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~J; (J/ ()f! ( 1/
c?Lv1tc..
" ... una voce modesta,
forse qual fu dall'angelo a Maria ... "
DANTE, Par. XIV, vv. 35-36:

Una predica di Agostino, la 256 n~ll'ediziane dei Maurini,l della


quale per caso sappiamo qJanda fu tenuta: comincia come segue:

'.
Q UOnta1n placutt .1 D eo nostro, ut h
' D'01ntno, · ·praesentta
tC constttutt ··
COl'p01"aZi etiam cum vestra ~hal"itate illi cantm"emus Alleluia, quod La-
tine interpretatul": Laudate ]J)ominum - Laudemus Dominum, fratl'es,
vita et Zin,gua, co~de et ore, ~ocibus et moribus. Sic enim sibi dici vult
Deus Alleluia, ut non sit in Ilaudante discordia. Concordent ergo prius
in nobis ipsis lingua cum vita, os cum conscientia. Concordent, inquam,
voces cum morz'b us: ne f orte I bonae voces testzm01llum
,. d'zcant contra
I
malos mores. O felix Allelu~a in coelo, ubi templum Dei Angeli suntI
Ibi enim concordia summa Z,audantium,
I
ubi est exultatio secura cantan-
tium: ubi mllla lex in membris repugnat Zegi mentis; ubi non esU'ixa
cupiditatis, in qua periclitetur victon'a charitatis. Hie ergo eantemus
I
Alleluia ad/lUC solliciti, ut iUie possimus aliquando cantare securi. Quare
hic solliciti? Non vis ut sim sollicitus, quando lego: Numquid non ten-
tàtia est vita hominum super terram (Giobbe 7, 1)? Non vis ut sim solli-
citus quando mihi adhuc dieitur: Vigilate et arate, ne intretis in tenta-
tianem (Mare., 14, 38)?: No~ vis ut sim sollieitus, ubi sic abundat ten-
tatio, ut nobis ipsa praescribat ol'atio, quando dicimus: Dimitte nabis
debita nostra, sicut et nqs di~ittimus debitaribus nostris? Quotidie peti-
tores, quotidie debitores. Vili" ut sim seeurus, ubi quotidie peto indul-
gentia1J1 pro peccati., adiU(01'ium pro periculis? Cum enim dixero
propter pmeterita peccata: IDirnitte, nobis debita riostra, sicut et nos di-
mittimus debitoribus nostris - continuo propter futura pericula addo

l Patrologia Latina, 38, 1190,


2 In un concilio di vescovi a G:artagine, il 5 maggio 418. Cfr, 'WILMART, in "cRevue
,Bénédictine," XLII, 1930, p. :142. I
" I

33

"""T
nrzch .1uerbach
Sermo humilis

et adiungo: Ne nos inferas in tentationem. Quomodo est autem populus contro i pericoli? Giacché quando ho detto per i peccati passati: Ri-
in bono, quando mecum clamat: libera nos a malo? Et tamen, fratres, a noi i nostri debiti, conie noi li rimettiamo ai nostri debitori - ag-
in isto adhuc malo cantemus Alleluia Dea' bono, qui nos liberat amalo. ogni volta, per i pericoli futuri: e non ci indurre in tentazione. Ma
Quid circum inspicis unde te liberet, quando te liberat a malo? Noli può essere nel bene il popolo, quando grida con me: libera ci dal
male? E tuttavia, fratelli, aneota in questo male cantiamo Alleluia al buon
longe ire, noli aciem mentis circumquaque distendere. Ad te redi, te
Dio che ci libera dal male. p1erché ti cerchi attorno da che cosa ti liberi,
respice: tu es adhuc malus. Quando ergo Deus te ipsum liberat a te ipso, , I d '.
quando ti libera dal male? Non andare lontano, non aguzzare a tutti 1
tunc te Jiberat amalo. Apostolum audi, et ibi intellege, a qua malo sis lati i tuoi sensi. Torna a te, gJarda te stesso: tu sei ancora il male. Quando,
liberandus. Condelector, inquit, legi Dei secundum interiorem hominem, dunque Dio libera te da te Jtesso, allora egli ti libera dal màle. Ascolta
video autem aliam legem in membris meis repugnantem legi mentis et l'apostolo, e da lui comprendi Ida che male devi essere l.iberato. "Mi dilet-
to," egli dice, "nella leggt' pi Dio, secondo l'uomo mterno; ma veg~o
captivantem me in lege peccati quae est - ubi? - captivantem, inquit, un'altra légge nelle mie membra. che combatte contro la legge della mta
me in lege peccati quae est in membris meis. Putavi quia captivavit te mente e mi rende prigione d~lla legge del peccato, che è~ .. " dove ~ " ... mi
sub nescio qui bus ignotis barbaris, putavi quia captivavit te sub nescio rende prigione," egli dice, ".della legge del peccato, che è nelle mIe mem-
quibus gentibus alienis vel sub nescio quibus hominibus dominis. Quae bra." lo credevo che ti tenesJe prigioniero sotto non so quali ignoti bar-
est, inquit, in membris meis. Exclama igitur cum ilio: Miser ego homo, bari, io credevo ti tenesse prigioniero sotto non so quali nazioni straniere,
sotto non so quali padrOnI.. "C'he c, ," egl'l d'.Ice, " neIe lmIe
' membra." G n-
.
quis me liberabit'! Unde quis liberabit? Dic unde. Alius dicit, ab optione, da dunque con lui: "Misero Ime, chi rr:i liber~rà?," .Da che cosa, e chi ti
alius de carcere, alit:ts de barbarum captivitate, alius de febre atque lan- deve liberare? Di', da che cosa? Uno dIce dalI arbItrIO, un altro dal carce-
guore: Dic tu, apostole, non quo mittamur, aut quo ducamur, sed quid re. un altr~ ancora dalla prigibnia dei barbari, un altro dalla febbre e dalla
nobiscum p01'temus, quid nos ipsi simus, dic: De corpore mortis huius. m~lattia. Di' tu, apostolo, noÀ dove siamo mandati, non dove siamo con-
dotti ma' che cosa noi portiJmo con noi, che cosa siamo noi stessi, di':
De cOl'pore m01,tis! huius? De corpore, inquit, mortis huius (Rom.
"D;l corpo di questa 'morte.j' Dal corpo di questa morte? "Dal corpo,"
7, 22 ss.).
'l
egli dice, " di questa morte. (La traduzione è quasi letterale e deve sol-
tanto permettere di seguire pili facilmente il testo latino.)
Poiché è piaciuto al Signore nostro Dio che noi qui, presenti di perso-
na, uniti con voi (col vostro amore) gli cantiamo Alleluia, che in latino
significa: lodate il Signore - lodiamo il Signore, fratelli, con b, vita e la Il testo tratta del ,legame
I
ch e stnnge
. l' uomo a1 peccato, al" corpo
parola, col cuore e la bocca, con le voci e i costumi. COSI infatti vuole Dio di questa morte." Il seguitd della predica, che non abbiamo riportato,
che gli si canti Alleluia, che nel lodante non vi sia discordanza. Possa dun- dice che il corpo della mort~, da cui Paolo vuole essere liberato, tuttavia
que prima di tutto concordare in noi stessi. la lingua con la vita, la bocca
ci appartiene: non possiamo liberarcene, perché quando morremo non ,lo
con la coscienza. Concordino, dico, le voci con i costumi: che le buone voci
non rechino testimonianza contro i cattivi costumi. O felice Alleluia in lasceremo per sempre. Esso ci resta, lo ritroveremo, ma non piu come
cielo, dove gli angeli sono il tempio di Dio! Giacché là è somma la con- corpo della morte, bensl come corpo spirituale e immortale.
cordia dei lodanti, dove sicura è l'esultanza dei cantanti; dove nessuna leg- L'esposizione come si v~de subito, è retorica fino al punto di avere
ge nelle membra contrasta la legge nell'animo; dove non c'è lotta della cu- forma s~enica; si' legga lenJamente il testo e si cerchi di immaginarlo
pidigia, dalla quale sia messa in pericolo la vittoria dell'amore. Qui dunque
cantiamo Alleluia, ancora inquieti, affinché un giorno possiamo cantare parlato. Subito all'inizio ali Laudate Dominum, che è introdotto sol-
s1curi, Perché qui inquieti? Non devo essere inquieto, quando leggo: Non tanto come traduzione, risponde l'energico e drammatico Laudemus
è tentazione la vita dell'uomo sulla terra? Non devo essere inquieto, quan- Dominum, seguito dal vocativo f1'atres e dalle tre cadenze simmetriche
do ancora mi si dice: Vegliate e pregate, affinché non cadiate in tenta- vita et lingua, corde et ore,I VOCt'b us et " b uso A ttraverso assonanze
mon
zione? Non devo essere inquieto, dove tanta è la tentazione che la preghie- disposte chiasticamente e adtiteticamente' si ascende al culmine dell'an-
ra stessa ci esorta, ,quando diciamo: Rimetti a noi i nostri debiti, come noi li
rimettiamo ai nostri debitori? Ogni giorno creditori, ogni giorno debitori."
Devo sentirmi sicuro, quando ogni giorno chiedo indulgenza per i peccati, s LlUfdate'la({demt!S-latlda~te.ljltldantit/m;
ribus, bonae voces, malos mores.
corde·discordia-concordent; voces et/m mo-

34 ,
35
:rL~·,
Erich Auerbach Sermo humilis

geli ca esultanza, dove exultatio secura cantantium va con concordia sum- >;~:sgradevole per orecchie antidhe, aveva cessato da tempo di prevalere, In
ma laudantium, lex mentis si contrappone a lex in membris (citazione iidiiente e anche in occident~ c'era stata una fusione o un adattamento.
di Paolo), rixa cupiditatis a victoria daritatis - e poi si discende nuova- ·,~ta predica cristiana si serviJa della tradizione retorica che aveva domi-
mente all'Alleluia sulla terra, dove di contro al celeste securi appare i'.'?hàto nel mondo antico; essJ parlava nelle forme alle quali gli ascolta-
il tema terreno sollù:iti. Attraverso una serie di interrogazioni, anafore, ;I:i:ori erano abituati; infatti ~uasi tutti ritenevano che ascoltare orazioni
isocola e antitesi' si è condotti all'oggetto dell'inquietudine, al male, ;'.'" significasse innanzi tutto g08erne il suono armonioso; anche nell'Africa

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dal quale si desidera la liberazione. Domanda e risposta finiscono per
predominare: che cerchi fuori di te? guarda in te: tu stesso sei il male.
Paolo è invocato a testimonio, viene citato il suo testo che già sopra era
accennato; ma ora esso è drammatizzato, come in un interrogatorio,

:.·~,:r ;~:a~~;~::~:~ ~::s:::~~:t~!a;rS;, ~~e:~:i~~~t~~li:r!~~:~ ~;o::~:~


con ripetuti scoppi di meraviglia sulla sua affermazione, con ripetuta
domanda di dubbio e conferma. Da che cosa ci deve liberare? Di' da ' •...•••
I.t.IJ·li·.··..•.• .•.•.••••.•
..
·

che cosa! Uno dice ..., un altro ..., un altro ancora ..., di' tu, apostolo ... Noi sentiamo le figure retdriche come qualche cosa di artistico, colto,
"Dal corpo di questa morte." Dal corpo di questa morte? Dal corpo, raffinato; esse lo sono, ma si fondano sul piti generale gusto dell'ar-
egli dice, di questa morte. t mania e .della sentenziosità; e, d'altra parte, ciò che in una determinata
Questo tipo retorico di espressione nel suo insieme e tutte le sue :.~:,.'. epoca è arte raffinata, alcttne generazioni dopo può essere diventato
singole forme risalgono all'antica tradizione scolastica. Non soltanto I una convenzione comunissima.
le figure allitteranti; i membri simmetrici con clausole spesso assonanti, je Le figure del nostro t~sto risalgono alla tradizione scolastica reto-
le anafore, le interrogazioni e le antitesi, ma lo stesso dialogo simulato rica; ma la retorica agisce han semplicità, è tutta al servizio della per-
è patrimonio tradizionale di scuola retorica. La predica cristiana si svi- suasione pedagogica, e la Isintassi con cui essa opera talvolta ha un
luppò molto presto sull'esempio della diatriba, dèlla declamazione sco- suono quasi da lingua quotidiana. È una retorica destinata all'uso pra-
lastica filosofico-morale, nella quale le opinioni di altri venivano intro- tico della predica, mistà di ~lementi solenni e ordinari, che deve servire
dotte a guisa di dialogo e seguite dalla propria risposta: coSI che ne a insegnare e ad esortare. Gli isocola assonanti si imprimono nella mente,
I
derivava una scena. Ve ne sono moltissimi esempi alcuni anche dei pri- puerilmente semplice e didascalico è lo scoppio lirico O felix Alleluia
mi tempi cristiani; caratteristico è l'inquit, che nel nostro testo ricorre in coelo col suo ubi e ibi, le di stile quasi volgare, senza dubbio quo-
piti volte, anche nell'ultima riga." tidiano, è la domanda anaforica Nos vis ut sim s,ollicitus ("forse non
Al tempo di Agostino, intorno al 400, l'espressione incolta o semi- devo" o "come potrei non I essere inquieto? "). Soprattutto le parti dia-
colta della letteratura cristiana primitiva, non greca o nori latina e quindi logiche, ricche di mimica, aell'ultima parte, prima la ricerca del male,
poi le interrogaziOni all'apdstolo, con la triplice iterazione della risposta
• Anafore: Non vis ut slm solliciws (tre volte), seguito da vis ttt sim securus; decisiva, ogni volta diverslmente intonata, sono una specie di teatro
Quotidie; 1101i. Isocola antitetici, in particolare indulgentiam pro peccatis contro adiuto-
rium pro periculis. Inoltre il gioco delle assonanze con quomodo, quando, libera, bono,
pedagogico nel quale la sc~na e il gesto non soltanto insegnano la cosa,
malo, in te, te, tu, che arriva fino alla parola liberandus. ma per' cosi dire rappresehtano il moto dell'animo che la cosa deve
5 WILAMOWITZ, Philologische Unterstlchungen, N (1881), 292; NOlIDEN, Antike
Kunstprosa, 129 e particdlarmente 556; P. WENDLAND, nel 1Iandbuch zum' Neuem Testa- susciMtare'l d'" I , d Il d .. ., d'ff' 'l' d'
ment, val. I, parte n e in, n e nI edizione, Tiibingen, 1912, capitol~ V. a a cosa 1 CUI SI ~ratta e una e e ottnne pm l ICI 1 el
• Persino nellà formulazione si trova una reminiscenza letteraria; scrive SENECA, crist\anesimo, e anche' delle piti estranee al modo di pensare antico:
Epist. 7'). 4: QlIod sentimus loqtlamtlr, quod loquimur sentiamus; concordet sermo cum
vita [Diciamo quel che sentiamo, sentiamo quel che diciamo: le parole concordino" noi facciamo il male bench~ sappiamo e vogliamo il bene, perché siamo
con la vita]. abbandonati al peccato, al dorpo; la forza della nostra giusta conoscenza

