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Editoriale 4
Rapporto di Agenzia 14
Diritto Societario 19
Diritto Assicurativo 21
Pubblicazioni 24
Rassegna Stampa 27
Newsletter 33
Eventi 35
Professionisti 37
Contatti 41
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Editoriale
Gli Highlights 2010 chiudono l’anno e vi giungono agli inizi del nuovo anno come augurio da parte del
nostro Studio.
Propongono una sintesi degli interventi legislativi e della giurisprudenza più significativi con riferimento alle
aree di competenza da noi trattate.
Si aprono con il Diritto del Lavoro che contraddistingue, da sempre, il nostro Studio.
Tra le novità legislative il posto d’onore spetta al Collegato Lavoro, recentemente approvato, dopo un iter
legislativo assai tormentato. Il nostro Studio organizza per i propri Clienti, nel mese di gennaio e febbraio, una
serie di incontri che hanno visto un’ampia adesione. Avremo, quindi, modo di approfondire insieme i temi
trattati dalla nuova legge, che incide sul diritto sostanziale e processuale relativo al rapporto di lavoro.
Altri interventi legislativi si sono succeduti nel corso del 2010: da quelli a sostegno del reddito, agli interventi
in tema di pari opportunità e pari trattamento, a quelli in materia di sicurezza sui luoghi di lavoro.
Ne trattiamo nella prima parte di questi Highlights.
Segue la “Giurisprudenza”, che spazia dal Diritto Sindacale alle varie tematiche del rapporto di lavoro,
con un’ampia disamina delle decisioni di legittimità (senza, peraltro, trascurare le sentenze dei Giudici di
merito): un “vademecum” sui più importanti aspetti in materia di lavoro che può costituire un’utile
consultazione.
Sempre nella sezione di Diritto del Lavoro abbiamo inserito una disamina dei più importanti temi afferenti il
rapporto di agenzia, che continua ad avere un particolare rilievo nell’attività del nostro Studio e che
costituisce un settore sempre…in fermento.
Il secondo “polo” di riferimento dell’attività svolta dal nostro Studio è quello costituito dal Diritto Civile,
Commerciale, Societario e Assicurativo.
Seguendo lo stesso schema, abbiamo considerato le novità legislative e la giurisprudenza, che ci sono parse
più significative. In ambito societario abbiamo ricordato le novità concernenti le convocazioni assembleari, i
diritti dei soci di minoranza, il voto in via elettronica, la rappresentanza e le deleghe di voto. Trattiamo,
poi, delle misure in materia di stabilizzazione finanziaria.
La “Giurisprudenza” comprende un’ampia casistica di pronunce, divise fra legittimità e merito, su temi
quali la responsabilità degli amministratori, le fusioni, le procedure concorsuali.
Il Diritto Assicurativo contiene anch’esso un’analisi delle novità legislative, con particolare attenzione ai
regolamenti attuativi del codice delle assicurazioni private. La giurisprudenza (comprese le “nostre
sentenze”) completa questa sezione.
L’ampia Rassegna stampa, le Pubblicazioni e gli Eventi chiudono gli Highlights 2010 che Vi offriamo in dono
e che Vi suggeriamo di stampare, augurandoci che possano costituire uno strumento di utile consultazione.
Buon 2011!
Stefano Beretta e il Comitato Editoriale Highlights 2010: Francesco Autelitano, Andrea Beretta,
Teresa Cofano, Luca D’Arco, Mario Gatti, Alessandra Landi, Bonaventura Minutolo, Luca Peron,
Claudio Ponari, Tommaso Targa
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Diritto del Lavoro
Le Novità Legislative del 2010
A cura di Luca D’Arco
L’anno 2010 ha finalmente visto l’approvazione del Collegato Lavoro dopo un lungo e travagliato iter (di cui
abbiamo puntualmente dato notizia nelle nostre newsletters) nel quale, come noto, era anche intervenuto il
Presidente della Repubblica (che aveva rimandato alle Camere il testo sottopostogli per la firma).
Sono anche proseguiti gli interventi legislativi a sostegno del reddito.
Ricordiamo, infatti, che la Finanziaria 2010 aveva ulteriormente prorogato alcune misure relative alla Cigs
e alla mobilità già in vigore lo scorso anno:
✦mantenimento del trattamento in favore dei lavoratori che siano stati licenziati o il cui rapporto di lavoro
sia venuto a cessare. Tale trattamento è pari all’indennità di mobilità
✦estensione dei trattamenti di CIGS e mobilità anche alle imprese commerciali, alle agenzie di viaggi e
turismo con più di 50 dipendenti e alle imprese di vigilanza con più di 15 dipendenti
✦iscrizione
nelle liste di mobilità fino al 31.12.10 dei lavoratori licenziati per giustificato motivo oggettivo
anche da aziende con meno di 15 dipendenti
✦utilizzo dei contratti di solidarietà difensivi (L.236/93) anche per le imprese con meno di 15 dipendenti
✦concessione di trattamenti integrativi, sulla base di specifici accordi e per non più di 12 mesi, pur se
riferiti a specifici settori o ambiti regionali
✦è stata prorogata per tutto il 2010 la disposizione grazie alla quale il salario di produttività per redditi fino
a 35.000,00 annui e per un massimo corrisposto di 6.000,00 euro sarebbe stato tassato al 10% (restano
esclusi da tale ipotesi i c.d. superminimi individuali mentre vengono ora ricompresi i compensi per ROL,
ferie e permessi non fruiti)
Con riferimento a tale ultima disposizione ricordiamo che l’Agenzia delle Entrate in risposta ad un quesito
posto da Confindustria, con la risoluzione n. 83/E del 17 agosto 2010, ha chiarito che rientrano nel regime
di tassazione agevolata anche le somme erogate a titolo di lavoro notturno (riferendosi sia al compenso
ordinario che alla maggiorazione) a quei lavoratori anche non turnisti che prestino il loro lavoro normale
nel periodo notturno e a coloro che, occasionalmente si trovino a rendere prestazioni che rientrano nella
nozione di lavoro notturno così come definito dalla contrattazione collettiva.
Come però già precisato dalla stessa Agenzia delle Entrate nelle proprie precedenti circolari n. 49/2008 e
59/2008 le prestazioni di lavoro notturno devono essere comunque riconducibili o collegate ad incrementi di
produttività, innovazione ed efficienza organizzativa e redditività legati all’andamento economico dell’impresa
ai sensi dell’art. 2 comma 1 lettera c. del DL 93/2008.
