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Ecclesiologia del Concilio Vaticano II

Gli Atti degli Apostoli, 2 voll., Brescia 1985-86; J. contenuti principali sono esposti nella Lu-
Zmijewski, Atti degli Apostoli, Brescia 2006. men Gentium, ma tutti i documenti posso-
CLAUDIO DOGLIO no essere letti ecclesiologicamente: la
Chiesa è generata dalla parola di Dio (Dei
VOCI CORRELATE: apostolicità, Chiesa locale, Verbum) e dal mistero dell’azione liturgica,
Chiesa universale, ecclesiologia paolina, ecclesio- soprattutto della celebrazione eucaristica,
logia sinottica, evangelizzazione, Israele, missione, che ne rappresenta la più alta manifestazio-
parola e Chiesa, plantatio Ecclesiae, popolo di Dio, ne e realizzazione (Sacrosanctum Conci-
presbiterato, salvezza, Spirito Santo e Chiesa, te- lium); i suoi elementi identitari sono la
stimonianza. missione (Ad Gentes), la ricerca dell’unità
(Unitatis Redintegratio), l’inserimento nel
mondo (Gaudium et Spes). Un’operazione
ECCLESIOLOGIA DEL CONCILIO VATICANO II ecclesiologica è stata prodotta anche con la
mariologia, inserita come capitolo VIII del-
1. CENTRALITÀ DEL TEMA ECCLESIOLOGICO -
la Lumen Gentium, allo scopo di delineare
2. LE LINEE PORTANTI DELLA LUMEN GEN- la beata Vergine Maria come modello e ti-
TIUM - 3. PROBLEMATICHE ATTUALI.
po di ciò che la Chiesa è ed è chiamata a
diventare.
1. CENTRALITÀ DEL TEMA ECCLESIOLOGI- Nell’omelia di chiusura del Concilio
CO. Spinto dai nuovi fermenti che hanno Vaticano II (7 dicembre 1965), Paolo VI
caratterizzato il Novecento, il Concilio Va- sembrò percepire le obiezioni su questo ec-
ticano II (1962-1965) si è contraddistinto cesso di ecclesiologia, ma confermò la tesi,
per una concentrazione di pensiero eccle- sostenendo che si era trattato di ricollocare
siologico che ha portato a esplorare il mi- la Chiesa nel posto che ha all’interno del
stero ecclesiale in rapporto alle sue massi- piano divino: «Si dirà che il Concilio, più
me questioni. Tale centralità si è manife- che delle divine verità, si è occupato prin-
stata fin dalla prima sessione, trovando un cipalmente della Chiesa, della sua natura,
punto di svolta nel discorso pronunciato da della sua composizione, della sua vocazione
Leo Suenens alla 33a congregazione gene- ecumenica, della sua attività apostolica e
rale del 4 dicembre 1962. Per semplificare i missionaria stessa […]. È vero. Ma questa
lavori, il cardinale di Malines-Bruxelles introspezione non è stata fine a se stessa
propose un piano di insieme (plan d’ensem- […], ma per ritrovare in se stessa vivente e
ble) che articolasse il Vaticano II come un operante, nello Spirito Santo, la parola di
concilio De Ecclesia (ad intra – ad extra). Cristo, e per scrutare più a fondo il mistero,
Papa Montini rafforzò questa svolta nel suo cioè il disegno e la presenza di Dio, sopra e
primo discorso ufficiale all’apertura del se- dentro di sé» (EV 1/453*).
