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Basi

Anatomo-Fisiologiche
-Insegnante 1° Livello –
Concetti base di FISICA
Meccanica

Cinematica
ramo della meccanica
che si occupa di descrivere il moto degli oggetti senza
porsi il problema di trovare le cause che lo determinano

Studio del moto ed equilibrio di un


sistema soggetto a forze.

Dinamica
ramo della meccanica
che si occupa dello studio del moto dei corpi e delle
sue cause cioè delle circostanze che lo determinano e
lo modificano
Le Leggi della DINAMICA

Prima Legge – Legge di INERZIA


Ciascun corpo persevera nel suo stato di quiete o di moto rettilineo
uniforme, salvo che sia costretto a mutare quello stato da forze esterne

Seconda Legge – Principio di Proporzionalità


Il cambiamento di moto è proporzionale alla forza risultante motrice impressa,
ed avviene lungo la linea retta secondo la quale la forza è stata impressa
Terza Legge – Principio di Azione e Reazione
Ad ogni Azione, corrisponde una Reazione Uguale e Contraria

aF F  ma
L’ Accelerazione di un Costante di proporzionalità
corpo = m proprietà intrinseca del corpo,
è proporzionale alla forza risultante indice della sua inerzia
esercitata sul corpo stesso
Caratteristiche Cinematiche delle Articolazioni
a) L’ articolazione è in estensione quasi
completa; il braccio risulta piccolo (1,7 cm)
ed il muscolo lavora in condizioni
meccaniche sfavorevoli; la maggior parte
della forza muscolare provocherà una
compressione dell’articolazione piuttosto
che una rotazione relativa.

a) Il braccio di leva è aumentato


considerevolmente (4,3 cm); la forza
muscolare è trasdotta quasi interamente
in rotazione
Espressione della Forza

ESPRESSIONE Di

FORZA
F=mxa

Proporzionale Proporzionale a = dV / dt
alla alla
Massa Velocità

INVERSAMENTE
Proporzionale
al F = m x dV / dt
Tempo
Newton e peso dei corpi
La Forza di Gravità, attira
i corpi al suolo ad una
accellerazione pari a
9,81 m/sec

NEWTON
Unità di misura del peso, in quanto il peso è la
forza che agisce tra due corpi a causa della
gravità. Una massa di un chilogrammo, in
prossimità della superficie terrestre, ha un peso
di circa 9,81 newton.
Il braccio dovrà
1N = 1Kg / 9,81 = 102gr esercitare una Forza di
opposizione, pari alla
massa del corpo x
l’accellerazione di
gravità:

F= m x g
F= 1kg x 9,81m/sec
F= 9,81 N (misura del peso dei corpi)
Newton e Joule
Un joule è il lavoro richiesto per esercitare una forza di un Newton
per una distanza di un metro (newton metro) :

1Joule = 1N x metro = ENERGIA


1Watt = 1 Joule / secondo = POTENZA

Se sollevo di 1 metro un corpo di massa 10Kg, produco un lavoro di:


Lavoro = Forza x Spostam. = Joule
Forza = Massa x Accellerazione (g) = Newton
Lavoro = M x g x S = Joule
Lavoro = 10 x 9,81 x 0,5 = 49,05 Joule

Un joule è anche il lavoro svolto per produrre la potenza di 1 Watt al secondo


1Joule = 1 watt x 1 secondo
1Watt = 1 Joule / secondo
(A parità di Watt, maggiore sarà il tempo esecutivo, minore saranno i Joule espressi, e quindi il
Lavoro compiuto)
I Piani

