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DIFFERENZIALI- ESERCIZI
SVOLTI
2. Sia (
x0 = 3x − y
e ξ(t) = x(2t), η(t) = y(t).
y0 = x + y
Scrivere il sistema soddisfatto da ξ e η.
3. Risolvere il sistema (
x0 = y
y 0 = −3x − 4y
dopo essersi ricondotti ad una equazione del secondo ordine.
1
2 SISTEMI DI EQUAZIONI DIFFERENZIALI- ESERCIZI SVOLTI
5. Dire in quali punti (t0 , y0 ) non può applicarsi il teorema di Cauchy di esistenza e unicità di
soluzione per le seguenti equazioni scalari
q q q
a) y 0 = |t|, b) y 0 = |y|, c) y 0 = t|t|, d) y 0 = y|y|, e) y 0 = y |t|
6. Dire in quali punti (t0 , x0 , y0 ) non può applicarsi il teorema di Cauchy di esistenza e unicità
per i seguenti sistemi
( p ( p
x0 = |t|x x0 = |y − t|
a) b)
y 0 = |y|y y0 = x
Stabilità lineare
a) determinare i valori di α ∈ R per cui tutte le soluzioni sono limitate su [0, +∞);
24. Trovare i punti critici dei seguenti sistemi, studiandone la stabilità e scriverne i corrispondenti
sistemi linearizzati;
( (
x0 = y x0 = x2 + 2y
a) b)
y 0 = −x − y − (x2 + y 2 ) y 0 = x − y.
Discutere inoltre, al variare del parametro α 6= 1, la stabilità del punto (0, 0).
SISTEMI DI EQUAZIONI DIFFERENZIALI- ESERCIZI SVOLTI 7
b) studiare la stabilità del punto critico (0, 0) e la limitatezza in passato (cioè in (−∞, 0])
e in futuro (cioè in [0, +∞)) delle soluzioni;
Approfondimenti
31. Verificare che il seguente sistema è Hamiltoniano e studiare la stabilità del punto critico (0, 0)
(
x0 = y
y 0 = −x3 .
32. Verificare che il seguente sistema è Hamiltoniano e studiare la stabilità del punto critico (0, 0)
(
x0 = 4y 3
y 0 = −2 sin x.
SISTEMI DI EQUAZIONI DIFFERENZIALI- ESERCIZI SVOLTI 9
SOLUZIONI
2. Derivando rispetto a t la funzione ξ(t) = x(2t) ed utilizzando le equazioni del sistema abbiamo
ξ 0 (t) = 2x0 (2t)
= 2[3x(2t) − y(2t)]
= 6ξ(t) − 2η(2t).
Analogamente
η 0 (t) = y 0 (t)
= x(t) + y(t)
= ξ( 2t ) + η(t),
da cui il sistema (
ξ 0 (t) = 6ξ(t) − 2η(2t)
η 0 (t) = ξ( 2t ) + η(t).
Osserviamo che questo non è un sistema di equazioni differenziali ordinarie.
λ2 + 4λ + 3
sono λ1 = −1 , λ2 = −3, per cui l’integrale generale dell’equazione del secondo ordine è
x(t) = c1 e −t + c2 e −3t , c1 , c2 ∈ R.
Derivando
y(t) = x0 (t) = −c1 e t − 3c2 e −3t
6. Il teorema di esistenza e unicità per un sistema della forma (x0 , y 0 ) = (f1 (t, x, y), f2 (t, x, y))
richiede la continuità di fi e delle derivate parziali rispetto ad x ed y. Quindi:
∂f1 p ∂f1 ∂f2 ∂f2
a) f1 ed f2 sono continue ovunque. Inoltre ∂x = |t|, ∂y = ∂x = 0, ∂y = 2|y| sono
anch’esse continue ovunque, per cui non c’è nessun punto in cui non siano verificate le ipotesi
del teorema di Cauchy.
b) Anche in questo caso f1 ed f2 sono continue ∀(x, y) ∈ R2 , cosı̀ come ∂f1
∂x = ∂f2
∂y = 0 e
∂f2
∂x = 1. Invece ∂f1
∂y = sign
√ (y−t) , non è continua se t0 = y0 e dunque il teorema non si applica
2 |y−t|
nei punti (t0 , x0 , t0 ), ∀t0 , x0 ∈ R.