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Altro tema di particolare impatto sociale è stato quello delle
pari opportunità e parità di trattamento tra uomini e
donne in materia di occupazione e impiego. Con il D.lgs. n.
5 del 25 gennaio 2010 è stata data attuazione alla Direttiva
2006/54/CE ed integrato il previgente codice sulle pari
opportunità.
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Inoltre con il D.L. 12 novembre 2010, n. 187 è stata introdotta una disposizione che ha esteso l’ambito dei
poteri attribuiti all’Autorità amministrativa con riferimento alla determinazione delle sanzioni amministrative
accessorie, nelle ipotesi di violazioni derivanti dalla mancata applicazione della normativa prevenzionale in
tema di salute e sicurezza sul lavoro, prevedendo che, in presenza di violazioni gravi o reiterate in materia di
tutela del lavoro, di igiene sui luoghi di lavoro e di prevenzione degli infortuni sul lavoro, è sempre disposta la
confisca amministrativa delle cose utilizzate o destinate a commettere la violazione e delle cose che ne sono
state il prodotto, anche nell’ipotesi in cui non sia stata emessa l’ordinanza-ingiunzione di pagamento.
Le novità legislative più significative sono quelle contenute nel Collegato Lavoro (la Legge 4
novembre 2010, n. 183 pubblicata in Gazzetta Ufficiale il 9 novembre scorso).
Tale normativa ha modificato la previgente disciplina delle impugnazioni dei licenziamenti individuali e
prevede un primo termine di 60 giorni dalla ricezione della comunicazione del recesso per impugnarlo
anche stragiudizialmente, nonché un successivo termine di ulteriori 270 giorni per promuovere l’azione
giudiziale; dopo tale termine l’impugnativa diviene inefficace ed il licenziamento inoppugnabile.
✦ai licenziamenti che presuppongono la risoluzione di questioni relative alla qualificazione del rapporto o alla
legittimità del termine apposto al contratto;
✦al recesso del committente nei rapporti di collaborazione coordinata e continuativa, anche a progetto;
✦al trasferimento ex art. 2103 c.c.;
✦all’azione di nullità del termine apposto al contratto di lavoro, ai sensi degli artt. 1, 2 e 4 D.lgs. 368/2001
(anche con riferimento ai rapporti a termine in corso di esecuzione o già conclusi al momento di entrata in
vigore della legge);
✦allacessione di contratto di lavoro ex art. 2112 c.c. (per trasferimento, cessione o affitto di azienda o ramo
d’azienda);
✦in ogni altro caso - tra cui la somministrazione irregolare - in cui il lavoratore chieda la costituzione o
l’accertamento di un rapporto di lavoro in capo ad un soggetto diverso da chi ne è formalmente titolare.
In tema di contratti a termine è stata prevista una disciplina risarcitoria forfetaria nel caso di declaratoria
giudiziale della nullità del termine, tra una somma minima di 2.5 mensilità ed una massima di 12 mensilità.
Il Collegato Lavoro ha poi introdotto l’arbitrato - stabilendo una specifica e non semplice procedura - per
la definizione delle controversie in materia di diritto del lavoro, nonché la possibilità di stabilire una
clausola compromissoria con il lavoratore, previa certificazione della stessa e previo decorso del periodo
di prova o, in difetto, di almeno 30 giorni dall’inizio del rapporto e fermo restando dell’esclusione di
controversie riguardanti la risoluzione del rapporto.
Altre novità del Collegato Lavoro concernono l’apparato sanzionatorio per le violazioni in materia di
orario di lavoro. In particolare è stata prevista una graduazione della sanzione in base al numero dei
lavoratori interessati e dei periodi di riferimento delle sanzioni medesime.
Infine il Collegato Lavoro, nell’ottica di un più efficace contrasto al lavoro sommerso, ha introdotto una
“maxi sanzione” per le ipotesi di lavoro subordinato “in nero” cui è stata fornita specifica
interpretazione dal Ministero del Lavoro con la circolare n. 38 del 12 novembre 2010.
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Giurisprudenza
A cura di Claudio Ponari e Tommaso Targa
L’anno appena trascorso ha visto la giurisprudenza del lavoro confrontarsi con molteplici
tematiche, confermando, in parte, orientamenti già assunti e, in parte, elaborando nuovi
indirizzi idonei ad aprire interessanti scenari per l’evoluzione del diritto del lavoro.
Diritto Sindacale
In tema di diritto sindacale, la Corte di Cassazione è tornata a pronunciarsi sulla delicata materia del
riconoscimento del carattere “nazionale” dell’associazione sindacale legittimata all’azione ex art.
28 dello St. Lav., considerando scarsamente rilevante il mero dato formale costituito dalla previsione
statutaria che affermi il carattere nazionale del sindacato e dando rilievo all’effettiva capacità di contrarre con la
parte datoriale accordi o contratti collettivi che trovino applicazione in tutto il territorio nazionale, in riferimento
al settore produttivo di appartenenza e che attestino un generale e diffuso collegamento del sindacato con il
contesto socio-economico dell’intero Paese (Corte di Cassazione, 4 marzo 2010, n. 5209).
Relativamente all’esercizio del diritto di sciopero, la Corte di Cassazione ha giudicato legittimo l’operato
del datore di lavoro che abbia affidato ad altri dipendenti i compiti già svolti da quanti avevano aderito
all’agitazione, quando il diritto di continuare l’attività produttiva sia esercitato per limitare gli effetti negativi
dell’astensione dal lavoro sulla situazione economica dell’azienda (Corte di Cassazione, 16 dicembre 2009,
n. 26368).
In tema di diritto di assemblea durante l’orario di lavoro, secondo la Corte di Cassazione, il sistema,
risultante dall’integrazione delle disposizioni legali e dell’autonomia collettiva, deve interpretarsi nel senso che
le organizzazioni firmatarie dei contratti collettivi nazionali, applicati all’unità produttiva, possono esercitare il
diritto di indire assemblee per tre delle dieci ore spettanti alle r.s.a., alle quali pertanto competono le rimanenti
sette ore del monte complessivo; in caso di più richieste, implicanti il superamento del monte ore, secondo la
Corte ci si deve attenere all’ordine di precedenza (Corte di Cassazione, 30 agosto 2010, n. 18838).