36 . 37
Erich Auerbach Sermo humilis

e della nostra giusta volontà è impotente. Dobbiamo essere liberati da stile umile hanno per lo piti per oggetto l'esegesi di passi biblici; quelli
noi stessi, dal corpo di questa morte; eppure il corpo appartiene a noi, dello stile medio (due dei q?ali trattano dell'elogio della verginità) sono
esso sarà nuovamente unito a noi nella resurre~ione. Qui, come in descrittivi ed esortativi, qudli risalenti a Cipriano e ad Ambrogio han-
mille altri passi, un paradosso tanto difficile e impenetrabile è presen- no un movimento delicato el quasi dolce. Dello stile elevato egli fornisce
tato come qualche cosa di dato e di indubitabile, e precisamente, senza esempi con figure retoriche (granditer et ornate) ed altri che non ne
alcun dubbio, nelle forme della antica retorica: Gli ascoltatori erano hanno; comune ad essi è il tono appassionato. È poi da notare che
accessibili tanto a queste forme quanto a quei contenuti: alle une e agli egli raccomanda l'impiego IFi tutti e tre i livelli stilistici nella stessa
altri nello stesso tempo. Noi ci chiediamo, come molti prima di nOI, orazione, ossia l'uso alternato, che del resto era attestato anche dalla
I
quali mutamenti subissero le forme oratorie tradizionali sotto il peso di tradizione (per esempio Quìntiliano XII, lO, 58 ss.)." Nei capitoli 22 e 23
tali contenuti; se esse possono essere inquadrate nel sistema della reto- egli dà indicazioni sul modol dell'alternanza, mettendo in guardia contro
rica antica anche nella loro forma cristiana. Questo sistema è una scala l'impiego troppo prolungatol o .immediato dello stile elevato; e consiglia
di livelli stilistici; noi dunque ci chiediamo come il livello presente di usare spesso lo stile umile, sia quando interviene l'esegesi, sia per
nel nostro testo possa essere inserito nell'antica scala "stilistica. mettere meglio in risalto, rJediante il contrasto, i passi ornati o elevati.
Lo stesso Agostino si è espresso sulla questione. N ella scritto De Da ciò si dovrebbe conbludere che il testo della nostra predica, se-
doctrina C hristiana (4, 12 ss.) egli" parla dell'impiego della retorica di condo la concezione dello ~tesso Agostino, appartiene sostanzialmente
scuola nella predic~. Che ad essa si dovesse far ricorso gli sembrava I
allo stile medio, con qualche mescolanza dell'umile e del didascalico.
infatti cosa ovvia: Isarebbe assurdo, press'a poco egli dice, lasciare le La ricchezza di figure simJetriche e decorative, il tono prevalentemente
descrittivo ed esortativo e ~n po' lirico della parte iniziale, accennano
armi dell'oratoria s0ltanto ai rappresentanti della menzogna e privarne
i difensori della verità. Nella concezione dei tre livelli tradizionali dello
alla direzione dello stile rrtedio; piti avanti si mescola il didascalico,
stile (l'elevato, il medio, l'umile) egli segue Cicerone (in particolare " I
col quale ben -si accorda ìl dialogo immaginario della diatriba: che
Grator 69 ss.). Egli vuole che si impieghi per la dottrina e l'esegesi lo
sarebbe piuttosto dello stile lumile. Una analoga vivacità di forme diaÌo-
• stile umile, che secondo Cicerone deve essere disadorno ma non tra-
giche si trova anche nei passi della lettera ai Galati che all'inizio del
scurato e tanto meno incolto; il medio (temperatum), nel quale trovano
capitolo 20 Agostino attribJisce esplicitamente allo stile umile.
il loro posto le figure decorative, va usato per la lode e il biasimo, per " I
Si possono seguire fadlmente queste idee di Agostino se SI tIene
l'esortazione e l'ammonimento; il grande ed elevato, che "non esclude le
sempre presente che egli Juole fornire prescrizioni pratiche per l'im-
figure ma può farne a meno, per il trasporto dell'animo, che serve a
piego degli antichi livelli s~ilistici e che in questo egli si attiene stretta-
spingere gli uomini all'azione. A questo modo, egli dice, i tre stili
erano stati impiegati prima di lui nella letteratura cristiana. Dagli esem- mente a Cicerone, soprattutto I
alla definizione del sermo
"
umile che Ci-
pi, che sono ricavati dalle lettere paoline e dalle prediche di Cipriano cerone dà con esclusivo riguardo all'oratoria politica o forense, Ma i
e di Ambrogio, risulta che egli considera particolarmente belli quei passi presupposti dei due sono del tutto diversi. Quando Cicerone dice (il
I

(appartenenti allo stile medio) che si muovono in brevi cadenze" abbinate, passo è citato da Agostino~: l s igitur erit eloquens qui poterit parva
simmetriche, che si contrappongono e si corrispondono." Gli esempi di I .
fra le parti che si corrispondono.] E poco dopo, a Rom. 12, 16: Et quam pulchre tsta
onmia sle ,e/fusa bimembri circuit'u /crminantllrl (ossia non alta sapientes sed hClmilibus
T Non dappertutto in modo altrettanto magistrale. Nell'occidente non c'era un altro consentientes). [E come è bella lal chiusura di tutto questo giro di proposizioni con due
oratore come Agostino, e in oriente ce n'erano pochi. Sullo stile delle prediche di Agostino membri!. .. "non abbiate l'animo alle cose alte, ma lasciatevi attirare dalle umili."]
v. EOITH SCHLUCHTER; in "Wiener Studien," LII, 1934, 115 ss. " " CICERONE, De" optimo gene[e ara/omm, al principio; QUlNTlLlANO, X, 2, 22, op-
" Cap. 20: •.. illa pulchriora sunt in quibus propria propriis tamqtlam debita reddito" pure XII, IO, 58 ss. Cfr. anche la eloquendi varietas in PLINIO, Hpist., Vi, 33, e ancora lI,
decenter excurrunt. [Sono piu belli quelli in cui si ha la dovuta e appropriata relazione 5, III, 14 ecc.

38 39
r.ncn r.J..uerlJac!l Sermo humilis

submisse, modicai temperate, magna granditer dicere,JJJ egli intende co- j~"cose minime, è pur fedele nelle grandi (Luc. 16, lO). Il poco è poco;
me qualche cosa di assoluto la gradazione parva, modica, magna degli itiàgrande è l'essere fedele lanche nel piu piccolo. (Poi Agostino cita
argomenti; parva designa qualche cosa di assolutamente umile, come i ... ;t/Cor. 6, 1 ss., dove Paolo biasima che membri della comunità si siano
particolari di questioni di denaro e di altri fatti quotidiani che è ne- :i-ivolti al tribunale pagano Iper risolvere questioni giuridiche.) Perché
cessario conoscere nel contesto di un'orazione giudiziaria. L'oratore cri- sLiildigna l'apostolo? Perch~ interviene con tanta energia? Perché rim-
stiano non conosce gradazioni assolute degli argomenti; solo dall'oc- '.' ""pr6vera, ingiuria e minacciai in tal misura? Perché fa,scoppiare la sua
casionale contesto e dall'occasionale intenzione (se egli voglia insegnare, i .. · Z'llidignazione in un alternarJi coSI frequente e aspro del tono? Qual è,
esortare, rivolgere un appello appassionato) risulta di volta in volta lo ,. •. \A~iiìfine, la ragione per cui ekIi parla di argomenti cOSI piccoli in uno
stile che deve impiegare. L'oggetto dell'oratore cristiano è sempre la ',H:stlle, elevato tanto appassio~ato? Hanno tanta importanza per lui gli
rivelazione cristiana, e questa non è mai un oggetto di grado medio o <'1iiffari teireni? Oh, no. Egli lo fa per la giustizia, per l'amore del
umile. Quando Agostino insegna che talvolta gli argomenti cristiani ;';;~fossimo, per la devozione j nessun uomo di sano intendimento può
vanno trattati in stile medio o umile, questa prescrizione si riferisce :i:fclubitare che questi siano krandi anche nelle cose piu piccole.,. Do-
soltanto al modo di esposizione, che deve essere alternato per motivi "l .·'.(.'",.,f,~,'.~nque noi si parla ddle dose che ci preservano dalla rovina eterna
1-
di comprensibilità e di efficacia; le gradazioni pagane degli argomenti ,~,,·~.i;)ci .conducono alla felicità l.eterna, ogni qualvolta si parli ~i esse, ~a~
non hanno alcun ivalore. Ciò che la letteratura antico-pagana offre in ;J D't vantI al popolo o nel colloqulO personale, con uno o con tanti, con amlCl
fatto di argomenti! elevati o medi e piacevoli, è da considerare non cri- ;{;' o:,con nemici, nel discorso epntinuato o in una discussione, in prediche
I
stiano e da condannare; Agostino nota con sorpresa e in tono di scu.sa ':_"', ;-. ;. ti-. in libri, l'argomento è sempre grande. Un bicchiere di acqua fresca
un passo di Cipriano che è idillico in questo senso e "medio" anche ',;C è certo una cosa da poco e lsenza valore; ma forse il Si?,nore, dice una
per l'oggetto. Ma con la massima chiarezza egli si esprime contro le " .,' cosa da poco e senza valore quando promette che ChI dara da bere
antiche gradazioni degli oggetti nel capitolo 18, subito dopo la citazione :S un bicchiere di acqua fresda all'ultimo dei suoi servi non perderà la
ciceroniana che abbiamo riportato. Vorrei riferire qui, un poco ab- Id,
sua mercede? (Cfr. Matt. 42.) E il predicatore che ne parla in chiesa
breviato, questo passo. dovrebbe pensare di parlar~ su una cosa da poco, e di dover quindi
Quella tripartizione, egli dice, va bene nel modo indicato da Cice- impiegare non lo stile medio, né l'elevato, ma l'umile? E non è forse
rone per i casi giuridici, ma non per gli argomenti spirituali con i quali accaduto, quand? noi parlaramo I .al popolo su ~uesto a~gomento e D'lO
noi abbiamo a che fare. Cicerone chiama piccoli quegli argomenti nei era con noi, COSI che parlavamo 111 modo non lmpropno, che da quel-
quali si tratta di affari di denaro e grandi quelli in cui è questione della l'acqua fredda è scaturito ~ualche cosa come una fiamma, che con la
salvezza e della vita di uomini. Per noi cristiani ciò non serve; per speranza della mercede celdste ha acceso i cuori freddi degli uomini a
noi tutti gli argomenti sono grandi, tanto piu quando parliamo al 'po- r; opere di misericordia? l
polo dal pulpito; qui infatti si tratta sempre della salvezza degli uo-
mini, e non soltanto della salvezza temporale, ma di quella eterna;
cosf che anche il guadagno o la perdita di denaro diventano impor"

\:
Solo dopo questa protesta, che è tenuta anch'essa nello stile alto e
appassionato, Agostino comincia a spiegare fino a che punto la teori~
dei tre stili possa tuttavia e~sere praticamente applicata dall'oratore CfI-
tanti, né importa che si tratti di tanto o poco denaro; npn è cosa da stiano. La protesta ha un'i~portanza fondamentale: gli oggetti umil-
poco la giustizia, che noi dobbiamo con tutta certezza osservare anche mente quotidiani, gli affad di denaro o un bicchiere di acqua fresca,
nel contesto cristiano perd~no la loro umiltà e si addicono allo stile.
in piccoli affari di denaro, perché il Signore ha detto: chi è fedele nel-
elevato; e inversamente, corbe appare chiaro da successive affermazioni
JJJ [Sarà dunque eloquente chi saprà dire in tana umile le cose piccole, ,in toni>
di Agostino, i piu alti mi~teri della fede possono essere espressi con
temperato le medie, in tono alto le grandi.] le semplici parole dello stil~ umile accessibili ad ogni intelligenza. Que-

