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°AICA
Associazione Italiana per l'Informatica ed il Calcolo Automatico
Milano
p.ravotto@aicanet.it
*
Consiglio Nazionale delle Ricerche
Istituto per le Tecnologie Didattiche
Palermo
giovanni.fulantelli@itd.cnr.it
1. Introduzione
Digital native [Prensky, 2001], generazione Y [McCrindle,2006], o più genericamente
millennial e net generation: numerose sono le espressioni usate per indicare gli
studenti di oggi. Su di essi e sul loro stile di apprendimento sono già stati spesi fiumi
di inchiostro, a volte forse con un certo entusiasmo che tende a semplificare la
complessità del fenomeno. E', comunque, un dato di fatto che gli studenti sono, chi
più chi meno, fortemente e costantemente abituati ad usare gli strumenti digitali di
comunicazione, di interazione e di condivisione. E la scuola e gli insegnanti non
possono ignorarlo.
Sarebbe come se, dopo l'invenzione della scrittura, la scuola avesse continuato a
basarsi solo sul parlato, o se, dopo l'invenzione della stampa, la scuola non avesse
fatto ricorso ai libri. Non avrebbe potuto essere così e, sul medio periodo, è scontato
che la scuola non potrà ignorare la comunicazione digitale. La questione è che i
tempi di questa rivoluzione nella comunicazione, i tempi della sua diffusione, sono
stati brevissimi. Non è capitato, all'epoca dell'invenzione della scrittura, che
insegnanti che non sapevano scrivere si siano trovati in classe studenti abituati a
farlo, né, dopo l'introduzione della stampa, che insegnanti non abituati ai libri si
trovassero di fronte studenti in confidenza con essi fin da piccoli. Oggi invece
succede che studenti abituati a cercare su Internet, a comunicare con Skype, a
chattare in Messenger, a condividere su YouTube, abbiano insegnanti che ignorano
questi ambienti.
Che interventi fare, dunque, sugli insegnanti? Quale formazione proporre e come
realizzarla? Questo articolo affronta questo tema facendo riferimento all'esperienza
di alcuni progetti europei.
2. Le finalità di Tenegen
Tenegen sta per Connect the Teachers to reach and teach the Net Generation:
mettere in rete gli insegnanti per raggiungere la Net generation ed insegnare ad
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essa. E' il titolo di un progetto cofinanziato dal Programma Leonardo da Vinci
nell’ambito del Lifelong Learning Programme.
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integrare e-learning e web 2.0 con la formazione in presenza – è, ed è destinato a
rimanere, rilevante.
Attualmente, estate 2010, è ancora in atto l'edizione ungherese del corso che ha
coinvolto 200 insegnanti - per il 70% della formazione professionale, per il 20% della
scuola superiore e per il 10% della scuola primaria - ed è stato avviato un corso in
inglese con 60 iscritti di vari paesi.
Un corso per insegnanti turchi verrà avviato in autunno.
Attualmente sono in via di conclusione i primi due corsi che hanno coinvolto una
sessantina di docenti italiani. A novembre 2010 verranno avviati un corso per circa
40 insegnanti sloveni, un altro per altrettanti insegnanti rumeni (centrato su un
sistema di competenze per la navigazione) e diversi corsi a cascata in Italia per
alcune centinaia di insegnanti.
4. Target e metodologie
Una significativa differenza fra i corsi riguarda il target.
I corsi Sloop e Sloop2desc si rivolgono a insegnanti già abituati all'uso della rete,
anche se generalmente per uso personale e non per attività con i propri studenti. Ed
è infatti in rete che è avvenuto, in gran misura, il loro reclutamento.
Invece i corsi Tenegen intendono rivolgersi a insegnanti “standard” in gran parte non
abituati a connettersi. Inoltre, i corsi Tenegen, quantomeno per gli insegnanti
ungheresi e per alcuni dei moduli, forniscono crediti spendibili per la carriera.
La differenza di target ha, ovviamente, conseguenze metodologiche.
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Nel passaggio dai corsi SLOOP a quelli Sloop2desc c'è stata un'evoluzione, in parte
dovuta a quanto è successo nel breve tempo trascorso fra l'inizio del primo progetto
e l'avvio del secondo: l'esplosione del web 2.0.
Le differenze principali hanno riguardato sia le risorse, che la metodologia, che
l'ambiente di interazione:
Per quanto riguarda le risorse proposte ai corsisti, in SLOOP esse erano
essenzialmente Learning Object SCORM, composti da numerosi SCO,
appositamente progettati e realizzati. Sloop2desc ha privilegiato invece la
scelta ecologica del riuso [Ravotto 2009] di risorse esistenti: oltre ai prodotti
sviluppati in SLOOP, si è fatto ricorso a video e filmati reperiti su Vimeo,
YouTube, SlideShare.