SISTEMI DI EQUAZIONI DIFFERENZIALI- ESERCIZI SVOLTI 11
o, più esplicitamente
(
x(t) = 2c1 e 2t + c2 e −t
c1 , c2 ∈ R.
y(t) = c1 e 2t + 2c2 e −t
12 SISTEMI DI EQUAZIONI DIFFERENZIALI- ESERCIZI SVOLTI
Per quanto riguarda la limitatezza osserviamo che la funzione e 2t non è limitata su [0, +∞)
mentre la funzione e −t lo è. Quindi, affinchè una soluzione sia limitata su tale intervallo,
non deve comparire la parte in e 2t , cioè deve essere c1 = 0. Quindi le soluzioni limitate su
[0, +∞) sono tutte e sole della forma
(
x(t) = c2 e −t
c2 ∈ R.
y(t) = 2c2 e −t
8. L’equazione caratteristica di µ ¶
2 1
A=
−1 2
è µ ¶
2−λ 1
det = (2 − λ)2 + 1 = 0
−1 2−λ
da cui otteniamo (2 − λ)2 = −1 ⇒ 2 − λ = ±i e quindi gli autovalori sono λ = 2 ± i.
L’integrale generale sarà della forma
µ ¶
x(t)
= c1 e 2t [(cos t) · u − (sin t) · v] + c2 e 2t [(sin t) · u + (cos t) · v] ,
y(t)
dove u + iv è un autovettore relativo all’autovalore λ = 2 + i. Per trovare tale autovettore
devo risolvere il sistema omogeneo associato ad A − (2 + i)I, ovvero
µ ¶µ ¶ µ ¶
−i 1 x 0
= .
−1 −i y 0
Questo corrisponde all’equazione
−ix + y = 0,
9. Il polinomio caratteristico di µ ¶
3 1
A=
−1 1
è µ ¶
3−λ 1
det = (3 − λ)(1 − λ) + 1
−1 1−λ
= λ2 − 4λ + 4
= (λ − 2)2 .
L’unico autovalore è λ = 2, contato con molteplicità algebrica due. Troviamo l’autospazio V2
relativo all’autovalore λ = 2, risolvendo il sistema (A − 2I)u = 0, ovvero
µ ¶µ ¶ µ ¶
1 1 x 0
= ,
−1 −1 y 0
corrispondente all’equazione x + y = 0. Quindi, ponendo per esempio x = 1, otteniamo
µ ¶
1
u= .
−1
Dunque l’autospazio V2 ha dimensione 1 essendo generato dall’unico vettore u, ovvero l’autovalore
λ = 2 ha molteplicità geometrica 1. Quindi l’integrale generale sarà della forma
µ ¶
x(t)
= c1 e 2t u + c2 e 2t [tu + v] ,
y(t)
dove v è un autovettore generalizzato, ovvero una soluzione del sistema (A − 2I)v = u.
Questo corrisponde al sistema non omogeneo
µ ¶µ ¶ µ ¶
1 1 x 1
= ,
−1 −1 y −1
ovvero all’equazione x + y = 1. Scelgo per esempio x = 0, da cui y = 1, e quindi
µ ¶
0
v= .
