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•• 24 URBINO E MONTEFELTRO VENERDÌ 21 GENNAIO 2011

«Noi agiamo per amore dell’Ateneo»


Gli studenti dell’Assemblea permanente negano d’aver danneggiato l’aula C1
— URBINO —

NELL’AULA autogestita C1 di UNIVERSITA’


Nuovo Magistero in via Saffi, nul- «Oggi alcuni
la è stato danneggiato: tutto quel- «Ricordiamo Carlo Bo negano ancora
lo che hanno fatto, tutto quello
che hanno richiesto e per cui han- per la sua capacità le violenze
no lottato in questi mesi gli stu-
denti dell’Assemblea permanente
di ascoltare tutti» fatte nel ’68»
lo hanno compiuto «per amore di MAURO MURGIA * di VITTORIO CIARROCCHI
dell’Ateneo». Ci sono ancora per-
plessità da parte degli studenti URBINO ha dimenticato Car- SCRIVE Carlo Migani (ve-
che ancora compongono l’Assem- lo Bo? Se tanti segnali stanno nerdì 14): «Invece di sviluppare
ad indicare una dimenticanza argomentazioni personali, Ciar-
blea permanente di Urbino, artefi-
silente nelle forme, altri segnali rocchi continua a riportare frasi
ci dell’occupazione del Magiste- si possono inviare perché si deb-
ro, della mensa dell’Ersu, dei cor- estrapolate di giornalisti e profes-
ba ricordare, fattivamente, il sori, denigranti i sessantottardi,
tei ad Urbino e fino ad Ancona: Rettore magnifico nella sua pre- quasi fossero “vangelo”». E ag-
«La prima perplessità che solleva senza universitaria, a distanza giunge: «je m’en fous, me ne fre-
la dichiarazione del Rettore è sul- di anni. La mia personale espe- go di questo stantio modo di con-
la fase autoritaria che, secondo ticamente nella C1, che non ha per ottenere la ridiscussione delle rienza di studente, condivisa frontarsi». Tale lo stile di Miga-
lui, non sarebbe in atto — spiega- pronunciato neanche una parola fasce di contribuzione studente- con tantissimi altri che, di que- ni. Il quale rivendica «chiarez-
no i componenti dell’Assemblea in difesa di un luogo che fino a po- sca (tasse) rappresentano il modo gli anni, hanno fatto memoria za e precisione», e conclude: «co-
—: risulta paradossale che nello co tempo fa ha visto partecipi i per far rimanere l’Università di per gli impegni, non solo di stu- storo» (i critici del ’68) «non
stesso momento in cui si dichiara rappresentanti: questo denuncia Urbino ai livelli di altre universi- dio ma di lotta politica, non rie- hanno capito l’intero svolgersi
ciò, si minaccia una denuncia per che ormai compiacere il Rettore tà (vedi Bologna e gli altri atenei sce a dimenticare la sua figura. della nostra storia recente». Ri-
danneggiamento del patrimonio rappresenta il primo obiettivo di marchigiani) che hanno risposto Certo, non spetta a noi il compi- spondo. 1) Le frasi da me riferi-
in maniera più tempestiva alle dif- to istituzionale della memoria. te (specie il 9 gennaio) sono in
pubblico. Sul presunto danneggia- contesti che le confermano, per-
ficoltà economiche e sociali che Altri dovrebbero fare e, se non
mento e la riapertura della C1 Au- fanno, ci sono responsabilità mo- ciò nient’affatto «estrapolate».
togestita, forse il Rettore non sa o UNIVERSITA’ E CITTA’ interessano i propri studenti e
hanno accolto in maniera più so- rali. Carlo Bo ascoltava e com- Esse non saranno “vangelo”,
fa finta di non sapere che assoluta- «Abbiamo mantenuto alto prendeva gli studenti? Sì. Inol- ma provengono da persone me-
lerte le richieste degli studenti, glio informate e assai più obietti-
mente nulla è stato rotto o dan- il livello degli iscritti grazie tre di tasca propria aiutava stu-
che da ultimo rappresentano il ve- ve di Migani, le cui considera-
neggiato e toccato dagli studenti, al nostro passaparola» denti in difficoltà. E, con Bo,
ro corpo vivo dell’Università. Se zioni (colonnelli greci, legge
dato che il cilindretto delle serra- Urbino vuole rilanciarsi come perché non ricordare grandi do-
ture è stato estratto da personale centi, democratici fino in fondo, Merlin, etc.) sono estranee al di-
questi studenti — commenta l’As- Università e come città ha biso- battito sulla contestazione ses-
qualificato e in maniera assoluta- gno di guardare le cose da una pro- sempre e comunque dalla parte
semblea —. Chiudere la C1 sareb- di chi voleva studiare in una santottesca. 2) Quanto al suo in-
mente professionale. Tutto que- spettiva nuova e questa la posso- vito di mettere nei miei pensieri
sto avveniva sabato 15 gennaio, in be un gravissimo danno per tutta università diversa, senza scodin-
la comunità studentesca, che, an- no offrire solo gli studenti, soprat- «l’immaginazione al potere»: la
mattinata, dopo che per un’intera zolii baronali o di potere, metten- coltivi lui, codesta immaginazio-
che se alcune posizioni prese da- tutto quelli meno allineati. L’Uni- dosi continuamente in discussio-
settimana l’aula risultava inacces- versità di Urbino — conclude ne! 3) Per chiarezza e precisio-
sibile agli studenti perché chiusa gli studenti che oggi più che mai ne? Carlo Bo lo ricordiamo non ne non ambigue torno invece al