condo periodo (29 settembre 1963) e nel-
l’enciclica programmatica del pontificato, 2. LE LINEE PORTANTI DELLA LUMEN
dedicata proprio al tema della Chiesa, l’Ec- GENTIUM. Una collocazione adeguata di
clesiam Suam (6 agosto 1964). questo documento proviene dalla constata-
Il concilio ha studiato la Chiesa nella zione che esso è la prima trattazione, pres-
sua origine, natura, missione e nelle sue di- soché completa, sulla Chiesa da parte del
verse relazioni, interne ed esterne, promuo- magistero. L’intento è stato di dare all’ec-
vendo un’autocomprensione che, sebbene clesiologia un’impostazione più teologica e
in continuità con il passato, può essere de- meno giuridica, più comunionale e meno
finita «nuova» rispetto alla precedente. I gerarcologica, più diaconale e meno auto-
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referenziale, più pellegrinante e meno ta, una riflessione attenta potrebbe giustifi-
trionfante. Questi obiettivi sono stati rag- care questa chiave di lettura e permettere il
giunti senza cadere negli estremi opposti e proseguimento di un percorso che allo sta-
senza presumere di mutare nella sostanza il to attuale appare centrale per esprimere la
volto della Chiesa ereditato dalla tradizio- globalità del mistero ecclesiale. Questo an-
ne. La Lumen Gentium ha però permesso al- che perché la comunione non si pone ac-
l’ecclesiologia di fare quel «balzo in avanti» canto alle altre nozioni, ma riesce ad attra-
prospettato da Giovanni XXIII. I consensi versarle in modo coestensivo. Essa riesce
sono pressoché unanimi: Giovanni Paolo II inoltre a sintetizzare il bene salvifico e
l’ha definita «la magna charta conciliare per quindi il servizio che la Chiesa intende of-
una rinnovata e corroborante meditazione frire al mondo. La Lumen Gentium lo dice
sulla natura e sulla funzione, sul modo di fin dal proemio: «La Chiesa è in Cristo co-
essere e di operare della Chiesa» (Insegna- me sacramento, cioè segno e strumento
menti di Giovanni Paolo II, II [1978], p. 14), dell’intima unione con Dio e dell’unità di
mentre per Georges Dejaifve «nella storia tutto il genere umano» (n. 1: EV 1/284).
della Chiesa il giorno che ha segnato la L’idea è coniugata con il tema dell’origi-
promulgazione della costituzione Lumen ne, per dire che la comunione proviene
Gentium apparirà in avvenire certamente dall’alto e vive di un rapporto singolare con
come l’inizio di una nuova era» (L’ecclesio- il Padre (n. 2: EV 1/285), il Figlio (n. 3: EV
logia del concilio Vaticano II, in L’ecclesiologia 1/286) e lo Spirito Santo (n. 4: EV 1/287).
dal Vaticano I al Vaticano II, pp. 87-88). Di qui la frase di Cipriano che comanda la
Questi giudizi sono abbastanza giustifi- costituzione e che va interpretata in senso
cati se si esamina la costituzione dal di den- causativo: la Chiesa vive come «popolo ra-
tro; lo testimoniano le diverse voci di que- dunato nell’unità del Padre, del Figlio e
sto Dizionario che direttamente o indiretta- dello Spirito Santo (de unitate Patris et Filii
mente fanno riferimento ad essa. La Chiesa et Spiritus Sancti plebs adunata)» (LG 4: EV
cercava una nuova forma e questa operazio- 1/288). Adeguato spazio riceve inoltre la fi-
ne veniva realizzata utilizzando categorie sionomia comunitaria, sostenendo che la
interpretative diverse dal tradizionale mo- Chiesa cresce come «comunione di vita, di
dello della societas perfecta inaequalis hierar- carità e di verità» (n. 9: EV 1/309), avendo
chica. Si è così aperto lo spazio alle nozioni al centro l’Eucaristia, sacramento della co-
di «mistero», che favorisce il recupero della munione, che «produce e rappresenta
dimensione spirituale; di «popolo di Dio», l’unità dei fedeli» (n. 3: EV 1/286).
che permette una ristrutturazione storico- Il fondamento di questa ecclesiologia è
esistenziale; di «corpo di Cristo», che sotto- l’ontologia della grazia che estende la sog-
linea la dipendenza cristologica; e di «sacra- gettività, stabilendo una dimensione egua-
mento», che permette di sviluppare l’eccle- litaria nell’esistenza e nella missione cristia-
siologia in senso soteriologico. Senza di- na: «In Cristo e nella Chiesa nessuna ine-
menticare altri temi come il rapporto tra guaglianza […]. Anche se per volontà divi-
Spirito Santo e Chiesa, con l’elaborazione na alcuni sono costituiti dottori, dispensa-
di un’adeguata pneumatologia. tori dei misteri e pastori a vantaggio degli
Una visione sintetica, autorizzata dal altri, fra tutti vige però vera uguaglianza
Sinodo straordinario dei vescovi del 1985, quanto alla dignità e all’azione nell’edifica-
è di vedere l’ecclesiologia di comunione re il corpo di Cristo, che è comune a tutti
come idea centrale (cf. ESV 1/2739). Ben- quanti i fedeli» (n. 32: EV 1/365-366).