Piano Trasversale

Piano Frontale

Piano Sagittale
Terminologia Settoriale
1. ABBASSARE azione lenta dell’ arto o parte del corpo dall’alto verso il basso
2. ABDURRE allontanare un segmento corporeo rispetto l’asse longitudinale
3. ADDURRE avvicinare un segmento corporeo rispetto l’asse longitudinale
4. AFFONDO ampio spostamento in avanti di un arto inferiore sul piano sagittale
5. ANDATURA spostamento del corpo sul terreno o su un attrezzo
6. ANTAGONISTI muscoli con azione opposta nel movimento di un segmento corporeo
7. ARCO atteggiamento breve del corpo in flessione posteriore
8. ATTREZZO mezzo per esercizi. Può essere grande piccolo, convenzionale occasionale
9. BALZO azione di stacco dal suolo su di un piede ed arrivo sull’altro piede
10. CIRCONDUZIONE circonferenza descritta da un estremo del corpo con l’altro fisso
11. CORSA serie di balzi
12. DECUBITO corpo disteso al suolo: PRONO in posizione dorsale, SUPINO in posizione frontale, LATERALE sul fianco
13. DISTANZA spazio creato tra due persone in fila
14. DISTENDERE allungamento di gruppi muscolari e articolazioni
15. DIVARICARE allontanare gli arti inferiori uno dall’altro simultaneamente
16. ELEVARE azione lenta del corpo o degli arti, che si portano a 90° tra di loro
17. ESTENDERE allontanare due segmenti corporei vicini
18. FALCATA distanza compresa tra due successivi appoggi del piede sinistro intercalato da un appoggio del piede destro
19. FLESSIONE avvicinamento di due segmenti del corpo
20. FILA disposizione delle persone una dietro l’altra
21. IMPUGNARE presa della mano/i con l’attrezzo o altra persona
22. INCLINARA deviare il busto, tenuto teso, dall’asse verticale
23. INTERVALLO spazio tra persone disposte in riga
24. OSCILLARE movimento pendolare di un segmento corporeo avente per punto fisso un’articolazione
25. PASSO distanza tra due impugnature
26. PIEGATA in attitudine di appoggio tenere un atteggiamento breve
27. RIGA persone poste una di fianco all’altra
28. SLANCIO movimento veloce di un segmento corporeo mantenuto in atteggiamento lungo
29. TORSIONE movimento sul piano frontale di un segmento con una parte fissa
30. TRASLOCAZIONE spostarsi da un punto ad un altro non deambulando
Apparato RESPIRATORIO
App. Respiratorio
La RESPIRAZIONE
Da ricordare che la respirazione avviene per differenza di
pressione tra l’interno dei polmoni e l’ambiente che ci
circonda. I muscoli respiratori della gabbia toracica,
compreso il diaframma, non fanno altro che aumentare il
volume dei polmoni creando una depressione, la pressione
atmosferica poi, ci permette di inalare aria.
Nella fase espiratoria espelliamo CO2 trasportato ai vasi
degli alveoli dal cuore, grazie al Tronco Polmonare, e nella
inspirazione, immettiamo O2 nel sangue, sempre attraverso
i vasi degli alveoli che viene trasportato al cuore dalle Vene
Polmonari

Pressione
Atmosferica

Depressione
Meccanica Respiratoria
Apparato CARDIOCIRCOLATORIO
App. Cardiovascolare
La Grande Circolazione POLMONARE
La c. Polmonare ha origine dal Ventricolo destro e finisce nell’Atrio sinistro; la
c. Corporea ha origine dal Ventricolo sinistro e finisce nell’Atrio dx.
BLU = sangue povero di ossigeno
ROSSO = sangue ossigenato
LILLA = il sistema porta
GIALLO = i dotti Linfatici

