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l’attualità
Cocaina, il fascino del male
La LUCA RASTELLO
cultura
Nell’officina di Mauro Corona
DOMENICA 3 GENNAIO 2010 di Repubblica PAOLO RUMIZ
Quel
resta
che
di
Freud
Inconscio, Edipo, Super-io
Cosa è cambiato
FOTO ©SELVA/LEEMAGE/MONDADORI ELECTA
i sapori
Ecco la Befana, dolci sotto il camino
LICIA GRANELLO e MARINO NIOLA
sibile cogliere e descrivere solo con l’arte dell’interpretazione o, quace ma dotata di un bel sorriso e di un robusto buon senso. le tendenze
come oggi si preferisce dire, col lavoro ermeneutico.
Questo spiega perché, a partire da Freud, si sono sviluppati tan-
Da lei si intrattenevano altre figure solitarie, querule zitelle e
vedovi angustiati, e anche un ragazzino manesco che solo in sua
Cachemire, il lungo inverno caldo
presenza sembrava calmarsi. Il setting che si svolgeva in una guar- LAURA ASNAGHI
ti percorsi interpretativi, approdati ad altrettante teorie psicoana-
litiche, da cui hanno preso avvio le diverse scuole. In comune esse diola poco illuminata aveva anche le sue brave regole: mai fuori
hanno il concetto di «nevrosi» che Freud, dopo aver rifiutato di dell’orario di portineria e a bassa voce. E dunque non è un para- l’incontro
considerare la nevrosi una malattia del sistema nervoso come vo- dosso. È lì che ho vissuto il mio primo transfert. Da adolescente i
leva la medicina di stampo positivista in voga al suo tempo, ha tra- miei mi obbligarono ad alcune rare incursioni nello studio di uno Penelope Cruz, un destino da diva
sferito dal piano “biologico” a quello “culturale”. psichiatra. MARIA PIA FUSCO
(segue nelle pagine successive) (segue nelle pagine successive)
34 LA DOMENICA DI REPUBBLICA DOMENICA 3 GENNAIO 2010
L vrosi come un «conflitto» forza può incrinare l’equilibrio dell’io perché il suo concetto di nevrosi ben si sé. L’individuo non è più regolato
tra il mondo delle pulsioni (e in questo caso abbiamo la nevrosi) o attaglia a una «società della disciplina» da un ordine esterno, da una confor-
(da lui denominato Es) e le addirittura può dissolvere l’io soppri- dove la nevrosi è concepita come un mità alla legge, la cui infrazione genera
esigenze della società (de- mendo ogni spazio di mediazione tra le «conflitto» tra il desiderio che vuole in- sensi di colpa, ma deve fare appello al-
nominate Super-io) che ne due forze in conflitto, e allora abbiamo frangere la norma e la norma che tende le sue risorse interne, alle sue compe-
chiedono il contenimento e il controllo. la psicosi o follia. La psicoanalisi, che a inibire il desiderio. Oggi la società del- tenze mentali, per raggiungere quei ri-
In questa dinamica è possibile scor- per curare ha bisogno dell’alleanza del- la disciplina è tramontata, sostituita sultati a partire dai quali verrà valutato.
