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L’Agenzia delle Entrate – Direzione Generale Affari Legali e Contenzioso - a seguito delle più recenti

decisioni della Corte di Cassazione in tema di assoggettabilità IRAP ha emanato la circolare n. 28/E del 28
maggio 2010 contenente istruzioni operative per il contenzioso pendente. La circolare in questione si
sofferma su tre casistiche: ausiliari del commercio, medici di base e omessi versamenti, richiamando per
ognuno dei casi trattati la giurisprudenza più autorevole. Interessanti sono le conclusioni di tale circolare
laddove recita: “ Nella gestione del contenzioso concernente l’ IRAP “ lavoratori autonomi “ le strutture
territoriali terranno conto delle indicazioni fornite con la presente circolare ….. Il contenzioso pendente va
eventualmente abbandonato solo se il ricorso del contribuente risulti fondato alla luce sia dei richiamati
orientamenti giurisprudenziali sia dei presupposti di fatto ( assenza di organizzazione autonoma ) che
legittimano l’esclusione dall’IRA, sempre che non siano sostenibili altre questioni. “ L’importanza di tale
assunto sta nel fatto che contiene il riconoscimento che in assenza di “autonoma organizzazione “ sia
legittima l’esclusione dall’IRAP e invita quindi le strutture territoriali a valutare nel concreto dei singoli casi
contenziosi pendenti l’opportunità di abbandonare il ricorso. Nodo fondamentale del contenzioso IRAP con
il fisco diventa l’esistenza o meno dell’autonoma organizzazione, intesa come capacità di produrre una
ricchezza aggiuntiva rispetto a quella derivante dal lavoro del soggetto che ne è titolare. Fondamentale
diventa porsi il quesito in relazione a quale sia il soggetto su cui ricada l’onere della prova in merito alla
sussistenza o meno dell’autonoma organizzazione; sul punto è stata chiamata ad esprimersi la
Commissione Tributaria Regionale per il Lazio con la sentenza n. 267 del 21/12/2010 ( vedi la pagina
massime tributarie ). La vicenda trae spunto da un accertamento derivante dal controllo automatizzato ex
art. 36bis del DPR 600/1973. La Commissione ha stabilito l’obbligo in capo alla Agenzia delle Entrate di
provare l’esistenza di un’autonoma organizzazione in capo al contribuente non ravvisandosi in capo a
quest’ultimo nessun obbligo in tal senso e nel principio generale dell’onere della prova. Quando l’Agenzia
voglia far valere la propria pretesa creditoria deve dimostrare la sussistenza dell’autonoma organizzazione
e la conseguente assoggettabilità IRAP del contribuente. Una diversa situazione si prospetta nel caso in cui
il contribuente dopo aver presentato la dichiarazione IRAP ed effettuato i versamenti conseguenti presenti
istanza di rimborso per le imposte versate e non dovute ritenendo di non essere assoggettabile all’imposta.
Si rammenta che la possibilità per il contribuente di emendare la dichiarazione presentata è sancita dai
principi di emendabilità e ritrattabilità ed è esercitabile ad esempio presentando istanza di rimborso. In
siffatta situazione l’onere della prova della insussistenza dell’autonoma organizzazione ricade sul
contribuente istante. Riepilogando possiamo avere due diverse situazioni:

- la pretesa creditoria in tema di IRAP è avanzata dall’Agenzia delle Entrate, fondata ad esempio su
accertamento automatizzato ex art. 36 bis DPR 600/1973, allora spetta alla Pubblica
Amministrazione dimostrare la sussistenza del presupposto all’assoggettabilità all’imposta;
- l’imposta è stata originariamente assolta e successivamente chiesta a rimborso dal contribuente,
allora su quest’ultimo spetta l’onere della prova.

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