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Rapporto di lavoro
Durante l’anno appena trascorso, la Suprema Corte è tornata ad affrontare la tematica inerente i criteri da
seguire al fine della corretta qualificazione del rapporto di lavoro, precisando come, tanto nel caso in cui
la prestazione dedotta in contratto sia estremamente elementare, ripetitiva e predeterminata nelle sue modalità
di esecuzione, quanto nel caso in cui, all’opposto, si tratti di prestazioni lavorative dotate di notevole
elevatezza e di contenuto intellettuale e creativo, al fine della distinzione tra rapporto di lavoro autonomo e
subordinato, il criterio rappresentato dall’assoggettamento del lavoratore al potere direttivo del
datore può non risultare determinante, dovendosi fare perciò ricorso a criteri distintivi sussidiari, quali ad
esempio la continuità del rapporto, le modalità di erogazione del compenso, la regolamentazione dell’orario di
lavoro, la presenza di una pur minima organizzazione imprenditoriale e la sussistenza del potere di
autorganizzazione del prestatore (Corte di Cassazione, 19 aprile 2010, n. 9252).
Con riferimento all’ipotesi di assunzione con contratto a tempo determinato di un disabile psichico, in
base a convenzione stipulata ai sensi dell’art. 11 L. 68/99, la Corte di Cassazione ha stabilito che non è
richiesta l’indicazione nel contratto di lavoro delle ragioni di carattere tecnico, produttivo, organizzativo o
sostitutivo che giustificano l’apposizione del termine, sicché la mancanza di tale indicazione non comporta
l’inefficacia del termine e la trasformazione del rapporto di lavoro in tempo indeterminato (Corte di
Cassazione, 31 maggio 2010, n. 13285).
In relazione poi al lavoratore assunto a termine per sostituire dipendenti assenti, va rilevato come,
secondo l’orientamento espresso dalla Corte, non è necessario che questi svolga le stesse mansioni dei
sostituiti, perché se lo richiedono esigenze aziendali, fermo restando la coincidenza cronologica tra
sostituzione e assenza del lavoratore sostituito, il datore di lavoro può esercitare nei confronti del lavoratore a
termine quello stesso ius variandi che avrebbe potuto esercitare verso il dipendente sostituito, senza che per
questo la clausola di apposizione del termine debba considerarsi nulla (Corte di Cassazione, 16 febbraio
2010, n. 3598).
Passando ad altri casi, il Tribunale di Venezia ha rigettato la richiesta di condanna dell’appaltante, in via
solidale, al pagamento a titolo risarcitorio delle retribuzioni non percepite dal lavoratore, motivando nel senso
che la responsabilità del committente, ai sensi dell’art. 29 D.lgs., sussiste esclusivamente per il
trattamento retributivo e contributivo dovuto al dipendente in relazione al lavoro svolto nell’ambito
dell’appalto e non, quindi, per quanto dovuto al lavoratore per altro titolo, ad esempio licenziamento o
illegittima apposizione del termine (Tribunale di Venezia, 21 gennaio 2010).
Quanto alla dibattuta questione dei limiti di utilizzabilità di strumenti di controllo sul posto di lavoro, si rileva che
la giurisprudenza di legittimità si è espressa nel senso che i programmi informatici, che consentono il
monitoraggio della posta elettronica e degli accessi internet, rientrano nella sfera di applicazione
dell’art. 4 dello Statuto dei lavoratori; pertanto è necessario che l’installazione di tali programmi avvenga
previo accordo sindacale o autorizzazione dell’Ispettorato del lavoro (Corte di Cassazione, 23 febbraio
2010, n. 4375).
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In materia di licenziamento disciplinare, è degna d’attenzione la sentenza con cui la Corte di Cassazione ha
specificato che, nel caso di illecito continuato, il rispetto del principio dell’immediatezza della contestazione
dell’addebito e della tempestività del recesso datoriale vanno valutate con riferimento al momento della
cessazione della continuazione, dovendosi ritenere che in tale momento il datore di lavoro abbia la possibilità
di valutare i fatti nel loro insieme e stabilire la congrua sanzione da infliggere (Corte di Cassazione, 1
febbraio 2010, n. 2283). Non solo. La Corte ha precisato che, qualora a seguito di contestazione di un
addebito disciplinare, il lavoratore fornisca, alla scadenza dei cinque giorni a sua disposizione, una
giustificazione scritta e intenda al contempo essere sentito, lo stesso ha l’onere di comunicare la propria
volontà in termini univoci, a tutela dell’affidamento del datore di lavoro (Corte di Cassazione, 22
marzo 2010, n. 6845). Ciò vale anche per il licenziamento disciplinare del dirigente: le discolpe fornite
per iscritto non consumano il diritto di difesa se, nell’ambito delle stesse, egli ha chiesto espressamente di
essere sentito oralmente. La richiesta non può essere respinta ritenendo l’audizione inutile ad apportare
ulteriori elementi a giustificazione del fatto addebitato (Corte di Cassazione, 11 marzo 2010, n. 5864).
Ancora in tema, deve essere segnalata la pronuncia della giurisprudenza di legittimità che ha ricondotto alla
sentenza irrevocabile di applicazione della pena a richiesta (cd sentenza di patteggiamento)
efficacia di giudicato nel giudizio per responsabilità disciplinare, al pari della sentenza penale
irrevocabile di condanna, pur restando in facoltà del lavoratore, incolpato nel giudizio civile per responsabilità
disciplinare, la richiesta di un’istruttoria probatoria sui fatti oggetto della sentenza di patteggiamento (Corte di
Cassazione, 10 marzo 2010, n. 5806).
Più altalenante è risultato, invece, l’orientamento della giurisprudenza di legittimità con riferimento ai
licenziamenti disciplinari per comportamenti conformi a prassi aziendali consolidate. Nell’arco degli
ultimi mesi dell’anno, infatti, la Corte ha dapprima sottolineato che l’esistenza di obblighi imposti dal datore
supera la prassi e consente il licenziamento del lavoratore inadempiente (Corte di Cassazione, 26 ottobre
2010, n. 21899), ma ha successivamente optato per un’inversione di rotta, stabilendo che il comportamento
del lavoratore, conforme a tale prassi, non è punibile in quanto caratterizzato da buona fede (Corte di
Cassazione, 25 novembre 2010, n. 23932). Il licenziamento del dirigente può essere giustificato da qualsiasi
motivo “apprezzabile sul piano del diritto, idoneo a turbare il legame di fiducia con il datore”, con esclusione
delle sole contestazioni arbitrarie o pretestuose. Se il dirigente rivendica la tutela reale ex art. 18 St. Lav., deve
dimostrare che le mansioni effettivamente svolte non corrispondevano a quelle di assunzione o sono state
svolte senza alcuna autonomia e potere decisionale (Corte di Cassazione, 2 settembre 2010, n. 18998).