1
Le soluzioni del sistema differenziale sono dunque
µ ¶ µ ¶ · µ ¶ µ ¶¸
x(t) 1 1 0
= c1 e 2t + c2 e 2t t + , c1 , c2 ∈ R,
y(t) −1 −1 1
ovvero (
x(t) = c1 e 2t + c2 te 2t
c1 , c2 ∈ R.
y(t) = −c1 e 2t − c2 te 2t + c2 e 2t ,
Per quanto riguarda la limitatezza abbiamo che e 2t è limitata su (−∞, 0] mentre la funzione
t non è limitata, quindi le soluzioni limitate sono tutte e sole quelle corrispondenti a c2 = 0,
ovvero (
x(t) = c1 e 2t
c1 ∈ R.
y(t) = −c1 e 2t ,
14 SISTEMI DI EQUAZIONI DIFFERENZIALI- ESERCIZI SVOLTI
e dunque gli autovalori sono λ1 = 0, λ2 = −3. L’integrale generale sarà della forma
µ ¶
x1 (t)
= c1 e 0t v + c2 e −3t u, = c1 v + c2 e −3t u,
x2 (t)
dove u e v sono due autovettori relativi agli autovalori 0 e −3 rispettivamente. Calcoliamo
gli autovettori.
11.
µ ¶
1 2
A= ⇒ det(A − λI) = (1 − λ)(−1 − λ) + 4 = λ2 + 3,
−2 −1
√
e gli autovalori sono λ1,2 = ± 3i. Quindi l’integrale generale sarà della forma
µ ¶ h √ √ i h √ √ i
x1 (t)
= c1 cos 3t · u − sin 3t · v + c2 sin 3t · u + cos 3t · v ,
x2 (t)
SISTEMI DI EQUAZIONI DIFFERENZIALI- ESERCIZI SVOLTI 15
√
dove u + iv è un autovettore relativo all’autovalore λ = 3i. Risolviamo dunque il sistema
√
associato alla matrice A − 3iI, ovvero
µ √ ¶µ ¶ µ ¶
1 − 3i 1√ x1 0
= ,
−1 −1 − 3i x2 0
√
corrispondente all’equazione (1 − 3i)x1 + x2 = 0. Quindi otteniamo l’autovettore
µ ¶ µ ¶ µ ¶ µ ¶ µ ¶
1√ 1 √0 1 √0
= +i ⇒ u= , v= .
−1 + 3i −1 3 −1 3
ovvero
( √ √
√ 3t + c2 √
x1 (t) = c1 cos sin 3t √ √ c1 , c2 ∈ R.
x2 (t) = cos 3t(−c1 + 3c2 ) + sin 3t(−c1 3 − c2 ),
Cerchiamo ora una soluzione particolare del sistema non omogeneo. Dal momento che il
vettore dei termini noti è della forma
µ ¶
3t 1
e ·
0
ovvero e 3t · p(t), con p(t) polinomio vettoriale di grado 0, e 3 non è radice del polinomio
caratteristico, posso cercare una soluzione particolare della stessa forma, cioè e 3t · q(t), con
q(t) polinomio vettoriale di grado 0, ovvero costante. Quindi cerco una soluzione del tipo
(
x(t) = Ae 3t
y(t) = Be 3t ,
SISTEMI DI EQUAZIONI DIFFERENZIALI- ESERCIZI SVOLTI 17
da cui ( (
3A = −A + 4B + 1 A = 0
⇒
3B = −A + 3B B = − 14 ,
corrispondente alla soluzione particolare
(
x(t) = 0
y(t) = − 14 e 3t .
L’integrale generale del sistema completo è la somma dell’integrale generale del sistema omo-
geneo associato e della soluzione particolare del sistema completo, e quindi si può scrivere
come
à ! ( à ! " à ! à !#) à !
x(t) t 2 2 −1 0
=e c1 + c2 t + + 1 3t , c1 , c2 ∈ R
y(t) 1 1 0 −4e
o, per esteso, (
x(t) = 2c1 e t + 2c2 te t − c2 e t
c1 , c2 ∈ R.
y(t) = c1 e t + c2 te t − 14 e 3t ,
14. Il sistema omogeneo associato è lo stesso dell’esercizio precedente e dunque l’integrale generale
è (
x(t) = e t (2c1 + 2c2 t − c2 )
c1 , c2 ∈ R.
y(t) = e t (c1 + c2 t),
Cerchiamo ora una soluzione particolare del sistema completo. Il vettore dei termini noti si
può scrivere come µ ¶ µ ¶
1 2
e 3t · + .