gere il tragitto dell’umanità e il suo di- l’io, può operare solo con la nevrosi, ag- dalla «società dell’efficienza» dove la In questo modo, dagli anni Settanta
sagio che Freud condensa in queste ra- giustando le incrinature dell’io, mentre contrapposizione tra «il permesso e il in poi, il disagio psichico ha cambiato
pide espressioni: «Di fatto l’uomo pri- è impotente con la psicosi, dove incon- proibito» ha lasciato il posto a una con- radicalmente forma: non più il «con-
mordiale stava meglio perché ignorava scio pulsionale e inconscio socia- trapposizione ben più lacerante flitto nevrotico tra norma e trasgressio-
qualsiasi restrizione pulsionale. In le confliggono corpo che è quella tra «il possibile e l’im- ne» con conseguente senso di colpa
compenso la sua sicurezza di godere a a corpo, possibile». ma, in uno scenario sociale dove non
lungo di tale felicità era molto esigua. Che significa tutto questo agli c’è più norma perché tutto è possibile,
L’uomo civile ha barattato una parte effetti della sofferenza psichi- la sofferenza origina da un «senso di in-
della sua possibilità di felicità per un ca? Significa, come opportu- sufficienza» per ciò che si potrebbe fa-
po’ di sicurezza». Questa interpreta- namente osserva il sociologo
zione del disagio psichico, che sposta la
lettura della sofferenza dal piano biolo-
francese Alain Ehrenberg in
La fatica di essere se stessi
La contrapposizione
gico a quello culturale, è la grande sco- (Einaudi), che nel rapporto
tra individuo e società, la
ben più lacerante
perta di Freud, tuttora alla base delle
successive teorie psicoanalitiche che, misura dell’individuo
ideale non è più data dal-
è quella tra possibile
per quanto differenti tra loro, rifiutano
di reperire le spiegazioni della soffe- la docilità e dall’obbe- e impossibile
renza psichica esclusivamente nel fon-
do biologico dell’organismo. re e non si è in grado di
A questa intuizione Freud è giunto fare, o non si riesce a fa-
grazie alla sua assidua frequentazione re secondo le attese al-
della filosofia e in particolare di quella trui, a partire dalle quali,
di Schopenhauer, che Freud considera ciascuno misura il valore
suo «precursore»: «Molti filosofi posso- di se stesso. Per effetto di
no essere citati come precursori, e so- questo mutamento, scri-
pra tutti Schopenhauer, la cui “volontà ve Eherenberg: «La figura
inconscia” può essere equiparata alle del soggetto ne esce in
pulsioni psichiche di cui parla la psi- gran parte modificata. Il
coanalisi». Secondo Schopenhauer, problema dell’azione non
infatti, ciascuno di noi è abitato da una è: “ho il diritto di compier-
doppia soggettività: la «soggettività la?” ma: “sono in grado di
della specie» che impiega gli individui compierla?”». Dove un falli-
mento in questa competi-
Oggi la società zione generalizzata, tipica
della nostra società, equivale
della disciplina a una non tanto mascherata
esclusione sociale.
è diventata società Del resto già Freud, consi-
derando le richieste che la so-
dell’efficienza cietà esigeva dai singoli indivi-
dui, ne Il disagio della civiltà si
per i suoi interessi che sono poi quelli chiedeva: «Non è forse lecita la
della propria conservazione, e la «sog- diagnosi che alcune civiltà, o
gettività dell’individuo» che si illude di epoche civili, e magari tutto il ge-
disegnare un mondo in base ai suoi nere umano, sono diventati “ne-
progetti, che altro non sono se non illu- vrotici” per effetto del loro stesso
sioni per vivere, senza vedere che a ca- sforzo di civiltà? [...] Pertanto non
denzare il ritmo della vita sono le im- provo indignazione quando sento chi,
modificabili esigenze della specie. considerate le mete a cui tendono i no-
Questa doppia soggettività viene co- stri sforzi verso la civiltà e i mezzi usati
dificata dalla psicoanalisi con le parole per raggiungerle, ritiene che il gioco
«io» e «inconscio». Nell’inconscio oc- non valga la candela e che l’esito non
corre distinguere un inconscio «pul- possa essere per il singolo altro che in- LETTERE
sionale» dove trovano espressione le tollerabile». In questa pagina,
esigenze della specie, e un inconscio Alla domanda iniziale: cosa resta di le lettere con le quali
«superegoico» dove si depositano e si Freud a settant’anni dalla sua morte? Paolo Boringhieri
interiorizzano le esigenze della società. Rispondo: l’aver sottratto il disagio psi- a partire dal 1956
Sono esigenze della specie la sessua- chico alla semplice lettura biologica, chiede a Cesare Musatti,
lità, senza la quale la specie non ve- l’averlo collocato sul piano culturale, pioniere della piscoanalisi
drebbe garantita la sua perpetuazione, l’aver intuito per effetto di questa col- in Italia, di curare
I LIBRI locazione che il disagio psichico si mo- l’opera omnia di Freud
e l’aggressività che serve per la difesa A settant’anni dalla morte di Freud sono
della prole. Queste due pulsioni, pro- difica di epoca in epoca, per cui compi-
scaduti i diritti delle sue opere che in Italia
prio perché sono al servizio della spe- to della psicoanalisi, più che attorci-
sono state pubblicate da Bollati Boringhieri
cie, l’io le subisce, le patisce, e perciò di- gliarsi nelle diverse denominazioni
In occasione dell’anniversario la casa editrice
ventano le sue «passioni», che la so- delle nevrosi, è quello di individuare le
manda in libreria l’8 gennaio tre titoli
cietà, per salvaguardare se stessa, chie- modificazioni culturali che caratteriz-
fondamentali dell’edizione di riferimento curata da Cesare Musatti
de di contenere, nella loro espressione, zano le diverse epoche, che tanta riper-
in edizione economica: L’interpretazione dei sogni, Psicopatologia
entro certi limiti. cussione hanno sulla modalità di am-
della vita quotidiana e Introduzione alla psicoanalisi
Tra le esigenze della specie (Es o in- malarsi «nervosamente».