- Le Vene portano sangue al cuore


- Le Arterie portano sangue agli organi

Circolazione CORPOREA ➀ Circolazione


1. A. Carotide Comune
2. Ramificazioni Cerebrali POLMONARE➊
3. Tronco Celiaco 1. V. Cava Inferiore
4. A. Gastrica 2. V. Cava Superiore
5. Ramificazioni Gastriche 3. Atrio dx
6. A. Splenica o Lienale 4. Ventricolo dx
7. Ramificazioni Spleniche (Milza) 5. Tronco Polmonare
8. A. Renale 6. Ramificazioni Polmonari
9. Ramificazioni Renali 7. Vene Polmonari sx
10. A. Mesenterica 8. Vene Polmonari dx
11. Ramificazioni Intestinali 9. Atrio sx
12. Ramificazioni Periferiche 10. Ventricolo sx
13. V. Mesenterica 11. Aorta
14. V. Renale
15. V. splenica o Lienale
16. V. Porta
17. A. Epatica Comune
18. Ramificazioni Epatiche
19. Vene Epatiche
Il Cuore
Apparato DIGERENTE
Apparato Digerente
La Digestione del cibo, avviene in tre macro-fasi:
La prima fase avviene nella bocca (Triturazione e
formazione del Bolo)
La seconda fase o fase gastrica avviene nello
stomaco (formazione del Chimo)
La terza fase o fase intestinale avviene nell’intestino
tenue (Disgregazione e Assorbimento
Assorbimento dell’acqua, dei sali ed escrezione delle
sostanze non utilizzate.
Digestione Intestinale
La digestione intestinale segue quella gastrica
e termina con l’arrivo del chimo nel retto dove
si formano le feci che vengono poi espulse
attraverso l’ano. Quando il chimo raggiunge il
tenue, e’ in forma semiliquida e acida. Il chimo
nel duodeno entra in contatto con i secreti
pancreatici e con i secreti biliari. Quindi da
acido diventa basico.
Nel tenue si completano i processi digestivi, il
cibo viene ridotto in composti sempre piu’
piccoli in modo da poter essere assorbiti dalla
parete intestinale. Questa funzione
disgregatrice, viene svolta dagli enzimi secreti
all’interno dell’intestino. Quando il chimo entra
nel duodeno, viene in contatto con le
Composizione del Chimo secrezioni del pancres e del fegato. Il succo
Proteine parzialmente digerite pancreatico e’ un liquido incolore e alcalino, e’
prodotto dalla parte esocrina del pancreas e
Carboidrati parzialmente scissi viene immesso nel duodeno per facilitare la
Grassi rimasti inalterati digestione.

Composizione del succo Pancreatico Sostanze che stimolano la secrezione Pancreatica


Tripsina che scinde le proteine Acetilcolina (prodotta dal sistema nervoso autonomo)
Amilasi e maltasi che scindono i carboidrati Gastrina proveniente dallo stomaco
Lipasi che scinde i grassi Colecistochinina prodotta dal duodeno
Bicarbonato che serve a neutralizzare Secretina prodotta dal duodeno e dal digiuno
l’acidita’ proveniente dallo stomaco.
Apparato Digerente

La parte principale della digestione avviene nel digiuno ed e’ legata


all’azione degli enzimi pancreatici e dei sali biliari sugli alimenti
assunti

IDROSOLUBILI Proteine e Carboidrati sono idrolizzati


= dagli enzimi pancreatici, assorbiti e
rilasciati nella circolazione portale
ALTA Digeribilità

INSOLUBILI Grassi ed alcune vitamine devono


= essere solubilizzati in micelle dai Sali
biliari, assorbiti, assemblati nei
BASSA Digeribilità chilomicroni e rilasciati nella
circolazione linfatica.
La Bocca
La digestione inizia nella bocca con la masticazione, i denti triturano il cibo e lo
sminuzzano. Ghiandole Salivari

Il cibo viene impastato dalla saliva, che serve anche da lubrificante durante la
deglutizione, formando il bolo alimentare.
La saliva e’ prodotta dalle ghiandole salivari ed e’ un liquido incolore viscoso.
Nelle 24h vengono prodotti da 1,3 a 1,5 litri di saliva ed è composta come segue :
99,5% di H2O
Globuli bianchi
CO2 ed O2 (costituenti inorganici) servono a mantenere la giusta acidita’
Gli enzimi (costituenti organici)
Ptialina
Questo enzima digerisce l’amido cotto trasformandolo in amido
solubile prima e in destrina e maltosio poi
Maltiasi
Questo enzima opera la digestione del maltosio
Il Lisozima un antibiotico naturale
La Mucina il vero lubrificante

Quindi una volta che si e’ formato il bolo alimentare, questo attraverso la


deglutizione passa nell’esofago e successivamente nello stomaco.
L’ Esofago

L’esofago e’ lungo circa 25 cm. ed ha un diametro di 2-3 cm. Il bolo non


arriva nello stomaco per forza di gravita’, ma grazie alle onde peristaltiche
provocate dai muscoli dell’esofago. L’esofago collega la Bocca allo stomaco
attraverso un orifizio, il Cardias.
Lo Stomaco
La seconda fase detta fase gastrica, avviene nello
stomaco, qui il bolo ad opera dei succhi
gastrici e degli enzimi in esso contenuti, viene
trasformato in chimo una sostanza semifluida.