In ogni caso, la qualifica dirigenziale non richiede il conferimento di una “formale investitura trasfusa in una
speciale procura” (Corte di Cassazione, 10 marzo 2010, n. 5809).
Nel corso del 2010, la giurisprudenza ha adottato un indirizzo molto rigoroso in materia di infortuni sul
lavoro e di “morti bianche”, sottolineando che la responsabilità dell’appaltatore per gli infortuni sul
lavoro non basta ad escludere quella del committente, la quale è esclusa solo qualora l’omissione
riguardi precauzioni che richiedono una specifica competenza tecnica e settoriale; tuttavia, in tema di
prevenzione, per la Corte di Cassazione vi è corresponsabilità qualora l’evento si ricolleghi causalmente ad
una omissione colposa del committente (Corte di Cassazione, 21 ottobre 2010, n. 37600).
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A proposito di assenze per malattia, è da segnalare la decisione del Tribunale di Milano, che ha ritenuto
legittima la trattenuta della retribuzione da parte del datore di lavoro, relativamente alle giornate di malattia,
avendo il lavoratore di fatto impedito qualsiasi controllo del medico fiscale per non aver comunicato al datore il
suo indirizzo esatto (Tribunale di Milano, 23 giugno 2010).
Con riferimento alla tematica del demansionamento, la Corte di Cassazione si è pronunciata a sezioni
unite, affermando che “il danno conseguente al demansionamento va dimostrato in giudizio con tutti
i mezzi consentiti dall’ordinamento, assumendo peraltro precipuo rilievo la prova per presunzioni, per cui
dalla complessiva valutazione di precisi elementi dedotti (caratteristiche, durata, gravità, frustrazione
professionale) si possa, attraverso un prudente apprezzamento, coerentemente risalire al fatto ignoto, ossia
all’esistenza del danno, facendo ricorso a quelle nozioni generali derivanti dall’esperienza, delle quali ci si serve
nel ragionamento presuntivo e nella valutazione delle prove” (Corte di Cassazione S.U., 22 febbraio 2010,
n. 4063). D’altro canto, il dirigente che rivendichi il preteso risarcimento di danni alla salute e all’immagine,
conseguenti al licenziamento ingiustificato, deve dimostrare, oltre al danno, anche il dolo o la colpa grave del
datore di lavoro (Corte di Cassazione, 22 marzo 2010, n. 6847).
La Suprema Corte è tornata a pronunciarsi poi sul tema molto discusso del risarcimento del danno
esistenziale derivante dal demansionamento e dalla dequalificazione del lavoratore, stabilendo che esso
non è assoggettabile a ritenuta fiscale se non concerne il mancato guadagno; ha infatti ricordato il collegio
che le somme percepite dal contribuente a titolo risarcitorio possono costituire reddito imponibile, solo
quando abbiano la funzione di reintegrare un danno concretatosi nella mancata percezione di redditi, non
rientrando certo in tale categoria l’indennità corrisposta dal datore, a titolo di risarcimento del danno per la
reintegrazione delle energie psicofisiche spese dal lavoratore oltre l’orario massimo di lavoro da lui esigibile
(Corte di Cassazione, 23 febbraio 2010, n. 4375). In linea con tale orientamento, la Cassazione ha
stabilito che, qualora sia corrisposto al dirigente un importo in via di transazione generale e novativa,
nell’ambito di una controversia avente ad oggetto il licenziamento, tale importo si presume corrisposto a
ristoro di un lucro cessante (e come tale tassabile), a meno che il contribuente non dimostri che esso “si
riferisce (in tutto o in parte) a voci di risarcimento puro, esenti da tassazione” (Corte di Cassazione sez.
trib., 25 gennaio 2010, n. 1349).
In tema di licenziamenti individuali, merita di essere citata una recente decisione con cui la giurisprudenza
di legittimità ha mantenuto e ribadito il proprio orientamento, secondo cui il licenziamento durante il
periodo di prova è sottratto alla disciplina dei licenziamenti individuali ed è caratterizzato dal potere di
recesso del datore di lavoro, la cui discrezionalità si esplica senza obbligo di fornire una motivazione al
lavoratore, anche in caso di contestazione di quest’ultimo, pur potendo il lavoratore dimostrare il positivo
superamento della prova ovvero l’imputabilità del recesso ad un motivo illecito (Corte di Cassazione, 17
novembre 2010, n. 23224).
Suscita, inoltre, interesse la pronuncia della Corte di Cassazione in materia di licenziamento per giustificato
motivo oggettivo, in base alla quale è legittimo il licenziamento intimato per il prodursi di una crisi
aziendale, senza che tale situazione di crisi possa ritenersi esclusa ove il datore di lavoro, per scongiurare il
peggio, aumenti lo stipendio ai lavoratori maggiormente specializzati del reparto, per evitare che essi possano
spostarsi in imprese concorrenti; nel contempo, è stato evidenziato che la prova dell’inutilizzabilità del
lavoratore in altri settori produttivi può desumersi dalla mancanza di una professionalità specifica (Corte di
Cassazione, 7 aprile 2010, n. 8237). La Corte si è anche significativamente espressa nel senso che, nel
caso in cui sia accertata la totale cessazione dell’attività imprenditoriale, la legittimità del licenziamento intimato
per giustificato motivo oggettivo non è esclusa né dal fatto che lo stabilimento sede dell’impresa non sia stato
immediatamente alienato o altrimenti dismesso, né dal fatto che uno o pochi altri dipendenti siano stati
mantenuti in servizio per il compimento delle pratiche relative alla cessazione dell’attività, in quanto il principio
della libertà di iniziativa economica privata di cui all’art. 41 Cost. comporta l’assoluta
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incensurabilità dei licenziamenti derivanti da totale cessazione dell’attività produttiva, senza che
sussista alcun obbligo per l’imprenditore di giustificare la decisione di non permanere ulteriormente nel mondo
della produzione o dello scambio di beni o di servizi (Corte di Cassazione, 24 settembre 2010, n. 20232).
Per quanto riguarda i licenziamenti collettivi e, in particolare, la delicata questione del rispetto dell’iter
procedurale della messa in mobilità (in particolare, art. 4, L 223/91), assume rilievo la sentenza con cui la
Corte di Cassazione ha stabilito che la mancata indicazione, nella comunicazione di apertura di una
procedura per riduzione di personale, delle ragioni della sua inevitabilità, rende inefficaci i
successivi licenziamenti, anche in caso di accordo con il sindacato, non essendo possibile valutare
con certezza, anche in presenza del raggiungimento di un accordo sindacale sulla riduzione, se e in che
misura esso sarebbe stato diverso in presenza di informazioni corrette fornite dal datore di lavoro alle
organizzazioni sindacali (Corte di Cassazione, 5 agosto 2010, n. 18255).