0 −1
Nell’esercizio precedente abbiamo trovato una soluzione particolare del sistema con termine
noto µ ¶
3t 1
e ·
0
e quindi per il principio di sovrapposizione è sufficiente sommarla ad una soluzione particolare
del sistema con temine noto µ ¶
2
.
−1
Questo è un vettore di costanti e quindi, dal momento che 0 non è radice del polinomio
caratteristico, posso cercare una soluzione particolare dello stesso tipo, ovvero
(
x(t) = A
y(t) = B.
18 SISTEMI DI EQUAZIONI DIFFERENZIALI- ESERCIZI SVOLTI
del sistema completo di partenza. Concludendo, l’integrale generale del sistema completo
sarà somma dell’integrale generale dell’omogeneo associato e della soluzione particolare del
sistema completo, quindi
(
x(t) = e t (2c1 + 2c2 t − c2 ) − 10
c1 , c2 ∈ R.
y(t) = e t (c1 + c2 t) − 3 − 41 e 3t ,
15. Integrale generale del sistema omogeneo associato (lo stesso dell’esercizio precedente) è
à ! ( à ! " à ! à !#)
x(t) 2 2 −1
= e t c1 + c2 t + .
y(t) 1 1 0
Poiché non ha autovalori complessi, cerchiamo una soluzione del sistema completo nella forma
(
x(t) = A cos t + B sin t
y(t) = C cos t + D sin t.
da cui
−A = −B + 4D
A = − 12
3
B = −A + 4C + 1 B = 2
⇒
−C = −B + 3D
C = 0
D = −A + 3C D = 12 .
Integrale generale del sistema completo
à ! ( à ! " à ! à !#) à !
x(t) 2 2 −1 − 21 cos t + 23 sin t
= e t c1 + c2 t + + 1 .
y(t) 1 1 0 2 sin t
SISTEMI DI EQUAZIONI DIFFERENZIALI- ESERCIZI SVOLTI 19
17. Integrale generale del sistema omogeneo (lo stesso dell’esercizio precedente)
à ! à ! à !
x(t) 3t 1 −t 1
= c1 e + c2 e .
y(t) 1 −1
B = B + 2D + 1
D = − 21
A = − 23
0 = A + 2C B = 0 B = 0
⇒ ⇒
D = 2B + D
A = −2C
C = 13
0 = 2A + C + 1 C = 13 D = − 12 .
Integrale generale del sistema completo
à ! à ! à ! à !
x(t) 3t 1 −t 1 − 23
= c1 e + c2 e +
y(t) 1 −1 − 31 − 21 e t
( ( (
2 2 5
c1 + c2 − 3 =0 c1 + c2 = 3 c1 = 12
x(0) = y(0) = 0 ⇒ 1 ⇒ ⇒
c1 − c2 + 3 − 12 = 0 c1 − c2 = 1
6 c2 = 1
4.
y(t) 5 3t
= 12 e − 14 e −t − 21 e t + 31 .
SISTEMI DI EQUAZIONI DIFFERENZIALI- ESERCIZI SVOLTI 21
Stabilità lineare
19. Si ha
µ ¶
−3 − λ α2
det = (−3 − λ)2 − α2 = 0
1 −3 − λ
per −3 − λ = ±|α|, quindi λ1 = −3 − |α|, λ2 = −3 + |α|. Osserviamo che λ1 < 0 ∀α, λ2 < 0
per |α| < 3. Perciò:
20.
µ ¶
−λ 2
det(A − λI) = det = λ2 − αλ + 4.