40 41

\
Erich Auerbach Sermo humilis

sta deviazione dalla tradizione retorica e letteraria in generale è tal- commedia le persone e i fatti della vita quotidiana appaiono nello stile
mente importante che quasi ne distrugge le basi. La tradizione riposa umile o al massimo medio, Inella tragedia le figure del mito, i principi·
su una concezione degli stili oratori e pcietici per la quale gli argomenti, e gli eroi si manifestano in una condizione straordinaria con alta di-
secondo la gradazione della dignità, devono accordarsi con lo stile; in gnità dell'espressione linguiktica. Dappertutto è essenziale l'idea della
tal senso era essenziale ordinare anche gli argomenti secondo la loro concordanza fra argomento ~despressione. Sarebbe ridicolo e mostruoso
dignità. L'argomento di grado umile era vario e oscillante; l'umile com- (kakoze1ia, tapeinosis, indecprum) trattare argomenti grandi ed elevati
prende l'informazione di fatto, l'insignificante e l'indifferente, il privato, con parole quotidiane, umiti, realistiche, e cose quotidiane in stile ele-
il quotidiano, il comico, l'erotico scherzoso, il satirico, il realistico, l'osce- vato: ciò si ritrova sempre, lin Cicerone, in Orazio, in Quintiliano, nel-
no; oltre alla satira, al mimo, al giambo, ecc. è compresa qui anche la l'autore del Peri hypsous, e piu tardi negli innumerevoli retori che han-
favola di animali, e d'altra parte anche l'orazione giudiziaria, quando no copiato i teorici classici. ILa teoria sopravvive attraverso tutto il Me-
si occupa di in~eressi privati ed economici; la linea di divisione che lo dioevo e .si ridesta a nuova ~ita nell'umanesimo, Naturalmente i grandi
separa dalla qualità media è oscillante. In conformità di questa varietà, oratori e critici della tarda I antichità non erano meschini pedanti, essi
anche lo stile umile della trattazione e dell'espressione è descritto molto possedevano abbastanza elasticità da riconoscere talvolta l'efficacia di
variamente, e anche all'interno di esso vi sono molte gradazioni. Ab- un' espressione energicameclte realistica anche' all' interno dello stile
e: l evato,1.2 e sapevano segmre
• I esattamente e spesso ammIrare
. l' a1ternarSI.
biamo men~ionat9 sopra la descrizion~ ciceronian~ dell'Grator dalla
del livello all'interno dello ktesso stile complessivo e della stessa opera;
quale Agostmo pr nde le mosse; per CIcerone essa e un'eleganza disa-
1 ma anche in ciò si manifesJava l'idea della gradazione degli argomenti
dorna ma formalr.p.ente pura, che appare facile ma riesce solo a un
e della concordanza fra argomento ed espressione.
maestro; per lui 16 stile umile è quasi identico allo stile ideale attico I
Ma in Agostino il prin~ipio dei tre gradi si fonda unicamente sullo
(()l]AOVV, non 'lj!UXaywyELV10 bI8). Ma, secondo la concezione piu gene-
scopo di volta in volta pbrseguito (doce1"e, vituperare sive lauda1'e,
ralmente diffusa, anche nell'espressione, come nell'oggetto, è richie-
flectere, cap. 19). Anche in Iquesto egli ha un modello in Cicerone; ma
sta l'impronta decisamente realisti ca e vigorosamente popolare.n La
egli respinge il presuppostp ciceroniano secondo cui l'uno si riferisce
gradazione stilistica è particolarmente evidente nel teatro antico; nella
ad argomenti umili, il sec6ndo ad argomenti medi, il terzo a elevati.
lO bis [Esporre, non persuadere (avvincendo gli animi).]
Gli argomenti della letterJtura cristiana sono tutti grandi ed elevati;
II In questa sede non è nostro compito analizzare le varianti di queste concezioni l'umile che essa ha occàsioJe di toccare diventa appunto per questo im-
I
e delle diverse opinioni e correnti in seno' all'antica teoria retorica. Fra i lavori recenti
sono d~ ricordare CHR. JENSEN su Eraclide Pontico, .in "llerliner Sitzung-sherichte,"
portante. Eppure la tripartizione dell'espressione ha grande valore pra-
1936, 2~2 ss., e F. WEHRLI, in "Phyllobolia," Festschrift fiir P. von der Miihll, 19~6. tico per l'oratore e insegnJrite cristiano; infatti la dottrina è non sol-
Per la còncezione piu elegante dello stile umile è caratteristico il termine subli/is che
oltre c~e in Cicerone, Orator, 100, ricorre anche in un molto citato passo di PORFI~IONE
tanto elevata, ma anche dscur~ e difficile; ma siccome essa è d€sii-
a ?razlO, Carm .. 4, 2, .27-8: nelle odi Orazio scrive, a differenza di Pindaro, parv:J nata a tutti,. ognuno 1a difve mten. d ere, ognuno d '"
eve agIre e VIvere
qtltd~,?, et h"mrlz~, sed sublilia el dulcia. Per il realistico c'è un passo nello stesso
P?rfmone, a Ota~lO, Sal., l, IO, 5-6. Per gli stili del teatro, i passi famOSI, che han-
secondo essa, essa va espostk, a seconda delle necessità, nello stile umile,
I
~o avuto tanta mfl~enza, di. .~rs J'~etica, special~ente 89 _ss. e 225 ss. Un passo nel medio o nell'elevato. roriemmo cercare di esprimere con preci-
lI}ter~~sante. su un pltto~e rea.h.stlc.o e m PLINIO, HISI. nat., 3), 112; l'iraeict/s pic/or, ...
h'!mz!za qtl1dem secuttls, i h:mlrllta~ls .S~lmmam adr:ptus est .gloriam. Tonstrinos stltrit/asque sione anche maggi.ore c~e cosa ciò. sig~ifichi;" ci. serv.irà da punto di
pm:rlt et ".s~ll~; c~ o~,·~nta et szmzlza, ob hoe,c cog?ommattls rh,vpllrographos ("pittore partenza una consIderazIOne semasIOlogica. C e mfattl una parola la-
della sporCIZIa ). m tlS consummatae volt/ptatls. qmppe ene plrms veniere qllam mo:ri-
mae m,:ltomm. fIl pi~t~re Pireico ... si dedicò a soggetti umili, e toccò nel genere umile tina, humilis, che grazie ai I contenuti che in essa si incontrano possiede
l~ :r:aSSlma glon~. DIpInse botteghe di barbieri e di calzolai' e asinelli, e vivande e un grande valore illustrativo.
slm~h, soprannommato per questo rhyparogrl/phos; e in questi soggetti trovò straordi-
n~no f~vorc" giacché le sue opere erano vendute a maggior pl ez~o delle grandissim~
di molti altri.] 12 Per esempio Peri hypsotls XXXI, l; QUlNTILIANO, VIII, 3, 20 ss.

42. 43
Sermo humilis
1"
Humilis sta in rapporto con humus, il terreno, e nel senso let- humilitas in questo senso; la teoria cristiana e medievale lo riprese, e il
terale significa basso, posto in basso, poco sollevato. In senso traslato t'et.mine passò come definizione stilistica non soltanto nelle lingue ro-
la parola si è sviluppata in direzioni diverse. Piu in generale essa si- .iri.~Ììze; ma anche in inglest
gnifica privo di valore, scarso, insignificante, tanto assolutamente quanto , <,,'D'altra parte (e qui apJare la combinazione di cui ho detto che ha
in rapporto coh altre cose nell'ambito di una gradazione. Nella sfera gtà.nde valore illustrativo) ~umilis diventò uno degli aggetti:i pi~, im-
sociale e politica quindi indica bassa origine, scarsa cultura, povertà, p.çh'tanti per definire l'Incarnazione; in questo . u~o es~o ~lvento :al-
mancanza di potere e di lustro; nella sfera morale indica azione o com- ,)~(mte predomi~ante, che in ltutta .la ~etteratura cn.stiana m lmg~: latm:
portamento basso, indegno, sottomissione nelle parole e nei gesti, con- ,'esso quasi espnme 1atmosfera e Il hvello della VIta e della paSSIone dI
dizione spregevole; può significàre' anche avvilito, pusillanime, vile. Tal- ~L9risto. Il termine "livell~"1 è ins,olito i~ ques:o contes.to, ma I:on ne
volta il lato sociale e quello morale si distinguono a stento, esse"ndovi .. :,";tònosco un altro che espnma COSI bene m pan tempo Il lato etICO, so-
una convergenza di destino tristo, oppressivo, di miseri~ e di paura. 'i,.?6iale, spirituale e stilistico-clstetico; e qui parliamo di tutto ciò, come
Come il tedesco ni~drig, può essere detto di una vita, di una morte; ':',:(81 vedrà fra poc;:o. Appuntd per la sua molteplice irradiazione seman-
spesso si trova nelVimpiego traslato per modesto, inelegante, di cattiva "". '~Otica humilis arrivò ad occu~are una posizione dominante e illustrativa:
qualità, riferito a luna casa, all'ingresso di una casa a una locanda , ":e~ome umile, come socialm~nte inferiore, come incolto, come estetica-
I "
a un capo di vestiario., Detto di professioni e attività significa "subal- c'; inente semplice o anche riphgnarite. Si noti che il valore è mutato da~­
temo"; Ammiano sembra definire la poesia e la retorica, secondo 'la .;:pertutto, 'come appare con particolare chiarezza nella sfera morale: Il
tradizione aristotel~ca, come humiliora membra philosophiae (16, 5, 7). : peggiorativo è scomparso e predomina il positivo, che nell~ letteratur~
La gradazione in generale è frequente: anche vizi e delitti meno gravi ! ,,';-;. pagana era raro e debole. Ma ,molti dei nessi prima usualI restano glI
sono detti humiliota. Non è sempre detto in senso cattivo: rientrano ,::; stessi: accanto a ~~milis I compaiono per esempi~ abiectus e con-
n~lla sua sfera se~antic~ l~ modestia, la saggia moderazione, l'obbe- ",~j,~ temptus, oltre a nutts e mansuetus; e come OppostI altus e sublimis,
dIenza, la devota ~ottomlsslOne; ma nella letteratura non cristiana il oltre a superbus.
senso peggiorativo ~ di gran lunga prevalente. Per indicare la bassezza S" Il passo piu importante da questo punto di vista è Fil. 2, 7-8: Set1~e:-
della vita terrena contrapposta alla sopravvivenza dopo la morte si tro- ipsum exinanivit formam I servi accipiens, i~l. si~nilitudill~em h0111zntS
vano molte testimonianze in Seneca.
lJl factus, et habitu inventusi est homo. Humzlwvzt semettpsum factus
Dall'implicito senso comparativo derivò che humilis diventò una oboediens usque ad m 01·tern , mortem autem cru~is.l~ Inoltre son~ d~
delle definizioni piu usate per lo stile inferiore. Ve n'erano molte altre, citare, Atti 8, 26 ss., la co~:ersione dell'eunuco etiOpICO, col suo n~en~
per esempio tenuis, attenuatus, subtilis, quotidianus, submissus, df:mis- mento alla profezia del messia, Isaia 52, 13-53 e Matt. 11, 29. NumerOSI
altri passi, pur senza esprirbere esattamente e immediatamente la stessa
.lUS, pedester, plan~s, magari anche communis, abiectus, comicus, tri-
cosa, erano però anch'essi a8atti, ciascuno a suo modo, per inserirsi nella
vialis, vilis, sordidus; ma la maggior parte di queste avevano un si-
concezione che abbiamo in8icato e contribuire alla sua formazione. Fra
gnificato piu speciale, cOSI che nessuna di esse si addiceva come humilis
questi Matt. 11, 25; Matt.! 23, 12 e le parole corrispondenti in Luca;
per designare piti in: generale l'ampia sfera dello stile. Cicerone, Orazio,
Rom. 12, 16; I Coro I, 26-29; Fil. 3, 21 e molti altri.
Properzio, Seneca, Quintiliano, i due Plinio e tutti i piu tardi retori,
Il tema poteva essere Itrattato in. di~erse direz~oni. ~'Incarn~z~one
commentatori e grammatici impiegano costantemente humilis, humiliter,
nel complesso è avvilimento volontano, Il modo dI essa 111 condIZiOne
~ Natur:ilmente anche ~ress? ,au!ori, cristi~ni, ma nOll;' cosi sp,esso e COSI a lungo, \ ..\ r ..
p:rche, come ved~emo, p,e~ I cnstlanJ l evolUZIOne semantlca segill un corso del tutto, ti [AnnichiH se stesso, pren~endo forma di servo e divenendo Slml e ~g I U?r:llm;
diverso. - La mIa espOSIZIOne della storia del significato di hU1Ililis è fondata in gran' ed essendo trovato nell'esteriore :come un uomo, abbassò, se stesso, facendosI ubbIdIente
parte sul materiale del Thesau1"tts Linguae Latinae. fino alla morte~ e alla morte della croce.]