Inoltre, in materia di risarcimento del danno per illegittimo licenziamento, la Corte ha confermato la
sentenza di appello con cui era stato determinato l’importo del risarcimento in misura inferiore rispetto alle
retribuzioni spettanti al lavoratore, in virtù del fatto che, in caso di inadempimento, il risarcimento non è dovuto
per i danni che il creditore avrebbe potuto evitare usando l’ordinaria diligenza; in applicazione di tale principio,
ha ritenuto il collegio che il lavoratore licenziato senza giusta causa deve collocare sul mercato la propria
attività lavorativa per ridurre, ex comma II, art. 1227 c.c., il pregiudizio subito (Corte di Cassazione, 11
marzo 2010, n. 5862).
Nell’ambito poi delle modalità di risoluzione consensuale del rapporto di lavoro, merita attenzione, in
quanto indicativa della precisa posizione adottata dalla Corte a riguardo, la pronuncia secondo cui non è
assoggettabile a contribuzione previdenziale la somma versata ad un ex dipendente nell’ambito di
un transazione novativa con la quale sia stata definita una controversia giudiziaria, restando comunque
riservato al giudice di merito il compito di accertare il carattere novativo e conservativo della transazione, sulla
base della corretta interpretazione della volontà delle parti (Corte di Cassazione, 23 settembre 2010, n.
20145).
Infine, si segnala una recente pronuncia della giurisprudenza di merito, per essere tra le prime a dare
applicazione al cd Collegato Lavoro (L.183/10); ferme restando le numerose questioni che la recente
entrata in vigore della discussa legge (24 novembre 2010) porterà con sé, e nell’attesa di vedere come la
giurisprudenza di legittimità si atteggerà rispetto ai punti più delicati della nuova normativa, deve darsi atto che
il Tribunale di Roma ha reputato il risarcimento del danno dovuto al lavoratore, a seguito
dell’accertamento dell’illegittimità del termine, misura non alternativa ma aggiuntiva rispetto alla
conversione del rapporto di lavoro in tempo indeterminato (Tribunale di Roma, 30 novembre 2010).
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Ammortizzatori sociali
In materia di ammortizzatori sociali, la Suprema Corte ha
ritenuto illegittimo il ricorso alla CIGS se la comunicazione di
avvio della procedura non ha specificato i criteri di scelta e di
rotazione dei lavoratori da sospendere; la pronuncia contrasta
con l’orientamento di alcune sentenze di merito, secondo cui
queste informazioni possono essere fornite alla parte sindacale
anche nel corso dell’esame congiunto, successivo all’avvio della
procedura (Corte di Cassazione, 10 maggio 2010, n. 11254).
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Rapporto di Agenzia
A cura di Luca Peron
Nella specie, il Tribunale ha ritenuto che non solo è compatibile con la figura dell’agente la sottoposizione alle
direttive del preponente, ma è anche positivamente previsto dall’art. 1746 c.c. l’obbligo per il primo di
adempiere l’incarico affidatogli in conformità alle istruzioni ricevute. Così, fintanto che i controlli effettuati dal
preponente sono funzionali ad una maggiore efficienza e produttività dell’attività svolta, senza degradare
nell’esercizio di un vero e proprio potere gerarchico, si rimane nell’alveo del contratto di agenzia. Nel caso
esaminato, poiché l’agente non aveva allegato alcuna circostanza in ordine al dovere di rispettare un orario di
lavoro, di giustificare le assenze e chiedere ferie e permessi, né altre circostanze idonee a connotare l’azione
del preponente come manifestazione di un potere gerarchico di eterodeterminazione della prestazione, tenuto
conto altresì della volontà dichiarata dalle parti in contratto e del fatto che tale qualificazione non era mai stata
contestata in costanza del rapporto, il Tribunale ha concluso che il rapporto era stato correttamente
inquadrato come contratto di agenzia. (Tribunale di Pinerolo, 21 maggio 2010, conforme a Cassazione
15 aprile 2009, n. 8949)
Indennità di incasso
In base al disposto della disciplina collettiva (AEC), all’agente spetta una provvigione separata per l’attività di
incasso unicamente in presenza dei seguenti requisiti: a) incarico continuativo di riscuotere, b) responsabilità
contabile, c) l’attività di recupero somme non deve riguardare gli insoluti. In assenza di tutti i suesposti requisiti,
all’agente non spetta l’indennità di incasso e va altresì esclusa la possibilità di invocare la disciplina
sull’indebito arricchimento per ottenere l’indennità di incasso al di fuori dei limiti previsti dalla disciplina
collettiva. (Tribunale di Lamezia Terme, 18 gennaio 2010)
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Indennità di cessazione
Il giudice, una volta riscontrato, sulla base delle risultanze
istruttorie, che “l’agente abbia procurato nuovi clienti al
preponente o abbia sensibilmente sviluppato gli affari con i clienti
esistenti e il preponente riceva ancora sostanziali vantaggi
derivanti dagli affari con tali clienti”, è chiamato a verificare,
tenendo conto di tutte le circostanze di fatto emergenti dal
concreto svolgimento del rapporto di agenzia, se l’indennità di
cessazione del rapporto, nella misura calcolata sulla base dei
criteri previsti dalla contrattazione collettiva, possa considerarsi,
o no, “equa”, nel senso di compensativa anche del particolare
merito dell’agente emergente dalla suddetta circostanza di fatto,
tenendo peraltro conto del limite di cui al terzo comma dell’art.
1751 c.c. applicabile alla quantificazione secondo equità
dell’indennità in esame.
(Cassazione, 23 giugno 2010, n. 15203)
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Diritto Civile, Commerciale
Novità Legislative
A cura di Francesco Autelitano con la collaborazione di Mario Gatti
Il Decreto Legislativo n. 27 del 27 gennaio 2010 (pubblicato in Gazzetta Ufficiale n. 53 del 5 marzo 2010),
ha recepito la direttiva comunitaria n. 2007/36/CE, relativa all’esercizio di alcuni diritti da parte degli
azionisti delle società quotate, modificando gli articoli 2366-2373 c.c. e incidendo anche sulla normativa
speciale di cui al Decreto Legislativo n. 58 del 1998 (c.d. “TUF”).