conscio pulsionale) e le esigenze della © RIPRODUZIONE RISERVATA
DOMENICA 3 GENNAIO 2010 LA DOMENICA DI REPUBBLICA 35
orientale. La guarigione stessa è solo un limi- «Ecco questa è la prima moneta d’oro da in-
te che si sposta come quando guardiamo l’o- filare nel salvadanaio».
rizzonte. A un certo punto accade. Assomiglia E invece, da sempre, una naturale diffi-
allo sgretolamento di un muro. Un muro che denza verso la cosiddetta psicoanalisi dell’Io
ci difendeva dalla vista insopportabile del che ha in America la sua culla e nei film di
mondo «così come è», nudo e crudo, e che ora Woody Allen la sua caricatura più appropria-
possiamo finalmente guardare con i nostri ta. Una psicoanalisi ridotta a ortopedia del-
occhi senza temere di esserne sopraffatti. l’io, tecnica di adattamento, normalizzante e
Certo nel corso del mio trentennale girova- felicemente convinta che l’american way of
gare tra uno studio e l’altro sono stato un pa- life sia la vita stessa.
ziente tutt’altro che fedele. Ho persino avuto In questi giorni ho iniziato la mia quinta te-
per tre mesi due analisti in contemporanea. rapia. L’archeologo che si imbatterà nel mio
Un freudiano e uno junghiano. Ero un poli- inconscio scoprirà le tracce di una bonaria e
teista alla ricerca ansiosa di un monoteismo sorridente diffidenza e una disponibilità iro-
da abbracciare e mettevo ingenuamente a nica verso questo nuovo viaggio. Segno che il
confronto i vantaggi dei riti più diversi. Sono muro comincia a mostrare le sue crepe.
stato colpito dal virus lacaniano. Per un anno
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36 LA DOMENICA DI REPUBBLICA DOMENICA 3 GENNAIO 2010
LUCA RASTELLO l’Europa. Sono le ’ndrine calabresi, partner d’affa- ti — con guadagni proporzionali al «rischio d’im- to della sostanza d’élite, che però proprio nelle
ri dei messicani, a controllare la piazza d’arrivo pri- presa» — e a conservare il controllo del canale di ap- piazze più povere sopravvive come marketing: «È
iracoli ne fa, non c’è dubbio, an- vilegiata in Europa, la Spagna. Ed è proprio il ruolo provvigionamento. Un criterio organizzativo snel- su questo tipo di consumatore che fa presa l’idea
Officina
Corona
Il cacciatore di parole
nella bottega-foresta
PAOLO RUMIZ neri, forbici, lime, scarponi, un pistolo-
ne da Far West, un pettine, una lima, bi-
ERTO (Pordenone) gliettini con nomi, numeri di telefono e
La lingua e le voci
Fuori c’è odore di neve. Ne è venuta tan-
ta a dicembre, poi col tempo matto se n’è
andata mezza via. Mauro stacca un col-
tello piantato sulla scrivania, affetta un
salame arrivato da un lettore di Modena,
uno che segue i lupi in Appennino. Sfo-
glio pile di quaderni a righe, copertina
nera, riempiti con scrittura minuta e co-
sì regolare da sembrar battuti a macchi-
na. Lavoro fine, di china color seppia e
cancellina. I più vecchi, quelli dei primi
libri, sono a pagina pulita, e la scrittura —
millimetrica — ha l’andamento fluido
delle venature di un albero.
