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U.Eco
di Fabrizio Monaco
• Non tutte le INFERENZE sono considerabili atti semiotici ma solo quando questa e’
culturalmente riconosciuta e sistematicamente codificata (convenzione semiotica) + eventi
provenienti –da una fonte naturale possono essere segni se sia la causa che l’effetto non sono di
fatto percepibili -segni artificiali. Gestualita’ inconscia o il ’far finta’=> possibili combinazioni
di fraintendimenti/intendimenti recepimenti/no
• Gli STIMOLI non rispondono alla nozione di segno come convenzione di qualcosa che sta
per qualcos’altro, quindi non sono segni; pero’…p34
• Def. di CULTURA in senso antropologico: per presenza di 4 elementi: a)prodozione di
strumenti d’uso b)scambio di beni c)relazioni parentali d)linguaggio verbale articolato.
-Per dimostrare che l’intera cultura e’ un fenomeno di comunicazione e significazione: 2 teorie:
RADICALE (l’intera cultura deve essere studiata come fenomeno semiotico) e MODERATA
(l’intera cult. puo’ essere…)
RADICALE: (divisa in I-solo su processi di comunicazione II-solo su significazione.
Comunque fondata su processi di significazione)
Punto a)una volta che l’uso dello strumento e’ stato concettualizzato lo strumento stesso
(oggetto) diventa il segno concreto (significante) della sua funzione (significato) e viceversa
b)nello scambio il valore d’uso di una merce e’ trasformato in valore di scambio
(simbolizzazione) ulteriormente perfezionato col denaro.
c)es. si sceglie una moglie in un sistema dove il valore simbolico della donna la rende in
opposizione (in quanto moglie) con le altre donne => segno di un sistema di obblighi sociali.
MODERATA: i sistemi di significati sono org. in strutture con stesse regole semiotiche di
sitemi di significanti => l’oggetto in quanto tale ha gia’ funzione significante => ogni fenomeno
culturale puo’ essere studiato nel suo funzionamento di artificio significante.
• Codici possibili solo grazie a diverse regole combinatorie: doppia entita’ del
cod.: 1-stabilisce correlazioni semantiche 2-stabilisce regole di cobinabilita’
sintattica:
Il significante ha marche sintattiche che permettono la sua combinabilita’ o
meno a livello grammaticale (indipendentemente dalla sua accettabilita’
semantica)
Il significato e’ formato da marche semantiche che possono o meno
accordarsi a quelle sintattiche
La funz. segnica e’ assolta dall’insieme inscindibile di marche sintattiche e
semantiche.
• Problemi su componenti semantiche (marche): -sono identificabili?
-costituiscono un insieme finito di universali semantici?
-sono costrutti teorici o empirici?
-la loro interconnessione basta a definire un semema?
…da qui’ modelli semantici:
• Su produzione segnica (che soppianta una tipologia dei segni per vacuita’ di nozione di
segno) come risultato di diversi tipi di operazione produttiva:
1. lavoro sul continuum espressivo per produrre fisicamente i segni
2. lavoro per articolare unita’ d’espressione:
3. per articolare per la prima volta funtivi (invenzione di codice)
4. per applicare un cod. preesistente, sia per mitt. che per destinatario (adeguamento)
5. per mutare un cod. esistente (mutazione di cod.)
6. lavoro di discorsi retoriciper coprire la loro contraddittorieta’ (commutazione di
cod.)
7. interpretare tramite inferenza
8. produrre ed interpretare asserti ed enunciati indicali + giudizi semiotici e
fattuali p.207
9. per verificare se un’espressione si riferisce alle proprieta’ reali della cosa
10. utilizzare nell’interpretazione circostanze gia’ codificate
11. attirare l’attenzione del destinatario per sollecitare risposte comportamentali p.208
• nella produzione segnica si ha un triplice processo: 1. manipolazione del
continuum espressivo 2.correlazione di espressione a contenuto
3.connessione segni/eventi reali
• produzione come combinazione di questi tre processi => segno non piu’
caratterizzato in se stesso ma dal differente modo di produrlo.
• Segni INDICALI: usati per indicare e nominare. A volte indipendenti dalla loro
possibilita’ di verifica.
Strawson (1950) dice che il menzionare non e’ una funzione di un’espressione ma
l’uso che di questa fa qualcuno (l’enunciato ha funzione di ‘significare’)
• l‘atto di riferimento collega un enunciato ad una circostanza per mezzo di una
indicazione (puntatore)
Peirce: di fronte all’esperienza noi elaboriamo idee per conoscerla => queste idee
sono gli interpretanti dei segni che le suggeriscono. Il segno non e’ rappresentativo in se’ ma
lo e’ per un’idea (un pensiero). + per Locke le idee sono un prodotto semiotico: IDEA =
UNITA’ CULTURALE.
• INICANDO (nel caso di giudizi indicali SEMIOTICI):
1. riconosco la cosa per quella che e’ applicando uno schema culturale (idea)
2. interpreto l’occorrenza della cosa come significante del tipo (corrispondente
idea) basandomi sulle proprieta’ culturali che la cosa ha
3. dalle proprieta’ della cosa seleziono quelle che riconosco appartenenti alle
proprieta’ semantiche del suo significante
paragono 2 oggetti semiotici : - contenuto di una espressione linguistica - contenuto di una
percezione. Nel caso di giudizi indicali FATTUALI l’enunciato puo’ essere semanticamente
accettabile o no.
• Linguaggio verbale inteso in 3 modi: 1. sistema modellizzante primario di cui tutti gli
altri sono derivazioni 2. modo piu’ appropriato che l’uomo usa per tradurre le proprie
idee => linguistica come modello di ogni attivita’ semiotica 3. solo la lingua ha la
capacita’ di esprimere ogni esperienza umana e ogni contenuto esprimibile con altri
artifici semiotici (fallacia verbocentrica) => vedi Garroni p.234
• Per una semiotica generale bisogna dimostrare che: I- esistono diversi segni e diversi
modi per produrli II- il rapporto che c’e’ tra segni e loro contenuto non e’ sempre uguale
a quello che esiste nei segni verbali III- la teoria segnica deve avere un unico apparato
categoriale per tutti questi diversi segni.
• Struttura: quando un continuum e’ graduato in unita’ pertinenti che assumono precisi
limiti.
- Segni anzitutto distinguibili per canale che li veicola (continuum dell’espressione) p.
236
- Distinguibili per loro fonte (naturale o umana)
- Per loro specificita’ semiotica , ossia in segni con specifica funzione di significare o
prodotti per funzioni pratiche e poi considerati segni per altro: a) per classe di oggetti; b)
riconosciuti come forme che stimolano una funzione perche’ quella forma suggerisce
quella funzione.
• TRICOTOMIA DI PEIRCE: segni distinti in SIMBOLI (arbitrariamente connessi col
proprio oggetto); ICONE (simili al proprio oggetto); INDICI (fisicamente connessi al
proprio oggetto)
+ distinguibili per loro riproducibilita’:
1. occorrenze del segno replicabili su modello del tipo proprio (SINSEGNO)
2. occorrenze replicabili ma con alcune ‘unicita’ materiali’ (SINSEGNO e anche
QUALISEGNO)
3. occorrenza e tipo coincidono (SINSEGNI e anche LEGISEGNI).
FINE