ché l’affermazione esiga di essere dimostra- Conseguenze dirette sono state l’estensione
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della corresponsabilità, con l’applicazione compito di accompagnare il cammino del


ai battezzati del triplex munus (sacerdotale, popolo ecclesiale, si trova oggi immersa in
profetico e regale); il recupero del laicato, nuovi scenari. In generale si tratta di com-
del tema dei carismi e della partecipazione prendere e vivere la fede in un mondo ca-
in ordine alla conservazione e trasmissione ratterizzato da una secolarità che rischia di
della fede (sensus fidei). Tutto ciò non ha rinchiudere la scelta religiosa nello spazio
portato a rovesciare l’ecclesiologia, negan- strettamente individuale. Tra i nodi eccle-
do l’elemento istituzionale e le articolazio- siologici che attendono di essere sciolti vi
ni interne di ordine ministeriale che la co- sono poi il rapporto tra storia e regno, le
stituzione esamina al capitolo III, con la persistenti tensioni a livello ecumenico e
nota discussione sulla collegialità e l’intro- istituzionale, i rapporti tra collegialità epi-
duzione di una Nota esplicativa previa per la scopale e primato romano, tra Chiesa par-
sua interpretazione. ticolare (locale) e Chiesa universale, tra
ministero e laicato.
3. PROBLEMATICHE ATTUALI. Il concilio Una consegna conciliare è di assumere
segna una tappa rilevante del millenario il modello sinodale che ha una sua speciale
cammino ecclesiale, la sua operazione va figura esperienziale nell’assemblea, non so-
valutata positivamente sia sul piano eccle- lo liturgica, in modo che al soggetto sia da-
siologico, per aver saputo elaborare una ta la possibilità di intensificare l’apparte-
sintesi dinamica dell’identità della Chiesa nenza, di operare per una migliore identifi-
sia sul piano pratico, per le molte riforme cazione con i valori della propria identità
auspicate e poi attuate nei diversi campi religiosa e di imparare a maturare la koino-
della parola, della liturgia, del dialogo ecu- nía. Appare evidente, infatti, che se non si
menico e interreligioso, dell’organizzazio- offrono concreti spazi di integrazione, la
ne. Frutto conciliare è pure un risveglio vocazione comunitaria, che caratterizza
della coscienza ecclesiale nei fedeli che l’evento cristiano, rischia di apparire
non si sentono più solo membri, ma ap- un’astrazione. La Chiesa è chiamata ad agi-
prendono a costituire la Chiesa dal di den- re corresponsabilmente, assumendo la logi-
tro, nell’essere e nell’agire. ca dell’insieme, non per rinchiudersi in se
Ciononostante non sono mancati i pro- stessa, ma per aprirsi coscientemente alla
blemi e la ricezione, che si caratterizza an- propria missione nel mondo. Sarà questo il
cora per i tempi lunghi, sta conoscendo modo «nuovo» di fare la Chiesa, voluto e
una variegata forma di reazioni, non sem- auspicato dal Concilio Vaticano II.
pre conciliabili, da parte dei diversi sogget-
ti ecclesiali. L’accordo comunque trovato BIBL.: G. Baraúna (a c. di), La Chiesa del Vaticano
tra i diversi schieramenti episcopali, testi- II. Studi e commenti intorno alla costituzione dogma-
moniato dalla votazione unanime dei do- tica «Lumen Gentium», Firenze 1965; Facoltà Teo-
cumenti finali, non si è imposto nel perio- logica Interregionale di Milano, L’ecclesiologia dal
do successivo. La difficoltà maggiore ri- Vaticano I al Vaticano II, Brescia 1973; G. Philips,
La Chiesa e il suo mistero nel concilio Vaticano II.
guarda l’intesa ermeneutica, dove i due
Storia, testo e commento della costituzione «Lumen
grandi orientamenti della continuità e del- Gentium», Milano 19822; L. Sartori, La «Lumen
la discontinuità sono pure chiamati a tro- Gentium». Traccia di studio, Padova 1994; A. Zam-
vare un punto di incontro. L’importanza barbieri, I concili del Vaticano, Cinisello Balsamo
dell’ecclesiologia conciliare non deve inol- 1995; M. Vergottini (a c. di), La Chiesa e il Vatica-
tre portare a pensare di fermarsi ad essa, an- no II. Problemi di ermeneutica e recezione conciliare,
che perché la ricerca teologica, che ha il Milano 2005; G. Routhier, Il concilio Vaticano II.

