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ITALIANO VIII
Il fatto della comunicazione è ben legato alla comunicazione
siccome comunicare è vivere e allo stesso tempo vivere è
comunicare. Lo scopo di ogni atto comunicativo è di trasmettere
qualcosa (informazioni- messaggi) a qualcuno; ogni atto
comunicativo però è un fenomeno assai complesso che esige la
presenza di 6 fattori fondamentali:
L’emitente (o trasmettitore) che emette il messaggio
Il ricevente (o destinatario) che riceve il messaggio
Il messaggio, cioè il contenuto della comunicazione
Il referente, l’oggetto a cui si riferisce l’emittente
Il codice, l’insieme di segni da cui è formulato il messaggio
(questo insieme di segni deve essere noto sia all’emittente
sia al ricevente perché la comunicazione avvenga
Il canale, il mezzo usato per la trasmissione del messaggio.
Per quanto riguarda il codice, dobbiamo sottolineare che in realtà
esso è frutto di una convenzione (anche arbitraria)che deve
essere nota sia all’emittente sia al ricevente.Il messaggio passa
da tre stadi:
La codificazione (formulazione in termini
tecnici)
La decodificazione (interpretazione del
messaggio))
La trascodificazione (traduzione di un
codice ad un’altro p es: il codice gestuale quando si
trasforma in codice verbale)
alla coda di un gatto
Che coda può riferirsi alla coda di persone davanti ad
uno sportello
alla coda delle auto in autostrada
alla coda di cavallo di una
ragazza
Per essere sicuri di aver capito bene un messaggio dobbiamo
valutare il contesto, l’insieme cioè della situazione generale e
delle particolari circostanze in cui esso si inserisce. Ci sono tre
tipi di contesto:
Un contesto linguistico e testuale (il messaggio
viene colto nel testo o nel discorsodi cui fa parte)
Un contesto situazionale o extralinguistico (il
messaggio viene inserito in una situazione o circostanza)
Un contesto culturale (il messaggio viene inserito
in un insieme di elementi strettamente legati alla cultura
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La lingua è un’istituzione sociale che muta sia nel tempo che
nello spazio allo scopo di adattarsi alle esigenze di un gruppo di
parlanti. Per questo motivo spesso all’interno di una lingua
troviamo anche altre lingue o meglio varietà linguistiche di tipo
storico e geografico.
L’italiano odierno è il frutto della costante evoluzione del latino
parlato nel corso dei secoli.
Nel 1200-1000 aC dopo una lunga emigrazione, i Latini si
stabiliscono in Italia fondando Roma. Tra il V° ed il III° secolo aC
riescono a sottomettere militarmente e politicamente le altre
popolazioni ma allo stesso momento essi subiscono molte
influenze culturali dei popoli assoggettati. Con lo scambio
costante della lingua latina imposta dai Latini con le altre parlate
di popoli assoggettati, si ha la formazione di una lingua nuova
che deriva si dal latino però si differenzia regione per regione. In
seguito i Romani conquistano buona parte dell’Europa imponendo
la loro lingua; così il latino diventa la lingua ufficiale (scuola,
chiesa, letteratura)assorbendo però molteplici elementi che
spiegano la differsificazione del latino regione per regione.
3000 a C: C’è una lingua- madre parlat adai popoli stanziati nell’Europa
centro-orientale : L’INDOEUROPEO
2000-1000 aC: Si ha la frantumazione della lingua indoeuropea che
diede luogo a lingue particolari che si differenziano velocemente l’una
dall’altra e da esse nascono le lingue indoeuropee, che oggi vengono
divise in 9 gruppi principali: lingue indiane, iraniche, armene,
slave, baltiche, greche, italiche, celtiche, germaniche.
Tra il III° ed il V° sec d C a causa delle invasioni barbariche la
lingua latina perde la sua centralità e mentre il latino scritto
rimane tale, il latino parlato subisce dei cambiamenti dovuti al
suo contatto con altre parlate, differenziandosi da regione a
regione.Tra il 600 ed 700 dC si ha la formazione di varie lingue:
nei paesi in cui la presenza dei Romani fu più stabile e duratura si
ha la nascita di varie lingue con differenze tra di loro ma con una
base latina comune (lingue neolatine o romanze); invece nei
paesi in cui la presenza dei Romani fu meno duratura il latino
quasi scomparve cedendo il suo posto alle lingue germaniche
(tedesco-inglese).
Tra il V° ed il VIII° secolo il latino classico continua ad essere la
lingua della Chiesa e dei dotti mentre quello parlato si evolve
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In particolare :
tra due sinonimi il parlante sceglie la parola popolare che di
fatto è usata nella sua realtà quotidiana (domus-casa
casam domestico –domicilio/ casa)
il parlante tente sempre ad usare i nomi primitivi
considerandoli molto più espressivi eliminando l’uso dei
diminutivi e vezzeggiativi preferiti dagli scrittori classici
(frater–fratellus fratellum frate/ fratello)
i verbi frequentativi sostituiscono i verbi semplici (salire =
saltare-saltare=continuare a saltare saltare saltare)
si ha l’introduzione di molte parole del linguaggio familiare
ed infantile (matremmadre)
Per quanto riguarda il mutamento semantico, cioè del
significato della parole durante questo passaggio si ha due
possibilità:
il significato rimane lo stesso (panem pane, canem
cane)
il signifiacato cambia .
Il mutamento semantico accade quando
qualche parola si specializza ed indica situazioni o fatti
particolari
qualche parola assume un significato generico o generale
che sostituisce il suo significato particolare di origine
a volte il significato primario di una parola viene espresso
da un’altra già esistente e per questo essa per non
scomparire assume un nuovo significato connesso con
quello originario
a volte, nell’uso comune, il significato metaforico di una
parola sostituisce quello originario.
Come abbiamo già detto il 75 % delle parole dell’italiano sono
di origine latina: esse infatti formano il fondo ereditario del
lessico italiano. Però ci sono molte parole di origine straniera
che sono inserite nella lingua italiana e provengono da varie
lingue. Questo fatto si spiega dal contatto degli italiani con gli
altri popoli e si chiama prestito. Ci sono due tipi di prestiti :
prestiti integrati: in questo caso la parola di origine
straniera tende ad adattarsi sia foneticamente (grafia +
pronuncia italiana) sia morfologicamente (jardingiardino)
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La lingua a seconda degli scopi dell’emittente assume funzioni
diverse e numerosissime come sono numerossisimi gli scopi per
cui si realizza un qualsiasi atto comunicativo. Spesso in un atto
comiùunicativo ci sono presenti più che una funzione . Per motivi
di studio linguistico, le funzione che assume la lingua possono
essere raggruppate in vari modelli.
Il più noto di quelli à il modello del linguista americano R.
Jakobson
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