Mediamente questo organo presenta una lunghezza


massima di circa 25 cm, con una larghezza di
12 cm e uno spessore da faccia a faccia di 8
cm. Le sue dimensioni diminuiscono nelle
persone che mangiano poco, mentre tendono
ad aumentare in quelle che mangiano molto.

Morfologia dello Stomaco (si divide in tre parti):


Il fondo e’ la parte più alta dello stomaco e forma una
sorta di cupola.
Il corpo, sotto al fondo, scende verticalmente
incurvandosi e restringendosi.
La parte pilorica, segue il corpo ed e’ in prossimità
del piloro.
Sistema NERVOSO
Il Sistema Nervoso

Sistema Nervoso Centrale

Cervello Nervi Cranici Midollo Spinale

Sistema Nervoso Periferico

provoca la Eccitazione / Inibizione


contrazione delle cellule muscolari
delle Fibre cardiache e liscie
muscolari e delle ghiandole
scheletriche
Ortosimpatico Parasimpatico

Nervi Spinali Metasimpatico


(Enterico)
Sistema Nervoso Autonomo

Organizzazione Schematica

SNA Simpatico
SNA Parasimpatico
Il Sistema Nervoso Somatico (Motorio)
A livello scheletrico si trovano 3 tipi di recettori sensoriali e sono coinvolti in quasi
tutte le nostre azioni :
1. I fusi muscolari
2. Gli organi tendinei del Golgi
3. Meccanocettori muscolari

Recettori sensoriali (propriocettori)


sono localizzati all’interno dei muscoli scheletrici, delle capsule articolari e nei legamenti) rilevano la
posizione del nostro corpo nello spazio, i nostri movimenti, lo sforzo esercitato quando solleviamo pesi o
comunque compiamo movimenti contro resistenza

Neuroni sensoriali
conducono l’informazione dai propriocettori al sistema nervoso centrale

Il sistema nervoso centrale


integra i segnali in ingresso attraverso circuiti modulatori costituiti da interneuroni sia eccitatori che
inibitori

Motoneuroni somatici
trasportano i segnali in uscita. I motoneuroni somatici, che innervano le fibre contrattili del muscolo
scheletrico, sono detti α-motoneuroni

Gli effettori
sono le fibre contrattili vere e proprie dette anche fibre extra fusali
Midollo Spinale

RIFLESSO MIOTATICO
Equilibrio

Coordinazione Motoria
Una maggiore CM implica un controllo migliore
del gesto che si affronta, aumentando la
prestazione con un maggior risparmio
energetico.

Organi coinvolti nell’ Equilibrio


Apparato Visivo - più preciso
Apparato Vestibolare - più lento
Propiocettivo - più veloce
Apparato Muscolo-Scheletrico
Il Muscolo (tipi)

M. LISCI
Muscoli involontari non controllati dall’area motoria
Sono costituenti delle pareti dei vasi e dell’intestino

M. CARDIACI
Lo stimolo è interno e riceve un contributo esterno dal sistema
nervoso ed endocrino
Si trovano solo nel cuore

M. SCHELETRICI
Muscoli volontari
Rappresentano gli oltre 600 muscoli scheletrici
Azioni Muscolari
In Relazione al Coinvolgimento …
M. AGONISTI - primi motori, e diretti responsabili del movimento
M. ANTAGONISTI - opposti agli agonisti e che partecipano con uno allungamento
M. SINERGICI - assistono gli agonisti e qualche volta partecipano al direzionamento
fine del movimento

In relazione alla Struttura …


M. FISSATORI - Con una contrazione statica o isometrica, fissa i segmenti sui quali un
altro segmento si muove.
M. FLESSORI: muscolo che ha la funzione di avvicinare tra loro due segmenti
scheletrici, provocando un piegamento (bicipite).
M. ESTENSORI: muscolo che ha la funzione di allontanare tra loro due segmenti
scheletrici provocandone un'estensione (tricipite).
M. ADDUTTORI: muscolo che determina un movimento tale da avvicinare un arto alla
linea mediana del corpo (grande adduttore).
M. ABDUTTORI: muscolo che determina un movimento tale da allontanare un arto alla
linea mediana del corpo (medio gluteo).
M. ROTATORI: muscolo che permette una rotazione interna o esterna (gemelli).
La Fibra Muscolare
Fibra Muscolare
Muscolo

Fibra Miofibrill
La cellula muscolare è chiamata Fibra
La fibra muscolare è contenuta da una membrana chiamata a
sarcolemma.
Il citoplasma della fibra è chiamato sarcoplasma.
Dentro il sarcoplasma I tubuli T permettono il trasporto di
sostanze in tutta la fibra ed il reticolo sarcoplasmatico
immagazina Ca++.