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Recezione ed ermeneutica, Milano 2007; G. Tangor- logica direttamente trattata riguarda il po-
ra, La Chiesa secondo il Concilio, Bologna 2007. tere giurisdizionale dei vescovi.
GIOVANNI TANGORRA 1.1. Elementi ecclesiologici impliciti. A
Trento vengono discussi diversi argomenti
VOCI CORRELATE: assemblea liturgica, carisma, direttamente legati alla dottrina sulla
carità, Chiesa locale, Chiesa universale, collegia- Chiesa, come il rapporto tra Scrittura e tra-
lità episcopale, comunione, comunità, corpo di dizione e tra fede e opere, la questione dei
Cristo, Eucaristia e Chiesa, laicato, liturgia, Maria sacramenti e della loro istituzione, l’Eucari-
e Chiesa, ministero, mistero, parola e Chiesa, po- stia e il sacerdozio ministeriale, la dottrina
polo di Dio, primato romano, regno di Dio, reli- sui santi, sul purgatorio e sulle indulgenze.
gioni e Chiesa, ricezione, riforma, sacramentalità, Il doppio registro sul quale si muove il con-
secolarità, sensus fidei, Spirito Santo e Chiesa, teo- cilio di Trento – dogmatico e disciplinare,
logia ecumenica, tradizione.
richiesti rispettivamente da papa Paolo III
e dall’imperatore Carlo V – produce noto-
riamente una certa dicotomia nelle espres-
ECCLESIOLOGIA DELLA CONTRORIFORMA sioni conciliari; non però fino al punto da
1. IL CONCILIO DI TRENTO: 1.1. Elementi ec- rendere irriconoscibile il progetto di Chie-
clesiologici impliciti; 1.2. L’immagine globale sa perseguito dai padri conciliari: un raffor-
di Chiesa; 1.3. Il potere giurisdizionale dei ve- zamento istituzionale, nella lotta contro gli
scovi - 2. B ELLARMINO E L’APOLOGETICA abusi del clero e della pietà popolare e nel-
SUCCESSIVA: 2.1. L’ecclesiologia controversi- la riaffermazione dei pilastri essenziali della
sta di Bellarmino; 2.2. La «demonstratio ca- tradizione ereditata dal medioevo.
tholica». 1.2. L’immagine globale di Chiesa. L’imma-
gine globale di «Chiesa» risultante dal con-
Le prime avvisaglie di una «riforma» cilio è molto lontana da quella luterana. La
cattolica a ridosso del protestantesimo si Chiesa, per il concilio di Trento, si definisce
incontrano nelle numerosissime confrater- attorno a tre assi: il Vangelo, del quale essa
nite del XV-XVI secolo, nella fondazione è custode fedele e autentica con la sua tradi-
di nuovi ordini religiosi durante il XV seco- zione; i sacramenti, specialmente l’Eucari-
lo (teatini, barnabiti, somaschi, orsoline e stia celebrata dal sacerdote come vero sacri-
altri) e nella riforma dei grandi ordini men- ficio di Cristo; la gerarchia, fondata sul sa-
dicanti. Il Concilio Lateranense V, del cramento dell’ordine, garante della fedeltà
1513-1514, giunge troppo tardi per evitare al Vangelo e della disciplina ecclesiastica.
lo scoppio della Riforma protestante, ma Alcuni elementi fondamentali dell’ecclesio-
riesce comunque a eliminare parte delle de- logia luterana restano vistosamente ai mar-
plorevoli situazioni lamentate poi dai rifor- gini di quella tridentina, come il primato
matori. È comunque il concilio di Trento della parola di Dio, il ruolo della comunità
(1545-1563) a prendere di petto le idee e la dimensione invisibile della Chiesa. Nei
fondamentali della Riforma e avviare una testi conciliari non compare mai la nozione
vera e propria «controriforma» cattolica. di sacerdozio comune o battesimale; il «sa-
cerdozio» vi risulta infatti assorbito dal sa-
1. IL CONCILIO DI TRENTO. L’assise tri- cramento dell’ordine (cf. p. es. DS 1740-41;
dentina non elabora un’esplicita dottrina 1752; 1764; 1771; ecc.).
della Chiesa, ma presenta comunque tratti 1.3. Il potere giurisdizionale dei vescovi. I
ecclesiologici impliciti e un’immagine glo- padri tridentini discussero direttamente un
bale di Chiesa; l’unica questione ecclesio- argomento strettamente connesso all’ec-
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