−2 α − λ
Per ∆ = α2 − 16 < 0, ossia |α| < 4, gli autovalori sono complessi coniugati e
> 0 per 0 < α < 4
α
Re (λ1 ) = Re (λ2 ) = = 0 per α = 0
2
< 0 per − 4 < α < 0.
Per ∆ = α2 − 16 > 0, ossia |α| > 4, le radici λ1 e λ2 sono reali (distinte). Inoltre, λ1 · λ2 =
det A = 4 > 0, per cui le radici sono di segno concorde. Siccome λ1 + λ2 = tr A = α, sarà
λ1 > 0, λ2 > 0 per α > 4 e λ1 < 0, λ2 < 0 per α < −4.
Riassumendo
22 SISTEMI DI EQUAZIONI DIFFERENZIALI- ESERCIZI SVOLTI
asintoticamente stabile,
α < −4 λ1 , λ2 ∈ R λ1 , λ2 < 0
nodo stabile
asintoticamente stabile,
α = −4 λ1 , λ2 ∈ R λ1 = λ2 < 0
nodo stabile
asintoticamente stabile,
−4 < α < 0 λ1 , λ2 ∈ C Re (λ1 ) = Re (λ2 ) < 0
fuoco stabile
stabile, non asintoticamente,
α=0 λ1 , λ2 ∈ C Re (λ1 ) = Re (λ2 ) = 0
centro
completamente instabile
0<α<4 λ1 , λ2 ∈ C Re (λ1 ) = Re (λ2 ) > 0
fuoco instabile
completamente instabile
α=4 λ1 , λ2 ∈ R λ1 = λ2 > 0
nodo instabile
nstabile, non repulsivo
α>4 λ1 , λ2 ∈ R λ1 > 0, λ2 < 0
sella
21. µ ¶
α−λ −1
det(A − λI) = det = λ2 − (α + 1)λ + α + 1
1 1−λ
∆ = (α + 1)2 − 4(α + 1) = (α + 1)(α − 3) > 0 per α < −1 ∨ α > 3.
22.
µ ¶
1 α2
A= 1
α α
SISTEMI DI EQUAZIONI DIFFERENZIALI- ESERCIZI SVOLTI 23
ed il polinomio caratteristico
c1 e λ1 t v1 + c2 e λ2 t v2 = c1 v1 + c2 e λ2 t v2 , c1 , c2 ∈ R.
Dunque tutte le soluzioni sono limitate in [0, +∞) se λ2 = 1 + α < 0, cioè se α < −1.
2) Se α = −1, λ = 0 è autovalore doppio. Poiché la matrice
µ ¶
1 1
A − λI =
1 −1
ha rango 1, λ = 0 ha molteplicità geometrica 1 e le soluzioni sono del tipo
c1 v1 + c2 (w1 + tv1 ), c1 , c2 ∈ R,
con w1 autovettore generalizzato. Sono limitate in [0, +∞) solo le soluzioni con c2 = 0
Concludendo:
ha discriminante
∆ = 5α2 − 2α + 1 < 0, ∀α ∈ R,
Per studiare la stabilità del sistema, si può usare il teorema di stabilità in prima approssi-
mazione, studiando la stabilità del sistema linearizzato associato. Calcoliamo quindi la ma-
trice jacobiana di F (x, y) = (f1 (x, y), f2 (x, y)):
µ ¶
0 1
JF (x, y) = .
−1 − 2x −1 − 2y
In particolare
P1 (0, 0)
µ ¶
0 1
JF (0, 0) = .
−1 −1
e il sistema linearizzato è (
ẋ = y
ẏ = −x − y.
√
−3
Il polinomio caratteristico è λ2 + λ + 1, le cui radici sono λ1,2 = − 12 ± 2 i. Poiché Re (λ1 ) =
Re (λ2 ) = − 12 < 0, P1 (0, 0) risulta essere asintoticamente stabile.
P2 (−1, 0)
µ ¶
0 1
JF (−1, 0) = .