Sul piano metodologico il corso SLOOP vedeva una costante presenza dei
docenti/tutor nel ruolo di propositori e moderatori. Mentre in due dei moduli
Sloop2desc - fra cui il quinto di produzione di materiali didattici e corsi per gli
studenti - si è fortemente promossa la dimensione collaborativa: i corsisti
sono invitati ad auto-organizzarsi definendo autonomamente, senza
l'intervento del tutor, modalità di lavoro, tipologia dei prodotti, tempi, …
Infine, mentre in SLOOP tutto il lavoro avveniva nell'ambiente Moodle, in
Sloop2desc, soprattutto nella fase collaborativa, i corsisti vengono stimolati a
fuoriuscirne utilizzando Skype per comunicare, GoogleDoc per sviluppare
collaborativamente le risorse, MindMap per progettare, ...
Uno solo dei cinque moduli del corso Tenegen non ha queste caratteristiche, quello
sul Networking learning che propone, coerentemente con il progetto NETIS, modalità
di lavoro più tipiche del connettivismo [Bessenyei e Tóth 2007]. Ed è quello che ha
avuto meno successo, sia perché non forniva crediti, sia proprio per una sua
"apertura" probabilmente eccessiva dato il contesto, più adatta al target Sloop che
non a insegnanti tradizionali.
In ogni caso, per quanto sia venuto incontro alle caratteristiche del target, il corso
Tenegen ha abituato gli insegnanti a connettersi e a stare connessi; ognuno di essi
ha, per esempio, dovuto aprire un blog in cui ha commentato le varie tematiche del
corso.
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5. Condividere OER
Un elemento comune ai tre progetti è la condivisione di risorse digitali per la didattica
prodotti da una comunità di docenti. Tale approccio si basa sulla ricca letteratura che
ha evidenziato l’importanza dei modelli di produzione e condivisione di risorse
educative aperte (Open Educational Resource -OER) nei contesti educativi [Atkins et
al., 2007; OECD, 2007; OLCOS, 2007].
La letterature tende a sottolineare i vantaggi pedagogici, organizzativi e politici delle
Open Educational Resources, laddove un docente ha la possibilità di accedere a
contenuti gratuiti creati da altri docenti in contesti educativi reali. Se a ciò si aggiunge
la possibilità di rendere tali risorse modificabili, così come realizzato nell’ambito del
progetto Sloop attraverso il modello di OpenLO, ecco che si da la possibilità ai
docenti di accedere a risorse educative contestualizzabili, rendendo le stesse
effettivamente riusabili in termini pedagogici.
Nell’ambito dei progetti Sloop, Tenegen e Sloop2desc, e in particolare in riferimento
all’esigenza di avvicinare gli insegnanti al mondo digitale ‘frequentato’ dai propri
studenti, l’approccio alla produzione e condivisione collaborativa di contenuti digitali
si arricchisce di un ulteriore significato: gli insegnanti sono incoraggiati a
sperimentare, spesso in maniera inconsapevole, una serie di comportamenti tipici
delle net generation [Fulantelli et al., 2009].
Infatti, la condivisione di contenuti sulla rete è tipico dei giovani studenti: basti
pensare a ciò che accade su YouTube. E così come su YouTube gli utenti possono
commentare e taggare un filmato inserito da un qualunque utente, o rimandare a
filmati simili, analogamente gli insegnanti sono inviati a commentare e arricchire i
materiali prodotti da altri utenti della rete, anche attraverso i riferimenti ad altri
contenuti educativi. Inoltre, attraverso la condivisione delle risorse educative, si
rafforzano i legami sociali esistenti tra i docenti che partecipano alla comunità online,
promuovendo dinamiche simili a quelle che si realizzano negli ambienti di
condivisone di risorse digitali usate frequentemente dagli studenti.
Ecco quindi che attraverso la condivisione di risorse digitali, e dei meccanismi a
supporto a tali processi di condivisione, gli insegnanti attuano comportamenti online
analoghi a quelli dei propri studenti.
6. Conclusioni
Prensky evidenzia come i modelli di pensiero, thinking pattern, dei nativi digitali siano
cambiati perché le esperienze che hanno avuto, fin da piccoli, hanno portato ad una
diversa strutturazione dei loro cervelli [Prensky 2001]. Howard Gardner afferma che
"le menti si differenziano l'una dall'altra in modo significativo a seconda che si siano
sviluppate in una cultura pre-alfabetizzata, in una cultura classica o moderna in cui il
testo è fondamentale, o in una cultura post-moderna dove l'alfabetizzazione riguarda
una varietà di segni che operano congiuntamente, talora in sinergia, talaltra in
caotica mescolanza" [Gardner 2003].