45
44
I
~7Jc;n L1uc:roacn
I Sermo humilis

vile, la vita sulla [terra fra poveri di materia e di spmto, il modo del- est, ille qui in cruce mortuus est, ille qui lancea percussus
l'insegnamento e dei servizi spiegano l'avvilimento nei particolari; a ciò . I resurrexzt.
qui sepu l tus est: tpS4 . Saevtant
. quantum possunt re-
si aggiunge, come coronamento, il modo oltraggioso e crudele della . quid sunt facturi Regil regnorum, Domino omnium regnorum,
passione. Da ciò si sviluppò, in lotta contro tendenze puramente spiri- Creatori omnium saeculorum ?
tualistiche e sette eretiche e anche dottrine pagane, l'insistenza sulla l

corporeità di Cristo, alla quale si congiungeva la dottrina della resurre- Quello stesso che stette d~vanti al giudice, che fu schiaffeggiato, che
fu flagellato; che fu coperto di sputi, che fu coronato di spine, che fu co-.
zione di Cristo e della resurrezione universale. L'umiltà dell'incarna-
perto di percosse, che fu appe~o al l'!gno, che appeso al legno fu schernito,
zione nel suo insieme consegue tutta la sua importanza solo nell'op- che è morto sulla croce, che fJ trafitto con la lancia, che fu sepolto: quello
posizione alla natura divina, ciò che forma la paradossale antitesi che stesso e, .
usorto. In f·lenscano
. l h
q~:lOtO possono e potenze terrene: c e posso-
I

sta alla base della dottrina cristiana: uomo e Dio, umile e sublime: no contro il Re dei regni, il Signore di tutti i regni, il Creatore di tutti i
humilis et sublimis; ambedue in impensabile, in commensurabile profon- mondi?
dità e altezza: peraltissima humilitas. Tutto ciò, preso insieme, costi-
Il tema humiZis-sublimis, con l'umiliazione della divinità nella st:=1
tuisce, per i fini di questa ricerca, il primo e fondamentale gruppo . I
ria, non può essere elaborato piti chiaramente di quanto sia fatto qui.'"
~: ~
concettuale del m,otivo dell'humilis cristiano; il quale si riferisce di-
l
rettamente a Cristb stesso. Testimonianze in proposito si trovano, come Va accostato qui un secondo gruppo concettuale. Esso riguarda
tutti sanno, in gran numero nella letteratura cristiana di tutti i tempi; l'humilitas sociale e spiritual~ di coloro ai quali la dottrina si rivolge e
qui daremo alcun} esempi tratti da Agostino, che hanno importa~za ai quali essa è accessibile; i Ipiti importanti passi della Bibbia sono qui
'.
per l a nostra ques,t1One. ,.
Matt. 11, 25, Luc. lO, 21, AttJ 4; 15, Rom. 12, 16, I Coro I, 18-21, Iac. 4, 6.
La corporeità di Cristo sulla terra e dopo la resurrezione (verbum Ad essi si ricollegano nume+sissimi passi della letteratura patristica, di
caro factum), che era già stata formulata prima con energia, in parti- rado semplicemente esposi tiNi, per lo piti, come già molte delle frasi
c6lare da T ertulliano nella sua lotta contro Marcione e anche da altri, della Bibbia, polemici contro Ila saggezza di questo mondo, che disprezza
si ritrova dappertutto in Agostino come humilitas; i passi piti noti pos- come incolto e umile il messaggio di Cristo e dei suoi apostoli. Si legga
sono essere quelli polemici contro il platonismo, per esempio De civ. Dei per esempio l'inizio della pr:edica di Natale di Agostino, 184, o De civ.
10, 29, dove la humilitas di Cristo è contrapposta, ir«ìu~sto senso, alla 18, 49, o i brani 43, 6, o ;87, 12 dalle altre prediche. Agostino dice
superbia, dispregiatrice del corpo, dei platonici. Il Ìnoti;yo è fonda- · non SI.,escelto unI oratore o un senatore, ma un pescatore:
che D 10
mentale per l'interna concretezza storica che distingue l~ dottrina cri- non oratorem, non senatorek., sed piscatorem: egli designa gli apostoli
stiana, sulla quale torneremo. Il testo piu espressivo per l 'humilitas come humiliter nati, inhohorati,illitterati,
I ,
o come imperitissimi et
passionis che io conosca (sebbene la parola humilis non vi ricorra)-si abiectissimi, o gli eletti dalla grazia come piscatores et publicani. Fra
trova in Agostino, Enarrationes in Psalmos., 96, 4: le testimonian~e piti anticHe ricorderò Arnobio, AdtJ. 12ationes 1, 58,
e fra qu.dle contemporanee I alcuni grandi passi di Girolamo. Egli dice
Ille qui stetit ante iudicem, ille qui alapas accepit, ille qui flagellatus nel commento ai Galati (3, 1, PL 26, 401 ss.): Quotusquisque 12unc
est, ille qui consputus est, ille qui spinis coronatus est, ille qui colaphis Aristot~lem legit? Rusticanbsvero et piscatores nostros totus O1·bis Zo-
caesus est, ille qui in ligno suspensus est, ille cui pendenti in ligno
,. Cfr. per esempio anchelLAtO' Comm. in Matth. XVIII, 7 (cap. XVIII, 3, PL 9,
1019): Humilitas passionis scandalum mundo est. In hoc enim maxime ignorantia deti-
15 Per l'antitesi humilis-sliblimis (in luogo di mblimis si può avere anche alttls, netllr htlmana, quod mb deformltate crucis aeternae gloriae domint/m nolit accipere.
exaltatus, excelms) c'è la variante dialettica della crocifissione, per la quale vorrei citare [L'umiltà ddla passione è scandalb per il mondo. L'ignoranza um:lOa Infatti è ristretta
AGOSTINO, In Evang. Joh., 40, 2: illa exaltatio humiliatio fuit. L'idea risale a Gio-
al punto che sotto le brutture dbUa croce non vuole accettare il signore della gloria
vanni 12, 32,
. eterna.] i

46 47

\
---- ----~--- ---
! r:.n,-n él.ueroacn Sermo humilis
J

quitur, unlversus 'tnundus sonat"; o nella lettera 53, ad Paulinu111 (4, trascinavano per la loro forza apparivano come una mescolanza ~orbi­
CSEL, voI. 54, 449), dove Pietro e Giovanni sono detti: {h,08 U5a.KCO L da, come il prodotto diunalsemicultura fanatica e settaria. Essi reagivano
Hoc doctus Plato nescivit, /zoc De111ost/zenes eloquens ignoravit/B oppure, quindi con decisione, disprezzo e disgustato rifiuto. Ad essi sembrava in-
con la massima forza, nella lettera 14 ad Heliodorum monac/zu111, il concepibile e ~ntollerab~e Iche ~n scr~tti di quel gener~ ~?sser~ tra~tati
passo sul Giudizio universale (CSEL 54, 61 s.): Veniet, veniet illa dies ... i problemi piu profondI, che 111 eSSI fossero contenutI l Illum111azlOne
Tunc ad vocem tubae pavebit terra CU111 populis; tu gaudebis ... Ad- e il riscatto degli uomini. IIn q~este circost~nze .si p:~sere~b: c.he già
ducetur et cum suis stultus Plato discipulis; Aristotelis argu111enta non nei primi tempi (per parlare qUl soltanto del testI latll1l) cnstlal1l prov-
proderunt. Tunc tu rusticanus et pauper exultabis, et ride bis, et dices: visti di una cultura letter1aria si fòssero applicati a correggere le tra-
ecce crucifixus deus meus, ecce iudex qui obvolutus pannis in praesepio duzIDni dei primi interpr:eti latini, inesperti e incolti, e ad. adattarle
vagiit. Hic est ille operarii et quaestuariae filius, /zic qui matris gestatus alla lingua letteraria, per eliminare quella repugnanza. Ma ciò non ac-
sinu /zominem deus fugit in Aegyptum, /zic vestitus coccino, /zic sentibus cadde. Lo stile singolarissibo creato dai primi traduttori latini non fu
coronatus, /zie magus daemonium habens, et Samarites. Cenze manus, mai sostituito con un test6 biblico di gusto classico. I testi della Vetus
Judaee, quas fixeraiS; cerne latus, Romane, quod foderas. Videte corpus, Latina avevano acquist~tol ben presto t;le autorità pres~o. le 'com~nità,
19
an idem sit ... Ancthe qui domina l'antitesi, non soltanto l'antitesi stul- essi corrispondevano eVIdentemente COSI bene alla condIZIOne SOCIale e
titia-sapientia, ma in generale quella di bassezza e altezza; è la via intellet~uale dei primi cri~tiani di lingua latina20 che diventarono pre-
k pietatis, ab humilitate ad superna surgens (De civ. 2, 7). stissimo una tradizione fottemente radicata e formativa e una versione
ib.- Il gruppo condettuale per noi piti importante è il terzo. Esso si ri- letteraria colta non avrebb~ avuto possibilità di affermarsi, La rielabora-
ferisce all'humilita~ dello stile della Sacra Scrittura ed è talmente legato zione di Girolamo sorse pihttosto tardi, verso il 400, essa non riguardava
al secondo che molte delle testimonianze ora citate possono essere im- nella stessa misura tutte l~ parti del testo, e quando egli si allontanava
piegate anche per quello. Il motivo del senno hU111ilis della Bibbia sensibilmente dalla versione prima corrente le sue interpretazioni riu-
acquistò presto grande iIflportanza nell'apologetica. La maggior parte scivano a stento ad affermlrsi fra le comunità. Ma soprattutto lo stile bi-
dei pagani colti considerava ridicola, confusa e scostante la produzione o blico latino era statocreJto da lungo tempo, quando egli si mise al
cristiana primitiva nelle sue forme greche e soprattutto nelle sue prime lavoro; Girolamo era trodpo penetrato di questo stile e in genere del-
forme latine. Non soltanto il contenuto appariva loro come una su- l'atteggiamento spiri.tuale I cristiano primit~vo p.er~hé volesse o potesse
perstizione puerile e assurda, ma anche la forma era un'offesa per il distruggere la peculIare atmosfera del latmo blblIco. Per quanto fosse
loro gusto: lessico e sintassi erano maldestri, popolari a un basso livello importante, la sua attivi ti di traduttore resta nell'ambito di uno stile
e per giunta infarciti spesso di ebraismi; parecchi elementi sembravano generale già creato prima ai lui. Nella tarda antichità talvolta si trovano
addirittura buffoneschi e grotteschi. Alcuni passi che innegabilmente parafrasi classiche di pasdi biblici; Fulgenzio Plancia de (De aetatibus
mundi) ed. Relm) parafrJsa cosi le parole di Dio a Mosè, Esodo 3, 7:
u [Quanti leggono ora Aristotele? Tutta la terra, il mondo intero parla invece dei Duros populi mei ex ope~ationis ergastulo gemitus intellexi. E ci sono
nostri villani e dei nostri pescatori.]
18 [Questo non seppe il dotto Platone, lo ignorò l'eloquente Demostene.] molti esempi di questo ~enere; ma restarono senza efficacia. Soltanto
,. Cfr. il passo, del:tutto simile nella struttura, alla fine di TERTULLIANO, De specta-
mlis (cap. 30). [Verrà, verrà quel giorno ... Allora alla voce della tromba tremerà la
gli umanisti (Valla, Bembo, Erasmo) tornarono a fare tentativi simili;
2l
terra con i popoli; tu godrai ... Sarà trascinato lo stolto Platone con i suoi discepoli; gli per spil'itus sanctus il Be1nbo dice: divinae mentis aura.
argomenti di Aristotele 'non gjoveranno. Allora tu, villano e povero, esulterai, e riderai,
e dirai: ecco il mio dio crocifisso, ecco il giudice che vagi nella stalla avvolto di stracci.
E~co ,il figlio dell'operaio ~ della lavoratrice, colui che portato nel grembo della madre, .. Fino alla metà del III seLlO la lingua della Chiesa a Roma era greca. V, in pro-
lUI diO, fuggi un Uomo in Egitto, lui vestito di porpora, lui coronato di spine, lui, il posito TH. KUUSER, nel I vol.I della Miscellanea Giovanni Mercati. , . .
mago posseduto dal demonio, e Samaritano. Guarda le mani, Giudeo, che trafiggesti; 21 Sulla ling-ua della Bibbia I v. WILHELM Siiss, Das Pmblem der late:nlschen B.be!-.

guarda il fianco, Romano, che trapassasti. Vedete il corpo, se sia lo stesso ...] . sprache, in "Historische Vierter ahrsschrift," XXVII, 1932, l 55. (dove SI trova la mia