la frequentano possono non esse- l’Assemblea permanente — ha perché, come alcuni sostengono,
a chiave, l’unica chiusa di tutto il mantenuto alti i livelli di iscritti documentario (dedicato alla
re condivise, rappresenta una vo- venne piegato dalla arroganza “Casa dello Studente” di Urbi-
Magistero. Nessuno, per un’inte- soprattutto grazie al passaparola,
ce discordante, ma pur sempre de- dei movimenti studenteschi, ma no: www.videomemorie.org),
ra settimana, è stato in grado di se gli studenti ad Urbino non vi- perché comprese da subito la
darci alcuna spiegazione». gna di essere ascoltata. Tutte le nel quale si parla anche di un
vono più bene e non si sentono grande forza e novità che costo- fatto gravissimo accaduto
nostre proteste, negli scorsi mesi più tutelati si abbasserà il numero ro portavano. Confronti e non nell’università urbinate (febbra-
L’ASSEMBLEA spera che la vi- e nei mesi a venire, rappresentano degli iscritti, cosa che per altro sta scontri con Carlo Bo. Con lui io ’72): cioè al tentativo — se-
cenda si concluda qui, mentre re- un ennesimo atto d’amore per inesorabilmente avvenendo da 10 nessuno di noi alzò mai la voce guono parole del magistrato Ga-
sta il rammarico per l’atteggia- questo Paese e nel caso specifico, anni a questa parte. Gli studenti e il chiamarlo rettore era carico etano Savoldelli Pedrocchi —
mento indifferente assunto da nei confronti di Urbino e della non sono una risorsa economica, di rispetto. «di bruciare vivi alcuni giovani
una parte della rappresentanza sua Università. Tutte le lotte sulle sono una fabbrica di idee». * sociologo fascisti dentro l’Istituto d’italia-
studentesca, «nata e cresciuta poli- borse di studio così come quelle l. o. no negli anni ’70». Tentativo
compiuto da «decine di giovani
di sinistra», che «avevano dato
fuoco a della benzina dentro
APECCHIO l’edificio», e «solo l’intervento di
un maresciallo dei Carabinieri
Addio a Bartolucci, l’uomo del mappamondo ha impedito che si consumasse
una strage». Savoldelli Pedroc-
— APECCHIO — non dimenticare facilmente. Do- me misure uno costruito prece- chi, quando rievocava quella vi-
po il lavoro di artigiano edile e di dentemente in America. Ma le cenda, «gli si velava lo sguardo,
E’ MORTO ieri pomeriggio sue mani in questi ultimi anni e si indignava» (dal libro «Vol-
buon padre di famiglia allevando
all’Ospedale di Città di Castello e crescendo ben dieci figli, Orfeo non sono mai andate a riposo, co- ti», di Luigi Luminati, pp.
dove si era recato per degli accerta- andato in pensione, negli anni ’80 struendo un mega orologio e so- 17-18). Infatti allora «c’era
menti, all’età di 86 anni, Orfeo costruì in circa dieci anni di duro prattutto sistemando in cunicoli e una violenza politica feroce» (di-
Bartolucci, il costruttore del Map- lavoro, il Mappamondo della Pa- ampie stanze le sue innumerevoli ce Umberto Piersanti, nel docu-
pamondo della Pace, entrato nel ce, una costruzione interamente collezioni, da quelle delle fisarmo- mentario). Tanto feroce, che
libro dei Guinness e visitato da in legno e raffigurante il globo ter- niche per continuare con quelle non pochi contestatori spesso ur-
migliaia di persone. Orfeo Barto- restre con tanto di geografia, meri- degli antichi mestieri. Nominato lavano frasi come questa: «fasci-
lucci proprio in questi giorni sta- Cavaliere al merito della Repub- sti borghesi, ancora pochi me-
diani e paralleli, e che al suo inter- si!». E non furono soltanto paro-
va scrivendo gli ultimi capitoli, di blica dopo l’inaugurazione del
no può contenere fino a 600 perso- Mappamondo, Orfeo ha ricevuto le. Ma ci sono sessantottardi co-
quello che poi doveva essere dato ne, un lavoro di progettazione, di
alle stampe come il libro della sua tanti altri riconoscimenti da enti sì disonesti (parlo in generale),
studio e di fatica che fu subito ap- e associazioni. Ora stava scriven- che negano le sopraffazioni e le
vita, delle sue memorie e dei suoi prezzato non solo dai suoi concit- do il libro delle sue memorie: non violenze allora commesse, e si ri-
ricordi. «La mia vita è stata sem- tadini, ma dalle tantissime perso- ha fatto in tempo a darlo alle stam- fiutano di capire che molti gua-
pre intensa — amava puntualizza- ne e intere scolaresche che nel pe, di sicuro lo faranno i figli, de- sti dell’università cominciarono
re — val la pena, di essere raccon- tempo hanno voluto salire a Co- gni eredi del suo impegno. I fune- proprio dal ‘68. Questi sono fat-
tata». E sì, Orfeo Bartolucci l’ha lombara di Apecchio per ammira- rali si svolgeranno domani, saba- ti; e contro i fatti non valgono di-
vissuta da protagonista la sua esi- re l’opera. Orfeo andava fiero che to, alle ore 15 nel santuario del vagazioni, soprattutto se lunghe
stenza e ha lasciato con le sue ope- il suo Mappamondo era entrato Crocefisso di Apecchio. e contorte.
re un messaggio profondo, da nel libro dei primati battendo co- Amedeo Pisciolini

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