1 −1
Ponendo X = x − (−1), Y = y, otteniamo il sistema lineare omogeneo
(
Ẋ = Y
Ẏ = X − Y
b) Risolvo il sistema
( (
x2 + 2y = 0 x(x + 2) = 0
⇒
x−y = 0 x = y
26 SISTEMI DI EQUAZIONI DIFFERENZIALI- ESERCIZI SVOLTI
e trovo P0 (0, 0), P1 (−2, −2). La matrice Jacobiana di F (x, y) = (x2 + 2y, x − y) è
µ ¶
2x 2
JF (x, y) = .
1 −1
Linearizzato in P0 µ ¶
0 2
JF (P0 ) = ,
1 −1
per cui otteniamo il sistema lineare omogeneo
(
ẋ = 2y
ẏ = x − y
√
−1± 1+8 −1±3
il cui polinomio caratteristico λ2 + λ − 2 ha le radici λ1,2 = 2 = 2 ,
⇒ λ1 = −2, λ2 = 1 ⇒ P0 è una sella (instabile).
Linearizzato in P1 µ ¶
−4 2
JF (P1 ) =
1 −1
Ponendo X = x + 2, Y = y + 2 si ottiene
(
Ẋ = −4X + 2Y
Ẏ = X − Y
√ √
−5± 25−8 −5± 17
λ2 + 5λ + 2 = 0 ⇒ λ1,2 = 2 = 2 .
λ1 < 0, λ2 < 0 ⇒ P1 è un punto critico asintoticamente stabile (nodo).
Perciò se α < 1, (0, 0) è asintoticamente stabile, mentre se α > 1, (0, 0) è instabile (sella).
SISTEMI DI EQUAZIONI DIFFERENZIALI- ESERCIZI SVOLTI 27
26. a) La matrice µ ¶
1 0
A=
−2 −1
è triangolare, per cui gli autovalori sono gli elementi sulla diagonale principale, ovvero λ = ±1.
Se λ = 1, per trovare un autovettore risolviamo il sistema associato ad
µ ¶
0 0
A−I = ,
−2 −2
c) La richiesta è che
µ ¶ · µ ¶ µ ¶¸ µ ¶
αt x(t) (α+1)t 1 (α−1)t 0 0
e = c1 e + c1 e → , per t → +∞,
y(t) −1 1 0
d) x(0) = 2, y(0) = −2
µ ¶ µ ¶ µ ¶ µ ¶
x(0) 1 0 2
= c1 + c2 =
y(0) −1 1 −2
corrispondente al sistema
( (
c1 = 2 c1 = 2
⇒
−c1 + c2 = −2 c2 = 0.
Quindi la soluzione cercata è µ ¶ µ ¶
x(t) t 1
= 2e .
y(t) −1
e)
∂H
∂H (
ẋ = = x H(x, y) = xy + ϕ(x)
∂y ⇒ ∂y ⇒
∂H
∂H −y − ϕ0 (x) = −y − 2x
ẏ = − − = −y − 2x
∂x ∂x
da cui H(x, y) = xy + x2 . Le orbite sono quindi le curve di livello xy + x2 = c, ovvero
c
y = −x + .
x
28. Posto F (x, y) = (2e y −e x −1, sin αx+(αy)2 ), abbiamo che F (0, 0) = (0, 0), ∀α ∈ R, e dunque
(0, 0) è un punto critico per ∀α ∈ R. Inoltre
µ ¶ µ ¶
−e x 2e y −1 2
JF (x, y) = ⇒ JF (0, 0) = .
α cos αx 2α2 y α 0
Osserviamo che det JF (0, 0) 6= 0, perciò, per il teorema di inversione locale, non esistono
punti P0 6= (0, 0) in un intorno di (0, 0) tali che f (P0 ) = 0. Il polinomio caratteristico della
matrica Jacobiana
(−1 − λ)(−λ) − 2α = λ2 + λ − 2α
ha discriminante ∆ = 1 + 8α.