48 49
Sermo humilis
i
COSI il Corpus! delle Sacre Scritture restò un corpo estraneo nella stiani d~1Ja tarda antichit& era del tutto diversa: essi riconoscevano
letteratura latina di tradizione classica, fintanto che tale tradizione con- l'''umilt&"'' dello stile biblido e indicavano in essa una nuova e piu pro-
tinuò ad esistere, e fintanto che ci furono ancora persone che conser- fonda sublimità. Questa pbsizione diàlettica, che lascia del tutto in di-
vavano una sensibilità per lo stile classico. Contro i dispregiatori della sparte il problema della 'tr1duzionè, ebbe ~ucçesso perché possedeva una
lingua biblica, gli apologisti (abbiamo già visto Agostino) affermavano verità interna; essa signifibava tanto attacco che difesa, e restò iii vita
sempre di nuovo che anche nella Sacra Scrittura si trovavano le figure attraverso tutto il Medioevb fino ai tempi moderni, e divèntò un motivo
~etoriche; e che anzi tutti i popoli avevano attinto dal Vecchio Testa- importante nella formaziohe del posteriore .concetto dello stile e del li-
~ mento, molto piu antico di tutte le civiltà pagane, la loro retorica, come vello stilistico in Eur'opa.1 Le testimo.Qianze cominciano molto presto;
~j vi avevano attinto tutta la loro sapienza." Ma per le questioni stilistiche implicitamente si trovano già in parecchi dei passi sopra citati del Nuovo
R questo argomento da solo non era troppo efficace. Il fatto che in materia Testamento, per esempi;11 "~Z.ç;,,,,~~.u..~In questa .sede .non occorre
I!-di retorica esso si poteva riferire soltanto al testo originario ebraico, a eiencare le prime testimonianze greche, fra le qualI Ongene contro
dire il vero non creava difficoltà: la maggior parte' dei padri occiden- Celso." Quelle latine si trdvano dappertutto nella tarda antichità, fino a
tali, escluso naturalmente Girolamo, avevano poca cosèienza filologica Isidoro di Sivigl!a (Sen~.13, 13). Il testimone latino pi~ i~portan~e è
e molto spesso, anzi quasi sempre, trattavano il tèsto latino come se Agostino, perche egli vlsfe personalmente la ~v~lta dIalettIca; pnma
fosse stato la Sacra Scrittura senz'altro. Ma era appunto difficilissimo, o della conversione egli apF1arteneva alle persone dI alta cultura che cre- .~
meglio Impossibile, dimostrare che esso conteneva una cultura oratoria devano di non poter sup~rare l'avversione per lo stile delle Scritture. A
classica. Cassio doro, iche nell'occidente era il rappresentante, forse piu Nelle ,Confessioni (3, 5) e~li racconta come da giovane, essendo nata in ~
coerente dell'idea d~Worigine di ogni eloquenza (e di ogni sapienza) lui attraverso la lettura defl'Hortensius ciceroniano un'appassionata aspi-'<
dalla Bibbia, riconosc~ ancora la differenza fra retorica profana e biblic;l; razione alla filosofia; comihciò dapprima a leggere la Sacra Scrittura, ma
i tropi e le figure, egli dice, nei Salmi si trovano in virtute sensuum, l
non ne penetro la sostanza; essa era res tTlcessu l1umz
, I. • '1'%S, successu exce l sa
et velata;nysteriis, ma a ql~el tempo egli non lo comprese; sed visa milzi
23
non in effatione verborum. In ogni caso nessun apologista della tarda
antichità vera e propria dubitava che il latino biblico uscissè dalla tra- est indigna quam Tullian.,ae dignitati compararem. Tumor enim meus
dizione stilislica classica. Solo quando il sentimento di questa tradizione refugiebat modum eius, let acies mea non penetrabat interio1'a eius.
• fu estinto, verso il 700, presso Adelmo e Beda, la Bibbia poté essere Verum tamen.
illa erat quke
I
cresceret cum parvulis. Sed ego dedignabar
lodata come modello di stile classico. esse parvulus..... Molto piu tardi, dopo avere percorso un giro .lungo
La posizione di difesa vera e propria, e duratura, degli scrittori cri- e faticoso, a Milano, sot,to I~'i~fluenz~, di ~~brogio, eg.li comincia a com-
prendere e formula COSI ~:.!: ~ 1 autonta della Scnttura:
citazione del Bemho); dello stesso, StTldien Z!lr lateinischen Bibel I, in "Act~ et Commen-
ta~iones Univ~rsitas Ta,rtuen,sis," XXIX, 4, 1933, La bibliografia precedente è contenuta
nel due ,"v,m, Molto IIlummanti per il latino patristico sono ancora le relative parti di f Eoque mzhz .. z'11a venera
I b'l'
z zor et sacrosancta f'd
z e d"zgmor appare bat
auctoritas, quo et omnibu~ ad legendum esset in promptu, et secreti sui
NORDEN, Antike Kunsrprosa,
22 ?ttimo, a questo proposito, E.R. CURTlUS, Etirop. Literatur und lat. Mittela.lt~t:.,

48-49, 11 paragrafo su Ca4siodoro. Il passo principale in CASSIODORO è In Psaltel"ium,


Prad. cap. XV, PL, 70, 19,-20. Cfr. anche CURTI u>; 445 (dove la frase su Pietro e GIO-
vanni nell." lettera ~i Girolamo a Paolina non rende del tUtto il tono e il contesto, in
I
I.l
dignitatem in intellectu ~rofundiorem servaret, verbis apertissimis et
humillimo genere loquenlli se cunctis praebens, et exerce12S intentionem
quanto Girolamo v~. :ont.r:lpp~n~ netta,"?ente la scienza spiritualmente ispirata contro f· ,I .
quella mondana). L Idea. In Ofll!lne ehrmco-alessandrina, della dipendenza della sapienza
.. Cfr. Siiss; in "Historische Vierteljahrsschrift," XXVII, p. 5.
~()nd~na. e sopr'!tttlt~o greca. da quella ebraica molto piu antica, si trova d"ppertutto 2. [Umile a prima vista, mia, andando avanti, sublime e velata di misteri... ma mi
In OCCidente, con particolare frequenza in Ambrogio. Cfr. PL, 15, 1155 e, ivi, nota 15 b
Su Adelmo e Heda cfr. CURTIUS 53-55 • parve indegna di essere paragohata alla digmtà ciceroniana. Il mio orgoglio rifuggiva
23 In PSùlterium, Praefatio, cap. xV. dalla sua misura, e la mia vist~ non la penetrava intimamente. In verità essa era tale
che cresceva con i piccoli; ma [o disdegnavo di essere piccolo.]

50
51
L:.f ledI .n.ur:rvar:n
Sermo humilis

eorum qui non sqnt leves corde, ut exciperet omnes populari smu, misteri, essa non lo rende inaccessibile con uno stile superbo, in modo che
et per angusta foritmina' ad te traiceret; multo tamen plures, quam si uno spirito lento e incolto Aon osi accostarvisi, come un povero al ricco;
non tanto apice auctoritatis emineret, nec turbas gremio sanctae humili- ma invita tutti con il suo stile umile, non solo per nutrire tutti con la sua
tatis hauriret. verità !TIanifesta, ma anche p~r formarli ,con la sua verità segreta (qui exer-
cere significa in pari tempo formare, temprare, mettere alla prova); essa ha
La sua autorità mi appariva tanto piu degna della venerazione e della gli stessi contenuti tanto nelle parti manifeste quanto in quelle nascoste.
santa fede, perché essa si apriva a tutti per la lettura, e anche serbava la
dignità del suo segreto in ùn senso piu profondo (in essa immanente); of-
frendosi a tutti col ma stile chiarissiino e umilissimo, e (pure) mettendo
E gli era apparso chia~o, scrive egli, De doctrina 4, 6, che gli scrit-
tori cristiani ispirati dalla ~rovvidenza per la nostra salvezza non avreb-
alla prova il vigore intellettuale di coloro che non sono di cuore leggero;
bero potuto scrivere diversamente da come fecero. Egli avrebbe po-
per accogliere tutti nel suo seno aperto, e (pure) per lasciar giungere pochi
fino a Te (Dio) attraverso stretti passaggi; molto piu numerosi, tuttavia, tuto bensl dimostrare anch~ in essi la presenza di tutte le figure e degli
che se non si innalzasse per tanto eccelsa autorità, e non assorbisse le masse ornamenti dell'eloquenza p1agana, se se ne fosse dato la pena; ma essi lo
nel seno della santa umiltà. ____ affascinavano .oltre m~sura I non ?er ciò c~e av~van~ .in ~omune con gli
oratori e poetI pagam, ma per Il modo III Cul eSSI ImpIegavano la ca-
Gli stessi concetti, variati in piti modi, si ritrovano sempre nei suoi mune eloquenza per un'altra eloquenza loro particolare: per alteram
scritti, per esempio il nel primo càpitolo del primo libro De Trinitate: . I 21
quandam el oquentzam suam.
Sacra Scriptura parvulis congruens nullius generis rerum verba vitavit, Cercherò ora di riassilimere il contenuto di queste testimonianze.
ex quibus quasi gr~datim ad divina atque sublimia noster intellectus Nelle Scritture si riconos~e il "basso" stile, che per lo piti è indicato
velut nutritus assurgeret 26 - anche in piti passi De doctrina christiana, 2B
con la parola humilis. sbopo e carattere di questa umiltà dello stile
J,o.,,,,~ per esempio 2, 42 - o qua e là nelle prediche e nei commenti. Nella è la generale comprensibdità; la Sacra Scrittura deve essere accessibile
\. -r', forma piti comple~a li trovo espressi in una lettera a Val usi ano (Epist. anche per le persone da~poco, le quali devono esserne prese e tro-
, ' ! class. III, 137, 18).
--,~~ varsi in essa come a casa Ipro~ria. ~a il. contenuto ~ell~. Scrittu.r~ non
è sempre semplice; essa GOntlene misten, cela un sIgmhcato pm pro-
fondo, e molto in essa ap~are oscuro. Ma, anche questo non è presen-
Modus autem ipse dicendi quo sancta Scriptura contexitur quam
omnibus accessibilis quamvis paucissimis penetrabilis! Ea quae aperta
tato in uno stile dotto e "sbperbo," in modo da intimidire e respingere il
continet quasi amicus familiaris, sine fuco ad COI' loquitur indoctorum I
lettore semplice. Invece, chi non è di cuore leggero (chi non è immo-
atque doctorum; ea vero quae in mysteriis occultat nec ipsa eloquio
superbo erigit, quo non audeat accedere mens tardiuscula quasi paupcr desto e superficiale) può Ipenetrare anche nel senso piti profondo; la
ad divitem, sed invitat omnes humili sermone, quos non solum mani- Scrittura "cresce con le creature," ossia le creature crescono nella sua
festa pascat, sed etiam secreta exerceat veritate, hoc in promptis quod comprensione. Tuttavia sbno pochi, quelli che penetrano in essa: per
in reconditis habens. riuscirvi occorre non dott~ina, ma vera umiltà (Agostino, De doctr. 2,
I
41-42), che corrisponde all'umiltà del suo stile; ciò che è profondo e

incorru~ta ~oclltio
Come è accessibile a tutti l'espressione stessa deira Sacra Scrittura, seb-
bene pochissimi posskno addentrarvisi! Per ciò che essa contiene di chia- 27 Cfr. CASSIODORO, lnst. (lynors) I, XV, 7: maneat ubiqtle quae
ramente comprensibile, essa parla come un intimo amico, senza ornamenti, Deo placuisse cognoscittlr, ita la fulgore suo niteat, nO,n hl/mano. deszde~'/O carpzen~la
al cuore degli indotti come dei dotti; ma anche per ciò che essa cela nei sllbiaceat. lRimanga dunque in~orrotto il linguaggio che come sappiamo plac~va .a DIO,
cOSI che risplenda nel suo fUlgpre, né sia vinto e deformat~ da~l'umano ?~sldeno.]
"" Accanto a questo si trovano anche rusticus, commllntS, szmplex, tlzlzs. Cfr. per
26 [La Sacra Scrittura, adattandosi ai piccoli, non evitò alcun genere di parole e di
esempio il commento ai Galati ai GIROLAMO, PL, 22, 401, la sua lettera ~ ~aolino (53,
cose, cOSI che da esse, quasi gradatamente, il nostro intelletto cOSI nutrito si innalzasse" 9); di CASSIODORO il passo citato, Inst. I, XV, 7 'e In Psalt. prad. XV; mfine ISlDoRo,
alle cose divine e sublimi.]
Sento 3, -B. I

52
53
lirlch Auerbach
•.~. ,. l s~" '.~". .. ,
occulto non è altro: che ciò che viene detto anche apertamente, sempli- ,anche questo non e sublrm{i nel senso che non tuttI possano parteciparVI.
cemente e chiaramente, solo che esso apr:e strati piu profondi dell'intel- ~i.'aspetto onnicomprensivo di questo stile è l'umiltà.
letto, in modo da tenere incessantemente nella sua tensione e nella sua Ma la Bibbia è storia scritta; dal tempo della diffusione del cri-
aspirazione l'ascoltatore o il lettore che ricerca la pia sapienza, cosciente ,'stianesimo essa era letta o ascoltata da moltissimi, anzi da tutti. Essa
della profondità del mistero, giac.ché nessuno arriva fino all'ultima pro- : formava la loro idea della storia'" e le loro concezioni etico-estetiche.
fondità. La dottrina talvolta può essere utile, ma non è affatto una Sugli scrittori cristiani essai esercitò, consapevolmente e anche attraverso
condizione per arrivare alla conoscenza piu profonda: ciò è in rapporto , u~a costa~t~ penetrazione l inconsapevole, l'influ:nza dì. ~odello stili-
con la convinzione, spesso espressa da Agostino, che la vera ccnoscenza ';ii litiCO. ESSI SI adattarono Ifolto presto alla' retonca tradIZIOnale e alle
sulla terra si ha soltanto per un contatto momentaneo (ictu), per una cc sue forme; molti padri della Chiesa erano stati educati in queste forme

illuminazione, nella quale l'uomo toccato da questa grazia può restare o le 'avevano anche partidolarmente approfondite. Ma la sostanza bi-
solo per un breve momento; e subito ricade nel terreno e nel comune. blico-cristiana era talmente! forte che ,si sottomise la .r:torica. Nel nostro
'COSI tutto lo stile della Sacra Scrittura è humilis, modesto o umile. testo di Agostino abbiamo visto come nonostante glI ISO cola, le anafore,
le antitesi e le apostrofi i~ carattere complessivo sia peculiannente cri-
Anche ciò che è occulto (segreta, recondita) è espresso in modo mo-
desto. Ma l'oggetto, semplice o occulto che sia, è elevato. La modestia stiano. Lo stesso vale per ~umerosi altri testi della letteratura patristic:.1,