Se è così, come può la scuola procedere secondo canali e metodi tradizionali? Ma
anche se ci fosse in quelle affermazioni dell'esagerazione, anche se "l'attribuzione di
caratteristiche per sola 'virtù' generazionale" fosse una "scorciatoia … rispetto a
profonde difficoltà educative" [Rapetti, Cantoni 2010], la scuola non può non tener
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conto del fatto che i nostri studenti sono abituati a vivere, costruire e scambiare
significati [Ardizzone e Rivoltella 2008].
Gli insegnanti devono imparare a dialogare, comunicare, scambiare significati con i
loro studenti nell'ambiente in cui essi vivono, nella tecnologia digitale. E dunque è
indispensabile che gli insegnanti si abituino a vivere anche loro in quell'ambiente, ad
essere connessi, a fare rete, a costruire e scambiarsi opinioni, ipotesi di lavoro,
materiali didattici ed esperienze.
Bibliografia
Ardizzone P. e Rivoltella P. C., Media e tecnologie per la didattica, Vita e pensiero,
2008
Atkins, D. E., Brown, J. S. & Hammond, A. L. (2007). A Review of the Open
Educational Resources (OER) Movement: Achievements, Challenges, and New
Opportunities. http://www.oerderves.org/wp-content/uploads/2007/03/a-review-of-the-
open-educationalresources-o (verificato 2 giugno 2010)
Bessenyei I. e Tóth Z., E-learning experiences in the NETIS project, NETIS 2007,
http://www.ittk.hu/netis/doc/textbook/bessenyei_toth_elearning_eng.pdf (verificato 27
giugno 2010)
Fulantelli G., Gentile M., Taibi D., Allegra M.: “The Open Learning Object model for
the effective reuse of digital educational resources” in Proceedings of the Openlearn
2007: Researching open content in education, Milton Keynes, UK.
Fulantelli G., Gentile M., Taibi D., Allegra M. (2009) Open learning resources as an
opportunity for the teachers of the Net Generation, in Proceedings of the ICVL 2009 -
the 4rd International Conference on Virtual Learning, October 30-November 1, 2009
Jassy(Romania)
Gardner H., Cambiare idee. L'arte e la scienza della persuasione, Universale
Economica Feltrinelli, 2003
McCrindle, M. (2006). New Generations at Work: Attracting, Recruiting, Retraining &
TrainingGeneration Y: McCrindle Research
OECD - Organisation for Economic Co-operation and Development, Centre for
Educational Research and Innovation (2007). Giving Knowledge for Free: The
Emergence of Open Educational Resources, SourceOECD Education & Skills, Vol.
2007, No. 3, May 2007
OLCOS (2007). Open Educational Practices and Resources: OLCOS Roadmap
2012. OERderves. http://www.olcos.org/cms/upload/docs/olcos_roadmap.pdf
(verificato 18 giugno 2010)
Prensky M., Digital natives, digital immigrants, 2001,
http://www.marcprensky.com/writing/Prensky%20-%20Digital%20Natives,%20Digital
%20Immigrants%20-%20Part1.pdf (verificato 27 giugno 2010)
Rapetti E. e Cantoni L., "Nativi digitali e apprendimento con le ICT. La ricerca GenY
@ work in Ticino, Svizzera", in Je-LKS n° 1, 2010, pag. 52
Ravotto P. e Fulantelli G., “L'idea base di SLOOP: condividere free/open LO” in
Condividere free/open LO. I risultati del progetto SLOOP (o
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http://www.scribd.com/doc/3872140/Lidea-base-di-SLOOP-condividere-freeopen-LO-
2007, verificato 27 giugno 2010)
Ravotto P, Masseroni M, Farinati L., Vimercati M., "Principi ecologici per l'e-learning"
in Atti del Congresso AICA 2009 (o http://www.scribd.com/doc/22245222/Principi-
ecologici-per-l-eLearning-2009)
Tenegen, Impressum, http://www.tenegen.eu/it/node/385 (verificato 27 giugno 2010)
Sitografia
SLOOP: www.sloopproject.eu
Sloop2desc: www.sloop2desc.eu
TENEGEN: www.tenegen.eu
Parole chiave:
1° key word: elearning
2° key word: Digital natives
3° key word: teacher education
4° key word: Web 2.0
5° key word: Open Educational Resources