella scuola, nei media,
nell’opinione pubblica
- la scuola può favorire questa rieducazione: 1. pensando e ripensando l’olocausto; 2.
traendone le conseguenze etiche e cognitive; 3. sviluppandone un ruolo trasversale nel
curricolo; 4. esercitando la cerimonia del ricordo
- si può ripensare l’olocausto in molti modi: leggendo libri, ascoltando testimonianze,
rivivendo esperienze, visitando luoghi
- non bisogna presentare l’olocausto da solo, ma bisogna legarlo al compito, alla speranza e
all’impegno; va contestualizzato dentro la storia e nella politica esaltando la sua valenza
etica per riflettere e capire l’importanza dei diritti umani
Legalità
- ogni società organizzata ha alla base la legge
- il primo codice scritto è il codice di Hammurabi (1792-1750 a.C circa)
- educare alla responsabilità, alla cittadinanza attiva, alla legalità
- mostrare la funzione positiva della legalità
- la nostra società italiana è caratterizzata anche dall’illegalità e dalle organizzazioni illegali
- proporre iniziative che rilanciano il bisogno della legalità, ne mostrino la produttività nella
vita sociale, esaltando la coscienza civile dei cittadini e dei politici
- informare gli studenti anche sull’illegalità
- la scuola deve connettersi alle altre agenzie del territorio per creare una rete (associazioni,
centri sociali, tribunali dei minori, etc) a favore della legalità
- nelle situazioni compromesse o a rischio, si deve riaccendere un senso di legalità e
mostrarne la funzione positiva corrodendo la cultura di base
- si devono attivare processi di riflessione, compressione e graduale acquisizione del
principio della legalità attraverso conversazioni guidate, laboratori, simulazioni.
- è importante far capire il perché, il come e le conseguenze dei comportanti illegali per le
persone, per la società e per lo stato.
- ricerche sulle organizzazione che combattono l’illegalità, studio della Costituzione, studio
dei figure storiche che hanno combattuto l’illegalità (falcone, borsellino, impastato),
partecipazione ad iniziative contro l’illegalità