Il diario analizzato è redatto nella forma tipica di un libro mastro: una data, una breve didascalia, una cifra per indicare una somma di denaro in “uscita” o in “entrata”.
Qual è il senso che il suo autore, un maschio borghese di circa 60 anni d’età, attribuisce al denaro attraverso la scrittura? Come interpretare il codice monetario nel quale traduce tutto ciò che annota? Qual è il sistema di pratiche e di rappresentazioni che ruotano attorno allo scambio di denaro e alla relativa traduzione nella forma scritta?
La cifra posta accanto alla didascalia appare essere esclusivamente un espediente per evidenziare una relazio¬ne. Un mero indicatore che, pur se espresso nella forma di entrata o uscita monetaria, rivela esclusivamente la volontà di annotare qualcosa sul quaderno, di rendere, attraverso l’atto della scrittura, di un “fatto”, un “evento da ricordare”.
Se è questo il senso da attribuire a molte delle anno¬tazioni, sarà possibile leggerle come capisaldi esplicati¬vi di strategie, comportamenti, valori.
Original Title
Scrivere e Far Di Conto. Etnografia di un diario. di Pierpaolo Leschiutta
Il diario analizzato è redatto nella forma tipica di un libro mastro: una data, una breve didascalia, una cifra per indicare una somma di denaro in “uscita” o in “entrata”.
Qual è il senso che il suo autore, un maschio borghese di circa 60 anni d’età, attribuisce al denaro attraverso la scrittura? Come interpretare il codice monetario nel quale traduce tutto ciò che annota? Qual è il sistema di pratiche e di rappresentazioni che ruotano attorno allo scambio di denaro e alla relativa traduzione nella forma scritta?
La cifra posta accanto alla didascalia appare essere esclusivamente un espediente per evidenziare una relazio¬ne. Un mero indicatore che, pur se espresso nella forma di entrata o uscita monetaria, rivela esclusivamente la volontà di annotare qualcosa sul quaderno, di rendere, attraverso l’atto della scrittura, di un “fatto”, un “evento da ricordare”.
Se è questo il senso da attribuire a molte delle anno¬tazioni, sarà possibile leggerle come capisaldi esplicati¬vi di strategie, comportamenti, valori.
Il diario analizzato è redatto nella forma tipica di un libro mastro: una data, una breve didascalia, una cifra per indicare una somma di denaro in “uscita” o in “entrata”.
Qual è il senso che il suo autore, un maschio borghese di circa 60 anni d’età, attribuisce al denaro attraverso la scrittura? Come interpretare il codice monetario nel quale traduce tutto ciò che annota? Qual è il sistema di pratiche e di rappresentazioni che ruotano attorno allo scambio di denaro e alla relativa traduzione nella forma scritta?
La cifra posta accanto alla didascalia appare essere esclusivamente un espediente per evidenziare una relazio¬ne. Un mero indicatore che, pur se espresso nella forma di entrata o uscita monetaria, rivela esclusivamente la volontà di annotare qualcosa sul quaderno, di rendere, attraverso l’atto della scrittura, di un “fatto”, un “evento da ricordare”.
Se è questo il senso da attribuire a molte delle anno¬tazioni, sarà possibile leggerle come capisaldi esplicati¬vi di strategie, comportamenti, valori.