Miofibrilla
Le miofibrille sono costituite da sarcomeri,le più piccole unità
funzionali di un muscolo.
Un sarcomero è costituito da due filamenti proteici, miosina
ed actina, che sono le responsabili della contrazione
muscolare.
La miosina è uno spesso filamento con delle teste globulari
sporgenti.
Un filamento di actina (composto da un filamento di actina,
troponina e tropomiosina), è attaccato ad un disco Z.
Cellula muscolare

Parlare di fibra muscolare, significa quindi parlare di cellula muscolare.


Sono cellule cilindriche che possono raggiungere una lunghezza
anche superiore ai 30 cm, con un diametro di circa 10-100 µm.
Nel nostro corpo, le cellule muscolari che compongono circa 600 tipi
diversi di muscoli, costituiscono circa il 40 % del nostro peso totale. Le
contrazioni muscolari avvengono attraverso la trasformazione in
Energia Meccanica, dell'Energia Chimica liberata dalla degradazione
Aerobica o Anaerobica di zuccheri, grassi e proteine.
A livello muscolare, questi due processi di degradazione, sono
ottimizzati dalla struttura biologica della fibra muscolare stessa.
Nei nostri muscoli possiamo distinguere infatti, quattro tipologie di fibre
muscolari, il cui utilizzo varia in funzione dello stimolo nervoso e quindi
dall'intensità e dalla durata di uno sforzo:
Tipi di Fibre Muscolari
Tipo I - Fibre lente e resistenti alla fatica ( ST ).
Caratterizzate da un basso contenuto di Glicogeno e da una elevata concentrazione di
Mitocondri (dove hanno luogo le reazioni aerobiche), nonché da una ricca
capillarizzazione. Adatte per bassi livelli di forza con attività prolungata, tipo la maratona.
Tipo IIa - Fibre veloci e resistenti alla fatica ( FTa ).
Hanno un elevato contenuto di enzimi glicolitici ed ossidativi. Utilizzate per sforzi
prolungati con intensità relativamente elevata.
Tipo IIb - Fibre veloci e poco resistenti alla fatica ( FTb ).
Hanno un reticolo endoplasmatico più sviluppato, questo prmette un rilascio di Ca++ più
veloce. Hanno un elevata concentrazione di glicogeno, ma un basso contenuto di
Mitocondri. Impegnate per sforzi di elevata intensità, con durata breve o intermittente.
Tipo IIc - Fibre intermedie.
Hanno caratteristiche istochimiche intermedie tra le fibre del tipo 1 e 2.
Si è stabilito che, ogni essere umano ha una diversa distribuzione delle fibre che
abbiamo precedentemente elencato. Questo fattore, porta ad una predisposizione
diversa per individuo, alle varie attività sportive. La loro struttura inoltre, può essere
modificata parzialmente con l'allenamento (tipo IIc).
La Muscolatura
MUSCOLATURA
Muscolatura Muscolatura
TONICA FASICA

Muscoli Posturali Muscoli Dinamici


• Poco consumo e poca
 Molto consumo e affaticabilità
affaticabilità
• Muscoli comandati per lo più in  Muscoli con comando volontario
modo riflesso  Muscoli lunghi e poliarticolari
• Muscoli corti profondi e  Ruolo: movimento , con
monoarticolari
dinamicità e ampiezza
• Ruolo: mantengono la postura in
appoggio e “pre-premovimento”

Muscoli lenti , corti , Muscoli veloci, lunghi,


monoarticolari,mantengo biarticolari, sviluppano
no la postura in statica azioni dinamiche
Fonti di ATP
L’organismo possiede tre fonti principali di ATP:

ATP immediato/di deposito


Nel muscolo a riposo sono depositati circa 85 gr. di ATP. Per prevenire una deplezione
immediata dell’ATP esiste una seconda fonte “immediata” costituita dal CP, presente in
quantità 5-6 volte superiori rispetto all’ATP. Nonostante questi sistemi di rigenerazione
rapida, nel muscolo è presente energia immediata sufficiente a fornire solo circa 5-15
secondi di contrazione alla massima intensità.

