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di Maurizio Mazziero
Copyright ©2011 – Tutti i diritti riservati
A metà del dicembre scorso è uscita una rilevazione dell’Ocse sulla tassazione nei Paesi
sviluppati. Da questa ricerca è emerso come gli introiti fiscali siano generalmente diminuiti
nel 2009; la causa è principalmente da ascrivere al declino dell’attività economica e per
alcuni Stati ai tagli tributari attuati per favorire l’uscita dalla fase recessiva.
Osservando la tassazione in termini di percentuale del Pil, questa è passata dal 35,4% del
2007, al 34,8% del 2008 per passare nel 2009 al 33,7%. Il trend discendente rispetto al
2008 si è verificato in 17 Paesi mentre è cresciuto in 7 Stati; fra questi troviamo l’Italia
accompagnata da Austria, Lussemburgo, Slovenia, Svezia, Svizzera e Turchia.
I Paesi con minore tassazione, invece, sono il Messico, con un modesto 17,5%, il Cile, gli
Stati Uniti, al 24%, e la Turchia.
Occorre qui ricordare che questi dati fotografano il Paese in forma aggregata, una misura
che si avvicina molto più al Pollo di Trilussa che alla realtà; complice anche il rapporto con
il Pil, che nel biennio 2008-09 ha perso quasi 4 punti e mezzo percentuali. Occorre altresì
osservare che nella qualità o nel numero dei servizi erogati dallo Stato non è cambiato
granché, anzi semmai si è avuto un peggioramento.
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