L’ultimo testo, Il canto delle manere,
storia nomade di un boscaiolo che viag-
gia tra il Piave e la Mitteleuropa. È il libro
FOTO © MONIKA BULAJ
Pergolesi
ritrovato
Le musiche segrete
del genio bambino bolo spiccatamente preromantico, ac-
LEONETTA BENTIVOGLIO
centuandone aspetti lirici e sentimen-
l 4 gennaio 2010 Giovanni Batti- tali a scapito di caratteristiche quali il
celebrazioni. Via via, lungo i vozione, fin dall’alba della sua carrie-
molti mesi del programma, saranno ra, i palpiti e la napoletanità di uno tra i
messe in scena sei opere teatrali e verrà musicisti che gli stanno più a cuore.
eseguito l’intero repertorio della sua
musica vocale, strumentale e sacra:
Il lavoro filologico passa anche attra-
verso il gigantesco patrimonio di carte
Nei caveau sono conservati polizze,
brani scritti in un tempo miracolosa-
mente breve, dato che il marchigiano
conservato dal Banco di Napoli, città in
cui Pergolesi, bambino prodigio, ven-
contratti, testamenti, ricevute di pagamento
Pergolesi (però fu Napoli il suo regno, e
passò alla storia come una tra le punte
ne mandato a studiare, distinguendosi
subito come violinista eccelso, e già al
e accordi economici che testimoniano
di diamante della gloriosa scuola par- Conservatorio suonava come capo- le alterne fortune del musicista
tenopea) morì di tisi a soli ventisei an-
ni, poco dopo aver terminato in un con- paranza, ovvero guida di un ensemble
vento di Pozzuoli il capolavoro estre- che accompagnava funerali e altri riti.
mo dello Stabat Mater. Il festival sarà Sotto la dominazione austriaca la capi-
suddiviso tra giugno, settembre e di- tale del Mezzogiorno attraversava una
cembre, e anche la parte teorica si fase di creatività sfolgorante, con l’esi-
preannuncia imponente, con cinque to di un mercato di vivacità frenetica
convegni internazionali a Napoli, Mi- per l’arte. Il che spiega la mole di docu-
lano, Roma, Dresda e Jesi. menti accumulatisi negli archivi del
Intanto è già operativo e massiccio il Banco, «che testimoniano la fitta trama
lavoro di edizione critica delle partitu- di rapporti su cui si fondava la produ-
re pergolesiane. «Per realizzare l’im- zione musicale in un’epoca fer-
presa, che durerà dieci anni e che pre- tilissima per Napoli, che
vede la pubblicazione di venti volumi, irradiava cultura nel-
è stata formata nel 2009 una commis- l’intera Europa», riferi-
sione di esperti», dichiara il musicolo- sce Francesco Cotticel-
go Vincenzo De Vivo, consulente li, che con Paologiovanni
scientifico della Fondazione Pergolesi Maione coordina il gruppo di stu-
Spontini di Jesi. È quest’istituzione, diosi a cui spetta il compito di scheda-
animata e amministrata da William re i giornali di cassa delle sette sedi del-
Graziosi, a funzionare da motore del l’istituto di credito attive a Napoli nel
progetto di riscoperta, autenticazione periodo in cui si manifestò il talento
e rilancio di un artista dal destino mi- pergolesiano, dal 1727 al 1736. E ag-
sterioso e altalenante, le cui sorti se- giunge che «l’archivio della banca in-
gnate dalla sfortuna (mali polmonari lo clude polizze, contratti, testamenti, ri- AFFARI
afflissero dall’infanzia, la polio gli offe- cevute di pagamento e accordi di vario In questa pagina un documento
se una gamba e fu il solo superstite di genere tra musicisti e committenze ritrovato nell’archivio del Banco
quattro fratelli: gli altri morirono in te- quali teatri, chiese e impresari». di Napoli relativo agli affari di Pergolesi
nerissima età), giunsero a farne un sim- Si nutre anche di tali materiali un e due ritratti del musicista
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Dolci della
LICIA GRANELLO
i
olcetti o scherzetti? Ben prima che in Italia si
Ginevrine
Le pastigliette
sotto il camino
alle storiche kremliquirizia
prodotte da Elah,
fino ai chicchi Amarelli
Befana Clementine
Ospiti immancabili
della calza (la varietà
senza semi
ha soppiantato
i tradizionali mandarini),
Streghe, profezie, magie
il mito entra nella calza
Canditi
A cubetti nella farcitura
del panettone, diventano
di gloriosa golosità
proposti in pezzi grandi
e spicchi interi. Ottime
le scorzette degli agrumi
candite bagnate
nel cioccolato fondente
per riequilibrare
il surplus di zuccheri
Le scorze spezzettate MARINO NIOLA
si trasformano
la befana a fare la calza o è la calza a fare la befana? È
in segnapunti
per la tombola È vera la seconda. In realtà è questo magico accessorio
a trasformare una comune vecchia svolazzante in un
tipo simbolicamente intrigante. Un po’ strega un po’ fata,
generosa e inquietante, ninfa attempata e sibilla decrepita.