ATP da fonti non ossidative


La fonte nutritiva non ossidativa dell’organismo è costituita dai carboidrati.

ATP da fonti ossidative


Lipidi, carboidrati e proteine possono essere metabolizzati attraverso le vie ossidative.
La fonte di energia dominante durante un particolare esercizio fisico o durante una fase
specifica di un periodo di attività fisica è determinata dalla velocità di produzione e dalla
quantità di ATP richiesto.
Ad una data intensità predomina una fonte di energia ed almeno una delle altre due
fornisce un Contributo.
Fonti Energetiche
Fonti di Energia : Quale Duarata ?… Quale Intensità ?…
Reclutameto
In base alla resistenza esterna alla quale ci prepariamo a reagire, il sistema nervoso
recluta un certo quantitativo e Tipo di Unità Motorie, che ci permetteranno di vincere la
Resistenza.
Classificazione delle Articolazioni
1. SINARTROSI (ARTICOLAZIONI NON MOBILI)
2. AMFIARTROSI (ARTICOLAZIONI POCO MOBILI)
3. DIARTROSI (ARTICOLAZIONI MOBILI)
SINARTROSI
In queste articolazioni le giunzioni tra i capi scheletrici si effettuano per mezzo di tessuti connettivi
interposti a riempire lo spazio tra le estremità articolari quasi a dargli continuità. I tessuti connettivi
possono essere di tipo cartilagineo o fibroso. Sono articolazioni che non permettono alcun movimento.
Si distinguono in: SUTURE - SINCONDROSI - SINOSTOSI

AMFIARTROSI
Permette movimenti molto limitati e le superfici delle ossa che si affrontano sono più distanti tra loro
rispetto alle sinartrosi. L’escursione articolare è ridottissima a causa dei legamenti che la rivestono e
impediscono più gradi di escursione.
Si distinguono in: SINDESMOSI - SINFISI
Sindesmosi: i capi articolari sono connessi da un legamento (es. art. tra tibia e fibula).
Sinfisi: (art. dei corpi vertebrali; art. del cinto pelvico, sacro-iliaca e pubica) i capi articolari sono rivestiti
di cartilagine ialina e fra essi è interposto un disco di fibrocartilagine.

DIARTROSI o ARTICOLAZIONI SINOVIALI


Permettono un’ampia gamma di movimenti. Si riscontrano alle estremità delle ossa lunghe (arti
superiori e inferiori). In condizioni normali le superfici ossee non sono a contatto tra loro, ma sono
ricoperte da cartilagini articolari. L’articolazione è inoltre circondata da una capsula articolare fibrosa e le
superfici interne della cavità articolare sono rivestite da una membrana sinoviale. Il liquido sinoviale che
diffonde attraverso la membrana sinoviale, fornisce la lubrificazione necessaria.
Le articolazioni sinoviali vanno analizzate in riferimento alla forma, alla grandezza, e alle possibilità di
movimento, e in riferimento alle strutture di sostegno.
Forma delle Superfici Articolari e direzione dei movimenti
I capi articolari presentano una grande varietà di forme, estensione e
orientamento delle superfici che vengono in contatto.

A seconda del loro grado di mobilità, di libertà e numero di capi


articolari, le articolazioni prendono la caratteristica di articolazioni
semplici se consistono di due capi articolari circondati da una
capsula, oppure composte se nella stessa capsula si trovano più capi
articolari.

Le diartrosi possono avere le superfici concordanti o discordanti. In


quest’ultimo caso, la congruenza è assicurata da un menisco
cartilagineo, come nel ginocchio.