IT-
. o umiltà dell'esposizione è l'unica forma possibile, l'unica appropriata, per esempio, per il passo ai
Girolamo sul Giudizio universale citato a
J in ~ui COSI elevati Imis~eri possa~o essere resi accessibili a~l~ uomini; p. 48, con la sua vigoros~ finale: cerne manus, Judaee ... ceme latus,
! ~orn.spondentement~ alI IncarnazlO~e, la .q~ale era una humzlztas che si Romane. È una mescolariza di sublimità e di retorica popolare e di
li mchmava anche nel senso che gh uomIlll non avrebbero potuto sop- caritas che si inchina, eff~cacemente didascalica e scenicamente vivace,
~ portare lo splendore della divinità di Cristo." Ma l'Incarnazione, nel destinata a un qualsiasi p~bblico preso a caso.
\. suo corso terreno, non poteva essere raccontata altrimenti che in uno Il gusto delle masse per le forme della retorica, che involontaria-
~ stile modesto e umile. La nascita nella stalla di Betlemme, la vita fra mente serviva a popolarit.zare queste ultime, favori la formazione di
!pescatori e pubblicani e altre persone ordinarie del traffico quotidiano, un'oratoria cr-istiana, di urla retorica nel senso del sermo humilis. Si po-
~la passione con tutti i suoi atti realistici e spogli di dignità, non si adat-
trebbe .dire addirittura c~e soltanto lo spirito cristiano e i contenuti
'(tavano né allo stile dell'alta eloquenza né a quello della tragedia o del cristiani resero nuovameJte possibile una simile vivente retorica. 1n-
rgrande epos. Secondo le concezioni dell'estetica agostiniana quello sfon- fa~ti la retor~c.a pa.gana. +eva per.duto. ~a lungo. te~.po, a c~usa d.en~
t'do, quell'ambiente, si adattavano tutt'al piu ad uno dei generi letterari SVIluppo POlItICO, i SUOI contenutI valIdi ed effIcaCI, essa SI era Irn-
~ ):inferiori. Ma lo stile umile della Sacra Scrittura comprende l'elevato. gidita nel formalismo; si ~naridiva. I contenuti cristiani le dettero nuova
l.
vita, mutandone il carattere.I Il nuovo carattere deIl'''h umz'1'"
ztas pred0-
;Esso comprende parole semplici, talvolta quotidiane e rozzamente rea-
'}istiche, esso comprende periodi ineleganti e da lingua parlata; ma minava; Agostino poteva Iben raccomandare l'impiego delle forme sco-
Toggetto è sublime, e la sublimità si manifesta nella sua profondità; la
:$crittura contiene dappertutto un senso occulto. In questa fusione del
'" Intorno alla rappresentazione storica, creata dal cristianesimo e secondo m~ neces-
sariamente legata ad esso, secor!d.) la quale I~ compa;sa di .Cristo ~ulla ter;a è 11 pu~to
centrale della storia del mondo, I ho scritto piu volte, In par~lcolare. In ,~e1azlOne con I In-
]sublime con l'umil;e, molto spesso il sublime (res excelsa et velata terpretazione tipologica della Bibbia. Vedi special;,ente Flg"ra, In Arch:vu:n RO"lla-
;Imysteriis, secreti sUf digniias) è equiparato all'oscuro e all'occulto. Ma nicum" XXII, 1938, ristampato lin Nette Dantestttdlen,. Ist~,nbul, 1944 (ora: ~e~~, Fran-
., ckil:-.:r~.ol. ç"m/,o/icru i.tt. M.eLli.ennl. T il,raltlre.lll . Y::tk Erencb Studies 9 1snl
simbolismo), 1952; trad. tedesc~ (un po' ampliata) come f~scicolo 2 di. "Schrif~en und.
!v .. Questo è un motivo antico e significativo, per lo piu legato all'interpretazione; Vortr:h:e des Petrarca-Instituts Kèiln." Krefeld, 1935. Cfr. Inoltre le ultime. p~gIne dt;l-
della nube in Isaia 19, l. Si trova cOSI già in TERTULLIANO, Adv. Marcionem, 2, 27, é l'artlc~lo Franz von As!isi in d~r Komodie (Netle Dantestudien, p. 72 ss.), In Inglese ID
ancora spesso in BERNARDO DI CHIARAVALLE, e anche in DANTE (Purg. XXX, 25 ss.). "Italica," XXII, 1945; e Mimesis, passim.

55
54 '.
nncil LLuerbach Sermo humilis

lastiche della ret~rica pagana, e impiegarle lui stesso: ciò che è imme- 'fUtti gli angeli che muovono i corpi celesti, millia millium, tutto ciò non
diato, che confonde i livelli stilistici, che afferra ogni singola anima, si satebbè ancora Dio. Poi bontinua:

~ ';
afferma e resta come impressione prevalente. Questo, il voler afferrare
ogni anima come anima singola, la cui singola salvezza è ciò che im- Ecce vide si potes, o lnima praegravata corpore quod corrumpitur,
porta, implica che nella dottrina penetri piti emozione di quanto sarebbe 'ei.onusta terrenis cogita~ionibus multis et variis, ecce vide si potes.
possibile nel discorso filosofico o anche nella spi,egazione forense delle Deus veritas est. Hoc eni1Jz scriptum est quod Deus lux est (l'oh. 1, 5) -
condizioni di fatto: implica dunque che l'elemento che afferra, che :fzon quomodo isti oculi vi!ent, sed quomodo videt COl' cum audis: Veritas
trascina, che sconvolge, il quale secondo la teoria retorica costituisce il ··~st. Noli quaerere quid lit vel'itas; statim enim se oppommt caligines
sublime, si mescola necessariamente col didascalico: e questo non sol- :},naginum corp~rali~tm etl,nu~ila'p:zantasm~tum, et per~urbabunt .ser~ni­
tanto appartiene allo stile umile secondo la teoria, ma per il carattere tatem, quae prtmo zctu dlluxzt tzbz, cum dzcerem: Ventas. Ecce zn zpso
non elevato delle comunità doveva anche essere non colto e accessi- i primo .ictu quo velut co~ruscation'e pel"stringeris, CUm dicitUI': Veritas,
bile a tutti, ossia "umile" anche in questo senso. ,":tmane si potes; sed non Ipotes~' relabel"Ìs in ista solita atque terrena ...
Eravamo part~ti dal testo di una predica. Ma la sfera del sermo
humilis comprende tutte le forme della letteratura cristiana della tarda i.:' Ora vedi, se puoi, anima gravata dal corpo che si corrompe, e carica
antichità; esso pe~etra le esposizioni teoretico-filosofiche al pari dei
C'i··di molti e vari pensieri tetreni, ora vedi se puoi: Dio è verità. Sta scritto
. ,(infatti che Dio è luce; nori come la vedono' questi occhi, ma come la vede
resoconti pratico-réalistici; vogliamo darne alcuni esempi per mostrare, ::{iI dlOre quando tu senti: ~ verità. Non chiedere che cosa sia verità: perché
da una parte, c0II!-e esso si estenda nel campo contemplativo e teore- .:~::subho si levano le nebb!e I delle irnrriagin! eorporee ~ !e nu.bi, dell'immagi-
tico, dall'altra part~, come esso risolvesse nuovi compiti nella rappresen- 'S';f'riazione e .t~rban? ~a chIarezza .che al pnr~o colpo ti I~lummo, qu.ando ho
tazione di avvenimenti. .: detto:verlta. QUI, 1ll questo prImo colpo, dal quale seI stato COlpIto come
da un lampo, quando si è I detto: verità, resta se puoi; ma non puoi; ricadl
Nella patristica non c'è una letteratura serena, puramente contem- in queste cose solite e terr~ne ...
plativa, puramente teoretica: tutto tendeva alla diffusione della dot-
trina e alla lotta ~ontro gli ebrei, i pagani e gli ~retici. Dappertutto
I
E subito dopo (4) egli cerca un'altra via:
l'interesse polemico e apologetico penetra la teoria; dappertutto si mira
a conquistare le anime, ad esercitare una larga influenza. C'è, natural- ·
E cce zterum vz· d
e sz· potes. N on amas certe nzSt
" onum,
b 'quta b ona
1

mente, una differenza di livello stilistico fra le prediche per le comunità est terra altitudine montium et temperamento collium et plànitie cam-
e i trattati, i commentari e le lettere destinati ad amici o ad avversari porum, et bonum praediJm amoenum et fertile, et bona domus pa/:ibus
colti. Ma anche in quest'ultimo caso l'elemento vivace, didascalico, mosso membris disposita et am~la et lucida, et bona animalia corpora, et bonus
e personale è cOSI forte che ne risulta l'impressione specificamente cri- aer modestus et salubris,1 et bonus cibus suavis atque aptus valetudini,
stiana del sermo humilis. Il mio esempio è tratto ancora una volta da et bona valetudo sine doloribus et lassitudine, et bona facies hominis
AgOstino; avevo pensato di scegliere un testo polemico, ma mi è parso dimensa pariliter et aff1cta. hilariter et luculenter colorata, et bonus
animus amici consensionis dulcedine et amoris fide, et bonus vir iustus,
che, come caso limite, un argomento affatto contemplativo e teoretico'
et bonaedivitiae, quia facile expediunt, et bonum coelum cum sole
sia ancora piti car~tteristico. Il passo si trova nel terzo paragrafo del
et luna et stellis suis, et IIboni Angeli sancta obedientia, et bona loeutio
libro ottavo De Trinitate; Agostino vuoI far capire che Dio non è
suaviter docens et congr'uenter monens audientem, et bonum carmen
niente di corporeo, di mutabile, di creato; anche se ci si immaginasse
canorum numeris et seJtentiis grave. Quid plura et plura? Bonum
la cosa piti grande e piti sublime, come il sole, infinitamente piti grande hoc et bonum illud: to1l1 hoc et illud, et vide ipsum bonum, si potes;
e piti luminoso di quello che è, o se si pensassero riuniti in 'un'unità ita Deum videbis, non alio bono bonum,'sed bonum ipsius boni.

56
57
Erieh Auerbaeh Sermo humilis

Ecco, vedi anclra, se puoi. Tu certo ami soltanto il buono, perché ;~~jiesto senso nelle sue predrche ci sono anche passi di tono satirico, come
buona è la terra con] i suoi alti monti e i dolci colli e i campi pianeggianti, '".
.dc.+resto' anche in Girolamo.
; ....
I
I
e buono è un podere ameno e fertile, e buona è una casa ben distribuita e
:"~,;.;, lv!a ~on è pr.oprio .q~esf~. ch~ ~ui ci interessa. ~ .ver~ c~e volgarismi
spaziosa e luminosa, e buoni sono i corpi viventi, e buona l'aria temperata
e salubre, e bucno il cibo piacevole e sano, e buona la salute senza dolori ejeahSmi sono smtomI sIglllficatIvi del senno humxlzs cnstlano; ma solo
e stanchezza, e buono un volto umano regolare, lieto e di vivace colore, e 'ili,quanto si trovano imrdessi nel serio e nel profondo, e riplasmano
buono l'animo dell'amico per la dokezza dell'armonia e la fedeltà dell'amo- ',:,jL,significato di una "esptessione umile" nel senso e neL quadro del
re, e buono un uomo giusto, e buone le ricchezze, perché agevolano, e 'eBtio e del sublime. Essenkiale e decisiva è la polarità, l'ampiezza del
buono è il cielo col sole, la luna e le stelle, e buoni sono gli angeli con la <,fiioto pendolare. E sono pfoprie del senno humilis, cOSI come io cerco
loro santa obbedienza, e buono è un r1iscorso che amichevolmente ammae-
stra e opportunamente consiglia chi ascolta, e buono ~ un canto intonato, ~'~di( definirlo, anche altre haratteristiche, oltre ai volgarismi e affini;
distinto per melodial e contenuto. Che altro aggiungere? Buono è questo e /:4a queste la vicinanza u~ana e l'immediatezza fra me e te, che al-
,; buono è quello: togÌi questo e quello, e vedi il buono stesso, se puoi; allora X~(rjeno allo stile elevato dell'antichità romana era ignoto. E poi la co-
vedrai Dio, che n0It è buono per un altro bene, ma è il bene del bene ~W;~tienza immediata e l'espr~ssione costante della comunità, noi tutti qui
\ stesso.
~.~ >.f"<! ora. Senza dubbio ques~o calore e questa vicinanza diventano facil-
':S,wente una formula rigida; ma sono state sempre richiamate a nuova
Queste idee sodo in pari tempo neoplatoniche e cristiane; nella loro
·,:,z:,'Vita. Ho citato il testo dal De Trinitate per mostrare appunto che que-
.r
f~r;na iu sem~lic, sono ~el tutto ~stratte; s~no fr~ quelle. da!le q~:li .,Ysto'Stile, che qui si vuoI descrivere, penetrava anche gli scritti meno
51 e sVIluppato Il grande glOcO medIevale dell astrazlOne. DlO e venta:
'i,j:JopoÌari e piu speculativi] Jos. Schrijnen, al quale (a lui e alla sua
~olo nell'illuminazione di un attimo può essere presente alla conoscenza
,é~1,s~uola82) risalgono il conce~to di latino cristiano e ricerche quanto mai
terrena. Dio 'è il bene in sé, la fonte di ogni singolo bene, che non ha
. :';:~ihteressanti in proposito, slopravvaluta, secondo me, l'importanza della
't,Ìdifferenza ~ra latino. colto I e latin~ popolare a~tico cr~stian~. Essa c'è,
altra fonte al di fuori di se stesso. Questa sarebbe la forma piu sem-
plice di quelle idee. Agostino ne ha fatto un dramma retorico e appas-
':senza dubblO; Agostlllo, per esemplO, nelle predIche scnve dIversamente
sionato: dapprima col movimento anaforico-antitetico ecce vide si potes,
'''rihe negli scritti esegetici ~ dogmatici; ancora Gregorio Magno scrive
ecce vide si potes,: noli quaerere, ecce mane si fotes, sed non potes;
in mod~ molto piu popolate nei dialoghi che nei Moralia. Ma lo spirito
poi, nella seconda: parte, nella elencazione ancora anaforica, graziosa,
; del sermo humilis è dappertutto lo stesso. E quando lo Schrijnen si sforza
profondamente terrena di tutti i beni, col giro improvviso e agitato alla
di negare il rapporto che c'è fra le figure retoriche delle prediche di
fine: bonum hoc et bonum illud: tolle hoc et illud ... L'ascesa dramma-
Agostino e la retorica di scuola, ne nasce quel pregiudizio che egli
tica dalla profondità, che poi resta presente anche quando Agostino
trascina sé e i suoi ilettori nell'elevato, nell'estatico e nell'astratto, il mo- stesso enuncia come segue 83 "Quando l'anima si solleva a Dio, che sia
:

vimento irrequieto! di questa evocazione, che non sembra conservare in latino colto o in latino popolare, secondo i concetti di sant'Agostino
non c'è posto per la retoric1a e per l'arte colta, ma soltanto per la ritmica
1

alcunché di teoretico, l'apostrofe diretta al lettore, che abbatte le barriere


fra me e te: è un livello di espressione prima impensabile. Ecce vide
dans les sermons de S.A., in "Revue théologique" (Louvain), LXIX, 1947, p. 619 55.,
si potes e tolle hoc et illud sono in pari tempo forme retoriche e frasi e naturalmente anche Ios. SCHRtJNEN, Charakteristik des altehristliehen Latcins, Nijme-.
deI linguaggio qu~tidiano. Si è spesso osservato che Agostino usa gen, 1932, passim. 1

81 S2 Cfr. nota 31. Altre indicazioni bibliografiche sullo Schriinen e il suo I!ruppo in
volgarismi, che ractonta aneddoti e ricorre a immagini realistiche ; in CHRISTINE MOHRMANN, Le Latirl eommtm et le Latin des Chrétiens, in "Vigiliae Chri-
stianae" (Amsterdam), I, 1947, ~. 1 ss., in particolare le note ì e 4. Questo capitolo era
81 Qualche indicazione sulla bibliografia recente. Parecchie indicazioni in WELTER, già stato pubblicato (1951) quarldo 'usci l'accurato e istruttivo Mantici dII La/in ehrétien
L'exemplum d"ns la litt. religieuse ecc., Paris. 1927. p. 13; in B,\XTER. in "Arrh ..Lat. di ALBERT BLAISE, Strasbourg, 1955. In esso v. in particolare il sommario di § 45, pp.
Med. Aevi," III, 32, un passo caratteristico dal sermone 5, 3; H. F. MULLER, L'époquc
mérotlingicnne, New York, 1945, p. 44. Inoltre PIERRE CHARLES, L'élement populairc
64-6~ rtfr
"k des aIteh .1 teh en L
C'h ara k terzstl "
atems Clt., p.'21 e passlm.
.

58' 59
Erich Auerbach ". I Serm(J humilli
'.> I

popolare universalmente umana." Questo significa, mi sembra, iposta- tbfuunità non vi hanno mkiI rinunciato, ed esse sono rimaste, anche in
'. 7•.•..
tizzare concetti (arte colta, ritmica popolare) che noi stessi abbiamo luoghi di tanto rilievo come al principio del Salmo 44 e nella descri-
... '. I
creato per ripartire il materiale e per orientarci in via provvisoria, ma ';ùom;della Cena I COl'. 11, 24. Parole come queste vengono innalzate
che nella storia concreta non possono quasi mai essere nettamente di- ., ' ( santificate, sanctifi~antu)[; preci.samente com: le n~~ve f~rmazioni,
stinti. I drammaturghi spagnoli del siglo de 01'0 o Shakespeare dimo- " ':.Hure e maldestre per Il g!lSto claSSICO, delle qualI sancttfzcare e un esem-
strano che le arti piu sottili della parola e del suono possono diventare pÌo, uno fra i tanti. Vivifibare, honorifica1'e, glol'ifical'e; salvator, fomi-
tradizione popolare. Se ogni retorica artistica venisse meno là dove .. ,'i:ator, mediator; tl'ibulatioJ prostitutio, redemptio; camalis, s1Jiritualis,
l'anima si innalza a Dio, allora fra i grandi scrittori cristiani ne re- .k·Unscrutabilis, inenarrabilis, ~neffabiliter, inseparabiliter - è soltanto una
sterebbero assai pochi, la cui anima si sia innalzata a Di(). Che sarebbe :~?ipitcola scelta - non sono fbrmazioni popolari in senso proprio; esse non
di Ambrogio e di Girolamo, di Bernardo di Chiaravalle, di Giovanni ,.;rprovengono dalla lingua della vita quotidiana, ma sono formazioni in-
della Croce, di Bossuet? Piu ancora, che sarebbe dell'apostolo Paolo? ;'S,):ellettuali, create da perso~e letterate, ma sprovviste di sufficiente fami-
La retorica di Agostino riposa dappertutto sulla tradizione classica; nella ".Ìiatità con lo spirito linguistico del latino antico, per cogliere i feno-
"semplice ritmica popolare" non si può giocare continuamente con le :~_ineni di un nuovo mondo ~pirituale che sorgeva. Esse hanno tutte qual-
antitesi, e contrapporre o incrociare armonicamente i concetti a coppie. .l.:che cosa di maldestro, d~ ..lemicolto, di duramente pedantesco: e in
D'altra parte anchb la retorica perfezionata è originariamente scaturita i,;', pari t~mpo, per .10 ~piritol che ne em.ana, possiedono qualche cosa .di
dall'elementare isti~to umano per il ritmo, per le corrispondenze seman- ,'. sovranamente ullltano. Esse vanno ulllte fra loro, e vanno anche ulllte
tiche' e musicali; d nella tarda antichità le sue forme artistiche erano agli altri elementi puramebte popolari della lingua cristiana. In ognuna
patrimonio popolare, nel senso che moltissimi le sapevano godere. Ago- di esse, e in t!ltte, si espribe un mondo nuovo; il quale senza dubbio
stino era un maestro di retorica, come dimostra la stessa carriera della è abbastanza forte per cr~arsi una lingua speciale; ma non è la stessa
prima parte della sua vita; in lui la retorica era diventata natura, una che diventerà subito la li9gua di tutti? O che almeno penetrerà della
seconda natura, come suole accadere nei maestri di virtuosismo. Ma sua sostanza la lingua universale? In ogni caso, se per lo storico mo-
la massima artisticità può benissimo servire alla piu autentica e pro- d:rno è i~teressa~te s~pe+ che. il. :nateriale de~la speciale li~gua cri-
fonda interiorità; e la semplicità popolare non protegge contro la vacuità suana denva da dIverSI elementI, CIO non aveva mteresse per l contem-
del cuore. poranei che la parlavano; ~ quel tempo era indifferente che una singola
Mi sembra che sarebbe sbagliato voler cercare la particolarità di una parte del materiale lingui~tico provenisse dal linguaggio quotidiano o
speciale lingua cristiana soltanto nell'elemento popolare, nel suo "aroma" dallo sforzo semicolto di trovare l'espressione per i nuovi contenuti, o
o nella sua "linfa." Che un "latino cristiano" debba possedere molte finalme,nte da n'influenza Jreca o semitica: essa veniva fusa nella lingua
parti derivanti dalla lingua popolare è certo evidente, giacché un movi- della comunità cristiana. !Anche per le parole e per le forme del di-
mento cOSI grande, che abbraccia molti e infine tutti, abbraccia princi- scorso ville quanto Paolo I (I COI'. 12, 13) dice degli uomini: Etenim
palmente il popolo; se non altro perché esso è molto piu numeroso degli in uno spiritu omnes nos in unum corpus baptizati sumus, sive Judaei,
strati superiori. Ma il caratteristico è che molti, o addirittura tutti i sive Gentiles, sive sel'vi, side liberi."" Tertulliano mostra come in latino la
molti volgarismi nell'uso lessicale, nel mutamento dei significatì, nella comunità acquistasse presJo particolarità. .
formazione delle parole e nella struttura del periodo perdono subito Risaliamo al suo temJo per presentare il nostro terzo e ultimo te-
il loro carattere di volgarismi appena diventano latino cristiano: essi
sto antico. Questo, a diffrrenza dell'esempio tratto dal De Trinitate,
passano in un'altra sfera e acquistano una nuova dignità. Ciò vale anche
per casi estremi come manducare e eructare (propriamente "divorare .. [Infatti noi tutti abbiam r,iconosciuto il battesimo di un unico Spirito per formare
masticando" e "eruttare"). Si è sempre riso di queste parole, ma le un unico corpo, e Giudei, e Gentili, e schiavi, e liberi.]
I .

60' 61
Erich Auerbach I Sermo humilis

d eve m .1 esposItIVO
. d'lcare l'1'vlgore . . e real"Istlco d e1 sermo huml'l"tS; m pan. .tém:
.,
et expavz,.quza
.
nunquam
I
experta eram ta l es tene b/"aS. O d'tem
tempo esso mostra quali nuovi compItI, m relazione con la diffusione 'asperum! Aestus validus tJrbaf'um beneficio, concussurae militum. No-
del cristianesimo, si ponessero in fatto di resoconti e .di stile realistico, . ~i$sime macerabar sollicitJdine infantis ibi. Tunc Tertius et Pompo-
cOSI che l'occasione stimolava l'espressione. È uno dei piti antichi atti di ntus, benedicti diaconi quf nobis ministrabant, constituerunt praemio
35
martiri, la Passio SS. Felicitatis et Perpetuae. I fatti narrati si svolsero ·fu paucis horis emissi mefiorem lacum carceris refrigeraremur. TUllc
al principio del III secolo, a Cartagine, durante la persecuzione sotto exeuntes universi sibi vocabant. Ego infantem lactabam iam inedia de-
Settimio Severo. Il narratore (certamente non Tertulliano) accoglie nel )e,ctum. Sollicita pro eo ddloquebar matrem et confortabam fratrem,
suo testo i racconti scritti in carcere da due dei martiri, Perpetua e 'èommendabam filium. Ta1bescebam ideo quod illos tabescere videram
Saturo. Segue qui l'inizio del racconto di Perpetua (III, IV) con le pa- ;}ineo beneficio. Tales sollicttudines multis diebuJ passa sum; et usul'pa-
role introduttive del narratore (II): :5',~i ut mecum infans in ca+ere maneret; et stati m convaluit et relevata
·Sum a labore et sollicitudine infantis. Et factus est milzi carcer subito
II. Apprehensi sunt adolescentes catechumini, Revocatus et Felicitas, ;{praetorium ut ibi mallem esse quam alicubi.
conserva eius, Saturninus et Secundulus. Inter hos et Vibia Perpetua, .ii; IV. Tunc dixit mihi frater meus: Domina soror, iam in mag71.1
honeste nata, libera/iter instituta, matronaliter nupta, habens patrem et ',)digllatione es, tanta ut po'Stules vùùmem, et ostendatur tibi an passio
matrem et fratres aJuos, alterum aeque catechuminum, et filium infantem L~;:;sit. an com1~1:atus. Et egol quae me. sciebam fabul~~i ~un~ Domino,
ad ubera; erat aut~m tpsa annorum circiter viginti duo. Haec ordinem XéutUS benefzcta tanta experta eram, ftdenter repromzsz et, dtcens: Cra-
totum martyrii sui ~am hinc ipsa narravit, sicut conscriptum manu sua et "\<istina die tibi renuntiabo. Et postulavi, et ostensum est mihi hoc: Video
suo sensu reliqttit.; Z scala m aeream mirae maJnitudinis pertingentem tlsque ad caelum ...
IiI. Cum adhuc, inquit, cumprosecutoribus essem, et me pater ver-
·
L a tra dUZlOne .che' segue
I
e ane h e un poco esegetIca;
, . devo d'Ire,
bis evertere cupiret, et deiieere pro sua affectione perseveraret: Pater,
inquam, vides, verbi gratia, vas hoc iacens, urceolum sive aliud? Et d'altra parte, che non sonÒ sicuro di avere colto sempre giusto.
dixit: Video. Et ego dix; ei: Numquid alio nomine vocari potest qua m I.. . (. ,
II. F urono arrestati'. l. glOvam catecumem ClOC non ancora b '
attezzatI,
quod est? Et ait: Non. Sic et ego aliud me dicere non possum quam ':: che si preparavano al batteSimo) Revocatus e Felicitas, schiava con lui, Sa-
quod sum, Christiana. Tunc pater motus hoc verbo mittit se in me, . turninus e Secundulus. Insidme con loro anche Vibia Perpetua, una giovane
"di famiglia ragguardevole, lliberalmtnte educata e spos~ta se::ondo la sua
ut ocuios mihi erueret,' et vexavit tantum, et .profectus est victus cum condizione; essa aveva pad~e, madre e due fratelli, uno dei quali era pure
argumentis dia boli. Tunc paueis diebus quod caruissem patrem, Do- catecumeno, e un figlio barybino al seno.' (Del marito non si parla.) Aveva
mino gratias egi, et refrigeravi absentia illius. In tpso spatio paucorum circa ventidue anni. Tutta la storia del suo martirio è stata narrata da lei
dierum baptizati sumus, et mi/li spiritus dietatlit non aliud petendum ~tessa, cOSI come l'ha lasciata scritta di sua mano e nella sua propria espo-
sizione. I
ab aqua nisi sufferentiam carnis. Post paucos dies recipimur in carce- III. Quando noi eravamo ancora sotto la vigilanza poliziesca (dunque
non erano ancora in prigiobel, e mia padre con discorsi cercava di conver-
"Testo ne,lrli Acta ,Sanctorum del 7 gennaio, pi6 agevolmente reperibile nella scelta tirmi e di scuotere, per an~or mio, la mi:'! decisione, gli dissi: Padre, vedi
degli Atti dei martiri dilvON GEBHARDT (1902) o di R. KNOPF (III ediz. 1929); edizione tu per esempio questo vaso, !qui per terra, un orcio lo o qualche cosa di simile?
piu recente di C. J. M., J. VAN BEEK, Noviomagi, 1936, e nel Florilegit/m Patristict/m,
voI. 43, Bonn, 1938. Tr~d. inglese di F." C. E OWEN. Some at/thclllic Acts 01 rhe early SI, disse. E io gli dissi: Può forse essere chiamato con un nome diverso da
Mc/rlyrs. Oxford, 1927, p. 79; non ho visto le traduzioni tedesche dI R.u;sc:m.N (Biblio- quello che è? E lui disse: INo. Cosi anch'io non posso dire di essere altra
thek der Kirchenviiter) e HAGEMEYFR (1938). - Dopo il ritrovamento di un testo greco cosa da quello che sono, c~istiana. Furioso per questa parola mio padre si
(1839) si è sl'es~o affermnto che questo sarebbe l'originale. lo mi attengo alla convin- getta su di me, come per strapparmi gli occhi: ma mi maltrattò soltanto,
zione che l'originale sia il latino, che è anche l'opinione prevalente. Cfr. E. RUPPRECHT,
in "Rheinisches Museum," XC, 1941, p. ) 77. Esposizione riassuntiva e traduzione fran- e poi andò via, vinto, con i suoi argomenti ispirati dal diavolo. Poi per
cese nel Dict. iJ'Archéo/. chrét. et de Liturgie (di H. Lec1ercq), s. v. Perpetua. pochi giorni non lo vidi, e ringraziavo il Signore, e la sua assenza mi con-