Cri-Cri La buona megera che celebriamo il 6 gennaio è tutto questo
Sono un incrocio insieme. E soprattutto è la sintesi cristiana delle numerose
divinità pagane di inizio anno. Come la ninfa Egeria, divina
irresistibile tra praline consigliera di Numa Pompilio, il secondo dei sette re di Ro-
e caramelle, le nocciole ma, che alle calende di gennaio appendeva una calza nella
tostate rivestite grotta della dea per ritrovarla l’indomani piena di regali, ma
di cioccolato fondente, anche di ammonimenti e profezie. E come la dea Strenia, da
ben “rotolate” cui deriva il nostro termine strenna. Che in origine era il do-
in una minutaglia no a base di fave, frutta secca e dolci a forma di bamboline e
animaletti che i Romani regalavano ai bambini nei primi
di zuccherini colorati giorni dell’anno durante la festa delle statuette, la cosiddet-
e avvolte in carta ta Sigillaria.
cangiante. A seguire, Regali, più profezie, più calze. Queste dee avevano quasi
caramelle morbide e dure tutto della Befana tranne il nome. Che è un’invenzione del
cristianesimo popolare e nasce dalla volgarizzazione di Epi-
fania, ovvero la manifestazione della doppia natura di Cri-
sto ai re Magi venuti da Oriente per portare doni al dio in-
Croccante carnato.
Ecco perché la notte della Befana conserva quel carattere
Nocciole, pistacchi, di attesa magica del nuovo anno e al tempo stesso di resa dei
sesamo e mandorle conti con quello vecchio. Premi e castighi. Previsioni e san-
vengono “imprigionati” zioni. Cose buone da mangiare e cose assolutamente im-
‘‘
in una lastra mangiabili come cenere e carbone. Quel carbone una volta
di zucchero o miele, tanto temuto e che le befane buoniste di oggi hanno trasfor-
tagliata in losanghe mato in cristalli di zucchero nero. Una dolce punizione, una
lezione a salve fatta apposta per una società dove la boccia-
e barrette prima tura non è più contemplata. Eppure quella della Befana è
della definitiva sempre stata una pagella, uno scrutinio di fine anno. Gianni Rodari
solidificazione Non a caso si chiamano proprio con questo nome le sor- Viene viene la Befana
Frutta secca anche prese che si mettono nei dolci tradizionali di questa festa.
nei torroncini Come l’ispanico roscon de los tres reyes, il catalano tortel de Da una terra assai lontana,
reyes, il portoghese bolo dos reis, la francese galette des rois,
al bianco d'uovo
il king cake di New Orleans, la greca vassilopita. Tanti nomi
così lontana che non c’è…
per un solo significato: torta dei tre re. Melchiorre, Baldas- la Befana, sai chi è?