Il Decreto è entrato in vigore il 20 marzo 2010; l’obiettivo della nuova normativa consiste nel favorire la
partecipazione degli azionisti alle attività assembleari e, in particolare, l’esercizio del diritto di voto da
parte degli azionisti di minoranza e degli azionisti esteri/stranieri. Le modifiche riguardano le società
italiane con azioni quotate in mercati regolamentati italiani o di altri paesi dell’Unione Europea; le principali
innovazioni introdotte riguardano: la convocazione assembleare e l’informativa preassembleare, i diritti dei
soci di minoranza relativi all’integrazione dell’ordine del giorno ed alla convocazione su richiesta dei soci, la
legittimazione ad intervenire e votare in assemblea, l’aggiornamento del libro soci e l’identificazione degli
azionisti, la rappresentanza e le deleghe di voto, la pubblicazione delle relazioni finanziarie annuali e la
previsione di un dividendo maggiorato.
✦Convocazioni assembleari
Nell’avviso deve essere riportata anche l’indicazione della data ultima rilevante ai fini della legittimazione alla
partecipazione ed all’esercizio del diritto di voto (c.d. record date) e le modalità ed i termini per reperire il testo
integrale delle proposte di deliberazione, le informazioni sull’ammontare del capitale sociale, con indicazione
del numero e delle categorie di azioni. Con riferimento alle modalità della convocazione, il Decreto stabilisce
che l’assemblea è “convocata mediante avviso pubblicato sul sito internet della società, nonché con le altre
modalità previste dalla CONSOB con regolamento emanato ai sensi dell’art. 113-ter, comma 3 del TUF”.
Quindi, per le società quotate viene meno l’obbligo di pubblicazione dell’avviso di convocazione sulla Gazzetta
Ufficiale, resta fermo l’obbligo di pubblicazione dell’avviso di convocazione su almeno un quotidiano a
diffusione nazionale, ai sensi dell’art. 113, comma 3 del TUF. È consentito alle società quotate, mediante
specifica previsione statutaria, escludere il ricorso a convocazioni successive alla prima (convocazione unica),
viene previsto che “salvo il caso di assemblea in unica convocazione, se il giorno per la seconda convocazione
o per quelle successive non è indicato nell’avviso di convocazione, l’assemblea può essere nuovamente
convocata entro trenta giorni” (art. 126 TUF).
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Per l’esercizio del diritto di richiedere la convocazione dell’assemblea, il Decreto prevede una soglia più bassa
in favore dei soci di società che fanno ricorso al mercato del capitale di rischio. Tra le novità in tema di
informativa preassembleare, il Decreto prevede che il termine per la pubblicazione delle relazioni dell’organo
amministrativo sulle materie all’ordine del giorno coincida con il termine di pubblicazione previsto per l’avviso
di convocazione (art. 125 ter TUF). L’art. 125 - quater del TUF prevede che entro il termine per la
pubblicazione dell’avviso di convocazione, debbano essere fornite agli azionisti mediante pubblicazione sul
sito internet, anche ulteriori informazioni attinenti alla documentazione che sarà sottoposta all’assemblea, al
voto per corrispondenza. Un rendiconto sintetico delle votazioni deve essere pubblicato sul sito internet entro
5 giorni dall’assemblea. Si prevede che le liste finalizzate alla nomina dei membri degli organi di
amministrazione e controllo siano depositate presso la sede sociale entro 25 giorni prima dell’assemblea e
pubblicate entro 21 giorni sul sito internet della società.
Il Decreto amplia l’ambito di applicazione dei diritti dei soci di integrare l’ordine del giorno e di richiedere
la convocazione dell’assemblea, oltre ad introdurre ex novo il diritto dei soci. È previsto il diritto dei soci che
rappresentino almeno 1/40 del capitale sociale di richiedere l’integrazione dell’ordine del giorno, mediante
invio di una domanda scritta, da esercitarsi entro 10 giorni (anziché 5 quale previsto nel regime previgente)
dalla pubblicazione dell’avviso di convocazione. Le richieste di integrazione dell’ordine del giorno dovranno
essere accompagnate da una relazione predisposta dai soci sulle materie di cui si propone la trattazione. Tale
relazione sarà pubblicata, insieme alla notizia dell’integrazione e alle eventuali valutazioni degli amministratori,
entro 15 giorni prima dell’assemblea. Ai soci di società quotate è attribuito il diritto di porre domande sulle
materie all’ordine del giorno anche prima dell’assemblea (art. 127 ter TUF); a tali domande gli amministratori
danno risposta al più tardi durante l’assemblea.
Lo statuto sociale prevede l’esercizio del diritto di voto in via elettronica. La disciplina del voto in via
elettronica è sostanzialmente analoga a quella del voto per corrispondenza. L’espressione del voto, in
entrambi i casi, è equiparata all’intervento in assemblea.
Il sistema della rappresentanza in assemblea, delle deleghe di voto e della sollecitazione di deleghe risulta
profondamente rivisitato dal Decreto. Gli statuti delle società quotate non possono più contenere divieti di
conferimento di deleghe di voto. Sono stati inoltre eliminati, per le società quotate, i limiti relativi al numero di
soci che uno stesso soggetto può rappresentare, ed il divieto di conferire la rappresentanza ai membri degli
organi amministrativi o di controllo o ai dipendenti della società e delle sue controllate (art. 2372 c.c. e artt.
135-novies e decies TUF). Nel nuovo sistema, quindi, la rappresentanza potrà essere conferita anche a
soggetti che fanno parte dell’organizzazione societaria e senza limiti quantitativi. È istituita la nuova figura del
“rappresentante designato dalla società con azioni quotate”; si tratta di un soggetto che, salvo diversa
previsione statutaria, le società quotate nominano ed identificano nell’avviso di convocazione per ciascuna
assemblea, affinché i soci possano conferirgli - senza alcuna spesa - delega con istruzioni di voto su tutte o
alcune delle proposte all’ordine del giorno.