Le varietà morfologiche hanno rilievo determinante ai fini della


specializzazione funzionale, cioè del tipo di movimento e del grado di
libertà che l’articolazione consente.
Classificazione Anatomo Funzionale delle Articolazioni Sinoviali
In base alle caratteristiche anatomiche e funzionali, le articolazioni Sinoviali si distinguono in:
1. ARTRODIE
2. ARTICOLAZIONI MONOASSIALI
3. ARTICOLAZIONI BIASSIALI
4. ARTICOLAZIONI TRIASSIALI

a. ARTRODIE
Le superfici articolari contrapposte sono appiattite, a contatto tra loro e possono scivolare l’una sull’altra; non consentono l’esecuzione di
movimenti angolari.Classificazione funzionale: Articolazione a slitta (art. acromio-clavicolare; apofisi delle vertebre del rachide; art.
vertebro-costali)

b. ARTICOLAZIONI MONOASSIALI
Sono articolazioni robuste provviste di saldi legamenti. Questo tipo di articolazione prende il nome di ginglimo; è caratterizzato dal fatto
che le superfici contrapposte rappresentano un segmento di cilindro cavo e uno pieno. A seconda delle specifiche caratteristiche
anatomo-funzionali si distingue in: ginglimo laterale o trocoide e ginglimo angolare o troclea.
1. Trocoide (art. radio-ulnare superiore e inferiore; 1°-2° vertebra del rachide cervicale). Funziona come un cilindro pieno che ruota in
un cilindro cavo. Classificazione funzionale: Articolazione a perno, consente un movimento di rotazione intorno ad un solo asse;
un’articolazione a perno tra le prime due vertebre del rachide cervicale ci permette di ruotare la testa a destra e a sinistra.
2. Troclea (art.omero-ulnare; art. interfalangee). Classificazione funzionale: Articolazione a cerniera, permette un movimento
angolare su un unico piano ,come l’apertura e la chiusura di una porta.

c. ARTICOLAZIONI BIASSIALI
1. Condiloartrosi (art. radio-carpale; art. metacarpo-falangee): presentano superfici articolari a contorno ellissoidale, una concava e
l’altra convessa; una faccetta articolare di forma ovale si inserisce all’interno di una depressione presente sulla superficie articolare
dell’altro osso. I movimenti sono angolari ma possono svolgersi su due piani anziché su un solo piano. Classificazione funzionale:
Articolazione ellissoidale .
2. Articolazioni a sella (art. del pollice): le superfici articolari sono convesse su un piano e concave sull’altro, creando un incastro
reciproco. Sono estremamente mobili e permettono movimenti angolari e di scivolamento.

d. ARTICOLAZIONI TRIASSIALI
1. Enartrosi (art.scapolo-omerale; art. coxo-femorale): sono costituite da due capi articolari in cui un capo è di tipo concavo (es. cavità
glenoidea) e l’altro è di tipo convesso (testa dell’omero).I capi articolari sono a contatto e ruotano reciprocamente, permettendo ogni
combinazione di movimenti, inclusa la rotazione.Classificazione funzionale: Articolazione a sfera.
Articolazioni
La struttura anatomica di 2 o più ossa a contatto, è detta Articolazione e possono essere classificate a secondo del grado di mobilità o
del tessuto che lega le strutture. La superficie delle ossa che partecipa all’articolazione, è detta “ Còndilo”, ed è rivestita da cartilagine
Ialina, che a sua volta è avvolta dalla membrana Sinoviale. La membrana Sinoviale, contiene il liquido Sinoviale che lubrifica
l’articolazione e ne riduce gli attriti. I capi articolare delle ossa che si articolano, sono avvolti da un manicotto fibroso chiamato
“Capsula Articolare”. La Capsula Articolare, si integra con i “Legamenti Articolari” (fasce di tessuto connettivo fibroso non elastico), nel
tenere uniti i capi articolari.