sarre e Gaspare naturalmente. Una ciambella a forma di co-
Carbone dolce rona reale che simboleggia la circolarità dell’anno, farcita di La Befana viene viene,
Per realizzare frutta secca e canditi, con dentro nascosta una fava, l’antico se stai zitto la senti bene:
strumento per scrutinare i voti e predire la sorte. E talvolta
la “punizione” una bambolina o una statuetta, proprio come durante le Si- se stai zitto ti addormenti,
dei bambini più golosa, gillaria dei romani. Oggi qualcuno arriva a metterci Super-
zucchero e acqua bolliti man, Batman e altre divinità dell’infanzia contemporanea
la Befana più non senti
mescolando il colorante come le Winx, fatine volanti, piccole befane glamour. Spes- La Befana, poveretta,
alimentare. Fuori so però in questi oracoli da mangiare si nasconde anche un
poco gradito aglio di porcellana. Chi trova la sorpresa avrà si confonde per la fretta:
dal fuoco, bianco
d’uovo montato
fortuna, ma dovrà pagare pegno offrendo la torta o la festa invece del treno
l’anno successivo. Chi invece incappa nell’aglio riceve dal-
a neve e zucchero la Befana un attestato di cattiva condotta. Come dire che an- che avevo ordinato
a velo. Si taglia dopo che la fortuna, come ogni altro premio, va meritata. un po’ di carbone
averlo fatto solidificare © RIPRODUZIONE RISERVATA
mi ha lasciato
LAURA ASNAGHI
«C
osa rende bella una donna?
L’amore che le illumina gli
occhi e un pullover in cache-
mire portato sulla pelle nu- AGNONA
da». Catherine Deneuve è tra Nido d’ape, lavorazione grana di riso,
le grandi fan del cachemire, collo avvolgente. Ecco il modello golf
filato pregiato, dalla mano morbida e setosa, caro mantellina di Agnona. È l’assoluta
quanto basta ma indubbiamente bello, sensuale, garanzia di comfort e vestibilità
capace di insinuarsi un po’ dappertutto. Nei guar-
daroba più raffinati ma anche nella biancheria per
la casa più costosa, senza dimenticare i giocattoli
dei bimbi. Gli orsacchiotti in cachemire lanciati BRESCIANI
anni fa da Agnona, sono stati clonati da molte mar- Piedi al caldo con le calze
che. Il cachemire, anche in tempi di crisi, più favo- Bresciani proposte in mille
revoli alla lana vergine dai prezzi abbordabili, re- colori moda. Qui, il modello
sta in cima alla classifica dei desideri. Anche per- maschile giallo paglierino
ché, come ricordano gli psicologi esperti in consu- Con tallone e punta grigia
mi, «gratifica, coccola, ti fa sentire bene».
KANGRA
Gioca
coi rombi fucsia,
rossi e blu
su fondo grigio,
il bauletto
Kangra
che sceglie
il cachemire
al posto
del “solito”
pellame
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CUCINELLI
È Brunello
Cucinelli
a proporre
il classico
cardigan
maschile
dai disegni
LORO PIANA norvegesi
Maglioni Un dono
con trecce, lane classico
melange, da Epifania
ILLUSTRAZIONE YUKO SHIMISU
colori classici:
Loro Piana
al cachemire
dedica
da sempre
il massimo
dell’attenzione
48 LA DOMENICA DI REPUBBLICA DOMENICA 3 GENNAIO 2010
l’incontro
Muse da Oscar È tra le star più desiderate, le hanno
attribuito una lunga serie di fidanzati
(da Nicolas Cage a Matt Damon)
e ora molti dicono stia per sposarsi
con Javier Bardem
Penelope Cruz Ma lei non parla della sua
vita privata. Timida
e riservata, si accende solo
se racconta della sua vera
passione, il cinema
“Fin da bambina”, dice,
“quando il salone da parrucchiera
di mia madre divenne il mio primo
set. Allora i miei si rassegnarono”
MARIA PIA FUSCO sprecare energie». vivere con qualcosa che avesse a che fa- parte fingendo di fare i compiti e invece ma mi piace tanto guardarli appesi nel-
Pedro Almodovar, il regista che la co- re con l’arte». ascoltavo le loro chiacchiere, i loro se- l’armadio. Poi ho preso un apparta-
ROMA nosce più di chiunque, conferma: «Pe- Né pensavano all’arte i genitori greti, i problemi con i figli, il matrimo- mento a New York e ho comprato due
se, dove non c’era neanche un teatro e guadagnati, «mi piace tanto spenderli.
solo l’idea di diventare attrice sembra- Compro vestiti, è un’assurdità perché
va una follia. Nessuno si guadagnava da in genere mi vesto in jeans e maglioni,