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✦Misure in materia di stabilizzazione finanziaria
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Diritto Societario
A cura di Francesco Autelitano con la collaborazione di
Andrea Beretta e Alessandra Landi
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✦Fusione per incorporazione
La fusione per incorporazione, che si sia verificata prima dell'entrata in vigore del novellato art. 2504 bis cod.
civ., determina l'estinzione della società incorporata, non avendo la nuova disciplina normativa della fusione,
introdotta dal D.lgs. n. 6 del 2003, carattere interpretativo ed efficacia retroattiva, ma esclusivamente
innovativo. (Cassazione Sez. Un., 14 settembre 2010, n. 19509)
✦Patti parasociali
È valido il patto parasociale avente ad oggetto l'espressione del voto nell'assemblea di una società per azioni,
chiamata a nominare gli amministratori, ancorché non sia stata prefissata la durata del vincolo assunto dalle
parti ed operi perciò il principio generale in forza del quale ad ogni partecipante spetta il diritto di recedere
unilateralmente dal patto per giusta causa o con congruo preavviso; con la conseguenza che il partecipante il
quale presenti all'assemblea una lista di candidati alla carica amministrativa di contenuto incompatibile con il
rispetto del patto e poi esprima il proprio voto in contrasto con gli obblighi derivanti dall'adesione al patto
medesimo può essere chiamato dalle altre parti a risarcire i danni conseguenti al suo inadempimento.
(Cassazione, 22 marzo 2010, n. 6898)
✦Responsabilità amministratori
Il componente senza deleghe di consiglio di amministrazione di una società per azioni che abbia omesso di
esercitare i poteri di vigilanza che gli sono propri risponde solidalmente con gli altri amministratori dei danni
derivanti al patrimonio della società in stato di scioglimento dal compimento di nuove operazioni successive a
tale stato. (Cassazione, 12 marzo 2010, n. 6037)
Decisioni di merito:
✦Concordato preventivo - Società in liquidazione
È illegittima la modifica di una proposta concordataria, originariamente presentata sulla base di una delibera
del Consiglio di Amministrazione, formulata da uno dei co-liquidatori di una società in liquidazione.
(Tribunale di Milano, 15 luglio 2010)
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Diritto Assicurativo
A cura di Bonaventura Minutolo e Teresa Cofano
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sia delimitata da strutture destinate a regolare ✦Contratto di assicurazione - Clausola di
l'accesso dei veicoli (sbarra di ingresso), è da esonero
ritenere aperta all'uso da parte del pubblico e
ordinariamente adibita al traffico veicolare, In tema di assicurazione, quando le parti del
considerato che chiunque ha la possibilità di contratto subordinano l'operatività della garanzia
accedervi. La circolazione automobilistica all'interno assicurativa all'adozione, da parte dell'assicurato, di
dell'area è pertanto soggetta sia alle norme dell'art. determinate misure di sicurezza, il giudice non può
2054 c.c., sia alle norme della legge sindacare la loro concreta idoneità ad evitare
sull'assicurazione obbligatoria della responsabilità l'evento dannoso, e quindi - ove l'evento si sia
civile, di cui alla l. 990/1969, la cui applicabilità verificato indipendentemente da tale inosservanza -
presuppone, appunto, l'apertura dell'area al traffico non può giungere alla conclusione per cui, pur a
veicolare ad opera di un numero indeterminato di fronte della loro inosservanza, l'assicuratore debba
persone. comunque corrispondere l'indennizzo. Dette
(Cassazione, 23 luglio 2009, ord. n. 17279) clausole, infatti, subordinando il diritto
dell'assicurato all'indennizzo all'adozione di
specifiche misure di difesa del bene protetto, non
✦Assicurazione - Polizza di copertura realizzano una limitazione di responsabilità
spese per ricoveri da malattia - Reticenza dell'assicuratore, ma individuano e delimitano
dell’assicurato - Rilevanza l'oggetto stesso del contratto ed il rischio
dell'assicuratore.
In tema di contratto di assicurazione che copra le (Cassazione civ. Sez. III, 28 aprile 2010, n.
spese per ricoveri da malattia, l’inesattezza delle 10194)
dichiarazioni o le reticenze di cui agli artt. 1892 e
1893 cod. civ. possono essere integrate da
qualsiasi circostanza sintomatica dello stato di ✦Prescrizione
salute dell’assicurato che l’assicuratore abbia È priva di efficacia interruttiva della prescrizione la
considerato potenzialmente rilevante ai fini della lettera raccomandata con cui l’assicurato dichiari di
valutazione del rischio, domandandone di esserne trattenere a titolo di acconto l’assegno inviato dalla
informato tramite la compilazione di un questionario. Compagnia a titolo di pagamento dell’indennizzo;
(Cassazione, 11 giugno 2010, n. 14069) ciò in quanto detta espressione non integra
un’intimazione scritta di adempimento, ma solo una
✦Esclusione dei contributi obbligatori generica riserva di agire in un momento successivo.
(Cass. civ. Sez. III, 12 febbraio 2010, n. 3371)
destinati al S.S.N. e al F.G.V.S. dalla
nozione di premio assicurativo
✦Assicurazione contro i danni - Clausola
Il premio dovuto dall’assicurato all’assicuratore (art.
compromissoria limitativa dei diritti
1882 c.c.) è la somma incamerata dal secondo e
destinata, insieme ai premi versati dagli altri dell’assicurato - Nullità
assicurati, a coprire il rischio proprio della causa La clausola compromissoria inserita nelle condizioni
negoziale, onde non può comprendere somme che generali di un contratto di assicurazione che
l’assicuratore è obbligato a versare ad altri soggetti, prevede un meccanismo di corresponsione
tra le quali i contributi dovuti ad enti pubblici. dell'onorario degli arbitri (correlato al valore della
È pertanto, illegittima la interpretazione dell’Accordo c a u s a , m a n o n i n m i s u r a p ro p o r z i o n a l e )
Nazionale Agenti che include nella nozione di indipendente dall'esito della controversia, nel senso
premio somme di denaro (contributi obbligatori che ciascuna parte è tenuta al pagamento del
dovuti al Servizio Sanitario Nazionale e al Fondo di compenso dell'arbitro da essa nominato e di metà
Garanzia Vittime della Strada) che non costituiscono di quello dovuto al terzo, sia che risulti vittoriosa, sia
corrispettivo del contratto di assicurazione e, per di che risulti soccombente, è da considerarsi nulla,
più, sono destinate a soggetti diversi avuto riguardo alla causa e alle finalità del suddetto
dall’assicuratore. contratto, quando risulti di fatto limitativa del diritto
(Cassazione Sez. Lav., 7 maggio 2010, n. 11142) d e l l ' a s s i c u r a t o a d e s s e re s o l l e v a t o d a l l e
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conseguenze pregiudizievoli del sinistro, esponendolo
all'esborso di rilevanti somme per gli onorari degli arbitri, non
proporzionate a quelle riconosciutegli a titolo di risarcimento dei
danni dedotti, e dissuadendolo, quindi, dal ricorrere all'arbitrato,
con conseguente favore per i comportamenti dilatori
dell'assicuratore e pregiudizio per il diritto di difesa
dell'assicurato.