A Cerniera Condilare Ellissoidale A Sella Sferica


gomito ginocchio polso caviglia spalla

Secondo il tessuto che lega l’articolazione, le stesse possono prendere i


seguenti nomi :
Suture - Legano 2 o più ossa piatte con tessuto connettivo denso
Sìnfisi - Legate da cartilagine fibrosa che si interpone (spina dorsale)
Artrodìe - Hanno superficie articolare piana come nel piede
Enartròsi - Superficie articolare dalla forma sferica come nella spalla
Condiloartròsi - Superficie articolare Ellissoidale (caviglia, polso, …)
A Perno Piana Ginglìmi - Superficie articolare cilindrica o semicilindrica (gomito…)
collo Ossa del piede
Il Ginocchio
Rachide
Struttura del tratto Dorsale
Muscoli del Rachide
Muscoli Posteriori
1) Ileo-costale Origine
2) Ileo-costale dorso
3) Ileo-costale collo
4) Lunghissimo dorso
6) Splenio collo
7) Splenio testa
8) Spinale del dorso
9) Semispinale del dorso
10) Semispinale della testa
11) Fasci del multifido lombari e sacrali
12) Rotatori brevi e lunghi del dorso
13) Rotatori dorsali
14) Multifido dorsale
15) m. e rotatori cervicali
Tronco Anteriore
M. Retto dell’ Adome e M. Psoas
Arti Superiori
Scapolo Omerale dx ant. Scapolo Omerale dx post.
Coscia e Trocantere
Coscia dx ant. Coscia dx post.
Gamba
Gamba dx post.
Gamba dx ext. Gamba dx ant.
Sistema ENDOCRINO
Sistema Endocrino
Il sistema endocrino comunica mediante ormoni (da SNC
“ormao”, stimolare, eccitare) segnali chimici secreti nel
sangue e distribuiti a tutto il corpo attraverso il circolo
sanguigno. Gli ormoni agiscono sulle cellule bersaglio in IPOTALAMO rilascio
3 modi fondamentali:
1. Controllando la velocità delle reazioni
enzimatiche; inibizione IPOFISI
2. Regolando il trasporto delle molecole
attraverso la membrana cellulare;
3. Modulando l’espressione dei geni e la sintesi Ormone A
delle proteine. Feed-Back
Classificazione chimica degli ormoni
Ormoni proteici o peptidici (ormoni gastroenterici, GHIANDOLE PERIFERICHE
ormoni ipofisari, paratormone, calcitonina, ecc.) Feed-Back

Ormoni steroidei (glicocorticoidi, mineral-corticoidi,


ormoni sessuali) Ormone B
Ormoni aminoacido-derivati (catecolamine, ormoni
tiroidei)
Ormoni derivati dagli acidi grassi (prostaglandine, CELLULE BERSAGLIO
ecc.)
Ormoni e Energia
Regolazione Endocrina nella mobilizzazione delle riserve Energetiche
Ormoni e reni

Ormoni coinvolti nel metabolismo Idrico


1. Ipofisi (lobo posteriore)
ADH (adiuretina o vasopressina) : controlla il metabolismo idrico,
facendo diminuire l'escrezione di acqua da parte dei reni;
2. Tiroide
Tiroxina che agisce sul metabolismo idrico aumentando l'escrezione
di urina;
3. Corticale del Surrene
Aldosterone (mineralcorticoidi) : regola il metabolismo idro-salino,
favorisce il riassorbimento renale di acqua e sodio, favorisce
l'escrezione di potassio.
TERMOREGOLAZIONE
Termoregolazione
Termoregolazione
Ogni esercizio fisico, produce calore interno che deve essere disperso per mantenere costante
la Temperatura Corporea…

In Acqua,
Per abbassare la temperatura corporea, l’organismo agisce prevalentemente per
EVAPORAZIONE e CONVEZIONE (trasferimento attraverso GAS o LIQUIDO). Il delta termico è
strettamente dipendente alla temperatura e al movimento dell’acqua che circonda il corpo.

Omeostasi Termica 32° - 33° (equilibrio tra calore prodotto e rimosso per Convenzione)
Attività moderate 30° - 31°
Attività intense 25° - 27°
Temperatura di Equilibrio 28° - 30°

- La produzione di calore sarà Proporzionale alla Densità corporea


- Il trasferimento Termico, sarà Inversamente Proporzionale alla densità corporea.
- Il trasferimento Termico, sarà Proporzionale alla superficie corporea immersa.
- Il trasferimento Termico, sarà Inversamente Proporzionale allo spessore dell’ adipe.
- Il trasferimento Termico per Evaporazione, sarà maggiore in soggetti Obesi.
Termoregolazione

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