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nncn /iUer/Jach ;';";
;,',.
Samo humilis

f~rtava. E. negli stessi pochi gi~rni fummo battezzati e lo spmto mi ispii~.


dI. no.n c~Iedere altro da~ ?atteslffiO che la resistenza della carne. Dopo po~::. 'non c'era e non ci poteva essere .0; non c'era un genus letterario per
chI glOrili fummo portatI m carcere; e mi spaventai, perché non avevo mài:. quèsta realtà in tanta digniti e sublimità, e non c'era alcuna gloria pas-
~rov~to una simile tenebra: Che. giorno duro! Un'aria orribile per la mòÌ,,; iibnis. Antigone va alla morte piena di dignità, ma ge.mendo, non trion-
tItudme delle persone, e pOl le vlOlcnze dei soldati. Infine mi tormentava Hl.. f~ndo. Si dirà che gli atti di Perpetua non sono un documento lette-
trepidazione per il bambino. Poi i benedetti diaconi chI! avevano cura di noi',"
Tertiu: e Pomponius, .riuscirono a ottenere con denaro che potessimo ri~~i;.
t~io. Ciò è vero, perché nbn sono stati scritti come opera letteraria,
storarCl per poche ore m una parte migliore del carce:re. Poi tutti uscirono':','.,' t6,~e i.mi~i.e.le s~tire. Ma sono de~tinati a circola.re largamente; c~n~­
Il

dal. carcere e poterono provvedere a sé. lo allattavo il bambino, già inde- i'.· n:ha dI mIgliaIa dI persone ne sentIranno parlare, qualche cosa dI SI-
bollto dalla fame. Preoccupata per lui, parlavo a mia madre, e confortavo; tIiile accadrà in altri luoghi con altri uomini, sarà raccontato e se ne
mio fratello, e gli affidavo mio figlio. Soffrivo anche perché li vedevo sof-"
f~ire pe: causa .mia. Queste sofferenze ho subIto per molti giorni. E atten-
".discorrerà: si svilupperà Udgenere letterario, che qui comincia a sor-
ili che il bambmo restasse con me in carcere; e subito si riprese, e fui li- gere .. All'i~izio e.ss~ mos.tra lancora tutta la. for.za della rude realtà,. nel~
berata d~ll'an~ia ~ dalla preoccupazio~e del bambino. E all'improvviso il ila quale gh uomllll elettI a caso celebrano Il tnonfo della loro paSSlOne,
l
carcere dIvento per; me un palazzo, COSI che non avrei voluto essere altrove. :.hon soltanto i persecutori e la scena della passione appaiono come un
IV:. All~ra mi dis.s~ mio fratello: Signora sorella, tu sei già in tale ':~~resente ordinario, non stilizzato, ma anche ciò che si svolgeva nelle
s~ato dI graz.I~ che pUOl Implorare una visione, e che ti sia rivelato se questo ;':famiglie ancora interament~ o parzialmente pagane. L'umiltà quoti dia-
sI.a un martIrIO o una prova momentanea. E io, che sapevo di parlare col
SIgnore, dal quale avevo ric-evuto tanti benefici, promisi fiduciosamente: '"na si trasforma, acquista un1a nuova gravitas. Anche il padre con i suoi
Domani ti riferirò, E pregai, e mi fu mostrato questo: vedo una scala di A~rgomenti "diabolici" è tr1agico, Perpetua lo sente e non lo può soc-
bronzo di mirabile! grandezza, che arriva fino al cielo... . {correre. Quando piu tardi (VI), al processo, egli fa ancora tentativi
!
:.{disperati per convincerla, e alla fine può essere separato da lei soltanto
Nel racconto di Perpetua non si trovano arti retoriche. L'educazio- ~dai bastoni delle guardie, allora essa dice: et doluit mihi patris mei
ne accurata che elia ha ricevuto non ha avuto grande influenza sul suo I.. .. 3T U
quasi ego fuissem pereussa; szc dolm pro seneetute ezus mzsera. na
stile. Il suo· vocabolario è limitato; la SUa sintassi è poco libera, le con- situazione stilistica complet1mente nuova nasce poi nella successiva de-
giunzioni (molto spesso tune) non sono sempre chiare, L'esperto no- scrizione degli avvenimenti in carcere, interrotti da visiorii. La sorte
terà molti volgarismi (tra i quali mittit se per ruit) e tipiche esp~essio­ della schiava Felicitas, che bartorisce prematuramente in carcere, è in-
ilI cristiane (refrigerare). Il carattere linguistico in complesso è duro,
terpretata in modo polar~ le ~rionfante,: gli. alt~i carc~r~ti. e ~ei stessa
niente affatto letterario, un po' maldestro, come quello di un bambino. sono pieni di gioia perche. COSI essa puo subIre Il martmo lllSIeme con
Eppure Perpetua è molto espressiva. Vengono rappresentate cose che gli altri: a san guine ad sah guinem, ab obstetriee ad retiarium, lotu1'a
nella letteratura antica non si ritrovano: lo zelo e l'ostinazione con cui ) .. I "d
post partum baptzsmo • seeundo
I (XVIII. I ea d e1 b attesImo
J
. d'I san-
essa dimostra al padre, con l'esempio dell'orciolo, che non può eSSere
gue era familiare a tutti. Qhando Saturus, che capeggiava e aveva con-
altro e non può chiamarsi altrimenti che cristiana; la crisi di collera vertito tutto il gruppo, viene I
portato VIa•
tutto sangumante
. d a11' arena,
impotente del padre; le prime ore in carcere, nella tenebra soffocante I
il popolo grida: Salvum lotum, salvum lotum." Questo e l' auguno . che
fra i soldati, col B.ambino sfinito; e poi il sentirsi felice in carcere' :
~iu . caratte~istico di tutti, forse, il dialogo col fratello, fra due giova~is­ .. Ciò naturalmente si riferilc alla questione stilistica qui trattata. So che negli
Atti di Perpetua sono contenute m?!te concezi?ni antich:. Cfr. par~colarmente FR~,NZ ,?s.
SIÌIU, che rIsplende degli alti sentimenti di una simile prova: Domina DOLGER, Antike Parallelen zum leldenden Dmocrates m der Pamo PerpetuaI: ( AntJke
soror, iam in magra dignatione es ... E lei, piena di fiducia: Domani und Christcntum," II, Munster, ~930).. ., ..
ti riferirò. ! 31 [E soffrii per mio padre come se fOSSI stata percossa lO; COSI soffru per la sua
misera vecchiaia.] I . .

Nella letteratura antica c'era Antigone; ma qualche cosa aì simile .. [Dal sangue al sangue, dalla levatrice al reziario, per purificarsi dopo il parto nel
secondo battesimo.]

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c.rzC!l AuerlJach
Sermo humilis
si fa dopo il bagnp: che il bagno ti faccia bene! Ma il n<trratore inter-
preta il crudo grido ironico come secundi baptismati testimonium: pIa- lanza di due sfere, quella dell'elevato e quella dell'umile, che trova
ne utique salvus erat qui hoc modo laverat:" espressione nello sviluppo semantico della parola humilis.
Quella mescolanza che appare negli atti di Perpetua e in documen- Questa specie di sermol humilis è rimasta operante attraverso tutto
ti affini, la mescolanza di elementi che prima apparivano inconciliabi- il Medioevo, e anche oltre.! Su di esso ritorneremo spesso. Il massimo
li, ossia il tragico o l'elevato nel quadro della vita ordinaria e rappre- documento di questa subliclità cristiana è la Commedia dantesca; e per
questo voglio finire il caditoIa con una citazione del commentatore
sentata con realismo estremo, ha il suo modello, come nella cosa stessa,
dantesco Benvenuto da Imbla, che mi apri la strada, molto tempo fa,
cOSI anche letterariamente nella storia della Passione dei Vangeli. Di
per trattare il problema. Al 'verso Inferno 2, 56 (e cominciommi a
là deriva anche il motivo del trionfo della passione, della gloria pas-
• • 40
swnzs. dir soave e piana), che si Iriferisce al discorso di Beatrice, Benvenuto
fa la seguente osservazione: et bene dicit, quia senno divinus est suav;s
et planu~, non altus et sup~rbus sicut Virgilii et poetarum."
Pochi testi possono essere paragonati a questo. Anche i resoconti
autentici del terzo, secolo non offrono spesso una descrizione cOSI par-
ticolareggiata è -penetrante delle singole persone e situazioni. Molto
spesso la drarnniaticità e la vivacità si limita alla scena dell'interrogato-
rio, e talvolta anche nei documenti autentici si può osservare una ten-
denza al tipico e ~l leggendario. Pili tardi, quando il tempo delle per-
secuzioni era pass*to, le storie dei martiri diventarono realmente un
genere letterario, del quale predominavano il tipico, il meraviglioso e
il leggendado." Ma anche in questo schematismo si manifesta lo stesso
spirito, perché esso risiede nell'oggetto. È sempre una persona singola,
quasi presa a: caso, che dalla casuale condizione reale della sua vita,
della sua famiglia, del' suo ceto o del suo mestiere, per quanto possano
essere descritti in modo schematico o leggendario, me
viene chiamata
al martirio; la santa sublimità dell'avvenimento sorge dal quotidiano
e resta anche attraverso le prove e i tormenti che il santo subisce, in
una specie di realismo. Questo era il realismo che volevamo far vedere
attraverso il testo di Perpetua. Esso si aggiunge aTte caratteristiche già
indicate del sermo humilis: alla universale accessibilità, che si inchina
caritativamente, al sublime occulto e allo spirito unitario e comunitariò.
Ma in complesso Ji sembra che esso possa eS,sere colto, nel modo più.
facile e concreto, c6s1 come abbiamo cercato di fare qui: come mesco-

sa [Testimonianza del secondo battesimo: ché certo era salvo chi aveva fatto quel
bagno.J j
40 Vedi il seguente excursus.

" Vedi in proposito H. DELEHAYE, Le:r Passions des Martyrs et Ics genres littéraires,
Bruxelles, 1921.
'" Cfr. i miei Neue Dantestuten, Istanbul, 1944 (ora: Bern, Francke).

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