(Cass. civ., 21 gennaio 2010, n. 1007)
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Pubblicazioni
Le Guide di Corriere Economia
Il Collegato Lavoro
Tutte le novità nel rapporto di lavoro subordinato
24
Codice del Lavoro Pocket 2011
CELT
A cura di Giacinto Favalli, Andrea Stanchi, Luca
D’Arco
25
Codice di Diritto del Lavoro CELT
A cura di Giacinto Favalli, Luca D’Arco, Studio
Trifirò & Partners
26
Rassegna Stampa
✦L’Impresa: N°2 Febbraio 2010
Mercato del Lavoro: indagine tra i principali studi
giuslavoristi italiani. Cura shock o no?
27
✦AIDP Newsletter: N°3 Aprile 2010
Per ora “scollegato” il collegato lavoro
di Salvatore Trifirò
www.trifiro.it
di Stefano Trifirò
✦IlMondo: 03/09/10
Obiettivo Flessibilità
Intervista a Vittorio Provera
28
Avvocati24 - Il Sole 24 Ore: 04/10/10
Il certificato di malattia ora arriva per posta elettronica
certificata
di Diego Meucci
GiocoNews.it: 09/10/10
Casinò Campione: mance non sono retribuzione
29
Avvocati24 - Il Sole 24 Ore: 23/11/10
Newsletter 7:24 - Il Sole 24 Ore: 24/11/10
Lex24 - Newsletter N°42 - 23/29 Novembre 2010
Avvocato del giorno: Salvatore Trifirò, fondatore Trifirò &
Partners Avvocati
Intervista a Salvatore Trifirò
✦TopLegal: 23/11/10
Giacinto Favalli Professionista dell’anno Labour
T&P su Flickr >> TopLegal Awards 2010
30
Rassegna Blog
31
✦BLOG JOBtalk - JOB24 - Il Sole 24 Ore: 31/03/10
twitter 24job twitter.com/24job
Mobbing: chi rompe paga...direttamente, anche se
coperto da polizza assicurativa per la responsabilità civile
verso i dipendenti
di Stefano Beretta
32
Newsletter
Newsletter T&P
Lo Studio pubblica mensilmente e invia ai propri
contatti la Newsletter T&P.
Highlights T&P
Lo Studio pubblica annualmente e invia ai propri
contatti gli Highlights T&P.
33
www.trifiro.it e Social Media
Lo Studio è presente in Rete con il sito www.trifiro.it,
realizzato in italiano e inglese.
34
✦ Milano, NH President, 16 Aprile 2010
Seminario di specializzazione per la direzione del
personale
Gestione del rapporto di lavoro in tutte le sue fasi
Avv. Salvatore Trifirò
Il lavoro subordinato ed il lavoro autonomo: le diverse
tipologie contrattuali
Avv. Stefano Beretta
Milano
Avv. Marina Olgiati; Avv. Marina Tona
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✦Roma, Meeting Plurijus 2010, 16/17 Aprile 2010
L'appuntamento annuale di Plurijus, il network europeo di
studi legali di cui Trifirò & Partners è socio fondatore, si è
tenuto a Roma il 16 e 17 aprile 2010.
Il network Plurijus annovera gli studi legali fra i più
importanti di Belgio, Danimarca, Francia, Germania,
Irlanda, Lussemburgo, Paesi Bassi, Portogallo, Spagna,
Svezia e Gran Bretagna.
Alla convention hanno partecipato per il nostro Studio i
partners Stefano Beretta, Giacinto Favalli, Stefano Trifirò e
Luca Peron dello Studio di Milano e Paolo Zucchinali e
Alessandro Sampaolesi dello Studio di Roma.
La riunione è stata dedicata all’approfondimento della legge
“Collegato alla finanziaria 2010” e momenti di collegamento
con le legislazioni straniere in tema di arbitrato.
Nella seconda parte della riunione invece, è stata evidenziata
l'importanza strategica della collaborazione fra i vari Studi
associati, al fine di offrire ai clienti interessati un ventaglio di
servizi qualitativamente adeguati alle crescenti necessità
indotte dalle aziende multinazionali che richiedono assistenza
legale in tutta Europa e nel mondo.
36
Partners
Avv. Anna Maria Corna Avv. Giorgio Molteni Avv. Marina Olgiati
Avvocato dal 1985 Avvocato dal 1987 Avvocato dal 1991
In Studio dal 1986 In Studio dal 1987 In Studio dal 1991
37
Avv. Francesco Autelitano Avv. Antonio Cazzella Avv. Damiana Lesce
Avvocato dal 2001 Avvocato dal 1993 Avvocato dal 1998
In Studio dal 1996 In Studio dal 1996 In Studio dal 1999
Avv. Mariapaola Rovetta Arici Avv. Valentina Ruzzenenti Avv. Luca D’Arco
Avvocato dal 1995 Avvocato dal 1997 Avvocato dal 1999
In Studio dal 1996 In Studio dal 1994 In Studio dal 1996
38
Associati
Avv. Simonetta Amadei Avv. Andrea Beretta Avv. Francesco Chiarelli
Avvocato dal 2007 Avvocato dal 2006 Avvocato dal 2006
In Studio dal 2007 In Studio dal 2003 In Studio dal 2002
Praticanti
Dott. Francesco Cristiano Dott.ssa Anna Minutolo Dott.ssa Veronica Rigoni
In Studio dal 2007 In Studio dal 2007 In Studio dal 2010
39
Staff
Giuseppe Milazzotto Titta De Maio Carmen De Maio
Responsabile Amministrativo Responsabile Segreteria Generale Responsabile Servizi Generali
Elena Vegetti
40
Contatti
Milano
20122 Milano
Via San Barnaba, 32
Tel.: + 39 02 55 00 11
Fax.: + 39 02 54 60 391;
+ 39 02 55 185 052;
+ 39 02 55 013 295
Roma
00192 Roma
Lungotevere Michelangelo, 9
Tel.: + 39 06 32 04 744
Fax.: + 39 06 36 000 362; www.trifiro.it
+ 39 06 32 12 849
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Genova
16121 Genova Milano Roma
Piazza della Vittoria, 12
Genova Torino
Tel.: + 39 010 58 01 39;
+ 39 010 56 22 62 Trento
Fax.: + 39 010 58 28 71
Torino
10121 Torino
Via Raimondo Montecuccoli, 9
Tel.: + 39 011 52 10 266
Fax.: + 39 011 51 19 137
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38122 Trento
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41
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