Perciò per α < 0 (0, 0) è asintoticamente stabile mentre per α > 0 (0, 0) è instabile e per
α = 0 il teorema di stabilità in prima approssimazione non fornisce risposte. Riassumendo:
30 SISTEMI DI EQUAZIONI DIFFERENZIALI- ESERCIZI SVOLTI
Approfondimenti
Moltiplicando la prima riga per cos θ, la seconda per sin θ e sommando, si ottiene r0 = αr.
Viceversa, moltiplicando la prima per − sin θ, la seconda per cos θ e sommando si ottiene
θ0 = 1. Quindi il sistema equivale a
( ( (
r0 = αr r0 = αr r(t) = c1 e αt
⇒ ⇒
rθ0 = r θ0 = 1 θ(t) = t + c2 .
30. a) La soluzione costante x(t) ≡ 1 ∀t soddisfa la prima equazione. Sostituendo nella seconda
dy
y0 = 1 + y2 ⇒ = dt.
1 + y2
Integrando
arctan y = t + c ⇒ y = tan(t + c)
π
ed imponendo y(0) = 1 si ottiene 1 = tan(c) ⇒ c= 4 e quindi la soluzione
(
x(t) = 1
y(t) = tan(t + π4 ),
con t ∈ (− 3π π
4 , 4 ), che è l’intervallo massimale.
b) Siccome (
x(t) = 2k + 1, k∈Z
y(t) = tan(t + h), h ∈ R
sono soluzioni ed hanno per orbite le rette verticali x = 2k + 1, sappiamo per il teorema di
Cauchy che ogni altra orbita non può intersecare tali rette. Dunque ogni orbita è confinata
in una striscia verticale 2k − 1 < x < 2k + 1, di larghezza 2.
31. (
∂H
= y 1
∂y ⇒ H(x, y) = y 2 + ϕ(x).
− ∂H
∂x = −x3 2
32 SISTEMI DI EQUAZIONI DIFFERENZIALI- ESERCIZI SVOLTI
1 1
H(x, y) = y 2 + x4 .
2 4
Verifichiamo che (0, 0) è stabile, ossia che ∀ε > 0, ∃δ > 0 tale che per ogni soluzione (x(t), y(t))
che verifica x(0)2 + y(0)2 < δ 2 , si ha x(t)2 + y(t)2 < ε2 , ∀t ∈ [0, +∞).
Risulta
1 1 1 1 1 1
y(t)2 + x(t)4 = y(0)2 + x(0)4 < δ 2 + δ 4 = ϕ(δ)
2 4 2 4 2 4
e
1 1 1
y(t)2 + x(t)4 ≥ y(t)2
2 4 2
1 1 1
y(t)2 + x(t)4 ≥ x(t)4 .
2 4 4
p
Perciò y(t)2 ≤ 2ϕ(δ), x(t)2 ≤ 2 ϕ(δ), ossia
q
x(t)2 + y(t)2 ≤ 2ϕ(δ) + 2 ϕ(δ).
p
Inoltre ϕ(δ) → 0 per δ → 0 e quindi, se δ è sufficientemente piccolo, ϕ(δ) + 2 ϕ(δ) < ε, il
che implica la tesi.
32. Risulta H(x, y) = y 4 + sin2 x e si può osservare che tale funzione ha un minimo stretto in
(0, 0). Pertanto, se ² è sufficientemente piccolo, risulta H0 = min{H(x, y) | x2 + y 2 = ε2 } > 0.
H0
Sia ora 0 < δ < ε, tale che H(x, y) < 2 se x2 + y 2 < δ 2 . Se x(0)2 + y(0)2 < δ 2 allora
H0
H(x(t), y(t)) = H(x(0), y(0)) < 2 e quindi x(t)2 + y(t)2 non può prendere il valore ε2 .
Allora, per continuità, dovrà essere x(t)2 + y(t)2 < ε, ∀t.